XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 165 di mercoledì 20 settembre 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA

La seduta comincia alle 10,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ROBERTO TRAVERSI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 18 settembre 2023.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 94, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Annunzio di petizioni.

PRESIDENTE. Invito il deputato segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

ROBERTO TRAVERSI, Segretario, legge:

Raffaele Mancuso, da Agrigento, chiede l'estensione agli avvocati del campo di applicazione dell'articolo 11 del codice di procedura penale, in materia di competenza per i procedimenti riguardanti i magistrati (464) - alla II Commissione (Giustizia);

Paolo Ercolani, da Roma, chiede la riapertura e l'ampliamento dei termini della cosiddetta «pace contributiva» introdotta dall'articolo 20, commi da 1 a 5, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26 (465) - alla XI Commissione (Lavoro);

Gianluca Faiella, da Napoli, chiede modifiche alla normativa sui fringe benefit, al fine di favorirne l'utilizzo (466) - alla VI Commissione (Finanze);

Francesco Di Lena, da Laterza (Taranto), chiede modifiche normative a favore dei lavoratori marittimi imbarcati «a passaporto» (467) - alla XI Commissione (Lavoro);

Francesco de Ghantuz Cubbe, da Roma, chiede: l'aumento a 65 anni del limite massimo di età per la guida di autobus (468) - alla IX Commissione (Trasporti);

l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla situazione demografica in Italia a fronte dell'aumento dei flussi migratori (469) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

Eric Cò, da Villa Carcina (Brescia), chiede l'inserimento dell'ora di insegnamento di educazione civica e finanziaria nella scuola secondaria di secondo grado (470) - alla VII Commissione (Cultura);

Luigi Cangiano, da Carinaro (Caserta), chiede: l'equiparazione stipendiale tra tutti i dipendenti di pubbliche amministrazioni appartenenti alla stessa area e alla stessa posizione economica (471) - alla XI Commissione (Lavoro);

che l'ingresso nella IV area (semidirigenza) possa avvenire esclusivamente per concorso pubblico per soli esami (472) - alla XI Commissione (Lavoro).

PRESIDENTE. Non essendo decorso il termine di preavviso innanzi dato, sospendo la seduta che riprenderà alle ore 10,55.

La seduta, sospesa alle 10,40, è ripresa alle 10,55.

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 340 - D'iniziativa dei senatori: Balboni e Liris: Introduzione del reato di omicidio nautico e del reato di lesioni personali nautiche (Approvata dal Senato) (A.C. 911?).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 911: Introduzione del reato di omicidio nautico e del reato di lesioni personali nautiche.

Ricordo che nella seduta del 18 settembre si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 911?)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 911?)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ANDREA PELLICINI, Relatore. Sugli emendamenti 1.1, 1.2 e 1.3 Casu formulo un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.1 Casu. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, non ritireremo il nostro emendamento, lo vogliamo illustrare all'Aula e vorremmo…

PRESIDENTE. Per cortesia, ascoltiamo il collega Casu.

ANDREA CASU…. che, su questo tema, la Camera dei Deputati si esprimesse. Oggi, andiamo a votare una legge che ha avuto già un suo iter nella scorsa legislatura – purtroppo, non è giunto a compimento -, che riprendiamo in questa legislatura: si tratta di introdurre il reato di omicidio nautico - ed il reato di lesioni personali – e di equipararlo all'omicidio stradale, già previsto nel nostro ordinamento. Da parte nostra, c'è un atteggiamento orientato a fare quello che serve al Paese, anche dall'opposizione. Dobbiamo questo intervento a tutte le vittime degli omicidi nautici, lo dobbiamo a Greta Nedrotti e a Umberto Garzarella, che sono stati uccisi nel giugno 2021 e a tutte le donne e gli uomini travolti per omicidi nautici, che sono stati compiuti nei nostri laghi e nel nostro mare. Noi abbiamo già espresso un voto favorevole, sosteniamo questo provvedimento e lo portiamo avanti, però con il nostro emendamento poniamo nuovamente oggi in Aula una domanda (l'abbiamo già posta a giugno, ma l'emendamento è stato bocciato e questa bocciatura è inspiegabile). La domanda è molto semplice: in questo momento, è in corso una revisione del codice della strada che, almeno nelle dichiarazioni del Governo, è orientata a rendere più sicure le nostre strade. Ci confronteremo. Abbiamo le nostre idee. Siamo convinti che, senza controlli, senza prevenzione e senza una grande operazione culturale, aumentare semplicemente le sanzioni non basti a diminuire le scie di sangue, ma questo lo faremo in un'altra sede, quando arriverà questo testo e quando ci sarà l'occasione di confrontarci, ma oggi arriva un testo in Aula per modificare il reato di omicidio stradale e di omicidio nautico e qui la questione non è quello che si vuole fare, ma quello che si sta facendo.

Chiediamo una cosa semplice: esiste un comportamento criminale, che è quello di utilizzare lo smartphone mentre si sta guidando. L'abbiamo visto ad Alatri, nelle ultime ore e l'abbiamo visto con l'immane tragedia del piccolo Manuel a Roma, ce ne accorgiamo ogni giorno; guidare una macchina, un mezzo a motore o un mezzo nautico per 7 secondi, guardando uno schermo, equivale ad andare per 100 metri a occhi chiusi, 100 metri in cui può succedere qualunque cosa. Oggi, il nostro ordinamento prevede, giustamente, che, se una persona è in stato di ebbrezza, perché ha abusato di alcol alcune ore prima di mettersi alla guida, se c'è stato questo abuso, c'è un'aggravante, ma, se si uccide una persona mentre si sta girando una diretta social, il nostro ordinamento non prevede alcuna aggravante per questo comportamento ed è gravissimo discutere di sanzioni senza avere il coraggio di dare ai comportamenti sbagliati il loro nome (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Sono reati! Dobbiamo avere il coraggio di sanzionarli: magari non si guadagnano gli stessi like o gli stessi retweet, se si affronta questo tema in questa sede. Forse è più conveniente non dirlo, ma noi abbiamo il dovere, da legislatori, di non tenere gli occhi chiusi rispetto a un comportamento dilagante, che tutti gli studi ci dicono essere la principale causa di incidenti. Quindi, il tema non è solo criminalizzare alcune categorie o alcuni utilizzi; il tema è leggere la realtà e i cambiamenti. Se una legge va attualizzata - ed è giusto attualizzarla -, nel senso di ricomprendervi, oltre al reato di omicidio stradale, anche quello di omicidio nautico, è anche giusto prendere in considerazione un fenomeno dilagante, che sta portando una scia di sangue sulle nostre strade sempre crescente: per un incidente che avviene, ci sono decine o centinaia di incidenti sfiorati, perché tante persone utilizzano lo smartphone, guardano video, fanno dirette e challenger. Tutto questo va fermato.

Credo sia incredibile che, nelle ore in cui parliamo di riforma del codice della strada, arrivi un testo come questo in Parlamento e la maggioranza, che, a parole, dice di voler fermare certi fenomeni, voti contro questa proposta delle opposizioni. Per questo, chiedo al Governo di modificare il parere e ai colleghi di votare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie Presidente. Condividendo pienamente la ratio di questo emendamento, chiediamo - se è d'accordo il collega Casu - di sottoscrivere, a nome di tutto il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Casu, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.2 Casu.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Abbiamo perso una grande occasione per segnare una data storica. Questo poteva essere il primo momento in cui la Camera dei deputati apriva gli occhi sul fenomeno dilagante di utilizzo dello smartphone alla guida; non è avvenuto, ci confronteremo poi sugli altri atti e avremo altre occasioni perché, così come abbiamo corretto, dopo anni, questa norma, perché non l'abbiamo attualizzata prima in tempo utile, fra alcuni anni saremo chiamati a rileggere la votazione di oggi e a votare diversamente. Peccato per le persone che, purtroppo, invece, in questi anni, saranno colpite da questo fenomeno.

Chiedo però, almeno, se siamo d'accordo - come siamo d'accordo - sul merito di questo cambiamento, cioè sull'innovazione dell'omicidio nautico rispetto all'omicidio stradale, nel senso di fare un'equiparazione reale. Quindi i due emendamenti - io non interverrò su entrambi per darci modo di lavorare nella maniera più spedita - entrano semplicemente nel merito delle questioni che vengono proposte dal Governo e pongono una questione legata al titolo professionale del diporto per lo svolgimento dei servizi di coperta, ove prescritti, o con patente o titolo sospesi o revocati, perché, in realtà, alcune delle fattispecie toccate si possono fare non con patente nautica, ma con titolo professionale del diporto, e di questo non vi è riferimento nel testo. Così come si chiede un'equiparazione reale, perché si dice di voler equiparare, ma in alcuni passaggi ci saranno delle differenze relative all'omicidio nautico e all'omicidio stradale. Si chiede, invece, che quei comportamenti che sono sanzionati per l'omicidio stradale lo siano anche per l'omicidio nautico. Questi sono emendamenti di merito, non si tratta di aprire gli occhi su un altro fenomeno, come vi abbiamo chiesto. Almeno nei confronti di quello che è l'obiettivo dichiarato del Governo auspichiamo che ci possa essere una differente interpretazione e un voto differente, altrimenti dovremo portare avanti, come è ovvio, questa battaglia in altre sedi, per far sì che l'equiparazione sia reale e non solo dichiarata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Casu, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'emendamento 1.3 Casu, se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Casu, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 911?)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 911?)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il Vice Ministro della Giustizia, senatore Francesco Paolo Sisto, ad esprimere il parere.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/911/1 Girelli, il parere è favorevole con la seguente riformulazione nella parte dell'impegno: “impegna il Governo ad attivarsi, per quanto di sua competenza, ad incentivare una vera educazione alla guida sicura, che si affianchi agli interventi penali, per il tramite di campagne informative nelle scuole e attraverso i media”.

Sull'ordine del giorno n. 9/911/2 Ghirra il parere è contrario. Si tratta di un ordine del giorno che impegnerebbe il Governo su un intervento che è meritevole di una più approfondita riflessione, anche di carattere normativo.

Sull'ordine del giorno n. 9/911/3 Casu, analogamente, il parere è contrario, perché anche su questo ordine del giorno è necessaria una più approfondita riflessione che non può essere risolta, ad avviso del Governo, con un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/911/1 Girelli: onorevole Girelli, accoglie? Grazie. Ordine del giorno n. 9/911/2 Ghirra. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Io sono abbastanza sorpresa di questo parere proprio perché l'ordine del giorno è volto a stimolare una riflessione su un tema che ha una certa rilevanza. Noi abbiamo accolto favorevolmente la proposta di introdurre una fattispecie che non era prevista - l'omicidio nautico -, però non si possono fare solo politiche punitive senza fare prevenzione e prevedere norme per evitare che gli incidenti accadano. Invitiamo, pertanto, il Governo a prevedere norme destinate ad evitare che, chiunque abbia compiuto 16 anni, possa affittare un gommone o un'imbarcazione senza conoscere le regole del mare. Questo è il tema vero. Credo sia importante che ci sia un impegno, quindi io la inviterei a ripensare il parere su questo ordine del giorno, magari anche proponendo una riformulazione. Ritengo che, al di là delle pene aggiuntive, sia davvero importante individuare strumenti per evitare che chiunque si possa mettere in mare senza conoscerne le regole, senza avere gli strumenti per poter guidare un'imbarcazione, mettendo a repentaglio la propria vita e anche quella delle persone che sono in mare insieme a loro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/911/2 Ghirra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Ordine del giorno n. 9/911/3 Casu. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). L'ordine del giorno che abbiamo presentato va in due direzioni. Per quanto riguarda la prima, non mi ripeto, avevamo oggi l'occasione di votare una modifica necessaria del nostro ordinamento. Perdiamo questa occasione, si apre un nuovo iter, vedremo questo nuovo iter dove ci porterà, però io auspicavo, speravo che almeno una dichiarazione di principio del Governo di andare nella direzione di volere sanzionare un comportamento criminale, alla stregua di altri comportamenti, potesse essere presa in questa sede. Mi rammarico di rendermi conto che, in realtà, invece, l'allergia ai controlli di questo Governo sta contaminando un po' tutti gli aspetti. Quindi, dichiariamo di voler contrastare comportamenti e, poi, non viene fatto nulla di concreto per poterli contrastare effettivamente. Ma, superato questo aspetto, almeno sulla seconda parte, che è quella relativa al sostegno all'assistenza alle vittime e all'avvio di un'azione culturale di informazione, di comunicazione che vada insieme alle sanzioni amministrative, un parere contrario, anche su un impegno che va in questa direzione, ci sembra veramente assurdo, anche perché, ripeto, da un punto di vista delle risorse, esse già ci sono, perché una quota della destinazione delle risorse dell'RC-auto deve andare al sostegno delle vittime della strada e, per legge, da 40 anni. Ma bisogna utilizzare queste risorse anche per quanto riguarda gli incidenti che ci saranno in ambito nautico, per dare un sostegno effettivo alle vittime e alle loro famiglie.

Innanzitutto, dobbiamo metterle nelle condizioni di sapere come si può ottenere questo sostegno, di avere l'assistenza giuridica, l'assistenza psicologica nonché quella medica che sono necessarie. Oggi questa possibilità non c'è, perché non c'è un luogo dove recarsi per avere tutte le informazioni necessarie. Bisogna poi sostenere quelle associazioni che, a fronte di una tragedia, si impegnano nei territori per garantire più sicurezza, strade più sicure, più opportunità. Ancora, vi la necessità nelle scuole, in ambito educativo, formativo, di educare le persone al rischio, alla pericolosità, ad esempio, della velocità. Noi abbiamo film che ci danno un'idea di quanto si possa correre in maniera forsennata, ma non abbiamo un impianto educativo informativo che ci dica quale possano essere le conseguenze di questa corsa, di questo ricorso sfrenato all'utilizzo dei mezzi.

Da questo punto di vista, avete votato contro la possibilità di intervenire, oggi, per legge. Non votate anche contro la possibilità di prendere l'impegno, in Parlamento, di andare in questa direzione, vi prego (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/911/3 Casu, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 911?)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pino Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, le norme che compongono il nostro ordinamento giuridico trovano il loro fondamento nelle fonti del diritto, in primis, nella nostra Costituzione, e in buona parte dei casi esse sono la trasposizione giuridica di principi di ordine generale, dei cosiddetti principi generali dell'ordinamento. Tuttavia, in svariati casi è l'esperienza pratica a suscitare la necessità di produrre norme giuridiche al fine di portare a disciplina situazioni o prassi che, sia pur coperte da una disciplina di ordine generale, sfuggono ad una normazione particolare.

Senza voler entrare nel dettaglio di dibattiti giuridici secolari, è chiaro che l'ordinamento giuridico può essere considerato per se stesso completo, in quanto è in grado di disciplinare ambiti anche diversi tra di loro, sia pure con norme generali o generiche. In ogni caso, nel corso del tempo, è emersa con sempre maggiore frequenza la necessità di introdurre norme specifiche per disciplinare casi specifici e colmare così lacune normative che avrebbero potuto essere foriere di situazioni ambigue o di difficile interpretazione, andando in alcuni casi a compromettere l'efficace tutela degli interessi in gioco. Tale ragionamento vale in special modo nel campo del diritto penale: introdurre una nuova norma in materia o prevedere un nuovo reato è un'operazione che richiede uno studio approfondito di tutti gli interessi in gioco senza lasciare che sia una visione ideologica o, peggio ancora, un impulso emotivo a guidare la normazione di casi particolari.

Signor Presidente, il provvedimento oggi in esame in quest'Aula non rientra in tale ultima fattispecie; infatti, l'introduzione del reato di omicidio nautico e del reato di lesioni personali nautiche non è nient'altro che l'applicazione di quanto già previsto per chi si rende colpevole di omicidio colposo o lesioni gravi in strada, anche per le medesime situazioni che si verifichino in acqua, sia in mare sia in acque interne.

D'altronde, signor Presidente, lo stesso omicidio stradale, introdotto nel 2016, non è nient'altro che una variante più specifica, a metà strada tra l'omicidio colposo e quello volontario. Fino ad allora, ad esempio, chi travolgeva e uccideva un pedone con la propria auto rischiava, con l'articolo 589 del codice penale, da sei mesi a 5 anni di reclusione, pena che l'aggravante della violazione di determinate norme del codice della strada, tipo la guida in stato di ebbrezza e l'alterazione da droghe, potevano innalzare da 2 a 7 anni e da 3 a 10 anni. Tecnicamente, dunque, nel caso in esame, non si è di fronte alla creazione o all'introduzione ex novo di un reato, bensì all'estensione del suo campo di applicazione con le necessarie specifiche dovute al cambio di contesto dalla strada al mare.

Nello specifico, si tratta di estendere l'applicazione delle norme penali previste per le fattispecie di omicidio stradale (appunto l'articolo 589-bis) e di lesioni personali stradali gravi o gravissime (previste dall'articolo 590-bis) anche ai casi in cui la morte o le lesioni siano determinate da soggetti alla guida di una delle unità da diporto elencate all'articolo 3 del codice della nautica da diporto. Il testo, infatti, interviene, modificando gli articoli 589-bis e 590-bis del codice penale che riguardano rispettivamente l'omicidio colposo stradale e le lesioni gravi o gravissime conseguenti a violazioni delle norme sulla circolazione stradale, aggiungendo la nuova fattispecie penale dell'omicidio colposo nautico, volto a punire con la reclusione da 2 a 7 anni chiunque, ponendosi alla guida di un'unità da diporto, cagioni per colpa la morte di una persona, avendo agito in violazione delle norme sulla disciplina della navigazione marittima o interna.

Inoltre, ad ulteriore riprova che si è dinnanzi ad un'estensione normativa, sono considerate anche le stesse aggravanti previste per l'omicidio stradale e le lesioni personali stradali gravi o gravissime, come la guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope, con la reclusione da 8 a 12 anni.

Con l'articolo 2 del provvedimento viene esteso l'arresto obbligatorio in flagranza, già previsto per l'omicidio stradale aggravato dallo stato di alterazione del conducente, anche all'omicidio nautico, commesso con le medesime aggravanti, e l'arresto facoltativo in flagranza, già previsto per il delitto di lesioni colpose stradali gravi o gravissime aggravato dallo stato di alterazione anche al delitto di lesioni nautiche gravi o gravissime.

Insomma, signor Presidente, nessuna ideologia, nessuna ossessione di voler introdurre reati ad ogni costo per ingolfare ulteriormente il codice penale, ma semplicemente un po' di sano buonsenso. È una necessità, quella appena accennata, suggerita essenzialmente dall'esperienza. L'iter della legge sull'equiparazione dell'omicidio nautico a quello stradale è stato avviato, infatti, dopo la tragedia del golfo di Salò in cui persero la vita Greta Nedrotti e Umberto Garzarella, ed è diventato ancor più necessario anche a seguito dell'incidente nel golfo di Amalfi, in cui ha perso la vita l'editrice statunitense Adrienne Vaughan; tutti casi che hanno evidenziato la necessità di fornire adeguata copertura normativa a situazioni che, per analogia, possono essere disciplinate con norme relative all'omicidio stradale, ma che sul piano pratico tralasciavano non pochi aspetti a causa del differente contesto di applicazione.

Signor Presidente, quando si verificano casi come nella fattispecie descritta dalle norme in materia di omicidio stradale si è soliti parlare di incidente, come se il tutto fosse dovuto a cause non direttamente dipendenti da chi lo ha provocato o da chi ne resta coinvolto e in taluni casi effettivamente è così; tuttavia, in altre situazioni considero improprio l'uso della parola “incidente” se chi lo ha determinato si trova in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Non siamo di fronte ad un caso, bensì alla conseguenza di un comportamento scellerato che non va in alcun caso avallato.

Il provvedimento in esame, pertanto, vuole ribadire con forza un principio semplice, ma fondamentale: quando ci si mette alla guida di un veicolo, in automatico si diventa responsabili della propria condotta su strada o in acqua. E “responsabile” significa letteralmente: abile a rispondere, pronto a rispondere delle proprie azioni, azioni che, alla guida di un veicolo su strada o in mare, possono avere inevitabilmente conseguenze pubbliche, in quanto dalla condotta personale dipende la vita di chi è a bordo della propria vettura e di chi è alla guida di altri mezzi.

In tal senso, l'equiparazione dell'omicidio nautico all'omicidio stradale ha un duplice obiettivo: consentire alla giustizia di perseguire i reati commessi e, al contempo, prevenire ed evitare che situazioni simili si verifichino in futuro. L'interesse in gioco da preservare in questo caso non è uno come altri, ma è l'interesse più alto, è l'interesse per la vita delle persone, per la possibilità concreta di evitare o, perlomeno, ridurre al minimo situazioni che mettano a rischio l'incolumità di chi è in acqua, così come di chi viaggia in strada. Si tratta di un interesse, dunque, la cui tutela, per quanto ci riguarda, per quanto riguarda il gruppo di Noi Moderati, va al di là di qualsiasi altra argomentazione e per tutte queste ragioni, signor Presidente, annuncio il voto favorevole del gruppo di Noi Moderati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Devis Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra esprimerà un voto favorevole, in quanto la finalità del provvedimento in esame è condivisibile, colma un vuoto legislativo, sanzionando l'omicidio nautico, le lesioni nautiche gravi e gravissime conseguenti a violazioni delle norme sulla navigazione marittima o interna.

Mettersi in mare con irresponsabilità causa tragedie terribili, provocando dolore e sofferenza, come quando, nel giugno 2021, nelle acque del lago di Garda, Greta Nedrotti e Umberto Garzarella furono uccisi da un motoscafo. Avevano solo, rispettivamente, 25 e 37 anni di età: il motoscafo che travolse Greta e Umberto viaggiava a circa 20 nodi, ossia 4 volte più veloce del consentito in quel tratto di lago.

Sono troppe le vittime di una navigazione fuori controllo da parte di chi, evidentemente, non sa utilizzare i mezzi di trasporto nautico correttamente e diligentemente; chi ha una patente nautica, soprattutto con una barca a motore, non può concepire il mare o i laghi come una zona franca, senza regole, ma, al contrario, è necessaria una piena consapevolezza dei rischi per sé e per gli altri. Un'imbarcazione non è un gioco, la moto d'acqua non è un gioco, in mare, forse più che in strada, ciò che non si vede conta più di ciò che si vede: bagnanti, subacquei, chi fa pesca in immersione. In questo contesto si trovano a essere particolarmente vulnerabili: in Italia abbiamo circa 580.000 barche circolanti. Questo numero dimostra la necessità di una regolamentazione in cui, oltre alle norme penali che stiamo per approvare, servono campagne educative e di sensibilizzazione, un maggiore controllo e rigore nel rilascio delle patenti nautiche. È questo il limite del provvedimento in esame: riscontriamo che ci si limita nuovamente soltanto a integrazioni del codice penale, al codice di procedura penale, pur condivisibili, però risulta carente tutta la parte preventiva. Con questa proposta di legge si poteva, quindi, fare di più, sarebbe stato utilissimo e importante approvare, anche pochi minuti fa, emendamenti che, invece, sono stati respinti dalla maggioranza. Queste sono poi occasioni perse: si investe tutto sull'effetto deterrente della sanzione penale - e questo ha anche un senso -, ma non basta, perché la sanzione arriva quando ormai è troppo tardi e si piange una nuova tragedia.

Restano, quindi, aperti troppi fronti, qui non trattati: per fare qualche esempio, le unità da diporto come barche a remi e quelle il cui scafo è di una lunghezza pari o inferiore ai 10 metri, indipendentemente dalla loro propulsione: non hanno targa di riconoscimento visibile. Quindi, risulta davvero complesso e difficile individuarli con certezza in caso di incidenti e accertarne il responsabile.

Nel nostro Paese, le imbarcazioni con motori al di sotto dei 30 kilowatt o 40,8 cavalli non solo non sono soggette alla revisione periodica delle dotazioni di sicurezza e dell'idoneità alla navigazione, ma per esse non sussiste nemmeno l'obbligo di guida con patente nautica. Solo al di sopra di tale soglia obbligatoria è prevista la patente: una vera anomalia rispetto ad altri Paesi europei, in cui le regole per la conduzione di natanti sono più stringenti. In Spagna, ad esempio, la licenza nautica è d'obbligo per condurre un acquascooter, per condurre una barca a vela di oltre 6 metri, nonché per comandare una barca a motore al di sopra dei 5 metri, in ogni caso con potenza superiore agli 11,26 kilowatt; in Croazia, per poter guidare qualsiasi natante che abbia un motore, è richiesta la patente nautica.

Oggi le nuove imbarcazioni messe sul mercato raggiungono un livello di prestazioni, di velocità, di facilità di conduzione paragonabile a quello di imbarcazioni molto più grandi, con una potenza reale di tutto rispetto che, per gli inesperti, può risultare di difficile conduzione: traducendo il tutto in chilometri orari, se vogliamo confrontare i parametri con la velocità su strada si può arrivare tra i 37 e 55 chilometri orari su acqua, e tutto questo senza patente e un minimo di formazione adeguata.

Ricordo, inoltre, che fin dall'età di 16 anni, nel nostro Paese si può guidare un'imbarcazione senza patente, a patto che si navighi entro le 6 miglia dalla costa. Ma questo è un vero problema, perché è proprio sotto le 6 miglia la fascia più critica, poiché copre anche il sottocosta e si necessita di maggiori conoscenze e competenze per incidenti o problematiche che possono emergere. Per contro, per guidare per strada un motorino - il cosiddetto “cinquantino” -giustamente ci vogliono patentino e targa. In mare dovremmo avere regole altrettanto rigorose, anzi ancor più rigorose, perché l'imprevisto ha maggiore incidenza - dipende dalla forza del mare, dalle onde, dal vento - e, senza esperienza o perizia, si può perdere il controllo di sé e delle imbarcazioni, in un istante.

Poi ci troviamo anche differenti regolamenti di navigazione: pensiamo ai nostri laghi, dove le regole cambiano da lago a lago o, addirittura, all'interno dello stesso lago, da zona a zona. Per citare ancora il lago di Garda, nella costa trentina non è consentita la navigazione a motore, in altre zone sì. Le rispettive aree demaniali dipendono poi da diverse Capitanerie di porto, ognuna delle quali emette ordinanze, di propria competenza, che disciplinano la sicurezza della navigazione: scogli affioranti, distanza minima dalla riva per assicurare l'incolumità dei bagnanti, velocità, traffico, e ciò crea una sorta di “particolarismo giuridico”.

Come è possibile consentire che chi guida imbarcazioni prese a noleggio spesso non abbia le competenze per farlo? Non si può fare affidamento sulle informazioni distribuite da chi noleggia imbarcazioni, che sono insufficienti per chi non è pratico di navigazione; eppure, consentiamo, nei fatti, la guida di un'imbarcazione senza la dovuta preparazione.

Dobbiamo, quindi, puntare sulla formazione per salvare vite, per la salvaguardia dei bagnanti e di chi pratica sport acquatici o attività subacquee. Basta davvero poco per causare un incidente, anche semplicemente la mancata conoscenza della distanza minima di sicurezza dalle boe di segnalazione dei subacquei, cui si devono attenere barche e natanti.

Quindi, l'introduzione di questi reati ci trova d'accordo, ma il problema resta, se non si revisiona, con coraggio, l'intero sistema: servono formazione e regole chiare e omogenee e, accanto a norme penali, serve un serio investimento nella prevenzione.

Per questi motivi e con le relative osservazioni, dichiaro pertanto il voto favorevole del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Alessio. Ne ha facoltà.

ANTONIO D'ALESSIO (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Preannuncio il voto favorevole del gruppo Azione-Italia Viva. Quando cade un Governo, si cambia la linea politica, c'è una sorta di reset rispetto al lavoro fatto precedentemente. Però, il lavoro e le riflessioni, le ore spese dai colleghi delle precedenti legislature non va vanificato, laddove utile per velocizzare processi o per realizzare provvedimenti utili per il Paese. E qui dobbiamo riprendere, con il provvedimento all'attenzione di questa Camera oggi, una traiettoria legislativa avviata nella precedente legislatura: anzi, se vogliamo, tutto il processo che ci porta oggi a questo voto risale alla XVII legislatura, quando c'è stata la modifica del codice della strada. Tuttavia, quel codice ha lasciato una lacuna, che oggi procediamo a colmare, per una sorta di necessaria completezza dell'ordinamento: non è, infatti, ammissibile che comportamenti analoghi che provocano incidenti, morte e sofferenza siano trattati differentemente, se ci si trovi alla guida di un'automobile o di una moto d'acqua o di un motoscafo.

Forse la gravità dei comportamenti è ancora maggiore in acqua, dove ci si trova in una situazione di per sé di maggior pericolo e, quasi sempre, anche in condizioni di svago o di vacanza rispetto alla ordinaria circolazione dei veicoli automobilistici.

Intanto, non possiamo anche in questo intervento non ricordare Umberto e Greta - la tragedia del Garda - che ha segnato profondamente la comunità del Garda e, con essa, naturalmente tutto il Paese.

La collega Mariastella Gelmini, al Senato, si è adoperata molto per il provvedimento, soprattutto per rappresentare la voce di tantissimi cittadini. Infatti, si sono raggiunte addirittura 133.000 sottoscrizioni di una petizione online per dare voce al grido di dolore e di sofferenza, ma anche alla voglia di armonizzazione del sistema dell'ordinamento penale in questo senso. Ricordo anche il collega Benzoni, qui alla Camera. Sia la collega Gelmini sia il collega Benzoni hanno vissuto territorialmente questa tragedia gravissima che si è verificata nel lago di Garda.

Dobbiamo sicuramente procedere, creando le condizioni per una deterrenza e per una maggiore responsabilità nell'ambito della circolazione nautica. Tendenzialmente, come gruppo, siamo contro l'intervento continuo sul codice penale, che, per la verità, il Governo sta facendo. Qui si tratta non di un reato nuovo, ma di un completamento del sistema dell'ordinamento penale con riferimento a queste figure.

Attenzione, poi, a considerare questo irrigidimento del sistema penale come una manovra contro la nautica. Tutt'altro! Siamo a favore della nautica che è qualcosa che caratterizza l'Italia, perché abbiamo tanti chilometri di costa e un'industria fiorente nell'ambito della nautica stessa, ma questo provvedimento significa sicurezza e anche tutela dello sviluppo di questo settore, e naturalmente, come dicevo prima, si tratta anche di una coerente armonizzazione del sistema. Quindi, dobbiamo assolutamente modellare il reato di omicidio nautico con quello, già previsto, dell'omicidio stradale.

Ripeto che abbiamo anche provato a votare favorevolmente su alcuni emendamenti che avrebbero portato a un'omogeneizzazione più completa, ma, purtroppo, c'è il meccanismo Senato-Camera, perché è sempre quello il problema. Io credo che anche la maggioranza fosse d'accordo con gli emendamenti che sono stati presentati prima, che non facevano altro che rendere più omogenea, più armonica, più definitiva e più completa l'equiparazione tra l'omicidio stradale e quello nautico. Il problema è che accettare e accogliere quegli emendamenti, cioè votando a favore, avrebbe comportato dover tornare al Senato. Questo, però, è un meccanismo che ci penalizza, che mette veramente in ridicolo il bicameralismo e che, poi, non rende fluido ed efficiente il lavoro del Parlamento. Questo è un problema sul quale dobbiamo riflettere da subito, perché stiamo per approvare una riforma importante che armonizza e completa questa materia, ma non la completa fino all'ultimo.

Un'ultima nota, signor Presidente, è sul fatto che naturalmente la previsione penalistica, ben fatta e importante (una sorta di diffida a utilizzare in maniera non attenta le imbarcazioni), sicuramente, rafforza il senso di responsabilità e tutela anche la nautica, però tutto questo va di pari passo con la crescita culturale sul tema. Quindi, educazione civica, sensibilizzazione, prudenza e responsabilità per un vero processo di crescita del nostro Paese. Voteremo sì (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tommaso Antonino Calderone. Ne ha facoltà.

TOMMASO ANTONINO CALDERONE (FI-PPE). Presidente e signori colleghi, uno dei principi generali del nostro ordinamento è che ogni sanzione dev'essere proporzionata alla gravità di un fatto. Orbene, quest' apparato normativo è finalizzato proprio a questo. Ricordo a me stesso - la cito soltanto a titolo esemplificativo - una tragedia, avvenuta circa due anni fa, sul lago di Garda. Due persone, ubriache e sotto l'effetto di stupefacenti, fecero morire due ragazzi, totalmente innocenti, che erano nel lago. Per questo reato i colpevoli, con la normativa che ora ci accingiamo a modificare, furono condannati alla pena di 4 anni e 6 mesi e di 2 anni e 6 mesi. È un esempio, ovviamente, che potrebbe essere moltiplicato per tanti altri.

