XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 491 di mercoledì 11 giugno 2025

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANTONIO D'ALESSIO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 94, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta in corso (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 10 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Questa notte The Washington Post ha pubblicato una notizia veramente inquietante, ovvero che 9.000 migranti negli Stati Uniti sono in procinto di essere deportati nella prigione di Guantánamo, la triste prigione di Guantánamo, famosa nel mondo per avere ospitato criminali o terroristi dell'ISIS, e, tra l'altro, sottoposta all'attenzione per gravi violazioni dei diritti umani. Tra questi 9.000 migranti, ci sarebbero 800 cittadini europei, britannici, francesi e anche italiani.

Ho letto che poco fa il Ministro degli Affari esteri Tajani ha detto che gli italiani non verranno trasferiti a Guantánamo, anche se The Washington Post cita fonti e documenti dell'Amministrazione del Dipartimento USA. Noi ci troviamo di fronte a un fatto di una gravità inaudita, non solo per quanto riguarda i cittadini italiani, ma per quello che sta succedendo negli Stati Uniti d'America, che non può lasciarci indifferenti. Glielo dico subito: sono qui a chiedere che il Ministro degli Affari esteri, Tajani, venga in Parlamento a informare su quello che sta accadendo.

Vogliamo sapere quali siano le ragioni che hanno portato al fermo di cittadini italiani, quali gravi violazioni avrebbero indotto l'Amministrazione USA a pensare di portare questi cittadini, insieme agli altri migranti, a Guantánamo. Detto questo, quello che sta accadendo, in questi giorni e in queste settimane, negli Stati Uniti d'America non può lasciare indifferente chiunque abbia un minimo senso del rispetto dei diritti umani e della civiltà.

Assistiamo a rapimenti in strada, senza mandato, da parte di un nucleo di Polizia voluto da Trump, che si chiama ICE, basati solo sul sospetto o sul colore della pelle. Questo, tra l'altro, lo dice il Governatore della California, non lo dice Angelo Bonelli. Vediamo persone che vengono fermate in strada, bambini ammanettati, donne separate dai propri figli che lavorano negli Stati Uniti d'America. Tutto quello che sta accadendo negli Stati Uniti d'America è profondamente disgustoso, è una forma di fascismo, perché lo si può definire solo così.

Vanno a cercare le persone nei ristoranti e nei luoghi, entrano nelle case, cercando di capire, in base ai tratti somatici, da dove vieni, chi sei e se hai il diritto di stare là o puoi essere espulso. Non chiederò mai la reciprocità - perché siamo democratici e siamo cittadini del mondo - di verificare se i cittadini USA o le persone che soggiornano in Italia rispettano i requisiti della legge italiana. Ma quello che sta accadendo negli USA è il simbolo di che cosa sta facendo questa destra globale del sovranismo nel mondo: questo è fascismo puro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)!

E non è che non voglio misurare le parole, perché, quando si rapiscono le donne in mezzo alla strada, separandole dai bambini che piangono in mezzo alla strada, perché non sanno più dove la mamma va, oppure quando si mettono le manette ai bambini, di che cosa si tratta, se non di quello che poc'anzi ho detto? C'è poco da essere fieri rispetto a una destra che oggi si ritiene alleata di questo modo disgustoso di procedere e di trattare gli esseri umani.

Quindi, chiediamo che il Ministro degli Affari esteri venga in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sul medesimo argomento, l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Mi associo alla richiesta del collega Bonelli perché il Governo riferisca al Parlamento al più presto possibile di quanto sta accadendo.

È un salto di scala drammatico. Fino ad oggi - scrive e ne dà conto anche Politico - a Guantanamo erano state portate 500 persone (da marzo ad oggi). A partire da oggi, mercoledì, invece è prevista una deportazione - così viene chiamata - di 9.000 persone in pochi giorni a Guantanamo, per fare posto nelle strutture sul suolo americano, e tra questi deportati a Guantanamo - con tutto quello che Guantanamo evoca, naturalmente - ci sarebbero centinaia e centinaia di europei, compresi cittadini italiani, che sono stati trovati negli Stati Uniti come irregolari, ma potrebbe anche essere un overstaying di persone entrate con visto regolarissimo che si sono trattenute, magari, qualche giorno in più. Penso che sia un fatto gravissimo.

Apprendo dal collega Bonelli che Tajani avrebbe detto che non ci sono italiani in questo gruppo. Le notizie di stampa, invece - seguiremo anche quello che accade oggi -, dicono il contrario. È un fatto gravissimo che un alleato dei Paesi europei, come storicamente sono stati gli Stati Uniti, si comporti in questo modo. Andare a Guantanamo significa stare lì per un periodo imprecisato, per poi essere espulsi e mandati nei Paesi di origine, quindi in questo caso in Italia.

È gravissimo che si arrivi a questo passaggio a Guantanamo, oltre a essere drammatica la situazione in generale e vi è il rischio che questi italiani, visto che di questo si tratta, finiscano per essere vittime di una accelerazione del tentativo di Trump di insistere su questi temi per sviare l'attenzione dai fallimenti sulla politica commerciale e non solo. Questo rischio è un rischio enorme e io credo che sia dovere del Governo italiano fare pienamente luce su quanto sta accadendo, riferire in Parlamento su quanto sta accadendo e prendersene cura, anche alzando la voce - questo rispetto alla Presidente Meloni - con quello che loro ritengono essere un amico, oltre che il Presidente pro tempore, di una potenza da sempre - almeno fino all'altro ieri - alleata dell'Europa e dell'Italia.

Quindi, è un fatto gravissimo su cui fare luce e riteniamo anche noi che ci sia il dovere politico del Governo italiano di riferire al Parlamento su quanto stia accadendo. Dopodiché, questo è un monito per tante altre cose - albanesi e non solo - ma su questo torneremo nelle sedi opportune.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sul medesimo argomento, l'onorevole Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Noi, come gruppo del Partito Democratico, ci associamo alle richieste dei colleghi Bonelli e Della Vedova, perché, Presidente, credo che sia divenuta del tutto inaccettabile e insopportabile l'afonia - l'eccesso di afonia rumorosa - del Ministro degli Esteri Tajani. Soprattutto, io credo che non è solo il fatto, in sé e per sé, di una gravità inaudita, che lede i cardini e i principi basilari dello Stato di diritto delle democrazie, ma soprattutto noi avvertiamo la necessità che il Ministro Tajani venga qui a spiegarci quali indicazioni sta ricevendo negli ultimi mesi dall'amministrazione degli Stati Uniti d'America.

Non sarà sfuggito a nessuno, Presidente, quanto ha denunciato il Financial Times rispetto alla richiesta dell'amministrazione americana, con la minaccia di reintrodurre i visti per i cittadini di nazionalità italiana, per la cui cosa questo Governo, con il favore delle tenebre, è intervenuto già spezzando la catena della trasmissione della cittadinanza degli italiani all'estero.

Allora noi, visto che riteniamo l'azione, soprattutto per quanto riguarda le italiane e gli italiani all'estero, del tutto inaffidabile da parte del Ministro degli Affari esteri, chiediamo - e ci associamo anche noi - affinché venga, con la massima urgenza, a raccontarci e a spiegarci come intende tutelare i nostri connazionali nel mondo e, nella fattispecie, quali saranno le azioni consequenziali e immediate che porrà in essere per evitare l'ennesima privazione di diritti fondamentali delle persone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sul medesimo argomento, l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Anche il MoVimento 5 Stelle si associa alla richiesta di informativa urgente al Ministro degli Affari esteri. Ovviamente condividiamo, sostanzialmente, tutta la questione che è stata sollevata dall'onorevole Bonelli. C'è un clima di crociata anti-immigrazione, una vera e propria crociata di tipo suprematista che si sta realizzando in queste ore a Los Angeles, negli Stati Uniti, dove vengono dispiegati la Guardia nazionale e i marines per comprimere, di fatto, delle libertà, perché non si tratta di intervenire su questioni di delinquenza ma addirittura si va ad agire violando i diritti umani di persone che fanno i camerieri o i cantanti. Non si tratta, quindi, di criminali.

Addirittura abbiamo lo spettro di Guantanamo: 9.000 persone saranno trasferite a Guantanamo, forse in via provvisoria, per poi essere rimpatriate. Fra queste 9.000 persone abbiamo anche 800-900 europei e di questi alcuni sono italiani. L'Italia vanta un'immigrazione negli Stati Uniti dall'Ottocento. C'è una situazione anche attualmente molto significativa e molti dei nostri ragazzi, soprattutto laureati, emigrano verso gli Stati Uniti. Qui siamo veramente in un contesto estremamente preoccupante.

Io direi che tutta la retorica anti-immigrazione, compresa la retorica di tutte le destre europee e compresa la destra italiana, è assolutamente preoccupante, perché si va a incidere e a violare direttamente i diritti umani e questa è una cosa che non è assolutamente sopportabile. Credo che il Ministro Tajani debba riferire urgentemente rispetto a quello che succede negli Stati Uniti, soprattutto quello che succede anche agli italiani. Sono in discussione i visti, è in discussione anche la vacanza, la possibilità di andarci in via turistica, ci sono le Olimpiadi, c'è una serie di situazioni che devono allarmare da questo punto di vista in maniera assolutamente significativa.

Credo che il Governo debba assumersi delle responsabilità, debba dare delle indicazioni chiare, debba intervenire in maniera forte su questo tema. Basta con la retorica anti-migratoria. Basta col suprematismo americano che sta facendo soltanto dei danni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, su altro argomento, l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. La richiesta di informativa che il gruppo di Fratelli d'Italia rivolge al Governo, e riteniamo, significativamente, al Ministro dell'Interno, nasce da alcune notizie di stampa apparse quest'oggi che danno conto - devo dire per l'ennesima volta - “di maxi truffa sui migranti e l'avvocato va in Ferrari”. Così titola un quotidiano, la Repubblica, che tra l'altro curiosamente diceva esattamente l'opposto di quello che rapidamente cercherò di illustrare all'esito di questo intervento.

Perché la richiesta di informativa? Esattamente un anno addietro il Presidente del Consiglio rilevò come, a fronte di un utilizzo degli strumenti dei «click day», che il Governo Meloni aveva fortemente potenziato - questo mi permetto di evidenziarlo perché, mentre c'è chi a sinistra ritiene che i migranti debbano entrare secondo flussi regolati dai trafficanti di esseri umani e dagli scafisti, a destra, invece, si ritiene che i flussi di immigrazione debbano essere regolati mediante meccanismi di ingresso legale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) -, il Governo, da un lato ha bloccato gli ingressi illegali abbattendoli significativamente nel numero, dall'altro lato ha aperto la possibilità di entrare legalmente in Italia. Il Presidente del Consiglio, esattamente un anno fa, evidenziò delle anomalie nei numeri e, con dati oggettivi alla mano, rappresentò come, a fronte di 282.000 domande - leggo perché sono dati oggettivi - sul lavoro stagionale 157.000 provenissero dalla Campania e 20.000 solo dalla Puglia, a fronte della presenza del 12 per cento di aziende del settore in Puglia e del 6 in Campania.

Cito allora testualmente che cosa disse il Presidente Meloni: “Che significa? Secondo noi significa che i flussi regolari di immigrati per ragioni di lavoro vengono utilizzati come canale ulteriore di immigrazione irregolare. Significa che, ragionevolmente, la criminalità organizzata si è infiltrata nella gestione delle domande e i “decreti flussi” sono stati utilizzati come meccanismo per consentire l'accesso in Italia (…). Ci troviamo di fronte a un meccanismo di frode e di aggiramento delle dinamiche di ingresso regolare, con la pesante interferenza del crimine organizzato, che dobbiamo fermare e correggere (…)”.

Questo disse Giorgia Meloni, annunciando l'adozione di provvedimenti in sede legislativa, normativa e amministrativa che competevano al Governo, ma depositando contestualmente un esposto alla presenza del procuratore Melillo finalizzato proprio a consentire l'avvio di una verifica giudiziale che non competeva evidentemente al Governo.

Quella iniziativa, dispiace dirlo, venne schernita dalle opposizioni; non tutte, va detto. Il presidente Emiliano disse: non so chi abbia consigliato alla Presidente del Consiglio di andare dal procuratore nazionale antimafia, perché evidentemente le serviva per andare in televisione e basta. L'onorevole Fratoianni disse: invece di andare in procura per una mossa di sapore propagandistico, piuttosto venga in Parlamento e relazioni sulla legge Bossi-Fini. L'onorevole Bonelli disse: trovo incredibile che la Presidente del Consiglio, che ha il potere di governare, scelga di rivolgersi alla procura invece di intervenire direttamente e di correggere i meccanismi.

Il procuratore Gratteri ha aperto questa inchiesta sul solco di quella denuncia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e noi dobbiamo dire “grazie” a Giorgia Meloni, che ha disvelato ciò che per anni si era consumato con la connivenza complice e il silenzio altrettanto complice di chi governava, lasciando che i migranti entrassero irregolarmente in Italia sfruttando meccanismi legislativi invece adottati per altro scopo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Allora, riteniamo doveroso che il Governo venga a riferire per informare i gruppi parlamentari. Quelli già più preparati, come il gruppo del PD, il cui tesoriere regionale era soggetto che partecipava a questo disegno criminoso, evidentemente non ne hanno bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ma noi ne abbiamo bisogno, perché riteniamo necessario che si faccia chiarezza su una pagina che evidentemente è stata sciolta ancora una volta dall'azione e dall'incisività del Governo Meloni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orfini. Ne ha facoltà.

MATTEO ORFINI (PD-IDP). Intervengo brevissimamente per associarmi alla richiesta di informativa dell'onorevole Bignami, perché per noi ogni occasione per discutere del fallimento del Governo Meloni sulle politiche migratorie è un'occasione utile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi saremo felici di poterlo fare ancora una volta.

Guardi, mi metto gli occhiali per leggere meglio. Vorrei segnalare all'onorevole Bignami, che ci ha raccontato di come le politiche del Governo Meloni abbiano prodotto un calo degli sbarchi, che il sito del Viminale (aggiornamento del 10 giugno) ci informa che nel 2024 sono arrivati in Italia circa 23.000 persone e nel 2025, lo stesso giorno, 25.578. Quindi, il calo degli sbarchi annunciato dall'onorevole Bignami è falso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, la premessa dell'informativa richiesta è una sciocchezza. Segnalo a Bignami il sito del Viminale, che potrebbe leggere e utilizzare.

Ultima cosa: noi siamo per contrastare il traffico degli esseri umani. Noi siamo contro il traffico degli esseri umani. Siamo contro gli scafisti e siamo contro la criminalità organizzata. Non accettiamo lezioni da un Governo che aveva in mano uno dei capi di quei trafficanti, Almasri, e lo ha rimandato in Libia con un aereo di Stato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, su altro argomento, la deputata Onori. Ne ha facoltà.

FEDERICA ONORI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Anch'io vorrei chiedere un'informativa urgente al Ministro Tajani in ordine a quello che sta succedendo a Gaza. Prima, vorrei anch'io associarmi alla richiesta del deputato Bonelli per quanto riguarda gli immigrati irregolari italiani che potrebbero essere dislocati a Guantánamo, rispetto alla quale notizia leggiamo dei verbi al condizionale, per quanto riguarda i comunicati stampa del Ministro Tajani, e il condizionale evidentemente non è un modo del tempo che può essere adeguato a questi fatti.

Il mio intervento riguarda però più precisamente la situazione a Gaza, perché anche su questo abbiamo un comunicato del Ministro Tajani che merita attenzione. Tajani: “A Gaza la situazione è ancora inaccettabile”. Bene, è ancora inaccettabile. E quindi? Che cosa vuole fare il Ministro Tajani? Perché è il Ministro degli Esteri di un Paese che noi pensiamo sia importante, e speriamo lo pensi anche lui.

C'è un accordo, cioè l'Accordo di associazione tra Unione europea e Israele, che è la base delle relazioni commerciali e politiche tra l'Europa e Israele, che funge da base per il dialogo politico e per la cooperazione economica. Ebbene, questo Accordo contiene un articolo - un articolo spesso non letto con attenzione forse - che è l'articolo 2. Inizialmente, infatti, questo Accordo viene introdotto ed è stato pensato per sostenere addirittura il processo di pace nel Medio Oriente. Ecco perché uno dei suoi punti chiave è il rispetto dei diritti umani e dei principi democratici.

C'è stata una forte maggioranza nell'Unione europea, tra i Paesi dell'Unione europea, che ha chiesto una revisione, una valutazione del rispetto dell'articolo 2, per capire se questo Accordo possa essere ritenuto ancora valido. Personalmente, io penso che questo Accordo vada sospeso nelle more di una valutazione dell'articolo 2.

Ad ogni modo, in Europa si è manifestata la volontà quantomeno di fare una valutazione. L'Italia ha votato contro. L'Italia ha votato contro anche solo sulla valutazione del rispetto dei diritti umani e dei principi democratici in un fazzoletto di terra dove stanno morendo migliaia di civili.

Questo è il contributo - deve essere molto chiaro - che il nostro Paese sta dando al processo di pacificazione in Medio Oriente, ovvero lo sta ostacolando. Se abbiamo degli strumenti che noi possiamo usare, sono esattamente questi che erano stati pensati per agevolare invece il processo di pace in Medio Oriente. Ci sono dei Paesi (la Svezia, la Francia, l'Irlanda, la Slovenia) che chiedono delle sanzioni contro esponenti del Governo Netanyahu. L'Italia si è esposta negativamente anche rispetto a questa possibilità.

Il Regno Unito ha deciso di congelare la trattativa per la partnership con Israele. Tutti i Paesi, al di là del colore politico dei Governi che hanno in questo momento, stanno cercando di mandare dei segnali, dove in maniera più forte e dove in maniera più debole, ma comunque un tentativo viene osservato.

Da parte del nostro Paese non viene osservato nessun tipo di tentativo per dare un contributo al processo di pacificazione. L'informativa urgente al Ministro Tajani vuole, quindi, chiedere conto di questa situazione.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1258 - Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2024 (Approvato dal Senato) (A.C. 2280?).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2280: Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2024.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per il seguito dell'esame è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (Vedi calendario).

Ricordo che nella seduta del 30 maggio si è conclusa la discussione generale e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre i relatori vi hanno rinunciato.

(Esame degli articoli - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, deputato Tommaso Foti, ad esprimere i relativi pareri sulle proposte emendative e sugli articoli aggiuntivi riferiti agli articoli del disegno di legge.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI, Relatrice. Grazie Presidente. Invito al ritiro o parere contrario su tutte le proposte emendative.

PRESIDENTE. Il Governo?

TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Parere conforme alla relatrice.

(Articolo 1 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.11 Pavanelli. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Pavanelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo all'emendamento 1.12 Sergio Costa. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.12 Sergio Costa, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'emendamento 1.7 Cappelletti. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Cappelletti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'emendamento 1.1003 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1003 Simiani, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'emendamento 1.8 Cappelletti. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.8 Cappelletti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'emendamento 1.3 Barzotti. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Barzotti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'emendamento 1.1002 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1002 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'emendamento 1.9 Ferrara. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.9 Ferrara, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'emendamento 1.10 Pavanelli. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Pavanelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'emendamento 1.4 Scerra. L'onorevole Cafiero De Raho vuole intervenire? Non si riesce a sentire. Non le funziona la tessera? Ok. Allora, se il tecnico, cortesemente, va dall'onorevole Cafiero De Raho per verificare la tessera. Lei doveva votare anche prima e non ci è riuscito? Non l'ho vista, le chiedo scusa. Magari chiedo alla Presidenza di registrare questa cosa. Nel frattempo che il tecnico verifica, andiamo avanti.

Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Scerra, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'emendamento 1.5 Ascari. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Ascari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'emendamento 1.6 Bruno. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.6 Bruno, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'emendamento 1.13 Cappelletti. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.13 Cappelletti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo all'emendamento 1.1001 Scotto. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1001 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo all'emendamento 1.2 Traversi. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Traversi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo agli identici emendamenti 1.1 De Luca e 1.1000 Piccolotti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Questo emendamento serve ad inserire tra le direttive da recepire la direttiva (UE) 2024/1069 del Parlamento europeo sulla protezione delle persone attive nella partecipazione pubblica da domande manifestatamente infondate o procedimenti giudiziari abusivi. Si tratta, in sostanza, della direttiva anti-SLAPP, della direttiva che l'Unione europea ha predisposto per fermare l'inquietante fenomeno delle “querele temerarie”, che molto spesso sono rivolte a giornalisti, ad attivisti delle ONG, al mondo accademico e intellettuale, con l'obiettivo di impedire la libera espressione del pensiero, di lavorare liberamente e correttamente e, in qualche modo, di intimorire le persone che hanno l'ardire di criticare, in particolare, i Governi, i politici, le pubbliche istituzioni.

Il recepimento di questa direttiva è particolarmente importante in Italia, perché le “querele bavaglio”, secondo l'osservatorio Ossigeno, sono all'incirca 10.000 all'anno per i giornalisti e l'Ordine dei giornalisti ci dice che ben il 90 per cento di questi procedimenti giudiziari finisce nel nulla. Significa che ci sono 10.000 giornalisti che ricevono querele del tutto infondate, che hanno l'unico obiettivo di tappargli la bocca, cioè di rendere difficile a queste persone fare il proprio lavoro, attraverso ostacoli di natura giuridica e ostacoli di natura economica. Perché è chiaro che chi riceve una querela di questo tipo, poi, deve attrezzarsi, avere un avvocato, pagare delle spese legali e, molto spesso, soprattutto per coloro che non lavorano per grandi giornali, ma lavorano per piccole testate e fanno i freelance, diventa impossibile sostenere queste spese o anche semplicemente rischiare una condanna al pagamento. Ed è così che, via via, va peggiorando la qualità della nostra informazione e, quindi, anche la qualità della nostra democrazia.

Va aggiunto che, nello specifico italiano, noi sappiamo che molti membri del Governo hanno querelato giornalisti, anche importanti, senza che vi fossero le dovute ragioni a fondamento di queste azioni giudiziarie. È un vero e proprio scandalo, un atteggiamento che si manifesta sia nella forma dell'intimidazione, attraverso la querela infondata, sia nella forma dello schernimento dei giornalisti durante molti degli appuntamenti in cui essi sono presenti. Abbiamo visto scene di ogni tipo, soprattutto nel continuo sottrarsi alle domande dei giornalisti, che è una attività che la Presidente Giorgia Meloni svolge con assoluta continuatività in questo Paese.

Quindi, chiedo a quest'Aula di riflettere e di approvare questo emendamento, tenendo conto che questa direttiva contro le “querele temerarie” va approvata entro maggio 2026, quindi non c'è molto tempo davanti, ma, soprattutto, c'è la necessità assoluta di difendere nel nostro Paese la libertà di informazione e la democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Signor Presidente, volevo dire alla deputata Piccolotti che, come le è noto e lei stessa ha citato, il recepimento della direttiva è previsto per il 2026. Come ho detto in occasione della discussione generale, l'accoglimento di emendamenti in questa fase porterebbe questo provvedimento al Senato, ritardando ulteriormente il disegno di legge che, in alcuni ordini del giorno viene rilevato, dovrebbe essere presentato entro il 28 febbraio presso questa Camera, perché, evidentemente, non posso presentare un disegno di legge di delega sulla materia nel momento in cui ho un provvedimento che è all'attenzione della Camera stessa. Quindi, l'impegno del Governo è sicuramente, nel disegno di legge che andiamo a presentare, di recepire i principi della direttiva europea cui lei faceva riferimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.1 De Luca e 1.1000 Piccolotti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'articolo 1. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

(Articolo 2 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 2. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

(Articolo 3 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 3. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

(Articolo 4 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 4.1 Fenu. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1 Fenu, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'emendamento 4.2 Fenu. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Fenu, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo all'emendamento 4.3 Fenu. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.3 Fenu, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo all'emendamento 4.4 Fenu. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.4 Fenu, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo all'emendamento 4.5 Fenu. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.5 Fenu, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo all'articolo 4. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

(Articolo 5 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 5.1 Gianassi. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Passiamo all'articolo 5. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

(Articolo 6 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 6. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

(Articolo 7 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 7.1 D'Orso. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.1 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Passiamo all'articolo 7. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

(Articolo 8 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti 8.1 Simiani e 8.2 Pavanelli. Se nessuno chiede di intervenire, li pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 8.1 Simiani e 8.2 Pavanelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Passiamo all'emendamento 8.3 Morfino. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.3 Morfino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Passiamo agli emendamenti identici 8.4 Morfino e 8.1000 Simiani.

Ha chiesto di parlare il deputato Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei sottoporre al Ministro questo emendamento perché aggiunge una particolarità al discorso del recupero delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, i cosiddetti RAEE, e chiaramente si occupa della necessità di prevedere lo smaltimento dei rifiuti provenienti da investimenti sul fotovoltaico.

Questo emendamento di per sé ha senso proprio perché si lavora già su una programmazione futura per affrontare anche questa parte della filiera del fotovoltaico. Non riesco a capire il perché non si possa approvare, anche se il Ministro ha detto che tutti questi emendamenti saranno poi, magari, anche ripresi in un eventuale nuovo disegno di legge ma il tema resta. Il tema resta e, tra l'altro, vi aiuta anche politicamente nel dire che la filiera del fotovoltaico produce anche rifiuti e quindi, se qualcuno di voi vuole attaccare la transizione energetica, può farlo anche utilizzando questo argomento.

Con questo emendamento, tra l'altro, si dà un'idea specifica della nuova identificazione di questo rifiuto molto importante perché avrà sicuramente un impatto, specialmente sugli enti locali e le regioni che dovranno gestire questa filiera e questa parte della gestione dei rifiuti elettronici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, Tommaso Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Signor Presidente, in relazione alle osservazioni di cui all'emendamento 8.4 Morfino, volevo far presente che la categoria che viene introdotta in questo emendamento appare in contrasto con la direttiva vigente 2012/19/UE sui RAEE. In ogni caso, come è stato precisato all'articolo 24 della direttiva 2012/19/UE, introdotto dalla direttiva (UE)2024/884, entro il 31 dicembre 2026 la Commissione europea valuterà la necessità di rivedere la citata direttiva 2012/19/UE: solo dopo quella data potremo vedere se, nell'ambito delle modifiche alla direttiva, sarà possibile introdurre questa nuova categoria di pannelli fotovoltaici domestici.

PRESIDENTE. Se nessun altro intende intervenire, li pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 8.4 Morfino e 8.1000 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Passiamo all'emendamento 8.1003 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.1003 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Passiamo all'emendamento 8.5 Pavanelli. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.5 Pavanelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Passiamo all'emendamento 8.6 Ilaria Fontana. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.6 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo all'emendamento 8.7 Pavanelli.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento si va a chiedere un chiarimento che va a fare una distinzione netta tra rivenditori di apparecchi elettronici, importatori di apparecchi elettronici e chi, invece, fa il recupero dei famosi RAEE. Questo per chiarire la posizione anche di tutti coloro che lavorano in questo settore e per far sì che chi deve raccoglierli - i piccoli RAEE o, comunque, chi deve fare la raccolta e poi dare questi rifiuti di piccoli elettrodomestici per tutta la filiera - possa avere, appunto, una connotazione chiara. Questo è fondamentale perché chiarire le varie parti di chi lavora in questa filiera di vendita degli elettrodomestici aiuta poi, di conseguenza, chi va a fare la raccolta e il recupero delle materie prime e seconde. Questo è fondamentale, anche per dare un'informazione corretta ai consumatori e anche per dare un'informazione corretta a tutti gli imprenditori che lavorano in questo settore, che siano importatori, rivenditori o raccoglitori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Signor Presidente, l'articolo 4 del decreto legislativo n. 49 del 2014, nel momento in cui recepisce la direttiva europea n. 2012/19, già precisa e individua quali sono i criteri di definizione per quanto riguarda il distributore e il distributore al dettaglio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Voglio soltanto specificare al Ministro, che ringrazio per la risposta puntuale, che qui si andava oltre, in quanto si parla anche di importatori e di imprese che fanno anche altro rispetto al semplice rivenditore.

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, pongo in votazione l'emendamento 8.7 Pavanelli.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.7 Pavanelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Passiamo all'emendamento 8.1001 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.1001 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Passiamo all'emendamento 8.1002 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.1002 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Passiamo all'articolo 8. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 8.04 Santillo. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.04 Santillo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

(Articolo 9 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti 9.1 L'Abbate e 9.1000 Bonelli. Se nessuno chiede di intervenire, li pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 9.1 L'Abbate e 9.1000 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Passiamo agli identici emendamenti 9.2 Ilaria Fontana e 9.1001 Bonelli. Se nessuno chiede di intervenire, li pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 9.2 Ilaria Fontana e 9.1001 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Passiamo all'emendamento 9.3 Sergio Costa. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.3 Sergio Costa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Passiamo all'articolo 9. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

(Articolo 10 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 10.1000 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.1000 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Passiamo all'emendamento 10.1001 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.1001 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Passiamo all'emendamento 10.1 Caramiello. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.1 Caramiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Passiamo agli identici emendamenti 10.2 Ilaria Fontana e 10.1002 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, li pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 10.2 Ilaria Fontana e 10.1002 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Passiamo all'emendamento 10.1003 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.1003 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Passiamo all'emendamento 10.3 Ilaria Fontana. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.3 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Passiamo all'emendamento 10.4 Morfino. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.4 Morfino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Passiamo all'emendamento 10.1004 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.1004 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Passiamo all'emendamento 10.5 Ilaria Fontana. Ha chiesto di parlare la deputata Ilaria Fontana. Ne ha facoltà.

ILARIA FONTANA (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo su questo emendamento che stiamo per votare e ne approfitto anche per fare una panoramica sugli emendamenti che sono stati bocciati.

Lo leggo perché forse, a volte, nella quotidianità dell'Aula non ci si rende neanche conto di cosa si sta votando. Questa è una legge importantissima, che recepisce tantissime direttive. Stiamo parlando dell'articolo 10 che, ricordo, è stato introdotto dal Senato, e si sta parlando del recepimento di direttive: quella sulle emissioni industriali e quella relativa alle discariche di rifiuti. Noi con questo emendamento chiediamo di introdurre la valutazione integrata di impatto ambientale e sanitario nei procedimenti di rilascio e riesame dell'autorizzazione integrata ambientale.

Quando poi si parla, e a volte ci si riempie la bocca parlando di ideologia, non c'è, penso, emendamento più concreto di questo, perché si riesce a mettere in un filo comune, in un filo diretto, salute e ambiente. L'impatto sanitario e l'impatto ambientale devono essere infatti considerati insieme.

Voi avete bocciato altri emendamenti, l'ultimo sulle BAT, quello sulle migliori tecniche possibili che si hanno sugli impianti. E quando si parla di questo provvedimento, l'obiettivo dovrebbe essere quello di rafforzare l'applicazione di tutte le migliori tecniche possibili a disposizione, invece si stanno minando, voi state minando, le fondamenta stesse della tutela ambientale del nostro Paese.

Permettetemi di essere chiara e, nella chiarezza, anche costruttiva, come sempre lo è il MoVimento 5 Stelle, anche quando si parla di sostituzione, del rinnovo dell'autorizzazione integrata ambientale, dell'AIA, con una semplice presa d'atto: la ritengo una cosa gravissima, perché è purtroppo una pericolosa illusione burocratica, che contrasta con l'articolo 6 della normativa europea che impone, senza ambiguità, il possesso di un'autorizzazione integrata ambientale.

Ciò che avete introdotto al Senato, parlando proprio della definizione delle modalità con le quali condurre i procedimenti di autorizzazione e l'attribuzione alla competenza regionale, è non solo gravissimo ma anche, a livello operativo, quella che sarà l'attuazione, veramente complicato. Quali saranno le conseguenze? Saranno proprio sulla tutela ambientale e sulla salute. Quindi, si chiede di approvare questo emendamento che, veramente, non ha colori politici, non ha bandiere, ma richiede semplicemente l'introduzione dell'impatto ambientale e sanitario nell'AIA.

Abbiamo presentato anche ordini del giorno parlando di impatto odorigeno, che è un altro tema di cui avremo la possibilità di parlare, ma suo tramite, Presidente, chiederei su questo una riflessione al Ministro Foti perché è un impegno che bisogna prendersi come Stato, come istituzioni e, in questo caso, come maggioranza e come Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.5 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Passiamo all'emendamento 10.1005 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.1005 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Passiamo all'emendamento 10.1006 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.1006 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Passiamo all'emendamento 10.1007 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.1007 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Passiamo all'emendamento 10.6 Santillo. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.6 Santillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Passiamo all'emendamento 10.7 Santillo. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.7 Santillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Passiamo all'emendamento 10.8 Morfino. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.8 Morfino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Passiamo all'articolo 10. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 61).

(Articolo 11 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 11.1 Aiello. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.1 Aiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Passiamo all'emendamento 11.2 Barzotti. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.2 Barzotti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Passiamo all'emendamento 11.3 Aiello. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.3 Aiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Passiamo all'emendamento 11.4 Carotenuto. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.4 Carotenuto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Passiamo all'emendamento 11.5 Tucci. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.5 Tucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

Passiamo all'emendamento 11.6 Tucci. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.6 Tucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

Passiamo all'emendamento 11.1001 Scotto. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.1001 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).

Passiamo all'emendamento 11.7 Barzotti. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.7 Barzotti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).

Passiamo all'emendamento 11.1002 Scotto. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.1002 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).

Passiamo all'emendamento 11.1003 Scotto. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.1003 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).

Passiamo all'emendamento 11.8 Carotenuto. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.8 Carotenuto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).

Passiamo all'emendamento 11.1004 Scotto. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.1004 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).

Passiamo all'emendamento 11.1005 Scotto. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.1005 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).

Passiamo all'emendamento 11.1006 Scotto. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.1006 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).

Passiamo all'emendamento 11.1007 Scotto. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.1007 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 76).

Passiamo all'articolo 11. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 77).

(Articolo 12 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 12.1 Santillo. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.1 Santillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).

Passiamo all'emendamento 12.2 Quartini. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.2 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).

Passiamo all'emendamento 12.3 Ilaria Fontana.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ilaria Fontana. Ne ha facoltà.

ILARIA FONTANA (M5S). Grazie, Presidente. Come anticipavo prima quando si parlava di impatto ambientale e sanitario, qui stiamo parlando di un altro tipo di impatto, tanto importante quanto gli altri: stiamo parlando dell'impatto odorigeno. Noi sappiamo che per le sostanze odorigene, anche a livello normativo, c'è un vulnus. Già dalla scorsa legislatura, personalmente, ho lavorato per cercare di colmare questo vuoto, perché il senso è che per chi abita vicino a impatti molto forti di odori - perché, poi, quelli sono le sostanze odorigene - ne va della salute e dell'ambiente circostante. Quindi, quando si parla di impatto odorigeno, ed è quello che noi, anche qui, andiamo a richiedere - si parla di inquinamento atmosferico in generale in questo articolo -, torniamo anche a creare il perimetro di ciò di cui stiamo parlando. L'articolo 12, appunto, parla del recepimento della direttiva relativa alla qualità dell'aria, quindi proprio per un'aria più pulita in Europa.

Prima avevamo richiesto, con un emendamento del collega Santillo, di prevedere una sorta di commissariamento delle regioni che non attuano i piani per la qualità dell'aria. Qui stiamo parlando di sostanze odorigene e andiamo proprio a prevedere una normativa uniforme, perché, essendo la qualità dell'aria, anche nei piani per la qualità dell'aria, una competenza regionale, ci sono tante normative diverse, quindi ci sono regioni, come la Puglia e la Lombardia, che, magari, nel loro piano per la qualità dell'aria parlano di emissioni odorigene e ce ne sono altre che non ne parlano: questo crea un disequilibrio, perché, poi, c'è un problema nazionale da affrontare.

E, quindi, essendoci un vulnus normativo, abbiamo bisogno di una legge che, quantomeno, riconosca la sostanza odorigena, perché, quando a livello normativo non c'è una definizione, purtroppo non esiste neanche il problema della tutela ambientale e della salute, ma il problema delle sostanze odorigene c'è. Noi abbiamo fatto un lavoro straordinario, anche insieme al Presidente che ora presiede, Sergio Costa, come Ministro, proprio nel definire la sostanza odorigena, tuttavia ancora tante cose vanno fatte. Quindi, veramente, nell'approccio costruttivo, quale è quello di questo emendamento, chiedo anche al Ministro di continuare su questo percorso, perché è un problema reale per i cittadini che abitano dove ci sono i depuratori, dove ci sono industrie e dove ci sono questi odori nauseabondi che portano anche in ospedale bambini e famiglie per questi odori impattanti proprio sulla qualità della vita. Perché, poi, purtroppo, se si vive con una fonte di emissione continua, il livello di vita ne perde. Io ho conosciuto famiglie, mamme che mi hanno detto: “io ho dovuto vendere casa, perché era impossibile viverci; ho dovuto mettere il profumo sotto il naso del mio bambino perché non riuscivamo a dormire la notte”. Di questo si sta parlando quando parliamo di prevedere un meccanismo, a livello anche normativo, per questi impatti. Impatto odorigeno vuol dire qualità della vita pessima, questo vuol dire.

Dunque, è nostro dovere parlarne e cercare di fare di tutto per riequilibrare anche questa parte, che forse può rappresentare qualcosa a cui non si pensa, ma che, invece, è fondamentale per la vita delle persone. Quindi richiedo un ripensamento al Governo, in questo caso al Ministro, che ringrazio, che ci sta ascoltando, se può prendere l'impegno di portare avanti questo tema. Ne va proprio della vita delle persone, che ci chiedono - e concludo, Presidente - di muoverci in tal senso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il Ministro vuole intervenire o ho capito male? Prego, signor Ministro.

TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Signor Presidente, in ordine al quesito posto dall'onorevole Fontana, due precisazioni. La prima è che, evidentemente, noi siamo in questa sede in materia di qualità dell'aria, ma secondo quelle che sono le previsioni della direttiva europea, quindi non possiamo recepire questo emendamento. Purtuttavia, come sa l'onorevole Fontana, vi sono delle linee guida, di cui all'articolo 272-bis, che competono al Ministero dell'Ambiente.

Secondo me, quella è la sede dove si potrebbe opportunamente meglio definire un problema che effettivamente ella ha sottolineato, e ritengo, senza voler andare in materia di altri, che sia pertinente affrontare.

PRESIDENTE. Se nessun altro intende intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.3 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 80).

Passiamo all'emendamento 12.4 della deputata L'Abbate, che ha chiesto di parlare. Ne ha facoltà.

PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. Anch'io intervengo su questo emendamento, che chiede di aggiungere un altro punto a quelli già esistenti, sempre per consolidare questa direttiva che, in fondo, cosa ci sta dicendo? Stiamo parlando della qualità dell'aria. Ora, noi siamo un po' titubanti e aggiungiamo altre cose, perché già sappiamo che in passato, come Italia, abbiamo avuto problemi di sanzione, avendo superato alcuni limiti. Questa direttiva ci parla di alcune sostanze come il PM2.5, che è molto critico per la salute, il PM10, l'ozono, l'acido solfidrico, l'NO2, tutte sostanze che troviamo anche nelle nostre città. E qui vengo al dunque.

Noi, con questo emendamento, vorremmo avere una disciplina risarcitoria nel caso in cui si superassero le soglie minime inserite nelle tabelle qui applicate. Perché? Facciamo un esempio classico. Abbiamo parlato del “Salva Milano”: se noi eravamo tutti contrari al “Salva Milano”, perché l'abbiamo detto? Con quella concentrazione di case, considerando i mezzi di trasporto che ci sarebbero stati e tutte le caldaie delle famiglie che avevate accorpato in questi enormi grattacieli, avremmo superato sicuramente gli Nox e il PM 2.5. E infatti io vi ricordai, in un altro intervento che ho fatto, che quei valori, a novembre dello scorso anno, erano stati superati per la città di Milano.

Quindi, non stiamo parlando di cose che stanno solo qui, sulla tabella, perché abbiamo le tabelle limite; poi, nella realtà, quello che accade è che sono già state superate.

Quindi, noi chiediamo veramente che ci sia un'attenzione particolare per vigilare affinché i limiti di quelle tabelle e anche le modalità con cui vengono fatti i campionamenti - che ci vengono dati e sui quali si può giocare molto - debbano essere uniformi rispetto a tutte le modalità di campionamento che ci sono in tutta Europa. Praticamente, vi stiamo dicendo: non possiamo più barare, non possiamo fare cose strane, quindi attenzione al “Salva Milano”. Non ve lo diciamo per creare un problema, ma perché questo è il risultato, perché i problemi si sono già verificati.

E se l'Europa continua a darci delle tabelle ancora più incisive, noi che faremo? Andremo ancora in infrazione, se non stiamo attenti. Rendo l'idea? E se andiamo in infrazione, spendiamo soldi pubblici, che andranno all'estero.

Quindi, volevo porre l'attenzione sul perché abbiamo inserito questo emendamento e ci spiace, magari, che non sia stato capito.

PRESIDENTE. Se nessun altro intende intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.4 L'Abbate, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 81).

Passiamo all'emendamento 12.5 Ilaria Fontana.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Ministro Foti, questo articolo 12 dice che l'inquinamento esiste, anche se io avevo capito che per voi non era un problema e che questo problema non esisteva.

Ministro, voi ci avete accusato di essere fanatici ideologici, che parlavano solo dell'inquinamento ambientale e che facevano pagare ai più poveri i costi della transizione ecologica. Voi la state facendo pagare il triplo - il triplo! - di quanto si diceva che la facessimo pagare noi. E non avete fatto niente su questi argomenti per risolvere i problemi delle persone. Non avete fatto niente per l'inquinamento atmosferico. Noi, nel Conte 1, avevamo messo 400 milioni per aiutare le regioni che avevano problemi sulla qualità dell'aria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Voi, invece, cosa fate? Comprate il gas dall'America al triplo del costo. Quindi, aumentate anche la povertà energetica.

Non fate niente per il trasporto pubblico locale, che può migliorare la qualità dell'aria. Non fate niente per aiutare le persone a ridurre i problemi di approvvigionamento dell'energia. Quindi, benvenuti nella realtà.

Lo so che adesso state litigando all'interno del Governo, perché non potete più governare a forza di slogan. Dovete finirla. La realtà e il Paese vi chiedono di governare. La realtà vi sta portando il conto e il conto è salatissimo. Però, purtroppo, questo conto salato, lo fate pagare ai cittadini, non lo pagate voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! E continuate con questa retorica inutile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Se nessun altro intende intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.5 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 82).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 83).

(Articolo 13 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 13. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 84).

(Articolo 14 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 14. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 85).

(Articolo 15 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 15. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 86).

(Articolo 16 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 16.1 Merola. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.1 Merola, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 87).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 88).

(Articolo 17 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 17.1 Scerra. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.1 Scerra, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 89).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.2 Cantone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 90).

Passiamo all'emendamento 17.3 Bruno. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.3 Bruno, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 91).

Passiamo all'articolo 17. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 92).

(Articolo 18 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti 18.1 Ilaria Fontana e 18.1000 Bonelli.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Questo spunto riguarda la direttiva europea sul ripristino della natura, sulla quale il Governo Meloni ha votato contro il Consiglio europeo. In particolar modo, questo emendamento prevede che nell'elaborazione dell'applicazione di questa direttiva da parte del Governo italiano sia consentita la massima partecipazione da parte di portatori di interesse, tra cui anche ricercatori, centri scientifici, associazioni ambientaliste. Faccio questa precisazione nell'emendamento - so che il Ministro Foti è molto attento da questo punto di vista - perché nel Governo Meloni sono accadute delle cose veramente censurabili dal nostro punto di vista.

Vedere, per esempio, che il tavolo della biodiversità abbia visto l'espulsione delle associazioni ambientaliste e dei centri di ricerca, per far posto, addirittura, alle associazioni di categoria come quelle che producono il legno. Nel tavolo della biodiversità c'è la Confcommercio, che non capisco che cosa c'entri con la tutela della biodiversità. E allora, siccome non vogliamo dare alcuna delega in bianco da questo punto di vista, vogliamo precisare che nel coinvolgimento dei portatori di interesse siano ben specificati quali siano i soggetti e non che siano espulsi soggetti che, invece, si occupano scientificamente della tutela della biodiversità della natura, a prescindere anche, ovviamente, dalle associazioni ambientaliste che sono state fatte fuori insieme ai centri di ricerca scientifici del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, li pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 18.1 Ilaria Fontana e 18.1000 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 93).

Passiamo all'articolo 18. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 94).

(Articolo 19 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 19. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 95).

(Articolo 20 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 20. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 96).

(Articolo 21 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 21. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 97).

(Articolo 22 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 22.1 Merola. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22.1 Merola, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 98).

Passiamo all'articolo 22. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 99).

(Articolo 23 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 23. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 100).

(Articolo 24 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 24.1 Peluffo. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 24.1 Peluffo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 101).

Passiamo all'articolo 24. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 102).

(Articolo 25 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 25.1 Pavanelli. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.1 Pavanelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 103).

Passiamo all'emendamento 25.2 Peluffo. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.2 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 104).

Passiamo all'emendamento 25.3 Peluffo. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.3 Peluffo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 105).

Passiamo all'articolo 25. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 25.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 106).

(Articolo 26 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 26.1000 Bonelli. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.1000 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 107).

Passiamo all'emendamento 26.1009 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.1009 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 108).

Passiamo all'emendamento 26.1001 Bonelli. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.1001 Bonelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 109).

Passiamo all'emendamento 26.1010 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.1010 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 110).

Passiamo agli identici emendamenti 26.1 Morfino, 26.1002 Bonelli e 26.1011 Simiani.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Questo emendamento è la sostanza e la motivazione, ovviamente farò un intervento per spiegare perché, poi, il gruppo parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra voterà contro questa legge. Signor Presidente, noi non intendiamo, come gruppo parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra, dare una delega in bianco al Ministro Lollobrigida, che non solo si sta contraddistinguendo, in questo ultimo periodo, per i suoi attacchi alla natura e agli animali di questo Paese - incredibile quello che sta facendo -, ma, nello specifico di questa direttiva, ovvero, meglio, del regolamento EUDR, noi riteniamo che la delega in bianco non sia possibile e che debbano essere specificati in maniera chiara i paletti.

Di che cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di legno, di pellame provenienti da zone dove l'aggressione ambientale, anzi la pirateria ambientale, è all'ordine del giorno, aree dell'Africa, dell'Amazzonia, del Brasile o del Sud-Est asiatico (Indonesia, Malesia) in cui ci sono situazioni di drammatica illegalità e di grave violazione di diritti umani connesse alla violazione ambientale - pensiamo al taglio del legno, all'uccisione di animali e al pellame che viene portato in Italia -, su cui il regolamento specifica in maniera molto chiara che tutto ciò non può avvenire e che deve essere registrata e codificata la provenienza per impedire che si determini un crimine organizzato a livello globale, di cui il nostro Paese rischierebbe di essere complice.

Io leggo quello che il Ministro Lollobrigida, il 26 maggio - quindi, poche settimane fa - ha detto a proposito di questo regolamento, signor Ministro Foti. Il Ministro Lollobrigida ha detto che l'Italia ritiene - leggo testualmente - di non correggere il regolamento, ma bensì di respingere il regolamento di cui oggi noi stiamo discutendo. Perché dice il Ministro Lollobrigida che determinare una certificazione ossessiva nei confronti di alcuni Paesi non aiuta la nostra economia.

Ma la domanda è: noi possiamo essere complici di crimini ambientali, portando nel nostro Paese legno di aree che sono state deforestate in violazione di diritti umani, senza determinare sanzioni, anche penali, nei confronti di chi si rende complice di tutto ciò? Guardate che questa posizione del Ministro guarda al Medioevo. Ma vi rendete conto, nella distrazione complessiva della Camera dei deputati in questo momento, cosa sta facendo questo Ministro dell'Agricoltura? E noi vorremmo dare una delega in bianco a un Ministro che già ha detto che non vuole applicare un regolamento, che è una grande conquista di civiltà? È come subire quello che ci dice Trump dagli Stati Uniti d'America, che vuole che noi cambiamo i nostri regolamenti, in virtù di una economia, quella americana, che produce carni cariche di ormoni e che immette nell'agricoltura ben 72 molecole di pesticidi che nel territorio europeo - vivaddio e viva l'Europa - sono vietati. Allora, no, grazie! Ma anche “no, grazie” al Ministro Lollobrigida. Questo è un motivo per cui noi voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), perché noi non vogliamo tornare indietro nel Medioevo, noi vogliamo difendere i diritti umani delle popolazioni in Africa, in Congo, in Malesia, in Amazzonia, che subiscono la deforestazione per ingrassare la nostra economia. No, questo non può avvenire. Questa è la differenza tra civiltà e inciviltà. Noi ci schieriamo dalla parte della civiltà, voi vi stiate schierando dalla parte dell'inciviltà (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro Foti. Ne ha facoltà. Prego, signor Ministro.

TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Signor Presidente, non so se, Medioevo o Rinascimento, sia il caso di affrontare qui il tema. Però, sotto il profilo strettamente di diritto, faccio presente che il comma 2, lettera d), dell'articolo 26 della legge delega formalizza e ricalca l'articolo 25 del regolamento (UE) 2023/1115. Quindi, relativamente all'emendamento proposto, e mi limito a questo, faccio presente che i criteri di delega assorbono già quanto contenuto nell'emendamento medesimo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 26.1 Morfino, 26.1002 Bonelli e 26.1011 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 111).

