Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Altri Autori: Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera , Ufficio Rapporti con l'Unione Europea
Titolo: Mappa dei conflitti e delle crisi internazionali (febbraio-luglio 2011)
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 262
Data: 20/07/2011
Descrittori:
GUERRA   RELAZIONI INTERNAZIONALI
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari

Casella di testo: Documentazione
e ricerche
                                                                             n. 262/0/febbraio-luglio 2011

La presente nota fornisce periodicamente un’informazione sintetica sui principali conflitti attualmente in corso. In particolare oggetto di attenzione sono i conflitti internazionali ed i conflitti interni armati in corso, nonché quelli per i quali siano stati raggiunti accordi di cessate il fuoco o di pace che prevedano l’impiego di missioni internazionali militari di peacekeeping o di peace-enforcing (molte delle quali vedono l’impiego di truppe italiane)1. Oltre ad una breve sintesi della situazione, ciascuna voce-paese contiene l’indicazione dell’attività parlamentare italiana, del Parlamento europeo, dei parlamenti dei principali paesi dell’Unione europea (Francia, Germania, Spagna, Gran Bretagna) e del Congresso USA in merito al medesimo conflitto, nonché l’indicazione della documentazione prodotta in materia dagli Uffici della Camera e del Senato ed una selezione dei prodotti dei principali istituti di ricerca italiani e internazionali. Sul sito della Camera2 è disponibile una versione online della nota con i link a tutti i documenti citati.


LA SITUAZIONE

Lo scoppio di un conflitto armato interno in Libia (pag. 8) e il successivo intervento militare internazionale si sono posti al centro dell’attenzione internazionale, in particolare europea.  A fianco della situazione libica, è quella in Afghanistan e Pakistan (pag. 10) a continuare a suscitare la maggiore preoccupazione. Insieme, sono risultati rilevanti, nel periodo preso in esame,  le situazioni di conflitto in Costa d’Avorio (pag. 4) e in Sudan (pag. 3).

Nella presente nota si dà conto anche dei seguenti conflitti: Ciad (pag. 2), Congo (pag. 2), Somalia (pag. 3), Israele-Autorità nazionale palestinese (pag. 5), Libano (pag. 5), Iraq (pag. 6), Yemen (pag. 6), Marocco-Sahara occidentale (pag. 7), Corea del Nord (pag. 10), India e Pakistan (pag. 12), Nepal (pag. 12), Filippine (pag. 12), Timor-Est (pag. 13), Bosnia (pag. 13), Kosovo (pag. 14), Georgia (pag. 14), Cipro (pag. 15) e Colombia (pag. 15).

Al riguardo, anche l’attività parlamentare italiana, dei principali Stati europei, del Parlamento europeo e del Congresso USA, è stata concentrata sugli sviluppi della situazione in Libia. Centrale è però rimasta anche l’analisi della situazione in Afghanistan e Pakistan.Insieme merita segnalare l’attenzione dell’Assemblea nazionale francese alla situazione in Costa d’Avorio, dove sono presenti truppe francesi.

 

 

 

 

 

La presente nota è aggiornata al 18 luglio 2011

 


AFRICA


 


AFRICA CENTRALE

 

Chad

Ciad

Conflitto armato interno. Missione internazionale (ONU: Minurcat; UE: Eufor-Ciad-Repubblica Centrafricana).

 

Le elezioni legislative del 18 febbraio e presidenziali del 25 aprile hanno confermato l’assoluto controllo della vita politica del paese da parte del presidente Deby e del suo partito (il Movimento patriottico di salvezza); le elezioni parlamentari hanno visto la partecipazione delle forze di opposizione, mentre quelle presidenziali sono state boicottate dalle stesse. Fonti governative del Ciad hanno dichiarato il 18 maggio che il Ciad non riconoscerà il consiglio nazionale di transizione libico e non darà seguito ad un eventuale mandato di arresto internazionale contro Gheddafi.

 

Documentazione:

Crisis Group, Chad's North West: The Next High-risk Area?, Africa Briefing n. 78, 17 febbraio 2011

 

 

Drapeau de la République Démocratique du Congo

Repubblica democratica del Congo

Conflitto armato interno. Missione internazionale (ONU:  MONUSCO; UE: EUPOL RD Congo); Italia[1]: 4 in EUPOL RD Congo

 

Il 30 aprile la Commissione elettorale centrale ha individuato nel 28 novembre la data delle elezioni nazionali, presidenziali e parlamentari. Nelle elezioni presidenziali troverà applicazione per la prima volta la riforma costituzionale voluta dal presidente Kabila che ha soppresso l’eventualità di un secondo turno nelle elezioni. La proposta di riforma elettorale governativa è stata invece respinta dal Parlamento l’11 aprile. 26 partiti di opposizione hanno denunciato le prossime scadenza elettorali come “incostituzionali e irrealistiche”, rilevando peraltro come il processo di registrazione degli elettori non potrà concludersi entro la fine di giugno. La situazione della sicurezza del paese rimane precaria: il 27 febbraio si è verificato un attacco armato alla residenza del presidente Kabila, ritenuto come un tentativo di colpo di Stato; nelle regioni orientali del Paese proseguono gli attacchi del Lord Resistence’s Army di Joseph Kony e delle forze ribelli hutu del FLDR. Il 14 marzo, tuttavia, il presidente Kabila ha reso nota l’esistenza di trattative in corso con l’FLDR. Il 10 marzo il governo congolese ha revocato il blocco allo sfruttamento minerario delle province orientali del paese, stabilito nel settembre 2010 per limitare il peso degli interessi economici legati allo sfruttamento minerario. Tuttavia osservatori internazionali segnalano come l’adozione di un codice di autocondotta da parte delle imprese minerarie non rappresenti una garanzia sufficiente in tal senso.   

 

Attività parlamentare:

Commissioni riunite III (Affari esteri) e IV (Difesa) di Camera e Senato, Comunicazioni del Governo sugli sviluppi relativi alle missioni internazionali, 13 luglio 2011

in Spagna – discussione presso la Commissione Affari esteri del Senato, nella seduta del 16 febbraio 2011, della Mozione 661/000593 con cui si invita il Governo all’adozione di misure volte a porre fine agli scontri armati tra le guerriglie di diverse etnie e gli eserciti di Uganda, Ruanda, Burundi e Repubblica democratica del Congo

in Spagna – interrogazione a risposta orale, presentata alla Commissione Affari esteri del Senato del 10 marzo 2011, sull’invio di truppe spagnole in missione di stabilizzazione nella Repubblica democratica del Congo

in Germania - discussione al Bundestag, nella seduta del 24 febbraio 2011, della mozione 17/4691 sulla stabilizzazione della Repubblica democratica del Congo

 

Documentazione:

Osservatorio di politica internazionale, Approfondimento n. 30, La crisi dei Grandi Laghi (CeSI)

 

 

 

CORNO D’AFRICA

 

Somalia

Somalia

Conflitto armato interno. Missione internazionale (Unione Africana: Amisom).

 

A partire dal mese di febbraio gli scontri tra le forze fedeli al governo transitorio federale e le truppe della missione AMISOM, da un lato, e le forze islamiste radicali degli Shabaab, dall’altro, si sono intensificati, specialmente nelle zone di confine con Kenya ed Etiopia e nella capitale Mogadiscio. Sul piano politico si è rafforzata la contrapposizione tra il presidente Sheick Ahmed e il presidente del Parlamento Hassan Eden. In particolare, il governo il 24 aprile ha annunciato l’intenzione di rinviare per ragioni di sicurezza al 2012 le previste elezioni, nonostante le sollecitazioni del rappresentante del Segretario generale ONU a svolgere entro l’agosto 2011 le elezioni per il presidente e per il presidente del Parlamento. In questa situazione di tensione il governo federale transitorio ha impedito dal 9 maggio i viaggi all’estero dei componenti del Parlamento. L’Ufficio marittimo internazionale ha stimato che nei primi tre mesi del 2011 gli attacchi di pirateria sono aumentati del 25 per cento rispetto al medesimo periodo dello scorso anno.

