XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 82 di martedì 4 aprile 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 72, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,33).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,55.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 9,55.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11, recante misure urgenti in materia di cessione dei crediti di cui all'articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77 (A.C. 889-A/R?).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 889-A/R: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11, recante misure urgenti in materia di cessione dei crediti di cui all'articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77.

Ricordo che nella seduta di ieri è iniziato l'esame degli ordini del giorno ed è stato da ultimo esaminato l'ordine del giorno n. 9/889-AR/61 Dell'Olio.

Sono stati altresì accantonati gli ordini del giorno n. 9/889-AR/14 Serracchiani e n. 9/889-AR/33 Cannata.

Prima di passare ai voti, ricordo inoltre che la fase di esame degli ordini del giorno dovrà concludersi entro le ore 12, orario a partire dal quale è previsto lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale, con ripresa televisiva diretta degli interventi dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto, e della votazione finale.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 889-A/R?)

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/889-AR/62 Fede, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole con riformulazione. Onorevole Fede?

GIORGIO FEDE (M5S). Grazie, Presidente. Volevo chiedere la rilettura del parere.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. La riformulazione è questa: “a prevedere che il Ministero dell'Economia e delle finanze monitori con costanza l'andamento delle emissioni dei buoni del tesoro poliennali”.

PRESIDENTE. Onorevole Fede?

GIORGIO FEDE (M5S). Presidente, non accetto la riformulazione e vorrei intervenire brevemente.

PRESIDENTE. Prego.

GIORGIO FEDE (M5S). Grazie, Presidente. È un ordine del giorno che dava un'indicazione; tuttavia vediamo che nella riformulazione viene aggiunta la formula “con costanza” e viene eliminato…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Fede. Colleghi, per favore, ascoltiamo l'onorevole Fede. Prego, onorevole Fede.

GIORGIO FEDE (M5S). Grazie, Presidente. Dicevo che, con riferimento alla riformulazione, nell'ordine del giorno viene aggiunta la formula di monitorare “con costanza” e viene eliminato il riferimento al monitoraggio mensile delle relazioni sugli effetti conseguenti all'applicazione della disposizione in premessa.

Ora, chiaramente, sul superbonus avevamo previsto molte indicazioni come supporto fattivo, compreso l'uso degli F24. Questa norma, che prevede l'emissione di buoni del Tesoro, che sono debito - è bene ricordarlo per agganciarci alla polemica sul debito del superbonus -, non la riteniamo adeguata, perché si elude la possibilità di relazionare per seguire quest'aspetto che sembra quasi un ‘buttare la palla in tribuna' per evitare i problemi di chi non ha la copertura dei crediti. Per questo chiediamo di metterlo al voto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/62 Fede, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/889-AR/63 Cantone, su cui c'è un parere favorevole del Governo, previa riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cantone. Ne ha facoltà.

LUCIANO CANTONE (M5S). Presidente, chiedo se sia possibile la rilettura della riformulazione.

PRESIDENTE. Governo?

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, grazie Presidente: “a valutare l'opportunità di prevedere iniziative volte alla stipula di un protocollo d'intesa con l'ABI, le associazioni rappresentative delle imprese e dei confidi per sopperire alle esigenze di finanziamento delle micro, piccole e medie imprese”.

PRESIDENTE. Onorevole Cantone, accetta la riformulazione?

LUCIANO CANTONE (M5S). Presidente, non accetto la riformulazione e chiedo che l'ordine del giorno a mia prima firma venga posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/63 Cantone, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/889-AR/64 Traversi, accolto dal Governo come raccomandazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno. Non accettiamo la raccomandazione e chiediamo che l'ordine del giorno sia posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/64 Traversi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/889-AR/65 Ascari, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Chiedo che l'ordine del giorno venga posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/65 Ascari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/889-AR/66 Santillo, su cui c'è il parere favorevole del Governo, previa riformulazione, come precisato nella seduta di ieri.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Non accetto la riformulazione dell'ordine del giorno a mia prima firma e chiedo sia posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/66 Santillo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/889-AR/67 Costa, su cui il Governo ha espresso parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Presidente, intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno e chiedere che sia posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/67 Costa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/889-AR/68 Cappelletti, su cui il Governo ha espresso parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie Presidente. Vorrei illustrare brevemente l'ordine del giorno. Questo impegna il Governo ad introdurre misure per rendere strutturali le agevolazioni fiscali per la riqualificazione degli edifici, riattivando sia lo sconto in fattura, che la cessione del credito, misure che sono comunemente definite win win perché economicamente vantaggiose sia per lo Stato, sia per i proprietari delle abitazioni. Ebbene, quest'ordine del giorno va quindi incontro alle esigenze del comparto edile, dell'occupazione, della sostenibilità ambientale e dello stesso sviluppo del Paese, in concomitanza peraltro con una direttiva europea, la direttiva case green, che ci sollecita ad andare esattamente in questa direzione. Certo, va in collisione con il cosiddetto decreto Cessione crediti, che ha portato allo stallo l'intero settore edilizio, al rischio di fallimento 25.000 imprese e probabilmente al licenziamento di 130.000 lavoratori, oltre ad aver abbattuto gli ordinativi della filiera coinvolta e ad aver causato danni ai proprietari che avevano pianificato gli interventi di ristrutturazione. D'altra parte, che le conseguenze di questo decreto siano un contributo ad un disastro lo rivelano i principali dati macroeconomici: da una crescita del PIL nazionale di quasi l'11 per cento negli ultimi due anni - siamo cresciuti più della Cina, è bene ricordarcelo - piombiamo, con voi al Governo, a tassi di crescita da prefisso telefonico e questo è un dato che ci viene fornito peraltro dal MEF. Qualcuno ha detto, durante il dibattito parlamentare, che si fa presto a far crescere l'economia aumentando il debito pubblico ma, a parte il fatto che per decenni avete fatto crescere il debito pubblico lasciando al palo l'economia del Paese, la verità è esattamente opposta: grazie al superbonus è cresciuto il PIL ed è diminuito di ben 5 punti percentuali il debito del Paese; ripeto: il debito del Paese è diminuito, grazie al superbonus, di 5 punti percentuali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ed il rapporto debito/PIL è passato da 150,3 a 145,4 e questi sono dati che fornisce il MEF.

Qualcuno in quest'Aula ha ricordato anche il bisogno di onestà intellettuale, salvo poi citare dati completamente sbagliati sulle truffe: si è parlato di 9 miliardi, cifra che, quando è riferita al superbonus, è del tutto falsa, un'autentica mistificazione. Non è che nel calcolo avete computato anche le truffe dei diamanti, le truffe dei certificati della Tanzania, eccetera, eccetera? Per la Guardia di finanza le truffe legate al superbonus hanno rappresentato solo lo 0,3 per cento dell'ammontare delle truffe legate ai bonus edilizi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questa è la realtà e questo va detto in maniera chiara. Le truffe non sono conseguenza del superbonus, ma di altri provvedimenti, quelli fatti dai cosiddetti esperti, per intenderci. Quest'ordine del giorno va nella direzione di una maggiore sostenibilità ambientale e di un progressivo abbandono delle fonti fossili, per questo motivo probabilmente non verrà votato dalla maggioranza e, oltre che dalla maggioranza, da chi, benché parlamentare, riceve i soldi dall'Arabia Saudita e dal gruppo che gli fa riferimento in Aula, perché la sostenibilità ambientale e la transizione energetica del nostro Paese sono difficilmente conciliabili con l'interesse di uno dei più importanti Paesi al mondo esportatori di petrolio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Noi quest'ordine del giorno lo voteremo convintamente e voteremo naturalmente a favore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/68 Cappelletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/889-AR/69 Ilaria Fontana, su cui c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ilaria Fontana. Ne ha facoltà.

ILARIA FONTANA (M5S). Grazie, Presidente, vorrei farlo mettere ai voti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/69 Ilaria Fontana, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/889-AR/70 Pavanelli, su cui c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo che venga messo al voto e chiedo di poter fare una dichiarazione di voto. Invito questo Governo e tutti voi, colleghi, a leggere l'ultimo rapporto dell'IPCC, pubblicato pochi giorni fa, sullo stato dell'emergenza ambientale. Il Segretario generale dell'ONU lo ha detto chiaramente: la situazione è critica, i Governi e i decisori politici devono limitare l'impatto della crisi climatica nel prossimo decennio. Il report delinea una situazione con un impatto devastante, con danni irreversibili, se non agiamo per mantenere la temperatura sotto il grado e mezzo rispetto all'era pre-industriale. La quantità di CO2 in atmosfera non è mai stata così alta e lo scioglimento dei ghiacciai sta facendo innalzare il livello dei mari, con conseguenze devastanti anche per il nostro Paese.

La mancanza di cibo e di acqua mettono a repentaglio l'ecosistema e le comunità umane. Il Segretario generale, Antonio Guterres, ha lanciato un appello affinché i Governi intraprendano azioni drastiche e scelgano di aumentare considerevolmente gli investimenti nell'adattamento climatico. L'Organizzazione meteorologica mondiale nel rapporto sullo stato del clima in Europa del 2022 è stata chiara: le temperature sono aumentate del doppio della media globale negli ultimi 30 anni. Questo porta effetti devastanti per effetto del riscaldamento sempre più evidente, con siccità, incendi e scioglimento dei ghiacci su tutto il continente. Dal 1991 al 2021 le temperature hanno subito un aumento dello 0,5 per cento. Pertanto, in considerazione di queste dichiarazioni di pochi giorni fa, crediamo che incentivi per migliorare le case dei cittadini siano una delle risposte necessarie per abbassare le emissioni, visto che il 40 per cento dei nostri edifici sono un colabrodo e producono CO2. È stato calcolato, tra l'altro, un risparmio del 40 per cento di gas all'anno per ogni unità abitativa efficientata. Numeri che, se li applichiamo a tutti gli edifici, farebbero anche diminuire drasticamente la necessità di importare gas. Ecco il motivo di quest'ordine del giorno, che chiede di incentivare e supportare le nostre imprese sul piano internazionale, la filiera tecnologica e il livello di innovazione già raggiunto dalle nostre imprese, che in molti settori sono strettamente correlati all'efficientamento energetico. Penso alle caldaie di ultima generazione, agli inverter, dove il nostro Paese è all'avanguardia, alla bioedilizia, ma anche ai sistemi tecnologici per il controllo energetico tramite rinnovabile, la filiera dell'edilizia dove il made in Italy vanta una consolidata tradizione industriale.

Tutto questo alla luce della nuova direttiva europea per le case green, dove tutti i Paesi europei devono adoperarsi per l'adeguamento verso l'efficientamento energetico degli edifici. Purtroppo, il parere negativo sul mio ordine del giorno continua a dimostrare che il Governo è sordo alle richieste non solo del MoVimento 5 Stelle, ma dell'Europa e di interi settori produttivi fondamentali per il nostro Paese; e, al tempo stesso, denota la totale assenza di una strategia di sviluppo economico compatibile con le esigenze ambientali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/70 Pavanelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/889-AR/71 Todde, su cui c'è il parere contrario del Governo. Lo poniamo in votazione? Va bene.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/71 Todde, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/889-AR/72 Morfino, su cui c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Morfino. Ne ha facoltà.

DANIELA MORFINO (M5S). Grazie, Presidente. Francamente sono un po' stranita dal parere contrario su quest'ordine del giorno, perché, Presidente, non stiamo chiedendo la luna. Stiamo semplicemente chiedendo di adottare ogni iniziativa utile al fine di rendere efficace, efficiente e funzionale il sistema della cessione dei crediti, anche mediante l'utilizzo di adeguate piattaforme informatiche per l'inserimento e il monitoraggio della cessione dei crediti. Quindi, chiediamo alla rappresentante del Governo di rivedere il parere e ai colleghi di votare a favore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo non cambia il parere.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/72 Morfino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/889-AR/73 L'Abbate, su cui c'è parere favorevole, previa riformulazione. Onorevole L'Abbate?

PATTY L'ABBATE (M5S). Vorrei riascoltare la riformulazione dal Governo.

PRESIDENTE. Prego, Governo.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. “A valutare l'opportunità di prevedere misure volte alla riqualificazione degli edifici pubblici per conseguire gli obiettivi della transizione energetica e rafforzare la capacità di innovazione del Paese”.

PRESIDENTE. Onorevole L'Abbate?

PATTY L'ABBATE (M5S). Purtroppo, non posso accettarla, quindi chiedo che l'ordine del giorno sia posto in votazione, ma vorrei spiegare il perché. Il Governo continua a dirmi: “a valutare l'opportunità di (…)”, ma quest'ordine del giorno chiedeva, ovviamente, di non andare assolutamente nella direzione opposta al mainstream internazionale, a quello che l'Europa ci sta chiedendo con la strategia Green New Deal e il nostro Piano nazionale di ripresa e resilienza. Inoltre, veniva chiesto di dare incentivi per la formazione della pubblica amministrazione e suppongo che l'esempio di questi giorni dovrebbe farci riflettere.

Si dice che siamo già in ritardo sul Piano nazionale di ripresa e resilienza per il collo di bottiglia dovuto alle problematiche che abbiamo rispetto alle competenze della pubblica amministrazione e quindi non possiamo perdere tempo. Non possiamo ancora valutare di ottenere qualcosa un domani, quando stiamo andando a marcia indietro. Se continuiamo a essere fermi, non ci sarà solo una problematica sul nostro ambiente - che io, figuriamoci, come Commissione ambiente tutelo - ma, per usare il vostro linguaggio, il problema sarà sull'economia italiana. Il problema sarà sulle piccole e medie imprese italiane che non saranno competitive a livello internazionale, perché l'Italia è rimasta indietro e perché i nostri eco-progetti sono rimasti lì fermi. Noi continuiamo a dire che dobbiamo “valutare l'opportunità”. Non so quando lo faremo, ma sarà veramente troppo tardi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/73 L'Abbate, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/889-AR/74 Iaria sul quale vi è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. L'altro giorno, su TikTok, mi sono imbattuto in una professoressa che spiegava la figura retorica denominata ignoratio elenchi, una fallacia argomentativa che aiuta a sviare da un argomento scomodo per portare l'attenzione da un'altra parte. In quel caso aveva usato come esempio la vergognosa intervista del Presidente del Senato La Russa che aveva tentato di trasformare una banda di nazisti in una banda di musicisti in semi-pensione. Tra l'altro, non so cosa voglia dire “semi-pensione”, se sia una vostra nuova riforma. Anche sul superbonus avete usato la stessa tecnica. Ricordate il famoso video della Presidente Meloni che parlava agli italiani della penisola “terracquea”, che fa parte dell'Europa “terracquea”, che fa parte del globo terracqueo? Giusto per ripassare la nuova geografia meloniana.

La Presidente, con gli occhi sgranati, diceva: voi sapete quanto è costato il superbonus a tutti gli italiani? Cara Presidente, noi lo sappiamo, gli unici a non saperlo siete lei e il Ministro Giorgetti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Però, visto che sto tentando di far approvare il mio ordine del giorno, provo ad usare la vostra stessa retorica e ad impostare il mio discorso nella stessa maniera: quando c'eravamo noi del MoVimento 5 Stelle, i superbonus arrivavano in orario, le imprese edili lavoravano, i progettisti venivano pagati il giusto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e si creavano milioni di posti di lavoro e la Patria pagava uno e riceveva tre! Soltanto che - devo dire la verità - queste argomentazioni sono vere. Cari miei, con questo decreto voi non sbloccate i crediti, ma semplicemente continuate nell'ottica di bloccare il motore economico alla base del superbonus, motore rivoluzionario, ovvero la cessione dei crediti, una pratica che permetteva a qualunque cittadino, per il solo fatto di cominciare un lavoro edile e di efficientamento sismico o energetico, di creare una vera e propria moneta cedibile. Una rivoluzione! Ogni cittadino poteva diventare una piccola banca centrale. È chiaro che questa misura non facesse molto piacere alla grande finanza e, infatti, prima il Governo Draghi ha cominciato a distruggerla e voi, che siete la continuazione del modello Draghi, l'avete completamente distrutta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Con questo decreto, che fate passare per sblocco-crediti, non sbloccate assolutamente nulla, perché la cessione dei crediti è, di fatto, ancora bloccata. Quello che fate è spostare delle scadenze. Anche il mio ordine del giorno va nel senso di sbloccare delle scadenze, in particolare per i condomini perché, con questi ulteriori enormi blocchi che avete creato con la vostra confusione, tutti quelli che avevano presentato la CILAS il 25 novembre, come i condomini, non hanno più potuto cominciare i lavori, quindi non riusciranno a terminarli per la fine di quest'anno. Il mio ordine del giorno sposta di un altro anno la scadenza, visto che l'unica intenzione di questo decreto è spostare le scadenze.

In fondo, stiamo dicendo e cercando di farvi capire che dovete mettervi d'accordo tra voi stessi, all'interno della maggioranza.

È chiaro che all'interno della maggioranza siete in imbarazzo: Forza Italia cerca di portare avanti questa discussione e viene bloccata da Fratelli d'Italia, la Lega non fa nulla e in questo caso è praticamente inconsistente, Fratelli d'Italia segue la retorica meloniana e ciò che la loro condottiera gli impone di fare. Il mio ordine del giorno sposta semplicemente questa scadenza, almeno questo potevate concederlo e accoglierlo in maniera favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/74 Iaria, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Colleghi, prima di continuare, consentitemi l'annuncio di un lieto evento: è nato il piccolo Federico, figlio del collega Riccardo Ricciardi e della collega Gilda Sportiello (Applausi). Facciamo gli auguri ai genitori.

Rinnovando gli auguri, procediamo con l'ordine del giorno n. 9/889-AR/75 Auriemma, su cui c'è il parere contrario del Governo. Onorevole Auriemma?

CARMELA AURIEMMA (M5S). Presidente, intervengo solo per chiedere di metterlo ai voti.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/75 Auriemma, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Ordine del giorno n. 9/889-AR/76 Cafiero De Raho, su cui c'è il parere contrario del Governo. Onorevole Cafiero De Raho?

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Presidente, chiedo che sia messo in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/76 Cafiero De Raho, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Ordine del giorno n. 9/889-AR/77 Barzotti, su cui c'è il parere contrario del Governo. Onorevole Barzotti?

VALENTINA BARZOTTI (M5S). Insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/77 Barzotti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Ordine del giorno n. 9/889-AR/78 Bruno, su cui c'è il parere contrario del Governo. Onorevole Bruno? Chiede sia messo ai voti.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/78 Bruno, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Ordine del giorno n. 9/889-AR/79 Riccardo Ricciardi, su cui c'è il parere contrario del Governo? Onorevole Ricciardi?

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/79 Riccardo Ricciardi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Ordine del giorno n. 9/889-AR/80 Lomuti, su cui c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lomuti. Ne ha facoltà.

ARNALDO LOMUTI (M5S). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno vuole porre un rimedio a ciò che noi consideriamo un paradosso, una stortura, un'anomalia che, tra l'altro, è facilmente superabile. Il testo del decreto-legge in esame, che il Governo chiama Cessione dei crediti, ma che, nella realtà, dovrebbe chiamarsi, invece, “Blocco dei crediti”, perché ferma - e non agevola - la cessione dei crediti, e che la maggioranza si appresta ad approvare, al comma 3-sexies dell'articolo 2, consente al contribuente, con riferimento alle spese relative all'anno 2022 e connesse alla misura del superbonus, di ripartire la detrazione in 10 anni e in quote uguali. Ora, va bene portare questa misura da 5, qual era la formulazione iniziale, a 10, così come voluto dal MoVimento 5 Stelle, ma, così come è strutturata, questa norma consente al contribuente di usufruirne a partire dal 2024. È questo che noi riteniamo inconcepibile. Ciò che vuole l'ordine del giorno è fare in modo che il Governo si impegni, nel prossimo provvedimento utile, a consentire al contribuente di usufruire di questa misura già dal 2022. Questo significa, Presidente, velocizzare un'agevolazione riconosciuta al contribuente, consentendogli di recuperare velocemente quanto gli spetta in base alla procedura della detrazione e, quindi, consegnando al contribuente stesso un sollievo economico. Inoltre, si riduce il rischio del contribuente, magari con il passare del tempo, di risultare incapiente. Da ultimo, Presidente, è una soluzione che non reca alcun nocumento, alcun danno allo Stato, ma, anzi, va proprio nella direzione auspicata. Questo è ciò che vuole l'ordine del giorno: eliminare questa condizione ostativa prevista appunto dal comma 3-sexies dell'articolo 2.

Ora, con il parere contrario, il Governo dimostra un accanimento nei confronti proprio di quei cittadini verso i quali si era presentato durante la campagna elettorale, promettendo ben altro riguardo alla misura del superbonus; potremmo, infatti, mettere in piedi, in brevissimo tempo, una rassegna stampa con le dichiarazioni degli esponenti di Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia sulla bontà del superbonus. Presidente, si fa presto ad autoproclamarsi patrioti, anch'io potrei autoproclamarmi Superman, oppure, il Presidente della Repubblica dell'universo, ma nei fatti non è così, e nei fatti il Governo si dimostra manifestamente incapace di far fronte ai problemi degli italiani.

Allora, qui, di fronte a questa situazione, noi abbiamo due vittime, una è la storia e l'altra è la democrazia. La storia perché, di fronte a un sistema informativo che sembra che abbia abdicato alla sua vocazione primaria, che è quella della libera informazione, ma che è ben efficace nel costruire realtà diverse, la prima vittima è proprio la storia; la seconda è la democrazia, perché, con un sistema informativo oligopolista, la democrazia, quella vera, non può convivere, perché si dovrebbe raccontare che, con questa misura, durante il Governo Conte il PIL italiano è volato, è diventato il primo in Europa e che il debito pubblico si è ridotto di 5 punti in percentuale, come dice il MEF; non lo dico io.

Presidente, è chiaro che per questi motivi noi non possiamo che andare avanti e insistere, chiedendo al Governo di cambiare il proprio parere su quest'ordine del giorno che, lo ripeto, non crea alcun nocumento allo Stato. Chiedo, quindi, che venga messo ai voti l'ordine del giorno in questione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/80 Lomuti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/889-AR/81 Pellegrini, con il parere contrario del Governo.

Onorevole Pellegrini, le rappresento che lei è già intervenuto per 5 minuti. Quindi, non può fare dichiarazioni.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Chiedo il voto, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/81 Pellegrini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/889-AR/82 Onori, su cui vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scerra. Ne ha facoltà.

FILIPPO SCERRA (M5S). Presidente, dicendo “no” a quest'ordine del giorno, il Governo in pratica dice di no al superbonus. Questo significa che 30.000 aziende rischiano di non andare avanti e significa che 100.000 lavoratori rischiano di perdere il lavoro. La responsabilità è chiara: la responsabilità è interamente di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Gli amici della destra hanno detto che una volta arrivati a governare il Paese si sarebbero presi delle responsabilità e questa è una delle tante responsabilità, uno dei tanti danni che stanno facendo a questo Paese.

Nel 2020 abbiamo vissuto un periodo particolarissimo, tragico per il nostro Paese, ma il Governo, allora, ha avuto la capacità di reagire ed ha avuto la capacità di ottenere dei risultati enormi. Uno è il Next Generation EU, lo sappiamo; c'è stata una capacità di cambiare in senso solidale l'Unione europea e, poi, nel 2020 è arrivato il superbonus 110 per cento, una misura rivoluzionaria, per la quale anche la Commissione europea si è complimentata con il nostro Governo. Che cos'è il superbonus? È una norma che ha tutte e tre le dimensioni della sostenibilità. La prima, la sostenibilità ambientale, perché sappiamo bene che il 40 per cento delle emissioni inquinanti deriva proprio dagli edifici, quindi, il superbonus ha permesso di ridurre le emissioni inquinanti e questo significa sostenibilità ambientale. La seconda, la sostenibilità sociale, molti lavoratori che prima non lavoravano grazie al superbonus hanno avuto la possibilità di lavorare e molte persone, anche le meno abbienti, hanno avuto la possibilità di ristrutturare casa e di efficientarla dal punto di vista energetico. La terza, la sostenibilità economica, a differenza di quello che dice Giorgetti, il superbonus è sostenibile dal punto di vista economico; è riuscito a generare PIL: negli anni 2021 e 2022 abbiamo avuto un più 11 per cento del PIL e il 40 per cento di quell'11 per cento è generato dal superbonus. Pertanto, quando Giorgetti e il Governo parlano di buco, noi chiediamo che vengano in Parlamento a riferire e a contraddire tutto quello che hanno detto nei documenti programmatici in questi due anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché di questo stiamo parlando. La verità è che questa misura, cioè il superbonus, è un qualcosa di eccezionale che il Governo è riuscito a fare, ma ha un solo difetto, per il quale c'è stato un accanimento, di essere targato MoVimento 5 Stelle, questa è la verità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Tutti sanno, a partire dall'Europa, che il superbonus è una norma rivoluzionaria, l'hanno voluta stroncare e abbattere a scapito del bene dei cittadini solo perché è del MoVimento 5 Stelle. Purtroppo, questo Governo strizza l'occhio ai negazionisti dei cambiamenti climatici, questa è la realtà, Presidente. E noi del MoVimento 5 Stelle una cosa del genere non la possiamo accettare, per noi la trasformazione in senso ecologico dei processi produttivi di questo Paese è una priorità; è il futuro e su questo ci batteremo sempre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Noi pensiamo che per arrivare al 2050 ci sia bisogno di coraggio, il superbonus è stata una scelta molto coraggiosa e si doveva continuare in quella direzione, tant'è vero che l'Europa ci ha seguito con la direttiva sulle case green. Purtroppo, anche in questo, il nostro Governo ha strizzato nuovamente gli occhi a chi nega i cambiamenti climatici. Noi diciamo che bisogna avere il coraggio di andare avanti in quella direzione e che il superbonus è una norma che va nella direzione della neutralità climatica e il MoVimento 5 Stelle si batterà in tutte le sedi istituzionali per arrivare, prima possibile, alla neutralità climatica del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/82 Onori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/889-AR/83 Penza, su cui vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Penza. Ne ha facoltà.

PASQUALINO PENZA (M5S). Grazie, Presidente. Il mio è un appello, ancora una volta, al Governo a rivedere la sua posizione, perché in quest'ordine del giorno, per l'ennesima volta, vengono richiamati il Governo e la maggioranza, quelli dalla lampadina rossa, al buonsenso, cosa che non vedo mai nella votazione di nessun ordine del giorno che il MoVimento 5 Stelle in genere propone. Praticamente, in quest'ordine del giorno si chiede semplicemente di prorogare un termine, il termine di settembre 2022, dove i lavori ipoteticamente per le case unifamiliari dovrebbero aver raggiunto il 30 per cento per poter accedere allo strumento del 110. Ma come può essere che un'azienda oppure una famiglia, con il blocco della cessione dei crediti, abbiano potuto raggiungere, anche volendo, questo 30 per cento dei lavori in uno stato di completa incertezza? Quindi, per l'ennesima volta io chiedo al Governo e alla parte destra di quest'emiciclo di rivedere la propria posizione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/83 Penza, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/889-AR/84 Quartini su cui vi è il parere contrario del Governo. Prendo atto che l'onorevole Quartini insiste per la votazione del suo ordine del giorno.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/84 Quartini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/889-AR/85 Lovecchio su cui vi è il parere contrario del Governo. Onorevole Lovecchio, insiste per la votazione del suo ordine del giorno?

GIORGIO LOVECCHIO (M5S). Chiedo che il mio ordine del giorno sia posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/85 Lovecchio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/889-AR/86 Marianna Ricciardi su cui vi è il parere favorevole del Governo, previa riformulazione. Onorevole Ricciardi, accoglie la riformulazione o no? Prendo atto che l'onorevole Marianna Ricciardi chiede che il suo ordine del giorno sia posto in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/86 Marianna Ricciardi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/889-AR/87 Sportiello su cui vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Presidente, intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno e per chiedere che sia posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/87 Sportiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/889-AR/88 Scutella' su cui vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scutella'. Ne ha facoltà.

ELISA SCUTELLA' (M5S). Grazie, Presidente. Presidente, con il decreto Rilancio è stata inserita la cosiddetta misura del superbonus, che prevede un'aliquota di detrazione al 110 per cento e altre agevolazioni fiscali. Una delle critiche che viene mossa più spesso nei confronti del superbonus è il fatto che questa misura sia rivolta solamente ai ricchi, ai più abbienti.

Invece, nulla di più falso, considerato che si può godere di uno sconto in fattura e della cessione del credito e che questa misura va ad agevolare i proprietari degli immobili e le imprese.

Cosa succede? In Commissione finanze vengono presentati diversi emendamenti, tra cui, ovviamente, alcuni del MoVimento 5 Stelle, dove si chiede la dilazione della detrazione da 5 a 10 anni. È una richiesta sacrosanta, che il Governo, però, con lo scopo di affossare il superbonus, accetta inserendo la parola irrevocabile. Quindi, oggi, con quest'ordine del giorno, noi chiediamo che venga tolta la parola irrevocabile e venga inserita la parola revocabile, perché un contribuente o un cittadino può variare la sua situazione patrimoniale e, quindi, deve avere il diritto di poter effettuare la detrazione per 6, 7 o 8 anni e non obbligatoriamente per 10 anni. Però, il Governo dà un parere contrario su quest'ordine del giorno.

Io ricordo che, grazie al superbonus, noi stiamo affrontando la sfida della transizione ecologica, perché attraverso la direttiva europea Case green ovviamente sono stati posti alcuni obiettivi e ANCE dice - sentite bene: quindi, non lo dico io, né lo dice il MoVimento 5 Stelle - che, se non ci fosse il superbonus, per raggiungere gli obiettivi della direttiva europea servirebbero 630 anni - 630 anni -, Presidente.

Allora, constatata la bontà della misura del superbonus, che ha fatto crescere il PIL e che ha prodotto economia, e considerato tutto quello che è stato fatto, io chiedo al Governo di cambiare il parere su quest'ordine del giorno e, quindi, di rendere la detrazione da 5 a 10 anni revocabile e non più irrevocabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non intende cambiare il parere.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/88 Scutella', con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

A questo punto, passiamo ai due ordini del giorno accantonati nella seduta di ieri.

Invito, quindi, la Sottosegretaria, onorevole Lucia Albano, a esprimere il parere sugli ordini del giorno n. 9/889-AR/14 Serracchiani e n. 9/889-AR/33 Cannata.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/889-AR/14 Serracchiani, rimane il parere che era stato precedentemente comunicato, ossia favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di intervenire in favore dei contribuenti vittime di truffe”.

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/33 Cannata?

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. L'ordine del giorno n. 9/889-AR/33 Cannata può essere accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Onorevole Serracchiani, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno?

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Presidente, non posso accettare la riformulazione. Certamente l'impegno del Governo ad agire per difendere i truffati credo che sia - come si direbbe - già scritto e non penso che serva un ordine del giorno per impegnare a tanto il Governo.

Però, io vorrei sottolineare, suo tramite Presidente, questo caso specifico, che riguarda gran parte del Nord, rivolgendomi anche ai colleghi che sono dall'altra parte, perché riguarda le regioni del Nord Italia, ossia Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Liguria, Piemonte, Valle d'Aosta e Toscana. Si tratta di oltre 2.500 commesse e più di 100 cantieri che sono stati realizzati - o, meglio, aperti in queste regioni - da parte di un general contractor che si chiama Gruppo Zero, che purtroppo, in una serie di iniziative, che poi sono sfociate in un sequestro e nell'interruzione di ogni attività, ha fatto sì che queste persone - e sono tantissime, tantissime persone e tantissime famiglie delle regioni che ho citato in precedenza - abbiano subìto un danno gravissimo dall'azione che è all'oggetto, ovviamente, dell'attenzione della procura di Treviso. E, in questo senso, Presidente, per suo tramite, chiederei alla Sottosegretaria, magari, di non guardare il cellulare, se fosse possibile, e, soprattutto, se mi prestasse attenzione, Presidente, ripeto, per suo tramite, le chiederei di sollecitare il Ministro Nordio perché la procura di Treviso è in gravissima difficoltà, poiché sta ricevendo centinaia e centinaia di querele, di denunce, sulle quali, evidentemente, la sola procura di Treviso, se non aiutata con alcuni rinforzi, non sarà in grado, nei tempi brevi e necessari, di accertare quello che sta succedendo.

Ma cosa è successo? Nella sostanza, questo general contractor ha svuotato i cassetti fiscali di queste famiglie, di queste persone, le quali non solo sono nell'impossibilità di completare i lavori - molto spesso risulta che abbiano pagato materiali, attività e lavori che non sono stati neppure eseguiti -, ma, avendo i cassetti fiscali completamente svuotati, non possono neppure beneficiare di ulteriori bonus edilizi, né possono continuare le attività che, in questo momento, ripeto, sono state bloccate. Poiché si tratta di centinaia di famiglie, nell'ordine del giorno noi chiedevamo, in realtà, impegni molto puntuali e, cioè, di intervenire, perché, di fronte a quelle che appaiono in tutta evidenza - lo accerterà la procura - delle truffe, considerato che sono stati fatti sequestri e che c'è il blocco delle attività, in questo caso, forse, aiutare coloro che si trovano i cassetti fiscali svuotati, senza che l'attività sia stata svolta e senza che le attività lavorative siano state completate, avrebbe potuto essere un impegno ben più preciso e puntuale preso dal Governo. Parimenti abbiamo chiesto di intervenire in modo più puntuale rispetto a queste attività, che sono ben segnalate perché sono oggetto delle denunce, e, quindi, fare una norma che, in qualche modo, mettesse paletti per quanto riguarda queste persone, che sono, ripeto, in gravissima difficoltà.

Peraltro - e concludo, Presidente -, anche in considerazione delle difficoltà che in questo momento sta affrontando la procura di Treviso, c'è un rinvio delle indagini e non si è ancora in grado di certificare l'esistenza della truffa affinché questo possa comportare un'azione nei confronti delle persone che in questo momento hanno, ad esempio, la casa a metà, senza gli infissi, pur avendoli pagati, tanto per essere chiari, e non hanno, magari, i soldi per poter completare quei lavori e utilizzare i bonus edilizi.

Invito, pertanto, la Sottosegretaria, per suo tramite, Presidente, a far presente al Governo che questo è un caso specifico, puntuale, che riguarda centinaia di famiglie, su cui vorremmo che il Governo si impegnasse in modo da dirci qualcosa in più di quello che ci ha detto la Sottosegretaria.

Per questo, Presidente, non accetto la riformulazione e insisto perché l'impegno del Governo, invece, sia veramente puntuale e preciso su queste richieste (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il Governo? Procediamo.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/889-AR/14 Serracchiani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Ordine del giorno n. 9/889-AR/33 Cannata: onorevole Cannata, accetta il suo ordine del giorno come raccomandazione? Accetta.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Chiedo di intervenire, tramite la sua persona, per richiedere, per l'ennesima volta, che il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, venga a riferire in Aula, come abbiamo chiesto noi e anche altri gruppi politici, su una serie di avvenimenti rispetto alla sicurezza pubblica che stanno avvenendo sui nostri territori, in particolare nel napoletano. Gli è stato chiesto di riferire sugli scontri che ci sono stati con gli ultras di Francoforte, arrivati a Napoli, che hanno devastato una parte della città, sull'omicidio, l'ennesimo, di un giovane innocente, ucciso a Mergellina.

Negli ultimi giorni, c'è stata una serie di eventi. Hanno sparato a un ingegnere mentre faceva benzina al suo scooter. Stanotte, un cinquantanovenne è stato ucciso mentre era a bordo di uno scooter; pare sia legato alla criminalità organizzata.

Abbiamo chiesto al Ministro di venire in Aula per riferirci su quale piano sta mettendo in piedi per la sicurezza non solo sul territorio di Napoli e della provincia, ma nel Paese, perché non si vede e non partecipa ai question time. Noi, invece, riteniamo che, essendo uno dei Ministri più rappresentativi del Governo, debba confrontarsi anche con l'Aula.

PRESIDENTE. Onorevole Borrelli, trasferiremo la sua istanza al Governo.

Sospendiamo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 12, con lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale, con ripresa televisiva diretta degli interventi dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto, e della votazione finale.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 10,55, è ripresa alle 12.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA

Si riprende la discussione.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 889-A/R?)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ricordo che è stata disposta la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benedetto Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Noi non siamo contrari ai bonus e agli incentivi per le ristrutturazioni edilizie, ma siamo sempre stati contrarissimi, fin dall'inizio, al bonus 110 per cento, perché non esistono pasti gratis e non esistono ristrutturazioni gratis. Se tu ristrutturi la tua casa senza mettere un euro dei tuoi, vuol dire che c'è qualcun altro, qualche altro contribuente che paga per te. E, alla fine, i contribuenti che non hanno la casa perché sono in affitto o che non hanno ristrutturato le proprie case, pagheranno con decine di miliardi di euro la ristrutturazione di quei pochi (perché percentualmente sono pochi) che hanno fatto la ristrutturazione - quella che qualcuno ha definito “gratuita”, ma che gratuita non è - utilizzando il bonus 110 per cento, per di più aumentando il valore dalla propria abitazione. E magari non facciamo nemmeno la riforma del catasto. Quindi, è stato un grave errore che, poi, ha determinato un aumento dei costi. Infatti, la concentrazione di un aumento dei lavori edili ha portato - andate a vedere tutte le statistiche - a un aumento dei costi e ha fatto entrare imprese marginali e inefficienti. Poco tempo per un regalo troppo grosso.

Certo, c'è il moltiplicatore, la magia keynesiana, vedremo i dati definitivi quali saranno. Ma, cari colleghi, ci mancherebbe altro che, a fronte di 60-70 miliardi pompati dallo Stato nel giro di pochi semestri, non ci fosse un incremento del PIL. Ma di che incremento del PIL stiamo parlando? L'edilizia è un fuoco di paglia. C'è occupazione, ma quale qualità? Quei soldi, messi in altri settori con investimenti per l'innovazione e per la ricerca, cosa avrebbero potuto produrre in termini di aumento della crescita potenziale, aumento dell'occupazione di qualità e aumento dell'occupazione e dei salari? Ripeto: ci mancherebbe altro che uno sforzo dei contribuenti di questa natura non abbia lasciato traccia sui conti pubblici in termini di PIL, e quindi di crescita del PIL e di minor debito transitorio.