Passiamo all'emendamento 26.2 Caramiello. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.2 Caramiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 112).

Passiamo all'emendamento 26.1003 Bonelli. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.1003 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 113).

Passiamo agli identici emendamenti 26.3 Caramiello, 26.1004 Bonelli e 26.1012 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, li pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 26.3 Caramiello, 26.1004 Bonelli e 26.1012 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 114).

Passiamo all'emendamento 26.1006 Bonelli. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.1006 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 115).

Passiamo agli identici emendamenti 26.4 Scerra, 26.1007 Bonelli e 26.1014 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, li pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 26.4 Scerra, 26.1007 Bonelli e 26.1014 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 116).

Passiamo agli identici emendamenti 26.5 L'Abbate, 26.1005 Bonelli e 26.1013 Simiani.

Ha chiesto di parlare l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.

PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. A noi sembra veramente molto strano come questo emendamento non sia stato accolto. È piuttosto semplice. Stiamo parlando della materia prima legno, di legno collegato alla deforestazione - e anche il collega, prima, vi ha parlato di tutte le problematiche che ci sono a livello mondiale sulla deforestazione -, di foreste che vengono estirpate e, quindi, di quello significa un danno anche per la rigenerazione e per la sottrazione di quella CO2 in atmosfera, con riferimento alla quale tanto noi proclamiamo di dover decarbonizzare. Ecco, il modo più facile per decarbonizzare, non antropico, ma naturale, è dalla fotosintesi clorofilliana, dalle piante e dagli alberi. Questo è molto importante. Stiamo parlando di evitare che sul sistema terra ci venga a mancare quella parte importante che crea la diminuzione di CO2.

Non dobbiamo deforestare, oltre anche a supportare quelle popolazioni che vivono in alcune zone particolari, come quelle in Brasile. Abbiamo chiesto semplicemente che al Ministero, dove abbiamo questa commissione FLEGT, che serve per le licenze per importare legno, siano inserite anche le associazioni ambientaliste; siano ascoltate e inserite. Cosa vedete di così strano? Le associazioni ambientaliste portano il loro punto di vista, che forse è anche importante, visto che a volte in questo Governo si dice che il cambiamento climatico è qualcosa di ideologico. Quindi, forse, sarebbe interessante portare anche il punto di vista di chi l'ambiente lo tutela, di chi magari è informato su quello che accade e sarebbe veramente necessario a fare fronte comune con la consulta che c'è già al Ministero dell'Ambiente. Vi chiediamo di rivalutare questa situazione. Non stiamo chiedendo denaro, non stiamo sconvolgendo - penso - grandi sistemi, ma veramente chiediamo di dare voce in Italia a tutte le associazioni ambientaliste. Le posso nominare: Legambiente, WWF, Greenpeace e molte altre che - perdonatemi - forse in questo momento non mi sovvengono, ma sono veramente tante, fatte di persone di buona volontà, che cercano solamente di tutelare la casa comune - come diceva Papa Francesco - e di tutelare anche la nostra salute (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, li pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 26.5 L'Abbate, 26.1005 Bonelli e 26.1013 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 117).

Passiamo all'emendamento 26.1015 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.1015 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 118).

Passiamo all'emendamento 26.1008 Bonelli. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.1008 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 119).

Passiamo all'emendamento 26.1016 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.1016 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 120).

Passiamo all'emendamento 26.7 Scerra. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.7 Scerra, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 121).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 26.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 122).

(Articolo 27 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 27.1000 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 27.1000 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 123).

Passiamo all'emendamento 27.1001 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 27.1001 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 124).

Passiamo all'emendamento 27.1 Ilaria Fontana. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 27.1 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 125).

Passiamo all'articolo 27. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 126).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 27.01 Sergio Costa. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 27.01 Sergio Costa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 127).

(Articolo 28 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 28. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 28.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 128).

(Articolo 29 - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 29. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 29.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 129).

Prima di passare agli ordini del giorno, salutiamo le ragazze, i ragazzi, i giovani e le giovani del “Colegio Jurista” di Cuernavaca, Messico. Grazie di essere qua. Benvenuti (Applausi).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che l'ordine del giorno n. 9/2280/1 Rossello ed altri è stato ritirato dalla presentatrice.

Invito a questo punto il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, onorevole Foti, ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Sull'ordine del giorno n. 9/2280/2 Cappelletti, previa espunzione della seconda e della terza premessa, il parere è favorevole sugli impegni, con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, incentivi ad hoc in favore degli utenti vulnerabili dei trasporti, come definiti dal regolamento (UE) 2023/955, modificato dalla direttiva (UE) 2023/1791, per la stipulazione di contratti di noleggio a lungo termine per la locazione di veicoli a zero emissioni”. Sull'ordine del giorno n. 9/2280/3 Sergio Costa, il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/2280/4 Pavanelli, previa espunzione della seconda premessa, il parere è favorevole sull'impegno 1); il parere è favorevole sull'impegno 2), con la seguente riformulazione: “promuovere, in coordinamento con il sistema volontario istituito a livello UE, adeguate misure per l'efficienza energetica dei centri di elaborazione dati, finalizzate ad informare e incoraggiare i titolari e i gestori dei data center già esistenti a ridurre il proprio consumo energetico in modo sostenibile ed economicamente vantaggioso”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2280/5 Scerra, previa espunzione delle premesse nn. 3, 4, 5, 6 e 7, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione dell'impegno: “nell'ottica del perseguimento degli obiettivi di efficienza energetica previsti dalla direttiva (UE) 2023/1791 del Parlamento europeo e del Consiglio del 13 settembre 2023, a valutare l'opportunità di farsi promotore, in sede europea, di una politica comune di investimento a supporto della competitività delle imprese”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2280/6 Ascari, il parere è contrario sulle premesse e favorevole sull'impegno, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità che le misure da adottare nell'esercizio della delega per l'attuazione della direttiva (UE) 2024/1385 del Parlamento europeo e del Consiglio del 14 maggio 2024, siano accompagnate da altre misure, nell'ottica di un completo perseguimento degli obiettivi di contrasto efficace alla violenza di genere e di promozione di politiche di parità di genere, anche a livello culturale”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2280/7 Bruno, il parere è favorevole sull'impegno, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di accompagnare le misure da adottare nell'esercizio della delega per l'attuazione della direttiva (UE) 2024/1499 del Consiglio del 7 maggio 2024, sulle norme riguardanti gli organismi per la parità in materia di parità di trattamento, con interventi volti a rafforzare i poteri degli organismi preposti al perseguimento della parità, anche attraverso, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, la previsione di adeguati e stabili sistemi di finanziamento su base pluriennale, al fine di favorire il più efficace perseguimento delle finalità della suddetta direttiva europea”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2280/8 Cantone il parere è contrario sulle premesse nn. 2, 3 e 4 e favorevole sull'impegno, con la seguente riformulazione: “ad assumere ogni opportuna iniziativa diretta ad assicurare il rispetto del termine previsto dall'articolo 29, comma 4, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, per la presentazione alle Camere del disegno di legge di delegazione europea”. Sull'ordine del giorno n. 9/2280/9 Ilaria Fontana il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/2280/10 L'Abbate il parere è favorevole, con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare la necessità di adottare iniziative normative volte ad attuare quanto previsto dall'articolo 50 del regolamento (UE) 2025/40 del Parlamento europeo e del Consiglio (regolamento UE sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio), in merito all'introduzione di un sistema nazionale di deposito cauzionale su bottiglie in PET e lattine per bevande allo scopo di massimizzare il riciclo e garantire il conseguimento degli obiettivi previsti dallo stesso articolo 50 del regolamento (UE) 2025/40”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2280/11 Quartini il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2280/12 Barzotti il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di accompagnare le misure da adottare nell'esercizio della delega per l'attuazione della direttiva (UE) 2024/2831 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2024 con l'assunzione di ulteriori iniziative dirette ad assicurare che i provvedimenti disciplinari e di licenziamento nei confronti dei lavoratori delle piattaforme digitali non vengano assunti da un algoritmo o da un sistema decisionale automatizzato”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2280/13 Aiello, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione dell'impegno: “ad accompagnare le misure da adottare nell'esercizio della delega per l'attuazione della direttiva (UE) 2024/2831 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2024 con delle valutazioni in ordine alla tematica relativa alla definizione della situazione occupazionale dei suddetti lavoratori, nonché alle condizioni di vita e di lavoro dei cosiddetti digital workers”.

L'ordine del giorno n. 9/2280/14 Tucci è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2280/15 Carotenuto il parere è favorevole, con la seguente riformulazione dell'impegno: “ad accompagnare le misure da adottare nell'esercizio della delega per l'attuazione della direttiva (UE) 2024/2831 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2024 con delle valutazioni in ordine alla tematica relativa alle forme di integrazione al reddito dei lavoratori delle piattaforme digitali”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2280/16 De Luca il parere è contrario sulle premesse nn. 4 e 5 e favorevole sull'impegno.

Sull'ordine del giorno n. 9/2280/17 Onori il parere è contrario sulle premesse nn. 5 e 7, favorevole sull'impegno n. 1 e favorevole sull'impegno n. 2 con la seguente riformulazione: inserire dopo le parole “adoperarsi” le seguenti: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/2280/18 Mantovani il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2280/2 Cappelletti. Onorevole Cappelletti, accetta la riformulazione?

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). No, Presidente, non accetto la riformulazione perché, ogni qualvolta in quest'Aula si parla dei soggetti più fragili, delle famiglie più povere, viene sempre anteposto rispetto a qualsiasi impegno potenziale “a valutare l'opportunità di intervenire”. Signor Ministro, a me non sorprende, perché questa è l'ennesima volta che, quando si deve intervenire proprio per dare supporto alle famiglie che hanno maggiore difficoltà, l'indicazione della maggioranza e del Governo sia “valuteremo, vedremo”, però ci sono delle direttive, ci sono dei regolamenti europei che dicono il contrario.

Glieli richiamo io: ad esempio, il regolamento (UE) 2023/955 introduce la definizione di utenti vulnerabili dei trasporti, cioè quelle famiglie - lo ricordo a me stesso e ai colleghi - che sono a reddito più basso o medio-basso e che non dispongono dei mezzi per acquistare veicoli a zero e a basse emissioni, o per passare a modi di trasporto alternativi sostenibili, compresi i trasporti pubblici. Anche il piano d'azione industriale per il settore automobilistico europeo si prefigge come obiettivo di rafforzare la domanda di veicoli a zero emissioni, non a valutare l'opportunità di rafforzare la domanda dei veicoli. Ma l'obiettivo è quello di rafforzare la domanda, anche attraverso la predisposizione di che cosa?

Di incentivi ad hoc, quali il leasing sociale. Che cos'è il leasing sociale? Il leasing sociale è un contratto di acquisto in leasing, cioè in locazione, però a prezzo calmierato, cioè grazie a un contributo. Insomma, si tratterebbe di uno strumento fondamentale per diffondere l'uso di autoveicoli elettrici o a bassa, bassissima emissione, supportando proprio quei soggetti che sono più fragili, e, quindi, spesso meno abbienti.

Per questo motivo, con questa premessa, noi abbiamo presentato quest'ordine del giorno, che impegna il Governo ad accompagnare le misure nell'esercizio della delega con ulteriori iniziative che siano volte a prevedere l'introduzione di incentivi ad hoc in favore proprio di questi utenti, cioè dei soggetti più vulnerabili, ovviamente con l'obiettivo di stimolare quei contratti a noleggio a lungo termine per la locazione di veicoli a zero emissioni. Come finanziare questa spesa? Come finanziare gli incentivi destinati al cosiddetto leasing sociale?

La nostra proposta è contenuta nell'ordine del giorno stesso, ossia applicare finalmente anche in Italia quel principio che è universalmente riconosciuto in tutta Europa, praticamente in tutto il mondo, secondo il quale “chi più inquina, più paga”. Non è difficile, non è difficile: chi più inquina, più paga, e con i proventi derivanti si possono finanziare questi interventi di cosiddetto leasing sociale.

Quindi, non posso che concludere chiedendo al Governo e alla maggioranza un ripensamento rispetto a quest'ordine del giorno, rispetto al quale credo non sia altro che la logica conseguenza dell'applicazione delle normative europee che sono state richiamate, ma anche un'azione politica di buon senso rivolta a sostenere, da una parte, un settore industriale e, dall'altra, le famiglie che si trovano in una situazione di maggiore fragilità e debolezza dal punto di vista economico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2280/2 Cappelletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 130).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2280/3 Sergio Costa, su cui vi è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrara. Ne ha facoltà.

ANTONIO FERRARA (M5S). Onorevoli colleghi, Presidente, il Governo, che doveva presentare questo disegno di legge entro febbraio, ci sorprende, invece, con una puntualità da orologio rotto, sembra arrivato con 7 mesi di ritardo. Evidentemente, anche il calendario è delegato a qualcuno che dorme sonni profondi al Ministero competente. Tra le varie direttive, spunta fuori quella sull'efficienza energetica, che finalmente definisce la povertà energetica; forse qualcuno al Governo ha scoperto anche l'acqua calda, meglio tardi che mai. Ma a noi resta il dubbio che questa grande scoperta sia avvenuta per puro caso.

La povertà energetica colpisce tante famiglie e, mentre il Ministero competente naviga sereno tra un rinvio e l'altro, queste famiglie continuano a pagare conti esorbitanti. Considerato che servono interventi seri, non chiacchiere da conferenza, e che risolvere il problema della povertà energetica significa tutelare ambiente, salute e, soprattutto, le tasche dei cittadini, il Governo si impegni, invece di limitarsi a slogan, ad adottare rapidamente misure vere e incisive. Obbligare i distributori energetici a destinare una quota minima di risparmio energetico per interventi reali a favore delle famiglie vulnerabili, evitando l'ennesima operazione di facciata; aggiornare velocemente la normativa per una strategia nazionale contro la povertà energetica concreta e coerente, smettendo finalmente di rimanere in attesa di tempi migliori; esentare subito dall'imposta sul reddito i contributi destinati a chi vive in povertà energetica per incentivare davvero interventi di efficientamento energetico.

Concludo ricordando al Governo, il sedicente Governo del fare, che finora ci ha mostrato principalmente cosa significa fare promesse, fare rinvii e, soprattutto, fare confusione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2280/3 Sergio Costa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 131).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2280/4 Pavanelli. Onorevole Pavanelli, accoglie la riformulazione?

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. No, non accetto la riformulazione. Purtroppo, l'ho già detto in altre occasioni, ma questo Governo ha la brutta, la cattiva abitudine di scrivere, di fatto, gli ordini del giorno delle opposizioni.

Anche in questo caso devo dire, Ministro, mi dispiace, ma la riformulazione non corrisponde per niente alla richiesta fatta. Qui si sta parlando dei data center, dei data center sì del settore dell'intelligenza artificiale, ma non solo. Sappiamo che ci sono grandi data center anche nel settore delle nostre telecomunicazioni: pagano tantissimo l'energia, sono imprese che hanno dei costi molto elevati. Quello che stiamo chiedendo con quest'ordine del giorno è di far sì che le loro imprese facciano, da una parte, transizione energetica (o, comunque, parzialmente, per quello che riescono a fare) e di far sì che il Governo vada in questa direzione e spinga queste aziende a farlo.

In secondo luogo, abbiamo visto - anche in altre occasioni ho provato a depositare i vari emendamenti al riguardo - che questi data center possono essere anche utilizzati, per il calore che producono, come teleriscaldamento. E vi sono esempi innovativi che si stanno realizzando in altri Paesi europei: per esempio, mettere questi data center all'interno di serre, per riscaldare le serre dei nostri agricoltori. Sembra magari anomalo come connubio, quello del mondo digitale e del mondo agricolo, però questo esempio fa capire che possiamo attuare questi mix imprenditoriali per fare, appunto, un mix energetico che possa essere utile per tutti, affinché non ci siano sprechi e, ovviamente, ci sia quanta più transizione energetica per tutte le parti coinvolte in questo caso.

Sappiamo bene che possiamo anche utilizzare il calore per il teleriscaldamento per altre imprese, piuttosto che per le abitazioni.

Siamo in attesa che il Governo possa finalmente dare delle linee guida quanto più corrette possibili, affinché le nostre regioni e i nostri comuni possano decidere quali sono, tra l'altro, le aree idonee per i data center, come metterli, come dare indicazioni alle imprese affinché le nostre città non vengano surriscaldate da questi data center. Semmai, possono essere utilizzati dal punto di vista del calore che emettono, ma anche per quanto riguarda l'energia che utilizzano.

Quest'ordine del giorno andava in questa direzione, con un monitoraggio anche dei costi che stanno avendo. Purtroppo, il Governo di nuovo non ha voluto accogliere l'ordine del giorno, se non trasformandolo di fatto in qualcosa che non era stato chiesto dalla sottoscritta. Me ne dispiace e, magari, prossimamente Ministro riparliamone, perché io credo che sia un tema che dovrebbe essere quanto più trasversale e non di una parte politica, perché stiamo di fatto parlando del presente e, soprattutto, del futuro del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, Tommaso Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Signor Presidente, lei sa che, quando il Governo è investito di ordini del giorno, potrebbe respingerli tutti, ma in realtà si cerca di trovare le ragioni per accogliere le richieste che vengono formulate al Governo negli ordini del giorno.

Premesso ciò e premesso che riguardo al tema bisognerebbe avere anche rispetto dell'attività che sta compiendo la IX Commissione (Trasporti), che ha un disegno di legge unitario di delega al Governo sul punto, voglio far presente all'onorevole proponente prima firmataria, che la grande modifica che introduce il Governo è l'accoglimento del punto 1) del suo impegno e la modifica di un verbo, da “elaborare” a “promuovere”, nell'impegno 2). Non mi sembra che sia uno stravolgimento di un ordine del giorno che testualmente riproduce quanto lei ha chiesto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro. Io intervengo solo perché, tra l'altro, sono uno dei firmatari di una proposta di legge sui data center in Commissione trasporti, e il rispetto c'è.

Io voglio solo farvi porre l'attenzione su un punto: quello che stiamo facendo in Commissione trasporti è purtroppo una delega al Governo. Stiamo affrontando una trasformazione epocale in questo settore con una delega al Governo e, quindi, non agiamo direttamente su tutti i punti su cui possiamo agire adesso. L'esplosione dei data center come infrastrutture c'è adesso, l'avanzamento delle tecnologie digitali c'è adesso. La delega al Governo è una modalità che sicuramente non aiuterà questa trasformazione e questo investimento in queste infrastrutture.

Quindi, per favore, noi abbiamo rispetto; anzi, abbiamo rispetto del lavoro della Commissione trasporti, ci stiamo anche impegnando, voi abbiate rispetto del Parlamento (Commenti del Ministro Foti) e, magari, cominciate ad anticipare le cose su cui siete d'accordo, i presupposti su cui siete d'accordo, così possiamo fare del bene al Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, proprio per il mio ruolo anche di presidente, io devo riconoscere che quella legge delega nasce dall'opposizione, dalla collega Pastorella, che si è fatta promotrice di questa proposta di legge. Anche con il relatore Amich è stato fatto un lavoro, chiedendo a tutti i gruppi di dare il proprio contributo, proprio per toccare tutte le sensibilità.

La legge delega è anche dovuta al fatto che si tratta di un argomento complesso, un argomento che si evolve giorno dopo giorno, però abbiamo messo tutti i paletti, come richiesto anche dalla collega Pavanelli.

Come ha detto il Ministro Foti, non è che si è inserito “a valutare l'opportunità di”, ma è stato cambiato solo un verbo, proprio per venire incontro alle richieste dell'opposizione. Quindi, in questa materia dei data center c'è tutta la volontà di questa maggioranza di accogliere le proposte dell'opposizione. Però, se poi ci si attacca al cambiamento di un verbo, che non è “a valutare l'opportunità” ma è altro, allora vuol dire che l'intenzione è proprio quella di non venire incontro a quello che è il lavoro della maggioranza e del Governo da parte dell'opposizione, ma si vuole fare una polemica pretestuosa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2280/4 Pavanelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 132).

Passiamo all'ordine del giorno 9/2280/5 Scerra, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Accetta la riformulazione, onorevole Scerra? Onorevole Scerra? Qualcuno del gruppo: accetta o non accetta? No. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2280/5 Scerra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 133).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2280/6 Ascari, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Accetta la riformulazione, onorevole Ascari?

STEFANIA ASCARI (M5S). La vorrei risentire, per favore.

PRESIDENTE. Prego, signor Ministro, cortesemente, se può far risentire la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2280/6 Ascari.

TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. “A valutare l'opportunità che le misure da adottare nell'esercizio della delega per l'attuazione della direttiva (UE) 2024/1385 del Parlamento europeo e del Consiglio del 14 maggio 2024 siano accompagnate da altre misure, nell'ottica di un completo perseguimento degli obiettivi di contrasto efficace alla violenza di genere e di promozione di politiche di parità di genere, anche a livello culturale”.

PRESIDENTE. Grazie, signor Ministro. Deputata Ascari, accetta?

STEFANIA ASCARI (M5S). Non accetto e vorrei…

PRESIDENTE. Prego.

STEFANIA ASCARI (M5S). … intervenire; vorrei ricordare quello che succede fuori da questo Parlamento. Martina Carbonaro aveva 14 anni, è stata uccisa a sassate ad Afragola per avere detto “no” al ragazzo con cui non voleva più stare. Poco più che bambina, ammazzata per avere scelto. Fernanda Di Nuzzo aveva 61 anni, era una maestra d'asilo, ed è stata accoltellata a morte dal marito nella sua casa a Grugliasco. E poi c'è Sueli Leal Barbosa, 48 anni, operatrice sociosanitaria, che è morta cercando di salvarsi buttandosi dalla finestra di casa in fiamme, la porta era chiusa dall'esterno; il compagno, ora indagato per incendio doloso e omicidio volontario, è stato trovato a bere una birra in un bar vicino.

Poi voglio ricordare Denisa Adas, uccisa - e lo voglio ricordare in quest'Aula - non in quanto escort, ma in quanto donna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e questo lo voglio dire perché ho letto degli articoli di giornale veramente aberranti, quasi a giustificare il suo femminicidio; e oltre alla violenza che ha subito, al femminicidio, deve subire anche la violenza dei pregiudizi che subdolamente la colpevolizzano, e questo è inaccettabile, veramente.

Potrei andare avanti, perché solo nel 2025 sono già state uccise 48 donne, alcune delle quali sono già state dimenticate dopo pochi giorni di clamore. In particolare, vorrei ricordare i casi di Ilaria Sula e Sara Campanella, uccise a soli 22 anni. Tutte donne uccise da uomini incapaci di accettare un “no”, incapaci di tollerare l'autonomia, l'autodeterminazione, la volontà e la libertà delle donne, figli dello stesso sistema patriarcale. E intanto al tribunale di Catania un professore universitario accusato di molestie sulle studentesse viene assolto.

Ha toccato i seni, sì, è vero, li ha toccati, ma senza pressione, e non c'è prova del dissenso; come se il corpo delle donne fosse sempre disponibile finché non si urla abbastanza. Ecco perché oggi chiediamo, attraverso quest'ordine del giorno, che il recepimento della direttiva europea n. 2024/1385 non sia un mero atto tecnico. Non si può combattere questa violenza sistemica con strumenti burocratici, serve molto di più, e lo abbiamo ripetuto tantissime volte.

Serve una rivoluzione culturale, che deve cominciare adesso, a partire dall'introduzione dell'educazione affettiva e sessuale nelle scuole sin dalle prime classi, perché bisogna fornire ai bambini un alfabeto gentile delle emozioni, per aiutarli a parlare delle emozioni, a saperle contenere, avere uno spazio neutro di ascolto e confronto reciproco per apprendere il rispetto di sé stessi, degli altri, la libertà, il rispetto della libertà altrui e del consenso, perché un “no” è un “no”. Dico “bambini” perché, quando si arriva all'adolescenza, ormai sono già stati assimilati tutti gli stereotipi di genere ed è più difficile estirparli.

Poi vorrei fare una domanda all'interno di quest'Aula del Parlamento, cioè che tipo di società vogliamo per il futuro: una società in cui le donne debbano continuare a sentirsi in pericolo anche quando escono per fare due passi da sole, o una in cui le donne possano essere libere di autodeterminarsi? E allora spetta a noi porre le basi. Inoltre vorrei ricordare che la violenza sulle donne non è solo quella che lascia lividi sul corpo.

C'è una violenza più subdola, che è la violenza economica, espressamente introdotta nella Convenzione di Istanbul, che è quella che ti fa restare con un uomo che ti fa del male perché non hai un reddito, non hai una casa, non hai un lavoro, non hai una via di uscita, e molte donne non denunciano perché dipendono economicamente dal loro aggressore. E allora è qui che lo Stato deve intervenire, prima che le tragedie si verifichino. Qui vorrei ricordare due proposte di legge che ho depositato: la prima per inserire le donne vittime di violenza tra le categorie protette per il collocamento obbligatorio al lavoro, perché il lavoro è indipendenza; la seconda, raddoppiare il congedo per le lavoratrici vittime di violenza da 3 a 6 mesi, per permettere loro di seguire fino in fondo i percorsi di protezione, dal momento che 3 mesi spesso non bastano nemmeno a capire da dove ripartire.

Lo Stato deve offrire alle donne vittime di violenza una strada verso la libertà, e quella strada passa dall'educazione, dal lavoro, dall'autosufficienza, da un welfare che funziona. Chiudo, Presidente, dicendo che spero che queste proposte, dall'introduzione di percorsi di educazione affettiva e sessuale e dalle ultime che ho appena citato, diventino finalmente legge perché non c'è più tempo da perdere, perché ogni giorno che perdiamo è una vita in pericolo e ogni donna che aiutiamo a salvarsi è una vittoria contro il patriarcato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputa Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Riprendo quanto detto dalla collega e, in particolare, quanto riportato sull'ordine del giorno, ad esempio, sul tema della formazione obbligatoria per i magistrati e le magistrate inquirenti e giudicanti, ma non soltanto, nel senso che, se noi parliamo poi di educazione affettiva nella scuola, analogo percorso deve essere fatto con i docenti.

Forse sono proprio questi i giorni che debbono farci riflettere in modo particolare su questi temi, e, da ultimo, non meno importante, il tema dell'autonomia per le donne. E poi, ancora, il tema del disagio giovanile, che deve essere assolutamente affrontato. Sono tanti gli aspetti che ci portano a chiedere di sottoscrivere quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Tutto il gruppo MoVimento 5 Stelle sottoscrive l'ordine del giorno.

Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2280/6 Ascari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 134).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2280/7 Bruno. Onorevole Bruno accetta la riformulazione? Accetta. Perfetto, grazie.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2280/8 Cantone. Onorevole Cantone accetta la riformulazione? No. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2280/8 Cantone, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 135).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2280/9 Ilaria Fontana. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2280/9 Ilaria Fontana, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 136).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2280/10 L'Abbate. Onorevole L'Abbate accetta la riformulazione? Accetta. Quindi, andiamo avanti.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2280/11 Quartini, su cui vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Io non ho capito se il Ministro non ha letto l'ordine del giorno perché effettivamente si casca dalle nuvole nel sentire un parere contrario a un ordine del giorno di buon senso come questo. Lo inviterei a un minimo di supplemento di ripensamento perché in definitiva si chiede che vengano garantite “le procedure volte a sostituire i contrassegni di parcheggio in dotazione alle persone con disabilità già esistenti sul territorio nazionale con il nuovo contrassegno di parcheggio di tipo europeo” e che siano intraprese “senza ulteriori gravami burocratici che possano pesare sulle suddette persone”.

La legge di delegazione europea prevede che ci sia un contrassegno per le persone con disabilità per poter parcheggiare le auto, per entrare nei centri storici e che sia unico su tutto il territorio dell'Unione europea.

Ora che ci si rifiuti di accettare un ordine del giorno così di buon senso e che questo Governo, questa maggioranza se la prenda con le persone più vulnerabili del Paese, rispetto ai gravami burocratici che questa pratica potrebbe comportare, penso sia una vergogna, sinceramente. Quindi, vediamo se riesce a ripensarci perché mi sembra veramente una cosa incredibile; forse, è una delle poche volte in cui rimango completamente sorpreso da una decisione, direi, quasi crudele nei confronti delle persone con disabilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Effettivamente è un ordine del giorno che fa riflettere. Io credo che queste siano le richieste che noi tutti portiamo avanti - e, in questo caso, parlo dell'Italia - nei nostri comuni, nei nostri territori. Proprio in questo periodo sto seguendo la vicenda di alcune associazioni che trasportano malati e disabili (APS) che non hanno diritto a sostare negli appositi spazi. C'è anche il tema ovviamente della gratuità, a maggior ragione, a livello europeo. Forse sono tutti questi pezzetti che permettono all'Unione pian piano di trovare sintonia. Come gruppo riteniamo quest'ordine del giorno di assoluto buon senso che deve andare oltre anche ai temi che ho citato e, quindi, chiediamo, sempre come gruppo, di sottoscriverlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Sì, signor Presidente, proprio per alleggerire la burocrazia sarebbe opportuno anche non solo leggere gli ordini del giorno ma anche gli atti parlamentari così il combinato disposto funziona meglio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Faccio presente che, con emendamento approvato al Senato da tutti i gruppi politici, quanto qui proposto è già stato accettato e diventa legge. È inutile impegnare come del caso il Governo perché vi sta provvedendo, in maniera perfetta, puntuale e, direi, unanime, il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2280/11 Quartini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 137).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2280/12 Barzotti. Onorevole Barzotti accetta la riformulazione? No, se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2280/12 Barzotti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 138).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2280/13 Aiello. Onorevole Aiello o chi per lui accettate la riformulazione? No, se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2280/13 Aiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 139).

Avverto che il gruppo MoVimento 5 Stelle ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento: essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un ulteriore tempo aggiuntivo pari a un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato al gruppo medesimo dal contingentamento.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2280/14 Tucci. Onorevole Tucci, accetta come raccomandazione? Sì, perfetto.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2280/15 Carotenuto. Onorevole Carotenuto accetta la riformulazione? No, se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2280/15 Carotenuto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 140).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2280/16 De Luca. Onorevole De Luca accetta la riformulazione?

PIERO DE LUCA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Posso chiedere la cortesia al Ministro, mi perdoni, di rileggere la riformulazione?

PRESIDENTE. Prego, signor Ministro.

TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Espungere solo le premesse n. 4 e n. 5; per il resto parere favorevole.

PRESIDENTE. Accetta onorevole De Luca?

PIERO DE LUCA (PD-IDP). Va bene. Pur non condividendo ovviamente l'espunzione delle premesse, che per noi sono parte integrante, il dispositivo finale è estremamente importante perché…

PRESIDENTE. Comunque accetta?

PIERO DE LUCA (PD-IDP). Sì, perché il Governo…

PRESIDENTE. Perché non può fare dichiarazioni, accettando.

PIERO DE LUCA (PD-IDP). Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2280/17 Onori. Onorevole accetta la riformulazione? Sì, grazie.

Sull'ordine del giorno n. 9/2280/18 Mantovani vi è il parere favorevole del Governo.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Steger. Ne ha facoltà.

DIETER STEGER (MISTO-MIN.LING.). Aspetto un attimo, Presidente?

PRESIDENTE. Un attimo solo, aspettiamo il deflusso dei colleghi.

Penso che possiamo provarci.

DIETER STEGER (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Colleghi, la legge che oggi ci accingiamo a votare non è un mero adempimento tecnico, è piuttosto un banco di prova politico, misura il nostro impegno nella costruzione europea ma anche la nostra capacità di coniugare sovranità nazionale e appartenenza a una comunità più grande. Io credo nell'Europa, non in un'Europa astratta e invasiva, ma in un'Europa forte dove serve, rispettosa, dove è giusto che lo siano gli Stati e i territori.

Un'Europa che fissi l'orizzonte comune e lasci libertà di percorrenza, un'Europa che guidi sulle grandi questioni - la sicurezza, l'energia e il commercio globale -, ma che non entri passo dopo passo nella vita quotidiana dei cittadini con regole eccessive e tecnicismi paralizzanti, controlli che rischiano di soffocare la vitalità dei nostri sistemi economici e sociali. L'Europa, se vuole restare fedele a se stessa, deve ritrovare la misura dell'essenziale. Ecco perché questa legge di delegazione europea va accolta con spirito costruttivo, ma anche con uno sguardo vigile e critico. La sfida, infatti, non è semplicemente quella di recepire direttive, ma di farlo in modo intelligente, coerente e utile al Paese.

Come europeista e come rappresentante di una minoranza linguistica, sento la responsabilità di difendere un modello europeo che sia integrazione, non imposizione; che sia dialogo, non automatismo normativo; che sia crescita, non stagnazione regolatoria. E qui viene il punto centrale: l'Europa non cresce se non crescono i suoi Stati membri. Non c'è giustizia sociale senza sviluppo economico, non c'è Stato sociale se le imprese chiudono, non c'è pace sociale se il lavoro manca. Per questo le norme europee in materia ambientale, fiscale e sul lavoro non devono rispecchiare ideologie, ma realtà; non devono frenare, ma favorire; non devono ostacolare, ma abilitare.

Un'Europa che soffoca le iniziative locali, che paralizza gli investimenti con oneri burocratici, che impone standard irrealistici non è un'Europa più forte, è solo un'Europa più distante e rischia di alimentare proprio quel malcontento che noi vorremmo combattere. Lo dico con chiarezza: l'ambiente va protetto, ma con equilibrio. La transizione ecologica non può trasformarsi in decrescita obbligata, le imprese vanno accompagnate e non penalizzate, la giustizia climatica deve andare di pari passo con la sostenibilità economica.

Altrimenti i nostri territori, e in particolare quelli più fragili - penso alle zone montane, rurali, di confine -, resteranno indietro e l'Europa non può permettersi una frattura interna tra aree centrali e periferiche. Allo stesso modo, ben vengano le norme sulla parità salariale e sulla tutela dei lavoratori, ma siano strumenti concreti, calibrati sulle condizioni reali delle nostre imprese, delle nostre filiere produttive e delle nostre autonomie. Apprezzo, dunque, molti dei contenuti di questa legge.

Penso alla trasparenza nei bilanci delle imprese, alla tutela dei consumatori e alla protezione dei dati digitali, alla lotta al riciclaggio e al sostegno all'inclusione; apprezzo l'inserimento delle direttive relative ai diritti delle persone con disabilità e ai programmi Erasmus+, strumenti fondamentali per costruire una cittadinanza, una vera cittadinanza europea. Ma tutto ciò deve avvenire con attenzione, con proporzione, con rispetto delle competenze nazionali, territoriali e regionali, perché - permettetemi di dirlo con franchezza - l'eccesso di regolazione rischia di allontanare i cittadini, di alimentare populismi, di delegittimare proprio quel progetto europeo in cui noi crediamo.

In questo senso, è ora che si apra con coraggio il capitolo della riforma dei trattati, non per indebolire l'Unione, ma per renderla più efficace e più chiara nei suoi obiettivi, più selettiva nel suo intervento. Basta con la confusione delle competenze, serve una nuova architettura interistituzionale che distingua nettamente ciò che è compito dell'Unione - difesa, competitività, energia, politica estera - e ciò che deve restare nella piena responsabilità degli Stati, delle regioni e degli enti locali. Accanto alla riforma dei trattati, è urgente riqualificare l'azione del Governo italiano e il processo di recepimento.

Serve più velocità, più chiarezza, più coinvolgimento del Parlamento e delle regioni. Non possiamo permetterci di accumulare ritardi, né di trasformare ogni recepimento in esercizio di adattamento passivo. È tempo di assumere un ruolo propositivo, di modellare le norme europee secondo le esigenze del Paese, non di subirle come se fossero immodificabili. Onorevoli colleghi, per chi, come me, proviene da una minoranza linguistica, l'Europa ha sempre rappresentato una speranza, una speranza di tutela, di riconoscimento, di inclusione, ma oggi serve che l'Europa sia anche una speranza di futuro, di crescita, di fiducia.

Un'Europa che sappia farsi rispettare nel mondo, ma che sappia anche ascoltare dentro i propri confini, che sappia parlare il linguaggio delle imprese, delle famiglie e dei territori. Ed è con questo spirito europeo, responsabile, critico, ma leale, che annuncio il nostro voto favorevole alla legge di delegazione europea 2024, ma lo faccio con la ferma convinzione che sia giunto il momento di dare respiro, ambizione e direzione politica al progetto europeo, non con più regole, ma con più visione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Grazie, signor Presidente. Intanto penso che, visto l'andazzo di come funziona il Parlamento, non sia per me irrituale ringraziare il Ministro per un comportamento che dovrebbe essere naturale, e che invece rappresenta quasi una specificità nel rapporto che c'è tra questo Governo, e anche in passato altri Governi, e il Parlamento. Non solo il fatto che è stato presente, ma anche il fatto che ha cercato di interagire. Su cosa?

Ovviamente, su un provvedimento che sappiamo tutti far parte di quei provvedimenti che dovrebbero in qualche modo trovare il più possibile un consenso ampio all'interno dell'Aula, anche perché tecnicamente ci riferiamo alla legge di delegazione, che fondamentalmente dovrebbe quasi automaticamente recepire tutta una serie di direttive e di regolamenti che arrivano da parte dell'Unione europea.

Quindi ci dovrebbe essere quasi un automatismo. Sappiamo poi che così non è e che anche nelle forme di recepimento ci possono essere delle particolarità e delle sensibilità, che però, nella storia di questo Parlamento, non hanno mai visto o raramente hanno visto delle grandissime divisioni. Ora, le anticipo subito, Presidente, e anticipo al Ministro, che ancora una volta per noi la ragione di una impossibilità di un voto favorevole su un provvedimento come questo nasce più da una serie di problemi di metodo che non da una serie di questioni di merito.

C'è innanzitutto il problema del ritardo. Io ho ascoltato e ho letto, anzi, la replica del Ministro nella discussione generale. È vero che c'è una somma di ritardi che si sono accavallati, a cominciare però dal ritardo con il quale il Consiglio dei ministri ha approvato questo disegno di legge: doveva essere entro il febbraio del 2024, è stato approvato a maggio del 2024; dopodiché, a luglio del 2024 è andato in Senato, è arrivato qui alla Camera praticamente agli inizi del 2025, lo stiamo approvando l'11 giugno del 2025.

Lei sa perfettamente - lo ha ricordato, signor Ministro - che noi in realtà avremmo già dovuto approvare quello del 2025, che avrebbe dovuto essere presentato nel 2025, nel febbraio del 2025.

Peraltro, come lei giustamente sa e ricorda, quest'anno è alla Camera che tocca la prima lettura. E qui vengo però al fatto che quindi noi stiamo approvando nel 2025 quello che era del 2024 e approveremo realisticamente nel 2026 quello che riguarda il 2025. C'è qualcosa che non funziona, le anticipo che io ho ascoltato anche con attenzione l'intervento della collega De Monte, e mi pare che lei concordasse, avendo anche lei ovviamente un'esperienza parlamentare di lungo corso, e quindi conosce quali sono anche gli intoppi, a prescindere dalla maggioranza e dall'opposizione, delle procedure, che non consentono poi, in alcuni casi involontariamente, di rispettare dei tempi.

Alcune delle questioni poste rispetto all'iter del procedimento parlamentare all'interno della Camera dei deputati, sollevate dalla collega De Monte, penso che per l'opposizione debbano essere un'occasione per una valutazione e per cercare, così come abbiamo fatto sul Regolamento, di trovare delle soluzioni che siano delle soluzioni utili a tutti. Però la realtà poi che cosa comporta, signor Ministro? Che poi questo è un ennesimo provvedimento blindato, nel senso che inevitabilmente per tutti i ritardi accumulati - lei lo ha spiegato perfettamente - ci siamo trovati a vedere respinti sostanzialmente tutti gli emendamenti non tanto o non solo per ragioni di merito, in alcuni casi sicuramente anche per ragioni di merito, ma perché, come spesso accade, bisogna approvare questa legge e non si può ritardare ulteriormente.

Ora mi consenta, signor Ministro, siccome io la conosco e sa che la stimo anche, però, le sue parole - che mi sono ripreso e voglio rileggerle - fanno un po' sorridere, fanno sorridere amaramente, perché lei dice: quindi, sotto questo profilo, voglio anche dire che è vero che in questo ramo del Parlamento sono stati espressi pareri negativi su tutti gli emendamenti; altrettanto vero è che, se noi avessimo la possibilità di presentare in tempi adeguati la legge di delegazione del 2025, questo ramo del Parlamento potrebbe contribuire in prima lettura in modo significativo ed eventualmente implementare quello che sarà il disegno di legge che il Governo consegnerà alla Camera.

Signor Ministro, quando non avete il problema dei ritardi - le faccio l'esempio della riforma costituzionale per la separazione delle carriere in prima lettura -, non abbiamo avuto neanche il tempo di sfogliare le pagine, non ci avete consentito neanche di fare finta che ci fosse un confronto. Eravamo in prima lettura ed era una riforma costituzionale. Lei sa perfettamente che ormai, nella riforma costituzionale di fatto che c'è stata, con un monocameralismo che si trasporta tra Camera e Senato su provvedimenti che una Camera vede e l'altra può soltanto ratificare, queste sue parole sono apprezzabili dal punto di vista teorico, ma nella pratica rispondono a una realtà inesistente. Quindi, purtroppo, come lei sa perfettamente, noi ci troveremo nella situazione per cui discuteremo, nel 2026, la legge di delegazione e probabilmente questa Camera avrà la possibilità di un confronto, ma, quando arriverà al Senato, sarà blindata esattamente com'era blindata qui.

Per quanto riguarda il merito, signor Presidente, noi sappiamo quanto sia evidente l'importanza di questo provvedimento, in quanto è uno strumento decisivo ai fini dell'attuazione della normativa europea e per la partecipazione dell'Italia al processo di integrazione europea. E con riferimento a questo, la ragione per la quale è importante che ci sia un contributo il più possibile vasto da parte della Camera è perché fissa, chiaramente, qual è anche il nostro atteggiamento rispetto all'Europa, all'integrazione europea e anche al contributo innovativo che noi possiamo dare.

Ed è giusto rilevare che, per quanto riguarda il tema delle procedure di infrazione - anche questo dobbiamo riconoscerlo perché è nell'interesse nostro, è nell'interesse dell'Italia -, indubbiamente qualche miglioramento siamo riusciti a metterlo in campo. Se non erro, mi corregga Ministro, sono 64, ora, le procedure di infrazione in corso, ma siamo messi sicuramente meglio di altri Paesi europei, come per esempio la Spagna e la Polonia, e, praticamente, siamo allo stesso livello della Germania, che, se non sbaglio, ne ha 65. È un fatto positivo, perché c'è stato un periodo in cui l'Italia ha avuto sicuramente molte più pratiche e procedimenti di infrazione. E ce ne sono anche decine che, di fatto, stanno andando verso l'archiviazione, quindi anche questo sicuramente è frutto di un lavoro che è stato fatto.

Detto questo, signor Ministro, come lei sa, c'è sempre un “però” nelle cose, che risiede nel fatto che le procedure di infrazione sicuramente stanno diminuendo, ma dalla fase di apertura a quella definitiva hanno degli stadi e, in questo caso, l'Italia, purtroppo, ha la seconda percentuale più alta di procedure d'infrazione arrivate alla fase del contenzioso di fronte alla Corte europea. Questo è un problema, perché poi, quando arrivano i giudizi - richiamerò tra poco quello della Torreggiani di tanti anni fa -, ci sono implicazioni materiali che non sono irrilevanti, anche dal punto di vista economico, per quanto riguarda il nostro Paese.

Tra le procedure in corso che riguardano il nostro Paese, la maggior parte - mi riferisco, ovviamente, alle deleghe e ai temi che dovremo affrontare, non alle procedure - riguarda le tematiche ambientali, a prescindere da quelle legate al cambiamento climatico. Altre riguardano l'occupazione, il tema del sociale, l'inclusione, la mobilità, i trasporti, la migrazione, gli affari interni, l'industria, l'imprenditoria, la giustizia, la tutela dei consumatori, la concorrenza. Insomma, ce ne sono tante.

Per quanto riguarda la giustizia, signor Ministro, voglio sottolineare - e mi avvio alla conclusione, Presidente - quella che riguarda la scorretta applicazione della direttiva riguardo ai diritti dei detenuti a comunicare con i propri difensori. Ora, il tema delle carceri non lo affronto adesso, qui, perché ovviamente ci occupiamo di altro, ma è uno dei tanti temi che mandano in sofferenza il mondo delle carceri, che non è fatto soltanto di detenuti, ma anche di chi deve lavorare per adempiere al precetto costituzionale del loro reinserimento. Questo è un tema che io penso sarebbe utile che il Governo affrontasse con dedizione, anche perché, se non ci muoviamo subito, rischiamo poi di trovarci con un'altra sentenza della CEDU, come quella che abbiamo avuto per la vicenda Torreggiani, per il sovraffollamento.

Detto questo, mi lasci finire, signor Ministro, con una riflessione politica. Questo provvedimento, come abbiamo detto, ha certamente un particolare valore e rilievo per quanto riguarda la forza e anche il ruolo dell'Unione europea. Le chiedo con grande serenità e con grande umiltà, quando parliamo di Europa e quando parliamo del rapporto dell'Italia con l'Unione europea, quando apriremo un dibattito serio e, magari, una rivisitazione delle posizioni ideologiche che il Governo ha assunto su temi come il MES…

PRESIDENTE. Onorevole, concluda.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). …come le politiche di sicurezza e di riarmo - e ho concluso - o penso anche al tema della difesa dell'Ucraina e dei rapporti con Israele. Ecco, non fanno parte sicuramente della delegazione europea, ma - lei fa anche politica estera, la fa limitatamente ai confini europei per l'investimento che ha come Ministro -, sicuramente, non possiamo astrarci da un contesto internazionale che in questo momento fa davvero paura (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Facendo un piccolissimo strappo alle previsioni regolamentari, saluto le signore e i signori del Centro ricreativo del comune di Motta Sant'Anastasia, in provincia di Catania, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Grazie di essere qui. Benvenuti a Montecitorio.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Sono sicuro, signor Presidente, che lei mi consentirà un piccolo fuori tema, ma che, per quanto ci riguarda, non è assolutamente un fuori tema, perché, pochi minuti fa, il Vicepremier Salvini, nel commentare la decisione del Presidente degli Stati Uniti d'America, Donald Trump, riguardo alla deportazione di 9.000 migranti, ha detto che fa bene a garantire la sicurezza di quel Paese e che, se ci sono italiani clandestini, fa bene a garantire la sicurezza. Detto questo, posso dire chiaramente che non sapevo che gli italiani all'estero rappresentassero un elemento di minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti d'America (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). A questo punto, vorrei capire - e lo faremo in separata sede - quanti cittadini americani sul suolo italiano non sono…

PRESIDENTE. Onorevole, però è fuori tema rispetto…

ANGELO BONELLI (AVS). Va bene, mi segnali con la penna rossa…

PRESIDENTE. No, però, la prego…

ANGELO BONELLI (AVS). Sì, adesso parlo…

PRESIDENTE. …ci mette in difficoltà perché è fuori tema…

ANGELO BONELLI (AVS). Va bene, ho terminato, ma l'ho ritenuto doveroso, anche non essendo fuori tema, perché ci sono questioni… Siccome i luoghi dell'opposizione per avere risposte dal Governo, signor Presidente, sono inesistenti, non so se le è chiaro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), siccome il Governo non risponde mai alle interrogazioni, l'opposizione utilizza ogni strumento a disposizione per parlare agli italiani e al Paese. Detto questo, me ne dispiaccio, non volevo mettere in difficoltà, ma è una questione estremamente rilevante, perché - lo ribadisco - vorremmo sapere quanti cittadini USA sul territorio italiano sono regolari o non sono regolari, a questo punto. Lo faccia il Ministro degli Affari esteri e lo faccia anche il Ministro Salvini.

Detto questo, vado sulla legge di delegazione. Signor Ministro Foti, anch'io apprezzo molto la sua presenza. Sa che non è un'affermazione… perché lei sa benissimo che non albeggia dalle mie parti l'ipocrisia e, quindi, sono sempre estremamente diretto: abbiamo posizioni diametralmente opposte, come le è noto e come è noto a questo Parlamento. Detto questo, io colgo l'occasione della sua presenza in questa dichiarazione di voto, anticipando il voto contrario del gruppo parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra, per farle notare questo.

Il primo aspetto è che, nei suoi interventi, corretti, giusti e puntuali e, devo dire, apprezzabili nell'interlocuzione col Parlamento riguardo ad alcune questioni, mi permetto di dirle che non è propriamente vero - ovviamente ogni qual volta che si dice non è vero è sempre il punto di vista di chi lo esprime, non c'è dubbio - che le cose che sono state poste, a partire dal mio intervento, fossero ricomprese nel testo della legge di delegazione europea e io spiegherò il perché.

