XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 344 di mercoledì 11 settembre 2024
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI
La seduta comincia alle 9,30.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ALESSANDRO COLUCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 88, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,37).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Pertanto, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10.
La seduta, sospesa alle 9,37, è ripresa alle 10,05.
Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario (A.C. 1660-A?).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1660-A: Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario.
Ricordo che nella seduta di ieri è stato, da ultimo, respinto l'emendamento 1.01000 Dori.
Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro, sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Intervengo per reiterare la richiesta fatta nella seduta di ieri, visto che siamo in una nuova seduta ed è passata una serata. Quindi, siamo a reiterare la richiesta di poter conoscere se e quando il Governo formulerà i pareri di sua competenza. Lo volevo sottolineare, signor Presidente, a lei in particolare, per il suo ruolo legato al buon andamento: se passa l'idea che l'Aula sia come le Commissioni, quindi con questo - lo sappiamo tutti - iter spesso complicato, difficile, di espressione all'ultimo momento di pareri, contropareri, riformulazioni, insomma in un contesto spesso caotico, se spostiamo quel caos anche in Aula, io credo che corriamo molti rischi nella stesura delle norme e, quindi, rischi anche di scrivere incongruenze o cose senza senso.
Quindi, sono a chiedere se è possibile avere contezza di come proseguiamo il lavoro rispetto ai pareri obbligatori del Governo, stante che ci risulta che la Commissione bilancio sia convocata alle 14,30. Tuttavia, questa è una parte, evidentemente, perché la Commissione bilancio è arrivata - se le mie informazioni, le nostre informazioni, sono corrette - fino all'articolo 14, mentre il Governo, stante le informazioni ricevute in sede di Comitato dei nove, si è fermato all'articolo 11. Allora, io credo che sia giusto avere contezza: io non chiedo e non poniamo la questione di averli tutti in questo momento, ma almeno avere una risposta. Io credo che questo riguardi il buon andamento, mi permetto di formulare la richiesta anche a lei, perché possa farsi tramite con il Governo. Non c'è niente di strumentale o ostruzionistico per quel che ci riguarda, ovviamente, mi sembra una naturale forma di trasparenza su come noi proseguiamo i lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Anch'io mi associo alla richiesta del collega Fornaro, perché faccio rilevare anche un altro aspetto: il collega parlava del parere del Governo su tutti gli emendamenti, io aggiungo la necessità di conoscere anche il parere completo della Commissione bilancio su tutto il provvedimento, su tutti gli emendamenti. Ebbene, rilevo che comunque c'è qualcosa che è cambiato da ieri a oggi, ovverosia la Commissione bilancio non si è convocata, pur potendosi convocare, sia nell'arco della serata di ieri sia questa mattina, in un momento precedente all'inizio di questa seduta. Quindi, questo certifica che ancora non si hanno le idee chiare, che il Governo, per quanto riguarda sicuramente gli aspetti contabili-finanziari, non ha alcuna visione d'insieme su questo provvedimento. Questa non è una cosa di poco momento, perché fa chiaramente mutare anche l'impianto stesso, eventualmente rispetto alle scelte che si faranno sui profili finanziari, dove appostare eventualmente risorse, cosa togliere, come risorse. Questo perché la Commissione bilancio potrebbe andare a eliminare, ad esempio, risorse che questo provvedimento, in alcuni articoli, prevede, perché magari ci si accorge che c'è un'errata quantificazione, o errate coperture finanziarie. Quindi, non è una cosa da poco.
Noi abbiamo la necessità, per proseguire seriamente, in modo consapevole, l'esame di questo provvedimento, di conoscere i profili contabili, finanziari e quant'altro - perché sono scelte politiche -, dove verranno appostate quelle pochissime risorse che sono messe nel provvedimento e se verranno messe, come noi auspichiamo, ulteriori risorse per le cose, in realtà, necessarie, veramente necessarie, ai fini della sicurezza dei cittadini.
Quindi, siccome è un problema politico il fatto che il Governo non ha le idee chiare, non si può riversare e scaricare sulle opposizioni la responsabilità di tutto questo, facendoci discutere, anche in modo assolutamente inutile a questo punto, un provvedimento che non ha un profilo disegnato ancora certo. Quindi, chiedo anch'io di sospendere fintantoché, quantomeno, non si pronunci la Commissione bilancio su tutto il provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signor Presidente. Credo che sia interesse comune il fatto che i nostri lavori si svolgano in modo ordinato, per permettere sia alla maggioranza sia all'opposizione di stare nel merito del provvedimento e non fare, invece, una discussione lunga, tediosa e assolutamente inutile che riguarda il metodo di lavoro. Da questo punto di vista, avere un programma dei lavori che sia ordinato significa anche avere chiaro, per tutti coloro che devono lavorare in quest'Aula, lo scadenzario dei pareri necessari a permettere a tutti di lavorare con serietà e rimanere - ripeto ancora una volta - nel merito delle questioni. Ieri già abbiamo fatto una discussione, una lunga discussione, che non è servita a fare un passo in avanti. Io credo che sia necessario…
PRESIDENTE. Chiedo scusa, deputato Zaratti, porti pazienza: cerchiamo di liberare i banchi del Governo. Prego, prosegua.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). Credo che sia necessario, invece, nell'interesse comune di tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento e delle deputate e dei deputati, avere chiaro quando i pareri saranno disponibili. Ora, noi non chiediamo al Governo di portarci i pareri adesso, di metterceli sul tavolo - anche se, tutto sommato, sarebbe la cosa migliore che quando si comincia un provvedimento ci siano i pareri necessari che devono essere resi - ma chiediamo, quantomeno, di avere informazioni su quando il Governo intende dare i pareri per i restanti 28 articoli, che rimangono ancora senza parere e su quando la Commissione bilancio farà altrettanto, dopo aver reso pareri sui primi 14.
Lavorare in questo modo è inefficiente, ci fa discutere di metodo invece che di merito e non ci permette di fare il lavoro per cui gli italiani e le italiane ci hanno mandato qui, cioè fare buone leggi o contrastare leggi che riteniamo sbagliate.
Per questo la proposta fatta dal collega Fornaro mi sembra assolutamente ragionevole e, in un clima di ragionevolezza, io penso che il Governo non possa rifiutare una proposta come questa (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Le vostre richieste sono, ovviamente, legittime, ne abbiamo già parlato ieri e, come già precisato nella seduta di ieri, l'esame degli emendamenti, dal punto di vista procedurale, può proseguire questa mattina in relazione ai pareri già resi dal Comitato dei nove e dalla Commissione bilancio, quindi, fino all'articolo 10 compreso. Però, c'è anche una risposta aggiuntiva che va data rispetto alle sollecitazioni che sono state fatte pervenire alla Presidenza, cioè che c'è una Commissione bilancio convocata alle 14,30 per il prosieguo dell'esame del provvedimento e l'emissione dei pareri corrispettivi e, a seguire, il Comitato dei nove.
Quindi, passiamo, anzi torniamo, all'esame dell'articolo 2, poiché altre questioni ovviamente non competono alla Presidenza. Ovvio che può accadere di tutto, a patto che venga concordato o, comunque, sia oggetto di condivisione tra i gruppi o tra i gruppi e il Governo.
(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1660-A?)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 1).
(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1660-A?)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Rendo noto che il relatore di minoranza non c'è in questo memento.
AUGUSTA MONTARULI , Relatrice per la maggioranza per la I Commissione. Il parere è contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Parere conforme ai relatori.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 3.1002 Serracchiani.
Ha chiesto di parlare la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. All'articolo 3 iniziano una serie di emendamenti riguardanti il tema dell'antimafia; l'articolo ha quest'oggetto e, in particolare, riguarda la documentazione antimafia che si riferisce ai casi dei cosiddetti contratti di rete e chiede, peraltro, di non applicare divieti di contrattare e di ottenere concessioni o erogazioni qualora dall'applicazione di tali divieti derivi il venir meno dei mezzi di sostentamento per l'interessato e la sua famiglia.
Mi spiego meglio: non solo c'è l'estensione ai contratti di rete, ma si chiede di impedire l'applicazione della cosiddetta interdittiva alle imprese individuali, qualora queste abbiano dei problemi di sostentamento.
Faccio notare una cosa: l'ordinanza interdittiva è uno degli strumenti più efficaci della lotta alla mafia per far sì che le imprese sane non possano essere in qualche modo attaccate dalle imprese non sane e dalle imprese che hanno, spesso, interessi mafiosi. Qual è il problema che viene rilevato dalle audizioni che abbiamo ascoltato e da un'indagine approfondita che abbiamo fatto? Prima di tutto si complica la procedura con un intervento del prefetto che, addirittura, all'inizio era previsto d'ufficio sulla non applicazione di una parte dell'ordinanza interdittiva a queste imprese individuali. Ora, facciamo notare che la procedura indicata nell'articolo 3 è particolarmente farraginosa e rischia di complicare la procedura dell'ordinanza interdittiva e, inoltre, non chiarisce alcuni punti: primo, quando dovrebbe essere fatta l'istanza per non applicare il divieto; secondo, come viene dimostrata la mancanza dei mezzi di sostentamento; infine, chi dovrebbe verificarla, la Guardia di finanza? L'articolo non lo dice.
Vorrei far notare anche che, se si parte dal presupposto che le imprese individuali possano agire con una certa facilità e leggerezza - mi verrebbe da dire ciò, vista la farraginosità della procedura, ma soprattutto l'assenza di chiarezza sulla procedura - non può sfuggirvi che aumenteranno le imprese individuali e diminuiranno le imprese non individuali: se le imprese individuali avranno questa possibilità sarà più facile che le operazioni vengano svolte, anche da chi non ha buone intenzioni, attraverso imprese individuali e non più con imprese che individuali non sono.
La procedura - lo ripeto - non viene chiarita nell'articolo 3. Tra l'altro si parla, nella relazione con cui è stato accompagnato l'articolo 3, del fatto che l'ordinanza interdittiva antimafia sarebbe particolarmente vessatoria. Bene, noi abbiamo fatto una verifica: rispetto a 100 procedimenti solo 5 finiscono con l'interdittiva a buon fine. Che cosa significa? Significa che c'è prima un'indagine approfondita, ma pure che c'è una particolare attenzione; quindi, non c'è un'attività vessatoria, c'è una un'attività molto importante.
Ora noi vi chiediamo ciò, dopo che il Ministro Nordio ha detto che il concorso esterno è un reato evanescente; dopo che si stanno limitando le intercettazioni; dopo che siete intervenuti su alcuni articoli molto importanti, che hanno riguardato la lotta alla mafia; lotta alla mafia per la quale molto spesso noi ricordiamo Falcone e Borsellino, ma vorrei ricordarvi che Falcone e Borsellino sono stati proprio coloro che hanno creato la stragrande maggioranza degli strumenti che oggi utilizziamo per un'efficace lotta alla mafia.
Quando abbiamo audito il direttore della Direzione nazionale antimafia egli ci ha detto che il timore di un alleggerimento e di un indebolimento degli strumenti è sotto gli occhi di tutti, per cui noi non vorremmo che questo accadesse anche con lo strumento dell'interdittiva antimafia.
Per questo, Presidente, noi abbiamo presentato un emendamento soppressivo dell'articolo 3, perché riteniamo che si stia complicando la procedura, che si stia mettendo in dubbio l'efficacia dell'ordinanza interdittiva, che si stiano creando le condizioni perché una larga fascia di imprese, le imprese individuali che molto spesso sono più difficili da controllare e da verificare, vengano escluse dai controlli dell'interdittiva antimafia.
Concludo, Presidente. Per esperienza personale, quando mi è capitato di essere amministratore e commissario straordinario di una grande opera, i grandi problemi li abbiamo avuti, non a caso, con le imprese individuali subappaltatrici di imprese medio-grandi. Invito i colleghi a fare particolare attenzione su questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1002 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Passiamo all'emendamento 3.1000 Cafiero De Raho.
Ha chiesto di parlare il deputato Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. Il soppressivo che è stato richiesto fonda la propria ragione su una riflessione, in primo luogo: siamo nell'ambito di un disegno di legge Sicurezza, quindi ci aspettiamo misure che effettivamente aiutino a rendere maggiore sicurezza al Paese.
Qui, invece, si interviene sul codice antimafia in relazione alla considerazione delle condizioni economiche del soggetto destinatario della misura interdittiva; si interviene perché non trovi applicazione la misura interdittiva in determinate condizioni, questa è la prima riflessione di fondo.
La seconda è, sostanzialmente, in diritto. Perché? Perché la norma è formulata, per la verità, ancora una volta, in modo non chiaro. E perché non è chiara? Perché, come potete leggere chiaramente, l'articolo 94.1, che è stato inserito, fa riferimento a quella che è l'attività del prefetto. Questi, qualora ritenga sussistenti i presupposti per l'adozione dell'informazione antimafia interdittiva, può escludere uno o più divieti e decadenze previsti all'articolo 67, comma 1, nel caso in cui accerti che, per effetto della medesima informazione antimafia, verrebbero a mancare i mezzi di sostentamento al titolare dell'impresa individuale e alla sua famiglia.
Quindi, la prima parte, cioè il primo comma dell'articolo 94.1, fa riferimento ad una iniziativa che il prefetto adotta di ufficio. Questo cosa significa? Che il prefetto, ogni qualvolta deve emettere un'interdittiva antimafia, deve andare a verificare quali sono le condizioni di sostentamento del soggetto destinatario di interdittiva. Ma voi pensate alle centinaia di interdittive che il prefetto emette ogni volta che deve fare un'indagine patrimoniale sul soggetto destinatario per verificare se effettivamente è nella condizione o meno di subire il provvedimento. Questo non è pensabile dal punto di vista dell'attività che un prefetto svolge. L'interdittiva antimafia è una delle tantissime attività che rientrano nella competenza del prefetto, che è il rappresentante del Governo nella provincia e, quindi, ha un ruolo di grandissima importanza. L'interdittiva antimafia si esprime per i caratteri dell'urgenza e della rilevanza, e l'urgenza è tale che vuole un immediato intervento laddove ci siano le condizioni. Voi pensate all'imprenditore che ha acquisito l'appalto e che è a rischio di infiltrazione mafiosa o condizionamento mafioso: ecco perché interviene il prefetto.
Nel secondo comma, poi, si dice che la mancanza dei mezzi di sostentamento è accertata su documentata istanza del titolare dell'impresa individuale. Il secondo comma sembra far riferimento a qualcosa di diverso e di più. Perché? Perché l'interdittiva antimafia non necessita di una comunicazione e, quindi, quando fa l'istanza, il soggetto? Nel momento in cui c'è stata una comunicazione. Ma quando ci può essere la comunicazione? Solo quando c'è un'agevolazione occasionale. Ma l'articolo 94.1 non si riferisce all'agevolazione occasionale, si riferisce a tutti i casi nei quali viene emessa un'interdittiva antimafia, che sono molto più ampi. Quindi vi è, innanzitutto, un difetto di formulazione. Si fa riferimento, cioè, a una sospensione che il prefetto dovrebbe adottare d'ufficio oppure dovrebbe adottare quando ha emesso la comunicazione, quindi in un momento in cui ormai è matura. Ma quando? Solo quando vi è un'agevolazione occasionale, perché solo lì abbiamo un'interdittiva antimafia che viene emessa sulla base della collaborazione del soggetto destinatario. In tutti gli altri casi, invece, vi sono urgenza e rilevanza, che impongono un immediato intervento.
Presidente, sia per difetto di formulazione, sia per la contraddittorietà della formulazione, sia per l'effetto, che è un effetto addirittura di ostacolo all'attività del prefetto, noi crediamo che questo sia un emendamento soppressivo da adottare per il bene della sicurezza del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1000 Cafiero De Raho, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 4).
(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1660-A?)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 5).
(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1660-A?)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
AUGUSTA MONTARULI , Relatrice per la maggioranza per la I Commissione. Parere contrario sull'emendamento.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Conforme al relatore.
PRESIDENTE. Deputata Montaruli, le chiedo scusa, l'emendamento 5.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, è la condizione della Commissione bilancio. Credo l'abbia confuso con la proposta emendativa successiva.
AUGUSTA MONTARULI , Relatrice per la maggioranza per la I Commissione. Sì, l'ho confuso con l'articolo aggiuntivo successivo. Dunque, parere favorevole sull'emendamento 5.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e parere contrario sull'articolo aggiuntivo 5.01000 Alifano.
PRESIDENTE. Sta bene. Il Governo è conforme a questa nuova formulazione di pareri.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 6).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 7).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.01000 Alifano, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1660-A?)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
AUGUSTA MONTARULI , Relatrice per la maggioranza per la I Commissione. Grazie, Presidente. Il parere è contrario sull'emendamento 6.1000 Serracchiani e sull'articolo aggiuntivo 6.01 Serracchiani.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Il parere è conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1000 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 10).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.01 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
(Esame dell'articolo 7 - A.C. 1660-A?)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
AUGUSTA MONTARULI , Relatrice per la maggioranza per la I Commissione. Grazie, Presidente. Il parere è contrario sugli emendamenti 7.2 Mauri, 7.3 Serracchiani, 7.4 Alfonso Colucci, 7.5 Mauri e 7.6 Alfonso Colucci, mentre sull'emendamento 7.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole. Il parere è contrario sulle restanti proposte emendative.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Il parere è conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.2 Mauri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.3 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.4 Alfonso Colucci, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.5 Mauri, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.6 Alfonso Colucci, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 17).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.7 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.8 Cafiero De Raho, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.9 Cafiero De Raho, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.10 Alfonso Colucci, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.11 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.12 Auriemma, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 24).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.01 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.02 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.03 Mauri, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.04 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).
(Esame dell'articolo 8 - A.C. 1660-A?)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 29).
(Esame dell'articolo 9 - A.C. 1660-A?)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
AUGUSTA MONTARULI, Relatrice per la maggioranza per la I Commissione. Il parere è contrario su tutti gli emendamenti all'articolo 9.
PRESIDENTE. Compresi gli articoli aggiuntivi.
Il Governo?
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Il parere è conforme a quello espresso dalla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 9.1009 Enrico Costa, 9.1008 Dori e 9.1014 Zaratti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1003 Magi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).
Passiamo all'emendamento 9.1011 Boschi.
Ha chiesto di parlare il deputato Faraone. Ne ha facoltà.
DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Presidente, grazie. Naturalmente, su questo emendamento mi aspetto coerenza dalle forze di opposizione, sicuramente, ma anche dalle forze di maggioranza, che hanno espresso nel dibattito estivo opinioni che stanno tutte dentro questo emendamento presentato dal nostro gruppo. Noi abbiamo riportato il provvedimento che vide l'approvazione alla Camera e poi non fu approvato al Senato, ma quel provvedimento era figlio di una mediazione con tanti parlamentari che oggi siedono sui banchi della maggioranza.
Dunque, mi aspetto coerenza per quanto detto quest'estate, per quanto fatto nella legislatura con il Governo Renzi e poi, in prosecuzione, anche con il Governo Gentiloni, e naturalmente qui vedremo se il dibattito sullo ius scholae era un dibattito estivo, una voglia semplicemente di differenziarsi per costruire visibilità o se c'è la reale volontà di riformare un istituto su cui credo che dobbiamo dare segnali di civiltà. Per cui, su questo emendamento - e ce ne saranno altri di altri colleghi - chiedo espressamente a Forza Italia di votare a favore.
PRESIDENTE. Grazie, deputato Faraone. Abbiamo ascoltato il suo appello.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1011 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1002 Magi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1000 Magi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).
Passiamo all'emendamento 9.1013 Bakkali.
Ha chiesto di parlare la deputata Bakkali. Ne ha facoltà.
OUIDAD BAKKALI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo è un dibattito di cui abbiamo sentito parlare, ravvivato dalle dichiarazioni di quest'estate, nel pieno dei giochi olimpici; un dibattito che merita dignità, merita serietà e responsabilità da parte di tutte e tutti noi. Il Parlamento è il luogo dove questa riforma deve compiersi e deve compiersi leggendo la contemporaneità, leggendo le articolazioni e i cambiamenti della nostra società.
Questo non è il provvedimento giusto, non è il testo normativo giusto nel quale incardinare un dibattito come quello della riforma; non lo è perché qui, non solo, non si parla di riforma o lo si fa solo in maniera strumentale nel passaggio odioso della revoca della cittadinanza, con un'ulteriore precarizzazione di un diritto in questo Paese, ma perché qui sono in gioco i diritti di cittadinanza di tutte e di tutti, non solo di una parte che attende questa riforma ormai da vent'anni ma si comprimono i diritti di cittadinanza di tutti quanti.
Però, è un'occasione per dire cosa noi crediamo sia un'azione che rende le nostre comunità e i nostri luoghi più sicuri. Crediamo sia una società più coesa e più unita a produrre maggiore sicurezza; crediamo sia una società dove tutti e tutte abbiano le stesse possibilità e non si trovino, a un certo punto, le porte chiuse rispetto alle proprie ambizioni e ai propri sogni, perché manca quel documento, quell'attestazione e quel riconoscimento da parte dello Stato rispetto alla propria condizione di cittadino. E ciò a maggior ragione se parliamo di bambini e di bambine.
In questo testo tanti gruppi politici hanno voluto presentare un emendamento su questo tema, per asserire un concetto politico, ma anche culturale, di che cosa intendiamo per cittadinanza, che cosa ci tiene uniti come appartenenti a un destino comune di questa Repubblica, ovvero, che chi nasce o chi cresce, chi studia, ragazzo e ragazza, è cittadino italiano dal primo giorno. Questo è il contenuto dell'emendamento.
Sia chiaro, noi voteremo a favore di qualsiasi emendamento che migliori, anche solo di un millimetro, la condizione rispetto a questa legge che è già nata anacronistica negli anni Novanta e che oggi lascia indietro un pezzo, centinaia di migliaia di ragazzi e di ragazze.
Un millimetro in avanti per noi è una condizione migliorativa, è qualcosa che ci fa recuperare tempo rispetto alla riforma complessiva di un testo che, invece, come dicevo prima, deve essere complessa, ragionata, responsabile, seria e - si spera - trasversale, perché la cittadinanza italiana è qualcosa che appartiene a tutti noi; il concetto di cittadinanza è qualcosa che non può essere strumentalizzato o polarizzato dalla discussione politica: è il valore che ci tiene insieme e che ci tiene legati alla Repubblica. I ragazzi e le ragazze lo imparano, iniziano ad impararlo a scuola.
Questo è il messaggio, il contenuto di questo emendamento, ossia che per noi sono italiani e sono italiane i ragazzi e le ragazze che nascono in Italia, che qui iniziano la loro vita e che vorrebbero avere un futuro degno, come quello di tutti e di tutte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Il dibattito, quest'estate, è stato animato dal tema dello ius scholae e questo ha seguito l'esito delle olimpiadi, naturalmente. Abbiamo avuto bisogno di un fatto così importante, quale quello, appunto, delle olimpiadi, per prendere coscienza dell'esistenza di questo problema; un tema che il MoVimento 5 Stelle ha sempre avuto ben presente, tant'è che già nella scorsa legislatura era stata presentata una proposta di legge per l'introduzione dello ius scholae. Una proposta di legge che era stata votata e approvata dalla I Commissione.
In questa legislatura, nei primi giorni della legislatura, noi abbiamo ripresentato, a firma dell'onorevole Baldino, il testo dello ius scholae, vale a dire la possibilità di attribuire la cittadinanza italiana a quei ragazzi, a quegli studenti che, compiendo un ciclo di studio almeno quinquennale, dimostrino di essersi integrati nell'ambiente sociale e culturale della nostra comunità italiana. Si tratta di ragazzi che hanno studiato Dante, che conoscono Leonardo da Vinci, conoscono la lingua italiana e anche la nostra storia e, quindi, ne condividono quella che è l'impronta sostanziale. Noi riteniamo che lo ius scholae sia l'espressione di civiltà di un procedimento di integrazione dello straniero. Non pensiamo che l'immigrazione possa essere recepita nel nostro ordinamento in maniera acritica, ma debba essere collegata a un effettivo elemento di integrazione del soggetto nella nostra comunità, sia dal punto di vista sociale, sia dal punto di vista culturale, come la frequentazione con successo di un ciclo di studi inevitabilmente comporta. Chi meglio della scuola può certificare che il soggetto, il bambino si è efficacemente integrato nel nostro vivere comune italiano?
D'altra parte, conosciamo bene quali sono le difficoltà, oggi, dello straniero. Non si dica che lo straniero, un bambino o un ragazzo straniero, abbia i medesimi diritti e le medesime posizioni e ciò per tante ragioni. In primo luogo, perché non è cittadino italiano e questo fa la differenza. L'ordinamento, lo Stato italiano non lo riconosce come cittadino, nonostante viva al pari di tutti gli altri ragazzi e viva con i suoi amici di scuola, frequenti le feste, frequenti la scuola esattamente come fanno gli italiani. Lo Stato non lo riconosce e non lo include: è un diverso. In secondo luogo, perché la mancanza della cittadinanza comporta una complicazione burocratica, come sa chi lavora nelle scuole, per l'inclusione nelle scuole di un bambino straniero e, inoltre, nei termini del diritto internazionale privato, si subordina il godimento di determinati diritti a quella che è la condizione di reciprocità: il cittadino straniero è ammesso a godere dei diritti nello Stato italiano a condizione di reciprocità, cioè a condizione che gli stessi diritti siano riconosciuti nello Stato di appartenenza. Per questo, noi riteniamo che l'attribuzione della cittadinanza secondo il criterio dello ius scholae sia un volano anche per garantire e favorire l'integrazione, considerando l'integrazione culturale, non solo, come presupposto della disciplina, ma anche come effetto, proprio perché lo Stato, nell'accogliere, nel riconoscere il soggetto, include il soggetto stesso nel proprio ambito e, quindi, quel soggetto si sentirà ancora più partecipe dello spirito nazionale.
Per cui io chiedo davvero ai patrioti di votare gli emendamenti a favore dello ius scholae perché valorizzano l'elemento dell'inclusione culturale e sociale del soggetto e, di conseguenza, riteniamo che possano essere accolti anche da questa maggioranza di destra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1013 Bakkali, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).
Passiamo all'emendamento 9.1005 Zanella, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Ha chiesto di parlare la deputata Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Noi di Alleanza Verdi e Sinistra abbiamo presentato più di un emendamento sul tema della cittadinanza per le bambine e i bambini, i ragazzi e le ragazze che sono in Italia che non ce l'hanno e che, non soltanto la rivendicano, ma ne avrebbero pienamente diritto. Io volevo ribadire le ragioni che sono state ben illustrate dai colleghi, dalla collega Bakkali - sempre molto precisa e anche appassionata - e dal collega Colucci, perché si tratta di una questione centrale per l'Italia. Si tratta di una questione centrale anche per la nostra scuola perché, parlando dei diritti delle bambine e dei bambini, dei ragazzi e delle ragazze straniere - chiamiamoli stranieri, in realtà sono italiani e italiane di fatto -, noi non parliamo di una questione avulsa da quella più complessa e complessiva della scuola. Infatti, da anni, la scuola è investita da ondate di trasformazione demografica e sociale che colpiscono la nostra società e il nostro Paese e ne ha molto risentito. Noi abbiamo un calo, ovviamente, della popolazione scolastica anche e questo si proietta e si proietterà anche sulla - chiamiamola così -“produzione” di personale, di personale qualificato, di laureati e di laureate. Quindi, anche questo aspetto dobbiamo tenere in considerazione.
Ora, la scuola ha affrontato, sta affrontando, quasi a mani nude, questi processi di profonda trasformazione con risorse insufficienti. Persino quelle previste dal PNRR, che avrebbero dovuto - con la Missione 4 - incidere fortemente, riformare fortemente la scuola italiana, di fatto hanno addirittura dovuto rivedere le precedenti previsioni, riducendo, per esempio, il numero dei posti di asilo nido, come noto e, quindi, riducendo l'offerta formativa. Infatti, io considero, noi consideriamo, l'asilo nido facente parte del ciclo scolastico complessivamente inteso. Ora, la cittadinanza delle bambine e dei bambini, ragazzi e ragazze straniere, sarebbe quanto meno un ostacolo che verrebbe diminuito, non dico annullato. Nell'emendamento di cui sto discutendo, tra l'altro, parlo di una concessione, di un riconoscimento di cittadinanza in base allo ius scholae, come è stato illustrato dai colleghi che mi hanno preceduta, che non è poi neanche chissà quale concessione, perché si tratta di bambini e bambine nati o entrati in Italia entro il dodicesimo anno di età, che sono e che hanno avuto la residenza legale - quindi, altro vincolo - nel territorio nazionale e che hanno concluso un ciclo di studio di almeno cinque anni. Ecco, io credo che a fronte della necessità, che voi denunciate continuamente - chiudo -, di far fronte alla denatalità, al calo della fertilità, all'invecchiamento della popolazione, anche una politica di immigrazione intelligente, che si adegui agli standard più alti europei, potrebbe essere utile e razionale. Quindi, ragioniamo per questo tema della cittadinanza anche da questo punto di vista (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1005 Zanella, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).
Passiamo all'emendamento 9.1010 Richetti. Ha chiesto di parlare il deputato Richetti. Ne ha facoltà.
MATTEO RICHETTI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Questo non è, però, un dibattito astratto sui temi dei diritti, della cittadinanza che vede anche posizioni legittimamente differenti. La nostra posizione, ad esempio, è fissata in un progetto di legge a prima firma del nostro vicesegretario nazionale, Ettore Rosato, ed è la posizione di Azione appunto in una proposta di legge. Qui noi abbiamo fatto un altro esercizio: noi, Presidente, abbiamo preso una proposta molto concreta e apprezzabile, avanzata dal Vicepremier. Non è stata avanzata da Carlo Calenda, dalla Meloni o dalla Schlein. È avanzata dal Vicepresidente del Consiglio Tajani che, in maniera molto puntuale, ha spiegato - secondo me, in maniera convincente - che, se un ragazzo fa dieci anni di studi in Italia, li conclude positivamente, come può non vedersi riconosciuta la possibilità di chiedere la cittadinanza italiana, avendo positivamente assunto, non solo un dato nozionistico, ma di cultura e di identità del nostro Paese? A tal punto che, in maniera molto efficace, anche in una conclusione di un recente meeting di Forza Italia, Tajani ha tenuto con convinzione il punto, dicendo: come fa una forza popolare e liberale a non riconoscere questo passo in avanti, fondato su un'esperienza educativa e formativa? Allora, il punto è completamente diverso: in quest'Aula c'è consequenzialità delle legittime idee, differenze e opinioni o c'è un esercizio pubblico e retorico fatto nei dibattiti, sulla stampa e uno completamente avulso, in quest'Aula? Questo sarebbe il problema grave da denunciare ai cittadini italiani, perché, quando ci sono forze politiche che sono a favore del MES e lo fanno andare a ramengo o sono a favore dello ius scholae e non lo votano, il problema è tutto lì. Francamente, non c'è un tema di correttezza del veicolo; qui c'è un articolo che rivede procedure di revoca della cittadinanza, dentro il quale c'è una serie di emendamenti e - lo ripeto - quello di Azione, puntuale, sulla proposta di Forza Italia. Poi dopo si voti come si vuole, però finiamola di rivendicare una presenza in maggioranza a puntello di quei principi popolari e liberali se, sistematicamente, durante il voto viene smentita. Io ritengo ciò una cosa molto grave perché in quest'Aula si sta perdendo diffusamente la capacità, tra maggioranza e opposizione, di creare punti di dialogo, d'intesa, di accordo, che non sono brutte parole (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe). Lo dice una forza politica che, nel suo piccolo, sta votando un articolo quando lo condivide, che, quando contrasta il terrorismo, non dice “no” perché lo dice la maggioranza, che è con l'opposizione a migliorare questo provvedimento e che è francamente un po' stanca di vedere forze politiche che sono pronte a riconoscere un diritto e, quando sono in quest'Aula, il tasto corrispondente non arriva (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Emilio Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO EMILIO RUSSO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Prendiamo la parola per rispondere, per suo tramite, ai colleghi che sono appena intervenuti. Infatti, è stata proprio Forza Italia, quest'estate, a promuovere un confronto sul tema della cittadinanza e - lo ha già citato il collega Matteo Richetti - proprio il Vicepresidente del Consiglio, che è segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, lo ha detto a più riprese e con grande chiarezza. Cito le sue parole: il diritto a diventare cittadino italiano, grazie alla formazione e allo studio, è sacrosanto. Proprio per questa ragione, noi stiamo lavorando con il gruppo e con i colleghi del Senato a un testo con il quale intendiamo riformare le norme che regolano la concessione della cittadinanza italiana (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Vogliamo semplificare e velocizzare le procedure, andando incontro alle mutate esigenze dei nuovi italiani, che poi sono i compagni di scuola dei nostri figli. Questo, però, è un tema di democrazia e di diritti, non certo un tema di sicurezza nazionale e questo lo pensiamo in maniera convinta. è una riforma complessiva, dunque, che merita più considerazione di un emendamento inserito all'ultimo e in un disegno di legge che, come si evince già dal nome, si occupa di tutt'altro.
Ecco perché la nostra contrarietà agli emendamenti all'articolo 9 è di metodo - e quindi di strumenti - ma anche di merito. Larga parte delle proposte che stiamo votando e che abbiamo già votato, che sono presentate dai partiti del centrosinistra e di tutta l'opposizione, richiamano un principio che noi non condividiamo, che è il principio dello ius soli, che non trova il favore non solo degli italiani, stando ai sondaggi, ma di nessuno dei partiti che compongono oggi la maggioranza e, dunque, sono apertamente proposte strumentali. Sono proposte, peraltro, molto diverse tra di loro, a dimostrazione che sui diritti è legittimo - e io dico giusto - avere e promuovere sensibilità diverse. La diversità può essere una ricchezza, ma a Forza Italia interessa anche il risultato e, pertanto, metterà a disposizione dei colleghi, di tutti i colleghi, un testo equilibrato, sul quale intende trovare il consenso più ampio possibile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Ho ascoltato attentamente le parole appena dette dal collega di Forza Italia e credo che si sia aperta in questo Paese, da tempo, una discussione su una vicenda che riguarda tantissimi figli, anzi - fatemelo dire - fratelli e sorelle d'Italia. Sono più di 1.200.000, tra bambini e bambine, che in questi vent'anni sono cresciuti, sono stati i compagni e le compagne di banco dei nostri figli, magari, in questo senso, anche dei nostri nipoti, visto che ne sono passate tante di discussioni, anche in quest'Aula, in questi vent'anni.
Per questo motivo, come Alleanza Verdi e Sinistra, sottoscriveremo ogni emendamento che propone degli avanzamenti. Come sapete, la nostra proposta è diversa da quella appena annunciata da Richetti, da Azione, così come ci sono tante distanze anche dalle parole appena sentite dal collega di Forza Italia, ma qui, ogniqualvolta proveremo a ridurre quegli anni, ogniqualvolta renderemo un po' più giuste le leggi che vedono discriminati tanti bambini che hanno frequentato le nostre scuole, che ci rendono orgogliosi nei campi di calcio, di atletica, ogniqualvolta ci sarà un avanzamento che toglie queste discriminazioni, noi ci saremo. Ed è con questo atteggiamento che chiediamo a lei, Presidente, il voto segreto, in accordo ovviamente con il gruppo di Azione, per liberare questa discussione da ogni pregiudizio e da ogni avversità, perché non può essere l'interesse di una maggioranza a restare unita che può sacrificare questa discussione, soprattutto in questo momento storico (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Faraone. Ne ha facoltà.
DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Presidente, ho ascoltato il collega Paolo Emilio Russo, che stimo e che apprezzo, che ha detto, sostanzialmente, di rimandare a un provvedimento ad hoc successivo il voto e il sostegno di Forza Italia, rimandare, quindi, a un provvedimento di civiltà, come reputo io sia quello sullo ius scholae. Presidente, