XVI LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 163 di martedì 21 aprile 2009
Pag. 1PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI
La seduta comincia alle 11,05.
DONATO LAMORTE, Segretario, legge il processo verbale della seduta dell'8 aprile 2009.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Balocchi, Bindi, Bongiorno, Brancher, Brugger, Buonfiglio, Caparini, Cirielli, Donadi, Gibelli, Lo Monte, Mazzocchi, Melchiorre, Migliavacca, Molgora, Mura, Pescante, Paolo Russo e Scajola sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni (ore 11,08).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.
(Riconoscimento dell'area del polo petrolchimico della Valbasento (Matera) quale sito industriale interessato dall'applicazione della legge n. 247 del 2007 e conseguente riconoscimento dei benefici per i lavoratori esposti all'amianto - n. 3-00086)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali, Pasquale Viespoli, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Burtone n. 3-00086, concernente il riconoscimento dell'area del polo petrolchimico della Valbasento (Matera) quale sito industriale interessato dall'applicazione della legge n. 247 del 2007 e conseguente riconoscimento dei benefici per i lavoratori esposti all'amianto (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni).
PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, con riferimento all'interrogazione parlamentare a prima firma dell'onorevole Burtone, inerente i requisiti richiesti dalla vigente normativa in materia di tutela dei lavoratori esposti all'amianto, passo ad illustrare quanto reso noto dai competenti uffici dell'amministrazione che rappresento e dall'INAIL.
I benefici previdenziali per esposizione all'amianto hanno la loro fonte normativa originaria nella legge n. 257 del 1992 che, nel dettare disposizioni per la cessazione dell'impiego dell'amianto, prevede alcune misure di sostegno per i lavoratori occupati in processi di ristrutturazione e riconversione a seguito del divieto di utilizzare tale minerale. La normativa in questione è stata oggetto di successivi interventi normativi volti ad ampliare il campo di applicazione dei benefici previdenziali Pag. 2(decreto-legge n. 269 del 2003, convertito dalla legge n. 326 del 2003).
Da ultimo, la legge 24 dicembre 2007 n. 247, all'articolo 1, comma 20, prevede la certificazione da parte dell'INAIL «ai lavoratori che abbiano presentato domanda al predetto istituto entro il 15 giugno 2005, per periodi di attività svolta con esposizione all'amianto fino all'avvio dell'azione di bonifica e, comunque, non oltre il 2 ottobre 2003, nelle aziende interessate dagli atti di indirizzo già emanati in materia dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale». Tale diritto «spetta ai lavoratori non titolari di trattamento pensionistico avente decorrenza anteriore alla data di entrata in vigore della presente legge» (comma 21).
Il successivo comma 22 prevede le modalità di attuazione dei citati commi «con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge». Il predetto decreto attuativo del 12 marzo 2008, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 110 del 12 maggio 2008. Con quest'ultimo è stato ribadito che possono avvalersi delle certificazioni di cui alla legge n. 247 del 2007 i lavoratori, in possesso dei requisiti sopra indicati, per il riconoscimento di esposizione all'amianto per periodi successivi al 31 dicembre 1992, in relazione all'attività lavorativa prestata nei siti interessati dagli atti di indirizzo ministeriali, con le mansioni e nei reparti per i quali i predetti atti di indirizzo riconoscano l'esposizione protratta fino a tutto il 1992.
Tra questi, dalla ricognizione effettuata dall'INAIL, non rientra il sito industriale Sindyal (ex Enichem) di Pisticci (Matera), pur essendo stato il medesimo oggetto di alcuni accertamenti da parte della Contarp, struttura tecnica dell'INAIL deputata ad accertare in concreto, in assenza di specifico atto di indirizzo ministeriale, la sussistenza dei requisiti di legge necessari alla maturazione dei benefici di cui trattasi.
Ciò premesso, con riferimento allo specifico quesito formulato dagli interroganti, vorrei a questo punto evidenziare, per dar conto dell'attenzione che il Governo presta a questa materia che involge il diritto alla salute che è proprio di ciascuno, che con l'articolo 7-ter, comma 14, della legge n. 33 del 2009, recentemente approvata, di conversione del decreto-legge n. 5 del 2009, è stata prevista la validità dei trattamenti pensionistici erogati antecedentemente alla data di entrata in vigore della disposizione medesima a seguito degli accertamenti compiuti dall'INAIL ai fini del conseguimento dei benefici di cui all'articolo 13, comma 8, della legge 27 marzo 1992, n. 257 e successive modificazioni, sulla base dei curricula presentati dal datore di lavoro, salvo il caso di dolo dell'interessato che sia accertato in via giudiziale.
La funzione di tali disposizioni eccezionali è quella, quindi, di non far subire al pensionato, in considerazione del carattere alimentare della prestazione pensionistica, le conseguenze sfavorevoli che potrebbero derivare dal recupero di erogazioni indebite effettuate per errore allo stesso non imputabili, salvo che l'indebita percezione sia dovuta a dolo dell'interessato.
PRESIDENTE. L'onorevole Burtone ha facoltà di replicare.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, esprimo con amarezza una profonda insoddisfazione per la risposta del sottosegretario. Abbiamo presentato questa interrogazione nel luglio del 2008: sembrava datata, ma non lo è. Signor sottosegretario, lei ben sa che continuano ad esserci decessi a seguito dell'esposizione di lavoratori in impianti con l'amianto e purtroppo la verifica di questa patologia si è fatta nel tempo. Noi riteniamo che il tema posto con questa interrogazione sia fortemente avvertito dalle nostre comunità e la risposta non possono essere i processi, signor sottosegretario, in quanto ci devono essere le risposte della politica e delle istituzioni. Pag. 3
Ho qui un materiale preparato dalla prefettura di Matera, molto approfondito, meticoloso e realizzato con l'impegno di alcuni sindacalisti che voglio citare: Biancazzi, Girasole, Nicoletti e Latronico, che hanno evidenziato con una serie di curricula e con molte difficoltà come in alcuni siti vi sia stata una forte esposizione all'amianto. Il tema da noi posto è proprio questo e ci chiediamo perché il Governo si ostini a non dare un atto di indirizzo per inglobare alcuni comuni che sono stati esclusi negli anni scorsi. È vero che alcuni hanno avuto un giusto riconoscimento, sono stati inseriti e faccio riferimento alla Sicilia, a Biancavilla che ha avuto rinnovato lo stato d'emergenza. Tuttavia alcuni siti (come quello di Pisticci e di Gela) sono esclusi, eppure ci sono tanti lavoratori che stanno facendo delle visite.
L'INPS e l'INAIL stanno verificando la condizione patologica di questi lavoratori, che inconsapevolmente sono stati esposti in impianti pericolosi e spesso sono rimasti nel sito lavorativo perché hanno subito il ricatto tra la disoccupazione e la possibilità di lavorare.
Signor sottosegretario, lei sa che nei prossimi anni avremo ulteriori picchi nell'evidenza di queste patologie. Qui ho un materiale che mi permetterò di lasciare alla Presidenza, dunque chiediamo che vi sia il riconoscimento di alcuni siti. Tra l'altro, signor sottosegretario, il Governo si è impegnato con un ordine del giorno proprio il 5 agosto del 2008. L'ordine del giorno aveva impegnato l'Esecutivo a creare e a convocare un tavolo di lavoro con la regione Siciliana, con la ragione Basilicata, con l'INAIL nazionale e con le rispettive sedi regionali per verificare la condizione in cui si opera. Penso che con l'atto di indirizzo suddetto il Governo possa e debba includere, ai sensi della legge n. 24 del 2007, alcuni siti. Mi riferisco a quelli di Gela, di Priolo, di Milazzo, di Pisticci e Valbasento.
Signor sottosegretario, questi sono atti di giustizia perché lì vi sono lavoratori che sono morti e la patologia è strettamente collegata all'esposizione di amianto. Quindi, chiedo che il Governo senta questo impegno, non si sottragga, dia anche un indirizzo all'INAIL e all'INPS, e verifichi quali dati stiano emergendo da quest'analisi e da queste continue verifiche. Di conseguenza, il Governo verificherà che vi è questa inadempienza.
Lo ripeto: non ci possiamo affidare soltanto ai processi. A Torino è in atto un processo importante, però sappiamo che l'impegno deve essere della politica e delle istituzioni. Quindi, signor sottosegretario, mentre esprimo con amarezza un'insoddisfazione alla sua risposta, chiedo che il Governo dia seguito all'ordine del giorno menzionato, che era stato frutto dell'impegno e della serietà del Parlamento, che mi permetto di segnalare ulteriormente alla sua valutazione.
PRESIDENTE. Saluto gli studenti dell'Istituto comprensivo di Terme Vigliatore della provincia di Messina, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune.
(Stabilizzazione del personale impiegato a tempo determinato presso la Croce rossa italiana, in attuazione di quanto previsto dalla legge finanziaria 2008, e ulteriori problematiche salariali e contrattuali - nn. 3-00097, 3-00485 e 3-00486)
PRESIDENTE. Avverto che le interrogazioni Compagnon n. 3-00097, Polledri n. 3-00485 e n. 3-00486, concernenti la stabilizzazione del personale impiegato a tempo determinato presso la Croce rossa italiana, in attuazione di quanto previsto dalla legge finanziaria 2008, e ulteriori problematiche salariali e contrattuali, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni).
Il sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali, Pasquale Viespoli, ha facoltà di rispondere.
PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, in relazione alle interrogazioni presentate dagli onorevoli Compagnon e Polledri, che passo a discutere Pag. 4congiuntamente per identità di materia, inerenti ai lavoratori precari della Croce rossa italiana, nonché altre questioni relative al personale della predetta associazione, passo ad illustrare le notizie fornite dagli uffici dell'amministrazione che rappresento e dagli altri Ministeri interessati.
Vorrei precisare che la Croce rossa italiana, da diversi anni, svolge un'attività che impegna quotidianamente e prevalentemente personale della Croce rossa assunto a tempo determinato, ai sensi del decreto legislativo n. 368 del 2001, con un contingente pari a 1.739 unità, attività che viene effettuata in regime di convenzione con soggetti pubblici, quali le ASL, i comuni e le prefetture, ed anche con soggetti privati.
Il vigente statuto dell'ente, infatti, all'articolo 2, prevede che la Croce rossa italiana «concorra attraverso lo strumento della convenzione» ad effettuare il pronto soccorso e il trasporto infermi e, sempre per il tramite dell'istituto della convenzione, concorra al raggiungimento delle finalità ed all'adempimento dei compiti del Servizio sanitario nazionale con il proprio personale.
Più precisamente, le funzioni svolte da detto personale interessano: le ASL per il trasporto infermi e il 118; le prefetture per la gestione delle attività socio-sanitarie presso i centri di accoglienza profughi; il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali per il servizio di pronto soccorso aeroportuale; altre istituzioni pubbliche locali per attività sociali e socio-sanitarie.
Da quanto è emerso da un'indagine condotta dagli uffici del comitato centrale della Croce rossa italiana, alla data del 31 dicembre 2008, il numero stimato delle convenzioni su tutto il territorio nazionale era pari a 480. L'attività predetta ha, quindi, contribuito in modo prevalente anche all'ammontare complessivo di entrate conseguite dall'ente.
La situazione predetta è da tempo all'attenzione del Governo che, ben consapevole della necessità di ricercare soluzioni per il personale di cui trattasi e di assicurare alla collettività la continuità dei servizi sociali e socio-sanitari, ha dato parere favorevole ad un emendamento che dà una prima risposta alla situazione in argomento attraverso una proroga dei contratti in parola.
Tale proposta emendativa, che è stata approvata nell'ambito dell'atto Camera 1441-bis-B, prevede, infatti, che «a valere sulle convenzioni stipulate con gli enti del Servizio sanitario nazionale o con altri enti, l'associazione italiana della Croce rossa, al fine di assicurare l'espletamento e la prosecuzione delle attività, in regime convenzionale, nel settore dei servizi sociali e socio-sanitari nonché per la gestione dei servizi di emergenza sanitaria, può prorogare i contratti di lavoro a tempo determinato di cui all'articolo 2, comma 366, della legge 24 dicembre 2007 n. 244, fino alla scadenza delle medesime convenzioni. Alla copertura dell'onere relativo la Croce rossa provvede nell'ambito delle risorse finanziarie previste dalle convenzioni e in ogni caso senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica» (articolo 28 - Personale a tempo determinato presso la Croce rossa italiana).
Il Dipartimento per la pubblica amministrazione, sentito al riguardo, ha reso noto inoltre che, al fine di conoscere esattamente l'entità del fenomeno dei contratti a tempo determinato nelle amministrazioni pubbliche, oggetto delle richiamate procedure di stabilizzazione, è stato effettuato uno specifico monitoraggio con scadenza 30 marzo 2009, finalizzato ad agevolare un percorso di stabilizzazione che tenga conto delle aspirazioni del personale coinvolto, dei fabbisogni di personale delle amministrazioni interessate e delle necessarie compatibilità di carattere finanziario, coerentemente con il quadro legislativo vigente.
Con riferimento al riconoscimento nei confronti dei dipendenti della Croce Rossa Italiana di arretrati e di altri benefici economici, il Ministero dell'economia e delle finanze ha reso noto di avere effettuato un'ispezione attraverso la quale sono state rilevate talune irregolarità nella costituzione Pag. 5ed utilizzazione dei fondi per il trattamento accessorio del personale negli anni 2002-2005.
È stato pertanto necessario, da parte della Croce rossa italiana, rideterminare tali fondi nel rispetto del contratto collettivo nazionale di lavoro del personale del comparto degli enti pubblici non economici e delle disposizioni recate dall'articolo 1, commi da 189 a 196 della legge 23 dicembre 2005, n. 266. In tal senso, sono stati quindi definiti i fondi anche per gli anni successivi. L'attribuzione dei benefici economici nei confronti del personale della Croce rossa italiana va conseguentemente contenuta entro i limiti finanziari stabiliti dai predetti fondi, che hanno conseguito la certificazione positiva del collegio dei revisori dei conti e che sono stati verificati dal Ministero dell'economia e delle finanze congiuntamente al Dipartimento della funzione pubblica ai sensi dell'articolo 20, lettera e) della legge 23 dicembre 1999, n. 488.
Per quanto concerne, infine, le progressioni professionali, la Croce rossa italiana ha reso noto che, negli ultimi anni, ha indetto tre procedure concorsuali interne per la progressione nella carriera professionale. Dette procedure sono state denominate «STEP», e più dettagliatamente «1, 2 e 3 STEP». La prima procedura, «1 STEP», si è svolta nel 2002 e ha previsto una decorrenza delle nuove posizioni dal 5 agosto 2000. La seconda, denominata «2 STEP», si è tenuta nel 2005 e ha contemplato la decorrenza delle posizioni dal 1 gennaio 2002. Attualmente sono state avviate le nuove procedure interne nel rispetto della normativa legislativa e contrattuale vigente.
Infine, vorrei ribadire l'impegno del Governo relativamente alla questione in argomento ed il mio personale a fornire agli onorevoli interroganti tutte le informazioni in ordine all'evoluzione delle vicende di cui trattasi.
PRESIDENTE. L'onorevole Compagnon ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 3-00097.
ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, ringrazio il signor sottosegretario per la risposta, però devo dire - mi permetta - che questa interrogazione l'ho presentata circa un anno fa; quindi, il grazie è comunque dovuto, ma certamente il problema avrebbe richiesto una risposta, e quindi un approfondimento, molto tempo prima.
Peraltro, nella mia interrogazione si nota che citavo il presidente Massimo Barra, che ovviamente non c'è più da tempo, perché è stato sostituito dal commissario Francesco Rocca, e soprattutto si chiedeva, e si chiede tuttora, la stabilizzazione di questi circa 1.449 più 432 precari, interessati alla stabilizzazione, come dicevo. Le notizie che lei ci fornisce qui oggi sono notizie, come lei ha anticipato, fornite dagli uffici. Ci rendiamo conto che non ci sono altre strade per avere delle notizie, però indubbiamente l'interrogazione pone dei problemi che sono veri e reali anche in una situazione di grossa difficoltà quale quella che sta attraversando il nostro Paese, in quanto le persone in oggetto sono tutte persone altamente specializzate, se mi è concesso questo termine, rispetto al tipo di servizio che viene svolto.
È un tipo di servizio molto articolato, molto delicato, che, evidentemente, va a toccare i punti più difficili del nostro Paese in situazioni molto delicate. La finanziaria per il 2008 aveva previsto la stabilizzazione di un tanto. Mi rendo conto che non è semplice, come dicevo prima, dare delle risposte, ma, proprio per questo, mai come in situazioni come quella di cui stiamo discutendo bisogna parlare non di generalità, ma di priorità. Per questo, anche la risposta che lei ci dà, signor sottosegretario, relativamente alla proroga dei contratti di cui all'articolo 2, comma 366 della legge n. 244 del 2007 e così via, mantiene però in vita il problema, perché la proroga del contratto, che sicuramente è una risposta, non è effettivamente «la risposta». Anche l'irregolarità dei fondi che lei qui ha citato costituisce un problema che certamente è serio, delicato e va rivisto, però sono tutte notizie Pag. 6che vanno in direzione opposta rispetto a un problema principale, che è quello di stabilizzare un certo tipo di servizio.
Non devo dire a lei quali sono gli aspetti fondamentali e importanti, efficaci del lavoro che la Croce rossa sta svolgendo, ma intendo solo riportare alcuni dati: per l'ultima catastrofe, quella del terremoto, in pochi giorni essa ha raccolto quasi 3 milioni di euro, nelle prime ore ha impiegato quasi 800 fra volontari ed operatori, ha preparato centinaia di colazioni, 80 mila pranzi, 80 mila cene e quant'altro. Questi dati servono a dire che per fornire servizi di questo tipo, un servizio buono, che passa attraverso l'esperienza, la conoscenza, la professionalità, vi è la necessità di avere personale, degli addetti capaci e ciò aiuta anche la tempistica di un servizio, che solitamente si fornisce là dove c'è tanta, tantissima difficoltà, dove c'è emergenza.
Credo quindi che questi soggetti (oggetto di queste interrogazioni, non solo la mia, ma anche di altre), che indubbiamente non si sentono nella tranquillità e nella sicurezza che servono a tutte le persone che vogliono e devono dare un buon servizio, debbano avere una risposta. Se andiamo oltre il terremoto ultimo, le catastrofi, e osserviamo le difficoltà quotidiane che vi sono ogni giorno nel nostro Paese, ci rendiamo conto che la quotidianità fa diventare le difficoltà, magari per noi piccole, le più grandi del momento per chi le subisce e a queste situazioni bisogna dare una risposta con i mezzi che il nostro Paese ha, fra i quali quello della Croce rossa.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ANGELO COMPAGNON. Ho finito, signor Presidente. Tornando al senso dell'interrogazione, cioè alla stabilizzazione di questo personale, credo che il Governo abbia dato una risposta tecnica, frutto di una relazione comprensibile. Lo ringrazio anche del fatto che ci terrà al corrente dell'evoluzione, ma non ha affrontato e non affronta il problema della stabilizzazione. Noi crediamo che vi sia necessità che questo Governo dia priorità all'applicazione delle norme della legge finanziaria 2008, dando a tutte queste persone la tranquillità del posto di lavoro, perché si tratta di qualità nell'interesse del Paese.
PRESIDENTE. L'onorevole Polledri ha facoltà di replicare per le sue interrogazioni n. 3-00485 e n. 3-00486.
MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, credo di leggere nelle parole del sottosegretario, del collega, e anche nei sentimenti della Lega Nord, innanzitutto un sentimento di profondo ringraziamento ai volontari della Croce rossa, ovviamente anche agli altri, ma in particolare ai volontari della Croce rossa, al personale tutto della Croce rossa che ha dato un esempio di abnegazione, di senso del dovere, non soltanto in questa tragedia dell'Abruzzo ma anche nella vita di tutti giorni, perché vi sono scenari in cui a volte si sale all'onore della ribalta e vi sono invece piccole situazioni, piccoli doveri, piccoli obblighi, servizi che vengono svolti con spirito di attaccamento al dovere, con spirito di altruismo da un Paese che ritengo sano nelle radici e la Croce rossa è una di queste radici e noi speriamo non veder mai ammainare il simbolo della Croce rossa in quanto tale, come qualche sconsiderato in Europa vorrebbe.
Ricordiamo che vi è qualcosa da cambiare. Tutti i Governi hanno cercato di mettere mano al regolamento dell'organizzazione, al progetto di attività per delega e al funzionamento: un ente pubblico, che svolge determinate funzioni pubbliche, gestito solamente da volontari che non hanno retribuzione e responsabilità, probabilmente è un qualche cosa da cambiare; ci sono quattro anni di tempo, e credo che vi sia qualcosa da cambiare.
Ho apprezzato il richiamo e c'è stato un discorso molto importante nella Commissione bilancio sul disegno di legge n. 1441-bis (dai nostri calcoli sono circa 2.500 i lavoratori precari).
In qualche modo, c'è stata l'idea di mantenere i contratti per mantenere le Pag. 7funzioni. Abbiamo infatti una serie di funzioni delegate alla Croce Rossa, che vanno ad esempio dal mantenimento del servizio del 118, al trasporto degli alunni e dei bambini con problemi, al trasporto in pronto soccorso. O si prolungano e si stabilizzano questi contratti, e per questo credo che occorra uno sforzo importante del Governo, che sicuramente nella persona del sottosegretario, che conosco da tempo e che stimo, ci sarà - ma tale sforzo deve esserci anche da parte del Ministro Brunetta - o l'alternativa è delegare alle cooperative.
È ovvio che, da una parte, abbiamo delle cooperative con personale non specializzato, molte volte con elevato turn over, dall'alta parte abbiamo però persone che hanno fatto volontariato magari addirittura da venti o venticinque anni in questo settore e che poi si ritrovano con un ruolo da precario.
Solamente nella mia provincia perderemmo tre o quattro servizi importanti (tra cui il 118 in montagna e il trasporto dei bambini disabili). Nelle condizioni economiche attuali - che sono sicuramente peggiori di quelle dell'altro ieri, quando già si incontravano difficoltà durante l'esame del disegno di legge n. 1441 - non sappiamo come fare, e su questo chiediamo come Lega Nord uno sforzo al Governo per arrivare in qualche modo ad una forma di stabilizzazione.
Non siamo dell'idea del Ministro Brunetta, che insieme agli uffici ritengono infatti di procedere alla loro stabilizzazione mandandoli poi a fare, magari, i pompieri! Ciò non deve accadere, perché si tratta di persone che lavorano da anni in questo settore e credo che la specializzazione vada riconosciuta, almeno tendenzialmente, come idea.
In secondo luogo, non ho ben capito, signor sottosegretario, la questione degli arretrati dei fondi. Il problema di tali arretrati è sorto infatti da un'ispezione della Corte dei conti disposta dal 18 maggio al 31 luglio del 2006. In sostanza, nel contratto erano previsti questi incentivi, senza che ciò fosse comunicato alla Corte dei conti, non per colpa dei dipendenti ma - ripeto - per colpa di una gestione non sempre completamente professionale.
La Corte dei conti quindi, senza il proprio preventivo appoggio in qualche modo certificato dalla Ragioneria dello Stato, ha ritenuto di dover riscuotere ed avere in qualche modo indietro questi soldi.
PRESIDENTE. Onorevole Polledri, deve concludere.
MASSIMO POLLEDRI. Non ho ben capito come stia la cosa, ma credo che a tale riguardo occorrerà uno sforzo da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
(Accordo con le organizzazioni sindacali sulla situazione produttiva e occupazionale dello stabilimento Fiat Group Automobiles di Piedimonte San Germano (Frosinone) - n. 3-00018)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali, Pasquale Viespoli, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Anna Teresa Formisano n. 3-00018, concernente l'accordo con le organizzazioni sindacali sulla situazione produttiva e occupazionale dello stabilimento Fiat Group Automobiles di Piedimonte San Germano (Frosinone) (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni).
PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, l'atto ispettivo che passo a discutere solleva l'attenzione sulla situazione aziendale dello stabilimento Fiat di Piedimonte San Germano (Frosinone), relativamente alla quale sono state fornite notizie dalla locale direzione del lavoro e dal Ministero dello sviluppo economico.
Il settore automobilistico, strategico per la nostra economia in quanto incide per l'11,4 per cento del PIL nazionale con un fatturato pari a 165 miliardi di Pag. 8euro e 400 mila addetti, ha avuto, come è noto, nel 2008, una drastica contrazione del mercato oltre ad una netta riduzione dei volumi produttivi e dei livelli occupazionali.