Il gruppo parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra voterà contro essenzialmente per due grandi questioni: la prima, per quanto attiene il recepimento della direttiva sul ripristino della natura, su cui il Governo italiano ha votato contro nel Consiglio europeo mettendo a rischio un provvedimento estremamente importante di tutela dell'ambiente e anche di tutela dell'ambiente in rapporto col futuro delle generazioni che verranno. Non è un mistero che da parte di questo Governo ci sia la volontà di sabotare, di fatto, un importante provvedimento, anche con alcune informazioni, diciamo, false. Ma qual è il punto su cui siamo intervenuti in questa legge di delegazione europea? È quello di fare in modo che ci sia un percorso trasparente, partecipato, e quindi che si possa determinare una forma di controllo pubblico - e questo è un elemento alla base della democrazia - nell'applicazione della direttiva sul ripristino della natura. E quindi, ad esempio, introdurre nella delega l'elemento in cui la partecipazione sia un elemento fondamentale, come, ad esempio, coinvolgere gli istituti di ricerca scientifici, le associazioni ambientaliste, che quindi hanno a cuore il tema della tutela della biodiversità, insieme ad altri portatori di interesse.

Noi abbiamo un esempio chiaro e lampante di come si sta muovendo il Governo in questi ambiti. Prendiamo, ad esempio, il Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica sul tema della biodiversità: per applicare gli obiettivi, previsti dalla Conferenza europea sulla biodiversità da qui al 2030, ha istituito un Tavolo della biodiversità dove ci sono tutti tranne gli istituti di ricerca scientifici, tranne le associazioni ambientaliste ma, come fatto presente nel mio precedente intervento, ci sono, ad esempio - tranne ovviamente le associazioni agricole - Confcommercio, i produttori di legno, Confindustria. Noi stiamo parlando di tutela della biodiversità, non di coloro i quali devono legittimamente fare profitto da alcune attività. Sono state espulse, signor Ministro, sono state espulse, ci sono, diciamo, una serie di conflitti di interessi che sono assolutamente rilevanti.

Noi non riteniamo di dover dare - ripeto - una delega in bianco e avremmo voluto una legge delega più puntuale nei paletti su cui il Governo si dovrà muovere nell'applicazione della direttiva europea, perché sappiamo benissimo come si possono determinare le forme di boicottaggio o sabotaggio legislativo rispetto alle direttive europee.

Vengo ad un'altra questione altrettanto rilevante. Ed è il secondo punto, che riguarda il regolamento EUDR: il regolamento contro la deforestazione, che garantisce princìpi fondamentali per impedire la deforestazione illegale che, nella stragrande maggioranza nella storia di questo pianeta, purtroppo, è stata legata a eventi drammatici di violazione dei diritti umani. Ricordo un grande leader ecologista, ma un grande - diciamo - abitante della foresta: si chiamava Chico Mendes. È stato colui che, attraverso una battaglia molto importante per insegnare alle popolazioni indios di tutelare il proprio ambito naturale, ha pagato con la vita perché i grandi latifondisti, coloro i quali poi tagliavano il legno e lo esportavano all'estero, hanno individuato in lui un obiettivo da colpire; è stato e fu un obiettivo importante perché lui rappresentava un movimento importante nella difesa dei diritti degli indios e delle popolazioni che si battevano contro la deforestazione. Non c'è solo questo, ovviamente. Non c'è solamente il tema del Brasile. Pensiamo a quello che accade in Congo, a quello che accade in Malesia e in Indonesia, dove ci sono intere popolazioni fatte da parte per far posto ai processi di deforestazione. Del resto, molte inchieste dell'ONU hanno parlato della relazione tra i crimini ambientali legati a tali questioni e la violazione sistematica dei diritti umani. Gli allevamenti: ad esempio, la provenienza dei pellami. Allora, questo regolamento è fondamentale nel fermare questi crimini e, come dire, costruire, fare dell'Europa un punto di riferimento di civiltà.

Noi non dobbiamo dire, come fa il Ministro Salvini, il Vice Premier Salvini, che, come dire, allegramente annuncia e fa festa perché Trump ha messo i dazi che secondo lui rappresenteranno una grande risorsa - sono contento che lei condivide con me l'ilarità da questo punto di vista -, però, signor Ministro, questi dazi non sono una grande opportunità e i lacciuoli e i contro-lacciuoli di cui parlano sono quei regolamenti di cui noi dobbiamo essere fieri, a prescindere da chi l'abbia fatti, perché sono elementi di garanzia non solo democratica, ma di garanzia della salute, dell'ambiente e della popolazione europea e, indirettamente e direttamente, delle altre popolazioni del mondo.

Perché se noi non mettiamo un limite con questo regolamento noi non garantiremo la sopravvivenza di popolazioni che, in questo momento, stanno facendo battaglie fondamentali. Le leggo quello che ha dichiarato il Ministro Lollobrigida: Non crediamo che si debba rivedere il regolamento e non rinviare, ma credo che si debba fare una cosa chiara, respingere questo regolamento, rifarne uno nuovo. Così il Ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, a margine del Consiglio agricoltura e pesca. Allora, mi scusi, signor Ministro, ma noi approviamo la legge di delegazione europea con una cambiale in bianco al Ministro dell'Agricoltura che ha già detto che questo regolamento a lui non piace. Ma per quale ragione noi non dobbiamo, invece, mettere dei paletti? Che sono i paletti che noi abbiamo chiesto fortemente, ovvero di individuare le sanzioni pecuniarie, anche l'aspetto penale, individuare il profitto illecito. Cioè non bisogna dare margini di alcunché. Tra l'altro, ha anche aggiunto il Ministro - e concludo - che ci sono alcuni Paesi su cui questo regolamento non lo potremmo applicare. Ovviamente, stiamo parlando di Paesi extra-UE. Io voglio far presente che tutto ciò che avviene dal punto di vista del crimine ambientale, che a volte si trasforma in veri e propri ecocidi, avviene proprio in Paesi extra-UE. Potrei farvi un lungo elenco dei disastri ambientali che avvengono, ad esempio, nel Centro Africa a causa proprio della non volontà di andare a perseguire e di costruire la filiera di provenienza. Questa è una battaglia di civiltà. Ecco perché io mi sono permesso di dire…

PRESIDENTE. Concluda.

ANGELO BONELLI (AVS). …civiltà e inciviltà. Non si tratta di contrapporre Rinascimento al Medioevo, ma noi siamo nel 2025, signor Ministro. Stiamo dando una delega in bianco a un Ministro dell'Agricoltura che ha dichiarato guerra alla natura e agli animali. E su questo noi diciamo “no” (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Onori. Ne ha facoltà.

FEDERICA ONORI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente, signor Ministro, colleghe e colleghi. Oggi discutiamo e votiamo il disegno di legge di delegazione europea. Uno strumento essenziale per garantire l'effettiva attuazione del diritto dell'Unione europea dentro il nostro ordinamento nazionale. È uno dei due pilastri, insieme con la legge europea, del processo con cui il nostro Paese partecipa al processo di formazione e attuazione del diritto europeo. È un processo quindi che non può essere considerato meramente tecnico, è un processo politico che riguarda innanzitutto la qualità della nostra democrazia, la nostra credibilità internazionale in ambito comunitario ma, soprattutto, il futuro dei nostri cittadini. Ecco perché ogni anno, quando questo disegno di legge arriva in Parlamento, dovrebbe rappresentare un momento di confronto vero, aperto, trasparente. Un'occasione per capire in che direzione si muove l'Europa e come l'Italia intenda interpretare, accompagnare, vorremmo dire guidare, ma ci accontenteremmo già dai primi due verbi. Allora, di cosa parliamo? Il testo che oggi discutiamo affronta tematiche centrali per il presente e per il futuro del nostro Paese e dell'Unione europea. Parliamo di tutela penale dell'ambiente, compresa deforestazione ed ecologismo di facciata, cosiddetto greenwashing, parliamo della promozione dell'efficienza energetica anche attraverso le fonti rinnovabili, parliamo delle emissioni industriali e quindi della qualità dell'aria, parliamo della gestione dei rifiuti, di diritti sociali e dei diritti civili. C'è, per esempio, un'importante direttiva che ci permette di adeguare la disciplina relativa al finanziamento della gestione dei rifiuti originati dalle cosiddette RAEE, che sono le apparecchiature elettroniche ed elettriche.

Noi sappiamo che all'interno di queste apparecchiature sono presenti materiali, minerali molto importanti, spesso ritenuti strategici dalla stessa Commissione europea, che sono fondamentali per la transizione digitale, per la transizione verde e che, appunto, rappresentano un elemento anche di vulnerabilità in ottica di relazioni internazionali.

Parliamo anche però di protezione dei consumatori, di mercati dei capitali, di disabilità, di violenza contro le donne, del lavoro su piattaforme digitali, della lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo. Bene, credo che da questo elenco si evinca quanto sia politico e quanto sia sostanziale quello che ci apprestiamo a votare oggi.

Vorrei svolgere una riflessione, cappello sopra tutto questo. Tutti i temi che ho elencato sono temi su cui l'Europa ha fatto un grande sforzo per arrivare ad avere standard alti. Spesso sono molto alti, sono i più alti. Questo apre un tema: come noi ci relazioniamo, come noi possiamo relazionarci in maniera ragionevole con altri partner commerciali che non stanno seguendo lo stesso tipo di percorso e che magari hanno standard di natura diversa. Questo tipo di ragionamento va fatto, non va ignorato. Dobbiamo porci il tema ma dobbiamo rimanere, secondo me e secondo noi, anche orgogliosi del lavoro che abbiamo fatto finora perché siamo riusciti a garantire più diritti per più persone.

Arriviamo quindi al tasto dolente. È tutto buono? Purtroppo no. C'è un tema forte di ritardo. Noi ci apprestiamo a votare questo disegno di legge con estremo ritardo. La nostra legge, quella che ci siamo dati noi, la legge n. 234 del 2012, disciplina le procedure con cui adeguiamo la nostra normativa nazionale al diritto dell'Unione europea. Bene, questa norma stabilisce che il 28 febbraio 2024 sarebbe dovuto essere il termine entro il quale il Governo presentava questo disegno di legge, che è un disegno di legge attraverso cui il Parlamento delega poi al Governo l'espletamento di tutto quello che va fatto perché si possa attuare e incorporare la norma europea nella norma nazionale.

Invece il provvedimento è stato presentato al Senato ad ottobre 2024, quindi 7 mesi dopo. Il Ministro scuote la testa, però diciamo che queste sono date abbastanza oggettive. Sarei felice di ascoltare nel caso una sua risposta.

Nel momento in cui questo testo, tra le altre cose, regola temi su cui erano aperte procedure di infrazione (perché ce ne sono ancora 15 a nostro carico e noi ne andiamo a chiudere 9 con questo provvedimento) si capisce come il ritardo di questo tipo di provvedimenti, della legge di delegazione europea voglia dire soldi, tanti soldi spesi in procedure di infrazione.

E quanti soldi? Dal 2012 l'Italia ha pagato più di un miliardo in procedure di infrazione; sto prendendo un orizzonte temporale che evidentemente va molto al di là degli anni in cui è stato in carica questo Governo e lo faccio proprio per sottolineare un malcostume di tutto il Paese in questo tipo di atteggiamento. Più di un miliardo di euro: questa è la Corte dei conti. Abbiamo addirittura direttive e sentenze di doppia condanna. Quindi, questi ritardi fanno spendere al nostro Paese, fanno sprecare e buttare al nostro Paese tante risorse che potrebbero evidentemente essere meglio impegnate. Non faccio il solito elenco della scuola, della sanità, eccetera. Abbiamo tutti in mente cosa e come potremmo fare meglio.

Poi c'è un'altra questione che, insieme al ritardo, non ci permette di votare a favore rispetto a questo provvedimento - quindi, dichiaro già adesso il voto di astensione del gruppo di Azione - ed è appunto quella del metodo. Si può parlare di apertura, di dialogo e di disponibilità al confronto ma, se poi nei fatti si sceglie la chiusura, queste parole non si sono dimostrate azioni. Quindi, le opposizioni non hanno avuto la possibilità di interagire davvero con la maggioranza e con il Governo rispetto a un provvedimento che dovrebbe, invece, dimostrare l'unità delle forze politiche e della classe politica anche dinanzi ai cittadini, perché è importante mandare anche questo tipo di messaggio. Questo era un provvedimento rispetto al quale questo tipo di messaggio poteva essere mandato e si è mancata questa occasione. Noi lo reputiamo grave ed è per questo che ci asterremo. Parlo del Senato perché evidentemente era l'unico ramo del Parlamento in cui si poteva effettivamente operare con un margine d'azione, in quanto alla Camera questo provvedimento è arrivato e come è arrivato uscirà, nel senso che non è stato possibile modificarlo. Le opposizioni al Senato avevano presentato 103 emendamenti. Soltanto 6 sono stati accolti dal Governo.

Questa proporzione (6 a 103) dà la misura della chiusura del Governo e della maggioranza nei confronti della possibilità di lavorare davvero insieme rispetto a questo provvedimento. Faccio un esempio. Azione aveva proposto un emendamento che, lungi dall'essere politico, ideologico e divisivo, a noi sembrava davvero di buon senso, nel senso che riguardava la seguente cosa. Riguardava la gestione dei pannelli fotovoltaici a fine vita. Difficile immaginare come ci si possa dividere a livello di ideologie su questa materia. Il sistema attuale presenta varie criticità sia normative che operative. Noi proponevamo di rafforzare il sistema di finanziamento tramite trust già previsto dal 2016 e ritenuto il più efficace per una gestione sostenibile dei rifiuti elettronici, quelli di cui parlavo all'inizio.

Il Governo cosa ha scelto? Ha scelto di non intervenire né nella direzione del trust né nella sua alternativa, senza entrare in eccessivi tecnicismi, quella cosiddetta generazionale, lasciando - questo però è importante e si può capire bene - il settore in una zona grigia, una zona grigia a livello normativo dove aumenta difatti il rischio di speculazioni.

Questo era l'emendamento politico e ideologico di Azione. Perché questo è particolarmente importante e va oltre però una valenza meramente tecnica di gestione di un rifiuto? Dicevo all'inizio che c'è tutto un sistema di relazioni internazionali, di diplomazia commerciale e di commercio internazionale che guarda a questo tipo di minerali e materiali con particolare attenzione; perché sono spesso materiali rari nel senso non che non siano presenti in natura, ma è molto difficile trovarne una concentrazione tale che divenga economicamente conveniente la loro estrazione e poi raffinazione.

Noi importiamo questi materiali per la transizione verde a volte da Paesi che ci sono più affini a livello di principi democratici, a volte da Paesi che sono abbastanza lontani da noi. Allora, avere un processo di recupero, di riutilizzo e di riciclo di questo tipo di materiali ha una valenza importante anche dal punto di vista delle relazioni internazionali.

Non è un caso se in Commissione esteri alla Camera abbiamo condotto un'indagine conoscitiva sulle conseguenze geopolitiche dell'approvvigionamento delle cosiddette terre rare, indagine conoscitiva che ho avuto il piacere di proporre alla Commissione e che la Commissione ha valutato di voler portare avanti e che tra poco si manifesterà in un piccolo report che saremo felici di condividere con tutta l'Aula. Bene, il nostro emendamento - per farla breve anche perché ho finito il tempo - è stato respinto. Poiché sono state respinte di fatto tutte - a parte 6 su 103 - le proposte dell'opposizione e non si è lavorato su questo provvedimento, come secondo noi si deve poter lavorare su questo tipo di provvedimento, il nostro voto sarà di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pisano. Ne ha facoltà.

CALOGERO PISANO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, mi rivolgo a quest'Assemblea con la consapevolezza della rilevanza cruciale che la legge di delegazione europea riveste, non solo quale strumento tecnico per l'adeguamento normativo ma anche come elemento cardine della nostra partecipazione al processo di integrazione europea.

La legge di delegazione europea rappresenta infatti un pilastro fondamentale attraverso cui l'Italia non solo recepisce le direttive europee, ma contribuisce attivamente alla costruzione del diritto dell'Unione. Essa, difatti, unitamente alla legge europea, costituisce il nostro essere parte, dal punto di vista legislativo, dell'Unione. Consente al Parlamento di conferire al Governo una delega legislativa per recepire direttive e attuare regolamenti non autoapplicativi. Si tratta dello strumento che permette di armonizzare le esigenze politiche con la necessità di norme tecniche dettagliate grazie alla collaborazione tra il Ministro degli Affari europei e le amministrazioni competenti.

La relazione illustrativa elaborata dal Governo riferisce sullo stato di conformità dell'ordinamento interno al diritto dell'Unione europea e sullo stato delle eventuali procedure di infrazione, dando conto, in particolare, della giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea relativa alle eventuali inadempienze e violazioni da parte della Repubblica italiana di obblighi derivanti dal diritto dell'Unione europea. Evidenzia che il numero delle procedure di infrazione a carico dell'Italia attualmente pendenti ammonta a 63, di cui 49 per violazione del diritto dell'Unione e 14 per mancato recepimento di direttive. In tal senso, non è da sottovalutare l'importanza di rispettare i termini di esercizio della delega, fondamentali per evitare procedure di infrazione e garantire la conformità del nostro ordinamento alle direttive europee.

Quindi, comprendiamo le accelerazioni sull'esame per far combaciare tutti i tempi. D'altronde, non possiamo non evidenziare come sia cambiata l'interlocuzione in Europa, con una maggiore rappresentazione degli interessi nazionali. Negli ultimi tempi, l'Italia ha dimostrato una rinnovata capacità di influenzare i processi decisionali europei, promuovendo con determinazione le proprie istanze e contribuendo alla definizione di politiche comuni. Questo risultato è frutto di una sinergia proficua tra Governo e Parlamento, che necessita di essere ulteriormente rafforzata.

Ciò comporta che non si subisca più passivamente quanto deciso a Bruxelles, ma che si discuta, si modifichi e si contribuisca fattivamente all'armonizzazione delle peculiarità nazionali. L'Italia, oggi, non si limita a recepire decisioni altrui, ma si pone come attore protagonista nella costruzione delle politiche europee. Da europeista convinto ci tengo a sottolineare come la partecipazione, a tutti i livelli, alla legislazione europea sia fondamentale a creare quell'area allargata in cui imprese e cittadini possano godere degli stessi diritti e delle stesse opportunità.

In un frangente in cui gli scenari globali sono resi minacciosi da guerre commerciali e politiche di dazi, ribadire come l'Europa sia nata proprio a partire da un accordo commerciale e come la libera circolazione di beni, servizi e cittadini, ovviamente, ne sia uno dei fondamenti operativi è un modello che dobbiamo proteggere, rafforzare e promuovere, non dimenticando che oggi, come nel 1992, sarebbe necessario un nuovo salto di qualità dell'Unione.

Come allora dalla CEE si passò all'Unione europea, così oggi un nuovo Trattato di Maastricht dovrebbe costruire quella cornice necessaria a rendere l'Unione più forte e autorevole all'esterno, più coesa e attenta alle peculiarità nazionali sul versante interno. L'Unione europea deve tornare a essere un progetto politico condiviso, in cui le decisioni non siano il risultato di automatismi burocratici, ma il frutto di un dialogo costante tra le istituzioni europee e i Parlamenti nazionali.

L'attuale legge di delegazione al Governo per il 2024 si propone di adottare decreti legislativi per l'attuazione di numerosi atti normativi europei, delineando principi e criteri direttivi specifici. Si tratta di un corpus normativo articolato, che interessa ambiti strategici per il futuro dell'Italia. Dal recepimento delle direttive sulla qualità dell'aria, dalle normative sui servizi finanziari a quelle sul lavoro tramite piattaforme digitali, la legge interessa ambiti cruciali per il benessere dei cittadini e per la competitività del Paese.

Vorrei ricordare le disposizioni che includono il recepimento di direttive cruciali contro la tratta degli esseri umani e la violenza di genere, fenomeni che violano la dignità delle persone e il principio dello Stato di diritto, in particolare per quanto concerne la tutela delle vittime, la promozione della parità, del rispetto e della non discriminazione. Sono temi, questi, molto delicati e mi preme sottolineare come sia cruciale ogni sforzo nella direzione del superamento degli stereotipi di genere, che costituiscono il terreno fertile per la discriminazione e la violenza. Meritevole di menzione ritengo sia anche il recepimento della direttiva sulla Carta europea della disabilità, che mira a una società più inclusiva e accessibile.

Vorrei ricordare anche i criteri direttivi per il recepimento della direttiva sulle emissioni industriali e la gestione delle discariche dei rifiuti, unitamente al contrasto alla deforestazione, che devono necessariamente essere accompagnati da modelli produttivi sostenibili, che salvaguardino la natura e i benefici che, indiscutibilmente, comporta un ambiente sano, ma consentano al contempo le produzioni nazionali. È una linea di buonsenso, tesa a rivalorizzare l'ambiente e la sua protezione, ma rilegge anche il ruolo dell'uomo al suo interno, in un'ottica che non sia forzatamente di contrasto o alternativa. La sostenibilità deve comprendere l'uomo e le sue attività, e, al contempo, deve crescere la consapevolezza che danneggiare l'ambiente vuol dire danneggiare l'uomo, noi stessi.

Concludo ribadendo il mio pieno sostegno a questa legge e annunciando il voto favorevole di Noi Moderati. Tuttavia, colgo anche l'occasione per un auspicio, ovvero che l'Unione europea assuma contorni più politici, concentrandosi meno sulla produzione di regolamenti tecnici e più sulla definizione di strategie comuni in ambiti cruciali: politica estera, sicurezza, difesa, politica economica e sociale. Solo in questo modo potremo costruire un'Europa capace di affrontare le sfide globali e di rispondere alle aspettative dei suoi cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cantone. Ne ha facoltà.

LUCIANO CANTONE (M5S). Grazie, Presidente. Oggi quest'Aula è chiamata a votare sulla legge di delegazione europea 2024, legge che si doveva portare in Parlamento entro il 28 febbraio 2024 e che è arrivata, invece, in Aula il 3 ottobre 2024 e che stiamo discutendo oggi. Voi non solo l'avete portata con 8 mesi di ritardo in Aula, ma ci avete precluso ogni possibilità di discuterla in Commissione e ci avete bocciato tutti gli emendamenti e tutti gli ordini del giorno. Direi che, per quanto riguarda una legge così importante, che riguarda così tante tematiche, è un atteggiamento che noi non possiamo accettare.

La cosa peggiore per noi è che in questa legge c'è inserito come allegato, quasi fosse una direttiva secondaria, una direttiva sui quadri finanziari, che avete sottoscritto con il Patto di stabilità e crescita, che è la soluzione peggiore di politica europea che avete trovato in questi anni; rappresenta plasticamente il vostro fallimento nel mandato europeo e noi non smetteremo mai di rinfacciarvi, ad ogni occasione utile, che questo Patto di stabilità e crescita è un cappio al collo, che strozza la possibilità di investire su sanità, ricerca e istruzione.

Vi chiediamo che questa direttiva venga recepita senza imporre nuovi vincoli che penalizzano gli investimenti strategici di crescita del Paese. Servono percorsi realistici di investimenti e riduzione del debito, che rispettino la nostra situazione economica, senza pericolosi automatismi. La gestione ambigua delle norme dell'Unione europea sulle emergenze ambientali mina la nostra credibilità interna ed esterna, dimostrando incertezze che spaventano imprese e cittadini e alimentando sfiducia verso l'istituzione europea. Servono piani strutturali. Il vecchio DL Salva infrazioni, ad esempio, è stato completamente inutile.

Parliamo dell'ambiente, uno dei temi più rilevanti. Noi, quando parliamo di salute pubblica e legalità europea, non possiamo permetterci il lusso di temporeggiare. La direttiva sulla qualità dell'aria rappresenta un importante passo in avanti verso l'obiettivo dell'Unione europea di conseguire l'inquinamento zero entro il 2050 e scongiurare decessi prematuri dovuti all'inquinamento atmosferico. Avevamo presentato un emendamento che avrebbe permesso, infatti, ai cittadini dell'Unione europea di chiedere un risarcimento per i danni alla loro salute dovuti al mancato rispetto delle norme in materia di qualità dell'aria; stabiliva nuovi standard per gli inquinanti, raggiungibili entro il 2030, che sono maggiormente allineati con gli orientamenti dell'OMS sulla qualità dell'aria.

Questi inquinanti, come il particolato PM10, PM2,5, biossido di azoto e biossido di zolfo, sono tutti notoriamente responsabili di gravi problemi respiratori, ma niente, a voi non interessa neanche discuterne. L'Unione europea ci chiede, con chiarezza e fermezza, di rendere efficaci, dissuasive e proporzionate le sanzioni contro i crimini ambientali, per cercare di porre un argine a un sistema criminale che lucra sulla distruzione della natura, sul traffico delle specie protette, sull'inquinamento, sulla pesca illegale e sulla devastazione della biodiversità.

Mentre l'Europa apre un'ulteriore procedura di inadempienza nei nostri confronti, come nel caso del Piano d'azione contro gli illeciti sugli uccelli selvatici, si continua a trattare la questione ambientale come un affare secondario. La realtà è che senza criteri oggettivi per valutare il danno, il profitto illecito, i costi di ripristino, continuiamo a lasciare tutto alla discrezionalità di chi giudica, creando ingiustizia e impunità.

La direttiva 2010/75/UE dell'Unione europea sulle emissioni industriali mira a ottenere benefici significativi per l'ambiente e la salute umana, riducendo emissioni industriali nocive, in particolare attraverso una migliore applicazione delle migliori tecniche disponibili. Le misure adottate dovrebbero essere espressione del principio della prevenzione e della riduzione alla fonte delle emissioni, secondo un approccio integrato. Tuttavia, i criteri e i principi trasposti nell'articolo 10 del provvedimento in esame non traducono in modo incisivo e appropriato le finalità espresse dalla direttiva, con il rischio di introdurre nell'ordinamento disposizioni che, invece di rafforzare gli strumenti di tutela della salute, rischiano di indebolirla.

Si prevede, ad esempio, la possibilità di sostituire i procedimenti di rilascio, modifica e rinnovo dell'autorizzazione integrata ambientale, anche per impianti di combustione, di incenerimento e coincenerimento dei rifiuti, con una presa d'atto di conformità basata sui requisiti generali vincolanti, richiamando l'articolo 6 della direttiva, che tuttavia fa salvo in ogni caso l'obbligo di possedere un'autorizzazione. Noi, come MoVimento 5 Stelle, abbiamo presentato numerosi emendamenti finalizzati a migliorare la definizione dei principi e criteri direttivi specifici; tuttavia, neanche in questo caso sono stati presi in considerazione dal Governo.

In particolare, chiediamo di chiarire che: anche se individuati i requisiti generali vincolanti, debba essere fatto salvo l'obbligo di possedere un'autorizzazione, come previsto dall'articolo 6 della direttiva; tali requisiti siano definiti nel rispetto delle migliori tecniche disponibili; il raggiungimento dell'obiettivo di un elevato livello di protezione della salute umana e dell'ambiente richieda l'introduzione della valutazione integrata di impatto ambientale e sanitario nei procedimenti di rilascio e riesame dell'autorizzazione integrata; nel riordino delle autorizzazioni ambientali vengano rafforzate le fasi di partecipazione e consultazione pubblica, tanto più rilevante, considerato che la natura di questi impianti genera numerosi timori nelle comunità locali. Noi diciamo “no” a un modello che vuole indebolire i controlli. Quando si parla di salute, ambiente e semplificazione, sicuramente non si può voler dire “liberi tutti”.

Ancora. Parliamo di energia. L'aumento generalizzato delle tariffe energetiche sta gravando ormai da un tempo significativo su famiglie e imprese, in particolare sulle piccole e medie imprese, e peggiora una situazione economica già segnata da un generale incremento di prezzi dei beni e servizi essenziali. Secondo i dati diffusi da Nomisma, nel 2025 si prospetta un aumento di bollette dell'elettricità del 28 per cento per le imprese e del 31 per cento per le famiglie rispetto al 2024. Le vostre misure di mitigazione propagandate si sono limitate a dichiarazioni sconnesse, non puntuali e generiche che non hanno visto alcuna concreta realizzazione: ne è prova anche il calo della produzione industriale, segno evidente dell'assenza di politiche industriali capaci di dare respiro e rilancio alle imprese tramite investimenti urgenti per la modernizzazione e la transizione ecologica e digitale dei processi produttivi.

Noi chiediamo al Governo di farsi promotore in sede europea di una politica comune d'investimento sul modello del Next Generation EU, a supporto della competitività delle imprese per sostenere, in particolare, il rinnovamento dei processi produttivi e la diffusione delle tecnologie avanzate, nella direzione della sostenibilità, in un'ottica di efficienza energetica e contrasto al caro energia.

Per quanto riguarda, invece, la tutela dei lavoratori precari digitali, l'articolo 11 del provvedimento in esame reca principi e criteri direttivi specifici per l'utilizzo della delega al Governo per il recepimento della direttiva (UE) 2024/2831 del Parlamento e del Consiglio, relativa al miglioramento delle condizioni di lavoro mediante piattaforme digitali. Questi lavoratori si trovano spesso in una posizione di debolezza; risultano particolarmente esposti alla fragilità del sistema italiano occupazionale, come ad esempio bassi salari, crescita del lavoro precario, peggioramento continuo delle condizioni lavorative, fattori che configurano una vera e propria emergenza economica e sociale del nostro Paese.

Le recenti raccomandazioni della Commissione europea contenute nel pacchetto di primavera confermano l'emergenza salari vissuta dal Paese, in cui si esorta ancora una volta il Governo italiano a promuovere la qualità del lavoro e a ridurre la segmentazione del mercato, anche per sostenere salari adeguati, aumentare la partecipazione e, in particolare, per i gruppi sottorappresentati, rafforzando ulteriormente le politiche attive del lavoro, migliorando l'accesso a servizi di assistenza all'infanzia di qualità e a lungo termine, tenendo conto delle disparità regionali.

Noi chiediamo un riferimento esplicito alla necessità di garantire ai lavoratori delle piattaforme digitali l'accesso a forme concrete di integrazione al reddito, con l'obiettivo di sostenere l'inclusione sociale e lavorativa di coloro che sono così esposti all'emergenza del sistema occupazionale italiano.

In definitiva, voteremo contro questo provvedimento. Non ci è stata data la possibilità di discutere, siamo ormai fuori tempo massimo, anche per quanto riguarda la legge delega per il 2025 (siamo in ritardo con quella, figuriamoci per il 2024). Quello che contestiamo principalmente è il fatto che questo provvedimento non rispecchia a pieno la natura della direttiva per quanto riguarda i provvedimenti sulla natura, sull'ambiente e sulla salute pubblica, e soprattutto non possiamo accettare un provvedimento che porta l'allegato sui quadri finanziari che avete sottoscritto voi col Patto di stabilità e crescita che produrrà, in questo Paese, maggiori disparità e maggiori diseguaglianze (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata De Monte. Ne ha facoltà.

ISABELLA DE MONTE (FI-PPE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, colleghi e colleghe, oggi parliamo di un importante provvedimento, quello della legge di delegazione europea; vorrei ricollocare la sua importanza anche all'interno della diversa impostazione, perché parliamo della posizione dell'Italia all'interno dell'Unione europea. Quindi, credo che a proposito di quanto è stato detto a proposito delle dinamiche, queste debbano tener conto del fatto che, però, ci sono priorità.

Il fatto che il Governo abbia presentato la legge di delegazione 2024, che ci sia stato un iter che è andato al Senato, che oggi è qui alla Camera, implica che oggi dobbiamo andare avanti speditamente, perché la priorità è di evitare che ci siano conseguenze, anche ai fini delle infrazioni europee.

Come sappiamo, ci sono questi due strumenti molto importanti, tra cui la legge di delegazione e, quindi, dobbiamo procedere in questa direzione secondo i tempi stabiliti. Questo è l'elemento focale della necessità di procedere con urgenza e speditamente.

Vorrei anche evidenziare, però, come sia cambiata l'impostazione nel corso degli anni, perché oggi qui trattiamo di temi importantissimi che non possono essere ridotti a questioni di principio, come abbiamo appena sentito. E si è visto davvero nel corso dei decenni, nel corso delle diverse legislature europee, come il tema della regolamentazione europea e della normativa europea sia diventato assolutamente più centrale. L'abbiamo visto e lo continuiamo a vedere proprio nelle dinamiche anche che avvengono all'interno della cronaca quotidiana; si parla tantissimo di Europa rispetto al passato. Potrei citare la tematica ambientale, la tutela dei consumatori, il golden power, il tema della concorrenza, le infrastrutture, i nuovi corridoi di traffico e anche le nuove prospettive che sono date da un nuovo sistema, che è quello di mettere insieme gli investimenti con anche la cooperazione (faccio riferimento al Global Gateway).

Quindi potrei fare davvero tantissimi riferimenti, ma è importante sottolineare soprattutto, come elemento comune, la consapevolezza dell'importanza dell'azione dell'Unione europea, del ruolo che ha l'Italia all'interno dell'Unione europea. Quindi, in questo senso - anche rivolgendomi, tramite lei, signor Presidente, all'opposizione -, non c'è assolutamente alcuna preclusione, nel senso di impedire di avere un contributo da parte di tutti. Però, come è stato detto, ci sono anche tempi da rispettare e, come il Ministro sa bene, a breve ci sarà anche la nuova legge di delegazione 2025. Peraltro, in virtù proprio dell'alternanza tra Camera e Senato, avremo qui alla Camera l'inizio dell'iter, quindi ci sarà tutto il tempo per poter incidere con gli emendamenti e con tutte le modifiche che vorremmo apportare.

Dopodiché, farò un breve ragionamento anche di carattere tecnico, perché è stato un argomento che abbiamo trattato anche oggi all'interno della nostra XIV Commissione: non c'è questa rigidità, come avveniva, forse, in passato, tra direttive e regolamenti. È necessario anche intervenire per i regolamenti. Abbiamo un sistema, se vogliamo, più rigido. Nel momento in cui avviene la rifusione delle direttive, si va sempre più verso lo strumento del regolamento. Questo ci dice, però, che dobbiamo intervenire maggiormente nella nostra fase ascendente, cioè dobbiamo essere incisivi proprio nella fase costruttiva dei provvedimenti. Per questa ragione, anche in sede di discussione generale - l'ho detto e lo ribadisco in questa sede -, dovremmo avere una diversa funzione della nostra Commissione politiche dell'Unione europea, dovremmo avere una funzione - lei, Ministro, l'ha detto e l'ha sostenuto, e di questo la ringraziamo - uguale a quella delle altre Commissioni, dovremmo avere una trattazione più pregnante proprio in virtù del fatto che abbiamo una maggiore incidenza a livello europeo.

Questo va considerato anche ai fini del fatto che, per poter incidere, questo è maggiormente importante, tanto più se si tratta di più regolamenti rispetto al passato, perché questi, se sono giustificati per un mercato interno e, quindi, per una omogeneità all'interno del territorio di tutti i 27 Stati membri, meno è giustificabile quando ci dovrebbe essere una maggiore aderenza rispetto alla politica nazionale.

Quindi venendo molto velocemente al merito - perché i relatori, che ringrazio, hanno illustrato in maniera molto dettagliata i contenuti stessi - ci sono veramente elementi importanti che dobbiamo sottolineare: il credito ai consumatori, la definizione dei reati e delle sanzioni per violazioni delle misure restrittive della UE, i contratti di servizi finanziari conclusi a distanza, l'acquisizione di prove elettroniche nei procedimenti penali, i rifiuti da apparecchiature elettroniche ed elettriche, la tutela penale dell'ambiente, le emissioni industriali e il mercato dei capitali. E questo per quanto riguarda le direttive. Poi i regolamenti: gli ordini europei di produzione e conservazione delle prove elettroniche nei procedimenti penali, l'esercizio dell'attività del trasportatore su strada, obbligazioni verdi europee, eccetera.

Quindi, tantissimi aspetti che noi riteniamo che sia giusto inserire nell'ordinamento italiano e, quindi, avere un'approvazione veloce in questa sede.

Dopodiché, farò una breve considerazione a proposito dei trasporti, perché nell'articolo 20 viene fatto un riferimento ai regolamenti nn. 1072 e 1071 che, rispettivamente, riguardano l'accesso al mercato del trasporto, nonché al cabotaggio e, per quanto riguarda il n. 1071 l'accesso alla professione di trasportatore. Ebbene, in questo senso si è fatto molto - io credo - a livello europeo con il cosiddetto “Pacchetto mobilità”, anche inserendo elementi di innovazione. Ecco, questo con altri regolamenti, in particolar modo, faccio riferimento al cronotachigrafo intelligente, questo perché? Perché, come è stato detto prima, noi abbiamo un mercato interno che si basa sulla concorrenza, ma al tempo stesso abbiamo condizioni anche produttive e difficoltà a mettere tutti sullo stesso piano - mi riferisco agli autotrasportatori - per avere una concorrenza vera e propria. Da quel punto di vista è stato fatto molto, quindi è molto importante che ci sia l'inserimento di questa norma di adeguamento; dall'altro lato, io credo che sia necessario anche agire sul piano nazionale. Certo, poi abbiamo il tema, sempre a livello europeo, delle patenti, ma a livello anche nazionale del CQC e anche il tema delle esenzioni e delle indennità di trasferta, perché è un settore veramente molto, molto esposto al tema concorrenziale. Per queste ragioni noi voteremo convintamente a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giglio Vigna. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro, 29 articoli, 3 capi, fra cui lotta al riciclaggio, servizi finanziari, protezione ambientale, la Carta europea sulla disabilità e indicazioni per la localizzazione dei prodotti artigianali. Ancora una volta, il lavoro svolto in Commissione è stato nell'ottica di andare, fin dove ci è consentito con queste norme europee, all'adattamento verso la realtà del nostro Paese, mettendo l'interesse dei cittadini al primo posto e, dove possibile, cercando di calmierare, di bloccare alcuni eccessi, alcune storture arrivate da Bruxelles. Per esempio, nelle materie ambientali in cui la nostra prospettiva è sempre quella della sostenibilità sociale, della tutela di lavoratori, di imprese e degli enti locali.

Due temi di carattere generale che oggi voglio portare qui in Aula, alla Camera dei deputati. Uno con una prospettiva europea: l'iper uso del regolamento. Nella passata legislatura: 75 per cento di regolamenti, a fronte del 15 per cento di direttive. È chiaro che se questo trend si validasse anche in questa legislatura, avremmo di fatto una compressione dello spazio normativo, dello spazio legislativo dei Governi e dei Parlamenti. Come Lega, spingiamo per il ritorno ad una Europa delle direttive e, quindi, non legiferi Bruxelles dove può legiferare meglio Roma.

Poi, un secondo punto importante, che è anche una risposta ai tanti colleghi dell'opposizione e anche a qualcuno di maggioranza, che spesso ci parlano dell'iter troppo lungo di questa legge di delegazione. Una delle ragioni per la quale l'iter è troppo lungo, colleghi, come voi sapete, è che le regole, la parte di regolamento che disciplina il passaggio della legge di delegazione e, contestualmente, anche della legge europea alla Camera dei deputati, è un iter scritto in un altro periodo storico. Quindi, stiamo parlando di regole evidentemente vetuste, vecchie, antiquate, rispetto a quella che, invece, è la pressione normativa europea sul nostro Paese. Quindi, lo dico ai tanti colleghi di opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ma i colleghi della XIV Commissione sanno bene di che cosa sto parlando. È chiaro che a fronte di 10, 20, 30, 50 volte più norme europee che entrano all'interno dell'iter legislativo del nostro Paese, regole scritte per una pressione normativa molto minore vanno evidentemente cambiate. Come voi sapete, c'è una proposta di riforma regolamentare unitaria, condivisa sia dalla maggioranza che dall'opposizione, che dalla XIV Commissione è arrivata alla Giunta per il Regolamento per snellire l'iter e, quindi, per far sì che il Parlamento faccia la sua parte e faccia anche un servizio migliore al Paese, perché è chiaro che il Paese ha bisogno non di norme incagliate nei meccanismi parlamentari, ma di processi assolutamente più spediti. Io penso di aver detto tutto, ringrazio da presidente della XIV Commissione, il Ministro Foti, sempre presente anche nei lavori di Commissione e qui in Aula, i due relatori Candiani e Mantovani, tutti i deputati e tutti gli uffici della Commissione e anche gli uffici dei vari gruppi politici, grazie a tutti. Voto favorevole della Lega (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Prestipino. Ne ha facoltà.

PATRIZIA PRESTIPINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Esprimo anche io l'apprezzamento per la presenza attenta e costante del Ministro in sede di Commissione, di discussione generale. Certo, ci saremmo aspettati che oltre a questa cortesia istituzionale ci fosse anche un'apertura alle richieste del Partito Democratico e, da quanto ho sentito, anche di tutti i colleghi dell'opposizione. Perché ci saremmo aspettati questo? È stato detto, detto bene, più volte: perché la legge di delegazione europea 2024 rappresenta un appuntamento fondamentale per garantire l'adeguamento del nostro ordinamento agli obblighi derivanti dalla partecipazione dell'Italia all'Unione europea. Eppure, anche in questa occasione siamo di fronte a un provvedimento che, per modalità e contenuti, riflette con preoccupante chiarezza una gestione - vogliamo dire - distratta delle responsabilità europee da parte del Governo.

Permettetemi, innanzitutto, di richiamare l'impianto normativo che è importante richiamare, che regola la materia. La legge n. 234 del 2012 disciplina gli strumenti attraverso cui il Parlamento e il Governo assicurano il tempestivo e corretto recepimento della normativa europea: la legge europea e la legge di delegazione europea. Quest'ultima è quella che conferisce le deleghe necessarie per recepire direttive e altri atti dell'Unione, oltre a disporre l'attuazione di alcune norme dei regolamenti europei che richiedono interventi legislativi.

Ebbene, è stato detto più volte, ma repetita iuvant, questa legge avrebbe dovuto essere presentata ogni anno entro il 28 febbraio. Nel caso odierno, siamo di fronte a una legge presentata il 3 ottobre 2024, con oltre sette mesi di ritardo. Non si tratta, purtroppo, di un'eccezione. Questo, cari colleghi, è un ritardo che si somma alla tendenza, ormai consolidata, di questa maggioranza a comprimere il ruolo del Parlamento, a depotenziare gli strumenti ordinari della partecipazione democratica. Sarà un caso? Non lo so. Il provvedimento che oggi discutiamo, composto da 29 articoli, delega il Governo al recepimento di 20 direttive e all'adeguamento della normativa nazionale a 21 regolamenti, cui si aggiungono le 21 direttive dell'Allegato A, da recepire senza ulteriori criteri specifici.

È un'articolazione ampia e tocca ambiti decisivi per il presente e il futuro del Paese e delle nostre comunità cittadine, dalla giustizia all'ambiente, al lavoro, alla salute, alla tutela dei consumatori, ai mercati finanziari, dalla disabilità alla protezione degli animali, dalla qualità dell'aria alla lotta contro la violenza di genere. Sono temi che toccano, entrano nella carne viva delle persone e delle comunità, oltre che dell'ambiente, della biodiversità e degli animali tutti. Eppure, nonostante l'eterogeneità dei temi trattati, il Governo ha scelto di procedere in modo esclusivo e unilaterale, bocciando sistematicamente tutti gli emendamenti proposti dall'opposizione.

Io ho apprezzato, Ministro, quando in discussione generale lei ha detto che ci sarebbe stata la possibilità di aprire a nuovi interventi e, magari, di valutare tante cose insieme, ma parliamo della prossima legge di delegazione europea. Perché non ora? Perché non ora si sono volute ascoltare le proposte del Partito Democratico e dell'opposizione tutta, che sono proposte di buonsenso, che abbiamo ricavato dalle nostre interlocuzioni con i comuni, le regioni e le nostre comunità?

Questa chiusura non solo mortifica il ruolo di chi, come noi parlamentari del Partito Democratico, ha cercato di contribuire al miglioramento del testo, ma che dimostra anche quanto poco questa maggioranza sia disposta ad accogliere istanze di responsabilità e buonsenso. Cito ancora pochi esempi, pochi esempi random: bocciato l'emendamento che proponeva di inserire, tra le direttive da recepire, quella contro le querele temerarie. Un fenomeno che mette a rischio la libertà di stampa, piegando la cronaca giudiziaria e l'informazione libera alla minaccia di procedimenti civili o penali strumentali.

Una direttiva che avrebbe tutelato non solo i giornalisti, ma anche il diritto dei cittadini ad essere informati in modo corretto e trasparente, corretto e trasparente; l'informazione libera che è un pilastro della nostra democrazia. Altrettanto grave è stata la bocciatura degli emendamenti volti a garantire un recepimento effettivo e coerente della direttiva sul lavoro tramite piattaforme digitali. È una questione che riguarda decine di migliaia di lavoratori, spesso giovani, spesso fragili, spesso privi di tutele. Abbiamo chiesto che il recepimento di questa direttiva avvenisse salvaguardando la privacy, la protezione dei dati personali, le tutele previdenziali esistenti, la trasparenza nella gestione algoritmica e la salute mentale e fisica dei lavoratori. Nulla, nulla, nulla.

Lo stesso copione si è ripetuto per gli emendamenti che chiedevano attenzione alle piccole e medie imprese, vera spina dorsale del sistema economico italiano. Il Partito Democratico ha proposto misure di semplificazione e proporzionalità degli oneri sia in tema di sicurezza dei prodotti sia in tema di etichettatura, tracciabilità e riciclo. Ma anche qui il muro alzato dalla maggioranza ha impedito ogni sorta di miglioramento.

Non è stato dato ascolto nemmeno alle nostre proposte per un più accurato recepimento delle direttive ambientali: dai RAEE, già a volte citati, alle emissioni industriali, dalla gestione delle discariche all'efficienza energetica, dalla promozione delle energie rinnovabili alla lotta al greenwashing, un fenomeno tanto insidioso quanto diffuso, che mina la fiducia dei cittadini nella transizione ecologica. Politiche ambientali che nei lavori di questo Governo sembrano relegate a un piano secondario, quando servirebbe, invece, un piano dettagliato per integrare il Green Deal europeo nel nostro ordinamento.

Quindi ci dispiace prendere atto, Ministro, che, nonostante abbia affermato di essere pronto a discutere, sembra più concentrato oggi a comunicare le cose fatte, anziché i risultati concreti che i cittadini si aspettano. Non possiamo permettere che le nostre scelte siano adottate e dettate da proclami cortesemente comunicati, ma, di fatto, inadeguati nella sostanza. C'è bisogno di un confronto reale, di un ascolto attivo alle istanze europee e nazionali, non di battaglie ideologiche che non conducono a nulla di buono per i cittadini.

È quindi inevitabile, alla luce di quanto esposto, che il nostro giudizio su questo provvedimento sia critico, perché riteniamo che l'Italia debba essere protagonista della costruzione di un'Europa più giusta, più equa, più verde e più solidale. E rifiutiamo l'idea di un Governo che fa dell'adempimento europeo un esercizio burocratico, senza trasparenza, senza dialogo e senza visione. Per queste ragioni, non daremo voto favorevole a questa legge, ma annuncio il voto di astensione del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mantovani. Ne ha facoltà.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Sì, grazie, Presidente. Colleghi, Ministro Foti, la legge di delegazione europea su cui oggi ci esprimiamo rappresenta un provvedimento strategico essenziale sia per l'efficacia della nostra funzione legislativa sia per riaffermare il ruolo dell'Italia nell'orientare le scelte dell'Unione europea; uno strumento normativo che, nella sua tecnicità, racchiude un forte valore politico, perché in questa sede non ci limitiamo semplicemente a trasporre le direttive e i regolamenti, ma abbiamo il dovere di valutarne la portata, comprenderne gli effetti, adattarli al contesto nazionale e verificarne la compatibilità con i principi della nostra Costituzione e con le esigenze concrete della nostra Nazione.

Fratelli d'Italia, coerentemente con il proprio approccio di responsabilità, voterà a favore di questo provvedimento. Il nostro è un lavoro consapevole, motivato e orientato alla salvaguardia dell'interesse nazionale, perché, se è giusto adempiere agli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Unione europea, è altrettanto doveroso farlo tutelando la sovranità degli Stati membri, la sostenibilità economica e sociale delle norme e la coerenza con le nostre priorità. D'altra parte, siamo ben consapevoli di quanto l'iter delle leggi di delegazione europea sia spesso lungo e complesso, al punto di rallentare il processo legislativo.

Questo perché l'Unione europea, più che essere un gigante politico, agisce da macchina burocratica, sottoponendo disposizioni che richiedono un'attenta valutazione prima di essere applicate a livello nazionale. La legge di delegazione europea è uno dei passaggi nei quali si misura il rapporto tra l'Italia e le istituzioni comunitarie, un rapporto che, per troppo tempo, è stato improntato a un atteggiamento subalterno. Abbiamo assistito in passato a Governi che si limitavano a recepire decisioni calate dall'alto, spesso senza un reale dibattito, senza alcun adattamento alla realtà italiana, senza alcuna volontà, da parte del Governo nazionale, di incidere nei processi decisionali europei.

Ma oggi le cose sono cambiate. Con il Governo guidato da Giorgia Meloni l'Italia ha finalmente ritrovato una voce autorevole in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); non più un interlocutore silenzioso, né un esecutore passivo di decisioni prese altrove, ma un attore politico serio e determinato, capace di far valere le proprie ragioni. Abbiamo visto, anche in questi anni, come questa nuova veste dell'Italia stia portando risultati concreti. La nostra Nazione non si è mai sottratta al dialogo, anzi, ha preteso che ogni confronto fosse leale, concreto e rispettoso delle caratteristiche proprie dei singoli Stati.

