Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 706 del 16/11/2005


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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARIO CLEMENTE MASTELLA

La seduta comincia alle 10,10.

LUCIANO DUSSIN, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del regolamento, i deputati Abbondanzieri, Armani, Antonio Barbieri, Giovanni Bianchi, Boato, Bonito, Bono, Burani Procaccini, Castagnetti, Colucci, Gianfranco Conte, Cordoni, Dell'Elce, Detomas, Di Luca, Di Virgilio, Giordano, Martinelli, Mereu, Palma, Ramponi, Reduzzi, Rosso, Saponara, Selva, Stradella, Viceconte e Viespoli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati complessivamente in missione sono novantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 3596 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 settembre 2005, n. 184, recante misure urgenti in materia di guida dei veicoli e patente a punti (Approvato dal Senato) (A.C. 6150) (ore 10,15).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 settembre 2005, n. 184, recante misure urgenti in materia di guida dei veicoli e patente a punti.
Ricordo che nella seduta di ieri sono stati votati, da ultimo, gli identici emendamenti Susini 1-duodecies.1 e Carbonella 1-duodecies.60.
Ricordo altresì che sono stati accantonati gli emendamenti riferiti all'articolo 1-bis, nonché l'emendamento Meroi 1-quater.50.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 6150)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (vedi l'allegato A - A.C. 6150 sezione 1), nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (vedi l'allegato A - A.C. 6150 sezione 2).
Avverto che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (vedi l'allegato A - A.C. 6150 sezione 3).
Avverto, altresì, che sono state presentate proposte emendative riferite all'articolo unico del disegno di legge di conversione (vedi l'allegato A - A.C. 6150 sezione 4).


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Chiedo al relatore, onorevole Pezzella, di fornire all'Assemblea indicazioni in ordine alla prosecuzione dell'esame del provvedimento.

ANTONIO PEZZELLA, Relatore. Signor Presidente, alla luce della riunione del Comitato dei nove svoltasi questa mattina, la Commissione, modificando i pareri precedentemente espressi sulle proposte emendative riferite all'articolo 1-bis del decreto-legge, accantonate nella seduta di ieri, esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Ricciotti 1-bis.3 e De Laurentiis 1-bis.7, nonché sull'emendamento Bornacin 1-bis.4.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIO TASSONE, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Il Governo esprime parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,18).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta avranno luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del regolamento.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 10,15 è ripresa alle 10,50.

Assegnazione alla V Commissione permanente (Bilancio) del disegno di legge finanziaria e del disegno di legge di bilancio.

PRESIDENTE. A norma del comma 1 degli articoli 72 e 120 del regolamento, i seguenti disegni di legge sono assegnati alla V Commissione permanente (Bilancio), in sede referente, con il parere delle Commissioni I, II, III, IV, VI, VII, VIII, IX, X, XI, XII, XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali:
S. 3613. - «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)» (Approvato dal Senato) (6177);
S. 3614. - «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006-2008» (Approvato dal Senato) (6178) e relative note di variazione (6178-bis e 6178-ter).

I termini per l'esame in sede consultiva e per l'esame in sede referente sono fissati, rispettivamente, a giovedì 24 novembre ed a giovedì 8 dicembre 2005.
Ricordo che, ai sensi dell'articolo 119, comma 4, del regolamento, con l'inizio della sessione di bilancio, è sospesa ogni deliberazione da parte dell'Assemblea e delle Commissioni in sede legislativa sui progetti di legge che comportino nuove o maggiori spese o diminuzioni di entrate, salve le eccezioni espressamente previste dal regolamento e salvo che vi sia accordo unanime tra i gruppi.
Poiché tale condizione non si verifica per i progetti legge all'ordine del giorno diversi da quelli di conversione di decreti-legge, il loro esame potrà avvenire dopo la conclusione della sessione di bilancio.

ANTONIO BOCCIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.


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ANTONIO BOCCIA. Signor Presidente, è stato incardinato l'iter per l'esame del disegno di legge finanziaria. La Presidenza della Camera sa che, nel frattempo, è intervenuta una sentenza della Corte costituzionale che ha annullato parte della manovra del 2004, poiché, illegittimamente, era stata prevista un'azione di compressione dell'autonomia degli enti locali.
Nella manovra attuale si riproducono le stesse illegittimità. Pertanto, credo che la Presidenza della Camera, nella sua autonomia ed anche nella sua responsabilità, non debba attendere una nuova sentenza della Corte costituzionale né il giudizio del Presidente della Repubblica, se il provvedimento dovesse essere malauguratamente approvato. A mio avviso, dovrebbe, invece, preventivamente eccepire, in sede di trasmissione alla competente Commissione, i punti in cui la censura dell'Alta corte ha già messo in evidenza l'illegittimità costituzionale.
Credo che questo non sia solo un dovere, ma anche un interesse per il buon andamento dei lavori e per una corretta legislazione, perché sarebbe veramente disdicevole che questa maggioranza continuasse a perpetrare delle illegittimità costituzionali, a danno del sistema delle autonomie.

PRESIDENTE. Onorevole Boccia, prendo atto delle sue considerazioni, che rappresenterò certamente al Presidente della Camera, del quale peraltro condivido pienamente le affermazioni che sono state riportate sui giornali. Più di questo, non sono in grado di fare...

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 6150)

ANTONIO PEZZELLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO PEZZELLA, Relatore. Signor Presidente, vorrei precisare che il parere della Commissione è favorevole sull'emendamento Meroi 1-quater.50, a condizione che venga riformulato nel modo seguente: Al comma 1, premettere il seguente: 01-bis. all'articolo 12 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni, dopo il comma 1 è aggiunto il seguente: «1-bis. Sulle autostrade e sulle strade extraurbane principali, ai corpi e ai servizi di polizia municipale di cui al comma 1, lettera e), è precluso l'accertamento delle violazioni ai limiti massimi di velocità di cui all'articolo 142 attraverso l'impiego di apparecchi o di sistemi di rilevamento della velocità, ovvero attraverso l'utilizzazione di dispositivi di controllo a distanza delle violazioni di cui all'articolo 4 del decreto-legge 20 giugno 2002, n. 121, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o agosto 2002, n. 168».
Il parere è altresì favorevole sull'articolo aggiuntivo Bornacin 1.quinquiesdecies.03. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo subemendamento 0.1.septiesdecies.4.500 ed esprime inoltre parere favorevole sull'emendamento Meroi 1.septiesdecies.4, nel testo subemendato, e sugli identici emendamenti Meroi 1.vicies quater.3, Panattoni 1.vicies quater.18 e Muratori 1.vicies quater.34.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIO TASSONE. Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Il Governo concorda con il relatore.

PRESIDENTE. A questo punto occorre che la Commissione bilancio esprima il proprio parere sul nuovo subemendamento della Commissione. A norma del regolamento, l'esame dello stesso non potrebbe avvenire prima del giorno successivo alla sua presentazione. Chiedo tuttavia ai rappresentanti dei gruppi se vi sia il consenso unanime a derogare a tale previsione regolamentare.
Prendo atto che vi è il consenso unanime dei gruppi a procedere nel senso indicato.


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Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle 11,30.

La seduta, sospesa alle 11, è ripresa alle 11,30.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ALFREDO BIONDI

PRESIDENTE. Avverto che la Commissione bilancio ha revocato il parere contrario sull'emendamento Meroi 1-septiesdecies.4 e ha espresso su tale emendamento il parere di nulla osta a condizione che venga approvato il subemendamento 0.1-septiesdecies.4.500 della Commissione (vedi l'allegato A - A.C. 6150 sezione 5).

ANTONIO PEZZELLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO PEZZELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Bornacin 1-vicies quater.02.
Inoltre, per quanto concerne l'emendamento Meroi 1-quater.50, nella precedente riformulazione della Commissione, il termine «autostrade» deve ritenersi soppresso.

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo concorda con il relatore.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Nicotra 1-bis.5, Guido Dussin 1-bis.8 e Tidei 1-bis.18.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicotra. Ne ha facoltà.

BENEDETTO NICOTRA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, dopo quattro anni e mezzo che faccio parte di questo Parlamento e pur condividendo alcuni atteggiamenti dell'opposizione, constato che l'ostruzionismo prosegue, nonostante si sia cercato di venire incontro alle proposte dell'opposizione tentando di migliorare il testo trasmessoci dal Senato. Tutto ciò affinché il decreto-legge in esame garantisca veramente la sicurezza dei cittadini.
Evidentemente non condividiamo tale atteggiamento ostruzionistico, in quanto con il presente provvedimento si assicura il rispetto della legge.
Ho ascoltato numerosi interventi attenti, ma vi assicuro che oggi mi sono accorto che anche i colleghi dell'opposizione hanno prestato attenzione al decreto-legge in esame, per fare in modo che esso sia convertito e che entro oggi si possa definire la questione, dando atto della sussistenza dei requisiti indispensabili per esprimere il nostro voto favorevole con il contributo sia della maggioranza sia dell'opposizione. Ringrazio i colleghi, il Presidente e il relatore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.

MARCO BOATO. Signor Presidente, comprendo che il collega Nicotra abbia dovuto parlare alcuni minuti per consentire a qualche collega della maggioranza di entrare in aula. Si tratta di una tattica parlamentare assolutamente comprensibile e su cui non muovo alcuna critica. Il problema non è che egli ha voluto parlare qualche minuto per tale motivo, ripeto, comprensibile, quanto piuttosto ciò che egli ha detto. Suggerirei al collega Nicotra e agli altri colleghi della maggioranza di cercare di non calcare troppo la mano e di non creare danno, ogni volta che intervengono, con questo tipo di ragionamenti (altri sono invece rispettabilissimi).
Il collega Nicotra sa che dal 13 settembre l'opposizione ha reagito ad un colpo di mano istituzionale e ad una violazione costituzionale e regolamentare posti in essere dalla maggioranza, stravolgendo in modo unilaterale la legge elettorale. È dunque inutile che il collega affermi che ci siamo trovati d'accordo su un dato emendamento e non su un altro e che abbiamo cercato di confrontarci, perché questo l'opposizione non l'ha mai negato. Nella seduta di ieri vi sono state numerose votazioni quasi all'unanimità, perché non siamo così settari e unilaterali...


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GIORGIO BORNACIN. No, peggio...

MARCO BOATO. No, non lo siamo affatto, e non dite sciocchezze un'altra volta, se no rimarrete qui inchiodati qualche giorno! Rimarrete inchiodati qualche giorno!

MARCELLO MEROI. Bravo, sei un democratico!

MARCO BOATO. I vostri capigruppo e il Governo ci vengono ad implorare di far passare questo decreto, nonché il successivo, quello sull'influenza aviaria, che ci è stato sollecitato dal ministro Storace (che oggi si è stufato e non è presente, ma verrà nel pomeriggio) affinché avesse la precedenza per ragioni di salute pubblica. Il collega Innocenti, all'inizio della scorsa settimana, è intervenuto per proporre, a nome dell'opposizione, un'inversione dell'ordine del giorno, nel senso di anticipare l'esame del decreto-legge sull'influenza aviaria. Tuttavia, siccome la maggioranza ha firmato una sorta di patto di sangue che riguarda la riforma costituzionale (che viene sciaguratamente votata oggi dal Senato), la legge elettorale (anch'essa all'esame del Senato), nonché la legge cosiddetta «ex Cirielli» (il cui esame è stato addirittura anticipato per farlo coincidere con i giorni di sciopero dei giornalisti), si è detto di no anche ad Innocenti che, su sollecitazione del ministro Storace, proponeva l'anticipazione dell'esame del decreto-legge sull'influenza aviaria.
È dunque inutile che in quest'aula si faccia finta di non capire che siamo di fronte a una situazione di emergenza democratica, di emergenza costituzionale, di emergenza istituzionale... e per quanto mi riguarda c'è anche un'emergenza bronchite e raffreddore, ma parlo lo stesso...

PRESIDENTE. Si riguardi, anche perché il tempo a sua disposizione è esaurito!

MARCO BOATO. Concludo, signor Presidente. Questa è la questione, e si è voluto dare priorità a ciò che io definisco il «patto di sangue» interno alla maggioranza, calpestando tutto il resto, a partire dagli interessi del paese, perché la «ex Cirielli» era più importante dell'influenza aviaria, e via elencando.
Questa è la situazione; l'ho espressa, fra l'altro, con rispetto per il collega intervenuto precedentemente, dissentendo totalmente dal contenuto. Suggerirei ai colleghi della maggioranza di fare almeno l'unica cosa che compete loro: essere in numero legale in questa Assemblea quando vogliono portare avanti i provvedimenti della maggioranza o del Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Verdi-l'Unione dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Nicotra 1-bis.5, Guido Dussin 1-bis.8 e Tidei 1-bis.18, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 239
Votanti 234
Astenuti 5
Maggioranza 118
Hanno votato
6
Hanno votato
no 228

Sono in missione 88 deputati).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Albonetti 1-bis. 1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Raffaldini. Ne ha facoltà.

FRANCO RAFFALDINI. Signor Presidente, l'articolo 1-bis riguarda i trasporti eccezionali. Con alcuni recenti provvedimenti amministrativi e normativi si è creata una certa tensione all'interno del mondo dell'autotrasporto e, nello specifico,


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sulla parte che riguarda i trasporti eccezionali. Parlo di trasporti eccezionali, non di veicoli eccezionali, che sono i primi ad essere normati in un certo modo. Questo provvedimento ha acceso nel comparto una tensione tra coloro che fanno un certo tipo di trasporto. Penso ad esempio ai cavatori, coloro cioè che trasportano blocchi di marmo, penso d'altra parte a chi trasporta coils o a chi trasporta grandi manufatti in cemento. Vi è una certa fibrillazione nel paese, per cui forse sarebbe stato molto più opportuno regolamentare il settore coinvolgendo le varie organizzazioni ed evitando di introdurre elementi molto sensibili in un decreto-legge riguardante il codice della strada.
Per tale motivo sono stati presentati una serie di emendamenti, che cercano di correggere perlomeno la dizione di questo articolo 1-bis, che può essere interpretato in modo tale da non mantenere l'unitarietà del comparto. Ognuno tende a tirare la coperta dalla propria parte. Comprendo che alcune formulazioni, quali ad esempio il richiamo ad entrambi gli articoli 61 e 62 insieme, cioè non anche disgiunti, possano destare perplessità. So benissimo che da un punto di vista formale non è abituale inserire le parole «e/o» nelle nostre leggi, ma volevamo precisare il concetto che questi due articoli non necessariamente devono essere considerati in modo congiunto, in quanto uno si riferisce alla massa e uno al peso. Un trasporto può essere eccezionale secondo una certa massa oppure secondo un certo peso o se supera una certa lunghezza. Considerare questi elementi tutti insieme può creare una complicazione. Allo stesso modo, il mantenere la dizione successiva «congiuntamente» può creare delle complicazioni interpretative.
Per questo motivo abbiamo presentato degli emendamenti che vanno nella direzione di apportare miglioramenti al testo del provvedimento. Oggetto di tali emendamenti è anche il limite di velocità di 50 chilometri del quale si chiede l'estensione ad altre situazioni.
Questi, in sintesi, sono i temi trattati negli emendamenti che voteremo da qui a poco.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, dato che su questo aspetto della norma stamattina, in sede di Comitato dei nove, si è riusciti a trovare un accordo di sintesi, annuncio, a nome dei presentatori, il ritiro dei seguenti emendamenti: Tuccillo 1-bis.60, Rosato 1-bis.61, Carbonella 1-bis.62, Rosato 1-bis.63, Tuccillo 1-bis.64 e Rosato 1-bis.65.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Albonetti 1-bis.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 398
Maggioranza 200
Hanno votato
166
Hanno votato
no 232).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dell'Anna 1-bis.67, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.


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Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 412
Votanti 411
Astenuti 1
Maggioranza 206

Hanno votato 180
Hanno votato no
231).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Albonetti 1-bis.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 413
Votanti 412
Astenuti 1
Maggioranza 207
Hanno votato
181
Hanno votato
no 231).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dell'Anna 1-bis.66, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 421
Maggioranza 211
Hanno votato
189
Hanno votato
no 232).

Passiamo agli identici emendamenti Ricciotti 1-bis.3 e De Laurentiis 1-bis.7.
Avverto che, a seguito dell'eventuale approvazione di tali emendamenti, risulteranno preclusi gli emendamenti De Laurentiis 1-bis.6 e Tidei 1-bis.10.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ricciotti 1-bis.3 e De Laurentiis 1-bis.7, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 428
Votanti 256
Astenuti 172
Maggioranza 129
Hanno votato
247
Hanno votato
no 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bornacin 1-bis.4, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 423
Votanti 421
Astenuti 2
Maggioranza 211
Hanno votato
418
Hanno votato
no 3).

Passiamo all'emendamento Meroi 1-quater.50 sul quale il relatore ha espresso parere favorevole purché formulato nel modo seguente: «1-bis. Sulle strade extraurbane principali, ai corpi e ai servizi di polizia municipale di cui al comma 1, lettera e), è precluso l'accertamento delle violazioni ai limiti massimi di velocità di cui all'articolo 142 attraverso l'impiego di apparecchi o di sistemi di rilevamento della velocità, ovvero attraverso l'utilizzazione di dispositivi di controllo a distanza delle violazioni di cui all'articolo 4 del decreto-legge 20 giugno 2002, n. 121, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o agosto 2002, n. 168».


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Onorevole Meroi, accetta la riformulazione del suo emendamento 1-quater.50 proposta dal relatore?

MARCELLO MEROI. Sì, Presidente. Ringrazio per questo i colleghi della Commissione, il presidente e il relatore. Desidero, però, fare una precisazione. Ieri ho ascoltato tanti colleghi che giustamente ponevano in rilievo la necessità di essere vicini ai cittadini, «tagliando» le sanzioni o cercando di rimodularle attraverso la modifica delle norme attualmente in vigore, in tal modo evitando di vessare i cittadini.
Mi è un po' dispiaciuto che qualcuno abbia interpretato la norma - l'ho anche sentito dire - come troppo popolare. Io credo che non vi siano norme troppo o poco popolari, ma che vi siano norme corrette (qualità la cui ricorrenza dovrebbe valutare, ovviamente, il Parlamento).
Con l'attuale enunciazione, che, forse, non è la migliore possibile ma che raggiunge comunque un buon risultato, credo che siamo stati vicini ai cittadini, come abbiamo fatto quando abbiamo diminuito l'entità di alcune sanzioni e migliorato il provvedimento.
Pertanto, rivolgo un ringraziamento alla Commissione per una formulazione che riceve, naturalmente, il mio assenso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, nel prendere atto della decisione della Commissione, manifestiamo il nostro dissenso sulla riformulazione dell'emendamento.
Abbiamo già detto ieri che comprendiamo il principio, il problema ed anche la volontà del collega Meroi di affrontare la questione; tuttavia, riteniamo che la mancanza di un accordo, di un momento di condivisione tra i comuni e la polizia stradale sia un errore. Noi ritenevamo che il coinvolgimento delle prefetture, sebbene difficile e complesso (il rapporto tra prefetti e sindaci non è sempre semplicissimo), dovesse essere la linea da seguire per individuare le strade sulle quali poteva esservi la presenza della polizia municipale, a supporto dell'attività di accertamento delle violazioni, e per indicare quelle dove, come purtroppo accade, la presenza della polizia municipale serve soltanto ad «ingrassare» o far quadrare i bilanci dei comuni.
Una norma come quella in esame, che semplicemente preclude alla polizia municipale la possibilità di un controllo della velocità sulle strade di sua competenza, sia pure extraurbane, non è la migliore per rispondere ai gravi problemi di sicurezza delle nostre strade (dove, purtroppo, la velocità elevata continua ad essere una delle più gravi cause di mortalità).
Non era questa, per noi, la direzione da prendere. Spero che questa scelta non provochi una diminuzione dei livelli di sicurezza sulle nostre strade. Lo spero, anche se temo che, purtroppo, non sarà così!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Raffaldini. Ne ha facoltà.

FRANCO RAFFALDINI. Signor Presidente, quando l'onorevole Meroi afferma che la formulazione della norma non è proprio la migliore possibile, dice il vero. Sebbene essa abbia sicuramente attenuato alcune norme che erano state sottoposte alla nostra attenzione in questi giorni, rimane un aspetto che non ci convince: l'esclusione della polizia municipale dall'attività di rilevamento, attraverso meccanismi automatici, delle violazioni dei limiti massimi di velocità sulle strade extraurbane principali (questo è scritto nell'emendamento in esame).
Ora, leggendo con attenzione il codice della strada, alla categoria delle strade extraurbane principali appartengono diversi tipi: una strada extraurbana può anche essere comunale, oltre che provinciale, e via dicendo. Ebbene, l'emendamento in parola preclude alla polizia municipale l'accertamento delle violazioni su


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una strada extraurbana di sua competenza. La disposizione non ci convince.
Noi avevamo presentato una proposta (non accettata) - lo dico anche per conoscenza dell'onorevole Meroi, il quale, con un altro emendamento, aveva suggerito di attribuire un ruolo al prefetto - che sostanzialmente stabiliva che, ferme restando le rispettive competenze, l'attività di controllo attraverso meccanismi automatici (gli autovelox) sulle strade extraurbane venisse coordinata in sede di comitato provinciale per la sicurezza.
Ad esempio, in alcune aree adriatiche, durante l'estate, c'è di tutto la sera e la notte: affollamento; persone che corrono; persone che si fermano per vari motivi.
Inoltre, le stesse Forze dell'ordine decidono come concordare i turni di presenza (un turno lo fa la polizia stradale, un altro l'Arma dei carabinieri, un altro ancora la polizia municipale), coprendo in modo organizzato il territorio. Tale proposta avrebbe potuto essere accolta, ma così non è stato. Questo aspetto particolare riguardante i sindaci e la polizia comunale (o la polizia locale, come si definisce nel sistema della devolution) viene messo in discussione da una norma al codice della strada, norma, appunto, che non ci convince.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Panattoni. Ne ha facoltà.

GIORGIO PANATTONI. Signor Presidente, su questo aspetto vorrei richiamare l'attenzione del Governo, perché la regolamentazione dei limiti di velocità dal punto di vista sia della sicurezza sia di una corretta regolamentazione del traffico è una questione di grandissima rilevanza.
Abbiamo discusso a lungo su una serie di definizioni («centro urbano», rispetto a «territorio comunale», il significato dell'espressione «extraurbano»), sul numero delle categorie, sui limiti di velocità, sulla cartellonistica, ossia su un insieme di norme di indirizzo che il Governo, in qualche modo, dovrebbe impegnarsi a adottare, affinché vi possa essere un'applicazione uniforme su tutto il territorio nazionale.
So che presso il ministero sono in corso alcune attività che vanno in questa direzione. Mi piacerebbe che il Governo in questa sede, «accompagnando» tale emendamento, dichiarasse l'intenzione di procedere rapidamente all'adozione di queste norme quadro di indirizzo e di riferimento, affinché possano essere applicate correttamente e non in modo discriminante rispetto ai luoghi, ai cittadini, ai sindaci e ad interessi particolari, cosa che, ovviamente, una legge di carattere nazionale dovrebbe evitare.

MARIO TASSONE, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, sulla base delle sollecitazioni dell'onorevole Panattoni, sento il dovere di fornire a questa Assemblea ampie assicurazioni su un argomento fondamentale. Gli uffici stanno lavorando, anche in virtù di una direttiva volta ad un'omogeneizzazione, ad una semplificazione e ad una razionalizzazione del sistema della cartellonistica e quant'altro, che, allo stato, certamente presenta elementi di irrazionalità e, soprattutto, di confusione.
Vorrei, dunque, rassicurare l'Assemblea sull'operato del ministero. Ci auguriamo che tale lavoro si concluda entro breve tempo.

ERMETE REALACCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, a titolo personale, mi rendo conto del miglioramento che è stato ottenuto nel corso dei lavori della Commissione; tuttavia, non trovo soddisfacente l'emendamento proposto.


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Presidente, comprendo gli eccessi che sono stati prodotti da qualche comune, ma credo che sarebbe una cosa giusta se i comuni, attraverso l'applicazione di una legge opportuna al fine di limitare il pesante prezzo che paghiamo, nell'ambito degli incidenti stradali, in termini di vite umane, di feriti e anche economici, avessero l'opportunità di prendere «due piccioni con una fava», ossia di aiutare il rispetto della legge e di trovare risorse per le casse comunali che sono in grande difficoltà, spesso proprio nel settore della manutenzione delle strade, che per molti comuni è un settore di grande delicatezza data la ristrettezza dei loro bilanci. Certamente, questa virtuosa opportunità deve essere governata, ma non eliminata.
Vorrei aggiungere, se mi è consentita una notazione personale, che gli unici due punti di patente li ho persi per il superamento dei limiti della velocità fissati da un autovelox di un comune. Non ho protestato, mi sono preso la sanzione e non credo che si possa assecondare sempre il mugugno dei cittadini, quando si tratta di far rispettare delle leggi giuste.

EUGENIO DUCA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EUGENIO DUCA. Signor Presidente, abbiamo criticato il fatto che si affrontino questi temi nell'ambito di un decreto e la dimostrazione viene proprio da questo emendamento: è stato riformulato almeno sei o sette volte nel giro di due giorni e il testo che sarà approvato non risolverà, comunque, le questioni.
Vorrei aggiungere che considero inaccettabile la generalizzazione che viene fatta riguardo ai vigili urbani e ai corpi di polizia municipale perché, magari, in qualche comune il fenomeno dell'abuso dell'autovelox effettivamente esiste. Comunque, non possiamo generalizzare. Cito un esempio che riguarda la mia città, cioè Ancona (Deputati dai banchi di Alleanza Nazionale gridano: Tempo!).

PRESIDENTE. Colleghi, essendo intervenuto il Governo, l'onorevole Duca ha facoltà di parlare per cinque minuti.

EUGENIO DUCA. Nella mia città, i vigili urbani si occupano abbastanza spesso di una strada extra-urbana che si chiama asse nord-sud e svolgono attività di controllo: in un giorno, sono state ritirate tre patenti e fermate tre auto, nel tratto in cui il limite di velocità è 70 chilometri all'ora, 55 chilometri all'ora in curva. Ogni giorno in quella strada succedono incidenti. Penso che in questo caso i vigili urbani, il corpo di polizia municipale, svolgano il loro lavoro di prevenzione per la sicurezza dei cittadini automobilisti che viaggiano ogni giorno su quella strada.
Credo che sia sbagliato precludere ai corpi di polizia municipale il controllo sulle strade perché, magari, in altri cinque, sei, dieci comuni italiani c'è chi abusa di questo modo di fare. Non credo che il Parlamento debba dare un segnale ai cittadini nel senso che i corpi di polizia municipale sono soltanto degli esattori per conto di questa o di quella amministrazione. Ritengo che ciò non sia vero e che non sia opportuno che il Parlamento abbia un atteggiamento così generalizzato di criminalizzazione di questi agenti, che ogni giorno sulle strade fanno il proprio lavoro e spesso vengono insultati e malmenati. Quindi, non credo che questo sia il messaggio che debba venire dal Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mazzarello. Ne ha facoltà.

GRAZIANO MAZZARELLO. Signor Presidente, il mio è quasi un appello al Governo perché questo emendamento, che dal nostro punto vista non va bene, tenta di cambiare una cosa sbagliata. Ci siamo riusciti per tanti altri punti in questo decreto - per esempio, siamo riusciti ed eliminare sanzioni troppo pesanti o complicazioni burocratiche -, ma purtroppo su questo punto l'opposizione non ci è riuscita completamente.
In questo caso vi è un problema, lo dico al viceministro che è attento su tale


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questione: infatti, vi è non solo una questione di esosità degli interventi ma anche un problema di coordinamento fra le polizie, che riguarda il tema della difesa della sicurezza dei cittadini. Infatti, in questo caso potremmo trovarci di fronte a situazioni in cui, essendovi una carenza gravissima di personale della polizia stradale - che anzi andrebbe superata, mentre i nuovi provvedimenti del Governo addirittura impediscono alla polizia stradale di riempire di carburante le proprie automobili -, si impedisce anche un normale coordinamento fra le Forze di polizia.
In molti casi, le Forze di polizia discutono fra di loro - questo è un fatto positivo - e, in carenza di organico e di possibilità da una parte e dall'altra, si attiva un meccanismo di sostituzione. Comunque, con un emendamento che prevede un intervento di questo tipo, noi impediamo questa misura. Sarebbe opportuno che almeno le scelte di controllo di certi tratti stradali, che avvengono all'interno di un quadro di coordinamento, fossero ammesse per tutte le forze che partecipano a questo coordinamento, altrimenti si aprirebbe una grave falla nella sicurezza dei cittadini.
E sapete come ciò costituisca un problema molto grave, in quanto incidenti, feriti e morti sulle strade stanno nuovamente aumentando.

GIORGIO BORNACIN. Ma non è vero!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tedeschi. Ne ha facoltà.

MASSIMO TEDESCHI. Signor Presidente, auspico anch'io la reiezione della proposta emendativa che prevede l'esclusione della polizia locale dal controllo di velocità.
A mio avviso, la nostra attività legislativa e la discussione debbono sempre avere come riferimento l'obiettivo principale e generale che, da tutti condiviso, consiste nel ridurre, semplicemente assicurando il rispetto del codice della strada, il numero degli incidenti ed il relativo rischio per chi viaggia. Non possiamo stare dalla parte di quanti, involontariamente ovvero per superficialità, trasgrediscono il codice, mettendo a repentaglio la propria vita e quella altrui. I dati sono veramente gravi: 15 morti al giorno sulle strade; 867 feriti; 614 incidenti. Ritengo dunque che si debba respingere l'emendamento.

PRESIDENTE. Onorevole...

MASSIMO TEDESCHI. Al riguardo, un secondo buon motivo - e concludo - si riferisce al ruolo della polizia locale, un ruolo decisivo sia per la capillarità sia per la professionalità con la quale esercita la propria funzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Raisi. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI. Signor Presidente, gli ultimi due interventi denotano la non comprensione del provvedimento; infatti, quando si sostiene che si vuole togliere alla polizia municipale il compito di controllare la velocità, si dimostra di non aver letto il provvedimento. Si osserva che si interviene contro il coordinamento delle Forze di polizia che devono controllare il traffico e la mobilità, ma è esattamente il contrario: si intende, infatti, specificare le competenze in quanto spesso, a livello locale, si registra la difficoltà - che è fonte di confusione (consentendo, peraltro, a chi non vuole effettuare i controlli di non adempiere al proprio lavoro) - di capirne il riparto. Nel momento in cui, pur confermando, ovviamente, che compito della polizia municipale è anche il controllo della velocità, se ne delimita però la competenza con riferimento allo scopo per cui la polizia municipale lavora in un comune (ovvero il controllo delle aree) e si impedisce alla polizia municipale di non presidiare quelle aree per le quali è deputata a svolgere la propria funzione, ritengo vi sia la volontà di fare chiarezza su tale aspetto e nulla più.


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Se poi, invece, dietro la retorica presente soprattutto nei discorsi degli ultimi due colleghi del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo intervenuti nella discussione, vi sia, in realtà, la volontà, ancora una volta, di «coprire» comuni che fanno cassa con tale sistema - che, ribadisco, poco ha a che fare con il controllo della velocità, del traffico e con altri temi cui tutti quanti noi, ovviamente, diamo la dovuta attenzione -, sarebbe bene per tutti quanti, allora, votare questa proposta emendativa; proposta che va nel senso di fare chiarezza in una materia che in questo momento suscita confusione relativamente alle attività delle Forze di polizia.
Ritengo che la proposta medesima vada votata proprio per garantire la sicurezza dei nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Meroi 1-quater.50, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 427
Votanti 413
Astenuti 14
Maggioranza 207
Hanno votato
219
Hanno votato
no 194).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Antonio Pepe 1-quaterdecies.1 e Ricciotti 1-quaterdecies.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucchese. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO LUCCHESE. Signor Presidente, intervengo per motivare il voto contrario del mio gruppo sugli identici emendamenti in esame, poiché eliminerebbero la possibilità di affidare a soggetti terzi la produzione delle targhe dei ciclomotori. Vorrei ricordare che, finora, tale servizio è stato assolto dalle agenzie in modo egregio e con considerevole efficienza, facendo registrare il gradimento dell'utenza.
Ritengo, pertanto, che le proposte emendative in esame debbano essere respinte dall'Assemblea, dal momento che sopprimerebbero un'esperienza che, fino ad adesso, si è rivelata positiva.

ANTONIO PEZZELLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO PEZZELLA, Relatore. Signor Presidente, vorrei ricordare che la Commissione ha espresso parere contrario sugli identici emendamenti Antonio Pepe 1-quaterdecies.1 e Ricciotti 1-quaterdecies.2 perché una legge dello Stato ha concesso alle agenzie di pratiche automobilistiche, nonché a tutti quegli operatori che si occupano di questo settore, la facoltà, nell'ambito della loro attività, di effettuare le targature; oltretutto, vorrei segnalare che tali agenzie hanno compiuto degli investimenti.
Non si comprende, pertanto, il motivo per cui, dopo che è stata approvata una legge dello Stato - e vorrei ricordare che, in sede di Commissione, è stata approvata, all'unanimità, una risoluzione in tal senso -, non si voglia successivamente concedere a chi ha già effettuato investimenti in tale ambito la possibilità di porre in essere quanto è stato già stabilito dalla normativa vigente.

MARIO TASSONE, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, intervengo soltanto per scrupolo.


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Infatti, dal momento che, in occasione dell'esame del decreto-legge presso il Senato, mi sono rimesso all'Assemblea su una proposta emendativa analoga, pur avendo precedentemente compiuto una valutazione un po' diversa, per coerenza intendo ribadire tale posizione anche in questa sede.

PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, pur preannunziando che anche il mio gruppo voterà contro gli identici emendamenti in esame, vorrei intervenire per segnalare all'attenzione del Governo il problema molto serio del Poligrafico dello Stato, il quale, evidentemente, dall'attività in oggetto traeva risorse finanziarie indispensabili per il suo funzionamento. L'Esecutivo è già a conoscenza del problema, e ritengo che rimettersi all'Assemblea non rappresenti una soluzione adeguata.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Antonio Pepe 1-quaterdecies.1 e Ricciotti 1-quaterdecies.2, non accettati dalla Commissione e sui quali il Governo si è rimesso all'Assemblea.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 423
Votanti 422
Astenuti 1
Maggioranza 212
Hanno votato
7
Hanno votato
no 415).

Avverto che gli emendamenti da Carbonella 1-quaterdecies.60 a Mazzarello 1-quaterdecies.38 costituiscono una serie a scalare, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, del regolamento.
Pertanto, ai sensi della norma appena richiamata, porrò in votazione il primo e l'ultimo di tale serie, nonché un emendamento intermedio, dichiarando assorbite le restanti proposte emendative.
Passiamo, dunque, alla votazione dell'emendamento Carbonella 1-quaterdecies.60.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tuccillo. Ne ha facoltà.

DOMENICO TUCCILLO. Signor Presidente, vorrei evidenziare che, nell'ambito della serie di emendamenti a scalare che sarà posta in votazione, sono comprese anche alcune proposte emendative da me sottoscritte in materia di sanzioni. Si tratta di una questione che abbiamo discusso approfonditamente nel corso della seduta di ieri e che costituisce un po' l'impalcatura del provvedimento in esame sia nel testo originariamente presentato dal Governo, sia in quello successivamente licenziato dal Senato della Repubblica, sia in quello modificato, in questa sede, attraverso le correzioni apportate grazie al contributo decisivo dell'opposizione.
Per quanto concerne l'emendamento in esame, vorrei evidenziare, in particolare, che si fa riferimento ad un comma dell'articolo 1-quaterdecies che prevede un inasprimento estremamente elevato delle sanzioni comminate nel caso specifico. L'articolo in esame, infatti, aumenta le sanzioni originariamente previste dall'articolo 97 del decreto legislativo n. 285 del 1992, passando da un minimo di euro 35 ad un massimo di euro 143 ad una «forbice» compresa addirittura tra i 500 ed i 2.000 euro! Si tratta, dunque, di un salto enorme dal punto di vista quantitativo, che riteniamo assolutamente necessario ricondurre ad una dimensione più adeguata.

