Autorizzazione e proroga missioni internazionali e interventi di cooperazione e sviluppo per l'anno 2022 - DOC. XXV, n. 5 e DOC. XXVI n. 5 11 luglio 2022 |
PremessaLo scorso La deliberazione del Consiglio dei ministri del 15 giugno 202215 giugno il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio, ha deliberato in ordine alla partecipazione dell'Italia a tre nuove missioni internazionali, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, della legge n. 145 del 2016 (c.d. "legge-quadro sulle missioni internazionali", cfr. infra), nonché in ordine alla relazione analitica sulle missioni internazionali svolte nel 2021, anche ai fini della loro prosecuzione per l'anno 2022, ai sensi dell'articolo 3 della medesima legge.
La deliberazione è stata trasmessa alle Camere in data 1°luglio 2022 per la discussione e le conseguenti deliberazioni parlamentari (cfr. successivo paragrafo: "Quadro normativo).
Nello specifico:
Dalla dPrecedenti deliberazioniata di entrata in vigore della legge n. 145 del 2016 il Governo ha presentato alle Camere le seguenti deliberazioni:
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Presupposti normativiLa legge n. 145 del 2016 (c.d. "legge quadro sulle missioni internazionali"), successivamente novellata dall'articolo 6, comma 1, lettera a), n. 2), del decreto legge n. 148 del 2017, fissa il principio generale in base al quale le disposizioni in esso contenute si applicano al di fuori del caso della dichiarazione dello stato di guerra, ai sensi dell'articolo 87 della Costituzione. Ambito di applicazione della legge n.145 del 2016L'ambito di applicazione della legge è pertanto circoscritto:
Per quanto attiene alle modalità Partecipazione di personale militare ad una nuova missione internazionale procedurali di autorizzazione e finanziamento delle missioni internazionali, la richiamata "legge quadro" distingue tra l'avvio di nuove missioni (articolo 2) e la proroga delle stesse per l'anno successivo, ricompresa nell'ambito di un'apposita sessione parlamentare sull'andamento delle missioni autorizzate (articoli 3 e 4). In relazione all'avvio della partecipazione italiana a nuove missioni internazionali il primo passaggio procedurale previsto dall'articolo 2 è rappresentato da un'apposita delibera del Consiglio dei ministri da adottarsi previa comunicazione al Presidente della Repubblica ed eventualmente convocando il Consiglio supremo di difesa, ove se ne ravvisi la necessità (art.2, comma 1).
Successivamente (art.2, comma 2) la deliberazione del Consiglio dei ministri dovrà essere comunicata alle Camere le quali tempestivamente;
Con riferimento al contenuto della deliberazione del Consiglio dei ministri, l'articolo 2, comma 2 precisa che il Governo indica per ciascuna missione l'area geografica di intervento, gli obiettivi, la base giuridica di riferimento, la composizione degli assetti da inviare, compreso il numero massimo delle unità di personale coinvolte, nonché la durata programmata e il fabbisogno finanziario per l'anno in corso. Dovrà, inoltre, essere allegata la relazione tecnica sulla quantificazione dei relativi oneri, verificata ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 31, n. 196 del 2009.
Per l'esame dell'
iter parlamentare della
Precedenti relativi alll'avvio di una sola missione e alla modifica di deliberazioni
deliberazione del Consiglio dei ministri circoscritta all'avvio di una nuova missione, si rinvia all'esame del
Doc. CCL, n. 2 che reca la deliberazione del Consiglio dei ministri del
28 luglio del 2017, relativa alla partecipazione dell'Italia alla nuova missione internazionale in supporto alla guardia costiera libica, per il periodo 1° agosto 2017 al 31 dicembre 2017.
Con riferimento alla deliberazione del Consiglio dei ministri dello scorso 2 settembre (
Doc. XXV, n. 4-bis), con la quale il Governo ha sottoposto all'autorizzazione del Parlamento
la modifica della scheda n. 52 dell'allegato I della deliberazione del Consiglio dei ministri del 17 giugno 2021 (allegato
Doc. XXVI, n. 4, proroga missioni anno 2021) in ragione del mutato scenario di riferimento in Afghanistan, si rinvia al seguente
dossier
Per quanto attiene, invece, alla proroga delle missioni in corso, questa ha luogo nell'ambito di un'apposita sessione parlamentare sull'andamento delle missioni autorizzate, da svolgere entro il 31 dicembre di ciascun anno (articolo 3). In particolare, entro tale data (31 dicembre), il Governo, su proposta del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, di concerto con il Ministro della difesa, con il Ministro dell'interno per la parte di competenza e con il Ministro dell'economia e delle finanze, presenta alle Camere, per la discussione e le conseguenti deliberazioni parlamentari (cfr. sopra), unaLa proroga delle missioni relazione analitica sulle missioni in corso, anche ai fini della loro prosecuzione per l'anno successivo. Tale relazione precisa l'andamento di ciascuna missione e i risultati conseguiti, anche con riferimento esplicito alla partecipazione delle donne e all'adozione dell'approccio di genere nelle diverse iniziative per attuare la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n. 1325 del 31 ottobre 2000 e le risoluzioni successive, nonché i Piani d'azione nazionali previsti per l'attuazione delle stesse. La relazione deve essere accompagnata da un documento di sintesi operativa che riporti espressamente per ciascuna missione iil madato internazionale, la durata, la sede, il personale nazionale e internazionale impiegato. la scadenza, nonché i dettagli attualizzati della missione. Analogamente a quanto previsto per l'avvio delle nuove missioni, anche la relazione analitica sulle missioni in corso dovrà essere corredata della relazione tecnica sulla quantificazione dei relativi oneri, verificata ai sensi del richiamato articolo 17, comma 3, della legge n. 196 del 2009. Per quanto concerne, poi, ilIl fondo missioni internazionali profilo finanziario connesso alla partecipazione del personale civile e militare alle missioni internazionali, l'articolo 4 della legge n. 145 del 2016 ha previsto l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, di un apposito Fondo, (c.d. "Fondo missioni") la cui dotazione è stabilita annualmente dalla legge di bilancio, ovvero da appostiti provvedimenti legislativi (comma 1). Il MEF trasferisce tali fondi, sia in termini di cassa che di competenza, con decreto autorizzativo, al Ministero della Difesa.
A tal proposito si segnala
che nello
stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle Finanze, sul capitolo 3006/1 programma 5.8 (Fondo per le missioni internazionali, ex articolo 4, comma 1 della legge n. 145 del 2016) sono appostati fondi pari a
1 miliardo e 397 milioni di euro per il 2022, 1 miliardo e 700 milioni per il 2023 e 300 milioni di euro per il 2024.
Ai sensi del comma 2 dell'articolo 4 della legge n. 145 del 2016 gli importi del "Fondo missioni" destinati alle politiche di cooperazione allo sviluppo, per interventi per il sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, sono impiegati nel quadro della programmazione triennale di cui all'articolo 12 della legge n. 125 del 2014 che reca la "Disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo", nonché nel rispetto del Capo IV della medesima legge n. 125 del 2014.
Si ricorda che il richiamato articolo 12 della legge n. 125 de 2014 ha previsto che un documento triennale di programmazione e di indirizzo sulle attività di cooperazione, proposto dal Ministro degli esteri e della cooperazione, sia approvato dal Consiglio dei Ministri entro il 31 marzo di ogni anno. Tale Documento individua le linee generali d'indirizzo strategico triennale della cooperazione allo sviluppo. Si ricorda altresì che il Capo IV della richiamata legge disciplina l'Agenzia per la cooperazione allo sviluppo, la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo e il Comitato congiunto per la Cooperazione allo sviluppo.
Entro sessanta giorni dalla data di approvazione degli atti di indirizzo delle Camere, con uno o più DPCM, adottati su proposta dei Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale, della difesa, dell'interno e dell'economia e delle finanze, le risorse del Fondo sono ripartite tra le missioni indicate nella richiamata relazione di cui all'articolo 3, comma 1, Esame parlamentare dello schema di riparto del Fondo missionicome risultante a seguito delle relative deliberazioni parlamentari. Lo schema di decreto concernente il riparto del "Fondo missioni", corredato della relazione tecnica esplicativa, è trasmesso alle Commissioni competenti per materia che devono rendere il parere entro 20 giorni dalla relativa assegnazione. Il Governo, qualora non intenda conformarsi ai pareri parlamentari, trasmette nuovamente i testi alle Camere con le sue osservazioni e con eventuali modificazioni, corredate dei necessari elementi integrativi di informazione e motivazione. I pareri definitivi delle Commissioni competenti per materia e per i profili finanziari sono espressi entro il termine di dieci giorni dalla data della nuova trasmissione. Decorso tale termine, i decreti possono essere comunque adottati.
