XVI LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 243 di martedì 10 novembre 2009
Pag. 1PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI
La seduta comincia alle 11,05.
DONATO LAMORTE, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 29 ottobre 2009.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Borghesi, Brugger, Capitanio Santolini, Carlucci, Cesa, Cirielli, Gibelli, Goisis, Iannaccone, Lo Monte, Mazzocchi, Melchiorre, Migliavacca, Moles, Molgora, Mussolini, Nucara, Pescante, Scajola e Stucchi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Sull'ordine dei lavori (ore 11,07).
ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo per denunciare una situazione assai grave e chiedere l'intervento del Governo perché riferisca in Aula.
In Italia c'è un gruppo industriale, Omega spa, che impiega 10 mila persone, soprattutto nei servizi di call center e di Information Communication Technology, con figure professionali di rilievo perché si tratta di ex lavoratori Olivetti, Bull, Getronix, ex Eutelia (oggi Agile), Phonemedia, eccetera. La situazione sta precipitando perché con una procedura un po' assurda, ma non tanto, ci sono state cessioni di rami d'azienda a persone che svolgono l'attività di rottamazione di azienda. In sostanza, costoro incassano i crediti delle commesse e perdono quelle esistenti - e in molti casi si tratta di commesse della pubblica amministrazione - perché non pagano più i dipendenti, non versano i contributi, non sono più in grado di consegnare la certificazione di regolarità contributiva e poi avviano i licenziamenti.
Si tratta di aziende non in crisi, che avevano commesse importanti; in particolare mi riferisco alla procedura di mobilità per il licenziamento di 1.200 lavoratori in tutta Italia di Agile. I lavoratori spesso non percepiscono lo stipendio da mesi e non lavorano più. Il nostro gruppo ha chiesto già un intervento all'onorevole Gianni Letta. Chiediamo che il Governo venga in Aula a riferire in merito, perché bisognerebbe immediatamente far partire la legge Prodi-Marzano per togliere di mezzo gli attuali proprietari, che si stanno rivelando svolgere una sorta di attività banditesca, e per tentare di recuperare le commesse ancora in essere per salvare molti posti di lavoro. Ogni giorno che passa è un disastro. Chiediamo dunque che il Governo riferisca in proposito al Parlamento.
PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, riferirò al Presidente della Camera che investirà il Governo del problema che lei ha giustamente sottolineato.
Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni (ore 11,10).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.
(Iniziative per incrementare l'assegno per il nucleo familiare - n. 3-00440)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali, Pasquale Viespoli, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Cera n. 3-00440, concernente iniziative per incrementare l'assegno per il nucleo familiare (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni).
PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, passo ad illustrare, sulla base delle informazioni acquisite dai competenti uffici dell'amministrazione che rappresento e dell'INPS, la risposta all'interrogazione Cera n. 3-00440. L'assegno per il nucleo familiare, di cui alla legge n. 153 del 1998, e successive modificazioni ed integrazioni, è una prestazione erogata a sostegno di quelle famiglie che presentano redditi inferiori a determinati limiti stabiliti dalla legge. Tali limiti vengono rivalutati annualmente, con effetto dal 1 luglio, tenuto conto della variazione dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, calcolata dall'ISTAT, tra l'anno di riferimento dei redditi per la corresponsione dell'assegno e l'anno immediatamente precedente.
In proposito, l'articolo 2, comma 5-bis, del decreto-legge n. 185 del 2008 (convertito, con modificazioni, dalla legge n. 2 del 2009), da ultimo, ha previsto che, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, vengano ridefiniti i livelli di reddito e gli importi degli assegni per i nuclei familiari in maniera da valorizzare le esigenze delle famiglie più numerose o con componenti portatori di handicap, nonché al fine di una tendenziale assimilazione tra le posizioni dei titolari di reddito di lavoro dipendente o assimilato e i titolari di reddito di lavoro autonomo che si siano adeguati agli studi di settore.
A tale scopo è prevista l'utilizzazione dei risparmi di spesa derivanti dall'attuazione delle disposizioni contenute nel medesimo articolo 2 del decreto-legge n. 185 del 2008. Ed infatti, con specifico riferimento alla sollecitazione dell'onorevole interrogante in ordine all'utilizzo degli avanzi finanziari degli istituti INPS ed INAIL in favore dei nuclei familiari, non posso non far presente che siffatta operazione non costituisce un idoneo criterio di copertura, in quanto la stessa comporterebbe un peggioramento dei saldi di finanza pubblica.
Posso ribadire l'attenzione del Governo per le rilevanti tematiche sollecitate dall'onorevole Cera ricordando, più in generale sul tema del sostegno alla famiglia, i recenti interventi relativi al cosiddetto «programma acquisti», rivolto ai nuclei familiari che versano in condizione di maggiore disagio economico, rispetto al quale sono allo studio ipotesi di allargamento della platea.
PRESIDENTE. L'onorevole Cera ha facoltà di replicare.
ANGELO CERA. Signor Presidente, evidentemente mi dichiaro insoddisfatto perché la risposta del sottosegretario è totalmente asettica, priva di contenuti e - credo - anche di speranza per le famiglie. Noi abbiamo indicato un percorso su come poter aiutare le famiglie, abbiamo parlato degli utili dell'INPS e dell'INAIL ed abbiamo detto al Governo come poter aiutare, in questo momento particolare, le famiglie italiane a sopravvivere alla gravissima crisi internazionale. Pag. 3
Vi abbiamo ancora una volta messo a disposizione le nostre idee per cercare di mettere a fuoco provvedimenti che vadano a sostenere quelle famiglie che oramai non riescono più ad arrivare nemmeno alla prima settimana.
Pertanto, non mi ritengo assolutamente soddisfatto ed esprimo tra l'altro, signor Presidente Bindi, una mia personale protesta: non è possibile infatti ricevere una risposta ad una interrogazione dopo otto, nove o dieci mesi, perché quello che poteva valere ieri non vale oggi e, nella fattispecie dell'aiuto alle famiglie, questo problema continua ad essere ancor più drammatico rispetto a ieri. Ritorna dunque di attualità la nostra preghiera al Governo nazionale a pensare alle famiglie, ai ceti poveri, alla gente che non ce la fa proprio più. Ritorniamo allora a parlare di persone umili, non in termini di spot pubblicitari, che non servono più, ma in via concreta, e come gruppo dell'Unione di Centro riteniamo di aver indicato un percorso cui metter mano per aiutare le famiglie.
Purtroppo ho ricevuto una risposta che assolutamente non mi piace e da parte del Governo continua a registrarsi una risposta che latita rispetto ad ogni tipo di prospettiva per le famiglie, nonché per tutto il comparto sociale della nostra nazione. Mi ritengo quindi totalmente insoddisfatto.
(Iniziative per la proroga degli ammortizzatori sociali disposti dall'articolo 21-quater del decreto-legge n. 248 del 2007 in materia di processi di riorganizzazione del sistema aeroportuale - n. 3-00677)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali, Pasquale Viespoli, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Cesa e Compagnon n. 3-00677, concernente iniziative per la proroga degli ammortizzatori sociali disposti dall'articolo 21-quater del decreto-legge n. 248 del 2007 in materia di processi di riorganizzazione del sistema aeroportuale (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni).
PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, l'articolo 21-quater, commi 1 e 2, del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, ha integrato quanto disposto dall'articolo 2, comma 521, della legge n. 244 del 2007, in ordine alla concessione, in deroga alla vigente normativa, dei trattamenti di cassa integrazione guadagni straordinaria, di mobilità e di disoccupazione.
In particolare, il predetto articolo 21 ha esteso la possibilità di intervenire con gli ammortizzatori sociali in deroga, nel limite di spesa di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009, anche in quelle aree territoriali colpite da processi di riorganizzazione derivanti dai nuovi assetti del sistema aeroportuale che abbiano comportato una crisi occupazionale riguardante un numero di lavoratori superiore a 3 mila unità.
In attuazione di tale disposizione normativa e sulla base degli accordi raggiunti presso l'amministrazione che rappresento, sono stati emanati dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, di concerto con il Ministero dell'economia e della finanze, i decreti 25 luglio 2008, n. 43979, e 17 luglio 2009, n. 46452, con i quali i predetti importi sono stati destinati al finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga in favore dei lavoratori delle regioni Lombardia e Piemonte coinvolti nelle situazioni di crisi derivanti da processi di riorganizzazione del sistema aeroportuale di Malpensa.
Faccio altresì presente che, sulla base dell'accordo sindacale stipulato 1'8 marzo 2008 e avente validità biennale, è stato emanato il decreto interministeriale 5 maggio 2008, n. 43494, con cui si è provveduto ad utilizzare le risorse in argomento anche per il finanziamento del trattamento CIGS in favore dei lavoratori delle società SEA spa e SEA Handling spa.
Ai fini di un'eventuale proroga degli ammortizzatori sociali in deroga, che è il tema centrale dell'interrogazione a prima Pag. 4firma dell'onorevole Cesa, credo di poter rispondere affermativamente alla richiesta posta dall'interrogante, ovvero alla possibilità di utilizzare la proroga degli ammortizzatori sociali e di trovare risorse e coperture anche nelle risorse residue dell'anno 2009.
PRESIDENTE. L'onorevole Compagnon ha facoltà di replicare.
ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, la parte finale della risposta del rappresentante del Governo mi è parsa un po' incerta, ancorché mi auguro che, alla fine, non sia così.
Il sottosegretario ha detto bene quando ha ricordato che la parte centrale della nostra interrogazione prevede la richiesta di proroga rispetto alla scadenza della disponibilità degli ammortizzatori sociali prevista al 31 dicembre di quest'anno. Stiamo parlando da tanto tempo del settore del trasporto aereo, soprattutto della nuova Alitalia, di CAI, e in quest'Aula abbiamo avuto modo di confrontarci, a volte, in maniera anche aspra. Tuttavia, il problema di oggi è capire se decine di migliaia di lavoratori, che assieme a tantissimi altri sono coinvolti da questa crisi internazionale, potranno avere un minimo di garanzie.
Lo stesso presidente Colaninno, non più tardi di qualche giorno fa, ha dichiarato che esiste il problema dei 4.687 precari della bad company (egli ha indicato il numero esatto), che è quella parte della società rimasta sulle spalle degli italiani ed i cui problemi dovranno pagare tutti italiani con le loro tasse. Tra questi quasi 5 mila dipendenti, vi sono 800 piloti che rischiano, peraltro, di vedere scadere i brevetti C e, quindi, di non poter nemmeno in seguito continuare ad operare e di non poter essere mai riassorbiti se la società non cresce.
È ovvio che un conto è la società privata e un conto sono gli ammortizzatori sociali. Credo, però, che in questo momento non si possa far finta che uno va da una parte e uno dall'altra. Se la CAI esiste in questo momento, è perché gli è stato permesso di prendersi la parte buona della società, lasciando alla bad company tutti i debiti.
Anche l'utile dichiarato di 15 milioni di euro dell'ultima rilevazione trimestrale rappresenta la dimostrazione che non possiamo pensare che alla parte CAI-Alitalia rimanga solo la parte positiva, mentre gli azionisti, gli obbligazionisti, i cassaintegrati a scadenza, i precari e i piloti (che sono la eccellenza del comparto), rimangano in balia dell'incerto.
A dimostrazione anche della nostra responsabilità, e dell'equilibrio rispetto al ruolo di opposizione che il gruppo del UdC ha sempre tenuto, ci rendiamo conto delle difficoltà.
La sua risposta tuttavia è un po' incerta, come dicevo prima, perché il problema delle risorse è un problema reale, ma non credo si possa non coinvolgere in questo contesto la responsabilità che il Governo deve assumere nei confronti di queste decine di migliaia di persone. Si tratta di 5 mila cassaintegrati a rotazione i quali, se non vedranno prorogati i termini dell'utilizzo degli ammortizzatori sociali, certamente si aggiungeranno ad una già grave situazione nazionale. Dico questo alla faccia delle ultime dichiarazioni che sentiamo venire dai nostri grandi responsabili, che ci portano a pensare che questo Paese è perfetto, che sta andando tutto bene, che non c'è la crisi, che siamo terzi in Europa e sesti al mondo. Se la situazione è questa credo che vadano date risposte a questi problemi in tempo reale, con la capacità, oltre che la necessità, di individuare le risorse per dare queste risposte.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ANGELO COMPAGNON. Pertanto - concludo, signor Presidente - credo proprio che la difficoltà della risposta finale del rappresentante del Governo possa concretizzarsi in una scelta coraggiosa e chiara, che è dovuta rispetto a questo mondo e soprattutto rispetto a quelli che in questo momento rischiano il posto di lavoro.
Pag. 5(Misure per la tutela dell'ecosistema del lago di Lesina (Foggia) - n. 2-00095)
PRESIDENTE. L'onorevole Cera ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00095, concernente misure per la tutela dell'ecosistema del lago di Lesina (Foggia) (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni).
ANGELO CERA. Signor Presidente, non me ne voglia il sottosegretario, ma credo che (tra l'altro dopo le abbondanti piogge che hanno visto il nostro territorio stravolto in maniera violenta dalla natura) parlare di siccità o descrivere un lago, come quello di Lesina, ormai acquitrinoso per mancanza di piogge - considerato che ho presentato questa interpellanza un anno e due mesi fa - rappresenti veramente lo sfottò più crudele che si possa a rivolgere a chi magari pensa di fare proprio il dovere a favore del territorio e del cittadino.
Tuttavia adesso ascolterò la risposta del sottosegretario e mi riservo di intervenire in sede di replica.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Roberto Menia, ha facoltà di rispondere.
ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, non ci sono sfottò anche perché nella risposta le darò conto di una serie...
ANGELO CERA. In generale...
ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Le darò conto di una serie di cose fatte e di termini che danno anche il senso per cui le rispondo oggi.
In merito a quanto lei chiede con l'interpellanza che si riferisce alla situazione di particolare criticità in cui versa il lago di Lesina, è opportuno fare alcune prime considerazioni. Il lago costiero di Lesina, ricadente nel Parco del Gargano, rappresenta comunque da tempo un'importante risorsa socio-ambientale da salvaguardare.
Già nel 2003, nell'ambito dell'accordo di programma quadro stipulato tra il Ministero dell'economia e delle finanze, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e la regione Puglia, sono stati previsti finanziamenti per gli interventi di sanificazione da inquinanti microbiologici, sia del lago di Lesina che di quello di Varano per un importo complessivo di 7.176.023 euro. In tali bacini, infatti, erano stati rilevati diffusi e marcati fenomeni di eutrofizzazione ed anossia, dovuti al mancato ricambio delle acque, alla presenza massiccia di fioriture algali e all'immissione di acque ad elevato tenore di fosforo e azoto e ricche di solidi sospesi, per cui si era reso necessario, per la tutela degli ecosistemi, un intervento di ripristino e mantenimento delle condizioni ottimali di equilibrio idrobiologico.
A dimostrazione dell'attenzione che questo Ministero ha da sempre riservato alla questione è stata avviata un'istruttoria tecnica con tutti i soggetti territoriali a vario titolo coinvolti per studiare dettagliatamente le criticità presenti nell'area e trovare le migliori soluzioni volte al loro superamento.
Sul luogo, pertanto, sono state effettuate indagini analitiche, accertando diverse fonti di inquinamento, quali: scarichi provenienti da impianti di depurazione, attività zootecniche (allevamento di bufale e bovini in genere), impianti di itticoltura intensiva e attività agricole legate all'orticoltura, che hanno portato ad una prima individuazione del quadro degli interventi da realizzare per dare risposta unitaria al territorio e consentire la salvaguardia dello stato di salute delle lagune di Lesina e Varano.
Il 1 luglio 2009 è stato effettuato un sopralluogo da parte dei rappresentanti della segreteria tecnica del Ministero dell'Ambiente, dei due comuni interessati, dell'ATO Puglia e del Parco Nazionale del Gargano e nella riunione, convocata lo Pag. 6stesso giorno presso la sede del comune di Lesina, si è concordato sulla necessità di individuare una serie di interventi prioritari da porre in essere sulla base delle reali esigenze di salvaguardia dei due laghi, tenuto conto, però, dei tempi realmente disponibili per la loro realizzazione.
Poiché i progetti presentati tra il 2006 e il 2008 prevedevano la realizzazione di due impianti di fitodepurazione alla foce di due canali tributari dei laghi di Lesina e Varano, la segreteria tecnica, esprimendo perplessità sull'efficacia di questi, ha invitato i comuni interessati a sottoporre al Ministero nuovi progetti di interventi che incidessero maggiormente sulle criticità ambientali dei luoghi.
Benché il termine fissato per la comunicazione da parte dei comuni degli interventi prioritari fosse il 30 settembre scorso, non risulta, ad oggi, pervenuta presso il Ministero la relativa documentazione che, si assicura tuttavia, verrà esaminata prontamente al fine di risolvere le problematiche che attanagliano i laghi di Lesina e Varano.
PRESIDENTE. L'onorevole Cera ha facoltà di replicare.
ANGELO CERA. Signor Presidente, naturalmente lo sfottò non era rivolto a lei, sottosegretario, ma in generale alle modalità di risposta alle interpellanze. Vi sono tempi biblici che vanno addirittura oltre il tempo dovuto. Si pongono problematiche che valgono oggi e possono non valere domani e purtuttavia vi sono questioni che, come in questo caso, ritornano ad essere importanti soprattutto perché si ripetono nel tempo.
Il lago di Lesina purtroppo - se lei legge la mia interpellanza lo potrà comprendere e d'altra parte il quadro delineato mi pare chiarissimo al Ministero - soffre di una situazione oramai non più sostenibile. Il lago è poco più alto di un metro; sul fondo vi sono quasi 30 centimetri di fanghiglia che andrebbero rimossi. Credo che non venga fatto proprio per l'inerzia dei comuni: in questo senso esprimiamo anche da parte nostra il rammarico che queste amministrazioni (mi riferisco in questo caso all'amministrazione di Lesina) non si siano immediatamente premunite con la presentazione di progetti. Gradirei che il Ministero, così solerte nel fare quella riunione tecnica sul comune di Lesina, potesse continuare a sollecitare, come in qualche maniera mi è parso di aver capito abbia fatto, per cercare di risolvere un problema che riguarda tantissimi pescatori, tantissimi operatori economici del turismo, ma soprattutto l'incolumità della piccola cittadina di Lesina dove, purtroppo, nel periodo estivo, quando fa caldo, gli odori malsani del lago si fanno sentire.
Pertanto, ritengo che si faccia opera meritoria se il Governo vorrà sollecitare il comune di Lesina ed il comune di Cagnano Varano a presentare i progetti così come voi avete richiesto. Vorremmo in questo caso una partecipazione più attiva anche da parte del Parco nazionale del Gargano.
Sottosegretario Menia, glielo dico da garganico, da uomo del Gargano, preferirei che il Parco nazionale del Gargano facesse meno fiere nelle quali si consumano denari e prodotti, un maggiore impegno sul territorio a favore delle opere da realizzare e meno chiacchiere così come solitamente si fanno in questi periodi quando si va in gita, cercando di far conoscere i prodotti del territorio, mandando persone a visitare i nostri territori. Comunque, la ringrazio della risposta e so che lei farà quanto le chiedo. L'ho conosciuta in Commissione anche se non ne faccio più parte non essendo più componenti della Commissione finanze. La ringrazio per la risposta e ritengo che lei ci aiuterà a risolvere questo problema.
(Stato dell'iter per l'emanazione del decreto attuativo, previsto dal decreto legislativo n. 152 del 1999, in materia di riutilizzazione delle acque reflue depurate per il settore agricolo e industriale e iniziative per la predisposizione di un piano nazionale per l'utilizzo delle acque reflue - n. 3-00198)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio Pag. 7e del mare, Roberto Menia, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Ruvolo n. 3-00198 concernente lo stato dell'iter per l'emanazione del decreto attuativo, previsto dal decreto legislativo n. 152 del 1999, in materia di riutilizzazione delle acque reflue depurate per il settore agricolo e industriale e iniziative per la predisposizione di un piano nazionale per l'utilizzo delle acque reflue (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni).
ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, a proposito dell'interrogazione dell'onorevole Ruvolo è opportuno precisare quanto segue: in primis va premesso comunque che nell'atto di sindacato ispettivo vi è un errore, perché si afferma che alla data della presentazione dell'interrogazione, che era il 27 ottobre 2008, in effetti non era ancora stato emanato il decreto attuativo, quello che contiene le norme tecniche per la regolamentazione ed il riutilizzo delle acque reflue.
A tale proposito, va detto che il 12 giugno del 2003 il Ministero per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare ha emanato il decreto ministeriale n. 185 del 2003, contenente le norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue. Tale decreto prevede che le regioni adottino le norme e le misure previste dall'articolo 6, comma 2, della legge n. 36 del 1994 per il conseguimento degli obiettivi di qualità di cui al decreto legislativo n. 152 del 1999, con particolare riferimento alle aree sensibili di cui all'articolo 18, anche al fine di far fronte in modo strutturale a situazioni permanenti di scarsità della risorsa idrica. Tali norme e misure costituiscono parte integrante dei piani di tutela di cui al capo I, titolo IV, del decreto legislativo n. 152 del 1999 e sono inserite nei predetti piani ai sensi dell'allegato 4 dello stesso decreto-legislativo.
Successivamente, il decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006, contenente norme in materia ambientale, è intervenuto, modificando l'assetto normativo complessivo in materia di acque. Per quanto riguarda il riutilizzo di acque reflue il decreto n. 152 del 2006 prevede l'abrogazione del decreto n. 185 del 2003 e l'emanazione - siamo all'articolo 99 - di un nuovo decreto da parte del Ministro per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, sentiti i Ministri per le politiche agricole, della salute e delle attività produttive, per dettare nuove norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue.
Il 2 maggio 2006 il Ministro per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare ha emanato un nuovo decreto contenente norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue ai sensi dell'articolo 99, comma 1, del decreto legislativo n. 152 del 2006. Tale decreto ricalca il precedente provvedimento normativo, operando però alcune modifiche ed aggiornamenti. Tuttavia, il precedente decreto n. 185 del 2003 deve essere considerato ancora vigente, dal momento che il sopracitato decreto che lo abrogava e modificava è stato reso inefficace con un successivo provvedimento, come è testimoniato dal comunicato del Ministero per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare: si tratta di avviso relativo alla segnalazione di inefficacia di diciassette decreti ministeriali e interministeriali attuativi del decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006, riguardante Norme in materia ambientale, pubblicati nella Gazzetta Ufficiale in data 10, 11, 16, 17, 18 e 24 maggio del 2006 (Gazzetta Ufficiale n. 146 del 26 giugno del 2006).
L'iter normativo sopra riportato testimonia l'impegno del Ministero ad attuare gli interventi necessari a realizzare il riutilizzo delle acque reflue depurate ogniqualvolta questo sia economicamente e tecnicamente conveniente. Le regioni e gli enti competenti hanno predisposto o stanno predisponendo, nel contesto dei piani di tutela delle acque e dei piani di ambito, il piano degli interventi per realizzare l'affinamento depurativo necessario a raggiungere lo standard qualitativo delle acque reflue richiesto dal decreto di riutilizzo e le infrastrutture di interconnessione con gli utilizzatori irrigui civili o industriali delle risorse recuperate. Pag. 8
Infine, con legge del 18 giugno 2009 n. 69, all'articolo 12, il Governo è stato delegato ad adottare entro il 30 giugno del 2010, su proposta del Ministro per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, uno o più decreti legislativi recanti disposizioni integrative e correttive dei decreti legislativi emanati ai sensi della legge n. 308 del 15 dicembre 2004. In tale contesto sarà valutata l'opportunità di intervenire ulteriormente per il perfezionamento dello strumento normativo atto a regolamentare ed incoraggiare la pratica del riutilizzo delle acque reflue depurate.
PRESIDENTE. L'onorevole Ruvolo ha facoltà di replicare.
GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, se mi è consentito colgo l'occasione per formularle i migliori auguri di buon lavoro per il nuovo incarico assunto.
Questa interrogazione è stata presentata esattamente un anno fa, il 28 ottobre 2008: ci trovavamo nel contesto di una di quelle crisi che forse si possono scrivere nella storia per mancanza di piogge e per la siccità, che avanzava in maniera veramente dirompente. Adesso la situazione è mutata: nel gennaio 2009, fortunatamente, grazie a Dio, sono tornate le piogge ed è stato scongiurato un periodo fortemente negativo. A quell'epoca, in questa interrogazione avevamo voluto mettere in evidenza l'esigenza ed anche l'opportunità di parlare finalmente del piano di utilizzo delle acque reflue, indirizzato soprattutto al comparto agricolo e anche industriale.
Ho voluto ricordarlo, in quanto le interrogazioni e le interpellanze sono relative ad un «periodo», alla drammaticità degli argomenti, e, purtroppo, anche se non siamo nel periodo della grande siccità, si tratta di un problema che non può essere più trascinato nel tempo. Infatti, recuperare milioni e milioni di metri cubi d'acqua per l'agricoltura e l'industria fa bene a tutti: fa bene al risparmio per gli usi potabili e fa bene, certamente, all'agricoltura e all'industria.
Rispetto a quanto testé affermato dal rappresentante del Governo, si tratta di auspici e buona volontà; siamo pronti anche a collaborare, ove necessario, per trovare un punto di intesa. Infatti, vi sono situazioni nelle regioni a statuto speciale, una di queste è la Sicilia, che, fino a un certo punto, aveva legiferato; tuttavia, successivamente, l'accavallarsi - come lei ha testé affermato - di norme, di revoche o, comunque, di non chiarezza di tutta la situazione, ha messo nelle condizioni di non poter assolutamente operare.
Pertanto, auspico che le affermazioni del sottosegretario rappresentino l'indicazione di un buon lavoro, quello che vogliamo tutti assieme, per una problematica - la siccità in questo Paese - che speriamo non si verifichi mai più. Un Governo lungimirante ed una classe politica diligente e lungimirante dovrebbero affrontare questo argomento con molta più attenzione.
PRESIDENTE. Onorevole Ruvolo, non mi è sfuggito il suo richiamo al Governo, come del resto quello dell'onorevole Cera, sui tempi lunghi con i quali si procede alla risposta alle interrogazioni e riferirò al Presidente, affinché solleciti il Governo ad essere più puntuale nel rispetto anche dell'esercizio della funzione di controllo del Parlamento.
(Chiarimenti in merito alle iniziative concernenti l'installazione di un inceneritore presso la centrale elettrica di Torre Valdaliga Sud di Civitavecchia, nonché con riferimento allo smaltimento in tale sito di cosiddette ecoballe provenienti dalla Campania - n. 3-00268)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Roberto Menia, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Tidei n. 3-00268, concernente chiarimenti in merito alle iniziative concernenti l'installazione di un inceneritore presso la centrale elettrica di Torre Valdaliga Sud di Civitavecchia, nonché con riferimento allo smaltimento in tale sito di cosiddette ecoballe Pag. 9provenienti dalla Campania (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni).
ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, a proposito di questa interrogazione concernente la presunta installazione di un inceneritore presso la centrale elettrica di Torre Valdaliga Sud di Civitavecchia, acquisite le dovute informazioni anche da parte della regione Lazio, della provincia di Roma e del dipartimento della Protezione civile, si può affermare che le notizie relative alla realizzazione di un inceneritore di rifiuti presso la centrale suddetta, sono destituite di ogni fondamento.
Infatti, non risulta che sia stata inoltrata alcuna domanda di autorizzazione per un inceneritore da collocare nel quarto gruppo della predetta centrale, né ci risulta che ditte operanti nel settore dei rifiuti abbiano intenzione di proporre istanze dirette a ottenere la menzionata autorizzazione.
In merito, poi, alla paventata utilizzazione delle ecoballe stoccate a Napoli si evidenzia che la disciplina regionale sulla gestione dei rifiuti, quindi la legge regionale 9 luglio 1998, n. 27, anche al fine di garantire il rispetto delle esigenze igienico-sanitarie, finalizzate alla tutela della salute della collettività, impone il principio del perseguimento dell'obiettivo della regionalizzazione dell'intera gestione dei rifiuti. Anche il Dipartimento della protezione civile ha fatto presente che la distruzione delle ecoballe della regione Campania, presso l'impianto di Torrevaldaliga, non rientra nella programmazione dello smaltimento dei rifiuti della struttura del sottosegretario di Stato per l'emergenza rifiuti in Campania.
PRESIDENTE. L'onorevole Tidei ha facoltà di replicare.
PIETRO TIDEI. Signor Presidente, mi unisco agli auguri di buon lavoro rivolti al Presidente, lavoro non in questa ma in un'altra sede. Devo dire che sono insoddisfatto per una semplice ragione, perché il sottosegretario nella sua risposta parla di acquisizione di notizie presso la regione, la provincia ed altri enti. Ma le uniche fonti alla quale rivolgersi, per avere la certezza di queste notizie che abbondantemente sono circolate sulla stampa nazionale, erano l'ENEL o la Tirreno Power, che sono le due società elettriche che gestiscono queste due centrali, le quali, in più di un'occasione, hanno dichiarato la propria disponibilità a realizzare in loco un termocombustore.