ANTONIO PEZZELLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.


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ANTONIO PEZZELLA, Relatore. Signor Presidente, vorrei osservare, a beneficio dei colleghi, che stiamo trattando il tema della confisca dei motorini. Relativamente alla fattispecie dei motorini «truccati», infatti, il Senato ha aggravato la sanzione originariamente prevista dal codice della strada. Ribadisco, pertanto, che l'articolo 1-quaterdecies concerne un caso particolare, quello dei motorini «truccati».

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Carbonella 1-quaterdecies.60, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 413
Maggioranza 207
Hanno votato
191
Hanno votato
no 222).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tuccillo 1-quaterdecies.68, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 393
Maggioranza 197
Hanno votato
182
Hanno votato
no 211).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzarello 1-quaterdecies.38, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 417
Maggioranza 209
Hanno votato
198
Hanno votato
no 219).

MARCELLO MEROI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCELLO MEROI. Signor Presidente, annunzio il ritiro del mio emendamento 1-quaterdecies.11.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Meroi.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo De Laurentiis 1-quaterdecies.020, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 422
Maggioranza 212
Hanno votato
414
Hanno votato
no 8).

LUCIANO DUSSIN. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, annunzio il ritiro dei miei articoli aggiuntivi 1-quaterdecies.01 e 1-quaterdecies.02, per approvare successivamente la proposta formulata dalla Commissione che ha recepito il senso del nostro lavoro.
In buona sostanza, se sarà approvata tale possibilità, garantiremo una maggiore sicurezza per la circolazione stradale dei nostri giovani, a costo zero per lo Stato e, soprattutto, per le rispettive famiglie. Garantiamo


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infatti ai giovani la possibilità, già prevista in altri paesi - mi vengono in mente la Francia o gli Stati Uniti d'America, paese quest'ultimo in cui la concessione è di gran lunga superiore a quella di cui stiamo ora discutendo -, di esercitarsi in anticipo alla guida dell'automezzo: la patente si consegna sempre come minimo al compimento dei 18 anni, ossia con il raggiungimento della maggiore età, ma si anticipa la possibilità di esercitarsi alla guida al compimento dei 17 anni, ove accompagnati da una persona di almeno 40 anni, titolare di patente di categoria B o superiore da almeno dieci anni e che abbia il numero della patente impresso sul foglio rosa che verrà consegnato. Quindi, si tratta di una persona che può essere, nella fattispecie, o un genitore o una persona che gode della fiducia del genitore.
Si tratta, insomma, di una disposizione «blindata» sotto l'aspetto della sicurezza. Tutto ciò per evitare quel che succede oggi e sta accadendo da moltissimi anni - parlo come tecnico, perché ho lavorato per molto tempo in una scuola guida - ossia che arrivino ragazzi all'esame di guida, con alle spalle - se va bene - sette od otto esercitazioni di guida da mezz'ora l'una. Nel 70 per cento dei casi la promozione è certa e, dunque, tali giovani si trovano a guidare veicoli che conoscono relativamente.
Con quest'ipotesi di riforma, che - lo ripeto - è a costo zero per le famiglie e per lo Stato, i medesimi giovani hanno la possibilità di esercitarsi per un anno con qualcuno che abbia una certa esperienza al proprio fianco. Mi sembra che tale proposta sia logica e sarebbe bene che fosse approvata con il voto dell'intera Assemblea (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Federazione Padana).

PRESIDENTE. Faccio presente ai colleghi che me lo hanno chiesto, che non si può intervenire su emendamenti che sono stati ritirati.
Ricordo, dunque, che sono stati ritirati gli articoli aggiuntivi Luciano Dussin 1-quaterdecies.01 e 1-quaterdecies.02
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1-quaterdecies.0500 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duca. Ne ha facoltà.

EUGENIO DUCA. Signor Presidente, il tema che si sta affrontando è abbastanza delicato. Personalmente, ho contribuito ad istruire i miei figli in possesso del foglio rosa ai fini del conseguimento della patente e credo che molti altri in quest'aula avranno fatto lo stesso con i propri figli. Questi ultimi, però, avevano almeno 18 anni. In questo caso, il testo originario addirittura prevedeva 16 anni di età; mentre ora siamo a 17.
A proposito di sicurezza, non credo che con un decreto-legge, a cuor leggero, si possa inserire una norma di questo genere. Si dice che il genitore istruisce il figlio alla guida, ed è vero che lo stesso deve essere in possesso della patente di guida da almeno dieci anni; ma, magari, non è un buon guidatore o, magari, in due anni, ha già perso 18 dei 20 punti che aveva.
Nel testo non si fa riferimento al tipo di autoveicolo che si guida, per cui potrà accadere che un veicolo di grande cilindrata sia messo nelle mani di un ragazzo di 17 anni, senza che vi siano possibilità..

Una voce dai banchi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale; Tempo!

EUGENIO DUCA. Ma smettila di fare lo stupido! Smetti di fare lo stupido! Perché non la smetti (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale)?

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, è il modo di apostrofarsi reciprocamente?

EUGENIO DUCA. È una cosa da non credere!

PRESIDENTE. Già la gente non parla bene di noi: cerchiamo almeno di farlo tra di noi!


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EUGENIO DUCA. Stiamo parlando di cose serie! Se qualcuno è così stupido, vada fuori (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)! La smettete o no?

PRESIDENTE. Onorevole Duca, la disciplina dell'Assemblea ancora non le spetta! Prego i colleghi di rispettare chi parla, che è sempre una regola democratica.

EUGENIO DUCA. Qui c'è sempre la regola per cui viene rispettato colui che è impunito ed ha delle belle inquisizioni in corso! Quelli vanno rispettati ed applauditi (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e della Lega Nord Federazione Padana)! Qui solo quando parlano gli impuniti, allora va bene! Quando, invece, si affrontano i problemi, sono sempre scioccherelli (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e della Lega Nord Federazione Padana)!

PRESIDENTE. Ora, non esageriamo, vi prego!

EUGENIO DUCA. È roba da matti...! Dicevo che non è una decisione da prendere a cuor leggero. Ad esempio, si può mettere nelle mani di un ragazzo un veicolo di grande cilindrata, ma non ci sono strumenti che consentano al genitore di intervenire tempestivamente per impedire che lo stesso possa avere incidenti o possa essere pericoloso per sé o per gli altri. Quindi, per questi motivi ...

Una voce dai banchi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale: Tempo!

EUGENIO DUCA. Allora parlerò tutto il tempo necessario! Continuiamo così!
Voi con questo provvedimento mettete le mani nelle tasche dei cittadini. Vi voglio ricordare che, a giugno del 2005, grazie ad un vostro provvedimento, avete preso i soldi dalle tasche dei cittadini con riferimento a tutte le pratiche automobilistiche. E con questo provvedimento vi apprestate a prenderne ancora, tant'è che, a giugno del 2005, sono aumentati di 2 euro e 66 centesimi i versamenti per immatricolare il veicolo, per ottenere le patenti di guida, per il cambio della targa, per il trasferimento di proprietà, per la revisione dei veicoli, per il rinnovo della patente di guida, per i duplicati dei documenti, per i contrassegni e via via per milioni di pratiche che ogni giorno vengono svolte nel nostro paese.

Una voce dai banchi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale: Tempo!

DANIELE FRANZ. Non c'entra nulla con l'articolo aggiuntivo!

EUGENIO DUCA. Oggi prelevate 24 milioni di euro in più dalle tasche dei cittadini, quando già nel giugno dello scorso anno vi avete messo mano per oltre 82 milioni di euro! E non avete destinato tali risorse alla Motorizzazione, ma al Tesoro! Con il pretesto delle pratiche automobilistiche, avete effettuato una finta tassazione, ossia avete messo una tassa in più, il cui ricavato è andato al Tesoro. Oggi è prevista una tassa ulteriore (più modesta di quella pari ai 2 euro e 66 centesimi che avete già riscosso a giugno), e a dicembre vi apprestate a prendere altri 24 milioni di euro. Voi siete quelli che mettono le mani nelle tasche dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mazzarello. Ne ha facoltà.

GRAZIANO MAZZARELLO. Signor Presidente, ho chiesto di parlare perché pensavamo che fosse sufficiente un solo intervento, visto che il lavoro svolto in Commissione ci ha permesso di migliorare molto il provvedimento.
Invece, i colleghi della maggioranza interrompono i nostri interventi e hanno un atteggiamento un po' prepotente. Allora, forse è utile svolgere più interventi per far capire bene la nostra posizione ai


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colleghi della maggioranza. Forse sarà necessario, dopo il voto su questo articolo aggiuntivo, fare qualche intervento in più, se continuerà questo loro atteggiamento e se i colleghi della maggioranza non capiranno il contributo che l'opposizione ha dato per correggere profondamente questo provvedimento assolutamente sbagliato.
Era un provvedimento che aumentava in modo vertiginoso le sanzioni contro i cittadini italiani e che non guardava alla sicurezza come punto principale, ma solamente alla necessità di fare cassa con interventi inaccettabili. Era un provvedimento che proponeva iter burocratici lunghissimi per i cittadini e lo abbiamo corretto.
Chiederei ai colleghi della maggioranza di ascoltare con attenzione i nostri interventi senza interrompere, altrimenti saremo costretti a farne molti per spiegarvi meglio le nostre posizioni (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

GIULIO ANTONIO LA STARZA. Provocatore!

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, mi rivolgo, in particolare, ai colleghi del centrosinistra, assumendo sulla mia persona la responsabilità per alcuni comportamenti irrispettosi nei confronti delle loro opinioni. Porgo, a nome di tutti, anche le scuse in questa direzione, visto che, come tutti voi sapete e più volte avete ricordato opposizione e maggioranza, hanno lavorato proficuamente in Commissione, e questo lavoro deve e può essere continuato con più serenità in quest'aula.
Quindi, a nome anche di colleghi di altre forze politiche, mi assumo la responsabilità di quanto accaduto e vi chiedo di scusare queste intemperanze, che seppur possibili, forse, non è il momento di esternare, essendo invece necessario proseguire con il clima che, già in Commissione, si è instaurato tra maggioranza ed opposizione (Applausi dei deputati dei gruppi dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro e di Forza Italia).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Volontè, per questa visione distensiva...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Jannone. Ne ha facoltà.

GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, anch'io volevo rasserenare il clima. Tuttavia, è necessario, nel contempo, precisare all'onorevole Duca che, per quanto concerne le pratiche automobilistiche e, in particolare, i passaggi di proprietà, proprio nella finanziaria in itinere in questi giorni alla Camera, sono previste delle novità molto importanti, prima su tutte l'abolizione di una vecchissima prerogativa dei notai, in quanto sarà possibile effettuare questi passaggi di proprietà anche attraverso una platea di nuovi soggetti, con costi decisamente minori. Ciò va nella direzione esattamente opposta a quanto affermava prima l'onorevole Duca.
Gli automobilisti italiani si accorgeranno presto, già nei primi mesi del prossimo anno, che costerà molto meno svolgere determinate pratiche, non solo quelle dei passaggi di proprietà, ma anche quelle relative all'argomento che stiamo trattando, proprio grazie all'intervento di questo Governo.
Poi, tutti i contributi dell'opposizione, purché si mantengano nell'ambito della verità, sono ovviamente benvenuti (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1-quaterdecies.0500 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.


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Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 397
Maggioranza 199
Hanno votato
206
Hanno votato
no 191).

Prendo atto che gli onorevoli Nicotra e Gastaldi non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Avverto che l'emendamento Bornacin 1-quinquiesdecies.8 è stato ritirato.
Avverto, altresì, che l'emendamento Bornacin 1-quinquiesdecies.9, ove la riformulazione proposta dal relatore fosse accettata dal presentatore, deve essere posto in votazione prima dell'emendamento Ricciotti 1-quinquiesdecies.6. Avverto, inoltre, che dalla sua eventuale approvazione risulterà precluso l'emendamento Ricciotti 1-quinquiesdecies.6, nonché gli identici emendamenti Foti 1-quinquiesdecies.7 e Polledri 1-quinquiesdecies.10, fino all'emendamento Albonetti 1-quinquiesdecies.12. In tal caso, si passerà alla votazione dell'articolo aggiuntivo Bornacin 1-quinquiesdecies.03.
Chiedo, dunque, all'onorevole Bornacin se accetti la seguente riformulazione del suo emendamento 1-quinquiesdecies.9: Sostituire l'articolo 1-quinquiesdecies con il seguente: 1-quinquiesdecies - 1. All'articolo 116 del decreto legislativo n. 285 del 1992, al comma 1-bis, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «A decorrere dal 1o gennaio 2008, per guidare un quadriciclo leggero è necessario avere compiuto 16 anni di età».

GIORGIO BORNACIN. Sì, signor Presidente, accetto la riformulazione proposta.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Bornacin.
Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Bornacin 1-quinquiesdecies.9, nel testo riformulato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Raffaldini. Ne ha facoltà.

FRANCO RAFFALDINI. Signor Presidente, le considerazioni che mi accingo a svolgere riguardano anche gli altri emendamenti da lei richiamati. Con l'emendamento in oggetto, si introduce nell'articolo 1-quinquiesdecies un mezzo di trasporto, quello del quadriciclo leggero, che nel codice in realtà non esiste perché in esso si parla di «ciclomotori» (e anche i quadricicli leggeri nel loro libretto di circolazione recano la definizione di «ciclomotori»). Si introduce, quindi, una nuova figura nel codice.
Inoltre, si introduce una differenziazione di età. Infatti, attualmente la norma prevede che il patentino sia conseguito a 14 anni, mentre questa nuova disposizione normativa introduce una diversificazione di età, prevedendo i 16 anni per il patentino relativo ai quadricicli leggeri. Con la dizione utilizzata nella formulazione del testo arrivatoci dal Senato, ci eravamo trovati nella situazione in cui migliaia di italiani avevano acquistato per i loro ragazzi quattordicenni i quadricicli, spendendo milioni di vecchie lire, senza che però i ragazzi potessero utilizzarli fino al compimento dei 16 anni di età. Pertanto, la nostra proposta era quella di mantenere l'attuale norma che prevede i 14 anni.
Dopodiché è stata introdotta una correzione, anche se per noi non è ancora sufficiente, che sposta al 2008 la decorrenza del limite di età dei 16 anni per guidare i quadricicli, anche in vista di una possibile normativa di carattere europeo da recepire. Resta la nostra perplessità su questo tema e, pertanto, ci asterremo nella votazione dell'emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bornacin 1-quinquiesdecies.9, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.


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Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 404
Votanti 222
Astenuti 182
Maggioranza 112
Hanno votato
219
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che l'onorevole Buontempo non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Bornacin 1-quinquiesdecies.03, accettato dalla Commissione e dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 403
Votanti 379
Astenuti 24
Maggioranza 190
Hanno votato
371
Hanno votato
no 8).

Prendo atto che l'onorevole Buontempo non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Ricciotti 1-quinquiesdecies.060, sul quale vi è stato un invito al ritiro. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Ricciotti 1-quinquiesdecies.060, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 421
Votanti 417
Astenuti 4
Maggioranza 209
Hanno votato
12
Hanno votato
no 405).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Panattoni 1-quinquiesdecies. 05, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 424
Maggioranza 213
Hanno votato
199
Hanno votato
no 225).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Meroi 1-quinquiesdecies.06, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 414
Maggioranza 208
Hanno votato
402
Hanno votato
no 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cusumano 1-sexiesdecies.61, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.


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Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 413
Votanti 394
Astenuti 19
Maggioranza 198
Hanno votato
102
Hanno votato
no 292).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lion 1-sexiesdecies.60, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 422
Votanti 239
Astenuti 183
Maggioranza 120
Hanno votato
17
Hanno votato
no 222).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1-sexiesdecies.0500 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 419
Votanti 316
Astenuti 103
Maggioranza 159
Hanno votato
307
Hanno votato
no 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Bornacin 1-sexiesdecies.011, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 417
Votanti 414
Astenuti 3
Maggioranza 208
Hanno votato
27
Hanno votato
no 387).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Lion 1-sexiesdecies.063, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 425
Votanti 237
Astenuti 188
Maggioranza 119
Hanno votato
13
Hanno votato
no 224).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Cusumano 1-sexiesdecies.065, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 426
Votanti 422
Astenuti 4
Maggioranza 212
Hanno votato
198
Hanno votato
no 224).


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Passiamo alla votazione degli identici articoli aggiuntivi Pasetto 1-sexiesdecies.08, Albonetti 1-sexiesdecies.02 e Lion 1-sexiesdecies.062.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Raffaldini. Ne ha facoltà.

FRANCO RAFFALDINI. Signor Presidente, si tratta della modifica del codice della strada che prevede che in alcune autostrade si possa raggiungere la velocità di 150 chilometri l'ora (in sostanza, è stato aumentato il limite dei 130 chilometri l'ora).
In primo luogo, tale previsione non ha alcun senso. In secondo luogo, in nessun paese europeo e del mondo vi è un limite di tal genere. Inoltre, si afferma che le macchine sono cambiate e che si sono evolute le loro caratteristiche costruttive, ma è vero tutto il contrario! Tutti i miglioramenti tecnologici dovrebbero essere a favore della sicurezza, dovrebbero incrementarla; se, invece, si aumenta la velocità, è tecnicamente provato che la stessa compromette la sicurezza raggiunta.
Vorrei, altresì, fare un esempio pratico di come ci si vuole intestardire su questo punto. Da Milano a Rimini - con la possibilità di raggiungere i 150 chilometri l'ora solo su due tratti, da Modena nord a Modena sud e da Faenza a Forlì, mentre rimarrebbe invariata la velocità di 130 chilometri l'ora sugli altri - si guadagnerebbe complessivamente un minuto e 50 secondi!
Si tratta, pertanto, di un messaggio contro la sicurezza, come se si volesse dire: andate forte! Non limitate la velocità, state tranquilli! È un messaggio sbagliato che vorremmo cambiare!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pasetto. Ne ha facoltà.

GIORGIO PASETTO. Signor Presidente, abbiamo finora seguito una linea che sta dando risultati positivi, al di là di alcuni elementi di differenziazione che permangono. Rispetto a questo e ad altri provvedimenti e in modo specifico alle questioni della sicurezza, soprattutto a fronte della ripresa degli incidenti automobilistici, noi ci siamo trovati davanti ad un testo che era tutto ed il contrario di tutto. In questa fase - lo accennava il collega Raffaldini -, rileviamo un atteggiamento di ostinazione nel mantenere l'elevazione del limite di velocità a 150 chilometri orari su alcune tratte autostradali, demandando l'autorizzazione alla concessionaria. Per la verità, nessuno finora ha elevato il limite di velocità a 150 chilometri all'ora: basterebbe questo per giustificare tutte le riserve espresse sulla proposta in esame. Ci chiediamo per quale ragione si registri, invece, un'ostinazione in questa direzione e riteniamo anche di conoscere la risposta. Infatti, il ministro Lunardi si è caratterizzato per la divulgazione di questo elemento: il parallelo tra più si è veloci e più scatta l'attenzione, più si è veloci e più scattano gli elementi della sicurezza. Niente di più sbagliato! Quello dei 150 chilometri all'ora sarebbe un limite che nessun paese europeo ha adottato. Inoltre, tenendo conto della struttura e, soprattutto, del carico sopportato dalle nostre strade ed autostrade, l'orientamento ad incentivare la velocità - lo abbiamo potuto verificare giorni fa, qui a Roma - alimenta la cultura della velocità in termini di aumento delle vittime e degli incidenti sulle strade. Credo che questo limite sia, in sostanza, il frutto di un'ostinazione, un fatto ideologico.
Quindi, insistiamo perché il limite massimo della velocità sia ricondotto a 130 chilometri orari. Credo che ci voglia poco: si tratterebbe peraltro di un atto di buona volontà, di saggezza, coerente con l'opportunità di garantire l'obiettivo della sicurezza, evitando di elevare i livelli di velocità sulle nostre strade.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi Pasetto 1.sexiesdecies.08,


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Albonetti 1.sexiesdecies.02 e Lion 1.sexiesdecies.062, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 414
Votanti 412
Astenuti 2
Maggioranza 207
Hanno votato
199
Hanno votato
no 213).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Luciano Dussin 1.sexiesdecies.07.
Ricordo che su tale proposta emendativa la Commissione ed il Governo si rimettono all'Assemblea.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà.

LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, con questo articolo aggiuntivo cerchiamo di ridurre il danno provocato dall'uso improprio che, come è stato segnalato da molti settori del Parlamento, viene fatto dell'autovelox nei centri abitati. Le sanzioni amministrative rimangono le stesse; tuttavia, noi chiediamo di applicare la sottrazione dei punti per eccesso di velocità solo se si supera di oltre 20 chilometri orari il limite fissato.
In sostanza, adesso, chi viaggia a 61-62 chilometri orari su una strada con limite di velocità di 50 chilometri, oltre a vedersi sottratto mezzo stipendio e mezza pensione, subisce anche la sottrazione di due punti dalla patente. Sappiamo che il limite massimo di velocità di 50 chilometri orari previsto in molti centri abitati si estende anche a strade che richiederebbero un limite di velocità sicuramente diverso.
Richiediamo, dunque, che la sottrazione dei punti, sulle strade nelle quali il limite di velocità è così discusso, scatti se si supera il limite di velocità non di oltre 10 chilometri orari, ma di oltre 20 chilometri orari. In tal modo, tra i 50 e 60 chilometri orari, si pagherà una contravvenzione da 143 euro a 286 euro - che ci sembra già penalizzante - e, tra i 70 e i 90 chilometri orari, si pagherà una contravvenzione da 286 euro a 573 euro, con la sottrazione di due punti dalla patente.
Mi sembra si tratti di una proposta accettabile, altrimenti i cittadini continueranno a chiedersi come sia possibile prevedere una ulteriore penalizzazione nel caso di una lievissima contravvenzione. Attraverso il nostro articolo aggiuntivo, cercando di perseguire comunque la sicurezza dei cittadini, ma in un ottica di buonsenso, si raggiunge una situazione di equilibrio tra le esigenze dei cittadini e quelle di chi deve controllare il loro comportamento. In tal modo, si potrà superare la situazione di malessere relativa alla disciplina dei limiti di velocità, che a volte risulta essere estremamente vessatoria nei confronti dei cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Federazione Padana e di Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, personalmente ritengo che le considerazioni svolte dal collega Dussin siano assolutamente ragionevoli. Dunque, esprimerò un voto favorevole sull'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garagnani. Ne ha facoltà.

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, anch'io condivido l'emendamento proposto dal collega Dussin, in quanto con esso si realizza una sintesi tra le esigenze di tutela del cittadino e il rispetto di alcuni principi garantisti del nostro Stato che, attraverso una eccessiva severità, rischiano di essere penalizzati.
A mio avviso, soprattutto nei centri storici esistono divieti che, interpretati


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letteralmente, impediscono ad ognuno di noi di muoversi con un minimo di agibilità. Con la proposta emendativa in esame non si mette a repentaglio la tutela di nessuno, in quanto si tratta di interpretare la legge con intelligenza tenendo conto di alcuni principi fondamentali, non applicandola pedissequamente prescindendo dalle condizioni di tempo e luogo.
Pertanto, pur riconoscendo la necessità che il provvedimento garantisca severità e tutela di determinati diritti, ritengo ci si debba far carico anche di un'esigenza sottoposta alla nostra attenzione da molti cittadini. Ripeto: chiunque opera e vive nei centri storici è consapevole del problema. Credo pertanto che l'emendamento in esame meriti un'attenta considerazione da parte dell'Assemblea, senza peraltro vanificare il contenuto del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, avverto che, dopo le dichiarazioni di voto e la votazione sull'emendamento in esame, sospenderò la seduta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, ascoltiamo con attenzione le motivazioni addotte dal collega Luciano Dussin. Tuttavia vi è il principio, al quale abbiamo fatto riferimento all'inizio del dibattito, per cui non è corretto procedere sulla tabella dei punteggi della patente con tali modifiche in questa sede. Dunque, le preoccupazioni del collega Luciano Dussin, che sono legittime e per alcuni aspetti condivisibili, non possono essere risolte con un emendamento in questa sede.

ALBERTO ARRIGHI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALBERTO ARRIGHI. Signor Presidente, ritengo assolutamente ragionevoli le considerazioni del collega Luciano Dussin e pertanto chiedo di sottoscrivere l'articolo aggiuntivo 1.sexiesdecies.07 a sua firma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duca. Ne ha facoltà.

EUGENIO DUCA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nel Comitato dei nove... Vorrei che ci fosse un po' di attenzione, anche da parte del relatore e del Governo...

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di prestare attenzione... Prego, onorevole Duca...

EUGENIO DUCA. Nel Comitato dei nove, vorrei ricordare (Commenti dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e di Forza Italia)...

PRESIDENTE. Onorevole Duca, guardi il Presidente, che la segue sempre con attenzione!

EUGENIO DUCA. Nel Comitato dei nove sia il relatore che il Governo avevano assunto l'orientamento di non accogliere l'articolo aggiuntivo in esame e la remissione all'Assemblea si traduceva nell'invito a respingere l'emendamento stesso. Senza entrare nel merito, è noto a tutti che modifiche di questo tipo non sono da prendere alla leggera, anche perché la maggioranza degli incidenti mortali e con feriti gravi avviene proprio nelle strade urbane. Il messaggio che viene inviato con questo emendamento è il seguente: andate pure, i punti della patente, che sono l'unico deterrente effettivo, non si tolgono più.
Chiedo ai colleghi di riflettere sul fatto che andiamo ad intervenire proprio sulle strade più pericolose, con il seguente invito: non vi togliamo neanche i punti della patente. Evitiamo dunque di modificare con un decreto-legge, con questa tempistica, uno dei capisaldi della riforma del codice della strada, costituito dall'introduzione della patente a punti. Se «slabbriamo» da una parte e dell'altra, in un


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periodo nel quale gli incidenti, purtroppo, stanno tornando ad aumentare, inviamo al paese un messaggio opposto rispetto a quello che dovremmo mandare, vale a dire più prudenza, meno velocità, meno morti, meno feriti.
L'Associazione dei familiari delle vittime della strada ci invita ogni giorno a non mollare su questo fronte. Come ho già avuto modo di osservare in una precedente occasione, ciò che maggiormente mi ha colpito in questi lunghi anni di attività parlamentare è stato l'incontro con l'Associazione dei familiari delle vittime della strada. Ci hanno invitato a tenere duro, a mantenere un atteggiamento di serietà, di fermezza, di prudenza, a non cedere alla spinta di voler correre sempre di più. Questa richiesta proviene dunque anche da parte di coloro che hanno subito in famiglia conseguenze per incidenti stradali.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Luciano Dussin 1-sexiesdecies. 07, sul quale la Commissione ed il Governo si sono rimessi all'Assemblea.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 401
Votanti 384
Astenuti 17
Maggioranza 193
Hanno votato
216
Hanno votato
no 168).

Prendo atto che l'onorevole Grillo non è riuscito a votare.
Il seguito del dibattito è rinviato al prosieguo della seduta.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 12,55, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARIO CLEMENTE MASTELLA

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il ministro della salute e il ministro per i rapporti con il Parlamento.

(Iniziative per garantire la messa in sicurezza e la migliore qualità progettuale delle infrastrutture di trasporto nella regione Puglia - n. 3-05169)

PRESIDENTE. L'onorevole Antonio Leone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-05169 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1).

ANTONIO LEONE. Signor Presidente, l'eccezionale nubifragio che ha colpito la regione Puglia è sicuramente un episodio legato ai mutamenti climatici; esso, però, ha evidenziato dei grossi problemi legati alle infrastrutture. I danni provocati dal nubifragio, infatti, fanno presumere - mi si passi il termine - una «cattiva fattura» delle infrastrutture e ciò avrebbe potuto provocare danni molto più ingenti di quelli che si sono registrati.
Con la nostra interrogazione, sottoscritta da tutti i colleghi pugliesi del gruppo di Forza Italia, chiediamo un rinnovato impegno del ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di cui apprezziamo, dall'inizio di questa legislatura, l'opera e la professionalità.

PRESIDENTE. Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, professor Lunardi, ha facoltà di rispondere.


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PIETRO LUNARDI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, onorevole Antonio Leone, il susseguirsi di calamità naturali che negli ultimi tempi hanno funestato l'Italia, come altri paesi europei, ha provocato danni molto gravi al territorio e alle infrastrutture.
Si è trattato di eventi naturali non prevedibili nella loro portata e che hanno trovato il territorio impreparato a reggere alla violenza di forze naturali estreme e fortunatamente non comuni. Così è stato per il tragico evento che ha interessato la linea Taranto-Milano e coinvolto il treno Eurostar 9410, conseguentemente ad un'onda di acqua e di fango provocata da un evento eccezionale mai manifestatosi in quell'area in precedenti occasioni: ben 161 millimetri di pioggia in sole tre ore, pari alla precipitazione media di un intero anno. Secondo le Ferrovie dello Stato, l'accaduto non sarebbe pertanto da attribuirsi ad una fragilità delle infrastrutture. Per tale evento si è tuttora in attesa degli esiti dell'indagine della magistratura e dell'apposita commissione da me nominata.
Quanto alla gestione delle opere per la difesa del suolo, rammento che nella regione Puglia essa compete esclusivamente all'amministrazione regionale. Dal 1991 ad oggi, sono stati stanziati fondi per il territorio pugliese per 350 milioni di euro, a fronte di un fabbisogno largamente superiore. Ciò è avvenuto al pari delle altre aree geografiche del paese.
Recentemente, è stata comunque approvata un'intesa istituzionale di programma Stato-regione Puglia, con presa d'atto dell'accordo di programma quadro di difesa del suolo, per cui sono stati assegnati dal CIPE alla medesima regione ulteriori 85 milioni di euro.
Relativamente alle infrastrutture di trasporto presenti nel territorio pugliese colpito dalle precipitazioni, cui fa riferimento l'interrogazione in esame, si fa presente che, per quanto riguarda le arterie stradali, nessuna infrastruttura di competenza statale ha subito danni, salvo piccoli e limitati allagamenti del piano viabile, peraltro immediatamente risolti dalle squadre di pronto intervento dell'ANAS.
Riguardo alla rete ferroviaria, ricordo che gli investimenti previsti dal contratto di programma per il periodo 2001-2005 ammontano ad oltre cinque miliardi di euro. La società Ferrovie dello Stato, solo nel 2004, ha investito 769 milioni di euro per la manutenzione ordinaria delle linee, di cui ben 35 milioni nella regione Puglia, e altri 723 milioni di euro per la manutenzione straordinaria, di cui 36 milioni in Puglia. Inoltre, il piano di miglioramento upgrading della rete prevede, per il compartimento ferroviario di Bari, interventi per oltre 100 milioni di euro.
La promozione della qualità progettuale e realizzativa rappresenta, infine, un obiettivo fondamentale condiviso, che il ministero intende perseguire anche attraverso studi mirati ad un più adeguato inserimento delle opere nelle aree a rischio.

PRESIDENTE. L'onorevole Antonio Leone ha facoltà di replicare.

ANTONIO LEONE. Signor Presidente, ci dichiariamo soddisfatti per le indicazioni fornite dal ministro Lunardi, il cui impegno nel portare avanti il programma delle grandi opere è noto a noi, così come è noto a tutti i cittadini.
Nel campo delle infrastrutture ci troviamo nella situazione di dover recuperare il tempo perduto dai Governi precedenti, in particolare da quelli del centrosinistra che, sull'altare del risanamento delle finanze pubbliche, hanno sacrificato eccessivamente gli investimenti i quali, come sappiamo, sono indispensabili non solo allo sviluppo e alla modernizzazione delle infrastrutture ma anche per la loro normale manutenzione.
Il lavoro che il Governo Berlusconi è impegnato a svolgere nel campo delle infrastrutture è stato ed è rivolto, quindi, anche a colmare ritardi e lacune accumulatisi in almeno tre decenni di incuria ed anche di ostilità ideologica, io direi, nei confronti della realizzazione di infrastrutture che sono indispensabili al paese.
Ricordiamo che una parte significativa delle forze del centrosinistra è pregiudizialmente


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ostile ad ogni grande opera pubblica, com'è dimostrato, in questi giorni, dalle scomposte manifestazioni in Val di Susa contro la realizzazione della TAV, opera fondamentale per lo sviluppo economico del paese. Questo atteggiamento porta e porterà la coalizione di centrosinistra ad un'eterna frattura, ad una divisione sostanziale, per l'evidente distinzione perenne tra la politica virtuale e la politica sostanziale.
Se la giunta Vendola avesse rivolto maggiore attenzione a questi problemi, anziché pensare a fare una gita - non direi proprio «fuori porta» - nelle Americhe, per la «modica» somma di un miliardo di vecchie lire, forse qualche problema sarebbe stato risolto! Grazie (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).

(Utilizzo della pillola abortiva presso l'ospedale di Pontedera - n. 3-05175)

PRESIDENTE. L'onorevole Gianni Mancuso ha facoltà di ...

RICCARDO MIGLIORI. Signor Presidente, in qualità di cofirmatario, illustrerò io l'interrogazione La Russa n. 3-05175.

PRESIDENTE. Nel prospetto predisposto dagli uffici è indicato il nome del collega Gianni Mancuso...

RICCARDO MIGLIORI. Signor Presidente, siamo intercambiabili ...

PRESIDENTE. Benissimo, ne prendo atto.
L'onorevole Migliori ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-05175 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2), di cui è cofirmatario.

RICCARDO MIGLIORI. Signor Presidente, colleghi, signor ministro Storace, noi, come gruppo di Alleanza nazionale, abbiamo presentato un'interrogazione con la quale pensiamo di dover dire che la regione Toscana, con un atto proprio, ha, di fatto, segnato la propria secessione dal resto del paese in materia di politica sanitaria.
Con una decisione unilaterale e dell'ospedale di Pontedera e dell'ASL pisana competente, si sta procedendo, di fatto, alla distribuzione sistematica della famosa pillola RU 486, che determina una sorta di «aborto fai da te», fuori dalla logica preventiva della legge n. 194 del 1978 e da ogni logica di tutela della salute della donna.
Noi chiediamo al signor ministro ed al Governo se sia possibile assistere passivamente a quello che appare un vero e proprio aggiramento della legge circa l'approvvigionamento di farmaci registrati esclusivamente all'estero e, inoltre, se sia possibile, in nome della cultura della vita, fermare quella che appare una vera e propria situazione di deriva abortista che facilita, contro la cultura della vita, la sistematicità dell'aborto nella nostra regione.

PRESIDENTE. Il ministro della salute, onorevole Storace, ha facoltà di rispondere.

FRANCESCO STORACE, Ministro della salute. Signor Presidente, voglio rassicurare i parlamentari del gruppo di Alleanza nazionale che il Ministero della salute sta seguendo con la massima attenzione quanto accade in merito alla questione della cosiddetta pillola abortiva, avendo già assunto, nella giornata di ieri - lo riferisco oggi al Parlamento -, le prime misure per evitare la proliferazione di una pratica che rischia di essere introdotta nel nostro paese aggirando, come ella ha detto, onorevole Migliori, le norme vigenti in tema di immissione di un farmaco non registrato in Italia.
Segnatamente, nella regione Toscana, a mezzo di una circolare di indirizzo dell'assessore alla sanità, si è proceduto in quello che appare un sostanziale invito (che intendiamo verificare, in merito alla competenza) a segnalare la procedura per l'acquisto all'estero del farmaco RU 486.