Vedete, chi è esperto di diritto sa che esiste, a proposito dell'elemento soggettivo, una forma di colpa, che è la colpa più grave che quasi sfiora il dolo eventuale, che è la colpa cosciente. Cioè, l'evento non si vuole e non si accetta, ma si mette in previsione. Non soltanto chi è ubriaco e sotto l'effetto di stupefacenti, ma anche chi, come tante volte, ahinoi, abbiamo visto, si mette a fare scorribande in riva al mare, con barche e natanti in genere, sa perfettamente che ci può essere un malcapitato o una malcapitata che è lì solo per divertirsi, per godersi una giornata di sole e per fare un bel bagno.

Con queste norme, che allineano, com'era giusto e corretto, l'omicidio nautico all'omicidio stradale e che faranno sì che questo principio generale, che avevo citato nel prologo del mio intervento, cioè che ogni sanzione dev'essere comunque proporzionata a un fatto, finalmente vedremo irrogare sanzioni proporzionate ai fatti.

La pena è da 2 a 7 anni, però ci sono le aggravanti, previste anche nell'omicidio stradale, perché il legislatore ha mutuato per gran parte la disciplina dell'omicidio stradale, ove adattabile. Per esempio, chi viola le norme del codice della navigazione, del codice della nautica o, comunque, del codice civile, nel caso in cui vi sia una lacuna, è condannato, se è sotto l'effetto di stupefacenti o, comunque, con un tasso superiore a 1,5, con una pena da 8 a 12 anni, come è giusto che sia, perché la vita umana è al centro, sempre e comunque, di ogni nostro comportamento e di ogni nostro valore. Per esempio, se chi si occupa di trasporto di persone per mestiere si pone alla guida di un natante, con un tasso dallo 0,8 all'1,5, questo verrà condannato alla stessa pena, perché ha una posizione di garanzia, più delicata e più importante rispetto al cittadino che si pone alla guida del proprio natante.

Queste sono buone norme, sono norme che mettono in tranquillità i consociati, perché una norma giuridica generale e astratta, come la norma penale, deve mettere in sicurezza il cittadino, in quanto è questa la finalità della norma penale. Come ci hanno insegnato, deve avere una funzione - lo ricordo a me stesso - special-preventiva. Chi si mette alla guida di un natante, violando il codice della nautica o della navigazione, facendolo nel mare o, comunque, nelle acque interne, magari sotto l'effetto di droghe o avendo bevuto qualche bicchiere in più, deve sapere che lo Stato italiano, da oggi, non lo sanziona più con la norma generale, che era quella prevista dall'articolo 589, cioè con una pena blanda - mi sia consentito dire -, che andava da 6 mesi a 5 anni, ma sa perfettamente che verrà irrogata una sanzione severa, così come, per esempio, lo sa - ed è un'altra aggravante - chi è senza patente o ha avuto la patente sospesa o revocata.

Ovviamente, questa norma ha previsto anche l'adattamento delle lesioni gravi e gravissime, con un significativo aumento di pena, anche per le lesioni colpose, per le lesioni nautiche, parificandole, quod poenam, alle lesioni stradali. È previsto dal secondo comma - e questo è pure condivisibile - un aumento da un terzo a due terzi, e, comunque, con una pena che non può mai essere, si badi, inferiore a 5 anni, per chi si è dato alla fuga. È chiaro che chi si dà alla fuga dopo avere commesso un reato gravissimo, sebbene colposo, deve essere sanzionato in maniera proporzionata e proporzionale al reato che ha commesso.

L'altro articolo che va a connotare questo apparato normativo è quello relativo all'arresto in flagranza, perché - dico io, e lo dico con convinzione - chi commette questo reato a determinate condizioni, e sono ben identificate e elencate nell'articolo 2, deve essere consapevole, e si deve dare specularmente allo Stato la possibilità di arrestare in flagranza. Non verrà arrestato se immediatamente si mette nelle condizioni di dare soccorso e collabora, se così posso dire, nell'immediatezza del reato commesso. In buona sostanza, è una buona norma, che forse bisognava scrivere qualche tempo fa: non ci sarebbe stato un cittadino ubriaco, e magari sotto l'effetto di stupefacenti, che ha ammazzato due poveri ragazzi, e che per lo Stato italiano, perché magari avrà scelto il rito abbreviato, questo non l'ho verificato, è stato condannato con una pena di 2 anni e 6 mesi, che, devo dire, mi pare assolutamente incongrua. Pertanto Forza Italia vota favorevolmente questo apparato normativo, e quindi la dichiarazione di voto di Forza Italia, in maniera convinta, come sempre, sarà quella, Presidente, di un fermo “sì”.

Abbiamo fatto tanto, e concludo, per quanto riguarda il nostro diritto positivo. Siamo sicuri, certi e persuasi che da qui a qualche mese, così come promesso dal Ministro Nordio, si penserà pure al processo, perché la pena deve essere ferma e certa, signor Presidente e cari colleghi, ma deve passare sempre da un processo certo, dove ogni cittadino italiano avrà e deve avere tutte le garanzie di un processo giusto, così come prevede la nostra Carta costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Scutella'. Ne ha facoltà.

ELISA SCUTELLA' (M5S). Presidente, con il voto di oggi noi andiamo a colmare un vuoto normativo molto importante. Questo è un iter che è iniziato già nella scorsa legislatura, stiamo parlando dell'istituzione dell'omicidio nautico. Si era arrivati nella scorsa legislatura ad un testo unificato, che però non andava bene a noi del MoVimento 5 Stelle, aveva delle sbavature, delle imperfezioni, aveva un qualcosa che non ci andava bene. Per questo abbiamo proposto degli emendamenti per rendere migliore questo testo, e dato che gli emendamenti proposti da noi, MoVimento 5 Stelle, sono stati approvati, mi permetta di dire, Presidente, che noi questa proposta di legge, questo provvedimento ce lo sentiamo molto nostro.

Finalmente, infatti, arriviamo ad equiparare il reato di omicidio nautico a quello stradale. Siamo un Paese con più di 8.000 chilometri di coste, mari, laghi. Ovviamente, quando si parla di questo, vengono alla mente pensieri positivi, favolosi, i paesaggi, il mare. Purtroppo delle volte, però, a questo invece si devono associare delle tragedie, come quella avvenuta nel giugno del 2021 sul lago di Garda, dove hanno perso la vita due persone, Umberto e Greta, che viaggiavano sul loro gozzo, che è stato falciato da un motoscafo. Il motoscafo in questione viaggiava a una velocità di quattro volte superiore rispetto al limite consentito, e uno dei due a bordo - c'erano il conducente e un passeggero, che era anche proprietario del motoscafo - si è sottoposto all'alcol test ed è risultato positivo. A seguito di questa tragedia, la sentenza che è stata emanata prevede una condanna per il conducente di 4 anni e 6 mesi, mentre il passeggero è stato condannato a 2 anni e 11 mesi. È chiaro che una sentenza del genere lascia sgomenti, lascia perplessità, perché ci si chiede se una vita possa essere messa su una bilancia rispetto a una condanna così lieve; se si possa parlare di superficialità perché vengono assunte delle sostanze stupefacenti, si beve e poi ci si mette alla guida, di macchine, di barche, di motoscafi, stiamo parlando della stessa identica cosa. E proprio perché queste sentenze hanno suscitato indignazione, allora noi oggi con soddisfazione diciamo che rendiamo l'omicidio nautico uguale agli omicidi che avvengono per strada. Ci sarà un cambiamento, anche perché, Presidente, voglio ricordare che l'Italia si posiziona all'ottavo posto mondiale per numero di barche possedute. Quindi, se si fa una riflessione su questi numeri e su questo posizionamento, ci si rende conto che effettivamente serviva un provvedimento del genere, serviva come il pane.

Concludo, Presidente, dicendo una cosa che non deve essere sottovalutata, perché è molto importante che passi questo messaggio. Oggi, in quest'Aula, stiamo finalmente per concludere un percorso molto travagliato, durato degli anni. Oggi finalmente possiamo compiere un passo decisivo e introdurre nel nostro ordinamento il reato di omicidio nautico e di lesioni personali nautiche. Questo significa che oggi la lesione di beni giuridici tutelati, quali la vita e l'integrità fisica, avrà finalmente lo stesso, ripeto, lo stesso trattamento sanzionatorio sia che la condotta sia posta in essere mediante un'imbarcazione sia mediante un'automobile. Per tutte queste ragioni finora esposte, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bordonali. Ne ha facoltà.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, era la notte tra il 19 e il 20 giugno 2021, la piccola barca in legno su cui si trovavano Greta Nedrotti e Umberto Garzarella viene travolta da un motoscafo ad altissima velocità nel golfo di Salò, sul lago di Garda. Alla guida due tedeschi: si scoprirà poi, grazie soprattutto ad un video e ad alcune testimonianze, che erano ubriachi. Addirittura questi due turisti ubriachi tornano in porto noncuranti dell'accaduto, anzi, successivamente vanno ancora a bere. La domenica mattina il corpo di Umberto viene trovato senza vita sulla barca e il corpo di Greta recuperato dai sommozzatori nel pomeriggio, dopo essere stato individuato dal sonar a 98 metri di profondità. Subito vengono individuati i due turisti tedeschi responsabili del drammatico scontro mortale, indagati a piede libero per omissione di soccorso. Non esiste ancora l'omicidio nautico. Pochi giorni dopo addirittura riescono a tornare indisturbati in Germania. Verranno poi condannati in primo grado a 4 anni e 6 mesi uno e 2 anni e 11 mesi l'altro. Non voglio ripercorrere, Presidente, tutta la vicenda giudiziaria, per certi versi anche surreale. Vero che da subito viene evidenziato questo vulnus normativo, ma, come ben evidenziato anche dalla collega Matone, che è intervenuta in discussione - ovviamente la collega Matone è molto più preparata di me su queste tematiche per il suo passato da magistrato -, diciamo che c'è stata anche una certa leggerezza nei provvedimenti lungo il percorso giudiziario.

Pochi giorni dopo quello che è accaduto a Greta e a Umberto, un altro giovane, Luca Fusi, viene travolto da un motoscafo sul lago di Como: ulteriore tragedia, che evidenzia ancora di più come ci sia un vuoto normativo. Grazie alla forza e alla determinazione delle famiglie, degli amici e della comunità, si apre un dibattito sulla necessità di intervenire sulla norma.

Permettetemi, Presidente, di salutare la famiglia di Greta e il papà di Umberto, Enzo (Applausi), che ci seguono da casa e hanno seguito, passo passo, l'approvazione della legge. Ma permettetemi anche di salutare chi oggi è venuto ad assistere a questo dibattito e all'approvazione definitiva della legge: la mamma di Umberto, Camilla, la sorella di Umberto, Elena, il cognato di Umberto, Marco, l'avvocato Dal Dosso, il compagno della mamma e l'avvocato della famiglia (Applausi). Ma tra di loro ci sono anche i rappresentanti di quella comunità, che da subito si è mossa per arrivare all'approvazione dell'omicidio nautico. Rossana Seccabiani e Tatiana Tassi hanno raccolto, in pochissimo tempo, oltre 140.000 firme per arrivare a questa proposta di legge, e, insieme a loro, anche l'europarlamentare Stefania Zambelli, che da subito si è mobilitata, dato che era una cara amica di Umberto. Io, nel mio piccolo, mi sono impegnata subito, presentando una proposta di legge già il 23 giugno 2021, pochissimo tempo dopo il tragico evento. Come è stato già detto, non è stata approvata nella scorsa legislatura la proposta di legge del collega Balboni, senatore, che, poco dopo la mia, presentò la stessa proposta al Senato, per i motivi che sono già stati ricordati. Ma ora, in questa legislatura, in meno di un anno, viene approvata questa legge, si è sbloccata e in questa legislatura approviamo definitivamente l'introduzione dell'omicidio nautico.

Si dice che sia buona cosa non presentare leggi sull'onda dell'emozione, ma in questo caso, anche a distanza di due anni, sono convinta che abbiamo fatto la cosa giusta. Presentare subito la proposta di legge, all'indomani di quello che è accaduto, era la cosa che andava fatta. E lo si evidenzia ancora di più, dopo la sentenza che c'è stata, che ha comminato solo 4 anni e 6 mesi a uno dei conducenti il motoscafo che ha ucciso Greta e Umberto e 2 anni e 11 mesi all'altro. Si è capito quanta disparità ci fosse rispetto alle medesime condotte per strada.

Con l'introduzione dell'omicidio nautico viene mutata la disciplina vigente e le medesime fattispecie riguardanti la circolazione stradale vengono utilizzate adesso per l'omicidio nautico. Ma sono disciplinate anche le ipotesi di fuga del conducente e le evidenze per cui è possibile procedere, soprattutto, all'arresto in flagranza. Oggi, dopo l'approvazione di questo provvedimento, chi si pone alla guida di un mezzo da diporto in stato di ebbrezza alcolica, come è accaduto per gli assassini di Greta e Umberto, o in condizione psicofisica alterata per l'utilizzo di sostanze stupefacenti o psicotrope, e cagiona per colpa la morte di una persona, viene punito con la reclusione da 8 a 12 anni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e le pene vengono triplicate in caso di fuga. Gli assassini di Greta e Umberto, con la nuova legge, oggi avrebbero potuto rischiare fino a 18 anni di carcere.

Oggi scriviamo una bella pagina per il nostro Paese, approvando all'unanimità una legge che mi auguro possa essere ricordata non con i nomi di chi l'ha presentata o di chi l'ha votata, ma come la legge Greta e Umberto, perché, come ha ricordato la sorella di Umberto, Elena, sempre molto determinata e combattiva, il dolore non si può cancellare. Purtroppo, Umberto non tornerà, ma almeno la morte prematura di un nostro amico, di tuo fratello, potrà aiutare i giovani a non morire ancora come è morto lui, perché questa è anche una legge di prevenzione. E, quindi, le morti di Umberto e Greta almeno avranno un significato.

Per questo motivo, il gruppo Lega voterà convintamente questa legge (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marco Lacarra. Ne ha facoltà.

MARCO LACARRA (PD-IDP). Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, rappresentante del Governo, oggi questa Assemblea si appresta ad approvare in via definitiva un provvedimento che colma una lacuna del nostro ordinamento e rende giustizia a tanti tragici eventi che sono avvenuti negli ultimi anni. A onor del vero, un disegno di legge sull'introduzione di una specifica fattispecie di reato per l'omicidio nautico aveva già iniziato il suo iter nella scorsa legislatura, un percorso interrotto dallo scioglimento anticipato delle Camere, che oggi, dopo l'approvazione al Senato, arriva al traguardo, divenendo finalmente legge.

L'obiettivo della legge è aggiornare il nostro codice penale, disponendo che le stesse sanzioni previste per l'omicidio stradale e le lesioni personali stradali siano estese anche per i medesimi fatti delittuosi, che, purtroppo, avvengono in mare.

Nel 2016, il legislatore decise, giustamente, di intervenire inasprendo le pene per i reati della strada e quell'intervento ci ha aiutato a diffondere maggiore consapevolezza sulla gravità delle violazioni del codice stradale e sulle drammatiche conseguenze, che, troppo spesso, queste portano con sé. In seguito a quelle norme, ci sono stati progressi anche nella riduzione dei numeri delle persone decedute o gravemente ferite a causa di incidenti, ma, soprattutto, chi ha vissuto sulla propria pelle un evento del genere sa che tanto ancora c'è da fare, perché, al netto di ogni retorica, anche una sola vita strappata ai propri affetti, anche una sola tragedia causata dagli eccessi o dall'imprudenza, sarà sempre e comunque troppo, e inaccettabile. Non è un caso che in questi mesi si torni a parlare di modifiche al codice della strada e il Partito Democratico, proprio per queste ragioni, non può che accogliere con favore ogni iniziativa che vada nella direzione di una maggiore sicurezza sulle nostre strade. La stessa rigorosa e giusta considerazione, però, non è stata dedicata finora al mare: un'autostrada continua, senza strisce né segnali, ma che può comunque cerare pericoli per l'incolumità e la vita delle persone. Come spesso accade, anche in questo caso alcuni drammatici fatti di cronaca hanno spinto la politica a intervenire.

Il testo al nostro esame è quasi interamente analogo a quello approvato lo scorso anno: a differenza di quella versione, infatti, grazie anche a un paio di emendamenti presentati dal gruppo del Partito Democratico al Senato, è stata meglio precisata la fattispecie e si è modificata la procedibilità a querela per il reato di lesioni colpose, una modifica resasi necessaria anche per garantire una certa coerenza con l'impianto della riforma Cartabia.

Nella sostanza, si modifica il nostro codice penale, estendendo la disciplina relativa all'omicidio colposo stradale e la fattispecie di lesioni gravi o gravissime anche all'omicidio nautico e ai casi in cui le violazioni riguardino norme sulla navigazione marittima o interna. Si inaspriscono le pene per tutti e tre i reati: si prevede ora una pena da 2 a 7 anni per l'omicidio colposo nautico, da 3 mesi a 1 anno per le lesioni gravi e da 1 a 3 anni per quelle gravissime. A queste si sommano una serie di aggravanti che ricalcano quanto previsto per l'omicidio e le lesioni stradali: l'aver commesso il fatto in uno stato di ebbrezza o sotto l'effetto di stupefacenti o sostanze psicotrope, oppure per i casi in cui il fatto sia commesso in mancanza di patente nautica, o quando questa sia stata sospesa o revocata. Un'altra aggravante è prevista per la fuga del conducente che commette il fatto senza prestare soccorso, né segnalarlo alle autorità competenti. L'ultima novità riguarda, infine, le norme sull'arresto in flagranza di reato, nelle medesime modalità già previste per l'omicidio stradale.

Insomma, signor Presidente, siamo di fronte a un testo che è stato ampiamente condiviso nel merito, un testo che, però, avrebbe comunque potuto essere migliorato, in questi mesi. Riprendo quanto ha già avuto modo di spiegare, in sede di discussione generale e anche di presentazione degli emendamenti, il collega Casu, primo firmatario dei nostri emendamenti in Commissione.

Ci sono condotte che rappresentano aggravanti che, purtroppo, il testo in esame non riconosce come tali. È il caso, ad esempio, dell'utilizzo dello smartphone alla guida. Negli ultimi tempi, le campagne di sensibilizzazione per avvertire gli utenti della strada dei pericoli che ne derivano hanno giustamente seguito il passo della diffusione dell'uso di questi dispositivi. In Commissione, chiedevamo lo stesso riconoscimento anche per le fattispecie di reato che stiamo introducendo ora, perché una conduzione in assenza di corsie o con meno utenti non può tradursi in un messaggio sbagliato, ossia che è possibile distrarsi di tanto in tanto mentre si governa una barca di qualsiasi tipo. E, sempre citando il collega Casu, siccome questa rappresenta l'opportunità di innovare l'ordinamento in questo campo e aggiornarlo ai nostri giorni ai fenomeni che oggi sono più frequenti, credo che si sia sprecata un'occasione e che questa nostra mancanza ci spingerà di nuovo a intervenire nuovamente nel prossimo futuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), sperando che non si tratterà di un intervento di reazione a un nuovo caso di cronaca.

Per concludere, signor Presidente, all'inizio del mio intervento dicevo che questo provvedimento serve anche a rendere giustizia, una giustizia parziale, perché certamente tardiva, almeno per tutti i familiari delle tante vittime di omicidi nautici degli ultimi anni. Nelle discussioni di oggi e in tutte quelle che hanno accompagnato questa proposta di legge, diversi colleghi hanno dedicato un commosso pensiero a Greta Nedrotti e a Umberto Garzarella di 25 e 36 anni, che furono travolti e uccisi da un motoscafo condotto da due persone sotto l'effetto di alcol, il 19 giugno 2021 sul lago di Garda, come pure è stata ricordata la vicenda di Luca Fusi, di soli 22 anni, anche lui ucciso a pochi giorni di distanza, il 25 giugno 2021, sul lago di Como dal motoscafo di un turista belga, oppure l'episodio più recente, dello scorso 3 agosto, in cui una turista americana, Adrienne Vaughan, ha perso la vita in seguito ad un altro incidente, questa volta nelle acque di Amalfi, lasciando due piccoli figli senza madre.

Ecco, care colleghe e cari colleghi, oggi è una giornata importante, perché l'auspicio con questa legge è, ancora una volta, quello di diffondere maggiore consapevolezza, di far capire l'importanza delle regole e della loro osservanza per salvaguardare la propria incolumità e quella altrui anche in mare o in un lago ed è chiaro che, per quanto sanzioni più severe possano essere d'aiuto, il lavoro da fare è più vasto e profondo. Per questo, mi auguro che le nuove norme siano accompagnate anche da una serie di iniziative che guardino alla prevenzione come obiettivo primario, perché la vittoria non è punire con maggior rigore, ma non avere nessuno cui infliggere una pena, né di cui piangere la morte. Per queste ragioni, dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Andrea Pellicini. Ne ha facoltà.

ANDREA PELLICINI (FDI). Grazie, Presidente. Viene finalmente al voto della Camera questo importante provvedimento d'iniziativa del senatore Alberto Balboni, presidente della Commissione affari costituzionali del Senato e membro del gruppo di Fratelli d'Italia, tra l'altro sempre molto sensibile alle tematiche del mare.

In questa sede, vorrei ringraziare, in primo luogo, il presidente della mia Commissione, Ciro Maschio, che mi ha affidato il compito di relatore di un provvedimento assai significativo. Il presidente lo ha fatto conoscendo la mia passione per la nautica e per il mondo delle barche, che pratico sin da quando, ragazzino, sul Lago Maggiore, ho frequentato i primi corsi di scuola vela. Infatti, dalla mia terra provengono importanti scrittori e poeti, da Vittorio Sereni a Piero Chiara, ma anche grandi navigatori; dal Lago Maggiore arrivano Flavio Favini e Tiziano Nava, timonieri tattici di Azzurra e di Mascalzone Latino all'America's cup. Quindi, grande passione per la nautica e grande attenzione ad un mondo che avrà una sua ulteriore celebrazione nella giornata di domani, al 63° salone della nautica, che si aprirà a Genova, con grandi risultati per tutto questo mondo, perché dobbiamo ricordare che il 2021 ed il 2022 sono stati anni importantissimi, con un incremento della produzione industriale e soprattutto con un export della nautica che ha raggiunto il 70 per cento.

Anche il mercato interno è notevolmente aumentato e così aumentano tantissimo gli appassionati e coloro che vanno per mare e sui laghi. Però tutto questo incremento di grandi appassionati del mondo della nautica deve portare a sempre più mirate politiche di sicurezza perché, anche quest'estate, abbiamo assistito a tragici incidenti, forse il più grave è quello che ha portato alla morte questa turista americana, Adrienne Vaughan, davanti al mare di Amalfi.

In quest'Aula, è stato emozionante, questa mattina, sentire il ricordo di Greta e Umberto che, il 19 giugno 2021, persero la vita in un così brutale incidente, con anche una sorta di indifferenza generale di coloro che lo provocarono. È stato bello ricordare in quest'Aula anche Luca Fusi, il giovane universitario che morì sul lago di Como, investito e travolto da un motoscafo condotto da giovani turisti belgi che facevano sci nautico. Quindi, è nel nome di questi ragazzi, di questi giovani che oggi deve essere approvata questa legge.

Ritengo che l'iniziativa del senatore Balboni sia fondamentale, perché pone un principio fondamentale, ossia che un morto in mare, un morto sui laghi o un morto sulle acque interne, purtroppo, ha lo stesso valore di un morto sulla strada.

Oggi ho sentito anche i colleghi dell'opposizione annunciare il voto favorevole a questa legge. Qualcuno ha richiesto ulteriori provvedimenti. Penso che tutti questi nuovi temi saranno discussi e affrontati anche in sede dell'esame parlamentare del nuovo disegno di legge che il Ministro dei Trasporti ha fatto approvare in Consiglio dei Ministri proprio questo lunedì. Avremo tempo per ragionare. Faccio solo un esempio: la guida in stato di ebbrezza su un'imbarcazione oggi non è nemmeno reato, è un illecito amministrativo. Quindi, tante cose possono essere valutate e cambiate attraverso un lavoro comune. Ho sentito gli interventi sugli emendamenti dell'onorevole Casu: i temi che pone hanno un loro fondamento, quindi davvero andremo avanti insieme a lavorare su queste tematiche. Quello che però è importante oggi è introdurre queste nuove fattispecie di reato per tutto il mondo della nautica. Abbiamo sulle nostre tribune persone che hanno raccolto oltre 130.000 firme, quindi questa richiesta è venuta anche dalla società civile, una richiesta di giustizia e di parificazione delle sanzioni tra l'omicidio stradale e l'omicidio nautico.

Il provvedimento che ci accingiamo ad approvare ha un forte valore politico, un forte valore giuridico, ma anche una grande importanza culturale, perché soltanto attraverso l'insegnamento nelle scuole di nautica potremo arrivare davvero a norme sulla sicurezza nella navigazione assolutamente fondamentali.

Concludo il mio intervento, permettendomi di citare le parole dei genitori di Greta, che ho letto su alcuni quotidiani, parole secondo me struggenti ma bellissime: “Nessuna pena, neanche la più severa, potrà mai ridarci quello che abbiamo perso, però davvero speriamo che questa legge venga approvata perché possa fungere da deterrente e possa far sì che fatti del genere non accadano più”.

Si tratta quindi di un messaggio positivo che arriva da persone che davvero in questa vicenda hanno perso tutto. Ecco, è con questo spirito, dedicandolo al dolore di queste persone che hanno perso i loro cari, che annuncio il voto favorevole alla legge del gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Prima di passare al voto, colleghi, la Presidenza, insieme a voi tutti, a nome di tutta l'Assemblea, esprime la vicinanza al dolore dei parenti di quanti, in questi anni, hanno perso tragicamente la vita in incidenti nautici colposi (Applausi).

In particolare, la Presidenza rivolge un saluto ai familiari di Umberto Garzarella, ucciso insieme a Greta Nedrotti il 19 giugno 2021 a Salò, sul Lago di Garda, che assistono ai nostri lavori dalle tribune e che salutiamo affettuosamente (Applausi - l'Assemblea e i membri del Governo si levano in piedi).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 911?)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 911: S. 340 - "Introduzione del reato di omicidio nautico e del reato di lesioni personali nautiche" (Approvata dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8) (Applausi).

Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale: S. 13 - D'iniziativa dei senatori Iannone ed altri: Modifica all'articolo 33 della Costituzione, in materia di attività sportiva (Approvata, in prima deliberazione dal Senato e dalla Camera e approvata, in seconda deliberazione, con la maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, dal Senato) (A.C. 715-B?).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge costituzionale, già approvata, in prima deliberazione dal Senato e dalla Camera e approvata, in seconda deliberazione, con la maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, dal Senato, n. 715-B: Modifica all'articolo 33 della Costituzione, in materia di attività sportiva.

Ricordo che, nella seduta del 18 settembre, si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica.

Avverto che, trattandosi di seconda deliberazione su una proposta di legge costituzionale, a norma del comma 3 dell'articolo 99 del Regolamento, si procederà direttamente alla votazione finale.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 715-B?)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Cavo. Ne ha facoltà.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, quella di oggi è una giornata importante, storica, un traguardo che, nell'assunzione dell'attività sportiva a rango costituzionale, impegna già tutti a una nuova ripartenza, a una nuova partita, quella dell'impegno, perché il principio che andiamo ad affermare trovi davvero applicazione nelle prossime leggi, nelle prossime scelte, nella società, nel nostro Paese. Non stiamo tagliando un traguardo, stiamo ripartendo.

È una giornata importante perché arriva dopo la giornata di ieri, in cui proprio qui, in quest'Aula, abbiamo celebrato i 75 anni della Costituzione non come un corpo statico, ma come un corpo vivo, aggiornabile, che cresce e si evolve insieme alla società. La vitalità, ieri, l'ha portata sicuramente Bebe Vio qui con noi: campionessa paralimpica di scherma, che, con la sua spontaneità e la sua energia, ha mostrato, anche qui, la potenza dello sport, la sua capacità di includere, di abbattere barriere, di educare i giovani a cui ha parlato, di dare speranze e futuro, la capacità dello sport di essere vita, di riguardare tutti, di essere per tutti e di tutti, in ogni momento dell'esistenza e del quotidiano.

“La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme”: queste sono le tre righe che andiamo ad inserire oggi in Costituzione. Ho citato Bebe Vio, perché è l'esempio più immediato e recente, ma è uno degli esempi. Pensiamo a quanti messaggi di forza sono arrivati dagli atleti paralimpici, quanto è stato importante dare dignità alle competizioni paralimpiche. Inserire il valore dello sport in Costituzione non è altro che prendere atto di qualcosa che è nato dal basso, dalle associazioni. La Repubblica “riconosce”: si usa questo verbo, si prende atto di qualcosa che c'è, che preesiste e si fa in modo che venga tutelato al massimo livello. Abbiamo citato alcuni esempi, ma pensiamo anche a quanti alfieri della Repubblica sono stati nominati dal Presidente dal mondo dello sport e per motivi legati all'attività sportiva. Non soltanto nomi famosi al grande pubblico, storie quotidiane, che hanno avuto la forza di non passare inosservate, ragazzi che sono riusciti, tramite, appunto, lo sport, ad incarnare i valori del nostro essere Repubblica. Personalmente, ho in mente, per esempio, la storia di Diego Barbieri, un ragazzino di Genova, residente nel comune di Ceranesi, che, nonostante le conseguenze di un incidente, è diventato esempio di resilienza e di riscatto per amici e compagni di scuola, trascinando tutta la sua classe nel progetto montagna, arrivando a scalarle, le montagne, con una carrozzina costruita appositamente per lui, trasmettendo a tutti passione per il paesaggio, per le bellezze naturali. E, come lui, Lorenzo Caprotti insignito per l'impegno nell'organizzazione di uno speciale campionato europeo tra malati oncologici; Simone Moi, che ha continuato a praticare equitazione nonostante la vista compromessa; Giorgia Greco, che ha saputo superare un intervento invasivo e tornare a ballare, conquistando la finale di Italia's Got Talent. E, poi, ancora, Carlo Mischiatti, Great Nnachi, Nicola Salis, Luigi Falconi, Ettore Prà, tutti esempi di ragazzi che, tramite lo sport, hanno saputo rinascere, dare messaggi di inclusione, mettersi a disposizione degli altri, trasformando limiti in opportunità e diventando, appunto, alfieri della nostra Repubblica.

Poi c'è lo sport agonistico, ma anche da qui non sono mancati i messaggi. Questo è un esempio che ho già citato nella giornata del 25 novembre, ma mi sento di citare di nuovo anche in questa circostanza: Linda Cerruti, campionessa di nuoto sincronizzato che, con grande istintività, ha postato la sua foto a testa in giù, con le gambe da atleta divaricate in spaccata e le tante medaglie vinte appese. Imprevisti i messaggi sessisti e maschilisti che l'hanno raggiunta, a cui lei ha reagito con determinazione, diventando, da atleta, riferimento contro la disparità di genere e la difesa della dignità delle donne.

E, poi, ci sono le associazioni, la pratica sportiva diffusa, l'impegno di tanti presidenti, di tanti allenatori, i sogni e l'impegno di tanti piccoli atleti che non diventeranno mai grandi campioni, ma dallo sport impareranno molto. Perché lo sport è cultura, disciplina, fair play, trasferisce all'individuo non solo benessere fisico, ma il valore del rispetto degli altri e delle regole, il senso del gioco e della competizione, ma, sopra ogni cosa, la possibilità, la capacità di valutare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ciò che è permesso e ciò che non è consentito. Lo sport educa all'impegno, alla disciplina, ma è al tempo stesso divertimento, è un momento per comprendere che nella società vi sono regole da rispettare e che, attraverso queste regole, si può crescere, fino ad eccellere e vincere.

Lo sport è per tutti e se lo inseriamo in Costituzione è proprio perché sia chiara la dimensione individuale e universale al tempo stesso di questo diritto, lo è tanto quanto la cura della propria salute e l'istruzione. Ma è ai giovani che viene naturale pensare in prima battuta parlando di sport; ai ragazzi che, spesso, non trovano alternative per esprimersi, perché lo sport è anche uno strumento di educazione sociale e di contrasto alla violenza, uno strumento essenziale in una società che presenta ferite importanti, come quelle che sono emerse in questi ultimi mesi dalla cronaca. Penso alla violenza di genere, già citata prima con un esempio, che ormai riguarda anche i giovanissimi, e penso a quelle periferie della società, dove i ragazzi, spesso, non hanno spazio, né fisico né mentale. E, quando si fa riferimento alla cronaca, non si può non pensare a quella piscina di Caivano, a ciò che avrebbe dovuto rappresentare e che tornerà ad essere - un luogo di riscatto, di crescita e di formazione -, e ciò che, invece, è stato per tutti i minori coinvolti: un luogo di violenza, di assenza della civiltà e della società. Lì lo Stato è assente, lì lo Stato, come sta facendo, anche tramite lo sport, deve tornare.

La collocazione all'articolo 33 della Costituzione inserisce lo sport in un contesto ampio e importante, in cui viene sancita la libertà di insegnamento ed esercizio dell'arte e della scienza e in cui si sancisce il diritto allo studio e alla libertà educativa. È una scelta importante quella di inserirlo in questo articolo della Costituzione.

