Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento Difesa
Titolo: Proroga missioni internazionali e interventi di cooperazione per l'anno 2024
Riferimenti: DOC N.2
Serie: Atti del Governo   Numero: 3
Data: 12/03/2024
Organi della Camera: IV Difesa, III Affari esteri

12 marzo 2024

 

Proroga missioni internazionali e interventi di cooperazione per l’anno 2024

 

Esame della deliberazione

del Consiglio dei ministri del 26 febbraio 2024

 

DOC. XXVI - N. 2

 

 

 

Servizio Studi

Ufficio politica estera e difesa

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Dossier n. 252

 

 

 

 

 

 

Servizio Studi

Dipartimento Difesa

Tel. 06 6760-4172 - st_difesa@camera.it -  @CD_difesa

 

Dipartimento Affari esteri

Tel. 06 6760-4939 - st_affari_esteri@camera.it -  @CD_esteri

 

Atto del Governo-DOC n. 3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La documentazione dei Servizi e degli Uffici del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati è destinata alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. Si declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge. I contenuti originali possono essere riprodotti, nel rispetto della legge, a condizione che sia citata la fonte.

DI0090

 


INDICE

 

Premessa.. 3

Quadro normativo.. 7

Il disegno di legge A.S. 1020. 11

Schede di lettura Doc. XXVI - n. 2

Missioni internazionali Europa (Schede 1-6) 21

Missioni internazionali Asia (Schede da 7 a 13) 31

Missioni internazionali Africa (Schede da 14 a 25) 40

Potenziamento dei dispositivi nazionali e della NATO (Schede da 26 a 33) 54

Partecipazione di personale della Difesa alle missioni civili dell’Unione Europea (Scheda 34) 65

Esigenze comuni a più teatri operativi delle Forze armate (Scheda 35) 69

Supporto info-operativo a protezione delle Forze Armate. PCM-AISE (Scheda 36) 70

Missioni internazionali delle Forze di polizia, della Guardia di finanza e del personale di Magistratura (Schede da 37 a 42) 71

Le iniziative di cooperazione allo sviluppo per il sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, per l’anno 2024. 79

Relazione sugli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione svolti nell’anno 2023. 81

Scheda 43/2024 (Iniziative di cooperazione allo sviluppo e di sminamento umanitario) 91

Scheda 44/2024 (Interventi di sostegno ai processi di pace, stabilizzazione e rafforzamento della sicurezza) 95

Scheda 46/2024 (Interventi operativi di emergenza e di sicurezza) 108


Premessa

 

Lo scorso 26 febbraio il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio, ha deliberato in ordine alla partecipazione dell'Italia a quattro nuove missioni internazionali, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, della legge n. 145 del 2016 (c.d. "legge-quadro sulle missioni internazionali", cfr. infra), nonché in ordine alla relazione analitica sulle missioni internazionali svolte nel 2022, anche ai fini della loro prosecuzione per l'anno 2024, ai sensi dell'articolo 3 della medesima legge.

 

La deliberazione è stata trasmessa alle Camere per la discussione e le conseguenti deliberazioni parlamentari (cfr. successivo paragrafo: "Quadro normativo).

 

Nello specifico:

 

·       il Doc. XXV n. 2 reca la deliberazione del Consiglio dei ministri in ordine a tre nuove operazioni all'estero, il cui esame si è concluso lo scorso 5 marzo con l’approvazione, da parte dell’Assemblea della Camera dei deputati,  delle risoluzioni n. 6-00090, n. 6-00091 (approvata in parte), n. 6-00092, n. 6-00093, n. 6-00095 e n. 6-00094 limitatamente al primo impegno del dispositivo e, da parte dell’Assemblea del Senato della Repubblica, delle risoluzioni n. 3 (6-00077), n. 1 testo 2 (6-00075), n. 4 (6-00078), n. 5 (6-00079) e n. 6 (6-00080), quest’ultima approvata in parte;

 

·       il Doc. XXVI n. 2 reca la relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita all'anno 2023, anche al fine della relativa proroga per l'anno 2023.

 

In conformità a quanto stabilito dai commi 2-bis dell'articolo 2 e 3-bis dell'articolo 3 della legge 145/2016 alla deliberazione è allegata la relazione tecnica sulla quantificazione degli oneri finanziari concernenti le nuove missioni e quelle oggetto di proroga.


 

 

 

Dalla data di entrata in vigore della legge n. 145 del 2016, il Governo ha presentato alle Camere le seguenti deliberazioni:

 

DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

DOCUMENTO

ATTI DI INDIRIZZO

CAMERA DEI DEPUTATI

SENATO DELLA REPUBBLICA

14 gennaio 2017

(proroga delle missioni per l’intero anno 2017)

DOC. CCL n. 1

Risoluzioni

n. 6-00290

n. 6-00292,

8 marzo 2017

Risoluzione

Doc. XXIV, n. 71

22 febbraio 2017

 

Approvata in Assemblea. Seduta n. 780 dell'8 marzo 2017

 

Ordini del giorno (approvati in Assemblea) G8(testo 2) e G9(testo 2)

28 luglio 2017

(partecipazione dell'Italia alla missione internazionale in supporto alla guardia costiera libica)

DOC. CCL n. 2

Risoluzione

n. 6-00338,

Risoluzione

n. 6-00345 (accolta in parte),

2 agosto 2017

Risoluzioni

Doc. XXIV, n. 78

Doc. XXIV, n. 80

1° agosto 2017

 

Approvate in Assemblea. Seduta n. 871 del 02/08/2017

28 dicembre 2017

·      partecipazione dell'Italia a nuove missioni internazionali nel 2018;

·      relazione analitica delle missioni internazionali svolte nel 2017, anche ai fini della loro prosecuzione, per i primi nove mesi del 2018;

 

 

DOC. CCL n.3

 

 

DOC. CCL-bis n.1

Risoluzione

n. 6-00382,

17 gennaio 2018.

Risoluzioni 15 gennaio 2018

Doc. XXIV, n. 93

Doc. XXIV, n. 94

 

28 novembre 2018

·      partecipazione dell'Italia ad ulteriori missioni internazionali nell’ultimo trimestre del 2018;

·      relazione analitica sulle missioni internazionali svolte nei primi nove mesi del 2018, anche ai fini della proroga per l’ultimo trimestre del 2018

 

 

DOC. XXV n. 1

 

 

DOC. XXVI, n. 1

 

Risoluzione

n. 6-00039,

19 dicembre 2018.

Risoluzioni 13 dicembre 2018

Doc. XXIV, n. 2

 

Doc. XXIV, n. 3

 

23 aprile 2019

·      partecipazione dell’Italia ad una nuova missione internazionale nel 2019

·      relazione analitica sulle missioni internazionali svolte nell’ultimo trimestre del 2018, anche ai fini della loro prosecuzione per l’anno 2019

 

DOC. XXV n. 2

 

 

DOC. XXVI n. 2

 

Risoluzione

n. 6-00080,

3 luglio 2019

Risoluzioni 6 giugno 2019

Doc. XXIV, n. 8

 

Doc. XXIV, n. 9

 

Approvato in Assemblea il Doc. XXIV, n. 9. Seduta n. 130 del 09/07/2019

21 maggio 2020

·      partecipazione dell'Italia ad ulteriori missioni internazionali nell'anno 2020

·      relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, anche al fine della relativa proroga per il 2020

 

 

DOC. XXV n. 3

 

DOC. XXVI n. 3

 

Risoluzione

n. 6-00116 (versione corretta),

16 luglio 2020

Risoluzioni

1 luglio 2020

Doc. XXIV, n. 20

Doc. XXIV, n. 21

 

Approvate in Assemblea. Seduta n. 236 del 07/07/2020

Ordine del giorno (approvato in Assemblea)

G1(testo 2)

 

17 giugno 2021

·      partecipazione dell'Italia a nuove missioni internazionali nell’anno 2021;

·      relazione analitica sulle missioni internazionali svolte nel 2020, anche ai fini della loro proroga nell'anno 2021

 

 

 

 

DOC. XXV, n. 4

 

DOC. XXVI, n. 4

Risoluzione

n. 6-00194

15 luglio 2021

Risoluzioni

21 luglio 2021

Doc. XXIV n. 49

Doc. XXIV n. 48

 

Approvate in Assemblea. Seduta n. 355 del 04/08/2021

2 settembre 2021

modifica della deliberazione del Consiglio dei Ministri 17 giugno 2021 relativa alla prosecuzione nel 2021 delle missioni internazionali e delle attività già autorizzate per il 2020 e alla partecipazione dell’Italia a ulteriori missioni internazionali per l’anno 2021, limitatamente alla scheda n. 52

 

 

 

 

Doc. XXV, n. 4-bis

Risoluzione (in Commissione)

n. 8-00134,

22 settembre 2021

 

 

 

Risoluzione

21 settembre 2021

Doc. XXIV n. 52

15 giugno 2022

·      partecipazione dell'Italia a nuove missioni internazionali nell’anno 2022;

·      relazione analitica sulle missioni internazionali svolte nel 2021, anche ai fini della loro proroga nell'anno 2022

 

 

 

Doc. XXV n. 5

 

Doc. XXVI n. 5

 

 

Risoluzione (in Commissione)

n. 8-00175

27 luglio 2022

 

 

 

Risoluzioni 

26 luglio 2022

Doc. XXIV n. 66

Doc. XXIV n. 67

 

1° maggio 2023

·      partecipazione dell'Italia a quattro nuove missioni internazionali nell’anno 2023;

·      relazione analitica sulle missioni internazionali svolte nel 2022, anche ai fini della loro prosecuzione per l'anno 2023

 

Doc. XXV n. 1

 

 

 

Doc. XXVI n. 1

Risoluzioni (in Assemblea) del 29 giugno 2023

n. 6-00033

n. 6-00036;

n. 6-00034 (dispositivo) ;

n. 6-00035 (dispositivo);

n. 6-00037 (dispositivo).

Risoluzioni approvate in Assemblea nella seduta del 27 giugno

Doc. XXIV, n. 6)

Doc. XXIV, n. 7

26 febbraio 2024

·      partecipazione dell'Italia a tre nuove missioni internazionali nell’anno 2024;

 

 

Doc. XXV n. 2

Risoluzioni approvate in Assemblea nella seduta del 5 marzo 2024:

 n. 6-00090,:

n. 6-00091 (approvata in parte)

n. 6-00092,

n. 6-00093 

n. 6-00094 

limitatamente al primo impegno del dispositivo, e

n. 6-00095.

Risoluzioni approvate in Assemblea nella seduta del 5 marzo 2024:

n. 3 (6-00077)

n. 1 (testo 2) – 6-00075),

n. 4 (6-00078)

n. 5 (6-00079)

n. 6 (6-00080) – approvata in parte

 

XVII Legislatura; XVIII Legislatura, XIX Legislatura


 

Quadro normativo

 

La procedura di autorizzazione della partecipazione italiana alle

missioni internazionali

La partecipazione italiana alle missioni internazionali viene autorizzata dal Parlamento ai sensi della legge n. 145 del 2016 (c.d. "legge quadro sulle missioni internazionali"), che, al di fuori dei casi di dichiarazione dello stato di guerra, di cui agli dell’artt. 78 e 87, nono comma, della Costituzione, si applica per:

-      la partecipazione delle Forze armate, delle Forze di polizia ad ordinamento militare o civile e dei corpi civili di pace a missioni internazionali istituite nell’ambito dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) o di altre organizzazioni internazionali cui l’Italia appartiene o comunque istituite in conformità al diritto internazionale, comprese le operazioni militari e le missioni civili di polizia e per lo stato di diritto dell’Unione europea (art. 1, comma 1);

-      l’invio di personale e di assetti, civili e militari, fuori del territorio nazionale, che avvenga secondo i termini della legalità internazionale, delle disposizioni e delle finalità costituzionali, in ottemperanza agli obblighi di alleanze o ad accordi internazionali o intergovernativi, o per eccezionali interventi umanitari (art. 1, comma 2).

Per le modalità procedurali di autorizzazione e finanziamento, la legge distingue tra l’avvio di nuove missioni (articolo 2) e la proroga delle missioni già in corso per l’anno successivo (articoli 3 e 4).

Per quanto concerne la partecipazione a nuove missioni il primo passaggio procedurale è un’apposita delibera del Consiglio dei ministri, da adottarsi previa comunicazione al Presidente della Repubblica ed eventualmente convocando il Consiglio supremo di difesa, “ove se ne ravvisi la necessità” (art. 2, comma 1). La deliberazione del Consiglio dei ministri dovrà essere comunicata alle Camere le quali tempestivamente (i) la discutono e (ii) con appositi atti di indirizzo, secondo le norme dei rispettivi regolamenti, autorizzano la/le missione/i, eventualmente definendo impegni per il Governo, ovvero ne negano l’autorizzazione.

Per ciascuna missione deve essere indicata l’area geografica di intervento, gli obiettivi, la base giuridica di riferimento, la composizione degli assetti da inviare, compreso il numero massimo delle unità di personale coinvolte, nonché la durata programmata e il fabbisogno finanziario per l’anno in corso.

Dovrà, inoltre, essere allegata la relazione tecnica sulla quantificazione dei relativi oneri, verificata ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 196/2009.

Per quanto attiene, invece, alla proroga delle missioni in corso, entro il 31 dicembre di ogni anno il governo presenta alle Camere, una relazione analitica sulle missioni in corso, anche ai fini della loro prosecuzione per l’anno successivo. Le Camere esaminano i provvedimenti e approvano appositi atti di indirizzo, autorizzando singolarmente la prosecuzione delle missioni, eventualmente definendo impegni per il governo.

La legge prevede che la discussione e il voto sulla relazione abbia luogo nell’ambito di un’apposita sessione parlamentare sull’andamento delle missioni autorizzate, da svolgere entro il 31 dicembre di ciascun anno (articolo 3).

Nella prassi, la tempistica prevista dalla legge 145/2016 è stata però raramente rispettata. Negli ultimi anni, in particolare, si è assistito a un notevole ritardo nell’approvazione delle delibere governative, allungando ovviamente, a cascata, il processo di autorizzazione. Nel 2019 la delibera per l’anno successivo è stata adottata dal governo il 23 aprile, nel 2020 il 21 maggio, nel 2021 il 17 giugno, nel 2022 il 15 giugno. Lo scorso anno la delibera è stata approvata il 1° maggio.

Anche la relazione analitica sulle missioni in corso deve essere accompagnata da un documento di sintesi operativa che riporti anche i dettagli attualizzati della missione. Anche la relazione analitica sulle missioni in corso dovrà essere corredata della relazione tecnica sulla quantificazione dei relativi oneri.

Per quanto concerne gli aspetti finanziari, l’articolo 4 della legge n. 145 del 2016 ha previsto l’istituzione, nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, di un apposito Fondo, destinato al finanziamento della partecipazione italiana alle missioni internazionali, la cui dotazione è stabilita annualmente dalla legge di bilancio, ovvero da appositi provvedimenti legislativi (comma 1).

A tal proposito si segnala che nello stato di previsione del Ministero dell’Economia e delle Finanze, sul capitolo 3006/1 programma 5.8 (Fondo per le missioni internazionali di cui all’ articolo 4, comma 1 della legge n. 145 del 2016) sono appostati fondi, per il 2024, pari a 1.569 milioni di euro.

Entro sessanta giorni dalla data di approvazione degli atti di indirizzo delle Camere che autorizzano la partecipazione italiana alle missioni, con uno o più DPCM, adottati su proposta dei Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale, della difesa, dell’interno e dell’economia e delle finanze, le risorse del Fondo sono ripartite tra le missioni nei termini risultanti dalle relative deliberazioni parlamentari.

Fino all’emanazione dei decreti di riparto del Fondo, per la prosecuzione delle missioni in atto le amministrazioni competenti sono autorizzate a sostenere spese trimestrali determinate in proporzione alle risorse da assegnare a ciascuna missione. Il decreto legge n. 148 del 2017 ha novellato l’articolo 4 della “legge quadro” al fine di inserirvi una specifica disposizione (comma 4-bis), stabilendo che, fino all’emanazione dei decreti di riparto delle risorse del fondo, le amministrazioni interessate possano ottenere un’anticipazione di tesoreria non superiore al 75 per cento delle somme iscritte nel fondo missioni, tenuto conto delle spese quantificate nelle relazioni tecniche.

L’anticipazione del 75 per cento deve intervenire:

-      entro dieci giorni dalla data di presentazione alle Camere delle deliberazioni del Governo concernenti l’avvio di nuove missioni;

-      entro dieci giorni dalla data di approvazione degli atti di indirizzo delle Camere nel caso di prosecuzione di missioni in corso di svolgimento.

Ulteriori disposizioni della legge quadro regolano poi, il trattamento economico e assicurativo del personale impiegato nelle missioni internazionali e la normativa penale ad essi applicabile.

Durante la scorsa legislatura, con i decreti-legge n. 14 e n.169 del 20222 è stata operata una deroga alla procedura di autorizzazione appena esposta.

Il decreto-legge n. 14/2022, in particolare, approvato il 25 febbraio, il giorno successivo all’avvio dell’aggressione russa all’Ucraina), ha disposto:

a)   l’avvio di una nuova missione, consistente nella partecipazione, fino al 30 settembre 2022, di personale militare italiano alle iniziative della NATO per l’impiego della forza ad elevata prontezza, denominata Very High Readiness Joint Task Force – VJTF (tale partecipazione è poi stata prorogata al 31 dicembre 2022 dal d.l. n. 169/2022);

b)  la prosecuzione, fino al 31 dicembre 2022, della partecipazione di personale militare al potenziamento di quattro dispositivi della NATO sul fianco est dell’alleanza (Sorveglianza dello spazio aereo dell’Alleanza; Sorveglianza navale nell’area sud dell’Alleanza; Enhanced Forward Presence in Lettonia e Air Policing nello spazio aereo Nato). Alcuni

Successivamente, la partecipazione ad alcune delle missioni di cui alla lettera b) è stata potenziata dalla delibera del Consiglio dei Ministri del 15 giugno 2022, contenente la relazione analitica delle missioni in corso, anche allo scopo della loro prosecuzione per l’anno successivo (cioè la procedura ordinaria prevista dalla legge 145/2016).


 

Il disegno di legge A.S. 1020

 

Lo scorso 25 gennaio il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge (A.S. 1020) di riforma della legge n. 145 del 2016.  Il comunicato di Palazzo Chigi sottolinea che il testo ha la finalità di rendere il procedimento di autorizzazione e finanziamento delle missioni internazionali italiane più snello e più rispondente alle rapide evoluzioni del contesto geo-politico internazionale.

In particolare - si legge ancora nel comunicato stampa - le norme prevedono:

- la possibilità di prevedere in anticipo le possibili “interoperabilità” tra missioni della stessa area;

-  l’individuazione di forze ad alta e altissima prontezza operativa, da impiegare all’estero al verificarsi di crisi o situazioni di emergenza, prevedendo una procedura accelerata con decisione delle Camere entro cinque giorni dalla deliberazione del Consiglio dei ministri;

- la semplificazione della procedura, per la ripartizione delle risorse tra le varie missioni all’estero mediante l’eliminazione della previsione dell’adozione di uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, sostituiti con decreti del Ministro dell’economia e delle finanze, e la soppressione dell’obbligo di previa acquisizione del parere parlamentare sugli schemi di decreto;

- l’aggiornamento delle tempistiche annuali (dal 31 dicembre al 31 gennaio) per la presentazione da parte del Governo alle Camere della relazione analitica sulle missioni in corso, anche ai fini della loro prosecuzione;

- l’implementazione dell’elenco degli acquisti e lavori che, in caso di necessità e di urgenza, possono essere eseguiti in economia da parte dei Dicasteri introducendo ulteriori materiali e servizi.

Il disegno di legge è stato assegnato in sede referente alla Commissione Affari esteri e difesa del Senato. Per approfondimenti si rinvia al dossier.

 

 


Schede di lettura
Doc. XXVI - n. 2

 

 


Doc. XXVI n. 2

 

Il Doc. XXVI n. 2 fa riferimento alla deliberazione del Consiglio dei ministri del 26 febbraio 2024, concernente la Relazione del Governo sull'andamento delle missioni internazionali e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo nell'anno 2023, anche ai fini della loro proroga nell'anno 2024 (articolo 3, comma 1, primo periodo, della "legge quadro sulle missioni internazionali").

Per ciascuna missione è allegata una scheda analitica con indicazione dell'area geografica di intervento, degli obiettivi della missione, della base giuridica di riferimento, della composizione degli assetti da inviare (compreso il numero massimo delle unità di personale coinvolte), della durata programmata e del fabbisogno finanziario per l'anno in corso. Per ciascuna missione sono  anche indicati, in una scheda separata, l’andamento della missione e i risultati conseguiti nel 2023

È, inoltre, allegata la relazione tecnica di quantificazione degli oneri riferiti alla durata programmata che tiene conto delle quote di spesa relative all'adempimento di obbligazioni esigibili nell'anno 2025.

Per quanto riguarda le missioni di cui la deliberazione del 26 febbraio 2024 propone la proroga nell'anno 2024, la consistenza massima annuale complessiva dei contingenti delle Forze armate impiegati nei teatri operativi è pari a 11.166 unità; la consistenza media è pari a 7.632 unità.

Il corrispondente fabbisogno finanziario per la durata programmata, a carico del Ministero della difesa, è pari ad euro 1.365.148.673, di cui 1.075.798.673 euro per obbligazioni esigibili nell’esercizio finanziario 2024 e 289.350.000 euro per obbligazioni esigibili nell’esercizio finanziario 2025.

A questi oneri si aggiungono, sempre per quanto concerne le sole missioni di cui si propone la proroga,

§  euro 30.000.000 a carico della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il mantenimento del dispositivo info-operativo dell'AISE (Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna - scheda 36/2024);

§  euro 3.864.387 a carico del Ministero dell’interno (per le missioni internazionali delle Forze di Polizia di cui alle schede da 37 a 41 del 2024);

§  euro 83.897 a carico del Ministero della giustizia (scheda 40/2024);

§  euro 18.816.279 a carico del Ministero dell’economia e delle finanze (per il coinvolgimento della Guardia di finanza nelle missioni di cui alle schede 39 e 42 del 2024);

§  euro 361.597.000 a carico del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per le attività relative alle schede da 43 a 46 del 2024.

Il fabbisogno finanziario complessivamente necessario per la proroga delle missioni nel 2023 è quindi di euro 1.779.510.236, ripartito per Ministero di competenza come risulta dal grafico successivo.

 

Grafico 1 – Ripartizione per Amministrazione delle autorizzazioni di spesa relative alle proroghe delle missioni internazionali e degli interventi di cooperazione allo sviluppo nel 2024

Fonte: elaborazione Servizio Studi – Dipartimento Difesa, su dati del Doc. XXVI n. 2 (relazione tecnica).

 

Si segnala che, ai fini di una valutazione degli oneri complessivi relativi a tutte le missioni in corso di svolgimento nel 2024, occorre considerare anche i costi relativi alle nuove missioni pari a euro 45.930.444 (Doc. XXV n. 2).

Il totale complessivo delle spese per le missioni nel 2024, dato dalla somma tra il totale delle proroghe e delle nuove missioni, è pertanto pari a euro 1.825.440.680, di cui 1.525.440.680 euro per obbligazioni esigibili nell’esercizio finanziario 2024 e 300.000.000 euro per obbligazioni esigibili nell’esercizio finanziario 2025.

 

Per approfondimenti sulla Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali - anno 2024 si rinvia al relativo dossier.

 

 

Missioni che impiegano personale delle Forze Armate

Il Governo intende prorogare per il periodo 1 gennaio 2024 - 31 dicembre 2024 la partecipazione di personale delle Forze armate alle seguenti missioni e operazioni internazionali.

 

In Europa:

- NATO Joint Enterprise nei Balcani (scheda 1/2024);

- EUFOR ALTHEA in Bosnia-Erzegovina (scheda 2/2024);

- United Nations Peacekeeping Force in Cyprus UNFICYP (scheda 3/2024);

- NATO Sea Guardian nel Mar Mediterraneo (scheda 4/2024);

- EUNAVFOR MED operazione Irini (scheda 5/2024);

- EUMAM Ucraina (scheda 6/2024).

 

In Asia:

- United Nations Interim Force in Lebanon - UNIFIL (scheda 7/2024);

- Missione bilaterale di addestramento delle forze armate libanesi MIBIL (scheda 8/2024);

- Missione bilaterale di addestramento delle forze di sicurezza palestinesi (scheda 9/2024);

- Coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh (scheda 10/2024);

- NATO Mission in Iraq (scheda 11/2024);

- United Nations Military Observer Group in India and Pakistan - UNMOGIP (scheda 12/2024);

- Personale militare impiegato negli Emirati Arabi Uniti, in Kuwait, in Bahrain, Qatar e a Tampa per le esigenze connesse con le missioni in Medio Oriente e Asia (scheda 13/2024).

 

In Africa:

- United Nations Support Mission in Libya - UNSMIL (scheda 14/2024);

- Missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (scheda 15/2024);

- Missione bilaterale di cooperazione in Tunisia (scheda 16/2024);

- Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger (scheda 17/2024);

- United Nations Mission for the Referendum in Western Sahara - MINURSO (scheda 18/2024);

- Multinational Force and Observers in Egitto - MFO (scheda 19/2024);

- European Union Training Mission Somalia - EUTM Somalia (scheda 20/2024);

- Missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane, dei funzionari yemeniti e delle forze armate gibutiane (scheda 21/2024);

- Personale impiegato presso la base militare nazionale nella Repubblica di Gibuti per le esigenze connesse con le missioni internazionali nell'area del Corno d'Africa e zone limitrofe (scheda 22/2024);

- EUTM Mozambico (scheda 23/2024);

- EUMPM Niger (scheda 24/2024);

- Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Burkina Faso (scheda 25/2024);

 

Per quanto concerne il potenziamento dei dispositivi nazionali e della NATO:

- "Mediterraneo Sicuro": dispositivo aeronavale nazionale nel Mar Mediterraneo, nel cui ambito è inserita la missione bilaterale in supporto alla Marina libica (scheda 26/2024);

- Impiego di un dispositivo aeronavale nazionale per attività di presenza, sorveglianza e sicurezza nel Golfo di Guinea (scheda 27/2024);

- NATO Implementation of the Enhancement of the Framework for the South (scheda 28/2024).

- NATO: dispositivo per la sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza (scheda 29/2024);

- NATO: dispositivo per la sorveglianza navale dell'area sud dell'Alleanza (scheda 30/2024);

- NATO Air Policing per la sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza (scheda 31/2024);

- NATO: dispositivo per la presenza nell'area sud-est dell'Alleanza (enhanced Vigilance Activities - Forward Land Forces) (scheda 32/2024);

- NATO: dispositivo per la presenza in Lettonia (enhanced Forward Presence - Forward Land Forces) (scheda 33/2024);

 

Per la partecipazione di personale della difesa alle missioni civili dell'UE:

- Personale militare impiegato nelle missioni civili istituite dall'Unione Europea (scheda 34/2024).