 

Attività parlamentare:

in Italia – Camera dei deputati -Interrogazione in Assemblea 3-01589, Elementi e iniziative in merito al sequestro di una nave battente bandiera italiana al largo della costa somala, con particolare riferimento alla situazione dei componenti dell’equipaggio e ai contatti con le rispettive famiglie, 13 aprile 2011

Senato della Repubblica – Interrogazioni in Commissione 3-02007 e 3-02017, Iniziative per contrastare il fenomeno della pirateria in acque internazionali, 6 aprile 2011

Commissione difesa, Possibile impiego di personale militare a bordo del naviglio mercantile e da diporto, che transita in acque internazionali colpite dal fenomeno della pirateria, 22 giugno 2011

 

in Germania - discussione al Bundestag, nella seduta del 10 febbraio 2011, della mozione 17/4248 sulla missione europea EUTM Somalia

 

Documentazione:

Servizio Studi Dip.to Affari esteri, La persecuzione delle minoranze cristiane nel mondo, Nota di politica internazionale n. 72

Crisis Group,Somalia: The Transitional Government on Life Support, Africa Report n. 170, 21 febbraio 2011

 

 

Sudan

Sudan

Accordo di pace. Missione internazionale ONU: UNMIS ed UNAMID in Darfur (Italia: 3 in UNAMID).

 

I risultati ufficiali del referendum (9 gennaio 2011) annunciati il 7 febbraio e ufficialmente accettati dal presidente Omar Hassan al-Bashir, hanno confermato che il 98,83% dei sudanesi del sud, in prevalenza cristiani e animisti, è favorevole alla secessione dal Sudan del Nord, arabo e musulmano. L’acquisita divisione per via referendaria del paese ha progressivamente visto deteriorarsi  il quadro nel primo semestre dell’anno in ragione del persistere di una serie di questioni irrisolte. Innanzitutto l’escalation della presenza militare di forze sia nord sia sud sudanesi nel ricco e conteso distretto petrolifero di Abyei, culminata il 21 maggio con l’occupazione da parte delle forze del Nord, effettuata in violazione degli accordi preesistenti (5 maggio) che ne avevano stabilito la smilitarizzazione bilaterale, occupazione che il Sud ha definito “atto di guerra” e che le Nazioni Unite hanno chiesto immediatamente di cessare.Tensioni anche per il Kordofan del sud, regione parimenti ricca di petrolio e contesa tra le parti, dove Ahmed Haroun, candidato dell’NCP (partito di Al-Bashir) incriminato dalla Corte penale internazionale si è proclamato vincitore delle elezioni per il governatorato celebrate all’inizio di maggio e dove il suo partito avrebbe conquistato 33 seggi nell’assemblea locale contro i 21 del Sudan People’s Liberation Movement (SPLM), che ha però respinto i risultati a causa di presunte frodi elettorali.  Quanto al Darfur, va segnalato il persistere dei combattimenti ma pure l’approvazione, a Doha, di un ennesimo accordo di pace predisposto dalla mediazione qatarina che, pur non facendo venire meno del tutto le riserve dei ribelli che combattono contro Karthoum, pare fondarsi su presupposti ritenuti incoraggianti, quali la concessione di una vicepresidenza del Nord Sudan a un darfuriano. Con riferimento al  Sudan del sud, il quadro dei combattimenti tra truppe governative e ribelli che miete vittime tra la popolazione civile si è ulteriormente surriscaldato dopo la Myoum declaration(11 aprile 2011) di Peter Gadet Yak, già generale del Sudan People’s Liberation Army (SPLA) e ora leader del nuovo gruppo ribelle South Sudan Liberation Army (SSLA), che ha incitato a rovesciare il presidente Salva Kiir.  Il 5 maggio il governo sud sudanese (GoSS) ha licenziato, nonostante le proteste dell’opposizione per la presenza di norme giudicate antidemocratiche, un progetto di costituzione transitoria che, tra il resto, fissa in quattro anni a partire dal 9 luglio la durata del mandato presidenziale, che non ha limiti di rinnovo, senza indicare alcuna data per nuove elezioni e conferisce al presidente il potere di destituire i parlamentari. Il 9 luglio è stata solennemente proclamata l’indipendenza del Sudan del Sud.

 

Attività parlamentare:

USA: Senato – Commissione esteri, audizione dell’inviato speciale Lyman, 14 giugno 2011

 

Documentazione:

Carnegie Endowment, The New Sudan – Challenges and Opportunities, 9 febbraio 2011

 

 

 

AFRICA OCCIDENTALE

 

Cote d'Ivoire

Costa d’Avorio

Accordo di pace. Missione internazionale (ONU: UNOCI, Francia: Licorne).

 

Dopo che nel mese di marzo, gli scontri tra le forze fedeli al presidente uscente Gbagbo e ilpresidente eletto Ouattara (la cui vittoria alle presidenziali dello scorso novembre non è stata però riconosciuta da Gbagbo) avevano assunto le caratteristiche di un conflitto armato interno, con scontri violenti nella stessa capitale, la crisi si è sbloccata l’11 aprile quando le forze fedeli ad Ouattara hanno tratto in arresto l’ex-presidente Gbagbo. Ouattara ha ricevuto il sostegno determinante delle forze UNOCI ed in particolare del contingente francese, anche sulla base della risoluzione del Consiglio di sicurezza n. 1975. Il nuovo presidente Ouattara si è poi ufficialmente insediato il 6 maggio, impegnandosi alla costituzione di un governo di unità nazionale e confermando nella sua posizione l’ex-primo ministro Guillame Soro.

 

Attività parlamentare:

Parlamento europeo: risoluzione del 7 aprile 2011 sulla situazione in Costa d'Avorio

in Francia svolgimento al Senato, nella seduta del 7 aprile 2011, di un’interrogazione parlamentare al Ministro della difesa Gérard Longuet sulla situazione in Costa d’Avorio

audizione congiunta presso le Commissioni Affari esteri e Difesa dell’Assemblea nazionale, nella seduta del 13 aprile 2011, del Ministro della difesa Gérard Longuet, sulla situazione in Costa d’Avorio

in Germania - interrogazione a risposta scritta 17/5421, presentata al Bundestag nella seduta del 13 aprile 2011, sulla situazione in Costa d’Avorio

 

Documentazione:

Servizio Studi, Dip. Affari esteri, La crisi post-elettorale in Costa d’Avorio, Dossier documentazione e ricerche n. 226

Brookings, Ivory Coast Deserves Deeper Democracy, 28 aprile 2011

 


MEDIO ORIENTE/
NORD AFRICA



 


MEDITERRANEO ORIENTALE

 

Israel

Israele

File:Flag of Palestine.svg

  Autorità nazionale palestinese

Cessate il fuoco. Missioni internazionali (ONU: UNTSO per il monitoraggio dell’armistizio del 1949; UNDOF al confine con la Siria; MFO al confine con l’Egitto; UE: EUBAM-Rafah) (Italia:  7 in UNTSO, 78 in MFO; 1 in EUBAM-Rafah).