Con riferimento al riparto delle somme del Fondo missioni 2021 si ricoda che il relaivo atto del Governo (
A.G. n. 315
) è stato rasmesso alle Camere
in data 20 ottobre 2021. Il riparto ha riguardato l'intero anno 2021, anche se una parte del fabbisogno finanziario è per obbligazioni esigibili nell'esercizio finanziario 2022.
Fino all'emanazione dei decreti di riparto del Fondo, per la prosecuzione delle missioni in atto le amministrazioni competenti sono autorizzate a sostenere spese trimestrali determinate in proporzione alle risorse da assegnare a ciascuna missione. A tale scopo, su richiesta delle amministrazioni competenti, sono autorizzate anticipazioni di tesoreria trimestrali, da estinguere entro trenta giorni dall'assegnazione delle risorse di cui al comma. Si segnala, infine, che il decreto legge n. 148 del 2017 ha novellato l'articolo 4 della "legge quadro" al fine di inserirvi una specifica disposizione in materia di flessibilità del sistema di finanziamento, stabilendo che, fino all'emanazione dei decreti di riparto delle risorse del fondo, le amministrazioni interessate possano ottenere un'anticipazione di tesoreria non superiore al 75 per cento delle somme iscritte nel fondo missioni, tenuto conto delle spese quantificate nelle relazioni tecniche.
L'anticipazione del 75 per cento deve intervenire:
Ulteriori disposizioni della legge quadro regolano poi, il trattamento economico e assicurativo del personale impiegato nelle missioni internazionali e la normativa penale ad essi applicabile. |
La partecipazione italiana a nuove missioni internazionali per l'anno 2022La deliberazione n. 83 adottata dal Consiglio dei ministri il 15 giugno 2022 (Doc. XXV, n. 5) prevede l'avvio di 3 nuove missioni internazionali per il 2022, dettagliate alle schede n. 14-bis, 28-bis e 38-bis, quest'ultima la più importante sia in termini di consistenze che di priorità politiche, prevedendo la partecipazione italiana da aprile 2022 ai battlegroups della NATO in Bulgaria e Ungheria, nell'ambito delle misure di rafforzamento del fianco est della NATO in risposta all'aggressione russa dell'Ucraina. Complessivamente, per le nuove missioni da avviare nel 2022: v la La consisenza massima e il fabbisogno finanziario delle nuove missioniconsistenza massima annuale dei contingenti delle Forze Armate impiegati nei teatri operativi è pari a 1.575 unità (mentre la consistenza media è pari a 546 unità); v il fabbisogno finanziario per la durata programmata è pari complessivamente a euro 51.623.377, così distribuito su due anni:
In particolare, la scheda n. 14-bis/2022, allegata alla deliberazione n. 83 adottata dal Consiglio dei ministri il 15 giugno 2022 (Doc. XXV, n. 5), si riferisce all'avvio della partecipazione dell'Italia, per il periodo 1° gennaio - 31 dicembre 2022, alla Missione bilaterale di supporto alle Forze Armate del Qatar missione bilaterale di supporto alle Forze Armate del Qatar in occasione dei "Mondiali di calcio 2022". L'Italia parteciperà alla missione con 560 unità di personale militare, 46 mezzi terrestri, 1 mezzo navale, 2 mezzi aerei. Il fabbisogno finanziario della missione è pari a 10.811.025 euro (di cui 3.500.000 per obbligazioni esigibili nell'anno 2023).
La missione bilaterale ha lo scopo di fornire supporto alle Forze armate qatarine per l'implementazione del sistema di difesa e sicurezza in occasione dei "Mondiali di calcio 2022", che si svolgeranno in Qatar nel periodo compreso tra il 21 novembre ed il 18 dicembre 2022. Essi costituiscono un evento di rilevanza globale per copertura mediatica, valore economico e potenziali flussi di persone. Per il Qatar, l'organizzazione e la riuscita dell'evento assumono dunque straordinaria importanza, anche in virtù del complesso ambiente geopolitico in cui il Paese è inserito. In tale contesto, l'evento potrebbe potenzialmente essere oggetto di attività ostili di natura militare o terroristica condotte da stati terzi, attori non statuali, organizzazioni terroristiche transnazionali o singoli individui. I vertici qatarini hanno, pertanto, espresso l'auspicio che l'Italia - insieme a un gruppo ristretto di altri paesi, segnatamente Francia, Regno Unito, USA e Turchia - possa contribuire a garantirne la protezione. A tale fine, il Qatar, sotto la supervisione del Supreme Committee for Delivery and Legacy, ha costituito una Task Force, che si avvale di circa 5.000 uomini del Minister of Defense (MoD), a cui si aggiungono i contingenti militari internazionali. Le Forze militari dei Paesi contributori, tra cui l'Italia, concorrono nel supportare l'articolato apparato di difesa attraverso il soddisfacimento di specifiche richieste dello Stato ospitante, sia in fase preparatoria, sia in fase di condotta delle operazioni. In fase preparatoria, il contributo nazionale è costituito di esperti pianificatori militari, che contribuiscono alla stesura del piano di difesa dell'evento sportivo, durante le sedute di pianificazione congiunta svolte, di norma, in Qatar. In aggiunta, sono forniti corsi e moduli formativi in aree e campi di interesse qatarino, da svolgere in Italia e in Qatar. Durante la fase di condotta delle operazioni, è previsto lo schieramento, nel territorio del Qatar e nelle acque internazionali prospicienti, di un dispositivo nazionale interforze, posto sotto catena di comando esclusivamente nazionale, costituito da assetti CBRN (Chemical, biological, radiological and nuclear), Counter-IED (Counter Improvised Explosive Device), Counter-UAS (Counter Unmanned Aerial Systems), cinofili, una unità navale con elicotteri imbarcati e un radar di scoperta contro minaccia aerea. In aggiunta, sono schierati Advisors e Liaison Team tra le varie componenti del dispositivo di sicurezza. Al fine di garantire il coordinamento delle attività operative il comandante del contingente nazionale è ubicato presso l'autorità militare qatarina. La richiesta qatarina di supporto alle attività di difesa del Qatar in occasione dei "Mondiali di calcio 2022" si configura come il naturale corollario e il coronamento di una collaborazione tecnico-operativa e industriale avviata da anni e con grosse potenzialità di sviluppo/opportunità. La missione non ha un termine di scadenza predeterminato.
La scheda n. 28-bis/2022 si riferisce all'avvio della partecipazione dell'Italia, per il periodo 1° gennaio - 31 dicembre 2022, alla mMissione militare di formazione dell'UE in Mozambico denominata EUTM Mozambicoissione militare di formazione dell'UE in Mozambico denominata EUTM Mozambico. L'Italia parteciperà al dispositivo con 15 unità di personale militare. Il fabbisogno finanziario per la durata programmata è pari complessivamente ad euro 1.214.097. La missione militare di formazione dell'Unione europea in Mozambico (EUTM Mozambico) allo scopo di formare e sostenere le Forze armate mozambicane nella protezione della popolazione civile e nel ripristino della sicurezza e della protezione nella provincia di Cabo Delgado (Mozambico settentrionale), è stata istituita dal Consiglio dell'Unione europea il 12 luglio 2021 con la decisione (PESC) 2021/1143. La decisione del Consiglio è la risposta dell'UE alla richiesta, da parte delle autorità del Mozambico, di un impegno rafforzato dell'UE nei settori della pace e della sicurezza. Successive decisione UE hanno stabilito che la missione possa contare sui fondi dello European Peace Facility (EPF) per la fornitura di armi non letali: quella del 21 aprile 2022 di modifica della precedente di novembre ha previsto un ulteriore finanziamento di 45 milioni, portando il totale a 89 milioni di euro. Dal 2017 la sicurezza e la situazione umanitaria nella provincia di Cabo Delgado conoscono un deterioramento grave e costante. La nuova missione PSDC sarà uno degli strumenti dell'approccio integrato dell'UE alla crisi a Cabo Delgado, unitamente al sostegno alla costruzione della pace, alla prevenzione dei conflitti e al dialogo, all'assistenza umanitaria e alla cooperazione allo sviluppo, come anche alla promozione dell'agenda su donne, pace e sicurezza. Il mandato della missione è stabilito inizialmente in due anni dalla piena operatività. La missione fornirà formazione militare - che comprende preparazione operativa, formazione specializzata sulla lotta al terrorismo come anche formazione e istruzione sulla protezione dei civili e sul rispetto del diritto internazionale umanitario e del diritto in materia di diritti umani - alle unità delle Forze armate mozambicane che faranno parte di una futura forza di reazione rapida. Il contributo italiano alla missione dell'UE rientra nell'obiettivo nazionale di rafforzare la capacità dell'Unione di affrontare in maniera indipendente le crisi, ponendosi quale fornitore di sicurezza. Il contributo nazionale si concretizza nella disponibilità di personale di staff e addestratori. Il Comando della missione EUTM Mozambico è ubicato a Maputo, mentre le basi addestrative a Chimoio (Dongo training area) e Katembe.