 

Per quanto concerne le esigenze comuni a più teatri operativi delle Forze armate, come la stipulazione dei contratti di assicurazione del personale, trasporto del personale, dei mezzi e dei materiali e realizzazione di infrastrutture e lavori connessi con le esigenze organizzative e di sicurezza dei contingenti militari nelle aree in cui si svolgono le missioni internazionali; gli interventi di cooperazione civile-militare disposti dai comandanti dei contingenti militari delle missioni internazionali, si rinvia alla scheda 35/2024.

Per lo svolgimento delle missioni di cui alle schede da 1 a 35 del 2024 è stato autorizzato il fabbisogno finanziario per la durata programmata in misura pari a euro 1.365.148.673.

 

Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna (AISE) della Presidenza del Consiglio dei ministri

Sono confermate per il periodo 1 gennaio 2024 - 31 dicembre 2024 le esigenze di mantenimento del dispositivo info-operativo dell'Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna (AISE) a protezione del personale delle Forze armate impiegato nelle missioni internazionali e incrementate le attività di cooperazione con le forze di sicurezza locali (scheda 36/2024). Per il mantenimento del dispositivo info-operativo dell'AISE il fabbisogno finanziario per la durata programmata è pari a euro 30.000.000.

 

 

Missioni internazionali delle Forze di Polizia, della Guardia di Finanza e del personale della Magistratura

Per quanto concerne le missioni internazionali delle Forze di Polizia, della Guardia di Finanza e del personale della Magistratura, per il periodo 1 gennaio 2024 - 31 dicembre 2024, è intendimento del Governo prorogare la partecipazione alle missioni e operazioni internazionali di seguito indicate.

 

In Europa:

European Union Rule of Law Mission in Kosovo-EULEX Kosovo (scheda 37/2024);

? United Nations Mission in Kosovo - UNMIK (scheda 38/2024);

? Missione bilaterale di cooperazione delle Forze di polizia italiane in Albania e nei Paesi dell'area balcanica (scheda 39/2024).

 

In Asia:

? European Union Police Mission for the Palestinian Territories – EUPOL COPPS (scheda 40/2024).

 

In Africa:

- European Union Border Assistance Mission in Libya - EUBAM LIBYA (scheda 41/2024);

- Missione bilaterale di assistenza alla Guardia costiera della Marina militare libica ed alla General Administration for Coastal Security (scheda 42/2024).

 

Per lo svolgimento di tali missioni (schede da 37 a 42 del 2024)è stato autorizzato il fabbisogno finanziario per la durata programmata in misura pari a euro 22.764.563 così suddivisi:

- Ministero dell'interno - Forze di polizia: euro 3.864.387

- Ministero dell'economia e delle finanze - Guardia di finanza: euro 18.816.279

- Ministero della Giustizia: euro 83.897.

 

 

Interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione (MAECI)

Le schede da 43 a 46 (2024) riguardano gli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione. In particolare:

- la scheda 43/2024 concerne le iniziative di cooperazione allo sviluppo e di sminamento umanitario (per un fabbisogno finanziario di 251 milioni di euro per il 2024);

- la scheda 44/2024 è relativa agli interventi di sostegno ai processi di pace, stabilizzazione e rafforzamento della sicurezza (per un fabbisogno finanziario di euro 28.850.000 per il 2024);

- la scheda 45/2024 riguarda la partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per la pace e la sicurezza (per un fabbisogno finanziario di euro 21.747.000 per il 2024);

- la scheda 46/2024 concerne gli interventi operativi di emergenza e sicurezza (per un fabbisogno finanziario di 60 milioni di euro per il 2024).

 

Per tali interventi (schede da 43 a 46 del 2024) è stato autorizzato il fabbisogno finanziario per la durata programmata in misura pari a euro 361.597.000.


 

Missioni internazionali Europa
(Schede 1-6)

Le prime sei schede del Doc. XXVI n. 2 si riferiscono alla proroga per il periodo 1° gennaio - 31 dicembre 2024 della partecipazione di personale militare alle missioni internazionali che si svolgono nel continente europeo, tra cui la missione EUMAM Ucraina istituita nel 2023.

Non risulta più in questa sezione la missione del personale delle Forze Armate EULEX Kosovo (che nella precedente relazione era esaminata nella scheda 2/2023) in quanto, per ottimizzare il contributo della Difesa alle missioni civili organizzate dal Servizio europeo di azione esterna in ambito PESC-PSDC, è stata quest’anno inserita la scheda 34/2024, che racchiude le aliquote di personale della Difesa impegnate in alcune missioni, tra cui EULEX Kosovo.

 

Sono esaminate a parte le missioni delle Forze di polizia in Europa di cui alle successive schede 37/2024 (EULEX Kosovo), 38/2024 (missione UNMIK delle Nazione Unite) e 39/ 2024 (Missione di assistenza alla Polizia albanese).

Sono trattati in altra parte del Documento anche i dispositivi NATO e nazionali in Europa che formano oggetto delle schede 26 e da 28 a 33 del 2024.

 

Riguardo al quadro geopolitico europeo, la Relazione governativa evidenzia come il conflitto in Ucraina, entrato nel suo terzo anno, rappresenta un evento spartiacque con ripercussioni sistemiche di ampia portata. In questo scenario fluido e caratterizzato da una molteplicità di minacce anche non convenzionali, sia la UE che la NATO sono impegnate in un processo di adattamento sulla base dei documenti strategici (rispettivamente la “Bussola Strategica”, approvata nel marzo 2022, per la UE e il nuovo“Concetto Strategico” per la NATO, approvato nel giugno 2022).

Da parte sua, l’Italia sostiene attivamente il rafforzamento della UE e della NATO, oltre che la loro reciproca cooperazione all’insegna della complementarietà, secondo un approccio che tenga conto di sfide e minacce alla sicurezza dell’area euro-atlantica provenienti da tutte le direzioni strategiche. L’azione italiana si esplicita, in tale contesto, sia attraverso la realizzazione di missioni bilaterali quanto tramite la partecipazione a missioni di organizzazioni come Nazioni Unite, Unione Europea e NATO. Il Governo ricorda in particolare il ruolo guida che l’Italia svolgerà attraverso il Comando annuale della Missione NATO in Kosovo (KFOR) da ottobre 2024, e che svolge nell’ambito della Missione civile UE EULEX Kosovo fino a giugno 2025.

La stabilizzazione della regione dei Balcani occidentali, il completamento dei processi di riconciliazione e il percorso di adesione all’Unione europea rimangono gli obiettivi prioritari perseguiti dalla diplomazia italiana, anche nel contesto dell’azione svolta in sede UE e NATO. L’invasione dell’Ucraina ha conferito rinnovata priorità alla regione e al suo definitivo ancoraggio all’Europa.

Con riferimento alla normalizzazione dei rapporti tra Serbia e Kosovo, nonostante nel marzo 2023 le parti abbiano raggiunto un accordo per procedere in questa direzione (accordo di base finalizzato a Bruxelles e a Ohrid), la situazione nel nord del Kosovo resta fragile, con tensioni e incidenti che ostacolano il processo negoziale facilitato dall’Unione Europea. Questi incidenti hanno coinvolto anche il contingente italiano in servizio presso KFOR, in occasione degli scontri a Zvecan il 29 maggio 2023. Da ultimo, un attacco di un gruppo paramilitare serbo-kosovaro contro la polizia kosovara a Banjska, nel nord, ha portato al sequestro di un ingente arsenale.

In Bosnia-Erzegovina, il contesto politico resta caratterizzato dalle disfunzionalità insite nel complesso sistema istituzionale derivante dall’accordo di pace di Dayton, che si traduce in veti contrapposti tra le diverse componenti politiche. Le dinamiche politiche restano condizionate in questa fase dalle iniziative della leadership politica della Republika Srpska, in contrasto con la prospettiva europea del Paese e in aperta sfida nei confronti della comunità internazionale. In questo contesto, l’Operazione EUFOR Althea – il cui mandato è stato rinnovato di un anno dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel novembre 2023 - continua a rivestire un ruolo chiave per la stabilità della Bosnia ed Erzegovina e il contributo italiano all’operazione rappresenta un pilastro dell’impegno italiano nel Paese e nella regione

 

Nello specifico, la scheda n. 1/2024 riguarda la proroga, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024, della partecipazione di personale militare alla missione NATO Joint Enterprise nei Balcani, con il mandato di dare attuazione agli accordi sul cessate il fuoco, fornire assistenza umanitaria e supporto per il ristabilimento delle istituzioni civili.

L’operazione Joint Enterprise è una missione della NATO svolta nell'area balcanica, frutto della riorganizzazione della presenza della NATO nei Balcani operata alla fine del 2004 (con risoluzione del Consiglio di Sicurezza n. 1575/2004) in coincidenza col termine dell'operazione "Joint Force" in Bosnia Erzegovina e con il passaggio delle responsabilità delle operazioni militari dalle forze NATO (SFOR) a quelle della Unione Europea (EUFOR). Le autorità NATO decisero, infatti, l'unificazione di tutte le operazioni condotte nei Balcani in un unico contesto operativo (definito dalla Joint Operation Area) dando origine il 5 aprile 2005 all'Operazione "Joint Enterprise".

L'operazione Joint Enterprise comprende, pertanto, le attività di:

§  Kosovo Force (KFOR), mirato alla creazione di un ambiente sicuro e protetto e all’assistenza delle istituzioni del Kosovo, per giungere stabilità della regione. Sono operativi in tale ambito la Multinational Specialized Unit (MSU), riserva tattica del comando KFOR costituita per assicurare la capacità di polizia di sicurezza, e il Regional Command West (RC-W), che tutela siti e infrastrutture rilevanti anche lungo i confini con Albania, Montenegro e Macedonia del Nord;

§  NATO Headquarters Sarajevo, con attività di consulenza alle autorità militari bosniache su aspetti militari della riforma del settore sicurezza (Security Sector Reform );

§  Military Liaison Office (MLO) Belgrado, costituito sulla base del "Partnership for Peace programme" (PfP) dell'EAPC della NATO (Consiglio di partenariato euro-atlantico della NATO) del 2006, per facilitare la cooperazione tra la NATO e le Forze armate serbe e fornire supporto nel processo di riforma del settore della difesa. Si tratta dunque di un fondamentale punto di contatto tra la NATO e il Ministero della difesa serbo.

La missione non ha un termine di scadenza predeterminato.

 

È confermata la presenza nel contingente nazionale in caso di necessità di un team per la sicurezza cibernetica, nonché lo schieramento, a invarianza numerica, di personale nazionale appartenente al NATO Joint Force Command di Napoli (JFCNP), a supporto della missione.

Continua ad essere assicurata una forza di riserva in prontezza (Operational Reserve Forces Battalion della NATO per l'area di operazioni dei Balcani – circa 700 unità) basata in Italia, pronta a intervenire in caso di necessità. Tale forza in prontezza, comune alle operazioni Joint Enterprise-KFOR in Kosovo e EUFOR Althea in Bosnia-Erzegovina, è impiegata al fine di scongiurare il degrado delle condizioni di sicurezza nella regione in considerazione dell'attuale crisi internazionale nell'est Europa. L’impiego dell’ORF ha una durata predeterminata specificata negli ordini operativi e la presente scheda ne contempla l’attivazione, in riferimento al Kosovo o alla Bosnia-Erzegovina, per finalità operative ovvero per un’attività di verifica della capacità operativa in teatro.

Il Governo evidenzia che è possibile la collaborazione e il coordinamento tra le operazioni NATO Joint Enterprise (scheda in esame), EUFOR Althea (scheda 2/2024), NATO enhanced Vigilance Activities - FLF (scheda 32/2024) ed enhanced Forward Presence - FLF (scheda 33/2024).

 

Relativamente all’anno in corso, la consistenza massima del contingente nazionale impiegato nella missione è ridotta a 1.550 unità, includendo le 700 unità dell'ORF(forza di riserva in prontezza - Operational Reserve Forces Battalion della NATO), 455 mezzi terrestri, 1 mezzo aereo.

Il fabbisogno finanziario per il periodo 1° gennaio-31 dicembre 2024 è di euro 122.141.341 di cui euro 23.000.000 per obbligazioni esigibili nel 2025.

 

Nel 2023, l’Italia partecipava alla missione Joint Enterprise nei Balcani con 1.573 unità, 369 mezzi terrestri, 1 mezzo aereo, con un fabbisogno finanziario di 105.991.989.

La scheda 2/2024 fa riferimento alla proroga, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024, della partecipazione di personale militare alla missione ALTHEA dell’Unione Europea in Bosnia-Erzegovina.

Per l’anno 2024, la consistenza massima del contingente nazionale impiegato nella missione è incrementata a 247 unità, per compensare le carenze capacitive della missione, con l’impiego di 53 mezzi terrestri e 4 mezzi aerei. Il fabbisogno finanziario stimato è di euro 23.344.189 di cui euro 5.830.000 per obbligazioni esigibili nel 2025.

Nel 2023 l’Italia ha partecipato a questa missione con 195 unità di personale militare econ l’impiego di 40 mezzi terrestri e 1 mezzo aereo, per una previsione di spesa pari a euro 8.732.930.

Si precisa, inoltre, che continua ad essere assicurata una forza di riserva in prontezza (Operational Reserve Forces Battalion della NATO per l'area di operazioni dei Balcani, in condivisione con la missione KFOR – circa 700 unità) basata in Italia, pronta a intervenire in caso di necessità.

Tale forza in prontezza, comune alle operazioni Joint Enterprise-KFOR in Kosovo e EUFOR ALTHEA in Bosnia-Erzegovina, come si legge nella scheda, è stata pre-allertata al fine di scongiurare il degrado delle condizioni di sicurezza nella regione in considerazione dell'attuale crisi internazionale nell'est Europa. L’impiego dell’ORF ha una durata predeterminata specificata negli ordini operativi e la presente scheda ne contempla l’attivazione, in riferimento al Kosovo o alla Bosnia-Erzegovina, per finalità operative ovvero per un’attività di verifica della capacità operativa in teatro (Operational Rehearsal).

In considerazione del particolare contesto geostrategico e del concomitante sviluppo delle missioni a sostegno della postura di difesa e deterrenza della NATO nel fianco est europeo, è possibile la collaborazione e il coordinamento tra le operazioni NATO Joint Enterprise (scheda 1/2024), EUFOR ALTHEA (di cui alla presente scheda), NATO enhanced Vigilance Activities (scheda 32/2024) ed enhanced Forward Presence (scheda 33/2024).

Saranno quindi possibili supporti a favore degli altri contingenti mediante il transito di assetti e personale nazionale dalle operazioni di cui alla presente scheda verso le citate missioni. In tal senso, eventuali incrementi in EUFOR ALTHEA saranno compensati da corrispondenti riduzioni di assetti e personale previsti dalle schede relative alle missioni NATO Joint Enterprise, enhanced Vigilance Activities ed enhanced Forward Presence, nel rispetto del numero massimo delle unità di personale e del volume finanziario complessivamente previsti per le quattro missioni.

Il termine di scadenza della missione è al momento fissato al 2 novembre 2024.

La missione dell'UE ALTHEA è stata prevista dall'azione comune 2004/570/PESC adottata dal Consiglio dell'Unione il 12 luglio 2004 (poi modificata dall'azione comune 2007/720/PESC del Consiglio dell'8 novembre 2007), a seguito della risoluzione 1551 (2004) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che ha accolto favorevolmente il dispiegamento delle forze dell'UE in Bosnia-Erzegovina, sulla base di un nuovo mandato delle Nazioni Unite. La missione è stata avviata il 2 dicembre 2004, rilevando le attività condotte dalla missione SFOR della NATO in Bosnia-Erzegovina, conclusasi a seguito della decisione assunta dai Capi di Stato e di Governo dell'Alleanza al vertice di Istanbul (28-29 giugno 2004). L'operazione si svolge avvalendosi di mezzi e capacità comuni della NATO; il compito della missione è quello di continuare a svolgere il ruolo specificato dall'accordo di pace di Dayton in Bosnia-Erzegovina e di contribuire ad un ambiente sicuro, necessario per l'esecuzione dei compiti fondamentali previsti dal piano di attuazione della missione dell’Ufficio dell’Alto rappresentante e dal Processo di stabilizzazione ed associazione.

Con la risoluzione UNSCR 2706 (2023) è stato confermato il riconoscimento alla missione ALTHEA del ruolo principale per la stabilizzazione della pace sotto gli aspetti militari, da svolgere in collaborazione con il NATO HQ presente a Sarajevo, e il relativo mandato è stato rinnovato per un periodo di dodici mesi, fino al 2 novembre 2024.

La scheda n. 3/2024 attiene alla proroga, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024, della partecipazione di personale militare alla missione UNFICYP (United Nations Peacekeeping Force in Cyprus) delle Nazioni Unite a Cipro.

L’Italia partecipa alla missione confermando 5 unità di personale militare. Il fabbisogno finanziario della missione è pari a euro 402.851.

In relazione al precedente anno l’Italia ha partecipato alla missione con 5 unità e la spesa autorizzata è stata pari a 395.538.

 

UNFICYP (United Nations Peacekeeping Force in Cyprus), richiamata dalle risoluzioni 1251 (1999), 1642 (2005), 2168 (2015), 2300 (2016), 2263 (2016), 2369 (2017) e 2398 (2018), 2430 (2018), 2453 (2019), 2537 (2020) 2561 (2021), 2587 (2021), 2618 (2022), 2646 (2022) e, da ultimo, UNSCR 2674 (2023), che ha esteso il mandato della missione fino al 31 gennaio 2024, è stata istituita dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU, con la risoluzione 186/1964, in seguito alla rottura dell’equilibrio stabilito a Cipro dalla Costituzione del 1960.

Attualmente UNFICYP: contribuisce alla stabilizzazione dell'area, prevenendo possibili scontri tra le etnie greca e turca residenti nell'isola mediante attività di osservazione, controllo e pattugliamento della linea di cessate il fuoco e svolge attività di assistenza umanitaria e di mediazione negli incontri tra le parti.

Nel suo ambito opera UNPOL (United Nations Police) con compiti di monitoraggio presso le stazioni di Polizia nella "buffer zone".

 

La scheda 4/2024 concerne la proroga, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024, della partecipazione di personale militare alla missione Sea guardian della NATO (subentrata alla missione Active endeavour nel Mediterraneo).

La consistenza massima del contingente nazionale impiegato nella missione è incrementata a 268 unità (240 unità nel 2023). Il contributo nazionale prevede, come per il precedente anno, un sottomarino e una unità navale, anche per svolgere attività di raccolta dati e di presenza e sorveglianza navale nell’area del Mediterraneo Orientale. Si  conferma, inoltre, la presenza di due mezzi aerei.

 

Il fabbisogno finanziario stimato per il 2023 è pari a euro 9.814.015 di cui euro 2.450.000 per obbligazioni esigibili nel 2025.

Il fabbisogno finanziario stimato per il 2023 è stato pari a 2.260.000.

 

A seguito del Summit di Varsavia di luglio 2016, la NATO ha stabilito di implementare la missione Active Endeavour, reindirizzandola verso l’operazione denominata "Sea Guardian", condotta in sinergia con l'operazione UE "Sophia" (terminata il 31 marzo 2020) ed in coordinamento con le iniziative della Guardia Costiera e di Frontiera "Frontex", sempre della Unione Europea.

Active Endevour si è concretizzata nel dispiegamento nel Mediterraneo, a partire dal 9 ottobre 2001, della Forza Navale Permanente della NATO nel Mediterraneo (STANAVFORMED).

Il dispiegamento è stato disposto a seguito della decisione del Consiglio Nord Atlantico del 3 ottobre 2001, relativo all’applicazione dell’articolo 5 del Trattato di Washington, in conseguenza degli avvenimenti dell’11 settembre. Compito della missione è stato quello di monitorare il flusso del traffico delle merci via mare nella regione, stabilendo contatti con le navi mercantili che vi transitano. L’operazione è stata effettuata nel contesto della lotta al terrorismo internazionale e dei controlli antipirateria marittima.

Dal 16 marzo 2004 la NATO ha esteso a tutto il Mediterraneo l'area di pattugliamento. Nel gennaio 2005, a seguito dell’integrazione nella NRF (NATO Response Force) la STANAVFORLANT e la STANAVFORMED sono state rispettivamente rinominate SNMG-1 (Standing NRF Maritime Group 1) e SNMG-2 (Standing NRF Maritime Group 2).

 

Attualmente Sea Guardian svolge tre delle sette attività previste: supportare la conoscenza della situazione marittima nel Mar Mediterraneo, sostenere la lotta al terrorismo in mare e contribuire alla capacity-building della sicurezza marittima. L’operazione Sea Guardian rientra sotto il Comando Marittimo Alleato (HQ MARCOM) con sede a Northwood (Regno Unito).

 

A differenza della missione Active Endevour, l’operazione Sea Guardian non è condotta in base alla clausola di difesa collettiva dell’Alleanza di cui all’articolo 5 del Trattato. In ogni caso, la scheda tecnica riferita a questa missione fa presente il Governo, “potrebbe tuttavia avere una componente basata su tale clausola, se il Consiglio Nord Atlantico (NAC) deciderà in tal senso”.

La missione non ha un termine di scadenza predeterminato.

 

La scheda 5/2024 attiene alla partecipazione dell’Italia alla missione EUNAVFOR MED Irini, subentrata all’operazione militare EUNAVFOR MED Sophia, conclusasi il 31 marzo 2020 (decisione PESC 2020/471 del Consiglio dell’Unione europea del 31 marzo 2020).

 

Nel 2024 la consistenza massima del contingente nazionale impiegato nella missione è incrementata a 459 unità, due mezzi navali e tre mezzi aerei.

La spesa prevista per questa missione nel 2024 è pari a euro 36.626.527 di cui euro 9.150.000 per obbligazioni esigibili nel 2025.

L’Italia ha partecipato alla missione nel 2023, con 406 unità, un mezzo navale e due mezzi aerei, e una spesa autorizzata di euro 31.847.655.

 

La scheda precisa che, in linea con il mandato della missione, è previsto l'impiego di velivoli ISR (tipo APR) e pattugliatori (tipo P-72A), anche in supporto associato da altri dispositivi, nonché di capacità satellitari per il tramite di EU SATCEN, in sinergia con la componente navale, allo scopo di incrementare la capacità di raccolta informativa in merito alle attività della Guardia costiera libica, al traffico di petrolio dalla Libia e al traffico di esseri umani.

È prevista, altresì, attività di presenza e sorveglianza navale nell'area di interesse strategico nazionale.

Il termine di scadenza dell'operazione è al momento fissato al 31 marzo 2025.

L’istituzione dell’operazione EUNAVFOR MED IRINI

L'operazione militare EUNAVFOR MED IRINI ("pace" in greco) è stata istituita  dal Consiglio dell'Ue  con la decisione PESC 2020/472 del 31 marzo 2020, con un mandato iniziale della durata di un anno

Contemporaneamente all’avvio dell’operazione IRINI, il 31 marzo 2020 è terminato il mandato della missione EUNAVFOR MED Sophia, che era stata avviata nel giugno 2015.

 

La Missione EUNAVFOR MED Sophia ha avuto come compito principale quello di smantellare il modello di attività dei trafficanti di migranti e di esseri umani nel Mediterraneo centromeridionale (dal giugno 2015 fino al marzo 2019, quando è stato sospeso il dispiegamento navale, la missione ha contribuito al salvataggio di quasi 50.000 persone) e come compiti secondari, aggiunti progressivamente, quelli di: formazione della guardia costiera e della marina libiche; contribuire al largo delle coste libiche all'attuazione dell'embargo dell'ONU sulle armi; svolgere attività di sorveglianza e di raccolta delle informazioni sul traffico illecito delle esportazioni di petrolio dalla Libia.

Compiti dell’operazione EUNAVFOR MED IRINI

Il compito principale dell’operazione è contribuire all’attuazione dell’embargo sulle armi imposto dall’ONU nei confronti della Libia. Per svolgere tale attività, l’operazione IRINI impiega mezzi aerei, satellitari e marittimi e può svolgere ispezioni sulle imbarcazioni sospettate di trasportare armi o materiale connesso da e verso la Libia. In caso vengano trovati a bordo materiali illeciti, le imbarcazioni possono essere sequestrate e dirottate in un porto indicato nel piano operativo.

Oltre al compito di attuare l’embargo sulle armi, IRINI ha anche alcuni compiti secondari, che sono:

·       il contrasto al contrabbando di petrolio;

·       la formazione della guardia costiera e della marina libiche (tale compito è svolto in alto mare, nel teatro dell'operazione; può altresì essere svolto nel territorio, comprese le acque territoriali, della Libia o di uno Stato terzo ospitante vicino della Libia, qualora il Comitato politico e di sicurezza decida in tal senso a seguito di una valutazione del Consiglio sulla base di un invito da parte della Libia o dello Stato ospitante interessato, e in conformità del diritto internazionale; parte del compito può essere svolta in uno Stato membro, su invito di quest'ultimo, anche in centri di formazione pertinenti);

·       la lotta ai trafficanti di esseri umani (ma solo con la sorveglianza aerea).

Controllo politico sull’operazione

Il controllo politico e la direzione strategica di EUNAVFOR MED Irini sono esercitati dal Comitato politico e di sicurezza (COPS), sotto la responsabilità del Consiglio e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (AR).

Il COPS è autorizzato ad assumere le decisioni pertinenti, incluse le competenze necessarie per modificare i documenti di pianificazione, compreso il piano operativo, la catena di comando e le regole di ingaggio, la nomina del comandante dell'operazione dell'Unione e del comandante della forza dell'Unione.

Le competenze decisionali riguardanti gli obiettivi e la conclusione dell'operazione militare dell'Unione restano attribuite al Consiglio.

Capacità operative

L’operazione IRINI, secondo quanto riportato sul sito della Difesa, si avvale di mezzi aerei, satellitari e marittimi, messi a disposizione dall’Unione europea e dagli Stati membri, che forniscono anche lo staff del Quartier Generale dell’Operazione, che si trova a Roma-Centocelle, presso l’aeroporto militare di “Francesco Baracca”, sede del Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI).

L’operazione europea ha una forte connotazione internazionale ed interforze e quindi lo Staff è composto da personale italiano e straniero di tutte le forze armate.

Il comando operativo dell’intera missione è attualmente a guida italiana dell’ammiraglio Stefano Turchetto.

Il comando in mare (Force Commander) è assegnato ogni sei mesi, alternativamente, all’Italia e alla Grecia. La rotazione del Force Commander avviene assieme alla rotazione della nave ammiraglia. Attualmente è anch’esso a guida italiana del Contrammiraglio Valentino Rinaldi.

I mezzi sono impiegati laddove possono contribuire in modo più efficace all'attuazione dell'embargo sulle armi delle Nazioni Unite e quindi dove possono intercettare meglio i flussi dei traffici illeciti navali ed aerei. Le immagini satellitari fornite dal Centro satellitare dell'UE (SatCen) consentono di completare la raccolta di informazioni in base alle esigenze.