In particolare, lo stabilimento di Cassino, che occupa circa 4.000 persone, effettua il ciclo di lavorazione completo (stampaggio, lastratura, verniciatura e montaggio) e produce i modelli Fiat Bravo, Croma e Lancia Delta.
Pur essendo interessato da modelli di recente lancio, l'impianto in parola non è rimasto esente dagli effetti dovuti al calo di mercato ed è stato interessato negli ultimi mesi da fermate produttive con ricorso alla Cigo, mediamente per due settimane al mese.
La ripresa degli ordini, dovuta alle misure di sostegno alla domanda, ha interessato solo in parte lo stabilimento, che produce vetture di cilindrata più alta rispetto a quelle agevolabili. Alcuni modelli stanno comunque beneficiando degli eco-incentivi: si tratta di alcune versioni della Bravo (GPL e 1.6 Multijet) e della Delta (1.6 Multijet).
Inoltre, per far fronte a forti criticità di alcuni fornitori, specifiche attività sono state di recente incorporate nell'ambito di quelle svolte direttamente dallo stabilimento, in modo da assicurarne la continuità produttiva.
Con l'accordo del 9 novembre 2007, al quale fa riferimento l'atto parlamentare, la direzione dello stabilimento FIAT Group di Cassino e le organizzazioni sindacali FIM-CISL, FIOM-CGIL, ULM-UIL e FISMIC, previo esame della situazione occupazionale e delle missioni produttive riservate allo stabilimento di Cassino, hanno concordato un programma di riassunzione con contratto di apprendistato professionalizzante di tutti quei giovani che, in considerazione delle esigenze occupazionali conseguenti al lancio produttivo della nuova Bravo, erano stati precedentemente assunti con contratto di somministrazione.
Il predetto accordo prevedeva che i 472 lavoratori in questione dovevano essere riassunti entro il 30 Giugno 2008, data alla quale era fissato l'avviamento produttivo della nuova Lancia Delta HPE. Sulla base delle informazioni acquisite per le vie brevi, la competente direzione del lavoro ha reso noto che nello stabilimento di Cassino sono state effettuate, ad oggi, complessivamente 564 assunzioni di giovani con contratto di apprendistato; di questi, 161 sono stati confermati nel corso del 2009 con contratto a tempo indeterminato. Relativamente ai 472 lavoratori citati, soltanto 154 sono stati riassunti con contratto di apprendistato (rientranti tra i 564 lavoratori già menzionati), mentre per gli altri l'azienda si riserva di verificare le condizioni per eventuali assunzioni alla scadenza dei rispettivi contratti, tenuto conto della grave crisi mondiale del settore dell'auto.
Per quanto concerne invece lo stabilimento di Pomigliano d'Arco della Fiat, è il caso di evidenziare che lo stesso costituisce una rilevante realtà produttiva ed occupazionale, infatti occupa circa 5.000 persone e produce i modelli: Alfa Romeo 147, 159 e GT; e da qualche mese, peraltro, è stata impostata anche la produzione della Fiat Bravo. L'impianto, i cui livelli dì produzione e qualità risultavano essere inferiori alla media del gruppo, è stato oggetto nel 2008 di un profondo piano di ristrutturazione e rilancio industriale, per recuperarne la competitività.
Il gruppo Fiat ha comunicato che il piano succitato ha previsto la sospensione dell'attività produttiva per circa due mesi, per procedere ad una completa riorganizzazione dei processi e per realizzare, contestualmente, un significativo progetto di formazione per tutti i dipendenti (l'intera operazione, condotta senza ricorso alla cassa integrazione, risulta aver comportato per la società in questione un impegno economico pari a 110 milioni di euro).
L'attuale produzione di Pomigliano riguarda modelli che, per il livello di allestimento e motorizzazione, non rientrano tra le categorie di emissioni che beneficiano degli incentivi governativi. Questo è il motivo per cui lo stabilimento di Pomigliano è il più toccato dal ricorso alla cassa integrazione guadagni ordinaria. La Pag. 9Regione Campania ha previsto un'integrazione al reddito dei dipendenti in cassa integrazione, a fronte dell'avvio di corsi di formazione, per i quali l'azienda ha dato la disponibilità ad un supporto di tipo logistico.
L'attuale produzione nello stabilimento di Pomigliano comporta l'utilizzo di tre diverse piattaforme e, secondo la Fiat, il piano ipotizzabile per il futuro prevede l'allocazione di un'unica piattaforma, da cui deriveranno più modelli che potrebbero anche avere versioni ecologiche.
Il Governo, considerato che per il 2009 le prospettive fanno intravedere una ulteriore contrazione delle immatricolazioni e degli ordinativi delle auto, ha ritenuto di effettuare un nuovo programma di intervento, per affrontare le problematiche afferenti tutto il settore industriale e, in particolare, il comparto automobilistico, al fine di favorire un più generale rilancio del settore delle automobili. Il decreto-legge n. 5 del 2009, recentemente convertito dalla legge n. 33 del 2009, «Misure urgenti al sostegno dei settori industriali in crisi», va in questo senso, mirando a coniugare gli obiettivi di tutela ambientale con quelli di qualificazione e di stimolo alla crescita e all'occupazione, particolarmente importanti in una situazione di crisi quale quella attuale. Nell'ambito del medesimo, vengono proposti, incentivi al rinnovo dei parco di autovetture ed autoveicoli inquinanti e la contestuale sostituzione con autovetture ed autoveicoli Euro 4 e Euro 5 a bassa emissione di anidride carbonica.
In conclusione, vorrei rassicurare l'onorevole Formisano in ordine all'attenzione con la quale il Governo segue le vicende, in particolare quelle relative alla tenuta dei livelli occupazionali degli stabilimenti di Cassino e di Pomigliano.
PRESIDENTE. L'onorevole Anna Teresa Formisano ha facoltà di replicare.
ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, intanto faccio un'osservazione per evidenziare non soltanto il ritardo ma anche la tempistica dell'interrogazione in esame. Questa interrogazione risale al 29 maggio 2008, quindi parliamo di circa un anno fa, e aspettando un altro po' avremmo fatto compiere il compleanno a questa interrogazione. Allora, se un parlamentare per avere una risposta dal Governo deve aspettare undici mesi, vorrei sapere quanto tempo può aspettare un cittadino. Questa considerazione ovviamente non è rivolta nella fattispecie al sottosegretario presente oggi, e che risponde per il Governo a queste nostre interrogazioni, però il dato è questo, signor Presidente. Per avere le risposte alle interrogazioni di questa mattina ho dovuto persino scrivere una lettera al Presidente Fini perché intervenisse sui Ministri competenti. Per quanto riguarda i tempi di risposta siamo nell'ordine di dieci, undici o dodici mesi (si tratta di questo). Se non si vuol far chiedere nulla al Parlamento, lo si dica chiaramente. Intendo dire che mi sembra veramente assurdo che nemmeno un parlamentare abbia il diritto di conoscere in quel momento contingente quale sia la realtà. È una lesione dei diritti di ognuno di noi.
Fatta questa premessa, l'interrogazione era in quel momento contingente, perché si stavano mettendo fuori - come ha ripetuto il sottosegretario Viespoli - 472 ragazzi che avevano avuto un contratto per lavoro interinale. Ora le notizie che mi ha dato il sottosegretario Viespoli, purtroppo, sono per me ben note, perché io vivo quotidianamente quella realtà, e so bene che, di quei 472, centocinquanta sono stati riassorbiti e che si sta procedendo al contratto di apprendistato per gli altri, ma era questo quello che volevo sollevare.
Nel momento in cui il Governo si apprestava a predisporre misure urgenti (da me più volte sollecitate) nel settore auto, io avevo proposto anche un intervento mirato che aiutasse le aziende a tutelare quei ragazzi che stavano svolgendo attività di lavoro interinale. Li definiamo «ragazzi», ma molte volte parliamo di padri di famiglia. Questo non è stato fatto. Allora, al di là dei freddi numeri che mi ha fornito questa mattina il sottosegretario Viespoli, io non posso Pag. 10dichiararmi soddisfatta perché non vedo nessun intervento serio per aiutare le aziende a mantenere in qualche modo tutelate le assunzioni di questi ragazzi che svolgono lavoro interinale.
(Problematiche relative alla situazione dello stabilimento Bioprogress di Anagni (Frosinone) - n. 3-00120)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali, Pasquale Viespoli, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Anna Teresa Formisano n. 3-00120, concernente problematiche relative alla situazione dello stabilimento Bioprogress di Anagni (Frosinone) (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni).
PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, con riferimento all'atto ispettivo presentato dall'onorevole Anna Teresa Formisano relativo alla società Bioprogress di Anagni passo ad illustrare le notizie trasmesse in merito dai competenti uffici dell'amministrazione che rappresento.
La società in argomento fa parte del gruppo Olivieri che nella provincia di Frosinone annovera una serie di piccole e medie aziende industriali operanti nei settori metalmeccanico, plastica e chimico-farmaceutico. Le aziende dei primi due settori (metalmeccanico e plastica) operano nell'indotto dell'auto e soprattutto del televisore a colori tradizionale con cinescopio catodico. La forte crisi dell'auto e dello stabilimento Videocolor Spa, ex leader europeo per la produzione di cinescopi a colori e seconda azienda nella provincia di Frosinone per dipendenti occupati, hanno indotto nelle aziende Olivieri effetti negativi per intensità e qualità.
Il gruppo Olivieri, comunque, da un paio di decenni ha intrapreso la strada della diversificazione industriale realizzando un polo chimico-farmaceutico nell'agro del comune di Anagni, dove insistono, fra le altre, due grandi aziende chimico-farmaceutiche facenti capo a gruppi multinazionali (Bristol Squibb Spa e Sanofi Aventis ex Lepetit). Il suaccennato polo chimico-farmaceutico facente capo alla finanziaria Pharma Invest Spa, facente parte del gruppo Olivieri, comprende tre aziende industriali medio piccole: la Bioprogress Spa, che occupa ventisei dipendenti (quattordici operai e dodici impiegati); il Consorzio farmaceutico e biotecnologico Bioprogress, che occupa trenta dipendenti (ventiquattro operai e sei impiegati); la Bioprogress Pharma Spa, che occupa undici dipendenti, tutti operai.
Le vicende che hanno interessato, negli ultimi anni, il settore farmaceutico, in concomitanza con la legislazione mirata alla riduzione della spesa sanitaria, hanno costituito un freno allo sviluppo dei programmi societari. Conseguentemente, tutte le aziende sopra citate si sono trovate in uno stato di sofferenza.
Con decreto direttoriale del 24 novembre 2008, è stata, quindi, autorizzata la corresponsione del trattamento di integrazione salariale per crisi aziendale, in favore di un massimo di 26 unità lavorative dipendenti dalla Bioprogress, con sede a Roma e stabilimento ad Anagni, per il periodo dal 10 settembre 2008 al 9 settembre 2009, e con successivo provvedimento del 9 dicembre 2008 l'INPS è stato autorizzato a provvedere, per il medesimo periodo, al pagamento diretto.
Per quanto concerne la specifica richiesta dell'onorevole Formisano relativamente ai controlli effettuati dall'Aifa presso l'azienda Bioprogress di Anagni, sono in grado di informare che l'ispezione effettuata dall'Agenzia medesima dal 13 al 15 ottobre dello scorso anno ha evidenziato la rimozione delle deviazioni riscontrate nel corso di un precedente accesso ispettivo. A seguito di ciò, quindi, l'Aifa ha emesso, in data 23 dicembre, l'autorizzazione che consente al Consorzio farmaceutico e biotecnologico Bioprogress di Anagni il ripristino della normale produzione farmaceutica. Nei programmi aziendali sarebbero previste anche nuove produzioni con la formula del conto terzi. In conclusione, la vicenda risulta avviata, at Pag. 11traverso la ripresa dell'attività produttiva, verso il superamento delle difficoltà descritte.
PRESIDENTE. L'onorevole Anna Teresa Formisano ha facoltà di replicare.
ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, mi pare di capire che una parte dell'interrogazione in esame è stata affrontata in maniera competente e comprensibile, ma rimane il nodo più importante. Infatti, l'onorevole Viespoli ha ben detto che 26 di queste 80 unità sono state messe in cassa integrazione. Dal momento che 80 meno 26 fa 54, mi chiedo che fine fanno le altre 54 unità, atteso che i titolari dell'azienda avevano praticamente comunicato agli addetti che il tutto era collegato all'ispezione dell'Aifa. Una volta che l'Aifa ha ispezionato e verificato che gli ostacoli che avevano bloccato la produzione sono stati rimossi, mi chiedo perché non si risolva anche il problema degli altri addetti. Questo è quanto chiedo, signor Presidente.
Quindi mi ritengo soddisfatta solo in parte, perché il problema costituito dall'ispezione dell'Aifa che sospendeva il lavoro è stato risolto, ma non sappiamo che cosa accade materialmente in quell'azienda da domani mattina, dal momento che abbiamo ancora 26 addetti in cassa integrazione sino a dicembre 2009, ma gli altri - parliamo di 80 famiglie - vivono con la spada di Damocle sulla testa.
Chiedo, signor Presidente, al sottosegretario di intervenire da questo punto di vista, perché parliamo di aziende che hanno anche ottenuto finanziamenti e che quindi è giusto rispondano alle caratteristiche previste per ottenere certi tipi di finanziamenti. Le chiedo, onorevole Viespoli, e conoscendo la sua sensibilità sono sicura di una risposta positiva, se possibile, di farmi avere, eventualmente anche non in Aula, una nota rispetto alla situazione di oggi, in modo da poter tranquillizzare le 80 famiglie che vivono con ansia il destino di questa azienda farmaceutica. Le sarei grata, e assolveremmo tutti al nostro compito istituzionale.
(Misure per contrastare il radicamento della criminalità organizzata nella regione Lazio - n. 3-00002)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, Alfredo Mantovano, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Ciocchetti n. 3-00002 concernente misure per contrastare il radicamento della criminalità organizzata nella regione Lazio (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni).
ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la realtà della criminalità nel Lazio presenta uno scenario variegato di presenze criminali di elevato profilo non soltanto nella capitale, ma anche nelle altre province. Infatti, nell'area metropolitana della capitale si registrano le attività e talvolta la sinergia operativa di organizzazioni di tipo mafioso e transnazionale, specialmente per quanto riguarda il riciclaggio dei proventi illeciti. È tuttavia da precisare che non esiste un controllo sistematico del territorio da parte del crimine organizzato secondo il classico paradigma mafioso.
Le attività primarie dei sodalizi operanti a Roma si situano in un vasto spettro di condotte, che spazia dal traffico internazionale di sostanze stupefacenti all'usura, al mercato della contraffazione, al reimpiego dei capitali illeciti nei settori commerciali, immobiliari e finanziari.
È accertata la presenza di soggetti collegati alle principali matrici criminali di estrazione mafiosa quali la 'ndrangheta, la camorra e Cosa nostra, insieme a qualificate proiezioni di fenomeni associativi di origine straniera, all'interno dei quali emergono, per caratura delittuosa, collaborazioni tra propaggini di camorra e sodalizi cinesi. Per tutte le presenze delle mafie nazionali, la capitale costituisce negli ultimi anni un retroterra strategico, finalizzato a meccanismi di mimetizzazione, funzionali a realizzare condotte di riciclaggio e, in alcuni casi, tentativi di infiltrazione nei pubblici appalti, così com'è Pag. 12emerso in alcune indagini sull'area portuale di Civitavecchia.
Risultano tuttora operativi - oltre ad elementi residuali della cosiddetta banda della Magliana, i cui interessi criminali orbitano nel traffico delle sostanze stupefacenti e di autoveicoli di provenienza illecita e nell'usura - appartenenti alla nota famiglia dei Casamonica, attivi nel campo dell'usura, dell'estorsione e del traffico di stupefacenti. Tali reati talvolta sono perpetrati con metodologie di natura mafiosa.
La situazione generale della capitale e dell'intera regione è resa ancor più complessa dalla presenza di componenti criminali straniere, che manifestano una spiccata propensione all'integrazione e alla cooperazione con soggetti o gruppi delinquenziali nazionali. Sono state infatti accertate contiguità tra esponenti della famiglia Giuliano di Forcella con circuiti riferibili alla criminalità e all'imprenditoria cinese, com'è emerso nell'ambito dell'indagine denominata «Grande muraglia», condotta a termine dalla direzione investigativa antimafia nel luglio 2008.
Nel medesimo contesto etnico-criminoso vanno segnalati riscontri di più risalenti attività investigative: ad esempio, l'operazione «Ultimo imperatore» della DIA, conclusa nel 2007, con la quale è stato individuato un fiorente canale di riciclaggio verso la Cina di denaro proveniente dal circuito della contraffazione, che permetteva quotidianamente di inviare somme pari a circa un milione di euro attraverso l'uso di sofisticati canali di intermediazione finanziaria, a cui non erano estranei istituti di credito nazionali. Si segnala, inoltre, l'operatività di cellule slavo-albanesi, rumene, nigeriane, sudamericane e magrebine, dedite principalmente al traffico di sostanze stupefacenti e alla gestione dell'immigrazione clandestina, spesso finalizzata anche a sostenere il mercato illecito della prostituzione. Non mancano più elusive presenze di soggetti criminali provenienti dai paesi dell'ex blocco sovietico, come peraltro testimoniato anche da un recente tentato omicidio nei confronti di un cittadino armeno.
Per quanto riguarda le altre province del Lazio - nella risposta alla successiva interrogazione mi soffermerò specificamente su Frosinone - va rilevato che nel corso degli anni, a seguito di varie indagini esperite dalle forze di polizia, è emersa una forte presenza criminale di cellule riconducibili alla galassia del cartello dei casalesi, operanti nella provincia di Frosinone, con particolare riferimento alla città di Cassino. Anche in ragione della contiguità territoriale con la Campania, la provincia di Latina ed il sud pontino fanno registrare influenze criminali di elementi collegati alla criminalità organizzata di matrice camorristica. Fondi, con il fiorente mercato ortofrutticolo, ha lasciato emergere nelle dinamiche commerciali e imprenditoriali sinergie criminali nelle quali spicca il ruolo di personaggi correlati alla 'ndrangheta.
Tali situazioni, per i loro profili di minaccia, sono tenute costantemente sotto controllo dal Ministero dell'interno e dalle autorità provinciali di pubblica sicurezza, come si evince dai positivi esiti dell'azione di contrasto svolta dalle forze dell'ordine. Ai numerosi arresti di esponenti di spicco di organizzazioni criminali, anche nella mattinata di oggi, va aggiunto il sequestro complessivo, nel 2008, di ben 6 mila 560 chilogrammi di sostanze stupefacenti, con un aumento del 239 per cento rispetto all'anno precedente. Tale indicatore fa intendere la particolare focalizzazione delle forze di polizia nel contrasto ad una delle attività primarie del crimine organizzato, all'interno di una strategia complessiva aderente allo scenario delittuoso peculiare della regione.
In assonanza alle ormai consolidate linee guida del contrasto ai fenomeni di criminalità di natura associativa, le forze di polizia hanno unito alla investigazione tesa alla disarticolazione dei sodalizi criminosi anche le indagini di natura patrimoniale, preventive e giudiziarie, tese all'aggressione dei patrimoni illecitamente costituiti. Questo doppio binario operativo rappresenta lo strumento privilegiato con cui combattere un fenomeno di diffusività Pag. 13criminale che vede nel Lazio un'area particolarmente appetibile per le possibilità di riciclaggio.
Vorrei ricordare, in particolare: l'operazione «Skhoder» conclusa nel mese di ottobre 2008 dalla Guardia di finanza, che ha portato all'esecuzione, a Roma e in altre province, di 24 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di appartenenti alla 'ndrangheta e di elementi di spicco della criminalità albanese e romena, nella quale, contestualmente, sono stati sequestrati beni mobili e immobili per un valore complessivo di circa due milioni di euro; l'indagine «Grande muraglia», cui prima facevo riferimento, condotta dalla DIA e conclusa nel luglio 2008, che ha consentito l'arresto, sia a Cassino sia a Roma, di 9 persone e il sequestro preventivo di beni mobili e immobili quantificato (solo fino a luglio 2008) in 6 milioni di euro; l'indagine «Naos», portata a termine dai Carabinieri, che nel febbraio 2008 nel Lazio e in altre regioni italiane hanno tratto in arresto 57 persone per associazione mafiosa. Tale operazione ha documentato l'operatività di una struttura organizzativa criminale caratterizzata dalla sinergia di soggetti riconducibili al clan dei casalesi e alle cosche 'ndranghetiste Morabito, Palamara e Bruzzaniti di Africo Nuovo, nonché al gruppo satellite Vadalà-Scriva di Bruzzano Zeffirio. Ricordo, inoltre, l'indagine «Slot machine» condotta dai Carabinieri, che nel maggio 2008 ha portato all'arresto ad Acilia di Mario Iovine, esponente di spicco del cartello dei casalesi, in esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Napoli nei confronti di 65 indagati per associazione mafiosa, estorsione e detenzione illegale di armi. Ricordo, altresì, l'indagine «Damasco» svolta dai carabinieri nel maggio 2008, che ha portato a denunciare all'autorità giudiziaria di Latina 24 persone per associazione mafiosa finalizzata all'illecita acquisizione di concessioni e autorizzazioni, di appalti e di contratti di fornitura di pubblici servizi, nonché di attività economiche e commerciali. Il 12 maggio 2008 la Polizia di Stato ha concluso un'operazione coordinata dalla direzione distrettuale di Roma con l'arresto di 6 persone responsabili di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, alcune delle quali in passato collegate ad esponenti di spicco della banda della Magliana.
All'attività di prevenzione e di contrasto da parte delle forze di polizia per le dinamiche di infiltrazione della criminalità organizzata si affianca quella di controllo, svolta dai prefetti, su amministrazioni locali a rischio che, in passato, ha portato allo scioglimento dell'amministrazione comunale di Nettuno.
Un particolare profilo di interesse è correlato alle collaborazioni, nell'azione di contrasto, tra le forze di polizia e le amministrazioni locali, specie a fronte della nuova dimensione della sicurezza integrata, che vede l'interazione degli sforzi in materia di pubblica sicurezza e di quelli in tema di sicurezza urbana. Tale aspetto, che trova uno speciale strumento nel «Patto per Roma sicura», sottoscritto nel luglio 2008 tra il prefetto, il sindaco di Roma, il presidente della provincia di Roma e il presidente della regione Lazio, ha anche un diretto riflesso sulle politiche di contrasto ai fenomeni delittuosi organizzati, specie per il potenziamento della circolarità informativa in tema di appalti pubblici.
L'intensità e l'efficacia della globale azione di contrasto è testimoniata dall'andamento della delittuosità, che nel 2008 ha mostrato una flessione significativa, pari al 16,4 per cento, rispetto al precedente anno, totalizzando 280.555 delitti, rispetto ai 335.602 del 2007. Nel primo bimestre del 2009, confrontato col primo trimestre del 2008, i dati risultano ancora in calo.
In conclusione, desidero sottolineare la particolare robustezza del sistema di contrasto rappresentato dagli operatori di polizia sul territorio regionale. Al 31 marzo 2009 vi sono 27.634 unità delle forze di polizia, suddivise tra Polizia di Stato, Arma dei carabinieri e Guardia di finanza. Il rapporto tra operatori e popolazione è pari a 1 su 201, dato superiore alla media nazionale, che si attesta su 1 su 266. Pag. 14
Deve essere sottolineato il contributo fornito dalle aliquote dei militari, che ha consentito di liberare risorse significative delle forze di polizia, da destinare al controllo dinamico del territorio. La prospettiva operativa futura consiste non solo in un sempre più stretto circuito virtuoso che leghi le attività di controllo del territorio con le investigazioni, ma anche in un consolidamento qualitativo dell'intelligence sulla presenza criminale organizzata nella regione, con particolare riferimento alla dimensione economico-patrimoniale, in modo tale da coniugare sempre di più le investigazioni finalizzate a disarticolare i sodalizi attivi con le misure ablative di ordine economico, anche in assonanza con le nuove possibilità offerte dal quadro normativo in materia di contrasto patrimoniale.
Sotto questo ultimo aspetto, il Ministero dell'interno intende promuovere un sistema integrato di misure che potenzino l'interscambio informativo tra le forze di polizia e la sinergia con le realtà locali, per giungere ad una mappa aggiornata del rischio che descriva non solo le vulnerabilità degli assetti sociali, economici e finanziari, ma anche le influenze reali degli assetti criminali e delle condizioni di disagio e di degrado, spesso prodromiche alla pervasività della devianza. Un particolare rilievo è dedicato alle persone offese, con il sostegno alle vittime del fenomeno usurario, che abbiamo visto essere sensibile nel contesto regionale. In questa dimensione, stiamo lavorando per un valido contributo non soltanto sulla base dell'opera delle prefetture ma anche per le collaborazioni istituzionali attuate con il supporto delle associazioni di categoria, del volontariato e degli istituti di credito, al fine di consolidare un'attività di prevenzione che non si limiti al campo penalistico ma raggiunga una profilo proattivo di efficienza globale.