 

Scontri tra Hamas e le forze di sicurezza israeliane nel mese di marzo, con lanci missilistici da parte di Hamas su Israele e attacchi di reazione israeliani sulla striscia di Gaza. Il 15 marzo Israele ha denunciato di aver intercettato una nave iraniana carica di missili di superficie destinati alla striscia di Gaza, attraverso il contrabbando dalla frontiera egiziana; l’Iran ha negato la circostanza. Durante il mese di marzo Hamas ha represso manifestazioni per l’unità palestinese nella striscia di Gaza. Manifestazioni di minori entità ed episodi di repressione si sono verificati anche nei territori della Cisgiordania sotto il controllo della Autorità nazionale palestinese. Un accordo di riconciliazione nazionale tra Fatah e Hamas è stato poi raggiunto il 27 aprile, con la mediazione del governo egiziano: l’accordo prevede la costituzione di un governo di unità nazionale ed elezioni presidenziali e parlamentari entro un anno (nel mese di giugno i colloqui per la formazione del governo hanno però registrato uno stallo sull’indicazione del primo ministro). L’accordo è stato criticato dal primo ministro israeliano. Il 14 aprile un pacifista italiano residente a Gaza, Vittorio Arrigoni, è stato ucciso da un gruppo fondamentalista salafita. Circa 15 vittime e 400 feriti ad opera delle forze di sicurezza israeliane si sarebbero verificati il 15 maggio quando decine di migliaia di manifestanti hanno tentato di varcare i confini con Israele da Gaza, Siria e Libano, per commemorare la Nakba (catastrofe), con cui i palestinesi e il mondo arabo ricordano la dichiarazione di indipendenza di Israele del 1948. Il 19 maggio il presidente USA Obama in un intervento ha proposto la costituzione di uno Stato palestinese, assumendo come base per le trattative i confini antecedenti al 1967 con reciprochi scambi di territori concordati. Nuovi scontri ai confini israeliani il 5 giugno nell’anniversario della sconfitta araba nella guerra dei sei giorni, mentre l’Autorità nazionale palestinese si è attivata per richiedere all’Assemblea generale ONU, convocata per il mese di settembre, il riconoscimento dell’indipendenza dello Stato palestinese, posizione rifiutata dagli USA che la considerano una forzatura rispetto alla via negoziale. Il governo israeliano ha accusato la Siria di fomentare i disordini ai confini con Israele per distrarre dalla repressione interna. Per il mese di luglio è prevista la spedizione di una nuova “Freedom Flottilla”, anche se la Turchia ha negato il suo sostegno alla spedizione. Il parlamento israeliano ha spedito un messaggio di congratulazioni al primo ministro turco Erdogan in occasione della sua nuova vittoria elettorale, con l’invito a superare le incomprensioni del passato.

 

Documentazione:

Osservatorio di politica internazionale, Mediterraneo e Medio Oriente, Focus CESI n. 5

Osservatorio di politica internazionale, Mediterraneo e Medio Oriente, Focus CESI n. 6

Osservatorio di politica internazionale, Mediterraneo e Medio Oriente, Focus CESI n. 7

 

 

Flag of Lebanon

Libano

Cessate il fuoco. Missione internazionale (ONU: UNIFIL) (Italia:1780).

 

Il 27 febbraio la coalizione antisiriana del “14 marzo” guidata dal primo ministro facente funzioni Saad Hariri (il cui governo è andato in crisi agli inizi di gennaio per il ritiro del sostegno da parte di Hezbollah) ha ritirato il proprio sostegno, inizialmente annunciato, al primo ministro designato Najib Miqati. Il 13 marzo si è svolta a Beirut una manifestazione con migliaia di persone per richiedere il disarmo di Hezbollah. Lo stallo politico si è sbloccato il 12 giugno quando il primo ministro incaricato Mikati ha annunciato la lista dei trenta ministri, dei quali diciotto risultano essere esponenti vicini a Hezbollah (l’ex-primo ministro Saad Hariri ha dichiarato il passaggio all’opposizione della sua coalizione del “14 marzo”). Il 30 giugno il Tribunale speciale per il Libano ha emesso, nelle indagini sulla morte dell’ex-primo ministro Rafiq Hariri, l’incriminazione e il mandato di arresto per quattro persone, alcune delle quali membri di Hezbollah. Nel frattempo, sei componenti del contingente italiano della missioni UNIFIL sono rimasti feriti, il 27 maggio, in un attentato presso Sidone, e, nella parte settentrionale del paese, si è registrato un significativo afflusso di profughi in conseguenza delle proteste scoppiate in Siria.

Attività parlamentare:

Commissioni riunite III (Affari esteri) e IV (Difesa) di Camera e Senato, Comunicazioni del Governo sugli sviluppi relativi alle missioni internazionali, 13 luglio 2011

 

Documentazione:

Osservatorio di politica internazionale, Mediterraneo e Medio Oriente, Focus CESI n. 5

Osservatorio di politica internazionale, Mediterraneo e Medio Oriente, Focus CESI n. 6

Osservatorio di politica internazionale, Mediterraneo e Medio Oriente, Focus CESI n. 7

Servizio Studi, Dip.to Affari esteri, La situazione in Medio oriente e in Nord Africa – Schede paese politico-parlamentari e indicatori internazionali, Dossier documentazione e ricerche n. 244

 

 

GOLFO PERSICO E PENISOLA ARABICA

 

Iraq

Iraq

Conflitto armato interno. Missione internazionale (ONU: UNAMI); intervento militare straniero (USA e GB).[2]

 

Dopo la costituzione del governo presieduto da Al Maliki, che vede la partecipazione oltre alla sua coalizione “Stato di diritto” anche della coalizione “Iraqiyya” di Allawi, e dei sostenitori di Moqtada al Sadr, risulta ancora non costituito il consiglio nazionale per le politiche strategiche, la cui guida doveva essere attribuita ad Allawi.Nel quadro delle proteste che stanno colpendo Medio Oriente e Nord Africa, anche a Bagdad nel mese di febbraio si sono svolte manifestazionicontro la corruzione. Manifestazioni nel mese di marzo anche contro l’intervento dei paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo in Bahrein. L’11 maggio il primo ministro al Maliki si è dichiarato disponibile a negoziare una permanenza di truppe USA in Iraq oltre il termine attualmente previsto del 31 dicembre 2011, a condizione che la maggioranza delle coalizioni politiche supporti la decisione. Moqtada al Sadr ha organizzato il 26 maggio una manifestazione contro l’eventuale proroga. In un attacco terroristico a Bagdad il 23 giugno sono rimaste uccise almeno 34 persone.

 

Attività parlamentare:

in Italia Camera dei deputati – Assemblea, Informativa urgente del Governo sugli sviluppi della situazione in alcuni Paesi dell’area mediterranea, 15 febbraio 2011

Senato della Repubblica – Assemblea, Informativa del Ministro degli affari esteri sui più recenti sviluppi della situazione nei Paesi del Mediterraneo e conseguente discussione, 16 febbraio 2011

Documentazione:

Servizio Studi Dip.to Affari esteri, Iraq, Scheda-paese politico parlamentare n. 19

Servizio Studi, Dip.to Affari esteri, La situazione in Medio oriente e in Nord Africa – Schede paese politico-parlamentari e indicatori internazionali, Dossier documentazione e ricerche n. 244

Servizio Studi Dip.to Affari esteri, La persecuzione delle minoranze cristiane nel mondo, Nota di politica internazionale n. 72

Osservatorio di politica internazionale, Mediterraneo e Medio Oriente, Focus CESI n. 5

Osservatorio di politica internazionale, Mediterraneo e Medio Oriente, Focus CESI n. 6

Osservatorio di politica internazionale, Mediterraneo e Medio Oriente, Focus CESI n. 7

Carnegie Endowment, Iraq: Protest, Democracy, and Autocracy, 28 marzo 2011

 

 

Flag of Yemen

Yemen

Conflitto armato interno.

 

Lo Yemen è colpito dall’ondata di proteste anti governative che dalla fine del 2010 coinvolgono alcuni paesi del Medio Oriente e del Nord Africa. Le manifestazioni di piazza tenutesi nelle cittàprincipali quali Sanaa, Taiz, e Aden hanno visto i manifestanti scontrarsi con le forze di polizia yemenite, provocando numerosi morti e feriti. Tale situazione ha condotto prima alla sospensione della Costituzione, e poi a numerosi tentativi di mediazione da parte del Consiglio di Cooperazione del Golfo col presidente Saleh che dopo aver accettato inizialmente un accordo per una pacifica transizione di poteriha successivamente rifiutato di firmarlo. Alle forze di opposizione a Saleh si sono uniti, nel mese di aprile un importante esponente delle forze armate, Ali Moshen Al Amar e la potente confederazione tribale Hashed. Il 3 giugno, durante sconti nella capitale Sanaa, Saleh è rimasto ferito ed ha lasciato il paese per recarsi in Arabia Saudita, per ricevere cure mediche. Nel frattempo nella capitale è stato raggiunto un tenue “cessate il fuoco” ma rimane l’impasse politica. Il 5 luglio l’aviazione yemenita ha bombardato alcune città nel sud del Paese occupate da forze ritenute vicine ad al-Qaeda. Due giorni dopo, il presidente Saleh e' comparso in video e ha parlato alla nazione, aprendo al dialogo, a patto che venga rispettata la Costituzione.