Le informazioni riguardo i traffici illeciti vengono condivise con le principali agenzie di sicurezza ONU, europee e internazionali. In caso di fondati sospetti su navi mercantili in rotta da o per la Libia, è autorizzata ad effettuare ispezioni in alto mare.

L'operazione IRINI opera in alto mare, nel mediterraneo centrale, al largo delle coste libiche. L’area di operazione, non molto differente da quella dell’Operazione Sophia, è stata leggermente ampliata in relazione alle esigenze operative dettate dal mandato conferito all’operazione. L'operazione IRINI opera in alto mare, nel mediterraneo centrale, al largo delle coste libiche. L’area di operazione, non molto differente da quella dell’Operazione Sophia, è stata leggermente ampliata in relazione alle esigenze operative dettate dal mandato conferito all’operazione.

 

 La scheda 6/2024 prevede la partecipazione italiana alla missione di  addestramento militare EUMAM Ucraina (European Union Military Assistance Mission).

 

La missione è stata istituita dal Consiglio Ue il 17 ottobre 2022, rispondendo alla richiesta di sostegno da parte delle autorità ucraine nel settore dell’addestramento militare. L'obiettivo è contribuire al rafforzamento della capacità militare delle forze armate, per consentire all'Ucraina di difendere la propria integrità territoriale e proteggere i civili.

Per conseguire i suoi obiettivi, la missione fornisce:

·       formazione individuale e collettiva al personale delle forze armate ucraine, ai livelli di base, avanzato e specializzato;

·       formazione specializzata al personale delle forze armate ucraine;

·       formazione alle forze di difesa territoriale;

·       coordinamento delle attività di formazione delle forze armate ucraine condotte in via bilaterale dagli Stati membri.

l termine di scadenza della missione è al momento fissato in due anni dalla data di avvio (15 novembre 2022).

L'EUMAM Ucraina opera nel territorio degli Stati membri, finché il Consiglio non decida altrimenti.

Il quartier generale della missione è costituito presso il Military Planning and Conduct Capability (MPCC), a Bruxelles, che assicura anche il coordinamento generale. Come per tutte le missioni militari Ue, il controllo politico e la direzione strategica sono assicurate dal Comitato politico e di sicurezza (CoPS, composto di rappresentanti degli Stati membri), sotto la responsabilità dell'Alto rappresentante e del Consiglio. Il COPS effettua periodiche valutazioni strategiche dell'EUMAM Ucraina e del suo mandato.

In tale ambito, l’Italia contribuisce alla missione attraverso specifici moduli addestrativi condotti sul territorio nazionale a beneficio di personale delle Forze Armate ucraine..

 

La consistenza massima del contingente nazionale è confermata in 80 unità

Il fabbisogno finanziario è di euro 10.272.468 di cui euro 1.020.000,00 per obbligazioni esigibili nel 2025

Nel 2023 il fabbisogno finanziario stimato era di 9.192.876.

Missioni internazionali Asia
(Schede da 7 a 13)

Le schede da 7 a 13 riguardano la proroga della partecipazione di personale delle Forze armate alle missioni internazionali che si svolgono in Asia. Tutte le missioni sono prorogate fino al 31 dicembre 2024.

 

 

Situazione geopolitica

 

Nella delibera, il governo sottolinea che il Medio Oriente, in cui già permanevano tutti i cronici fattori di criticità, è tornato epicentro di attenzione a partire dal 7 ottobre 2023, con l’attacco di Hamas nel sud di Israele. Il conseguente conflitto nella Striscia di Gaza, infatti, ha come conseguenze, tra loro interdipendenti, le crisi tra forze armate israeliane e Hezbollah sul confine libanese, gli attacchi degli Houthi yemeniti alle navi in transito nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, e altri focolai di tensione in Siria e Iraq, con il comune denominatore della non ufficiale sponsorship iraniana.

In un quadro marcato da notevoli complessità, in cui non si può escludere una crescente diffidenza dei Paesi arabi verso il cosiddetto Occidente collettivo per effetto del supporto verso lo Stato di Israele – si legge ancora nella delibera - assume ancor maggiore importanza la capacità di mantenere e rafforzare collaborazioni sul piano militare con i Paesi della regione, tra i quali, oltre a partner consolidati, appare opportuno annoverare anche l’Iraq.

 

 

Nello specifico, la scheda 7/2024 fa riferimento alla proroga della partecipazione di personale militare alla missione UNIFIL in Libano (United Nations Interim Force in Lebanon).

 

La missione, riconfigurata dalla risoluzione 1701 del 2006 e prorogata, da ultimo, fino al 31 agosto 2024, ha il compito di:

 

-    agevolare il dispiegamento efficace e durevole delle Forze armate libanesi nel sud del Libano fino al confine con lo Stato di Israele, fornendo loro assistenza nella stabilizzazione delle aree di confine, per garantire il rispetto della Blue Line e il mantenimento di un’area cuscinetto tra i due Paesi;

-    contribuire alla creazione di condizioni di pace e sicurezza;

-    proteggere il personale, le strutture, gli impianti e le attrezzature delle Nazioni Unite;

-    proteggere i civili sotto minaccia imminente (fatta salva la responsabilità del governo del Libano);

-    assistere il governo libanese nel controllo delle linee di confine, per prevenire il traffico illegale di armi.

UNIFIL è autorizzata ad adottare tutte le misure che ritiene necessarie per evitare che l’area di operazioni sia utilizzata per attività ostili e per impedire gli eventuali tentativi di limitare l’assolvimento dei compiti previsti dal mandato del Consiglio di sicurezza.

Il personale italiano, oltre ad essere impiegato nell'ambito del Comando di UNIFIL a Naqoura, è inquadrato nel Sector West della Joint Task Force Lebanon, di cui è Framework Nation.

 

Dall'inizio della seconda fase della missione UNIFIL (agosto 2006), il comandante è stato per quattro volte un generale italiano. Claudio Graziano, che ha ricoperto la carica per quasi tre anni, dal 2 febbraio 2007 al 28 gennaio 2010. Dal 28 gennaio del 2012 a capo della missione è stato Paolo Serra, fino al 24 luglio 2014 quando è subentrato nella carica nella carica il gen. Portolano (fino al 20 luglio 2016). Dal 7 agosto 2018 al 28 febbraio 2022 il nostro Paese ha ricoperto nuovamente l’incarico con il generale Stefano Del Col. Attualmente il comando è affidato a un generale spagnolo.

 

La consistenza massima del contingente nazionale impiegato è fisata in 1292 unità (erano 1.169 unità nel 2023). Si prevede l’impiego di 375 mezzi terrestri (erano 388 nel 2023), 7 mezzi aerei e un mezzo navale (come lo scorso anno).

Il fabbisogno finanziario, per il 2024, è stimato in euro 160.571.082, di cui 32.000.000 esigibili nel 2025) (era di euro 149.661.444 nel 2023).

 

 

La scheda 8/2024 proroga l’impiego di personale militare nella missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza libanesi (MIBIL).

 

La missione ha l'obiettivo di incrementare le capacità complessive delle Forze di sicurezza libanesi, sviluppando programmi di formazione e addestramento preventivamente concordati con le autorità libanesi.

 

La missione si inquadra nell'ambito delle iniziative dell'International support Group for Lebanon (ISG), inaugurato a New York il 25 settembre 2013, a seguito dell’appello del Consiglio di sicurezza per un sostegno internazionale inteso ad assistere il Libano nei settori in cui esso è più colpito dalla crisi siriana, compresi l'assistenza ai rifugiati e alle comunità ospitanti, il sostegno strutturale e finanziario al governo, il rafforzamento delle capacità delle forze armate libanesi, chiamate a sostenere uno sforzo senza precedenti per mantenere la sicurezza e la stabilità, sia all'interno del territorio sia lungo il confine siriano e la Blue line.

 

La base giuridica, oltre alle rilevanti risoluzioni del Consiglio di sicurezza, è costituita da uno scambio di Note per la proroga dell’Accordo di cooperazione nel settore della difesa tra i due Paesi.

Nella Relazione si precisa che, a seguito di specifica richiesta delle autorità libanesi e se le condizioni di sicurezza lo consentono, “possono altresì essere svolti compiti di assistenza al verificarsi di emergenze di natura umanitaria o ambientale”.

La missione non ha un termine di scadenza predeterminato.

 

 

Nel 2024 la consistenza massima del contingente nazionale impiegato nella missione è fissata a 105 unità (erano 190 nel 2023), e include (come lo scorso anno) lo schieramento di un team per la protezione cibernetica delle reti non classificate. Per il 2024 non è previsto l’impiego di mezzi aerei e navali (che erano invece presenti, in un’una unità ciascuno, nel 2023).

 

Il fabbisogno finanziario per il 2024 è stimato in euro 8.038.547, di cui 2.000.000 esigibili nel 2025 (era di euro 11.824.401 nel 2023).

 

La successiva scheda 9/2024 attiene alla proroga dell’impiego di personale militare nella missione bilaterale di addestramento delle forze di sicurezza palestinesi.

 

La missione ha l'obiettivo di incrementare le capacità complessive delle forze di sicurezza palestinesi, sviluppando programmi di formazione, con particolare riferimento all'addestramento al tiro, alle tecniche investigative, alla gestione dell'ordine pubblico e alla protezione dei beni culturali. In tale ambito, rientra anche il personale italiano di collegamento con la missione EUPOL COPPS Palestinian Territories.

La missione è stata istituita in base alla richiesta dell'Autorità Nazionale Palestinese, sostenuta dallo Stato di Israele e dall'United States Security Coordination for Israel and Palestine, nonché in base all'accordo bilaterale Italia-Autorità Nazionale Palestinese del luglio 2012.

La missione non ha un termine di scadenza predeterminato.

 

La scheda 9/2023 dà conto delle attività della missione nell’anno trascorso, sottolineando che:

-a partire da marzo 2014, la missione ha addestrato complessivamente 4334 unità della Polizia palestinese appartenenti a diverse strutture;

- le ultime attività addestrative si sono svolte dal 20 novembre 2022 al 16 febbraio 2023 a favore di un totale complessivo di 441 unità;

- dall'8 febbraio 2023, in aderenza al Memorandum di intesa, sono state insediate 2 unità alle dipendenze di un ufficiale di collegamento presso l'USSC (comando Usa di coordinamento tra forze di polizia israeliana e palestinese).

 

Per l’anno 2024 l’Italia impiegherà nella missione un contingente massimo di 39 unità (erano 33 nel 2023).

Relativamente a tale periodo la spesa prevista è pari a euro 1.318.424 (erano 1.790.517 nel 2023).

 

 

La scheda 10/2024 concerne la proroga della partecipazione di personale militare alle attività della coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh.

La coalizione si è costituita a seguito della Conferenza internazionale per la pace e la sicurezza in Iraq, tenutasi a Parigi il 15 settembre 2014, con l’obiettivo di fermare l’organizzazione terroristica che responsabile di stragi di civili e di militari iracheni e siriani caduti prigionieri. Nel documento conclusivo della Conferenza internazionale veniva affermata l’urgente necessità di un’azione determinata per contrastare tale minaccia, in particolare, adottando misure per prevenirne la radicalizzazione, coordinando l’azione di tutti i servizi di sicurezza e rafforzando la sorveglianza delle frontiere.

La Coalizione internazionale si è progressivamente allargata e comprende ora ottantaquattro partner, di cui settantanove Stati e cinque organizzazioni internazionali.

In ordine alle minacce alla pace e sicurezza causate da atti terroristici internazionali, tra cui quelli perpetrati dal Daesh, sono intervenute diverse risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che invitano gli Stati che hanno la capacità, a porre in essere tutte le misure necessarie di contrasto agli atti terroristici commessi in particolare dal Daesh, come pure da Al-Nusrah Front (ANF) e da tutti gli altri individui, gruppi, imprese ed entità associati con Al Qaeda e altri gruppi terroristici.

Il contributo nazionale messo a disposizione della Coalizione comprende:

·       personale di staff presso i vari comandi della Coalizione e iracheni;

·       una componente aerea, con connessa cellula di supporto a terra, con compiti tra l’altro di ricognizione, rifornimento in volo, raccolta informativa, a supporto delle operazioni. La stessa potrà supportare lo sviluppo della componente aerea irachena o dei partner di Coalizione;

·       un contingente di personale per le attività di addestramento delle forze irachene e del Kurdistan iracheno

·       un dispositivo di assetti aeromobili ad ala rotante;

·       una componente contraerea (SAMP-T) con compiti esclusivamente difensivi, integrata con i dispositivi di difesa aerea dei partner per la sicurezza del personale e la protezione agli assetti rischierati in Kuwait;

·       un team tratto dalla "Task Force italiana Unite4Heritage" per lo svolgimento di attività di addestramento e consulenza in tema di tutela del patrimonio culturale.

La missione non ha un termine di scadenza predeterminato.

 

Esigenze di supporto al contingente nazionale saranno garantite anche attraverso la condivisione di assetti e infrastrutture con la Forward Logistic Air Base (scheda 13/2024, su cui si veda più avanti).

Come si legge nella scheda, l’evoluzione delle operazioni della coalizione e il concomitante sviluppo della missione NATO in Iraq (NM-I) stanno portando ad una progressiva integrazione e all'incremento delle attività di training, advice e assist a favore delle forze irachene. Sarà quindi possibile il transito di assetti e personale nazionale dalle operazioni di cui alla presente scheda verso NMI (scheda 11/2024). In tal senso, eventuali incrementi in NM-I saranno compensati da corrispondenti riduzioni di assetti e personale previsti dalla presente scheda, nel rispetto del numero massimo complessivo stabilito dalle due schede e del relativo volume finanziario autorizzato.

 

La scheda 10/2023, dando conto delle attività svolto lo scorso anno, precisa che, nelle more della definizione di specifici accordi bilaterali, su richiesta del governo iracheno sono stati avviati corsi addestrativi a favore delle forze di polizia irachene (a cura di personale dei Carabinieri) e delle forze di sicurezza curde nell’area di Erbil (da parte di personale dell’Esercito). I corsi sono svolti presso la Special Training School della Iraqi Federal Police (situata all’interno dell’aeroporto di Baghdad) e nel poligono posto all’interno della Zerawani Training School a Erbil. Riguardo alle attività di volo, gli assetti aerei nazionali (ad ala fissa e rotante) hanno effettuato circa 93.000 ore di volo complessive. Nell’ambito del contingente nazionale sono state impiegate 33 unità di personale femminile.

 

L'Italia partecipa all’operazione con complessive 1.005 unità di personale militare (come lo scorso anno). Per quanto concerne gli assetti, la scheda fa riferimento a 180 mezzi terrestri (erano 118 nel 2023) e 16 mezzi aerei (erano 11 nel 2023).

 

Il fabbisogno finanziario viene stimato in euro 242.118.664, di cui 48.000.00 esigibili nel 2025 (erano 241.297.305 nel 2023).

 

 

La scheda 11/2024 fa riferimento alla proroga della partecipazione di personale militare alla missione NATO in Iraq (NM-I).

 

La missione ha l'obiettivo di offrire un ulteriore sostegno al Governo iracheno nei suoi sforzi per stabilizzare il Paese e combattere il terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni e prevenire il ritorno di Daesh.

 

Si tratta di una missione di rafforzamento delle capacità, che assiste l'Iraq nella costruzione di istituzioni di sicurezza e forze armate più sostenibili, trasparenti, inclusive ed efficaci. La scheda precisa che sono anche previste attività di consulenza a favore di funzionari iracheni del Ministero della difesa e dell'Ufficio del Consulente per la sicurezza nazionale.

Il sostegno della NATO è condotto con il consenso del Governo iracheno.

NM-I agisce in coordinamento e cooperazione con la Coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh, l'Unione europea e le Nazioni Unite.

La missione non ha un termine di scadenza predeterminato.

 

La scheda 11/2023, dando conto delle attività svolte lo scorso anno, precisa che l’Italia ha contribuito nel 2023 con personale schierato a Baghdad presso il Comando della missione ed il Service Support Group, oltre ad una componente di assetti ad ala rotante presso il distaccamento elicotteri della base aerea di Al Asad (ritirata nel mese di giugno e parzialmente rilocata su Erbil).

A seguito della Force Generation Conference 2023, SHAPE ha assegnato all’Italia lo svolgimento di corsi di cyber security e major incident medical management. Le attività della NM-I saranno implementate in modo graduale, con un approccio “conditions-based” e “demand-driven” (richieste della controparte). Ciò consentirà a NM-I di concentrare gli sforzi sulla consulenza di livello superiore, sulla formazione e sul rafforzamento delle capacità preesistenti, degli istituti di istruzione militare professionale e di altre istituzioni educative del settore della sicurezza, sia all'interno che all'esterno del GBA (Great Baghdad Area) e in tutto il territorio iracheno.

Per ragioni connesse con aspetti di natura infrastrutturale- prosegue la scheda - il livello di Forza di NM-I (previsto fino a 4.400 unità) non incrementerà significativamente nell’immediato. La prospettiva di genere (UNSCR 1325/2000) è stata integrata mediante incontri periodici del GENDER Advisor (GENAD) con il Comandante e l’individuazione nel Commander Senior Enlisted Leader (CSEL) quale gender focal point che segue le tematiche di specie nell'ambito delle proprie prerogative. Nel mese di marzo 2023 si è svolto un workshop dal tema “Woman Peace and Security” congiuntamente al Governo iracheno.

 

Anche per il 2024 è confermato l’impiego di personale nazionale appartenente al Comando NATO CIS (Communications and Information System).

 

Come detto, sarà possibile il transito di assetti e personale nazionale dalla Coalizione internazionale (scheda 10/2023) verso NM-I, sempre nei limiti complessivi di quanto autorizzato.

 

L'Italia partecipa alla missione con complessive 75 unità (erano 225 nel 2023). Non è più previsto l’impiego di mezzi terrestri (erano 100 lo scorso anno) e aerei (erano 4).

Il fabbisogno finanziario viene stimato in euro 17.343.608, di cui 4.330.000 esigibili nel 2025 (era di euro 31.062.603 nel 2023).

 

 

 

La scheda 12/2024 proroga la partecipazione di personale militare alla missione United Nations Military Observer Group in India and Pakistan (UNMOGIP).

 

UNMOGIP ha il mandato di osservare e riferire al Segretario generale delle Nazioni Unite sul rispetto, nello stato di Jammu e Kashmir, dell'accordo sul cessate il fuoco siglato tra India e Pakistan il 17 dicembre 1971.

L’area di operazione di UNMOGIP è suddivisa in due settori, il Pakistani Administered Kashmir (PAK) e l’Indian Administered Kashmir (IAK), che sono divisi da una linea di confine di circa km 780, lungo la quale sono ubicati i posti di osservazione dei due Eserciti. In tale area si svolgono le operazioni del contingente UNMOGIP. Fuori dall’area operativa sono ubicati l’HQ di Islamabad e la Field Station di New Delhi, con compiti esclusivamente amministrativi. Ogni variazione al mandato UNMOGIP, dato il disaccordo tra le due parti, può avvenire esclusivamente tramite decisione del Consiglio di Sicurezza delle UN.

 

Un gruppo degli osservatori militari appartenente alla missione UNMOGIP è stato costituito fin dal gennaio 1949, a seguito all'approvazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza n. 39 del gennaio 1948, che creava la United Nations Commission for India and Pakistan (UNCIP), per supervisionare il cessate il fuoco tra i due Paesi nell’area di Jammu e Kashmir. A seguito dell'accordo del 1972 tra India e Pakistan che definì una linea di controllo nel Kashmir, l'India dichiarò che il mandato di UNMOGIP era decaduto. Siccome il Pakistan non concordò con questa posizione, il Segretario Generale delle Nazioni Unite dichiarò che la cessazione del mandato di UNMOGIP sarebbe stata decisa soltanto mediante una risoluzione del Consiglio di Sicurezza. A causa della mancanza di una tale decisione, il mandato di UNMOGIP è stato mantenuto con le medesime funzioni a tempo indeterminato.

 

La missione ha un organico di 114 persone (di cui 44 militari).

 

L’Italia ha partecipato alla missione dalla data di istituzione fino al 31 marzo 2015. Dopo un periodo di sospensione, la partecipazione nazionale è ripresa dal 3 giugno 2017.

 

Il fabbisogno finanziario della missione è di euro 242.543 (nel 2023 è stato di euro 208.998).

 

La scheda 13/2024 proroga la partecipazione di personale militare, incluso il personale del Corpo militare volontario della Croce rossa, negli Emirati Arabi Uniti (EUA), in Kuwait, in Bahrain, in Qatar e negli USA (a Tampa, Florida) per le esigenze connesse con le missioni internazionali in Medio Oriente e Asia.

 

L'impiego del personale militare ha l'obiettivo di corrispondere alle esigenze connesse con le missioni in Medio Oriente e Asia. In particolare:

 

EAU e Kuwait

La base logistica (FLAB) ha il compito di:

-        assicurare il trasporto strategico per l'immissione e il rifornimento logistico dei contingenti nazionali impegnati nell'area mediorientale e in Asia;

-        gestire le evacuazioni sanitarie;

-        assicurare l'efficienza dei velivoli e dei mezzi tecnici impiegati per il trasporto.

 

La scheda precisa che il personale opera nell’aeroporto di Al Salem (Kuwait) ove sono state trasferite capacità precedentemente schierate ad Al-Minhad (EAU), base ancora interessata, unitamente al porto di Jebel Ali (Dubai), da attività di natura logistica. La base aerea di Al Salem è un aeroporto militare dell’Air Force kuwaitiana situato nell’entroterra di Kuwait City, ove sono ospitati altri assetti e infrastrutture nazionali appartenenti alla Coalizione Internazionale per la lotta al Daesh (scheda 10/2024), che verranno condivisi per gli obiettivi di cui alla presente missione. La base aerea di Al-Minhad è un aeroporto militare dell’Air Force emiratina situato nell’entroterra della città di Dubai, ove sono ospitati altri assetti appartenenti ad Australia, USA, Regno Unito, Nuova Zelanda e Olanda.

 

Qatar

Il personale impiegato presso la Al Udeid Air Base svolge funzioni di collegamento nazionale con le forze aeree USA.

La base è dislocata a ovest di Doha e costituisce un “Combined Aerospace Operations Center” del Central Command degli USA, assolvendo compiti di comando e logistica per l’area di competenza (che comprende anche Iraq, Afghanistan e Golfo Arabico). Ospita un alloggiamento per il personale di passaggio e un Head Quarter del citato Comando USA.

Parte del personale è distaccato presso il comando United States Air Forces Central (USAFCENT) nella base di Shaw (Sud Carolina-USA).

 

USA (Tampa-Florida)

Il personale impiegato presso lo United States Central Command (USCENTCOM) assicura:

-        collegamento nazionale e il coordinamento all’interno di USCENTCOM;

-        flusso informativo verso gli organi decisionali della Difesa con riferimento alle operazioni militari nell’area di responsabilità di USCENTCOM (in particolare Afghanistan, Iraq e Oceano Indiano);

-        collegamento con le cellule nazionali di altri Paesi presenti.

 

La scheda non dà conto di schieramenti e attività in Bahrein (come avveniva invece lo scorso anno).

 

La missione è stata istituita in base all'accordo bilaterale Italia-EAU del 10 novembre 2010 e successivi rinnovi annuali, nonché di accordi bilaterali Italia-USA.

L’impiego non ha un termine autonomo di scadenza predeterminato.

 

Per quanto concerne l’anno 2024 l’Italia partecipa alle richiamate attività con 145 unità di personale (erano 158 lo scorso anno). Si autorizza inoltre l’invio di due mezzi aerei (come nel 2023).

Il fabbisogno finanziario per il 2024è di euro 23.653.773 (che nel 2023 era stato di euro 18.282.237).

 

Per quanto riguarda la partecipazione nazionale (personale della Polizia di Stato e della magistratura) alla missione EUPOL COPPS (European Union Police Mission for the Palestinian Territories) in Palestina, si ricorda che essa forma oggetto della successiva schede 40/2024.

 

Sempre per quanto riguarda le missioni in Asia, si ricorda altresì che la partecipazione dell'Italia alla missione EUAM in Iraq, a sostegno della riforma del settore della sicurezza civile (scheda 12/2023) si è conclusa il 31 maggio 2023.

Missioni internazionali Africa
(Schede da 14 a 25)

Le schede dalla n. 14 alla n. 25 del 2024 si riferiscono alla partecipazione di personale delle Forze armate alle missioni internazionali in Africa. Tutte le missioni sono prorogate fino al 31 dicembre 2024.

 

Situazione geopolitica

 

Come si legge nella delibera governativa, il nostro Paese permane al centro di un ideale arco di crisi che, partendo dal confine orientale dell’Alleanza Atlantica e dal teatro del conflitto russo-ucraino, si estende verso sud, evidenziando in particolare le condizioni di instabilità di molte regioni africane.

Nel Mediterraneo si riverbera la volontà di grandi e medie potenze di esercitare influenza in maniera sempre più assertiva.

Il Nord Africa – si legge ancora nella delibera - è probabilmente la regione in questo momento maggiormente contendibile e di crescente interesse per molteplici attori internazionali. In tale regione rivestono particolare interesse per il nostro Paese gli sviluppi in Tunisia e nella vicina Libia.

Le condizioni in Nord Africa sono direttamente correlate a ciò che succede nell'Africa subsahariana, sia nella sua appendice saheliana e nel Golfo di Guinea, sia nell'area orientale, che vede sia nella regione dei Grandi Laghi che nel Corno d'Africa delle aree da tenere sotto costante monitoraggio. In queste regioni sono presenti in varie forme tutte le manifestazioni dei rischi geopolitici che caratterizzano l'attuale scenario. A Paesi oggetto di derive autoritarie e che si avvicinano a Russia e Cina per convenienza delle élite al potere si sommano altre situazioni di degrado legate alla presenza di organizzazioni terroristiche, alle condizioni di vita molto precarie, all'incapacità di rendere fruibili alla popolazione le risorse di cui alcuni di questi Paesi sono comunque ricchi. A ciò va inoltre sommato l'elemento del cambiamento climatico che rende ancor più problematica la gestione dei già dedicati equilibri tra componenti sociali dedite all'agricoltura e alla pastorizia, con conseguenti effetti di limitato accesso alle risorse e spostamento di grosse masse migratorie. Permane, inoltre, il tema della stabilità istituzionale soprattutto nei Paesi dell’Africa saheliana, periodicamente affetta da tentativi di colpi di stato o conflitti intestini agli apparati securitari.

 

 

La scheda n. 14/2024 riguarda la proroga della partecipazione di personale militare alla missione UNSMIL (United Nations Support Mission) in Libia.

 

Si tratta di una missione politica delle Nazioni Unite, posta sotto la guida di un Rappresentante speciale del Segretario generale, che aa visto nel tempo progressive revisioni del suo mandato, accentuando in particolare la componente relativa al dialogo politico infra-libico.