Ma, a fronte di questo, poi, è stato fatto un altro grave errore: quello dello sconto in fattura e della cessione del credito. Qualcuno ha anche teorizzato la creazione di una moneta parallela, di una moneta fiscale. Se il tema era quello della regressività, cioè di consentire anche a chi non paga troppe tasse di accedere alla ristrutturazione, si poteva intervenire in altro modo, e vedremo i dati definitivi. È comunque una misura regressiva.

Chiudo, signor Presidente. Bisognava intervenire? Certo, bisognava intervenire. Noi votiamo contro per due ragioni. La prima: era stato chiesto a tutti di usare gli F24 delle banche. Se non hanno più debiti fiscali, possano usare i debiti fiscali dei clienti di cui sono intermediari nel versamento delle tasse. Non era un favore alle banche: era un favore alle aziende e ai cittadini.

Secondo elemento: si dice che, se le banche avranno poi dei crediti aggiuntivi, si consentirà loro, a partire dal 2028, di sottoscrivere BTP decennali nell'ambito della emissione ordinaria. Non si fa così. Avete il ruolo, avete la maggioranza, avete il consenso: usatelo! Non scaricate i problemi, come volete fare anche sul PNRR; non scaricate i problemi sugli altri e non scaricate i problemi sul futuro.

Certo, forse avete capito che il primo Governo della prossima legislatura non sarà vostro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Manes. Ne ha facoltà.

FRANCO MANES (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Oggi arriviamo alla conclusione di un iter impegnativo per la conversione in legge del decreto-legge n. 11 del 2023, che tutti i gruppi parlamentari, compreso il gruppo Misto con la sua componente Minoranze Linguistiche, hanno contribuito a rendere più equo ed efficace. Un lavoro importante posto in essere dalla VI Commissione e dal relatore, che ci ha visto impegnati ad analizzare un atto che ha determinato un forte disagio nell'intero comparto edilizio nazionale. Preoccupazioni per l'incredibile somma di crediti incagliati, stimabili tra i 15 e 20 miliardi, e per la complessità delle nuove disposizioni da applicarsi, che si aggiungono ai 24 provvedimenti legislativi che hanno modificato, dall'inizio ad oggi, il dispositivo normativo originario. Infatti, l'analisi e la lettura di questi due dati basterebbero a comprendere come sia assolutamente assurdo che, in un Paese come l'Italia, per agevolare, sostenere e incentivare il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio, si sia arrivati ad immaginare una misura talmente articolata e di difficile applicazione e interpretazione, per la quale le competenze tecniche, contabili, finanziarie e legislative si sono sin da subito scontrate con l'effettiva, concreta e semplice applicazione: il famigerato concetto dell'interpretazione legislativa e tecnica, tanto cara a quella burocrazia e tecnocrazia che continua a bloccare il nostro Paese.

La misura originaria del superbonus è stata anche questo. Applicare il superbonus, il sisma bonus e i bonus ordinari, sin dalle origini, ha necessitato di una continua interpretazione, che tante volte nemmeno l'Agenzia delle entrate ha saputo dirimere. D'altronde, i numerosi contenziosi in essere in tutto il Paese ne sono la prova.

Sicuramente, era necessario fermarsi e rimettere in sesto il meccanismo, ma, come avevamo già detto in Aula, in altre occasioni, come componente Minoranze Linguistiche, era assolutamente necessario creare un regime di salvaguardia tra un impianto normativo precedente e le nuove disposizioni, in modo da traghettare le imprese, i tecnici, i cittadini e l'intero sistema Italia verso le nuove procedure e i nuovi cambiamenti.

Cambiare in maniera repentina è stato un errore. È evidente, però, che su tematiche così articolate e altamente tecniche non sia facile intervenire senza cadere nel generico e nel qualunquismo, soprattutto poi se le visioni contrapposte hanno come fondamento questa o quella ideologia. Da neofita di quest'Aula, ritengo che il dibattito politico stia assumendo troppo le sembianze di un confronto ideologico, dove, purtroppo, l'unico obiettivo appare più incentrato a parlare ai propri elettori, piuttosto che cercare di affrontare insieme un argomento, facendo squadra e cercando soluzioni condivise.

Durante la discussione generale, abbiamo ascoltato con grande interesse gli interventi delle colleghe e dei colleghi, ma credo che, al di là dei distinguo, tutti abbiamo capito che il sistema cessione crediti era imploso, e non certo da ottobre 2022, ma ben prima.

Appare, quindi, evidente, al di là delle diverse letture politiche che ne vengono fatte, che ormai è urgente e prioritario fornire liquidità alle nostre imprese e ai nostri liberi professionisti. Una situazione, questa, non più sostenibile; e abbiamo paura che il decreto non la risolverà completamente e, soprattutto, velocemente.

Dobbiamo introdurre soluzioni certe e di immediata attuazione per lo sblocco totale dei crediti pregressi. Un mercato, quello edilizio, drogato, in cui i prezzi, prima, delle materie prime e, poi, delle lavorazioni finite, hanno subito un incremento abnorme.

Non siamo d'accordo, però, con chi, in discussione generale, ha affermato che la colpa di questi aumenti fosse solo della specifica misura del superbonus. Riteniamo, piuttosto, che sia dovuta a un insieme di cause: la crisi energetica, l'uscita dal periodo del COVID, la cattiva informazione e gestione, che ha generato un sistema drogato e anche, in alcuni casi, un comportamento poco trasparente e, in qualche caso, illegittimo di una minima - e ripeto, minima - parte del settore edilizio, che ha agito realizzando frodi importanti. Infatti, non possiamo dimenticare le frodi che si sono verificate. E, sinceramente, trovo assolutamente inopportuno aver sentito in quest'Aula una sorta di giustificazione nel controbattere i dati, da una o dall'altra componente politica. Anche se, rispetto alla cifra complessiva dei miliardi messi in moto, le frodi fossero anche solo poche centinaia di milioni, queste sarebbero già troppe.

Pensiamo che il limite della misura sia stato quello di non essere in grado di diventare strutturale e di autosostenersi. Una misura, però, che va ripensata e ridisegnata sin da ora, immaginando di creare una nuova strategia nazionale per il settore edilizio tutto. Una nuova misura, quindi, che rilanci la bellezza del nostro costruito storico e non solo, che riqualifichi le aree metropolitane e che diventi volano di una nuova visione dell'immobiliare e di attrattività per un ripopolamento funzionale, produttivo e di qualità.

Come componente Minoranze linguistiche abbiamo apprezzato l'attenzione dimostrata dal relatore del decreto-legge ai nostri emendamenti presentati e all'approvazione con riformulazione di una parte degli stessi. Riteniamo però che si poteva fare comunque di più soprattutto nelle modalità per lo sblocco dei crediti incagliati, attraverso - perché no? - l'utilizzo degli F24 o del coinvolgimento delle istituzioni, delle aziende statali e partecipate nella creazione di un circuito degli acquisti. Non siamo infatti convinti che la soluzione prospettata dei titoli di Stato e dell'operatività attraverso una piattaforma digitale, ancora però da comprendere, sia la soluzione migliore.

L'impressione è che tali provvedimenti non risolveranno in maniera immediata l'annoso problema della liquidità alle imprese. Ci aspettavamo comunque più coraggio, ma il lavoro svolto è stato tanto e onesto intellettualmente da parte di tutti ed è per questo che la componente Minoranze linguistiche, riconoscendo lo sforzo messo in campo sino ad oggi, a maggioranza, voterà a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Semenzato. Ne ha facoltà.

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, il superbonus 110 per cento, che veniva presentato come un investimento che si autoripagava, un moltiplicatore a costo zero e un volano per l'economia, si è rilevato oggi invece come un altro fardello sulle spalle dello Stato e una misura che ha prodotto benefici soprattutto per soggetti a medio o alto reddito e generato numerosi fenomeni speculativi. Occhio che, nel 2020, si sono spesi oltre 110 miliardi di future tasse degli italiani, anche di quelli più deboli, per efficientare 360.000 edifici: può sembrare un grande numero, invece è pari al 2 per cento del patrimonio immobiliare, per lo più appartenente a persone abbienti che, anche senza un incentivo così elevato, avrebbero potuto, almeno parzialmente, contribuire alla spesa, soprattutto nel caso di seconde e terze case.

Che questa misura, unita alla cessione del credito, abbia dunque favorito chi altrimenti non avrebbe potuto permetterselo, i poveri, i cosiddetti poveri, è quindi falso, è una poderosa “balla”. Il superbonus 110 per cento, a nostro avviso, ha la stessa logica del reddito di cittadinanza, quella dello Stato assistenziale che ti regala tutto. Ancora ci ricordiamo le dichiarazioni di autorevoli esponenti del Governo 5 Stelle che dichiaravano: “Affrettatevi, è tutto gratis: l'efficientamento te lo paga lo Stato”. Il “gratuitamente” è diventato un tormentone elettorale. Noi riteniamo che l'edilizia sia un settore strategico, che la ristrutturazione del patrimonio immobiliare sia fondamentale, ma crediamo che le risorse pubbliche debbano diventare un moltiplicatore di risorse private.

L'incentivo fiscale serve per incentivare l'iniziativa privata. Qui è mancata anche la regola aurea del contrasto di interessi: tutto era gratis e i prezzi sono lievitati. Addirittura anche i soldi li metteva in anticipo lo Stato, con il meccanismo della cessione del credito e oggi ci ritroviamo in questa situazione, con i conti dello Stato a rischio. Ricordiamoci che i soldi sono di tutti i cittadini e che vengono dai loro sacrifici e dal loro lavoro. Oltre a tutto questo, si è dimostrato sovrastimato l'effetto positivo della misura sui conti pubblici. Inoltre, in termini di efficienza di mercato, aliquote così alte aumentano i livelli di costo, perché il committente, di fatto, viene deresponsabilizzato e non ha interesse a negoziare per contenerli, non essendo partecipe della spesa. Ma oggettivamente il fallimento più grande, viste le criticità molto importanti che si sono generate negli ultimi anni, possiamo dire sia stato il modo in cui gli incentivi edilizi sono stati prima concepiti e poi gestiti, in particolare per ciò che attiene alle modalità di fruizione degli stessi, quindi alle detrazioni, allo sconto in fattura e alla cessione del credito.

Ricordate cosa disse, lo scorso luglio, in Parlamento, Draghi? Il nostro ex Premier, Mario Draghi, che, tra le altre cose, ricordiamolo, è stato governatore della BCE e dunque non si può dire non conosca la materia finanziaria, disse: Il problema sono i meccanismi di cessione. Chi li ha disegnati senza discrimine o discernimento? Sono loro i colpevoli di questa situazione in cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti. Ora bisogna riparare al malfatto, bisogna tirar fuori dai pasticci quelle migliaia di imprese che si trovano in difficoltà. Lo ha detto Mario Draghi.

Così il Governo Meloni è dovuto intervenire con decreto bloccando la cessione dei nuovi crediti fiscali derivanti dai bonus edilizi: con il passare del tempo, la situazione stava rischiando di diventare esplosiva, cosa che non potevamo permetterci. Personalmente, credo che serva coraggio ad essere responsabili, serva coraggio a rischiare di perdere consenso, ma è proprio questo che significa governare: fare scelte nell'interesse esclusivo della Nazione, non di una propaganda elettorale. Ritengo sia interesse di tutti evitare che, oltre alla crisi pandemica, a quella energetica e alla guerra, i cittadini italiani subiscano gli effetti di una nuova crisi finanziaria.

L'ammontare dei crediti cosiddetti incagliati ha raggiunto quota 19 miliardi di euro, una cifra enorme e un Governo responsabile non può far finta di nulla. È chiaro che, nel momento in cui di fatto si genera una moneta fiscale parallela, pensando così, in barba ai bilanci, di poter spendere e far spendere, come se nulla fosse, più soldi di quelli che si hanno in cassa, prima o poi, qualche problema di liquidità emerge; basta fare i conti, i conti che ci hanno insegnato in prima elementare.

Come legislatori, abbiamo il sacrosanto dovere di tutelare le casse dello Stato e salvaguardare i conti correnti dei cittadini; non possiamo trasformare quei crediti fiscali in una moneta parallela, né mettere sotto stress il sistema bancario, rischiando di compromettere i risparmi degli italiani. Detto ciò, dobbiamo considerare anche il rovescio della medaglia, ovvero quelle persone e quelle imprese che hanno investito denaro avviando la ristrutturazione edilizia, con l'aspettativa legittima poi di poter cedere il credito fiscale. Lungaggini burocratiche e incertezza normativa, da un lato, cassetti fiscali dei potenziali acquirenti saturi e soglie di solvibilità bancaria raggiunte, dall'altro, hanno impedito loro di cedere i propri crediti in tempo utile e ora si trovano in oggettiva difficoltà.

Ora, a prescindere da chi abbia la colpa degli errori del passato, occorre pragmaticamente affrontare la situazione anche perché, se guardiamo alle imprese, la mancanza di liquidità rischia di innescare fallimenti e produrre inadempimenti a catena. Bloccandosi i lavori con la mancata conclusione delle opere viene meno anche il presupposto dei crediti ceduti; si crea così una spirale negativa nella quale anche i cittadini rischiano di trovarsi strangolati. Come legislatori, non possiamo non tenerne conto. Manca la liquidità - vero - da immettere nel sistema e manca in un momento storico in cui le banche centrali adottano politiche restrittive, alzando i tassi di interesse, con l'obiettivo di frenare l'inflazione.

Questa situazione determina uno scarso interesse ad acquistare crediti, salvo vengano concessi grandi sconti sul prezzo di cessione. Questo squilibrio tra domanda e offerta di crediti di fatto riduce moltissimo l'efficacia degli incentivi; ecco spiegata l'utilità di bloccare il meccanismo della cessione dei crediti a partire dal 17 febbraio: ridurre l'eccesso di offerta. È chiaro però che ciò ha un impatto maggiormente negativo su diversi soggetti, in particolare gli incapienti e le partite IVA in regime di flat tax, che non possono detrarre alcunché: è un problema che in diverse sedi abbiamo segnalato e che ci auguriamo venga affrontato dal Governo a stretto giro. Il Governo è sicuramente sensibile al tema, come ha dimostrato, accogliendo le nostre proposte di deroga per gli IACP (Istituti autonomi per le case popolari), le ONLUS, le associazioni di promozione sociale, nonché gli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche o per i lavori su immobili colpiti da eventi sismici e l'alluvione delle Marche.

Positiva è, inoltre, a nostro avviso, anche la possibilità per i contribuenti di spalmare su 10 anni, anziché 4, superbonus e sismabonus, permettendo a chi ha redditi bassi di assorbire il credito senza perderlo. La situazione è estremamente complessa e delicata e probabilmente si renderanno necessari ulteriori interventi legislativi.

L'efficientamento energetico degli edifici, che costituisce anche l'obiettivo del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima, approvato nel 2019, rimane comunque un obiettivo da perseguire. L'ottica con cui però vengono concepiti e resi operativi gli incentivi edilizi per l'efficientamento energetico e la prevenzione del rischio sismico deve necessariamente cambiare.

L'incentivo deve essere proporzionale al miglioramento raggiunto in termini energetici e/o sismici e deve tener conto delle fasce meno abbienti, risultando maggiore per la prima casa, e non nullo - considerato che l'IMU si paga -, ma sicuramente inferiore per le successive, secondo un criterio di equità sociale. Oltre a un riordino in termini di semplificazione e razionalizzazione di tutte le forme di incentivo attualmente usufruibili generate da un accavallarsi di interventi per lo più di natura straordinari, è necessario individuare soluzioni di natura strutturale, che prevedano regole chiare e stabili nel tempo, in modo da ridurre i rischi di chi decide di investire. Al tempo stesso, nette e certe dovranno essere le sanzioni per chi abuserà dei nuovi meccanismi previsti. Servono maggiori controlli, perché non vogliamo più sentire notizie di finti lavori di ristrutturazione su case inesistenti o intestate a persone morte o megatruffe di miliardi di euro. Sì, miliardi di euro, avete capito bene, come quella da 3,2 miliardi scoperta, giusto l'altro giorno, dalla Guardia di finanza ad Asti e Avellino.

Finisco, Presidente: alla luce di tutto questo, dichiaro, a nome del gruppo Noi Moderati, voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente, rappresentante del Governo. Onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, il decreto che siamo chiamati oggi a votare e su cui il Governo ha chiesto l'ennesima fiducia è un gran pasticcio. È una norma, quella del superbonus, che è stata cambiata per ben 28 volte; non so come possiamo dare certezza non solo alle imprese, ma anche ai cittadini, che, con questa modalità, guardano con poca fiducia, anche con molti dubbi, quando lo Stato, il Parlamento approvano leggi; quindi, le guardano con molta diffidenza. Non è un modo serio di legiferare, non è un modo serio di affrontare una grande questione come quella del risparmio energetico.

Non vi è alcun dubbio che il superbonus, così com'è stato concepito, presentava alcune criticità. Noi le individuiamo in tre punti, ed è bene dirlo, per onestà intellettuale. La prima è che si consentivano gli interventi di ristrutturazione edilizia per il risparmio energetico a chi i soldi già ce li aveva. In sintesi - pronuncio una parola che, in quest'Aula, ad alcuni non piace - a chi è ricco. In secondo luogo, perché non individuava le priorità dove prevedere gli interventi, ovvero andavamo a intervenire sulle classi energetiche più energivore? Questo non è stato fatto, e quindi questa è un'altra criticità. La terza criticità è che su alcuni punti i processi di decarbonizzazione non venivano affrontati. Nel momento in cui noi ci dobbiamo liberare dalla dipendenza delle fonti fossili, non potevamo incentivare le caldaie a gas, le sostituzioni delle caldaie a gas con altre a gas, e questo purtroppo è accaduto.

Detto questo, però, demolire tout court un intervento come quello del superbonus edilizio da parte del Governo, senza avere un'idea di qual è la politica di riforma è francamente incredibile, devo dire anche irresponsabile, da parte del Governo, che dimostra di non avere un'idea di come affrontare una grande questione come quella del risparmio energetico che oggi viene posta con forza dall'Europa.

Però, è evidente che noi sappiamo perché questo sta accadendo; perché questa è una maggioranza che tenta di costruire, da qui alle elezioni europee, una narrativa, una descrizione che sta facendo della lotta contro le politiche sul clima, contro l'ambiente, uno degli elementi fondativi e fondanti della prossima campagna elettorale della destra in questo Paese, ovvero essere contro il risparmio energetico, contro le politiche sul clima, l'auto elettrica, perché si dice: “ma è un attacco all'economia, un attacco ai cittadini”, quando, in realtà, è esattamente il contrario, quando, in realtà, oggi già esiste una patrimoniale sulle case degli italiani, che sono le bollette che gli italiani hanno pagato in maniera quadruplicata o quintuplicata, e di cui ancora oggi gli stessi italiani subiscono gli effetti. Di questo non dite nulla, e noi sappiamo perché; perché voi avete fatto una scelta di campo incredibile, e quando dico voi mi riferisco alla destra che governa questo Paese. La scelta di campo che avete fatto è quella di tutelare gli interessi delle grandi società energetiche. Questo è il punto centrale su cui non si può sfuggire davanti alla responsabilità verso gli italiani e le italiane che ci stanno vedendo, che hanno il diritto di capire e che si interrogano: “ma perché ho dovuto pagare una bolletta di importo quattro volte maggiore rispetto a quella che pagavo un anno fa?”. O davanti alle imprese, agli artigiani, ai piccoli artigiani, che hanno avuto bollette che sono di importo più alto del loro fatturato. Perché questo è accaduto? Su questo voi avete avuto un ruolo determinante. La Presidente Meloni si è assunta la responsabilità di fare una scelta di campo, che è stare dalla parte di queste società energetiche che hanno realizzato profitti incredibili, oltre 40 miliardi di euro.

Alcuni giorni fa, Presidente Fontana, glielo chiedo qui formalmente, ho presentato un'interrogazione qui, in Aula, e il Governo ha ritenuto di non rispondere su un punto. Al di là che si può essere o non essere d'accordo, avevo chiesto al Governo di rispondere se, ad esempio, il dottor Filippo Giansante, presidente della SACE, organo assicurativo del Ministero dell'Economia che dà garanzie economiche per gli investimenti delle fonti fossili, fosse in conflitto di interessi, perché la SACE, in questi anni, ha dato oltre 13,7 miliardi di euro di garanzie economiche, a partire dall'ENI e altri. Non ho avuto risposta, ma sa perché? Perché il dottor Filippo Giansante è membro del consiglio di amministrazione dell'ENI. Ma come è possibile che chi oggi dà la garanzia economica per fare gli investimenti sulle fonti fossili possa essere colui che poi riceve quelle garanzie? Presidente Fontana, non mi hanno risposto. Sono un parlamentare della Repubblica e non è possibile che il Governo venga in quest'Aula e non risponda su un tema così rilevante (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), lo ritengo inaccettabile e gli ripongo questa questione.

Detto questo, sa perché la Meloni ha fatto una scelta di campo? Ha fatto una scelta di campo, ed è bene che gli italiani, le italiane, le imprese e gli artigiani sappiano quello che sto per dire. Avete approvato un decreto che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 marzo. All'articolo 5, comma 2, c'è un regalo che viene fatto con i soldi dei contribuenti, degli italiani. Non sto facendo il populista, non sono capace a farlo, perché è la realtà. Sono stati dati 404 milioni di euro alle società energetiche, per fare loro uno sconto sulla tassa degli extraprofitti. Non solo avete ridotto la tassa del Governo Draghi, che ammontava a circa 10,8 miliardi, e la Presidente Meloni l'ha abbassata a 2,5, ma oggi, con la copertura economica che viene data, si chiede agli italiani di dare ulteriori 404 milioni di euro di sconto. Ma stiamo scherzando? Ma come è possibile tutto ciò? Una volta loro si definivano destra sociale, adesso non so come possiamo chiamarli, destra di élite, forse questo sì, probabilmente è una destra di élite. Non vorrei, per ironia, che tra poco noi dovremo lanciare una colletta per l'ENI e tanti altri, perché necessitano di risorse, non paghi di avere ricevuto tutti questi grandi denari attraverso questa speculazione sul gas.

Tutto ciò mi porta a dire una cosa, che la politica energetica, che è strettamente legata alla politica del risparmio energetico, nel nostro Paese non la fa questo Governo. La sede del Governo non è più a Palazzo Chigi; la sede del Governo si trova a piazza Enrico Mattei n. 1, dove ha sede l'ENI, che oggi fa la politica energetica di questo Paese e detta le condizioni, facendo pagare un duro prezzo economico agli italiani. La Presidente Meloni racconta che il superbonus è costato 2.000 euro a italiano; tanta foga nel difendere i conti pubblici. Mi ricordo ancora la Presidente, quando c'era, ahimè, la pandemia, il COVID, il lockdown, che faceva i video in cui diceva: “Con noi basterà un clic e sul tuo conto corrente arriveranno 1.000 euro”. Insomma, le vie del Signore sono infinite? Si cambia idea rapidamente? Chissà che cosa si fa per andare a governare? E quant'altro, ma c'è anche un limite alla retorica e alla propaganda.

E questa è anche propaganda, perché, se si dice che il superbonus è costato 2.000 euro a italiano, chiedo a questo Governo la ragione per la quale, con i soldi degli italiani e delle italiane, noi dobbiamo dare 41 miliardi di euro di sussidi pubblici di fonti fossili ogni anno alle società energetiche. Sono fondi perduti, che vengono dati con i soldi degli italiani, 41 miliardi di euro.

Quelli vanno bene, gli altri non vanno bene. Dopodiché, dimenticate? So che il tema del cambiamento climatico e dell'inquinamento non interessa e che c'è un approccio di chi, da una parte, si definisce pragmatico e di quanti, dall'altra parte, ideologici, ma i costi per l'inquinamento nelle nostre città oggi sono tra i 273 e i 433 miliardi di euro - questo interessa o non interessa? - e 74 solo in Italia.

In conclusione, signor Presidente, state litigando su tutto, così come sul PNRR. Salvini dice che è colpa del precedente Governo, ma la Lega di quali Governi faceva parte prima? Ha governato per 5 anni, dal 2018, e oggi dice che è colpa dell'altro Governo. C'è una grande confusione su tali questioni. Infine, mentre voi, o meglio il Governo, si accinge a spendere 10 miliardi di euro per fare il Ponte sullo Stretto, per soddisfare l'ego ipertrofico di un Ministro che non dice la verità al Paese su questa opera assolutamente dispendiosa, state demolendo le politiche sul risparmio energetico e non avete un'idea e una visione per il futuro dell'Italia. Per queste ragioni noi voteremo contro questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Barba. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BARBA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, l'intera vicenda del superbonus, che è una vera e propria saga con 24 e più sequel, di cui possiamo scommettere non abbiamo ancora visto la fine, ben si presta a comprendere il problema della politica italiana e di questo bipolarismo che si è trasformato in un bi-populismo. Rivediamo brevemente la sintesi delle puntate precedenti: pandemia, decreto Rilancio, grandi iniezioni di liquidità pubblica per stimolare l'economia. Questo è il contesto in cui arriva il superbonus, un contesto che apparentemente lo giustifica, contesto nel quale - lo voglio dire fin da subito - una forza politica si appropria di questa misura, rendendola propria, ben oltre l'emergenza COVID-19. Cosa non andava nel superbonus? La percentuale, 110 per cento, che, come abbiamo capito tutti, ha impedito di esercitare un contrasto di interessi, facendo stabilire il prezzo dalla sola offerta, quindi, facendo lievitare i prezzi e saturando il mercato a tappo. Tutto questo si è portato dietro un problema ancora più grande; è stato come dirottare il traffico autostradale su una strada di campagna, perché abbiamo utilizzato misure di bonus, provenienti dagli anni precedenti, che non erano perfette, colleghi, e che non hanno retto all'urto di un così ampio cambiamento del target che le utilizzava. Lì abbiamo lavorato per aiutare i cittadini e le imprese a superare le insidie di questi trabocchetti, ma la vera novità di quel provvedimento fu la cessione del credito, aspetto di cui oggi ci occupiamo con il decreto, che ne stabilisce la fine o quantomeno una sospensione. La possibilità di cedere il credito di imposta così elevato consentiva, infatti, nella volontà dei proponenti, di anticipare tutta la liquidità, consentendo l'intervento anche a chi non avesse la possibilità di pagare immediatamente. Sostanzialmente consentiva di dire, per chi voleva andare oltre la crisi della pandemia: lo Stato vi farà la casa gratis, tutto gratis! Ecco “gradisca”, come farebbe dire Fellini ai protagonisti di questa amara vicenda, molto amara per quei cittadini che hanno creduto a questo invito: gratis, Gradisca.

Oggi siamo qui a fare i conti con questa situazione. Non era forse un nobile intento, ancora oggi di grande attualità, intervenire per mettere in sicurezza le case dal punto di vista sismico ed energetico, consentendo a tutti di poterlo fare? Certo che lo era! Qua arriva però il primo schiaffo, che la realtà si è incaricata di dare al populismo, a uno dei due populismi: le risorse sono finite e, in quanto tali, prima o poi finiscono. Il secondo schiaffo: di buone intenzioni è lastricato l'inferno. In questo caso all'inferno, forse, è il caso di aggiungere il girone dei faciloni. Se si interviene, mettendo in connessione soldi pubblici e mercato, come è giusto e sacrosanto in certe situazioni, bisogna saperlo fare conoscendo a fondo i meccanismi che si stanno andando a toccare. La cessione del credito illimitata ha consentito, di fatto, di poter trasformare un credito pluriennale in immediata liquidità e su questo meccanismo si sono infilate le truffe. Non importa relativamente a quale bonus: questa corsa all'oro, disseminata di ostacoli normativi e burocratici, dovuti all'impostazione di cui abbiamo parlato, chi volete che abbia favorito? Chi dispone di capitali e capacità di risolvere le questioni giuridiche e intricate, nonché di assumersene i rischi, oppure i poveri, che si diceva di volere aiutare? Chi volete che abbia favorito? A completare l'opera, la scelta di non mettere un cap, un tetto. Oltre a non aver dato un criterio selettivo né sui soggetti né sull'oggetto dell'intervento, non aver messo un cap a questo tiraggio ci ha portato alla situazione di oggi. Il populismo di un polo, di fatto, ha voluto una misura per i poveri ed ha prodotto una misura per i ricchi, compromettendo per il futuro analoghi interventi proprio per i più poveri. Al di là delle più che legittime dispute su quanto questa misura possa aver determinato l'aumento del PIL, quindi maggiori entrate per lo Stato, non si può certo sostenere, visto l'entità del buco, che possa essere protratta indefinitamente. Eccoci, allora, al punto che conduce al secondo populismo, quello odierno. Con tutti i macroscopici errori, che abbiamo evidenziato e che costituiscono il nucleo della misura superbonus, si poteva ritenere motivata e necessaria questa spinta all'economia nel settore dell'edilizia, nella chiarezza del fatto, però, che non si poteva ritenere certo fosse una spinta per i poveri e non per i ricchi, come in realtà è stato. Ecco perché a un certo punto la storia assume, dal nostro punto di vista, contorni bipolari, questa volta dal punto di vista psichiatrico. Infatti, l'arrivo del Governo Draghi aveva messo sul tavolo queste incongruenze. Appare quantomeno incomprensibile allora che, alla prima legge di bilancio del Governo Draghi, che proponeva di limitare gli interventi esclusivamente alle prime case delle persone con un reddito basso, la forza che più si è opposta a questa misura, è proprio la forza che diceva di volerla per i poveri. Questo dato ha divaricato la nostra analisi rispetto alla misura del superbonus e ci ha portato all'oggi. Fu proprio il Governo Draghi che, una volta emerse le truffe, intervenne con un decreto per limitare il numero di cessioni del credito e, da quel momento, la storia iniziò a virare fino alla puntata odierna. In quell'occasione venne a riferire, proprio qui, il Ministro Daniele Franco e io ebbi modo di dire: Guardi bene, Ministro, che non siano i cittadini onesti a rimetterci in questa situazione. Ricordo ai signori del Governo cosa accadde lo scorso 20 luglio 2022. Il Ministro Giorgetti, che oggi non è in Aula, era presente nell'Aula del Senato in quel momento. La caduta del Governo Draghi avvenne anche a seguito di queste tensioni sul superbonus e vi ricordo quali furono le ultime parole pronunciate. Sono già state ricordate, ma forse non capendo quale fosse il suo intento. Quanto al superbonus - diceva Draghi il 20 luglio - sapete quello che ho sempre pensato, ma il problema non è il superbonus, sono i meccanismi di cessione che sono stati disegnati; chi ha disegnato quei meccanismi di cessione, senza discrimine e senza discernimento, in cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti, è lui il colpevole di questa situazione. Ma Draghi - e veniamo al vostro provvedimento - concludeva: “Ora bisogna riparare al malfatto, bisogna tirar fuori dai pasticci quelle migliaia di imprese che si trovano in difficoltà”. Ecco, signori del Governo, la vicenda è tutta qua. Da quel giorno i due opposti populismi si rinfacciano le responsabilità: chi di aver creato una misura abominevole, chi di averla fermata. Il fatto è, signori del Governo, che i Governi si succedono, ma rimane lo Stato, che voi sembrate continuare ad ignorare.

Nel rispetto delle leggi dello Stato, cittadini e imprese hanno fatto onestamente la propria parte, ma quello che era chiaro a Draghi - ossia “tiriamoli fuori dai pasticci” - oggi, non è chiaro a voi, signori della maggioranza, che giocate sulla pelle dei cittadini e finite anche voi per tradire le vostre intenzioni, voltando le spalle alla parte produttiva del Paese. Mentre voi vi lanciate reciproche accuse, noi perseveriamo nel quotidiano lavoro di chi dalla realtà non vuole fuggire, con la salvaguardia dei conti pubblici e il rispetto dei diritti di cittadini e imprese.

Abbiamo chiesto con insistenza una soluzione, durante i lavori della Commissione. Sarebbe stata molto semplice e avrebbe consentito peraltro al sistema bancario di svolgere il compito che la Costituzione affida agli istituti di credito: mi riferisco alla soluzione degli F24. Avete voluto girarvi dall'altra parte, lasciandoci addirittura il dubbio che vogliate guadagnare spazi di bilancio per le vostre costose politiche sulla pelle delle imprese e dei cittadini.

Concludo, signor Presidente. La Commissione ha svolto un ottimo lavoro di rifinitura, ma l'atto finale di rifiuto di una soluzione per i crediti incagliati e la ridicola, scandalosa, misura che sceglie di ipotizzare uno scarico di eventuali incagliati sul 2028, cioè nella prossima legislatura, segnano in maniera pesante e negativa questo passaggio in Aula.

Per queste ragioni, signor Ministro, signori del Governo, onorevoli colleghi, annuncio il voto negativo di Azione-Italia Viva-Renew Europe (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rubano. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MARIA RUBANO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, siamo giunti al termine di un lungo esame nel quale sono state espresse tante opinioni condivisibili, anche da parte dei colleghi delle opposizioni. Prima di illustrare le motivazioni per le quali Forza Italia voterà convintamente a favore di questo decreto-legge, per meglio inquadrare la questione nel suo complesso, è doverosa qualche premessa politica.

Il Governo Meloni è in carica da cinque mesi, periodo nel quale questo Governo e la maggioranza che lo sostiene sono stati costantemente costretti a lavorare in emergenza. La prima di queste è stata la legge di bilancio, messa in campo in poche settimane e con una situazione economica generata dalla guerra che ha imposto di destinare i due terzi delle risorse della manovra a calmierare il costo di bollette ed energia. Nel corso di questo periodo, sono venuti al pettine i nodi di provvedimenti varati nella scorsa legislatura e che all'alba di quella attuale hanno mostrato la corda, costringendo il Governo a porvi riparo.

Mi riferisco certamente al reddito di cittadinanza, una misura che all'atto pratico non si è rivelata altro che un sussidio a fondo perduto che allo Stato è costato 8 miliardi di euro l'anno senza generare lavoro.

L'altro provvedimento messo in campo dal Governo giallo-rosso e al quale noi abbiamo dovuto porre rimedio è il cosiddetto superbonus, una misura non adeguatamente valutata ed in alcuni casi scritta male, che potremmo paragonare a una sorta di doping. Infatti, nell'immediato ha oggettivamente prodotto un effetto positivo, imprimendo un forte rilancio nell'economia del Paese, ma proprio come il doping, che genera forze ed energie che poi danneggiano l'organismo, il superbonus trainava il settore edilizio con un booster che generava miliardi di crediti che lo Stato avrebbe dovuto onorare. Questa misura, che con lo sconto in fattura consentiva ristrutturazioni gratis oppure di riavere indietro il 10 per cento in più di quanto speso, ha generato una bolla gigantesca che inevitabilmente era destinata a scoppiare.

In questo senso, è stato molto opportuno ed efficace il riferimento effettuato dal nostro collega, l'onorevole Fabrizio Sala, ai mutui subprime e al fallimento di Lehman Brothers, perché si trattava di un meccanismo che atteneva più al Paese di Bengodi che all'economia reale. La montagna di debito per lo Stato generata da tutti i bonus edilizi ammonta a 120 miliardi, dei quali il 60 per cento riguarda il superbonus. Già questa esposizione avrebbe giustificato un intervento riparatore: a renderlo inevitabile è intervenuta la nuova classificazione del deficit sui crediti d'imposta adottata da Eurostat e recepita da Istat.

Se prima il deficit di un credito d'imposta di 100 milioni spalmato su cinque anni era calcolato in 20 milioni l'anno, con il nuovo criterio l'intero onere è stato addebitato tutto sul primo anno in cui il credito viene generato. Detto in parole molto più semplici, significa che, se il Governo non avesse adottato questo decreto, lo spazio di deficit per il 2023 sarebbe stato completamente esaurito, impedendo per l'intero anno l'adozione di qualsiasi misura economica. Ad esempio, non sarebbe stato possibile varare un nuovo decreto volto a calmierare i costi dell'energia e, dunque, delle bollette. Quando si interviene, come il Governo è stato costretto a fare, in emergenza, qualche errore è sempre possibile. Per questo è fondamentale il ruolo del Parlamento. È stato proprio qui in Parlamento che le forze politiche in maniera trasversale con la collaborazione del Governo hanno lavorato per risolvere i principali problemi.

Vediamo, dunque, le principali criticità che abbiamo risolto. Terremoto: il decreto aveva bloccato la cessione dei crediti e lo sconto in fattura anche per il sisma bonus nei territori del cratere. Grazie agli emendamenti approvati in Commissione, tra i quali quelli di Forza Italia e del centrodestra, le restrizioni previste dal decreto non si applicheranno ai territori colpiti dai vari terremoti e neppure a quelli devastati dall'ultima alluvione verificatasi nella regione Marche.

Barriere architettoniche: anche in questo caso, i lavori che serviranno a rimuoverle, non solo, continueranno a godere di una detrazione del 75 per cento, ma il credito maturato potrà continuare ad essere ceduto. Anche in questo caso, Forza Italia era presente con numerosi emendamenti e sul punto consentitemi una digressione. Forza Italia è profondamente convinta che sia arrivato il momento di avviare una politica strutturale volta a rimuovere su tutto il territorio nazionale le barriere architettoniche (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

Tornando al decreto e alle modifiche approvate in Commissione, siamo intervenuti per cercare di limitare gli effetti del blocco della cessione dei crediti e dello sconto in fattura sulle persone con i redditi più bassi e, dunque, con meno capienza fiscale. In questo senso, la norma che consente di usufruire delle detrazioni fiscali non più su un arco di quattro ma di dieci anni è di grande importanza, perché consentirà a molti di recuperare le spese sostenute per le ristrutturazioni edilizie sotto forma di minori tasse.

C'è, poi, la norma sulla cosiddetta remissione in bonis, che consente più tempo, prezioso in questa condizione, per comunicare all'Agenzia delle entrate l'esercizio della cessione del credito in favore delle banche. È stata introdotta anche la possibilità di modificare successivamente la CILA presentata regolarmente entro i termini. Infine, come è ormai noto, per le abitazioni unifamiliari è prevista una proroga - lo ripeto, una proroga - fino al 30 settembre.