Questo è lo spirito autentico dell'Europa, troppo spesso dimenticato, ed è in questo spirito che vogliamo continuare ad operare. Nel testo della legge di delegazione europea 2024 vengono introdotte norme in grado di rafforzare la competitività del nostro sistema produttivo, di tutelare meglio l'ambiente, di favorire la transizione energetica, o ancora di semplificare procedure burocratiche che, molto spesso, rallentano l'attività amministrativa.

Vogliamo un'Europa che accompagni e non ostacoli le imprese italiane, un'Europa che non imponga modelli standardizzati, ma che consideri le peculiarità del nostro sistema produttivo, della conformazione dei nostri territori, della qualità unica delle nostre eccellenze. Lo abbiamo detto chiaramente e più volte: non smetteremo di chiedere una politica industriale all'altezza delle sfide del presente, che ponga al centro l'innovazione e la competitività, senza farsi schiacciare da visioni ideologiche che più volte si sono rivelate dannose.

Il nostro obiettivo è quello di guidare la transizione ecologica verso modelli più sostenibili, ma senza sacrificare il valore delle nostre tradizioni. Difendere l'interesse nazionale significa anche questo, fare in modo che la moltitudine di norme europee non diventi un peso, ma uno strumento utile allo sviluppo equilibrato della nostra identità.

Fratelli d'Italia ha sempre ribadito che l'Europa dei tecnocrati, che vuole regolamentare tutto, non funziona. Serve, invece, una nuova visione più vicina ai popoli e più rispettosa delle diversità degli Stati membri. In questo senso, anche il processo di recepimento delle direttive europee deve rispettare il principio di sussidiarietà e le prerogative del Parlamento italiano. Troppe volte l'Europa si è mostrata prigioniera delle sue stesse regole e questo approccio, Presidente, non ci rappresenta. Anche per questo motivo il ruolo del Parlamento rimane centrale e, a tal proposito, voglio ringraziare tutti i colleghi della XIV Commissione e gli uffici competenti: è stato fatto un lavoro attento e puntuale, che ha permesso di rafforzare la qualità complessiva del provvedimento. E, in particolare, voglio ringraziare, a nome del gruppo di Fratelli d'Italia, il Ministro Foti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) per l'impegno profuso, la disponibilità al confronto e la grande competenza con cui ha seguito il percorso legislativo.

Sebbene persistano ancora delle criticità nel coordinare i tempi e i metodi del recepimento, siamo certi che il lavoro fin qui fatto possa diventare sempre più efficiente. Il rilancio del dialogo tra l'Italia e l'Europa passa anche da qui, dalla capacità di farsi trovare pronti, di essere propositivi e di contribuire attivamente alla costruzione di un'Unione europea più consapevole delle sue potenzialità e più coraggiosa nel trasformarle in una risorsa.

Mi avvio a concludere, Presidente. Fratelli d'Italia voterà a favore di questo provvedimento, ribadendo la volontà di rendere l'Europa diversa da quella vista negli ultimi decenni: un'Europa meno ideologica, meno burocratica, meno distante; un'Europa più politica, giusta, più equilibrata, più vicina ai cittadini e alle proprie esigenze; un'Europa in cui l'Italia è tornata a contare, a decidere, a guidare, che è tornata al centro dei processi decisionali, con la dignità e la forza di una Nazione che sa farsi rispettare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2280?)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2280?:

S. 1258 - "Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2024" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 141).

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 13,45, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, il Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare e il Ministro per lo Sport e i giovani.

Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Chiarimenti in ordine al superamento del tetto massimo previsto per la destinazione del 5 per mille e intendimenti del Governo in merito all'adeguamento strutturale del limite al fine di garantire la piena destinazione delle somme in coerenza con le scelte dei contribuenti - n. 3-01996)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Boschi ed altri n. 3-01996 (Vedi l'allegato A). Il deputato Del Barba ha facoltà di illustrare l'interrogazione, di cui è cofirmatario.

MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la misura del 5 per mille è una misura che funziona o, forse, dovremmo dire che funzionava, perché, da quando ci siete voi, stiamo assistendo a qualche problema. Introdotta nel 2005 in via sperimentale, è stata stabilizzata col Governo Renzi e da allora ha avuto un crescente successo. Però, non possiamo più dire che sia crescente il suo effetto. Quest'anno abbiamo toccato un numero record di 18 milioni di firmatari, eppure, soprattutto per gli enti del Terzo settore e le ONLUS, sono diminuite le erogazioni.

Siamo più poveri? No, non è che siamo più poveri e abbiamo meno gettito, siete voi che volete essere più ricchi. Sembra che ci siano 57 milioni che vi trattenete. Non vi sembra il caso di adeguare la misura? A quanto ammonta effettivamente l'importo in esubero che si trattiene il MEF?

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere.

LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, l'istituto del 5 per mille dell'IRPEF, introdotto in via sperimentale per l'esercizio finanziario 2006 e successivamente confermato, di anno in anno, con specifiche disposizioni normative, da ultimo, è stato previsto a regime, come ricordava anche l'interrogante, dalla legge di stabilità del 2015, autorizzando la spesa di 525 milioni di euro annui, a decorrere dall'anno 2022. Le somme non utilizzate entro il 31 dicembre di ciascun anno possono esserlo nell'esercizio successivo.

Con il decreto legislativo n. 111 del 2017, si è provveduto a completare la riforma strutturale dell'istituto, introducendo disposizioni volte alla razionalizzazione e alla revisione dei criteri di accreditamento dei soggetti beneficiari, nonché dei requisiti per l'accesso al beneficio. In attuazione del predetto decreto legislativo, è stato emanato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 luglio 2020, in base al quale la quota del 5 per mille, dovuta a ciascun ente beneficiario, è determinata sull'imposta netta propria di ciascun contribuente che effettua la scelta.

L'Agenzia delle entrate, sulla base delle scelte operate dai contribuenti, trasmette alla Ragioneria generale dello Stato i dati occorrenti a stabilire, sulla base degli incassi relativi alle imposte sui redditi delle persone fisiche, per il periodo d'imposta corrispondente, gli importi delle somme che spettano a ciascuno dei soggetti a favore dei quali i contribuenti hanno effettuato una valida destinazione della quota del 5 per mille. Tali somme confluiscono, in linea con quanto stabilito dalla citata legge di stabilità, nello specifico fondo previsto nel bilancio dello Stato, il cui limite di spesa, come già comunicato il 10 luglio 2024, in analoga occasione di question time, è stato oggetto di periodici aggiustamenti nel suo valore complessivo.

Stante il quadro sopra delineato, l'Agenzia delle entrate ha comunicato che l'ammontare del gettito effettivamente destinato dai contribuenti del 5 per mille per l'anno d'imposta 2023, relativo alla campagna dichiarativa 2024, è pari a 603.959.199,36 euro. Pertanto, la differenza tra l'importo erogabile e quello disponibile è pari a 78.959.199,36 euro. Tanto premesso, il Governo intende monitorare i dati riferiti all'andamento del gettito relativo al 5 per mille e si riserva di valutare l'opportunità di adottare mirate iniziative legislative volte a ridefinire il tetto di spesa fissato.

PRESIDENTE. Il deputato Del Barba ha facoltà di replicare.

MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, per questa risposta. Mi corregge: sono addirittura 78 i milioni che sottraete al 5 per mille e lo fate in virtù della vostra posizione, perché, sì, lei oggi dice che vuole monitorare, che ‘vi riservate di', ma questo problema è sorto già l'anno scorso. Voi siete il primo Governo che si è trovato in situazioni di eccedenza, tant'è che, nella legge di bilancio dello scorso anno, tutte le forze di maggioranza e di opposizione vi hanno chiesto di fare quello che già non avevate pensato di fare voi stessi - non avete monitorato e non siete stati sensibili -, cioè di aumentare la soglia, di aumentare questo limite.

Sorprende che, anche di fronte al secondo anno consecutivo, con questo sfondamento record di 78 milioni, abbiate una posizione così prudente. Eravamo già di fronte a uno sforamento che doveva richiedere il vostro intervento e, nonostante queste entità, ancora conservate la prudenza.

Non mi stupisce, non mi dovrebbe stupire, perché questo atteggiamento di prendere a chi ha più bisogno, per aumentare le disponibilità del Governo, è un atteggiamento che avete stabilmente: lo avete avuto con gli incapienti per le ristrutturazioni edilizie e lo state esercitando adesso nei confronti della Chiesa cattolica. È ciò che vi contraddistingue.

Voi vi mascherate dietro una legge esistente, che potreste cambiare, ma la vostra è la maschera di Robin Hood al rovescio, è la maschera di chi non desiste dall'andare a distruggere, anche in questo caso, uno strumento che funziona, uno strumento positivo, di patto, tra il fisco e il contribuente, pur di avere più soldi a disposizione. Per cosa? Per la vostra propaganda, perché sappiamo come li spendete. E vi ricordo, ancora una volta, la spesa che avete fatto per i centri in Albania.

PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.

MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Allora, non sarebbe più opportuno, secondo i dettami della legge, secondo quanto la stessa Presidenza del Consiglio dei ministri pubblicizza, allorquando si arriva alla dichiarazione dei redditi, mantenere questo patto, mantenere nella sostanza una misura che funziona (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe)?

(Chiarimenti in merito alla bozza del disegno di legge di modifica delle norme concernenti l'attività venatoria - n. 3-01997)

PRESIDENTE. La deputata Zanella ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01997 (Vedi l'allegato A).

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Ministro, un disegno di legge sulla caccia, per ora annunciato, circolato in bozze, ha sollevato un pandemonio. Ma ci vuole spiegare cosa intende fare, distruggendo la legge n. 157 del 1992 e compromettendo le nostre normative, frutto di un compromesso veramente storico, rischiando di andare contro l'articolo 9 della Costituzione e le normative europee? Ma perché non risponde alla richiesta di 44 - ora 47 - associazioni animaliste e ambientaliste, più scienziati ed esperti? Lei ha il dovere di ascoltare! Non può scrivere un DDL sulla caccia con i cacciatori (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). La fauna selvatica, l'avifauna, non può essere merce di scambio con lobby per il consenso e per le elezioni (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Grazie, collega Zanella, per il quesito. Voglio chiarire che le indiscrezioni circolate su alcune testate giornalistiche, a cui l'interrogante allude, non trovano riscontro nel testo finale della proposta legislativa. Ciò lascia presumere che l'obiettivo fosse solo quello di alimentare la polemica politica, basandosi su informazioni non verificate, e di offrire una visione pregiudiziale dell'azione del Governo.

Il Ministero ha agito su precisa indicazione di numerosi consigli comunali, di cinque consigli regionali, della Conferenza delle regioni e delle province autonome e, in particolare, sulla base di un atto di indirizzo del Parlamento italiano, che, nella scorsa legislatura, ha approvato una relazione che impegnava il Governo in modo esplicito a rivedere il quadro normativo a partire dalla legge n. 157 del 1992. Si tratta dell'affare assegnato sui danni causati all'agricoltura dall'eccessiva presenza della fauna selvatica (Atto n. 337, esaminato dalla Commissione agricoltura del Senato della Repubblica). L'atto, approvato dagli organi parlamentari competenti senza alcun voto contrario, era composto da 21 indicazioni puntuali, molte delle quali sono state recepite nel testo del disegno di legge. Per completezza di informazione e sulla base dei medesimi indirizzi, l'allora Ministro Patuanelli diede parere favorevole a 15 dei 21 punti, rimettendosi al parere della Commissione per i restanti 6, che vennero interamente approvati - lo ripeto - senza alcun voto contrario.

Rispetto a un impegno proveniente dal Parlamento, il Governo deve agire in modo consequenziale ed è per questo che è mia intenzione informare il Consiglio dei ministri di quanto elaborato e fornire alle forze politiche tutte la possibilità di aggiornare la legge n. 157, recante “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, così come da loro stesso proposto.

Le ragioni che ci hanno indotto ad accelerare l'elaborazione del disegno di legge sono quelle citate nell'atto approvato dal Senato. La diffusione incontrollata della fauna selvatica - cito per sintesi - produce: danni sul piano ecologico-ambientale derivanti da alterazioni ecosistemiche che determinano squilibri tra le specie; rischi sul piano sanitario per la diffusione di epizoozie, come la peste suina africana; danni all'attività agricola derivanti dall'eccessiva presenza della fauna selvatica, soprattutto di ungulati quali i cinghiali, che rende difficile l'esercizio stesso dell'attività agricola; problemi sul piano civilistico e sociale, derivanti dalla gestione delle azioni risarcitorie verso allevatori e agricoltori danneggiati dalla fauna selvatica; pericolo per la pubblica sicurezza, per il verificarsi di incidenti stradali anche mortali.

Entrando nel contesto delle polemiche e lasciando poi al Parlamento la possibilità di discutere nel merito dell'articolato, come è ovvio, è utile fugare alcuni dubbi. Non è vero che sia previsto un ampliamento delle specie utilizzabili nella pratica venatoria, come i richiami vivi: le specie utilizzabili rimangono quelle ammesse nella legislazione vigente; non è vero che ci siano modifiche nel merito riguardo i roccoli, meglio detti impianti di cattura, ma si interviene solo sulle competenze dei vari livelli di governo, al fine di renderle coerenti con le modifiche intervenute negli assetti istituzionali in seguito alla revisione del Titolo V della Costituzione e l'approvazione della legge Delrio; non è vero che si ammette l'esercizio della caccia nelle aree demaniali marittime, tantomeno in quelle frequentate per finalità ricreative ed escursionistiche (dire che si potrà cacciare in spiaggia è semplicemente una fake news); non è vero che si modificano gli orari in cui è possibile svolgere l'attività venatoria: verranno previsti, al contrario, interventi che, anche a fronte dei cambiamenti climatici, rendano più elastica la possibilità di redigere i calendari venatori basati su elementi scientifici aggiornati e coerenti, che siano rispettosi della gestione del patrimonio faunistico.

Com'è ovvio, il testo non può corrispondere a princìpi contrari alle norme costituzionali e voglio precisare che è del tutto ottemperante ai dettami europei (questo testo è frutto di un confronto con il Ministero competente). Il nostro modello democratico prevede un iter parlamentare e ci sarà in Parlamento il confronto ampio con le associazioni di ogni genere, che io non escludo nemmeno come Ministero, con le associazioni ambientalistiche, animalistiche, venatorie, scientifiche e quanti altri coinvolti nella riforma della legge n. 157, che noi intendiamo portare avanti.

PRESIDENTE. La deputata Zanella ha facoltà di replicare.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Ministro. Raccolgo e accolgo l'apertura, anche come Ministero, a confrontarsi con le associazioni. Bene! Allora, speriamo di vedere presto il suo DDL e ci confrontiamo sul concreto. Non volete estendere i periodi, non le aree, non gli orari per la caccia; non permetterete gare di caccia con cani anche di notte; non permetterete che le specie catturabili e utilizzabili come richiami vivi siano una parte del suo articolato; non riaprirete i roccoli famigerati; non permetterete di entrare in aree demaniali, nelle dune, nelle foreste, nelle praterie. Bene! Non intendete ridurre - o che le regioni riducano - le aree protette e le aree destinate a parco. Sì, perché la caccia è una concessione, non è un diritto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). È una concessione condizionata a favore di 450.000 persone - nel 1980 erano 1.800.000 e, quindi, parliamo di una percentuale ridicola - mentre la maggior parte degli italiani e delle italiane, e anche degli stranieri che vengono a fare agriturismo da noi, vogliono che la fauna, l'avifauna migratoria in particolare, sia tutelata.

Invece, Ministro, dalle bozze che circolano sembra esattamente il contrario. Ministro, lei è il Ministro dell'Agricoltura: dovrebbe cominciare a preoccuparsi della siccità, del fatto che l'agricoltura ha fame di nuovi interventi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). L'agricoltura è un patrimonio enorme per il nostro Paese e l'agriturismo è in piena espansione tutto l'anno. Io non voglio andare a passeggiare avendo paura che qualcuno mi spari nella schiena. “No” alla caccia di domenica.

Ministro, lei si chiama Francesco, non Attila (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

(Iniziative di competenza volte al contrasto dell'epidemia di peste suina africana e alla tutela della filiera dei prodotti da allevamento - n. 3-01998)

PRESIDENTE. Il deputato Benzoni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01998 (Vedi l'allegato A).

FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie Presidente e grazie Ministro. Siamo alla terza interrogazione su questo tema, sulla peste suina africana, malattia che sta appunto diffondendosi nel nostro Paese, soprattutto per la movimentazione dei cinghiali (una delle cause principali). Siamo alla terza interrogazione perché, nonostante il terzo commissario straordinario e nonostante alcune iniziative messe in campo, l'Italia insieme alla Polonia risultano ancora essere gli unici due Paesi in cui la malattia sta avendo ulteriore diffusione rispetto al resto dell'Europa, che, invece, vede un calo costante ma, soprattutto, la malattia è stata debellata in alcuni Paesi, che sono diventati anche dei casi da studiare.

Ciò produce, ovviamente, delle perdite economiche per l'indotto. Molti sono i Paesi del mondo che stanno bloccando le esportazioni di prodotti suinicoli e che ci arrecano un danno molto importante - penso alla zona di Langhirano e non solo - e ovviamente essere l'unico Paese in cui questa malattia si sta ancora diffondendo non è un record di cui vantarsi.

Le chiedo, quindi, come spiega il primato negativo italiano e quali iniziative di competenza siano allo studio per invertire la tendenza e tutelare la filiera e gli investimenti che da essa derivano.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Grazie, Presidente. Grazie al collega Benzoni per aver illustrato la sua interrogazione, perché mi consente di aggiornare il Parlamento su un tema particolarmente delicato per la filiera agroalimentare italiana: quella della diffusione della peste suina africana.

Al momento del suo insediamento il Governo si è trovato di fronte ad una situazione disastrosa che rischiava di peggiorare a causa della diffusione incontrollata del virus. Dinanzi a questa situazione non ci siamo mossi in ritardo, come, però, afferma l'interrogante, ma lo abbiamo fatto con tempestività ed efficacia e i risultati oggi lo dimostrano.

Con la legge di bilancio 2023, la nostra prima legge di bilancio, abbiamo modificato parzialmente la legge n. 157 del 1992, prevedendo l'adozione di un piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica, primo vettore della trasmissione, che coinvolgesse per la sua attuazione i Carabinieri del comando agroforestale e la Polizia locale, a dimostrazione di come sia necessario intervenire con azioni di contenimento.

Abbiamo rafforzato questo approccio con il decreto-legge Agricoltura, prevedendo l'utilizzo di un contingente di 177 unità di personale delle Forze armate per l'attività di controllo della fauna selvatica per la prima volta in Italia. La nomina, nell'agosto del 2024, del nuovo commissario Giovanni Filippini, ha dato un ulteriore impulso alle attività di contrasto della diffusione di questa epidemia, grazie alla definizione di una strategia condivisa e concordata con la Commissione.

I risultati sono tangibili e smentiscono oggettivamente le sue parole. La Commissione dell'Unione europea nel settembre 2024 ha formalizzato l'eradicazione della peste suina africana nella regione Sardegna, sancendo la fine di un'emergenza durata cinquant'anni. Anche per altre aree del territorio italiano è stata certificata l'evoluzione favorevole della situazione epidemiologica e l'efficacia delle misure di controllo adottate, declassando la restrizione sanitaria per alcuni territori del Piemonte e della Liguria.

Abbiamo avviato la procedura per ottenere il declassamento delle zone di restrizione in Campania e in Calabria, dove la situazione epidemiologica è favorevolmente stabile da diversi mesi. La stabilizzazione della situazione epidemiologica nonché l'efficacia delle misure attuate in Italia sono state riconosciute e accolte favorevolmente non solo dalla Commissione dell'Unione europea ma da importanti Stati importatori dei nostri prodotti.

Il Canada e gli Stati Uniti, ad esempio, che hanno mantenuto aperti i canali di import per i prodotti suinicoli italiani, mentre sono in corso positivi negoziati in Giappone.

Il Governo Meloni non ha mai perso di vista la necessità di accompagnare gli allevatori suinicoli in questa emergenza, garantendo in particolare uno specifico sostegno alle imprese che hanno subito danni diretti e indiretti a causa dell'emergenza peste suina africana.

Complessivamente il Governo ha stanziato 70 milioni di euro per l'emergenza peste suina. I contributi erogati dal Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ammontano a 19,6 milioni di euro a ristoro dei danni indiretti, a cui si aggiungono altri 10 milioni di euro e poi, ancora, 4 milioni di euro di risorse già disponibili; 3 milioni e mezzo di euro sono stati trasferiti dal Ministero alla struttura commissariale; 20 milioni di euro per il bilancio 2024-2025 per impianti di biosicurezza; ulteriori 13 milioni sono stati destinati dal Governo Meloni alla messa in opera di recinzioni e altre strutture. Attualmente stiamo lavorando nel collegato agricolo dove intendiamo inserire altri provvedimenti e risorse.

Con il mio intervento spero di aver rassicurato l'onorevole ma, soprattutto, gli imprenditori del settore.

PRESIDENTE. La deputata Ruffino, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, purtroppo, le debbo raccontare un'altra storia. L'altra storia è quella di una situazione disastrosa, con dei ritardi. E con quale efficacia? Riduzione della fauna selvatica; le azioni di contenimento direi che non sono andate a buon fine e si lamentano anche i cacciatori, e questo, ovviamente, è tutto detto.

C'è poi il tema delle indagini sui suini morti: un 14,2 per cento. C'è poi il tracciamento dei contatti dopo la scoperta di un focolaio ma, da quest'ultimo, sono arrivate solo il 6,3 per cento delle segnalazioni.

Poi, ancora, in Italia, la sorveglianza passiva e quella attiva negli allevamenti intensivi deve essere strutturalmente rinforzata, ricorrendo a un notevole incremento di personale veterinario dedicato al campionamento del 100 per cento dei suini morti, ma soprattutto negli allevamenti superiori a 100 capi e per un considerevole aumento di controlli.

C'è ancora un altro aspetto: quello dei commissari. Lei ne ha parlato. Come Azione siamo contrarissimi alla nomina indiscriminata dei commissari, ma qui, signor Ministro, è andata pure peggio. Perché ne avete nominati tre, e non è andata a buon fine la nomina e neppure quello che hanno fatto. Probabilmente non è stata data una buona indicazione. Quindi, tre commissari che denotano - poiché hanno deciso di andare altrove - una instabilità e una mancanza di linea operativa chiara.

Il Belgio ha adottato linee di comando uniche, noi no. Perché? In quattro mesi il virus non si è eradicato.

Devo ancora dire che è stato fallimentare il contenimento dei cinghiali. Riassumo quindi: ristori tardivi, perdite di oltre 500.000 euro, carenze di accesso al credito, marginalizzazione dei piccoli e medi allevamenti. E, quindi, signor Ministro, mi spiace: incapacità di coordinare, carenze strutturali ignorate, mancanza di pianificazione e risorse, gestione reattiva anziché preventiva. E forse questo è il maggior guaio. Non possiamo, quindi, che dire di essere profondamente insoddisfatti (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

(Chiarimenti in merito alle iniziative adottate dal Governo a tutela dei prodotti agroalimentari italiani, a fronte del rischio dell'introduzione dei dazi statunitensi - n. 3-01999)

PRESIDENTE. Il deputato Caramiello ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01999 (Vedi l'allegato A).

ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, come preannunciato da settimane, la stavo aspettando in Aula per confrontarci. Ma oggi non voglio parlare della bozza, del draft non ufficiale del disegno di legge che circolava sulla caccia e che trasformerebbe l'Italia in un Far West.

Ministro già ha risposto, io però le chiedo di fermarsi; di non portarlo nel Consiglio dei Ministri e di avviare un dialogo a 360 gradi e non limitarsi ad ascoltare i suoi amici cacciatori. So che ha ricevuto una richiesta di incontro da parte di 47 associazioni animaliste e ambientaliste. Ministro, le ascolti e ascolti anche, e soprattutto, il mondo scientifico.

Oggi, però, voglio chiederle dei dazi. Perché uno dei settori che indubbiamente sarà più colpito dalle politiche protezionistiche americane è l'agroalimentare. L'introduzione dei dazi statunitensi, Ministro, sulle nostre eccellenze enogastronomiche ed agroalimentari avrà ripercussioni devastanti sul mercato italiano, in particolare sul settore delle esportazioni.

Quindi, le chiedo quali siano le azioni che questo Governo, anche in sede europea, intende introdurre, al fine di scongiurare i dazi imposti da Trump, in considerazione delle gravi ed innegabili conseguenze sul settore agroalimentare nazionale e, in particolare, sulle eccellenze del nostro made in Italy.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Grazie, signor Presidente. L'interrogazione che mi viene rivolta dal collega Caramiello mi permette di parlare per quanto di mia competenza, perché il collega sa bene che la competenza sul commercio estero non spetta al mio Ministero e la gran parte della trattativa con gli Stati Uniti è delegata all'Unione europea. Però, volentieri porterò il mio contributo parlando dei risultati dell'export nel settore dell'agroalimentare che dimostrano come, anche in questo periodo di incertezza, l'Italia continua a rafforzare i suoi primati.

L'Italia è il primo produttore al mondo e il primo esportatore in quantità di vino, il primo produttore ed esportatore di pasta di semola, di pelati di pomodoro, il secondo esportatore di olio extravergine d'oliva, il secondo esportatore mondiale di formaggi e latticini.

Dopo aver toccato il record di 70 miliardi di export nel settore agroalimentare nel 2024, con un aumento del 7,5 per cento sul 2023 nei primi mesi del 2025, l'Italia ha confermato la tendenza positiva, segnando un più 5,9 per cento sul valore del primo trimestre 2024.

Il settore del vino ha registrato un incremento dell'export giungendo per la prima volta a quota 8,1 miliardi, con un incremento del 5,5 per cento.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, nel 2024 l'export agroalimentare ha raggiunto un valore di 7,8 miliardi, in crescita del 17 per cento rispetto al 2023.

Il prezzo medio di buona parte dei nostri prodotti sul mercato statunitense è più elevato di quello ottenuto negli altri mercati di sbocco. Allo stato attuale non si possono fare valutazioni sugli effetti dei potenziali dazi o di quelli parzialmente applicati, ma è importante in primo luogo considerare che per le eccellenze italiane - come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, aceto balsamico, pecorino romano - il margine di sostituibilità con prodotti simili di provenienza domestica o di altri Stati si può considerare irrilevante per la loro unicità, che lei ricordava.

Per questo motivo l'imposizione di dazi su tali prodotti, a detta di molti analisti - cito lo studio del The European House-Ambrosetti presentato a Sorrento -, potrebbe non avere effetti o, addirittura, essere dannosa per il mercato americano. In questi casi, infatti, l'imposizione di un dazio si tradurrebbe in un aumento di costi per la filiera statunitense e in un possibile aumento del prezzo al consumo interno. L'importazione da parte degli operatori statunitensi di prodotti italiani di qualità genera valore per le filiere produttive interne agli Stati Uniti, quali la ristorazione e la distribuzione intermedia e finale. Gran parte del valore generato dall'intercambio Italia-USA di prodotti di eccellenza viene assorbito infatti dallo stesso mercato statunitense. Nel caso di formaggi a pasta dura, che ho già citato, circa il 62 per cento del prezzo rimane negli Stati Uniti; per l'olio EVO addirittura il 68 per cento; per l'aceto balsamico il 78 per cento. Quindi, si fanno un danno da soli, per semplificare.

Tuttavia, come Ministro e come Governo, ci stiamo impegnando per garantire un'interlocuzione con gli Stati Uniti, perché non riteniamo il mercato statunitense sostituibile in alcuna maniera, specie con mercati gestiti da autocrazie istituzionali. Abbiamo da qualche giorno incontrato la collega Brooke Rollins, Sottosegretario di Stato statunitense, insieme agli operatori del sistema Italia, alla quale abbiamo illustrato in un lungo bilaterale quelle che erano le condizioni che ho in parte solamente descritto e la necessità di organizzare un tavolo di comune raccordo per coadiuvare l'Unione europea in questa trattativa e cercare di aumentare ancora di più il rapporto commerciale indispensabile tra Italia e Stati Uniti.

Abbiamo dimostrato, in questi mesi, in maniera indiscutibile, che l'Italia si è offerta di garantire gli interessi dei propri connazionali e dei nostri imprenditori, cercando di evitare la follia di guerre commerciali con una Nazione che noi dobbiamo considerare il nostro alleato principale, a prescindere da chi la governa pro tempore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Caramiello ha facoltà di replicare.

ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, la sua risposta non è credibile. Non se ne può lavare le mani. Migliaia di lavoratori rischiano di perdere il posto di lavoro a causa della sua politica miope, perché ha deciso di essere una colonia americana.

Qualsiasi Ministro con la schiena diritta, innanzi alla minaccia dei dazi nei confronti di un Paese sovrano, avrebbe cercato subito altri mercati nel mondo. E invece no: ha deciso di rilasciare dichiarazioni politiche schizofreniche e imbarazzanti.

Ministro, lei che ha affermato che i poveri mangiano meglio dei ricchi, il 26 marzo dichiarò che con questi dazi è a rischio l'alleanza con l'America, salvo dichiarare alla stampa, appena 24 ore dopo, al Vinitaly: “non siamo così terrorizzati dai dazi”. Poi successivamente, dopo aver affermato che, bevendo troppa acqua, si potrebbe morire, il gemello pessimista di Lollobrigida cambia nuovamente parere tanto da riferire ai giornalisti che da Paese esportatore i dazi ci preoccupano e che il mercato americano non è sostituibile e non si comprende chi invita a cercare alternative ad Est del pianeta. Ma non finisce qui. Lei che affermava che con delle buone cene le guerre non ci sarebbero state, vada a dire alla sua ex cognata, alla Presidente Meloni, di invitare a una cena conviviale Netanyahu e vediamo se riesce a fermare il Presidente israeliano che sta commettendo un genocidio a Gaza, uccidendo migliaia di persone tra cui 15.000 bambini indifesi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Lei credo avrà ricevuto una tirata di orecchie da Coldiretti e ha dichiarato di voler proporre soluzioni, quali però non si sa. Io le ricordo che siamo la porta di accesso del Mediterraneo. Dobbiamo e possiamo esportare in altri Paesi e difendere i nostri prodotti e i nostri agricoltori.

Onorevoli colleghi, è ormai evidente che Lollobrigida non è in grado di mettere in sicurezza il nostro settore agroalimentare. Il Ministro crede che Gesù moltiplicava il vino e, quindi, in tema di miracoli, ce ne faccia uno: si dimetta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Intendimenti del Governo in merito alla tempistica di presentazione del disegno di legge per l'aggiornamento della disciplina concernente la protezione della fauna selvatica omeoterma e il prelievo venatorio - n. 3-02000)

PRESIDENTE. Il deputato Bruzzone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02000 (Vedi l'allegato A).

FRANCESCO BRUZZONE (LEGA). Grazie, Presidente. Grazie al Ministro per la disponibilità di essere qui oggi ad affrontare il tema. Tutto il mondo, quello che vuole ragionare (dalle regioni alle associazioni di categoria, a tutto il resto delle persone di buon senso), sollecita una revisione della legge n. 157, che ha 33 anni. Dopo 33 anni di applicazione della legge n. 157 oggi l'Italia è il Paese europeo che ha la più alta concentrazione di fauna selvatica.

È quindi necessario impostare un quadro normativo in un'ottica diversa, nell'ottica della gestione della fauna selvatica, perché gestire vuol dire proteggere, vuol dire controllo e vuol dire attività venatoria. Sono tre cose completamente diverse. In modo particolare è molto diverso il controllo dall'attività venatoria. Quindi, Ministro, grazie per la risposta che darà al quesito posto con l'interrogazione, ribadendo l'ambizione mia, ma non soltanto mia, di accelerare il più possibile i tempi per accogliere le richieste che ci pervengono da quel mondo della razionalità, da quello del territorio e da quello che sta portando avanti la parte rurale del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Grazie al collega Bruzzone per essere tornato su questo argomento e richiamo la necessità oggettiva di rivedere la legge n. 157 perché c'è un mandato parlamentare esplicito a farlo, peraltro assunto sostanzialmente all'unanimità nella legislatura precedente e corroborato da altre iniziative di analogo valore in questa.

È necessario affrontare e risolvere definitivamente il problema dello squilibrio nell'ecosistema della fauna selvatica e i danni da essa generati per la sicurezza pubblica su base scientifica. Su questo è utile riportare alla razionalità il dibattito. Negli impegni che vengono riportati nell'atto n. 337 (la relazione in Senato), approvata senza alcun voto contrario, si richiama la necessità di rivedere il quadro normativo a partire dalla legge n. 157. E un buon Governo questo lo fa, perché quello che denuncia sempre lo stesso documento è che si possono produrre danni sul piano ecologico e ambientale, se non si opera in questo senso, rischi sul piano sanitario, danni all'attività agricola, problemi sul piano civilistico, problemi per la pubblica sicurezza. I cittadini pagano ogni giorno l'assenza di una normativa adeguata.

Sulla base di queste indicazioni, rispettosi della volontà del Parlamento, a differenza di altri Governi che ci hanno preceduto e ai quali non abbiamo fatto parte, provvederemo a trasmettere alle Camere, dopo un passaggio in Consiglio dei ministri, una proposta di legge per permettere a tutte le forze politiche di approvare, modificare o respingere il testo, come è facoltà ovvia e legittima dell'organo rappresentativo della volontà popolare. E ha ragione, collega: sono 33 anni che si aspetta una modifica in questo senso. Sono intervenute molte modifiche istituzionali; addirittura nella norma si danno competenze a istituzioni che non hanno più alcuna possibilità di intervenire sui temi in oggetto.

Sono convinto che tutti coloro che sono interessati al tema saranno attenti al lavoro di chi vuole raggiungere questo obiettivo con serietà e sono convinto che almeno le forze di maggioranza troveranno un motivo per condividere un percorso di carattere su cui, in termini generali e per molte enunciazioni, da tutti i banchi, anche dell'attuale opposizione, erano intervenuti. Ricordo, infatti, lo citavo prima, che fu l'allora Ministro ad approvare 15 punti su 21 che venivano proposti dalla Commissione agricoltura stessa e che indicavano la necessità di cambiare la legge n. 157 ma - come dicevano altri colleghi precedentemente - torneremo a parlare del tema.

Ricordo in ultimo - e su questo voglio essere chiaro, perché è una cosa credo più che corretta - che l'attività venatoria in tutta Europa è lecita e, come ogni attività legale, va certamente regolata, ma allo stesso modo va rispettata, come ogni altra attività legale, anche da chi non la condivide, anche fossero, come prima una collega diceva, una minoranza. Le leggi servono a tutelare le minoranze, non le maggioranze (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Bruzzone ha facoltà di replicare.

FRANCESCO BRUZZONE (LEGA). Grazie, Ministro, per la risposta. Ministro, vada avanti sulla strada intrapresa, non faccia quello che chiedono i Verdi e il MoVimento 5 Stelle. Non faccia ciò che dicono quelli che hanno dimostrato di confondere le spiagge con le foreste demaniali. In questo Paese tutti fortunatamente hanno il diritto di parola; i colleghi dei Verdi e dei 5 Stelle fortunatamente hanno diritto di esprimere la loro posizione, che io non condivido; non è certamente una novità. Possono anche dire tante bugie, come abbiamo letto e abbiamo ascoltato.

Io qualche dubbio, però, ce l'ho sul fatto che possano abbindolare i sentimenti di chi si sente animalista. Signor Presidente e Ministro, i Verdi e il MoVimento 5 Stelle sostengono - e io dico: fanno bene a farlo - in Umbria l'abbattimento per la prossima stagione venatoria di 49.795 fringuelli (documento ufficiale) che sono uccelli migratori. Lo sostenete voi (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), questo è il documento ufficiale, poi se non l'avete ve lo faccio avere. E sono migratori. Ripeto: condivido, fanno bene. Ma non è finita: i Verdi e il MoVimento 5 Stelle - lo sappiano quelli che ci ascoltano - autorizzano, insieme al Partito Democratico, l'abbattimento di 22.000 migratori, 22.000 colombacci, in regione Emilia-Romagna - questo è il documento ufficiale della regione Emilia-Romagna - durante il periodo della nidificazione, a caccia chiusa; cioè mentre noi stiamo parlando - è il periodo di nidificazione - state consentendo l'abbattimento di 22.000 riproduttori sui nidi e i cacciatori si sono opposti. La Lega ha chiesto in regione Emilia-Romagna di ritirare quella delibera: niente da fare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Evviva la coerenza!

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

FRANCESCO BRUZZONE (LEGA). Scrivetelo sui social; scrivetelo sui social quello che state facendo sui territori e smettetela di prendere in giro quelli che credete di abbindolare sul sentimento animalista per mero e unico scopo elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Intendimenti del Governo in ordine alla possibilità di rendere strutturale il progetto del Servizio civile agricolo, alla luce dei risultati conseguiti - n. 3-02001)

PRESIDENTE. La deputata La Porta ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bignami ed altri n. 3-02001 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

CHIARA LA PORTA (FDI). Grazie, Presidente. Ministro, nel novembre 2024 è stato firmato un protocollo d'intesa per sperimentare il Servizio civile agricolo, che è destinato a 1.000 giovani tra i 18 e i 28 anni. Questo perché vogliamo indirizzarlo al fine di avvicinare i giovani all'agricoltura e, al contempo, promuovere la sostenibilità e l'innovazione per far tornare al centro i giovani nell'ambito del settore strategico, qual è il settore agroalimentare italiano, indispensabile e vitale per la crescita di tutta la nostra Nazione.

Il 27 maggio 2025 è stata approvata la graduatoria definitiva, in cui, poi, i ragazzi prenderanno un rimborso di 519 euro per una durata di 12 mesi.

Questo programma ha ricevuto un plauso da parte nostra, ma chiediamo anche a lei una valutazione sui dati e, vista la grande opportunità che si va a creare per i giovani, le chiediamo se non ritenga opportuno passare il Servizio civile agricolo da strumento sperimentale a strumento stabile e diffuso, prezioso per i nostri giovani.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Grazie, Presidente. Ringrazio la collega La Porta del gruppo di Fratelli d'Italia, perché torna su un argomento molto importante, sul quale si è fatta troppa polemica, ed è giusto oggi chiarire i risultati, perché è nostra abitudine, come Governo, proporre delle iniziative - in questo caso, applicare delle iniziative che hanno una storia molto più lunga - e metterle in pratica. Non consideriamo quello che viene scritto da questo Parlamento qualcosa che si può eludere, ma va applicato.

L'agricoltura, peraltro, è tornata ad essere, in questi due anni, il traino del nostro prodotto interno lordo, con una crescita del 2 per cento rispetto allo 0,7 per cento medio nazionale, con un valore aggiunto in agricoltura di 42,4 miliardi di euro, che è il primo valore in tutta l'Unione europea, mettendoci in condizione di aver superato Francia e Germania.

Nonostante tutto questo, in Europa desta particolare allarme il problema del ricambio generazionale: come far tornare non la passione, perché la passione nell'agricoltura ce l'hanno in tanti giovani, ma la capacità di riportarli nella condizione di operare in quel settore.

La prima questione, ovviamente, è il reddito, che, però, deriva molto spesso dalle capacità e dalla formazione che gli stessi giovani imprenditori agricoli riescono ad avere e ottenere attraverso dei periodi che spesso hanno costi molto elevati. È su questo che abbiamo investito quando abbiamo - lo citavo prima - ripreso un testo del 2001, approvato dal Parlamento, che prevede il Servizio civile in agricoltura. Parliamo del Governo Amato 2, un Governo del 2001, che aveva previsto il Servizio civile in agricoltura che, però, nessuno aveva mai applicato.

Insieme al collega Abodi, che ringrazio, lo scorso anno è stato pubblicato il bando per i primi 1.000 giovani. Sono orgoglioso di annunciare, anche in questa sede, che le domande hanno ampiamente superato le 1.400 proposte e i primi 1.000, tra ragazzi e ragazze, avranno la possibilità di svolgere questo servizio in 27 programmi, articolati in 97 progetti, provenienti dalle associazioni iscritte nell'idoneo albo di riferimento.

Il Servizio civile agricolo permetterà a questi eccezionali giovani di operare a tutela del settore in svariati ambiti: dalle attività terapeutiche a quelle educative, dall'assistenza a persone con disabilità alla promozione dei prodotti agricoli, fino alla diffusione di corretti stili di vita alimentari, con l'obiettivo di far acquisire ai nostri giovani competenze trasversali e possibilità di futura occupazione, coniugando realtà agricole, dimensione sociale ed educativa.

A differenza di quanto strumentalmente alcuni avevano tentato di sostenere, nessuno di loro sarà impegnato in lavori sottopagati, trattandosi di attività finalizzate alla maturazione di competenze, alla formazione e alla tutela dei prodotti. I ragazzi riceveranno un rimborso - lei lo ricordava - di 519 euro, identico a quello che ricevono tutti coloro che operano negli altri comparti dei servizi civili, compresi i sindacati, le associazioni e i comuni.

Il riconoscimento principale, che ritengo particolarmente premiante, di questo impegno per loro sarà - e noi consideriamo questo impegno strategico per l'economia italiana - la riserva del 15 per cento nei concorsi pubblici, a cui avranno diritto i ragazzi che svolgeranno il Servizio civile.

Anche in questo caso, alle sterili polemiche, agli insulti, alla propaganda, stiamo rispondendo guardando alle esigenze strutturali della Nazione e, attraverso l'investimento sulle giovani generazioni - permettetemelo -, stiamo seminando la nuova Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Cerreto, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

MARCO CERRETO (FDI). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, noi ci riteniamo ampiamente soddisfatti della sua risposta. Grazie al Servizio civile, con questo Governo, 1.000 e più giovani, da quest'anno, potranno finalmente cimentarsi in attività di valorizzazione delle proprie competenze, valorizzando la multifunzionalità dell'impresa agricola, ma anche dando grande attenzione all'agricoltura sociale, nel solco della connotazione del Servizio universale. E con riferimento a questo Servizio civile universale, Ministro, noi auspichiamo vivamente che Fratelli d'Italia e lei, Ministro, e il Governo Meloni, possiate stabilizzare questo Servizio. Noi siamo abituati a vedere tanti giovani che svolgono la propria attività di cittadinanza attiva in tante realtà, dallo sport all'associazionismo, al volontariato. Ebbene, dare loro la possibilità di acquisire competenze nei supporti informatici, nelle attività divulgative, nella lotta allo spreco, nell'educazione ambientale, nel coworking rurale, nell'attività sociale di redazione di mense, agrinidi, orti sociali, è un'attività ampiamente meritoria.

Lasciamo veramente stare le polemiche - ha detto bene, Ministro -, ma non possiamo non ricordare che non l'ultimo iscritto alla sinistra italiana, ma il leader del Partito Democratico, il leader della sinistra italiana, da questi banchi diceva che noi, con il Servizio civile in agricoltura, avremmo voluto addirittura legalizzare il caporalato. Simili nequizie le rimettiamo, onestamente, al mittente. Vogliamo ricordare anche a qualche collega che oggi ha polemizzato che, grazie a questo Governo, non solo i giovani si stanno sempre di più entusiasmando all'agricoltura, ma l'agricoltura italiana è prima in Europa per valore aggiunto: cresce il reddito agricolo dei nostri agricoltori, cresce il nostro export e, grazie a questo Governo, abbiamo ridato centralità ad un settore al quale finalmente possiamo dare un orizzonte, un futuro e una visione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Elementi in merito al progetto «Anch'io sono la protezione civile» e intendimenti sul relativo potenziamento - n. 3-02002)

PRESIDENTE. Il deputato Lovecchio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02002 (Vedi l'allegato A).

GIORGIO LOVECCHIO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Ministro, vorrei portare all'attenzione un progetto della Protezione civile che riteniamo davvero importante. Si chiama: “Anch'io sono la protezione civile”. Ogni anno, in tutta Italia, vengono organizzati campi scuola per ragazzi e ragazze tra i 10 e i 15 anni. Questa non è solo un'occasione di gioco e socialità, ma un modo per imparare il rispetto per la natura, la tutela dei boschi e, soprattutto, le buone pratiche di prevenzione del rischio. I ragazzi incontrano ogni giorno chi è in prima linea (Vigili del fuoco, Corpo forestale, Croce rossa, volontari) e capiscono una cosa fondamentale: che la Protezione civile siamo tutti noi e che ciascuno può contribuire non solo nei soccorsi, che spettano ai professionisti, ma nella prevenzione di ogni giorno.

Allora, Ministro, le chiediamo: quali sono gli obiettivi per il 2025, quanti giovani si vogliono coinvolgere e se il Governo intenda continuare a sostenere e, magari, rafforzare questa bellissima iniziativa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Il Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci, ha facoltà di rispondere.

NELLO MUSUMECI, Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare. La ringrazio, signor Presidente. Grazie anche a lei, onorevole Lovecchio, per l'interrogazione, che mi consente di darle una risposta improntata ad ottimismo. Anche per quest'anno, come lei ha ricordato, l'obiettivo dei campi scuola “Anch'io sono la protezione civile”, organizzati dal nostro Dipartimento nazionale, in collaborazione con regioni e organizzazioni di volontariato locali e regionali, è quello di rendere i giovani consapevoli del ruolo attivo che possono e debbono svolgere, a partire dai gesti di ogni giorno a tutela dell'ambiente, a tutela della collettività, del territorio, a tutela della stessa comunità che vive sui territori, soprattutto quelli fragili.

Nel corso degli anni “Anch'io sono la protezione civile”, che individua negli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado il proprio target di riferimento, ha formato oltre 100.000 giovani, spaziando dalla diffusione della conoscenza dei rischi naturali alla pianificazione di Protezione civile e alle buone pratiche per vivere meglio il territorio. Molti ragazzi e ragazze, dopo aver vissuto l'esperienza dei campi scuola, si sono appassionati a questi temi, al punto da compiere una scelta attiva ed entrare nel mondo del volontariato.

Come nelle precedenti edizioni, anche per il 2025, il progetto campi scuola ha suscitato una significativa adesione da parte delle direzioni regionali della Protezione civile e delle organizzazioni di volontariato nazionali. Le do qualche dato di dettaglio: sono pervenute 381 richieste di adesione (221 provenienti dalle regioni e 160 dalle organizzazioni iscritte nell'elenco centrale e poi distribuite nei territori). Il numero di richieste pervenute ha comportato la necessità di prevedere, anche per l'edizione di quest'anno, una modalità di finanziamento che consenta di definire il numero dei campi autorizzabili, in ragione della disponibilità finanziaria programmata, che per quest'anno è di un milione di euro. Le regioni e le organizzazioni, inoltre, possono coprire con propri fondi la realizzazione di ulteriori campi scuola. Oggi è stato confermato un numero totale di 340 campi, per i quali il Dipartimento della Protezione civile garantirà la copertura assicurativa fino a un massimo di 30 ragazzi partecipanti per campo.

Inoltre, come per le precedenti edizioni, il Dipartimento della Protezione civile, al fine di un loro pieno coinvolgimento sul territorio, ha informato le strutture delle Forze dell'ordine, dei Vigili del fuoco, delle Capitanerie di porto, per essere tutti protagonisti di una avventura che serve a creare nuove coscienze a tutela del territorio e dei suoi beni. Anche per quest'anno, quindi, come dicevo all'inizio, il sentimento è improntato all'ottimismo.

PRESIDENTE. Il deputato Lovecchio ha facoltà di replicare.

GIORGIO LOVECCHIO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Ministro, grazie davvero per la sua risposta, della quale ci dichiariamo pienamente soddisfatti. Nel 2024, i campi scuola attivati sono stati circa 250, con la partecipazione di oltre 5.000 giovani e i numeri che ci ha appena fornito dimostrano che quest'anno c'è stata una crescita significativa, sia per il numero dei campi, sia per il coinvolgimento dei ragazzi. È un dato importante, perché ci dice che questo progetto non solo funziona, ma cresce, si radica e si diffonde. Questo accade perché c'è un impegno concreto da parte del Governo e del Dipartimento della Protezione civile, che ci crede davvero, e quando le istituzioni credono in un progetto educativo, lo fanno diventare una risorsa per il Paese.

Ma al di là dei numeri, il vero valore è ciò che si trasmette. In questi campi, si insegna il rispetto per le persone, per la natura e per il nostro territorio e si educa alla responsabilità, all'attenzione, alla cura degli altri e dell'ambiente. È una scuola di cittadinanza attiva vissuta sul campo in maniera concreta. Sappiamo che le grandi calamità naturali, come terremoti o alluvioni, si possono solo affrontare con prontezza e organizzazione, ma tanti altri rischi, come gli incendi, si possono prevenire. Ma la prevenzione parte dalla cultura, parte dai comportamenti, parte dalla consapevolezza e questo progetto lavora proprio su questo: sulla prevenzione attraverso l'educazione.

Poi c'è l'aspetto, forse il più bello: l'incontro. Ragazzi e ragazze che incontrano chi, ogni giorno, lavora nella Protezione civile: operatori, volontari, persone che scelgono di mettersi al servizio degli altri. È lì che nasce la passione; è lì che molti scoprono che aiutare gli altri è una strada che vale la pena percorrere.

Un grazie speciale va proprio a loro, ai volontari, che rappresentano il cuore pulsante della nostra Protezione civile, con oltre 4.000 organizzazioni attive sul territorio; senza di loro il sistema non funzionerebbe. Ci piace pensare che questi campi possano diventare un seme che cresce nel tempo e che porta tanti giovani a diventare, un domani, proprio quei volontari di cui l'Italia ha bisogno, perché il futuro si costruisce anche così, con l'esempio, con la partecipazione e con la passione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

(Iniziative per affrontare efficacemente l'emergenza siccità nel Mezzogiorno e nelle isole, anche tramite la realizzazione delle infrastrutture idriche prioritarie - n. 3-02003)

PRESIDENTE. Il deputato Barbagallo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Simiani ed altri n. 3-02003 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, l'estate è alle porte e, nonostante le copiose piogge invernali, la situazione degli invasi è peggiore dello scorso anno. In Sicilia, le reti colabrodo, unitamente alle carenze infrastrutturali e a qualche pasticcio amministrativo, come quello della diga Trinità, dove sono andati perduti milioni di litri d'acqua, stanno generando grande apprensione nella popolazione. Il pasticcio amministrativo è dovuto a responsabilità specifiche della regione siciliana e del Ministero delle Infrastrutture.

Altri segnali sono preoccupanti, come ad esempio il lago Arancio, nell'agrigentino, dove vi è la metà dell'acqua rispetto allo scorso anno. Nonostante gli stati di emergenza in atto, le azioni poste in essere dal Governo risultano assolutamente insufficienti.

Le chiediamo, pertanto, quali iniziative di sua competenza intenda adottare per affrontare l'emergenza siccità nel Sud Italia, in Sicilia e in Sardegna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci, ha facoltà di rispondere.

NELLO MUSUMECI, Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare. Grazie, signor Presidente. L'onorevole interrogante sa che la competenza della materia non è della Protezione civile, nel senso che parliamo di un intervento strutturale e quindi a medio e lungo termine. In ogni caso, vorrei ricordare che mi sembra una valutazione riduttiva quella di considerare solo il Mezzogiorno suscettibile di una emergenza idrica. Appena due o tre anni fa, cinque regioni del Nord - Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia, Friuli e Veneto - hanno chiesto lo stato di emergenza, perché il tema ormai non è più contingente. È un'emergenza, se posso definirla, strutturata, per la quale servono interventi a media e a lunga scadenza. È per questo che, dopo decenni e decenni di distrazione e di disinteresse sul piano della programmazione, il Governo Meloni ha dato vita ad una struttura commissariale che si occupa, a livello nazionale, della pianificazione degli interventi.

Intanto, sul piano della emergenza, lo stato di calamità è stato riconosciuto proprio lo scorso anno nelle regioni Basilicata, Calabria e Sicilia. È pervenuta nel 2025, quindi poche settimane fa, la richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza anche dalla regione Sardegna ed è in corso l'istruttoria, prevista dalla legge, in fase di ultimazione.

Riguardo agli interventi di medio-lungo periodo, non ricadenti nella gestione emergenziale - per la quale si interviene soltanto con l'ausilio di autobotti per fare fronte alle immediate esigenze della risorsa idropotabile in agricoltura e negli stabilimenti produttivi -, l'attuale crisi idrica, secondo noi, va affrontata su due piani: uno inerente ad azioni di immediata realizzazione affidate dalla cabina di regia al Commissario straordinario per l'emergenza idrica, che, tanto per cambiare, si chiama Dell'Acqua; l'altro piano è quello afferente alla realizzazione di opere e interventi strutturali.

Con riferimento alla prima attività, il commissario straordinario è stato incaricato della realizzazione e messa in esercizio, entro la stagione estiva 2025, di impianti di dissalazione in Sicilia presso i siti Porto Empedocle, Gela e Trapani, e della realizzazione in Umbria di interventi di manutenzione straordinaria volti al ripristino della situazione di criticità del lago Trasimeno. Il commissario si è anche attivato con incontri con gli enti preposti di ciascuna regione interessata, per definire le opere realizzabili nel breve termine.

In relazione alle competenze del MIT, quel Dicastero è impegnato a promuovere pratiche di gestione sostenibili delle risorse idriche, indipendentemente dall'uso della risorsa e della tipologia di infrastruttura idraulica. Il numero totale di interventi di realizzazione e progettazione in corso è di 654, per un totale di 5 miliardi e 400 milioni di euro. Ad oggi, sono in costruzione tre grandi dighe, una in Sicilia, una in Sardegna e una in Emilia-Romagna, importanti opere di riefficientamento dei grandi canali irrigui e opere di derivazione di grandi dighe, completate anche al Sud e non pienamente utilizzate.

PRESIDENTE. Deve concludere.

NELLO MUSUMECI, Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare. Presidente, posso lasciare agli atti il resto della risposta? Se posso avere solo un minuto, le prometto che concludo.

PRESIDENTE. Un minuto no, è troppo, perché sta già fuori di un minuto. Qualche secondo.

NELLO MUSUMECI, Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare. Benissimo. In questo contesto, si inserisce il Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico, che riguarda 418 proposte di interventi, per un fabbisogno complessivo di 12 miliardi di euro. La differenza tra il numero di proposte riportate e quelle ammesse nella pianificazione, cioè 418, è conseguente al fatto che molte delle proposte presentate al MIT dalle regioni e dalle altre autorità non hanno conseguito valori sufficienti.

PRESIDENTE. Il deputato Simiani ha facoltà di replicare.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per suo tramite, Presidente: Ministro, lei è un Ministro della Repubblica italiana, è un uomo del Sud. Lei al Sud, le risorse, non ce le ha portate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), perché la Lega non vuole! Lo dica chiaramente! È arrivato il momento di dirlo. La situazione è grave. In questi 2 anni e mezzo, sono stati tagliati 3 miliardi e mezzo dal Fondo perequativo infrastrutturale. Questi soldi servivano per la crisi idrica, il dato è questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Ecco perché lei deve cambiare disco e narrazione. Guardi, le do io un po' di numeri: in questo momento, in Sardegna, c'è il 52,8 per cento di perdite nella rete idrica, così come in Sicilia (regione che conosce bene), ossia il 51,6 per cento. Nella città di Siracusa la perdita è del 65,5 per cento. Per tutta la rete dell'Appennino meridionale è del 50,4 per cento e c'è una regione, la Basilicata, che ha perdite per il 65 per cento, con la città di Potenza al 71 per cento! Cosa ci racconta? Che il problema è anche al Nord? Il problema è al Sud e le risorse vanno al Sud (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) in questo momento!

È il 10 giugno; è già una settimana che il termometro è sopra i 35 gradi. La crisi climatica è un fatto oggettivo. È inutile che i nostri colleghi della Lega e di Fratelli d'Italia dicono che non c'è la crisi climatica. C'è la crisi climatica! Ecco perché c'è bisogno di un investimento concreto. Voi siete quasi al centesimo decreto-legge; ormai la quota 100 l'avete raggiunta, perché solo quella raggiungete. Ma, su questo, ci vorrebbe, subito, un decreto-legge sull'acqua! C'è il progetto, come giustamente dice il commissario Dell'Acqua, con interventi prioritari e puntuali, di 1 miliardo e 700 milioni per il Sud, per tutte le regioni del Sud (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Ecco perché oggi c'è bisogno che lei dia una risposta concreta su questo, un decreto-legge!

Il Partito Democratico c'è e ci sarà in quel momento, se voi presentate quel provvedimento; ci sarà e lo voterà anche. Spetta a lei proporlo e spetta al Governo Meloni dare una risposta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

(Iniziative volte a favorire l'accesso dei giovani alla pratica sportiva e il rispetto della dignità della persona, con particolare riguardo alle aree territoriali socialmente ed economicamente fragili - n. 3-02004)

PRESIDENTE. Il deputato Alessandro Colucci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-02004 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la Costituzione riconosce il valore educativo, sociale e di promozione dello sport e noi crediamo nel ruolo centrale che lo sport ha per l'educazione dei giovani. Purtroppo, sono numerosi, troppi, i casi di bullismo e cyberbullismo che avvengono a scuola, nelle strutture sportive e nei centri di accoglienza giovanile, soprattutto nelle aree degradate e povere da un punto di vista economico ed educativo.

Lei, Ministro, in un recente question time da aprile, ha ricordato che per il Governo è prioritario migliorare i luoghi dove si fa sport, soprattutto dove la società manifesta debolezze e fragilità, come è successo a Caivano, che oggi è diventato un'esperienza positiva, concreta ed esemplare.

Sempre in occasione di quel question time di aprile, lei, Ministro, ha presentato la nuova edizione del bando “Sport e Periferie”, istituito dal Governo, in cui vengono destinati, per il 2025, 110 milioni di euro, ai quali si aggiungono 70 milioni del Fondo per lo sviluppo e la coesione, risorse importanti per realizzare nuovi impianti sportivi e migliorare quelli esistenti.

Quindi, signor Ministro, il gruppo di Noi Moderati le chiede un aggiornamento su questa iniziativa, sapendo che le città di Roma, Milano, Napoli, Foggia, Reggio Calabria, Palermo e Catania sono le più fragili e che necessitano di interventi in tempi rapidi, perché caratterizzate da aree di degrado e povertà. Facilitando la pratica di attività sportive per i giovani, li aiuteremo ad avere rispetto della dignità delle persone che lo sport è in grado di insegnare loro.

PRESIDENTE. Il Ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Grazie, Presidente. Ringrazio anche gli interroganti perché mi consentono di tornare su un argomento che il nostro Governo ha reso quotidiano.

Non è un appuntamento di quelli classici dello sport di alto livello, sempre auspicabili (vittorie, grandi avvenimenti), ma è lo sport sociale, che è il cuore delle politiche per lo sport di questo Governo, in piena collaborazione con il Parlamento, che ringrazio tutto, e in collaborazione con le regioni e le province autonome, che rappresentano un interlocutore quotidiano, ancora una volta, nella logica del rispetto della materia concorrente, anche nella logica della collaborazione, che è necessaria per perseguire obiettivi socialmente rilevanti, come quelli che lei ha elencato.

Il tempo che ho a disposizione mi consente solo di fare un elenco di una parte, la più significativa, delle opportunità che stiamo cercando di sviluppare, proprio nella logica dell'offerta di opportunità che rappresenta un elemento indispensabile per cercare di anticipare la cronaca e, soprattutto la cronaca nera, di limitare i fenomeni di degenerazione e di disagio sociale, soprattutto a livello giovanile e soprattutto al Sud, dove alcuni ritardi stanno determinando asimmetrie con il resto del Paese, che diventano sempre più insopportabili.

Lei ha citato “Sport e Periferie”, ma è del tutto evidente che, oltre a una buona gestione delle misure PNRR, per quanto estremamente insufficienti, stiamo lavorando con le regioni per un migliore impiego, tempestivo, efficace pianificato, relativamente al Fondo per lo sviluppo e la coesione, alle misure 21 e 27. Una parte di queste risorse la stiamo cogestendo con il Ministero dell'Interno, per una serie di attività che riguarda, ancora una volta, le periferie, ma con investimenti più limitati rispetto a quelli che abbiamo sviluppato a Caivano e che stiamo sviluppando al Quarticciolo (Roma), a Scampia e a Secondigliano (Napoli), a Rozzano (Milano), a Rosarno-San Ferdinando (Reggio Calabria, nella Piana di Gioia Tauro), a Orta Nova (Foggia), a San Cristoforo (Catania) e a Borgo Nuovo (Palermo), proprio nella logica della continuità di andare a incidere laddove il disagio si manifesta in modo significativo e dove lo sport, abbandonato o incompiuto, è un indicatore che deve aiutarci nella pianificazione preventiva e non soltanto a intervenire ex post. Lo abbiamo fatto con merito, a partire dal Presidente del Consiglio, perché abbiamo rovesciato il paradigma, ovvero ci siamo sdegnati per la cronaca nera, ma ci siamo impegnati per evitare di mitigarne gli effetti proprio con questi interventi.

Ma l'attività prosegue con quello che stiamo facendo per lo sviluppo dei playground nei comuni del Sud sotto i 10.000 abitanti: 1.548, dei quali 1.250 già realizzati. A questo progetto, per i comuni del Sud sotto i 10.000 abitanti, stiamo associando insieme a “Sport e Salute” un progetto che si chiama “Sport illumina”, sui playground delle città che hanno una dimensione metropolitana ampia.

Associo questo aspetto agli investimenti che abbiamo previsto per gli oratori nel 2025, 2026 e 2027 con risorse, ancora una volta, del Fondo per lo sviluppo e la coesione. Associo tutti gli interventi che abbiamo previsto anche per la scuola, insieme al collega Valditara, evidentemente, sull'infrastrutturazione scolastica, il miglioramento delle infrastrutture esistenti e la realizzazione dei nuovi. Stiamo parlando di un miliardo di investimenti mai pianificati nella storia repubblicana, tutti insieme.

A questi, le misure che riguardano l'infrastrutturazione, laddove non c'è possibilità di realizzare una palestra, quindi più che altro attrezzature con…

PRESIDENTE. Concluda, Ministro.

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. …un bando messo a disposizione di “Sport e Salute” e poi tutti i bandi, relativi al progetto “Sport per tutti”, per i quartieri, i parchi, le carceri, l'inclusione e i parchi 4-14: questi danno l'impronta, che trova una sua caratterizzazione, ancora una volta giovanile, scolastica con i Giochi della gioventù, di quanto la nostra sia una strategia ampia…

PRESIDENTE. La ringrazio.

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. …a vari livelli istituzionali, duratura nel tempo, quotidiana.

PRESIDENTE. Il deputato Lupi ha facoltà di replicare.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, signor Presidente. Ringrazio il Ministro, a nome del nostro gruppo di Noi Moderati, per la risposta che ha voluto dare alla nostra interrogazione.

PRESIDENTE. Attenzione, sono costretto a interromperla e a chiederle se, cortesemente, può cambiare postazione, perché il suo microfono è difettoso. Prego, riprendiamo il ragionamento.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie per la ripresa del ragionamento e per la segnalazione che mi ha voluto fare. Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro per la risposta che ha voluto dare alla nostra interrogazione del gruppo di Noi Moderati, ma in particolare lo ringrazio perché il tema che abbiamo sottoposto e su cui tante volte è già intervenuto il Ministero dello Sport è un tema fondamentale. Come ha sottolineato il Ministro, ci sono i grandi eventi e i grandi campioni che aiutano e sono un esempio, una testimonianza per i giovani. Ma ciò che conta, ciò che è alla base di tutto, è continuare a riconoscere che lo sport ha innanzitutto un grande valore educativo, di coesione sociale e di recupero nelle periferie degradate delle nostre città, al Nord come al Sud.

La mia sottolineatura è anche la nostra, rispetto al fatto che questo tipo di sport ha una caratterizzazione, in particolare in Italia. È la caratterizzazione delle migliaia e migliaia di piccolissime associazioni che sono innanzitutto rette da volontari, che sono innanzitutto rette da genitori, che in un piccolo oratorio, in un quartiere degradato, decidono di dare un pezzo del proprio tempo per far giocare i propri bambini, non solo a calcio, ma ad altre attività sportive, per includere, non solo con riguardo al tema della coesione sociale, ma penso anche al grande tema della disabilità, a quanto oggi, per esempio, le Paralimpiadi siano diventate una testimonianza per tutti i nostri ragazzi che possono, attraverso lo sport, avere la stessa dignità, lo stesso orgoglio e lo stesso coraggio di tutti gli altri ragazzi.

Per questo è importante non solo destinare le risorse, ma la sottolineatura che facciamo è valorizzare questo tipo di realtà. Nella collaborazione pubblico-privato, i bandi ovviamente si riferiscono ai comuni per l'utilizzo delle risorse, penso a Sport e Salute, penso al Credito Sportivo italiano.

PRESIDENTE. Concluda.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)M-CP). Credo che il Governo, secondo la linea che da sempre la nostra maggioranza ha voluto seguire, debba andare anche nella direzione - e concludo - della valorizzazione di queste presenze, che sono poi i veri eroi del quotidiano, le tante e tantissime associazioni di volontariato, sportive in questo caso, a cui tutto il Parlamento deve dire grazie (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,15. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16,13, è ripresa alle 16,18.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 96, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla VI Commissione (Finanze):

S. 1467 - "Conversione in legge del decreto-legge 23 aprile 2025, n. 55, recante disposizioni urgenti in materia di acconti Irpef dovuti per l'anno 2025" (Approvato dal Senato) (2448) – Parere delle Commissioni I e V.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Poiché il suddetto disegno di legge è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da lunedì 16 giugno 2025, ai sensi del comma 5 dell'articolo 96-bis del Regolamento, il termine di cui al comma 4 del medesimo articolo è conseguentemente adeguato.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 11 giugno 2025, il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, la deputata Valentina Ghio in sostituzione del deputato Andrea Orlando, cessato dal mandato parlamentare.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Siamo a chiedere un'informativa urgente della Ministra Calderone su una storia. Sono state chiamate “mucche da mungere, grasse, obese”. Il loro capo - perché è così che deve essere definito - le ha invitate a fare esercizi a casa per dimagrire. I padroni - non saprei altro nome con cui chiamarli - hanno detto loro che guardano quante volte vanno in bagno. Sono le lavoratrici della manifattura San Maurizio di Reggio Emilia, ma forse sarebbe meglio definirle per quello che sono; sono il fiore all'occhiello di una grandissima multinazionale che tutti voi conoscete: si chiama Max Mara. Queste lavoratrici denunciano, di fatto, le pressioni sui loro corpi, vessazioni, condizioni di lavoro lesive della loro dignità, ma anche e soprattutto, per esempio, pagamenti a cottimo.

Ecco, da qui è nato, Presidente, uno sciopero: uno sciopero unico, storico, il primo dopo oltre quarant'anni in quella fabbrica simbolo, appunto, di un'eccellenza italiana.

Non è la prima volta che raccontiamo in quest'Aula quello che è il prestigioso made in Italy italiano, no? Quella bella favola dell'artigianato di eccellenza della sartoria italiana che nasconde spesso storie come queste, storie da incubo, permessi negati, ferie imposte, ritmi insostenibili che producono anche danni fisici e, ovviamente, malattie professionali, ma che hanno in testa una cosa molto chiara.

Come si fa a fare un facile turnover? Come si fa a cambiare in fretta lavoratrici? Vessandole con lo sfruttamento, con i soprusi, con insulti, verso quelle lavoratrici che, tra l'altro, producono i capi più chic della storia dell'Italia e indossati sulle passerelle di tutto il mondo.

Ma non basta, Presidente, perché Max Mara esegue tutta la logistica, ovviamente, in appalto come tante altre storie che abbiamo raccontato qui. Ecco, non intrattiene relazioni sindacali perché quelle non sono loro lavoratrici e non applica nemmeno il contratto collettivo nazionale del tessile, ma un regolamento interno. Ecco, ripeto: una delle leader mondiali della moda applica il contratto collettivo nazionale non di riferimento. Questo è l'ennesimo, per noi, scandalo fra i troppi che hanno marchiato, ovviamente, questi marchi prestigiosissimi, un sistema che massimizza i profitti a scapito, appunto, del benessere di lavoratrici e lavoratori.

Ma io chiedo, chiedo alla Ministra Calderone: un mondo come quello della moda, che rappresenta più del 5 per cento del PIL nazionale, può sostenersi con un lavoro, di fatto, da schiavi? È la negazione della dignità umana.

E poi c'è addirittura un dato ambientale. Ho scoperto, mentre guardavo i dati di Max Mara, che è uno dei pochi marchi al mondo con zero trasparenza su emissioni, investimenti in energia e tutela climatica.

Allora noi lo diciamo così: intanto questo è l'ennesimo inaccettabile silenzio di un marchio del made in Italy, ma noi vorremmo far sentire a quelle lavoratrici, che si son chieste se sono troppo grasse o cosa c'è nel loro lavoro, che le lavoratrici e i lavoratori non sono merce e non spetta a nessun datore di lavoro permettersi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) di fare questo in nessun luogo di lavoro in Italia! E non deve essere un giudice, un giudice del lavoro a dire questo. Per questo vogliamo che la Ministra del Lavoro ci metta la faccia, che dica che il Far West in Italia è finito. Vale per la logistica, vale per il tessile, vale per il pronto moda, vale per l'alimentare.

E questi grandi marchi vogliono metterci la faccia? E noi li portiamo qui a dire che devono smetterla di trattare le lavoratrici in appalto come se non fossero loro responsabilità. Il referendum può essere anche fallito ma di questa vicenda ce ne dobbiamo occupare tutti, non solo gli italiani che sono andati al voto; ce ne dobbiamo occupare tutti perché, se qualche lavoratrice è sfruttata e viene trattata così indegnamente, anche il Parlamento deve dire qualcosa (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Naturalmente riferirò al Presidente. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie. Per unirmi alla richiesta del collega Grimaldi di un'informativa urgente della Ministra Calderone. Vede, la Ministra si recherà domani qui alla Camera per le comunicazioni rispetto alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Queste comunicazioni sono figlie di una proposta di legge del Partito Democratico, di un emendamento che è stato approvato. Non è una concessione, è una legge, però la Ministra sa benissimo che, quando si parla di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, si parla anche di precarietà, si parla di sfruttamento del lavoro, si parla di sottosalario, si parla di condizioni - come quelle descritte anche dal collega Grimaldi prima di me - inaccettabili per un Paese civile; perché quando il datore di lavoro si permette di definire le proprie dipendenti come vacche da mungere siamo oltre l'immaginabile e oltre l'accettabile; siamo dentro un'idea secondo cui i tuoi dipendenti non sono persone da rispettare ma sono degli schiavi.

Allora, signora Presidente, noi vogliamo l'informativa e la chiediamo con forza: la chiediamo per Max Mara e la chiediamo per tante altre aziende dove, purtroppo, si verificano casi così drammatici, così gravi. Ma la Ministra ha un'opportunità: domani non venga semplicemente a darci qualche numeretto, anche perché i numeri sono facilmente interpretabili anche al contrario. Ci venga a dare una linea politica del Ministero. Ci venga a dire con grande, diciamo, chiarezza che di precarietà si muore, di precarietà ci si infortuna, di precarietà si contraggono le malattie professionali. La precarietà, la frammentazione del lavoro, gli appalti sono il grande tema che riguarda la qualità del lavoro e della produzione di questo Paese.

Per queste ragioni chiediamo alla Ministra Calderone un'informativa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Anche noi ci associamo alla richiesta di informativa urgente su questo grave episodio io direi di body shaming, di denigrazione corporea, oltre che a un livello… non ci sono parole per definirlo; cioè siamo a livelli di schiavismo reale, di schiavismo e di oppressione del lavoratore, della lavoratrice in questo caso. Quindi, nel parlare di “mucche da mungere”, quando si parla di lavoratrici, credo si sia raggiunto il limite invalicabile rispetto al rispetto della dignità umana, della dignità di una lavoratrice. Credo davvero che non si possa prescindere dall'avere qui la Ministra, in Aula, a riferire su questi gravi episodi che sicuramente rappresentano un pezzo critico importante del rapporto che si instaura fra il datore di lavoro e i lavoratori e le lavoratrici. E sicuramente non è avvantaggiato dal fatto che ci siano dei subappalti e che Max Mara possa farla franca anche rispetto a questo tema. Quindi, davvero è assolutamente importante che venga a riferire in Aula e che si possa fare anche un minimo di riferimento proprio a questo aspetto.

Io credo che nel nostro Paese, nella ricca Emilia-Romagna, a Reggio Emilia - made in Italy, fabbriche che sono assolutamente delle eccellenze -, sia assolutamente inaccettabile un comportamento del genere; non è assolutamente tollerabile sotto nessun punto di vista. Quindi, chiediamo spiegazioni e chiediamo anche interventi veri, autentici, di penalizzazione di questi comportamenti che non sono assolutamente leciti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie onorevole, riferirò al Presidente le richieste di informativa appena giunte dai gruppi.

Seguito della discussione delle mozioni Morassut ed altri n. 1-00440, Iaria ed altri n. 1-00448 e Furgiuele, Deidda, Caroppo, Semenzato ed altri n. 1-00450 in materia di pianificazione delle infrastrutture di trasporto.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Morassut ed altri n. 1-00440, Iaria ed altri n. 1-00448 e Furgiuele, Deidda, Caroppo, Semenzato ed altri n. 1-00450 in materia di pianificazione delle infrastrutture di trasporto (Vedi l'allegato A).

Ricordo che nella seduta di martedì 10 giugno 2025 si è svolta la discussione sulle linee generali.

Avverto che in data odierna sono state presentate le mozioni Pastorella ed altri n. 1-00454 e Boschi ed altri n. 1-00455. I relativi testi sono in distribuzione (Vedi l'allegato A).

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire, esprimendo altresì il parere sulle mozioni presentate.

TULLIO FERRANTE, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Grazie, Presidente. Sulle mozioni Morassut ed altri n. 1-00440 e Iaria ed altri n. 1-00448 il parere è contrario. Sulla mozione Furgiuele, Deidda, Caroppo, Semenzato ed altri n. 1-00450 il parere è favorevole. Sulle mozioni Pastorella ed altri n. 1-00454 e Boschi ed altri n. 1-00455 il parere è contrario.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha chiesto di parlare il deputato Faraone. Ne ha facoltà.

DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Mi aspettavo pareri un po' più a lungo, anche rispetto a quello che di norma avviene.

Presidente, io sinceramente non vorrei essere al posto del Sottosegretario Tullio Ferrante a rappresentare un Ministro che, da quando hanno inventato la ruota, possiamo definire il peggior Ministro, cioè Salvini. Ho dieci minuti a disposizione per svolgere il mio intervento, ma ce ne vorrebbero molti di più per elencare le nefandezze e gli errori che il Governo, con il Ministro Salvini, da quando è in azione ha messo in campo, a partire, innanzitutto, da una contraddizione evidente sull'opera infrastrutturale su cui Salvini sta insistendo più di tutti, pensando a quanto fosse, in passato, un ultras no-ponte. Cioè, prima, se capitava di passare a Messina, Reggio Calabria, c'era Salvini che protestava con i no-ponte; siamo passati da quella fase a Salvini ultras per il ponte. Naturalmente, il Ministro fa tutti questi passaggi senza dover neanche dare spiegazioni di quale evoluzione ci sia stata, quale natura ingegneristica ci sia stata nella riflessione che ha fatto, per cambiare così opinione.

Aveva annunciato che nell'estate 2024 si sarebbero avviati i cantieri del ponte, in tutte le TV si era reso protagonista anche dell'indicazione della data per l'avvio del cantiere: siamo all'estate 2025 e dei cantieri non c'è neanche l'ombra. E questo accade ancora più gravemente da quando Salvini ha deciso di trasferire risorse su risorse che erano destinate ad altre infrastrutture - i Fondi per lo sviluppo e la coesione che servivano per le strade, per le ferrovie, che servivano per le strade provinciali, a cui ha sottratto anche 1.700.000.000 in tutto il Paese - a un'infrastruttura di cui non si vede neanche l'ombra. Per cui, doppia beffa: il ponte, la cui realizzazione doveva partire un anno fa e non parte - e chissà se mai partirà - e, in più, la sottrazione delle risorse destinate ad altre infrastrutture per realizzare un'opera che non si farà mai. Quindi si ragiona su un ponte nel deserto, perché questo è quello che, sostanzialmente, accade. Perché è chiaro che le regioni a cui sono state sottratte risorse per la realizzazione del ponte necessitavano di infrastrutture in tanti ambiti e, invece, non avranno alcun tipo di risposta da questo Governo.

Così come il Ministro Salvini, che il Sottosegretario Ferrante rappresenta, è passato dalla fase in cui bisognava bloccare il Paese - lo ricordiamo, anche lì, in dichiarazione in tutte le TV, in tutti i TG, in cui, quando doveva protestare contro il Governo Renzi, in quelle occasioni, diceva che bisognava bloccare tutti i mezzi di trasporto, che quella era un'azione legittima contro un Governo che amministrava e governava male - a quella in cui oggi, invece, precetta scioperi à gogo. È un'altra inversione a U nella posizione politica espressa. Naturalmente, lo fa per gli ammalati, perché si blocca il Servizio sanitario, lo stesso Ministro che rappresenta un Governo che taglia sulla sanità; lo fa per i pensionati, perché sulle infrastrutture, sulla mobilità, nega la possibilità ai pensionati di potersi spostare in maniera agevole; è lo stesso Governo che aveva promesso di intervenire sulla legge Fornero e non l'ha fatto; lo fa per gli studenti. Ed è lo stesso Governo, lo stesso Ministro, che, di fatto, ha gestito la situazione che riguarda i treni, RFI e Ferrovie dello Stato, i ritardi che, purtroppo, tutte queste persone sono costrette a cumulare non per gli scioperi, Presidente, Sottosegretario, ma perché c'è stata una strutturale mancanza di pianificazione nei lavori di ammodernamento della rete, che ha determinato più del 72 per cento dei ritardi dei treni. Però, Salvini, in nome e per conto di pensionati, ammalati e studenti, interviene per precettare durante scioperi che prima, invece, favoriva.

Così come il gioco delle tre carte promosso da questo Governo sui fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, sui Fondi per lo sviluppo e la coesione, sulle risorse statali: non ci ha fatto capire più nulla su quelle che sono le infrastrutture strategiche su cui si sta puntando, se pensiamo che, ad esempio, nel DEF, ci si ferma all'individuazione delle risorse per infrastrutture al 2026. Quindi, fino al PNRR, fino a quella scadenza, dopo il burrone, non si capisce quali sono le infrastrutture su cui questo Governo pensa di investire.

Ciò a maggior ragione perché, Presidente, noi abbiamo individuato il Piano nazionale di ripresa e resilienza come uno strumento di intervento, così come vale per i Fondi per lo sviluppo e la coesione: l'obiettivo era quello di ridurre i divari nel Paese per la mobilità. Invece, alla fine della realizzazione delle opere con il Piano nazionale di ripresa e resilienza e a margine della valutazione che si fa sui Fondi per lo sviluppo e la coesione, ci accorgeremo che i divari in questo Paese sono aumentati. Infatti, opere che noi potevamo realizzare benissimo con le risorse del PNRR che hanno il vincolo del 2026, e quindi opere immediatamente realizzabili in tempi più rapidi, abbiamo deciso di non realizzarle - ho fatto l'esempio delle strade provinciali, ma posso fare esempi concreti che riguardano anche altri settori e che dirò successivamente, cioè tutto quello che riguarda la conversione ecologica in ambito automotive - e, invece, abbiamo messo le risorse su grandi opere che sapevamo non essere realizzabili entro il 2026. E naturalmente, quando non si è raggiunto l'obiettivo e, qualche settimana fa, il Governo finalmente si è svegliato e ha capito che alcune opere strategiche entro il 2026 non si sarebbero potute realizzare, il Governo ha deciso di spostare le risorse su altri investimenti e su altre misure che hanno tempi più lunghi. Per cui, doppia beffa anche in questo caso: niente opere che si realizzano entro il 2026 e neanche opere strategiche che, invece, quella scadenza, non possono rispettarla visti i tempi lunghi dei cantieri. Questo, naturalmente, ha comportato che al Sud - che era il territorio, l'ambito, dove si doveva intervenire con più determinazione, visto che non solo non esiste l'Alta velocità in alcune regioni, ma neanche l'Alta capacità - in quei luoghi lì, alla fine del 2026 e anche dopo, visto che non c'è alcuna programmazione, non ci saranno i treni veloci, mentre, in altri territori, in cui c'erano progetti più pronti e dove, comunque, la mobilità era più agevolata, ci saranno altri investimenti. Quindi il divario, paradossalmente, sarà aumentato, anziché ridotto, che era l'obiettivo che questo Piano nazionale di ripresa e resilienza si era dato.

Così come su tutto quello che riguarda la sicurezza stradale, anche lì, il Ministro Salvini è veramente imbarazzante: un uomo che, come Fleximan, andava dietro al taglio degli autovelox, ai cartoni sulle telecamere degli autovelox per impedire le multe. Ha iniziato così la sua carriera politica. Lo vedevamo appeso sui pali degli autovelox con i cartoni, così lo abbiamo ricordato per un po' di anni. Poi, invece, si è inventato un codice della strada in cui, sostanzialmente, c'erano autovelox per tutti; anche le telecamere venivano individuate come strumento per riuscire a comprendere la velocità e poi, eventualmente, tassare con le multe i cittadini.

E sul tema che riguarda il Piano nazionale della sicurezza stradale 2030, a un certo punto, quando ha capito che il suo elettorato gli scappava di mano, nonostante un codice della strada che vessava e tassava più che risolvere il problema della sicurezza, ha detto: noi non ce la facciamo a rispettare il Piano nazionale della sicurezza stradale 2030. Così ha cominciato ad intervenire con i decreti attuativi sul codice della strada, che non vengono fuori o che vengono fuori con caratteristiche diverse rispetto alla finalità che lui ci aveva raccontato.

Così come il tema che riguarda il taglio e il definanziamento dei 600 milioni nella legge di bilancio per la manutenzione straordinaria della viabilità principale e secondaria, che era ciò che ci avrebbe garantito realmente sicurezza, perché il tema non è soltanto agire per contrastare, tassando e vessando i cittadini, ma anche agendo su infrastrutture che ci garantiscano maggiore sicurezza.

Chiudo, Presidente. Avrei voluto parlare molto più a lungo, perché su Salvini ci sarebbero da pubblicare enciclopedie per le contraddizioni e per quello che ha raccontato e che non ha fatto. Però, chiudo dicendo che la mozione che presenta la maggioranza, coerentemente al nulla cosmico di Salvini, è scritta allo stesso modo. Per cui voteremo contrariamente e crediamo che, su tutto il tema infrastrutture e trasporti che è strategico per lo sviluppo del nostro Paese, questo Governo sia in ritardo anni luce (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, signor Sottosegretario, annuncio subito che il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra voterà a favore delle mozioni presentate dai gruppi di opposizione - Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Italia Viva e Azione - mentre voterà contro la mozione di maggioranza. Infatti, pur condividendo gli obiettivi che vi sono enunciati, riteniamo intollerabile la narrazione che viene fatta del lavoro del Governo e del Ministro Salvini in particolare.

Sappiamo benissimo, come evidenziato anche nella stessa relazione sullo stato di avanzamento del PNRR, che Salvini ha il record di inadempienza. Lo sperimentiamo quotidianamente sulla nostra pelle quando dobbiamo prendere un qualsiasi mezzo di trasporto ed è assurdo quanto colleghe e colleghi di maggioranza ci propongono, facendo finta che tutto vada bene, quando non funziona nulla e il sistema delle infrastrutture e dei trasporti arranca.

Anche la Corte dei conti, nella relazione semestrale sul PNRR, ha evidenziato che il settore dei trasporti è quello che sconta il minor tasso di realizzazione: appena il 13 per cento, un dato inaccettabile. Interventi programmati procedono a rilento, non esiste una pianificazione che vada oltre il PNRR, il trasporto pubblico locale è sempre meno supportato e voi ci volete far credere che non ci siano problemi e che - compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, sia mai che ragioniate su investimenti seri e per opere utili - si possano valutare, qua e là, interventi senza respiro e prospettiva, che, secondo voi, supererebbero ogni criticità.

Ci saremmo aspettati di trovare i contenuti di queste mozioni all'interno del decreto Infrastrutture, e invece no. Con l'ennesimo decreto di questa legislatura introducete disposizioni nelle materie più disparate, ma che non hanno certo l'obiettivo di rendere più efficiente il sistema dei trasporti in Italia.

E poco importa se, come evidenziato in molteplici circostanze dall'Anac, c'è un enorme pericolo di incorrere nelle procedure di infrazione comunitaria per come avete deciso di portare avanti l'intervento scellerato del ponte sullo Stretto di Messina, visto che non esiste un progetto definitivo, non avete intenzione di fare una nuova gara e i costi dell'opera sono, già oggi, ben oltre il 50 per cento del costo iniziale. Quindici miliardi di euro che avete deciso di sottrarre a interventi indispensabili per il Mezzogiorno, risorse dal Fondo di coesione che si sarebbero dovute impiegare per lo sviluppo e il rilancio del Sud Italia e che voi avete deciso di buttare su un'opera inutile, costosa e persino dannosa, visto che dovrebbe insistere su un'area a forte rischio sismico, caratterizzata da una straordinaria biodiversità, che sarà distrutta solo per alimentare la vostra propaganda e di cui probabilmente beneficeranno soltanto le mafie. E tutto questo mentre tagliate i fondi del PNRR proprio sugli investimenti ferroviari. Complimenti!

Eppure la pandemia ha messo ancor più in evidenza il ruolo chiave delle infrastrutture di trasporto e delle attività logistiche e, soprattutto, ha ribadito la necessità di portare a termine quanto prima le opere in corso, cambiando anche i modelli della governance e della strategia di infrastrutturazione del Paese.

Presidente, prendo ad esempio la mia regione, la Sardegna, per evidenziare le problematiche che vivono quotidianamente i nostri concittadini, aggravate sicuramente dalla dimensione insulare, ma che sono replicabili per molti aspetti in altre regioni del Meridione, per quanto noi sardi siamo senz'altro più penalizzati di altri.

La Sardegna è la terza regione italiana per superficie e la penultima per densità abitativa. È l'unica regione in Italia a non avere tratte autostradali e reti ferroviarie elettrificate. Il sistema viario poggia su due assi principali per i collegamenti Sud-Nord: la strada statale 131, che è da sempre un cantiere, e la strada statale 125, l'Orientale Sarda. Entrambe risentono di problemi di congestione per la presenza di grandi flussi di mezzi commerciali e automobili private. Inoltre, la strada statale 125 presenta un tracciato tortuoso, che rende la circolazione dei mezzi commerciali estremamente difficile.

Manca un'adeguata rete di collegamenti trasversali e la viabilità secondaria, strategica per le aree interne dove sono presenti aziende agricole e allevamenti che esportano prodotti di qualità, presenta problemi dovuti alla scarsa manutenzione.

Siamo, quindi, rimasti sbigottiti quando il Governo ha sottratto 1,7 miliardi di euro, corrispondenti a circa il 70 per cento delle somme totali, dalle manutenzioni stradali. E ancor di più, quando con un atto fintamente eroico, li ha ripristinati solo per il 2025.

Siate seri, ma veramente pensate che cittadini e amministratori locali non capiscano i vostri giochetti? Le nostre strade sono un disastro ma la rete ferroviaria non è certo messa meglio: ad eccezione di pochi chilometri è tuttora a binario singolo, al cento per cento non elettrificata, contro il 28 per cento del resto d'Italia e il 42 per cento del Sud, con soli treni lenti e che vanno a diesel, tracciati tortuosi e tempi di percorrenza intollerabili, non compatibili con le esigenze della vita reale. Eppure gli investimenti che sono stati fatti sono del tutto insufficienti a colmare il divario con altre regioni.

Questa era l'occasione per modernizzare il nostro sistema ferroviario che rimarrà invece del tutto inadeguato. I pochi interventi previsti sono in fortissimo ritardo, la maggior parte è ancora in fase di progettazione, ed escludo che per il futuro vogliate programmare nuovi interventi.

Nuoro continuerà vergognosamente a essere l'unico capoluogo di provincia italiano privo di un collegamento alla rete nazionale.

Neanche porti e aeroporti sono adeguatamente collegati alle ferrovie. Manca, pertanto, una connessione tra loro, con i capoluoghi e i centri a maggiore attrazione turistica.

La continuità territoriale non funziona per i passeggeri come per le merci. Se è vero che la gestione della continuità aerea è delegata alla regione, che investe circa 40 milioni di euro, non posso non sottolineare ancora una volta che lo Stato dovrebbe investire e garantire il diritto alla mobilità a chi vive nelle isole, come fanno la Francia e la Spagna con la Corsica e le Baleari. Ed invece i residenti in Sardegna possono contare su un investimento di soli 25 euro contro i 180 euro spesi per ogni cittadino delle Baleari e i 248 euro per ogni residente della Corsica.

Le risorse per garantire il diritto alla mobilità a chi vive sulle isole sono introvabili, quelle però per opere faraoniche ed inutili come il ponte sullo Stretto o per comprare armi, invece, le trovate sempre (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Eppure, avete giurato e spergiurato che i costi dei biglietti sarebbero stati calmierati: niente di più falso. Ad ogni festività, o nel periodo estivo, tornare a casa diventa per tante persone che sono dovute andare via, alla ricerca di un futuro migliore, un terno al lotto con costi spesso insostenibili.

Non va meglio la continuità via mare, dove le tratte sono care ed insufficienti, e il trasporto delle merci sta raggiungendo costi insostenibili. Dallo scorso anno, infatti, come abbiamo più volte denunciato insieme al collega Silvio Lai, anche le compagnie di navigazione devono pagare per l'eccesso di produzione di anidride carbonica in base a una direttiva europea di 21 anni fa, aggiornata nel 2015.

Ma nonostante queste disposizioni fossero arcinote, le compagnie non hanno fatto nulla per adeguarsi, e pretendono di scaricare i costi dei ritardi e delle inefficienze sui cittadini e sulle piccole imprese di trasporto merci, senza che il Ministro e il Governo battano ciglio.

Se consideriamo, poi, che in Sardegna le compagnie si muovono in un regime di fatto monopolistico e che i trasportatori non hanno alternative su gomma o su ferro - visto che noi ci possiamo muovere solo via mare o via aria - possiamo ipotizzare un aumento dei costi di oltre 100 milioni di euro per il 2025 che le compagnie scaricheranno sui trasportatori, con un ulteriore aumento a catena dei costi delle merci prodotte in Sardegna, che diventeranno meno competitive sul mercato nazionale ma anche di quelle importate nel mercato sardo.

Insomma, un disastro su tutti i fronti a cui questo Governo si ostina a non dare risposte. Ma, anzi, continua a peggiorare la situazione andando anche a tagliare i fondi per il trasporto pubblico locale. Non ci dobbiamo poi stupire della percentuale delle auto circolanti in Italia e per gli elevati livelli di inquinamento.

Cosa avete quindi intenzione di fare, ci chiediamo. La vostra mozione non mi sembra risolvere le problematiche che vengono presentate. Volete continuare a farci credere che tutto vada alla grande o volete ascoltare, a prescindere dai pareri del Governo, le nostre proposte che cercano di restituire dignità al sistema dei trasporti del nostro Paese e garantire il diritto alla mobilità delle persone?

Cosa succederà l'anno prossimo quando le tante misure del PNRR, che continuate a contestare e anche ad ostacolare, esauriranno il loro effetto? Quando pensate di mettervi a programmare una pianificazione seria e di lungo periodo, lontana dalla propaganda e vicina alle esigenze delle persone? Quando pensate di pianificare dei sistemi di trasporto intermodali, che consentano alle persone di essere indipendenti dall'uso dell'auto privata?

Quando pensate di completare le nomine dei presidenti dell'autorità di sistema portuale o ci dobbiamo preoccupare per questo annunciato riordino di competenza? E cosa avete in mente? Non vorrete mica prevedere l'ennesima moltiplicazione di poltrone? Anche questa proposta che fate è curiosa, perché questo oscuro riordino prevede la centralizzazione delle competenze in capo al Ministero. Eppure voi eravate quelli dell'autonomia differenziata, ma decidete di delegare o di trattenere competenze in funzione di quello che vi interessa o interessa a Salvini, come abbiamo visto con il codice della strada per le piste ciclabili, le ZTL, persino le aree di sosta.

E che dire poi del piano nazionale degli aeroporti, annunciato ormai da anni e sparito dai radar? Noi riteniamo che nel settore delle infrastrutture e dei trasporti serva una svolta seria, con una pianificazione organica e strategica che, rafforzando la gestione pubblica, si ponga l'obiettivo di superare le enormi criticità che, come la Sardegna, vivono tantissime regioni d'Italia, specie nelle zone più interne. Per cui noi vi chiediamo di archiviare l'idea del ponte e di affrontare i problemi concreti e reali del nostro Paese, mettendo da parte la propaganda e finalmente dando risposte alle cittadine e ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pastorella. Ne ha facoltà.

GIULIA PASTORELLA (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Io sono molto stupita del parere contrario che il Governo ha voluto dare sulla nostra mozione, ma semplicemente perché, a parte qualche piccolo dettaglio, dice onestamente le stesse cose che dice la vostra. Peccato che la vostra sembri un lungo ordine del giorno, perché comincia ogni impegno con “a valutare l'opportunità di”, “compatibilmente con i vincoli di bilancio”, eccetera, eccetera. Quindi, una sorta di versione edulcorata, e, tuttavia, toccate anche voi esattamente gli stessi temi. Forse perché i temi, fatto salvo per i no-TAV, no-ponte, ma quella è un'altra categoria, che dovremmo trattare tutti insieme sono gli stessi.

Se c'è una cosa che non dovrebbe essere ideologica è l'accesso per tutti i cittadini a dei trasporti, a una rete di trasporti che sia quantomeno decente. Chiediamo le stesse cose. Chiediamo, banalmente, che i fondi PNRR dedicati alle infrastrutture non solo siano usati bene, siano usati tutti, siano usati anche con eventuale rimodulazione, ma siano usati bene, ma che non siano usati in maniera da creare moltissimi disagi. Perché lo sa il Sottosegretario Ferrante, a cui ogni settimana in Commissione pongo delle domande, che i disagi per le cantierizzazioni non comunicate bene, non previste, sono all'ordine del giorno.

Da Nord a Sud tutta la nostra penisola subisce la mancanza di pianificazione, subisce la mancanza di coordinamento tra i vari enti, e chi ne fa le spese, poi, sono sempre i viaggiatori, i pendolari, che, infatti, si ritrovano letteralmente a piedi. Ed è per questo che noi, per esempio, su questo tema proponiamo una cabina di regia proprio per coordinare queste cantierizzazioni e per evitare che poi vadano a discapito dei pendolari.

E questi pendolari, poverini, subiscono un'altra vessazione, un altro problema, che è quello del sottofinanziamento del trasporto pubblico locale. Ora, in sede di legge di bilancio ci avete raccontato che no, che voi, in realtà, avete stanziato 100 milioni di euro in più, ma il tema non è solo un tema di quante risorse, ma il tema di come vengono ripartite, di come si calcola la percentuale che va magari anche a quei territori virtuosi che si fanno carico dello sviluppo di maggiori infrastrutture - penso alla città di Milano, anche alla città di Roma, pur con tutti i limiti del territorio - e che, però, non vedono riconosciuti questi sforzi e si ritrovano poi con difficoltà nelle leggi di bilancio e con un parco veicolare vetusto, vecchissimo, che sicuramente non aiuta.

Quindi, so che ci sono visioni diverse di mobilità, chi è più per la mobilità sostenibile, chi meno, ma penso che siamo tutti d'accordo che un accesso a un trasporto pubblico locale che funzioni dovrebbe essere nell'interesse di tutti. Allora perché non si lavora insieme su questo tema, quindi sul tema delle risorse, ma anche sul tema di come ripartirle e come rendere più efficiente il trasporto pubblico locale di linea, ma anche non di linea? E qui tocchiamo l'annosissima, delicatissima, questione del trasporto pubblico non di linea.

Tema di concorrenza, tema di abusi, di apertura di mercato, tema del fatto che il Governo è ostaggio di alcune categorie specifiche, che fanno sì che il trasporto pubblico non di linea sia scarsissimo in questo Paese, e lo dicono tutti. Lo dicono le statistiche internazionali, lo dice anche, banalmente, l'esperienza dei poveri turisti che arrivano e o non trovano un taxi o, se lo trovano, spesso vengono truffati. Quindi c'è veramente un tema di legalità nel trasporto pubblico locale non di linea, taxi e anche NCC. È un tema di controlli, ma anche un tema di regole che non possono essere vessatorie solo verso alcune categorie e non verso le altre.

Sul tema della concorrenza e del trasporto pubblico locale c'è una piccola apertura nel DL Infrastrutture che ci apprestiamo ad analizzare. C'è un piccolo accenno al fatto che forse, in effetti, fare delle gare per l'assegnazione sia una cosa buona, c'è anche un tema di monitoraggio delle performance. Questo è un ottimo, piccolo passo in avanti, ma la normativa europea ci dice ben altro. Invece, noi siamo rimasti seduti all'idea che l'affidamento diretto in fondo sia la norma e amen se questo costa di più e se crea dei servizi assolutamente poco competitivi e poco interessanti.

Passiamo ad altri temi, pensiamo al tema aeroporti. Da quando sono arrivata in Commissione, quindi parliamo oramai di 2 anni e mezzo fa, viene promesso il piano aeroporti. Ci è venuto, credo, allora Bignami a raccontarci in parte le grandi linee, ma ancora lo attendiamo. In quella presentazione ci avevano dato tutte le cifre importantissime della crescita del trasporto aereo e del fatto che è un comparto che, sia sul lato merci che sul lato passeggeri, è in esplosione. Eppure, ancora attendiamo un piano così strategico. Questo non penso che sia un tema di opposizione o di maggioranza. Credo che sia un tema di andare avanti su un comparto, ripeto, che è strategico per il nostro Paese.

Poi c'è tutta la parte innovazione, su cui davvero questo Governo è molto, molto timido. Obtorto collo siamo andati avanti sulla sperimentazione del cosiddetto Mobility as a Service (MaaS), che è un'integrazione dei vari sistemi di mobilità, un piano previsto dal PNRR. A una mia precisa interrogazione è stato risposto: sì, sì, ce ne occuperemo, lo estenderemo su scala nazionale. Eppure ancora non abbiamo visto nulla. Anche questo potrebbe aiutare a rendere il trasporto - chiamiamolo intermodale, ma comunque con modalità diverse di trasporto - più semplice, più diretto, più facile di fruizione per i cittadini e per i passeggeri.

Eppure vediamo grande timidità, così come vediamo grande timidità sul tema della guida autonoma. Nella revisione del codice della strada abbiamo cercato di infilarci se non altro una predisposizione, un prevedere che possano venire queste innovazioni. Eppure dal Governo ci è stato detto un forte “no”. Oggi abbiamo avuto una prima apertura proprio in Commissione sul tema dell'e-learning per l'ottenimento delle patenti; tema fondamentale perché sappiamo la carenza di autisti di cui soffriamo, di cui l'autotrasporto soffre.

Sappiamo anche che ci sono dei costi talvolta proibitivi e delle infrastrutture carenti per quanto riguarda le scuole guida, che non sono distribuite su tutto il territorio. Quindi sull'innovazione non vi chiedo di arrivare ai simulatori, che pure avevamo tentato di inserire nel codice della strada, ma banalmente di permettere di fare la teoria per la scuola guida da distanza. Non mi sembra una cosa pazzesca, come neanche sono cose particolarmente innovative l'elettrificazione delle banchine e delle linee ferroviarie. Eppure ci ritroviamo ancora con porti che non hanno queste novità, ci ritroviamo con tanti pezzi delle linee ferroviarie che sono assolutamente indietro.

Poi però abbiamo la foto di Zaia, felice e contento, che ci mostra l'Hyperloop, ossia questa nuova meraviglia che dovrebbe arrivare nel regno di Zaia. Eppure, invece il Governo fatica anche solo a innovare in piccole altre cose, come nelle smart road, nei porti smart e anche nei vertiporti, che pure sono un comparto molto in crescita e che alcune città, come Milano e Roma, stanno cercando di sperimentare e che potrebbe creare 90.000 posti di lavoro nell'Unione europea. Eppure noi, forse in maniera razionale, ma un po' timida, restiamo ad occuparci di problemi come chiodi e altri temi di questo genere.

Quindi, in sintesi, noi credo che chiediamo, a parte forse una spinta sulla concorrenza che questo Governo rifugge, ma come purtroppo anche altre forze politiche, sostanzialmente le stesse cose. Chiediamo un trasporto ferroviario funzionante, se possibile in orario, che sarebbe anche una novità. Chiediamo che le innovazioni già presenti e che già esistono in altri territori vengano portate a casa e vengano prese anche dal sistema italiano.

Chiediamo che i soldi del PNRR non vengano buttati e non vengano sprecati. Chiediamo un maggiore coordinamento e anche una visione, una visione sul tema aeroporti e una visione sul tema porti. Io veramente sono stupita di questo parere negativo. Sono stupita del fatto che le mozioni siano in gran parte coincidenti, eppure, per un gioco di parti, non si può trovare un'apertura.

Su questo più che rammaricarmene io personalmente… non è un tema di ego, né un ego del nostro gruppo. È un tema di uno schiaffo ai cittadini che giornalmente si trovano in un sistema ferroviario e di trasporto subottimale. Il diritto alla mobilità - sappiamo bene - è un diritto fondamentale, fonte di divario sociale e fonte di discriminazioni. Quindi, permettere questo diritto in maniera totale su tutto il territorio e per tutte le categorie di persone dovrebbe essere una priorità. Di conseguenza, noi auspichiamo che ci sia un ripensamento. Nel caso in cui non ci fosse, ci troveremo a dover votare parere contrario naturalmente alla mozione di maggioranza, parere favorevole a quella del PD e di Italia Viva e parere contrario, salvo le parti separate, ai “no su tutto” che siedono qui alla mia destra (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Semenzato. Ne ha facoltà.

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, ovviamente io racconto un film diverso dalle infelici narrazioni che ho sentito finora. La mozione sulle infrastrutture di trasporto del nostro Paese, che ci apprestiamo a votare e di cui sono orgogliosamente firmataria, non è un semplice elenco di progetti o un catalogo di buone intenzioni. È piuttosto una visione strategica e concreta dell'Italia che vogliamo costruire. Un'Italia moderna, un'Italia connessa, un'Italia competitiva, un'Italia in cui nessun territorio, dal più remoto borgo montano al cuore delle grandi aree metropolitane, venga lasciato indietro.

Nel corso di questi 2 anni e mezzo il Governo, il Ministro Salvini e questa maggioranza hanno invertito la rotta rispetto ad un passato fatto di promesse disattese, di opere incompiute e di cantieri dimenticati. Oggi possiamo dire con orgoglio che sono stati attivati 1.200 cantieri lungo tutta la rete ferroviaria nazionale, di questi ben 700 sono dedicati a nuove opere, mentre più di 500 riguardano interventi di manutenzione, sicurezza e modernizzazione.

L'importanza di una rete infrastrutturale efficiente ed interconnessa, che colleghi in modo capillare tutte le modalità di trasporto (ferroviario, stradale, portuale e aeroportuale), è fondamentale non solo per la mobilità di merci e passeggeri, ma anche per la competitività turistica, la qualità della vita dei cittadini e la coesione territoriale. È innegabile: le infrastrutture sono la spina dorsale del nostro sviluppo. Senza connessioni efficienti nessuna impresa può competere, nessun cittadino può dirsi davvero incluso e nessuna comunità può crescere.

Ecco perché il nostro impegno si concentra su tre direttrici fondamentali: riequilibrio territoriale, sostenibilità e intermodalità. La mozione che abbiamo presentato pone con forza il tema della continuità territoriale, richiamando la necessità di garantire collegamenti equi ed efficaci con le isole, in particolare la Sardegna e la Sicilia, duramente penalizzate dall'aumento dei costi dei trasporti e dalla riduzione delle tratte (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare). Vivere in un'isola, e lo dico da veneziana, non è così semplice. Comporta una serie di complicazioni che spesso diventano veri e propri disagi e sicuramente comporta maggiori costi (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non possiamo accettare che la condizione geografica si traduca in diseguaglianza sociale e isolamento economico. Questo Governo vuole una mobilità per tutti e ovunque e lo fa in maniera pratica e decisiva.

Altro punto strategico è il rafforzamento del nostro sistema logistico, a partire dai porti e dagli interporti, oggi più che mai al centro delle nuove catene del valore europeo e mediterraneo. Il rilancio del porto di Gioia Tauro, le politiche dei porti green, l'ammodernamento delle infrastrutture marittime e il sostegno della nautica da diporto sono strumenti fondamentali per valorizzare le eccellenze del made in Italy e difendere la competitività dei nostri territori.

Non meno importante è l'attenzione dedicata all'autotrasporto: un settore che muove oltre il 70 per cento delle merci italiane. Con questa mozione chiediamo al Governo di proseguire il confronto con gli operatori, di rafforzare gli incentivi per il rinnovo del parco mezzi, di affrontare in modo decisivo la questione della carenza di conducenti e di semplificare le procedure attraverso la digitalizzazione dei flussi documentali. È un passo avanti verso un settore più moderno, più equo e più efficace.

In conclusione, Presidente, possiamo dire che questa mozione rappresenta una presa di posizione chiara. Vogliamo un Paese che guardi al futuro, che non abbia paura di investire sul proprio sviluppo, che non rinunci a colmare i divari storici, né a raccogliere le sfide della sostenibilità e della transizione tecnologica. Per questo, come gruppo di Noi Moderati, voteremo convintamente a favore della mozione di maggioranza, nella consapevolezza che il rilancio infrastrutturale non è solo una questione di ingegneria o di finanza pubblica, è una questione di giustizia, è una questione di opportunità e di dignità per tutti i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare e di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Io ho sentito delle cose in Aula che mi hanno fatto un po' rabbrividire. Se avessi ancora un po' di capelli, li perderei. Li perderei perché ho sentito dire che la maggioranza ha una visione strategica, che sta facendo delle cose ottime. Io ricordo che questa grande visione strategica voi potete semplicemente anche solo pensarla e scriverla solo perché noi vi abbiamo portato i soldi del PNRR (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Perché voi non avreste potuto fare nulla senza questi soldi. E, tra l'altro, la cosa preoccupante è che noi ve li abbiamo portati e voi li state spendendo male.

Parliamo di infrastrutture, in particolare quelle ferroviarie: tredici miliardi impegnati su venticinque totali dal PNRR per infrastrutture ferroviarie. E siamo al 2025, un anno in cui dovete chiudere questa partita che non riuscirete a chiudere. Quindi, cari fenomeni che hanno una visione strategica, avete fallito, state fallendo e state fallendo creando dei danni al nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Noi siamo sempre stati accusati di essere quelli del no, quelli contro tutto. Ma, perdonatemi, noi abbiamo veramente anche una visione pragmatica di come gestire le infrastrutture. L'abbiamo dimostrato nei Governi “Conte 1” e “Conte 2”. Io vi ricordo che, purtroppo, dopo la tragedia del ponte Morandi, l'unica opera ricostruita negli ultimi cinquant'anni in tempi brevi, senza uno spreco di soldi, senza un problema giudiziario, è stata quella. E questo perché al Governo c'era il MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Trovatemi un altro esempio in cui c'è un ponte ricostruito alla velocità della luce, che ha risolto un problema enorme - purtroppo non risolve la ferita di quella grande tragedia - in Italia, negli ultimi anni. Poi, paragoniamolo con il famoso ponte sullo Stretto: problemi con l'Anac, problemi con il progetto, problemi con i possibili, anzi sicuri, ricorsi che probabilmente bloccheranno l'opera; non si ha la certezza delle risorse; state bloccando lo sviluppo di tutte le città dello Stretto, da Villa San Giovanni a Reggio Calabria, a Messina.

Fate i due paragoni: mettete questi due ponti a confronto e capite la differenza tra chi ha una visione strategica delle infrastrutture e chi ha una visione propagandistica delle infrastrutture. E questo è il Ministro Salvini, perché il Ministro Salvini cerca solo il consenso. Quindi, se il ponte può dare un po' di consenso, lui vuole fare il ponte, anche se ci costa miliardi di euro. Se il TAV può dare un po' di consenso, vuole fare il TAV, anche se ci costa - ed è un'opera inutile, ormai è provato che è un'opera anacronistica - e ci drena un casino di risorse.

Noi, togliendo solo queste due opere - che voi definite strategiche, ma che purtroppo anche altre opposizioni definiscono strategiche -, avremmo una piccola finanziaria per risolvere moltissimi problemi del trasporto pubblico locale, delle linee Intercity notte, delle strade, delle autostrade, di tutto quello che riguarda il piano infrastrutturale che ne ha bisogno, in particolare, per il Sud.

E poi sento questa pantomima che riguarda lo spostamento di fondi dal PNRR ai fondi di coesione, il fatto di sottrarre fondi alle amministrazioni locali, in particolare del Sud, sottrarre fondi alle città metropolitane, alle province, in particolare del Sud Italia.

Voi che parlate dicendo che il Sud Italia è la vostra priorità e le infrastrutture del Sud, che sono carenti, saranno la vostra priorità: non è vero. Voi avete tolto dei soldi a degli enti territoriali che ne avevano già pochi, però li stavano spendendo. E adesso li prendete in giro dicendo che li rimetterete. Ma voi non siete del mestiere, perché uno del mestiere, che lavora in questi enti locali, sa che, se mi togli un finanziamento, io blocco l'appalto, il progetto, l'aggiudicazione, fino a quando tu non mi ripristini il finanziamento. E adesso me lo hai tolto e, se te lo ripristino fra un anno, i lavori si ritarderanno di 2 o 3 anni. Avete capito cosa avete fatto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

Scusate se mi permetto di dire delle cose pragmatiche, perché è ora di finirla di parlare del MoVimento 5 Stelle con quest'aria di saccenza, che mi ha, francamente, rotto le... non dico che cosa. Noi abbiamo governato, abbiamo dimostrato che, anche in opere, in misure che sono state fortemente criticate, con battute del cavolo, da tutti, ma anche dalla stampa, abbiamo dimostrato, dopo anni viene dimostrato che enti terzi ci dicono che quelle misure avevano un senso. Potevano essere migliorate, ma avevano un senso.

Ultimo il superbonus: Il Sole 24 Ore, in un articolo indipendente, dice che grazie al superbonus l'edilizia è ripartita. Adesso è in calo e in recessione, come tutta l'industria italiana, non solo l'edilizia. Ma, paradossalmente, dice che le entrate fiscali erano aumentate grazie alle misure che abbiamo fatto noi; entrate fiscali di cui giovate voi e criticate noi per avere fatto un buco di bilancio che non esiste.

Quindi, cari miei, dovete prendere esempio dal MoVimento 5 Stelle, da come ha governato, perché vi ha dato un'indicazione chiara che, quando si provano a fare le cose senza meccanismi strani, senza convenienza elettorale, le cose funzionano, si muovono in Italia. Vengono fatte le opere, costano il giusto, non ci sono problemi e scandali giudiziari. Invece, siamo tornati in una bella, nuova Prima Repubblica, soltanto con la stampa più edulcorata, che non vi fa tutti i giorni il pelo, perché dovrebbe fare questo. Invece, abbiamo una stampa che, in un certo senso, non vi attacca mai per le ennesime cavolate che voi fate.

Torniamo sul ponte sullo Stretto, perché noi abbiamo fatto una mozione con una visione strategica. Non diciamo “no ponte”, così faccio contenti anche quelli che dicevano “no a tutto”. Facciamo una considerazione e diciamo “oltre il ponte”. Oltre il ponte ci sono dei possibili investimenti sull'area dello Stretto, che sono: un nuovo porto a Sud di Villa San Giovanni, un nuovo porto a Tremestieri, nel lato messinese, che potrebbero da soli creare quel famoso collegamento stabile e veloce, con navi lunghe 200 metri, che possono ospitare anche dei Frecciarossa lunghi 200 metri, che andrebbero a colmare quel gap di collegamento che c'è tra la Sicilia e la Calabria, senza sprecare 13 miliardi di euro.

Se poi mi parlate delle merci, perché non continuiamo la via che era stata tracciata, implementando le autostrade del mare? Perché le merci viaggiano via nave, arrivano nei porti, e poi dai porti possono essere trasportate su treni e possono essere trasportate con convogli ferroviari sulle linee già esistenti, se chiaramente manutenute e se ci si investe sopra. E qui mi ricollego al TAV. L'opera è inutile per due motivi fondamentali: la linea storica ha già una capacità di trasporto merci che può soddisfare gran parte delle merci che transiteranno in quel corridoio.

Ma se voi mi dite che quel corridoio è fondamentale, vi dico di no, perché i francesi usano il porto di Marsiglia per favorire il loro corridoio all'interno della Francia. Noi possiamo usare il nostro corridoio, da Genova, Livorno, verso la Lombardia e verso il centro d'Europa, a patto che si facciano investimenti, che voi non fate, perché non avete soldi; tipo, in Piemonte, il parco smistamento di Alessandria. Quindi, oggi non volevo fare sempre un elenco di opere, un elenco di cose non fatte. Volevo darvi un'idea di come noi ragioniamo e di come voi fate soltanto retorica.

Come ho detto prima, la nostra mozione dà tutta una serie di indicazioni, che voi non ascolterete, che ci boccerete, ma il tema fondamentale è che noi abbiamo una visione strategica e avremmo sicuramente portato a casa quasi tutti, anzi, tutti i lavori previsti dal PNRR, che non ci avete fatto gestire, perché il PNRR noi lo abbiamo portato a casa e poi avete fatto fuori il Governo Conte per non farcelo gestire, e questi sono i risultati: il Governo Draghi prima, che già ha cominciato a dare piccole mazzate, il Governo Meloni che, addirittura, ha distrutto tutte le procedure, tutte le visioni e tutte le possibilità di investimento che erano state avviate negli anni di Governo precedenti.

Da questo punto di vista, chiaramente, dobbiamo dare anche indicazioni di voto. Noi voteremo contrario alle mozioni di Azione e Italia Viva e voteremo favorevole alle mozioni del Partito Democratico e di Alleanza Verdi Sinistra. Per chiudere, vi dico che la nostra mozione ha un senso e, secondo me, anche molti di voi sanno che ha un senso. È chiaro che voi, nella vostra mozione, avete fatto soltanto un manifesto di idee; sembra un volantino elettorale, anche fatto male. Vi ricordo che non potete fare questo tipo di mozioni a due anni e mezzo di Governo, perché risuonate un po' ridicoli. Siete a due anni e mezzo di Governo…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ANTONINO IARIA (M5S). …e ancora dite che bisognerebbe fare e bisognerebbe investire. Dovevate già farlo. Perdonatemi, avete fallito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caroppo. Ne ha facoltà.

ANDREA CAROPPO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, voglio rassicurare molti dei presenti, che non sono componenti della Commissione trasporti, che solitamente il nostro dibattito all'interno della Commissione è più produttivo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier), è molto più proficuo, è anche più di contenuto. Ma lo dico davvero nei confronti dei colleghi di opposizione che sono intervenuti, che non mancano mai di dare il loro contributo in maniera fattiva, perché la nostra non è una Commissione ideologica, ma una Commissione concreta.

Trattandosi della mobilità degli italiani e della mobilità dei cittadini, non si affrontano i problemi con approccio ideologico, ma li affrontiamo e li risolviamo con un approccio concreto e pragmatico. Allora, tanti spunti sono certamente interessanti. Credo che siamo nel guado, siamo a metà della legislatura e siamo, soprattutto, nella fase decisiva di un Fondo che è straordinario per importanza e per dotazione finanziaria, come quello del PNRR. Quindi non c'è dubbio che iniziamo a tirare un po' le somme per comprendere a che punto siamo e, soprattutto, quale altro sforzo bisogna fare per arrivare bene a quelle che sono le scadenze.

Soprattutto, richiamo anche alcune sollecitazioni interessanti che ho ritrovato all'interno della mozione del collega Morassut. Non c'è dubbio che il tema della pianificazione e della programmazione strategica sia un tema che non va trascurato. Anzi, in una fase in cui c'è, come si suole dire, la messa a terra delle opere, non bisogna poi perdere di vista quello che invece è un traguardo di medio e lungo termine, all'interno del quale poi ci troveremo dopo che il PNRR, da un punto di vista temporale, sarà concluso. Quindi con riferimento alle opere che stiamo facendo, lo ribadisco sempre in quest'Aula, in una legislatura come quella precedente, che ha visto colori politici differenti (dal Governo gialloverde prima, a quello giallorosso poi, dal Governo Draghi, che di colori ne aveva tanti, a quello che c'è oggi), quello che di buono è stato fatto va certamente continuato.

Quindi oggi credo che, come Forza Italia, vogliamo sottolineare quanto, al di là delle difficoltà che ci sono, e alcune sono davvero problematiche, quasi insuperabili, nella spesa del PNRR, per difficoltà nell'esecuzione dei lavori - se si esegue un lavoro di enorme portata, ci può stare che si trovi un problema di carattere imprevedibile e geologico-, se alcune opere, per tempistica così stretta come il PNRR prevede, con la scadenza nel 2026, dovessero oggi, come il Governo ha considerato, non essere in grado di andare a completamento, non c'è dubbio che queste opere, che nella programmazione, per richiamare la strategicità e la programmazione, sono state inserite in un Piano così importante come il PNRR, vadano preservate e vadano realizzate con gli strumenti ordinari all'interno dei contratti di programma che saranno rivisti da ANAS, saranno rivisti da parte di RFI e da parte delle principali stazioni appaltanti.

Questo è un tema su cui invito tutti a riflettere, nel senso che nonostante le difficoltà su alcune opere strategiche, importanti, su cui si è discusso negli anni e si è programmato correttamente negli anni, quelle non devono essere lasciate indietro, perché ci sono l'esigenza e il bisogno di tanti cittadini che nel PNRR hanno riposto davvero tanta speranza per risolvere i problemi di carattere generale.

E non c'è dubbio che mi riferisco ad opere strategiche straordinarie: l'Alta velocità Napoli-Bari, la rete ferroviaria veloce sulla Salerno-Reggio Calabria, le importanti opere in Sicilia. Tutte queste opere, a prescindere da quella che sarà la scadenza temporale, devono essere completate, in un modo o nell'altro, e dobbiamo mantenerle prioritarie in quella che sarà l'attività futura da parte del Governo.

Questo Governo, in termini di programmazione e di pianificazione, ha ottenuto un risultato storico. Quando il Governo, rappresentato dal Ministro Salvini, ha chiuso la revisione del regolamento TEN-T, che sarebbe la programmazione delle reti europee, ha ottenuto un risultato storico, che è l'inserimento della dorsale adriatica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier) da Ancona fino a Bari - anzi, io dico fino a Lecce, perché dovrà comprendere, poi, la velocizzazione anche di quella parte -, che era un obiettivo rincorso e mai ottenuto in 20, 30 anni di Governo. Averla inserita, sia pure nella versione extended core, si dice - per chi parla bene -, cioè da non realizzare nel 2030, ma nella fase successiva, è un punto focale che aiuta le regioni Puglia, Molise, Abruzzo, Marche e anche Emilia-Romagna a rientrare, ad avere pari diritti e le stesse opportunità che hanno avuto altri territori e che a questi territori per anni sono stati negati. Questa è programmazione, questa è strategia di carattere infrastrutturale, cioè non fermarsi a quello che c'è nell'oggi, ma guardare, da statisti, a quello che accadrà fra 5, 10, 20 anni.

Quindi, su questo, l'unica cosa che mi sento di chiedere al Sottosegretario Ferrante, che ringrazio in maniera sincera per la presenza, per la disponibilità, per la tempestività mostrata a tutte le nostre sollecitazioni, spicciole a volte - Sottosegretario, la inondiamo di richieste spicciole, ma richieste spicciole sono richieste spicciole dei territori, che spicciole non sono; magari per qualcuno potrebbero sembrare spicciole, ma, invece, sono di interesse davvero cogente e importante -, è che da parte delle stazioni appaltanti, e quindi dal Ministero in generale, ma vale per le più grandi stazioni appaltanti (quindi ANAS, RFI, gli aeroporti) ci sia un'azione decisa nei confronti delle imprese che si sono aggiudicate gli appalti. Perché non c'è dubbio che c'è una forte concentrazione di appalti nei confronti di una serie di imprese che, magari, non sono in condizioni ormai di realizzarsi, qualche azienda ha esagerato nell'accaparrarsi qualche appalto. E, allora, su questo, i capitolati e i contratti si rispettano. Non c'è dubbio che per alcune decisioni bisogna avere forza ed essere determinati; ogni decisione comporta, certamente, anche cose che tornano indietro non sempre in maniera positiva, ma ne va della realizzazione di queste opere strategiche e fondamentali. Altrimenti - questo sì -, rischiamo, nella fase finale del PNRR, di trovarci in difficoltà.

Mi soffermo, a questo punto, su alcune cose che, in particolare nella nostra mozione, la mozione di maggioranza, riteniamo particolarmente importanti e su cui è giusto porre l'attenzione. Più volte si parla del tema delle isole, della difficoltà che le isole hanno nell'avere i mezzi di trasporto, ma anche dei prezzi inaccettabili, a volte, che alcuni meccanismi, alcune compagnie, purtroppo, soprattutto in alcuni momenti di alta stagione, praticano. Noi vogliamo allargare il concetto e non restringerlo solo all'insularità, che è prevista all'interno dell'articolo 119, sesto comma, della Costituzione. Quello che è inserito è un principio fondamentale - va dato atto e fa bene la Commissione parlamentare, presieduta dal collega Calderone, nel lavoro che fa per renderlo un principio attuato -, ma, allo stesso tempo, dobbiamo guardare un po' a quello che sta accadendo nel resto d'Europa, anzi, che avviene in Europa.

In Europa la tendenza non è più quella di parlare della semplice continuità territoriale, che a volte, così come è impostata, non raggiunge gli obiettivi che ci siamo prefissati. Bisogna considerare lo svantaggio territoriale, la perifericità di un territorio. Un territorio è certamente periferico se è un'isola; è certamente periferico se è un'isola come la Sicilia, come la Sardegna - e, quindi, non c'è dubbio che il ponte aiuti a ridurre la perifericità -, ma ci sono anche dei territori, per tabulas dimostrati, che hanno un ritardo nel raggiungere i grandi hub di trasporto, che vanno equiparati (in parte la continuità territoriale lo fa) alle aree insulari, quindi come aree periferiche. Su questo faccio un plauso al lavoro che ENAC sta svolgendo nel nuovo Piano nazionale degli aeroporti, nell'individuazione di un concetto che è rivoluzionario e innovativo, che si chiama “con-accessibilità”, che andrà proprio ad individuare questo deficit di tempo che un cittadino che è in un'area montana, che è in un'area periferica, in una zona interna, ha nel raggiungere, a prescindere se sia in un'isola o in un'altra (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).

E per questo, bene i collegamenti ferroviari con gli aeroporti che questo Governo sta realizzando, sono tanti, programmati, alcuni nel PNRR: Bergamo, Brindisi, Olbia, Trapani, Salerno. Saranno tutte opere programmate e realizzate nel breve futuro, perché è importante che gli aeroporti siano collegati con le linee ferroviarie. E un aspetto che non è secondario, anzi noi lo riteniamo centrale: di non dimenticarci mai che trasporto significa turismo, cioè non si viaggia, non si fa turismo se non ci si muove. Non esiste un'esperienza turistica senza il trasporto e senza il movimento. Per questo, come Forza Italia, riteniamo che sul trasporto pubblico non di linea, sui treni storici turistici bisogna continuare ad investire, che la portualità turistica dia uno sviluppo forte soprattutto in aree disagiate, alcune del Sud Italia, che hanno poche risorse, ma che, invece, hanno una risorsa straordinaria come il mare. Ecco, su questo Forza Italia mette al centro il collegamento tra trasporto e turismo, e lo faremo con proposte concrete a partire dalle prossime settimane.

Per questo prendo atto del buon lavoro che è stato fatto nella redazione di questa mozione e per questo annuncio il voto favorevole nei confronti della mozione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Furgiuele. Ne ha facoltà.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Aveva ragione il collega che mi ha preceduto: probabilmente ci vorrebbero più di dieci minuti per poter parlare di un argomento così importante e dirimente per la nostra Nazione. Io non so se sia pragmatico o di prospettiva un provvedimento o provvedimenti che hanno indebitato il nostro Stato di oltre 100 miliardi di euro e hanno dato la possibilità di creare sviluppo soltanto per le circa 4.000 persone che ne hanno potuto usufruire.

Certamente questa è una mozione di prospettiva, proprio perché ci troviamo a poco più di due anni dall'inizio di questo Governo. Non so se per il fatto che manchino le autostrade in Sardegna o se manchi la rete elettrificata la colpa sia di un Ministro che è in carica solo da poco più di due anni. Questa è una mozione di prospettiva che parla di fatti realizzati, di progetti che sono in essere e anche di cose che vogliamo ancora fare. Discutiamo di una mozione che tocca il cuore pulsante per lo sviluppo economico, sociale e territoriale del nostro Paese. Si tratta delle infrastrutture, della logistica, della mobilità e dei trasporti. Viviamo in una Nazione che per troppo tempo è stata bloccata, ingessata dalla burocrazia, dall'indecisione sulle scelte strategiche e da una drammatica disomogeneità territoriale. Questa Italia si trova al centro del Mediterraneo, eppure per tanto tempo ha avuto difficoltà a sviluppare e ad utilizzare a pieno quello che è il suo potenziale infrastrutturale.

La mozione presentata dal centrodestra indica una rotta ben precisa: quella di andare nella direzione di ridurre il gap infrastrutturale con il Mezzogiorno d'Italia; come diceva il mio collega Caroppo, di ridurre il gap con le isole e, soprattutto, anche con l'entroterra, anche con le zone montane. È un obiettivo importante, che riguarda gli aeroporti, i porti, le strade ferrate, le autostrade e i punti di collegamento intermodali.

Un capitolo fondamentale è riservato soprattutto all'autotrasporto: un settore che movimenta il 70 per cento delle merci nel nostro Paese, un settore che, quindi, crea sviluppo e che dovrebbe essere interessato da diversi punti di vista. Il primo è quello che riguarda sostanzialmente i costi dell'attività, il sostegno a reperire manodopera e anche la digitalizzazione delle operazioni di carico e scarico. Si tratta di un settore che da diverso tempo richiede un quadro normativo importante per sostenere gli operatori. Si tratta in genere di piccole imprese artigiane che si trovano in una grave difficoltà di liquidità. Perché? Perché hanno difficoltà a recuperare i propri crediti, in quanto sono gli anelli deboli di un percorso e di una catena che si deve confrontare con la catena di distribuzione internazionale, molto organizzata.

E allora il sostegno a questi piccoli artigiani viene dato dal Ministro Salvini, attraverso il Governo, con delle prime iniziative che si sono potute porre in essere; altre verranno poste all'interno del DL Infrastrutture grazie ad un'opera di ascolto, di confronto, attraverso tavoli che sono aperti al Ministero e che noi ci proponiamo di portare avanti perché crediamo che camminare in quel solco, camminare su quella strada, difendere l'autotrasporto voglia dire difendere il lavoro italiano, difendere la sicurezza stradale e l'equilibrio del sistema logistico nazionale.

Allo stesso modo, il trasporto marittimo e portuale merita interventi strutturali che vadano nella direzione di creare anche un impianto integrato: oggi i nostri porti rischiano di perdere competitività a causa delle regole europee come l'ETS, che va a minare il percorso, per esempio, del transhipment; penso soprattutto ad uno dei porti più importanti non per l'Italia, ma per l'Europa, che è il porto di Gioia Tauro. Anche qui bisognerebbe intervenire per tutelare la portualità e magari utilizzare i fondi, i ricavi derivanti dall'ETS ed investirli nella decarbonizzazione - che non è né di destra, né di sinistra -, nella semplificazione e nel miglioramento di tutta una serie di infrastrutture. Magari bisogna aumentare, accelerare la tempistica sull'impiego del cold ironing, sulla digitalizzazione, sulla sburocratizzazione e su questa riforma della governance dei porti che deve necessariamente dare un riordino alle competenze e creare un coordinamento strategico per l'intero settore.

Non possiamo poi, nel contempo, dimenticare la nautica da diporto. Signor Presidente, io sono calabrese, appartengo ad una regione che ha 800 chilometri di costa e la nautica da diporto rappresenta un fiore all'occhiello per la nostra cantieristica, per il turismo costiero ed anche e soprattutto per la storia marittima della nostra Nazione.

Ci impegneremo sostanzialmente ad incentivare gli investimenti nelle infrastrutture, nella semplificazione, che è uno dei punti dirimenti di questa mozione in tutti gli ambiti, e poi negli investimenti sulla preparazione professionale e sulla preparazione dei territori.

Sulla rete ferroviaria i numeri parlano chiaro: ci sono 1.200 cantieri, ci sono i disagi, ma chi viene dal mondo della realtà, a cui si appellava il collega del MoVimento 5 Stelle, sa che un cantiere può portare disagio ma sicuramente quel disagio poi passa e rimangono le opere. Ci troviamo di fronte al doppio degli investimenti in nuove infrastrutture rispetto al 2022; ci troviamo di fronte a 100 miliardi di euro nel nuovo Piano di FS. E poi c'è tutta una serie di nuovi treni che viaggiano, che sono stati inseriti nel nuovo percorso, c'è l'avanzamento dell'alta velocità, dell'alta capacità soprattutto verso Sud, soprattutto verso le aree strategiche del nostro Paese, dove è possibile creare la connessione con i porti. Penso, per esempio, alla riattivazione dello scalo merci ferroviario di Lamezia Terme, che è un elemento fondamentale per completare la rete infrastrutturale primaria e risponde all'esigenza - se qualcuno lo ha dimenticato - di quello che ci dice, così come soventemente ci viene detto, l'Europa. E allora risponde fondamentalmente anche alle esigenze di carattere imprenditoriale e territoriale: porta sviluppo e porta occupazione. Risponde anche alle esigenze di sostenibilità perché - lo dobbiamo ricordare - il trasporto delle persone e delle merci su rete ferrata produce un terzo della CO2 che produce la rete gommata.

In questa cornice, poi, è necessario ricordare tutte quelle opere che sono state bloccate e tutte quelle opere che si stanno portando avanti, ovviamente, tra queste, il ponte sullo Stretto di Messina (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) che non è soltanto un simbolo, ma è un'opera imprescindibile. Mi rifiuto - e lo dico a tutti i colleghi - da calabrese di ascoltare, ancora una volta, che può essere un ponte che collega la malavita (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questa è la più grande offesa che si può fare al popolo siciliano e al popolo calabrese: non realizzare opere, avere paura di realizzare opere, perché, altrimenti, di mezzo, c'è questa o quell'altra cosca. Si tratta di un'opera che garantirà una continuità territoriale reale, sviluppo per il Paese e, come diceva qualche collega che mi ha preceduto, andrà ad incastonarsi in una delle reti TEN-T nel corridoio Scandinavo-Mediterraneo, che prevede quest'opera che altrimenti non si può completare.

Insomma, signor Presidente, qui si cristallizza una visione del mondo che è diversa: da una parte, c'è chi dice no a tutto, c'è chi invoca lo stop per le grandi opere, chi vive ancora di pregiudizi ideologici, di conservatorismo infrastrutturale; dall'altra parte, c'è un Governo che dice sì, un Governo che progetta, un Governo che lavora, un Governo che costruisce, che trasforma le parole in cantieri e i cantieri in futuro. E allora, signor Presidente, per queste ragioni noi esprimiamo voto favorevole a questa mozione del centrodestra, perché risponde alle esigenze di un'Italia moderna, più connessa, più competitiva. Ancora una volta scegliamo la via del coraggio e delle azioni concrete (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Roberto Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT (PD-IDP). Grazie, Presidente. La discussione di questa mozione cade proprio nel mezzo del confronto delle Commissioni sul decreto Infrastrutture e ci consente di dare almeno un po'di respiro ad un dibattito parlamentare che il Governo ha voluto, ancora una volta, comprimere.

L'Italia naviga senza rotta - è proprio il caso di dire -, senza una visione dello sviluppo infrastrutturale del Paese in un'epoca di grandi cambiamenti che, attraverso una rivoluzione tecnologica, stanno modificando equilibri mondiali, direttrici commerciali, egemonie politiche.

Tutto intorno a noi corre vorticosamente. Il bacino del Mediterraneo sta tornando ad essere il gorgo di nuovi intrecci e relazioni planetarie. Si affacciano nuovi attori e nuovi protagonisti - dall'Estremo Oriente al Centro Asia, alle potenze occidentali che si riorganizzano, all'Africa - e muovono energia, merci, milioni di esseri umani, intelligenze e tecnologie ma l'Italia è ferma. È piantata sulle sue gracilità e sulle sue debolezze. Si spende e si investe, sì, soprattutto grazie a quel PNRR boicottato e subito dalla destra e, poi, stravolto, disassato, rallentato da questo Governo. Si spende, ma senza una visione di come porsi al centro di tutti questi nuovi scenari, di come mettere in relazione le varie facce del Paese, i suoi versanti, il Mezzogiorno, le linee costiere lunghe come la distanza da Roma a Oslo, le trasversali tra i due mari, le relazioni tra grandi città, le coste, le aree interne, le continuità territoriali con le isole.

Se parliamo solo del sistema ferroviario e stradale siamo un Paese che, per usare un'immagine tratta dalla fisiologia umana, si regge quasi del tutto sulla colonna vertebrale e sulle braccia, ma senza costole e senza gambe. Una colonna vertebrale talmente sovraccarica che sta andando incontro al collasso per l'aumento esponenziale del traffico e la vetustà della linea elettrica.

Qualcuno dirà che sono problemi noti ma è proprio per questo che noi critichiamo la condotta di un Governo che ha totalmente abbandonato la logica della pianificazione e si è buttato - è stato ricordato qui peraltro - anema e core sull'avventura del ponte sullo Stretto, un inghiottitoio di denaro pubblico, rastrellato ovunque possibile tra fondi nazionali, fondi europei, le regioni e in nome del quale, nel decreto Sicurezza, si è intervenuti persino sulle norme di ordine pubblico, vietando la protesta pacifica e non violenta.

In questi anni, il Governo ha cancellato tutti gli strumenti e i Documenti di pianificazione e di programmazione degli investimenti per il trasporto ferroviario e stradale. Via il Piano generale dei trasporti dal codice degli appalti; via, nei fatti, l'Allegato infrastrutture al Def dal momento che l'ultimo Allegato non contiene nemmeno l'elenco delle nuove opere dopo il 2026, cioè dopo il PNRR. Nessun accenno nell'agenda politica del Governo al tema delle aree interne e delle disuguaglianze tra Nord e Sud, quando il Mezzogiorno potrebbe svolgere, sul piano geopolitico, al centro del Mediterraneo, un ruolo strategico nelle relazioni con l'Africa, sulle direttrici della via della seta, del cotone, lungo gli assi di infrastrutturazione digitale del Sud del mondo. Una delle scelte è stata, invece, quella di fare una ZES unica senza darle né forza, né risorse.

Si è persa traccia del Documento strategico per la mobilità e le infrastrutture ferroviarie, che era previsto dalla riforma attuata nell'ambito del PNRR. Un documento che il Governo doveva presentare al Parlamento ogni sei mesi per predisporre gli aggiornamenti del contratto di programma con RFI.

Alla vigilia della stagione estiva si pone la domanda di quali siano le misure in corso, soprattutto per il traffico ferroviario, per garantire sicurezza e regolarità, evitare incidenti, ritardi, interruzioni del servizio.

Il Paese non può restare appeso ad un chiodo. Cosa si sta facendo per recuperare il gap di innovazione e modernizzazione tecnologica di una rete che risale alla metà degli anni Settanta? È un problema antico. Come si intende coprire il fabbisogno di un Piano industriale di Ferrovie che vale 120 miliardi in dieci anni, comprendente sia la rete ferroviaria che la parte ANAS delle strade e che non ha copertura, se non per i tre quarti del volume?

Il Governo non sta producendo alcuna idea e non si impegna a trovare una soluzione ad un problema che, ormai, è diventato urgentissimo. Si affacciano scenari di privatizzazione, poi vengono immediatamente ritirati perché è stato spiegato dai massimi esperti che una cessione di quote del pacchetto azionario di ferrovie, compatibile con il mantenimento della maggioranza pubblica di un gruppo che vale 30 miliardi ma ha un debito finanziario netto di 11 miliardi, non arriverebbe ai 5 miliardi di euro.

Si è quindi virato su soluzioni “innovative”, come quelle vagamente proposte in specifiche audizioni in Commissione trasporti: costituire dei fondi infrastrutturali aperti al mercato, ma senza dare una stima del valore e del rendimento nel tempo.

Questo problema resta aperto e nel frattempo il Governo ha ulteriormente impiastrato la situazione con il disegno di legge sull'autonomia differenziata che, se non fosse stato sonoramente bocciato anche sotto questo aspetto dalla Corte costituzionale, avrebbe previsto una disarticolazione per regioni del sistema delle infrastrutture, con la possibilità di creare 20 sistemi.

In Commissione e in Aula più volte abbiamo posto il tema della presentazione del Piano nazionale degli aeroporti, per delineare una strategia integrata di merci e di persone in grado di potenziare la competitività dei nostri sistemi territoriali e metterli in relazione, non dividerli, recuperando i divari territoriali. Abbiamo sollecitato una discussione seria sul sistema portuale, perché il Governo aveva annunciato una riforma della legge sui porti; poi, abbiamo capito che la vera intenzione era sintetizzata dalla parola magica della privatizzazione, dal trasformare le autorità in Spa, spogliandole del carattere pubblico, determinando scelte che avrebbero colpito e colpirebbero l'occupazione e la sicurezza del lavoro. Mentre noi sollecitiamo la creazione di un soggetto nazionale di coordinamento che possa risolvere anche le problematiche poste in sede europea sull'ingresso delle autorità in un effettivo regime competitivo.

La riforma è sparita dall'orizzonte e, con essa, una discussione seria e vera su questo tema, mentre, come abbiamo visto, è emerso in questi giorni, alla fine, il solo e unico interesse delle nomine, accompagnato dalle zuffe interne alla maggioranza. Così come nessuna iniziativa il Governo ha assunto per la tutela del lavoro portuale.

Nel frattempo, si è dato il via alla privatizzazione degli interporti, tassello cruciale per provocare un'integrazione verticale fra traffico marittimo, attività portuali, trasporto ferroviario e anche aereo. Attenzione, questo è un tema gravissimo: ipotesi, queste, che sono nel mirino di grandi colossi privati, nazionali e internazionali, che possono compromettere l'autonomia e la sovranità del nostro Paese. Una situazione che è stata aspramente criticata, non solo dall'opposizione, ma dalla grande maggioranza degli operatori del cluster marittimo-portuale, che chiedono scelte, certezze e competenze.

Si deve a noi, al nostro gruppo, se in Commissione è stato possibile svolgere due indagini conoscitive molto importanti: sulla situazione del trasporto pubblico locale e sulla continuità territoriale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) che sono la base per una pianificazione e una programmazione indispensabili per due settori che, come le indagini hanno svelato, soffrono duramente le conseguenze della crisi energetica e del post COVID. Conseguenze gravi, che il Governo - lo ha annunciato pochi giorni fa - crede di affrontare con l'aumento delle tariffe.

Chiediamo, quindi, che il Governo cambi rotta - o assuma, per meglio dire, una rotta, perché adesso non ce l'ha, non esiste - e restituisca al Parlamento quello che gli spetta come soggetto di controllo, di indirizzo sull'Esecutivo e come sede per valutare e discutere rapporti periodici, puntuali su tutti i temi che ho delineato.

Lo chiediamo non solo per i diritti delle opposizioni, per un problema di tutela delle prerogative parlamentari, ma per tutti gli italiani, le imprese, le lavoratrici, i lavoratori, i viaggiatori, gli utenti, i pendolari che utilizzano le reti per vivere, per lavorare, e hanno diritto di farlo in sicurezza, sotto ogni aspetto.

Lo chiediamo per il nostro Paese e per garantire quelle opportunità di crescita, di coesione, di cittadinanza, senza le quali non c'è sviluppo e non c'è giustizia sociale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie mille, Presidente. Per parlare di trasporti è vero che forse non bastano dieci minuti, ma anche per raccontare quello che abbiamo fatto in due anni e mezzo, forse, non bastano dieci minuti.

Ha ragione il collega Caroppo quando dice che anche in Commissione c'è uno spirito collaborativo e per questo devo ringraziare perché - a parte le battute agghiaccianti del collega Iaria, che fanno ridere solo lui, e l'eloquenza del collega Casu, che si prolunga oltremodo - c'è un clima di concordia, dove cerchiamo di collaborare tutti. Infatti, come ha detto anche la collega Pastorella e come hanno ammesso tutti, i trasporti e la logistica non sono un tema ideologico, ma dobbiamo cercare di superare degli ostacoli che si sono incancreniti negli anni.

Infatti, quello che abbiamo trovato in tutti i settori, quando abbiamo fatto le audizioni, quando abbiamo ascoltato i vari cluster, i vari stakeholder del settore dei trasporti - quello ferroviario, portuale, aeronautico, aeroportuale e quello dell'autotrasporto - era che questo settore aveva bisogno di essere ascoltato, aveva bisogno di sedersi e venire più spesso in Commissione.

E soprattutto, le dico, questo: quando si rivolgono soprattutto a Fratelli d'Italia e ci dicono che noi non abbiamo classe dirigente, quando il collega Iaria dice che non siamo del mestiere, io non so bene cosa si intenda per “essere del mestiere o non essere classe dirigente” (Commenti del deputato Iaria). Ma il miglior complimento che hanno fatto a questa maggioranza, al sottoscritto e a questo gruppo è che chiunque venga nella nostra Commissione viene accolto dopo un minuto, viene ascoltato e le sue istanze vengono esaminate con attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

Noi non abbiamo mai chiesto la tessera di partito per ricevere qualcuno, mentre in passato ci dicevano che bisognava fare anticamera magari per essere ascoltati, perché bisognava vedere a chi si apparteneva e a chi no. Ecco, qual è la classe dirigente di Giorgia Meloni; ecco, la classe dirigente che si confronta col mondo portuale, affrontando le criticità e non dicendo che è tutto a posto, che tutto va bene e riusciremo a fare tutto. No, noi abbiamo ammesso con sincerità il problema dell'ETS. Ma, guarda un po', adesso il PD e la sinistra ci vengono a dire che gli armatori hanno rincarato i prezzi a causa dell'ETS, che c'è dal 2013! Oh, mamma mia, quindi, è un problema che noi, in due anni e mezzo, dovevamo risolvere! È una tassa occulta sull'anidride carbonica che ha causato l'aumento dei prezzi. Si sapeva da anni, ma quando c'era il Governo del PD o quando l'Europa ha emesso questo provvedimento, nessuno ha mosso un dito. Adesso, la colpa è nostra che da due anni e mezzo ci ritroviamo ad affrontare questa crisi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ecco questo Green Deal che sta mettendo in crisi l'autotrasporto, l'automotive. Solidarietà a quelle popolazioni di quella regione e alle famiglie che si troveranno l'auto bloccata. Noi dobbiamo porre rimedio a questa follia, dove tutto è elettrico, tutto è elettrico.

Ecco i progetti del PNRR, questo bellissimo PNRR che, qui, in questo Parlamento, è passato in una giornata e mezzo con la fiducia, dove i parlamentari non potevano neanche dibattere. Ma vi ricordate? Ecco perché i progetti del PNRR. Prendiamo l'elettrificazione dei porti: si dice “cold ironing”, si usa una parola inglese per dirlo. A volte, certi progetti del PNRR che sono stati estesi a tutti i porti hanno il problema tecnico per cui, ad esempio, quando bisogna allacciare la corrente al porto, Enel o Terna ti chiedono: chi paga l'aumento di potenza in quella cabina? L'Autorità portuale? Il Ministero? Il PNRR? Chi paga quella elettrificazione che si è voluta fare in maniera demagogica, in tutti i porti, senza criterio? Chi è che non ha ascoltato gli operatori marittimi quando ti dicevano “attenzione, la cantieristica in Italia ha una grande criticità per le norme europee, perché, adesso, i nostri operatori e armatori italiani sono costretti a fare le navi in un'isola artificiale cinese”? Perché la nostra grande eccellenza è morta in Italia? Per le norme europee, per le norme europee sul lavoro.

Ma parliamo anche della ferrovia, dei treni. Certo che si è investito molto su quelli che sono i progetti nel PNRR, ma non è vero che noi, con arroganza, abbiamo detto che tutto va bene.

Qui, con onestà, il Vicepresidente Fitto è venuto, quando era Ministro, a dire che alcuni progetti vanno spostati perché non riusciamo a completarli, quindi li spostiamo in altri capitoli di spesa, ma li completeremo. Non saremo noi a mettere la bandierina, dicendo che li abbiamo conclusi in 2 anni e mezzo, sarà qualcun altro, ma noi li porteremo a termine e consentiremo alle prossime amministrazioni e alle prossime generazioni di godere di questi servizi e di queste infrastrutture. Questa è la nostra serietà, e non demagogia.

Come in Commissione, a me dispiace che qualcuno dica: è merito nostro l'indagine conoscitiva, è merito nostro questa risoluzione, quando è la maggioranza che ha deciso di ascoltare le richieste, anche dell'opposizione, e di lavorare insieme. È un merito di tutta la Commissione e non di un singolo partito. È la maggioranza che decide di coinvolgere l'opposizione su alcuni punti, dimostrando con i fatti che non abbiamo paura di sfidare negli argomenti, nelle strategie sui trasporti, sulla logistica, le proposte del PD, che ha governato 10 anni e non ha mai combinato o non ha mai risolto le criticità. Vorrei ricordare che nel Governo “Conte 2” è fallita Alitalia, è fallita Meridiana, il settore aereo era in crisi con nessuna prospettiva.

Noi siamo intervenuti nel settore aereo e stiamo risolvendo con tutte le compagnie, anche con quelle con cui ci scontriamo. Un problema atavico, per esempio, è quello della vendita dei biglietti anche attraverso le nostre piccole e medie imprese delle agenzie turistiche. Lo stiamo risolvendo. Stiamo risolvendo in Europa il problema dell'insularità. Guardate, lo dico con simpatia alla collega Ghirra, che, se avessi risolto in due anni e mezzo, con il Governo, il problema dei trasporti in Sardegna (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), mi sa che mi avrebbero fatto un monumento da qui a non so quando.

In 2 anni e mezzo, guardate, non siamo così illusi, non ho mai promesso che sarebbe stato risolto. Ma incominciamo a risolvere in maniera strutturale, anche questo è contenuto nella mozione, cambiando le regole europee. Sapete che l'ETS, quella grande invenzione del Green Deal che i socialisti europei hanno voluto mettere, i Verdi hanno voluto mettere, si applica nelle isole fino a 200.000 abitanti? Quali sono le uniche due grandi isole che hanno un numero superiore di 200.000 abitanti? Quelle italiane. Ecco che il trasporto aereo, il trasporto marittimo, si applica solo alle isole italiane, e non, per esempio, alle isole greche o ad altro tipo di isole.

Ecco che chiediamo, quindi, all'Europa di inserire la Sardegna, anche la Sicilia, ma soprattutto la Sardegna per la lontananza, in quel provvedimento, nelle isole ultra-periferiche, per godere di quel regime che permette quelle deroghe, che la collega Ghirra anche auspica, per i non residenti. Perché noi vogliamo chiedere all'Europa che i biglietti scontati o a equo prezzo valgano non solo per i sardi, non facciamo un ragionamento egoistico, ma anche per chi vuole venire e non è residente in Sardegna, per i nostri emigrati, per chi lavora e chi vuole venire a vivere nelle nostre bellissime isole.

Perdonatemi, anche chi parla del ponte sullo Stretto, abbiate pazienza, quando dice che è un'opera inutile, ma allora voi provate a vivere in un'isola dove non è possibile avere un collegamento stabile, ed essere schiavo delle compagnie aeree, delle navi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Quando tu, magari, sei a visitare un paziente nel continente, devi scappare perché l'orario non ti permette altre frequenze. Se avessi la possibilità tecnica, ingegneristica, di avere un collegamento stabile dalla Sardegna a Livorno, a Civitavecchia, firmerei domani per sognarlo e per avere questa possibilità, per liberare dall'insularità la nostra isola (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE - Commenti della deputata Torto).

È un orgoglio essere isolani, è nel nostro DNA essere isolani. Quello che chiediamo, e rispondo postumo a Marattin, quando disse che l'inserimento nella Costituzione serve solo a chiedere soldi: no, la continuità territoriale non è solo un fatto di soldi, non è solo un fatto di finanziamento, di fondi di bilancio. È un fatto di mentalità, capire che non è un fatto economico, solo di biglietto aereo, ma di frequenze, che gli aerei e le navi sono le nostre metropolitane leggere e sono i nostri modi vitali di spostarci.

Non è la carità che chiediamo, noi sardi non abbiamo bisogno della carità della legge di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), ma abbiamo bisogno di leggi che ci equiparino e ci permettano di derogare a tutto quello che ha fatto chi ha permesso che solo i sardi pagassero i propri trasporti. Il centrodestra? Lo ha fatto una giunta di centrosinistra, che ha anticipato l'autonomia differenziata che oggi contestate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Sempre stato contrario a chiedere l'autofinanziamento solo dei sardi, sia della sanità che dei trasporti. Bene, noi abbiamo un'idea ben chiara sui trasporti, abbiamo una strategia, ma non abbiamo dei dogmi. Abbiamo delle idee che portiamo avanti, e lo facciamo e lo dichiariamo nelle televisioni, lo diciamo in Commissione, lo diciamo nei dibattiti. E, soprattutto, noi non abbiamo l'arroganza di sapere e imporre alle imprese e ai cittadini tutte le nostre convinzioni. Noi abbiamo l'umiltà di confrontarci con chi opera nel mercato, con chi fa impresa, con i cittadini, anche quando ci sono gli scioperi.

Io vado in TV solamente quando c'è un treno bloccato a chiedere scusa e a dire quello che noi faremo, perché non ho vergogna di chiedere scusa quando c'è una criticità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ma sicuramente quello che noi - e concludo, Presidente - con orgoglio possiamo dire è che questo dibattito si è incentrato molto sul Ministro Salvini.

Io ringrazio il Ministro Salvini, ringrazio il Sottosegretario Ferrante, il nostro Sottosegretario Iannone, ringrazio il Vice Ministro Rixi, adesso ringrazio anche il Vice Ministro Bignami per quanto ha fatto fino adesso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché siamo un gruppo, siamo una maggioranza e tutto il lavoro sui trasporti ricade sia nel bene che nel male su tutto il nostro lavoro.

Qui siamo in un'Aula di Parlamento, dove si parlava di una mozione parlamentare, quindi dovevate parlare delle idee, dei contenuti, delle mozioni, non di quello che fa o non fa un Ministro, ma di quello che fa o non fa una maggioranza, che nell'opinione della gente è benvoluta e gode ancora della stima della popolazione, della fiducia della popolazione. Chi ha fallito sono un sindacato e delle forze politiche che hanno strumentalizzato una tornata elettorale e hanno fallito miseramente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Per quanto riguarda le votazioni per parti separate, faccio presente che i presentatori delle mozioni - ove necessario - hanno prestato il consenso previsto a seguito delle riforme regolamentari.

Passiamo alla votazione della mozione Morassut ed altri n. 1-00440. Avverto che il gruppo Italia Viva ha chiesto di votare il 7° capoverso del dispositivo distintamente dalla restante parte della mozione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Morassut ed altri n. 1-00440, ad eccezione del 7° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 142).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 7° capoverso del dispositivo della mozione Morassut ed altri n. 1-00440, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 143).

Passiamo alla votazione della mozione Iaria ed altri n. 1-00448.

Avverto che i presentatori hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima distintamente i capoversi 1°, 4°, 5°, 6°, 7°, 8°, 9°, 10°, 12°, 13° e 16° del dispositivo; a seguire, congiuntamente la premessa e i capoversi 2°, 3°, 11°, 14°, 15° e 17° del dispositivo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 1° capoverso del dispositivo della mozione Iaria ed altri n. 1-00448, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 144).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 4° capoverso del dispositivo della mozione Iaria ed altri n. 1-00448, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 145).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 5° capoverso del dispositivo della mozione Iaria ed altri n. 1-00448, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 146).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 6° capoverso del dispositivo della mozione Iaria ed altri n. 1-00448, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 147).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 7° capoverso del dispositivo della mozione Iaria ed altri n. 1-00448, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 148).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'8° capoverso del dispositivo della mozione Iaria ed altri n. 1-00448, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 149).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 9° capoverso del dispositivo della mozione Iaria ed altri n. 1-00448, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 150).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 10° capoverso del dispositivo della mozione Iaria ed altri n. 1-00448, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 151).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 12° capoverso del dispositivo della mozione Iaria ed altri n. 1-00448, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 152).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 13° capoverso del dispositivo della mozione Iaria ed altri n. 1-00448, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 153).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 16° capoverso del dispositivo della mozione Iaria ed altri n. 1-00448, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 154).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla premessa e sui capoversi 2°, 3°, 11°, 14°, 15° e 17° del dispositivo della mozione Iaria ed altri n. 1-00448, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 155).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Furgiuele, Deidda, Caroppo, Semenzato ed altri n. 1-00450, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 156).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Pastorella ed altri n. 1-00454, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 157).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Boschi ed altri n. 1-00455, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 158).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1319 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Moldova in materia di sicurezza sociale, fatto a Roma il 31 ottobre 2024 (Approvato dal Senato) (A.C. 2291?).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2291: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Moldova in materia di sicurezza sociale, fatto a Roma il 31 ottobre 2024.

Ricordo che nella seduta del 5 maggio si è conclusa la discussione generale.

(Esame degli articoli - A.C. 2291?)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non sono state presentate proposte emendative, li porrò direttamente in votazione.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 159).

Passiamo all'articolo 2. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 160).

Passiamo all'articolo 3. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 161).

Passiamo all'articolo 4. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 162).

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 2291?)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A).

Invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

MARIA TRIPODI, Sottosegretaria di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/2291/1 Soumahoro, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti… Collega Soumahoro, vuole intervenire? Prego, ne ha facoltà. Se si manifesta un secondo prima, è più facile.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno chiede una cosa molto semplice, ossia chiede al Governo di assumere iniziative al fine di dare ai nostri emigranti in giro per il mondo - parliamo di emigranti italiani - la possibilità di veder garantite le loro pensioni, quindi intraprendere accordi, come quello che oggi stiamo votando. Questo è quello che chiede l'ordine del giorno. Quindi, invito il Governo a rivedere il parere. In ogni caso, chiedo di metterlo anche al voto. Chiedo al Governo di rivedere il parere: è per i nostri emigranti in giro per il mondo.

PRESIDENTE. Il Governo intende modificare il parere? No, il parere resta contrario.

Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2291/1 Soumahoro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 163).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2291?)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, solo per annunciare il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Onori. Ne ha facoltà.

FEDERICA ONORI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Solo per annunciare il voto favorevole e chiedo di essere autorizzato a depositare l'intervento (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).

PRESIDENTE. È autorizzato.

Ha chiesto di parlare il deputato Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Anche io per dichiarare il voto favorevole del gruppo del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Marrocco. Ne ha facoltà.

PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Depositiamo il testo e anche per noi il voto è favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. È autorizzata, onorevole.

Ha chiesto di parlare il deputato Billi. Ne ha facoltà.

SIMONE BILLI (LEGA). Grazie, Presidente. Dichiaro il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Porta. Ne ha facoltà.

FABIO PORTA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghi, consegnerò la dichiarazione di voto e annuncio con convinzione il voto favorevole del Partito Democratico sia perché questa comunità, la comunità moldava, è una delle più grandi comunità immigrate presenti in Italia, con oltre 113.000 lavoratori, ma anche perché, come ha detto prima il collega Soumahoro, dobbiamo continuare con convinzione sulla strada di questi accordi bilaterali di sicurezza sociale. Troppi accordi con Paesi di immigrazione attendono da anni e speriamo che il Governo possa intensificare questa azione, come noi abbiamo chiesto spesso con diversi atti parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente, solamente qualche minuto. Depositerò anche io la relazione, ma mi corre l'obbligo di esprimere una profonda soddisfazione per la sigla di questo Accordo in materia di sicurezza sociale, siglato a Roma il 31 ottobre 2024. Lo faccio dicendo che è stato uno straordinario risultato di lavoro, di diplomazia parlamentare e di raccordo tra la Commissione affari esteri, la Commissione lavoro, il Ministero del Lavoro, il Ministero degli Affari esteri e il Governo, e anche per mio tramite, come presidente dell'InCE. Mi corre un obbligo di un ringraziamento personale al nostro ambasciatore Tomassoni, che ha lavorato, al Vice Ministro Cirielli, al presidente Tremonti e al presidente Rizzetto, i quali, tutti insieme, hanno permesso di arrivare velocemente alla stesura di questo Accordo.

Questo Accordo ha un rilievo non solo tecnico, ma anche profondamente politico, in quanto rappresenta un ulteriore passo nel rafforzamento delle relazioni, dei legami e della cooperazione tra l'Italia e la Moldova, in un contesto più ampio di progressiva integrazione europea di questo stesso Paese.

Come hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto, l'Accordo disciplina, in maniera puntuale, i diritti previdenziali dei lavoratori e dei cittadini che hanno maturato periodi di contribuzione nei due Paesi, introducendo il principio della totalizzazione dei contributi, la parità di trattamento e la possibilità di esportare le prestazioni pensionistiche.

Permettetemi di aggiungere che questo Accordo è anche espressione di gratitudine da parte della nostra Nazione verso una comunità, quella moldava, che, con grande dignità e impegno, ha posto al nostro servizio le sue competenze con dedizione e che meritava, dunque, tale riconoscimento. L'Italia, che ospita una numerosa e ben integrata comunità moldava, assume così un ruolo guida nel riconoscere il valore di questa presenza e nel contribuire a costruire ponti di cittadinanza attiva e tutela reciproca tra i popoli.

Presidente, m permetta anche di dire che la firma di questo Accordo è la dimostrazione di come questo Governo, il Presidente Meloni e il Ministro Tajani diano sempre segni di buona volontà e di buona predisposizione nei confronti di chi viene in Italia con un atteggiamento fattivo e costruttivo, di chi viene in Italia per lavorare, di chi viene in Italia per mettersi a disposizione e per avere un approccio costruttivo nei confronti del nostro Paese. E smentisce anche quello che viene detto, cioè che non siamo disposti ad accogliere: noi siamo sempre disposti ad accogliere, ad aiutare e a incentivare tutte le comunità che vengono in Italia, così come i nostri immigrati sono andati all'estero nel corso della storia, rispettando le tradizioni dei popoli e dei luoghi che andavano a visitare, lavorando per un futuro migliore per loro e per i loro figli.

Ultima nota. Questo Accordo assume una rilevanza importante anche dal punto di vista geopolitico, perché l'Ucraina è sicuramente il primo confine del conflitto ibrido che coinvolge l'Ucraina dal punto di vista bellico, ma l'Ucraina, dal punto di vista della guerra ibrida e della vicinanza al conflitto, li espone moltissimo. Questo è un segno che l'Europa e, in particolare, l'Italia dà al popolo moldavo: far parte dell'Unione europea, l'integrazione europea di quel popolo è un passaggio fondamentale. E lo facciamo con grande soddisfazione e con grande rispetto.

So che la comunità lo aspettava con ansia e ci sta guardando. Quindi, permettetemi di esprimere soddisfazione e di dichiarare il voto favorevole. E chiedo scusa se ho preso qualche minuto, ma credo che la comunità moldava in Italia lo meritasse (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2291?)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2291?:

S. 1319 - “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Moldova in materia di sicurezza sociale, fatto a Roma il 31 ottobre 2024” (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 164).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica d'India sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 9 ottobre 2023 (A.C. 1915-A?).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1915-A?: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica d'India sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 9 ottobre 2023.

Ricordo che nella seduta del 5 maggio si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 1915-A?)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non sono state presentate proposte emendative, li porrò direttamente in votazione.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 165).

Passiamo all'articolo 2. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 166).

Passiamo all'articolo 3. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 167).

Passiamo all'articolo 4. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 168).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1915-A?)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. So che molti avrebbero preferito l'intervento di prima, ma, come forza pacifista in questo Parlamento, ci teniamo a dire che le recenti guerre tra India e Pakistan, sebbene scaturite da tensioni militari nella regione contesa del Kashmir, trovano terreno fertile nelle ideologie politiche dominanti dei due Governi, dell'India e del Pakistan.

Qualche settimana fa, abbiamo chiesto di non procedere con questo Accordo, di sospenderne l'approvazione, finché non sarebbero cessati questi venti di guerra. Parliamo di superpotenze atomiche, parliamo di uno scenario che nessuno di noi vuole vedere, visti gli orrori che vediamo, tutti i giorni, dall'Ucraina e, ovviamente, dal Medio Oriente, con la distruzione, anzi, l'annientamento di Gaza.

Perché facciamo questo intervento? Perché ci pare che, da una parte, la linea tenuta negli ultimi anni, molto nazionalista, anche per un certo consenso verso l'etnia indù, e, dall'altra, politiche interne sempre più ostili, più autoritarie verso le minoranze musulmane, abbiano peggiorato i rapporti con il Pakistan.

Noi, da una parte, comprendiamo perché questo Governo, di fatto, abbia legato, anche ideologicamente, accordi con l'India, però dall'altra comprendiamo che questi Memorandum sono precedenti, così come gli accordi. Fateci dire che, per noi, è un voto complesso, perché, da una parte, siamo consapevoli che non ha alcun senso, in questo momento, rescindere questi accordi, dall'altra, è difficile invitare alla prudenza e alla de-escalation, quando non c'è più una comunità internazionale che limita questo tipo di azione.

Per questo, lasciamo al Governo il compito di fare quello che non abbiamo a sufficienza sentito in queste parole, proprio perché siete un Governo amico. Il rischio di quell'escalation è un rischio che non possiamo correre, non solo perché sarebbe un terzo conflitto che rischia di destabilizzare tutta l'area, ma parliamo di potenze nucleari che possono non solo destabilizzare quell'area, ma compromettere per sempre l'intera umanità.

Ed è con questo appello, che rivolgiamo al Governo, che diamo la speranza che questo tempo, che è stato utilizzato in queste tre settimane per far cessare il conflitto sia utilizzato al meglio anche nei prossimi mesi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Solo per annunciare il voto favorevole e chiedo di depositare l'intervento.

PRESIDENTE. È autorizzato.

Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Sottoscrivendo l'intervento prima del collega Grimaldi, voglio dichiarare, anche per il mio gruppo, il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Anch'io, come altri, annuncio il voto favorevole. Ovviamente, il Governo sta lavorando al meglio in una situazione estremamente delicata e, anzi, fa piacere poterlo votare in questo momento particolarmente delicato, perché è anche un'iniezione di fiducia verso il futuro di queste aree, che sono estremamente importanti per tutta l'umanità. Mi riservo, ovviamente, di depositare il testo della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. È autorizzato.

Ha chiesto di parlare il deputato Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Voteremo a favore anche noi della Lega-Salvini Premier. Però, mi preme sottolineare come sia stato giusto rinviare - e tutti i partiti politici lo hanno voluto - a schermaglie e attacchi conclusi l'approvazione di questa ratifica. Anche noi vogliamo che tra quei due Paesi, quelle due potenze nucleari, ci sia la pace e in quella direzione deve essere il nostro impegno. Però, siamo anche consapevoli dell'importanza che avrà l'India per il futuro dell'Italia e lavoriamo ogni giorno per realizzare quel corridoio commerciale, tecnologico e infrastrutturale tra Italia e India che è IMEC.

Quindi, queste relazioni andranno sempre più approfondite e rafforzate: una cooperazione strategica, una cooperazione che aiuta a difendere la libertà di navigazione, quella libertà di navigazione che per troppi anni abbiamo dato per scontata ma che oggi è in pericolo e noi, con un alleato come l'India, lavoriamo per difendere la libertà di commerciare. Buon lavoro all'ambasciatore Talo', inviato speciale per l'IMEC, e all'ambasciatore Bartoli, che è proprio l'ambasciatore d'Italia in India, che sta operando in questa direzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Porta. Ne ha facoltà.

FABIO PORTA (PD-IDP). Presidente, colleghi, nell'annunciare il voto favorevole del nostro gruppo, il Partito Democratico, vorrei sottolineare che proprio perché siamo in un mondo attraversato da minacce sempre più sofisticate e interconnesse, dal terrorismo internazionale alle offensive informatiche, dalle tensioni geopolitiche alle crisi regionali, la scelta opportuna di rafforzare i legami con una potenza emergente, una potenza dei BRICS come l'India, risponde, comunque, alle esigenze di costruire alleanze solide, fondate su condivisione di valori, interessi e responsabilità.

Anch'io credo che sia stata opportuna la pausa che abbiamo voluto prendere in queste settimane, dalla data di ratifica che era stata già fissata in Parlamento, e con questa considerazione vorrei anche esprimere l'auspicio che un grande Paese come l'India possa sempre rispettare quella che poi è la vocazione storicamente pacifica del suo grande popolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Loperfido. Ne ha facoltà.

EMANUELE LOPERFIDO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, è un accordo che si inserisce nel solco di un importante rafforzamento delle relazioni bilaterali, avviato già nel marzo 2023, che va ad elevare i rapporti Italia-India a partenariato strategico. Apre la strada a una collaborazione strutturata in settori quali la difesa, la mobilità, lo spazio, la sicurezza cibernetica. È un accordo che disciplina scambio di esperienze e informazioni, corsi di formazione e seminari congiunti, intese operative tra aziende del settore difesa per fare in modo che vi sia una cooperazione nella progettazione e produzione di equipaggiamenti e sistemi di difesa.

In particolar modo, va segnalato il contesto geopolitico delicato nel quale l'Accordo si inserisce, facendo in modo che per l'Italia vi sia una scelta strategica di posizionamento che questo Governo Meloni sta cercando quotidianamente di portare avanti grazie alla diplomazia, grazie all'attività del Governo e grazie a un Governo che, appunto, gode di questa centralità dovuta anche alla sua longevità - ormai è il quarto Governo per longevità -, a dimostrazione del fatto che la semplice stabilità, unita alla serietà politica della coalizione che lo governa, fa in modo che l'Italia possa essere finalmente protagonista anche con un rapporto strategico con un partner importante e fondamentale quale l'India. Per questo motivo il gruppo di Fratelli d'Italia sosterrà convintamente questa ratifica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1915-A?)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1915-A?)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1915-A?: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica d'India sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 9 ottobre 2023".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 169).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1228 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica Araba d'Egitto sul trasporto internazionale di merci per mezzo di veicoli trainati (rimorchi e semirimorchi) con l'uso di servizi di traghettamento marittimo, fatto a Il Cairo il 22 gennaio 2024 (Approvato dal Senato) (A.C. 2101?).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2101: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica Araba d'Egitto sul trasporto internazionale di merci per mezzo di veicoli trainati (rimorchi e semirimorchi) con l'uso di servizi di traghettamento marittimo, fatto a Il Cairo il 22 gennaio 2024.

Ricordo che nella seduta del 5 maggio si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 2101?)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non sono state presentate proposte emendative, li porrò direttamente in votazione.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 170).

Passiamo all'articolo 2. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 171).

Passiamo all'articolo 3. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 172).

Passiamo all'articolo 4. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 173).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2101?)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Interverrò su questo tema iniziando con una vicenda che riguarda tanti deputati, che sono stati con me al valico di Rafah, e hanno attraversato l'Egitto.

Introduco questo tema perché dobbiamo fare un appello, con tutti i colleghi che hanno partecipato a quella missione, visto che, mentre parliamo migliaia di attivisti, medici, artisti, cittadini provenienti da 54 Paesi, di cui ovviamente tanti dell'Unione europea, domani, proprio da Il Cairo, faranno esattamente lo stesso viaggio che abbiamo fatto verso Rafah. Sappiamo bene, visto il lavoro della nostra ambasciata e delle autorità egiziane, quanto sia stato complicato raggiungere il Sinai, attraverso quei check-point e arrivare fino a un luogo di guerra, che è un luogo chiuso, sigillato, come invece non dovrebbe essere un valico come quello di Rafah. Perché dico questo? Perché abbiamo anche letto che la Farnesina sconsiglia a tutti i nostri concittadini di arrivare fin lì.

Lo dico: l'obiettivo della Global March to Gaza è contestare in forma non violenta il blocco totale imposto da Israele su tutti gli aiuti umanitari. Come abbiamo scritto anche al nostro ambasciatore, come sa bene, da oltre 3 mesi migliaia di camion dell'ONU, pieni di beni di prima necessità per i palestinesi, sono bloccati alla frontiera, checché che ne dica Israele che oggi ha inondato il web - non so se l'avete visto - con migliaia e migliaia di euro per convincere l'umanità che, in realtà, gli aiuti arrivano. Le autorità egiziane, che ci ascoltano, sanno benissimo che tutto questo è falso. La Mezzaluna rossa ha fermato tutte le sue attività perché non gli è concesso entrare, così come l'ONU.

Allora lo dico alle autorità egiziane, così come alla nostra ambasciata: vi chiediamo di fare di tutto - di tutto - perché quelle persone arrivino fino a Rafah. Non vogliono forzare nessun blocco, vogliono semplicemente manifestare pacificamente. Ed è - credo - interesse dell'Egitto, che non vuole la pulizia etnica del popolo di Gaza, ed è interesse italiano ed europeo che dei manifestanti arrivino fino a Rafah in sicurezza. Nessuno li deve fermare (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Nessuno li deve arrestare. Nessuno si deve permettere di non far svolgere delle attività che sono democratiche.

Per questo, lo diciamo all'Egitto con tutto il rispetto di questa Convenzione: noi ci asterremo. Sappiamo che la diplomazia è in corso e dalla vicenda Regeni tanto, in qualche modo, immagino che i nostri servizi e le autorità abbiano fatto. Ma quella vicenda rimane un macigno, un macigno per tutti noi, perché, quando chiediamo verità e giustizia, chiediamo che l'ultimo velo venga scoperto. Tutti sappiamo che c'è stato un ruolo, un ruolo chiaro dei servizi egiziani e c'è stato un ruolo chiaro nell'occultamento e nell'insabbiamento di alcune prove. Che cosa ci manca ancora per dire che quella è una vicenda che entrambi i Paesi vogliono, in qualche modo, far vedere all'opinione pubblica come una vicenda in cui verità e giustizia sono state messe nero su bianco?

Io non ho dubbi che l'Italia voglia farlo, ma ci sono troppi interessi in gioco, come dimostra anche questo memorandum, così come gli interessi dell'ENI, così come gli interessi di tante multinazionali, che ci dicono che c'è sempre qualcosa che ci distanzia e ci porta a un millimetro dalla verità, per poi non metterla nella storia. Non solo per la famiglia Regeni, a cui va il nostro più forte abbraccio, non solo per tutti quelli che hanno esposto nei comuni “Verità e giustizia per Giulio Regeni”, ma per la nostra storia e per la nostra dignità. Per questo crediamo che con l'Egitto si possa fare ancora tanto, ci possano essere dei legami sempre più stretti, ma solo se si rimuove dalla scena la negazione di quei diritti umani che sono stati repressi, con riferimento alla storia di un ragazzo che non meritava di morire lì, in Egitto, con la complicità di un Governo che non ha voluto dire la parola “basta” a quel tipo di trattamenti (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Intervengo solo per annunciare il voto favorevole e chiedo, anche qui, di essere autorizzato a depositare l'intervento.

PRESIDENTE. È autorizzato.

Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Anche qui dichiaro il nostro voto di astensione, però rimando l'intervento che vorrei fare in merito all'Egitto a dopo. Dopo che si chiuderanno queste ratifiche, ci sarà un'importante richiesta di informativa per il Ministro Tajani, proprio per quello che succederà e per le dichiarazioni della Farnesina, che noi troviamo gravissime. Quindi, rimanderò questo intervento, che comunque riguarda quella parte che è stata sempre anche sotto il monitoraggio di questo Parlamento, con l'Intergruppo parlamentare, che per ben due volte è andato in quei luoghi ad appurare che tutto quello che noi denunciamo in quest'Aula fosse vissuto sulla pelle, sulle spalle, visto con gli occhi dei nostri parlamentari, che ringrazio, anche qui, a nome del gruppo del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E torneremo ancora in quelle terre, a fare quello che anche questi cittadini stanno cercando di fare e che affronterò nell'intervento successivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Marrocco. Ne ha facoltà.

PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Il gruppo di Forza Italia esprime voto favorevole e depositiamo la relazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. È autorizzata.

Ha chiesto di parlare il deputato Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Voteremo a favore, come Lega-Salvini Premier, convinti che sia nostro interesse nazionale diminuire la burocrazia e facilitare l'export delle nostre imprese, che va incrementato verso l'Egitto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Quartapelle. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Noi del Partito Democratico siamo sempre a favore della collaborazione tra le nazioni e siamo sempre a favore di qualsiasi iniziativa che aiuti le nostre imprese e semplifichi la vita delle nostre imprese, come è questo Accordo. Abbiamo, però, una riserva importante, che ha a che fare con l'interesse nazionale. Questo Accordo è stato siglato nel 2024, cioè è il primo Accordo che questo Parlamento ratifica dopo la vicenda di Giulio Regeni.

Ora, il Parlamento sa quanto la vicenda di Giulio Regeni sia una pregiudiziale nelle nostre relazioni con l'Egitto, nel senso che il nostro Paese, grazie allo sforzo delle nostre Forze dell'ordine, della magistratura, degli apparati di sicurezza, ha fatto un lavoro approfondito per capire la verità sulla tortura, sul rapimento e sull'uccisione di un cittadino italiano all'estero. Il nostro Paese ha chiesto la collaborazione con le autorità giudiziarie dell'Egitto; collaborazione che non c'è mai stata. Non c'è mai stata, tant'è che si svolge a Roma un processo nel corso del quale tutti gli esponenti dei Governi, tra il 2016 e l'inizio del processo, hanno testimoniato. Ed è un processo che avviene senza gli imputati e senza la collaborazione delle autorità del Paese dove quegli orrendi crimini sono stati compiuti.

Noi riteniamo che sia un danno all'interesse nazionale che il Governo stipuli un nuovo Accordo con le autorità di un Paese che non collabora su una questione centrale, che ha a che fare con la vita di un nostro concittadino. E riteniamo sia molto grave che il Governo abbia firmato un nuovo Accordo di collaborazione su una materia che è tecnica con un Paese le cui autorità non collaborano su una vicenda così importante.

E quindi noi ci asterremo, perché pensiamo che, in generale, i principi di collaborazione siano importanti, i principi di sburocratizzazione lo siano altrettanto, ma, prima di tutto, viene la capacità del nostro Stato di tutelare la vita dei concittadini, in Italia e all'estero. E, quando non si ottiene cooperazione con le autorità di un Paese in una materia così delicata e così cruciale, non si passa sopra, non si firmano nuovi accordi. E quindi ci dispiace molto, ma noi questo Accordo non lo possiamo votare.

Rivolgiamo un appello anche alle forze di maggioranza, le quali si riempiono sempre la bocca del termine dell'interesse nazionale, del termine della sicurezza, del termine dell'onore del nostro Paese, però poi quando c'è da stringere degli accordi che, come ha detto il collega Formentini, favoriscono le nostre imprese, su tutto si passa sopra, sull'interesse nazionale, sulla sicurezza dei nostri concittadini, sull'onore del nostro Paese, perché tanto è più importante la politica commerciale dei principi di collaborazione tra i Paesi sulla materia più sacra di tutte, che è la vita dei nostri concittadini. Quindi, ci dispiace, ma noi questo Accordo non lo voteremo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Maullu. Ne ha facoltà.

STEFANO GIOVANNI MAULLU (FDI). Grazie, Presidente. L'Accordo disciplina le condizioni per il trasporto internazionale delle merci tra i due Paesi e, ovviamente, noi tutti consideriamo l'Egitto un partner strategico per l'Italia, ma in particolare, nel contesto del Mediterraneo. Ecco perché riteniamo che questo Accordo sia fondamentale e il voto del gruppo di Fratelli d'Italia è naturalmente a favore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2101?)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2101?:

S. 1228 - "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica Araba d'Egitto sul trasporto internazionale di merci per mezzo di veicoli trainati (rimorchi e semirimorchi) con l'uso di servizi di traghettamento marittimo, fatto a Il Cairo il 22 gennaio 2024" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 174).

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 684 – D'iniziativa dei senatori La Marca ed altri: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Costa Rica, fatto a Roma il 27 maggio 2016 (Approvata dal Senato) (AC. 1387?).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 1387: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Costa Rica, fatto a Roma il 27 maggio 2016.

Ricordo che nella seduta del 10 giugno si è conclusa la discussione generale.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

In particolare, tale parere reca una condizione riferita all'articolo 3 del provvedimento, volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sarà posta in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

(Esame degli articoli - A.C. 1387?)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge di ratifica.

Passiamo all'articolo 1. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 175).

Passiamo all'articolo 2. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 176).

Passiamo ora all'esame dell'articolo 3 e dell'emendamento 3.100, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, sul quale invito il relatore ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

DIMITRI COIN, Relatore. Il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA TRIPODI, Sottosegretaria di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Il parere è conforme al relatore.

PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 177).

Essendo stato approvato l'emendamento 3.100 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, interamente sostitutivo dell'articolo 3, non si procederà alla votazione dell'articolo medesimo.

Passiamo all'articolo 4. Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 178).

Passiamo all'articolo 5. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 179).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1387?)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Intervengo solo per annunciare il nostro voto favorevole su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Benzoni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole di Azione (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole ed essere autorizzato a depositare l'intervento.

PRESIDENTE. È autorizzato. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie. Anche noi ci uniamo al resto delle dichiarazioni di voto, annunciando il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Marrocco. Ne ha facoltà.

PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole per questa ratifica da parte del mio gruppo, Forza Italia, e deposito il testo della dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. È autorizzata.

Ha chiesto di parlare il deputato Coin. Ne ha facoltà.

DIMITRI COIN (LEGA). Grazie, Presidente. Chiedo di poter depositare l'intervento e annuncio il voto favorevole.

PRESIDENTE. È autorizzato.

Ha chiesto di parlare il deputato Porta. Ne ha facoltà.

FABIO PORTA (PD-IDP). Sì, Presidente. Annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico a questo importante Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica tra Italia e Costa Rica, con un'unica sottolineatura - se mi è permesso - rispetto all'importante ruolo della comunità italiana in quel Paese.

Con il collega Di Sanzo abbiamo promosso e anche partecipato a diverse iniziative, negli ultimi anni, di valorizzazione di questa storia importante. La nostra comunità in Costa Rica è il cuore pulsante di questa cooperazione bilaterale, che oggi celebriamo, in qualche modo, con questa ratifica. Una comunità che promuove la lingua italiana, sostiene la diffusione della nostra cultura, favorisce gli scambi accademici e scientifici e si fa interprete delle migliori tradizioni di solidarietà e innovazione.

L'Accordo che oggi discutiamo e che ci apprestiamo a ratificare riconosce e valorizza proprio questo ruolo, offrendo strumenti concreti per ampliare la presenza italiana anche in tutti i settori strategici.

Per questo, con convinzione, annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Loperfido. Ne ha facoltà.

EMANUELE LOPERFIDO (FDI). Grazie Presidente, grazie colleghi. Anche questa è una ratifica di un Accordo importante, in un'area - come ha appena dichiarato il collega che mi ha preceduto - importante anche per la presenza di una forte comunità italiana.

Ecco, allora, che questo Parlamento, con la ratifica, va a sostenere un accordo che nel settore della scienza, della tecnologia, dell'informazione, della biomedica e della salvaguardia dell'ambiente può aiutare le nostre aziende italiane ad espandere la loro area di influenza. Ed espandere l'area d'influenza delle aziende italiane è sicuramente uno dei migliori modi per far crescere il made in Italy all'estero.

Un piccolo particolare: questo accordo era del 2016. Anche in questo caso, vediamo che soltanto oggi riusciamo finalmente a ratificarlo. Questo grazie allo sforzo, ovviamente, del nostro Governo ma anche di quella diplomazia parlamentare che tanto può fare con un'azione quotidiana, sistemica, di contatti diretti. In questo mi sento di ringraziare per l'attività svolta anche il collega Caramanna e il collega Pietrella come presidenti del gruppo di amicizia interparlamentare, proprio a dimostrazione del fatto che anche la diplomazia parlamentare può andare a supporto per aiutare a ratificare con una certa celerità accordi che da tanto tempo aspettavano di essere ratificati. Ed è per questo che li sosterremo con convinzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1387?)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1387?)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 1387?:

S. 684 - "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Costa Rica, fatto a Roma il 27 maggio 2016" (Approvata dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 180).

Approvazione in Commissione.

PRESIDENTE. Comunico che nella seduta di mercoledì 11 giugno 2025, la XII Commissione permanente (Affari sociali) ha approvato, con modificazioni, in sede legislativa, la proposta di legge d'iniziativa dei deputati Ciocchetti e altri, con il seguente titolo: “Istituzione della Giornata nazionale per la prevenzione del melanoma e altre disposizioni per la prevenzione e la diagnosi precoce della malattia” (C. 813?).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.

Colleghi, consentite al deputato Silvestri di svolgere il suo intervento nel silenzio dell'Aula, per favore.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Allora, dal 12 giugno inizierà un'importante iniziativa, si chiama Global March to Gaza. È una mobilitazione civile internazionale che partirà proprio dalla città de Il Cairo per raggiungere la città di Rafah con le seguenti intenzioni: 54 delegazioni di Paesi, 150 italiani, che hanno come scopo il seguente, negoziare l'apertura del terminal con le autorità egiziane, in collaborazione con ONG, diplomatici e istituzioni umanitarie, in modo pacifico. È esattamente quello che non sono riusciti a fare i nostri governanti nei confronti di Israele.

Questo è l'unico obiettivo che hanno queste persone. Di tutta risposta, la Farnesina è riuscita a rispondere con un comunicato stampa dove spiega che non sarà fornita loro assistenza consolare. Allora vorrei che il Ministro Tajani venisse in quest'Aula per spiegarci a quale diritto lui fa riferimento quando escono questi comunicati stampa vergognosi da parte della Farnesina (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Perché vorrei ricordare al Ministro Tajani una cosa semplice, semplice: lui non può dire che il Governo italiano non aiuterà e non garantirà la sicurezza di questi 150 italiani.

E non lo può dire perché ci sono degli articoli della Costituzione, come l'articolo 10 e l'articolo 24, che garantiscono il diritto e la tutela giurisdizionale anche all'estero; ci sono l'articolo 35 e l'articolo 3, che rafforzano il principio di tutela dei cittadini in ogni parte del mondo; e c'è una legge importante del 1990, che vorrei che il Ministro Tajani studiasse, che recita e che regola proprio quello che deve fare un consolato, ovvero assicurare assistenza ai cittadini in caso di emergenza, detenzione, espulsione, incidenti, calamità, decessi o altro, offrire tutela legale, documentazioni d'urgenza, interventi in caso di crisi.

In ogni modo, la nostra legge, il nostro Stato fortunatamente ci dice che queste persone vanno tutelate qualsiasi cosa accada, soprattutto dal punto di vista umano, perché stanno andando lì, cercando di aiutare, cercando di frapporsi a un tentativo di genocidio vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che questo Governo, da un anno, da due anni a questa parte, non ha il coraggio di affrontare, né di nominare.

Allora noi riterremo responsabile direttamente il Governo italiano di qualsiasi cosa succederà a queste persone italiane e delle altre delegazioni, perché vogliamo essere rappresentati da un Governo che, quanto meno nella difesa dei diritti internazionali di chi cerca di portare pace e bene all'interno del mondo, capisca che su questo deve intervenire. Noi monitoreremo giorno dopo giorno, ora dopo ora, quello che succederà in quel posto, porremo ogni attenzione.

E qualsiasi cosa succederà, qualsiasi, se anche un capello venisse torto a queste persone, noi vogliamo il Governo in quest'Aula perché lo riterremo direttamente responsabile, perché la nota della Farnesina è vergognosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) come questo Governo su tutto quello che sta succedendo in Palestina (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, la deputata Ghio. Ne ha facoltà.

VALENTINA GHIO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Noi ci associamo alla richiesta e a quanto richiesto dall'onorevole Silvestri. A Gaza la situazione resta drammatica, disumana, disastrosa, il sistema sanitario è saltato, è saltato completamente, mancano cibo, acqua, medicinali. Sono esterrefatto e non riesco a capire il senso di tutto questo, che va oltre ogni limite comprensibile: sono le parole di poco fa, di poche ore fa, del cardinale Pizzaballa, mentre quello che continua ad accadere a Gaza, nella mancanza di un intervento incisivo, reale e sostanziale del mondo, è sempre più tragico.

Gli aiuti umanitari, che dovevano scattare pochi giorni fa, gli aiuti umanitari di Israele, si sono rivelati un bluff, un bluff crudele peraltro. Non solo perché non sono stati introdotti i quantitativi necessari di aiuti, non solo perché non sono stati affidati ad organizzazioni umanitarie indipendenti, ma direttamente a organizzazioni sostenute da Israele, ma perché, da giorni, le autorità sanitarie di Gaza riferiscono che decine di persone, oggi 25 persone, sono state uccise dal fuoco israeliano, mentre chiedevano cibo per sopravvivere.

Ora una carovana di migliaia di persone da 54 Paesi, con tanti nostri connazionali, sta andando a Rafah, attraverso Il Cairo, per portare solidarietà al popolo palestinese, per cercare di scuotere ancora il mondo, per consegnare aiuti umanitari. Quando il mondo non agisce di fronte a un massacro di queste proporzioni, se dei semplici cittadini si attivano, cittadini che vogliono portare pace e giustizia, devono essere sostenuti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), devono essere facilitati, devono essere protetti, devono essere tutelati.

Così come accaduto alla nostra delegazione, la nostra delegazione di parlamentari, di ONG, di giornalisti, di accademici, che dal 16 al 19 maggio, pochi giorni fa, ha avuto il supporto delle strutture dell'ambasciata e delle ambasciate dei territori, per cercare di arrivare al valico di Rafah e portare un messaggio di pace. Questo deve accadere anche per questi cittadini che volontariamente, con i loro mezzi, si fanno carico di questa marcia per portare pace a Gaza. Quindi, chiediamo formalmente alla Farnesina che intervenga, che agisca per assicurare il successo di questo percorso, per assicurare la sicurezza e la tutela di queste persone. Vigileremo perché questo accada (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Inizio con il fatto che ieri un attacco dei droni ha colpito l'edificio di Medici del mondo, il suo ufficio è a Deir El Balah, a Gaza. Era un edificio chiaramente identificato come un luogo di cura e, nonostante l'area fosse considerata sicura, 8 persone sono morte, sono state uccise, e in questo brutale attacco sono morti 4 bambini. Lo dico perché la Farnesina ha fatto un grave errore nello scrivere quel comunicato. L'ho detto alle autorità italiane, ho scritto all'ambasciatore italiano in Egitto, che ha, come dicevo prima, aiutato ognuno di noi ad arrivare al valico di Rafah.

Perché c'è stato un errore? Perché intanto quelle migliaia di persone, di cui 150 italiani, in marcia non hanno nessuna intenzione di sostituirsi alle ONG, non stanno portando aiuti umanitari in un'area di guerra, a un valico che sappiamo benissimo che è militarizzato, e hanno sempre spiegato che la marcia sarà pacifica e non intende entrare nella Striscia di Gaza. Vogliono semplicemente arrivare lì. Intanto, il primo passaggio è da Il Cairo ad Al-Arish.

Noi lo sappiamo bene, vuol dire attraversare tutto il Sinai, vuol dire attraversare tantissimi posti di blocco, e, quindi, il primo appello va alle autorità egiziane, come dicevo, perché sono loro che devono consentire che quei pullman arrivino, tra l'altro, a una località turistica come Al-Arish. Poi, da lì al valico di Rafah ci sono 50 chilometri, loro vogliono percorrerli pacificamente in una marcia.

Sono consapevoli e l'hanno scritto nel comunicato. Ed è lì che dico che la Farnesina ha fatto l'errore più grande, perché la prima cosa che bisognerebbe fare all'estero è di interpretare quello che dicono i tuoi concittadini alle autorità egiziane. E che cosa dicono i tuoi cittadini, onorevole Tajani, Vice Premier Tajani? I tuoi cittadini dicono che staranno alle disposizioni delle autorità e sanno benissimo che fino ad oggi non sono state autorizzate ancora quelle manifestazioni, ma così - lo dico così, per chi ci ascolta - fino a due giorni prima non era autorizzato il nostro viaggio nel Sinai o addirittura l'ultimo passaggio fino a Rafah. Quindi, c'è il tempo - lo dico alle autorità egiziane e alla Farnesina - per far sì che quelle autorizzazioni vengano date, ma soprattutto per dare tutto il supporto di cittadini europei che chiedono semplicemente di cessare l'assedio. Da Gaza devono andarsene via i criminali di guerra (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) e deve ritornare l'ONU!

Lo diciamo a qualche ora di distanza da quando il Governo di Israele si è permesso di prendere altri manifestanti pacifici, in aree internazionali, in acque internazionali, e portarli illegalmente in Israele e alcuni di essi sono ancora lì, sottoposti a processo e sono indagati per un fatto che non hanno commesso, perché loro non sono entrati illegalmente in Israele: volevano andare verso Gaza, volevano pacificamente fare quello che il Governo italiano non riesce a fare, cioè far cessare l'assedio e far finire un genocidio, la pulizia etnica di un intero popolo.

Concludo dicendo che tutta Alleanza Verdi e Sinistra è in marcia, in marcia per Gaza. Diciamo ai nostri concittadini che questo Parlamento vuole essere la sua scorta civile. Non abbiamo dubbi che la nostra ambasciata farà di tutto perché ai nostri concittadini non succeda niente. Non è un appello, è una certezza: le autorità italiane, oggi, sono in marcia con quei 150 concittadini. Spero che Tajani non smentisca quello che tutti noi abbiamo detto in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Benzoni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Per associarci a questa richiesta di informativa urgente per due ragioni. La prima è perché questa marcia, che racchiude persone che arrivano da oltre 50 Paesi diversi, rappresenta i valori della richiesta di pace e del sostegno alla popolazione di Gaza e pacificamente vuole marciare per chiedere l'apertura del valico di Rafah agli aiuti umanitari e vuole marciare per chiedere simbolicamente la fine del conflitto e la fine di quello che sta accadendo a Gaza; poi perché in questi giorni sui giornali italiani stanno apparendo anche i profili delle persone che hanno scelto di partire e di fare questa marcia e non sono pericolosi sovversivi: ci sono dei pensionati che hanno sentito il bisogno di fare un passo e di andare a fare questa marcia per rappresentare gli altri; ci sono ragazzi e ragazze che hanno preso ferie dalle loro aziende per partire e fare quello che in tanti altri non hanno la forza e il coraggio di fare, rappresentare tutta la nostra Nazione in una marcia pacifica.

Nelle condizioni della marcia ci sono due indicazioni: quella di seguire le indicazioni delle autorità egiziane e quella di essere una marcia pacifica. Per questo motivo questa informativa è sempre più necessaria, perché è assurdo che il Governo italiano dica che non presterà assistenza a questi cittadini. Sono cittadini che stanno rappresentando il nostro Paese, i valori pacifici del nostro Paese, e non possono essere abbandonati, anzi, andrebbero sostenuti. Quindi, speriamo che Tajani possa venire qui e ribadire l'appoggio delle forze del Ministero degli Affari esteri a chi andrà in Egitto e, rispettando le regole, marcerà per la pace (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Naturalmente riferirò al Presidente delle richieste di informativa appena giunte dai gruppi.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Ferrara. Ne ha facoltà per un minuto e mezzo.

ANTONIO FERRARA (M5S). Signor Presidente, colleghi e colleghe deputati, ci troviamo, ancora una volta, a discutere di parole che lasciano il segno e non in positivo. Parlo naturalmente dell'increscioso episodio avvenuto nel seggio 15 in via Cairoli a Varese, dove una scrutatrice ha ritenuto opportuno rispondere - con un evidente spirito poco civico e ancora meno democratico - a chi chiedeva semplicemente chiarezza su una norma relativa alla divisione delle file per genere la seguente risposta: “Si eliminassero le persone trans, gli scarti vanno eliminati”. Parole tanto gravi, quanto paradossali. Curioso che, messa di fronte alle sue stesse parole, la persona in questione abbia tentato di sostenere che lei stesse parlando di scarti di un trasloco domestico.

Mi permetto di ironizzare: un trasloco politico sarebbe forse più urgente per chi concepisce simili affermazioni nei luoghi dove dovrebbero regnare rispetto e democrazia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Mi chiedo, cari colleghi della maggioranza, se questo Governo, che tanto parla di ordine e civiltà, non abbia qualche minuto libero per preoccuparsi davvero di garantire il rispetto e l'inclusione di ogni persona nei seggi elettorali. O forse anche il trasloco dei valori democratici è stato completato? Come MoVimento 5 Stelle ribadiamo con forza che non c'è spazio per l'odio e la discriminazione, tantomeno laddove ogni cittadino esercita il diritto fondamentale del voto. Ringrazio Arci e Arcigay per la tempestiva segnalazione e auspichiamo provvedimenti rapidi e adeguati, perché la democrazia, colleghi, non prevede scarti, ma solo rispetto e dignità per tutti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Appendino. Ne ha facoltà per un minuto e mezzo.

CHIARA APPENDINO (M5S). Presidente, non se ne può più, non ne possiamo più. Io mi chiedo: ma per una volta questo Governo, anziché pensare al suo ombelico, può pensare a quello che vivono i cittadini ogni giorno? Vede, dico questo perché abbiamo appreso una cosa eclatante, una vergogna assoluta di cui vogliamo chiedere conto con un'interrogazione, cioè che nel 2023 questo Governo ha usato ben 165 volte i voli di Stato e nel 2025 va ancora peggio, il trend peggiora. Io mi chiedo: ma lo sa, Presidente, quanto costa un volo di Stato? Costa 28.000 euro, che è quanto le persone con uno stipendio medio campano, anzi con cui fanno fatica a campare. Allora, Presidente, noi lo sappiamo che il Governo non capisce cosa succede fuori, che i trasporti non funzionano, che è difficile per un cittadino pagarsi la benzina, che non riesce ad avere un rimborso perché il treno è in ritardo, perché questo Governo, anziché aiutare e accettare la nostra proposta per un rimborso automatico dei pendolari, ha pensato ai suoi rimborsi, ad aumentare i rimborsi degli stipendi dei Ministri e dei Sottosegretari.

Allora, Presidente, non ci stiamo, non ci stiamo perché a questo Governo abbiamo capito che dei cittadini non importa nulla. Ma noi vogliamo dire basta ai privilegi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), noi vogliamo dire basta alla casta, noi vogliamo dire a questo Governo, con la richiesta di dati precisi, che deve scendere dal piedistallo, perché mentre loro volano alti sugli aerei di Stato il Paese sta affondando e sta a terra, molto a terra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Latini. Ne ha facoltà.

GIORGIA LATINI (LEGA). Grazie, Presidente. Voglio informare quest'Aula che purtroppo è successo un fatto gravissimo al liceo “Mamiani” di Pesaro, dove durante l'orario di educazione civica - e poi voglio ricordare anche che l'educazione civica è stata introdotta nella precedente legislatura dal mio partito, dalla Lega, proprio per cercare di formare gli studenti a un senso civico, a una responsabilità civica - un'insegnante, appunto durante questo orario, ha fatto propaganda elettorale proprio il giorno prima utile al referendum. Siccome questa notizia è stata pubblicata su un quotidiano locale, dove gli stessi studenti hanno accusato questa insegnante di propaganda elettorale, voglio dire che questo atto, questo episodio è grave perché un'insegnante deve essere neutrale, deve insegnare il pensiero critico e non può fare propaganda elettorale.