Pertanto, non so se il sottosegretario abbia acquisito notizie ma non tanto dalla provincia o dalla regione, che hanno già dichiarato la propria totale contrarietà a tale tipo di installazione. Questo avvenne anche in occasione della trasformazione a carbone di quella centrale e anche in quel caso (nella XIV legislatura, dove io stesso interrogai l'allora Ministro) mi fu risposto che l'ENEL non avrebbe realizzato in quel sito la trasformazione a carbone. Sta di fatto che oggi già funziona un gruppo di trasformazione a carbone e che, quindi, quelle notizie e quelle rassicurazioni a me date furono assolutamente false e, dovrei dire, tendenziose perché si sapeva benissimo che lì si stava procedendo alla trasformazione a carbone di una centrale, mentre, al contrario, si rispose che non era nelle intenzioni di nessuno ma, purtroppo, questo è avvenuto. Non vorrei che si trattasse della stessa vicenda in cui dai banchi del Governo si dice che non rientra nell'intenzione di nessuno e poi puntualmente, dopo qualche mese o qualche anno, si verifica una cosa del genere.
Comunque, prendo atto di questa disponibilità. Vorrei, tuttavia, invitare il Governo a chiedere informazioni all'ENEL o alla Tirreno Power, che sono le due società che gestiscono le centrali elettriche, e non solo a province e regione, le quali hanno dichiarato la propria contrarietà. Viceversa - e approfitto di questa interrogazione - abbiamo già tremila disoccupati dovuti al processo di disoccupazione avanzata che si è verificata a causa della fine dei lavori da parte dell'ENEL. Inoltre, le navi traghetto stanno abbandonando Civitavecchia Pag. 10per la Sardegna, trasferendosi a Messina e, soprattutto, vi è la prospettiva di un termocombustore che, come sa bene il rappresentante del Governo, sta sempre prepotentemente circolando sulla stampa nazionale.
Viceversa - e con questo mi avvio alla conclusione - forse sarebbe opportuno - e a tale riguardo mi farò promotore di una proposta di legge in tal senso, ma già sarebbe doveroso da parte del Governo una risposta in tale direzione (forse nel futuro) - in un comprensorio e in una città che è il primo porto passeggeri a livello crocieristico di tutto il Mediterraneo (avendo superato nel 2008 persino Barcellona), un'area dunque che ambisce al turismo e non certamente alla termocombustione né tanto meno alle centrali a carbone, che si prendesse in considerazione, viceversa, la possibilità di realizzare il parco naturale monti della Tolfa, perché andrebbe, effettivamente, in direzione della tutela dell'ambiente e dell'uso di quel territorio a fini turistici e non certamente industriali. Se il Governo, una volte per tutte, pronunciasse parole chiare in questo settore probabilmente saremmo tutti più tranquilli e anche più soddisfatti.
(Iniziative a tutela del lago Albano (Roma) - n. 3-00360)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Roberto Menia, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Ciocchetti n. 3-00360, concernente iniziative a tutela del lago Albano (Roma) (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni).
ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, l'interrogazione si sofferma sulla sofferenza idrica del lago di Albano, noto anche come lago di Castelgandolfo, un lago di origine vulcanica, situato a circa 290 metri sul livello del mare nel territorio dei Colli Albani, a sud di Roma. È lungo circa 3,5 chilometri e largo 2,3 e l'invaso ricopre una superficie di circa 6 chilometri quadrati ed è alimentato da sorgenti subacquee.
Per la sua posizione geografica ricade nel territorio di competenza di tre diverse autorità di bacino, di cui due di livello nazionale, l'autorità di bacino del Tevere e quella del Garigliano Volturno, e una di livello regionale, l'autorità dei bacini regionali del Lazio.
Sia il lago che i territori ad esso circostanti costituiscono elementi di grande valenza ambientale e paesaggistica, tant'è che tale area, infatti, è inserita nella Rete Natura 2000, è stata dichiarata sito di interesse comunitario (il cosiddetto SIC) e rientra in una ZPS, cioè una zona a protezione speciale.
A partire dagli anni Ottanta si è registrato un abbassamento continuo del livello del lago che, dal 1997 ad oggi, è quantificabile nell'ordine di 30 cm all'anno. Accanto al fenomeno, certamente più evidente, della riduzione dello specchio liquido del lago si stanno, altresì, verificando abbassamenti della superficie freatica delle falde idriche sotterranee e una generale, netta, diminuzione delle portate dei corsi d'acqua provenienti dai versanti dell'edificio vulcanico.
Il problema dell'abbassamento del lago di Albano si ritiene ascrivibile principalmente al sovrasfruttamento delle acquee sotterranee, che sono fortemente interconnesse al sistema lacustre, attraverso prelievi da pozzi sia autorizzati che abusivi. La compromissione delle risorse idriche in questo bacino determina una situazione di emergenza idrica, con pesanti conseguenze per la popolazione di molti comuni dell'area albana.
A tal proposito, la regione, organo competente in materia di gestione della risorsa idrica, con il supporto dell'autorità dei bacini regionali del Lazio, ha predisposto approfonditi studi sulla dinamica della circolazione idrica sotterranea al fine di individuare le cause del fenomeno e, quindi, attivare tutte le misure necessarie per riportare il sistema idrogeologico dei Pag. 11Colli Albani in condizioni di equilibrio idrico, non solo quantitativo, ma anche qualitativo.
In relazione alle peculiarità del caso, le misure individuate come prioritarie sono state, ovviamente, quelle di carattere amministrativo, poiché è necessario e doveroso regolamentare e pianificare l'attività concessoria nell'ottica dell'utilizzo sostenibile della risorsa idrica.
Per ciò che concerne l'attività di monitoraggio effettuata sul lago, si rappresenta che ARPA Lazio ha segnalato l'espletamento periodico delle seguenti attività: il monitoraggio in funzione degli obiettivi di qualità ambientale ex decreto legislativo n. 152 del 2006, allegato 1, parte 3 (campionamenti con cadenza semestrale), secondo le modalità indicate dalla regione Lazio; il monitoraggio per la classificazione delle acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci, ai sensi della sezione B, allegato 2, parte 3, del decreto legislativo n. 152 del 2006 (campionamenti con frequenza mensile); il controllo delle acque di balneazione, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 470 del 1982 (campionamenti con frequenza quindicinale dal mese di aprile a quello di settembre) e poi il programma di sorveglianza, secondo quanto previsto dal decreto 17 giugno 1988 del Ministero della Sanità (campionamenti con frequenza mensile nei mesi invernali e quindicinale durante la stagione balneare).
PRESIDENTE. L'onorevole Ciocchetti ha facoltà di replicare.
LUCIANO CIOCCHETTI. Signor Presidente, per la parte tecnica mi dichiaro soddisfatto, nel senso che sono state dette tutte cose normali, ma il problema è che la situazione peggiora di giorno in giorno e nulla è stato fatto per bloccare una situazione drammatica denunciata nella mia interrogazione il 9 febbraio del 2009. Oggi siamo al 10 novembre 2009 e mi sembra che i tempi di risposta alle interrogazioni sono, per casi anche abbastanza drammatici e pericolosi come questo, oltremodo lunghi.
Si tratta di un sistema noto - anche per la presenza di una residenza del Santo Padre che si affaccia esattamente sul lago - con tutti i rischi idrogeologici relativi non soltanto al mantenimento del bacino lacustre, ma anche a tutto quello che in qualche modo ad esso è legato.
Credo che, al di là degli interventi di monitoraggio dell'ARPA, al di là del fatto che la regione avrebbe assicurato che è a conoscenza - grazie a Dio - di questa vicenda, il problema è che atti e fatti concreti non sono stati posti in essere.
A tal proposito, nella mia interrogazione proponevo al Governo l'assunzione di una responsabilità diretta addirittura anche con la nomina di un commissario speciale per la gestione del bacino, fino alla definizione di una soluzione per questa situazione molto pericolosa sia dal punto di vista ambientale, che dal punto di vista dell'approvvigionamento idrico, anche per tutto quello che in qualche modo, come è stato detto, questo bacino particolare rappresenta non soltanto per la provincia di Roma e per il Lazio. Infatti, credo sia tra quei bacini che hanno una valenza nazionale e molto più ampia. Non a caso è stato inserito nelle aree SIC e ZPS e, in qualche modo, è un segno distintivo anche del territorio di questo nostro Paese e di questa nostra regione.
Quindi, credo che bisognerebbe fare qualcosa di più. Pertanto, mi ritengo soddisfatto per la parte tecnica della risposta, meno soddisfatto per l'operatività concreta di decisioni politiche che possono salvare davvero il destino di questa meraviglia che abbiamo nel nostro territorio e che si chiama lago di Albano e di Castelgandolfo.
(Misure per la tutela ambientale del tratto di mare posto tra Is Arenas, Su Pallosu e S'Archittu in Sardegna in merito al progetto relativo alla realizzazione di un impianto di produzione di energia eolica in off-shore - nn. 3-00721 e 3-00753)
PRESIDENTE. Avverto che le interrogazioni Mereu n. 3-00721 e Palomba n. 3-00753, concernenti misure per la tutela Pag. 12ambientale del tratto di mare posto tra Is Arenas, Su Pallosu e S'Archittu in Sardegna in merito al progetto relativo alla realizzazione di un impianto di produzione di energia eolica in off-shore, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni).
Il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Roberto Menia, ha facoltà di rispondere.
ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, risponderò infatti congiuntamente a proposito delle problematiche evidenziate nelle due interrogazioni, che in particolare riguardano il progetto per la realizzazione di un parco eolico off-shore nello specchio di mare antistante la costa di Is Arenas.
Con istanza del 21 maggio 2009, la società Is Arenas renewables energies Srl ha presentato domanda per ottenere il rilascio della concessione, ai sensi dell'articolo 36 del codice della navigazione, di un'area demaniale marittima nello specchio del Golfo di Oristano per la realizzazione e la gestione di un parco eolico off-shore.
Ai fini tecnico-amministrativi, l'iniziativa si inquadra nell'ambito dell'approvvigionamento di fonti di energia, materia rimasta nelle competenze dello Stato ai sensi degli articoli 28, 29, 30 e 31 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, e il rilascio dell'autorizzazione è regolata dall'articolo 12, comma 3, del decreto legislativo n. 387 del 2003, che, tra l'altro, testualmente recita: «Per gli impianti off-shore l'autorizzazione è rilasciata dal Ministero dei trasporti, sentiti il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con le modalità di cui al comma 4 e previa concessione d'uso del demanio marittimo da parte della competente autorità marittima».
Nell'ambito delle procedure previste dal decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, il 22 giugno ultimo scorso, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, direzione generale per i porti, allo scopo di dare corso all'espletamento dell'istruttoria intesa all'accertamento delle condizioni per il rilascio della concessione demaniale marittima di cui trattasi, ha invitato la Capitaneria di porto di Oristano ad effettuare un vaglio preliminare sull'istanza in ordine sia alla sicurezza della navigazione per l'eventuale interferenza con rotte di navigazione obbligate, sia alla compatibilità delle strutture costituenti l'impianto eolico con le altre attività marittime.
Il successivo 8 luglio, la predetta Autorità marittima, ha riferito che il parco eolico in esame «non costituisce pregiudizio per la sicurezza della navigazione e non interferisce sulle rotte obbligate né comporta restrizioni alle stesse».
In merito alle limitazioni alle attività correlate, come la pesca e l'attività diportistica, occorrerà, invece, un mirato approfondimento istruttorio con gli organi competenti in materia, mentre, riguardo, alla funzione turistico-balneare del litorale, il tratto ospitante le torri eoliche dovrà essere sottoposto ad un'adeguata regolamentazione normativa a cura dell'Autorità marittima, mediante l'emanazione di ordinanze che disciplinano le attività circostanti.
L'istruttoria della richiesta di concessione è ancora nelle sue prime fasi di verifica e sono in itinere tutte le dovute analisi tecniche che, garantisce il Ministero delle infrastrutture e trasporti, seguiranno un'istruttoria severa e attenta, lasciando alla fine delle stesse le conseguenti valutazioni sul caso, tenendo ben presenti anche i rilievi delle istituzioni regionali e locali.
L'autorizzazione di cui al precedente articolo 12 è vincolata, comunque, come dettato dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, modificato dal successivo decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4, e da ultimo dalla legge 23 luglio 2009, n. 99, che prevede la valutazione di impatto ambientale statale specificatamente per gli «impianti eolici e la produzione di energia elettrica ubicati a mare», anche alla conformità del progetto alla vigente normativa in materia ambientale, in particolare la Pag. 13valutazione di impatto ambientale e la valutazione di incidenza, procedura quest'ultima, vista la presenza di un'area «sito di interesse comunitario», ricompresa nell'ambito dell'istruttoria di VIA.
Si tiene a precisare che presso la direzione generale competente del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per il progetto di cui trattasi, non è pervenuta ancora nessuna istanza di pronuncia di compatibilità ambientale, ma che nel corso della stessa, qualora il progetto venisse presentato, si terranno in debita considerazione tutti i pareri e le osservazioni che perverranno dagli enti istituzionalmente coinvolti, senza tralasciare l'analisi del contesto territoriale su cui dovrebbe incidere l'impianto.
In merito all'installazione di due anemometri nella spiaggia antistante all'area marina dove dovrebbe sorgere il parco eolico, si precisa che l'atto formale di concessione dei due siti demaniali - entro cui dovranno essere posizionate le rispettive torri di rilevamento - non è stato ancora formalizzato non essendo ancora pervenuti i pareri di competenza delle amministrazioni comunali di San Vero Milis e Narbolia; pertanto la procedura concessoria è tuttora in itinere presso la competente Capitaneria di porto di Oristano.
Il Governo ha chiaramente a cuore la vocazione turistica e ambientale della Sardegna, che detiene uno dei patrimoni ambientali più belli e significativi del Paese; pertanto, i risultati sulla verifica della compatibilità ambientale del progetto, unitamente a quelli relative alle istruttorie che devono essere ancora acquisiti alla citata domanda di concessione, saranno oggetto di attenta valutazione, sia per il rilascio della concessione demaniale ai sensi dell'articolo 36 del codice della navigazione, sia per il rilascio dell'autorizzazione all'esercizio, ai sensi dell'articolo 12 del citato decreto legislativo n. 387 del 2003.
PRESIDENTE. L'onorevole Mereu ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 3-00721.
ANTONIO MEREU. Signor Presidente, non me ne voglia il sottosegretario, ma egli ha letto in effetti una risposta ad una interrogazione precedente dell'onorevole Pili su questa situazione già svolta in Aula.
ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Era in Commissione.
ANTONIO MEREU. La mia, in realtà, è un'interrogazione successiva, perché nel frattempo evidentemente non ci sono state le risposte che il territorio e la regione Sardegna nel suo complesso si aspettavano. Quindi riproponevo la questione per verificare se vi fossero sviluppi in itinere, perché di fatto noi siamo di fronte ad una situazione particolare che non riguarda solamente un impianto che si vuole fare, ma anche la metodologia usata e i rapporti tra Governo e regioni. Quindi, noi ci aspettavamo una risposta evolutiva rispetto al passato.
Ovviamente non ne siamo soddisfatti, signor sottosegretario, perché in Sardegna ci troviamo in una situazione che è contraria a quanto, per altri versi, ci viene riferito. La Sardegna è una regione particolare: oggi viviamo una crisi che avvolge il nostro Paese, ma che in Sardegna per tante situazioni è doppiamente grave e diventa più terribile sotto l'aspetto occupazionale. Una di queste crisi attanaglia il sistema industriale.
Durante gli incontri istituzionali spesso a noi sardi viene consigliato di guardare con attenzione non solo all'industria, che serve ed è indispensabile, ma anche ad altri settori come appunto quello turistico, perché abbiamo belle spiagge, perché abbiamo un bel clima, perché abbiamo un bel paesaggio.
Noi ci proviamo a sfruttare queste risorse naturali, forse non siamo ancora all'altezza della situazione. Occorre un aiuto, ma non può essere questo tipo di aiuto perché adesso in Sardegna si vogliono realizzare degli impianti addirittura nel mare, nella parte migliore delle nostre coste. Pag. 14
Quindi, la reazione era d'obbligo; hanno reagito le popolazioni, hanno reagito i sindaci, ha reagito persino la regione che, con un documento approvato all'unanimità dall'intero consiglio, si schiera contro il progetto; e contro il progetto si sono schierati ultimamente anche i comuni della Sardegna attraverso la loro associazione che è l'ANCI.
Quindi, si sta veramente creando una situazione che si va estendendo perché adesso il problema si è aggravato: non è più un problema localizzato nel Golfo di Oristano, in quanto la Sardegna si sta schierando contro qualunque installazione di impianto in off-shore si voglia fare nell'intera isola.
Dunque, il problema va ricondotto alla sua origine. È necessario che ci sia un Governo che tranquillizzi e che quindi si riproponga all'attenzione del Paese ricontattando, ad esempio, le istituzioni locali con le quali ovviamente è importantissimo che vi sia una relazione, se è vero che si vuole aiutare la Sardegna a trovare uno sviluppo in un settore così importante come quello del turismo.
Inoltre, vorrei fare notare che per tanto tempo l'Italia ed anche la Sardegna nella ricerca dell'utilizzo delle fonti rinnovabili hanno trovato difficoltà ad usare anche l'eolico. Improvvisamente, le lobby dell'eolico, perché c'è un grande ritorno economico nel mettere in funzione questi impianti, si sono date da fare e adesso si sta invertendo il rapporto: quasi c'è una situazione per cui alzandoci la mattina non ci potremmo più meravigliare se nel nostro giardino nel frattempo ci sarà una pala eolica. Quindi, sta diventando veramente una rincorsa, da parte di chi vuole produrre, a installare a prescindere dall'utilizzazione, e questo ci preoccupa.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ANTONIO MEREU. Concludo, Presidente. Altri colleghi a livello parlamentare hanno fatto sapere al Governo che c'è anche qualche possibilità che dietro a questi finanziamenti si possa nascondere qualcosa di non ortodosso. Pertanto, noi invitiamo il Governo a fare in modo che anche su questo aspetto si effettui un controllo ulteriore; diversamente saremo preoccupatissimi perché oltre ad avere questi impianti, assistiamo al fatto che anche nella nostra Sardegna, in particolare, insorgono delle situazioni che fino ad oggi non si sono mai verificate.
Quindi, rivolgiamo un invito al Governo affinché si ripropongano le relazioni che sono necessarie a far sì che nel territorio della Sardegna vi sia una situazione di tranquillità, perché oggi abbiamo la necessità che il Governo ci tranquillizzi nel senso che questi impianti non si devono fare in questa maniera e che vanno valutate attentamente con le istituzioni locali.
PRESIDENTE. L'onorevole Palomba ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 3-00753.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, ha già risposto anche alla mia interrogazione.
PRESIDENTE. Sì, onorevole Palomba, la risposta è unica, ma trattandosi di due distinte interrogazioni, la replica spetta ad entrambi i firmatari.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, io sono del tutto insoddisfatto della risposta del sottosegretario e con me lo sono sicuramente i sindaci e le popolazioni, non solo di quella suggestiva porzione di costa dell'oristanese, ma anche di tante altre parti del territorio regionale per le quali si profila un uso abnorme, distorto, terribile delle nostre coste, perché è già prevista l'installazione e vi sono richieste per l'installazione di altre centrali eoliche nella costa occidentale a sud rispetto a quella di Oristano ed in tutto il Golfo di Cagliari. Noi siamo terribilmente preoccupati e la risposta del Governo accresce la nostra preoccupazione.
È la preoccupazione di tutti i sardi, i quali non vogliono uno sfruttamento per ragioni esclusivamente industriali delle Pag. 15bellezze migliori che hanno nella loro terra. Noi non lo vogliamo, non c'è ragione perché la speculazione industriale sulle fonti rinnovabili venga ad installarsi proprio nelle nostre coste e proprio nei nostri territori più suggestivi, creando problemi immani.
La mia interrogazione riguarda l'installazione nel mare di Is Arenas; non so se il sottosegretario abbia visto il lucido e cosa avverrebbe in quell'insenatura: è una cosa mostruosa, ovvero 80 pale eoliche che sporgono dal mare per 100 metri ciascuna e che costituiscono una barriera insormontabile all'utilizzazione (salvo che si vogliano fare gli slalom) di quei territori per la pesca e per le altre attività marittime. Sono pale eoliche diffuse su un territorio di 22 mila ettari: una cosa mostruosa.
Il Governo non ci ha affatto tranquillizzato, anzi con la sua risposta ha fatto crescere le nostre preoccupazioni. Le dico, sottosegretario, che l'allarme è tale e tanto in quelle popolazioni (e in altre che potrebbero essere interessate ad interventi così mostruosi) che ci sarà una catena umana, che impedirà che si verifichi uno scempio di tale regione.
Ho già detto dei danni che ci sarebbero alla pesca, alla navigazione, all'utilizzazione naturale del mare e di quella bellissima costa. Mi domando se il Governo nella sua risposta ha tenuto conto che l'energia attualmente prodotta nel territorio regionale già supera di gran lunga il fabbisogno della Sardegna che è contenuto, secondo quanto risulta dal piano energetico ambientale della regione stessa. Inoltre, c'è il problema della valutazione di impatto ambientale che è preventiva e vincolante rispetto all'autorizzazione sessantennale (per sessant'anni dovremo vedere sfruttate le nostre coste in questo modo). La valutazione di impatto ambientale è assolutamente necessaria, e lì il Governo può intervenire e poteva dirci qualcosa in merito: per noi la questione della valutazione dell'impatto ambientale sarà insormontabile.
In conclusione, riporteremo in Sardegna un'impressione estremamente negativa e sarà un altro pessimo regalo che questo Governo farà alla regione sarda. È un Governo che a parole dice di essere amico dei sardi, ma in realtà non lo è affatto e fa di tutto per farcelo capire.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 12,05).
RENATO CAMBURSANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, a proposito di interpellanze e interrogazioni, lei ricordava prima la necessità che il Governo risponda con più tempismo e più solerzia, senza attendere mesi, vanificando in tal modo la sostanza dell'argomento in questione. A tal proposito, voglio ricordare due mie interrogazioni, presentate una tra la fine di aprile e i primi di maggio e l'altra non più tardi di quindici giorni fa, a proposito di una società, l'Eutelia-Agile Spa, la quale ha mandato lettere di licenziamento a 1.192 lavoratori (operai, impiegati e tecnici).
Questi operai, tecnici e impiegati, stanno occupando letteralmente tutti gli stabilimenti Eutelia e Agile. È di questa notte, signor Presidente, un'irruzione fatta da un'azionista, Samuele Landi, in una sede di Roma, avvalendosi di quindici energumeni che avevano il volto coperto, tant'è che sono intervenute le forze dell'ordine. Dunque, qui stiamo davvero rischiando uno scontro non solo sociale, che è in atto da tempo, ma anche fisico. Ecco perché è opportuno che il Governo, se vuole evitare ciò o almeno tentare di farsi dare delle risposte dalle aziende e darle esso stesso al Parlamento, lo faccia in tempi rapidi.
PRESIDENTE. Onorevole Cambursano, riferirò al Presidente della Camera la sua sollecitazione.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15.
La seduta, sospesa alle 12,10, è ripresa alle 15,05.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bongiorno, Caparini, Castagnetti e Gregorio Fontana sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Trasferimento a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 2788 (ore 15,06).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di proposta di legge a Commissione in sede legislativa.
Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la XI Commissione (Lavoro) ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:
S. 1075. - Senatori SCIASCIA ed altri: «Disposizioni concernenti l'assegno sostitutivo dell'accompagnatore militare per il 2009» (Approvata dalla 6a Commissione permanente del Senato) (2788).
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
Seguito della discussione della proposta di legge: S. 1397 - d'iniziativa dei senatori Azzollini ed altri: Legge di contabilità e finanza pubblica (Approvata dal Senato) (A.C. 2555-A); e dell'abbinata proposta di legge D'Antona ed altri (A.C. 659) (ore 15,07).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, d'iniziativa dei senatori Azzollini ed altri: Legge di contabilità e finanza pubblica e dell'abbinata proposta di legge d'iniziativa dei deputati D'Antona ed altri.
Ricordo che nella seduta del 9 novembre 2009 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che ha avuto luogo la replica del rappresentante del Governo, mentre il relatore vi ha rinunciato.
(Esame degli articoli - A.C. 2555-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge, nel testo delle Commissioni.
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).
Avverto che la Commissione ha presentato le proposte emendative 2.500, 2.501, 4.500, 7.500, 8.500, 8.501, 10.500, 11.500, 11.501, 14.500, 14.501, 15.500, 17.500, 21.500, 21.501, 30.500, 35.500, 40.500, 40.501, 42.500, 47.500, 48.500, 50.500, 51.500 e che il Governo ha presentato gli emendamenti 11.600, 11.601 e 12.600. Tali proposte emendative sono in distribuzione.
Avverto altresì che, prima dell'inizio della seduta, sono state ritirate dal presentatore le seguenti proposte emendative: Pagano 2.6, 2.5, 36.1 e 36.2.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, atteso che poi dovremo passare anche alle votazioni, vorrei pregarla, poiché questa mattina ho partecipato alla riunione della Commissione affari costituzionali e credo che altre Commissioni siano particolarmente impegnate nei loro lavori, di accertare che per tempo esse siano sconvocate, in modo tale che sia possibile venire a votare in Aula.
D'altra parte, come lei sa, il lavoro delle Commissioni termina, nelle giornate in cui sono previste votazioni, con l'inizio dei lavori dell'Aula; e poiché questa è peraltro una materia sulla quale, come sa il Presidente e come sanno anche i miei colleghi, vi è sostanzialmente un accordo, sarebbe utile che tutti potessimo partecipare ai lavori dell'Aula.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Giachetti. Prego di verificare che tutte le Commissioni siano sconvocate.
(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2555-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Duilio. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO. Signor Presidente, vorrei cogliere questa occasione dell'intervento sul complesso delle proposte emendative riferite all'articolo 1 per svolgere alcune osservazioni che richiamano il contesto in cui ci siamo mossi per lavorare in Commissione affinché questa legge di stabilità, come viene chiamata la riforma della legge di contabilità e di finanza pubblica, possa segnare un'evoluzione qualificante del nostro Paese rispetto alla normativa in vigore che si riallaccia ad una legge di circa trent'anni fa (la legge n. 468 del 1978) che, come tutte le cose della vita - quindi anche le leggi - evidentemente risente dell'usura del tempo e, quindi, richiede di essere cambiata per meglio aderire ai processi intervenuti nella realtà economica, sociale anche culturale del nostro Paese.
In verità, la riforma della legge di contabilità e di finanza pubblica è un tema che abbiamo trattato più volte negli anni scorsi, spesso sostenendo, a maggioranze rovesciate, posizioni e contenuti pressoché analoghi.
Ci siamo impegnati anche monograficamente per più mesi - vorrei ricordarlo - nella scorsa legislatura per tentare una riforma organica, ma non ci siamo riusciti, ad onor del vero, anche per scarsa, se non nulla, collaborazione dell'allora opposizione.
Adesso, dopo quello che un autorevole quotidiano definì un vero e proprio colpo di mano, colpo di mano necessario secondo altri (mi riferisco al decreto-legge n. 112 dell'anno scorso), abbiamo dato la nostra disponibilità come principale partito di opposizione a svolgere un lavoro organico, presentando significative e sostanziali proposte emendative rispetto al testo che ci è stato consegnato dal Senato che, con il massimo rispetto del lavoro svolto nell'altro ramo del Parlamento, mi permetto di definire un po' generico, ridondante, sbilanciato a favore dell'Esecutivo, a contenuto prevalentemente centralista, e senza alcun coordinamento con la recente legge di delega sul riassetto in senso federale dello Stato.
Richiamando gli interventi già svolti dai colleghi nella discussione sulle linee generali, e volendo riepilogare il senso di quanto andiamo facendo, a partire da quanto già realizzato in Commissione bilancio, direi che in Parlamento stiamo cercando di porre le premesse normative per passare da una contabilità di Stato ad una contabilità pubblica, o meglio, come felicemente osservato da qualcuno, ad una contabilità della Repubblica.
Si tratta, innanzitutto, di un'esigenza che prende le mosse da un fenomeno di obsolescenza delle norme che, a partire dalla già richiamata legge n. 468 del 1978, hanno disciplinato per circa trent'anni il processo di bilancio, nonché la predisposizione e l'approvazione delle Pag. 18principali linee di politica economica e finanziaria per l'anno successivo a quello di approvazione della cosiddetta legge finanziaria.
Questa esigenza, peraltro, si innesta in due problemi più di fondo, più complessivi, che vorrei richiamare e che sono venuti a maturazione in questi ultimi anni. Il primo, riguarda la costruzione di una democrazia di bilancio che andasse oltre quella che definirei un'ipocrisia necessaria, ma sempre meno governabile, che era diventata la sessione di bilancio delle ultime legislature, costituita da leggi finanziare sempre più ipertrofiche, caratterizzate da distorsioni contenutistiche e procedurali rilevanti e, cosa non meno importante, da riflessi di natura estetico-parlamentare non più gestibili.