La provincia settentrionale di Cabo Delgado è una terra periferica e storicamente poverissima, nota anche come Cabo Esquecido (cioè dimenticato), dal 2017 precipitata nel caos del jihadismo. L'erodersi della stabilità clanica locale è cominciata con l'arrivo delle "Big Oils" quando è stata scoperto il più grande giacimento di gas naturale del pianeta al largo di Palma: nel 2010 iniziano le esplorazioni di gas e petrolio, nel 2009 avviene la scoperta dei rubini la cui produzione va a regime nel 2010, facendone nel 2016 il primo produttore mondiale; sempre attorno al 2010 arrivano gli esportatori cinesi e vietnamiti di legno e illegalmente di avorio. È allora che iniziano le espropriazioni delle terre ed arrivano i minatori illegali e faccendieri d'ogni genere (Pemba sarebbe anche l'hub della droga). Tutto si innesta in conflitti più antichi come quello sulla proprietà e l'usufrutto della terra. Dopo la scoperta di enormi giacimenti di gas naturale al largo di Mamba ad opera di Eni nel 2013, anche per la situazione di sicurezza on-shore, Eni ha scelto di puntare su estrazione e liquidazione del gas off-shore. Dal 2017 la sicurezza e la situazione umanitaria nella provincia di Cabo Delgado conoscono un deterioramento grave e costante: tra gruppi armati jihadisti e gruppi anti-guerriglia, la popolazione è presa tra due fuochi. La perdita progressiva del controllo della provincia aveva spinto le autorità di Maputo a rivolgersi a fornitori di contractors, tra cui la Wagner.
La scheda 38-bis/2022, allegata alla deliberazione n. 83 adottata dal Consiglio dei ministri il 15 giugno 2022 (Doc. XXV, n. 5), si riferisce all'avvio della partecipazione dell'Italia, per il periodo 1° aprile - 31 dicembre 2022, al pPotenziamento della presenza della NATO nell'area sud-est dell'Alleanza.otenziamento della presenza della NATO nell'area sud-est dell'Alleanza. L'Italia parteciperà al dispositivo con 1.000 unità di personale e 380 mezzi terrestri. Il fabbisogno finanziario per la durata programmata è pari complessivamente ad euro 39.598.255 (di cui euro 15.000.000 per obbligazioni esigibili nel 2023). La presenza avanzata della NATO in Slovacchia, Bulgaria, Romania e Ungheria è costituita dallo schieramento di gruppi tattici multinazionali, ciascuno guidato da una Framework Nation complementari alle forze dei Paesi ospitanti. In risposta all'invasione su larga scala dell'Ucraina da parte della Russia nel 2022, infatti, gli Alleati hanno attivato i piani di difesa della NATO e dispiegato migliaia di truppe supplementari da entrambe le sponde dell'Atlantico. Oltre 40.000 truppe, insieme a significativi mezzi aerei e navali, sono ora sotto il diretto comando della NATO nella parte orientale dell'Alleanza, supportate da altre centinaia di migliaia di truppe provenienti dai dispiegamenti nazionali degli Alleati. La NATO ha rapidamente istituito quattro nuovi gruppi tattici multinazionali in Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia, oltre ai gruppi tattici già esistenti in Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia. Gli otto gruppi tattici si estendono lungo tutto il fianco orientale della NATO, dal Mar Baltico a nord al Mar Nero a sud. Inoltre, al Vertice di Madrid del giugno 2022, gli alleati hanno concordato un cambiamento fondamentale nella deterrenza e nella difesa della NATO. Ciò include il rafforzamento delle difese avanzate, il potenziamento dei gruppi tattici nella parte orientale dell'Alleanza fino al livello di brigata, la trasformazione della Forza di risposta della NATO e l'aumento del numero di forze ad alta prontezza a ben oltre 300.000 unità. Tutto ciò sarà sostenuto da un maggior numero di equipaggiamenti e rifornimenti pre-posizionati, da più capacità dispiegate in avanti e da piani di difesa aggiornati, con forze pre-assegnate alla difesa di specifici Alleati. Tutto ciò costituisce la più grande revisione della difesa collettiva e della deterrenza alleata dai tempi della Guerra Fredda. La consistenza massima del contingente nazionale impiegato nei dispositivi è fissata in 1.000 unità, prevedendo diversi contributi che si estrinsecano in unità di manovra e di supporto al combattimento, inclusa una struttura sanitaria, integrate dai contributi di altri alleati nell'ambito di un dispositivo multinazionale. In particolare, il dispositivo nazionale consta di una componente di manovra e una logistica potenziate attraverso un team per la protezione cibernetica delle reti è configurato per l'acquisizione del ruolo di nazione quadro (Framework Nation) del dispositivo multinazionale in Bulgaria. Dal Comunicato del 6 giugno 2022 n. 36 del Ministro Guerini sul sito del Ministero della Difesa, risulta che la Bulgaria ha accolto l'offerta dell'Italia di assumere il ruolo di framework nation nell'ambito del dispositivo. Il contributo massimo nazionale di 1.000 unità sarà dunque articolato in maniera modulare tra Bulgaria (circa 750 unità) ed Ungheria. Sarà, inoltre, possibile, compatibilmente con la missione, svolgere delle attività per incrementare/implementare l'interoperabilità con gli assetti aero-navali nazionali impegnati in altre attività alleate nella regione. Tale operazione NATO non ha un termine di scadenza predeterminato. |
La proroga della partecipazione italiana alle missioni internazionali per l'anno 2022Il Doc. XXVI n. 5 fa riferimento alla deliberazione del Consiglio dei ministri del 15 giugno 2022, concernete la Relazione del Governo sull'andamento delle missioni internazionali e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo nell'anno 2021, anche ai fini della loro proroga nell'anno 2022 (articolo 3, comma 1, primo periodo, della "legge quadro sulle missioni internazionali" cfr. sopra).
Per ciascuna missione è allegata una scheda analitica con indicazione dell'area geografica di intervento, degli obiettivi della missione, della base giuridica di riferimento, della composizione degli assetti da inviare (compreso il numero massimo delle unità di personale coinvolte), della durata programmata e del fabbisogno finanziario per l'anno in corso.
È, inoltre, allegata la relazione tecnica di quantificazione degli oneri riferiti alla durata programmata che tiene conto delle quote di spesa relative all'adempimento di obbligazioni esigibili nell'anno 2023
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Per quanto riguarda le missioni di cui la deliberazione del 15 giugno 2022 propone la proroga nell'anno 2022 Assetti complessivi di personale e mezzi finanziari la consistenza massima annuale complessiva dei contingenti delle Forze armate impiegati nei teatri operativi è pari a 8.505 unità, mentre la consistenza media è pari a 5.978. Il maggior numero di missioni è presente nel continente africano, ma con riferimento alla consistenza numerica delle unità impiegate nei diversi teatri operativi, il maggior numero di militari autorizzato è in Europa. Nel 2021 il maggior numero di militari italiani era presente in Asia. A tal riguardo si segnala che ai fini del calcolo dei contingenti complesivamente impegnati nelle operazioni all'estero nell'anno 2022, occorre considerare sia le 1.575 unità previste dal DOC XXV. 5 (nuove missioni 2022), sia le unità da ultimo prorogate con il decreto legge n. 14 del 2022, pari a 1.980 unità (cfr.infra). Considerando anche i richiamati dati il totale di unità è pari a 12.183 unità di cui 12.060 appartenenti alle Forze armate, 64 alla Polizia di Stato, 57 alla Guardia di finanza e 2 alla Magistratura. Grafico 1 – Unità di personale impiegato nelle missioni internazionali per continente
Fonte: rielaborazione Servizio Studi – Dipartimento Difesa, su dati dei Doc. XXV (n. 4 e n. 5), Doc. XXVI (n. 4 e n. 5) e D.L. n. 14/2022.
Grafico 2 – Personale impiegato nelle missioni internazionali per continente (valori percentuali)
Fonte: rielaborazione Servizio Studi – Dipartimento Difesa, su dati dei Doc. XXV (n. 4 e n. 5), Doc. XXVI (n. 4 e n. 5) e D.L. n. 14/2022.
Il fabbisogno finanziario relativo alle missioni e agli interventi di cooperazione contemplati nel DOC XXVI n. 5 è pari a € 1.629.583.978 di cui € 1.171.307.698 a carico della Difesa, € 408.691.229 a carico del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, € 3.709.942 a carico del Ministero dell'Interno, € 176.196 sono a carico del Ministero della Giustizia e € 15.698.913 a carico del Ministero dell'Economia e delle finanze. Per il mantenimento del dispositivo info-operativo dell'AISE nel 2022, a carico della Presidenza del Consiglio dei ministri, il fabbisogno finanziario per la durata programmata è pari a euro 30.000.000 (con un incremento di 4.000.000 rispetto al 2021)
Per un confronto con le missioni autorizzate nell'anno 2021 si rinvia al successivo paragrafo: "Tabella di raffronto" e al dossier
"
Autorizzazione e proroga delle missioni internazionali nell'anno 2021"
Grafico 3 – Ripartizione per Amministrazione delle autorizzazioni di spesa relative alle proroghe delle missioni internazionali e degli interventi di cooperazione allo sviluppo nel 2022
Fonte: elaborazione Servizio Studi – Dipartimento Difesa, su dati del
Doc. XXVI n. 5 (relazione tecnica).
