XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 477 di giovedì 8 maggio 2025
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI
La seduta comincia alle 9,35.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
RICCARDO ZUCCONI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 106, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Annunzio di petizioni.
PRESIDENTE. Comunico che sono pervenute alla Presidenza petizioni, il sunto e l'assegnazione delle quali, ai sensi della deliberazione della Giunta per il Regolamento del 19 febbraio 2025, saranno pubblicati nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Vedi l'allegato A).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,38).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 10 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Piero De Luca. Ne ha facoltà.
PIERO DE LUCA (PD-IDP). Presidente, grazie. Siamo costretti questa mattina a intervenire perché, nelle scorse ore, martedì, abbiamo discusso in quest'Aula delle mozioni relative all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ieri abbiamo ascoltato la Presidente del Consiglio nel Premier time al Senato. Da nessuna di queste discussioni e di questi momenti di confronto è giunta notizia rispetto a possibili, presunte o già avvenute modifiche del PNRR. Il rappresentante del Governo, il Ministro Foti, non ha detto nulla in quest'Aula, né la Presidente del Consiglio ha detto nulla ieri, al Senato.
Martedì scorso, peraltro, in quest'Aula è stato approvato un punto specifico della nostra mozione - peraltro simile a quella di maggioranza - in cui si chiede al Governo di informare preventivamente le Camere di qualunque tipo di ipotesi di modifica del Piano all'attenzione del Governo, che dovrebbe essere posta e sottoposta alla Commissione europea; di informare preventivamente e tempestivamente le Camere e di coinvolgere il Parlamento in un'eventuale ipotesi di revisione del Piano. Dal Governo, però, nulla è giunto rispetto a questa prospettiva.
Leggiamo in queste ore, tuttavia, da organi di stampa, col conforto poi della verifica sul sito della Commissione europea, che il 21 marzo scorso il Governo ha già presentato alla Commissione europea una proposta di modifica del PNRR. È già stata presentata un'ulteriore - la quinta - proposta di modifica del PNRR di cui il Governo non ha fatto menzione in quest'Aula, né martedì né nella giornata di ieri, al Senato, dalla Presidente del Consiglio. Questo è inaccettabile! Il Governo continua a prendere in giro e a offendere il Parlamento e continua a nascondere la verità al Paese, perché non ha detto nulla in quest'Aula e nulla ha detto la Presidente del Consiglio ieri in Senato su una modifica che è già stata presentata formalmente e ufficialmente in Commissione europea il 21 marzo scorso. È inaccettabile!
Le discussioni in quest'Aula non hanno più senso, perché il Governo prende in giro il Parlamento e nasconde la verità al Paese. Questo è il piano non del PNRR, non è il piano di Fratelli d'Italia: è il piano dell'Italia intera, dei cittadini italiani, delle imprese, dei lavoratori del nostro Paese. Non è possibile nascondere la verità al Paese e al Parlamento.
Allora, venga immediatamente la Presidente del Consiglio a riferire in quest'Aula sullo stato di attuazione del Piano, perché hanno proposto una modifica e non hanno informato il Parlamento. Inoltre, chiediamo che venga depositata immediatamente, ad horas, la modifica proposta in Commissione al Parlamento stesso, perché possiamo averne visione e possiamo confrontarci col Governo sulle proposte di modifica presentate alla Commissione europea e di cui già stanno evidentemente discutendo con la Commissione, tenendo all'oscuro il Parlamento e tenendo all'oscuro il Paese.
Quali progetti stanno cancellando? Quali progetti salteranno? Quali case ed ospedali di comunità non si faranno più? Quanti asili nido salteranno? Quante scuole non si ristruttureranno più? Quante infrastrutture non si realizzeranno più? Hanno il dovere di chiarirlo al Paese, non di nascondere la verità all'Italia. È per questo che, ancora una volta, chiediamo che la Presidente del Consiglio venga a chiarire, a fare trasparenza e a dire la verità all'Italia, qui, in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, la deputata Torto. Ne ha facoltà.
DANIELA TORTO (M5S). Grazie, Presidente. Vede, noi ci accodiamo a quanto già detto ma non ci sorprende perché, a differenza del collega, il Ministro Foti ha bocciato la richiesta del MoVimento 5 Stelle quando chiedevamo maggiore coinvolgimento di questo Parlamento. L'ho detto io stessa due giorni fa in quest'Aula. Ho chiesto trasparenza e il Ministro Foti ha detto “no”. Giorgia Meloni non ha fatto altro che confermare quello che il suo Ministro è venuto a dire qui in Aula. Quindi, non ci sentiamo presi in giro, perché in quel caso siete stati onesti, ma onesti con voi stessi, onesti nei banchi del Governo e non con il popolo e i cittadini. Avete bocciato la nostra richiesta. Tra l'altro, Presidente, nella mia dichiarazione di voto a nome del MoVimento 5 Stelle vi avevamo già detto che era notizia che avevate già chiesto una rimodulazione del PNRR e vi avevamo detto che di questo PNRR non sarebbe rimasto nulla perché, a furia di rimodularlo, avete abbassato i risultati e, abbassando i risultati, abbassate i soldi nelle tasche dei cittadini. Inoltre, vi avevamo anche detto che siete ladri di speranza e ve lo ribadiamo, perché Giorgia Meloni non ha fatto altro che confermare quello che siete. È caduta la maschera, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Per mesi abbiamo sperato che in qualche modo la pandemia avesse riportato almeno un'unità di intenti su quello che, in qualche modo, avrebbe dovuto fare questo Paese, cioè sfruttare una delle più potenti tragedie degli ultimi decenni e capire fino in fondo cosa sta succedendo alla nostra umanità.
Eppure, non c'è un'idea condivisa di quanto quella pandemia fosse legata ai cambiamenti, i cambiamenti climatici e del nostro modello di sviluppo, e di quanto quella malattia fosse strettamente collegata a una certa virulenza in alcune aree del Paese, soprattutto quelle più colpite da una qualità della vita e da una qualità dell'aria pessima, nonché da un invecchiamento della popolazione. Sarebbe stato davvero utile, Presidente, che in questa discussione mancata ci fosse almeno un'unità di intenti su quello che è lo stato della sanità e su quanto eravamo impreparati all'inizio della pandemia proprio per l'assenza di un piano pandemico, ma anche su quanto fossimo impreparati a gestire di nuovo, con una vera “leva nazionale”, gli effetti del Titolo V e su come la sanità non solo era una sanità regionalizzata, ma che all'interno delle regioni aveva ormai una parcellizzazione legata anche a delle disuguaglianze dentro alle regioni.
Faccio questa premessa perché, quando parliamo del PNRR, dei suoi ritardi e della non discussione, viviamo in una sorta di distopia insieme a quella maggioranza che gridava e sbraitava fino a qualche anno fa - soprattutto una parte di quella maggioranza, che era con noi, tra l'altro, all'opposizione, per esempio, del Governo Draghi - chiedendo una discussione più ampia.
Qui ci ritroviamo davanti a un paradosso, Presidente, perché quando qui facciamo le discussioni, come l'altro giorno, il Ministro Foti non solo non si alza per dire quello che il Governo ha in mente, ma non dà le indicazioni nemmeno dando il via libera a delle mozioni di maggioranza o chiedendo, in qualche modo, un dialogo con le mozioni delle opposizioni. La verità è che noi siamo davanti a dei ritardi cronici, soprattutto su argomenti che probabilmente danno fastidio alla narrazione della maggioranza: penso ai ritardi cronici sulla transizione ecologica; penso alle case di comunità fantasma, ormai; penso all'11 per cento delle risorse utilizzate per cultura e turismo o al 14 per cento utilizzato sulla salute; penso anche ai ritardi sulla digitalizzazione, solo il 22 per cento delle risorse, o sull'istruzione e ricerca, solo il 26 per cento. Insomma, la verità è che si sono utilizzate le risorse del PNRR solo dove faceva comodo e questo ennesimo rinvio e questa ennesima richiesta è per utilizzare quelle risorse in un impianto ideologico più congruo e più consono a questa maggioranza. Ho concluso, Presidente.
Ci uniamo alla richiesta delle opposizioni di vedere qua Giorgia Meloni, per una volta, per discutere di quello che ancora si può fare, perché, per quanto poche risorse siano state spese del PNRR, bisognerebbe dire che senza il PNRR saremmo già in recessione. Già, senza quelle risorse e quegli investimenti saremmo già in piena recessione. Siete riusciti a portarci indietro all'austerità avendo miliardi e miliardi di soldi pubblici da spendere. Siete riusciti a fare solo uno svuota cassetti senza mettere in campo le vere risorse necessarie per la transizione ecologica, per cambiare la qualità di vita nelle nostre città e per cambiare finalmente una sanità pubblica che ha bisogno di riprogrammarsi dentro i nostri territori.
Per questo, speriamo che prima o poi Giorgia Meloni smetta di nascondersi, venga qua in Aula e ci dica davvero se queste risorse del PNRR possono essere finalmente utilizzate entro la fine del prossimo anno...
PRESIDENTE. Concluda.
MARCO GRIMALDI (AVS). ...o se, alla fine, il rinvio è l'unica cosa che avete in mente (Applausi di deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sull'ordine dei lavori ma su un altro argomento, il deputato Graziano. Ne ha facoltà.
STEFANO GRAZIANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per denunciare, ancora una volta in quest'Aula, che stamattina alla Commissione di vigilanza Rai, per l'ottava volta, la maggioranza non viene. Non c'è. Fa auto-ostruzionismo e non consente di votare.
Ma la cosa ancora più grave è che tiene in ostaggio e non fa svolgere i lavori della Commissione di vigilanza, la stessa parola lo dice; quindi, a mio avviso, è un fatto molto grave. Le chiedo quindi di sollecitare il Presidente della Camera. Come opposizioni abbiamo scritto ai Presidenti di Camera e Senato: non si può tenere in ostaggio una Commissione di vigilanza sul sistema informativo del Paese perché questo significa un ricatto politico rispetto a quella che è la ratifica del presidente della RAI, ma soprattutto perché si scivola verso forme di autocrazia che non hanno nulla a che vedere con Paesi democratici e civili. Io penso sia un fatto molto grave e, pertanto, come Partito Democratico, chiediamo ancora una volta di far sbloccare l'attività della Commissione di vigilanza Rai, perché è un'indecenza che a mio avviso deve essere velocemente superata.
Non è immaginabile che, dopo sette mesi che abbiamo eletto il nuovo consiglio di amministrazione della RAI, ancora si è bloccati e ancora - per la prima volta nella storia della Repubblica - il management della Rai non è venuto in audizione qui, in Commissione di vigilanza, quella deputata al controllo.
Voglio ricordare che solo due Commissioni sono in testa all'opposizione: una è la Commissione di vigilanza Rai, l'altra è il Copasir, e sono in testa alle opposizioni perché ci deve essere il controllo. Quindi chiedo con fermezza che ci sia un'espressione del Presidente della Camera che vada nella direzione di sbloccare il più velocemente possibile una Commissione che è deputata al controllo del sistema di informazione per il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, la deputata Boschi. Ne ha facoltà.
MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). Grazie Presidente. Intervengo per unirmi alle considerazioni già svolte dal collega Graziano, perché siamo arrivati ormai all'ottava seduta della Commissione di vigilanza RAI per esprimere il parere sulla presidente del CdA della Rai senza che possa essere raggiunto il numero legale minimo, anche solo perché possa costituirsi la vigilanza RAI; quindi, anche stamani è andata deserta per scelta della maggioranza, perché la maggioranza continua a non partecipare ai lavori della Commissione di vigilanza Rai.
Verrebbe da dire, visto che siamo in sede di conclave, dopo sette mesi dall'inaugurazione del nuovo CdA Rai, che, probabilmente, ci metterà meno il conclave a eleggere il nuovo Papa che questo Parlamento a esprimere un parere sul presidente del CdA della Rai e quindi a dare, a tutti gli effetti, alla RAI un presidente legittimato anche dal voto parlamentare, così come la legge prevede.
La cosa più grave però è che la maggioranza collega al mancato parere sulla presidente della RAI la presenza nell'attività ordinaria della vigilanza RAI. Quindi, la maggioranza deserta qualsiasi convocazione della Commissione di vigilanza, impedendo, di fatto, alla vigilanza RAI di svolgere la propria attività e ormai sono sette mesi che si protrae questa situazione.
Come opposizione abbiamo attivato tutti gli strumenti possibili previsti dal Regolamento. Abbiamo più volte sollecitato, sia in quest'Aula, sia nelle capigruppo, sia con lettere formali, un intervento del Presidente della Camera, così come al Senato del Presidente del Senato, perché possano esercitare il loro ruolo nei confronti dei capigruppo - dei presidenti dei gruppi di maggioranza - perché ci possa essere uno sblocco di una situazione che priva, non tanto le opposizioni soltanto, ma il Paese, della possibilità di avere un organismo previsto a tutela del sistema dell'informazione pubblica.
E in questa fase, in modo particolare, sappiamo quanto ci sia bisogno che la Commissione vigilanza RAI possa svolgere effettivamente la propria attività. In primis perché siamo vicini a consultazioni elettorali e referendarie particolarmente importanti, a cui chiameremo i cittadini al voto a inizio giugno e nei prossimi mesi andranno al voto anche regioni importanti e molto popolose ed è impossibile pensare che tutto questo avvenga senza che la vigilanza Rai possa svolgere il proprio ruolo, la propria attività, per esempio di sollecitazione - anche della Rai - rispetto all'obbligo di dare adeguati spazi informativi sulle consultazioni referendarie e sulle consultazioni amministrative che avremo a breve.
Ma, più in generale, è gravissimo che non possiamo svolgere una funzione - ripeto - di vigilanza posta a presidio della democrazia, perché il buon funzionamento dell'informazione pubblica è una garanzia per tutti i cittadini - e non soltanto per le opposizioni - ed è inammissibile che la maggioranza continui, da sette mesi, a impedire, di fatto, a una Commissione parlamentare di svolgere la propria attività. Quindi, ancora una volta, Presidente, chiediamo un intervento autorevole del Presidente della Camera che non può far finta di non sapere, di non conoscere e di non intervenire su una situazione che ormai è diventata veramente di una gravità che non ha precedenti nel nostro sistema (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Sullo stesso argomento, ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Intervengo per fare a lei una proposta: chiediamo che il Presidente della Camera e il Presidente del Senato incontrino la Commissione di vigilanza della Rai, perché non è ammissibile che, da sette mesi, questa Commissione sia bloccata, subisca, di fatto, un ostruzionismo da parte della maggioranza che preferisce disertare quelle sedute piuttosto che garantire il normale funzionamento di quell'organo; un organo - ricordiamo - che serve al funzionamento pubblico e democratico di vigilanza sulla RAI.
Questo è un boicottaggio politico, Presidente, che nega alla televisione pubblica indipendenza, trasparenza, pluralismo, valori fondamentali di una democrazia sana, soprattutto dinnanzi a un evento come quello referendario che dovrebbe essere libero. Libero, soprattutto, da un'informazione distorta e che ha come unico obiettivo, ormai chiaro, quello di far disertare quel voto per far sì che quel referendum non sia un appuntamento con la storia democratica di questo Paese, giocando su una malattia ormai endemica della nostra società e di questa democrazia che già pensa di trovare la sua normalità con l'assenza dal voto di più di un italiano su due.
A noi pare chiaro che le ragioni di questa impasse siano tutte politiche: la maggioranza sceglie di disertare quelle sedute impedendo quel numero legale perché le opposizioni non accettano di votare un Presidente della RAI che sia quello scelto dalla maggioranza. È così come a dire: non volete il nostro Presidente? Allora noi non ci presentiamo, non vi facciamo svolgere né le funzioni ordinarie di quella Commissione, né quelle per eleggere un nuovo Presidente.
Noi lo ribadiamo e ho concluso: la RAI non è proprietà di nessuno, lo diciamo da sempre, siamo per quella riforma e siamo pronti in qualsiasi momento, Presidente, a iniziare la discussione sulla nostra proposta di legge sulla riforma del sistema pubblico della RAI non solo per garantire che non sia ostaggio di nessun partito e di giochi di potere, ma per discutere davvero apertamente di quello che ci vorrebbe, soprattutto davanti a un'informazione sempre meno libera, davanti a oligarchie tecnologiche che sempre di più dominano anche il sistema dell'informazione.
Noi siamo pronti per garantire a quello spazio libero di indipendenza di avere una nuova spinta pubblica e anche un ruolo ovviamente della politica e del Parlamento, perché quel confronto sia capace di dare voce a tutte le opinioni, di informare i cittadini senza manipolazioni.
Per questo, Presidente, le chiediamo di dire al Presidente Fontana che noi siamo pronti a questo dialogo, siamo pronti a questo confronto, ma solo se il Presidente della Camera e il Presidente del Senato ridanno forza a un organo di vigilanza che è stato istituito qui e che serve soprattutto alle opposizioni. Noi, che siamo garanti di questa Costituzione, le chiediamo di esserlo altrettanto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Amato. Ne ha facoltà.
GAETANO AMATO (M5S). Grazie, Presidente. Il MoVimento 5 Stelle si associa alle richieste fatte dai colleghi che hanno precedentemente parlato su questo argomento. Il fatto che la Commissione di vigilanza RAI, un organo che dovrebbe sovrintendere a quello che è il servizio pubblico, venga tenuto in ostaggio dalla maggioranza su un nome da dover per forza di cose nominare, credo che sia una cosa disdicevole, che nulla ha a che fare con la democrazia e con la libertà che in questo Parlamento dovrebbe esistere. Non si può imporre alle forze di opposizione di votare quello che si è scelto in proprio dalla maggioranza.
Non è possibile che le forze di opposizione, per potere esercitare un diritto sancito dal Regolamento di questa Camera, debbano sottoporsi a un ricatto così esplicito. La maggioranza non interviene, il servizio pubblico è sotto gli occhi di tutti per quello che in questo momento rappresenta e non è possibile fare interrogazioni, non è possibile fare audizioni, sempre perché della maggioranza in Commissione non c'è nessuno. Quindi anche il MoVimento 5 Stelle si associa a quanto precedentemente detto dai colleghi e chiediamo un intervento del Presidente Fontana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Sono finiti gli interventi. Ovviamente riferirò modalità e contenuti di questi interventi effettuati sia al Governo per quello che attiene alle richieste di informativa, sia al Presidente della Camera per le vicende legate alla vigilanza RAI e al suo funzionamento.
Trasferimento a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 813?.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di una proposta di legge a Commissione in sede legislativa.
Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la XII Commissione (Affari sociali) ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:
CIOCCHETTI ed altri: "Istituzione della Giornata nazionale per la prevenzione del melanoma cutaneo e altre disposizioni per la prevenzione e la diagnosi precoce della malattia" (813).
( La Commissione ha elaborato un nuovo testo ).
Se non vi sono obiezioni, così rimane stabilito.
Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 marzo 2025, n. 39, recante misure urgenti in materia di assicurazione dei rischi catastrofali (A.C. 2333-A?).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2333-A?: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 marzo 2025, n. 39, recante misure urgenti in materia di assicurazione dei rischi catastrofali.
Ricordo che nella seduta del 7 maggio 2025 si è conclusa la discussione generale e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre il relatore vi ha rinunciato.
(Esame dell'articolo unico - A.C. 2333-A?)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, le proposte emendative Gadda 01.01 e 1.039, non segnalate per la votazione e già dichiarate inammissibili in sede referente.
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 5, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
A tal fine il gruppo Italia Viva-Il Centro-Renew Europe è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti segnalati per la votazione.
GIANPIERO ZINZI , Relatore. Grazie, Presidente. Diamo parere contrario su tutte le proposte emendative pervenute.
PRESIDENTE. Il Governo?
MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Il parere è conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti 1.2 Ferrari e 1.3 Santillo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente, per sottoporre all'Aula, come già fatto in Commissione, la necessità di prorogare l'entrata in vigore delle polizze catastrofali, almeno fin quando non sarà attivo il portale dell'Ivass, che è un portale che servirà per una maggiore trasparenza e per rendere anche più concorrenti le proposte che le stesse assicurazioni potranno fare alle imprese - in questo caso piccole, medie e microimprese - per danni da catastrofi naturali. Dalle audizioni è emersa questa necessità, e quindi ci provo anche oggi in Aula, dopo avere provato in Commissione, affinché il Governo e il relatore possano rivedere il loro parere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Simiani. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Volevo intervenire su questo emendamento per informare i colleghi deputati che questo provvedimento, che riguarda l'avvio e la proroga per quanto riguarda le polizze catastrofali, mette in chiaro però un aspetto, un aspetto che riguarda molte persone, molte imprese, molti imprenditori, che oggi si vedono addosso un'ulteriore gabella da dover confermare nel proprio bilancio, cioè quella di pagare una polizza obbligatoria. Su questo sappiamo benissimo che il mercato delle assicurazioni è già attivo, già ci sono state proposte e preventivi, perché doveva partire velocemente, soprattutto nei mesi passati.
Questa proroga sicuramente è un fatto positivo, tuttavia c'è un elemento. Come è successo anche per il mercato dell'energia, noi avevamo detto di aspettare, di mettere in campo tutte le condizioni perché ci fosse da parte del Governo un'attenzione maggiore soprattutto nel sistema della concorrenza, ma soprattutto nel tenere conto che oggi un mercato che è così complicato e difficile può avere una tendenza al rialzo. Ecco perché diventava importante avere una piattaforma, che l'Ivass ancora non ha messo in campo, per motivi organizzativi.
Era importante riuscire a posticipare l'avvio di questo provvedimento, di un provvedimento che comunque riguarda la scorsa legge di bilancio, cioè quello di assicurare in maniera obbligatoria tutte le imprese proprio per i danni catastrofali. Era opportuno, in questo caso, aspettare proprio che la piattaforma si attivasse per garantire quei principi di trasparenza e di concorrenza che oggi mancano.
Ora, non vorrei che in questo caso la maggioranza ricadesse di nuovo in un errore che già è successo nell'ambito di tutta la procedura che riguardava il mercato dell'energia. Vi chiedo insomma di fare attenzione e di verificare che quello che sta accadendo può essere molto rischioso. Ecco perché noi chiediamo di votare questo emendamento anche alla maggioranza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Devo dire che, dopo avere ascoltato il parere sui nostri emendamenti, tutto sommato non si rimane stupiti, però sicuramente rileviamo di nuovo un atteggiamento - signor Presidente, ovviamente mi riferisco al Governo - di forte chiusura nei confronti degli emendamenti presentati, anche se ritengo siano tutti assolutamente di natura migliorativa e non assolutamente di natura ideologica.
Una chiusura che riteniamo assolutamente immotivata, soprattutto su temi che chiederebbero ascolto e apertura verso istanze che provengono non soltanto dai parlamentari, ma anche dai territori. E quando parlo di territori mi riferisco a quei territori che sono maggiormente disagiati, le zone montane, e magari sono anche meno serviti a livello di infrastrutture.
Però, nonostante tutto, andremo avanti nel portare le nostre motivazioni, sperando che questo piccolo seme, legato al confronto che viene richiesto ogni volta, prima o poi attecchisca.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.2 Ferrari e 1.3 Santillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Morfino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Passiamo agli identici emendamenti 1.6 Simiani e 1.7 Santillo, su cui c'è il parere contrario della Commissione e del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Simiani. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Come sapete benissimo, il provvedimento in esame mette in campo l'obbligo e il Governo propone una proroga che è confermata fino al 31 dicembre 2025 per le piccole imprese e fino al 1° ottobre 2025 per le medie imprese.