Il secondo riguarda la maggiore corrispondenza della legislazione nazionale, anche in materia contabile, alle tendenze che si vanno progressivamente manifestando anche in senso strutturale nel processo di governo delle politiche pubbliche, le quali scontano una pluralità di decisioni che promanano da piani istituzionali aventi differenti gradi di potestà legislativa, non solo concorrente, che stanno determinando un vero e proprio ingorgo istituzionale e normativo.
Di questo fenomeno si è dato conto più compiutamente il 30 ottobre scorso a Torino in occasione della presentazione dell'ormai tradizionale Rapporto annuale sulla legislazione tra Stato, regioni ed Unione europea, alla presenza del Presidente della Camera Gianfranco Fini.
Nella nota di sintesi in edizione provvisoria del Rapporto (dal titolo emblematico: La riarticolazione territoriale delle politiche pubbliche nazionali e il ruolo delle Assemblee legislative) l'evidenza della problematica cui si è fatto cenno trova una eco nella affermazione, sia pure presentata in forma dubitativa, secondo la quale oggi staremmo per vivere la fine di un lungo ciclo, non solo quello apertosi a partire dagli anni Novanta del dominio della legislazione complessa, ma quello ben più lungo sostanzialmente della legge intesa come strumento di governo dei processi economici e sociali del nostro Paese.
Alla fine della nota di sintesi sostanzialmente si evidenzia come stia sorgendo una difficoltà di comprensione del disegno complessivo del sistema che si va sviluppando soprattutto a causa dell'assenza di un quadro finanziario comune e di adeguate procedure generali di raccordo e di coordinamento che diano piena attuazione al modello disegnato dalla nostra Costituzione. Tutto ciò genera - si dice - un effetto di disordine e di estrema frammentazione.
Per andare oltre la fase di transizione si rende necessario - aggiunge la nota - un cambiamento sostanziale che consenta di distinguere i diversi piani delle decisioni e di associarle ad una complessiva visione di governo; un'adeguata cornice unitaria quanto alle procedure di finanza pubblica e alle modalità di finanziamento consentirebbe di circoscrivere gli spazi di determinazione che spettano ai diversi livelli di governo e soprattutto sancirebbe meccanismi di effettiva, reciproca e sanzionabile responsabilità.
Il Parlamento, secondo questa chiave di lettura, insomma rischierebbe di diventare uno luogo che perde la sua centralità in ragione del fatto di essere vissuto come poco adatto alla elaborazione delle più importanti decisioni che presiedono alla adozione delle richiamate politiche pubbliche; ciò in conseguenza di una metamorfosi della realtà sottostante e della richiamata conseguente obsolescenza dei suoi atti e dei suoi strumenti.
Permettetemi di dire che, per chi - come chi vi parla - ha una non breve consuetudine con le Assemblee legislative e crede fortemente nella loro funzione di luogo democratico di confronto e di composizione dell'interesse generale, se quella conclusione venisse confermata e non conducesse, in un processo di accompagnamento governato dei mutamenti che si verificano nella realtà, ad opportune mediazioni ciò rappresenterebbe un fattore di amarezza e di forte preoccupazione. Pag. 19
Credo, in altri termini, che siano ormai maturi i tempi per un reinserimento a pieno titolo del Parlamento e più in generale delle Assemblee legislative nel circuito decisionale delle politiche pubbliche.
Secondo questo intendimento ritengo dunque di grande rilievo porre mano ad una revisione della nostra legislazione di contabilità in modo da corrispondere meglio ai mutamenti prima richiamati. È questo il senso del nostro impegno che ci muove ad un atteggiamento positivo e propositivo nella direzione di una maggiore trasparenza e funzionalità di una moderna democrazia di bilancio.
Il nostro gruppo ha lavorato in Commissione con una serie gli emendamenti volti ad ottenere una formulazione dell'articolato che, per quanto possibile, e considerato il testo ricevuto dal Senato di cui ho detto, diventasse più concreta, più chiara, più equilibrata tra competenze del Parlamento e azione del Governo, più consapevole della posta in gioco.
Ne abbiamo ricavato, anche grazie alla disponibilità del relatore, della maggioranza e del Governo, modifiche che hanno previsto norme di coordinamento con la legge n. 42 del 2009, hanno ribadito la centralità del Parlamento nel processo di bilancio, superando l'attuale condizione di una finanziaria continua a mezzo di decreti-legge di fatto espropriativi delle prerogative parlamentari.
Vorrei ricordare, per fare un esempio, che in un solo anno abbiamo avuto ben nove decreti-legge che hanno apportato modifiche testuali alla cosiddetta manovra d'estate contenuta nel decreto-legge n. 112 del 2008, a cui si aggiungono altri cinque decreti-legge contenenti deroghe, proroghe o altre modifiche non testuali.
Queste modifiche, inoltre, hanno riconosciuto l'esigenza di una più ordinata legislazione contabile di programmazione delle autonomie locali; hanno rivalutato la funzione dello strumento collegato quale mezzo per riaffidare alle Commissioni parlamentari competenze proprie di natura anche ordinamentale da molti anni sostanzialmente, quando non anche formalmente, espropriate; hanno ripreso e rilanciato con opportune modifiche migliorative la struttura del bilancio per missioni e per programmi introdotta dal Governo Prodi; hanno migliorato la disciplina del passaggio, secondo tempi e modalità non spericolati (vorrei definirli così), al bilancio di cassa che rappresenta la vera e propria rivoluzione rispetto alla situazione preesistente. Hanno, inoltre, acclarato la pregnanza della costruzione della trasparenza e della conoscibilità dei dati accedendo liberamente ai quali Parlamento e Governo potranno sviluppare un confronto più autentico; hanno posto le premesse politiche e funzionali per addivenire ad un significativo potenziamento delle strutture di supporto per la prospettiva dell'esercizio di quelle funzioni di indirizzo e di controllo reale che sempre più dovranno caratterizzare l'azione parlamentare.
Il lavoro appena richiamato, che evidentemente ha costituito poi oggetto di proposte emendative che, come già detto, grazie alla disponibilità del relatore e del Governo sono state recepite, in qualche caso ha visto accolte le nostre proposte, mentre in qualche altro caso esse non sono state accolte (caso raro, dice il nostro relatore!).
Con la nostra azione emendativa abbiamo ottenuto un risultato che ci consente di esprimere una moderata soddisfazione rispetto al lavoro svolto e ci consente di affermare, senza finzioni ma anche senza alcuna supponenza, che la nostra opposizione ha operato in un senso costruttivo ed è forse risultata determinante nel qualificare il risultato sinora raggiunto sul testo.
Cosa resta, a questo punto, per fare un ulteriore passo in avanti in termini di miglioramento del prodotto che è ancora nelle nostre mani? Restano alcuni aspetti oggetto di emendamenti presentati all'Aula che vengono offerti all'attenzione del Governo e di tutti i colleghi e che riguardano l'individuazione di poste di bilancio appostate per il finanziamento nel corso dell'anno di progetti di iniziativa parlamentare (lo segnalo al relatore che so essere Pag. 20molto sensibile a questa problematica). Peraltro, è il motivo per il quale la Camera è stata chiusa nella prima settimana di novembre e, al di là delle trattative tutte interne alla maggioranza e al suo Governo, se la maggioranza e il Presidente Fini vorranno dare una risposta strutturale al problema, potranno prendere in considerazione un emendamento del Partito Democratico o una sua eventuale riformulazione.
Inoltre, resta la delega per la sperimentazione graduale del passaggio al bilancio di cassa che ho definito come una vera e propria rivoluzione, dove noi riteniamo che le nostre formulazioni continuano a sembrarci migliori di quelle governative che compaiono nel testo.
Vi è poi il problema della clausola di salvaguardia per la copertura finanziaria in relazione alla quale il Governo insiste nel prevedere automatismi che potrebbero, ad avviso non solo nostro ma di tutte le istituzioni e gli esperti auditi in Commissione - lo segnalo al Viceministro Vegas -, incidere sui diritti soggettivi e pertanto presentiamo un emendamento di compromesso sull'automatismo solo temporaneo. Di fronte a sforamenti è comunque necessario che il Ministro dell'economia adotti provvedimenti di copertura.
Il testo prevede forme di coordinamento tra processo di bilancio dello Stato e autonomie locali, in particolare con il testo della legge n. 42 del 2009 sul federalismo fiscale. È un passo avanti perché l'originario testo del Senato, come ho detto, non prevedeva alcun coordinamento.
Tuttavia, le forme previste sono ancora deboli, a nostro parere, e potrebbero essere rafforzate in particolare anticipando la manovra di bilancio relativo alle autonomie in modo che possa essere approvata in tempi utili a consentire a regioni ed enti locali di chiudere i loro bilanci entro la fine dell'anno.
Ricordo che con la legge n. 42 del 2009 avevamo ottenuto che i contenuti della manovra locale fossero definiti a luglio e non a settembre. Noi proponiamo di introdurre esplicitamente la previsione di uno o più provvedimenti collegati relativi alla sola finanza locale. Sarà poi il Parlamento, nella sua autonomia, a valutare come trattare questi collegati nell'ambito dei suoi Regolamenti.
Da ultimo, la definizione degli obiettivi di stabilità per gli enti locali è prevista con parere, e non con intesa, con le autonomie. Noi proponiamo, come nella legge n. 42 del 2009, che vi sia l'intesa e che, in caso di mancata intesa, il Governo possa procedere riferendo al Parlamento i motivi della mancata intesa.
Come abbiamo già avuto modo di affermare - e mi avvio verso la conclusione - l'attuale stato dell'arte, prima di iniziare l'esame del testo in Aula, ci vede esprimere una moderata soddisfazione: attraverso gli emendamenti sottoposti all'esame dell'Aula ed i successivi ordini del giorno confidiamo in ulteriori miglioramenti, secondo quello spirito costruttivo che ha caratterizzato, in controtendenza rispetto alla situazione generale, il lavoro in Commissione.
Il provvedimento al nostro esame - è bene rammentarlo in chiusura di questo mio intervento - è destinato, attraverso la sperimentazione e le deleghe in esso previste, ad incidere profondamente nel governo dei processi economici e finanziari del nostro Paese e nella stessa definizione di quella cornice unitaria che è richiesta, come ho detto all'inizio, dalla riarticolazione delle politiche pubbliche. Nel solco di quella metamorfosi, come l'ho chiamata, a cui si è fatto cenno prima, confidiamo che una rinnovata stagione di protagonismo parlamentare anche in materia di finanza pubblica consenta di realizzare un significativo contributo per una migliore e maggiore democrazia di bilancio e per un avanzamento tout court della qualità del nostro sistema democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Avverto che è stato ritirato dal presentatore l'emendamento Gioacchino Alfano 40.50.
Pag. 21Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,28).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 2555-A)
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Cambursano 1.8 e Ciccanti 1.10, nonché sugli emendamenti Lanzillotta 1.12, Froner 1.1, Brugger 1.4, Lanzillotta 1.13, Brugger 1.5 e sull'articolo aggiuntivo Lanzillotta 1.01.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore, tenendo presente che la formulazione del comma 5 dell'articolo 1 credo che raggiunga un ragionevole equilibrio tra le esigenze di coordinamento della finanza pubblica e le esigenze di autonomia delle regioni a statuto speciale, mentre l'articolo aggiuntivo Lanzillotta 1.01, che sicuramente riveste interesse, riguarda però la disciplina del funzionamento e dell'istituzione dell'ISTAT, che è materia rilevante ma estranea rispetto al testo che stiamo esaminando.
MARCO CAUSI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO CAUSI. Signor Presidente, intervengo solo per ricordare al Viceministro Vegas che l'articolo aggiuntivo Lanzillotta 1.01 è legato al fatto che in altro articolo del provvedimento in esame si modificano le modalità di designazione e di nomina del presidente dell'ISTAT. Non so come mai tale proposta emendativa sia stata riferita all'articolo 1; in realtà le chiederei di poterla accantonare e di esaminarla nell'ambito dell'articolo attinente, vale a dire l'articolo 5.
PRESIDENTE. Onorevole Causi, le sue osservazioni potranno essere tenute in considerazione quando esamineremo l'articolo aggiuntivo in oggetto.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle 15,50.
La seduta, sospesa alle 15,30, è ripresa alle 15,55.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Cambursano 1.8 e Ciccanti 1.10.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, potrà sembrare quasi banale e non essenziale il richiamo che facciamo in questo primo emendamento al dettato dell'articolo 114 della Costituzione, ma credo che tale richiamo sia opportuno all'avvio della nuova legge di riforma della contabilità e della finanza pubblica, se è vero, come è stato detto da più parti (dal relatore, dal Governo e da tutti gli intervenuti nella discussione sulle linee generali e anche oggi da chi è intervenuto sul complesso degli emendamenti), che con questa nuova legge di contabilità si coniuga, o si cerca di coniugare, la riforma Pag. 22del Titolo V della Costituzione con le regole comunitarie. Credo che un richiamo forte alla Costituzione sia essenziale e per questo motivo chiediamo ancora un ripensamento. È stato detto che non è necessario, ma credo che repetita iuvant valga anche in quest'occasione.
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo per avere un chiarimento dalla Presidenza. Mi sembra che l'onorevole Causi avesse chiesto se l'articolo aggiuntivo Lanzillotta 1.01 su cui è stato espresso il parere da parte del relatore fosse effettivamente riferibile all'articolo 1. Desidero capire se voteremo tale proposta emendativa riferendola a questo articolo, come risulta dal fascicolo degli emendamenti, o se deve intendersi riferita ad altra parte del testo.
PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, avevamo deciso di affrontare l'argomento successivamente, però, orientativamente, per la Presidenza non ci sono problemi né a votare la proposta emendativa con riferimento all'articolo 1, né a collocarla altrove, secondo le intese. Pertanto possiamo procedere, quando arriveremo al punto lo approfondiremo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Cambursano 1.8 e Ciccanti 1.10, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Servodio... onorevole Coscia... onorevole Cesare Marini... onorevole Simeoni... onorevole Di Virgilio... onorevole Patarino... onorevole Cesareo... i colleghi hanno votato? Onorevole Stracquadanio... onorevole Iapicca... onorevole Minasso... onorevole De Camillis... onorevole Garavini... onorevole Buttiglione... onorevole Villecco Calipari... onorevole Buttiglione... i colleghi hanno votato? Onorevole Santolini... onorevole Ciccioli... onorevole Cuomo... onorevole Zinzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 470
Maggioranza 236
Hanno votato sì 232
Hanno votato no 238).
Prendo atto che i deputati Ruggeri e Bratti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Fava non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 1.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Di Virgilio... onorevole Sardelli... onorevole Simeoni... l'onorevole Tassone ha votato... onorevole Vignali... onorevole Repetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 476
Votanti 475
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato sì 234
Hanno votato no 241).
Prendo atto che la deputata Mattesini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Froner 1.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Froner. Ne ha facoltà.
LAURA FRONER. Signor Presidente, intervengo solo per illustrare brevemente la motivazione che mi ha portato a presentare Pag. 23questo emendamento. Con questa proposta emendativa dell'articolo 1, comma 4, si intende circoscrivere la portata della legge quadro solamente alle norme che in concreto ed effettivamente sono qualificabili come norme di principio della materia, anche tenuto conto dell'orientamento consolidato della giurisprudenza costituzionale in tema di autoqualificazione delle norme.
Inoltre, con la proposta emendativa riferita all'articolo 1, comma 5, si intende integrare la salvaguardia degli statuti speciali per esigenze di opportuno coordinamento e sistematiche dell'ordinamento vigente con il richiamo di quanto già previsto nella disciplina del federalismo fiscale che individua, come strumento specifico per la sua attuazione nei confronti delle autonomie speciali, le apposite norme di attuazione statutaria.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Froner 1.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Di Virgilio... onorevole Della Vedova... onorevole Girlanda... onorevole Trappolino... onorevole Buttiglione... onorevole Cesare Marini... onorevole Speciale... onorevole Colaninno... i colleghi hanno votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 488
Votanti 456
Astenuti 32
Maggioranza 229
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 242).
Prendo atto che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brugger 1.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole D'Ippolito Vitale, onorevole Scandroglio, onorevole Cesare Marini, onorevole Cesario, onorevole Donadi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 487
Votanti 290
Astenuti 197
Maggioranza 146
Hanno votato sì 47
Hanno votato no 243).
Prendo atto che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 1.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Strizzolo, onorevole Cesario, onorevole Benamati, onorevole Nicola Molteni, onorevole Gava.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 492
Votanti 491
Astenuti 1
Maggioranza 246
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 254).
Prendo atto che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. Pag. 24
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brugger 1.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Gatti, onorevole Gasbarra, onorevole Cesario, onorevole Vico, onorevole Della Vedova, onorevole Consiglio.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 493
Votanti 263
Astenuti 230
Maggioranza 132
Hanno votato sì 21
Hanno votato no 242).
Prendo atto che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Vico, onorevole Strizzolo, onorevole Zinzi, onorevole Trappolino, onorevole Cesare Marini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 493
Votanti 482
Astenuti 11
Maggioranza 242
Hanno votato sì 479
Hanno votato no 3).
Prendo atto che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Lanzillotta 1.01. Come ho già avuto modo di precisare l'articolo aggiuntivo Lanzillotta 1.01, riguardando una materia ulteriore rispetto a quelle disciplinate dal provvedimento, non ha una collocazione necessitata ed essendo stato riferito dalla presentatrice all'articolo 1 è stato collocato dalla Presidenza in tale sede. Non vi sono, tuttavia, ostacoli alla sua collocazione come articolo aggiuntivo all'articolo 5 che riguarda materia sostanzialmente collegata. Se pertanto non vi sono obiezioni, tale proposta emendativa sarà posta in votazione dopo l'articolo 5.
(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2555-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Ciccanti 2.33.
Ricordo che l'emendamento Pagano 2.6 è stato ritirato.
La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Cambursano 2.18 e Borghesi 2.19.
Ricordo che l'emendamento Pagano 2.5 è stato ritirato.
La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Ciccanti 2.34, nonché sugli identici emendamenti Borghesi 2.16 e Ciccanti 2.35.
La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Borghesi 2.22.
La Commissione raccomanda l'approvazione dei suoi emendamenti 2.500 e 2.501.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Baretta 2.50, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: dopo la parola «tenendo» aggiungere la parola «anche».
La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Nannicini 2.32. Pag. 25
Signor Presidente, segnalo che, per quanto riguarda l'emendamento 2.500 della Commissione, c'è una modifica formale da fare che ripristina il testo del Senato, «saltato» per errore: dopo le parole «designati dai rispettivi presidenti», inserire le parole «come invitati permanenti,».
PRESIDENTE. Onorevole relatore, la pregherei di ricordarlo nuovamente prima di procedere alla votazione dell'emendamento 2.500 della Commissione.
Qual è il parere del Governo?
GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore, tenendo conto che il lavoro fatto dalla Commissione per il coordinamento di questo articolo con la legge sul federalismo è molto importante e risolve il problema principale che ci ha lasciato il testo del Senato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciccanti 2.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Della Vedova... Onorevole Di Virgilio... Onorevole Patarino... Onorevole Vico... Onorevole Cesare Marini... Onorevole Speciale...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 499
Maggioranza 250
Hanno votato sì 246
Hanno votato no 253).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cambursano 2.18.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, con questo nostro emendamento noi vogliamo semplicemente richiamare la necessità di prevedere che gli schemi che vengono predisposti siano raccordati con i principi della contabilità finanziaria. Ciò non è specificato da nessuna parte. È vero che è insito, in linea teorica, nel contesto del comma, ma è altresì vero che un richiamo formale, come proponiamo, è rafforzativo. Si tratta semplicemente di questo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cambursano 2.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Della Vedova... Onorevole Armosino... Onorevole Vico... Onorevole Cesare Marini... Onorevole Trappolino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 491
Maggioranza 246
Hanno votato sì 242
Hanno votato no 249).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 2.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Della Vedova... Onorevole Di Virgilio... Onorevole Vico... Onorevole Trappolino... Onorevole Madia... Onorevole Froner... Onorevole Castagnetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
). Pag. 26
(Presenti 494
Votanti 492
Astenuti 2
Maggioranza 247
Hanno votato sì 242
Hanno votato no 250).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciccanti 2.34, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Di Virgilio... onorevole Proietti Cosimi ... onorevole Trappolino... onorevole Vico... onorevole Damiano... onorevole Sereni... onorevole Zinzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 498
Maggioranza 250
Hanno votato sì 244
Hanno votato no 254).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Borghesi 2.16 e Ciccanti 2.35.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, proponiamo con gli emendamenti Borghesi 2.16 e 2.22 la soppressione del comma 7; con questi emendamenti proponiamo, inoltre, di sostituire il comma 5. La motivazione risiede nel fatto che riteniamo poco comprensibile la previsione di una nuova delega quando già esiste una legge approvata dal Parlamento che ha previsto la medesima delega con il medesimo oggetto. Allo stesso modo è poco comprensibile l'istituzione di un nuovo comitato quando già esiste una commissione che è stata istituita e sta lavorando su questa tematica in attuazione del mandato già ricevuto dal legislatore. Ecco perché proponiamo la modifica del comma 5 e l'abrogazione del comma 7.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Borghesi 2.16 e Ciccanti 2.35, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Di Virgilio... onorevole Cesare Marini ... onorevole Trappolino... onorevole Vico... onorevole Cesaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 497
Maggioranza 249
Hanno votato sì 245
Hanno votato no 252).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 2.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Coscia ... onorevole Servodio ... onorevole Armosino... onorevole Vico... onorevole Gava... onorevole Latteri... onorevole Benamati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 492
Maggioranza 247
Hanno votato sì 240
Hanno votato no 252).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.500 della Commissione.
Ricordo che il relatore ha precisato una riformulazione di carattere formale: dopo le parole «designati dai rispettivi Presidenti» Pag. 27sono inserite le parole «come invitati permanenti». Constato che il Governo concorda.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.500 della Commissione nel testo modificato, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Trappolino ... onorevole Cesaro ... onorevole Boniver... onorevole Vico... onorevole Latteri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 498
Votanti 497
Astenuti 1
Maggioranza 249
Hanno votato sì 496
Hanno votato no 1).
Prendo atto che il deputato Zinzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto e che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.501 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Vico, onorevole Coscia, onorevole Trappolino, onorevole Latteri, onorevole Della Vedova, onorevole Zinzi, onorevole Tanoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 495
Maggioranza 248
Hanno votato sì 494
Hanno votato no 1).
Prendo atto che i deputati Realacci e Ravetto hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Zinzi ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'emendamento Baretta 2.50 proposta dal relatore, nel senso di inserire la parola «anche».
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baretta 2.50, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Porcino, onorevole Latteri, onorevole Zinzi, onorevole Murer, onorevole Vico, onorevole Cesare Marini, onorevole Trappolino, onorevole Fugatti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 500
Maggioranza 251
Hanno votato sì 500).
Prendo atto che il deputato Viola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nannicini 2.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Coscia, onorevole Vico, onorevole Trappolino, onorevole Latteri, onorevole Nicolais, onorevole Foti, onorevole Vignali, onorevole Zinzi, onorevole Bellotti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
). Pag. 28
(Presenti 497
Votanti 496
Astenuti 1
Maggioranza 249
Hanno votato sì 244
Hanno votato no 252).
Prendo atto che il deputato Cimadoro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.
AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, vogliamo motivare il voto favorevole dell'Unione di Centro a questo articolo 2 e lasciare a verbale anche la motivazione per cui abbiamo votato l'articolo 1, sul quale avevo chiesto la parola, ma lei aveva già aperto la votazione.
Noi abbiamo votato a favore dell'articolo 1, nonostante abbiamo votato anche a favore di alcuni emendamenti che si richiamavano all'applicazione di istituti di armonizzazione contabile previsti dalla legge n. 42 del 2009 sul federalismo fiscale, non tanto perché non crediamo alla validità della legge n. 42, che abbiamo contestato nel merito in termini di politica generale, quanto perché ci siamo trovati di fronte a un testo, come la proposta di legge n. 2555 che abbiamo in discussione, che prevede che le norme relative ai decreti attuativi sono principi fondamentali per l'armonizzazione dei bilanci pubblici a seguito del valore assunto dagli articoli 117 e 119 della Costituzione.
Quindi, se i principi fondamentali previsti dalla Costituzione sono quelli richiamati da questa norma di contabilità, da questa riforma della legge di contabilità e finanza pubblica, era chiaro che non potevamo fare riferimento anche a principi fondamentali che, in via esclusiva - badate bene - sono previsti anche dalla legge n. 42. Vi sarebbe stata una contraddizione tra i due testi.
Ecco perché, pur ritenendo che quei principi abbiano un loro valore, sul piano tecnico non era conciliabile quella normativa che disciplinava lo stesso tema al pari di questa riforma.
Per le stesse ragioni voteremo a favore dell'articolo 2, laddove la delega all'articolo 2 che si discute incide sui medesimi oggetti della delega di cui all'articolo 2, comma 1, lettera h), della legge n. 42 del 2009 sul federalismo fiscale. Si è reso necessario dividere la materia dell'armonizzazione dei sistemi contabili tra gli enti territoriali ed il resto delle pubbliche amministrazioni. Il comma 1, pertanto, come opportunamente ha inteso proporre il relatore, espunge gli enti territoriali (quindi regioni, comuni e province). Dunque, è stata soppressa ogni norma di riferimento alla Conferenza unificata. È stato, invece, aggiunto con separata normativa per quanto concerne le armonizzazioni, il comma 5-bis che novella la legge n. 42 in più parti, per conformarla alle nuove norme di contabilità. Si armonizzano i termini di presentazione e approvazione degli schemi di bilancio alle esigenze di finanza pubblica e si consolida la scelta dello schema di bilancio articolato per missioni e programmi. Attenzione: noi ne abbiamo avuto esperienza con l'articolo 60 del decreto-legge n. 112 del 2008 limitatamente, però, alla normativa introdotta nel giugno dell'anno scorso che fa riferimento ad un arco triennale. Con questa norma di contabilità, invece, questo aspetto diventa permanente ed è importante perché consente un nuovo equilibrio tra il Parlamento e il Governo, lasciando a quest'ultimo la possibilità di poter programmare con una certa flessibilità la gestione nell'arco di un triennio degli stanziamenti riferiti a comparti omogenei. Al tempo stesso, la norma dà la possibilità al Parlamento di poter esercitare un controllo su materie omogenee e a risultato. Ciò si giustifica ancor di più e meglio nel complesso di tutta la normativa perché si introduce un modello di contabilità riferito alla contabilità economica patrimoniale che cammina parallelamente alla contabilità finanziaria. Ciò ci consentirà, come vedremo, anche di poter fare verifiche, sulla base della legge n. 15 del 2009, sui risultati del lavoro pubblico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.
MARCO CAUSI. Signor Presidente, intervengo per motivare brevemente il voto favorevole del Partito Democratico all'articolo 2. Stiamo parlando di armonizzazione dei bilanci pubblici e nella legge n. 42 del 2009 avevamo avviato un processo di armonizzazione dei bilanci di regioni ed enti locali. Con questo provvedimento, quel processo viene esteso a tutti i bilanci pubblici, quindi Stato, amministrazioni statali, regioni ed enti locali.
Il testo trasmesso dal Senato non teneva conto di questo coordinamento e sembrava quasi abrogare la norma contenuta nella legge n. 42 del 2009 relativa a regioni ed enti locali. Credo che il nuovo testo elaborato in Commissione è positivo perché abbiamo scritto in questo provvedimento i principi che si applicheranno a tutti (Stato, amministrazioni statali, regioni ed enti locali) per procedere all'armonizzazione dei bilanci pubblici e, quindi, alle nuove modalità e ai criteri di redazione dei bilanci. Inoltre, si è deciso di mantenere in vita la Commissione che svolgerà questo lavoro per gli enti locali secondo la legge n. 42 e di istituirne un'altra che farà, invece, il lavoro di armonizzazione per Stato e amministrazioni statali. Su questo punto il relatore e il Viceministro Vegas lo sanno: il Partito Democratico era contrario, abbiamo proposto di unificare tutti i compiti in una sola Commissione e ne sono rimaste due.
Tuttavia ci sembra talmente positivo, in primo luogo, aver affrontato il coordinamento con la legge n. 42 del 2009, e in secondo luogo, aver definito i criteri della armonizzazione che non avevamo scritto nella legge citata, avendoli rimandati ad una delega. Riteniamo che questa norma sia fortemente innovativa e quindi daremo il nostro voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, il gruppo dell'Italia dei Valori si asterrà sull'articolo 2 pur confermando che esistono tante luci ma ancora qualche ombra. Sicuramente riteniamo rilevante che sia stata riscritta la lettera h), comma 2, articolo 2, della legge n. 42 del 2009, che fissa, come ricordato dai due colleghi che mi hanno preceduto, i criteri e i principi ai quali si devono attenere i decreti legislativi sul federalismo fiscale in materia di bilancio.