Ai fini di una valutazione degli oneri complessivi relativi a tutte le missioni in corso di svolgimento nel 2022 occorre,altresì, considerare i costi relativi alle nuove missioni pari a € 51.623.377 (DOC XXV n.5) - e a quelli relativi alle missioni prorogate nel DL 14 del 2022, pari a € 174.581.253. Il totale complessivo delle spese per le missioni nel 2022 è pertanto pari a € 1.855.788.608.
Per quanto La proroga delle missioni in Europariguarda l'Europa, la richiesta di proroga per il periodo 1° gennaio 2022 - 31 dicembre 2022 concerne la partecipazione di personale militare alle seguenti sei missioni internazionali: - NATO Joint Enterprise nei Balcani (scheda 1/2022); - European Union Rule of Law Mission in Kosovo-EULEX Kosovo (scheda 2/2022); - EUFOR ALTHEA in Bosnia-Erzegovina (scheda 3/2022); United Nations Peacekeeping Force in Cyprus- UNFICYP (scheda 4/2022); NATO Sea Guardian nei Mar Mediterraneo (scheda 5/2022); - EUNAVFOR MED operazione Irini (scheda 6/2022). In Europa, hanno, altresì, luogo la missione di cui alla scheda 42/2022, concernente la partecipazione di 17 unità di personale della Polizia di Stato alla missione dell'Unione Europea denominata EULEX Kosovo, la missione di cui alla scheda 43/ 2022, riguardante la partecipazione di una unità di personale della Polizia di Stato alla missione UNMIK delle Nazione Unite e la missione di cui alla scheda 44/ 2022 relativa alla partecipazione 71 di Forze di Polizia alla Missione di assistenza alla Polizia albanese. In relazione alle richiamate missioni quella che impegna il maggior numero di militari italiani è la missione NATO Joint Enterprise nei Balcani, con un incremento, rispetto al 2021, di 852 unità di personale, 137 mezzi e un mezzo aereo (totale complessivo 1.490 unità, 367 mezzi terrestri e due mezzi aerei). Rispetto al 2021 non risulta prorogata la partecipazione di un magistrato collocato fuori ruolo del Ministero della Giustizia alla missione civile dell'Unione europea, denominata European Union Advisory Mission Ukraine (EUAM Ukraine), di cui alla scheda n. 43/bis del DOC XXV n. 4 del 2021. Risultano, invece, ridimensionati, in maniera significativa rispetto al 2021, gli assetti della missione EUNAVFOR MED Irini (scheda 6/2022), sia in termini di unità impiegate (da 596 a 406), sia in termini di mezzi navali (da 2 a 1) e aerei (da 3 a 2). Con riferimento al La proroga delle missioni in Asiacontinente asiatico la richiesta di proroga per il periodo 1° gennaio 2022 - 31 dicembre 2022 concerne la partecipazione di personale militare alle seguenti otto missioni internazionali: United Nations Interim Force in Lebanon- UNIFIL (scheda 7/2022); - Missione bilaterale di addestramento delle forze armate libanesi- MIBIL (scheda 8/2022); - Missione bilaterale di addestramento delle forze di sicurezza palestinesi (scheda 9/2022); Coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh (scheda 10/2022); - NATO Mission in Iraq (scheda 11/2022); European Union Advisory Mission in support of Security Sector Reform in Iraq- EUAM Iraq (scheda 12/2022); - United Nations Military Observer Group in India and Pakistan- UNMOGIP (scheda 13/2022); - personale militare impiegato negli Emirati Arabi Uniti, in Kuwait, in Bahrain, Qatar e a Tampa per le esigenze connesse con le missioni in Medio Oriente e Asia (scheda 14/2022). In Asia, hanno, altresì, luogo le missioni di cui alle schede 35/2022 e 45/2022, concernenti, rispettivamente, la proroga della partecipazione italiana al dispositivo aeronavale nazionale per attività di presenza, sorveglianza e sicurezza nello Stretto di Hormuz (EMASOH 200 unità, 1 mezzo aereo e 2 mezzi aerei) e la partecipazione di 3 unità di personale della Polizia di Stato e 1 magistrato fuori ruolo alla missione EUPOL COPPS. La partecipazione italiana più significativa in Asia si rinviene nella missione UNIFIL in Libano (1.169 unità, 368 mezzi terrestri, un mezzo navale e 7 mezzi aerei) e nella coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh (650 unità, 97 mezzi terrestri e 11 mezzi aerei). Con riferimento a quest'ultima missione si prevede un incremento di 13 mezzi terrestri e una diminuzione di 250 unità di personale militare. In relazione alla missione UNIFIL si prevede un ridimensionate negli assetti di personale pari a 132 unità. Va, peraltro, rilevato che con riferimento all'Iraq risultano incrementati di 330 unità, 75 mezzi terrestri e 8 mezzi aerei gli assetti della missione NATO denominata NATO Mission in Iraq (scheda 11/2022 ) per un totale di 650 unità, 100 mezzi terrestri e 8 mezzi aerei, mentre in relazione al Libano è diminuita di 155 unità e 97 mezzi la partecipazione alla missione bilaterale di addestramento delle Forze armate libanesi (MIBIL, scheda 8/2022) per un totale di 160 unità, un mezzo navale e un mezzo aereo). Rispetto al 2021 non risulta prorogata la partecipazione italiana alle missioni Resolute Support in Afghanistan (scheda 7 /2021, con assetti pari a 1.000 unità, 127 mezzi terrestri e 16 mezzi aerei) e EUBAM Rafah (scheda 11 /2021 con assetti pari a una unità). Per quanto riguarda il La proroa delle missioni in Africacontinente Africano, la richiesta di proroga per il periodo 1° gennaio 2022 - 31 dicembre 2022 concerne la partecipazione di personale militare alle seguenti 18 missioni internazionali: United Nations Support Mission in Libya- UNSMIL (scheda 15/2022); Missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (scheda 16/2022); - Missione bilaterale di cooperazione in Tunisia (scheda 17/2022); - MINUSMA in Mali (scheda 18/2022); - European Union Training Mission Mali- EUTM Mali (scheda 19/2022); - EUCAP Sahel Mali (scheda 20/2022); - EUCAP Sahel Niger (scheda 2112022); - Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger (scheda 22/2022); Task Force TAKUBA di contrasto alla minaccia terroristica nel Sahel (scheda 23/2022); - United Nations Missionfor the Referendum in Western Sahara- MINURSO (scheda 24/2022); - Multinational Force and Observers in Egitto- MFO (scheda 25/2022); - European Union Training Mission Repubblica Centrafricana- EUTM RCA (scheda 26/2022); - European Union Military Operation Atalanta (scheda 27/2022); European Union Training Mission Somalia- EUTM Somalia (scheda 28/2022); - EUCAP Somalia (scheda 29/2022); United Nations Assistance Mission in Somalia- UNSOM (scheda 30/2022); - Missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane, dei fìmzionari yemeniti e delle forze armate gibutiane (scheda 31/2022); - Personale impiegato presso la base militare nazionale nella Repubblica di Gibuti per le esigenze connesse con le missioni internazionali nell' area del Corno d'Africa e zone limitrofe (scheda 32/2022). Hanno altresì luogo in Africa le missioni di cui alle schede 34/2022, 36/2022 e 46/2022 concernenti, rispettivamente, la proroga di: - 190 unità di personale militare al dispositivo aeronavale nazionale per attività di presenza, sorveglianza e sicurezza nel Golfo di Guinea (oltre ad un mezzo navale e due mezzi aerei); - 7 unità di personale militare al dispositivo NATO denominato Implementation of the Enhancement of the Framework for the South; - 3 unità di personale della Polizia di Stato, di un Ufficiale della Guardia di finanza e di 1 magistrato alla missione UE denominata European Union Border Assistance in Libya (EUBAM Libya);
Con riferimento al continente Africano, la presenza italiana più consistente è nellaLa proroga delle missioni in Libia missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (400 unità, 69 mezzi terrestri, 2 mezzi aerei, cfr. scheda 16/2022) il cui obiettivo è di assistere il Governo di Accordo nazionale libico attraverso lo svolgimento di una serie di compiti (assistenza sanitaria, corsi di sminamento, formazione delle forze di sicurezza, assistenza nel controllo dell'immigrazione illegale, ripristino dell'efficienza degli assetti terrestri, navali ed aerei comprese le relative infrastrutture, attività di capacity building, ricognizioni sul territorio per individuare le attività di supporto necessarie, garanzia della cornice di sicurezza per il personale impiegato). Fra i compiti della missione sono confluite pertanto le attività della precedente missione denominata operazione Ippocrate, terminata come missione autonoma il 31 dicembre 2017, il cui obiettivo era fornire supporto sanitario al Governo di Accordo nazionale libico, mediante l'installazione di un ospedale da campo presso l'aeroporto di Misurata. Si segnala, inoltre, che sempre con riferimento alla Libia la scheda n. 33 del 2022 contempla la missione in supporto alla Marina libica, richiesta dal Consiglio presidenziale -Governo di accordo nazionale libico, nell'ambito del più generale dispositivo aeronavale nazionale apprestato per la sorveglianza e la sicurezza dei confini nazionali nell'area del Mediterraneo centrale, denominato Mare Sicuro. Gli assetti di questa missione sono costituiti da 774 unità, 6 mezzi navali di cui una unità navale dedicata all' assistenza tecnica della Marina libica, di massima stanziata a Tripoli e 8 mezzi aerei. Con riferimento alla Libia la scheda n. 47/ 2022 (ex 48/2021) reca, poi, la proroga, per l'anno 2022, della partecipazione di 25 unità di personale del Corpo della guardia di finanza alla missione bilaterale di assistenza nei confronti delle Istituzioni libiche preposte al controllo dei confini marittimi. Gli assetti di questa missioni risultano rimodulati con una riduzione da 49 a 25 unità di personale e un incremento da 3 a 4 dei mezzi terrestri. Invariata la presenza di una unità navale. Il fabbisogno complessivo della missione è incrementato di € 1.368.84 (da € 10.479.140 a € 11.848.004).