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In proposito, si rileva trattarsi di un farmaco di cui non è mai stata sollecitata la registrazione nel nostro paese, tanto meno presso l'Agenzia europea del farmaco; e ciò pone ovvi quesiti sulle motivazioni dell'azienda produttrice, come rilevato anche dall'onorevole Carlo Fioroni in una lucida intervista apparsa sul Corriere della Sera di lunedì scorso.
Quali ne siano le motivazioni, il tutto accade mentre è in corso una sperimentazione del farmaco in questione presso l'azienda ospedaliera Sant'Anna di Torino. Anziché attenderne l'esito, per una valutazione dell'efficacia, relativamente alla tutela della salute della donna, da Pontedera e da altre strutture sanitarie si attiva la procedura stabilita da un decreto ministeriale del 1997, che fa riferimento a casi particolari per l'acquisto di farmaci non presenti in Italia.
Pare evidente che quella che è una norma eccezionale, da utilizzare solo in assenza di una valida alternativa terapeutica, rischia di diventare la regola. Per questo, la direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della salute ha disposto ieri, con nota circolare diretta agli uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera, che ciascuna richiesta che pervenga ai nostri uffici di sanità periferica vada sottoposto alla preventiva autorizzazione ministeriale.
È in animo del ministero di valutare anche una modifica del suddetto decreto ministeriale, per specificare con ancora maggiore certezza gli ambiti di acquisto dei medicinali all'estero, considerata la rilevanza sociale e la particolare problematicità connesse all'assunzione di farmaci che consigliano una più rigorosa procedura di autorizzazione all'importazione sulla base di idonee motivazioni di carattere tecnico e scientifico.

PRESIDENTE. L'onorevole Gianni Mancuso, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
Onorevole Migliori, constato che lei e l'onorevole Gianni Mancuso vi siete alternati: l'interscambiabilità è, dunque, un dato reale...

GIANNI MANCUSO. Signor Presidente, ringrazio il ministro per la risposta che, naturalmente, ci soddisfa. Tuttavia, vorrei approfittare di questi due minuti per sviluppare alcune considerazioni.
Ricordo, innanzitutto, che vengo dal Piemonte, una regione nella quale ha mosso i primi passi la sperimentazione e dove non sono stati valutati alcuni aspetti relativi all'aborto farmacologico, di cui già hanno usufruito alcune decine di donne, a partire dal 2004.
Ritengo che questo non sia altro che un metodo superficiale di affrontare le gravidanze indesiderate. Evitare l'aborto chirurgico e dare la possibilità di interrompere la gestazione ad una settimana dall'inizio della stessa banalizza un evento traumatico e drammatico per la coscienza e per la vita stessa. Questa pillola rischia di essere una «pillola scacciapensieri», come qualche collega l'ha definita. È il frutto di una politica che non rispetta la vita umana e che rischia di determinare aborti sempre più irresponsabili.
La sperimentazione della "pillola della morte" risulta essere un vero e proprio attacco alla vita embrionale, quella vita che, da sempre, il centrodestra ha sostenuto, dandogli dignità, per troppo tempo, troppo a lungo, disconosciuta. È un provvedimento contro la vita, contro la famiglia, contro la società, che non tiene minimamente conto della prevenzione e dell'educazione sessuale, nonché dei diritti fondamentali dell'uomo e dell'embrione. È un atto contrario anzitutto alla politica fino ad oggi realizzata dal Governo.
L'annosa problematica delle gravidanze indesiderate non si risolve incentivando l'aborto con la sua banalizzazione, ma promuovendo la prevenzione ed attuando una politica a favore delle famiglie, delle giovani madri e delle giovani coppie, che spesso sono costrette a ricorrere a questa estrema soluzione esclusivamente per motivi economici.
Pochi sanno che, tra la prima e la seconda somministrazione, la donna...

PRESIDENTE. Onorevole Gianni Mancuso, la invito a concludere.


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GIANNI MANCUSO. ... mantiene al suo interno l'esserino morto. Quindi...

PRESIDENTE. Onorevole Gianni Mancuso, la invito nuovamente a concludere il suo intervento.

GIANNI MANCUSO. ...per motivazioni di tipo etico e per...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gianni Mancuso.

GIANNI MANCUSO. Esprimo, comunque, soddisfazione per la risposta del ministro.

PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo scusa ai colleghi, ma, purtroppo, i tempi televisivi sono tali per cui rischiamo di creare problemi a chi interviene successivamente.

(Interventi per tutelare e potenziare i consultori pubblici e per la piena applicazione della legge n. 194 del 1978 - n. 3-05176).

PRESIDENTE. L'onorevole Valpiana ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-05176 (vedi l'allegato A - Interrogazione a risposta immediata sezione 3).

TIZIANA VALPIANA. Signor Presidente, non mi lamento che il collega poc'anzi intervenuto mi abbia rubato un minuto, perché abbiamo assistito ad nuovo atto dell'attacco concentrico alla libertà e all'autodeterminazione della donna, che, da più parti, sta arrivando in questo periodo.
Il ministro della salute bacchetta le regioni che chiedono la sperimentazione della pillola abortiva RU486. Mi chiedo di quale sperimentazione vi sia bisogno nel momento in cui, in altri paesi dell'Unione europea, già dal 1988, questa metodica di interruzione della gravidanza viene utilizzata.
Vorrei ricordare al ministro che il codice deontologico e la legge n. 194 del 1978 demandano al medico di agire secondo scienza e coscienza, scegliendo le tecniche più rispettose dell'integrità fisica e psichica della donna, senza imposizioni di altra natura che mirino solo a penalizzare ulteriormente un momento ed una scelta già difficili.
Inoltre, il ministro della salute avrebbe suggerito l'ingresso nei consultori pubblici di associazioni private di parte...

PRESIDENTE. Onorevole Valpiana...

TIZIANA VALPIANA. ...che ne snaturerebbero completamente il ruolo.
La domanda è semplicissima: perché non rispettare la legge n. 194?

PRESIDENTE. Il ministro della salute, onorevole Storace, ha facoltà di rispondere.

FRANCESCO STORACE, Ministro della salute. Signor Presidente, concordo con l'onorevole interrogante sulla necessità di una piena applicazione della legge n. 194, del 1978 varata dal Parlamento per legalizzare l'aborto, ma, anche e soprattutto, vista la sua prima parte, per prevenirlo.
La polemica, esplosa in questi giorni, non deve mai mettere in secondo ordine il valore del diritto alla vita, e crediamo che tutti debbano concordare su di esso a prescindere dalle proprie convinzioni religiose.
Del resto - e mi permetto, onorevole Valpiana, questa valutazione politica -, non può non destare meraviglia che, mentre lo Stato, attraverso il disegno di legge finanziaria in discussione, si propone, comunque, di incentivare le famiglie a mettere al mondo figli, vi siano realtà istituzionali regionali impegnate più nel favorire l'aborto che nel tutelare la maternità, in un paese, come l'Italia, in cui il tasso di natalità è assai modesto.
Cito tra virgolette: «Con l'adozione generalizzata dell'RU 486 si aprirebbe un'enorme crepa sociale». L'ha scritto oggi sul Foglio il vicesindaco di Roma, già ministro della sanità, onorevole Maria Pia Garavaglia. Di qui la necessità di agire


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lungo un profilo di rispetto di due diritti che la legge ci impone di coniugare: quello ad abortire, che crediamo sia vissuto dalla donna come una tragedia, e quello a nascere, che dovrebbe essere vissuto come una gioia. Credo che in proposito vada garantita nei consultori una presenza culturale pluralistica e questo ho inteso rappresentare nelle mie dichiarazioni pubbliche quando ho fatto riferimento al Movimento per la vita, la cui attività personalmente apprezzo, ma questo non significa un riconoscimento di un carattere di esclusività. Auspico che il Parlamento voglia serenamente prendere atto della necessità di garantire politiche di prevenzione nell'ambito della legge n. 194 del 1978 e su questa linea si muoverà il Ministero della salute, promuovendo le iniziative più idonee, a partire dalla revisione dei questionari inviati alle regioni.
Il Ministero ritiene che debba essere riqualificata e potenziata la funzione dei consultori familiari, nelle cui attività viene ricompresa la prevenzione delle interruzioni volontarie di gravidanza. In questa ottica, ho ritenuto di avviare un approfondimento della materia dei consultori, al fine di prevedere anche la presenza di volontari, nel solco delle disposizioni legislative della legge n. 194 del 1978, articolo 2, con il compito di rafforzare il sostegno psicologico della donna per una procreazione consapevole, potenziando quindi la promozione della salute riproduttiva e, conseguentemente, una tutela effettiva della maternità.

PRESIDENTE. L'onorevole Valpiana ha facoltà di replicare.

TIZIANA VALPIANA. Signor ministro, io penso che in uno Stato laico, indipendente e sovrano le cittadine abbiano il diritto di vedere applicata una legge dello Stato senza ingerenze e presenze esterne che mirano ad imporre a tutti una morale di parte.

FRANCESCO STORACE, Ministro della salute. La legge non è ingerenza!

PRESIDENTE. Scusi, signor ministro, la prego di far parlare l'onorevole Valpiana.

TIZIANA VALPIANA. In questi giorni la regione Veneto sta per approvare una proposta di legge che prevede all'interno dei reparti di ginecologia la presenza ingombrante, senza il rispetto della privatezza delle persone e del rispetto che le persone devono, del Movimento della Vita. Noi continueremo a lavorare contro queste ingerenze inaccettabili perché ogni donna possa seguire il proprio progetto di vita e non sia sola, ma trovi dei servizi pubblici competenti, sia quando desidera avere un figlio - e molte donne non possono avere i figli che vorrebbero proprio a causa delle vostre politiche antisociali - sia quando non può portare avanti una gravidanza e si trova davanti, il più delle volte, il vostro oscurantismo e - mi scusi se uso questa parola che non è politica - anche la vostra cattiveria.

(Esposizione l'11 novembre 2005 di bandiere tirolesi listate a lutto da parte dell'associazione degli Schützen - n. 3-05170)

PRESIDENTE. L'onorevole Zeller ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-05170 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4).

KARL ZELLER. Signor Presidente, come ogni anno, l'11 novembre scorso, l'associazione culturale degli Schützen ha esposto delle bandiere tirolesi listate a lutto in diverse località della provincia di Bolzano per ricordare l'anniversario dell'ingresso delle truppe italiane nel Sudtirolo dopo la fine della prima guerra mondiale. Alcuni comandi dei carabinieri della bassa atesina sono intervenuti, sostenendo che tale esposizione in segno di lutto non rispettasse la legge nazionale, chiedendo ed ottenendo la rimozione delle stesse. Tuttavia, la legge n. 22 del 1998 riguarda solo le bandiere pubbliche, non quelle issate per iniziativa privata. Non ci


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sono disposizioni di legge in merito all'esposizione della bandiera tirolese, con o senza lutto. Chiedo spiegazioni al ministro per sapere se tali interventi svolti dai carabinieri vengano ritenuti in conformità alla legge e, se del caso, si vogliano promuovere azioni disciplinari.

PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Giovanardi, ha facoltà di rispondere.

CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Onorevole Zeller, vediamo di chiarire la materia. Si tratta dell'esposizione della bandiera sudtirolese nel territorio dell'Alto Adige-Sudtirolo nell'occasione specifica dell'ottantesimo anniversario dell'annessione di questo territorio all'Italia.
Allora, mi sembra chiaro che negli edifici privati ognuno possa esporre la bandiera sudtirolese quando vuole; listata a lutto, se ritiene di farlo in quella giornata. È altrettanto chiaro che negli edifici pubblici, nei municipi e nelle scuole ciò non è ammissibile per bandiere che non siano l'europea, la nazionale ed i gonfaloni locali. Ciò avviene in tutta Italia, anche per altre bandiere, come quella della pace, che può essere esposta ovunque, ma non negli edifici pubblici.
Il problema rimane non per gli edifici privati ovvero per quelli pubblici ma per gli spazi aperti al pubblico; in tal caso, non si pone alcuna questione se, come sempre avviene, si chiede ed ottiene l'autorizzazione ad occupare uno spazio pubblico - una piazza o una via - per svolgere una manifestazione e, quando tale spazio viene occupato, si può esporre la bandiera listata. Non ci risulta, peraltro, che i carabinieri siano intervenuti per impedire nulla di ciò; come avviene sostanzialmente ogni anno, hanno semplicemente fatto presente (perché in alcuni edifici pubblici ciò è avvenuto) che la normativa impedisce, appunto negli edifici pubblici e nelle scuole, l'esposizione di bandiere che non siano quelle previste dalla legge.
Per quanto riguarda la questura, quest'anno, poiché erano previste anche manifestazioni commemorative ai valichi del Brennero, di Resia e di Prato Drava, da parte della Lega sudtirolese e di esponenti locali del partito politico di lingua tedesca l'Unione per il Sudtirolo, il 10 novembre la questura ha trasmesso un'ordinanza di servizio ai competenti uffici affinché predisponesse le opportune misure di vigilanza per prevenire azioni illegali ed ogni possibile turbativa dell'ordine e della sicurezza pubblica senza fornire alcuna indicazione in merito all'eventuale esposizione di vessilli.

PRESIDENTE. Onorevole Giovanardi...

CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Quindi, ritengo che, chiarita in questi termini, la vicenda non porti ad alcun contrasto; auspico anzi che quanto avviene in Alto Adige e nel Sudtirolo possa avvenire anche in Croazia, in Slovenia ed in tutti i luoghi dove esistono minoranze nazionali. Mi auguro che dette minoranze possano avere la libertà, ovunque siano, di esporre anche le loro bandiere - naturalmente in luoghi privati o aperti al pubblico (e non nei luoghi istituzionali) -, senza che ciò possa essere considerato scandaloso da parte di alcuno.

PRESIDENTE. L'onorevole Zeller ha facoltà di replicare.

KARL ZELLER. Signor Presidente, la risposta fornita dal ministro Giovanardi mi tranquillizza in quanto conferma la legittimità dell'iniziativa politica degli Schützen, come rientrante pacificamente dell'esercizio della libertà di opinione.
Andrebbe, però, verificato il caso del comune di Trodena (Truden) dove i carabinieri sono intervenuti facendo rimuovere la bandiera tirolese; dunque, l'informazione dal ministro non era totalmente esatta. Auspico, comunque, che nell'anno venturo e nei prossimi anni questa prassi ormai consolidata possa essere seguita senza gli inconvenienti di quest'anno.


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(Iniziative normative volte a regolamentare i più alti incarichi pubblici - n. 3-05171)

PRESIDENTE. L'onorevole Ercole ha facoltà di illustrare l'interrogazione Gibelli n. 3-05171 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5), di cui è cofirmatario.

CESARE ERCOLE. La ringrazio signor Presidente.
Onorevole ministro, è di alcuni giorni fa la notizia che l'ex prefetto di Milano verrà candidato a sindaco di quella città; la democrazia vuole, e ne dà la possibilità a chiunque, che tutti possano candidarsi per un partito politico ma, in questo caso, la situazione è molto diversa. Siamo di fronte ad un cittadino che ha occupato un importante carica dello Stato, una carica quale quella di prefetto che rappresenta per l'appunto lo Stato a livello periferico; il fatto poi che questo cittadino si schieri nel centrosinistra è a nostro avviso la dimostrazione che il suo operato a Milano lascia trasparire una certa dose di accondiscendenza verso fatti illegali ripetutamente segnalati dai cittadini milanesi ma mai risolti dal prefetto milanese.

PRESIDENTE. Onorevole...

CESARE ERCOLE. Non ha voluto risolvere il problema dei campi nomadi abusivi; non è intervenuto circa l'occupazione abusiva di case comunali né in situazioni di gravissima illegalità; non è intervenuto, infine, per quanto riguarda la situazione della scuola abusiva.
Domandiamo dunque cosa abbia intenzione di fare il Governo.

PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Giovanardi, ha facoltà di rispondere.

CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. La ringrazio, signor Presidente.
Onorevole interrogante, dal punto di vista della legittimità, il Governo non può fare nulla perché la normativa in vigore prevede per chi si vuole candidare: le dimissioni, il trasferimento, la revoca dell'incarico o del comando ovvero il collocamento in aspettativa non retribuito non oltre il giorno fissato per la presentazione delle candidature. Il dottor Bruno Ferrante ha rassegnato formalmente, con istanza del 4 novembre scorso, le proprie dimissioni dalla carica di prefetto di Milano a decorrere dal 14 novembre successivo. Quindi, ha rispettato le condizioni che la normativa attuale fissa per potere partecipare alle elezioni. Ma questo è un problema di legittimità mentre si pone anche un profilo di opportunità (Commenti dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo); è evidente che non sfugge a nessuno la carica devastante per le istituzioni di questa scelta in quanto d'ora in poi qualsiasi prefetto della Repubblica ...

GABRIELE FRIGATO. Fa' il ministro!

PRESIDENTE. Scusate, per cortesia, ognuno risponde di quanto dichiara.

CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Ricordo, per esempio, tra le funzioni del prefetto, quella di presiedere il comitato per l'ordine pubblico e ricordo altresì tutte le decisioni che hanno interferenza con la vita locale, con i partiti, con i gruppi parlamentari o con la società.

GABRIELE FRIGATO. Cambia la legge!

CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. È evidente che potrebbero essere lette, da oggi in futuro, come un condizionamento, a posteriori, di un'eventualità di presentarsi candidati. Attenzione, non presentarsi candidati ovunque in Italia, ma nella stessa sede dove si è esercitato per anni l'incarico di prefetto. E inevitabilmente, come ha fatto l'interrogante, anche l'attività precedente di un prefetto non verrà letta come un'attività


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imparziale. Nel momento in cui il prefetto si candida per una parte o per l'altra, anche la sua attività precedente verrà letta come orientata a precostituirsi le condizioni per essere eletto e quindi presentarsi in uno schieramento o nell'altro.
Io credo, invece - e ne faccio una questione di opportunità -, che figure istituzionali (infatti, nella storia d'Italia non si contano precedenti di questo tipo) che rivestono ruoli importantissimi ed essenziali per la democrazia, come quello prefettizio, non debbano avere commistioni, che diventano preoccupanti nel momento in cui fanno sorgere tutti gli interrogativi possibili sulla credibilità delle istituzioni.
Ciò, naturalmente, non pregiudica il fatto che la normativa vigente contempli tale possibilità: pertanto, sotto il profilo della legittimità, non vi è nulla da eccepire.

PRESIDENTE. L'onorevole Ercole ha facoltà di replicare.

CESARE ERCOLE. Signor ministro, vorrei dirle che, anche se mi aspettavo la risposta di tipo burocratico che lei mi ha fornito, se non altro condivido le considerazioni che ha personalmente formulato.
Noi non siamo soddisfatti di questa risposta, e vorrei ricordare che non siamo mai stati teneri con i prefetti, poiché li consideriamo un elemento antitetico rispetto a quell'idea di federalismo che propugniamo; per di più, consideriamo un vero disastro un uomo con il potere di un prefetto e con le idee di sinistra.
Non vogliamo poi ricordare quanto affermò il Presidente Einaudi: «Via i prefetti!». I milanesi hanno definito questa candidatura con una battuta: una volta, era la sinistra ad occupare le prefetture, mentre oggi sono i prefetti ad occupare la sinistra!
Ma, al di là del sarcasmo racchiuso in tale affermazione, vorrei rilevare che stiamo assistendo ad un'occupazione del potere politico da parte di una certa burocrazia e di un certo sindacalismo. Abbiamo avuto, infatti, l'esempio di Cofferati a Bologna, e adesso assistiamo al caso di Ferrante a Milano.

GABRIELE FRIGATO. E Serra che ne dice?

CESARE ERCOLE. Chissà quali altri nomi usciranno nelle prossime elezioni! Forse mancano all'appello i questori, e magari arriveranno! La burocrazia ed il sindacalismo hanno avuto modo di prosperare all'ombra delle forze di sinistra: la burocrazia ne è stata l'alleata ed il sindacalismo ne ha rappresentato il forziere di voti!
Ecco arrivare, dunque, gli alti burocrati dello Stato, che intravedono un nuovo trampolino di lancio per la loro carriera: dagli stucchi e dai merletti stile ottocento delle prefetture alle segreterie politiche dei partiti! Un bel salto, niente da dire: da maggiordomi dello Stato a rappresentanti del popolo!
Ma, guarda caso, che popolo rappresentano? Questo signore non rappresenta certo i milanesi laboriosi, non rappresenta sicuramente i milanesi che producono, non rappresenta certamente i milanesi che vivono nella legalità, visto che, nel suo operato, la legalità è stata un optional! Rappresenta forse gli immigrati, verso i quali ha speso parole di elogio?

PRESIDENTE. Onorevole Ercole, concluda!

CESARE ERCOLE. Ma i milanesi cosa dicono?

(Iniziative normative volte a definire le potestà regolamentari attribuite ai comuni in materia di esposizione ai campi elettromagnetici - n. 3-05172)

PRESIDENTE. L'onorevole Marcora ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-05172 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6).


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LUCA MARCORA. Signor Presidente, intendo partire dall'esperienza del comune di Traversetolo, nella pedemontana parmense - si tratta, infatti, di un comune che ha fatto della qualità della vita uno dei suoi punti di forza e di maggiore attrazione - per affrontare lo spinoso tema dell'installazione di antenne per ripetitori di telefonia mobile.
Vorrei ricordare che la legge n. 36 del 2001 così recita: «I comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici».
Si tratta, di fatto, dell'esplicito riconoscimento di una potestà regolamentare in capo ai comuni, nell'ambito di quella leale collaborazione tra Stato, regioni ed enti locali auspicata dalla stessa Corte costituzionale, su di un tema importante come quello dell'inquinamento elettromagnetico, che incide su ambiti di tutela diversi, quali la salute, l'ambiente ed il paesaggio.

PRESIDENTE. Onorevole Marcora...

LUCA MARCORA. Chiedo pertanto al ministro interrogato quali iniziative normative intenda adottare per ridefinire la potestà regolamentare dei comuni, chiarendone e specificandone contenuti e portata reale, in particolare permettendo agli stessi ...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Marcora!

LUCA MARCORA. ... una programmazione periodica e puntuale.

PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Giovanardi, ha facoltà di rispondere.

CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, per fortuna ho letto proprio oggi, in un articolo su Avvenire, che l'oncologo Veronesi ha dichiarato che l'elettrosmog non fa male, non è assolutamente nocivo, come accertato anche dall'Organizzazione mondiale della sanità. Quindi, certe preoccupazioni sono forse eccessive rispetto ad un principio di precauzione che, pure, il nostro ordinamento prevede. Il codice delle comunicazioni elettroniche, infatti, dispone che l'installazione di infrastrutture per impianti radioelettrici, la modifica delle caratteristiche di emissione e l'installazione di tralicci di impianti radiotrasmittenti e ripetitori di servizi di comunicazioni venga autorizzata dagli enti locali previo accertamento da parte dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, della compatibilità del progetto con i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità stabiliti uniformemente a livello nazionale. Il controllo del rispetto di tali limiti di intensità di campo elettromagnetico, nonché gli interventi di riduzione a conformità spettano alle regioni.
Quanto al problema della dannosità e pericolosità per la salute derivante dall'installazione degli impianti in parola, si richiama che la vigente normativa cautelare, considerate anche le posizioni della scienza in merito, prevede quale limite di esposizione della popolazione all'inquinamento elettromagnetico una soglia massima di sei volt al metro, e detto limite, come chiarito dalla Corte costituzionale, non è derogabile dagli enti locali. La Corte, dopo aver ribadito la competenza statale a dettare norme generali sulle procedure di rilascio delle autorizzazioni per l'installazione di tali reti, stante l'unitarietà delle reti medesime, che esige un regime uniforme su tutto il territorio nazionale, ha riaffermato la competenza statale a fissare i valori, ossia la soglia in materia di emissioni, attribuendo alle regioni il ruolo centrale di determinare la localizzazione degli impianti, purché i relativi piani rispettino le esigenze della pianificazione nazionale degli impianti e non siano ingiustificatamente di ostacolo o di impedimento al loro insediamento.
In conclusione, sono gli enti locali che possono intervenire per dettare regole riguardanti l'uso del territorio e per pianificare la localizzazione delle infrastrutture


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di comunicazione elettronica, purché vengano stabilite regole ancora più snelle e più celeri di quelle previste dalla normativa statale, vengano rispettate le esigenze della pianificazione nazionale degli impianti e non ne derivi, naturalmente, l'impossibilità - o una limitazione - di realizzare una rete nazionale di tali infrastrutture, qualora vengano stabiliti i valori che sono fissati dalla legge.

PRESIDENTE. L'onorevole Marcora ha facoltà di replicare.

LUCA MARCORA. Signor ministro, lei non mi ha risposto. Le ho citato una legge - la n. 36 del 2001 - che attribuisce una potestà regolamentare ai comuni per assicurare un corretto insediamento urbanistico e territoriale. Di fatto, tale legge fissa una potestà regolamentare, ma non è stata successivamente attuata con decreti ministeriali che definiscano la potestà in termini regolamentari. Quindi, è questo il tema, come pure sostiene la Corte costituzionale. Lei, signor ministro, ha parlato di Stato e di regioni, ma anche i comuni - e la legge lo dice - hanno una potestà regolamentare in materia.
Dunque, cosa hanno fatto questo Governo e questa maggioranza, dal 2001 ad oggi...

CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Cosa c'entra il Governo?

LUCA MARCORA.... per chiarire, definire e specificare tale potestà regolamentare dei comuni?

CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. È chiarissimo!

LUCA MARCORA D'altro lato, se lei avesse letto meglio l'interrogazione, avrebbe constatato che siamo noi stessi consapevoli che gli effetti negativi sulla salute dell'uomo derivanti dall'elettromagnetismo non sono ancora del tutto dimostrati. Tuttavia, lei, signor ministro, non citi Veronesi. Quest'ultimo è un ottimo oncologo, tuttavia di elettromagnetismo, probabilmente, non sa nulla, così come non sa nulla di OGM, dato che il medesimo ha affermato che preferisce mangiare una polenta fatta con il mais OGM piuttosto che con il mais tradizionale. Quindi, lasciamo che si dedichi all'oncologia e non tiriamolo in ballo sull'elettromagnetismo.
Sto dicendo che sono in atto contenziosi presso gli organi della giustizia amministrativa, proprio perché non è stata definita la citata potestà regolamentare dei comuni.
Dunque, l'interrogazione è volta a capire se il Governo abbia fatto o intenda fare qualcosa per offrire un contributo nella direzione di un abbassamento della soglia di conflittualità nei rapporti comuni-gestori e di una minore inflazione della giustizia amministrativa nonché - e soprattutto - per riconoscere un potere di indirizzo e controllo alla cittadinanza per tutelare il diritto alla salute della medesima (Applausi dei deputati del gruppo Margherita, DL-L'Ulivo).

(Iniziative per garantire all'ANAS le risorse finanziarie necessarie per il 2005 ed il 2006 - n. 3-05173)

PRESIDENTE. L'onorevole Vigni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-05173 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7).

FABRIZIO VIGNI. Signor Presidente, parlerei del problema citando alcuni titoli di giornale apparsi nei giorni scorsi.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Vigni, purché lo faccia contenendo il suo intervento nel minuto a sua disposizione.

FABRIZIO VIGNI. Certamente, signor Presidente.
Il Tempo: «Si fermano i cantieri delle grandi opere. Affonda il piano del Governo». Il Sole 24 Ore: «Cantieri fermi. All'Anas mancano 1 miliardo 800 milioni di euro entro la fine del 2005 e nel 2006 si bloccherà il 60 per cento dei lavori».


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Finanza&Mercati: «La finanziaria taglia le risorse e rischia di bloccare 12 miliardi di lavori in corso». Non sono giornali di sinistra: sono i dati nudi e crudi di una situazione drammatica che riguarda, in particolare, l'ANAS, che non ha soldi per proseguire i lavori e per realizzare nuove opere. La domanda assai semplice è la seguente: il Governo cosa pensa di fare?

PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Giovanardi, ha facoltà di rispondere.

CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, innanzitutto, il Governo intende smentire i titoli di questi giornali. Ho qui un articolo apparso su Il Tempo in cui si legge: «Si fermano i cantieri». Sono titoli assolutamente falsi: non si ferma nessun cantiere, né quest'anno né il prossimo. Magari, si riscontra qualche difficoltà, come in Val di Susa. Questo, infatti, è uno strano paese: quando si intendono realizzare le opere, si fanno i blocchi stradali per impedire addirittura i lavori preparatori di infrastrutture che sono determinanti per il futuro del nostro paese; nel contempo, si muovono contestazioni opposte a quelle (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
Le risorse ci sono: sulla base dei dati ufficiali del Ministero dell'economia e delle finanze (non si tratta, quindi, di titoli allarmistici di giornali) verranno corrisposti all'ANAS nei prossimi giorni (e non nei prossimi mesi!) oltre 126 milioni di euro finalizzati alla prosecuzione dei lavori di adeguamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria. Relativamente all'esercizio 2006 (quindi, il prossimo anno), attualmente sono previsti stanziamenti complessivi in termini di cassa per l'ANAS pari a circa 2,1 miliardi di euro, che possono essere corrisposti alla società alla stipula del nuovo contratto di programma 2006-2008.
Peraltro, dalla proposta normativa di riassetto dell'ANAS inserita nel disegno di legge finanziaria per il 2006, giunto all'attenzione della Camera, potrebbero derivare - se approvata - entrate proprie per la società anche attraverso operazioni di finanza strutturate con istituti di credito relativamente a talune tratte stradali o autostradali redditizie, che si aggiungerebbero ad altre risorse destinate al settore.
Quindi, il Governo conferma che i cantieri non chiuderanno, né quest'anno né il prossimo; tutte le opere che sono state iniziate verranno ultimate e con queste risorse si apriranno nuovi cantieri.

PRESIDENTE. L'onorevole Vigni ha facoltà di replicare.

FABRIZIO VIGNI. Signor Presidente, signor ministro, sono allibito e sconcertato. Infatti, pochi minuti fa, in Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici, il viceministro delle infrastrutture e dei trasporti Martinat ha, invece, ammesso almeno in parte la verità, ossia che l'allarme relativo al rischio di chiusura dei cantieri è fondatissimo. Pertanto, lei ha raccontato cose che non stanno né in cielo né in terra! Non so se vi rendete conto della situazione. Questo Governo, cinque anni fa, aveva promesso agli italiani strade, autostrade, ferrovie e grandi opere...

CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Le sta facendo!

FABRIZIO VIGNI. ...e sta concludendo la legislatura non solo senza realizzare le opere annunciate, ma addirittura chiudendo i cantieri che erano stati finanziati ed appaltati dal Governo precedente.
Caro ministro, questo è un elenco che non si sono inventati né Il TempoIl Sole 24 Ore. Si tratta di opere contenute in un documento che, stando a molti giornali, è stato inviato dall'ANAS al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, secondo il quale già ora, nel 2005, in assenza dello stanziamento di un miliardo e 800 milioni, si bloccano i lavori sull'autostrada Asti-Cuneo, sulla Grosseto-Fano, sull'Orientale sarda, sulla Catania-Siracusa, su due macrolotti della Salerno-Reggio Calabria, sulla Ionica e sul Grande raccordo anulare.


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In secondo luogo, non si procederà alla gara di appalto per opere che potrebbero essere appaltate per il 2006, a causa dell'assenza di risorse nel disegno di legge finanziaria, che riguardano l'autostrada Salerno-Reggio Calabria, la Palermo-Catania, la Catania-Siracusa, nonché la Ionica.
In terzo luogo, con le norme che avete inserito nel disegno di legge finanziaria si smantella di fatto l'ANAS. Ciò significa chiudere i cantieri su strade che gli italiani percorrono ogni giorno per andare al lavoro e per spostarsi; e comporta il rischio di far fallire imprese e di mandare a casa decine di migliaia di lavoratori. Secondo le stime dell'ANCE (associazione nazionale dei costruttori edili) saranno 30 mila!
Questa è la situazione che avete prodotto dopo quattro anni e mezzo di Governo. Complimenti, un bel capolavoro (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!

(Crisi del settore ittico - n. 3-05174)

PRESIDENTE. L'onorevole di Giandomenico ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-05174 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8).

REMO DI GIANDOMENICO. Signor Presidente, mi rivolgo al signor ministro con riferimento alla crisi che in questi ultimi mesi ha colpito il settore ittico. Tale crisi si sta trasformando in una vera e propria emergenza, a causa dei forti rincari del costo del carburante.
Secondo le più recenti stime, si è passati da 0,34 centesimi al litro agli attuali 0,53 centesimi. Si tratta di valori medi, che comunque sono superiori a quelli degli altri paesi europei, come la Francia, la Grecia e la Spagna, in cui il costo è addirittura pari a circa 0,48 centesimi.
I rialzi del costo del carburante, signor ministro, incidono non solo sui bilanci delle imprese, ma anche sui salari degli equipaggi, in virtù della particolare tipologia dei contratti «alla parte». I maggiori costi di esercizio sostenuti dagli armatori incidono, infatti, in maniera diretta sui salari, che vengono calcolati in maniera residuale.
La domanda è cosa intenda fare il Governo di intesa con le regioni al fine di consentire alle imprese ittiche di mantenere una redditività sufficiente per operare ancora sul mercato e salvaguardare i livelli occupazionali.

PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Giovanardi, ha facoltà di rispondere.

CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole Di Giandomenico, il Governo è consapevole che l'aumento del costo del gasolio incide profondamente sull'intero settore della pesca, con ripercussioni sul reddito delle imprese che esercitano la pesca professionale.
Al fine di fronteggiare tale emergenza, il Governo ha posto in essere misure compensative e sgravi sugli oneri sociali e fiscali. Si tratta di compensazioni finanziarie concesse in funzione della potenza del motore dei pescherecci e di sgravi fiscali e previdenziali sugli oneri sociali a favore delle imprese alieutiche. Tali agevolazioni (trattamento fiscale delle imprese che esercitano la pesca costiera o nelle acque interne e lagunari) sono state prorogate per l'anno 2005 dalla finanziaria 2005, così come, per il 2006, è contemplata l'ulteriore estensione dei benefici nel disegno di legge finanziaria 2006.
Inoltre, nell'ambito del regolamento comunitario relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del Trattato agli aiuti de minimis, con il decreto 9 marzo 2005 e con il successivo decreto attuativo del 18 aprile di quest'anno, è stato attivato a favore di tutte le imprese di pesca marittima il beneficio stesso, a parziale ristoro dell'aumento dei costi di produzione.
A fronte dello stato di crisi del settore, l'azione dei ministri dei singoli Stati membri e la mobilitazione dell'Associazione dei pescatori a livello europeo hanno indotto il commissario europeo competente per la


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pesca Borg a prendere in considerazione talune proposte di intervento che sono state avanzate per fronteggiare il problema dell'aumento del costo del gasolio.
Le soluzioni prospettate sono dirette non solo a dare immediato sollievo alle imprese di pesca, ma anche ad affrontare in modo adeguato un problema che, dall'emergenza iniziale, ha ormai assunto caratteristiche che rischiano di essere strutturali.
Tra queste ipotesi, voglio segnalare la possibile modifica dei massimali degli aiuti de minimis per la pesca e la definizione, nell'ambito degli strumenti indicati dal regolamento n. 2792 del 1999, di un fermo temporaneo collegato a fenomeni di tipo economico, come nel caso di specie del caro-gasolio, rispetto al quale anche le regioni, con il dipartimento per l'alimentazione e il Ministero delle politiche agricole e forestali, sono chiamate ad ogni possibile sforzo nel reperimento delle necessarie risorse finanziarie.
Il Governo assicura e conferma il proprio impegno a continuare a sostenere in ambito comunitario le ragioni della nostra gente di mare in questa difficile congiuntura.

PRESIDENTE. L'onorevole Di Giandomenico ha facoltà di replicare.