Si stabilisce l'adozione di schemi di bilancio articolati per missioni e per programmi. Riteniamo che sia positivo il fatto che sia stato aumentato il numero dei componenti della commissione tecnica-paritetica per l'attuazione del federalismo fiscale, che viene elevato da 30 a 32 membri, inserendo come abbiamo chiesto anche con nostri emendamenti, due rappresentanti dell'ISTAT. Ma riteniamo altresì che non fosse necessario, l'ho ricordato prima quando ho illustrato gli emendamenti Borghesi 2.16 e 2.22, una nuova delega e l'istituzione di un nuovo comitato che va a sovrapporsi alla commissione che era già stata istituita dalla legge n. 42. Quindi riteniamo che su questo articolo ci si debba astenere.
PRESIDENTE. Saluto gli studenti della Scuola media Statale «Massimo Stanzione» di Orta di Atella (provincia di Caserta), che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Cesare Marini, Cesario, Vico, Gasbarra, Ghiglia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
). Pag. 30
(Presenti 496
Votanti 479
Astenuti 17
Maggioranza 240
Hanno votato sì 479).
Prendo atto che il deputato Ruvolo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
(Esame dell'articolo 3 - A.C. 2555-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'unico emendamento Genovese 3.50.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il Governo esprime parere contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, il testo della legge prevede che per un tempo limitato di tre anni il Governo presenti in Parlamento la relazione di attuazione della legge. Poiché questa legge contiene anche delle deleghe è possibile presumere che non sia completata tutta nell'arco dei tre anni, allora è ragionevole chiedere che non ci sia un limite alla presentazione della relazione. Quello che noi chiediamo con l'emendamento in esame è che il Governo, qualora si andasse oltre i tre anni, continui eventualmente a presentare la relazione soltanto per le parti non applicate.
GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, le argomentazioni dell'onorevole Baretta mi sembrano convincenti, tenendo conto che in alcune parti la delega forse va oltre il triennio, quindi lasciamo la relazione, approviamo l'emendamento in esame e poi dopo tra vent'anni magari non ce ne sarà più bisogno e quindi l'abrogheremo.
ANTONIO LEONE, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, cambia anche il parere della Commissione, che concorda con il Governo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Genovese 3.50, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Della Vedova, Boniver, Galati, Miglioli, Marchignoli, Vella, Pili...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 496
Votanti 495
Astenuti 1
Maggioranza 248
Hanno votato sì 495). Pag. 31
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Sposetti, Miglioli, Franceschini, Benamati, Buttiglione, Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 497
Maggioranza 249
Hanno votato sì 497).
(Esame dell'articolo 4 - A.C. 2555-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Nannicini 4.50, Rubinato 4.52 e Baretta 4.51. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 4.500 ed esprime parere contrario sull'emendamento Baretta 4.53.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, siccome qui si tratta di emendamenti che concernono la materia dei cosiddetti interna corporis, il Governo non può prendere una posizione precisa sull'argomento, quindi non può che rimettersi all'opinione del relatore. Tra l'altro, mi risulta che sarà presentato un documento di indirizzo che invita la Camera a modificare il proprio Regolamento. Su questo ovviamente, anche in questo caso, il parere del Governo non potrà che essere quello di rimessione al relatore e quindi all'Aula.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, volevo solo segnalare al Viceministro che la rimessione al parere del relatore ancora non è configurata nel nostro Regolamento. Lei o si rimette all'Aula o è d'accordo con il relatore ed esprime lo stesso parere.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Nannicini 4.50.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, svolgo un solo intervento sui quattro emendamenti Nannicini 4.50, Rubinato 4.52 e su quelli di cui sono primo firmatario cioè il 4.51 e il 4.53, perché in forma diversa affrontano lo stesso problema. Approfitto della cortesia del Governo per rivolgermi direttamente al relatore, trattandosi, come egli ha detto, di interna corporis.
Noi abbiamo ereditato dal testo del Senato una Commissione interparlamentare che aveva il compito di controllare e mettere a punto l'insieme della materia. Ora, la posizione della maggioranza e del relatore è quella di cassare completamente quanto previsto dal Senato. Negli emendamenti, nelle forme diverse, non a caso, per poter accedere a varie possibilità, si introduce non tanto la Commissione prevista dal Senato, quanto dei comitati interni alle stesse Commissioni bilancio, quindi con un approccio diverso da quello iniziale proposto al Senato, ma che valorizza invece da parte nostra il lavoro delle due Commissioni bilancio.
Mi permetto di insistere con il relatore: se una di queste formule può assumere una rilevanza rispetto alla possibilità di una coerenza sostanziale delle correzioni, che qui sono previste, con quanto stabiliva Pag. 32il testo trasmesso dal Senato: dal passare dal tutto al niente, vi è una via di mezzo che qui noi, con quattro emendamenti, prospettiamo.
ANTONIO LEONE, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, non è vero, come sa bene il collega Baretta, che passiamo dal tutto al niente: è vero che l'intenzione del relatore e della maggioranza era quella di cassare completamente l'ipotesi che è venuta dal Senato, ma è pur vero che ne abbiamo discusso ampiamente; è pur vero, inoltre, che quel che abbiamo votato in Commissione è il frutto di un dibattito, di un «aiuto» fra tutti i gruppi che erano presenti all'interno della Commissione nel momento in cui abbiamo approfondito tale argomento. Si tratta invero di far salva un'autonomia, che è quella delle Camere, e di evitare il proliferare di comitati e di commissioni che possono, sì, avere un senso, ma quando evidentemente non vi sono strutture che possono espletare il tipo di compito che il provvedimento in esame loro assegna.
Nel momento in cui, dunque, si decide non di cassare l'ipotesi del Senato, ma di stabilire che all'interno delle Camere esistono due Commissioni competenti, una al Senato e una alla Camera, che sono le Commissioni bilancio, nel momento in cui l'intesa su quello che le Commissioni potranno approfondire nella materia, di cui ci stiamo occupando, è tra i due Presidenti delle Camere, si ritiene che il problema è risolto, pur non ledendo l'autonomia di nessuna delle due Camere e neanche l'autonomia del rapporto tra l'Esecutivo e un'Assemblea parlamentare.
Ritengo che la soluzione trovata sia equilibrata, e colgo l'occasione per ringraziare anche i colleghi dell'opposizione per aver trovato comunque un punto di incontro per arrivare ad essa. Ritengo che non si possa (era questa la richiesta contenuta nella domanda del collega) andare oltre.
PRESIDENTE. Il parere, quindi, non cambia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.
AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, noi dell'Unione di Centro voteremo complessivamente l'articolo 4, e pertanto ci asterremo sugli emendamenti che sono stati illustrati dall'onorevole Baretta. La questione, come ha ricordato il relatore, è stata molto dibattuta all'interno della Commissione, e sostanzialmente noi dell'Unione di Centro abbiamo valutato positivamente il ragionamento che è stato fatto dal relatore, per la semplice ragione che ci saremmo trovati di fronte ad una superfetazione di Commissioni parlamentari. Nella fattispecie non è solo un dato quantitativo, ma anche di merito e qualitativo, perché avremmo istituito una Commissione che avrebbe in qualche modo assorbito il lavoro di controllo, di monitoraggio e di istruttoria che è tipico delle Commissioni permanenti; sicché abbiamo trovato poi una mediazione, disponendo il lavoro, anche congiunto, delle due Commissioni, qualora se ne dovesse ravvedere la necessità; un lavoro congiunto stabilito in raccordo tra i Presidenti delle due Camere. Ma vi è di più: le strutture tecniche dei due servizi bilancio della Camera e del Senato possono prevedere anche una collaborazione, che può essere occasionale e - perché no? - anche permanente su alcune questioni, perché in corso di esercizio possono svolgere un lavoro di informazione e di monitoraggio più approfondito. Pertanto a me sembra che si è arrivati ad una razionalizzazione dei lavori tra le due Camere su una materia così importante come quella riguardante il controllo e la trasparenza dei conti pubblici.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, anche il gruppo dell'Italia dei Valori sugli emendamenti all'articolo 4 si Pag. 33asterrà, per le stesse ragioni che sono state anzidette: l'abrogazione della Commissione per la trasparenza dei conti pubblici ci ha visti, già sin dalla prima lettura al Senato della Repubblica, favorevoli.
Il lavoro congiunto delle Commissioni parlamentari competenti, così come previsto nella nuova formulazione del testo, al fine di promuovere e tutelare la trasparenza e l'informazione nel campo della finanza pubblica, credo sia un compito primario del Parlamento, almeno nelle Commissioni competenti, e non già nella ristretta cerchia dei comitati creati probabilmente ad hoc per qualcuno.
PIER PAOLO BARETTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, sottolineando il fatto che, comunque, penso che questo possa restare un problema aperto, visto che la legge ritornerà al Senato, mi pare, però, che lo spirito con il quale si è lavorato meriti un punto di chiarezza e, quindi, ritiro gli emendamenti presentati.
PRESIDENTE. Prendo atto, pertanto, che i presentatori degli emendamenti Nannicini 4.50, Rubinato 4.52 e Baretta 4.51 e 4.53 li ritirano.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.500 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Coscia... onorevole Zinzi...onorevole Orlando... onorevole Cesare Marini... onorevole Lo Monte... onorevole Villecco Calipari... onorevole Palumbo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 500
Maggioranza 251
Hanno votato sì 499
Hanno votato no 1).
Prendo atto che il deputato Portas ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Bianconi... onorevole Ravetto... onorevole Orlando... onorevole Lo Monte... onorevole Latteri... onorevole Paladini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 501
Maggioranza 251
Hanno votato sì 501).
(Esame dell'articolo 5 - A.C. 2555-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, intervengo soltanto per rivolgere un quesito al relatore e ai colleghi della Commissione bilancio. Io non faccio parte della Commissione bilancio, seguo questa materia solo in Aula, tuttavia vorrei sapere qual è la ratio di introdurre, in un provvedimento di questo genere, una norma relativa alla nomina del presidente dell'ISTAT. Mi sembra una questione totalmente estranea alla materia di cui stiamo trattando. Stiamo modificando la legge di Pag. 34contabilità dello Stato: che cosa c'entra questo intervento sull'ISTAT? Domando se i colleghi della Commissione bilancio possono avere la cortesia di spiegare all'Aula che bisogno e che urgenza vi sono di introdurre questa norma.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Baretta 5.50.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore, tenendo conto che questa norma sulla presidenza dell'ISTAT deriva dal fatto che al Senato si era trovato un compromesso; vale a dire che in qualche modo l'ISTAT, che fornisce i conti sulla base dei quali si elaborano poi le politiche di finanza pubblica, deve essere il più trasparente e il più affidabile possibile da parte di tutte le forze politiche. È per questo che si era trovata questa formulazione dell'articolo 5.
PRESIDENTE. Chiedo al relatore di esprimere di nuovo il parere sull'articolo aggiuntivo Lanzillotta 1.01, è stato ricollocato come articolo aggiuntivo all'articolo 5.
ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Lanzillotta 1.01.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Baretta 5.50. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.
MARCO CAUSI. Signor Presidente, l'ISTAT ha attualmente due ruoli importanti nella contabilità pubblica. In primo luogo l'ISTAT è l'organismo che, ai sensi delle regole europee, certifica tramite EUROSTAT il soddisfacimento dei parametri del patto di stabilità e crescita, quindi l'ISTAT è l'entità EUROSTAT che certifica il patto di stabilità e crescita. Il secondo rilevante ruolo dell'ISTAT sta nel fatto che tale ente è il detentore metodologico del SEC95, quindi della trasformazione degli schemi contabili pubblici in schemi di contabilità economica generale. Da questo punto di vista, la nostra riflessione, contenuta anche nell'articolo aggiuntivo Lanzillotta 1.01, è che nel momento in cui andiamo a rafforzare l'armonizzazione dei bilanci pubblici, da un lato, in funzione europea e, dall'altro, in funzione federalistica, noi avremmo bisogno anche in Italia di un entità, di un organismo che svolga nel nostro Paese le funzioni che l'EUROSTAT svolge in Europa. Secondo noi questo organismo deve essere l'ISTAT, ma naturalmente non più l'attuale ISTAT, un ISTAT trasformato in senso EUROSTAT, quindi ad esempio - come propone l'articolo aggiuntivo citato - un ISTAT trasformato in agenzia federale nella cui governance vi siano anche regioni, enti locali e non soltanto lo Stato, un ISTAT un po' più indipendente dal Governo.
Comunque, l'articolo 5, così com'è scritto, manifesta la volontà anche della maggioranza e del Governo di conferire un grado di indipendenza in più all'ISTAT nel momento in cui la nomina del presidente di tale ente è sottoposta ad un parere rafforzato da parte delle Commissioni parlamentari. Non mi dilungo ulteriormente, ma ritengo che la strada sia quella. In questo provvedimento abbiamo dato rilevante ruolo alla Ragioneria generale dello Stato - lo vedremo nei successivi articoli - ma è inevitabile che alla lunga la Ragioneria generale dello Stato debba, Pag. 35insieme all'ISTAT, costruire delle sedi condivise veramente federali, capaci poi di parlare all'EUROSTAT, e come in qualche modo questa divisione così netta del lavoro tra Ragioneria generale e ISTAT vada poco a poco superata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.
AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, l'articolo 5 è da leggere in stretta connessione con l'articolo 6 e poi con il successivo articolo 14 del provvedimento in esame, perché in qualche modo inquadra il problema della gestione dei dati e del controllo dei dati. Pertanto noi ci siamo trovati di fronte ad un cosiddetto partito dell'ISTAT pro-Governo, e ad un partito dell'ISTAT (come ha potuto ascoltare nell'intervento che mi ha preceduto) terzo, un ISTAT authority, un ISTAT agenzia, un ISTAT che sta al di sopra e al di fuori delle parti, soprattutto in un contesto di federalismo (s'intende di federalismo fiscale e di dati finanziari).
Il punto di equilibrio che è stato trovato dalla Commissione era quello di avere un presidente dell'ISTAT che in qualche modo garantisse trasparenza e anche imparzialità di gestione e questo poteva essere determinato dal fatto che il presidente non è più scelto dal Governo, ma il Governo lo propone e per poterlo nominare deve avere la maggioranza dei due terzi della Commissione. Quindi maggioranza e opposizione in qualche modo confluiscono su un nome di garanzia, il quale dovrebbe poi, a sua volta, dare la garanzia di tutto l'organismo ISTAT perché funzioni nei termini che sono stati ricordati dal collega Causi. È stato un punto di equilibrio tra due opinioni così diversificate, così contrastanti e posso dire con soddisfazione che il Governo ha aderito a questa impostazione rendendo in questo modo il Parlamento più sovrano nel controllo anche rispetto all'accesso ai dati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, è appena stato ricordato che questo articolo 5 riguardante esclusivamente i criteri per la nomina del presidente dell'ISTAT si collega strettamente a quello successivo vale a dire all'accesso alle banche dati e alla pubblicità di tutti gli elementi informativi che riguardano la finanza pubblica e al successivo articolo 14 che affronta - lo vedremo poi successivamente - di petto la formazione di questa banca dati e quali siano i suoi compiti. Verificheremo che nei passaggi successivi viene attribuita una valorizzazione - addirittura eccessiva, a mio avviso - tant'è che abbiamo proposte di emendamenti che cercano di correggere e di riportare un coinvolgimento maggiore anche di altri soggetti nella formazione della banca dati. Ma il rafforzamento maggiore viene proprio dalla presenza dell'ISTAT, che ha come compito istituzionale proprio quello di compiere questa ricerca di dati e di presentarli alla conoscenza dello Stato e delle autonomie locali. Da qui discende la necessità che la presidenza di questo istituto sia sì proposta, indicata, designata - come dice il testo - dal Governo, ma abbiamo ottenuto e sostanzialmente condiviso due elementi aggiuntivi. Il primo che questa persona designata venga in Commissione e venga audita, venga sentita non come se fosse una sorta di esame, ma per capire quali sono i suoi orientamenti rispetto alla gestione dell'istituto con riferimento proprio all'applicazione di questa legge di contabilità. Inoltre, il parere è rafforzato tant'è che abbiamo previsto che la nomina sia subordinata al parere favorevole - mi verrebbe a questo punto da dire vincolante - delle predette Commissioni a maggioranza di due terzi. Quindi più garanzia di così si muore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.
Pag. 36
PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, aggiungo soltanto una piccola annotazione condividendo gli interventi dei colleghi Causi, Ciccanti, Cambursano. L'importanza dell'ISTAT è straordinaria perché in questa legge di contabilità - lo faccio notare come l'ho fatto notare in Commissione, ma senza concrete risposte - è l'ISTAT che individua il concetto di amministrazioni pubbliche attraverso un proprio provvedimento ricognitivo annuale a cui appunto si applica la legge di finanza pubblica. Non si è fatto nemmeno lo sforzo, in questo federalismo liquido in cui viviamo, di stabilire i criteri di fondo per individuare le amministrazioni pubbliche dello Stato e degli enti locali e le amministrazioni a cui si applica la legge di finanza. Ma è tutto appaltato ad un decreto ricognitivo da parte dell'ISTAT.
Mi sembra un pessimo modo di fare legislazione e anche uno stato caotico nel quale ci lasciamo andare senza un'adeguata legislazione, che invece il Parlamento dovrebbe, almeno nei principi, determinare.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baretta 5.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Nizzi? Onorevole La Loggia? Onorevole Livia Turco? Onorevole Vico?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 496
Votanti 495
Astenuti 1
Maggioranza 248
Hanno votato sì 242
Hanno votato no 253).
Prendo atto che il deputato Zinzi ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Zinzi? Onorevole Vico? Onorevole Della Vedova? Onorevole Di Virgilio? Onorevole Lo Monte? Onorevole Boniver? Onorevole Cesario? Onorevole Trappolino?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 499
Votanti 498
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato sì 498).
Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Avverto che l'articolo aggiuntivo Lanzillotta 1.01, in conseguenza della ricollocazione, deve considerarsi rinumerato come articolo aggiuntivo Lanzillotta 5.01 e verrà votato adesso.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Lanzillotta 5.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Nizzi? Onorevole Cesario? Onorevole Bianconi? Onorevole Vico? Onorevole Cassinelli? Onorevole Paladini? Onorevole Murer? Onorevole Cesare Marini?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
). Pag. 37
(Presenti 507
Votanti 472
Astenuti 35
Maggioranza 237
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 260).
Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito a votare.
(Esame dell'articolo 6 - A.C. 2555-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unico emendamento ad esso presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Contento 6.50.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 6.50, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Vico? Onorevole Gatti? Onorevole Cesario? Onorevole Gasbarra? Onorevole Sanga? Onorevole Gava?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 504
Votanti 503
Astenuti 1
Maggioranza 252
Hanno votato sì 502
Hanno votato no 1).
Prendo atto che i deputati Terranova e Rigoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Vico... onorevole Gava... onorevole Livia Turco... onorevole Pionati... onorevole Galati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 505
Maggioranza 253
Hanno votato sì 505).
Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Zinzi ha segnalato che non è riuscito a votare.
(Esame dell'articolo 7 - A.C. 2555-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).
GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, intervengo sull'articolo 7 del provvedimento Pag. 38in esame, che riscrive il ciclo e gli strumenti della programmazione del bilancio. Lo faccio su esplicito mandato della Commissione; infatti, il contenuto del mio intervento è stato partecipato e condiviso da parte dei gruppi presenti in Commissione.
La riforma della contabilità della finanza pubblica è destinata ad incidere in profondità e sull'assetto dei rapporti tra Parlamento e Governo, e concorre in modo determinante a definire il ruolo svolto dallo stesso Parlamento nel sistema politico-istituzionale. La proposta di legge al nostro esame merita, quindi, di essere esaminata con grande attenzione, al fine di coglierne tutte le implicazioni, tenendo presente che la sua attuazione, a partire dall'esercizio delle deleghe legislative, dovrà avvenire per gradi e sulla base di una costante collaborazione tra Parlamento e Governo.
Al lavoro svolto in sede referente - come già sottolineato dal relatore, onorevole Leone, e da molti deputati intervenuti durante la discussione sulle linee generali - hanno concorso tutti i gruppi rappresentati in Commissione, che hanno convenuto a larga maggioranza sull'impianto della riforma, contribuendo a modificare ed integrare il testo approvato dal Senato. Come cercherò di evidenziare nel corso del mio intervento e come, del resto, è già emerso in Commissione, sono convinto che l'intesa tra i gruppi debba contrassegnare l'intero percorso attuativo del provvedimento e, in particolare, le sue inevitabili ricadute sui Regolamenti parlamentari.
La necessità di una riforma integrale della legge n. 468 del 1978 si basa su due fondamentali ragioni: il perfezionamento e la stabilizzazione dell'Unione monetaria europea e la trasformazione dello Stato in senso federalista, che, dopo l'approvazione della legge n. 42 del 2009 in materia di federalismo fiscale, potrà finalmente essere completata.
Il primo elemento di innovazione dell'Unione monetaria impone di assumere definitivamente a riferimento l'intero comparto delle pubbliche amministrazioni, al fine di assicurare un efficace coordinamento della finanza pubblica nel suo complesso. Il federalismo fiscale richiede, a sua volta, di procedere a tale azione di coordinamento nel rispetto dell'autonomia di entrata e di spesa costituzionalmente riconosciuta alle regioni e agli enti locali.
Se da un lato, quindi, i vincoli europei impongono alle istituzioni statali di assumere la responsabilità dell'andamento dell'intera finanza pubblica, dall'altro, i caratteri della forma di Stato richiedono che ciò si verifichi sulla base del principio della leale collaborazione tra i diversi livelli di Governo e non tramite imposizioni di stampo centralistico.
Il Parlamento è, quindi, chiamato ad approvare una riforma rispettosa di questo delicato equilibrio e a proporsi, inoltre, come garante, nel corso dell'attuazione della stessa riforma, sia del ruolo dello Stato, sia delle prerogative di regioni ed enti locali. Il Parlamento, in questo quadro, dovrà, infatti, dimostrarsi in grado di rappresentare congiuntamente le istanze delle diverse componenti della Repubblica, esercitando una funzione di sintesi e di mediazione al più alto livello.
Prima di soffermarmi su alcuni punti qualificanti del provvedimento, vorrei richiamare l'attenzione dell'Assemblea su una questione di fondo che deve essere tenuta ben presente nel valutare la portata della riforma in esame.
Come si è già a suo tempo verificato con la legge n. 468 del 1978 e con le successive modifiche introdotte negli anni a quell'importante legge di riforma, anche la riforma in esame potrà dirsi effettivamente completata ed idonea a perseguire gli obiettivi che le sono propri, solo una volta intervenuta una coerente e conseguente modifica dei Regolamenti parlamentari. Ritengo che l'impegno ad avviare e a portare a compimento una riforma regolamentare in questo ambito specifico debba essere oggetto di un impegno politico espresso da parte di tutti i gruppi parlamentari, da assumere già in questa sede.
Solo la modifica del Regolamento consentirà, infatti, al Parlamento di assolvere con successo il ruolo che il provvedimento Pag. 39gli assegna. Mi riferisco, in particolare, all'intreccio tra procedure di finanza pubblica e procedure di attuazione del federalismo fiscale delineate dalla legge n. 42 del 2009 che la Commissione si è impegnata a meglio coordinare.
Abbiamo, tra l'altro, dedicato grande attenzione alle modalità attraverso le quali integrare nelle procedure di finanza pubblica il Patto di stabilità interno, mediante il quale regioni ed enti locali vengono chiamati a concorrere al rispetto degli obiettivi programmatici, e il Patto di convergenza, il nuovo strumento individuato dalla legge n. 42 del 2009 per realizzare l'obiettivo della convergenza dei costi e dei fabbisogni standard dei vari livelli di Governo, nonché degli obiettivi di servizio e i livelli essenziali delle prestazioni e delle funzioni fondamentali.
Gli snodi procedurali individuati sono sostanzialmente tre. Gli obiettivi programmatici, che devono tener conto delle determinazioni assunte in sede di Patto di convergenza, vengono sottoposte dal Governo per il parere alla Conferenza per il coordinamento della finanza pubblica nel mese di luglio. La Decisione di finanza pubblica dà conto del contenuto del Patto di convergenza e del Patto di stabilità. La legge di stabilità contiene le norme eventualmente necessarie ad attuare il Patto di stabilità e il Patto di convergenza. Il contenuto del Patto di convergenza può, inoltre, essere oggetto di un apposito provvedimento collegato alla manovra di finanza pubblica.
Sottolineo come in tal modo il Parlamento divenga la sede del raccordo tra il Patto di convergenza, definito nell'ambito delle procedure di cui alla legge n. 42 del 2009, e il Patto di stabilità, definito attraverso le procedure di cui al provvedimento in esame. Attraverso le procedure parlamentari dovrà, quindi, essere possibile verificare la sistematicità delle intese attraverso le quali si realizza il coordinamento della finanza pubblica, coinvolgendo tutti i livelli di Governo.
Un secondo punto estremamente importante e qualificante la proposta di legge, che merita di essere tenuto in adeguata considerazione in sede di riforma regolamentare, risiede nella nuova e diversa articolazione dei provvedimenti che costituiscono la manovra di finanza pubblica. Come in passato, i contenuti della manovra sono definiti dalla Decisione di finanza pubblica (la nuova denominazione è DPF, alla quale corrisponde, in realtà, anche un oggetto in parte diverso), la cui presentazione viene, tuttavia, posticipata al 15 settembre, mentre la data di presentazione della legge di stabilità, già legge finanziaria, e della legge di bilancio è fissata al 15 ottobre. I provvedimenti collegati dovranno, invece, essere presentati entro il mese di febbraio. Il documento destinato ad individuare il contenuto della manovra finanziaria sarà, quindi, esaminato dalle Camere assai più a ridosso della presentazione dei provvedimenti destinati ad attuare la manovra stessa. Inoltre, viene circoscritto in modo rigoroso il contenuto della legge di stabilità, in continuità con le scelte operate negli ultimi due esercizi finanziari con la cosiddetta «finanziaria snella».
Il differimento della data di presentazione della Decisione di finanza pubblica è dovuto essenzialmente alla scelta di costruire da subito le previsioni - e quindi la manovra - su dati definitivi, senza dover attendere la nota di aggiornamento. Il Parlamento, quindi, dovrà attrezzarsi per potere svolgere un esame rapido ed efficace della Decisione di finanza pubblica, chiedendo informazioni e chiarimenti al Governo e facendo valere il suo punto di vista.
È questo un ulteriore obiettivo da assegnare alla riforma dei Regolamenti parlamentari, che dovranno quindi concentrare i lavori delle Commissioni e dell'Assemblea su questo fondamentale documento e assicurare loro adeguate sedi e strumenti di approfondimento.
È evidente come l'istituzionalizzazione della «finanziaria snella» ponga il problema di individuare strumenti legislativi alternativi per adottare le misure attuative della manovra finanziaria. Negli ultimi anni non sono certo mancati, anche prima della delimitazione del contenuto della Pag. 40legge finanziaria, provvedimenti legislativi di manovra e spesso si è trattato di decreti-legge, sui quali non di rado è stata posta la questione di fiducia. Lo scarso successo dei disegni di legge collegati alla manovra finanziaria è parso dovuto, da un lato, all'inadeguatezza della disciplina regolamentare che non ha saputo garantire loro delle effettive corsie preferenziali tali da assicurare l'approvazione in tempi certi e, dall'altro, dal loro carattere spesso palesemente non omogeneo che rendeva obiettivamente problematico il loro esame in tempi contenuti.
È fuori di dubbio, tuttavia, che una manovra finanziaria ordinata e tale da assicurare un positivo apporto del Parlamento non possa che articolarsi in un congruo numero di disegni di legge da assegnare per l'esame alle Commissioni competenti per materia. I decreti-legge in quest'ambito dovrebbero costituire l'eccezione e non la regola.
Infatti, se i Regolamenti non sapranno intervenire con decisione al riguardo non potremo che assistere a una proliferazione di decreti-legge disomogenei da approvare senza possibilità di approfondire i contenuti e sovente a colpi di fiducia. Ciò sarebbe, si badi bene, del tutto contrario allo spirito della riforma che stiamo approvando e che mira, innanzitutto, a consentire ai singoli Ministri e alle Commissioni parlamentari di riferimento di riappropriarsi dei propri stati di previsione e di analizzare e valutare i settori di spesa di loro interesse, ponendo le Commissioni nelle condizioni di impostare politiche improntate a principi di riqualificazione e di efficienza della spesa pubblica.
Anche su tali aspetti i Regolamenti parlamentari potranno intervenire con l'obiettivo di sviluppare i rapporti tra Commissioni e Governo in materia finanziaria. Tutto ciò deve, peraltro, avvenire in un clima di massima trasparenza e di rigore finanziario. Il Parlamento deve essere messo nelle condizioni di comprendere fino in fondo i contenuti dei documenti di bilancio e di compiere scelte autonome in materia di entrate e di spesa ma nel pieno rispetto delle regole di contabilità pubblica. Per questo motivo la Commissione non solo ha ribadito l'obbligo al Governo di corredare i disegni di legge, gli schemi di decreto legislativo e gli emendamenti di iniziativa governativa di una relazione tecnica che quantifichi gli oneri e asseveri la validità delle coperture, ma ha anche previsto che i Regolamenti parlamentari stabiliscano in quali altri casi il Governo è tenuto a presentare la relazione tecnica.
