ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00117

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 128 del 09/02/2009
Abbinamenti
Atto 1/00110 abbinato in data 09/02/2009
Atto 1/00118 abbinato in data 09/02/2009
Atto 1/00119 abbinato in data 09/02/2009
Atto 1/00122 abbinato in data 24/02/2009
Atto 6/00016 abbinato in data 24/02/2009
Firmatari
Primo firmatario: PIFFARI SERGIO MICHELE
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 09/02/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SCILIPOTI DOMENICO ITALIA DEI VALORI 09/02/2009
DONADI MASSIMO ITALIA DEI VALORI 09/02/2009
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 09/02/2009
EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI 09/02/2009
CIMADORO GABRIELE ITALIA DEI VALORI 09/02/2009


Stato iter:
24/02/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 09/02/2009
Resoconto PIFFARI SERGIO MICHELE ITALIA DEI VALORI
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 09/02/2009
Resoconto ALESSANDRI ANGELO LEGA NORD PADANIA
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 17/02/2009
Resoconto ALESSANDRI ANGELO LEGA NORD PADANIA
Resoconto REALACCI ERMETE PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto LIBE' MAURO UNIONE DI CENTRO
Resoconto PIFFARI SERGIO MICHELE ITALIA DEI VALORI
 
PARERE GOVERNO 24/02/2009
Resoconto MENIA ROBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 24/02/2009
Resoconto PIFFARI SERGIO MICHELE ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 09/02/2009

DISCUSSIONE IL 09/02/2009

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 09/02/2009

DISCUSSIONE IL 17/02/2009

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 17/02/2009

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 24/02/2009

INVITO AL RITIRO IL 24/02/2009

PARERE GOVERNO IL 24/02/2009

DISCUSSIONE IL 24/02/2009

RITIRATO IL 24/02/2009

CONCLUSO IL 24/02/2009

Atto Camera

Mozione 1-00117
presentata da
SERGIO MICHELE PIFFARI
testo di
lunedì 9 febbraio 2009, seduta n.128

La Camera

premesso che:
nel corso del 2009 si svolgerà il vertice annuale del G8, ospitato e presieduto dall'Italia, che avrà una responsabilità centrale nella fissazione dell'agenda e delle priorità del summit, concorrendo così in maniera significativa alla ricerca di soluzioni e approcci condivisi ai temi della governance mondiale e delle grandi questioni globali;

particolare rilievo in seno al vertice rivestirà il tema della lotta ai cambiamenti climatici, sia a seguito del presumibile diverso approccio della nuova amministrazione americana, sia in conseguenza dell'approssimarsi di importanti scadenze politiche internazionali, quali il vertice di Copenhagen nel dicembre 2009 e la scadenza del trattato di Kyoto nel 2012, rispetto ai cui parametri e standard l'Italia vanta già un enorme ritardo, dovuto alla mancata adozione dei necessari provvedimenti per rispettare gli impegni assunti e rispetto ai quali si rischia di incorrere in pesanti sanzioni a livello internazionale;

il cambiamento climatico è una delle sfide più importanti che abbiamo davanti e che pone gravi minacce alla prosperità ed alla stabilità della nostra società: i più recenti rapporti elaborati dagli scienziati dell'Onu e dall'economista inglese Nicholas Stern forniscono dati allarmanti, sia sul futuro climatico, sia sulle conseguenze che l'effetto serra avrà sullo sviluppo economico delle nostre società;

gli stessi scienziati dell'Onu hanno anche presentato le nuove proiezioni sui cambiamenti climatici, che dicono che l'aumento probabile della temperatura sarà tra 1,8 e 4 gradi entro il 2100 e che l'aumento del livello degli oceani, dovuto al riscaldamento dell'atmosfera ed allo scioglimento dei ghiacci, sarà compreso tra un minimo di 18 centimetri ed un massimo di 58 centimetri, sempre per la stessa data, con conseguenze per decine di milioni di persone, che dovranno abbandonare le aree sommerse;

la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera (380 parti per milione), secondo l'Intergovernmental panel on climate change (Ipcc), è la più alta mai registrata negli ultimi 650 mila anni e l'aumento dell'anidride carbonica è stato di oltre il 35 per cento negli ultimi 200 anni;

nello stesso tempo l'economista inglese Nicholas Stern ha valutato che bloccare il cambiamento climatico in atto costerebbe oggi il 2 per cento del prodotto interno lordo mondiale, ma se lo si facesse tra 10 o 20 anni i costi sarebbero tra il 5 e il 20 per cento del prodotto interno lordo, con risultati minori perché parte del cambiamento sarebbe irreversibile;

secondo il rapporto 2005 dell'Agenzia internazionale dell'energia, il consumo mondiale di energia da qui al 2030 aumenterà del 55 per cento, determinando un pari aumento delle emissioni globali di anidride carbonica, e a fare la parte del leone saranno proprio le economie emergenti: appunto Cina, India, Brasile, Sudafrica, Indonesia che contribuiranno ai due terzi dell'aumento dei consumi e delle relative emissioni;

mancano meno di quattro anni alla scadenza del protocollo di Kyoto: molti Paesi hanno cominciato un cammino responsabile, che non solo li ha avvicinati ai rispettivi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, ma ha prodotto sensibili miglioramenti dell'efficienza energetica e un significativo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili;

questo scenario, insieme agli ultimi rapporti, sollecita, quindi, ad agire con maggiore risolutezza, ma occorre essere tutti consapevoli che se si vuole affrontare il problema climatico in maniera credibile e pragmatica si deve costruire oggi una prospettiva per il dopo Kyoto, che coinvolga il maggior numero possibile di Paesi;

la strategia europea si fonda sulla base delle energie rinnovabili (energia eolica e fotovoltaica, geotermica e idroelettrica) per aumentare l'efficienza e la sicurezza energetica del continente, diminuendo le emissioni che inquinano e contribuiscono a surriscaldare il pianeta;

uno dei tre principali obiettivi dell'Unione europea in materia di clima e energia (il cosiddetto pacchetto «20-20-20»), varato nel mese di gennaio 2009 dall'Unione europea per il periodo post Kyoto, riguarda le fonti rinnovabili. Entro il 2020 i 27 leader comunitari si sono impegnati a portare dall'attuale 8,5 per cento al 20 per cento la quota di energie rinnovabili utilizzate, oltre a impegnarsi a diminuire del 20 per cento le emissioni di anidride carbonica e ad aumentare del 20 per cento l'efficienza energetica. Per i singoli Paesi europei sono poi stati fissati 27 sotto-obiettivi, per ripartire equamente gli sforzi per aumentare l'utilizzo delle energie rinnovabili, e quello dell' Italia sarà del 17 per cento;

il settimo programma quadro (2007-2013) per le attività di ricerca e sviluppo tecnologico dell'Unione europea ha messo in atto politiche per incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili. Oggi le imprese ai primi posti in Europa in campo ecologico sono quelle tedesche: secondo un sondaggio realizzato da Tnt infratest, il 45 per cento delle società edili tedesche è impegnato nella costruzione di edifici ad alta efficienza energetica, che sfruttano fonti di energia pulita;

la crisi finanziaria internazionale sta producendo pesanti conseguenze sull'economia reale, con una caduta della domanda globale e conseguenti diminuzioni della produzione industriale: il miglior investimento per contrastare la recessione è rilanciare lo sviluppo, puntando sulla modernizzazione ecologica dell'economia;

lo sviluppo sostenibile è una vera e propria strategia che richiede un nuovo tipo di imprenditorialità e consente di conciliare risultato economico, responsabilità sociale e tutela esemplare dell'ambiente. Considerati da questa nuova prospettiva, gli investimenti legati ad uno sviluppo sostenibile offrono notevoli opportunità di investimento;

esistono consumi ed investimenti particolarmente positivi che andrebbero promossi e sostenuti perché anche eco-compatibili, capaci cioè di promuovere sia i consumi, sia la salvaguardia dell'ambiente, sia il contenimento delle emissioni dannose e il risparmio energetico;

investire in efficienza energetica consente di alleggerire, in tempi relativamente brevi, i costi energetici a carico delle famiglie e delle imprese; promuovere un maggiore sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili può avere, come ha già avuto in altri Paesi, conseguenze positive sul piano dell'occupazione, dell'innovazione tecnologica, dell'affermazione di nuovi settori industriali, al tempo stesso ad alto contenuto di tecnologia e ad elevata intensità di lavoro;

la mobilità rappresenta un essenziale diritto di cittadinanza, tutelato e promosso dalla Costituzione e dal diritto comunitario. Un sistema di mobilità pubblica moderna ed efficiente rappresenta un obiettivo strategico per la costruzione di politiche volte a promuovere sviluppo sostenibile, strategie di crescita economica e di progresso sociale, migliori condizioni di tutela della salute dei cittadini, nell'ottica e nel rispetto degli accordi del protocollo di Kyoto e del programma di riduzione di gas serra;

mobilità sostenibile significa, soprattutto, poter offrire un ventaglio di scelta fra soluzioni e strumenti innovativi in grado di ridurre significativamente la propensione all'uso dell'autovettura privata, privilegiando modi «sostenibili», quali il trasporto collettivo pubblico ed aziendale, il trasporto intermodale, con l'incentivazione dei mezzi a basso impatto ambientale, come i veicoli elettrici, ibridi o a gpl;

l'Agenzia europea dell'ambiente, con l'ultimo rapporto del 9 gennaio 2009, ha spiegato che i trasporti sono la seconda causa di inquinamento dell'aria, subito dopo l'emissione energetica, specificando la necessità di far fronte ai problemi legati allo spostamento di merci e persone, per arrivare agli obiettivi di riduzione delle emissioni entro il 2020. Questo equivale a ridurre le emissioni dei trasporti in ogni parte d'Europa: tentativo ambizioso, ma necessario, visto che solo in Italia incidono sull'inquinamento per il 24 per cento;

nel quadro della politica energetica, il settore della mobilità su gomma si contraddistingue per la sua potenziale capacità di ridurre l'emissione di gas serra e l'inquinamento, soprattutto nelle aree urbane, se adeguatamente razionalizzato, promuovendo così una mobilità «pulita» e sostenibile;

secondo le statistiche pubblicate dalla direzione energia e trasporti della Commissione europea, la mobilità delle persone su autovettura privata (espressa in passeggeri per chilometro) è aumentata in Italia del 214 per cento, rispetto alla media dell'Unione europea del 140 per cento;

dalla medesima fonte si evince che l'Italia risulta il Paese, fra i 15 dell'Unione europea, in cui il «consumo» di mobilità è maggiore (16.200 chilometri pro capite rispetto ai 13.800 della media dell'Unione europea), con conseguente incremento di uso delle automobili, aumentato nel nostro Paese di oltre il 235 per cento, a fronte della media europea stimata al 150 per cento;

il gas naturale conosce un sempre crescente successo anche come combustibile per gli autoveicoli. Oggi nel mondo circolano oltre un milione di vetture a gas naturale (370.000 circa in Italia) e le case automobilistiche investono sempre maggiori risorse nella progettazione di nuovi modelli con questo tipo di alimentazione. Per le sue qualità ecologiche, il metano è destinato a svolgere un ruolo sempre più importante nel mercato dei veicoli a minimo impatto ambientale, in particolare nelle grandi aree urbane afflitte dal problema dell'inquinamento atmosferico;

in Italia dal 2007 lo scenario che viene prospettato dalla ricerca delle nuove case automobilistiche in fatto di abbassamento delle emissioni è il più vario: attualmente un'auto a gpl permette un abbattimento del 50-60 per cento del monossido di carbonio e una riduzione del 20 per cento degli ossidi di azoto. Queste, però, riguardano auto nuove: un'auto trasformata a gpl permette riduzioni inferiori. Resta, però, sempre il problema della rete di distribuzione, che sul territorio nazionale è insufficiente o mal dislocato a livello locale,
impegna il Governo:
ad intraprendere un'azione coordinata e mirata in campo ambientale, che da un lato metta al più presto l'Italia nelle condizioni di colmare i gravissimi ritardi fin qui accumulati rispetto alla piena attuazione dell'accordo di Kyoto, dall'altro faciliti il raggiungimento di un nuovo accordo globale, che impegni anche le economie emergenti ad una significativa riduzione dei gas ad effetto serra e che, promuovendo la competitività internazionale del sistema produttivo europeo, consenta, altresì, di inaugurare un nuovo corso anche in tema di trasferimento tecnologico per l'efficienza energetica e lo sviluppo di fonti di energia pulita;

a creare le condizioni necessarie affinché si possano potenziare le azioni che esortino la crescita delle energie rinnovabili, sia nelle applicazioni civili che in quelle industriali, unica risposta reale al sempre crescente bisogno di energia elettrica e ai gravi problemi del riscaldamento globale-effetto serra;

ad intraprendere adeguate ed efficaci politiche fiscali in grado di incentivare lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, anche alla luce degli effetti pubblici che lo sviluppo di queste nuove tecnologie hanno in tema occupazionale;

ad incrementare gli interventi di immediata messa in sicurezza degli edifici scolastici, anche costituendo un fondo rotativo presso la Cassa depositi e prestiti per investimenti degli enti locali finalizzati alla messa in sicurezza, la coibentazione e l'alimentazione con energie rinnovabili degli edifici scolastici, con prestiti a tasso zero, i cui interessi siano a carico dello Stato, ed escludendo tali investimenti dal calcolo dei saldi utili per il rispetto del patto di stabilità interno;

a mettere in atto iniziative di sostegno al settore automobilistico, con misure di politica fiscale e industriale, che non si traducano in aiuti «a pioggia», ma che siano in grado di incentivare la produzione di auto a basso impatto ambientale, l'utilizzo di tecnologie verdi e il sostegno a progetti di auto a idrogeno o elettriche;

ad intraprendere opportune iniziative, anche d'intesa con le regioni, volte al potenziamento della rete di distribuzione del metano per autotrazione ad uso pubblico e privato, prevedendo, altresì, incentivi ad enti pubblici e a società commerciali che intendano realizzare impianti di distribuzione di metano;

a valutare, qualora si prorogassero le misure fiscali per la rottamazione auto, che dette misure e incentivi vengano affettivamente previsti unicamente per autovetture che riducano in maniera più significativa l'impatto ambientale, con particolare riguardo alle autovetture che ricorrono all'alimentazione a gpl.

(1-00117)
«Piffari, Scilipoti, Donadi, Borghesi, Evangelisti, Cimadoro».
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

automobile

consumo d'energia

energia dolce

energia rinnovabile

gas a effetto serra

gas naturale

inquinamento atmosferico

inquinamento stratosferico

rendimento energetico

riduzione delle emissioni gassose

risorse rinnovabili

statistica comunitaria

veicolo a motore