PRESIDENTE. L'onorevole Anna Teresa Formisano, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, rinuncio alla replica e mi riservo di intervenire in sede di replica sull'interrogazione Ciocchetti n. 3-00326, di cui sono cofirmataria, dal momento che le due interrogazioni sono connesse.
(Misure di prevenzione e contrasto della criminalità nella provincia di Frosinone - n. 3-00326)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'Interno, Alfredo Mantovano, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Ciocchetti n. 3-00326, concernente misure di prevenzione e contrasto della criminalità nella provincia di Frosinone (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni).
ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, l'interrogazione prende spunto dall'arresto, nel comune di Alatri, in provincia di Frosinone, di un noto affiliato al clan Madonia e segnala le presenze di criminalità organizzata nell'intera provincia di Frosinone. Le investigazioni svolte nell'ambito dell'operazione «Atlantide Mercurio» dalla direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta sul particolare contesto mafioso di cui era referente l'arrestato, Antonio Ruzza, hanno confermato non solo il perdurare del ruolo di vertice dell'organizzazione da parte del boss detenuto Giuseppe «Piddu» Madonia, ma anche la ramificazione territoriale della presenza nazionale dell'organizzazione guidata dal medesimo.
Infatti Ruzza, pur mantenendo la sua residenza in Sicilia, viveva nel comune di Alatri, nel cui territorio svolgeva lavori saltuari, e intratteneva relazioni con il clan Madonia, nell'ambito di attività legate al settore dell'edilizia. Al momento, la provincia di Frosinone, pur non essendo caratterizzata dal classico controllo criminale del territorio di tipo mafioso, per la sua particolare posizione geografica che ne fa il baricentro tra le aree metropolitane di Roma e Napoli, è però destinataria di interessi di una criminalità proveniente dai contesti territoriali limitrofi, come è Pag. 15leggibile dagli indicatori di delittuosità riferibili al numero dei clan indagati, al traffico di droga, al commercio di autovetture di provenienza delittuosa e alle rapine.
Negli ultimi tempi, soprattutto nel territorio di Cassino, si è notato un sempre maggiore interesse dei sodalizi criminali campani provenienti, in particolare, dal casertano. Mi riferisco a personaggi riconducibili al cartello dei casalesi, al clan Esposito di Sessa Aurunca, ai Belforte di Marcianise e ai Di Lauro di Secondigliano. Ai tentativi di penetrazione che si registrano nel tessuto economico e al fenomeno delle estorsioni perpetrate anche con attentati dinamitardi in danno di imprenditori e commercianti della provincia, molti dei quali di origine campana, si aggiungono gli interessi delle consorterie camorristiche in materia di smaltimento dei rifiuti, di prestiti finanziari usurari a piccole e medie imprese in crisi, di truffe in danno di istituti di credito, di riciclaggio e di tentativi di infiltrazione in opere e servizi pubblici.
In tale ultima dimensione va segnalata l'attenzione investigativa rivolta a personaggi riconducibili alla camorra nella gestione di siti industriali per lo stoccaggio e lo smaltimento di rifiuti speciali e pericolosi nel territorio del cassinate che ha permesso, nell'ottobre 2008, la denuncia del titolare di una cava per smaltimento di rifiuti non autorizzati ed il sequestro dei mezzi adoperati per trasporto.
Per quanto riguarda l'usura, diffusa su tutta la provincia, è stata rilevata la compromissione di soggetti di etnia rom ormai stanziali e di imprenditori e commercianti locali.
Il mercato degli stupefacenti è gestito da elementi riconducibili alla criminalità campana, ma anche da personaggi locali e da soggetti stranieri prevalentemente di nazionalità nigeriana e romena. È emerso lo sfruttamento di giovani donne straniere, avviate al circuito illegale della prostituzione, che è sostenuto anche da romeni provenienti dalle province di Roma e di Latina.
A tale operatività criminale si contrappone una strategia di contrasto che tende a disarticolare i gruppi attivi con la cattura dei sodali e con l'aggressione ai patrimoni criminali, attraverso misure preventive e giudiziarie di ablazione dei beni illecitamente costituiti. In tale ottica, ad esempio, sono stati sequestrati, nel gennaio 2008, unità immobiliari, beni mobili e rapporti bancari a soggetto della «banda della Magliana» resosi responsabile di usura, riciclaggio e abusiva attività finanziaria.
A Cassino, inoltre, nel luglio 2008, la DIA ha concluso un'attività di indagine che, oltre a disarticolare un sodalizio riconducibile alla famiglia Giuliano di Forcella, ha permesso di sequestrare in via preventiva beni mobili, immobili, quote societarie e rapporti bancari per un valore che si aggira attorno ai 6 milioni di euro.
Il 30 settembre, sempre a Cassino, la Guardia di finanza ha sequestrato un'azienda che appartiene ad un soggetto ritenuto affiliato al cartello dei Casalesi, che tra l'altro possedeva quote in una società di capitale con sede a Paliano.
Nel quadro del generale contrasto all'attività criminale espressa dal cartello dei Casalesi, che ha rappresentato un obiettivo primario della strategia anticamorra del Ministero dell'interno per l'oggettiva pericolosità del sodalizio di cui sono note le derive stragiste, sono in corso collaborazioni investigative tra l'Arma dei carabinieri, la questura di Frosinone e quelle di Caserta e Napoli, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia della procura di Napoli.
Già da alcuni anni, inoltre, una sezione della squadra mobile della questura di Frosinone opera direttamente a Cassino per una più immediata azione di contrasto, che fra l'altro ha bloccato sul nascere, con l'arresto del responsabile, alcuni tentativi di estorsione in danno di operatori economici.
La particolare attenzione riservata alle proiezioni nel frusinate del cartello dei Casalesi è testimoniata, da ultimo, dalle risultanze investigative di una recente operazione portata a termine, lo scorso 9 Pag. 16febbraio, dai comandi provinciali dei carabinieri di Roma e Frosinone, che ha permesso di arrestare 40 persone, 24 delle quali residenti e operanti a Cassino e dintorni.
Il clan operava nelle province di Frosinone, Roma e Latina ed era dedito, anche con dimensione transnazionale, a estorsione, truffa, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori, nonché alla commissione di truffe intracomunitarie di particolare rilievo nel commercio illegale delle autovetture di fabbricazione tedesca. In seguito a tale operazione sono stati posti sotto sequestro beni mobili e immobili per un valore di circa 80 milioni di euro.
Va segnalato, sotto il profilo generale, che la situazione della sicurezza pubblica nella provincia di Frosinone ha registrato, nel corso del 2008, un decremento del 9,2 per cento del numero dei delitti, passando a 13.449 reati a fronte dei 14.811 del 2007. I delitti di maggior rilievo sono i furti che, nel triennio 2006-2008, hanno inciso sul totale dei reati nella misura di circa il 25 per cento. Tuttavia, anche questa tipologia di reato, a fronte di un maggiore impulso nell'azione di contrasto, nel 2008 ha registrato una flessione rispetto al 2007 del 10,4 per cento.
Il dispositivo di controllo del territorio è assicurato, per la Polizia di Stato, dalla questura di Frosinone, dal commissariato sezionale Tiburtino e dai commissariati di Cassino, Fiuggi e Sora, nonché, per i servizi specialistici, da una sezione della Polizia stradale a Frosinone, da due sottosezioni e da due distaccamenti, da due posti di Polizia ferroviaria e da una sezione di Polizia postale. In totale, si tratta di 547 unità, di cui 312 sono nel comune di Frosinone.
Alle dipendenze del comando provinciale dell'Arma dei carabinieri di Frosinone operano sei compagnie e 55 stazioni, per un totale di 740 unità, di cui 149 nel capoluogo. Il comando provinciale della Guardia di finanza dispone di due compagnie, due tenenze e due brigate, per 239 unità, di cui 107 nel capoluogo.
Questo dispositivo di prevenzione generale e di controllo del territorio è integrato con il concorso del reparto prevenzione crimine del Lazio della Polizia di Stato che ha disposto, sinora, l'intervento di 58 equipaggi con 174 operatori.
Le prospettive future dell'azione di contrasto consistono nel potenziamento di tutte le attività di intelligence preventivo, finalizzato a consolidare, attraverso la circolarità informativa tra le forze di polizia, la conoscenza delle presenze criminali organizzate sul territorio e dei loro assetti patrimoniali illegali, per procedere a investigazioni atte a conseguire la disarticolazione giudiziale dei sodalizi e l'ablazione dei loro patrimoni. Una particolare attenzione deve essere rivolta - ed è rivolta - alla prevenzione delle possibili infiltrazioni nel tessuto economico e finanziario nei pubblici appalti.
In questa ottica è determinante la collaborazione stabile tra tutte le realtà istituzionali e sociali per costituire un sistema integrato di contrasto che sappia rendere proattivo lo sforzo antimafia e sappia cogliere le situazioni di disagio e di degrado, spesso prodromiche a costituire il terreno di coltura per l'infiltrazione mafiosa.
PRESIDENTE. L'onorevole Anna Teresa Formisano, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, come abbiamo avuto modo di ascoltare, le mie preoccupazioni espresse nelle interrogazioni, purtroppo, non erano campate in aria. Io sono di Cassino e, quindi, conosco bene queste realtà. Ho ascoltato, con grandissima attenzione, i dati elencati dal sottosegretario che, purtroppo, conosco molto bene. Tuttavia, vorrei rivolgere proprio al sottosegretario un invito e, al contempo, soffermarmi su tre punti in particolare.
Le forze dell'ordine, soprattutto nella provincia di Frosinone, per quello che mi riguarda fanno anche troppo, perché rispetto a quella realtà la dotazione di uomini e mezzi, purtroppo, non è adeguata Pag. 17al contesto nel quale le forze dell'ordine vivono nel nostro territorio.
Vi è poi un'altra considerazione, onorevole Mantovano. Lei sa bene che Cassino e il cassinate sono confinanti con una realtà che viene definita ad altissimo rischio e questi risultati lo dimostrano e lo confermano. Ogni tanto leggiamo, sui mezzi di comunicazione, che vi è qualcuno che vive nel nostro territorio in soggiorno obbligato. A questo punto vorrei chiarire proprio questo punto. Non credo che questa sia la soluzione più idonea e vorrei che ciò fosse evitato, perché la provincia di Frosinone e la sua parte meridionale confinano con quelle zone della Campania. È veramente assurdo scoprire che in alcune città del sud della provincia di Frosinone magari risiedono, perché vengono arrestati, in soggiorno obbligato alcuni affiliati di cosche viciniorie. Questo, secondo me, è veramente assurdo!
Voglio svolgere altre due considerazioni, oltre a questa. Lei ha parlato del fenomeno dell'usura che, purtroppo, è in aumento. I dati di ieri dell'osservatorio pubblicati sulla stampa lo confermano. Ma voglio aggiungere dell'altro. Ieri è stato arrestato un personaggio che, dietro compenso, forniva documentazioni false a tutti gli extracomunitari che venivano nel nostro territorio certamente non per lavorare. Questo è un altro fenomeno grave che si sta verificando.
Pertanto, mi permetto di rivolgere, a lei e al Governo, un appello: va bene tutto, ma vi chiedo un impegno per potenziare la dotazione di uomini, dei mezzi e delle risorse.
Le posso raccontare l'episodio (ma gliene potrei citare 30 mila) di un alto funzionario delle forze dell'ordine nella provincia di Frosinone che durante un'operazione è rimasto fermo con la macchina perché, come si suol dire, la macchina «era arrivata»: questo non è pensabile.
Allora, noi non vogliamo le ronde, perché non ci piacciono e non ci interessano, vogliamo però un potenziamento adeguato delle forze dell'ordine, di mezzi e risorse.
(Autorizzazione di un insediamento di nomadi rom nel comune di Vallerotonda (Frosinone) - n. 3-00344)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, Alfredo Mantovano, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Dionisi n. 3-00344, concernente l'autorizzazione di un insediamento di nomadi rom nel comune di Vallerotonda (Frosinone) (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni).
ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, le preoccupazioni espresse dall'onorevole Formisano sulla realizzazione di un insediamento per cittadini di origine rom a Vallerotonda non trovano riscontro nella realtà. Non esiste alcuna proposta di autorizzazione da parte del commissario prefettizio di quel comune per un insediamento di nomadi e le notizie pubblicate sull'argomento sono prive di fondamento.
È vero, invece, che il prefetto di Roma, quale commissario delegato per l'emergenza nomadi nel territorio della regione Lazio, ha indirizzato, il 22 dicembre 2008, a tutti i comuni della regione - quindi anche al comune di Vallerotonda - una circolare con la quale ha chiesto notizie sulla eventuale presenza, nei rispettivi ambiti territoriali, di aree o strutture che potessero risultare idonee all'allestimento ovvero alla realizzazione di insediamenti abitativi per cittadini di origine rom. Lo stesso prefetto di Roma ha incontrato i sindaci dei rispettivi comuni nelle prefetture della regione Lazio.
In particolare, nella prefettura di Frosinone, il 21 gennaio scorso, il commissario delegato ha precisato ai sessanta amministratori presenti che la richiesta riguardava la possibilità di accogliere piccoli nuclei familiari di origine rom nell'ambito di progetti mirati all'integrazione socio-lavorativa degli stessi e alla scolarizzazione dei minori e ha escluso la volontà di realizzare nuovi insediamenti nella provincia. Ogni progetto di ospitalità di famiglie rom potrà essere avviato dal commissario Pag. 18delegato solo previe intese con le prefetture e le amministrazioni provinciali e, ovviamente, con i sindaci che manifestino disponibilità in tal senso.
PRESIDENTE. L'onorevole Anna Teresa Formisano, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, sono contenta di aver ascoltato queste parole, che mettono fine ad un'annosa questione che riguarda gli insediamenti rom.
(Misure per la piena attuazione dell'articolo 2 della Convenzione applicativa dell'Accordo di Schengen del 14 giugno 1985 in materia di controlli di polizia alle frontiere nazionali - n. 2-00007)
PRESIDENTE. L'onorevole Rubinato ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00007, concernente misure per la piena attuazione dell'articolo 2 della Convenzione applicativa dell'Accordo di Schengen del 14 giugno 1985 in materia di controlli di polizia alle frontiere nazionali (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni).
SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, vorrei illustrare, seppure succintamente, all'onorevole sottosegretario la mia interpellanza, che compie gli anni, perché è passato quasi un anno da quando è stata presentata nel maggio del 2008. Non lo dico per polemica: essa è arrivata tempestiva e puntuale rispetto ad ulteriori fatti di cronaca gravi ed efferati, che pure mi avevano indotta a presentarla nel maggio dell'anno scorso, quando la lettura dei dati del Viminale rispetto alla criminalità nel 2007 confermava la percezione della fotografia della criminalità straniera che agisce in Italia e che vede, purtroppo, in testa ai reati più gravi ed efferati criminali con provenienza in particolare dall'est europeo.
Premetto che su questo argomento avevo presentato anche un'interrogazione al precedente Governo guidato dall'onorevole Prodi e anche che, in sede di dichiarazione di voto al Senato sul decreto sicurezza del precedente Governo, insieme ad altri colleghi avevamo posto il tema della revisione dell'attuazione delle norme del Trattato di Schengen per fare fronte alla drammatica violenza criminale che si era creata nella capitale, ma poi anche nella regione da cui provengo e nella quale sono stata eletta e, in particolare, nella provincia di Treviso, dove c'era stato l'efferato delitto di Gorgo al Monticano, cui era seguito il tragico delitto della signora Reggiani qui a Roma.
Già allora il Viminale, nel rapporto del 2007, rilevava - siamo in una lettura e in un'analisi che ho rinvenuto nell'aprile del 2008 - che ciò che preoccupava gli analisti e li preoccupa tuttora è la crescita costante che si manifesta soprattutto con un aumento della violenza e dell'efferatezza delle azioni criminali di questo tipo di criminalità. Si tratta di un allarme sottolineato nel rapporto sulla criminalità reso pubblico dal Viminale nell'estate del 2007, in cui si legge testualmente: «La malavita romena si sta consolidando in modo sempre più preoccupante e verosimilmente tenderà via via ad inserirsi sempre più incisivamente nello scenario criminale nazionale. Ciò anche in relazione al connesso e intenso flusso migratorio degli ultimi tempi che ha contribuito ad alimentare sacche di marginalità, le quali rappresentano il primo passo verso il coinvolgimento in attività delittuose. Tale criminalità sembrerebbe infatti ripercorrere - recinta il rapporto - addirittura in modo più rapido le tappe evolutive che hanno caratterizzato l'escalation della malavita albanese, affermandosi progressivamente sia per numero che per potenzialità criminale».
Nel marzo-aprile 2008 vi sono state anche delle dichiarazioni del vicecapo della polizia Nicola Cavaliere, delegato a gestire il rapporto con i colleghi di Bucarest e la task force mista creata dopo il delitto di Giovanna Reggiani, che rilevava come vi fosse un'intensificazione dei contatti e il raddoppio degli ufficiali di collegamento. Quindi, si è lavorato cercando Pag. 19intese anche politiche e tenendo conto degli accordi presi in sede comunitaria per controllare i flussi in uscita dalla Romania verso l'Italia. Tuttavia, questo controllo probabilmente (visto che a un anno di distanza è perfettamente attuale continuare a parlarne) dovrebbe essere potenziato disponendo maggiori accertamenti anche alle frontiere terrestri.
I sodalizi romeni hanno acquisito una pericolosità operativa anche a livello internazionale e nella relazione annuale si leggere che questi si sono evoluti rispetto alla tradizionale struttura organizzativa caratterizzata da piccole bande con limitata capacità criminogena, dedite prevalentemente alla commissione di reati contro il patrimonio e a procurare ai propri connazionali la documentazione occorrente per espatriare fraudolentemente in altri Stati, in gruppi organizzati capaci di portare a compimento attività illecite di tipo transnazionale.
Negli ultimi giorni - ricordo solo, in modo molto sintetico, i fatti verificatisi nel nostro Paese - c'è stato l'omicidio di Posillipo, dove hanno confessato tre romeni. Ricordo anche che negli scorsi giorni proprio una banda dell'est ha rapinato una villa nei pressi di Asiago e i coniugi sono stati presi a sassi e a calci, quindi tornano questi predatori purtroppo sembra con provenienza confermata dall'est europeo.
Recentemente è stato pubblicato un rapporto da parte del coordinatore scientifico del dossier sull'immigrazione di Caritas migrantes, Franco Pittau, che dà un'analisi e una elaborazione dei dati demografici e delle statistiche criminali sui romeni presenti in Italia, che certamente non può essere tacciato di caccia alle streghe. Il problema, infatti, non è di fare di tutta un'erba un fascio, trattando indistintamente il (sembra) milione di romeni che sono in Italia, che lavorano, che sono persone oneste e che contribuiscono alla ricchezza del Paese. Il tema, invece, è di affrontare con oggettività un problema che esiste e che preoccupa le autorità, i cittadini e noi che siamo qui a rappresentare quella parte del Paese che è il corridoio naturale per l'arrivo di questa criminalità dall'est europeo.
In questo rapporto è confermato il primato dei romeni tra gli stranieri nella commissione dei reati più gravi: il 15 per cento degli accusati di omicidio, il 37 per cento di chi ruba e il 7,8 per cento di coloro che commettono stupri. L'opinione di Franco Pittau è che l'attuale paura nei confronti dei romeni vada oltre i dati statistici della criminalità. Il problema, infatti, non è il tasso di criminalità, cioè il rapporto tra i denunciati romeni e il numero complessivo dei romeni che vivono da noi. Se consideriamo che vivono e lavorano in Italia più di un milione di romeni e il numero dei detenuti, il rapporto è dello 0,27 per cento.
Il tema non è questo; il problema, invece, è quello della quota parte dei gravi reati per i quali sono chiamati in causa i romeni.
Nell'arco di tre anni, dal 2004 al 2006, sono risultati al primo posto tra gli stranieri per gli omicidi volontari, le violenze sessuali, i furti in abitazione con strappo e destrezza, primi tra gli estortori e nelle rapine in esercizi commerciali, come dimostrano le elaborazioni sui dati del Ministero dell'interno. Così pure le denunce nel quinquennio dal 2000 al 2005 sono triplicate nei confronti di criminali, di soggetti romeni.
Credo che senza ulteriormente illustrare tutto questo - altri dati saranno sicuramente in possesso del sottosegretario, anche più precisi e più completi dei miei - non vi sia bisogno di aggiungere altro per affermare le ragioni della mia interpellanza. Il problema - lo ribadisco - non è una questione ideologica e neppure una questione di strumentalizzazione politica. Non è questione di mettere in discussione il lavoro che svolgono le forze dell'ordine sul territorio, che fanno il massimo. Io, tra l'altro, sono stata eletta in una provincia che, essendo la prima in Veneto per percentuale di immigrati in valore assoluto anche in rapporto alla popolazione, ha un agente ogni 546 residenti, contro una media nazionale di un Pag. 20agente ogni 264 residenti, quindi conosco bene lo sforzo che le forze dell'ordine fanno e anche i buoni risultati che ottengono nel controllo del territorio.
Ribadisco che non è neppure questione di criminalizzare un popolo, ma di garantire la sicurezza ai nostri cittadini e anche a coloro che vivono in Italia, che pure provengono dalla Romania e da altri paesi dell'Europa. In questo senso, quindi, l'interpellanza che ho presentato chiede al Governo, tenuto conto di quanto dispone l'articolo 2 della Convenzione applicativa dell'Accordo di Schengen, che consente la possibilità per esigenze di ordine pubblico e di sicurezza nazionale di decidere, per un periodo limitato, che alle frontiere interne siano effettuati controlli più serrati e adeguati alla situazione di ordine pubblico e di pericolo per la sicurezza nazionale, visto che mi pare conclamata la situazione di emergenza che interessa più aree del Paese sotto i profili dell'ordine pubblico e della sicurezza per le popolazioni, se siano state assunte iniziative e quali intenda porre in essere per dare piena attuazione alla Convenzione applicativa dell'Accordo di Schengen, affinché, attraverso un sollecito ripristino di adeguati controlli di polizia alle frontiere nazionali, sia possibile procedere all'identificazione sollecita di soggetti in ingresso, eventualmente anche precludendone l'accesso nel nostro Paese, quando, anche se appartengono a Paesi dell'Unione europea, risultino avere carichi penali nei Paesi di origine, che motivino il pericolo che possa essere commesso questo tipo o altri tipi di reato nel nostro territorio da parte di questi soggetti.
Ricordo anche che nella campagna elettorale che precedette le elezioni politiche del 2008 questo fu uno degli strumenti e degli argomenti più forti dell'attuale maggioranza, al punto - a mio parere, ma questa è la mia opinione - di essere anche fortemente strumentalizzato in campagna elettorale, nella quale il tema della criminalità e in particolare dei delinquenti arrivati dalla Romania fu sicuramente al centro delle promesse elettorali dell'attuale Governo. Esponenti del Governo e non solo hanno più volte annunciato - il Ministro Maroni in particolare - la necessità di rinegoziare con l'Unione europea il diritto di libera circolazione delle persone per quanto riguarda i romeni. Il Presidente della Camera, Gianfranco Fini aveva affermato la necessità di introdurre i visti per i romeni. Il Ministro degli affari esteri, Frattini ha auspicato processi rapidi di rimpatrio in Romania dei delinquenti, perché non è giusto scontare la pena nelle carceri italiane «a cinque stelle».
Ecco, queste sono le dichiarazioni di esponenti dell'attuale maggioranza, molto importanti e significative. Chiedo al Governo di sapere cosa in concreto si è fatto per rispondere ad una concreta ed oggettiva esigenza di sicurezza della popolazione ed anche per mantenere gli impegni elettorali dell'attuale maggioranza.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, Alfredo Mantovano, ha facoltà di rispondere.
ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, devo dire che rispondo al quesito specifico che è contenuto nell'interpellanza, così come pubblicata in allegato all'ordine del giorno di oggi, essendo ovviamente disponibile, quando la Presidenza lo riterrà opportuno, ad una ricognizione ampia della questione relativa alla criminalità di ogni tipo di origine rumena e alle strategie di contrasto in atto, se, ovviamente, vi è una sollecitazione formalizzata in tal senso.