L'esperienza ha, tuttavia, abbondantemente dimostrato come l'obbligo di presentazione della relazione tecnica possa essere facilmente eluso attraverso la presentazione di emendamenti formalmente di iniziativa parlamentare ma che, in realtà, sono suggeriti dal Governo e, comunque, non copre tutta l'autonoma attività emendativa e legislativa del Parlamento. Ora è evidente come il Parlamento innanzitutto - lo sottolineo a tutela delle opposizioni - debba essere sempre messo nelle condizioni di svolgere con piena consapevolezza il proprio ruolo di legislatore e, quindi, di valutare compiutamente i profili finanziari dei provvedimenti legislativi. È altrettanto evidente che per garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, l'analisi di tali profili deve fondarsi su dati certi e basarsi su una chiara assunzione di responsabilità da parte di chi, nell'ambito dell'Esecutivo, è chiamato ...
PRESIDENTE. Mi scusi, presidente. Colleghi, capisco che la materia è molto tecnica però sarebbe richiesta una maggiore attenzione, non una minore attenzione. Il presidente Giancarlo Giorgetti sta svolgendo un intervento impegnativo. Vi prego di fare un po' di silenzio.
GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Non è un problema, signor Presidente. Stiamo varando una riforma che finalmente darà potere anche alle Commissioni competenti per materia, togliendolo alla Commissione bilancio. Lo stiamo facendo per loro.
PRESIDENTE. Va bene, ho capito. Ma c'è un po' di distrazione.
Pag. 41
GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. È ovvio.
Stavo dicendo che è altrettanto evidente che, per garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, l'analisi di tali profili deve fondarsi su dati certi e basarsi su una chiara assunzione di responsabilità da parte di chi, nell'ambito dell'Esecutivo, è chiamato a vigilare sul rispetto dei vincoli di bilancio e di chi è direttamente interessato all'attuazione delle norme.
In un primo momento la Commissione, sviluppando una previsione già contenuta nel testo del Senato, aveva immaginato di individuare direttamente gli ulteriori casi in cui il Governo è tenuto a presentare la relazione tecnica prevedendo, in particolare, che tale obbligo sussistesse anche per tutti gli emendamenti valutati favorevolmente dal Governo, dal relatore e dalla Commissione. Successivamente, tenuto conto che solo i Regolamenti parlamentari sono abilitati a stabilire le conseguenze procedurali derivanti dalla mancata presentazione delle relazioni in questione e che, quindi, in sede di prima applicazione della legge avrebbero potuto manifestarsi incertezze e divergenti opinioni in merito alle conseguenze derivanti dalla mancata presentazione della relazione tecnica, si è scelto di affidare agli stessi Regolamenti anche il compito di specificare i casi in cui il Governo è tenuto a presentare la relazione tecnica in merito a proposte di legge ed emendamenti di iniziativa parlamentare. Questo è un ulteriore ambito estremamente delicato nel quale risulterà decisiva la disciplina introdotta dai Regolamenti parlamentari.
La riforma della contabilità e della finanza pubblica, analogamente a quanto verificatosi con la legge n. 468 del 1978, potrà dirsi compiuta e in grado di manifestare compiutamente i propri effetti solo una volta che i Regolamenti parlamentari ne avranno valorizzato i profili innovativi, traducendoli in istituti e procedure parlamentari. Ciò è necessario che avvenga quanto prima e sulla base di principi e di obiettivi condivisi da tutti i gruppi parlamentari.
Nell'ambito della Commissione bilancio i rappresentanti dei gruppi hanno concordemente stabilito di rappresentare all'Assemblea la necessità di avviare con immediatezza una riforma dei Regolamenti volta a recepire e a sviluppare in ambito parlamentare i contenuti della proposta di legge oggi al nostro esame. Mi faccio, dunque, latore di questa proposta che auspico possa registrare un ampio consenso (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, questa nuova legge di contabilità - mi rivolgo anche a quei pochi colleghi che spero vorranno ascoltarci - non è una legge di contabilità per oggi, non è solo per questa legislatura, ma è auspicabile, visto quanto stiamo facendo, che abbia una durata non diciamo almeno pari alla legge n. 468 del 1978, ma sicuramente non solo, lo ripeto, limitata a questa legislatura.
Inoltre, non è nemmeno una nuova legge di contabilità e di finanza pubblica per questa maggioranza e per questo Governo, ma per il Paese e per il Parlamento, perché sia più attrezzato a entrare nel merito di quanto viene proposto dal Governo e di quanto può fare il Parlamento medesimo nel merito delle necessità che il Paese ha e delle risorse a sua disposizione.
In sede di discussione sulle linee generali avevo già ricordato il grandissimo lavoro svolto (sia politico, che tecnico) dalla Commissione bilancio che stiamo in qualche modo ripetendo in quest'Aula. La legge di finanza e di bilancio, così com'è stata vissuta negli ultimi dieci anni, non aveva e non ha più alcun senso, ecco perché siamo qui a lavorare in questa direzione pur ancora con qualche differenziazione.
Però questa riforma sarà completa - lo ha detto bene il presidente Giorgetti - nel momento in cui anche i Regolamenti parlamentari, almeno per quanto riguarda la sessione di bilancio, saranno attrezzati esattamente come dalle indicazioni che vengono dall'approvazione di questa proposta di legge. Pag. 42
Intanto, il gruppo dell'Italia dei Valori, oltre che aver sottolineato con un applauso l'intervento del presidente Giorgetti, conferma la sua disponibilità a lavorare in questa direzione. Lo diremo poi, in forma più compiuta, nella dichiarazione di voto finale sul provvedimento, ma ci tenevo immediatamente ad esprimere il nostro consenso (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.
AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, anche l'Unione di Centro vuole associarsi alle considerazioni svolte dal presidente Giorgetti il quale, nel suo intervento, ha richiesto l'impegno a tutti i gruppi parlamentari di quest'Aula per avviare e portare a compimento una riforma regolamentare in riferimento alla riforma della contabilità e finanza pubblica che con questa normativa stiamo definendo. Attenzione: il connotato di questa riforma rispetto a quella del federalismo fiscale sta nello stabilire il Parlamento come entità centrale della vita repubblicana. Il Parlamento è il centro su cui si riversano tutti gli equilibri tra potere federale, potere delle autonomie territoriali e potere del Governo centrale.
Il Parlamento è, pertanto, il luogo dove si fa la sintesi di tutti i procedimenti, gli schemi contabili ed i modelli di riferimento della contabilità nazionale e di tutto quanto concerne la partita finanziaria delle entrate e delle spese, nonché i rapporti con l'Unione monetaria europea. Questo punto di vista è molto importante sottolinearlo, perché si tratta di un provvedimento che afferma l'unità nazionale del Paese in base all'articolo 5 della Costituzione.
Questa scelta di procedere alla modifica dei regolamenti in modo condiviso, così come condivisa è stata in parte la riforma del federalismo fiscale, come è oggi unanimemente condivisa la riforma delle procedure di contabilità pubblica, è un dato essenziale. Infatti, non può essere una riforma di sistema appannaggio di una parte politica rispetto all'altra.
Il nodo da sciogliere è come gli obiettivi programmatici definiti dal Governo (che recepiscono il patto di convergenza, che è un patto che si fa all'interno della conferenza per la finanza pubblica tra le autonomie territoriali, che esprime un parere entro luglio sulle indicazioni date dal Governo) vengano recepiti dalla Decisione di finanza pubblica, che sostituisce il vecchio DPEF.
Questo crogiuolo di obiettivi di enti periferici e obiettivi del Governo centrale si debbono poi ritrovare nella risoluzione approvata dal Parlamento sulle decisioni di finanza pubblica e poi sulla legge di stabilità che stabilirà come quelle quantificazioni e quegli obiettivi potranno essere raggiunti attraverso misure idonee. Questo lavoro di sintesi lo farà il Parlamento.
Per poterlo fare, il Parlamento ha bisogno però di modificare le sue regole, che attualmente sono informate alla legge n. 468 del 1978 più volte rimaneggiata, e in seguito a tale rimaneggiamento sono state anche aggiornate le norme regolamentari. Tutto questo groviglio di interessi deve trovare un punto di equilibrio nelle decisioni sia della cosiddetta legge finanziaria (oggi chiamata legge di stabilità) sia nella legge di bilancio. Questo deve avvenire ovviamente con nuove regole. Pertanto, l'auspicio fatto dal presidente Giorgetti sarà sicuramente raccolto dall'Unione di Centro, che in sede di dichiarazione di voto formulerà osservazioni in rapporto ai singoli passaggi.
PIER PAOLO BARETTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, intervengo per confermare anche a nome del Partito Democratico la condivisione dei contenuti espressi nell'intervento dal presidente Giorgetti. È stato un intervento che, come lei ha rilevato è impegnativo: ed è tale per il Parlamento e per le Commissioni.
Si tratta di un intervento ispirato al rafforzamento del ruolo del Parlamento e Pag. 43che raccomanda caldamente all'intera Camera, ma soprattutto ai presidenti, di attivare il più rapidamente possibile il percorso di riforma dei regolamenti parlamentari. Questo è il senso di una posizione unitaria di tutti i gruppi e alla quale confermo la nostra adesione. Mi riservo ad ogni modo nella dichiarazione di voto conclusiva argomentazioni più dettagliate.
GIOACCHINO ALFANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOACCHINO ALFANO. Signor Presidente, intervengo solo per confermare anche da parte del gruppo del Popolo della Libertà la condivisione della relazione del presidente Giorgetti. È così che si è determinato il clima che ha portato avanti i lavori sul provvedimento e, quindi, spero che tale clima si ripeta nelle riforme necessarie dei regolamenti della Camera.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Baretta 7.51, Ciccanti 7.7, Fontanelli 7.8 e Lanzillotta 7.9.
Sull'emendamento 7.500 della Commissione anticipo una correzione di carattere formale. Nel paragrafo concernente l'articolo 11, comma 6, le parole «con finalità di copertura della legge di stabilità» sono sostituite con «per la copertura finanziaria della legge di stabilità». Si tratta di un refuso.
La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti identici Ciccanti 7.50 e Graziano 7.52, nonché sugli emendamenti Baretta 7.54, Baretta 7.53, Duilio 7.56 e Baretta 7.55.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore. Faccio presente che l'articolo 7 descrive una nuova tempistica dei documenti della manovra di bilancio che consente da una parte di presentare documenti più realistici rispetto a quanto avvenuto in passato e dall'altra di concentrare tutto l'esame parlamentare dei documenti in una stagione dell'anno che è quella più prossima all'esercizio successivo. Ciò pertanto dovrebbe consentire di avere documenti più realistici anche con riferimento all'azione di finanza pubblica nell'anno e nel triennio successivo.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, le chiedo semplicemente di leggere con maggiore lentezza la correzione dell'emendamento 7.500 della Commissione, siccome non abbiamo a disposizione il testo dell'emendamento. Non credo che sia una riformulazione, si tratta di una correzione formale, ma vorrei comprendere fino in fondo se debba considerarsi tale e non invece una riformulazione che comporterebbe altre considerazioni di ordine regolamentare e di iter. Chiederei se possibile, signor Presidente, di rileggere la correzione formale.
PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, lo faremo prima di porla in votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Baretta 7.51.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baretta. Onorevole Baretta, lei è intervenuto sul complesso degli emendamenti ed è firmatario, non posso darle la parola.
PIER PAOLO BARETTA. Ma sono intervenuto sulle dichiarazioni del presidente Giorgetti in merito alla riforma regolamentare!
Pag. 44
PRESIDENTE. L'intervento del presidente della Commissione era comunque nella fase degli interventi sul complesso degli emendamenti all'articolo 7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.
MARCO CAUSI. Signor Presidente, faccio un intervento per tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 7 a firma dei deputati della Commissione bilancio del Partito Democratico. Sarà un intervento che durerà qualche minuto in più ...
PRESIDENTE. Onorevole Causi, il tempo a sua disposizione è comunque di cinque minuti.
MARCO CAUSI. Anche meno. Care colleghe e cari colleghi, eravamo tutti un po' distratti e forse non tutti hanno ben colto alcune delle cose del documento letto dal presidente della Commissione bilancio.
Il documento che il presidente della Commissione bilancio ha detto oggi in Aula è molto importante dal punto di vista politico e dice che con questa legge, e con un impegno politico che tutta la Commissione bilancio in tutte le sue componenti chiede al Governo e al Parlamento, non si deve più far ricorso a decreti omnibus in materia finanziaria, ma occorre trovare un nuovo equilibrio nel processo della legislazione economica e finanziaria.
Questo nuovo equilibrio è appunto quello disegnato nell'articolo 7 e nei successivi articoli di questa proposta di legge ed è chiaro che il Partito Democratico, e credo tutte le opposizioni, hanno contribuito sia al Senato che alla Camera a costruire questo nuovo equilibrio perché evidentemente eravamo fortemente insoddisfatti del precedente equilibrio stabilitosi a partire dal mese di giugno del 2008 con l'emanazione del decreto-legge n. 112.
Tuttavia, riteniamo che esistano ancora dei margini di miglioramento di questo testo; il primo, che è appunto quello cui si riferisce l'emendamento Baretta 7.51, è il seguente: la Decisione di finanza pubblica diventa Decisione dopo il voto del Parlamento. Quindi, qui proponiamo che si preveda che in Parlamento arrivi uno schema di Decisione, che diventa Decisione dopo il voto del Parlamento.
Con l'emendamento Baretta 7.54 proponiamo di descrivere meglio gli elementi della nuova manovra di finanza pubblica. In queste settimane sui giornali si è scritto che stiamo varando una finanziaria «light»; ebbene, dopo il lavoro svolto alla Camera potremmo dire che la finanziaria sarà light, ma non anoressica perché abbiamo una manovra di finanza pubblica composta dalla legge di stabilità, che è il nuovo nome della finanziaria, dal bilancio e dai disegni di legge collegati. L'emendamento Baretta 7.54 descrive meglio ciò che è già presente nel testo, ma che noi riteniamo possa formalmente essere descritto meglio.
Infine, nell'emendamento Baretta 7.53 proponiamo una riformulazione del comma 2, lettera e), dell'articolo 7, che ha un significato importante alla luce del documento, condiviso da tutti i parlamentari della Commissione bilancio, che il presidente Giorgetti ha letto poc'anzi. In quel documento si dice che per avere una manovra di finanza pubblica certa nei tempi, ma certa anche negli equilibri di rapporto fra Governo e Parlamento, occorrono una legge di stabilità snella, una legge di bilancio con un bilancio riformato (ne parleremo più avanti) e poi decreti-legge collegati. A questo punto, alla maggioranza e al Governo proponiamo che, così come sarà il Parlamento a decidere come votare, e quindi con quali procedure autoregolamentarsi per le cosiddette corsie preferenziali dei disegni di legge collegati che devono essere settoriali, omogenei, non eterogenei, che coinvolgono molto di più le Commissioni di merito e non soltanto la Bilancio, al tempo stesso, appunto per questo, perché non sia il Parlamento stesso a decidere di fronte ad un collegato quale tempo darsi per approvarlo, lo può decidere nel momento della DFP. Quando il Parlamento, assieme alla DFP, approva i collegati che saranno varati nei mesi successivi può benissimo decidere in quanto tempo e con quali deliberazioni parlamentari poi lavorare all'approvazione Pag. 45dei collegati. Preannuncio soltanto che sull'emendamento Duilio 7.56 interverrà in seguito l'onorevole Duilio.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baretta 7.51, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Coscia, onorevole Tanoni, onorevole Simeoni, onorevole Bellotti, onorevole Capodicasa ... L'onorevole Reguzzoni ha votato. Onorevole Vico, onorevole Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori - Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 496
Maggioranza 249
Hanno votato sì 249
Hanno votato no 247).
Prendo atto che il deputato Zinzi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ciccanti 7.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.
AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, rinuncio e...
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciccanti 7.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Baldelli, ho dichiarato aperta la votazione. Le chiedo scusa, non l'ho vista.
ANTONIO LEONE, Relatore.
Signor Presidente, il collega Ciccanti ha ritirato l'emendamento 7.7!
PRESIDENTE. Onorevole Ciccanti, lei ha rinunziato all'intervento senza dire nulla. Tra l'altro, stiamo votando un emendamento che è stato ritirato, quindi revoco l'apertura della votazione.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, non è rilevante però mi permetto di dire che se lei apre la votazione e noi votiamo, l'emendamento o è ritirato prima dell'apertura della votazione, oppure si vota e si chiude la votazione. L'emendamento non si può ritirare a posteriori, ma prima di votare.
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, mi pare che in quanto ad equivoci ce ne sono stati abbastanza. Quindi, è bene che chiudiamo la questione.
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, se precedentemente mi avesse dato la parola, avremmo potuto anche capire prima che quell'emendamento a noi risultava ritirato.
PRESIDENTE. Questo non lo aveva capito nemmeno lei.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, lei non ha facoltà di capire ciò che io so, o ciò che io non so. Presidente, la invito a presiedere quest'Assemblea con l'equilibrio di sempre (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Le ricordo che spesso e volentieri i Presidenti di turno di quest'Assemblea, quando un collega ha chiesto la parola, anche se avevano aperto la votazione e rendendosi conto di non averlo visto, hanno dato la parola al Pag. 46collega che la chiedeva. Quindi, evidentemente non credo che questo sia un comportamento atipico. Avendo chiesto la parola e avendo lei stessa, Presidente, ammesso di non avermi visto, evidentemente poteva darmi la parola.
PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, lei sa meglio di me, perché sicuramente conosce il Regolamento meglio di me, che a votazione iniziata si procedere alla votazione. È discrezione del Presidente dare la parola e il Presidente questa volta riteneva di non farlo, anche perché di recente c'era stato un precedente non molto simpatico (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che l'unica cosa che noi possiamo apprezzare della sua equilibrata conduzione dell'Aula, della quale le siamo grati, è che l'incidente di percorso ci dovrebbe semplicemente suggerire di prendere atto che ciò che è avvenuto non può rappresentare un precedente a cui in futuro ci si possa richiamare. La ringrazio anche perché in questo modo si è posta l'Aula in condizione di non doversi dividere su capziose interpretazioni in ordine al fatto se doveva essere considerato ritirato o meno un emendamento. Né credo che l'interpretazione del ritiro dell'emendamento spetti ad un gruppo politico o parlamentare, ma, come ha fatto lei, alla Presidenza.
PRESIDENTE. Prego comunque i colleghi di essere più espliciti, soprattutto quando si tratta di ritirare gli emendamenti.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fontanelli 7.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, per evitare l'equivoco, ritiriamo gli emendamenti Fontanelli 7.8, Lanzillotta 7.9 e Graziano 7.52.
AMEDEO CICCANTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, ritiro l'emendamento a mia prima firma 7.50 e voglio far presente che prima ho detto «rinuncio e ritiro», poi lei ha aperto la votazione e i colleghi giustamente mi hanno chiesto se lo avessi ritirato e io ho risposto che ormai era stata aperta la votazione, qui soltanto c'è stato l'equivoco. Comunque, forse non sarò stato io a farmi capire, ma non sono stato neanche capito.
PRESIDENTE. Onorevole Ciccanti, non aggravi la situazione.
ANTONIO LEONE, Relatore. Chiedo di rileggere la formulazione dell'emendamento 7.500.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, non è proprio una riformulazione, ma su richiesta del collega Quartiani desidero apportare alcune correzioni. Dopo le parole: «possono essere utilizzati» sostituire le parole: «con finalità» con le seguenti: «per la». Si tratta di refusi rispetto ad un testo che era già passato in Commissione, così come dopo la parola: «copertura» va inserita la parola «finanziaria»; tale termine era stato omesso. Quindi, non «copertura della legge di stabilità» ma «copertura finanziaria della legge di stabilità», che poi ha un senso di natura tecnica che è sotto gli occhi di tutti.
PRESIDENTE. Rileggo la parte dell'emendamento oggetto di correzione da parte del relatore: «Gli eventuali margini di miglioramento del risparmio pubblico Pag. 47risultanti dal bilancio di previsione a legislazione vigente rispetto all'assestamento relativo all'esercizio precedente possono essere utilizzati per la copertura finanziaria della legge di stabilità, purché risulti assicurato un valore positivo del risparmio pubblico».
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.500 della Commissione, nel testo corretto, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Della Vedova... Golfo... Tommaso Foti... Patarino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 513
Maggioranza 257
Hanno votato sì 511
Hanno votato no 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baretta 7.54, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Valentini... Boniver... Capodicasa... Trappolino... Vico.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 514
Maggioranza 258
Hanno votato sì 255
Hanno votato no 259).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baretta 7.53, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Della Vedova, Tommaso Foti, Di Virgilio, Moffa, Zinzi, Vico, Duilio, Bocchino, Capodicasa, Scandroglio, Fioroni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 516
Maggioranza 259
Hanno votato sì 256
Hanno votato no 260).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Duilio 7.56.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duilio. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO. Signor Presidente, intervengo su questo emendamento, che noi abbiamo presentato in Commissione e ripresentato in Aula, perché annettiamo ad esso una grandissima importanza, che peraltro - lo dico subito - si ricollega all'intervento svolto dal presidente della Commissione bilancio, onorevole Giancarlo Giorgetti. Sempre subito, dico all'indirizzo del relatore e del Governo che non ho capito la reiterazione del parere contrario. Dopo l'intervento del presidente Giorgetti, avrei preferito che ci fosse rivolto l'invito al ritiro di questo emendamento, piuttosto che esprimere un parere contrario.
Dico questo perché in questo emendamento noi fondamentalmente abbiamo introdotto la disciplina dei collegati, che dovrebbero restituire al Parlamento la propria sovranità su quelle materie che, in tutti questi anni, sono confluite dentro la legge finanziaria e di fatto hanno espropriato le Commissioni di merito, che si sono ridotte a svolgere una funzione ancillare rispetto alla Commissione bilancio e, a volte, alla Commissione finanze.
Nell'emendamento, intanto, noi abbiamo previsto la predisposizione delle risorse relativamente ai collegati che vengono presentati. Abbiamo previsto che entro il 15 settembre si costruisca un collegato che coordini sostanzialmente la finanza pubblica con gli enti locali e le regioni per le relative esigenze, che entro Pag. 48il 31 dicembre dell'anno di presentazione i collegati vengano approvati se hanno effetti sui saldi di finanza pubblica e, come deterrente affinché le Commissioni di merito esaminino le questioni, abbiamo previsto che, se i collegati non venissero approvati entro i primi dell'anno successivo, le relative risorse, che erano state appostate, andrebbero a confluire nelle economie di bilancio. Sostanzialmente si perdevano i soldi.
In Commissione, ci è stato detto che non era il caso di inserire in questo testo una disciplina così articolata dei collegati, ma che tutta questa materia doveva essere trattata nella sede regolamentare, che è quella alla quale si è richiamato il presidente della Commissione bilancio.
Lo ripeto anche a beneficio dei colleghi. In termini sintetici, il presidente della Commissione bilancio ci ha detto: colleghi stiamo lavorando per voi, come dice quel famoso slogan dell'azienda del gas, cioè stiamo sostanzialmente predisponendo misure che rivitalizzano il lavoro delle Commissioni e del Parlamento, al fine di evitare che tutti si lamentino del fatto che il Parlamento non conta niente. Pertanto, il presidente della Commissione bilancio ha dichiarato che questa è una questione assolutamente importante. È fuori di dubbio - cito - che una manovra finanziaria ordinata e tale da assicurare un positivo apporto del Parlamento non possa che articolarsi in un congruo numero di disegni di legge da assegnare per l'esame alle Commissioni competenti per materia. I decreti-legge in questo ambito dovrebbero costituire l'eccezione e non la regola.
Noi sappiamo - l'ho detto anche nel mio intervento sul complesso degli emendamenti - che quest'anno è successo esattamente il contrario: abbiamo avuto in un solo anno ben nove decreti-legge, che hanno apportato modifiche al decreto-legge n. 112 del 2008, ai quali si sono aggiunti cinque decreti-legge contenenti deroghe, proroghe o altre modifiche non testuali.
Questo significa che, se si realizzasse ciò che il presidente della Commissione autorevolmente si è impegnato a sostenere nelle sedi proprie, affinché in sede di modifiche regolamentari alla Camera il procedimento dei collegati ed altre questioni vengano ordinati, credo che noi effettivamente, con questa riforma della legge di contabilità, avremmo fatto un grande salto di qualità. In questo senso, mi sento di ringraziare - lo dico pubblicamente - il presidente Giorgetti per l'intervento svolto. In secondo luogo, pensando che si sia trattato, se posso dire così, di una specie di refuso semantico - lo dico all'indirizzo del relatore e del Governo, interpretando il loro parere contrario come un invito al ritiro - io ritiro questo emendamento e mi auguro che l'auspicio del presidente Giorgetti possa trovare concreta realizzazione nella sede regolamentare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. L'emendamento Duilio 7.56 è dunque ritirato.
Ricordo che l'emendamento Baretta 7.55 è precluso, perché è stato approvato l'emendamento 7.500 della Commissione.
Passiamo alla votazione dell'articolo 7.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Osvaldo Napoli? Onorevole Beccalossi? Onorevole Vico? L'onorevole Andrea Orlando ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 505
Votanti 488
Astenuti 17
Maggioranza 245
Hanno votato sì 487
Hanno votato no 1).
Prendo atto che il deputato Delfino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole, che la deputata Zampa ha Pag. 49segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Cimadoro ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
(Esame dell'articolo 8 - A.C. 2555-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 8.500. La Commissione, altresì, raccomanda l'approvazione del suo emendamento 8.501; con una precisazione, in riferimento a quest'ultimo emendamento, desidero precisare che le modifiche recate dalle relative parti consequenziali al comma 4 dello stesso articolo 8 ed agli altri articoli del provvedimento, si intendono apportate al testo, a condizione che non vengano approvati gli emendamenti soppressivi o sostitutivi relativi alle partizioni di testo cui si riferiscono i medesimi.
La Commissione esprime poi parere contrario sugli identici emendamenti Cambursano 8.7, Ciccanti 8.10 e Fontanelli 8.12, nonché parere contrario sugli identici emendamenti Froner 8.1 e Brugger 8.3.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore ed accetta gli emendamenti della Commissione.
PRESIDENTE. Vorrei che risultasse a tutti chiara la nota del relatore in riferimento all'emendamento 8.501 della Commissione. Tutto il Comitato dei nove è concorde? Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.500 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Della Vedova? Onorevole Pionati? Onorevole Andrea Orlando? I colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 506
Maggioranza 254
Hanno votato sì 506).
Prendo atto che il deputato Rigoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.501 della Commissione, con la precisazione letta dal relatore, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
L'onorevole Pionati ha votato. L'onorevole Della Vedova ha votato. Onorevole Patarino?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 503
Maggioranza 252
Hanno votato sì 503).
Prendo atto che i deputati Ravetto e Antonione hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Zinzi e Galletti hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici Pag. 50emendamenti Cambursano 8.7, Ciccanti 8.10 e Fontanelli 8.12, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Lo Monte? Onorevole Sanga? Onorevole Garofani? Onorevole Vernetti? Onorevole Oliverio? Onorevole Simeoni? I colleghi hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 509
Votanti 492
Astenuti 17
Maggioranza 247
Hanno votato sì 230
Hanno votato no 262).
Prendo atto che il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Zinzi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Froner 8.1 e Brugger 8.3, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Coscia... onorevole Briguglio... onorevole Cicchitto... onorevole Nizzi... onorevole Pionati... onorevole Di Stanislao... onorevole Cassinelli... onorevole Girlanda.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 509
Votanti 493
Astenuti 16
Maggioranza 247
Hanno votato sì 231
Hanno votato no 262).
Prendo atto che il deputato Zinzi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Miglioli... onorevole Fogliardi... onorevole Girlanda... onorevole Pescante... onorevole Melandri.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 512
Votanti 509
Astenuti 3
Maggioranza 255
Hanno votato sì 509).
Prendo atto che il deputato Zinzi ha segnalato che non è riuscito a votare.
(Esame dell'articolo 9 - A.C. 2555-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Marchi 9.50.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Marchi 9.50. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marchi. Ne ha facoltà.
Pag. 51
MAINO MARCHI. Signor Presidente, l'articolo 9, che è stato introdotto ex novo in Commissione alla Camera rispetto al testo del Senato, è un articolo significativo perché prevede che ogni qual volta il Governo predispone un aggiornamento del programma di stabilità, da presentare alla Commissione e al Consiglio dell'Unione europea, trasmette le sue proposte, 15 giorni prima della data di presentazione in sede europea, sia alle Camere, sia alla Conferenza unificata. Questo schema di aggiornamento prevede la collocazione della politica italiana in ambito europeo e la sua implementazione attraverso delle politiche nazionali.
Si tratta, quindi, di un aspetto importante e significativo, ma, a nostro avviso, un po' monco, poiché si limita ad un'informazione; non vi è una conseguenza diretta sull'attività del Parlamento. A nostro avviso, e questo è il senso dell'emendamento per cui chiederemo un'ulteriore riflessione sia al Governo, sia al relatore, sarebbe importante, invece, che non ci si limitasse a questa informativa, ma che ne conseguissero delle deliberazioni, delle risoluzioni, degli ordini del giorno, in base a ciò che poi si è andrà a definire nei Regolamenti parlamentari.
