XVI LEGISLATURA
Resoconto sommario dell'Assemblea
Seduta n. 128 di lunedì 9 febbraio 2009
Pag. IIIPRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE
La seduta comincia alle 14,05.
La Camera approva il processo verbale della seduta del 5 febbraio 2009.
I deputati in missione sono quarantanove.
Discussione del disegno di legge S. 847: Delega al Governo finalizzata all'ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e all'efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni (approvato dal Senato) (A.C. 2031-A).
Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.
MICHELE SCANDROGLIO (PdL), Relatore per la XI Commissione. Richiamati preliminarmente i diversi provvedimenti adottati dal Governo nell'ottica di una complessa strategia di riforma volta alla razionalizzazione delle strutture amministrative pubbliche ed all'ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico, illustra il contenuto del disegno di legge in discussione, per le parti rientranti nell'ambito di competenza della XI Commissione, con cui si prevedono, tra l'altro, interventi premiali finalizzati a promuovere il merito, l'efficienza e la produttività; sottolinea quindi le modifiche migliorative apportate al testo nel corso dell'esame in sede referente - anche accedendo alle proposte formulate dall'opposizione - segnatamente in termini di rapporto tra fonti di rango primario e contrattazione collettiva, raggiungimento degli obiettivi da parte dei dirigenti pubblici, mobilità e termini per l'esercizio della delega legislativa. Nel ricordare l'accordo intercorso tra i gruppi nel senso di dirimere in sede di Comitato dei diciotto le criticità palesate dal testo in materia di class action, auspica un'approvazione ampiamente condivisa del disegno di legge in discussione.
GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO (PdL), Relatore per la I Commissione. Illustra gli articoli del disegno di legge in discussione di più diretto interesse della I Commissione, segnatamente l'articolo 5, volto alla revisione della disciplina in materia di dirigenza pubblica, al fine di garantire una migliore organizzazione del lavoro, nonché un più elevato standard delle prestazioni erogate, introducendo criteri di carattere meritocratico per l'accesso alla dirigenza, oltre ad un'adeguata quota di retribuzione legata ai risultati conseguiti. Sottolinea, inoltre, le disposizioni finalizzate a conferire ulteriori attribuzioni al CNEL e alla Corte dei conti, che potrà effettuare controlli su gestioni pubbliche statali in corso di svolgimento e non più al termine del procedimento.
RENATO BRUNETTA, Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. Avverte che il Governo si riserva di intervenire in replica.
PIERGUIDO VANALLI (LNP). Ricordati i risultati, che giudica apprezzabili, già conseguiti dal Governo in termini di Pag. IVmigliore efficienza delle strutture amministrative e di maggiore produttività del lavoro pubblico, richiama i contenuti del disegno di legge in discussione, sottolineando il recepimento all'interno di esso di numerose proposte avanzate dalla sua parte politica, segnatamente in materia di procedure di reclutamento tramite concorso, di rappresentanza degli enti territoriali e di incentivi premiali per le amministrazioni virtuose; auspica altresì un proficuo confronto con il Ministro Brunetta, che ringrazia per la disponibilità al dialogo, in vista di un adeguamento su base territoriale della retribuzione del lavoro pubblico. Nel ritenere ulteriormente migliorabili le disposizioni concernenti la Corte dei conti, invita il Governo a proseguire con convinzione nella sua opera volta a restituire motivazione ai dipendenti pubblici ed autorevolezza alla pubblica amministrazione.
LINDA LANZILLOTTA (PD). Sottolineato preliminarmente l'atteggiamento collaborativo assunto dal suo gruppo durante l'iter al Senato del provvedimento in discussione, del quale condivide l'obiettivo di fondo di introdurre adeguamenti e correttivi alle positive riforme varate negli anni scorsi dai Governi di centrosinistra, lamenta la chiusura finora mostrata dall'Esecutivo alle modifiche proposte dalla sua parte politica al testo licenziato dall'altro ramo del Parlamento. Manifesta perplessità, in particolare, sull'articolo 9, che attribuisce alla Corte dei conti nuove funzioni dalle quali potranno derivare interventi eccessivamente invasivi sull'attività delle pubbliche amministrazioni. Evidenziata, altresì, la necessità di perfezionare i meccanismi che garantiscono la separazione tra politica e amministrazione, preannunzia che il suo gruppo valuterà senza preconcetti l'esito del confronto che si svolgerà nel prosieguo del dibattito.