La missione è stata istituita dal Consiglio di sicurezza Onu nel 2011, dopo la caduta del regime di Gheddafi, con il compito di assistere e sostenere gli sforzi nazionali libici nella fase successiva al conflitto, oltre che di cooperare per il ripristino della sicurezza e l’ordine pubblico attraverso l’affermazione dello stato di diritto, il dialogo politico e la riconciliazione nazionale.

Negli anni successivi, alla missione sono stati attribuiti anche altri compiti, tra cui:

- favorire il cessate il fuoco tra le parti e contribuire al contrasto alla proliferazione delle armi.

- promuovere lo stato di diritto e la protezione dei diritti umani;

- contribuire all’attuazione degli accordi sulla transizione politica, comprese la revisione costituzionale e l’organizzazione delle elezioni politiche;

-contribuire al consolidamento dell'amministrazione, della sicurezza e degli accordi economici del Governo di accordo nazionale

-sostenere la fornitura di servizi medici essenziali e assistenza umanitaria, anche in risposta all’emergenza Covid-19;

-monitorare abusi e violazione dei diritti umani, compresa la violenza sessuale nei conflitti e gli abusi contro i minori;

- sostenere gli sforzi delle autorità libiche per stabilizzare le zone post-conflitto, comprese quelle liberate dal Daesh.

 

La missione è attualmente autorizzata dal Consiglio di Sicurezza fino al 31 ottobre 2024. La scheda in esame, sulla base del presumibile rinnovo di tale autorizzazione, propone tuttavia la prosecuzione della partecipazione italiana fino al 31 dicembre. 

 

L’Italia partecipa per il 2024 con 1 unità di personale militare (come per il 2023).

Il fabbisogno finanziario è pari a 124.828 euro (rispetto ai 119.501 euro del 2023).

 

La scheda n. 15/2024 riguarda la proroga per il 2023 la missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia.

 

Gli obiettivi della missione – come indicati nella scheda governativa - sono:

-        assistenza e supporto sanitario (con eventuale trasferimento in Italia di pazienti gravi);

-        formazione del personale libico impegnato nelle attività di sminamento;

-        formazione delle forze di sicurezza e delle istituzioni governative, anche in Italia, al fine di incrementare le loro capacità;

-        assistenza e addestramento delle forze di sicurezza libiche per le attività di controllo e contrasto dell’immigrazione illegale e delle minacce per la sicurezza della Libia;

-        assistenza per ripristino dell'efficienza degli assetti terrestri, navali ed aerei funzionali alle attività di controllo del territorio e il contrasto all’immigrazione illegale;

-        collaborazione per lo sviluppo di capacity building libica.

 

Alla missione è affidato anche il compito di prestare assistenza, anche in termini di sicurezza, ad altre iniziative governative italiane in Libia.

 

Il contingente italiano comprende, tra l’altro:

-personale sanitario;

-personale con compiti di formazione e addestramento;

-unità per il supporto logistico e lavori infrastrutturali;

-unità di tecnici per rilevazioni contro minacce chimiche-biologiche-radiologiche-nucleari (CBRN);

- team per ricognizione e per comando e controllo;

- personale di collegamento presso dicasteri/stati maggiori libici.

 

Nella missione rientra anche il personale italiano di collegamento con la missione EUBAM Libya, nonché il personale impiegato nell’ambito della Forza di Gendarmeria Europea (EUROGENDFOR).

 

Allo scopo di tutelare maggiormente la sicurezza e l’incolumità del personale schierato, è previsto l’impiego di assetti aerei nazionali, convenzionali e a pilotaggio remoto, nonché di mezzi navali, a supporto diretto della missione e delle relative attività nell’ambito delle unità del dispositivo nazionale Mediterraneo Sicuro (scheda 26/2024).

 

Fra i compiti della missione sono confluiti le attività della precedente missione denominata operazione Ippocrate, il cui obiettivo era fornire supporto sanitario al Governo di Accordo nazionale libico, mediante l'installazione di un ospedale da campo presso l'aeroporto di Misurata. Dal 2018 al 2020 fra i compiti di questa missione c’erano anche alcune attività di supporto alla Guardia costiera libica, poi confluite in altre missioni.

 

La missione non ha un termine di scadenza.

La sua base giuridica della missione è fornita da una serie di risoluzioni delle Nazioni unite, dall’accordo di cessate il fuoco del 23 ottobre 2020, e da due richieste di assistenza formulate nel 2017 dal Consiglio presidenziale-Governo di accordo nazionale libico (Presidente Al-Serraj):

 

 

Per il 2024 la delibera governativa prevede il dispiegamento di un numero massimo di 200 unità di personale (come nel 2023).

È previsto l’impiego di 1 mezzo aereo (erano 2 nel 2023)

 

Il fabbisogno finanziario per il 2023 è previsto in euro 25.022.815, di cui 6.250.000 esigibili nel 2025 (erano 26.009.964 nel 2023).

 

La scheda 16/2024 riguarda la proroga per il 2023 della missione bilaterale di cooperazione in Tunisia.

 

La missione, istituita nel 2019, ha lo scopo di fornire supporto per la costituzione di tre comandi regionali per la gestione delle attività di controllo del territorio e per la realizzazione di una info-struttura di supporto alla capacità di comando e controllo, attraverso la costituzione di un Tactical Operations Center, sulla base del modello italiano interforze.

 I comandi regionali dovrebbero essere dislocati, sulla base del progetto tunisino, a Jendouba (nord), a Kasserine (centro) e in una località del sud non ancora definita. Ad essi, posti in una fase successiva alle dipendenze di un Comando centrale (da costituire) a Tunisi, spetterà il compito di pianificare e condurre operazioni congiunte di contrasto al terrorismo e controllo delle frontiere.

 

La base giuridica è la Convenzione di cooperazione nel campo militare tra i due Paesi, del 1991 (ratificata dalla legge 23 marzo 1998, n. 105), su cui si basa la Nota verbale del Ministero degli esteri tunisino del 19 febbraio 2019.

 

 

Il contingente nazionale è formato da personale istruttore, che, eventualmente, potrà operare anche in modalità expeditionary.

 

La missione vede la prevista partecipazione, per il 2024, di 15 unità di personale militare (come lo scorso anno).

Il fabbisogno finanziario è pari a euro 301.875 (nel 2023 è stato di euro 343.609).

 

La scheda n. 17/2024 riguarda la proroga della missione bilaterale di supporto in Niger.

 

La missione ha lo scopo di:

- sostenere, nell’ambito di uno sforzo congiunto europeo e statunitense per la stabilizzazione dell’area, il rafforzamento delle forze armate e delle forze di sicurezza nigerine, con attività di formazione, addestramento e consulenza (svolte anche in Italia);

- concorrere alle attività di sorveglianza delle frontiere;

- concorrere allo sviluppo della componente aerea delle forze armate nigerine;

- sviluppare, ove ne ricorrano le condizioni, attività di formazione, addestramento e consulenza a favore delle forze di sicurezza e delle istituzioni governative di altri Paesi dell’Africa occidentale.

 

La base giuridica della missione si rinviene, oltre che nelle rilevanti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, negli accordi di cooperazione in materia di difesa con il Niger (firmato nel 2017 e ratificato dalla legge 29 luglio 2019, n. 80), il Chad (firmato nel 2017 e ratificato dalla legge 23 luglio 2020, n.96) il Burkina Faso (firmato nel 2019 e ratificato dalla legge 29 aprile 2021, n.72) e il Senegal (firmato nel 2021 e ratificato dalla legge 19 aprile 2016, n.62).

Per il Niger la delibera governativa cita anche  la richiesta delle autorità nigerine (con nota 3436/MDN/SG in data 1° novembre 2017), di ricevere sostegno per il rafforzamento delle proprie capacità militari.

L’area geografica di intervento, oltre ai Paesi appena citati, si può estendere – a quanto si legge nella delibera governativa – anche a Mali, Nigeria, Mauritania, Ghana, Costa d’Avorio e Benin (il cui porto di Cotonou potrà essere usato quale principale porto di imbarco e sbarco).  

 

La delibera governativa specifica che, in linea con il mandato della missione, è previsto l’impiego di assetti aerei convenzionali ed a pilotaggio remoto allo scopo di garantire la raccolta informativa sul traffico di esseri umani e concorrere alle attività di sorveglianza delle frontiere.

 

Come si legge nella delibera governativa, la naturale evoluzione dell’operazione e il simultaneo sviluppo di nuove iniziative nell’area da parte di altri Paesi (con particolare riferimento alla Francia), porterà ad una progressiva integrazione e incremento delle attività di addestramento e supporto a favore delle forze di sicurezza dell’area geografica di riferimento. Saranno quindi possibili supporti associati da e per le altre missione insistenti nell’area. Gli assetti aerei nazionali presenti in teatro operativo potranno quindi essere eventualmente impiegati a supporto di altre attività della comunità internazionale, anche a guida di altri Paesi[1].

 

La scheda 21/2023 (che dà conto dei risultati della missioni nell’anno trascorso) sottolinea che nel 2023 sono proseguiti i lavori per la costruzione di una base nazionale a Niamey (con stima di termine dei lavori prevista per ottobre/novembre 2023). L’Italia ha inoltre assunto l’impegno di supportare il partner nigerino attraverso la costituzione, con fondi e progettualità nazionali, il Centro di medicina aeronautica del Niger (CEMEDAN). Il progetto ha ad oggi una durata stimata di 2 anni. In aggiunta, sono in corso i coordinamenti con la controparte nigerina per favorire la costituzione di un piazzale aeromobili dedicato alle esigenze nazionali presso l’aeroporto di Niamey.  

 

 Il numero massimo di personale impiegato è di 500 unità (come nel 2023, mentre erano 350 nel 2022).

La missione potrà disporre anche di 5 mezzi aerei (convenzionali e a pilotaggio remoto, come nel 2023) e 15 mezzi terrestri (erano 100 nel 2023).

Il fabbisogno finanziario è stimato in euro 58.244.047, di cui 11.640.000 esigibili nel 2025 (era di 52.929.919 euro nel 2023).

 

 

 

 

La scheda n. 18/2024 riguarda la proroga della partecipazione di personale militare alla missione delle Nazioni unite MINURSO (United Nations Mission for the Referendum in Western Sahara) nel Sahara occidentale.

 

La missione è stata istituita dal Consiglio di sicurezza Onu nel 1991, in conformità ad una proposta di accordo tra Marocco e Fronte POLISARIO, per il periodo transitorio di preparazione al referendum che avrebbe dovuto consentire alla popolazione del Sahara occidentale di scegliere tra indipendenza e integrazione con il Marocco.

 

Il mandato prevede i seguenti compiti:

-        controllare il cessate il fuoco;

-        verificare la riduzione delle truppe marocchine nel territorio;

-        monitorare il rispetto da parte delle truppe marocchine e del Fronte POLISARIO dei rispettivi luoghi designati;

-        attuare il programma di rimpatrio dei rifugiati;

-        organizzare e garantire un referendum libero ed equo e proclamare i risultati.

 

Ad oggi il referendum non ha ancora avuto luogo, ma continuano a essere svolte da parte di MINURSO attività di monitoraggio sulla cessazione delle ostilità, di riduzione della minaccia costituita da mine e ordigni inesplosi e di sostegno alla pacificazione.

 

La missione è attualmente autorizzata dal Consiglio di Sicurezza fino al 31 ottobre 2024. La scheda in esame, sulla base del presumibile rinnovo di tale autorizzazione, propone tuttavia la prosecuzione della partecipazione italiana fino al 31 dicembre

 

L’Italia, che aveva interrotto la sua partecipazione alla missione tra il 2014 e il 2018, intende partecipare per il 2024 con 2 unità di personale militare (come lo scorso anno).

Il fabbisogno finanziario per il 2024 è pari a euro 324.655 (è stato di 315.845 nel 2023).

 

La scheda n.19/2024 riguarda la proroga della partecipazione di personale militare alla missione MFO (Multinational Force and Observers) in Egitto.

 

Si tratta di una missione multinazionale che svolge attività per il mantenimento della pace nella penisola del Sinai, a seguito degli accordi di Camp David del 1978 (con cui Israele ha restituito all’Egitto la penisola occupata durante la guerra dei Sei giorni del 1967). La missione è stata istituita nel 1981. a seguito dell’impossibilità di raggiungere un accordo in seno al Consiglio di sicurezza per il dispiegamento di una forza di peacekeeping delle Nazioni Unite.

 

I compiti della missione sono:

-        pattugliamento e controllo della zona di confine tra Egitto ed Israele;

-        verifica periodica dell’implementazione del Trattato di Pace;

-        assicurare la libertà di navigazione nello lo Stretto di Tiran.

 

La scheda 23/2023, che dà conto dei risultati raggiunti nell’anno trascorso,  sottolinea che il personale italiano è stato in parte (48 unità) imbarcato sui 3 pattugliatori costieri classe Esploratore e in parte (30 unità) assegnato ai servizi a terra, assistenza logistica e sanitaria e protezione delle forze.

Il gruppo navale costiero nazionale ha svolto attività di pattugliamento nell’area, fornendo una dettagliata situazione del traffico marittimo che interessa lo stretto di Tiran, allo scopo di verificare ed eventualmente riportare le violazioni agli accordi di Camp David e al Trattato di pace tra Egitto ed Israele.

Le unità navali nazionali inoltre hanno continuato a fornire supporto alle autorità locali nelle operazioni di ricerca e soccorso in mare e di tutela dell’ambiente marino, nonché svolto periodiche esercitazioni in supporto degli altri contingenti della MFO.

 

L’Italia per il 2024 partecipa alla missione con un numero massimo di 78 unità di personale militare e con l'impiego di 3 mezzi navali (come lo scorso anno).

Il fabbisogno finanziario per il 2023 è di euro 7.348.917, di cui 1.100.000 esigibili nel 2015 (è stato di 6.809.175 nel 2023).

 

La scheda n. 20/2024 riguarda la proroga della partecipazione di personale militare alla missione EUTM (European Union Training Mission) in Somalia.

 

E’ una missione militare, istituita dal Consiglio Ue nel 2010, volta a contribuire alla costituzione e all’addestramento delle forze armate nazionali somale (SNAF), per il rafforzamento del governo federale, nella prospettiva del completo trasferimento delle responsabilità in materia di sicurezza alle autorità somale. Essa opera sia per contribuire a un potenziamento istituzionale nel settore della difesa, attraverso la consulenza strategica, sia per fornire un sostegno diretto alle SNAF attraverso la formazione, la consulenza e l’accompagnamento.

L’EUTM Somalia fornisce inoltre sostegno, se necessario e nell’ambito dei suoi mezzi, ad altri attori dell’Unione presenti, in particolare EUNAVFOR ATALANTA e EUCAP Somalia (quest’ultima per quanto riguarda l’interoperabilità tra forze armate e forze di polizia somale).

Le attività di formazione, advisory, mentoring si svolgono essenzialmente a Mogadiscio dove è stato trasferito anche il Quartier generale (che in passato era in Uganda), anche se lo svolgimento in Somalia delle attività previste dipende dalle condizioni di sicurezza in Somalia e dagli orientamenti politici del comitato politico e di sicurezza.

 

La scheda 25/2023 dà conto dei risultati ottenuti lo scorso anno. Si sottolinea che, dal suo avvio, la missione ha concluso l’addestramento di 8679 militari delle forze di sicurezza somale, di cui 101 nel corso del 2023. Alle attività CIMIC (cooperazione civile- militare) sono stati destinati 200.000 euro, per la realizzazione di n. 28 progetti a elevato e immediato impatto sulla dimensione civile quale supporto essenziale all’ambiente civile, all’amministrazione civile e al supporto umanitario Per quanto riguarda l’implementazione della prospettiva di gender, la scheda suddivide le attività svolte in due principali categorie: attività funzionali/organizzative (tra cui la creazione di una struttura gender, l’addestramento di un numero adeguato di Gender Focal Point e lo svolgimento di incontri, anche4 con il con il Military Staff dell’Ue, sulla prospettiva di genere all'interno delle forze armate somale) e addestrative (svolgimento di moduli su gender e diritti umani; organizzazione di eventi all'interno della base per ricordare l'importanza dell'uguaglianza dei diritti tra uomini e donne, ecc.).

 

L’Italia detiene il comando della missione ininterrottamente dal 2014 (attualmente con il generale Fulvio Poli).

 

L’Italia partecipa alla missione, per il 2023, con 171 unità massime di personale militare (erano 169 nel 2023) e l’impiego di 35 mezzi terrestri (come nel 2023).

Il fabbisogno finanziario è pari a euro 19.632.598, di cui 4.900.000 per crediti esigibili nel 2025 (era di 16.015.694 nel 2023).

 

 

La scheda n. 21/2024 riguarda la proroga della missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane, di funzionari yemeniti e delle forze armate gibutiane.

La missione ha l'obiettivo di fornire un contributo alle autorità di Somalia, Gibuti e Yemen (nonché di altri Paesi della regione), principalmente nel settore della sicurezza e del controllo del territorio, ma anche in materia di tutela del patrimonio culturale, nel più ampio quadro di iniziative di capacity building e stabilizzazione dell’are del Corno d’Africa. .

La scheda specifica che il percorso formativo è articolato su 12 settimane, comprendente moduli addestrativi per la formazione di base degli ufficiali, per le forze speciali, per l'organizzazione mobile delle forze di polizia, la gestione della scena del crimine, le investigazioni sui reati ambientali, ecc.

La missione fornisce, inoltre, supporto per lo sviluppo e il rafforzamento delle forze armate gibutiane, su richiesta delle autorità locali, attraverso attività di formazione, addestramento, consulenza, assistenza e mentoring nei settori concordati tra i rispettivi Stati maggiori della difesa, a partire dal comparto forze speciali.

E’ previsto lo schieramento permanente di 2 ufficiali di collegamento a Gibuti (ricompresi nel numerico del personale militare presso la base militare nazionale nella Repubblica di Gibuti, su cui si veda la scheda seguente) per facilitare le attività propedeutiche allo schieramento delle varie edizioni della missione, sviluppare e consolidare i rapporti di cooperazione con le forze di polizia gibutiane e somale

La base giuridica dell’accordo è così individuata:

- accordo sulla cooperazione nel settore della difesa con il Governo di Gibuti (firmato nel 2020 e ratificato dalla legge 14 aprile 2022, n. 39);

- accordo in materia di cooperazione nel settore della difesa con il Governo federale della Somalia (firmato nel 2013 e ratificato dalla legge 19 aprile 2016, n. 64);

- accordi bilaterali con lo Yemen (non meglio specificati);

La missione prevede, per il 2023, l’impiego di 115 unità di personale (come nel 2023).

Il fabbisogno finanziario è pari a euro 6.909.176, di cui 700.000 per crediti esigibili nel 2015 (è stato di 7.336.880 nel 2023).

 

La scheda n. 22 riguarda la proroga dell'impiego di personale militare presso la base militare nazionale di Gibuti per le esigenze connesse con le missioni internazionali nell'area del Corno d'Africa e zone limitrofe.

La base militare nazionale a Gibuti – come si legge nella delibera governativa - è situata in un’area strategica per il consolidamento degli sforzi della comunità internazionale per contrastare attività illegali (pirateria, immigrazione clandestina, traffico di droga) e minacce terroristiche, nella prospettiva dello sviluppo di una capacità autosufficiente da parte degli Stati dell’area.

Dal dicembre 2012 la base italiana fornisce supporto logistico alle operazioni militari nazionali che si svolgono nell’area del Corno d’Africa, Golfo di Aden, bacino somalo, Oceano Indiano, nonché al personale italiano in transito sul territorio della Repubblica di Gibuti o impiegato in Somalia. La base ha assicurato regolarmente il supporto alle unità della Marina militare operanti in Oceano Indiano e a quelle dei contingenti nazionali impiegati nella missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane (MIADIT) e nelle missioni EUTM Somalia ed EUCAP Somalia.

La base svolge il ruolo di hub logistico nazionale nel Corno d’Africa e funge da collegamento con le istituzioni locali e con i contingenti di altre Nazioni schierati a Gibuti.

La base ha una capacità massima di alloggiamento in emergenza operativa di 300 unità ed è in grado di garantire i servizi minimi (sicurezza, attività amministrativa, manutenzione essenziale ordinaria, ecc.), secondo criteri di sostenibilità e modularità. Le risorse per la sua realizzazione sono state previste dal decreto legge n. 179 del 2012 (misure urgenti per la crescita del Paese).

La base giuridica aggiornata è l’accordo sulla cooperazione in materia di difesa tra i due Paesi, siglata nel 2020, mentre gli accordi tecnici (del 2012) sono stati stipulati sulla base di una precedente accordo del 2002 (e sono in fase di rinnovo.

Rientrano nella missione ufficiali di collegamento con il Paese ospite, con la sede dell’Unione Africana (ad Addis Abeba), e con altre iniziative della comunità internazionale.

Si prevede l'impiego, nel 2023, di 155 unità (erano 147 lo scorso anno) e 9 mezzi terrestri (erano 10 lo scorso anno).

Il fabbisogno finanziario è pari a euro 11.681.268, di cui 2.920.000 esigibili nel 2015 (era di euro 12.700.037 nel 2023).

 

La scheda 23/2024 proroga la partecipazione di personale militare alla missione EUTM Mozambico.

La missione, istituita dal Consiglio Ue nel luglio 2021, ha lo scopo di rafforzare le capacità delle forze armate del Mozambico nel contrasto alle forze terroristiche attive nella regione di Cabo Delgado.

A tal fine, la missione:

- fornisce alle unità selezionate delle forze armate mozambicane e ai loro dirigenti una formazione militare che comprende preparazione operativa, formazione specializzata (compresa la lotta al terrorismo) e formazione e istruzione sul rispetto dei diritti umani;

- sostiene lo sviluppo di strutture e meccanismi di comando e controllo della forza di reazione rapida.

La misura di assistenza mira a rafforzare il sostegno dell'UE allo sviluppo di capacità e allo spiegamento delle unità delle forze armate del Mozambico formate dalla missione di formazione dell'UE in Mozambico (EUTM Mozambico). Tale sostegno consiste nell'invio di pacchetti integrati di attrezzature e forniture in collegamento con le missioni di formazione dell'UE. L'obiettivo è garantire che la formazione sia quanto più efficiente ed efficace possibile e consenta alle truppe addestrate dall'EUTM di essere pienamente operative e autosufficienti al momento dello schieramento.

 

Per quanto riguarda le attività svolte l’anno trascorso, la scheda 30/203 riferisce che durante il primo quadrimestre è terminato il training per la quarta Forza di Reazione Rapida con lo svolgimento di una esercitazione svoltasi a Katembe (per 134 militari). A seguire è stato avviato il modulo “Train the Trainers” che vede la partecipazione di 19 futuri istruttori della Marina del Mozambico e un ulteriore ciclo addestrativo.

 

La consistenza massima del contingente nazionale, per il 2013, è di 15 unità (come lo scorso anno).

Il fabbisogno è pari a euro 1.497.750 (era di 1.995.520 nel 2023).

La scheda 24/2024 concerne la proroga della partecipazione alla missione EUMPM (European Union Military Partnership Mission) in Niger

 

Si tratta di una missione di partenariato militare avviata dall’Unione europea, al fine di sostenere il Niger nella lotta contro i gruppi terroristici armati, nel rispetto del diritto in materia di diritti umani e del diritto internazionale umanitario.

L’obiettivo strategico è sostenere lo sviluppo delle capacità delle forze armate del Niger, al fine di rafforzarne la capacità di contenere la minaccia rappresentata dai gruppi terroristici armati, proteggere la popolazione e assicurare un ambiente sicuro e protetto.

 

A tal fine, EUMPM Niger:

- sostiene l’istituzione e la creazione di un Centro per la formazione dei tecnici delle forze armate, fornendo consulenza e formazione, anche ai formatori;

- sostiene lo sviluppo delle capacità specializzate delle forze armate del Niger, fornendo formazione specializzata su richiesta;

- sostiene l’istituzione e la formazione di un battaglione di sostegno alle comunicazioni e al comando, fornendo formazione e tutoraggio alle sue unità, ai suoi specialisti e alla sua catena di comando.

Le attività della missione sono coordinate con la fornitura di materiali a mediante lo Strumento europeo per la pace.

 

Le attività potranno essere svolte con la collaborazione e il coordinamento della missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger (scheda 17/2024) e della missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Burkina Faso (scheda 25/2024). Saranno quindi possibili supporti a favore degli altri contingenti mediante il transito di assetti e personale nazionale tra le diverse operazioni, nel rispetto del numero massimo delle unità di personale e del volume finanziario complessivamente previsti per le tre missioni.

 

Il contingente nazionale è previsto nel numero massimo di 20 unità di personale (come lo scorso anno).

Il fabbisogno finanziario è stimato in euro 1.816.572 (era 939.037 nel 2023).

 

 

La scheda 25/2024 concerne la partecipazione di personale militare alla missione bilaterale di supporto in Burkina Faso.

La missione ha l’obiettivo di sviluppare e rafforzare le capacità di difesa e sicurezza delle Forze armate del Burkina Faso, fornendo supporto nei seguenti settori: forze speciali, studi strategici, informazioni operative, sanità militare, contrasto agli esplosivi improvvisati, ricerca e soccorso aeroportati, mobilità attraverso mezzi ad ala rotante, ecc.

 

Al fine di conseguire l’obiettivo, sono previsti

- supporto del capacity building delle forze armate burkinabé;

- sviluppo delle forze di sicurezza per l’incremento di capacità volte al contrasto del fenomeno dei traffici illegali e delle minacce alla sicurezza;

- supporto al contrasto dei flussi migratori illegali e del terrorismo internazionale;

- supporto per la stabilizzazione dell’area e il rafforzamento delle capacità di controllo del territorio delle autorità burkinabé e dei Paesi del G5 Sahel (Niger, Mali, Mauritania, Chad e Burkina Faso);

- attività di consulenza, assistenza, e supporto a favore  delle istituzioni governative, da svolgere in Italia e in Burkina Faso.

 

Le attività potranno essere svolte con la collaborazione e il coordinamento della missione bilaterale di supporto in Niger (scheda 17/2024) e della missione EUMPM Niger (scheda 24/2024). Saranno quindi possibili supporti a favore degli altri contingenti mediante il transito di assetti e personale nazionale tra le diverse operazioni, nel rispetto del numero massimo delle unità di personale e del volume finanziario complessivamente previsti per le tre missioni.

 

La base giuridica di riferimento è l’Accordo tra i due governi del 1° luglio 2019, ratificato dalla legge 29 aprile 2021, n. 72.

 

La missione prevede l’invio di 8 mezzi terrestri e di 50 unità massime di personale (come lo scorso anno)

Il fabbisogno per il 2014 è valutato in euro 1.065.927 (è stato di 1.368.021 nel 2023).

 

Per completare il quadro delle missioni in Africa, si segnala che le partecipazione italiana alle missioni MINUSMA in Mali (scheda 18/2023) e EUCAP Sahel Mali (personale militare, scheda 19/2023) si era già conclusa il 31 maggio 2023, per i noti eventi politici nel Paese. Al 31 maggio 2023 si era anche interrotta la partecipazione italiana missione Onu UNSOM (United Nations Assistance Mission) in Somalia (scheda 27/2023).