In relazione alla missione in esame si ricorda che la
La Risoluzione Doc. XXIV n.48 del Senato
Risoluzione Doc. XXIV n.48, approvata dalle Commissioni riunite 3ª e 4ª del
Senato a conclusione dell'esame dell'affare assegnato sul
(Doc. XXVI, n. 4 "proroga missioni 2021") impegna il Governo "a verificare, dalla prossima programmazione, le condizioni per il superamento della missione di assistenza alle istituzioni libiche preposte al controllo dei confini marittimi (scheda 48/2021), trasferendone le funzioni ad altre missioni, per consolidare il ruolo dell'Italia in Libia, razionalizzare la catena di comando e potenziare il coinvolgimento europeo".
Per quanto riguarda
la Camera con la risoluzione n.
6-00194
Migliore,
Ferrari,
Quartapelle Procopio,
Maria Tripodi,
Ripani,
Iovino,
Ermellino, approvata dalla Camera il 15 luglio 2021, si impegna il Governo "a verificare dalla prossima programmazione le condizioni per il superamento della suddetta missione, trasferendone le funzioni ad altre missioni per consolidare il ruolo dell'Italia in Libia, razionalizzare la struttura di comando e potenziare il ruolo europeo, tenuto conto che la Missione bilaterale MIASIT Libia, frutto della riconfigurazione della precedente Operazione «Ippocrate», è finalizzata a fornire assistenza e supporto al Governo libico allo scopo di incrementare le capacità delle Istituzioni locali, in armonia con le linee di intervento decise dalle Nazioni Unite, mediante supporto sanitario e umanitario,
security force assistance e stability policing, nonché ad agevolare attività di formazione e addestramento sia in Italia che in Libia e tenuto conto che la graduale attribuzione alla missione Irini della funzione di formazione e addestramento delle unità navali libiche preposte al controllo dei c
La risoluzione n. 6-00194 della Camera
onfini marittimi sarà possibile una volta sottoscritto un Memorandum tra Irini e le Autorità libiche relativo alle attività di
training nell'ambito del contrasto al traffico di esseri umani".
Sempre con riferimento al continente africano si segnala che rispetto al 2021 risultano ridimensionati in maniera significativa, sia gli assetti della missione di cui alla scheda 27/2022, che reca la proroga della partecipazione di personale militare alla missione UE antipirateria denominata Atalanta (da 388 unità di personale a 199, da 2 unità navali ad una e da 4 mezzi Aerei a 2), sia quelli relativi al richiamato dispositivo aeronavale nazionale per attività di presenza, sorveglianza e sicurezza nel Golfo di Guinea ( da 394 a 190 unità di personale militare, da 2 a 1 mezzo navale, da 4 a 2 mezzi aerei). Risulta, invece incrementata di 55 unità la partecipazione di personale militare alla missione bilaterale di supporto in Niger (scheda 22/2022 per un totale 350 unità, 100 mezzi terrestri e 6 mezzi aerei).
Per quanto concerne, poi, la partecipazione del personale militare italiano al pPotenziamento di dispositivi NATO sul fianco est est dell'Alleanzaotenziamento di dispositivi NATO sul fianco est dell'Alleanza, come sopra evidenziato, la scheda, 38-bis 2022 del DOC XXV n. 5 concerne la nuova missione nell'area sud-est dell'Alleanza, con 1.000 unità di personale, da modulare tra Bulgaria e Ungheria e 380 mezzi terrestri. Si ricorda, inoltre, che il decreto legge n. 14 del 2022 ha disposto la partecipazione, fino al 30 settembre 2022, di personale militare alle iniziative della NATO per l'impiego della forza ad elevata prontezza, (dispositivo Very High Readiness Joint Task Force -VJTF). Il contributo dell'Italia è rappresentato da 1.350 unità di personale militare, di cui 1.278 facenti parte della VJTF e le restanti per il supporto logistico. Si prevede, inoltre, l'impiego di 77 mezzi terrestri e 5 mezzi aerei e 2 unità navali operative nel secondo semestre del 2022. Il dLe missioni autorizzate dal DL 14 del 2022 e le modifiche previste dalla deliberazione del 15/06/2022ecreto legge n. 14 del 2022 ha, poi disposto la proroga, per tutto il 2022, della partecipazione di personale militare nei seguenti dispositivi della NATO: a) Dispositivo per la sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza.
L'Italia contribuisce con
un velivolo KC-767 dell'Aeronautica per il rifornimento in volo dei velivoli radar AWACS di proprietà comune della NATO impegnati nelle attività di sorveglianza dello spazio aereo dei Paesi membri dell'Europa orientale e dell'area sud-orientale dell'Alleanza. L'Italia continuerà, inoltre, ad assicurare
un ulteriore assetto aereo (CAEW) per incrementare le capacità di sorveglianza dello spazio aereo nell'area sud-orientale (assetti di personale e mezzi non modificati dalla delibera in esame cfr.
infra).
b) Dispositivo per la sorveglianza navale nell'area sud dell'Alleanza.
L'Italia partecipa
con 235 unità, 2 mezzi navali un mezzo aereo (assetti di personale e mezzi modificati dalla delibera in esame cfr.
infra).
c) Dispositivo in Lettonia (Enhanced Forward Presence).
Il contributo nazionale, inserito nell'ambito del
Battlegroup a
framework canadese, consta di
250 unità di personale militare e
139 mezzi terrestri. (Assetti di personale non modificati dalla delibera in esame cfr.
infra).
d) Dispositivo Air Policing per la sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza.
Il contributo nazionale in questa missione è pari a
130 unità. È previsto l'impiego di n.
12 mezzi aerei. Il fabbisogno finanziario per la durata programmata è pari a euro 37.267.925 ( (assetti di personale modificati dalla delibera in esame cfr.
infra).
In relazione alle richiamate operazioni la deliberazione del Consiglio dei ministri del 15 giugno 2022 lascia immutati gli assetti del dispositivo relativo alla presenza di personale militare in Lettonia. Per quanto concerne le altre operazioni, il dispositivo per la sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza, oggetto della scheda 37/2022, risulta rimodulato limitatamente ad un incremento del numero di ore di volo. Con riferimento, poi, al dispositivo per la sorveglianza navale dell'area sud, oggetto della scheda 38/2022, la rimodulazione riguarda l 'incremento del numero di unità navali da impiegare (da 2 a 3) e di personale (403 unità che si aggiungono alle 235 già autorizzate) e i giorni di navigazione degli assetti navali già autorizzati. Da ultimo, in relazione al potenziamento dell'Air Policing della NATO per la sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza, oggetto della scheda 39 /2022, ferma restando la composizione degli assetti aerei già autorizzati (12 mezzi aerei), la delibera in esame prevede l'incremento sia del personale di supporto alle operazioni (170 unità che si aggiungono alle 130 unità già autorizzate dal DL 14 del 2022), sia del numero delle ore di volo. |
Gli interventi di cooperazione e sviluppo autorizzati nel 2022Le spese per la cooperazione internazionale programmate dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale programmate per il periodo 1° gennaio - 31 dicembre 2022 ammontano ad un totale di 408.691.229 euro, di cui 338.841.229 euro per obbligazioni esigibili nel 2022 e 69.850.000 euro per obbligazioni esigibili nel 2023; si ricorda che nel 2021 erano state stanziate risorse pari a 341.600.000 euro. Per un confronto con gli interventi del 2021 si rinvia al successivo paragrafo "tabella di raffronto". La scheda 48 fa riferimento ad una serie d'interventi di cooperazione in Africa, Afghanistan Medio Oriente e Balcani occidentali, intesi a favorire una ripresa migliore e sostenibile dalla crisi generata dalle conseguenze della pandemia da Covid 19, attraverso:
La quantificazione del fabbisogno finanziario per gli interventi richiamati, riferita al 2022 è pari a 290.661.229 euro di cui 40.000 per obbligazioni esigibili nel 2023; si ricorda che nel 2021 il fabbisogno complessivo è stato di 135.000.000 euro.