MARIO TASSONE (UdC). Espresso apprezzamento per il lavoro svolto dai presidenti delle Commissioni I e XI e dai relatori, dà atto al Ministro Brunetta del grande impegno profuso nel tentativo di razionalizzare la pubblica amministrazione, al fine di incrementarne l'efficienza. Ritiene tuttavia che, in un contesto connotato dalla coesistenza di molteplici poteri anche decentrati, i quali fanno capo a regimi diversificati, il disegno di legge in discussione denoti la mancanza di una visione complessiva dei problemi che incidono negativamente sulla capacità delle amministrazioni pubbliche di soddisfare le esigenze della cittadinanza. Richiamate quindi, tra le principali criticità del provvedimento, le disposizioni relative alla dirigenza e alla vicedirigenza, nonché quelle concernenti la contrattazione collettiva e la Corte dei conti, preannunzia la disponibilità del suo gruppo a valutare il disegno di legge senza preconcetti e alla luce dell'atteggiamento che la maggioranza e il Governo assumeranno sulle proposte emendative delle quali preannunzia la presentazione.
PAOLA PELINO (PdL). Espresso preliminarmente apprezzamento per la coraggiosa riforma della pubblica amministrazione attuata dal Governo con il provvedimento in discussione, che si aggiunge alle importanti misure previste in materia dal decreto-legge n. 112 del 2008, giudica particolarmente condivisibile l'obiettivo di premiare il merito, di incentivare la produttività e di favorire la trasparenza dei procedimenti amministrativi, nonché di contrastare l'assenteismo. Richiamata, quindi, la revisione della normativa sulla dirigenza pubblica, sottolinea le efficaci misure introdotte in tema di tutela giurisdizionale nei confronti delle amministrazioni che si discostino dagli standard prefissati.
ROBERTO ZACCARIA (PD). Richiamate le condivisibili considerazioni svolte dal deputato Lanzillotta sul disegno di legge nel suo complesso, sottolinea, in particolare, la gravità delle disposizioni recate dall'articolo 9, apparentemente ispirato ad una logica efficientistica, ma in realtà estemporaneo, contraddittorio e foriero di potenziale confusione nella gestionePag. V della Corte dei conti, nonché nel sistema dei controlli pubblici. Evidenziate quindi l'invasività e la sostanziale indeterminatezza dei controlli su gestioni pubbliche in corso di svolgimento, di cui ai commi secondo e terzo del predetto articolo, dei quali paventa gli effetti dirompenti nei confronti delle autonomie locali, giudica gravissime le innovazioni concernenti l'organo di autogoverno della magistratura contabile, che viene ad assumere una posizione ancillare e depotenziata rispetto al presidente della Corte dei conti, con conseguente violazione dell'articolo 100 della Costituzione.
GIOVANNI PALADINI (IdV). Nel ritenere che il disegno di legge in discussione persegua interessi corporativi e sia ispirato da un'esigenza di politicizzazione della pubblica amministrazione, atteso che il Governo accentua il controllo su di essa, giudica improprio il riferimento a parametri di carattere economico anziché ai principi di efficienza, innovazione e formazione. Considerati, quindi non sufficientemente chiari i criteri di valutazione della dirigenza, manifesta contrarietà alla regionalizzazione dei concorsi pubblici. Lamenta, altresì, i tagli alle risorse destinate alle Forze dell'ordine, nonché l'assenza di meccanismi trasparenti di verifica dei risultati dell'attività della pubblica amministrazione, ritenendo che sarebbe opportuno, a tal fine, istituire un organismo dotato della necessaria indipendenza. Rilevati, infine, gli elementi di criticità riscontrabili nell'articolo 9, che comprometterà la terzietà e l'imparzialità proprie della Corte dei conti, preannunzia il voto contrario del suo gruppo sul provvedimento in discussione.
GIUSEPPE CALDERISI (PdL). Evidenziato che il provvedimento in discussione costituisce un passo in avanti nel processo di riforma della pubblica amministrazione, la cui efficienza è condizione indispensabile perché l'economia italiana sia competitiva sui mercati mondiali, ricorda che, a fronte di un atteggiamento collaborativo del Partito democratico durante l'iter al Senato, alla Camera è emersa una posizione fortemente critica da parte di tale gruppo. Sottolineata, inoltre, la necessità di creare meccanismi di compensazione dell'assenza di mercato che tendano ad incentivare i comportamenti virtuosi e a scoraggiare quelli viziosi, richiama le principali modifiche apportate al testo del provvedimento nel corso dell'iter in sede referente, preannunziando altresì la presentazione di ulteriori proposte emendative migliorative del testo. Auspica infine che si pervenga all'approvazione di una riforma ampiamente condivisa.