Va sottolineata la specifica che attribuisce all'attività sportiva in tutte le sue forme il valore educativo e sociale. Questo consente di ricomprendere l'agonismo, come l'esercizio fisico per stare in salute. È innegabile la correlazione tra sport e benessere, pensiamo alle fasce di età più avanzate, a tutti coloro che rischiano di lasciarsi andare a una vita sedentaria; pensiamo alla correlazione importante, appunto, tra sport e benessere.

Oggi, all'indomani dei fatti di cronaca delle ultime settimane, all'indomani dell'assunzione, da parte del Governo, di un impegno concreto sul territorio delle periferie sociali del Paese, questa revisione della Costituzione, con l'inserimento tra i principi della Carta fondamentale dell'attività sportiva proprio come strumento educativo, assume un significato ancora più intenso e preciso. L'inserimento di questo principio in Costituzione porta con sé una grande responsabilità, quella data allo Stato di consentire a tutti i cittadini di poter accedere ai benefici dell'attività sportiva. Con queste semplici parole stiamo prendendo un impegno, l'impegno a offrire un'opportunità di riscatto, di crescita e di benessere. Ribadisco che non è un punto di arrivo, quello di oggi, ma necessariamente un punto di partenza e di ripartenza, ed è ancor più simbolico che a questo risultato si sia arrivati attraverso un gioco di squadra, di proposte di modifica costituzionale diverse, con proponenti differenti, ma con un unico e condiviso obiettivo.

Noi Moderati poniamo particolare attenzione a ciò che attiene alla sfera dell'educazione, dello studio, della libertà di scelta e dell'inclusione. Per tutti questi motivi, non possiamo che sostenere l'inserimento in Costituzione del diritto allo sport come trasferimento di valori fondanti della nostra società (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Filiberto Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Signor Presidente. Signor Ministro, colleghi e colleghe, intanto permettetemi di fare un doveroso ringraziamento al Ministro Abodi, il quale sempre e puntualmente ha partecipato ai lavori della nostra Commissione ed è sempre presente in Aula. Le devo dire, Ministro, che non sono molti i suoi colleghi che hanno questa sensibilità nei confronti del Parlamento e questo, comunque, sta a indicare anche quanto lei sia legato ai problemi dello sport e, in modo particolare, a questa proposta.

Noi, proprio ieri, in quest'Aula, abbiamo festeggiato il 75° Anniversario della Costituzione, di questa nostra Costituzione che, nonostante, appunto questa cifra, 75, è ancora giovane, non soltanto perché non sono tantissimi gli anni da cui è vigente, ma anche perché è giovane nei contenuti, perché le affermazioni inserite nella nostra Carta costituzionale hanno una freschezza e sono in grado di affrontare le complessità del nostro tempo.

Quindi, quando approcciamo la Costituzione e le modifiche costituzionali, lo facciamo sempre con grande prudenza, perché ovviamente ci teniamo alla coerenza del testo complessivo. Anche in questa occasione ci siamo avvicinati alla proposta di modifica costituzionale per inserire la tutela dei valori dello sport nella Costituzione con grande attenzione e siamo arrivati alla conclusione che questa è una battaglia giusta, è un'iniziativa giusta.

Ho ascoltato tante dichiarazioni dei colleghi nella discussione generale della volta scorsa e condivido ovviamente i tanti valori, le tante idee che sono state messe in campo, dall'importanza dello sport al suo valore sociale, etico, culturale ed economico. Insomma, credo che inserire nella Costituzione questo richiamo sia un aspetto importante, anche se vorremmo che si andasse anche al di là della mera dichiarazione di principio, che pure ci deve essere, perché vorrei ricordare che, a tutt'oggi, soltanto un milione su 5 milioni di ragazzi tra i 6 e 17 anni pratica lo sport, mentre il 15 per cento di questi svolge soltanto una piccola attività fisica. È un quadro abbastanza sconfortante, soprattutto, perché descrive un Paese che si basa su una povertà sportiva fondamentale. Quello che conta, dal mio punto di vista, non sono soltanto le medaglie che riusciamo a raccogliere alle Olimpiadi, che pure ci entusiasmano e per le quali tutti ci appassioniamo, né i risultati delle nostre squadre di calcio; la ricchezza sportiva di un Paese si misura su quanti giovani e quante giovani praticano lo sport quotidianamente, su quante persone appunto possono dedicare il loro tempo all'attività sportiva. Ecco, nel nostro Paese sono poche, ma sono poche anche perché è l'offerta sportiva che è scarsa, è troppo scarsa l'offerta pubblica sportiva. Tante persone per fare attività sportiva sono costrette a rivolgersi al privato e, purtroppo, non tante persone sono in grado di sopportare economicamente questa scelta.

Noi abbiamo il dovere di mettere in campo risorse consistenti sullo sport e, finora, le devo dire - per quanto io l'apprezzi, Ministro - che il suo Governo non ha fatto abbastanza, da questo punto di vista.

Penso che noi dobbiamo certamente fare di più. Siccome, quando si discute di Costituzione non si possono fare discorsi formali, vorrei ricordare che noi abbiamo discusso, nei giorni passati, delle gang che si trovano nelle periferie delle nostre città, della violenza dei giovani, dei minori. Allora, come pensiamo di contrastare questo fenomeno? Con la repressione? Unicamente in questo modo? Io penso che sia il modo più sbagliato. Noi dobbiamo fare qualcosa di più, dobbiamo creare alternative in questi quartieri, e lo sport è un'occasione. Noi dobbiamo risanare i territori: in ogni quartiere di ogni città, soprattutto in quelli più periferici, soprattutto in quelli più abbandonati, ci deve essere un centro sportivo, due centri sportivi pubblici, che possano permettere ai ragazzi e alle ragazze di frequentare lo sport, e non soltanto perché questo, come si diceva una volta, li toglie dalle strade, ma anche perché praticando lo sport si possono imparare valori fondamentali, etici, come vivere insieme il gruppo, saper rispettare l'avversario, quelle questioni fondamentali che possono cambiare la vita alle nostre periferie.

Quindi, vorrei che noi, in questa discussione, non facessimo una scelta puramente di principio e formale. Voglio ricordare che, qualche mese fa, è stata promulgata la riforma costituzionale che ha inserito la tutela dell'ambiente negli articoli 9 e 41 della Costituzione. Cosa le devo dire, Ministro, cosa devo dire, Presidente? È stato un momento molto bello, noi ambientalisti abbiamo festeggiato, è stato un momento anche emozionante, devo dire – ripeto, anche emozionante - e io ringrazio chi ha votato quel provvedimento, però, non è cambiato nulla, non è cambiato nulla da allora, non si è fatto nulla contro i cambiamenti climatici, non si fa nulla per tutelare i nostri parchi, per aumentare le aree protette, non si è fatto nulla per aumentare la produzione di energie rinnovabili, non si è fatto nulla.

La nostra Costituzione è già ricca di tanti principi che, purtroppo, non sono stati applicati; allora, cosa facciamo? Continuiamo a inserire principi da tutelare che, poi, non tuteliamo? Allora, di chi è la responsabilità? Certamente, di molti, ma, in primo luogo, di chi governa, in primo luogo di questo Governo, che deve dare attuazione ai principi fondamentali della Costituzione, a cominciare, appunto, da quelli dei diritti delle persone al lavoro, alla possibilità di una vita consistente e alla salute e anche del diritto a un ambiente dove vivere sani.

Quindi, noi ci aspettiamo da lei, Ministro, un impegno importante, un impegno solenne, come è solenne cambiare una Costituzione, affinché tutto ciò non sia una mera dichiarazione di principio, ma diventi un programma di investimenti certi, a cominciare dalle periferie delle nostre città, dal diritto di chi non ha diritti, dal diritto di chi non ha la possibilità di fare sport, di chi non ha la possibilità di pensare di tutelare la propria salute attraverso l'attività sportiva.

Ecco, questi sono i fatti: penso che noi abbiamo bisogno di fatti in un momento così difficile del Paese. Il Paese vive un momento drammatico, con i costi dei prodotti che aumentano sempre di più, le famiglie non ce la fanno: il costo dell'energia è sempre più alto e le scelte che vengono fatte da questo Governo sono sempre più sbagliate e meno rispondenti a quello che serve al nostro Paese.

Noi però siamo ottimisti, signor Ministro e signor Presidente. Ecco, l'ottimismo ci dice che, ancora una volta ce la possiamo fare, che davvero noi possiamo cercare di costruire una prospettiva per le giovani e i giovani di questo Paese, a cominciare dal diritto di difendere la loro salute, il loro diritto di fare sport e il loro diritto ad avere un lavoro, il loro diritto di vivere un ambiente sano e, in definitiva, il loro diritto al futuro. Noi siamo ottimisti e ci impegniamo su questo, ed è per questo che noi del gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra voteremo a favore di questa riforma, sperando che questa sia un'altra occasione che non venga persa dalle istituzioni, che non venga persa, diciamo, da chi, in questo momento, governa il Paese.

Una citazione che viene fatta, a proposito dello sport, è quella di Pierre de Coubertin, che dice: “l'importante non è vincere, è partecipare”; tuttavia, voglio ricordare che non è vero, l'importante è dare a tutti le stesse possibilità per vincere, nello sport come nella vita (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grippo. Ne ha facoltà.

VALENTINA GRIPPO (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Oggi torniamo a parlare dell'inserimento dello sport in Costituzione: ne abbiamo parlato tanto in questi mesi con il ministro Abodi e abbiamo parlato delle conseguenze che ci aspettiamo che questo atto - che non è solo formale e che molti di noi stanno aspettando da anni - abbia nel nostro ordinamento.

Nell'annunciare il voto favorevole del gruppo di Azione-Italia Viva, che ha anche presentato una propria proposta di legge su questo tema, ci teniamo, però, a dire cosa pensiamo oggi debba intendersi con la parola sport e cosa debba conseguire a questo inserimento in Costituzione.

Ieri abbiamo assistito tutti a una giornata molto emozionante, di ricordo e di riflessione su cosa significhi oggi parlare del 75° anniversario della nostra Costituzione e del fatto che debba essere una Costituzione viva. Ecco, oggi inserendo lo sport in Costituzione, noi inseriamo tante altre parole che ne conseguono: io immagino una metafora nel parlarne. Penso ai 5 cerchi della bandiera olimpica e penso ai 5 principi sottesi alla parola sport e di cui abbiamo parlato in questi mesi. Oggi, quando parliamo di sport, pensiamo una cosa molto diversa da quella che avremmo inteso se ne avessimo parlato 75 anni fa: includiamo valori diversi, parliamo di salute e di benessere, parliamo di tempo libero e di cultura, di inclusione e di lavoro, di formazione, educazione. Dovremmo essere così seri da rendere tutte queste cose vere e attuali.

Noi, oggi, abbiamo vite che sono attraversate dallo sport: dal primo calcio al pallone che dà il bambino fin dall'attività prescolare e continuiamo a dire ai nostri anziani che il modo principale per invecchiare in modo sano sia quello di mantenere la mobilità e di non smettere mai di fare attività fisica. Ma in cosa ciò si traduce davvero? Abbiamo detto la salute, e non a caso inseriamo questo articolo subito dopo l'articolo 32 della Costituzione. Abbiamo fatto una discussione su quale fosse il punto più giusto della Costituzione dove ancorarlo: lo collochiamo dopo l'articolo 32 per i dati che ci arrivano per il benessere delle persone, ma anche per l'economia del nostro Paese e per i costi che comporta la mancanza di un'abitudine allo sport in tutta la vita dei cittadini italiani, dati anche comparati rispetto agli altri Paesi. I dati che ci arrivano dagli altri Paesi europei sono, infatti, molto importanti. Noi abbiamo un'aspettativa di vita dei nostri cittadini di 82 anni, mentre abbiamo un'aspettativa di vita in salute che è di 60 anni. Questo divario, questa forbice di 22 anni ci deve far riflettere: se esaminiamo anche i dati che ci fornisce l'Istituto superiore di sanità, da cui si evince che, per esempio, tra i malati cardiovascolari avremmo risparmi di centinaia di milioni, oltre che una parte importante dei nostri cittadini in salute, laddove abituassimo le persone, per tutta la vita, a dedicare una parte della propria routine all'allenamento e al mantenimento in salute. Oppure pensiamo alle principali 4 patologie collegate alla mancanza di movimento, che sono importanti (il tumore alla mammella e del colon retto, il diabete di tipo 2, la coronaropatia): noi abbiamo un costo di quasi 1,6 miliardi di euro annui, secondo l'Istituto superiore di sanità, che potrebbero essere evitati - ripeto parlo di soldi, ma, ancor prima, della salute dei nostri concittadini - laddove ci fosse l'accessibilità reale di tutte le persone alla pratica sportiva.

Dicevo: il secondo cerchio della bandiera olimpica che vedo davanti è il tema del tempo libero e della cultura. Non a caso noi inseriamo questo articolo, dopo averci riflettuto, nell'articolo 33 della Costituzione, che è quello dedicato alla libertà di scienza e dell'arte: lo sport è, sia per chi lo vive attivamente - atleti, campioni, squadre degli sport agonistici - sia per chi lo vive da spettatore, ormai un elemento centrale della proposta culturale e del tempo libero del nostro Paese. Non sempre le risorse, non solo economiche ma anche burocratiche e gli strumenti messi a disposizione per chi vuole valorizzare l'attività sportiva nel vissuto della vita e del tempo libero dei cittadini, seguono quello che richiederebbe una pratica attiva dello sport.

Il terzo cerchio: l'inclusione - questo forse è il tema che a me sta più a cuore - ovvero nella disabilità, nell'adolescenza, nelle periferie, per gli anziani e nelle carceri. Negli ultimi 30-40 anni, lo sport è stato lo strumento più importante per superare le differenze, per superare le fragilità: si tratti dei nostri atleti paralimpici o delle campagne contro il bullismo fatte nelle periferie, attraverso lo sport, si tratti del lavoro fatto nelle carceri con lo sport o del lavoro con gli anziani (con i centri anziani, nei comuni più avanzati, è diventato ormai una parte importante dei finanziamenti delle politiche per l'invecchiamento attivo). Ma la situazione è molto disomogenea nel Paese, così come è molto disomogenea la presenza della pratica sportiva nella prima infanzia.

Il quarto punto, ovviamente, è quello che è sotto gli occhi di tutti, ossia il tema del lavoro: parliamo di un settore che ha un fatturato di 37,5 miliardi di euro, parliamo di 74.000 società sportive, a cui si aggiungono quelle dilettantistiche e parliamo di tantissime risorse che derivano dall'indotto dello sport, non solo dall'industria dell'intrattenimento. Pensiamo all'abbigliamento, alle attrezzature: è un mondo enorme, abbiamo lavorato di recente, insieme ad alcuni correttivi, alla normativa sul lavoro sportivo.

Il ministro Abodi sa che c'è ancora tanto da fare per fare in modo che la costellazione articolata, che gira intorno allo sport (molto diversa dall'associazione amatoriale e dalla grande industria), sia nella condizione di lavorare al meglio. Su questo sicuramente ci aspetta un percorso importante.

L'ultimo cerchio della bandiera olimpica, non meno importante, è il tema della formazione e dell'istruzione. Tutti noi siamo abituati, dalla prima infanzia, ad approcciare l'educazione nelle scuole; ahimè - ne abbiamo parlato in Commissione -, vi sono divergenze enormi nel Paese. Ci sono scuole dove l'educazione fisica neanche si pratica, dove non esistono campi sportivi, dove i bambini sono lasciati a loro stessi e ci sono eccellenze dove esiste un percorso, diciamo, long-life, con le persone che praticano attività sportiva dalla prima infanzia, addirittura abbiamo visto la mobilità in culla e i progetti di mobilità fino all'università. Troviamo appunto alcune eccellenze: ecco, questo è un altro aspetto sul quale è inserita la norma costituzionale e sul quale dovremo lavorare.

Dicevo che non abbiamo solo i 5 cerchi della bandiera, abbiamo una costellazione, che è l'altra metafora che ci viene in mente quando parliamo di sport, perché lo sport veramente riguarda un'infinità di soggetti: le federazioni, le associazioni, gli atleti, gli enti del volontariato e del Terzo settore, i nostri Corpi militari. L'Italia è sport. Un cittadino su tre fa sport semi-agonistico in modo attivo. Al contempo, però, abbiamo dei numeri che ci preoccupano - lo dicevamo prima - relativi a chi in tutta la vita non approccia uno sport fino agli ultimi giorni.

Ministro, noi oggi ci siamo, siamo con lei. Abbiamo fatto la nostra proposta, voteremo e sosterremo questo inserimento e siamo convinti della sua importanza. Al contempo, però, c'è chi teme che questo ennesimo inserimento di un principio in Costituzione rimanga lettera morta, sia solo un'affermazione di principio per fare contenti quelli che di sport si nutrono tutti i giorni ma non abbia delle conseguenze concrete nella vita dei cittadini. Cerchiamo di sfatare questo timore e facciamo in modo che questa premessa, inserita in Costituzione, dia a lei la forza e a tutti noi la capacità di rendere effettivo questo diritto. Fino a quando, infatti, ci sarà un corso di calcio che costa 700 euro - al quale i bambini non possono avere diritto - o ci saranno decreti delegati sulla disabilità, che hanno un grande impatto sullo sport, fermi da un anno e mezzo senza diventare norma, evidentemente avranno ragione quelli che dicono che l'inserimento in Costituzione non cambia lo stato dei fatti. Quindi, noi siamo al suo fianco e voteremo positivamente, ma non è che l'inizio di un percorso che dovremo fare (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolo Emilio Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO EMILIO RUSSO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Cari colleghi, qualche ora fa in quest'Aula abbiamo celebrato, con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i 75 anni della nostra Costituzione. Noi crediamo che la discussione in corso e il voto che ne seguirà, cioè la prima riforma costituzionale di questa legislatura, rappresenti un altro modo per celebrare la Carta costituzionale. Le madri e i padri costituenti scrissero le regole, alla fine di una dittatura, e vollero, sì, una Costituzione rigida e difficile da modificare ma ebbero a prevedere la possibilità di aggiornarla al sentire e alle esigenze di un'Italia, che allora non potevano nemmeno immaginare, attraverso un largo e ripetuto coinvolgimento delle forze politiche e, dunque, del popolo italiano. Ebbene, lo abbiamo fatto. Oggi approviamo, in via definitiva, una riforma costituzionale a meno di un anno dall'insediamento delle Camere. Lo facciamo con un voto, speriamo e crediamo unanime, inserendo un principio sacrosanto nel testo che ci ha garantito per decenni pace e prosperità. Il nuovo articolo 33 della Costituzione stabilirà: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme”. Fino ad oggi lo sport ha avuto un fondamento costituzionale diffuso, perché attinente e trasversale a molteplici diritti costituzionali di libertà, ma non era mai entrato veramente nel nostro testo. Potrebbe apparire una modifica formale ma non lo è, perché lo sport è un elemento di aggregazione, un fattore di inclusione per singoli o per cerchie di soggetti che si trovino in condizioni di svantaggio o di marginalità diverse, quali, per esempio, quelle di tipo socioeconomico, etnico-culturale o fisico-cognitivo. Sport è anche salute, e per questo contribuisce a razionalizzare e a far diminuire la spesa sanitaria, ed è fondamentale nell'aiuto di alcune disabilità, diventando, quindi, un concreto ausilio anche per le famiglie. Sport è economia, collegata sia alla pratica sportiva dilettantistica sia all'attività del cosiddetto sport-spettacolo. Non parliamo solo di calcio, infatti, ma anche delle altre discipline che una volta venivano considerate minori.

Oggi, con questo voto, non solo modifichiamo un articolo della Costituzione ma assumiamo, formalmente e solennemente, un impegno a realizzare il dettato della Carta, della nuova Carta, e a far sì che questo riconoscimento allo sport non sia soltanto teorico ma venga praticato. Dobbiamo lavorare perché a tutti i cittadini, piccoli e grandi, a partire proprio dalle bambine e dai bambini, sia garantito il diritto di praticare lo sport, realizzando strutture e infrastrutture funzionali e moderne, anche dove oggi non ci sono. Abbiamo il dovere di potenziare l'offerta di sport nelle scuole utilizzando al meglio, anche nei mesi estivi, le strutture presenti negli istituti di ogni ordine e grado.

Questo gruppo parlamentare, non appena emerse la tragica vicenda delle violenze di Caivano, ha chiesto con forza la riapertura della piscina del quartiere, una vecchia struttura sportiva che, abbandonata, si era trasformata addirittura in un luogo di emarginazione. Grazie, Ministro, per aver ascoltato questo nostro appello. Quella piscina può essere avamposto di legalità, come lo è stata, per esempio, per anni, la palestra di Gianni Maddaloni a Scampia e come lo sono le associazioni che operano dappertutto, anche nei centri più piccoli e sperduti, nelle periferie che sembravano dimenticate.

Oggi quest'Aula si assume la responsabilità di approvare una modifica alla Costituzione, un intervento sul quale Forza Italia voterà con convinzione a favore. Noi ci auguriamo - anzi siamo convinti - che questo debba essere solo l'inizio. Nella scorsa legislatura furono approvate 4 modifiche costituzionali. Vogliamo che in questa legislatura si possa fare di più e meglio e portare a compimento una grande riforma che renda l'Italia e le istituzioni più rapide ed efficienti, più capaci di affrontare le grandi sfide del futuro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Chiara Appendino. Ne ha facoltà.

CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi e colleghe, noi oggi siamo qui a parlare di sport - lo abbiamo già fatto in altri momenti - vista l'importanza del testo che stiamo per votare. Ma che cos'è lo sport? Io penso che se ciascuno di noi qui si facesse questa domanda probabilmente potremmo dare tutti una stessa risposta e altrettante risposte differenti. Infatti, una cosa è certa: il significato dello sport non è soltanto uno. È sicuramente - qui saremmo tutti d'accordo - l'attività agonistica di tanti appassionati e quella professionale di atleti che dedicano la propria vita alla ricerca dell'eccellenza. Tuttavia, qui sappiamo tutti che lo sport è tanto altro. Lo sport, ad esempio, è Lucia che, iniziando a fare movimento, perde 10 chili e migliora la sua salute. Quanto mette a rischio la salute dei nostri cittadini la poca attività fisica? Molto di più di quanto pensiamo. La nostra è una società sempre più sedentaria e il rapporto europeo sull'obesità dell'Organizzazione mondiale della sanità ci dice che quasi il 60 per cento della popolazione italiana è in sovrappeso. Lo stesso rapporto definisce addirittura epidemici i tassi di sovrappeso e obesità in Europa. Sappiamo che l'obesità è un problema e sappiamo, perché è evidente, che lo sport è una cura.

Ma lo sport non è solo Lucia, lo sport è Mima che, praticando il judo, impara ad accettare la sconfitta. Conosciamo un modo migliore, colleghi e colleghe, dello sport per allenarci alla disciplina, al rispetto dell'avversario e a gestire gli alti e i bassi della vita che ciascuno di noi deve affrontare? Nulla come la pratica sportiva riesce a unire ai vantaggi per la salute i benefici per l'educazione, la capacità di costruire relazioni con altre persone o lo sviluppo della personalità, aspetti da decenni sottolineati da psicologi e sociologi. Pensiamo anche al rispetto delle regole, alla presenza di modelli positivi da seguire, all'espressione di sé, alla scoperta del proprio corpo, alla soddisfazione e all'autostima per i risultati raggiunti, che ci aiutano, anche questi, a crescere come persone e come cittadini. Quindi, anche qui sappiamo tutti bene - siamo qui anche per questo - che essere cittadini consapevoli, essere cittadini con strumenti di consapevolezza per affrontare le difficoltà e le sfide della vita è una cosa fondamentale per la nostra comunità e allo stesso modo lo sport, di nuovo, entra come uno strumento di aiuto, uno strumento che ci permette di far sì che la nostra comunità e i nostri ragazzi e ragazze possono avere quegli attrezzi.

Ma lo sport non è solo Lucia né solo Mima. Lo sport è anche Mohamed che, giocando a calcio, supera le barriere culturali e linguistiche. Cosa c'è di più efficace - pensiamoci un attimo - di un gioco di squadra per creare rapporti umani e reti sociali? Quanti altri modi hanno le persone straniere che arrivano in Italia di crearsi così velocemente una rete sociale? Lo sport è il modo più immediato e universalmente valido per creare senso di comunità. Un campo nella periferia di una città o nel cortile di un carcere avrà sempre un impatto maggiore rispetto a 100 convegni sull'inclusione sociale. Allora, anche qui è evidente che l'inclusione è importante e anche qui ritorno allo sport come uno strumento, una cura, qualcosa che ti permette di raggiungere quell'obiettivo.

Ma lo sport non è solo Lucia, Mima o Mohamed, è anche Giulia che, danzando, si dimentica di essere non vedente, perché allenandosi, per competere o per divertimento, le persone con disabilità fisiche o intellettive migliorano il proprio benessere ma, soprattutto, vivono la gioia di condividere esperienze e sentirsi parte di un gruppo, superando, magari, quei pregiudizi che, purtroppo, oggi ancora esistono e facendo riflettere tutti noi su ciò che possono fare e su ciò che non possono fare. Allora, è evidente, anche qui, che abbattere le barriere è importante ed è evidente quanto lo sport sia utile da questo punto di vista.

Arriviamo, poi, al fatto che anche Lorenzo è lo sport. Lorenzo, giocando a basket, ha iniziato - magari è successo nella mia città, con un progetto che avevamo fatto quando io amministravo Torino - a prendersi cura del campetto pubblico del suo quartiere che, invece, veniva vandalizzato costantemente.

Da un divertimento è passato ad un impegno, da un interesse personale ad un interesse dell'intera comunità. Del resto, la comunità è ciò che permette anche ai più grandi atleti di diventare tali. Per arrivare ad alti livelli hanno avuto una mamma che da bambini li accompagnava agli allenamenti, un maestro che gli ha fatto conoscere lo sport di cui si sono poi innamorati, un'allenatrice che gli ha insegnato la disciplina e la dedizione, un papà che non si è perso una sua gara, un compagno che non gli ha mai reso la vita facile in allenamento (questo succede spesso), un amico che lo ha sostenuto quando magari stava per mollare tutto.

Però, Presidente, Ministro, lo sport - e voi lo sapete benissimo, colleghi e colleghe - non è solo questo. Lo sport, purtroppo, sono anche gli impianti fatiscenti che da luoghi di inclusione diventano luoghi di emarginazione, sono le scuole che ancora oggi spesso hanno le palestre inagibili, sono impegni economici non sostenibili per tante famiglie che si vedono costrette a rinunciare e a dire magari al proprio figlio o alla propria figlia: “no, non ce la faccio a iscriverti a quel corso di sport che tanto vorresti fare con i tuoi amici”. Sono i tempi non conciliabili di tanti genitori che lavorano con orari magari complessi e non riescono ad accompagnare i bimbi e le bimbe all'attività sportiva. Sono i retaggi culturali che incasellano gli sport come femminili o maschili, creando vere e proprie barriere all'accesso. Quante volte, ancora oggi, si sente dire che questo è uno sport da maschio o che questo è uno sport da femmina (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ciò, Ministro, non è più accettabile nel nostro Paese. Questi sono effetti che noi vediamo.

Possiamo dirci che oggi è inaccettabile che in Italia, dopo aver svolto un lavoro importante nella scorsa legislatura - e ringrazio i colleghi che lo hanno fatto - per riconoscere il valore professionale dello sport femminile, la serie A di calcio femminile si possa vedere su YouTube? È accettabile? Per me no, bisogna fare uno scatto in avanti anche da questo punto di vista.

Ministro, non è neanche accettabile che ci siano strutture non accessibili, che impediscono alle persone diversamente abili di praticare attività, come non è accettabile che esistano ancora abusi e violenze compiuti da allenatori e dirigenti sportivi nei confronti di atleti e atlete (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), come il bacio non consensuale ricevuto da Jennifer Hermoso in mondovisione, o le violenze psicologiche - lo voglio ricordare - che hanno portato tante ginnaste italiane a soffrire di gravi disturbi alimentari. E ci sono tante altre storie, Ministro, di cui noi non siamo consapevoli, che non conosciamo, perché non saranno probabilmente mai conosciute.

Allora, sancire all'interno della nostra Costituzione che la Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme non è un mero passaggio formale; al contrario, ha un'importanza sostanziale, perché significa che lo Stato si assume la responsabilità di garantire uno specifico diritto ai cittadini italiani. Oggi ce lo stiamo assegnando noi, colleghi e colleghe; ce lo stiamo assegnando noi, questo compito, votando questa proposta.

Il Governo, oggi, in persona del Ministro Abodi, e l'intera Camera dei deputati assumono l'obbligo solenne di declinare il valore costituzionale dello sport in concrete politiche attive. Politiche che diano la possibilità a tutte le cittadine e a tutti i cittadini di praticare attività fisica, dall'età scolare alla vita adulta, alla terza età, indipendentemente dalla loro estrazione sociale e condizione fisica.

Politiche che guardino innanzitutto alle fasce più vulnerabili della popolazione e alle aree più povere del Paese, dove ce n'è più bisogno e dove più forte può agire l'efficacia dello sport quale mezzo di prevenzione e di cura delle fragilità sociali e personali. Politiche che valorizzino le professionalità degli operatori del settore e agevolino la formazione abilitante sulle disabilità fisiche o intellettive, facendo la preparazione scientifica dei tecnici e promuovendo le forme per l'esercizio dignitoso del loro lavoro. Politiche che favoriscano l'attività sportiva come antidoto contro l'illegalità e la dispersione scolastica, ma anche come mezzo per migliorare il benessere psicofisico dei cittadini tramite strumenti, ad esempio, di welfare aziendale. Politiche che ci auguriamo il Governo metta in pratica, signor Ministro, già dalla prossima manovra di bilancio, aumentando, ovunque possibile, i finanziamenti per eliminare le barriere che impediscono a tante e tanti di praticare l'attività fisica.

Concludendo, Presidente, voglio soffermarmi su un dettaglio del lavoro che hanno portato avanti negli scorsi mesi i colleghi e le colleghe, a cui va il ringraziamento mio e dell'intera Aula, insieme al Ministro Abodi, che non ha mai fatto mancare la sua presenza e anche oggi è qui. Non è casuale - è stato già detto - la scelta dell'articolo della Costituzione a cui aggiungere questo comma. La scelta è ricaduta sull'articolo 33 proprio perché è quello che sancisce che la Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Lo sport all'interno della nostra Carta fondamentale viene quindi legato al concetto importante di formazione del cittadino, in quanto strumento che contribuisce - lo abbiamo già detto - allo sviluppo della persona.

E, allora, Presidente, nel dichiarare naturalmente il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle, chiudo prendendo in prestito parole che sono molto più autorevoli delle mie. Sono parole famosissime, che pronunciò in un discorso straordinario, 23 anni fa, l'ex Presidente sudafricano Nelson Mandela: Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di suscitare emozioni. Ha il potere di ricongiungere le persone come poche altre cose. Ha il potere di risvegliare la speranza dove prima c'era solo disperazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme. Presidente, in queste poche righe che ho appena letto quanta verità, quanta giustezza di un provvedimento che finalmente riforma la nostra Costituzione all'articolo 33, anche se personalmente, come gruppo Lega, avremmo preferito riformasse l'articolo 32 della Costituzione, che parla un po' più di salute. Ma comunque va bene così, andiamo a colmare una lacuna durata troppi anni, elevando finalmente il diritto all'attività fisica, all'attività motoria, all'attività sportiva, a norma di rango costituzionale.

Ma cosa significa tutto questo? Lo dico a qualche collega purista, passatemi il termine, della Costituzione, che magari simpaticamente si lamenta che in Costituzione possa entrarci di tutto. Bene. Bene, perché obiettivo prioritario è innanzitutto quello di agevolare l'accesso allo sport sia per il benessere psicofisico che come opportunità di sviluppo sociale. L'attività sportiva è aggregazione, integrazione, veicolo di diffusione di valori, e la Repubblica - avrebbe dovuto già farlo, ma a maggior ragione da oggi - deve assicurare l'accesso a tutti e in tutte le sue forme, come recita l'inciso finale di questa nostra integrazione. Ciò vuol dire dall'attività sportiva professionistica a quella dilettantistica, senza trascurare quella più importante, Ministro, che è quella amatoriale.

Con l'introduzione di questo diritto nella Costituzione lo Stato si impegna solennemente a intraprendere azioni idonee per sviluppare norme e creare condizioni - come hanno rimarcato tutti i colleghi che mi hanno preceduto - che siano effettive per l'accesso all'attività sportiva, per mettere in sicurezza aree del nostro Paese, per mettere in sicurezza i minori a rischio, per sottrarre i nostri figli alla tossicità digitale, che purtroppo negli ultimi anni è esplosa.