Questi che ho appena citato, oltre ad altri, sono interventi concreti, volti a risolvere criticità molto concrete che il decreto aveva prodotto.

Non voglio sfuggire a quello che nel corso dell'esame in Commissione è stato ribattezzato, con copyright del Sottosegretario Freni, “l'elefante nella stanza”, il grande problema delle cessioni dei crediti. Noi di Forza Italia, che abbiamo nel DNA la cultura di Governo, non ci nascondiamo dietro il dito del politicante. Questo problema non è ancora stato risolto, ma il Governo sta lavorando con il contributo della maggioranza per trovare una soluzione. C'è la norma già inserita nel decreto che consente agli istituti di credito di compensare i crediti con l'acquisto dei titoli di Stato. È in corso di definizione, come annunciato dal Ministro Giorgetti, il meccanismo della piattaforma per agevolare una maggiore circolazione dei crediti che ad oggi sono in esubero.

In politica come nella vita contano i fatti. E se io mi spoglio per un momento del ruolo di deputato di una forza di maggioranza e guardo a quanto è avvenuto in Commissione e a quanto avverrà tra poco con il voto, i fatti dicono che è stato fatto un buon lavoro. Che due gruppi di opposizione si siano astenuti in Commissione - e credo che, a breve, confermeranno l'astensione qui in quest'Aula - è un fatto, e significa che questo decreto è stato oggettivamente migliorato. Se il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra in Commissione e in discussione generale ha detto che, nel merito, il testo licenziato dalla Commissione era positivo e il voto contrario è stato giustificato con una questione di metodo - l'assenza del Ministro - ci troviamo di fronte ad un altro fatto.

C'è certamente l'opposizione legittima del gruppo 5 Stelle, ma lasciatemi dire che la potremmo definire un'opposizione dura in favore di telecamera, perché in Commissione finanze, se posso citare il presidente Conte, che è persona di esperienza e cortese, il gruppo 5 Stelle è stato schienato sul lavoro, così come tutti i gruppi, e più che schierato pugnacemente contro questo decreto, come ha fatto in Aula, appunto in favore di telecamera.

Concludendo, Presidente, Forza Italia è convinta che nel corso di quest'esame parlamentare sia stato fatto un buon lavoro e molti problemi siano stati risolti. Noi, orgogliosamente, riconosciamo il ruolo che abbiamo svolto, ma riconosciamo anche la grande collaborazione che c'è stata da parte di tutti, Governo, gruppi di maggioranza e anche di opposizione. Un grazie sentito va al presidente della Commissione finanze, il collega Marco Osnato, al relatore Andrea De Bertoldi, al Sottosegretario Freni e a tutti i gruppi di maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Fratelli d'Italia). Un ringraziamento va anche ai funzionari del gruppo legislativo della VI Commissione (Finanze), per il dispendio di energie quotidiane e la competenza che hanno posto in essere in questi giorni.

È per questo che dichiaro convintamente il voto favorevole del gruppo Forza Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi e componente del Governo, che il nostro voto sarebbe stato contrario su questo provvedimento noi l'abbiamo annunciato sin dalla nostra pregiudiziale. Guardi, il motivo è molto semplice. Il motivo è che un decreto-legge viene emanato per urgenza. L'urgenza - e abbiamo sentito Fratelli d'Italia, Forza Italia e Lega - è quella di disincagliare i crediti di imposta dai cassetti fiscali delle imprese, quindi di sbloccare i crediti di imposta. Invece, cosa avete fatto? Avete decretato lo stop definitivo alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Dunque, partiamo da questo dato. Avete gettato ancora di più nel panico imprese e fornitori. Li incontrate? Noi, sì, li abbiamo incontrati e davvero non riusciamo a capire quale sia il motivo di questa follia, se non soltanto una vera e propria incapacità di poter risolvere il problema, un problema che spesso voi, in campagna elettorale, avete sollevato. E adesso cosa avete fatto? Voi, in soli 5 mesi, avete apportato modifiche peggiorative allo strumento, una cosa da record nella storia della Repubblica italiana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Su questo dovete vergognarvi! Poi, tra l'altro, una balla enorme è quella dei cittadini ricchi che ne approfittano. Ma quando mai! Sono stati gli stessi Ufficio parlamentare di bilancio e Banca d'Italia a dire che lo strumento non è regressivo e, quindi, tutela i meno abbienti. Ricordatevi questo: tutela i meno abbienti.

Ministro Giorgetti, oggi finalmente c'è. No, il Ministro Giorgetti non c'è nemmeno oggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non c'è nemmeno oggi! Ma lei, Sottosegretaria, lo vede il Ministro Giorgetti? Nemmeno un cartonato ci avete mandato, un ologramma per gli italiani che ci seguono. Non c'è nemmeno oggi. È dal 21 febbraio che noi abbiamo chiesto al Ministro Giorgetti un'informativa urgente per spiegarci una cosa, una sua invenzione: questo buco di bilancio c'è o non c'è? Mi sembra che si svegli la mattina, apra l'agenda Draghi, che sta scrivendo con la Presidente Meloni, legga il numero della paginetta e quello è il buco di bilancio che è stato generato dal superbonus (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma state scherzando? State scherzando? Ve lo diciamo noi, cari colleghi: il buco di bilancio non esiste. Sapete perché? Perché il nostro Ministro Giorgetti - lo abbiamo trovato - è il nostro falco in bilancio. Questo è tutto del Ministro Giorgetti.

Tra l'altro - scusatemi - Eurostat e Istat hanno fatto quasi a gara a spiegarvi che il meccanismo della cessione del credito non genera debito. Come ve lo devono spiegare più? Stanno usando veramente la formula del cucchiaino. Ma voi continuate a mistificare la realtà e spiace che a mistificare la realtà sia per prima la Presidente Meloni, quando, due settimane fa, in quest'Aula, ha detto che il superbonus ha generato un buco di 40 miliardi di euro e che addirittura costerebbe 2.000 euro a testa per ogni italiano, anche per chi la casa non ce l'ha. Ma sapete collegarvi al sito di ENEA? Sapete scaricare un report per scoprire che, al 28 febbraio 2023, le detrazioni riconosciute da superbonus erano pari a 75,4 miliardi di euro e che di queste la stragrande maggioranza rientra sotto forma di gettito fiscale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Se non lo sapete fare, venite da noi: vi aiutiamo, perché è molto semplice.

Dovete smetterla di dire bugie. Gli italiani non sono stupidi e non è ripetendo mille volte una bugia che questa diventa verità, perché le verità, cari colleghi, sono ben altre: le verità sono i benefici occupazionali, ambientali, economici e sociali. Ve ne cito alcuni: è stato generato quasi un milione di posti di lavoro, vi sono stati quasi 1.000 euro di risparmio in bolletta per chi ha usufruito del superbonus 110 per cento e c'è stato più di un miliardo di metri cubi di gas risparmiato. Questi sono risultati chiari, che finalmente l'Europa ha capito e ora sta seguendo la stessa strada con la direttiva Case green, che voi ovviamente ostacolate.

Però, è veramente strano, perché lo stesso Ministro Giorgetti, che ovviamente oggi in Aula non c'è, sabato 1° aprile, a Cernobbio, nel corso del Forum Ambrosetti, si è affrettato a dire che questi crediti (parlava dei crediti fiscali da bonus) vanno a interessare meno del 5 per cento del patrimonio immobiliare. Però, attenzione anche su questo punto. La Presidente Meloni, due settimane fa, ha parlato del 4 per cento (almeno mettetevi d'accordo sui numeri). Però, che cosa voglio significare? Che con il 5 per cento, poiché sono stati interessati praticamente due anni, l'obiettivo della direttiva Case green, secondo l'informativa che ci ha dato il Ministro Giorgetti a Cernobbio, si raggiungerebbe in tre anni - in tre anni! - e saremmo i primi in Europa a ottemperare alla direttiva Case green (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo sì che sarebbe un grande risultato!

Però, io voglio tornare su quei risultati che non sono stati mai raccontati, perché ci siamo fermati soprattutto alla parte imprenditoriale, lavorativa, occupazionale e ambientale. Allora, ve lo diciamo noi. Stiamo parlando dell'emersione del lavoro nero. Avete capito? Grazie al meccanismo della cessione dei crediti di imposta è impossibile poter lavorare in nero, perché si deve, per forza di cose, fatturare. Questo lo capisce anche un bambino. Parliamo di una filiera intera che è trasparente e tracciabile. Sì, la trasparenza, quella a voi sconosciuta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), dato che siete andati in Europa a richiedere l'aumento del tetto del contante a 5.000 euro, la limitazione del POS e il depotenziamento delle intercettazioni telefoniche. È questo quello che avete fatto. Invece no, perché i risultati sono enormi. Continuate a parlare di rincaro di materiali. Ma cosa state dicendo? In Europa l'indice di crescita dei prezzi dei materiali edili è del 20 per cento, come media; in Italia è di poco superiore al 9 per cento; in Germania è del 24 per cento. Allora, cosa sto dicendo? Che i lavori edili sono aumentati mediamente del 20 per cento? No, signori cari, sono aumentati molto meno, perché il riconoscimento del lavoro fatto all'impresa, come quello del compenso dato al professionista, non fa riferimento alla materia prima edile, ma fa riferimento ai tariffari regionali che l'ente pubblico ha pubblicato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È a questi che si fa riferimento. È ai decreti ministeriali dei poveri professionisti, che sono stati sfruttati per tanti anni e finalmente ora sono stati ben pagati. Anzi, voglio dire la verità: sono stati pagati con dignità. Per noi, quell'investimento è dignità salariale, tutela e sicurezza dei lavoratori nei cantieri. Invece, per voi quello è un costo. Vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Non possiamo votare questo provvedimento anche per un altro motivo, che è molto importante: perché voi, maggioranza, siete gli esecutori di un tradimento che stanno portando avanti, in Italia, il sistema istituzionale e il sistema bancario dell'austerità, di cui voi fate parte. Questo ve lo spiego con i numeri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La vostra austerità è priva di una visione di investimento e di politica anche di costruzioni nel nostro Paese. Noi, invece, andiamo in tutt'altra direzione. Eppure, anche questo caso è stato spiegato, chiaro e tondo, sia da Istat che da Eurostat - ma, se volete, fate Eurostat e Istat -, che hanno certificato che il meccanismo di cessione dei crediti è assolutamente sostenibile ed efficace. Invece, voi preferite una politica austera, una politica che sta portando a un PIL da prefisso telefonico, alla recessione, una politica contro l'ambiente e a protezione dei colletti bianchi. È questo ciò che state facendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ma la cosa drammatica è che state minando la credibilità dell'Italia, la sua credibilità (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché voi cosa state facendo? Avete acconsentito a un sistema in cui lo Stato e il Governo hanno dato una parola e poi questa è venuta meno nei confronti dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma quale investitore verrà in Italia a lavorare? E questo per colpa vostra! Ma ormai, soprattutto quando si parla di Piano nazionale di ripresa e resilienza, il giochino, cari colleghi, l'hanno capito tutti, lo hanno capito tutti gli italiani: ma vuoi vedere che è colpa del presidente Giuseppe Conte, che ha portato 209 miliardi in Italia, ed è merito vostro non saperli spendere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Abbiamo capito tutti questo giochino.

Ci troviamo in un momento in cui dovremmo costruire scuole, ospedali, caserme, impianti sportivi e, invece, abbiamo migliaia di edifici sotto sequestro da milioni di metri quadri di ponteggi e centinaia di migliaia di lavoratori con braccia incrociate che non possono lavorare. Ma cosa ci vuole a capire che veramente l'emergenza delle emergenze è quella lì? Come fate a non capire che dovete emanare un DL Sblocca-crediti? Questo dovete fare, è semplicissimo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Però, il Governo della retromarcia ha riprovato a mettere la retromarcia. Mi ricordate, in termini pasquali, la processione dei misteri che si tiene a Sessa Aurunca, in provincia di Caserta. Venerdì la faranno: si fanno due passi avanti e uno indietro. E così il Ministro Giorgetti fa un passo indietro. A Cernobbio dice: “non nego che il superbonus abbia contribuito alla ripresa economica ed è importante continuare a sostenere il settore edilizio”. Ma come? L'ha detto il 1° aprile: era un pesce d'aprile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

Presidente, mi avvio verso la conclusione. Vorrei fosse chiaro che per noi ci sono tanti motivi per cui votare “no” a questo provvedimento, ma, se per voi non è chiaro, allora voglio dirvi che il “no” è dato dalla filiera edile intera che con questo caschetto (Commenti di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Onorevole Santillo, le chiedo cortesemente…

AGOSTINO SANTILLO (M5S). ...rappresenta un lavoratore, un imprenditore, un tecnico che oggi su quel cantiere non sono potuti andare, perché, grazie alle vostre scelte scellerate, quel cantiere oggi è chiuso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - I deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle mostrano caschi gialli di protezione e gilet arancioni di sicurezza).

PRESIDENTE. Cortesemente, togliamo quelle cose. Invito gli assistenti parlamentari ad intervenire (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente)

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bagnai. Ne ha facoltà. Colleghi, cortesemente, facciamo intervenire l'onorevole Bagnai. Prego, onorevole.

ALBERTO BAGNAI (LEGA). Grazie, Presidente. Mentre abbandonano l'Aula quelle tute, quei giubbotti assolutamente puliti che, evidentemente, non sono mai stati indossati da un lavoratore (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), mi avvio ad esprimere la dichiarazione di voto del mio gruppo che, naturalmente, è una dichiarazione di voto favorevole non per disciplina di partito o di maggioranza, ma per profonda convinzione.

Prima, vorrei ringraziare, con altrettanto profonda convinzione, i colleghi della VI Commissione che hanno lavorato a questo provvedimento e anche il gruppo che mi ha incaricato di intervenire in Aula. Un compito non particolarmente complesso, perché, su questo provvedimento, la Lega può rivendicare una linea di coerenza e di pragmatismo attraverso i vari Governi che si sono succeduti. Infatti, vorrei ricordare a me stesso - non mi permetterei mai di farlo rispetto ad alcuni oratori dell'opposizione - che nella XVIII legislatura la Lega non è sempre stata in maggioranza. Io mi ricordo una storia un po' diversa, quindi dire “avete governato per 5 anni” è una semplificazione che accettiamo nella foga - che non sembrava foga, a dire il vero - oratoria di chi ci ha preceduto.

Coerenza, perché, fin dal decreto-legge n. 34, la nostra posizione sul superbonus è stata di contrarietà. A me spiace, lo testimoniano gli atti parlamentari: chi non se lo ricorda, lo può andare a guardare. Era una contrarietà non faziosa, non indotta da una petulante dialettica Governo-opposizione per cui “siccome lo fate voi, noi siamo contro”: no, era una contrarietà ragionata, motivata. Noi ritenevamo che l'approccio adottato desse incentivi perversi, distorcesse il mercato e più volte, nei due Governi precedenti, in opposizione e in maggioranza, guidati sempre dalla bussola del buonsenso, abbiamo cercato di proporre dei correttivi, a partire da varie ipotesi di décalage.

Ma, alla fine, per dirla in breve, noi ritenevamo che il superbonus, come altre misure tampone del Governo giallo-rosso, più che essere quello che voleva apparire nelle intenzioni, ossia un modo per salvare il Paese, fosse un modo per mettere in difficoltà il futuro Governo di centrodestra. Questo tentativo, con questo decreto, possiamo considerarlo fallito.

Coerenza e responsabilità, ma anche studio e senso critico, perché, a sinistra, tanti continuano a sciacquarsi la bocca con il termine “Europa”, ma si resta sempre con la spiacevole sensazione che, in realtà, non sappiano di cosa parlano. Noi lo sappiamo, l'Europa la frequentiamo, la conosciamo, la studiamo ed è proprio per questo che non abbiamo mai fatto, in nome dell'Europa, proposte che l'Europa non avrebbe consentito di mantenere.

E il superbonus, un pochino, è anche questo, perché il risvolto finanziario del superbonus, cioè la circolazione illimitata dei crediti fiscali, poneva le basi di qualcosa che l'Unione europea, in tutta evidenza, non avrebbe mai accettato: la creazione di una moneta fiscale.

Io non sono qui per discutere i torti o i vantaggi di questo strumento, semplicemente voglio ricordare che, quando, nello scorso autunno, il Ministro Giorgetti ha ricordato con responsabilità che la cessione del credito era da considerarsi una facoltà e non un diritto, stava semplicemente mettendo in guardia, con la sua consueta lungimiranza, contro un esito facilmente prevedibile e che si è materializzato nell'ultima versione del manuale Eurostat sul debito pubblico. Questa versione, ve lo ricordo, ribadisce una verità lapalissiana, che dovrebbe essere evidente per tutti noi, che siamo, per quanto sia, cittadini della patria della partita doppia, della patria della moderna contabilità: nel momento in cui può circolare illimitatamente, un credito diventa moneta, cioè diventa un'attività finanziaria di qualcuno e, nel mondo della partita doppia, quindi, diventa anche necessariamente una passività finanziaria di qualcun altro, e quel qualcun altro è lo Stato. Questo è scritto nel manuale Eurostat.

Quindi, punto fermo: ognuno ha diritto alle sue opinioni - e qui ne abbiamo sentite tante - ma, purtroppo, nessuno ha diritto alla sua contabilità, altrimenti si finisce nei tribunali o si finisce sotto l'attacco dei mercati.

Le cose non funzionano così: nel mondo reale, i bilanci hanno un dare e un avere e con questa misura mettiamo in sicurezza il bilancio pubblico, tutelando, al tempo stesso, con criteri di proporzionalità e di ragionevolezza, l'affidamento di cittadini, famiglie e imprese oneste, che non meritano di essere penalizzati per aver fatto ricorso a una legge dello Stato. Quindi, il nostro discorso resta improntato a coerenza e senso di responsabilità.

Visto che è stato evocato, mi sia consentito di fare un passaggio sul tema del giorno che, per usare una parola un po' complessa, è assolutamente isomorfo a quello di cui stiamo parlando. Mi riferisco al tema del PNRR, che merita una riflessione. Infatti, anche il tema del PNRR ha suscitato, esattamente come il tema del superbonus, fin dall'inizio, le nostre perplessità nel merito e nel metodo. Nel merito, perché, fin dall'inizio, noi ci siamo posti il tema di quanto le priorità scelte in Europa, che il PNRR incorporava, fossero effettivamente compatibili con le esigenze del tessuto produttivo del nostro Paese. Faccio un esempio banale: chiunque il Paese lo giri sa che noi abbiamo bisogno di infrastrutture tradizionali, di strade. Nel PNRR non c'è un centesimo per queste cose; ci sono le smart road, ma sono un'altra cosa: sono i sensori messi sul ponte, così, quando cade, ti avvertono che sta cadendo. Ma non è di questo che abbiamo bisogno. Noi abbiamo bisogno di ponti che stiano su e, quindi, bisogna spendere in cemento, quell'orrenda cosa grigia, che, però, serve a mandare avanti l'economia e a far circolare le merci.

E siamo stati anche contrari nel metodo, perché non ci ha mai particolarmente convinto la fretta con cui il Piano di Conte è stato, poi, approvato dal Governo Draghi. Lo abbiamo detto: eravamo in maggioranza e lo abbiamo detto. Fra l'altro, in quell'approvazione, non è stata accolta alcuna delle tante cautele che la Lega aveva messo avanti, prima fra tutte, la richiesta di trasparenza sul costo dei finanziamenti che il PNRR ci porta a contrarre, e su questo ritorno subito (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Però, venendo all'isomorfismo, io vorrei far stare tranquilli i cittadini. Gli elettori devono sapere che, come oggi mettiamo in sicurezza il superbonus che fin dall'inizio non ci ha convinto, così metteremo in sicurezza anche il PNRR, ma ciò richiede un'operazione di verità e non di propaganda (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Il vero nemico del PNRR è chi continua a considerarlo come un totem e, quindi, a tabuizzare qualsiasi discorso sul PNRR, anziché chi, come questo centrodestra, lo considera come uno strumento e, quindi, in quanto tale, deve essere adattato alle circostanze. Il tema è molto semplice: gli eventi degli ultimi due anni, in particolare la crisi energetica e le tensioni inflattive, cui hanno contribuito - perché possiamo dirlo - alcune scelte strategiche sbagliate intraprese in sede europea, come quella di affidarsi esclusivamente alla Russia per il rifornimento di fonti fossili o quella di imporre tappe forzate per la transizione verso le fonti rinnovabili, ci pongono oggi in uno scenario totalmente diverso, in uno scenario inflattivo.

Io qui vorrei ribadire - in modo stilizzato, naturalmente, ma per essere efficace - quello che da sempre diciamo: è profondamente scorretto dire che, se i prezzi raddoppiano, con la stessa quantità di soldi si possono fare le stesse cose. Si può fare metà delle cose, e vanno anche scelte bene per evitare che si vada dietro a quelle scelte strategiche e ideologiche che già oggi ci hanno messo in difficoltà. Per questo, noi rivendichiamo di dovere e di potere criticare l'impostazione del PNRR in sede nazionale e anche in sede europea. Infatti, io qua voglio dirlo: preoccupa vedere la sinistra intenta nel solito giochino denigratorio di sparare addosso al Paese nel tentativo di mettere in difficoltà chi lo sta governando, quando chi lo governa è il centrodestra. Preoccupa anche perché è segno di una grave e profonda ignoranza dei fatti e delle cose. Il racconto di un'Italia in ritardo, di un'Italia “malato d'Europa” per colpa di questo Governo di centrodestra, si scontra contro la realtà dei fatti. Basta fare un giro sui siti della Commissione europea, basta andare sul Recovery and Resilience Scoreboard, e lì si vedrà, per esempio, che la Germania aveva circa una venticinquina di obiettivi da raggiungere nel 2022, ma da quel sito ne risultano raggiunti zero, la cifra tonda, d'accordo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Allora non è un problema solo nostro. Io vorrei esortare chi attacca l'Italia, facendo pensare che esiste un problema italiano, a considerare che presto questo sarà un problema tedesco, e quindi sarà un problema europeo, e quindi gli europeisti di complemento dovranno cambiare discorso. Vorrei che questo discorso, invece, venisse compreso subito. I prestiti NGEU per l'Italia hanno un tasso caratteristico: non è il 3 per cento, non è il 4 per cento, è il tasso da determinare, ancora non sappiamo quanto ci costa 'sta roba, e quindi sarà il caso di approfondire e di saperlo.

Concludo, sul superbonus le nostre proposte sono rimaste inascoltate per lunghi mesi, forse anche perché a qualcuno faceva comodo portare avanti un discorso più pagante in termini elettorali, il seducente discorso: ti rifaccio casa gratuitamente e poi ti sussidio perché tu possa restare sul divano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo weekend ci ha dimostrato che questo discorso ha meno smercio in certe realtà, che in altre. E la distinzione - ci tengo a precisarlo - non ha una radice etnica o antropologica, ma politica. Questo discorso non attacca dove i cittadini hanno potuto apprezzare la concretezza e lo stile di Governo del centrodestra, e in particolare - mi sia consentito di sottolinearlo - della Lega. Per questo motivo, ribadiamo il nostro convinto voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ne approfitto per salutare le studentesse, gli studenti e i docenti della scuola secondaria paritaria «Cappelletti-Turco» di Colognola ai Colli, in provincia di Verona, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Ha chiesto di parlare l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD-IDP). Onorevoli colleghe e colleghi, Presidente, ci troviamo oggi a discutere dell'ennesimo provvedimento improvvisato e sbagliato di questo Governo. Sbagliato nel merito, perché il superbonus del 110 per cento ha contribuito a evitare una grave recessione post pandemica, facendoci guadagnare qualche punto di PIL, ha significato investimenti e occupazione, ha consentito a chi non avrebbe mai potuto permettersi questi interventi il miglioramento di edifici dal punto di vista dell'efficienza energetica e della sicurezza sismica. Sbagliato poi nel metodo, perché, certo, come per tutte le misure di questo tipo, anche per il superbonus era giusto pensare a un rientro graduale nella normalità, ma qui si è fatto qualcosa di diverso. Con un tratto di penna si è tirata una riga su una legge vigente, sulla quale tante imprese e famiglie facevano affidamento. Si sono cambiate le regole del gioco in corso, cioè si è rotto quel patto con i cittadini, siglato dai precedenti Governi, che è stato infranto così, dalla sera alla mattina. Occorreva aggiustare il tiro, contrastare truffe e distorsioni, rimodulare la misura, così come fatta dai Governi precedenti. C'era, però, tutto il tempo di un confronto preventivo con le parti sociali e le imprese per calibrare i correttivi necessari. E invece avete scelto un'altra strada: avete scelto di cancellare immediatamente lo sconto in fattura e la cessione dei crediti di imposta, legate al superbonus e agli altri crediti edilizi. Ma come si fa a non capire che eliminare così all'improvviso le forme di utilizzo alternative alle detrazioni significa colpire la capacità di programmazione e lo spazio di investimenti per tutti gli operatori coinvolti? Non siamo noi a dirlo, lo hanno detto gli imprenditori in audizione alla Camera. Lo sanno bene, purtroppo, le famiglie, che si ritrovano con i conti saltati per aria. Vi siete domandati come mai i sindacati e gli industriali hanno lanciato lo stesso allarme? Si sono ritrovati d'accordo: il pericolo di chiusura per decine di migliaia di imprese, il rischio di fermare almeno 100.000 cantieri e di far perdere il lavoro a centinaia di migliaia di occupati nel settore edile e di altri comparti. Insomma, un provvedimento che sembra pensato, ancora una volta, per generare disoccupazione, aggravare la crisi sociale e colpire il PIL del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Un provvedimento che, per questo, ha incontrato subito la ferma opposizione del nostro gruppo, che si è battuto perché fosse modificato in modo radicale. È probabile che almeno in parte vi siate accorti del disastro compiuto, visto che per un mese abbiamo ascoltato le vostre rassicurazioni sul fatto che si sarebbero trovate soluzioni. Ma è stata un'attesa vana, perché, al di là di qualche pannicello caldo, che non cambia il senso di questo decreto e che lascia intatto il nodo dei 19 miliardi di euro di crediti incagliati, non si è visto nulla, com'è di abitudine, peraltro, come è successo con il decreto no rave, poi con le retromarce sulla legge di bilancio, tra pagamenti elettronici e tetto al contante, con la questione delle accise sui carburanti, e poi con l'inerzia e l'insensibilità di fronte al dramma dei migranti a Cutro.

La verità è che ieri eravate bravi, dall'opposizione, a parlare, a fare demagogia e a speculare cinicamente su ogni situazione. E oggi che siete al Governo, quando si tratta di dare risposte concrete, non siete capaci di darle (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). La nascita, il percorso e l'esito di questo decreto ne sono l'ennesima prova. Noi, in alcuni casi, siamo riusciti a farvi ridurre il danno, con la reintroduzione della cessione del credito per le case popolari, per il Terzo settore e per le agevolazioni relative all'abbattimento delle barriere architettoniche. E siamo riusciti a salvaguardare le aree terremotate, quelle alluvionate delle Marche, perché anche a questo eravate arrivati: pensare di estendere il blocco alle aree del cratere sismico del centro Italia, una scelta sciagurata e irresponsabile, che avrebbe consentito di fare la ricostruzione solo ai ricchi, a chi aveva una disponibilità di risorse proprie per completare i lavori. Certo, avremmo voluto anche salvare la cessione del credito e lo sconto in fattura per le famiglie con redditi fino a 40.000 euro e gli incapienti. Avremmo voluto allungare la misura e cancellare l'assurdo vincolo del 60 per cento dei lavori entro giugno per le case popolari. Avremmo voluto salvaguardare gli interessi e le esigenze degli italiani all'estero, ma non ci avete ascoltati. Però una cosa voglio dirla con franchezza: noi non accettiamo e denunciamo con forza la pratica dei debiti fuori bilancio, perché di questo si parla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Siamo un grande Paese e un grande Paese ha diritto a un Governo che faccia legittimamente le sue scelte e che, però, gestisca la cosa pubblica con correttezza e trasparenza, facendosi carico di queste scelte. Voi non lo state facendo. Avete voluto una norma, presentata in fretta e corretta ancora più frettolosamente, sulla possibilità per banche e intermediari finanziari, cessionari di credito, di utilizzarli per sottoscrivere titoli di Stato, a partire però dal 2028, quando questo Governo non ci sarà più. Non siete stati in grado di farvi quantificare la consistenza di un debito che sarà scaricato ancora una volta su chi verrà dopo e rifiutate il fatto di prendere in considerazione di prevederlo negli anni, invece, del vostro mandato. Questa sordità, questa presunzione di autosufficienza, abbinata all'inadeguatezza, è preoccupante, specie se allarghiamo il nostro sguardo alle altre grandi sfide che abbiamo davanti, ad esempio quella legata agli obiettivi di decarbonizzazione. Dov'è - cito testualmente - il disegno di riordino e armonizzazione degli incentivi destinati alla riqualificazione e alla messa in sicurezza e all'efficientamento energetico degli immobili pubblici e privati, promesso in campagna elettorale dalla Presidente Meloni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Si vedono, sinceramente, scarabocchi e pasticci, lì dove invece servirebbero politiche industriali stabili e strutturali per la rigenerazione delle città, per ridurre gli sprechi e per raggiungere gli obiettivi del Green Deal e del PNRR. Voi, con questo decreto, state mandando il segnale esattamente opposto. L'Europa ha lanciato una sfida al mondo sugli obiettivi climatici. La strada è segnata e bisogna percorrerla fino in fondo, senza fermarsi a fare battaglie di retroguardia in nome di un presunto interesse superiore nazionale. Battaglie che poi perdete, come quella sulla trattativa delle auto elettriche o sulla proposta di direttiva case green, il cui obiettivo, lo ricordo, è di dare a tutte le case e a tutte le famiglie spese di riscaldamento che non si portino via mezza pensione o mezzo stipendio dei lavoratori. Perché attenzione, sia ben chiaro, per noi transizione ecologica non significa decrescita, ma una decisa decarbonizzazione della crescita, questo sì, e lo rivendichiamo.

In questo senso, il pacchetto di misure europee per il clima non è solo fondamentale per salvare il pianeta e le future generazioni, ma è anche una delle più grandi sfide di investimento pubblico e privato nel sistema produttivo europeo per renderci competitivi rispetto alla Cina e agli Stati Uniti ed è un'occasione storica, a partire dai fondi del PNRR. È dall'inizio del cammino di questa vicenda che diciamo, in tutte le occasioni, che questa occasione non si può sprecare e, invece, stiamo assistendo proprio a questo. Non c'è da voltarsi indietro per capire perché: è all'oggi che bisogna guardare, alle scelte che avete fatto, alla nuova struttura di governance del PNRR, che ancora non c'è, al verdetto europeo sui 19 miliardi della terza rata, alla Corte dei conti, che ci ammonisce sul fatto che solo il 6 per cento dei fondi è stato speso e che parla di scarsa capacità di programmazione, alla confusione che regna sovrana dentro la vostra maggioranza e al Governo. Non possiamo permettercelo. Vi chiediamo di venire a riferire qui, in quest'Aula, sul PNRR (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), proprio dopo le parole, gravissime, pronunciate ieri dal presidente del gruppo della Lega. Il Governo, invece di preoccuparsi - come ha fatto fin qui -, di cavalcare battaglie divisive, di piantare bandierine ideologiche e di offendere la nostra memoria storica, ripetutamente, invece di confrontarsi su progetti come l'autonomia differenziata, che rischiano di dividere il Paese, assuma finalmente questa come priorità assoluta. Noi non permetteremo che l'Italia perda il treno della modernità e della competitività; non permetteremo che resti indietro nella sfida decisiva della transizione ecologica e di quella digitale e non permetteremo che divari e disuguaglianze aumentino a causa della vostra inerzia, della vostra incapacità e di provvedimenti come questo decreto, che vanno esattamente nella direzione opposta a quella che serve a questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Per tutti questi motivi, il nostro sarà un voto convintamente e nettamente contrario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Mi lasci fare una premessa di ringraziamento: in quanto presidente della Commissione che ha lavorato a lungo su questo decreto, voglio ringraziare tutti i commissari, quelli di opposizione, che ho trovato collaborativi e determinati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), così come, ovviamente, i colleghi di maggioranza, il relatore De Bertoldi e il Governo, il Sottosegretario Freni in particolare, per la grande disponibilità dimostrata. Questa collaborazione ha portato risultati che sono stati riconosciuti: il presidente Rubano in precedenza ricordava addirittura l'astensione di gran parte dell'opposizione sul mandato al relatore.

L'introduzione di deroghe al divieto di cessione del credito per il mondo dell'edilizia sociale, per il mondo delle ONLUS, per il mondo della cosiddetta edilizia libera, ossia quella che non necessita di titoli abilitativi, in materia di barriere architettoniche, di sisma bonus - importantissimo - e di cratere del terremoto è stata condivisa e metabolizzata da tutti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), così come la proroga della scadenza del superbonus per le unifamiliari, che non sono villette che qualcuno definisce come resort al mare, ma sono le tante case singole delle aree interne, disseminate sul nostro Paese; stessa cosa per quanto concerne la proroga delle comunicazioni all'Agenzia delle entrate. Purtroppo, forse, per qualche lucina rossa delle telecamere, questo clima di serenità e collaborazione appare un po' incrinato, in quest'Aula, ma ne prendiamo atto e pensiamo che bisogna badare al risultato, piuttosto che a qualche ripresa televisiva in più. Lo dico perché, Presidente, ho notato i gilet dei colleghi del MoVimento 5 Stelle; ricordo a me stesso che il loro ex leader Di Maio, seppure con altre tonalità cromatiche, ne ha fatto buon uso, ma non è riuscito a capitalizzare questa opportunità, però, se questi gilet palesano la loro volontà di trovare un'occupazione, ne prendiamo atto e ne siamo confortati.

Il decreto sicuramente può essere apparso un po' duro, un po' rigoroso, forse addirittura, per qualcuno, un po' eccessivo e forse quest'apparenza iniziale è anche giustificata, però, con il senno di poi, credo che questo sia stato un decreto opportuno e necessario. Peraltro, già in partenza contemplava una volontà del Governo di ascoltare quest'Aula, perché non c'è stato un momento in cui il Governo non ha dato una disponibilità alle modifiche che noi chiedevamo, ma era chiaro che ormai la spesa pubblica era fuori controllo; era chiaro che tutte le previsioni fatte nel 2020, nel 2021 e all'inizio del 2022 erano tutte fallaci e si rischiava - come direbbe qualcuno - di scassare i conti pubblici, e questo noi non lo potevamo permettere. Quindi, qui si vede la differenza tra chi in troppe piazze è andato a sbandierare una gratuità che non esisteva e chi invece, pur subendo l'ironia sul patriottismo, si fa carico dell'interesse generale nazionale e tiene in piedi l'economia nazionale, la finanza nazionale e i conti pubblici. Allora, al presidente Conte, che ci ricordava…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Osnato. Chiedo cortesemente un po' di silenzio all'Aula, nel rispetto dell'Aula stessa e dell'onorevole Osnato.

MARCO OSNATO….di considerare le ricadute economiche di questo provvedimento, voglio citare ancora il collega Filini, che già in discussione generale ha opportunamente evidenziato come questo eventuale e presunto boom economico è stato finanziato con tassi quasi al 30 per cento, in alcuni casi. Abbiamo 100 miliardi di spesa pubblica; qualunque Governo, stanziando 100 miliardi di spesa pubblica, probabilmente avrebbe ottenuto qualche risultato, anche migliore di questo - come sostengono Bankitalia e l'Ufficio parlamentare di bilancio -: non mi pare che siano stati risultati entusiasmanti l'aver ristrutturato poco più del 3 per cento del patrimonio immobiliare nazionale, spesso seconde e terze case - come ci dice l'Istat - facenti parte del patrimonio delle classi più agiate di questo Paese. Non c'è stato alcun Robin Hood, scordatevelo (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Quindi, niente di geniale, niente di messianico da parte dei 5 Stelle e del Presidente Conte: solo un bonus, un bonus probabilmente anche, in partenza, utile, magari anche auspicabile, però contorto e irrazionale, come tutto ciò che avete proposto nei tristi anni dei vostri Governi (Dai banchi del gruppo MoVimento 5 Stelle si grida: “Vergognati!”). Ma nemmeno il Partito Democratico e il resto del centrosinistra sono stati particolarmente coerenti con il loro modo di governare, negli anni precedenti.

Ci contestate una norma ad hoc sui crediti incagliati che sarebbe assente: sì, è assente perché non è necessaria. Vedete, qui bisogna capire se interessa una polemica fine a se stessa, o interessa la risoluzione di un problema che attanaglia aziende e famiglie italiane. Fino a quando volete continuare con una mistificazione rispetto a una menzogna che trasformate in verità? Fino a quando volete continuare con un infruttuoso tentativo di delegittimazione dell'attività di questo Governo? Quando deciderete di rappresentare un'alternativa a questo Governo, invece di avvelenare i pozzi del confronto democratico? Vedete, la norma ad hoc non era necessaria: bastavano le vostre regole, quelle che avete introdotto voi nel decreto Rilancio a firma dell'allora Ministro Gualtieri; bisognava, però, farlo con serietà e competenza. Vi siete arrovellati per mesi, quando eravate al Governo, se era colpa di Conte, se era colpa di Draghi, se le colpe di Draghi erano derivanti dalle colpe di Conte o viceversa, su chi doveva comprare, se doveva farlo Poste o qualcun altro, se l'Eurostat era cattivo o buono. Dovevate solo prendervi la responsabilità di una decisione; avevate una larga maggioranza, eravate il “Governo dei migliori” e ci avete lasciato in un limbo, che si è trasformato in un inferno, ma è colpa vostra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Certo, oggi a voi brucia che alcune banche - come scrivono i giornali - abbiano riaperto l'acquisto dei crediti incagliati; riaprono e chiamano i loro clienti. Lo sapete perché lo fanno? perché hanno un Governo serio (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), hanno un Governo che risponde alle esigenze di questa Nazione (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier). Allora, Presidente, all'onorevole Fenu e a tutto il MoVimento 5 Stelle vorrei dire che hanno ironizzato molto sul tema della moral suasion. (Dai banchi del gruppo MoVimento 5 Stelle si grida: moral suasion non si dice! Parla italiano!). Io, però, so che c'erano tantissimi motivi per far cadere il Governo Draghi; noi li abbiamo sostenuti tutti, da questo lato dell'emiciclo. Non so se il Ministro Giorgetti o la Presidente Meloni stanno scrivendo l'agenda Draghi. Io so che voi l'agenda Draghi l'avete portata in ginocchio al Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

Allora, c'erano molti motivi per far cadere il Governo Draghi, ma vi segnalo che non serviva far cadere un Governo per far comprare i crediti incagliati. Quello è stato un vostro errore, casomai. Serviva competenza, serviva serietà, serviva coraggio! Bisognava dire le cose come stavano e, quindi, a questa ironia sulla moral suasion rispondo che gli istituti di credito aprono; ci sarà presto anche la novità di un veicolo che aiuterà ulteriormente a comprare e a gestire questi crediti (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Dalla vostra incapacità è derivata una “immoral suasion” che ha lasciato in braghe di tela l'Italia per troppi mesi, per troppo tempo (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Dai banchi del gruppo MoVimento 5 Stelle si grida: “Non si dice! Parla italiano!”).