 

Attività parlamentare:

in Italia - Camera dei deputati – Servizio Studi Dip.to Affari esteri, La crisi politica in Libia e negli altri paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, Dossier Documentazione e ricerche nn. 208, 208/1, 208/2, 208/3, 208/4, 208/5, 208/6, 208/7, 208/8 (parte I e parte II), 208/9

Parlamento europeo: risoluzione del 7 aprile 2011 sulla situazione in Siria, Bahrein e Yemen

risoluzione del 17 febbraio 2011 sullo Yemen: persecuzione dei minori autori di reati, in particolare il caso di Muhammed Taher Thabet Samoum

 

Documentazione:

Servizio Studi, dip. Affari esteri, La situazione in Medio oriente e in Nord Africa – Schede paese politico-parlamentari e indicatori internazionali, Dossier documentazione e ricerche n. 244

Servizio Studi Dip.to Affari esteri, La crisi in Libia e negli altri paesi del Nord Africa e del Medio Oriente – cronologia dei principali eventi, Dossier Documentazione e ricerche n. 229

Servizio Studi Dip.to Affari esteri, Yemen, Scheda-paese politico parlamentare n. 10

Servizio Studi Dip.to Affari esteri, La persecuzione delle minoranze cristiane nel mondo, Nota di politica internazionale n. 72

Osservatorio di politica internazionale, Mediterraneo e Medio Oriente, Focus CESI n. 6

Osservatorio di politica internazionale, Mediterraneo e Medio Oriente, Focus CESI n. 7

Carnegie Endowment, Al-Qaeda Grows in Yemen, 28 marzo 2011

Carnegie Endowment, Regime of President Ali Abdullah Saleh is Teetering, 7 aprile 2011

Carnegie Endowment, Political Turmoil in the North Africa and the Middle East, 26 aprile 2011

 

 

 

NORD AFRICA

 

Flag of Morocco

Marocco (Sahara occidentale)

Cessate il fuoco. Missione internazionale (ONU: MINURSO)

 

Violenti scontri tra giovani marocchini e Saharawi il 26 febbraio, in una situazione resa tesa dalle accuse del governo marocchino al Fronte polisario e all’Algeria di voler sfruttare a scopi destabilizzanti nella regione le proteste in corso in Nord Africa. L’8-9 marzo si è svolto un nuovo (ma infruttuoso) ciclo di colloqui tra il fronte Polisario e il governo marocchino, mentre il segretario di Stato USA Clinton ha ribadito il 23 marzo il suo sostegno al piano di autonomia predisposto dal governo marocchino. Il 27 aprile il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha esteso il mandato di MINURSO di un anno. Il fronte polisario ha criticato il rapporto del segretario generale ONU per l’assenza di attribuzione a MINURSO di compiti di tutela dei diritti umani.  Anche l’ulteriore round di colloqui informali tra le parti del 6 giugno non ha prodotto risultati.

 

Attività parlamentare:

in Italia - Camera dei deputati – Commissione Esteri – Comitato permanente sui diritti umani: Indagine conoscitiva su diritti umani e democrazia - Audizione del prof. Vermondo Brugnatelli, presidente dell’Associazione culturale berbera 15 marzo 2011;

in Spagna – discussione presso la Commissione Affari esteri del Congresso dei deputati, nella seduta del 13 aprile 2011, della proposta 161/001485, presentata dal Gruppo parlamentare “Sinistra Repubblicana-Sinistra Unita-Iniziativa per la Catalogna Verde”, relativa alla risoluzione del conflitto nel Sahara occidentale.

 

Documentazione:

Servizio Studi Dip.to Affari esteri, Incontro della III Commissione Affari esteri con l’Ambasciatore del Regno del Marocco in Italia, Dossier Documentazione e ricerche n. 217/0

Servizio Studi, dip. Affari esteri, La situazione in Medio oriente e in Nord Africa – Schede paese politico-parlamentari e indicatori internazionali, Dossier documentazione e ricerche n. 244

Servizio Studi Dip.to Affari esteri, Marocco, Scheda-paese politico parlamentare n. 21;

Osservatorio di politica internazionale, Mediterraneo e Medio Oriente, Focus CESI n. 6

Osservatorio di politica internazionale, Mediterraneo e Medio Oriente, Focus CESI n. 7

 

 

Libia

Conflitto armato interno. Azione militare internazionale di attuazione della risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza ONU (NATO: missione “Unified Protector”; Italia[3]: 1970 fino al 30 giugno 2011; 1886 fino al 30 settembre 2011 )

 

Le proteste contro il regime di Gheddafi scoppiate il 17 febbraio 2011 a Bengasi e la repressione posta in essere dal regime libico (per la quale la risoluzione n. 1970 del Consiglio di sicurezza ha deferito Gheddafi alla Corte penale internazionale) si sono rapidamente trasformate in un conflitto armato interno, con la Cirenaica rapidamente passata sotto il controllo dell’insorgenza che dalla fine di febbraio si è dotata di un organo di governo, il Consiglio nazionale transitorio libico. Dopo un’iniziale avanzata delle forze ribelli, dagli inizi di marzo la controffensiva delle forze fedeli a Gheddafi si è spinta fino alle porte del capoluogo della Cirenaica, Bengasi. In questo contesto, autorizzata dalla risoluzione n. 1973 del Consiglio di sicurezza, una coalizione di Stati guidati da Francia, USA, Gran Bretagna e con la partecipazione italiana ha avviato il 19 marzo un’azione militare aerea contro le forze fedeli a Gheddafi per garantire la protezione della popolazione civile. L’azione militare è passata alla fine di marzo sotto il controllo della NATO. Sul terreno dopo una nuova offensiva delle forze ribelli ed una nuova controffensiva delle forze fedeli a Gheddafi il fronte si è stabilizzato intorno alla città di Brega (da ultimo, il 15 luglio, passata sotto il controllo delle forze del Consiglio nazionale di transizione libico), mentre in Tripolitania le forze fedeli a Gheddafi assediano la città di Misurata, controllata dai ribelli. Un nuovo fronte si è aperto nel mese di giugno con l’azione militare intrapresa, con il sostegno francese, da parte delle tribù berbere del Sud della Libia e con l’offensiva delle forze del Consiglio nazionale di transizione libico a Bir al-Ghanam, 50 km a Sud-ovest di Tripoli. Il 27 giugno la Corte penale internazionale ha spiccato dei mandati di arresto per crimini di guerra e crimini contro l’umanità contro Muammar Gheddafi, il figlio Saif al-Islam Gheddafi e Mohammed al-Senussi, capo dei servizi segreti libici.