La scheda 49 fa invece riferimento ad interventi di sostegno ai processi di pace, stabilizzazione e rafforzamento della sicurezza in Nord Africa e Medio Oriente (in particolare Libia, Tunisia, Giordania, Siria, Libano, Iraq e Yemen), Afghanistan, Africa sub-sahariana (Somalia e altri Paesi del Como d'Africa, Mali e regione del Sahel, Africa occidentale) e America latina e caraibica (compresi Argentina, Bolivia, Colombia, Guatemala, Paraguay e Perù, Paesi CARICOM, Cuba e Repubblica Dominicana), Europa e Paesi non UE dei Balcani occidentali (Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro. Macedonia del Nord, Serbia). Gli obiettivi di tali interventi sono:
L'area geografica di riferimento della scheda 50 riguarda Nord Africa, Medio Oriente, Sahel ed altre aree di crisi in cui l'ONU svolge attività di prevenzione dei conflitti e sostegno ai processi di pace, stabilizzazione, post-conflitto e transizione democratica; Paesi destinatari di programmi della NATO di rafforzamento delle istituzioni e degli enti di sicurezza e difesa; Paesi in cui si svolgono le Missioni civili dell'OSCE; Paesi della sponda sud del Mediterraneo Partner dell'OSCE e membri dell'Unione per il Mediterraneo; Paesi in cui si svolgono le Missioni civili dell'UE; Unione Europea, con riferimento sia ad attività a cura del SEAE (seminari, eventi formativi) che a quelle dell'European lnstitute of Peace, del Centro di Eccellenza per il contrasto alle minacce ibride con sede ad Helsinki in Finlandia e del Centro di Eccellenza per la gestione civile delle crisi con sede a Berlino; Paesi non-UE dell'Iniziativa Centro-Europea, dell'Iniziativa Adriatico Ionica e del Regional Cooperation Council; Paesi non-UE in Asia, Africa e Sud Est Europa beneficiari di iniziative di prevenzione e contrasto dell'estremismo violento. Queste le finalità finanziati con le risorse previste dalla scheda in commento:
Per tali esigenze, la quantificazione del fabbisogno finanziario per l'annualità corrente è pari a 22.230.000 euro, di cui euro 6.750.000 per obbligazioni esigibili nell'anno 2023. Si ricorda che nell'esercizio pregresso lo stanziamento è stato di 16.800.000 euro.
La scheda 51 fa riferimento alle aree di crisi (Afghanistan, Arabia Saudita, Egitto, Guinea, Iraq, Kosovo, Libano, Libia, Niger, Nigeria, Pakistan, Palestina, Repubblica democratica del Congo, Somalia, Sud Sudan, Venezuela) e ovunque il grado di protezione esistente non garantisca adeguatamente la sicurezza delle sedi e l'incolumità del personale e degli utenti degli uffici diplomatico-consolari. L'obiettivo di questi finanziamenti è controllare e rafforzare i sistemi di protezione delle sedi diplomatico-consolari, anche di nuova istituzione, degli istituti italiani di cultura, delle scuole italiane all'estero e delle organizzazioni internazionali, e del relativo personale, in linea con i parametri tecnici concordati tra MAECI, DIS e Consiglio superiore dei lavori pubblici, adeguando i dispositivi di sicurezza attiva e passiva, anche mediante l'utilizzo di militari dell'Arma dei Carabinieri e il trasferimento del personale in edifici più sicuri, laddove non sia possibile portare a termine gli interventi necessari in tempi brevi. Per tali esigenze, la quantificazione del fabbisogno finanziario è pari a 48.500.000 euro per il 2022, così come previsto nel 2021. |
Tabella di raffronto
1 La proroga del dispositivo è stata effettuata dal D.L. 14/2022. La deliberazione del 15 giugno 2022 ha incrementato il fabbisogno finanziario previsto di euro 13.602.698.
2 La proroga del dispositivo è stata effettuata dal D.L. 14/2022. La deliberazione del 15 giugno 2022 ha incrementato il fabbisogno finanziario previsto di euro 32.475.673, di 403 unità di personale militare e di 3 mezzi navali.
3 La proroga del dispositivo è stata effettuata dal D.L. 14/2022.
4 La proroga del dispositivo è stata effettuata dal D.L. 14/2022, che aveva ridotto le unità di personale a 130. La deliberazione del 15 giugno 2022 ha incrementato il fabbisogno finanziario previsto di euro 41.556.923 e di 170 unità di personale militare.
* di cui, n. 5 militari per un periodo di 5 mesi (dal 1° gennaio al 31 maggio 2021); n. 10 militari per un totale di 30 giorni nel periodo dal 1° gennaio al 31 maggio 2021; n. 25 militari, per un periodo di 7 mesi (dal 1° giugno al 31 dicembre 2021); n. 9 militari del Reggimento Paracadutisti "Tuscania" dell'Arma dei Carabinieri per le esigenze di sicurezza dei militari della Guardia di Finanza in Libia.
Tabelle estratte dal Tema dell'attività parlamentare
Autorizzazione e proroga delle missioni internazionali nell'anno 2022 pubblicato sul sito della Camera dei Deputati.
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Quadro comparato sulle procedure autorizzative delle missioni internazionali negli altri Stati europei
Tramite la rete CERDP, alla fine del 2021 è stato rivolto dal Senato il quesito 4925 concernente le procedure autorizzative e il finanziamento delle missioni internazionali, diramato a tutti i Paesi membri dell'UE, al Regno Unito, alle Repubbliche baltiche, alla Norvegia (che tuttavia non ha risposto). Sulla base delle risposte della rete parlamentare, è stata predisposto il quadro seguente.
GermaniaGermania.
È solo dopo la fine della guerra fredda che la Corte Costituzionale Federale (Bundesverfassungsgericht) nella sentenza del 12 luglio 1994 ha affermato che le forze militari tedesche (Bundeswehr) sono un "esercito parlamentare" il cui dispiegamento all'estero richiede generalmente, secondo la Costituzione, la preventiva approvazione della Camera bassa del Parlamento (Bundestag). Il Bundestag è stato definito nella letteratura specializzata come "il campione del controllo parlamentare sulle missioni militari all'estero"[1]. Poiché la Costituzione tedesca (Legge fondamentale, Grundgesetz) non contiene previsioni dettagliate sulla procedura né sull'intensità del coinvolgimento del Bundestag, alla pronuncia della Corte è stata dato seguito con le previsioni della Legge sulla partecipazione parlamentare alle decisioni sull'impiego delle forze armate all'estero del 18 marzo 2005[2]. Si ritiene che la giurisprudenza della Corte costituzionale insieme alla successiva implementazione attraverso la legge abbiano dato vita ad "una prassi costituzionale di successo di coinvolgimento del Parlamento" nelle decisioni di dispiegamento delle forze all'estero, contribuendo ad accrescere la responsabilità politica e la trasparenza di tali decisioni. L'approvazione parlamentare è richiesta prima di ogni dispiegamento delle forze armate tedesche, tranne che in casi di pericolo imminente. In questi ultimi, il Governo federale può, in via eccezionale e per l'immediato, decidere l'invio di contingenti senza l'assenso del Parlamento. Tuttavia, ha poi l'obbligo di investire - il più presto possibile - la Camera bassa per la prosecuzione del dispiegamento. Se l'intervento si è già concluso, il Governo federale deve informare il Bundestag tempestivamente dei motivi della sua decisione e dei dettagli del dispiegamento; in questo ultimo caso, non è tuttavia obbligato a chiedere l'approvazione a posteriori. Le richieste di approvazione devono contenere anche informazioni sui costi previsti e sul finanziamento dell'intervento. Benché non sia posto un limite di durata delle autorizzazioni parlamentari di dispiegamento, si è affermata la prassi che il Parlamento approvi per 12-14 mesi l'intervento militare (che possono ridursi a 6 mesi nel caso di un mandato delle Nazioni Unite di corrispondente durata). L'approvazione parlamentare avviene in seduta plenaria del Bundestag[3]. Con poche eccezioni, le decisioni sul dispiegamento sono state prese in pratica tramite "votazioni per appello nominale" (namentliche Abstimmung)[4]. I dispiegamenti della Bundeswehr all'estero sono di norma finanziati dal bilancio federale; i corrispondenti fondi sono assegnati al Ministero federale della Difesa. Una volta che il Bundestag ha approvato il dispiegamento, i fondi previsti nel bilancio sono disponibili senza indugio. Se le spese eccedono il limite autorizzato, per la copertura della parte eccedente è necessario il consenso del Ministero federale delle Finanze, a meno che non sia prevista un'eccezione ai sensi della sezione 116 del Codice federale del bilancio.