Quindi, nonostante questo impegno, sappiamo tutti come è andato a finire il referendum e spero che quest'insegnante se ne faccia sicuramente una ragione, però anche che rispetti le opinioni degli studenti, che ha additato come ragazzini e come faziosi, perché, comunque, esprimevano questa opinione non conforme al suo pensiero. Quindi, voglio appunto ricordare questo, perché è veramente grave (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Intervengo in quest'Aula per chiedere che, tramite la Presidenza, ci sia una risposta da parte del Ministro competente sulla vicenda che riguarda i comuni di Afragola e di Giugliano. Oggi l'avvocato della famiglia di Martina, la ragazzina che è stata trucidata dall'ex fidanzato, ha reso noto di aver dato mandato a un perito, il quale ha riscontrato che la ragazzina è stata uccisa in un cantiere pubblico, e non in un casolare abbandonato, finanziato con fondi del PNRR. Un luogo che doveva essere sotto rigorosa sorveglianza e che, invece, è rimasto incustodito. A sostenerlo è l'architetto Paolo Sibilio, consulente tecnico nominato dall'avvocato della famiglia della vittima, Sergio Pisani.

Voglio specificare che, per molto meno, nel comune di Caivano abbiamo deciso di fare un intervento enorme, accusando anche l'amministrazione. Non capiamo come mai, nel caso di Afragola, non si faccia alcun intervento, mandando anche eventualmente la commissione d'accesso. Domando questo perché, guarda caso, il vice sindaco di Afragola - la cui maggioranza è di centrodestra - è incredibilmente un esponente del Governo. Allora noi vorremmo sapere come mai sulla vicenda di Afragola si utilizza un peso diverso rispetto a quella di Caivano.

E ancora, domandiamo al Ministro competente se non si stiano utilizzando in modo strano le commissioni d'accesso, visto che, ad esempio, recentemente, si è votato a Giugliano, dove non ha vinto la coalizione che auspicava l'attuale maggioranza e, nonostante si sia votato poche settimane fa, è stato annunciato che la precedente giunta potrebbe portare allo scioglimento del comune. Attenzione, perché noi non accetteremo l'uso strumentale delle azioni delle commissioni prefettizie.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 12 giugno 2025 - Ore 10:

1. Comunicazioni del Ministro del lavoro e delle politiche sociali sulla sicurezza sul lavoro, ai sensi dell'articolo 14-bis del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81.

La seduta termina alle 19,15.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: PINO BICCHIELLI, PATRIZIA MARROCCO, FABIO PORTA E SALVATORE CAIATA (A.C. 2291?)

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)M-CP). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 2291?). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, il presente provvedimento, recante la ratifica e l'esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Moldova in materia di sicurezza sociale, firmato a Roma il 31 ottobre 2024, va nella direzione di rafforzare le tutele sociali per le persone che vivono e lavorano tra i nostri due Paesi, migliorando concretamente le condizioni di vita della numerosa comunità moldava presente in Italia e dei cittadini italiani che operano o hanno operato nella Repubblica di Moldova.

Questo nuovo Accordo, che amplia e integra quanto già disposto dalla legge n. 94 del 2023 - la quale si limitava all'esportabilità delle pensioni e delle rendite da lavoro - introduce un elemento di particolare rilevanza: il riconoscimento e la totalizzazione dei periodi assicurativi maturati in entrambi i Paesi ai fini pensionistici.

Si tratta di una conquista non solo sul piano della giustizia sociale, ma anche su quello della coerenza normativa rispetto ai principi europei di libera circolazione e di reciprocità tra Stati partner.

Il testo prevede inoltre, in modo chiaro e articolato, disposizioni che garantiscono parità di trattamento, esportabilità delle prestazioni, protezione dei dati personali, cooperazione amministrativa e, non da ultimo, la possibilità per i cittadini di rivolgersi direttamente alle autorità competenti dei due Stati, anche per il tramite delle rappresentanze consolari.

È una misura concreta, che avrà effetti positivi sull'efficienza della pubblica amministrazione e sulla trasparenza del sistema previdenziale, anche grazie all'istituzione di organismi di collegamento e procedure semplificate per la trasmissione delle informazioni. Il tutto nel pieno rispetto delle normative in materia di protezione dei dati personali.

Tuttavia, questo Accordo non ha solo una valenza tecnica. Esso si inserisce in un contesto politico e strategico più ampio. L'Italia ha sostenuto, anche in sede parlamentare, il percorso europeo della Moldova, accogliendo con favore la sua candidatura all'Unione europea e accompagnandone i primi passi nei negoziati formali avviati nel 2024. La cooperazione bilaterale in materia di sicurezza sociale è un tassello fondamentale di questo cammino comune.

Sostenere la Moldova significa rafforzare la dimensione europea del nostro continente, contribuire alla stabilità e alla prosperità di una regione strategica, e al tempo stesso consolidare legami storici, culturali e umani che sono già oggi forti e diffusi nelle nostre città e nei nostri territori.

Con il provvedimento in esame, dunque, confermiamo non solo l'attenzione verso i diritti dei lavoratori e dei pensionati, ma riaffermiamo altresì la volontà politica dell'Italia di essere un partner affidabile, solidale e proiettato verso l'integrazione europea.

Per queste ragioni, a nome del gruppo Noi Moderati, esprimo voto favorevole al provvedimento in esame, auspicando che esso entri quanto prima in vigore e possa rappresentare un modello per ulteriori accordi analoghi con altri Paesi dell'area del partenariato orientale.

PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 2291?). Grazie Presidente! Il provvedimento che ci accingiamo a votare riguarda la ratifica dell'Accordo in materia di sicurezza sociale sottoscritto dall'Italia e dalla Moldova nell'ottobre 2024 e volto a realizzare un più efficace coordinamento tra le legislazioni di settore fra i due Paesi, migliorando così la condizione di quei lavoratori e delle loro famiglie che, per ragioni professionali, sono soliti spostarsi fra i nostri due Paesi.

Si tratta di un Accordo importante perché riguarda 107.000 moldavi che vivono nel nostro Paese e che potranno godere, ai fini pensionistici, di tutti i diritti che sono loro riconosciuti all'interno dell'Accordo. Lavoratrici e lavoratori che sovente sono impegnati nelle nostre famiglie, spesso ricoprendo ruoli e incarichi di estrema fiducia, di cura e di sostegno delle persone più deboli. Si tratta di una comunità, quella moldava che vive pienamente integrata nel nostro territorio.

Accanto a questi, non dimentichiamocelo, ci sono poi anche i quattromila italiani che si trovano ad aver costruito una famiglia in Moldova, che lavorano là e che contribuiscono alla prosperità di quel Paese, un Paese con il quale l'Italia vanta relazioni politiche ed economiche eccellenti, con uno scambio commerciale che ha superato i 660 milioni di euro; un Paese di cui l'Italia sostiene convintamente la prospettiva di adesione all'Unione europea.

Il ruolo della Moldova in questa fase storica, anche in considerazione della sua posizione geografica tra l'Ucraina e la Romania, e la sua fortissima aspirazione a una piena integrazione nell'Unione europea vanno sostenuti fortemente da parte italiana.

Per questi motivi, annuncio il voto favorevole del gruppo di Forza Italia.

FABIO PORTA (PD-IDP). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 2291?). Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, intervengo per formulare, a nome del mio gruppo parlamentare, una dichiarazione di voto favorevole alla ratifica e all'esecuzione dell'“Accordo tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Moldova in materia di sicurezza sociale, sottoscritto a Roma il 31 ottobre 2024”. Tale provvedimento riveste un'importanza strategica, in quanto rappresenta un progresso significativo sia nella tutela dei diritti dei lavoratori che si spostano tra i due Paesi, sia nel consolidamento delle relazioni bilaterali tra Italia e Moldova.

L'Italia ospita una delle più consistenti comunità moldave in Europa, con oltre 113.000 presenze regolarmente soggiornanti al 1° gennaio 2022, caratterizzate da una forte componente femminile e da una rilevante incidenza nei settori dell'assistenza familiare e dei servizi alla persona. Questa comunità, laboriosa e integrata, contribuisce in modo sostanziale al tessuto economico e sociale nazionale. Tuttavia, fino ad oggi, la disciplina in materia di sicurezza sociale presentava lacune che penalizzavano chi, per ragioni lavorative o personali, si trasferiva tra Italia e Moldova.

Il precedente Accordo bilaterale, in vigore dal 1° dicembre 2023, regolava l'esportabilità delle pensioni e delle rendite per infortunio e malattia professionale, ma non contemplava la totalizzazione dei periodi assicurativi ai fini pensionistici, né l'esportabilità di prestazioni non contributive e di tipo misto. Questa situazione generava incertezze e disparità di trattamento, ostacolando la piena tutela previdenziale dei lavoratori migranti.

L'Accordo che ci accingiamo a ratificare introduce innovazioni di rilievo:

- prevede la totalizzazione dei periodi assicurativi maturati in Italia e in Moldova, consentendo ai lavoratori di sommare i contributi versati nei due Paesi per accedere alle prestazioni pensionistiche, in linea con i principi europei di coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale, quali parità di trattamento, totalizzazione ed esportabilità delle prestazioni;

- sancisce l'esportabilità delle pensioni e delle rendite anche in caso di trasferimento della residenza nell'altro Stato, garantendo la parità di trattamento tra cittadini italiani e moldavi;

- estende il proprio ambito di applicazione alle principali prestazioni previdenziali: per l'Italia, alle prestazioni di invalidità, vecchiaia e superstiti dell'assicurazione generale obbligatoria, ai regimi speciali dei lavoratori autonomi, alla gestione separata e ai regimi esclusivi e sostitutivi gestiti dall'INPS, nonché alle prestazioni per infortuni sul lavoro e malattie professionali gestite dall'INAIL; per la Moldova, alle pensioni per limite d'età, disabilità e superstiti;

- esclude dal campo di applicazione l'assegno sociale e le prestazioni non contributive a carico della fiscalità generale per l'Italia, nonché le pensioni speciali e anticipate per la Moldova;

- introduce procedure semplificate per la presentazione delle domande, il riconoscimento dei documenti e lo scambio di informazioni tra le istituzioni competenti, con particolare attenzione alla tutela della riservatezza e dei dati personali secondo gli standard europei;

- garantisce la protezione previdenziale anche ai familiari e ai superstiti dei lavoratori.

L'approvazione di questo Accordo costituisce un segnale concreto di attenzione verso la comunità moldava in Italia e verso i cittadini italiani che lavorano o hanno lavorato in Moldova, promuovendo i principi di reciprocità e solidarietà internazionale. Dal punto di vista economico, favorisce la mobilità dei lavoratori, sostiene la regolarità contributiva e contribuisce a contrastare il lavoro sommerso e irregolare, con oneri finanziari stimati in 7,2 milioni di euro per il 2025 e destinati a stabilizzarsi a 19 milioni annui dal 2034, coperti da appositi stanziamenti senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Sul piano politico e diplomatico, il provvedimento rafforza la partnership strategica tra Italia e Moldova, in un contesto segnato dal percorso di avvicinamento della Moldova all'Unione europea e dalle sfide poste dalla situazione regionale. Le istanze della comunità moldava in Italia e delle autorità moldave hanno trovato così una risposta concreta, frutto di un lavoro parlamentare condiviso e lungimirante.

Onorevoli colleghi, l'Accordo che ci apprestiamo a ratificare è frutto di un lavoro serio, condiviso e lungimirante, che va incontro alle esigenze concrete delle persone e rafforza i legami tra i nostri due Paesi. l'Italia riafferma, così, il proprio impegno per una società più giusta, inclusiva e rispettosa dei diritti di tutti i lavoratori, indipendentemente dalla loro origine nazionale.

Vorrei sottolineare, a questo proposito, quanto sia fondamentale disporre di un quadro normativo chiaro e condiviso tra Stati, soprattutto in materia di sicurezza sociale. Come osserva la dottrina internazionale, “il processo di trasformazione del diritto internazionale da un sistema di coordinamento dei rapporti tra Stati europei in aree limitate, come le relazioni diplomatiche e la guerra, a un sistema universale di cooperazione in numerosi campi tra entità molto diverse riflette i progressi delle scienze naturali e della tecnologia, l'aumento dell'interdipendenza politica ed economica globale e la necessità di affrontare problemi che non possono più essere gestiti adeguatamente entro un quadro nazionale”.

(In questa prospettiva, la chiarezza e la strutturazione dei rapporti normativi tra Stati rappresentano non solo una garanzia di certezza giuridica e di equità, ma anche uno strumento imprescindibile per la tutela effettiva dei diritti individuali e collettivi. Come è noto l'assenza di un quadro giuridico espone i cittadini a incertezze e disparità di trattamento, mentre i trattati e i rapporti di tipo internazionale sono degli accordi bilaterali basati sul principio della reciprocità).

Pertanto, annunciando il voto favorevole del gruppo PD, invito l'Aula a esprimere un ampio consenso su questo provvedimento, che rappresenta un esempio virtuoso di cooperazione internazionale e di attenzione ai valori della dignità del lavoro e della solidarietà sociale.

SALVATORE CAIATA (FDI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 2291?). Presidente, onorevoli colleghi, quest'oggi ci troviamo ad approvare la ratifica dell'Accordo tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Moldova in materia di sicurezza sociale, siglato a Roma il 31 ottobre 2024 e per cui, permettetemi di fare una nota personale, sono estremamente soddisfatto, in quanto rappresenta il risultato di un lavoro di diplomazia parlamentare di raccordo tra la commissione affari esteri, la commissione lavoro, il Ministero del Lavoro e degli Esteri, nonché il Governo, e anche per mio tramite come Presidente dell'InCE, ci ha visti tutti in maniera sincrona coinvolti in vista di un obiettivo comune.

Mi corre un obbligo di ringraziamento personale al nostro ambasciatore Tomassoni che ha lavorato, al Vice Ministro Cirielli, al presidente Tremonti, al presidente Rizzetto che tutti insieme hanno permesso di arrivare velocemente alla stesura di questo Accordo. Ringrazio anche la collega Beatriz Colombo per il suo profuso impegno come presidente dell'intergruppo parlamentare di amicizia con la Moldova.

Questo provvedimento assume un rilievo non solo tecnico, ma profondamente politico, in quanto rappresenta un ulteriore passo nel rafforzamento del dialogo e della cooperazione tra l'Italia e la Moldova, in un contesto più ampio di progressiva integrazione europea della Repubblica di Moldova.

L'Accordo disciplina in maniera puntuale i diritti previdenziali dei lavoratori e dei cittadini che hanno maturato periodi di contribuzione nei due Paesi, introducendo il principio della totalizzazione dei contributi, la parità di trattamento e la possibilità di esportare le prestazioni pensionistiche.

Inoltre, permettetemi di aggiungere, tale Accordo è anche espressione di gratitudine da parte della nostra Nazione verso una comunità che con grande dignità e impegno ha posto a nostro servizio le sue competenze con dedizione, e che meritava, dunque, tale riconoscimento.

L'Italia, che ospita una numerosa e ben integrata comunità moldava, assume così un ruolo guida nel riconoscere il valore di questa presenza e nel contribuire a costruire ponti di cittadinanza attiva e tutela reciproca tra i popoli.

Mi permetta, inoltre, di dire che la firma di questo Accordo è la dimostrazione di come questo Governo, il Presidente Meloni, il Ministro Tajani, diano sempre segni di buona volontà e di predisposizione con un atteggiamento fattivo e costruttivo di chi viene in Italia per lavorare, di chi viene in Italia per mettersi a disposizione e per avere un approccio costruttivo nei confronti del nostro paese e smentisce anche quello che viene detto che non siamo disposti ad accogliere.

Noi siamo sempre disposti ad accogliere ad aiutare a incentivare tutte le comunità che vengono in Italia come i nostri migranti sono andati all'estero nel corso della storia: rispettando le tradizioni dei popoli e dei luoghi che andavano a visitare e lavorando per un futuro migliore per loro e per i loro figli.

Ultima nota. Questo Accordo assume una rilevanza importante anche dal punto di vista geopolitico, perché l'Ucraina è sicuramente il primo confine del conflitto ibrido che la coinvolge dal punto di vista bellico, ma l'Ucraina dal punto di vista della guerra ibrida, della vicinanza al conflitto li espone moltissimo. Questo è un segno che l'Europa e in particolare l'Italia dà al popolo moldavo che fa parte dell'Unione europea dall'integrazione europea di quel popolo. È un passaggio fondamentale e lo facciamo con grande soddisfazione e con grande rispetto. So che la comunità aspettava con ansia e ci sta guardando, quindi permettetemi di esprimere soddisfazione e dichiarare il voto favorevole.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: PINO BICCHIELLI E ROBERTO BAGNASCO (A.C. 1915-A?)

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)M-CP). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1915-A?). Grazie Presidente, Onorevoli colleghe e colleghi, signori del Governo, il provvedimento che ci accingiamo a votare ratifica l'Accordo tra Italia e India sulla cooperazione nel settore della difesa, firmato a Roma il 9 ottobre 2023. L'Accordo mira a rafforzare la collaborazione tra i due Paesi attraverso: scambi tecnologici, industriali e addestrativi; protezione della proprietà intellettuale e della sicurezza delle informazioni; co-progettazione e produzione di sistemi di difesa; strumenti finanziari chiari e limitati; possibilità di sottoscrivere intese aggiuntive tra i Ministeri della Difesa.

Questo Accordo rappresenta molto più di un'intesa tecnico-militare.

È un tassello fondamentale di una strategia di politica estera che riconosce all'Italia un ruolo attivo e propositivo nei grandi scenari geopolitici globali.

La cooperazione con l'India, oggi tra le potenze emergenti più rilevanti nel mondo, testimonia la volontà dell'Italia - sotto la guida del Governo Meloni - di rafforzare il proprio profilo internazionale con una diplomazia che sia contemporaneamente pragmatica, coerente e radicata nei nostri interessi nazionali.

L'intesa, che disciplina ambiti cruciali come la ricerca, la formazione militare, la coproduzione di sistemi di difesa e la protezione delle informazioni classificate, non solo offre opportunità concrete al nostro comparto industriale e tecnologico, ma rilancia anche il valore della nostra cooperazione bilaterale su basi di reciproca fiducia.

In questo contesto, desidero sottolineare il ruolo fondamentale svolto dalla nostra rete diplomatica - in particolare dall'ambasciata d'Italia a New Delhi e dai consolati onorari attivi in India - che hanno contribuito in modo determinante a rinsaldare i rapporti tra i nostri Paesi, promuovendo il dialogo istituzionale, culturale ed economico. La presenza italiana in India non è solo una presenza formale: è un presidio dinamico di valori, relazioni e opportunità, che merita di essere rafforzato e valorizzato.

Il nostro voto favorevole è anche un riconoscimento a questa dimensione diplomatica, spesso silenziosa ma strategica, che accompagna e sostiene gli accordi che oggi discutiamo e approviamo in quest'Aula.

ROBERTO BAGNASCO (FI-PPE). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1915-A?). Grazie Presidente, colleghi, l'Accordo in esame rappresenta un passo volto a rafforzare il dialogo bilaterale in ambito strategico e tecnico-militare con uno Stato che, per dimensioni, proiezione geopolitica e capacità industriale, riveste un ruolo sempre più rilevante nel contesto asiatico e globale.

L'intesa mira a definire un quadro giuridico stabile entro cui sviluppare una cooperazione strutturata su una pluralità di ambiti: sicurezza, difesa, ricerca tecnologica, formazione del personale, scambio di esperienze, attività congiunte nel settore industriale, fino alla condivisione di informazioni e alla promozione di joint venture nel campo della produzione militare. È prevista altresì la possibilità di interazioni nel settore sanitario militare, nella logistica, nella formazione e perfino nelle attività culturali e sportive connesse al comparto difesa.

Forza Italia ritiene che un'azione esterna solida e coerente con i principi costituzionali debba saper promuovere accordi bilaterali selettivi con Paesi terzi, nella misura in cui tali intese contribuiscano a rafforzare l'autonomia strategica europea, valorizzare l'industria nazionale e favorire la stabilità regionale. In questa prospettiva, l'Accordo con l'India può offrire opportunità di rilievo per il sistema Italia, in particolare per le nostre aziende del comparto difesa e per i nostri centri di ricerca e formazione, a condizione che venga sempre mantenuto un controllo politico, tecnico e giurisdizionale rigoroso sull'attuazione.

Al riguardo, riteniamo significativa la clausola che prevede che le attività formative si svolgano prevalentemente in Italia e che, in caso di iniziative da attuarsi in territorio indiano, sia comunque garantita la giurisdizione italiana sul proprio personale. Questo aspetto è fondamentale alla luce delle esperienze passate e consente di tutelare adeguatamente i nostri operatori impegnati all'estero.

Va inoltre sottolineato che l'Accordo non comporta automatismi immediati: ogni forma di cooperazione richiede intese specifiche, consultazioni bilaterali e una valutazione puntuale dei costi e delle condizioni. Le attività saranno subordinate alla disponibilità delle risorse finanziarie stanziate e non genereranno nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Tale prudenza è indispensabile, anche alla luce del contesto geopolitico dell'area indo­pacifica, segnato da tensioni persistenti e da episodi, anche recenti, che sollevano interrogativi sull'equilibrio regionale.

Per questo, Forza Italia sottolinea l'importanza di una rigorosa vigilanza sull'attuazione dell'Accordo, affinché le attività sviluppate siano pienamente coerenti con gli obiettivi strategici del nostro Paese, con i valori dell'Alleanza Atlantica e con il rispetto del diritto internazionale.

Alla luce di tali considerazioni esprimo, a nome di Forza Italia, voto favorevole alla ratifica dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'India sulla cooperazione nel settore della difesa, nella consapevolezza che la politica estera e di difesa debba fondarsi su partenariati seri, regolati, trasparenti, ispirati a mutuo interesse e orientati alla stabilità globale. L'Italia deve continuare a presidiare con responsabilità i propri interessi strategici, dotandosi di strumenti normativi adeguati per affrontare le sfide del nostro tempo con determinazione, cautela e visione.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: PINO BICCHIELLI E PATRIZIA MARROCCO (A.C. 2101?)

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)M-CP). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 2101?). Grazie Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, signori del Governo, l'Accordo che ci accingiamo a votare si inserisce in un contesto geopolitico e commerciale particolarmente delicato e complesso, nel quale le rotte tradizionali del commercio internazionale sono messe a dura prova da tensioni, instabilità e conflitti che interessano aree strategiche del Mediterraneo, del Mar Rosso e del Medio Oriente.

In questo scenario, il rafforzamento di relazioni bilaterali solide e operative con Paesi chiave come l'Egitto assume un valore strategico tanto sul piano economico quanto su quello politico.

L'Egitto rappresenta infatti, per l'Italia e per l'Europa tutta, un partner fondamentale nel quadrante mediterraneo e nordafricano: ponte commerciale tra Africa, Medio Oriente ed Europa, crocevia di rotte marittime vitali, Paese con cui l'Italia condivide interessi strategici in ambito energetico, migratorio, commerciale e culturale.

L'Accordo oggi in discussione è frutto di un lavoro diplomatico puntuale, silenzioso e continuo, portato avanti dal nostro Ministero degli Affari Esteri e dalla nostra rete diplomatica, che vogliamo qui pubblicamente ringraziare. Il dialogo costante con le autorità egiziane ha permesso di giungere a un'intesa che non è solo tecnica o logistica, ma che ha un significato politico e strategico più ampio: rinsaldare la fiducia reciproca e fornire strumenti concreti per facilitare l'interscambio commerciale e la mobilità delle merci in un momento in cui la fragilità delle catene globali di approvvigionamento è sotto gli occhi di tutti.

L'Accordo in oggetto permette di semplificare e rendere più efficiente il trasporto internazionale delle merci, consentendo l'impiego di rimorchi e semirimorchi non accompagnati su traghetti marittimi. Una modalità di trasporto che riduce i costi logistici, ottimizza i tempi di consegna e consente una gestione più sostenibile del traffico merci, a beneficio sia delle nostre imprese esportatrici sia dei consumatori.

Ma soprattutto, questo provvedimento si inserisce in una più ampia strategia di rafforzamento della cooperazione economica tra Roma e Il Cairo, che deve proseguire nel solco di un dialogo aperto, rispettoso e costruttivo tra due Paesi che condividono il Mediterraneo come spazio comune di sviluppo, stabilità e crescita.

In conclusione, il gruppo Noi Moderati esprime un voto favorevole su questo Accordo non solo per il suo valore pratico, ma per ciò che esso rappresenta: una concreta espressione della buona politica estera italiana, capace di generare ricadute positive per le nostre imprese, per il nostro export, per l'interesse nazionale.

PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 2101?). Grazie Presidente!

La ratifica che ci apprestiamo a votare oggi in via definitiva, una volta entrata in vigore, costituirà la normativa fondamentale di riferimento per la disciplina del trasporto su strada delle merci fra Italia ed Egitto.

Si tratta di un Accordo tecnico sull'intermodalità gomma-nave finalizzato a regolare e agevolare le connessioni fra i due Paesi utilizzando servizi marittimi Ro-Ro (roll on-roll off).

Riguarda soltanto un particolare tipo di trasporto merci. Per la precisione, il bilaterale riguarderà solo i trasporti con rimorchi e semirimorchi che saranno trainati unicamente da veicoli locali. In estrema sintesi, viene previsto che le motrici adibite al trasporto dei rimorchi e dei semirimorchi rimangano nel loro Paese di origine; quando, invece, i rimorchi e i semirimorchi vengono portati in Egitto, vengono presi in carico da altre motrici. Ciò risponde a un'esigenza degli operatori, perché si evitano costi di assicurazione e controversie in caso di infrazioni del codice della strada.

Con questo Accordo i due Paesi mediterranei contribuiranno in modo sostanziale a rafforzare l'interscambio commerciale bilaterale. Va ricordato che le filiere alimentari, farmaceutiche e tessili sono quelle più interessate a tali viaggi.

Per questi motivi Forza Italia voterà a favore di questo Accordo.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: PINO BICCHIELLI, PATRIZIA MARROCCO E DIMITRI COIN (A.C. 1387?)

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)M-CP). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1387?). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, il provvedimento, recante la ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica tra il Governo della Repubblica Italiana e quello della Repubblica di Costa Rica, firmato a Roma il 27 maggio 2016, rappresenta non solo un atto formale, ma un'autentica opportunità di sviluppo, collaborazione e crescita condivisa.

L'Accordo in esame si inserisce nel quadro di una relazione bilaterale già solida e improntata all'amicizia, come dimostrano i numerosi rapporti accademici, culturali ed economici che legano i nostri due Paesi.

Basti ricordare i 32 accordi di cooperazione tra università italiane e costaricane, e la presenza in Costa Rica di importanti aziende italiane che operano nei settori strategici delle infrastrutture civili, dell'energia rinnovabile, della mobilità e dei servizi satellitari.

L'Accordo si articola in ben 21 articoli, che spaziano dalla promozione della cultura e dello scambio linguistico alla cooperazione scientifica, dalla valorizzazione del patrimonio artistico alla protezione della proprietà intellettuale, dallo sport ai diritti umani. In particolare, viene prevista la possibilità di: istituire borse di studio; favorire la mobilità di studenti, studiosi, artisti e operatori culturali; rafforzare la cooperazione nei settori della biomedicina, delle tecnologie ambientali, della salute e dei beni culturali; contrastare il traffico illecito di opere d'arte.

È importante sottolineare che l'impatto finanziario di questo provvedimento è contenuto e ampiamente sostenibile: 231.600 euro annui a partire dal 2023, già coperti tramite fondi speciali del Ministero dell'Economia e delle finanze. Si tratta di un investimento strategico in soft power, nel rafforzamento del ruolo dell'Italia come attore culturale e scientifico globale, capace di promuovere valori, saperi e dialogo attraverso relazioni bilaterali strutturate.

Sul piano internazionale, l'approvazione di questo Accordo si inserisce nel contesto dell'Accordo di Associazione tra l'Unione europea e l'America Centrale, di cui il Costa Rica è parte, e che prevede forme avanzate di collaborazione economica e culturale. Inoltre, l'ingresso del Costa Rica nell'OCSE nel 2021 rappresenta un ulteriore elemento di qualificazione per un partenariato fondato su valori condivisi di democrazia, sostenibilità, trasparenza e innovazione.

Per queste ragioni, annuncio il voto favorevole del gruppo Noi Moderati al disegno di legge di ratifica, convinti che esso contribuirà a rafforzare la presenza culturale e scientifica dell'Italia in America Latina e a consolidare i legami con un Paese amico e affidabile come il Costa Rica.

PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1387?). Grazie Presidente!

Il disegno di legge che ci apprestiamo a votare ha lo scopo di ratificare l'Accordo sulla cooperazione culturale, scientifica e tecnologica tra Italia e Costa Rica, firmato il 27 maggio del 2016.

Occorre sottolineare come le relazioni bilaterali tra i nostri due Paesi sono eccellenti, solide e da sempre caratterizzate da un proficuo rapporto di amicizia e collaborazione. Ottimi anche i rapporti commerciali: la Costa Rica è il quarto più importante partner dell'Italia nell'area dell'America centrale dopo Messico, Panama e Cuba. L'Accordo al nostro esame, quindi, si inserisce in un più ampio contesto di rilancio delle nostre relazioni bilaterali con uno dei nostri tradizionali interlocutori dell'America Centrale.

Con quest'Accordo si migliorerà la conoscenza e la diffusione delle rispettive lingue e culture e si favorirà la collaborazione tra le istituzioni accademiche, amministrazioni archivistiche, biblioteche e musei dei nostri due Paesi nel campo culturale, scientifico e tecnologico mediante lo scambio di esperti, informazioni e documentazione, anche al fine di riconoscimento ed equiparazione dei titoli universitari.

Per queste ragioni, Presidente, annuncio il voto favorevole alla ratifica del gruppo di Forza Italia.

DIMITRI COIN (LEGA). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1387?). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori membri del Governo!

Il provvedimento oggi al nostro esame è d'iniziativa parlamentare e ci giunge dal Senato, dove è stato approvato il 6 settembre 2023 con 143 voti a favore e un solo no. Concerne, come sapete, l'autorizzazione a ratificare l'Accordo bilaterale di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica tra Italia e Costa Rica.

Dall'esecuzione dell'intesa discenderanno maggiori oneri di bilancio, per un importo pari a 231.600 euro, ai quali ogni tre anni se ne aggiungeranno ulteriori 10.000. Si tratta di un sacrificio economico sostenibile.

L'Accordo impegnerà Italia e Costa Rica a promuovere attività congiunte nell'ambito culturale, scientifico e tecnologico, nonché a migliorare la conoscenza e la diffusione delle rispettive lingue e culture e a favorire la collaborazione tra le rispettive istituzioni accademiche, biblioteche e musei. Sono altresì previsti scambi di esperti, di informazioni e documentazione legislativa in materia d'istruzione, anche al fine di sottoscrivere in futuro accordi per il riconoscimento e l'equiparazione dei titoli universitari.

Se l'intesa funzionerà, come ci auguriamo, Italia e Costa Rica intensificheranno la loro collaborazione anche nei settori editoriale, della musica, della danza, del teatro, del cinema, delle arti visive e nell'ambito radiotelevisivo.

Iniziative congiunte saranno altresì promosse nei settori dello sport e della gioventù, nei campi dei diritti umani e delle libertà civili e politiche, delle pari opportunità e della tutela delle minoranze.

Sarà inoltre incentivata la cooperazione nei campi delle tecnologie dell'informazione e della multimedialità applicata, dell'informatica, della biomedica, dell'industria alimentare, della salvaguardia dell'ambiente, della salute, dell'energia e dei beni culturali.

Si attendono ricadute positive anche nei settori dell'archeologia, dell'antropologia, della valorizzazione del patrimonio culturale, anche tramite la facilitazione della permanenza e dell'uscita di persone, di materiali e di attrezzature dai rispettivi territori e la protezione della proprietà intellettuale. Lo stato di attuazione dell'Accordo sarà monitorato da una Commissione mista, da convocarsi alternativamente nelle capitali dei due Paesi, Roma e San José.

Vale la pena ricordare come in Costa Rica risieda una folta comunità di italo-costaricani, noti come “tútiles”, la cui consistenza è valutata tra le 250.000 e le 500.000 persone, pari al 5-10 per cento della popolazione locale. Non è difficile immaginare iniziative che li coinvolgano e permettano loro di rinsaldare il legame con il nostro Paese.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori membri del Governo!

Alla luce di quanto precede, il gruppo Lega-Salvini Premier confermerà qui a Montecitorio il voto favorevole già espresso al Senato.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 9 il deputato Bof ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 2 il deputato Penza ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 5 la deputata Di Maggio ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 11 e 65 il deputato Dell'Olio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 18 il deputato Stefani ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 20 e 66 il deputato Furfaro ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 28 il deputato D'Attis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 29 e 89 il deputato Paolo Emilio Russo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 34, 70 e 105 il deputato Maullu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 74 il deputato Soumahoro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 77 la deputata Longi ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 78 il deputato Furfaro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 78 il deputato Benvenuti Gostoli ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 79 il deputato Lacarra ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 80 i deputati presenti del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 81 la deputata L'Abbate ha segnalato che si è erroneamente astenuta mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 83 la deputata Marrocco ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 87 il deputato Foti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 87 la deputata Kelany ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 92 il deputato Iaia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 98 e 103 la deputata Marrocco ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 103 il deputato Marchetti ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 110 la deputata Morfino ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 110 il deputato Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 112 il deputato Soumahoro ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 115 la deputata Marrocco ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 119 la deputata Longi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 121 la deputata Orrico ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 128 la deputata Bordonali ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 129 la deputata Gardini ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 148 la deputata Ciaburro ha segnalato che si è erroneamente astenuta mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 165 il deputato Zoffili ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 169 il deputato Loperfido ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 14 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 2280 - EM 1.11 239 236 3 119 100 136 77 Resp.
2 Nominale EM 1.12 241 238 3 120 99 139 77 Resp.
3 Nominale EM 1.7 242 229 13 115 90 139 77 Resp.
4 Nominale EM 1.1003 244 235 9 118 94 141 77 Resp.
5 Nominale EM 1.8 246 231 15 116 91 140 77 Resp.
6 Nominale EM 1.3 249 245 4 123 102 143 77 Resp.
7 Nominale EM 1.1002 256 252 4 127 105 147 76 Resp.
8 Nominale EM 1.9 249 245 4 123 103 142 76 Resp.
9 Nominale EM 1.10 252 248 4 125 104 144 76 Resp.
10 Nominale EM 1.4 256 246 10 124 98 148 76 Resp.
11 Nominale EM 1.5 254 245 9 123 98 147 76 Resp.
12 Nominale EM 1.6 256 252 4 127 104 148 76 Resp.
13 Nominale EM 1.13 255 240 15 121 95 145 76 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 14 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale EM 1.1001 258 224 34 113 76 148 76 Resp.
15 Nominale EM 1.2 252 246 6 124 102 144 76 Resp.
16 Nominale EM 1.1, 1.1000 262 253 9 127 98 155 73 Resp.
17 Nominale ARTICOLO 1 264 251 13 126 210 41 73 Appr.
18 Nominale ARTICOLO 2 264 251 13 126 210 41 73 Appr.
19 Nominale ARTICOLO 3 262 194 68 98 154 40 73 Appr.
20 Nominale EM 4.1 262 199 63 100 49 150 73 Resp.
21 Nominale EM 4.2 261 191 70 96 43 148 73 Resp.
22 Nominale EM 4.3 260 250 10 126 101 149 73 Resp.
23 Nominale EM 4.4 255 245 10 123 99 146 73 Resp.
24 Nominale EM 4.5 259 190 69 96 42 148 73 Resp.
25 Nominale ARTICOLO 4 264 194 70 98 154 40 73 Appr.
26 Nominale EM 5.1 264 255 9 128 102 153 72 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 14 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale ARTICOLO 5 266 250 16 126 211 39 72 Appr.
28 Nominale ARTICOLO 6 263 194 69 98 154 40 72 Appr.
29 Nominale EM 7.1 264 192 72 97 40 152 72 Resp.
30 Nominale ARTICOLO 7 266 198 68 100 155 43 72 Appr.
31 Nominale EM 8.1, 8.2 260 244 16 123 95 149 72 Resp.
32 Nominale EM 8.3 262 195 67 98 42 153 72 Resp.
33 Nominale EM 8.4, 8.1000 268 260 8 131 107 153 72 Resp.
34 Nominale EM 8.1003 259 249 10 125 100 149 72 Resp.
35 Nominale EM 8.5 268 257 11 129 103 154 72 Resp.
36 Nominale EM 8.6 263 201 62 101 50 151 72 Resp.
37 Nominale EM 8.7 271 261 10 131 106 155 72 Resp.
38 Nominale EM 8.1001 268 261 7 131 108 153 72 Resp.
39 Nominale EM 8.1002 266 261 5 131 110 151 72 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 14 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale ARTICOLO 8 271 199 72 100 159 40 72 Appr.
41 Nominale ART AGG 8.04 273 262 11 132 108 154 72 Resp.
42 Nominale EM 9.1, 9.1000 272 254 18 128 97 157 72 Resp.
43 Nominale EM 9.2, 9.1001 275 258 17 130 100 158 72 Resp.
44 Nominale EM 9.3 273 256 17 129 99 157 72 Resp.
45 Nominale ARTICOLO 9 275 260 15 131 218 42 72 Appr.
46 Nominale EM 10.1000 274 223 51 112 65 158 72 Resp.
47 Nominale EM 10.1001 275 256 19 129 99 157 72 Resp.
48 Nominale EM 10.1 272 253 19 127 96 157 72 Resp.
49 Nominale EM 10.2, 10.1002 272 256 16 129 101 155 72 Resp.
50 Nominale EM 10.1003 275 256 19 129 98 158 72 Resp.
51 Nominale EM 10.3 273 255 18 128 98 157 72 Resp.
52 Nominale EM 10.4 274 258 16 130 101 157 72 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 14 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale EM 10.1004 270 256 14 129 100 156 72 Resp.
54 Nominale EM 10.5 269 249 20 125 95 154 72 Resp.
55 Nominale EM 10.1005 268 250 18 126 94 156 72 Resp.
56 Nominale EM 10.1006 268 217 51 109 63 154 72 Resp.
57 Nominale EM 10.1007 266 245 21 123 91 154 72 Resp.
58 Nominale EM 10.6 262 245 17 123 92 153 72 Resp.
59 Nominale EM 10.7 265 246 19 124 91 155 72 Resp.
60 Nominale EM 10.8 267 209 58 105 51 158 72 Resp.
61 Nominale ARTICOLO 10 271 256 15 129 159 97 72 Appr.
62 Nominale EM 11.1 270 256 14 129 100 156 72 Resp.
63 Nominale EM 11.2 270 256 14 129 100 156 72 Resp.
64 Nominale EM 11.3 273 266 7 134 108 158 72 Resp.
65 Nominale EM 11.4 267 256 11 129 104 152 72 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 14 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale EM 11.5 268 261 7 131 104 157 72 Resp.
67 Nominale EM 11.6 271 211 60 106 55 156 72 Resp.
68 Nominale EM 11.1001 271 264 7 133 108 156 72 Resp.
69 Nominale EM 11.7 270 265 5 133 108 157 72 Resp.
70 Nominale EM 11.1002 271 228 43 115 69 159 72 Resp.
71 Nominale EM 11.1003 268 263 5 132 108 155 72 Resp.
72 Nominale EM 11.8 269 261 8 131 107 154 72 Resp.
73 Nominale EM 11.1004 270 265 5 133 110 155 72 Resp.
74 Nominale EM 11.1005 272 269 3 135 111 158 72 Resp.
75 Nominale EM 11.1006 269 265 4 133 108 157 72 Resp.
76 Nominale EM 11.1007 273 269 4 135 112 157 72 Resp.
77 Nominale ARTICOLO 11 272 256 16 129 157 99 72 Appr.
78 Nominale EM 12.1 267 259 8 130 102 157 72 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 14 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nominale EM 12.2 266 249 17 125 93 156 72 Resp.
80 Nominale EM 12.3 270 257 13 129 101 156 71 Resp.
81 Nominale EM 12.4 273 196 77 99 39 157 71 Resp.
82 Nominale EM 12.5 271 266 5 134 112 154 71 Resp.
83 Nominale ARTICOLO 12 271 199 72 100 158 41 71 Appr.
84 Nominale ARTICOLO 13 273 202 71 102 160 42 71 Appr.
85 Nominale ARTICOLO 14 274 202 72 102 162 40 71 Appr.
86 Nominale ARTICOLO 15 273 204 69 103 163 41 71 Appr.
87 Nominale EM 16.1 275 228 47 115 74 154 71 Resp.
88 Nominale ARTICOLO 16 272 256 16 129 160 96 71 Appr.
89 Nominale EM 17.1 271 252 19 127 96 156 71 Resp.
90 Nominale EM 17.2 272 252 20 127 95 157 71 Resp.
91 Nominale EM 17.3 269 249 20 125 94 155 71 Resp.


INDICE ELENCO N. 8 DI 14 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nominale ARTICOLO 17 275 259 16 130 213 46 71 Appr.
93 Nominale EM 18.1, 18.1000 262 250 12 126 97 153 71 Resp.
94 Nominale ARTICOLO 18 266 250 16 126 209 41 71 Appr.
95 Nominale ARTICOLO 19 265 199 66 100 160 39 71 Appr.
96 Nominale ARTICOLO 20 268 201 67 101 163 38 71 Appr.
97 Nominale ARTICOLO 21 263 245 18 123 208 37 71 Appr.
98 Nominale EM 22.1 265 253 12 127 101 152 71 Resp.
99 Nominale ARTICOLO 22 266 198 68 100 159 39 71 Appr.
100 Nominale ARTICOLO 23 266 200 66 101 161 39 71 Appr.
101 Nominale EM 24.1 269 252 17 127 95 157 71 Resp.
102 Nominale ARTICOLO 24 270 203 67 102 162 41 71 Appr.
103 Nominale EM 25.1 268 248 20 125 95 153 71 Resp.
104 Nominale EM 25.2 267 248 19 125 92 156 71 Resp.


INDICE ELENCO N. 9 DI 14 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 117)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nominale EM 25.3 264 246 18 124 92 154 71 Resp.
106 Nominale ARTICOLO 25 269 202 67 102 162 40 71 Appr.
107 Nominale EM 26.1000 269 251 18 126 94 157 71 Resp.
108 Nominale EM 26.1009 272 258 14 130 100 158 71 Resp.
109 Nominale EM 26.1001 269 255 14 128 97 158 71 Resp.
110 Nominale EM 26.1010 269 227 42 114 70 157 71 Resp.
111 Nominale EM 26.1, 26.1002, 26.1011 260 248 12 125 94 154 71 Resp.
112 Nominale EM 26.2 261 196 65 99 41 155 71 Resp.
113 Nominale EM 26.1003 263 195 68 98 41 154 71 Resp.
114 Nominale EM 26.3, 26.1004, 26.1012 261 244 17 123 91 153 71 Resp.
115 Nominale EM 26.1006 259 243 16 122 91 152 71 Resp.
116 Nominale EM 26.4, 26.1007, 26.1014 261 252 9 127 99 153 71 Resp.
117 Nominale EM 26.5, 26.1005, 26.1013 256 246 10 124 95 151 71 Resp.


INDICE ELENCO N. 10 DI 14 (VOTAZIONI DAL N. 118 AL N. 130)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
118 Nominale EM 26.1015 255 245 10 123 95 150 71 Resp.
119 Nominale EM 26.1008 250 234 16 118 87 147 71 Resp.
120 Nominale EM 26.1016 253 236 17 119 89 147 71 Resp.
121 Nominale EM 26.7 256 195 61 98 43 152 71 Resp.
122 Nominale ARTICOLO 26 255 241 14 121 199 42 71 Appr.
123 Nominale EM 27.1000 255 238 17 120 89 149 71 Resp.
124 Nominale EM 27.1001 249 237 12 119 96 141 71 Resp.
125 Nominale EM 27.1 259 249 10 125 96 153 71 Resp.
126 Nominale ARTICOLO 27 260 199 61 100 155 44 71 Appr.
127 Nominale ART AGG 27.01 260 243 17 122 88 155 71 Resp.
128 Nominale ARTICOLO 28 257 195 62 98 154 41 71 Appr.
129 Nominale ARTICOLO 29 259 247 12 124 206 41 71 Appr.
130 Nominale ODG 9/2280/2 241 229 12 115 83 146 71 Resp.


INDICE ELENCO N. 11 DI 14 (VOTAZIONI DAL N. 131 AL N. 143)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
131 Nominale ODG 9/2280/3 245 232 13 117 87 145 71 Resp.
132 Nominale ODG 9/2280/4 252 241 11 121 87 154 70 Resp.
133 Nominale ODG 9/2280/5 253 250 3 126 99 151 70 Resp.
134 Nominale ODG 9/2280/6 251 249 2 125 101 148 70 Resp.
135 Nominale ODG 9/2280/8 254 250 4 126 100 150 70 Resp.
136 Nominale ODG 9/2280/9 253 193 60 97 42 151 70 Resp.
137 Nominale ODG 9/2280/11 252 244 8 123 96 148 70 Resp.
138 Nominale ODG 9/2280/12 252 244 8 123 94 150 70 Resp.
139 Nominale ODG 9/2280/13 252 247 5 124 97 150 70 Resp.
140 Nominale ODG 9/2280/15 249 236 13 119 89 147 70 Resp.
141 Nominale DDL 2280 - VOTO FINALE 232 173 59 87 137 36 69 Appr.
142 Nominale MOZ 1-440 NO CPV 7 DISP 248 248 0 125 104 144 79 Resp.
143 Nominale MOZ 1-440 CPV 7 DISP 249 244 5 123 91 153 79 Resp.


INDICE ELENCO N. 12 DI 14 (VOTAZIONI DAL N. 144 AL N. 156)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
144 Nominale MOZ 1-448 CPV 1 DISP 249 242 7 122 91 151 79 Resp.
145 Nominale MOZ 1-448 CPV 4 DISP 247 239 8 120 93 146 79 Resp.
146 Nominale MOZ 1-448 CPV 5 DISP 249 242 7 122 92 150 79 Resp.
147 Nominale MOZ 1-448 CPV 6 DISP 244 237 7 119 93 144 79 Resp.
148 Nominale MOZ 1-448 CPV 7 DISP 248 242 6 122 90 152 79 Resp.
149 Nominale MOZ 1-448 CPV 8 DISP 249 244 5 123 97 147 79 Resp.
150 Nominale MOZ 1-448 CPV 9 DISP 248 247 1 124 88 159 79 Resp.
151 Nominale MOZ 1-448 CPV 10 DISP 248 245 3 123 97 148 79 Resp.
152 Nominale MOZ 1-448 CPV 12 DISP 248 245 3 123 98 147 79 Resp.
153 Nominale MOZ 1-448 CPV 13 DISP 251 247 4 124 99 148 79 Resp.
154 Nominale MOZ 1-448 CPV 16 DISP 250 245 5 123 98 147 79 Resp.
155 Nominale MOZ1-448PREMECPV2,3,11,14,15,17DISP 243 239 4 120 87 152 79 Resp.
156 Nominale MOZ 1-450 250 250 0 126 151 99 79 Appr.


INDICE ELENCO N. 13 DI 14 (VOTAZIONI DAL N. 157 AL N. 169)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
157 Nominale MOZ 1-454 248 246 2 124 71 175 79 Resp.
158 Nominale MOZ 1-455 248 247 1 124 69 178 79 Resp.
159 Nominale DDL 2291 - ARTICOLO 1 245 245 0 123 243 2 79 Appr.
160 Nominale ARTICOLO 2 241 241 0 121 240 1 79 Appr.
161 Nominale ARTICOLO 3 245 245 0 123 245 0 79 Appr.
162 Nominale ARTICOLO 4 245 245 0 123 245 0 79 Appr.
163 Nominale DDL 2291 - ODG 1 241 237 4 119 93 144 79 Resp.
164 Nominale DDL 2291 - VOTO FINALE 240 240 0 121 238 2 79 Appr.
165 Nominale DDL 1915-A - ARTICOLO 1 241 241 0 121 240 1 79 Appr.
166 Nominale ARTICOLO 2 242 242 0 122 242 0 79 Appr.
167 Nominale ARTICOLO 3 242 242 0 122 242 0 79 Appr.
168 Nominale ARTICOLO 4 240 240 0 121 240 0 79 Appr.
169 Nominale DDL 1915-A - VOTO FINALE 235 235 0 118 235 0 79 Appr.


INDICE ELENCO N. 14 DI 14 (VOTAZIONI DAL N. 170 AL N. 180)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
170 Nominale DDL 2101 - ARTICOLO 1 232 152 80 77 152 0 79 Appr.
171 Nominale ARTICOLO 2 232 151 81 76 151 0 78 Appr.
172 Nominale ARTICOLO 3 233 152 81 77 152 0 78 Appr.
173 Nominale ARTICOLO 4 235 153 82 77 153 0 78 Appr.
174 Nominale DDL 2101 - VOTO FINALE 225 139 86 70 138 1 78 Appr.
175 Nominale PDL 1387 - ARTICOLO 1 225 225 0 113 225 0 78 Appr.
176 Nominale ARTICOLO 2 227 227 0 114 227 0 78 Appr.
177 Nominale EM 3.100 226 226 0 114 225 1 78 Appr.
178 Nominale ARTICOLO 4 223 223 0 112 223 0 78 Appr.
179 Nominale ARTICOLO 5 222 222 0 112 222 0 78 Appr.
180 Nominale PDL 1387 - VOTO FINALE 229 229 0 115 229 0 77 Appr.