Oggi trattiamo, dunque, l'ultima lettura della proposta di inserire l'attività sportiva tra i valori tutelati dalla nostra Costituzione, e come gruppo Lega-Salvini Premier ribadiamo il nostro ringraziamento al mondo dello sport per tutto quello che fa per il benessere del popolo italiano. Il nostro ringraziamento è rivolto a tutti, dal Comitato olimpico nazionale italiano al Comitato paralimpico, alle società, agli enti di promozione, alle federazioni sportive, agli allenatori, agli arbitri, ai giudici di gara, ai volontari, soprattutto a loro.

Ma lasciatemi fare il ringraziamento più importante agli atleti, a tutti gli atleti, professionisti, dilettanti, amatori e di qualunque età, in particolare a quelle piccole società rispetto alle quali, come Lega, abbiamo pensato anche - mi permetterete questo inciso - di favorire una condizione migliore con una proposta di legge del nostro capogruppo Riccardo Molinari che prevede l'azionariato popolare, l'ingresso dei tifosi nelle varie società. Grazie a tutti questi soggetti lo sport è senza dubbio un elemento caratterizzante della nostra società, presente in ogni famiglia, in ogni casa.

Ed è soprattutto pensando ai più piccoli che abbiamo fortemente voluto, come Lega, questa legge. Il nostro impegno non inizia certo oggi. Ricorderò un emendamento voluto 2 anni fa dal mio gruppo, al quale mi onoro di appartenere, che reintroduceva l'insegnamento dell'educazione motoria nella scuola primaria, ma con degli insegnanti specializzati.

Ed è notizia della settimana scorsa il reclutamento di ulteriori 1.740 maestre e maestri di educazione motoria, perché, fino all'altro giorno, a insegnare educazione motoria nelle scuole pubbliche italiane non c'era personale specializzato, in un Paese, tra l'altro, come il nostro, Ministro, lo sa meglio di me, in cui il tasso di analfabetismo psicomotorio è tra i più elevati in Europa. Lo Stato ha posto rimedio a questo e finalmente avremo laureati in materia specifica. Ministro, ieri abbiamo salutato la grande e simpaticissima Bebe Vio, la campionessa Bebe Vio, plurimedagliata, ma per arrivare a tutte quelle medaglie - lei, Bebe Vio, ce lo ha detto ieri - bisogna partire dal basso, bisogna creare le condizioni affinché tante Bebe Vio, tanti bambini e tanti ragazzi, nelle nostre città, possano avere questa chance favorevole.

La Lega voterà sicuramente in modo favorevole su questa proposta di legge, perché lo sport è vita, lo sport è stare insieme, rispetto delle regole, lotta alle devianze giovanili, lotta alla noia. Lo sport è anche prevenzione sanitaria. E quando è negato lo sport, Ministro, si compie un atto odioso, un atto aberrante, soprattutto quando riguarda i più piccoli. Non siamo lontani dalla stagione nefasta in cui si è negata l'attività sportiva a bambini, discriminandoli e dividendo in bambini buoni e in bambini cattivi. Ma anche oggi, Ministro, se penso ai tanti ragazzi che, nel pomeriggio, una volta terminati i compiti, tornano ostaggi di smartphone e tablet, anziché frequentare campi da basket, campi da calcio, palestre e piscine, mi chiedo e mi dico, come padre, ancor prima che come politico, che tutti noi, come genitori, colleghe e colleghi, dobbiamo fare certamente qualcosa di più.

Mi piace ricordare, a questo proposito, un'altra legge fortemente voluta dalla Lega, che è stata approvata pochi minuti fa dai nostri colleghi del Senato, al quale dovrebbe andare il ringraziamento dell'Aula perché abbiamo reintrodotto, Ministro, anche grazie a lei, i Giochi della gioventù (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) e, con essi, la promozione dell'attività sportiva nelle scuole italiane.

La Lega dedica ai più piccoli atleti il proprio impegno e questa legge, ma anche alle tante mamme e ai tanti papà che si trasformano in autisti degli atleti, ai nonni, che vanno a fare il tifo ad ogni allenamento, ai tanti volontari che rendono possibile l'accesso - lo voglio ricordare - e la pratica sportiva, in Italia, a tutti i livelli. È a loro che deve essere rivolto il nostro maggiore impegno ed è per loro che abbiamo pensato a questa riforma costituzionale, che è solo l'inizio, evidentemente, Ministro, e che rappresenta un'ideale porta d'ingresso in un mondo che non può e non deve essere più trascurato e non deve subire più discriminazioni.

Per tutti questi motivi, Presidente, è con orgoglio che annuncio il voto favorevole della Lega-Salvini Premier al provvedimento che eleva l'attività sportiva a norma di dignità e di rango costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mauro Berruto. Ne ha facoltà.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, in quest'Aula, il 22 dicembre 1947, l'Assemblea approvò la Costituzione della Repubblica, esito di un lavoro straordinario di uomini e donne che avevano idee anche distanti fra loro, ma un obiettivo comune: siglare un patto. Un patto capace, 75 anni dopo, di raccoglierci ancora sotto un'unica bandiera e rappresentare il nostro essere italiani. Un patto, è bene ricordarlo in ogni occasione, democratico e antifascista (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Pensare di poter correggere quel lavoro straordinario mette i brividi, serve un enorme rispetto, serve un approccio che non ho timore a definire sacro. Ciò che faremo, dunque, non sarà la correzione di un testo, che non ha bisogno di essere corretto, ma solo la risposta alla necessità di attualizzarlo. C'era un motivo, infatti, che portò i nostri padri e le nostre madri costituenti a non inserire il riconoscimento dello sport nella Carta costituzionale: creare discontinuità con una interpretazione distorta di sport che, nel ventennio precedente, era stato strumento di propaganda e di divisione fra i popoli.

In questi decenni lo sport ci ha dimostrato di essere esattamente il contrario, ovvero un linguaggio universale, un veicolo potentissimo di comunità, pace, felicità. Oggi, aggiungeremo alla Carta costituzionale queste parole: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme”. Lo faremo all'articolo 33, quello che parla di arte e di scienza, cosa che da allenatore mi entusiasma, perché lo sport è arte e scienza. Non voglio sembrare retorico o idealista, lo sport non è buono o cattivo in sé, non è un mondo ideale, è un mondo reale e, come per tutte le attività umane, ci può essere uno sport fatto bene e un altro fatto male.

Una splendida definizione di Julio Cortázar sul ruolo della letteratura dice che i romanzi che raccontano di problemi piacciono molto a quelli che, problemi, non ne hanno: i ricchi, i borghesi, seduti comodamente in poltrona, vogliono leggere libri che raccontano di quanto la gente soffra, di quanto sia duro lavorare nei campi. La povera gente, invece, preferisce i libri che fanno sognare, perché loro, i problemi, non hanno bisogno di leggerli, li vivono tutti i giorni, e quando si avvicinano a un romanzo lo fanno per dimenticarseli, non per ricordarseli. Anche chi va a vedere una partita di calcio, lo fa per divertirsi e magari dimenticarsi di qualche problema, perché è possibile godere dello sport solo come fatto emotivo, ma, quando se ne conosce la grammatica, si può godere dello sport anche come fatto tecnico, tattico, armonico, come arte e cultura. Se nelle nostre scuole si facessero due ore al giorno di educazione motoria per imparare la grammatica di uno sport, il risultato sarebbe più efficace dell'invio di tante Forze di polizia negli stadi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Ecco spiegata l'importanza del primo valore che la Repubblica riconoscerà allo sport: quello educativo. Quella grammatica di cui parlavo, nel caso dello sport, è fatta di rispetto degli avversari e delle regole di educazione civica, persino di educazione all'ambiente, come sanno coloro che, lo sport, lo praticano nelle palestre a cielo aperto, immersi nel paesaggio del nostro Paese. E allora come potrà, da domani, la Repubblica non aiutare le famiglie che vogliono adempiere al loro dovere educativo, ma non riescono a sostenere la spesa per iscrivere i propri figli ad un'attività sportiva? Come potrà la Repubblica non immaginare che negli istituti penitenziari, che hanno finalità rieducative, lo sport diventi strumento per raggiungere quello scopo? Come potrà la Repubblica non riconoscere il valore educativo dello sport nel mondo della scuola primaria e della scuola dell'infanzia? Come potrà la Repubblica sopportare che, in questo Paese, ancora oggi, quasi il 50 per cento delle scuole non abbia una palestra (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?

Il secondo valore che la Repubblica riconoscerà allo sport è quello sociale. Aprite la porta di una palestra, andate in un campo sportivo, su una pista di atletica, in una piscina, cercate in qualsiasi disciplina sportiva e vedrete un modello di società fatto di ragazzi il cui colore della pelle è diverso, il credo religioso è diverso, lo stato sociale è diverso, il conto in banca dei genitori è diverso, eppure a loro tutte quelle differenze non interessano: indossano la stessa maglia, vogliono solo passarsi la palla nel modo migliore per fare un gol, una schiacciata, un canestro, una meta. Questo modello di società esiste, funziona e lo si trova lì, sul campo, dove lo sport insegna la convivenza e la soluzione dei conflitti, e soprattutto insegna che le differenze sono una ricchezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). E come potrà, domani, la Repubblica sopportare che non sia lo sport - lo dico senza timore di smentita - il più efficace strumento d'inclusione per i ragazzi con background migratorio? Quasi 1 milione di loro ha meno di 18 anni, 3 su 4 sono nati in Italia, abitano e vanno a scuola nel nostro Paese senza averne la cittadinanza, hanno difficoltà enormi nell'accedere allo sport e non possono, indipendentemente dal loro talento, sognare di vestire la maglia azzurra.

Infine, la Repubblica riconoscerà il valore di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme. Questa è ciò che io amo definire cultura del movimento: prescinde da età, genere, talento, abilità o disabilità. È un vero investimento, perché un grande tema del futuro non sarà quello di aumentare la nostra aspettativa di vita, ma di migliorarne la qualità, specie nella sua parte finale, contribuendo a generare risparmio al Servizio sanitario nazionale e a tutelare, così, il diritto alla salute e alle cure in forma universale e gratuita, proprio come è scritto nell'articolo 32 della nostra Costituzione. Come potrà, da domani, la Repubblica non considerare la cultura del movimento come un vero sistema di welfare?

Oggi per me è un giorno straordinario. Ho dedicato tutta la mia vita allo sport, prima sul campo, oggi in quest'Aula del Parlamento.

Portare lo sport nella Costituzione era un'idea folle, quasi un'utopia, nata nella primavera del 2020, proprio nel momento più drammatico della pandemia, quando tutti noi eravamo impotenti di fronte a qualcosa che stava stravolgendo le nostre vite. Quella follia sta per realizzarsi e, dentro questa vittoria, che è di tutto questo Parlamento, insieme, ci sono i due insegnamenti fondamentali dello sport: la bellezza della fatica e la necessità della sconfitta. Lo sport a qualsiasi livello insegna che la fatica è una medicina; lo sport a qualsiasi livello costringe a fare i conti con la sconfitta. Ogni sportivo, quando perde o vince, è consapevole che in un preciso momento - una partita, una gara, un campionato - è stato migliore o peggiore di qualcun altro, non in assoluto, non per sempre, soltanto in quella determinata occasione. Chi vince sa che, in qualsiasi momento, potrà perdere; chi perde sa che, faticando e migliorando, potrà vincere. Oggi è un momento epocale per la storia dello sport italiano, che è la storia del Novecento, delle sue battaglie per i diritti civili e sociali. Penso ad Alfonsina Strada, una donna che nel 1924 decise di iscriversi al Giro d'Italia, dicendo: “vi farò vedere io se le donne non sanno stare in bicicletta come gli uomini” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Penso agli invincibili del Grande Torino, a Fausto Coppi, a Gino Bartali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), padri della Patria per come contribuirono a tenere insieme questo Paese e a farlo rialzare dalle macerie della Seconda guerra mondiale. Penso ai Giochi olimpici di Roma del 1960, alle colombe che si levarono in volo quando Livio Berruti tagliò il traguardo dei 200 metri; alla prima edizione dei Giochi paralimpici proprio qui in Italia, alle braccia alzate di Sara Simeoni, ai mondiali di calcio in Spagna, al Presidente Sandro Pertini che dagli spalti urlava: “Non ci prendono più”. Penso ai capolavori di Jury Chechi; penso a Tokyo, a quell'agosto del 2021 quando l'Italia trionfò nel giro di un quarto d'ora nei 100 metri nel salto in alto con Marcell Jacobs e Gimbo Tamberi. Penso all'oro della staffetta 4x100, a quel testimone passato a Filippo Tortu da Fausto Desalu, un ragazzo italiano nato fra Mantova e Cremona, la cui mamma era partita dalla Nigeria 30 anni prima (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Penso agli uomini e alle donne dello sport paralimpico; penso a Bebe Vio che ha ispirato il Paese con le sue vittorie, con la sua volontà e con il suo esempio e penso ad Alex Zanardi, penso a quanto vorrei che a lui potesse arrivare notizia di quello che sta per succedere in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Penso ad una figura per me insostituibile, un ragazzo del Sud, profeta della fatica, che si allenava quattro volte più degli altri, che ottenne quattro lauree, che visse quattro vite: atleta, avvocato, esperto di diritto dello sport, europarlamentare. Si chiamava Pietro Mennea: non ho avuto l'onore di conoscerlo, ma sono certo che oggi in qualche modo sia qui e sia felice (Applausi). Pietro, perdonaci! Ci abbiamo messo un po' di tempo, ma ci siamo riusciti. Penso, infine, ad un'immagine, ad una sorta di gigantesco Quarto Stato, come quello di Pellizza da Volpedo, composto da milioni di volontari, genitori, dirigenti, mecenati, allenatori, atleti, amatori, uomini e donne che hanno tenuto in vita lo sport di questo Paese.

Oggi, 20 settembre 2023, è il vostro giorno, il giorno in cui la Repubblica riconosce nella sua Carta più alta il valore che avete generato per il nostro Paese; da domani, in quest'Aula, sarà un obbligo immaginare politiche pubbliche che dovranno prendersi cura di voi e dello sport. E' un vero e proprio cambio di paradigma. Il Partito Democratico voterà a favore della modifica dell'articolo 33 della Costituzione in materia di attività sportiva: lo farà - ed è una vita intera che aspetto di pronunciare questa frase - perché oggi nel nostro Paese nasce il diritto allo sport (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marco Perissa. Ne ha facoltà.

MARCO PERISSA (FDI). Grazie, Presidente. Signori del Governo, onorevoli colleghi e onorevoli colleghe, oggi in ultima lettura ci apprestiamo a votare una riforma costituzionale che, come più volte detto... Presidente, se mi consente, prendo 10 secondi di tempo…

PRESIDENTE. Sì, aspetti un momento.

Prego.

MARCO PERISSA (FDI). Grazie di nuovo, Presidente. Dicevo che, oggi, in quarta lettura, approviamo una riforma costituzionale che prevede il riconoscimento dei valori insiti all'interno dell'attività sportiva; si tratta di un elemento solenne e di un elemento innovativo. Eppure, mi lasci manifestare ovviamente il mio orgoglio, non soltanto e non tanto perché vediamo elevare a livello di rango costituzionale i valori che lo sport vive, pratica, racconta e rappresenta, ma anche e soprattutto perché, oltre a questo, questa modifica ci permette di definire un perimetro dello sport ampio. L'articolo, come modificato, recita: “in tutte le sue forme”. È la prima volta che in Italia si arriva a definire, attraverso la modifica della Costituzione, un perimetro di sport che non riguarda soltanto l'aspetto competitivo o l'aspetto agonistico, ma riguarda lo sport inteso come attività finalizzata al benessere psicofisico. Questo ci aiuta anche a portare la nostra Costituzione un po' più nella modernità, sotto questo aspetto, adeguandola ai precetti normativi che, per esempio, l'Unione Europea ha già abbracciato da tantissimi anni.

Mi corre l'obbligo di dover rivolgere dei ringraziamenti per celebrare con il dovuto rispetto questi momenti, ringraziamenti che vogliono rappresentare anche lo spirito con cui Fratelli d'Italia sta vivendo questa fase così importante. I ringraziamenti vanno ai componenti delle Commissioni di Camera e Senato, ai loro presidenti che hanno operato per dare massima velocità a questa riforma e, quindi, con loro, a tutti i gruppi parlamentari che hanno partecipato a questa modifica. I ringraziamenti vanno anche al Governo che, attraverso l'operato pedissequo e costante del Ministro Abodi, ha dato sostegno all'attività del Parlamento per ottenere questo importante riconoscimento. A mio avviso, i ringraziamenti vanno anche ai Presidenti della Camera e del Senato che hanno permesso un processo di calendarizzazione così veloce (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) a dimostrare quanto l'attenzione di questo Governo e di questo Parlamento sia rivolta verso chi lo sport lo pratica quotidianamente, ma anche e soprattutto verso chi lo sport ancora non può praticarlo.

Ecco ci tenevo a fare questi ringraziamenti perché vorrei che questa passasse alla storia come una vittoria di tutti e non - mi dispiace dirlo -, come ha sostenuto il segretario Schlein a mezzo stampa qualche minuto fa, del suo partito o di un partito piuttosto che di un altro. E' una vittoria per gli sportivi e per chi lo sport ancora non lo fa, conseguita con l'impegno e la volontà di tutti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Eppure, come forza di Governo responsabile, di fronte a questa felicità e a questo orgoglio per questo momento così solenne, come ho detto in passato, devo anche rappresentare, a beneficio di chi ci ascolta, la nostra più totale consapevolezza. Questo lo dico anche per rispondere ai passaggi, soprattutto quelli più ammonitivi, degli interventi che hanno preceduto il mio, in particolare quelli del collega Berruto e della collega Appendino; proprio nel rispetto dello spirito che ho prima citato, voglio prendere quelle parti ammonitive come la rappresentazione di un grido di dolore del sistema sportivo che non ha ancora trovato soddisfazione. Se così non fosse, dovrei chiedere, a proposito di consapevolezza, dove sono stati negli ultimi 5 anni, quando questo sistema sportivo aveva bisogno di loro. Loro governavano, ma non c'erano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Nello spirito di unione e di condivisione e per un presupposto di consapevolezza, va anche detto che, quando noi siamo arrivati ad ottobre - è, purtroppo, un dato di fatto oggettivo -, abbiamo trovato una condizione pietosa per il sistema sportivo di base italiano. La rappresentazione plastica, come detto da tutti i gruppi parlamentari a più voci, consiste nell'irrisoria parte di risorse che il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha messo a disposizione del sistema sportivo - una goccia nel mare - o in una riforma del lavoro sportivo con riferimento alla quale siamo dovuti intervenire con urgenza per cercare di correggere ed evitare che la sua applicazione mettesse in ginocchio il sistema sportivo di base. Anche a questo proposito, questo Governo nei confronti del sistema sportivo di base ha voluto dimostrare, per mezzo dell'importante operato del Ministro Abodi, che lo sport non è di qualcuno, ma di tutti, coinvolgendo appieno le Commissioni e i gruppi parlamentari e portando a termine una riforma che ha reso questo lavoro sportivo decisamente più sostenibile di come lo abbiamo trovato. Eppure, per bocca dello stesso Ministro, rendiamoci ancora disponibili a potenziare questo processo di riforma del lavoro sportivo e a monitorarlo con costanza per cercare di tutelare tutte quelle associazioni che potrebbero rimanere schiacciate da questo sistema.

Per consapevolezza, dobbiamo anche dire un'altra cosa: che quello che abbiamo ereditato e che ci siamo trovati a gestire è un sistema sportivo di base, promozionale, finalizzato al benessere e alla salute, pieno di barriere d'accesso. Per demolire queste barriere dobbiamo continuare a lavorare, io spero davvero con lo stesso spirito con cui abbiamo caratterizzato i mesi di lavoro per arrivare a questa riforma costituzionale.

Non sono poche le cose che vanno messe in campo, ma intanto cerchiamo di capire che, in Italia, esiste un sistema olimpico orientato alla competizione, che determina risultati soddisfacenti da tantissimi anni, e uno sport di base, di prossimità, quello che va nelle periferie, quello che va nelle carceri, quello che accompagna la socialità e il benessere psicofisico della terza età, quello che tira fuori le mamme dall'isolamento sociale in cui sono messe, magari dopo una gravidanza, riportandole all'interno di un centro sportivo. Quel sistema ha bisogno della nostra attenzione, della nostra concentrazione e del nostro tempo.

Ringraziamo il CONI, ringraziamo il Comitato italiano paralimpico, ringraziamo le federazioni, ringraziamo le discipline sportive, perché hanno reso, negli anni, e continueranno a farlo, tutti noi estremamente orgogliosi delle eccezionali vittorie che hanno conseguito i nostri atleti, i nostri eroi e le nostre eroine, nel corso degli anni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ma andiamo a costruire attraverso, per esempio, la valorizzazione di un altro degli asset fondamentali del sistema sportivo italiano, ossia gli enti di promozione sportiva, valorizzando la loro funzione sociale, la loro, più di quella delle federazioni e delle discipline sportive che sono orientate ad un altro tipo di lavoro, nell'assetto istituzionale di cui siamo al momento dotati, perché, attraverso la delega delle attività delle politiche pubbliche nei confronti di questi soggetti istituzionali, noi riusciamo a essere presenti, a titolo dello Stato, nelle periferie più dimenticate della nostra Penisola.

E la valorizzazione passa, come dicevo in precedenza, anche dal perfezionamento della riforma del lavoro sportivo - a breve, daremo vita all'Osservatorio permanente, proprio per cercare di tenere aperto questo canale di comunicazione con le associazioni e con i territori -, ma c'è tutto un tema che va sviluppato ancora nel mondo dello studente-atleta. Poco fa, il collega Sasso ha citato l'approvazione della legge sull'istituzione dei Giochi della Gioventù. Sicuramente è un grande successo, ma, a tale riguardo, per esempio, il potenziamento del percorso dello studente-atleta, il riconoscimento delle competenze non formali acquisite in ambito sportivo all'interno dei percorsi accademici e, ancor di più, il riconoscimento del merito sportivo all'interno dei percorsi accademici sono tutti interventi che ci approssimiamo a fare, che vanno a potenziare questa alleanza strategica tra il mondo educativo e il mondo dello sport come i due pilastri fondamentali per la crescita delle giovani generazioni. In un mondo in cui esiste un concetto di comunità educante di cui lo Stato si fa carico per accogliere la formazione dei nostri figli e le famiglie, titolari della loro sovranità educativa, cedono parte di quella sovranità alla scuola, attraverso un percorso di formazione accademica, vogliamo costruire un Paese in cui possano cederla anche al sistema sportivo per una formazione fisica, sì, ma etica, morale e valoriale che affianchi quella della scuola e delle famiglie. Questo è un altro degli interventi fondamentali.

Poi, c'è l'accessibilità dello sport, quella vera, quella logistica, quella che vede un territorio italiano all'interno del quale la distribuzione dell'offerta sportiva non è del tutto omogenea e non è perfettamente capillare. Andare a definire l'investimento di risorse strategiche per permettere un presupposto di mutualità in quei processi di realizzazione di un'impiantistica sportiva che non ha business plan sostenibili è un passaggio fondamentale per permettere anche ai bambini e alle bambine che vivono nelle periferie d'Italia di praticare i cosiddetti sport minori.

Presidente, concludo davvero dicendo che, nello spirito di unità che ha contraddistinto l'attività che ci ha portato a varare questa riforma costituzionale, nello spirito di unità che il Ministro Abodi ha sempre rappresentato dall'inizio della legislatura, con lo stesso spirito di unità cerchiamo di restituire uno sport libero e fruibile per tutti e per tutte, perché questo non è quello che abbiamo trovato. Ecco perché la riforma costituzionale, considerata come certificazione di un percorso virtuoso, troverà il pieno consenso di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Prima di passare concretamente al voto, i relatori, onorevole Mauro Berruto e onorevole Alessandro Urzi', hanno chiesto di intervenire per un piccolo intervento di ringraziamento. Prego, onorevole Berruto.

MAURO BERRUTO, Relatore. Grazie, Presidente. Utilizzo davvero poco tempo, per ringraziare, prima di tutto, il Ministro Abodi, che ha dimostrato una caratteristica degli sportivi: l'esemplarità, l'esserci sempre, l'essere presente; le associazioni Cultura Italiae e Sport Italiae, presiedute da Angelo Argento e Fabio Pagliara, decisive nel momento in cui questa idea si manifestò, e il CONI, con Giovanni Malagò, il presidente, che ci ospitò, dando il via davvero a un lavoro trasversale. Ringrazio il senatore Dario Parrini, nella precedente legislatura presidente della Commissione affari costituzionali del Senato, tutti i senatori, le senatrici e gli onorevoli che hanno firmato delle proposte di legge nella stessa direzione, il senatore Iannone, naturalmente, le senatrici Sbrollini e Versace, l'onorevole Grippo, l'onorevole Prisco, l'onorevole Cattaneo. Ringrazio l'onorevole Pagano, presidente della Commissione affari costituzionali, anche per questa scelta trasversale di affidare una correlazione a me e al collega Urzi', che ringrazio. Infine, un ringraziamento personale all'onorevole Enrico Letta, allora segretario del Partito Democratico, e all'onorevole Elly Schlein, che hanno creduto in questo percorso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Onorevole Urzi', prego.

ALESSANDRO URZI', Relatore. Grazie, Presidente. Mi unisco alle parole del collega correlatore, onorevole Berruto. È stata una partecipazione alla pari, sportiva, fra maggioranza e minoranza, su un provvedimento di legge che riguarda l'intera Nazione. Attraverso il Ministro Abodi, un ringraziamento va a tutto il Governo e ai due rami del Parlamento. Ma mi permetta, Presidente, di dedicare, forse, questa giornata, da un punto di vista personale, a Dorando Pietri, a Manuel Bortuzzo, a Michael Phelps, ma anche ai tanti Maria o Giovanni che frequentano i campetti o le palestre di periferia, perché oggi loro sanno di avere dalla loro parte anche la Costituzione, che si occuperà di loro. Essere stato correlatore, Presidente, insieme a un collega di minoranza credo che abbia rappresentato un segnale importante sui messaggi positivi che questo Parlamento, questa Camera riescono a trasmettere alla nostra Nazione. Io sono oggi particolarmente orgoglioso, Presidente, non tanto come deputato, ma come italiano. Quindi, viva lo sport, viva la Costituzione della Repubblica italiana, viva l'Italia (Applausi)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per un breve intervento di ringraziamento il Ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi. Ne ha facoltà.

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Grazie, Presidente. Grazie a voi, care deputate, cari deputati, permettetemi di estendere il ringraziamento anche alle senatrici, ai senatori, ai Presidenti di Senato e Camera, per il lavoro fatto nelle Commissioni, grazie ai presidenti, e in Aula.

Forzando un po' il Regolamento, prendo questo breve tempo per andare un po' oltre anche i ringraziamenti, che, devo dire, estendo anche ai vostri colleghi delle scorse legislature che, comunque, hanno iniziato un percorso che, poi, si è interrotto e che, attraverso la convergenza e la comunione di intenti, ha visto, in poco tempo, raggiungere un obiettivo, a dimostrazione che è possibile raggiungere l'obiettivo insieme, al di là delle differenze delle posizioni, degli orientamenti e delle culture, sapendo che questo è un punto di svolta, non avendo più recriminazioni su ciò che non è stato fatto fino a oggi e prendendo il solenne impegno di costruire assieme una sostanza rispetto a una modifica costituzionale che non rappresenta una forzatura, perché credo che sia il frutto ponderato, valutato, di quanto fosse necessario, al di là del rispetto della Costituzione per come è, l'inserimento del riconoscimento del valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme.

Considero lo sport una difesa immunitaria sociale. Mi auguro che questa definizione aiuti tutti a comprenderne l'importanza e a comprendere l'importanza del rafforzamento delle difese immunitarie in senso generale, tanto più quelle sociali.

Quindi, è del tutto evidente che da parte mia, anche rispondendo a un'esigenza emersa nei vostri interventi - e vi ringrazio per aver riconosciuto il lavoro del Governo che rappresento -, vi è il dovere di garantire, sul mio onore, che quello che è scritto non rappresenti semplicemente un'enunciazione di un principio, ma l'inizio di un percorso di responsabilità, in cui sono sicuro, anche per l'onore che vi accompagna, che saremo tutti dalla stessa parte a fare in modo che ci sia attuazione, dal punto di vista sociale, sostanziale, molto di più di quello formale.

Perché lo sport non sia soltanto la celebrazione delle vittorie, ma sia l'affermazione dei principi e dei valori dei quali siamo tutti portatori e tutti beneficiari, a vantaggio soprattutto dei nostri figli, dei nostri nipoti e di quelli che verranno. Vi ringrazio (Applausi).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 715-B?)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge costituzionale n. 715-B: S. 13 - “Modifica all'articolo 33 della Costituzione, in materia di attività sportiva” (Approvata, in prima deliberazione dal Senato e dalla Camera e approvata, in seconda deliberazione, con la maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, dal Senato).

Ricordo che per l'approvazione occorre la maggioranza assoluta dei componenti della Camera.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9) (Prolungati applausi - L'Assemblea e i membri del Governo si levano in piedi).

Risulta, pertanto, raggiunta non solo la maggioranza assoluta, ma anche la maggioranza dei due terzi dei componenti la Camera, di cui all'articolo 138, terzo comma, della Costituzione.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per chiedere, per suo tramite, un'informativa urgente alla Presidente del Consiglio sulla situazione migratoria in questo Paese.

Forse, la Presidente sarà impegnata, in questo momento, a inseguire gli scafisti su tutto il globo terracqueo, ma non ci sta riuscendo, perché qui stiamo… scusate, le foto… mentre si chiede un'informativa alla Presidente del Consiglio si fanno le foto…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, chiedo scusa… Onorevole Ricciardi, un attimo solo. Chiedo scusa, ai banchi del Governo, per favore, nessuna foto, ascoltiamo il collega…

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Questo mi sembra il rispetto che si ha per le istituzioni, appena dimostrato…

PRESIDENTE. Per cortesia, signori, ascoltiamo l'onorevole Ricciardi.

Prego, onorevole.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Ciò che sta accadendo in questi giorni è una delle più grandi vergogne di questo Paese. Qui abbiamo una Presidente del Consiglio e una coalizione che siede ai banchi del Governo e siede in maggioranza, perché per anni hanno detto delle scempiaggini e delle bugie sull'immigrazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Parlavano di blocco navale: il blocco navale non esiste più, però, hanno preso i voti su questo; stanno alimentando, loro, il business dell'immigrazione, perché con questi progetti lanciati stanno alimentando il business dell'immigrazione.

Allora, non è accettabile che nell'aprile di quest'anno sia stato decretato lo stato d'emergenza sull'immigrazione, sia stato fatto un provvedimento inutile come il decreto Cutro, si stia spacciando l'accordo con la Tunisia come un accordo epocale - naufragato dopo neanche quindici giorni - e la Presidente del Consiglio non sia qui in Aula. Quindi, noi ribadiamo una richiesta che abbiamo già fatto il 7 settembre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

TOMMASO FOTI (FDI). È all'ONU!

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Prego? Perché qui sento…

PRESIDENTE. No, no, nessun “prego”, continui…

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Un minimo di rispetto…

PRESIDENTE. Chi altro vuole intervenire chiederà la parola.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Per questa vergogna assoluta a cui stiamo assistendo sulle nostre coste, pensiamo che la Presidente del Consiglio debba venire in Aula a parlare e noi le chiederemo con forza di rendere conto di tutte le scempiaggini che ha detto in tutta la sua carriera politica; lei, come la sua maggioranza di Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevole Ricciardi, è presente il Ministro Ciriani che, sicuramente, come rappresentante del Governo, potrà farsi parte diligente rispetto alla sua istanza.

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, con lettera in data 19 settembre 2023, ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla V Commissione (Bilancio): “Conversione in legge del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione” (1416) - Parere delle Commissioni I, II, IV, VI (ex art. 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, VIII, IX, X, XI, XII, XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Sospendo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Seguirà il seguito della discussione delle mozioni in materia di sicurezza sul lavoro.

La seduta, sospesa alle 13,40, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, il Ministro della Difesa, la Ministra del Lavoro e delle politiche sociali e il Ministro dell'Università e della ricerca.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative bilaterali e in ambito europeo in relazione a provvedimenti del Governo austriaco che hanno limitato il transito dei trasportatori italiani verso l'Austria e attraverso il relativo territorio – n. 3-00650)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Cattoi ed altri n. 3-00650 (Vedi l'allegato A). La deputata Cattoi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione, per un minuto.