Invece, l'interpellanza richiede una cosa un po' più particolare: suggerisce, cioè, una misura che costituisce un atto del tutto eccezionale, che non presuppone genericamente rischi potenziali, ma situazioni concrete e specifiche, fondate su elementi oggettivi forniti direttamente dall'Autorità di pubblica sicurezza. Si tratta, inoltre, di un provvedimento (quello, appunto, della sospensione di alcune clausole del Trattato di Schengen), soggetto a limitazioni di carattere sia sostanziale sia procedurale. Pag. 21
Dall'entrata in vigore dell'Accordo di Schengen, cioè dal settembre 1993, il ripristino dei controlli di frontiera è stato disposto dall'Italia solo nell'ambito delle misure eccezionali di prevenzione adottate per il mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblica in occasione del Vertice G8 di Genova del luglio 2001 e poi in occasione del Social Forum di Firenze, tenutosi a pochi mesi di distanza. Entrambe le manifestazioni, come noto, hanno visto la partecipazione di centinaia di migliaia di persone, molte delle quali provenienti da Paesi che hanno sottoscritto il Trattato.
In ambito europeo si è fatto ricorso a tale misura egualmente per periodi di tempo limitati in occasione di attentati terroristici o di particolari eventi di carattere politico o sportivo. Lo hanno fatto, ad esempio, l'Austria, in occasione del campionato europeo di calcio, per il periodo dal 2 giugno al 1 luglio 2008 e, da ultimo, la Francia, dal 3 al 5 aprile scorso, in occasione del vertice della NATO.
Sul piano operativo, il Codice Frontiere Schengen, che ha recepito le disposizioni contenute nella Convenzione applicativa dell'Accordo di Schengen del 19 giugno 1990 e che, a decorrere dal 13 ottobre 2006, disciplina l'attraversamento delle frontiere interne, introduce due diverse tipologie di controllo, a seconda che si tratti o meno di cittadini dell'Unione.
Nel primo caso si applica una verifica cosiddetta minima, volta a stabilire l'identità della persona controllata attraverso l'esibizione del documento di viaggio, del quale vengono accertate l'autenticità e la validità. Nel secondo caso, cioè per i cittadini extracomunitari, è prevista, invece, una verifica approfondita, per accertare la sussistenza di tutte le condizioni necessarie per l'ingresso nei Paesi aderenti all'Accordo e, in caso negativo, procedere al respingimento.
In aggiunta a tali controlli, il personale addetto può in modo non sistematico - cito testualmente dal testo del Codice - «consultare banche dati nazionali ed europee per accertarsi che una persona non rappresenti una minaccia reale, attuale e sufficientemente grave per la sicurezza interna, l'ordine pubblico e le relazioni internazionali degli Stati membri, oppure una minaccia per la salute pubblica. In ogni caso, le conseguenze di tali consultazioni non mettono in discussione il diritto d'ingresso nel territorio dello Stato membro interessato di cui godono i beneficiari del diritto comunitario alla libera circolazione».
Tale diritto, esteso anche ai familiari, può essere limitato esclusivamente per motivi di ordine pubblico, di pubblica sicurezza o di sanità pubblica e, nelle prime due ipotesi, deve essere comunque rispettato il principio di proporzionalità. La sola esistenza di condanne penali non giustifica automaticamente l'adozione di provvedimenti limitativi della libera circolazione, che, pertanto, devono essere adeguatamente e specificamente motivati caso per caso.
Ritengo, perciò, che, senza ricorrere a misure di carattere straordinario, lo strumento che allo stato si rivela in concreto più efficace e che va sempre di più incrementato sia quello della collaborazione tra i Paesi europei, unitamente a una rinnovata e convinta cooperazione internazionale sia bilaterale sia multilaterale. Ovviamente, anche in conclusione, ribadisco quanto detto all'inizio, e cioè la piena disponibilità, su richiesta, a fornire un quadro più ampio di ciò che si sta facendo per la prevenzione e il contrasto della criminalità di provenienza rumena.
PRESIDENTE. L'onorevole Rubinato ha facoltà di replicare.
SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, raccolgo senz'altro l'invito del sottosegretario ad estendere la portata della mia interpellanza; vorrei però far presente che non mi limitavo in essa a chiedere l'applicazione dell'articolo 2 della Convenzione applicativa dell'Accordo di Schengen, ma rappresentavo la necessità di dare attuazione complessivamente alla Convenzione applicativa, trovando le modalità, in intesa con l'Unione europea, per sollecitare il ripristino di adeguati controlli di Pag. 22polizia alle frontiere nazionali per soggetti in ingresso che, appartenenti a Paesi dell'Unione europea, abbiano carichi penali nei Paesi di origine.
Sono d'accordo con il sottosegretario che è fondamentale, e lo sarà sempre di più, la collaborazione tra le Polizie e magistrature dei Paesi europei: abbiamo infatti una libertà di circolazione per i criminali, ma non abbiamo ancora una Polizia federale nell'Unione europea. Da questo punto di vista sono quindi perfettamente d'accordo, e credo che sia la strada da percorrere. Però ritengo anche che vi siano le condizioni per pretendere, chiedere, operare affinché vi siano delle disposizioni di tipo più generale che permettano un maggior controllo alle nostre frontiere rispetto alla criminalità, in particolare quella proveniente dall'est europeo; e questo a tutela di tutti i cittadini, italiani e non italiani.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 14.
La seduta, sospesa alle 12,40, è ripresa alle 14,05.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Boniver, Castagnetti, Conte, Gregorio Fontana e Valducci sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Trasferimento a Commissioni in sede legislativa di proposte di legge (ore 14,07).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il trasferimento di proposte di legge a Commissioni in sede legislativa.
Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa delle seguenti proposte di legge, delle quali le sottoindicate Commissioni hanno chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:
alla I Commissione (Affari costituzionali):
S. 889 - Senatori MONTI ed altri: «Modifiche all'articolo 1 della legge 11 giugno 2004, n. 146. Aggregazione dei comuni di Lentate sul Seveso, Busnago, Caponago, Cornate d'Adda e Roncello alla provincia di Monza e della Brianza e disposizioni conseguenti» (Approvata dalla 1a Commissione permanente del Senato) (2258).
A tale proposta di legge è abbinata la proposta di legge GRIMOLDI ed altri: «Modifiche all'articolo 1 della legge 11 giugno 2004, n. 146. Aggregazione dei comuni di Busnago, Caponago, Cornate d'Adda, Lentate sul Seveso e Roncello alla provincia di Monza e della Brianza» (1511).
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
alla VII Commissione (Cultura):
CIRIELLI ed altri: «Disposizioni per la valorizzazione dell'Abbazia della Santissima Trinità di Cava de' Tirreni» (1889) (La Commissione ha elaborato un nuovo testo).
A tale proposta di legge sono abbinate le proposte di legge IANNUZZI: «Disposizioni per la valorizzazione dell'Abbazia della Santissima Trinità di Cava de' Tirreni» (1230) e MARIO PEPE (PdL): «Disposizioni per la valorizzazione dell'Abbazia Pag. 23della Santissima Trinità di Cava de' Tirreni nella ricorrenza del millenario della sua fondazione» (1973).
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
EDMONDO CIRIELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, colgo l'occasione per ringraziare la sensibilità dei gruppi per aver voluto l'abbinamento delle proposte di legge ed avere proposto e quindi aver approvato il trasferimento alla sede legislativa. Desidero inoltre ringraziare in maniera particolare il presidente della Commissione cultura, onorevole Aprea, per aver portato avanti questa proposta con importanza e celerità.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,10).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione del Protocollo che modifica la Convenzione relativa all'Organizzazione idrografica internazionale, fatto a Monaco Principato il 4 luglio 2005 (A.C. 2098).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione del Protocollo che modifica la Convenzione relativa all'Organizzazione idrografica internazionale, fatto a Monaco Principato il 4 luglio 2005.
Ricordo che nella seduta del 20 aprile 2009 si è conclusa la discussione sulle linee generali ed è intervenuto in sede di replica il rappresentante del Governo.
Dovremmo ora passare all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Se non vi sono richieste di votazione nominale mediante procedimento elettronico da parte dei rappresentanti dei gruppi, possiamo procedere con votazioni per alzata di mano. Onorevole Volontè, lei ha richiesto la votazione nominale?
LUCA VOLONTÈ. No, signor Presidente.
PRESIDENTE. Potremmo allora procedere - mi rivolgo ai rappresentanti dei gruppi - con votazioni per alzata di mano sugli articoli dei singoli disegni di legge di ratifica, per poi procedere alle votazioni finali, che avranno luogo mediante procedimento elettronico, dal momento in cui si sarà compiuto il decorso del termine regolamentare di preavviso. Se non vi sono obiezioni, possiamo procedere in tal senso.
ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, intervengono per affermare che mi sembra che questa sia una buona proposta e che, quindi, per quanto ci riguarda - non so gli altri gruppi -, possiamo procedere in questo modo.
(Esame degli articoli - A.C. 2098)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 2098), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 1.
(È approvato).
Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 2098), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 2.
(È approvato).
Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 2098), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 3.
(È approvato).
Come preannunciato, la votazione finale è rinviata al prosieguo della seduta.
Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione della Convenzione relativa all'adesione della Repubblica ceca, della Repubblica di Estonia, della Repubblica di Cipro, della Repubblica di Lettonia, della Repubblica di Lituania, della Repubblica di Ungheria, della Repubblica di Malta, della Repubblica di Polonia, della Repubblica di Slovenia e della Repubblica slovacca alla Convenzione firmata a Bruxelles il 23 luglio 1990, relativa all'eliminazione delle doppie imposizioni in caso di rettifica degli utili di imprese associate, fatta a Bruxelles l'8 dicembre 2004, e norme di adeguamento dell'ordinamento interno (A.C. 2099) (ore 14,12).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione della Convenzione relativa all'adesione della Repubblica ceca, della Repubblica di Estonia, della Repubblica di Cipro, della Repubblica di Lettonia, della Repubblica di Lituania, della Repubblica di Ungheria, della Repubblica di Malta, della Repubblica di Polonia, della Repubblica di Slovenia e della Repubblica slovacca alla Convenzione firmata a Bruxelles il 23 luglio 1990, relativa all'eliminazione delle doppie imposizioni in caso di rettifica degli utili di imprese associate, fatta a Bruxelles l'8 dicembre 2004, e norme di adeguamento dell'ordinamento interno.
Ricordo che nella seduta del 20 aprile 2009 si è conclusa la discussione sulle linee generali ed è intervenuto in sede di replica il rappresentante del Governo.
(Esame degli articoli - A.C. 2099)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 2099), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 1.
(È approvato).
Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 2099), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 2.
(È approvato).
Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 2099), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 3.
(È approvato).
Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 2099), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 4.
(È approvato).
Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dello Scambio di Note tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera relativo ai confini «mobili» sulla linea di cresta o displuviale, effettuato a Roma il 23 e il 26 maggio 2008 (A.C. 2208) (ore 14,14).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di Pag. 25legge: Ratifica ed esecuzione dello Scambio di Note tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera relativo ai confini «mobili» sulla linea di cresta o displuviale, effettuato a Roma il 23 e il 26 maggio 2008.
Ricordo che nella seduta del 20 aprile 2009 si è conclusa la discussione sulle linee generali ed è intervenuto in sede di replica il rappresentante del Governo.
(Esame degli articoli - A.C. 2208)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 2208), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 1.
(È approvato).
Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 2208), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 2.
(È approvato).
Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 2208), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 3.
(È approvato).
La votazione finale è rinviata al prosieguo della seduta.
Sull'ordine dei lavori (ore 14,15).
MATTEO BRIGANDÌ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, colgo l'occasione di questo buco temporale che ha la Camera per sapere se in riferimento a quel vecchio problema dei fotografi è stata trovata una soluzione dall'Ufficio di Presidenza. Infatti le chiedo, signor Presidente, se è normale che vengano pubblicate delle situazioni come quella relativa al Ministro della giustizia che si tira su i pantaloni, o peggio, continuando con la violenza sulle donne, come quella relativa al Ministro Carfagna che si aggiusta il reggiseno (mi riferisco a foto scattate da lì). Quindi avrei piacere - se la Presidenza è in grado di darmi una risposta - di capire se e in quali termini noi siamo liberi, nel minimo, in questa Camera.
PRESIDENTE. Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle 14,30.
La seduta, sospesa alle 14,15, è ripresa alle 14,35.
Si riprende la discussione del disegno di legge di ratifica n. 2098.
PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione della seduta sono stati approvati con votazione per alzata di mano tutti gli articoli relativi al disegno di legge di ratifica.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2098)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo brevissimamente mentre vedo che l'Assemblea giustamente non pone attenzione a questo tema soltanto per dire (Commenti)...
PRESIDENTE. Per favore, colleghi.
Pag. 26LUCA VOLONTÈ. Intervengo soltanto per affermare quanto già detto nelle Commissioni di merito, vale a dire che il nostro gruppo è assolutamente favorevole a questo Protocollo che, ricordo all'Assemblea, modifica la Convenzione relativa all'Organizzazione idrografica internazionale. È una ratifica che non comporta ulteriori oneri a carico del bilancio dello Stato e dà migliore struttura e rilevanza strategica a questa Organizzazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, se lei me lo consente, rinvio all'intervento sull'argomento che ho sviluppato nella giornata di ieri con il quale confermo il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedi. Ne ha facoltà.
MARCO FEDI. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico su questo disegno di legge di ratifica. Tale disegno di legge che si compone di tre articoli reca, come è noto, l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione del Protocollo che modifica la Convenzione relativa all'organizzazione idrografica internazionale, fatto a Monaco principato il 4 luglio 2005.
In sede di discussione sulle linee generali sono stati ampiamente illustrati i contenuti del Protocollo che modifica la Convenzione riguardante l'organizzazione idrografica internazionale e anche i contenuti del relativo disegno di legge di ratifica. È stato ricordato che l'Italia per la sua posizione geografica è uno dei più importanti destinatari dei risultati positivi dell'attività che viene svolta dall'istituto idrografico. È quindi necessario procedere con questa ratifica e soprattutto rafforzare il ruolo dell'Italia all'interno dell'organismo che potrà funzionare sicuramente in modo più efficiente con l'approvazione di questo provvedimento di modifica. Per tali ragioni il gruppo del Partito Democratico conferma il proprio voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.
ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, anche il gruppo del Popolo della Libertà voterà a favore di questa ratifica perché gli argomenti contenuti in questo testo sono di fondamentale importanza: basti pensare alla questione della sicurezza della navigazione, alla salvaguardia della vita umana in mare e anche, argomento importante, alla tutela dell'ambiente marino.
Dunque si tratta di argomenti importanti per i quali è necessaria una forte ed efficace cooperazione internazionale. Da qui l'esigenza di avere strumenti adeguati e, quindi, il provvedimento in esame, realizzando proprio questi obiettivi, rappresenta un punto importante e fondamentale per l'adesione del nostro Paese alla soluzione e all'impegno di tali questioni.
Per tali ragioni esprimeremo voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, intervengo solo per annunciare il voto favorevole da parte del gruppo della Lega Nord e sottolineare l'importanza della ratifica in esame, che è a costo zero per il Paese e va nel segno di una ridefinizione completa degli assetti idrogeografici.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2098)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale. Pag. 27
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2098, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Di Virgilio... onorevole Simeoni... onorevole Cosenza... presidente Bruno... onorevole Sbai... onorevole Consolo... onorevole Casini... onorevole Cazzola... onorevole Palumbo... assistete il presidente Bruno, per cortesia... onorevole Leo... onorevole Lo Presti... onorevole Saltamartini... tutti hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Ratifica ed esecuzione del Protocollo che modifica la Convenzione relativa all'Organizzazione idrografica internazionale, fatto a Monaco Principato il 4 luglio 2005» (2098):
Presenti e votanti 357
Maggioranza 179
Hanno votato sì 357
(La Camera approva - Vedi votazionia
).
Prendo atto che i deputati Cristaldi, Biava, Abrignani, Castiello, Ria, Di Caterina, Girlanda, Razzi e Stradella hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Si riprende la discussione del disegno di legge di ratifica n. 2099.
PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione della seduta sono stati approvati gli articoli del disegno di legge di ratifica.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2099)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, la Convenzione in esame ci consente finalmente di eliminare quella odiosa doppia imposizione, relativa alle nostre imprese, tra il nostro Paese e i Paesi aderenti alla Convenzione. L'Italia risulta a tutt'oggi l'unico Stato interessato a non aver ancora ratificato la Convenzione di Bruxelles dell'8 dicembre 2004, in materia, appunto, di eliminazione della doppia imposizione in caso di rettifica degli utili delle imprese associate. L'obiettivo di tale Convenzione è quello di eliminare questa odiosa doppia imposizione, in base anche a quei principi sanciti dagli stessi trattati istitutivi dell'Unione europea. Per queste ragioni, succintamente riassunte, il nostro voto sarà favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo per confermare il voto favorevole dell'Italia dei Valori sul disegno di legge di ratifica in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Porta. Ne ha facoltà.
FABIO PORTA. Signor Presidente, intervengo soltanto per annunciare il voto favorevole del Partito Democratico sul disegno di legge di ratifica in esame.
Ieri, in sede di discussione sulle linee generali, il mio collega Tempestini ha spiegato bene i motivi per cui sostenere la Convenzione di Bruxelles del 23 luglio 1990, relativa all'eliminazione delle doppie imposizioni fiscali. A seguito dell'allargamento dell'Unione europea, a partire dal 2005 si è resa necessaria questa attuale configurazione e, quindi, il nostro Paese è tenuto - ed ha anche interesse - ad una ratifica urgente della Convenzione in esame. Per questi motivi, associandomi Pag. 28anche a quanto affermato dai colleghi Volontè ed Evangelisti, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.
ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, annuncio il voto favorevole anche del gruppo del Popolo della Libertà. Del resto, è lo stesso Trattato istitutivo della Comunità europea che ha impegnato gli Stati membri a conseguire l'eliminazione della doppia imposizione fiscale all'interno di tutta l'Unione europea. Da qui deriva la Convenzione del 1990 relativa all'imposizione degli utili di impresa che rischiano di cadere contemporaneamente nell'imposizione fiscale di due Stati contraenti, e da qui deriva anche la Convenzione in esame, a seguito del fatto che dieci Paesi, a partire dal 1 maggio 2004, sono entrati a far parte dell'Unione europea. Per questo motivo, il voto del Popolo della Libertà sarà favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, nell'annunciare il voto favorevole del gruppo della Lega Nord, mi permetto, in qualità di relatore, di ringraziare i colleghi, in particolare il collega Narducci, vicepresidente della Commissione affari esteri, per il dibattito svolto e per l'unanime condivisione su un provvedimento che passa così velocemente all'esame dell'Assemblea, ma che riveste un'importanza particolare, poiché consente all'Italia di uniformarsi a tutti gli altri Stati membri dell'Unione europea in una materia delicata, anche in virtù dell'accresciuta mobilità geografica e professionale in questo mondo globalizzato. In conclusione, in previsione del passaggio al Senato, mi permetto di sottolineare l'importanza di una rapida approvazione di questo provvedimento anche nell'altro ramo del Parlamento.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2099)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indico la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2099, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Laffranco... onorevole Calvisi... l'onorevole Briguglio ha votato... onorevole Delfino, non funziona? Ha votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Ratifica ed esecuzione della Convenzione relativa all'adesione della Repubblica ceca, della Repubblica di Estonia, della Repubblica di Cipro, della Repubblica di Lettonia, della Repubblica di Lituania, della Repubblica di Ungheria, della Repubblica di Malta, della Repubblica di Polonia, della Repubblica di Slovenia e della Repubblica slovacca alla Convenzione firmata a Bruxelles il 23 luglio 1990, relativa all'eliminazione delle doppie imposizioni in caso di rettifica degli utili di imprese associate, fatta a Bruxelles l'8 dicembre 2004, e norme di adeguamento dell'ordinamento interno» (2099):
Presenti e votanti 399
Maggioranza 200
Hanno votato sì 399
(La Camera approva - Vedi votazionia
).
Prendo atto che i deputati Testoni, Bocchino, Razzi, Ria e Pierdomenico Martino hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Scalera ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Pag. 29Si riprende la discussione del disegno di legge di ratifica n. 2208.
PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione della seduta sono stati approvati gli articoli del disegno di legge di ratifica.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2208)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo anche in questo caso per dichiarare il nostro voto favorevole. È assolutamente significativo questo Scambio di Note, perché accade per la prima volta che due Paesi valutino insieme le procedure per poter significativamente prendere atto dello spostamento dei confini, e quindi della mobilità dei medesimi, in conseguenza di cambiamenti climatici. Si tratta di uno Scambio di Note che diventerà certamente esemplare anche nei prossimi anni tra altri Paesi interessati dai medesimi cambiamenti climatici. Esprimo pertanto un doppio favore, per un'innovazione e anche per una corretta valutazione dei rapporti tra i nostri due Paesi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo per confermare il voto favorevole, già preannunciato nel mio intervento di ieri, sul disegno di legge di ratifica in esame, da parte del gruppo dell'Italia dei Valori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedi. Ne ha facoltà.
MARCO FEDI. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico su questo provvedimento, che autorizza la ratifica dello Scambio di Note con la Svizzera relativamente ai confini mobili sulla linea di cresta o displuviale. Si tratta di un provvedimento importante, come è stato ricordato già nel corso della discussione generale sia dal relatore che dagli altri colleghi intervenuti, che hanno ampiamente illustrato sia i contenuti dello Scambio di Note che il disegno di legge di ratifica. È stata, inoltre, ricordata l'importanza della natura del provvedimento, in quanto si tratta di una revisione dei confini nazionali che avviene attraverso un accordo internazionale, in particolare uno Scambio di Note.
In altre parole, un provvedimento di questa natura, adottato in pieno accordo tra le parti, tendente a rivedere i confini nazionali grazie alle moderne tecnologie, alla loro applicazione pratica e all'introduzione del concetto di confini mobili modificabili grazie a rilevazioni aerofotogrammetriche e ad accordi bilaterali intervenuti, in questo caso, tra Italia e Svizzera, ma in futuro possibili anche a livello multilaterale, rappresenta un piccolo esempio di superamento degli interessi nazionali a favore di quelli internazionali e collettivi. Per queste ragioni, il Partito Democratico voterà a favore di questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.
ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole anche del gruppo del Popolo della Libertà, già preannunciato ieri in occasione della discussione sulle linee generali, durante la quale avevo evidenziato l'importanza di questo provvedimento e anche tutta la preoccupazione collegata a quello che è il problema climatico. Pertanto, ribadisco il voto favorevole del Popolo della Libertà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.
Pag. 30GIANLUCA PINI. Signor Presidente, anch'io mi limito ad annunciare il voto favorevole del gruppo della Lega Nord Padania.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2208)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2208, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Marinello... onorevole Leo... l'onorevole Valentini ha votato... onorevole Consolo... onorevole Lehner... onorevole Torrisi... onorevole D'Ippolito...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Ratifica ed esecuzione dello Scambio di Note tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera relativo ai confini «mobili» sulla linea di cresta o displuviale, effettuato a Roma il 23 e il 26 maggio 2008.» (2208):
Presenti e votanti 410
Maggioranza 206
Hanno votato sì 410
(La Camera approva - Vedi votazionia
).
Prendo atto che i deputati Ria, Razzi, Ruggeri e Gnecchi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Bossa ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto astenersi.
Dovremmo ora passare al seguito della discussione delle mozioni Franceschini ed altri n.1-00146, Vietti ed altri n.1-00149 e Cicchitto, Cota ed altri n.1-00150 concernenti iniziative in vista dello svolgimento dell'Expo Milano 2015, ma siamo andati troppo velocemente e siamo in attesa dell'arrivo del rappresentante del Governo.
Pertanto, sospendo brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 14,55, è ripresa alle 15,45.
Seguito della discussione delle mozioni Franceschini ed altri n. 1-00146, Vietti ed altri n. 1-00149 e Cicchitto, Cota ed altri n. 1-00150 concernenti iniziative in vista dello svolgimento dell'Expo Milano 2015.
PRESIDENTE. Do il benvenuto al rappresentante del Governo.
L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Franceschini ed altri n. 1-00146, Vietti ed altri n. 1-00149 e Cicchitto, Cota ed altri n. 1-00150 concernenti iniziative in vista dello svolgimento dell'Expo Milano 2015 (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Ricordo che nella seduta del 20 aprile 2009 si è conclusa la discussione sulle linee generali delle mozioni all'ordine del giorno.
Avverto che è stata presentata la risoluzione Mantini e Volontè n. 6-00020 (Vedi l'allegato A - Risoluzione). Il relativo testo è in distribuzione.
PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, credo che lei debba dare una spiegazione all'Assemblea, perché ha sospeso i lavori dell'Aula per dieci minuti e vorrei che si capisse perché fino adesso non c'è stata la possibilità di riprendere la seduta, mentre abbiamo aspettato più di tre quarti d'ora. Non mi sembra che sia il modo di procedere.
Oltretutto, la Presidenza si è impegnata con queste nuove norme a far capire ai parlamentari quando si deve votare, ma se Pag. 31perdiamo il tempo a bighellonare, perché aspettiamo una seduta che ritarda di 40 minuti, è inconcepibile.
PRESIDENTE. Onorevole Casini, lei, che oltretutto è anche perspicace, comprenderà che la sospensione prolungata oltre il tempo che avevo previsto è stata dovuta al mancato arrivo del rappresentante del Governo. Chiedo scusa io, a nome del rappresentante del Governo, e chiedo di proseguire i lavori.
PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, spero che il rappresentante del Governo si vorrà scusare, perché che noi, in seicento, aspettiamo i comodi di un sottosegretario mi sembra inconcepibile (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori)! A prescindere dal rappresentante del Governo, perché non so neanche se era il sottosegretario Giachino a dover intervenire o un altro e non mi interessa - questo è un problema del Governo -, è inconcepibile che aspettiamo 40 minuti e nessuno si senta in dovere di chiedere scusa all'Assemblea (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).
(Intervento e parere del Governo)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato, Bartolomeo Giachino, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno e sulla risoluzione presentata.
BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, onorevole Casini, io sono stato delegato mezz'ora, un'ora fa, a venire (Commenti del deputato Casini)... Chiedo scusa, io non l'ho interrotta. Sto chiedendo scusa a nome del Governo. In ogni caso sono nelle condizioni di esprimere i pareri in ordine agli strumenti presentati.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, ho ascoltato l'intervento dell'onorevole Casini e sono assolutamente d'accordo. Speravo che non ci fossero ulteriori parole da parte del rappresentante del Governo, perché ascoltare il sottosegretario che ci comunica che su questo punto, che è all'ordine del giorno da una settimana, è stato delegato mezz'ora fa - atteso che, per carità, non mi pare che il Governo difetti in numero di sottosegretari e di rappresentanti da poter mandare un dibattito - e che questa sia la motivazione per la quale siamo stati tre quarti d'ora qui dentro, peraltro senza nessuna comunicazione da parte della Presidenza, senza sapere che cosa stava accadendo, è francamente singolare.
Il Governo può sempre intervenire in corso di seduta, ma in questa occasione se fosse stato zitto sarebbe stato meglio.
PRESIDENTE. Prego, sottosegretario Giachino.
BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, onorevole Giachetti, mi è stata chiesta una risposta ed io l'ho data, se mi permette. Ho già detto che ho chiesto scusa.
La quota statale necessaria al finanziamento delle opere essenziali, pari a complessivi 1.486 milioni di euro, è stata stanziata all'articolo 14, comma 1, del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito dalla legge n. 133 del 2008, a fronte di un costo totale stimato di 3.227 milioni di euro. La quota restante risulta a carico di privati per un ammontare di 890,7 milioni di euro e a carico di comuni ed altri enti per un ammontare 850,9 milioni di euro. Pag. 32
In particolare, il fabbisogno finanziario a carico dello Stato trova una prima copertura significativa a valere sul quadro delle risorse approvate dal CIPE in data 6 marzo 2009 e per la restante parte si provvederà a individuare le relative fonti nella prossima manovra finanziaria per il 2010 che terrà conto del cronoprogramma che accompagnerà i singoli progetti.
Con riferimento allo stato di avanzamento progettuale, si evidenzia che i predetti interventi si trovano, allo stato, in fase di studio di fattibilità e preliminare e riguardano opere stradali, metropolitane e urbanistiche. L'avvio dei lavori per questo primo gruppo di opere è previsto tra gennaio 2010 e novembre 2010; la scansione temporale così stabilita corrisponde alle previsioni di spesa che consentono il completamento degli investimenti specifici dell'evento Expo 2015 in coerenza con il piano finanziario e con gli impegni internazionali assunti dal Governo italiano nei confronti del BIE. Non è possibile ad oggi stabilire l'assegnazione dei fondi alle varie opere in quanto questo potrà verificarsi mano a mano che si renderanno disponibili le progettazioni relative alle opere di cui si valuterà in primis l'aspetto qualitativo, procedendosi quindi all'individuazione dei fondi necessari.
Il commissario straordinario delegato dal Governo per la realizzazione, nella persona del sindaco di Milano, dottoressa Letizia Moratti, è garante della realizzazione dell'evento secondo quanto è previsto nel dossier di candidatura, vigila sull'organizzazione di Expo e sulla tempestiva realizzazione delle opere riferendo periodicamente sullo stato di attuazione degli eventi.
Per quanto riguarda la governance societaria della SOGE istituita il 22 ottobre 2008, nel corso dell'assemblea societaria del 9 aprile 2009, si è provveduto a sostituire gli amministratori dimissionari Provasoli e Glisenti nominando il dottor Leonardo Carioni e l'onorevole Lucio Stanca quali nuovi componenti del consiglio di amministrazione. Il professor Angelo Provasoli è stato nominato quale sindaco effettivo con funzioni di presidente in sostituzione del dimissionario Dario Fruscio. Inoltre, nel corso della predetta assemblea è stato deliberato un aumento di capitale sociale per un importo di 10 milioni di euro al fine di dotare la società di un capitale sociale adeguato al proseguimento della mission indicata nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 ottobre 2008 e dalle disposizioni dell'atto costitutivo.
Il commissario straordinario delegato, al fine di garantire che l'esecuzione dei lavori avvenga nel rispetto delle modalità e dei termini previsti, svolge funzioni di vigilanza sulle attività relative alle opere riferendo alla Presidenza del Consiglio dei ministri sul regolare svolgimento dei procedimenti amministrativi e sulla puntuale esecuzione dei lavori.
Per quanto riguarda il pericolo di infiltrazioni della criminalità organizzata il Ministero dell'interno, in considerazione della rilevanza della manifestazione Milano Expo 2015 e degli investimenti ad essa connessi, ha avviato attraverso la DIA un attento monitoraggio dell'attività per prevenire il rischio di infiltrazioni mafiose nelle imprese. In particolare la DIA, mediante l'Osservatorio centrale sugli appalti e i gruppi interforze appositamente istituiti presso le prefetture, rivolge specifica attenzione agli appalti pubblici delle opere di rilievo strategico per la prevenzione e repressione dei tentativi di ingerenze mafiose nelle imprese impegnate nei lavori.
Massima è l'attenzione della prefettura di Milano anche sul versante della sicurezza dei cantieri: già dal mese di ottobre 2000 opera proficuamente il gruppo di lavoro permanente per la sicurezza sul lavoro e il lavoro sommerso, finalizzato a contrastare il fenomeno del lavoro nero e a verificare il rispetto delle disposizioni in materia di sicurezza sul lavoro.
Dall'ottobre 2008 anche la prefettura di Novara in relazione alle possibili localizzazioni nel territorio provinciale dell'Expo ha adottato un protocollo per il monitoraggio degli appalti. Tale protocollo che in una prima fase riguarda soltanto le opere pubbliche del comune capoluogo e della provincia per importi superiori a 500 mila Pag. 33euro successivamente potrà essere esteso ad altre stazioni appaltanti pubbliche interessate ad opere di particolare rilevanza quali quelle connesse all'evento fieristico di Milano. L'intesa prevede l'estensione degli accertamenti antimafia, il coordinamento dell'attività di controllo sui cantieri, nonché l'inserimento nei capitolati speciali di appalto di clausole destinate ad agevolare i controlli e a sanzionare eventuali inadempienze da parte delle imprese esecutrici secondo modalità già sperimentate positivamente.
In merito all'istituzione di un apposito ente di controllo sugli appalti, si ritiene che tale controllo spetti alla magistratura ed alle strutture di polizia qui citate, non ritenendosi necessario un ulteriore appesantimento burocratico delle procedure di appalto con nuove strutture amministrative.
Il commissario straordinario vigila sull'organizzazione dell'Expo 2015 e sulla tempestiva realizzazione delle opere, riferendo periodicamente sullo stato di attuazione degli eventi. Il commissario straordinario delegato indice conferenze di servizi tra le amministrazioni interessate, anche con la partecipazione di soggetti privati, qualora si debbano acquisire intese, concerti o nulla osta da parte delle amministrazioni stesse.
La commissione di coordinamento, presieduta dal commissario straordinario delegato, ha la funzione di coordinare i diversi soggetti coinvolti al fine di assicurare il raccordo e la coerenza ottimale tra le diverse attività di organizzazione e gestione dell'evento.
Con deliberazione del 12 novembre della regione Lombardia è stato sottoscritto l'accordo quadro di sviluppo territoriale avente ad oggetto il programma di interventi finalizzato alla realizzazione dell'Expo. Nell'Allegato F di tale accordo, concernente la valorizzazione turistica e l'offerta culturale, sono indicati obiettivi e linee di azione che costituiranno il riferimento per la riuscita e la valorizzazione dell'evento; ovviamente, tale ambito è di stretta competenza della regione.
Il Governo è presente con le amministrazioni competenti nel tavolo istituzionale per il governo complessivo degli interventi regionali e sovraregionali. In data 3 marzo è stato siglato il protocollo di collaborazione tra la regione Lombardia, il sottosegretario al turismo, il commissario straordinario delegato per l'Expo 2015 e il comune di Milano per la promozione dei progetti comuni all'evento.
In particolare, il sottosegretario al turismo si è impegnato a realizzare una costante e generale attività di promozione e comunicazione nell'ambito delle proprie iniziative nazionali ed internazionali per garantire la migliore visibilità dell'Expo.
L'evento Expo Milano 2015 non è inserito tra i cosiddetti grandi eventi e non può, quindi, beneficiare delle deroghe alla normativa vigente in materia di appalti prevista dalla legge n. 225 del 1992. La Soge, società di gestione dell'Expo, che ha la funzione di soggetto attuatore, redige il piano finanziario dettagliato delle opere essenziali, stipula i contratti con le ditte aggiudicatarie dei lavori ed opere e gestisce i finanziamenti pubblici assegnati dagli enti finanziatori.
PRESIDENTE. Signor sottosegretario, deve esprimere i pareri.
BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, in ordine alla mozione Cicchitto, Cota ed altri n. 1-00150 il parere è favorevole su tutti i punti del dispositivo, purché il primo capoverso sia riformulato nel senso di espungere la parola: «necessarie», in quanto le opere necessarie verranno definite all'interno dell'intesa quadro tra la regione Lombardia e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Su tutto il resto, il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Signor sottosegretario, vuole chiarire meglio?
BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Sulla mozione Cicchitto, Cota ed altri n. 1-00150 il parere è favorevole sul dispositivo, purché il primo capoverso Pag. 34venga riformulato nel senso di sopprimere le parole: «e necessarie», in quanto le opere necessarie verranno definite all'interno dell'intesa quadro tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e la regione Lombardia.
PRESIDENTE. Signor sottosegretario, chiedo scusa, vorrei chiederle questo: lei subordina il parere favorevole su tutto l'impianto della mozione Cicchitto, Cota ed altri n. 1-00150 alla condizione che venga espunta dal primo capoverso del dispositivo le parole: «e necessarie»?
BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. È così.
PRESIDENTE. Sta bene. Andiamo avanti.
BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Per quanto riguarda la mozione Franceschini ed altri n. 1-00146, il parere è favorevole purché il primo capoverso del dispositivo venga riformulato così come la mozione Cicchitto, Cota ed altri n. 1-00150. Il primo capoverso del dispositivo va riformulato come il primo capoverso della precedente mozione, sopprimendo la parola: «necessarie».
PRESIDENTE. Che cosa vuol dire? Sono due mozioni diverse.
BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Si accoglie lo spirito, ma la formulazione che si accoglie...
PRESIDENTE. Quindi chiede che venga riformulata come la mozione Cicchitto ed altri n. 1-00150?
BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Come il primo capoverso del dispositivo della mozione Cicchitto ed altri n. 1-00150.
Il Governo esprime parere contrario relativamente al secondo capoverso del dispositivo, a partire dall'espressione «ad istituire un ente di controllo».
Il Governo esprime parere favorevole relativamente al terzo capoverso del dispositivo, a partire dall'espressione «a riferire periodicamente».
Il Governo esprime parere favorevole relativamente al quarto capoverso del dispositivo, a partire dall'espressione «a lanciare una campagna di adesione».
Il Governo esprime parere contrario relativamente al quinto capoverso del dispositivo, a partire dall'espressione «a predisporre, con gli enti locali, un piano strategico di sviluppo turistico», perché è compito della SOGE.
PRESIDENTE. Sul resto del dispositivo il parere è favorevole? Sui restanti capoversi del dispositivo?
BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Il Governo esprime parere favorevole relativamente al sesto capoverso del dispositivo, a partire dall'espressione «a potenziare l'organico».
Per quanto riguarda il settimo capoverso del dispositivo, a partire dall'espressione «ad evitare che si possa derogare», ciò non è previsto, oggi non possiamo prendere impegno.
PRESIDENTE. Quindi il parere è contrario?
BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Il parere sul settimo capoverso del dispositivo è contrario.
Il Governo esprime parere contrario relativamente all'ottavo capoverso del dispositivo, a partire dall'espressione «a predisporre il master plan definitivo», perché è compito della SOGE.
Il Governo esprime parere favorevole relativamente al nono capoverso del dispositivo, a partire dall'espressione «a programmare un piano comunicativo».
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo sulle premesse?
BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Per quanto riguarda le premesse, il Governo esprime parere favorevole sui primi otto capoversi sino all'espressione «enti locali», espungendo gli ultimi cinque capoversi dall'espressione «Il Corriere della Sera» sino all'espressione «progettualità concreta».
PRESIDENTE. Quindi sino alla fine delle premesse.
BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Il Governo esprime parere favorevole su tutti i capoversi della premessa, espungendo però quelli dall'espressione «Il Corriere della Sera» sino all'espressione «progettualità concreta».
PRESIDENTE. Quindi, in tal caso, il Governo esprime parere favorevole sulla premessa?
BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Sì, espungendo tale parte.
Per quanto riguarda la mozione Vietti ed altri n. 1-00149, il Governo esprime parere favorevole sulla lettera a) se riformulato secondo il testo della mozione...
PRESIDENTE. Posso interromperla un attimo, solo per salutare gli alunni e i docenti della Scuola media Pascoli di Taurianova (Applausi)? Andiamo avanti.
BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Per quanto riguarda la mozione Vietti ed altri n. 1-00149, il Governo esprime parere favorevole sulla lettera a), se riformulata secondo il primo capoverso del dispositivo della mozione Cicchitto ed altri n. 1-00150. La sostanza è quella, ma noi possiamo accogliere...
PRESIDENTE. Chiedo scusa. Di che cosa sta parlando, del primo o del secondo capoverso? Per primo capoverso si intende quello che comincia con l'espressione «ad assumere».
BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Il Governo esprime parere contrario sul primo capoverso.
Per quanto riguarda invece il secondo capoverso, il Governo esprime parere favorevole sulla lettera a), se riformulato come è stata riformulata la mozione Cicchitto ed altri n. 1-00150. Il Governo esprime parere contrario sulla lettera b). Il Governo esprime parere favorevole sulla lettera c).
Il Governo esprime parere contrario sul terzo e quarto capoverso del dispositivo, dall'espressione «ad adottare» sino ad «opere» ad eccezione delle ultime due righe...
PRESIDENTE. Per quanto riguarda le premesse della mozione Vietti ed altri n. 1-00149?
BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Il Governo esprime parere contrario sulle premesse.
Il Governo esprime parere favorevole sulle ultime righe dell'impegno, a partire dall'espressione «a fornire annualmente al Parlamento una relazione dettagliata sullo stato di avanzamento».
PRESIDENTE. Dove? Non riusciamo a trovarla.
BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Come dice?
PRESIDENTE. Stiamo parlando delle premesse della mozione Vietti ed altri n. 1-00149.
BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e itrasporti. Pag. 36Il Governo esprime parere contrario sulle premesse della mozione Vietti ed altri n. 1-00149.
Per quanto riguarda pagina 2...
PRESIDENTE. Signor sottosegretario, non mi dia i numeri delle pagine perché sono diversi, mi faccia piuttosto capire. Il parere è contrario su tutte le premesse della mozione Vietti ed altri n. 1-00149, ma allora su quali parti del dispositivo, oltre quello che lei ha detto, il parere è favorevole?
LUCA VOLONTÈ. Bravo, signor Presidente!
BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Il Governo esprime parere favorevole sulle lettere a) e c) del secondo capoverso del dispositivo e sulle due righe iniziali del quarto capoverso: «a fornire annualmente al Parlamento una relazione...».
PRESIDENTE. Sottosegretario Giachino, qual è invece il parere del Governo sulla risoluzione Mantini e Volontè n. 6-00020?
BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Sulla risoluzione Mantini e Volontè n. 6-00020 il Governo si rimette all'Assemblea.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, mi rendo conto che il sottosegretario Giachino è stato incaricato e delegato dal Governo solo mezz'ora fa, però credo abbia fatto un lavoro egregio, perché ha letto molto attentamente le mozioni ed è riuscito a definire una votazione per parti separate di circa una trentina o quarantina di punti; pertanto, le tre mozioni sono diventate una quarantina di votazioni per l'Assemblea.
ROBERTO GIACHETTI. Peraltro è occupato, mi pare, in altre faccende!
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Vedo comunque che..., signor Presidente, credo che se serve...
PRESIDENTE. Chiedo scusa, volete lasciare libero il sottosegretario, per cortesia?
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, faccio una proposta proprio perché credo che anche la maggioranza abbia bisogno di rendersi un po' più chiare le idee: se sospendiamo per una mezz'ora c'è la possibilità di capire quali siano gli intenti del Governo e della maggioranza, perché mi pare che vi sia stato un dibattito nel corso della discussione sulle linee generali delle mozioni nel quale si sono realizzati punti di incontro e punti di conflitto.
A questo punto credo invece che il Governo abbia contribuito a creare un po' di confusione. Pertanto, se serve fare chiarezza, al fine di meglio definire anche come dobbiamo votare, non sono contrario ad una mezz'ora di sospensione; se invece dobbiamo procedere, ho delle domande di chiarificazione da rivolgere prima di lasciare che l'Assemblea intervenga nel merito attraverso le dichiarazioni di voto.
ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, non sono intervenuto prima però francamente il Governo si è presentato con tre quarti d'ora di ritardo, mentre ricordo che in altra occasione, quando ciò è avvenuto con il Ministro Rotondi, sem Pag. 37brava che fosse scoppiato il mondo ed il Presidente della Camera è addirittura intervenuto.
Ora ci troviamo di fronte ad un rappresentante del Governo che arriva in ritardo e che dimostra una larga impreparazione rispetto al tema che stiamo trattando. Credo francamente che sia meglio sospendere, che il sottosegretario si chiarisca con la sua maggioranza e che, quando torneremo in Aula, almeno torniamo a votare in modo ineccepibile e con la necessaria preparazione. Chiedo scusa, ma mi pare che dal dibattito sia emerso questo.
PIERLUIGI MANTINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, come hanno detto i colleghi può essere ragionevole, vista la difficoltà del Governo, una sospensione, perché francamente il parere che ci viene dal Governo è un bricolage tra le mozioni da cui non si evince assolutamente nulla, se non che il Governo non voglia avere neanche una mozione di indirizzo da parte del Parlamento che abbia un senso compiuto.
Quello che invece è davvero irragionevole è il fatto che il Governo si presenti ora sapendo che c'è stato un anno colpevole di ritardo nella gestione dei lavori dell'Expo, figli di una politica assolutamente bipartisan - questo è agli atti ed è riconosciuto - e del patto, del «tavolo Milano». Dopo un anno di inerzie si viene qui - in modo, direi, un po' a spizzichi e bocconi - a raccontarci quali pezzettini di mozioni dovrebbero stare insieme in un atto di indirizzo che non avrebbe alcun senso.
Abbiamo capito per il vero qualcosa dalle parole del sottosegretario, che lodevolmente ha svolto il suo compito: abbiamo capito che comunque non si vuole un organismo di controllo sugli appalti e che non si è in grado di avere un master plan sulle opere essenziali da realizzare, ma di ciò parleremo dopo.
Non so se il Governo ha bisogno di una riflessione ulteriore, ma se non ne avesse bisogno, siamo ancora più preoccupati per il prosieguo della discussione.
ENRICO GASBARRA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO GASBARRA. Signor Presidente, ovviamente sono d'accordo con i colleghi che sono intervenuti, e, non per provocazione, vorrei esprimere solidarietà al sottosegretario per quello a cui lo stesso è stato costretto oggi. Vorrei, tuttavia, richiamarla, proprio in presenza della scolaresca che assiste ai nostri lavori, su un aspetto: noi vogliamo che i nostri ragazzi siano preparati, studino, e siano valutati a scuola; un altrettanto buon esempio dovrebbe darlo il Parlamento. Signor Presidente, quello che accade oggi dimostra l'ennesimo disinteresse, l'ennesima umiliazione, che il Governo manifesta nei confronti del Parlamento. Malgrado che queste mozioni siano state da tempo depositate, il Governo arriva in ritardo in Aula e non è preparato per fornire i pareri. Io la prego...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gasbarra.
ENRICO GASBARRA. ...Presidente, mi faccia formulare una proposta. Io la prego di considerare che l'Ufficio di Presidenza, prendendo spunto da questa occasione, valuti di evidenziare questo comportamento al Governo, per ripristinare il decoro e la partecipazione corretta di un Governo che inonda il Parlamento di decreti-legge e sulle mozioni arriva impreparato (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro).
PRESIDENTE. Onorevole Gasbarra, questo non è di competenza dell'Ufficio di Presidenza, tanto meno del Presidente della Camera, tuttavia quello che è avvenuto è sotto gli occhi di tutti. È stata presentata una proposta, che ho raccolto, Pag. 38che è quella di sospendere i lavori per svolgere qualche riflessione ulteriore sulle mozioni, che sono piuttosto complesse.
Chiedo al rappresentante del Governo se accoglie la richiesta di sospensione di 30 minuti per chiarire alcune posizioni.
BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, non accolgo la proposta di sospensione.
PRESIDENTE. Ne prendo atto.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, siamo arrivati alla fase in cui si discute del metodo e delle modalità attraverso le quali si passerà poi alle dichiarazioni di voto e successivamente alle votazioni. Credo che l'atteggiamento del Governo sia stato quasi inqualificabile. Dovremmo trovare un aggettivo adeguato al fatto che abbiamo un sottosegretario che ha dichiarato di essere stato delegato dal Governo di occuparsi di queste questioni mezz'ora fa (dopo che l'Aula è stata per più di tre quarti d'ora ad aspettare che il Governo raggiungesse i suoi banchi) per poi esprimere in modo contorto i pareri su ciascuna mozione e sulla risoluzione in esame. Non sono rispettati nemmeno i minimi riferimenti di carattere regolamentare. Evidenzio innanzitutto una questione preliminare: il Governo non può tenere un simile atteggiamento di fronte a mozioni che presentano parti motive che hanno un rapporto, come si sa, con la parte di impegno, che non può essere suddivisa in ulteriori parti. Il Governo deve esprimere un parere, favorevole o contrario, sulla parte motiva; non può proporre di votare per parti separate le premesse. Le premesse sono una parte connaturata agli impegni che possano essere votati per parti separate perché riguardano l'indirizzo che questo Parlamento dà al Governo.
Ma il Governo non può sindacare le premesse politico-istituzionali sulle quali il Parlamento, i gruppi parlamentari, i singoli deputati hanno la facoltà di determinare le basi fondamentali su cui fondano le proposte d'impegno per il Governo. Quindi, signor Presidente, dal punto di vista regolamentare le chiederei di verificare con il Governo come e perché sulla mozione Franceschini ed altri n. 1-00146 si propone di fatto una votazione per parti separate. Infatti, per questa mozione è stato dato un parere favorevole sulla prima parte delle premesse, in particolare, fino alle parole: «a carico degli enti locali;», e poi non ho capito bene se si chieda di espungere dal testo i conseguenti cinque capoversi delle premesse, oppure se il Governo abbia inteso riformulare addirittura le premesse stesse. Ma il Governo non può riformulare le premesse. Non è nei poteri del Governo riformulare la parte di motivazione politico-istituzionale sulla quale si fonda la proposta di impegno e di indirizzo che il Parlamento e le parti politiche dei gruppi qui intendono indirizzare al Governo nell'azione sul merito del tema che viene trattato.
