XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 427 di mercoledì 12 febbraio 2025
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'
La seduta comincia alle 9,35.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
STEFANO VACCARI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 91, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,38).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 10 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Grimaldi. Ne ha facoltà
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Su questa vicenda, ci faccia dire, siamo particolarmente sensibili, e adesso le spiego qual è. Noi abbiamo chiesto, come opposizioni, per settimane, un'informativa urgente a Giorgia Meloni e ai Ministri Nordio e Piantedosi sull'arresto e poi rilascio, nonché volo di Stato, di un criminale. Un criminale di guerra, un torturatore, lo ricordiamo, uno stupratore di bambini, che è stato non solo prima arrestato, ma poi rilasciato e portato in Libia con un volo di Stato.
In quest'Aula, un nostro deputato, il segretario di un partito politico - ci tengo a dirlo - è stato accusato da parte del Ministro Nordio, che è venuto qua a fare un'informativa. Prima pensavamo fosse l'informativa di Giulia Bongiorno, visto che per una settimana sono scomparsi dai radar perché forse avrebbero dovuto mettere in piedi una difesa. Invece poi lo abbiamo visto lì, seduto tra i banchi del Governo, a fare prima l'avvocato. Uno dice: l'avvocato di chi? Di Giorgia Meloni?
No, l'avvocato di Almasri! Ha iniziato a smontare pian piano i punti che la Corte metteva nell'atto ufficiale, in quella che è stata la prima versione del mandato d'arresto, e poi, dopo avere fatto l'avvocato di un torturatore, si è messo a fare il giudice.
E da questi banchi qualcuno di noi ha protestato, dicendo: Presidente, ma questo non è il luogo dove fare un'arringa di tribunale, in cui, da giudice, prova a smontare il mandato di arresto, che nel frattempo era stato aggiornato. Presidente, la cosa più grave - e lei sa cosa le sto per dire - è che, a un certo punto, dicendo ad Angelo Bonelli che non aveva studiato le carte, mostra dei foglietti e dice, leggo il resoconto: “Ho qui una tavola sinottica (Il Ministro Nordio mostra un documento), dove sono esplicitate tutte le differenze sui capi di imputazione tra la versione del 2018 e quella del 2024. Sono lunghe, sono prolisse, le metto a disposizione”.
Guardate, che Nordio fosse un bugiardo patentato, anzi, un bugiardo senza patente e senza casco, lo abbiamo visto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), perché è venuto qui a schiantarsi, a schiantarsi con le sue bugie, dette qualche ora prima e qualche giorno prima al question time e poi dette qui davanti a tutti. Guardate che ci vuole del coraggio a dirci che un documento è a disposizione e poi noi abbiamo scoperto, per vie brevi, informalmente - ci dica se è così -, che, dopo avere richiesto questo documento, alla fine quel documento non è disponibile perché era a uso interno. Ma ci vuole una bella faccia tosta venire in Parlamento a mentire, sfidare le opposizioni e mentire di nuovo. Presidente, ci faccia capire: è vero o non è vero? Stiamo mentendo noi o è successo qualcosa che, in teoria, in quest'Aula non dovrebbe succedere (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Sì, sempre sulla materia che ha testé illustrato il collega Grimaldi, in un intervento che, se me lo consentirà, è parzialmente sull'ordine dei lavori e per una parte, invece, è un richiamo al Regolamento, all'articolo 8 e, in particolare, al suo ruolo, al ruolo della Presidenza per il buon andamento. Starei non alle valutazioni politiche, non è questa secondo me la sede, ma su una valutazione di rispetto del Parlamento. Un Ministro della Repubblica, durante la sua informativa, fa vedere un documento, che non legge, ma fin qua ovviamente ci sta, e afferma che lo avrebbe messo a disposizione poi dell'Aula e, in particolare, delle opposizioni.
Come ha ricordato correttamente il collega Grimaldi, leggendo il passaggio del verbale, si riferiva alla differenza - a suo dire, perché noi non abbiamo questo elemento allo stato dei fatti - dei capi di imputazione tra il mandato della Corte penale internazionale nei confronti di Almasri del 2018 con le motivazioni e i capi di imputazione di un successivo, correttivo, a giudizio del Ministro Nordio, mandato del 2024. Allora, come parlamentare della Repubblica, chiedo che intanto sia verificato il fatto che il Ministro non ha inviato questo documento, e questo mi sembra un dato acclarato.
Secondo, a mio giudizio, per rispetto del Parlamento, quindi qui è il richiamo al Regolamento, non è accettabile che la comunicazione del mancato invio e la motivazione che sarebbe per uso interno sia stata fatta agli uffici per le vie brevi. Questo - lo dico con grande forza, signor Presidente, ma mi rivolgo ai colleghi tutti, di maggioranza e di opposizione - non è accettabile. Se così stanno le cose, il Ministro Nordio prende carta e penna, scrive questo al Presidente della Camera e alla fine si scusa, dice “ero convinto che fosse un documento pubblicabile e divulgabile, e invece era un documento ad uso interno”. Non è assolutamente possibile che una dichiarazione e il mancato invio sia supportato semplicemente da una comunicazione per le vie brevi tra gli uffici della Camera e gli uffici del Ministero, senza nomi e senza responsabili.
Questo noi lo pretendiamo e lo dico ora per allora, signor Presidente: se questo non avverrà, noi faremo tutti i giorni un intervento sull'ordine dei lavori perché pretendiamo rispetto del Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra). Non è un problema di rispetto della maggioranza o dell'opposizione, ma del Parlamento. Un Ministro ha affermato che quel documento era a disposizione e sarebbe stato messo a disposizione, oggi ritira questa sua disponibilità: lo deve motivare e alla fine si deve scusare. Credo che questo sia un passaggio, la prego di informare il Presidente della Camera, perché noi su questo saremo totalmente intransigenti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente, proprio, naturalmente, sullo stesso tema. È evidente che abbiamo assistito tutti a una scena veramente pietosa. Un Ministro della Giustizia che giustifica il proprio comportamento attraverso la difesa di un criminale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non ci saremmo mai attesi un comportamento di questo tipo. Poi conclude affermando che la magistratura è sciatta nel leggere le carte e per questo bisogna portare avanti ancora con maggiore forza e determinazione la separazione delle carriere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), rappresentando che anche questa è una punizione nei confronti di chi si è permesso di applicare la legge.
Ma ciò che si vuole rappresentare, Presidente, e che venga rappresentato con forza rispetto al Governo, è che non si può venire qui a fare una sceneggiata con le carte in mano, sventolandole come se avesse la prova di quel che sta dicendo e che la sua difesa è sostenuta pienamente da carte che ha in mano e sventola, e rappresenta di farle pervenire al Parlamento, all'Aula, per far comprendere quale fosse la differenza fra i due mandati. Noi restiamo dell'idea che qualunque provvedimento della Corte penale internazionale vada rispettato ed eseguito.
L'Italia ha aderito a quello Statuto e non avrebbe avuto alcuna possibilità di scelta, e, peraltro, il secondo mandato arriva dopo e colui che è destinatario di quel mandato rappresenta le proprie difese alla Corte, che è l'unico interlocutore, l'unico giudice rispetto a quel mandato d'arresto, e non competeva al Ministro della Giustizia. Noi vogliamo adesso conoscere per quale motivo non abbia fatto pervenire le carte e sia venuto meno a un dovere istituzionale, un dovere della democrazia, rappresentare su quali basi è stato tenuto il proprio comportamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e qui ancora si tace, ci si nasconde, si scappa davanti alle esigenze di fare verità.
Presidente, noi sottolineiamo con forza la necessità che l'Aula possa leggere quelle carte e soprattutto chiediamo al Ministro della Giustizia di depositare anche quella bozza che gli era stata predisposta dal Ministero e che era riempita nel senso di richiedere alla procura generale l'arresto, e quindi la convalida e tutta la procedura, cosa che il Ministro non ha fatto. Si è distolto, cioè, da quello che era l'orientamento che il Ministero della Giustizia ha sempre tenuto, tanto che l'ufficio gli aveva anche preparato le carte. Questo leggiamo dalla stampa, e se lo ha saputo la stampa - la stampa, non il titolo del quotidiano, perché è la Repubblica la fonte -, se questo è pubblicato da un quotidiano, è certamente notizia che ha appreso dall'interno degli uffici.
Il Ministro della Giustizia, anche su questo, ha l'obbligo di rappresentare la verità. Invece di tutto questo non ha parlato, facendo una difesa come se fosse stato il tribunale del riesame. Il Ministro della Giustizia non è il tribunale del riesame, ma ha solo l'obbligo, ai sensi dell'articolo 2 della legge n. 237 del 2012, di accelerare, anzi, consentire la procedura di convalida di quell'arresto, per la trasmissione successiva e la messa a disposizione della Corte penale internazionale, e non, invece, mettere un criminale a disposizione del Ministero dell'Interno, per fargli fare il volo turistico e tornare in Libia. Un criminale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
L'Italia con questo atteggiamento si è svergognata davanti a tutti i Paesi del mondo, perché la Corte penale internazionale è un organismo che hanno voluto 137 Paesi e 79 di questi Paesi hanno chiesto che si proceda a reagire contro qualunque sanzione posta alla Corte, proprio per sostenere la piena attuazione della Statuto. Ebbene, anche di fronte a questo l'Italia ha arretrato e si è posta sullo stesso piano di quei Paesi che non riconoscono la fondatezza delle convenzioni internazionali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Concluda.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). E questo, Presidente, è anche contrario alla Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ecco perché chiediamo che vengano al più presto depositati gli atti che il Ministro aveva affermato di voler depositare di lì a poco (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Faraone. Ne ha facoltà.
DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Presidente, io su questo stesso argomento riprendo esattamente le parole espresse dai colleghi precedentemente e le faccio mie; inoltre, chiedo alla Presidenza di intervenire affinché si eviti che il Ministro Nordio continui a operare con pagliacciate senza alcun rispetto nei confronti del Parlamento.
Accanto a questo, Presidente, io chiedo un'informativa su una questione che sta sempre dentro il caso Almasri e che reputo altrettanto grave, se naturalmente quello che è stato riportato dai giornali e da Il Foglio, in particolare, fosse vero. Cioè, Presidente, Il Foglio ieri ha scritto - e oggi è stato ripreso da alcuni giornali - che il capo dell'AISE, Caravelli, avrebbe incontrato il Premier libico e il procuratore capo libico il giorno in cui la Premier Meloni faceva quel famoso video in cui raccontava di aver ricevuto quell'iscrizione nel registro degli indagati da parte del procuratore Lo Voi e il giorno prima che i Ministri Piantedosi e Nordio venissero in Parlamento (anche se poi, invece, dissero che non potevano per le questioni che già sappiamo: il segreto di Stato e tutte le fandonie che raccontarono).
In quella circostanza, il 28 gennaio, avrebbe riferito di 86 mandati di arresto, relativi a 86 persone libiche, segretamente emessi: infatti, la ricezione dei mandati d'arresto era secretata, proprio perché, se li devi arrestare, non si deve far sapere in giro che ci sono richieste d'arresto da parte della Corte penale internazionale. Invece, il nostro capo del DIS avrebbe incontrato procuratore e Premier libico per rivelare loro i nomi degli 86 che sarebbero stati arrestati ed evitare così altri casi Almasri. Quindi, siccome non volevano altri Almasri in Italia, hanno detto: “Questi 86 stanno nella lista, occhio!”.
Se tutto questo fosse vero, Presidente, io credo che la situazione sia veramente scappata di mano a questo Governo. Io chiedo per questo un'informativa urgente alla Premier Meloni. Mi accontenterò - visto che ormai è in fuga perenne - che venga qualunque altro Ministro a riferire se quanto riferito da Il Foglio, e ripreso oggi da l'Unità, sia vero, perché se fosse vero lo reputerei molto grave, più grave di tutto quello che già è stato compiuto da questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Per associarmi alle considerazioni dei colleghi e alla richiesta del collega Fornaro. È il minimo, dopo una difesa pasticciata e che è andata ben al di là e oltre rispetto a quello che le Camere chiedevano al Ministro Nordio.
Il Ministro Nordio non può arrivare qui, spiegarci che ci sono delle carte, leggerle lui, darne la sua interpretazione, dire che saranno messe a disposizione e poi, senza neanche fare un plissé, comunicare per le vie brevi che si era sbagliato e che non era vero, gettando quindi un'ombra anche sulla linearità della discussione che abbiamo avuto. Quindi, come diceva il collega Fornaro, come minimo serve una comunicazione ufficiale in cui il Ministro si scusa e spiega esattamente i motivi.
È tanto più necessario quanto siamo in una situazione di totale impazzimento, da questo punto di vista, nei rapporti tra il Governo e i Servizi segreti e tra i Servizi segreti e le procure. Un impazzimento complessivo che rischia di minare la fiducia nelle istituzioni da parte dei cittadini e tra le istituzioni, visto che parliamo di Palazzo Chigi, Servizi e procure.
Ma comunque è necessario - signor Presidente, sono certo che lo farà sapere anche al Presidente Fontana - che la comunicazione dell'errore da parte del Ministro Nordio avvenga per le vie ufficiali, lasciando traccia nei documenti di questa Camera (Applausi del deputato Fornaro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Certamente quello che è accaduto in quest'Aula la scorsa settimana è sgradevole, è riprovevole ed è un comportamento che reputiamo grave da parte del Ministro Nordio.
Ancora una volta si utilizza il Parlamento per uno show: siamo abituati a quelli della Presidente del Consiglio, ma ora c'è un'emulazione anche da parte di un Ministro, che certamente doveva dare delle informazioni esatte. Ha interpretato il suo ruolo con grande imbarazzo. Deve scusarsi e deve tornare in Aula.
Chiediamo che torni in Aula. Deve riavvolgere questo nastro pasticciato e ricordarsi di essere al servizio della Repubblica e degli italiani. Questo chiede il gruppo di Azione insieme ai colleghi che sono prima intervenuti (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Abbiamo ancora un intervento sull'ordine dei lavori rispetto a una questione sollevata dall'onorevole Faraone.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche da parte nostra per associarci alla richiesta già fatta dal collega Faraone. Quello che abbiamo letto ieri su Il Foglio e quello che viene riportato oggi da altri quotidiani di per sé sarebbe imbarazzante, ma purtroppo è anche gravissimo, perché noi sappiamo tutto quello che è accaduto sulla vicenda Almasri e su cui la Presidente del Consiglio ancora una volta fugge e ancora una volta non è qui oggi a riferire su quello che esattamente è accaduto; né sono riusciti a spiegarcelo e, anzi, si sono contraddetti, due Ministri, Nordio e Piantedosi.
Ora apprendiamo addirittura che la toppa è peggio del buco. Cioè, apprendiamo che i Servizi e, in particolare, Caravelli, successivamente, il 28 gennaio, si sarebbe recato a Tripoli; vi invito a sottolineare questa data, il 28 gennaio, ossia dopo che è successo tutto quanto, dopo che noi abbiamo saputo che Almasri era stato liberato e restituito alla Libia con tanto di volo di Stato, dopo che si era aperto, tra l'altro, il confronto asprissimo - che non è neanche un confronto ma è ormai uno scontro aperto - con la Corte penale internazionale da parte del Ministro Tajani e da parte del Ministro Salvini.
Ebbene, ora apprendiamo che successivamente, il 28 gennaio, qualcuno sarebbe andato a Tripoli per dire ai vertici di lì che vi erano dei nomi di libici sui quali la Corte penale internazionale aveva già messo gli occhi e svolto un'istruttoria per dei mandati di arresto.
Qui francamente la cosa è, non solo grave, ma gravissima, Presidente. La Presidente del Consiglio non viene ancora riferirci sul caso Almasri e adesso sappiamo che c'è anche un caso Caravelli? Cioè, sappiamo che, il 28 gennaio, Caravelli è andato a Tripoli per informare i libici circa l'esistenza di una lista di libici che sarebbero già sottoposti all'attenzione della Corte penale internazionale. Questo, peraltro, non si potrebbe fare perché quei mandati di arresto devono essere secretati.
Quindi, è gravissima la violazione dello Statuto di Roma, è gravissima la violazione del vincolo di cooperazione e collaborazione con la Corte penale internazionale, di cui ormai mi sembra vi interessi poco, ma è altrettanto gravissimo che il Presidente del Consiglio continui a dare copertura politica ad un'attività che è sotto gli occhi di tutti e che ormai è un'attività non solo imbarazzante, ma anche di una gravità assoluta per un Paese che vuole - come è giusto che sia e come pare che la Presidente del Consiglio voglia fare - rispettare tutte le norme internazionali.
Qui non solo non le stiamo rispettando, qui ci stiamo rendendo ridicoli e quello che è accaduto è gravissimo. Per questo ribadiamo, ancora una volta - e guardi, Presidente, non c'è più tempo - che la Presidente del Consiglio venga in Parlamento, lo rispetti e riferisca immediatamente su questa ulteriore vicenda ancora più grave, se possibile, di quello a cui abbiamo fin qui assistito. Siete ormai totalmente fuori controllo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signor Presidente. Per associarmi alla richiesta dei colleghi Faraone e Serracchiani; hanno sollevato un problema importante, perché quello che emerge dal racconto della stampa è di una gravità assoluta. Il fatto che il direttore dell'AISE, Caravelli, il 28 gennaio, si sia recato a Tripoli - quando, in realtà, c'era una grandissima discussione nel Paese, in Parlamento, con i toni che ci sono stati su questo argomento - a parlare dei mandati di cattura emanati dalla Corte penale internazionale è qualcosa che travalica i limiti stessi della decenza, da ogni punto di vista; anche il fatto che la Presidente del Consiglio si rifiuti ostinatamente di venire a riferire nell'unico luogo deputato, nel quale il Presidente del Consiglio deve rispondere, ossia il Parlamento. Vorrei ricordare che, in questo Paese, vi è una democrazia parlamentare: gli elettori eleggono il Parlamento, non eleggono il Presidente del Consiglio. Pertanto, il Presidente del Consiglio deve venire a rispondere in Parlamento tutte le volte che ne venga fatta richiesta (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), specialmente quando sono in discussione argomenti - così come ha detto la stessa Presidente del Consiglio - che riguardano la sicurezza nazionale.
Si dice che ci sono questioni di sicurezza nazionale e poi la Presidente del Consiglio continua a latitare, ad essere latitante da quest'Aula. È una vergogna! È una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)! Quello che è accaduto il 28 gennaio con Caravelli la dice lunga sul fatto che ci sono molte, molte, cose da chiarire nel rapporto che c'è stato tra il Governo italiano e le autorità libiche sulla questione Almasri e sulla questione dei diritti fondamentali delle persone, che continuano a essere calpestati (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)!
Abbiamo rilasciato e portato in Libia, con tutti gli onori, un massacratore col volo di Stato e, adesso, il direttore dell'AISE va a Tripoli, il 28 - veniamo a sapere - per dire sostanzialmente che ci sono altri mandati di cattura della Corte penale sui libici. Ma tutto questo lancia un'ombra sul nostro Paese e sulle procedure democratiche, legate anche quello che avviene nel Paese, assolutamente allucinante.
È ora che la Presidente del Consiglio la smetta di scappare, di vivere nell'arroganza e che venga nel luogo deputato alla democrazia, per rispondere al Parlamento e al Paese su quello che sta accadendo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà. Su questo o su altro?
ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie Presidente, esattamente su questo. Diciamo che la vicenda del rimpatrio di Almasri si è connotata, fin dai primi momenti, di profili di opacità.
Il Governo si è mosso in maniera del tutto dilettantesca, tra l'altro, rivendicando, in un post su Facebook, l'operazione, addebitandola ad altri soggetti e non assumendo la propria diretta responsabilità, così come è. Non capiamo perché la presenza sul territorio dello Stato, prima ancora della emanazione dell'ordine di cattura da parte della Corte penale internazionale, non sia stata segnalata dai servizi segreti, trattandosi - così come il Ministro dell'Interno ha dichiarato qui in Aula - di soggetto pericoloso per la sicurezza dello Stato.
Naturalmente abbiamo visto tutte le opacità di questa contraddittoria difesa che è stata sostenuta qui in Aula dal Ministro Nordio e dal Ministro Piantedosi, i quali si sono contraddetti l'uno con l'altro; da una parte, Nordio ha detto che il mandato d'arresto non era sostenuto da motivazioni che fossero concretamente accettabili, come se il Ministro della Giustizia avesse una funzione di controllo, di convalida o addirittura di annullamento di provvedimenti che sono stati adottati da una Corte internazionale; dall'altro, Piantedosi, ci ha detto che era un soggetto talmente pericoloso per la sicurezza dello Stato da dover essere immediatamente rimpatriato, naturalmente dimenticando il fatto che questa persona esprimeva ed esprime la propria pericolosità, non già sul territorio dello Stato, bensì proprio in Libia. Quindi, se si fosse voluto elidere la pericolosità del soggetto, si sarebbe dovuto trattenere, invece, in Italia.
Ora apprendiamo che Caravelli sarebbe volato il giorno dopo addirittura in Libia per concordare con le autorità libiche come impedire, evitare in futuro episodi così imbarazzanti - perché questo è il termine utilizzato - per lo Stato italiano.
Allora, Presidente, qui molte cose non tornano. Qui c'è un'opacità totale. È evidente, Presidente, in questo momento, il grave disordine all'interno dei servizi di sicurezza, all'interno del Governo Meloni, che sappiamo essere titolare delle funzioni di controllo e di direzione, anche a mezzo dell'autorità delegata dei servizi di sicurezza. È evidente che qui non c'è un ordinato svolgimento di funzioni essenziali per la nostra Repubblica e questo è gravissimo e necessita l'intervento, qui in Aula, esattamente della Presidente del Consiglio Meloni, che dovrebbe sentire il dovere istituzionale di venire nella sede competente, che è quest'Aula parlamentare, per spiegare al popolo italiano qual è la situazione attuale, qual è la verità.
Presidente, non è accettabile che la Presidente del Consiglio si trinceri dietro un post su Facebook. È l'umiliazione, questa, è l'umiliazione, questa, della democrazia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Abbiamo una Presidente del Consiglio che continua a scappare, continua a fuggire rispetto agli italiani! Ha paura di quest'Aula parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Presidente, cerchiamo di ristabilire, anche per il rispetto che è dovuto al Parlamento, ai cittadini italiani, un equilibrato rapporto tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Parlamento italiano. La Presidente Meloni non può continuare a trincerarsi dietro la sua reiterata assenza dalle Aule parlamentari. Ci ha abituato, ormai, a conferenze stampa che non sono conferenze stampa, all'assenza di confronto televisivo, avendo trovato giornalisti continuamente compiacenti.
I suoi interventi sono limitati a interventi sui social, in assenza di qualsiasi interlocuzione e di qualsiasi contraddittorio. Abbia il coraggio di venire in Aula e di affrontare i deputati della Repubblica italiana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che hanno il diritto, ma anche il dovere, di rivolgerle le necessarie domande e di ottenere le necessarie spiegazioni per la sicurezza dello Stato, per l'ordinato svolgimento delle nostre istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Allora, colleghi, le questioni sono due.
Cominciamo da quella che ha sollevato, con l'inizio di questi interventi sull'ordine dei lavori, il collega Grimaldi e, a seguire poi, tutti gli altri colleghi.
Subito dopo l'informativa fatta dal Ministro Nordio, la Presidenza si è immediatamente attivata con il Governo, attraverso il Dipartimento per i Rapporti con il Parlamento, affinché si acquisisse, sostanzialmente, la documentazione che - ricordo a me, ricordo a voi, perché, come dire, fa fede anche quello che è stato detto in quest'Aula -, il Ministro ha detto metteva a disposizione. Quindi, essendo chiaro l'intendimento, la Presidenza immediatamente chiede a Rapporti con il Parlamento di avere la documentazione.
Confermo, giusto perché sia asseverato anche nel nostro verbale, come è stato comunicato per le vie brevi, al termine della seduta di ieri da alcuni di voi, che il Governo ha precisato che la documentazione richiesta costituiva, cito, un atto interno all'amministrazione e si è resa disponibile a inviare il testo della relazione del Ministro della Giustizia, unitamente a quello dell'opinione dissenziente della giudice della Corte penale internazionale. Ovviamente, colleghi, non sfugge a me e a nessuno che non è questo l'oggetto della richiesta. L'oggetto della richiesta è altro ed è quello che avete reiterato questa mattina. Quindi, io non ho difficoltà a reiterare nuovamente e con la massima chiarezza espositiva, che è uguale a quella che voi avete narrato e che - sia chiaro - corrisponde alla verità dei fatti, per cui io non lo so e chiederemo se siano intervenute ragioni successive per cui il Ministro, dopo avere dichiarato questa disponibilità, ha ritenuto - lui o magari altri nell'ufficio di gabinetto o altri collaboratori - di non inviare.
Però è giusto e corretto, anche alla luce della vostra richiesta, che è articolata ed oggettivamente fondata, reiterare, da parte della Presidenza, la richiesta al Governo di inviare quella documentazione che il Ministro aveva detto essere disponibile. Questo per quanto riguarda il primo punto.
Per quanto riguarda, invece, la nuova informativa richiesta dall'onorevole Faraone e da altri colleghi, ovviamente, interesseremo i Rapporti con il Parlamento e il Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Per ringraziarla, signor Presidente, perché il suo speech è assolutamente ineccepibile. Resta la questione. Lo dico, lo ribadisco e l'ho già fatto nell'intervento: noi, ogni giorno, faremo l'intervento su questo argomento, fintanto che il Ministro ci spiegherà, in forma ufficiale, le ragioni per le quali si è sbagliato in un'ipotesi, oppure, magari, qualcuno successivamente gli ha detto che questo documento non era disponibile. Ovviamente, ci aspettiamo anche le scuse nei confronti del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Saluto gli studenti, le studentesse e i docenti dell'Istituto “8 Marzo” di Mirano, provincia di Venezia, e del liceo “Mamiani” di Pesaro, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Mentre andate via per proseguire la vostra visita, vi giunga il nostro caloroso benvenuto alla Camera dei deputati (Applausi).
Seguito della discussione delle mozioni Richetti ed altri n. 1-00371, Scutella' ed altri n. 1-00372, Della Vedova ed altri n. 1-00377, Faraone ed altri n. 1-00382, Bonelli ed altri n. 1-00384 e De Luca ed altri n. 1-00395 concernenti iniziative per il rilancio della competitività europea, in relazione al "Rapporto Draghi".
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Richetti ed altri n. 1-00371, Scutella' ed altri n. 1-00372 (Nuova formulazione), Della Vedova ed altri n. 1-00377, Faraone ed altri n. 1-00382 (Nuova formulazione), Bonelli ed altri n. 1-00384 e De Luca ed altri n. 1-00395 concernenti iniziative per il rilancio della competitività europea, in relazione al “Rapporto Draghi” (Vedi l'allegato A).
Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 9 dicembre, sono state presentate le mozioni Faraone ed altri n. 1-00382, Bonelli ed altri n. 1-00384, De Luca ed altri n. 1-00395 e una nuova formulazione delle mozioni Scutella' ed altri n. 1-00372 e Faraone ed altri n. 1-00382, che sono state già iscritte all'ordine del giorno.
(Parere del Governo)
PRESIDENTE. La rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire, esprimendo, altresì, il parere sulle mozioni presentate.
FAUSTA BERGAMOTTO, Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy. Grazie, Presidente. In riferimento alla mozione Richetti e altri n. 1-00371, quanto alle premesse, si esprime parere favorevole, eccetto sui punti 8), 9), 17), 18), 19), 28) e 29), sui quali il parere è contrario. Quanto agli impegni, si esprime parere favorevole sugli impegni 1), 2), 3) e 4). Sull'impegno 5), si esprime parere favorevole, con la seguente riformulazione: “a definire un programma nucleare italiano per autorizzare la costruzione di impianti con le nuove tecnologie nucleari sostenibili in corso di sviluppo, caratterizzate da elevati standard di sicurezza e sostenibilità, capaci di soddisfare, da un lato, il fabbisogno energetico nazionale e, dall'altro, di ridurre nettamente le emissioni climalteranti”.
Sull'impegno 6), il parere è contrario. Sull'impegno 7), il parere è favorevole. Sull'impegno 8), si esprime parere favorevole, con la seguente riformulazione: “a migliorare la sicurezza energetica e la competitività del Paese, favorendo la diversificazione del mix energetico, con particolare attenzione all'introduzione di tecnologie stabili e programmabili, incluse le nuove tecnologie nucleari sostenibili in corso di sviluppo, per garantire una fornitura energetica sostenibile, affidabile e a costi contenuti”. Sull'impegno 9), il parere è contrario. Sull'impegno 10), il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo alla mozione Scutella' e altri n. 1-00372 (Nuova formulazione).
FAUSTA BERGAMOTTO, Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy. Con riferimento alle premesse, si esprime parere favorevole eccetto sui punti 5), 6), 7), 11), 12) e 13), sui quali il parere è contrario.
Quanto agli impegni, si esprime parere contrario sugli impegni 1), 2), 3) e 4).
Sull'impegno 5), il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare iniziative di competenza per un potenziamento del quadro normativo dell'Unione europea che assicuri condizioni concorrenziali effettive e più incisive tra gli Stati membri”.
Sugli impegni 6) e 7) si esprime parere contrario.
PRESIDENTE. Passiamo alla mozione Della Vedova ed altri n. 1-00377.
FAUSTA BERGAMOTTO, Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy. Con riferimento alle premesse, si esprime parere favorevole. Con riferimento agli impegni, si esprime parere favorevole sull'impegno 1), con la seguente riformulazione: “a sostenere, per quanto di competenza, nel quadro delineato nelle premesse la necessità di individuare strumenti di debito pubblico comune europeo per finanziare la crescita e la competitività”.
PRESIDENTE. Passiamo alla mozione Faraone ed altri n. 1-00382 (Nuova formulazione).
FAUSTA BERGAMOTTO, Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy. Con riferimento alle premesse, si esprime parere favorevole, eccetto sui punti 4) e 14).
PRESIDENTE. Cioè sui punti 4) e 14) il parere è contrario, su tutti gli altri il parere è favorevole fino al punto 24). Va bene, passiamo agli impegni.
FAUSTA BERGAMOTTO, Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy. Con riferimento agli impegni, si esprime parere favorevole sugli impegni 1) e 2). Sull'impegno 3), il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “ad adottare iniziative volte allo sviluppo di un piano energetico nazionale, fondato sul principio della neutralità tecnologica e che tenga conto delle necessità di migliorare gli investimenti per l'accumulo e lo stoccaggio dell'energia rinnovabile, nonché per l'implementazione della produzione di energia da fonte nucleare in corso di sviluppo, caratterizzato da elevati standard di sicurezza e sostenibilità e dell'idrogeno”.
Sull'impegno 4), il parere è favorevole. Sull'impegno 5), il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “ad avviare ogni iniziativa di competenza in Europa, per far sì che venga adottato un piano in linea con le raccomandazioni del Rapporto Draghi che preveda misure per far sì che le imprese del settore automotive mantengano, incrementino o avviano nuove produzioni in Europa”.
Sugli impegni 6) e 7), il parere è favorevole. Sull'impegno 8), si esprime parere favorevole con la seguente riformulazione: “a potenziare, compatibilmente con l'equilibrio del bilancio pubblico, le politiche di incentivazione per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie emergenti come l'Artificial intelligence e i calcoli quantistici, al fine di rafforzare ulteriormente lo sviluppo dell'industria tecnologica”.
Sull'impegno 9), il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a portare avanti ed eventualmente potenziare le misure di incentivazione e di supporto alla riqualificazione e formazione professionale, al fine di consentire da parte del lavoratore l'esercizio di competenze che gli consentano di governare nuovi processi produttivi e di automatizzazione”.
Sull'impegno 10) si esprime parere favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo alla mozione Bonelli ed altri n. 1-00384.
FAUSTA BERGAMOTTO, Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy. Con riferimento alle premesse, si esprime parere favorevole, eccetto sui punti 4), 6), 7), 8), 9), 11), 15), 16), 17), 18), 19), 20) e 22), sui quali si esprime parere contrario. Sul punto 21) delle premesse, si propone la seguente riformulazione: le parole “l'industria bellica” sono sostituite dalle parole: “l'industria della difesa”.
PRESIDENTE. Quindi, con riferimento alle premesse - riepilogo per comodità e lei mi conferma -, sui punti 4), 6), 7), 8), 9), 11), 15), 16), 17), 18), 19), 20) e 22) il parere è contrario.
FAUSTA BERGAMOTTO, Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy. Confermo.
PRESIDENTE. C'è una riformulazione sul punto 21) delle premesse, che lei ha testé letto. Corretto?
FAUSTA BERGAMOTTO, Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy. Non ho capito, Presidente.
PRESIDENTE. Sul punto 21) delle premesse, c'è invece una riformulazione che lei ha appena letto. Poi invece il 23), 24), 25), 26) e 27) sono a questo punto favorevoli.
FAUSTA BERGAMOTTO, Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy. Sì, esatto.
PRESIDENTE. Andiamo agli impegni.
FAUSTA BERGAMOTTO, Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy. Con riferimento agli impegni, il parere è contrario sull'impegno 1). Sugli impegni 2) e 3) il parere è favorevole.
Sull'impegno 4) il parere è favorevole con riformulazione: “ad adottare iniziative volte a sostenere, anche in ambito UE, gli investimenti del settore dell'automotive, per garantire la transizione green, e a farsi promotore di un piano per la gestione a livello europeo della transizione ecologica con strumenti comuni per salvaguardare l'occupazione anche dell'indotto e mantenere la capacità produttiva degli stabilimenti dell'automotive”.
Sull'impegno 5) il parere è contrario, sull'impegno 6) il parere è favorevole, sull'impegno 7) il parere è contrario, sull'impegno 8) il parere è contrario e sull'impegno 9) il parere è favorevole. Sull'impegno 10) il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare iniziative finalizzate a prevedere, anche in ambito europeo, una revisione della disciplina delle accise sui prodotti energetici e sull'energia elettrica, anche in funzione delle emissioni di gas a effetto serra, individuando misure per l'orientamento del mercato verso modelli di produzione sostenibili”.
PRESIDENTE. Onorevole De Luca, siamo alla sua mozione n. 1-00395. Prego, Sottosegretaria.
FAUSTA BERGAMOTTO, Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy. Con riferimento alle premesse si esprime parere contrario, eccetto che sui punti 3) e 4), sui quali il parere è favorevole. Sull'impegno 1) il parere è favorevole con la riformulazione: “a farsi parte attiva per rendere strutturali gli investimenti comuni, per porre le basi di una politica industriale europea che accompagni l'innovazione e le transizioni ecologica e digitale”, e lì si ferma. Sugli impegni 2), 3) e 4) il parere è contrario.
Sull'impegno 5) il parere è favorevole con la riformulazione: “a sostenere ogni strumento utile per dotare di risorse adeguate le politiche europee, in particolare finalizzate a finanziarie beni pubblici comuni, a promuovere gli investimenti a sostegno dello sviluppo e della coesione territoriale, per accompagnare la duplice transizione verde e digitale, nonché per assicurare il rafforzamento delle priorità del pilastro sociale e sanitario”.
Sull'impegno 6) il parere è favorevole con la riformulazione: “a favorire il completamento e la modernizzazione del mercato interno per rilanciare il modello sociale e produttivo europeo, a partire dai settori della finanza, dell'energia, della tecnologia digitale, delle telecomunicazioni e della difesa comune, per garantire l'autonomia strategica dell'Unione europea sia in materia di sicurezza esterna, sia in relazione all'innovazione tecnologica, che dovrà rafforzarsi in termini di capacità e know-how, mettendo in comune competenze, ricerca e strumenti”.
Il parere sull'impegno 7) è contrario. Il parere sull'impegno 8) è favorevole con riformulazione: “a sostenere l'adozione di un Industrial act e una possibile revisione del regime degli aiuti di Stato per supportare le imprese europee ad affrontare la duplice transizione ecologica e digitale”. Il parere sull'impegno 9) è favorevole. Il parere sull'impegno 10) è favorevole con riformulazione: “ad accompagnare, con ogni iniziativa utile, lavoratrici, lavoratori e imprese nella transizione digitale ed ecologica, affinché siano giuste e non lascino indietro nessuno”.
Il parere sull'impegno 11) è favorevole con riformulazione: “portare avanti la politica di coesione in atto, affinché venga rinnovata e potenziata per ridurre le disuguaglianze territoriali”. Il parere sull'impegno 12) è contrario. Il parere sull'impegno 13) è favorevole con riformulazione: “ad operare, per quanto di competenza, affinché i processi decisionali dell'Unione europea siano adeguati all'esigenza di garantire un quadro istituzionale coerente con gli obiettivi del rapporto, a partire dal rafforzamento del meccanismo di voto a maggioranza”.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Ringraziando la Sottosegretaria per la puntualità e la precisione delle riformulazioni, è evidente che noi avremmo bisogno di un testo scritto, perché le riformulazioni hanno riguardato moltissimi punti, e, anche alla luce della riforma regolamentare, che prevede l'assenso dei proponenti, è necessario.
PRESIDENTE. È stato già consegnato. Solo il tempo di fare le copie e lo consegniamo, onorevole Fornaro.
Saluto gli studenti e i docenti del Liceo statale classico-scientifico “Plinio il Giovane” di Città di Castello, in provincia di Perugia, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Plinio il Giovane ci riporta indietro nel tempo. Poi capii nel tempo, perché a un certo punto un professore mi disse una frase che era: ne sutor supra crepidam, che è una frase di Plinio il Giovane. Ci ho messo qualche anno a capire perché mi disse così. Voi andatela a studiare che così la imparerete, riguarda il calzolaio e dove può arrivare. Grazie, ragazzi, e benvenuti davvero alla Camera dei deputati.
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il deputato Benedetto Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Siamo in tempi complicati e, per quel che riguarda l'Europa, la discussione, in questi giorni, comprensibilmente è legata all'impatto che potrà avere su di noi, sulla vita delle nostre istituzioni, ma soprattutto delle nostre imprese, delle famiglie e dei cittadini, il ciclone trumpiano, il secondo ciclone trumpiano. Siamo tutti concentrati sul tema dei dazi, comprensibilmente, ma non vorrei che finissimo per concentrarci troppo ed esclusivamente sul tema dei dazi e che, dal punto di vista italiano, tutte le energie rispetto alla prospettiva economica del nostro Paese venissero dedicate a capire come, utilizzando presunti canali privilegiati bilaterali, si possa sterilizzare l'effetto dei dazi minacciati, che arriveranno, per quel che riguarda i nostri prodotti, magari andando a guardare prodotti simbolici.
In una bella intervista di qualche tempo fa Paolo Gentiloni citava il parmigiano: vorrei che non ci concentrassimo troppo sul parmigiano, che pure è importante e buonissimo, e non sulla fotografia più in generale. Credo che noi dovremmo guardare al ciclone trumpiano in una logica complessiva per capire quale strategia l'Europa possa e debba mettere in campo per attrezzarsi per i tempi nuovi. E qui veniamo al cuore della discussione che abbiamo fatto e che stiamo facendo, e alle mozioni che andremo tra poco a votare. Il Rapporto Draghi, tanto evocato quanto poco o nulla praticato, era una risposta preventiva all'ondata trumpiana.
Era preventiva nel senso che precedeva le elezioni americane, ma che già fotografava un quadro che, Trump o non Trump, noi avremmo avuto di fronte, cioè quello di un'Europa che declina drammaticamente nella competitività, e quindi nella crescita, e che rischia di vedere svanire in una manciata di anni, perché è di questo che si sta parlando, una posizione che ritenevamo acquisita in termini di prosperità, di democrazia, di rilevanza nel mondo e di generazioni future che stanno meglio delle generazioni passate, e già questo avevamo cominciato a capire che non era più così.
Il richiamo di Draghi è un richiamo perentorio: il mondo cambia velocemente e, se l'Europa non cambia radicalmente, si perde e svanisce. Da questo punto di vista Draghi ha individuato e individua nel suo rapporto, a cui potremmo o dovremmo affiancare anche il Rapporto Letta sul futuro del mercato interno e sulla necessità di dare nuova linfa e prospettive al mercato interno, e poi dirò anche il perché, riforme e necessità di finanziamenti ingenti per coprire il deficit di investimenti.
Parlo di stock, di investimenti privati e pubblici in Europa, incomparabilmente come stock ridotto rispetto a quello americano, ma anche dei flussi annui di investimenti. Negli Stati Uniti sono prevalentemente investimenti privati con ordini di grandezza che, ormai, superano le finanziarie di una media potenza economica, come l'Italia. In Europa, probabilmente, dice Draghi, bisogna spingere anche sugli investimenti pubblici. Dice che necessitano 750-800 miliardi annui. Questa è la dimensione di investimenti per recuperare il gap di produttività e di crescita nei confronti degli Stati Uniti, ma, ormai, potremmo dirlo tranquillamente anche nei confronti della Cina anche per i settori tecnologicamente più avanzati e per l'intelligenza artificiale, solo per citare quello che va più di moda.
Ci viene detto esplicitamente anche che quello che Draghi segnala è che non possiamo più confidare nella crescita attraverso l'export - cioè la crescita che scommette sull'export, che è stato il modello tedesco e che è stato, e in buona parte continua a essere, il modello italiano - col contenimento dei costi interni e di produzione, ivi compresi salari e stipendi, né possiamo più confidare che questo modello possa avere una prospettiva in futuro, nel momento in cui, come insegna Trump, i dazi, e quindi le barriere al libero commercio internazionale, non vengono alzati per ragioni che hanno a che fare con il fair trade, ossia con un commercio basato sulle regole della globalizzazione, ma vengono usati per fare guerre mercantilistiche e imperialiste (cioè: uso lo strumento del commercio per fare altro).
Le potenze esportatrici quindi non possono più scommettere su questo; devono e dobbiamo, come Europa, scommettere anche su una ripresa dei consumi dei…
PRESIDENTE. Siamo fuori, onorevole Della Vedova. Abbiamo già sforato.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Ah, doveva richiamarmi prima.
PRESIDENTE. Prego.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Chiudo. Da questo punto di vista, accolgo con grande favore - e accetto la riformulazione - l'impegno del Governo a spingere in ogni modo per avere strumenti di debito pubblico comune europeo (finanziamento di beni comuni per la crescita, 750-800 miliardi all'anno). Serve un debito comune europeo - l'ha detto Draghi, l'ha detto Panetta, l'ha detto Lagarde - ci serve anche un safe asset, un titolo di debito sicuro per sostenere la solidità dell'euro. Quindi, è molto positivo, e saluto molto positivamente, che il Governo italiano - ed è una novità per quel che riguarda soprattutto questa maggioranza - si impegna a spingere in sede europea, perché si arrivi, dopo il Next Generation, ad attivare canali e strumenti per un debito pubblico europeo, per i beni pubblici, per sostenere l'innovazione tecnologica, la transizione ecologica, la transizione digitale e, se sarà necessario - e sarà necessario -, anche la difesa comune. È esattamente quello che ci serve, e sarebbe la risposta politica più potente alle indicazioni del Rapporto Draghi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Barba. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signori del Governo, onorevoli colleghi, per quanto ci riguarda, questo argomento rappresenta l'argomento fondamentale, il più importante, che va a definire il futuro dei nostri figli, perché si tratta di riflettere non solo sugli investimenti, ma sull'intero modello di sviluppo che intendiamo realizzare, e di capire se lo faremo subendo le decisioni degli altri o governandolo, che sia, questo, consapevole o inconsapevole.
Di fronte a un'importanza così esiziale per il nostro Paese, siamo davvero stupiti che la maggioranza taccia, non presenti una propria mozione, non dia alcun contributo su come intenda posizionare il nostro Paese.
Avete perso un'occasione, anzi, avete perso la bussola, perché, nel frattempo, mentre voi tacete, l'Europa è uscita, proprio sulla scorta del documento di Draghi, con il EU Competitiveness Compass: una bussola per la competitività europea. E quindi siamo già indietro, stiamo già arrancando per via del silenzio di questa maggioranza; sì, è l'occasione per passare dal Green Deal a una competitività, ritrovare una bussola di un Green Deal che l'aveva persa. È l'occasione per passare da Ursula von der Leyen a Ursula von der Leyen; è forse questo il vostro problema, ossia che non sapete ancora come posizionarvi rispetto all'Europa. Prima avete fatto le scorribande con lei per la campagna elettorale, ora state a guardare quello che succede oltreoceano, e forse anche oltre la pianura dell'Ucraina, in un modo abbastanza imbarazzante.
Eppure è un dibattito fondamentale, esiziale. Il tema non è solo se torniamo indietro o andiamo avanti rispetto al Green Deal. Il tema, dal nostro punto di vista, rappresenta lo spartiacque fondamentale per determinare che tipo di futuro abbiamo davanti. E cerchiamo di spiegarlo. È in gioco molto di più, per le future generazioni, e ieri abbiamo celebrato il terzo anniversario in cui l'interesse delle future generazioni, non solo l'ambiente, è stato messo in Costituzione.
Ce lo giochiamo con questo passaggio qua l'interesse delle future generazioni, perché la sostenibilità, nel Green Deal, aveva un grande problema: mancava di una delle sue gambe fondamentali, la gamba economica, mancava dell'attenzione alla competitività, in un mondo aperto, in un mercato aperto e globalizzato.
Ebbene, oggi però affrontiamo il tema delicatissimo, fondamentale, della competitività. Non dobbiamo commettere l'errore, come si intravede qua e là nelle nostre mozioni, di farvi mancare il tema della sicurezza, perché, purtroppo o per fortuna, a seconda dei punti di vista - e questo è legittimo -, non si può pensare di competere, domani, senza mettere mano a misure per la sicurezza, anche dal punto di vista della difesa.