CESARE DAMIANO (PD). Nel rammaricarsi per il mancato svolgimento nel corso dell'esame in sede referente di un effettivo confronto sulle proposte migliorative del provvedimento in discussione presentate dal suo gruppo, stigmatizza il metodo seguito dal Governo e dalla maggioranza nel porre mano ad una pur condivisibile riforma finalizzata ad un migliore efficientamento della pubblica amministrazione ed all'ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico. Nel ritenere altresì erronea l'impostazione di fondo del disegno di legge in discussione, volta a limitare a favore della legificazione l'ambito della contrattazione collettiva, giudica parimenti non condividibile l'assunto secondo il quale debba ascriversi alla responsabilità del ruolo svolto dal sindacato il livello di inefficienza sovente palesato dalla pubblica amministrazione, esprimendo altresì perplessità e contrarietà tra l'altro sulle misure concernenti la cosiddetta territorializzazione dei concorsi pubblici, il riordino dell'ARAN ed il trattamento di malattie dei dipendenti pubblici.
TERESIO DELFINO (UdC). Nel condividere l'intento riformatore perseguito dall'Esecutivo volto all'ammodernamento della pubblica amministrazione, auspica che l'esame del provvedimento si sviluppi attraverso un leale confronto - al quale la sua parte politica si dichiara disponibile - che sia in grado di arricchirlo di contenuti. Manifesta, tuttavia, forti perplessità sulla Pag. VIvolontà di procedere ad una nuova ripartizione delle competenze riservate alla legge e alla contrattazione, ritenendo che un'eccessiva dilatazione della sfera di competenza del legislatore possa porre i presupposti per un trattamento discriminante nei confronti dei dipendenti pubblici. Considerata, inoltre, discutibile la disposizione contenuta nell'articolo 7, recante una norma interpretativa in materia di vicedirigenza, ritenendola in controtendenza rispetto al grado di autonomia riconosciuto a livello contrattuale, auspica che la stessa sia espunta dal testo. Evidenzia, infine, la necessità di meglio specificare l'ambito di applicazione delle misure recate dall'articolo 9 in materia di organizzazione della Corte dei conti.
AMALIA SCHIRRU (PD). Nel sottolineare come, malgrado i miglioramenti apportati nel corso dell'iter presso l'altro ramo del Parlamento, permanga all'interno del suo gruppo una profonda insoddisfazione per l'impianto del disegno di legge in discussione, del quale richiama gli aspetti salienti, esprime rammarico e contrarietà per l'esame a suo avviso poco approfondito e scarsamente condiviso svoltosi in sede referente, giudicando erronea la scelta dal Governo di disciplinare con legge ambiti già coperti dalla contrattazione collettiva, nella convinzione che i condivisibili obiettivi perseguiti dal provvedimento in discussione avrebbero potuto più efficacemente essere raggiunti mediante l'effettiva applicazione della normativa vigente ed un responsabile coinvolgimento delle parti sociali. Stigmatizzato quindi l'intento dell'Esecutivo di irrigidire la gestione dei rapporti di pubblico impiego ridimensionando il ruolo del sindacato, reputa preferibile affrontare in altra sede la riorganizzazione della Corte dei conti e giudica necessario destinare maggiori risorse per l'ammodernamento tecnologico delle strutture amministrative e la stabilizzazione del personale precario. Ribadisce infine la non condivisione, da parte del suo gruppo, dei contenuti del provvedimento in discussione.
SIMONE BALDELLI (PdL). Nel ringraziare preliminarmente il Ministro Brunetta per avere meritoriamente portato all'attenzione dell'opinione pubblica l'irrisolto tema del buon funzionamento della pubblica amministrazione, di cui segnala alcune annose inefficienze, che a suo avviso godono peraltro della copertura di forze conservatrici, evidenzia come il Governo abbia per la prima volta compiuto una scelta chiara e netta nel contrastare i cosiddetti fannulloni e nell'introdurre una reale meritocrazia, attraverso efficaci meccanismi di valutazione e premio e l'attribuzione di effettivi poteri ai dirigenti. Sottolineata quindi la necessità di raggiungere un livello di efficienza della pubblica amministrazione degno di un Paese occidentale, al fine di rendere un servizio dall'alto valore solidale e per il quale i cittadini pagano, auspica che su una tale battaglia di civiltà, che non conosce colore politico, non prevalgano posizioni di parte.