VANESSA CATTOI (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro, il focus di questa interrogazione è puntuale, ovverosia il Corridoio del Brennero e i limiti che vengono imposti unilateralmente da parte dell'Austria per quanto concerne il transito dei mezzi pesanti. Ebbene, con questa interrogazione, noi vorremmo creare le condizioni per portare l'attenzione sul fatto che il Corridoio del Brennero non è solo un corridoio che collega Verona con Monaco di Baviera; abbiamo un collegamento che va dal Nord al Sud d'Europa, che va considerato come il collegamento scandinavo-mediterraneo. Grazie a questo collegamento noi abbiamo la possibilità di sviluppare il nostro export. Porre dei limiti vuol dire fare dei danni, non solo nei confronti dei cittadini del Trentino-Alto Adige, ma di tutta la Nazione, dei cittadini italiani e anche dei cittadini europei. Su questo tema abbiamo chiesto al Ministro Salvini - che ha già preso in considerazione la questione e si è subito attivato nei confronti dell'Austria - quali siano i provvedimenti che il Governo intende adottare o abbia già adottato all'interno dell'Unione europea per cercare di tutelare e salvaguardare gli interessi, non solo dei residenti del Trentino-Alto Adige, ma anche degli italiani e degli europei (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Ringrazio, perché siamo di fronte ad un atto di violenza e di arroganza politica e istituzionale da parte di un Governo di un Paese membro dell'Unione europea a cui dobbiamo porre fine.

Sin dal mio insediamento ho dato massima priorità al dossier della liberazione del Brennero. Le limitazioni che lei ricordava sono state introdotte dall'Austria per ragioni, sulla carta, di natura ambientale, ma l'ambiente non c'entra assolutamente nulla: è semplicemente concorrenza sleale austriaca nei confronti degli imprenditori e degli autotrasportatori italiani, tedeschi e dell'intero continente europeo. Tali divieti unilaterali austriaci sono, pertanto, inaccettabili e insostenibili perché bloccano il principale asse di collegamento tra Nord e Sud Europa, nel momento in cui stiamo investendo miliardi di euro per il tunnel di base ferroviario del Brennero.

Il Governo ha da subito manifestato la propria contrarietà a dette limitazioni: ci sono stati anni di chiacchiere, di tavoli, di confronti e di riunioni formali e informali che non hanno portato a nulla. In occasione del recente Consiglio europeo dei trasporti ho evidenziato, insieme al collega tedesco, la necessità di intervenire con urgenza sulla questione. Cosa abbiamo deciso di fare dopo quattro anni di inerzia della Commissione e di attesa di un accordo che non c'è? Abbiamo deciso, d'intesa con il Governo e il Presidente Meloni, di attivare formalmente la procedura prevista dall'articolo 259 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, che conferisce ad uno Stato membro la facoltà di presentare ricorso davanti alla Corte di giustizia europea contro un altro Stato membro per violazione del diritto eurounitario; si tratta sicuramente di un gesto forte, inusuale, con pochi precedenti, ma necessario.

Gli uffici del mio Ministero, insieme a Palazzo Chigi, stanno lavorando alla predisposizione del dossier; questa attività è generalmente compito della Commissione, tuttavia la Presidente von der Leyen non ha firmato l'avvio della procedura e, a questo punto, confidiamo nella giustizia della Corte europea. Non si può pontificare a spese dell'Italia, cercando accoglienza e integrazione a Lampedusa, blindando il confine del Brennero. Questo Governo porrà fine a questa vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. La deputata Cattoi ha facoltà di replicare, per due minuti.

VANESSA CATTOI (LEGA). Grazie, Presidente. Grazie Ministro Salvini, perché questo ci aspettavamo da un Governo che è consapevole del fatto che, da parte di uno Stato membro dell'Unione europea, ci sia una palese violazione del diritto di libera circolazione di merci e di persone all'interno dell'Unione europea. Se i Trattati valgono per tutti, devono valere anche per l'Austria (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Noi la ringraziamo perché sappiamo e siamo consapevoli del fatto che questo è uno dei principali diritti che viene leso, oltre al fatto che con questa azione unilaterale da parte dell'Austria avremo anche delle ripercussioni in termini di export e, quindi, di riduzione di PIL per il nostro Paese, non solo per la regione direttamente confinante, la mia regione, il Trentino-Alto Adige, ma per tutta la nostra Nazione, perché questo è un Corridoio attraverso il quale passano oltre 50 milioni di merci all'anno: sono trasportate tantissime merci e passano tutte dal Corridoio del Brennero. Essere consapevoli dell'importanza di questo collegamento verso l'Europa vuol dire tutelare gli interessi, non solo degli italiani, ma anche degli europei. Grazie veramente per aver fatto questo atto di forza, soprattutto nei confronti della Commissione europea. Adesso attendiamo che la Corte si esprima, ma grazie ancora per la sua attenzione su un tema così importante, soprattutto per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Elementi in merito ai costi ambientali ed economici relativi alle manifestazioni delle Frecce tricolori, anche nell'ottica della destinazione delle relative risorse alla tutela del territorio – n. 3-00651)

PRESIDENTE. La deputata Zanella ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00651 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Innanzitutto, esprimo anche in quest'Aula il cordoglio profondo per la morte della piccola Laura Origliasso e le condoglianze mie e del gruppo, Alleanza Verdi e Sinistra, ai genitori per la perdita inconsolabile della loro creatura (Applausi). A lei, Ministro, chiediamo: hanno ancora senso queste esibizioni che evocano scenari di guerra e sono funzionali - dicono - alla valorizzazione dell'industria che produce ed esporta armamenti? Quanto costano al Paese le esibizioni delle Frecce tricolori? Quanto costa l'aeroporto di Rivolto? Tanto, troppo. Questi soldi li potremmo utilizzare per aumentare i salari, per l'industria della vita, per la scuola e per l'ambiente (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

GUIDO CROSETTO, Ministro della Difesa. Grazie, onorevole Zanella. In merito al terribile incidente che lo scorso 16 settembre a Torino ha coinvolto un velivolo della pattuglia acrobatica nazionale, provocando il decesso della piccola Laura, una bimba di 5 anni, il ferimento del suo fratellino Andrea, lo strazio di un'intera famiglia, del padre Paolo Origliasso e della madre Veronica Vernetto, voglio innanzitutto esprimere anche in questa sede le mie più profonde condoglianze e quelle della Difesa perché la perdita di una figlia, di una bambina, è un dramma che non si può commentare, ma si può solo dire e comunicare vicinanza, cosa che ho fatto anche personalmente al padre e alla madre. Sono affranto: lo dico come padre e, come padre, l'ho detto a loro due.

Venendo ai quesiti posti dall'interrogante, va evidenziato come le manifestazioni aeree rappresentino in primis un'attività addestrativa, che coinvolge tutte le capacità dell'Aeronautica militare, indispensabili per pianificare e condurre operazioni aeree complesse: parliamo di attività che hanno una ricaduta sul background addestrativo e operativo del personale, non di una esibizione di capacità, che è ciò che percepisce chi la guarda. Al riguardo, i costi organizzativi e logistici delle manifestazioni della pattuglia acrobatica sono sostenuti molto spesso con l'ausilio di sponsor privati, degli enti locali e civili, degli organizzatori, delle autorità locali, che richiedono la partecipazione delle Frecce tricolori e, a volte, di altri asset dell'Aeronautica militare per il tramite dell'Aeroclub d'Italia. Per questo motivo, il costo di tali attività potrebbe considerarsi quasi nullo in quanto, in assenza di manifestazioni, l'addestramento dei piloti verrebbe comunque condotto con attività di diversa natura per arrivare al numero di ore di volo annue previste per mantenere lo stato di prontezza operativa degli equipaggi. Ciò premesso, in termini meramente economici, il costo di un'ora di volo è di circa 6.800 euro - dati del 2023 -, inclusivo delle parti di ricambio del carburante. Queste cifre vanno rapportate al valore aggiunto rappresentato dalla qualità e dalla quantità dell'addestramento acquisito, fondamentale per la prontezza del personale dell'unità, i cui benefici riguardano l'intera Forza armata.

I piloti della PAN infatti, oltre a svolgere l'attività di volo acrobatico, continuano ad addestrarsi per mantenersi pronti ad essere impiegati, all'occorrenza, nelle attività operative; al termine della loro esperienza fanno rientro ognuno al suo reparto assicurando il giusto travaso delle capacità da loro acquisite.

In merito all'approvvigionamento dei nuovi T-345A, che non sono ancora stati scelti in modo definitivo, esso rientra nel naturale processo di ammodernamento della linea, quando raggiungerà il limite della vita operativa.

Per quanto attiene al presupposto impatto ambientale dell'attività di volo, ricordo che l'Aeronautica opera in costante rispetto della vigente normativa del settore; in particolare, le emissioni dei motori Viper degli Mb-339 sono assimilabili ad un tipico motore turbogetto, in cui la conversione del combustibile avio in acqua e anidride carbonica è pressoché totale. Indicativamente, il consumo di CO2, durante l'esibizione della pattuglia acrobatica, è paragonabile a 25 minuti di volo di un solo vettore di trasporto aereo a lungo raggio e quindi dell'aviazione commerciale in fase di crociera; inoltre, i prodotti utilizzati per i fumi sono realizzati da aziende altamente specializzate, nel rispetto totale dell'ambiente.

PRESIDENTE. La prego di concludere, signor Ministro.

GUIDO CROSETTO, Ministro della Difesa. Sì, concludo. Una considerazione va fatta sulle Frecce Tricolori, me lo consenta: con i loro sessant'anni e oltre di storia incarnano il prestigio e le tradizioni dell'eccellenza italiana sotto l'aspetto tecnico delle capacità professionali e umane dell'intera Aeronautica. Rappresentano un vero e proprio simbolo dell'italianità in cui tutti i cittadini si riconoscono e di cui tutti vanno orgogliosi.

Le nostre Frecce costituiscono l'elemento di unità e di identità con le istituzioni. La loro è una missione unica e nobile al tempo stesso: rappresentare e promuovere il nostro Paese.

Tutto ciò però diventa nulla di fronte alla morte di una bambina, che non è collegata all'esistenza delle Frecce Tricolori: è legata alla tragicità di un destino che tutti avremmo voluto evitare (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. L'onorevole Zanella ha facoltà di replicare.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Signor Ministro, lei sa tutto e molto per i ruoli da lei svolti sia a livello istituzionale che per esperienza professionale. Lei è un conoscitore del mercato degli aerei da combattimento Mb-339 utilizzati dalla pattuglia acrobatica nazionale, appunto, in attesa di sostituzione con i meno datati, se non sbaglio, M-345 e, quindi, probabilmente ancora soldi dovranno essere investiti. Io non credo sia a titolo gratuito e che non costino proprio niente: approfondiremo da questo punto di vista e mi auguro che lei ci aiuterà.

Ministro, chi difende la gloriosa tradizione delle Frecce Tricolori afferma che è centrale la funzione di promozione economica e di valorizzazione della nostra tecnologia: quindi, esportare ancora armi. Ma le sembra che questi valori e significati siano coerenti con l'articolo 11 della nostra Costituzione? E che invece di guardare al passato e al dopoguerra, quando in qualche maniera, è cominciata la vicenda delle acrobazie in cielo, non sarebbe meglio valorizzare l'industria della vita e per la vita? E, quindi, i valori legati alla promozione della salute, alla salvaguardia dell'ambiente? Insomma, facciamoci tutte e tutti, qui in Parlamento, un esame di coscienza: ma può una vita essere sacrificata, per caso, in un'auto, bruciata viva in una via che forse andava chiusa, signor Ministro? Non lo so.

E tutte le altre vite dei bambini come in Yemen che sono stati…

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Zanella.

LUANA ZANELLA (AVS). Chiudo. …magari uccisi con armamenti di origine italiana.

Ecco Ministro, io mi appello alla sua coscienza e alla sua grande intelligenza e umanità (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

(Chiarimenti in merito all'impegno assunto in sede NATO volto a destinare il 2 per cento del prodotto interno lordo alle spese militari anche alla luce dello scenario macroeconomico italiano ed europeo e degli obiettivi prioritari per la sicurezza nazionale - n. 3-00652)

PRESIDENTE. L'onorevole Alessandro Colucci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-00652 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. I Paesi aderenti alla NATO hanno stabilito, in diversi summit, l'obiettivo del 2 per cento del PIL da destinare alle spese militari: mi riferisco al vertice di Riga del 2006, a quello di Newport del 2014 e a quello di Varsavia del 2016.

L'impegno assunto dai Paesi membri della NATO non è vincolante e non sono previste sanzioni. I Paesi che hanno raggiunto questa soglia nel 2023 sono 11 su 30: Stati Uniti, Polonia, Grecia, Estonia, Lituania, Finlandia, Romania, Ungheria, Lettonia, Regno Unito e Slovacchia. Considerato l'attuale complesso scenario economico italiano ed europeo, a lei, Ministro, chiediamo se ritenga praticabile l'aumento delle spese militari dell'Italia nei prossimi anni verso il parametro del 2 per cento del PIL, che noi reputiamo importante e strategico, e le chiediamo quali siano le priorità di investimento, anche alla luce delle nuove minacce che emergono in ambito sicurezza cibernetica, tema sul quale noi del gruppo Noi Moderati siamo particolarmente attenti e sensibili (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha facoltà di rispondere.

GUIDO CROSETTO, Ministro della Difesa. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti per il quesito posto.

All'excursus in premessa desidero aggiungere poche brevi considerazioni. La prima è che al summit di Vilnius, in realtà nel luglio scorso, è stato introdotto un ulteriore vincolo. Il parametro del 2 per cento non sarà considerato come un traguardo, ma come una base di partenza per le rinnovate esigenze dell'Alleanza atlantica. La seconda è che questo impegno è stato confermato, come lei ha giustamente detto, da tutti i Governi che si sono succeduti negli anni scorsi, nessuno escluso.

L'unico Ministro della Difesa che ha parlato delle difficoltà legate allo stato del bilancio e al Patto di stabilità è stato il Ministro dell'attuale Governo che, nei vertici dei Ministri della Difesa, ha espresso le sue perplessità sulla facilità con cui raggiungere questo obiettivo. Noi abbiamo deciso di far parte di una famiglia - la famiglia della NATO - e il prossimo anno quei Paesi che lei ha elencato raddoppieranno e quasi tutti i Paesi della NATO raggiungeranno e supereranno il 2 per cento.

L'Italia non ancora, perché non è ancora pronta dal punto di vista finanziario - come ho dichiarato, ripeto, unico Ministro - a raggiungerlo nei tempi che sarebbero necessari, cioè con il prossimo bilancio. Vedremo con la crescita economica di coniugare un impegno che saremo tra poco tempo gli unici probabilmente a non aver rispettato, tra tutti quelli che aderiscono alla NATO.

C'è un termine che dobbiamo però iniziare a spiegare e mi riferisco anche ad una parte della risposta alla mia interrogazione precedente: la difesa non è un costo, è un investimento e un presupposto. Il presupposto per costruire uno Stato libero in grado di difendere le istituzioni democratiche; la difesa è sicurezza dei mari, della navigazione, sicurezza della navigazione aerea, sicurezza dei confini.

Quello che sta succedendo - ed è successo negli ultimi anni - ci dimostra quale sia l'importanza della difesa che poi, come vediamo ogni giorno, non è soltanto la difesa collegata alle attività militari o di peacekeeping. E' la difesa che ci serve anche quando succedono inondazioni, quando dobbiamo portare aiuti a Paesi feriti; è la difesa fatta dalle migliaia di persone che sono pronte, ventiquattr'ore su ventiquattro, trecentosessantacinque giorni all'anno, a porsi al servizio del loro Paese, quando gli vengono chieste cose, anche difficili, al di là di quelle per le quali sono formate. Questo per dire che c'è un ragionamento complessivo sulla difesa e c'è un ragionamento complessivo sull'appartenenza ad un organismo sovranazionale, come la NATO, dove tutti i Paesi stanno rispettando i loro impegni, che, prima o poi, dovremmo rispettare anche noi.

PRESIDENTE. L'onorevole Bicchielli ha facoltà di replicare, per due minuti.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente . Grazie, signor Ministro, per le sue precisazioni e per il suo intervento prezioso. Ancora una volta abbiamo dimostrato - questa maggioranza e questo Governo - di essere un Governo serio, che lavora per mantenere gli impegni, nonostante le difficoltà e una congiuntura economica sfavorevole.

Come diceva lei, dal 2014 tutti i Governi, a guida PD, a guida 5 Stelle, hanno giustamente - dico io - rispettato e lavorato per rispettare un impegno.

Ci eravamo preoccupati quando la leader del Partito Democratico aveva detto che loro lavoravano per non rispettare quell'impegno, con una dichiarazione anti-occidentale.

Come diceva lei, in quel 2 per cento non c'è solo un armamento, non c'è solo l'idea delle armi, c'è un concetto, c'è il concetto della sicurezza che per noi è fondamentale, perché noi non possiamo continuare a parlare di sicurezza senza voler spendere soldi e impiegare risorse per la sicurezza. Non penso solo ai domini tradizionali, terra, cielo e mare, ma ai domini emergenti, al dominio spazio e, soprattutto, al dominio cyber che entra nelle case di ognuno di noi, che consideriamo un problema lontano da noi mentre è un problema immanente.

Quindi, la ringraziamo perché, ancora una volta, lei ha dimostrato di non essere demagogico, di entrare nei problemi e di volerli affrontare, soprattutto in un periodo in cui tutti gli altri Paesi forse si stanno rendendo conto che, come diceva lei, il 2 per cento sicuramente non basta. È un problema di priorità e per noi la sicurezza dei nostri cittadini, la sicurezza esterna e interna sono e resteranno una priorità (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e del deputato Trancassini).

(Elementi e iniziative di competenza in ordine a problematiche emerse con riferimento alla Cgil in qualità di datore di lavoro - n. 3-00653)

PRESIDENTE. Il deputato Rizzetto ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-00653 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. Buongiorno, Ministro Calderone. Si apprende che dopo quarant'anni di servizio è stato licenziato - si legge per giustificato motivo oggettivo - un dipendente del sindacato CGIL, che si occupava di comunicazione. CGIL recita e dice che ciò è stato dovuto alla necessità di procedere a una riorganizzazione e a una razionalizzazione, ma abbiamo capito, rispetto a questa razionalizzazione, che CGIL, a fronte di un dipendente che costava circa 50.000 euro all'anno, spende oltre 2 milioni all'anno in comunicazione. A ciò si aggiunge, tra l'altro, che la CGIL ha irrogato un simile licenziamento a un lavoratore dopo 40 anni e, perciò, vicino alla pensione, lasciandolo per strada, evidentemente.

Vorremmo capire se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali siano in questo senso gli orientamenti.

PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Con questo atto di sindacato ispettivo gli onorevoli interroganti richiamano la vicenda recente, così come rappresentata dagli organi di stampa, di un lavoratore dipendente della CGIL licenziato dopo quarant'anni per giustificato motivo oggettivo e, più in generale, chiedono delle precisazioni sulle condotte della CGIL come datore di lavoro.

Rispetto alla vicenda oggetto di questa interrogazione comunico che agli atti delle strutture ministeriali non risultano specifiche segnalazioni.

Più in generale, invece, con riferimento a quanto gli interroganti chiedono in merito ad attività ispettive riguardanti la CGIL, l'Ispettorato nazionale del lavoro ha comunicato che presso le sedi territoriali dell'Ispettorato sono state concluse due conciliazioni ai sensi dell'articolo 410 del codice di procedura civile. Queste conciliazioni traevano origine dalle rivendicazioni dei lavoratori dipendenti in ordine al trasferimento di sede. In entrambi i casi gli accordi raggiunti hanno previsto la risoluzione consensuale dei rapporti di lavoro e il riconoscimento a titolo transattivo di una somma di denaro. Inoltre, risulta agli atti dell'Ispettorato una richiesta presentata da un ex dipendente che verte sul riconoscimento di livello superiore rispetto al formale inquadramento professionale e il cui tentativo di conciliazione si è concluso con esito negativo, per mancato raggiungimento di un accordo tra le parti. È stata effettuata anche una conciliazione per un caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo - non è oggetto dell'interrogazione presente, perché non riguarda quel lavoratore - e in quella sede è stato trovato un accordo per la corresponsione del trattamento di fine rapporto. L'Ispettorato nazionale del lavoro ha altresì rappresentato che nel corso del 2019 è stato effettuato un accesso ispettivo presso una sede della CGIL in cui è stata contestata la violazione della norma che vieta il pagamento in contanti delle retribuzioni e la presenza di un rapporto di lavoro irregolare. Le sanzioni irrogate risultano essere state regolarmente pagate.

Concludo rassicurando gli onorevoli interroganti che il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali vigilerà sulla vicenda segnalata e a ogni modo, come per tutti i datori di lavoro, verranno svolti gli opportuni controlli di legge.

PRESIDENTE. Il deputato Rizzetto ha facoltà di replicare, per due minuti.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Ministro. Sono soddisfatto della risposta, anche perché da questa, che lei ci ha gentilmente fornito, emergono dei dati abbastanza interessanti. Vedete colleghi, il primo dato riguarda ciò che la CGIL fa, esattamente come ogni datore di lavoro, rispetto agli accordi che si prendono con i dipendenti, CGIL che, invece, molto spesso scende in piazza contro la parte datoriale. Quindi, non cambia esattamente il sistema. Tra l'altro, rispetto alla sua risposta, che andrò a rileggermi, ho sentito che quando ci sono delle ispezioni qualcosa si trova: stipendi non pagati, mancati inquadramenti nei contratti collettivi nazionali e, addirittura, un dipendente pagato in contanti da parte della CGIL.

Allora, mi chiedo, Presidente: questo pagamento in contanti, da parte della CGIL, significa pagamento in nero? Questa è la domanda che noi ci facciamo.

Ministro, conosciamo bene le posizioni del segretario Landini rispetto al Jobs Act, che considera una legge per i padroni. Come reagisce la CGIL, Ministro, quando un imprenditore sta per licenziare, anche per giustificati motivi, un dipendente? Scende in piazza e fa - passatemi il francesismo - un gran casino, come è nel solco del sindacato, ma quando la CGIL commina questo tipo di licenziamento, allora nessuno può dire nulla.

Tra l'altro, Ministro, si tratta di un dipendente vicino alla pensione. Quindi, un sindacato ha lasciato per strada un dipendente vicino alla pensione, spendendo, però, oltre 2 milioni di euro all'anno in termini di comunicazione. Questo dipendente si occupava di comunicazione. Tra l'altro, il problema, Ministro, non è neanche il Jobs Act perché, come lei sa, è applicato dal 2015, ma la normativa era precedente; il problema del sindacato, di questo sindacato, in questo caso, e, nello specifico, del segretario Landini, è un problema di coerenza.

Allora, noi vogliamo dire - molto spesso il segretario Landini ci attacca, anche giustamente perché fa il suo lavoro - da quest'Aula: caro Landini, noi siamo quello che facciamo, non esattamente, in questo caso, quello che, invece, molto spesso hanno dichiarato urbi et orbi o in piazza o di fronte alle telecamere.

PRESIDENTE. Concluda.

WALTER RIZZETTO (FDI). Tra l'altro, sono telecamere che il segretario Landini ha semplicemente evaso, non rispondendo rispetto a quello che, a questo punto, è un licenziamento che non avrà fine oggi, ma di cui ci occuperemo ancora per molti mesi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative volte ad una revisione della bozza di accordo con le regioni relativa alla formazione obbligatoria in materia di sicurezza sul lavoro, al fine di assicurare un elevato livello di formazione anche in rapporto all'evoluzione della ricerca scientifica e tecnologica - n. 3-00654)

PRESIDENTE. La deputata Ghio ha facoltà di illustrare l'interrogazione Scotto ed altri n. 3-00654 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria, per un minuto.

VALENTINA GHIO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Il Paese è ancora scosso dalla tragedia dei 5 lavoratori morti a Brandizzo e dal continuo susseguirsi di morti nei luoghi di lavoro. È anche alla luce di questo che siamo rimasti sconcertati, signora Ministro, vedendo la bozza di accordo per le regioni in materia di formazione obbligatoria che fissa il limite minimo di 10 ore in tutti i settori, senza tener conto della necessaria differenziazione con la formazione specifica, che prevede anche 12 ore nei settori a rischio, mentre nella bozza al massimo arriva a 6 ore. Sappiamo bene, però, che il rischio non è uguale in tutti i settori. Se questi contenuti, incluse le modifiche qualitative al ribasso che sono contenute nella bozza, fossero confermati, si verrebbe a creare un irresponsabile peggioramento, in quantità e qualità, della formazione in materia di sicurezza sul lavoro, anche nei settori più a rischio come quello dell'edilizia.

Siamo, quindi, a chiederle, signora Ministro, quali urgenti iniziative intenda adottare per correggere la bozza, non solo per non tornare indietro con il livello di formazione rispetto alla sicurezza sul lavoro ma per renderla più appropriata e tutelante, in coerenza anche con quanto è emerso in quest'Aula.

PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Il quesito posto mi consente di fare chiarezza su un tema importante, che è quello della formazione continua dei lavoratori. È un tema, peraltro, su cui le forze politiche di recente hanno mostrato unità di intenti, votando all'unanimità una mozione sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

In particolare, rappresento che sono in corso i lavori per l'adozione dell'accordo di cui all'articolo 37 del decreto legislativo n. 81 del 2008, con il quale si intende provvedere all'accorpamento, alla rivisitazione e alla modifica degli accordi attualmente vigenti in materia di formazione sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. A questo scopo è stato inizialmente costituito un gruppo di lavoro composto da rappresentanti del Ministero, delle regioni, dell'INAIL e dell'Ispettorato nazionale del lavoro, nonché delle organizzazioni di parte datoriale e dei lavoratori, che si è riunito 3 volte tra maggio e luglio del 2022, periodo in cui il gruppo parlamentare cui sono iscritti gli onorevoli interroganti esprimeva il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, e sotto il cui mandato si sono tenuti diversi incontri. Nell'ambito di questo gruppo di lavoro sia le parti sociali coinvolte che le regioni hanno reso alcuni utili contributi diretti alla redazione dello schema di accordo. Tuttavia, tenuto conto che i documenti pervenuti presentavano tra loro notevoli differenze di carattere sostanziale, nel corso del precedente mandato governativo si è deciso di costituire un gruppo interistituzionale deputato all'elaborazione di un testo definitivo, da sottoporre successivamente alle parti sociali per le osservazioni di competenza, e così proseguire l'iter fino all'intesa Stato-regioni.

A seguito del lavoro di questo gruppo, il 26 aprile si è tenuta una riunione anche con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e datoriali, nel corso della quale si è provveduto all'avvio del confronto. L'11 agosto, al fine di consentire alle parti sociali di formulare eventuali osservazioni, è stata inviata una prima bozza di testo, rispetto alla quale, poiché si tratta proprio di una bozza, il gruppo di lavoro si è comunque riservato di effettuare ulteriori approfondimenti, sia di natura giuridica sia in ordine al contenuto della proposta, per poi presentare le risultanze del lavoro all'attuale vertice politico.

Il tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è di importanza strategica per il Ministero del Lavoro e per il Governo, che ha avviato appositi tavoli tecnici e ha inserito alcuni primi, urgenti interventi nel decreto-legge n. 48 del 2023. La recente approvazione della mozione unitaria presentata al Senato, per la quale la sottoscritta ha pronunciato il parere favorevole del Governo, impegna, tra gli altri temi, tutti i soggetti aventi titolo a rafforzare e a meglio definire la formazione in materia di sicurezza.

Voglio rassicurare gli onorevoli interroganti che al momento non vi è una bozza definitiva di accordo da proporre alla Conferenza Stato-regioni per la materia oggetto dell'interrogazione.

Per quanto precedentemente esposto, intendo valutare personalmente e con attenzione tutti i contributi che giungeranno dalle parti sociali, al fine di predisporre un documento finale che, anche sulla scorta delle prime risultanze delle attività ispettive straordinarie in corso di svolgimento da parte dell'Ispettorato nazionale del lavoro, potenzi la formazione specifica, andando oltre la classificazione delle attività in base ai codici Ateco, per tutelare i lavoratori rispetto a tutti i rischi a cui sono effettivamente esposti.

PRESIDENTE. Ministra, devo chiederle di concludere.

MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. L'attività di cui parlavo, rivolta al settore dell'edilizia e delle manutenzioni ferroviarie e stradali, evidenzia che le violazioni della normativa in materia di formazione obbligatoria hanno dato origine a un numero consistente di contestazioni. La formazione è uno dei tasselli fondamentali di un più ampio e necessario approccio alla salvaguardia del valore supremo della vita, che resta al centro dell'impegno di questo Governo e che vorremo presidiare attentamente.

PRESIDENTE. La deputata Gribaudo ha facoltà di replicare.

CHIARA GRIBAUDO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ministra, lei ha parlato di questa bozza, ha detto cose che, francamente, però, faccio fatica a comprendere, perché non ho capito cosa pensi lei. Quello che ho visto è solo il solito giochetto di provare a scaricare su gruppi di lavoro, magari anche su responsabilità politiche precedenti al suo mandato di Ministra, ma ci sono due dati inequivocabili, anche rispetto alle grandi tragedie che stanno avvenendo in questo momento. Lei, da quando è Ministra, e il suo Governo avete allargato e inserito i subappalti a cascata, e questo è un elemento che va decisamente ad incidere sull'insicurezza dei lavoratori. E questa bozza è uscita con lei Ministra. Allora, voglio capire se lei ha intenzione di correggere questa distorsione, perché mai come in questo momento, quando stiamo cercando di fare uno sforzo, anche politico, trasversale e unitario per dire che servono più ore e più attenzione alla prevenzione, all'attenzione e alla formazione, lei, il suo Ministero e il suo Governo fate uscire una bozza che dice che le ore sono tagliate. Non si capisce qual è la strada.

Aumentate i subappalti a cascata, tutte scelte politiche che stanno danneggiando i lavoratori e le lavoratrici. Allora, Ministra, ci dica quello che intende fare lei, perché questo è un lavoro non condiviso nemmeno in Conferenza Stato-regioni, e dunque questo elemento ci fa dire che non c'è la volontà politica, purtroppo, al momento, di dare risposte concrete. Intanto, ahimè, le stragi aumentano, i morti sul lavoro stanno aumentando, ed è evidente che serve un aumento e una strategia nazionale, e rispetto a questo noi non abbiamo avuto nessun segnale, nessuna indicazione da questo Governo.

Non devo certo ricordarle, signora Ministra, come anche il Presidente della Repubblica abbia detto, più volte e in più occasioni, come evidentemente bisogna mettere in cima le priorità del mercato del lavoro, e in questo momento storico, la sicurezza, perché è un bene comune ed è fondamentale agire con fermezza, allargando l'attenzione alla formazione, evitando l'allargamento di chi, in qualche modo, certifica la formazione, ma semmai restringendo, per promuovere una formazione di qualità. Esattamente l'opposto di quello che voi – e lei - state facendo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

(Iniziative di competenza per il rinnovo del fondo per le vittime dell'amianto, al fine di tutelare gli interessi sia degli eredi delle vittime, sia delle compagnie portuali – n. 3-00655)

PRESIDENTE. Il deputato Pastorino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00655 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Grazie, signora Presidente. Il comma 278 dell'articolo 1 della legge n. 208 del 2015 aveva istituito presso il Ministero del Lavoro il Fondo per le vittime dell'amianto in favore degli eredi dei soggetti deceduti in seguito a patologie asbesto correlate all'esposizione all'amianto nell'esecuzione delle operazioni portuali attuate per realizzare la cessazione dell'impiego dell'amianto. Questa misura è stata estesa fino al 2022, con un'applicabilità anche nei confronti della soccombenza, per esempio, dei sistemi delle autorità portuali.

Questo Fondo non è stato rinnovato, ma ne è stato istituito un altro con la legge n. 56 del 2023, che interviene a favore dei lavoratori di società partecipate pubbliche, quindi restringendo il campo di fatto ed escludendo, per esempio, le compagnie portuali, che, in questo modo, possono andare in difficoltà. Un caso emblematico è quello della Compagnia portuale Culp Savona Pippo Rebagliati, con una sentenza della Cassazione del 2017 che la vede soccombere. In questo caso, per la disponibilità degli aventi diritto a non chiedere l'esecutività delle sentenze e per la presenza di questo Fondo fino al 2022 i problemi sono stati contenuti, ma si rischia di mettere in discussione vera il sistema delle compagnie portuali.

Quindi, la domanda è molto semplice e molto chiara: si chiede se era a conoscenza, intanto, di questo problema e se intenda in qualche modo trovare una soluzione che possa consentire il ripristino di questa forma di tutela direi fondamentale per il sistema del lavoro portuale.

PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Ringrazio per il quesito posto, che mi permette di fornire dei chiarimenti in merito al Fondo per le vittime dell'amianto, con particolare riferimento ai lavoratori portuali. In via preliminare, ricordo che l'articolo 1, comma 278, della legge n. 208 del 2015 ha istituito nello stato di previsione del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali il Fondo per le vittime dell'amianto, in favore degli eredi di coloro che sono deceduti a seguito di patologie asbesto correlate per esposizione all'amianto, con una dotazione di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018. Il Fondo concorre al pagamento in favore dei superstiti di coloro che sono deceduti per queste patologie di quanto agli stessi superstiti è dovuto a titolo di risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale come liquidato con sentenza esecutiva o con verbale di conciliazione giudiziale.