Ebbene, questa bussola che vi siete persi come viene presentata all'Europa? Viene presentata con tre pillars, tre pilastri, che faccio fatica a immaginare possano vedere da parte della maggioranza qualche opposizione. Un pilastro basato sull'innovazione, un pilastro basato sulla decarbonizzazione -, ma corretta, tenendo conto dei fattori di competitività - e un terzo pilastro, quello a cui accennavo, che vada a ridurre le dipendenze strategiche. rafforzando, da questo punto di vista, la sicurezza, soprattutto per quanto riguarda materie critiche e semiconduttori.
Ursula von der Leyen, nel presentare questa bussola, ha detto che, sì, è una bussola che possiamo condividere, molto importante per il nostro Paese, che c'è un piano, c'è una volontà politica, ma serve velocità e unità. Serve velocità e unità di chi? Degli Stati europei. E, allora, primo segno di preoccupazione è il vostro silenzio, che non è né veloce, né, tantomeno, segno di unità.
Ma entriamo nel merito. Dal punto di vista dell'innovazione, perché è importante innovare? Alcuni esempi molto significativi. Parliamo dei brevetti. In Europa sviluppiamo un numero di brevetti al pari degli Stati Uniti e della Cina, ma, a differenza loro, solo un terzo viene commercializzato, cioè non abbiamo quella capacità che, nei bandi europei, definiremmo dissemination and exploitation, cioè portare la nostra ricerca sul mercato a beneficio dei cittadini.
Da questo punto di vista, l'innovazione è importante anche per superare la frammentazione normativa che ci penalizza fin qui, ma anche la frammentazione fiscale, le differenze fiscali. È molto significativo che si punti l'attenzione alla crescita delle start-up, addirittura andando a individuare un aspetto interessantissimo che è quello del 28° regime.
Guardate che questo è un passaggio fondamentale: immaginare che le nostre imprese possano avere un regime giuridico - per quanto riguarda il diritto d'impresa, la fiscalità e l'accesso dei capitali - unico in tutta Europa, è un'innovazione ancora più importante di tutte le innovazioni tecnologiche contenute in questa proposta.
Porterà più crescita, sarà possibile scalare le imprese più facilmente e sarà possibile attrarre gli investimenti; così come TechEU per supportare l'innovazione sull'intelligenza artificiale, i semiconduttori e il biotech. Facciamo un esempio di cosa vuol dire supportare l'intelligenza artificiale nelle imprese: solo ieri, nella Borsa americana, una piccola impresa, la Firefly Neuroscience, per avere annunciato che aderisce al programma di NVIDIA Connect, quindi semplicemente per avere fatto un contratto con un fornitore, ha aumentato il proprio valore in borsa del 165 per cento.
Quindi capite cosa vuol dire innovazione in questi settori, almeno dal punto di vista degli investitori. Ma anche sul piano della carbonizzazione e della sicurezza, cosa vuol fare il Competitiveness Compass? Chiaramente, il tema centrale da questo punto di vista è l'energia: abbassare il prezzo dell'energia con strategie comuni, premiare l'energia rinnovabile, andare a intervenire in modo importante per sostenere nella transizione le difficoltà delle aziende energivore, nonché rivedere il CBAM per evitare che questo penalizzi le aziende europee.
Infine, sulla riduzione della dipendenza e per aumentare la sicurezza economica, chiaramente sono necessari tutti gli sforzi per diminuire la dipendenza dall'estero sulle materie prime e per evitare nuove delocalizzazioni, che sono attratte da norme e sussidi esteri che non fanno bene al mercato unico, nonché un Libro bianco sulla difesa. È un tema che, magari, non ci piacerebbe affrontare nella nostra idea meravigliosa di sviluppo e competitività, ma oggi non ci può essere competitività e sicurezza senza un rafforzamento della difesa.
Ci sono anche degli strumenti trasversali: la semplificazione, si pensa di ridurre gli oneri amministrativi delle piccole e medie imprese del 35 per cento, staremo a vedere come; un rafforzamento del mercato unico, abbattendo le barriere che ancora esistono sui servizi; il tema del risparmio, perché è vero, come è stato sottolineato, che c'è una grande questione di come finanziare questo piano con soldi pubblici, ma è altrettanto vero che l'Europa ha una quantità di risparmio enorme, se confrontata con gli Stati Uniti e con la Cina.
Allora, come mobilitare questo risparmio? Anche qui, ci sono alcuni dati che possono essere interessanti per quanto riguarda il venture capital, quindi l'ingresso dei capitali privati nel capitale delle aziende per farle crescere. In Europa questo strumento è utilizzato solo al 5 per cento di quanto venga utilizzato a livello mondiale, al 40 per cento in Cina e al 22 per cento negli Stati Uniti, eppure il nostro risparmio è di 1,4 trilioni, quindi migliaia di miliardi, mentre negli Stati Uniti è di 800 miliardi. Vedete che avremmo tutte le potenzialità per colmare dei gap anche inimmaginabili.
Allora concludo, Presidente: non è semplicemente una questione per cui probabilmente questa maggioranza ha deciso di tacere se fare un passo avanti rispetto al green, smentirlo, se la Bussola sia un modo per rinnegare il Green Deal o un modo per andare avanti. La Bussola è semplicemente il modo per ritrovare noi stessi, perché in questa competitività necessaria, che può piacerci o non piacerci - magari, noi europei avremmo più uno spirito cooperativo -, o si corre o si resta indietro, o si è primi o si declina. Queste sono le regole della competitività mondiale.
Noi europei, che veniamo dalla tradizione giudaico-cristiana, sappiamo bene cosa significhi idolatrare un altro dio, idolatrare la crescita, la tecnica e la competitività, ma, nello stesso tempo, la nostra Unione è fondata sul riconoscimento che il mercato, la competitività e la concorrenza, se ben regolate e se ben assistite anche da capitali pubblici, fanno bene alla crescita. Allora noi non possiamo sottrarci da questa sfida, non è una banale sfida se abbiamo fatto bene sul green e se dobbiamo tornare indietro. Il mondo si è ridisegnato, si è ridisegnato anche in maniera preoccupante, Presidente, e concludo: quindi, questa sfida esiziale non ci può vedere né silenti, né distratti (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. La mozione di Alleanza Verdi e Sinistra intende impegnare il Governo ad assumere linee strategiche e decisioni immediate a partire dall'analisi critica di un documento molto importante quale è il Rapporto di Mario Draghi “Il futuro della competitività europea”, commissionato dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e presentato al Parlamento europeo il 9 settembre 2024. Nelle premesse della nostra mozione indichiamo, in modo necessariamente sintetico, i punti di forza del complesso e approfondito testo e i punti di debolezza, se non di pericolosa inadeguatezza.
Condividiamo, va detto, la condizione sine qua non posta, imprescindibile per affrontare le sfide epocali che incombono, che è l'accelerazione del processo di integrazione europea. Ma cosa significa? Significa riforma dei trattati, riforma dell'impianto istituzionale, del bilancio, della soluzione di tutte le incongruenze e deficienze che impediscono all'Europa di rilanciare se stessa sulla scena economica, politica e internazionale. In questo Rapporto, forse non è un caso, non viene fatto riferimento esplicito alla guerra, al conflitto russo-ucraino, alle conseguenze drammatiche che questo conflitto ha avuto sui destini e sulla realtà europea, sui prezzi dell'energia e sullo stato di salute delle economie europee e dell'Unione europea nel suo complesso.
Quindi, il tema della guerra e del riarmo, di una politica della difesa e sicurezza confinata negli investimenti poderosi militari, ci trova in una posizione esplicitamente contraria, come abbiamo d'altronde affermato nel corso di tutta la legislatura (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Così, il contesto in cui Draghi colloca le macroaree di intervento e le conseguenti azioni ci sembra assolutamente incompleto: queste aree, come è stato già detto, sono il divario tecnologico dell'Europa rispetto ad USA e Cina, un divario tecnologico che, secondo noi, purtroppo va ben oltre: il piano congiunto per la decarbonizzazione e competitività; l'aumento del livello di sicurezza e la riduzione delle dipendenze dall'esterno nei settori dell'energia e della difesa.
Ma, Presidente, la realtà contemporanea presenta, purtroppo, il rischio di disintegrazione non solo dell'Europa, ma dell'assetto istituzionale e internazionale faticosamente costruito, in particolare dopo la Seconda guerra mondiale. Ciò avrebbe dovuto e dovrebbe, se opportunamente riformato, dare risposte alle necessità primarie di equilibrio geopolitico a livello globale, affermare con questo la giustizia sociale ed economica nel mondo e contrastare i poteri e le potenze tecno-capitaliste che i singoli Stati, anche i più forti, Stati Uniti compresi, non riusciranno, non certo da soli, a gestire, anzi, rischieranno la loro totale irrilevanza.
Mi sembra che i rischi che corriamo siano molto più gravi di quelli rilevati dal Rapporto e le politiche da intraprendere devono essere adeguatamente ripensate in modo radicale. I punti su cui noi impegniamo il Governo, e anche ci differenziamo rispetto a quanto espresso dal Rapporto, sono, innanzitutto, la giustizia sociale; assieme alla giustizia ambientale e climatica, cruciale per noi è la giustizia sociale all'interno di ogni singolo Stato, nell'Unione europea, nell'intero mondo.
L'Unione europea deve riprendere la guida, la leadership, che una volta ha avuto, per un nuovo welfare, per dare risposte alla domanda di salute - che vengono, ahimè, piuttosto ignorate dal Rapporto di Draghi - di migliori servizi pubblici, di garanzia del reddito, di salario minimo, di sostegno alle forme sempre più diffuse di vecchie e nuove povertà ed emarginazione.
In materia di energia, anche su questo tema la nostra contrarietà, che va ribadita anche in questa sede, alla proposta di puntare sul nucleare nel mix energetico. Non solo si intende mantenere il nucleare vetusto e obsoleto che andrebbe dismesso, ma ci si ostina a fantasticare - ahinoi, anche da colleghi dell'opposizione - sul nuovo nucleare di terza, quarta, quinta generazione, senza esplicitarne i costi altissimi e dimostrati, e i tempi lunghi per la sua messa a terra che sono incompatibili con quelli dell'obiettivo dichiarato e su cui siamo tutti d'accordo, a parole, della decarbonizzazione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), che rischia di essere compromessa, anche perché verrebbero sottratti gli investimenti che andrebbero al nucleare piuttosto che alle energie rinnovabili. In Europa, il sostegno alla transizione è limitato troppo e le industrie ad alta intensità energetica (chimica, metalli di base, minerali non metalliferi, carta) ne hanno estremo bisogno, hanno bisogno di sostegno economico. I trasporti, poi, sono responsabili di un quarto di tutte le emissioni di gas serra, e il settore automobilistico - come ben ha spiegato ieri la collega Francesca Ghirra - è in crisi proprio per la mancata pianificazione, da parte dell'Unione europea e dei singoli Stati, e per non aver voluto tenere insieme le politiche climatiche e quelle industriali. Su questo, noi poniamo la nostra decisa contrarietà a quanto invece continua a fare e a proporre il Governo. Purtroppo, gli ostacoli alla transizione ecologica sono ancora più forti. Politicamente, l'avanzata di destre sovraniste, negazioniste della crisi climatica e servili rispetto agli interessi delle lobby del fossile, delle armi, del nucleare, ne compromettono l'esito. Il nuovo Parlamento europeo già mostra di mettere in discussione il Green Deal e la transizione all'elettrico. Quindi, passo e chiudo con l'ultimo punto di contrarietà netta che riguarda le spese militari. Ampio spazio viene dato nel Rapporto alle spese militari: difesa e sicurezza. Quindi, maggior finanziamento per assegnare all'Unione europea il cosiddetto ruolo internazionale, come se dipendesse dai miliardi - che sono nel 2024 pari già a 476 miliardi di dollari, partendo dal 2014 dove erano solo, per così dire, 211 miliardi di dollari - per assegnare un ruolo nuovo all'Europa. In realtà, si assegna una funzione di traino dell'economia a questo comparto, senza pensiero e senza proposta sulla politica di pace, sulle politiche di disarmo, sulla soluzione non violenta e sanguinosa dei conflitti. Chiudo, dicendo: dei 750-800 miliardi di euro che sono indicati dal Rapporto, quanti ne vogliamo spendere per le armi e quanti, invece, per la transizione verso una società più giusta ed ecologicamente sostenibile? (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scerra. Ne ha facoltà.
FILIPPO SCERRA (M5S). Grazie, Presidente. Il 9 settembre 2024 Mario Draghi ha presentato il Rapporto strategico intitolato Il futuro della competitività europea, che contiene un'analisi delle sfide economiche e geopolitiche che l'Europa è chiamata ad affrontare nei prossimi anni. È, invece, di pochi giorni fa, la presentazione, da parte della Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, della cosiddetta Bussola per la competitività europea, che ha come riferimento proprio il Rapporto dell'ex banchiere centrale. Ebbene, nel Rapporto Draghi, si sottolinea come negli ultimi decenni la crescita economica dell'Unione europea sia stata inferiore rispetto a quella degli Stati Uniti, e inferiore nell'ultimo decennio, rispetto a quella della Cina. Le famiglie europee ne hanno pagato il prezzo in termini di perdita di tenore di vita, di potere d'acquisto: su base pro capite, il reddito disponibile reale è cresciuto quasi il doppio negli Stati Uniti rispetto all'Unione europea.
Questa condizione è stata determinata anche, ma forse soprattutto, da una scarsa capacità da parte dell'Unione europea di rispondere alle crisi a causa di una governance economica della quale lo stesso Draghi è stato uno degli artefici, se non l'artefice principale. È una governance economica che è basata su regole di bilancio rigide e su un'assenza di capacità fiscale europea. Asimmetria, questa, che non ha permesso di poter attuare quelle politiche espansive ed anticicliche che servivano nei momenti più complicati per la storia del nostro continente.
Allora, diciamo che Draghi ha incarnato quelle politiche, ma non è solo Draghi che ha incarnato quelle politiche, ci sono anche alcuni personaggi, che in questo momento stanno al Governo del Paese, che sono stati protagonisti di scelte catastrofiche e che contano sul fatto che, magari, gli italiani dimenticano, ma noi non dimentichiamo Presidente. Noi non dimentichiamo! E voglio ricordare - lo voglio ricordare in quest'Aula per l'ennesima volta - che il Fiscal compact, cioè il Trattato che possiamo considerare il padre delle politiche di austerità, il padre delle politiche lacrime e sangue, è stato sottoscritto e votato dal Popolo delle Libertà di cui faceva parte una certa signora che si chiama Giorgia Meloni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ricordiamolo, Presidente. Allo stesso tempo, il pareggio di bilancio in Costituzione è stata un'altra sciagura per il nostro Paese, e il relatore in Commissione si chiamava Giancarlo Giorgetti, l'attuale Ministro dell'Economia. Sono loro i protagonisti anche di scelte passate sbagliatissime. E che cosa succede, sciaguratamente, per il nostro Paese? Succede che, una volta che in Europa ci si convince a modificare il Patto di stabilità e crescita, chi mandiamo a trattare sul Patto di stabilità e crescita e sulla sua revisione? Purtroppo, il Presidente del Consiglio e il Ministro dell'Economia. E che cosa fanno? Fanno quello che hanno fatto in passato. Sono stati artefici di una trattativa funesta, hanno accettato delle clausole capestro che stanno mettendo in ginocchio l'economia di un intero continente, hanno peggiorato la proposta della Commissione europea, la proposta iniziale della Commissione europea, e questo, per l'Italia, avrà un risvolto numerico chiaro. Noi siamo costretti a tasse e tagli per 12 miliardi di euro all'anno per i prossimi anni. Questo grazie all'accoppiata Meloni-Giorgetti. Peggio di così non si può. Sono dei re Mida al contrario, Presidente. Tutto quello che toccano lo distruggono, e noi speriamo che durino poco (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché veramente è insostenibile quello che stanno facendo.
Le imprese italiane lo stanno subendo e lo stanno toccando con mano; siamo a dei numeri che sono impietosi; siamo a quasi due anni consecutivi di calo della produzione industriale; nel 2024 il PIL, che inizialmente era previsto all'1 per cento, è stato registrato allo 0,5 per cento; abbiamo una crescita da zero virgola e, fra l'altro, questo 0,5 per cento è spinto, in maniera preponderante, dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, da quel piano di investimenti voluto da Giuseppe Conte.
Allora, nessun aiuto alle aziende: ACE è stata eliminata, ossia l'aiuto alla crescita economica; c'è il boom di cassa integrazione. Transizione 5.0 è un pastrocchio burocratico che, di fatto, ha bloccato gli investimenti alle aziende. Per non parlare delle aziende del Sud, Presidente. La ZES unica non funziona ed è stato abolito il credito d'imposta per il Mezzogiorno. Praticamente, un disastro.
Questo Governo cerca di affossare le nostre aziende che riescono a sopravvivere, non con questo Governo, ma nonostante questo Governo. E il Governo cosa fa? Parla di complotti. Sa qual è l'unico complotto, Presidente? Il nostro complotto, il complotto delle nostre aziende è avere un Presidente del Consiglio che si chiama Giorgia Meloni e un Ministro dell'Economia e delle finanze che si chiama Giancarlo Giorgetti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è il complotto per gli italiani.
Per aumentare la competitività delle aziende, bisogna agire su alcuni fattori determinanti, questo lo dice, parzialmente, anche Draghi: lo sfruttamento, innanzitutto, delle opportunità industriali offerte dalla transizione verde (ci sono grandissime opportunità su questo); accelerare sullo sviluppo delle tecnologie digitali rivoluzionarie; attuare idonee politiche demografiche e di accesso al capitale pubblico e privato; combattere, cosa molto importante, la concorrenza sleale (su questo si sta facendo troppo poco); eliminare la frammentazione di alcuni settori del mercato interno; e, infine, Presidente, cosa molto importante, agire per ridurre il prezzo dell'energia. Su questo, il Governo, ovviamente, fa il suo lavoro funesto, come sempre. Per far capire quanto siano anti-industriali in qualsiasi cosa che fanno, ricordo che le bollette per le imprese, nel 2025, aumenteranno di 14 miliardi di euro: stiamo parlando di un disastro di questo genere, Presidente. Avevate promesso di diminuirle, come avevate promesso di tagliare le accise, come avevate promesso di abbassare le tasse: tutto falso. Questo è un Esecutivo di millantatori, che racconta balle agli italiani e spera che gli italiani non comprendano quanto male stia facendo il Governo. Purtroppo, non possiamo sopportare altri due anni e mezzo di inerzia, di incompetenza, di arroganza e di superficialità che sono i caratteri distintivi di un Governo che è lontano dal Paese reale. Questa è la verità, Presidente. Allora, la decarbonizzazione rappresenta una grandissima opportunità di crescita per l'economia. Decarbonizzazione e competitività devono andare di pari passo, non sono all'opposto, ed è questo che deve capire questo Governo. Non mi pare che questo concetto sia stato appreso. Bisogna essere più rapidi - lo diciamo anche noi - nell'erogazione di autorizzazioni per l'installazione di nuova capacità di fonti rinnovabili, è fondamentale. Bisogna porre maggiore attenzione all'industria ad alta intensità energetica, Presidente, che soffre non solo gli alti prezzi dell'energia, ma anche la mancanza di un sostegno pubblico, quello è fondamentale. La sfida è, quindi, reperire nuovi finanziamenti sia pubblici che privati. Draghi, in questo dice una cosa importante, Presidente, ossia che il modello Next Generation EU è un modello che funziona. Su ciò siamo d'accordo. Forse, inconsciamente, Draghi ha detto che l'Europa, nel 2020, ha finalmente raggiunto un punto in cui c'è stata una vera condivisione degli sforzi, in cui c'è stata una vera integrazione europea. Quel punto è stato proprio l'emissione e la creazione di Next Generation EU che, nonostante le forze di opposizione - come Fratelli d'Italia e Lega - remassero contro gli interessi del Paese, tifassero contro gli interessi del Paese, un Presidente del Consiglio, che si chiama Giuseppe Conte, è riuscito ad ottenere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) quei 200 miliardi di euro per l'Italia e quei 750 miliardi di euro per l'Europa, che sono una grande opportunità, Presidente.
Adesso, però, c'è un'involuzione nel percorso di integrazione europea: stanno prevalendo i nazionalismi, stanno prevalendo gli egoismi da parte degli amici dell'attuale Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, come Orbán. Ma se Draghi parla correttamente di investimenti comuni, a nostro modo di vedere, sbaglia quando considera come prioritari quelli per la difesa. Noi su questo non siamo assolutamente d'accordo. Draghi dice di trasformare l'economia europea in un'economia di guerra: è assolutamente sbagliato. Si parla di un fondo da 500 miliardi di euro per la difesa. Questa è una follia, Presidente. Dobbiamo stanziare questi soldi - è fondamentale - per i lavoratori e per le imprese che, in questo momento, sono le più in difficoltà, non per gli investimenti in difesa.
Il presidente Conte ha proposto un fondo da 500 miliardi per supportare la filiera dell'automotive, per supportare tutte quelle imprese che, in questo momento, hanno problematiche nell'affrontare la transizione ecologica e la decarbonizzazione. Dobbiamo supportare quelle imprese, soprattutto, anche quelle ad alta intensità energetica che stanno vivendo un momento complesso, con un fondo da 500 miliardi. Noi siamo per aiutare i lavoratori, loro sono per le armi: questa è la differenza fondamentale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) fra il Governo e il MoVimento 5 Stelle, Presidente.
Concludo, dicendo semplicemente che, riguardo all'industria della difesa, vogliamo fare un passo ulteriore. Le aziende e le industrie della difesa in questi ultimi due anni e nei prossimi due anni saranno ancora così. Hanno avuto extraprofitti. Allora, chiediamo al Presidente del Consiglio Meloni di avere il coraggio di andare in Europa e di proporre una tassa europea sugli extraprofitti per le industrie della difesa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Devono dare un contributo ai cittadini e ai lavoratori. Siamo convinti che Giorgia Meloni non avrà mai il coraggio di fare una cosa del genere, ma noi glielo chiediamo con molta forza.
Concludo, Presidente, dicendo che il Rapporto Draghi non riesce a trovare le soluzioni alle prossime sfide che attendono l'Unione europea.
Per questo, dichiaro il voto favorevole sulla mozione Scutella' ed altri n. 1-00372 del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Colleghi, fanno bellissima mostra di loro le studentesse, gli studenti e i docenti del Liceo scientifico “Enrico Fermi” di Bari, che oggi sono in visita alla Camera dei deputati. Li salutiamo e gli diamo il benvenuto ai nostri lavori (Applausi).
Ha chiesto di parlare per la dichiarazione di voto l'onorevole Bonetti. Ne ha facoltà.
ELENA BONETTI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. L'Europa deve decidere se diventare padrona del proprio destino o se far decidere ad altri sul proprio futuro. È un po' questa la forte affermazione sottesa al Rapporto del presidente Draghi che la Commissione europea ha assunto come bussola, anche di orientamento programmatico, in questa nuova legislatura.
Il Rapporto Draghi, in realtà, nasce - e lo sappiamo bene noi come Paese - anche dall'esperienza drammatica che i Paesi europei, purtroppo, hanno condiviso negli ultimi anni: dall'esperienza della pandemia alla conseguente crisi economica, dalla guerra in Ucraina all'invasione della Russia in Ucraina e alla crisi energetica che ne è conseguita.
Di fronte a questi macro-fenomeni della storia, il presidente Draghi e altri, su sollecitazione della Presidente von der Leyen, hanno fatto un'analisi che parte da una considerazione molto chiara, semplice e facilmente comprensibile. L'Europa si era un po' seduta, inerte, sul proprio destino; di fatto, aveva affidato la difesa dei propri confini, la sicurezza dei propri cittadini e, in qualche modo, la difesa della propria democrazia e dei valori fondativi, su cui l'Europa nasce ed è cresciuta all'interno dell'Alleanza atlantica, agli Stati Uniti; aveva pensato che, in fondo, per crescere, bastasse incentivare l'esportazione e che, ad esempio, il mercato cinese potesse essere un mercato di riferimento per l'esportazione, così come il mercato statunitense. E aveva detto: intanto, per la nostra energia, abbiamo la Russia vicino da cui prendere il gas.
Ecco, quello che è accaduto in questi anni è stato molto chiaro ed è evidente agli occhi di tutti: queste tre certezze, su cui abbiamo costruito la nostra sopravvivenza negli ultimi anni, si sono sgretolate completamente. Oggi, quindi, è urgente, non solo assumere la consapevolezza che dobbiamo cambiare il paradigma dello sviluppo europeo, ma anche agire per cambiarlo, senza ulteriore tergiversare.
Il Rapporto Draghi, sostanzialmente, fa questo: delinea, con grande coraggio e innovazione, le linee di sviluppo europeo, riconoscendo che l'Europa non ha nulla da invidiare alle grandi potenze mondiali in termini di competenze intellettuali, di solidità delle proprie radici e dei propri fondamenti, come Unione europea, ma, nello stesso tempo, non è in grado di rappresentare se stessa e di agire come un'unità di intenti, come una grande potenza internazionale.
Il Rapporto Draghi individua tre grandi filoni. La questione della capacità di investire in innovazione. Noi abbiamo perso la capacità di investimento imprenditoriale nell'ambito delle grandi sfide dell'innovazione; le big tech ormai sono tutte spostate oltre oceano, in particolare, negli Stati Uniti, ma vediamo anche l'accelerazione che sta portando la Cina in questa direzione nel summit di Parigi sull'intelligenza artificiale e si stanno evidenziando in modo chiaro questi ulteriori elementi.
C'è un tema che riguarda la questione energetica ed è un tema urgente che sollecita, in particolare, lasciatemelo dire, il nostro Paese nella necessità di superare quell'approccio ideologico anche del Green Deal europeo che, pur mantenendo gli obiettivi di diminuzione delle emissioni, deve cambiare l'approccio. In particolare, oggi non si può prescindere da un mix energetico che comprenda il nucleare e, soprattutto, non si può non affiancare al Piano per l'energia e il clima quello che necessariamente deve diventare il nuovo Piano di sviluppo industriale europeo, che accompagni tutte le imprese. Pensiamo, in particolare, come italiani, alle piccole e medie imprese in questo processo di transizione.
Poi c'è il grande tema, che è quello della difesa, che deve ripensarsi come una difesa unica europea, e qui è il grande tema: l'Europa come soggetto unico e mercato unico dei capitali, il mercato unico rispetto anche al tema commerciale e alla regolamentazione, che oggi, invece, è frammentata ed è, di fatto, un ostacolo allo sviluppo. Pensiamo, per esempio, alla normativa sulle start-up e sulle start-up innovative. Ma per fare questo servono le riforme, le riforme istituzionali, che non possono essere rimandate. Ci auguriamo che i 27 Paesi trovino un accordo oppure si usino quegli strumenti che sono previsti anche nei patti rafforzati e si inizi a dare un'accelerazione esecutiva a questo piano.
A questo punto - e qui arrivo, invece, in casa nostra - la vera domanda che noi ci facciamo è quale ruolo può e vuole giocare l'Italia in questo grande contesto. Allora, noi guardiamo con stupore - in realtà, ahimè, con spirito ormai rassegnato, di delusione - la mancanza di presa di posizione da parte della maggioranza rispetto a queste mozioni che sono oggi in Aula. E lo dico con grande sincerità: oggi il Governo europeo vede le grandi famiglie europee dei popolari, dei liberali e dei socialisti in campo nel Governo europeo.
Senza nessuna esitazione, il Partito Popolare Europeo ha voluto portare avanti e sostenere la presidente von der Leyen, che è espressione di questo partito, ma le forze italiane che sono in maggioranza nel Partito Popolare Europeo - penso, in particolare, a Forza Italia - si astengono dal prendere una posizione chiara e netta politica in questa direzione. Il problema, però, non è di Forza Italia e penso nemmeno della Presidente Meloni, che, di fatto, con l'indicazione di Fitto e il voto alla Commissione europea, ha accettato di sostenere il Piano Draghi come bussola programmatica europea, ma è la contraddizione: voi avete un partito in maggioranza, la Lega, che è contraria a questo Piano, che è contraria al programma europeo.
Quindi, noi abbiamo un Governo italiano che non è in grado, in questo momento, di dire con forza al Paese che agirà in Europa per portare a piena esecuzione questo Piano, che è fondamentale in primo luogo per le imprese italiane, ma anche per lo sviluppo dell'intero continente europeo. La stessa cosa vale nelle opposizioni. Ci potrete dire: “Sì, vero, nelle opposizioni ci sono dei partiti” - li abbiamo appena sentiti - “che non condividono il Piano Draghi”. Sono partiti che non sono con noi nel Governo europeo, ma, a maggior ragione in questo momento, chi ha la responsabilità del Governo europeo dovrebbe unirsi in questo Parlamento per dire che l'Italia c'è e porta avanti questo Piano di competitività.
Allora, concretamente, l'Italia cosa può fare? Iniziamo a fare alcune cose che sono necessarie. Intanto, stupisce che ieri il Governo abbia dato voto contrario - lo ha ricordato il collega Benzoni nel suo intervento in Aula - alla nostra richiesta di sostenere lo smorzamento di quelle che sono le sanzioni previste dal Green Deal europeo. Cioè, voi avete votato contro il chiedere in Europa che vengano smorzate per il 2025 - pensiamo in particolare al settore dell'automotive - le sanzioni oggi previste verso le aziende dell'automotive. Questo per dire quanto siete contraddittori nelle vostre posizioni.
L'altro grande elemento è quello del tema dell'energia. Vi stiamo chiedendo un tavolo congiunto per abbassare il costo dell'energia, per usare quella che era stata la strategia del prezzo equo introdotto dal Governo Draghi nel momento della crisi energetica, perché le nostre imprese, le nostre famiglie, di fronte ai dazi americani e al costo dell'energia che Trump abbasserà per le proprie imprese, non reggeranno, e o le imprese, come sta, ahimè, accadendo, si sposteranno negli Stati Uniti o, di fatto, crolleranno nella competizione internazionale.
Ultimo punto è Transizione 5.0 e Industria 4.0. Avete impiegato 6,3 miliardi per il progetto Transizione 5.0, che, però, è stato reso inapplicabile. L'inapplicabilità di questo Piano comporta che questi 6,3 miliardi, invece che sostenere le nostre imprese in un momento difficile, sono congelati in un Ministero. Vi diciamo: usate questi soldi con Industria 4.0, che invece ha funzionato, fate un credito d'imposta del 33 per cento, aumentate l'Ires premiale e date fiato alle imprese italiane che vogliono investire in innovazione e rinnovamento.
Questo deve fare un Governo che ha cuore il presente e il futuro del nostro Paese. Ci auguriamo, accogliendo favorevolmente i pareri favorevoli espressi dal Governo, che questo diventi il Piano con cui l'Italia in Europa sostiene il Piano Draghi proposto dalla Commissione von der Leyen (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il tema della competitività è fondamentale per il rilancio dell'economia e, certamente, l'obiettivo non può che essere quello di creare le condizioni perché ci sia un aumento della produzione industriale europea. Fin dall'inizio di questa legislatura la maggioranza parlamentare e il Governo si sono concentrati nell'incoraggiare le imprese e i lavoratori. E allora saluto il Governo, ringraziando del lavoro che è stato fatto in questi anni, perché, se siamo arrivati a un record straordinario da un punto di vista occupazionale, superando di 24 milioni gli occupati in Italia, è perché c'è stato un lavoro importante di incoraggiamento nei confronti delle imprese.
Si è intervenuti per la prima volta sul taglio del cuneo fiscale, e quindi sul taglio del costo del lavoro, perché sappiamo che una delle aggravanti, da un punto di vista dello sviluppo e della crescita, è l'eccessivo peso fiscale che grava sulle imprese e sui lavoratori.
Quindi, dopo tanti slogan sentiti in questi anni, finalmente c'è quella concretezza di cui avevamo assolutamente bisogno. Certamente il contenuto del Rapporto Draghi non può che essere condiviso dalla maggioranza, da Noi Moderati; certamente quello che emerge con forza è la necessità di ridare centralità economica e geopolitica all'Europa, che è anche il nostro obiettivo. Noi Moderati è una di quelle forze politiche iscritte al Partito Popolare Europeo che crede molto nell'Europa, che è un'Europa che gli elettori ci hanno detto che deve, sotto alcuni aspetti, cambiare, migliorare.
Anche i temi internazionali che stiamo affrontando in questo periodo, come i famosi dazi di cui leggiamo quotidianamente sui giornali, sono un'occasione perché l'Europa possa tornare centrale, e lo Stato italiano, che oggi, nella geografia europea, è il più stabile che c'è all'interno del nostro continente, può essere un ponte importante tra l'Europa e gli altri Paesi, in particolar modo gli Stati Uniti. È un grave errore definire l'atteggiamento del nostro Governo come un atteggiamento bilaterale. Credo che, nella debolezza di Paesi come la Francia e la Germania, che hanno un'instabilità politica mai vista in precedenza, la stabilità italiana e il ruolo di primato che sta assumendo il nostro Governo siano una grandissima opportunità.
Allora, all'interno del Rapporto Draghi, non può sfuggire la valutazione sulle crisi che ci sono a livello mondiale, quella che il filosofo e sociologo Edgar Morin definirebbe “la policrisi”, legata all'emergenza climatica, legata alle tante fragilità sociali, così come alle questioni geopolitiche e addirittura a conflitti. Non c'è mai stata nella storia del globo una quantità di conflitti così elevata e quelli che ci hanno maggiormente colpiti, recentemente, sono la crisi in Medio Oriente e la guerra in Ucraina, che, anche da un punto di vista del principio e del valore dei confini europei, ci ha messo in grande preoccupazione.
Crediamo sia necessario che la diplomazia intervenga su questi temi, per garantire una pace ai popoli, e perché, in particolare, ci possa essere una situazione migliore per pensare alla crescita e allo sviluppo del continente europeo, tema presente all'interno delle mozioni che sono state presentate.
Ha fatto bene il Governo ad identificare, all'interno delle mozioni, alcune parti su cui ha espresso parere favorevole; su altre, sono state proposte alcune riformulazioni (il mio auspicio è che vengano accolte); tuttavia, vi è una contrarietà, dove ci sono posizioni ideologiche per noi assolutamente inaccettabili. Infatti, su un tema su cui si è dibattuto molto in Aula, cioè il tema della sostenibilità ambientale, siamo convinti che non si possa criminalizzare il fatto che il nostro sia un Paese produttivo, un Paese competitivo, un Paese che ha bisogno di continuare ad essere un punto di riferimento nel settore manifatturiero, nel contesto internazionale.
Allora, qui si inserisce una grande differenza tra noi e il contenuto delle mozioni presentate dall'opposizione. Per quanto riguarda la transizione energetica, siamo convinti che ci sia una strada diversa dal continuare a negare le cose. Per anni, abbiamo sentito dire “no” al TAV, “no” al TAP, “no” all'idrogeno, “no” ai rigassificatori, “no” al nucleare, ma tutte queste politiche di negazione hanno portato al ritorno all'utilizzo dell'energia prodotta dai fossili nel momento della crisi energetica che abbiamo vissuto. Noi non siamo negazionisti, non siamo neanche ambientalisti estremi, siamo per una terza via: la possibilità di sviluppare un mix energetico fatto da fonti rinnovabili e da nucleare. Su questo, insisteremo, per avere un'indipendenza energetica che ci permetta di essere al pari di altri Paesi che non scontano costi di energia così elevati, come la nostra impresa purtroppo sconta, proprio perché non c'è questa indipendenza, perché dipendiamo dagli altri.
Poi, l'abilità del Governo è stata di creare rapporti internazionali con autorevolezza, che ci hanno permesso di migliorare il costo dell'energia e anche i costi molto elevati che abbiamo visto nel passato, che, con l'inizio di questo Governo, sono stati superati. Ma non è sufficiente l'autorevolezza di un Paese, è necessario raggiungere questa indipendenza.
Noi abbiamo un concetto ben chiaro in testa, che è ben sottolineato anche nel Rapporto Draghi: un tema è la crescita, ovvero l'aumento del valore dei beni e dei servizi prodotti in un determinato periodo di tempo - questa è macroeconomia -, ma siamo convinti che ancora più importante sia lo sviluppo, perché per noi l'elemento etico è fondamentale, l'elemento sociale, per cui, attraverso una crescita economica, ci sia il miglioramento della qualità della vita delle persone. Questo è il principio, il valore che abbiamo sempre sostenuto, che continueremo a sostenere e che, secondo me, rientra pienamente nel tema del progresso, della dignità della persona, della giustizia sociale. Solo attraverso una valorizzazione adeguata ed etica della crescita economica, come è riportato nel Rapporto Draghi, possiamo avere la chiave di lettura del miglioramento della qualità della vita, che vuol dire anche dell'ambiente che ci circonda. Quindi, la sostenibilità e la terza via che sostiene Noi Moderati.
E in questo c'è tutto il tema della transizione digitale, che non può essere vista come un nemico, che non può essere vista come una difficoltà. Una transizione digitale che veda il protagonismo del pubblico e del privato in una stretta collaborazione è una cosa su cui siamo convinti. Non a caso, proprio il sottoscritto, all'interno del gruppo di Noi Moderati, ha voluto promuovere due intergruppi in questa legislatura: l'Intergruppo sulla sostenibilità e l'Intergruppo sulla sicurezza informatica e tecnologica. Questi sono due pilastri fondamentali che devono viaggiare insieme, perché, oramai, la modernità ci porterà ad essere sempre di più un Paese energivoro e, quindi, dovremo avere risposte da un punto di vista energetico, superando posizioni ideologiche che a qualcuno potranno anche far portare qualche voto in più, ma che non sono mai state l'elemento di risoluzione dei problemi del nostro Paese, dei problemi che certe volte giustamente vengono posti, ma mal risolti attraverso le formule che abbiamo ascoltato.
Per arrivare alla conclusione e per le ragioni che ho espresso, il voto di Noi Moderati sarà coerente con le indicazioni del Governo rispetto anche a tutti i suggerimenti che sono stati dati sui vari passaggi delle mozioni. Complessivamente, crediamo che si debbano affrontare i temi riportati all'interno del Rapporto Draghi, cioè il tema della crescita economica, il tema della transizione ecologica e digitale, in modo diverso, con un confronto serio e reale, in cui, in alcuni passaggi su alcuni argomenti, non ci siano posizioni ideologiche, ma ci sia la vera volontà di affrontare i problemi.
Questa è la richiesta di concretezza e di serietà che fanno sempre, soprattutto recentemente, tutti gli elettori italiani ogni volta che vanno al voto. Ci danno un'indicazione molto chiara: la strada che ci hanno chiesto di seguire è quella di risolvere in modo serio, attraverso la forza della politica, le problematiche, le istanze, attraverso anche i suggerimenti che recepiamo sul territorio dalle categorie. Questa sarà la strada che governerà la nostra disponibilità di confronto con tutte le forze parlamentari che sono presenti nel Paese e che dovranno necessariamente dare una risposta: quella di fare le cose che servono al bene del Paese, che è l'unica strada, è l'unica risposta per far tornare credibile la politica (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, l'onorevole Rossello. Ne ha facoltà.
CRISTINA ROSSELLO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Noi preannunciamo il voto conforme alle indicazioni del Ministro, perché ci troviamo a un bivio come Europa, con enormi sfide all'orizzonte, in un quadro incerto e preoccupante: una guerra in Ucraina ancora in corso, dagli esiti ancora incerti, una situazione nel Medio Oriente molto in crisi, uno scenario geopolitico sempre più frammentato, un commercio mondiale che sta rallentando, il cambiamento tecnologico che accelera a ritmi vertiginosi, la crisi dell'industria tedesca e la sua complessità sociopolitica, la competizione fra gli Stati Uniti e la Cina, cui si aggiungono le incertezze legate alla nuova amministrazione statunitense e a ciò che potrà effettivamente implementare e a come l'Unione europea, di conseguenza, calibrerà la sua posizione, assumendo, a sua volta, decisioni, in considerazione anche della particolare vulnerabilità rispetto a queste grandi economie che sempre di più si stanno imponendo, come gli Stati Uniti, la Cina e i nuovi assetti geopolitici che ne stanno derivando.
La produttività in Europa stenta e la crescita rallenta da troppo tempo. Il gap fra il PIL unionale e quello degli Stati Uniti è sempre più profondo, mentre, sulla base del reddito pro capite, dal 2000 ad oggi, il reddito disponibile reale in America è cresciuto di quasi il doppio rispetto a quello dell'Unione. In pratica, le famiglie europee pagano il prezzo di questo ritardo in termini di standard di vita persi. Inoltre, il rapporto commercio-PIL è superiore al 50 per cento: l'Europa risulta essere, quindi, la regione più aperta e dipendente da risorse esterne.
Nel convegno del mese scorso di Forza Italia, proprio sul piano industriale che proporremo al Governo in questi giorni, è emerso che il PIL italiano, in questi anni, ha tenuto senza cadere in recessione, come in altri Paesi europei, ma con un record di export di 626 miliardi di euro, che ci porta ad essere la quarta economia esportatrice al mondo, e il record di occupati al 62 per cento della popolazione. Questo comporta che la nostra industria, pur soffrendo, ha resistito finora con un valore aggiunto per occupato più alto che in Germania, Francia e Spagna, sia nelle piccole imprese che nelle medie imprese. Quindi, questo scenario difficile ci deve vedere un attore industriale importante e capace di produrre e di esportare, continuando ad avere, quindi, quella forza per spingere sull'Europa, in modo che la notizia non nuova che le imprese europee affrontano costi energetici significativi più alti rispetto ai concorrenti globali non ci veda semplicemente supini, ma protagonisti, per proporre le alternative.
Per quanto concerne l'Italia, l'aumento dei prezzi dell'energia indebolisce il nostro tessuto produttivo nei settori acciaio, cemento, ceramica, carta, chimico e farmaceutico. A gennaio 2025, l'energia elettrica è costata, in media, 139 euro, da 88 a febbraio 2024, con un rincaro del 57,9 per cento e, rispetto agli altri Paesi, c'è una situazione molto, molto pesante. Ecco perché queste realtà sono quelle che dovremo patrocinare debitamente, valorizzando quello che ci dà il Rapporto Draghi sulla competitività, perché oggi è di questo che stiamo parlando. Quindi, occorre un cambio di rotta radicale, in tempi brevi, e l'Europa potrebbe non essere in grado di preservare altrimenti il suo modello sociale.
Per recuperare il terreno perduto con Stati Uniti e Cina serve anche una rinnovata attenzione alla crescita e all'economia reale. Non sono vuote parole quelle contenute nel Rapporto Draghi dello scorso 9 settembre, che ha fornito un quadro chiaro su queste sfide cruciali per restare competitivi e affrontare il contesto mondiale come si sta muovendo complessivamente e frammentariamente. Il messaggio centrale è quello di un'Europa che deve essere più integrata, proteggere i suoi valori fondamentali di riferimento e garantire prosperità economica e sicurezza.
Per farlo il Rapporto propone molteplici azioni, interventi e raccomandazioni. Vediamo anche già che il lavoro ha costituito una base per portare avanti il lavoro della Commissione e anche del periodo di Presidenza di turno, perché abbiamo già visto alcune implementazioni di questi concetti nei lavori della Bussola. Quindi il divario, in termini di produttività e innovazione, con i nostri concorrenti globali e anche con quelli all'interno dell'Unione dovrà essere oggetto di valutazione soprattutto in questo anno. Per rafforzare la nostra competitività bisogna avere tutti gli strumenti e le politiche a nostra disposizione, e il coraggio e l'inventiva di porre in essere azioni nuove, che rimuovano quei freni strutturali che in questi decenni hanno soffocato la competitività europea.
Il ritardo nella capacità di innovazione, l'andamento e l'aumento dei prezzi dell'energia, la mancanza di manodopera specializzata e la mancanza di capacità di difesa comune non possono essere delle categorie inesplorate, ma dobbiamo intervenire. E dobbiamo intensificare anche lo sforzo in quei cantieri che la casa comune europea da troppi anni ha aperto, ma che non sono messi in funzione pienamente. Questo è un aspetto dirimente, che vede anche fondamentale lo sviluppo della politica industriale europea per far crescere le tecnologie chiave di domani.
Su questo, tutti i colleghi - ho visto - sono concordi nell'avere una posizione di attenzione alle industrie tradizionali in transizione. Dobbiamo, quindi, essere molto attivi, per essere anche più forti a livello europeo, per le richieste di modifica al Green Deal che garantiscano, nella prospettiva della neutralità tecnologica, sia il raggiungimento di obiettivi di neutralità climatica che il sostegno alle industrie europee, nella direzione del coordinamento fra politiche industriali e ambientali.
Ricordiamo anche che la sovranità energetica strategica e la neutralità climatica dovranno passare attraverso un approccio più pragmatico e meno ideologico, perché la costruzione di un'autentica unione dell'energia, con un mercato dell'energia pienamente integrato e interconnesso, deve ampliare anche le scelte di quel mix energetico, rivalutando l'utilizzo dell'energia nucleare, in grado di fornire energia a prezzi accessibili a tutti i cittadini e a tutte le imprese.
La grande sfida rimane il rafforzamento delle nostre capacità tecnologiche: accelerare la trasformazione digitale in tutte le industrie, cogliere le opportunità offerte dall'economia dei dati e favorire lo sviluppo di tecnologie innovative sono tutti aspetti fondamentali. La competitività dell'Europa dipenderà sempre più dalla transizione digitale e dalla creazione di punti di forza nelle tecnologie avanzate. Uno dei presupposti per vincere la sfida è rivedere l'approccio alle competenze, rendendolo più strategico e orientato al futuro.