MARIA ANNA MADIA (PD). Sottolineata l'esigenza di completare le riforme già avviate negli anni scorsi in materia di produttività ed efficienza delle amministrazioni pubbliche, ritiene che il disegno di legge in discussione rappresenti un'occasione mancata per ottimizzare realmente tali strutture, anche in considerazione della sostanziale chiusura mostrata dall'Esecutivo alle modifiche migliorative proposte dal suo gruppo nel corso dell'iter in sede referente. Espresso quindi un giudizio complessivamente negativo su un provvedimento non sufficientemente meditato, che, a suo avviso, potrebbe risultare non incisivo e generare ulteriore confusione, paventa il rischio che si affermi un primato della politica sulla struttura amministrativa del Paese.
GIULIO SANTAGATA (PD). Nel giudicare errata la visione presente nel testo del provvedimento in discussione secondo la quale il condivisibile obiettivo di conseguire una maggiore efficienza nella pubblica amministrazione non prescinde, ancora una volta, dall'individuare nello Stato l'arretrata figura del cosiddetto datore di Pag. VIIlavoro, ritiene che la riforma del pubblico impiego proposta dall'attuale Governo risenta di una deleteria impostazione centralistica e reintroduca un rapporto troppo stretto tra politica e burocrazia. Sottolineato quindi come i meccanismi ipotizzati circa la valutazione dei risultati dell'attività amministrativa si basino esclusivamente su discutibili criteri quantitativi e non qualitativi, senza peraltro collegare opportunamente le risorse impegnate con gli obiettivi prefissati, ricorda che la presunta volontà di introdurre una maggiore responsabilizzazione contrasta con la minore autonomia che conseguirà dall'approvazione del disegno di legge in esame. Evidenzia infine il mutato atteggiamento di maggioranza e Governo, che alla Camera hanno assunto posizioni di chiusura dopo che al Senato si era registrato un proficuo confronto grazie al quale sono state approvate alcune proposte emendative dell'opposizione.
GIULIANO CAZZOLA (PdL). Nel ringraziare preliminarmente il Ministro Brunetta, i relatori e i componenti le Commissioni di merito per il proficuo lavoro svolto, che ha condotto alla stesura di un testo migliore rispetto a quello licenziato dal Senato, respinge le accuse rivolte da taluni deputati al presunto atteggiamento di chiusura mostrato dal Governo, auspicando altresì che nel prosieguo dell'iter parlamentare si possa pervenire ad un'ampia convergenza sul provvedimento in discussione. Richiama, quindi, le misure più rilevanti recate dal disegno di legge in esame, soffermandosi, in particolare, sull'esigenza di ridefinire i profili e gli ambiti della contrattazione collettiva, nonché sulla necessità di valorizzare e potenziare il ruolo della Corte dei conti tramite una più attenta analisi dei problemi di governance della predetta struttura di controllo.
PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che i relatori rinunziano alla replica.
RENATO BRUNETTA, Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. Nell'auspicare che il Parlamento dimostri la dovuta attenzione alle istanze provenienti dal Paese in termini di maggiore efficienza della pubblica amministrazione, troppo autoreferenziale e costosa, segnala i punti più qualificanti della riforma del pubblico impiego in esame, tra i quali l'introduzione di sanzioni per chi opportunisticamente non compie il proprio dovere, grazie anche ad un sistema di regole e di meccanismi di controllo più forti ed efficienti, al fine di contrastare i comportamenti lassisti. Sottolineata quindi l'importanza dell'approvazione di una riforma il cui obiettivo principale è quello di soddisfare le esigenze dei soggetti più deboli, che al contrario dei più ricchi possono contare esclusivamente sulla pubblica amministrazione per l'erogazione di taluni servizi essenziali, ricorda di aver assunto personalmente l'impegno ad emanare i decreti legislativi attuativi della delega solo dopo amplissime consultazioni, nonché ad informare compiutamente il Parlamento sugli esiti della riforma in esame. Ricordato quindi l'ampio dibattito che ha caratterizzato il provvedimento ed evidenziate talune contraddizioni emerse in seno all'opposizione, auspica la sollecita approvazione del disegno di legge, nell'interesse di tutti i cittadini.
PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.
La seduta, sospesa alle 18,10, è ripresa alle 18,20.
Modifica del calendario dei lavori dell'Assemblea e conseguente aggiornamento del programma.
PRESIDENTE. Comunica la modifica del vigente calendario dei lavori dell'Assemblea ed il conseguente aggiornamento del programma predisposti a seguito della odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo (vedi resoconto stenografico pag. 49).