Sarebbe un modo per garantire un rilievo maggiore al ruolo del Parlamento, e per garantire la possibilità di cogliere pienamente in questa legge un intervento riformatore che dia maggior peso al dibattito parlamentare, anche per ciò che concerne l'indirizzo sulle politiche del Governo. Ribadendo che, comunque, si è introdotta un'innovazione importante, credo che si possa fare un ulteriore passo nella direzione che ho indicato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marchi 9.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Coscia, onorevole Esposito, onorevole Zinzi, onorevole Repetti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 508
Maggioranza 255
Hanno votato sì 246
Hanno votato no 262).
Prendo atto che il deputato Genovese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Coscia, onorevole Capodicasa, onorevole Lo Monte, onorevole Latteri, onorevole Cesario, onorevole Genovese, onorevole Osvaldo Napoli, onorevole Conte.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 506
Votanti 505
Astenuti 1
Maggioranza 253
Hanno votato sì 505).
Prendo atto che il deputato Genovese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
(Esame dell'articolo 10 - A.C. 2555-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Baretta 10.57 a condizione che sia accolta la Pag. 52seguente riformulazione: espungere le parole da «adottate» sino alle parole «ciascuna Camera». La Commissione inoltre esprime parere contrario sull'emendamento Calvisi 10.51, mentre il parere è favorevole sull'emendamento Ciccanti 10.56.
Il parere è, altresì, contrario sugli emendamenti Cesare Marini 10.25, Borghesi 10.11 e 10.7, Lanzillotta 10.21, Cambursano 10.5, Borghesi 10.9 e Causi 10.23. La Commissione inoltre raccomanda l'approvazione del suo emendamento 10.500, mentre il parere è contrario sugli emendamenti Cambursano 10.8, Misiani 10.50, Borghesi 10.10, Causi 10.52, Borghesi 10.12 e 10.4, nonché sugli identici emendamenti Cambursano 10.6 e Ciccanti 10.16 e sugli emendamenti Graziano 10.53 e Vannucci 10.54. La Commissione inoltre esprime parere favorevole sull'emendamento Baretta 10.55, mentre il parere è contrario sugli emendamenti Lanzillotta 10.19 e 10.18.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore, ad eccezione dell'emendamento Ciccanti 10.56, rispetto al quale il Governo si rimette all'Assemblea. Ovviamente per molti degli emendamenti sui quali il relatore ha dato un parere contrario da parte del Governo vi sarebbe invece un invito al ritiro, tenendo conto che probabilmente la disciplina dell'articolo 10 è giunta ad un grado di maturazione sufficiente in Commissione. Mi riferisco agli emendamenti presentati dal relatore e alle piccole modifiche che si addurrebbero in sede di Assemblea, e probabilmente è meglio non modificare il provvedimento ulteriormente, tenendo conto del fatto che alcuni emendamenti, pur interessanti - come il 10.23 dell'onorevole Causi -, provocherebbero un eccessivo appesantimento del testo, forse anche con espressioni ridondanti rispetto alla finalità della normativa.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Baretta 10.57. Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'emendamento Baretta 10.57 proposta dal relatore.
PIER PAOLO BARETTA. Si, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baretta 10.57, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Di Caterina, onorevole Della Vedova, onorevole Coscia, onorevole Ravetto, presidente Bruno.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 508
Votanti 507
Astenuti 1
Maggioranza 254
Hanno votato sì 507).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Calvisi 10.51, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Zinzi, onorevole Coscia, onorevole Oliverio, onorevole Boniver, onorevole Galletti, onorevole Ferranti, onorevole Girlanda.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 506
Maggioranza 254
Hanno votato sì 247
Hanno votato no 259). Pag. 53
Prendo atto che il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciccanti 10.56, accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Latteri... onorevole Coscia... onorevole Lo Monte... onorevole Zinzi... onorevole Cesario... onorevole Vico... onorevole Livia Turco... onorevole Capodicasa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 505
Votanti 503
Astenuti 2
Maggioranza 252
Hanno votato sì 503).
Prendo atto che il deputato Dell'Elce ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cesare Marini 10.25.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.
MARCO CAUSI. Signor Presidente, intervengo per chiedere al relatore e al Governo di valutare il parere su questo emendamento. Ricordo che questa è stata un'espressa richiesta avanzata durante l'audizione parlamentare dall'ISTAT. Infatti l'ISTAT, dovendo tradurre i bilanci pubblici in SEC 95, ha chiesto in modo esplicito di adottare la classificazione COFOG. Quindi, vi chiedo una riflessione finale per verificare la possibilità che sin dal DPEF vi sia questo grado di disaggregazione.
GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, la classificazione COFOG anche a livello di subarticolazioni e, quindi, sostanzialmente di enti locali in questa prima fase è complicata, poi nella delega probabilmente si farà. Se posso permettermi, consiglierei ai presentatori di trasfondere il contenuto dell'emendamento in un ordine del giorno.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Cesare Marini 10.25 lo ritirano.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 10.11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, con questo emendamento proponiamo che nella Decisione di finanza pubblica, cioè nell'ex Documento di programmazione economico-finanziaria, venga definito il limite della pressione fiscale complessiva che si intende attivare nell'anno successivo e che è dato dal rapporto programmatico tra il totale dei tributi e contributi e il prodotto interno lordo. Ritengo che faremmo un buon servizio al provvedimento che stiamo discutendo se inserissimo, come prevediamo con l'emendamento Borghesi 10.11, la lettera b-bis), cioè la definizione dei limiti di pressione fiscale complessiva, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 10.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Coscia... onorevole Cesare Marini... onorevole Di Virgilio... onorevole Pag. 54Leo... onorevole Osvaldo Napoli... onorevole Migliori... onorevole Vernetti... onorevole Cesario... onorevole Volontè...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 505
Votanti 504
Astenuti 1
Maggioranza 253
Hanno votato sì 246
Hanno votato no 258).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 10.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, intervengo molto speditamente: chiediamo la soppressione della lettera e) dell'articolo 10 perché è sostanzialmente identico all'articolo 18 della legge n. 42 del 2009, sul federalismo fiscale, quindi non ha alcun senso, visto che nell'articolo 1 del provvedimento in esame è stata più volte richiamata la legge che ha introdotto il federalismo fiscale nel nostro ordinamento; è per alleggerire il testo, per renderlo più snello e anche più comprensibile.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 10.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Di Virgilio? Onorevole Latteri? Onorevole Zinzi? Onorevole Lo Monte? Onorevole Rondini? Onorevole Lovelli?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 506
Votanti 505
Astenuti 1
Maggioranza 253
Hanno votato sì 245
Hanno votato no 260).
L'emendamento Lanzillotta 10.21, non essendo in aula l'onorevole Lanzillotta, si intende decaduto.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, immagino che questo accadrà anche in tutte le prossime occasioni, comunque faccio mio e sottoscrivo l'emendamento Lanzillotta 10.21 e chiedo che venga posto in votazione.
PRESIDENTE. Andava sottoscritto prima, onorevole Giachetti, però glielo metto in votazione lo stesso. La sottoscrizione andava fatta prima.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, se la sottoscrizione andava fatta prima non lo poniamo in votazione. Ricordiamoci, per tutte le prossime sedute, che quando non è presente il deputato che ha presentato l'emendamento questo non sarà posto in votazione e sarà mia cura sottolineare tutte le volte che non è stato posto in votazione perché non era presente il deputato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 55Cambursano 10.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Coscia? Onorevole Vico? Onorevole Pizzolante? Onorevole Conte? Onorevole Vaccaro?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 502
Votanti 501
Astenuti 1
Maggioranza 251
Hanno votato sì 244
Hanno votato no 257).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 10.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Patarino? Onorevole Lo Monte? Onorevole Latteri? Onorevole D'Ippolito? Onorevole Fogliardi? Onorevole Scilipoti? Onorevole Zeller? Onorevole Consiglio? Onorevole Calvisi? Onorevole Vico?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 505
Votanti 504
Astenuti 1
Maggioranza 253
Hanno votato sì 248
Hanno votato no 256).
Prendo atto che il deputato Antonio Pepe ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Causi 10.23.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.
MARCO CAUSI. Signor Presidente, intervengo per chiedere al Viceministro Vegas, poiché ritiene l'emendamento in esame viziato da eccesso di ridondanza, se potesse essere accettato il contenuto di tale emendamento riservato in un ordine del giorno, se non fosse accettato anche in tal caso ritiro l'emendamento.
PRESIDENTE. Prendo, dunque, atto che l'emendamento Causi 10.23 è ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.500 della Commissione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.500 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Oliverio... onorevole Lo Monte... onorevole Paladini... onorevole Conte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 502
Maggioranza 252
Hanno votato sì 500
Hanno votato no 2).
Prendo atto che i deputati Oliverio e Realacci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cambursano 10.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Di Caterina... onorevole Miglioli... onorevole Zinzi... onorevole Vico... onorevole Lo Monte... onorevole Bernardini...
Pag. 56Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 504
Maggioranza 253
Hanno votato sì 246
Hanno votato no 258).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Misiani 10.50.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.
MARCO CAUSI. Signor Presidente, vorrei molto brevemente ricordare che, almeno per quanto riguarda il Partito Democratico, questo è l'unico punto di reale insoddisfazione che abbiamo sul testo e che è relativo alla decisione di finanza pubblica.
Con la legge n. 42 del 2009, avevamo inserito il Patto di stabilità e il Patto di convergenza all'interno dell'allora DPEF. Con la proposta di legge di contabilità in oggetto abbiamo mantenuto il Patto di convergenza all'interno del DPEF, ai sensi della legge n. 42 del 2009, con una procedura di concertazione, mentre abbiamo regolato il Patto di stabilità con il nuovo provvedimento in esame.
La regolazione del Patto di stabilità prevede che si svolga una fase di concertazione fra Governo, regioni ed enti locali fra il 10 luglio e il 10 settembre, ma, poi, non prevede che nel DPEF vi sia l'indicazione, per la futura manovra finanziaria, di un provvedimento collegato relativo alla finanza locale. Riteniamo che sarebbe meglio che vi fosse tale provvedimento collegato relativo alla finanza locale per il semplice motivo che il Parlamento, con sue autonome decisioni, potrà stabilire se approvarlo, in tempo, prima dell'intera manovra finanziaria, per dare certezza a regioni ed enti locali in ordine all'approvazione dei loro bilanci entro la fine dell'anno.
Pertanto, chiediamo al relatore, al Governo, alla maggioranza ed anche a tutti i gruppi parlamentari - soprattutto a quelli più legati al governo locale e territoriale - un'attenzione nei confronti dell'emendamento in oggetto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, intervengo solo per sottoscrivere l'emendamento Causi 10.52.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marchi. Ne ha facoltà.
MAINO MARCHI. Signor Presidente, vorrei insistere anch'io sull'emendamento Misiani 10.50, che credo vada nella direzione di valorizzare il ruolo, definito dal Titolo V della Costituzione, di pari dignità tra le articolazioni dello Stato.
Credo che un provvedimento collegato ad hoc per la finanza locale, per il Patto di stabilità e per gli obiettivi del Patto di convergenza darebbe maggiore rilievo al ruolo degli enti locali e maggiori certezze.
È vero che, qualche volta, possono essere cambiamenti di poco conto, ma, in genere, non è così. Soprattutto, credo che sarà importante la prima fase di applicazione del federalismo fiscale, quando dovremo approvare gli obiettivi del Patto di convergenza.
Quindi ritengo che disporre di date certe prima della legge finanziaria e non insieme ai provvedimenti che ne fanno parte sarebbe utile per offrire maggiori certezze agli enti locali rispetto a due elementi fondamentali quali il Patto di stabilità e il Patto di convergenza.
GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, inviterei i presentatori a desistere dal porre in votazione questo emendamento, per il semplice motivo che abbiamo Pag. 57stabilito un percorso differenziato tra il Patto di convergenza, che segue la legge sul federalismo, e il Patto di stabilità, che invece segue la legge sulla stabilità.
Il meccanismo è tale che il Patto di convergenza può essere oggetto di un'ampia considerazione, forse di una legge ad hoc; che si tratti di un collegato importa relativamente poco, perché riguarda l'attuazione del federalismo. Il Patto di stabilità, però, può benissimo essere approvato in un determinato anno senza poi cambiare gli anni successivi. Prevedere un apposito collegato significherebbe creare un meccanismo di instabilità per gli enti locali che ogni anno vedono una modifica della loro regolamentazione.
A volte può bastare una semplice norma inserita nella legge di stabilità, tanto è vero che il testo della legge che andiamo ad approvare consente che, nel caso in cui siano necessarie ampie modifiche, si provvederà con un collegato, mentre nel caso in cui siano necessarie soltanto modifiche di dettaglio è inutile intervenire con un collegato che potrebbe impegnare il Parlamento per lungo tempo e non arrivare in tempi rapidi alla sua approvazione, come vorrebbe il collega Marchi, bensì, in tempi successivi rispetto alla legge di stabilità.
Rispetto alle finalità che esso si pone, pertanto, ritengo che il testo dell'emendamento sia incongruo. Mi permetto di ribadire il parere contrario ed un invito al ritiro di questo emendamento, perché ritengo che esso sia controproducente rispetto a ciò che desiderano i proponenti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Misiani 10.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Coscia... onorevole Zinzi... onorevole Lo Monte... onorevole Zinzi... onorevole Cesario...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 500
Maggioranza 251
Hanno votato sì 245
Hanno votato no 255).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 10.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Coscia... onorevole Patarino... onorevole Sardelli... onorevole Stradella... onorevole Giorgio Merlo... onorevole Lo Monte... onorevole Leo... onorevole Vignali... onorevole Pionati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 498
Maggioranza 250
Hanno votato sì 244
Hanno votato no 254).
Prendo atto che il deputato Viola ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Causi 10.52.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.
MARCO CAUSI. Signor Presidente, qui l'intervento è necessario per ricordare a tutti che questa norma, cioè il comma 3 dell'articolo 10, è uno dei più rilevanti interventi modificativi e migliorativi apportati in Commissione bilancio alla Camera, su proposta di un emendamento del Partito democratico accolto con riformulazione dal relatore e dal Governo.
Nell'emendamento 10.52, di cui sono firmatario, proponiamo un aggiustamento meramente tecnico e formale di quel testo, cioè che la Nota di aggiornamento della Decisione di finanza pubblica sia presentata alle camere, se c'è bisogno di manovre Pag. 58correttive, in caso di andamenti di finanza pubblica che si discostino rispetto agli obiettivi e che giustifichino l'adozione di interventi correttivi ovvero integrativi.
Quindi, l'unica differenza con il testo esistente è che si permette la possibilità di introdurre manovre correttive anche di tipo integrativo. Pertanto, non capisco le ragioni per le quali è stato espresso un parere contrario perché si tratta di un emendamento che aumenta la flessibilità della manovra da parte del Governo, permettendo non solo manovre correttive, a fronte di scostamenti, ma anche interventi di tipo integrativo.
Valutate bene perché ci sembra che dare alla Nota di aggiornamento, che è un importante passo in avanti di questo provvedimento, una maggiore flessibilità va tutto a vantaggio della velocità e della flessibilità del processo di bilancio.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Causi 10.52, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Coscia... onorevole Cesare Marini... onorevole Zinzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 486
Maggioranza 244
Hanno votato sì 235
Hanno votato no 251).
Prendo atto che i deputati Ciccanti, Cesare Marini, Libè e Galletti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 10.12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, con l'emendamento in esame chiediamo che il Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, entro il 30 novembre di ogni anno, trasmetta al Parlamento una relazione sullo stato dell'andamento reale delle entrate tributarie e contributive, con specifico riguardo e attenzione alla pressione fiscale complessiva dell'anno in corso e, evidentemente, anche agli eventuali scostamenti tra la previsione e gli andamenti in corso.
Questo è necessario - e richiamiamo l'attenzione del Parlamento - proprio perché credo che sia assolutamente indispensabile conoscere in tempo utile l'andamento della pressione fiscale, tributaria e contributiva se vogliamo svolgere un servizio corretto di finanza, e non solo di contabilità, per il Parlamento e per il Paese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 10.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Mosca... onorevole Sposetti... onorevole Cesario... onorevole Zinzi... onorevole Mosca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 492
Maggioranza 247
Hanno votato sì 239
Hanno votato no 253).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 10.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione). Pag. 59
Onorevole Vico... onorevole Tanoni... onorevole Pionati... onorevole Girlanda... onorevole Gava... onorevole Cenni... onorevole Livia Turco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 495
Maggioranza 248
Hanno votato sì 243
Hanno votato no 252).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Cambursano 10.6 e Ciccanti 10.16.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, in questo nostro emendamento prevediamo un percorso temporale sostanziale diverso, perché consente un coinvolgimento più concreto e più effettivo di tutti i livelli di Governo nella definizione della Decisione di finanza pubblica.
Credo che sia un obiettivo corretto quello che non sia solo il Parlamento a discutere della definizione delle linee guida di finanza pubblica, ma che tutti i livelli istituzionali, regionali e delle autonomie locali vengano coinvolti. Il senso della proposta emendativa in esame è esattamente questo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.
AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, volevo solo che rimanesse agli atti che abbiamo raccolto delle sollecitazioni da parte del sistema delle autonomie e soprattutto dell'ANCI nel definire questi emendamenti. Al netto delle date che sono indicate, che non corrispondono ovviamente al calendario del ciclo della programmazione che abbiamo poc'anzi condiviso, avrei avuto piacere che il Governo e il relatore quanto meno avessero chiesto una riformulazione, lo ripeto, per i dati riferiti al calendario, ma comunque avessero accettato l'intesa.
Il vero problema è questo: l'intesa fra Governo e sistema delle autonomie sul riparto del concorso agli obiettivi di finanza pubblica è un dato essenziale e lo dico soprattutto ai deputati della Lega. Non si può chiedere il federalismo fiscale e il sistema dell'autonomia di entrata e di spesa, (ossia l'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione) e poi prevedere che il parere espresso dal sistema delle autonomie sia un parere eventuale e non vincolante nei confronti del Governo, posto che sarà poi il Parlamento nella sua sovranità ad accogliere (o meno) o modificare questa intesa.
Amici e colleghi della Lega, vorrei che foste coerenti su un dato essenziale che veramente pone al centro il sistema delle autonomie locali in un sistema autenticamente federalista. Ve lo dice un rappresentante dell'Unione di Centro che non ha votato la legge n. 42 del 2009; almeno voi, che l'avete votata, siate coerenti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Cambursano 10.6 e Ciccanti 10.16, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Coscia, onorevole Cesare Marini, onorevole Benamati, onorevole Vico, onorevole Zinzi, onorevole Lo Monte.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 497
Maggioranza 249
Hanno votato sì 241
Hanno votato no 256). Pag. 60
Passiamo alla votazione dell'emendamento Graziano 10.53.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fontanelli. Ne ha facoltà.
PAOLO FONTANELLI. Signor Presidente, intervengo brevemente per sostenere e caldeggiare l'emendamento in esame. Mi vorrei rivolgere in modo particolare alla maggioranza, perché questo emendamento ha un significato di forte valorizzazione di ciò che abbiamo fatto con la legge sul federalismo fiscale, una legge che ha bisogno del coinvolgimento e della responsabilizzazione del sistema degli enti locali. Con questo emendamento si vuole ottenere un livello, per l'appunto, di coinvolgimento e partecipazione importante in questa direzione.
Credo che la strada più giusta e più efficace per poter arrivare ad un corretto svolgimento ed applicazione del federalismo sia proprio quella di puntare su un processo reale di responsabilizzazione.
Il senso dell'emendamento in esame va in questa direzione. Chiedo alla maggioranza nel suo insieme e, in modo particolare, alle forze più sensibili ai temi del federalismo di fare in modo che gli enti locali non escano mortificati da questi indirizzi, ma semmai valorizzati attraverso un processo che chiede loro impegno e responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Graziano 10.53, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Migliori... Onorevole Boniver... Onorevole Pionati... Onorevole Livia Turco... Onorevole Nastri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 501
Maggioranza 251
Hanno votato sì 248
Hanno votato no 253).
Prendo atto che il deputato Di Cagno Abbrescia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vannucci 10.54.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vannucci. Ne ha facoltà.
MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, noi non comprendiamo questo parere negativo reiterato. In questo caso l'ostinazione ci sembra più del Governo che del relatore. Quindi, abbiamo voluto riproporre questa proposta in Assemblea, insistendo perché lo sostengano soprattutto i colleghi che hanno correttamente sostenuto la legge sul federalismo.
Con questo emendamento chiediamo che il Governo invii per il parere alla Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica, oltre che le linee guida, come previsto nel testo, per la ripartizione degli obiettivi, anche l'intesa sul Patto di stabilità prevista dalla legge n. 42 del 2009 (la legge sul federalismo). Nella legge n. 42 del 2009, noi abbiano sempre teso a tenere insieme Patto di convergenza e Patto di stabilità. Solo in questo caso li dividiamo.
Voglio ricordare, come ha fatto adesso l'onorevole Fontanelli, che noi stiamo scrivendo una legge fondamentale - norme per la contabilità della Repubblica - che tiene insieme, unifica e armonizza la contabilità di tutte le parti dello Stato. Mortificarne una parte non va bene, sarebbe sbagliato. Dobbiamo essere coerenti, se ci crediamo, alle scelte fatte sul federalismo.
Del resto, l'intervento del presidente Giorgetti sull'articolo 7 mi sembrava affrontasse la problematica e questa sarebbe una prima risposta. Quindi, l'appello che faccio, prima al Governo affinché riveda il parere, poi ai parlamentari di maggioranza, soprattutto a quelli più sensibili ai temi delle autonomie Pag. 61locali e del federalismo, è che lo sostengano. Li voglio tranquillizzare: l'approvazione eventuale di questo emendamento non stravolge niente, non allunga i tempi, non blocca alcun processo, garantisce un percorso. Infatti, infine, si afferma che, se l'intesa non c'è, si procede e si va avanti, ma si debbono spiegare i motivi per i quali l'intesa non c'è.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vannucci 10.54, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Coscia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 496
Maggioranza 249
Hanno votato sì 242
Hanno votato no 254).
Prendo atto che il deputato Drago ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baretta 10.55, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Sanga... onorevole Girlanda... onorevole Vella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 502
Maggioranza 252
Hanno votato sì 501
Hanno votato no 1).
Onorevole Soro, lei fa propri gli emendamenti Lanzillotta 10.19 e 10.18?
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Voglio interpellare il presidente del gruppo, onorevole Quartiani.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Presidente, ho la delega del presidente del gruppo.
PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, ho interpellato il presidente del gruppo.
ANTONELLO SORO. Signor Presidente, lei sa che i due segretari del gruppo hanno la delega del presidente sulle questioni d'Aula. In ogni caso, voglio dire che non avremmo sollevato il problema, ma nella prassi di questo Parlamento gli emendamenti dei deputati non presenti in Aula vengono comunque posti in votazione, è una prassi mai contraddetta, diversamente da quanto avviene per gli ordini del giorno che decadono se il proponente non è presente in Aula.
Ora capisco che possa esserci stato un momento di equivoco, ma io ritengo che gli emendamenti di tutti i deputati debbano essere posti in votazione indipendentemente dalla loro presenza in Aula: è un diritto del parlamentare che ha presentato un emendamento avere votato il proprio emendamento. Lei prima, in assoluta buona fede, come può capitare a tutti, ha commesso un errore, Presidente. Io non lo avrei sottolineato, ma se lei mi chiede di fare proprio quell'emendamento io insisto: quell'emendamento deve essere messo in votazione perché è un diritto dei parlamentari, anche se assenti per malattia, come nel caso dell'onorevole Lanzillotta, la quale peraltro, come lei sa, oggi si è dimessa dal nostro gruppo. Quindi il problema non si pone come presidente del gruppo, le rispondo come presidente di un gruppo parlamentare che ha interesse a consolidare e non a mettere in discussione prassi che, come in questo caso, non sono disciplinate da una norma esplicita, ma che valgono perché mai sono state messe in discussione.
PRESIDENTE. Lei sa perfettamente, presidente, che non è così. Ritengo che l'emendamento possa essere fatto proprio dal gruppo, anche se è un gruppo diverso.
Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 10.19, fatto proprio dal gruppo del Partito Democratico, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Follegot... onorevole Vietti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 496
Votanti 494
Astenuti 2
Maggioranza 248
Hanno votato sì 238
Hanno votato no 256).
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, se lei gentilmente me lo consente, io vorrei utilizzare questa occasione, dettata dal fatto che dopo l'emendamento che abbiamo votato c'è un ulteriore emendamento a firma Lanzillotta che è assente, per un chiarimento che lei in parte ha già dato.
Ossia che la prassi parlamentare, essendo una prassi attuativa di un Regolamento che può anche consentire di non mettere in votazione un emendamento nel caso in cui il deputato sia assente, può avere dato l'occasione a diversi Presidenti di avere determinato, di norma, il fatto che gli emendamenti presentati da deputati assenti siano stati messi in votazione, ed eccezionalmente, creando anche dei precedenti, che questi emendamenti non siano stati posti in votazione.
Signor Presidente, a difesa delle prerogative di tutti i colleghi, indipendentemente dall'appartenenza ai gruppi degli stessi, credo sarebbe opportuno che nella maggior parte dei casi - non lo dico alla Presidenza, non è un ragionamento che voglio svolgere in relazione al ruolo, alle prerogative e ai poteri che ha un Presidente, ma lo dico dal punto di vista dei diritti del singolo parlamentare - si consentisse al parlamentare di poter vedere realizzato un proprio lavoro in sede legislativa che si conclude con un emendamento che giunge in Aula.
Signor Presidente, so che spesso, per prassi, nelle Commissioni in sede referente, quando il parlamentare presentatore di un emendamento è assente si fa decadere quell'emendamento, e credo che questa prassi sia giusta. Tuttavia, quando l'emendamento arriva in Aula è del tutto evidente che ha passato un filtro, che è il filtro delle Commissioni, e quindi, ove possibile, sarebbe opportuno garantire che si proceda alla votazione, indipendentemente dal fatto che l'emendamento venga fatto proprio da un altro rappresentante di gruppo in questo caso, perché giustamente lei ha chiesto prima al presidente del nostro gruppo se lo faceva proprio.
Detto questo, signor Presidente, penso che forse, dal momento che la prassi si può sempre innovare e si sceglie di innovarla, quando la si innova sia giusto chiedere se non ci siano eventualmente disponibilità a voler sottoscrivere l'emendamento stesso. Ribadisco, però, un punto su cui chiedo un chiarimento che non è solo rispetto alla prassi, ma anche rispetto alla volontà di attuazione di un Regolamento che deve garantire il più possibile ai singoli parlamentari di vedere realizzato il proprio lavoro, di vedere l'Aula pronunciarsi sul proprio lavoro anche mediante un'azione emendativa che talvolta può rappresentarsi attraverso elementi di conflittualità interni al gruppo di appartenenza del medesimo. Non è il caso di specie, ma se un parlamentare di un gruppo, ad esempio, dovesse aver presentato un emendamento che non corrisponde alla volontà generale del gruppo, si dà Pag. 63il caso che probabilmente ci dovrebbero essere venti colleghi che sottoscrivono quell'emendamento per poterlo mettere in votazione in luogo di un gruppo, e che, quindi, a quei venti colleghi deve essere dato il tempo di poter sottoscrivere non seduta stante, ma con un minimo di tempo necessario, l'emendamento che in quel caso sarebbe dichiarato decaduto.
Questo, a onor del vero, è un problema che pongo in modo tale che sia chiaro, avendo innovato infatti la prassi, che nel futuro questa prassi contenga anche le garanzie per poter vedere sottoscritto un emendamento non semplicemente perché un gruppo o un capogruppo lo fa proprio, ma perché venti parlamentari, indipendentemente dalla collocazione politica, possono sottoscrivere l'emendamento di un singolo parlamentare. La ringrazio, signor Presidente.
PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, prima di mettere in votazione l'emendamento 10.18 dell'onorevole Lanzillotta, perché fatto proprio dal gruppo, emendamento sul quale vi è il parere contrario anche della I Commissione, le ricordo che la prassi, o meglio, la regola generale è che tutti gli atti parlamentari in assenza del proponente si considerano decaduti. Allora, detto questo, è vero che c'è una prassi consolidata che per quanto riguarda gli emendamenti normalmente il Presidente può anche non accorgersi dell'assenza del proponente e questi vengono messi in votazione. Le faccio però notare che ci sono molti precedenti nei quali gli emendamenti, in assenza del firmatario, non sono stati messi in votazione e sono stati considerati decaduti.
Il Regolamento prevede questa prassi e questo comportamento da parte del Presidente, tant'è vero che a norma dell'articolo 86, comma 8, prevede che in quel caso l'emendamento possa essere fatto proprio o da venti deputati, o da un presidente di gruppo. Allora, chiedere in questo momento la firma di trenta persone sarebbe stato un po' complicato e per questo motivo mi sono rivolta al presidente del gruppo. È vero che il presidente è rappresentato dai segretari d'Aula, però visto che il Presidente si era rivolto al presidente del gruppo, si poteva anche gentilmente far parlare il presidente, come poi è avvenuto.