REMO DI GIANDOMENICO. La ringrazio, signor ministro, della sua risposta.
Vorrei solo sottolineare che, in realtà, lei ha posto l'accento, a nome del Governo, sulle due questioni fondamentali, ossia l'esigenza di un'iniziativa governativa per quanto riguarda un ristoro immediato e la necessità di un discorso strutturale da concordare insieme alla Comunità europea per arrivare ad una definizione su un settore particolarmente importante e delicato, quale quello della pesca, nel panorama economico nazionale. Dobbiamo arrivare a mantenere una redditività sufficiente per le imprese della pesca e salvaguardare, per quanto possibile, i livelli occupazionali.
È chiaro che, in questo quadro, bisogna fare qualcosa in più. Bisogna fare in modo che il regime speciale agricolo dell'IVA sia anche esteso al mondo della pesca. Bisogna fare in modo che, anche per quanto riguarda la riduzione dell'aliquota IRAP, vi sia un impegno ancora più pressante da parte del Governo. Il tutto va inquadrato certamente nel ristoro, come lei ha detto, previsto nella finanziaria in discussione, ma ritengo che un'occasione utile per affrontare l'emergenza sia rappresentata soprattutto dal programma nazionale triennale 2006-2008. In tale programma vanno inserite tutte le misure e le condizioni che consentano al mondo della pesca di arrivare a soluzioni strutturali.
A questo proposito, è importante che anche le regioni facciano la loro parte, in maniera tale da recuperare anche quelle risorse finanziarie rimaste finora inutilizzate o disperse. Lei sa, signor ministro, che fra il 2003 e il 2004 è stata registrata una mancata allocazione di risorse finanziarie destinate all'economia ittica per oltre 15 milioni di euro per anno.
Si tratta, allora, di compiere uno sforzo congiunto tra regioni e Stato, insieme al Parlamento, nei riguardi della Comunità europea, per arrivare ad una soluzione definitiva per un comparto fondamentale per l'economia italiana (Applausi dei deputati del gruppo dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Rivolgo un saluto a chi ci ha seguito dai teleschermi.
Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 15,50, è ripresa alle 16,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del regolamento, i deputati Ballaman, Enzo Bianco, Boato, Carrara, Colucci, Giordano, Pecorella, Ramponi, Rosso e Soro sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.


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Pertanto i deputati complessivamente in missione sono novantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 6150.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 6150)

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato votato, da ultimo, l'articolo aggiuntivo Luciano Dussin 1-sexiesdecies.07.
Dobbiamo ora passare alla votazione dell'articolo aggiuntivo Giuseppe Gianni 1-sexiesdecies.05, sul quale il parere della Commissione e del Governo è contrario.

ANTONIO PEZZELLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO PEZZELLA, Relatore. Su questo articolo aggiuntivo del collega Giuseppe Gianni la Commissione ha purtroppo espresso un parere contrario, ma per una...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Pezzella, ma lei ha già espresso il parere su questo articolo aggiuntivo.

ANTONIO PEZZELLA, Relatore. Sì, ma volevo precisarne le motivazioni. Dicevo che su questo articolo aggiuntivo il parere della Commissione è contrario perché, diversamente, verrebbe a determinarsi una disparità tra i cittadini. Pertanto, pur trattandosi di medici e di una causa nobile, non vi è purtroppo la possibilità di esprimere un parere favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bornacin. Ne ha facoltà.

GIORGIO BORNACIN. Credo che l'articolo aggiuntivo in esame persegua finalità che possono in qualche modo essere condivise, in quanto propone che le previsioni di cui al comma 9 dell'articolo 142 del decreto legislativo n. 285 del 1992 non si applichino ai conducenti che abbiano la qualifica di medico quando vi siano comprovate esigenze connesse all'espletamento delle proprie funzioni professionali.
Tutti sappiamo che molto spesso i medici hanno delle esigenze di servizio e che, quando ciò accade, non si immettono nel traffico cittadino o extraurbano per motivi di piacere o di turismo, bensì per motivi connessi alla loro professione. Pertanto, in linea di massima potrebbe anche essere condivisibile un esonero degli stessi dall'uso delle cinture di sicurezza, così come da altre misure previste dalla normativa sulla patente a punti.
Aggiungo che non esiste agente della Polizia municipale, della Polizia stradale o di qualsivoglia corpo di polizia che, di fronte non solo a un medico, ma ad una macchina con un privato cittadino che espone un fazzoletto bianco per portare d'urgenza qualcuno all'ospedale, si senta in dovere di verificare se questi abbia ottemperato all'uso delle cinture di sicurezza, se sia passato con il semaforo rosso o se abbia commesso qualsiasi altra infrazione al codice della strada. Se davvero il conducente si reca in un pronto soccorso per portare un ferito, non c'è alcun agente che interviene con intenti sanzionatori.
Se ciò vale per il privato cittadino che espone il classico fazzoletto bianco, a maggior ragione vale per i medici in servizio, che, come tutti i medici, espongono sul parabrezza della loro autovettura il contrassegno di appartenenza all'Ordine. Se al medico dovesse essere inflitta una sanzione, dovrebbe essere sufficiente che egli dimostri come, in quel momento, fosse in servizio d'urgenza affinchè, presentando ricorso al prefetto, la sanzione venga annullata.
Tuttavia, c'è un altro problema da tenere presente. In più di un'occasione, nel corso di questo dibattito sulle modifiche


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della normativa relativa alla patente a punti, una serie di categorie professionali - ne discutevamo poco fa anche con l'onorevole Pezzella -, ad esempio coloro che operano nei servizi di raccolta dei rifiuti, hanno chiesto di essere esonerate dall'obbligo di utilizzo delle cinture di sicurezza. Quindi, si aprirebbe la stura alle istanze di una serie di categorie che chiederebbero di essere esentate per i motivi più vari ed, in alcuni casi, per giunta validi!
Per tale motivo, ritengo che l'articolo aggiuntivo Giuseppe Gianni 1-sexiesdecies.05 non debba essere approvato, se non si vogliono creare disparità tra cittadini e, soprattutto, tra categorie tutte meritevoli.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Giuseppe Gianni 1-sexiesdecies.05, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 291
Maggioranza 146
Hanno votato
2
Hanno votato
no 289

Sono in missione 92 deputati).

Prendo atto che l'onorevole Testoni non è riuscito a votare.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Nicotra 1-sexiesdecies. 06.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dalla Commissione.

BENEDETTO NICOTRA. Sì, signor Presidente, lo ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Rosato 1-sexiesdecies. 060.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Rosato 1-sexiesdecies.060, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 307
Maggioranza 154
Hanno votato
300
Hanno votato
no 7).

Prendo atto che l'onorevole Tabacci non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi Meroi 1-sexiesdecies. 04 e Rosato 1-sexiesdecies. 061, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 319
Maggioranza 160
Hanno votato
319).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cusumano 1-septiesdecies. 64, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.


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Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 319
Votanti 316
Astenuti 3
Maggioranza 159
Hanno votato
63
Hanno votato
no 253).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Luca 1-septiesdecies. 18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 317
Maggioranza 159
Hanno votato
118
Hanno votato
no 199).

Prendo atto che gli onorevoli Mondello e Zanella non sono riusciti a votare e che quest'ultima avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Duca 1-septiesdecies.19.

EUGENIO DUCA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EUGENIO DUCA. Signor Presidente, vorrei annunziare il ritiro del mio emendamento 1-septiesdecies.19, nonché delle proposte emendative Raffaldini 1-septiesdecies. 20, Susini 1-septiesdecies. 14, Tidei 1-septiesdecies. 21, Panattoni 1-septiesdecies. 22, De Luca 1-septiesdecies. 15, Susini 1-septiesdecies. 23 e Tidei 1-septiesdecies. 16 (Commenti)...
Signor Presidente, visto che i colleghi reclamano per il tempo, avrei voluto ritirare un'altra ventina di proposte emendative, ma potrei non farlo e riservarmi di intervenire successivamente!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1-septiesdecies. 4.500 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 320
Maggioranza 161
Hanno votato
314
Hanno votato
no 6).

Prendo atto che l'onorevole Grillo non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Meroi 1-septiesdecies. 4, nel testo subemendato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 335
Votanti 333
Astenuti 2
Maggioranza 167
Hanno votato
333).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Rosato 1-septiesdecies.2 e Dell'Anna 1-septiesdecies.63.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dell'Anna. Ne ha facoltà.

GREGORIO DELL'ANNA. Signor Presidente, ho chiesto di intervenire su questo emendamento perché ritengo che la previsione di novanta giorni introdotta dal Senato nell'articolato sia eccessiva rispetto


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alle necessità di sospensione dell'uso del veicolo: novanta giorni significa sanzionare in maniera particolarmente pesante una violazione che, a mio giudizio, richiederebbe misure più educative che repressive, così come, invece, si intende fare.
Naturalmente prendo atto del parere contrario del relatore, al quale avevo chiesto di rivedere il proprio avviso, riservandomi di approfondire alcuni profili di carattere economico nel momento in cui passeremo all'esame dei successivi emendamenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Rosato 1-septiesdecies.2 e Dell'Anna 1-septiesdecies.63, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 354
Maggioranza 178
Hanno votato
147
Hanno votato
no 207).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Stradella 1-septiesdecies.1, nel testo riformulato.
Prendo atto che i presentatori accettano la nuova formulazione proposta dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Stradella 1-septiesdecies.1, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 355
Votanti 350
Astenuti 5
Maggioranza 176
Hanno votato
347
Hanno votato
no 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Albonetti 1-septiesdecies.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 362
Votanti 360
Astenuti 2
Maggioranza 181
Hanno votato
153
Hanno votato
no 207).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Dell'Anna 1-septiesdecies.060.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dell'Anna. Ne ha facoltà.

GREGORIO DELL'ANNA. Signor Presidente, con questa proposta emendativa - che introduce un articolo successivo all'articolo 1 - noi puntiamo, innanzitutto, a consentire che i conducenti di veicoli di massa a pieno carico non superiore a 7,5 tonnellate, adibiti al trasporto dei rifiuti urbani, nell'ambito dei centri abitati, siano esonerati dall'utilizzare le cinture di sicurezza, trattandosi di un'attività di lavoro che presuppone un continuo movimento di salita e discesa dal mezzo utilizzato. Riteniamo peraltro che il secondo comma dell'articolo aggiuntivo proposto possa essere anche ritirato e non esaminato.


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Tuttavia, per quanto riguarda il primo aspetto, non riesco a comprendere le ragioni per le quali sia stato espresso un parere contrario, considerato che l'attività svolta da questi operatori è già stressante di per sé. Quindi, nell'esercizio dell'attività lavorativa che si svolge non su veicoli che transitano a velocità elevata ma a passo d'uomo e con soste continue, sarebbe giusto favorire l'attività degli addetti alla conduzione di questi mezzi. Pertanto, chiedo ai colleghi di valutare la proposta da me presentata e di esprimere voto favorevole su questo articolo aggiuntivo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Dell'Anna 1-septiesdecies.060, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 373
Votanti 372
Astenuti 1
Maggioranza 187
Hanno votato
39
Hanno votato
no 333).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Raffaldini 1-vicies.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 379
Maggioranza 190
Hanno votato
154
Hanno votato
no 225).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Meta 1-vicies.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 376
Maggioranza 189
Hanno votato
159
Hanno votato
no 217).

Passiamo all'emendamento Mazzarello 1-vicies.14.

EUGENIO DUCA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Duca, lei ci agevola nel lavoro...! Ha facoltà di parlare.

EUGENIO DUCA. Signor Presidente, avrei appunto intenzione di agevolare il lavoro...!

PRESIDENTE. Allora, non guardi gli altri colleghi, agevoli il Presidente: così si fa un amico in più!
Prego, onorevole Duca.

EUGENIO DUCA. È un po' che ci provo, ma è difficile!
Intervengo per preannunciare, a nome dei presentatori, il ritiro dei seguenti emendamenti: Mazzarello 1-vicies.14, Susini 1-vicies.25, De Luca 1-vicies.15, Panattoni 1-vicies.26, Tidei 1-vicies.12, De Luca 1-vicies.23, Tidei 1-vicies.20, Panattoni 1-vicies.21 (Una voce dai banchi dei deputati del gruppo di Forza Italia: «Basta!»)...
Avete detto basta; dunque, mi fermo qui...!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.


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Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cusumano 1-vicies.62, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 384
Votanti 322
Astenuti 62
Maggioranza 162
Hanno votato
102
Hanno votato
no 220).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lion 1-vicies.61, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 384
Votanti 244
Astenuti 140
Maggioranza 123
Hanno votato
23
Hanno votato
no 221).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Meroi 1-vicies.2, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 385
Votanti 382
Astenuti 3
Maggioranza 192
Hanno votato
362
Hanno votato
no 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lion 1-vicies.60, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 398
Votanti 251
Astenuti 147
Maggioranza 126
Hanno votato
32
Hanno votato
no 219).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duca 1-vicies.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 399
Votanti 394
Astenuti 5
Maggioranza 198
Hanno votato
172
Hanno votato
no 222).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Susini 1-vicies.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 394
Votanti 393
Astenuti 1
Maggioranza 197
Hanno votato
166
Hanno votato
no 227).


Pag. 44


Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Raffaldini 1-vicies.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 396
Maggioranza 199
Hanno votato
172
Hanno votato
no 224).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Albonetti 1-vicies.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 390
Votanti 389
Astenuti 1
Maggioranza 195
Hanno votato
168
Hanno votato
no 221).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo La Starza 1-vicies semel.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 393
Votanti 387
Astenuti 6
Maggioranza 194
Hanno votato
50
Hanno votato
no 337).

Passiamo all'articolo aggiuntivo Meroi 1-vicies semel.02, nel testo riformulato.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Meroi 1-vicies semel.02, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 393
Votanti 390
Astenuti 3
Maggioranza 196
Hanno votato
360
Hanno votato
no 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Meroi 1-vicies semel.03, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 390
Votanti 389
Astenuti 1
Maggioranza 195
Hanno votato
388
Hanno votato
no 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Susini 1-vicies bis.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.


Pag. 45


Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 373
Maggioranza 187
Hanno votato
180
Hanno votato
no 193).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tidei 1-vicies bis.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 399
Maggioranza 200
Hanno votato
175
Hanno votato
no 224).

Prendo atto che l'onorevole Volontè non è riuscito a votare.
Passiamo all'emendamento Duca 1-vicies bis.2.

EUGENIO DUCA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EUGENIO DUCA. Vorrei svolgere una argomentato intervento per ritirare l'emendamento in esame, confidando nell'intelligenza dei colleghi (Commenti)...

PRESIDENTE. Scusate, colleghi...

EUGENIO DUCA. Annuncio, quindi, a nome dei presentatori, il ritiro, oltre che dell'emendamento in esame, degli emendamenti Panattoni 1-vicies bis.7, Raffaldini 1-vicies bis.3, Albonetti 1-vicies bis.4 e 1-vicies bis.14, Susini 1-vicies bis.15, Tidei 1-vicies bis.16, Mazzarello 1-vicies bis.9, Panattoni 1-vicies bis.17, Meta 1-vicies bis.18, De Luca 1-vicies bis.11, Mazzarello 1-vicies bis.19, Duca 1-vicies bis.12, De Luca 1-vicies bis.20 e 1-vicies bis.29, Raffaldini 1-vicies bis.30, Albonetti 1-vicies bis.31, Tidei 1-vicies bis.25, Susini 1-vicies bis.32, Meta 1-vicies bis.34, Panattoni 1-vicies bis.26, Tidei 1-vicies bis.33, Meta 1-vicies bis.27, Raffaldini 1-vicies bis.13, nonché dagli articoli aggiuntivi Susini 1-vicies quinquies.06, Albonetti 1-vicies quinquies.07, Mazzarello 1-vicies quinquies.02 e Raffaldini 1-vicies quinquies.04.

PRESIDENTE. L'articolo aggiuntivo Panattoni 1-vicies quinquies.03 lo mantiene o lo ritira?

EUGENIO DUCA. Su tale proposta emendativa c'è un parere favorevole, signor Presidente: non mi permetterei di ritirare, a nome del collega Panattoni, un emendamento su cui è stato espresso parere favorevole...

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Lion 1-vicies bis.060, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Chiedo scusa, ma avremmo dovuto procedere alla votazione dell'emendamento 1-vicies bis.500 della Commissione.
Dispongo pertanto l'annullamento della votazione testè svolta.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-vicies bis.500 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.


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Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 410
Votanti 389
Astenuti 21
Maggioranza 195
Hanno votato
389).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Lion 1-vicies bis.060, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 407
Votanti 246
Astenuti 161
Maggioranza 124
Hanno votato
22
Hanno votato
no 224).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-vicies quater.600, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 402
Votanti 248
Astenuti 154
Maggioranza 125
Hanno votato
237
Hanno votato
no 11).

Passiamo all'emendamento Bornacin 1-vicies quater.2, sul quale la Commissione ha formulato un invito al ritiro, il Governo ha espresso parere favorevole e la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Prendo atto che l'onorevole Bornacin non intende ritirare il suo emendamento.
A questo punto, chiedo al relatore di precisare il parere della Commissione.

ANTONIO PEZZELLA, Relatore. Su questo emendamento vi è stata una lunga discussione in Commissione; tuttavia, in considerazione del parere contrario espresso dalla V Commissione, ribadisce l'invito a ritirarlo.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Bornacin se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento 1-vicies quater.2.

GIORGIO BORNACIN. Sì, signor Presidente, lo ritiro, unitamente al mio emendamento 1-vicies quater.1.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Meroi 1-vicies quater. 3, Panattoni 1-vicies quater. 18 e Muratori 1-vicies quater. 34, accettati dalla Commissione e dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 406
Votanti 395
Astenuti 11
Maggioranza 198
Hanno votato
376
Hanno votato
no 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Bornacin 1-vicies quater.02, accettato dalla Commissione e dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.


Pag. 47


Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 402
Votanti 395
Astenuti 7
Maggioranza 198
Hanno votato
372
Hanno votato
no 23).

Chiedo all'onorevole Bornacin se acceda all'invito al ritiro del suo articolo aggiuntivo 1-vicies quater.03.

GIORGIO BORNACIN. Sì, signor Presidente, lo ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-vicies quinquies.600, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 412
Votanti 408
Astenuti 4
Maggioranza 205
Hanno votato
408).

Chiedo all'onorevole Rosato se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento 1-vicies quinquies.1 formulato dal relatore.

ETTORE ROSATO. Sì, signor Presidente, lo ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che il presentatore degli articoli aggiuntivi Gallo 1-vicies quinquies. 08, 1-vicies quinquies. 09, e 1-vicies quinquies. 010 li ritira. Prendo atto altresì che i presentatori dell'articolo aggiuntivo Pasetto 1-vicies quinquies. 062 lo ritirano. Prendo atto infine che il presentatore dell'articolo aggiuntivo Antonio Pepe 1-vicies quinquies. 01 lo ritira.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Rosato 1-vicies quinquies. 060, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 409
Votanti 402
Astenuti 7
Maggioranza 202
Hanno votato
400
Hanno votato
no 2).

EUGENIO DUCA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EUGENIO DUCA. In riferimento all'articolo aggiuntivo appena votato, nella riformulazione era previsto di assorbire anche il successivo articolo aggiuntivo Mazzarello 1-vicies quinquies. 02, con la sottoscrizione dell'articolo aggiuntivo Rosato 1-vicies quinquies. 060 da parte dell'onorevole Mazzarello.
Dico ciò ora perché questo era l'accordo raggiunto in sede di Comitato dei nove. Presidente, le chiedo pertanto, a nome del collega Mazzarello, di aggiungere la sua firma all'articolo aggiuntivo Rosato 1-vicies quinquies.-060, nel testo riformulato.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Duca, la Presidenza prende atto della sua richiesta.
Passiamo ai voti.


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Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Panattoni 1-vicies quinquies.03, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 384
Votanti 380
Astenuti 4
Maggioranza 191
Hanno votato
369
Hanno votato
no 11).

Prendo atto che l'onorevole Gastaldi non è riuscito a votare.
Prendo atto altresì che l'onorevole De Luca, presentatore dell'articolo aggiuntivo 1-vicies quinquies.05, accetta la riformulazione proposta dal relatore.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo De Luca 1-vicies quinquies.05, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 416
Votanti 412
Astenuti 4
Maggioranza 207
Hanno votato
402
Hanno votato
no 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duca Dis. 1.4, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 422
Votanti 419
Astenuti 3
Maggioranza 210
Hanno votato
414
Hanno votato
no 5).

Avverto che la lettera c) e la parte conseguenziale dell'emendamento Duca Dis. 1.1 sono stati assorbiti dall'approvazione dell'emendamento Duca Dis. 1.4. Porrò pertanto in votazione dell'emendamento Duca Dis. 1.1 soltanto la parte non assorbita.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duca Dis. 1.1, nella parte non assorbita, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 411
Votanti 407
Astenuti 4
Maggioranza 204
Hanno votato
407).

Prendo atto che l'onorevole Rocchi non è riuscita a votare.
Ricordo che la parte conseguenziale dell'emendamento Tidei Dis. 1.2 è stata assorbita dall'approvazione dell'emendamento Duca Dis. 1.4. Porrò pertanto in votazione la parte non assorbita di tale emendamento.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tidei Dis. 1.2, nella parte non assorbita, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.


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Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 419
Votanti 413
Astenuti 6
Maggioranza 207
Hanno votato
411
Hanno votato
no 2).

Passiamo alla votazione dell'articolo 1 del disegno di legge di conversione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duca. Ne ha facoltà.

EUGENIO DUCA. Signor Presidente, per le motivazioni che abbiamo non troppo diffusamente espresso - ci siamo limitati ad usare soltanto in parte il tempo a nostra disposizione - non possiamo votare a favore dell'articolo 1 del provvedimento in esame.
È doveroso, però, riconoscere che, anche grazie al lavoro svolto in sede di Comitato dei nove, il testo di tale articolo è stato - questo è almeno il nostro parere - migliorato in alcune parti, sebbene non può certo sfuggire a nessuno che esso sia stato, in altre parti, peggiorato. Faccio riferimento, in particolare, alla parte relativa all'abbuono, al condono dei punti concesso nel caso in cui si supera il limite di velocità sulle strade nelle quali si verifica il più alto numero di incidenti stradali con morti e feriti.
Mi preme evidenziare, in particolare al rappresentante del Governo, che il messaggio che oggi la maggioranza vuole dare, contravvenendo ad un impegno assunto in sede di Comitato dei nove, è che la responsabilità dell'incremento di quelle infrazioni al codice della strada sarà a carico di tutti coloro che hanno votato a favore del condono dei punti sulla patente; punti che erano stati tolti a coloro che non avevano rispettato i limiti di velocità nelle strade, lo ripeto, in cui si registra il più alto numero di incidenti stradali con morti, feriti e invalidi.
È ora di finirla con gli atteggiamenti umorali: a seguito del verificarsi di un incidente stradale si chiede la confisca e l'arresto dei conducenti, e, dopo una settimana, si chiede di non togliere più i punti dalla patente. Quello che sta tenendo il legislatore in questa materia è, a nostro avviso, un atteggiamento incomprensibile, ingiustificato e sbagliato.
Ma vi è anche un'altra questione. È vero, noi siamo riusciti con il nostro lavoro a riportare ad equità alcune delle sanzioni che erano previste.
Cari colleghi, nel modificare gli importi delle sanzioni, avete tenuto conto di un rapporto di cambio non di un euro per circa 2 mila lire, ma di un euro per 250 lire! Vi lamentate per i troppi aumenti, ma poi, nell'aggiornare gli importi delle sanzioni, utilizzate un rapporto di cambio di un euro per 250 lire! Ora, noi siamo riusciti a migliorare il rapporto di cambio, cosa della quale siamo soddisfatti, ma vi sono altri aspetti del provvedimento in esame che non vanno.
Ad esempio, non possiamo tacere, di fronte all'Assemblea ed ai cittadini italiani, che è ora di smetterla di considerare le pratiche che gli automobilisti debbono sbrigare un modo per mettere le mani nelle loro tasche. Forse vi è sfuggito, colleghi, ma nel giro di pochi mesi il Governo, in particolare il ministro dell'economia e delle finanze, ha messo le mani in tasca a tutti gli automobilisti italiani, sottraendo loro delle somme non per accrescere la sicurezza stradale, non per risolvere le questioni della viabilità, ma soltanto per fare cassa: se uno va a comprare un'automobile, il Governo gli mette le mani in tasca!

PRESIDENTE. Onorevole Duca ...

EUGENIO DUCA. Ho già esaurito il tempo a mia disposizione, signor Presidente? Eh, no! Eh, no! Sto intervenendo sull'articolo ...!

PRESIDENTE. Eh, sì! Eh, sì!

EUGENIO DUCA. Quindi, non posso elencare tutti i modi in cui il Governo ... Ma avrò modo di farlo successivamente.


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La ringrazio, signor Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, annuncio il voto contrario del mio gruppo sull'articolo 1 del disegno di legge di conversione e colgo l'occasione per fare alcune riflessioni, sia pure riconoscendo il lavoro svolto ed il contributo offerto dal relatore nel Comitato dei nove.
Guardate, colleghi, che degli esiti, degli effetti delle disposizioni contenute nel provvedimento in esame ci accorgeremo non oggi, ma nei prossimi giorni. C'è una grande confusione; ci sono questioni che sono state trattate con grande superficialità; ci sono alcune problematiche che sono state affrontate in maniera disarticolata, tra una votazione e l'altra.
Il tema che doveva costituire l'oggetto principale della nostra attenzione, centrale rispetto alla politica dell'approccio al codice della strada, vale a dire la sicurezza, è stato molte volte dimenticato da quest'Assemblea.
Abbiamo previsto il sequestro dell'automobile in caso di superamento del tasso alcolico nel sangue quando si è alla guida (ed è assolutamente condivisibile la rigidità in questa materia). Dall'altra parte, abbiamo eliminato la detrazione di punti nel caso in cui si superi il limite di velocità nei centri abitati, abbiamo tolto alla polizia municipale la possibilità di accertare le violazioni dei limiti di velocità sulle strade extraurbane di competenza comunale ed abbiamo aumentato le tariffe a carico dei cittadini per le pratiche automobilistiche.
Il nostro giudizio non può basarsi unicamente sul fatto che il provvedimento dà seguito ad una sentenza della Corte costituzionale che è stata pronunciata parecchi mesi fa, relativamente alla quale il Governo ha rallentato, peraltro, le sue scelte e le sue ...
Mi accorgo che il Comitato dei nove continua, signor Presidente ... È difficile riuscire ad esprimersi ... Scusatemi, signori! Scusatemi, ma proprio non riesco a proseguire se chiacchierate così vicino a me!
Il nostro giudizio non può basarsi unicamente sul fatto di avere recepito le indicazioni contenute nella predetta sentenza della Corte costituzionale o su quello di essere riusciti finalmente a correggere l'assurda norma che prevedeva la confisca dei motorini (il che significava prelevarli e metterli all'asta anche in caso di infrazioni considerate banali dal nostro codice della strada).
Ritenevamo necessario, al contrario, investire nella sicurezza e stabilire un patto con i comuni per individuare le principali questioni al fine di affrontare con coraggio i temi della sicurezza stradale, del traffico nelle grandi città e della congestione (qualche collega, oggi, lamentava di essere rimasto bloccato in macchina, questa mattina, per tre ore, incolonnato sul raccordo anulare della capitale). Sono questi i problemi che ritenevamo necessario affrontare in questa sede; purtroppo non sono stati affrontati.
Non possiamo non denunciare con grande forza il fatto che ogni provvedimento, sottoposto all'esame di questo Parlamento, contenga l'aumento di un'imposta o di una tassa, rilevandone l'emergenza. Lo ricordava il collega Duca: ormai avete preso l'abitudine di mettere le mani nelle tasche degli italiani. Ogni volta che c'è un buco (e, purtroppo, di buchi nei bilanci ne avete lasciati e ne lascerete ancora molti), si stabilisce l'aumento di una tariffa o di un servizio a carico dei nostri concittadini. È un atteggiamento rispetto al quale non possiamo assumere un comportamento morbido. Lo denunciamo con forza e anche questa motivazione ci indurrà ad esprimere un voto contrario.
In conclusione, ricordo che, sul codice della strada, non si può operare per decreto-legge. Lo abbiamo detto all'inizio e lo ribadiamo ora.
Vi era la necessità di procedere attraverso una delega al Governo nell'ambito di questa materia. Invece, avete voluto agire attraverso uno strumento inadatto, vale a


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dire il decreto-legge. Ci siamo trovati di fronte ad una serie infinita di proposte emendative volte a disciplinare tutto lo scibile umano che riguardasse o meno il codice della strada. Oggi, in questa sede, i colleghi stanno cercando di capire quali siano i contenuti del decreto-legge che andrete ad approvate tra pochi minuti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 del disegno di legge di conversione, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 415
Votanti 413
Astenuti 2
Maggioranza 207
Hanno votato
218
Hanno votato
no 195).

Porrò ora in votazione gli identici articoli aggiuntivi Mazzarello Dis.1.03, Bornacin Dis. 1.060 e Luciano Dussin Dis. 1.061, la cui parte consequenziale risulta assorbita dall'approvazione dell'emendamento Duca Dis.1.4.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi Mazzarello Dis.1.03, Bornacin Dis. 1.060 e Luciano Dussin Dis. 1.061, nella parte non assorbita, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 427
Votanti 424
Astenuti 3
Maggioranza 213
Hanno votato
422
Hanno votato
no 2).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 6150)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (vedi l'allegato A - A.C. 6150 sezione 6).
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 89 del regolamento, in quanto relativo a materia estranea all'oggetto della discussione, l'ordine del giorno Villari n. 9/6150/38, relativo all'applicazione del contratto dei giornalisti ai dipendenti delle redazioni del CCISS Viaggiare informati e di Isoradio.
L'onorevole Carbonella ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/6150/9.

GIOVANNI CARBONELLA. Signor Presidente, il mio ordine del giorno è assolutamente coerente con l'impianto di un codice della strada che garantisca più sicurezza. I vari confronti, sia in Commissione sia in aula, hanno costituito l'occasione per scambiare idee di lavoro ed avanzare alcune proposte; in ragione delle nuove tecnologie, possono essere applicati sulle macchine dispositivi tecnologici, che consentano di eliminare determinati rischi, soprattutto quando si incrociano gli abbaglianti.
Al viceministro chiedo che venga accettato il mio ordine del giorno che impegna il Governo, previa verifica, ad accertare la possibilità di sperimentare i nuovi dispositivi tecnologici e a dare un contributo all'obiettivo prioritario che ci vede accomunati, ossia la sicurezza stradale.

PRESIDENTE. L'onorevole Polledri ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/6150/3.

MASSIMO POLLEDRI. L'ordine del giorno da me sottoscritto intende sottolineare il principio di far salvi i diritti acquisiti. In questo caso chiedo un chiarimento al viceministro Tassone sulla normativa


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relativa alla guida dei quadricicli. Rischiamo infatti di arrivare al 2007 ed avere una fascia di popolazione che ha usufruito del diritto di poter guidare i quadricicli e, poi, di trovarsi il giorno dopo di fronte all'impossibilità di esercitarlo.
Pertanto, si chiede di poter far salvo il diritto alla guida dei quadricicli acquisito dagli utenti che abbiano compiuto 14 anni alla data del 31 dicembre 2007, dando l'interpretazione autentica che credo l'Assemblea abbia voluto assegnare alla norma.

PRESIDENTE. L'onorevole Foti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/6150/53.

TOMMASO FOTI. Signor Presidente, mi associo anch'io alla richiesta del collega Polledri perché mi pare che la norma, per come è stata scritta, rischi, se non correttamente interpretata, di creare una situazione abbastanza «fantozziana». Infatti, il 1o gennaio 2006 un ragazzo potrebbe acquistare un quadriciclo, lo guiderebbe un anno e, poi, dovrebbe metterlo in garage per un altro anno: mi sembrerebbe una situazione di non chiara esposizione normativa. Vero è che dal 1o gennaio 2008 è giusto che chi acquista un quadriciclo debba avere sedici anni, anche perché a quel punto entrerà in vigore una normativa europea di riferimento e vedremo se sarà armonizzabile o meno con la norma oggi scritta. Quindi, anch'io chiedo un chiarimento al Governo sul punto o almeno l'accettazione come raccomandazione dell'ordine del giorno presentato.

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?

MARIO TASSONE, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, il Governo si trova in difficoltà e, per altri versi, deluso perché quando abbiamo assunto il nostro impegno governativo le tasche degli italiani non è che fossero molto piene: tanto per capirci, le abbiamo trovate mezze vuote. Mi trovo in difficoltà anche perché tutti gli ordini del giorno presentati dai colleghi evidenziano degli aspetti importanti e significativi. Infatti, ci sono dei contributi molto forti, seri e responsabili.
Ho letto gli ordini del giorno uno ad uno, le cui finalità sono state richiamate negli interventi degli onorevoli Foti, Polledri e Carbonella. Il Governo ritiene di dover accogliere nel loro complesso tali sollecitazioni ed atti di indirizzo parlamentare, sia pure con una cautela: visto e considerato che parliamo di sicurezza stradale e che su tutti l'intendimento è di accoglierli come raccomandazione, l'impegno del Governo è di valutarli uno per uno. Dico ciò agli amici e ai colleghi Carbonella, Polledri, Perrotta, Molinari e a tutti i firmatari degli ordini del giorno. Indubbiamente, il quesito degli onorevoli Polledri e Foti è intrinseco anche alla norma stessa. Tutto ciò che è stato evidenziato deve essere salvaguardato e l'innalzamento dell'età e il differimento dell'entrata in vigore del provvedimento devono essere certamente accompagnati con la salvaguardia dei diritti acquisiti: questa è la posizione del Governo.
Vi chiedo scusa se non mi esprimo partitamene su ciascuno degli ordini del giorno, ma ritengo che con questa vera motivazione il Governo possa prudenzialmente - ovviamente, considerato che taluni atti prevedono precisi impegni, con l'indicazione di termini - accogliere come raccomandazione tutti gli ordini del giorno.
Soprattutto, ribadisco l'impegno del Governo a valutare, uno ad uno, tutti i suggerimenti e le indicazioni contenuti all'interno degli atti in questione.

PRESIDENTE. Dunque, avendo il rappresentante del Governo dichiarato di accogliere come raccomandazione tutti gli ordini del giorno presentati, chiedo se vi siano presentatori che insistano per la votazione dei rispettivi ordini del giorno.

GABRIELE FRIGATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.


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GABRIELE FRIGATO. Signor Presidente, ho ascoltato volentieri il viceministro; però, devo osservare che la comunicazione da lui resa circa il fatto che il Governo è in difficoltà non mi sembra una grande novità; in linea generale, lo sapevamo già.
Nello specifico, signor viceministro, ho presentato un ordine del giorno, il n. 9/6150/16, che chiede al Governo, con particolare riferimento alla situazione della viabilità sulle strade del Veneto, spesso funestate da incidenti causati dalla nebbia - il fenomeno per la verità non riguarda solo il Veneto ma nel mio ordine del giorno faccio riferimento a tale regione -, di provvedere, con la prossima sessione di bilancio, ad avere una considerazione particolare in termini finanziari della questione. Ciò, affinché si possa dare attuazione ad interventi concreti atti a rendere più sicura la viabilità sulle strade.
Ritengo sia giusto, però, che il Governo esprima un parere vero su questo come sugli altri ordini del giorno; dire che il Governo è in difficoltà e che tutte le nostre indicazioni sono serie e che saranno prese nella dovuta considerazione, mi pare un po' poco, anche in termini di rispetto dei lavori parlamentari e della dignità della stessa Assemblea di questo ramo del Parlamento. Quindi, chiedo, o una risposta più seria o la votazione del mio ordine del giorno.

MARIO TASSONE, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Onorevole Frigato, quando parlavo di difficoltà, facevo anche riferimento alle «tasche vuote» che noi avevamo trovato, pertanto, alla nostra esperienza di italiani: si trattava di un discorso complessivo. Perciò, a dire la verità, le difficoltà, ce le hanno tramandate altri.

GABRIELE FRIGATO. Lei non li conosce, gli altri...