Noi chiediamo che questa decisione venga rivista, rivista e decisa oggi, per non ritrovarsi poi di nuovo, fra qualche mese, a rimodificare o a riproporre una ulteriore proroga, perché, di fatto, oggi il sistema delle imprese è in difficoltà, diciamolo chiaramente. C'è tutta l'incognita dei costi dell'energia, perché aumenteranno: si parla del 18,2 di aumento fino a fine 2025; c'è la questione dei dazi, che non è secondaria e sicuramente ci sarà un calo del fatturato.
Ecco perché noi chiediamo di posticipare queste decisioni, soprattutto di prorogare ancora di più l'avvio dell'obbligo di assicurare le imprese e di spostare il termine per le piccole imprese - logicamente per le grandi imprese arrivare fino alla fine dell'anno - e addirittura arrivare al 31 dicembre 2026.
Chiediamo per molti imprenditori, per quelli più piccoli - e vi ricordo che la maggior parte delle imprese italiane sono sotto i quattro dipendenti, sicché si parla di fatturati minori -, di rivedere questa vostra decisione e di posticipare - soprattutto per le piccole imprese - al 31 dicembre 2026, quindi al prossimo anno, l'obbligo di assicurazione per le imprese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO (M5S). Presidente, grazie. Bisogna ricordare come mai nasce questa obbligatorietà. Parte dalla legge di bilancio del 2024 e poi c'è stata una prima proroga al marzo 2025, dal 31 dicembre 2024 al marzo 2025. Le grandi imprese sono partite. Le piccole, le medie e le microimprese riescono a godere di questa proroga che - lasciatemelo dire - poteva arrivare anche prima, perché è evidente che c'è una marcia indietro su questo argomento da parte del Governo. Perché? Perché la proroga viene concessa l'ultimo giorno prima dell'entrata in vigore e questo significa che gran parte delle piccole e medie imprese hanno già stipulato la polizza, ovviamente finendo per arricchire le società di assicurazione. Questo l'hanno detto le imprese anche durante le audizioni. Ora stanno ancora in difficoltà le piccole imprese, le medie imprese e soprattutto le microimprese: dovrebbero riuscire con maggiore consapevolezza ad affrontare questa che per loro è comunque una spesa e con una certa ordinarietà.
Allora, si dice: noi abbiamo fatto 30 e facciamo 31. Avete concesso una proroga al 31 dicembre 2025; concediamogliela almeno fino al 31 dicembre 2026, così che nel frattempo potrete schiarirvi le idee e capire come affrontare veramente questo problema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Intervengo ora perché vorrei far notare, in relazione a tutta la discussione su questo provvedimento, la profonda ipocrisia che c'è dietro alla posizione della destra che governa in questo Paese e anche della Premier Meloni che, ancora una volta, ieri al question time al Senato ha detto agli italiani che c'è una transizione ecologica ideologica e che lei è pragmatica.
Stiamo vedendo qual è il pragmatismo della Premier Meloni, della Presidente Meloni: far pagare alle piccole e medie imprese - e poi questo è uno strumento propedeutico per il futuro - i danni climatici, agli italiani e alle imprese attraverso una tassazione di fatto, perché fare queste assicurazioni costerà tantissimo, molto. Questo perché non c'è alcuna volontà di affrontare la crisi climatica da parte di questo Governo. Sì, la vostra è, invece, una grandissima posizione ideologica, una posizione ideologica che dietro nasconde tanti, tanti soldi. Bresson lo avrebbe detto nel suo bellissimo film, che molti probabilmente non conoscono - si intitola L'Argent, il denaro -, perché nasconde tanti di quegli interessi economici da parte delle società dell'oil and gas e che oggi farà arricchire le grandi società assicuratrici.
Detto questo, però, non c'è alcuna volontà di affrontare la crisi climatica. Ecco, vedete quanto è profonda la vostra ipocrisia, un'ipocrisia, però, che cela un grande interesse economico: non affrontare la crisi climatica, continuare in un modello di sviluppo fondamentalmente basato sulla dipendenza da idrocarburi, responsabili di alluvioni e di eventi meteorologici estremi che provocano danni e mettono in ginocchio le imprese. La vostra risposta qual è? Assicuratevi, perché noi continueremo - come dice Giorgia Meloni, la Presidente Meloni - nella nostra battaglia, perché la vostra è una transizione ecologica ideologica, cioè la nostra. In realtà, la vostra è una posizione che tutela interessi economici e che metterà famiglie e imprese nella condizione di dover pagare un'altra forma di tassazione, perché voi non volete affrontare una grande questione, una grande emergenza che è la crisi climatica (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.6 Simiani e 1.7 Santillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.108 L'Abbate, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.110 Ferrari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
Passiamo all'emendamento 1.113 Ferrari, con parere contrario della Commissione e del Governo.
Ha chiesto di parlare la deputata Ruffino. No?
Allora, si vota.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.113 Ferrari, con il parere contrario della Commissione e del Governo…
Revochiamo l'indizione della votazione e diamo la parola alla collega Ruffino, con il patto che saremmo tutti più ordinati perché scene di questo tipo vorrei cercare di evitarle, anche per rispetto di tutti gli altri deputati presenti. Ha chiesto di parlare la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Sempre ordinatissimi e assolutamente in linea. Semplicemente per sottoscrivere questo emendamento 1.113 Ferrari perché questo testo mira a riconoscere la specificità territoriale delle aree montane e interne. Che cosa facciamo? Chiediamo criteri più flessibili e calibrati all'obbligatorietà delle coperture e riteniamo che un'assicurazione obbligatoria debba essere sostenibile.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.113 Ferrari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Sarracino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
Passiamo all'emendamento 1.13 Romeo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Ha chiesto di parlare la deputata Romeo. Ne ha facoltà.
NADIA ROMEO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io prendo la parola per richiamare l'attenzione dell'Aula su un tema che tocca, devo dire in modo profondo e concreto, interi territori del nostro Paese e, in particolare, quelli della Pianura Padana e del Delta del Po ma arriva poi a toccare tutto il Paese, fino al Sud d'Italia nella parte costiera. Questo tema continua in modo incomprensibile a restare fuori dalle politiche pubbliche di tutela e di prevenzione di questo Governo. Parlo della subsidenza e lo faccio parlandone non per la prima volta in quest'Aula, perché ricordo a quest'Aula che vi siete già espressi, in maniera chiara e unanime, su questo tema in occasione della discussione della legge di bilancio e, ancora, in sede di esame di altri provvedimenti e, in entrambe le occasioni, negli ordini del giorno presentati, avete votato all'unanimità. Avete votato che vi impegnavate a stanziare quelle risorse che, per la prima volta dopo cinquant'anni, non ci sono più, proprio a tutela di questo territorio.
Infatti, a quegli impegni, a parole - diciamo - ribaditi per ben due volte in quest'Aula, non è seguita alcuna azione concreta. Nessun finanziamento è stato stanziato, neppure quello della legge nazionale che, per la prima volta quest'anno (scadeva il 31 dicembre 2024), non è stata rifinanziata.
Oggi, con questo decreto… Scusi, Presidente, però io davvero non riesco a parlare se c'è troppa confusione. Presidente…
PRESIDENTE. Sì, prego. Prosegua.
NADIA ROMEO (PD-IDP). C'è un po' troppo mormorio, se magari...
PRESIDENTE. Abbiamo avuto momenti di maggiore disordine, sinceramente. Lei prosegua.
NADIA ROMEO (PD-IDP). Lo so, però - grazie mille - se fa il suo lavoro di Presidente va bene.
Ed oggi, con questo decreto, si compie una seconda beffa, perché non solo lo Stato rinuncia a finanziare la prevenzione ma nega anche la possibilità alle imprese di tutelarsi attraverso lo strumento assicurativo. Infatti, il fenomeno della subsidenza non è ricompreso tra gli eventi catastrofali assicurabili e questo, quindi, lo esclude anche dal decreto. Quindi, siamo di fronte a un paradosso: territori che sprofondano, infrastrutture danneggiate, aziende, molte aziende - soprattutto agricole - esposte a rischi reali crescenti, oltre ovviamente alla popolazione, che pagano in termini di sicurezza e costi sociali; e lo Stato, da un lato, smette di intervenire sulla prevenzione, perché voi avete smesso di intervenire in quei luoghi sulla prevenzione, e, dall'altro, impedisce anche al mercato, eventualmente, di offrire una copertura perché non ci sono i danni catastrofali.
Per questo chiediamo al Governo di includere la subsidenza tra i fenomeni assicurabili e di riconoscere finalmente il carattere catastrofale di questo fenomeno che, anche alla luce dell'accelerazione imposta dai cambiamenti climatici e dalla pressione antropica, è sempre più sentito nei territori. Non è una questione tecnica, è una questione di equità territoriale, di rispetto per i cittadini e per le imprese che non possono essere abbandonati due volte: prima sul fronte della prevenzione e poi sul fronte della tutela.
E, quindi, richiediamo al Governo di assumersi la responsabilità che, finora, ha evitato: quella di guardare in faccia la fragilità strutturale del nostro Paese, di dar seguito agli impegni presi e di restituire a quei territori strumenti adeguati per difendersi e per continuare a vivere e a produrre (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto di istruzione superiore Luigi Des Ambrois di Oulx, in provincia di Torino, e gli studenti e i docenti dell'Istituto Comprensivo Anzio V, di Anzio, in provincia di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Li ringraziamo e auguriamo loro ogni fortuna (Applausi).
Passiamo alla votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.13 Romeo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
Passiamo all'emendamento 1.18 Caso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Caso. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento chiediamo una cosa semplice, ovvia e di buon senso. Semplicemente chiediamo un differimento temporale dei termini di attuazione degli obblighi previsti da questo disegno di legge per evitare di caricare ulteriori costi a un tessuto socio- economico in forte difficoltà, che è quello dei Campi Flegrei.
Semplicemente per dare un segnale di vicinanza che, purtroppo, da questa maggioranza, da questo Governo non arriva. Perché, vede, oggi è stato pubblicato il nuovo decreto Campi Flegrei e purtroppo - e purtroppo - anche il nuovo decreto è un nulla di fatto perché non prevede alcun aiuto reale e concreto al tessuto economico che, secondo i dati, sta vivendo un calo di fatturato di oltre il 30 per cento. E quindi, semplicemente vi diciamo: non carichiamoli di altri costi in questa fase già difficile.
Perché poi quel minimo tentativo che si è fatto nel nuovo decreto Campi Flegrei, che va a sospendere tasse, mutui e tributi, è ridicolo e offensivo perché lo fa, tra l'altro, per soli quattro mesi. Lo fa solo per quattro mesi! Quindi, ad agosto, poi, chi non paga e chi utilizza la sospensione di questi termini poi dovrà pagare tutto in una soluzione. Tutto ad agosto.
Quindi è meglio non farle proprio queste cose perché diventano solo tentativi - diciamocelo - di presa in giro della popolazione e del tessuto economico dei Campi Flegrei, perché vede che uno Stato potrebbe fare qualcosa ma poi quelle soluzioni che tirano fuori sono palesemente offensive. Quindi, già da un lato si sta facendo poco o nulla per aiutare un tessuto economico in difficoltà, dall'altro non accettate neanche di dilazionare, di rimandare un poco i termini per non aggiungere nuovi costi a chi già è in difficoltà.
Quindi, a chi purtroppo ora sta chiudendo la propria attività perché non ce la fa, a chi è in difficoltà e prevede la chiusura a breve, a chi vorrebbe resistere, voi state dando un nuovo colpo di grazia. Complimenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Nel sottoscrivere questo emendamento, poniamo un tema: fate con i cittadini dei Campi Flegrei le stesse procedure che avete fatto per tutti coloro che nel nostro Paese, negli ultimi 50 anni, hanno vissuto problemi simili (sciami sismici, terremoti e altre cose del genere). Non si capisce perché sono figli di un dio minore e per loro si applicano regole diverse rispetto agli altri italiani. Chiediamo, tramite la sua persona, al Governo di rivalutare le posizioni che continuano ad essere discriminatorie e diverse rispetto ai fondi, ai comportamenti e alle possibilità di derogare al pagamento di contributi che si sono attuati nelle altre regioni del nostro Paese per eventi simili (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.8 Caso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.83 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.87 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
Passiamo all'emendamento 1.93 Santillo, su cui vi è il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Ha chiesto di parlare il deputato Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente. Se qualcuno dovesse chiederci cosa hanno fatto questa maggioranza e questo Governo per il contrasto al dissesto idrogeologico in Italia da quando si sono insediati, al di là di qualche numeretto che vuole ricordare il taglio delle risorse, una cosa importante l'hanno fatta, ossia l'istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico del territorio italiano. Abbiamo istituito una Commissione, che sta svolgendo delle audizioni - ne ha svolta una ieri con il Consiglio nazionale degli ingegneri, che ha lasciato una bella memoria -, in cui sta scoprendo che in Italia il rischio idrogeologico c'è perché piove molto in poco tempo e perché l'Italia ha una grandissima vulnerabilità, è fragile dal punto di vista sismico. Cioè, ha scoperto l'acqua calda, stiamo scoprendo l'acqua calda.
Ora, la questione qual è? Che anche nella memoria del Consiglio nazionale degli ingegneri non si fa alcun tipo di riferimento, come contrasto al rischio idrogeologico, alla polizza da danni catastrofali che deve essere poi stipulata dallo stesso proprietario o da chi, purtroppo, come vedremo per altre lacune, svolge attività d'impresa.
Allora, noi con questo emendamento cosa chiediamo? Non state facendo niente per realizzare gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, che, voglio ricordare, sono ben 14.500 sia per il rischio frane che per il rischio alluvioni. Almeno, una volta che avete obbligato gli imprenditori e, quindi, i privati a stipulare una polizza, dategli una mano economica.
Poiché le forze di destra sono, a corrente alternata, d'accordo sul tema della detrazione fiscale, a questo punto abbiamo proposto il meccanismo della deduzione, cioè l'importo da decurtare sull'imponibile fiscale per calcolare poi le tasse, accogliendo una proposta fatta dall'Associazione nazionale per l'industria e il terziario, che proponeva il 150 per cento del costo della polizza come deduzione fiscale.
Vi chiediamo, quindi, di accantonare quest'intervento, di rivedere la sua valutazione, perché ci sembra l'unico modo per sostenere realmente le imprese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Il deputato Simiani sottoscrive l'emendamento.
Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Iaria. Ne ha facoltà, per un minuto.
ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Voi siete chiaramente dei negazionisti climatici, strizzate l'occhio ai negazionisti climatici. Proprio questo discorso sulla polizza catastrofale fa capire come abbiate capito, anzi, il mondo abbia capito che il problema del clima esiste. E sono proprio le assicurazioni, che hanno paura di dover pagare premi ingenti perché il mondo sta cambiando, che vi hanno spinto a fare questa richiesta alle imprese e ai cittadini di stipulare le polizze catastrofali. Quindi siete in palese contraddizione.
Vorrei riprendere anche un concetto, ossia di come si può agire dal punto di vista governativo. Il Ministro Costa, all'epoca, aveva già avviato un metodo virtuoso per gestire il dissesto idrogeologico: aveva portato sotto un unico Ministero le competenze; aveva fatto in modo di anticipare il 30 per cento del costo dei lavori per le opere di dissesto idrogeologico ai comuni subito, in modo da farle partire; aveva previsto anche un meccanismo per modificare l'algoritmo che gestisce la piattaforma ReNDiS.
PRESIDENTE. Concluda.
ANTONINO IARIA (M5S). In poche parole, voi dovevate solo copiare e, poi, dire che lo avevate fatto voi, ma non lo avete fatto.
PRESIDENTE. La ringrazio.
ANTONINO IARIA (M5S). Con colpevole ritardo, siete arrivati a gestire questo tema soltanto proponendo una polizza per le assicurazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ricordo che c'è una richiesta di accantonamento. Si deve esprimere il relatore. Deputato Zinzi, è favorevole o contrario alla proposta di accantonamento? È contrario. Dunque, il promotore di questa proposta insiste per l'accantonamento o procediamo? Votiamo la proposta di accantonamento. A tal riguardo, darò la parola ad un deputato contro e ad uno a favore. Chi intende parlare a favore? Nessuno. Chi intende parlare contro? Nessuno.
Passiamo, dunque, ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'emendamento 1.93 Santillo, con il parere contrario del relatore.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 46 voti di differenza.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.93 Santillo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
Passiamo agli identici emendamenti 1.74 Simiani e 1.76 Gadda.
Ha chiesto di parlare il deputato Curti. Ne ha facoltà.
AUGUSTO CURTI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo molto velocemente, per chiedere un ripensamento al Governo su questo parere, perché qui siamo veramente di fronte al minimo sindacale che possiamo concedere. Infatti, con questo emendamento chiediamo la possibilità che le polizze assicurative siano interamente deducibili per le imprese, che nel frattempo avete obbligato a stipulare queste polizze, ai fini delle imposte Ires e delle imposte IRAP; con una seconda parte dell'emendamento chiediamo che questa deducibilità possa operare anche se la polizza venga stipulata per conto terzi.
Ci sembra veramente un emendamento di buonsenso, come dicevo è un minimo sindacale, ma è un modo anche per andare incontro, comunque sia, al tessuto economico e al tessuto produttivo, per andare incontro a quelle imprese che oggi voi obbligate a stipulare delle polizze per potersi difendere da eventuali eventi calamitosi. Quindi chiedo nuovamente al Governo la possibilità di rivedere il parere e di cambiarlo in un parere positivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Intanto chiediamo, come gruppo di Azione, di sottoscrivere gli identici emendamenti 1.74 Simiani e 1.76 Gadda e spiego velocemente perché. Questa è una possibilità di polizza per conto altrui, è una previsione che, a nostro parere, può facilitare l'operatività nel caso in cui ci siano più soggetti coinvolti. Quindi, dovremmo voler andare incontro alla semplificazione o laddove si trovino situazioni complesse relative alla proprietà. È una misura che consente flessibilità e questo dovrebbe essere un altro elemento imprescindibile che, in qualche modo, attrae il Governo.
Ci sorprende, quindi, che un emendamento, signor Presidente e Governo presente, così ragionevole sia stato non assolutamente aperto al confronto, però devo dire che tutto sommato, a volte, la speranza può esserci sino al momento in cui non verrà detto che anche questo è cassato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.74 Simiani e 1.76 Gadda, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.202 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.204 Santillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
Passiamo all'emendamento 1.14 Santillo.
Ha chiesto di parlare il deputato Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO (M5S). Presidente, vorrei invitare tutti voi a una riflessione. Allora, c'è l'obbligo di stipulare una polizza catastrofale per un'impresa che svolge delle attività, poi capiremo pure che c'è un problema legato anche alle proprietà, perché forse a molti colleghi non è chiaro, ma questa polizza è obbligatoria anche per quelle aziende e per quelle imprese che svolgono attività in immobili non propri, come se un affittuario dovesse stipulare una polizza sulla struttura di una casa di cui non è proprietario.
Veniamo all'emendamento. L'emendamento che cosa chiede?
Di escludere dal perimetro di obbligatorietà delle polizze catastrofali quegli enti, quelle società, quelle associazioni cooperative, il Terzo settore, coloro che svolgono dei servizi di tipo economico, delle forniture di servizi, e queste forniture di servizi le stanno esplicando in immobili statali. Attività, è scritto, “all'interno di strutture pubbliche”. Perché un'associazione che svolge un servizio terziario all'interno di una struttura pubblica deve dotarsi di una polizza catastrofale? Perché deve sostenere questo costo? Un'associazione che, ripeto, sta svolgendo una fornitura, un servizio.
Immaginate chi sta svolgendo un servizio di mensa esterna in una scuola: deve dotarsi di una polizza catastrofale per la scuola? Ma a voi sembra normale? A me assolutamente no! Per piacere, rivedete questo parere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.14 Santillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).
Passiamo all'emendamento 1.16 Pavanelli.
Ha chiesto di parlare la deputata Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Sono veramente stupita da questo parere contrario per questo emendamento, perché praticamente sto chiedendo, stiamo chiedendo, che quelle aree che sono all'interno del cratere del Centro Italia e tutte quelle aree che hanno subito terremoti dal 2016 ad oggi siano esenti da questa tassa, perché chiamiamola per come è: una tassa per tutti gli imprenditori. E allora oggi abbiamo imprese in quelle aree che ancora non sono state ricostruite oppure che sono in aree che sono precarie, perché ancora stanno aspettando che venga ricostruita la propria impresa, il proprio negozio, perché magari è sotto un edificio che è crollato, e ancora stanno aspettando di poterla ricostruire.
Voi, nonostante questa precarietà, continuate a chiedere che ci sia questa sovrattassa ai nostri imprenditori. Allora vorrei informare la maggioranza e il Governo che, per quanto riguarda almeno la mia regione - ma credo che sia la stessa cosa per tutte le altre regioni, che siano le Marche, la regione Lazio, la regione Abruzzo e anche la regione Umbria - stiamo vivendo una desertificazione, perché questi imprenditori stanno andando via, e se voi continuate a tartassarli in questa maniera, è del tutto evidente che non solo non torneranno, ma sarà veramente impossibile farli tornare.
Allora, chiedere una sospensione finché non sia ultimata la ricostruzione della propria impresa credo che sia, almeno dal mio punto di vista, dal nostro punto di vista, una logica che dovrebbe essere sostenuta da questo Governo. Purtroppo, ancora una volta, non solo chiedete questa sovrattassa a tutti gli imprenditori, negate i cambiamenti climatici, togliete i fondi per la mitigazione climatica, ma continuate a tartassare anche i terremotati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fede. Ne ha facoltà.
GIORGIO FEDE (M5S). Grazie, Presidente. Chiaramente aggiungo la firma e volevo anch'io ribadire il concetto espresso dalla collega Pavanelli. Noi qui stiamo chiedendo banalmente di tutelare non una categoria, non una regione perché è la mia regione, ma gli immobili e gli imprenditori che hanno subito danni dal sisma. Quindi, questo vale per l'Abruzzo, per il Lazio, per le Marche e per l'Umbria. Una norma di buonsenso, quella che proprio avete sventolato in campagna elettorale quando servivano i voti, dicendo che per voi anche il superbonus per il recupero degli immobili prima era cosa buona e giusta.
Poi avete abbandonato quello, non avete dato neanche le risorse per completare i lavori, tutti quanti sono in crisi con le scadenze che incombono a fronte di tante modifiche, e oggi negate anche quest'opportuno riconoscimento. Quindi, oltre alla beffa, il danno: chi sta pagando ancora i danni per rimettere a posto la propria azienda dovrà sottoscrivere una polizza. Questo è veramente inaccettabile! Per cui, ci appelliamo alla coerenza, non alla bontà, delle forze di maggioranza che avevano promesso queste attività.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Curti. Ne ha facoltà.
AUGUSTO CURTI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'emendamento che è stato presentato e per condividere quanto è stato detto. Questo Governo, dal suo insediamento, su quel cratere sismico, che, come più volte ho ricordato, conosco molto bene, venendo da quei territori, ha fatto solo tagli. Ha tagliato la misura del 110 straordinaria, che era solo dedicata ai comuni del cratere sismico del Centro Italia; ha eliminato quella che era la Zona franca, una misura che era stata messa dai precedenti Governi e che oggi quelle comunità non si ritrovano più.
C'è stato un mese fa uno spostamento di risorse che erano state assegnate dai precedenti Governi e che sono state tolte al cratere del Centro Italia per destinarle su altre emergenze; era stata chiesta quella che era la Zona economica speciale e, anche qui, non l'avete concessa. Oggi a quelle comunità il Governo, la struttura commissariale che sta gestendo quella emergenza, il governatore della regione Marche, dice anche che, oltre alle tante misure, alle tante risorse che hanno tolto, andiamo a mettere anche una tassa aggiuntiva per quelle imprese che ancora stanno lottando per venire fuori da quell'emergenza.
Ora tutto questo mi sembra veramente assurdo, quindi chiedo veramente un ripensamento da parte del Governo, affinché possa esserci questo esonero quantomeno per i comuni del cratere sismico del Centro Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.16 Pavanelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.102 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.106 Simiani e 1.107 Morfino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).
Passiamo agli identici emendamenti 1.19 Simiani e 1.21 Morfino.
Ha chiesto di parlare il deputato Simiani. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo perché su questo emendamento abbiamo visto, in questa discussione, ma soprattutto anche con riferimento agli emendamenti passati, che il termine “impresa”, quindi, la parola, il sostantivo femminile “impresa” dovrebbe essere, almeno in questo emiciclo, argomentato e soprattutto gestito in maniera più accurata. Spesso ci confrontiamo sui temi importanti della sanità e del lavoro, invece sull'impresa non vedo questo grande accanimento da parte di questo emiciclo e in questo caso soprattutto della maggioranza. Si può essere paladini anche di un settore importante come quello economico e come quello dell'intrapresa, ma oggi vedo da parte della maggioranza una difficoltà oggettiva proprio su questa materia.
Questo emendamento dice una cosa chiara: non obbligare le imprese sotto i 20.000 euro di fatturato a fare la polizza per le catastrofi, per gli eventi catastrofali. Ecco, è molto semplice.
Ora immaginatevi la scena: una mattina c'è chi si deve svegliare la mattina alle 5 per andare al mercato, in un Paese qualsiasi dei comuni italiani, e ha solamente il furgoncino. Parte col furgoncino e magari ha un garage dove mette la roba. Ecco, immaginatevi se oggi questa azienda, questa impresa di una persona, soprattutto dopo le grandi difficoltà, deve avere anche questa gabella! Ma vi faccio un altro esempio: un giovane professionista decide di aprire uno studio o una propria attività, come un geometra o un giovane avvocato. Ecco, immaginatevi voi: anche loro devono fare una polizza e magari la devono fare, pur non avendo nemmeno l'immobile di proprietà, perché magari sono in affitto. Immaginativi voi la difficoltà! Ecco perché credo che su questo emendamento ci dovrebbe essere da parte vostra un sussulto, un minimo di riflessione perché - guardate - io capisco che il relatore, il Governo, siano venuti qui in maniera blindata in quanto la discussione si è svolta in Commissione. Quindi, chiusa la discussione. No, chi decide è questa Camera. Logicamente sulla parola “impresa” voglio da parte vostra una risposta perché oggi il centrodestra pensa che per le imprese ci debba essere un accanimento sulle tasse. Voi avete detto “no”, “dobbiamo abbattere le tasse”, mentre c'è un'ulteriore spesa soprattutto per le microimprese.
Ecco, vi chiedo di votare l'emendamento perché potrebbe veramente aiutare tanti imprenditori.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.19 Simiani e 1.21 Morfino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.35 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.32 Simiani e 1.33 Santillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.41 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.42 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.43 Torto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.45 Simiani e 1.47 Dell'Olio, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).
Passiamo all'emendamento 1.53 Simiani. Ha chiesto di parlare il deputato Simiani. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo emendamento chiede espressamente una cosa, ossia di poter adeguare ogni anno i premi, che comunque l'assicurazione metterà in campo nelle aree, e soprattutto gli indici di rischio, cercando di capire in base anche agli interventi che le regioni, i comuni e il Governo mettono in campo ogni anno per quanto riguarda la mitigazione.
Ecco, se questa verifica, questo adeguamento non viene fatto ogni anno noi diamo, pur avendo magari sistemato un fiume, un argine o comunque avendo la possibilità di avere nella zona del comune meno rischio idraulico… Non capisco perché, con riferimento a questo tipo di emendamento, non ci sia la possibilità di adeguare annualmente, in base a questa indicazione che può avvenire attraverso il lavoro e la piattaforma soprattutto magari del ReNDiS o comunque di qualsiasi altro tipo di strumento, automaticamente i premi che le assicurazioni mettono ogni anno in campo.
Io ritengo che possa essere utile perché immaginatevi voi: nei prossimi anni ci saranno interventi che le regioni faranno e che il Governo farà sul dissesto idrogeologico e sulla mitigazione idraulica; ecco, io credo che, forse, se questa verifica da parte delle imprese assicurative fosse fatta ogni anno sarebbe meglio per rivedere anche i costi che le imprese in questo caso avrebbero anche nei prossimi anni, senza alcun blocco, perché ad oggi qualsiasi costo che viene fatto potrà essere non verificato e automaticamente i costi delle polizze andranno avanti con le stesse modalità.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.53 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).
Passiamo all'emendamento 1.54 Santillo. Ha chiesto di parlare il deputato Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente. Il 18 marzo 2025 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge quadro in materia di ricostruzione post calamità, quindi è una legge che avete voluto voi, all'interno della quale c'è l'articolo 23 che prevede delle procedure per poter avere un'anticipazione della liquidazione che spetta per un danno, quindi per un contributo anche da ricostruzione post calamità. Ci sembra normale che, nel post calamità, si cerchi di aiutare l'attività economicamente, si inizi a darle un contributo e un sollievo per poter riprendere, appunto quando c'è una calamità.
Ecco, non capiamo perché, se questo è valido per chi deve ricostruirsi, nel post calamità, non debba invece essere valido per chi si dota di una polizza catastrofale, viene investito dalla catastrofe, ha diritto a un risarcimento, però secondo voi non è previsto che possa avere l'anticipazione.
Il Governo mi sta guardando: ci dovrebbe spiegare perché, nella ricostruzione post calamità, si ha diritto all'anticipazione e invece, per un danno da catastrofe naturale, che è una catastrofe come il post ricostruzione, non si ha poi diritto all'anticipazione. Noi chiediamo che anche coloro che hanno stipulato una polizza possano avere diritto ad una liquidazione e ad un'anticipazione quando e se vengono colpiti da una catastrofe (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.54 Santillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.55 Santillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.56 Santillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.63 Santillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).
Passiamo all'emendamento 1.61 del deputato Simiani.
Ha chiesto di parlare il deputato Simiani. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento molto importante. Per il suo tramite, Presidente, ci siamo confrontati con il collega Zinzi, ma anche con altri colleghi e con il presidente Rotelli, sul tema. Noi sappiamo benissimo che è stata fatta una riformulazione sul tema dei condoni e delle sanatorie in itinere, cioè il fatto che un'impresa si possa assicurare per quegli immobili, in affitto o di proprietà, che, magari, hanno una porta o una finestra da sanare e per i quali c'è bisogno, in tal senso, di farlo. Infatti, come sapete benissimo, la polizza non può essere fatta e il ristoro non può essere dato se l'immobile è abusivo. È logico che su questo punto il Governo ha fatto una riformulazione del nostro emendamento, di un mio emendamento ma anche di altri colleghi, per dare questa possibilità anche a quelle aziende che hanno già iniziato il procedimento di sanatoria o di condono e su questo abbiamo dato un nostro parere positivo. Cosa chiedevamo, però, in quell'emendamento che è stato riformulato e che riproponiamo oggi? La possibilità di erogare il ristoro solamente quando l'immobile è sanato, perché questo è un tema su cui non c'è stata una reazione da parte della Commissione e vorrei, in questo caso, sanarlo oggi in Aula, visto che ci sembra giusto che tale ristoro sia dato solamente nel momento in cui l'immobile è sanato.
E c'è un altro elemento: siccome le aziende, nel momento in cui non si assicurano, perdono anche la possibilità di avere tutti quegli sgravi fiscali, crediti d'imposta e incentivi che sono legittimamente richiesti da quell'impresa, piccola o grande, in affitto o proprietaria dell'immobile, questo sarebbe un ulteriore ammanco per le imprese. Ecco perché bisogna stare attenti. Credo che sia opportuno, nella responsabilità dell'emiciclo, dei colleghi deputati, informare di questo emendamento, perché noi oggi daremo i ristori anche per quegli immobili che non hanno un condono o una sanatoria che, comunque, renda, in questo caso, l'immobile in legittimo stato e che possa, in questo caso, garantire anche la legittima proprietà e, comunque, lo stato dell'immobile.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.61 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1000 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.25 Gadda, 1.26 Vaccari e 1.28 Caramiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).
Passiamo agli identici emendamenti 1.79 Gadda, 1.81 L'Abbate e 1.82 Simiani.
Ha chiesto di parlare la deputata L'Abbate. Ne ha facoltà.
PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. Voglio porre l'attenzione su una cosa. Queste assicurazioni sulle catastrofi sono una toppa messa male su uno strappo che continuerà ad allargarsi. Ma perché? Perché noi abbiamo il nostro sistema Italia, l'Italia, che comunque è una penisola che è a grande rischio idrogeologico. Ma proprio sul rischio idrogeologico che cosa abbiamo fatto? Questo Governo ha fatto prevenzione? La parola prevenzione è qualcosa che qui sembra non esistere assolutamente, perché avete tolto tutti quelli che erano gli incentivi per poter fare una messa in sicurezza dei territori, signori. La messa in sicurezza dei territori non è un lusso, come le ostriche; è un dovere. È un dovere, ma noi ci troviamo qui a lavorare tutti i giorni su che cosa? Su decreti che o tirano fuori delle giornate particolari o che fanno repressione per i nostri giovani che vanno giustamente in piazza a parlare di quello in cui loro credono. Probabilmente parlano di quella cosa che si chiama cambiamento climatico e che per voi è ideologia.
Per loro è qualcosa di importante e sapete il perché? Perché è il loro futuro che stiamo distruggendo. Non facciamo prevenzione e qui stiamo caricando questi costi sulle piccole e medie imprese, che a volte hanno veramente poche persone che lavorano all'interno, che hanno già i costi delle materie prime che aumentano, che hanno già i costi dell'energia, che hanno una marea di costi sulle spalle, oltre alle tasse, che chiaramente voi dite sempre che dobbiamo toglierle ma mi sa che qui continuiamo ad aumentare queste tasse. Dite la verità, quindi, alle nostre imprese su che cosa stiamo facendo. E ai nostri giovani che se ne accorgono, perché quello sarà il loro futuro, che cosa facciamo noi? Lì facciamo repressione. Però, dall'altra parte, non si assume questo Stato, questo Governo, la responsabilità pubblica di quello che sta accadendo, perché questa non è una responsabilità che dobbiamo dare in privato alle piccole e medie imprese: guarda, pagati tu la… e poi non è detto che sia una bomba d'acqua o non lo sia, ma non rientra e, quindi, magari nemmeno ti pagano dopo. No, noi non facciamo prevenzione.
C'è una proposta di legge sul consumo del suolo, perché un altro dei problemi italiani è che il cemento aumenta in modo esorbitante. Abbiamo tentato di fare qualcosa. Noi del MoVimento 5 Stelle abbiamo due proposte a nostra firma sul consumo del suolo, ma sono lì ferme, sono lì ferme. Quella è prevenzione. È prevenzione fare economia circolare, ma io non so quanto è stato dato. E non parliamo di Transizione 5.0, che non ha mai funzionato. Magari, se prendevate e copiavate un po' meglio quella del MoVimento 5 Stelle le cose sarebbero un po' migliorate. Invece, mi sa che l'avete copiata anche male.
In conclusione, ci sono altre due parole importanti, oltre a prevenzione: mitigazione e adattamento. Sì, sono quelle cose in cui, magari, non credete e continuate a non credere nemmeno a quello che vi dice il mondo scientifico. Al cambiamento climatico non credete. Quindi, visto che voi non ci credete, dite: adesso assicuriamo tutte le imprese e ve le pagate voi. Se vi pagano, bene; se non vi pagano, come al solito - è la frase che mi piace dire - questo Governo se ne lava le mani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.79 Gadda, 1.81 L'Abbate e 1.82 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 1.028 Ilaria Fontana, 1.029 Gadda e 1.030 Ferrari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 1.031 Peluffo e 1.017 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.036 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).
Passiamo agli identici articoli aggiuntivi 1.014 Simiani e 1.015 L'Abbate.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI (PD-IDP). Sì, grazie, Presidente. Questo emendamento parla della possibilità di poter assicurarsi in maniera collettiva, cioè l'idea, nelle categorie, in questo caso, o comunque nelle forme, nei centri commerciali naturali, negli stabilimenti balneari, in un centro commerciale o comunque in una zona industriale, di poter assicurarsi in forma collettiva.
Ritengo che sia una cosa molto semplice, e non capisco come mai, e lo dico per suo tramite al Sottosegretario, su questo punto il Governo, nella trattativa che ha avuto con le assicurazioni, ha ceduto. Non ho capito come mai, me lo devono spiegare. Vorrei una spiegazione, perché credo che sia un fatto normale che ci si possa assicurare in maniera collettiva, che si possa in questo caso mettere in campo un'azione che possa aiutare, in termini anche di offerta, cercando di avere anche una migliore offerta, una capacità di penetrazione anche nel rapporto stesso con le assicurazioni. Niente!
Mi piacerebbe sapere, suo tramite, come mai in questo caso la maggioranza, e soprattutto il Governo, ha detto di no a questa proposta, che ritengo sia una proposta semplice, che viene da tutto il mondo produttivo, da tutto il mondo produttivo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 1.014 Simiani e 1.015 L'Abbate, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 1.024 Torto e 1.027 Simiani, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2333-A?)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Sì, grazie, Presidente. Per aiutare anche i lavori, vorrei dare un parere favorevole prima a tutti gli ordini del giorno che abbiamo riformulato nello stesso modo, per non ripeterlo, e questo lo facciamo anche perché, come ho già spiegato in Commissione e anche in Aula, il tema della possibile estensione dell'obbligo assicurativo - e sono intervenuti anche oggi molti di voi - è un tema a cui tiene il Governo.
Sugli ordini del giorno n. 9/2333-A/3 Romeo, n. 9/2333-A/5 Merola, n. 9/2333-A/10 Santillo, n. 9/2333-A/12 L'Abbate, n. 9/2333-A/18 Ruffino, n. 9/2333-A/21 Sarracino, n. 9/2333-A/22 Filippin, n. 9/2333-A/25 Zucconi e n. 9/2333-A/26 Evi, che sono tutti sullo stesso tema, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare, anche nell'ambito del tavolo istituzionale appositamente istituito ai sensi del presente provvedimento, l'opportunità di considerare, anche alla luce di un'analisi della dimensione e frequenza dei rischi e dei costi per gli assicurati, la possibile estensione dell'obbligo assicurativo anche ad eventi calamitosi ulteriori rispetto a quelli già previsti dal vigente decreto-legge”, e questo va incontro a tutte le vostre richieste. Ripartiamo dal numero …
PRESIDENTE. Riguardo, invece, alle premesse di questi ordini del giorno?
MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Le premesse sono accolte.
PRESIDENTE. Perfetto, proseguiamo.
MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Sugli ordini del giorno n. 9/2333-A/1 Berruto, n. 9/2333-A/2 Ubaldo Pagano, n. 9/2333-A/4 Gadda, n. 9/2333-A/6 Bonelli, n. 9/2333-A/7 Zanella e n. 9/2333-A/8 Ghirra il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2333-A/9 Simiani il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di adottare le opportune iniziative volte a chiarire, in relazione a quanto previsto dal nuovo comma 3-quinquies, che, in caso di immobili per i quali vi sia in corso un procedimento di sanatoria o condono, l'erogazione dell'indennizzo, in caso di eventi catastrofali, è condizionata all'esito positivo del procedimento e che, in caso di esito negativo, non spetta altresì alcun indennizzo, contributo, sovvenzione o agevolazione di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche, anche con riferimento a quelle previste in occasione di eventi calamitosi e catastrofali”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2333-A/11 Fede, n. 9/2333-A/13 Appendino e n. 9/2333-A/14 Curti il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2333-A/15 Roggiani il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “ad adottare le opportune iniziative al fine di chiarire che le imprese soggette all'obbligo di cui all'articolo 1, comma 101, della legge n. 213 del 2023, ovvero quello di assicurarsi contro i rischi da catastrofi naturali, possano aderire a forme associative idonee a provvedere collettivamente alla copertura obbligatoria”. Quindi questo specifica ciò che c'è già, cioè l'adesione collettiva.
Sull'ordine del giorno n. 9/2333-A/16 Sottanelli il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di adottare ogni iniziativa per la messa in sicurezza delle aree, sull'intero territorio nazionale, più fragili e vulnerabili alle calamità naturali allo scopo di realizzare interventi mirati in relazione alla gravità, anche al fine di ridurre il rischio che si verifichino gli eventi catastrofali oggetto del provvedimento”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2333-A/17 Grippo, n. 9/2333-A/19 Benzoni, n. 9/2333-A/20 Toni Ricciardi, n. 9/2333-A/23 Peluffo, n. 9/2333-A/24 Vaccari, n. 9/2333-A/27 Pisano, n. 9/2333-A/28 Benvenuti Gostoli e n. 9/2333-A/29 Ilaria Fontana il parere è contrario.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2333-A/1 Berruto, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Berruto. Ne ha facoltà.
MAURO BERRUTO (PD-IDP). Grazie, Presidente, per l'attenzione e chiedo attenzione anche all'esponente del Governo, perché parliamo di eventi catastrofali; se magari mi ascoltasse anche lui, sarebbe un ulteriore segno di attenzione…
PRESIDENTE. Deputati, dovete cortesemente allontanarvi dal banco del Governo. Se avete bisogno di fare una pausa, la chiedete. Non si può parlare con il rappresentante del Governo mentre c'è un intervento illustrativo di un ordine del giorno.
MAURO BERRUTO (PD-IDP). Sì, non solo non si può parlare con il rappresentante del Governo, ma, visto che già l'ordine del giorno ha una sua importanza relativa, mi conceda almeno la dignità di ascoltare quello che le sto dicendo, grazie. Dicevo, parliamo di eventi catastrofali… niente, rinuncio al mio intervento, Presidente, perché il Governo non mi concede la sua attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista – Commenti).
PRESIDENTE. Sinceramente mi sembra una reazione eccessiva, perché il Governo la stava ascoltando.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2333-A/1 Berruto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2333-A/2 Ubaldo Pagano, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.
UBALDO PAGANO (PD-IDP). Signor Presidente, con quest'ordine del giorno noi abbiamo posto l'attenzione su un aspetto che abbiamo già avuto modo di esaminare durante l'iter di approvazione in Commissione del provvedimento, quello relativo alla sostenibilità economica del nuovo impianto normativo che, ricordiamo, è stato interamente partorito da questo Governo e da questa maggioranza. Questa scelta normativa che avete compiuto nel 2023, poi modificata nel 2024, purtroppo, solo idealmente si muove nella direzione della prevenzione e della resilienza del nostro sistema produttivo, perché, in realtà, viene meno agli obblighi di solidarietà su cui dovrebbe essere fondato: solidarietà e sussidiarietà, orizzontale e verticale, tra lo Stato e i privati.
Tuttavia, se è vero che l'assicurazione contro i rischi catastrofali ha un obiettivo di solidarietà nazionale, non possiamo sottacere che è altrettanto vero che l'impatto economico che tale obbligo comporta per le imprese, soprattutto per le imprese che hanno più capacità di innovazione e che hanno strumentazione molto costosa, anche se di piccola o piccolissima dimensione, è evidentemente molto pervasivo. E noi lo abbiamo detto da mesi, in una logica che non tende semplicemente a sottolineare una inadempienza da parte del Governo, ma prova ad essere anche proattiva nel dare delle risposte.
Noi non possiamo scaricare sulle imprese oneri che dovrebbero essere sulle spalle dello Stato o, quantomeno, essere condivisi e, ad oggi, manca un fondo pubblico che venga diretto a questa finalità. Cosa comporta tutto questo? Che l'accesso ai ristori pubblici legato alla stipula delle polizze non farà altro che rendere più iniqua la competizione tra imprese, aggravando le disuguaglianze territoriali e, soprattutto, penalizzando le imprese più piccole e quelle che insistono su territori più vulnerabili.
Come Partito Democratico abbiamo presentato una serie di emendamenti che denotano una visione alternativa, una sorta di sistema mutualistico che sia equo e sostenibile e che, soprattutto, premi gli investimenti nella sicurezza e coinvolga lo Stato nella responsabilità e nella prevenzione. Con quest'ordine del giorno abbiamo chiesto, ad esempio, l'esenzione delle polizze catastrofali dall'imposta del 21,25 per cento che è ordinariamente prevista per le assicurazioni del ramo danni. Ora, conosco benissimo la capacità, quando la Presidente del Consiglio era all'opposizione, di fare video di indubbia qualità e di gusto, in cui denunciava il fatto che le accise, in realtà, rendevano insostenibile la capacità del sistema produttivo e dei consumatori di stare sul mercato della competitività, ma proprio in questo caso siamo evidentemente nella stessa condizione, perché lo Stato finisce per essere causa di un quinto dell'aggravio, che già è abbastanza insostenibile, rispetto alla stipula delle polizze catastrofali.
Allora, se c'è veramente la capacità, l'esigenza da parte del Governo di mutuare, in una sorta di solidarietà, il peso delle polizze catastrofali e degli eventi calamitosi, almeno si sterilizzi l'accisa, così almeno un quinto in meno verrebbe il costo del premio assicurativo. E, ovviamente, laddove l'obiezione che viene fatta è “ma questa accisa è interamente deducibile”, se così fosse, perché la prendete prima? Potete eliminarla alla fonte. Ma, se non potete permettervelo, perché di fatto chiedete un'anticipazione di cassa alle stesse imprese, come fate ormai sovente su molte partite, almeno chiarite, approvando quest'ordine del giorno, che questa spesa del 21,25 per cento sia interamente deducibile, altrimenti il rischio vero è che questa interpretazione la debba dare, poi, l'Agenzia delle entrate successivamente; ma successivamente sulla base di quale atto di indirizzo che abbia valore normativo?
Io conosco la sensibilità del Sottosegretario Bitonci sul tema delle anticipazioni e, soprattutto, sul tema delle accise, ma, soprattutto sul chiarimento, sulla chiarezza di questa normativa, che dia un minimo di kit normativo di riferimento univoco. È possibile chiederlo a questo Governo o semplicemente state rivedendo e spostando il termine di cogenza dell'obbligo, pur sapendo che le imprese, in una condizione già difficile di congiuntura internazionale, difficilmente potranno avere la forza di affrontare anche questa ulteriore spesa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2333-A/2 Ubaldo Pagano, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2333-A/3 Romeo, su cui il parere del Governo è favorevole previa riformulazione: accoglie la riformulazione? Accolta.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2333-A/4 Gadda, su cui il parere del Governo è contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2333-A/4 Gadda, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).
Saluto gli studenti e i docenti del Liceo scienze umane opzione economico sociale “Saffo” di Roseto degli Abruzzi, bellissima cittadina adriatica, in provincia di Teramo, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Li ringraziamo e auguriamo loro ogni fortuna.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2333-A/5 Merola, su cui vi è una proposta di riformulazione del Governo, che viene accettata.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2333-A/6 Bonelli, su cui il parere del Governo è contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2333-A/6 Bonelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2333-A/7 Zanella, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2333-A/8 Ghirra, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. L'Europa è il continente che si sta riscaldando più rapidamente di tutti. Gli impatti dei cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti, tranne di coloro che non vogliono vedere. Pensate che il 2024 è stato l'anno più caldo mai registrato e gli eventi estremi, numerosi e diffusi, sono ormai record in tutta Europa. Tempeste e inondazioni hanno causato almeno 335 vittime e colpito 413.000 persone. A est di questo Paese siccità e temperature estreme; a ovest umidità e caldo fuori controllo. In questo contesto l'Italia è da dieci anni in costante emergenza e crisi climatica. Da tre anni di seguito si registrano oltre 300 eventi. Erano 60, 10 anni fa, nel 2015. Nel 2024 ci sono state siccità e fiamme nel Centro Sud, in Sicilia e in Sardegna e devastanti alluvioni in Emilia-Romagna. Insomma, sembra un'Italia spaccata in due, cioè fra chi non ha acqua e chi ne ha troppa.
Ci sono stati 351 eventi estremi, 134 allagamenti da piogge intense, 62 danni da vento, 46 esondazioni fluviali, 34 eventi con danni da siccità prolungata, 30 danni da grandinate, 19 frane causate da piogge intense, 9 danni alle infrastrutture, 8 da mareggiate, 2 al patrimonio storico e un caso di temperature record. Eppure, da quando siete al Governo, Sottosegretario, negare, diffamare e reprimere sono state le vostre uniche stelle polari, anche contro quei movimenti che, da tempo, ci chiedono un cambiamento di rotta, soprattutto verso quei movimenti.
Non una legge per fermare il consumo di suolo, non un passo sul Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, dimenticato innanzitutto dalle leggi di bilancio; per non parlare dei ritardi del PNRR, di cui abbiamo parlato poc'anzi. Dietro tutto ciò non c'è una generica ignoranza, c'è ottusità o semplice oscurantismo. Ci sono interessi che avete deciso di difendere: quelli di chi si arricchisce da un ritorno alle energie fossili, dal raddoppiamento dei rigassificatori, dal rafforzamento e dall'estensione di accordi sul gas con i regimi più infami del pianeta.
Ma siccome la realtà la conoscete bene, ora volete imporre un'assicurazione obbligatoria alle imprese contro, appunto, gli eventi catastrofali. L'unica cosa che riuscite a fare ogni tanto è prorogare gli effetti. Quindi, non un passo per prevenire la calamità naturale, ma un suntuoso regalo alle assicurazioni, che sta per arrivare. Che facciano loro, lautamente compensate, ciò che voi rifiutate appunto di fare. Naturalmente, con tutto il portato di ingiustizia che la privatizzazione dei compiti dello Stato implica. Pensate appunto alla disparità di quest'obbligo di assicurazione che creerà tra imprese e territori. Nessuna esenzione come nel caso di quest'ordine del giorno, nemmeno per le piccolissime imprese individuali, nemmeno, come nell'ordine del giorno precedente, per quelle imprese culturali che stanno dentro al demanio pubblico, che stanno dentro a un interesse pubblico.
Non potete andare avanti così, scaricando la gestione dei problemi sulla collettività, nella totale assenza di politiche pubbliche. C'è una responsabilità, una responsabilità che abbiamo davanti ai nostri occhi e davanti, soprattutto, alle nuove generazioni. Questo provvedimento è l'esempio. È l'esempio non solo di un fallimento, ma di una strategia, una strategia che vuole scappare da un conflitto che è già in campo: c'è un giudizio universale climatico sopra le nostre teste ed è parte della nostra quotidianità. E voi non potete pensare che l'unico modo per uscirne è assicurare tutte e tutti contro le politiche che voi continuate ostinatamente a perpetuare (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2333-A/8 Ghirra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).
Sull'ordine del giorno n. 9/2333-A/9 Simiani c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo che viene accolta.
Sull'ordine del giorno n. 9/2333-A/10 Santillo c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo che viene accolta.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2333-A/11 Fede, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2333-A/11 Fede, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).
Sull'ordine del giorno n. 9/2333-A/12 L'Abbate c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo che viene accolta.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2333-A/13 Appendino, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Lo pongo in votazione. No.
Ha chiesto di parlare la deputata Appendino. Ne ha facoltà.
CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo perché quest'ordine del giorno è un ordine del giorno che in realtà è molto di buon senso, un tema peraltro che ha visto la maggioranza, i colleghi dei vari partiti in Commissione preoccuparsi a parole di un settore che è gravemente in crisi. Mi riferisco al settore dell'automotive. Quando parliamo del settore dell'automotive, non è che parliamo di una cosa proprio non rilevante. Parliamo di migliaia di posti di lavoro: sono 50.000 i posti di lavoro a rischio; parliamo di centinaia di migliaia di piccole e medie imprese che vanno da nord a sud, che hanno fatto parte di questa filiera; parliamo di persone che vivono il dramma della cassa integrazione, della propria azienda che chiude, che perde la commessa da una grande azienda che è Stellantis, che si è preoccupata in quest'anno di distribuire miliardi di dividendi alla proprietà, mentre i lavoratori venivano abbandonati.
Allora, a fronte di tutto ciò, noi in quest'ordine del giorno chiediamo semplicemente di avere un po' più di attenzione per questa filiera, con particolare attenzione proprio a quelle piccole e medie imprese. Ma voi dite di no. Voi dite di “no”, come quando avete deciso di tagliare 4 miliardi del Fondo per aiutare appunto l'automotive; voi dite di “no” come avete detto “no” alla nostra proposta in Europa di stanziare 500 miliardi non per le armi, ma per la transizione del settore automotive non solo in Italia, ma in tutta Europa; voi dite di “no” come avete detto di “no” al nostro emendamento che cubava pochissimi milioni di euro per portare al 100 per cento lo stipendio dei cassintegrati, anche del settore dell'automotive. Voi dite di “no” perché voi vi trincerate dietro questa vostra narrazione dell'ideologia green, perché voi non sapete cosa fare per la filiera dell'auto in Italia. Perché voi non sapete come dare risposte sulla produzione industriale, perché voi non sapete fare politiche industriali.
Allora, - Presidente, vede - c'è una sola cosa che non possiamo accettare come risposta - l'abbiamo sentito dire tante volte negli ultimi mesi da questo Governo - che la coperta è corta, cioè non venite a dirci che non riuscite a trovare qualche milione di euro per aiutare piccole e medie imprese in difficoltà, per aiutare i lavoratori che non arrivano a fine mese, per aiutare chi appunto non ce la fa. Ma poi riuscite a trovare - come ha confermato ieri la Presidente Meloni al Senato, ma lo sapevamo già - 10 miliardi in armi entro il 2025 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E allora, no, non ci stiamo, Presidente.
Se voi oggi votate “no”, voi state dicendo a queste migliaia di persone che del loro posto di lavoro non ve ne frega niente. Ma noi l'abbiamo capito, perché noi ai cancelli ci stiamo, con le persone ci parliamo; voi lì non ci siete mai e non vi rendete conto del dramma del lavoro povero e del dramma delle aziende che chiudono (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2333-A/13 Appendino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).
Ha chiesto di parlare il Sottosegretario Bitonci che ha bisogno di fare alcune integrazioni rispetto ai pareri dati poco fa. Ne ha facoltà.
MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Grazie. Quindi cambio parere innanzitutto all'ordine del giorno n. 9/2333-A/28 Benvenuti Gostoli, perché è arrivato ovviamente il parere favorevole anche dal Ministero dell'Economia.
Poi, per quanto riguarda il parere favorevole che avevo dato sugli ordini del giorno n. 9/2333-A/22 Filippin e n. 9/2333-A/26 Evi, il parere rimane sempre favorevole con riformulazione, ovviamente, però se viene espunto il quarto capoverso, che è identico per tutti e due, che dice: “il nuovo comma 3-bis, pur modificando l'articolo 1, comma 101, della legge n. 213 del 2023, non risolve l'inadeguatezza (…)”. Solo se viene espunta questa parte. Viene accettato così.
PRESIDENTE. Parliamo delle premesse, giusto?
MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Nelle premesse.
PRESIDENTE. Quarto capoverso delle premesse. Quindi, la riformulazione nell'impegno rimane la stessa.
Allora, possiamo procedere con l'ordine del giorno n. 9/2333-A/14 Curti.
Ha chiesto di parlare il deputato Curti. Ne ha facoltà.
AUGUSTO CURTI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Se posso, non ho capito, Sottosegretario, la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2333-A/28 Benvenuti Gostoli.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2333-A/28 Benvenuti Gostoli non ha una riformulazione; ha una correzione di parere da parte del Ministero dell'Economia e delle finanze, che è favorevole.
A lei la parola, invece, sul suo ordine del giorno n. 9/2333-A/14.
AUGUSTO CURTI (PD-IDP). Si, mi scusi perché avevo capito una riformulazione. Siccome è molto simile, o meglio il mio ordine del giorno è molto più ampio rispetto all'ordine del giorno n. 9/2333-A/28 Benvenuti Gostoli che, invece, ha avuto un parere contrario, perché, di fatto, con questi due ordini del giorno si chiedono delle agevolazioni su delle aree specifiche. Nel mio ordine del giorno n. 9/2333-A/14 Curti, Sottosegretario, l'area che viene indicata è un'area di livello nazionale che ha una caratteristica, cioè un'area dove è stato chiesto lo stato d'emergenza. Noi stiamo parlando di un'area dove già l'emergenza c'è stata e, quindi, chiediamo che a quelle imprese possano essere concesse delle agevolazioni. Potrei fare l'esempio - ne abbiamo parlato anche prima - del cratere del Centro Italia sul sisma, potrei parlare dell'alluvione di Senigallia, potrei parlare dell'emergenza dell'alluvione in Emilia, Ischia e quant'altro.
A me sembra assurdo il parere contrario nei confronti di quest'ordine del giorno perché noi, di fronte a quell'emergenza, abbiamo… se posso, Sottosegretario, se può ascoltarmi, perché già è incomprensibile il parere contrario; se magari ha la possibilità anche di ascoltare le motivazioni.
Dicevo, Sottosegretario, che ritengo incomprensibile il parere contrario, perché da una parte abbiamo un territorio fragile, che è stato colpito da un'emergenza, dall'altra questo Governo decide di imporgli una tassa aggiuntiva e io credo che, invece, noi avremmo dovuto sostenere quelle aziende e quelle imprese.
Ripeto, l'ordine del giorno n. 9/2333-A/28 Benvenuti Gostoli, su cui lei in questo momento - io voterò ovviamente a favore, perché riguarda anche il mio territorio - ha dato un parere favorevole, in realtà, interessa una sola regione. Vorrei capire qual è la logica, però, con cui il Governo dà anche il parere su questi ordini del giorno, perché capisce bene che è abbastanza incomprensibile che si possa bocciare un ordine del giorno sul quale si chiedono delle agevolazioni per tutte le aree interessate dagli stati di emergenza - e inviterei anche tutti i colleghi parlamentari che sono interessati e rappresentanti di quei territori a votare a favore e quindi a respingerlo - e dall'altra parte, invece, si dà un parere, che per me va bene, su un ordine del giorno che invece va su un'area limitata.
Secondo me tutto questo, onestamente, Sottosegretario, è abbastanza incomprensibile. Quindi, le chiedo la possibilità o di accantonarlo oppure di poter rivedere il parere perché, capisce bene, che è abbastanza assurdo quello che stiamo vivendo in questo momento in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2333-A/14 Curti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2333-A/15 Roggiani, su cui vi è una proposta di riformulazione da parte del Governo.
Ha chiesto di parlare la deputata Roggiani. Ne ha facoltà.
SILVIA ROGGIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Molto brevemente, per dire che non accetto la riformulazione del Governo, perché credo che - e francamente è stato già detto moltissimo in quest'Aula - dare una possibilità in più alle imprese, che si vedono costrette a dover fare le assicurazioni catastrofali, sotto un'altra forma, quindi quella che viene peraltro usata in tantissimi contesti, che viene usata nelle imprese, che viene usata nei comuni, cioè quella di potersi aggregare, di potersi consorziare - chiedevamo questo nell'ordine del giorno - e avere, anche attraverso le opportune indicazioni normative che oggi mancano, la possibilità di fare questo, cioè delle polizze collettive. Una possibilità in più, soprattutto per le piccole e medie imprese, soprattutto per chi fa fatica, soprattutto per chi ha meno mezzi e capacità, di cui non si comprende perché lei abbia riformulato, sostanzialmente dicendo che valuteremo l'opportunità e capiremo.
Credo che quest'ordine del giorno, che chiede di identificare quali possono essere le strade normative per permettere alle imprese di consorziarsi, associarsi e fare delle polizze collettive, andava semplicemente adottato così com'è, perché altrimenti sappiamo benissimo, ormai, in quest'Aula come finisce: in un cassetto e a queste imprese quella possibilità non gliela stiamo dando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti del suo ordine del giorno n. 9/2333-A/15, che viene sottoscritto dal deputato Fornaro.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2333-A/15 Roggiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Ricordo che vale il testo originario, essendo stata rifiutata la proposta di riformulazione da parte del Sottosegretario Bitonci.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2333-A/16 Sottanelli, su cui vi è il parere favorevole del Governo, previa riformulazione che viene accolta.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2333-A/17 Grippo su cui il parere del Governo è contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2333-A/17 Grippo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2333-A/18 Ruffino, su cui vi è il parere favorevole del Governo, previa riformulazione. Onorevole Ruffino, accetta la riformulazione? Viene accolta.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2333-A/19 Benzoni, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Brevemente, anche perché è un parere contrario semplicemente a un ordine del giorno che chiedeva di andare nella direzione di istituire un fondo di garanzia pubblica che aiutasse, con finalità mutualistiche, le PMI.
Noi stiamo chiedendo a queste piccole e medie aziende di avere un obbligo di assicurazione. Spesso, lo sappiamo, ci sono dei premi e dei costi che, in base alle zone e in base ai rischi, sono molto elevati e quindi l'idea, anche semplicemente di valutare, di trovare dei criteri per aiutare in qualche modo le piccole e medie aziende che saranno quelle più in difficoltà da questo punto di vista, soprattutto in quei luoghi con quelle caratteristiche in cui i premi sono davvero spropositati rispetto a quello che è il senso di questa operazione che stiamo facendo, poteva essere un'indicazione che ci saremmo aspettati quantomeno di valutare. Quindi, ci spiace il parere contrario e lo mettiamo al voto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2333-A/19 Benzoni, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2333-A/20 Toni Ricciardi, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.
TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sottosegretario, io mi permetto di invitarla a un momento di riflessione. Il tema qual è? È che noi finiamo di far ricadere l'onere del costo sull'imprenditore, sul micro imprenditore, sulla piccola impresa, della quale beneficia il proprietario, che non è obbligato ad assicurare perché ci pensa l'imprenditore. Noi, nell'ordine del giorno, chiedevamo, Sottosegretario, di valutare l'impatto che le modifiche normative della legge bilancio del 2023, con questo provvedimento hanno avuto e, soprattutto, di immaginare una soluzione affinché si possa prevedere che i beni utilizzati dalle imprese e dalle microimprese siano interessati dalla polizza assicurativa e che non il piccolo imprenditore o il micro imprenditore si dovesse far carico del bene immobile o di proprietà di terzi, cioè dei proprietari.
Rispetto a questa richiesta e a questo impegno non credo che si stia chiedendo un'enormità. Si sta chiedendo di adottare quel principio, che ogni tanto noi sentiamo anche proferire da esponenti di maggioranza, che è il buonsenso.
Ora, Sottosegretario, non le chiedo una risposta immediata, e ci mancherebbe, ma suo tramite, Presidente, chiedo se la Sottosegretaria possa immaginare vagamente di prendere qualche minuto in più e verificare, o, al limite, anche immaginare, perché non è che uno immagina di avere scritto il Verbo. Probabilmente c'è la necessità di intervenire, di modificare e di rettificare, però credo che sul principio, tutto sommato, potremmo e possiamo essere tutti concordi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2333-A/20 Toni Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2333-A/21 Sarracino, su cui vi è una proposta di riformulazione, che abbiamo ascoltato nella sua correzione dal Sottosegretario Bitonci poco fa. Viene accolta questa proposta di riformulazione? Sì.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2333-A/22 Filippin, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Viene accolta? Sì.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2333-A/23 Peluffo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2333-A/24 Vaccari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2333-A/25 Zucconi, su cui vi è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Viene accolta. Anche sull'ordine del giorno n. 9/2333-A/26 Evi vi è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Viene accolta? Sì. Dunque, l'ordine del giorno n. 9/2333-A/27 Pisano è ritirato. Sull'ordine del giorno n. 9/2333-A/28 Benvenuti Gostoli il parere del Governo è favorevole.
Passiamo all'ultimo ordine del giorno, il n. 9/2333-A/29 Ilaria Fontana, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare la deputata Ilaria Fontana. Ne ha facoltà.
ILARIA FONTANA (M5S). Grazie, Presidente. Abbiamo più volte detto, anche durante la discussione nell'Aula, ma in realtà anche in Commissione, che su questo decreto avete dovuto rimettere mano proprio al disastro fatto e avete introdotto una proroga; una proroga che si vede necessaria soprattutto in questo momento di difficoltà delle imprese, ma sicuramente non è la proroga lo strumento idoneo, oppure la strategia di prevenzione, perché la prevenzione è una cosa seria.
Pur ringraziando il Sottosegretario, presente sia in Commissione che in Aula, mi chiedo: ma il Ministro Musumeci dov'è? Perché non lo abbiamo visto in Commissione e non c'è oggi in quest'Aula. Oppure, probabilmente, è in modalità ancora sobria? Perché ce lo chiediamo questo, perché oggi doveva essere presente e doveva dare anche il suo contributo nei dibattiti che sono nati. Eppure è sempre assente e, purtroppo, se ne esce poi a livello giornalistico o di comunicati che lasciano sempre molto, molto perplessi. Invece oggi era l'occasione, forse, per dire anche la posizione del Governo su questo tema, non tanto sulla proroga, ma su tutto l'iter che c'è stato prima.
Quindi vanno rafforzati i piani di sicurezza, vanno rafforzate le autorità di bacino, vanno destinate le risorse per una gestione lungimirante e, sicuramente, non per la visione che avete voi. Si continua a finanziare l'industria bellica, perché poi si trovano sempre i soldi per l'industria bellica, e, invece, per la mitigazione del cambiamento climatico e per il dissesto idrogeologico, purtroppo, mai.
Guardate, vi do qualche dato. Allora, solo nel 2024 l'industria della difesa ha registrato - solo, ripeto, l'anno scorso - un 12,7 per cento di ricavi. Poi, sapete qual è la spesa complessiva dei 27 Paesi dell'Unione europea negli armamenti? Armamenti non vuol dire difesa in generale, ma solo armamenti. Solo nel 2024 abbiamo raggiunto 102 miliardi di euro, che è il doppio rispetto a prima dello scoppio della guerra in Ucraina e il triplo rispetto alla media del decennio precedente. Poi, quando si tratta di spese militari, c'è sempre un'urgenza, Presidente: si trovano i soldi, si trovano le risorse, si trovano i piani, e invece, poi, quando bisogna parlare al Paese e bisogna mettere in sicurezza il Paese, non si trovano mai i soldi e si fanno anche dei danni.
Eppure ieri c'è stata una vittoria a firma del MoVimento 5 Stelle, che è il gruppo che rappresento e mi onoro di rappresentare: c'è stato un emendamento, nel Parlamento europeo, che condanna la Commissione proprio per l'approvazione del Piano di riarmo, perché è stato bypassato il Parlamento europeo e questo non si può fare. Anche in Italia, a volte, si cerca di bypassare il Parlamento e si continua a parlare di decreti, ma fortunatamente c'è un'opposizione che vi ricorda che non si può fare, perché il Parlamento deve essere e deve rimanere sovrano.
Con quest'ordine del giorno avevate la possibilità, in realtà, di un'inversione di rotta, perché vi abbiamo dato la possibilità di votare in maniera favorevole. Eppure non c'è stata possibilità di riformulazione, ma una contrarietà netta. Perché che cosa andavamo a chiedere, come MoVimento 5 Stelle? Di tagliare i finanziamenti alle armi e di tassare gli extraprofitti di chi sta guadagnando da guerre e da crisi. Perché poi questo abbiamo chiesto. Ecco, per fare cosa?
Perché è vero, abbiamo chiesto di tassare gli extraprofitti, ma sapete per che cosa? Per risorse ai territori, risorse alla prevenzione e risorse per la sicurezza, ma una vera sicurezza, Presidente, non quella sbandierata da questa maggioranza… Presidente, se anche lei ci si mette a parlare al telefono al microfono con un'Aula in cui è complicatissimo parlare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)…
PRESIDENTE. No, guardi, è esattamente il contrario.
ILARIA FONTANA (M5S). Io le chiedo scusa, ma per me è complicatissimo.
PRESIDENTE. È esattamente il contrario di quello che sta affermando, perché non ho risposto al telefono. Quindi lei è distratta. Prosegua.
ILARIA FONTANA (M5S). No, è distratto lei, perché…
PRESIDENTE. Lei è distratta. Prosegua (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
ILARIA FONTANA (M5S). Sì, Presidente, sono distratta. Non si permetta neanche di rispondermi così, oppure spenga il microfono, perlomeno (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Adesso, abbiamo almeno l'attenzione dell'Aula, almeno nel finale…
PRESIDENTE. Prosegua il suo intervento.
ILARIA FONTANA (M5S). …del nostro intervento, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Non c'è bisogno di polemizzare, senza peraltro avere alcun movente. Prosegua il suo intervento.
ILARIA FONTANA (M5S). Un rispetto dell'Aula che non c'è mai. Non c'è il rispetto di quell'Aula, Presidente. A volte le scuse valgono più di mille parole, punto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2333-A/29 Ilaria Fontana, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto di istruzione superiore “Fermi-Filangieri” di Formia, in provincia di Latina, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Li ringraziamo e auguriamo loro buona fortuna (Applausi).
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2333-A?)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, la deputata Maria Chiara Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Presidente, le chiederei di iniziare tra qualche minuto, perché c'è un rumore di fondo insopportabile e vorrei evitare di essere interrotta tra un minuto, perché non riesco a sentire nemmeno ora la mia voce.
PRESIDENTE. Allora, i deputati che stanno defluendo dall'Aula sono cortesemente pregati di farlo in silenzio, senza parlottare e senza disturbare la dichiarazione di voto dei colleghi. Prego.
MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Sottosegretario, dopo 3 anni di Governo e quotidiani episodi dove gli effetti dei cambiamenti climatici, sempre più frequenti e sempre più violenti, colpiscono le attività umane, la vita dei cittadini e le attività di impresa, ancora una volta il Governo Meloni si è fatto trovare impreparato. Soprattutto, con questo provvedimento state certificando di non sapere trovare soluzioni e di non sapere ascoltare le sollecitazioni che vi vengono dalle imprese, dai tanti rappresentanti e dai tanti portatori di interesse che vi hanno sollevato una serie di problematiche rispetto alla scelta che avete fatto nell'ultima legge di bilancio, ossia di inserire l'obbligo assicurativo rispetto agli eventi catastrofali.
Ecco, ci troviamo oggi con un provvedimento dove il corpo, il cuore degli articoli che abbiamo votato questa mattina introduce un'ulteriore proroga. Quindi, voi prorogate senza, però, dare risposte rispetto a quello che succederà, per esempio, alle piccole e medie imprese da settembre quando le società assicurative inizieranno a porre il tema, perché, laddove c'è un obbligo di assicurazione e ci sono anche le sanzioni correlate, su cui entrerò nel merito, voi non state dando risposte rispetto a come gestire questo percorso; non avete minimamente gestito il percorso, quindi ci siamo trovati in una situazione di incapacità di programmare.
A pochi mesi, appunto, dall'entrata in vigore dell'obbligo assicurativo da rischi catastrofali, il decreto interministeriale stesso, che voi avete fatto il 30 gennaio scorso, ha lasciato più dubbi interpretativi che risposte. Come gruppo di Italia Viva, insieme agli altri gruppi di opposizione, abbiamo provato anche in Commissione a presentare emendamenti che andassero nella direzione di un chiarimento che deve essere necessariamente interpretativo perché, appunto, le imprese si troveranno ad affrontare un obbligo assicurativo senza aver avuto risposta rispetto a come quell'obbligo assicurativo dovrà essere attuato.
Ve l'hanno detto tutti: ve l'ha detto ANCI, ve l'ha detto la CNA, Confartigianato, ve l'ha detto Confindustria, ve l'ha detto il mondo cooperativo. Eppure, anche oggi, anche questa mattina, avendo anche ripresentato questi emendamenti in Aula, dal Governo non sono giunte risposte perché semplicemente navigate a vista.
Siete anche riusciti a dare un parere contrario al mio ordine del giorno che prova a chiedere cose molto semplici. Vi avevamo chiesto di dirimere le criticità interpretative definibili rispetto alla questione delle bonifiche; vi abbiamo chiesto di definire, di dirimere strumenti agevolativi per semplificare la vita alle imprese nell'accesso agli strumenti assicurativi, di capire che cosa devono fare le imprese rispetto al tema delle locazioni. E su questo non avete fatto nemmeno la fatica di leggere, di riformulare l'ordine del giorno, ma avete dato un parere contrario secco che si tradurrà, ripeto, a settembre - e siamo pronti a scommettere che questo avverrà - quando ci ritroveremo in Aula, forse, a ragionare di un'ennesima proroga perché non sarete in grado di gestire la situazione.
Voi, appunto, non siete in grado di dare risposte alle imprese, non siete in grado di darle sull'ambito di applicazione di questa norma. Come ho già detto, esistono fortissimi elementi interpretativi, non politici di posizione, non l'essere favorevoli o contro.
Ci sono dubbi interpretativi, per esempio, sulla situazione delle imprese in locazione. Che obblighi ricadono su chi non è proprietario degli immobili nei quali si svolge l'attività? L'obbligo viene, quindi, scaricato su chi non ha la titolarità del bene? Su chi non ha la disponibilità giuridica? Questa è una risposta che alle imprese, ma anche alle assicurazioni va data. E su questo vi è il silenzio da parte del Governo.
Parliamo poi del tema delle bonifiche, perché vede, Sottosegretario, in questi ultimi anni hanno chiuso tantissime piccole e microimprese (più di 20.000) perché, di fronte alle catastrofi non soltanto ambientali, rispetto al tema della gestione del rischio di danno ambientale, cosa succede molto spesso? Che da un lato le piccole e medie imprese non sono in grado di fare le bonifiche - e anche qui il sistema assicurativo non è stato accompagnato e non lo fate, sicuramente, con questo provvedimento e con l'obbligo assicurativo che avete inserito nella legge di bilancio - e, dall'altro lato, proliferano i siti orfani perché poi è la collettività a doversi far carico di questo. Peraltro, ho una proposta di legge in Commissione finanze su questo tema perché penso sia un elemento, un atto di maturità porre seriamente il tema di come si gestisce anche preventivamente la diminuzione del rischio di danno ambientale.
Ma anche in relazione a ciò, questo è un Parlamento in cui un dibattito serio non può procedere; quindi anche su questo elemento dovete rispondere ad alcune domande interpretative, perché come si concilia l'articolo 1, lettera n), il comma 3, lettera c), del vostro decreto con il testo unico dell'ambiente, con il decreto legislativo n. 152 del 2006? Su chi ricade l'attività di bonifica e di decontaminazione del terreno da sversamenti? Queste sono questioni tecniche, non sono questioni demandate al dibattito spiccio opposizione-maggioranza e su queste risposte dovrete rispondere o, come dicevo prima, andrete all'ennesima proroga. Non avete fatto, in tutti questi mesi - ed è il motivo per cui ho detto all'inizio che avete inserito un obbligo su cui farete trovare tutti impreparati, per prime le imprese e anche le società assicurative - un'analisi puntuale delle definizioni delle casistiche degli eventi calamitosi e catastrofali, perché, quando parliamo di fragilità del nostro sistema produttivo, oggi non possiamo non parlare di subsidenza, di bradisismo, di bombe d'acqua, di tutti quei fenomeni su cui, appunto, le nostre comunità sono fragili e su cui bisogna trovare strumenti di protezione attiva e passiva. Sicuramente l'ambito assicurativo è una delle risposte che va trovata e su questo tornerò.
Non c'è chiarezza, nel vostro provvedimento e nelle vostre scelte, nemmeno sulle sanzioni in caso di inadempimento. Cosa dovranno fare le imprese? Direbbe il mio collega Davide Faraone: le imprese saranno “cornute e mazziate” perché, da un lato, voi in tre anni di Governo non state facendo nulla rispetto al Piano di adattamento ai cambiamenti climatici. Dove sono gli investimenti? A che lentezza stanno andando gli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza sul Piano di adattamento ai cambiamenti climatici? Dall'altro lato, fate pagare la vostra inefficienza, la vostra incapacità di fare gli investimenti, la vostra incapacità di mettere a sistema in modo strategico gli investimenti sul fronte dell'adattamento ai cambiamenti climatici perché, appunto, abbiamo anche un tema relativo ai corpi idrici di innalzamento delle banchine, di strumenti di protezione che siano attivi per consentire alle aziende di abbassare il livello di rischio. Quindi, voi obbligate le aziende ad assicurarsi, però non fate nulla per cambiare le condizioni di sistema e, quindi, caricate di questa vostra incapacità doppiamente le imprese.
Poi non avete risposto nemmeno in questo dibattito parlamentare - così come non lo avete fatto neanche durante la legge di bilancio - perché, appunto, l'obbligo assicurativo è stato calato, come dire, dalla sera alla mattina sulla testa delle imprese, ma non avete colto nemmeno questa opportunità perché non avete chiarito quali saranno i parametri usati nella definizione dei premi, come si terrà conto della condivisione del rischio secondo un principio di mutualità e come si coordina questo, per esempio, con la riassicurazione con i fondi SACE.
Anche questo, il principio di mutualità. Qual è il dibattito che state facendo con le imprese? Perché lei, nelle riformulazioni degli ordini del giorno, ha citato un tavolo che avete messo in campo con le imprese e il mondo assicurativo. A me non risulta che questo tavolo sia operativo perché, appunto, le imprese lamentano di non essere state convocate al tavolo per contribuire positivamente a un tema strategico.
Chiudo, Presidente, perché ho finito il mio tempo, ma ci sarebbe molto altro da dire anche rispetto a settori produttivi specifici. La risposta che voi state dando oggi alle imprese è sempre la solita da tre anni a questa parte del Governo Meloni. Alle imprese state dicendo: arrangiatevi di fronte alle condizioni di sistema e anzi, vi tassiamo perché voi continuate con quest'obbligo assicurativo a inserire tasse occulte. Questa è una tassa occulta che pesa sulle spalle delle nostre imprese e sulla competitività del Paese. È il motivo per cui noi, come gruppo di Italia Viva, responsabilmente ci asterremo in questa prima lettura, però speriamo che queste considerazioni possano essere riviste profondamente al Senato (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signor Presidente. Signor rappresentante del Governo, colleghe e colleghi, la verità a volte ci mette un po' di tempo ma poi, alla fine, viene a galla. Nel nostro caso non ci ha messo neanche troppo tempo. Le bugie, più volte affermate dalla maggioranza, dal Governo e dalla Presidente Meloni, circa le questioni che riguardano la transizione ecologica e i cambiamenti climatici vengono finalmente al pettine.
La verità è sotto gli occhi di tutti, tanto che i cambiamenti climatici non esistono, le calamità naturali e gli eventi catastrofali non aumentano secondo la maggioranza, secondo la teoria negazionista della destra italiana e, poi, il Governo viene qui a presentare un decreto-legge che pone come obbligatoria l'assicurazione per le piccole e medie imprese contro gli eventi catastrofali e le calamità naturali.
Allora delle due, l'una, signor Rappresentante del Governo: o i cambiamenti climatici non ci sono, e allora non si capisce perché voi dobbiate mettere questo ennesimo balzello sulle spalle delle piccole e medie imprese che versano in una situazione di difficoltà economica in questa fase, difficoltà ormai evidente a tutti; oppure i cambiamenti climatici esistono, e allora non si capisce perché continuiate con la vostra narrazione negazionista.
Ieri la Presidente Meloni, rispondendo al question time, ha specificato in modo chiaro che secondo lei la battaglia contro i cambiamenti climatici, la transizione ecologica, è una questione ideologica. È vero, ha ragione, stiamo parlando di ideologia, ma l'ideologia della destra (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), che cerca di costruire il proprio posizionamento politico partendo dalla negazione di quello che sta accadendo. Non c'è neanche la necessità di citare i centri di ricerca a livello mondiale: le dichiarazioni del 99,9 per cento degli scienziati di tutto il mondo, dicono chiaramente che siamo in una situazione dove i cambiamenti climatici possono mettere a rischio la vita del pianeta. Basta guardare l'esperienza reale di tutti i giorni, essere pragmatici. La Presidente Meloni dice che è pragmatica? Ecco dobbiamo essere pragmatici.
Fino a qualche tempo fa, quando si parlava di cambiamenti climatici e di catastrofi ambientali, bisognava accendere il televisore e si vedeva che accadevano sempre dall'altra parte del mondo e tutti quanti dicevano: poverini, che cose terribili accadono in Asia piuttosto che in America. Adesso, per rendersi conto della realtà dei cambiamenti climatici, basta aprire la finestra di casa propria, non serve neanche più il televisore, signor Sottosegretario. Si apre la finestra di casa e si vede che cosa sono i cambiamenti climatici. Il nostro è uno dei Paesi più esposti e lo dicono i numeri, non lo dicono le chiacchiere con cui ormai siete abituati a governare il Paese. Se volete i numeri, noi ve li possiamo tranquillamente dare. Secondo i dati del Rapporto Ance-Cresme, mentre la spesa per riparare gli eventi sismici è rimasta costante, la spesa per contrastare gli effetti del dissesto idrogeologico è triplicata, da una media di 1 miliardo precedente al 2009, a 3,3 miliardi nel periodo 2009-2023.
Secondo gli studi a livello internazionale, nel trentennio 1993… c'è qualche problema Presidente? Vedo il Governo che si agita.
PRESIDENTE. Prego, prosegua.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). Si è tranquillizzato?
PRESIDENTE. Faremo una piccola pausa appena lei conclude il suo intervento.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). Si è tranquillizzato il Governo, perfetto. Nel trentennio 1993-2022 oltre 765.000 persone nel mondo sono morte a causa di eventi meteorologici estremi e le perdite economiche globali hanno superato i 4,2 miliardi di dollari. L'Italia è il Paese europeo più colpito con oltre 38.000 morti e danni economici stimati in circa 60 miliardi di dollari. Questi sono i dati che noi vi riproponiamo quest'oggi, ma che il Governo dovrebbe sapere. Vi citiamo anche i dati dell'Osservatorio Città Clima di Legambiente, che ha registrato 778 eventi nel 2023 tra nubifragi, grandinate, trombe d'aria e ondate di calore, con un aumento del 22 per cento rispetto al 2022 e danni stimati per oltre 11 miliardi di euro. Questi sono i dati con i quali vi dovete confrontare, questa è la realtà sulla quale voi dovete costruire le iniziative e non continuare a negare, a negare costantemente quello che è sotto gli occhi di tutti, quella che è la realtà del Paese e del pianeta.
Parlate dei costi della transizione ecologica, ma i costi dei cambiamenti climatici non li valutate mai? I miliardi che noi spendiamo per mettere a posto i danni derivati dalle catastrofi climatiche, voi non li calcolate? Questi sono i costi insopportabili che il nostro Paese deve affrontare, questi sono i costi insopportabili che le nostre imprese devono calcolare. Rispetto a questo, la risposta del Governo qual è? Quella di mettere davvero in moto il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, che è stato approvato nel 2023, e che prevede 360 azioni che, fino ad ora, sono rimaste sostanzialmente sulla carta; 360 azioni indicate, che non hanno alcuna copertura finanziaria nel Documento di finanza pubblica che è stato recentemente presentato. Continuiamo sulla strada di negare l'evidenza e di negare la necessità di investire per contrastare i cambiamenti climatici. Ecco, queste sono le politiche che voi state portando avanti. La risposta è quella di mettere l'ennesimo balzello alle piccole e medie imprese, che già sopportano una crisi economica difficile, dura. L'ennesimo balzello!
Secondo voi chi deve pensare a tutelarsi dai cambiamenti climatici devono essere le imprese, le piccole imprese, i cittadini da soli, senza che voi, come Governo, come Stato, pensiate di mettere in campo delle politiche che vadano a contrastare i cambiamenti climatici. Ma questa è una posizione assurda! Io spero che voi ve ne rendiate conto: siete fuori dalla storia, trascinate il Paese nella distruzione più totale, trascinate il nostro Paese nell'irrilevanza da ogni punto di vista, anche dal punto di vista economico, perché se - come state facendo - distruggete metodicamente, anche attraverso queste norme, il tessuto della piccola e media impresa italiana, la nostra economia non regge, non può reggere. Voi ve ne dovete rendere conto! Alla faccia delle bugie che continuate a dire, delle sciocchezze che continuate a raccontare, delle fandonie che continuate a raccontare! Vi ricordate quella favola di Christian Andersen, Il vestito del re, dove il re, appunto, alla fine si scopre essere nudo. Ecco, finalmente si scopre che anche il Governo e anche le idee della maggioranza sono completamente nude, perché di fronte alla realtà dei fatti voi non potete continuare a negare perché questo provvedimento è, se vogliamo, un'ammissione di colpa, voi sapete che i cambiamenti climatici ci sono e causano catastrofi naturali e ambientali, causano danni al sistema produttivo e causano morti tra i nostri cittadini e le nostre cittadine. Voi lo sapete, tant'è che volete imporre l'obbligo di un'assicurazione per le imprese. Ma se voi lo sapete, siete costretti, dal punto di vista politico, ma anche dal punto di vista etico, a intervenire così come un Governo deve fare, mettendo quelle risorse che servono a contrastare i cambiamenti climatici, permettendo cioè che il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici diventi efficace ed efficiente. Questa è la strada, l'unica strada che un Governo serio prenderebbe, ma voi non siete un Governo serio, lo devo dire, perché un Governo serio non si nasconde dietro la realtà. Siamo arrivati all'assurdo, lo ha detto bene la collega Piccolotti nel dibattito generale: il paziente è malato di una malattia degenerativa grave, ma il medico, cioè il nostro Governo, invece di prescrivere una terapia, obbliga il paziente a farsi un'assicurazione sugli infortuni. Pensi un po' lei, Sottosegretaria, uno va dal medico perché ha una malattia e il medico le prescrive di farsi un'assicurazione al posto di prescriverle una giusta medicina. Curare l'ambiente, combattere i cambiamenti climatici è una priorità per il futuro del pianeta, per il futuro del Paese e per garantire la vita e gli interessi dei nostri concittadini (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Sottosegretaria, questa mattina, nel susseguirsi degli emendamenti, ho pensato agli ultimi eventi, alle grandi e forti piogge che hanno colpito le nostre regioni, e, in particolare, mi riferisco alla mia, ossia al Piemonte. In questo caso, nuovamente, milioni di euro - devo dire - per piogge neppure così forti, ma oramai il nostro territorio è fragile, non regge anche ad eventi non così gravi. In quei territori, dove ci sono stati i problemi e dove ci saranno degli interventi della regione e, quindi, credo anche del Governo, non si erano ancora fatti i vecchi interventi relativi alle precedenti piogge e ai precedenti eventi atmosferici. Così ci ritroviamo, gentili colleghi, nel 2023 ad avere 378 eventi meteorologici estremi, con un incremento, rispetto all'anno precedente, del 22 per cento. Mi sembra tanto. Sono morte, in quel contesto, 31 persone e ci sono stati danni per miliardi di euro. Nel 2024 va decisamente peggio: siamo a 1.899 eventi estremi, tra cui 1.023 nubifragi, 664 grandinate e 212 tornado. L'Italia è un Paese europeo colpito da eventi estremi, è quello maggiormente colpito da eventi estremi.
Di che cosa parliamo? Non voglio estremizzare, perché chiunque di noi vive il territorio italiano e si rende conto di queste situazioni, quindi non siamo qui a raccontare qualcosa che non viene visto o percepito, ma siamo qui a raccontare qualcosa di vero e di estremamente grave. Parliamo di danni e di incuria. Poi, però, c'è un rischio che non dobbiamo correre, che è quello di scaricare i costi sui cittadini. Allora, per non farlo occorrerebbe almeno accompagnare l'obbligo assicurativo con un sistema di sostegno, perché rischiamo di penalizzare chi ha meno e questa cosa già succede troppo. Quindi, bisogna in qualche maniera contenerla.
Allora, come non parlare, signor Presidente e signor Sottosegretario, della carenza di prevenzione pubblica. Accipicchia, accidenti, come non parlare di questo aspetto? L'assicurazione non può e non deve sostituire gli interventi strutturali, come la manutenzione del territorio, altrimenti diventa una deresponsabilizzazione politica.
Cosa possiamo fare? Possiamo pensare a una maggiore resilienza del sistema produttivo? L'obbligo assicurativo incentiva le imprese a coprirsi dai danni da eventi catastrofali, riducendo sicuramente l'onere per lo Stato. È un po' questo aspetto che ammetto ci preoccupa. Responsabilizzare il sistema privato, certo, ma superare lo Stato balia in caso di calamità naturali, riducendo le richieste di ristori straordinari e spesa pubblica imprevista? Su questo bisogna assolutamente riflettere.
Non è prevista una sanzione diretta, per ora, a chi non è assicurato, però si rischia di non accedere agli aiuti. Restano scoperti i soggetti e i settori critici, come i cittadini e gli enti locali. Pensiamo alle case abbarbicate sulle montagne o soltanto al tema della Liguria, che ci è molto vicina e molto presente. Un altro aspetto che ci impensierisce sono le piccole e medie imprese che hanno sede nelle zone montane e nelle aree interne, che potrebbero subire costi rilevanti per polizze economicamente e difficilmente sostenibili.
Un'altra domanda. Forse, poi riceveremo delle risposte. Il mercato assicurativo è pronto a tutto questo? Servirebbero degli incentivi alla trasparenza e strumenti mutualistici. La Francia e il Giappone hanno previsto un sistema di garanzia statale che abbassa i premi assicurativi o interviene in casi estremi. Questa norma potrebbe avere una logica condivisibile se si cercasse di promuovere una cultura della prevenzione e dell'autoresponsabilità. Il rischio è la trasformazione in obbligo oneroso per le piccole e medie imprese, specialmente, come ho già detto e ribadisco, in luoghi dove il rischio è alto e, purtroppo, in quei luoghi il tessuto produttivo è anche estremamente debole.
Quindi, condividiamo l'obiettivo di fondo di rafforzare la resilienza del Paese, ma riteniamo questo provvedimento parziale. Perché? Perché manca una piena integrazione con le politiche di prevenzione, di pianificazione territoriale e di rigenerazione urbana, che restano la prima linea di difesa contro il rischio. Noi di Azione riteniamo anche che manchi una visione integrata tra la prevenzione e la ricostruzione. Gli interventi arrivano soltanto dopo l'evento, sotto forma di emergenza o ristoro dei danni; le risorse pubbliche sono concentrate sugli eventi post-evento, questo purtroppo è innegabile e, a nostro parere, è anche grave. Il rischio catastrofale è amplificato dal cambiamento climatico e le politiche di adattamento ai cambiamenti climatici sono poco attuate, perché ogni tanto si nega anche il cambiamento climatico. I piani operativi e i finanziamenti adeguati sono sottovalutati e anche sottovalutato - io lo ripeto spesso - è il ruolo degli enti locali. Perché? Perché il Governo non ha ancora definito degli strumenti efficaci di supporto tecnico e finanziario ai territori fragili. Manca, signor Presidente e Governo, una analisi sugli effetti redistributivi e sui possibili aumenti di costi a carico dei cittadini e delle piccole e medie imprese.
Concludo questa dichiarazione di voto con alcune proposte costruttive al Governo, perché, secondo noi, queste ci devono essere, pur esprimendo la nostra astensione sul provvedimento. È anche faticosa questa astensione. Riteniamo sia necessario un approccio più equilibrato nel settore assicurativo, soprattutto in relazione alle difficoltà che vivono i cittadini e le imprese, in particolare nelle aree più fragili. Chiediamo che venga rafforzata la trasparenza nelle tariffe e vengano introdotti incentivi per le polizze che promuovono comportamenti responsabili, così come un sistema di garanzie per le zone ad alto rischio. Inoltre, una maggiore collaborazione tra enti locali e operatori del settore assicurativo potrebbe garantire un supporto più equo e mirato, soprattutto per le comunità montane o, meglio, le ex comunità montane - perché non ci sono più, vorremmo ci fossero - e per le attività agricole.
La nostra astensione non preclude il nostro impegno per migliorare il provvedimento e garantire una maggiore equità e sostenibilità per i cittadini e le imprese. Faccio parte della nuova Commissione di recente istituzione sul rischio idrogeologico. Stiamo sentendo degli esperti, ci stanno dicendo cose importanti. La speranza è che il lavoro fatto in queste Commissioni, come la Commissione contro il degrado delle periferie e la Commissione sul rischio idrogeologico, diventino, in qualche modo, una carta e una guida per il Governo, perché altrimenti, se questo non succedesse, ci ritroveremmo a spendere ingenti risorse pubbliche, con ricadute minime e con perdite di vita importanti (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e gli insegnanti del Liceo delle scienze umane “Gabriele D'Annunzio” di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). L'Aula si è appena svuotata perché abbiamo votato tutta la mattinata, ma si riempirà prestissimo per il voto finale su questo provvedimento, su cui intercorrono le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il deputato Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signor Sottosegretario, con il provvedimento in esame si rinvia l'obbligo assicurativo contro i rischi catastrofali previsto dalla legge di bilancio del 2024. Non è una semplice disposizione, ma una radicale riforma dell'approccio agli eventi sismici e atmosferici naturali di carattere catastrofale.
Anche nella mia qualità di presidente della Commissione d'inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico, vorrei ricordare a tutti i colleghi che il 94 per cento dei nostri quasi 8.000 comuni è a rischio idrogeologico e circa il 40 per cento del territorio nazionale è classificato in area ad elevato rischio sismico. Stiamo, quindi, parlando di una riforma epocale. Il meccanismo che è stato individuato, con il coinvolgimento di SACE, dell'Ivass, oltre che di quei soggetti privati che operano nel settore assicurativo, è articolato e prevede un importante impegno per mettere a registro tutti questi aspetti.
La decorrenza di quest'obbligo era inizialmente prevista al 31 dicembre dello scorso anno, poi è stato prorogato al 31 marzo di quest'anno e oggi viene ulteriormente prorogato al 1° ottobre 2025 per le medie imprese e al 31 dicembre 2025 per le piccole e microimprese.
Stiamo parlando di circa il 95 per cento del totale. Parliamo di una platea importante di 5 milioni e mezzo di microimprese, 350.000 piccole imprese, 44.000 medie imprese e 10.000 grandi imprese.
Signor Presidente, tuttavia, come abbiamo accennato, non sono gli unici soggetti chiamati a nuovo onere, c'è, infatti, il tema di mettere a punto un'adeguata e trasparente offerta di polizze, adeguata ai rischi preventivabili. Quindi, dal lato dell'offerta, si tratta di 63 compagnie vigilate dall'Ivass e di 517 compagnie vigilate da autorità estere. In totale, quindi, sono chiamate a offrire copertura anti catastrofale 580 compagnie.
Prevedere una copertura obbligatoria per le imprese significa sicuramente garantire una maggiore protezione economica per tutto il sistema produttivo, in caso proprio di eventi calamitosi. Questo, infatti, consente di preservare il proprio patrimonio, garantire la continuità operativa e favorire una ripresa più rapida a seguito di eventi catastrofici. L'obbligatorietà è volta anche a consentire che si attesti un'offerta commerciale concorrenziale da parte delle assicurazioni.
Vorrei ricordare a tutti noi, comunque, che l'impegno pubblico resta essenziale, ma la riduzione dell'onere economico per lo Stato, garantita da un sistema assicurativo diffuso, consente di destinare maggiori risorse alla prevenzione e al contrasto strutturale al rischio idrogeologico. L'assicurazione, quindi, va a costituire un tassello essenziale in un piano complessivo di messa in sicurezza del territorio dalle fragilità e dalle esposizioni ai rischi preventivabili.
Tuttavia, signor Presidente, risulta necessario evitare che l'assicurazione sia percepita dalle imprese come una nuova tassa. Al contrario, questa deve rappresentare una tutela e una valorizzazione per l'impresa stessa (agli occhi degli investitori), quindi un'occasione di potenziale crescita di tutto il sistema. Dunque, la proroga è finalizzata proprio a consentire un esame ponderato e comparativo dell'offerta assicurativa da parte delle imprese, ma è altrettanto importante per le assicurazioni che sono chiamate ad offrire un'offerta adeguata al mercato.
Negli ultimi anni, purtroppo, abbiamo assistito al progressivo aumento della frequenza e dell'intensità dei fenomeni catastrofici. Era, dunque, più che mai necessario definire un sistema più rapido e più efficiente, in grado di rispondere alle emergenze, oltre che a operare in parallelo sulla prevenzione.
In ogni caso, il successo di questa riforma dipenderà in gran parte dal suo avvio e dalla diffusione delle coperture. Solo un amplissimo grado di mutualità potrà contribuire a contenere i premi assicurativi nei limiti della ragionevolezza, tali da consentire alle imprese di non percepirli come un inutile o eccessivamente oneroso balzello. Il rischio - e questo è giusto che ce lo diciamo ed è giusto lasciarlo agli atti - è che il costo della copertura sia più elevato proprio in quelle aree geografiche più esposte alle calamità naturali (anche se abbiamo visto che il 94 per cento dei comuni italiani è sottoposto a rischio idrogeologico), determinando, in quelle zone, aree di fuga da parte delle imprese chiamate a sottoscrivere un'assicurazione che rischia di diventare onerosa.
Questa riforma dev'essere, invece, volano di una nuova cultura della prevenzione e, in questo senso, è fondamentale che vi sia una totale trasparenza nelle offerte, con il controllo dell'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, l'Ivass, chiamato a realizzare il portale e il preventivatore per tutte le proposte sottoscrivibili. La proroga, in questo senso, potrà consentire di svolgere tutti questi passaggi, tali da rendere possibile alle imprese di avere un quadro completo e accurato, alle associazioni di imprese di farsi promotrici di campagne informative e polizze collettive, e, infine, alle autorità di controllo di valutare ogni passaggio.
Pertanto, signor Presidente, tutto questo premesso, annuncio il voto di Noi Moderati a favore della proroga proposta, funzionale alla migliore definizione di un sistema che riteniamo possa rafforzare la sicurezza e la resilienza del sistema produttivo italiano e rappresentare anche un'occasione di crescita su più livelli per tutto il Paese (Applausi di deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Agostino Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO (M5S). Presidente, grazie. Questo decreto-legge non è nient'altro che l'ammissione implicita del fallimento di questo Governo e di questa maggioranza in tema di contrasto al dissesto idrogeologico e di tutela delle attività produttive.
Voi, anziché pensare a misure strumentali e strutturali per il Paese, avete detto alle imprese: arrangiatevi perché c'è una polizza che vi dovete stipulare per forza. Ma lo state facendo in un momento molto particolare. Lo state facendo in un momento di profonda crisi economica e finanziaria, che sta investendo il nostro Paese e, in particolare, le imprese. Dopodiché, venite qui, prima in Commissione e poi in Aula, a fare che cosa? Pensavate di passare come coloro che dovevano salvare la Patria, i salvatori della patria, mentre invece siete proprio voi che avete originato il problema. E lo avete originato, probabilmente, in una serata di follia, con molta approssimazione, quando avete obbligato le imprese a doversi stipulare una polizza catastrofale, per fare che cosa? Per rispondere da sole alle esigenze, perché voi siete stati completamente incapaci di difendere le imprese dal dissesto idrogeologico e dalle stesse calamità naturali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Noi, però, non possiamo che contestare questo tipo di decreto, che sicuramente è una marcia indietro che sta facendo questo Governo rispetto alla sciagura che ha originato. Però dobbiamo dire le cose come stanno: voi siete arrivati a questa proroga grazie all'enorme pressione politica che abbiamo esercitato noi del MoVimento 5 Stelle e anche altre forze di opposizione. Tra l'altro, come ho ricordato anche nei miei interventi sugli emendamenti, quando avete dato il La? Quando avete introdotto la proroga? L'avete introdotta l'ultimo giorno. Ma dico io: se volete introdurre una proroga, volete introdurla prima? Introducendola l'ultimo giorno, vi siete posti il problema di quante piccole e medie imprese hanno già stipulato - possiamo dire, inutilmente - questa polizza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? E se non i vostri amici delle assicurazioni, chi è che si è ingrossato il portafoglio? E quindi pensate a chi avete fatto il piacere: se alle imprese oppure alle assicurazioni.
Poi pensate di continuare a spolpare le imprese in un momento così delicato dal punto di vista economico. Noi siamo al venticinquesimo mese consecutivo di calo della produzione industriale. Tra l'altro, fra poco sarà il ventiseiesimo. Questo è l'unico record che si batte in Italia. Da gennaio 2024, siamo al momento più basso dell'indice di produzione delle piccole e medie imprese. Ci troviamo davanti a un Governo che, per uno 0,1 in più in un trimestre fatto rispetto alla Francia e alla Germania, festeggia. Festeggia! Ma cosa avete da festeggiare, se tutte le previsioni ci portano sotto la media dell'eurozona per crescita nel biennio 2024-2025, quando il MEF ha abbassato la previsione di crescita del PIL da più 1,2 a 0,4 per cento di PIL (un crollo!) nel 2025. Cari colleghi, diciamoci la verità: se non ci fosse stato il Piano nazionale di ripresa e resilienza, il nostro Paese sarebbe già in piena recessione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Voi, in tutto questo, anziché aiutare le imprese, dite loro: arrangiatevi, sono fatti vostri, non vogliamo sapere dei danni, vedete come dovete sbrigarvela. Invece, le imprese, le aziende, le società hanno un enorme bisogno di aiuto. Loro avrebbero bisogno di migliorare le condizioni di lavoro, avrebbero bisogno di una politica industriale, e, diciamo ancora le cose come stanno, avrebbero bisogno di un Paese che abbia un vero e proprio piano industriale, cosa che manca nel nostro Paese. Servirebbe favorire la transizione ecologica, servirebbe supportare i salari dei lavoratori, servirebbe dare una risposta concreta, quando c'è stato un aumento abnorme del costo delle bollette, e non proporre mancette, ma dare risposte concrete, come sta avvenendo in altri Paesi dell'Europa. Noi, quando eravamo al Governo, abbiamo creato cose vere, cose concrete. Cosa? Abbiamo migliorato i presìdi territoriali. Abbiamo avviato una pianificazione e una programmazione degli interventi di contrasto al dissesto idrogeologico, interessando gli enti competenti territorialmente, le autorità di bacino e le autorità di distretto.
Ma soprattutto, Governo, abbiamo messo i soldi, quello che voi invece non avete fatto. Con il Piano nazionale di ripresa e resilienza noi abbiamo messo ben 15 miliardi per la tutela del territorio e della risorsa idrica, di cui un miliardo e mezzo per la gestione del rischio alluvioni e per la riduzione del rischio idrogeologico. E per le imprese sapete cosa abbiamo fatto? Alle imprese abbiamo fatto spendere 29 miliardi di euro in Transizione 4.0 e grazie al booster dell'edilizia la loro economia è volata, questa è la verità.
Veniamo a voi, invece. Voi che cosa avete fatto? Insediati, dicembre 2022, la vostra prima legge di bilancio, la legge di bilancio 2023: “zac!”, un bel taglio di 350 milioni al Fondo di contrasto al dissesto idrogeologico. E poi? Maggio 2023, arrivano le alluvioni, che è un'altra cosa certa che nel nostro Paese ci sarà l'alluvione: lì, in Emilia-Romagna, maggio 2023, voi vi riunite e cosa fate? Stanziate una mancetta: 20 milioni di euro. Che cosa se ne devono fare, queste imprese e la popolazione emiliana, di 20 milioni di euro?
Ma soprattutto voi ci dovete dire, dal maggio 2023 ad oggi, cosa avete fatto per ridurre l'esposizione al rischio delle imprese italiane nei territori su cui c'è rischio idrogeologico. Non avete fatto niente. Anzi, bada bene, una cosa piccolina l'avete pur fatta: siete riusciti a far spendere alle imprese 700 milioni su 12,7 miliardi di Transizione 5.0, che poi è la brutta copia di Transizione 4.0. E meno male che la vostra Presidente del Consiglio si starà ravvedendo, lo ha detto ieri al Senato. Ha detto che prevederà, nel momento in cui verrà rivisto il Piano nazionale di ripresa e resilienza, di dare più contributi, quindi più fondi, proprio a Transizione 4.0.
Però questo è un piccolo granello nella sabbia del deserto, dalle mie parti si dice che “questa è acqua che non leva sete”, e anzi, le cose in questo Paese stanno andando ancora peggio, perché voi una cosa avete fatto per il contrasto al dissesto idrogeologico: avete istituito una Commissione di inchiesta parlamentare per il rischio idrogeologico e sismico. Che cosa dirà? Ci verrà a dire che l'Italia è un Paese fragile dal punto di vista idrogeologico e dal punto di vista sismico.
Ma badate bene che nelle audizioni che stiamo facendo, prima parlava il presidente della Commissione, da nessuna parte si evince che per contrastare il dissesto idrogeologico c'è bisogno di obbligare le imprese e gli italiani a stipulare polizze catastrofali. Assurdo, imponete le polizze catastrofali! Voi state uccidendo le imprese, di questo passo passerete alla storia come i serial killer delle piccole e medie imprese, complimenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Le polizze, poi, ci possono stare, ma dovrebbero essere non il cardine di una politica di contrasto al dissesto idrogeologico, dovrebbero arrivare dopo un intervento pubblico, massiccio, di pianificazione e programmazione. Secondo noi si potrebbe pensare a un periodo transitorio, non lo so, 3 o 5 anni, in cui le polizze possono essere stipulate su base volontaria, ma con il contributo da parte dello Stato.
C'è bisogno di un massiccio piano di investimenti di contrasto al rischio idrogeologico, e quindi possiamo dire che c'è bisogno di una politica industriale che non sia basata sulle armi, una politica che non spenda 14 miliardi per un ponte inutile, ma una politica industriale che sia basata sulla messa in sicurezza del territorio nazionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
A questo decreto, come al solito, abbiamo provato a formulare degli emendamenti per migliorarlo, perché non siamo mai pretestuosi, vogliamo essere collaborativi. È infatti grazie anche a noi - e devo ringraziare anche qui il relatore - che si è riusciti a superare quello stato di indeterminatezza legato agli immobili che avevano degli abusi. Però, Governo, sono rimasti fuori troppi aspetti, troppi temi che ricadranno molto negativamente sulle nostre imprese.
Ve ne cito qualcuno. Innanzitutto, tutte quelle aziende, imprese e società che svolgono attività in immobili che non sono di loro proprietà, soprattutto sono immobili pubblici. Immaginate società del terziario che svolgono prestazioni per un ente pubblico, in un edificio pubblico: secondo voi loro sono obbligate a una polizza catastrofale. Noi abbiamo provato a chiedervelo sia in Commissione che prima, negli interventi sugli emendamenti, e voi non avete risposto su questo. Io lo trovo vergognoso.
E poi c'è un'altra questione, ci sono alcuni fenomeni di calamità naturali che avete escluso, misteriosamente. Allora, secondo voi, la polizza catastrofale si deve fare, non lo so, per le frane sì, ma per le valanghe no; o ancora, per i casi di esondazione e di alluvione sì, ma per la desertificazione no. Ma volete fare un po' di pace con il cervello per capire cosa volete fare?
E poi noi siamo fortemente preoccupati per il vostro modus operandi, perché se la logica è che per cause naturali, per catastrofi, se la piange l'impresa, allora dobbiamo pensare che fra poco voi introducete anche l'obbligatorietà di una polizza catastrofale per gli stessi italiani, per le loro proprietà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Secondo noi tutto questo è assurdo, e anzi, ve lo dico, è inaccettabile.
Per questo motivo dichiaro l'astensione del MoVimento 5 Stelle su questo provvedimento. Invero questa astensione è dovuta non solo al fatto che a questa proroga si è arrivati grazie alla nostra pressione politica, ma soprattutto perché speriamo che, in un periodo di proroga, questo Governo si ravveda e finalmente possa cancellare questa che è una vera e propria sciagura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Maria Paola Boscaini. Ne ha facoltà.
MARIA PAOLA BOSCAINI (FI-PPE). Signor Presidente, onorevoli colleghi e onorevoli colleghe, Sottosegretario Bitonci, con questo decreto-legge si prevedono disposizioni per rendere maggiormente agevole l'obbligo di stipulazione dei contratti assicurativi per le piccole e medie imprese per la copertura dei danni cagionati da calamità naturali ed eventi catastrofali. Non si parla di altro, non si parla di riarmo, come magari abbiamo sentito prima.
L'obbligo è stato introdotto dall'articolo 1, comma 101, della legge di bilancio 2024, con riferimento ai danni di terreni e fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali, e stabilisce anche la copertura in caso di eventi per i terremoti, le alluvioni, le frane, le inondazioni e le esondazioni.
Vorrei ricordare che l'obbligo di assicurazione per i rischi catastrofali esiste già in alcuni Paesi europei, come il Regno Unito, la Francia, la Spagna, l'Irlanda, la Danimarca, il Belgio, la Romania, la Turchia, e non solo per le imprese ma, in molti di questi Paesi, anche per le abitazioni civili.
E questo è stato fatto perché gli eventi catastrofali sono sempre più imprevedibili e pesano molto sui bilanci dello Stato. Automaticamente, quando un danno importante pesa sul bilancio dello Stato, vuol dire che i cittadini, in qualche modo, tuttora stanno pagando questi esborsi da parte degli Stati. La decorrenza dell'obbligo inizialmente era prevista al 31 dicembre 2024, poi è stata prorogata al 31 marzo 2025 ed è stata ulteriormente prorogata, dal provvedimento che stiamo esaminando, al 1° ottobre 2025 per le medie imprese e al 31 dicembre 2025 per le piccole e microimprese.
La proroga è stata voluta anche da Forza Italia, per dare la possibilità alle piccole e medie imprese di organizzarsi e di informarsi correttamente sulle offerte assicurative, visto che la quasi totalità delle microimprese sembra non essere assicurata, mentre le grandi imprese sono per la quasi totalità assicurate e il 40 per cento delle medie imprese sono già assicurate di loro iniziativa. Solo per il 5 per cento, invece, sono assicurate le piccole e le microimprese.
Noi di Forza Italia, consapevoli delle oggettive difficoltà espresse soprattutto dai rappresentanti delle piccole imprese, abbiamo voluto partecipare a tutte le audizioni in Commissione ambiente, e possiamo dire che la totalità degli auditi non era contraria all'obbligo assicurativo, e hanno visto però di buon grado la proroga dell'obbligatorietà, per poter dare suggerimenti finalizzati al miglioramento della norma. La stessa Ivass, la vigilanza assicurativa, ha comunicato in quella sede che il portale non era ancora pronto per la comparazione dei prezzi e delle condizioni di polizza, per cui ben venga questa proroga.
Secondo ANIA le imprese commerciali tenute all'obbligo di copertura sono circa 4 milioni e mezzo nella totalità, di cui il 95 per cento sono microimprese, il 4 per cento sono piccole imprese, 25.000 sono le medie imprese, che sono assicurate per il 40 per cento, e 4.500 le grandi imprese, che sono già assicurate nella quasi totalità. È stato detto già anche negli interventi precedenti che l'Italia, per la sua conformazione geografica e morfologica, è sicuramente tra i Paesi più esposti al rischio di eventi naturali, in particolare per i terremoti e i dissesti idrogeologici.
C'è stato un esborso significativo, che risulta stabile per la parte dei rischi soggetti a terremoti, mentre sta aumentando significativamente l'esborso per il dissesto idrogeologico.
Nel decreto non sono previste sanzioni per le imprese che non si assicurano ma, come è già stato precisato più volte, se ne tiene conto nell'assegnazione di contributi pubblici, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario, inclusi tutti i provvedimenti per gli eventi calamitosi e catastrofali. Tenendo conto delle proposte ricevute durante le audizioni, con un emendamento del relatore la Commissione ha correttamente, a nostro avviso, aggiunto un comma 3-bis, nel quale si stabilisce che per la determinazione del valore dei beni da assicurare si deve fare riferimento al valore di ricostruzione a nuovo dell'immobile, al costo del rimpiazzo effettivo dei beni mobili e al ripristino del terreno interessato dall'evento calamitoso. Questo è importante perché, in fase di ricostruzione, il danneggiato riesce ad avere effettivamente il valore di quanto è stato distrutto.
La Commissione ha inoltre inserito alcuni commi, riformulando emendamenti presentati anche da Forza Italia. Per esempio, si chiarisce che l'assicuratore è tenuto ad assicurare esclusivamente gli immobili costruiti o ampliati sulla base di un valido titolo edilizio, ma sono ammissibili alla copertura anche gli immobili oggetto di sanatoria o dove sia in corso un procedimento di sanatoria o condono.
Altro punto importante, tra l'altro chiesto da tutti gli auditi, è la precisazione che quando viene assicurato un immobile da un locatario, per cui non di sua proprietà, in caso di indennizzo il proprietario ha l'obbligo di ripristinare il bene e, qualora non lo dovesse fare, si fa riferimento all'articolo 1891 del codice civile, dove al locatario spetta un indennizzo corrispondente al lucro cessante.
È stata prevista anche l'estensione della maggiore autonomia negoziale anche ai gruppi di imprese che dispongono di un programma assicurativo globale, le cosiddette convenzioni per gruppi di imprese. E ancora Ivass, che deve svolgere funzioni di controllo, dovrà verificare i costi e gli indennizzi di queste polizze anche su segnalazioni delle imprese e questo per prevenire e arginare fenomeni speculativi sui premi assicurativi.
Si è già parlato di SACE. Ritengo che sia molto importante che ci sia una corresponsabilità da parte di SACE, che è il gruppo assicurativo controllato dal Ministero dell'Economia e delle finanze, per concedere una copertura fino al 50 per cento degli indennizzi, con un massimo di 5 miliardi per l'anno 2024 e per ciascuno degli anni 2025 e 2026, anche perché le compagnie devono assolvere a quanto previsto da Solvency II, per cui bisogna controllare che ci sia effettivamente capitale sufficiente per poter indennizzare questi danni.
Vorrei parlare un secondo dei premi. Si è detto che ci saranno tantissimi premi raccolti dalle compagnie ma vorrei evidenziare che attualmente la stima totale per tutti i rischi da assicurare obbligatoriamente si presume sia intorno ai 5 miliardi, ma di questi 5 miliardi 3,5 sono già compresi e sono già assicurati: da chi? Dalle grandi imprese e dalle medie imprese, per cui restano 1,5-2 miliardi - questa è la previsione - da assicurare per le piccole e piccolissime imprese. Va anche sottolineato che i premi assicurativi versati dalle imprese per questi rischi sono deducibili al 100 per cento.
Sicuramente si poteva fare di più. Per esempio, si poteva prevedere che parte della fiscalità di queste polizze, che ammonta al massimo al 22,50 dei premi, potesse essere reinvestita per migliorare il rischio idrogeologico di alcune aree; si poteva rendere maggiormente trasparente la funzione del preventivatore Ivass perché, come è stato detto anche dal presidente in Commissione, i prezzi che escono dal comparatore Ivass non saranno mai quelli effettivamente applicati, perché questo in realtà è il prezzo massimo che potrà essere applicato.
Si poteva prevedere sicuramente una maggiore mutualità nella definizione dei prezzi per evitare troppe disuguaglianze e su questo noi ci auguriamo che in futuro ANIA con la sua sensibilità possa incidere sulle compagnie per fare una maggiore mutualità. Però, va detto, con molta onestà, che questo decreto va nella direzione di una maggiore tutela dei rischi di impresa e di un minore esborso da parte dello Stato in occasione di danni catastrofali, che oggi, comunque, gravano sul bilancio pubblico, senza dimenticare una cosa importante: con questo decreto recuperiamo un po' di ruolo sociale che dovrebbe essere proprio delle assicurazioni. Per questo motivo, noi di Forza Italia voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo “Pietro Antonio Micheli” plesso “Guido Alessi”, di Roma, che sono qui in tribuna ad assistere ai nostri lavori (Applausi).
Li ringraziamo e gli auguriamo loro ogni fortuna. Avvisiamo che, comunque, l'Aula si è svuotata da poco, in ragione del fatto che sono state effettuate tutte le votazioni in mattinata. Si riempirà a breve per il voto finale su questo provvedimento.
Ha chiesto di parlare il deputato Bof. Ne ha facoltà.
GIANANGELO BOF (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, Sottosegretario Bitonci, questo provvedimento è un provvedimento importante perché consente di dare un po' più di respiro alle nostre piccole e medie imprese per adeguarsi a quello che è un principio, a mio avviso e a nostro avviso, sacrosanto e - come ho sentito anche dalle parole della collega - interpretato anche in molti altri Paesi europei. Vede, il nostro Paese è per definizione un Paese a rischio idrogeologico ma per sua conformazione geografica e per sua conformazione morfologica. Quindi, il fatto che il rischio di questi avvenimenti possa essere più alto in Italia è chiaramente definito nella genesi del nostro Paese, del nostro territorio.
Già noi con la legge sulla ricostruzione post-calamità avevamo individuato un incentivo alla liquidazione anticipata per le aziende che si fossero adeguate con apposita assicurazione per i rischi calamitosi. Vedete, colleghi, noi dobbiamo anche capire quanto e dove debba intervenire lo Stato con i soldi pubblici, perché è giusto che lo Stato faccia gli interventi necessari per andare a mitigare quello che è il rischio idrogeologico, per andare a mitigare il rischio, per andare a intervenire sui fiumi, sui corsi d'acqua eccetera, e questa è la prerogativa dello Stato sulle frane e su tutte le attività che servono per conservare il territorio. Poi abbiamo, ovviamente, una parte di iniziativa che è l'iniziativa privata del Paese, dove il cittadino e l'impresa non possono essere completamente deresponsabilizzati rispetto al fatto che ci debba essere una copertura per questi rischi.
Su questo ho sentito dire in Aula che il Governo ha scaricato completamente sulle imprese senza assumersi alcuna responsabilità, cosa che è assolutamente falsa perché già nella legge di bilancio 2024 era previsto un accordo per cui il 50 per cento del rischio fosse contro-garantito e coperto dallo Stato, da SACE, proprio per consentire alle imprese di accedere a questa copertura del rischio con un onere più vantaggioso e, quindi, riuscire a dare garanzia alla continuità e alla produttività in caso di calamità con il ristoro dei danni, con la copertura da parte dello Stato per la parte del 50 per cento del rischio. Questo ha consentito anche alle assicurazioni di mantenere dei prezzi più calmierati, prezzi più calmierati che si sono potuti avere anche grazie al fatto che la platea che è stata coinvolta è stata tutta la platea delle aziende a livello nazionale. Infatti, poteva essere semplice magari coinvolgere solo le aree a rischio ma, ovviamente, coinvolgere tutta la platea di aziende a livello nazionale ha consentito di creare un bacino più ampio e che consentisse di avere dei costi calmierati e più sostenibili per tutte le imprese a livello nazionale.
Vorrei sottolineare il fatto - e so che il Sottosegretario Bitonci ha lavorato molto su questa proposta - che molte volte nell'attività che noi facciamo possiamo fare delle scelte coraggiose, delle scelte giuste, delle scelte simpatiche o meno simpatiche. Non sempre le scelte coraggiose, le scelte giuste sono quelle che risultano essere simpatiche.
Sicuramente, è più simpatico usare i soldi pubblici per mantenere la gente senza far nulla a casa sul divano con il reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), piuttosto che dire alle imprese che è giusto crearsi una copertura contro il rischio di calamità naturali, affinché, lo Stato possa usare quelle risorse, che dovrebbe impiegare per indennizzare i danni ai privati, per la mitigazione del rischio idrogeologico.
Ma poi, vede, Presidente, a volte rimango sconcertato, perché, giustamente, come Governo, ci assumiamo tutte le responsabilità della nostra azione e i cittadini ci danno anche un buon riscontro rispetto alla nostra azione. Ma quando sento colleghi, i cui gruppi politici sono appartenuti ad altre compagini governative, che mi dicono che non ci sono più - ahimè - le comunità montane, vorrei ricordare che le comunità montane le ha tolte il Governo Renzi. Non le abbiamo tolte noi. Quindi, rispondiamo per le nostre azioni, ma sicuramente non possiamo rispondere per le azioni fatte da altri Governi e, tra l'altro, per accuse mosse da chi in quei Governi politicamente c'era. Quindi, a tutto deve esserci un limite. Non possiamo parlare di questo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
La proposta va nella direzione giusta. Ci hanno detto che abbiamo lasciato gli imprenditori in balia delle società assicuratrici, arricchendole. In realtà, no. Infatti, interveniamo, anche attraverso l'Ivass, l'Istituto di vigilanza, proprio perché vi siano una vigilanza, un'attenzione e un focus importanti sui premi che applicano le assicurazioni, una vigilanza da parte dello Stato, da parte del Governo, affinché non vi siano speculazioni a carico delle nostre imprese e dei nostri imprenditori su questi interventi.
Con riferimento ai beni di terzi - ovviamente, qualsiasi cosa che facciamo può essere perfetta, ma è sempre perfettibile, preferisco pensarla così -, siamo intervenuti con nostri emendamenti e del Governo affinché per le aziende vi fosse la possibilità di assicurare anche beni di terzi. Infatti, accade che le aziende, nell'esercizio delle loro attività, dispongano di beni di terzi. Siamo intervenuti anche sul monitoraggio dei prezzi.
Abbiamo risolto con il Salva casa, sempre con questo Governo e con il Ministro Salvini, anche il problema delle tante piccole difformità che tenevano bloccata l'edilizia del nostro Paese. Anche qui, avendo contezza della situazione e della realtà del nostro Paese - perché, ahimè, a volte, dai tanti interventi che ascolto qui dentro, mi sembra che non vi sia contezza della realtà al di fuori di questo Palazzo -, abbiamo previsto la possibilità che le assicurazioni rispondano anche in caso di piccole difformità sanabili, quindi, non per le difformità sostanziali, ma per quelle sanabili, affinché vi sia una risposta da parte dell'assicurazione, da parte di chi dovrebbe intervenire su questi casi.
Ho sentito parlare molto - anche se, francamente, c'entrava poco o nulla con il contenuto del provvedimento che si va a votare -, sulla mitigazione del dissesto idrogeologico, sul fatto che molti interventi, volti alla mitigazione del dissesto idrogeologico, non vengano fatti. Qui - francamente, sentirlo dire da chi cavalca questo ambientalismo anche sui territori in maniera molto oltranzista… - vorrei ricordare le tante opere bloccate, le tante opere che non si possono fare per la pulizia dei fiumi, per la sistemazione dei canali e dei laghi, per il taglio delle piante nei corsi d'acqua, perché - ahimè - quei luoghi sono vincolati da leggi sull'habitat, dalle Soprintendenze che bloccano gli interventi che consentirebbero il giusto deflusso delle acque nei nostri fiumi e di creare le casse di espansione che servono in caso di eventi straordinari. Quindi “non è che non abbiamo coscienza” dei cambiamenti climatici e di ciò che succede attorno a noi; anzi, il grande numero di amministratori presenti nel nostro movimento ci danno un buon feedback di ciò che succede nel territorio attorno a noi. Però, ahimè, bisogna anche intervenire in maniera concreta. Infatti, ricordo che, negli anni che furono, in anni forse un po' più lontani da questi, le grandi opere di pulizia dei fiumi, le grandi opere di arginatura dei fiumi, le grandi opere, si potevano fare in tempi brevi e si potevano fare anche grazie a leggi più snelle e alla presenza di meno vincoli, anche ambientali. L'ambiente va tutelato, ma pensiamo sempre che, all'interno dell'ambiente, ci siano anche l'uomo e la sicurezza dell'uomo; la sicurezza delle nostre città va tutelata tanto quanto quella dell'ambiente circostante.
Quindi, i cambiamenti climatici ci sono, ma, per combattere i cambiamenti climatici, servono investimenti veloci, rapidi ed efficaci sulla manutenzione della nostra rete idrogeologica fatta anche di presenza dell'uomo. Quindi, per quanto riguarda il nostro movimento, è importante capire dove inizia l'intervento del pubblico e dove, invece, deve essere richiamata la responsabilità del privato negli investimenti e negli interventi.
Chiudo, ringraziando, in particolar modo, il Sottosegretario Bitonci che si è occupato, in prima persona, sia di questo provvedimento, sia di quello in origine, proprio perché, quando si amministra, quando si governa, bisogna avere il coraggio di fare le scelte giuste per il Paese. Dobbiamo finirla di pensare che, come dicono da noi, “paga Pantalone”, che lo Stato debba tirar fuori i soldi, sempre e comunque, per tutto e per tutti, ma ricordiamoci che, alla fine della fiera, quei soldi che usiamo - l'uso dei soldi è importante - derivano dai soldi delle nostre tasse, dalle nostre Irpef, dai soldi delle nostre imprese. E per chi ci accusa di non essere vicini alle imprese, agli operai e ai lavoratori, ricordo che questo è il primo Governo che ha invertito radicalmente la tendenza, facendo rimanere nelle tasche dei lavoratori e delle aziende più soldi, riducendo il cuneo fiscale. E questa è la nostra pietra miliare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto Comprensivo di Guidizzolo di Cavriana, in provincia di Mantova, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Li ringraziamo e auguriamo loro ogni fortuna.
Ha chiesto di parlare il deputato Simiani. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sottosegretario, Bernardino Ramazzini, un medico famoso, scienziato del 1600, fondatore della medicina del lavoro, diceva che prevenire è meglio che curare. Ecco, questo è un proverbio che molti di noi utilizzano in campagna elettorale, cerchiamo anche di farci lustro, nel senso di immaginare, anche attraverso la visione illuminista di questo medico, di trovare soluzioni prima che le cose accadano.
Ecco, credo che il Governo Meloni, su questo tema, abbia completamente sbagliato, perché, invece di investire nell'ambito del dissesto idrogeologico, invece di investire nella programmazione, nella capacità di mettere in campo opere idrauliche, invasi, nella possibilità di mettere in atto tutte le azioni che servono per la transizione ecologica, per abbassare il calore del nostro pianeta nel nostro Paese, cosa fa? Si fa una bella assicurazione per il futuro, visto che tanto gli eventi ci saranno, e questo costo è a carico delle imprese.
Ecco, credo che, se questo è il punto, se la manovra varata ha solamente questo obiettivo avete assolutamente sbagliato nell'affrontare questo tema così importante e difficile in questo modo.
Guardate, c'erano tanti modi, perché, sicuramente, il momento che stiamo vivendo, l'adattamento al clima, al cambiamento climatico, doveva essere una scelta che doveva coinvolgere tutto l'emiciclo del Parlamento.
Doveva, in questo caso, coinvolgere il sistema di associazioni, imprese e sindacati, perché sappiamo benissimo che c'è questo problema. Ma arrivare a inserire nella legge di bilancio, prima 2023 e poi 2024, una nuova tassa per le imprese credo sia stata la decisione che porterà sicuramente a indebolire ancora più il sistema imprenditoriale e a mettere ancora più in difficoltà le imprese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), in un momento in cui le imprese soffrono particolarmente. Sappiamo benissimo - l'avete detto voi - che ci sarà un aumento sostanziale, da qui alla fine 2025, del 18,2 per cento per quanto riguarda il costo dell'energia e sappiamo benissimo che i dazi porteranno ancor di più difficoltà nel sistema della produzione, visto che l'export e il sistema imprenditoriale avranno ricadute importanti e visto che la crescita che avete dichiarato nella scorsa legge finanziaria sarà sicuramente dello 0,3 - almeno speriamo - e dello 0 nel 2026. La decisione che avete preso non serviva, in questo contesto, portarla avanti e svilupparla in questo modo. Anche perché le aziende non sono pronte; anche perché le assicurazioni non sono pronte; anche perché c'è un rischio, come è successo nel mercato dell'energia, che ci si metta ancora più in difficoltà e che ci sia un rialzo dei costi per le imprese, che non sarà più gestibile per nessuno.
Ecco perché crediamo e abbiamo cercato, anche nell'ambito della discussione in Commissione e oggi in Aula, di modificare questo provvedimento perché l'obiettivo, anche in termini di responsabilità, era quello di riuscire a posticipare questa decisione: si poteva mettere a punto la piattaforma che serviva anche nell'ambito della concorrenza e della trasparenza per poter comparare il sistema dei costi delle assicurazioni e poteva servire anche come prevenzione; così come poteva servire la possibilità di prorogare per le piccole imprese e per le medie imprese perché oggi sappiamo benissimo che ci sono imprese che avranno difficoltà oggettive perché è un costo aggiuntivo che peserà nelle tasche degli imprenditori.
Poi, guardate, vi è un ulteriore elemento veramente assurdo: è un'imposta che sicuramente sarà deducibile - non è sicuro al 100 per cento -, ma che aumenta del 21,25 per cento il costo dell'assicurazione. È assurdo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Perché chiedere questi soldi prima? È assurdo. Non serviva a niente. Ecco perché si poteva modificare. Così come per il sistema delle imprese, che cercavano anche di capire: abbiamo ricevuto emendamenti dal mondo produttivo, tipo quello delle assicurazioni collettive, cioè la possibilità di mettersi insieme per riuscire anche a trattare un prezzo che poteva servire per categorie importanti che oggi avevano il bisogno di trovare un modo anche associativo per confrontarsi con il sistema delle assicurazioni.
E poi un'altra cosa. Avete inserito una serie di eventi catastrofali e ne avete eliminati completamente altri. Faccio un esempio: quello delle mareggiate. Ora, immaginatevi il proprietario di uno stabilimento balneare che deve, in maniera obbligatoria, assicurarsi. Con riferimento alla prima cosa - che lo danneggia di più - ossia la mareggiata e la tromba d'aria, non riesce a risolvere il proprio problema perché non è coperta, perché quell'evento non è inserito. Ma è il colmo. Potrei dirne un altro. Pensate alle bombe d'acqua. Sappiamo benissimo che è uno degli eventi catastrofali che insiste nel nostro territorio, specialmente nelle aree centrali, e che è stato certificato, perché abbiamo visto che succede molte volte. Quello non era contemplato, come la subsidenza, come il bradisismo e come possibili maremoti. Se dobbiamo assicurarci per eventi catastrofali e non avere copertura, non capisco su cosa ci si assicura.
E poi, inoltre, una cosa importante che riguarda soprattutto molti di noi: la questione degli imprenditori che sono in affitto. Immaginatevi una cosa. Immaginate oggi un imprenditore che affitta un capannone o uno studio per poterci lavorare come professionista autonomo e che deve assicurare una proprietà che non è la sua. Anche questa è stata una delle cose su cui abbiamo dibattuto e su cui, in un certo senso, si poteva ragionare (ad esempio, con riferimento alle opere murarie che magari aveva fatto un imprenditore, ai materiali all'interno o ad altri aspetti che vi potevano rientrare in un certo modo), ma che l'affittuario si debba, di fatto, accollare anche il costo dell'assicurazione credo sia assurdo.
Poi noi avevamo fatto alcune proposte. Una su tutte - la voglio citare, l'abbiamo discussa -, quella di non assicurare le imprese sotto i 20.000 euro. Guardate, c'è il mondo, voi non vi rendete conto, il mondo: il piccolo ambulante, il geometra, il giovane avvocato, il piccolo commerciante che ha poche cose in termini di fornitura, il bottegaio sotto casa, il negozio di vicinato accanto al proprio lavoro. Tutte queste aziende potevano tranquillamente avere la deroga, cioè potevano non essere considerate in questa roba. Noi ci abbiamo provato e voi avete detto “no” e questo lo ripagherete a livello elettorale, ve lo dico io, lo ripagherete perché l'impresa è un valore per il nostro Paese e va tutelata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), soprattutto nell'ambito delle risorse. La piccola impresa è lo strato sociale più ampio e la produzione di ricchezza spetta a loro, sono loro che hanno questo compito e noi non gli possiamo mettere palle al piede.
E guardate - mi avvio a concludere -, sappiamo benissimo che qualcosa andava fatto, sappiamo benissimo che ci volevano alcuni strumenti che potevano, in questo caso, aiutare anche costi che sicuramente sono alti quando ci sono questi eventi catastrofali; lo sappiamo benissimo. Ma noi vi chiedevamo due cose: di investire nel dissesto idrogeologico e di riuscire a dare un segnale sul fatto che il cambiamento climatico fosse centrale in questa discussione e che fosse assolutamente necessario riuscire a dare risorse aggiuntive. Ecco, noi pensavamo che quella fosse la strada.
Oggi avete preso questa decisione. Noi non siamo d'accordo, ci asterremo per responsabilità di un provvedimento che pensiamo possa essere cambiato, perché questa è una proroga, lo sappiamo benissimo; noi votiamo oggi una proroga che cercheremo di posticipare il più possibile perché le imprese non possono avere questa gabella ulteriore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Milani. Ne ha facoltà.
MASSIMO MILANI (FDI). Grazie, Presidente. Come è stato ricordato da ultimo anche dal collega Simiani e da tanti altri, in realtà parliamo di una proroga, quindi non è che c'è molto da discutere, ma facciamo qualche flash rapidissimo però. Parliamo di una norma che è stata introdotta nella finanziaria del 2024, quindi poco più di un anno fa, e lì c'è stato sicuramente motivo di dibattito ampio. Dopodiché questa proroga perché si è resa necessaria? Perché, chiaramente, serviva un tempo necessario perché la ricaduta dell'obbligo che oggi ricade, in questo momento, a proroga nel momento in cui l'approveremo, su circa 10.000 grandi imprese, potesse essere, poi, progressiva nell'andare a interessare e ad essere obbligatoria per le restanti 5.700 imprese che verranno interessate da quest'obbligo; quindi, si rendeva necessario un tempo tecnico affinché anche il sistema produttivo potesse assorbire questa necessità e quest'obbligo. Però, anche qui, ricordo che già oggi, anche in assenza dell'obbligo, comunque circa il 15 per cento del tessuto produttivo italiano è già pronto e ha già aderito a questo tipo di assicurazione proprio perché crede che assicurarsi contro i rischi catastrofali sia un vantaggio.
La conversione in legge in Commissione è stata l'occasione per recepire alcune richieste di chiarimento che venivano, appunto, da varie parti - tra l'altro parzialmente accolte e sostenute anche dalle opposizioni - e quindi comunque è stata l'occasione per chiarire qual è il valore da assicurare.
Abbiamo inserito, poi, l'obbligo di vigilanza in capo al Garante sulla sorveglianza dei prezzi, in collaborazione con l'Ivass, al fine di prevenire e limitare le eventuali e possibili operazioni speculative, quindi con un atteggiamento di corresponsabilizzazione di tutto il sistema, soprattutto del sistema delle assicurazioni. Abbiamo poi chiarito, rispetto agli immobili carenti di titolo edilizio, che, ovviamente, non erano assicurabili, però, siccome si era aperto un dibattito su questo, questa conversione in legge è stata l'occasione anche per chiarire questo aspetto.
Si è chiarito, infine, che l'obbligo ricadente sull'impresa locataria di immobile è strumentale, e quindi il suo rapporto con la proprietà. Quindi l'obbligo è in capo all'impresa, ancorché non proprietaria dell'immobile, ma si è chiarito poi, eventualmente, il risarcimento del danno a chi va, in che parte, eccetera, senza che entriamo nel dettaglio.
Quindi, il lavoro in Commissione è stato sicuramente un lavoro importante, che, peraltro, ha portato all'accoglimento - ripeto - anche di diversi emendamenti proposti dall'opposizione. Infatti, mi ha stupito che poi stamattina, in Aula, abbiamo dovuto riaffrontare circa 30 emendamenti, quando già effettivamente un dibattito importante c'era stato in Commissione. Comunque vorrei intervenire su alcuni aspetti che, invece, sono emersi nel dibattito, perché qualcuno ha detto: questa è la prova che qui il Governo Meloni nega il cambiamento climatico. Ebbene, no.
Proprio perché non neghiamo che c'è in corso, effettivamente, a livello globale, un cambiamento climatico e che i conseguenti fenomeni atmosferici, carichi di energia, possono determinare distruzioni e catastrofi naturali, proprio per questo, con un atteggiamento pragmatico, abbiamo introdotto uno strumento di risposta preventiva agli eventuali danni che le imprese potrebbero subire.
Con quest'obbligo, che oltre un anno fa abbiamo introdotto, e quindi abbiamo dato anche il tempo di capirlo, di recepirlo un po' in tutti i sistemi, anche associativi, del mondo imprenditoriale, e che oggi qui proroghiamo progressivamente fino a fine 2025, introduciamo uno strumento di mutualità, che chiede a tutte le imprese di farsi carico di quota parte del costo dei danni subiti dai colleghi, dalle imprese che hanno sede, ahimè, in zone che possono essere a rischio catastrofale.
Insomma, se tutte le imprese stipulano una polizza catastrofale, il premio assicurativo sarà necessariamente più basso per tutti, soprattutto per aziende in zone più a rischio. Quindi, una norma come questa serve a tutelare, a mutualizzare, a socializzare il rischio e a tutelare le imprese più esposte. Ho sentito poi nel dibattito parlare, sia in Commissione, sia in Aula, di un nuovo balzello, ma allora mi domando: non è forse più utile diffondere una cultura della prevenzione, una corresponsabilizzazione di tutte le imprese, invece che gravare, a seguito di eventi catastrofali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), imprese e famiglie con accise o imposte specifiche finalizzate alla ricostruzione?
Credo sia meglio prevenire, invece che curare, scaricando sulla fiscalità generale. Credo sia meglio mutualizzare il rischio, invece che deprimere alcune aree del Paese, quelle più a rischio, che necessariamente sarebbero destinate, progressivamente, nel tempo, a vedere chiudere le attività produttive.
Insomma, con questa proroga si è venuti incontro alle esigenze di assorbimento da parte del sistema produttivo della novità normativa, che, peraltro ricordo essere già presente, come è stato ricordato in qualche altro intervento, in molte altre Nazioni europee, ma la strada intrapresa è chiara e corretta, e volta alla sostenibilità sociale dei costi derivanti dai fenomeni catastrofali. Ricordo, infine, che lo Stato, la fiscalità generale fa comunque la sua parte, attraverso SACE e con la copertura finanziaria di 5 miliardi all'anno, riassicurando il rischio delle imprese assicuratrici, con il chiaro obiettivo di contenere quindi i premi assicurativi derivanti da quest'obbligo.
Per tutte queste ragioni, annuncio il voto favorevole di Fratelli d'Italia, e permettetemi di dire anche che non mi sembra di avere visto voti contrari a questo provvedimento. Quindi, evidentemente, c'è un'ampia condivisione anche da coloro che, pur dall'opposizione, legittimamente pongono l'accento su alcuni aspetti di criticità, ma è evidente che si tratta, invece, di un atteggiamento nuovo che il Governo pone nell'affrontare questo tipo di rischio e che mi pare che trovi un'ampia condivisione all'interno dell'Aula parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Coordinamento formale - A.C. 2333-A?)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2333-A?)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2333-A?: "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 marzo 2025, n. 39, recante misure urgenti in materia di assicurazione dei rischi catastrofali".
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 57).
Sui lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, il seguito della discussione dei disegni di legge di ratifica iscritti all'ordine del giorno della seduta odierna è rinviato alla prossima settimana.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la deputata Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Il Ministro Tajani ha dichiarato che nessuno gli ha chiesto di venire a riferire su Gaza. Voglio ricordare che soltanto l'8 aprile, oltre un mese fa, abbiamo chiesto, come MoVimento e come opposizioni, di riferire su Gaza e 2 giorni fa abbiamo chiesto l'intervento della Meloni, la quale, ad oggi, non ha detto una sola parola sulla dichiarazione aberrante del Presidente Benjamin Netanyahu di voler occupare Gaza e di voler appunto deportare quei…
PRESIDENTE. Collega, le chiedo scusa. Aspettiamo un attimo che si faccia silenzio, se i colleghi deputati lo consentono. Aspettiamo volentieri che decidano di fare silenzio. Prego, prosegua.
CARMELA AURIEMMA (M5S). Presidente, ricomincio allora. Il Ministro Tajani ha dichiarato che nessuno gli ha chiesto un'informativa su ciò che sta succedendo nella Striscia di Gaza. Un mese fa, l'8 aprile, il MoVimento 5 Stelle, insieme all'opposizione, hanno chiesto un'informativa urgente a Tajani e ad oggi non è venuto in quest'Aula. Due giorni fa abbiamo chiesto una parola, un'informativa, una presa di posizione della Presidente Meloni sull'annuncio devastante e aberrante del Presidente Benjamin Netanyahu di voler occupare la Striscia di Gaza.
Presidente, che cosa deve succedere più? Sessantamila morti, 20.000 bambini trucidati, l'89 per cento degli edifici pubblici sono stati distrutti. Parliamo di oltre 20.000 orfani e 230 giornalisti uccisi. Cosa dobbiamo attendere per avere una parola di dignità che riporti un minimo di orgoglio a questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Cosa stiamo aspettando? Questo silenzio è complice, è un silenzio complice. Cosa stiamo tutelando? Gli 8 milioni di euro di export delle armi che diamo ad Israele o gli interessi di ENI?
O anche gli interessi delle banche che, dopo il 7 ottobre, hanno finanziato con i bond del Governo israeliano questa guerra? Noi vogliamo assolutamente una presa di posizione. È inaccettabile! Le immagini che arrivano dalla Striscia di Gaza sono inaccettabili e disumane. Per questo ribadiamo con forza che la Presidente Meloni deve venire in Aula a riferire su quello che sta succedendo e deve prendere una presa di posizione, perché è vergognoso e inaccettabile. Questo Paese, l'Italia non merita questo Governo, che si gira dall'altra parte e che sta in silenzio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Arrivano le immagini dei bambini che non possono mangiare e che stanno morendo, e non c'è una sola parola di condanna in un anno e mezzo. È vergognoso. E tutte le misure che paventa questo Governo, come Food for Gaza, sono delle stupidaggini, perché sono due mesi che non entra un chilo di farina nella Striscia di Gaza. Queste cose le vogliamo dire? Le dobbiamo dire e le ripeteremo ogni giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Ha chiesto, comunque, un'informativa al Governo, giusto?
Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Presidente, siamo al sessantaseiesimo giorno di embargo di Gaza. A Gaza abitavano, più o meno, 6.000 persone per chilometro quadrato. A Gaza vivono ancora 2 milioni di persone in un vero e proprio campo di concentramento. Un campo di concentramento a cielo aperto. Chi non è morto sotto le bombe, oggi rischia, a Gaza, di morire di fame, di sete, di assenza totale di energia, medicinali, aiuti umanitari.
Siamo partiti con i colleghi, nella scorsa settimana, per vedere con i nostri occhi cosa è successo dopo il 7 ottobre in Cisgiordania e in Palestina. L'apartheid ha stretto la sua morsa, con i suoi mille check-point, rendendo la vita di quella occupazione una vita orribile, tremenda. Per ogni bambino, per ogni studente, per ogni cittadino di quella Cisgiordania, c'è un colone che gli ha reso la vita più difficile. Ma qui siamo oltre la negazione del diritto internazionale, di tante prese di posizione dell'ONU. A Gaza si stanno commettendo i più gravi crimini contro l'umanità, mai visti negli ultimi decenni. Non abbiamo problemi a dirlo in quest'Aula: Netanyahu è un criminale di guerra e chi, come il nostro Governo, non dice nulla, è complice di questo sterminio. Già, perché non c'è altra parola. Noi da subito abbiamo detto la parola “genocidio”. Quando si fa un embargo, non solo degli aiuti umanitari, ma addirittura dell'attrezzatura medica, che potrebbe salvare vite o che potrebbe far nascere delle vite, quando si radono al suolo scuole, ospedali, case, quando ormai la popolazione è stremata e non c'è alternativa, come lo volete chiamare? Non ci sono più parole, Presidente.
Ma non c'è neanche più una parola da aggiungere al vuoto e all'assenza della Presidente del Consiglio su questo tema. Non solo non bastano più le parole di circostanza, non solo non bastano più i balbettii, ma bisogna trovare la forza di venire qui, in Aula, e dirci perché si è contrari, per esempio, alla creazione di uno Stato, come quello di Palestina. Perché, se si vogliono i due popoli e i due Stati, bisogna intanto fare tre cose. La prima: far cessare le bombe. La seconda: far entrare tutti gli aiuti umanitari. La terza: far finire un'occupazione e riconoscere lo Stato di Palestina (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
Chiediamo questo al Governo italiano. Chiediamo di farlo, di venire qui, a discutere della nostra mozione. Non vuole venire a darci un'informativa, Giorgia Meloni? Venga qui. Il 19 maggio le opposizioni saranno unite nel chiedere questo, ma non solo. E ho concluso. Bisogna iniziare a sanzionare i comportamenti ignobili del Governo Netanyahu. Per questo chiediamo sanzioni a quel Governo, non solo ai coloni. Per questo chiediamo all'Unione europea di fare qualcosa, perché a Gaza non stanno solo morendo le persone, sta morendo l'umanità, sta morendo anche questa Europa, che deve dire che cosa vuole fare da grande. E, se non interverrà, se non interromperà i rapporti con Israele oggi che si macchia di crimini contro l'umanità, allora anche l'Europa sarà meno credibile, anche l'Europa avrà meno ragione di essere (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento la deputata Scarpa. Ne ha facoltà.
RACHELE SCARPA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche noi ci associamo alla richiesta di informativa nei confronti del Ministro Tajani, ma anche della Presidente Giorgia Meloni, perché vengano a dirci una parola di condanna per quanto sta succedendo a Gaza.
Non è vero che nessuno l'ha chiesto al Ministro Tajani, non è vero che nessuno l'ha chiesto a Giorgia Meloni. Da mesi e mesi e mesi continuiamo a denunciare gli orrori, che vediamo ogni giorno sugli schermi dei nostri telefoni, dalla Striscia di Gaza: bambini, donne, anziani, giornalisti, personale medico, operatori umanitari vergognosamente trucidati in quella che ha sempre più l'aspetto di un'operazione veramente vergognosa, l'attuazione del piano dell'ultradestra messianica a cui il Governo Netanyahu sta dando atto, annunciando adesso l'occupazione totale della Striscia di Gaza. Un piano di vero e proprio sterminio, annientamento, allontanamento perenne della popolazione palestinese dalla Striscia di Gaza.
Siamo oltre ogni limite concepito finora, oltre ogni limite morale, oltre ogni limite giuridico. Deve esserci un punto che si pone a quanto possiamo oltrepassare e oltraggiare il diritto internazionale, ignorandolo. Quanto ancora deve pesare il silenzio e l'inerzia del Governo italiano su questo massacro?
Noi da sempre ci battiamo in questo senso e chiediamo che si rompa questa coltre di silenzio, che è vergognosa. Lo faremo anche nei prossimi giorni, andando insieme all'Intergruppo per la pace tra Israele e Palestina proprio verso la Striscia di Gaza, proprio verso il valico di Rafah e intendiamo continuare a farlo anche in Parlamento. Serve dire qualcosa, serve prendere posizione, non è più accettabile andare avanti così (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Modifica nella costituzione del Comitato per la legislazione.
PRESIDENTE. Comunico che in data 9 maggio scade il turno di presidenza del Comitato per la legislazione della deputata Catia Polidori.
Ai sensi dell'articolo 16-bis, comma 2, del Regolamento e sulla base dei criteri stabiliti dalla Giunta per il Regolamento nella seduta del 16 ottobre 2001, le funzioni di presidente del Comitato per il quarto turno di presidenza - a decorrere dal 10 maggio 2025 - sono assunte dalla deputata Valentina Barzotti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); quelle di vice presidente dal deputato Riccardo De Corato, cui spetterà il successivo turno di presidenza. Le funzioni di segretario restano affidate alla deputata Ingrid Bisa.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare il deputato Fassino. Ne ha facoltà, per due minuti.
PIERO FASSINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per richiamare l'attenzione dell'Aula su un lutto che ha colpito il nostro gruppo, ma anche quest'Aula, questa Camera dei deputati. È venuto meno l'onorevole Pietro Gasperoni. È stato parlamentare della Camera dei deputati dal 1996 al 2006.
Pietro Gasperoni era il segretario generale della CGIL, prima di Fano e, poi, delle Marche; ha portato in quest'Aula la lunga esperienza che aveva maturato come dirigente sindacale, con un contributo attivo e costante che ha dato, nella Commissione attività produttive, per due legislature, sui temi del lavoro. Un'esperienza che lo aveva messo a contatto tutti i giorni con il ricco sistema produttivo della sua regione, il che ne faceva un dirigente sindacale rispettato e riconosciuto, non soltanto dai lavoratori - com'è ben evidente -, ma anche dal mondo imprenditoriale. Era un uomo capace di ascolto, era un uomo che cercava sempre il punto di sintesi, di incontro, di mediazione, per far sì che gli interessi dei lavoratori e del mondo del lavoro potessero venire soddisfatti.
Era mosso da uno spirito unitario e da una grande curiosità culturale e intellettuale e ne ricordiamo oggi tutti anche il suo tratto umano, il garbo, la gentilezza, l'apertura con cui sempre si predisponeva a discutere, a ragionare con qualsiasi interlocutore.
Colgo questa occasione, nel salutare da qui Pietro Gasperoni e di unirci alla famiglia e agli amici nel cordoglio per la sua scomparsa, nel ricordare che in queste ore è venuto meno un altro parlamentare che ha svolto in questa Camera dei deputati un'attività particolarmente intensa e apprezzata. Parlo dell'onorevole Marco Causi, che ci ha lasciato poche ore fa e che mi auguro in una delle prossime sedute possa essere giustamente ricordato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Non smetterò mai in quest'Aula di ricordare le vittime innocenti della mafia e della camorra. Ieri c'è stata l'ennesima condanna per l'uccisione di Gelsomina Verde. Chi era Gelsomina Verde? Gelsomina Verde era una ragazza di Secondigliano che ebbe la sventura di fidanzarsi per qualche breve periodo con uno di questi affiliati, di piccoli affiliati nel periodo della guerra di camorra, delle faide di Secondigliano e Scampia. Ebbene, il clan Di Lauro voleva - all'epoca non c'erano Facebook, non c'era TikTok, non c'era Instagram - riconoscere un affiliato. La rapirono, la torturarono, la bruciarono viva.
Presidente ieri, a distanza di vent'anni, sono stati condannati gli ultimi esecutori. Questa giovane ragazza è morta nel 2004, una ragazza che era giovanissima, che aveva tutta la vita davanti e che non ha potuto fare nulla nella sua vita, diversamente dai suoi assassini; ieri l'ha raccontato il fratello, Francesco Verde, che ha speso la sua vita per dare giustizia alla sorella. La madre, in uno dei processi - perché ci sono stati più processi -, è stata minacciata, pensi Presidente, dal padre di uno degli assassini della figlia che le ha detto, motivo per cui c'è un altro processo: Ti farò fare la fine di tua figlia, non solo ucciderti, torturarti e bruciarti viva. Ciò senza una ragione.
Ieri, però, il fratello ha detto una cosa molto importante, che riporto a quest'Aula. Ha detto: perché la giustizia è stata così lenta nei confronti di mia sorella? Voi dovete sapere che hanno dato trent'anni ad alcuni dei protagonisti, perché li hanno beccati 18 anni e otto mesi dopo che è stata uccisa Gelsomina Verde e condannati dopo altro tempo; alcuni dei reati che hanno commesso, tipo il porto d'armi o altri, sono caduti in prescrizione, la legge è anche questo. E il fratello ha lanciato un appello, che riporto qui in Aula: perché troppo spesso nei confronti delle vittime c'è così poca attenzione e così poca giustizia?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Maiorano. Ne ha facoltà per due minuti.
GIOVANNI MAIORANO (FDI). Grazie, Presidente. Ho chiesto la parola per parlare di un episodio che ha del paradossale. Voglio raccontare la storia di quello che è successo in un paese nella provincia di Taranto, Mottola. A Mottola l'amministrazione comunale, in occasione del 25 aprile, decide di organizzare una festa per celebrare questa festa. Si preoccupa di organizzare tutto al meglio: pianifica il corteo, valuta gli interventi da fare e, per completare il tutto, ingaggia anche una banda musicale con la quale concorda anche i pezzi da suonare. Durante la cerimonia però cosa accade? Che dieci persone estranee all'organizzazione si avvicinano ai componenti della banda e chiedono di stravolgere il programma musicale e impongono di suonare, di intonare la canzone “Bella ciao”. Ovviamente il responsabile della banda si rivolge a chi li aveva ingaggiati, quindi al responsabile dell'amministrazione, il vicesindaco lì presente, il quale - giustamente, dico io - non accetta di modificare quanto era stato già programmato.
A questo punto cosa accade? Che mentre la banda intonava l'inno nazionale, questi dieci manifestanti cominciano ad intonare, urlando la canzone “Bella ciao”, prevaricando sulle note della banda musicale. A questo punto, i Carabinieri che erano in servizio d'ordine, lì predisposti, si sono avvicinati a questi giovani facinorosi e li hanno invitati a desistere dal loro comportamento e ad attenersi a un comportamento adeguato all'occasione, al luogo in cui erano. L'invito, però, è stato totalmente disatteso.
Al termine della cerimonia, il comandante dei Carabinieri della stazione ha identificato queste dieci persone e le ha deferite, a quanto pare, all'autorità giudiziaria competente per procedere per le valutazioni del caso. Cosa accade? Accade che la notizia arriva in piazza e, come sempre, arriva subito sui social e sui giornali. Come spesso accade, purtroppo, qualcuno viene messo alla gogna. E chi viene messo alla gogna? Il vicesindaco che pare che, in un primo momento si sia opposto affinché “Bella ciao” fosse intonata, per poi dire “no” che lui non aveva nulla in contrario? No. Sono stati messi alla gogna i dieci facinorosi che, con arroganza, hanno cercato di imporsi su quella che era una celebrazione regolarmente organizzata e autorizzata? Assolutamente no.
PRESIDENTE. Concluda.
GIOVANNI MAIORANO (FDI). Sì, ho finito, Presidente. Su chi viene puntato il dito? Ovviamente sui Carabinieri, che hanno fatto semplicemente il loro dovere, cercando di salvaguardare e tutelare quello che era il procedimento in corso. La cosa che, però, fa più male è che qualcuno da questi banchi, i banchi della sinistra, abbia addirittura minacciato, intrapreso, abbia annunciato un'interrogazione parlamentare, nella quale - pensate un po' - si deve…
PRESIDENTE. Deve chiudere.
GIOVANNI MAIORANO (FDI). ...verificare sull'operato dei Carabinieri. Il mio intervento è semplicemente, quindi, per esprimere solidarietà e apprezzamento a tutte le nostre donne e uomini in divisa e, in particolare, ai Carabinieri di Mottola. Continuate a fare correttamente il vostro dovere, l'Italia perbene è dalla vostra parte; la gente onesta, che paga le tasse e vuole vivere in un Paese libero e democratico, è con voi. Un'interrogazione parlamentare non è l'anticipazione di una sentenza di condanna o una punizione…
PRESIDENTE. Deve chiudere. La ringrazio, ma ha esaurito il suo tempo abbondantemente.
GIOVANNI MAIORANO (FDI). Ho finito. In Parlamento non siamo tutti uguali, la (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) …
PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio Ferrara. Ne ha facoltà.
ANTONIO FERRARA (M5S). Presidente, onorevoli colleghi, oggi prendo la parola per denunciare un fatto vergognoso che accade sotto i nostri occhi. All'ippodromo Le Bettole di Varese, 130 cavalli purosangue sono bloccati nei box, privati dell'allenamento essenziale per la loro salute, perché la società di gestione ha deciso di chiudere la pista per crediti non riscossi da alcuni affittuari.
Adesso, io mi chiedo: ma stiamo scherzando? Nel 2025 gli animali vengono ancora trattati come oggetti, come beni strumentali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Esistono strumenti legali per il recupero dei crediti: ci sono avvocati, tribunali e procedure. Non c'è alcuna giustificazione per trasformare cavalli vivi e senzienti in ostaggi di una faida economica. Passeggiando vicino all'ippodromo vedo i cavalli che dovrebbero essere liberi di muoversi, correre e vivere; invece, sono chiusi, stressati, alcuni a rischio coliche e crisi muscolari, come denunciano le associazioni animaliste. Intanto chi ha il denaro, il prestigio, le responsabilità è lì a guardare. Questo è ridicolo davvero. Si fanno grandi discorsi di scommesse, gestione, futuro dell'impianto, ma chi pensa ai bisogni immediati degli animali? Il MoVimento 5 Stelle dice chiaramente: gli animali non sono merce, non sono numeri su un bilancio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). In tal senso, verrà fatta a seguire una interrogazione per la tutela e il benessere animale al Ministro competente per risolvere la situazione. Perché non possiamo tollerare che, a un anno dalle prime denunce, nulla è cambiato. Una società civile si misura non solo da come tratta i più forti, ma da come tutela chi non ha voce. Qui, onorevoli colleghi, la voce dei cavalli oggi siamo noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Lunedì 12 maggio 2025 - Ore 15:
1. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:
S. 1425 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 marzo 2025, n. 27, recante disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell'anno 2025 (Approvato dal Senato). (C. 2362?)
Relatore: IEZZI.
La seduta termina alle 13,50.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 4 il deputato Barabotti ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;
nella votazione n. 10 il deputato Graziano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 23 il deputato Lacarra ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 30 la deputata L'Abbate ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 47 il deputato Maullu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 49 il deputato Bof ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 50 il deputato Marchetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 52 la deputata Cherchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 57 il deputato Barabotti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | DDL 2333-A - EM 1.2, 1.3 | 236 | 236 | 0 | 119 | 96 | 140 | 90 | Resp. |
2 | Nominale | EM 1.5 | 235 | 235 | 0 | 118 | 98 | 137 | 90 | Resp. |
3 | Nominale | EM 1.6, 1.7 | 245 | 245 | 0 | 123 | 104 | 141 | 89 | Resp. |
4 | Nominale | EM 1.108 | 244 | 239 | 5 | 120 | 100 | 139 | 89 | Resp. |
5 | Nominale | EM 1.110 | 241 | 237 | 4 | 119 | 98 | 139 | 89 | Resp. |
6 | Nominale | EM 1.113 | 246 | 242 | 4 | 122 | 101 | 141 | 89 | Resp. |
7 | Nominale | EM 1.11 | 249 | 245 | 4 | 123 | 101 | 144 | 89 | Resp. |
8 | Nominale | EM 1.13 | 251 | 248 | 3 | 125 | 106 | 142 | 87 | Resp. |
9 | Nominale | EM 1.8 | 250 | 246 | 4 | 124 | 103 | 143 | 87 | Resp. |
10 | Nominale | EM 1.83 | 252 | 215 | 37 | 108 | 72 | 143 | 87 | Resp. |
11 | Nominale | EM 1.87 | 248 | 213 | 35 | 107 | 72 | 141 | 87 | Resp. |
12 | Nominale | EM 1.93 | 247 | 242 | 5 | 122 | 99 | 143 | 86 | Resp. |
13 | Nominale | EM 1.74, 1.76 | 250 | 250 | 0 | 126 | 109 | 141 | 86 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | EM 1.202 | 249 | 245 | 4 | 123 | 105 | 140 | 86 | Resp. |
15 | Nominale | EM 1.204 | 247 | 245 | 2 | 123 | 103 | 142 | 86 | Resp. |
16 | Nominale | EM 1.14 | 251 | 248 | 3 | 125 | 106 | 142 | 86 | Resp. |
17 | Nominale | EM 1.16 | 251 | 247 | 4 | 124 | 107 | 140 | 86 | Resp. |
18 | Nominale | EM 1.102 | 249 | 245 | 4 | 123 | 104 | 141 | 86 | Resp. |
19 | Nominale | EM 1.106, 1.107 | 251 | 247 | 4 | 124 | 105 | 142 | 86 | Resp. |
20 | Nominale | EM 1.19, 1.21 | 249 | 246 | 3 | 124 | 109 | 137 | 86 | Resp. |
21 | Nominale | EM 1.35 | 244 | 239 | 5 | 120 | 101 | 138 | 86 | Resp. |
22 | Nominale | EM 1.32, 1.33 | 252 | 247 | 5 | 124 | 107 | 140 | 86 | Resp. |
23 | Nominale | EM 1.41 | 244 | 239 | 5 | 120 | 101 | 138 | 86 | Resp. |
24 | Nominale | EM 1.42 | 252 | 247 | 5 | 124 | 106 | 141 | 86 | Resp. |
25 | Nominale | EM 1.43 | 251 | 247 | 4 | 124 | 106 | 141 | 86 | Resp. |
26 | Nominale | EM 1.45, 1.47 | 257 | 254 | 3 | 128 | 109 | 145 | 86 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nominale | EM 1.53 | 256 | 217 | 39 | 109 | 74 | 143 | 86 | Resp. |
28 | Nominale | EM 1.54 | 259 | 255 | 4 | 128 | 109 | 146 | 85 | Resp. |
29 | Nominale | EM 1.55 | 259 | 254 | 5 | 128 | 108 | 146 | 85 | Resp. |
30 | Nominale | EM 1.56 | 248 | 243 | 5 | 122 | 103 | 140 | 85 | Resp. |
31 | Nominale | EM 1.63 | 247 | 243 | 4 | 122 | 105 | 138 | 85 | Resp. |
32 | Nominale | EM 1.61 | 257 | 253 | 4 | 127 | 110 | 143 | 85 | Resp. |
33 | Nominale | EM 1.1000 | 255 | 252 | 3 | 127 | 108 | 144 | 85 | Resp. |
34 | Nominale | EM 1.25, 1.26, 1.28 | 256 | 252 | 4 | 127 | 108 | 144 | 85 | Resp. |
35 | Nominale | EM 1.79, 1.81, 1.82 | 256 | 251 | 5 | 126 | 108 | 143 | 85 | Resp. |
36 | Nominale | ART AGG 1.028, 1.029, 1.030 | 254 | 249 | 5 | 125 | 107 | 142 | 85 | Resp. |
37 | Nominale | ART AGG 1.031, 1.017 | 253 | 249 | 4 | 125 | 107 | 142 | 85 | Resp. |
38 | Nominale | ART AGG 1.036 | 250 | 246 | 4 | 124 | 107 | 139 | 85 | Resp. |
39 | Nominale | ART AGG 1.014, 1.015 | 250 | 249 | 1 | 125 | 108 | 141 | 84 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nominale | ART AGG 1.024, 1.027 | 249 | 246 | 3 | 124 | 103 | 143 | 84 | Resp. |
41 | Nominale | ODG 9/2333-A/1 | 231 | 230 | 1 | 116 | 99 | 131 | 84 | Resp. |
42 | Nominale | ODG 9/2333-A/2 | 241 | 237 | 4 | 119 | 101 | 136 | 84 | Resp. |
43 | Nominale | ODG 9/2333-A/4 | 242 | 239 | 3 | 120 | 104 | 135 | 84 | Resp. |
44 | Nominale | ODG 9/2333-A/6 | 240 | 236 | 4 | 119 | 103 | 133 | 84 | Resp. |
45 | Nominale | ODG 9/2333-A/7 | 248 | 245 | 3 | 123 | 105 | 140 | 84 | Resp. |
46 | Nominale | ODG 9/2333-A/8 | 244 | 242 | 2 | 122 | 104 | 138 | 84 | Resp. |
47 | Nominale | ODG 9/2333-A/11 | 247 | 244 | 3 | 123 | 104 | 140 | 84 | Resp. |
48 | Nominale | ODG 9/2333-A/13 | 242 | 238 | 4 | 120 | 100 | 138 | 84 | Resp. |
49 | Nominale | ODG 9/2333-A/14 | 235 | 231 | 4 | 116 | 98 | 133 | 84 | Resp. |
50 | Nominale | ODG 9/2333-A/15 | 232 | 231 | 1 | 116 | 101 | 130 | 84 | Resp. |
51 | Nominale | ODG 9/2333-A/17 | 238 | 203 | 35 | 102 | 68 | 135 | 84 | Resp. |
52 | Nominale | ODG 9/2333-A/19 | 238 | 235 | 3 | 118 | 98 | 137 | 84 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 57) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
53 | Nominale | ODG 9/2333-A/20 | 240 | 237 | 3 | 119 | 99 | 138 | 84 | Resp. |
54 | Nominale | ODG 9/2333-A/23 | 239 | 235 | 4 | 118 | 97 | 138 | 84 | Resp. |
55 | Nominale | ODG 9/2333-A/24 | 233 | 230 | 3 | 116 | 96 | 134 | 84 | Resp. |
56 | Nominale | ODG 9/2333-A/29 | 234 | 185 | 49 | 93 | 38 | 147 | 84 | Resp. |
57 | Nominale | DDL 2333-A - VOTO FINALE | 207 | 128 | 79 | 65 | 128 | 0 | 83 | Appr. |