 

Attività parlamentare:

in Italia – Commissioni riunite Affari costituzionali ed Esteri della Camera e del Senato – Audizione del Ministro dell’interno, Roberto Maroni, sui recenti sviluppi della situazione nel Mediterraneo, 2 marzo 2011

Commissioni riunite Esteri e Politiche dell’Unione europea della Camera e del Senato – Comunicazioni del Governo sul Consiglio europeo straordinario dell’11 marzo 2011, 9 marzo 2011

Camera dei deputati – Commissione Esteri – Comitato permanente sui diritti umani: Indagine conoscitiva su diritti umani e democrazia - Audizione del prof. Vermondo Brugnatelli, presidente dell’Associazione culturale berbera ed audizione di Tareq Heggy, attivista per la democrazia in Egitto e nei Paesi arabi, 15 marzo 2011

Commissioni riunite Esteri della Camera e del Senato – Audizione del Ministro degli Affari esteri, Franco Frattini, sugli sviluppi della situazione in Libia, 16 marzo 2011

Commissioni riunite Esteri e Difesa della Camera – Discussione congiunta e conclusione delle risoluzioni 7-00520 e 7-00521, Risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite n. 1973 del 17 marzo 2011, 18 marzo 2011

Senato della Repubblica – Commissioni riunite Esteri e Difesa – Affare relativo alla Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n. 1973 del 17 marzo 2011 (Esame e approvazione del Doc. XXIV, n. 17), 18 marzo 2011

Assemblea del Senato della Repubblica – Comunicazioni del Governo sulla crisi libica e conseguente discussione, 23 marzo 2011

Assemblea della Camera – Comunicazioni del Governo sulla crisi libica (Discussione e approvazione di risoluzioni), 24 marzo 2011

Commissioni riunite Esteri e Difesa della Camera e del Senato – Audizione del Ministro degli Affari esteri, Franco Frattini, sui recenti sviluppi della situazione in Libia e nella regione mediterranea, 19 aprile 2011

Interrogazione in Commissione 5-04330, Esportazioni militari in Libia, 8 marzo 2011

Interrogazione in Assemblea 3-01518, Iniziative del Governo in merito all’evoluzione della situazione in Libia, 16 marzo 2011

Interrogazione in Commissione 5-04425, Situazione del personale ministeriale evacuato dal territorio libico, 23 marzo 2011

Risoluzione in Commissione 7-00533, Tutela delle imprese italiane in Libia e in Tunisia (approvazione della risoluzione 8-00118), 13 aprile 2011

Interrogazione in Commissione 5-04168, Trattamento dei migranti provenienti dalla Libia ed in particolare sull’episodio del 1° luglio 2009, 20 aprile 2011

Assemblea, mozioni n. 1-00633, n. 1-00634, 1-00635, n. 1-00636 n. 1-00637 concernenti l’impegno italiano in Libia, 4 maggio 2011

Commissioni riunite III (Affari esteri) e IV (Difesa) di Camera e Senato, Comunicazioni del Governo sugli sviluppi relativi alle missioni internazionali, 13 luglio 2011

 

in Francia audizione presso la Commissione degli Affari esteri dell’Assemblea nazionale, nella seduta dell’8 marzo 2011, di M. François Gouyette, ambasciatore di Francia in Libia, sugli avvenimenti in Libia.

dichiarazione del Governo sull’intervento delle forze armate francesi in Libia e dibattiti sulla questione svolti il 22 marzo 2011 all’Assemblea nazionale e il medesimo giorno al Senato.

Assemblea nazionale, voto sul prolungamento dell’impiego delle forze armate in Libia, 12 luglio 2011

in Germania - discussione al Bundestag, nella seduta del 24 febbraio 2011, sull’escalation della violenza in Libia

discussione al Bundestag, nella seduta del 18 marzo 2011, sulle comunicazioni del Governo relative agli sviluppi in Libia

discussione al Bundestag, nella seduta del 24 marzo 2011, della mozione 17/5173 sull’immediata cessazione della guerra in Libia

interrogazioni a risposta scritta (17/5421), presentate al Bundestag nella seduta del 13 aprile 2011, sulla posizione del Governo federale rispetto alla missione militare europea Eufor Libya

nel Regno Unito - mozione presentata alla House of Commons, nella seduta del 9 marzo 2011, dal deputato Corbyn in cui si criticano le iniziative militari occidentali verso la Libia, ritenendole inidonee ad instaurare la pace, la giustizia e la democrazia nel Paese.

risposta del Ministero degli Affari esteri, il 15 marzo 2011, ad una interrogazione presentata alla House of Commons sul progetto, dibattuto in sede internazionale, di istituire una no-fly zone in Libia a tutela e a sostegno degli insorti

in Spagna – discussione al Congresso dei deputati, nella seduta del 22 marzo 2011, sulla ratifica dell’accordo del Consiglio dei ministri del 18 marzo 2011 con il quale si dispone la partecipazione delle forze spagnole alla risoluzione della crisi in Libia

 

Negli USA:

Senato – Commissione esteri - audizioni sulle operazioni militari in Libia e la war power resolution, 28 giugno 2011

Commissione esteri – relazione sulla risoluzione S.J.20 sull’uso della forza in Libia, 29 giugno 2011

Camera dei rappresentanti – Joint Resolution 328, 68 e 2278 sul finanziamento delle operazioni militari USA in Libia: discussione alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, 24 giugno 2011

 

Documentazione:

Servizio Studi Dip.to Affari esteri, La crisi politica in Libia, Dossier Documentazione e ricerche n. 198

Servizio Studi Dip.to Affari esteri, La crisi politica in Libia nel quadro dei rivolgimenti nordafricani, Dossier Documentazione e ricerche n. 202

Servizio Studi Dip.to Difesa, Missione italo-libica contro l’immigrazione clandestina, Dossier Documentazione e ricerche n. 207/0

Camera dei deputati – Servizio Studi Dip.to Affari esteri, La crisi politica in Libia e negli altri paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, Dossier Documentazione e ricerche nn. 208, 208/1, 208/2, 208/3, 208/4, 208/5, 208/6, 208/7, 208/8 (parte I e parte II), 208/9

Servizio Studi Dip.to Affari esteri, L’opposizione al regime libico, Dossier Documentazione e ricerche n. 211/0

Servizio Studi Dip.to Affari esteri, Le risorse energetiche della Libia, Dossier Documentazione e ricerche n. 212/0

Servizio Studi Dip.to Affari esteri, L’operatività del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra Italia e Libia alla luce dei recenti eventi libici, Dossier Documentazione e ricerche n. 213/0

Servizio Studi Dip.to Affari esteri, La crisi in Libia e negli altri paesi del nord Africa e del Medio Oriente - Cronologia dei principali eventi, Dossier Documentazione e ricerche n. 229

Servizio Studi Dip.to Affari esteri, Libia, Scheda-paese politico parlamentare n. 13;

Servizio Studi Dip.to Affari esteri, L’operatività del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra Italia e Libia alla luce dei recenti eventi libici, Nota di politica internazionale n. 74;

Servizio Studi, Dip.to Affari esteri, La situazione in Medio oriente e in Nord Africa – Schede paese politico-parlamentari e indicatori internazionali, Dossier documentazione e ricerche n. 244

Osservatorio di politica internazionale, Mediterraneo e Medio Oriente, Focus CESI n. 6

Osservatorio di politica internazionale, Mediterraneo e Medio Oriente, Focus CESI n. 7

Osservatorio di politica internazionale, Considerazioni politiche e militari sulla crisi in Libia (CeSI), Approfondimento n. 34

 


ASIA

 


ASIA NORD ORIENTALE

 

Korea, North

Corea del Nord

Cessate il fuoco. Missione internazionale (Neutral Nations Supervisory Commission).

 

Prosegue il contenzioso in corso sul programma nucleare nordcoreano. Il 26 aprile l’ex presidente americano Jimmy Carter si è recato nel paese per discutere della non proliferazione e degli aiuti umanitari destinati ad alleviare la crisi alimentare che da alcuni mesi colpisce il paese. Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni alla nord coreana Bank of East Land colpevole di aver permesso transazioni tra produttori di armi e l’Iran. Il 14 maggio l’Onu ha accusato Iran e Nord Corea di essersi scambiati tecnologia concernente i missili balistici, trasferiti attraverso la Cina, in violazione delle sanzioni Onu. Il 4 luglio la Commissione europea ha annunciato che saranno inviati con urgenza aiuti alimentari per 10 milioni di euro per aiutare 650.000 persone che soffrono di grave malnutrizione. Il 7 luglio il Washington Post ha riferito che Abdul Qadir Kahn, il padre della bomba atomica pachistana ha affermato che il governo della CoreadelNord pagò nel 1998 più di 3 milioni di dollari in tangenti ad alti ufficiali delle forze armate pachistane per ottenere tecnologia nucleare.