Discussione della mozione La Loggia n. 1-00061: Compartecipazione della regione Sicilia al gettito d'imposta su redditi prodotti nel proprio territorio.
Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Avverte che sono state presentate le ulteriori mozioni Capodicasa n. 1-00114, Romano n. 1-00115 e Messina n. 1-00116 che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalla mozione all'ordine del giorno, saranno discusse congiuntamente.
Dichiara aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.
ENRICO LA LOGGIA (PdL). Illustra la sua mozione n. 1-00061, ricordando che, a distanza di tre anni dall'emanazione del decreto legislativo n. 241 del 2005 - con il quale si è finalmente data attuazione all'articolo 37 dello Statuto della regione Sicilia, approvato con legge costituzionale n. 2 del 1948 - non è ancora intervenuto, nonostante le molteplici sollecitazioni della regione medesima, il decreto dirigenziale del Ministero dell'economia e delle finanze che, d'intesa con l'assessorato regionale del bilancio e delle finanze, deve specificare le modalità applicative relative alla determinazione, nell'accertamento dei redditi, della quota da attribuire a stabilimenti ed impianti di imprese industriali e commerciali siti nel territorio siciliano. Nel manifestare quindi indignazione per l'ingiustificato protrarsi di un'inadempienza che offende il principio di leale collaborazione istituzionale, contravviene i canoni del federalismo fiscale e disattende il contenuto di un documento di indirizzo accettato dal Governo, invita quest'ultimo a procedere in tempi brevi alla definizione delle predette modalità applicative, in conformità a quanto disposto dal decreto legislativo n. 241 del 2005.
ANGELO CAPODICASA (PD). Illustra la sua mozione n. 1-00114, ritenendo che la presentazione da parte del deputato La Loggia di un documento di indirizzo in materia denoti scarsa fiducia nella volontà del Governo di dare seguito ad un analogo ordine del giorno precedentemente accettato. Richiamate, quindi, le sentenze della Corte costituzionale che hanno riconosciuto alla regione siciliana il diritto di usufruire della quota di imposta derivante da redditi prodotti al suo interno, sottolinea la necessità di procedere alla definizione delle modalità applicative del decreto legislativo n. 241 del 2005, mediante l'emanazione del decreto dirigenziale del Ministero dell'economia e delle finanze ivi previsto, che non costituiscono un costo per lo Stato, bensì il riconoscimento che quest'ultimo fino ad oggi ha incassato illegittimamente un tributo spettante alla regione Sicilia.
IGNAZIO MESSINA (IdV). Illustra la sua mozione n. 1-00116, denunziando che la mancata applicazione del decreto legislativo n. 241 del 2005 denota la politica antimeridionalista dell'Esecutivo, resa evidente anche dall'impropria destinazione delle risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate. Rileva, quindi, che il disconoscimento di un diritto esplicitamente riconosciuto dalla legge alla regione Sicilia si pone in contrasto con le istanze federaliste portate avanti dal Governo, il quale peraltro non dà il dovuto seguito agli impegni sanciti dai documenti di indirizzo approvati dal Parlamento.
VINCENZO ANTONIO FONTANA (PdL). Espresso apprezzamento per l'esaustiva esposizione del deputato La Loggia, evidenzia gli effetti positivi che potrebbero derivare da una riforma in senso federale dello Stato, segnatamente in materia fiscale; invita quindi il Governo ad attivarsi fattivamente affinché siano definite al più presto le modalità applicative del trasferimento alla regione Sicilia delle quote di competenza fiscale ad essa spettanti ai sensi del decreto legislativo n. 241 del 2005, in attuazione dell'articolo 37 dello Statuto speciale della medesima regione.
Pag. IXPRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni e prende atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito, che rinvia ad altra seduta.
Discussione della mozione Realacci n. 1-00110: Iniziative per favorire uno sviluppo ambientale sostenibile.
Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al resoconto della seduta del 5 febbraio 2009.
PRESIDENTE. Avverte che sono state presentate le ulteriori mozioni Piffari n. 1-00117, Ghiglia n. 1-00118 e Libé n. 1-00119 che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalla mozione all'ordine del giorno, saranno discusse congiuntamente.
Dichiara aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.