La ripresa di competitività è strettamente legata alla capacità di allineare le politiche educative e formative alle reali esigenze del mercato del lavoro. Noi ci stiamo muovendo già in questo senso anche attraverso la pronta risposta che stanno dando il Ministero dell'Università e della ricerca e il Ministero dell'Istruzione. Solo investendo nella formazione, infatti, sarà possibile prepararsi in modo adeguato agli sviluppi futuri del mercato del lavoro. Le sfide che abbiamo di fronte richiederanno investimenti significativi, mobilitando finanziamenti sia pubblici che privati.
Gli strumenti a disposizione non sono sufficienti, e per questo va quindi perseguita la strada della definizione di investimenti comuni europei, volti a incentivare la crescita produttiva delle industrie europee, anche attraverso l'elaborazione di strategie di debito comune. Per questo siamo anche favorevoli alla creazione di un debito comune unionale per la politica industriale, che includa, oltre al finanziamento della transizione verde e digitale, delle infrastrutture di trasporto e di energia, dell'innovazione e della ricerca, anche la possibilità di finanziare lo sviluppo della difesa europea, dell'industria e dello spazio. Per questo miriamo ad una semplificazione e razionalizzazione dello sviluppo e dell'approvvigionamento militare, nello spirito di un autentico mercato unico per le attrezzature per la difesa.
I fondi destinati alla difesa devono essere scorporati dalla contabilità nel Patto di stabilità. Il Governo italiano, a cominciare dal Presidente Meloni, è pienamente consapevole del momento decisivo per il futuro dell'Unione, e di conseguenza dell'Italia, e dell'importanza di mettere in campo con urgenza una nuova strategia per la competitività europea. Il Governo su queste urgenze sta lavorando, sia in Italia che in tutti i consessi unionali, portando il suo prezioso contributo.
E per questo ringraziamo il grande lavoro del nostro Ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani. Certo, sappiamo che forti sono le resistenze da parte di diversi Stati membri quando si parla di debito comune o di rendere meno ideologiche decisioni prese in passato, ma l'Europa non può permettersi di aspettare ulteriormente. Quindi Forza Italia preannuncia il voto conforme alle indicazioni che darà il Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alberto Bagnai. Ne ha facoltà.
ALBERTO BAGNAI (LEGA). Grazie, signor Presidente. Mi permetta rapidamente di ricordare a me stesso, a beneficio di chi assiste dalla tribuna di questa augusta Aula e anche di chi assiste ai lavori dalla tribuna virtuale della web TV, in che fase dei lavori parlamentari siamo. Lo farò in sintesi, sperando di essere anche rispettoso. Siamo nella fase degli atti di indirizzo, che sono quel momento in cui l'opposizione, lecitamente, esorta la maggioranza a perseguire dei nobili fini, che possono essere la pace nel mondo, una maggiore prosperità, un mondo più pulito o anche una maggiore competitività.
Fatto sta che, indipendentemente dal fatto che l'opposizione abbia piena consapevolezza di ciò di cui sta parlando - nel caso della competitività poi argomenterò che non ce l'ha - e nonostante questi fini siano talmente incontrovertibili da essere anche, in realtà, vuoti di contenuto - perché chi vorrebbe un mondo più sporco, più povero, eccetera, eccetera? Nessuno di noi. O almeno, se anche lo volesse per malvagità, non andrebbe a dirlo in giro -, quando poi si arriva ai mezzi, subentra il problema, perché i mezzi, se questi fini sono proposti dalla sinistra, sono sempre due: o la patrimoniale o il debito comune.
Cioè, o quello che chiamo lo sterminio dei kulaki o quello che, oggettivamente, si palesa come un commissariamento, perché al termine del debito comune c'è sempre qualcuno che viene qui a dire a noi come dobbiamo spendere i nostri soldi. Questa è una lunga tradizione. Voglio ricordare che un politico più famoso di me disse che, per eliminare i kulaki come classe, è necessario spezzare, con una lotta aperta, la resistenza di questa classe e privarla delle fonti economiche della sua esistenza e del suo sviluppo. Il compagno Stalin la vedeva così.
E anche chi, continuamente, aggredisce la casa di proprietà e la possibilità di metterla a reddito la vede così, attacca la classe media in quello che è uno dei motori del suo benessere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Noi, invece, non vogliamo né il massacro dei kulaki, né il commissariamento, e quindi l'opposizione ci dirà che siamo cattivi e vogliamo un mondo brutto e sporco. Assicuro ai presenti che non è così. Qui c'è un problema.
Prendiamo, per esempio, l'ambiente. Ho assistito, qualche tempo fa, a un interessante convegno in cui il presidente di Federacciai ha argomentato in modo molto convincente che in Italia l'acciaio verde esisteva da parecchi decenni prima che se ne parlasse in Europa, perché, grazie all'idroelettrico delle valli alpine e grazie, purtroppo, ai rottami lasciati dalla Seconda guerra mondiale, noi già facevamo acciaio verde mezzo secolo prima che se ne parlasse nelle auguste sedi europee. Mi spiego?
Ecco, dov'è che l'Europa eccelle nel riciclo? Eccelle nel riciclo della classe politica. Faccio un esempio, il dato più macroscopico. Noi stiamo qui discutendo di indirizzi politici che sono espressi in un documento, sul quale vorrei darle alcuni dati, e i dati sono questi: Lega -8,6, Forza Italia -5,9, MoVimento 5 Stelle -17,3, Partito Democratico 0,3. Sa cosa sono questi? Questi sono i risultati, lo scarto fra il risultato delle politiche del 2018 e quello delle politiche del 2022 dei principali partiti che hanno sostenuto, nella fase terminale della legislatura precedente, il Governo Draghi. Naturalmente, devo aggiungere Fratelli d'Italia + 21,7, perché chi, invece, non ha sostenuto Draghi è cresciuto.
Allora, che cosa voglio dire? A me sembra che qui, forse, ci dovremmo tutti porre un problema di quello che si potrebbe chiamare un vulnus democratico, una stortura. L'ordinamento unionale sembra una cosa fatta apposta per far rientrare dalla finestra della Commissione, con potere di indirizzo politico, una persona che è uscita dalla porta di una sfiducia parlamentare risonante e che ha lasciato le macerie della maggioranza che l'ha sostenuta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), causando una meritata - perché voglio dirlo ai colleghi di Fratelli d'Italia - crescita degli unici che non l'hanno sostenuta. E noi dovremmo stare qui a discutere di quello che ci dice? Secondo me no, e neanche per, diciamo così, animosità politica, dalla quale, assolutamente, io sono immune, come è noto a lei, Presidente, ma anche perché vogliamo parlare un attimo di economia sul serio? Perché non ci sono stati solo dibattiti parlamentari su questa roba, ci sono anche stati dibattiti scientifici.
Allora io ai colleghi che, spesso, in quest'Aula usano la scienza come una clava per far star zitto chi non la pensa come loro (Applausi di deputati del gruppo Fratelli d'Italia), vorrei sommessamente citare alcune considerazioni fatte da un economista, Olivier Blanchard, che si può “googlare”, se non lo si conosce - però, mi permetto di ricordare a me stesso che, se non lo si conosce, è un po' un problema (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), perché ha solo 141.227 citazioni, un H-index di 134, quindi, se non è il migliore economista, è il secondo -, che ha preso il rapporto Draghi e ci ha fatto capire alcune cose. Io partirei proprio dall'inizio. La prima osservazione che fa Blanchard su questo rapporto è molto semplice: come si fa a porre a tema la competitività in un'area del mondo che ha un surplus strutturale di 500 miliardi di dollari, più o meno, e che lì tende, salvo il grosso shock che c'è stato durante la pandemia? La competitività, ricordo, è la capacità di proporre, sui mercati internazionali, i propri prodotti a un prezzo conveniente per tirar su la bilancia dei pagamenti. Ma noi fino a dove vogliamo spingerlo il nostro surplus di bilancio commerciale? “Credicimila” fantastiliardi? Siamo tuttora la primaria fonte di squilibri macroeconomici globali, e ci poniamo il tema della competitività? Ma capite che è assurdo, no (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?
Poi, in questo simpatico rapporto, prevale l'ottimismo della volontà verde, ovviamente in grisaglia, ovviamente con un nodo della cravatta impeccabile, ma sempre quella roba lì è: il verde porterà crescita. Blanchard ci dice una cosa semplicissima. Cos'è l'economia verde? Di fatto, l'economia verde è questo: se tu vuoi produrre e, quindi, produci emissioni, devi acquistare il permesso di emettere gas serra. Questo significa, banalmente, che i gas serra diventano un fattore di produzione, perché tu devi acquistarli se vuoi produrre - non so se riesco a farmi seguire nel mio ragionamento -, e se vuoi un mondo verde devi tirarne sul prezzo. Quindi, di fatto, il mondo della transizione è un mondo dove - qui mi seguiranno gli economisti - si crea uno shock di offerta permanente e persistente, e mi seguirete anche voi. Quando il prezzo della produzione sale, naturalmente, dal lato della domanda si diminuisce. Cioè, si crea un mondo recessivo e inflazionistico. Non vuol dire che la transizione non sia giusta, ma vuol dire che non dobbiamo presentarla falsamente come un motore di crescita, perché crea un contesto inflazionistico e un contesto recessivo che, in qualche modo, andranno gestiti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia), no? Questo ce lo dobbiamo pur dire, e allora come li gestiamo? Combattendo la frammentazione, perché combattendo la frammentazione - che non si sa bene cosa sia - noi aumentiamo la produttività. Quindi, non ci vogliono i campioni nazionali, ci vogliono i campioni europei.
Ma anche qui Blanchard fa un'osservazione che è veramente alla portata di chi parla e, quindi, ovviamente, ancor più alla portata di chi ascolta in quest'Aula, che racchiude tante competenze. Avete mai fatto caso a quando, per esempio, un grande fondo internazionale acquista una grande azienda e vuole, ovviamente, estrarne valore per mettersi i soldi in tasca e tornare a casa sua? Qual è la prima cosa che fa? Fa lo spezzatino, divide le unità funzionali o separa le sub-holding e le vende separatamente perché, così, creerà più valore che vendendo tutto il pacco insieme. Quindi, non è detto che grande è bello in un mondo in cui, spesso, vediamo chi si fa piccolo per estrarre maggior valore.
Vogliamo poi parlare della mitologica unione dei mercati dei capitali, che dovrebbe portare a ben 250 basis point di riduzione del costo del finanziamento? Oltre a dire che questa è una stima abbastanza fantasiosa, Blanchard fa osservare, con molta semplicità, che non necessariamente un costo del finanziamento più basso porterà gli investimenti che sono realmente utili. Allora, visto che è di stagione, mi permetta di citare a lei, che è un musicista raffinato, la nostra tradizione nazional-popolare, e mi viene da dire: “Ancora tu, l'incorreggibile, ma lasciarti non è possibile” o, forse, è possibile, perché noi ci dobbiamo dire che se, come diceva Keynes (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) - cito -, “gli uomini pratici che si sentono completamente liberi da qualsiasi influenza intellettuale sono, in genere, schiavi di qualche economista defunto”, questo Parlamento, che comprende una maggioranza fatta di uomini liberi, non vuole essere schiavo di un economista sfiduciato dal popolo italiano e dalla stessa professione scientifica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia)…
PRESIDENTE. Grazie.
ALBERTO BAGNAI (LEGA). …ed è questo è il motivo per cui noi sommessamente deporremo il nostro “no” a delle mozioni che, per noi, hanno questo vulnus in radice, quello di basarsi su indirizzi dati da chi potere d'indirizzo, in realtà, secondo noi, non ce l'ha (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Saluto un'altra aliquota di studentesse e studenti del liceo “Mamiani” di Pesaro. Saluto, inoltre, studentesse, studenti, professori e insegnanti dell'Istituto tecnico statale “Leonardo da Vinci” di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Benvenuti alla Camera dei deputati.
Ha chiesto di parlare l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.
PIERO DE LUCA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Speriamo di essere all'altezza delle dotte citazioni elaborate dal collega. Noi siamo in una fase storica decisiva per il futuro dell'Unione, e questo imporrebbe maggiore serietà al dibattito. L'Europa nasce - ricordiamolo tutti - in risposta all'orrore della Seconda guerra mondiale, e permettetemi di rivolgere un pensiero commosso ai milioni di vittime della barbara e violenta ideologia nazista (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), dell'odio e della discriminazione razziale, a 80 anni dalla liberazione del campo di concentramento di Auschwitz (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). L'Europa è la luce per superare e non far tornare mai più questa pagina buia della storia dell'umanità; questa è l'Europa.
I risultati ottenuti finora sono stati straordinari. Abbiamo avuto 70 anni di pace ininterrotta nel nostro continente, addirittura il Premio Nobel per la pace, ottenuto nel 2012. Certo, la mission, oggi, dell'Europa è a rischio, e siamo a un bivio: o decidiamo di seguire la strada, le decisioni assunte durante le ultime crisi o rischiamo un'irrilevanza strutturale, se non una vera e propria implosione nei prossimi anni. Di fronte alla pandemia - lo ricordo a tutti i colleghi - l'Unione ha trovato la forza di adottare misure inedite per non lasciare nessuno indietro, per salvare e proteggere vite umane, difendere i più deboli. Se ce l'abbiamo fatta, non è stato per caso, ma è stato perché si è condiviso un percorso di rafforzamento dell'Europa, mettendo in comune prerogative e competenze fino a quel momento solo gelosamente custodite nelle mani degli Stati membri.
Questo percorso è stato reso possibile a Bruxelles, lo ricordo, grazie al coraggio di personalità straordinarie, di cui siamo orgogliosi, come il compianto David Sassoli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), il cui contributo è stato decisivo nella costruzione del Next Generation EU, dovreste ricordarlo sempre voi. Questo percorso di rilancio è stato ottenuto grazie a chi ha proposto e ha promosso l'idea di una solidarietà europea sull'occupazione, visto che avete cancellato questo punto della nostra mozione; grazie a figure come il Commissario uscente Paolo Gentiloni, che ringraziamo per l'impegno fondamentale sul Programma SURE, che ha consentito di difendere la dignità di tanti occupati che rischiavano di non avere più nulla per sé e per le proprie famiglie durante la pandemia.
L'Europa è riuscita a ritrovare - per usare le parole di David Sassoli - lo spirito pionieristico dei suoi fondatori e di figure che hanno avuto un ruolo importante nella storia dell'integrazione europea, da De Gasperi a Spinelli e penso, più recentemente, a figure come l'ex Presidente della Commissione europea, Romano Prodi, che ha dato un impulso fondamentale all'integrazione europea e che andrebbe ascoltato quando parla. Non andrebbe attaccato, come avete fatto voi ad Atreju qualche settimana fa. Questa è la differenza tra noi e voi.
Noi siamo consapevoli che l'Europa oggi sia minacciata da nuove insidie, ma il risultato che dobbiamo perseguire è quello di rafforzare l'integrazione europea, non indebolirla.
E in questo contesto, il piano elaborato da Mario Draghi, da leggere insieme a quello di Enrico Letta, traccia un indirizzo, a nostro avviso, più che condivisibile per rilanciare l'Europa. Ci dispiace, però, che non abbiate deciso di depositare una vostra mozione al riguardo.
Ci spiegate cosa vi ha spinto a non trovare una sintesi e un'unità in politica estera sul futuro dell'Europa e sul futuro dell'integrazione, su questo punto specifico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Come è possibile che il Governo non abbia una posizione? La Presidente del Consiglio è un fantasma da settimane e il Governo naviga a vista. Qual è la vostra idea di Europa e di futuro? Perché non avete depositato nulla oggi in questo dibattito parlamentare? Forse per non far dispiacere qualche vostro alleato oltreoceano.
Qual è la ragione per la quale oggi siete muti e silenti rispetto al futuro dell'Europa? L'idea di fondo del piano Draghi è semplice: rafforzare l'autonomia strategica dell'Unione, aumentare la competitività con una nuova strategia industriale e rafforzare sicurezza e difesa comune. Sono obiettivi decisivi per ridurre le dipendenze e assumono il carattere di una sfida esistenziale per il nostro futuro, anche per salvaguardare e proteggere il nostro modello di welfare. La domanda che vi rivolgiamo da tempo e oggi, ancora una volta, in quest'Aula, è molto semplice: da quale parte della storia hanno deciso di collocarsi Giorgia Meloni e il Governo, oggi, qui? Qual è la parte della storia che avete scelto? Non è più tollerabile ambiguità o equilibrismo. Avete deciso di seguire le follie politiche di Trump, che mirano a indebolire e a disgregare l'Europa o le indicazioni del rapporto Draghi, che mirano a rafforzarla e rilanciarla?
Questo è il punto decisivo su cui voi non fate chiarezza. Noi invece non abbiamo dubbi su quale sia la parte giusta della storia. La parte giusta della storia non è quella che difendono Orbán, Le Pen o i neonazisti di AfD. La parte giusta della storia è accanto a coloro i quali vogliono rafforzare e rilanciare il progetto dei padri fondatori dell'Unione europea, perché - lo chiariamo anche al Vice Premier, che è intervenuto su questo punto qualche ora fa - l'Europa non limita le libertà, l'Europa è presidio di libertà, diritti e democrazia; è garanzia di quelle libertà, dei nostri diritti e della nostra democrazia. Non riportate indietro le lancette della storia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Si tratta di questo quando parliamo di “competitività dell'Europa”. Parliamo di difendere la nostra stessa esistenza.
Allora, noi chiediamo di seguire alcuni aspetti e alcuni punti programmatici. Il primo: quello di rendere strutturali gli investimenti comuni. Bisogna porre le basi di una politica industriale europea che accompagni l'innovazione e le transizioni con almeno 800 miliardi di euro di investimenti annui, anche con nuovo debito comune. Siete d'accordo oppure no? Siete d'accordo oppure no a rendere permanente e strutturale il programma Next Generation EU? Ditelo chiaramente al Paese, perché non è possibile mantenere ambiguità sul punto. Noi capiamo il vostro imbarazzo e la vostra difficoltà e ce ne rendiamo conto: come potete essere credibili nel parlare di Next Generation se non l'avete mai votato, né in Italia né in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?
È chiaro che non potete parlare di Next Generation! È chiaro, se avete rallentato e insabbiato il PNRR cancellando progetti di ospedali, case di comunità o asili nido, che non potete parlare di PNRR. È evidente!
E, allo stesso modo, è evidente l'imbarazzo quando vi chiediamo di rendere strutturale il programma SURE e di aprire una nuova fase, un nuovo patto sul progresso sociale europeo, occupandovi di salario minimo, di contrattazione collettiva e di diritti per i nuovi lavori. Come potete parlarne o essere credibili se sono mesi che vi opponete alla nostra proposta di dignità sul salario minimo legale in Italia! È evidente che non abbiate titolo e siate in imbarazzo.
Allo stesso modo, siete in imbarazzo sul pilastro sanitario. Noi riteniamo doveroso realizzare finalmente una vera e propria “Europa della salute”, riprendendo la strada tracciata in risposta alla pandemia. Ma con quale credibilità potete parlare voi di “Europa della salute” e di investimenti comuni nella scienza, nei farmaci e nei vaccini, se avete appena cancellato le multe ai no-vax in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Con quale credibilità parlate di scienza, di vaccini e di farmaci? Questo è il problema reale. Con quale credibilità, se avete la Lega, di cui è appena intervenuto un esponente eminente, che propone di uscire dall'OMS? Con quale credibilità?
Noi riteniamo poi si debba continuare a costruire una capacità fiscale comune europea, finanziare i beni pubblici europei e aumentare la competitività e l'autonomia strategica nei trasporti, nell'energia, nelle telecomunicazioni e nel digitale, così come nella difesa e sicurezza comune.
Ma anche qui: con quale credibilità parlate di competitività economica se ancora, da parte della Presidente del Consiglio, non abbiamo sentito dire una parola sulla guerra dei dazi che Trump ha avviato anche rispetto ai prodotti europei e che rischia di danneggiare profondamente la nostra economia e migliaia e migliaia di aziende, mettendo in crisi imprese e posti di lavoro anche nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Non avete detto una parola rispetto a questa guerra dei dazi che rischia di penalizzare profondamente la nostra economia.
Così come per il sostegno all'industria: è complicato da parte vostra parlare di automotive, se poche settimane fa avete cancellato 4 miliardi e mezzo dal Fondo a sostegno dell'automotive nel nostro Paese, o di infrastrutture europee, se avete cancellato 3 miliardi e mezzo dal Fondo per la perequazione infrastrutturale al Mezzogiorno. È complicato e ce ne rendiamo conto. Eppure sarebbe doveroso da parte vostra esprimere una posizione sul punto.
Noi riteniamo che si debba lavorare per rafforzare programmi di investimento comune nelle infrastrutture, ma anche nella capacità di gestire informazioni e dati a livello europeo con infrastrutture europee. Anche qui: siete d'accordo a rafforzare infrastrutture di comunicazione europee o ritenete di voler andare avanti affidando, in modo ancora oggi non trasparente - se dovesse essere confermato - la comunicazione dati, civile e militare, ad una società privata, ad un'azienda privata il cui leader o il cui proprietario fa ormai politica attiva sostenendo gruppi neonazisti in Europa (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Che cosa avete deciso di fare?
Allora l'Europa - ricordiamolo - nasce per difendere democrazia, diritti e libertà: questi valori vanno difesi sempre e vanno difesi rispettando anche un'altra cosa e facendo anche un'altra cosa per noi decisiva. Vanno difesi rispettando le sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea, anche quelle in materia migratoria, che fate finta di non conoscere o fate finta di non vedere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Vanno rispettate queste sentenze! E allo stesso modo, valori, diritti e principi europei si difendono non attaccando, ma rispettando e difendendo la Corte penale internazionale: così si difendono i valori e i principi europei!
Altro che attaccare la Corte penale internazionale, come abbiamo ascoltato da parte dei membri del Governo. Allora, il senso profondo delle indicazioni che noi raccogliamo dal Rapporto Draghi è quello di rafforzare il processo di integrazione europea, perché noi, tra l'integrazione europea, tra le idee di Draghi e quelle di Orbán e Le Pen, non abbiamo dubbi su quale sia la strada giusta da scegliere per il bene dei nostri cittadini. Non abbiamo dubbi su quale sia la scelta giusta per il futuro tra europeismo e sovranismo o nuovo nazionalismo. Noi abbiamo bisogno, sì, di più sovranità, ma di una sovranità europea, per difendere davvero gli interessi dei nostri cittadini: quelli che voi non sarete in grado e non siete in grado di affrontare e di difendere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Comba. Ne ha facoltà.
FABRIZIO COMBA (FDI). Grazie, Presidente. Membri del Governo, colleghi, ci troviamo oggi ad esprimere il voto sulle mozioni presentate dai gruppi di opposizione. Prima di entrare nel merito delle varie argomentazioni riportate nelle mozioni, una considerazione politica è d'obbligo. Secondo i piani fantasiosi dell'onorevole Schlein, queste forze politiche dovrebbero far parte del cosiddetto campo largo e costruire l'alternativa al Governo Meloni e al centrodestra, ma basta leggere financo distrattamente premesse e impegni di queste mozioni per capire che non c'è nulla che possa tenere insieme queste forze politiche, se non la brama di potere e una generica e spesso strumentale opposizione all'ottimo lavoro che Giorgia Meloni, questo Governo e questa maggioranza stanno facendo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Da un lato, ci sono gli ex grillini, ora contiani indefessi, i profeti della decrescita felice, quelli che vorrebbero vincoli ambientali sempre più stringenti per le nostre imprese, norme penalizzanti per il settore della difesa e tasse patrimoniali europee, con la solita modalità ovvero una inutile e demagogica critica generalizzata a tutto ciò che è produttività imprenditoriale e classe media.
Dall'altro lato, ci sono i liberal, che hanno capito che i vincoli del Green Deal e del Fit for 55 stanno strangolando le otto imprese europee e vorrebbero rivederli. Vogliono procedere verso politiche della difesa sempre più comuni e debito comune per sostenerle.
Praticamente tutto e il contrario di tutto, alfa ed omega, poli completamente opposti; dunque, politicamente, un'insalata mista, il vero nulla cosmico. Allora, ben venga il report Draghi, opportunamente citato dal Presidente Meloni nelle sue recenti comunicazioni alle Camere prima degli ultimi Consigli europei. Ben venga, non certo perché noi di Fratelli d'Italia siamo diventati draghiani dalla sera alla mattina, dopo esserci coerentemente e fieramente schierati all'opposizione di quel Governo papocchio, ma ben venga certamente se serve a svelare una volta di più le enormi e insanabili contraddizioni politiche di chi vorrebbe rappresentare l'alternativa al centrodestra.
Ben venga il report Draghi, sui cui punti e strumenti di attuazione ovviamente si può discutere e si deve discutere, perché ha avuto l'innegabile merito di dare una scossa, un ceffone sonoro a un'Europa che, negli ultimi anni, si è cullata nella sua insipienza, nella sua ideologia assolutista, assolutista in direzione green, perdendo di vista totalmente il fondamentale tema della competitività. E così, mentre a Bruxelles si decideva di distruggere il settore dell'automotive in nome del totalitarismo e della transizione solo elettrica, di premiare con i contributi della PAC gli agricoltori che rinunciavano a produrre, di porre a carico dei cittadini le gravosissime spese di ristrutturazione energetica delle proprie case e chi più ne ha più ne metta, Cina e Stati Uniti, nel contempo, iniettavano una quantità tale di risorse sul proprio sistema industriale da aumentare ulteriormente e drammaticamente il gap di competitività che il Rapporto Draghi denuncia.
E mentre tutto questo accadeva con il voto complice in Europa della sinistra di ogni colorazione, c'era qualcuno che non ha mai smesso di ripetere che quella strada era sbagliata, che non poteva esistere sostenibilità ambientale senza la corrispettiva economica e sociale, senza che si potesse avere una sostenibilità competitiva. Ora avete letto tutti il Rapporto Draghi; lo ha detto Draghi e, quindi, lo andate tutti quanti ripetendo a pappagallo, in tutti i convegni, in tutti i talk show, salvo poi continuare a votare allo stesso modo in cui avete votato negli scorsi anni. Però, almeno a parole, non tutti, ma molti, hanno iniziato a fare dei passi avanti.
Per fortuna l'Italia ha un Governo solido, con le idee chiare, un Governo che è stato capace, nei mesi scorsi, di salvare le imprese italiane dal devastante regolamento imballaggi, che avrebbe colpito un modello virtuoso e tutto italiano di economia circolare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Un Governo che, grazie al Ministro Lollobrigida, ha proposto e ottenuto la sospensione delle norme più assurde della PAC. Un Governo che, con il Ministro Urso, sta portando avanti con forza la richiesta di rivedere gli assurdi target di riduzione delle emissioni imposti al settore dell'automotive, le cui fabbriche chiudono pur di non pagare le folli multe dell'Unione europea.
Un Governo che ha ben chiara la necessità di spingere su un vero mix energetico, senza più idee folli, in cui tutte le energie utili a ridurre l'impatto climatico abbiano diritto di cittadinanza, dal nucleare ai biocarburanti, dalle rinnovabili al geotermico. Un Governo che sostiene i suoi campioni dell'industria e della difesa, che ha fatto per la prima volta una legge sullo spazio, che ha rivisto il PNRR per sostenere le imprese grazie al REPowerEU, riuscendo a correggere in corsa alcuni nodi burocratici del piano Transizione 5.0.
Un Governo che ha portato a casa un ruolo di primo piano nella nuova Commissione europea, con la Vicepresidenza di Raffaele Fitto e un portafoglio da mille miliardi. Un Governo che, con Giorgia Meloni in testa, è protagonista nella definizione dei nuovi rapporti transatlantici con la nuova America di Donald Trump. Un Governo che ha fatto tutto questo, migliorando tutti gli indicatori economici, raggiungendo il record di occupati, di occupati stabili, di donne occupate, il tutto mantenendo lo spread ai minimi storici e tenendo in ordine i conti pubblici dopo le stagioni del debito a pioggia, dei superbonus e dei banchi a rotelle (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).
Questo è quello che sta facendo il Governo Meloni, mentre le opposizioni si cimentano in mozioni di piccolo cabotaggio, raccontando un'Italia semplicemente che non esiste. Pertanto, ancora una volta, questo voto segna una differenza sostanziale tra noi e voi, tra chi ha una visione politica a largo spettro, che vede lontano in profondità e in larghezza, nello spazio e nel tempo delle sfide avveniristiche in ogni campo che aspettano la nostra Nazione, e chi, invece, è appeso a cose diverse, sistematiche a beghe di coalizione, a beghe che sono semplicemente strumentalizzazione di bassa lega, alle false rappresentazioni della realtà, che però non impressionano più nessuno.
Gli italiani hanno ormai capito chi sono gli incantatori di serpenti da cui tenersi lontani. Presidente Meloni, il Paese è con lei, noi siamo tutti con lei, vada avanti nell'interesse superiore dell'Italia e degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). A nome del gruppo di Fratelli d'Italia dichiaro il voto contrario alle mozioni di minoranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
(Votazioni)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
Allora, colleghi, ho bisogno di tre precondizioni perché ci sia un esercizio ordinato dei voti. La prima è che vi mettiate al vostro posto e non vi muoviate, la seconda è che stiate in silenzio, la terza che è prestiate attenzione per evitare poi incidenti di voto.
Dunque, per quanto riguarda le votazioni per parti separate…Non mi pare che ci sia la seconda precondizione, che è il silenzio, però. Avete finito?
Per quanto riguarda le votazioni per parti separate, faccio presente che i presentatori delle mozioni - ove necessario - hanno prestato il consenso previsto a seguito delle riforme regolamentari.
Colleghi, passiamo alla votazione della mozione Richetti ed altri n. 1-00371.
Avverto che i presentatori hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo, ad eccezione dell'espunzione dei capoversi su cui il parere del Governo è contrario.
Avverto altresì che sono state avanzate richieste di votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, congiuntamente i capoversi 1°, 3° e 4° del dispositivo; a seguire, congiuntamente i capoversi 2°, 7° e 10° del dispositivo; quindi, il 5° capoverso del dispositivo; a seguire, congiuntamente, i capoversi 6° e 9° del dispositivo; quindi, l'8° capoverso del dispositivo; a seguire, ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato, la premessa, ad eccezione dei capoversi 8°, 9°, 17°, 18°, 19°, 25°, 28° e 29°; quindi, sempre ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato, congiuntamente i capoversi 8°, 9°, 17°, 18°, 19°, 28° e 29°; infine, sempre ove il dispositivo venga in tutto in parte approvato, il 25° capoverso della premessa.
Il Segretario mi conferma che è tutto chiaro, onorevole Varchi, è tutto chiaro? Perfetto, solare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 1°, 3° e 4° del dispositivo della mozione Richetti ed altri n. 1-00371, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 2°, 7° e 10° del dispositivo della mozione Richetti ed altri n. 1-00371, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 5° capoverso del dispositivo della mozione Richetti ed altri n. 1-00371, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 6° e 9° del dispositivo della mozione Richetti ed altri n. 1-00371, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'8° capoverso del dispositivo della mozione Richetti ed altri n. 1-00371, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 5).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla premessa della mozione Richetti ed altri n. 1-00371, ad eccezione dei capoversi 8°, 9°, 17°, 18°, 19°, 25°, 28° e 29°. Il parere del Governo è favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 6).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 8°, 9°, 17°, 18°, 19°, 28° e 29° della premessa della mozione Richetti ed altri n. 1-00371. Il parere del Governo è contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 25° capoverso della premessa della mozione Richetti ed altri n. 1-00371. Il parere del Governo è favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 8).
Passiamo alla votazione della mozione Scutella' ed altri n. 1-00372 (Nuova formulazione).
Avverto che i presentatori non hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e quindi il parere del Governo deve intendersi contrario alla mozione nella sua interezza.
Avverto che sono state avanzate richieste di votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, distintamente, i capoversi 1° e 2° del dispositivo; a seguire, congiuntamente, i capoversi 3° e 4° del dispositivo; quindi, il 5° capoverso del dispositivo; a seguire, congiuntamente i capoversi 6° e 7° del dispositivo; in fine, ove il dispositivo venga in tutto in parte approvato, la premessa.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 1° capoverso del dispositivo della mozione Scutella' ed altri n. 1-00372 (Nuova formulazione), su cui vi è il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 2° capoverso del dispositivo della mozione Scutella' ed altri n. 1-00372 (Nuova formulazione), su cui vi è il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 3° e 4° del dispositivo della mozione Scutella' ed altri n. 1-00372 (Nuova formulazione), su cui vi è il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 5° capoverso del dispositivo della mozione Scutella' ed altri n. 1-00372 (Nuova formulazione), su cui vi è il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 6° e 7° del dispositivo della mozione Scutella' ed altri n. 1-00372 (Nuova formulazione), su cui vi è il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
In virtù della reiezione del dispositivo non si procederà alla votazione della premessa.
Passiamo alla votazione della mozione Della Vedova e altri n. 1-00377.
Avverto che i presentatori hanno accettato la riformulazione proposta dal Governo.
Avverto, altresì, che è stata avanzata richiesta di votazione per parti separate, nel senso di votare il dispositivo distintamente dalla premessa.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul dispositivo della mozione Della Vedova ed altri n. 1-00377, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 14).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla premessa della mozione Della Vedova ed altri n. 1-00377, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 15).
Passiamo alla votazione della mozione Faraone ed altri n. 1-00382 (Nuova formulazione).
Avverto che i presentatori hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo, ad eccezione dell'espunzione dei capoversi 4° e 14° della premessa.
Avverto, altresì, che sono state avanzate richieste di votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, il dispositivo nella sua interezza, ad eccezione dei capoversi 1° e 3°; a seguire, distintamente i capoversi 1° e 3° del dispositivo; quindi, ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato, la premessa, ad eccezione dei capoversi 4° e 14°; in fine, sempre ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato, i capoversi 4° e 14° della premessa.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul dispositivo della mozione Faraone ed altri n. 1-00382 (Nuova formulazione), come riformulato, ad eccezione dei capoversi 1° e 3°. Il parere del Governo è favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 16).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 1° capoverso del dispositivo della mozione Faraone ed altri n. 1-00382 (Nuova formulazione), su cui vi è il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 17).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 3° capoverso del dispositivo della mozione Faraone ed altri n. 1-00382 (Nuova formulazione), come riformulato, su cui vi è il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 18).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla premessa della mozione Faraone ed altri n. 1-00382 (Nuova formulazione), ad eccezione dei capoversi 4° e 14°. Il parere del Governo è favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 19).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 4° e 14° della premessa della mozione Faraone ed altri n. 1-00382 (Nuova formulazione), su cui vi è il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
Passiamo alla votazione della mozione Bonelli ed altri n. 1-00384.
Avverto che i presentatori non hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo.
Avverto altresì che sono state avanzate richieste di votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, il 1° capoverso del dispositivo; a seguire, congiuntamente, i capoversi 2°, 3°, 6° e 9° del dispositivo; quindi, congiuntamente, i capoversi 4° e 7° del dispositivo; a seguire, congiuntamente, i capoversi 5° e 10° del dispositivo; a seguire, l'8° capoverso del dispositivo; quindi, ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato, la premessa, ad eccezione dei capoversi 4°, 6°, 7°, 8°, 9°, 11°, 15°, 16°, 17°, 18°, 19°, 20°, 21°, 22°; in fine, sempre ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato, congiuntamente i capoversi 4°, 6°, 7°, 8°, 9°, 11°, 15°, 16°, 17°, 18°, 19°, 20°, 21° e 22° della premessa.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 1° capoverso del dispositivo della mozione Bonelli ed altri n. 1-00384. Il parere del Governo è contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 2°, 3°, 6° e 9° del dispositivo della mozione Bonelli ed altri n. 1-00384. Il parere del Governo è favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 22).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 4° e 7 del dispositivo della mozione Bonelli ed altri n. 1-00384. Il parere del Governo è contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 5° e 10° del dispositivo della mozione Bonelli ed altri n. 1-00384. Il parere del Governo è contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'8° capoverso del dispositivo della mozione Bonelli ed altri n. 1-00384. Il parere del Governo è contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla premessa della mozione Bonelli ed altri n. 1-00384, ad eccezione dei capoversi 4°, 6°, 7°, 8°, 9°, 11°, 15°, 16°, 17°, 18°, 19°, 20°, 21° e 22°. Il parere del Governo è favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 26).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 4°, 6°, 7°, 8°, 9°, 11°, 15°, 16°, 17°, 18°, 19°, 20°, 21° e 22° della premessa della mozione Bonelli ed altri n. 1-00384. Il parere del Governo è contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).
Passiamo alla votazione della mozione De Luca ed altri n. 1-00395.
Avverto che i presentatori non hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e, contestualmente, hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, distintamente i capoversi del dispositivo: a seguire, ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato, la premessa, ad eccezione dei capoversi 3° e 4°; in fine, congiuntamente i capoversi 3° e 4° della premessa.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 1° capoverso del dispositivo della mozione De Luca ed altri n. 1-00395. Il parere del Governo è contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 2° capoverso del dispositivo della mozione De Luca ed altri n. 1-00395. Il parere del Governo è contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 3° capoverso del dispositivo della mozione De Luca ed altri n. 1-00395. Il parere del Governo è contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 4° capoverso del dispositivo della mozione De Luca ed altri n. 1-00395. Il parere del Governo è contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 5° capoverso del dispositivo della mozione De Luca ed altri n. 1-00395. Il parere del Governo è contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 6° capoverso del dispositivo della mozione De Luca ed altri n. 1-00395. Il parere del Governo è contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 7° capoverso del dispositivo della mozione De Luca ed altri n. 1-00395. Il parere del Governo è contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'8° capoverso del dispositivo della mozione De Luca ed altri n. 1-00395. Il parere del Governo è contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 9° capoverso del dispositivo della mozione De Luca ed altri n. 1-00395. Il parere del Governo è favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 36).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 10° capoverso del dispositivo della mozione De Luca ed altri n. 1-00395. Il parere del Governo è contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'11° capoverso del dispositivo della mozione De Luca ed altri n. 1-00395. Il parere del Governo è contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 12° capoverso del dispositivo della mozione De Luca ed altri n. 1-00395. Il parere del Governo è contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 13° capoverso del dispositivo della mozione De Luca ed altri n. 1-00395. Il parere del Governo è contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla premessa della mozione De Luca ed altri n. 1-00395, ad eccezione dei capoversi 3° e 4°. Il parere del Governo è contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 3° e 4° della premessa della mozione De Luca ed altri n. 1-00395. Il parere del Governo è favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 42).
A questo punto sospendo la seduta per 10 minuti. Riprenderemo i lavori alle ore 12,40.
La seduta, sospesa alle 12,30, è ripresa alle 12,45.
Rinvio in Commissione della proposta di legge: Fratoianni ed altri: “Disposizioni per favorire la stipulazione di contratti volti alla riduzione dell'orario di lavoro” (A.C. 2067?) e delle abbinate proposte di legge: Fratoianni e Mari; Conte ed altri; Scotto ed altri (A.C. 142?-1000?-1505?).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 2067?: “Disposizioni per favorire la stipulazione di contratti volti alla riduzione dell'orario di lavoro” e delle abbinate proposte di legge nn. 142?-1000?-1505?.
Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il presidente della Commissione lavoro, deputato Walter Rizzetto. Ascoltiamo le sue determinazioni. Prego, onorevole Rizzetto.
WALTER RIZZETTO, Presidente della XI Commissione. Grazie, buongiorno Sottosegretario. Grazie, Presidente Mule'. Sul provvedimento, stamattina si è riunito, tra l'altro, il Comitato dei nove per l'eventuale - e sottolineo eventuale - valutazione di alcune proposte emendative che sono arrivate nelle ultime ore. Ma alla luce anche dei lavori della Commissione bilancio di ieri - che ringrazio per la collaborazione, evidentemente - e alla luce anche del testo che ci ha fornito la Commissione bilancio, emergono delle criticità sotto profili di copertura finanziaria, fondamentalmente, in pancia al provvedimento, oltre ai rilievi che la Commissione bilancio ha formulato ieri nell'ambito dell'applicazione delle disposizioni contenute nello stesso provvedimento. E quando parlo di questo, parlo, ad esempio, del fatto che, alla presenza del Sottosegretario Sandra Savino, si va, e vado a leggere lo stenografico: mi pare di leggere le dichiarazioni rispetto alla collega Comaroli… - mi fermo solo un attimo, Presidente, perché faccio un po' fatica - … si parla, Presidente, di possibili effetti onerosi per la finanza pubblica e si ritiene necessario che il Governo chiarisca la portata normativa delle disposizioni in esame. Quindi, quando si parla di portata normativa rispetto alle disposizioni in esame, si parla fondamentalmente di ambito di applicazione delle disposizioni stesse, ovvero leggasi dell'applicazione della cosiddetta settimana corta o riduzione dell'orario di lavoro.
Mentre, ad un certo punto, la Sottosegretaria Savino ricorda al riguardo - e vado a citare - che anche ipotizzando che l'ambito di applicazione delle suddette disposizioni sia limitato al settore privato, così come era nelle cose o in quanto scritto nel corpo del testo stesso, ad una prima valutazione, sulla base, tra l'altro, di dati rilevati dagli archivi dell'INPS e comunicati dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, la stima appare quantificabile nell'ordine di oltre 8 miliardi di euro in ragione d'anno. Quindi, allo stato attuale, noi arriviamo oggi, qui, Presidente, in Aula - senza, tra l'altro, aver dato mandato al relatore - senza, fondamentalmente, un avallo completo da parte della Commissione bilancio, senza un avallo completo rispetto anche a quanto appena ricordato, ovvero a quantificazioni indicativamente molto importanti. Evidentemente, è per una valutazione migliore - e chiudendo mi permetto, Presidente, di ricordare questo - anche rispetto agli stessi emendamenti che le opposizioni - e le ringrazio - hanno presentato nel Comitato dei nove già per certificare non tanto gli 8 miliardi che ieri la Commissione bilancio ha dichiarato, quanto per allineare quelle che dal testo, alla Commissione bilancio, erano delle coperture che sulla base di quei 270-275 milioni non collimavano, non battevano, nel testo, tant'è vero che le opposizioni hanno presentato due emendamenti proprio per certificare quella correzione in corsa in termini di coperture esattamente su quel testo. In più, aggiungiamo che c'è anche questa ipotesi e non parliamo neanche, come vedete, di una applicazione, ad esempio, in tutta la dorsale e in tutta la filiera di aziende partecipate o in pubblica amministrazione.
Si invita, quindi, a trovare spazi adeguati - e lo sottolineo, ringraziando chiaramente la potenziale relatrice, onorevole Schifone, per il suo lavoro, oltre, chiaramente, il lavoro della Commissione, dell'opposizione e della maggioranza - per un supplemento di riflessione e di rinviare il testo in Commissione per valutare un approfondimento del testo stesso e per tentare di rimodulare tutto l'esame.
PRESIDENTE. Colleghi, avete ascoltato le argomentazioni secondo le quali viene richiesto il rinvio in Commissione di questa proposta di legge che riguarda le disposizioni in materia di riduzione dell'orario di lavoro. A questo punto, darò la parola ad un deputato per gruppo, ai sensi dell'articolo 45 del nostro Regolamento, per ascoltare l'opinione e le considerazioni di tutti i gruppi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.
NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, signor Presidente. Ho ascoltato con attenzione gli argomenti del presidente della Commissione lavoro, l'onorevole Rizzetto. Prima di dire qualcosa su questo, però, vorrei provare a riportare al nocciolo della questione il dibattito di quest'Aula, perché questo è il punto: ci risiamo, scappate un'altra volta. Adesso è diventata un'abitudine, scappate tutte le volte che c'è una difficoltà (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Siete scappati prima sul salario minimo. A lungo, a lungo, a lungo: avevate minacciato il soppressivo, poi ci avete ripensato, poi l'avete rinviata, rinviata, rinviata… fino a quando non l'avete ammazzata, quella legge. Eravate in difficoltà, l'abbiamo capito, vi siamo pure venuti incontro. Eravate in difficoltà perché ci vuole una bella faccia tosta a segare una legge che aveva l'obiettivo di affrontare il dramma del lavoro povero in questo Paese, cioè di rispondere a quei milioni di italiani e di italiane che lavorano ma che, nonostante lavorino con un contratto regolare, sono in condizioni di povertà perché sono sfruttati, sfruttati, sfruttati.
Siete scappati, più recentemente, sullo scandalo sesquipedale della liberazione di un torturatore. Scappate ogni volta che occorre confrontarsi con la realtà e restituire qualche risposta, non all'opposizione parlamentare - che pure non sarebbe male, nel rispetto del Parlamento - ma al Paese, agli italiani e alle italiane. E oggi vi preparate a fare la stessa parte di fronte all'ennesima proposta di legge delle opposizioni. Questa è una proposta di legge che, insieme ai colleghi e alle colleghe del MoVimento 5 Stelle e del Partito Democratico, abbiamo presentato; è a mia prima firma, ma firmata da Angelo Bonelli, Elly Schlein, Giuseppe Conte, altri ed altre. Siamo di fronte ad una proposta di legge che prova ad intervenire su una questione che ha a che fare con la natura del nostro tempo e con la necessità di introdurre qualche innovazione nel modo con cui immaginiamo il rapporto tra il tempo di vita e il tempo di lavoro.