La prima questione regolamentare che le pongo è questa: sulle premesse il Governo dica se è favorevole o contrario; non ci può essere una riformulazione o una proposta di voto per parti separate sulle premesse. Questo mi pare assolutamente e preventivamente importante da capire. Inoltre, il Governo propone di riformulare il primo capoverso del dispositivo della mozione Franceschini ed altri n. 1-00146 sia la lettera a) del secondo capoverso del dispositivo della mozione Vietti ed altri n. 1-00149 attraverso un escamotage, in altre parole «trasferendo» il primo capoverso del dispositivo della mozione Cicchitto ed altri n. 1-00150 e facendola diventare la prima parte di impegno delle mozioni presentate dai gruppi del Partito Democratico e dell'Unione di Centro.
A me sembra che da questo punto di vista si compia un'operazione, per così dire, non esattamente comprensibile, anche dal punto di vista regolamentare. O si riformulano le prime parti di impegno così Pag. 39come sono scritte (e si sta al testo), e la riformulazione non è una riscrittura completa, o, se si tratta di una riscrittura completa, il Governo non deve esprimere un parere favorevole con riformulazione. Il Governo sostanzialmente è contrario al modo in cui è formulata la prima parte dell'impegno, a meno che la riformuli secondo una logica minimamente riformatrice del testo. In altre parole la riformulazione non può essere una completa riscrittura, perché a questo punto il Regolamento potremmo anche non averlo e il Parlamento, sulla base di quello che il Governo, a seconda delle condizioni, decide di proporre, a quel punto ne prende atto, e agli stessi proponenti viene sottratta la possibilità di esercitare, con una precisa indicazione, anche le facoltà e le prerogative di carattere parlamentare alle quali tutti noi teniamo come singoli parlamentari e come gruppi.
PRESIDENTE. Saluto gli studenti ed i docenti della Scuola media «Giovanni XXIII» di Lauria, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
ROBERTO COTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, vorrei evidenziare come il sottosegretario Giachino, seppur in maniera un po' irrituale, abbia cercato di portare a questo dibattito un apporto costruttivo. Quindi, non strumentalizzerei le sue dichiarazioni. Ovviamente, è anche comprensibile dal punto di vista dell'opposizione non condividere le argomentazioni nel merito espresse dal Governo; questo è comprensibilissimo e fa parte della dialettica e delle rispettive posizioni. Allo stato se evidentemente non condivide, il Governo poi darà il suo parere, e mi sembra sia contrario, perché le argomentazioni non sono condivise dall'opposizione. Mi sembra qualcosa che rientra pienamente nella dialettica parlamentare e non c'è niente da strumentalizzare (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUDOVICO VICO. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori perché desidererei appellarmi ad ella in quanto - spero si sia trattato soltanto di una mia poca disponibilità - non ho compreso in maniera compiuta l'articolazione delle soppressioni e tutto il resto. Ho registrato inoltre una seria difficoltà nelle argomentazioni che il sottosegretario ha rappresentato o evidentemente pensava di rappresentare.
Pertanto vorrei chiederle se, per quanto mi riguarda, è possibile, nell'esercizio delle funzioni di parlamentare, avere il tempo necessario per leggere il resoconto stenografico, oppure irritualmente - mi consenta - in questo momento sto rivendicando il diritto di parlamentare di poter esercitare il voto nelle piene condizioni di ragionevolezza per come mi sarà sottoposto dalla Presidenza. Mi sarebbe molto irrituale richiedere, come dire, un supplemento delle dichiarazioni rese. Insisterei di essere messo nelle condizioni di leggere il resoconto stenografico parziale che è redatto nel volgere dei prossimi venti minuti.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, la invito a riprendere un po' le fila di questa discussione che rischia francamente di sfilacciarsi anche in un'inutile perdita di tempo con scarsa dignità per i nostri lavori. Ho ascoltato l'intervento dell'onorevole Cota che ha dato una sorta di interpretazione autentica dell'intervento del sottosegretario spiegandoci che il rappresentante del Governo avrebbe espresso un parere sostanzialmente contrario sulle mozioni dell'opposizione: così ho capito. Dunque siamo ai dubbi interpretativi sull'interpretazione autentica del pensiero del sottosegretario elaborata da parte dell'onorevole Pag. 40Cota. Francamente, signor Presidente, prima di procedere - salvo che lei nella sua saggezza decida di sospendere che, forse, sarebbe la soluzione migliore - pregherei la Presidenza di riassumerci i pareri sulle mozioni espressi dal Governo. Francamente, almeno per quanto riguarda la nostra mozione, io non li ho capiti e comunque, come già l'onorevole Quartiani ha ricordato, questa sorta di operazione chirurgica per cui vengono ritagliati nelle premesse e nelle parti dispositive frasi che si intersecano le une con le altre cambiando il senso originario delle mozioni stesse ed esprimendo poi pareri alternati, favorevoli e contrari, ad impegni che in realtà hanno una loro coerenza per cui o stanno o cadono tutti insieme, pone l'opposizione in un grande imbarazzo nel decidere come impostare il dibattito e come atteggiarsi sia rispetto al Governo sia rispetto alle altre mozioni. Pregherei per davvero la Presidenza di fare un po' di chiarezza.
PRESIDENTE. Proviamo a dare una rilettura dei pareri espressi. Sottosegretario Giachino, mi corregga se sbaglio.
Mozione Franceschini: favorevole dal primo all'ottavo capoverso delle premesse; favorevole al primo capoverso del dispositivo, a condizione che sia riformulato in termini identici al primo capoverso della mozione Cicchitto, Cota ed altri n. 1-00150. È così? Perfetto. Quindi, residualmente, favorevole al terzo capoverso, al quarto capoverso, al sesto capoverso ed al nono capoverso del dispositivo. Il parere è, contrario dal nono al tredicesimo capoverso delle premesse e contrario al secondo capoverso, al quinto capoverso, al settimo capoverso e all'ottavo capoverso del dispositivo.
Mozione Vietti ed altri n. 1-00149: favorevole al secondo capoverso lettera a) del dispositivo, qualora venga espunta la parola «necessarie»; favorevole al secondo capoverso lettera c) e al quarto capoverso del dispositivo. È così? Contrario a tutta la premessa e contrario al primo capoverso, al secondo capoverso, lettera b), e al terzo capoverso del dispositivo. Mozioni Cicchitto, Cota ed altri n. 1-00150: favorevole, qualora vengono espunte le parole «e necessarie» dal primo capoverso del dispositivo. Risoluzione Mantini e Volontè n. 6-00020: il Governo si è rimesso all'Assemblea. Questi dovrebbero - mi auguro - essere i pareri.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che manchi qualcosa, almeno così avevo appuntato, può darsi che abbia sbagliato, però per chiarezza preferisco capire. Sulla mozione Vietti ed altri n. 1-00149, mi pare che il Governo abbia espresso parere contrario su tutte le premesse.
PRESIDENTE. Infatti, ho detto: contrario su tutte le premesse.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Quindi, avevo segnato bene.
Della lettera a), secondo capoverso, del dispositivo della mozione Vietti ed altri n. 1-00149, viene proposta una riformulazione, al pari del primo capoverso del dispositivo della mozione Franceschini ed altri n. 1-00146, analoga a quella proposta per il primo capoverso del dispositivo della mozione Cicchitto, Cota ed altri n. 1-00150.
PRESIDENTE. Quello che dice lei deriva dal fatto che è stato dato parere favorevole sul secondo capoverso, lettera a), del dispositivo, espungendo la parola «necessarie»; ed è la stessa operazione avvenuta per la mozione Cicchitto, Cota ed altri n. 1-00150. Quindi, ha ragione lei, ma risulta già.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Per quanto riguarda la mozione Franceschini ed altri n. 1-00146, ho formulato una richiesta alla Presidenza per comprendere Pag. 41se intendiamo innovare la prassi secondo cui si votano per parti separate le premesse, in sostanza, la parte motiva.
PRESIDENTE. Da quel che mi risulta non è una prassi innovativa, perché vi sono già precedenti: me lo facevano rilevare prima gli uffici, e ciò è confermato.
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, è inutile ripetere quello che ha mirabilmente accennato anche il capogruppo Vietti, cioè che sono rimasto straordinariamente sconcertato da questa situazione. Vedo ancora un dibattito e forse anche il Governo non è particolarmente convinto di ciò che è emerso da un'ora e mezza di discussione comprensiva anche dell'assenza in aula del rappresentante del Governo.
Sinceramente, in questa mia dichiarazione di voto desidero spiegare tutto il mio sconcerto e anche le mie perplessità. Milano è stata una vittoria per tutto il Paese e l'Expo 2015 assume un ruolo strategico per lo sviluppo economico della Lombardia e dell'intero Paese. Consideriamo, però, assolutamente sconcertante che nel parere del Governo si siano tolte dalle premesse e dai dispositivi delle mozioni delle opposizioni (compresa la nostra) tutte le osservazioni sull'anno di ritardo che ha portato ad una paralisi della governance per la rinascita di un «neopoltronismo» in salsa centrodestra - diciamolo con chiarezza - e per la difficoltà a suddividersi spazi e incarichi nel Popolo della Libertà e tra il Popolo della Libertà e gli alleati della Lega Nord.
Dopo un anno di ritardo, sembra che si stia partendo e tutto ciò emerge non da una volontà polemica: basterebbe leggere le interviste rilasciate dal presidente di Confindustria Lombardia, la presidente Bracco, 20 giorni or sono e quella di oggi, dove si tradisce un iter di venti giorni assolutamente burrascoso che, tuttavia, è sotto gli occhi di tutti.
Oggi alla Soge è presente un amministratore delegato e vicepresidente che vanta un lauto compenso e che è anche parlamentare in carica, in palese conflitto di interessi; eppure lei, signor sottosegretario, non si è reso conto - forse sbadatamente - che al primo capoverso della premessa della nostra mozione ponevamo proprio tale questione - che è stata anche votata da un'ampia maggioranza durante la seduta di ieri del Consiglio comunale di Milano - vale a dire la richiesta di porre fine ad un conflitto di interesse troppo palese in capo al vicepresidente ed amministratore delegato. Eppure, questa parte, come tutto il resto della premessa, viene cancellata in maniera molto leggiadra dalle sue opinioni sulla nostra mozione.
A Milano, però, ci deve essere un problema un po' più ampio, oltre a quello certificato dalla nostra mozione e dalla seduta di ieri sera del Consiglio comunale. Vi è anche un problema di comunicazione reale tra gli organi politici di maggioranza e gli amministratori delegati supertecnici, se è vero che in questi giorni un analogo problema si sta verificando tra la maggioranza e l'amministratore delegato supertecnico, dottor professor Catania, il quale ha chiesto di proporre un ricorso contro la decisione dell'esecutivo di Milano. Conflitti di interesse e distrazioni sono di tutti, evidentemente, e pericolosamente appartengono anche ad altri contenitori politici. Mi riferisco qui - è già stato fatto presente più volte dal nostro gruppo, in diverse circostanze - anche ad una certa stravaganza del presidente uscente della provincia, Penati, che pare in conflitto di interessi, ad esempio, per la questione che riguarda la Milano-Serravalle: prima ha strapagato le azioni, oggi, invece, con gli utili che sono, purtroppo, trimezzati, non può far fronte a quelle poste di investimenti per infrastrutture inerenti l'evento dell'Expo. Anche in questo caso, c'è da stupirsi, onorevole sottosegretario, che lei abbia chiesto di togliere dal dispositivo Pag. 42della nostra mozione proprio quella parte che riguarda il controllo e il monitoraggio dell'effettiva copertura della quota degli oneri in capo agli enti locali. Forse, si riferiva ad un accordo silenzioso, bipartisan, di conflitto di interessi che ha portato ad un anno di ritardi e che non testimonia positivamente per il futuro. Ritardi, dissidi, stravaganze, conflitti reciproci sono tali da rendere, purtroppo, persino poco credibile la paradossale idea di rinviare l'organizzazione dell'evento per evitare pessime figure. Siamo, invece, assolutamente convinti che siano decisivi i prossimi 12 mesi di lavoro.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ore 16,35).
LUCA VOLONTÈ. L'importante risultato raggiunto per l'assegnazione a Milano dell'Expo 2015, raggiunto unitariamente da tutte le forze non solo politiche, ma anche sociali ed economiche del Paese, oltre che della Lombardia, rischia di trasformarsi in un evanescente miraggio per via dei ritardi nell'organizzare, finanziare e decidere la governance dell'evento. Perciò si chiuda subito lo sgradevole conflitto di interesse - anzi, purtroppo, come ho cercato il dimostrare, gli sgradevoli e imbarazzanti diversi conflitti di interesse - e si passi ad assumere tutte le utili iniziative per garantire l'esecuzione, nei tempi e con i finanziamenti previsti, di tutte le opere necessarie per realizzare l'Expo 2015.
Risulterà fondamentale la decisione di monitorare la copertura degli oneri per gli enti locali, la compatibilità rispetto al Patto di stabilità e quel controllo sugli appalti di reale trasparenza e concorrenza, che è anche uno dei paragrafi da espungere secondo il parere negativo del Governo. Altrettanto fondamentale risulterà fornire annualmente al Parlamento una relazione dettagliata sullo stato di avanzamento dei lavori. Evidentemente, anche l'onorevole Mantini, che interverrà dopo di me, porrà l'attenzione in particolare sul tema della trasparenza, della concorrenza e del monitoraggio. Confidiamo che, almeno con riferimento a quella risoluzione, sulla quale il Governo ha avuto almeno il buon gusto di rimettersi all'Aula, quest'ultima dimostri la stessa libertà, intelligenza e capacità di giudizio dimostrate dal Consiglio comunale di Milano non più tardi della serata di ieri. Auspichiamo meno conflitti di interesse e più lavoro comune, allo scopo di rendere Expo 2015 un evento utile all'amministrazione comunale, provinciale, regionale e a tutto il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.
GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, riguardo l'Expo 2015 oggi abbiamo avuto la dimostrazione che il Governo prende le cose alla leggera o meglio che non ha mai affrontato il problema di petto, riconoscendo l'importanza che dovrebbe avere un evento di questo genere. Tengo a precisare che un anno fa, il 31 marzo 2008, l'Assemblea generale del BEI aveva dato questa opportunità a Milano, alla Lombardia e a tutto il territorio nazionale. Da un anno a questa parte assistiamo ad un teatrino della politica, a livello lombardo e nazionale, che sta portando l'Expo ad un blocco totale. Siamo al punto di partenza: abbiamo perso 365 giorni circa - il 31 marzo è tra poco - e non abbiamo ancora deciso niente o meglio abbiamo deciso qualcosa che ha aggiunto difficoltà ulteriori ad altre già esistenti sul tappeto.
Ritengo che la nomina del nostro collega, l'onorevole Stanca, insieme alla nomina della Presidente Bracco, abbia - come accennava poco prima l'onorevole Volontè - creato un conflitto di interessi riguardo l'Expo. Non so se siano vere le affermazioni che leggo sui giornali. Non so con quale spirito affronterà il problema dell'Expo, che rappresenta una grande opportunità per il nostro Paese, l'onorevole Stanca, poiché non ha ancora dato le dimissioni da deputato. Leggiamo alcune dichiarazioni sui quotidiani regionali lombardi. Pag. 43Un problema di questo tipo va affrontato giorno per giorno, ventiquattro ore su ventiquattro, non due o tre giorni la settimana. Ritengo che l'onorevole Stanca non abbia la possibilità di onorare l'impegno da parlamentare e quello da amministratore delegato di una società così importante, che deve gestire immense fortune e somme di liquidità. In proposito, se è vero come è vero che, a fronte di questo incarico, potrebbe percepire 450 mila euro lordi all'anno, ritengo che la cifra non sia compatibile con il rigore e il momento di crisi che il nostro Paese sta soffrendo.
Noi voteremo in proposito sicuramente a favore della mozione Franceschini ed altri n. 1-00146 e della mozione Vietti e altri n. 1-00149. Ci asterremo sulla mozione Cicchitto ed altri n. 1-00150, non tanto nel merito ma per il fatto che contiene continui apprezzamenti e richiami a situazioni non chiarissime, a dichiarazioni che non sono puntuali.
La mozione Cicchitto ed altri n. 1-00150 prevede la messa in campo di tutte le forze possibili e immaginabili per arrivare ad una soluzione per l'Expo che possa portare il nostro Paese ad avere infrastrutture e uno sviluppo tali da mantenersi nel tempo. Si tratta tuttavia di dichiarazioni aleatorie. Riguardo alle attività di competenza del tavolo Lombardia, si afferma che stanno correttamente procedendo. Come stanno procedendo? Coinvolgendo la maggior parte delle risorse? A quali risorse si sta ricorrendo? La mozione dovrebbe essere molto più puntuale. Inoltre, sempre stando alla mozione, il Governo si è impegnato, attraverso la Presidenza del Consiglio dei ministri, i Ministeri coinvolti e l'Istituto nazionale per il commercio estero, a svolgere un'intensa attività di promozione.
Quali attività di promozione? Inoltre, si afferma che è stata svolta un'intensa attività di relazioni istituzionali a livello nazionale e internazionale che ha condotto a numerosi e significativi protocolli di intesa tra il comune di Milano ed altri comuni e via seguitando, ma quali sono? Dovremmo essere molto più puntuali nelle affermazioni. Oltretutto, abbiamo anche un problema che concerne queste immense risorse. La Corte dei conti solleva qualche dubbio in merito, perché, a fronte di questi dubbi sui finanziamenti dell'Expo 2015, bisognava chiarire fin da subito dove e come il Governo pensa di trovare quella marea di soldi che nel bilancio triennale non sono stanziati.
Credo che, al di là dell'impreparazione, e mi pare evidente che l'Aula abbia assistito alla manifestazione di una mancanza di volontà da parte del Governo di affrontare questo problema, ci viene persino il dubbio che il Governo possa lasciar perdere ad un certo punto e che possa mollare il testimone.
Allora, vorremmo avere quei chiarimenti che il Governo non ha ancora fornito; il sottosegretario, che sta ancora ascoltando, probabilmente non aveva la preparazione sufficiente per rispondere in ordine a mozioni che avevano la pretesa e vorrebbero dare delle linee che questo Governo non ha rispetto ad una manifestazione così importante.
Bisognava chiarire subito e oltretutto ci sono delle dichiarazioni fatte dal Ministro Tremonti che sono apparse anche su tutti i quotidiani nazionali che hanno messo in imbarazzo la amministrazioni pubbliche di Milano e della provincia.
Oltre al parere della Corte dei conti sul futuro dell'Expo, pesa come un macigno l'ultima dichiarazione, l'ultima uscita del Ministro dell'economia e delle finanze, Giulio Tremonti, che in una circolare ai sindaci annuncia l'impossibilità, d'ora in avanti, di utilizzare i proventi delle vendite degli immobili per gli investimenti.
Dove andranno le amministrazioni a prendere le risorse sufficienti per far partire questo progetto? Credo che vi siano molti dubbi e che vi sia un certo imbarazzo del Governo, a fronte di una manifestazione che richiede l'impegno più vivo di tutta la nostra classe dirigente migliore per fornire una risposta, soprattutto in questo momento terribile di crisi, ed affrontare la questione in modo diverso. Questo Governo non sta affrontando in modo serio questa emergenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Salvini. Ne ha facoltà.
MATTEO SALVINI. Signor Presidente, non utilizzerò tutto il tempo a mia disposizione. Ho un po' di rammarico, ovviamente non nei confronti del sottosegretario, che ringrazio per l'approfondimento della materia, ma mi chiedo se è questo l'interesse che quest'Aula deve riservare a ciò che il Ministro Scajola, qualche ora fa, ha considerato un trionfo per Milano e per tutta l'Italia.
Mi aspettavo, mi aspetto e mi aspetterei, per rispetto nei confronti degli imprenditori, dei lavoratori e dei cittadini di Milano e di tutta l'Italia, che un evento come Expo 2015 susciti un maggior interesse ed attenzione da parte di tutti e lo dico sia ad una parte che all'altra. Tuttavia, se questo è ciò che può offrire oggi la Camera, accontentiamoci di quello che passa il convento.
Ovviamente, sosterremo la mozione che reca anche la firma dei nostri parlamentari; lo dico agli amici dell'opposizione che sono intervenuti precedentemente, perché chiarisce in ogni caso tutti i punti che stanno a cuore alle persone che stanno seguendo seriamente la vicenda.
Mi riferisco al fatto che il Governo si impegna a trovare tutti i soldi, dal primo all'ultimo (e questo punto è presente nella mozione), a far sì che tutto avvenga nella massima trasparenza (e nella mozione è previsto), che vengano coinvolte tutte le realtà locali a livello di associazioni e di enti locali, nel nome dell'autonomia e della tutela delle identità locali, imprenditoriali ed amministrative (anche questo aspetto è presente), a far sì che si intervenga per portare in Italia, a Milano e soprattutto in Padania, visitatori dall'estero.
Abbiamo alle spalle, e lo dico a qualcuno che non sa di cosa stiamo parlando, l'Expo di Saragozza che è partito con delle grandi prospettive; è costato quattro miliardi di euro ed ha portato in Spagna neanche la metà dei visitatori che si prospettava, con una presenza di visitatori stranieri del 4 per cento.
L'Expo dell'acqua a Saragozza avrebbe potuto rappresentare una grande occasione; non so quale tasso d'interesse vi fosse nel Parlamento spagnolo che discuteva della vicenda, ma so che sicuramente l'esito finale non è stato dei più brillanti, perché sul totale dei cinque milioni e mezzo di visitatori quattro su cento venivano da fuori: tradotto si è trattato evidentemente di un fallimento.
A Milano si parla di un potenziale di 20, 25 milioni di visitatori e un quarto di questi proverranno dall'estero. Mi auguro che vi sia il concorso di tutti per la buona riuscita della manifestazione perché temo che vi sia qualcuno che, a parole, sostiene l'Expo, mentre aspetta solo che i finanziamenti non arrivino o che qualcosa vada male. Questo qualcuno (penso, ad esempio, all'onorevole Di Pietro) già inizia a parlare di mafia, camorra e 'ndrangheta prima ancora che si cominci a lavorare seriamente e, evidentemente, sottovaluta non solo il comune di Milano ma anche tutti quei procuratori e la direzione investigativa antimafia che stanno già lavorando su Expo. Così facendo, egli cerca pubblicità sulla pelle altrui, non portando gran vantaggio a Milano e all'Italia intera.
Noi abbiamo la coscienza pulita e poiché prima sentivo parlare di emolumenti e di stipendi, mentre altri si stracciano le vesti, posso dire che, solo e soltanto grazie alla Lega, oggi si parla, per il presidente della società che amministrerà l'Expo, di uno stipendio dimezzato rispetto a quello di cui si vociferava prima (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). In tanti parlano, ma poi quando si deve mettere la faccia se il contribuente milanese o italiano risparmierà qualche centinaia di migliaia di euro evidentemente è grazie a chi in quella società «si è fatto il mazzo» nei mesi passati.
Guardando avanti, ad esempio per quanto riguarda Shanghai, che cosa impariamo? Che vi sono le principali società lombarde che stanno lavorando da quelle parti e chi non si fida di società come Fiera Milano non rende un buon servizio né a se stesso, né alla Lombardia, né ai nostri imprenditori, né all'immagine dell'Italia Pag. 45all'estero. Pertanto, prima di lanciare vaticini sciagurati, vi proporrei di fare attenzione all'immagine che ne deriva all'estero.
Non so quanti di noi saranno ancora in questo ramo del Parlamento dal primo maggio al 31 ottobre 2015. Però, per sei mesi, dal primo maggio al 31 ottobre 2015, Milano, la Lombardia, la Padania e l'Italia saranno sotto gli occhi di tutto il mondo. Per noi si tratterà di un'opportunità unica. Inorridisco di fronte alla miseria di quelli che speculano su un disastro come quello del terremoto per provare a mettere in discussione quella che potrebbe essere la più grande operazione che il nord e l'Italia, in generale, aspetta da 20 anni. Tuttavia, mi permetto di dire al sottosegretario Giachino, che rappresenta il Governo, che ci sta benissimo la mozione che stiamo discutendo. Però, sottosegretario, la Lega Nord per l'indipendenza della Padania fa affidamento su di lei perché riporti ai suoi colleghi di Governo un impegno che è fortemente legato a Expo. Infatti, 5 milioni saranno i visitatori che giungeranno a Milano dal resto del mondo nel 2015: se a Malpensa vi saranno 200 movimenti al giorno, difficilmente riusciranno ad arrivare a Milano per visitare l'Expo. Tuttavia, sottosegretario Giachino, non è un impegno che rientra nella parte dispositiva della mozione perché non fa parte della materia, ma se Milano non avrà Linate - e soprattutto Malpensa - collegata con il resto del mondo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) i visitatori probabilmente verranno con il risciò a visitare l'Expo.