Per quanto riguarda il 2023, nell'ambito delle tutele previste dal legislatore in favore dei lavoratori esposti all'amianto il decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34, convertito nella legge n. 56 del 2023, ha istituito, con una dotazione pari a 20 milioni di euro per l'anno 2023, il Fondo vittime dell'amianto, che interviene in favore dei lavoratori di società partecipate pubbliche che hanno contratto patologie asbesto correlate durante l'attività lavorativa prestata presso i cantieri navali. Le novità legislative hanno previsto, dunque, anche per le citate società pubbliche la possibilità di accedere a questo Fondo, nel quale sono in corso alcune correzioni.

Rappresento che il 23 agosto scorso è stato trasmesso al Ministero dell'Economia e delle finanze, al fine di acquisire il relativo assenso, il decreto ministeriale che disciplinerà il funzionamento del Fondo. E concludo assicurando agli onorevoli interroganti l'impegno del Ministero ad operare affinché venga espressamente estesa la portata soggettiva delle disposizioni normative del 2023 soprarichiamate alle autorità di sistema portuale.

PRESIDENTE. Il deputato Pastorino ha facoltà di replicare, per due minuti.

LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Grazie, signora Presidente. Grazie, signora Ministro. Evidentemente la risposta ci soddisfa nel momento in cui, comunque, nel decreto interministeriale verrà assicurata la copertura che il Fondo precedente aveva, quindi alle compagnie e alle autorità portuali, come ha detto lei. Altro elemento di soddisfazione futura sarà quello di vedere questo Fondo rifinanziato nella legge di bilancio 2024, perché diversamente la cosa non funzionerebbe.

Credo che, nel contesto delle iniziative di cui parliamo durante il question time, questo sia forse un tema di portata mediatica ridotta, ma ha un grande impatto soprattutto per quanto riguarda il tema delle compagnie di lavoro portuale. Ho fatto l'esempio della compagnia CULP Savona Pippo Rebagliati, chiamata a dover risarcire, giustamente, un danno da oltre 2 milioni di euro.

Grazie alla buona volontà delle parti e al fatto che ci fosse questo Fondo, la compagnia ha potuto respirare, ma, evidentemente, mancando un supporto di questo tipo, non solo per la CULP di Savona, ma anche per altre compagnie in giro per l'Italia e per i vari porti italiani, potrebbero verificarsi episodi dai quali le compagnie non si riprenderebbero mai più.

Quindi, l'attenzione che lei vorrà dedicare a questo tema, seppur contenuto nella sua entità (parliamo, infatti, di 20 milioni, non di cifre enormi) denoterebbe da parte del Governo e sua, in particolare, l'interesse per un comparto fondamentale nella gestione del lavoro dei porti e, comunque, la sopravvivenza di questo pezzo importante della nostra economia.

(Iniziative di competenza per aumentare il finanziamento del «Fondo affitti» per studenti fuori sede, anche in considerazione dell'impegno assunto dal Governo in sede parlamentare - n. 3-00656)

PRESIDENTE. Il deputato Amato ha facoltà di illustrare l'interrogazione Caso ed altri n. 3-00656 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

GAETANO AMATO (M5S). Grazie, signora Presidente. Benvenuta, signora Ministro. Abbiamo notato dalle agenzie di stampa che si parla di futuro e di investimento in alloggi per gli studenti universitari. Questo ci fa molto piacere, però si tratta sempre di cose di là da venire. Lei, signora Ministro, ha preso un impegno a maggio di quest'anno: nel primo provvedimento utile - e ce ne sono stati - avrebbe ampliato il Fondo annuale destinato alla copertura delle spese di locazione. Proprio ieri, in quest'Aula, eminenti autorità dello Stato italiano parlavano di scuola. La scuola non è solo quella che si ferma alle scuole superiori. I costi degli studi universitari sono notevoli e su questi stanno pesando, appunto, le locazioni. Noi chiediamo a lei quando implementerà il Fondo destinato a questo uso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

ANNA MARIA BERNINI, Ministro dell'Università e della ricerca. Grazie, signora Presidente. Ringrazio l'onorevole Amato, l'onorevole Caso per la replica e tutto il gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle, perché mi danno l'opportunità di dimostrare che non ho dimenticato gli impegni presi e di illustrare l'azione del Ministero, che non è solo una parola, ma è un percorso già avviato, sul tema del caro affitti nelle città. Un tema che, secondo il principio di realtà, riguarda tutti e tutti i livelli: il Governo, le istituzioni, la maggioranza, le opposizioni, il pubblico, il privato.

Nello specifico, il Governo si è già impegnato e ha già corrisposto soluzioni coerenti, mettendo a disposizione risorse specifiche per alloggi e borse di studio per gli studenti fuori sede. È un tema prioritario che troverà spazio anche nella prossima legge di bilancio, come nella precedente.

È superfluo ricordare, ma lo ricordo, che il tema del caro affitti è legato non solo al costo del singolo affitto per gli studenti, ma anche per gli operai, per i lavoratori, per gli impiegati, per i professionisti, per tutti i cittadini, e nasce anche dallo scarso numero dei posti letto effettivamente disponibili sul territorio nazionale. Duole ribadirlo, ma noi abbiamo ereditato una dotazione di appena 40.000 posti letto da decenni di storia repubblicana, però siamo pronti e stiamo già lavorando al massimo per recuperare questo gap decennale. Ho avviato, abbiamo avviato, come MIUR, un gruppo operativo con comuni e regioni, di qualsiasi colore, e lanciato una manifestazione di interessi efficace, che ha avuto buon fine, per trovare immobili pubblici e privati da riconvertire in studentati a disposizione degli atenei e degli enti di ricerca. A maggio ho fatto la promessa, a luglio si è chiusa la manifestazione di interessi, ora abbiamo i numeri: sono pervenute circa 80.000 segnalazioni e nei prossimi giorni sarà formalizzato l'elenco degli immobili ritenuti idonei, intorno a 65-67.000, ve lo anticipo. Si tratta di un passaggio fondamentale per l'implementazione della riforma PNRR.

Agli stanziamenti PNRR si aggiungono, poi, le ordinarie risorse messe a disposizione dal MIUR per contrastare la carenza degli alloggi universitari, come l'ultimo bando della legge n. 338 del 2000, con cui sono stati stanziati circa 500 milioni di euro per la realizzazione di residenze universitarie da parte di Università, enti per il diritto allo studio, collegi universitari, regioni, consorzi universitari e interuniversitari, cooperative di studenti e altre organizzazioni non lucrative. Nelle prossime settimane sarà formalizzato il provvedimento di assegnazione dei relativi finanziamenti. Qui si parla al presente, onorevole Caso e onorevole Amato, non al futuro. Noi stiamo già producendo risultati concreti e continuiamo a sollecitare il supporto di tutti per trasformare una criticità, mai risolta in tutti questi anni, in una grande opportunità.

PRESIDENTE. Il deputato Caso ha facoltà di replicare, per due minuti.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, signora Presidente. Grazie, Ministro. Ministro, immagino che ormai sappia che, quando lei è presente in question time, ci sarà una nostra interrogazione. Ma come potrebbe essere altrimenti, se, tra quello che finora ci ha raccontato e la realtà dei fatti, c'è una distanza abissale? È noto che, anche oggi, lei, con fretta e furia, è uscita con diverse agenzie per provare a rassicurare, ma lo ha fatto già in diverse occasioni, sugli alloggi universitari. Finora ha sempre detto che andava tutto secondo i programmi. E invece? Invece l'Europa ci ha tagliato 500 milioni dalla terza rata del PNRR che erano proprio dedicati a questi alloggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Non sappiamo, quindi, che cosa aspettarci nella quarta. E su questo taglio, intanto, la colpa a chi l'avete data? Addirittura all'Associazione degli studenti!

Quindi, ricapitoliamo: sull'immigrazione fuori controllo la colpa è della sinistra, sui fondi del PNRR che non si riescono a spendere è colpa del Presidente Conte che ha portato troppi soldi in Italia, sul caro benzina la colpa è dei benzinai e ora vi scagliate contro i docenti! Ma intanto è iniziato un nuovo anno, siamo di nuovo qui, con gli stessi problemi. Un posto letto a Milano arriva a costare 900 euro, a Bologna, Roma e Venezia la situazione è insostenibile. Che vogliamo fare? Ora intendo! Ora, non nella prossima legge di bilancio, non aspettando il PNRR con i soldi che vi abbiamo portato. La soluzione c'è, gliela abbiamo indicata e l'ha votata anche quest'Aula: rimpinguare il fondo per gli aiuti destinati agli affitti degli studenti fuori sede, per tamponare un fondo che, ricordo, con noi, era di 15 milioni, mentre, con voi, è diventato di 4. Ricordiamolo questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! In alternativa, Ministro, stiamo dicendo a tanti studenti che la loro carriera si ferma qui.

Arrivo a conclusione, Presidente. Ministro, sa che cosa ho fatto nei giorni scorsi, dopo aver incontrato diverse associazioni di studenti? Sono andato a vedere le varie tipologie di tende che esistono: canadese, a casetta, a tunnel, gonfiabili. Penso che sia un lavoro che dobbiate fare anche voi, perché la protesta delle tende non si fermerà, dato che gli studenti, giustamente, non vi credono più. E se la situazione non migliorerà, se continuerete così, ci rivedremo qui, ci rivedremo in Commissione e in ogni occasione utile, perché su questo argomento, le tende, le piantiamo anche noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

(Chiarimenti in merito a ipotesi di proroga della durata del mandato dei rettori universitari, finalizzata alla realizzazione dei progetti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza - n. 3-00657)

PRESIDENTE. Il deputato Castiglione ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00657 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

GIUSEPPE CASTIGLIONE (A-IV-RE). Signor Presidente, signor Ministro, la legge n. 240 del 2010, la riforma sull'organizzazione delle università, fissava la durata del mandato dei rettori delle nostre università italiane. Poi, gli statuti definivano le procedure e le modalità che, ovviamente, non potevano derogare alla norma primaria. Nella Gazzetta del Sud del 14 luglio, noi abbiamo appreso che non vi era certezza sulla data delle elezioni (in quel caso per l'università di Messina), perché bisognava chiudere i progetti del PNRR, replicando anche il 12 agosto, ancora una volta, che alcuni rettori avevano chiesto una proroga per poter attuare il PNRR.

Signor Ministro, noi le chiediamo se le anticipazioni di stampa corrispondano alle intenzioni del Governo oppure se ci siano effettivamente delle richieste da parte degli atenei di poter prolungare la durata del mandato per poter attuare il PNRR.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Università e della ricerca, Annamaria Bernini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

ANNA MARIA BERNINI, Ministro dell'Università e della ricerca. Grazie, signora Presidente. Grazie, onorevole Castiglione, grazie a tutto il suo gruppo parlamentare. Sicuramente, l'attenzione è portata su un tema essenziale per l'azione non solo del Governo e del Ministero dell'Università e della ricerca, ma per lo sviluppo e la crescita strutturale del Paese, cioè, come ricordava, l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Sicuramente è un'occasione irripetibile di modernizzazione del nostro sistema della ricerca e dell'alta formazione, che non potrà restare una parentesi destinata a chiudersi oltre il 2026, ma dovrà rappresentare un volano di complessiva e duratura innovazione. È evidente come il raggiungimento di obiettivi così ambiziosi e così sfidanti non sia un compito che il singolo Ministero o anche l'intero Governo possano raggiungere da soli. È necessario un impegno corale, a partire da quei soggetti e da quelle istituzioni che, nell'ambito della propria autonomia, sono chiamati a realizzare l'ultimo miglio dell'attuazione del Piano. Tra questi soggetti, sicuramente rientrano le università, all'interno delle quali i rettori sono il punto di riferimento principale per la programmazione e stabilità e capacità di garantire la continuità della programmazione stessa di ogni singolo ateneo.

Il ruolo del Governo è perciò quello di implementare il PNRR, interagendo costantemente con tutti i soggetti attuatori - in questo caso, con i rettori -, valutando ogni intervento collaterale o strumentale che possa assicurare il raggiungimento, ma, soprattutto, la stabilizzazione degli ambiziosi obiettivi posti. Preciso, tuttavia, che non è pervenuta a questo Ministero alcuna istanza formale relativa alla proroga di mandati rettorali in scadenza prima del 31 dicembre 2026. Di conseguenza, nonostante le notizie di stampa riportate dagli onorevoli interroganti, non sono state ancora approntate o predisposte concrete proposte normative al riguardo. Resta inteso che, in ogni caso, sarà nostra cura condividere tempestivamente con il Parlamento, nel rispetto delle procedure decisionali preposte, ogni eventuale misura indirizzata in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. IL deputato Castiglione ha facoltà di replicare, per due minuti.

GIUSEPPE CASTIGLIONE (A-IV-RE). Grazie, Ministro, perché ci dà delle rassicurazioni circa le informazioni di stampa del 14 luglio, ribadite il 12 agosto, che ipotizzavano che si potesse andare oltre il 2023. Infatti, come lei si renderà conto, con una proroga, oggi, del mandato del rettore per attuare il PNRR, andremmo al 2026 e, quindi, sarebbe una proroga inopportuna, ingiustificata. Soprattutto, non ci risulta che sia stata posta nella sede della Conferenza dei rettori il tema della proroga dei mandati dei rettori delle università, che la legge fissava in 6 anni. Quindi, riguardo a una modifica normativa - da questo punto di vista lei ci rassicura - non andremo oltre quel mandato e, soprattutto, che si potrà procedere all'attuazione del PNRR e alla regolare indizione della data delle elezioni.

Se una riforma complessiva ci dovrà essere, chiaramente dovrà essere coinvolto il Parlamento. La sua risposta ci conforta. Allo stato attuale, non c'è nessuna richiesta da parte della CRUI, della Conferenza dei rettori e, soprattutto, da quello che lei ha affermato, non c'è da parte del Governo la volontà di procedere ad una revisione normativa, anche con riferimento all'attuazione del PNRR. La ringraziamo per le sue puntualizzazioni e, a questo punto, prendiamo atto che quelle notizie di stampa erano solo indiscrezioni, che non corrispondono alla reale volontà da parte del Governo.

(Iniziative di competenza in ordine a presunte irregolarità relative ai test di ammissione ai corsi di laurea di medicina e chirurgia, odontoiatria e medicina veterinaria – n. 3-00658)

PRESIDENTE. Il deputato De Palma ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00658 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

VITO DE PALMA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Grazie, signor Ministro, l'interrogazione di quest'oggi è tesa, soprattutto, a conoscere le determinazioni che il Ministero ha voluto assumere in merito alle notizie di stampa delle settimane scorse relativamente alle domande diffuse - sono fuoriuscite prima - dello svolgimento dei concorsi per giovani aspiranti medici e veterinari. Noi vogliamo conoscere le determinazioni assunte dal signor Ministro.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

ANNA MARIA BERNINI, Ministro dell'Università e della ricerca. Grazie, signora Presidente. Grazie all'onorevole Palma e a tutto il gruppo parlamentare che rappresenta per avermi fornito l'occasione di aggiornare il Parlamento sullo svolgimento delle nuove prove d'ingresso ai corsi di laurea in medicina, odontoiatria e veterinaria svolte nei mesi di aprile e luglio. I TOLC, test online, come noto, gestiti dal Consorzio interuniversitario per conto della Conferenza dei rettori delle università italiane, sono stati introdotti per l'accesso a questi corsi di laurea dopo una lunga riflessione che ha coinvolto il Parlamento. I TOLC, però, hanno una lunga storia: impiegati per la prima volta nel 2012 per la facoltà di ingegneria, sono stati, poi, confermati per altri ambiti disciplinari, garantendo sempre, pur in presenza di test differenziati, lo stesso livello di difficoltà. La scelta di avvalersi di questa nuova modalità di test anche per gli aspiranti medici, odontoiatri e veterinari risale al precedente Governo nella scorsa legislatura, ma, in continuità con queste scelte, il Ministero dell'Università e della ricerca oggi offre un presidio di vigilanza. Di conseguenza, di fronte a notizie di stampa su presunte irregolarità relative alla diffusione delle domande e alla conoscenza preventiva delle stesse da parte dei candidati, sono stati chiesti chiarimenti necessari a tutti gli attori coinvolti, convocando la CRUI, i rettori e il Consorzio che gestisce i test.

Il Consorzio ha assicurato al MUR due dati per noi certificanti, che validano le prove. Primo: non c'è stata alcuna violazione della banca dati sui quesiti. Secondo: lo svolgimento della procedura - dice il Consorzio - è stata assolutamente regolare. Il monitoraggio dei dati statistici relativi alle risposte fornite ai quesiti delle prove non ha evidenziato, inoltre, alcuna anomalia nello stato degli andamenti dei risultati per i TOLC di medicina e per i TOLC di veterinaria. È sarà mio compito tenere sempre alta la guardia, vigilando sul corretto svolgimento delle nuove modalità di accesso ai corsi di laurea, a tutela della correttezza delle procedure e, soprattutto, della certezza dello status e della serenità della carriera dei nostri studenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. IL deputato De Palma ha facoltà di replicare, per due minuti.

VITO DE PALMA (FI-PPE). Grazie, signor Ministro, sono soddisfatto della risposta ottenuta, così come non avevo dubbi che lei avrà sempre la guardia alta in merito alla correttezza, alla vigilanza e alla garanzia che le prove dei nostri studenti siano fatte in maniera regolare. Così come abbiamo fiducia in lei anche in relazione al ruolo che sta svolgendo e all'ottimo lavoro che sta svolgendo in tema di università. Sentivo qui, in quest'Aula, anche un po' di strumentalizzazione. Io so benissimo che, per lei, l'università e la ricerca non sono una voce di spesa, ma l'università e la ricerca, per lei, sono un investimento in cultura e un investimento in formazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

Sappiamo benissimo che il suo primo atto è stato quello di incrementare i fondi in bilancio, con la manovra di bilancio 2023, per circa 500 milioni di euro sul Fondo per le borse di studio e 400 milioni di euro su quello per gli studenti universitari, come sappiamo benissimo che lei ha incrementato il numero di studenti alla facoltà di medicina e chirurgia, di cui tanto si sente il bisogno nella nostra Nazione, di 4.000 unità. Vada avanti su questa strada, Forza Italia è con lei (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16,10.

La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,15.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 94, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Per richiami al Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, la deputata Auriemma. Ne ha facoltà.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, signora Presidente. In realtà, è un richiamo al Regolamento, articolo 96-bis.

PRESIDENTE. Collega, mi perdoni, ma dovrebbe cambiare microfono, c'è un problema di audio.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Intervengo per un richiamo al Regolamento, articolo 96-bis, perché il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 124 del 2023, detto Decreto Sud, è stato assegnato in sede referente esclusivamente alla Commissione bilancio. All'interno del decreto, però, ci sono norme importanti che vanno a regolare la materia dell'immigrazione. Quindi, sarebbe di competenza, in sede referente, anche della I Commissione.

Chiediamo, quindi, che ci sia una nuova assegnazione ad entrambe le Commissioni, perché se non fosse così ci sarebbe una grave lesione delle prerogative della I Commissione, che aggiunta alla bulimia di questo Governo in termini di decreti-legge e all'uso pervicace della fiducia creerebbe un'ulteriore lesione e compromissione di questo Parlamento.

Quindi, chiediamo l'intervento dell'Ufficio di Presidenza su questo punto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevole, riferirò senz'altro al Presidente della Camera dei deputati quanto da lei rappresentato. La Commissione richiamata, ove lo riterrà, potrà valutare, nelle forme che l'ordinamento e la prassi riconoscono, di sottoporre alla Presidenza della Camera la questione della diversa assegnazione del disegno di legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Presidente, intervengo per associarmi alla richiesta della collega, perché è di tutta evidenza. Posso comprendere che ci sia una valutazione, come dire, quantitativa, sul fatto che la maggior parte di questo provvedimento sia dedicata a materie di competenza della V Commissione. Però, delle due, l'una. Il fatto che la stessa rubrica del provvedimento riporti la materia dell'immigrazione ci deve portare o a un esame congiunto delle due Commissioni o a valutare una conclamata disomogeneità di questo provvedimento.

Ricordo, in conclusione, che poiché questo Governo ha già dedicato tre decreti al tema dell'immigrazione nei mesi scorsi, il n. 1 del 2023, il n. 20 del 2023 e ora il n. 124 del 2023, dobbiamo intenderci: se su uno stesso oggetto si ravvisano sistematicamente e reiteratamente i requisiti di necessità e urgenza significa che l'origine del problema non è in un fatto esterno, ma è nelle stesse insufficienti politiche dell'Esecutivo.

PRESIDENTE. Onorevole, naturalmente, ho risposto alla collega Auriemma riguardo al fatto che riferirò al Presidente della vostra richiesta.

Seguito della discussione delle mozioni Carotenuto ed altri n. 1-00080, Mari ed altri n. 1-00179, Gribaudo ed altri n. 1-00180 e Soumahoro e Schullian n. 1-00181 concernenti iniziative in materia di sicurezza sul lavoro.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Carotenuto ed altri n. 1-00080 (Ulteriore nuova formulazione), Mari ed altri n. 1-00179, Gribaudo ed altri n. 1-00180 e Soumahoro e Schullian n. 1-00181 concernenti iniziative in materia di sicurezza sul lavoro.

Ricordo che nella seduta di lunedì 18 settembre 2023 si è svolta la discussione sulle linee generali ed è intervenuto il rappresentante del Governo.

Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, sono state presentate le mozioni D'Alessio ed altri n. 1-00182 e Rizzetto, Giaccone, Tenerini, Pisano ed altri n. 1-00183. I relativi testi sono in distribuzione.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire, esprimendo altresì il parere sulle mozioni presentate.

CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Grazie, Presidente. Sulla mozione Carotenuto ed altri n. 1-00080 (Ulteriore nuova formulazione) il parere è favorevole sulle premesse, chiedendo di espungere il 20° capoverso che inizia con le parole “in tema di ampliamento delle tutele (…)” e che finisce con: “(…) senza che però si registri alcun seguito a riguardo”. Per quanto riguarda gli impegni, sugli impegni 1) e 2) il parere è favorevole; sull'impegno 3) il parere è contrario; sull'impegno 4) il parere è favorevole; sull'impegno 5) il parere è favorevole con la riformulazione “valutare l'adozione di ogni misura utile a favorire e rafforzare la formazione continua dei lavoratori nell'ambito della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro”; sull'impegno 6) il parere è favorevole; sull'impegno 7) il parere è favorevole con la riformulazione “ad adottare ogni iniziativa di competenza volta a consolidare e rafforzare l'attività di controllo in materia di sicurezza sul lavoro”; sugli impegni da 8) a 11) il parere è favorevole; sull'impegno 12) il parere è favorevole, con la riformulazione “a valutare l'adozione di ogni iniziativa di competenza volta a definire le procedure di qualificazione delle imprese (codice patente a punti) in ordine al soddisfacimento dei requisiti minimi in materia della normativa sulla salute sulla salute e sicurezza sul lavoro, tenendo conto della specificità dei singoli settori merceologici”; sull'impegno 13) il parere è favorevole con la riformulazione “ad adottare le iniziative di competenza volte a introdurre disposizioni di carattere premiale in favore delle imprese che assicurano effettivamente le più salde tutele per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, tenuto anche conto delle regole introdotte dal codice degli appalti recentemente entrato in vigore”; sull'impegno 14) il parere è favorevole, con la riformulazione “ad avviare ogni iniziativa di competenza al fine di proseguire i lavori di un tavolo tecnico con il compito di proporre una revisione generale dei vigenti accordi Stato-regioni in tema di livelli della formazione sulla sicurezza sul lavoro, sui contenuti dei gruppi dei percorsi formativi e dell'aggiornamento, in modo da assicurare qualità ed efficacia alla formazione”.

Per quanto riguarda la mozione Mari ed altri n. 1-00179, il Governo esprime parere favorevole sulle premesse; il parere è altresì favorevole sull'impegno 1) con la riformulazione, secondo quanto contenuto nella mozione già approvata anche al Senato, “a favorire il potenziamento degli organici”; sugli impegni da 2) a 10) il parere è favorevole; sull'impegno 11) il parere è contrario; sull'impegno 12) il parere è favorevole.

Per quanto riguarda la mozione Gribaudo ed altri n. 1-00180, il Governo esprime parere favorevole sulle premesse e parere favorevole sugli impegni da 1) a 5); parere favorevole sull'impegno 6) con la riformulazione “a favorire, per quanto di competenza l'approvazione, di norme finalizzate alla istituzione della comunicazione annuale alle Camere sullo stato della sicurezza nei luoghi di lavoro da predisporre a cura del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali”; parere favorevole sugli impegni 7) e 8); parere favorevole sull'impegno 9 con la riformulazione “ad adottare le opportune iniziative di competenza affinché vengono analizzati i dati sulla sinistrosità sul lavoro e sulla insorgenza di patologie correlate alla funzione lavorativa e dell'eventuale correlazione con la diffusione di tipologie contrattuali diverse da quelle di dipendente a tempo indeterminato, sulla diffusione di un'appropriata cultura della formazione e della prevenzione tra tali lavoratori”; sull'impegno 10) il parere è contrario.

Per quanto riguarda la mozione Soumahoro e Schullian n. 1-00181, il parere è favorevole sulle premesse; sull'impegno 1) il parere è favorevole; sull'impegno 2) il parere è favorevole con la riformulazione “a valutare l'adozione di ogni iniziativa di competenza volta a definire procedure di qualificazione delle imprese (codice patente a punti) in ordine al soddisfacimento dei requisiti minimi in materia di rispetto della normativa in materia di sicurezza di salute e sicurezza sul lavoro, tenendo conto della specificità dei singoli settori merceologici”; sull'impegno 3) il parere è contrario; sull'impegno 4) il parere è favorevole; sull'impegno 5) il parere è favorevole con la riformulazione “a introdurre disposizioni di carattere premiale in favore delle imprese che assicurano ulteriori e più salde tutele per la prevenzione degli infortuni sul lavoro”; sull'impegno 6) il parere è favorevole;

Sull'impegno 7), il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a favorire l'avvio di un'attività conoscitiva di monitoraggio sui dati di rilievo in materia di salute e sicurezza lavoro”; sull'impegno 8), il parere è contrario; sull'impegno 9), il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di favorire l'interoperabilità e la piena cooperazione, tra l'Ispettorato nazionale del lavoro e l'INAIL, delle banche dati rilevanti ai fini dell'attività di controllo, nel rispetto della disciplina relativa alla protezione dei dati personali”.

Per quanto riguarda la mozione D'Alessio ed altri n. 1-00182, il parere è favorevole sulle premesse, ad eccezione del capoverso n. 6, al quale si chiede di inserire dopo le parole “in base ai dati disponibili”, le parole “la dicitura dell'anno 2022”; sull'impegno 1), il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a favorire il potenziamento degli organici delle professionalità nonché una migliore organizzazione”; sull'impegno 2), il parere è contrario; sugli impegni da 3) a 11) il parere è favorevole.

Per quanto riguarda, la mozione Rizzetto ed altri n. 1-00183, il parere è favorevole sulle premesse ed è altresì favorevole sugli impegni da 1) a 14).

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare il deputato Pisano. Ne ha facoltà.

CALOGERO PISANO (NM(N-C-U-I)-M). Desidero iniziare il mio intervento di oggi ricordando Alberto Vella di 34 anni e Daniel Giudice di 32 anni. Due miei conterranei, due miei amici, con cui ho condiviso anche la passione politica, che hanno tragicamente perso la vita durante la notte del 14 settembre scorso, mentre svolgevano il loro lavoro trasportando un pullman, su incarico della Prefettura di Agrigento, con 18 migranti.

Alberto è stato sempre un appassionato delle tradizioni popolari della nostra terra; passione che tramandava anche ai bambini, coinvolgendoli nel gruppo folkloristico, con la convinzione che un vero sviluppo della Sicilia e della provincia di Agrigento fosse possibile. Questi erano i motivi che l'hanno spinto a non lasciare mai la Sicilia.

Quello di Daniel invece era un sogno che si realizzava: era riuscito, dopo tanto tempo passato a lavorare in Lombardia, a rientrare nella sua terra.

A nome mio e a nome di tutto il gruppo di Noi Moderati, ci tengo ad esprimere la nostra vicinanza alle famiglie, agli amici e ai colleghi di Alberto e Daniel. Insieme a loro, non posso non ricordare i tanti, troppi, morti sul lavoro, i più recenti della tragedia di Brandizzo, in una lunga lista.

Vedete, la sicurezza sul lavoro è un tema che non dovrebbe avere colore politico ma dovrebbe vederci tutti uniti verso un unico obiettivo: garantire la sicurezza a tutte le donne e agli uomini che quotidianamente si recano sul posto di lavoro, lasciando a casa la propria famiglia.

E' proprio in quella casa che dobbiamo garantirgli di rientrare ed è proprio in questo senso che si muovono la mozione di maggioranza e l'operato del Governo: mi preme ricordare a tutti i colleghi come questo Governo e questo Parlamento siano attivi in materia di sicurezza del lavoro ed è dimostrato dal decreto Lavoro dello scorso maggio e dal decreto Caldo votato da quest'Aula la settimana scorsa.

Il Governo, inoltre, attraverso il tavolo tecnico presso il Ministero del lavoro, è in costante confronto con tutte le associazioni di categoria al fine di rispondere alle esigenze di tutti i lavoratori e lavoratrici dettate anche dalla transizione al digitale in costante mutamento.

Per questo motivo, riteniamo che la tematica della sicurezza sul lavoro debba essere di interesse collettivo e, pertanto, debba partire proprio dalle scuole, dove si deve fare formazione ed informazione sul tema, affinché le regole di base siano sin da subito condivise e chiare a tutti. Riteniamo, inoltre, che sia fondamentale un controllo più attento sulle imprese e sulle scuole di formazione affinché, da una parte, le leggi sulla sicurezza del lavoro siano rispettate sui luoghi di lavoro da tutti, lavoratori e datori di lavoro; dall'altra parte, si garantisca che le scuole di formazione forniscano percorsi formativi realmente approfonditi.

Bisogna, inoltre, pensare anche a un sistema di premialità per le imprese più virtuose che investono in sicurezza e formazione. Il momento storico che stiamo vivendo ci impone una importante riflessione; da una parte, la pandemia ha aperto le porte ad un nuovo modo di approcciarsi al lavoro, dall'altro la condizione prolungata di smart working sta cominciando a cedere il passo a un rientro graduale al lavoro in presenza.

La sfida, pertanto, deve essere quella di disegnare una sicurezza sul lavoro che tenga conto di tutte le figure e le modalità coinvolte nel processo lavorativo. Con l'invito a tutti i colleghi a far fronte comune, annuncio il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Mari. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. Innanzitutto, come Alleanza Verdi e Sinistra, vogliamo pensare e sperare che questa votazione di più mozioni sulla sicurezza del lavoro non sia un passo indietro rispetto a quello che ha fatto il Senato, dove, invece, c'è stata la possibilità di costruire una mozione unitaria, condivisa da tutte le forze politiche, su iniziativa del nostro senatore Tino Magni. Però, bisogna anche dire che abbiamo già svolto una parte della discussione, illustrando le mozioni, e alcune parole, senza dire chi le ha pronunciate, perché non serve a niente, a mio parere risultano pericolose. Quindi, se ci sono differenze è meglio forse che vengano fuori. Parole come “imperizia” e “negligenza”, in caso di incidenti sul lavoro, o “lavoratori che sottovalutano il rischio” credo siano assolutamente inopportune da pronunciare in quest'Aula e in questo momento, anche dopo le sollecitazioni, le sottolineature e il richiamo fatto dal Presidente della Repubblica.

Noi invece, grazie anche a queste mozioni e al lavoro che si fa nelle Commissioni permanenti e nelle Commissioni d'inchiesta, dobbiamo agire e per agire dobbiamo capire se c'è una specificità del nostro Paese. Io credo che ci sia: i dati dicono che c'è una specificità tutta italiana. Abbiamo dati che, se li confrontiamo con il resto dell'Europa, sostanzialmente sono in linea per quanto riguarda il totale degli incidenti; invece, per quanto riguarda gli incidenti gravi e mortali, noi siamo al terzo posto in Europa, dietro soltanto a Cipro e Bulgaria.

Quindi, il nostro tasso di caduti sul lavoro ogni 100.000 occupati è il dato significativo e drammatico da cui dobbiamo partire. Quindi, a partire da questo dobbiamo capire quali siano gli indicatori sui quali agire, se vogliamo fare qualcosa come Parlamento ma anche come Governo.

Io credo che l'altro elemento sia la precarietà del lavoro. In Europa circa un lavoratore su 8 ha un lavoro a tempo determinato, quindi è precario. L'Italia si colloca al sesto posto, ma, ahimè, con un trend assolutamente in crescita. In Italia si registra la tendenza peggiore d'Europa dal punto di vista della precarietà del lavoro nell'ultimo decennio. Poi, c'è la questione del tempo di lavoro. In base agli ultimi dati OCSE, risulta che l'Italia, subito dopo la Grecia e l'Estonia, è il Paese dell'area euro dove si lavorano più ore alla settimana: 33 ore, 3 ore in più rispetto alla media europea di 30 ore e addirittura 7 ore in più rispetto alla Germania.