Questa legge, colleghe e colleghi, è una legge che arriva già tardi rispetto a quello di cui avremmo bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). In giro per il mondo, in giro per l'Europa, la sperimentazione della riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario, si chiami essa settimana corta - nella forma con cui si organizza - o abbia altre forme di articolazione, è ormai assai avanzata. Si moltiplicano le sperimentazioni, sapete perché si moltiplicano? Perché tutte le volte che si fa la prova succede una cosa strabiliante. Succede non solo che i lavoratori e le lavoratrici stiano meglio; e mi direte: beh, piacere, che ci vuole? Lavorano meno e guadagnano gli stessi soldi. Eppure non è cosa da poco, non è cosa da poco in un mondo nel quale pare oggi normale vivere per lavorare, e io, pensate un po', che strano, ero convinto che noi dovessimo lavorare per vivere e non vivere per lavorare (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), in un mondo depresso, in un mondo in cui le persone non sanno più dove sbattere la testa, anche quelle che un lavoro ce l'hanno e anche quando quel lavoro è un lavoro dignitosamente retribuito. Il tempo, oggi, è diventato sempre più una merce rara e preziosa.
Il bisogno di riappropriarsi del tempo, dei propri desideri, delle proprie relazioni, della cura delle proprie relazioni è oggi sempre più stringente. Nel mondo, e il COVID ha accelerato potentemente questa dinamica, esiste un fenomeno che è passato sotto il nome - per gli studiosi che lo studiano - di “Grandi dimissioni”: milioni di persone che a un certo punto mollano; mollano anche quando, appunto, hanno un lavoro dignitoso. E arrivo a chiudere rapidissimamente, Presidente, mi dia mezzo minuto in più visto che ce la stanno per rinviare per l'ennesima volta; proviamo almeno a mettere lì il cuore della questione.
Perché lo fanno? Perché non ce la fanno più, non ce la fanno più a fare una vita che è fatta di sveglia al mattino, di corsa, butta giù un caffè, sali su un mezzo pubblico, quando c'è, o infilati in un ingorgo, vai a lavorare, torna a casa la sera e hai solo il tempo per andare a dormire e ricominciare, ricominciare. Ma hanno scoperto - e questo è il nodo di fondo - che è formidabile anche nell'interesse delle imprese, perché dove si fa questa operazione non è che le imprese hanno un danno, aumenta la produttività, aumentano i profitti (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), migliora decisamente il quadro generale.
Ed è per questo che ha un successo inarrestabile e, dove si è fatto, si moltiplicano. Allora, colleghe e colleghi, rinviatela, se avrete i numeri per farlo, ma questo nodo non lo potete aggirare, non lo potrete aggirare, perché è un nodo che ha a che fare con la storia dell'umanità. La storia dell'umanità e dei suoi progressi è fatta di riduzione dell'orario di lavoro. Ogni volta che c'è stata un'innovazione, la possibilità di lavorare meno, meglio, con maggiore sicurezza, in condizioni di maggiore salubrità, quell'occasione è stata colta.
Da un po' di tempo in qua, invece, le innovazioni sono diventate veicolo e vettore di regressione, invece che foriere di miglioramento, e oggi questo è il rischio. Allora, invece di condannarci all'idea che l'intelligenza artificiale, la rivoluzione tecnologica e la robotizzazione siano l'annuncio di una sciagura, di nuovi posti di lavoro persi, di nuova povertà, dobbiamo e possiamo cogliere l'occasione perché queste innovazioni siano possibile annuncio di una stagione di riforma (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), dove questa parola torni ad essere finalmente l'annuncio di un miglioramento, anche qui, dopo anni in cui riforma è stato l'annuncio di un peggioramento, di una fregatura, possiamo restituire a questa parola il suo senso, pensateci, pensiamoci tutti (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Se c'era bisogno di conferma, il Paese vi ricorderà come i signori del rinvio. Davanti a tutte le curve più strette la tecnica è sempre la stessa: scappare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Lo voglio ricordare, sommessamente, al presidente della Commissione che ha riportato il lavoro del Comitato dei nove stamattina, lo dico a futura memoria perché le carte siano messe definitivamente a posto: la Commissione bilancio non si è mai pronunciata.
Evitate di giocare a rimpiattino tra di voi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Non avete scritto nemmeno un fogliettino, avete semplicemente deciso di fare una cosa: siccome non ce la fate a bocciare una proposta che è popolare, scegliete di mandarla alle calende greche. Lo avete fatto con il salario minimo, mettendolo su un binario morto. Presidente, la informo che sono 14 mesi che la vostra delega marcisce in Commissione al Senato. Eravate talmente preoccupati dell'emergenza salariale che avete deciso di non parlarne più. Oggi lo fate con la proposta dell'opposizione sulla riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario.
La nostra proposta è sempre stata aperta al confronto, tant'è che prima di scriverla abbiamo deciso di consultare i sindacati, le imprese e l'accademia. Non l'abbiamo tirata fuori dal cilindro, ci siamo misurati con altre esperienze europee dove la sperimentazione incentivata è la regola, in Germania come in Gran Bretagna, fino al Governo socialista spagnolo, che ha varato una legge che introduce la settimana corta di 37,5 ore settimanali e persino il diritto alla disconnessione. Se lavori 8 ore, hai poi il diritto di staccare. Tantomeno abbiamo trovato interesse, da parte vostra, su queste proposte, perché l'unico interesse che avete è dividere il mondo tra i buoni e i cattivi.
Ieri la Presidente del Consiglio, tronfia e arrogante come al solito, dimenticando - sono dati oggi su Il Sole 24 ore - che, tra il 2002 e il 2003, 100.000 ragazzi e ragazze hanno lasciato questo Paese, ha definito tossico il conflitto, e quindi tossiche quelle organizzazioni che lo praticano. Sarò ingenuo, ma penso che tossico sia, invece, un sistema economico che alimenta orari di lavoro massacranti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), precarietà diffusa, salari spesso da fame, paradisi fiscali e crisi ambientali.
Questa proposta vi porta, invece, nel nuovo secolo, non c'è mai stata una rivoluzione industriale che non sia stata accompagnata da una riduzione poderosa dell'orario di lavoro. Lo facciamo investendo nella contrattazione, sì, come ad esempio oggi hanno fatto i sindacati uniti degli elettrici, contrattando nel nuovo contratto la riduzione dell'orario di lavoro settimanale. Vi svelo un segreto: in Italia si lavora 400 ore in più rispetto alla Germania e 250 ore in più della Francia. Sono dati OCSE, non del Partito Democratico.
Voi, invece, rinviate e, addirittura, venite meno alla parola data. Ho qui il verbale stenografico delle parole del Sottosegretario Durigon, qui, in Aula, il 28 ottobre 2024, al termine della discussione generale su questa legge. Le leggo, sono poche: “do una disponibilità, diamo la disponibilità a capire se ci sono possibilità di vedere una soluzione adeguata (…). Su questo possiamo interagire e siamo d'accordo con il presidente Rizzetto di valutare, nel mese di gennaio, alcune soluzioni, alcune proposte e, quindi, le faremo nel dovuto modo possibile”.
Forse ho inteso male, Presidente, il Sottosegretario si riferiva al gennaio del 2050 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Vorrei rassicurarvi, sarete fuori da Palazzo Chigi molto, ma molto prima. Nel frattempo, votiamo contro il rinvio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Aiello. Ne ha facoltà.
DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Ci risiamo, siamo alle solite. Di fronte a una proposta di legge di buon senso presentata dalle opposizioni, la maggioranza ha deciso di scappare. È lo stesso copione, Presidente, che abbiamo già vissuto, in quest'Aula, in occasione della nostra proposta di legge per l'introduzione del salario minimo. Oggi dovevamo discutere la proposta di legge per la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario e, ancora una volta, ci troviamo di fronte a una maggioranza che ha deciso di scappare di fronte a questa proposta di legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
È veramente vergognoso! Tra l'altro, abbiamo appena ascoltato l'intervento del presidente della Commissione lavoro, l'onorevole Rizzetto, che ha riportato all'Aula quelli che sono stati gli esiti dei lavori del Comitato dei nove che si è svolto stamattina in Commissione lavoro. Stamattina è emerso questo nuovo nodo, il nodo delle coperture, e a noi sembra quasi che la maggioranza si sia costruito un alibi, il solito alibi delle coperture. Ci veniva detto spesso, anche quando abbiamo proposto la realizzazione, ad esempio, del reddito di cittadinanza: dove trovate i soldi? Quali sono le coperture?
Ve le diamo noi le soluzioni delle coperture: tassate gli extraprofitti delle banche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), tassate gli extraprofitti delle industrie delle armi, tassate gli extraprofitti delle compagnie assicuratrici. Non abbiate paura di inimicarvi qualche amico o qualche imprenditore che, altrimenti, poi non vi sosterrà le campagne elettorali. I soldi ci sono per dare risposte concrete ai lavoratori e migliorare la qualità della vita dei lavoratori italiani.
Noi, in questa proposta, volevamo introdurre finalmente nel nostro Paese - e dico in ritardo, perché siamo in ritardo rispetto ad altri Paesi in Europa e nel mondo - un nuovo modello di sperimentazione dell'orario di lavoro, che faccia i conti con la realtà. Presidente, colleghi, il mondo del lavoro non è un mondo statico, è un mondo dinamico che cambia di ora in ora, di giorno in giorno, e noi dobbiamo essere pronti ad affrontare il progresso, che è inarrestabile.
Ad esempio, in questi ultimi mesi, stiamo conducendo in Commissione lavoro un'importante indagine conoscitiva anche sull'impatto dell'intelligenza artificiale sul mondo del lavoro. Un impatto che sarà veramente devastante, che eliminerà, farà perdere milioni di posti di lavoro in tutto il mondo. Se noi non siamo pronti come Paese ad affrontare questi cambiamenti, come si fa a dare risposte concrete a tutti quegli italiani che oggi lavorano, ad esempio, in part time, ma non diciamo il fatto che, molto spesso, si tratta di part time involontario?
Ci sono lavoratori che vorrebbero lavorare di più e sono costretti a lavorare meno ma senza averlo chiesto, perché sono in part time involontario, e questo li condanna anche a salari poveri. È il fenomeno dei working poor: lavoratori che, nonostante gli sforzi quotidiani, nonostante si sforzino e si spacchino la schiena ogni giorno, non riescono ad arrivare alla fine del mese. Avete detto “no” anche alla legge sul salario minimo e, oggi, state dicendo “no” alla legge sulla riduzione dell'orario di lavoro.
Presidente, è un atto molto grave, e c'è un altro aspetto da sottolineare: la spaccatura della maggioranza. Infatti, come ha ricordato poc'anzi anche il collega Scotto del PD, il Sottosegretario Durigon si era impegnato a portare in Aula una proposta alternativa, una proposta della maggioranza, fin dal mese scorso, da gennaio, ma non abbiamo visto uno straccio di proposta da parte vostra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Voi, alle parole non fate conseguire i fatti: questo è molto grave; è molto grave!
Tra l'altro, la spaccatura l'avevamo evidenziata anche in passato quando, ad esempio, da parte di una forza politica di maggioranza, della Lega, non era arrivato alcun emendamento rispetto a questa proposta di legge, dando appunto un segnale di apertura e comunque di apprezzamento della proposta di legge. E, invece, da Fratelli d'Italia arriva un emendamento soppressivo. Ora avete rinunciato anche al soppressivo e vi state arrampicando sugli specchi cercando il nodo delle coperture.
Presidente, noi siamo contrari al rinvio in Commissione e vogliamo che questo testo venga discusso in Aula e venga approvato, per dare finalmente risposte concrete a milioni di cittadini italiani, perché questa proposta di legge vede il consenso di ben otto italiani su dieci (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Otto italiani su dieci sono favorevoli a questa proposta di legge!
Quindi, non rinviamo il testo in Commissione, approviamo questa proposta di legge, e diamo finalmente una risposta concreta a milioni di lavoratori italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Signor Presidente, io non le nascondo che sono un po' in imbarazzo e sono abbastanza allibito dalle considerazioni che ho sentito dai colleghi che mi hanno preceduto. Mi domando: onorevole Fratoianni, nel suo intervento così accalorato, ma lei dove pensa di vivere? Lei pensa che questi siano veramente i problemi degli italiani? Lei davvero pensa - chiedo scusa, parlo con l'onorevole Fratoianni attraverso il Presidente, ma mi rivolgo anche agli altri colleghi che sono intervenuti e alla maggioranza -, voi davvero pensate che un Governo che è stato votato dagli elettori su un programma così complesso, così particolare, così strettamente legato agli interessi dei cittadini, possa perdere del tempo appresso a degli argomenti così speciosi, così inutili, così irrilevanti?
Peraltro, diciamo, noi notoriamente abbiamo una posizione anche critica nel merito del provvedimento: ci piacerebbe e ci sarebbe piaciuto confrontarci, ma hanno ragione. Onorevole Fratoianni, onorevoli colleghi, ma chi scappa? Scappa il Governo dalle cose concrete del Paese o scappiamo noi perché non abbiamo il coraggio di affrontare le importanti priorità che ci vengono proposte?
E allora, fa bene. E io penso che è giusto che ci sia questo rinvio in Commissione perché, finalmente, potremo affrontare i provvedimenti che il Governo ci pone all'ordine del giorno e, quindi, i Nuovi giochi della gioventù che da tanto tempo stiamo aspettando (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva-il Centro-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra)! E - perché no? - le modifiche alla disciplina della Fondazione dell'Ordine costantiniano di San Giorgio, Presidente! Finalmente possiamo occuparci dei problemi di questo Paese e voi vi dovete vergognare di continuare a farci perdere tempo con queste “minchiate” (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva-il Centro-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra)!
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, direi che l'ultima parola la espungiamo dal verbale.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Richetti. Ne ha facoltà.
MATTEO RICHETTI (AZ-PER-RE). Presidente, do il mio contributo a questo divertito dibattito che non avverrà nel merito e questo continua ad essere un problema non da poco per un Parlamento che vorrebbe normare gli aspetti più rilevanti della vita del Paese, ossia la sanità, la scuola e il lavoro.
È un dibattito nel quale io avrei posto la mia contrarietà alle proposte che l'opposizione avanza, ma l'avrei posta in maniera interlocutoria.
Io sono molto preoccupato. Abbiamo cercato di trasferire questa preoccupazione al Ministro Urso circa i lavoratori della Beko e non ci siamo riusciti. Io penso che i lavoratori della Beko ci chiedano, prima che di lavorare meno, di lavorare. Cosa che non gli sarà consentita (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe) nei prossimi anni perché hanno annunciato 2.000 esuberi.
Io credo che se alle imprese di questo Paese - che sentono una discussione bizzarra e un po' preoccupata sui dazi, che vivono il tema del costo dell'energia senza nessuna prospettiva di soluzione da parte del Governo - mettiamo il carico che riduciamo la produttività delle nostre imprese, forse queste ultime si spaventano ancora di più e, forse, l'idea di portare all'estero le proprie produzioni diventa realtà.
Io sono convinto che, anche tra i colleghi dell'opposizione, questo approccio ragionato, non dialetticamente contrario, di passare a 32 ore alla settimana da contratto collettivo nazionale di lavoro, incuta qualche preoccupazione. Tra l'altro, in questa proposta lasceremmo indietro i giovani e meno giovani che lavorano nelle agenzie di digital marketing di Milano con contratti parasubordinati, che lavorano dalla mattina alle sette fino alla notte a mezzanotte ma, essendo fuori da un CCNL, non vedono e non conoscono con questo provvedimento una riduzione di orario di lavoro.
Ci sarebbero tante cose da dire ma, ancora una volta, non sarà possibile. Lo ha detto in maniera più efficace e colorita il collega Giachetti, ma ancora una volta preferite investire quest'Aula di un dibattito - fatemelo dire - totalmente irrilevante rispetto alle questioni centrali e non di un tema che avrebbe visto, ancora una volta, mettere in discussione, e non in maniera preconcetta, una questione come l'orario di lavoro. Questo è il motivo per cui, Presidente, voteremo contro la richiesta di rinvio, perché vogliamo che di queste cose si discuta e si discuta subito in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.
YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Solo per riportare un po' d'ordine rispetto a quello che i colleghi hanno detto. Ora, intervengo al netto della consapevolezza da parte di tutti, immagino, che questa sperimentazione chiesta nella proposta di legge è una sperimentazione che, di fatto, è già in atto. Nella contrattazione collettiva nazionale esiste già la possibilità di concordare la cosiddetta settimana corta. Abbiamo tantissimi esempi: non cito quelli privati ma mi limito, per esempio, a quello che ha messo in atto SACE; all'accordo dell'8 novembre che è stato sottoscritto fra l'Aran e alcuni sindacati. Per cui, è una sperimentazione, di fatto, già esistente in Italia.
Questa proposta di legge chiede un'altra cosa e quindi credo che sia importante riportare l'oggetto sui temi di questa proposta di legge e sul motivo per il quale la maggioranza ha ritenuto fosse importante ritornare nella Commissione di merito, in Commissione lavoro. Proprio perché lo chiedono otto italiani su dieci, dobbiamo sicuramente affrontare il problema in maniera compiuta, ma lo dobbiamo fare tenendo sempre a mente quello che accade rispetto agli effetti sui conti pubblici.
Qualche collega ha fatto l'esempio delle ZES. Ora, le ZES sono un beneficio fiscale mentre questa proposta di legge prevede delle perdite fiscali, delle perdite contributive. Questo è il motivo per il quale, proprio per evitare una ricaduta sulla finanza pubblica, è stata individuata la platea di riferimento. E la copertura, rispetto alla platea di riferimento, è una copertura di 8 miliardi soltanto per il privato; immaginiamo a quanto possa arrivare coprendo anche la parte della pubblica amministrazione.
È normale che, chiedendo attraverso la proposta di legge l'istituzione di un diritto, quel diritto debba essere applicato nei confronti di tutti gli italiani.
E, allora, questo è il motivo per il quale si ritiene che attraverso il dibattito di merito, al quale questa maggioranza non si è mai sottratta perché - lo dico, per suo tramite, ai colleghi che hanno utilizzato il termine “scappare” - questa maggioranza, in realtà, i problemi li affronta e non scappa (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)… Proprio questo è il motivo per il quale viene richiesto il ritorno in Commissione di merito, affinché non ci sia unicamente la propaganda d'Aula ma ci sia, invece, un dibattito serio nel merito di questa questione. Questo è il motivo per il quale voteremo a favore del ritorno in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio in Commissione della proposta di legge n. 2067?: “Disposizioni per favorire la stipulazione di contratti volti alla riduzione dell'orario di lavoro” e delle abbinate proposte di legge nn. 142?-1000?-1505?.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva [per 29 voti di differenza].
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Braga sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA (PD-IDP). Intervengo sull'ordine dei lavori, chiedendo un attimo l'attenzione dell'Aula, oltre che la sua. Alla luce di questo voto e del dibattito che, seppure scarno, c'è stato in Aula su questo punto, chiediamo al Presidente della Camera di convocare al più presto una Conferenza dei capigruppo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati Alleanza Verdi e Sinistra), perché abbiamo presentato - lo hanno detto i colleghi che sono intervenuti - questa proposta di legge un anno fa, insieme agli altri gruppi di opposizione, l'abbiamo calendarizzata in Aula, utilizzando la quota riservata alle opposizioni, e l'abbiamo portata in Aula a ottobre per la discussione. Arriviamo ora, a distanza di più di 3 mesi, senza uno straccio di proposta da parte della maggioranza e le parole della collega Lucaselli lo hanno confermato. L'avete rimandata in Commissione, mentre vi eravate impegnati - lo aveva fatto il rappresentante del Governo, il Sottosegretario Durigon - a presentare una proposta entro gennaio. Siamo a metà febbraio e non sappiamo quale sia l'idea di questo Governo per affrontare questo tema, che riguarda milioni di lavoratori. È sempre la solita strategia. Lo avete fatto sul salario minimo, lo abbiamo detto, quella proposta di legge svuotata e messa su un binario morto al Senato. La verità è che non avete un'idea su come affrontare l'emergenza dei salari nel nostro Paese. Intanto, oggi, i dati ci dicono che, per 23 mesi consecutivi, la produzione industriale è ferma e che 100.000 giovani lasciano il nostro Paese ogni anno, perché qui non trovano il lavoro. Però, la cosa più grave ancora è che non avete nemmeno il coraggio di votare contro queste proposte, di venire a metterci la faccia, di dire che questa non è la vostra soluzione, la risposta che avete in mente. L'unica vostra capacità è quella di scappare, ancora una volta. Però guardi, Presidente, e chiudo, c'è un limite a tutto e io mi appello a lei e, attraverso di lei, al Presidente della Camera: non è accettabile che tutte le proposte delle opposizioni facciano questa fine (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra), vengano mortificate, boicottate, spedite in soffitta dalla maggioranza e venga stravolto costantemente il calendario che noi decidiamo in sede di Capigruppo! Noi chiediamo di discuterne lì, non solo per sapere quale risposta volete dare, avendo rimandato anche questa legge in Commissione, perché non potete umiliare costantemente le opposizioni e non potete scappare dalle vostre responsabilità di fronte al Parlamento e a milioni di lavoratori e lavoratrici che ogni giorno pagano la vostra arroganza e la vostra insipienza (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Noi ci associamo alla richiesta fatta dalla presidente Braga. È vero, non scappano, stanno già andando al ristorante, sennò non possono mangiare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati Alleanza Verdi e Sinistra). Vediamo un'Aula vuota e, nel frattempo, dicono che non scappano (Commenti di deputati Fratelli d'Italia). Non abbiamo fatto neanche in tempo a richiedere l'informativa che già sono a tavola: questa è la maggioranza e onestamente…
GALEAZZO BIGNAMI (FDI). No, sono qua per ascoltare.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Sì, c'è solo lei, Presidente, si guardi intorno, per il suo tramite.
PRESIDENTE. Beh, insomma, presidente Bignami…
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Quindi, è inutile che dica quanti siete. Guardatevi quanti siete.
PRESIDENTE. Prego, prego. Andiamo, andiamo.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). D'altronde, io capisco che l'esempio è quello della Presidente Meloni che scappa continuamente dall'Aula (Applausi dei deputati di gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra) nonostante i problemi e preferisca stare sui social (Applausi dei deputati di gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra). Questo è il modus operandi di questa maggioranza! Francamente, per il suo tramite, con riferimento all'intervento della collega Lucaselli: non è che bisogna entrare nel merito e dire che si è favorevoli o contrari, mentre si scappa da una discussione. Si fa questa discussione, si dice se si è favorevoli o contrari nel merito e si vota conseguentemente.
Dire propaganda d'Aula - guardi che è gravissimo - e stigmatizzare come propaganda d'Aula il dibattito parlamentare è l'ennesimo svilimento di questa istituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
Qua noi ci stiamo confrontando, non stiamo facendo propaganda d'Aula (Applausi dei deputati di gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra)! Chi fa propaganda sui social (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra)…
PRESIDENTE. Presidente…
RICCARDO RICCIARDI (M5S). …è la Presidente del Consiglio che, su un caso internazionale…
PRESIDENTE. Presidente Ricciardi, mi scusi. Presidente Ricciardi, mi perdoni.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). … risponde dalla tenda di Bin Salman e sui social…
PRESIDENTE. Dobbiamo spegnere il microfono.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Questa è la propaganda! Non è volere un dibattito parlamentare…
PRESIDENTE. Onorevole Ricciardi, mi scusi. No, no, mi dia ascolto.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). …su un tema del genere.
PRESIDENTE. Ecco, esatto. Se lei fa un intervento sull'ordine dei lavori, non è che può rifare un intervento su una questione che abbiamo già svolto prima (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, se è sull'ordine dei lavori, lei mi chiede se ha una richiesta, non può commentare. Lei mi dice: ho una richiesta, come ha fatto la presidente Braga, che chiedeva la Conferenza dei capigruppo, ma non può fare un intervento (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)… Se lei chiede qualcosa, è sull'ordine dei lavori. Va bene?
Mi faccia salutare i ragazzi dell'Istituto Salesiano “Sacro Cuore di Maria”, di Caserta. State tranquilli che qui, di solito, va sempre così, ma ci vogliamo bene. Benvenuti studentesse, studenti e professori. Sono anche giovanissimi (Applausi).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Faraone. Ne ha facoltà.
DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Intervengo, Presidente, soltanto per rafforzare la proposta, fatta dai colleghi precedentemente, di convocazione della Conferenza dei capigruppo, anche se, Presidente, non ho tantissima fiducia nemmeno sulla programmazione dei lavori che si fa in Conferenza dei capigruppo, perché, costantemente, introduciamo le proposte delle opposizioni - quindi, regolarmente, viene approvato il calendario d'Aula con dentro le proposte dell'opposizione - salvo poi, regolarmente, vedere la maggioranza studiare tutti i marchingegni per evitare che le proposte possano arrivare in Aula e possano essere approvate o, almeno, discusse. Nessuno obbliga nessuno all'approvazione, ma alla discussione sì.
Perciò, noi facciamo le Conferenze dei capigruppo e, tutte le volte, sono grossissime prese in giro, perché o mancano i pareri del Governo sulle proposte delle opposizioni - mentre su quelle della maggioranza, anche sulle più stupide, trovano pareri a gogo - oppure si decide di rimandare in Commissione, perché non si vuole trattare un argomento politicamente non condiviso.
Io credo che tutto questo sia inaccettabile e che il Presidente della Camera debba non soltanto porvi rimedio con la convocazione della Conferenza dei capigruppo, ma, in Capigruppo, anche proporre una strada per evitare che si abbia un'attività svilita da una maggioranza che pretende di trattare soltanto gli argomenti che le fanno comodo. Perché, anche sulle informative, ricordo di avere sospesa almeno una decina di informative che il Governo ci dice che saranno trattate in Aula e, poi, vengono messe lì a decantare, fino a quando l'argomento non diventa secondario e poi non vengono più trattate.
Perciò, Presidente, il tema non è solo la Capigruppo, che le chiedo con forza, ma soprattutto che si ponga rimedio a questo atteggiamento arrogante da parte della maggioranza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà. Dopodiché do una risposta a tutti.
LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Mi unisco alle richieste dei colleghi e, in particolare, all'intervento della collega Braga circa la necessità di convocazione della Conferenza dei capigruppo. Perché, vede, Presidente, non è possibile che vediamo svilito sempre il nostro ruolo di opposizione, vediamo svilita la richiesta di discutere argomenti, temi, progetti, disegni di legge che riguardano i bisogni essenziali della nostra società.
In particolare, per quanto riguarda il tema del lavoro, la maggioranza e il Governo non intendono avere un confronto franco su argomenti che sono decisivi per l'economia stessa del nostro Paese, per la sopravvivenza di parte della nostra società e per l'interesse collettivo pubblico, che - evidentemente - a voi non interessa per nulla. Ecco, ancora una volta, perdiamo l'occasione, perdiamo la possibilità di un confronto nelle sedi preposte e, soprattutto, vediamo assolutamente disatteso quanto deciso insieme.
Quindi, Presidente, faccia un piacere, che sia proficuo il nostro confronto, che crediamo civile, in Conferenza dei presidenti di gruppo e che si dia il senso profondo alla nostra istituzione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Dunque, onorevole Braga, onorevole Ricciardi, onorevole Faraone e onorevole Zanella, mentre voi intervenivate, già la vostra richiesta è stata portata all'attenzione del Presidente della Camera. Anche volendo dare immediata esecuzione alla vostra richiesta non è possibile perché alle 14, come sapete, è convocato l'Ufficio di Presidenza, però, io ho certezza che già nella giornata di oggi verrà data risposta alla vostra richiesta di convocazione. Vi ringrazio.
Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
La seduta, sospesa alle 13,25, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, il Ministro dell'Interno, il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
(Iniziative, anche in sede europea ed internazionale, a tutela della libertà di comunicazione e informazione, in relazione alla recente vicenda dell'utilizzo di programmi informatici "spia" a danno di giornalisti e attivisti della società civile - n. 3-01724)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Graziano ed altri n. 3-01724 (Vedi l'allegato A).
Il deputato Fornaro ha facoltà di illustrare l'interrogazione, di cui è cofirmatario.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, è notizia di questi giorni che il dottor Francesco Cancellato, direttore della testata Fanpage, abbia ricevuto dal servizio di sicurezza WhatsApp la notizia che il suo cellulare era stato attaccato da un software spia, in grado, sostanzialmente, di entrare nel telefono e di sottrarre tutti i dati. Successivamente, il Governo ha smentito con una sua nota che siano stati sottoposti a controllo da parte dell'intelligence, e quindi del Governo, giornalisti o soggetti simili, mentre risulta che siano stati attaccati, con la stessa procedura che ha subito Francesco Cancellato, altri 7 cittadini italiani, tra cui alcuni dirigenti di ONG.
Siamo a chiedere, quindi, per competenza al Ministro interrogato, al fine di chiarire come sia stata possibile l'introduzione di tale spyware e, soprattutto, se sia vero che sia stato contrattualizzato tale sistema, che, secondo la ditta Paragon, viene venduto da Governo a Governo, e quindi, da questo punto di vista, perché venga utilizzato, come sia stato utilizzato e anche se non ritenga di agire nell'ambito delle opportune sedi comunitarie per assicurare il rispetto di libertà civili funzionalmente garantite, quali la libertà di comunicazione e di informazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere.
LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, come tutte le intelligence del mondo, anche i servizi italiani, al fine di contrastare le organizzazioni terroristiche e criminali in nome della sicurezza nazionale, da molti anni fanno ricorso a strumenti come quelli prodotti e forniti dall'azienda Paragon Solutions. Il Governo ribadisce quanto già affermato con una propria nota nella immediatezza della diffusione della notizia, cioè che le agenzie di intelligence rispettano, nel modo più rigoroso, la Costituzione e le leggi, e in particolare la legge 3 agosto 2007, n. 124.
Questo rigoroso rispetto vale, anzitutto, verso i soggetti specificamente tutelati da tale legge, in primis i giornalisti. Tutto ciò avviene sotto il controllo, ciascuno per la sua parte, dell'autorità delegata, del Copasir e della magistratura. Va dato atto che la società Paragon Solutions ha garantito la fornitura del servizio in ottemperanza alle clausole contrattuali, con massima professionalità e serietà. Nessuno ha rescisso, in questi giorni, alcun contratto nei confronti dell'intelligence, tutti i sistemi sono stati e sono pienamente operativi contro chi attenta agli interessi e alla sicurezza della Nazione.
La puntuale e costante applicazione della legge n. 124 non esclude la disponibilità ad aggiornare la legislazione medesima, se necessario. Compete, in ogni caso, all'autorità giudiziaria accertare l'origine delle vulnerabilità denunciate. I servizi italiani sono pronti a dare tutto il loro supporto. Puntuale risposta agli interrogativi sollevati da queste vicende è stata fornita al Copasir nella giornata di ieri, 11 febbraio, dal direttore dell'AISE, audito dal Comitato, e altre ne verranno nelle prossime settimane, qualora sia richiesta l'audizione di altri appartenenti all'intelligence italiana.
PRESIDENTE. Il deputato Graziano ha facoltà di replicare.
STEFANO GRAZIANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi sembra evidente l'imbarazzo del Ministro Ciriani. Siamo totalmente insoddisfatti della risposta perché noi abbiamo fatto una domanda molto semplice, che è la seguente: perché è stato spiato con un software, che si chiama spyware, il direttore di Fanpage? E, soprattutto, da chi? E, insieme a lui, altri 7, almeno da quello che risulta, sono stati spiati. Penso che questo sia un fatto molto grave, eccessivamente grave. Vicino a lei, Ministro Ciriani, c'è il Ministro dell'Interno: come può accadere una cosa del genere?
Quale può essere la sicurezza di un cittadino che è oggetto di questo senza un motivo? Siccome questo software viene, sostanzialmente, utilizzato da Governo a Governo, quindi viene venduto da Governo a Governo, bisogna capire quale è la lista, chi ha deciso che quella lista venisse spiata e perché accade una cosa del genere. Penso che questa sia una cosa grave, che riguarda in generale il cittadino.
Se non c'è una risposta di chiarezza in qualche modo, si innescano dubbi, perché nessuno vuole mettere in discussione gli apparati di intelligence, però tutti vogliono avere, allo stesso tempo, un grado di sicurezza in ordine al fatto di spiare le persone senza un motivo o senza avere un motivo chiaro. Questo è il punto vero sul quale c'è una preoccupazione diffusa nel Paese, perché si immagini che cosa può accadere se ognuno immagina di voler spiare a seconda delle posizioni politiche (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
(Chiarimenti e iniziative di competenza in ordine alla recente vicenda dell'utilizzo di programmi informatici "spia", in particolare al fine di tutelare giornalisti, attivisti e membri della società civile - n. 3-01725)
PRESIDENTE. Il deputato Francesco Silvestri ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01725 (Vedi l'allegato A).
FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Prima di tutto, mi lasci esprimere la mia solidarietà e quella di tutto il mio gruppo ai giornalisti e agli attivisti spiati illecitamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Parto dalla solidarietà perché dal Governo, in questi giorni, non ho sentito una parola a sostegno e a difesa di queste persone. Sono sicuro che, se fosse successo ai vari Porro, Vespa, Sallusti, oggi noi avremmo avuto in quei banchi tutta una pletora di Ministri, a cominciare da Meloni, Salvini e Tajani, a fare una veglia politica.
Ma questo non è successo a loro, caso strano è successo a Francesco Cancellato, direttore di Fanpage, che, con un'inchiesta giornalistica, ha mostrato il vero volto delle sezioni giovanili di Fratelli d'Italia, e poi è successo a Luca Casarini e ad altre persone a voi avverse, come il presidente di un'associazione di rifugiati libici, persona torturata da Almasri, quella persona che voi avete rimandato in Libia con un aereo di Stato, che vi aveva attaccato pubblicamente e duramente. Tutte persone che hanno, in qualche modo, intaccato la vostra immagine, un target chiaro.
Chiudo, dicendo molto direttamente: quale parte del Governo e chi di voi ha permesso questo spionaggio di Stato? E perché? E su chi state usando il software che ci avete detto essere ancora in uso? Queste, probabilmente, sono risposte che interessano anche il Paese, oltre che noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere.
LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, vertendo l'interrogazione dell'onorevole Silvestri, di fatto, sulla stessa materia affrontata dall'atto ispettivo dell'onorevole Graziano, a cui ho testé risposto, mi richiamo integralmente alle considerazioni che ho appena svolto. Voglio soltanto aggiungere che il Governo intende adire le vie legali nei confronti di chiunque in questi giorni lo ha direttamente accusato di avere spiato i giornalisti. Come tutti possono constatare, il Governo non ha spiato i giornalisti, ma, semmai, li ha portati in salvo.
PRESIDENTE. Il deputato Francesco Silvestri ha facoltà di replicare.
FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei rispondere al Governo che non esistono intimidazioni che possano, in qualche modo, spaventare il gruppo del MoVimento 5 Stelle né la mia persona (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che è libera di venire qui e chiedere quello che vuole, soprattutto se le persone spiate rappresentano tutte un target politico. Comunque, dal vostro silenzio, visto che non c'è stata una risposta, emerge anche un quadro inquietante, soprattutto se guardo alle parole del Vicepresidente del Consiglio Salvini, che ha parlato, su questo caso, di spionaggio come scontro fra i servizi segreti italiani, facendo implicitamente capire di non riuscire a gestire in nessun modo questo organo dello Stato.
E, mentre voi non controllate i servizi per vostra stessa ammissione o quella del vostro Vicepresidente, con l'altra mano, in Parlamento, nel disegno di legge Sicurezza, state legittimando e rafforzando l'azione proprio di quei servizi deviati, così come hanno rilevato anche le famiglie vittime delle stragi. E le voglio elencare quei poteri che state aggiungendo proprio in questi giorni, in Parlamento, proprio per chi ci sta guardando, così si capirà quello che da adesso in poi i servizi potranno fare: istigazione a commettere delitti di terrorismo o crimini contro l'umanità o apologia degli stessi delitti; direzione e organizzazione di associazioni con finalità di terrorismo, anche internazionale, o di eversione dell'ordine democratico; detenzione di materiale con finalità di terrorismo. Questa è follia, è una follia contro la quale il MoVimento 5 Stelle, in quest'Aula, si è schierato proprio in difesa di quello che era lo Stato prima della vostra azione politica.
Allora, il quadro politico dell'azione di Governo che emerge è chiaro: da una parte, state indebolendo la magistratura tramite la separazione delle carriere, tramite il depotenziamento dell'uso delle intercettazioni, dall'altra parte, state rafforzando proprio quell'azione dei servizi di spionaggio dei nostri ragazzi, delle università e delle pubbliche amministrazioni. Io vi dico questo: su quello che state facendo in Parlamento attenzione, fermatevi, perché dal post-fascismo al neo-piduismo il passo può essere veramente breve (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Posizione del Governo in merito a recenti dichiarazioni del Presidente degli Stati Uniti d'America sulle prospettive per la Striscia di Gaza e per la popolazione palestinese - n. 3-01726)
PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01726 (Vedi l'allegato A).
ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, il Presidente degli Stati Uniti d'America Donald Trump ha proposto di acquistare o, meglio, annettere - perché ha specificato, alcune ore fa, che non intende comprare nulla, quindi annette - Gaza per, poi, deportare 2 milioni di palestinesi fuori dal territorio di Gaza e realizzare una grande operazione immobiliare, resort ed altro.
È una affermazione estremamente grave, carica di disumanità, oltre che in palese violazione del diritto internazionale. Una dichiarazione che, tra le altre questioni, ha già determinato alcune conseguenze: quelle di creare una sospensione nella tregua difficoltosa che è stata raggiunta nel rilascio degli ostaggi. Una decisione veramente molto grave.
Vogliamo sapere dal Governo italiano cosa pensa di questa proposta, cosa intende fare, se intende sostenerla. In sintesi, vogliamo sapere quello che pensa il Governo italiano rispetto a questa proposta, che è totalmente disumana e anche immorale (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere.
LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, la posizione del Governo è molto chiara e voglio ribadirla: l'unico orizzonte possibile resta quello dei “due popoli, due Stati” che convivano in pace e in sicurezza. Altre soluzioni non ce ne sono. Per questo continuiamo a mantenere stretti contatti con la nuova amministrazione americana, con i partner europei e con tutti i principali partner regionali, a partire da Egitto e Giordania. Certamente, Hamas non può tornare a controllare la Striscia. La popolazione di Gaza ha già pagato un prezzo troppo alto per la follia terroristica. Come è stato ribadito nei giorni scorsi al Ministro israeliano Sa'ar la priorità è sostenere in ogni modo il consolidamento del cessate il fuoco a cui si accompagna il forte impegno per la ricostruzione materiale e sociale della Striscia.
Con Food for Gaza abbiamo già fatto arrivare a Gaza oltre 100 tonnellate di beni umanitari. Il Ministro Tajani nei giorni scorsi è stato a ad Ashdod, insieme al Ministro Bernini, per ricevere 15 camion donati dal Programma alimentare mondiale e ulteriori 15 tonnellate di aiuti italiani. Vogliamo rafforzare ed estendere Food for Gaza e penso, ad esempio, al settore della sanità, dove l'Italia può mettere a disposizione eccellenze assolute. Presto accoglieremo in Italia un primo gruppo di bambini palestinesi, purtroppo gravemente malati, che saranno curati presso le nostre strutture. Il nostro ringraziamento va ai tanti centri di eccellenza che hanno offerto la propria disponibilità.
Il Governo continuerà a lavorare per dare risposte concrete e immediate alla popolazione di Gaza. Per questo, siamo in prima linea nel sostegno all'Autorità nazionale palestinese, il nostro unico interlocutore. In occasione dell'incontro di poche settimane fa con il Primo Ministro palestinese Mustafa, è stato annunciato un nuovo intervento da 10 milioni di euro a sostegno della popolazione di Gaza. Soltanto un Governo palestinese forte potrà tornare ad esercitare la propria sovranità su Gaza, anche con il supporto di una missione internazionale a guida araba sotto l'egida delle Nazioni Unite, a cui siamo pronti a partecipare. Il ridispiegamento della missione europea EUBAM, a Rafah, è un primo passaggio importante, consentendo all'Autorità nazionale palestinese di tornare a esercitare la sovranità su una porzione del territorio della Striscia, ossia quello del valico di Rafah, che è uno snodo fondamentale per l'accesso degli aiuti umanitari. Infine, i nostri Carabinieri impiegati nella missione EUBAM sono già operativi a Rafah. Anche il loro impegno, nel quadro dell'azione del Governo, è cruciale per tenere viva la prospettiva “due popoli, due Stati”, l'unica in grado di garantire due diritti, quello di Israele a vivere in pace e in sicurezza e quello del popolo palestinese ad avere una Patria.
PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di replicare.
ANGELO BONELLI (AVS). Signor Ministro, noi riteniamo, come gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, la sua risposta profondamente ipocrita e anche pavida (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), perché la riteniamo irricevibile. Innanzitutto, lei non ha risposto se questo Governo è d'accordo e sostiene una proposta, francamente inaccettabile, che è quella di trasformare Gaza in un resort e quant'altro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Abbiate il coraggio di dirlo. Perché non avete il coraggio? Parlate sempre di tutto, ma su questo non avete il coraggio di esprimere una parola e - mi consenta - viene qui a parlare di due popoli, due Stati; guardi che il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Tajani, alcuni giorni fa, ha detto che lo Stato di Palestina non si può riconoscere perché non esiste e perché rappresenterebbe una minaccia per lo Stato di Israele (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Non potete venire qui a dire cose che sono inaccettabili. State parlando agli italiani.
Ancora, avete sospeso i fondi all'UNRWA, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'assistenza ai profughi palestinesi; li avete sospesi e vi state rendendo responsabili di una delegittimazione inaccettabile, che riguarda gli organismi sovranazionali e internazionali, dall'ONU alla Corte penale internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Ma come volete trasformare questo mondo? Nella legge del più forte? Il più forte decide e comanda in questo pianeta? È inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
Fate in modo di cambiare linea, perché questo atteggiamento è un atteggiamento che porta l'Italia a trasformarsi in vassalla, non degli Stati Uniti d'America, ma vassalla di Donald Trump (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), che si comporta sempre più da bullo e non da chi dovrebbe portare pace nel mondo. Vi è chiaro?
Ecco, la prossima volta, signor Ministro, visto che viene sempre lei e ci mette la faccia e altri Ministri non vengono, abbiate la cortesia e la decenza di rispondere con coraggio, visto che la formazione politica da cui venite la rivendicate con forza. Guardateci negli occhi e rispondeteci con coraggio, perché questa ipocrisia non l'accettiamo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), specialmente rispetto a un popolo che ha patito e ha perso 50.000 persone. Gaza è distrutta, rasa al suolo, e lei viene qui, oggi, a farci la lezione con grande ipocrisia. È inaccettabile, mi scusi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
(Iniziative volte a promuovere la stabilità e il processo di integrazione europea dei Balcani occidentali - n. 3-01727)
PRESIDENTE. La deputata Marrocco ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01727 (Vedi l'allegato A).
PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Ministro, da sempre la stabilità e il processo di integrazione europea dei Balcani occidentali costituiscono una priorità strategica della politica estera dell'Italia.
Fin dal suo insediamento, il Ministro Tajani e questo Governo hanno avviato un'intensa azione politico-diplomatica che pone al centro la stabilizzazione dei Balcani occidentali, la loro prospettiva europea e una maggiore presenza dell'Italia e delle imprese italiane nella regione. L'Italia ha messo in campo diverse iniziative volte a sviluppare e ad approfondire i legami politici, economici e sociali.
In tale contesto, si inquadrano anche le due partecipazioni, una al Forum imprenditoriale Italia-Serbia di Belgrado, e l'altra la riunione a Villa Madama con i Paesi dei Balcani occidentali. Volevamo conoscere quali sono gli esiti di questi incontri e quali ulteriori iniziative il Ministro Tajani e questo Governo intendono intraprendere per continuare a dare impulso all'azione dell'Italia nei Balcani occidentali e al processo di riunificazione dell'Europa.
PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere.
LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Colleghi deputati, negli ultimi tre anni l'Italia è tornata ad essere protagonista nei Balcani occidentali attraverso una presenza costante, politica ed economica. Lunedì il Ministro Tajani ha riunito a Roma i Ministri degli Esteri dei Balcani occidentali per la terza volta dall'inizio del suo mandato, insieme ai Ministri degli altri Stati membri che più sostengono l'allargamento. Un formato ormai consolidato, fortemente voluto dal Governo italiano.
È stato un momento molto importante, in questo inizio di legislatura europea, per valorizzare i traguardi raggiunti, riconoscere gli aspetti sui quali fare di più e ripartire verso il comune obiettivo: la riunificazione dell'Europa, perché l'Unione europea non può considerarsi completa senza i Balcani. La partecipazione del nuovo Alto rappresentante, Kallas, e della nuova Commissaria per l'allargamento Marta Kos, è la prova del ruolo di primo piano riconosciuto al nostro Paese nella promozione di questo cruciale investimento geostrategico e valoriale. È un punto fermo della nostra azione di politica estera non lasciare la regione ad altre influenze rivali ed ostili.
Alla riunione ministeriale di lunedì è stato deciso di rafforzare la cooperazione e i partenariati strategici per la gestione dei flussi migratori, la lotta ai trafficanti, il contrasto alla criminalità organizzata, la comune azione contro le minacce ibride e informatiche e la manipolazione delle informazioni. I nostri partner sono impegnati a rafforzare la loro collaborazione con l'Unione europea in materia di sicurezza e il loro allineamento alle decisioni assunte nell'ambito della politica di sicurezza e di difesa comune.
C'è un legame indissolubile tra la sicurezza nei Balcani e la sicurezza europea, su cui l'Italia è in prima linea. Abbiamo, infatti, in Kosovo la guida di KFOR e della missione europea EULEX. I nostri uomini e le nostre donne sono benvoluti e hanno saputo guadagnarsi la stima e la fiducia di tutti.