Pertanto, mi auguro che il Governo, unitariamente a tutti gli impegni importanti che assume con questo documento, cui ha dato parere favorevole, si ricordi che, bella che sia l'esposizione, bisogna anche fare in modo che si raggiunga. Quindi, sono pienamente fiducioso nelle istituzioni locali lombarde, di qualunque colore politico siano, che stanno già operando sul terreno, perché il comune di Milano sta firmando accordi con tantissimi comuni, di destra, di centro e di sinistra e ci interessa poco il colore politico dei comuni che collaboreranno alla riuscita di questo evento. Tuttavia, come a qualche osservatore distratto potrebbe apparire, ascoltando la discussione che si sta svolgendo in questo momento in Aula, scherzare o sottovalutare questo evento, che potrebbe costituire il rilancio non solo per Milano e per la Lombardia ma anche per tutta l'Italia, mi sembra grave. Pertanto, esprimiamo un sostegno convinto alla mozione della maggioranza e allo stesso tempo nutriamo un onesto interesse nei confronti di alcuni passaggi delle mozioni della minoranza.
Ad esempio, per quanto riguarda la mozione Vietti ed altri n. 1-00149, presentata dell'Unione di Centro (e giustamente si afferma che o la si incassa tutta o niente) onestamente ritengo interessante il passaggio che si riferisce al Patto di stabilità.
Evidentemente fate bene a dire che o prendete il pacchetto completo o non lo prendete, però moralmente spero che il Governo si senta impegnato, visto che garantisce che reperirà i fondi dalla prima all'ultima lira - è sicuramente moralmente impegnato a farlo -, a far sì che i vincoli imposti dal Patto interno di stabilità, qualora se ne ravvisasse la necessità, possano essere derogati, dal momento che stiamo parlando di un possibile rilancio di tutto il sistema Italia.
Allo stesso modo, nella mozione del Partito Democratico ci sono dei passaggi interessanti. Mi permetto solo di discutere una questione. Lo dico agli amici Franceschini ed altri che hanno firmato la mozione: va benissimo controllare la trasparenza e vigilare passo per passo, appalto per appalto, consulenza per consulenza, fornitura per fornitura, bando per bando, euro per euro (questo va benissimo), ma creare un ente di controllo ad hoc temo possa appesantire ulteriormente una macchina che è già partita faticosamente. È partita alla mediterranea, non alla lombarda, perché dopo un anno forse comincia ad avere la società di gestione. Per questo, temo che creare un ulteriore ente Pag. 46di controllo possa burocratizzare le procedure, anziché snellirle e aiutare la trasparenza.
Qualche errore è stato fatto; fortunatamente tutte le infrastrutture, tutte le opere e tutte le strade (penso alla pedemontana, alla Brebemi, alla tangenziale esterna di Milano, alle linee metropolitane) sono già state progettate, finanziate e alcune verranno cantierizzate presto. Quindi si è partiti benino, anche se si poteva fare un po' più in fretta.
Questo documento impegna il Governo a tener fede a tutti gli impegni presi, quindi lo voteremo convintamente e non potremo votare, invece, le mozioni del PD e dell'UdC, ma chiedo nuovamente al sottosegretario di dare la possibilità a questi 29 milioni di visitatori, qualora l'Expo fosse la cosa più bella, trasparente ed interessante del mondo, di arrivare a Milano per visitarlo, perché senza gli aeroporti a Milano non ci si arriva (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.
PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo fondamentalmente sui due punti oggetto della risoluzione di cui sono primo firmatario, ma non posso sottrarmi ad una premessa comune. Crediamo moltissimo nell'Expo, abbiamo lavorato per vincere e far vincere a Milano questa candidatura con il concorso delle forze politiche e delle istituzioni di governo nazionali e locali.
Di più: riteniamo che Feeding the Planet, Energy for Life sia uno slogan meraviglioso e un'opportunità straordinaria. Infatti «cibo per il pianeta» ed «energia per la vita» sono esattamente le occasioni per ripensare i modelli di sviluppo e per riconsiderare le azioni positive per cambiare un mondo fatto di grandi disuguaglianze e di una globalizzazione finanziaria che le ha accresciute per pensare di più ai paradisi naturali e meno ai paradisi fiscali.
È un'occasione straordinaria e tale la riteniamo - lo dico al collega Salvini - con lo stesso spirito costruttivo e propositivo e siamo qui, come è giusto, a stimolare e ad incalzare un poco e anche a ricordare qualche responsabilità, perché vogliamo andare avanti, ma vogliamo anche che si vada avanti nella chiarezza, con le responsabilità di ciascuno ed anche con i piccoli o grandi fallimenti della Lega su Malpensa, dove si vede che l'attenzione da parte della Lega è sempre forte, ma dovrebbe essere di segno più autocritico che non critico.
Dunque, pensiamo all'Expo, ma anche ad un Expo che sia in qualche modo conforme al dossier di candidatura, perché abbiamo un'occasione che parla di investimenti per 15 miliardi e il Governo oggi - anche con qualche balbuzie forse non attribuibile al sottosegretario, ma ad una difficoltà che da un anno vede trascinare questo problema - non ci ha parlato di numeri e di cifre sicure. Abbiamo dinanzi, invece, un investimento preventivato per 15 miliardi.
Abbiamo la necessità, così c'era scritto nel dossier di candidatura, di realizzare 65 infrastrutture e ne abbiamo perso un po' le tracce. Abbiamo l'opportunità di ospitare 21 milioni di operatori e di turisti. C'è la previsione di 70 mila posti di lavoro per la realizzazione di queste opere e 4,1 milioni di imprese si sono dichiarate disponibili a investire nell'Expo.
Siamo di fronte a questo scenario di interventi, opere e azioni economiche, fatto anche di grandissimi eventi (come la presenza di star dell'architettura), fatto di grandi architetture realizzate in occasione e per l'Expo, di nuove vie d'acqua (risvegliando la tradizione dei Navigli) e di interventi come il food village, che vorrebbe essere un luogo dove si promuove teleassistenza e teleformazione nei confronti dei Paesi in via di sviluppo africani da parte dei nostri agronomi e agrotecnici. Si tratta, quindi, di un'iniziativa destinata a durare e tutt'altro che celebrativa, insomma fatta di moltissime cose.
Di tutto questo quadro abbiamo perso le tracce ed oggi il Governo ci viene a dire che non può parlarci di un impegno sul master plan perché sarà compito della Pag. 47Soge. Vorrei ricordare però al Governo e al sottosegretario, che qui lo rappresenta, che lo Stato è il principale azionista della Soge. Vorrei che non iniziassimo un gioco delle parti che non ci può portare da nessuna parte. Vanno bene le finzioni giuridiche, le fictio iuris, purché siamo d'accordo sul fatto che la Soge è una società interamente pubblica e lo Stato è il principale azionista di questa società e, dunque, non può fare finta che sia cosa diversa, perché fatta con i soldi dei cittadini e con le istituzioni che sono direttamente soci azionisti e anche manager, come diremo tra un attimo.
I due punti di questa nostra risoluzione - mi ha fatto piacere che il Governo si sia rimesso all'Assemblea per una valutazione libera e serena - sono presto detti. Il primo riguarda il tema della realizzazione delle opere previste nel rispetto delle procedure europee e delle normative sulle gare. Attenzione: non sto parlando di un piccolo punto, né di una malizia, né di un sospetto, né di una insinuazione, ma del fatto che vorremmo che in quest'Aula il Governo si impegnasse, per quanto di propria competenza, a far sì - abbiamo modificato anche il testo della risoluzione per renderlo più compatibile con il ruolo del Governo - che i lavori, gli appalti e i servizi siano affidati nel rispetto delle procedure di gara stabilite dalle normative europee. Siamo a Milano, che non è solo vicino all'Europa, come diceva una nota canzone degli anni Settanta, ma è l'Europa e non vorremmo che a Milano gli appalti fossero trattati come in un Paese in via di sviluppo.
Su questo punto occorre la massima chiarezza, perché vogliamo un Expo per tutti e non per pochi. Dunque, un punto della risoluzione è molto chiaro. Queste opere sono state dichiarate grande evento con un'ordinanza del Governo Prodi nel 2007 e in base alla normativa del 1992 e poi del 2001 possono essere realizzate anche in deroga (e non debbono essere realizzate anche in deroga, vorrei sottolinearlo) a qualsiasi disposizione di legge. Vorrei non solo che questo punto restasse agli atti, ma anche affermare che saremo inflessibili nel ricordarlo in quest'Assemblea e a Milano, per il rispetto che abbiamo di mercati efficienti e di valori come la concorrenza, il merito, di cui non possiamo riempirci la bocca a sproposito.
Dunque, occorre un impegno del Governo preso qui affinché le opere siano realizzate attraverso le gare previste dalle procedure europee.
Non è una perdita di tempo, ci sono ormai standard razionalizzati nelle procedure di gara anche a Milano, però è un punto essenziale.
L'altro punto - e concludo, colleghi - è quello di cui pure si è parlato nel corso della discussione sulle linee generali, ma che noi abbiamo posto come oggetto della risoluzione: lo scioglimento del conflitto di interessi in capo all'amministratore delegato e collega, onorevole Lucio Stanca. Qui esiste innanzitutto un conflitto con un principio consolidato nel nostro ordinamento: i politici facciano i politici, gli amministratori facciano gli amministratori. Per carità, ciò è espresso in termini normativi un po' più articolati di come li ho riferiti in questo momento ma, dal decreto legislativo n. 29 del 1993 in poi, tutti i principi del nostro ordinamento sono volti a chiarire che agli organi elettivi e politici spettano le funzioni di indirizzo, di programmazione e di controllo, e le funzioni di gestione, tecniche, amministrative e finanziarie spettano invece ai manager.
Ora, in modo molto singolare, nella figura del collega Stanca - di cui non discutiamo le qualità, nonostante un piccolo tomber a proposito del portale «Italia» per il turismo, ma comunque non discutiamo certo le qualità di Stanca - gravano entrambe queste funzioni: quelle gestionali, manageriali e quelle politiche di indirizzo.
Esiste anche un conflitto di interessi ulteriore, perché il Parlamento è organo di indirizzo del Governo e il Governo...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
PIERLUIGI MANTINI. Ho concluso. Il Governo è il principale azionista della Pag. 48Soge, quindi c'è uno specifico ruolo di controllato e di controllore in capo allo stesso soggetto.
Noi chiediamo, nel rispetto delle valutazioni autonome degli organismi della Camera, un'attenzione al Governo, oltre che al collega Stanca, affinché questo conflitto di interessi non sia lasciato come marchio sull'Expo. Vogliamo un Expo trasparente ed efficiente: più concorrenza e più mercato e non conflitti d'interesse.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Peluffo. Ne ha facoltà.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, colleghi deputati, come Partito Democratico innanzitutto esprimiamo soddisfazione, perché finalmente, ad un anno dalla vittoria che l'Italia ha ottenuto, il 31 marzo del 2008, si discute in quest'Aula la possibilità di ospitare l'esposizione universale a Milano nel 2015. Il nostro Paese si è candidato scegliendo Milano, con una decisione del Governo allora presieduto da Romano Prodi, e proponendo come tema: nutrire il pianeta, energia per la vita. Si è scelto cioè di mettere al centro il tema dello sviluppo sostenibile, del rapporto tra nord e sud del mondo. Su questo tema il nostro Paese ha chiesto il voto ai 115 Paesi membri del Bureau internazionale delle esposizioni (BIE), proponendo progetti di cooperazione e di sviluppo.
Ritengo positivo che nel corso della discussione sulle linee generali ci siano stati interventi di deputati del Popolo della Libertà che hanno ripreso questi contenuti. Adesso ci aspettiamo che anche gli altri firmatari della mozione Cicchitto n. 1-00150, a partire dai deputati leghisti, mettano al centro della propria iniziativa il tema del rapporto nord-sud del mondo e i progetti di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo, che nascano quindi dal confronto e dall'integrazione e non vedano nell'altro il nemico, ma appunto un partner con cui cooperare.
La candidatura di Milano e dell'Italia è risultata vincente per il tema scelto, che ha convinto il BIE, e per il gioco di squadra, cioè quella collaborazione tra istituzioni sostenute da maggioranze politiche diverse, che ha caratterizzato la promozione della candidatura. Questo gioco di squadra è stato poi messo da parte in questo anno per i contrasti e le divisioni tutte interne al centrodestra. Non ci ritorno, chi ha voglia può sfogliare i giornali di questi mesi; bastano i titoli di quei giornali, nazionali e locali, per dare conto dello spettacolo che ha offerto il centrodestra. Non a caso, avanza la nostalgia di quel gioco di squadra garantito dal Governo precedente.
È di oggi l'intervista del presidente della Soge, Diana Bracco, che dice che «è ora di tornare allo spirito di Parigi, quando il Paese si mostrò unito e Milano vinse sulla candidatura di Smirne». Immagino che si sia rivolta soprattutto al centrodestra, visto che il centrodestra è stato protagonista di divisioni e di contrasti e si è fatto portatore di un'idea dell'Expo come torta da spartire, come cosa propria.
Nel corso di quest'anno, come Partito Democratico, proprio perché siamo convinti sostenitori dell'Expo e del fatto che esso rappresenti un'opportunità, abbiamo visto aumentare la distanza tra cosa dovrebbe essere la preparazione dell'Expo e il suo quotidiano arrancare. Per questo abbiamo utilizzato tutti gli strumenti di sindacato ispettivo e di controllo a disposizione dell'opposizione per sollecitare il Governo: question time, interrogazioni e interpellanze urgenti.
La nostra preoccupazione è andata crescendo e oggi ci troviamo di fronte ad un anno perso da quel 31 marzo 2008: il decreto del Presidente del Consiglio per istituire la governance è stato atteso otto mesi ed oggi è da rifare; la società di gestione è stata costituita a dicembre, ha eletto un consiglio di amministrazione che è rimasto paralizzato, ha visto suoi membri dimissionari e ne è stato eletto uno nuovo il 9 aprile; la società non è ancora partita, non ha sede, non ha personale.
In compenso, vicepresidente amministratore delegato è il collega deputato Pag. 49Lucio Stanca: non abbiamo alcun dubbio sulle sue capacità di manager, lo dice il suo curriculum; tuttavia, qualche dubbio dovrebbe averlo proprio l'onorevole Stanca sulla sua intenzione di cumulare i due incarichi, quello dell'Expo e quello di parlamentare e, conseguentemente, di cumulare l'indennità di parlamentare e i circa 450 mila euro annui che l'Expo gli darà. Che tipo di esempio si dà soprattutto in tempo di crisi?
Peraltro, siamo convinti che ci sia incompatibilità tra i due incarichi, abbiamo investito della questione la Giunta delle elezioni e chiediamo che la stessa si esprima subito. Non è un tema della discussione di oggi, però forse, signor Presidente, l'onorevole Stanca dovrebbe prendere in considerazione subito, senza attendere la Giunta delle elezioni, l'idea di compiere una scelta e di non mantenere due incarichi che, tra l'altro, risulterebbero necessariamente part time. Non lo chiede solo l'opposizione: ieri, in consiglio comunale a Milano, è stata votata una mozione che chiede le dimissioni di Stanca da parlamentare ed è passata con i voti di consiglieri di maggioranza di centrodestra che sostengono il sindaco Moratti.
Forse, signor Presidente, l'onorevole Stanca dovrebbe scegliere subito: se crede davvero nell'Expo, si dimetta da parlamentare e si dedichi completamente a questo grande progetto e sarà sostenuto da tutti; se invece non ci crede fino in fondo, rimanga in Parlamento e si trovi qualcun altro che voglia spendersi a tempo pieno perché è necessario recuperare il tempo perduto.
Un anno è andata perso, i tempi stringono, dopodomani la Soge a Parigi dovrà presentare lo stato di avanzamento, tra un anno ci sarà la registrazione della candidatura e bisognerà dimostrare la disponibilità dell'area con il master plan definitivo, l'accordo di programma e la valutazione ambientale strategica. Non si scappa, c'è poco tempo, è necessario accelerare e semplificare, senza derogare alla normativa vigente, adoperando la massima trasparenza. A fronte di investimenti pubblici complessivi intorno ai 25 miliardi di euro, l'Expo deve essere una casa di vetro per rispetto ai cittadini e ai contribuenti, che devono conoscere l'esatto utilizzo dei soldi pubblici, e per evitare i rischi di infiltrazione della criminalità organizzata. Su questo rischio, oltre a quanto è trapelato dalla stampa, valga la relazione annuale della Direzione nazionale antimafia che è citata giustamente nella mozione Vietti, che non riprendo.
Per questo insistiamo sulla trasparenza, sulla necessità di un ente di controllo e, rispetto ai dubbi sollevati nel corso della discussione, voglio precisare che noi pensiamo ad un comitato di vigilanza istituito dal Ministero dell'interno, senza oneri per lo Stato, per verificare le procedure di affidamento degli appalti, non per rallentare, ma per accompagnare il processo e che tale comitato sia costituito dal prefetto di Milano, dal comune, dalla provincia, dalla regione, dalla direzione antimafia, da un magistrato della procura di Milano e da un docente di diritto amministrativo espresso dalle università milanesi.
Ecco perché non ravvisiamo quali siano i problemi insormontabili per questo comitato di vigilanza. Infine, chiarezza e trasparenza sul tema dei finanziamenti: in un anno il Governo non è riuscito a dare certezza rispetto alla copertura di tutte le opere previste, quelle essenziali, necessarie e connesse.
Mancano ancora oggi 2,7 miliardi di euro. Perché non sono stati trovati? Mancanza di volontà politica? Effettivamente, non ci sono oggi né ci saranno domani questi soldi? Il Governo lo dica con chiarezza, a maggior ragione adesso, quando la priorità, e siamo tutti d'accordo, è reperire i fondi per la ricostruzione in Abruzzo.
Se il Governo non ha trovato i fondi per l'Expo in questo anno, senza questa emergenza, come intende trovarli oggi? Basta fare melina! Lo diciamo con chiarezza al Governo: abbiamo già perso un anno per la governance; non perdiamo un altro anno per poi scoprire che i fondi non ci sono.
Il Governo si assuma le sue responsabilità. Per questo esprimiamo tutta la nostra insoddisfazione per i pareri formulati Pag. 50dal Governo e per questo chiediamo che sia approvata la mozione che ha come primo firmatario Dario Franceschini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO. Signor Presidente, intanto vorrei che fosse riconosciuto un merito al Partito Democratico: avere in questo anno perseguito l'obiettivo di far seguire al Parlamento le vicende dell'Expo 2015. Credo che i colleghi della maggioranza che sono intervenuti, l'onorevole Salvini e quelli che interverranno, dovrebbero avere l'onestà intellettuale di riconoscere questo: la mozione a prima firma del nostro segretario nazionale Dario Franceschini, che oggi viene discussa e votata, e le innumerevoli interrogazioni e interpellanze che vari deputati del Partito Democratico hanno presentato al Governo in quest'Aula e in Commissione hanno fatto sì che in quest'Aula, cosa che temo altrimenti non sarebbe avvenuta, si sia parlato in questi 12 mesi di quello che non stava avvenendo a proposito dell'Expo a Milano, nella società di gestione, oppure a Roma, nel Governo.
Abbiamo deciso di portare al voto dell'Assemblea questa mozione perché siamo convinti, come mi pare anche altri dall'altra parte dell'emiciclo, che vi siano degli errori da correggere, dei ritardi da colmare e delle lacune di cui tenere conto, pena l'insuccesso di un evento al quale anche noi, e non da oggi che siamo all'opposizione, ma da quando eravamo nella maggioranza di questo Parlamento che sosteneva il Governo Prodi, abbiamo contribuito per far sì che Milano venisse scelta a Parigi, esattamente un anno fa, anzi ormai 13 mesi fa, come sede dell'Expo 2015.
Nel corso di quest'anno abbiamo fatto notare al Governo che i conti non tornavano (questo è l'aspetto finanziario della vicenda) ed è proprio rispondendo a due distinte interrogazioni e interpellanze del gruppo del Partito Democratico alla Camera, che il Governo ha reso noto quanti fossero i milioni di euro che mancavano alla completa copertura del finanziamento delle opere necessarie e connesse alla realizzazione dell'Expo.
Quei 2,7 miliardi di euro, che mancavano quando il sottosegretario Caliendo e poi il sottosegretario Cosentino, a distanza di qualche settimana, rispondevano alle vostre interpellanze sono, onorevoli colleghi del Popolo della Libertà e della Lega Nord, gli stessi 2,7 miliardi di euro che mancano oggi quando voi presentate in Aula la vostra mozione sull'Expo, che sembra non tener conto di questi quasi 5 mila miliardi, oltre 5 mila miliardi di vecchie lire che ancora mancano per coprire interamente il finanziamento delle opere necessarie e connesse alla realizzazione dell'Expo 2015.
Noi abbiamo poi voluto enfatizzare in questa mozione, com'è già stato detto dal collega Peluffo che ha svolto la dichiarazione di voto a nome del gruppo del PD, l'aspetto del controllo, della trasparenza per quanto riguarda gli appalti, i numerosissimi appalti che verranno banditi nelle gare per la realizzazione delle opere dell'Expo. Alle osservazioni contrarie alla nostra ipotesi di istituire un ente di controllo, che sono state presentate nella mozione di cui stiamo parlando, alle numerose critiche che sono state sollevate oggi dal collega Salvini della Lega, ma anche ieri nel corso del dibattito dal collega Bernardo, dal collega Pianetta del PdL, noi rispondiamo che mai negli ultimi anni in Italia, in un periodo di tempo così concentrato, si è realizzata e gestita da un ente in prevalenza a capitale pubblico una mole così consistente di opere di lavori pubblici, opere infrastrutturali, per un valore complessivo finale che supererà i 20 miliardi. Mai in un luogo geografico concentrato come quello dell'area sito dell'Expo, sito vicino a Milano, dell'area di Rho, e nell'insieme dell'area milanese, della Lombardia, si vedranno concentrate così tante opere per un valore economico così ingente. Per questa ragione straordinaria ed eccezionale noi chiediamo l'istituzione Pag. 51di un ente di controllo specifico: l'Expo non può essere infatti paragonato a nessun altro degli eventi che siamo stati abituati a seguire negli ultimi anni, o delle opere pubbliche che abbiamo visto sorgere negli ultimi anni, o della mole di finanziamento pubblico che abbiamo visto negli ultimi anni.
Noi abbiamo poi un'altra esigenza di chiarimento, alla quale il Governo non ha dato sinora risposta, che abbiamo sollevato ieri nel corso del dibattito in Aula, nell'ambito della discussione sulle linee generali, che vediamo ripresa anche da alcuni esponenti parlamentari del centrodestra nelle scorse ore: l'ipotesi che pare qualcuno abbia ventilato (non saprei chi), che in conseguenza dei tragici e luttuosi avvenimenti, a cui tutti mandiamo sempre il nostro pensiero, che hanno colpito la terra d'Abruzzo e hanno colpito le nostre sorelle, i nostri fratelli con innumerevoli perdite, in conseguenza degli oneri necessari per la ricostruzione di quanto è stato distrutto dalla furia del terremoto nella terra d'Abruzzo, potrebbe verificarsi un forte taglio dei possibili finanziamenti alle opere dell'Expo; o, addirittura, qualcuno dice - mi auguro che queste siano voci, che possano essere smentite oggi stesso - l'annullamento della realizzazione dell'Expo 2015.
Ancora, nella nostra mozione noi abbiamo sollevato un altro punto: vorremmo, come è stato detto innumerevoli volte, che venisse ripreso il filo di quella collaborazione istituzionale a più livelli, locale e nazionale, che ha portato al successo della candidatura di Milano. E per questo noi vorremmo che quella collaborazione istituzionale, quell'alleanza tra forze politiche di segno diverso, ma soprattutto tra istituzioni diverse (provincia di Milano, comune di Milano, regione Lombardia, allora Governo Prodi, oggi Governo Berlusconi) possa continuare per garantire l'efficienza e il successo del risultato finale.
Infine non voglio dilungarmi su un ultimo punto, quello che riguarda l'onorevole Stanca. Ripeto a lui, nel corso del presente dibattito, che nulla ho da eccepire sulla qualità altissima del curriculum professionale del collega, onorevole Stanca, per le sue esperienze passate nel campo dell'amministrazione di grandi società di diritto privato.