 

Documentazione:

Servizio Studi Dip.to Affari esteri, La persecuzione delle minoranze cristiane nel mondo, Nota di politica internazionale n. 72

 

ASIA MERIDIONALE

 

Afghanistan

Afghanistan

Pakistan

Pakistan

Conflitto armato interno. Missione internazionale (inAfghanistan: ONU: UNAMA; NATO: ISAF UE: EUPOL Afghanistan) (Italia: 4200 in ISAF ed EUPOL); intervento militare straniero (USA). [4]

 

AFGHANISTAN: il 27 febbraio Abdul Ibrahimi è stato eletto presidente della Camera bassa del Parlamento afghano. Nel primo semestre dell’anno sono proseguiti gli attacchi terroristici in varie località. Il 25 febbraio il governo ha accusato la Nato di aver ucciso 65 civili, tra cui 29 bambini, in un’offensiva avvenuta a metà mese contro i talebani a Kunar, la Nato ha tuttavia negato la circostanza.Il 22 marzo il presidente Karzai ha annunciato un piano, concordato con la Comunità internazionale, per trasferire il controllo della sicurezza dalle forze Nato (ISAF) a quelle afghane in 7 regioni. In seguito all’incontro del 16 aprile tra Karzai e il Primo Ministro pakistano Gilani, è stata annunciata la costituzione di una commissione congiunta per avviare il dialogo coi talebani. Il 26 aprile gli Stati Uniti hanno confermato l’uccisione in un attacco aereo del “numero due” di al-Qaeda Abdul Ghani. Il 2 maggio le forze speciali USA hanno ucciso in Pakistan Osama Bin Laden e Karzai ha chiesto ai talebani di consegnare le armi, accusando anche il Pakistan di aver protetto Bin Laden. Il primo ministro inglese Cameron, il 17 maggio, annuncia che la Gran Bretagna ha intenzione di ritirare 400 soldati nel 2011. Il 22 giugno anche il Presidente americano Barack Obama ha annunciato il piano di ritiro che prevede il rientro in patria di 10.000 truppe entro la fine del 2011, e di ulteriori 23.000 entro il settembre 2012. Il giorno seguente anche la Francia ha annunciato di voler ritirare entro settembre 2012 1.000 delle 4.000 truppe stanziate nel paese. Nel mese di giugno è stato anche annunciato che gli USA, su invito del presidente Karzai, parteciperanno anche al Consiglio di Pace Afghano per intavolare negoziati con i talebani. Continuano i contrasti tra il presidente e i membri del parlamento, in particolare a causa della permanenza del tribunale speciale sulle elezioni che il 23 giugno ha notificato a 62 deputati la contestazione della vittoria elettorale a causa di frodi. In risposta, il parlamento ha sfiduciato il Presidente della Corte suprema e cinque altri suoi membri, concedendo quattro giorni al procuratore generale per dimettersi. Dall’inizio di maggio prosegue l’offensiva di primavera dell’insorgenza talebana. Il 12 luglio è stato ucciso a Kandahar il governo Ahmed Wali Karzai, fratello del presidente Karzai.

PAKISTAN: le tensioni tra Stati Uniti e Pakistan sono aumentate quando Raymond Davis, membro della CIA, ha ucciso due cittadini pakistan il 27 gennaio; due mesi dopo è stato liberato su cauzione.  Il 9 febbraio il primo ministro Gilani ha rinnovato la composizione del governo, riducendo il numero dei componenti per ridurre i costi. Il 12 febbraio la Corte anti terrorismo ha emesso un mandato d’arresto per l’ex presidente Musharraf a causa dal suo presunto coinvolgimento nell’uccisione dell’ex primo ministro Benazir Bhutto nel 2007. Il partito liberale PPP cerca inutilmente di abrogare la legge sulla blasfemia dopo che il governo ha reiterato il suo sostegno in favore della norma. Shahbaz Bhatti, Ministro cristiano per le minoranze, è ucciso il 2 marzo a Islamabad probabilmente per la sua opposizione alla legge sulla blasfemia. Il mese di marzo è caratterizzato da numerosi attentati di matrice islamista; in un attacco USA con droni nel Nord Waziristan alla frontiera con l’Afghanistan sono rimaste uccise 38 persone; il governo pakistano, in segno di protesta, ha deciso di  ritirarsi dai negoziati sull’Afghanistan. Il 16 aprile il presidente Gilani raggiunge Kabul per riprendere i negoziati con i talebani in seno alla Commissione di Conciliazione e Pace Afghano-Pakistana. Il mese di maggio si apre con l’assassinio da parte delle truppe americane del leader di al-Qaeda Osama Bin Laden ad Abbottabad; i talebani rispondono con l’uccisione di circa 200 persone, per lo più membri delle forze di sicurezza. Gli Stati Uniti sostengono ufficialmente l’estraneità del governo pakistano per quanto riguarda notizie relative al nascondiglio di Bin Laden, come conferma la visita della Clinton il 28 maggio in cui sottolinea la necessità di mantenere solidi rapporti tra i due paesi. Nel mese di giugno continuano gli attacchi da parte di milizie talebane che provocano decine di morti in tutto il paese. Anche l’inizio di luglio è caratterizzato da fatti di sangue che provocano più di 60 morti nella regione meridionale del paese.

 

Attività parlamentare:

in Italia – Camera dei deputati – Assemblea – mozioni 1-00530, 1-00561, 1-00562, 1-00563 e 1-00564: definizione di un piano per il ritiro del contingente italiano in Afghanistan (discussione e votazione), 15 febbraio 2011

Assemblea – Informativa urgente del Governo sull’uccisione del tenente Massimo Ranzani e sul ferimento di quattro militari in Afghanistan, 2 marzo 2011

Commissione Difesa – interrogazione 5-01707 sul susseguirsi di tragici eventi, collegati alle elezioni del 20 agosto 2009 in Afghanistan, 30 marzo 2011

Assemblea – Interpellanza urgente 2-01048, iniziative per la salvaguardia della vita di Asia Bibi, condannata a morte in Pakistan, 14 aprile 2011

Senato della Repubblica – Assemblea – Informativa del Ministro della difesa sulla morte di un militare del contingente italiano in Afghanistan e sul ferimento di altri militari e conseguente discussione, 2 marzo 2011

Camera dei deputati - Assemblea - Informativa urgente del Governo sui recenti attentati in Libano e Afghanistan che hanno coinvolto militari italiani, 31 maggio 2011

Senato della Repubblica – Assemblea – Informativa del Governo sui recenti attentati in Libano e Afghanistan che hanno coinvolto militari italiani e conseguente discussione, 8 giugno 2011

Commissioni riunite III (Affari esteri) e IV (Difesa) di Camera e Senato, Comunicazioni del Governo sugli sviluppi relativi alle missioni internazionali, 13 luglio 2011

Parlamento europeo: risoluzione del 10 marzo 2011 sul Pakistan e, in particolare, sull'assassinio di Shahbaz Bhatti

in Gran Bretagna – dichiarazioni del Primo Ministro, Cameron, sulla situazione in Afghanistan, 6 luglio 2011

in Francia - svolgimento al Senato, nella seduta del 3 marzo 2011, di interrogazioni parlamentari al Ministro della Difesa Gérard Longuet sulla situazione in Afghanistan

in Germania nella seduta del Bundestag del 23 marzo 2011, discussione della mozione del Governo 17/5190 sulla partecipazione delle forze armate tedesche alla missione NATO-AWACS e interrogazione a risposta scritta (17/5120) sui bombardamenti in Afghanistan e sulla morte di civili.

discussione, nella seduta del Bundestag del 25 marzo 2011, della relazione (17/5251) della Commissione esteri sulla mozione del Governo 17/5190 riguardante la partecipazione delle forze armate tedesche alla missione NATO-AWACS

discussione, nella seduta del Bundestag del 7 aprile 2011, della mozione 17/4879 sul ritiro delle forze di polizia tedesche dall’Afghanistan

discussione, nella seduta del Bundestag del 14 aprile 2011, della relazione (17/4628) della Commissione per la cooperazione economica e sviluppo sulla mozione 17/1965 riguardante il rafforzamento degli interventi umanitari in Afghanistan e la cooperazione con le ONG

discussione, nella seduta del Bundestag del 14 aprile 2011, della relazione (17/4629) della Commissione Esteri sulla mozione 17/3866 riguardante la ricostruzione del sistema scolastico e universitario in Afghanistan