SpagnaSpagna. Nel sistema spagnolo, la Costituzione attribuisce al Governo della Nazione la direzione della politica estera e di difesa e la legge del 2014 sull'azione esterna dello Stato prevede che la partecipazione delle Forze Armate alle missioni internazionali sia parte della politica estera della Spagna e che il Governo vi debba consentire. Tuttavia, secondo la Legge Organica 5/2005, del 17 novembre 2005, sulla Difesa Nazionale[5], è il Congresso dei deputati (camera bassa del Parlamento spagnolo[6]) a dover, in condizioni ordinarie, autorizzare preventivamente la decisione governativa di impiegare le Forze armate spagnole all'estero, in quelle operazioni che non siano direttamente collegate alla difesa della Spagna o all'interesse nazionale (Sez. 17.1)[7]. Inoltre, la Legge organica 5/2005 conferisce al Congresso dei deputati un ruolo importante nel controllo degli sviluppi delle operazioni militari all'estero. Infatti, secondo l'articolo 18, il Governo dovrà riferire periodicamente a tale Camera sugli sviluppi delle operazioni delle Forze Armate all'estero, entro un periodo non superiore a un anno. Nel caso in cui la situazione richieda "una risposta rapida o immediata per rispettare gli impegni internazionali", è prevista l'adozione di procedure di emergenza per la consultazione e l'autorizzazione del Congresso dei Deputati (Sezione 17.2). Infine, quando per ragioni di estrema urgenza non è possibile effettuare alcuna consultazione preventiva, la Sezione 17.3 contempla la possibilità di dispiegare le forze prima di ricevere l'autorizzazione del Congresso dei Deputati. In queste situazioni, il Governo sottoporrà la decisione al Congresso dei Deputati prima possibile, senza specificare un calendario, per la sua ratifica. Non è previsto un rinnovo periodico dell'autorizzazione del Congresso dei Deputati ad una missione internazionale. È il Governo che può approvare la partecipazione delle Forze Armate a missioni internazionali su base annuale e può adottare proroghe della stessa natura annuale. I regolamenti parlamentari non dettano criteri sull'assegnazione alla plenaria ovvero alla sola Commissione Difesa, bensì decide l'Ufficio di Presidenza del Congresso, volta per volta. Il finanziamento delle "missioni internazionali con la partecipazione delle Forze Armate spagnole" è approvato su base annuale dalla Legge sul bilancio dello Stato. In particolare, questo finanziamento è a carico del Ministero della Difesa, all'interno del programma 122M "Spese operative delle Forze Armate"[8]. Le "operazioni internazionali di mantenimento della pace" saranno considerate come un'altra missione operativa, alla quale saranno assegnate le risorse delle unità dispiegate o di nuova acquisizione. Questo programma include anche stanziamenti per la partecipazione delle Forze Armate alle operazioni di mantenimento della pace.
FranciaFrancia. Nel sistema semi-presidenziale francese, al Parlamento è riconosciuto un ruolo modesto nell'attuazione della politica di difesa, sia dalla lettera della Costituzione del 1958, sia secondo la prassi istituzionale. È solo a partire dalla riforma costituzionale del 2008, con la modifica delle disposizioni dell'articolo 35 della Costituzione, che il controllo parlamentare sulle operazioni militari all'estero ha conosciuto un rafforzamento. Ai sensi dell'articolo articolo 35, comma 2 della Costituzione, il Governo è tenuto ad informare il Parlamento della decisione di far intervenire le Forze Armate all'estero entro tre giorni dall'inizio dell'intervento ed a specificare gli obiettivi perseguiti. Le informazioni fornite possono dar luogo a un dibattito non seguito da una votazione. Secondo l'articolo 35, comma 3, della Costituzione, quando la durata dell'intervento supera i quattro mesi, il Governo deve sottoporre la proroga al Parlamento per l'autorizzazione. I dibattiti relativi a tale proroga si svolgono in una sessione ordinaria (nota come sessione unica), nella seduta plenaria delle rispettive Aule delle due Camere. Nel caso di disaccordo tra le Camere (il testo dell'approvazione deve essere identico), il Governo può chiedere che l'Assemblea Nazionale abbia l'ultima parola ("decisione definitiva"). Tale approvazione non è soggetta a ulteriore rinnovo. Per quanto riguarda i fondi per il finanziamento delle missioni, la legge n. 2018/607 di programmazione militare 2019-2025 del 13 luglio 2018 ha previsto che il Ministero delle Forze Armate si faccia carico gradualmente dell'intero costo delle operazioni militari all'estero, finora parzialmente finanziate da altri ministeri.
In AustriaAustria (Stato neutrale e come tale non membro della NATO) è prevista l'autorizzazione parlamentare in via preventiva da parte della Camera bassa, il Consiglio Nazionale che delibera in sede di Commissione principale (Main Committee). In caso di urgenza, il Governo può deliberare il dispiegamento immediato all'estero, ma la Main Committee potrà esercitare il potere di veto entro 2 settimane. Anche il rinnovo (su richiesta del Governo) può essere bloccato dal veto entro 2 settimane.
Anche in FinlandiaFinlandia l'autorizzazione del Parlamento deve essere data preventivamente: dalla sola commissione esteri o dall'intero Parlamento nel caso di missioni particolarmente impegnative in termini militari o per le quali non c'è un mandato ONU.
In SlovacchiaSlovacchia il Governo deve avere la previa approvazione del National Council. Non è previsto il rinnovo periodico ma il Consiglio Nazionale è chiamato ad approvare le modifiche del mandato della missione.
In Croazia Croazia l'approvazione del parlamento è preventiva, avviene su proposta del Governo e con il previo consenso del Presidente della Repubblica. In genere c'è un'autorizzazione cumulativa in vista dell'anno successivo o addirittura di due.
In SloveniaSlovenia è richiesta l'approvazione dell'Assemblea Nazionale e non del Consiglio nazionale.
L'autorizzazione parlamentare è preventiva ma è richiesta solo per una consistenza superiore ad una certa soglia in Irlanda e Svezia Irlanda e Svezia. In Irlanda (che non è membro della NATO) la partecipazione a missioni autorizzate dall'ONU viene approvata dal Governo e da una Risoluzione della Camera bassa (Dail eireann) prima dell'invio delle truppe, se il dispiegamento superi le 12 unità di personale militare. Non è prevista autorizzazione per il rinnovo.
In SveziaSvezia l'autorizzazione del Parlamento (monocamerale) deve essere data prima, se il dispiegamento delle Forze Armate supera la dimensione di un battaglione. La prassi è che siano concesse proroghe annuali. L'esame parlamentare avviene dapprima in sede di Commissione congiunta (che riunisce ad hoc i membri delle Commissioni Esteri e Difesa) e poi in Aula.
Non è prevista autorizzazione parlamentare a Cipro, in Portogallo e PoloniaCipro, in Portogallo ed in Polonia. Cipro non prevede alcuna autorizzazione parlamentare. In Polonia la decisione di inviare truppe all'estero spetta al Presidente della Repubblica che ne informa il Presidente del Sejm e il Presidente del Senato. Infine, in Portogallo è il Governo a decidere sull'invio di contingenti militari. Il Governo ha l'obbligo di informare il Parlamento ogni 6 mesi (a consuntivo) sull'andamento delle missioni cui prendono parte i militari portoghesi. In via di prassi, il Governo invia al Parlamento un rapporto dettagliato ogni mese. Quando una missione termina, il Governo deve trasmettere un rapporto finale entro 60 giorni. Inoltre il Governo informa il Parlamento sulle missioni che saranno svolte nell'anno successivo, una volta che il Consiglio Supremo le abbia approvate.