Inoltre, c'è il tema del reddito. Siamo il Paese europeo in cui il reddito si è addirittura ridotto negli ultimi 30 anni e in particolare nell'ultimo decennio. Siamo uno dei 6 Paesi europei su 28 in cui non c'è un salario minimo e, quindi, siamo il Paese d'Europa con la maggior quota percentuale di lavoratori poveri. Siamo uno dei pochi Paesi europei in cui non c'è un'integrazione del reddito, com'era il reddito di cittadinanza per questi lavoratori con un salario troppo basso. Noi siamo, dal punto di vista dell'età pensionabile, agli ultimi posti. Mediamente nei Paesi UE gli uomini vanno in pensione a 64 anni e 4 mesi; le donne a 63 anni e 4 mesi. Gli italiani e le italiane vanno in pensione due anni dopo rispetto alla media degli altri cittadini europei.

Quindi, non dobbiamo commettere l'errore di fermarci al corollario. Dobbiamo indagare in profondità le cause dell'insicurezza del lavoro nel nostro Paese, le cause di tanti incidenti gravi e mortali. Non dobbiamo commettere l'errore di fermarci sul corollario!

Io ho qualcosa sulla formazione, che è questione centrale e necessaria. Noi abbiamo bisogno di un piano di formazione, ma cerchiamo di non creare orde di formatori che non hanno mai lavorato un'ora in vita loro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Cerchiamo di non consegnare la formazione per la sicurezza sul lavoro al sistema malato della formazione regionale. Cerchiamo di evitare, per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro, una formazione generalista: ogni lavoro, ogni mansione ha bisogno di una specifica formazione. Evitiamo assolutamente che la formazione sia una certificazione, ossia che essa possa essere a cura di società, di agenzie specializzate, di consulenti del lavoro. La migliore formazione è quella affidata al lavoratore esperto, al compagno di lavoro che in questo modo avrebbe un alleggerimento del carico di lavoro in prossimità dell'età pensionabile.

A proposito di età pensionabile, l'abbiamo detto: abbiamo la più alta età pensionabile d'Europa e non è sufficiente, da questo punto di vista, operare sulla flessibilità, perché operando sulla flessibilità, come sappiamo, c'è chi, invece, la flessibilità in uscita non se la può permettere e, quindi, rimane sul luogo di lavoro. Interveniamo, invece, sui coefficienti di trasformazione e facciamo in modo che, soprattutto sui lavori usuranti, quelli più pericolosi, si possa andare in pensione prima, ma tutti. Facciamo in modo che a 70 anni davvero non si possa stare più su un ponteggio.

Il tempo di lavoro, l'orario di lavoro va ridotto. Dobbiamo ridurlo a parità di salario, perché, con un orario mediamente così lungo, detassare semplicemente gli straordinari, care colleghe, cari colleghi e rappresentante del Governo, può essere una cosa che ha una sua utilità, ma significa aumentare la precarietà del lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), perché se si fanno più straordinari in molti settori quel lavoro, ahimè, diventa più pericoloso. In edilizia, per esempio, al tempo del superbonus si è fatto un buon contratto. È stato introdotto il DURC di congruità, sono aumentati i redditi dei lavoratori, sono diminuite le ore per addetto e sono diminuiti anche gli infortuni. Oggi, invece, come molti sanno, le gare nei cantieri pubblici registrano, andando a parlare di subappalti, il 25 per cento di ribasso all'assegnazione e un altro 15-20 per cento nel subappalto. Sette infortuni su 10 in edilizia avvengono nella catena dei subappalti.

Sul reddito, faccio presente che 22 Paesi europei hanno il salario minimo per legge; questo la dice lunga. I redditi troppo bassi sono quelli che spingono i lavoratori a lavorare di più, a lavorare oltre l'orario di lavoro, che è una causa decisiva di infortuni.

C'è, poi, il tema della dimensione d'impresa. Lo dice l'INAIL: l'INAIL certifica che la nostra dimensione di impresa, cioè il fatto che le nostre imprese siano troppo piccole, è una causa degli incidenti sul lavoro.

C'è la questione del lavoro nero che non compare ovviamente nelle classifiche e ci impedisce di vedere e di censire una parte rilevante degli infortuni, a volte addirittura mortali come accade per gli immigrati in agricoltura, che sono vittime del caporalato. È notizia di oggi che sono 3 milioni i lavoratori in nero e, anche qui, in tutta Europa si fa meglio. Segnalo che, anche se il fenomeno è presente e in crescita, in altri Paesi, come in Germania, in Francia e in Spagna, si interviene. Innanzitutto, negli altri Paesi il fenomeno è presente ma soprattutto nel lavoro autonomo, mentre l'Italia è campione, anche qui, di lavoro sommerso. Ma sono soprattutto le contromisure a fare la differenza: dai controlli porta a porta della Germania, al piano del Governo in Francia, ai risultati della Spagna, che sono effetto della lotta contro la precarietà.

Queste sono tutte cose, evidentemente, che, a uno sguardo superficiale, possono avere poco a che fare con la sicurezza. Non ci stancheremo mai di dire che non è così. Non è così! Le nostre mozioni impegnano il Governo su questioni importanti. Ci dispiace che sia stata modificata la prima, ma crediamo che il potenziamento degli organici, delle professionalità e delle strutture in cui operano gli organici sia questione decisiva.

PRESIDENTE. Onorevole, dovrebbe concludere.

FRANCESCO MARI (AVS). Riteniamo anche importante il tema della procura, o almeno, diciamo così, della costituzione presso tutti gli uffici giudiziari di pool di specialisti. Ci teniamo, però, in particolare a segnalare il punto 5 e il punto 7: ossia individuare i lavoratori che sono in particolari condizioni di fragilità, per i quali si aumenta il rischio, quindi individuare le best practice.

PRESIDENTE. Onorevole, ha esaurito il suo tempo.

FRANCESCO MARI (AVS). Ho finito. Ancora, le nuove tecniche di monitoraggio. Dobbiamo compiere uno sforzo di innovazione da questo punto di vista, però dobbiamo tenere anche lo sguardo fisso sulle cause fondamentali degli infortuni, in particolare di quelli molto gravi e di quelli che portano alla morte tante lavoratrici e tanti lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Alessio. Ne ha facoltà.

ANTONIO D'ALESSIO (A-IV-RE). Grazie, signora Presidente. Quando leggiamo alcuni dati e prendiamo coscienza della gravità di essi dovremmo responsabilmente stringerci intorno ad un unico tavolo, a un unico momento di riflessione, e dire a gran voce che su questo tema non si mettono bandierine, non si strumentalizza, non si compiono azioni politiche per dire chi è più bravo, non si fa a gara in una inutile competizione per dare l'impressione di superare gli altri nella tutela dei lavoratori.

Sia ben chiaro, qui siamo tutti in buona fede, anche come impostazione politica, ma il tema della tutela dei lavoratori è di tutti; non è un tema che può essere appannaggio di qualcuno o dato in appalto a qualche gruppo. Questo chiaramente non significa - quando si trovano mozioni unitarie come quella che avremmo dovuto cercare con tutte le nostre forze, oggi, come ha fatto peraltro il Senato - appiattirsi o omologarsi al pensiero di un altro o all'idea di un altro, perché poi ci sono proposte diverse, idee diverse su come migliorare la situazione.

Avremmo provato in un secondo momento anche a diversificare naturalmente le linee politiche e le proposte politiche, però il Parlamento deve essere compatto nel riconoscere la centralità del tema e oggi abbiamo perso un'occasione: intanto un'occasione per essere coerenti con quello che fanno i nostri colleghi al Senato. Intanto siamo qui in sede di mozioni, cominciamo a chiarirlo a noi stessi, quindi la mozione poteva essere decisamente unitaria. Al Senato hanno lavorato non tanto tempo fa, ma una settimana fa, e sono arrivati ad una mozione unitaria.

In continuità con quel lavoro, avremmo dovuto trovare con tutte le forze, ripeto, la strada di una mozione unica. Avremmo dovuto raggiungere un'intesa, dando continuità e riconoscendo un collegamento con i colleghi del Senato. Qui abbiamo già un grande problema con questo bicameralismo, lo abbiamo richiamato anche questa mattina: sui testi di legge, sui decreti arriva il pacchetto bloccato e non abbiamo la possibilità di lavorarci. Analogamente accade al Senato. Allora qualcosa non funziona nel meccanismo, lo sappiamo tutti: ci parliamo addosso, facciamo emendamenti finti, perché poi sappiamo che il pacchetto è unico e non si può lavorare, li trasformiamo in ordini del giorno, lavorandoci su, studiando tutti, verificando per avere un po' di consapevolezza prima del voto e produciamo fumo.

Ora, su questa mozione, dopo che il Senato aveva raggiunto una mozione unitaria, lo ripeto ancora una volta, abbiamo “toppato” come Camera. Dovevamo farla unitaria anche noi. Lo dico senza polemiche, ma con amarezza, anche perché stimo tutti i colleghi che sono stati al tavolo con noi per cercare questa mozione unitaria, ma credo che non si sia raggiunta, in buona fede, una mozione unica per la voglia di far prevalere un'idea piuttosto che l'altra, una sensibilità piuttosto che l'altra, una diffidenza tra maggioranza e opposizioni. Per carità, tutto legittimo, però all'esterno diamo una brutta impressione, cioè la percezione della gara a chi è più bravo, a chi arriva prima, a chi la dice con maggiore vigore, con più forza, dà maggiore sensazione di voler tutelare i lavoratori. Tema, ripeto, di tutti. Confronto anche aspro, ma la finalità deve essere, e lo è, assolutamente condivisa, quella di migliorare la situazione.

La problematica dei lavoratori, tra l'altro, è interconnessa con una serie di criticità, ivi compresa la tematica del lavoro nero, ivi compresa quella della formazione, quella della necessità di adeguare le norme alle evoluzioni nel mondo del lavoro. Non solo, quindi, la necessità di un inasprimento delle pene, il richiamo alla paura delle sanzioni e delle pene collegate. Bisogna sensibilizzare il Paese in tutti gli ambienti, cominciando dai giovani, perché il fatto culturale è importante. Quindi, è importante anche la formazione, è importante investire. Vorremmo un approccio, però, più determinato da parte del Governo.

Non ci sono risorse, è vero, però il fatto delle risorse è diventato il problema di tutte le tematiche, di tutte le materie, di tutti gli argomenti. Però la politica poi fa le scelte. Allora sì alla defiscalizzazione, sì al coordinamento e all'ascolto con gli imprenditori. Dobbiamo procedere con un maggiore monitoraggio, dobbiamo procedere con maggiori controlli, ma soprattutto dobbiamo essere disposti - e lo deve essere il Governo, perché noi, come opposizione, lo facciamo come stimolo, ma il Governo deve assumersi le sue responsabilità - ad avere la forza, la determinazione e la voglia di investire veramente risorse sulla tutela dei lavoratori, perché la tutela del lavoratore non è negoziabile, non è subordinata a valutazioni condizionate, e oggi, alla luce della continuità dei gravi fatti che si verificano, è una priorità assoluta (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Tenerini. Ne ha facoltà.

CHIARA TENERINI (FI-PPE). Presidente, onorevoli colleghi, quanto accaduto a Brandizzo, ma non solo lì, impone alla politica una profonda riflessione e la necessità di affrontare in modo deciso e urgente il difficile tema della sicurezza sul posto di lavoro. Parlare di sicurezza sul posto di lavoro, mettendo al centro la persona, il lavoratore, sembra scontato, ma non lo è, nemmeno nel terzo millennio. Tragedie come questa devono insegnarci che un modello organizzativo basato esclusivamente sullo sfruttamento, la mera logica del profitto e l'eccessiva competizione può solo generare storture, che ricadono poi sui lavoratori, sulle imprese e sulla società nel suo complesso.

In materia di igiene e sicurezza sul lavoro, la Costituzione italiana, articoli 2, 32 e 41, prevede la tutela della persona umana nella sua integrità psicofisica come principio assoluto ai fini della predisposizione di condizioni ambientali sicure e salubri. Partendo da tali principi costituzionali, la giurisprudenza ha stabilito che la tutela del diritto alla salute dei lavoratori si configura, sia come diritto all'incolumità fisica, sia come diritto ad un ambiente salubre. Il quadro normativo che disciplina la materia della sicurezza sul lavoro è articolato, complesso e prevede diverse fonti.

Abbiamo la disciplina quadro, attualmente contenuta nel decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, lo Statuto dei lavoratori, per quanto attiene agli aspetti legati al controllo dell'applicazione delle misure antinfortunistiche, e la contrattazione collettiva. I principi sanciti dal nostro ordinamento giuridico sono assoluti e inderogabili da un punto di vista giuridico, però non è così, purtroppo, da un punto di vista pratico. Il numero degli incidenti in Italia è direttamente proporzionale alla violazione delle regole in materia di sicurezza. Le norme ci sono, anche se certamente possono essere migliorate e implementate. Dobbiamo, però, innanzitutto applicarle, dobbiamo pretendere che tutti facciano il loro dovere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Non mi riferisco soltanto ai datori di lavoro e alle imprese, mi riferisco anche alla pubblica amministrazione e alle parti sociali, alle associazioni di categoria e ai controllori. Quella di Brandizzo è una strage che rappresenta lo spunto per esplorare la realtà di ogni giorno, una realtà che, in Italia, registra oltre 2 morti sul lavoro al giorno, e il trend non sembra invertirsi, anzi. Nel 2022, i morti di lavoro in Italia sono stati 1.090, mentre nei primi mesi del 2023 già ci sono 450 vittime, con una media di 3 decessi al giorno. La responsabilità collettiva di tutto questo è del sistema nella sua interezza, al di là delle responsabilità individuali, che possono o meno sussistere nei vari drammi. E, allora, una riflessione appare indispensabile e urgente.

Parlare di sicurezza sul lavoro significa partire dal concetto che la prevenzione, i DPI, i controlli, le misure di adeguamento degli ambienti, l'attenzione ai macchinari, agli orari e alle procedure devono diventare la normale pratica per tutte le aziende. Ma non solo. Parlare di questi temi significa anche altro: la sicurezza è un investimento, non è soltanto un obbligo di legge o un dovere verso i lavoratori. Essa limita enormemente rischi, responsabilità e sanzioni, evita i gravosi costi conseguenti a incidenti, eventuali interruzioni di attività e danni alla reputazione. La sicurezza, quindi, è un fortissimo incentivo alla produttività, migliora l'immagine aziendale all'esterno, contribuisce a creare le condizioni per un lavoro più sereno e proficuo. Ogni euro investito in sicurezza ne genera due in risparmio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

Bisogna partire da un vero e proprio cambiamento. Bisogna considerare affari e benessere come un'integrazione efficace: lo sono e lo saranno sempre di più, soprattutto nell'ottica di quel lavoro sostenibile che diventa appeal per i talenti e ottimo supporto a prestazioni di qualità. Il drammatico aspetto umano si coniuga con un danno economico aziendale intollerabile. Non è più pensabile rinviare un approccio profondo alla sicurezza. La sicurezza sul lavoro è una priorità che non ha colori politici e su cui bisogna assolutamente fare di più, con la diffusione della cultura della sicurezza a partire dalle scuole. L'educazione alla salute e sicurezza sul lavoro rappresenta un punto importante per la crescita del cittadino. La scuola, ambiente di vita per gli alunni e ambiente di lavoro per gli insegnanti, è il luogo primario della prevenzione, dove la formazione alla salute e alla sicurezza può trovare un terreno fertile sul quale radicarsi e diventare patrimonio dell'individuo e del gruppo, fin dai primi momenti di socializzazione. L'educazione scolastica è, infatti, determinante nell'impostare negli individui comportamenti adeguati e stili di vita sani, oltre che nel favorire l'interiorizzazione delle regole e dei valori fondamentali di responsabilità sociale e civile. Di fronte all'incremento del tasso di mortalità e malattia, dovuto agli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali, è fondamentale rivalutare il ruolo educativo e formativo della scuola nel fornire gli strumenti culturali e le competenze relazionali utili all'inserimento in una futura realtà lavorativa e, in generale, nella società.

La mozione che qui ci accingiamo a votare impegna, tra gli altri punti, il Governo a integrare e rafforzare le misure finalizzate alla diffusione della cultura della salute e della sicurezza sul lavoro all'interno delle aziende stesse e nelle istituzioni scolastiche. Ma non solo. Lo stesso atto prevede la necessità che sia potenziata la formazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, nonché di favorire il potenziamento dei soggetti preposti ai controlli in materia di sicurezza e prevenzione degli infortuni sul lavoro. Quanto su espresso si traduce in due concetti fondamentali: formazione adeguata e controlli costanti.

La formazione non deve essere somministrata una tantum, ma deve essere programmata in maniera ciclica, per far sì che l'attenzione al rispetto delle procedure che garantiscono la sicurezza siano sempre al primo posto dell'attività che ciascun operatore deve affrontare in ogni turno di lavoro e i controlli sempre accurati e continui. La sicurezza sul lavoro rappresenta un obiettivo fondamentale per la nostra Nazione e per raggiungerlo occorre mettere in campo misure decise per il contrasto del lavoro nero, attraverso un'incisiva attività di controllo sulle aziende e puntando su un'attività formativa sicura ed efficace.

L'atto in discussione chiede, inoltre, al Governo di incrementare le risorse per la ricerca scientifica prevenzionale su infortuni e rischi emergenti, di adottare ogni iniziativa utile per promuovere nell'azienda l'implementazione di sistemi di gestione della salute e sicurezza del lavoro, di favorire l'instaurarsi di procedure che rendano effettivo un rapporto di cooperazione e collaborazione tra gli organi di vigilanza e le aziende, di avviare un'incisiva azione di monitoraggio e controllo nel settore della manutenzione ferroviaria rispetto alle procedure esistenti in termini di salute e sicurezza sul lavoro e alla loro effettiva attuazione e osservanza. Tutti obiettivi, a mio avviso, di primaria importanza.

Interviene, inoltre, sulla necessità di rafforzare le misure sanzionatorie nei confronti di ogni soggetto a cui la legge attribuisce obblighi in materia di sicurezza sul lavoro e che si renda artefice di gravi violazioni in materia. Mi sembra una previsione importante. È necessario pensare alla possibilità di introdurre pene più severe e immediate, fino alla sospensione dell'attività stessa dell'azienda, individuando forme di collaborazione all'interno dell'azienda per individuare precocemente le debolezze in tema di sicurezza sul lavoro.

Vorrei soffermarmi anche sugli impegni che vertono sulla necessità di introdurre sospensioni di carattere premiale in favore delle imprese che assicurano effettivamente le più salde tutele per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, in particolare sulla necessità di individuare per dette imprese dei meccanismi di defiscalizzazione. Oggi più che mai, è essenziale aiutare le nostre aziende ad essere forti sul fronte della sicurezza sul lavoro. È necessario individuare delle modalità di sgravio fiscale per i costi sostenuti dalle imprese per l'acquisto di dispositivi di protezione, l'addestramento del personale, i costi di implementazione dei modelli previsti dalla legge n. 231 del 2001 e l'adeguamento dei luoghi in cui si esercita l'attività lavorativa. Occorre ammettere che i costi per la sicurezza sono molto pesanti per gli imprenditori e la normativa fiscale in vigore non permette di recuperarli. Bisognerebbe, invece, puntare sulla defiscalizzazione e la premiazione delle aziende virtuose. Il legislatore deve fare di tutto affinché la sicurezza sul lavoro diventi conveniente e, al tempo stesso, premiante. Ciò può avvenire attraverso la creazione di un nuovo rapporto tra lo Stato e le aziende. Un nuovo sistema che, come detto all'inizio del mio discorso, metta al centro la persona, il lavoratore, perché, riprendendo le parole del nostro Presidente Mattarella, lavorare non è morire. Le morti sul lavoro feriscono il nostro animo, feriscono le persone nel valore massimo dell'esistenza, ossia il diritto alla vita, feriscono le loro famiglie, feriscono la società nella sua interezza e, permettetemi di aggiungere, feriscono anche noi, come membri di questo Parlamento, come membri di questo Governo, di questa maggioranza e di questa opposizione, perché la sicurezza dei lavoratori è un tema che deve vederci uniti trasversalmente, perché è un tema che riguarda certamente l'oggi, ha riguardato certamente ieri, ma dovremo far sì che non riguardi assolutamente più il domani.

Questa mozione va in questo senso e per tale ragione esprimiamo, come Forza Italia, parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dario Carotenuto. Ne ha facoltà.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Grazie, Presidente. Oggi stiamo affrontando il tema delle morti sul lavoro, che è una delle ferite più dolorose e insopportabili per la nostra società, e stiamo definendo le proposte che intendiamo mettere in campo per porre fine a questa strage.

Secondo l'INAIL, in Italia muoiono in media 3 lavoratori al giorno. In 1.090, nel 2022, non sono tornati a casa dai loro cari perché strappati alla vita mentre svolgevano il loro lavoro. Ma se i numeri sono dati freddi, allora facciamo alcuni nomi. Ricordiamo Luana, la giovane madre dilaniata dall'orditoio sul quale stava lavorando perché manomesso, forse per aumentare la produttività; ricordiamo Giuseppe, Michael, Giuseppe Saverio, Kevin e Giuseppe, i cinque operai morti pochi giorni fa a Brandizzo, una carneficina; mi preme ricordare anche Giuliano che, a soli 18 anni, invece di essere a scuola era in fabbrica per uno stage ed è morto ammazzato da una lastra di metallo di oltre due tonnellate. Noi non possiamo accettare senza reagire di fronte a questa quotidiana strage di innocenti che muoiono di lavoro. Sì, Presidente, muoiono di lavoro, non solo sul lavoro. Muoiono perché, troppo spesso, sono costretti ad accettare condizioni non degne di un Paese civile. Morti di lavoro, purtroppo. Esiste una vera e propria schiavitù della necessità e oggi, mi preme ribadirlo, senza reddito di cittadinanza, le persone tornano ad essere, in molti contesti, sfruttate. Questo è un punto fondamentale del nostro ragionamento, perché non si possono continuare a mettere tutti sullo stesso piano rispetto alle responsabilità. Se i lavoratori non denunciano, e non si rifiutano di compiere lavori che mettono a rischio la propria sicurezza di vita, è perché sono sempre più esposti al ricatto della perdita del lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La precarizzazione del mercato del lavoro e l'applicazione di teorie neoliberiste cosa fanno, se non indurre ad accettare supinamente il ricatto di sfruttatori senza scrupoli? D'altra parte, è questa l'idea di società che questa maggioranza promuove. L'obiettivo è quello di creare povertà per avere manodopera a basso costo e così stiamo cominciando a leggere le nuove disposizioni in materia di quote migratorie. Volete un ascensore sociale bloccato, colleghi, dove chi sta in basso non possa emergere. Ma non pensate che, in quartieri difficili, ciò significa dare alibi a chi si trova di fronte all'offerta delle mafie che propongono uno stipendio sicuro? Non pensate che, in famiglie difficili, le donne sono meno libere di denunciare il proprio aguzzino, che spesso dorme nel loro stesso letto? No, credo che non ci pensiate, che non pensiate a tutte le contraddizioni che il vostro agire politico propone, perché anche le migliori intenzioni che raccontate attraverso slogan nei mass media compiacenti vengono a cadere di fronte agli effetti di un agire politico che divide in caste la società che state realizzando.

Riannodo i fili. Nella nostra mozione ci sono proposte di mero buonsenso e ci sono alcune innovazioni che potrebbero contribuire a mettere in sicurezza più lavoratori possibili. Noi riteniamo assolutamente necessaria una procura nazionale del lavoro, con competenze specifiche. Ci vuole altro oltre al testimonial della sicurezza che oggi la mozione di maggioranza ci propone. Serve un coordinamento più efficiente delle indagini sui reati in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro, che assicuri sinergie tra i diversi attori coinvolti, uniformità dell'intervento, specializzazione ed innovazione delle modalità di indagine. Proponiamo l'istituzione di una vera e propria patente a punti per le aziende, per premiare, ad esempio, nel meccanismo degli appalti pubblici, chi dimostra concretamente di prendersi maggior cura della sicurezza sul lavoro.

Parliamo, poi, di tutela antinfortunistica, che va ampliata anche alle attività formative, da svolgere nelle imprese, con studenti di ogni ordine e grado. Ancora, chiediamo di rafforzare gli organici di tutti gli enti preposti alla prevenzione degli infortuni sul lavoro e ai controlli. Ricordiamo il ruolo fondamentale del personale ispettivo, non quello sanitario INAIL, che nella nostra proposta potrebbe avere una nuova funzione di vigilanza collaborativa con e nelle aziende. Ci spiace non avere ancora la conferma dal Ministro Valditara che gli ispettori del lavoro non saranno utilizzati per la sicurezza nelle strade, perché è chiaro che c'è un numero troppo basso di ispettori del lavoro rispetto alle aziende che dovrebbero controllare ed è veramente assurda anche solo l'ipotesi che possano essere utilizzati in quest'altro modo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Chiediamo un piano straordinario di formazione continua. Poi, parliamo di formazione anche a proposito di ciò che si deve fare nelle scuole. La maggioranza, forse, intende promuovere la cultura della sicurezza e della salute dei lavoratori anche nell'ambito dell'educazione civica o, come leggiamo, promuovere la materia del diritto del lavoro ma a noi queste proposte sembrano del tutto insufficienti. Riteniamo, invece, necessario, nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado, l'insegnamento della disciplina della cultura della sicurezza, così come descritta nella proposta di legge Barzotti.

Mi avvio alla conclusione, Presidente. Il MoVimento 5 Stelle è una forza politica seria e, di fronte alle proposte della maggioranza, rimaniamo francamente imbarazzati - noi per loro - giacché rileviamo, sì, delle buone intenzioni in questa vostra mozione ma queste parole contrastano con le vostre politiche del lavoro, che non fanno altro che rendere i lavoratori più fragili e più esposti ai rischi. Oggi abbiamo fortemente voluto discutere di un pacchetto di norme chiare che possano migliorare la sicurezza sul lavoro nel nostro Paese, consapevoli che nessuna di queste, da sola, è la soluzione che ci permette di far fronte a una vera e propria piaga. Tuttavia, nel loro insieme possono far bene, anzi, essere preziose e ce lo dimostra anche il vostro atteggiamento verso quasi tutte le nostre proposte. Però, non basta, perché solo ampliando lo sguardo e mettendo in pratica una visione d'insieme capace di porre al centro la persona e il ruolo del lavoro nella nostra società saremo in grado di mettere davvero in campo una soluzione. Allora, ci vuole il reddito di cittadinanza, ci vuole il salario minimo, ci vuole la lotta al lavoro precario e sottopagato: sono gli altri tasselli di cui non è possibile fare a meno per una società più giusta, dove la redistribuzione della ricchezza è una priorità e l'equità sociale una necessità, per una società in cui non si muoia di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giaccone. Ne ha facoltà.

ANDREA GIACCONE (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, ci troviamo, purtroppo, oggi, ad affrontare nuovamente in quest'Aula il tema della sicurezza e degli infortuni sul lavoro.

La tragedia di Brandizzo, con 5 operai morti durante i lavori di manutenzione dei binari ferroviari, ma anche la morte di 3 operai per un'esplosione all'interno di una fabbrica in provincia di Chieti rappresentano solamente gli ultimi casi eclatanti di quello che, purtroppo, è uno stillicidio quotidiano. I dati del 2023 ci parlano di 559 vittime fino a luglio, delle quali 430 sui luoghi di lavoro e 129 durante il trasferimento verso il luogo di lavoro. Parliamo, quindi, di una media di 80 decessi al mese, ai quali si aggiungono quasi 345.000 denunce di infortunio, come riferiscono i dati dell'INAIL. E la situazione nel 2022 non era più rassicurante, con un dato di 1.090 infortuni mortali sul lavoro.

Il fenomeno degli incidenti sul lavoro dal punto di vista statistico è condizionato dall'andamento economico: gli incidenti tendono a ridursi quando la produzione rallenta e diminuiscono le ore lavorate, mentre tornano a crescere con la ripresa. Questa connessione tra andamento della produzione e infortuni dimostra che, nonostante i grandi passi avanti fatti negli anni in materia di normativa sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, siamo ancora lontani dall'ottenere risultati risolutivi.

Diverse sono le cause degli infortuni sul lavoro e se ne potrebbe discutere all'infinito: in alcuni casi, mancanza di formazione, in altri, eccesso di sicurezza quando il lavorare in condizioni di insicurezza diventa prassi. Di certo, si può dire che la stragrande maggioranza degli infortuni gravi deriva dalla disapplicazione delle norme e delle procedure in materia di sicurezza sul lavoro.

Un'analisi delle cause, nella loro molteplicità, fa capire come il problema vada affrontato nella sua complessità e, come ho detto anche durante la commemorazione delle vittime per la strage di Brandizzo, credo che non ci si possa sottrarre ad una riflessione su un modello di sviluppo che, anche per le conseguenze nefaste determinate dagli effetti della globalizzazione senza freni sull'economia di mercato, porta ad una sfrenata concorrenza anche sulla velocità delle lavorazioni, spesso a discapito della sicurezza che - lo vogliamo dire chiaramente - non è un costo, ma deve essere considerata un investimento.

Un tema, quello della sicurezza sul lavoro, che è prioritario per questo Governo. Non si possono, ad esempio, non citare gli interventi previsti nel decreto Lavoro, il decreto-legge n. 48 del 2023, che contiene importanti misure in materia di rafforzamento delle regole di sicurezza sul lavoro e di tutela contro gli infortuni, nonché di aggiornamento nel sistema dei controlli ispettivi; così come le misure adottate in emergenza con l'approvazione del decreto-legge Caldo, il n. 98 del 2023, a tutela di specifiche categorie di lavoratori particolarmente esposti agli eventi climatici estremi.

Ogni provvedimento è stato assunto attraverso il dialogo con associazioni ed enti di categoria nell'ambito del tavolo tecnico sulla sicurezza presso il Ministero del Lavoro, che si pone l'obiettivo di un'ampia riforma per modificare ed aggiornare le norme che non rispondono più, stanti i cambiamenti nel mondo del lavoro, alle attuali necessità.

Allo stesso modo, credo che sia centrale il lavoro del Parlamento, sia all'interno della Commissione lavoro sia all'interno della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro istituita durante questa legislatura. A tal proposito, desidero ringraziare la presidente e l'ufficio di presidenza per la tempestività, per i sopralluoghi che sono stati svolti sul luogo della strage di Brandizzo.

La nostra mozione di maggioranza cerca di affrontare la complessità della materia con un approccio strutturato con diverse azioni in diversi settori. In particolare, riteniamo importanti le azioni in materia di prevenzione, con la formazione, di vigilanza e degli incentivi, la politica degli incentivi. La formazione è centrale e va declinata ai diversi livelli, dalle scuole sino ai luoghi di lavoro, in modo che venga implementata una vera e propria cultura e consapevolezza della sicurezza.

Parlo di consapevolezza e di cultura della sicurezza, perché, se non si riesce ad inculcarla, i corsi di formazione rischiano, in alcuni casi, di essere fatti per avere la certificazione, con gli insegnamenti che vengono costantemente disapplicati nella quotidiana attività lavorativa. Sicuramente, un lavoro importante a livello di formazione e consapevolezza avrà un ruolo fondamentale per la riduzione degli infortuni.

Allo stesso modo, non si può trascurare l'importanza delle attività di controllo e vigilanza, per le quali la nostra mozione prevede di favorire il potenziamento degli organici e delle competenze dei soggetti preposti ai controlli in materia di sicurezza e prevenzione degli infortuni; ma anche di favorire l'instaurarsi di procedure che rendano effettivo un rapporto di cooperazione e collaborazione tra gli organi di vigilanza e le aziende.

Le verifiche preventive in specifiche situazioni possono accertare la conformità dei luoghi di lavoro alle norme della sicurezza, il tutto mettendo l'azienda nelle condizioni di riparare tempestivamente alle eventuali difformità rilevate in un'ottica di prevenzione dei rischi. Così come, sicuramente, un altro aspetto da affrontare e da considerare è quello di rafforzare le misure sanzionatorie nei confronti di ogni soggetto la cui legge attribuisce obblighi in materia di sicurezza sul lavoro e che si renda artefice di gravi violazioni in materia.

Sicuramente, una politica seria non può prescindere dall'incentivazione alle aziende e in quest'ottica le nostre riflessioni hanno portato a prevedere l'introduzione di disposizioni di carattere premiale in favore delle imprese che assicurino effettivamente le più salde tutele per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e ad individuare modalità di defiscalizzazione dei costi di sicurezza sul lavoro, al fine di incentivare la predisposizione dei dispositivi di protezione, soprattutto con riferimento alle piccole e medie imprese.