SALVATORE MARGIOTTA (PD). Illustra la mozione Realacci n. 1-00110, che, seguendo un approccio non ideologico, sulla scorta del quale auspica una larga condivisione nonché l'espressione di un parere favorevole da parte del Governo, affronta tematiche non più rinviabili relative a misure per favorire lo sviluppo ambientale sostenibile. Ricordato quindi come una nuova politica ambientale, già avviata dai più grandi Paesi occidentali, in primis dalla nuova amministrazione statunitense, rappresenta un'opportunità per fronteggiare la crisi economica e finanziaria in atto, investendo sulla modernizzazione ecologica dell'economia secondo una logica di sviluppo sostenibile, auspica che il Governo solleciti a livello internazionale il perseguimento degli obiettivi di Kyoto e favorisca la diffusione dei mezzi di trasporto ecocompatibili, nonché l'adozione di misure per aumentare l'efficienza energetica nel settore dell'edilizia ed in quello degli elettrodomestici; ritiene inoltre necessario introdurre incentivi per la produzione di energia da fonti rinnovabili e per il riciclo dei rifiuti e promuovere adeguate campagne informative per incrementare la raccolta differenziata ed il risparmio energetico.
SERGIO MICHELE PIFFARI (IdV). Illustra la sua mozione n. 1-00117, sottolineando l'opportunità di rivolgere attenzione al preoccupante fenomeno del cambiamento climatico in atto che, anche in considerazione degli effetti della crisi finanziaria sull'economia reale, impone la promozione di investimenti legati ad uno sviluppo sostenibile. Nel ritenere, quindi, del tutto prioritario incentivare lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, incrementando altresì gli investimenti finalizzati alla messa in sicurezza, tra l'altro, degli edifici scolastici e al raggiungimento di una mobilità sostenibile, invita il Governo ad attivarsi affinché siano adeguatamente affrontate le questioni sollevate nel suo documento di indirizzo.
In morte di Eluana Englaro.
PRESIDENTE (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea ed il rappresentante del Governo). Nell'informare i deputati che pochi minuti fa è deceduta Eluana Englaro, esprime sentimenti di cordoglio ed invita l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio).
Si riprende la discussione.
ROBERTO TORTOLI (PdL). Nell'illustrare la mozione Ghiglia n. 1-00118, evidenzia preliminarmente il carattere ideologico del documento di indirizzo presentato dal deputato Realacci, il quale, pur affrontando alcune tematiche condivisibili, propone soluzioni che la sinistra non è mai stata in grado di attuare quando ha avuto responsabilità di Governo. Sottolineato quindi come la sua parte politica ha sempre preferito adottare soluzioni concrete in politica ambientale, come dimostrato nel corso dell'emergenza rifiuti a Pag. XNapoli, auspica che l'Esecutivo definisca una nuova strategia per lo sviluppo sostenibile e realizzi politiche finalizzate in particolare ad incrementare il riciclaggio dei rifiuti.
MAURO LIBÈ (UdC). Espressi preliminarmente, a nome del suo gruppo, sentimenti di sincero cordoglio per la morte di Eluana Englaro, illustra la sua mozione n. 1-00119, richiamando le difficoltà in cui versa il Paese in campo energetico, anche rispetto ai partner europei. Invita quindi il Governo a promuovere, tra l'altro, una nuova cultura del vivere nelle città, incentivando altresì la ristrutturazione energetica delle infrastrutture e l'introduzione di nuove tecnologie e garantendo un adeguato sostegno alla ricerca.
ANGELO ALESSANDRI (LNP). Nel ritenere che i quattro documenti di indirizzo in discussione presentino contenuti sostanzialmente analoghi, auspica che nel prosieguo del dibattito si pervenga ad una linea condivisa che sappia coniugare le esigenze di tutela dell'ambiente con quelle dello sviluppo economico. Evidenzia quindi la necessità di adottare misure per fronteggiare il crescente dissesto idrogeologico nel nostro Paese, di destinare incentivi al settore edile per la costruzione e la ristrutturazione di edifici secondo criteri di risparmio energetico, proseguendo la politica degli sgravi fiscali, nonché di incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili.
PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni e prende atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito, che rinvia ad altra seduta.
La seduta, sospesa alle 21,05, è ripresa alle 22,03.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Avverte che, a seguito degli esiti della Conferenza dei presidenti di gruppo del Senato, la Camera è convocata domani, alle 10, con all'ordine del giorno comunicazioni del Presidente.
Avverte altresì che la Conferenza dei presidenti di gruppo della Camera si riunirà domani alle 9.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:
Martedì 10 febbraio 2009, alle 10.
(Vedi resoconto stenografico pag. 80).
La seduta termina alle 22,05.