NeI tre Paesi europei qui di seguito non c'è un obbligo di approvazione parlamentare semmai una prassi recente. Il Regno UnitoRegno Unito prevede che l'invio delle Forze armate in situazioni di conflitti armati sia una prerogativa della Corona. Per l'invio di militari all'estero in situazioni di crisi, a partire dal 2011 si sarebbe stabilita una convenzione costituzionale di consultare il Parlamento; tuttavia, non c'è alcun obbligo per il Governo di conformarsi ad un voto del Parlamento sul punto, anche se sarebbe difficile sul piano politico per il Governo impegnarsi in un intervento militare senza il sostegno del Parlamento[9]. In OlandaOlanda l'impiego delle Forze Armate all'estero è una decisione del Governo, non è richiesta alcuna approvazione parlamentare. L'art. 97 della Costituzione stabilisce che il Governo ha l'autorità suprema sulle Forze Armate. Tuttavia l'art. 100 sulla partecipazione a missioni di peacekeeping prevede che il Governo informi previamente gli Stati Generali; ciò non è necessario nei casi in cui si applichi il dovere di intervenire per un obbligo di difesa collettiva. In BelgioBelgio il Governo federale deve informare la Camera dei Rappresentanti dove una commissione speciale è responsabile dei seguiti delle missioni internazionali. Sebbene sia invalsa la prassi di consultare la Camera sull'intervento militare all'estero e che sia votata una risoluzione, non c'è alcun obbligo per il Governo di conformarsi alla Risoluzione in quanto non vincolante.
In RomaniaRomania la decisione di inviare truppe all'estero viene assunta dal Presidente della Repubblica insieme al Consiglio supremo di difesa nazionale nel caso di missioni sotto il cappello NATO, ONU, OSCE, UE. Il Presidente ne informa il Parlamento entro 5 giorni; solo nel caso di missioni bilaterali su richiesta di uno Stato, la decisione sarà approvata dal Parlamento; nel caso infine di invio di osservatori, consiglieri ed istruttori militari entro il limite numerico stabilito dal Consiglio supremo di difesa, sarà approvata dal Ministro della Difesa, sentito il Ministro degli Affari Esteri e informandone il Consiglio supremo.
In UngheriaUngheria, non è richiesta l'approvazione dell'Assemblea Nazionale se si tratta di missioni ONU, NATO, UE o altre organizzazioni internazionali di sicurezza già ratificate dalla stessa Assemblea: in questi casi il Governo ha solo un obbligo di informazione. L'approvazione dell'Assemblea Nazionale è invece richiesta negli altri casi (come lo è stato nel caso della partecipazione alla Task Force Takuba) ed anche in caso di rinnovo.
Dipende invece dalla durata l'eventuale approvazione parlamentare in Repubblica CecaRepubblica Ceca. In Repubblica Ceca sono possibili due procedure: se il dispiegamento non supera il 60 giorni il Governo può decidere l'invio e deve informarne le Camere che possono sospendere tale decisione; altrimenti, il Parlamento (entrambe le Camere) deve approvare il dispiegamento delle Forze Armate all'estero. Non è previsto dalla normativa un rinnovo periodico, ma può essere regolato da convenzione costituzionale. In Bulgaria vi sono casi in cui l'approvazione dell'invio di militari all'estero spetta al Parlamento (come nel caso di invii di natura politico-militare, ad es. per la partecipazione a missioni di peacekeeping); altre in cui spetta al Consiglio dei Ministri (per missioni umanitarie o di natura non politico-militare o di natura umanitaria, ma anche per Althea, Sea Guardian, KFOR); in caso di dubbio sulla natura decide l'Assemblea Nazionale.
In relazione alle tre Rebubbliche balticheRepubbliche baltiche, Stati membri della NATO, in Lettonia l'approvazione della Saeima (Parlamento monocamerale) interviene dopo l'invio. In Lituania l'approvazione della Seimas (Parlamento monocamerale) avviene, dietro raccomandazione del Presidente della Repubblica, con voto su una Risoluzione che specifica anche il numero delle unità di personale militare autorizzate e la durata della missione. Nei casi di urgenza l'invio è deciso dal Presidente della Repubblica e poi sottoposto alla Seima appena possibile. In Estonia l'approvazione del Riigikogu (Parlamento monocamerale) interviene prima dell'invio nel caso di una missione che non sia di difesa collettiva.
Per quanto riguarda il punto del Finanziamento delle missioni internazionalifinanziamento delle missioni e l'allocazione di fondi, le risposte degli Stati - ove presenti - sono state molto stringate e tutte le risposte indicano che i finanziamenti sono recati dalla legge di bilancio annuale e allocati sullo stato di previsione del Ministero della Difesa; Cipro e Romania hanno risposto che finora non si sono verificati impieghi di contingenti all'estero. Più dettagliate sul punto le risposte di Germania, Spagna e Francia. In Germania gli impieghi all'estero della Bundeswehr sono di norma finanziati dal bilancio federale; i corrispondenti fondi sono assegnati al Ministero federale della Difesa. Una volta che il Bundestag ha approvato il dispiegamento, i fondi previsti nel bilancio sono disponibili senza indugio. Se le spese eccedono il limite autorizzato, per la copertura della parte eccedente è necessario il consenso del Ministero federale delle Finanze, a meno che non sia prevista un'eccezione ai sensi della sezione 116 del Codice federale del bilancio. In Spagna il finanziamento delle "missioni internazionali con la partecipazione delle Forze Armate spagnole" è approvato su base annuale dalla Legge sul bilancio dello Stato. In particolare, questo finanziamento è a carico del Ministero della Difesa, all'interno del programma 122M "Spese operative delle Forze Armate"[10]. Le "operazioni internazionali di mantenimento della pace" saranno considerate come un'altra missione operativa, alla quale saranno assegnate le risorse delle unità dispiegate o di nuova acquisizione. Questo programma include anche stanziamenti per la partecipazione delle Forze Armate alle operazioni di mantenimento della pace. In Francia, per quanto riguarda i fondi per il finanziamento delle missioni, la legge n. 2018/607 di programmazione militare 2019-2025 del 13 luglio 2018 ha previsto che il Ministero delle Forze Armate si faccia carico gradualmente dell'intero costo delle operazioni militari all'estero, finora parzialmente finanziate da altri ministeri. NOTE
[1] https://research.vu.nl/en/publications/the-bundestag-as-champion-of-parliamentary-control-of-military-mi
[2] Dopo questa legge si sono avute altre pronunce della Corte Costituzionale Federale. Per una loro disamina, cfr. Katja S. Ziegler,
Parliamentary war Powers. The Constitutional Framework of Military Deployment decisions in Germany, Univ. of Leicester School of Law Research Paper 2017, No. 17-06, p. 7.
[3] Le commissioni parlamentari, responsabili della difesa o degli affari esteri, sono tuttavia coinvolte nel processo decisionale ed elaborano raccomandazioni per la plenaria.
[4] Anche se è previsto che le decisioni su schieramenti di minore importanza possano essere prese con una procedura semplificata senza votazione, tale procedura è stata utilizzata raramente.
[5] Si ricorda che fu a seguito del ritiro del contingente spagnolo dall'Iraq nel 2004 che fu promosso un intervento legislativo per attribuire al Congresso un potere di veto in materia.
[6] Si ricorda che la Spagna è una Monarchia costituzionale basata sulla Costituzione del 1978. Il Parlamento (Cortes) è formato dal Congresso dei Deputati, che comprende 350 membri eletti a suffragio universale (sistema proporzionale con un effetto maggioritario dovuto alla presenza di piccole circoscrizioni) e dal Senato, composto da un numero variabile di senatori attualmente pari a 266, di cui 208 eletti direttamente (sistema maggioritario plurinominale) e 58 eletti dalle Assemblee legislative delle Comunità Autonome. Il Senato non vota la fiducia al Governo ed esercita la funzione legislativa con carattere subordinato rispetto al Congresso.
[7] Tali missioni devono soddisfare le seguenti condizioni:
a) essere effettuate su espressa richiesta del Governo dello Stato e si svolgeranno nel suo territorio; sono autorizzate da risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite o concordate, a seconda dei casi, da organizzazioni internazionali di cui la Spagna fa parte.
b) essere conformi agli scopi difensivi, umanitari, di stabilizzazione o di mantenimento e conservazione della pace previsti e ordinati dalle suddette organizzazioni.
c) essere conformi alla Carta delle Nazioni Unite e non contraddire o violare i principi del diritto internazionale convenzionale che la Spagna ha incorporato nel suo ordinamento giuridico.
[8] Questo programma comprende gli stanziamenti necessari per la preparazione e il funzionamento di tutte le unità delle Forze armate. Include gli stipendi di tutto il personale assegnato alla Forza e tutte le spese relative al suo dispiegamento, all'addestramento e alla partecipazione a manovre e operazioni, nonché le spese correnti delle caserme.
[9] Per approfondimenti si rinvia a
Parliamentary approval for military action - House of Commons Library.
[10] Questo programma comprende gli stanziamenti necessari per la preparazione e il funzionamento di tutte le unità delle Forze armate. Include gli stipendi di tutto il personale assegnato alla Forza e tutte le spese relative al suo dispiegamento, all'addestramento e alla partecipazione a manovre e operazioni, nonché le spese correnti delle caserme.
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