MARIO TASSONE, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Era una battuta.
Il problema della nebbia ha interessato moltissimo questa Camera ed io mi sono anche interessato degli incidenti verificatisi sulle autostrade a causa del problema della nebbia. Tanto è vero che qualche polemica è stata fatta anche nei miei confronti, ad esempio quando ho chiesto il blocco dell'autostrada in caso di grande nebbia e scarsa visibilità.
Quanto lei domanda, investimenti e quant'altro, è giusto; non sono contrario: avevo letto il suo ordine del giorno e ho molto rispetto del Parlamento, della sua persona e del suo suggerimento, che mi ha trovato sensibile su una problematica molto seria, quella degli incidenti in presenza di nebbia.
Il Governo ritiene, in termini cumulativi, di accogliere come raccomandazione tutti gli ordini del giorno; quanto al suo atto, lei mi chiede una collocazione ed una allocazione delle risorse, che certamente deve esserci da parte dello Stato attraverso una ricerca seria sul piano tecnologico. Infatti, non vi è ancora, pur con tutte le sperimentazioni, un sistema serio per evitare ed eliminare gli incidenti stradali quando c'è nebbia.
Ciò che lei sostiene, onorevole Frigato, è giusto, ed intendo ribadirlo, poiché deve essere posta in essere un'azione sempre più coordinata tra l'ANAS e le diverse società concessionarie. Anche se non ho nessun motivo particolare per accettare il suo ordine del giorno, onorevole Frigato, vorrei farle osservare che ho ritenuto comunque di esprimere una valutazione uguale ed equanime su tutti gli ordini del giorno presentati.
Si desidera che io cambi il parere testé espresso, ma vorrei evidenziare che ho assunto, in Parlamento, l'impegno di valutare uno per uno gli atti di indirizzo presentati e di attuarli, perché, dal momento che sono anch'io un parlamentare, so bene che fine fanno gli ordini del giorno.
Questo era l'impegno assunto dal Governo: se vogliamo, possiamo discutere su


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ogni singolo ordine del giorno presentato, ma vorrei sottolineare che si è trattato di una posizione non solo estremamente corretta, ma soprattutto rispettosa del Parlamento e della sua persona, onorevole Frigato, poiché lei ha sollevato una questione estremamente seria ed importante, alla quale sono sensibile.

PRESIDENTE. Onorevole Frigato, insiste allora per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/6150/16 (Commenti del deputato Frigato)? Mi dica solamente se intende farlo porre in votazione o meno, perché il «dialogo» con il viceministro è finito (Commenti del deputato Frigato)! Onorevole Frigato, deve soltanto dichiarare se insiste per la votazione, altrimenti si intende che abbia accolto le intelligenti considerazioni formulate dal Governo!

GABRIELE FRIGATO. Signor Presidente, provo a «tradurre» quanto affermato dal signor viceministro: ha accettato il mio ordine del giorno n. 9/6150/16?

PRESIDENTE. Onorevole Frigato, le ricordo che il Governo ha accolto come raccomandazione tutti gli ordini del giorno presentati!

GABRIELE FRIGATO. Ho ascoltato con grande rispetto le riflessioni formulate dal viceministro. Anche se non ho assolutamente alcun motivo per mettere in dubbio la buona fede del Governo, rappresentato in questa sede dall'onorevole Tassone, ritengo tuttavia che, di fronte ad un problema così grave, accolto nella sua gravità dall'Esecutivo...

PRESIDENTE. Ma il Governo ha accolto il suo ordine del giorno come raccomandazione: non credo che abbia cambiato parere!

GABRIELE FRIGATO. Signor Presidente, non ritengo sufficiente l'accoglimento del mio ordine del giorno come raccomandazione!

PRESIDENTE. Ho capito, ma allora dichiari se insiste per la votazione o meno!

GABRIELE FRIGATO. Signor Presidente, allora insisto per la votazione: pensavo di aver capito diversamente (Commenti)!

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Frigato: in tal caso, il Governo non accetta il suo ordine del giorno n. 9/6150/16.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Frigato n. 9/6150/16, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 418
Votanti 416
Astenuti 2
Maggioranza 209
Hanno votato
204
Hanno votato
no 212).

GRAZIANO MAZZARELLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GRAZIANO MAZZARELLO. Signor Presidente, accetto la posizione espressa dal Governo sul mio ordine del giorno n. 9/6150/7 e non insisto per la sua votazione. Vorrei tuttavia intervenire brevemente per evidenziare che si tratta di un ordine del giorno che chiede di prestare attenzione al tema delle officine di revisione, che stanno svolgendo, nel paese, un ruolo positivo al fine di garantire la sicurezza stradale.
Nel mio ordine del giorno, infatti, si chiede al Governo di rivedere, dopo gli investimenti che tali officine hanno effettuato, le tariffe, poiché sono bloccate dal 1999, facendo altresì chiarezza sulle procedure


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burocratiche ed amministrative, che gravano moltissimo su tali soggetti. Pertanto, chiedo di rivolgere una maggiore attenzione agli investimenti compiuti dalle imprese di autoriparazione, effettuando anche maggiori controlli amministrativi.
Ho voluto sottolineare tale aspetto poiché so bene come gli ordini del giorno approvati, tanto più quelli accolti dal Governo come raccomandazione, successivamente spesso scompaiano, come è accaduto nel caso di un ordine del giorno molto importante, approvato dall'Assemblea qualche tempo fa, relativo ai finanziamenti portuali. Su tale atto di indirizzo, infatti, si erano impegnati tutta la Camera e mezzo Governo, tuttavia tali finanziamenti, nell'ambito del disegno di legge finanziaria, continuano a rimanere bloccati!
Pertanto, signor viceministro, la pregherei di occuparsi davvero delle officine di revisione degli autoveicoli, che in questo momento stanno assolvendo ad un ruolo importante. Ribadisco, infatti, che esse hanno bisogno di maggiore attenzione sia in ordine alla revisione delle tariffe, sia in termini di controlli più efficaci. Anche se sono soddisfatto dell'accoglimento del mio ordine del giorno come raccomandazione, desidero tuttavia che sia veramente attuato.

ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, vorrei ricordare al signor viceministro che mi ero precedentemente raccomandato per chiedere attenzione sul mio ordine del giorno n. 9/6150/10.
Signor viceministro, vorrei evidenziarle che, nella seduta odierna, abbiamo attribuito nuove, diverse e più ampie competenze alla polizia stradale. Nel mio ordine del giorno abbiamo documentato come sia registrata una contrazione di 500 unità delle pattuglie della polizia stradale; inoltre, il numero delle pattuglie impiegate mensilmente si è sensibilmente ridotto, ed esse devono controllare circa 500 chilometri di rete stradale per ogni turno.
Volevamo chiedere al Governo, pertanto, di impegnarsi concretamente su tale tema. Chiedo dunque a lei, signor viceministro, che ha dimostrato di essere particolarmente sensibile a questi temi sia nelle parole, sia negli atti, di non limitarsi ad accogliere come raccomandazione il mio ordine del giorno n. 9/6150/10, demandando la sua attuazione alla burocrazia, ma di impegnare formalmente il Governo su una questione che, al di là di tutto ciò che abbiamo discusso in ordine al provvedimento in esame, riteniamo di grande rilevanza.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dei restanti ordini del giorno non insistono per la votazione.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 6150)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Raffaldini. Ne ha facoltà.

FRANCO RAFFALDINI. Signor Presidente, noi voteremo contro la conversione in legge di questo decreto-legge e cercherò di motivarne le ragioni.
Noi riteniamo che il codice della strada - assieme ad altri provvedimenti che citerò in seguito - abbia quale «bussola» la sicurezza. Deve trattarsi di un codice moderno, ma che abbia allo stesso tempo la capacità di durare nel tempo, di essere assestato e duraturo, sia nelle norme, sia nelle tabelle dei punti. Riguardo a queste ultime, quando fu introdotta la patente a punti - raccogliendo, pur con un ritardo di sedici mesi, un'indicazione precisa contenuta in una legge delega voluta dal centrosinistra ed approvata da questo Parlamento nel marzo 2001, che aveva quale punto essenziale, tra gli altri, proprio


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l'introduzione della patente a punti - essa fu percepita come un vero elemento deterrente (oltre alle sanzioni finanziarie) rispetto agli incidenti stradali. Tali incidenti continuano a rappresentare seppure in un quadro di riduzione, un fenomeno che si configura come una vera e propria strage (Commenti)... Alcuni colleghi sono un po' in difficoltà, signor Presidente!
La necessità di una stabilità, di evitare continue manomissioni, di dare certezze sia ai cittadini sia agli operatori, sia infine a coloro che devono esercitare un controllo è l'elemento essenziale di una legge che deve avere quale obiettivo la sicurezza (Commenti).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per cortesia! Consentite all'onorevole Raffaldini di proseguire il suo intervento. Onorevole Raffaldini, prosegua pure.

FRANCO RAFFALDINI. Noi avevamo individuato tre punti essenziali sui quali indirizzare i nostri orientamenti e le nostre indicazioni: le strade, i veicoli e le persone.
Per quanto riguarda le strade (Commenti). Signor Presidente...

PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Raffaldini. Onorevole Sanza, per cortesia, si sieda al tavolo del Comitato dei nove!
Prego, onorevole Raffaldini, può proseguire.

FRANCO RAFFALDINI. Le infrastrutture, ossia le strade, sono il primo elemento sul quale intervenire, perché siano sicure e, quindi, ben costruite, ben mantenute, ben asfaltate, ben illuminate, ben segnalate e ben controllate. Infatti, la legge delega di riforma del codice della strada varata dal centrosinistra nella scorsa legislatura fu immediatamente accompagnata da un piano nazionale sulla sicurezza stradale dotato di consistenti finanziamenti, in modo che tutti i titolari delle strade - ANAS, regioni, province o comuni - con un'iniziativa concertata, nell'ambito del piano nazionale della sicurezza stradale, concorressero, per l'aspetto specifico delle infrastrutture, a diminuire i morti, i feriti e gli invalidi permanenti causati dagli incidenti stradali.
Il secondo punto è quello relativo ai veicoli. Si tratta di capire come intervenire per moltiplicare i meccanismi di sicurezza sui veicoli circolanti sulle nostre strade, anche formalmente: penso ai sistemi di frenata, all'ABS, agli airbag, alle cinture di sicurezza ed al casco, che danno, appunto, più sicurezza a chi deve guidare un mezzo.
Il terzo punto riguardava le persone: da una parte, abbiamo considerato il profilo preventivo ed educativo (mi riferisco al patentino per i ragazzi, all'educazione alla sicurezza stradale); dall'altra, abbiamo pensato anche a degli elementi dissuasivi (non a caso, intervenimmo sulla patente a punti, che era una riforma sentita da molti cittadini).
Veniamo dunque alle strade, ai veicoli e alle persone. Per quanto concerne le strade e, in particolare, il famoso piano nazionale sulla sicurezza stradale, dal 2001 ad oggi, ogni legge finanziaria ha operato tagli del 30 per cento. Praticamente, siamo in una situazione difficilissima!
Vorrei ricordare, a tal proposito, quanto detto pochi giorni fa dal ministro Lunardi a Verona, nel corso della riunione informale dei ministri dei trasporti dell'Europa allargata, degli Stati Uniti e dell'Unione sovietica. Egli ha affermato: «Per la sicurezza stradale spendiamo 15 milioni di euro all'anno, che provengono dalle multe. So benissimo che è ben poca cosa». Sono parole testuali del ministro Lunardi. Ci troviamo in questa situazione e quante chiacchiere si stanno facendo al riguardo! Quanto alla questione delle infrastrutture, non c'è niente da fare.
Vi è una grande contraddizione tra le continue promesse di nuove riforme, che ogni tanto nascono, muoiono e risorgono. Si parla di una riforma del codice della strada che vada nel senso della semplificazione: pochi articoli (circa quaranta) e, poi, tutto il resto delegificato. Ogni tanto ritorna questa proposta, ma tutto rimane nel cassetto.


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Da una parte, si parla di riforme e semplificazione, ma, dall'altra, guardiamo all'iter di questo provvedimento! Tale provvedimento, che originariamente constava di un articolo, è diventato un libro, un groviglio intricato. Addirittura, è stato trasmesso alla Camera con ulteriori aggiunte, ed i colleghi della maggioranza hanno presentato emendamenti di tutti i colori. Ne ricordo uno, senza citarne l'autore, che addirittura intendeva regolamentare il caso in cui un'infrazione fosse compiuta dagli ambasciatori o dai consoli onorari. Siamo arrivati a questo punto! Ciò per dimostrare come la confusione regni su tale argomento.
Per questo motivo scegliemmo la legge delega; altrimenti, vi sarà sempre una baraonda. Fra poche settimane, ci sarà la necessità di apportare modifiche a questo provvedimento, perché non è stato predisposto in modo razionale. Bisognerà subito correggere alcune disposizioni.
Ed è vera l'osservazione svolta dall'onorevole Rosato. Egli ha affermato che, se qualcuno uscendo da questa aula dovesse dire ai giornalisti cosa è stato votato oggi, potrebbe dare una o due risposte. Ma qui ci sono 50, 60, 70 articoli! Se ci si chiedesse conto di cosa è stato approvato oggi, probabilmente si scuoterebbe la testa, si balbetterebbe, non si saprebbe cosa dire; guardando l'orologio si direbbe: non ho tempo, ci vediamo domani. Ciò per sfuggire alla domanda. Altre volte sappiamo dire cosa abbiamo approvato; ciò per dimostrare quanta confusione vi sia.
Il problema della sicurezza riguarda certo le norme, ma esse vanno accompagnate da altri provvedimenti, come abbiamo fatto noi del centrosinistra, e non mi riferisco solo al piano nazionale sulla sicurezza stradale. Visto che la stragrande maggioranza degli incidenti avviene nelle aree urbane, per la congestione, per l'inquinamento, per la mancanza di sicurezza, si avviò una grande riforma - allora finanziata - sul trasporto pubblico locale. Tale riforma era mirata a spingere le persone all'utilizzo del mezzo pubblico ed a limitare la congestione e gli incidenti, che in questo caso coinvolgono anche le fasce deboli, i ragazzi, le persone anziane, quelli che si trovano sui marciapiedi o sulle linee di attraversamento. Questa è la realtà! Avete portato questo comparto alla crisi finanziaria e con il disegno di legge finanziaria avete ulteriormente ridotto le risorse per il trasporto pubblico locale. Questa è la realtà!
In che modo, allora, affrontate il problema della sicurezza, che è il faro essenziale?
L'ultima cosa: si potevano coinvolgere regioni e province e lavorare con loro, senza manomettere le loro competenze, ad un grande piano che coinvolgesse tutti sulla partita della sicurezza.
Per quanto riguarda l'autotrasporto, avete rimandato per sei mesi il problema dei retrorifrangenti, perché pensavate così di andare incontro alle esigenze degli autotrasportatori. Gli autotrasportatori, però, hanno ben altri problemi in tema di sicurezza. In questi giorni dovete dare risposte ben più efficaci agli autotrasportatori, non solo sulla semplice questione delle strisce retroriflettenti.
Infine, in questo provvedimento avete usato soprattutto il sistema di alzare la voce, che significa alzare le pene e basta. Non avete affrontato il problema dei controlli. Viva le sanzioni! Mettiamo in galera la gente, bevesse anche mezza birra! Blocchiamo tutto! Contemporaneamente, già nei mesi passati, avete aumentato di oltre 2 euro e mezzo, ossia più di cinquemila lire, il costo di tutte le operazioni per immatricolare il veicolo, ottenere la patente di guida, effettuare il cambio della targa, per il trasferimento di proprietà, la revisione, il rinnovo della patente, il duplicato dei documenti, i contrassegni...

PRESIDENTE. Onorevole Raffaldini, concluda!

FRANCO RAFFALDINI. Questa è la situazione che noi non condividiamo (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

EUGENIO DUCA. Bravo, Franco!


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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà.

LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, noi Socialisti democratici italiani voteremo contro questo provvedimento. Lo faremo non perché siamo contro le norme sulla sicurezza stradale, anche perché siamo fortemente convinti, come tutti i cittadini italiani ed europei, che vi sia la necessità di intervenire in modo organico e sostanziale sui problemi che riguardano la sicurezza e, conseguentemente, la riduzione delle vittime sulle strade italiane, il cui numero, purtroppo, è notevole. Come si diceva precedentemente, le vittime sono circa 7 mila all'anno. Notevoli sono gli invalidi e gli incidenti che producono effetti devastanti nella vita quotidiana dei nostri cittadini.
Quindi, come tutti i cittadini, riteniamo necessario intervenire sulle cause oggettive e soggettive, per fare in modo che questi problemi e le conseguenze che si verificano giorno per giorno sulle strade siano, se non eliminate, almeno ridotte, come indicano le direttive europee.
Il dato vero è che questo provvedimento, purtroppo - lo diciamo in virtù delle questioni che ho sottolineato in precedenza -, non agisce in modo strutturale sulle cause oggettive e soggettive della mortalità e delle invalidità permanenti.
Noi avremmo preferito che si potesse discutere tranquillamente, in modo approfondito, di queste problematiche, pur in presenza di un provvedimento che è stato sostanzialmente modificato anche al Senato, dove si è partiti da un articolo unico per giungere ad un testo composto di più articoli. Speravamo che si potesse discutere per fare in modo che questo provvedimento disorganico, presentato dal Governo, almeno fosse modificato sostanzialmente. Tali modifiche le avevamo sottoposte all'attenzione della maggioranza e dell'Assemblea, affinché si attutissero le problematiche relative all'inorganicità del provvedimento stesso.
Con questo vogliamo dire che non vi è semplicemente la necessità di inasprire da un punto di vista sanzionatorio (amministrativo e pecuniario) le modifiche apportate nella tabella dei provvedimenti, ma vi è la necessità oggettiva di intervenire con riferimento alle difficoltà che, giorno per giorno, si incontrano sulle strade della nostra nazione. Non è pensabile che non si possa definire un piano organico di interventi per migliorare la viabilità e le infrastrutture sostanziali del nostro paese. Se pensiamo che moltissimi incidenti avvengono all'interno delle cinte urbane, vi sarebbe stata la necessità di migliorare la cosiddetta mobilità urbana, che invece è stata oggettivamente penalizzata; e peraltro lo è ancora oggi, se pensiamo alle misure previste nella finanziaria, che nelle prossime settimane discuteremo dettagliatamente, mi auguro con risultati positivi per una sua modifica.
Vi è la necessità di definire un piano sistematico e non contraddittorio con riferimento alla normativa in materia di trasporto pubblico urbano, un provvedimento rispetto al quale, purtroppo, non si vede ancora la possibilità che sia discusso in questa Assemblea. Non vi sono risorse per dare più efficienza e sicurezza al trasporto ferroviario, così come certamente non vi è possibilità di migliorare le cosiddette autostrade del mare; anzi, in quest'ultimo caso vi è una riduzione sostanziale dei finanziamenti. Ciò significa, in buona sostanza, che tutto il traffico è oggi concentrato notevolmente sulle nostre arterie urbane, extraurbane e autostradali.
Quindi, in presenza di un aumento del trasporto su gomma, vi sarebbe stata la necessità di impegnarsi, investendo delle risorse, sui cosiddetti percorsi alternativi; mi riferisco sia alle strade ferrate, sia alle strade e alle autostrade del mare. Ciò al fine di diminuire l'incidenza del trasporto sulle strade urbane, extraurbane e autostradali. Questo invece non accade, perché non è stato assolutamente preso in considerazione da questo Governo. Quindi, conseguentemente, non vi è una diminuzione dei drammi della strada.
Dal nostro punto di vista, non vi è neanche il contemperamento tra le sanzioni applicate ed una migliore e maggiore


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sorveglianza sulle nostre strade. Su questo aspetto, il Governo, invece che aumentare le sanzioni previste (come ha fatto in questo provvedimento), avrebbe dovuto - com'è accaduto all'inizio, quando fu introdotta la patente a punti (peraltro sottolineiamo che essa non è merito di questo Governo, dato che fu approvata dal Governo di centrosinistra) - migliorare la sorveglianza sulle strade, una misura che determinò in quel periodo un notevole abbattimento dell'incidenza sia della mortalità, sia delle invalidità permanenti.
Tuttavia, ciò non è possibile, perché, come emerge dai dati richiamati nella legge finanziaria, si ripropone, come negli anni passati, una riduzione degli interventi finanziari per fare in modo che le Forze dell'ordine siano più presenti, con un ruolo più continuo, sulle strade italiane.
Questi motivi e tanti altri, sottolineati e sviscerati ampiamente dai colleghi del centrosinistra, ci inducono convintamente a non esprimere un voto favorevole sul provvedimento in esame; anzi, come affermato precedentemente, i Socialisti democratici italiani sono convinti di votare contro il provvedimento in esame, perché è della stesse veste di tanti altri provvedimenti, presentati da questo Governo al Parlamento, che sono risultati impropri e disorganici. In particolare, in questo momento e con questo specifico provvedimento, non si interviene sulle cause per diminuire la mortalità e l'invalidità permanente dei cittadini italiani.
Per tali motivi, preannunzio l'espressione di un convinto voto contrario sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Misto-SDI-Unità Socialista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zeller. Ne ha facoltà.

KARL ZELLER. Signor Presidente, nella generale distrazione dell'Assemblea è stata approvata una norma che, a mio parere, inasprisce oltre misura le sanzioni per guida in stato di ebbrezza. Non solo viene triplicata la sanzione dell'arresto (da uno a tre mesi) e si aumenta l'ammenda (si quadruplica la sanzione già esistente), ma si prevede addirittura la confisca dell'automobile o del trattore o del motociclo.
Lo stato di ebbrezza si determina quando sono stati bevuti tre bicchieri di alcool e si registra oltre lo 0,5 di tasso alcolemico; ne consegue la sanzione della confisca della macchina, salvo che sia intestata a terzi, ma possiamo immaginare cosa accadrà a migliaia di cittadini? In futuro, quando entrerà in vigore questa norma, verrà confiscato il mezzo e non si tratterà di un fermo, perché l'automezzo verrà messo all'asta! Non voglio difendere chi guida in stato di ebbrezza, ma vi è un limite a tutto!
Non esiste paese al mondo in cui si preveda la sanzione della confisca della macchina e la sua vendita all'asta, dopo aver bevuto tre bicchieri di alcool! Verranno puniti, come accade quasi sempre, i semplici cittadini che non possono permettersi di intestare la macchina alla propria società.
Inoltre, il periodo di sospensione della patente è stato aumentato (per conseguire la patente vi saranno vari test psicologici).
Credo, comunque, che il Parlamento abbia esagerato nella sanzione della confisca, peraltro in controtendenza rispetto all'indirizzo adottato per quanto riguarda la confisca dei motocicli. Sono state attenuate le sanzioni nel caso si circoli in due sugli stessi e non è più prevista la sanzione della confisca del mezzo, ma solo nel caso si commetta un reato con il motociclo e adesso introduciamo per il conducente in stato di ebbrezza la confisca della macchina. Non credo che questa sia una cosa ragionevole e ritengo che il Parlamento avrebbe dovuto decidere diversamente. Sono anche convinto che la maggior parte dei colleghi non sanno cosa hanno votato, perché non penso che la maggior parte dell'Assemblea sia stata consapevole della conseguenza di questo voto.
Noi della componente politica Minoranze linguistiche del gruppo misto - credo di poter parlare anche a nome degli altri colleghi - votiamo convintamene contro questa norma sapendo che, essendo


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prossimo alla scadenza, questo decreto-legge difficilmente potrà essere modificato al Senato. Tuttavia, speriamo in una modifica successiva perché crediamo che in questo caso il Parlamento abbia davvero esagerato (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Minoranze linguistiche e Misto-SDI-Unità Socialista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Guido Dussin. Ne ha facoltà.

GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, solo due parole per dare forza a quanto appena affermato dal collega Zeller. Credo che nell'esame di questo decreto-legge ci sia stato un errore fondamentale da parte un po' di tutti i gruppi, come dimostra in questo momento la sanzione della confisca del mezzo. Spero peraltro che da parte del Governo ci sia la possibilità di intervenire, in altra occasione o in altro provvedimento, per porre rimedio agli errori commessi.
Riguardo al provvedimento, voteremo in senso favorevole perché sono numerose le iniziative che ci hanno soddisfatto. Tuttavia, ci riteniamo ancora insoddisfatti per quanto riguarda una possibile sanatoria che poteva consentire di riprendere in modo corretto la via della sicurezza.
Siamo invece soddisfatti - e di questo ringraziamo il Governo - per due iniziative che sono state promosse dal nostro gruppo: quella di dare la possibilità ai giovani di 17 anni, accompagnati dai loro genitori, di adoperarsi alla guida per migliorare la loro pratica prima di sostenere l'esame di guida una volta raggiunta la maggiore età, e quella di non sottrarre i punti se si commette un'infrazione ai limiti di velocità nei centri abitati entro i venti chilometri orari.
In conclusione signor Presidente, chiedo l'autorizzazione alla pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei consueti criteri.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Panattoni. Ne ha facoltà.

GIORGIO PANATTONI. Signor Presidente, vorrei richiamare un momento l'attenzione di tutti i colleghi per il rispetto che porto alla nostra presenza in quest'aula, alla dignità di questo Parlamento e per il ruolo che abbiamo verso il paese. Credo che, tutti insieme, abbiamo fatto una grande brutta figura: abbiamo fatto una cosa che sarebbe bene evitare d'ora in avanti, con un impegno formale da parte di tutti. Su un decreto-legge che avrebbe richiesto dieci righe, abbiamo aggiunto, prima, venti pagine inventate di codice della strada, e poi quaranta pagine di emendamenti veri, in una situazione paradossale, compiendo gravissimi errori, senza confrontarsi con nessuno, subendo l'attacco di tutte le lobby italiane, avendo dovuto dire dei «sì» e dei «no» a seconda delle convenienze, anziché a seconda dei valori che volevamo salvaguardare.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ALFREDO BIONDI (ore 17,35)

GIORGIO PANATTONI. Siamo incorsi in errori clamorosi, come quello relativo alla confisca del mezzo se si beve un bicchiere di più! Il tutto perché, in questo modo, si è voluto affrontare il problema di un equilibrio degli interessi esterni a questo Parlamento nella maniera più sbagliata.
Ritengo che tutti insieme si debba svolgere una riflessione e decidere che un'avventura di tale natura non vogliamo più ripeterla e che, quando si emanano leggi come il codice della strada, esiste un'etica a monte, superiore a quella degli interessi presenti nel paese, che dovremmo rispettare a priori. Ne va della nostra dignità, del nostro modo di lavorare, della brutta figura che abbiamo fatto oggi e di quelle che continueremo a fare se non assumiamo un impegno di questa natura.
Non credo si tratti di un impegno di destra o di sinistra, ma di un impegno che


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il Parlamento deve assumere prima con se stesso e poi nei confronti del paese. Se lo farà, sarà un Parlamento che ha ancora qualcosa da dire, se continuerà a lavorare in questo modo, bisogna augurarsi che dimostri un minimo di professionalità e di etica nell'affrontare problemi così gravi, che vengono considerati in un modo così scriteriato e fuori da ogni logica (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Laurentiis. Ne ha facoltà.

RODOLFO DE LAURENTIIS. Signor Presidente, intervengo per esprimere l'apprezzamento del mio gruppo per il lavoro svolto dal viceministro Tassone, dal relatore e dalla Commissione che, rispetto a punti di forte criticità, è riuscita a trovare soluzioni adeguate all'obiettivo.
Siamo di fronte ad un miglioramento sostanziale del testo proposto alla nostra attenzione, attraverso il quale si era riusciti a risolvere i nodi cruciali nel segno e con l'obiettivo prioritario dell'aumento della sicurezza della circolazione nel nostro paese. Sono queste le linee guida cui si è ispirato il lavoro della Commissione trasporti e del Governo. Per tale motivo preannuncio il voto favorevole del gruppo dell'UDC sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tuccillo. Ne ha facoltà.

DOMENICO TUCCILLO. Signor Presidente, ritengo non sia inutile ricordare anche in quest'occasione il fatto che, da alcuni mesi, in quest'aula procediamo soltanto a colpi di decreti-legge o di provvedimenti approvati a seguito della posizione della questione di fiducia.
Occorre evidenziare un'alterazione del procedimento legislativo, un uso strumentale di tale procedimento oltre che del prodotto legislativo. In questi anni, abbiamo osservato l'uso strumentale della legge rispetto a grandi questioni relative ai temi della giustizia e dell'economia; uso strumentale che oggi registriamo anche se su un provvedimento, tra virgolette, minore.
Il provvedimento presentato dal Governo, che avrebbe dovuto avere il solo scopo di porre rimedio ad un errore legislativo censurato dalla Corte costituzionale e di intervenire sulla norma per restituirle correttezza costituzionale, al Senato si è «gonfiato» in modo abnorme, passando da 2 a ben 24 articoli. Si tratta di articoli che contemplano peraltro le materie più eterogenee. Si va dal tentativo di intervenire normativamente sulla questione dei trasporti eccezionali ai telepass, dalle misure relative alla confisca degli autoveicoli alle macchine agricole. Una congerie di interventi assolutamente eterogenei e disorganici e, soprattutto, assolutamente inappropriati allo strumento del decreto-legge, cui si è fatto ricorso. Le dichiarazioni rese poco fa dal collega Dussin in merito alla confisca degli autoveicoli nel caso di guida in stato di ebbrezza evidenziano l'inadeguatezza di questo strumento rispetto alla complessità e alla delicatezza delle materie trattate, che avrebbero richiesto un approfondimento, un dibattito, un confronto molto più approfondito e serio tra maggioranza e opposizione. Emerge chiaramente l'inadeguatezza e la contraddittorietà dello strumento del decreto-legge rispetto alla tipologia dell'intervento.
L'impianto e lo spirito del provvedimento, nonostante gli sforzi compiuti, i miglioramenti ottenuti e il paziente lavoro di tessitura condotto anche con molto buonsenso, bisogna riconoscerlo, dal relatore, onorevole Pezzella, resta quello licenziato dal Senato. L'impianto e lo spirito del provvedimento restano decisamente sanzionatori e decisamente vessatori, per quanto riguarda l'aumento delle sanzioni pecuniarie, per quanto riguarda l'inasprimento delle sanzioni amministrative accessorie e per quanto riguarda l'aumento delle tariffe, che si pongono sostanzialmente


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in linea con le misure già adottate da questo Governo nel giugno 2005. In quell'occasione, come ha ricordato l'onorevole Raffaldini e come ha altresì ricordato, nel corso di numerosi interventi svolti sia nella giornata di oggi sia in quella di ieri, l'onorevole Duca, abbiamo registrato aumenti di circa 2,66 euro per tutte le pratiche automobilistiche che attengono ad esempio ai cambi di proprietà, all'immatricolazione, ai cambi di targa. Si tratta di una serie di tariffe, di balzelli e di tasse che i cittadini debbono versare per poter gestire la propria automobile e il proprio trasporto su gomma.
A questi interventi, che non sono andati neppure a rimpinguare le casse della Motorizzazione, ma che sono stati assorbiti dal Ministero dell'economia delle finanze e che sono stati quindi utilizzati per altri obiettivi e altre finalità diverse dal trasporto, si aggiunge oggi un ulteriore intervento molto pesante, pari a ben 24 milioni di euro annui, per finanziare il CED, il Centro di elaborazione dati, che è lo strumento fondamentale e indispensabile per far funzionare l'intero sistema della patente a punti.
Questo significa che sino ad oggi il CED non è stato finanziato ed il sistema non ha funzionato così come avrebbe dovuto. Ora, per attivare il funzionamento del Centro elaborazione dati si mettono ancora una volta le mani nelle tasche dei contribuenti e, oltre le tassazioni ed i balzelli introdotti nel giugno del 2005, si aumenta ancora di 24 milioni di euro all'anno l'intervento nelle tasche dei cittadini per finanziare il tutto. Si tratta quindi di un intervento sbagliato sia nella logica che nella sostanza, un intervento sbagliato dal punto di vista dell'impianto stesso del provvedimento.
Ciononostante alcuni miglioramenti significativi sono stati apportati grazie al confronto che comunque si è tenuto in questa Assemblea, grazie al confronto e alle modifiche che l'opposizione ha imposto al provvedimento. Penso alle norme relative ai trasporti eccezionali, rispetto alle quali probabilmente qualche interesse lobbistico di troppo aveva prodotto una normativa che rischiava di essere fortemente lesiva degli interessi della nostra industria; penso ad alcune figure non ben identificate neanche dalla letteratura sui trasporti e neanche dagli approfondimenti del nostro Servizio studi, a figure o forme di autoveicoli non ancora ben identificate, quali, ad esempio, il cosiddetto carrello dolly, un neologismo inserito in questo testo normativo che abbiamo provveduto ad eliminare. Penso alla restituzione d'ufficio dei punti, altra cosa fondamentale che abbiamo ottenuto noi dell'opposizione, per i titolari degli autoveicoli estranei alla commissione dell'infrazione essendo la stessa imputabile ad un terzo in quel momento alla guida. In questo caso la restituzione dei punti della patente deve essere fatta d'ufficio e non a seguito di una richiesta del soggetto leso nel proprio diritto, evitando altre incombenze a carico del cittadino.
Insomma, si tratta di una serie di aggiustamenti che sicuramente hanno mitigato l'impatto di questo provvedimento, ma che non hanno risolto i nodi di fondo del sistema dei trasporti e del sistema della sicurezza nell'ambito della mobilità attraverso il trasporto su gomma, che era e resta il grande obiettivo da perseguire. I sistemi di controllo non sono rafforzati, i finanziamenti alle Forze dell'ordine, alla polizia stradale in particolare, sia per gli organici sia per le attrezzature, sono decurtati considerevolmente. Le tecnologie e le strumentazioni tecniche atte a favorire sistemi di controllo più efficienti non sono state attivate. Il CED è finanziato con ulteriori esborsi estorti ai cittadini. Il piano nazionale sulla sicurezza stradale, come ha ricordato l'onorevole Raffaldini, viene finanziato con appena 15 milioni di euro, ritenuti dallo stesso ministro Lunardi assolutamente insufficienti affinché si possa avere un piano nazionale sulla sicurezza stradale efficace, tale da poter rispondere, appunto, alle esigenze dei cittadini e della sicurezza.
Per queste ragioni noi riteniamo questo provvedimento sbagliato sia nella sua impostazione


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e nel suo rigore formale sia nella sua sostanza e, quindi, voteremo contro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Meroi. Ne ha facoltà.