Accelerare il processo di allargamento significa anche sostenere l'integrazione e la prosperità della regione, con il contributo delle rispettive realtà imprenditoriali, motore di benessere, crescita e occupazione. Lo scorso 31 gennaio si è tenuto a Belgrado il 3° Forum imprenditoriale Italia-Serbia in tre anni, con una importantissima presenza delle aziende di entrambi i Paesi ed è stata annunciata la partecipazione dell'Italia all'Expo 2027 di Belgrado.
Lavoriamo, altresì, al rafforzamento della connettività energetica con il Montenegro, anche per favorire una maggiore integrazione tra i Paesi della regione in questo settore cruciale della crescita. Continueremo a spenderci per il completamento del Corridoio n. 8, una priorità strategica per unire l'Adriatico al Mar Nero e sostenere i progetti di connessione digitale tra il nostro Paese e la regione, che, in prospettiva, uniranno quest'ultima anche al Medio Oriente.
I Balcani devono diventare un luogo di stabilità, di scambi commerciali e di interessi condivisi. L'Italia è un'assoluta protagonista, con l'obiettivo di favorire la nascita di un grande spazio di pace e di crescita per i nostri cittadini e per le nostre imprese.
PRESIDENTE. La deputata Marrocco ha facoltà di replicare.
PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, ci riteniamo molto soddisfatti della sua risposta, ma soprattutto noi ci riteniamo soddisfatti che il Ministro Tajani e il Governo stiano seguendo con particolare attenzione e in prima linea i Balcani occidentali, perché, come la storia ci insegna, la stabilità dei Balcani occidentali è fondamentale per la sicurezza dell'intero continente. È quindi importante discutere di quali ulteriori sforzi bisogna mettere in campo per promuovere la riconciliazione e la pace regionale. È fondamentale sfruttare appieno le opportunità offerte dalle diverse iniziative volte a promuovere il mercato regionale comune, la crescita economica e la prosperità della regione, con il contributo delle comunità imprenditoriali e il coinvolgimento delle opinioni pubbliche locali, rafforzare la cooperazione e i partenariati strategici per la gestione dei flussi migratori, come lei ha ben detto, per combattere il traffico dei migranti e ogni forma di criminalità organizzata.
L'Italia può e dev'essere in prima linea. Vanno nella giusta direzione, quindi, le iniziative italiane, a cominciare dal documento di posizione che il Ministro Tajani ha presentato alla riunione dell'altro giorno, contenente alcune proposte concrete per accelerare l'adesione all'Unione europea dei Balcani occidentali. Occorre, quindi, lavorare con determinazione affinché si realizzino le condizioni per consentire ai Balcani di entrare nell'Unione europea prima del 2030 (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
(Iniziative di competenza volte a promuovere, con riferimento alle prossime consultazioni referendarie, la più ampia partecipazione e informazione dei cittadini, anche attraverso l'introduzione della possibilità di votare presso il domicilio per i cosiddetti fuori sede - n. 3-01728)
PRESIDENTE. Il deputato Magi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01728 (Vedi l'allegato A).
RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). La ringrazio, Presidente. La prossima sarà una primavera referendaria perché la Corte costituzionale ha appena ammesso al voto cinque referendum, tra cui uno per la riforma della legge sulla cittadinanza, di cui il sottoscritto è tra i promotori. Noi chiediamo al Governo di compiere degli atti chiari per favorire la più ampia partecipazione, perché avere un'ampia partecipazione all'appuntamento referendario è un bene per la democrazia. La data del voto dovrà essere individuata, come dice la legge, in una domenica tra il 15 di aprile e il 15 di giugno.
Noi chiediamo al Governo, nell'individuazione della data, di consultare anche i comitati promotori per fare in modo che tale scelta non vada a sfavorire la partecipazione popolare. Chiediamo anche che sia consentito il voto a quei circa 5 milioni di italiani, studenti fuori sede e lavoratori fuori sede, rispetto ai quali il Governo aveva accettato questo principio; tuttavia, la legge delega è stata approvata solo in un ramo del Parlamento, ed è ora “parcheggiata” al Senato. Quindi, chiediamo rassicurazioni su questo.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.
MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. Sull'individuazione della data di svolgimento dei cinque referendum abrogativi dichiarati ammissibili dalla Corte costituzionale è da ricordare, come è stato fatto, che la legge n. 352 del 1970 prevede la seguente specifica procedura, che non ammette deroghe estemporanee: dopo aver ricevuto la comunicazione dalla sentenza della Corte costituzionale, il Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei ministri, indice con proprio decreto il referendum, fissando la data di convocazione degli elettori in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno. Entro cinque giorni dalla pubblicazione della sentenza ne è data comunicazione anche ai Presidenti delle due Camere, al Presidente del Consiglio dei ministri e all'Ufficio centrale per il referendum costituito presso la Corte di cassazione, nonché ai delegati e ai presentatori. Entro lo stesso termine, il dispositivo della sentenza è pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica. Ciò premesso, dopo la pubblicazione - non ancora avvenuta, ma ormai imminente - in Gazzetta Ufficiale dei dispositivi delle cinque sentenze, si procederà certamente ad individuare la data per la celebrazione dei referendum nella predetta finestra temporale, tenendo conto della ricorrenza delle festività civili, di quelle religiose, delle necessità legate al calendario scolastico e dei tempi necessari agli adempimenti connessi al procedimento referendario, che prevedono anche il voto per corrispondenza dei cittadini italiani residenti all'estero.
Rispetto alle iniziative finalizzate a contrastare l'astensionismo elettorale, il Governo, fin dal suo insediamento, si è orientato sull'ampliamento, ove possibile, dei tempi di svolgimento delle votazioni. Sempre a questo scopo, dev'essere segnalato che è in fase di definizione un accordo tra i Ministeri dell'Interno, dell'Istruzione e del merito e dell'Università e della ricerca, per promuovere, a livello territoriale, protocolli tra prefetture, istituti scolastici e atenei, finalizzati a stimolare negli studenti la partecipazione attiva ai meccanismi democratici, anche attraverso l'esperienza di elettore e di componente di seggio, attività; quest'ultima, valutabile nei percorsi formativi universitari.
Circa il voto degli elettori fuori sede, come ricordato dall'onorevole interrogante, la Camera dei deputati, nel luglio 2023, ha approvato una norma di delega al Governo per la disciplina della materia e attualmente il provvedimento è all'attenzione del Senato. Nel rispetto delle indicazioni che emergeranno anche nelle sedi parlamentari, il Governo non mancherà sicuramente di fornire il proprio contributo valutativo e propositivo, sulla scorta della sperimentazione effettuata in occasione delle scorse elezioni europee, su cui mi soffermerò in risposta alla successiva analoga interrogazione per questione di tempi a disposizione, con particolare riferimento agli esiti non pienamente soddisfacenti sul piano dell'adesione all'iniziativa che è stata sperimentata.
PRESIDENTE. Il deputato Magi ha facoltà di replicare.
RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Ci dispiace non aver ascoltato una parola di chiarezza dal Ministro dell'Interno. Questo significa, come sempre è avvenuto in questo Paese, che le occasioni referendarie non sono solo occasioni di uno scontro politico, democratico, che quindi fa crescere il Paese perché è uno scontro di idee, ma deve anche essere sempre uno scontro per ottenere che vi sia il rispetto - il rispetto - delle questioni di democrazia. Avevamo chiesto qualcosa di semplice e ci aspettavamo una risposta chiara e semplice: di essere consultati come comitati promotori sull'individuazione della data. È ovvio che poi la scelta la delibera il Consiglio dei ministri e la trasmette al Presidente della Repubblica, ma non possiamo pensare che un Governo, che ritenga di avere un rapporto così diretto con il popolo, al punto da proporre l'elezione diretta del Presidente del Consiglio, come è accaduto nella storia del Paese a molti altri Governi, voglia nascondersi dietro il quorum, dietro l'astensione.
Ci aspettiamo, invece, da questo Governo che ci sia l'invito pressante - con tutte le occasioni di visibilità e di comunicazione sui media e sui social da parte della Presidente del Consiglio - a partecipare a questo appuntamento elettorale. Quindi, noi insisteremo e ci rivolgeremo direttamente alla Presidente del Consiglio.
E anche sulla questione del voto fuori sede, ci avete spiegato in quest'Aula, quando è stata approvata la legge delega, e mi riferisco ai rappresentanti del vostro stesso Governo e della maggioranza, che gli appuntamenti referendari, poiché si tratta di un'unica circoscrizione elettorale, non pongono alcun problema con il voto fuori sede, perché non si tratta di alterare il bacino elettorale o di alterare il collegio; si tratta semplicemente di consentire di votare. Allora, fate quello che è stato fatto in occasione delle elezioni europee: garantite ancora una volta la possibilità di votare. Non abbiate paura di un esercizio di democrazia, di confronto e di scontro come il referendum. Noi insisteremo e ricordiamo che, in questa fase, i comitati promotori sono formalmente poteri dello Stato.
(Iniziative normative per garantire, già a partire dalle prossime consultazioni referendarie, l'esercizio del diritto di voto in un comune diverso da quello di residenza per coloro che, per motivi di studio, di lavoro o di cura, abbiano temporaneo domicilio in una regione diversa - n. 3-01729)
PRESIDENTE. La deputata Grippo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Richetti ed altri n. 3-01729 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ministro, ci troviamo di nuovo a parlare di questo argomento: 5 milioni di cittadini italiani sono impossibilitati a votare. È un tema grave. Viene privato di uno dei diritti fondamentali della Costituzione circa un decimo di coloro che hanno diritto a votare, dei nostri cittadini. Nel 2022 tutte le forze politiche presentarono disegni di legge in questo senso, disegni di legge che prevedevano puntualmente soluzioni e meccanismi che, a nostro avviso, in modo molto semplice, avrebbero consentito a queste persone - non solo agli studenti e ai lavoratori, ma anche a persone che, per motivi di salute, si trovassero altrove - di votare.
All'epoca, il Governo scelse di stravolgere quella legge dicendo che questo avrebbe velocizzato le procedure e decise di darsi un'autodelega per fare in modo - ci disse all'epoca - che sia il referendum, sia tutte le successive elezioni avvenissero coinvolgendo tutti. Per questo, le chiediamo oggi di sapere che cosa pensate di fare per dare seguito non a quello che avevamo chiesto noi, ma a quello che vi eravate impegnati a fare voi.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.
MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. Come ricordato dall'onorevole interrogante, la Camera dei deputati, il 4 luglio 2023, come ho detto già prima, ha approvato una norma di delega al Governo per la disciplina della materia degli elettori fuori sede e l'esame del provvedimento è attualmente all'attenzione del Senato. In attesa del completamento dell'iter legislativo in fase di conversione del decreto-legge n. 7 del 2024, il Governo ha accolto un emendamento, poi approvato, per l'anticipo in via sperimentale delle modalità di voto fuori sede in occasione delle ultime elezioni europee.
Alla sperimentazione è stata data attuazione grazie all'intenso lavoro del Ministero dell'Interno che ha dato avvio al nuovo modello, allestendo una rete ad hoc di seggi speciali nell'ambito dei comuni capoluogo di regione, riservati a raccogliere il voto di elettori provenienti dalle diverse circoscrizioni territoriali che ne avessero fatto richiesta.
Va, tuttavia, tenuto in particolare considerazione che, nell'occasione, sono pervenute solo 23.769 istanze di ammissione al voto fuori sede e, di queste, 21.699 hanno riguardato studenti/elettori domiciliati in una circoscrizione diversa da quella di residenza.
Va tenuto in altrettanta considerazione che, poi, l'effettiva partecipazione al voto dei fuori circoscrizione si è attestata solo su 17.561 votanti. È un dato non soddisfacente, tanto più se confrontato con la stima di circa 600.000 studenti fuori provincia, riportata nel cosiddetto Libro bianco sulla partecipazione dei diritti e la riduzione dell'astensionismo, che fu elaborato ad aprile del 2022 da una commissione di esperti nominata dall'allora Ministro per i Rapporti con il Parlamento.
In ogni caso, grazie all'impegno profuso da tutti i soggetti istituzionali coinvolti, in particolare dai comuni, alla campagna informativa realizzata e alle attività di indirizzo e coordinamento espletate dalle prefetture, la sperimentazione della nuova disciplina si è svolta in maniera ordinata e senza particolari segnalazioni di criticità o disservizi presso gli uffici comunali o presso i seggi speciali. Esauriti gli effetti della disciplina sperimentale del 2024 e in attesa del completamento dell'iter legislativo, a cui ho fatto riferimento anche nella precedente risposta e sulla quale il Governo si è già attivato, non vi è al momento copertura legislativa per applicare un sistema di voto per gli elettori domiciliati fuori dalla propria residenza, ma resta fermo il costante impegno del Governo nelle iniziative di contrasto all'astensionismo.
PRESIDENTE. La deputata Pastorella, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
GIULIA PASTORELLA (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ministro, lei ci sta dicendo che siamo tranquilli nel restare l'eccezione nell'Unione europea, uniti solo a Cipro e Malta nel non dare questa possibilità ai votanti fuori sede; che ci vogliamo ostinare a restare, a venir meno agli impegni costituzionali, l'articolo 48; che ci ostiniamo a non voler combattere l'astensionismo involontario e, mi permette, ho trovato molto irrispettosi i suoi calcoli. Sì, è vero, sono stati solo 17.000 su 600.000, ma sono comunque 17.000 in più di quelli che ci sarebbero stati; quindi, forse, dovremmo essere contenti che 17.000 ragazzi siano andati al voto e, magari, pensare a cosa avremmo potuto fare per rivedere quella sperimentazione (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) che, per quanto in buona fede, magari aveva piccole difficoltà tecniche.
Queste limitazioni sono irragionevoli, non hanno motivi tecnici, non hanno motivi né tecnologici, né di organizzazione. Ci sono mille maniere (per corrispondenza, per delega, anticipato) e rendiamoci conto che quest'anno sarà denso non solo di appuntamenti referendari, ma anche di appuntamenti elettorali; pensiamo alle regionali.
Ecco, tutto questo dovrebbe farle sentire, far sentire a tutti noi un senso d'urgenza. È vero, la legge è ferma, è ferma al Senato, però le voglio far notare una cosa. Abbiamo avuto il tempo di votare leggi assolutamente banali, inutili e, forse, degli orpelli, come il premio per il maestro della cucina italiana. È possibile che non troviamo il tempo e l'urgenza di votare affinché 5 milioni di persone possano andare a votare? Pensiamoci, facciamo un esame di coscienza e acceleriamo questo iter perché è una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
(Intendimenti del Governo in merito all'attuazione del Protocollo con l'Albania in materia migratoria, con particolare riferimento all'ipotesi di trasformare i centri già esistenti in centri di permanenza per il rimpatrio - n. 3-01730)
PRESIDENTE. La deputata Gadda ha facoltà di illustrare l'interrogazione Faraone n. 3-01730 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, sono trascorsi 15 mesi dall'approvazione del Protocollo di collaborazione sul fenomeno migratorio tra Italia e Albania. Voi avete parlato, in questi anni, di gestione del fenomeno migratorio parlando di blocchi navali. Questa, probabilmente, è l'alternativa di governo, quella più potabile, che avete presentato ai cittadini. Però i numeri parlano chiaro: ad ottobre 2024 hanno fatto avanti e indietro 12 persone, a novembre 2024, 18 persone e da ultimo, a gennaio 2025, 43 persone, evidenziando quanto questo accordo non funzioni.
Dagli organi di stampa è emersa una riunione di due giorni fa a Palazzo Chigi in cui si potrebbe ipotizzare la trasformazione di questi centri in CPR (centri per il rimpatrio). Quindi le chiediamo, signor Ministro, se questa notizia è vera e quali saranno, poi, i numeri, perché abbiamo speso, di casse pubbliche, quasi un miliardo per una gestione totalmente fallimentare.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.
MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. Io ho già riferito più volte in Parlamento in merito al Protocollo Italia-Albania, evidenziando come l'iniziativa abbia riscontrato l'immediato, sin dall'inizio, forte interesse da parte di 15 Paesi europei e anche della stessa Presidente della Commissione europea, che ha espressamente sottolineato l'importanza di continuare ad esplorare l'idea di sviluppare hub di rimpatrio fuori dall'Unione europea.
Ho avuto un'ulteriore conferma della particolare attenzione tuttora riservata al progetto nel recente Consiglio dell'Unione europea Giustizia e Affari interni che si è tenuto a Varsavia lo scorso 30 gennaio. In quell'occasione, infatti, nel corso del confronto sui possibili sviluppi in ambito migratorio, la posizione italiana, da me delineata, è stata largamente condivisa al punto che il documento di discussione della Presidenza polacca contiene un esplicito riferimento proprio al Protocollo come valido esempio di cooperazione innovativa con un Paese terzo. Quindi, al di là di ogni legittima opinione, è bene prendere atto che si tratta di un'iniziativa che piace all'Europa, e ciò anche perché la Commissione europea guarda con favore ad ogni iniziativa di rafforzamento del sistema dei rimpatri, come dimostra, altresì, la preannunziata imminente proposta di una nuova direttiva rimpatri, fortemente auspicata da tutti i Paesi europei. Anche per questo il Governo è al lavoro per mettere in campo soluzioni in grado di superare gli ostacoli indubbiamente sinora incontrati, consentire la piena funzionalità e sviluppare le notevoli potenzialità di utilizzo delle strutture in Albania che - lo ricordo e lo sottolineo - fanno parte di un impianto polivalente.
È bene precisare, infatti, che oltre all'hotspot di sbarco e a un luogo di trattenimento per le procedure accelerate di frontiera, è già oggi presente in Albania un centro di permanenza per il rimpatrio (CPR), il cui utilizzo, proprio per questo, non determinerà o non determinerebbe nessun onere aggiuntivo.
In piena coerenza con tale impostazione, il progetto Albania andrà avanti nella convinzione che il contrasto al business criminale, legato all'immigrazione irregolare che si avvantaggia anche dell'uso strumentale delle richieste di asilo, è prioritario per governare il fenomeno migratorio nel rispetto degli obblighi internazionali ed europei.
PRESIDENTE. Il deputato Faraone ha facoltà di replicare.
DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Ministro, ma perché non vi limitate a sbaraccare tutto e a scusarvi con gli italiani, dicendo: basta, abbiamo sbagliato, e la finite con questa farsa (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Perché è diventato veramente ridicolo che lei debba tornare qui, in quest'Aula, tutte le volte a dire: piace all'Europa. Io mi immagino queste riunioni che fate con i vertici europei, in cui vi incontrate e vi dicono: ma come è finita per il centro in Albania? E lei, tutto il tempo, sta lì a dire: no, abbiamo rinviato di qualche settimana, vedremo più avanti.
Bello, vai avanti, purché la gestiate voi per noi va benissimo, a noi piace (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) questo centro che gestirete voi in Italia in questo modo.
Per cui, io credo che lei debba smetterla con questa barzelletta. Avete fatto un'involuzione rispetto a quello che avevate in testa all'inizio. Direi che se partiamo proprio dagli albori eravate con il blocco navale, più Foti che lei, effettivamente. Poi siete partiti con questa roba dei centri in Albania, che ora abbiamo scoperto essere centri polivalenti. Prima ci avevate spiegato che erano centri per l'accoglienza che dovevano essere utilizzati come deterrenza, quindi chi arrivava qui - diceva la Meloni nei suoi famosi video - sapeva che non arrivava in Italia, perché andava in Albania. Ora, visto che siete stati rimbalzati due volte, anche spostando i luoghi della decisione, ci state spiegando che ha smesso di essere un centro della deterrenza, perché non è più la prima accoglienza che governerà, ma governerà la permanenza di coloro che hanno già un foglio di via, quindi tutt'altra cosa, altro che polivalente, avete cambiato la natura perché avete capito di avere sbagliato.
Quindi io, Ministro, mi aspetterei, da un buon amministratore, semplicemente che si scusi, si scusi con gli italiani e gli dica: abbiamo preso i vostri soldi e li abbiamo cestinati, abbiamo sbagliato. Trovate una soluzione alternativa, trovate il modo di spiegare a questi vostri colleghi europei che non se ne fa niente…
PRESIDENTE. Concluda.
DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). E andiamo avanti anche per il bene del nostro Paese, che la dignità l'ha persa a sufficienza (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
(Iniziative per accelerare la realizzazione dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per il rinnovamento strutturale del Paese - n. 3-01731)
PRESIDENTE. La deputata Cavo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-01731 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, siamo a uno snodo fondamentale nella realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, nato per rilanciare l'economia, dopo la crisi pandemica ma anche per risolvere le lacune infrastrutturali del nostro Paese. Oggi, il PNRR rappresenta l'occasione di giocare un ruolo nella doppia transizione digitale ed ecologica. È stato necessario effettuare più di una modifica per renderlo realizzabile e per attualizzarlo nel contesto sempre in evoluzione. I dati sono più che positivi: sulla transizione e la trasformazione digitale, per esempio, l'Italia è prima tra tutti i Paesi membri dell'Unione europea. Ciò premesso, è urgente raggiungere gli obiettivi e i traguardi fissati, le cosiddette milestone e, avendo ben chiaro che la piena realizzazione del Piano rappresenta un nuovo punto di partenza più che un punto di arrivo, le chiediamo, Ministro, quali sono gli interventi di semplificazione normativa che intende assumere, al fine di assicurare l'accelerazione dei progetti del PNRR e promuovere il rinnovamento strutturale del Paese.
PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, Tommaso Foti, ha facoltà di rispondere.
TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Onorevole Cavo, la ringrazio per il quesito. Lei ha posto prima l'accento sulla necessità di raggiungere gli obiettivi. Sa che si dividono tra milestone e target. Noi avevamo 631 obiettivi da raggiungere entro il 30 giugno 2026, ne abbiamo raggiunti 337, pari al 54 per cento. Quindi, penso di poter dire che abbiamo sicuramente fatto la parte del nostro dovere fino ad oggi. È chiaro che abbiamo ancora tre fasi da raggiungere: 30 giugno 2025, 30 dicembre 2025, 30 giugno 2026, per raggiungere ulteriori 284 obiettivi che daranno la possibilità di incassare esattamente 12,8 miliardi di euro per l'ottava rata, 12,8 miliardi di euro per la nona rata e 28,4 miliardi per l'ultima rata. È evidente che, come lei stessa ha sottolineato, e lo sottolinea nella premessa, si sono fatti dei passi avanti. Questo era un Paese che non era avvezzo ad una spesa annua di questo tipo e soprattutto del tipo previsto dai tempi stretti del PNRR ma, anche per quanto riguarda il sistema di digitalizzazione, potrà dare atto che, come risulta anche da studi terzi, l'Italia ha fatto dei grandi passi in avanti. Vi era un tema, un problema che era all'ordine del giorno, cioè il fatto che soprattutto gli enti locali per alcuni progetti non potevano andare con l'anticipazione di cassa; dal 4 di gennaio di quest'anno è in Gazzetta Ufficiale un decreto del Ministro Giorgetti che autorizza gli enti locali a chiedere il 90 per cento dell'importo previsto dal progetto. Penso, comunque, che, in occasione della nuova revisione che andremo a portare all'esame del Parlamento, se vi sarà necessità di ulteriori elementi di semplificazione legislativa, sicuramente troverà questo Governo pronto a presentarli.
PRESIDENTE. La deputata Cavo ha facoltà di replicare.
ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Grazie anche al Ministro per la sua risposta, che, ovviamente, è una risposta che traccia sia la fotografia dei risultati che sono stati raggiunti, sia le prossime tappe che, ovviamente, attendono il percorso dell'Italia rispetto al PNRR. Ovviamente, è importante il riferimento che è stato fatto al provvedimento per quanto riguarda, ad esempio, gli enti locali e le anticipazioni di cassa e sono importanti i dati. Ovviamente, nel minuto che avevo a disposizione per l'illustrazione, ho voluto precisare - e qui li amplio leggermente - i dati dell'Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano, secondo cui sono stati centrati dall'Italia 69 obiettivi e traguardi su 172, proiettando appunto l'Italia al primo posto nella realizzazione della trasformazione digitale rispetto agli altri Paesi membri. Tuttavia, abbiamo anche i dati della divisione economica del Dipartimento di economia e statistica della Banca d'Italia, presentati durante l'Osservatorio congiunturale di ANCE, che mostrano come sono stati banditi più di due terzi delle risposte del PNRR da mettere a gara.
Quindi, questo è il contesto in cui ci stiamo muovendo, questa è la chiarezza dell'impegno da parte del Governo, per cui ringrazio il Ministro, chiaramente, di averlo ribadito, con questa chiarezza, nella risposta, nella convinzione, credo comune, che sia importante attuare i progetti del PNRR e sia importante intervenire su tutto l'aspetto burocratico, ma non soltanto perché serve al PNRR, ma perché serve allo sviluppo del nostro Paese, a togliere freni e ostacoli allo sviluppo del nostro Paese.
Questa è l'occasione per mettere a registro un meccanismo più efficiente per le nuove opere e per le nuove infrastrutture. Chiaramente, i risultati che sono stati riferiti e la risposta del Ministro ci dicono che siamo assolutamente sulla strada giusta e che abbiamo la consapevolezza che non solo servirà costruire le opere che stiamo facendo, le opere infrastrutturali, che magari poi non saranno definitive, ma quello che rimane e che rimarrà sarà sicuramente la possibilità di essere pronti ad affrontare le sfide future grazie alle procedure amministrative che, con il PNRR e con la sfida del PNRR, stiamo mettendo in atto. Grazie, Ministro.
(Stato di attuazione degli interventi nell'ambito dei contratti istituzionali di sviluppo - n. 3-01732)
PRESIDENTE. La deputata Vietri ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bigami ed altri n. 3-01732 (Vedi l'allegato A), che ha sottoscritto in data odierna.
IMMA VIETRI (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, i contratti istituzionali di sviluppo sono strumenti di programmazione negoziata volti ad accelerare la realizzazione di progetti strategici di rilievo nazionale, interregionale e regionale tra loro funzionalmente connessi. Istituiti dall'articolo 6 del decreto legislativo n. 88 del 2011, sono finanziati con risorse delle politiche di coesione dell'Unione europea e del Fondo per lo sviluppo e la coesione ovvero con ulteriori risorse nazionali concorrenti alla coesione economica, sociale e territoriale. I CIS rappresentano, quindi, un importante strumento per la rimozione di squilibri economici e sociali. Rientrano in tale ambito i progetti infrastrutturali, di sviluppo economico, produttivo e imprenditoriale, turismo, cultura, valorizzazione delle risorse naturali, ambiente, occupazione, inclusione sociale e di valorizzazione di specifici territori. Il contratto istituzionale di sviluppo rappresenta, inoltre, uno degli strumenti di programmazione identificato dalla normativa nazionale per la Missione 6 Salute del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
PRESIDENTE. Concluda.
IMMA VIETRI (FDI). Ciò detto, le chiediamo quale sia, ad oggi, lo stato di attuazione degli interventi dei contratti istituzionali di sviluppo in essere.
PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, Tommaso Foti, ha facoltà di rispondere.
TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Grazie, signor Presidente. Onorevole Vietri, la questione che lei pone è estremamente importante e di rilievo, anche perché, alla luce delle finalità di legge a cui lei faceva riferimento, abbiamo dei dati che non necessariamente vanno in linea con quelle che erano le aspettative dei CIS. Devo dire che, per quanto riguarda i 4 CIS infrastrutturali, essi prevedevano 58 interventi, per un valore di circa 21 miliardi, e, ad oggi, la spesa complessiva su questi interventi è pari a circa 6 miliardi e 100 milioni.
Quindi, per quanto riguarda il CIS infrastrutturale, il dato è basso, ma ancora più bassi, e questo non può che sorprendere, sono i dati dei 15 CIS territoriali, perché lì vi erano qualcosa come 672 interventi, per un importo di spesa pari a 4 miliardi, e noi abbiamo una situazione di 181 interventi collaudati, 364 in fase di progettazione, 127 in gara e i rimanenti - ahimè - riescono a non essere neppure appaltati o iniziati.
Allora è evidente che bisogna intervenire, anche perché questi dati stridono pesantemente con la seconda parte della domanda, quella relativa al CIS sanità, realizzato dal Ministero della Salute con le regioni e le province autonome.
In questo caso, noi abbiamo che le case di comunità hanno attivato l'84 per cento del target per cantieri attivati; abbiamo gli ospedali di comunità che hanno attivato cantieri pari all'85 per cento del target; abbiamo le centrali operative territoriali che sono 480 e tutte in funzione; abbiamo l'ospedale sicuro e sostenibile con il 94 per cento dei cantieri attivati; abbiamo le grandi apparecchiature di cui ne sono state collaudate già 2.421, pari al 75,5 per cento. I posti di terapia intensiva hanno raggiunto il target del 59 per cento, come quelli di terapia semintensiva, e il fascicolo sanitario elettronico ha visto l'aggiornamento dei medici di base in tutto il Paese.
Come vede, essendo questi i dati, che comunque si riferiscono a un obiettivo del 30 giugno 2026, questo CIS ha funzionato, gli altri CIS evidentemente meritavano quella riforma della governance che i recenti provvedimenti di legge hanno introdotto.
PRESIDENTE. Il deputato Iaia ha facoltà di replicare.
DARIO IAIA (FDI). Grazie, Presidente. Grazie, signor Ministro, per la chiarezza nella risposta. Prima di entrare velocemente nel merito del CIS, noi intendiamo complimentarci con lei e con il Governo per gli ottimi risultati ottenuti sul PNRR. Ricordiamo che abbiamo incassato 120 miliardi, abbiamo incassato le prime 6 rate e speso 64 miliardi. Quindi, molto bene sul PNRR. Per quanto riguarda il CIS, lei lo diceva, è uno strumento importantissimo per lo sviluppo infrastrutturale. Abbiamo ereditato una serie di ritardi rispetto ai quali si sta intervenendo.
Il Governo lo ha già fatto dal punto di vista normativo con tre interventi importanti: il decreto-legge Sud, il decreto-legge Coesione, il decreto interministeriale del 9 gennaio 2025 che ha ridisegnato la governance dei CIS, nonché il funzionamento dei CIS stessi. È chiaro che occorre utilizzare le risorse, soprattutto al Sud. Noi abbiamo tante risorse a disposizione, ma dobbiamo impegnarci maggiormente, soprattutto le stazioni appaltanti devono impegnarsi maggiormente per mettere a terra queste risorse, cioè progettare, fare le gare, eseguire le opere, collaudare le opere e metterle a disposizione dei cittadini. Questo è quello che il Sud e il resto del Paese chiedono.
Noi siamo sicuri che si stia procedendo nella direzione più corretta e più giusta, ed è anche corretto e giusto rivedere quegli interventi, anche nell'ambito del CIS, che non sono più realizzabili e che non sono più attuali. Quindi, spostare e traslare quelle risorse da un capitolo ad un altro per renderle funzionali e fruibili rispetto a determinate opere pubbliche. Poi, Ministro - e concludo - molto bene riguardo agli interventi che riguardano il Ministero della Salute. Lei ha fatto riferimento a case di comunità, ospedali di comunità, posti di terapia intensiva e semintensiva e pronto soccorso, quindi quello che i cittadini alla fine vogliono, e il Governo si sta muovendo velocemente ed in maniera assolutamente efficace da questo punto di vista.
Concludo, signor Ministro, dicendole che noi siamo con lei, noi siamo con il Governo, Fratelli d'Italia è con questo Governo per andare avanti in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
(Iniziative, anche in sede europea, volte ad assicurare, nell'ambito del processo di transizione ecologica, la compatibilità finanziaria delle misure e la tutela delle filiere produttive - n. 3-01733)
PRESIDENTE. Il deputato Giglio Vigna ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01733 (Vedi l'allegato A).
ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). Grazie, signor Presidente. Ministro Foti, l'esplosione dello scandalo Timmermans riapre la polemica sul Green Deal e sull'operato del primo Esecutivo von der Leyen. La Commissione avrebbe finanziato segretamente decine e decine di associazioni turbo-ambientaliste per fare attività di lobbying, cioè contattare decisori politici e promuovere alcune politiche. Esisterebbero anche dei contratti riservati che prevederebbero, tra le altre cose, liste di obiettivi concreti da raggiungere in termini di persone da contattare con lo scopo di orientare il dibattito sull'agricoltura.
L'inchiesta del giornale olandese Telegraaf cita tra i contratti riservati uno da 700.000 euro, pagati per orientare, appunto, il dibattito sull'agricoltura. Per anni la Commissione ha sovvenzionato, tramite il programma Life, una rete di lobby ecologiste per fare pressioni a favore del Green Deal e a queste associazioni venivano addirittura dati dei target da raggiungere con vari obiettivi.
Ora questa interrogazione è per sapere se e quali iniziative di competenza intenda promuovere, anche in sede europea, il nostro Governo, affinché dietro il Green deal di Timmermans non si celi un'agenda politica a senso unico che penalizzi le nostre filiere in nome di cieche politiche ultra ecologiste messe in atto dall'Unione europea e se e come il Governo sta seguendo l'evoluzione di questo scandalo.
PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, Tommaso Foti, ha facoltà di rispondere.
TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Signor Presidente, onorevole Giglio Vigna, grazie innanzitutto per il quesito. La premessa della sua interrogazione si basa su quella che è stata una notizia di stampa del The Telegraph che ha rilevato alcune situazioni che però meritano indubbiamente un conforto sotto il profilo di indagini concrete, perché, come lei sa, vi è una differenza tra il giornalismo d'indagine e quelle che poi sono le indagini nel concreto. Certo che questo Governo ritiene che si debba fare luce fino in fondo sulla vicenda, anche e soprattutto nell'interesse dell'istituzione europea, perché è evidente che sarebbe una caduta di credibilità della medesima della quale si dovrebbe necessariamente prendere atto.
Ma io voglio qui cogliere l'occasione per affrontare la parte del suo intervento relativo poi a cosa intende fare il Governo in relazione anche a quella che era stata la politica di Timmermans. Io penso di poter dire che dobbiamo partire da un dato, onorevole Giglio Vigna, che è quello delle emissioni nel periodo 2020-2023. Tra i primi sei Paesi metto l'Europa, che è un continente, nell'ambito dei Paesi per semplificazione; noi abbiamo un andamento di questo tipo: l'Europa diminuisce le emissioni di CO2 del 30 per cento, gli Stati Uniti diminuiscono le emissioni di CO2 del 21 per cento, il Giappone diminuisce le emissioni di CO2 del 24 per cento. Ma vi sono altri tre Stati che hanno un andamento diverso: la Russia aumenta le emissioni del 21 per cento, l'India del 197 per cento, la Cina del 262 per cento. Il globo mondiale aumenta le emissioni del 52 per cento.
Se vogliamo guardare tra i primi sei produttori di emissioni, l'Europa pesa per il 6 per cento. Allora, è evidente che o la politica di una riduzione delle emissioni impegna tutti i Paesi, soprattutto quelli industrializzati, o, evidentemente, si apre una disparità di trattamento che diventa incolmabile. È chiaro che il sistema industriale europeo, che dimostra di partecipare alla riduzione delle emissioni di CO2 come ho dimostrato, è del tutto disarmato rispetto a una competitività con altri Stati che, invece, tranquillamente continuano ad emettere CO2, quasi non fosse un problema al riguardo. E sotto questo profilo è evidente che l'impegno del Governo italiano è perché a neutralità di tipo ambientale si contrapponga e si bilanci con una neutralità di tipo tecnologico, perché se non vi è questo tipo di equilibrio, evidentemente, si va verso una decrescita felice che questo Governo ritiene, invece, infelice e che non vuol praticare perché vuole che uomini, donne e imprese in Europa possano essere alla testa di una grande sfida nel nome della competitività, ma partendo da parti e da punti uguali e non da punti differenti, come il caso che ho dimostrato per le emissioni attesta.
PRESIDENTE. Il deputato Giglio Vigna ha facoltà di replicare.
ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). Grazie, Ministro. Sono e siamo assolutamente soddisfatti della sua risposta. È giusto ribadire ancora una volta in quest'Aula e al Paese la posizione dell'Italia: questa nostra posizione e idea di neutralità tecnologica e non di una transizione verde che vada solo ed unicamente verso l'elettrico con una gabbia di tipo ideologico. È giusto anche sottolineare come la transizione verde debba avere come obiettivo anche quello del rispetto del pilastro sociale, forse il più antico pilastro che regola i rapporti all'interno dell'Unione europea.
Nell'obiettivo di arrivare a un continente a emissioni zero, è anche giusto perseguire, contestualmente, un continente a disoccupazione zero. Sul caso TIM, ma su un cortocircuito europeo, quindi soldi della Commissione che potevano essere usati proprio per politiche per mitigare gli effetti di alcuni provvedimenti turbo-ambientalisti della Commissione stessa. Soldi che potevano essere usati in quella direzione, come ha detto lei, Ministro.
Anche noi, dal lato del Parlamento, seguiremo il caso, seguiremo l'evolversi delle indagini e affiancheremo anche noi il Governo. Io, per il momento, la ringrazio per queste risposte e, ovviamente, anche come legislativo, dobbiamo aprire un focus e tenere sott'occhio questa situazione e l'evolversi di queste indagini.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16,20. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,20.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 92, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.
Seguito della discussione della proposta di legge: S. 403 - D'iniziativa dei senatori: Romeo ed altri: “Disposizioni per la promozione della pratica sportiva nelle scuole e istituzione dei Nuovi giochi della gioventù” (Approvata dal Senato) (A.C. 1424?); e delle abbinate proposte di legge: Berruto ed altri; Amato ed altri (A.C. 947?-990?).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 1424: “Disposizioni per la promozione della pratica sportiva nelle scuole e istituzione dei Nuovi giochi della gioventù” e delle abbinate proposte di legge nn. 947?-990?.
Ricordo che nella seduta del 20 gennaio 2025 si è conclusa la discussione generale e il relatore e la rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.
(Esame degli articoli - A.C. 1424? e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.
In particolare, il parere della Commissione bilancio reca una condizione, volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che è contenuta nel fascicolo degli emendamenti e che sarà posta in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
(Articolo 1 - A.C. 1424? e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 1. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione. Non ci sono richieste di intervento, mi pare, dunque, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 43).
(Articolo 2 - A.C. 1424? e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 2.
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle proposte emendative presentate.
ROSSANO SASSO , Relatore. Sugli emendamenti 2.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e 2.100 della Commissione il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo? Sottosegretaria Frassinetti?
PAOLA FRASSINETTI, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 44).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 45).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 46).
(Articolo 3 - A.C. 1424? e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 3. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 47).
(Articolo 4 - A.C. 1424? e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 4. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 48).
(Articolo 5 - A.C. 1424? e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 5. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 49).
A seguito dell'approvazione dell'emendamento 2.500 che, nella parte consequenziale, ha interamente sostituito l'articolo 6, tale articolo non sarà posto in votazione.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1424? e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Invito la rappresentante del Governo, Sottosegretaria Frassinetti, ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
PAOLA FRASSINETTI, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito. Sull'ordine del giorno n. 9/1424/1 Amato, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “(…) impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche legislative, volte a garantire lo svolgimento dei Giochi anche per gli anni scolastici successivi all'anno scolastico 2024-2025, nonché a valutare l'adozione di opportune iniziative volte a prevedere il graduale coinvolgimento degli alunni della scuola primaria nei Nuovi giochi della gioventù”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1424/2 Berruto, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “(…) impegna il Governo a favorire, anche nell'ambito dell'insegnamento trasversale dell'educazione civica, già dalle prime tre classi della scuola primaria, la cultura del movimento e la conoscenza della storia dello sport”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1424/3 Grippo il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “ (…) impegna il Governo a sostenere e valorizzare, attraverso gli organismi sportivi, iniziative e manifestazioni come quella delle “Aureliadi” descritte in premessa, parallelamente agli istituendi Nuovi giochi della gioventù, che promuovono lo sport come strumento per il superamento delle barriere, delle disuguaglianze, nelle loro varie forme e che rivolgono particolare attenzione al tema della disabilità e dei disagi sociali”.
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti del Liceo Scientifico Leonardo da Vinci di Trento, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Facciamo tanti auguri per il loro futuro (Applausi).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1424/1 Amato; c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Viene accolta?
GAETANO AMATO (M5S). Sì, Presidente. Accogliamo la riformulazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1424/2 Berruto: c'è anche qui una proposta di riformulazione che viene accolta.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1424/3 Grippo, la quale ci fa cenno che la proposta di riformulazione avanzata dal Governo è accolta.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1424? e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Grazie. signor Presidente. Per un attimo ho temuto di non poter fare questo intervento perché l'onorevole Fratoianni rischiava di mettere in discussione lo svolgimento ordinato di questa nostra seduta. Invece, ringrazio, ancora una volta, il gruppo che mi dà la fiducia per poter intervenire su questo argomento, che è quello dei Giochi della gioventù…
PRESIDENTE. Deputato Giachetti se può, cortesemente, interrompere un attimo il suo intervento perché c'è un brusio che non ci consente di ascoltarla… Colleghi. Prego, riproviamo.
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Grazie, signor Presidente. Dico che è pure strano, perché la maggioranza si è concentrata, per evitare altri argomenti e concentrarsi su questo nel voto precedente, sul rinvio in Commissione del provvedimento sul lavoro. Adesso sicuramente saranno molto attenti alle considerazioni che tutti noi facciamo su un provvedimento che, peraltro, ha visto il voto unanime già nella fase emendativa, nella fase degli ordini del giorno e, soprattutto, ha visto il voto unanime nell'altra Aula, quella del Senato. Questo è uno dei rari casi nei quali diciamo che il bicameralismo funziona.
In quella Camera è stato approvato, sono state fatte valutazioni anche sulla fase emendativa ed oggi arriva qui alla Camera e io non ho alcun problema a confermare il voto favorevole su questo provvedimento, esattamente come è accaduto al Senato il 19 settembre 2023, quando la proposta di legge del senatore Romeo è stata approvata all'unanimità in quella Assemblea, diventando, quindi, un'iniziativa approvata da tutti; un provvedimento condiviso, per il suo contenuto, da tutte le forze politiche che, nella 7a Commissione del Senato, hanno partecipato con i propri emendamenti a scriverne il testo, che ci è stato trasmesso, per essere, poi, scelto come testo base.
Ricordo, infatti, che anche alla Camera erano state presentate già due proposte di legge praticamente identiche: una a firma del collega Berruto del Partito Democratico e l'altra del collega Amato del MoVimento 5 Stelle e, in sede referente, al momento del recepimento del testo proveniente dal Senato, è stata, altresì, manifestata la volontà, da parte di tutte le forze politiche, di non presentare proposte emendative proprio perché questo disegno di legge aveva già assorbito i contributi di tutti i gruppi parlamentari. Peraltro, gli unici emendamenti che sono stati approvati sono state le prescrizioni della Commissione bilancio e poi l'adeguamento che c'è stato da parte della Commissione.
I Giochi della gioventù, come noto, nacquero nel 1968 grazie a un'intuizione di Giulio Onesti, che era allora il Presidente del CONI, e la prima edizione si tenne nel 1969. Da allora, per intere generazioni, i Giochi hanno rappresentato non solo un appuntamento agonistico annuale, ma anche un'importante opportunità di promozione della pratica sportiva come linguaggio e anche mezzo di sensibilizzazione per ragazze e ragazzi. Un'occasione di valorizzazione dei talenti e delle capacità dei singoli studenti e di sviluppo dello spirito di squadra.
I Giochi hanno rappresentato un modo per sensibilizzare gli studenti su tanti argomenti importanti, come quello del rispetto dell'ambiente, degli stili di vita corretti, dell'alimentazione sana e sono stati, al tempo stesso, anche una grande palestra di integrazione sociale.
Questo perché i Giochi erano e per fortuna torneranno a essere accessibili a tutti senza differenze di classe sociale. E questo elemento acquisisce ancora più forza oggi di fronte a una società multietnica come quella che abbiamo di fronte. I tempi sono cambiati ma, per certi versi, l'esigenza di una pratica, di un'occasione, che possa favorire il rispetto delle differenze e la socializzazione, soprattutto dopo l'esperienza della pandemia che ha favorito, purtroppo, la diffusione di fenomeni di isolamento di tanti ragazzi nell'età più bella, oggi è ancora più necessaria e deve essere perseguita e soddisfatta con tutti i mezzi possibili.
I Giochi della gioventù rappresentano una strada - lo sport stesso lo è, del resto - e non è un caso che, con la stessa unanimità di tutte le forze politiche, negli stessi giorni in cui al Senato si approvava questo provvedimento, noi, alla Camera, approvavamo, in ultima lettura, l'inserimento dello sport nella Costituzione italiana, all'interno dell'articolo 33, aggiungendo quindi un comma all'interno del diritto all'istruzione. Peraltro, sappiamo, proprio dal punto di vista anche sociale, quanto lo sport sia importante, soprattutto in alcune zone particolari delle grandi città (immagino appunto le periferie) e anche come elemento di aggregazione in un contesto sociale molto fragile e delicato.
È stato un passaggio epocale, dunque, che ha stabilito che nella nostra Repubblica lo sport - mi riferisco ovviamente all'inserimento dello sport in Costituzione - è un diritto di tutti e come tale è riconosciuto e, come tale, deve essere garantito e tutelato.