 

Si segnala altresì che le schede relativa a EUCAP Sahel Niger (scheda 20/2023), EUCAP Somalia (scheda 26/2023), EUBAM Libya (scheda 16-bis/2023), sono confluite - insieme ad altre iniziative PESC-PSDC a connotazione civile in altre aree del mondo - nella scheda 34/2024 (a cui si rinvia). Tale riorganizzazione – si legge nella delibera governativa – ha la funzione di ottimizzare il contributo della Difesa alle missioni civili in ambito PESC-PSDC.

 

Sempre per quanto riguarda le missioni in Africa, la scheda relativa alla partecipazione alla missione EUNAVFOR Atalanta (scheda 24/2033) è confluita, insieme ad altre, nella scheda 26 bis/2024, contenuta nella delibera relativa a nuove missioni da avviare nel 2024 (doc. XXV n.2, su cui si veda il dossier).


 

Potenziamento dei dispositivi nazionali e della NATO
(Schede da 26 a 33)

 

Le schede da 26 a 33 contenute nel Doc. XXVI, n. 2 si riferiscono alla proroga, per il periodo 1° gennaio-31 dicembre 2024, della partecipazione di personale militare e dell’impiego di mezzi, ai fini del potenziamento di dispositivi nazionali (schede 26-27) e NATO (schede 28-33).

 

La scheda n. 26/2024 riguarda la proroga del potenziamento del dispositivo aeronavale nazionale per la sorveglianza e la sicurezza dei confini nazionali nell'area del Mediterraneo centrale e orientale, rinominato Mediterraneo Sicuro, comprensivo della missione in supporto alla Marina libica.

 

In linea con la direttiva del Ministro della difesa sulla “Strategia di sicurezza e difesa per il Mediterraneo”, nel corso del 2022 l’operazione di sorveglianza marittima Mare sicuro è stata riconfigurata, con l’estensione dell’area di operazioni a gran parte degli spazi marittimi internazionali del Mediterraneo centrale e orientale, e rinominata Mediterraneo sicuro.

 

L'operazione Mare Sicuro,  autorizzata per la prima volta dal decreto legge  n. 7/2015 (contrasto al terrorismo e proroga missioni), prevedeva un potenziamento del dispositivo aeronavale dispiegato nel Mediterraneo, in aggiunta a quanto ordinariamente fatto, “tanto per la protezione delle linee di comunicazione, dei natanti commerciali e delle piattaforme off-shore nazionali, quanto per la sorveglianza delle formazioni jihadiste”. L’operazione era stata così denominata per analogia con quella operante sul territorio nazionale (Strade Sicure).

 

Mediterraneo Sicuro - in continuità con la precedente operazione – intende rispondere alle straordinarie esigenze di prevenzione e contrasto del terrorismo e assicurare la tutela degli interessi nazionali, incrementando gli assetti dell’ordinario dispositivo aeronavale di sorveglianza, con l’impiego di ulteriori unità navali, di una componente elicotteristica, di aeromobili (anche a pilotaggio remoto) e di  ulteriori assetti di sorveglianza elettronica.

L’operazione svolge le seguenti attività:

- sorveglianza e protezione delle piattaforme dell’ENI ubicate nelle acque internazionali prospicienti la costa libica;

- protezione delle unità navali nazionali impegnate in operazioni di ricerca e soccorso (SAR);

- protezione del traffico mercantile nazionale operante nell’area;

- deterrenza e contrasto dei traffici illeciti;

- raccolta di informazioni sulle attività di gruppi di matrice terroristica, nonché sull’organizzazione dei traffici illeciti e dei punti di partenza delle imbarcazioni;

- attività di collegamento e consulenza a favore della Marina libica, compresa la collaborazione per la costituzione di un centro operativo marittimo in territorio libico, la cooperazione marittima e il coordinamento delle attività congiunte.

La missione può altresì svolgere attività per il ripristino dell’efficienza degli assetti terrestri, navali e aerei, comprese le relative infrastrutture, funzionali al supporto per il contrasto dell’immigrazione illegale. Essa svolge anche attività di supporto alla sicurezza dei contingenti nazionali impiegati in diverse aree del Mediterraneo, mediante l'acquisizione e condivisione di eventuali warning, nonché possibile attività di maritime based enhanced vigilance in aggregazione e supporto agli assetti navali alleati,.

Mediterraneo Sicuro non ha un termine di scadenza predeterminato. La missione in supporto alla Marina libica, in particolare – si legge nella delibera governativa -  continuerà  fino a quando permarrà il consenso delle autorità libiche, ferma restando l'esclusione di qualsivoglia interferenza e/o partecipazione del personale italiano nei processi decisionali delle autorità locali nello svolgimento dei propri  compiti istituzionali.

La base giuridica della missione di supporto alla Marina libica è individuato, oltre che nelle rilevanti risoluzioni Onu e nell’accordo di cessate il fuoco intra libico dell’ottobre 2020, nelle richieste del Consiglio presidenziale-Governo di accordo nazionale libico (Presidente Al-Sarraj) del 30 maggio e del 23 luglio 2017.

Come si legge nella relazione governativa sulle attività svolte nel 2023 (scheda 31/2023), le unità navali impiegate in Mare/Mediterraneo Sicuro, sebbene non abbiano specifici compiti di soccorso legati all’emergenza dei flussi migratori, sono chiamate ad intervenire in operazioni SAR in ottemperanza all’obbligo di soccorso in mare previsto dalla vigente normativa internazionale.

Sull’unità navale nazionale ormeggiata nel porto di Tripoli è imbarcata una ridotta centrale di collegamento e comunicazione per la compilazione e condivisione della situazione marittima, nonché per il supporto dei mezzi della Marina libica che operano in mare per il controllo dei flussi migratori. Tale assetto è funzionale anche ad eventuali operazioni del personale italiano in loco

Nel corso del 2023 – si legge ancora nella relazione – è stata registrata una crescente capacità della Marina libica  nella gestione e coordinamento delle attività di pattugliamento e soccorso marittimo, prova di prontezza e volontà nell’assumere la responsabilità delle operazioni SAR.

La missione prevede la partecipazione massima, per il 2024, di 822 unità di personale (erano 826 lo scorso anno). Si conferma l’impiego di  6 mezzi navali (di cui una unità navale dedicata all'assistenza tecnica della Marina libica, di massima stanziata a Tripoli) e 8 mezzi aerei.

Il fabbisogno finanziario è previsto in euro 132.271.792 di cui euro 27.090.000 per obbligazioni esigibili nel 2025.

 

La scheda n. 27/2024  riguarda la proroga dell’impiego del dispositivo aeronavale nazionale per attività di presenza, sorveglianza e sicurezza nel Golfo di Guinea.

 

La missione ha lo scopo di prevenire e contrastare i fenomeni della pirateria e delle rapine, con particolare riferimento alle acque internazionali prospicienti la Nigeria,  assicurando la tutela degli interessi strategici nazionali nell’area,

In particolare, è previsto lo svolgimento dei seguenti compiti:

-        protezione degli asset estrattivi dell’ENI;

-        supporto del naviglio mercantile nazionale in transito nell’area;

-        conoscenza situazionale (Maritime Situational Awareness);

-        rafforzamento della cooperazione con la Nigeria e gli altri Stati rivieraschi;

-        garantire una presenza e sorveglianza navale non continuativa, con compiti di Naval Diplomacy.

Il Golfo di Guinea, le cui acque si estendono per migliaia di chilometri dall’Angola al Senegal e su cui si affacciano due dei maggiori produttori di petrolio dell’Africa subsahariana, la Nigeria e l’Angola, è da alcuni anni il punto focale della pirateria africana, che ha drasticamente aumentato i suoi attacchi (fino a costituire tra il 90 e il 95% dei sequestri registrati in mare in tutto il mondo). Ciò ha seriamente compromesso il traffico commerciale internazionale ed inflitto pesanti costi economici alla regione.

Nell’area sono presenti iniziative analoghe degli Stati Uniti e di diversi Paesi dell’Unione Europea (tra cui Francia, Spagna e Portogallo). Questi ultimi dispiegamenti, così come quello italiano, sono coerenti con la European Union Maritime Security Strategy (EUMSS), che definisce i principi guida e gli obiettivi, nonché i rischi, le minacce e gli interessi dell’UE in materia di sicurezza marittima, e con il nuovo concetto di Coordinated Maritime Presence (CMP), che prevede appunto il coordinamento delle presenze nazionali e la condivisione delle informazioni acquisite dalle unità militari, in alcune aree marittime di particolare interesse strategico (tra cui, appunto, quella in esame).

Il dispositivo prevede l'impiego massimo, per il 2023, di 162 unità di personale militare (erano 192 nel 2023), un mezzo navale (come lo scorso anno) e un mezzo aereo (erano 2 mezzi aerei nel 2023).

Il fabbisogno finanziario è pari a euro 11.892.998 di cui euro 2.970.000,00 per obbligazioni esigibili nel 2025.

 

La scheda n. 28/2024 riguarda la partecipazione per il 2024 di personale militare alla Implementation of the Enhancement of the Framework for the South, iniziativa NATO di proiezione di stabilità nelle regioni lungo il Fianco Sud dell’Alleanza.

Il dispositivo consiste in 7 unità di personale militare (invariate rispetto all’anno precedente). Il fabbisogno finanziario, per il periodo 1° gennaio-31 dicembre 2024, è pari a euro o 577.139 (705.745 euro nel 2023).

In particolare, l'iniziativa prevede che la NATO conduca, a favore dei Paesi partner situati lungo il Fianco Sud dell’Alleanza che ne fanno richiesta:

·       attività di formazione, consulenza, tutoraggio[2];

·       attività di supporto nello sviluppo e miglioramento di alcune capacità nell’ambito della sicurezza e difesa del territorio (mediante attività di Defence capacity building e Projecting stability).

L’iniziativa ha l’obiettivo di proiettare stabilità nelle regioni suddette, in risposta alle crescenti sfide e minacce alla sicurezza provenienti da tali aree, contribuendo così ai corrispondenti sforzi posti in essere dalla comunità internazionale.

Le attività sono condotte mediante l’invio di Mobile Training Team, nei settori definiti con i Paesi partner richiedenti, su base rotazionale.

Allo stato attuale, hanno richiesto il supporto della NATO per attività di Defence Capacity Building: Algeria, Tunisia Marocco, Mauritania, Emirati Arabi Uniti e Qatar.

Tra le basi giuridiche vengono richiamate oltre alla dichiarazione del Vertice di Varsavia del 2016 (su cui v. infra) anche la dichiarazione del Vertice di Bruxelles 2018 (v. infra); nonché la SACEUR Strategic Directive for the Implementation of the Enhancement of the Framework for the South (20 novembre 2018). In riferimento a quest’ultima, è al vaglio della NATO la proposta italiana di costituzione di un Comando di divisione per il Fianco Sud (Multinational Division South – MND-S), con il compito di coordinare le attività dei Mobile Training Team NATO nell’area geografica di intervento.

È previsto inoltre lo schieramento di Ufficiali di Staff nell’ufficio NATO presso la sede dell’African Union (AU) ad Addis Abeba.

Per esigenze operative ovvero di natura politico-militare, è possibile lo schieramento di personale nazionale di collegamento presso gli organi e le istituzioni militari della NATO e della UE, dei Paesi nell’area di intervento ovvero presso le Rappresentanze militari nazionali.

In risposta alle crescenti sfide e minacce alla sicurezza provenienti dalle regioni situate lungo il Fianco Sud dell’Alleanza, in esito al Vertice di Varsavia (8-9 luglio 2016), è stata dichiarata l’istituzione di un Quadro per l’adattamento della NATO, che si concentra su una migliore comprensione e consapevolezza della situazione a livello regionale, sulla capacità di anticipare e rispondere alle crisi provenienti dal Sud, sul miglioramento delle capacità per operazioni di spedizione e sul potenziamento della capacità di proiettare stabilità attraverso partenariati regionali e sforzi di sviluppo delle capacità.

Al Vertice di Bruxelles (11-12 luglio 2018), nell’attestare la determinazione a completare quanto necessario per attuare tutte le componenti del Framework for the South, è stato confermato l’impegno della NATO nella cooperazione con partner selezionati che ne richiedano il sostegno, migliorando la capacità dell’Alleanza di fornire attività di formazione, consulenza e tutoraggio. Ciò nella prospettiva di consolidare il contributo della NATO ai corrispondenti sforzi posti in essere dalla comunità internazionale, per proiettare stabilità oltre i propri confini.

Per condurre e coordinare tali attività, è stata prevista l’offerta di forze nazionali da parte degli Stati alleati, a rotazione.

 

Il vertice di Varsavia 2016 ha segnato un adattamento (adaptation) nella postura, mettendo ancor più sullo stesso piano politicamente il fianco Est ed il fianco Sud della NATO, attraverso un approccio a 360 gradi.

 

Parte del rafforzato impegno verso il fronte meridionale è la creazione nel 2017 del NATO Strategic Direction South Hub in seno allo Allied Joint Force Command di Napoli che ha raggiunto la piena capacità nel luglio 2018. Conosciuto anche come Hub per il sud, il nuovo polo della NATO si prefigge l’obiettivo di rafforzare la comprensione dell’Alleanza sull’Africa e sul Medio Oriente, fornendo prospettive e analisi e promuovendo lo scambio di informazioni con Paesi e organizzazioni partner, al fine di evidenziare le dinamiche regionali rilevanti per la sicurezza euro-atlantica e le possibilità di cooperazione con stakeholder locali.

 

La scheda n. 29/2024 riguarda la proroga, per il periodo 1° gennaio-31 dicembre 2024, della partecipazione di personale militare al potenziamento del dispositivo NATO per la sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza.

Nel 2024 l’Italia partecipa al dispositivo con 3 mezzi aerei (come lo scorso anno) e 75 unità di personale militare (45 unità nel 2023). Il fabbisogno finanziario stimato è di euro 20.561.725 (era di euro 7.473.150 nel 2023) di cui euro 5.140.000 per obbligazioni esigibili nel 2025.

 

Si ricorda che la partecipazione italiana ha avuto inizio il 1° giugno 2016 in forza dell’autorizzazione, per il periodo 1° gennaio - 31 dicembre 2016, contenuta dall’articolo 4, comma 9 del DL n. 67/2016 (recante la proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché' misure urgenti per la sicurezza). La relazione illustrativa specificava che a seguito della crisi in Ucraina e nell’area mediorientale, la NATO ha incrementato l’attività di sorveglianza dello spazio aereo dei Paesi membri dell’Europa orientale e dell’area sud-orientale dell’Alleanza mediante l’impiego dei velivoli radar AWACS di proprietà comune dell’Alleanza. Per il rifornimento in volo di tali velivoli è necessario il contributo degli Stati membri in quanto l’Alleanza non dispone di aerocisterne di proprietà comune.

Si ricorda altresì che nel 2022 l’Italia ha partecipato con 5 unità di personale militare e 2 mezzi aerei, già autorizzati dal DL n. 14/2022 (articolo l, comma 2, lettera a)) in conseguenza della grave crisi internazionale in atto in Ucraina. La deliberazione del 2022 ha previsto successivamente l'incremento del numero di ore di volo. La spesa autorizzata complessivamente dal D.L. 14/2022 e dalla delibera dello stesso anno è stata di 16.867.058 euro.

 

Il potenziamento del dispositivo NATO mira a rafforzare l'attività di sorveglianza dello spazio aereo dell'area sud-orientale dell’Alleanza mediante l'impiego dei velivoli di proprietà comune della NATO.

Esso rientra nelle Assurance Measures (decisione del Consiglio Atlantico del 5 settembre 2014), progettate dalla NATO in risposta al mutato contesto di sicurezza ai suoi confini e che consistono in una serie di attività terrestri, marittime e aeree svolte all'interno, sopra e intorno al territorio degli alleati nell'Europa centrale e orientale, intese rafforzare la loro difesa, rassicurare le loro popolazioni e scoraggiare le potenziali aggressioni.

 

Il potenziamento del dispositivo risponde altresì all'esigenza di:

·       implementare una serie di misure di rassicurazione specifiche per la Turchia (c.d. Tailored Assurance Measures for Turkey);

·       contribuire alle attività di sorveglianza all'interno dello spazio aereo dell'Alleanza;

·       supportare le eventuali richieste della Coalizione internazionale anti Daesh rimanendo all'interno dello spazio aereo alleato.

L'Italia supporta le attività della NATO garantendo la capacità di rifornimento in volo tramite un velivolo KC-767 e due ulteriori assetti aereo per potenziare le capacità di raccolta dati e sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza, anche effettuando rischieramenti congiunti con i contingenti nazionali impiegati nelle operazioni di Air Policing / Air Shielding (scheda 32/2024).

Personale nazionale inserito nel Coalition ISR Team presso Ramstein (EUCOM/AFRICOM), nonché in reachback dall'Italia ha il compito di gestire i processi ISR legati alle attività in supporto alla NATO (Focus Collection Activity e, più in generale, per le Assurance Measures).

Eventuali incrementi nella forza impiegata nella presente scheda saranno compensati da corrispondenti riduzioni di personale previsti dalla scheda 31/2024, nel rispetto del numero massimo complessivo stabilito dalle due schede (375 unità) e del relativo volume finanziario complessivamente autorizzato per le due missioni.

L'operazione non ha un termine di scadenza predeterminato.

 

La scheda n. 30/2024 riguarda la proroga, per il periodo 1° gennaio-31 dicembre 2024, della partecipazione di personale militare al potenziamento del dispositivo NATO per la sorveglianza navale dell'area di responsabilità dell'Alleanza.

Per il 2024, la consistenza massima del contingente nazionale impiegato nella missione è ridotta a 452 unità (erano 567 unità nel 2023), con l’utilizzo di 3 mezzi navali ( 5 nel 2023) e 2 mezzi aerei (4 nel 2023). Il fabbisogno finanziario stimato per il 2024 è di euro 49.372.996 (euro 64.394.597 nel 2023) di cui euro 12.340.000 per obbligazioni esigibili nel 2025.

Le misure adottate dalla NATO in proposito sono intese a colmare i “critical shortfalls” in seno alle Standing Naval Forces (SNFs), che costituiscono lo strumento navale a più alta prontezza operativa a disposizione dell’Alleanza. Le SNFs sono composte da due gruppi di reazione rapida: le Standing NATO Maritime Group (SNMG), composte dal SNMGI e dal SNMG2, e le Standing NATO MineCountermeasures Group (SNMCMG), anch’esse composte dai gruppi SNMCMG1 e SNMCMG2. All'interno di questi gruppi le navi sono poste sotto comando e controllo della NATO, per un periodo di sei mesi, e costituiscono la componente marittima della NATO Response Force (NRF).

I Gruppi “1” operano prevalentemente nell’Atlantico o nelle aree del Baltico e del Mare del Nord. I Gruppi "2" sono di norma schierati in Mediterraneo o Mar Nero. Le unità navali assegnate alle SNFs sono poste sotto il controllo operativo della NATO per un periodo di circa sei mesi e costituiscono la componente marittima della NATO Response Force (NRF). Gli assetti potranno contribuire alle attività di focus collection activities, qualora richiesti dall'Alleanza, e partecipare alle attività di Naval Diplomacy, in linea con le decisioni del North Atlantic Council (NAC). Tali attività, di carattere prettamente diplomatico, sono tese al rafforzamento e al consolidamento dei rapporti di amicizia tra l'Alleanza e tali Paesi.

 

Per il 2024 è previsto l’impiego di assetti nazionali con funzione di Comando.

Potrà inoltre essere svolta, ad invarianza di contributo, attività di presenza e sorveglianza navale nelle aree di interesse strategico nazionale.

Inoltre, per il 2024, è confermato lo schieramento di una unità navale che contribuirà a colmare il gap capacitivo creatosi in Polonia nel segmento di Difesa Aerea a seguito dell'offerta di cessione di una batteria contraerea polacca all’Ucraina. In particolare, l’obiettivo sarà incrementare le capacità complessive di sorveglianza dello spazio aereo polacco e di difendere specifiche infrastrutture critiche da possibili attacchi missilistici, contribuendo con un sistema di difesa aerea imbarcata su unità navale. Per tale finalità si prevede anche lo schieramento di personale italiano di staff e di collegamento, che opera presso centri di Comando dell’Alleanza atlantica ovvero delle Forze armate polacche, qualora l’assetto sia integrato in attività di natura bilaterale.

L'operazione non ha un termine di scadenza predeterminato.

 

La scheda 31/2024 fa riferimento alla proroga della partecipazione di personale militare al potenziamento dell’Air Policing e dell’Air Shielding della NATO per la sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza.

 

Per il 2024, la consistenza massima del contingente nazionale impiegato nella missione è confermata in 300 unità. E’ confermato anche l’impiego di 12 mezzi aerei (nel 2023 venivano impiegati anche 4 mezzi terrestri). Il fabbisogno finanziario stimato è di euro 70.950.844 (euro 52.892.946 nel 2023) di cui euro 14.190.000 per obbligazioni esigibili nel 2025.

 

Il potenziamento dell’Air Policing e, più recentemente dell’Air Shielding della NATO è inteso a preservare l’integrità dello spazio aereo europeo dell’Alleanza rafforzando l’attività di sorveglianza e vigilanza.

In particolare, l'Air Policing è una capacità di cui si è dotata la NATO a partire dalla metà degli anni cinquanta e consiste nell’integrazione, in un unico sistema di difesa aerea e missilistico NATO, dei rispettivi e analoghi sistemi nazionali messi a disposizione dai paesi membri. L'attività di Air Policing, comprensiva di attività operative e addestrative, è condotta sin dal tempo di pace e consiste nella continua sorveglianza e identificazione di tutte le violazioni all’integrità dello spazio aereo NATO. L'Air Policing è svolta nell'ambito dell'area di responsabilità del Comando operativo alleato della NATO (Allied Command Operation) di stanza a Mons e viene coordinata dal Comando aereo (Air Command) di Ramstein.

L’attività di Interim Air Policing è invece condotta in quei Paesi dell’Alleanza che non possiedono le capacità sufficienti ad assicurare in proprio la difesa del pertinente spazio aereo. Le relative operazioni sono intese a garantire, tramite l’apporto di altri Paesi membri dell’Alleanza, la sorveglianza dello spazio aereo anche su quei Paesi membri che non dispongono di componenti pilotate di difesa aerea.

L’Air Shielding è una riorganizzazione della postura di difesa aerea e missilistica lungo il fianco orientale dell'Alleanza, posta in essere dalla NATO in risposta alla crisi ucraina, e include tutte le attività di sorveglianza (Air Policing) pattugliamento (Combat Air Patrols), vigilanza (enhanced Vigilance Activities) e prontezza (readiness) degli assetti aerei e missilistici, con ciò armonizzando le funzioni di deterrenza e la risposta ad eventuali minacce, fino alla transizione alle operazioni di difesa aerea dell’Alleanza.

Il potenziamento di tali capacità si inserisce nell’ambito delle cd. Assurance Measures, progettate dalla NATO a causa del mutato contesto di sicurezza dei propri confini. Esse consistono in una serie di attività terrestri, marittime e aeree svolte all'interno, sopra e intorno al territorio degli Alleati, intese rafforzare la loro difesa, rassicurare le loro popolazioni e scoraggiare le potenziali aggressioni, dimostrando la persistente postura di deterrenza a salvaguardia dello spazio aereo dell’Alleanza.

È, inoltre, possibile, compatibilmente con la missione, svolgere delle attività per incrementare/implementare l’interoperabilità con gli assetti terrestri presenti in teatro operativo.

La base giuridica è rinvenuta nel Readiness Action Plan della NATO sottoscritto al summit NATO in Galles nel 2014.

L'operazione non ha un termine di scadenza predeterminato.

 

La scheda n. 32/2024 riguarda la proroga della partecipazione di personale militare, incluso il personale del Corpo Militare volontario della Croce Rossa, al potenziamento della presenza della NATO nell’area sud-est dell’Alleanza (enhanced Vigilance Activities– Forward Land Forces).

La presenza NATO, finalizzata al rafforzamento delle attività di vigilanza e alla possibile riconfigurazione in "enhanced Forward Presence" nei paesi del sud-est europeo, è intesa a dimostrare la capacità e la determinazione della NATO nel rispondere solidalmente alle minacce esterne lungo il confine sud-orientale dell'Alleanza, oltre che ad aumentare le attività di vigilanza rispetto alle minacce verso i Paesi alleati (enhanced Vigilance Activities).

La presenza militare nelle parti orientali e sudorientali del territorio dell'Alleanza è una componente importante del rafforzamento della deterrenza e della posizione di difesa della NATO. È difensiva, proporzionata e in linea con gli impegni internazionali.

La presenza avanzata della NATO in Slovacchia, Bulgaria, Romania e Ungheria è costituita dallo schieramento di Battlegroup multinazionali, ciascuno guidato da una Framework Nation.

 

La consistenza massima del contingente nazionale impiegato nei dispositivi è incrementata a 2.340 unità, prevedendo diversi contributi che si estrinsecano in unità di manovra, logistica e di supporto al combattimento, inclusa una componente di difesa aerea e una struttura sanitaria, integrate dai contributi di altri alleati nell’ambito di dispositivi multinazionali. In particolare, il dispositivo nazionale è configurato nel ruolo di nazione quadro (framework nation) del dispositivo multinazionale in Bulgaria. Il contributo massimo nazionale di sarà dunque articolato in maniera modulare tra Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia.

In considerazione del particolare contesto geostrategico e del concomitante sviluppo delle missioni a sostegno della postura di difesa e deterrenza della NATO nel fianco est europeo, è possibile la collaborazione e il coordinamento tra le operazioni NATO Joint Enterprise (scheda 1/2024), EUFOR ALTHEA (scheda 2/2024), NATO enhanced Vigilance Activities (di cui alla scheda in esame) ed enhanced Forward Presence (scheda 33/2024).

La base giuridica di riferimento è data dal Trattato Nato.

L’operazione non ha un termine di scadenza predeterminato.

 

Come si è anticipato, la consistenza massima del contingente nazionale impiegato nei dispositivi nel 2023 è incrementata a 2.340 unità di personale militare (erano 2.120 unità lo scorso anno), oltre a 1.052 mezzi terrestri (450 mezzi terrestri nel 2023) e 9 mezzi aerei (10 mezzi aerei nel 2023), con un fabbisogno finanziario stimato in euro 170.973.863 (euro 150.047.355 nel 2023) di cui euro 34.190.000 per obbligazioni esigibili nel 2025.

 

 

La scheda n. 33/2024 concerne la proroga della partecipazione di personale militare al potenziamento della presenza della NATO in Lettonia (enhanced Forward Presence – Forward Land Forces).