Signor Presidente, ho ascoltato gli interventi che mi hanno preceduto. Credo che, al netto delle posizioni, le cose che ci accomunano sulla sicurezza siano più di quelle che ci dividono. In quest'ottica, spero che il Parlamento, tutto assieme, possa continuare a lavorare, così come si sta facendo in Commissione lavoro.

La risoluzione di maggioranza è ampia e articolata, ma ho voluto sottolineare alcuni punti che dimostrano come si sia voluto affrontare un tema complesso e complicato nella sua interezza, per cui la Lega voterà convintamente a favore della risoluzione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali, Durigon, per una precisazione su un parere. Ne ha facoltà.

CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Grazie, Presidente. Precedentemente, sulla mozione D'Alessio, avevo espresso parere contrario sul punto 2, invece propongo una riformulazione con cui si impegna il Governo a favorire il coordinamento delle attività ispettive tecniche in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro tra il personale delle ASL e quello dell'INL.

PRESIDENTE. Bene. Ha chiesto di parlare il deputato Scotto. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Signori del Governo, il punto che ci divide, anche oggi, non è lo sconcerto, il dolore e la rabbia per quello che accade ogni giorno sui ponteggi di un cantiere edile, su un nastro trasportatore di una fabbrica, su una cisterna in una cantina. Non ci divide la paura nei confronti dell'evoluzione di un Paese che ha tre morti al giorno, secondo i dati dell'INAIL. Non ci divide quello che abbiamo provato tutti quanti all'indomani della strage di Brandizzo e delle tante Brandizzo che attraversano questo Paese, talvolta con una contabilità meno forte, meno impattante, ma altrettanto drammatica, perché in questa Spoon River di morti, di donne e di uomini che lasciano la vita lavorando, nessuno di noi può essere insensibile.

Però, qualcos'altro ci divide. Ci divide l'idea di un modello di sviluppo fondato su una competizione che continuate a ritenere al ribasso sulle tutele, sui salari, sugli investimenti.

Vedete, la cosa che ci divide, in fondo, cos'è? È l'idea di un Paese che non scommette sulla qualità del lavoro. Credo che quando un Paese non scommette sulla qualità del lavoro è un Paese che non incrocia la modernità e non può parlare di giustizia sociale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Perché dico questo? Perché tutti abbiamo ascoltato le parole di Sergio Mattarella: morire è un oltraggio ai valori della convivenza.

Ricordo un altro Presidente della Repubblica, cui mandiamo i nostri auguri, perché sta facendo una battaglia, una lotta difficilissima in queste ore, Giorgio Napolitano (Applausi), che ispirò l'ultima grande riforma sulla sicurezza sul lavoro, il decreto legislativo n. 81 del 2008, quando il 1° maggio del 2008, all'indomani di stragi enormi, pronunciò parole nettissime, che ancora oggi parlano alla nostra coscienza. Giorgio Napolitano diceva questo: “E se ho di frequente preso la parola in proposito, è perché ho ogni volta sentito personalmente indignazione e dolore, pena e solidarietà per i famigliari delle vittime, volontà di reagire, di fermare una tragica catena di morte” I numeri sono pesanti. Parliamo di quel periodo, 1° maggio 2008. “Anche negli ultimi mesi: dal 1° gennaio, 301 casi mortali, 270.000 infortuni; solo in aprile, 69 casi mortali, 57 mila infortuni […]”. Quando poi si verificano assurde e atroci tragedie, come quella […] della Thyssen di Torino […], di Marghera e, infine, non meno dolorosamente e assurdamente […] di Molfetta, allora si leva ancor più fortemente il grido: Basta!. Non può continuare così, non ci si può rassegnare come ad una inevitabile fatalità”. Queste le parole di Giorgio Napolitano.

E allora io la dico così, signora Presidente, la dico a chi siede sui banchi del Governo e a chi sta in maggioranza: siamo uniti contro gli infortuni sul lavoro, ma siamo divisi sulle ricette e anche rispetto a una certa velocità rispetto alle scelte che vanno operate.

Lunedì scorso, avete varato provvedimenti di legge come se fossero di un'urgenza gigantesca, penso all'intervento sul codice della strada o all'intervento sulla necessità del 6 in condotta agli studenti, con obbligo di rimando; tra parentesi, nei giorni in cui tutti noi e tutti i dati rilevano la difficoltà delle famiglie ad acquistare i libri scolastici, perché non ci sono i soldi a sufficienza, voi pensate al 6 in condotta per gli studenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Ma non è questo il punto. Nelle varie urgenze, avete alzato, da 12 a 18 mesi, la detenzione nei CPR e, all'indomani di Brandizzo, non avete avuto la sensibilità per convocare un Consiglio dei ministri e varare un decreto che assumesse immediatamente 1.000 ispettori in più sul lavoro per evitare la moltiplicazione degli infortuni e per aumentare i controlli! Lo dico così: siete quelli che hanno appena tolto mezzo miliardo sulla sicurezza delle tecnologie nelle ferrovie e non avete ancora detto quando li ripristinerete. Siete quelli che hanno cambiato il codice degli appalti, inserendo i subappalti a cascata e non avete detto una parola sul massimo di ribasso, anche nella pubblica amministrazione.

E allora, se vogliamo cambiare insieme, cambiamo subito il codice degli appalti ed eliminiamo, soprattutto nei settori più sensibili, nei cantieri delle Ferrovie dello Stato o dei grandi lavori pubblici che attraverseranno col PNRR il nostro Paese, il ricorso ai subappalti a cascata, se volete prendere un impegno sulla sicurezza sul lavoro, questo è l'impegno che dovete prendere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

E poi, signor Presidente, una qualche misura diciamo un po' più seria su alcuni settori. Io penso, per esempio, che aver ascoltato dalla Ministra, oggi, parole timide sulla formazione dei lavoratori sia un insulto a questo Parlamento, dopo tutte le cose che succedono ogni giorno; soltanto l'aver pensato, in una bozza di un accordo tra Stato e regioni, di proporre di ridurre da 16 a 10 ore per la formazione obbligatoria per i lavoratori, come aver concepito la formazione a distanza in alcuni settori specifici, è qualcosa di incredibile. Le cito alcune cose; penso ai cantieri edili e a ciò che la Ministra del Lavoro e delle politiche sociali vorrebbe introdurre attraverso la formazione a distanza, ridotta nel tempo: movimentare, caricare, scaricare, sollevarle, ordinare, pulire. Vorrebbe insegnarglielo a distanza, con un computer. Ancora: lavorare su strade, scavare a mano, tagliare materiali vivi, usare la corrente elettrica, collegamenti a distanza, prolunghe, prese, spine, illuminazione o, addirittura, intervenire in emergenza e saper riconoscere l'emergenza.

Ora, se pensate che potete formare lavoratori sui cantieri edili a distanza, su materie così difficili, significa che siete impazziti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), lo ripeto, siete impazziti, di fronte ai numeri drammatici che questo Paese sta vivendo. Allora, vi chiediamo di cambiare rotta, voi, signori del Governo. Sappiamo che ciascuno e ciascuna di noi ha a cuore la sicurezza sul lavoro, ma le vostre ricette, quelle che sono accompagnate da un'ulteriore precarizzazione del lavoro, da scelte sbagliate sul codice degli appalti, da una deregulation totale sui lavori pubblici - penso all'ultima chicca, l'eliminazione del parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici su lavori strategici nelle autostrade e nei cantieri - tutte queste scelte che vanno verso la deregulation sono sbagliate.

Per queste motivazioni, troviamo insufficiente la mozione di maggioranza, pensiamo che non ci siano elementi che ci rassicurano, pensiamo che sia sbagliato il “no” alle mozioni dell'opposizione, che chiedono un intervento per rafforzare le procure che indagano sugli infortuni sul lavoro, compresa la necessità di avviare una riflessione per una Procura nazionale.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Per queste motivazioni non voteremo la mozione della maggioranza e voteremo quelle delle opposizioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marcello Coppo. Ne ha facoltà.

MARCELLO COPPO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, ho assistito a tutta la discussione e penso che non si sia colto, tranne ovviamente da parte delle forze di maggioranza, il problema della sicurezza sul lavoro. Io ho visto, nei vari interventi, gli occhi che chiedevano sanzioni, chiedevano procure speciali, chiedevano quasi un controllo ex post di quella che era la sicurezza sul lavoro, probabilmente perché in certe visioni la sicurezza sul lavoro è carta. Perché oggi come funziona la normativa, che non è cambiata dal 2008 ad oggi, ve lo segnalo, perché adesso si ragiona di tante modifiche, ma dal 2008 ad oggi non è stata un granché modificata? Perché dico: “carta”? Perché a volte è meglio avere la valutazione dei rischi, piuttosto che evitare i rischi. Ogni tanto succede quello. Vi è una narrativa per la quale, da una parte, vi sono i cattivissimi datori di lavoro, che sfruttano e, dall'altra parte, i lavoratori, che vengono sfruttati.

Vi segnalo che esistono quei casi, ma non sono la maggioranza del Paese, perché nella maggioranza del Paese ci sono persone che lavorano e lavorano con buonsenso e cognizione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). La carta fa distrarre. Vi faccio un esempio semplice: quando andate in banca a firmare i documenti del conto corrente, vi fanno fare almeno altre sette, otto, dieci o quindici firme; chi di voi legge quei fogli? Chi di voi sa che cosa ha firmato? Ma la valutazione dei rischi, secondo voi, quanto tempo ci mette a farla il datore di lavoro? Sono quasi dei moduli prestampati, a seconda dei vari tipi di attività, in modo tale che almeno sono a posto, sono a posto con la coscienza e sono a posto, soprattutto, con chi mi viene ad accertare. La sicurezza sul lavoro se vogliamo garantirla, se vogliamo tendere a morti zero passa fondamentalmente dalla prevenzione e dalla concentrazione e attenzione mentre si fa il lavoro e, quindi, passa per forza di cose dalla formazione ed è sulla formazione che viene incentrata la mozione presentata dalla maggioranza e anche sulla sensibilità, perché fin dalla scuola bisogna capire che è importante lavorare in sicurezza e che la sicurezza è importante. È un po' come se uno avesse - scusate l'esempio un po' crudo, spero non sia troppo splatter - una pistola e stesse facendo la roulette russa: io lo so che girando il tamburello, se sparo posso anche morire. Nel mondo del lavoro molte volte questa consapevolezza non c'è, non c'è una consapevolezza del: ti dico quando c'è il treno e allora salta. Questo è dovuto a dei problemi culturali e ovviamente a una sensibilità sulla sicurezza del lavoro che non c'è, perché le regole ci sono, la valutazione dei rischi c'è, le procedure c'erano. Sono successe delle tragedie così grandi dove la sicurezza sul lavoro ha tanta di quella carta dietro che non ce ne facciamo un'idea. Succede, succede anche l'imperizia e la negligenza; c'è anche quella, non è una parolaccia, perché per risolvere il problema bisogna anche capire qual è il problema, perché se io tutti i giorni faccio la stessa cosa mi ci abituo, la prendo magari alla leggera e può succedere l'incidente, può succedere la tragedia.

Le sanzioni sono importanti e in certi casi vanno anche riviste, ma non sono la cosa fondamentale, perché la sanzione arriva dopo che la tragedia è avvenuta e noi vogliamo evitarla quella tragedia, evitarla con l'impegno delle parti sociali e di chi lavora veramente. Anche lì, a proposito del discorso degli interventi e dei controlli, i controlli devono avvenire, però, partiamo dal presupposto che un conto sono le sanzioni formali e un conto sono le sanzioni nel merito. Molte volte, ci sono troppe attenzioni sulle violazioni formali. Noi dobbiamo guardare le violazioni del merito e, soprattutto, dobbiamo investire e mirare agli interventi nei settori dove succede più spesso che uno possa rischiare la vita. Quindi, se io ho “x” persone che devono controllare, è bene che io le concentri dove c'è il serio rischio che qualcuno si faccia male. Ragioniamo insieme di queste valutazioni. Tutti, qui, siamo d'accordo che la prevenzione sia la base di tutto; tutti siamo d'accordo che la formazione sia la base di tutto. Quello che non capisco è perché non si riesca, come in Senato, a trovare una linea comune su cui lavorare. Fate conto che questa è la maggioranza che già nel decreto Lavoro ha fatto misure aggiuntive sulla sicurezza del lavoro. Questa è la maggioranza che ha votato l'istituzione di una Commissione d'inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia. Questa è la maggioranza che pensa non solo al lavoro, ma anche ai lavoratori perché ha buon senso e cognizione. E con questo ovviamente annuncio il voto favorevole del gruppo Fratelli d'Italia sulla mozione presentata dalla maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto. Il Sottosegretario Durigon chiede di intervenire per correggere un parere. Ne ha facoltà.

CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Sull'impegno 12 della mozione Carotenuto ed altri la n. 1-00080 (Ulteriore nuova formulazione), si chiede di aggiungere prima della parola “soddisfacimento”, la parola: “costante”.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, ci servono 5 minuti di sospensione perché sono pervenute diverse richieste di votazione per parti separate. Dobbiamo, quindi, disporre l'ordine delle votazioni. Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 17,35.

La seduta, sospesa alle 17,32, è ripresa alle 17,35.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Avverto che i presentatori della mozione Carotenuto ed altri n. 1-00080 (Ulteriore nuova formulazione) non hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo, ad eccezione di quella di cui al capoverso dodicesimo. Contestualmente, hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, la mozione, ad eccezione dei capoversi terzo, undicesimo e dodicesimo del dispositivo; a seguire, distintamente i capoversi terzo, undicesimo e dodicesimo.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Carotenuto ed altri n. 1-00080 (Ulteriore nuova formulazione), ad eccezione dei capoversi terzo, undicesimo e dodicesimo del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul terzo capoverso del dispositivo della mozione Carotenuto ed altri n. 1-00080 (Ulteriore nuova formulazione), con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'undicesimo capoverso del dispositivo della mozione Carotenuto ed altri n. 1-00080 (Ulteriore nuova formulazione), con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul dodicesimo capoverso del dispositivo, come riformulato, della mozione Carotenuto ed altri n. 1-00080 (Ulteriore nuova formulazione), con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Passiamo alla votazione della mozione Mari ed altri n. 1-00179.

Avverto che i presentatori hanno accettato la riformulazione proposta dal Governo e, contestualmente, hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare distintamente le parti su cui il Governo ha espresso parere favorevole da quelle su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Mari ed altri n. 1-00179, come riformulata su richiesta del Governo, ad eccezione dell'undicesimo capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Mari ed altri n. 1-00179, limitatamente all'undicesimo capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo alla votazione della mozione Gribaudo ed altri n. 1-00180.

Avverto che i presentatori hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo, ad eccezione di quelle riferite ai capoversi nono e decimo del dispositivo. Contestualmente, i presentatori hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare distintamente le parti su cui il parere del Governo è favorevole da quelle su cui il parere è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Gribaudo ed altri n. 1-00180, come riformulata su richiesta del Governo, ad eccezione dei capoversi nono e decimo del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Gribaudo ed altri n. 1-00180, limitatamente ai capoversi nono e decimo del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo alla votazione della mozione Soumahoro e Schullian n. 1-00181.

Avverto che i presentatori hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e, contestualmente, è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare distintamente: dapprima, l'intera mozione, ad eccezione dei capoversi secondo, terzo e ottavo del dispositivo; a seguire, il secondo capoverso del dispositivo, come riformulato; infine, congiuntamente, i capoversi terzo e ottavo del dispositivo, su cui il parere è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Soumahoro e Schullian n. 1-00181, come riformulata su richiesta del Governo, ad eccezione dei capoversi secondo, terzo e ottavo del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Soumahoro e Schullian n. 1-00181, limitatamente al secondo capoverso del dispositivo, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Soumahoro e Schullian n. 1-00181, congiuntamente, sul terzo e ottavo capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo alla votazione della mozione D'Alessio ed altri n. 1-00182.

Avverto che i presentatori hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e, pertanto, il parere deve intendersi favorevole alla mozione nella sua interezza.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione D'Alessio ed altri n. 1-00182, come riformulata su richiesta del Governo. Il parere del Governo è favorevole

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rizzetto, Giaccone, Tenerini, Pisano ed altri n. 1-00183, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

Annunzio della costituzione della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale.

PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale ha proceduto in data odierna alla propria costituzione. Sono risultati eletti: vicepresidenti il deputato Andrea Mascaretti e il senatore Andrea Martella; segretari il deputato Vito De Palma e la deputata Maria Cecilia Guerra (Applausi).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Devis Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Colleghi, come sempre, vi prego di uscire in silenzio per consentire ai colleghi di fare i propri interventi. Aspetti un attimo, collega Dori, altrimenti è impossibile anche solo sentire la sua voce. Diamo qualche secondo ai colleghi per lasciare l'Aula. Colleghi, per favore, se dovete parlare uscite, altrimenti non riusciamo proprio. Prego, collega Dori, proviamo.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Con il mio intervento, intendo portare all'attenzione della Presidenza della Camera e, suo tramite, del Governo quanto avvenuto questa mattina a Zinasco, in provincia di Pavia, presso il rifugio Cuori Liberi. Il rifugio fa parte della Rete dei Santuari di Animali Liberi, strutture nelle quali sono accolti, tra gli altri, cavalli, maiali, capre, anatre e altre specie animali reduci da sfruttamento o abbandono, animali sequestrati da allevamenti irregolari o vittime di maltrattamenti. Rappresentano, quindi, anche un presidio di legalità. Come avevo già evidenziato con una mia interrogazione qualche giorno fa, il 5 settembre scorso la peste suina africana ha raggiunto anche il rifugio Cuori Liberi, con 2 maiali morti trovati positivi, a cui poi se ne è aggiunto un terzo.

Immediatamente, è arrivata l'ordinanza dell'ATS di Pavia, che ha disposto l'abbattimento di tutti gli oltre 30 maiali rimasti nel rifugio, senza ipotizzare altre soluzioni. Da lì, è arrivata la richiesta degli attivisti, dei comitati e delle associazioni, tra cui anche la LAV, di non procedere con l'abbattimento, ma di trovare alternative. Preciso, infatti, che si tratta di una malattia altamente infettiva per i suini, ma non risulta in alcun modo pericolosa per l'uomo. Il virus non è trasmissibile agli umani e per arginarlo possono essere adottate dall'autorità sanitaria misure alternative, non cruente, e quindi ben più proporzionate, anziché un abbattimento generalizzato. Infatti, i referenti del rifugio e le associazioni avevano chiesto di poter interloquire con le autorità e trovare una soluzione diversa dall'abbattimento.

Eppure stamattina, all'alba, è giunto al rifugio un massiccio dispiegamento di Forze di Polizia in tenuta antisommossa, che ha caricato gli attivisti che protestavano contro l'abbattimento sui cancelli del rifugio. Alcuni attivisti sono stati trascinati per terra, altri spintonati, altri - così mi riferiscono - sarebbero finiti in ospedale, altri portati in questura.

PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

DEVIS DORI (AVS). Una volta entrati nel rifugio, sono stati poi abbattuti tutti gli animali e poi portati allo smaltimento. Credo che la situazione potesse essere gestita in maniera decisamente diversa. Già l'anno scorso nella Sfattoria degli ultimi di Roma era stata trovata una soluzione che potesse tenere insieme tutte le esigenze. Vedo, purtroppo, una continua escalation davvero di accanimento contro gli animali, che siano orsi, lupi, cinghiali o altro. Pertanto, annuncio una nuova interrogazione al Ministro della Salute, ma anche al Ministro dell'Interno, in modo che si faccia chiarezza rispetto all'accaduto di questa mattina a Zinasco (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole, anche per la pazienza nel parlare nel caos.

Ha chiesto di parlare il deputato Bruzzone. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BRUZZONE (LEGA). Presidente, la ringrazio. Volevo denunciare un fatto: qualche giorno fa Mattia Santori, che è un consigliere comunale di Bologna del Partito Democratico, si è presentato in consiglio comunale a Bologna con un vasetto di pesto, come questo (Mostra un barattolo di pesto). Presidente, lo metto via, ma era come questo…

PRESIDENTE. Lo metta via.

FRANCESCO BRUZZONE (LEGA). …alla genovese, e uno di cannabis, due. L'esponente del PD ha paragonato il pesto a una droga, alla cannabis. Ha detto che il pesto è come la cannabis. Presidente, le voglio dire che noi liguri ci sentiamo offesi rispetto a questo tipo di affermazione. I liguri, Presidente, mangiano il pesto e non sono drogati. Dichiarazioni vergognose dalle quali il suo partito non si è dissociato, né quello ligure, né quello emiliano, che, tra l'altro, esprime anche il segretario nazionale del Partito Democratico. La collega segretaria del Partito Democratico, che non vedo in Aula, non si è dissociata, non ha detto nulla, è stata zitta. Invito tutti quelli che ci ascoltano a capire che quella è una cosa non buona…

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCESCO BRUZZONE (LEGA). Chiudo. Invito tutti a mangiare più pesto e a farsi meno canne (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Intanto, state tutti tranquilli, Partito Democratico in testa, che noi liguri il pesto continueremo a mangiarlo (Il deputato Bruzzone mostra nuovamente il barattolo di pesto - Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Metta via il barattolo, collega, per favore!

Ha chiesto di parlare la deputata Irene Manzi. Ne ha facoltà.

IRENE MANZI (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. “Ero debole” Gianni Vattimo. Con queste parole, pubblicate sul suo profilo Facebook, poco dopo la sua scomparsa, Gianni Vattimo ha chiesto che venisse annunciata la sua morte, avvenuta proprio ieri.

In realtà, è difficile riassumere in poche parole, proprio le parole che erano così importanti per lui, la figura intensa, di pensatore e di uomo, di Gianni Vattimo. Di certo non apprezzerebbe una commemorazione retorica. Quello che voglio ricordare, qui, in questo momento, è la storia di un ragazzo povero e determinato, figlio dell'immigrazione torinese, cresciuto nella periferia di Torino, uno studioso profondo, prolifico e indefesso, un uomo con un eterno bisogno di scherzare, ironico e autoironico. Un antidogmatico, che, nell'amalgama tra il cattolicesimo, le istituzioni, gli oratori, l'Azione Cattolica, il comunismo italiano e la sinistra militante, e la grande filosofia del Novecento, ha saputo creare un pensiero che ha fatto storia e che ha saputo dare alla filosofia un ruolo come strumento quotidiano per agire su se stessi e nella collettività. Una figura profondamente politica, che ha innovato nelle forme, ha frequentato la comunicazione di massa ed è riuscita a rendere popolare i grandi pensatori filosofici. In mezzo c'è stato l'amore per la montagna e per le provocazioni, molto amore diversamente organizzato, molto impegno politico, tra cui quello al Parlamento europeo, e forse il più potente, la RAI dedicata ai giovani, con Umberto Eco e Furio Colombo, in una totale disponibilità a ragionare di tutto e con tutti.

Gianni Vattimo ha avuto mille vite e nessuna è stata totalmente sua, ma in questa sede, visto che proprio ieri in quest'Aula è stato ricordato l'articolo 34 della Costituzione, voglio trarre le parole della sua autobiografia, in cui lui ricordava che: proletario, l'alfabetizzazione ce la dovevo avere proprio nel sangue, se dieci anni dopo, con la contestazione, la sera andavo ad aiutare dei ragazzi a prendere la licenza media nelle sezioni, che si erano messi in testa di fare i corsi di alfabetizzazione nelle periferie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.

MARIANNA RICCIARDI (M5S). Grazie, signora Presidente. Colleghi e colleghe, a costo di risultare ripetitiva, sento il dovere morale di ricordare a tutti che le politiche della salute non possono essere considerate marginali. E dopo i tanti ‘continueremo a investire in sanità', che sono stati detti quando questo Governo era all'opposizione, adesso si trincera con la scusa che la coperta è corta e, quindi, non ci sono questi 4 miliardi.

Al Governo, quindi, voglio ricordare che, per combattere una battaglia, servono uomini sul campo, e noi uomini, purtroppo, non ne abbiamo. Abbiamo bisogno, in particolare, di figure come quelle degli infermieri, se consideriamo il fatto che la nostra popolazione tende progressivamente ad invecchiare ed è necessario assistere la cronicità.

Secondo i dati diffusi dalla Corte dei conti, mancano 65.000 infermieri. Se pensiamo che all'ultimo test per l'accesso al corso di formazione in scienze infermieristiche si sono presentati circa 23.000 candidati, a fronte dei 44.000 che si presentarono nel 2012, ci rendiamo conto che questa professione risulta non essere più così tanto attrattiva. È necessario, quindi, pensare a percorsi di specializzazione secondaria, penso ad esempio ai PICC TEAM, per permettere ai candidati che vogliono diventare infermieri di trovare questa professione sempre più attrattiva. Ma poi, soprattutto, un dato che mi ha colpito molto è legato al fatto che questo dato non è omogeneo su tutto il territorio nazionale: in particolare, al Sud, gli aspiranti infermieri sono molto di più rispetto a quelli del Nord, dove addirittura molti posti risultano essere vacanti. Questo è il motivo per cui ho pensato che, in qualche modo, si debba trovare un modo per omogeneizzare il tutto ed avere più infermieri formati, e quindi pensare a una graduatoria nazionale.

Questo è il motivo per cui penso di proporre una proposta di legge che spero sia condivisa. Temo però che qualche collega leghista possa storcere il naso al pensiero che un infermiere napoletano possa andare ad assisterlo al Nord. Se mancano i soldi e se la coperta è corta dobbiamo trovare soluzioni intelligenti almeno per utilizzare quei pochi che abbiamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo per esprimere la mia totale solidarietà e quella della Lega-Salvini Premier ai poliziotti che, poche ore fa, a pochi metri da quest'Aula, hanno subito una vile aggressione da parte di un centinaio di manifestanti giunti appositamente dalla Campania qui a Roma per protestare. E sapete per quale motivo protestavano? Perché non percepiscono più il reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Solidarietà anche ai giornalisti che sono stati aggrediti e insultati dagli ex percettori del reddito che, evidentemente, a giudicare dalle immagini che ci sono pervenute tramite gli organi di stampa, si sono resi protagonisti di azioni infami, gravi e da condannare.

Peccato però che, in quest'Aula, dai banchi del PD e del MoVimento 5 Stelle, nessun collega abbia avvertito l'esigenza di condannare questi teppisti che, insieme ad esponenti dei centri sociali, hanno attaccato quelli che Pier Paolo Pasolini, 50 anni fa, definiva come i veri proletari e i figli dei poveri. Peccato che, soprattutto, nessun collega del MoVimento 5 Stelle abbia avvertito l'esigenza di condannare e prendere le distanze da questa violenza. Sapete perché dico questo, colleghi? Perché proprio dal MoVimento 5 Stelle, quotidianamente, si soffia sul fuoco, si incita la piazza e si sa, Presidente, la storia insegna: i cattivi maestri spesso fanno grandi danni.

Questo Governo continua a tutelare chi ha bisogno, ma se hai 30 anni, non hai minori e disabili a carico e sei abile al lavoro, non puoi più pretendere di prendere lo stipendio mentre te ne stai a casa sul divano. Vai a lavorare e la smetti di vivere alle spalle di chi lavora e si spacca la schiena tutto il giorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, fate concludere il collega Sasso.

ROSSANO SASSO (LEGA). E, soprattutto, e concludo Presidente…

PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo.

ROSSANO SASSO (LEGA). …se prendi a bastonate un poliziotto, non meriti il reddito, ma meriti la galera. Solidarietà ai poliziotti e alle poliziotte (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Sui lavori dell'Assemblea e nuova articolazione dei lavori dell'Assemblea per il periodo 22-29 settembre 2023.

PRESIDENTE. Avverto che, con lettera trasmessa in data odierna, il Presidente della Commissione Affari costituzionali, anche a nome del Presidente della Commissione Giustizia, ha comunicato che gli uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissioni riunite, hanno preso atto che queste ultime non sono nelle condizioni di concludere l'esame in sede referente del disegno di legge n. 1373, di conversione del decreto legge recante disposizioni urgenti in materia di processo penale e civile, di incendi boschivi, di tossicodipendenze, salute e cultura, nonché in materia di personale della magistratura e della pubblica amministrazione, in tempo utile per l'inizio dell'esame in Assemblea, previsto dal vigente calendario dei lavori per venerdì 22 settembre, chiedendo, conseguentemente, che l'esame del provvedimento abbia inizio nella parte pomeridiana della seduta di martedì 26 settembre.

Pertanto, secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'articolazione dei lavori dell'Assemblea per il periodo 22-29 settembre è così rimodulata:

Venerdì 22 settembre (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 25 settembre (ore 12 e pm, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 835 - Modifiche agli articoli 336 e 341-bis del codice penale e altre disposizioni per la tutela della sicurezza del personale scolastico.

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 854 - Istituzione della Settimana nazionale delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche.

Discussione sulle linee generali della mozione Manzi ed altri n. 1-177 concernente iniziative a favore del comparto della scuola e del diritto allo studio.

Discussione sulle linee generali della mozione Scerra ed altri n. 1-82 concernente iniziative in materia di revisione della governance economica dell'Unione europea e delle relative politiche di bilancio.

Martedì 26 (ore 14, con votazioni non prima delle ore 17.30), mercoledì 27 (ore 9,30-13,30 e 16-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 28 settembre (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Esame del disegno di legge n. 1373 - Conversione in legge del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 105, recante disposizioni urgenti in materia di processo penale, di processo civile, di contrasto agli incendi boschivi, di recupero dalle tossicodipendenze, di salute e di cultura, nonché in materia di personale della magistratura e della pubblica amministrazione (da inviare al Senato – scadenza: 9 ottobre 2023).

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 835 - Modifiche agli articoli 336 e 341-bis del codice penale e altre disposizioni per la tutela della sicurezza del personale scolastico.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 854 - Istituzione della Settimana nazionale delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche.

Seguito dell'esame della mozione Manzi ed altri n. 1-177 concernente iniziative a favore del comparto della scuola e del diritto allo studio.

Seguito dell'esame della mozione Scerra ed altri n. 1-82 concernente iniziative in materia di revisione della governance economica dell'Unione europea e delle relative politiche di bilancio.

Mercoledì 27 settembre (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Venerdì 29 settembre (ore 9,30)

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nelle giornate di martedì 26, mercoledì 27 e giovedì 28 settembre e non conclusi.

Discussione sulle linee generali del Doc. XXII, n. 9 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave Moby Prince.

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1295 - Istituzione del Museo della Shoah in Roma (approvato dal Senato).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 22 settembre 2023 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 18.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 3 il deputato Cangiano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 6 i deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 6 il deputato Carra' ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 8 il deputato Marchetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 12 il deputato Ferrante ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere favorevole;

nelle votazioni nn. 15 e 20 la deputata Longi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 19, 21 e 22 la deputata Longi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale PDL 911 - EM. 1.1 258 256 2 129 103 153 70 Resp.
2 Nominale EM. 1.2 262 261 1 131 107 154 70 Resp.
3 Nominale EM. 1.3 261 260 1 131 107 153 70 Resp.
4 Nominale ARTICOLO 1 268 268 0 135 267 1 69 Appr.
5 Nominale ARTICOLO 2 263 263 0 132 262 1 69 Appr.
6 Nominale ODG 9/911/2 271 211 60 106 43 168 67 Resp.
7 Nominale ODG 9/911/3 272 269 3 135 110 159 67 Resp.
8 Nominale PDL 911 - VOTO FINALE 271 269 2 135 268 1 64 Appr.
9 Nominale PDL COST. 715-B - VOTO FINALE 312 312 0 201 312 0 41 Appr.
10 Nominale MOZ 1-80 UNF NO DISP 3, 11, 12 281 278 3 140 114 164 68 Resp.
11 Nominale MOZ 1-80 UNF DISP 3 284 282 2 142 103 179 67 Resp.
12 Nominale MOZ 1-80 UNF DISP 11 283 283 0 142 281 2 67 Appr.
13 Nominale MOZ 1-80 UNF DISP 12 RIF 282 282 0 142 268 14 67 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 22)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale MOZ 1-179 RIF NO DISP 11 281 281 0 141 280 1 67 Appr.
15 Nominale MOZ 1-179 RIF DISP 11 283 280 3 141 100 180 67 Resp.
16 Nominale MOZ 1-180 RIF NO DISP 9, 10 283 283 0 142 280 3 67 Appr.
17 Nominale MOZ 1-180 RIF DISP 9, 10 282 280 2 141 115 165 67 Resp.
18 Nominale MOZ 1-181 RIF NO DISP 2, 3, 8 281 281 0 141 279 2 67 Appr.
19 Nominale MOZ 1-181 RIF DISP 2 RIF 283 283 0 142 283 0 67 Appr.
20 Nominale MOZ 1-181 RIF DISP 3, 8 283 283 0 142 119 164 67 Resp.
21 Nominale MOZ 1-182 RIF 282 282 0 142 282 0 67 Appr.
22 Nominale MOZ 1-183 281 181 100 91 181 0 67 Appr.