Negli USA: Senato – Commissione esteri, audizione del Segretario di Stato Clinton, 23 giugno 2011

 

Documentazione:

Servizio Studi Dip.to Affari esteri, Incontro della Commissione Affari esteri con una delegazione di parlamentari del Pakistan, Dossier Documentazione e ricerche n. 214;

Servizio Studi Dip.to Affari esteri, La persecuzione delle minoranze cristiane nel mondo, Nota di politica internazionale n. 72

Osservatorio di politica internazionale, Mediterraneo e Medio Oriente, Focus CESI n. 6

Osservatorio di politica internazionale, Mediterraneo e Medio Oriente, Focus CESI n. 7

Brookings, The Taliban Jailbreak and Afghanistan’s Future, 26 aprile 2011

Carnegie Endowment, The Impact of the Kandahar Prison Break, 26 aprile 2011

Crisis Group, Afghanistan’s Elections Stalemate, Asia Briefing n. 117, 23 febbraio 2011

 

 

India

India

Pakistan

Pakistan

Cessate il fuoco. Missione internazionale (ONU: UNMOGIP) (Italia: 7).

 

India e Pakistan il 10 febbraio hanno annunciato che i negoziati d pace riprenderanno probabilmente in luglio. Pochi giorni dopo l’India ha ritirato10.000 dei 70.000 paramilitari che stazionano in Kashmir dalla fine del 2010.L’8 aprile è stato ucciso il leader del partito separatista moderato Jamiat- e-Ahle Hadith; tre giorni dopo vengono arrestati, in quanto incolpati dell’accaduto, tre esponenti del gruppo separatista estremista Saut-ul-Haq. Il 2 maggio, le circostanze dell’uccisione di Osama Bin Laden hanno indotto l’India ad affermare che Islamabad sostiene il terrorismo. Tra il 23 e il 25 giugno si assiste ai primi incontri ufficiali dall’attacco terroristico di Mumbai del 2008 tra i ministri degli esteri di India e Pakistan. Il 13 luglio un nuovo attentato a Mumbai riapre la possibilità di attacchi di matrice islamica nel paese, probabilmente attribuibili ai cosiddetti Mujahiddin dell’India, gruppo vicino a Lashkar-i-Tayyba.

 

Attività parlamentare:

in Italia – Camera dei deputati – Assemblea – mozioni 1-00486, 1-00515, 1-00516, 1-00518 e 1-00520: iniziative volte a far cessare le persecuzioni nei confronti dei cristiani nel mondo (discussione e votazione), 12 gennaio 2011

Senato della Repubblica – Assemblea – discussione delle mozioni nn. 359, 360, 361, 362 e 363 sulla persecuzione dei cristiani (approvazione dell’ordine del giorno G1), 12 gennaio 2011

 

Documentazione:

Servizio Studi Dip.to Affari esteri, Incontro della Commissione Affari esteri con una delegazione di parlamentari del Pakistan, Dossier Documentazione e ricerche n. 214

Servizio Studi Dip.to Affari esteri, La persecuzione delle minoranze cristiane nel mondo, Nota di politica internazionale n. 72

Osservatorio di politica internazionale, Mediterraneo e Medio Oriente, Focus CESI n. 6

 

 

Nepal - Bandiera

Nepal

Accordo di pace. Missione internazionale (ONU, UNMIN).

 

La nomina, il 3 febbraio, del nuovo primo ministro Jhala Nath Khanal, leader del partito dei marxisti-leninisti uniti, è stata seguita da lunghe trattative con il partito maoista per la composizione del governo, terminate solo a fine marzo. Il termine per l’elaborazione della nuova Costituzione da parte dell’Assemblea costituente, previsto per il 28 maggio, è stato prorogato di tre mesi al 28 agosto, data nella quale anche il governo dovrà rassegnare le dimissioni.

 

Attività parlamentare:

Parlamento europeo: risoluzione del 7 aprile 2011 sul divieto di svolgimento delle elezioni del governo tibetano in esilio in Nepal

 

Documentazione:

Crisis Group, Nepal's Fitful Peace Process, Asia Briefing n. 120, 7 aprile 2011

 

 

ASIA SUD ORIENTALE

Philippines

Filippine

Conflitto armato interno.

 

Da febbraio in avanti i colloqui tra il governo e il fronte islamico di liberazione moro sono proseguiti, con alcune interruzioni. Il mediatore malese Othman Razak, accusato dal governo filippino di favorire il fronte islamico, è stato sostituito nel mese di aprile da Tengku Abdul Ghaffar Mohammed. Il Fronte islamico di liberazione moro ha peraltro subito una scissione: il comandante dissidente Kato ha costituito il movimento dei “combattenti islamici per la libertà del Bangsamoro”. Il 15 febbraio sono stati anche riavviati a Oslo i colloqui tra il governo e il movimento maoista del New People’s Army. Nel mese di marzo due navi di pattuglia cinesi hanno fermato una nave per ricerche sottomarine filippina vicino alle isole Spartly, contese tra Cina e Vietnam (la Cina rivendica il controllo di tutta l’area del Mar cinese meridionale), determinando una crisi diplomatica tra Cina e Filippine, poi ricomposta da una visita del Ministro della difesa cinese nelle Filippine.

 

 

Timor-Leste

Timor-Est

Accordo di pace. Missione internazionale (ONU UNMIT; Australia: operazione Astute).

 

Il Consiglio di sicurezza ONU ha prorogato, il 24 febbraio, di un anno la missione UNMIT; il 27 marzo l’ONU ha trasferito tutte le competenze in materia di sicurezza alla polizia di Timor, proseguendo però, fino alle prossime elezioni presidenziali nel 2012, nelle attività di supporto alla stessa. Il 4 marzo Timor Est ha chiesto di aderire all’ASEAN, richiesta sostenuta anche dall’Indonesia. L’Australia ha annunciato a metà aprile per il 2012, in coincidenza con le elezioni presidenziali, il termine della operazione Astute. Tensioni si sono registrate nel mese di maggio tra il primo ministro Gusmao e l’ONU a causa della diffusione di materiale riservato interno alla missione UNMIT che giudicava Gusmao come una minaccia all’indipendenza del Parlamento e del potere giudiziario.

 

 

 


                                                           EUROPA

 


BALCANI

 

Bosnia and Herzegovina

Bosnia

Accordo di pace. Missione internazionale (UE: EUFOR-Althea)  (Italia: 5).

 