Quindi, avviandomi alla conclusione, signor Presidente, senza entrare troppo nell'analisi tecnica di questo provvedimento, che è costituito di sei articoli (anzi cinque articoli, perché uno è saltato a causa della prescrizione della Commissione bilancio), voglio sottolineare che noi, oggi, abbiamo tra le mani uno strumento per fare in modo che non accada quello che è accaduto in passato perché (e questo invece è utile ricordarlo) i Giochi della gioventù si interruppero nel 1996, una prima volta, per essere poi ripristinati nel 2007 fino al 2017 dove, di nuovo, vennero aboliti. In questo secondo caso anche per una partecipazione ridotta da parte degli studenti. E le cause che hanno portato, in passato, a queste battute d'arresto sono state molteplici: dalla carenza di strutture (e qui c'è un problema anche della carenza di strutture nelle nostre scuole e non solo) alla presenza di barriere architettoniche; e in questo senso, per esempio, l'ordine del giorno della collega Grippo, che è stato approvato, sicuramente può aiutare; dal taglio dei fondi ad altre che potremmo citare, come la formazione dei docenti ma, anche e soprattutto, il divario regionale e, all'interno delle regioni, tra i diversi istituti scolastici.
Insomma, la Commissione prevista da questo testo è composta da rappresentanti del Dipartimento per lo sport, del Ministero dell'Istruzione e del merito, della società Sport e Salute, oltre che, ovviamente, dai rappresentanti del CONI e del CIP; dovrà lavorare proprio per superare quelle difficoltà che, ancora oggi, in molti casi, sopravvivono, e fare in modo che quella dei Giochi della gioventù torni ad essere una tradizione, una manifestazione amata da tutti, non solo dai ragazzi che, speriamo, ne usufruiranno.
E noi, oggi, in quest'Aula, facciamo la nostra piccola parte dando il nostro contributo con un convinto voto favorevole a questa proposta di legge (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Innanzitutto per dire che Alleanza Verdi e Sinistra voterà a favore di questo provvedimento.
I Giochi della gioventù, nonostante siano scomparsi dal radar delle iniziative sportive giovanili negli ultimi anni, sono una grande possibilità di aggregazione, di avvicinamento dei giovani allo sport e alla possibilità di avere maggiori rapporti con la natura. Lo sport è ecologicamente sostenibile, soprattutto quello che si fa ai Giochi della gioventù. Ma c'è una ragione, in particolare, che ci spinge a essere favorevoli, ed è il fatto di immaginare che, con la rinascita dei Giochi della gioventù, possa esserci un nuovo investimento sulle strutture sportive.
Faccio l'esempio della mia regione, la Campania. Quando furono realizzate le Universiadi, la regione Campania ha avuto la possibilità di accedere a fondi e investire per milioni e milioni di euro, ristrutturando strutture sportive, palazzetti dello sport, piscine, piste di atletica leggera, e questo è molto importante per due motivi. Innanzitutto, perché spingere a fare sport non soltanto è un elemento psicofisico importantissimo per i nostri giovani, ma è anche, in molti territori, un modo per lasciarli lontani dalla strada: più palestre, più impianti sportivi, più piscine (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
Non però - mi faccia passare questo termine - come sta avvenendo a Caivano. Non perché ci sia una contrarietà da parte nostra al fatto che il Governo abbia meritoriamente risistemato quello che era un impianto abbandonato, ma perché quell'impianto non è accessibile alle realtà più fragili e difficili del territorio (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Erano loro i primi a doverci entrare, non quelli che hanno le possibilità, o meglio, anche loro, ma, se un impianto viene realizzato in una zona disagiata e difficile, gli abitanti del territorio, i bambini e i giovani di quel territorio devono essere i primi a poterne fruire, soprattutto se hanno delle condizioni economiche difficili.
È lì che lo sport diventa aggregazione, è lì che lo sport diventa la grande capacità dello Stato di sottrarre quei ragazzi o quei bambini alla strada e dargli un messaggio diverso. Perché diventare una persona che fa sport, imparare una disciplina sportiva, è un qualcosa che ti forma profondamente, sia se lo fai singolarmente, ma ancora di più se lo fai in squadra. E ancora, Presidente, i Giochi della gioventù sono anche un antidoto - mi perdoni, non perché sia contrario, ovviamente, all'idea del calcio - all'idea che esista solo uno sport nel nostro Paese, e cioè uno sport per grandi giocatori, che hanno milioni e milioni di euro, o, addirittura, società di miliardi di euro, qualcuna fortemente indebitata e che oggi è alle cronache per vicende alquanto discutibili di come è stata ricapitalizzata, che ci sia soltanto lo sport per i campioni, solo per i più forti.
Il tuo unico obiettivo è vincere a tutti i costi. No, non è questo il messaggio dello sport, lo sport è partecipare, fare squadra, imparare anche ad aiutare il tuo amico di squadra. Vincere, ma non sopraffare l'avversario. Questa è l'idea dello sport (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) che noi dobbiamo portare tra i più giovani, uno sport onesto intellettualmente, uno sport che sia un segnale anche per i nostri giovani. Noi siamo particolarmente soddisfatti e, ancora, le diciamo, ci deve essere la possibilità di investire in particolare in alcune zone.
Secondo i dossier che noi abbiamo ci sono alcune realtà, soprattutto nel Mezzogiorno, in cui i ragazzi - e mi riferisco in particolare alla Calabria e alla Sicilia -, gli studenti con un livello socioeconomico basso hanno il 10 per cento di strutture sportive dove potersi rivolgere. Non è soltanto, ovviamente, un modo per levarli dalla strada, quando quella strada diventa un luogo che può diventare un'aggregazione di criminalità, ma è anche un modo per dare una chance. Quante volte abbiamo visto degli uomini e delle donne che sono diventati campioni e che sono partiti da nulla; per noi è questa l'idea dello spirito sportivo vero, non è importante da dove vieni, ma che le tue capacità siano espresse al meglio.
E anche un'altra idea che, lo so, alcuni potranno non condividere: l'importante è partecipare. Perché qui sembra soltanto che si voglia vincere a tutti i costi, anche con metodi assolutamente discutibili o illegali, tipo insegnare che si può truccare una partita, che si fa uso di sostanze dopanti che non si dovrebbero utilizzare. Noi immaginiamo di dare a tutti questi giovani un'idea diversa da quella che passa, e anche che lo sport è non solo sacrificio, ma è anche capacità di crescita collettiva, di costruzione di un'idea di comunità che parte, soprattutto, dai più giovani, che possono partecipare ad attività sportive che gli permettano anche di crescere culturalmente, di imparare tutta una serie di dinamiche che, normalmente, non imparano nella scuola, e, soprattutto, di conoscersi tra di loro.
Concludo: l'idea che i giovani del nostro Paese si possano incontrare facendo attività sportive e possano nascere gemellaggi, incontri in qualsiasi modo tra il Nord e il Sud, gareggiando, ma soprattutto creando amicizia, ecco, questa è l'idea che noi speriamo che ci sia nei Giochi della gioventù. Quando ero piccolino, ho avuto la fortuna di partecipare ai Giochi della gioventù ed era una grande festa. L'emozione era quella di essere un rappresentante della scuola che andava a confrontarsi con altri coetanei di altri posti del Paese.
Innanzitutto, si partiva ovviamente con altri posti del territorio, poi si continuava con altri posti del Paese. Era però una festa, era un momento di grande aggregazione. Il fatto che siano scomparsi, sia per un lungo periodo, alla fine degli anni Novanta, e sia, poi, dal 2017, è stato un segnale negativo; ho letto che non partecipavano più, le scuole non si sentivano più partecipi. Ecco, che questa proposta diventi uno sprone per permettere a questi Giochi della gioventù di tornare a quello spirito per cui erano nati: uno spirito di aggregazione, di unità del Paese, di sani valori sportivi, di possibilità di aggregazione per i giovani, di realizzazione di impianti e di strutture sportive che possano durare nel tempo e possano permettere, soprattutto a chi ha meno, di svolgere queste attività.
E ancora, soprattutto, la possibilità, da parte del Governo, di investire su impianti sportivi nelle zone dove non ci sono è fondamentale. Per queste ragioni, noi di Alleanza Verdi e Sinistra voteremo a favore di questo provvedimento e ci auguriamo di poter assistere nuovamente a questi Giochi della gioventù (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Grippo. Ne ha facoltà.
VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). Ci troviamo oggi a votare un provvedimento - è stato detto dai colleghi che mi hanno preceduto - che vede unanime l'Aula, come ha visto unanime l'Aula del Senato, e non potrebbe essere altrimenti. La previsione, la riattivazione e anche l'irrobustimento dei Giochi della gioventù era un obiettivo che ci eravamo dati quando, in occasione dell'inserimento dello sport in Costituzione, ci eravamo detti che auspicavamo che quella dichiarazione costituzionale non rimanesse lettera morta, ma iniziasse a vedere una serie di provvedimenti.
Non è questo, sinceramente, il più importante che chiedevamo, ma sicuramente è un tassello di un puzzle importante che intendesse lo sport, così come la Costituzione oggi fa, non solo e non tanto come intrattenimento e tempo libero, ma come tassello fondamentale nella costruzione della salute dell'individuo fin dagli anni più teneri della scuola e anche nel superamento di tante barriere: barriere sociali, barriere legate alla difficoltà di inserimento di alcuni ragazzi, barriere legate alla disabilità, barriere legate a differenti condizioni di salute e agonistiche.
Lo sport, purtroppo, nel percorso di crescita dei ragazzi italiani non è nelle abitudini dei ragazzi, non è nelle abitudini delle famiglie come in altri Paesi, dove le ore settimanali dei bambini dedicate allo sport, non tanto allo sport agonistico, quanto proprio al movimento, sono molte di più, spesso con attrezzature e strumenti di diverso livello. Noi stiamo cercando, piano piano, di portare anche l'Italia a questi standard. Evidentemente, ripeto, questo è un passaggio importante.
È importante per le ragioni che hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto: è importante che ragazzi di scuole diverse si incontrino e si confrontino; è importante che ragazzi di comuni e realtà territoriali diverse si confrontino intorno a una disciplina sportiva; è importante, anche, stimolare la parte sana dei meccanismi agonistici a fronte di quella, invece, più aggressiva, più competitiva, che non ci vede entusiasti sostenitori.
Naturalmente, i Giochi della gioventù sono una parte: dovrebbero essere la vetrina, la copertina di un libro che ha dentro tanti altri capitoli, tante altre pagine che, ahimè, oggi ancora non vediamo realizzate al 100 per cento. Mi riferisco all'impiantistica sportiva, alla messa in sicurezza, innanzitutto, di quella presente negli istituti scolastici, alla possibilità di realizzare luoghi di aggregazione intorno allo sport per i giovani e per gli adolescenti in tutte le città e nei comuni italiani, a partire dalle zone a maggiore disagio sociale e periferiche.
Purtroppo, abbiamo visto nel Piano di attuazione del PNRR che, in alcuni luoghi, questi passaggi si trasformeranno in un'occasione mancata e ce ne dispiace proprio perché, nelle situazioni a maggiore emergenza sociale, sappiamo che lo sport spesso non è l'antidoto ma, quantomeno, un'occasione di aggregazione - forse, una delle ultime occasioni di aggregazione per i giovani e per le famiglie - che, quando non presente, rappresenta un vero e proprio vuoto.
Così come siamo ancora molto indietro con riferimento agli stanziamenti per la formazione dei docenti che si occupano di sport e, al contempo, alle risorse per l'abbattimento delle barriere architettoniche. Mi soffermo su questo e ringrazio, anzi, il Governo, la Sottosegretaria Frassinetti e il Ministro Abodi che hanno voluto recepire il nostro ordine del giorno che fa riferimento a un progetto - le Aureliadi - che viaggerà parallelo: sarà uno dei tanti tasselli che, dai territori, andranno a comporre il grande piano dei Giochi della gioventù.
Dobbiamo, infatti, ricordarci che poi lo sport di base è quello fatto da tantissimi allenatori, da tanti campi di periferia, da tanti sport, tante discipline, anche meno famose e meno conosciute, meno seguite, che vedono coinvolte centinaia di migliaia di persone in tutta Italia, vedono coinvolte famiglie, vedono coinvolte associazioni, vedono coinvolte persone che, magari, nel tempo libero ricavano anche il tempo per allenare una squadra, per portare il figlio a fare una disciplina sportiva.
Quindi, con il nostro ordine del giorno, proponiamo le Aureliadi, un progetto che, insieme al progetto “Il sorriso di Paola”, nasce dalla volontà di premiare non il ragazzo atleticamente più forte, ma il bambino, il ragazzo che abbia compiuto, nella sfida con se stesso, la migliore crescita rispetto all'emarginazione, alle proprie barriere fisiche e alle barriere circostanti.
Ecco, noi abbiamo provato a dare questo contributo alla elaborazione della norma che oggi andiamo a votare perché vorremmo, davvero, che nel corpo di questa norma - questo è uno scheletro, ma serviranno poi muscoli, ossa e cuore - ci sia poi l'attenzione alle tantissime attività di sport di base, di mini-competizioni, di piccole gare che vengono organizzate sui territori da parte di persone che spesso, davvero, lo fanno per passione, lo fanno per amore per lo sport e per amore per la lotta al disagio sociale, alla fragilità dei ragazzi in età critiche per la loro crescita.
Quindi, sono contenta che anche questo elemento farà parte della normativa. Auspico davvero che, oltre alla programmazione centrale, ci sia una programmazione di territorio con l'ascolto degli enti locali, con l'ascolto delle associazioni, degli organismi e delle federazioni perché, davvero, lo sport di base è una risorsa che, laddove attuata, come oggi dice la Costituzione, non solo risolve il problema del tempo libero, ma veramente aiuta a irrobustire la crescita dei nostri ragazzi, affinché diventino degli adulti più consapevoli e in salute (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Martina Semenzato. Ne ha facoltà.
MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, il provvedimento che votiamo oggi rappresenta un momento importante per riaffermare l'impegno di tutto il Parlamento nel promuovere lo sport come strumento educativo e sociale: un investimento sul futuro dei nostri giovani ragazzi e sul benessere della nostra società.
La reintroduzione dei Giochi della gioventù, con una formula rinnovata e inclusiva, non è semplicemente il recupero di una importante tradizione: è il riconoscimento del ruolo fondamentale che lo sport deve avere nelle scuole e nella formazione dei cittadini del domani.
I Nuovi giochi della gioventù, infatti, non si limitano a promuovere l'attività fisica, ma propongono al centro valori universali come il rispetto delle regole, l'inclusione sociale, la collaborazione e la disciplina.
Questa legge ha una visione chiara e due obiettivi principali. Il primo è quello di integrare la pratica sportiva con il percorso educativo; lo sport non è solo un'attività motoria, ma uno strumento di apprendimento cognitivo, formativo e relazionale. Con questo provvedimento riconosciamo il valore dello sport come parte integrante dell'educazione, in grado di formare non solo il corpo, ma anche la mente e il carattere.
Il secondo obiettivo è garantire a tutti e a tutte l'accesso allo sport. La legge mira ad abbattere le barriere economiche, sociali e territoriali, affinché ogni studente, indipendentemente dalle proprie condizioni, possa partecipare alle attività sportive.
In questo senso, l'organizzazione dei Giochi è pensata per includere tutti, con un'attenzione particolare agli studenti con disabilità, che potranno competere in gare integrate o specifiche, secondo le loro necessità.
Dobbiamo, quindi, intendere lo sport come uno strumento di prevenzione e coesione sociale. Investire nello sport significa prevenire il disagio giovanile, combattere la sedentarietà e promuovere il benessere psicofisico. I dati ci dicono che un ragazzo su quattro in Italia è in sovrappeso e le ore di attività fisica nelle scuole non sono, spesso, sufficienti.
Questo provvedimento, invece, riconosce che la pratica regolare è il miglior antidoto contro molte delle sfide che i giovani, oggi, si trovano ad affrontare, spesso da soli: dall'isolamento alla fragilità emotiva, fino ai rischi legati alla devianza sociale.
Non dimentichiamo, inoltre, il valore dello sport come strumento per diffondere la legalità e il rispetto delle regole e, soprattutto, nei contesti più difficili lo sport può essere un argine contro la criminalità, un luogo dove i ragazzi imparano a socializzare, a competere lealmente, a credere in un futuro migliore. Questa proposta di legge è il frutto di un lavoro corale, che ha visto il contributo di tutte le forze politiche e dei Ministri competenti, che ringraziamo.
La norma include due sezioni per i Giochi: “Giovani in gioco”, dedicata agli studenti più piccoli, con un approccio ludico e polisportivo, per avvicinare i bambini alle diverse discipline sportive; e i Nuovi giochi della gioventù, riservata, invece, agli studenti della scuola secondaria, con una progressione verso l'attività agonistica, che valorizza le inclinazioni di ognuno. Questa struttura è pensata proprio per accompagnare i giovani in un percorso di crescita graduale, dove la competizione non è fine a se stessa, ma è un mezzo per scoprire il talento e il valore della partecipazione.
Colleghi, stiamo votando per una scuola più moderna, una società più inclusiva, un'Italia più sana. Lo sport non è un costo, non deve essere un costo, ma un investimento strategico per il futuro del nostro Paese.
Con questo provvedimento rilanciamo un progetto che ha segnato la storia educativa di molte generazioni e che oggi torna ad essere un'opportunità per tutti noi. È un passo avanti per rendere il nostro sistema educativo più completo e in grado di affrontare le sfide del nostro tempo.
Attraverso lo sport contribuiamo a costruire una scuola che sia non solo luogo di apprendimento, ma anche spazio di formazione umana, dove si sviluppano i valori che sono alla base della convivenza sociale e della coesione sociale.
Rilanciare i Nuovi giochi della gioventù significa dare un segnale concreto ai giovani. Le istituzioni credono nel loro talento e nel loro diritto a crescere in un ambiente sano e stimolante. Ed è anche un modo per riaffermare la centralità della scuola come comunità educativa, in cui le differenze si trasformano in opportunità e nessuno deve essere lasciato indietro.
Sottolineiamo, infine, l'importanza delle sinergie previste dalla legge tra scuole, enti locali e organismi sportivi, che rappresentano un modello di collaborazione virtuosa, per rafforzare il legame tra istituzioni e territorio. Questa rete consentirà di superare le carenze infrastrutturali e organizzative che, troppo spesso, limitano l'accesso allo sport, soprattutto nelle aree più periferiche e svantaggiate.
Con questo voto affermiamo una visione di futuro che guarda ai giovani non come un costo, ma come il più grande patrimonio su cui investire.
Lo sport, in questa visione, non è solo competizione, è educazione, integrazione e salute. Per questi motivi, annuncio con convinzione il voto favorevole del gruppo Noi Moderati, nella speranza che sia l'inizio di una nuova stagione per i nostri ragazzi e per il nostro Paese, una stagione in cui lo sport torni ad essere protagonista nelle scuole, ma anche nella vita di tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Roberto Pella. Ne ha facoltà.
ROBERTO PELLA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Sottosegretario, cari colleghi, oggi siamo chiamati ad esprimere il nostro voto su una proposta di legge di fondamentale importanza per il futuro delle nostre giovani generazioni, proprio perché si propone di promuovere la pratica sportiva nelle scuole e, soprattutto, l'istituzione dei Giochi della gioventù.
Credo che tutti noi abbiamo fatto esperienza di quella bellissima iniziativa che si chiamava Giochi della gioventù. Credo che in tutti noi ci sia questo ricordo di quegli anni, che ci legava alle scuole elementari e alle scuole medie, un momento aggregativo, un momento dove si condividevano non tanto le scelte eroiche di ognuno nel risultato finale, quanto la costruzione di uno spirito di squadra, di condivisioni, di amicizia, ancor di più per quello che hanno sempre rappresentato i Giochi della gioventù all'interno di quella collaborazione interistituzionale tra governi locali, comuni e istituti comprensivi, istituti scolastici. Questa proposta di legge, che ci accingiamo ad approvare, parte proprio da questo presupposto, cioè che la formazione sportiva, in qualche modo, rappresenta uno strumento di apprendimento, un veicolo di relazione e di socializzazione, un tramite per trasmettere i valori fondamentali dell'attività sportiva, quali l'inclusione, l'espressione della propria personalità, la promozione delle pari opportunità.
Vedete, oggi, in Italia, purtroppo, assistiamo a un aumento importante e significativo del costo dell'inattività fisica, che incide sulla sanità pubblica. L'inattività costa all'Europa 80 miliardi, all'Italia circa 8-9 miliardi e chi, come me, è in Commissione bilancio, sa quanto questa spesa incida sul costo totale del bilancio dello Stato. Tutti auspichiamo l'aumento della spesa pensionistica, anche perché vuol dire che aumenta l'aspettativa di vita delle persone, ma sicuramente va fatto un grosso lavoro di abbattimento dei costi sanitari e sociali. Peraltro, noi, come Forza Italia, abbiamo proposto un'importante legge che sta riscuotendo grande successo, grande attenzione: la legge sul tema dell'obesità, che, insieme al diabete, rappresenta una malattia cronica non trasmissibile, che può essere solamente combattuta attraverso migliori stili di vita e lo stimolo dell'attività fisica. Per far questo, bisogna partire proprio dalle scuole, perché le scuole costituiscono quel passo significativo verso la promozione di uno stile di vita sano, che comprenda il rispetto del proprio corpo, attraverso - come dicevo - una sana alimentazione, ma soprattutto il principio fondamentale del rispetto nei confronti degli altri. Aggiungo che educa anche a fare i conti con i propri limiti, i limiti che l'attività sportiva ci permette di incontrare ogni giorno e che ci spinge a impegnarci per superarli, e, ove non sia possibile, di verificarli, quanto meno ci spinge a impegnarci quotidianamente.
Questa proposta nasce sicuramente da una fattiva collaborazione, da più Ministeri. Peraltro, il Ministero dell'Istruzione, oggi rappresentato dal Sottosegretario, e il Ministero dello Sport, oggi, stanno spingendo verso una valorizzazione sempre più importante, sempre più fondamentale: spingere le persone all'attività fisica. L'attività fisica, devo dire, sta riscuotendo grosso successo. Pensiamo a un progetto che abbiamo portato all'attenzione di questo Parlamento, nella scorsa legislatura, che ha riscosso grande successo, ossia “Sport nei parchi”, cioè la costruzione delle palestre a cielo aperto, all'interno degli spazi pubblici, dove oggi assistiamo a una frequentazione importante e significativa di giovani, come anche di persone della terza età. Pensiamo al progetto che, insieme al Ministro Abodi, insieme a Sport e Salute, è stato messo in atto, ovvero “Bici in comune”, con oltre quattro comuni che hanno aderito, proprio perché interviene nella promozione, nello stimolo, nell'attività fisica.
A tal proposito credo sia importante sottolineare come i Giochi della gioventù costituiscano uno di quegli strumenti attraverso i quali si realizza la promozione dell'attività sportiva e non rappresentano solo un'opportunità per praticare sport, ma anche un mezzo per educare i giovani ai valori della lealtà, del rispetto e della collaborazione. L'interazione che c'è con le diverse federazioni e con i diversi enti di promozione sportiva e tanto più con le associazioni sportive, che sono il braccio operativo dei territori, dei sindaci e delle amministrazioni comunali, oggi, su questo, i Giochi della gioventù non solo rappresentano un momento importante, ma possono diventare anche uno strumento di conoscenza, di maggiore attitudine che ogni ragazzo può prendere e poi proseguire, oltre ai giochi, in una vera e propria disciplina, una vera e propria attività sportiva attraverso il ruolo delle federazioni e delle associazioni sportive.
Quindi, è chiaro che questo impegno, questo lavoro, che, devo dire, il Governo Meloni sta portando avanti con determinazione e con forza, va proprio in questa direzione, che più volte è stata sollecitata nelle scorse legislature, che forse non ha mai trovato una condivisione e un'attenzione molto forti e che adesso si traduce non solo in una condivisione, ma soprattutto in una copertura economica importante sulla collaborazione interistituzionale.
Infatti, questa proposta - come dicevo - prevede, per le scuole e gli organismi sportivi, in qualche modo, un'azione rivolta agli studenti, che regolarmente sono iscritti e frequentano le scuole statali e paritarie, primarie e secondarie. Se mi permette, aggiungo che lo sport abbatte anche le barriere sociali, le barriere culturali, le barriere linguistiche, perché, quando siamo di fronte a una palla che può essere per il calcio, per la pallavolo, per il basket o per una racchetta di tennis, ogni principio decade e ogni persona, ogni ragazzo si sente protagonista nell'azione che sta portando avanti.
Ecco, quindi, che questo è un aspetto importante. Questa proposta di legge mira a garantire l'accesso a tutte le strutture sportive moderne e sicure in tutte le regioni del nostro Paese e crediamo fortemente nel fatto che sia nostro dovere assicurare ad ogni giovane, indipendentemente dalla propria condizione socio-economica, l'accesso all'attività sportiva e la partecipazione a queste attività, beneficiando anche dei vantaggi che offrono.
Oggi la nostra Costituzione stabilisce che la materia sportiva è in capo alle regioni. Cari colleghi, io sottolineo che il 98 per cento dell'impiantistica sportiva è di proprietà dei comuni e i comuni hanno fatto quello che dovevano fare altri livelli. Ecco, quindi, che un'interazione, una possibilità di utilizzo delle strutture scolastiche e delle palestre, anche oltre il tempo, per darle alle associazioni e agli enti di promozione per incentivare la pratica sportiva, sono la giusta strada per abbattere i costi sanitari, la sedentarietà e soprattutto stimolare sempre di più l'attività sportiva.
Questo è vero, tanto più oggi, in un'epoca in cui i nostri ragazzi trascorrono sempre più tempo sui social media o sui videogiochi, conducendo anche una vita a volte troppo sedentaria. Promuovere, quindi, uno stile di vita attivo è fondamentale per contrastare i rischi associati alla sedentarietà e all'uso eccessivo della tecnologia; è anche uno strumento di socializzazione, per far sì che questi giovani diventino nuovamente protagonisti. Io credo che questa legge oggi è ancor più importante, perché arriva dopo anni di COVID, che hanno pesato fortemente non solo sulla nostra vita, ma anche e soprattutto sulla vita dei nostri figli o sulla vita dei nostri nipoti, che oggi più che mai hanno bisogno di trovare attraverso lo sport uno strumento di socializzazione, di coinvolgimento e di partecipazione attiva alla vita del proprio contesto.
L'attività fisica non solo contribuisce anche al benessere fisico, ma ha anche un impatto positivo sulla salute mentale e sullo sviluppo sociale dei giovani, temi - anche qui - affrontati in più discussioni e in più proposte di legge portate avanti dalla maggioranza e anche dall'opposizione.
Voglio anche evidenziare il valore che assume l'aver raggiunto questo risultato con la collaborazione - devo dire - di tutte le forze politiche e questo credo che sia un bell'esempio, che diamo anche alla Nazione, ai nostri giovani, a coloro che impegnano il proprio tempo con sacrificio e con amore nella conduzione delle associazioni e della società sportive, anche perché oggi essere un dirigente è impegnativo, è faticoso ed è rischioso anche dal punto di vista giuridico. Sappiamo, infatti, oggi quanto sia rischioso avere un ruolo importante, come essere presidente di un'associazione o di una federazione, rispetto alle ricadute sul contesto, o a quello che può succedere.
Quindi, avere raggiunto questo risultato credo che sia importante e soprattutto dimostra che, quando si tratta del bene dei nostri giovani, possiamo mettere da parte le differenze e lavorare insieme per il futuro del nostro Paese. Su questo, attraverso anche un impegno collettivo, potremo in qualche modo anche creare un ambiente favorevole alla crescita e allo sviluppo dei nostri giovani, e crediamo proprio fermamente che questa iniziativa rappresenti un investimento nel futuro del nostro Paese e un passo avanti verso una società più inclusiva e solidale.
Concludo, Presidente, dicendo che è molto importante l'azione che congiuntamente il Ministro Abodi e il Ministro e Vicepremier Tajani stanno portando avanti anche sulla valorizzazione dello sport a livello mondiale, perché la valorizzazione dello sport rappresenta anche un valido strumento di rilancio del territorio, rilancio turistico, partecipazione e soprattutto anche occupazione, in questo caso giovanile, in alcune aree del Paese che ne hanno oggi particolare bisogno, come ha richiamato in questi giorni e in queste ore il Ministro Foti, anche in quelle aree interne, a rischio di abbandono, dove un campetto e dove un mini-pitch possono rappresentare un momento di unione, di aggregazione e di condivisione dal punto di vista della nostra azione.
Per questa ragione, sicuramente, noi, come gruppo di Forza Italia, siamo molto favorevoli; esprimiamo un voto favorevole, soprattutto con la convinzione, essendo anche il nostro capogruppo, Paolo Barelli, uno dei presidenti con il maggior richiamo di vittorie e di medaglie olimpiche, e non solo, di poter dare una svolta e di incidere in quello che è un programma che da sempre portiamo avanti e che siamo convinti veramente possa rappresentare al meglio un valore e uno stimolo, ma soprattutto un abbattimento di quelli che sono oggi i costi sanitari (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gaetano Amato. Ne ha facoltà.
GAETANO AMATO (M5S). Grazie, Presidente. Sottosegretaria, ben ritrovata, tanto noi ci vediamo spessissimo ormai, solo che poi riversiamo su di lei tutto quello che avremmo da dire a qualcun altro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, onde evitare fraintendimenti, dico subito che noi voteremo “sì”. Lo dico prima, perché poi, secondo quello che dirò dopo, magari qualcuno pensa che voteremo contro. Invece no, votiamo “sì”. Noi abbiamo preso purtroppo una brutta abitudine: siamo diventati un Parlamento monocamerale, perché qualcosa che arriva dal Senato non si può toccare alla Camera e qualcosa che dalla Camera va al Senato non si deve toccare, perché abbiamo paura che possa tornare indietro, e quindi di rimettere mano.
Abbiamo delle urgenze, come diceva l'onorevole Giachetti, che sono, appunto, i Giochi della gioventù, che sono l'Ordine di San Giorgio, che verrà dopo. Non è mai la settimana corta. Quindi le urgenze sono queste. Allora non può ritornare alla Camera di partenza, ma questo comporta dei problemi. Noi, ripeto, come aveva anticipato l'onorevole Giachetti, abbiamo presentato due proposte di legge, sia io che l'onorevole Berruto, che non sono state integrate in quella che arrivava dal Senato a firma del gruppo della Lega.
Allora, perché dico che questa proposta ha tanto il sapore dell'autonomia differenziata anticipata? Perché questo provvedimento vuole che i Giochi della gioventù, nella fase provinciale, siano fatti dalle società sportive e dai tecnici delle società sportive. Gran belle parole, gran bell'intendimento, peccato che al Sud dovremmo trovarle le società sportive. Non a caso ieri pare che in Commissione sia stato bocciato un emendamento del MoVimento 5 Stelle che chiedeva a Caivano - Caivano - la partecipazione anche delle società esterne con quelle che avevano avuto in assegnazione gli impianti.
Allora, se noi non diamo l'opportunità alle società esterne di integrarsi con le società che fanno attività sportiva, mi dite come li facciamo i Giochi della gioventù a Siderno? Come li facciamo a Locri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Ora, non so i trascorsi dei colleghi che hanno firmato questa proposta di legge, ma forse, a parte l'onorevole Sasso, che ha qualche trascorso parallelo al mio, credo che nessuno di loro abbia mai fatto un solo giorno dei Giochi della gioventù. Io li ho fatti per 30 anni.
I Giochi della gioventù si facevano ad aprile, erano la festa della primavera, li facevamo nei posti all'aperto, nello stadio, e davamo ai ragazzini la possibilità di incontrarsi, di vedersi e di avvicinarsi allo sport. Erano questi i Giochi della gioventù e venivano fatti da chi? Dai docenti della classe, che lavoravano con quei ragazzini per l'intero anno scolastico, il pomeriggio. E questo è un altro problema, perché la sperequazione che c'è tra Nord e Sud, per quanto riguarda gli impianti sportivi, non è mai stata colmata, anzi, sempre di più viene accentuata.
Ogni dieci scuole che al Nord fanno l'attività pomeridiana, al Sud ce n'è una: una a dieci. Nelle altre nove scuole i ragazzini, finito l'orario scolastico, vanno in mezzo a una strada. Molte scuole non hanno ancora le palestre. Noi ipotizziamo degli scenari fantastici, i tecnici delle società sportive che fanno fare attività di atletica. Ma che bella cosa, è successo anche a me. Ho insegnato al Nord, ho insegnato a Bergamo, e grazie anche alle società sportive sono riuscito a portare i ragazzi alle finali nazionali. Nel Meridione, invece, quando facevamo i Giochi della gioventù, li facevamo nella corte del palazzo, con uno dei ragazzi che guardava verso l'alto, stando attento che la signora dell'ultimo piano non buttasse l'acqua perché noi facevamo confusione.
Quindi, c'è la mancanza di struttura, la mancanza di appoggio, la mancanza di volontà di dare al docente di educazione fisica quella responsabilità che gli compete in quanto formatore. In questa proposta di legge tutto questo non c'è, questa proposta di legge prevede il professionismo. Proviamo sempre a dire: stacchiamo i migliori, il famoso merito. E no, lo sport serve a recuperare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Noi lo avevamo detto, e dico noi perché mi accomuno all'onorevole Berruto in questo, al Ministro Valditara: caro Ministro, obblighiamo chi ha un voto brutto in condotta a fare sport, invece di bocciarlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Perché, se teniamo quel ragazzo a scuola a fare sport in maniera obbligatoria o a fare attività artistiche nella scuola, come il teatro, quel ragazzo non avrà l'opportunità di stare in strada (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Se noi bocciamo quel ragazzo, a 16 anni ce lo ritroviamo in mezzo alla piazza di Caivano, non negli impianti sportivi.
La repressione da sola non serve a nulla. Bisogna solo cercare di mantenere questo Paese in equilibrio, cercare di colmare le sperequazioni che esistono, sono evidenti, sono sotto gli occhi di tutti. Lei sta nella scuola, vive al Nord. La invito, se vuole facciamo insieme un giro in alcune scuole, scelga lei dove, in Campania, in Calabria, scelga lei, e vedrà una realtà completamente diversa da quella che lei conosce. Glielo dico da ex insegnante, perché ho fatto anche l'insegnante, nella mia vita, per tanti anni.
Sono stato al Nord, così come sono stato al Sud. Sono stato nella scuola ricca, così come sono stato nella scuola che non aveva nemmeno i banchi, nemmeno quelli a rotelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, Sottosegretario, noi voteremo “sì”. Voteremo “sì” perché abbiamo promesso al Ministro che non avremmo presentato emendamenti, ci ha chiesto di non farlo per non far ritornare il provvedimento al Senato. Ma spero che, strada facendo, in questo provvedimento si possano mettere le mani per tentare di portarlo più alla portata di tutti, di abbassare l'intendimento, avendo un risultato maggiore, perché, altrimenti, sarà sempre e solo un provvedimento selettivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rossano Sasso. Ne ha facoltà.
ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Sottosegretaria Frassinetti, onorevoli colleghi, come relatore di questo provvedimento e come capogruppo, in Commissione cultura, del gruppo firmatario di questo disegno di legge sull'istituzione dei Nuovi giochi della gioventù, desidero ringraziare innanzitutto, in fase di dichiarazione di voto, il primo firmatario, il collega, capogruppo in Senato, Massimiliano Romeo, e il presidente della Commissione cultura del Senato, il senatore Roberto Marti, per l'impegno e la dedizione che hanno mostrato nel corso dell'esame di questo provvedimento e, soprattutto, per aver coinvolto, in maniera determinante e direi decisiva, anche il Governo, che, parallelamente, stava portando avanti un'altra iniziativa simile. Questo è stato un grande risultato, Presidente, perché ha dato e dà forza a una prerogativa che, spesso, il Parlamento rivendica, ossia quella di non votare solo decreti, ma di portare avanti anche disegni di legge, quindi iniziative e proposte che provengano direttamente dal Parlamento. Quella dei Nuovi giochi della gioventù è una situazione che rispecchia questi parametri.
Questo provvedimento è stato, poi, votato all'unanimità al Senato. Lo sarà anche qui alla Camera proprio per enfatizzare il grande lavoro di convergenza che tutti i colleghi hanno portato avanti. Una volta tanto non ci si divide, ma si cerca di rimanere uniti su un tema così importante.
Ringrazio, altresì, anche il presidente della Commissione cultura della Camera, Mollicone, che ci ha assicurato il massimo del sostegno anche in quest'Aula. Mi spiace, però, che non si sia riusciti ad approvare definitivamente il testo in seconda lettura, prima della sessione di bilancio. E quindi, per un fatto tecnico, siamo costretti a far tornare in Senato, in terza lettura, questo provvedimento, esclusivamente però per aggiornare la disposizione finanziaria. E auspico che questo possa avvenire nel minor tempo possibile.
È giusto ricordare l'importanza dello sport per mille ragioni, soprattutto oggi, quando si tratta di dedicare una particolare attenzione al mondo dei giovani, per tutto quello che sta accadendo, per le tante devianze che si notano e per i tanti impegni che sono stati messi in campo da questo Governo per combattere le discriminazioni.
E sul tema discriminazioni e sport tornerò fra poco e forse a qualcuno non piacerà. Lo sport nella scuola diventa, dunque, un elemento fondamentale, soprattutto se si vuole costruire una società rispettosa che abbia dei valori, in quanto nello sport sono insiti valori fondamentali come la lealtà, l'onestà, la solidarietà, il rispetto delle regole, la strategia, la disciplina. Sono elementi che, nella società moderna, spesso e volentieri, però, non ci sono; mancano a tutti i livelli. Però rappresentano valori fondamentali per il progresso della stessa società.
E una chiave importante è anche quella del ruolo sociale che ha lo sport per avvicinare le persone. Si parla di formazione sportiva quale strumento di apprendimento cognitivo, formativo, relazionale e di socializzazione, come formazione completa dell'individuo. Mi piace ricordare uno dei grandi successi della Lega, quando, nella passata legislatura, riuscì a fare in modo che, finalmente, nella scuola elementare, gli insegnanti di educazione motoria fossero laureati nella specifica materia e non fossero insegnanti generici, perché per anni nella scuola italiana abbiamo avuto, ad insegnare educazione motoria, senza nulla togliere alle altre categorie, laureati in lettere o laureati in materie scientifiche. Finalmente, grazie alla Lega, da qualche anno, questa materia, che è fondamentale per lo sviluppo psicomotorio dei nostri ragazzi e dei nostri bambini, è opera di specializzati.
È per questo che la Lega ha fortemente voluto rimettere al centro della vita scolastica dei nostri giovani e giovanissimi l'iniziativa dei Giochi della gioventù e far sì che essa possa davvero avvicinarli, anche a livello agonistico, perché lo sport sia veramente un elemento di grande unione.
Presidente, una piccola considerazione. Peccato che adesso, in questo momento, siano andati via i ragazzi altrimenti lo avrei dedicato anche ai ragazzi presenti sugli spalti, alla comunità scolastica che era poco fa presente in quest'Aula: io vorrei dedicare, a nome della Lega, questo voto per i Nuovi giochi della gioventù ai nostri figli, a tutti quei ragazzi che hanno vissuto anni di tossicità digitale - l'hanno definita proprio così, tossicità digitale -, che hanno subito una deprivazione non solo culturale, ma anche sociale. Noi pensiamo che la dimensione ludico-ricreativa e anche quella agonistica possano essere di grande aiuto per loro. Ragione per cui abbiamo introdotto - lo voglio ricordare - lo sport in Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) con la modifica dell'articolo 33, che adesso, al suo ultimo comma, recita: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme”; attività sportiva che, purtroppo, in un recente passato è stata negata ai nostri bambini, ai nostri figli. Non voglio fare polemica; dico solo che è stata negata ingiustamente, ponendo discriminazioni a bambini dai 6 anni in su soltanto perché non erano vaccinati; e oggi sappiamo che la scienza è abbastanza contraddittoria su alcune certezze granitiche del passato per cui il fatto che sarà unanime il voto oggi per i Nuovi giochi della gioventù è una notizia che mi riempie di gioia, ma noi della Lega non dimentichiamo chi, nel passato, ha negato ai bambini la possibilità di entrare in una palestra soltanto per convinzioni che all'epoca e oggi reputiamo sbagliate.
Proprio per questo, come Lega, garantiremo assolutamente il massimo impegno per tutelare i nostri ragazzi e il loro diritto alla pratica sportiva e all'attività motoria. Per questo motivo, dichiaro il voto favorevole della Lega alla proposta di legge che istituisce i Nuovi giochi della gioventù (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Berruto. Ne ha facoltà.
MAURO BERRUTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Negli ultimi anni dell'Ottocento, in un palazzo di Torino, vive la ventisettenne Maria Pedani che esprime nella sua stessa figura salute e forza. È una maestra di una scuola elementare, insegna una materia rivoluzionaria, l'educazione fisica, ed è corteggiata da un inquilino dello stesso palazzo, il segretario Simone Celsani. Non potrebbero essere più diversi: lui, un ex seminarista, piccolo, timido, impacciato con le donne e tutt'altro che sportivo; lei, al contrario, è forte, bella, moderna, per i tempi spregiudicatamente femminista. Celsani si è follemente innamorato, ma lei lo rifiuta, perché la maestra Pedani non ha il tempo di pensare a quelle richieste, si sente investita di una importante missione: diffondere la pratica della ginnastica nella scuola secondo le teorie di Emilio Baumann, medico bergamasco trasferitosi poi a Bologna e autore, nel 1866, del primo manuale di ginnastica per le scuole elementari.
La signorina Pedani e il segretario Celsani sono i protagonisti di Amore e ginnastica, un romanzo di Edmondo De Amicis, pubblicato, per la prima volta, nel 1892. Emilio Baumann, invece, è realmente esistito, ed è il vero pioniere della diffusione della pratica sportiva nella scuola in Italia. Nella finzione, insomma, De Amicis racconta di una Torino di fine Ottocento dove una donna insegna lo sport nella scuola come strumento pedagogico.
Nella realtà, nasce nel 1844 la società ginnastica di Torino, la più antica in Italia, che farà pressione sul Parlamento fino a che, nel 1878, il Parlamento approverà la prima legge sull'obbligatorietà della ginnastica nelle scuole. Ora, sono passati 147 anni e oggi noi, in questo Parlamento, siamo felici perché lo sport, la cultura del movimento e la scuola oggi vivranno una bella giornata. Non c'è alcun dubbio che il Partito Democratico voterà a favore del ripristino dei Nuovi giochi della gioventù, manifestazione concepita nel 1968 e le cui prime finali, allo Stadio dei Marmi, qui a Roma, risalgono al 29 giugno 1969. Allora, un altro po' di storia. Io sono nato l'8 maggio del 1969, avevo 51 giorni, signor Presidente. Oggi ho 55 anni suonati e mi trovo a fare una dichiarazione di voto per ripristinare una cosa che nessuno, nessuno di noi, colleghe e colleghi - sia chiaro - ha inventato.
Togliamoci pure potenziali medaglie da appuntare al petto, perché oggi rilanciamo un'iniziativa, come dicevo, nata nel giugno del 1969 e durata fino al 1996, che poi dopo un po' di surrogati ha vissuto il suo definitivo sipario nel 2017.
Il merito, la genesi, anche il modello che oggi noi riproponiamo - e che mi auguro, ne sono certo, voteremo in modo unanime - nasce grazie alla visione di un dirigente sportivo che si chiamava Giulio Onesti. Giulio Onesti è stata una figura centrale nella storia dello sport italiano. Nato a Torino, laureato in giurisprudenza, partecipò attivamente alla lotta contro il regime fascista durante la Seconda guerra mondiale e la sua dedizione ai valori di libertà e giustizia lo resero una figura di rilievo nella lotta partigiana. Dopo la Liberazione, la sua esperienza e il suo impegno lo portano a ricoprire il ruolo di Presidente del Comitato olimpico nazionale dal 1946 al 1978. Doveva liquidarlo, il CONI, e invece lo trasformò.
Grazie alla sua guida, il CONI promosse la democratizzazione dello sport e sostenne la crescita delle discipline olimpiche nel Paese. Onesti avviò una riforma radicale, trasformando il CONI in una istituzione autonoma, di cui ebbe un rispetto profondo, che ci piacerebbe rivedere anche oggi. La sua visione, quella di Giulio Onesti, contribuì a fare dell'Italia una potenza sportiva, lasciando un'eredità indelebile nella storia sportiva e civile del Paese e, fra le eredità, anche quella dell'invenzione dei Giochi della gioventù. È così evidente che non voglio entrare nel merito dell'importanza del valore dei Giochi della gioventù in termini di inclusione, socialità e benessere psicofisico, cosa che abbiamo detto tutti, e aggiungo, in maniera collaterale, anche nella ricerca di giovani talenti per lo sport del futuro, ma è necessario, in virtù del loro ripristino, aprire una riflessione profonda sul rapporto fra sport e scuola.
Apparentemente nessuno, in questi 150 anni passati dai tempi di Emilio Baumann e della signorina Pedani, ha mai avuto dubbi sul fatto che lo sport e la cultura del movimento dovrebbero meritare, all'interno della scuola, la stessa dignità delle altre materie, così come una dignità dovrebbe meritare lo sport anche da un punto di vista infrastrutturale. Ma, al netto dei tempi dei pionieri e di quelli che lo sport lo hanno usato come strumento di propaganda, dal dopoguerra a oggi quella dignità non l'ha mai riconosciuta nessuno.