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, per cortesia. Un attimo, onorevole Osnato. Per cortesia, riportiamo un po' di silenzio, scusate. Silenzio, facciamo concludere l'onorevole Osnato, grazie.

MARCO OSNATO (FDI). Agli amici di Italia Viva che tanto osteggiano una soluzione aggiuntiva, che è quella dei BTP, che per ovvie ragioni sono datati per decorrenza al 2028 come orizzonte temporale, dico: la critica è che impegna un Governo futuro. E quindi? Perché o i crediti incagliati sono un problema del quale tutti ci facciamo carico e che vogliamo risolvere oppure qualcuno preferisce lo status quo. L'impegno a lungo termine la sinistra, come critica, lo scopre solo ora. Ma tutti gli scostamenti, il tema del PNRR - cose che questa maggioranza, quando era all'opposizione, ha sostenuto per il bene degli italiani - tutte le invocazioni a votare il MES, che impegnano a lunghissimo termine questa Nazione, li scoprite solo ora (Dai banchi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle si grida: “Hai votato contro!”)? Dopo che avete governato per anni senza mai vincere un'elezione, lo scoprite oggi, quando, per l'orpello fastidioso delle elezioni, avete perso; e vi scandalizzate perché un Governo vuole governare per il bene degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

Come una famiglia, noi invece pensiamo che per il bene comune bisogna impegnarsi. Lo si fa con serietà, perché altrimenti non è cultura di Governo: quella è occupazione di potere, e voi lo avete fatto per troppi anni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Quindi concludo, Presidente, annunciando il voto favorevole di Fratelli d'Italia, perché è un provvedimento che contempera la necessità di tutelare i conti pubblici, e noi li abbiamo avuti sempre a cuore, con l'obbligo morale di rispondere ad aziende e famiglie italiane, che chiedono di uscire dall'insipienza, dall'impasse dovuta all'insipienza di coloro che non vogliono ammettere che stiamo risolvendo un problema che hanno creato loro stessi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Gli italiani invece, come conferma il voto in Sicilia, nel Lazio, in Lombardia e in Friuli, lo hanno capito e noi siamo loro grati. Arrivederci (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - I deputati del gruppo Fratelli d'Italia si levano in piedi).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta.

(Coordinamento formale - A.C. 889-A/R?)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 889-A/R?)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 889-A/R:

“Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11, recante misure urgenti in materia di cessione dei crediti di cui all'articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29) (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE, che si levano in piedi - Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Colleghi, colleghi! Colleghi, colleghi, colleghi!

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà. Scusate, scusate, non si possono fare foto in Aula. Facciamo intervenire l'onorevole Grimaldi.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, non abbiamo concluso i lavori (Deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE intonano: “Andate a lavorare!” - Dai banchi del gruppo MoVimento 5 Stelle si grida: “Buffoni!”)! Colleghi! Iaria! Onorevole Iaria! Colleghi! Colleghi, per cortesia. Per cortesia! Onorevole Iaria!

MARCO GRIMALDI (AVS). Presidente!

PRESIDENTE. Onorevole Rotelli!

MARCO GRIMALDI (AVS). Presidente, ma questo atteggiamento è indegno per il Parlamento della Repubblica! È indegno! Devono essere espulsi quei colleghi! Espulsi! Non siamo allo stadio!

PRESIDENTE. Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 13,37, è ripresa alle 13,42.

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. Scusate, colleghi, non abbiamo terminato i nostri lavori, quindi, vi chiedo silenzio. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Marco Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Presidente, credo che quanto avvenuto pochi minuti fa dia l'idea della serietà degli atteggiamenti di questa destra. Questi cori da stadio fanno il paio con quello che è successo ieri: ci sono brindisi, festeggiano, lanciano sguaiate caccia alle streghe contro i migranti e i bimbi delle famiglie arcobaleno, giurano caccia in tutto il globo terracqueo agli scafisti, ma stringono accordi con gli stessi trafficanti di uomini.

PRESIDENTE. Onorevole Grimaldi, però ci dica…

MARCO GRIMALDI (AVS). Arrivo, arrivo al punto. Come lei sa, sull'ordine dei lavori, ho più minuti di quanti lei me ne sta concedendo. Io sono qui a richiedere un'informativa urgente alla Presidente Meloni, su un fatto gravissimo, sui fondi del PNRR. Infatti, mentre qualcuno qui fa lo sbruffone di Stato, l'Italia rischia di perdere miliardi e miliardi. Addirittura il capogruppo della Lega dichiara che si potrebbe considerare di rinunciare a una parte di quei fondi. La Meloni nega e, allora, venga qui a dirci in Aula esattamente cosa sta succedendo, perché mentre si alternano questi dichiarazioni, mentre si assiste a questa continua distrazione di massa, il Governo sta già rinviando a data da destinarsi la costruzione e la riqualificazione di tantissimi asili nido, continua a rinviare la piantumazione di 6,6 milioni di alberi e fa sì che gli interventi nelle zone economiche speciali vengano rimandati a data da destinarsi. Mi pare che questa vicenda, invece, sia centrale, Presidente, rispetto alla loro caccia alle streghe, rispetto ai loro “buh” e ai cori da stadio. La Presidente Meloni dovrebbe venire a riferire in Aula esattamente sulla situazione, perché la vicenda riguarda non solo i conti pubblici, ma anche la serietà dello Stato, rispetto all'Unione europea e ai propri cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE, Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15, a partire dallo svolgimento della discussione generale sulla proposta di legge costituzionale di modifica dell'articolo 33 della Costituzione. Seguiranno le votazioni su tale provvedimento e, quindi, l'esame dei tre disegni di legge di ratifica, iscritti all'ordine del giorno.

La seduta, sospesa alle 13,45, è ripresa alle 15,05.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 72, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Discussione della proposta di legge costituzionale: S. 13 - D'iniziativa dei senatori Iannone ed altri: “Modifica all'articolo 33 della Costituzione, in materia di attività sportiva” (Approvata, in prima deliberazione, dal Senato) (A.C. 715?) e delle abbinate proposte di legge costituzionali: Berruto ed altri; Prisco ed altri; Grippo; Cattaneo ed altri (A.C. 212?-337?-423?-904?).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge costituzionale, già approvata, in prima deliberazione, dal Senato: “Modifica all'articolo 33 della Costituzione, in materia di attività sportiva” e delle abbinate proposte di legge costituzionali nn. 212-337-423-904.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per la discussione sulle linee generali è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (Vedi calendario).

(Discussione sulle linee generali - A.C. 715? e abbinate)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento.

La I Commissione (Affari costituzionali) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire il relatore Alessandro Urzi'.

ALESSANDRO URZI' , Relatore. Grazie, Presidente. È con piacere e soddisfazione che oggi approda in Aula il provvedimento, la proposta di legge costituzionale C. 715?, d'iniziativa dei senatori Iannone ed altri, già approvata in prima deliberazione dal Senato, che reca modifiche all'articolo 33 della Costituzione in materia di attività sportiva.

In sede referente, Presidente, sono state abbinate le ulteriori proposte di legge costituzionali C. 212?, degli onorevoli Berruto ed altri, C. 423? dell'onorevole Grippo, C. 904? degli onorevoli Cattaneo ed altri nonché la proposta C. 337? Prisco ed altri. Quest'ultima si differenzia sostanzialmente per la collocazione della innovazione costituzionale, all'articolo 32 invece che all'articolo 33. L'8 marzo 2023 la proposta C. 715?, già approvata dal Senato, è stata adottata come testo base per il prosieguo dell'esame. Ovviamente - dico “ovviamente” perché questo ha dimostrato uno spirito e una volontà di addivenire presto ad una conclusione del percorso legislativo - non ci sono state proposte emendative e la Commissione affari costituzionali ha approvato il testo all'unanimità e ha conferito ai relatori il mandato a riferire favorevolmente all'Assemblea. Ai relatori, Presidente, perché, come ha ricordato e ricorderà più avanti, sono relatori il sottoscritto e l'onorevole Berruto. Ritengo questo fatto, Presidente, estremamente significativo e importante, anche da un punto di vista morale, su una riforma costituzionale che peraltro attiene a un tema trasversale che appartiene alla Nazione tutta e sulla quale si auspica la più ampia condivisione da parte delle forze rappresentate a livello parlamentare.

Presidente, la proposta C. 715? si compone di un unico articolo che modifica, come già detto, l'articolo 33 della Costituzione, aggiungendo un nuovo comma. Ritengo doveroso richiamare l'innovazione: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le forme”. Questo passaggio, Presidente, va sicuramente letto anche in combinato disposto con l'articolo 114 della Costituzione, implicando che al compito di tutela e promozione dell'attività sportiva siano chiamati tutti gli enti costitutivi della Repubblica, quindi lo Stato, le regioni, le città metropolitane, le province e i comuni, ciascuno secondo le proprie competenze. Tale formulazione riprende il testo già approvato la scorsa legislatura, in prima e seconda lettura al Senato e solo in prima lettura alla Camera. Poi, la legislatura si è conclusa e, quindi, il provvedimento, di fatto, non ha visto la sua approvazione definitiva.

Presidente, richiamo velocemente alcuni dati che possono completare questa presentazione. Il tema dello sport in quanto tale, attualmente, è richiamato nella Costituzione in forma indiretta, dopo la riforma del Titolo V del 2001, attraverso il riconoscimento di una competenza concorrente all'articolo 117, terzo comma, che richiama l'ordinamento sportivo; non è lo sport nella sua dimensione individuale, quella che sostanzialmente, oggi, con questa riforma si intende portare in Costituzione. Certamente, però, è stato già richiamato nella giurisprudenza del passato: pensiamo alla sentenza della Corte costituzionale n. 57 del 1976 che indicava lo sport come attività umana in cui si riconosce un interesse pubblico tale da richiederne la protezione e l'incoraggiamento da parte dello Stato. Oggi, si sta avviando una riforma che si incardina perfettamente in quello spirito, ampliandola, come meglio peraltro relazionerà il collega Berruto, facendo riferimento al dettato preciso dell'innovazione legislativa.

Posso ricordare che c'è una profonda motivazione alla base di questo approccio positivo, che risiede anche nell'analisi di alcuni dati che riguardano l'intero Paese. Nel report di dicembre 2022 dell'Istat - uscivamo dalla stagione più difficile del COVID - si faceva un'istantanea della situazione precedente e si riconosceva come l'attitudine alla pratica sportiva riguardasse soprattutto una parte del territorio nazionale, il Nord, con il 40 per cento, rispetto al 25 per cento del Sud e delle isole. Ecco, quindi, il richiamo allo sforzo e all'investimento da parte di tutte le realtà che costituiscono la Repubblica per recuperare questo gap, un investimento che ci richiama anche al nostro dovere di aprirlo a una dimensione popolare ampia ed eterogenea. Si consideri che sempre la relazione Istat del 2022 faceva riferimento a un 51 per cento di laureati, fra quelli con attitudine sportiva, e a un 15,6 per cento di persone titolari solamente di un percorso scolastico nell'ambito della scuola dell'obbligo e faceva altresì riferimento ad una riduzione delle attività sportive continuative nell'ambito della gioventù, cioè fra i bambini e i ragazzi fra i 3 e i 17 anni, regredite a seguito della forte influenza del COVID sulle attività umane. Quindi, si tratta di un grande investimento e anche di una grande sfida.

Posso ricordare, Presidente, per concludere la mia parte di relazione, che lo sport è già inserito nella Costituzione di alcuni altri Paesi europei come la Bulgaria, la Croazia, la Grecia, la Lituania, la Polonia, il Portogallo, la Romania, la Spagna e l'Ungheria. Mi verrebbe da definire, Presidente, queste Costituzioni come Costituzioni giovani - si definiscono anche di seconda generazione - che riflettono il valore dello sport come un valore costituente da inserire nella Costituzione. Ecco, Presidente, noi ci stiamo avviando proprio a recuperare un passo per metterci all'altezza delle Costituzioni più giovani, da questo punto di vista, e credo che di questo possiamo andare tutti assolutamente orgogliosi.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Mauro Berruto.

MAURO BERRUTO, Relatore. Grazie, Presidente. Prima di tutto, voglio ringraziare il Ministro Abodi per la sua presenza e anche per il suo contributo fondamentale alla partenza e al raggiungimento di quest'obiettivo, a cui oggi ci avviciniamo.

E ringrazio anche il mio collega Alessandro Urzì per avere dato il via libera a questa forma, forse un po' inusuale, di co-relazione di due rappresentanti di partiti politici diversi, ma che in questo caso dimostrano come ci siano dei temi sui quali è possibile agire in maniera trasversale. Dopo quanto l'onorevole Urzì ha ricordato, entro su qualche tema un pochino più specifico, il primo dei quali concerne la sede dove collocare la tutela del valore della pratica sportiva. In realtà, tutte o quasi tutte le proposte di legge, anche quelle abbinate, si sono allineate a quella che era stata la scelta della scorsa legislatura, dove era prevalsa l'opzione favorevole all'intervento sull'articolo 33 della Costituzione, rispetto alle ipotesi alternative degli interventi sugli articoli 9 o 32. Da un lato, infatti, si era preferito, nella scorsa legislatura e in questa, in ugual misura, non intervenire sui principi fondamentali contenuti nei primi 12 articoli della Costituzione e, dall'altro lato, si è ritenuto l'articolo 33 della Costituzione, che tratta di arte, di scienza, di istruzione e di alta cultura, la collocazione normativa più idonea, in ragione proprio del suo contenuto più ampio ed eterogeneo. Credo sia suggestiva la collocazione dello sport in quell'articolo, insieme, lo ripeto, all'arte, alla scienza, all'istruzione e alla cultura. Per esempio, è una scelta che abbiamo ritenuto migliore rispetto all'inserimento nell'articolo 32 che, invece, ha un oggetto unico e omogeneo, che riguarda naturalmente il diritto alla salute, dentro cui l'innesto di ulteriori situazioni giuridiche o principi sarebbe potuto apparire distonico, finendo per accentuare solo una delle varie dimensioni e funzioni dello sport che il revisore costituzionale intende valorizzare. La modifica della Costituzione, dunque, proposta dall'atto Camera 715, già approvata a dicembre al Senato, conferma l'intervento sull'articolo 33 e si caratterizza per l'attribuzione alla Repubblica del compito di riconoscere il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva. Partiamo dall'analisi del verbo “riconoscere”, quindi la Repubblica “riconosce” quelle funzioni allo sport, verbo molto forte quando inserito nella Carta costituzionale, che richiama all'evidenza la formula linguistica dell'articolo 2 della Carta, lasciando trasparire la visione dell'attività sportiva come realtà preesistente, di cui la Repubblica è chiamata a prendere atto, offrendole al contempo tutela e promozione.

Il contenuto assiologico dell'attività sportiva, poi, è declinato su tre direttrici, che fra loro non si pongono in rapporto gerarchico, bensì equiordinato e complementare. La collocazione nell'articolo 33 ha, infatti, reso preferibile indicare per primo il valore educativo legato allo sviluppo e alla formazione della persona. Aggiungo che, proprio su questo aspetto, il valore educativo, si innesca un meccanismo di diritto-dovere che compete, peraltro, a tutte le agenzie educative, per esempio compete alla genitorialità. A questo si affianca il valore sociale: lo sport, infatti, rappresenta spesso un fattore di aggregazione, è uno strumento di inclusione per individui o cerchie di soggetti in condizioni di svantaggio o marginalità del più vario genere, quali quelle di tipo socio-economico, etnico-culturale o fisico-cognitivo. Infine, lo sport ha un'innegabile correlazione con la salute, specie se intesa nella sua moderna concezione di benessere psicofisico e, quindi, benessere integrale della persona, non soltanto mera assenza di malattia.

Quanto alla scelta della locuzione da impiegare, l'espressione “attività sportiva” è stata preferita a “sport”, perché quest'ultimo, pur essendo un termine ormai entrato comunemente nella lingua italiana, è una parola di origine straniera e, quindi, non è stato ritenuto opportuno inserirlo nella Costituzione, anche per permettere il raggiungimento di quell'obiettivo che crediamo sia stato raggiunto, cioè di avere un testo scritto in maniera molto armonica rispetto al resto della Carta costituzionale. Infine, sottolineo la formula secondo cui è riconosciuto il valore dell'attività sportiva in “tutte le sue forme”, che è proprio volta a esplicitare che la norma abbraccia lo sport nella sua accezione più ampia, quello professionistico, quello dilettantistico, quello amatoriale, quello organizzato o anche quello non organizzato, destrutturato - diciamo così -, che ha molto a che fare con la cultura del movimento, un termine che a me piace sempre richiamare e che è parte del patrimonio individuale che abbiamo a disposizione.

Chiudo, riferendomi allo sport, non nego con un po' di emozione, oggi, perché lo sport ha segnato una parte fondamentale della mia vita. Ricordo che lo sport è forse uno degli ultimi linguaggi universali, un linguaggio davvero trasversale capace di arrivare in ogni angolo del mondo. Oggi con questo passaggio, che non è ancora l'ultimo perché servirà la seconda lettura al Senato e poi la seconda e ultima lettura qui alla Camera, noi decidiamo di fare in modo che finalmente nella storia della nostra Repubblica nasca un vero e proprio diritto allo sport. Ecco perché crediamo che questo passaggio di oggi e il completamento dell'iter non siano solo un fatto simbolico ma abbiano una ricaduta molto concreta. Se nasce un diritto allo sport evidentemente la Repubblica si impegna a promuovere politiche pubbliche affinché quel diritto venga messo a disposizione e sia accessibile a tutte e a tutti i nostri cittadini.

Chiudo davvero auspicando, come ha fatto l'onorevole Urzì, che questo provvedimento trovi il consenso di tutto il Parlamento. Credo che sarebbe un bellissimo segnale che noi oggi potremmo dare al nostro Paese, in assoluto, e naturalmente alla grande famiglia della sport e a tutto il mondo dello sport nel nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo, che si riserva di intervenire in un secondo momento. È iscritto a parlare il deputato Andrea Rossi. Ne ha facoltà.

ANDREA ROSSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Le comunico che in questo clima, anche rifacendomi un po' al clima sportivo, depositerò l'intervento complessivo e mi limiterò solo a fare qualche breve riflessione proprio per l'importanza che questo passaggio dal mio punto di vista riveste. Ministro, visto che lei, comunque, è un uomo di sport, partirei cercando di fotografare quella che per me è stata una delle più belle immagini dello sport di queste ultime settimane, dove c'è tutto il valore profondo dello sport. Mi riferisco al ragazzo di 31 anni, l'atleta spagnolo Alex Roca Campillo, con il 76 per cento di disabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) dovuto a una paralisi cerebrale, che è riuscito a portare a termine la maratona di Barcellona. Ha fatto un'impresa storica. Quella per me è una delle immagini più belle dello sport, che quasi sarebbe sufficiente a giustificare e a chiudere oggi il dibattito. Quando mi si chiede cosa è lo sport, rispondo che quella è l'immagine dello sport. Ma mi sia consentito anche di riprendere quello che dice sui social, perché può comunicare solo tramite una tastiera: “Sei tu che stabilisci il limite e se vuoi raggiungere un obiettivo con attitudine, forza di volontà, costanza e resilienza puoi ottenere tutto ciò che ti prefiggi. Non importa quanto difficile possa essere, e se tu non ci riuscirai, anche se avrai rinunciato a tutto, ti sentirai davvero premiato”. Questa è veramente l'immagine più bella che ci consegna Alex Roca Campillo.

Noi oggi siamo di fronte a un passaggio storico per lo sport italiano, perché di questo che stiamo parlando. I relatori hanno già ribadito, prima di me, l'importanza del fatto di introdurre all'interno della nostra Costituzione, con l'articolo 33, il riferimento all'attività motoria. Il dibattito oggi potrebbe avere diverse declinazioni. Penso a una declinazione rivendicativa in quest'Aula, dove noi diciamo quanto, purtroppo, oggi le politiche pubbliche non sono state sufficienti a sostenere il movimento sportivo, oppure quanto ancora dovremmo fare per introdurre nelle nostre scuole l'attività motoria e per implementarla, oppure quanto dovremmo fare proprio per sostenere in modo trasversale lo sport nel nostro Paese. Questa è una declinazione, una rivendicazione. Poi avremmo un'altra declinazione, che potrebbe essere una declinazione storica, che parte addirittura dal perché all'interno dell'Assemblea costituente la parola “sport” - o, meglio, “attività sportiva” - non fu inserita. Non fu per una mancanza, ma per una ragione politica che ben conosciamo, cioè quello che era stato il rapporto, durante il regime, con il tema degli atleti e con il valore che si dava allo sport durante all'epoca. Quindi, fu una scelta politica.

Sempre da un punto di vista della declinazione storica, potremmo vedere come lo sport abbia accompagnato alcune pagine della storia della nostra giovane Repubblica, accompagnando, quindi, anche la nostra Costituzione. Basti pensare - non sappiamo se ci sia stata o meno, ma proviamo a immaginare che veramente ci sia stata - alla telefonata, durante il Tour de France, di De Gasperi a Bartali, che, dopo la telefonata, recupera quei 20 minuti dalla maglia gialla e contribuisce un po' a riappacificare un Paese che, come sappiamo, viveva una fase di tensione dopo l'attentato a Togliatti. Oppure pensiamo ai Mondiali del 1982 (da un punto di vista storico ed economico, l'Italia stava vivendo un momento di tensione non facile) e a quanto, al tempo, il Presidente Pertini interpretò, attraverso il tricolore e la maglia azzurra, la dimensione del valore di riconoscimento dell'identità collettiva, dell'identità nazionale.

Vede, Ministro, potremmo farlo con diverse declinazioni. Ne ho scelta una - e vado veramente a concludere, per consegnare poi l'intervento -, rifacendomi anche un po' a quello che lei, qualche giorno fa, ha detto a Salsomaggiore in un importante appuntamento a Sportcity, dove si è firmata una carta di impegno a sostegno dello sport, del benessere e della cultura del movimento. Lei ha parlato di un vocabolario condiviso. Allora, in quest'intervento, le consegno alcune parole e alcuni termini che, se lei li riterrà utili, penso che possano far parte di questo vocabolario condiviso.

La prima affermazione è che lo sport è un'infrastruttura sociale straordinaria. È un'infrastruttura sociale, perché, grazie alla rete del volontariato nello sport, alle diverse migliaia di società sportive, di volontari e di tesserati, è un presidio sociale fondamentale e straordinario nel nostro territorio. Oggi, non oso neanche immaginare una realtà territoriale senza un'associazione sportiva.

Lo sport è educazione - e questa è la seconda parola che le consegno -, perché, come ricordava giustamente il relatore Berruto, lo sport è la terza agenzia educativa del Paese, dopo la famiglia e la scuola. Infatti, è facendo sport che il giovane passa la maggior parte del proprio tempo libero, dopo le due agenzie sopracitate. Quindi, svolge una funzione straordinaria.

Lo sport è integrazione. Anche qui, non mi ripeto, ma ricordo che lo sport parla una lingua universale, ha la capacità di abbattere le barriere delle relazioni ed è uno strumento di integrazione straordinario.

Lo sport è salute, perché, comunque, da un punto di vista educativo, porta ad adottare stili di vita sani, che aiutano a migliorare la spesa pubblica nel nostro Paese. Lo sport è inclusione sociale, e lo ha dimostrato, come ho detto all'inizio del mio intervento, Alex Roca Campillo, nel momento in cui ci fa capire che, attraverso lo sport, si possono superare e abbattere barriere. Non ci sono limiti.

Lo sport, Ministro, è anche un valore economico, che rappresenta, al netto, circa 2 punti percentuali di PIL (l'1,7 per cento).

Ma pensiamo anche all'aspetto turistico. Arrivo da una regione che ha fatto la Sport Valley. Questa regione, grazie agli eventi sportivi e al turismo sportivo, sta costruendo le condizioni affinché una stagione duri non solo tre mesi, che sono legati alla stagione balneare, ma sei mesi. Quindi, rappresenta anche un volano economico.

Lo sport - e vado veramente verso la conclusione - è competizione, una competizione bella e sana. Mattarella, in un incontro con gli atleti, rispetto al tema della competizione diceva: “Si tratta di una competizione collaborativa. Sempre, sia negli sport di squadra che in quelli individuali: anche in questi” - riferendosi a quelli individuali - “i risultati, di chi vince o di chi batte un record, giungono grazie anche all'impegno degli altri in gara, le cui prestazioni sospingono il vincitore”.

Lo sport è uno straordinario veicolo di valori e di principi. Appunto, dicevamo prima dell'integrazione e dell'inclusione sociale, ma, nei suoi principi base, c'è il tema della lealtà, della correttezza, del coraggio di competere e di riconoscere i meriti altrui.

Infine, lo sport è passione. Lo sport è una passione collettiva, perché ci vede accomunati, come tifosi, ad accompagnare e a sostenere le imprese più o meno eroiche degli sport individuali e di squadra, ma è anche una passione individuale di tante decine di migliaia di atleti, soprattutto di atleti giovani. Ed è una passione che ritrovo, non so se nello spirito o negli occhi, in mia nipote, che ha 15 anni; Alice ha un obiettivo davanti a sé - è un sogno -, quello di poter arrivare alla nazionale italiana di pallavolo. E lo fa con sacrificio, con dedizione, con impegno, anche rinunciando alle tante possibilità che un'adolescente di 15 anni ha davanti a sé, però lo fa perché ha un obiettivo.

Penso che dobbiamo lavorare per non deludere le aspettative e i sogni di quei ragazzi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) e lo possiamo fare perché lo sport non è marginale nella vita sociale e non va vissuto come un tempo di ricreazione. Lo sport è un valore straordinario da un punto di vista culturale, sociale, educativo ed economico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Paolo Emilio Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO EMILIO RUSSO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Di fronte a questo clima di condivisione, anche allo scopo di rendere più agevoli i lavori dell'Aula, e, quindi, di anticipare l'approvazione finale, chiedo di consegnare il mio intervento.

PRESIDENTE. Va bene, onorevole.

È iscritto a parlare il deputato Amato. Ne ha facoltà.

GAETANO AMATO (M5S). Grazie, Presidente. Oggi, la scuola del nostro Paese è il fanalino di coda nell'Unione europea per l'avviamento allo sport, con programmi e voti poco chiari, monte ore facoltativo alle elementari, nullo nell'infanzia, insufficiente alle scuole medie e alle superiori. Questo provvedimento, che permette l'inserimento dello sport in Costituzione, può davvero diventare il grimaldello che va a scardinare definitivamente quel muro di indifferenza che, negli anni, ha relegato lo sport in fondo ai bisogni di una vita sana e civile, riconoscendo che lo sport rappresenta un fenomeno sociale, che ha svolto e svolge un ruolo fondamentale per la formazione individuale e la promozione del benessere fisico e mentale del singolo, con effetti positivi sulle capacità di apprendimento.

Lo sport è una delle attività che, da sempre, ha contribuito a promuovere uno stile di vita positivo, consentendo ai giovani di esprimere le loro inclinazioni e la loro personalità, di sviluppare un'attitudine alla cura del corpo, anche sotto il profilo dell'educazione alimentare, di promuovere uno spirito partecipativo incline alla sana competizione, destinato ad agevolare la vita e il lavoro in gruppo. I valori di onestà e solidarietà impliciti nell'attività sportiva offrono, infatti, uno stimolo fondamentale per prevenire le tendenze disgreganti comuni nella società contemporanea e, particolarmente, evidenti nel fenomeno del bullismo, favorendo il consolidamento di uno spirito di comunione e fraternità sempre più indispensabile per l'integrazione sociale e culturale, contrastando le devianze della discriminazione e dell'intolleranza. Lo sport è linguaggio universale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e, pertanto, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 715? e abbinate)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, deputato Alessandro Urzì: si intende che vi abbia rinunciato.

Prendo atto che anche il relatore Mauro Berruto rinuncia alla replica.

Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo, che rinuncia.

Avverto che, consistendo la proposta di legge costituzionale di un solo articolo, non essendo stati presentati emendamenti, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame dell'unico ordine del giorno presentato, si procederà direttamente alla votazione finale, ai sensi dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 715? e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare l'ordine del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Prego, Ministro.

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Buon pomeriggio. Sull'ordine del giorno n. 9/715/1 Alfonso Colucci, il parere del Governo è favorevole. Ringrazio l'onorevole Alfonso Colucci. Sarà mia cura dare piena attuazione a quanto richiesto.

PRESIDENTE. Dunque, sull'ordine del giorno n. 9/715/1 Alfonso Colucci il parere è favorevole.

È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 715? e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Semenzato. Ne ha facoltà.

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, introdurre nella Costituzione un comma che riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme ha un valore particolare.

Innanzitutto, vorrei sottolineare l'importanza dello sport nella vita dei nostri ragazzi e anche di noi adulti. Esso rappresenta, infatti, fin da piccoli, un'opportunità di apprendimento, socializzazione e, naturalmente, di crescita. La pratica di uno sport svolge un ruolo fondamentale per il mantenimento della salute psicofisica dei giovani, aiuta a sviluppare una maggiore consapevolezza di se stessi, a rafforzare la propria autostima e ad imparare il rispetto delle regole in modo responsabile e leale. È stato dimostrato che l'esercizio fisico può migliorare i livelli di energia e di benessere generale, ridurre lo stress, promuovere la salute mentale, prevenire le malattie e migliorare la qualità del sonno. Chi pratica attività sportiva, inoltre, è meno propenso a fumare, bere alcol e fare uso di droghe. Lo sport è anche palestra di vita, insegna ad affrontare in maniera sana la competizione, educa a impegnarsi e sopportare i sacrifici, a porsi degli obiettivi e a far squadra con gli altri per raggiungerli.

Questi sono solo alcuni dei benefici che lo sport può portare, per cui ben venga il riconoscimento del valore educativo e sociale dello sport in Costituzione. La sfera del benessere e della salute psicofisica dei giovani, ma non solo, è un argomento che, come sapete, mi sta molto a cuore. Non a caso, mi sono fatta promotrice di un intergruppo parlamentare sul body-shaming e i disturbi del comportamento alimentare. Nell'affrontare questi problemi lo sport può essere un alleato molto importante, perché educa al rispetto di se stessi e degli altri, permette di sviluppare un'attitudine alla cura del corpo anche sotto il profilo dell'educazione alimentare e insegna a stare bene con se stessi, a conoscere ed accettare il proprio corpo e, soprattutto, a prendersene cura. Questo mi hanno insegnato la danza classica, il nuoto e la corsa.

Oltre ad essere legato allo sviluppo e alla formazione della persona, lo sport ha, poi, un importantissimo valore sociale, è un fattore di aggregazione e un formidabile veicolo di inclusione in grado di mettere tutti sullo stesso piano, a prescindere da barriere culturali, economiche ed etniche. L'integrazione e il contrasto al degrado urbano passano anche da qui.

Oggi, purtroppo, per difficoltà economiche, più di un minore su cinque non ha possibilità di praticare sport. Occorre, quindi, ampliare i servizi che consentono di accedere alle attività sportive, come ha fatto il nostro sindaco Luigi Brugnaro, a Venezia, con il progetto “6sport”, rivolto a 44 comuni del territorio metropolitano e pensato per incentivare i bambini alla pratica di una disciplina sportiva, a partire dai 6 anni, attraverso un voucher di 180 euro. Per accedere a questo contributo, ogni società deve sottoscrivere il codice etico dello sport e dell'associazionismo sportivo, un insieme di regole comportamentali in grado di armonizzare e disciplinare l'attività, il comportamento in ambito sportivo e l'organizzazione delle società che si dedicano a questo, così da garantire alle famiglie la qualità dell'attività svolta. Un esempio concreto di come si può supportare lo sport.

La pratica di uno sport è importante, perché insegna il rispetto delle regole e dell'avversario, la collaborazione, la solidarietà, il sacrificio, l'amicizia, il gioco di squadra ma, soprattutto, a rialzarsi in piedi dopo una sconfitta. Accanto alla famiglia e alla scuola, lo sport è lo spazio nel quale i più giovani possono trovare importanti strumenti di crescita. Solo pochi, probabilmente, diventeranno giocatori professionisti, ma tutti saranno cittadini migliori. Per i ragazzi non è soltanto una necessità fisica ma un'attività pedagogica.

Lo sport è inclusione sociale, meritocrazia, divertimento sano che ti mette in relazione con gli altri, è gioia e sofferenza, tenuta psicologica, oltre che fisica, abitudine e costanza negli allenamenti, è carriera, capacità di crescere. Il vero insegnamento che serve è sapere rialzarsi dalla sconfitta, dai fallimenti. La sconfitta sportiva può valere più di una vittoria, se ne interpreti i motivi e ne riesci a cogliere il senso per migliorarti. Anche la vita è così: devi imparare ad essere sempre pronto a reagire alle situazioni sfidanti che ti si presentano.

Per tutto questo, oltre alla lodevole iniziativa di dare valore di livello costituzionale allo sport, ritengo sarebbe opportuno destinare risorse agli enti locali e investire maggiormente in infrastrutture sportive. Dare spazio allo sport significa dare spazio ai giovani.

Serve programmare investimenti in tutta la filiera, dai playground dei parchi alle palestre dei diversi gradi scolastici, che possono essere utilizzate nei pomeriggi dalle società sportive, fino ad arrivare alle strutture professionistiche dei palasport e degli stadi. In Italia, siamo fermi, tranne pochi esempi, alle strutture degli anni Novanta, eppure sono passati ben 33 anni da quelle notti magiche. Anche sui palazzetti siamo molto indietro, se pensiamo alle nuove arene a livello sia europeo sia internazionale, nuovi luoghi dove poter vedere gli idoli sportivi che fungono da traino per tutto lo sport di base. Non dimentichiamoci che l'ideale olimpico dello sviluppo dello sport per promuovere la pace e la comprensione fra le Nazioni, le culture e l'istruzione dei giovani è nato proprio in Europa. A tal riguardo, chiudo con una citazione di Pierre de Coubertin: “Lo sport è parte del patrimonio di ogni uomo e di ogni donna e la sua assenza non potrà mai essere compensata”. È tempo che entri nella nostra Costituzione, dove sono sintetizzati i valori fondamentali della Repubblica. Alla luce di tutte queste considerazioni, esprimo il voto favorevole a nome di Noi Moderati (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Filiberto Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, colleghi e colleghe, intanto un doveroso ringraziamento al Ministro Abodi, che ha deciso di partecipare a questa seduta così importante della nostra Camera e che ringrazio anche per la presenza assidua in Commissione. C'è stato quindi un interesse vero da parte del Ministro su una questione importante. Noi voteremo a favore di questa proposta di inserimento dello sport nella nostra Costituzione, volendo specificare che per noi è una cosa importante mettere mano alla nostra Costituzione così bella e che, nonostante i 75 anni, continua ad avere una freschezza e una giovinezza importante. È un momento sempre di grande riflessione perché non vorremmo che nella Costituzione si inserissero troppi elementi tanto da indebolirne la struttura di quadro generale delle nostre istituzioni e delle nostre leggi, che invece la Costituzione svolge egregiamente. Però, sulla questione dello sport pensiamo che invece sia giusto dare un segnale positivo in questa direzione. Del resto, ne sono coscienti le deputate e i deputati di quest'Aula. Ho ascoltato il dibattito generale e quello che è stato detto finora e condivido, ovviamente, tutte le osservazioni fatte dalle colleghe e dai colleghi. Dell'importanza dello sport e del suo valore sociale, etico, culturale ed economico si è coscienti anche fuori da quest'Aula e penso che un giusto riconoscimento nella Costituzione sia un elemento indispensabile. Però, vorrei che questa nostra scelta sia consapevole e sia anche conseguente a scelte di Governo necessarie per dare attuazione a questo diritto, per dare la possibilità a tutte e a tutti di esercitare questo diritto che noi, addirittura, vogliamo elevare al rango costituzionale. A tutt'oggi, soltanto 1 milione su 5 milioni di ragazzi tra i 6 e i 17 anni pratica sport, mentre il 15 per cento di questi svolge soltanto attività fisica. Ministro, è questo il quadro che noi ci troviamo di fronte. C'è una povertà sportiva nel nostro Paese che non si misura soltanto con le medaglie alle Olimpiadi e con i risultati delle squadre di calcio ma si misura con il numero dei giovani, delle giovani e delle persone che praticano quotidianamente l'attività sportiva. Tante di queste persone non possono arrivare a esercitare questo diritto per problemi di natura economica, perché non se lo possono permettere. Ministro, a questo dobbiamo dare una risposta. Certo, se con le leggi di bilancio destiniamo 900 milioni di euro alle società di calcio, che sono pure importanti, evidentemente facciamo una scelta che non è in linea con questa nostra idea di innalzare la tutela dello sport a rango costituzionale, perché le società di calcio di soldi ne hanno abbastanza, sono società private e fanno un grande business, che è importante tutelare e gestire - fa bene il Ministro a interessarsene naturalmente perché è un comparto importante della nostra economia - ma non può essere questa l'applicazione del principio costituzionale.