Non mi pare, dunque, di avere introdotto nessuna prassi impropria, tanto è vero che la prima volta l'articolo aggiuntivo Lanzillotta 1.01 è stato spostato dall'articolo 1 all'articolo 5, perché mi ero accorta dell'assenza. Dopodiché, ci sono ripetuti emendamenti presentati dall'onorevole Lanzillotta, oggi assente - mi dispiace per motivi di salute, e questa potrebbe essere una giustificazione -, ma non ho introdotto nessuna prassi. Ci sono, infatti, molti esempi che invito a guardare, anche in questa legislatura. Quindi, non ho sbagliato, ma eventualmente ho peccato di eccesso di zelo. Mi dispiace che questo sia avvenuto nel giorno in cui dovrò procedere ad un altro adempimento riguardante la stessa persona.
Siccome il gruppo ha fatto propri gli emendamenti Lanzillotta 10.19 e 10.18, li pongo in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 10.18, fatto proprio del gruppo Partito Democratico non accettato dalla Commissione né dal Governo e ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli di Caterina, Bocchino, Vico, Sposetti, Naro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 487
Votanti 479
Astenuti 8
Maggioranza 240
Hanno votato sì 226
Hanno votato no 253).
Prendo atto che i deputati Di Cagno Abbrescia e Genovese hanno segnalato che non sono riusciti a votare. Pag. 64
Passiamo alla votazione dell'articolo 10.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, sicuramente sono state apportate notevoli modifiche a questo articolo sia rispetto al testo così come pervenuto dal Senato della Repubblica, sia anche nella sua versione originaria per confronti successivi. Voglio ricordare soltanto la Nota di aggiornamento, in quanto grazie ad emendamenti presentati dai gruppi dell'opposizione è possibile prevedere che il Governo presenti per l'appunto una Nota di aggiornamento in presenza di scostamenti rilevanti sugli andamenti di finanza pubblica.
Tuttavia, riteniamo che non siano ancora stati colti alcuni suggerimenti che da più parti sono stati ricordati (dal gruppo dell'Italia dei Valori ma anche dal Partito Democratico e dal collega Vannucci in particolare) sul non sufficiente coinvolgimento delle autonomie locali nella programmazione economico-finanziaria dello Stato e, a scendere, sui provvedimenti che riguardano più direttamente le autonomie stesse, così come non è stata presa in sufficiente considerazione l'indicazione che avevamo chiesto, ovvero che venisse dato aggiornamento sull'andamento della pressione fiscale. Credo, infatti, che sia doveroso che il Parlamento conosca in tempo utile per poi eventualmente rettificare e correggere gli andamenti come sta andando la raccolta che proviene sia da parte della pressione fiscale, sia da quella contributiva. Non avendo avuto alcuna risposta, o meglio, avuta risposta negativa da parte del Governo e della maggioranza su queste due indicazioni significative, il gruppo dell'Italia dei Valori si asterrà sull'articolo 10.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Marini Cesare... Coscia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 488
Votanti 471
Astenuti 17
Maggioranza 236
Hanno votato sì 468
Hanno votato no 3).
Prendo atto che il deputato Genovese ha segnalato che non è riuscito a votare.
Per accordi intercorsi tra i gruppi, dopo la votazione dell'articolo 11 procederò alla sospensione dei nostri lavori.
(Esame dell'articolo 11 - A.C. 2555-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione dei propri emendamenti 11.500 e 11.501 ed accetta gli emendamenti del Governo 11.600 e 11.601.
Il parere della Commissione è invece contrario sugli emendamenti Borghesi 11.2, 11.3, 11.4 e 11.5, sull'emendamento Cambursano 11.6, sull'emendamento Ciccanti 11.9, e sull'emendamento Capodicasa 11.10.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore, mi domando però se sia il caso che l'onorevole Leone esprima un parere anche sull'articolo aggiuntivo Cambursano 11.01 sul quale il Governo, da parte sua, esprime parere contrario.
Pag. 65PRESIDENTE. Ringrazio il rappresentante del Governo che è venuto in aiuto sia della Presidenza sia del relatore. Prego, onorevole Leone.
ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Cambursano 11.01.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.500 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Della Vedova, Coscia, Pezzotta, Cesario, Cavallaro,
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 487
Maggioranza 244
Hanno votato sì 486
Hanno votato no 1).
Prendo atto che il deputato Genovese ha segnalato che non è riuscito a votare e che la deputata D'Antona ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Capodicasa 11.10.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.
MARCO CAUSI. Signor Presidente, questo emendamento serve soltanto ad evitare la pratica dei maxiemendamenti, perché chi conosce la tecnica parlamentare delle finanziarie degli anni passati sa che più articoli ci sono meno è facile e probabile fare maxiemendamenti, quindi vi invito ad approvarlo perché, dato che vogliamo superare quelle vecchie pratiche, così sarà molto più difficile fare maxiemendamenti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capodicasa 11.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Marini Cesare, Vico, Simeoni, Rondini, Di Stanislao, Amici, Benamati, Cesario.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 492
Maggioranza 247
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 255).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.501 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Pionati, Servodio, Vico, Patarino, Boniver...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 495
Maggioranza 248
Hanno votato sì 494
Hanno votato no 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 11.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Coscia, Vico, Versace, Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
). Pag. 66
(Presenti e votanti 493
Maggioranza 247
Hanno votato sì 239
Hanno votato no 254).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 11.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Giammanco, Vico, Costa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 493
Maggioranza 247
Hanno votato sì 238
Hanno votato no 255).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.600 del Governo, accettato dalla Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Simeone, Vico, Gatti, Galletti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 493
Votanti 491
Astenuti 2
Maggioranza 246
Hanno votato sì 489
Hanno votato no 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 11.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Di Caterina, Di Virgilio, Vico, Bernardini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 489
Maggioranza 245
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 252).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 11.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Pizzolante...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 490
Votanti 487
Astenuti 3
Maggioranza 244
Hanno votato sì 234
Hanno votato no 253).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.601 del Governo, accettato dalla Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Patarino, Boniver, Pionati, Vico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 489
Votanti 488
Astenuti 1
Maggioranza 245
Hanno votato sì 488). Pag. 67
Prendo atto che il deputato Zorzato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cambursano 11.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, la spesa, per quanto riguarda la legge di stabilità, è articolata per missioni e programmi. L'emendamento che noi proponiamo dispone che il programma, per un maggior controllo e per una maggiore leggibilità della spesa, sia articolato per funzioni.
Nel corso della discussione sulle linee generali, il collega Borghesi ricordava ieri questa necessità, citando anche un articolo, apparso su un giornale, del Viceministro dal quale si comprendeva come egli in qualche modo sposasse questa causa.
È vero che qualche cosa viene detta nell'articolato al nostro esame, ma non riteniamo sia sufficientemente chiaro che la disponibilità del programma avvenga per il tramite di singole funzioni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cambursano 11.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Vella? Onorevole Girlanda? I colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 488
Maggioranza 245
Hanno votato sì 236
Hanno votato no 252).
Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Ricordo che l'emendamento Ciccanti 11.9 è precluso dall'approvazione dell'emendamento 7.500 della Commissione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Andrea Orlando? Onorevole Dima? Onorevole Galletti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 486
Votanti 484
Astenuti 2
Maggioranza 243
Hanno votato sì 483
Hanno votato no 1).
Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Cambursano 11.01.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, colleghi, siamo ormai, almeno per i lavori del pomeriggio, in dirittura d'arrivo, quindi pazientate ancora qualche istante.
Noi del gruppo dell'Italia dei Valori attribuiamo all'articolo aggiuntivo Cambursano 11.01 una significativa rilevanza, perché prevediamo che i disegni di legge collegati alla sessione di bilancio abbiano un'effettiva copertura, che cioè, nella manovra di finanza pubblica, nella legge di stabilità, vengano individuate preventivamente le risorse per far fronte ai collegati successivi - essi vengono già pensati al momento della legge di stabilità, perché altrimenti non sarebbero collegati alla medesima -, in particolare, individuando, all'interno dei fondi speciali, previsti dall'articolo 19, le risorse necessarie per farvi fronte. Pag. 68
Prevediamo inoltre che i collegati vengano approvati prima dell'avvio della nuova sessione di bilancio, perché altrimenti non si spiega, anche qui, come essi siano collegati alla manovra dell'esercizio precedente; quindi una scadenza deve essere posta.
È vero che il provvedimento al nostro esame prevede che i collegati vengano presentati entro il mese di febbraio, ma è altresì vero che i medesimi debbono essere approvati prima della nuova sessione di bilancio; altrimenti sarebbe solo una linea teorica quella che il Governo intendeva porre nel momento in cui non fa fronte a questi collegati con le risorse che sono state messe a disposizione dalla legge di stabilità.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Cambursano 11.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Coscia? Onorevole Nico? Onorevole Cesare Marini? I colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 484
Maggioranza 243
Hanno votato sì 234
Hanno votato no 250).
Prendo atto che i deputati Monai e De Pasquale hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, faccio un richiamo all'articolo 8 del Regolamento, non impegnando il mio gruppo, ma come semplice deputato.
Presidente, mi rincresce dover fare questo intervento essendo lei a presiedere ma poiché solo qualche giorno fa ho preso la parola in Aula per un richiamo al Regolamento e a presiedere era il Vicepresidente Lupi, credo sia mio dovere, nel momento in cui sono consapevole che non abbiamo proceduto secondo il Regolamento, ovviamente non per cattiva volontà ma per degli errori, fare presente, esattamente come ho fatto con il Vicepresidente Lupi, che nella conduzione dell'Aula di oggi, a mio personale avviso, sono stati commessi diversi errori.
Soprattutto, le chiedo di verificare, insieme alla Giunta per il Regolamento, una questione che dobbiamo affrontare perché rischia di creare - essa sì - un precedente rispetto al quale potremmo trovarci in difficoltà.
Signor Presidente, forse non si è accorta che oggi abbiamo votato non solo l'articolo aggiuntivo Lanzillotta 1.01, ma ne abbiamo votati diversi altri; in particolare, gli emendamenti Lanzillotta 1.12 e 1.13. In sostanza, fino ad un certo punto, nell'iter della discussione del provvedimento, sono stati posti in votazione alcuni emendamenti di un deputato, poi, improvvisamente, riguardo ad un'ulteriore proposta emendativa, sempre dello stesso deputato, è stato deciso che essa non potesse essere posta in votazione.
La prassi, per quelle poche nozioni che ho in questa materia, ha un carattere generale quando è ripetuta. È del tutto evidente che la prassi in quest'Aula, non solo per quanto riguarda gli emendamenti, ma addirittura per gli ordini del giorno, è che non si verifica se il deputato sia presente o meno in Aula, ma essi vengono posti in votazione essendo un atto del deputato. È un diritto del deputato che questi vengano posti in votazione.
Signor Presidente, l'ho seguita con grande attenzione, mi farebbe piacere che anche lei facesse altrettanto.
Nel suo intervento finale - non sarei intervenuto se lei non lo avesse sostenuto - lei ha sostenuto di avere ragione. Penso che lei non abbia avuto ragione, allorché aperta la votazione ha consentito che fosse Pag. 69ritirato un emendamento. L'articolo 50, comma 3, del Regolamento dice esplicitamente che, una volta aperta la votazione, nessuno possa più prendere la parola.
Ritengo che ciò non sia avvenuto in questa situazione, con un'aggravante. La pregherei di riflettere su questo: nel momento in cui il sottoscritto, che ha la delega del gruppo del Partito Democratico per presentare e ritirare gli emendamenti, esattamente come il mio collega Quartiani, si è alzato, resosi conto che lei aveva preso questa decisione, e le ha detto che, attraverso la delega, avrebbe fatto proprio, a nome del gruppo, la proposta emendativa Lanzillotta, lei ha sostenuto, evidentemente con il supporto degli uffici, che ciò non era possibile, se non prima dell'inizio della seduta. Improvvisamente, questo è possibile farlo al capogruppo, rispetto alla, diciamo così, proprietà del gruppo di farlo proprio in un'altra occasione.
Aggiungo, Signor Presidente, che ci troviamo in una condizione nella quale non è in discussione un problema tra il gruppo del Partito Democratico e la Presidenza, tra il sottoscritto e la Presidenza. Tuttavia, credo che sia molto utile per il futuro che tutto quello che è accaduto oggi lo «incastoniamo» in una giornata leggermente confusa, che non costituisca assolutamente un precedente. Diversamente, con quello che abbiamo stabilito oggi, ogni volta va riscontrata la presenza di un deputato in Aula; o, ogni qual volta qualcuno si alza per dimostrare che non è presente un deputato in Aula, viene impedito un diritto del parlamentare. Aspetto sommessamente, e con grande attesa, di sapere, magari anche col supporto degli uffici, qual è la regola precisa, non quella di carattere generale, perché in questo Parlamento laddove ci sono i diritti dei deputato, di un singolo parlamentare, ci deve essere una regola specifica avvalorata dalla prassi che sempre più prevede che, anche in assenza dei parlamentari (cosa che è avvenuta spessissimo), possano essere discussi e votati emendamenti, ordini del giorno e qualunque altro atto.
Altrimenti quello che noi facciamo oggi determina una innovazione che va a danno dei diritti del singolo deputato, e credo che questo non convenga né a me né a lei.
Quindi, mi auguro che tutto quello che è accaduto non faccia precedente, e che lei (sicuramente sa perfettamente che ha la mia piena fiducia nella gestione dell'Aula), rispetto alla sua ferrea sicurezza di non aver commesso errori e di aver fatto bene nella conduzione della Presidenza, si interroghi, perché qualcosa non ha funzionato. Ovviamente ciò non spetta a me, ma le voglio segnalare che non è un problema nostro, è un problema di diritti del singolo deputato. Non c'è, credo, nessuna norma di carattere generale che possa impedire a un deputato di ottenere che in Assemblea - una volta presentato un emendamento e tanto più se il deputato è malato e se il gruppo vuole fare proprio tale emendamento - quell'emendamento possa essere votato.
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, dispiace molto anche a me continuare su questo aspetto, e siccome ci sono dei colleghi che hanno chiesto di parlare a fine seduta chiedo scusa a loro, ma dobbiamo intrattenerci ancora qualche minuto.
Io ho sbagliato - è vero onorevole Giachetti - quando ho revocato la votazione consentendo all'onorevole Ciccanti di ritirare il suo emendamento, e sa perché l'ho fatto, onorevole Giachetti? Perché avevo dichiarato aperta la votazione dopo che l'onorevole Ciccanti aveva sussurrato che stava ritirando il suo emendamento e contestualmente mi aveva chiesto la parola l'onorevole Baldelli. Non ho dato la parola all'onorevole Baldelli, invocando l'articolo del Regolamento che prevede che quando la votazione è stata indetta nessuno può chiedere la parola, e ricordandomi del precedente, onorevole Giachetti, che vide lei rimproverare il Presidente Lupi per avere fatto esattamente il contrario.
Però, lei capirà che, dopo aver posto in votazione un emendamento che invece era stato ritirato (e che io non avevo capito che era stato ritirato), io ho interrotto la votazione per eccesso di zelo, onorevole Pag. 70Giachetti. Può darsi che abbia sbagliato, però siccome l'onorevole Ciccanti - e lo potremo vedere dal resoconto - aveva detto che ritirava l'emendamento, ero comunque io che non avevo sentito, quindi ho rimediato ad un mio errore, secondo me. Non ho commesso un altro errore, ho rimediato ad un mio errore.
Per quanto riguarda la vicenda degli emendamenti a firma dell'onorevole Lanzillotta, non mi ero accorta che l'onorevole Lanzillotta fosse assente. Quando me ne sono accorta, ho applicato un principio generale di questa Aula in base al quale - le ricordo, onorevole Giachetti - se i firmatari non sono presenti, il Presidente ha l'obbligo di dichiarare la decadenza quando trattasi di interventi, interrogazioni, ordini del giorno, ed è sua facoltà per quanto riguarda gli emendamenti.
Ci sono numerosi precedenti, in specie nella XIV legislatura, di emendamenti considerati decaduti dal Presidente in assenza dell'unico firmatario. Quegli stessi emendamenti possono essere fatti propri o con la firma di 20 deputati o dal presidente di un gruppo. Quando lei mi ha chiesto la parola, onorevole Giachetti - e lei vada a rileggere il resoconto stenografico di questa seduta -, mi ha chiesto di sottoscriverlo, non mi ha detto che l'ha fatto proprio a nome del gruppo. Può dirmi che come Presidente appartenente al suo gruppo avrei potuto suggerirle di applicare la relativa disposizione del Regolamento - come poi ho fatto successivamente -, quando ho assunto (è vero) una veste più garantista, ma mi dispiace onorevole Giachetti, non ho sbagliato. Non ho sbagliato (Applausi di deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro).
Lei può invocare ciò che vuole in merito alla Giunta per il Regolamento, ma io non ho sbagliato. C'è stato da parte mia un eccesso, ma non ho sbagliato, non sono fuori dal Regolamento. Inoltre si sappia una cosa: io ritengo che, se il Presidente di turno ritiene di dover considerare decaduto un emendamento in assenza dell'unico firmatario, il presidente del gruppo può comunque farlo proprio. E, quindi, poteva fare proprio quell'emendamento come poi, su suggerimento mio, lo ha fatto successivamente.
GIANPAOLO DOZZO. È lì che ha sbagliato!
PRESIDENTE. Adesso lei non esageri, onorevole Dozzo, per cortesia. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
Modifiche nella composizione di gruppi parlamentari.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, la deputata Linda Lanzillotta, già iscritta al gruppo parlamentare Partito Democratico, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risulta pertanto iscritta.
Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, il deputato Bruno Tabacci, già iscritto al gruppo parlamentare Unione di Centro, con lettera pervenuta in data odierna, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risulta pertanto iscritto.
Comunico, infine, che, con lettera pervenuta in data odierna, il deputato Gianni Vernetti, già iscritto al gruppo parlamentare Partito Democratico, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risulta pertanto iscritto.
Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 19,30).
LIVIA TURCO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LIVIA TURCO. Signor Presidente, intervengo a fine seduta per sollecitare il Governo a fornire una risposta ad una interpellanza presentata da me e da altri ventiquattro colleghi e colleghe in data 30 luglio. È vero che non era un'interpellanza urgente, tuttavia è trascorso un congruo tempo e, quindi, mi pare che abbiamo il diritto ad una risposta. Peraltro, l'interpellanza Pag. 71contiene il richiamo ad un articolo importante della nostra Costituzione, l'articolo 54, che prevede che chi è nelle istituzioni deve svolgere il suo compito con disciplina ed onore. Ciò richiede anche una coerenza tra la vita pubblica e la vita privata.
L'articolo 54 dimostra quanto la nostra Costituzione sia ricca e attuale al punto da sorprenderci e confesso che la rilettura di questo articolo alla luce della nostra cronaca ha dimostrato di essere di sorprendente attualità. Poiché, come mi ha suggerito il professor Zaccaria che è anche firmatario dell'interpellanza, le norme della Costituzione non possono essere intese come meramente programmatiche bensì imperative, noi riteniamo sia importante conoscere l'opinione del Presidente del Consiglio e del Governo su questo delicato argomento che non può essere liquidato come sino ad adesso è avvenuto con interviste estemporanee o con alcune affermazioni all'interno di libri. Per questo sollecitiamo una risposta a questa interpellanza (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Onorevole Turco, sarà mio onere far presente al Presidente della Camera di invitare il Governo ad essere più sollecito.
ANDREA SARUBBI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA SARUBBI. Signor Presidente, quando c'è una tragedia la cosa più antipatica da dire è che si tratta di una tragedia annunciata. Purtroppo però quello che oggi è accaduto a Ischia ha veramente tutti i contorni della tragedia annunciata. C'è stata una frana e lo abbiamo sentito dai giornali e sappiamo che il Governo verrà a riferire dopodomani. È morta una ragazza di 15 anni. Vi sono ancora dei dispersi; c'è una donna dispersa e tutto questo perché vi è stato uno smottamento da un costone di montagna nei pressi del porto di Casamicciola. Chi conosce Ischia - per me è anche collegio elettorale quindi la conosco doppiamente - sa quanto il dissesto idrogeologico a Ischia sia un problema sentito. Così sentito, che più di un anno fa - ribadisco: più di un anno fa - il 7 novembre del 2008 ed ora siamo al 10 novembre del 2009, presentai un'interrogazione parlamentare. È passato un anno e tre giorni. In questa interrogazione parlamentare alla Presidenza del Consiglio dei ministri, che poi sollecitai anche a febbraio - mi sembrava impossibile che il Governo non avesse ancora risposto dopo tre mesi ma poi ne sono passati altri nove -, chiesi una risposta proprio sul problema delle frane a Ischia e, in particolare, ricordavo la tragedia che era accaduta nel 2006.
Il 30 aprile 2006 una serie di frane sul versante settentrionale del monte Vezzi causò poi la morte di quattro persone ed il serio danneggiamento delle abitazioni di centinaia di famiglie, che ancora oggi non tutte sono rientrate. Ciò è accaduto nel 2006. Siamo nel 2009. Non è ancora stata messa in sicurezza quella zona di Ischia. Oggi la natura si è ribellata. È stato toccato anche il monte Vezzi oggi, ma in particolare lo smottamento più grosso vi è stato a Casamicciola e abbiamo visto come è finito.
Ribadisco che non è proprio nel mio stile dire: «Piove, Governo ladro!», però quello che non capisco è come faccia un Governo, di fronte ad atti parlamentari - che poi sono le poche cose che rimangano a questo Parlamento alla fine, quelle di poter chiedere spiegazioni al Governo - a metterci più di un anno per dare una risposta. Nel momento in cui si verifica un'altra tragedia come quella che è avvenuta stamattina, il dubbio che mi viene è: vogliamo far passare un altro anno? Vogliamo far passare un'altra tragedia? Spero di no.
Vi sono i cittadini di Ischia che in questo momento ci stanno seguendo tramite il canale della Camera dei deputati. Il presidente del consiglio comunale Isidoro Di Meglio mi ha chiesto di intervenire e sollecitare ancora la risposta a questa interrogazione. Vorrei davvero che fosse l'ultima volta, signor Presidente. Mi appello Pag. 72a lei ed ai poteri che ha in quanto ricopre un ruolo così importante, affinché solleciti nuovamente il Governo a rispondere a quanto gli è stato chiesto più di un anno fa e soprattutto a fare in modo che avvengano interventi rapidi per mettere in sicurezza tutta l'isola di Ischia, perché altrimenti, oltre ad un danno a tutte le popolazioni che vivono lì, vi sarà poi un danno al turismo, a cui sarà ancora più difficile poter rimediare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Onorevole Sarubbi, ci uniamo alle sue riflessioni ed anche alle sue sollecitazioni.
Sull'ordine dei lavori (ore 19,34).
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, in data 29 ottobre si è riunita la Conferenza dei presidenti di gruppo che, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del Regolamento della Camera, ha stabilito il calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di novembre. Nel calendario dell'Assemblea per il mese di novembre, in particolare per questa settimana, nella giornata di venerdì, abbiamo in previsione la discussione generale di ben quattro mozioni. Mi riferisco alla mozione sul contrasto all'immigrazione clandestina e di tutte quelle abbinate, evidentemente, alla mozione del collega Ciocchetti sulle associazioni sportive che promuovono la formazione giovanile e ad altre due mozioni, una sulla riduzione del carico fiscale, in corso di presentazione al tempo della Conferenza dei presidenti di gruppo ed una sui cambiamenti climatici, anch'essa in corso di presentazione ai tempi del 29 ottobre, quindi nel momento in cui si è svolta la Conferenza dei presidenti di gruppo ed è stato calendarizzato questo genere di provvedimenti per la settimana attuale.
Signor Presidente, ho già sottolineato in altre occasioni questa esigenza e colgo l'occasione per riformularla anche qui, al netto del fatto che l'opposizione ha il diritto di calendarizzare i provvedimenti che chiede nella quota che all'opposizione appartiene. Tuttavia noi, allo stato attuale - siamo alla chiusura dei lavori della giornata di martedì - non abbiamo la disponibilità delle due mozioni che ai tempi del 29 ottobre erano in corso di presentazione.
Signor Presidente, ritengo che per il futuro dovremmo stabilire con buonsenso da parte di tutti - anche perché ciò aiuta certamente la possibilità da parte di tutti i gruppi di decidere se condividere o meno, sottoscrivere o meno alcune mozioni che possono essere condivise o presentarne a loro volta altre di ciascun gruppo o di più gruppi sulle stesse tematiche, evidentemente con contenuti e dispositivi analoghi o differenti - di procedere alla discussione soltanto nel caso in cui vi sia la disponibilità del testo delle mozioni stesse. Quindi, ritengo auspicabile per il futuro che si riesca a stabilire che tali atti si possono ovviamente calendarizzare, perché è nel diritto dell'opposizione avere la calendarizzazione di mozioni o provvedimenti in corso di presentazione, ma di fare attenzione, almeno per quanto attiene alle mozioni, così da permettere a tutti gruppi, anche nel caso di mozioni che possono essere di maggioranza, e per permetterlo all'opposizione, di stabilire con un gentlemen's agreement il fatto che le mozioni debbano essere depositate con un qualche preavviso.
Potrebbe trattarsi di una settimana o, comunque, di qualche giorno di preavviso rispetto alla data dell'inizio della discussione generale. Ciò permetterebbe a tutti gruppi di consultare le mozioni inizialmente richieste ed inserite in calendario in corso di presentazione e, quindi, verificare la posizione dei gruppi stessi in ordine alle mozioni in oggetto.
PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, riferirò la questione al Presidente della Camera, che investirà del problema la Conferenza dei presidenti di gruppo.
Pag. 73MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale, anche se il tempo trascorso dal momento in cui si sono verificati i fatti, rende, forse, il mio intervento ora meno significativo. Senz'altro lo rende significativo l'accalorato, puntuale e condiviso intervento del Presidente Bindi a difesa del proprio operato che, quindi, sicuramente non ha bisogno di ulteriori aggiunte. Tuttavia, credo che sia anche giusto rimarcare che la seduta odierna è stata tecnicamente molto difficile, di difficile comprensione anche per gli addetti ai lavori. A mio avviso - lo ripeto, si tratta di una valutazione personale - è stata presieduta, per oltre quattro ore e mezzo, in maniera molto equilibrata.
Ho grande stima e simpatia per i colleghi Giachetti e Quartiani, che non solo hanno da insegnarmi, ma mi hanno già insegnato molto circa i Regolamenti, l'attuazione degli stessi e le prassi parlamentari. Credo, però, che le tensioni che sono dovute ad altri fattori - ad esempio, lo abbiamo sentito, l'adesione dell'onorevole Lanzillotta al gruppo Misto - non debbano essere fatte ricadere sulla Presidenza, né sull'economia dei nostri lavori.
Al di là di questa premessa, vorrei porre all'attenzione della Presidenza un problema serio e molto importante per l'industria del nostro Paese. Come si può leggere oggi, ad esempio, in apertura del primo quotidiano italiano, vi è uno stato di sofferenza importante.
La Camera può dare delle risposte e una di queste riguarda l'etichettatura obbligatoria, con riferimento al cosiddetto made in Italy. La relativa proposta di legge firmata dal sottoscritto e dall'onorevole Versace, oltre che da tantissimi altri colleghi (A.C. 2624), in questo momento è all'esame della Commissione attività produttive. Proprio oggi, abbiamo approvato un nuovo testo base che, eliminando gli articoli di spesa, consente di discutere questo provvedimento in Aula già nelle prossime settimane.
Pertanto, sollecito all'attenzione della Presidenza della Camera questa opportunità: è molto importante che venga accolta, almeno da questo ramo del Parlamento, prima della pausa natalizia, perché, con l'anno nuovo, molti imprenditori si porranno il dilemma se riaprire o non riaprire le aziende. Il fatto di dare una speranza rappresenta un segnale politico molto importante che, mi auguro, questo Parlamento voglia cogliere (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
DANIELA SBROLLINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DANIELA SBROLLINI. Signor Presidente, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, permettetemi di esprimere da quest'Aula un ricordo per una delle voci più importanti della poesia dei nostri giorni: Alda Merini, scomparsa il 1 novembre di quest'anno.
Come ha ricordato il nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, viene meno una delle voci poetiche più limpide. Lo stesso Presidente della Camera, Gianfranco Fini, la ricordava, qualche giorno fa, come una delle poetesse capaci di narrare la storia dolorosa dell'emarginazione e della solitudine.
Voglio ricordarla, anche perché ho avuto il piacere di conoscerla personalmente a Milano qualche anno fa, ma, soprattutto, perché credo - e anche in quest'Aula mi piace ricordarlo - che la poesia sia un'arte che unisce, che crea passione, che crea anche follia, che crea soprattutto libertà, restituendo ai versi quello che normalmente non possiamo esprimere nelle nostre giornate.
Alda Merini ha scritto moltissimo e ha anche sofferto moltissimo, ma non ha mai abbandonato la voglia di scrivere, di esprimere l'amore, la religione e il suo amore per la vita, ogni giorno. L'abbiamo amata in tanti e, giustamente, è stata più volte Pag. 74candidata al premio Nobel per la letteratura, che, purtroppo, non le è stato mai dato.
Signor Presidente, le chiedo di ricordare questa nostra grande poetessa anche qui, di ricordarla, magari, anche nei prossimi mesi. Soprattutto, facciamo in modo, anche da quest'Aula, che attraverso il Parlamento davvero si possa divulgare, anche per le nuove generazioni, la poesia - la poesia di Alda Merini - e avvicinare i giovani ad un'arte che ancora è poco conosciuta, perché, purtroppo, non rientra quasi per niente nei programmi scolastici.
Alda Merini, come dicevo, ha sofferto tanto. Ha conosciuto per anni l'inferno degli ospedali psichiatrici, ma ripeteva sempre una fase che a me colpisce e che ricordavo in questi giorni: «Io ho sofferto tanto, sono stata folle, ma sono sana di poesia. Ho il colon ustionato di versi e non ho mai smesso di scrivere». Credo che questo sia stato un inno alla vita fino all'ultimo giorno, perché anche nel suo ultimo giorno ha continuato a scrivere versi straordinari che in questi giorni sono stati pubblicati dai giornali.
«L'amore per le parole scritte» diceva Alda Merini «che lasciano una traccia infinita a chi le legge». Ricordiamola così anche oggi, cari colleghi e care colleghe, onorando la sua memoria e il suo tentativo estatico di pacificarsi ogni giorno con gli altri e con il mondo, anche in modo provocatorio.
Diceva Pier Paolo Pasolini in una delle sue più belle poesie: «Quando un poeta scrive contesta sempre qualcosa». Lei ha contestato, ha contestato anche con la sua tosse insistente perché provocata dalle troppe sigarette, dal fumo che la seguiva da anni. Però anche quello per lei era un atto di protesta, un atto di protesta verso l'indifferenza, uno dei mali veri e più grandi che colpisce la nostra società.
Credo che questo breve ricordo, molto personale ma molto sentito, perché credo che veramente sia comparsa una grande poetessa, e questa mia piccola riflessione possa dare a tutti la possibilità di ricordare che la poesia è un'arte straordinaria che purtroppo in questo Paese abbiamo un po' dimenticato. Spero veramente che rileggendo anche i suoi versi si possa trovare quel senso di libertà e ridare il giusto peso alle parole (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro).
PRESIDENTE. Onorevole Sbrollini, penso che quanti l'hanno ascoltata si possano riconoscere nelle sue parole.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.
ANGELO CERA. Signor Presidente, desidero rivolgere l'attenzione su un'azione di lotta tra che da diversi giorni nell'Alto Tavoliere, nei comuni di Torremaggiore, San Severo, San Paolo di Civitate e Apricena, stanno svolgendo gli agricoltori di questa nostra zona, agricoltori oramai stanchi di essere vilipesi da un Governo nazionale che esprime un Ministro leghista che ha abbandonato totalmente l'interesse per l'agricoltura meridionale, un Governo nazionale che ha abbandonato a se stessi i coltivatori del nostro Mezzogiorno. Per cui ritengo che sia ormai necessario un intervento immediato e diretto del Governo sulla problematica dell'agricoltura pugliese e di quella meridionale in generale.
La situazione è gravissima, perché migliaia di agricoltori si stanno costituendo in comitati spontanei, ed è ancora più grave in quanto le associazioni di categoria non riescono più a bloccare la protesta: né la Coldiretti, né la CIA, né la Confagricoltura, né altre formazioni associative riescono più a bloccare queste agitazioni che certamente a giorni esploderanno in violente manifestazioni di piazza.
Bisogna intervenire con immediatezza affinché questa gente abbia voce. Il Governo nazionale deve applicarsi immediatamente e con attenzione per istituire un tavolo che si occupi della problematica dell'agricoltura del nostro Mezzogiorno, pugliese in particolare.
Insisto perché non c'è più fiducia. Gli agricoltori ne hanno ormai piene le tasche di promesse, né hanno più modo di credere Pag. 75in nessuno. Non credono soprattutto perché un Ministro leghista dimostra un interesse spasmodico solo per gli interessi del Settentrione e per la sua agricoltura lasciando, ormai, nella moria più assoluta i nostri coltivatori diretti e i nostri agricoltori. Pertanto, è necessario un intervento diretto.
Insisto nell'esprimere in queste ore la mia solidarietà e quella del gruppo dell'Unione di Centro nei confronti di tutti i coltivatori che oramai sono da giorni, con i propri trattori, nelle piazze di San Paolo Civitate, di Torre Maggiore, di San Severo, di Apricena, di Lesina. Da questi comuni sicuramente si dirigeranno, nei prossimi giorni, verso le arterie nazionali per iniziare azioni ma auspico che la cosa non si avveri. Tuttavia, che la vicenda sia ormai diventata grave è sicuramente un fatto acquisito.
Pertanto, esprimo solidarietà ai sindaci di questi comuni dell'alto Tavoliere. Sono loro, infatti, che fino ad oggi sono riusciti a contenere la protesta di questi nostri amici agricoltori. A loro esprimiamo la nostra più sentita solidarietà. È necessario intervenire con urgenza. Il Ministro Zaia scelga, una volta tanto, di scendere nel nostro Mezzogiorno. Credo ancora in un Ministro della Repubblica unita e non in un Ministro leghista che si preoccupa solo delle quote latte e solo ed essenzialmente di portare fondi dal sud verso il nord (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
Dunque, credo sia necessario che si faccia avanti e che si crei quella coscienza italiana, prima di tutto, in grado di spingere il suo interesse ad andare a dare una mano a questi nostri coltivatori. Solo così si potrà essere credibili. In caso contrario, credo che la protesta prenderà una via che non sarà più facilmente controllabile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Quartiani e poi l'onorevole Scilipoti. Ci sono altri? Anche l'onorevole Stracquadanio? Benissimo.
CESARE DAMIANO. Signor Presidente, io ho chiesto di parlare già da prima!
PRESIDENTE. Onorevole Damiano, non l'avevo vista.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Se l'onorevole Damiano lo desidera, può parlare prima di me.
CESARE DAMIANO. Signor Presidente, avevo segnalato che intendevo parlare. Non lo dico a lei ma ai suoi collaboratori.
PRESIDENTE. Sta bene. Onorevole Quartiani, lei è d'accordo a far parlare prima l'onorevole Damiano. Onorevole Damiano, le chiedo scusa ma non avevo visto la sua richiesta.
CESARE DAMIANO. Mi sono rivolto ai suoi collaboratori.
PRESIDENTE. Ha ragione. Questo non mi è stato segnalato.
Prego, ha facoltà di parlare.
CESARE DAMIANO. Signor Presidente, non ho nulla contro di lei, però vorrei che non vi fossero due pesi e due misure. Non capisco questa disattenzione. Mi sono rivolto almeno due o tre volte, ma non c'è stato niente da fare.
Signor Presidente, intendo parlare di un problema di un gruppo industriale, il gruppo Eutelia, per il semplice fatto che la scorsa notte si è verificata nei locali occupati dello stabilimento romano di Eutelia un'irruzione di un gruppo di guardie private guidate dall'ex amministratore delegato dell'azienda, Samuele Landi. Si è trattato di un atto inqualificabile e molto grave, compiuto mentre vi era un presidio dei lavoratori (tra l'altro, si è registrato anche un intervento delle forze di polizia, che hanno fatto sgombrare le cosiddette guardie giurate).
Questo per dire che ci troviamo, per quanto riguarda questo gruppo, in una situazione estremamente grave che riguarda ormai diecimila lavoratori in tutta Italia (visto che il gruppo è cresciuto nel corso del tempo). Gli stabilimenti sono sparsi in almeno una quindicina di regioni e nella gran parte delle situazioni siamo di Pag. 76fronte a presidi e occupazioni. Ci sono lavoratori che continuano a produrre sebbene da più di tre mesi non ricevano alcuna retribuzione.
La cosa più grave di questa situazione consiste nel fatto che non ci troviamo di fronte a un'azienda che può essere classicamente definita come un'azienda in crisi per mancanza di mercato, di commesse o di lavoro, ma ci troviamo di fronte, invece, ad un'azienda del comparto delle telecomunicazioni e dell'information technology, quindi un'impresa che ha mercato, che ha prospettive e che ha manodopera qualificata.
Il carattere di questa crisi, quindi, qualcuno lo ha definito opaco. Io lo definirei obliquo, perché l'attuale proprietà ha avuto modo di fare annessioni di altre imprese, in molti casi di imprese piene di debiti e in crisi occupazionale che hanno saldato i loro debiti attraverso l'alienazione dei patrimoni immobiliari. È cresciuta con queste acquisizioni per il numero di lavoratori, ha dismesso altri lavoratori, ha messo in mobilità circa 1.200 lavoratori che al termine di questa procedura, all'inizio di dicembre, si vedranno licenziati e ciò nonostante il fatto che questa azienda abbia significative commesse pubbliche che ancora detiene.
Allora questo è un caso, lo ripeto, molto particolare. È un caso che deve essere accuratamente tenuto in considerazione. Noi, come Partito Democratico, abbiamo presentato oggi un'interpellanza urgente che dovrebbe essere discussa in settimana. Tuttavia, le rivolgo davvero un appello affinché si chieda al Governo di agire. Infatti, l'attuale tavolo presso il Ministero delle attività produttive non è ormai in grado di dare alcuna risposta e chiediamo che venga convocato un tavolo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, affinché si prospetti una diversa strategia industriale.
Per farla ancora più breve: viene il dubbio circa il fatto che questa impresa e questo gruppo dirigente siano in grado di garantire una prospettiva produttiva industriale e di utilizzare queste energie del lavoro, estremamente qualificate, in un settore che ha commesse pubbliche e private che, al di là della crisi esistente, è sicuramente un settore di prospettiva.
Questo era quanto volevo rappresentare, perché si tratta del segno di una crescente tensione che riguarda questo complesso di lavoratori e della incomprensibile gestione di una situazione che, attraverso questo continuo crescere di scatole cinesi, di annessioni e dismissioni ed il privilegio ai fattori finanziari, corre il rischio di oscurare un patrimonio tecnologico e umano che il nostro Paese dovrebbe, soprattutto in questa situazione, salvaguardare. Il caso è piuttosto grave e quindi mi auguro che il Parlamento ed il Governo vogliano davvero occuparsi di questa situazione.
PRESIDENTE. Riferirò al Presidente. Tra l'altro, il problema posto da lei era stato sollevato anche questa mattina dall'onorevole Borghesi, che aveva come lei sollecitato il Governo a riferire in Aula. Il Presidente si farà sicuramente carico di sollecitare il Governo in questo senso.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, non ho alcun problema a convenire con tutti i colleghi che sollecitano i gruppi parlamentari a presentare in tempi meno ravvicinati rispetto alla data regolamentare entro la quale possono essere presentate le mozioni annunciate. Credo che questa sia una buona prassi che possa sempre più razionalizzarsi all'interno del Parlamento.
Vorrei però fare presente (anche perché l'ho rappresentato anche all'interno dell'ultima Conferenza dei presidenti di gruppo, trovando riscontro generale, quindi non ne faccio una questione né personale né di gruppo) che da troppo tempo in questa Assemblea le opposizioni - e anche il gruppo del Partito Democratico - si vedono costretti a riempire le disponibilità relative ad un quinto di provvedimenti Pag. 77e di punti all'ordine del giorno che debbono essere messi in calendario nei lavori della Camera dei deputati con mozioni ed altri atti di indirizzo similari.
Siccome non dico una cosa non nota, credo che sia opportuno sollecitare complessivamente - come lo si può fare sulle mozioni - tutti i gruppi a premere nei confronti del Governo perché, se da troppo tempo discutiamo solo mozioni o atti di indirizzo, anziché provvedimenti di legge, è perché le Commissioni si sono attardate nella lettura dei testi di iniziativa parlamentare, che pure sono depositati e che sono stati assegnati alle Commissioni, in quanto il Governo non è in grado di indicare le coperture di spese eventualmente previste o, comunque, di convalidare le coperture indicate dai presentatori.
Penso che anche questa dovrebbe essere una buona prassi. Ho visto che il Ministro per i rapporti con il Parlamento nei giorni scorsi, a fronte di un dibattito che si è aperto anche presso l'opinione pubblica e negli organi di stampa, ha risposto che non è vero che il Parlamento ha dovuto solo occuparsi di decreti-legge e di questioni di fiducia e che circa il 20 per cento di provvedimenti sono stati disegni di legge. Ora vorrei fare presente che la gran parte sono stati disegni di legge, se non decreti-legge, di iniziativa governativa e che assai poche, se non forse solo una, è stata la proposta di legge di iniziativa parlamentare discussa e votata da questo ramo del Parlamento.
Penso che, anche perché dobbiamo rispondere a coloro che ci hanno votato e dato fiducia, dobbiamo riproporre, anche all'interno della quota che spetta all'opposizione, così come spero in quella che spetta alla maggioranza, una serie di iniziative parlamentari relativa alla legislazione e alla capacità di legislazione di questo Parlamento, che deve essere propria di un'attività parlamentare che tiene in equilibrio il ruolo che deve avere il Governo con il Parlamento e il ruolo parlamentare anche nell'attività legislativa.
Penso, quindi, che la Presidenza e la Conferenza dei presidenti di gruppo, oltre che discutere delle modalità e concordare eventualmente con i gruppi nuove modalità per le quali sia possibile avere in tempo congruo la presentazione di mozioni, debba attentamente discutere anche con i presidenti di Commissione, che ne diano contezza, dello stato di elaborazione delle leggi e delle norme di iniziativa parlamentare, oggi incardinate in alcune Commissioni, che non possono andare avanti.
Faccio solo quattro esempi e concludo, signor Presidente. Noi potremmo già discutere e votare i protocolli delle convenzioni delle Alpi. Potremmo già essere in grado di avere un testo unificato di una proposta di legge bipartisan sulle questioni che riguardano i provvedimenti relativi alla montagna nei tempi di crisi. Potremmo avere a disposizione già una discussione e un voto relativamente al tema della cittadinanza, così come potremmo averlo su alcune norme che riguardano le professioni non regolamentate.
Credo che questi quattro esempi la dicano lunga sul fatto che ci sono già nelle Commissioni provvedimenti di legge che attendono solamente un segnale dal Governo. Quando questo dovesse arrivare, sicuramente sarà agevolata anche la nostra attività. Quindi, è interesse di tutti i gruppi parlamentari, oltre che della Conferenza dei presidenti di gruppo (il Presidente Fini ce lo ha ricordato, quindi è presente anche all'attenzione della Presidenza questo problema), che una buona collaborazione tra i gruppi possa portare a prassi condivise di questo tipo. In tal caso, noi non ci sottrarremo a questo lavoro e a questa attività.
PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, credo che la Conferenza dei presidenti di gruppo sia la sede più opportuna per discutere e anche per prendere le decisioni che lei ha evocato.
DOMENICO SCILIPOTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per Pag. 78fare una riflessione che a mio giudizio è molto importante, anche perché ho partecipato insieme a tutti gli altri parlamentari ai lavori che si sono svolti all'interno di quest'Aula e debbo dire, per quanto mi compete e per quello che posso rappresentare, che i lavori condotti oggi dal Presidente della Camera sono stati regolati in modo esemplare e con grande correttezza. Ma la correttezza con cui si è contraddistinto oggi il Presidente della Camera l'ha sempre avuta e noi le esprimiamo grande solidarietà.
Quello che è successo oggi, in un momento di grande confusione, forse qualcun altro lo avrebbe gestito in maniera diversa, ma non può esser detto che l'atteggiamento assunto dalla Presidenza della Camera sia stato non consono o non corretto, né rispettoso del Regolamento. Possiamo ribadire, parlo a nome del gruppo che rappresento, che l'atteggiamento assunto dal Presidente in quest'Aula è stato il più corretto possibile, rispettoso del Regolamento al cento per cento. Grazie per il suo lavoro, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. La ringrazio molto, onorevole Scilipoti.
GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signor Presidente, lei in qualche misura ha già anticipato una soluzione, quando, rispondendo all'onorevole Quartiani, ha sottolineato come la Conferenza dei presidenti di gruppo sia la sede migliore per discutere delle questioni sollevate sia dal collega Baldelli che dal collega Quartiani. Voglio sottolineare, signor Presidente, che ci troviamo in una fase di transizione, perché l'importante provvedimento che stiamo approvando in questi giorni sulla revisione della legge di finanza pubblica e di contabilità dello Stato e anche le innovazioni che abbiamo portato sin dall'inizio di questa legislatura in termini di definizione della finanziaria, con l'approvazione della finanziaria triennale, hanno determinato indubbiamente una modifica significativa dell'ordine dei nostri lavori.
Per cui non credo che si tratti solo di un problema di coperture finanziarie di singole leggi, ma forse dato che ci sono provvedimenti che incidono così profondamente sull'organizzazione stessa della finanza pubblica, dovremmo anche ripensare all'organizzazione dei nostri lavori. Infatti, da quando fu introdotta la prima volta, la legge finanziaria occupava, per lunghi periodi, con le sessioni di bilancio di circa un quadrimestre, i lavori delle Camere, che oggi, invece, sono molto velocizzati. Forse dovremmo ripensare i nostri lavori in termini più generali per quel che riguarda l'efficienza, laddove prevale la necessità di aumentare il lavoro nelle Commissioni rispetto a quello dell'Aula e riservare di più all'Aula un lavoro di controllo e di verifica sull'operato del Governo che non di attività legislativa vera e propria. Tuttavia, credo che questo ci riporti al tema più generale della revisione dei regolamenti parlamentari su cui ritengo che sarebbe necessario svolgere un approfondimento non soltanto in queste occasioni di fine seduta, che pure la Presidenza ci offre sempre con molto garbo e con molta pazienza anche rispetto alle esigenze di tempo che vi sono. Credo, infatti, che sarebbe un tema politico-istituzionale di rilevante importanza che forse meriterebbe un approfondimento. Per questo volevo semplicemente ringraziarla, Presidente, per la sua cortesia e ringraziare anche i colleghi Quartiani e Baldelli per le riflessioni che hanno svolto in ordine alla funzionalità dei nostri lavori.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Stracquadanio. Se posso aggiungere una piccola sottolineatura su questo punto, ci sono molti provvedimenti che potrebbero essere approvati, che sono a costo zero, di regolamentazione anche della vita civile di questo Paese. Penso che un'iniziativa maggiore Pag. 79da parte dei gruppi forse sarebbe anche un modo per far sentire più vicino ai cittadini il Parlamento.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Mercoledì 11 novembre 2009, alle 9,30:
(ore 9,30 e ore 16)
1. - Seguito della discussione della proposta di legge:
S. 1397 - d'iniziativa dei senatori: AZZOLLINI ed altri: Legge di contabilità e finanza pubblica (Approvata dal Senato) (2555-A).
e dell'abbinata proposta di legge: D'ANTONA ed altri (659).
- Relatore: Leone.
2. - Seguito della discussione delle mozioni Realacci, Granata, Misiti ed altri n. 1-00252 e Ghiglia, Belcastro ed altri n. 1-00258 concernenti iniziative relative alla presenza di navi con carichi di rifiuti tossici affondate in prossimità delle coste italiane.
3. - Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 1691 - Istituzione del Ministero della salute e incremento del numero complessivo dei Sottosegretari di Stato (Approvato dal Senato) (2766).
- Relatore: Bruno.
4. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, fatta a Strasburgo il 13 novembre 1987, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno (2836-A).
- Relatori: Rossi Mariarosaria, per la II Commissione; Antonione, per la III Commissione.
5. - Seguito della discussione dei disegni di legge:
S. 1574 - Adesione della Repubblica italiana al Protocollo di modifica della Convenzione del 1976 sulla limitazione della responsabilità in materia di crediti marittimi, adottato a Londra il 2 maggio 1996, nonché delega al Governo per la sua attuazione (Approvato dal Senato) (2720).
- Relatori: Scelli, per la II Commissione; Fedi, per la III Commissione.
S. 1672 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra la Comunità europea e i suoi Stati membri da un lato, e la Confederazione svizzera, dall'altro, per lottare contro la frode ed ogni altra attività illecita che leda i loro interessi finanziari, con atto finale, processo verbale e dichiarazioni, fatto a Lussemburgo il 26 ottobre 2004 (Approvato dal Senato) (2723).
- Relatore: Pianetta.
S. 1769 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo marittimo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica Araba d'Egitto, fatto a Roma il 3 dicembre 2008 (Approvato dal Senato) (2851).
- Relatore: Malgieri.
S. 1770 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo addizionale alla Convenzione di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica argentina del 9 dicembre 1987, fatto a Roma il 31 marzo 2003 (Approvato dal Senato) (2852).
- Relatore: Farina Renato.
6. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Disposizioni per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare (2260-A).
e delle abbinate proposte di legge: COSENZA ed altri; d'iniziativa dei senatori: SCARPA BONAZZA BUORA ed altri (Approvata dal Senato) (2646-2743).
- Relatore: Beccalossi.
(ore 15)
7. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
La seduta termina alle 20,05.
VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
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Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | Pdl 2555-A - em. 1.8, 1.10 | 470 | 470 | 236 | 232 | 238 | 59 | Resp. | |
2 | Nom. | em. 1.12 | 476 | 475 | 1 | 238 | 234 | 241 | 59 | Resp. |
3 | Nom. | em. 1.1 | 488 | 456 | 32 | 229 | 214 | 242 | 58 | Resp. |
4 | Nom. | em. 1.4 | 487 | 290 | 197 | 146 | 47 | 243 | 57 | Resp. |
5 | Nom. | em. 1.13 | 492 | 491 | 1 | 246 | 237 | 254 | 57 | Resp. |
6 | Nom. | em. 1.5 | 493 | 263 | 230 | 132 | 21 | 242 | 57 | Resp. |
7 | Nom. | articolo 1 | 493 | 482 | 11 | 242 | 479 | 3 | 57 | Appr. |
8 | Nom. | em. 2.33 | 499 | 499 | 250 | 246 | 253 | 57 | Resp. | |
9 | Nom. | em. 2.18 | 491 | 491 | 246 | 242 | 249 | 57 | Resp. | |
10 | Nom. | em. 2.19 | 494 | 492 | 2 | 247 | 242 | 250 | 57 | Resp. |
11 | Nom. | em. 2.34 | 498 | 498 | 250 | 244 | 254 | 57 | Resp. | |
12 | Nom. | em. 2.16, 2.35 | 497 | 497 | 249 | 245 | 252 | 57 | Resp. | |
13 | Nom. | em. 2.22 | 492 | 492 | 247 | 240 | 252 | 57 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
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Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | em. 2.500 | 498 | 497 | 1 | 249 | 496 | 1 | 57 | Appr. |
15 | Nom. | em. 2.501 | 495 | 495 | 248 | 494 | 1 | 57 | Appr. | |
16 | Nom. | em. 2.50 | 500 | 500 | 251 | 500 | 57 | Appr. | ||
17 | Nom. | em. 2.32 | 497 | 496 | 1 | 249 | 244 | 252 | 57 | Resp. |
18 | Nom. | articolo 2 | 496 | 479 | 17 | 240 | 479 | 56 | Appr. | |
19 | Nom. | em. 3.50 | 496 | 495 | 1 | 248 | 495 | 56 | Appr. | |
20 | Nom. | articolo 3 | 497 | 497 | 249 | 497 | 56 | Appr. | ||
21 | Nom. | em. 4.500 | 500 | 500 | 251 | 499 | 1 | 55 | Appr. | |
22 | Nom. | articolo 4 | 501 | 501 | 251 | 501 | 55 | Appr. | ||
23 | Nom. | em. 5.50 | 496 | 495 | 1 | 248 | 242 | 253 | 54 | Resp. |
24 | Nom. | articolo 5 | 499 | 498 | 1 | 250 | 498 | 54 | Appr. | |
25 | Nom. | articolo agg. 5.01 | 507 | 472 | 35 | 237 | 212 | 260 | 54 | Resp. |
26 | Nom. | em. 6.50 | 504 | 503 | 1 | 252 | 502 | 1 | 54 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
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Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nom. | articolo 6 | 505 | 505 | 253 | 505 | 54 | Appr. | ||
28 | Nom. | em. 7.51 | 496 | 496 | 249 | 249 | 247 | 53 | Appr. | |
29 | Nom. | em. 7.500 | 513 | 513 | 257 | 511 | 2 | 52 | Appr. | |
30 | Nom. | em. 7.54 | 514 | 514 | 258 | 255 | 259 | 52 | Resp. | |
31 | Nom. | em. 7.53 | 516 | 516 | 259 | 256 | 260 | 52 | Resp. | |
32 | Nom. | articolo 7 | 505 | 488 | 17 | 245 | 487 | 1 | 52 | Appr. |
33 | Nom. | em. 8.500 | 506 | 506 | 254 | 506 | 52 | Appr. | ||
34 | Nom. | em. 8.501 | 503 | 503 | 252 | 503 | 52 | Appr. | ||
35 | Nom. | em. 8.7, 8.10, 8.12 | 509 | 492 | 17 | 247 | 230 | 262 | 52 | Resp. |
36 | Nom. | em. 8.1, 8.3 | 509 | 493 | 16 | 247 | 231 | 262 | 52 | Resp. |
37 | Nom. | articolo 8 | 512 | 509 | 3 | 255 | 509 | 52 | Appr. | |
38 | Nom. | em. 9.50 | 508 | 508 | 255 | 246 | 262 | 52 | Resp. | |
39 | Nom. | articolo 9 | 506 | 505 | 1 | 253 | 505 | 52 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nom. | em. 10.57 | 508 | 507 | 1 | 254 | 507 | 52 | Appr. | |
41 | Nom. | em. 10.51 | 506 | 506 | 254 | 247 | 259 | 52 | Resp. | |
42 | Nom. | em. 10.56 | 505 | 503 | 2 | 252 | 503 | 52 | Appr. | |
43 | Nom. | em. 10.11 | 505 | 504 | 1 | 253 | 246 | 258 | 52 | Resp. |
44 | Nom. | em. 10.7 | 506 | 505 | 1 | 253 | 245 | 260 | 52 | Resp. |
45 | Nom. | em. 10.5 | 502 | 501 | 1 | 251 | 244 | 257 | 52 | Resp. |
46 | Nom. | em. 10.9 | 505 | 504 | 1 | 253 | 248 | 256 | 52 | Resp. |
47 | Nom. | em. 10.500 | 502 | 502 | 252 | 500 | 2 | 52 | Appr. | |
48 | Nom. | em. 10.8 | 504 | 504 | 253 | 246 | 258 | 52 | Resp. | |
49 | Nom. | em. 10.50 | 500 | 500 | 251 | 245 | 255 | 52 | Resp. | |
50 | Nom. | em. 10.10 | 498 | 498 | 250 | 244 | 254 | 52 | Resp. | |
51 | Nom. | em. 10.52 | 486 | 486 | 244 | 235 | 251 | 52 | Resp. | |
52 | Nom. | em. 10.12 | 492 | 492 | 247 | 239 | 253 | 52 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
53 | Nom. | em. 10.4 | 495 | 495 | 248 | 243 | 252 | 52 | Resp. | |
54 | Nom. | em. 10.6, 10.16 | 497 | 497 | 249 | 241 | 256 | 52 | Resp. | |
55 | Nom. | em. 10.53 | 501 | 501 | 251 | 248 | 253 | 52 | Resp. | |
56 | Nom. | em. 10.54 | 496 | 496 | 249 | 242 | 254 | 52 | Resp. | |
57 | Nom. | em. 10.55 | 502 | 502 | 252 | 501 | 1 | 52 | Appr. | |
58 | Nom. | em. 10.19 | 496 | 494 | 2 | 248 | 238 | 256 | 52 | Resp. |
59 | Nom. | em. 10.18 | 487 | 479 | 8 | 240 | 226 | 253 | 52 | Resp. |
60 | Nom. | articolo 10 | 488 | 471 | 17 | 236 | 468 | 3 | 52 | Appr. |
61 | Nom. | em. 11.500 | 487 | 487 | 244 | 486 | 1 | 52 | Appr. | |
62 | Nom. | em. 11.10 | 492 | 492 | 247 | 237 | 255 | 52 | Resp. | |
63 | Nom. | em. 11.501 | 495 | 495 | 248 | 494 | 1 | 52 | Appr. | |
64 | Nom. | em. 11.3 | 493 | 493 | 247 | 239 | 254 | 52 | Resp. | |
65 | Nom. | em. 11.4 | 493 | 493 | 247 | 238 | 255 | 52 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 72) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
66 | Nom. | em. 11.600 | 493 | 491 | 2 | 246 | 489 | 2 | 52 | Appr. |
67 | Nom. | em. 11.5 | 489 | 489 | 245 | 237 | 252 | 52 | Resp. | |
68 | Nom. | em. 11.2 | 490 | 487 | 3 | 244 | 234 | 253 | 52 | Resp. |
69 | Nom. | em. 11.601 | 489 | 488 | 1 | 245 | 488 | 52 | Appr. | |
70 | Nom. | em. 11.6 | 488 | 488 | 245 | 236 | 252 | 52 | Resp. | |
71 | Nom. | articolo 11 | 486 | 484 | 2 | 243 | 483 | 1 | 52 | Appr. |
72 | Nom. | articolo agg. 11.01 | 484 | 484 | 243 | 234 | 250 | 52 | Resp. |