Dovremmo scusarci tutti, nessuno escluso, con almeno tre generazioni di italiani che sono stati privati, da parte di Governi che si sono succeduti alla guida del Paese, dell'esperienza educativa e sociale che lo sport rappresenta all'interno del mondo della scuola. Da 15 mesi la Costituzione riconosce proprio quei due valori: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme” dice il settimo comma dell'articolo 33, e il diritto allo sport che questo comma evoca, pur non garantendolo, esisteva ed esiste già in un luogo, che è la scuola. È la scuola il luogo dove lo sport - e mi piacerebbe poter dire anche la storia dello sport - è parte integrante dei programmi scolastici. È nella scuola pubblica che ogni giovane, di qualsiasi ceto sociale, provenienza geografica e disponibilità economica dovrebbe poter conoscere, praticare e amare lo sport. Dovremmo scusarci tutti, nessuno escluso, con generazioni di studenti che sono cresciuti nelle scuole di questo Paese e hanno avuto - e ancora oggi hanno - il 50 per cento di possibilità o di probabilità di studiare in una scuola che la palestra non ce l'ha.
Oggi, mi auguro all'unanimità, unendo proposte di legge - tra queste una a mia prima firma - che molti gruppi hanno depositato, ripristiniamo un principio, una manifestazione che riempie i ricordi di persone che sono prossime alla pensione. Lo ripeto: ne siamo felici, ma questo non risparmia e non ripaga il debito di attenzione che questo Paese ha accumulato nel corso dei decenni nel rapporto fra scuola e sport. Siamo felici che i Nuovi giochi della gioventù accolgano un'indicazione frutto di un nostro emendamento al testo base, che farà in modo che fra le discipline proposte ci siano anche il sitting volley, il baskin e il rafroball, che sono tre discipline sportive dove i ragazzi con diverse abilità possono giocare insieme, ragazzi e ragazze normodotati insieme a ragazzi e ragazze con disabilità motorie, mentali, sensoriali, visive e uditive, perché questa è la nostra idea di scuola, cioè una scuola capace di tenere insieme abilità e talenti diversi, valorizzare la differenza delle ricchezze senza lasciare indietro nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Ma dopo - e spero già dal prossimo anno scolastico - che faremo ripartire i Giochi della gioventù, occorre continuare a lavorare per restituire quella dignità, di cui parlavo, allo sport all'interno del mondo della scuola. Per fare questo, serve una vera integrazione tra il sistema scolastico e il mondo sportivo, senza più permettere che le scienze motorie siano trattate come materia marginale. Serve valorizzare e riconoscere il ruolo dello sport nella formazione globale degli studenti, dalla scuola primaria all'università. Serve collaborazione vera fra scuola e società sportive, a partire dall'utilizzo di quelle palestre scolastiche che, laddove esistono e che - sommessamente ricordo - sono luoghi pubblici, possano essere messe a disposizione di chi opera sul territorio in orario extracurricolare. Basta con l'ingiustizia che si genera che alcune palestre sono chiuse quando la scuola è chiusa. Molto semplicemente, quando la scuola è chiusa le palestre devono poter rimanere aperte.
Serve un grande piano infrastrutturale di impiantistica scolastica, perché - lo ripeto - ancora oggi in Italia più di una scuola su due non ha una palestra. Serve riconoscere il processo di formazione degli insegnanti specializzati che lavorano nella scuola ed estendere quello che oggi si fa solo nelle classi quarte e quinte della scuola primaria, portandola a ciò che dovrebbe essere naturale, scontato e perfino banale: le prime tre classi della scuola primaria e aggiungo la scuola dell'infanzia. Non serve copiare un modello anglosassone o un modello scandinavo: costruiamo pure un modello italiano, ma che sia fatto di finanziamenti strutturali.
Sottosegretaria, che rappresenta il Ministro, facciamo un tavolo di lavoro sullo sport e sulla scuola. Io credo che sia arrivato il tempo e vi chiediamo di concederci quantomeno un diritto di tribuna su quel tavolo. Lo impone un fatto - e vado a chiudere -, ovvero la necessità di risolvere l'insopportabile paradosso di un Paese che continua a esprimere eccellenze e a primeggiare nei medaglieri olimpici ma a primeggiare anche nelle classifiche di sedentarietà, inattività, obesità infantile e obesità adolescenziale. La motivazione è tutto: l'ho imparato nella mia professione di allenatore. Perfino il segretario Celzani, quello innamorato della maestra Pedani, dopo un periodo di smarrimento per riprendere il corteggiamento si mostrò interessato agli esercizi ginnici, frequentò una palestra e incominciò a dedicarsi alla pratica del canottaggio.
Noi voteremo con grande motivazione a favore del ripristino dei Giochi della gioventù, con una promessa che vogliamo mantenere e che crediamo sia mantenuta: che questa sia l'inizio della restituzione di quella dignità che lo sport, nel mondo della scuola, non ha mai conosciuto. Il PD voterà a favore di questo provvedimento per rendere merito e onore all'invenzione di una delle figure più geniali che lo sport italiano abbia conosciuto, Giulio Onesti, a cui chiediamo che questi giochi vengano intitolati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Roscani. Ne ha facoltà.
FABIO ROSCANI (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, lo abbiamo sempre detto: per Fratelli d'Italia lo sport e la promozione dello sport sono una priorità. Per noi il suo sviluppo è un impegno quotidiano, un bene per la società e la sua accessibilità una sfida da affrontare in ogni sede. Crediamo nello sport e nella sua capacità di affermare valori positivi come il merito attraverso la sana competizione, nel promuovere la salute fisica, il benessere mentale e il raggiungimento dei propri traguardi. Lo sport rafforza la disciplina e le relazioni attraverso il lavoro di squadra e il superamento di ogni tipo di ostacolo. Crediamo che investire e promuovere lo sport significhi, soprattutto per le giovani generazioni, investire e promuovere un modello di vita sano.
Per non parlare, Presidente, di ciò che lo sport è in grado di rappresentare in termini economici per la nostra Nazione: sono decine di migliaia le società sportive professionistiche, le associazioni dilettantistiche e le società di gestione degli impianti che occupano oltre 300.000 persone, capaci di generare il 3,6 per cento del PIL nazionale. Secondo l'Osservatorio sullo Sport System, realizzato dall'ufficio studi di Banca Ifis, ogni milione di euro di investimenti pubblici nello sport attiva quasi 9 milioni di risorse private, che generano oltre 20 milioni di ricavo: una vera e propria risorsa per il sistema Italia.
Per questi motivi abbiamo fortemente voluto - anche per questi motivi - che lo sport fosse riconosciuto dalla nostra Carta fondativa, dalla nostra Costituzione, per far sì che la Repubblica riconoscesse ufficialmente il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme; è uno storico traguardo raggiunto grazie all'unanimità di tutto il Parlamento. È sempre per questi motivi che nell'ultima legge di bilancio abbiamo previsto investimenti e agevolazioni per gli studenti-atleti in ambito scolastico, stanziando borse di studio destinate agli studenti delle scuole superiori impegnati in attività agonistica riconosciuta dalle federazioni sportive.
Oggi ci apprestiamo ad aggiungere un altro tassello alla crescita del settore sportivo e a rinsaldare ancora di più lo sport, la scuola e le nuove generazioni. Quindi, accogliamo con grande ottimismo e anche con grande speranza il ritorno dei Giochi della gioventù, che in passato hanno tracciato fondamentali storie di sport e di vita tra gli studenti di tutta Italia.
L'affermazione del principio risiede nel fatto che i Giochi della Gioventù sono sicuramente un'opportunità importante e sono, però, anche un modello: le prime edizioni dei Giochi della Gioventù si sono celebrate in Italia ormai nel lontano 1969 su impulso di Giulio Onesti, cioè di quella persona grazie alla quale questa Nazione ha ereditato una visione dello sport che andasse ben oltre la semplice partecipazione agonistica all'attività e alla pratica sportiva, l'uomo grazie al quale la dimensione dello sport in Italia è diventata anche cultura dello sport e partecipazione. La visione che Giulio Onesti rappresentava alla guida di una fase dello sport italiano davvero tanto importante per questi cambiamenti è quella visione che, all'inizio di questa legislatura, e anche dopo, abbiamo ritrovato in maniera estremamente coerente nei provvedimenti che stiamo adottando, adeguando, tra l'altro, quel precetto costituzionale italiano sulla dinamica sportiva anche agli intendimenti europei già sanciti all'inizio degli anni Duemila con il libro bianco sullo sport, varato dalla Commissione europea. Anche lì si considerava una dimensione sportiva che abbracciava uno spettro molto più ampio del semplice allenamento e del semplice risultato alla competizione e che vedeva nello sport non tanto l'obiettivo ma anche lo strumento attraverso il quale rappresentare e far vivere determinati valori.
I Giochi della Gioventù sono esattamente questo e ciò dà chiaramente l'idea di come il Governo Meloni abbia inteso operare sul sistema sportivo a 360 gradi. Ci apprestiamo, dunque, a votare e a ripristinare questi Giochi della Gioventù, sospesi nel 1996 e poi con un tentativo di recupero di questa iniziativa nel 2007 con un altro nome, tentativo che poi si è disperso nel nulla. Oggi, siamo di nuovo di fronte alla possibilità di rimettere in piedi in maniera strutturata quello che abbiamo definito un modello e che sarà certamente un'opportunità per i nostri ragazzi e le nostre ragazze. Lo facciamo, oggi, nel migliore dei modi possibili, lanciando un messaggio importante quanto semplice: bentornato sport a scuola. In passato questo messaggio, forse, è stato trasmesso in maniera poco efficace, non in maniera abbastanza forte e, forse, in maniera poco convinta. Ma oggi torniamo a dire con chiarezza e con fermezza che lo sport è il benvenuto nelle nostre scuole e che, partendo dai limiti del sistema scuola in ambito sportivo, abbraccia sinergie strutturate e organizzate a livello istituzionale per andare a dotare questa progettualità di quelle competenze senza le quali altrimenti non avrebbe la possibilità di volare alto.
Riteniamo estremamente positivo che ai Nuovi giochi della gioventù potranno partecipare tutti gli studenti regolarmente iscritti e frequentanti delle scuole statali e paritarie e che abbia il prezioso proposito di favorire un'equa rappresentanza di genere. Riteniamo fondamentale la previsione della proposta di legge in esame di stabilire, per gli studenti diversamente abili, la partecipazione sia a gare integrate sia a gare appositamente dedicate all'interno della medesima manifestazione. Questo rappresenta una importante introduzione anche rispetto a quelle che erano state le storiche edizioni dei Giochi della Gioventù.
È degno di nota che i Nuovi giochi della gioventù nascano sotto gli auspici di una rinnovata alleanza tra sport e scuola, tra i due Ministeri che rappresentano questi due settori così decisivi nella formazione degli italiani di domani, con un ruolo centrale del Ministero dell'Istruzione e del merito. Voglio ringraziare il Sottosegretario Frassinetti, oggi qui presente come sempre, per la dedizione e per l'impegno che ha messo anche in questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), il Ministro Valditara, con il coinvolgimento del Dipartimento per lo Sport e i giovani, del Comitato olimpico, del Comitato Paralimpico e delle regioni. Condividiamo il proposito di organizzare dei Nuovi giochi della gioventù multidisciplinari e accompagnati da tematiche come l'ambiente, la salute e l'alimentazione. Vogliamo che sia un percorso sportivo ma anche di alfabetizzazione civica, come ha detto il Ministro Abodi.
Allora, questo è quello che rende davvero questo progetto ambizioso: si accompagna la scuola in un processo di crescita e di socialità. Siamo certi che il progetto culminerà con la nascita di un'agenda permanente di sport e scuola per il miglioramento delle infrastrutture, coprendo anche i primi anni delle elementari, con l'obiettivo di aumentare le ore di educazione motoria. Allora, Presidente e colleghi, oggi è dunque una giornata bellissima per lo sport, è una giornata bellissima per la scuola, una giornata bella per gli studenti, una giornata bella per l'Italia, e noi siamo fieri dell'impegno di questo Parlamento oggi e siamo fieri dell'impegno del Governo Meloni in tal senso. Per tutte queste ragioni annuncio quindi il voto favorevole di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Coordinamento formale - A.C. 1424? e abbinate)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1424? e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 1424?: S. 403 – “Disposizioni per la promozione della pratica sportiva nelle scuole e istituzione dei Nuovi giochi della gioventù” (Approvata dal Senato).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 50) (Applausi).
Dichiaro così assorbite le abbinate proposte di legge nn. 947?-990?.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori perché dopo abbiamo una Capigruppo e, visto l'andamento dell'Aula, oggi, visto il disprezzo del Parlamento che c'è stato sul tema della riduzione dell'orario di lavoro, visto che stiamo trattando i Giochi della Gioventù che abbiamo votato - con tutto il rispetto per i Giochi della Gioventù - visto che voteremo ora la Fondazione dell'Ordine di San Giorgio di Parma, noi chiederemo nella Capigruppo l'inserimento immediato, all'ordine del giorno, della nostra mozione Cappelletti sui costi dell'energia per le famiglie e per le imprese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Perché lo facciamo? Perché anche l'Ordine di San Giorgio di Parma dovrà pagare le bollette, no? Si parla dei Giochi della Gioventù, delle palestre. Ebbene, anche nelle palestre si pagano le bollette (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e oggi vediamo che un'impresa, che mediamente lo scorso anno pagava 230.000 euro annui di energia, quest'anno ne pagherà 300.000. Voi ditemi come fanno le imprese ad andare avanti.
Siamo al 744° giorno di calo di produzione industriale nel nostro Paese, ma noi parliamo della Fondazione dell'Ordine di San Giorgio di Parma e non parliamo delle bollette (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), non parliamo di questa cosa.
Allora noi chiediamo di venire in Aula immediatamente, domani, ognuno con le proprie soluzioni, a confrontarci per parlare di quello che accade qui fuori e non dei nostri problemi, delle vostre inutili cose; chiediamo di parlare della vita della gente, di quello che sta accadendo alla Borsa di Amsterdam. La Meloni vada ad Amsterdam (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) a dire che il prezzo del megawattora sta raggiungendo nuovamente dei picchi assurdi.
Noi siamo qui per proporre, perché noi, quando è scoppiata questa crisi del gas, da prima forza di maggioranza di questo Paese, abbiamo messo 55 miliardi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) per attenuare il caro bollette, 55 miliardi, mentre Fratelli d'Italia sbraitava dall'opposizione. Allora oggi, quando vediamo che arriva una bolletta a una pensionata disabile di 855 euro cosa dobbiamo rispondere?
Eccola lì la bolletta (La deputata Raffa scende nell'emiciclo e pone una bolletta sul banco del Governo), gliela mettiamo sui banchi del Governo così la vedete. Eccola quella bolletta, dategli una risposta. Noi non sappiamo come potete guardare negli occhi queste persone: 855 euro, e voi parlate dell'Ordine di San Giorgio di Parma! Il mondo vero è fuori, accorgetevene (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Ricciardi. Come preannunciato, appunto, ci sarà questa richiesta nella Conferenza dei presidenti di gruppo già convocata per le 19,30 di oggi.
Ha chiesto di parlare, su un argomento diverso, il deputato Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Sì, Presidente, era per una richiesta di informativa. Ho fatto una valutazione. Ritiro, ovviamente, la richiesta di informativa perché è un argomento molto delicato e non voglio che ci si ricami sopra politicamente. Però le dico una cosa, oggi è successa una cosa piuttosto grave in Aula. Oggi il Ministro per i Rapporti con il Parlamento è venuto in quest'Aula, interrogato su quello che è un caso gigantesco, ovvero di spionaggio a giornalisti e attivisti.
Interrogato da me, il Ministro non solo non ha risposto - e questa è anche una sua facoltà, aveva appena risposto al Partito Democratico -, ma ha usato quest'Aula e ha usato il tempo a sua disposizione per rispondere a me dicendo che, da lì in poi, il Governo avrebbe denunciato tutte le persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che, in qualche modo, possono fare illazioni sulla riconducibilità del Governo rispetto a quello che è successo.
Allora, quello che chiedo alla Presidenza è se noi siamo ancora un Paese libero di esprimersi dentro un'Aula parlamentare, perché dentro un'Aula parlamentare dico quello che voglio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e, se voglio fare un'allusione politica rispetto a un target di persone che sono state spiate e che sono tutte riconducibili a un danneggiamento dell'immagine della maggioranza, posso dirlo, perché sto facendo un question time, e in nessun modo il Ministro, soprattutto per i Rapporti con il Parlamento, può intimidire né me, né il mio gruppo, che, di certo, non ci faremo intimidire da voi (Vivi e prolungati applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Bene, l'abbiamo ascoltata, anche nella sua richiesta di informativa sulla materia.
Seguito della discussione del disegno di legge: Modifiche alla disciplina della Fondazione Ordine costantiniano di San Giorgio di Parma (A.C. 2034-A?).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2034-A?: Modifiche alla disciplina della Fondazione Ordine costantiniano di San Giorgio di Parma.
Ricordo che nella seduta del 27 gennaio si è conclusa la discussione generale e il relatore è intervenuto in sede di replica, mentre la rappresentante del Governo vi ha rinunciato.
(Esame degli articoli - A.C. 2034-A?)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).
Avverto che, fuori dalla seduta, gli emendamenti 3.1000 e 3.1001 Cavandoli e 3.1002 Gaetana Russo sono stati ritirati dalle presentatrici.
La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle proposte emendative riferite agli articoli del disegno di legge.
ALESSANDRO URZI' , Relatore. Grazie, Presidente. Provvedo a dare il parere su tutti. Sull'emendamento 3.1000 Cavandoli vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
Sugli emendamenti 3.5, 3.1 e 3.3 Alifano il parere è contrario…
PRESIDENTE. Allora, alcuni degli emendamenti che lei ha citato sono ritirati, come...
ALESSANDRO URZI' , Relatore. No, l'emendamento 3.1000 Cavandoli non è ritirato, o è stato ritirato anche questo?
PRESIDENTE. L'emendamento 3.1000 Cavandoli è ritirato, così come l'emendamento 3.1001 Cavandoli…
ALESSANDRO URZI' , Relatore. … e l'emendamento 3.1002 Gaetana Russo: sono ritirati.
PRESIDENTE. Esattamente.
ALESSANDRO URZI' , Relatore. Va bene. Allora provvedo a dare le indicazioni sull'emendamento 3.5 Alifano, su cui il parere è contrario. Sugli emendamenti 3.1 e 3.3 Alifano il parere è contrario. Sull'emendamento 6.1000 Alifano vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, Presidente.
PRESIDENTE. Il parere del Governo?
WANDA FERRO, Sottosegretaria di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Parere conforme a quello del relatore.
(Articolo 1 - A.C. 2034-A?)
PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 1.
Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 51).
(Articolo 2 - A.C. 2034-A?)
PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 2. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 52).
(Articolo 3 - A.C. 2034-A?)
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 3.5 Alifano, su cui la Commissione e il Governo hanno espresso parere contrario.
Ha chiesto di parlare la deputata Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi cerchiamo un po' di riequilibrare la mano governativa nella gestione di questa Fondazione. Diciamo che tutto questo provvedimento è effettivamente singolare ed è stato definito in modo molto colorito dal collega Giachetti negli interventi precedenti. Il termine non voglio ripeterlo, perché offende, tutto sommato, il decoro di quest'Aula, ma in un certo senso ci sta. Ci sta, ma solo in un certo senso, perché in effetti con questo provvedimento che cosa fa il Governo?
Interviene nel modificare il comitato di gestione, chiamiamolo così, il consiglio generale, quello che dovrebbe avere la direzione di un ente che è privato, è una Fondazione, ed è una Fondazione di diritto privato. Infatti, il Consiglio di Stato, con un parere reso nel 2022, così lo ha classificato, ed è singolare tutto ciò perché alla fine ci sarà una parziale identificazione tra il controllato e il controllante, tra chi gestisce e chi poi è deputato a controllare la gestione dell'ente, in totale spregio dei principi del codice civile. Mi rivolgo, anche qui, alla Sottosegretaria che è in Aula.
Noi stiamo andando contro i principi e gli articoli del codice civile, contro l'articolo 25 del codice civile, e questo potrebbe essere anche l'inizio - spero che non sia così - di una linea governativa che, alla fine, si insinuerà nel controllo degli enti privati, delle fondazioni private, rimodulandone gli organi di gestione. Con questo emendamento noi, per l'appunto, riduciamo il numero dei membri che dovrebbero essere nominati dal Presidente del Consiglio, perché - udite, udite - sia il presidente della Fondazione che la metà, di fatto, dei membri sono nominati con DPCM.
I membri di una Fondazione di diritto privato, attenzione! Chiedo che ci sia un ripensamento e che venga accolto questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente, chiedo di poter aggiungere la firma. Questo è un provvedimento molto atteso, che però, nei fatti, con il ritiro degli emendamenti che sono stati promessi al territorio, sconfessa anche un indirizzo, che è quello di potenziare, di aggiornare una Fondazione che è molto importante per il territorio. Ma, nel momento in cui il territorio è sottorappresentato rispetto a quanto avveniva, invece, in passato, credo che si debba rimarcare e colmare questa mancanza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Malavasi. Ne ha facoltà.
ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ho chiesto la parola, perché vorrei sottoscrivere, se la collega è d'accordo, questo emendamento e - nel riprendere anche la riflessione che faceva la collega Gadda - voglio porre l'accento su una cosa. Io penso che sia molto grave che, al di là delle aspettative e dei confronti avuti con il territorio fino ad oggi, non vi sia stata, alla fine, la volontà di trovare un accordo su queste nomine, proprio per rimarcare un principio di parità e di equilibrio, anche rispetto alle nomine, che tenga conto delle scelte fatte dal Governo, ma anche dalla volontà di chi in quel territorio governa e amministra quotidianamente.
Credo che sia una lesione, comunque, una mancanza di rispetto grave, nei confronti degli enti locali, del sindaco, del presidente della provincia e del vescovo, in questo caso, proprio perché vi è stata una chiusura totale da parte del Governo. Di questo siamo molto rammaricati. Quindi, nel rispetto anche delle richieste che provengono dal territorio, chiediamo di sottoscrivere l'emendamento, che voteremo con grande convinzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Anche noi vogliamo sottoscrivere l'emendamento e approfittiamo anche dell'occasione per riprendere alcune considerazioni fatte poco fa dalla collega Alifano, cioè dire che è assolutamente irrituale e, quantomeno, abbastanza discutibile che il Governo nomini la governance di una fondazione del tutto privata. È un'anomalia del nostro sistema che, probabilmente, doveva essere sanata. Tuttavia, la cosa che più ci preoccupa e che ci disturba - anche perché fornisce una caratterizzazione delle politiche di Governo – è quella di trovare un criterio comune della destra in questo Paese, anche se sembra un po' paradossale trovare un criterio generale su un argomento come questo, ossia l'Ordine Costantiniano di San Giorgio di Parma. Però, insomma, questo Governo che vuole andare fino in fondo a cercare di determinare anche chi governa l'Ordine Costantiniano di Parma (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), Dio buono, lasciate un po' di spazio anche agli altri, lasciate spazio ai comuni, lasciate spazio alla regione, almeno per l'Ordine Costantiniano di San Giorgio (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle)! Pure lì volete mettere le mani e basta! È veramente troppo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Alessio. Ne ha facoltà.
ANTONIO D'ALESSIO (AZ-PER-RE). Grazie. Chiediamo anche noi di sottoscrivere per le analoghe ragioni: è un fatto tutto peculiare e territoriale sul quale siamo al fianco del territorio parmense.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.5 Alifano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).
Passiamo all'emendamento 3.1 Alifano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Ha chiesto di parlare la collega, deputata Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, Presidente. Come diceva il collega Zaratti, che mi ha preceduto, questo provvedimento è un'altra espressione della linea autoritaria di questo Governo che, per l'appunto, vuole entrare anche nelle nomine delle fondazioni di diritto privato. Allora noi, con questo emendamento, comunque chiediamo di avere una maggiore trasparenza nella gestione dell'Ordine Costantiniano di San Giorgio di Parma che, adesso, penso che risalterà agli onori della cronaca a piè sospinto. Comunque, parlando seriamente, chiediamo che venga data la possibilità di avere la maggiore trasparenza possibile e, quindi, vogliamo evitare l'avvicendamento, ovviamente, di chi si dovrà occupare della direzione. Pertanto, chiediamo che non vi debba essere il rinnovo delle cariche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Prendo atto che la deputata Malavasi sottoscrive.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Alifano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).
Passiamo all'emendamento 3.3 Alifano, con il parere contrario del Governo e della Commissione.
Ha chiesto di parlare la deputata Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, Presidente. Le stesse considerazioni che abbiamo fatto per gli organi di gestione e dunque del consiglio generale, valgono anche per il Collegio dei revisori, cioè quelli che poi, alla fine, dovranno, per l'appunto, controllare i conti e dovranno poi, alla fine, dare il loro giudizio sull'attività degli organi di direzione.
Mi preme rammentare che l'Ordine Costantiniano di San Giorgio di Parma ha un patrimonio notevole, un patrimonio culturale ma anche un patrimonio in edifici, in immobili, in fondi. C'è stata, qualche tempo fa, una inchiesta fatta da l'Espresso, che poi è stata riportata anche da un'importante testata giornalistica, che faceva l'elenco di tutte le attività dell'Ordine Costantiniano di San Giorgio. Quindi, è importante che vi sia un controllo attento sulla gestione di questo patrimonio e che venga ovviamente destinato alle finalità che sono proprie dell'Ordine stesso.
Anche per tali motivi, ovviamente, chiediamo che il collegio dei revisori possa essere rinnovato e, dunque, che vi sia un avvicendamento delle persone che dovranno avere questo compito, devo dire, gravoso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Prendo atto che la deputata Malavasi sottoscrive l'emendamento.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 Alifano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 56).
(Articolo 4 - A.C. 2034-A?)
PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 4. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 57).
(Articolo 5 - A.C. 2034-A?)
PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 5. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 58).
(Articolo 6 - A.C. 2034-A?)
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 6.1000 Alifano.
Ha chiesto di parlare la deputata Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, Presidente. Noi, con questo emendamento, ponevamo l'attenzione proprio sulla condizione del personale, per il vero esiguo - si parla di pochi dipendenti – che, per l'appunto, lavorano per la Fondazione di cui stiamo discutendo e che si trovano, anche loro malgrado, in una condizione estremamente ambigua.
Voglio rammentare che l'Ordine Costantiniano di San Giorgio, e credo che il relatore ben conosca anche la storia, è stato classificato inizialmente come un ente pubblico. Quindi, queste persone avevano una tipologia di contratto che è affatto diversa da quella che si prospetta adesso, nel momento in cui il Consiglio di Stato, con un parere reso nel 2022 di cui rammentavo per l'appunto l'esistenza poco prima, ha qualificato invece la Fondazione quale ente di diritto privato.
Ora, l'unica cosa che, a parer mio, questo provvedimento avrebbe dovuto sciogliere è la sorte di questi dipendenti: a quale regime giuridico ed economico loro dovranno afferire? Per l'appunto, con questo emendamento si consigliava - anzi, si sottolineava - la necessità che gli stessi continuassero ad usufruire dello stesso trattamento economico in vigore. Emendamento che, ahimè, in modo inspiegabile, ha ricevuto il parere contrario da parte del Governo. Si pensa e anzi, si vuole sottolineare, che sarebbe necessario un ripensamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Prendo atto che la deputata Malavasi sottoscrive l'emendamento.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1000 Alifano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 60).
(Articolo 7 - A.C. 2034-A?)
PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 7. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 61).
(Esame di un ordine del giorno - A.C. 2034-A?)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A).
Invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'unico ordine del giorno presentato.
WANDA FERRO, Sottosegretaria di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/2034-A/1 Cavandoli, il parere è favorevole se riformulato come segue: “impegna il Governo a nominare, per la maggioranza dei membri elettivi del consiglio generale, soggetti residenti a Parma o nella provincia parmense e del cui territorio abbiano comprovata conoscenza”.
PRESIDENTE. Deputata Cavandoli, accetta la riformulazione? Prendo atto che la deputata Cavandoli accetta la riformulazione.
È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2034-A?)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. La Fondazione Ordine costantiniano di San Giorgio di Parma è un'istituzione importantissima, non soltanto per il territorio della città di Parma ma anche per il nostro Paese grazie al suo patrimonio culturale, al fatto che, appunto, la fondazione, da decenni, da secoli, gestisce anche un importantissimo patrimonio immobiliare e un'eredità che si tramanda di generazione in generazione.
Quindi, questo provvedimento è importante per aggiornare la normativa di riferimento o, meglio, per aggiornare la vita di questo importante ente rispetto ai nuovi strumenti legislativi, per ammodernarli ma anche per consentire di avere strumenti in più, per garantire continuità a questa Fondazione di diritto privato ma senza fine di lucro, ma, soprattutto, per consentirne la sua piena operatività. Quindi, questa Fondazione gestisce un patrimonio secolare, riconosciuta in primis per il contributo prezioso prestato alla tutela della Basilica minore di Santa Maria della Steccata. Però, insieme a questa attività principale, sono moltissime le iniziative di utilità sociale, culturale e filantropica.
Detto questo, come gruppo di Italia Viva avremmo voluto votare favorevolmente questo provvedimento, importante ed atteso dal territorio. Ma c'è un punto nel corso del dibattito parlamentare, evidentemente una manina, una pressione esterna, ha portato a modificare uno degli organismi più importanti legati alla governance di questa fondazione, creando così uno squilibrio tra la rappresentanza territoriale e i soggetti di nomina governativa. Quindi, il Governo Meloni incide anche rispetto alla governance e al modello gestionale della Fondazione Ordine costantiniano San Giorgio di Parma; in questo modo non rispettando un territorio, non rispettando, ormai, un indirizzo generale che è quello dell'amministrazione condivisa, del ruolo della pubblica amministrazione nella gestione e nella valorizzazione del patrimonio sociale, culturale e artistico del nostro Paese, appunto in un'ottica di dialogo e di collaborazione.
Quindi, di punto in bianco, all'articolo 3, sparisce il rappresentante del direttore generale dell'azienda ospedaliera universitaria di Parma che, insieme al rappresentante del sindaco di Parma, il vescovo della diocesi di Parma, il presidente della provincia, il rettore dell'Università degli Studi di Parma, avrebbe composto, insieme ai membri di nomina governativa, questo organismo, il consiglio generale.
Quindi, nonostante le promesse che la maggioranza aveva fatto, anche di emendamenti che avrebbero riportato la situazione ad una condizione di equilibrio, come purtroppo abbiamo visto pochi minuti fa, questi emendamenti sono spariti, sono stati ritirati. E, per questi motivi, il nostro gruppo ha votato contro all'articolo 3, pur rimanendo favorevoli all'impianto, alla scelta di aggiornare lo Statuto e la disciplina di questa Fondazione così importante e, quindi, annuncio il voto di astensione da parte del gruppo di Italia Viva, chiedendo seriamente al Governo di porre rimedio a questa mancanza di rispetto del territorio, perché la città di Parma si merita di dare riconoscenza ma, soprattutto, visibilità a un impegno che la società civile e gli enti pubblici di quella città vogliono mantenere rispetto a questa Fondazione che, appunto, è patrimonio dei cittadini di Parma, ma è anche patrimonio di tutti noi e pare che, di questo, il Governo si sia dimenticato (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Filiberto Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signor Presidente. Credo che la discussione che abbiamo avuto finora abbia un po' illustrato il nostro pensiero su questa questione fondamentale. Ho già accennato all'irritualità e alla poca legittimità, a mio parere, di una Fondazione che vede la sua governance scelta direttamente dal Governo. Penso che sarebbe stata necessaria una riforma che rimettesse le cose in ordine, vale a dire che desse a questa Fondazione gli stessi diritti, gli stessi doveri, lo stesso ordinamento delle fondazioni nel nostro Paese. Questa commistura tra potere pubblico e privato, secondo me, non fa bene né al pubblico né al privato in questo caso.
Quindi, penso che, da questo punto di vista, sia un'occasione persa. Come un'occasione persa è quella di fare in modo che un Ordine come questo, una Fondazione come questa possa avere maggiori e più stringenti rapporti con il territorio perché è lì che opera ed è lì che, ovviamente, deve svolgere una funzione che può essere anche importante.
Da questo punto di vista, le istituzioni locali, i comuni - il comune di Parma, in primo luogo - e la regione andavano sicuramente maggiormente coinvolti nella gestione e nella possibilità di dare il proprio contributo nella governance. Non è stato fatto. Non è stato fatto per questa volontà della destra italiana di esercitare egemonia.
Ecco, questa egemonia si estrinseca spesso, anzi, quasi sempre, nell'occupazione dei posti di potere, nell'occupazione delle poltrone. Non è così che si fa egemonia; io ve lo devo dire, dovete comprenderlo, voi esponenti della destra, non si fa occupando le poltrone ma si fa avendo proposte importanti dal punto di vista culturale, dal punto di vista programmatico, dal punto di vista politico; si fa esercitando una funzione positiva anche di confronto aspro nel Paese ma, evidentemente, non ne siete capaci, non ne avete voglia. Volete occupare tutti gli strapuntini del potere del nostro Paese.
Non vi sono bastate le nomine negli enti nazionali, non vi bastano le nomine negli enti dei grandi comuni del nostro Paese, non vi basta aver raschiato, in qualche modo, il fondo del barile nel cercare anche l'ultimo dei militanti di Fratelli d'Italia per dargli incarichi di gestione della cosa pubblica. No, siamo arrivati anche all'Ordine costantiniano di San Giorgio; pure a quello siamo arrivati e, addirittura, attraverso una riforma della legge per fare in modo che, anche lì, possiate scegliere le persone che voi volete mettere lì dentro.
Davvero, penso che la destra, in questo Paese, stia dando una pessima immagine non soltanto di se stessa - ma questo già lo sapevamo in partenza - ma anche del Paese, di un Paese che vede la sua maggioranza parlamentare, di un Paese che vede il suo Governo impegnati nel fare in modo che il comune di Parma non possa nominare un rappresentante all'interno del consiglio d'amministrazione dell'Ordine costantiniano di San Giorgio perché vuole mettere le mani anche lì; anche lì! E penso che questo, davvero, non faccia fare una bella figura al nostro Paese, ma non faccia fare bella figura neanche al Governo e a voi, maggioranza di questo Parlamento.
Ma siete venuti qui a fare cosa? A decidere anche chi muove una spilla all'interno delle fondazioni private? È solo quello che vi muove.
Il Paese sta vivendo una crisi incredibile. È stata fatta vedere qua una bolletta dell'energia di 800 euro, per non parlare dell'energia elettrica, per non parlare degli extraprofitti che avete fatto maturare alle grandi multinazionali, a cominciare dall'ENI, senza che abbiate avuto il coraggio di mettere una tassa, seppur simbolica, per recuperare quelle risorse per i cittadini. Soldi rubati alle cittadine e ai cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), soldi rubati a loro, e voi, con le mani alzate, sempre a dire signorsì a lor signori, ai potenti.
Ancora una volta siete i servi dei potenti di questo Paese. Per questo, anche su questa battaglia, noi vi diciamo “no” anche su questa questione, che sembra abbastanza risibile, ma che è piena ed emblematica del vostro modo di pensare il potere. Anche su questo noi daremo un voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio D'Alessio. Ne ha facoltà.
ANTONIO D'ALESSIO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Stiamo intervenendo sulle modifiche alla disciplina della Fondazione dell'Ordine costantiniano di San Giorgio di Parma. Doveva essere un'occasione di potenziamento, di attenzione, di amplificazione e di esaltazione di quel pezzo di territorio con riferimento a un'istituzione importantissima per il Paese, ma soprattutto per quel territorio. L'esame in sede referente presso la I Commissione è iniziato il 24 ottobre del 2024 e si è concluso con la votazione e con il mandato al relatore, che è avvenuta in data 15 gennaio 2025. Oggi siamo già in Aula. Questo percorso rapido evidenzia la sostanziale semplicità del tema, ma anche, se vogliamo, il desiderio di procedere all'unanimità.
L'articolo 1 prevede e dispone, quindi, la continuità dell'Ordine costantiniano di San Giorgio di Parma e l'adeguamento dell'istituto. Ora, è chiaro che l'attesa c'era ed era forte in quel territorio, e noi recepiamo un'amarezza, una delusione da parte del territorio stesso. Intanto, fino al 2022 c'era stata un'impostazione e una cristallizzazione dell'idea di una natura pubblicistica, perché, per il fatto che era una istituzione plurisecolare, doveva avere, secondo l'impostazione della giurisprudenza dell'epoca, una caratterizzazione pubblicistica che sovrastasse la natura privatistica, proprio per la caratterizzazione plurisecolare dell'istituzione.
Nel 2022, invece, c'è stato un cambio di impostazione e si è sottolineata, invece, la natura privatistica dell'istituzione. Perché? Perché l'Ordine non si trova a gestire alcun pubblico potere; perché all'Ordine non sono attribuite delle funzioni o dei compiti specifici coincidenti con quelli dello Stato o di altri pubblici poteri; perché all'Ordine non sono attribuiti poteri amministrativi; perché non è ravvisabile un margine di forme di controllo o di ingerenza pubblica; perché non risultano stanziati dei finanziamenti stabiliti a carico dello Stato con continuità. Quindi, sostanzialmente, si tratta di una caratterizzazione privatistica.
Eppure, quello che più lo caratterizza è il fatto che è un collegio tutto territoriale, dove le autorità civili, ecclesiastiche, politiche, amministrative, assistenziali, sanitarie, economiche e anche artistiche caratterizzano la vita di questo Ordine e di questa istituzione. Ora ci troviamo, invece, a prendere atto di un tentativo riuscito di portare il controllo e l'ingerenza a livello centrale, sottraendola all'influenza del territorio, che, invece, doveva essere non dico predominante, ma quantomeno prevalente. Invece, con una tale impostazione c'è un rovesciamento, e, quindi, quella che era l'attesa del territorio per garantire l'amplificazione della prevalenza e della predominanza territoriale, oggettivamente giusta e legittimata sul territorio, sconta oggi, invece, una predominanza, un'ingerenza e un'invasione da parte del potere centrale.
Allora, colleghi anche radicati sul territorio, stimatissimi, vengono a sottrarsi rispetto alla presentazione di emendamenti. Questi sono fatti, non sono pettegolezzi di corridoio. C'era stata la presentazione di emendamenti che poi sono stati ritirati, e questo ha deluso e ha sicuramente amareggiato quel pezzo di territorio che, invece, si vedeva garantito anche da quel tipo di emendamenti. Quindi, noi non possiamo che recepire, sotto questo profilo, la delusione del territorio parmense. Siamo a fianco di chi del territorio esprime una giusta, fondata, legittima amarezza.
Ripeto, era soprattutto un'occasione, che poi si perpetuerà, perché oggi stiamo stabilendo, stiamo riorganizzando, stiamo modificando la disciplina di questa Fondazione, e ciò varrà per il futuro. Quindi, il territorio è depredato di quelle che sono le prerogative del territorio stesso a favore del Governo centrale. Per questa ragione, noi voteremo contro il provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Calogero Pisano. Ne ha facoltà.
CALOGERO PISANO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Il provvedimento in discussione oggi in quest'Aula segna un importante passo avanti nella razionalizzazione e nell'adeguamento giuridico di un ente che affonda le sue radici nella tradizione religiosa e culturale del nostro Paese. La Fondazione Ordine costantiniano di San Giorgio di Parma, da tempo riconosciuta come un ente autonomo, aveva necessità di un quadro normativo più chiaro e adeguato alla sua attuale natura giuridica, così come riconosciuto dal Consiglio di Stato nel parere del 12 luglio 2022.
Attraverso questa riforma si sancisce definitivamente la natura privatistica della Fondazione, garantendo al contempo un sistema di governance trasparente ed efficiente. Il nuovo ordinamento prevede, infatti, una struttura di amministrazione equilibrata, composta dal presidente, dal consiglio generale e dal collegio dei revisori dei conti, con modalità di nomina che assicurano il giusto equilibrio tra autonomia dell'ente e controllo istituzionale.
In particolare, riteniamo che la previsione dell'obbligo di adeguamento statutario sia un elemento essenziale per garantire la coerenza tra le finalità storiche della Fondazione alle moderne esigenze di gestione. Questo provvedimento tutela, inoltre, in modo inequivocabile la basilica di Santa Maria della Steccata, la cui destinazione del culto rimane garantita, assicurando la salvaguardia di un patrimonio dal valore inestimabile per la comunità parmense e per l'intero Paese.
Dal punto di vista della sostenibilità finanziaria, il disegno di legge è formulato in modo tale da non comportare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, un aspetto fondamentale in un contesto di rigore economico e di razionalizzazione delle risorse. La clausola di invarianza finanziaria, modificata su richiesta della Commissione bilancio, rafforza ulteriormente questa garanzia. Signor Presidente, votare a favore di questo provvedimento significa sostenere un processo di modernizzazione e di trasparenza, che permette alla Fondazione Ordine costantiniano di San Giorgio di Parma di operare con maggiore efficienza e autonomia, nel pieno rispetto delle sue radici storiche e culturali.
Per questi motivi il gruppo parlamentare Noi Moderati esprime il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Emilio Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO EMILIO RUSSO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Di questo provvedimento si potrebbe certamente parlare a lungo, raccontando cos'è l'Ordine costantiniano e perché, dal punto di vista giuridico, si è reso necessario questo intervento. Invece, ci limiteremo a sottolineare il nostro apprezzamento per il lavoro e l'attività di questo ente plurisecolare e ad annunciare il voto favorevole del gruppo di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Enrica Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, Presidente. Noi già lo abbiamo detto in discussione generale: si tratta di un provvedimento singolare, lo ribadiamo anche adesso, perché, effettivamente, con tante emergenze che il nostro Paese è chiamato ad affrontare, oggi - del resto è stato ribadito anche dai colleghi nel corso delle altre discussioni - ci occupiamo di questo Ordine costantiniano di San Giorgio di Parma, da non confondere con l'omonimo che, invece, è sito in Napoli.
Lo dico anche con una punta di ironia, perché effettivamente sembra veramente strano che il Parlamento debba occuparsi di una cosa del genere, quando dovremmo affrontare temi come il calo della produzione industriale, oppure vedere un po' cosa fare con il settore dell'automotive, che è giù del 37 per cento e si prevede che ci sarà una perdita di circa 100.000 posti di lavoro - leggo, per l'appunto, i dati -, oppure il caro bollette.
Ne parlava prima il collega Ricciardi: bisogna, per l'appunto, cercare di affrontare questi temi e, invece, il Parlamento è impegnato - ore di lavoro - a trattare questo tema.
Quindi, tra l'altro, tra una riforma costituzionale e un'altra - che poi vengono sempre più o meno sonoramente bocciate dalla Corte costituzionale - ebbene, adesso ci troviamo con questo provvedimento, ripeto, assolutamente singolare, che ha un unico scopo, quello di riformare la struttura di direzione di un ente, ma di un ente che vanta un patrimonio significativo. Lo dicevo anche prima, quando ho discusso uno dei miei emendamenti: è vero, questo ente si occupa della basilica, tra l'altro meravigliosa, sita in Parma, di Santa Maria della Steccata, ma oltre a curare la detta basilica, questo ente ha un patrimonio di entità notevole. Gestisce un patrimonio che comprende statue, quadri e affreschi, assicurati per oltre 130 milioni di euro; ha 40 palazzi di appartamenti cittadini, più di 500 ettari di poderi nelle campagne tra Parma e Reggio-Emilia e ha circa 10 milioni di euro in liquidità. Tutti questi dati sono riportati - come dicevo già prima - in un'inchiesta giornalistica.
Quindi, è questo il motivo che ha dato priorità alla discussione di questo singolare provvedimento, anche se poi non viene affrontata - sempre nel testo di cui discutiamo - una questione fondamentale: perché vi è questa massiccia presenza di organi governativi nella gestione della Fondazione, visto e considerato che questa Fondazione è stata qualificata come ente di diritto privato? Si è voluto, tutto sommato, accentrare nelle mani governative, del Governo, la direzione di questo ente che, per l'appunto, vanta un patrimonio considerevole e tutti gli emendamenti del MoVimento 5 Stelle che tendevano a limitare questa forma di autoritarismo - anche in questo si manifesta l'autoritarismo di questo Governo - sono stati sonoramente bocciati.
Il punto è che adesso noi ci troveremo con una parziale identificazione tra l'organo di gestione e chi dovrebbe controllare la gestione. Quindi, di fatto, vi è una contaminazione tra il controllore e il controllato e il richiamo che è stato fatto dall'articolo 5 di questo provvedimento all'articolo 25 del codice civile, che per l'appunto enumera i poteri di controllo che l'autorità governativa ha sull'amministrazione delle fondazioni, è una beffa. L'articolo 25, infatti, prevede che l'autorità di Governo deve controllare le fondazioni, ma in questa Fondazione è lo stesso Governo che gestisce le risorse. Quindi, vi è proprio una parziale identificazione tra il controllato e il controllore.
Del resto, anche i nobili scopi che sono stati enucleati dall'articolo 2 - l'assenza di qualsivoglia scopo di lucro, il divieto fatto alla Fondazione di elargire qualsivoglia utilità, anche indiretta - sono elementi che non possono non apprezzarsi, ma che non eliminano quella criticità fondamentale di cui abbiamo parlato. È la confusione dei ruoli, la confusione dei ruoli, la confusione tra il controllato e controllante.
Allora, visto e considerato che non è stata sciolta la natura dell'ente e non si è voluto porre mano a questa questione fondamentale, che noi abbiamo in tutte le sedi rilevato, il voto del MoVimento 5 Stelle non può che essere contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Laura Cavandoli. Ne ha facoltà.