I leaders dei 12 partiti che hanno ottenuto seggi alle elezioni di ottobre, l’11 febbraio si sono incontrati senza però raggiungere un accordo sulla data in cui riprendere l’attività parlamentare. La situazione si è sbloccata il 17 marzo con la ripresa dei lavori, ponendo termine ad un lungo boicottaggio da parte dei due partiti croati in seno alla camera alta del parlamento della Bosnia.Il Presidente della Federazione croato-musulmana il 3 febbraio ha designato i giudici della Corte Costituzionale, violando la Costituzione, che prevede che vengano nominati dall’Alto  Consiglio della magistratura. Il 3 marzo, nel frattempo, l’ex generale dell’esercito bosniaco Jovan Divjak viene arrestato dall’Interpol serbo a Vienna  per aver violato il cessate il fuoco nel 1992. Il 21 marzo il partito HDZ ha lanciato l’iniziativa per la formazione dell’assemblea nazionale croata, sostenuta anche dal presidente dalla Repubblica Serba di Bosnia.  Il 24, la Commissione Elettorale ha stabilito la data delle elezioni del Presidente della Federazione croato-musulmana, dichiarando invalide le precedenti elezioni.Il 19 aprile i due maggiori partiti croati hanno inaugurato l’Assemblea Nazionale croata rispondendo alla loro esclusione dal governo della Federazione creato il mese precedente. Il parlamento della Repubblica Serba di Bosnia indice un referendum sull’Alto Rappresentante, criticando la sua legittimità e le istituzioni bosniache, dichiarando inoltre che l’Alto rappresentante avrebbe violato la leggesospendendo la commissione elettorale di marzo che aveva stabilito che il governo era stato formato illegalmente. Durante il vertice che si è tenuto in Serbia il 26 aprile con la Turchia e la presidenza tripartita di Bosnia, il presidente serbo Tadic ha dichiarato che non sosterrà il referendum per l’indipendenza della Repubblica serba di Bosnia. Il vice presidente del partito croato dei contadini - nuovainiziativa croata è stato ucciso il 17 aprile. Il 13 maggio, con la mediazione dell’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea Catherine Ashton, la Repubblicaserba di Bosnia ha rinunciato alla convocazione del referendum sull’Alto rappresentante. Il 26 maggio è arrestato per crimini di guerra Ratko Mladic. Il 6-7 giugno a Banja Luka il commissario per l’allargamento dell’Unione Europea Stefan Fuele ha aperto il dialogo UE-Bosnia sulla riforma della giustizia, coinvolgendo ufficiali di alto livello della Repubblica serba di Bosnia e della Federazione croato-musulmana. Entrambe le camere del Parlamento della Federazione di Bosnia–Erzegovina si sono riunite alla fine di giugno, ovvero 9 mesi dopo le elezioni. La presidenza tripartita ha nominato Slavo Kukic primo ministro, ma egli non ha ottenuto la fiducia in parlamento in quanto i membri della Repubblica serba di Bosnia hanno votato contro. Il 6 luglio il presidente serbo, Boris Tadic, raggiunge Sarajevo per una visita ufficiale in Bosnia-Erzegovina destinata a migliorare i rapporti fra i due paesi ex jugoslavi. Il 14luglio il parlamento bosniaco ha respinto definitivamente la designazione del croato Slavo Kukic alla carica di primo ministro, prolungando ulteriormente lo stallo politico nel paese, ancora senza un governo centrale a oltre nove mesi dalle elezioni generali del 3 ottobre scorso.

 

 

Kosovo

Kosovo

Cessate il fuoco. Missione internazionale (NATO: KFOR; UE: EULEX) (Italia: 650).

 

Il nuovo Parlamento, riunitosi per la prima volta il 21 febbraio, il giorno successivo ha approvato la nomina del nuovo governo Thaci ed eletto Pacolli nuovo Presidente, nonostante il boicottaggio del voto dell’opposizione.La Corte costituzionale, il 28 marzo, ha dichiarato incostituzionale l’elezione del neo Presidente Pacolli, per il mancato raggiungimento del quorum necessario e per l’assenza di un secondo candidato. Di conseguenza, Pacolli si è dimesso. Nel frattempo, l’8 e 9 marzo, a Bruxelles si è tenuto il primo di una serie di incontri per la negoziazione Kosovo – Serbia promossa dall’Unione Europea. Il 7 aprile Atifete Jahjaga, vice-capo della polizia kosovara, è eletta Presidente della Repubblica; successivamente i partiti politici hanno convenuto sulla decisione di  rivedere  la costituzione, facendo in modo che il presidente venga eletto direttamente dal popolo. Jahjaga, infatti, è pronta a dimettersi in caso di approvazione del nuovo testo costituzionale.Nel frattempo la tensione all’interno del paese resta alta, come dimostrato dal posizionamento di una bomba sotto ad una automobile della polizia il 21 giugno. Il 1 luglio l'ex diplomatico americano Robert Sorensen e' stato nominato capo della missione dell'Onu in Kosovo (Unmik), in sostituzione dell'italiano Lamberto Zannier, che lo stesso giorno assume l'incarico di segretario generale dell'Osce.Il giorno seguente, sotto l'egida dell'Ue a Bruxells, la Serbia e il Kosovo hanno raggiunto tre accordi riguardanti la mobilita' della popolazione, l'accesso ai registri dello stato civile e il mutuo riconoscimento dei diplomi universitari. Il 7 luglio il ministro degli Esteri Italiano Franco Frattini ha incontrato il ministro degli Esteri del Kosovo, Enver Hoxhaj. L’8 luglio la Serbia si è rifiutata di partecipare alla sesta edizione della Conferenza regionale di Dubrovnik a causa della presenza di Hashim Thaci, premier di un paese che non riconosce. Il parlamento kosovaro ha rigettato il 15 luglio una mozione dell'opposizione che chiedeva lo stop immediato del dialogo tra Belgrado e Pristina.

 

Attività parlamentare:

Commissioni riunite III (Affari esteri) e IV (Difesa) di Camera e Senato, Comunicazioni del Governo sugli sviluppi relativi alle missioni internazionali, 13 luglio 2011

 

 

CAUCAS0

 

Georgia

Georgia

Cessate il fuoco. Missione internazionale (UE: EUMM Georgia) (Italia: 15); intervento militare straniero: Russia.

 

Il 18 febbraio il parlamento ha discusso il nuovo Concetto di Sicurezza Nazionale, che identifica una possibile aggressione russa come la maggior minaccia per la sicurezza del paese. La Russia ha tentato di acquistare 160 chilometri quadrati di territorio dell’Abkhazia. Il quindicesimo round dei negoziati di Ginevra è terminato all’inizio di marzo senza risultati; tensioni di ordine religioso scoppiano in Abkhazia dopo il sospetto avvelenamento di alcuni fedeli musulmani. Il primo aprile la Corte Internazionale di Giustizia ha affermato la sua non competenza nel giudicare il contenzioso tra la Russia e la Georgia risalente all’agosto 2008. L’8 aprile un militare russo e due georgiani sono rimasti uccisi in una sparatoria vicino al confine tra Georgia e Abkhazia. A fine aprile la Russia ha dichiarato di essere pronta a proteggere l’Ossezia del sud da provocazioni militari georgiane. Il 21 maggio si sono svolte in Georgia una serie di manifestazioni per richiedere le dimissioni del Presidente Saakashvili, con scontri tra manifestanti e polizia. Il Presidente dell’Abkhazia, Sergei Bagapsh è morto il 29 maggio a Mosca.

 

Attività parlamentare:

Commissioni riunite III (Affari esteri) e IV (Difesa) di Camera e Senato, Comunicazioni del Governo sugli sviluppi relativi alle missioni internazionali, 13 luglio 2011

 

MEDITERRANEO

 

Cyprus

Cipro

Cessate il fuoco. Missione internazionale (ONU: UNFICYP) (Italia: 4).

 

Dal mese di febbraio in avanti i leader turco-ciprioti e greco-ciprioti si sono incontrati numerose volte, registrando progressi su alcuni punti, come sull’economia e sui rapporti con l’Unione europea (mentre rimangono distanti le posizioni sulle questioni concernenti la cittadinanza). Nella parte turco-cipriota si sono verificati numerosi scioperi e manifestazioni contro le misure di austerità economica decise dal governo locale, con il sostegno della Turchia.  

 

 

 

 

 

 

 


AMERICA

 


AMERICA LATINA/CARAIBI

 

Colombia

Colombia

Conflitto armato interno.

 

Secondo stime di organizzazioni non governative colombiane, nel 2010, per la prima volta dal 2002, sono aumentati i sequestri, ad opera principalmente delle FARC. Nel mese di marzo l’esercito colombiano ha ucciso alcuni comandanti dell’organizzazione, tra i quali “Oliver Solarte”, ritenuto il contatto dell’organizzazione con i cartelli della droga messicani. Il 10 aprile sono stati sottoscritti 16 accordi di cooperazione commerciale tra Colombia e Venezuela; in quella occasione il presidente colombiano Santos ha dichiarato di ritenere che non risultino più presenti campi di addestramento delle FARC in Venezuela.

 

 

 


 

Fonti: International Crisis Group, International Institute for Strategic Studies