 

L'operazione avviene in esecuzione del Trattato NATO, nonché della risoluzione del Consiglio del Nord Atlantico del 10 giugno 2016 (PO2016/0391), in continuità con il Readiness Action Plan[3] adottato dal Vertice del Galles del 2014. La decisione del Vertice di Varsavia dell'8-9 luglio 2016 (di dispiegare quattro battaglioni multinazionali a rotazione - più i relativi assetti abilitanti - in Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia, nonché di rafforzare il comando NATO in Romania), irrobustisce la capacità di deterrenza e difesa sul fronte orientale.

La Enhanced Forward Presence è costituita dallo schieramento di quattro Battlegroup multinazionali, ciascuno guidato da una Framework Nation (Canada in Lettonia, Germania in Lituania, Regno Unito in Estonia e USA in Polonia) complementari alle forze dei Paesi ospitanti. I Battlegroup sono sotto il comando della NATO, attraverso il Multinational Corps Northeast Headquarters a Szczecin, in Polonia.

Il contributo nazionale è inserito nell’ambito del Battlegroup a framework canadese e prevede l’immissione di una componente di manovra e di una logistica.

In considerazione del particolare contesto geostrategico e del concomitante sviluppo delle missioni a sostegno della postura di difesa e deterrenza della NATO nel fianco est europeo, è possibile la collaborazione e il coordinamento tra le operazioni NATO Joint Enterprise (scheda 1/2024), EUFOR ALTHEA (scheda 2/2024), NATO enhanced Vigilance Activities (scheda 32/2024) ed enhanced Forward Presence (di cui alla presente scheda).

Saranno quindi possibili supporti a favore degli altri contingenti mediante il transito di assetti e personale nazionale dalle operazioni di cui alla presente scheda verso le citate missioni, nel rispetto del numero massimo delle unità di personale e del volume finanziario complessivamente previsti per le quattro missioni.

È, inoltre, possibile, compatibilmente con la missione, svolgere delle attività per incrementare/implementare l’interoperabilità con gli assetti aerei nazionali impegnati nelle attività di air policing / air shielding nell’area.

 

L'operazione non ha un termine di scadenza predeterminato.

 

Nel 2024 la consistenza massima del personale militare autorizzato è ridotta a 303 unità (erano 370 nel 2023), oltre a 103 mezzi terrestri (erano 166 nel 2023). Il fabbisogno finanziario stimato è di euro  35.390.843 (euro 39.619.530 nel 2023) di cui euro 8.840.000 per obbligazioni esigibili nel 2025.


 

Partecipazione di personale della Difesa alle missioni civili dell’Unione Europea
(Scheda 34)

 

La scheda 34/2024 riguarda la partecipazione di personale militare nelle missioni civili istituite dall’Unione Europea.

Per tali missioni, complessivamente, il numero massimo di unità di personale da autorizzare è di 61 unità e 8 mezzi terrestri. Il fabbisogno finanziario per il 2024 è di euro 2.298.013.

 

Le missioni civili istituite in ambito Politica di Sicurezza e di Difesa Comune (PSDC) contribuiscono alla pace e alla sicurezza internazionali quale strumento essenziale dell'approccio integrato dell'UE alle crisi e ai conflitti esterni. La dimensione civile della PSDC può fornire una risposta a minacce e sfide nuove ed emergenti, comprese quelle connesse alle minacce ibride, alla cybersicurezza, al terrorismo e alla radicalizzazione, alla disinformazione e alla manipolazione delle informazioni, alla criminalità organizzata, alla gestione delle frontiere e alla sicurezza marittima, nonché per prevenire e contrastare l'estremismo violento. Tali missioni sono finalizzate al rafforzamento della polizia, dello Stato di diritto e dell'amministrazione civile in situazioni di fragilità e di conflitto.

L'UE gestisce attualmente 13 missioni civili in tre continenti:

-        la missione consultiva dell'Unione europea in Iraq (EUAM Iraq);

-        la missione dell'Unione europea di assistenza alla gestione integrata delle frontiere in Libia (EUBAM Libia);

-        la missione dell'Unione europea di assistenza alle frontiere per il valico di Rafah (EU BAM Rafah);

-        la missione di polizia e sullo Stato di diritto dell'Unione europea per il territorio palestinese occupato (EUPOL COPPS);

-        la missione consultiva dell'Unione europea nella Repubblica centrafricana (EUAM RCA);

-        la missione dell'Unione europea per lo sviluppo delle capacità in Mali (EUCAP Sahel Mali);

-        la missione dell'Unione europea per lo sviluppo delle capacità in Niger (EUCAP Sahel Niger);

-        la missione dell'Unione europea per lo sviluppo delle capacità in Somalia (EUCAP Somalia);

-        la missione dell'Unione europea sullo Stato di diritto in Kosovo (EULEX KOSOVO);

-        la missione di vigilanza dell'Unione europea in Georgia (EUMM Georgia);

-        la missione consultiva dell'Unione europea in Ucraina (EUAM Ucraina);

-        la missione dell'UE in Armenia (EUM Armenia);

-        la missione di partenariato dell'UE nella Repubblica moldova (EUPM Moldova), istituita di recente.

 

La partecipazione del personale militare nazionale è attualmente concentrata nelle missioni EULEX Kosovo, EUBAM Libia, EUCAP Sahel Niger ed EUCAP Somalia. Non è esclusa la partecipazione di personale della Difesa, laddove conoscenze o competenze di natura militare siano richieste, anche nelle altre missioni di natura civile sopra elencate.

 

 

Si ricorda che la missione EULEX Kosovo (European Union Rule of Law Mission in Kosovo), istituita con l’Azione comune 2008/124/PESC del Consiglio dell'Unione il 4 febbraio 2008 - modificata e prorogata, in ultimo, dalla decisione (PESC) 2020/792 adottata dal Consiglio dell’Unione europea l’11 giugno 2020,- opera nella cornice della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU 1244 del 10 giugno 1999, la stessa cha ha istituito la missione UNMIK (United Nations Interim Administration Mission in Kosovo). Con la risoluzione n. 1244 del 1999 si è decisa la presenza in Kosovo di una amministrazione civile internazionale incaricata, in una fase finale, di supervisionare il trasferimento dell’autorità dalle istituzioni kosovare provvisorie ad istituzioni create in base ad un accordo politico; incaricata altresì del mantenimento dell’ordine pubblico, nelle more dell’istituzione di forze di polizia locali, dispiegando personale di polizia internazionale.

La missione europea, pertanto, sostiene le istituzioni, le autorità giudiziarie ed i servizi di contrasto kosovari nell’evoluzione verso la stabilizzazione e la responsabilizzazione del Paese, supportando, in particolare, lo sviluppo e il rafforzamento dei sistemi giudiziario, di polizia e doganale e favorendo, altresì, l’adesione di tali sistemi alle norme riconosciute a livello internazionale.

Al verificarsi di condizioni critiche, EULEX Kosovo rafforza la sua Formed Police Unit (FPU), schierando temporaneamente, in Kosovo, una unità di riserva (Reserve Formed Police Unit-RFPU), costituita di gendarmi appartenenti alla Forza di gendarmeria europea (EUROGENDFOR).

La FPU di EULEX è il secondo soccorritore di sicurezza del Kosovo e fa parte di un meccanismo di risposta di sicurezza a tre livelli, in cui la polizia del Kosovo è il primo soccorritore, EULEX è il secondo e KFOR è il terzo. La RFPU fornita da EUROGENDFOR sosterrà la FPU di EULEX nell'adempimento dei compiti di secondo soccorritore, tenendo conto del contesto di sicurezza. E’composta da 3 plotoni sotto il comando di EULEX e avrà sede presso il support compound di EULEX a Fushe Kosove/Kosovo Polje.

La scheda 34/2024 in esame contempla l'attivazione del contributo nazionale alla costituzione della unità di riserva (RFPU) tramite EUROGENDFOR, prevedendo l'impiego di n. 24 unità di personale dell'Arma dei Carabinieri.

Si ricorda che nel 2023, la scheda n. 2 (2023) contemplava l'attivazione del contributo nazionale alla costituzione della unità di riserva (RFPU) tramite EUROGENDFOR, prevedendo l'impiego di n. 24 unità di personale dell'Arma dei Carabinieri. La consistenza massima del contingente nazionale veniva confermata in 28 unità, incluse le 24 unità della forza in prontezza. Erano schierati inoltre n. 8 mezzi terrestri. Il fabbisogno finanziario era di  862.859 euro per il 2023.

 

La missione European Union Border Assistance in Libya (EUBAM Libia), istituita dal Consiglio Ue nel 2013 (e più volte in seguito modificata), ha lo scopo di assistere le autorità libiche nel rafforzamento delle strutture statuali preposte alla sicurezza, in particolare nei settori della gestione delle frontiere e della giustizia penale, al fine di contribuire agli sforzi per smantellare le reti della criminalità attive nel traffico di migranti, nella tratta di esseri umani e nel terrorismo.

L’Italia partecipa alla missione anche con personale della Polizia di Stato (vedi scheda 41/2023).

Al fine di conseguire tale obiettivo, la missione sostiene:

- l'elaborazione di un libro bianco sulla gestione integrata delle frontiere nonché di una strategia per la sicurezza marittima, fornendo capacità ed eseguendo progetti per le autorità libiche responsabili dell'applicazione del diritto marittimo e della gestione delle frontiere terrestri;

- l'assistenza alla pianificazione strategica nell'ambito del Ministero degli interni (anche per quanto riguarda le forze di polizia) e del Ministero della giustizia, anche in ausilio alla missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL);

- il coordinamento strategico tra i donatori e l'attuazione dei progetti finanziati.

Dal 1° febbraio 2021 al 31 dicembre 2023 la missione è stata guidata da Natalina Cea (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, da tempo impegnata in ambito internazionale). Le è succeduto Jan Vy?ítal (unzionario pubblico e diplomatico ceco) a partire dal 1º gennaio 2024; il suo mandato durerà fino al 30 giugno 2025.

Si ricorda che, per quanto riguarda il 2023, la scheda n.16-bis/2023 prevedeva la partecipazione di personale militare alla missione civile dell’Ue EUBAM Libia con 3 unità di personale. Il fabbisogno finanziario era stimato in euro 275.095.

 

La missione civile UE  EUCAP Sahel Niger (European Union Capacity Building) è stata istituita nel luglio del 2012, con il compito di sostenere le autorità nigerine nello sviluppo di autonome capacità di contrasto alla criminalità organizzata e al terrorismo.

In particolare mira a:

·       contribuire allo sviluppo di un approccio integrato tra i vari operatori della sicurezza nigerini, sostenibile (anche dal punto di vista della gestione delle risorse umane) e basato sui diritti umani,

·       assistere le autorità nigerine e le forze di sicurezza nell'elaborazione di politiche e procedure nella gestione delle frontiere e nel contrasto alla migrazione irregolare.

Come la missione precedente, EUCAP Sahel Niger può operare anche negli altri Paesi del G5 Sahel, nei limiti delle proprie risorse e su richiesta del Paese interessato.

L’Italia partecipava alla missione, per il 2023, con 15 unità di personale militare (scheda n. 20/2023).  Il fabbisogno finanziario era di euro 833.432.

 

La missione EUCAP (European Union Capacity Building) in Somalia, istituita dal Consiglio Ue nel luglio 2012 (come EUCAP Nestor) ha il mandato di assistere la Somalia nel rafforzare;

- la propria capacità di polizia (in vista del trasferimento delle responsabilità in materia di sicurezza alle autorità somale);

- la propria capacità di sicurezza marittima (al fine di consentirle di applicare il diritto marittimo con maggiore efficacia).

Per assolvere il suo mandato, la missione:

- rafforza la capacità della Somalia di effettuare attività di ispezione e contrasto in materia di pesca, garantire la ricerca e il soccorso marittimi, contrastare i traffici, combattere la pirateria e pattugliare la zona costiera sulla terraferma e in mare (fornendo anche tutoraggio, la consulenza, la formazione e le attrezzature necessari);

- fornisce consulenza e tutoraggio in materia di politiche, comando, controllo e coordinamento nonché fornendo sostegno ai progetti e attrezzature al ministero della sicurezza interna e ai servizi di polizia.

È un’iniziativa complementare alle missioni EUNAVFOR Atalanta e EUTM Somalia.

 

L’Italia partecipa alla missione nel 2023 con 15 unità di personale militare (scheda n. 26/2023).  Il fabbisogno finanziario per il 2023 era pari a euro 294.591.

 

 


 

Esigenze comuni a più teatri operativi delle Forze armate
(Scheda 35)

 

La scheda 35/2024 riguarda le spese per assicurazione, trasporto, infrastrutture e lavori, nonché interventi di cooperazione civile-militare disposti dai comandanti dei contingenti, per il periodo 1° gennaio-31 dicembre 2024.

Per le esigenze di stipula dei contratti di assicurazione del personale, di trasporto (del personale, dei mezzi e dei materiali) e di realizzazione di infrastrutture e lavori, connessi alle esigenze organizzative e di sicurezza dei contingenti militari nelle aree in cui si svolgono le missioni internazionali, la quantificazione del fabbisogno finanziario è pari a euro 78.000.000 di cui euro 23.400.000 per obbligazioni esigibili nell'anno 2025.

Per gli interventi tesi a fronteggiare le esigenze di prima necessità della popolazione locale dei territori in cui si svolgono missioni internazionali, compreso il ripristino dei servizi essenziali, la quantificazione del fabbisogno finanziario per il 2024 è pari a euro 3.000.000. In particolare si tratta di interventi urgenti o acquisti e lavori da eseguire in economia, anche in deroga alle disposizioni di contabilità generale dello Stato, disposti in caso di necessità o urgenza dai comandanti dei contingenti militari impegnati nelle missioni internazionali. Si tratta di attività di cooperazione civile-militare (CIMIC) intesa a sostenere, in particolare, i progetti di ricostruzione, comprese le infrastrutture sanitarie, le operazioni di assistenza umanitaria, l’assistenza sanitaria e veterinaria, nonché interventi nei settori dell’istruzione e dei servizi di pubblica utilità.

 


 

Supporto info-operativo a protezione delle Forze Armate. PCM-AISE
(Scheda 36)

La scheda 36/2024 riguarda il mantenimento del dispositivo info-operativo dell’AISE (Agenzia informazioni e sicurezza esterna) a protezione del personale delle Forze Armate impiegato nelle missioni internazionali, in attuazione delle missioni affidate all’AISE dall'articolo 6, comma 2, della legge 3 agosto 2007, n. 124.

In tale ambito, si prevede la realizzazione di opere di protezione e acquisizione di equipaggiamenti, anche al fine di accrescere l'attività di cooperazione con le forze di sicurezza locali.

 

Per tali esigenze, la quantificazione del fabbisogno finanziario per il periodo 1° gennaio-31 dicembre 2024, è pari a euro 30.000.000.

 

 

 


 

Missioni internazionali delle Forze di polizia, della Guardia di finanza e del personale di Magistratura
(Schede da 37 a 42)

 

Scheda 37/2024
(Partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione EULEX Kosovo)

La scheda 37/2024 fa riferimento alla proroga, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024, della partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione EULEX Kosovo (European Union Rule of Law Mission in Kosovo).

 

L'EULEX KOSOVO sostiene le istituzioni kosovare attraverso attività di monitoraggio e consulenza, mantenendo nel contempo alcune responsabilità esecutive (tra cui l’ordine e la sicurezza pubblica).

Nello specifico, la missione ha il compito, tra gli altri, di monitorare cause e processi selezionati nel sistema giudiziario del Kosovo, concentrando ora la propria attività su casi trattati da Eulex durante il suo precedente mandato (terminato nel 2018) e successivamente affidati alla magistratura locale, oltre che su ulteriori casi che potrebbero influenzare il percorso di integrazione europea del Paese. La missione, inoltre, continua a fornire supporto tecnico all’attuazione di pertinenti accordi del dialogo facilitato dell’Unione Europea, riguardante la normalizzazione delle relazioni tra Belgrado e Pristina. A ciò si aggiungono i compiti di monitoraggio e consulenza del servizio penitenziario kosovaro.

Da un punto di vista operativo, la missione mantiene una capacità esecutiva residua, come secondo interlocutore della sicurezza, e fornisce supporto alla polizia kosovara nella gestione dell’ordine e della sicurezza pubblica.

EULEX sostiene, inoltre, la polizia del Kosovo nel campo della cooperazione internazionale di polizia, facilitando lo scambio di informazioni tra la polizia del Kosovo e Interpol, Europol o il Ministero dell’interno serbo. Inoltre, la missione supporta la Specialist Chambers e lo Specialist Prosecutor’s Office, entrambe operative in Kosovo e in Olanda, al fine di condurre di fronte alla giustizia i responsabili kosovari di etnia albanese, che durante il periodo 1999-2000 si sono resi responsabili della commissione di crimini di guerra contro cittadini kosovari di diverse etnie. Infine, la Missione continua a gestire il suo programma di protezione dei testimoni.

Il termine di scadenza della missione è, al momento fissato, al 14 giugno 2025.

 

La base giuridica di riferimento è data dall'Azione comune 2008/124/PESC adottata dal Consiglio dell'Unione europea il 4 febbraio 2008, modificata e prorogata, in ultimo, dalla decisione (PESC) 2023/1095 adottata dal Consiglio dell'Unione il 5 giugno 2023, adottata in linea con l'UNSCR 1244 (1999), la stessa che ha istituito la missione UNMIK (United Nations Interim Administration Mission in Kosovo). Con la risoluzione n. 1244 del 1999 si è decisa la presenza in Kosovo di una amministrazione civile internazionale incaricata, in una fase finale, di supervisionare il trasferimento dell’autorità dalle istituzioni kosovare provvisorie ad istituzioni create in base ad un accordo politico; incaricata altresì del mantenimento dell’ordine pubblico, nelle more dell’istituzione di forze di polizia locali, dispiegando personale di polizia internazionale.

 

L’Italia conferma la partecipazione alla missione con 17 unità di personale di Polizia di Stato. Il fabbisogno finanziario della missione, relativamente all’anno 2024, è stimato in euro 1.077.690 (992.690 euro nel 2023).


 

Scheda 38/2024
(Partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione UNMIK in Kosovo)

 

La scheda 38/2024 fa riferimento alla partecipazione di 1 unità di personale della Polizia di Stato alla missione UNMIK (United Nations Mission in Kosovo), analogamente a quanto previsto nell’anno 2023.

Il fabbisogno finanziario della missione, relativamente all’anno 2024, è pari a euro 70.660 (65.660 nel 2023).

 

UNMIK è una missione internazionale con il principale obiettivo di contribuire a garantire le condizioni di pace in Kosovo e promuovere la stabilità regionale nei Balcani occidentali. La missione è stata istituita dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU n. 1244 del 10 giugno 1999 che ha autorizzato la costituzione di una amministrazione civile provvisoria, guidata dalle Nazioni unite, per favorire un progressivo recupero di autonomia nella provincia del Kosovo, devastata dalla guerra. La missione, che lavora a stretto contatto con i leader politici locali e con la popolazione, svolge un ruolo molto ampio, coprendo settori che vanno dalla sanità all’istruzione, dalle banche e finanza alle poste e telecomunicazioni.

Si ricorda che il Segretario generale dell’ONU ha deciso, il 12 giugno 2008, una riconfigurazione di UNMIK, principalmente nel settore del rule of law in vista di un passaggio di consegne alla missione EULEX, finalizzato ad un alleggerimento della stessa UNMIK. In seno alla missione è costituita un'unità di intelligence contro la criminalità (Criminal Intelligence Unit - C.I.U.), di supporto alla Amministrazione Provvisoria, anche per quanto riguarda i conflitti interetnici.

 

La missione non ha un termine di scadenza predeterminato.

 

 

 


 

Scheda 39/2024
(Missione di cooperazione delle Forze di Polizia nei Paesi dell'area balcanica e missione di cooperazione bilaterale denominata "Missione di assistenza alla Polizia albanese".)

 

La scheda 39/2024 concerne la proroga, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024, della partecipazione di personale delle Forze di polizia (Polizia di Stato, Corpo della Guardia di Finanza) alla missione bilaterale di cooperazione in Albania e nei paesi dell’area balcanica.

 

Nell’anno 2024 l’Italia partecipa alla missione:

-        relativamente ai Paesi dell'area balcanica, con 15 unità del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (unitamente a 19 autovetture di servizio del Dipartimento della pubblica sicurezza) e 14 unità specializzate delle Forze di polizia italiane per attività di pattugliamento. La Guardia di Finanza è presente per lo svolgimento di attività di assistenza alla Polizia di frontiera del Montenegro con l’impiego di n. 11 unità di personale unitamente ai seguenti mezzi:  n. 3 automobili, n 1 carro officina e n 1 bacino di alaggio galleggiante;

-        relativamente all’Albania, con 3 unità dipendenti dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale (unitamente a 4 autovetture di servizio) e 23 unità delle forze di polizia per attività di pattugliamento. Il corpo della Guardia di finanza si avvale di 7 unità per attività di sorvolo (finalizzata all’individuazione di piantagioni di cannabis) e 24 unità della Guardia di Finanza per il “Nucleo di Frontiera Marittima” avente sede a Durazzo, unitamente ai seguenti mezzi: mezzi navali (n. 2 vedette classe “900” e n. 3 Battelli di Servizio Operativo classe “BSO”), materiali terrestri (n. 12 automobili, n. 1 furgone, n. 1 van e n. 1 quad con carrello), mezzi aerei (n. 1 elicottero AW 139).

 

Il totale delle unità autorizzate per questa missione nell’anno 2024 è, pertanto, pari a 97 unità (89 nel 2023)

Gli oneri riferiti ai Paesi dell’area balcanica sono pari a euro 1.580.774 (euro 1.590.414 nel 2023), da attribuire alla componente della Direzione Centrale della Polizia Criminale, e euro 1.624.756 da attribuire alla Guardia di Finanza, per un totale di euro 3.205.530. Quelli riferiti all’Albania ammontano a euro 509.483 (euro 513.328,63 nel 2023), da attribuire alla componente della Direzione Centrale della Polizia Criminale ed euro 4.228.003 (euro 3.871.125 nel 2023) da attribuire alla Guardia di Finanza, per un totale di euro 4.737.486.


 

Scheda 40/2024
(Partecipazione di personale della Polizia di Stato e del Ministero della Giustizia alla missione civile EUPOL COPPS in Palestina)

 

La scheda 40/2024 proroga, fino al 31 dicembre 2024, la partecipazione di personale della Polizia di Stato e di personale di magistratura alla missione civile EUPOL COPPS (European Union Police Mission for the Palestinian Territories), nei Territori Palestinesi.

 

La missione assiste l’Autorità palestinese nella costituzione delle proprie istituzioni, nella prospettiva di un futuro Stato palestinese, con attività incentrate sulle riforme del settore della sicurezza e della giustizia. L’obiettivo è migliorare la sicurezza e la protezione del popolo palestinese.

La missione – si legge ancora nella scheda - mira a contribuire al rafforzamento di un Servizio di polizia ad ordinamento civile, solido ed efficace, opportunamente raccordato con il settore giudiziario e sotto la direzione palestinese, che raggiunga livelli di prestazione conformi ai normali standard internazionali, in cooperazione con i programmi di sviluppo istituzionale dell’Unione Europea e con altre iniziative internazionali.

Per il profilo della Rule of Law, la missione coopera con le varie controparti al fine di migliorarne le capacità organizzative, di pianificazione e di redazione dei testi normativi, tenendo, in debita considerazione i principi di gender mainstreaming, con il fine ultimo di promuovere l'indipendenza dell'istituzione giudiziaria, il rispetto dei diritti umani e di garantire a tutti i cittadini l'accesso alla giustizia.

 

L’Italia partecipa alla missione con 3 unità di personale della Polizia di Stato ed 1 magistrato (come lo scorso anno)

Il fabbisogno finanziario della missione stimato per l’anno 2024 è di complessivi euro 413.737 (era di 398.737 lo scorso anno).

 

 


 

Scheda 41/2024
(Partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione EUBAM Libya)

 

La scheda 41/2024 riguarda la partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione EUBAM Libya.

 

La missione, istituita dal Consiglio Ue nel 2013 ha lo scopo di assistere le autorità libiche nel rafforzamento delle strutture statuali preposte alla sicurezza, in particolare nei settori della gestione delle frontiere e della giustizia penale, al fine di contribuire agli sforzi per smantellare le reti della criminalità attive nel traffico di migranti, nella tratta di esseri umani e nel terrorismo.

 

Tale compito – si legge ancora nella scheda - viene svolto attraverso attività di consulenza, formazione e assistenza della controparte libica nel rafforzamento dei servizi di controllo delle frontiere, in conformità agli standard e alle migliori prassi internazionali, consigliando le autorità libiche sulle strategie di sviluppo per una gestione integrata dei confini nazionali.

 

La missione ha un mandato fino al 30 giugno 2025.

 

Si ricorda che l’Italia partecipa alla missione EUBAM Libya anche con personale militare, come indicato nella scheda 34/2024, cui si rinvia.

 

L’Italia partecipa alla missione, per il 2023, con 3 unità di personale della Polizia di Stato (come lo scorso anno), mentre non è più prevista la presenza di personale della Guardia di Finanza (l’anno scorso era 1 unità).

Il fabbisogno finanziario è fissato in euro 295.940 (l’anno scorso era di 430.890)


 

Scheda 42/2024
(Partecipazione del personale del Corpo della Guardia di Finanza alla missione bilaterale di assistenza nei confronti delle Istituzioni libiche preposte al controllo dei confini marittimi.)

 

La scheda 42/2024 riguarda la partecipazione di personale della Guardia di Finanza alla missione bilaterale di assistenza nei confronti delle autorità libiche preposte al controllo dei confini marittimi.

 

La missione – si legge nella scheda- ha l'obiettivo di supportare, in sinergia e raccordo con le rilevanti attività del ministero della Difesa, le autorità libiche preposte al controllo dei confini marittimi, per renderle progressivamente autonome nella gestione tecnica e operativa dei mezzi di cui sono dotate, ai fini della prevenzione e repressione dei traffici illeciti via mare. La missione prevede, in particolare, il mantenimento dell'efficienza degli assetti navali libici, per consolidare le capacità tecnico-operative.

 

La missione non ha un termine di scadenza predeterminato.

 

La base giuridica della missione è così individuata:

-   Protocollo per la cooperazione tra l'Italia e la Libia e Protocollo aggiuntivo tecnico-operativo, sottoscritti a Bengasi il 29 dicembre 2007;

-   Memorandum d'intesa sulla cooperazione nel campo dello sviluppo, del contrasto all'immigrazione illegale, al traffico di esseri umani, al contrabbando e sul rafforzamento delle frontiere interne, sottoscritto a Roma il 2 febbraio 2017;

 

I citati protocolli del 2007 prevedono, tra l’altro, pattugliamenti congiunti, cessione in uso di motovedette, nonché attività di addestramento, formazione, assistenza e manutenzione dei mezzi. Ad essi è seguito un Protocollo aggiuntivo tecnico-operativo siglato il 29 dicembre 2009.