LAURA CAVANDOLI (LEGA). Grazie, Presidente. Questo intervento normativo è nato a seguito di una questione giurisprudenziale ed è stato citato il parere del Consiglio di Stato del 2022 che ha cambiato quella che era l'interpretazione sulla natura giuridica dell'ente, che era già stata diversamente decisa sempre dal medesimo organo nel 1951. Quindi, il Consiglio di Stato ha dichiarato che l'ente avesse natura di diritto privato, natura privatistica, e che pertanto la Fondazione andasse iscritta presso la prefettura di Parma. E questo è il “la” per questo intervento normativo, che, ci tengo a dire, parte anche da una situazione abbastanza critica. Si tratta di una Fondazione che è immobile. Si è detto delle proprietà che ha questa Fondazione, perché è titolare di terreni agricoli, di immobili e, soprattutto, della basilica di Santa Maria della Steccata. Per cui questa Fondazione è stata immobilizzata praticamente dal 2022 fino a questo tempo e, quindi, aveva bisogno di un intervento anche relativamente urgente per poter ripartire. Io che conosco anche il valore della basilica di Santa Maria della Steccata, mi sento anche molto orgogliosa di poterne parlare oggi, in quest'Aula, perché, effettivamente, la Fondazione - che, ricordiamo, è nata nel XVI secolo, quindi ha una storia plurisecolare alle spalle - ha avuto un'evoluzione storica che ha seguito un po' le vicende storiche dei Borboni, quindi ha avuto uno sdoppiamento: una parte su Parma e una parte, che poi si è ulteriormente sdoppiata, che riguarda i Borboni di Napoli. L'Ordine costantiniano di San Giorgio, oltre ad occuparsi della cura e della conservazione della basilica di Santa Maria della Steccata di Parma, ha anche, come del resto tutte le fondazioni, uno scopo altruistico, uno scopo ideale, e con il suo patrimonio si deve anche rivolgere a favorire iniziative di utilità sociale, culturali e filantropiche.
La sede parmense, la sede ufficiale di questo Ordine, è proprio la basilica di Santa Maria della Steccata, un vero e proprio gioiello del Rinascimento, completato nella prima metà del Cinquecento e poi ulteriormente arricchito e impreziosito, ad esempio, con gli affreschi del Parmigianino. Nel 2006 è stato, poi, inaugurato il Museo dell'Ordine costantiniano di San Giorgio. E questa è un po' la storia che vi invito a visitare, vedere e toccare con mano nella mia città.
Per quello che riguarda la parte più strettamente giuridica di questa normativa, si è voluto dare alla Fondazione una gestione più efficace, che potesse permettere di investire quello che viene dall'amministrazione dei beni della Fondazione a scopi altruistici, nell'occuparsi della cura delle persone e dell'assistenza, nell'occuparsi non solo di iniziative culturali, ma anche del welfare nel senso proprio di altruismo e solidarietà. E questo è importantissimo.
Per quello che riguarda gli organi della Fondazione, si sono messi dei dubbi sul fatto che ci fosse questa duplicità fra controllore e controllato, però sappiamo bene che il collegio dei revisori funziona come un collegio sindacale. Quindi, partiamo da un controllo contabile che è classificato e disciplinato dal codice civile, come in tutte le società, e questo sicuramente è importante. Ma per quello che riguarda il consiglio generale, di cui abbiamo discusso prima, io ringrazio il Governo per aver approvato il mio ordine del giorno, perché c'è una formula mista che prevede dei consiglieri di diritto, che fanno parte delle istituzioni della città e della provincia, ma anche una nomina governativa per quello che riguarda il presidente e gli altri membri del consiglio generale. Quest'ordine del giorno ha messo in evidenza una importante caratteristica, cioè che la maggior parte dei soggetti nominati dal Governo siano residenti a Parma o nella provincia di Parma, che praticamente è il territorio ove la Fondazione ha i suoi beni ed esercita la sua attività filantropica, e questo anche alla luce di una comprovata conoscenza del territorio. Credo che questo sia un importantissimo ordine del giorno, proprio perché va a contemperare la presenza della città e del territorio nella gestione della Fondazione. Quindi, ci sarà una prevalenza di soggetti che si riferiscono al territorio di Parma e della provincia, rispetto a quegli altri che possono essere anche estranei a questo.
Credo che sia importantissimo come, appunto, il ruolo del Governo statale rappresenti, a mio parere, una solida garanzia e una protezione a tutela del patrimonio storico, culturale e religioso rappresentato dalla basilica e anche da tutti i beni che fanno parte della Fondazione. Per quello che riguarda, appunto, la basilica di Santa Maria della Steccata, abbiamo detto che è una chiesa officiante, una chiesa dove i parmigiani si ritrovano durante le celebrazioni; è in centro, quindi, è assolutamente di facile raggiungimento ed è molto frequentata.
Quindi, a nome del gruppo Lega, dichiaro il voto favorevole a questo provvedimento perché rimette al centro dell'azione parlamentare la mia città, la città di Parma, e soprattutto una Fondazione che è molto importante, ribadisco, non solo dal punto di vista culturale, ma anche dal punto di vista filantropico, altruistico e di solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Malavasi. Ne ha facoltà.
ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Porto il pensiero del Partito Democratico rispetto a questo disegno di legge, che serve effettivamente a mettere ordine all'interno dell'Ordine costantiniano rispetto a un soggetto che è regolamentato da un regio decreto del 1922 e da un successivo decreto del Capo provvisorio dello Stato del 1946. È quindi una materia che è stata oggetto, però, di diverse pronunce giurisprudenziali, l'ultima delle quali risalente al 2022, con la quale il Consiglio di Stato ha ribadito la natura privatistica dell'Ordine costantiniano di San Giorgio di Parma, che gestisce dei beni molto importanti dal punto di vista storico-culturale.
La collega che mi ha preceduto, che è del territorio, ha ricordato come l'Ordine conservi, gestisca e manutenga la basilica di Santa Maria della Steccata in Parma, che è uno dei capolavori di Parma, un luogo insigne e di esercizio del culto cattolico. È sicuramente un patrimonio della città, uno dei simboli della città. Si occupa anche della tutela, in ambito nazionale e internazionale, del patrimonio storico e religioso rappresentato dalla basilica e valorizza tutti gli elementi mobili, immateriali e materiali della basilica stessa.
Dunque, da un lato, era una riforma necessaria proprio per trovare un'armonia delle norme stesse, al tempo stesso siamo comunque preoccupati rispetto alle proposte che sono state fatte. Nello specifico, dico che era necessaria questa riforma perché si è creata una sorta di cortocircuito tra le norme di natura pubblicistica che hanno sempre disciplinato questo istituto e le pronunce del Consiglio di Stato - che ho citato in premessa - che ne hanno, invece, dichiarato la natura privatistica. Quindi, un cortocircuito che ha determinato l'impossibilità, per questo Ordine, di continuare ad operare con le finalità di tutela e di promozione della cultura del territorio parmense stesso. Per dare seguito, dunque, a quanto stabilito dal Consiglio di Stato, è stato corretto abrogare il regio decreto del 1922 e il decreto del 1946 per dare, quindi, una nuova veste a quest'Ordine, trasformandolo in una fondazione di diritto privato, mettendolo così nelle condizioni di operare correttamente.
Peccato, però, che la maggioranza e il Governo abbiano, invece, deciso di intromettersi pesantemente sulle nomine, a dispetto del territorio. Riteniamo, infatti, molto problematico l'articolo 3 - sul quale abbiamo già espresso un voto contrario - che definisce gli organi della Fondazione: un presidente, nominato dalla Presidenza del Consiglio, d'intesa con i Ministri competenti; un consiglio generale di otto membri - di cui quattro di diritto e quattro sempre decisi dalla Presidente del Consiglio, di concerto con il Ministro dell'Interno e il Ministro della Cultura - e il collegio dei revisori dei conti, che è l'unico nel quale, ad esempio, il sindaco di Parma esprime una persona. Mentre né sulla presidenza né sul consiglio è prevista alcuna intesa, alcun parere, alcun confronto, alcun dialogo: né con il sindaco, né con il presidente della provincia, né, tanto meno, con il vescovo. Riteniamo, dunque, che sia un'istituzione, al di là del regime giuridico, che da sempre tutela un patrimonio importante di proprietà dei cittadini di Parma, uno dei simboli della città, che non avrà più la possibilità, né tantomeno la garanzia, di una governance locale territoriale.
A differenza di quanto chiesto dal territorio - e devo dire anche dall'impegno messo dai colleghi, anche di altri partiti, che in quel territorio risiedono - si è dunque deciso con molta arroganza, senza alcun dialogo e confronto con chi opera e amministra in quel territorio, di fare un colpo di mano all'insegna dell'autonomia, certamente non del territorio ma del Governo, e della totale mancanza di rispetto che meritano gli enti locali che governano perché sono eletti da quei cittadini del territorio. È per noi una cosa non accettabile. Ma è mai possibile - ci chiediamo - che il sindaco non possa nominare un membro del consiglio di amministrazione della fondazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? È mai possibile che si possano fare delle nomine senza alcuna intesa, senza alcun confronto e senza alcun parere con chi governa in quel territorio? Una cosa certamente l'abbiamo capita: da un lato, si sventola la bandiera dell'autonomia differenziata, dall'altro, si decide sul destino dei territori con decisioni totalmente autoreferenziali. O si decide di nominare dei commissari, come farete nei prossimi giorni sulla diga di Vetto, o decidete voi le nomine alle spalle degli enti locali, espropriando il territorio e nominando, ovviamente, tutti i membri senza alcuna intesa. Si tratta, dal nostro punto di vista, di una gestione miope e molto arrogante che non condividiamo, una gestione del potere egemonica con una mania di controllo e di potere con cui continua a caratterizzarsi questo Governo.
Vorrei ricordare che il nostro Paese e le sue istituzioni, anche culturali, non sono di proprietà del Governo di turno ma sono dei cittadini e delle cittadine. Non riteniamo accettabile questa impostazione: la basilica della Steccata e la Fondazione non sono nate certamente, e per fortuna, con questo Governo e sono state certamente amministrate anche senza questa imposizione. Lo sottolineo perché sembra quasi che stiamo parlando di una Fondazione che dobbiamo commissariare o di nomine che saranno calate dall'alto, perché finora quelle che c'erano non sono andate bene: certamente per occupare qualche poltrona o immagino per piazzare qualche amico di turno. Non condividiamo questa impostazione e riteniamo che non sia accettabile, la respingiamo come metodo al mittente e la riteniamo anche un precedente sgradevole e pericoloso per i territori e per i cittadini. Per questo motivo esprimo il voto contrario del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maiorano. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MAIORANO (FDI). Presidente, Sottosegretario, onorevoli colleghi, entriamo nel vivo, alle battute finali di questo provvedimento che già sta facendo un po' discutere. Io prima della dichiarazione di voto cercherò di riassumere quello che effettivamente è stato fatto, stiamo facendo e che andremo a deliberare. In buona sostanza, il provvedimento che andiamo a deliberare oggi riguarda alcune modifiche della disciplina della Fondazione dell'Ordine costantiniano di San Giorgio di Parma. Provvediamo a modificare lo statuto che successivamente sarà sottoposto all'approvazione del Presidente del Consiglio dei ministri.
La Fondazione ha come scopo principale quello di conservare e tutelare la basilica di Santa Maria della Steccata di Parma, il relativo patrimonio storico e la valorizzazione del patrimonio della Fondazione stessa. Oltre a questo vanno aggiunti altri scopi accessori quali l'attuazione di iniziative di utilità sociale, culturali e filantropiche. Il provvedimento, già esaminato dalla I Commissione (Affari costituzionali), è composto da sette articoli che disciplinano il funzionamento della Fondazione stessa, che viene quindi considerata come persona giuridica di diritto privato, così come ha recentemente stabilito anche il Consiglio di Stato. La Fondazione, attualmente iscritta nel registro delle persone giuridiche presso la prefettura di Parma, ha durata illimitata, opera senza fini di lucro e non effettua distribuzioni o assegnazioni di utili o utilità, neppure in forma indiretta. È composta da tre organi: il presidente, il consiglio generale e il collegio. Il presidente, che presiede il consiglio generale, è il rappresentante legale della Fondazione e viene nominato dal Presidente del Consiglio dei ministri per un periodo di cinque anni, rinnovabili una sola volta. Il consiglio generale, organo di indirizzo, è composto di diritto dal vescovo della diocesi di Parma, dal sindaco di Parma, dal presidente della provincia di Parma e dal rettore dell'Università degli studi di Parma. Ulteriori quattro membri sono nominati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri: ad uno di questi ultimi può essere attribuita dal consiglio la funzione di segretario generale.
Il collegio dei revisori è composto da tre membri iscritti nel registro dei revisori legali, e sono nominati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Il presidente del collegio è designato dal Ministro dell'Interno, gli altri due revisori sono designati, rispettivamente, dal vescovo della diocesi di Parma e dal sindaco di Parma. La Fondazione, nel perseguire lo scopo di conservazione della Basilica e dei beni in essa contenuti, deve agire nel rispetto dei vincoli religiosi. Non può distogliere gli stessi dalla destinazione al culto, e rispetta le disposizioni del codice dei beni culturali e del paesaggio.
Il provvedimento in esame, infine, è corredato da una clausola generale di invarianza finanziaria, che prevede che, dall'attuazione delle disposizioni del presente provvedimento, non debbano derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, e che le amministrazioni e le autorità competenti provvedano alle attività previste dal provvedimento medesimo nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili, così come recita l'articolo 7. Al riguardo, non sono state formulate osservazioni, in quanto la fondazione è soggetto di diritto privato esterno al conto consolidato della pubblica amministrazione, e gli eventuali compensi previsti per gli organi della fondazione sono posti a carico della stessa. Dall'attuazione della presente legge, infatti, non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, e le amministrazioni e le autorità competenti provvedono alle attività previste nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili dalla legislazione vigente.
Dalle disposizioni transitorie e finali all'articolo 6, si prevede che: in sede di prima applicazione, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del presente provvedimento, le nomine del presidente della Fondazione, dei componenti del Consiglio generale di designazione governativa e dei componenti del collegio dei revisori dei conti sono disposte con un unico decreto del Presidente del Consiglio dei ministri; alla data di entrata in vigore di tale decreto cessano di avere effetto le nomine a vita disposte dal 1946, così come decade il collegio dei revisori; entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore dell'appena citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri il Consiglio generale approva, con la maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, le modifiche statutarie da sottoporre all'approvazione del Presidente del Consiglio dei ministri; infine, a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, che approva le modifiche statutarie, è abrogato il decreto del Capo provvisorio dello Stato del 6 settembre 1946 che, attualmente, detta la disciplina dell'Ordine.
Questi sono, in sintesi, i punti più importanti e gli articoli di maggiore rilevanza del presente provvedimento.
Per quanto riguarda, invece, il rispetto delle competenze legislative costituzionalmente definite, il contenuto del disegno di legge è riconducibile alla competenza esclusiva statale.
Prima di chiudere, Presidente, mi permetta di ribadire un ultimo pensiero. Questa mattina, qualcuno più esperto di me, magari più autorevole, ha definito questo provvedimento una cosa inutile. Qualcun altro, addirittura, l'ha definito una “minchiata”. Bene, io invece dico che qua stiamo provando a risolvere un problema che va avanti da troppi anni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!
Parliamo di uno degli Ordini di una delle fondazioni più autorevoli della nostra Nazione, parliamo di uno dei monumenti più belli e importanti dell'Italia, dal valore inestimabile. Finalmente, grazie al nostro Governo e al nostro Presidente Giorgia Meloni, grazie al lavoro svolto nelle commissioni, grazie a Fratelli d'Italia, in quest'Aula si fa e si mette ordine in una questione che, per troppi anni, è stata trascurata, tanto non considerata che si è dovuto ricorrere perfino al Consiglio di Stato, ed è per tutti questi motivi, Presidente, che, fermamente convinto di essere riusciti a risolvere nella maniera migliore i dettami di uno degli Ordini più rinomati e importanti della nostra Nazione, preannuncio il voto favorevole di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Coordinamento formale - A.C. 2034-A?)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2034-A?)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2034-A?: "Modifiche alla disciplina della Fondazione Ordine costantiniano di San Giorgio di Parma".
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 62).
PRESIDENTE. Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà al termine della Conferenza dei presidenti di gruppo per la lettura dei relativi esiti.
La seduta, sospesa alle 19, è ripresa alle 20,30.
Nuova articolazione dei lavori dell'Assemblea per la restante parte del mese di febbraio 2025.
PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei capigruppo, è stata convenuta la seguente nuova articolazione dei lavori per la restante parte del mese di febbraio, che è pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
È stato altresì convenuto che il seguito dell'esame degli argomenti previsti per la seduta di domani, giovedì 13 febbraio, non avrà luogo.
Avverto che, con lettera in data odierna, i Presidenti delle Commissioni III e IV hanno chiesto di rinviare al calendario di marzo l'esame del disegno di legge n. 1730? - Modifiche alla legge 9 luglio 1990, n. 185, recante nuove norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento, previsto dal vigente calendario dei lavori a partire da lunedì 17 febbraio. Tale provvedimento non sarà pertanto iscritto all'ordine del giorno delle sedute della prossima settimana.
Approvazione in Commissione.
PRESIDENTE. Comunico che, nella seduta di mercoledì 12 febbraio 2025, la VII Commissione permanente (Cultura, scienza e istruzione) ha approvato, in sede legislativa, la seguente proposta di legge: Lupi e Alessandro Colucci: “Introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive e trasversali nei percorsi delle istituzioni scolastiche e dei centri provinciali per l'istruzione degli adulti nonché nei percorsi di istruzione e formazione professionale” (approvata dalla Camera e modificata dal Senato) (418-B).
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare la deputata Nadia Romeo. Ne ha facoltà.
NADIA ROMEO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Grazie anche ai colleghi presenti. Anche se pochi e anche se siamo a fine seduta, in un'Aula deserta, intervengo perché il problema che voglio porre all'attenzione, questa sera, deve essere affrontato con urgenza e con immediatezza. Mi riferisco a quello che si sta consumando in queste ore alla Berco: una vera e propria emergenza occupazionale, un attacco al lavoro e alla dignità di centinaia di famiglie, 247 licenziamenti. Sono licenziamenti decisi unilateralmente dall'azienda, senza alcuna volontà di confronto e dopo settimane in cui i lavoratori e le loro rappresentanze sindacali hanno cercato con responsabilità di trovare soluzioni alternative e il più possibile condivise.
Ma la realtà che si sono trovati di fronte è questa, una proposta davvero irricevibile: la revoca di tutti gli accordi aziendali e un taglio del 40 per cento della retribuzione per i lavoratori che sarebbero rimasti, accompagnato, tra l'altro, da tempi irricevibili perché non era possibile neanche effettuare un confronto con questi lavoratori. Quindi, questo ha fatto sì che ci fosse anche un'assenza di possibilità di mediazione, in assenza anche di un piano industriale. Guardate, la situazione si è ulteriormente aggravata in queste ore - per quello ho deciso comunque di fare l'intervento questa sera - perché l'azienda ha comunicato, attraverso una semplice e solita letterina, che non parteciperà domani al tavolo di confronto che era già fissato al MIMIT.
Credo che questo sia un atto di totale mancanza di rispetto verso le istituzioni e verso i lavoratori, che conferma la volontà di portare avanti una politica di rottura, anziché di dialogo. Chi per anni ha contribuito con il proprio impegno alla crescita di questa azienda oggi viene messo alla porta senza alcuna considerazione.
PRESIDENTE. Concluda.
NADIA ROMEO (PD-IDP). Sì, va bene, mi avvio verso la fine. Per questo chiedo con forza - e mi unisco alle forze sindacali FIM, FIOM e UILM - che il Ministro Urso convochi immediatamente i vertici di ThyssenKrupp, in modo tale da sentire la proprietà e cercare insieme una soluzione attiva per queste vertenze. Ma lo deve fare in prima persona...
PRESIDENTE. La ringrazio, ha esaurito il tempo.
NADIA ROMEO (PD-IDP). No, dico l'ultima cosa. Il countdown è iniziato oggi: mancano 75 giorni a partire da oggi per evitare questi licenziamenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Emilio Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, l'altro giorno a Pomigliano d'Arco ci sono stati 27 arresti per associazione di carattere criminale di stampo mafioso-camorrista. Di questi arrestati, quattro sono minori. Voglio ricordare in quest'Aula che abbiamo chiesto più volte, come gruppo AVS, dopo anche le dichiarazioni del primo cittadino di Pomigliano, che insisteva nel dire pubblicamente che “la camorra non esisteva più in quel territorio”, che purtroppo, come ha detto il capo della procura, Gratteri, esiste eccome ed è particolarmente feroce.
In particolare, i minori si sono dimostrati particolarmente feroci, anche con azioni che hanno qualcosa di fortemente simbolico: a 16 o 17 anni si facevano tatuare il nome del clan sulle braccia. Non andavano a scuola, andavano a fare rapine, estorsioni, violenze di gruppo. Voglio ringraziare in quest'Aula il presidente della Commissione antimafia, la collega Colosimo, che non guardando in faccia a nessuno - è di un'altra parte politica rispetto alla mia - ha tenuto la barra dritta rispetto a un tema che, troppo spesso, va nella direzione sbagliata.
Cioè, davanti a comportamenti di carattere criminale, mafioso o camorrista, non si guarda in faccia a nessuno, a prescindere dal fatto che si sia di destra, di sinistra, di sopra o di sotto. Oggi abbiamo avuto questa dimostrazione, ma, tramite la sua persona, chiedo ancora una volta al Ministro dell'Interno di essere pressante nei confronti dei comuni o delle realtà territoriali dove troppo spesso ci sono presenze criminali sempre più inquietanti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ida Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, stasera voglio ricordare un uomo la cui memoria è doveroso coltivare per ciò che ha rappresentato per la nostra Italia. Il 12 febbraio 1980, 45 anni fa, Vittorio Bachelet, accademico, giurista e vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, già presidente nazionale dell'Azione Cattolica, fu barbaramente ucciso in un agguato delle Brigate rosse. Al termine di una lezione, mentre conversava con la sua assistente universitaria, Rosy Bindi, venne assassinato con sette colpi di pistola sul mezzanino della scalinata che portava alle aule professori della facoltà di scienze politiche de La Sapienza di Roma.
Subì un “martirio laico”, così lo definì il cardinale Martini. Martire della Repubblica e della democrazia, martire per la Costituzione, simbolo di un impegno civile che cercava di coniugare la dimensione etica con quella istituzionale, per rafforzare lo Stato di diritto. Moro ucciso il 5 maggio 1978, Piersanti Mattarella il 6 gennaio 1980 e Bachelet il 12 febbraio 1980, cioè poco più di un mese dopo, erano amici e condividevano la visione di una politica intesa come servizio, come speranza, come “forma esigente di carità”, così la definiva Paolo VI.
Condividevano la profonda convinzione che il rinnovamento democratico dell'Italia potesse essere realizzato attraverso un dialogo aperto tra tutte le forze politiche, la trasparenza amministrativa, la legalità, il rispetto e l'attuazione dei principi costituzionali. Erano tutti uomini del dialogo. Bachelet fu ucciso per l'equilibrio con cui esercitava il suo ruolo nel CSM, come uomo del dialogo, che favoriva il dialogo tra magistratura e politica, quello che forse oggi manca.
PRESIDENTE. Concluda.
IDA CARMINA (M5S). Concludo, se mi consente, con la preghiera che fece suo figlio Giovanni, all'epoca venticinquenne, al funerale del padre, da cui tanto possiamo ancora oggi imparare: “Preghiamo per i nostri governanti, per tutti i giudici, per i poliziotti, i carabinieri, gli agenti di custodia, per quanti oggi nelle diverse responsabilità, nella società, nel Parlamento” - come noi, Presidente - “nelle strade continuano in prima fila la battaglia per la democrazia con coraggio e amore. Voglio pregare anche per quelli che hanno colpito il mio papà, perché, senza nulla togliere alla giustizia, che deve trionfare, sulle nostre bocche ci sia sempre il perdono e mai la vendetta, sempre la vita e mai la richiesta della morte degli altri”. Speriamo che sia un simbolo sempre per tutti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Venerdì 14 febbraio 2025 - Ore 9,30:
(ore 9,30, con votazioni non prima delle ore 12)
1. Discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 2024, n. 208, recante misure organizzative urgenti per fronteggiare situazioni di particolare emergenza, nonché per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
(C. 2184?)
La seduta termina alle 20,45.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 10 la deputata Ambrosi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 39 il deputato Carra' ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 42 il deputato Alfonso Colucci ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;
nella votazione n. 51 il deputato Zoffili ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 53 la deputata Loizzo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 61 la deputata Morfino ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi dal voto.
Predisposto ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento
(Conferenza dei presidenti di gruppo del 12 febbraio 2025)
Giovedì 13 febbraio, alle ore 9,30, è convocato il Parlamento in seduta comune per l'elezione di quattro giudici della Corte costituzionale. La chiama avrà inizio dai senatori. |
|
Venerdì 14 febbraio (ore 9,30, con votazioni non prima delle ore 12) |
Esame del disegno di legge n. 2184? - Conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 2024, n. 208, recante misure organizzative urgenti per fronteggiare situazioni di particolare emergenza, nonché per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (da inviare al Senato – scadenza: 1 marzo 2025) |
Lunedì 17 febbraio |
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2184? - Conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 2024, n. 208, recante misure organizzative urgenti per fronteggiare situazioni di particolare emergenza, nonché per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (da inviare al Senato – scadenza: 1° marzo 2025)
|
Martedì 18 febbraio (ore 9,30) |
Eventuale seguito dell'esame del disegno di legge n. 2184? - Conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 2024, n. 208, recante misure organizzative urgenti per fronteggiare situazioni di particolare emergenza, nonché per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (da inviare al Senato – scadenza: 1 marzo 2025) |
Martedì 18 febbraio (al termine delle votazioni) |
Discussione sulle linee generali della mozione Cappelletti ed altri n. 1-00390 concernente iniziative per contrastare il rincaro dei costi dell'energia per famiglie e imprese |
Martedì 18 febbraio (ore 15, con votazioni non prima delle ore 18) |
Esame del disegno di legge S. 1337 - Conversione in legge del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 202, recante disposizioni urgenti in materia di termini normativi (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 25 febbraio 2025) |
Mercoledì 19 febbraio (ore 9,30-13,30 e 16,15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 20 febbraio (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) |
Seguito dell'esame del disegno di legge S. 1337 - Conversione in legge del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 202, recante disposizioni urgenti in materia di termini normativi (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 25 febbraio 2025) Seguito dell'esame della mozione Francesco Silvestri, Braga, Zanella ed altri n. 1-00392 presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti del Ministro del turismo, Daniela Garnero Santanché Seguito dell'esame delle proposte di legge n. 1573?, 1617 e abbinate - La partecipazione al lavoro. Per una governance d'impresa partecipata dai lavoratori Seguito dell'esame della proposta di legge n. 792? e abbinate - Modifica alla legge 20 luglio 2000, n. 211, recante “Istituzione del ‘Giorno della Memoria' in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti”, al fine di prevedere un fondo per favorire l'organizzazione da parte delle scuole secondarie di secondo grado di “viaggi nella memoria” nei campi medesimi (approvata dal Senato) Seguito dell'esame della proposta di legge n. 153?-202?-844?-1104?-1128?-1395-A/R? - Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche Seguito dell'esame delle mozioni Lupi ed altri n. 1-00228 e Berruto ed altri n. 1-00393 concernenti iniziative volte a promuovere le maratone e a favorire la partecipazione di atleti stranieri, con particolare riferimento ai profili afferenti alla tutela sanitaria |
Mercoledì 19 febbraio (ore 15) |
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata |
Venerdì 21 febbraio (ore 9,30) |
Svolgimento di interpellanze urgenti Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 2084? - Modifiche alla disciplina in materia di durata delle operazioni di intercettazione (approvata dal Senato) |
Lunedì 24 febbraio (a.m. e p.m.) |
Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 441?-1657?-1694? - Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime di errori giudiziari Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2026? - Disposizioni in materia di economia dello spazio (collegato alla manovra di finanza pubblica) Discussione sulle linee generali della mozione Boldrini ed altri n. 1-00223 concernente iniziative volte al riconoscimento del genocidio del popolo yazida Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1091? e abbinata - Introduzione dell'articolo 1857-bis del codice civile e modifica all'articolo 33 del codice di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, in materia di obbligo di contrarre e recesso della banca nei rapporti di conto corrente |
Martedì 25 febbraio (a.m.) |
Discussione sulle linee generali della mozione Braga, Riccardo Ricciardi, Zanella, Faraone, Magi ed altri n. 1-00396 presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti del Ministro della giustizia, Carlo Nordio |
Martedì 25 (ore 14-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), mercoledì 26 (ore 9,30-13,30 e 16,15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 27 febbraio (ore 9,30-13,30 e 15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 e nella giornata di venerdì 28 febbraio) |
Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2084? - Modifiche alla disciplina in materia di durata delle operazioni di intercettazione (approvata dal Senato) Seguito dell'esame della proposta di legge n. 441?-1657?-1694? - Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime di errori giudiziari Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2026? - Disposizioni in materia di economia dello spazio (collegato alla manovra di finanza pubblica) Seguito dell'esame della proposta di legge n. 805? e abbinata - Modifiche al decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209, e altre disposizioni in materia di cancellazione dai pubblici registri dei veicoli fuori uso sottoposti a fermo amministrativo Seguito dell'esame della mozione Boldrini ed altri n. 1-00223 concernente iniziative volte al riconoscimento del genocidio del popolo yazida Seguito dell'esame della mozione Cappelletti ed altri n. 1-00390 concernente iniziative per contrastare il rincaro dei costi dell'energia per famiglie e imprese Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1091? e abbinata - Introduzione dell'articolo 1857-bis del codice civile e modifica all'articolo 33 del codice di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, in materia di obbligo di contrarre e recesso della banca nei rapporti di conto corrente Seguito dell'esame della mozione Braga, Riccardo Ricciardi, Zanella, Faraone, Magi ed altri n. 1-00396 presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti del Ministro della giustizia, Carlo Nordio |
Nella giornata di martedì 25 febbraio, alle ore 15,30, avrà luogo la commemorazione dell'ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci |
|
Mercoledì 26 febbraio (ore 15) |
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata |
Venerdì 28 febbraio (ore 9,30) |
Svolgimento di interpellanze urgenti |
Il termine di presentazione degli ordini del giorno al disegno di legge n. 2184? è fissato a venerdì 14 febbraio alle ore 15. |
|
Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni. |
Mozione n. 1-00392 - Presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti del Ministro del turismo, Daniela Garnero Santanché
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 5 ore e 30 minuti.
Governo | 20 minuti |
Richiami al Regolamento | 15 minuti |
Tempi tecnici | 1 ora |
Interventi a titolo personale |
45 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 3 ore e 10 minuti |
Fratelli d'Italia | 37 minuti |
Partito Democratico – Italia democratica e progressista | 26 minuti |
Lega – Salvini premier | 25 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 22 minuti |
Forza Italia – Berlusconi presidente - PPE | 21 minuti |
Azione – Popolari Europeisti Riformatori – Renew Europe | 12 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 12 minuti |
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE - Centro popolare | 12 minuti |
Italia Viva – Il Centro - Renew Europe | 12 minuti |
Misto: | 11 minuti |
Minoranze Linguistiche | 6 minuti |
+Europa | 5 minuti |
Pdl n. 1573 e abb. - La partecipazione al lavoro. Per una governance d'impresa partecipata dai lavoratori
Seguito dell'esame: 8 ore.
Relatori |
40 minuti (complessivamente) |
Governo | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 1 ora |
Interventi a titolo personale |
1 ora e 7 minuti (con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 43 minuti |
Fratelli d'Italia | 56 minuti |
Partito Democratico – Italia democratica e progressista | 40 minuti |
Lega – Salvini premier | 37 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 32 minuti |
Forza Italia – Berlusconi presidente - PPE | 31 minuti |
Azione – Popolari Europeisti Riformatori – Renew Europe | 18 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 18 minuti |
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE - Centro popolare | 18 minuti |
Italia Viva – Il Centro - Renew Europe | 17 minuti |
Misto: | 16 minuti |
Minoranze Linguistiche | 9 minuti |
+Europa | 7 minuti |
Pdl n. 792 e abb. - Modifica alla legge 20 luglio 2000, n. 211, recante “Istituzione del ‘Giorno della Memoria' in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti”, al fine di prevedere un fondo per favorire l'organizzazione da parte delle scuole secondarie di secondo grado di “viaggi nella memoria” nei campi medesimi
Seguito dell'esame: 5 ore.
Relatore | 20 minuti |
Governo | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 10 minuti |
Interventi a titolo personale |
46 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 3 ore e 14 minuti |
Fratelli d'Italia | 37 minuti |
Partito Democratico – Italia democratica e progressista | 26 minuti |
Lega – Salvini premier | 25 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 22 minuti |
Forza Italia – Berlusconi presidente - PPE | 22 minuti |
Azione – Popolari Europeisti Riformatori – Renew Europe | 13 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 13 minuti |
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE - Centro popolare | 13 minuti |
Italia Viva – Il Centro - Renew Europe | 12 minuti |
Misto: | 11 minuti |
Minoranze Linguistiche | 6 minuti |
+Europa | 5 minuti |
Pdl n. 153-202-844-1104-1128-1395 - Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche
Seguito dell'esame: 6 ore.
Relatore | 20 minuti |
Governo | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 30 minuti |
Interventi a titolo personale |
53 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 3 ore e 47 minuti |
Fratelli d'Italia | 44 minuti |
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista | 31 minuti |
Lega - Salvini Premier | 30 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 26 minuti |
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE | 25 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 15 minuti |
Azione-Popolari europeisti riformatori-Renew Europe | 15 minuti |
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro popolare | 14 minuti |
Italia Viva-il Centro-Renew Europe | 14 minuti |
Misto: | 13 minuti |
Minoranze Linguistiche | 7 minuti |
+Europa | 6 minuti |
Mozione n. 1-00228 e abb. - Iniziative volte a promuovere le maratone e a favorire la partecipazione di atleti stranieri, con particolare riferimento ai profili afferenti alla tutela sanitaria
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).
Governo | 25 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 15 minuti |
Interventi a titolo personale |
1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 10 minuti |
Fratelli d'Italia | 48 minuti |
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista | 35 minuti |
Lega - Salvini Premier | 33 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 28 minuti |
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE | 28 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 16 minuti |
Azione-Popolari europeisti riformatori-Renew Europe | 16 minuti |
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro popolare | 16 minuti |
Italia Viva-il Centro-Renew Europe | 15 minuti |
Misto: | 15 minuti |
Minoranze Linguistiche | 9 minuti |
+Europa | 6 minuti |
(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 27 gennaio 2025.
Mozione n. 1-00223 - Iniziative volte al riconoscimento del genocidio del popolo yazida
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).
Governo | 25 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 15 minuti |
Interventi a titolo personale |
1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 10 minuti |
Fratelli d'Italia | 48 minuti |
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista | 35 minuti |
Lega - Salvini Premier | 33 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 28 minuti |
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE | 28 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 16 minuti |
Azione-Popolari europeisti riformatori-Renew Europe | 16 minuti |
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro popolare | 16 minuti |
Italia Viva-il Centro-Renew Europe | 15 minuti |
Misto: | 15 minuti |
Minoranze Linguistiche | 9 minuti |
+Europa | 6 minuti |
(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.
Mozione n. 1-00390 – Iniziative per contrastare il rincaro dei costi dell'energia per famiglie e imprese
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).
Governo | 25 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 15 minuti |
Interventi a titolo personale |
1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 10 minuti |
Fratelli d'Italia | 48 minuti |
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista | 35 minuti |
Lega - Salvini Premier | 33 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 28 minuti |
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE | 28 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 16 minuti |
Azione-Popolari europeisti riformatori-Renew Europe | 16 minuti |
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro popolare | 16 minuti |
Italia Viva-il Centro-Renew Europe | 15 minuti |
Misto: | 15 minuti |
Minoranze Linguistiche | 9 minuti |
+Europa | 6 minuti |
(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.
Pdl n. 805 e abb. - Modifiche al decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209, e altre disposizioni in materia di cancellazione dai pubblici registri dei veicoli fuori uso sottoposti a fermo amministrativo
Seguito dell'esame: 5 ore.
Relatore | 20 minuti |
Governo | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 10 minuti |
Interventi a titolo personale |
46 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 3 ore e 14 minuti |
Fratelli d'Italia | 37 minuti |
Partito Democratico – Italia democratica e progressista | 26 minuti |
Lega – Salvini premier | 25 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 22 minuti |
Forza Italia – Berlusconi presidente - PPE | 22 minuti |
Azione – Popolari Europeisti Riformatori – Renew Europe | 13 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 13 minuti |
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE - Centro popolare | 13 minuti |
Italia Viva – Il Centro - Renew Europe | 12 minuti |
Misto: | 11 minuti |
Minoranze Linguistiche | 6 minuti |
+Europa | 5 minuti |
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | MOZ 1-371 CPV 1,3,4 DISP | 280 | 280 | 0 | 141 | 235 | 45 | 65 | Appr. |
2 | Nominale | MOZ 1-371 CPV 2,7,10 DISP | 283 | 282 | 1 | 142 | 247 | 35 | 65 | Appr. |
3 | Nominale | MOZ 1-371 CPV 5 RIF DISP | 284 | 283 | 1 | 142 | 182 | 101 | 65 | Appr. |
4 | Nominale | MOZ 1-371 CPV 6,9 DISP | 285 | 249 | 36 | 125 | 87 | 162 | 65 | Resp. |
5 | Nominale | MOZ 1-371 CPV 8 RIF DISP | 286 | 285 | 1 | 143 | 182 | 103 | 65 | Appr. |
6 | Nominale | MOZ 371 PRE NO C 8,9,17-19,25,28,29 | 286 | 220 | 66 | 111 | 183 | 37 | 65 | Appr. |
7 | Nominale | MOZ 371 PREM CPV 8,9,17-19,28,29 | 286 | 219 | 67 | 110 | 21 | 198 | 65 | Resp. |
8 | Nominale | MOZ 1-371 CPV 25 PREM | 286 | 230 | 56 | 116 | 180 | 50 | 65 | Appr. |
9 | Nominale | MOZ 1-372 NF CPV 1 DISP | 285 | 281 | 4 | 141 | 117 | 164 | 65 | Resp. |
10 | Nominale | MOZ 1-372 NF CPV 2 DISP | 283 | 277 | 6 | 139 | 106 | 171 | 65 | Resp. |
11 | Nominale | MOZ 1-372 NF CPV 3,4 DISP | 284 | 228 | 56 | 115 | 47 | 181 | 65 | Resp. |
12 | Nominale | MOZ 1-372 NF CPV 5 DISP | 286 | 276 | 10 | 139 | 110 | 166 | 65 | Resp. |
13 | Nominale | MOZ 1-372 NF CPV 6,7 DISP | 285 | 285 | 0 | 143 | 102 | 183 | 65 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | MOZ 1-377 DISP RIF | 286 | 286 | 0 | 144 | 281 | 5 | 65 | Appr. |
15 | Nominale | MOZ 1-377 PREM | 286 | 283 | 3 | 142 | 283 | 0 | 65 | Appr. |
16 | Nominale | MOZ 1-382 NF DISP RIF NO CPV 1,3 | 285 | 276 | 9 | 139 | 238 | 38 | 64 | Appr. |
17 | Nominale | MOZ 1-382 NF CPV 1 DISP | 286 | 286 | 0 | 144 | 239 | 47 | 64 | Appr. |
18 | Nominale | MOZ 1-382 NF CPV 3 RIF DISP | 285 | 284 | 1 | 143 | 183 | 101 | 64 | Appr. |
19 | Nominale | MOZ 1-382 NF PREM NO CPV 4, 14 | 284 | 232 | 52 | 117 | 184 | 48 | 64 | Appr. |
20 | Nominale | MOZ 1-382 NF PREM CPV 4, 14 | 284 | 229 | 55 | 115 | 19 | 210 | 64 | Resp. |
21 | Nominale | MOZ 1-384 CPV 1 DISP | 287 | 237 | 50 | 119 | 53 | 184 | 64 | Resp. |
22 | Nominale | MOZ 1-384 CPV 2,3,6,9 DISP | 290 | 288 | 2 | 145 | 284 | 4 | 64 | Appr. |
23 | Nominale | MOZ 1-384 CPV 4,7 DISP | 289 | 288 | 1 | 145 | 108 | 180 | 64 | Resp. |
24 | Nominale | MOZ 1-384 CPV 5,10 DISP | 288 | 285 | 3 | 143 | 119 | 166 | 64 | Resp. |
25 | Nominale | MOZ 1-384 CPV 8 DISP | 287 | 229 | 58 | 115 | 52 | 177 | 64 | Resp. |
26 | Nominale | MOZ 1-384 PREM NO C 4,6-9,11, 15-22 | 287 | 221 | 66 | 111 | 219 | 2 | 64 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nominale | MOZ 1-384 PREM CPV 4,6-9,11, 15-22 | 289 | 231 | 58 | 116 | 49 | 182 | 64 | Resp. |
28 | Nominale | MOZ 1-395 CPV 1 DISP | 286 | 286 | 0 | 144 | 122 | 164 | 64 | Resp. |
29 | Nominale | MOZ 1-395 CPV 2 DISP | 288 | 286 | 2 | 144 | 120 | 166 | 64 | Resp. |
30 | Nominale | MOZ 1-395 CPV 3 DISP | 290 | 284 | 6 | 143 | 120 | 164 | 64 | Resp. |
31 | Nominale | MOZ 1-395 CPV 4 DISP | 287 | 285 | 2 | 143 | 121 | 164 | 64 | Resp. |
32 | Nominale | MOZ 1-395 CPV 5 DISP | 288 | 288 | 0 | 145 | 125 | 163 | 64 | Resp. |
33 | Nominale | MOZ 1-395 CPV 6 DISP | 287 | 286 | 1 | 144 | 76 | 210 | 64 | Resp. |
34 | Nominale | MOZ 1-395 CPV 7 DISP | 291 | 291 | 0 | 146 | 125 | 166 | 64 | Resp. |
35 | Nominale | MOZ 1-395 CPV 8 DISP | 290 | 290 | 0 | 146 | 126 | 164 | 64 | Resp. |
36 | Nominale | MOZ 1-395 CPV 9 DISP | 288 | 288 | 0 | 145 | 286 | 2 | 64 | Appr. |
37 | Nominale | MOZ 1-395 CPV 10 DISP | 290 | 290 | 0 | 146 | 126 | 164 | 64 | Resp. |
38 | Nominale | MOZ 1-395 CPV 11 DISP | 288 | 286 | 2 | 144 | 122 | 164 | 64 | Resp. |
39 | Nominale | MOZ 1-395 CPV 12 DISP | 286 | 286 | 0 | 144 | 121 | 165 | 64 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nominale | MOZ 1-395 CPV 13 DISP | 289 | 287 | 2 | 144 | 121 | 166 | 64 | Resp. |
41 | Nominale | MOZ 1-395 PREM NO CPV 3,4 | 289 | 250 | 39 | 126 | 85 | 165 | 64 | Resp. |
42 | Nominale | MOZ 1-395 PREM CPV 3,4 | 287 | 238 | 49 | 120 | 236 | 2 | 64 | Appr. |
43 | Nominale | PDL 1424 E ABB - ARTICOLO 1 | 250 | 250 | 0 | 126 | 250 | 0 | 74 | Appr. |
44 | Nominale | EM 2.500 | 247 | 140 | 107 | 71 | 140 | 0 | 73 | Appr. |
45 | Nominale | EM 2.100 | 253 | 143 | 110 | 72 | 143 | 0 | 73 | Appr. |
46 | Nominale | ARTICOLO 2 | 254 | 253 | 1 | 127 | 253 | 0 | 73 | Appr. |
47 | Nominale | ARTICOLO 3 | 253 | 253 | 0 | 127 | 253 | 0 | 73 | Appr. |
48 | Nominale | ARTICOLO 4 | 248 | 248 | 0 | 125 | 248 | 0 | 73 | Appr. |
49 | Nominale | ARTICOLO 5 | 254 | 254 | 0 | 128 | 254 | 0 | 73 | Appr. |
50 | Nominale | PDL 1424 E ABB - VOTO FINALE | 261 | 260 | 1 | 131 | 260 | 0 | 66 | Appr. |
51 | Nominale | DDL 2034-A - ARTICOLO 1 | 247 | 200 | 47 | 101 | 200 | 0 | 66 | Appr. |
52 | Nominale | ARTICOLO 2 | 248 | 244 | 4 | 123 | 244 | 0 | 66 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 62) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
53 | Nominale | EM 3.5 | 246 | 244 | 2 | 123 | 105 | 139 | 66 | Resp. |
54 | Nominale | EM 3.1 | 243 | 239 | 4 | 120 | 99 | 140 | 66 | Resp. |
55 | Nominale | EM 3.3 | 242 | 238 | 4 | 120 | 101 | 137 | 66 | Resp. |
56 | Nominale | ARTICOLO 3 | 246 | 242 | 4 | 122 | 135 | 107 | 66 | Appr. |
57 | Nominale | ARTICOLO 4 | 246 | 245 | 1 | 123 | 245 | 0 | 66 | Appr. |
58 | Nominale | ARTICOLO 5 | 246 | 245 | 1 | 123 | 245 | 0 | 66 | Appr. |
59 | Nominale | EM 6.1000 | 251 | 248 | 3 | 125 | 106 | 142 | 66 | Resp. |
60 | Nominale | ARTICOLO 6 | 250 | 150 | 100 | 76 | 150 | 0 | 66 | Appr. |
61 | Nominale | ARTICOLO 7 | 249 | 198 | 51 | 100 | 198 | 0 | 66 | Appr. |
62 | Nominale | DDL 2034-A - VOTO FINALE | 227 | 224 | 3 | 113 | 140 | 84 | 66 | Appr. |