Ma credo che converrete con me - l'Assemblea converrà, signor Presidente - circa il voto del consiglio comunale di Milano di ieri sera, un voto che a scrutinio segreto ha determinato il voto congiunto di consiglieri comunali della PdL e del centrosinistra e che ha chiesto a maggioranza all'onorevole Stanca di rinunciare al proprio incarico di parlamentare, al fine di poter dedicare tutte le sue energie intellettuali all'ingente, oneroso e necessario lavoro di amministratore di un'impresa, la più grande che si ricordi in Italia nelle ultime decine di anni, concentrata in un lasso di tempo così breve, che nasce con un ritardo operativo ormai consistente in più di dodici mesi, che ha necessità di coordinare tra loro le attività di diversi enti locali e di gestire una così ingente mole di lavori pubblici e di finanziamenti. Ebbene, credo che il voto di ieri sera del consiglio comunale esprima bene un sentimento trasversale che - ripeto - non ha nulla di personale e non riguarda in alcun modo le qualità manageriali ed intellettuali del collega, onorevole Stanca, ma che riguarda la serietà dell'impiego del tempo di un amministratore che si appresta a dirigere un'impresa così ardua e così impegnativa.
Credo che daremmo un bel segnale al Paese se volessimo comunicare che, a fronte di un impegno così significativo, una persona è in grado di svolgere bene uno solo di questi due incarichi, quello di parlamentare o quello di amministratore delegato della società di gestione dell'Expo. Concludo con una riflessione politica. Credo che pochi minuti fa si sia visto in quest'Aula - a fronte delle dichiarazioni e della comunicazione all'Assemblea del parere del Governo sulle mozioni e sulla risoluzione Mantini n. 6-00020 - che il Governo ha fatto una cosa molto semplice, signor Presidente.
PRESIDENTE. Onorevole Fiano, deve concludere.
Pag. 52EMANUELE FIANO. Il Governo ha giudicato con buonsenso il testo delle mozioni che gli venivano presentate ed ha riflettuto esprimendo il proprio parere, nella gran parte del testo della mozione Franceschini ed altri n. 1-00146 un parere favorevole. Mi pare di capire - e concludo - che la maggioranza si appresti su questo a votare contro il proprio... (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fiano. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Corato. Ne ha facoltà.
RICCARDO DE CORATO. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi, la presentazione delle mozioni sia della maggioranza sia dell'opposizione ci dà la preziosa occasione di fare chiarezza su alcuni presunti nodi irrisolti riguardanti l'Expo. Vorrei iniziare da un punto al quale noi della maggioranza teniamo molto, ma devo dire che, in primo luogo, è il sindaco di Milano che ci tiene molto. In occasione di grandi eventi è legittimo che si adombri il rischio di infiltrazioni da parte della criminalità, ed è un rischio che non riguarda solo il nostro Paese. Basti pensare che Londra, come ho potuto verificare direttamente, in vista delle Olimpiadi del 2012 ha innalzato notevolmente gli standard di sicurezza, con controlli rigorosi e costanti su tutti i cantieri da parte del Ministero dell'interno e con la presenza della polizia anche in fase di progettazione edilizia ed urbanistica dei siti riguardanti le Olimpiadi.
Per la tranquillità delle opposizioni, il comune di Milano ha sempre garantito trasparenza e legalità negli appalti pubblici con una costante attività di vigilanza a cui ha reso merito la maggiore organizzazione mondiale della trasparenza, Transparency International, che ha citato più volte il comune di Milano. Mi rivolgo agli onorevoli Mantini, Fiano e Peluffo: se volete posso darvi l'intera documentazione, Transparency International ha citato più volte come esempio di trasparenza negli appalti pubblici il comune di Milano; da questo punto di vista, credo che si possa state tranquilli.
Il Governo poco fa ci ha informati che sarà interessata anche la DIA al controllo di tutta la vicenda riguardante gli appalti dell'Expo. Prima ancora è stato proprio il commissario straordinario del Governo per l'Expo 2015, il sindaco di Milano, a proporre l'istituzione di un comitato di sicurezza e vigilanza. Si tratta di un provvedimento - rassicuro l'opposizione - che non è un palliativo, ma è un provvedimento serio e di ampia garanzia, tant'è vero che il suo comitato, che sarà nominato con decreto del Consiglio dei ministri, sarà guidato, secondo la bozza presentata dallo stesso sindaco di Milano, dal prefetto di Milano e avrà componenti designati da diversi Ministeri, tra cui quello dell'interno.
Un altro punto che non condividiamo nelle mozioni delle opposizioni è quello che riguarda il presunto cattivo funzionamento della società di gestione (lo abbiamo sentito ripetere monotonamente in tutti gli interventi dell'opposizione). Come sapete lo scorso 1 dicembre è stata costituita la società Expo 2015 Spa per lo svolgimento di tutte le opere essenziali all'evento. Pochi giorni fa l'assemblea dei soci, e il successivo CdA, hanno definito la composizione del nuovo consiglio di amministrazione, indicato il nuovo presidente del collegio sindacale, l'amministratore delegato, il vice presidente, i loro relativi poteri, e deciso l'aumento del capitale sociale. La macchina dunque non si è mai fermata, ma è sempre stata in corsa. Che l'Expo non si sia mai fermato lo dimostrano i trentacinque protocolli di intesa sottoscritti con città italiane, o circuiti di più città; i 480 progetti attivati in novanta Paesi del mondo. A livello internazionale diversi protocolli sono stati già firmati con grandi organizzazioni come la World Bank e con città strategiche per la promozione di Milano all'estero come Shanghai e Incheon, che è la terza più grande città coreana, dove sorgerà Milano design city, una cittadella dell'eccellenza milanese e lombarda che a settembre verrà inaugurata dal Presidente la Repubblica. Altre importanti intese seguiranno come quelle con Londra per le Olimpiadi 2012 e con la Fifa per la World Cup 2010. A proposito Pag. 53del gioco di squadra invocato dall'opposizione, ricordo il lavoro del «Tavolo Lombardia» presieduto dal governatore della regione Lombardia, Roberto Formigoni, a cui partecipano i rappresentanti del Governo e degli enti locali interessati, e la cui attività di competenza sta procedendo - colleghi Fiano e Peluffo - nei tempi e nei programmi previsti un anno fa. Non ha quindi alcun senso parlare di inoperosità, lentezza e ritardi che, a nostro avviso, non vi sono. Inoltre, in tema di risorse, l'opposizione chiede al Governo di impegnarsi al suo reperimento quando questo impegno c'è già stato. Infatti, per le opere essenziali vi è la copertura totale dei fondi pubblici necessari che sono stati stanziati per un totale di un miliardo e 486 milioni di euro.
Per quelle invece definite opere connesse ci sono l'80 per cento delle risorse necessarie, e oggi il Governo, attraverso il sottosegretario Giachino, ha chiarito anche gli impegni per il fabbisogno residuo che saranno reperiti tra lo Stato, gli enti locali e i privati. Vengo, infine, alla tanto dibattuta questione della nomina dell'amministratore delegato. Come di recente ha detto lo stesso sindaco di Milano, l'onorevole Lucio Stanca è stato indicato come amministratore delegato per le sue comprovate qualità manageriali e per la sua lunga esperienza a livello internazionale. Sulla questione del doppio incarico c'è un organo apposito della Camera - come tutti sappiamo - chiamato a decidere, ovvero la Giunta delle elezioni. Dunque è inutile anticipare passi indietro a causa di presunte sovrapposizioni dannose, come hanno chiesto le opposizioni, e, anche in caso l'organo deputato rilevi che non vi siano incompatibilità, è stato lo stesso onorevole Stanca a dichiarare che si riserverà in funzione dell'incarico assunto di decidere in merito alla carica parlamentare. Credo poi che sulla questione dell'emolumento qualcuno abbia cercato di cavalcare un facile qualunquismo e una demagogia di basso profilo. Dico solo che la retribuzione è adeguata a quella di un amministratore di un evento molto complesso e di livello mondiale come sarà l'Expo 2015, e comunque l'amministratore delegato sarà valutato, come sempre, in base ai risultati ottenuti, come abbiamo sempre fatto. Ringraziamo pertanto il Governo che ha risposto concretamente, in particolare, in tema di reperimento totale dei fondi, sia sulla vigilanza degli appalti, sia sulla sicurezza dei cantieri. Nello stesso modo siamo sicuri - ed è quello che chiediamo nella nostra mozione, la mozione della maggioranza - che saprà garantire tutti gli strumenti per far funzionare una macchina così complessa, affinché questo evento possa essere un volano per la nostra economia. Le risorse per l'Expo - anche qui rilevo una polemica fuori luogo - non possono essere improvvisamente messe in discussione a causa di quanto accaduto in Abruzzo, perché lì servono aiuti immediati, mentre per l'Expo si tratta di un investimento di lungo termine che non possiamo lasciarci sfuggire per il bene di Milano, ma anche per il bene dell'intera Italia, Abruzzo compreso.
Voteremo quindi a favore della nostra mozione (firmata dal nostro capogruppo), e tale documento - ho concluso, Presidente - recepisce anche i punti sui quali il Governo ha espresso parere favorevole. Infatti i punti positivi che sono contenuti sia nella mozione del Partito Democratico, sia in quella dell'Unione di centro, sono già presenti nella nostra mozione, per cui voteremo a favore della nostra e contro le altre mozioni (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
GABRIELE CIMADORO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, intervengo per rispondere al collega onorevole Salvini, che denuncia in Aula l'indiscrezione, dicendo che l'Italia dei Valori sta navigando contro l'Expo, cercando non di supportarlo ma di farlo fallire. Io direi che il collega non ha visto bene o, probabilmente, la Padania lo ha distratto troppo. Pag. 54
Credo che se non vi fossero state le opere finanziate dall'allora Ministro Di Pietro per poter avere i termini...
PRESIDENTE. Onorevole Cimadoro, per quanto sia invalso l'uso di utilizzare il richiamo all'articolo del Regolamento sull'ordine dei lavori per svolgere interventi di altro tenore, la prego di attenersi alla ragione per la quale ha richiesto di intervenire.
GABRIELE CIMADORO. Credo che anche l'onorevole De Corato abbia risposto molto bene al deputato Salvini a proposito di...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cimadoro.
(Votazioni)
PRESIDENTE. Avverto che, alla luce del parere del Governo, è stata chiesta la votazione per parti separate delle mozioni Franceschini ed altri n. 1-00146 e Vietti ed altri n. 1-00149.
Avverto, altresì, che i presentatori delle predette mozioni non hanno accettato la riformulazione proposta dal Governo.
Prego i colleghi di prendere posto perché dobbiamo passare al voto.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Franceschini ed altri n. 1-00146, limitatamente alle parti della premessa accettate dal Governo. Si tratta dei capoversi della premessa dal primo all'ottavo.
Dichiaro aperta la votazione.
Prego i colleghi di attivare il terminale di voto. Hanno votato tutti? Onorevole Laffranco? Onorevole Lanzillotta? Onorevole Centemero? Onorevole Buttiglione, votato? Hanno votato tutti?
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 472
Votanti 470
Astenuti 2
Maggioranza 236
Hanno votato sì 226
Hanno votato no 244).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Franceschini ed altri n. 1- 00146, limitatamente alle parti della premessa non accettate dal Governo. Si tratta dei capoversi della premessa dal nono al tredicesimo.
Dichiaro aperta la votazione. I colleghi hanno votato? L'onorevole Laffranco è recidivo! Onorevole Lanzillotta ha votato? Sì. Onorevole Castellani ha votato? Sì.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 474
Votanti 472
Astenuti 2
Maggioranza 237
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 245).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Franceschini ed altri n. 1-00146, limitatamente al primo capoverso del dispositivo, che, non essendo stata accolta la riformulazione proposta dal Governo, deve intendersi non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Hanno votato tutti? Onorevole Paolini, ha votato? Onorevole Lanzillotta? Onorevole Tocci, prego. Onorevole Tocci, non riesce a votare? L'onorevole Laffranco ha votato. L'onorevole Tocci? Onorevole Lanzillotta, lei ha votato? Se non tiene Pag. 55premuto... Prego i tecnici, di disattivare temporaneamente il sistema di votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 475
Votanti 473
Astenuti 2
Maggioranza 237
Hanno votato sì 226
Hanno votato no 247).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Franceschini ed altri n. 1-00146, limitatamente al secondo capoverso del dispositivo, non accettato dal Governo. Dichiaro aperta la votazione.
I colleghi hanno votato? Onorevole Nirenstein?
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 473
Votanti 471
Astenuti 2
Maggioranza 236
Hanno votato sì 224
Hanno votato no 247).
Prendo atto che i deputati Garavini, Coscia e Cesario hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Franceschini ed altri n. 1-00146, limitatamente al terzo capoverso del dispositivo, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Onorevole Lehner, ha votato? onorevole Rossi, funziona... sì. Onorevole Cesario? Onorevole Lanzillotta... adesso sì.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 479
Votanti 477
Astenuti 2
Maggioranza 239
Hanno votato sì 230
Hanno votato no 247).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Franceschini ed altri n. 1-00146, limitatamente al quarto capoverso del dispositivo, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 477
Votanti 475
Astenuti 2
Maggioranza 238
Hanno votato sì 228
Hanno votato no 247).
Prendo atto che il deputato Cesario ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Franceschini ed altri n. 1-00146, limitatamente al quinto capoverso del dispositivo, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Cesario, lei è riuscito? Onorevole Sarubbi? Sì.
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 56
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 475
Votanti 473
Astenuti 2
Maggioranza 237
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 246).
Prendo atto che il deputato Sardelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Franceschini ed altri n. 1-00146, limitatamente al sesto capoverso del dispositivo, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Laffranco? Onorevole Ravetto? Tenga premuto, ecco, ha visto. Onorevole Girlanda? Onorevole Vitali? Onorevole Cesario?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 473
Votanti 471
Astenuti 2
Maggioranza 236
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 244).
Prendo atto che i deputati Sardelli e Coscia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Mazzocchi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Franceschini ed altri n. 1-00146, limitatamente al settimo capoverso del dispositivo, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Laffranco? Onorevole Cicchitto? Onorevole Pedoto, è riuscita? Onorevole Pollastrini? Onorevole Lanzillotta? Onorevole Razzi, è riuscito?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 476
Maggioranza 239
Hanno votato sì 228
Hanno votato no 248).
Prendo atto che il deputato Sardelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Porcino ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Franceschini ed altri n. 1-00146, limitatamente all'ottavo capoverso del dispositivo, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Cicchitto? Onorevole Laffranco? Onorevole Cesario?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 477
Votanti 475
Astenuti 2
Maggioranza 238
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 248).
Prendo atto che il deputato Sardelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che le deputate Coscia e Binetti hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Franceschini ed altri n. 1-00146, limitatamente al nono capoverso del dispositivo, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Ravetto? Onorevole Cesario, non riesce? Onorevole Mazzarella? Onorevole Gnocchi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 477
Votanti 475
Astenuti 2
Maggioranza 238
Hanno votato sì 228
Hanno votato no 247).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vietti ed altri n. 1-00149, limitatamente alla premessa, non accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Commercio? Onorevole Razzi? Onorevole Buttiglione, è riuscito? Onorevole Tassone, è riuscito?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 476
Votanti 472
Astenuti 4
Maggioranza 237
Hanno votato sì 224
Hanno votato no 248).
Prendo atto che il deputato Sardelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Codurelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vietti ed altri n. 1-00149, limitatamente al primo capoverso del dispositivo, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 475
Votanti 472
Astenuti 3
Maggioranza 237
Hanno votato sì 224
Hanno votato no 248).
Prendo atto che il deputato Sardelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Cesario ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vietti ed altri n. 1-00149, secondo capoverso del dispositivo, limitatamente alle lettere a) e b), non accettate dal Governo. I presentatori non hanno accettato la riformulazione della lettera a) proposta dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Cesario, onorevole Torrisi, onorevole Ravetto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 475
Votanti 472
Astenuti 3
Maggioranza 237
Hanno votato sì 225
Hanno votato no 247).
Prendo atto che i deputati Cesa, De Poli e Gnecchi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Sardelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vietti ed altri n. 1-00149, secondo capoverso del dispositivo, limitatamente alla lettera c), accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Rossi, onorevole Buttiglione. L'onorevole Buttiglione ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 478
Votanti 476
Astenuti 2
Maggioranza 239
Hanno votato sì 230
Hanno votato no 246).
Prendo atto che i deputati Cesa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Sardelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo per una questione di chiarezza sul voto. Assistiamo a varie occasioni nelle quali il Governo dichiara il proprio parere favorevole, su alcune parti delle mozioni, che vengono poi respinte dalla maggioranza; e questo è normale. Però, per un problema di dissociazione mentale - oltre che politica - almeno i membri del Governo, che siedono ai banchi, potrebbero seguire le indicazioni che dà appunto il Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vietti ed altri n. 1-00149, limitatamente al terzo capoverso del dispositivo, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Cristaldi, onorevole Lunardi, onorevole Girlanda, si può assistere l'onorevole Peluffo? Ecco, ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 477
Votanti 474
Astenuti 3
Maggioranza 238
Hanno votato sì 225
Hanno votato no 249).
Prendo atto che i deputati Borghesi, Razzi, Coscia, Cesa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Sardelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vietti ed altri n. 1-00149, limitatamente al quarto capoverso del dispositivo, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Torrisi, onorevole Cesario, è riuscito? Onorevole Palmieri, onorevole Jannone, onorevole Grassi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 479
Votanti 476
Astenuti 3
Maggioranza 239
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 247).
Prendo atto che i deputati Cesa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Sardelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione della mozione Cicchitto, Cota ed altri n. 1-00150. Ricordo che i presentatori hanno accettato la riformulazione proposta dal Governo. Pag. 59
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cicchitto, Cota ed altri n. 1-00150, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Cicchitto? Onorevole Laffranco? Onorevole Gnecchi? Onorevole Misiani?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 479
Votanti 462
Astenuti 17
Maggioranza 232
Hanno votato sì 251
Hanno votato no 211).
Prendo atto che i deputati Sardelli, Cesa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che la deputata Gnecchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il deputato Volontè ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Mantini e Volontè n. 6-00020, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Mazzuca? Onorevole Ravetto? Onorevole Buttiglione?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 480
Votanti 473
Astenuti 7
Maggioranza 237
Hanno votato sì 223
Hanno votato no 250).
Prendo atto che i deputati Cesa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Garavini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Sull'ordine dei lavori (ore 12.50).
PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, il seguito della discussione della relazione della XIV Commissione sul Programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2009 e sul programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea presentato dalle Presidenze francese, ceca e svedese (Doc. XVIII, n. 10) è rinviato alla seduta di domani.
Avverto altresì che, con lettera in data odierna, il Presidente della Commissione bilancio, anche a nome del Presidente della Commissione affari costituzionali, ha chiesto che lo svolgimento della discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1441-bis-B, recante «Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile (collegato alla manovra finanziaria)», già previsto per la seduta di domani, sia differito alla seduta di giovedì 23 aprile 2009. La discussione sulle linee generali di tale provvedimento sarà pertanto iscritta all'ordine del giorno della seduta di giovedì 23 aprile 2009.
ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, vorrei sottoporle un problema che non so se sia di competenza dell'Ufficio di Presidenza o della Giunta per il Regolamento. Si tratta di una questione, che avevo già sollevato nella scorsa legislatura, e che si è ripresentata due settimane fa quando abbiamo effettuato una votazione a scrutinio segreto.
Noi del gruppo di Italia dei Valori non abbiamo problemi per il fatto che in quell'occasione siamo stati gli unici ad essere identificati, perché ci siamo astenuti: Pag. 60abbiamo il coraggio delle nostre azioni. Tuttavia, signor Presidente, posto che ogni deputato ha la possibilità, quando vota, di votare a favore, contro o di astenersi, mi pare che quando si dà luogo ad una votazione segreta la segretezza del voto dovrebbe essere garantita a tutti, anche a coloro che si astengono.
Ho già sollevato, lo ripeto, questo problema nella scorsa legislatura e mi piacerebbe che potesse essere affrontato e risolto in quell'attuale.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE (ore 17,53).
PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, si tratta di una questione che ha una lunga storia e che verrà affrontata nella sede competente, che è la Giunta per il Regolamento.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Mercoledì 22 aprile 2009, alle 10:
(ore 10 e ore 16).
1. - Seguito della discussione della relazione della XIV Commissione sul Programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2009 e sul programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea presentato dalle Presidenze francese, ceca e svedese (Doc. XVIII, n. 10).
Relatore: Gottardo.
2. - Discussione di documenti in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione:
Applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Maurizio Ronconi, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-quater, n. 9).
Relatore: Castagnetti.
Applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti del deputato Sbai (Doc. IV-quater, n. 10).
Relatore: Castagnetti.
Applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Vittorio Sgarbi, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-quater, n. 11).
Relatore: Gava.
3. - Discussione della domanda di autorizzazione a eseguire la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato Angelucci (Doc. IV, n. 4-A).
Relatori: Bernini Bovicelli, per la maggioranza e Maurizio Turco, di minoranza.
4. - Votazione per l'elezione di due componenti del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria.
5. - Votazione per l'elezione di due componenti del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa.
6. - Votazione per l'elezione di due componenti del Consiglio di presidenza della Corte dei conti.
(ore 15).
7. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
La seduta termina alle 17,55.
VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | Ddl 2098 - voto finale | 357 | 357 | 179 | 357 | 67 | Appr. | ||
2 | Nom. | Ddl 2099 - voto finale | 399 | 399 | 200 | 399 | 67 | Appr. | ||
3 | Nom. | Ddl 2208 - voto finale | 410 | 410 | 206 | 410 | 66 | Appr. | ||
4 | Nom. | Moz. Franceschini e a. 1-146 p. 1 | 472 | 470 | 2 | 236 | 226 | 244 | 57 | Resp. |
5 | Nom. | Moz. Franceschini e a. 1-146 p. 2 | 474 | 472 | 2 | 237 | 227 | 245 | 57 | Resp. |
6 | Nom. | Moz. Franceschini e a. 1-146 p. 3 | 475 | 473 | 2 | 237 | 226 | 247 | 57 | Resp. |
7 | Nom. | Moz. Franceschini e a. 1-146 p. 4 | 473 | 471 | 2 | 236 | 224 | 247 | 57 | Resp. |
8 | Nom. | Moz. Franceschini e a. 1-146 p. 5 | 479 | 477 | 2 | 239 | 230 | 247 | 57 | Resp. |
9 | Nom. | Moz. Franceschini e a. 1-146 p. 6 | 477 | 475 | 2 | 238 | 228 | 247 | 57 | Resp. |
10 | Nom. | Moz. Franceschini e a. 1-146 p. 7 | 475 | 473 | 2 | 237 | 227 | 246 | 57 | Resp. |
11 | Nom. | Moz. Franceschini e a. 1-146 p. 8 | 473 | 471 | 2 | 236 | 227 | 244 | 57 | Resp. |
12 | Nom. | Moz. Franceschini e a. 1-146 p. 9 | 476 | 476 | 239 | 228 | 248 | 57 | Resp. | |
13 | Nom. | Moz. Franceschini e a. 1-146 p. 10 | 477 | 475 | 2 | 238 | 227 | 248 | 57 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 22) | ||||||||||
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Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | Moz. Franceschini e a. 1-146 p. 11 | 477 | 475 | 2 | 238 | 228 | 247 | 57 | Resp. |
15 | Nom. | Moz. Vietti e a. 1-149 p. 1 | 476 | 472 | 4 | 237 | 224 | 248 | 57 | Resp. |
16 | Nom. | Moz. Vietti e a. 1-149 p. 2 | 475 | 472 | 3 | 237 | 224 | 248 | 57 | Resp. |
17 | Nom. | Moz. Vietti e a. 1-149 p. 3 | 475 | 472 | 3 | 237 | 225 | 247 | 57 | Resp. |
18 | Nom. | Moz. Vietti e a. 1-149 p. 4 | 478 | 476 | 2 | 239 | 230 | 246 | 57 | Resp. |
19 | Nom. | Moz. Vietti e a. 1-149 p. 5 | 477 | 474 | 3 | 238 | 225 | 249 | 57 | Resp. |
20 | Nom. | Moz. Vietti e a. 1-149 p. 6 | 479 | 476 | 3 | 239 | 229 | 247 | 57 | Resp. |
21 | Nom. | Moz. Cicchitto, Cota e a. 1-150 | 479 | 462 | 17 | 232 | 251 | 211 | 57 | Appr. |
22 | Nom. | Ris. Mantini e Volontè n. 6-20 | 480 | 473 | 7 | 237 | 223 | 250 | 57 | Resp. |