Con il Memorandum del 2017 le parti si sono impegnate ad avviare iniziative di collaborazione a sostegno alle istituzioni di sicurezza e militari al fine di arginare i flussi di migranti illegali. L'Italia si impegna a fornire supporto tecnico e tecnologico alla Guardia di frontiera, alla Guardia costiera del Ministero della Difesa e agli organi e dipartimenti competenti presso il Ministero dell'Interno; l'Italia si impegna altresì a fornire sostegno e finanziamento a programmi di crescita nelle regioni colpite dal fenomeno dell'immigrazione illegale (art. 1). Le parti si impegnano al completamento del sistema di controllo dei confini terrestri del sud della Libia secondo quanto previsto dall'art. 19 del Trattato di Amicizia del 2008, nonché all'adeguamento e finanziamento dei centri di accoglienza temporanei in territorio libico e alla formazione del personale libico ivi impiegato (art. 2). Le parti si impegnano ad istituire un comitato misto per individuare le priorità d'azione e le iniziative concrete (art. 3). Il Memorandum, entrato in vigore al momento della firma, ha validità triennale e si rinnova tacitamente per analoga durata salvo notifica scritta (art. 8).

 

Si ricorda che il decreto legge 10 luglio 2018, n. 84, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2028, n.98 (citato nella scheda) ha previsto la cessione a titolo gratuito di complessive 12 unità navali (10 unità CP, classe 500 della Guardia costiera e 2 unità classe Corrubia della Guardia di Finanza) al fine di incrementare la capacità operativa delle autorità libiche nelle attività di contrasto dell'immigrazione illegale e della tratta di esseri umani, nonché di soccorso in mare. Il decreto-legge citato, oltre a provvedere alla copertura degli oneri derivanti dal ripristino in efficienza e dal trasferimento delle unità navali (complessivi 1.15 milioni di euro), ha recato la copertura degli oneri, per il 2018, per la manutenzione delle unità navali cedute e per lo svolgimento di attività addestrativa e di formazione del personale libico (complessivamente 1.37 milioni di euro).

 

Dando conto delle attività svolte l’anno passato, la scheda 47/2023 sottolinea che nel corso del 2023, nel quadro della più ampia attività di cooperazione tra l’Italia e la Libia, la missione e ha impiegato 11 militari specializzati del comparto navale, tra cui 1 ufficiale superiore, quale Capo missione.

Nell’ambito delle attività svolte rientrano quelle finalizzate alla manutenzione ordinaria e al rispristino dell’efficienza delle unità navali appartenenti al naviglio libico interessate da avarie, attività che - si legge – ha avuto positivi riverberi in termini di prevenzione e repressione dei traffici illeciti via mare. Per quanto le Autorità libiche abbiano conseguito, rispetto al passato, una maggiore capacità di efficientamento dei mezzi in dotazione – si legge infine nella scheda - le attività del Corpo sono volte a incrementare il grado di preparazione tecnica e la standardizzazione delle procedure manutentive di cui gli operatori, chiamati ad agire in scenari complessi come quello in rassegna, devono necessariamente disporre

 

La scheda prevede che la missione impieghi, per il 2023, 25 unità massimo di personale (come lo scorso anno) e 5 mezzi terrestri (erano 4 nel 2023). Tra gli asseti da inviare la scheda elenca anche materiali di consumo e parti di ricambio per la manutenzione delle unità navali libiche.

 Il fabbisogno finanziario è di euro 12.963.520 (nel 2023 è stato di 10.778.926).  


 

Le iniziative di cooperazione allo sviluppo per il sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, per l’anno 2024

Premessa

Ai sensi dell’articolo 3 della richiamata “Legge quadro sulle missioni internazionali” (legge n. 145 del 2016) il Governo, nella medesima Relazione analitica sulle missioni in corso che è tenuto a trasmettere al Parlamento entro il 31 dicembre di ciascun anno (cfr. quadro normativo), dà altresì conto dello stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione.

A sua volta il comma 2 dell'articolo 4 della medesima legge prevede che gli importi del “Fondo missioni internazionali” destinati alle politiche di cooperazione allo sviluppo siano impiegati nel quadro della programmazione triennale di cui all'articolo 12 della legge n. 125 del 2014 (cfr. infra) - che reca la "Disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo" -, nonché nel rispetto del Capo IV della medesima legge n. 125 del 2014.

La Relazione analitica di cui al Doc XXVI n. 2 riferisce, quindi, alle Camere anche:

1.     sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione per il periodo 1° gennaio 2023 - 31 dicembre 2023;

2.     sugli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione da porre in essere nel periodo 1° gennaio 2024- 31 dicembre 2024.

 

 

Il sistema italiano di cooperazione allo sviluppo è stato interamente ridelineato dalla legge legge 11 agosto 2014, n. 125 (Disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo), entrata in vigore il 29 agosto 2014. La nuova disciplina, sulla quale il legislatore è ulteriormente intervenuto dopo l'entrata in vigore, ha adeguato la normativa italiana ai principi e agli orientamenti emersi, nel corso degli ultimi venti anni, nella Comunità internazionale sulle problematiche dell'aiuto allo sviluppo.

In particolare, la riforma ha stabilito il principio secondo cui la cooperazione per lo sviluppo sostenibile, i diritti umani e la pace è "parte integrante e qualificante della politica estera dell'Italia", e che essa “si ispira ai principi della Carta delle Nazioni Unite ed alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.

La sua azione, conformemente al principio di cui all'articolo 11 della Costituzione, contribuisce alla promozione della pace e della giustizia e mira a promuovere relazioni solidali e paritarie tra i popoli fondate sui principi di interdipendenza e partenariato”.

La citata normativa ha, inoltre, conferito al MAECI  una regia di carattere politico del sistema di cooperazione, rappresentata anche dall'istituzione della carica di Viceministro competente per la cooperazione allo sviluppo. Il MAECI, inoltre, nell'espletamento della sua funzione, è affiancato dal Parlamento e da attori non istituzionali.

Ai sensi della legge n. 125 del 2014 il Documento triennale e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo rappresenta il testo di riferimento fondamentale di tutto il sistema italiano di cooperazione allo sviluppo.

L'ultimo  Documento triennale 2021-2023 è stato approvato dal Consiglio dei Ministri (15 giugno 2022), dopo l'esame da parte delle commissioni Affari esteri di Camera e Senato, che si sono espresse sul corrispondente schema di decreto AG 316, rispettivamente, il 17 novembre 2021 (parere favorevole con osservazioni) ed il 16 novembre 2021 (parere favorevole).

Il Documento è frutto di un lavoro di consultazione e di condivisione svolto dalla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (DGCS) del MAECI e alla cui realizzazione contribuiscono l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), le altre Amministrazioni che si occupano di cooperazione allo sviluppo, Cassa Depositi e Prestiti, le Regioni e gli Enti Locali, le Organizzazioni della Società Civile (OSC) e gli altri soggetti del sistema della cooperazione allo sviluppo.

Il Documento ha identificato per il triennio 2021-2023, 20 Paesi prioritari, scelti per legami storici, relazioni bilaterali consolidate, ragioni di politica estera, stabilità e sicurezza

internazionale: 11 in Africa (Egitto, Tunisia, Etiopia, Kenya, Somalia, Sudan, Burkina Faso, Mali, Niger, Senegal, Mozambico), 4 nell’area mediorientale (Giordania, Iraq, Libano, Territori Palestinesi), 1 nell’Europa balcanica (Albania), 2 in Asia (Afghanistan, Myanmar), 2 in America latina (Cuba, El Salvador).

I settori di intervento identificati come prioritari dal Documento triennale sono i seguenti: sviluppo economico (con particolare focus sull’occupazione di donne e giovani), sviluppo sostenibile, sicurezza alimentare, sostegno ai sistemi sanitari pubblici, protezione dei minori e, più in generale, attività di institution building. Trasversale a tutti i settori è l’uguaglianza di genere, che mira a favorire l’emancipazione femminile e a rafforzare processi di crescita ad ampio spettro. Nell’attività di programmazione degli interventi, la Cooperazione italiana ha come punto di riferimento le 5 “P” (Persone, Pianeta, Prosperità, Pace, Partenariato) dell’Agenda 2030, il paradigma cui la Comunità internazionale ha aderito con l’obiettivo di consegnare alle generazioni future un pianeta all’insegna della sostenibilità.

 

Relazione sugli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione svolti nell’anno 2023

 

Le risorse previste dalla Deliberazione del Consiglio dei ministri del 1 maggio 2023 per iniziative di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione (cfr. schede nn. 48/2023, 49/2023, 50/2023 e 51/2023 della relazione analitica di cui al Doc. XXVI, n.2) ammontavano complessivamente a 358.668.800 euro, che corrispondono al 20% circa del totale delle missioni finanziate con il Fondo missioni internazionali nel 2023 (1.720.424.576 euro). Si tratta di un valore in diminuzione rispetto al 2022 (408.206.244 euro, che corrispondevano al 22% circa del totale finanziato dal Fondo nel medesimo anno, pari a 1.855.703.415 euro).

 

     A tal riguardo, si ricorda che gli atti di indirizzo parlamentare relativi alla Deliberazione del Consiglio dei Ministri del 1 maggio 2023 sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita all'anno 2022, anche al fine della relativa proroga per l'anno 2023, sono stati approvati rispettivamente dal Senato il 27 giugno 2023 (Doc. XXIV, n. 6) e dalla Camera il 29 giugno 2023 (cfr. Risoluzione n. 6-00036).

 

 

Cooperazione allo sviluppo e sminamento umanitario

 

Nel complesso, le risorse relative alle iniziative di cooperazione allo sviluppo, pari a 243 milioni di euro, e allo sminamento umanitario, pari a 8 milioni di euro (scheda n.48/2023), sono state distribuite in base alle ripartizioni proposte nella relazione analitica previsionale, tenendo conto dei Paesi prioritari per la cooperazione italiana, individuati dal Documento Triennale di Programmazione e Indirizzo 2021-23 (art. 12 della legge 125/2014), nonché delle emergenze sopraggiunte nel corso del 2023. Proprio in virtù di tali emergenze, si sono registrati alcuni scostamenti tra quanto assegnato originariamente e quanto effettivamente allocato in alcune aree geografiche ed in particolare in Asia, Africa e, in misura minore, in Medio Oriente ed Europa orientale. 

 

In Asia, il calo dell’ammontare destinato dalla deliberazione missioni effettivamente allocato è stato principalmente imputabile al fatto che tali risorse, tradizionalmente, servivano soprattutto per programmi di sviluppo in Afghanistan, oggi in gran parte sospesi a causa degli eventi dell’agosto 2021. Discorso simile vale anche per il Myanmar, Paese in cui è difficile intervenire in ragione dell’impossibilità di intrattenere relazioni politiche con la giunta militare e dell’aggravarsi della situazione di sicurezza.

 

Anche il Medio Oriente ha registrato una lieve diminuzione (circa 5 milioni di euro) delle risorse originariamente attribuite dalla deliberazione 2023 anche in considerazione delle difficoltà operative a seguito dello scoppio del conflitto a Gaza.

 

La riduzione delle risorse attribuite all’Asia e al Medio Oriente, rispetto agli stanziamenti indicati nella relazione di previsione, ha consentito un contestuale incremento di risorse per circa 25 milioni di euro in favore dell’Africa e per circa 5 milioni di euro in favore dell’Europa orientale. Ciò ha permesso di rispondere con maggiori risorse all’acuirsi delle crisi legate all’insicurezza alimentare e alla siccità nel corno d’Africa e nel Sahel (e in particolare in Etiopia) e alla crisi economica del Nord Africa (con un’attenzione particolare alla Tunisia). Similmente, circa 5 milioni di euro sono stati allocati per ulteriori attività in favore dell’Ucraina, della Moldova e dei Balcani occidentali.

 

 

 

AREA GEOGRAFICA

FABBISOGNO FINANZIARIO PROGRAMMATO NELL’ANNO 2023

Doc. XXVI n. 1

 

RISORSE EFFETTIVAMENTE EROGATE

NELL’ANNO 2023

Doc. XXVI n. 2

Africa

euro 70 milioni

euro 95 milioni

Medio Oriente

euro 67 milioni

euro 62 milioni

Asia

euro 38 milioni

euro 13 milioni

Europa

euro 68 milioni

euro 73 milioni

 

Tabella di raffronto tra gli stanziamenti previsti dalla scheda n. 48 allegata alla Deliberazione del Consiglio dei ministri del 1 maggio 2023 (DOC. XXVI n.1) e le somme effettivamente erogate nel 2023 secondo quanto riferito nella Relazione analitica allegata alla Deliberazione del Consiglio dei ministri del 26 febbraio 2024 (Doc XXVI n.2).

 

Interventi a sostegno dei processi di pace, stabilizzazione e rafforzamento della sicurezza (cooperazione in ambito bilaterale).

Per quanto concerne gli interventi a sostegno dei processi di pace, stabilizzazione e rafforzamento della sicurezza (scheda n. 49/2023), lo stanziamento previsto per l’anno 2023 è stato di euro 29.950.000.

Al riguardo, la Relazione analitica di cui al Doc XXVI n.2, fa presente che, nel corso del 2023, l’azione italiana si è concentrata in particolare in Africa settentrionale e Medio Oriente, in continuità con gli anni precedenti.

In Libia, l’Italia ha continuato a facilitare il percorso di riconciliazione nazionale, sulla base di un percorso elettorale riconosciuto, in continuità e pieno coordinamento con l’azione di UNSMIL. Per favorire il consolidamento democratico è stato sostenuto il rafforzamento delle istituzioni centrali e locali libiche, con l’obiettivo di migliorare la qualità dei servizi forniti, migliorare la governance locale, anche in un’ottica di potenziamento della parità di genere, dare impulso allo sviluppo economico e fornire un sostegno alle categorie particolarmente vulnerabili, ad esempio gli sfollati interni. È proseguito l’impegno italiano a favore della stabilizzazione del quadro di sicurezza del Paese attraverso attività di formazione, assistenza e capacity building delle istituzioni locali e nazionali, nonché il sostegno all’azione dell’ONU per la predisposizione di progetti di disarmo, smobilitazione e reintegrazione (DDR) e di riforma del settore di sicurezza (SSR). Infine, sono proseguite le iniziative per il recupero e la salvaguardia del patrimonio archeologico nel Paese, anche attraverso il sostegno ad attività promosse da università e centri di ricerca italiani.

L’Italia ha continuato a sostenere la stabilizzazione della Tunisia, alla luce della grave crisi economico-finanziaria e dei possibili riflessi sulla sicurezza regionale, ed i processi di pace e stabilità in Libano, contribuendo al rafforzamento e all’estensione dell’autorità dello Stato su tutto il territorio, attraverso il consolidamento delle istituzioni locali e lo sviluppo della società civile. È stato confermato inoltre il nostro supporto allo sviluppo delle capacità delle Forze armate e di sicurezza libanesi, tramite la fornitura di mezzi, equipaggiamenti e materiali in collaborazione con altre Amministrazioni. Tali forniture sono concepite in modo da essere compatibili con la Missione bilaterale di addestramento MIBIL e da sostenere gli obiettivi perseguiti dalla Missione UNIFIL, nel quadro delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

 

In Siria, particolare attenzione è stata prestata al tema di rifugiati e sfollati, nella prospettiva di un rientro che oggi non appare possibile ma per il quale si sta lavorando anche in raccordo con UNHCR.

 

Nei Territori palestinesi l’Italia ha continuato a lavorare per tutto il 2023 nella prospettiva di sostenere concretamente una soluzione a due Stati giusta, durevole e negoziata tra le parti quale chiave per la stabilità e la prosperità dell’intera regione circostante.

 

In Iraq, al contributo nel quadro internazionale (Coalizione internazionale anti-Daesh e missione NATO) e alle attività di cooperazione allo sviluppo, si sono affiancate erogazioni finanziarie finalizzate alla prosecuzione delle attività o all’avvio di nuovi progetti in campo museale, culturale ed archeologico.

 

In Afghanistan, l’impegno italiano é proseguito con il finanziamento di attività coerenti con il “piano italiano per il popolo afghano”, in particolare per quanto riguarda il contrasto al traffico di stupefacenti ed ai traffici illeciti anche attraverso il coinvolgimento dei Paesi vicini. Sono stati inoltre avviati gli iter per il finanziamento di quattro programmi in ambito ONU sviluppati da: World Food Program (WFP), United Nations Development Program (UNDP) e United Nations Office for Project Services (UNOPS).  

 

In Ucraina, a seguito dell’invasione russa del Paese, al fine di garantire il rafforzamento delle Autorità di Kiev, per contribuire alla realizzazione di progetti di capacity building e resilienza, l’Italia ha sostenuto l’azione dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) per garantire la sicurezza delle centrali sul territorio anche attraverso il supporto tecnico agli operatori all’interno delle strutture. Sono state inoltre finanziate attività di formazione proposte dallo United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute (UNICRI) per favorire lo sviluppo di capacità nelle istituzionali locali ed è stato avviato un progetto per rafforzare la conoscenza ucraina dei meccanismi sanzionatori a livello UE.

In Africa Sub-Sahariana, gli interventi sono stati concentrati nella fascia di instabilità che va dal Sahel/Africa Occidentale al Corno d’Africa, fino alle regioni centrali e dei Grandi Laghi. Sono state avviate e sono in corso di realizzazione interventi di sostegno al consolidamento dello stato di diritto e ai processi di rafforzamento della democrazia, alla lotta alla criminalità, ai traffici illeciti ed al terrorismo (con particolare riguardo a quello di matrice jihadista). Più specificamente, per il Corno d’Africa sono stati erogati finanziamenti a favore delle iniziative di formazione e capacity building condotte dall’Arma dei Carabinieri a beneficio di funzionari delle forze di sicurezza dei Paesi della regione e relative al controllo del territorio, delle frontiere e delle dogane, al rafforzamento delle tecniche investigative, al contrasto ai traffici illeciti, alla lotta al crimine organizzato.

In Sahel, Golfo di Guinea e Africa centrale è proseguita anche nel 2023 la collaborazione con gli Uffici delle Nazioni Unite (UNDP, UNODC, UNOCT, UNITRA), in particolare in materia di contrasto al terrorismo, controllo delle frontiere, sostegno alla formazione di ragazze nelle aree esposte al terrorismo jihadista, rafforzamento della “governance” pubblica, supporto al processo elettorale in Guinea Bissau. Da segnalare in particolare il sostegno alle attività di formazione dell’Accademia di Anti-terrorismo di Abidjan (AILCT), nonché alla piattaforma di stabilizzazione e controllo dei confini di Dakar, co-finanziata da Italia e Germania. Sono state inoltre avviate attività formative nel Sahel, in Repubblica del Congo ed in Camerun a sostegno dei locali sistemi giudiziari, rinnovando la collaborazione in questo ambito con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

Nella regione dei Grandi Laghi ed in Mozambico sono state proposte iniziative di capacity building istituzionale sul modello di quelle già avviate nei Paesi vicini, con particolare riferimento al settore elettorale, ma anche in ambito diplomatico e di tutela e promozione dei diritti umani, in collaborazione con le agenzie onusiane e le organizzazioni regionali come l’East African Community (EAC), da un alto, e con organizzazioni della società civile ed università italiane, dall’altro.

Gli interventi in America Latina e nei Caraibi si sono concentrate sul rafforzamento della promozione della cultura della legalità e dello stato di diritto - anche in un’ottica di contrasto alla criminalità organizzata e alla corruzione - e sul sostegno sempre più rilevante ai processi democratici, alla pace e alla stabilità nella regione. Particolare attenzione è stata riservata alla grave situazione di crisi strutturale (politica, istituzionale, economica, sociale e di sicurezza) ad Haiti. Al riguardo è stato confermato l’appoggio all’Organizzazione degli Stati Americani (OSA) - presso la quale l’Italia ha il ruolo di osservatore – nell’azione per il rafforzamento della coesione sociale e la prevenzione della violenza ad Haiti ed il sostegno al fondo gestito da UNDP, finalizzato alla formazione delle unità della Polizia Nazionale haitiana, impegnata a fronteggiare l’offensiva delle gang locali, responsabili di una vasta ondata di violenza in tutto il Paese. E’ stato confermato, inoltre, il sostegno al programma dell’OSA per la mediazione e la prevenzione delle tensioni nella zona di confine tra il Belize ed il Guatemala ed è stato avviato un progetto, in sinergia con il Ministero della Giustizia, per la formazione del personale carcerario nelle Bahamas, chiesto dal Governo di Nassau. Da ultimo è stato deciso il sostegno al progetto denominato “High Level Group for strengthening women’s political participation”, avviato agli inizi del 2022 e già attivo in Repubblica Dominicana, con prospettive di allargamento a Giamaica, Panama e Honduras.

 

Tra i progetti a carattere regionale dell’OSA, l’Italia ha continuato a contribuire allo svolgimento di missione di osservazione in relazione ai principali appuntamenti elettorali della regione, al Programma Interamericano dei Facilitatori Giudiziari, teso a facilitare l’accesso alla giustizia alle comunità più vulnerabili, al Programma FOCTALI per il rafforzamento delle comunità terapeutiche in America Latina come strumento alternativo alla carcerazione, realizzato in collaborazione con la Comunità di San Patrignano, al progetto per sviluppare una strategia globale per contrastare la violenza digitale contro le donne ed infine al programma di formazione e assistenza tecnica sulla prevenzione e la lotta ai flussi finanziari associati alla criminalità organizzata transnazionale, realizzato grazie alla collaborazione della Guardia di Finanza. Nella regione andina sono continuati, con un ulteriore rafforzamento, l’appoggio al programma dell’OSA a sostegno del Processo di Pace in Colombia, il supporto alle attività dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani in Venezuela per la promozione e protezione dei diritti umani e quello alle attività di sminamento umanitario organizzate dall’IILA nella zona di confine tra Ecuador e Perù. In Brasile è stato finanziato un programma dello United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC) legato alla tematica del contrasto alla presenza delle miniere illegali nei territori indigeni dell’Amazzonia ed infine nel Cono Sud è stato finanziato un programma, sempre dell’UNODC, teso a combattere l’azione delle criminalità organizzata transnazionale in alcune zone di confine tra Argentina, Paraguay ed Uruguay.

 

Si ricorda infine che il 12 e 13 ottobre 2023 si è svolta a Roma presso il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, l’XI edizione della Conferenza Italia-America Latina e Caraibi, organizzata con cadenza biennale, che ha visto la partecipazione di Ministri degli Esteri, Vice Ministri e Sottosegretari dei Paesi dell’America Latina e Caraibi, a conferma dell’importanza strategica data dall’Italia ai rapporti con questa regione.

 

Per quanto riguarda i Paesi dell’Asia e Oceania è stato erogato un contributo a UNHCR, per attività di formazione e facilitazione nell’assistenza legale ai rifugiati birmani che risiedono nei nove centri di accoglienza temporanea al confine tra Thailandia e Myanmar (iniziativa avviata a dicembre 2022). Nell’area del Pacifico, sono state finanziate a valere sui fondi 2022, e svolte nel 2023, due iniziative: la prima proposta da WIIS/UN Women, che prevede eventi di incontro e scambio di migliori pratiche tra network regionali di donne mediatrici per incoraggiare la leadership e rafforzare le capacità di mediazione in contesti di crisi, anche ambientali, del Network di Donne Mediatrici dei Pacific Small Island Development States (PSIDS), recentemente costituito; la seconda, promossa da UNOPS, che ha visto l’Italia divenire membro del Trust Fund della Rising Nations Initiative (RNI), progetto che mira a proteggere i diritti e il patrimonio culturale e umano delle isole del Pacifico la cui stessa esistenza è a rischio a causa dei cambiamenti climatici. 

 

Il Governo intende infine organizzare presso il Ministero degli affari esteri nel 2024 la prima Conferenza ministeriale Italia-ASEAN, quale evento fondante dall’avvio del Partenariato di Sviluppo (avvenuto nel settembre 2020), allo scopo di rafforzare il dialogo con i 10 Paesi della regione e con il Segretariato ASEAN sulle principali sfide regionali e globali. L’evento era già previsto tenersi nel 2023, ma a causa dei complessi procedimenti interni all’ASEAN non si è potuti giungere ad un accordo sulla data.

 

Per quanto riguarda l’Europa ed i Balcani, le iniziative a carattere regionale realizzate sono mirate alla promozione della stabilità e della pace, con particolare riferimento alle sfide poste dall’emarginazione sociale e dal proliferare degli estremismi violenti e del terrorismo in Europa. I fondi stanziati nel 2023 hanno consentito di sostenere diversi progetti, promossi da organizzazioni internazionali e da enti privati, specificatamente dedicati alla riconciliazione regionale. Infine, attraverso il sostegno alle attività dell’Associazione Villa Vigoni (cooperazione bilaterale italo-tedesca), sono state promosse la preservazione della memoria storica, il dialogo interculturale e interreligioso e la cultura di pace.

 


 

 

Iniziative delle organizzazioni internazionali per la pace e la sicurezza (cooperazione in ambito multilaterale)

 

Per quanto concerne la partecipazione dell’Italia alle iniziative delle organizzazioni internazionali per la pace e la sicurezza, la delibera missioni 2023 ha disposto un finanziamento pari a euro 17.718.000 (scheda n.50/2023)

 

Attraverso tali finanziamenti il Governo ha reso noto che è stato nuovamente garantito il sostegno italiano all’azione di prevenzione e gestione dei conflitti svolta dalle Nazioni Unite, mediante iniziative sia di diplomazia preventiva che di consolidamento della pace e delle Istituzioni locali, per impedire il riemergere delle crisi. Ciò è stato realizzato principalmente attraverso contributi finanziari al Fondo Fiduciario del Dipartimento degli Affari Politici e per il Consolidamento della Pace delle Nazioni Unite, al Fondo ONU per il Consolidamento della Pace (Peacebuilding Fund), nonché ai Dipartimenti per le Operazioni di Pace (DPO) e per il Supporto Operativo (DOS). Nel 2023 sono proseguiti i finanziamenti per le attività dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani. Inoltre, nell’ambito degli stanziamenti della delibera missioni 2022, con fondi ad esigibilità 2023, sono state sostenute numerose iniziative multilaterali a favore di Agenzie ONU per la tutela dei diritti umani e la promozione dei valori democratici.

 

A livello multilaterale, inoltre, sono state finanziate le seguenti iniziative nel quadro del tradizionale impegno italiano a tutela dei diritti umani:

-      Fondo fiduciario ONU per gli Stati meno sviluppati e gli Stati insulari, per finanziare corsi di formazione e assistenza tecnica per funzionari governativi

-      Fondo volontario ONU per le vittime della tortura;

-      Programma sui consulenti di diritti umani dell’Alto Commissariato ONU per i diritti umani;

-      Fondo fiduciario ONU per attività di studio sulle gravi violazioni dei diritti umani dei bambini in aree di conflitto;

-      Fondo volontario ONU per le persone con disabilità;

-      Attività di formazione e consulenza della “Squadra di esperti ONU sul rispetto dello stato di diritto e sul contrasto alla violenza sessuale nei conflitti;

-      Programma sui consulenti di diritti umani dell’Alto Commissariato ONU per i diritti umani.

 

Con il finanziamento ai Fondi Fiduciari della NATO su “Defense Capacity Building” (DCB)l’Italia ha confermato l’importanza di rafforzare le istituzioni e gli enti di sicurezza e difesa di paesi “partner” dell’Alleanza Atlantica, inclusa l’Ucraina.

 

In ambito Cybersecurity, sono state finanziate:

-      le attività del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), con lo scopo di approfondire il tema dell’applicabilità del diritto internazionale umanitario allo spazio cibernetico;

-      il Programma Sicurezza e Tecnologia “SecTec” dell’Istituto delle Nazioni Unite per la Ricerca sul Disarmo (UNIDIR),

-      il Fondo fiduciario multidonatori per la cybersecurity della Banca Mondiale

 

Nell’ambito della Politica di Sicurezza e Difesa Comune dell’UE, anche nel 2023 l’Italia ha continuato ad assicurare un’attiva e qualificata partecipazione alle missioni civili, nonché alle missioni dei Rappresentanti Speciali dell’UE. In base alla normativa europea, infatti, gli Stati Membri sono chiamati a fornire personale distaccato alle missioni civili, facendosi carico di parte del trattamento economico, secondo una precisa tabella di corrispondenza. Si tratta di un impegno che consente al nostro Paese di far parte del gruppo dei primi contributori tra i Paesi membri per numero di esperti distaccati e che si intende proseguire nel futuro, alla luce delle previsioni del nuovo Patto per la dimensione civile della PSDC. Rientra in questo sforzo anche la scelta di partecipare al Centro di Eccellenza per la Gestione Civile della Crisi, costituito nel settembre 2020 nel quadro delle iniziative della Presidenza tedesca della UE.

 

L’Italia ha altresì contribuito a sostenere le attività dello European Institute of Peace poste in essere a livello sia centrale che regionale, del Centro di Eccellenza di Helsinki per il contrasto alle minacce ibride.

 E’stato destinato un contributo al Fondo Globale per il Coinvolgimento e la Resilienza delle Comunità (GCERF), costituito in seno al Global Counter Terrorism Forum (GCTF), che opera in Paesi quali Kosovo, Mali, Nigeria, Kenya, Tunisia, Bangladesh, Myanmar e Filippine

 

È stato infine assicurato il sostegno alla prevenzione e al contrasto alla radicalizzazione in Medio Oriente e in Africa, nell’ambito della partecipazione italiana alla Coalizione globale anti-Daesh (Processo di Aqaba).


 

Interventi operativi di emergenza e di sicurezza

 

Gli interventi operativi di emergenza e sicurezza sono stati finanziati attraverso la delibera missioni 2023 per euro 60.000.000 (in aumento rispetto al totale finanziato per la medesima voce nel 2022, pari a 48,5 milioni di euro). Nella Relazione analitica 2023, il Governo ha reso noto che tali fondi sono stati utilizzati principalmente per il rafforzamento delle misure di sicurezza attiva e passiva, anche informatica, delle rappresentanze diplomatiche, degli uffici consolari e degli istituti italiani di cultura, nelle aree di crisi e ovunque il grado di protezione esistente non risultasse adeguato a garantire la sicurezza delle sedi e l’incolumità del personale e degli utenti degli uffici.

    A fronte di un intensificarsi delle minacce e degli attacchi cyber connessi alla congiuntura internazionale e suscettibili quindi di compromettere la disponibilità, integrità e confidenzialità dei dati del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, nonché della Rete all’estero, si è reso necessario mantenere un adeguato livello di protezione sia dell’infrastruttura ICT della Rete estera che di quella centrale.

    Con tali fondi sono state inoltre finanziate le operazioni di evacuazione dei connazionali condotte da Sudan, Niger ed Israele, per un totale di 1.400 connazionali rientrati, e rifornite le Sedi di equipaggiamenti di protezione e di comunicazioni in emergenza, con particolare riferimento all’Ucraina, alle Sedi della regione saheliana e del Medio-Oriente. Lo stanziamento ha consentito, inoltre, di fare fronte alle missioni brevi di sicurezza svolte dal personale dell’Arma dei Carabinieri a salvaguardia delle sedi estere (160 nel corso del 2023), e alle missioni ispettive svolte dall’Ispettorato Generale nelle Sedi all’estero.

 

Sono state infine finanziate le missioni degli inviati speciali in Yemen, Libia, Corno d’Africa, Sahel, Caraibi e negli Stati insulari di piccole dimensioni del Pacifico, nonché dei coordinatori per la Siria e per la coalizione anti-Daesh, sia nelle aree di competenza per incontri con le autorità locali, sia presso gli organismi internazionali per partecipare a riunioni e consultazioni internazionali.

   

 


 

Scheda 43/2024
(Iniziative di cooperazione allo sviluppo e di sminamento umanitario)

La scheda n. 43 individua il fabbisogno finanziario relativo ad iniziative di cooperazione allo sviluppo e di sminamento umanitario da realizzare nell’anno 2024.

Con riferimento al primo di questi due interventi (cooperazione allo sviluppo) la scheda in esame fa riferimento a diverse iniziative di sviluppo e di emergenza umanitaria, suddivise per aree geografiche.

Nello specifico, tali progetti riguardano l’Africa, l’Asia (Afghanistan), il Medio Oriente, i Balcani occidentali e l’Europa orientale (Ucraina e Paesi limitrofi) e sono intesi a favorire “una ripresa migliore e sostenibile dalle numerose crisi protratte quali quelle relative a Yemen, Siria, Somalia, dallo scoppio della guerra in Ucraina e dalla crisi che ha colpito il Medio Oriente a causa dell’attacco di Hamas a Israele” (cfr. infra).

 

 

Tra le varie iniziative il Governo indica espressamente quelle volte:

La quantificazione del fabbisogno finanziario per i richiamati interventi è di euro 251.000.000, di cui 243.000.000 destinati a iniziative di cooperazione e 8.000.000 allo sminamento umanitario.

Nel 2023 il fabbisogno stimato (sia di cooperazione, sia di sminamento) è stato pari a 251.000.000.

Nel 2022 il fabbisogno stimato è stato pari a 290.661.229 euro di cui 40.000 per obbligazioni esigibili nel 2023.  

Nel 2021 la quantificazione del fabbisogno finanziario è stata pari a euro 135.000.000, di cui 10.000.000 per obbligazioni esigibili nel 2022.

 

Si segnala che la Relazione tecnica relativa alla scheda n. 43 specifica che l’Africa continua a costituire una priorità per la politica italiana di cooperazione allo sviluppo. Nell’ambito del richiamato stanziamento di 251.000.000, si prevede di assegnare euro 94.000.000 ad interventi di cooperazione nel continente Africano.

 

A tal proposito il Governo fa presente che le risorse della deliberazione missioni internazionali 2024 per l’Africa potranno essere utilizzate secondo le priorità dei Paesi beneficiari in Etiopia, Somalia e Sudan, Burkina Faso, Mali, Niger e Mauritania nei Paesi ad essi limitrofi, nonché in Libia, Egitto e Tunisia.

Le attività di sviluppo privilegeranno l’integrazione tra migranti e comunità ospitanti, il rafforzamento della sicurezza alimentare, la creazione di posti di lavoro e il ripristino dei servizi di base. Le iniziative umanitarie continueranno a concentrarsi nel Corno d’Africa, nell’Africa Occidentale e Sahel (incluso il Lago Ciad) e nell’Africa Mediterranea (con particolare riferimento alla situazione libica).

Si tratta di aree in cui persistono crisi protratte nel tempo causate da conflitti, terrorismo, movimenti di popolazioni interni e transnazionali e da eventi climatici estremi, in cui è necessario intervenire con risposte rapide e flessibili e, ove possibile, sostenibili, in linea con il nesso tra le attività umanitarie, di sviluppo e pace.

 

Con riferimento al Medio Oriente la richiamata Relazione tecnica precisa che sempre in relazione al citato stanziamento di 251.000.000 relativo alla scheda n. 43, si prevede di assegnare euro 76.000.000 per interventi a sostegno del processo di pace e la stabilizzazione del Medio Oriente.

 

Si tratta di un’area geografica che continua ad essere di prioritaria importanza per la politica estera italiana, anche in virtù del rilevo strategico che tale zona riveste nel Mediterraneo e per la presenza di missioni di pace a cui partecipano le forze armate italiane. Nel corso del 2024, l’Italia intende riaffermare il proprio impegno nella lotta al terrorismo di Daesh, sostenendo numerosi interventi di stabilizzazione, in particolare in Iraq e in Siria.

Il Governo fa presente, in particolare, che in Palestina, a seguito del conflitto iniziato con l’attacco di Hamas il 7 ottobre 2023 e alla crisi umanitaria che ne è conseguita, l’Italia e gli altri principali donatori sono chiamati a dare un importante contributo sul canale umanitario e di emergenza, ma anche nel ristabilire le infrastrutture distrutte o danneggiate durante il conflitto e l’erogazione di servizi di base per la popolazione.

 

Le risorse assegnate al continente Asiatico, secondo quanto riportato dalla Relazione tecnica, ammontano a euro 12.000.000 e saranno utilizzate, in primo luogo in risposta al nuovo scenario di crisi in Afghanistan, per proseguire il sostegno sul canale umanitario sia in territorio afghano che nei Paesi limitrofi, “dove si rende ancor più necessario rafforzare i nostri interventi per la stabilizzazione della regione nel suo insieme, onde evitare che la crisi si propaghi con ripercussioni drammatiche”.

 

 Sul piano più strettamente umanitario si intende, inoltre, sostenere il Myanmar, in un’ottica di arginare sia le sofferenze della minoranza Rohingya sia le conseguenze umanitarie del colpo di Stato militare sulla popolazione interna. Si fa, inoltre, presente che “Il Bangladesh dove l’impatto umanitario dei flussi migratori Rohingya si è sommato a quello degli eventi climatici avversi e della crisi economica, potrà essere parimenti preso in considerazione”.

 

Gli stanziamenti per interventi di cooperazione in Europa ammontano a euro 61.000.000.

 

Al riguardo il Governo fa presente che la straordinaria necessità e urgenza connessa alla grave crisi internazionale in atto in Ucraina, che sta causando una emergenza umanitaria nel continente europeo con un altissimo numero di sfollati interni e rifugiati nei Paesi limitrofi, richiede lo stanziamento di risorse sufficienti a contribuire allo sforzo della Comunità Internazionale per rispondere agli accresciuti bisogni umanitari e sostenere la resilienza della popolazione ucraina direttamente colpita dagli eventi bellici. Una particolare attenzione verrà riservata all’ambito della sicurezza energetica, ala resilienza delle infrastrutture critiche, al rafforzamento dei settori della salute e culturale, nonché ad attività di sostegno allo sviluppo, assistenza tecnica e supporto alla governance finalizzate alla ricostruzione post bellica del Paese.

Altro Paese di intervento sarà la Moldova, dove i riflessi del conflitto russo-ucraino si stanno manifestando sia dal punto di vista dell’afflusso dei rifugiati, sia dal punto di vista energetico. Per questo la Cooperazione italiana potrà contribuire a ridurre la vulnerabilità energetica del Paese, con interventi mirati all’efficientamento dei sistemi energetici nazionali e all’utilizzo di energie rinnovabili.

Si intende, poi, finanziare nuovi progetti nell’area dei Balcani occidentali coerentemente con il forte impegno dell’Italia a favore della stabilizzazione e del loro progressivo ingresso nell’Unione Europea.

In particolare, l’Albania è un Paese prioritario e la Bosnia-Erzegovina un importante Paese di intervento per la Cooperazione Italiana.

 

Per quanto riguarda, poi, le iniziative di sminamento umanitario, la Relazione tecnica riferita alla scheda 43 fa presente che nel 2024, una somma pari a euro 8.000.000 sarà destinati per il finanziamento del Fondo per lo sminamento umanitario istituito dalla legge 7 marzo 2001, n. 58 attraverso cui l’Italia sostiene, nei teatri di conflitto o post-conflitto, le attività di sminamento umanitario (c.d. mine action), che si articolano nei seguenti cinque pilastri:

-        bonifica dei territori,

-        distruzione delle scorte,

-        assistenza ai sopravvissuti,

-        educazione al rischio,

-        attività di sensibilizzazione.

 

Il Governo fa, altresì, presente che “grazie ai fondi della deliberazione missioni, il nostro Paese potrà tenere fede all’impegno assunto in occasione del World Humanitarian Summit di Istanbul del maggio 2016, che prevede una dotazione annuale del Fondo non inferiore a 2 milioni di euro. “L’assegnazione dei fondi rifletterà, in linea di principio, l’impegno già intrapreso negli anni precedenti in alcuni Paesi, in particolare, in Africa e Medio Oriente, nonché l’obiettivo di sostenere gli sforzi dei Paesi beneficiari di raggiungere gli obiettivi nel quadro delle Convenzioni di Ottawa e Oslo e la possibilità di stabilire sinergie con altre attività bilaterali nel settore, incluse quelle svolte dai nostri contingenti di pace”.


 

Scheda 44/2024
(Interventi di sostegno ai processi di pace, stabilizzazione e
rafforzamento della sicurezza)

La scheda 44 fa a sua volta riferimento ad interventi di sostegno ai processi di pace, stabilizzazione e rafforzamento della sicurezza in Nord Africa e Medio Oriente (in particolare Libia, Tunisia, Giordania, Siria, Libano, Iraq e Yemen), Afghanistan, Africa sub-sahariana (Paesi del Como d'Africa e Unione Africana, Mali e regione del Sahel, Africa centrale e occidentale, regine dei Grandi Laghi e Mozambico) e America latina e caraibica (compresi Argentina, Bolivia, Colombia, Guatemala, Messico, Honduras, Venezuela, Paraguay e Perù, Paesi CARICOM, Cuba e Repubblica Dominicana), Europa e Paesi non UE dei Balcani occidentali (Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia).

Gli obiettivi di tali interventi sono:

Per tali esigenze, la quantificazione del fabbisogno finanziario per l'anno 2024 è di euro 28.850.000.

Nel 2023 il fabbisogno stimato è stato pari a 29.950.000. Nel 2022 il fabbisogno stimato è stato pari a 47.300.000 euro, di cui euro 23.100.000 per obbligazioni esigibili nell'anno 2023. Nel 2021 la quantificazione è stata pari a 21.300.000 euro.

La relazione tecnica relativa alla scheda n. 44 specifica che dei 28.850.000 totali, 14.500.000 saranno riservati agli interventi in Europa Orientale, Africa Settentrionale, Medio Oriente, Asia Centrale, Caucaso Meridionale e Afghanistan; 12.500.000 alle operazioni in Africa Sub-Sahariana, America Latina e Caraibica e Asia; e i restanti 1.850.000 alle attività in Europa e nei Balcani.


 

Scheda 45/2024
(Partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per la pace e la sicurezza)

L'area geografica di riferimento della scheda 45 riguarda Nord Africa, Medio Oriente, Sahel ed altre aree di crisi in cui l'ONU svolge attività di prevenzione dei conflitti e sostegno ai processi di pace, stabilizzazione, post-conflitto e transizione democratica; Paesi destinatari di programmi della NATO di rafforzamento delle istituzioni e degli enti di sicurezza e difesa; Paesi in cui si svolgono le Missioni civili  dell'OSCE; Paesi della sponda sud del Mediterraneo Partner dell'OSCE e membri dell'Unione per il Mediterraneo; Paesi in cui si svolgono le Missioni civili dell'UE; Unione Europea, con riferimento sia ad attività a cura del SEAE (seminari, eventi formativi) che a quelle dell'European lnstitute of Peace, del Centro di Eccellenza per il contrasto alle minacce ibride con sede ad Helsinki in Finlandia e del Centro di Eccellenza per la gestione civile delle crisi con sede a Berlino; Paesi non-UE dell'Iniziativa Centro-Europea/InCE (Albania, Bosnia-Erzegovina, Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia, Bielorussia, Moldova e Ucraina), dell'Iniziativa Adriatico Ionica (Albania, Bosnia-Erzegovina, Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia)  e del Regional Cooperation Council/RCC (Albania, Bosnia e Erzegovina, Macedonia del Nord, Moldova, Montenegro, Turchia, Serbia);  Paesi non-UE in Asia, Africa e Sud Est Europa beneficiari di iniziative di prevenzione e contrasto dell'estremismo violento.

 In relazione alla scheda in esame la relativa Relazione tecnica fa presente che si intende erogare contributi volontari alle organizzazioni internazionali per assicurare anche nel 2024 il profilato ruolo dell’Italia nel settore del mantenimento della pace e sicurezza internazionali. La Relazione tecnica rileva, in particolare, che i contributi alle Nazioni Unite riflettono il convinto sostegno dell’Italia all’azione di prevenzione e gestione dei conflitti, anche nello spazio cibernetico, svolta dall’ONU con particolare riguardo a: diplomazia preventiva, mediazione, consolidamento della pace e delle Istituzioni locali, prevenzione di atrocità di massa, tutela dei diritti umani e della sicurezza umana. In tale ottica si inquadrano l’azione italiana per rafforzare il peacekeeping e il peacebuilding anche attraverso una partecipazione dei giovani e delle donne ai processi di pace e prevenzione dei conflitti, in attuazione delle Agende onusiane “Donne, Pace e Sicurezza” e “Giovani, Pace e Sicurezza”.

Il Governo, precisa, inoltre, che è necessario continuare ad assicurare la partecipazione italiana alle iniziative ed alle missioni dell’Unione Europea, dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), e delle Organizzazioni regionali in Europa.

 

Nello specifico, le finalità di cui si prevede il finanziamento con le risorse previste dalla scheda in esame sono le seguenti:

Per tali esigenze, la quantificazione del fabbisogno finanziario per l’anno 2024 è pari a 21.747.000. 

Nel 2023 il fabbisogno stimato è stato pari 17.718.800 euro, mentre nel 2022 è stato pari 22.230.000 euro, di cui euro 6.750.000 per obbligazioni esigibili nell'anno 2023. Si ricorda che nell'esercizio 2021 lo stanziamento è stato di 16.800.000 euro. 

In relazione alla scheda in esame la relativa Relazione tecnica fa presente che il richiamato stanziamento sarà così ripartito: 12.250.000 euro a favore di Fondi e organizzazioni internazionali; 3.635.000 euro per iniziative dell’Unione europea; 3.362.000 per iniziative dell’Organizzazione per la sicurezza e cooperazione in europa (OSCE) e 2.500.000 euro per Organizzazioni regionali in Europa.

 

Con particolare riferimento ai 12.250.000 euro a favore di Fondi e organizzazioni internazionali il Governo, nella richiamata Relazione tecnica, precisa ulteriormente che:

¾    200.000 euro sono destinati ad assicurare continuità al finanziamento al budget dell’Unione per il Mediterraneo (UpM) e sostenere iniziative congiunte in materia di Azione Climatica; 5.750.000 euro per il Fondo Fiduciario a sostegno del Dipartimento degli Affari Politici e per il Consolidamento della Pace (DPPA) delle Nazioni Unite, al Fondo ONU per il consolidamento della pace (Peacebuilding Fund), al Department of Peace Operations (DPO) e dal Department of Operational Support (DOS), all’Ufficio ONU per la prevenzione del genocidio e la Responsabilità di Proteggere;  UNDP, Uffici ed Organismi delle Nazioni Unite in Libia e alle r attività di mediazione attraverso reti di mediatori e corsi di formazione.

¾    1.000.000 euro per l’Attuazione del IV Piano D’Azione Nazionale su Donne, Pace e Sicurezza 2020-2024, realizzato in ottemperanza alla risoluzione n. 1325(2000) del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (S/RES/1325), finalizzato a prevenire e rispondere agli episodi di violenza in contesti di crisi, promuovere l’empowerment femminile e la parità di genere ed incrementare la partecipazione delle donne in tutti gli ambiti della vita economica e sociale;

¾    610.000 euro per il Fondo Globale per il Coinvolgimento e la Resilienza delle Comunità (nell’acronimo inglese, GCERF), costituito in seno al Global Counter Terrorism Forum (GCTF).

¾    150.000 per il Programme Office dell’Ufficio Antiterrorismo delle Nazioni Unite (UNOCT) con sede a Rabat (Marocco);

¾    350.000 euro per l’Istituto Internazionale per la Giustizia e lo Stato di Diritto di Malta;

¾    950.000 euro per l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani;

¾    340.000 euro perla “Squadra di esperti delle Nazioni Unite sullo stato di diritto e sul contrasto alla violenza sessuale nei conflitti”;  Fondo fiduciario delle Nazioni Unite per sostenere la partecipazione ai meccanismi ONU sui diritti umani dei Paesi meno sviluppati e dei piccoli Stati insulari; Fondo fiduciario ONU sui bambini nei conflitti armati; Fondo volontario ONU per assistere le vittime di tortura (UNVFVT); Fondo volontario ONU per i diritti delle persone con disabilità; Fondo fiduciario ONU per la sicurezza umana;

¾    100.000 euro Fondazione Anna Lindh per il Dialogo fra le Culture, rete di reti nazionali di organismi della Società Civile, dotata della medesima "membership" dell’Unione per il Mediterraneo;

¾    2.000.000 euro all’ International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (ICGEB); all’ United Nations Office for Disarmament Affairs (UNODA); Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty Organization (CTBTO);  Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPAC);

¾    800.000 euro Fondo fiduciario della NATO per l’iniziativa Defense Capacity Building (DCB).


 

Scheda 46/2024
(Interventi operativi di emergenza e di sicurezza)

La scheda 46 fa riferimento alle aree di crisi (Afghanistan, Arabia Saudita, Egitto, Guinea, Israele, Iraq, Kosovo, Libano, Libia, Niger, Nigeria, Pakistan, Palestina, Repubblica democratica del Congo, Somalia, Sud Sudan, Ucraina, Venezuela) e ovunque il grado di protezione esistente non garantisce adeguatamente la sicurezza delle sedi e l'incolumità del personale e degli utenti degli uffici diplomatico-consolari.

L'obiettivo dei finanziamenti previsti dalla scheda in esame è quello di è controllare e rafforzare i sistemi di protezione delle sedi diplomatico-consolari, anche di nuova istituzione, degli istituti italiani di cultura, delle scuole italiane all'estero e delle organizzazioni internazionali, e del relativo personale, in linea con i parametri tecnici concordati tra MAECI, DIS e Consiglio superiore dei lavori pubblici. Si prevede, inoltre, l’adeguamento dei dispositivi di sicurezza attiva e passiva, anche mediante l'utilizzo di militari dell'Arma dei Carabinieri e il trasferimento del personale in edifici più sicuri, laddove non sia possibile portare a termine gli interventi necessari in tempi brevi.

Per tali esigenze, la quantificazione del fabbisogno finanziario relativa all’anno 2024 è pari a euro 60.000.000. Tale importo corrisponde esattamente alla stima effettuata per l’anno precedente, 2023. Nel 2022 il fabbisogno stimato è stato pari a euro 48.500.000, così come previsto nel 2021.

La relazione tecnica riferita alla scheda in esame fa presente che lo stanziamento in esame appare necessario anche per garantire la sostituzione temporanea, in occasione dei periodi di congedo, di Carabinieri in servizio quadriennale presso le Sedi, nonché per assicurare il rafforzamento temporaneo dei contingenti di personale dell’Arma destinati a servizi di vigilanza o di scorta. Inoltre, si assicurerà la massima prontezza per la tutela dei connazionali in aree di crisi all’estero, mediante interventi specifici sul posto, missioni di ricognizione a carattere di preparazione e prevenzione, nonché con le opportune forniture alle Sedi interessate e al personale ivi in servizio o in missione (sia del MAECI, sia dell’Arma dei Carabinieri).

Si fa, inoltre, presente che i fondi saranno altresì impiegati per continuare a far fronte  alle esigenze di sicurezza informatica e cibernetica delle Reti centrale ed estera,  per continuare ad assicurare un adeguato livello di protezione degli asset ICT. In tale contesto, si intende continuare a implementare soluzioni tecnologiche a livello di rete, di sistemi e di “endpoint”, che rafforzino la postura di sicurezza delle Sedi estere e ne accrescano la capacità di identificazione, protezione, rilevamento e risposta alle minacce informatiche.

Le risorse finanziarie assegnate potranno essere inoltre impiegate per interventi connessi alla apertura di nuove Ambasciate, alla riattivazione di Uffici, alla costruzione di nuove sedi, nonché al trasferimento in immobili in grado di ospitare in una adeguata, comune cornice di sicurezza le varie presenze istituzionali italiane in loco. In particolare, si rendono necessari attività e interventi di sicurezza collegati alla costruzione e ristrutturazione di sedi all’estero, quali tra le altre Tripoli, Algeri, Casablanca, Il Cairo, Nairobi, Kinshasa, Lagos, Addis Abeba, Pretoria, Bogotà, Caracas, Città del Messico, Rio de Janeiro, Santo Domingo, Santiago, Ankara, Atene, Bruxelles, Edimburgo, Francoforte, Ginevra, Nizza, Parigi, Ambasciata presso la Santa Sede, Tirana, Vienna, Zagabria, Zurigo, Canberra, Teheran, Islamabad, per assicurarne la compatibilità con il livello di minaccia e con le criticità presenti nell’area.

 

 



[1]     Si segnala che, in un’intervista al quotidiano “la Repubblica” dello scorso 5 marzo, il premier nigerino Ali Maham Lamine Zeine, insediatosi a seguito del colpo di Stato del 26 luglio, ha affermato che il Niger ha contattato  tutti i Paesi che hanno una presenza militare nel suo Paese, per ridefinire gli accordi bilaterali. “E’ un processo in corso – ha aggiunto il premier nigerino nell’intervista- e credo che Italia e Niger raggiungeranno un accordo reciprocamente vantaggioso”.

[2]     Gli ambiti di formazione/assistenza riguardano: Cyber, Information Operation, Counter Terrorism, Maritime Lessons Learned, Intelligence Preparation of the Battlefield, Law of Armed Conflict, Targeting e Maritime Mine Counter Measures.

[3]    Al vertice di Newport del 4-5 settembre 2014, è stato approvato il Readiness Action Plan (RAP) come risposta dell’Alleanza Atlantica alle minacce di sicurezza provenienti dal fianco Est, individuando tuttavia uno strumento flessibile per far fronte a sfide originate da qualunque fianco. In termini operativi, oltre ad elencare le “misure di riassicurazione” adottate a favore degli Alleati dell’Est, il RAP prevede tra le "misure di adattamento" un aumento della capacità di pronta reazione della NATO Response Force (NRF), con la costituzione di forze prontamente disponibili (Very High Readiness Joint Task Force-VJTF), una brigata multinazionale capace di entrare in azione in sole 48 ore. Essa è composta da circa 6.000 uomini, è guidata a rotazione dai paesi dell’Alleanza; non ha una base fissa, ma si avvale di cinque basi situate in Romania, Polonia e paesi baltici.