Il principio costituzionale riconosce a tutte le cittadine e a tutti i cittadini del nostro Paese il diritto di praticare lo sport.

Presidente e Ministro, qualche mese fa, nella scorsa legislatura, è stata promulgata la riforma costituzionale che ha inserito la tutela dell'ambiente agli articoli 9 e 41 della Costituzione. È stato un momento molto bello, per noi ambientalisti addirittura è stato un momento emozionante, però da allora, Presidente e Ministro, non è cambiato nulla: non si è fatto qualcosa di più contro i cambiamenti climatici, per tutelare i nostri parchi, per aumentare le aree protette, non è che si è fatto qualcosa di più per le energie rinnovabili, anzi, direi che, su questo fronte, c'è stato un arretramento.

Dico questo per lanciare un grido d'allarme: non vorrei che, con lo sport, Ministro, accadesse la stessa cosa. Il momento di oggi è un momento solenne perché, quando si tocca la Carta costituzionale, è un momento solenne, ma noi dobbiamo sempre ricordare che - come si dice nel popolo, che molti di noi frequentano - le chiacchiere stanno a zero e sono i fatti che contano e, per adesso, i fatti - ahimè - non ci sono.

Perché sono importanti questi fatti? Per la tutela della salute? Certo, ma anche per le conoscenze etiche che si acquisiscono praticando lo sport, come il rispetto per l'avversario, il rispetto per i compagni di squadra, il lavorare insieme. Ci sono tanti valori che con lo sport si possono imparare. Ma servono soprattutto, secondo me, dove? In quelle sterminate periferie delle nostre città, che sono abbandonate a se stesse, dove i nostri ragazzi e le nostre ragazze sono abbandonati, senza che nessuno volga loro lo sguardo.

Ecco io, pensando all'inserimento dello sport in Costituzione, penso a quei ragazzi e a quelle ragazze e al fatto che a loro dobbiamo dare la possibilità, dobbiamo dare la possibilità di avere una vita migliore e di imparare quei valori fondamentali della coesistenza democratica che sono l'elemento determinante per gestire i grandi problemi sociali. Chiediamo risorse, Ministro, tanto più se questa riforma della Costituzione sarà - come noi auspichiamo - applicata; chiediamo risorse, fondi per i giovani e per le giovani e la possibilità che nei quartieri di tutte le città ci siano uno o più centri sportivi gratuiti dove i giovani e le giovani possano praticare queste attività sportive e chiediamo che non venga tutto lasciato alla buona volontà di qualche associazione di volontariato. Abbiamo bisogno di più e noi chiediamo oggi a lei, in qualità di rappresentante del Governo, di prendere un impegno preciso affinché questa modifica della Costituzione non sia semplicemente un altro elemento per dire che siamo bravi e abbiamo sensibilità, ma sia un modo per dare gambe al cambiamento, per dare gambe ai diritti, è questo secondo me il punto fondamentale. Una delle cose che si dicono sempre - si citava de Coubertin -, ossia che l'importante è partecipare e non vincere, non è vera, Ministro: l'importante è dare a tutti le stesse possibilità per vincere. Questo dobbiamo ottenere, che tutte e tutti abbiano le stesse possibilità di vincere, nello sport e nella vita (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Valentina Grippo. Ne ha facoltà.

VALENTINA GRIPPO (A-IV-RE). Presidente, onorevoli colleghi, com'è stato illustrato dai relatori, questa proposta di legge di modifica costituzionale ha una lunga storia, aveva visto una discussione importante alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica nella legislatura precedente. Si è rafforzata nella discussione generale e anche nelle normative che sono emerse a livello regionale e a livello locale proprio perché, durante la fase pandemica, è emerso in modo ancora più evidente come fosse importante la previsione di una specifica tutela dello sport, uno specifico inserimento in Costituzione. Abbiamo dibattuto a più livelli su quanto questa costante apertura della nostra Carta costituzionale a diritti che, di fatto, esistono e vengono tutelati da diversi provvedimenti abbia davvero senso.

Sono fra quelli, lo siamo come gruppo di Azione-Italia Viva, e per questa ragione abbiamo presentato una nostra proposta di legge all'immediato inizio di questa legislatura, convinti dell'esigenza di una previsione specifica che di fatto dia allo sport dignità propria, allo sport sia quando pensiamo all'agonismo e alle eccellenze che rappresentano la nostra nazione, ma anche quando pensiamo allo sport di base. Perché ci serve una previsione costituzionale? Perché non è sufficiente avere delle tutele di fatto? Intanto per un motivo economico-finanziario: tante volte, quando vogliamo investire nell'attività sportiva - il Ministro che ci ascolta lo sa, abbiamo avuto modo di dircelo in Commissione - dobbiamo andare a cercare gli investimenti, si pensi al PNRR, sempre in modo ancillare ad altri investimenti.

Per esempio, quando parliamo di messa in sicurezza o di riqualificazione degli impianti sportivi, lo troviamo nell'edilizia scolastica; quando dobbiamo parlare di incrementare la formazione sportiva, lo dobbiamo andare a cercare nella scuola e nell'università; quando dobbiamo cercare gli investimenti sul sociale, dobbiamo arrivarci dal punto di vista degli interventi in quell'ambito. Invece riteniamo come gruppo, ritengo io come prima firmataria di una delle proposte di legge che sono state accorpate nella discussione odierna, che sia necessario un cappello costituzionale proprio che vada anche oltre quell'inserimento, che pure c'è stato, nel Titolo V di presenza, sia per le regioni sia per lo Stato, dell'interesse ad aprire nuovi impianti sportivi e a manutenerli, ma che invece affronti, come dice l'articolo che andiamo oggi a votare, lo sport nella sua complessità.

La sua complessità che prevede, sì, certo, tempo libero, ma prevede anche salute, prevede integrazione, prevede inclusione, prevede sostegno ai nostri ragazzi sui temi del bullismo e del rapporto con il proprio fisico e con la propria fragilità; sottintende un lavoro sulla propria capacità di crescere - prima si parlava delle giovani generazioni, e sull'imparare a gestire le sconfitte e le vittorie - ma ci parla anche di disabilità, di periferie, di sicurezza e di impiantistica. Ebbene, questa modifica costituzionale che, non scordiamocelo, è presente in altre costituzioni, da quelle europee a quelle di altre nazioni, certo costituzioni più giovani, come quella spagnola o quella portoghese, che però riconoscono dall'inizio dignità allo sport, al contempo è prevista in tante norme internazionali.

Pensiamo, ad esempio, all'articolo 30 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, fatta a New York nel 2006, che noi abbiamo ratificato nel 2008; mette un accento molto importante per superare le barriere culturali e fisiche che impediscono la piena inclusione delle persone con disabilità, attribuisce allo sport un'importanza centrale. Noi siamo contenti anche della discussione che c'è stata nelle Commissioni, e ringrazio i colleghi Giachetti e Carfagna che l'hanno portata avanti nella I Commissione.

Un lavoro che abbiamo fatto in modo unitario, devo dire, trasversalmente ai gruppi politici in VII Commissione, però voglio richiamare solo alcune riflessioni che ci aiuteranno, una volta che avremo la nostra cornice costituzionale, anche a metterla a terra nelle modalità corrette, perché non scordiamoci mai che, quando parliamo di riforma della Costituzione, parliamo anche di dare una cornice a esperienze di grandissima qualità.

In questi anni ho iniziato a fare il mio lavoro con lo sport da amministratrice, da assessora di un piccolo municipio di Roma, da consigliera regionale. Chi è stato nelle istituzioni di prossimità sa che cosa significa lo sport, sa che cosa significa combattere il disagio, l'isolamento e la fragilità utilizzando lo sport come strumento primario. Mi vengono in mente la Team Boxe di Roma XI, che ha trasformato un capannone comunale dismesso nelle periferie di Roma in un polo di eccellenza del pugilato, il calcio sociale, il Campo dei Miracoli di Corviale, il campo di Montespaccato, l'oratorio salesiano di Don Bosco al Tuscolano che, in un quartiere di 300.000 cittadini, è l'unico posto dove i ragazzi possono andare a fare sport in modo gratuito in un modello di sussidiarietà con gli enti locali. Ho avuto modo di visitare, vicino Padova, una realtà che opera per l'integrazione dei ragazzi autistici attraverso lo sport. Penso, inoltre, all'ippoterapia, al lavoro che viene fatto con l'equitazione. Potrei fare un elenco infinito di attività e di progetti dove lo sport di base in senso lato ci aiuta a risolvere e ad affrontare problemi ben più ampi del tempo libero, del tenere in forma il nostro corpo.

Quindi, Ministro, colleghi, oggi siamo veramente soddisfatti e ovviamente voteremo convintamente a favore. Sono altresì d'accordo con l'assetto che è stato dato.

Abbiamo svolto una lunga discussione su quale fosse la parte della Costituzione dove inserire lo sport: se fosse più da annettersi al tema della salute, che pure è strettamente connesso con il benessere, con lo sport, o se, invece, legarlo di più alla formazione e all'educazione, come si prevede nella proposta che, alla fine, andiamo a votare con l'articolo 33. Facciamo anche un'operazione normativa e legislativa intelligente, a mio avviso, parlando di riconoscimento dello sport, perché sono quei diritti fondamentali che la Costituzione non si inventa, ma riconosce perché già fortemente presenti e radicati nella società.

Questo è anche un qualcosa che mi convince nella formulazione finale dell'articolo che andiamo a votare oggi, però naturalmente, colleghi, Ministro, Presidente, sappiamo tutti che la Costituzione talvolta rischia di essere lettera morta anche per diritti sanciti più di 60 anni fa; figuriamoci per una cosa che riconosciamo oggi.

Quindi, da questo riconoscimento deve discendere una presa d'atto della necessità di tradurre tutto ciò che noi oggi sanciamo in modo così importante in atti normativi concreti.

Le faccio un esempio: penso a quelle norme che si attendono da mesi, con riferimento alle deleghe sull'istruzione, per normare l'integrazione dell'attività di didattica e dello sport fin dalla primissima infanzia.

Sappiamo quanto sia importante per i bimbi, fin dall'età prescolare, fare attività fisica, possibilmente con qualcuno di competente che ha studiato per lavorare con i bambini piccolissimi, nella propria mobilità, e saper riconoscere il proprio corpo.

Ci sono bellissimi progetti sperimentali e ancora non riusciamo ad avere nel percorso didattico questi regolamenti oppure - e concludo su una cosa che mi sta particolarmente a cuore - i decreti di attuazione delle deleghe sulla disabilità. C'è una parte molto importante di quella legge che riguarda lo sport delle persone con disabilità. A tutt'oggi è lettera morta, mi dispiace dirlo, ma aspettiamo che venga attuata. Quindi, benissimo il passaggio di oggi, ma deve essere l'inizio di un percorso che con maggiore forza attui tutte quelle norme e quegli interventi governativi che aspettano di essere messi in pratica (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bergamini. Ne ha facoltà.

DEBORAH BERGAMINI (FI-PPE). Presidente, grazie. Con questa proposta di legge costituzionale facciamo un passo importante come Parlamento, perché affidiamo allo Stato il compito di perorare le istanze in favore dello sport, anche a salvaguardia della salute dell'individuo, e di tutelarle, se limitate oppure compresse da scelte contrarie alla promozione dell'attività sportiva. È ampiamente riconosciuto come l'attività fisica, quindi lo sport, rappresenti uno degli strumenti più importanti per prevenire le malattie croniche non trasmissibili e sia in grado di sostenere e rafforzare il benessere psicofisico e di migliorare la qualità della vita in entrambi i sessi, a tutte le età.

L'attività fisica è, infatti, utile in un'ottica globale, per mantenere e rafforzare il benessere degli individui e della comunità, dal momento che la mobilità attiva, soprattutto nelle nostre città, non è solo una soluzione ottimale, naturalmente, per raggiungere i livelli raccomandati di attività fisica, ma anche un modo per ottenere benefici di tipo ambientale. In ultimo, essa appare in grado di ridurre i costi diretti e indiretti dell'inattività fisica, quarto fattore di rischio principale per la mortalità globale.

Queste considerazioni ci portano a concludere che la promozione dell'attività fisica sia importante certamente a livello della persona singola, ma anche e soprattutto in una visione societaria, e che per essa sia necessario un approccio multidisciplinare e multisettoriale, con una serie di interventi che coinvolgano l'individuo, il gruppo e la comunità.

Molti studi ci dimostrano che solo il 50 per cento degli adulti raggiunge i livelli raccomandati di attività fisica. La sedentarietà aumenta con l'età, è maggiore fra le donne rispetto agli uomini e fra le persone con uno status socioeconomico più svantaggiato per difficoltà economica o per basso livello d'istruzione. Tra i bambini italiani, quasi uno su quattro dedica al massimo un giorno alla settimana allo svolgimento di giochi di movimento e il 41 per cento trascorre più di 2 ore al giorno davanti a TV, videogiochi, tablet o smartphone.

È stato anche osservato che, nonostante siano stati avviati programmi e politiche nazionali mirati, di fatto non si è ancora verificato un aumento dei livelli di attività fisica praticata nella popolazione, perché è necessario che si rafforzi il nostro impegno, l'impegno della politica. Occorre aumentare le risorse economiche per implementare i programmi nazionali e soprattutto potenziare gli accordi, le sinergie e la rete con settori diversi rispetto a quello della sanità e dello sport, dunque trasporti, ambiente, istruzione, associazionismo.

L'Organizzazione mondiale della Sanità sottolinea la difficoltà, ancora oggi, a mantenersi sufficientemente attivi a livello fisico proprio a causa della trasformazione sostanziale delle nostre abitudini di vita che sono cambiate radicalmente negli ultimi decenni. In particolare, i bambini e gli adolescenti passano più tempo di prima a scuola o nelle strutture per l'infanzia, il carico scolastico per loro è aumentato e questo può significare anche meno tempo da dedicare all'attività fisica. Anche la qualità delle zone di residenza e il carattere sempre più sedentario delle forme di intrattenimento, come per esempio le attività con uso di schermi e l'uso di supporti tecnici, sono fattori che incidono sui livelli di attività fisica. Andrebbero senza dubbio incentivate politiche e risorse adeguate per il trasporto pubblico e le piste ciclabili.

La promozione dell'attività fisica deve essere riconosciuta come un impegno da parte della sanità pubblica e come il risultato di azioni multisettoriali, trasversali, che facilitino scelte quotidiane di salute.

La collocazione nell'articolo 33 della nostra Costituzione indica il valore educativo legato allo sviluppo e alla formazione della persona, cui si affianca il valore sociale. Lo sport è certamente un elemento di aggregazione, un elemento di inclusione per singoli o per cerchie di soggetti che si trovino in condizioni di svantaggio o di marginalità diverse, quali quelle di tipo socio-economico, etnico-culturale o fisico-cognitivo.

Fino a oggi lo sport ha avuto un fondamento costituzionalistico diffuso, perché attinente e trasversale a molteplici diritti costituzionali di libertà, però non era mai entrato veramente nel nostro testo costituzionale. La Costituzione, infatti, nel suo testo originario, non si occupa esplicitamente di sport, né come attività compiuta dal singolo o da un complesso di individui, né per riconoscere l'esistenza di soggetti, che siano pubblici o privati, operanti in quest'ambito della società. Infatti, il legame tra sport e miglioramento della salute emerge solo in seno al dibattito dell'Assemblea costituente, proprio con riferimento all'atteggiamento del nuovo Stato democratico nei confronti dei cittadini di domani.

Alla luce di una realtà economica, che non consentiva di disporre di grandi risorse per la gioventù, si riteneva possibile fare comunque qualcosa, adottando iniziative sportive per assicurare il benessere psicofisico.

Sul versante internazionale, nel 1978, l'UNESCO ha adottato la Carta internazionale per l'educazione fisica, l'attività e lo sport, secondo cui la pratica dell'educazione fisica è un diritto fondamentale per tutti.

L'Assemblea generale delle Nazioni Unite, solo nel 2013, ha comunque istituito la Giornata internazionale dello sport, che si svolge ogni anno il 6 aprile. Lo sport è diventato un linguaggio universale, un denominatore comune capace di abbattere muri e barriere, forte strumento per il progresso e lo sviluppo individuale, prima di tutto. La stessa Carta olimpica, nell'elencare i princìpi fondamentali dell'olimpismo, sancisce che la pratica sportiva è un diritto dell'uomo e che ciascun individuo deve avere la possibilità di esercitarla senza discriminazioni. Per quello che riguarda il diritto dell'Unione europea, bisogna ricordare la dichiarazione n. 29 allegata al Trattato di Amsterdam del 1997, dove si sottolinea la rilevanza sociale dello sport, in particolare il ruolo che esso assume nel forgiare l'identità e nel riavvicinare le persone.

Colleghi, ho elencato tutti questi passaggi perché sono stati fondamentali. Forse, nei momenti in cui si sono compiuti, non se ne sono nemmeno comprese la portata e l'importanza. Certo è che oggi noi, con questo passaggio importante, colmiamo un vuoto. Oggi compiamo un percorso iniziato 75 anni fa nell'interesse delle generazioni presenti e future, sulle quali questo Governo intende scommettere e alle quali vuole garantire un futuro migliore. L'imminente inserimento dello sport in Costituzione viene a supporto di importanti riforme in corso, dalla stabilizzazione dei docenti di educazione motoria nella scuola primaria, al riconoscimento del chinesiologo, asset strategico per lo sviluppo del settore delle attività motorie, alla prescrizione dell'esercizio fisico strutturato per soggetti con patologie croniche non trasmissibili e, infine, alla detraibilità delle spese per lo svolgimento di esercizio fisico a scopi preventivi in palestra. Con questa riforma tuteleremo un'attività necessaria a diffondere i valori di solidarietà, lealtà, rispetto delle regole, fair play e rispetto della persona, che sono fondanti in ogni società sana e che sono ancora più essenziali in un tempo caratterizzato dal dramma del conflitto. A questo proposito, ricordo le numerose iniziative adottate, dallo scoppio della guerra in Ucraina, da associazioni che hanno individuato nelle attività sportive lo strumento migliore attraverso il quale rendere meno traumatico ai minori ucraini in fuga dalla guerra il distacco dal loro Paese e dalle loro radici.

Inoltre, quella sportiva è un'attività di fondamentale importanza per l'economia del nostro Paese, come dimostrano gli ingenti ricavi da essa generati, sono stati già ricordati. Secondo l'Osservatorio sullo sport system italiano, infatti, questo settore genera ricavi per quasi 96 miliardi di euro, cifre estremamente importanti. Certo, il contenimento della pandemia ha portato a una forte riduzione di queste cifre e certamente, per tornare ai livelli prepandemici e sostenere lo sviluppo di tutto il comparto, saranno fondamentali gli investimenti pubblici e privati, resi possibili anche dalle risorse stanziate dal PNRR.

Dunque, oggi compiamo un ulteriore passo in avanti, votando l'inserimento della tutela dello sport in Costituzione, e continueremo da domani a impegnarci affinché questa riforma possa favorire concretamente la diffusione dell'attività sportiva e rendere lo sport parte davvero integrante della nostra cultura sociale, del nostro ordinamento e della nostra vita, dall'età dell'infanzia fino all'età più matura e, penso, anche per quanto riguarda il raggiungimento di una vera parità di genere.

PRESIDENTE. Deve concludere.

DEBORAH BERGAMINI (FI-PPE). Sono vicina a concludere. Anche per questo, io credo che questo passaggio legislativo possa davvero dare un contributo ad imprimere finalmente una svolta. So che il voto sul presente provvedimento sarà unanime e vorrei anch'io esprimere il mio plauso proprio per questo. Non possiamo, infatti, non sottolineare il clima di grande collaborazione che ha caratterizzato i lavori della I Commissione, di cui faccio parte. Possiamo finalmente aprire un capitolo nuovo, anche nel senso di un'accelerazione e facilitazione nell'accesso alle risorse economiche. Il riconoscimento della dignità dell'attività sportiva in Costituzione potrà dare ancora più impulso all'iniziativa legislativa ordinaria, favorendo e facilitando l'operosità delle associazioni sportive e di tutto il sistema delle palestre. Per tutte queste ragioni, noi di Forza Italia esprimeremo voto favorevole al provvedimento in esame, di cui condividiamo motivazioni e finalità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, signora Presidente. Colleghe e colleghi deputati, signor Ministro, quando si parla di uguaglianza, di integrazione sociale, di sviluppo, di parità di genere, di costruzione di comunità più forti e più unite si parla anche di sport. Come non collegare lo sport a concetti quali la fraternità, la solidarietà, la non violenza, la tolleranza e la giustizia? Lo sport è un formidabile strumento educativo, insegnamento del rispetto dell'altro, dell'uguaglianza, del sacrificio, della disciplina. Sport quale diritto, sport come promozione della salute individuale e collettiva, sport come prevenzione. Sport è etica, sport è democrazia, sport è pace. Lo sport insegna il valore della vittoria e, al contempo, il valore della sconfitta. Lo sport travalica ogni frontiera. ogni dogana fisica e mentale, abbatte in modo pacifico e sano ogni stereotipo e ogni discriminazione.

Il riferimento diretto allo sport si rinviene oggi nella Costituzione nel solo articolo 117, terzo comma, che annovera l'ordinamento sportivo tra le materie assegnate alla competenza concorrente di Stato e regioni. Ciò nonostante si è finora ritenuto che lo sport avesse una tutela costituzionale cosiddetta indiretta: nell'articolo 2, quale diritto inviolabile dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità; nell'articolo 18, che afferma il diritto di libera associazione; nell'articolo 32, che riconosce la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività; nell'articolo 13, che dispone l'inviolabilità della libertà personale, nel cui ambito deve essere ricondotta anche la libertà del singolo nel praticare attività sportiva; nell'articolo 4, che proclama il diritto al lavoro e alla libera scelta di un attività che concorra al progresso materiale e spirituale della società e che deve essere riferito anche all'attività sportiva; nell'articolo 33, che sancisce la libertà dell'arte, della scienza e dell'insegnamento e che deve essere riferito anche allo sport per il suo indubbio valore scientifico ed educativo. Questo è un quadro costituzionale che permarrà anche a seguito dell'odierna modificazione della Carta costituzionale e che intende lo sport sia come pratica sportiva, individuale e collettiva, sia come associazionismo sportivo, cioè libera e volontaria associazione per lo svolgimento in forma associata dell'attività sportiva.

Ci chiediamo, allora, quale valore aggiunto apporti oggi l'inserimento diretto in Costituzione, all'articolo 33, di un ultimo comma: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme”. Sicuramente, questo inserimento comporta il definitivo ripudio del concetto fascista di sport. Il regime fascista aveva deformato l'attività fisica a strumento di formazione della gioventù, per la valorizzazione della razza e l'esaltazione della potenza bellica dello Stato. Nell'ambito della Costituzione repubblicana e antifascista il nuovo comma dell'articolo 33 definisce un requisito essenziale dello sport: lo sport è libero, così come liberi sono l'esercizio dell'arte e della scienza e il loro insegnamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lo sport è libertà! Ripudiata la dimensione marziale e razziale, lo sport acquisisce il suo ruolo di strumento formidabile di pace, data la sua innata attitudine ad esportare i valori della fratellanza e del rispetto ben oltre confini nazionali.

L'Italia si conforma così, pienamente, alla dimensione sovranazionale dell'ordinamento giuridico sportivo, le cui regole principali sono dettate dal Comitato olimpico internazionale attraverso la Carta olimpica, ovvero la Costituzione dello sport mondiale. L'inserimento del valore dell'attività sportiva in Costituzione sortisce un altro importante obiettivo: esclude che la tutela dell'attività sportiva possa essere sotto-qualificata come situazione soggettiva.

Al legislatore è così posto l'obbligo della sua cura, attraverso politiche attive di periodo. Il Governo oggi, nella sua persona, signor Ministro, assume l'obbligo solenne di declinare il valore costituzionale dello sport in concrete politiche attive. Le politiche per lo sport devono guardare, signor Ministro, alle fasce più vulnerabili della popolazione e alle aree più povere del Paese, ove maggiore ne è il bisogno e ove più forte può sprigionarsi l'efficacia dello sport quale mezzo di prevenzione e di cura delle fragilità sociali e personali. Lo sport deve affiancare i bambini e le bambine fin dall'asilo, accompagnandoli poi nell'intero percorso di studi. È necessario garantire la parità di accesso allo sport a ogni fascia sociale e, senza barriere di sorta, ai diversamente abili, i quali possono trovare nell'attività fisica uno strumento di inclusione sociale e di integrazione. Bisogna prevedere corsi di formazione abilitanti per tecnici, per specifiche patologie. Lo sport degli atleti diversamente abili è un veicolo primario per modificare la percezione sociale dello sport e della disabilità.

Le politiche dello sport devono valorizzare le professionalità degli operatori del settore, favorendo la loro preparazione scientifica e promuovendo le forme per l'esercizio dignitoso del loro lavoro. Lo sport deve essere incentivato anche tra le fasce più anziane della popolazione, come strumento di rallentamento del processo di invecchiamento, di prevenzione sanitaria e di socializzazione. Occorrono piani di sviluppo e di manutenzione delle strutture sportive, soprattutto in periferia. Bisogna garantire che le manifestazioni sportive si svolgano senza violenza. Mi riferisco ai noti gravi episodi, purtroppo ricorrenti, di violenza, che deturpano irrimediabilmente la natura intrinseca dell'evento sportivo, che è fatta di bellezza e purezza. Una particolare attenzione andrà dedicata al fenomeno degli e-sport, settore in continua crescita che vede la pratica di milioni di adolescenti in tutto il mondo, sui quali essi esercitano una forte influenza, sia sociale sia culturale. Il Governo, signor Ministro, deve perseguire politiche che favoriscano l'attività sportiva, quale antidoto contro l'illegalità e la dispersione scolastica e culturale, quale medicina della marginalità, quale terapia rieducativa - pensiamo, ad esempio, ai detenuti -, mediante l'ausilio di progetti di sviluppo e di recupero educativo, quale strumento di welfare aziendale, quale mezzo di benessere e di socializzazione. Lo sport deve divenire la leva di riqualificazione e di creazione di opportunità di lavoro per tutti, indipendentemente da età, sesso, condizioni sociali, abilità fisiche e mentali.

In definitiva, per concludere, signora Presidente, l'Italia, con questa modifica costituzionale, associa lo sport alla cultura, all'arte e all'educazione, così mettendo lo sport, sia agonistico sia dilettantistico, al servizio dell'umanità, promuovendo una società pacifica e stili di vita sani, salvaguardando la dignità umana, senza alcuna discriminazione. Alla vigilia del 6 aprile, Giornata internazionale ONU dello sport per lo sviluppo e la pace, dichiaro come segue il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle: viva lo sport (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro, desidero esprimere la mia soddisfazione per l'esame, oggi in Assemblea, di questo provvedimento, approvato in prima lettura al Senato, che riguarda l'ingresso dello sport nella nostra Costituzione. Lo faccio da padre e da insegnante, ancor prima che da deputato della Lega, pensando soprattutto ai più giovani, alle ragazze e ai ragazzi, ai bambini, nei recenti anni bui delle restrizioni legate al COVID, a volte assurde, a volte discriminatorie, ai bambini che hanno dovuto rinunciare alla loro vita, alle loro passioni, alla pratica sportiva. Dopo la deprivazione culturale e la tossicità digitale degli ultimi anni, finalmente abbiamo voltato pagina. Oggi è una bella giornata, perché finalmente il diritto allo sport entra nella Costituzione della Repubblica italiana. È un diritto, però, cui, parimenti, deve corrispondere un dovere da parte dello Stato, nei confronti della società, da parte appunto dei soggetti istituzionali che, a ogni livello e secondo le rispettive competenze, hanno, da oggi, la responsabilità costituzionale di rendere lo sport accessibile a tutti, a prescindere dalle condizioni sociali, economiche, della fascia di età e con particolare attenzione a chi presenta forme di disabilità. Lo sport deve essere un diritto universale, deve essere accessibile a tutti, perché, lo ricordo, la disabilità è una particolare condizione in un ambiente sfavorevole e il mondo dello sport non ne deve essere assolutamente estraneo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

L'introduzione dello sport in Costituzione, dunque, non deve rappresentare, ovviamente, un punto di arrivo, ma un punto di partenza, un primo passo cui la nostra Repubblica deve impegnarsi a dare sostegno. Oggi, ovviamente, è maturata una maggiore consapevolezza e sensibilità riguardo alla sua importanza e a ciò che rappresenta nella vita di tutti noi. Lo sport, in tutte le sue forme, praticato, tanto a livello agonistico da illustri campioni, quanto a livello dilettantistico - da me, per primo -, svolge un ruolo fondamentale anzitutto nella promozione della salute, intesa nella sua più moderna concezione di benessere psicofisico integrale della persona, e non come mera assenza di malattia, incoraggiando la costruzione di uno stile di vita sano e positivo, ma fornisce anche un contributo significativo a livello sociale, favorendo l'integrazione e l'aggregazione tra le persone, attraverso l'abbattimento di qualsiasi forma di diversità o barriera - linguistica, culturale -, nonché prevedendo lo sviluppo di forme di disagio e di devianza sociale, specialmente tra i più giovani. Lo sport unisce, insegna ad affrontare il gioco di squadra, insegna il rispetto delle regole, insegna a sopportare i sacrifici e a proporsi obiettivi, mete. È importante evidenziare il suo rilievo nella formazione individuale come veicolo di diffusione di valori quali l'eguaglianza, la lealtà, la parità di genere, il sacrificio, lo spirito di squadra, nell'ottica di un approccio collaborativo e di sana competizione.

Proprio per questi motivi la Lega si è sempre impegnata per la promozione della pratica sportiva e, più in generale, anche dell'attività motoria. Da Sottosegretario all'Istruzione, con delega allo sport, nella passata legislatura, ho avuto la grande soddisfazione di prevedere finalmente, per la prima volta, dopo tanti anni, l'insegnamento dell'educazione motoria con insegnanti abilitati, con insegnanti specifici, e non con le maestre generaliste, sin dalla scuola primaria. E sempre il gruppo che mi onoro di rappresentare in questo momento ha presentato, nella legislatura corrente, una proposta di legge per la promozione della pratica sportiva quale parte integrante del percorso scolastico, a partire sempre dalla scuola primaria, nella convinzione che è proprio nei primi anni di formazione che si sviluppa l'identità di un individuo e si costruiscono le relazioni con gli altri, nonché - e questa è una cosa che mi rende particolarmente felice, perché mi ricorda quando ero ragazzino anch'io - per l'istituzione dei nuovi Giochi della gioventù, un appuntamento annuale che, oltre a diffondere la pratica sportiva, la rende una straordinaria occasione di socialità, soprattutto - lo ripeto - dopo anni di pandemia e di deprivazione culturale, oltre che di isolamento sociale. È in questa direzione che noi vogliamo andare, riconoscendo in Costituzione il ruolo fondamentale che può avere lo sport per la salute psicofisica delle nuove generazioni.

Annuncio pertanto, con convinzione, il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier al disegno di legge costituzionale in esame (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mauro Berruto. Ne ha facoltà.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, sono tante le definizioni che potremmo utilizzare per definire cosa sia lo sport; nessuna sarebbe esaustiva, perché lo sport ha troppo a che fare con ciascuno di noi ed è giusto trovare, dunque, la propria collocazione nella grande costellazione dello sport. Se volessimo semplificare una materia così complessa, potremmo dire che lo sport fa due grandi cose: da un lato, lo sport praticato, agito, indipendentemente dal talento, dal livello, genera benessere, salute e contribuisce a definire il sé e la relazione con gli altri, compagni di squadra o avversari che siano; chi è stato, anche solo una volta, in uno spogliatoio lo sa bene; dall'altro lato, lo sport - e non solo quello di vertice - produce uno spettacolo e, di conseguenza, ispirazione. Lo sport ricerca la paura, per dominarla, la fatica, per trionfare su di essa, la difficoltà, per vincerla, diceva Pierre de Coubertin; eccola, allora, una buona definizione di sport, potrebbe essere questa: l'arte del mettersi alla prova, non perché sia facile, non perché sia comodo; anzi, la difesa del valore della fatica come vera medicina del mondo forse resta soltanto appannaggio dello sport, lo dimostravano già gli atleti che gareggiavano nell'antica Olimpia. Così come gli amanti della sapienza praticavano la filosofia, o la solidarietà per gli stranieri era definita filoxenìa, gli atleti praticavano la filoponìa, esattamente l'amore per la fatica.

Non solo; lo sport è un linguaggio universale, capace letteralmente di arrivare in ogni angolo del mondo, come forse solo la musica è in grado di fare; lo sport supera barriere linguistiche, i suoi grandi campioni possono rivolgersi a platee planetarie, potenzialmente hanno in mano una piattaforma più forte di ogni totalitarismo politico o religioso; pensate a quelle fotografie di migranti che arrivano da scenari di guerra o di povertà estrema, c'è sempre almeno un ragazzo che indossa la maglia di una squadra di calcio; ecco, nella trama di quella maglia, nelle fibre di quel tessuto c'è la stessa passione che fa battere il cuore nello stesso modo a un diseredato come a un miliardario. La storia stessa dello sport si intreccia con la storia del Paese e, più in generale, con la storia del mondo, con la geografia, con la sociologia, con l'antropologia, con l'arte, con la scienza, con la letteratura, con la politica. Lo sport è un fatto sociale totale e, dunque, lo sport è anche un fatto culturale, ovvero la straordinaria espressione, insieme spirituale e fisica, capace di educare la testa prima che il fisico. Tutto ciò richiede, come ogni allenatore sa bene, scienza e arte, tecnica e ispirazione. Per questo motivo la collocazione scelta, l'articolo 33, è quella ideale, anzi, la più suggestiva: lo sport proprio lì, fra l'arte e la scienza, che sono libere, come libero ne è loro insegnamento. Ma non solo; l'articolo 33, come è evidente, è, a sua volta, un ponte fra l'articolo 32, che difende il diritto alle cure, alla salute, nella forma universalistica, e l'articolo 34, che tutela al diritto all'istruzione. Ecco che allora il neonato diritto allo sport non solo avrà necessità di politiche pubbliche per poter essere reso accessibile a tutte e a tutti, senza differenza di genere, di età, di orientamento sessuale, di talento, di abilità o disabilità, di provenienza geografica, soprattutto di disponibilità economica, perché non è un segreto che, nel nostro Paese, fino ad oggi, nella stragrande maggioranza dei casi, fa sport solo chi se lo può permettere.

Insomma, il passo che ci accingiamo a fare impone un'accelerazione senza precedenti verso un dialogo, necessario e strutturale, dell'attività fisica, inclusa quella adattata per persone con patologie, con le politiche della salute e con quelle dell'istruzione. D'altronde, la formula scelta, ovvero “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale, di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva, in tutte le sue forme” non lascia dubbi: quel verbo riconoscere è un verbo forte, determina la dignità di un diritto che si manifesta in tre declinazioni, con il valore educativo, che impone alla Repubblica di mettere i suoi cittadini nelle condizioni di esercitare un diritto che è anche uno splendido dovere, come quello genitoriale, il diritto-dovere di tutte le agenzie che si definiscono educative, appunto; la famiglia, la scuola, le associazioni, quelle che si occupano di persone con disabilità, ma anche, per esempio, gli istituti penitenziari, che hanno proprio obiettivi rieducativi nei confronti dei detenuti. Ci sarà, dunque, un dovere in capo alla Repubblica, rispetto ai suoi compiti educativi e rispetto alla necessità di creare un ecosistema favorevole, affinché chi si occupa di progetti educativi sia messo nelle condizioni di farlo, anche attraverso lo sport, nel modo migliore possibile.

Lo sport ha un valore sociale, dunque è strumento di inclusione, di relazione, di costruzione del senso del sé, soprattutto in età giovanile, di percezione di un sé ancora centrale e utile al patto sociale in età più avanzata o nella terza età.

Forse noi oggi pensiamo, come è giusto, di fare un passo in avanti, in termini di cultura sportiva del Paese, per il futuro dei nostri giovani, ma, in realtà, stiamo facendo di più: stiamo accendendo una scintilla che riguarda anche i nostri anziani. Pensate a quanto fa la danza per le persone anziane in termini di salute, di relazione e di socialità. Pensate a cosa può fare lo sport per quegli 800.000 ragazzi e ragazze di seconda generazione che sono nati qui, che vanno a scuola qui e che sognano, grazie anche allo sport, di poter rappresentare il nostro Paese. Crediamo che occorra trovare il modo per dare loro il passaporto italiano, non solo per meriti sportivi, ma perché è giusto.

Il terzo valore che la Repubblica riconoscerà è il benessere psicofisico generato dallo sport. In questo caso non ci sono dubbi: ci si riferisce da un lato, con il prefisso psico, a un equilibrio che passa dalla sicurezza in se stessi, alla costruzione del sé e all'affermazione del sé in un contesto sociale fatto di regole, di rispetto, di accettazione del confronto con un avversario, anzi della necessità di un avversario, perché senza l'avversario non si può giocare alcuna partita, e questa forse è una lezione anche per noi, in questo Parlamento. Dall'altro lato, si riferisce all'aspetto del benessere fisico, che non è solo assenza di malattia. Su quest'aspetto torniamo, ancora una volta, nel campo dialettico del diritto-dovere, perché la demografia, che è una scienza, ci ricorda che siamo un Paese che invecchia; senz'altro un'ottima notizia. Nello specifico, siamo i primi umani della storia che aumentano la propria aspettativa di vita semplicemente vivendo. Ma se, oggi, l'aspettativa di vita nel nostro Paese è di oltre 82 anni, l'aspettativa di vita in salute, ovvero quella senza incidere sul Servizio sanitario nazionale per le necessità di cura, è di poco superiore ai 60 anni e la scienza demografica ci ricorda che nel 2050 il nostro Paese sarà composto, per i due terzi della popolazione, da persone over 65, ovvero due cittadini su tre saranno fuori da quello che oggi è il perimetro di aspettativa di vita in salute. Dunque, anche un bambino può intuire che il modello attuale di welfare non sarà più sostenibile. Ma la cultura del movimento e l'attività sportiva, come dimostrato dalla letteratura scientifica, sono strumenti capaci di generare un risparmio al Servizio sanitario nazionale fra le 4 e le 7 volte superiore all'investimento, soprattutto per le patologie metaboliche croniche, come il diabete, o le patologie cardiovascolari, ma anche per i disturbi dell'umore o per alcune patologie tumorali. Ecco perché la cultura del movimento diventa, oltre che un diritto, anche un bellissimo dovere. Prendersi cura di sé non solo significa avere un vantaggio di salute individuale, ma è anche il modo di prendersi cura della comunità, di incidere meno sui costi necessari alle cure e permettere al diritto alla salute di essere esercitato così come lo conosciamo oggi, in forma universalistica e gratuita.

Meno misurabile, ma altrettanto fondamentale è un altro valore che lo sport insegna e che mi consente di smentire, se mi permettete, una leggenda metropolitana. Lo sport non insegna a vincere: lo sport insegna a perdere, perché nello sport si perde molto di più di quanto si vinca e, in questa nostra società della prestazione ipercompetitiva, che avviene qualche volta in modo feroce, il valore non della sconfitta in sé, ma di cosa tu fai con la sconfitta, come a essa reagisci, in maniera proattiva, è un insegnamento prezioso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Il 6 aprile, ossia tra due giorni, sarà la Giornata internazionale dello sport per lo sviluppo e la pace. Ci arriveremo con questo provvedimento, su cui il Partito Democratico, senza alcun dubbio, esprime il suo voto favorevole. Il Partito Democratico esprime un sostegno pieno non solo per ciò che potrebbe sembrare un fatto simbolico; no, è un voto che determina un cambio di paradigma, che mette lo sport al centro delle priorità delle politiche del Paese. Soprattutto, è un voto - il nostro, il vostro e quello di tutto questo Parlamento - che parla a milioni, milioni e milioni di persone che hanno tenuto in piedi, per 75 anni, lo sport nel nostro Paese. È un voto che parla a centinaia di migliaia di associazioni - dirigenti, volontari, amatori, dilettanti - che hanno compiuto la loro missione con pochissime risorse, ma con un'enorme e inesauribile motore: la forza di volontà.

Non voglio idealizzare. Lo sport non è certamente un mondo perfetto, come non è perfetto il mondo dell'economia, dell'arte o della politica, ma è fatto da milioni, milioni e milioni di persone che spesso allo sport hanno dedicato la loro intera vita: presidenti che hanno costituito associazioni, assumendosi responsabilità personali da far venire i brividi, mecenati, persone che hanno aperto le palestre, altri che le hanno pulite, genitori trasformati in segretari, dirigenti, accompagnatori o autisti del pulmino, ragazzi e ragazzi con talento o senza talento, normodotati, diversamente abili, partiti magari da un ente di promozione sportiva, da un oratorio o da un gruppo sportivo scolastico, per arrivare a far emozionare fino alle lacrime il Paese intero, partecipando ai Giochi Olimpici o a quelli paralimpici.

È per loro - e chiudo - che il nostro piccolo gesto, che ciascuno di noi sarà chiamato a fare, schiacciando un tasto qui davanti ai nostri banchi, rappresenterà il riconoscimento di una vita intera: riconoscerà loro la dignità di essere stati utili, anche facendo una cosa piccola, senza avere mai visto il proprio nome o la propria fotografia su un giornale sportivo, ma che è servita a rendere questo Paese migliore. Il voto che stiamo per esprimere non rappresenta solo questo “grazie”, ma è una decisione che riguarda il futuro, è un punto di non ritorno. È a loro che oggi stiamo dicendo che lo sport e la cultura del movimento di questo Paese sono un patrimonio, una ricchezza, un investimento per il futuro.

Sono abituato a festeggiare dopo che la partita è finita e oggi la partita non è finita. Servirà ancora una lettura al Senato e poi l'ultima qui alla Camera dei deputati, dove 75 anni e qualche mese fa quest'Aula votò la nostra Costituzione.

PRESIDENTE. Deputato, dovrebbe concludere.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Mancava una cosa per i nostri padri e per le nostre madri costituenti in quel momento storico e non poteva che essere così, perché serviva discontinuità rispetto a un modo di intendere lo sport basato su ragioni propagandistiche e divisive. Ma, per fortuna, il mondo è cambiato e lo sport ha contribuito a cambiarlo in meglio e, oggi, senza nascondere l'emozione infinita e il senso di responsabilità, è nelle nostre mani il compito di completare quel lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Perissa. Ne ha facoltà.

MARCO PERISSA (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, signor Sottosegretario, onorevoli colleghi, quella di oggi è una giornata decisamente importante per il mondo dello sport italiano, in cui, anche ascoltando le dichiarazioni di voto che hanno preceduto la mia, mi sembra di capire che andiamo verso una luce verde per l'approvazione di un provvedimento che permetterà allo sport di essere riconosciuto come valore di rango costituzionale.

È un passaggio che questo Parlamento ha impiegato 76 anni a compiere, da quando la nostra Carta costituzionale ha preso vita, e che ha caratterizzato il dibattito delle ultime 3 legislature. È un passaggio non soltanto simbolico, signora Presidente, ma è la chiara consapevolezza, da parte di questo Governo, di un'assunzione di responsabilità chiara da parte del legislatore nel dire al sistema sportivo italiano, ai dirigenti, ai praticanti e alle istituzioni che lo caratterizzano e lo animano che, dopo 76 anni di lunga attesa, sono loro riconosciuti i valori e i meriti che hanno sudato e guadagnato sul campo.

Come dicevo, non è soltanto un momento dal valore simbolico, ma quello che compiamo oggi è un passaggio che avvicina la nostra Carta costituzionale a quella definizione di sport che il Consiglio europeo aveva già abbracciato nel 1992 e che lo intende in maniera molto più ampia rispetto a come l'ordinamento sportivo italiano lo riconosce in questo momento.

Credo che sia giunto il momento di dire che per Fratelli d'Italia resta ferma la disponibilità e la volontà di andare a costruire un percorso normativo che vada nella direzione della definizione di sport, prevista dal Consiglio europeo, che allarghi il perimetro di quello che oggi in Italia è considerato sport rispetto a ciò che non è considerato sport, perché, a seguito della riforma costituzionale, questo passaggio possa dire a quegli uomini e a quelle donne, che oggi vivono in un limbo che non è sport, non è cultura, non è Terzo settore, che siamo pronti ad accogliere il loro sacrificio e la loro competenza.

È un giorno di grande soddisfazione, ma vorrei davvero che questa soddisfazione non inebriasse i nostri cervelli più del tempo necessario, perché, per quanto importante questo passaggio possa essere - e anche a tranquillizzare alcuni onorevoli colleghi che hanno preso la parola prima di me -, vorrei che fosse chiaro che per Fratelli d'Italia questo passaggio non è un punto d'arrivo, ma è soltanto il punto di partenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Proprio per iniziare con il piede giusto, Presidente, occorre fare anche un po' di chiarezza, oltre alla soddisfazione, perché credo sia anche giusto dire che, dopo 76 anni di attesa, questo Parlamento, che, mi preme sottolinearlo, fino a oggi non ha mai visto Fratelli d'Italia in maggioranza, né tantomeno al Governo, ha sempre dato al sistema sportivo e allo sport molto meno di quello che la nostra Nazione ha ricevuto. E, allora, per il presupposto di chiarezza, credo che la prima cosa che questo Parlamento debba fare nei confronti di quel sistema, votando la luce verde di oggi, è ringraziarlo per essere sopravvissuto e cresciuto, nonostante la totale assenza di politiche pubbliche, che i Governi degli ultimi 50 anni non hanno mai applicato in questo Paese.

Sono sopravvissuti e ci hanno dato tanto, lo sappiamo, Ministro, ne abbiamo parlato tantissime volte: è sulla bocca di tutti l'orgoglio di tutti gli italiani e le italiane nel vedere il nostro tricolore sventolare sulla vetta del mondo olimpico o di un campionato del mondo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); abbiamo assistito e raccontato le storie incredibili di incredibili campioni, uomini e donne. Per i risultati, dobbiamo ringraziare i Comitati italiani olimpico e paralimpico, le federazioni, le discipline sportive associate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), i gruppi sportivi militari, le società sportive, i loro allenatori e i loro tecnici, i massaggiatori e tutti quelli che li hanno sostenuti.

Ma un “grazie” ai miei colleghi lo voglio chiedere, perché questi campioni, prima di essere uomini e donne, erano bambini, poi adolescenti e, poi, adulti. E ognuno di noi, che ha calcato i bordi di una piscina o la pista di un campo di atletica, sa che, se non fosse stato grazie al sacrificio delle famiglie di questi bambini e di queste bambine (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che, per anni, li hanno accompagnati, sostenuti e consolati davanti alle sconfitte, noi quei campioni non li avremmo mai avuti.

Ma il sistema sportivo italiano non è soltanto lo sport di vertice: no, tutt'altro. Un altro ringraziamento questo Parlamento lo deve a quelle centinaia di migliaia di dirigenti e presidenti di associazioni sportive (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), a quel circa 1 milione di lavoratori sportivi che, nonostante tutto, nonostante le difficoltà, nonostante l'incuria, nonostante l'indifferenza delle istituzioni, che dovrebbero prendersi cura di loro, tengono aperti, in sostituzione di un presidio dello Stato, i centri sportivi nelle periferie dei nostri centri urbani o nei più di 8.000 comuni della nostra Penisola (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). A loro sì, che non hanno mai vissuto la ribalta della cronaca, va la medaglia d'oro del valore e del coraggio, perché loro sì, in quei posti, sono Stato e diretti rappresentanti di un sistema di valori che cresce le nostre generazioni come generazioni di uomini e donne migliori e ci danno la possibilità di credere in un futuro migliore per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ma quelle società non sono solo coraggio e valore: no, quelle società sono anche la colonna vertebrale di un sistema che, ad oggi, Presidente, Ministro, rappresenta 1,3 punti percentuali del nostro prodotto interno lordo e che si regge sulle competenze di uomini e donne che, tutte le mattine, mettono da parte un pezzo della loro vita per dedicarla all'interesse comune.

Un ringraziamento, però, è dovuto anche al Presidente Giorgia Meloni, questo lo devo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché, da donna coerente quale è sempre stata e quale tutt'oggi continua a dimostrare di essere, ha manifestato grande attenzione e sensibilità anche quando era leader dell'opposizione e, senza un attimo di esitazione, ha dotato il suo Governo di un Ministro. Non era una cosa scontata, basti pensare che, nelle ultime tre legislature, i Governi che si sono succeduti hanno scelto due volte un Sottosegretario e una sola volta un Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), un Ministro che, mi permetta di dire, nella prima audizione in cui ha professato le sue linee guida alle Commissioni congiunte della Camera e del Senato, ha esordito con questa frase: “Sono il Ministro dello Sport, ma non mi sono mai occupato di sport in vita mia, cercherò di dare il meglio possibile”. Apprezzato l'auspicio, ma oggi noi abbiamo un Ministro che, quando si è presentato a questo Parlamento, sapeva perfettamente cosa dire e cosa bisognava fare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

La competenza alla guida delle istituzioni è un elemento di innovazione che ha introdotto il Governo Meloni, anche nominando il Ministro Abodi alla guida del Dicastero per lo Sport e le politiche giovanili, una scelta che ha dato conseguenze estremamente positive. Anche qui, qualcuno prima di me ha detto che si vede alla prova dei fatti, ma che i fatti non ci sono stati. Ebbene, mai come in questa legislatura, abbiamo visto un'attività legislativa così prolifica sul ripristino dei campionati della gioventù, perché abbiamo chiaro il concetto, noi di Fratelli d'Italia e questo Governo con noi, che non basta lo sport in Costituzione, se non si ricostruisce un rapporto sano, virtuoso, organico e strutturato con il mondo della scuola (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Il percorso avviato da questo Governo di ricostruzione di un'armonia istituzionale, a dimostrare che sappiamo perfettamente qual è la differenza tra strumenti e obiettivi, che Comitato olimpico, Governo, Parlamento, Comitato italiano paralimpico e federazioni non sono obiettivi, ma meri strumenti che servono a costruire un sistema sportivo più forte e che arrivi dove oggi non è riuscito ad arrivare. Questo è un altro segnale importante di questo Governo.

E poi, l'ho tenuto per ultimo, Presidente, Ministro: chi ha fatto sport sa che un buon sportivo conosce, prima di tutto, il principio della lealtà ed è facile essere leali con i propri compagni di squadra. Un po' più complesso è riuscire a esserlo con i propri avversari, soprattutto quando dibattono, perché un buon sportivo vive per la lealtà perché adora il principio della verità. E, per amore di verità, Presidente, mi permetta di dire, soprattutto a chi anche oggi continua a sostenere questa tesi, che qui nessuno ha regalato un miliardo alle squadre di calcio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Si è semplicemente adottato un provvedimento che ha fatto della giustizia il suo punto di riferimento, permettendo a soggetti sportivi di rateizzare tributi sospesi da altri Governi, esattamente come era possibile per tutti gli altri soggetti lucrativi.

Le cose da fare sono tante ancora, Presidente - e vado davvero a concludere -, dal potenziamento dei progetti sugli studenti atleti, al rafforzamento dell'offerta sportiva territoriale, alla possibilità di introdurre nelle scuole materie che promuovano la cultura dello sport e non soltanto l'attività motoria e via seguitando. È un lavoro lungo.

All'inizio di questa legislatura, in campagna elettorale, Fratelli d'Italia ha parlato di un modello Islanda: ci siamo permessi di metterlo da parte, signora Presidente, perché abbiamo ritenuto che fosse possibile e opportuno, con gli strumenti di cui disponiamo, riuscire a immaginare e costruire un modello Italia, del quale far parlare in tutto il mondo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Per questo voteremo a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 715? e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge costituzionale, già approvata, in prima deliberazione, dal Senato, n. 715 - “Modifica all'articolo 33 della Costituzione, in materia di attività sportiva” (Approvata, in prima deliberazione, dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30) (Applausi).

Dichiaro così assorbite le proposte di legge costituzionali nn. 212, 337, 423, 904.

Organizzazione dei tempi di discussione dei progetti di legge di ratifica.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dei progetti di legge di ratifica nn. 770-A, 795 e 873.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi riservati all'esame dei progetti di legge di ratifica all'ordine del giorno è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (Vedi calendario)

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Croazia sulla delimitazione delle zone economiche esclusive, fatto a Roma il 24 maggio 2022 (A.C. 770-A?).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 770-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Croazia sulla delimitazione delle zone economiche esclusive, fatto a Roma il 24 maggio 2022.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 770-A?)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

La III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Paolo Formentini.

PAOLO FORMENTINI , Relatore. Grazie, Presidente. Consegno la relazione.

PRESIDENTE. È autorizzato.

Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo: si riserva di intervenire successivamente.

Non essendovi iscritti a parlare dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche.

(Esame degli articoli - A.C. 770-A?)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non sono state presentate proposte emendative, li porrò direttamente in votazione.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 770-A?)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Martina Semenzato. Ne ha facoltà.

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole di Noi Moderati e consegno il testo del mio intervento (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Nicola Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole di Alleanza Verdi e Sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Isabella De Monte. Ne ha facoltà.

ISABELLA DE MONTE (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Anch'io preannuncio il voto favorevole del mio gruppo e chiedo di consegnare il testo del mio intervento (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giandiego Gatta. Ne ha facoltà.

GIANDIEGO GATTA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del gruppo di Forza Italia e consegno il testo del mio intervento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Arnaldo Lomuti. Ne ha facoltà.

ARNALDO LOMUTI (M5S). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle e chiedo di depositare il testo del mio intervento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Anche il gruppo della Lega-Salvini Premier voterà a favore dell'accordo bilaterale italo-croato sulla delimitazione delle rispettive zone economiche esclusive nell'Adriatico (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazi, Presidente. Saluto il Sottosegretario Silli. Con il presente intervento dichiaro il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico e mi riservo di consegnare il testo dell'intervento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Emanuele Loperfido. Ne ha facoltà.

EMANUELE LOPERFIDO (FDI). Grazie, Presidente. È intenzione del gruppo di Fratelli d'Italia sostenere fortemente questo atto. Depositando la dichiarazione agli atti, andremo a sostenere e votare a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 770-A?)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 770-A?)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 770-A: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Croazia sulla delimitazione delle zone economiche esclusive, fatto a Roma il 24 maggio 2022".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dello Scambio di Note verbali concernente il rinnovo dell'Accordo di cooperazione nel settore della difesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Libano del 21 giugno 2004, fatto a Beirut il 3 agosto 2021 e il 21 aprile 2022 (A.C. 795?).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 795: Ratifica ed esecuzione dello Scambio di Note verbali concernente il rinnovo dell'Accordo di cooperazione nel settore della difesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Libano del 21 giugno 2004, fatto a Beirut il 3 agosto 2021 e il 21 aprile 2022.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 795?)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

La III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Emanuele Pozzolo.

EMANUELE POZZOLO, Relatore. Grazie, Presidente. Preannunciando che provvederò al deposito della relazione, mi premuro soltanto di sottolineare all'Aula l'importanza della ratifica di questo Accordo, che potrà consentire di non disperdere l'impegno pluridecennale che la Repubblica italiana spende nel territorio del Libano, di non disperdere il sacrificio anche di uomini italiani che in quella terra hanno rappresentato degnamente il nostro Paese (Applausi) e di non disperdere la centralità in politica estera che l'Italia deve, può, e sempre più potrà avere nel quadrante mediorientale (Applausi).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo, che vi rinunzia.

Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche.

(Esame degli articoli - A.C. 795?)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non sono state presentate proposte emendative, li porrò direttamente in votazione.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 795?)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare il deputato Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Presidente, solo per annunciare il voto favorevole del gruppo Noi Moderati e depositiamo l'intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, Presidente, per annunciare il voto favorevole di Alleanza Verdi e Sinistra.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (A-IV-RE). Anche io, Presidente, solo per annunciare il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI-PPE). Grazie, Presidente, ovviamente anche io, poiché si tratta di una ratifica estremamente importante per il nostro Paese, soprattutto in questo momento, annuncio il voto favorevole di Forza Italia e consegno l'intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lomuti. Ne ha facoltà.

ARNALDO LOMUTI (M5S). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Billi. Ne ha facoltà.

SIMONE BILLI (LEGA). La Lega-Salvini Premier vota a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente, con la presente dichiarazione annuncio il voto favorevole del mio gruppo e successivamente consegnerò l'intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Chiesa. Ne ha facoltà.

PAOLA MARIA CHIESA (FDI). Presidente, Sottosegretario, onorevoli colleghi, ci sono legami tra Nazioni che vanno al di là della firma, seppure importante, di un Accordo. Ci sono legami storici, legami consolidati nel tempo, legami davvero profondi, legami fraterni. E fraterno è il legame tra la nostra Nazione, l'Italia, e il Libano. L'Italia è presente in Libano dal 1979, e da subito i nostri militari si sono distinti per impegno, capacità, preparazione, abnegazione e spirito di sacrificio.

Fratelli d'Italia voterà a favore per questo legame storico, per questo legame di amicizia con la terra dei cedri. Fratelli d'Italia voterà a favore perché il Libano oggi rappresenta la chiave di stabilità nel Medio Oriente e nel Mediterraneo. Fratelli d'Italia voterà a favore perché i nostri militari in Libano sono l'esempio più generoso dell'Italia che lavora per costruire pace, stabilità e sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 795?)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 795?)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 795:

"Ratifica ed esecuzione dello Scambio di Note verbali concernente il rinnovo dell'Accordo di cooperazione nel settore della difesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Libano del 21 giugno 2004, fatto a Beirut il 3 agosto 2021 e il 21 aprile 2022".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

Discussione della proposta di legge: Formentini ed altri: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Moldova in materia di sicurezza sociale, con Allegato, fatto a Roma il 18 giugno 2021 (A.C. 873?).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge n. 873: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Moldova in materia di sicurezza sociale, con Allegato, fatto a Roma il 18 giugno 2021.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 873?)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

La III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Paolo Formentini.

PAOLO FORMENTINI , Relatore. Grazie, Presidente. Consegnerò il testo, ma sottolineo almeno due motivi per cui è importante e rilevante questa ratifica. In primo luogo, per la numerosa comunità moldova residente in Italia, composta da circa 115.000 persone integrate e attive.

In secondo luogo, perché questa ratifica contribuisce a sostenere un Paese che ha compiuto una decisa scelta europea e che sta attraversando una difficile fase politica tra crisi dell'esecutivo e tentativi di ingerenza russa che alimentano proteste antigovernative, aggravate dalla crisi economica.

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo rinuncia a intervenire.

Non essendovi iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche.

(Esame degli articoli - A.C. 873?)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge di ratifica.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione. In particolare, il parere della Commissione bilancio reca una condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sarà posta in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Passiamo all'esame dell'articolo 1, al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Passiamo all'esame dell'articolo 2 e della relativa proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere sulla proposta emendativa 2.0100 della Commissione bilancio.

PAOLO FORMENTINI , Relatore. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Governo?

GIORGIO SILLI, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Bene, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.0100, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

Passiamo all'esame dell'articolo 3, al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 873?)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare il deputato Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Onorevole Presidente, per annunciare il voto favorevole del gruppo di Noi Moderati e depositiamo l'intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, Presidente, per annunciare il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (A-IV-RE). Grazie, Presidente, per confermare il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Forza Italia voterà a favore e consegneremo l'intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lomuti. Ne ha facoltà.

ARNALDO LOMUTI (M5S). Grazie, Presidente, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Voteremo a favore, ricordando che la Repubblica di Moldova ha ottenuto nel giugno 2022 lo status di candidato all'adesione UE e che la ratifica in esame si inserisce a pieno titolo nel quadro delle iniziative per promuovere l'integrazione europea di Chisinau, che Governo e Parlamento italiano hanno sempre sostenuto con convinzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Annunciando il voto favorevole, mi consentirà di dire due cose veloci. Questa ratifica riguarda un gruppo di persone, oltre 120.000, presenti nel nostro Paese, di cui 23.000 hanno anche la cittadinanza. Ma soprattutto, è un accordo - rinnovo - che, oltre allo scambio di informazioni, oltre ad essere uno strumento utile alla candidatura di questo Paese, è anche uno strumento che ci riporta un po' alla nostra storia migratoria e che consente lo scambio anche ai fini pensionistici per queste persone. Per questa ragione e per tante altre, annunciando anche la consegna del testo dell'intervento, dichiaro il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Emanuele Pozzolo. Ne ha facoltà.

EMANUELE POZZOLO (FDI). Grazie, Presidente. Preannuncio il deposito dell'intervento e sottolineo semplicemente l'importanza di questa ratifica, che rappresenta la messa a terra di quell'idea di Europa che sta a cuore al nostro agire politico.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 873?)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 873?)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 873: “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Moldova in materia di sicurezza sociale, con Allegato, fatto a Roma il 18 giugno 2021”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

Annuncio della costituzione della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.

PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi ha proceduto in data odierna alla propria costituzione. Sono risultati eletti: presidente, la senatrice Barbara Floridia; vicepresidenti, le deputate Maria Elena Boschi e Augusta Montaruli; segretari, i deputati Stefano Candiani e Ouidad Bakkali (Applausi).

Organizzazione dei tempi di esame di proposte di legge.

PRESIDENTE. Avverto che nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi: per l'esame della proposta di legge n. 338-B recante disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali; per la discussione generale della proposta di inchiesta parlamentare Doc XXII, n. 6-A, sull'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati (Vedi l'allegato A).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare il deputato Gaetano Amato. Ne ha facoltà. Colleghi, se dovete uscire, naturalmente vi chiedo di farlo in silenzio per consentire ai colleghi di svolgere gli interventi di fine seduta. Prego, collega.

GAETANO AMATO (M5S). Grazie, Presidente. Ancora violenza nelle scuole, ancora docenti e dirigenti malmenati da parenti di studenti…

PRESIDENTE. Scusi, collega Amato, abbia pazienza, ma non la sento io e credo che non la senta nessuno.

GAETANO AMATO (M5S). C'è tutta la pazienza, Presidente.

PRESIDENTE. Meno male, lei più di me. Colleghi, io vi chiedo di fare silenzio, altrimenti non possiamo andare avanti. Aspetti, collega, che si ripristini un minimo di condizione. Se dovete parlare, potete farlo fuori dall'emiciclo senza problemi. Proviamoci, collega Amato, prego.

GAETANO AMATO (M5S). Riprendo dall'inizio. Ancora violenza nelle scuole, ancora docenti e dirigenti malmenati da parenti di studenti. Gli ultimi episodi solo qualche giorno fa, quando, a Cesena, lo zio di una studentessa ha colpito a pugni il dirigente scolastico della scuola media Via Pascoli, e, a Castellammare di Stabia, la mia città, al liceo Plinio Seniore, una docente, mia personale amica, è stata malmenata da una donna che si è introdotta a scuola e l'ha raggiunta in classe mentre faceva lezione. L'ha prima insultata e poi aggredita.

Spesso non ho condiviso le idee del Ministro Valditara, ma in questo caso, invece, sposo totalmente il suo pensiero, che era quello di difendere questi docenti, dicendo che il Ministero si sarebbe costituito parte civile.

Chiedo al Ministro di passare ai fatti e, quindi, di fare presente a questi due lavoratori del mondo della scuola la vicinanza del Ministero e di costituirsi, appunto, parte civile e indagare come mai queste persone siano riuscite ad entrare fino in classe per colpire una docente. Ho finito, grazie, Presidente, lei è gentilissima.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Aboubakar Soumahoro. Ne ha facoltà.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Intervengo in merito alle dichiarazioni del Ministro dell'Agricoltura e della sovranità alimentare, dichiarazioni nelle quali il Ministro invitava i giovani ad andare a lavorare in agricoltura, in quanto è un mondo del lavoro non svilente.

Presidente, il lavoro agricolo è un settore che ho conosciuto. Ho fatto il bracciante, ho visto contadini, agricoltori e braccianti svegliarsi all'alba. Ho visto lavorare per una paga irrisoria di 30 euro o 20 euro, 12 ore di lavoro al giorno. Ho visto contadini lavorare ogni giorno per poi ritrovarsi con i prezzi dei loro prodotti imposti dai giganti del cibo.

Lavorare in agricoltura è svilente. Ci sono braccianti che vivono nei tuguri, braccianti che vivono tra le lamiere, braccianti che vivono nelle tendopoli, braccianti privi di un permesso. E concludo dicendo che la situazione dovrebbe portare la politica, noi tutti, a riflettere sulla necessità di una riforma della filiera agricola, introducendo la “patente del cibo”, garantendo un salario dignitoso ai braccianti, garantendo una remunerazione dignitosa ai contadini.

PRESIDENTE. Onorevole, concluda.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Concludo. Per quanto attiene al tema del reddito di cittadinanza, il problema non sono i percettori del reddito di cittadinanza, il problema è la povertà. Il problema è il modello economico che genera disuguaglianze. Il problema riguarda un modello agricolo che genera non soltanto un rischio per la nostra salute, perché è un modello agricolo che mette a rischio le risorse idriche, ma soprattutto mette a rischio la qualità del cibo che mangiamo (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Ci sono davvero pochissimi chilometri che ci separano dalla Tunisia, pochissimi chilometri di mare; eppure sembra facile ignorare quello che sta accadendo in quel Paese. È come se a Torino non sapessimo cosa succede nella vicina Milano. Come sapete, una crisi economica e sociale catastrofica ha avvitato quel Governo sempre più autoritario, che sta cancellando diritti umani e politici. Saïed accentra completamente il potere nelle sue mani già dal luglio 2021: ha destituito il Governo, ha sciolto l'Assemblea, ha soppresso la Costituzione, ha incarcerato arbitrariamente oppositori, politici sindacalisti e giornalisti, tra cui Noureddine Boutar, direttrice di Mosaique FM, l'emittente privata più importante del Paese, accusata di minare la sicurezza nazionale a causa - pensate - di relazioni con gli ambasciatori europei, tra i quali proprio il nostro.

Lo stesso Saïed aizza l'odio contro i migranti subsahariani, con una vergognosa retorica razzista che ha dato il via a numerose violenze. Eppure, ancora oggi quel Paese, dove i diritti umani sono un miraggio, viene considerato sicuro, un porto sicuro per la ricezione di migranti, un ottimo partner di rimpatri e un riferimento per nuovi accordi per il blocco delle partenze.

Quanta vergogna, Presidente, e quanta ipocrisia! Speriamo che la comunità internazionale con noi si indigni e inizi a parlare di quello che sta succedendo a pochissimi chilometri da qui (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 5 aprile 2023 - Ore 15:

1. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 17,20.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: ANDREA ROSSI E PAOLO EMILIO RUSSO (A.C. 715? E ABB.)

ANDREA ROSSI (PD-IDP). (Intervento in discussione sulle linee generali – A.C. 715? e abb.). Grazie Presidente. Ministro, da uomo di sport quale lei è, sono convinto che condivida con me come il valore profondo dello sport, che può essere racchiuso anche in uno scatto o in un'immagine. Si tratta, in particolare, di un'immagine che ha fatto storia; un'impresa portata all'attenzione di tutti, non solo agli appassionati di sport, quella degli ultimi metri della maratona di Barcellona di Alex Roca Campilo, atleta trentunenne spagnolo con il 76% di disabilità dovuta a una paralisi celebrale, che taglia il traguardo e scrive una incredibile pagina di sport e di vita. Alex non può parlare se non attraverso il linguaggio dei segni, ma ha lasciato sui social una testimonianza straordinaria: “Sei tu che stabilisci il limite e, se vuoi raggiungere un obiettivo, con attitudine, forze di volontà, costanza, resilienza, puoi ottenere tutto ciò che ti prefiggi, non importa quanto difficile possa essere. E se tu se non ci riuscirai, anche se avrei rinunciato a tutto, ti sentirai davvero premiato”. Sarebbe sufficiente questa testimonianza per rendere merito a quello che noi stiamo portando in quest'aula, chiamandolo il “diritto allo sport”, cioè quello che ritengo essere un diritto “da sostenere e promuovere”. Credo che tutti gli individui debbano essere messi in condizione di svolgere un'attività fisica, vista come elemento fondamentale per l'espressione della personalità, sia del singolo sia in quanto soggetto collettivo; e nello stesso momento è importante per il miglioramento della salute psicofisica, individuale e collettiva. E quest'aula oggi nel riprendere un percorso interrotto non tanto per volontà politica, ma per la chiusura anticipata della legislatura, compie un passaggio storico per lo sport italiano.

Con la modifica dell'articolo 33 della Costituzione, che aggiunge un nuovo ultimo comma, ai sensi del quale: “la Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme”.

Lo sport è finalmente innalzato nella nostra Carta costituzionale a bene fondamentale della nostra collettività, collegandosi alla tutela della salute, dell'istruzione e del senso civico.

Questo dibattito oggi lo si potrebbe affrontare in tono rivendicativo, per quello che non è stato fatto finora per sostenere il movimento sportivo. Su come implementare, aumentare e migliorare le politiche pubbliche. Oppure su investimenti e sostegni a favore del settore a partire dall'importante rete presente, che è territorio del dilettantismo, delle migliaia di società sportive dilettantistiche, dei loro aderenti sportivi e volontari. O ancora sulla necessità di istituzionalizzare nel nostro paese un ministero dello sport. O su come potenziare la presenza dell'attività motoria nella nostra scuola. Ma penso che avremo modo, in occasione di futuri provvedimenti, di affrontare in modo puntuale questa iniziativa di sindacato a difesa del sistema sportivo. Oppure lo si potrebbe affrontare da un punto di vista storico, sulla relazione tra eventi sportivi e la nostra giovane democrazia e la nostra bella Costituzione. Sappiamo infatti che il regime fascista aveva costruito il suo consenso e la sua legittimazione politica anche grazie allo sport e alle attività ricreative, sfruttando i successi degli atleti ai fini della propaganda. Pertanto questo fu un rapporto complicato, quello tra sport e Costituzione, poiché negli anni della sua stesura l'Assemblea Costituente, all'atto di rifondare i valori fondamentali dello Stato, più che non curarsi dello sport, sembra di fatto aver voluto ignorare lo sport, prendendone le distanze, la cui esaltazione nel periodo del regime, come strumento di formazione della gioventù, per la valorizzazione della razza e il rafforzamento sul piano bellico dello Stato, aveva rappresentato uno dei valori tipici dell'ideologia fascista. Ma esiste pure una relazione tra lo sport e la nostra storia repubblicana, tra lo sport e la nostra cultura popolare. Pensate a quella presunta telefonata tra Alcide De Gasperi, allora primo ministro a Gino Bartali, al quale domandò di impegnarsi particolarmente nel vincere il Tour de France del 1948, che stava correndo con un distacco di oltre venti minuti dalla maglia gialla, per evitare il crescere della tensione civile dopo l'attentato a Togliatti. Oppure torniamo alla memoria a quei Mondiali del 1982, con il presidente Pertini esultante tra gli spalti: fu un altro passaggio della relazione tra lo sport e la storia del nostro Paese, segnato dalla tensione degli anni del terrorismo e da una grave crisi economica. Fu proprio il presidente a vedere in quei mondiali l'occasione di rafforzare l'identità nazionale, ancora fragile e non del tutto compiuta. E potremmo ricordare altri momenti. Lo sport segna quindi momenti di chiara identificazione nazionale, quando tutte le bandiere tricolore si ritrovano sventolando in piazza dopo una vittoria, in un grande moto di gioia collettivo. Lo dicevo all'inizio un intervento con non vuole essere rivendicato e neanche con un profilo storico, semplicemente ho pensato a una word cloud, o nuvola di parole, che va di moda in questo momento. Partendo dalla parola sport, quelle che sono le parole più importanti e i termini che rappresentano i concetti più significativi: termini che possono essere fortemente collegati allo sport e ne giustificano dal punto di vista politico e legislativo, la modifica costituzionale di oggi.

Proprio Lei, Ministro, nel corso di un'importante iniziativa a Salsomaggiore, dove è stata sottoscritta una carta di impegno a sostegno dello sport, del benessere e della cultura del movimento, ha parlato della necessità di un vocabolario condiviso. Non so se può essere utile, ma le consegno un mio piccolo contributo al vocabolario comune dello sport, utilizzando nove parole che raccontano lo sport.

Infrastruttura sociale e volontariato.

Lo sport, lo penso e lo dico da sempre, è una grandissima infrastruttura sociale del nostro Paese. In Italia lo sport di base è vivo grazie alle associazioni e ai volontari che sono presidi attivi, cuore pulsante della nostra comunità.

Essi rendono viva la nostra comunità e fanno vivere i luoghi di aggregazione, come palestre, campi e stadi. Un presidio di sicurezza sociale. Non potremmo nemmeno

immaginare la vita dei nostri comuni se oggi non ci fossero le associazioni sportive che lavorano a livello locale. Le nostre comunità sarebbero sicuramente più povere, dal punto di vista dell'impegno e del senso civico.

Educazione.

Sono sempre stato convinto del fatto che lo sport rappresenti la terza agenzia educativa: se ci pensate, nel nostro Paese, dopo la famiglia e la scuola, i nostri giovani trascorrono il maggior tempo d'impegno nelle associazioni sportive, e lo fanno anche nei momenti più delicati della propria crescita, come quello dell'adolescenza.

Lo sport, quindi, come educazione, fin dalla scuola primaria di primo grado, riconoscendo l'educazione motoria come diritto personale all'espressione e strumento di apprendimento cognitivo. Per promuovere stili di vita funzionali alla crescita armoniosa, alla salute, al benessere psico-fisico e al pieno sviluppo della persona. Sport come un prezioso strumento pedagogico per la libera crescita della personalità.

Integrazione.

Lo sport ha sempre rappresentato uno dei primi luoghi di integrazione sociale e culturale, in un mondo completamente cambiato e che sempre più non conosce confini. Lo sport come integrazione e inclusione sociale, per combattere la dispersione scolastica, per coloro che versano in minori possibilità economiche e sociali, attraverso le associazioni sportive e la rete territoriale dei servizi sociali. Lo sport come senso di cittadinanza: lo sport può aiutare nell'integrazione di persone che arrivano da altri Paesi, rifugiati e migranti, essendo un linguaggio non verbale che si apprende attraverso una disciplina precisa con regole universali.

Salute.

Lo sport come educazione a stili di vita sani, che prevengano l'obesità infantile e che prevengano malattie e patologie che possano insorgere in tutto l'arco della vita; non dimentichiamo che praticando stili di vita sani ne beneficia l'intero sistema, a partire da una riduzione dei costi della sanità pubblica.

Inclusione sociale.

Lo sport è un diritto per l'accessibilità universale, per l'abbattimento delle barriere, per le persone con disabilità: l'attività sportiva è riconosciuta “in tutte le sue forme”. Lo ricordavo all'inizio con la storia di Alex Roca.

Valore Economico.

Lo sport come investimento per il nostro sistema economico, poiché rappresenta l'1,7 per cento del Pil, con più di 120mila società sportive attive, che concorrono alla crescita economica del settore. Pensiamo anche all'indotto, che si manifesta attraverso i grandi appuntamenti dello sport che richiamano tantissime presenze sul nostro territorio. Io vivo in una regione dove addirittura è stato costruito un marchio denominato “Sport valley”, nato per rafforzare e consolidare il legame di un territorio con gli eventi sportivi che diventano una parte importante del turismo, non solo vacanziero, enogastronomico e culturale, ma anche sportivo, soprattutto in un distretto importante e straordinariamente ricco come la Romagna. Che consente a quella zona turistica di andare ben oltre il tradizionale turismo balneare.

Competizione.

Lo sport è poi competizione: quella competizione sana, bella che si vive perché l'obiettivo è anche il raggiungimento del risultato, di costruire le condizioni affinché si partecipi e si concorra, attraverso gli sport individuali e di squadra, a raggiungere dei risultati che fanno diventare protagonisti e fanno crescere. Il presidente Mattarella ha affermato: “Si tratta di una competizione collaborativa. Sempre, sia negli sport di squadra che in quelli individuali: anche in questi i risultati, di chi vince o di chi batte un record, giungono grazie all'impegno degli altri in gara, le cui prestazioni sospingono il vincitore” Un passaggio enorme quello del Presidente, su una parola, Competizione, che rischia di essere troppe volte male interpretata.

Valori e principi.

Prima abbiamo evidenziato alcuni principi, come l'integrazione e l'inclusione sociale, ma lo sport nella sua essenza si basa sui principi di lealtà e correttezza, sul coraggio di competere e sul riconoscere il merito altrui. Il nostro modello sociale può migliorare, se l'etica civile è capace di fare propria l'etica dello sport.

Passione.

Lo sport è passione collettiva, che ognuno di noi vive da tifoso e da spettatore coinvolto e partecipe. Ed è passione individuale degli atleti, dei tanti praticanti ai vari livelli, che ritrovo (nello spirito? Negli occhi?) per esempio di mia nipote Alice, che a 15 anni insegue il sogno (con sacrificio, impegno, dedizione, rinunce rispetto alle tante opportunità che l'adolescenza offre) di arrivare ai massimi livelli nella pallavolo.

Concludo, signor presidente, con un impegno che ci dobbiamo prendere, per le tante ragazze e i tanti ragazzi che inseguono un sogno, piccolo o grande che sia, di non abbandonarli, di accompagnarli con politiche pubbliche all'altezza dei bisogni del sistema sportivo. Perché lo sport non è marginale nella vita sociale e non va vissuto come un tempo di ricreazione, ma è un valore straordinario dal punto di vista culturale, educativo, sociale ed economico.

Vorrei infine sinceramente ringraziare i tanti protagonisti a partire da lei signor Ministro, l'unanimità delle forze politiche che hanno concorso a questo risultato, speriamo senza altri rallentamenti, a partire dagli ex ministri che hanno lavorato nelle scorse legislature, da Luca Lotti a Vincenzo Spadafora alla sottosegretaria Valentina Vezzali, una collega che oggi è al Senato, Giusy Versace, al collega Mauro Berruto. Seppure con ruoli diversi, vorrei ringraziare tutte le persone che in questi anni hanno sostenuto questo percorso, all'interno e all'esterno delle istituzioni politiche e sportive.

PAOLO EMILIO RUSSO (FI-PPE). (Intervento in discussione sulle linee generali – A.C. 715? e abb.). Signor Presidente, gentile sottosegretario, onorevoli colleghi, immaginatevi per un attimo di avere qui, in quest'Aula, Costantino Mortati e Rino Gattuso, uno dei padri e grande studioso della nostra Costituzione, scomparso quando il famosissimo calciatore, nel 1985, giocava ancora sul campetto della parrocchia.

Parlerebbero certamente di Corigliano dove sono nati entrambi a quasi 100 anni di distanza, ma potrebbero trovarsi d'accordo su un altro argomento, uno solo: il provvedimento del quale discutiamo oggi.

Perché elevare lo sport al rango di diritto costituzionale, citarlo tra quelli fondanti della nostra Repubblica, significa agganciarla al comune sentire di cui parlava il primo e promuoverne i valori che sono quelli della lealtà, della condivisione, della correttezza, dell'impegno e della costanza, come ha sostenuto recentemente il secondo.

Lo sport non è solo una forma di svago o di divertimento, ma ha anche un impatto significativo sulla salute e sul benessere delle persone. ISTAT calcola che le persone che praticano sport in Italia siano più di 30 milioni e farlo regolarmente può aiutare a ridurre il rischio di malattie croniche come l'obesità, il diabete e le malattie cardiache. Inoltre, lo sport ha anche un impatto positivo sulla salute mentale, aiutando a ridurre lo stress e l'ansia. Inserire lo sport nella Costituzione italiana è un passo importante per garantire che tutti gli individui abbiano accesso a queste opportunità di benessere e di sviluppo personale. Lo hanno già fatto Paesi come la Francia, la Spagna o il Brasile, per citarne alcuni. La modifica costituzionale che votiamo oggi all'unanimità non è la fine di un percorso, seppur complesso, iniziato nella scorsa legislatura, ma deve essere l'inizio di una nuova stagione.

Come sempre, tenendo fede al suo approccio concreto, il gruppo di Forza Italia chiede che questa elevazione dello sport a principio costituzionale, l'approvazione del nuovo comma all'articolo 33, si traduca rapidamente in maggiore inclusione e nuovi investimenti. Con questo riconoscimento politico, lo sport diventa un diritto e se è un diritto allora bisogna creare gli strumenti affinché questo diritto possa essere esercitabile. Bisogna fornire infrastrutture sportive di alta qualità, ma anche garantire l'accesso alle attrezzature, ai programmi di formazione e ai finanziamenti necessari per sostenere la pratica sportiva.

Bisogna aggiornare e potenziare le palestre scolastiche e portarlo sempre più nella scuola, di ogni ordine e grado, perché solo così è possibile superare l'ostacolo economico che escluderebbe qualcuno. Dobbiamo rilanciare le attività di volontariato sportivo, che rappresentano una realtà importante del volontariato italiano, anche se non hanno mai goduto di una grande considerazione pubblica e sociale. Lo sport è molto di più che undici giocatori multimilionari che si sfidano su un campo. Non c'è solo il calcio, cioè lo sport più ricco, ci sono anche il curling, del quale siamo campioni del mondo in carica nel doppio misto, la pallavolo sulla sabbia, il cricket femminile, che sono quelli più poveri, eppure fanno parte dei programmi olimpici. Dobbiamo aiutare ciascuno a trovare la propria strada.

Affermare l'importanza dello sport significa affermare la centralità della persona umana e la sua crescita integrale, al di là dei campionati e delle medaglie, perché l'attività sportiva non pretende un mondo uniforme o un pensiero unico, bensì rispetto, collaborazione, integrazione e appartenenza. Sport è infine gioco di squadra, quello che facciamo oggi, al di là delle differenze, in questo Parlamento, per approvare una norma giusta. Vincerà l'Italia. Grazie.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: PAOLO FORMENTINI, MARTINA SEMENZATO, ISABELLA DE MONTE, GIANDIEGO GATTA E TONI RICCIARDI (A.C. 770-A?)

PAOLO FORMENTINI, Relatore. (Relazione – A.C. 770-A?). Illustre Presidente, colleghi Deputati, rappresentante del Governo, il disegno di legge in esame reca la ratifica e l'esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Croazia sulla delimitazione delle zone economiche esclusive. L'Accordo è stato sottoscritto a Roma lo scorso 24 maggio 2022, in occasione della quinta sessione del Comitato di coordinamento dei Ministri Italia-Croazia.

L'Accordo fa seguito all'approvazione della legge n. 91 del 2021 la quale, nell'autorizzare l'istituzione di zone economiche esclusive oltre il limite esterno del mare territoriale, ha altresì demandato l'individuazione dei limiti esterni di tale zona ad appositi accordi con gli Stati il cui territorio è adiacente al territorio italiano o lo fronteggia.

Ricordo a questo riguardo che la zona economica esclusiva è una delle zone marittime di pertinenza dello Stato costiero, riconosciute dal diritto internazionale.

Da un punto di vista normativo tale istituto è stato introdotto dalla Convenzione ONU sul diritto del mare (Convenzione di Montego Bay), che regola i comportamenti degli Stati sui mari e sugli oceani, nonché lo sfruttamento delle risorse e la salvaguardia dell'ambiente naturale in tali ambiti.

La Convenzione, che consta di 320 articoli e 9 Allegati, adegua il diritto del mare al riconoscimento degli interessi degli Stati costieri, espandendone i poteri sui mari adiacenti, in particolare con la previsione dell'istituto giuridico della zona economica esclusiva (ZEE), strettamente correlata a quella di piattaforma continentale (PC).

L'articolo 55 della Convenzione definisce la zona economica esclusiva come quella zona economica al di là del mare territoriale e ad esso adiacente, sottoposta allo specifico regime giuridico stabilito nella Parte V della medesima Convenzione. Può estendersi tassativamente non oltre le 200 miglia dalle linee di base da cui è misurata l'ampiezza del mare territoriale. A differenza della piattaforma continentale, per poter divenire effettiva deve essere oggetto di una proclamazione ufficiale da parte dello Stato costiero, notificata alla Comunità internazionale.

In tale zona il diritto internazionale attribuisce allo Stato costiero diritti sovrani relativi alla gestione ed allo sfruttamento delle risorse, biologiche e non, della colonna d'acqua (la pesca) e dei fondali marini (risorse minerarie, depositi di gas e di idrocarburi), ma anche diritti connessi con la conduzione di altre attività economiche, come la produzione di energie rinnovabili a partire dall'acqua, dalle correnti marine o dai venti, e di ricerca scientifica, nonché diritti e doveri di protezione dell'ecosistema marino.

Gli Stati terzi mantengono alcuni diritti, relativi alla libertà di navigazione e di sorvolo ed alla posa di cavi sottomarini a fini di comunicazione; possono anche avere accesso, sulla base di accordi con lo Stato costiero, ad un quantitativo di pesca stabilito da quest'ultimo.

Venendo al contenuto specifico dell'Accordo, esso si compone di un preambolo e di quattro articoli.

Nel preambolo le parti si dichiarano consapevoli della necessità di delimitare esattamente le zone marittime sulle quali gli Stati hanno titolo ad esercitare, rispettivamente, i diritti sovrani e la propria giurisdizione nel rispetto del diritto internazionale – in particolare della citata Convenzione ONU sul diritto del mare del 1982, a cui l'Italia e la Croazia entrambe aderiscono - e affermano altresì la validità di due precedenti accordi stipulati, rispettivamente l'8 gennaio 1968 e il 2 agosto 2005 sulla delimitazione delle rispettive piattaforme continentali.

L'articolo 1, al comma 1, richiama espressamente tali accordi quale base per stabilire la linea di confine delle zone marittime su cui l'Italia e la Croazia hanno diritto ad esercitare diritti sovrani o giurisdizione in base al diritto internazionale. Per quanto attiene alla definizione della linea di delimitazione nel punto di congiunzione tra Italia, Croazia e Montenegro, l'intesa rinvia la sua definizione ad un accordo successivo da raggiungere con quest'ultimo Paese.

In base all'articolo 2 si salvaguardano dagli effetti dell'Accordo: le attività di pesca condotte in conformità alle vigenti norme e ai regolamenti dell'Unione europea in materia; i diritti sovrani e la giurisdizione esercitati dalle Parti nella propria zona economica esclusiva; le disposizioni dell'articolo 58 della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare in materia di diritti, libertà e doveri degli Stati terzi nella zona economica esclusiva.

A sua volta, l'articolo 3 contiene l'impegno delle Parti a risolvere qualsiasi controversia sull'interpretazione o l'applicazione dell'Accordo in esame attraverso i canali diplomatici. Si prevede, inoltre, che qualora tale controversia non si risolva nel termine di quattro mesi, la medesima dovrà essere deferita, di comune accordo tra le Parti, alla Corte internazionale di giustizia dell'ONU, o ad ogni altro organismo internazionale scelto per mutuo consenso.

Infine, l'articolo 4 prevede che l'Accordo in esame sarà soggetto a ratifica ed entrerà in vigore alla data dello scambio degli strumenti di ratifica.

Per quanto attiene al contenuto del disegno di legge, esso e si compone di quattro articoli: l'articolo 1 e l'articolo 2 contengono, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione; l'articolo 3 reca una clausola di invarianza finanziaria, per la quale dall'attuazione delle disposizioni dell'Accordo stesso non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica; agli eventuali oneri derivanti dall'articolo 3 dell'Accordo oggetto di ratifica, in materia di ricorso al Tribunale internazionale del diritto del mare, alla Corte internazionale di giustizia o ad altro tribunale arbitrale per la soluzione di controversie insorte tra le Parti contraenti, si farà fronte con apposito provvedimento legislativo.

Segnalo, in conclusione, che al disegno di legge in esame è premessa una dichiarazione sottoscritta in occasione della citata 5^ sessione del Comitato dei Ministri Italia-Croazia, con la quale le Parti si impegnano, sotto il profilo politico, a creare un meccanismo di coordinamento sulla gestione delle risorse ittiche nel Mare Adriatico, da attivare preventivamente in presenza di possibili cambiamenti riguardanti il regime di pesca in vigore nelle rispettive zone economiche esclusive, anche in relazione all'introduzione di possibili misure di tutela delle risorse ittiche.

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 770-A?). Signor Presidente, Onorevoli colleghi, Signori del Governo, la ratifica degli accordi internazionali rappresenta spesso un passaggio formale, uno snodo necessario di un percorso diplomatico lungo e particolareggiato. Anche in questo il voto del Parlamento giunge a quasi un anno dalla firma dell'accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Croazia sulla delimitazione delle zone economiche esclusive, avvenuto il 24 maggio del 2022. Ma il contenuto di questo accordo e quanto dispone è tutt'altro che formale, è sostanziale al controllo esclusivo su tutte le risorse economiche, sia biologiche, sia minerali. Per comprendere bene di cosa stiamo parlando dobbiamo ricordare la definizione delle zone economiche esclusive introdotte dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982 proprio per determinare le zone di pesca esclusive nei mari adiacenti alle acque territoriali. Stiamo infatti parlando del tratto di mare e del fondale marino che si trova oltre le acque territoriali. Tali aree possono avere un'estensione massima di 200 miglia marine a partire dalla linea di base del mare territoriale e riguardano anche il sottosuolo marino. I diritti sovrani che vengono estesi in base agli accordi fra gli stati confinanti si esercitano ai fini dell'esplorazione, dello sfruttamento, della conservazione e della gestione delle risorse naturali, biologiche e minerali, che si trovano nelle acque sovrastanti il fondo del mare, sul fondo del mare e nel relativo sottosuolo. Questo consente lo sfruttamento e la valorizzazione economica delle risorse. Dunque non solo pesca, oggetto principale della sovranità economica dello Stato costiero, ma anche produzione di energia. E sappiamo quanto nell'attuale contesto sia fondamentale lo sfruttamento di ogni risorsa che ci consenta di ridurre la nostra dipendenza energetica dall'estero. E' per questo che tale accordo assume un rilievo particolare all'indomani della crisi ucraina. Può consentire infatti l'accesso a risorse minerarie, depositi di gas e idrocarburi, ma anche la produzione di energie rinnovabili a partire dall'acqua, dalle correnti marine o dai venti.

È possibile installare isole artificiali, impianti e strutture per la ricerca scientifica. La zona economica esclusiva non porta con sé solo un bagaglio di diritti e opportunità, ma anche di responsabilità. A questo spettro appartiene il dovere di preservazione e protezione dell'ecosistema marino. La fragilità delle coste e l'impatto delle diverse tecniche di pesca sulle popolazioni ittiche e sugli equilibri delle catene alimentari che le collegano è un tema su cui si concentra la collaborazione fra Italia e Croazia. Inoltre la volontà di porre in Europa una posizione comune sul tema è positivo in termini di valorizzazione della specificità del mare Adriatico. L'impatto ambientale è una considerazione che fa parte ormai di ogni attività produttiva ed economica, e così deve essere: ridurre la nostra impronta in termini di co2 deve essere l'obiettivo precipuo nella trasformazione di tutti i processi. Su questo punto vorrei attirare l'attenzione dei colleghi: al di là dell'oggetto specifico di questa discussione e di quali attività si andranno a svolgere nella zona economica esclusiva in oggetto, tornare a condurre sul territorio nazionale attività di ricerca ed estrazione di materie prime e risorse minerarie non può più essere un tabù. Deve essere anzi un obiettivo primario per la salvaguardia ambientale. L'ecologismo di facciata che ci ha portato negli anni ad esternalizzare gran parte di queste attività ci ha solo reso economicamente dipendenti da Paesi esteri con molte meno precauzioni ambientali. L'inquinamento non conosce confini.

Come Noi Moderati sosteniamo la ratifica dell'Accordo con la Croazia per valorizzare e proteggere le ricchezze delle acque che rientreranno in virtù di esso nelle nostre competenze.

ISABELLA DE MONTE (A-IV-RE). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 770-A?). Il disegno di legge in esame reca l'autorizzazione alla ratifica e l'esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Croazia sulla delimitazione delle zone economiche esclusive, con allegato, fatto a Roma il 24 maggio 2022.

Il fatto che si abbia in essere un Memorandum di cooperazione bilaterale (Zagabria, 12 gennaio 2009), i due Paesi possono beneficiare di un quadro istituzionale di riferimento, il Comitato di Coordinamento dei Ministri Italia-Croazia che prevede, accanto ad un regolare dialogo sui temi dell'attualità internazionale, una collaborazione strutturata in specifici settori (economia, industria, energia, ambiente, infrastrutture, istruzione e ricerca, agricoltura).

Da ciò deriva il fatto di poter oltretutto estendere le relazioni anche ad altri settori, quali la politica estera, gli affari interni, lo sviluppo economico, l'ambiente, l'agricoltura, l'infrastruttura e i trasporti, la cultura, la ricerca e l'istruzione.

Ciò che abbiamo oggi all'esame riguarda le Zone economiche esclusive, quindi oltre il Mare territoriale, ma in questa sede va ricordato il contesto di politica estera, in quanto Croazia è membro della NATO dal 1° aprile 2009 e dell'Unione Europea dal 1° luglio 2013. La Croazia partecipa alle più rilevanti iniziative di cooperazione regionale: Processo dei Balcani Occidentali (o di Berlino), Iniziativa Centro-Europea (InCE), Iniziativa Adriatico-Ionica (IAI), Strategia UE per la Regione Adriatica e Ionica (EUSAIR) e Regional Cooperation Council (RCC).

A proposito del Processo di Berlino, ricordo in questa sede che l'evoluzione delle relazioni tra i Paesi dei Balcani Occidentali, nonché il loro ingresso nell'Unione europea, dipende dallo sviluppo dei rapporti, anche nelle infrastrutture di trasporto. Com'è noto i Balcani sono oggetto di un nuovo attraversamento delle Reti Ten-T, Mediterraneo Est, per i quali sono stanziati anche fondi europei. Il fatto che ci possa essere una progressione in tal senso dipende anche dalla capacità di dialogo tra i Paesi stessi, per questo è stato importante raggiungere l'importante obiettivo della Comunità dei Trasporti nel 2017, proprio a seguito del Vertice di Trieste.

È chiaro, quindi, che bene fa il nostro Paese a intrattenere rapporti economici e di relazione con la Repubblica di Croazia, proprio anche in funzione del rafforzamento dei rapporti con i Balcani e, di conseguenza, con i Balcani Occidentali.

Le ZEE sono una porzione di acque marittime che può estendersi fino a 200 miglia di distanza dalla linea di base – il riferimento da cui si contano le acque territoriali, che non possono invece superare le 12 miglia.

C'è da osservare come grazie alla convenzione Unclos si può avere una sorta di “compromesso” tra gli Stati che hanno flotte di pescherecci capaci di pescare in altura e di stare al largo per lungo tempo e gli Stati in tal senso meno strutturati, ma che hanno così modo di tutelare le acque adiacenti alle proprie coste. Fino a prima della Convenzione vigeva il principio di libera pesca nell'alto mare fino a 200 miglia dalla costa, che garantiva un vantaggio competitivo evidente ai paesi più attrezzati. 

La scelta quindi conferisce centralità all'Adriatico, anche con la Trilateralità della Slovenia, che ha partecipato come soggetto osservatore, ma pur sempre coinvolto. 

Il fatto di avere una nuova tendenza all'affermazione delle Zone economiche esclusive dà anche ricadute positive rispetto alla cosiddetta Blue economy che l'Unione europea inquadra nell'ambito della Politica marittima integrata.

Inoltre, la certezza dei confini faciliterà un ordinato svolgimento delle attività marittime.

Con questo anticipo il voto a favore del gruppo di Azione, Italia Viva Renew Europe, che condivide i vantaggi del recepimento dell'accordo oggi in esame. 

GIANDIEGO GATTA (FI-PPE). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 770-A?). Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, mi pregio di intervenire in questa occasione per la dichiarazione di voto - ovviamente favorevole, non fatico ad anticiparlo – in merito alla ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Croazia sulla delimitazione delle Zone Economiche Esclusive (ZEE) sottoscritto in occasione della quinta sessione del Comitato di Coordinamento dei Ministri Italia-Croazia, svoltasi a Roma il 24 maggio 2022, in linea con quanto previsto dalla recente legge n. 91 del 2021, recante l'"Istituzione di una zona economica esclusiva oltre il limite esterno del mare territoriale". Non voglio risultare prolisso né stucchevole, ma permettetemi di sottolineare l'importanza di questo Accordo, ricordando che la zona economica esclusiva è una delle zone marittime di pertinenza dello Stato costiero, riconosciute dal diritto internazionale ed istituita con la Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare del 1982 (la Convenzione di Montego Bay), che, di fatto, costituisce il “codice” che racchiude le principali norme che disciplinano diritti e doveri degli Stati in riferimento ad oceani e mari, con particolare attenzione alla tutela dell'ambiente ed alla gestione sostenibile delle risorse naturali. Regola, inoltre, i rapporti tra gli Stati in materia. L'articolo 55 della suddetta Convenzione definisce cosa è la zona economica esclusiva, ovvero quella zona, al di là del mare territoriale e ad esso adiacente, sottoposta allo specifico regime giuridico stabilito nella Parte V della medesima Convenzione. Essa può estendersi tassativamente non oltre le 200 miglia dalle linee di base da cui è misurata l'ampiezza del mare territoriale. Per poter divenire effettiva, deve essere oggetto di una proclamazione ufficiale da parte dello Stato costiero, notificata alla Comunità internazionale. Perché è fondamentale porre l'attenzione sulla ZEE? Perché in tale zona il diritto internazionale attribuisce allo Stato costiero diritti sovrani relativi alla gestione ed allo sfruttamento delle risorse (biologiche e non), della colonna d'acqua (la pesca) e dei fondali marini (risorse minerarie, depositi di gas e di idrocarburi), ma anche diritti connessi con la conduzione di altre attività economiche, come la produzione di energie rinnovabili a partire dall'acqua, dalle correnti marine o dai venti, e di ricerca scientifica, nonché diritti e doveri di protezione dell'ecosistema marino. Nei rapporti con gli Stati terzi, va precisato che questi ultimi mantengono alcuni diritti relativi alla libertà di navigazione e di sorvolo ed alla posa di cavi sottomarini a fini di comunicazione e possono anche avere accesso, sulla base di accordi con lo Stato costiero, ad un quantitativo di pesca stabilito da quest'ultimo. Non voglio nuovamente entrare nel merito del contenuto specifico dell'intero Accordo per non risultare ripetitivo rispetto a quanto già efficacemente riferito dagli illustri relatori che mi hanno preceduto e che hanno ben spiegato che esso si compone di un preambolo e di quattro articoli, dei quali è stato esplicitato il contenuto. Voglio concentrarmi, invece, sull'articolo 2 dell'Accordo, perché è quello relativo alle attività di pesca: è principalmente questo il motivo per il quale mi sono iscritto ad intervenire e devo ringraziarvi per l'occasione concessami e per l'attenzione che mi riservate. In base all'articolo 2, tra le altre, si salvaguardano dagli effetti dell'Accordo le attività di pesca condotte in conformità alle vigenti norme e ai regolamenti dell'Unione europea in materia. Ancora una volta, cogliamo l'occasione per porre l'accento, Onorevoli Colleghi, sul settore ittico, della cui strategicità per il nostro Paese troppo spesso in passato ci si è dimenticati. Ma - permettetemi di chiederlo in questa Assise - può una Penisola con circa 8.000 chilometri di costa non prestare la giusta attenzione alle attività di pesca? Può rinunziare alla difesa del Made in Italy in questo comparto e a valorizzare il lavoro e finanche i borghi dei pescatori, anche, magari, attraverso i fondi del PNRR? Può abdicare alle proprie prerogative affidandosi interamente a provvedimenti assunti in Europa astenendosi dai processi decisionali? Io credo che la risposta sia scontata.

Oggi votiamo per la ratifica di un Accordo fondamentale con un Paese nostro dirimpettaio, ma dobbiamo cogliere l'occasione per aprire ancora una volta una riflessione sulla caratterizzazione che possiamo dare a questa legislatura, che, grazie al lavoro di Forza Italia e dell'intera maggioranza che sostiene questo Governo - senza dimenticare quello dei Colleghi della Commissione Agricoltura, che tanta sensibilità sul tema stanno mostrando - può lasciare un segno indelebile.

Siamo perfettamente consapevoli che la regolamentazione del settore della pesca sia di competenza esclusiva comunitaria, ma questo non vuol dire che l'Italia debba supinamente “subire” le scelte di Bruxelles: non possiamo non difendere le nostre prerogative; anzi, abbiamo l'obbligo, anche morale, di porci capofila e guidare la transizione verso una pesca sostenibile, coinvolgendo i pescatori e le associazioni che li rappresentano, poiché sono loro i veri protagonisti ed i primi attori, pronti a tutelare il mare e le risorse marine, che rappresentano non solo il loro business, ma la loro quotidianità e la loro vita. Dobbiamo assumere un impegno solenne: lottare per ottenere un allentamento delle prescrizioni e dei limiti alle attività di pesca, che non possono valere per tutti i mari, indistintamente, salvo che non si decida di falcidiare le nostre flotte pescherecce e fare scomparire questo settore primario dal novero delle attività economiche che contribuiscono in modo significativo al PIL nazionale. Dobbiamo intervenire per scongiurare il pericolo che la fissazione di nuovi limiti allo sforzo di pesca si traduca in un numero troppo elevato di giornate di fermo, col rischio che da qui al 2024 ci sia il 40 per cento di giornate lavorative in meno. Anche perché c'è il serio rischio che le nostre flotte soffrano la impossibilità di competere con quelle dei Paesi costieri extra europei che pure affacciano sul Mediterraneo.

Ancora, occorre una pianificazione seria e consapevole: è necessario accorciare le filiere, sostenendo le forniture del pescato e incentivando i relativi contratti.

Non possiamo che riconoscere alla pesca la sua valenza economica, sociale e culturale: va sostenuta e incentivata, non in un'ottica di sussidi, ma di sviluppo reale del territorio. L'Italia è il Paese di Roma, Firenze, Milano, Napoli, di Palermo e di Agrigento (che nel 2025 sarà capitale della cultura ed a cui vanno i nostri più sinceri auguri per questo importante riconoscimento), ma è anche il Paese di Mazara, Sciacca, Chioggia, Manfredonia, Molfetta, San Benedetto del Tronto, Civitanova Marche, Sant'Antioco ed altri paesi costieri con imponenti flotte pescherecce che rappresentano un orgoglio nazionale: essi rappresentano punti di riferimento del comparto pesca e meritano di essere tutelati e valorizzati, di ottenere attenzioni e risorse, di sentirsi parte integrante dell'Italia e di sapere di poter contare sul Governo e sul Parlamento italiani che li aiuteranno e li difenderanno!

Perdonatemi se ho divagato rispetto al tema principale, ma ritengo fondamentale richiamare l'attenzione del Parlamento sul settore ittico ad ogni occasione utile.

L'Accordo Italia-Croazia va nella giusta direzione: è per questo che, in conclusione, dichiaro che il gruppo di Forza Italia voterà, convintamente e senza riserve, a favore della ratifica dell'accordo sulla delimitazione delle zone economiche esclusive.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 770-A?). Il disegno di legge in esame reca l'autorizzazione alla ratifica e l'esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Croazia sulla delimitazione delle zone economiche esclusive, con allegato, fatto a Roma il 24 maggio 2022. L'Accordo è stato sottoscritto in occasione della quinta sessione del Comitato di coordinamento dei Ministri Italia-Croazia che si è svolta a Roma lo scorso 24 maggio 2022 e fa seguito all'approvazione della legge n. 91 del 2021 la quale, nell'autorizzare l'istituzione di zone economiche esclusive oltre il limite esterno del mare territoriale, ha demandato l'individuazione dei limiti esterni di tale zona ad appositi accordi con gli Stati il cui territorio è adiacente al territorio italiano o lo fronteggia.

Questa è la seconda volta, dopo l'accordo con la Grecia, che l'Italia stipula un accordo di delimitazione, che s'inquadra nell'ambito del rafforzamento della cooperazione nell'Adriatico tra i paesi rivieraschi.

La Croazia è un partner apprezzato e stimato a livello internazionale con il quale l'Italia condivide i valori europei e da saldi vincoli di alleanza atlantica. 

Italia e Croazia miglioreranno e rafforzeranno la loro ottima collaborazione grazie allo storico accordo sulla delimitazione delle Zone economiche esclusive soprattutto per quanto riguarda la protezione dell'ambiente marino e l'uso sostenibile del mare e delle sue risorse naturali.

L'Italia è uno dei partner più importanti per la Croazia, i nostri due Paesi sono prima di tutto legati dal Mare Adriatico, ma, negli ultimi anni c'è stato un rinnovato slancio nei rapporti bilaterali.

Si ricorda, difatti, che secondo i dati ISTAT, l'interscambio commerciale bilaterale ha raggiunto il valore di 3,96 miliardi di euro (+51,6% rispetto al I semestre 2021). Le esportazioni italiane sono state pari a 2,60 miliardi di euro (+56,5% rispetto allo stesso periodo del 2021), mentre le importazioni sono state pari a 1,36 miliardi di euro (+40,1%). Il saldo commerciale è risultato positivo per l'Italia per un valore di € 1,24 milioni.

Secondo l'Osservatorio Economico MAECI, nel periodo gennaio-aprile 2022 l'Italia è stato il primo Paese fornitore (quota di mercato del 13,2%) e il secondo Paese acquirente (quota di mercato del 12,2%). Secondo gli ultimi dati dell'Istituto Nazionale di Statistica croato, relativi ai primi sei mesi del 2022, l'Italia ha riacquistato la posizione di primo partner commerciale della Croazia (non accadeva dal 2014). L'Italia, nel periodo in esame, detiene una quota di mercato pari al 13%, precedendo la Germania (12,3%) e la Slovenia (10,9%).

L'Italia torna ad essere il primo fornitore della Croazia, con esportazioni pari al valore di € 2,7 miliardi circa (+66% rispetto allo stesso periodo del 2021).

Nello specifico del testo, il disegno di legge in esame si compone di quattro articoli: l'articolo 1 e l'articolo 2 contengono rispettivamente l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione dell'Accordo italo-croato sulla delimitazione delle rispettive zone marittime, nel quale vengono espressamente richiamati i precedenti accordi del 1968 - l'Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo della Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia sulla delimitazione della piattaforma continentale tra i due Paesi fatto a Roma l'8 gennaio 1968- e del 2005 - l'Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo della Repubblica di Croazia, fatto a Roma tra il 22 e il 29 luglio 2005- sulla delimitazione delle rispettive piattaforme continentali quale base per stabilire la linea di confine delle zone marittime su cui l'Italia e la Croazia hanno diritto ad esercitare diritti sovrani o giurisdizione in base al diritto internazionale.

Il comma 2 esplicita le coordinate della linea di confine, attualizzandole al sistema di coordinate geografiche geodetico WGS84, che è quello attualmente utilizzato nella cartografia.

Si salvaguardano dagli effetti dell'Accordo:

- le attività di pesca condotte in conformità alle vigenti norme e ai regolamenti dell'Unione europea in materia;

- i diritti sovrani e la giurisdizione esercitati dalle parti nella propria ZEE in conformità all'articolo 56 della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, fatta a Montego Bay il 10 dicembre 1982;

- le disposizioni dell'articolo 58 della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare in materia di diritti, libertà e doveri degli Stati terzi nella zona economica esclusiva.

In merito ai profili di copertura finanziaria, l'articolo 3, recante la clausola di invarianza finanziaria, prevede, ai commi 1 e 2, che dall'attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e che le amministrazioni competenti provvedono all'adempimento dei relativi compiti con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.

Il comma 3, infine, dispone che agli eventuali oneri derivanti dall'articolo 3 dell'Accordo oggetto di ratifica, in materia di ricorso al Tribunale internazionale del diritto del mare, alla Corte internazionale di giustizia o ad altro tribunale arbitrale per la soluzione di controversie insorte tra le Parti contraenti, si farà fronte con apposito provvedimento legislativo.

Il mare Adriatico è un'area dove è possibile migliorare la cooperazione tra i Paesi che si affacciano sullo stesso bacino naturale, come Croazia e Italia. Esso è una grande ricchezza condivisa e abbiamo la responsabilità di proteggerlo e preservarlo. È fondamentale per tutti i Paesi che l'Adriatico contribuisca al nostro sviluppo economico, ma al contempo dobbiamo tutelare le sue risorse. Questo Accordo rappresenta un importante passo avanti proprio nelle aree legate all'Adriatico, vale a dire la connettività, l'economia blu e la tutela dell'ambiente.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: EMANUELE POZZOLO, PINO BICCHIELLI, ROBERTO BAGNASCO E TONI RICCIARDI (A.C. 795?)

EMANUELE POZZOLO, Relatore. (Relazione – A.C. 795?). Illustre Presidente, colleghi Deputati, rappresentante del Governo, il disegno di legge in esame ha per oggetto l'autorizzazione alla ratifica e all'esecuzione dello Scambio di note verbali fatto a Beirut il 3 agosto 2021 e il 21 aprile 2022, concernente la proroga, per ulteriori cinque anni, della vigenza dell'Accordo di cooperazione nel settore della difesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Libano, firmato a Beirut il 21 giugno 2004.

Il presente Accordo è già stato prorogato una volta con riferimento al quinquennio 2016-2021, attraverso l'approvazione della legge n. 79 del 2019.

Come ha rilevato il Governo nella relazione illustrativa allegata al disegno di legge di ratifica, il Libano rappresenta un Paese di prioritaria importanza per l'Italia, anche in virtù del ruolo da esso giocato nel processo di stabilizzazione e pacificazione dell'area mediterranea e medio-orientale.

Dal 1979 l'Italia fa parte della missione UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon), di cui è attualmente il maggiore contributore di truppe con 1.169 unità di personale militare, 368 mezzi terrestri, 7 mezzi aerei e un assetto navale.

Il contingente italiano svolge molteplici attività operative, principalmente mirate al controllo del territorio, con particolare riferimento alla c.d. Blue Line, ossia la linea di demarcazione tra Libano e Israele: mi piace sottolineare che il ruolo svolto dall'Italia, nei decenni, in Libano è stato unanimemente riconosciuto come molto importante nello scacchiere mediorientale e molto apprezzato dalla stessa popolazione libanese.

L'Italia ad oggi partecipa, inoltre – con 162 unità di personale militare, un mezzo navale ed un mezzo aereo – alla missione bilaterale (MIBIL), volta ad incrementare le capacità complessive delle Forze di sicurezza libanesi (LAF), sviluppando programmi di formazione e addestramento preventivamente concordati con le autorità libanesi.

La missione si inquadra nell'ambito delle iniziative dell'International support Group for Lebanon, la cui costituzione fa seguito ad un appello del Consiglio di Sicurezza dell'ONU per un forte e coordinato sostegno internazionale inteso ad assistere il Libano nei settori in cui esso è più colpito dalla crisi siriana: mi riferisco nello specifico all'assistenza ai rifugiati e alle comunità ospitanti, al sostegno strutturale e finanziario al Governo, nonché al rafforzamento delle capacità delle forze armate libanesi, chiamate a sostenere uno sforzo senza precedenti per mantenere la sicurezza e la stabilità, sia all'interno del territorio sia lungo il confine siriano e la Blue line.

Ricordo, inoltre, che nell'ambito delle attività di cooperazione civile-militare (CIMIC), sono stati realizzati nel 2021 trentasei progetti ad elevato ed immediato impatto sulla popolazione (Quick Impact Projects) per un totale di circa 800 mila euro.

Per quanto riguarda il contenuto del provvedimento al nostro esame, lo scambio di Note verbali è composto dalla Nota dell'Ambasciata d'Italia a Beirut del 3 agosto 2021 e dal riscontro positivo del Ministero degli esteri della Repubblica del Libano del 21 aprile 2022.

Nel dettaglio, l'Ambasciata d'Italia a Beirut ha proposto all'altra Parte la proroga dell'Accordo di cooperazione del 2004 nel settore della difesa per un periodo addizionale di cinque anni, fino al 16 settembre 2026. La Nota prevede che l'Accordo sarà concluso al momento del ricevimento da parte dell'Italia della Nota Verbale di risposta da parte libanese; l'entrata in vigore dell'Accordo così prorogato è fissata al ricevimento della notifica del completamento delle procedure di ratifica italiane.

In attesa di tale notifica e considerata la presenza significativa di militari italiani nel territorio libanese, è comunque assicurata l'applicazione provvisoria di tutte le previsioni inserite nell'Accordo.

Come precisato nella relazione tecnica allegata al disegno di legge, lo scambio diplomatico in trattazione non modifica alcuna delle previsioni in esso inserite, ma si limita esclusivamente a prolungarne la vigenza per ulteriori cinque anni, fino al 2026.

A questo proposito, ricordo molto brevemente che l'Accordo si compone di undici articoli preceduti da un breve Preambolo.

La collaborazione tra le Parti si basa, ai sensi dell'articolo 1, sul principio di reciprocità, ed investe i seguenti settori: operazioni umanitarie e peace-keeping; rispetto dei trattati internazionali in materia di sicurezza, difesa e controllo degli armamenti; industria militare; interscambio di materiali di armamento; organizzazione, formazione e addestramento delle Forze armate; questioni relative alla polizia militare; medicina, storia e sport militari.

L'organizzazione delle attività oggetto della cooperazione è affida ai Ministeri della difesa dei due Paesi.

Specifiche disposizioni regolano, inoltre, la promozione degli scambi di materiali d'armamento appartenenti a tipologie aeree, navali e terrestri, nonché di materiali delle trasmissioni; le modalità di finanziamento delle attività di cooperazione; la competenza giurisdizionale ed il trattamento di informazioni, documenti e materiali che le Parti potranno scambiarsi nello svolgimento delle attività di cooperazione militare.

Ai sensi dell'articolo 11, l'Accordo potrà essere modificato previo consenso delle Parti e le eventuali modifiche entreranno in vigore con le stesse modalità previste per l'entrata in vigore dell'Accordo stesso.

Per quanto riguarda, infine, il disegno di legge di ratifica, gli articoli 1 e 2 recano rispettivamente l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione dell'Accordo. L'articolo 3 stabilisce la clausola di invarianza finanziaria, in quanto lo Scambio diplomatico non modifica alcune delle previsioni inserite nell'Intesa originaria, ma si limita esclusivamente a prolungarne la vigenza per ulteriori cinque anni, fino al 2026. L'articolo 4 dispone, infine, l'entrata in vigore della legge il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

In conclusione, è auspicio – credo comune – una rapida approvazione del provvedimento in esame, anche in considerazione della situazione critica in cui versa il Libano, prostrato da una profonda crisi, istituzionale ed economica: dobbiamo in ogni modo evitare il rischio di disperdere il pluridecennale sforzo militare italiano in Libano ed evitare che l'intero sistema possa collassare, producendo ripercussioni sulla stabilità dell'intera regione mediorientale, oltre ad una ondata migratoria di dimensioni che sarebbero molto preoccupanti, tanto più che il Libano attualmente ospita già circa 2 milioni di rifugiati siriani.

Per tutte queste ragioni e in considerazione del fatto che la presenza italiana in Libano, in più di quarant'anni di operazione, ha ottenuto il plauso delle Nazioni Unite e del governo libanese, oltre che di quello israeliano, occorre sottolineare anche quanto sia importante la fattiva presenza italiana in un quadrante di primario interesse strategico, quello del “Mediterraneo Allargato”, dal quale dipendono notevoli sviluppi della politica estera italiana ed europea: non disperdiamo dunque – con la ratifica di questo Accordo – gli sforzi fatti finora in decenni di presenza italiana in Libano e onoriamo al contempo i nostri militari, quelli rimesti feriti e quelli che sono morti, per consentire all'Italia di aiutare la popolazione libanese in un contesto che da decenni è più che mai difficile e complesso, in cui la nostra presenza risulta essere essenziale.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 795?). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, per troppo tempo passaggi come questi sono stati vissuti come qualcosa di rutinario, al quale non prestare la dovuta attenzione.

L'attualità del nostro tempo si è invece incaricata di dimostrare quanto il tema della difesa, le relazioni internazionali, la geopolitica e il ruolo del nostro Paese nel mondo rivestano un'importanza cruciale.

Sappiamo anche quanto il Libano sia uno Stato strategico, sia per la sua collocazione in un quadrante gravido di tensioni, sia per i rapporti storici che lo legano all'Italia.

L'atto che compiamo oggi è dunque tutt'altro che un adempimento burocratico, perché garantisce per ulteriori cinque anni la prosecuzione di un accordo strategico sotto molti profili e particolarmente rilevante per la cooperazione bilaterale fra Roma e Libano e per il mantenimento della stabilità nello scacchiere medio-orientale.

Ricordiamo infatti che dal 1979 l'Italia fa parte della missione UNIFIL, di cui è attualmente il maggiore contributore in termini di truppe insieme all'Indonesia.

E ricordiamo anche che dall'inizio della seconda fase della missione, nell'agosto del 2006, per ben quattro volte è stato scelto come comandante un generale italiano.

Non solo: dal 14 ottobre del 105 al nostro Paese è stato affidato il comando del «Sector West» delle operazioni dell'UNIFIL, missione alla quale – infine – si aggiunge la partecipazione alla missione bilaterale MIBIL, finalizzata a potenziare le capacità complessive delle Forze di sicurezza libanesi attraverso programmi di formazione e addestramento.

Per non dire poi dei gruppi di lavoro in ambito Onu e dei progetti nel quadro dell'attività di cooperazione civile-militare.

Il Libano è insomma un esempio di scuola per evidenziare il protagonismo internazionale del nostro Paese.

Un protagonismo che ha radici antiche e una lunga storia, ma che questo Governo e questa maggioranza hanno contribuito a rilanciare dimostrando la capacità di assumere un atteggiamento tanto fermamente rispettoso della nostra collocazione geopolitica e dei nostri valori, tanto determinato a perseguire nei consessi sovranazionali un interesse nazionale di cui per lunghi tratti si era smarrito il valore.

Per questo, per confermare protagonismo e serietà, e ribadire che l'Italia rispetta i propri impegni e sa esportare eccellenza nel mondo, il gruppo di Noi Moderati annuncia con convinzione il proprio voto favorevole.

ROBERTO BAGNASCO (FI-PPE). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 795?). Il disegno di legge che oggi quest'Aula si accinge a votare reca l'autorizzazione alla ratifica e l'esecuzione dello Scambio di note verbali fatto a Beirut il 3 agosto 2021 e il 21 aprile 2022 concernente la proroga, per ulteriori cinque anni, della vigenza dell'Accordo di cooperazione nel settore della difesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Libano, il quale viene ormai rinnovato ogni cinque anni a partire dal 16 settembre 2006.

Come rilevato dal Governo nella relazione illustrativa allegata al disegno di legge di ratifica, il Libano rappresenta un paese di prioritaria importanza per l'Italia anche in virtù del ruolo giocato nel processo di stabilizzazione e pacificazione dell'area mediterranea e medio-orientale.

In ambito ONU, l'Italia partecipa all'International Support Group (ISG) for Lebanon, formato dai cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, a cui nel settembre 2013, su iniziativa dell'allora Segretario generale pro tempore Ban Ki-Moon e dell'allora Presidente libanese, Michel Suleiman, si sono aggiunti, i rappresentanti di Italia e Germania, Unione europea e Lega araba. La costituzione dell'ISG consegue ad un appello del Consiglio di sicurezza per un forte e coordinato sostegno internazionale inteso ad assistere il Libano nei settori in cui esso è più colpito dalla crisi siriana, compresi l'assistenza ai rifugiati e alle comunità ospitanti, il sostegno strutturale e finanziario al governo, il rafforzamento delle capacità delle forze armate libanesi, chiamate a sostenere uno sforzo senza precedenti per mantenere la sicurezza e la stabilità, sia all'interno del territorio sia lungo il confine siriano e la Blue line.

Si ricorda, inoltre, che l'Italia partecipa a diverse missioni internazionali in Libano. Dal 1979 fa parte della missione UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon), di cui è attualmente il maggiore contributore di truppe insieme all'Indonesia, e alla missione bilaterale MIBIL (Missione Militare Bilaterale Italiana in Libano), volta a incrementare le capacità complessive delle Forze di sicurezza libanesi, sviluppando programmi di formazione e addestramento preventivamente concordati con le autorità.

In realtà l'impegno nazionale si è concretizzato anche in una serie di attività che hanno portato alla realizzazione di molteplici progetti in ambito sanitario, ambientale e civile.

Preme precisare che lo scambio di note non modifica alcuna delle previsioni ad oggi esistenti ed attualmente in vigore né comporta alcun onere finanziario per il nostro Paese. Esso rappresenta un preciso impegno politico assunto dal Governo italiano con il Governo del Libano in materia di cooperazione nel settore della Difesa e della Sicurezza, in un quadro di salvaguardia dei reciproci interessi in termini di miglioramento delle capacità militari nel campo addestrativo, tecnologico ed industriale.

In particolar modo, sulla base del principio di reciprocità l'Italia e il Libano si impegnano a cooperare nei seguenti settori: operazioni umanitarie e peace-keeping; rispetto dei trattati internazionali in materia di sicurezza difesa, e controllo degli armamenti; industria militare; interscambio di materiali di armamento; organizzazione, formazione e addestramento delle Forze armate.

A tali considerazioni si deve aggiungere che la ratifica in oggetto rafforzerebbe un legame - tra Italia e Libano - che è già solido da molti secoli, specie sotto il profilo diplomatico e commerciale. Basti pensare che il Libano inaugurò la sua legazione diplomatica a Roma già nel 1946, missione divenuta poi Ambasciata nel 1955. Mentre il primo trattato di Amicizia e Cooperazione tra i nostri Paesi risale già al 1949.

L'Italia, inoltre, è uno dei primi dieci partner commerciali del Libano.

Infine, tale ratifica è fondamentale per rafforzare le relazioni con il Libano sotto il profilo della difesa e della sicurezza. Il Libano, infatti, ha una rilevanza geopolitica chiave per l'Italia e per l'Europa dal momento che un'ulteriore destabilizzazione potrebbe innescare contraccolpi di carattere regionale che esploderebbero in tutto il Mediterraneo Allargato, toccando chiaramente il Medio Oriente e il Nord Africa con notevoli ripercussioni per tutto il continente europeo.

Per questi motivi, a nome del gruppo Forza Italia, esprimo voto favorevole alla ratifica ed esecuzione dello Scambio di Note verbali concernente il rinnovo dell'Accordo di cooperazione nel settore della difesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Libano.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 795?). Il provvedimento in esame concerne la proroga, per ulteriori cinque anni e fino al 16 settembre 2026, della vigenza dell1Accordo di cooperazione nel settore della difesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Libano, firmato a Beirut il 21 giugno 2004, e che è già stato prorogato una volta con riferimento al quinquennio 2016-2021, attraverso la legge n. 79 del 2019.

Il legame tra Italia e Libano è un legame profondo e testimonianza del nostro impegno per la pace e la stabilità di tutta la regione. Il Libano è infatti un tassello chiave della stabilità del Medio Oriente e del Mediterraneo allargato, un quadrante strategico per la pace e per gli equilibri geopolitici globali dove la presenza italiana si è sempre distinta per professionalità e valori.

L'Italia infatti è presente in Libano con la missione Unifil (United Nations Interim Force in Lebanon) e con missione bilaterale (MIBIL).

La missione UNIFIL è nata con la Risoluzione 425 adottata in data 19 marzo 1978 da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, a seguito dell'invasione del Libano da parte di Israele (marzo 1978).

Successive Risoluzioni hanno prorogato, con cadenza semestrale, la durata della missione - in seguito all'invasione israeliana del Libano del 1982, in seguito al ritiro delle truppe israeliane dal Libano del 2000 e in occasione dell'intervento israeliano in Libano nel 2006-. Dall'inizio della seconda fase della missione UNIFIL, nell'agosto del 2006 per fermare una guerra molto sanguinosa fra Libano e Israele, per quattro volte è stato scelto quale UNIFIL Head of Mission Force Commander (HoM/FC) un Generale Italiano.

Unifil si è dimostrata in questi anni fondamentale per garantire stabilità in un territorio estremamente complesso dove basta pochissimo per far sì che gli equilibri saltino e che oggi sono ulteriormente minati anche dalla profonda crisi economica, finanziaria e politica libanese.

Attualmente la consistenza massima annuale autorizzata dall'Italia per il contingente nazionale impiegato nella missione è di 1169 militari, 368 mezzi terrestri e 7 mezzi aerei, che svolgono molteplici attività operative, principalmente mirate al controllo del territorio, con particolare riferimento alla cosiddetta Blue Line, ossia la linea di demarcazione tra Libano e Israele.

li Libano dimostra inoltre una grande fiducia nel nostro Paese e, quindi, ha voluto anche una missione bilaterale fra Italia e Libano al fine di rafforzare ulteriormente le proprie forze armate: la missione bilaterale (MIBIL), volta a incrementare le capacità complessive delle Forze di sicurezza libanesi (LAF), sviluppando programmi di formazione e addestramento preventivamente concordati con le autorità libanesi.

Questa missione si inquadra nell'ambito delle iniziative dell'International support Group for Lebanon, la cui costituzione fa seguito ad un appello del Consiglio di Sicurezza dell'ONU per un forte e coordinato sostegno internazionale inteso ad assistere il Libano nei settori in cui esso è più colpito dalla crisi siriana, compresi l'assistenza ai rifugiati e alle comunità ospitanti, il sostegno strutturale e finanziario al Governo, nonché il rafforzamento delle capacità delle forze armate libanesi, chiamate a sostenere uno sforzo senza precedenti per mantenere la sicurezza e la stabilità, sia all'interno del territorio sia lungo il confine siriano e la Blue Line.

A tutto ciò si affiancano anche le attività di cooperazione civile-militare (CIMIC), grazie alle quali sono stati realizzati nel 2021 trentasei progetti ad elevato ed immediato impatto sulla popolazione gravemente in sofferenza.

Per quanto riguarda il contenuto del provvedimento in esame, l'Accordo, composto di 11 articoli preceduti da un breve Preambolo, riferisce che la collaborazione tra le Parti si basa sul principio di reciprocità (articolo 1) ed investe i settori delle operazioni umanitarie e di peace-keeping, del rispetto dei trattati internazionali in materia di sicurezza, difesa e controllo degli annamenti, dell'industria militare, dell'interscambio di materiali di annamento, dell'organizzazione, fonnazione e addestramento delle Forze annate, delle questioni relative alla polizia militare, nonché della medicina, storia e sport militari (articolo 3).

L'organizzazione delle attività oggetto della cooperazione è affidata ai Ministeri della difesa dei due Paesi e specifiche disposizioni regolano, inoltre, la promozione degli scambi di materiali d'armamento appartenenti a tipologie aeree, navali e terrestri, nonché di materiali delle trasmissioni; le modalità di finanziamento delle attività di cooperazione; la competenza giurisdizionale ed il trattamento di informazioni, documenti e materiali che le Parti potranno scambiarsi nello svolgimento delle attività di cooperazione militare.

L'Accordo potrà essere modificato previo consenso delle Parti e le eventuali modifiche entreranno in vigore con le stesse modalità previste per l'entrata in vigore dell'Accordo.

Per quanto riguarda, infine, il disegno di legge di ratifica, gli articoli 1 e 2 recano rispettivamente l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione, mentre l'articolo 3 stabilisce la clausola di invarianza finanziaria, in base alla quale dall'attuazione delle attività derivanti dallo Scambio di Note non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Il Libano rappresenta un Paese di prioritaria importanza per l'Italia anche in virtù del ruolo da esso giocato nel processo di stabilizzazione e pacificazione dell'area mediterranea e medio-orientale e i rapporti bilaterali tra Italia e Libano hanno sempre avuto un'importanza di assoluto rilievo, confermato dall'impegno italiano sul campo, che è stato forte e qualificato al fine di garantire una interlocuzione tra le parti in conflitto, favorendo la de-escalation delle controversie, e il controllo della cosiddetta Blue Line, nel solco del modello italiano di peacekeeping, basato sulla solidarietà e sulla costruzione quotidiana di rapporti e relazioni con la popolazione e con le autorità locali, politiche e religiose che lo ha sempre contraddistinto nella comunità internazionale come un modello apprezzato da tutte le forze alleate.

La prosecuzione dell'accordo sulla difesa in esame è dunque la cornice giuridica che consente di continuare a coltivare i rapporti bilaterali molto stretti e importanti per la tenuta complessiva della sicurezza nella regione.

Tuttavia, voglio cogliere l'occasione per ricordare ai colleghi e al governo la situazione gravissima in cui versa il Libano, prostrato da una profonda crisi, istituzionale ed economica. L'Inflazione alle stelle nel paese, la tremenda esplosione del porto di Beirut del 2020 e la crisi del grano dovuta alla guerra in Ucraina stanno portando il Libano sul punto di un tracollo definitivo, che, inevitabilmente, produrrebbe ripercussioni sulla stabilità dell'intera regione mediorientale, oltre ad una ondata migratoria di dimensioni preoccupanti, tanto più che il Libano attualmente ospita già circa 2 milioni di rifugiati siriani. È doverosa dunque un nostro costante attenzione al Paese anche su future iniziative a sostegno dello stesso.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: PAOLO FORMENTINI, PINO BICCHIELLI, ALESSANDRO BATTILOCCHIO, TONI RICCIARDI ED EMANUELE POZZOLO (A.C. 873?)

PAOLO FORMENTINI, Relatore. (Relazione – A.C. 873?). Illustre Presidente, colleghi Deputati, rappresentante del Governo, avvio l'illustrazione della proposta di legge di cui sono relatore segnalando che essa è già stata esaminata dalla Commissione affari esteri e comunitari nella scorsa legislatura e poi riproposta all'inizio della legislatura corrente ricorrendo alla procedura speciale di cui all'articolo 107, comma 3, del Regolamento. Questa prevede che entro sei mesi dall'inizio della legislatura ciascuna Commissione, previo sommario esame preliminare, può deliberare di riferire all'Assemblea su progetti di legge approvati dalla Commissione stessa in sede referente nel corso della precedente legislatura e di adottare la relazione allora presentata.

Venendo al merito del provvedimento, in questa sede mi limito a ricordare che l'accordo in esame, siglato il 18 giugno 2021, si inserisce nel quadro degli interventi di politica estera con i Paesi dell'est europeo, con l'obiettivo di facilitare il flusso di informazioni e dati tra le Istituzioni di sicurezza sociale e assicurare l'esportabilità delle pensioni e delle rendite da infortunio e malattia professionale.

L'Accordo, preceduto da un breve preambolo, si compone di sedici articoli: particolare rilievo assume l'articolo 2, che individua il campo di applicazione per materia dell'Accordo per ciascuna delle due Parti: per l'Italia, esso riguarda le prestazioni di invalidità, vecchiaia e superstiti previste dall'assicurazione obbligatoria, dai regimi per i lavoratori autonomi, dalla gestione separata, dai regimi esclusivi e sostitutivi dei regimi assicurativi generali obbligatori istituiti per alcune categorie e gestiti dall'INPS; le rendite e altre prestazioni in denaro dovute a infortuni sul lavoro o malattie professionali gestite dall'INAIL; per la Moldova, l'Accordo si applica alla pensione per limite d'età, alla pensione di disabilità causata da una malattia generale, alla pensione e all'indennità di disabilità causata da infortunio sul lavoro o malattia professionale ed alla pensione per i superstiti.

Merita menzionare anche l'articolo 3, che stabilisce che l'Accordo, conformemente alla legislazione dei due Paesi, si applica alle persone beneficiarie delle prestazioni, ma anche ai loro familiari; l'articolo 4, che garantisce l'esportabilità del trattamento pensionistico e delle rendite per infortunio o per malattia a coloro che rientrano nell'ambito di applicazione dell'Accordo; l'articolo 7, che prevede il principio dell'assistenza amministrativa reciproca e del mutuo riconoscimento di certificati e documenti; infine, l'articolo 10, che prevede che le Istituzioni di ogni Parte paghino le prestazioni direttamente agli aventi diritto che risiedono o dimorano nell'altro Stato, nella valuta del proprio Stato o, qualora tale valuta non sia convertibile, in altra valuta convertibile.

Si tratta di un'intesa di particolare rilevanza, per due motivi. In primo luogo a causa della numerosa comunità moldava residente in Italia, composta di circa 115.000 persone ben integrate e attive. In secondo luogo perché contribuisce a sostenere un Paese che ha compiuto una decisa scelta europea e che sta attraversando una difficile fase politica, tra crisi dell'Esecutivo e tentativi di ingerenza russa che alimentando proteste antigovernative, aggravate dalla crisi economica.

Ricordo, tra l'altro, che – come emerso nel corso della recente audizione in III Commissione dell'Ambasciatore di Moldova in Italia, Anatolie Urecheanu, pur essendo un Paese di piccole dimensioni, la Moldova ha dato ospitalità a oltre 800 mila rifugiati ucraini dall'inizio dell'aggressione russa, e tuttora offre rifugio a circa 85 mila cittadini ucraini, in maggioranza donne e minori.

Tenuto conto che il Paese ha ottenuto nel giugno 2022 lo status di candidato all'adesione all'UE, la ratifica dell'intesa in esame si inserisce a pieno titolo nel quadro delle iniziative per promuovere l'integrazione europea di Chisinau, che Governo e Parlamento italiano hanno sempre sostenuto con convinzione.

È opportuno precisare, infine, che l'Accordo non comporta nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica: per l'Italia, infatti, non vi sarà alcun impatto sulla legislazione nazionale, in quanto le prestazioni pensionistiche e le rendite da infortunio sul lavoro e malattia professionale, ai sensi dell'ordinamento italiano, sono esportabili.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 873?). Signor Presidente, Onorevoli colleghi, Signori del governo. Mai come oggi i rapporti e le relazioni fra Stati acquisiscono particolare valore alla luce delle turbolenze provocate sullo scenario internazionale dalla guerra in Ucraina. Ogni passo e ogni azione, in tale contesto, assumono un peso rilevante.

Il provvedimento che ci accingiamo a votare in quest'aula prevede l'autorizzazione alla ratifica e all'esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Moldova in materia di sicurezza sociale. L'Accordo, stipulato a Roma il 18 giugno 2021, è finalizzato a tutelare una comunità, come quella moldava, che in Italia raggiunge circa le 120mila unità, a cui vanno aggiunte circa altre 23mila che nel tempo hanno acquisito la cittadinanza italiana.

L'obiettivo è quello di facilitare il flusso di informazioni e dati tra le Istituzioni di sicurezza sociale e assicurare l'esportabilità delle pensioni e delle rendite da infortunio e malattia professionale.

Nello specifico, grazie a tale Accordo, entrambi i Paesi si impegnano a garantire certezza giuridica in materia di diritti relativi all'attività lavorativa e la trasferibilità dei trattamenti di pensione in favore di tutti i cittadini che hanno prestato e prestano la loro attività lavorativa rispettivamente in Italia o nella Repubblica di Moldova.

Tuttavia, signor Presidente, quando tale Accordo venne stipulato nel giugno 2021 nessuno poteva immaginare cosa sarebbe successo alcuni mesi dopo ai confini della Moldova, e come tale Paese acquisisse di fatto una importanza strategica non indifferente, in primis per la sua collocazione geografica.

Non a caso, solo pochi giorni fa, la Presidente moldava Maia Sandu ha affermato che obiettivo della Russia è quello di usare la Moldova contro l'Ucraina, esattamente come sta accadendo in Bielorussia.

Una denuncia che assomiglia tanto ad un grido di aiuto. Le pressioni sul Governo moldavo, come possiamo immaginare, sono enormi. E la stessa Presidente ha tenuto a ribadire con forza come quello moldavo sia un governo indipendente, eletto dai suoi cittadini, che lavora a beneficio della Moldova.

In tale direzione va letta anche la decisione del Consiglio europeo del giugno 2022 di concedere alla Repubblica di Moldova lo status di paese candidato. E sempre in tale direzione va interpretata la particolare attenzione che l'Unione Europea riserva alla Moldova in vista delle riforme necessarie per poter diventare un Paese membro. Non da ultimo, la visita di pochi giorni fa in Moldova del presidente del Consiglio europeo Charles Michel volta proprio ad accelerare i processi di avvicinamento all'Unione europea.

Ecco, signor Presidente, basterebbe tutto questo per comprendere che la ratifica di tale Accordo tra il nostro Paese e la Repubblica di Moldova, per il preciso momento storico in cui cade, assume inevitabilmente un valore particolare.

E costituisce l'occasione per il Gruppo Noi Moderati e per il nostro Paese per ribadire ancora una volta il sostegno alla popolazione ucraina e a tutte le popolazioni che, direttamente o indirettamente, si ritrovano coinvolte nel conflitto tutt'ora in corso.

L'Italia c'è e farà la sua parte fino in fondo.

In virtù di ciò, signor Presidente, annunzio il voto favorevole del Gruppo Noi Moderati alla ratifica dell'Accordo tra Italia e Moldova. Grazie.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI-PPE). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 873?). Grazie Presidente!

Il 18 giugno 2021, l'allora Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali firmò, assieme al presidente della Repubblica di Moldova, un accordo tra i nostri due Paesi in materia di sicurezza sociale. In particolare, l'accordo ha come obiettivo quello di facilitare il flusso di informazioni e dati tra le Istituzioni di sicurezza sociale e assicurare l'esportabilità delle pensioni e delle rendite da infortunio e malattia professionale. Un aspetto importante per la numerosa comunità moldava residente in Italia. Ricordo che sono oltre 120mila i cittadini moldavi che vivono in Italia con un regolare permesso di soggiorno, a cui dobbiamo aggiungere altri 23.000 che hanno acquisito la cittadinanza italiana.

La comunità moldava è una delle collettività straniere con minore anzianità migratoria tra quelle stabilitesi nel nostro Paese. I primi ingressi sono databili alla fine degli anni '90 del secolo scorso, quando la crisi economica investì la Moldova e spinse una considerevole quota della popolazione a migrare verso l'Europa occidentale - e quindi anche in Italia - alla ricerca di un lavoro e di condizioni di vita più stabili.

La comunità è prevalentemente radicata nel Nord del Paese, in particolare nel Veneto, che accoglie poco più di un quarto dei cittadini moldavi.

L'elevata presenza nelle regioni del nord del Paese, nonché la concentrazione specifica in Veneto, indicano un processo di stabilizzazione da collegare alle opportunità offerte in termini di reddito e occupazione da questi territori.

Con quest'Accordo i nostri due Paesi si impegnano ad assicurare certezza giuridica nelle tutele dei diritti legati all'attività lavorativa, in condizioni di reciprocità, e la trasferibilità dei trattamenti di pensione in favore di tutti i cittadini che hanno prestato e prestano la loro attività lavorativa rispettivamente in Italia o nella Repubblica di Moldova. Sarà, quindi, più facile per i lavoratori e soprattutto lavoratrici moldave legalmente residenti in Italia conseguire la pensione conteggiando i periodi di lavoro svolti nel nostro Paese.

Ricordo che il 3 marzo 2022 – anche a seguito della situazione venutasi a creare con l'invasione della Russia dell'Ucraina e le ripercussioni che questa ha avuto sugli equilibri della piccola repubblica (in particolare sulla Transnistria) - la Moldova ha presentato formale domanda di adesione all'UE su cui il 17 giugno 2022 la Commissione europea ha formulato il proprio parere. Il 23 giugno 2022 il Consiglio europeo ha concesso alla Moldova lo status di paese candidato. I 27 Stati membri hanno chiesto, nel corso dell'ultimo Consiglio Europeo, che la Commissione Ue presenti un pacchetto di misure per la Moldova prima dell'estate.

Lo scorso 28 marzo il Presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, ha fatto visita alla Presidente della Repubblica di Moldova, Maia Sandu, a pochi giorni dalle violente manifestazioni e ai tentativi di destabilizzazione di quel Paese da parte della minoranza filo-russa, ribadendo il pieno sostegno dell'Ue al popolo moldavo” nel suo cammino verso l'ingresso nell'Unione. Il governo della Moldova è impegnato a implementare i nove passi richiesti dall'esecutivo europeo per soddisfare i requisiti per l'ingresso nell'Unione.

L'amicizia tra l'Italia e la Moldova è molto forte. Un legame che si è rafforzato con lo scoppio della guerra che ha visto l'enorme impegno di Chisinau nell'accoglienza dei profughi provenienti dall'Ucraina. L'Italia, da parte sua, non ha fatto mancare il pieno sostegno e supporto agli sforzi delle autorità moldave, come dimostrato alle conferenze di Berlino, Bucarest e Parigi.

Siamo fermamente impegnati ad assistere e accompagnare il percorso di integrazione europea della Moldova: il futuro della Moldova è nell'Unione Europea. Forza Italia darà il proprio voto favorevole a questo disegno di legge di ratifica. Grazie!

TONI RICCIARDI (PD-IDP). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 873?). L'Accordo in esame, siglato il 18 giugno scorso, ha come obiettivo quello di facilitare il flusso di informazioni e dati tra le Istituzioni di sicurezza sociale e assicurare l'esportabilità delle pensioni e delle rendite da infortunio e malattia professionale.

Difatti, per la prima volta, i due Paesi si impegnano ad assicurare certezza giuridica nelle tutele dei diritti legati all'attività lavorativa, in condizioni di reciprocità, e la trasferibilità dei trattamenti di pensione in favore di tutti i cittadini che hanno prestato e prestano la loro attività lavorativa rispettivamente in Italia o nella Repubblica di Moldavia.

La comunità moldava residente in Italia è particolarmente numerosa e fortemente radicata sul territorio italiano, inserita, attiva e presente nel mondo del lavoro del nostro Paese: sono oltre 120.000 i cittadini moldavi che detengono un regolare permesso di soggiorno, cui si aggiungono altri 23.000 che hanno acquisito la cittadinanza italiana.

Questa presenza e questo Accordo rafforzano il legame e l'amicizia con la Moldavia, un paese giovane e con una forte vocazione di partnership con l'Unione europea, attualmente esposto alle evoluzioni della situazione di sicurezza regionale, ma che ha dimostrato un grandissimo spirito di solidarietà ai tanti ucraini fuggiti per la guerra, nonostante sia uno dei Paesi più poveri d'Europa. Dall'inizio del conflitto in Ucraina, difatti, la Moldavia ha aperto le sue frontiere a centinaia di migliaia di rifugiati. L'ex Repubblica sovietica si trova tra la Romania e l'Ucraina e comprende lo Stato separatista non riconosciuto della Transnistria, sostenuto dalla Russia. Oggi ospita ancora circa 100.000 rifugiati dall'Ucraina.

Quanto ai contenuti dell'articolato, assume particolare rilievo l'articolo 2, che individua il campo di applicazione per materia dell'Accordo per ciascuna delle due Parti; l'articolo 3, che stabilisce che l'Accordo, conformemente alla legislazione dei due Paesi, si applica alle persone beneficiarie delle prestazioni, nonché ai loro familiari; l'articolo 4 garantisce l'espo rtabi li tà - vale a dire del pagamento all'estero della prestazione - del trattamento pensionistico e delle rendite per infortunio o per malattia a coloro che rientrano nell'ambito di applicazione dell'Accordo. L'articolo 10, invece, tratta del pagamento delle prestazioni, prevedendo che le istituzioni di ogni Parte paghino le prestazioni direttamente agli aventi diritto che risiedono o dimorano nell'altro Stato, nella valuta del proprio Stato o, qualora tale valuta non sia convertibile, in altra valuta convertibile.

L'Accordo in esame non crea obblighi giuridici da cui derivino oneri finanziari a carico del bilancio dello Stato.

EMANUELE POZZOLO (FDI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 873?). Signor Presidente, onorevoli Colleghi, membri del Governo, la proposta in esame presenta il medesimo contenuto del disegno di legge, di iniziativa governativa, A.C. 3539? presentato nella scorsa legislatura e approvato dalla Commissione affari esteri della Camera dei deputati il 15 giugno 2022: come già ribadito da chi mi ha preceduto non è stato licenziato dall'Assemblea a causa dello scioglimento anticipato delle Camere.

L'obiettivo perseguito dall'Accordo in esame è quello di facilitare il flusso di informazioni e di dati tra le Istituzioni di sicurezza sociale e assicurare l'esportabilità delle pensioni e delle rendite da infortunio e malattia professionale.

Con la sottoscrizione dell'Accordo la Repubblica italiana e la Repubblica di Moldova si impegnano ad assicurare certezza giuridica nelle tutele dei diritti legati all'attività lavorativa, in condizioni di reciprocità, e la trasferibilità dei trattamenti di pensione in favore di tutti i cittadini che hanno prestato e prestano la loro attività lavorativa rispettivamente in Italia o nella Repubblica di Moldova.

Si tratta di un'intesa di notevole rilevanza nell'ambito delle relazioni tra i due stati, in ragione della numerosa comunità moldava residente in Italia: una comunità ben integrata in Italia che conta, infatti, oltre 120.000, cittadini moldavi detentori di un regolare permesso di soggiorno, ai quali se ne aggiungono altri 23.000 che hanno già acquisito la cittadinanza italiana.

È utile peraltro ricordare che il Consiglio europeo del 23 giugno 2022 ha concesso lo status di paese candidato alla Repubblica di Moldova: questo fa sì che questo genere di accordi sia da leggere nel contesto più ampio di una importante ed ampia attività di natura diplomatica e politica rivolta a accrescere e rafforzare i rapporti esistenti tra Italia e Moldova: il fatto che lo sviluppo dell'identità moldava sia ancora in divenire – stretta tra chi tira a est e chi a ovest – rende particolarmente importante questo Accordo.

La guerra in Ucraina sta riproponendo l'idea malsana dell'ineluttabilità dello scontro tra l'Europa e la Russia, entro il quale alcuni dei paesi europei dell'Est assistono con crescente difficoltà: perché quello che sembrava uno scontro sepolto dalla storia dopo la caduta dell'Unione Sovietica, si sta ripresentando ai nostri occhi con preoccupante prepotenza.

È proprio in questa precisa cornice storica che va letto lo sforzo italiano ed europeo di agire a più livelli per assicurare una rete di partnership solida e efficiente con le nazioni dell'Europa dell'Est che si trovano per ragioni geografiche, storiche e culturali ad essere maggiormente interessate al surriscaldamento geopolitico dell'area relativa all'Europa orientale: perché l'idea di Europa che noi abbiamo in mente è quella che facilita la vita delle persone, che crea e favorisce reti di connessione, che protegge e custodisce la vita e la libertà.

E questa idea di Europa passa anche tramite la ratifica di accordi internazionali come quello di cui si sta discutendo: perché al di là dei suoi specifici contenuti tecnici, accordi come quello che stiamo per votare vanno letti anche sotto la prospettiva più ampia di una politica estera italiana in grado di cooperare alla stabilità dell'area europea e al rafforzamento degli equilibri del versante est dell'Unione Europea in modo intelligente e pratico.

La sfida, oggi come un tempo, si gioca per la Moldova nel campo della politica estera, sugli scambi politico-economici, sulle relazioni diplomatiche con Oriente e Occidente: il futuro di quelle terre continua a oscillare lungo la linea di demarcazione tra le tendenze europeiste e russofile. Ed è proprio in questo delicato contesto che come Fratelli d'Italia sosteniamo l'impegno italiano ogni qual volta va nella direzione di dare corpo a quell'ideale europeo che anima il nostro agire politico, con il dichiarato obiettivo di fermare pericolosi ritorni al passato, difendere la libertà dei popoli e dare anima e concretezza al progetto europeo: quell'idea di Europa che già altre volte abbiamo richiamato in quest'Aula, quella che indicava Giovanni Paolo II, quella che va “dall'Atlantico agli Urali”, quella a cui ispireremo sempre il nostro agire politico.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 4 il deputato Pella ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 8 la deputata Malavasi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni n. 8 e 10 il deputato Pierro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni n. 9 e 10 il deputato Carotenuto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 11 la deputata Morfino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni n. 12 e 43 la deputata De Monte ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 17 la deputata Forattini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 30 il deputato Fornaro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 31 la deputata Caretta ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 42 il deputato Carrà ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 43 il deputato Sorte ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 889-A/R - ODG 9/62 259 257 2 129 105 152 58 Resp.
2 Nominale ODG 9/889-A/R/63 265 262 3 132 105 157 58 Resp.
3 Nominale ODG 9/889-A/R/64 264 263 1 132 108 155 58 Resp.
4 Nominale ODG 9/889-A/R/65 266 266 0 134 108 158 58 Resp.
5 Nominale ODG 9/889-A/R/66 268 267 1 134 108 159 58 Resp.
6 Nominale ODG 9/889-A/R/67 263 261 2 131 102 159 56 Resp.
7 Nominale ODG 9/889-A/R/68 271 259 12 130 99 160 56 Resp.
8 Nominale ODG 9/889-A/R/69 274 263 11 132 101 162 56 Resp.
9 Nominale ODG 9/889-A/R/70 275 272 3 137 110 162 55 Resp.
10 Nominale ODG 9/889-A/R/71 275 274 1 138 112 162 55 Resp.
11 Nominale ODG 9/889-A/R/72 279 276 3 139 111 165 55 Resp.
12 Nominale ODG 9/889-A/R/73 282 279 3 140 114 165 55 Resp.
13 Nominale ODG 9/889-A/R/74 284 283 1 142 107 176 55 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ODG 9/889-A/R/75 285 271 14 136 107 164 55 Resp.
15 Nominale ODG 9/889-A/R/76 284 219 65 110 42 177 55 Resp.
16 Nominale ODG 9/889-A/R/77 285 230 55 116 50 180 55 Resp.
17 Nominale ODG 9/889-A/R/78 278 277 1 139 100 177 55 Resp.
18 Nominale ODG 9/889-A/R/79 285 282 3 142 113 169 55 Resp.
19 Nominale ODG 9/889-A/R/80 285 281 4 141 116 165 55 Resp.
20 Nominale ODG 9/889-A/R/81 287 272 15 137 105 167 55 Resp.
21 Nominale ODG 9/889-A/R/82 288 272 16 137 104 168 55 Resp.
22 Nominale ODG 9/889-A/R/83 282 267 15 134 102 165 55 Resp.
23 Nominale ODG 9/889-A/R/84 285 270 15 136 104 166 55 Resp.
24 Nominale ODG 9/889-A/R/85 281 277 4 139 103 174 55 Resp.
25 Nominale ODG 9/889-A/R/86 288 276 12 139 106 170 55 Resp.
26 Nominale ODG 9/889-A/R/87 285 282 3 142 114 168 55 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale ODG 9/889-A/R/88 280 276 4 139 113 163 55 Resp.
28 Nominale ODG 9/889-A/R/14 281 280 1 141 119 161 55 Resp.
29 Nominale DDL 889-A/R - VOTO FINALE 287 286 1 144 172 114 51 Appr.
30 Nominale PDL COST. 715 E ABB. - VOTO FINALE 272 272 0 137 272 0 57 Appr.
31 Nominale PDL 770-A - ARTICOLO 1 268 268 0 135 267 1 57 Appr.
32 Nominale ARTICOLO 2 269 269 0 135 269 0 57 Appr.
33 Nominale ARTICOLO 3 272 272 0 137 272 0 57 Appr.
34 Nominale ARTICOLO 4 271 271 0 136 271 0 57 Appr.
35 Nominale PDL 770-A - VOTO FINALE 275 274 1 138 274 0 57 Appr.
36 Nominale PDL 795 - ARTICOLO 1 277 276 1 139 276 0 57 Appr.
37 Nominale ARTICOLO 2 273 272 1 137 272 0 57 Appr.
38 Nominale ARTICOLO 3 275 273 2 137 273 0 57 Appr.
39 Nominale ARTICOLO 4 272 270 2 136 270 0 57 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 45)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale PDL 795 - VOTO FINALE 277 277 0 139 277 0 57 Appr.
41 Nominale PDL 873 - ARTICOLO 1 276 276 0 139 276 0 57 Appr.
42 Nominale ARTICOLO 2 273 273 0 137 273 0 57 Appr.
43 Nominale ART. AGG. 2.0100 274 273 1 137 273 0 57 Appr.
44 Nominale ARTICOLO 3 276 276 0 139 276 0 57 Appr.
45 Nominale PDL 873 - VOTO FINALE 271 271 0 136 270 1 57 Appr.