MARCELLO MEROI. Signor Presidente, intervengo brevemente per ricordare che il provvedimento giunto al nostro esame esigeva di essere rivisto in alcune sue parti. A questo fine, in Commissione è stato svolto un buon lavoro che ci ha consentito sia di adeguarlo alla pronuncia della Corte costituzionale in materia di restituzione dei punti ai cittadini, sia di modificare la norma in ordine alla confisca dei ciclomotori, che adesso prevediamo unicamente per la commissione di gravi reati, sia anche di riorganizzare il Centro elaborazione dati e alcune strutture periferiche e centrali del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Infine, in questi ultimi giorni, siamo riusciti, con un faticoso lavoro, condiviso anche dall'opposizione, ad introdurre nel testo delle modifiche migliorative che ci hanno consentito di eliminare alcuni aspetti sanzionatori che potevano sembrare, e forse lo erano, un po' troppo esagerati.
Il lavoro è stato incentrato su due aspetti fondamentali. Il primo è quello della sicurezza. Quello al nostro esame è un provvedimento concernente un tema che viene da lontano. Il fatto di essere riusciti a ridurre il numero degli incidenti stradali e delle vittime ritengo possa considerarsi un vanto per questo Parlamento e, in particolare, per tutte le forze politiche che si sono riconosciute nel provvedimento originario. Il secondo aspetto, che considero molto positivo, è di evitare che quella di cui si discute possa essere considerata una normativa a carattere meramente sanzionatorio. Quando si discute di viabilità e si cerca in qualche maniera di educare i cittadini, bisogna fare soprattutto attività di prevenzione ed educazione alla guida dei veicoli, ma non solo. Quello in esame è un provvedimento che abbiamo modificato proprio con questo spirito e credo che siamo riusciti, alla fine, a raggiungere l'obiettivo.
Per tutti questi motivi, dichiaro convintamente il voto favorevole del gruppo di Alleanza nazionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, alla luce delle dichiarazioni di voto fin qui svolte, in particolare di quella del collega Tuccillo, mi limiterò a svolgere solo alcune osservazioni.
Mi preme innanzitutto dire che è ora di dire basta con questo sistema! Dico ciò con chiarezza, in quanto ne sono profondamente convinto. Basta procedere così! Non si può legiferare in questa maniera! Quello che sarà trasmesso al Senato è un testo confuso: era stato trasmesso alla Camera un testo già confuso ed ora viene inviato al Senato in una formulazione che forse è meno confusa di quella giunta qui alla Camera, ma che rimane comunque confusa.
Il provvedimento, a mio avviso, sarà di difficile applicazione in quanto contiene norme discordanti e non c'è nulla che chiarisca quale sia la politica di questo Governo in termini di sicurezza stradale. Con questo provvedimento sono state «toccate» anche le tabelle dei punti, cosa che, in precedenza, tutti avevamo dichiarato in Commissione di non voler fare, e su questo era d'accordo anche il Governo. Purtroppo, sono state toccate le tabelle dei punti, che con difficoltà in questi anni eravamo riusciti a spiegare ai nostri concittadini.
Sui temi della sicurezza stradale si sono compiuti dei passi indietro. In precedenza, avevo posto in rilievo che ogni pattuglia della polizia stradale si trova a dover controllare 500 chilometri di strade stradali ma, nonostante ciò, con questo provvedimento si prevede di togliere alla polizia stradale, nell'espletamento di questo servizio, il supporto della polizia municipale. Questo, a mio avviso, è stato un errore e ciò non solo nel rapporto con i


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comuni ma anche in termini di allentamento della sicurezza.
Sono stati previsti aumenti delle tariffe dei servizi, che ricadranno sui cittadini, al fine di raccogliere risorse destinate a far funzionare il Centro di elaborazione dati. A questo proposito, abbiamo offerto al Governo il nostro sostegno allo scopo di consentire che tale Centro funzionasse, ma non eravamo d'accordo che ciò dovesse avvenire aumentando le tariffe dei servizi.
Ricordo che qui alla Camera, in passato, si è discusso su un altro provvedimento. In quell'occasione, sono stato uno dei più forti sostenitori della necessità di intervenire sugli spot per gli alcolici in televisione. La lobby dell'alcol ha impedito in quell'occasione di far approvare gli emendamenti con i quali si chiedeva che tali spot venissero messi in onda durante le trasmissioni per i bambini. Oggi abbiamo approvato, con il consenso del Governo e della maggioranza, una norma che prevede la confisca degli autoveicoli dopo aver bevuto un bicchiere di grappa. Credo che in tutto debba esserci una misura.
Oggi, insieme all'arresto, insieme ai 4 mila euro di multa, abbiamo introdotto la misura della confisca, mentre avevamo concordato sul fatto che tale strumento dovesse essere utilizzato in maniera diversa. La confisca dell'autoveicolo è un errore!
Il nostro giudizio resta complessivamente negativo perché, in questa materia, non c'è stata una politica di sicurezza e nemmeno una politica di rigore, ma soltanto una politica confusa, dalla quale non viene un messaggio chiaro al paese. Noi, invece, ritenevamo e riteniamo giusto dare un messaggio chiaro al paese in materie che, come quella della quale ci stiamo occupando, riguardano in maniera molto marcata la vita dei nostri cittadini.
Quindi, il nostro voto sarà convintamente contrario.
Dovremo ritornare sulla materia per riparare ai molti errori che sono stati commessi. Mi dispiace perché, in questa materia, era necessario un lavoro comune. Ciò detto, desidero comunque riconoscere il lavoro svolto dal viceministro Tassone, il quale ha cercato di collaborare su tutte le questioni sulle quali si poteva collaborare, e dai colleghi della Commissione, con il contributo dei quali siamo riusciti a risolvere questioni complesse, migliorando il testo in esame. Ciò non toglie che, per le motivazioni già illustrate, esprimeremo un voto contrario sul provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzarello. Ne ha facoltà.

GRAZIANO MAZZARELLO. Signor Presidente, vorrei partire da una questione che è stata trattata dai colleghi Zeller e Dussin, in quanto essa palesa gli errori che presentate agli italiani approvando un provvedimento fatto di corsa e, quindi, raffazzonato.
Avete detto, colleghi, della confisca dell'automobile anche nel caso di leggerissimo superamento del tasso alcolemico. Ebbene, caro collega Dussin, non vi è colpa di tutti! Dovrebbe anche lei essere più attento! Al riguardo, la prego di rileggere gli emendamenti Raffaldini 1-vicies.16 e Mazzarello 1-vicies.14, che proponevano la soppressione di questa misura sbagliata.
Siamo in una situazione in cui, anziché occuparvi della sicurezza dei cittadini, avete approvato una disposizione che fa sì che, se una persona, parcheggiando in centro storico, sfiora un'altra auto ed ha il tasso alcolemico leggermente al di sopra di quello consentito, subisce la confisca dell'auto! Ma immaginate cos'è questa roba, che tipo di provvedimento avete approvato? Non vi è colpa di tutti, ma solo vostra! E meno male che, conducendo un battaglia ferma e dura, che voi avete definito ostruzionismo, siamo riusciti a correggere altri aspetti gravi che caratterizzavano il provvedimento!
Il Governo obietta che la misura è stata introdotta dal Senato. È vero, ma è avvenuto con il consenso del Governo. Quando il Governo non vuole, fa presto a non accettare! Invece, in questo caso, la maggioranza ed il Governo hanno accettato una serie di misure sbagliate, confuse e


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gravi, come quella di cui ho detto poco fa. Si tratta di una misura sbagliata, che occorre correggere e che vi siete rifiutati di correggere, respingendo i nostri emendamenti che la cancellavano.
Grazie ad una battaglia che avete definito ostruzionistica, abbiamo ottenuto qualche miglioramento, ma il nostro voto sarà contrario, perché il provvedimento è pur sempre confuso, disarticolato e superficiale, come la misura di cui abbiamo parlato. Avete introdotto la confisca dell'auto per un leggerissimo superamento del tasso alcolemico! Vi rendete conto di quello che state combinando nel paese?
Con la nostra battaglia dura e ferma, siamo riusciti ad abbattere le disposizioni da voi introdotte che aumentavano enormemente le sanzioni anche per motivi non gravi. Siamo riusciti a superare una procedura burocratica che volevate mantenere. Infatti, come era stabilito nel testo, per corrispondere alla decisione della Corte costituzionale di rendere i punti sottratti ai cittadini che, al momento dell'infrazione, non guidavano l'auto, avevate introdotto una norma in base alla quale i cittadini avrebbero dovuto avanzare la relativa richiesta, innescando, dunque, un meccanismo complicato! Attraverso una nostra proposta emendativa, siamo riusciti a fare in modo che tale meccanismo operasse d'ufficio.
Con una nostra proposta emendativa, abbiamo fatto in modo che si eliminassero le spese notarili per il passaggio di proprietà di ogni tipo di veicolo: una proposta del centrosinistra! Ma - lo ricordo - non siamo riusciti a correggere del tutto gli errori più gravi e pacchiani che avete voluto mantenere in questo provvedimento e l'idea di continuare a mettere le mani in tasca ai cittadini! Infatti, per finanziare il Centro elaborazione dati del ministero (CED), avete aumentato le tariffe per i cittadini! Dovete smetterla di raccontar balle! Queste sono le cose che fate!
Non siamo riusciti a correggere, dunque, la vostra impostazione, tesa a disarticolare le Forze dell'ordine. Fin qui era permesso un certo coordinamento tra le Forze di polizia (tra la polizia stradale e la polizia locale) su certi tratti di strada. Voi, compiendo questa operazione, mettete in gravissima difficoltà la polizia stradale sia in termini di personale che di risorse, che vengono a mancare perfino per riempire il serbatoio nelle loro auto. Poi impedite che, su determinate strade, sia la polizia comunale a fare controlli!
In alcune strade, in cui esisteva un coordinamento fra queste forze, potremmo trovarci di fronte ad una situazione ben peggiore: diverse polizie che, una di seguito all'altra, controllano e multano i cittadini in assenza di coordinamento!
Questi sono gli aspetti superficiali che con questo provvedimento avete introdotto e che non siamo riusciti a cambiare con la battaglia dura e ferma che abbiamo condotto.
Sono contento che - purtroppo, alla fine - qualche collega della maggioranza prenda atto che, forse, è stato commesso qualche errore. Tuttavia, mi sconvolge il fatto che, durante la discussione, né i colleghi della maggioranza né il Governo (che hanno rifiutato le nostre proposte emendative volte ad evitare il fatto grave della confisca dell'auto), se ne siano accorti. Voi, con un tono ed un atteggiamento arrogante, non avete voluto sentire ragioni. Solamente ora vi accorgete di aver adottato provvedimenti confusi e raffazzonati. Meno male - lo ripeto - che con la nostra battaglia dura siamo riusciti a cambiare qualche cosa in positivo.
Rivendico di essere riuscito, insieme ai colleghi del centrosinistra, a far introdurre, finalmente, una norma importante per la sicurezza dei cittadini, una norma che regola il trasporto dei carichi pericolosi. Non si poteva più andare avanti con camion carichi di materiale pericoloso che attraversavano i nostri paesi, le nostre città, provocando incidenti, senza un controllo e senza una verifica che potesse salvaguardare l'ambiente e la sicurezza dei cittadini.
Abbiamo introdotto una norma positiva. Speriamo che il Governo mantenga e applichi coscientemente e seriamente la norma che siamo riusciti ad introdurre.


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Anche in questo caso, è stata necessaria una spiegazione molto ampia per farvi accettare la proposta, ma quando le proposte, dopo spiegazioni ed un lungo dibattito, vengono accolte, non possiamo non essere contenti. Non possiamo essere contenti, invece, delle «norme disastro» che avete voluto mantenere in questo provvedimento, norme che colpiscono duramente i cittadini, come la confisca dell'auto o altre norme che non servono assolutamente per la sicurezza.
Per quanto riguarda la sicurezza, è necessario reintervenire perché non ci si può fermare alla patente a punti, ma va realizzato un intervento più complessivo che riguardi le strade, la segnaletica, cioè una serie di misure, perché - come sapete, come dovete prendere atto, nonostante stentate a farlo - purtroppo, gli incidenti hanno ripreso ad aumentare. Aumentano gli incidenti, i feriti e, purtroppo, i morti sulle nostre strade: e che voi cosa fate? Vi fermate ad occuparvi della confisca dell'auto ad un povero cittadino che, come qualche collega diceva prima, abbia superato di una leggerissima misura il tasso alcolemico! Cercate di avere un rapporto migliore con l'opposizione perché solamente così, almeno in quest'ultima fase, riuscirete a correggere gli errori che continuate a commettere anche sui provvedimenti più semplici, come questo che abbiamo discusso finora (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicotra. Ne ha facoltà.

BENEDETTO NICOTRA. Signor Presidente, sarò molto breve anche perché, prima di consegnare il testo del mio intervento, volevo soltanto tranquillizzare la minoranza, della quale ho sempre avuto anche in questi anni in Commissione un certo rispetto ed alla quale ho rivolto una certa attenzione. Tuttavia, constato che i colleghi dell'apposizione hanno cavalcato con facilità taluni argomenti, quando hanno visto da parte nostra un'attenzione nei riguardi dell'articolo sul sequestro dei veicoli, e non si sono accorti dell'emendamento dell'onorevole Meroi, che andava a modificare e migliorare questo articolo.
Sappiano i signori dell'opposizione che c'è un impegno della maggioranza, del Governo e degli uffici...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Nicotra, mi rivolgo ai colleghi che sono lì vicino, perché è anche un atto di riguardo permettere al collega di concludere il suo intervento...

BENEDETTO NICOTRA. ... di rivedere questo articolo - ci sono anche gli uffici preposti, il Ministero dell'interno, la Polizia nonché la Motorizzazione - e di non vendere un prodotto così facilmente dichiarato da voi. È stato valutato con attenzione, amico Giorgio Panattoni, per cui ce ne siamo presi carico (Commenti del deputato Panattoni)...
C'è un impegno della maggioranza e del Governo nel rivedere questo articolo e noi esprimeremo un voto favorevole sul provvedimento in esame.
Signor Presidente, in conclusione chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e della Lega Nord Federazione Padana).

PRESIDENTE. Onorevole Nicotra, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duca. Ne ha facoltà.

EUGENIO DUCA. Signor Presidente, non aggiungerò ulteriori argomentazioni a quelle che hanno già svolto i colleghi del mio gruppo e quelli del centrosinistra, però la conclusione di questo provvedimento dimostra - cari colleghi, signor rappresentante del Governo, onorevole relatore -, tutta la giustezza della critica che abbiamo rivolto all'inizio. Temi di questa importanza, che riguardano milioni di cittadini italiani, non possono essere affrontati


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con i tempi della necessaria conversione di un decreto-legge e con la necessità di un approfondimento. Durante questi giorni noi abbiamo cercato di approfondire tutti i temi.
Non lo dico in polemica con l'onorevole Nicotra e sono convinto, anzi, che sia il Governo sia la maggioranza interverranno per modificare questa e, spero, anche altre disposizioni aberranti oggi approvate; mi riferisco anche all'aberrazione secondo la quale la maggioranza, mentre prevede la confisca del veicolo nei confronti di chi durante una manovra di parcheggio «tocchi» il veicolo che ha davanti o di fianco, nello stesso tempo, contravvenendo ad un impegno assunto in sede di Comitato dei nove, consente che non si sottraggano punti dalla patente di chi eccede il limite di velocità nei centri abitati. Lo dico perché, quando si raggiungono intese, queste dovrebbero poi essere rispettate con onore.
Però, ribadisco che sono convinto che il Governo o la Camera ovvero il Senato, con uno dei primi provvedimenti che verranno all'esame, sopprimerà l'aberrazione determinatasi; ma, come ricordava l'onorevole Panattoni nel suo intervento, la critica è rivolta non tanto al merito quanto, piuttosto, al metodo...

Una voce: Tempo!

EUGENIO DUCA. Ma smettila...!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, l'argomento del tempo non è utile per il prosieguo dei lavori. Il collega ha il tempo che il regolamento gli consente...

EUGENIO DUCA. Il nome di questo imbecille, si può sapere? Perché conquisterà il guinness dei primati per l'imbecillità (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)!

IGNAZIO LA RUSSA. Duca!

EUGENIO DUCA. Ma è roba da matti! Sono tranquillissimo, ma non capisco perché debba continuare questa stupidaggine! (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e della Lega Nord Federazione Padana)... Te la do io, la cura, se vieni fuori con me! Te la do io la cura! Un mese solo per fasciarti, ci impiegano, imbecille (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)...

ANTONIO LEONE. Presidente!

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Duca; scusate, colleghi. Sono tollerante, però non accetto che discussioni di questo genere e antagonismi di questo tipo si svolgano in un'aula come questa, che esprime democrazia: un'aula dove le parolacce e gli insulti non hanno diritto di cittadinanza (Applausi).

IGNAZIO LA RUSSA. Bravo, Presidente!

PRESIDENTE. Prego, onorevole Duca.

EUGENIO DUCA. La ringrazio, signor Presidente.
Dicevo del problema da noi sollevato; ebbene, il fatto che provvedimenti di questo tipo non possano essere affrontati con questa modalità, è dimostrato, per l'appunto, dall'epilogo della vicenda legislativa quando, all'ultimo momento, ci accorgiamo che il combinato disposto di due articoli fa sì che soltanto per una innocente infrazione possa essere confiscato - e quindi venduto - un mezzo che può valere 10, 20, 30 mila euro (o quanto può valere).
Sono convinto, ripeto, che il Governo o uno dei due rami del Parlamento potrà risolvere la questione in breve tempo; però, spero - e ritengo che ciò debba servire da monito a tutti noi, sia nel periodo residuale di questa legislatura sia in quella successiva - che provvedimenti di questo tipo non debbano più essere affrontati mediante lo strumento di un decreto-legge che viene «riempito» di ogni contenuto. Ritengo che non rendiamo un bel servizio, né ai milioni di cittadini italiani che circolano su autoveicoli, camion e via dicendo, né ai pedoni, né alle


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imprese costruttrici, né ad altri; così generiamo solo confusione a non finire e non rendiamo un servizio neppure alle Forze dell'ordine che devono poi applicare tali norme. Vedete, colleghi, in questa sede è stato proposto di impedire alla polizia urbana di usare l'autovelox per applicare una legge che noi abbiamo approvato; oggi, abbiamo varato disposizioni che impongono alle Forze dell'ordine di disporre la confisca del bene.
Vorrei proprio vedere un vigile urbano, un agente di polizia stradale, un carabiniere, un finanziere, un agente del Corpo forestale dello Stato o una guardia della polizia penitenziaria disporre la confisca del veicolo di un cittadino che ha causato un'ammaccatura ad un'autovettura durante un parcheggio! Che cosa verrebbe fuori in quest'aula? Cosa accadrebbe nei suoi confronti?
Vi immaginate - mi rivolgo anche all'onorevole relatore - cosa accadrebbe, in qualche città italiana, se un cittadino dovesse uscire di casa e ritrovarsi l'automobile confiscata per tale motivo? Ribadisco tutto ciò, onorevoli colleghi, affinché vi sia da parte nostra, quando approviamo leggi di questo tipo, una maggiore ponderazione (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.

(Correzioni di forma - A.C. 6150)

ANTONIO PEZZELLA, Relatore. Chiedo di parlare ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO PEZZELLA, Relatore. Signor Presidente, ai fini del coordinamento formale delle disposizioni contenute nel disegno di legge di conversione A.C. 6150, propongo la seguente correzione di forma: all'articolo 1-quinquiesdecies, come modificato dall'articolo aggiuntivo Bornacin 1-quinquiesdecies.03, comma 5, le parole: «del presente decreto» devono intendersi sostituite dalle seguenti: «della legge di conversione del presente decreto-legge».

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la correzione di forma proposta dal relatore si intende approvata.
(Così rimane stabilito).

ANTONIO PEZZELLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO PEZZELLA, Relatore. Signor Presidente, al termine delle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento, mi corre l'obbligo di ringraziare tutti i colleghi della IX Commissione, i quali, anche se in tempi ristretti, hanno lavorato in modo proficuo, cercando di migliorare al massimo il provvedimento in esame.
Non intendo entrare nel merito delle questioni sollevate in sede di dichiarazioni di voto finale, perché, altrimenti, apriremmo nuovamente la discussione! Desidero ringraziare ancora di più gli uffici ed i collaboratori della Commissione trasporti, per il proficuo lavoro che ci hanno dedicato.

(Coordinamento formale - A.C. 6150)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 6150)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.


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Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 6150, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(S. 3596. - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 settembre 2005, n. 184, recante misure urgenti in materia di guida dei veicoli e patente a punti) (Approvato dal Senato) (6150):

(Presenti 421
Votanti 402
Astenuti 19
Maggioranza 202
Hanno votato sì 219
Hanno votato no 183).

Prendo atto che l'onorevole Parolo avrebbe voluto esprimere un voto favorevole, mentre si è erroneamente astenuto.
Prendo atto, altresì, che l'onorevole Finocchiaro non è riuscita ad esprimere il proprio voto.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 3616 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1o ottobre 2005, n. 202, recante misure urgenti per la prevenzione dell'influenza aviaria (Approvato dal Senato) (A.C. 6144) (ore 18,15).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1o ottobre 2005, n. 202, recante misure urgenti per la prevenzione dell'influenza aviaria.
Ricordo che, nella seduta del 7 novembre 2005, si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 6144)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (vedi l'allegato A - A.C. 6144 sezione 4), nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (vedi l'allegato A - A.C. 6144 sezione 5).
Avverto che le proposte emendative presentate si intendono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (vedi l'allegato A - A.C. 6144 sezione 6).
Avverto altresì che non sono state presentate proposte emendative riferite all'articolo unico del disegno di legge di conversione.
Avverto inoltre che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (vedi l'allegato A - A.C. 6144 sezioni 2 e 3).
Avverto infine che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del regolamento, in quanto non strettamente attinenti alla materia del decreto-legge, le seguenti proposte emendative, per le quali la presidenza della Commissione, peraltro, aveva già rilevato profili di inammissibilità: gli articoli aggiuntivi Valpiana 1.01 e 1.02, nonché gli emendamenti Zanella 5.40 e 5.15, che recano disposizioni relative alle condizioni per l'allevamento di polli; gli articoli aggiuntivi Rava 5.02, 5.03, 5.04 e 5.07 e Delbono 5.010, che recano modifiche alla normativa generale sugli interventi a sostegno delle aziende nei casi di malattie infettive degli animali (vedi l'allegato A - A.C. 6144 sezione 1).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanotti. Ne ha facoltà.
Prego gli onorevoli colleghi di prestare attenzione e, se possibile, anche di fare un po' di silenzio!

KATIA ZANOTTI. Signor Presidente, una tra le questioni che attengono strettamente alla prevenzione dell'influenza aviaria è la disponibilità - come è ovvio - di strumenti adeguati per affrontare questo rilevantissimo problema che è sì di


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sanità pubblica, ma non solo: lo specificheranno gli altri colleghi che interverranno nel prosieguo del dibattito, in particolare i componenti della Commissione agricoltura. Infatti, si tratta di un problema che ha implicazioni enormi, come è noto, nel settore avicolo, e, come è altrettanto noto, nonostante gli sforzi, le epidemie del sud-est asiatico hanno provocato la morte o l'abbattimento di 15 milioni di uccelli ed hanno determinato gravissime conseguenze per il settore dell'agricoltura e per gli allevatori. Si tratta, quindi, di un problema di sanità pubblica, a causa della contagiosità e della variabilità antigenica del virus che determina, appunto, detta contagiosità.
Tuttavia, onorevoli colleghi, gli strumenti adeguati non possono prescindere - è stato già rilevato anche nel corso della discussione sulle linee generali di questo provvedimento - dallo stato della ricerca su questo tipo di infezione. Al momento, ciò che si sa è che si tratta di un'infezione virale che può interessare gli uccelli selvatici e quelli più domestici, quali i polli o i tacchini, causandone la morte. È causata da virus influenzali di tipo A, che possono infettare anche altri animali - cito, tra tutti, i maiali ed i cavalli - e, per ultimo, l'uomo. La maggior parte dei casi umani, tuttavia, è stata collegata al contatto diretto con pollame malato o morto nelle aree rurali, mentre sono stati registrati solo pochissimi esempi di limitata trasmissione da persona a persona.
Il virus dell'influenza aviaria tuttavia - è bene sottolinearlo anche in questa sede - usualmente non infetta direttamente gli uomini, né si trasmette normalmente, come detto poc'anzi, da persona a persona. Purtuttavia, abbiamo letto, proprio in questi giorni, su la Repubblica, che ha pubblicato un servizio interessante al riguardo, l'interrogativo sollevato da ricercatori americani a proposito di quale sia la specie portatrice della versione virulenta dell'influenza, interrogativo che si esprime in una domanda precisa da parte dei ricercatori: forse gli scienziati stanno cercando il virus della prossima pandemia in zone sbagliate? Si stima che nei paesi industrializzati (Commenti)... Signor Presidente, faccio una fatica terribile a parlare ...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi invito ad ascoltare un intervento che merita rispetto per il solo fatto che si tratta di un intervento di una collega, oltre che per l'importanza del tema trattato. Il Governo stesso mi fa presente che anche la sua attenzione è distolta da un rumore che non è nemmeno quello di una disattenzione, ma di una disaffezione al dibattito! Mi permetto di dire che non è così che si partecipa ai lavori dell'Assemblea!
Onorevole Zanotti, mi scuso a nome dei colleghi. Prego, può proseguire.

KATIA ZANOTTI. Grazie, signor Presidente.
Come dicevo, si stima che nei paesi industrializzati la mortalità per influenza rappresenti la terza causa di morte per malattie infettive, immediatamente dopo AIDS e tubercolosi. Sia come profilassi, sia come terapia, attualmente sono disponibili farmaci antivirali che, se assunti tempestivamente, possono bloccare la diffusione del virus da una cellula all'altra dell'organismo, attenuando i sintomi ed abbreviando il decorso della malattia. Quindi, il principale strumento per combattere l'influenza rimane la vaccinazione che, come è noto, è la principale misura di prevenzione per il singolo e per la collettività.
A tal riguardo, l'onorevole Grazia Labate, nel corso della discussione sulle linee generali, ha richiamato l'esigenza di un piano maggiormente coordinato, con il quale incrementare gli strumenti di difesa. Ciò è stato oggetto anche della discussione in Commissione: la campagna di informazione rivolta non solo ai soggetti più esposti, ma ad una più ampia fascia di popolazione ed, ancora, la disponibilità, assolutamente congrua ed adeguata, delle dosi di vaccino antivirale, rendendo possibile, anzi attivando la prenotazione del possibile futuro vaccino antiepidemia.
I medici di famiglia - come ha sottolineato l'onorevole Mosella in sede di discussione sulle linee generali - rilevano che la richiesta di vaccino antinfluenzale


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in questo periodo è aumentata del 30-40 per cento rispetto allo scorso anno. A chiedere di essere immunizzate non sono più solo le persone a rischio. Si tratta, peraltro, di un fenomeno non nuovo - lo sappiamo - causato, come è evidente, dal fatto che nella pubblica opinione si è creata una sorta di automatismo che attribuisce al vaccino antinfluenzale una funzione di prevenzione e di difesa.
Dobbiamo dirlo con chiarezza anche in questa sede, ed è già stato detto: ciò è totalmente infondato. In realtà, infatti, non sarà possibile parlare di vaccino contro l'influenza aviaria sino a quando non vi sarà la certezza che essa si trasmette da uomo a uomo.
In questa situazione i cittadini continuano a non essere sufficientemente informati sui comportamenti da adottare, su cosa sia effettivamente rischioso e su cosa sia puro allarmismo e disinformazione. Credo che, da questo punto di vista, si possa e si debba fare di più.
Il principale e migliore strumento in termini di prevenzione per combattere visioni distorte sul virus dell'influenza aviaria è quello di una precisa e rigorosa informazione preventiva. Tale informazione deve comprendere anche il fatto che non sarà possibile parlare di vaccino contro l'influenza aviaria - torno a sottolinearlo - sino a quando non vi sarà la certezza che essa si trasmette da uomo a uomo. Non sarà, infatti, possibile studiare e lavorare su un vaccino che combatte un'influenza ipotetica. Insisto: chiarezza di informazione, innanzitutto!
Attualmente, il problema sanitario vero riguarda solo la salute dei volatili. Al momento, gli interventi indispensabili sono quelli che i singoli paesi devono attuare per prevenire i contagi, intensificando i controlli negli allevamenti e alle frontiere, intervenendo, in caso di necessità, sulla caccia e predisponendo strutture ed una rete di intervento nel paese per affrontare con eventuali farmaci e vaccini, nel momento in cui saranno necessari e di sicura efficacia, le eventuali e tutt'altro che prevedibili mutazioni del virus.
Vorrei soffermarmi brevemente su una seconda questione che riguarda il miglioramento degli strumenti di sorveglianza, del resto già ripresa dall'onorevole Labate e da altri colleghi nel corso della discussione sulle linee generali.
Nel senso di una migliore efficacia degli strumenti di sorveglianza si muovono anche alcuni dei nostri emendamenti, che presenteremo in Assemblea. Ministro Storace, il decreto-legge in esame non contempla ciò che a noi sembra indispensabile e dirimente per dare efficacia alla sorveglianza. Infatti, solo il coordinamento di tutti gli strumenti disponibili nell'ambito del sistema di sorveglianza può garantire puntualità di interventi e massima efficacia.
Ministro Storace, le porto un esempio. Con questo provvedimento è stato istituito il Centro nazionale di lotta e di emergenza contro le malattie animali, che definisce e programma gli obiettivi e le strategie di controllo e di eradicazione delle malattie derivanti dal mondo animale. Ci chiediamo come quel centro possa funzionare in modo ottimale, se non si realizzerà uno stretto coordinamento con l'altro centro di prevenzione delle malattie infettive istituito quando affrontammo la preoccupante questione della SARS. Al riguardo, un nostro emendamento prevede l'indispensabile coordinamento dei due centri nazionali. In generale, ministro Storace, colleghi, i nostri emendamenti tendono a rappresentare gli aspetti critici che abbiamo già fatto rilevare nel corso della discussione generale. Abbiamo cercato di puntualizzare e rappresentare nei nostri emendamenti, in termini propositivi, i punti che noi riteniamo ancora critici, compreso il tema del potenziamento degli istituti zooprofilattici, che consideriamo strumenti indispensabili e imprescindibili per dare il massimo di efficacia alla campagna di prevenzione sulla quale si sta lavorando (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.


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LUANA ZANELLA. Signor Presidente, noi Verdi abbiamo presentato numerosi emendamenti tesi a migliorare il provvedimento, che è stato a lungo discusso e alla cui discussione i Verdi hanno partecipato ampiamente al Senato, e ad aumentarne l'efficacia.
Ci sono diversi aspetti da considerare. La prima questione riguarda la prevenzione e il contrasto dell'epidemia dell'influenza aviaria. Per garantire l'attività costante e continuativa di prevenzione, di profilassi, nazionale ed internazionale, e di controllo sanitario, è necessario, come proponiamo in un nostro emendamento, dare stabilità ai rapporti di lavoro dei veterinari, per ora precari, che, naturalmente, sono indispensabili per svolgere il lavoro che il provvedimento stesso prevede.
Salutiamo con favore il ripensamento rispetto alla costituzione del dipartimento della veterinaria. Tale dipartimento, sin dal nome e dall'organizzazione degli uffici, deve prevedere l'esplicito riferimento al benessere animale, così come in Europa l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) si occupa di salute e di benessere animale. I due aspetti non si possono e non si devono scindere.
Altri emendamenti da noi presentati sono mirati a stabilire regole molto rigorose per la prevenzione della diffusione del virus. Innanzitutto, è necessario sospendere l'importazione di selvaggina. Si pone il problema del turismo venatorio: oltre agli animali cacciati, spesso i cacciatori portano con sé, facendoli entrare in Italia, grandi quantitativi - davvero grandi - di animali abbattuti congelati. Questi circuiti sono sottratti al controllo doganale sanitario previsto per le merci e, quindi, sono estremamente pericolosi per il possibile propagarsi del virus.
I nostri emendamenti, inoltre, propongono e prevedono il divieto di utilizzare nella cattura richiami vivi, zimbelli o volantini, perché è proprio il contatto tra gli animali di allevamento e quelli selvatici che va evitato. Ciò vale anche per l'immissione di fauna di allevamento per le attività cinofilovenatorie, che praticamente riguarda tutto l'anno solare, essendo prevista anche l'attività di abbattimento.
Nelle aziende venatorie, inoltre, specie in quelle che comprendono ambienti acquatici, c'è davvero una commistione pericolosa tra uccelli selvatici e di allevamento.
Il pericolo riguarda in generale il contatto tra umani, uccelli di allevamento e uccelli selvatici, laddove questi ultimi sono le prime vittime di tutto questo problema. Ricordo anche la raccomandazione dell'ufficio veterinario della FAO di ridurre il più possibile questi contatti. Anche la pratica della pasturazione - di solito questa pratica viene utilizzata dai cacciatori nella Pianura Padana e nel nord d'Italia - viene utilizzata per attirare in una piccola area enormi quantitativi di anatre e di uccelli. Tale pratica deve essere evitata, perché la concentrazione in aree piccole di tanta fauna avicola è pericolosa, aumentando ovviamente il rischio di contagio.
Le nostre proposte emendative prevedono inoltre il divieto di caccia e il divieto di detenzione delle specie di uccelli più suscettibili di essere aggredite dal virus, considerando che l'Italia è attraversata dalle principali rotte degli uccelli dell'Eurasia. Sul tema della caccia è già stato approvato al Senato un nostro emendamento di cautela e di precauzione in questo senso, ma riteniamo che ciò non sia sufficiente. Inoltre, più di una nostra proposta emendativa prevede di incrementare il benessere animale, anche al fine di ridurre il contagio, consentendo negli allevamenti spazi vitali, esigendo pulizia, igiene, garantendo il regolare ciclo notte-giorno e prevedendo misure sanzionatorie più rigorose in caso... Scusate colleghi, ma qui ci sarebbe qualcuno che si sta sforzando di svolgere un intervento! Mi scusi, Presidente, se sono intervenuta direttamente, cercando di ottenere un po' di silenzio...

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, onorevole Zanella. D'altra parte, ci sono problemi «siciliani» in quel settore dell'aula, che indubbiamente premono...


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LUANA ZANELLA. Anche perché in questo modo l'intervento, invece di essere veloce, rischia di essere più lungo!
Dicevo che con le nostre proposte emendative prevediamo misure sanzionatorie più rigorose in caso di trasporto degli animali in violazione delle norme previste.
In sintesi e in conclusione, dobbiamo agire, con normative che purtroppo ancora non esistono, sulle cause sia a livello nazionale sia a livello internazionale, anche al fine di evitare le spese enormi, che già ci impegnano in modo molto rilevante, a livello di spese farmaceutiche o a livello di sovvenzioni agli allevatori, che in molti casi sono costretti ad abbattere un grandissimo numero di animali.
È per questi motivi che chiedo una grande attenzione all'Assemblea al fine dell'approvazione delle nostre proposte emendative (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Verdi-l'Unione e della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mosella. Ne ha facoltà.

DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente, signor ministro, signor sottosegretario, onorevoli colleghi e colleghe, qualche settimana fa in quest'aula eravamo in pochi e c'era una maggiore attenzione quando, in sede di discussione sulle linee generali, abbiamo provato a svolgere un'interessante, quanto articolata, discussione su questo decreto, che riteniamo molto importante. Nonostante il clima nel quale cade, riteniamo infatti che esso meriti l'attenzione del ministro, così come la nostra, anche perché la pubblica opinione guarda con grande attenzione a questa materia e si aspetta delle risposte.
Nella discussione sulle linee generali, che è agli atti della Camera e di cui i colleghi interessati avranno avuto modo di venire a conoscenza, abbiamo evidenziato alcuni limiti a nostro giudizio insiti nel provvedimento, che ci lasciavano ieri e ci lasciano ancora oggi un po' perplessi.
Conveniamo che occorra dotare il paese delle necessarie strutture di prevenzione, di difesa e di contrasto della possibile pandemia derivante dal virus dell'influenza aviaria. Proprio per tale motivo, crediamo che la nostra discussione debba attenere al merito e porsi l'obiettivo di apportare miglioramenti ad un testo che, come tutti i provvedimenti, è perfettibile. Abbiamo il dovere di provarci!
L'opposizione ha adottato un atteggiamento maturo e responsabile e, nello stesso tempo, intende «scavare» nel provvedimento per individuare quelle che, a nostro giudizio, sono le lacune più evidenti, tentando, attraverso gli emendamenti proposti, di dare un contributo di merito. Il Governo avrà avuto modo e tempo di valutare i nostri emendamenti, i quali, ben lontani dall'essere uno strumento di ostruzionismo, rappresentano contributi di merito che richiedono una certa attenzione.
Vorrei cogliere l'occasione dell'intervento sul complesso degli emendamenti per contestare, in maniera molto seria, responsabile e matura, l'accusa, che mi è stata mossa dalla relatrice del provvedimento, la collega Castellani, di aver svolto qualche passaggio demagogico nel corso della discussione sulle linee generali (si potranno tranquillamente leggere gli atti e valutare di conseguenza). Mi è parso semplicistico, anche un po' affrettato, apostrofare come demagogico il rilievo mosso al decreto laddove prevede la nomina di tre nuovi direttori generali.
Colleghi, non ci opponiamo alla creazione del Dipartimento di salute veterinaria. Signor ministro, riteniamo che questo dipartimento vada istituito. Siamo, infatti, consapevoli della necessità di una specificità anche organizzativa, come lei ha affermato, di questo settore, fondamentale per la sicurezza dei cittadini. Contestiamo, tuttavia, come abbiamo fatto nella fase della discussione sulle linee generali del provvedimento, l'introduzione per decreto, quindi attraverso un provvedimento d'urgenza, della norma finalizzata alla nomina di tre direttori generali! Questa è la nostra posizione, assunta con serenità e con la volontà di offrire un contributo alla discussione. Per tale motivo, abbiamo presentato un emendamento, che sottoponiamo


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al giudizio dell'Assemblea, come del resto hanno fatto anche altri colleghi del centrosinistra, con il quale chiediamo di sopprimere il comma 5 dell'articolo 1.
Inoltre, vorrei rivolgermi al ministro ed al sottosegretario Cursi, che vedo attento, per quanto riguarda la questione dello Spallanzani. Basta rileggere i resoconti del dibattito parlamentare che si è svolto al Senato per comprendere ciò che è accaduto. In quella sede, infatti, un esponente del gruppo di Forza Italia, quindi della maggioranza, ha presentato un emendamento che prevedeva il mutamento della natura giuridica ed amministrativa dello Spallanzani (si intendeva sottrarlo alla regione Lazio per attribuirlo allo Stato, per intenderci).
L'emendamento è stato bloccato, a seguito della presa di posizione ferma e determinata dell'opposizione e della regione Lazio. Abbiamo dato atto al ministro di aver accolto le nostre proteste e di essersi adoperato per il ritiro dell'emendamento.
Tale atteggiamento costruttivo ha certamente concorso al voto favorevole espresso in aula sul provvedimento anche da parte dell'opposizione.
Con quello stesso spirito riscontrato al Senato, ci ritroviamo oggi in quest'aula. Ciò che ho dichiarato in ordine allo Spallanzani non era un'accusa, ma semplicemente la cronaca di un tentativo fallito di forzare il testo con una norma che poco aveva a che fare con l'urgenza di garantire la tutela della salute dei cittadini rispetto al rischio pandemia.
Per quanto riguarda i vaccini, vorrei ribadire la necessità di garantire un'adeguata informazione al riguardo. Oggi è stata avviata una campagna di promozione e di sensibilizzazione, coinvolgendo i medici di base, quindi, dando alcuni strumenti che renderanno migliore il rapporto tra i medici di base e i cittadini. Ne prendiamo atto e ne siamo contenti. Abbiamo la sensazione che vi sia un eccesso di paura che ha provocato l'esaurimento delle scorte dei vaccini antinfluenzali: peraltro, questo eccesso di paura persiste. L'opinione pubblica percepisce la pratica vaccinale come la soluzione adeguata a garantire la protezione dal rischio di aviaria: si tratta di un meccanismo psicologico pericoloso. Nell'intervento in discussione generale noi abbiamo chiesto attenzione su questo delicatissimo aspetto e abbiamo preso atto che il ministero ne ha tenuto conto.
Per il resto, nel dettaglio, le nostre proposte emendative prevedono innanzitutto un coinvolgimento più forte delle regioni attraverso il meccanismo della Conferenza Stato-regioni e le strutture di coordinamento già esistenti nel campo della prevenzione delle malattie. Chiediamo un finanziamento certo, pari a 10 milioni di euro, a favore degli istituti zooprofilattici presenti su tutto il territorio nazionale, come del resto prevedeva un ordine del giorno accolto al Senato. Per noi, lo strumento da utilizzare deve essere il decreto-legge, non la legge finanziaria, perché il decreto-legge è operativo e consentirebbe di accelerare i tempi, guadagnando almeno due mesi rispetto all'effettiva vigenza delle norme, aspetto certo non irrilevante in situazioni di allarme.
Chiediamo inoltre la stabilizzazione del personale veterinario con contratti a termine; su questo punto, i colleghi, negli interventi sui singoli emendamenti, avranno modo di illustrare nel dettaglio la nostra posizione.
Infine, auspichiamo l'adozione di un pacchetto di misure a sostegno del settore avicolo, comprendente l'accesso alla cassa integrazione guadagni straordinaria anche per le aziende del settore con meno di quindici dipendenti, che attualmente ne sono escluse. È una situazione drammatica quella di questo settore produttivo, duramente colpito dal mutamento dei costumi alimentari verificatisi in così breve tempo a causa della paura dell'influenza aviaria.
I segni di ripresa non lasciano ancora spazio all'ottimismo. Al Senato si è svolta un'audizione nel corso della quale è emerso che, ad oggi, ci sono 27 mila tonnellate di pollo invenduto, equivalente a 34 milioni di polli: queste cifre sono state rese note dalle associazioni dei produttori. Le aziende avicole italiane, affermano


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i responsabili, sono allo sfascio, non ci sono più flussi di cassa, i produttori sono costretti a congelare oltre il 40 per cento dei volumi prodotti e a commercializzare il restante 60 per cento ricavando solo la metà del valore effettivo. In più, nel documento presentato all'attenzione della Commissione agricoltura, i produttori fanno una serie di proposte, alcune delle quali evocano richieste che l'opposizione aveva formulato in sede di discussione generale. In sintesi, hanno detto di avere bisogno di protezione, non di protezionismo: chiedono aiuto in un momento difficile rispetto al quale sono in gioco gli interessi di tante famiglie e tanti posti di lavoro.
Tutti sanno - e su questo tema si ripresenta il problema di una corretta informazione - che le carni cotte e le uova cucinate non sono veicoli di diffusione di virus; inoltre, in Italia abbiamo una catena di controlli che è davvero tra le migliori al mondo. Allora, ben vengano i messaggi, le informazioni, le comunicazioni, meglio ancora se passate attraverso coloro che sono maggiormente a contatto diretto con i cittadini, vale a dire i medici di base.
Si tratta, in conclusione, di proposte emendative serie, articolate, argomentate e di buonsenso che non possono esser banalizzate e trascurate nella disattenzione che, purtroppo, sta caratterizzando quest'aula.
Chiediamo attenzione e un segno di coinvolgimento su questi temi, in quanto quello che licenzieremo dovrà essere il provvedimento di tutto il Parlamento. Siamo convinti che non vi sia bisogno di demagogia e, certamente, non saremo noi a farla (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Meduri. Ne ha facoltà.

LUIGI GIUSEPPE MEDURI. Signor Presidente, intervenendo sul complesso degli emendamenti, intendo soffermarmi su quella che può essere definita la vera vittima della paura da pandemia: il pollo nelle macellerie.
In questi giorni, andando a fare la spesa, si scopre che il pollo è quasi scomparso dai banconi di vendita; sembra essere diventato merce clandestina di cui vergognarsi.
Questo atteggiamento, che sta mettendo in ginocchio uno dei settori più qualificati dei nostri allevamenti, è assolutamente ingiustificato. Il drastico calo dei consumi, dettato appunto dalla psicosi venutasi a creare per la diffusione di notizie allarmistiche e allarmanti, ha fatto sì che il nostro pollo sia la vittima del mutamento delle abitudini alimentari degli italiani.
Stiamo parlando di un settore che fattura centinaia di miliardi di vecchie lire e milioni di euro, con migliaia di addetti. Nelle ultime settimane si è registrato un calo dei consumi, stimato in oltre il 50 per cento, di carne e uova.
Occorre porre un freno a questa situazione emergenziale attraverso interventi di sostegno al settore, con pubblicità sulla qualità e sull'etichettatura. Riteniamo che il Governo su ciò possa fare molto di più. Innanzitutto, crediamo che l'articolo relativo alla quantità di pollo destinato all'AGEA debba essere modificato e ridefinito dall'autonomia del confronto tra organizzazioni di categoria e Governo. Riteniamo infatti che definire sic et simpliciter una quantità di tonnellate di pollo da destinare all'AGEA non sia giusto. Siamo convinti che i nostri produttori possano essere meglio difesi affidando al confronto concertato la definizione di quantità e di indennizzi.
È evidente che non sappiamo quanto tale situazione potrà durare e quanto, in futuro, potrà incidere davvero sui costumi alimentari dei nostri concittadini; lo abbiamo visto con l'effetto BSE. Abbiamo salutato con soddisfazione il ritorno della «fiorentina» ma, se analizziamo i dati e le tabelle dei consumi di carne, ci accorgiamo che tali consumi sono calati sistematicamente nel corso degli anni, dalla crisi della mucca pazza in poi.
Per tale motivo, i nostri emendamenti sono mirati, specifici e volti ad attribuire centralità alla concertazione tra parti e Governo per la realizzazione di un sistema


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razionale che preveda anche l'accesso alla cassa integrazione e agli ammortizzatori sociali per le aziende del settore escluse dall'attuale normativa.
Riteniamo che tale mancanza derivi anche dall'assenza in questa legislatura di una vera riforma degli ammortizzatori sociali. Tuttavia, adesso si rende necessaria una deroga per decreto, senza dover attendere la finanziaria, in quanto sappiamo che le procedure burocratiche per ottenere gli ammortizzatori in deroga richiedono diversi mesi. Quindi, anziché attendere giugno dell'anno prossimo, probabilmente potremmo far sì che i lavoratori che in questo momento stanno rischiando il posto di lavoro o lo hanno già perso possano beneficiare di adeguate tutele economiche attraverso la previsione immediata del beneficio. Ad esempio, sono necessari interventi qualificati per le campagne di informazione istituzionale.
Crediamo sia compito delle istituzioni trovare una soluzione per evitare allarmi che poi si riflettono negativamente anche sulla nostra economia, che non gode di ottima salute e che non aveva bisogno di questa ulteriore mazzata.
Prima di esprimere un parere contrario sulle nostre proposte emendative, vi chiediamo perciò di riflettere nel merito e di promuovere un confronto parlamentare adeguato. Non vi è fretta e non vi è ostruzionismo, c'è tutto il tempo necessario per migliorare ulteriormente il provvedimento, sapendo che l'opposizione non ha intenzione di dividere e di scontrarsi. Attendiamo un segno di buona volontà da parte del Governo.
Gli altri emendamenti riguardano invece nel dettaglio norme di prevenzione sanitaria e di organizzazione della rete di controllo, a partire dal lavoro delle regioni, che deve essere collegato con il lavoro della nuova struttura del Centro nazionale. Tuttavia, c'è bisogno di un coordinamento tra le strutture del territorio per evitare sovrapposizioni e contrasti di competenza. Dobbiamo riconoscere che il testo è migliorato, è questo è un bene, ma dobbiamo sapere che non basta. Le regioni hanno le loro strutture di coordinamento.
Va inoltre rilevato che questo eccesso di centralismo contrasta con quella che dovrebbe essere invece una rete di controllo e di tutela articolata in maniera capillare sul territorio nazionale. È anche per questo che abbiamo chiesto il finanziamento e lo sblocco delle assunzioni per i centri zooprofilattici sperimentali sul territorio nazionale. È anche per questo che abbiamo chiesto la trasformazione dei contratti precari dei veterinari in formule più stabili. È anche per questo che chiediamo che le strutture regionali vengano ampiamente coinvolte. Infine, per questo chiediamo che il Parlamento, in questa situazione emergenziale di preallarme costante, sia informato attraverso relazioni trimestrali del Centro nazionale alle competenti Commissioni parlamentari. Non possiamo permetterci di escludere da questi problemi il Parlamento, perché la sicurezza è una responsabilità collettiva.
Sono queste le nostre argomentazioni, che peraltro coincidono con le richieste delle regioni, delle organizzazioni di categoria e dei medici. Ritorno brevemente sul tema già ampiamente trattato dal collega Mosella nel corso della discussione sulle linee generali nonché nella seduta odierna. È francamente eccessivo che in un decreto, e quindi in un provvedimento d'urgenza, siano previste le nomine di tre nuovi direttori generali e non, magari, la cassa integrazione per il settore avicolo. Chiediamo disponibilità e buonsenso, sapendo che non vi è un atteggiamento pregiudiziale.
Siamo in piena epoca di globalizzazione, e pertanto non vi sono più barriere alle informazioni, e va dunque chiarita una serie di questioni che altrimenti si trascinano nell'inerzia e creano un danno al senso civico e alla comunità. Non possiamo continuare ad ignorare che il boom della richiesta dei vaccini è legato alla paura, e che rischiano di non essere vaccinati per l'influenza soggetti quali gli anziani e i bambini. L'incremento delle richieste, come rilevato dalla Federazione italiana medici generici, del 40 per cento è legato alla presunta capacità del vaccino antinfluenzale di costituire una barriera


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contro l'aviaria, ma tutti devono sapere, e si sta diffondendo, che ciò non è possibile, perché fino a quando non si determina la diffusione del virus da uomo a uomo, il virus stesso non potrà mai essere contrastato da un vaccino, perché il vaccino attualmente non c'è. Allora perché lasciar comprendere ai cittadini ciò che non è vero? Va dunque fatta migliore e maggiore informazione, vanno aiutati i medici di famiglia, come è stato fatto oggi. Nel caso contrario, la diffusione delle informazioni in maniera sbagliata dequalifica anche la figura professionale del medico, e ciascuno si sente il miglior medico di se stesso.
C'è bisogno di grande senso di responsabilità. Non vorremmo che vi fossero interessi delle case farmaceutiche per la diffusione di medicinali e brevetti, e che dietro la paura si nascondessero guadagni finanziari frutto di speculazione. Bisogna innalzare il livello di attenzione anche su questo punto. Non bastano le rassicurazioni in sede internazionale, e soprattutto a livello europeo vi deve essere la massima collaborazione tra i paesi, per aiutarci a vicenda nel contrastare ogni tipo di speculazione. Vi chiediamo quindi di riflettere bene prima di formulare il parere sugli emendamenti, e di accogliere le nostre proposte più importanti nell'interesse dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grotto. Ne ha facoltà.

FRANCO GROTTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il problema dell'influenza aviaria sta creando in tutto il paese un crescente allarme. Ciò si ripercuote in modo molto negativo sulla filiera avicola, penalizzando il consumo delle carni e delle uova. Ritengo che le istituzioni debbano avere il compito prioritario di promuovere una campagna di informazione tecnicamente adeguata, proprio al fine di tranquillizzare la popolazione.
La produzione avicola nazionale sta vivendo un periodo di gravissima difficoltà gestionale, operativa e commerciale, che si riflette in modo pesante sull'economia dell'intera filiera. In tale contesto, molte problematiche strutturali vengono ancor più accentuate dagli attuali ed ingiustificati timori di un'emergenza sanitaria a tutt'oggi non ancora verificatasi. Occorre, pertanto, reagire con tempestività e determinazione per non peggiorare le già gravi conseguenze economiche determinatesi in Italia per il dimezzamento dei consumi di carne avicola, che sta determinando una perdita nelle vendite di quasi 150 milioni di euro al mese. Questa situazione non è a lungo sostenibile per i circa 6 mila allevamenti, i circa 170 macelli e le oltre 500 imprese di prima e seconda lavorazione, che danno complessivamente lavoro a circa 180 mila addetti in Italia.
La paura ingiustificata, il forte allarmismo, sta danneggiando anche un settore fondamentale come la produzione made in Italy, in cui rientra anche quella di carni avicole. Per proteggere dall'emotività del mercato un comparto come quello avicolo, che sviluppa ogni anno un fatturato di 3,5 miliardi di euro, circa il 6,5 per cento del valore dell'intera agricoltura in Italia, con una produzione di oltre un milione di tonnellate di carni da pollame, largamente autosufficiente al consumo nazionale, le associazioni di categoria degli allevatori, degli agricoltori e delle piccole e medie imprese che operano lungo la filiera chiedono un piano composto di azioni sinergiche in grado di affrontare le criticità nei loro diversi aspetti sia nelle fasi di emergenza sia in quelle strutturali.
Sarebbe opportuno strutturare e garantire la sicurezza alimentare e la trasparenza o la tracciabilità del prodotto. Oltre a questo, andrebbe garantita la corretta informazione con l'adozione tempestiva di misure in grado di evitare incertezze e confusione a danno del consumatore e degli avicoltori. Si tratta di mettere gli avicoltori in condizione di superare l'emergenza e di fronteggiare con sostegni adeguati i danni derivanti dall'attuale crollo del mercato, non ultimo per cercare di ristabilire quella fiducia tra chi produce carni avicole ed i consumatori che gli allarmismi di questi giorni hanno messo drasticamente in crisi. Occorre valorizzare,


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perciò, il made in Italy alimentare, fondato sulla qualità del prodotto avicolo italiano e sulle sue straordinarie garanzie di sicurezza alimentare.
Nel provvedimento, secondo noi, mancano però alcuni interventi che sarebbero indispensabili. Ad esempio, l'etichettatura permanente dell'origine, la registrazione di tutte le aziende di volatili da cortile, luogo di alto rischio del contagio dell'influenza aviaria tra la fauna stanziale e migratrice, contrariamente a quanto accade negli allevamenti industriali, per loro natura chiusi e privi di contatti con l'avifauna migratrice. Dovrebbe essere previsto, ad esempio, un test di controllo programmato negli allevamenti, ed un monitoraggio delle specie selvatiche migratrici. Occorrerebbero, inoltre, altre misure di garanzia, controllo e trasparenza per il consumatore, quali, ad esempio: l'istituzione di un'autorità unica per la gestione dell'informazione nelle situazioni di emergenza, in modo da limitare le notizie puramente allarmistiche; la certificazione ed il controllo del sistema di etichettatura; una campagna per la corretta informazione al consumatore.
Secondo noi è di fondamentale importanza determinare e rintracciare le aree geografiche considerate a maggior rischio, dato che sappiamo che il veicolo del virus è l'avifauna migratrice selvatica, quindi, le zone di nidificazione stagionale e le aree umide del paese. Penso soprattutto al delta del Po, che per la sua posizione che guarda ad est risulta tra le prime zone colpite dal passaggio dell'avifauna migratrice proveniente dall'est d'Europa. Nelle aree umide o di nidificazione per la fauna migratrice, come appunto il delta del Po, spesso sussistono allevamenti avicoli rurali, con il pollame all'aperto e, quindi, certamente a rischio di contagio. Rispetto a queste aree più a rischio vanno intensificati i controlli e vanno destinate risorse per contrastare i probabili focolai.
Penso che non bisogna pretendere, ad esempio, la chiusura della caccia, dato che proprio in questo momento i cacciatori possono diventare, a loro volta, abili ed importanti agenti del monitoraggio necessario a ben sorvegliare i probabili casi di animali infetti. Giusta, secondo noi, è invece quella norma che eviti un rischio ulteriore, di impedire cioè ai cacciatori l'uso di richiami vivi come le anatre germanate che, per il loro ruolo, potrebbero contrarre il virus e diffonderlo in ulteriori ambiti.
Ritengo che il provvedimento in esame sia anche insufficiente per quanto concerne le risorse finanziarie. Ad esempio, quando si parla della modalità di costituzione di una scorta nazionale di farmaci antivirali, con successivo accordo da stipulare in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, le norme sono definite, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, in merito alle modalità di costituzione di analoghe scorte regionali di farmaci antivirali o altro materiale profilattico. Credo che questo costituisca uno degli aspetti negativi del provvedimento. Cosa significa senza maggiori oneri? Secondo me, questo vuol dire che, ancora volta, si vuole fronteggiare una probabile pandemia con le risorse già stanziate per le regioni.
In conclusione, rilevo come il centrosinistra abbia presentato in modo responsabile e serio numerosi emendamenti. Sono convinto e fiducioso che l'accettazione di tali emendamenti potrebbe sicuramente migliorare un provvedimento che, allo stato attuale, è insufficiente per fronteggiare la problematica di cui si discute (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-SDI-Unità Socialista e della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orlando Ruggieri. Ne ha facoltà.

ORLANDO RUGGIERI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento in esame reca misure urgenti per la prevenzione dell'influenza aviaria. Esso costituisce uno strumento per affrontare un problema di sanità pubblica rilevante a causa della sua contagiosità, per la variabilità antigenica del virus influenzale, per


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l'esistenza di serbatoi animali e per le possibili gravi complicanze sull'uomo.
Dal 1999 ad oggi, a livello mondiale, si è registrato un aumento progressivo delle epidemie di influenza aviaria. A partire dalla fine del mese di luglio scorso, i rapporti ufficiali dell'Organizzazione internazionale epizoozie (OIE) dimostrano che il virus influenzale H5N1 ha esteso la sua diffusione geografica. La possibile diffusione delle virus in ulteriori paesi non può essere esclusa. L'Organizzazione mondiale della sanità raccomanda un'accresciuta sorveglianza sulle epidemie nel pollame e nelle morie degli uccelli migratori, nonché la rapida introduzione di una serie di misure di contenimento che sono state raccomandate sia dalla FAO sia dall'Organizzazione internazionale epizoozie.
Un'aumentata sorveglianza, per casi di malattie respiratorie in persone con storie di esposizione al pollame infetto, è egualmente raccomandata nei paesi in cui sono note e sono nate le epidemie del pollame. L'invio di campioni clinici e di virus sia umani sia animali, permette studi che contribuiscono alla valutazione dell'eventuale rischio pandemico ed aiutano ad assicurare che il lavoro verso lo sviluppo di un vaccino prosegua e sia vicino.
L'espansione del virus preoccupa. L'emergenza di un ceppo H5N1 che si trasmette rapidamente nell'uomo indicherebbe l'inizio di una pandemia. Dunque, i problemi fondamentali che dobbiamo affrontare, approntando un valido sistema di sorveglianza, devono costituire i pilastri di un sistema integrato di allerta, ma non di allarmismo. Tuttavia, i fatti di cronaca e l'opinione pubblica dimostrano invece che, con fondatezza o non fondatezza di analisi e di giudizi, si sono verificate circostanze che hanno creato allarmismo nei cittadini e nei consumatori. Altra cosa è, invece, un razionale e giusto spirito di allerta di fronte ad un evento probabile.
Nonostante gli sforzi, le epidemie del sud-est asiatico, che hanno provocato la morte o l'abbattimento di 150 milioni di uccelli, hanno avuto gravi conseguenze per l'agricoltura e per molti allevatori che traggono le fonti di sostentamento, di reddito e di cibo da piccoli allevamenti.
La maggior parte dei casi umani è stata collegata a contatto diretto con pollame malato o morto nelle aree rurali, mentre sono stati registrati solo pochissimi esempi di limitata trasmissione da persona a persona.
Signor Presidente, signor ministro, ciò che sappiamo con certezza, e su base scientifica, è che, sulla base dell'epidemiologia dell'influenza, vi è la marcata tendenza di tutti i virus influenzali a variare, cioè ad acquisire cambiamenti nelle proteine di superficie che permettono ai virus di aggirare la barriera costituita dall'immunità presente nella popolazione con esperienza pregressa di infezione. Ciò spiega perché l'influenza possa ripetutamente colpire la popolazione a causa di ricorrenti epidemie.
Attualmente, sono disponibili vaccini, sia come profilassi sia come terapia, per tutte le influenze che stagionalmente affrontiamo, che variano ogni anno a seconda del mutare del ceppo del virus. Abbiamo a disposizione - questo la scienza ci consegna - farmaci antivirali che, se assunti tempestivamente, possono bloccare la diffusione del virus da una cellula all'altra dell'organismo, attenuando i sintomi ed abbreviando il decorso della malattia.
In generale, ritengo comunque che i principali e migliori strumenti - per combattere ogni anno, dando sicurezza ai cittadini, le varie epidemie influenzali che abbiamo conosciuto fin qui e per non indurre in visioni distorte l'attenzione degli stessi cittadini, tra virus influenzali stagionali e probabile eventualità di un virus dell'aviaria - siano l'informazione preventiva, la conoscenza dei meccanismi di azione di tipo virale e la vaccinazione antinfluenzale, che continua ad essere, di anno in anno, oggetto di raccomandazioni da parte del ministero (affinché venga effettuata).
Avevamo, però, già sottolineato il problema al ministro Storace, il quale, dalla fine del mese di agosto, è al lavoro su questo grave problema, per senso di responsabilità


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nei confronti di un paese che, come il nostro, può contare, peraltro, rispetto all'Europa ed al resto del mondo, su una rete di sorveglianza sulla salute animale tra le più efficaci. Non dimentico che abbiamo, al servizio delle nostre aziende sanitarie locali, una rete di veterinari pubblici pronti ad intervenire, come avvenne allorquando fummo colpiti dalla vicenda della BSE, e che addirittura, in tre mesi, furono in grado di mettere in atto un sistema di allerta e di sorveglianza tale da consentire al nostro paese di fronteggiare efficacemente un problema di quella portata, nonostante l'Europa si trovasse sgomenta a causa delle posizioni dell'Inghilterra (molto restia ai controlli, persino fiscali ed al centesimo, sulla popolazione bovina animale che risiedeva negli allevamenti).
Dando atto al ministero di questa importante iniziativa, vorrei ricordare al ministro ed a tutti noi che non possiamo sentirci gratificati dalla copertura di circa il 10 per cento della nostra popolazione a rischio (bambini ed anziani) in occasione dell'influenza, che avrà il suo picco, così almeno pare, in occasione delle feste natalizie. Occorrerà, mai come quest'anno, raggiungere almeno la copertura del 25 per cento della nostra popolazione, sapendo che dobbiamo rimanere allertati per il rischio che potrebbe verificarsi per l'arrivo anche dell'influenza aviaria.
L'azione dei medici di medicina generale delle aziende sanitarie locali e delle regioni italiane sta costituendo un efficace intervento di informazione e di prevenzione sul territorio. Sta di fatto, però, che in questi giorni, ancora una volta, abbiamo assistito all'indisponibilità del vaccino presso le farmacie di alcune regioni. Ciò chiama in causa la capacità di predisporre in tempo utile gli strumenti preventivi e di profilassi, nonché la capacità di concertazione con i produttori ed i distributori, affinché il cittadino, ancorché informato, abbia risposte tempestive ed efficaci.
Lo stesso vale per gli antivirali. Abbiamo assistito ad una campagna destinata all'opinione pubblica in seguito alla quale, dalla cessazione della produzione del Tamiflu, correnti migratorie di cittadini italiani hanno varcato i confini verso la Svizzera e la Francia per fare scorte di antivirali.
Ciò deve indurre a porci un interrogativo: stiamo svolgendo una corretta informazione oppure vi è un'azione distorsiva rispetto alla condotta che dovremmo avere? Una condotta che, facendo barriere contro l'influenza stagionale, che giungerà, faccia altresì chiarezza sulla circostanza che non può essere fatta passare nell'opinione pubblica, sic e simpliciter, la convinzione che, assunta una dose di Tamiflu oggi, ci si immunizzi contro l'eventuale pandemia che dovesse verificarsi.
Allora, da tale punto di vista, occorre davvero rafforzare, con maggiore efficacia, anche le campagne informative dirette al cittadino, che sgomberino il campo da facili allarmismi, diano il senso di responsabilità di un sistema di allerta, ma, nel contempo, mettano gli stessi cittadini italiani in condizione, effettivamente, di conoscere i termini reali della questione.
A nostro avviso, è preoccupante che, sia per la banale influenza sia per l'accoppiamento facile influenza-influenza aviaria, si sia creato un sistema di panico e di cattiva informazione.
In conclusione, pur condividendo l'intento del provvedimento di stabilire una serie di misure finalizzate a preparare l'Italia ad un eventuale arrivo dell'influenza aviaria e, in particolare, alla sua mutazione in pandemia, tuttavia si ritiene che il provvedimento, così come formulato, può risultare inefficace per una serie di incongruenze, che il decreto al nostro esame non risolve e, in qualche caso, aggrava (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, il decreto-legge in discussione è una prima risposta significativa alle preoccupazioni presenti anche nella nostra comunità sulla diffusione dell'influenza aviaria. Una comunità frastornata


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dalle notizie riportate dalla stampa e dagli organi di informazione. I timori nascono innanzitutto da tre fattori.
Il primo. L'influenza aviaria viene collegata alla spagnola, una pandemia di particolare gravità che, nel 1918, causò da 20 a 40 milioni di morti. Anche allora il virus era di origine aviaria, molto simile geneticamente all'influenza A (H5N1), responsabile dell'attuale influenza dei polli.
Il secondo fattore è legato all'influenza aviaria come luogo di diffusione. Nel novembre 2003, i paesi più colpiti sono stati quelli del sud-est asiatico. Nel 2005, l'infezione ha fatto la sua comparsa in allevamenti della Russia siberiana. Nelle scorse settimane, si è presentata in alcuni allevamenti di pollame in Romania e in Turchia.
Quindi, l'avvicinamento al territorio europeo è evidente e preoccupa maggiormente se si aggiunge l'informazione che vettori del contagio sembrano essere gli uccelli migratori.
Terzo ed ultimo fattore: il rischio di contagio per l'uomo.
Rispetto a queste crescenti preoccupazioni, vogliamo fare due considerazioni. La prima: pur nel rispetto degli studi e del giusto livello di guardia presente nella comunità scientifica sanitaria internazionale, la nostra popolazione non è quella di quarant'anni fa, così come non sono quelli di quarant'anni fa i mezzi di contenimento che abbiamo a disposizione.
La seconda considerazione è legata al rischio di contagio per l'uomo. Riteniamo di dover dire che, partendo dalle attuali conoscenze scientifiche, le probabilità, al momento, sono basse. Infatti, il contagio diretto da pollo a uomo del virus A (H5N1) è un evento che si è dimostrato eccezionale e che riguarda persone a stretto contatto con i polli, senza misura di protezione individuale o che hanno macellato polli infetti a livello domestico.
Il contagio da uomo a uomo si è dimostrato finora un evento ancora più eccezionale, anche se la possibilità di mutamento in tal senso con maggiore adattamento all'uomo non può non restare al centro dell'attenzione del mondo scientifico e, per le nostre responsabilità, del mondo politico. Mondo politico che deve rispondere alle preoccupate domande dei cittadini con provvedimenti appropriati, lontani da una superficiale irresponsabilità, ma anche da una psicosi alimentata a volte da finalità speculative.
Pertanto, per entrare nella concretezza del provvedimento, diciamo che abbiamo condiviso e condividiamo, signor ministro, la scelta del decreto-legge per fronteggiare al meglio la possibile emergenza. Riguardo ai contenuti, abbiamo accettato la proposta di migliorare le strutture ministeriali per un'azione di coordinamento con la realizzazione di un centro per la prevenzione e il controllo delle malattie, il dipartimento per la sanità pubblica veterinaria, la nutrizione e la sicurezza degli alimenti. Abbiamo però sostenuto - e rinnoviamo questa posizione in aula - che una seria politica di prevenzione delle malattie infettive non possa non vedere potenziate le regioni, che anzi possono e debbono attivare ogni utile iniziativa nell'azione di contrasto del rischio pandemia. Se sono necessari, dunque, un'organizzazione con una maggiore efficienza delle strutture ministeriali, se è necessario un coinvolgimento serio del territorio - e mi riferisco alle regioni, alle ASL, agli istituti zooprofilattici - non si comprende, invece, la specificazione in decreto della nomina di tre nuovi direttori generali.
Se c'è da approntare nuovo personale, noi siamo favorevoli alle istanze del sindacato dei veterinari di potenziare gli organici di una categoria non valorizzata adeguatamente e costretta a vivere con forme eccessive di precarietà, in un contesto, invece, in cui la figura è indispensabile per la sicurezza. Il decreto appronta poi la questione relativa alla prenotazione di scorte di vaccino adeguate. Noi abbiamo condiviso e condividiamo questa scelta, anche se interveniamo con alcuni emendamenti perché, in assenza di risorse economiche adeguate stanziate dal Governo per le regioni, non sarà possibile costituire le scorte. Infine, intendiamo ribadire il nostro impegno a sostegno del settore avicolo, che già risente della crisi conseguente


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alle paure alimentari diffuse nella popolazione a seguito di informazioni non sempre corrette. Abbiamo chiesto un aumento dei finanziamenti per la crisi del mercato nel comparto ed abbiamo anche invitato il Governo a definire un tavolo di concertazione con le organizzazioni di categoria per quantificare i danni. Abbiamo chiesto e chiediamo l'accesso in deroga alla cassa integrazione guadagni straordinaria in favore di imprese e lavoratori di un settore che è seriamente in crisi.
Signor Presidente, noi abbiamo presentato emendamenti in Commissione e nel Comitato dei nove, ma il relatore ci ha invitato al ritiro, oppure si è espresso in modo chiaramente contrario rispetto agli stessi. Tuttavia, noi siamo consapevoli dell'allarmismo che è presente nella nostra comunità e, quindi, con senso di responsabilità affrontiamo questo decreto-legge in aula; valuteremo quindi attentamente le varie posizioni ed insisteremo certamente con i nostri emendamenti. Tra l'altro, abbiamo presentato due ordini del giorno, che pensiamo siano importanti e che vogliamo subito sottoporre all'attenzione del Governo. Chiediamo al Governo di promuovere innanzitutto la vaccinazione per l'influenza tradizionale e chiediamo di ampliarla non solo alle categorie a rischio ma anche agli ultracinquantenni, perché sappiamo che è necessario ridurre le infezioni anche per evitare che ci possa essere una mutazione del virus.
Chiediamo, inoltre, al Governo di promuovere corsi di formazione per gli operatori della sanità pubblica, per i medici di medicina generale, per i tanti professionisti della salute. Sappiamo che la Società italiana di igiene e medicina preventiva, che ha oltre 4 mila esperti universitari operatori del settore, si è detta disponibile; dobbiamo cogliere questa opportunità.
Concludo, signor Presidente. L'invito è ad impegnarsi come istituzione per mettere in campo una strategia di difesa vera dal rischio pandemia per potere - ci auguriamo che non sia necessario - intervenire con immediatezza. Nel frattempo, l'invito è ad attrezzarsi contro la classica influenza in modo da non cedere all'allarmismo; soprattutto, invitiamo il Governo a far uso del buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Galeazzi. Ne ha facoltà.

RENATO GALEAZZI. Signor Presidente, signor ministro, onorevoli colleghi, oggi proseguiamo la discussione di un decreto che riguarda la salute dei cittadini e, aggiungerei, la salute in senso lato, non soltanto del nostro paese ma di tutto il pianeta. Infatti, viviamo ormai in un mondo globalizzato in cui non soltanto la comunicazione e l'economia, ma anche la salute riguardano un po' tutto, in questo pianeta sempre più piccolo.
In realtà, ci troviamo di fronte ad uno scenario che potremmo, con toni pessimistici, quasi definire un fantasma che gira un po' per il pianeta e che può generare una situazione veramente di grave difficoltà, ma non direi un'apocalisse. Piuttosto, si tratta di fatti che possono veramente influenzare non soltanto la vita e la salute dei cittadini, ma tutta la qualità della nostra esistenza su questo pianeta. Descrivo questo quadro o scenario biblico proprio perché sono cambiate le condizioni della vita sul pianeta, non soltanto la lunghezza dell'esistenza. Viviamo in un mondo che è «attrezzato» e molto avanzato, non soltanto scientificamente; sono mutate profondamente le condizioni igieniche, almeno in una parte del nostro pianeta. Quindi, non si devono evocare scenari che fanno pensare alle vecchie epidemie di peste o di colera, ma anche a quelle più vicine - l'influenza della spagnola e, ultimamente, quella asiatica -; sicuramente, in quelle epoche, neppure molto lontane, vi sono stati milioni di morti. Anche l'ultima, l'asiatica, è stata in realtà un fatto che ha sicuramente e fortemente influenzato non soltanto la salute, ma anche l'economia del mondo occidentale. Viviamo quindi in un'altra epoca; di fronte a periodi nei quali la popolazione mondiale non cresceva perché


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vi erano ogni tanto queste grandi morie, oggi viviamo invece in un mondo che cresce vertiginosamente in termini numerici, ma anche in qualità. Quindi, proprio per stare con i piedi per terra ed essere realistici, dovremmo basarci sulle nostre conoscenze scientifiche - e non solo -, che sono molto approfondite, e farne un buon uso. Questo è il consiglio che mi sento di dare al ministro: usare le conoscenze con sapienza, con saggezza. Ciò, proprio perché auspico che riusciremo, con tutta una serie di misure, a isolare questo virus, se mai muterà, ovvero a contenere la possibilità che il virus, subendo una mutazione, diventi patogeno per l'uomo e sia trasmissibile.
Quindi, il decreto va in questa direzione e noi stiamo predisponendo tutta una serie di misure che sono di protezione e, aggiungerei, di isolamento e di difesa, proprio per impedire che vi sia una pandemia, in questo momento solo paventata; pandemia di cui - potremmo osservare - non abbiamo alcuna certezza, per fortuna, proprio perché non è sicuro che questo virus muti né sappiamo quando ciò potrebbe accadere. Quindi, potremmo avere una situazione di diffusione del virus mutato tra qualche mese o tra qualche anno. Osserverei che, senza generare alcun allarmismo, sicuramente non si deve abbassare la guardia proprio perché si tratta di un nemico che non vediamo, che galleggia nell'aria e che muta nel tempo.
Quindi, sicuramente, va prestata un'attenzione continua con tutti gli strumenti che offrono la scienza e, anche, la politica moderna: è di questo che stiamo parlando oggi.
Ci troviamo di fronte ad un virus che colpisce gli uccelli, in primo luogo i polli. Vorrei tuttavia ricordare che interessa anche una serie di altri animali, come il gatto o il furetto; desidero evidenziarlo perché quest'ultimo sta diventando, dopo il cane, il secondo animale più diffuso negli Stati Uniti. Vorrei altresì rilevare che, oltre ai polli, il virus colpisce anche altre specie animali, che interessano i nostri cacciatori, nonché i nostri tacchini. A tale riguardo, mi si consenta una battuta: se gli italiani si faranno in qualche modo influenzare da questo spauracchio dell'influenza aviaria, si vedrà il prossimo Natale, e vedremo se il tacchino sarà ancora sulle nostre tavole!
La moria di polli cui si è assistito in Estremo Oriente ed in Cina (ma non solo) ci ha sicuramente insegnato che il virus in questione può risultare notevolmente letale per tali animali e che, pertanto, deve essere isolato. Vorrei ricordare che sono stati immolati decine di milioni di polli, proprio perché questa è la prima misura da adottare. Infatti, bisogna isolare il virus ed occorre cercare di contenere il focolaio epidemico.
Vorrei inoltre osservare che, accanto all'indubbio danno biologico, è stato provocato anche un rilevante danno economico. Ricordo che la stampa ha parlato, qualche giorno fa, di un possibile danno economico dell'ordine di 800 miliardi di dollari, poiché un'influenza del genere può veramente alterare i meccanismi di mercato di alimenti primari quali tutte le carni avicole. Ritengo, dunque, che il decreto-legge si diriga nella direzione giusta quando dispone l'acquisto di carni congelate, proprio perché occorre alleviare il danno subito dal mercato dei prodotti avicoli.
Ricordo che il provvedimento in esame reca diverse misure. Do atto al ministro competente di essere stato tempestivo, ed alcuni interventi, a mio avviso, sono stati sicuramente ben impostati. Condivido, ad esempio, l'istituzione del Centro nazionale di lotta ed emergenza contro le malattie animali: vorrei infatti ricordare, a tale riguardo, che ormai numerose malattie che colpiscono l'uomo vengono trasmesse dagli animali, proprio perché viviamo a contatto con una serie di animali, domestici e non solo.
Tale centro nazionale, tuttavia, deve a mio giudizio collaborare strettamente con il centro nazionale per la prevenzione ed il controllo delle malattie infettive, perché, diversamente, avremmo due organismi che non dialogano tra loro. Ritengo egualmente positiva la costituzione del nuovo dipartimento (sarebbe il quarto) presso il


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Ministero della salute, finalizzata a raggruppare alcune competenze concernenti la sicurezza degli alimenti: a mio avviso, infatti, nei prossimi anni si tratterà di un tema sempre più rilevante.
Vorrei altresì segnalare che il Ministero della salute ha provveduto a prenotare alcune dosi di vaccino, anche se, ovviamente, ricordo che non è ancora disponibile il vaccino contro il virus H5N1. In questo periodo, stiamo procedendo ad effettuare una vaccinazione di massa contro l'influenza tradizionale, che dobbiamo ricordare essere la terza causa di morte, dopo l'AIDS e la tubercolosi, da malattie infettive.
Vorrei osservare che, qualche tempo fa, ritenevamo di aver sconfitto definitivamente le malattie infettive, mentre l'AIDS ci ha insegnato che così non è; e, soprattutto, la tubercolosi, che sembrava un fantasma ormai scomparso dalle corsie dei nostri ospedali, è tornata ad essere una malattia attuale. L'influenza tradizionale, che torniamo a conoscere ogni anno, è a tutt'oggi una patologia che provoca sicuramente un danno biologico rilevante.
Ben venga, dunque, questa attività di prevenzione rispetto all'influenza tradizionale, dal momento che, se dovesse saldarsi con l'altro tipo di virus, potrebbe rappresentare un evento veramente catastrofico. Ritengo positivo anche il rafforzamento del personale veterinario precedentemente addetto al controllo degli animali malati. Infatti, grazie all'approvazione presso il Senato di una proposta emendativa, i 114 operatori impiegati con contratto di collaborazione coordinata e continuativa sono stati adesso assunti, per fortuna, con un rapporto di lavoro a tempo determinato. Non dobbiamo comunque limitarci ad incrementare l'organico dei veterinari, ma dobbiamo altresì potenziare gli istituti zooprofilattici sperimentali, attraverso l'assunzione di personale di ogni qualifica (tecnici, biologi e via dicendo), proprio perché dobbiamo rafforzare l'intera struttura che opera nel contrasto di questo tipo di patologia.
A mio giudizio, tali misure vanno nella direzione giusta e credo che anche il rafforzamento del numero dei carabinieri dei NAS deputati a tali controlli sia volto a contenere tale possibile evenienza. Restano, sempre a mio avviso, alcuni problemi nei rapporti con le regioni. Queste ultime, sempre più, svolgono un ruolo importante nella gestione e nell'organizzazione della salute pubblica.
Pertanto, affermerei che un contributo in termini sia organizzativi sia di gestione di tale evenienza sia da praticare con uno stretto raccordo con le regioni, per la distribuzione di eventuali farmaci - di cui parlerò tra breve - ed anche per la preparazione e l'eventuale distribuzione del possibile futuro vaccino.
Riteniamo, inoltre, che il ministro abbia voluto tenere conto anche degli effetti economici che riguardano il mondo dell'agricoltura, e del mercato avicolo in particolare. Non entro in questi temi, che tratteranno più approfonditamente altri colleghi, ma sono convinto che anche la prenotazione di 106 mila dosi del farmaco sia una circostanza da valutare positivamente. Ciò anche se siamo a conoscenza che tale farmaco non è ancora terapeutico in senso lato, pur potendo attenuare il virus patogeno, con un effetto che può essere determinante nell'alleviare la malattia.
Ci sentiamo pertanto di affermare che le misure previste sono adeguate. A mio giudizio, vi è un altro problema che si presenta: quello dei finanziamenti certi. Oltre al personale ed alla raccolta da parte delle regioni, dobbiamo infatti garantire finanziamenti adeguati, affinché tali misure siano operative e reali.
Abbiamo presentato alcuni emendamenti che vanno proprio in tale direzione. Ci preoccupiamo, infatti, che sia una regia unica a gestire tale problema, con un coordinamento tra i vari centri nazionali, e che vi sia la certezza del finanziamento, considerato anche il periodo di «vacche magre» che stanno attraversando i conti dello Stato. Credo, poi, che sia importante il rafforzamento del personale sia degli istituti zooprofilattici sia dei posti di frontiera.


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Ultima questione che pongo all'attenzione del ministro è la caccia. Essa deve essere considerata certamente non in termini di criminalizzazione ma non deve essere sottovalutata. Se non la si vuole vietare in maniera drastica, con una misura draconiana, infatti, i cacciatori possono divenire persone che offrono un contributo in termini di collaborazione. Consiglio, in ogni caso, al ministro di prestare attenzione a tale problema, proprio perché siamo a conoscenza che il virus dell'influenza aviaria si trasmette attraverso volatili anche selvaggi, e sappiamo che le migrazioni degli uccelli non sono controllabili.
Voglio rammentare, inoltre, due notizie risalenti a pochi giorni fa (una è apparsa ieri sulla stampa). Secondo la prima, vi è stato un contatto diretto di un bambino con il virus, con una possibile e certificata trasmissione del virus stesso all'uomo. Tale notizia è stata citata anche in un articolo comparso su un'autorevole rivista scientifica, ossia Nature. Quindi, vi è la necessità di sorvegliare attentamente ciò che avviene nel mondo animale.
La seconda notizia è relativa ad un virus H5N1 attenuato, rinvenuto nel corso di un controllo nel centro sperimentale di Padova. Si tratta di una notizia che, a mio avviso, è stata sminuita in termini di allarme, proprio perché tale virus non è altamente patogeno, ma consiglierei di non sottovalutare tali segnali che, come dicevo in precedenza, necessitano di attenzione.
Noi interverremo su questo provvedimento attraverso gli emendamenti e gli ordini del giorno che abbiamo presentato. Pensiamo, infatti, che sia possibile migliorarlo, proprio per garantire al paese ed ai nostri cittadini tutte le misure di salvaguardia che dobbiamo mettere in atto se vogliamo veramente impedire un evento che può divenire davvero dannoso per la nostra qualità della vita e per la nostra economia (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianni Mancuso. Ne ha facoltà.

GIANNI MANCUSO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, premetto che la mia valutazione sul provvedimento in esame è favorevole, ma ritengo utile svolgere alcune considerazioni. Al fine di ridimensionare l'allarmismo suscitato da alcune avventate ed irresponsabili dichiarazioni di questi giorni, vorrei ricordare che in Europa e in Italia il problema dell'influenza aviaria è ancora soltanto un problema di sanità veterinaria, a differenza di quanto accade in altre aree del mondo. Ad esempio, nel sud-est asiatico, l'agente patogeno ha potuto aggredire l'uomo a causa delle pessime condizioni igienico-sanitarie in cui vive la popolazione, che sono ben diverse da quelle esistenti nel nostro continente e nel nostro paese.
Sebbene il virus contratto da un essere umano in quelle aree del mondo possa, in teoria, trasmettersi ad altri esseri umani, non risulta al momento alcun caso di trasmissione del virus da uomo a uomo. Questo sarebbe un ulteriore progresso del virus, e da qui scatterebbero ovviamente le giuste preoccupazioni.
Pur ritenendo doverosa la preoccupazione da parte delle autorità nazionali e degli organismi internazionali, condanno le dichiarazioni allarmistiche ed irresponsabili rilasciate da scienziati ed epidemiologi, che non sembrano avere per il momento altra motivazione se non quella della volontà di compiacere e favorire multinazionali farmaceutiche che producono vaccini e farmaci antivirali. Tra l'altro, per quanto riguarda i vaccini, non esiste un vaccino per questa patologia; e, per quanto riguarda gli antivirali, essi svolgono un'attività modesta nella patologia in atto: figuriamoci se possono avere qualche effetto per quanto riguarda la prevenzione!
Il ruolo dei media è stato devastante. Pensate che si è tanto parlato di virus dei polli e, per qualche settimana, i consumi dei cittadini italiani si sono orientati verso il tacchino, non sapendo, ad esempio, che il tacchino, dal punto di vista epidemiologico, è assai più sensibile del pollo. Ciò per dire che, più che di una pandemia, si è trattato di una psicosi collettiva.


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Parlavo del ruolo degli epidemiologi, che ogni tanto sbagliano. Hanno sbagliato qualche anno fa, quando si è parlato tanto, e talvolta a sproposito, della BSE. Si è parlato di migliaia di infetti in Europa e anche di migliaia di morti. In realtà, sono morte 160 persone in tutto il mondo, la gran parte delle quali in Gran Bretagna, e vi è stato soltanto un caso, per di più ancora sospetto e non del tutto confermato, in Italia (si è trattato di una donna siciliana).
Ritengo che la comunità scientifica abbia il dovere di informare correttamente l'opinione pubblica. Segnalo, tra l'altro, di avere anche personalmente, come altri colleghi parlamentari, adottato iniziative per sensibilizzare e far capire ai nostri connazionali che questa patologia non si può contrarre per via orale, quindi consumando prodotti di origine aviaria. Comunque, come ho detto prima, non sono noti casi di trasmissione da uomo a uomo.
Vorrei ringraziare il Governo perché, approfittando di questo provvedimento, nell'ambito del potenziamento dei servizi veterinari transfrontalieri, ha intenzione di definire la posizione del personale sanitario che svolge la sua attività nei posti di ispezione frontaliera (PIF) e negli uffici veterinari per gli adempimenti comunitari (UVAC), quindi nelle periferie del nostro paese nell'ambito del Ministero della salute. Questi colleghi (che sono circa un centinaio) legati al sistema sanitario da contratti precari (sono i cosiddetti coadiutori) in questi anni hanno garantito con serietà e dedizione, insieme a tutta la rete dei servizi, la sicurezza di noi tutti.
Vorrei accennare brevemente anche al danno economico che tale psicosi collettiva ha causato; è un danno ad un settore produttivo che stava in piedi economicamente da solo. Nel momento in cui l'economia non tira, davvero dispiace registrare danni così gravi e consistenti e sapere che delle persone saranno licenziate o messe in cassa integrazione.
Il nostro paese, per quanto riguarda questi prodotti, ha raggiunto l'assoluta autonomia: noi non li importiamo e non si capisce nemmeno come potremmo infettare i nostri allevamenti, prima ancora di infettare potenzialmente le persone.
Tale provvedimento è opportuno anche nella parte che riguarda l'AGEA. Tali disposizioni, però, più avanti dovranno probabilmente essere ritoccate, vista l'entità del problema.
I nostri allevamenti, che sono concentrati soprattutto nel nord-est, nel 1999 e nel 2000 sono stati interessati da una precedente epidemia e circa 20 milioni di capi sono stati abbattuti. Da quella tragica esperienza, ovviamente, gli allevatori italiani hanno tratto la lezione. Anche i servizi veterinari, che sono preposti a tutelare prima la salute degli animali e poi quella delle persone, per evitare che si possano creare le basi per qualche caso di zoonosi, hanno adottato tutta una serie di provvedimenti, che vanno dalla vaccinazione di massa ai prelievi di sangue per controllare lo stato anticorpale, ossia tutta una serie di misure tese a migliorare la sicurezza dell'allevamento e a ridurre al massimo la possibilità che anche uccelli migratori possano infettare alcuni uccelli che fanno parte degli allevamenti italiani.
Abbiamo anche la fortuna di disporre di una rete di prevenzione, nell'ambito del Servizio sanitario, di circa 5 mila veterinari pubblici e - credo che possiamo dirlo con un pizzico di orgoglio - abbiamo la rete più efficace nell'ambito della Comunità europea.
Proprio in riferimento a questo settore, anche io ho presentato un ordine del giorno in cui sinteticamente richiamo l'importanza dell'individuazione del dipartimento per la sanità pubblica veterinaria, la nutrizione e la sicurezza degli alimenti, nell'ambito del quale si prevede l'assunzione di circa 60 medici veterinari con contratto a tempo determinato di durata triennale.
A latere di questo intervento, il ministero ha assicurato, nella finanziaria che è stata approvata dal Senato e che sarà alla nostra attenzione nei prossimi giorni, l'impegno a definire anche l'annosa vicenda che riguarda i veterinari coadiutori, che


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richiamavo prima, ossia coloro che svolgono questa preziosa attività presso i PIF e gli UVAC.
Sarà altrettanto importante individuare le risorse necessarie al fine di potenziare le attività degli istituti zooprofilattici sperimentali e, quindi, di tutta la rete (in Italia sono 10) in ordine alle funzioni istituzionali, per assicurare un'efficace azione ed il coordinamento tra i diversi istituti esistenti nel paese, per fronteggiare le emergenze sanitarie che si verificano sempre più frequentemente a livello planetario (BSE e SARS, solo per citarne alcune), per garantire il potenziamento degli strumenti di lotta contro l'influenza aviaria e, nel contempo, per consentire di svolgere un'efficace azione anche sul fronte della ricerca.
Credo di poter preannunciare - poiché se n'è parlato al Senato durante l'esame della finanziaria, ma anche in Commissione con il ministro e con il sottosegretario Cursi - un altro elemento importante all'interno di una sistemazione generale e di una messa a punto del sistema della rete veterinaria nell'ambito del Servizio sanitario nazionale, ossia lo sblocco parziale del turn over dei veterinari delle ASI. Si parla di circa 300 posizioni, che andranno concordate con le regioni naturalmente, che consentiranno di verificare quali siano le situazioni di maggiore sofferenza, per continuare ad avere un livello molto alto delle difese del nostro paese.
Questa epidemia, questo problema veterinario e la psicosi collettiva hanno consentito, comunque, di far emergere anche il ruolo di questi professionisti: i veterinari pubblici, che operano nell'ambito dei servizi di prevenzione, svolgono un'attività molto importante e preziosa, ma, proprio perché lo fanno con serietà, molto spesso è silenziosa e ha solo questi momenti di pubblicità. Quindi, è un'occasione per tutti noi, che rappresentiamo la comunità nazionale, per essere grati anche a questa parte del Servizio sanitario nazionale.
Concludo questo intervento sottolineando l'importanza del provvedimento in quanto tale, perché, ovviamente, esso è ben articolato e prevede tutto ciò che è necessario. Sono certo che nella discussione ci sarà lo spazio per sistemare definitivamente anche quelle parti del sistema che ancora lo necessitano.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellotti. Ne ha facoltà.

LUCA BELLOTTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento oggi all'esame dell'Assemblea appronta misure urgenti per la prevenzione dell'influenza aviaria. Il decorrere di malattie di questo tipo non può essere certo sottovalutato. Ciò che fa crescere il rammarico, oltre alla comparsa del virus in sé, è il fatto che gli organi di stampa non sono sempre riusciti a dare una chiara percezione dell'evento in atto, fornendo adito ad allarmismi e non garantendo sempre una vera e propria informazione scientifica sull'argomento. È un'autentica epidemia, ma di disinformazione, con incalcolabili danni alla filiera del settore. L'ingiustificata paura creata dai media aumenta ad ogni anatra o pappagallo trovato morto ai quattro angoli del mondo.
Anticipando ciò, non intendo fare altro che dare merito invece al Governo di essersi mosso nella direzione giusta sul versante sia della comunicazione, sia della prevenzione. L'attenzione su questo fatto non deve creare facili e falsi allarmismi, spesso giornalistici, che stanno facendo immensamente più danni di quelli che in realtà ha fatto il virus. Nonostante questo, l'attenzione va mantenuta vigile. Il virus influenzale H5N1 ha esteso la sua diffusione geografica. Inoltre, un ceppo che si trasmette rapidamente all'uomo potrebbe, così come la storia amaramente ci ricorda, provocare l'inizio di una pandemia. La mutazione del virus H5N1, che colpisce la fauna avicola e solo da questa si può trasmettere all'uomo, sembra per il momento a livello internazionale fortunatamente scongiurata. Ciò non significa che si debba abbassare la guardia. A questo proposito, ho sentito nei giorni scorsi alcuni colleghi, che, dai banchi dell'opposizione o attraverso dichiarazioni a mezzo stampa, hanno posto in rilievo il fatto che


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vi sarebbero anche problemi più gravi. Sono convinto che gli stessi, se ci si fosse disinteressati dell'influenza aviaria, in questo momento lo lamenterebbero. Certe polemiche, di fronte a situazioni di questo genere, sono del tutto inutili.
Non è soltanto l'Italia che si sta preoccupando del virus. Misure di prevenzione sono state poste in essere in tutta Europa ed in molti altri paesi. È di pochi giorni fa la richiesta di stanziamenti poderosi, fatta dal Governo americano al Congresso, per l'acquisto di medicinali atti a fronteggiare l'influenza aviaria.
In ogni caso, se i colleghi che ho sentito, velatamente o meno, criticare il provvedimento avessero letto il decreto, magari si sarebbero accorti che esso pone in atto delle misure che non si limitano a tamponare il fenomeno della malattia, a fronte di una sua eventuale emersione, bensì sono vere e proprie misure che oserei definire strutturali, riguardo alla prevenzione non solo dell'attuale rischio, ma anche di possibili altri in futuro. Giudico con grande favore a tal proposito l'istituzione, presso la direzione generale della sanità veterinaria e degli alimenti del Ministero della salute, del Centro nazionale di lotta e d'emergenza contro le malattie animali ed il potenziamento dei centri già presenti come quello di Padova.
Dovremo renderci conto che soltanto strutture di tal genere, supportate dai controlli dei carabinieri per la tutela della salute, che vengono anch'essi potenziati, possono creare una rete capillare di rapido intervento nel caso di contaminazioni dal mondo animale. Non sfuggirà certo all'attenzione dei colleghi che, in pochi anni, è già la seconda volta che si parla di rischi massicci provenienti da malattie che coinvolgono la fauna. Il morbo della cosiddetta mucca pazza ha lasciato da poco gli onori della cronaca e il caso dell'influenza aviaria non è detto che sia l'ultimo, per ciò che concerne la contaminazione del mondo animale che può coinvolgere l'uomo.
Inoltre, non può sfuggire in questo provvedimento il sostegno forte che si intende dare al settore avicolo. Comprendo che non sempre l'agricoltura e l'allevamento sono oggetto delle cure della sinistra, ma da parte mia ritengo che l'attenzione che si è voluta dedicare anche ai produttori di pollame sia senz'altro encomiabile. Così come lo è il grande lavoro svolto dai ministri Storace e Alemanno, per porre sotto la giusta luce il fenomeno. A questo proposito, va senza dubbio apprezzato l'intervento del ministro Storace per sventare la falsa informazione della contaminazione tramite le uova.
Non penso sia neppure il caso di spendere troppe parole riguardo all'accaparramento di scorte di farmaci antivirali e di medicinali ed altro materiale profilattico, da destinare alla prevenzione del rischio epidemico, che il provvedimento va a normare. Si tratta di una misura doverosa che è stata prontamente recepita dal Governo.
Altro punto su cui mi pare si stia provvedendo egregiamente è quello relativo all'informazione. L'influenza stagionale non deve essere confusa con quella aviaria. Le campagne di vaccinazione del ministro della salute sull'influenza stagionale riescono a riscuotere ogni anno maggiori successi. È bene insistere comunque, al fine di porre al riparo le fasce delle popolazioni meno protette, come gli anziani ed i bambini, dai rischi dell'influenza.
Certo, come si sa, è impossibile mettere in campo misure che scongiurino definitivamente l'insorgere della malattia nel nostro paese. Se è possibile approntare più stretti controlli per le carni congelate alle frontiere o istituire, come è stato fatto egregiamente, un sistema di etichettatura delle carni che ne certifichi la provenienza, è improbabile impedire che il virus varchi i confini nazionali, veicolato dagli animali selvatici, magari durante l'emigrazione.
Pertanto, a fronte di un rischio che potrebbe insorgere, l'unica via da seguire è quella di una corretta informazione ed una serrata prevenzione volta a fronteggiare i rischi che potrebbero emergere. Dobbiamo, soprattutto, impedire che possano


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bastare undici galline, due anatre ed un paio di cigni morti per scatenare il panico!
Per quanto riguarda la chiusura della caccia, mi sembra che, per il centrosinistra, si tratti più di un pregiudizio storico che di una misura salutare a difesa dei consumatori italiani!
Per concludere, penso che, se un minimo di responsabilità è presente in aula, questo provvedimento vada approvato a larga maggioranza, in quanto corrisponde alla strada maestra del buonsenso.
Nessun allarmismo, ma una giusta dose di attenzione, affinché la prevenzione sia considerata, oggi come in futuro, l'unico modo per impedire danni gravi che ci potrebbero colpire se venissimo colti impreparati di fronte ad eventi come quello dell'attuale influenza aviaria.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Massidda. Ne ha facoltà.

PIERGIORGIO MASSIDDA. Signor Presidente, vorrei precisare, a nome del gruppo di Forza Italia, che siamo molto orgogliosi del provvedimento in esame, che qualifica, non solo il nostro Governo ed il ministro che l'ha proposto, ma tutto il Parlamento. Infatti, come si desume anche dall'intervento dei colleghi, si tratta di un'iniziativa che risponde a criteri di tempestività, di serietà e, soprattutto, di tutela della salute del cittadino e, se permettete, anche dell'economia della nostra nazione.
Infatti, sapete benissimo che, negli anni scorsi, si è riscontrato un aumento dei casi del virus, soprattutto dall'est, ma nessun caso è stato registrato nei paesi occidentali. Ciò a dimostrazione che, probabilmente, anche questo virus non è così dannoso, soprattutto nei paesi in cui vi è la giusta prevenzione e, probabilmente, i sistemi di allevamento e di controllo dell'igiene sono più moderni.
Tengo a precisare che il provvedimento in esame si propone di metterci in condizione, in qualsiasi momento, semmai dovesse esservi qualche caso di allarme, di intervenire nel modo migliore, prevedendo strumenti per la prevenzione; ciò è fondamentale per non arrivare tardi quando, magari, il danno si è già creato.
Fortunatamente, a livello internazionale vi sono delle novità, sicuramente in positivo: mi riferisco all'azione di controllo esperita (sono stati abbattuti 150 milioni di volatili) e ad una certa reattività registrata in relazione a certi antibiotici. A tale proposito, è sicuramente meritorio il fatto che il ministro ed il Governo abbiano sollecitato la produzione di vaccini adatti allo scopo.
Non vorrei, pertanto, che dal dibattito emergesse la volontà di attribuire questo provvedimento solo ad una parte politica. Spero che, nel dibattito di domani, tutti abbiano il coraggio e la forza morale di partecipare all'elaborazione del testo e tutti siano consapevoli del fatto che una nazione che si dice moderna come l'Italia non può non varare un provvedimento del genere nei tempi dovuti.
Ecco perché ci tengo a precisare che non abbiamo presentato alcun emendamento, perché crediamo sia opportuno apportare niente più che piccole correzioni. Inoltre, credo che anche gli amici dell'opposizione, al di là del momento particolare che li ha portati ad un certo rallentamento nell'esame del provvedimento - per altri motivi e non contro il provvedimento stesso -, potranno domani, insieme a noi, avere l'orgoglio di aver fatto qualcosa di estremamente utile per il futuro della nostra nazione, nel senso soprattutto della prevenzione. Questo lo dico anche perché vorrei che questa sera uscisse da quest'aula un messaggio molto chiaro. Non è possibile distruggere un intero comparto dell'economia, mettere in ginocchio gli operatori che allevano il pollame nel modo migliore, nel modo più moderno, soprattutto producendo una carne che sappiamo essere dal punto di vista medico una delle migliori e delle più indicate per la nostra popolazione. Non è possibile che debba essere abbandonato il consumo di questo tipo di carne per una paura che è assolutamente infondata e che è sicuramente minore rispetto a tutti i pericoli che corriamo ogni giorno con la normale alimentazione.


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Pertanto, credo di poter rassicurare gli italiani ricordando che questo è un Governo che ha portato avanti anche una legge sulla tracciabilità. Sicuramente, con questa legge - nel caso dell'allevamento dei volatili, ma soprattutto del controllo degli sviluppi di questa eventuale malattia, che non coinvolge soltanto i polli ma anche altri volatili - credo che l'Italia si stia preparando al meglio per affrontare qualsiasi difficoltà (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).

PRESIDENTE. Nessuno altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

CARLA CASTELLANI, Relatore. Signor Presidente, il parere della Commissione è contrario sugli emendamenti Valpiana 1.1 e 1.2, Rocchi 1.44 e Burtone 1.3, mentre sugli emendamenti Labate 1.4 e gli identici Labate 1.5 e Giachetti 1.49 vi è un invito al ritiro.
Il parere è contrario sugli emendamenti Frigato 1.6, Labate 1.7, Zanella 1.43 e 1.8, Lettieri 1.9, Valpiana 1.10. Sull'emendamento Ruta 1.11 vi è un invito al ritiro, mentre sugli emendamenti Valpiana 1.12 e gli identici Ruggieri 1.13 e Maura Cossutta 1.53 il parere è contrario. Inoltre, vi è invito al ritiro sugli identici emendamenti Lucchese 1.14, Valpiana 1.16 e Maura Cossutta 1.54, nonché sugli emendamenti Labate 1.52 e Mantini 1.48.
Il parere è contrario sugli identici emendamenti Labate 1.18, Bindi 1.20 e Valpiana 1.21, sugli emendamenti Labate 1.19, Ruggeri 1.45, sugli identici emendamenti Labate 1.22 e Dorina Bianchi 1.46, nonché sull'emendamento Labate 1.23. Vi è poi un invito al ritiro sugli emendamenti Zanella 1.25, Labate 1.24, Stradiotto 1.47, Valpiana 1.26, Zanella 1.41, 1.42, 1.50 e 1.51, mentre il parere è contrario sugli identici emendamenti Valpiana 1.27 e Zanella 1.40, nonché sull'emendamento Zanella 1.28.
La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Valpiana 2.6, Duilio 2.4, Milana 2.3, Labate 2.1, Iannuzzi 2.5 e Ria 2.2, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli articoli aggiuntivi Labate 2.041 e Meduri 2.040.
La Commissione esprime altresì parere contrario sull'emendamento Mosella 3.1 e formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Ascierto 3.40 e sull'articolo aggiuntivo Bellotti 3.01.
La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Valpiana 5.11 e formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Francesca Martini 5.12, Molinari 5.8, Colasio 5.10, Sedioli 5.4 e sugli identici emendamenti Francesca Martini 5.13 e Rava 5.41. Formula altresì un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Sedioli 5.5, 5.1 e 5.2, nonché sugli identici emendamenti Sedioli 5.6 e Annunziata 5.9.
Infine, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli articoli aggiuntivi Rava 5.05, 5.06 e 5.08, nonché sugli identici articoli aggiuntivi Bottino 5.09 e Rava 5.040.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO STORACE, Ministro della salute. Il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 17 novembre 2005, alle 10:

1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 3616 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1o ottobre


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2005, n. 202, recante misure urgenti per la prevenzione dell'influenza aviaria (Approvato dal Senato) (6144).
- Relatore: Castellani.

2. - Seguito della discussione delle mozioni Bielli ed altri n. 1-00464, Violante ed altri n. 1-00481 e Biondi ed Antonio Leone 1-00496 sulle questioni applicative concernenti la normativa in favore delle vittime del terrorismo.

3. - Seguito della discussione della mozione Lucidi ed altri n. 1-00486 concernente misure a sostegno del personale addetto agli istituti penitenziari.

4. - Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 3008 - Riordino del Consiglio universitario nazionale (Approvato dal Senato) (5835-A).

e dell'abbinata proposta di legge: PERROTTA (5746).
- Relatore: Maggi.

(al termine delle votazioni)

5. - Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 20,05.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI GUIDO DUSSIN E BENEDETTO NICOTRA SUL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE N. 6150

GUIDO DUSSIN. Il gruppo della Lega Nord Federazione Padana manifesta una profonda perplessità sulla maggior parte delle norme che sono intervenute nel modificare aspetti fondamentali del decreto-legge in esame. Infatti, da quello che doveva essere un decreto sanatoria dei punti persi dalla patente a seguito della dichiarazione di incostituzionalità di parte dell'articolo 126-bis, si è giunti ad una vera e propria riforma del codice della strada. Tale riforma non incontra quindi la nostra volontà.
In particolare, non si condividono le misure relative all'inasprimento del sistema sanzionatorio previsto dal codice della strada; mi riferisco all'introduzione della cosiddetta supermulta, la quale va a colpire esclusivamente le classi sociali economicamente più deboli. In questo senso vanno interpretati gli emendamenti presentati, volti a sopprimere la disposizione relativa all'introduzione della supermulta.
Il testo contiene una norma che non ci vede favorevoli; mi riferisco all'articolo 1-vicies, che prevede la confisca del mezzo in caso di guida in stato di ebbrezza; confidiamo quindi in una successiva modifica al Senato o in sede di approvazione del disegno di legge finanziaria.
Siamo invece soddisfatti delle norme che il nostro gruppo ha introdotto, quali la previsione dell'età di diciassette anni per esercitare la guida in possesso di foglio rosa ed assistiti da persona quarantenne, nonché la norma che prevede la non sottrazione di punti quando non si superi di venti chilometri il limite dei cinquanta all'ora in centro urbano.
In generale il nostro gruppo esprime un voto favorevole sul provvedimento, ritenendo tuttavia che le modifiche apportate al codice della strada, durante l'iter nel l'aula del Senato e della Camera, non rispecchino quello è il principio fondamentale a cui dovrebbe ispirarsi l'intero impianto normativo del codice, cioè quello di garantire elevati livelli di sicurezza della circolazione stradale attraverso norme chiare che siano espressione di interessi generalizzati della collettività.

BENEDETTO NICOTRA. Dopo il «sì» del Senato giunto qualche giorno fa sembra finalmente che il codice della strada sia stato definitivamente modificato.
Il lungo iter procedurale ed il contributo di tutti hanno finalmente permesso di perfezionare il decreto emanato in materia; lo si sapeva perfettibile ed in questo senso vanno i nostri lavori di oggi.


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L'impegno del Governo in questa direzione non ha un fondamento retorico: quando affermiamo il valore della centralità della persona, il valore della vita e della sua difesa, intendiamo comunicare che questi valori stanno alla base del nostro operare quotidiano e che sono essi stessi al centro della nostra produzione legislativa di questi anni.
Tutelare la vita significa anche assumere decisioni serie su aspetti importanti della vita quotidiana.
In un paese dove il trasporto su gomma, sia per le cose che per le persone, la fa da padrone, un codice della strada che miri a garantire il massimo della sicurezza alla persona, a partire dall'affidabilità del mezzo di trasporto per arrivare alla concessione del documento di guida e alle sanzioni applicate.
L'automobilista del terzo millennio dovrà conoscere molto bene le regole della circolazione stradale, dovrà essere informato ed educato e dovrà guidare un auto dotata dei più moderni sistemi di sicurezza.
Si preparano tempi più duri per i neopatentati ed anche per le nuove forme di mobilità (ad esempio, pattini, rollerblade, eccetera).
A fronte dei grandi passi avanti compiuti dall'industria automobilistica nella produzione dei sistemi di sicurezza che oggi ci permettono di viaggiare più protetti e più sicuri, l'automobilista comune tende a valutare in maniera errata tutte quelle «trappole» che la strada ogni giorno ci «tende». Ciò è soprattutto evidenziato dal numero degli incidenti: pur essendosi ridotto rimane stabilmente elevato.
Tante sono le componenti che influiscono su tale dato: lo stato della rete stradale che, nonostante i numerosi interventi di ammodernamento promossi dall'attuale Governo, resta in alcuni punti ancora arretrata.
Ma su tutti resta fondamentale il fattore umano.
Anche l'auto più sofisticata e meglio equipaggiata può, in mani inesperte o maldestre, trasformarsi in un'arma micidiale.
Poca esperienza, troppa esuberanza, eccessiva sicurezza di sé, distrazione, possono creare in ogni situazione un coktail davvero esplosivo.
Pertanto alla guida ci vuole molta consapevolezza e di certo anche tanta esperienza.
Il conseguimento del documento di guida appare oggi molto più complesso rispetto al passato, e maggiore attenzione viene rivolta ai neofiti della guida.
Sempre più «ignorantia legis non excusat»: dalla patente a punti, la cui adozione ha già dato i suoi frutti e che rimane un punto di forza del provvedimento prevedendo premi e sanzioni che identificheranno la qualità degli automobilisti, al comportamento su strada in particolari condizioni sia per i conduttori delle quattro che delle due ruote.
Lavoriamo per costruire una nuova classe di automobilisti attenti ed informati, rispettosi della propria ed altrui sicurezza ed incolumità, già a partire dai futuri automobilisti di domani con i corsi di educazione stradale nelle scuole.
Per quanto riguarda l'adozione di comportamenti che possono compromettere la sicurezza sulle strade, si prevedono interventi significativi che vanno dal divieto di vendita di superalcolici negli autogrill e nei punti di ristoro, all'applicazione di pene severe nei confronti di chi sfoga il proprio «machismo» nelle competizioni automobilistiche illegali.
Insomma competenza nella guida, buona conoscenza del mezzo e stili di vita adeguati sono la ricetta che noi proponiamo per far sì che i nostri telegiornali non risultino sempre un bollettino di guerra... un modo per insegnare ai nostri giovani e ricordare a noi tutti che la vita è un bene troppo prezioso per essere buttato via.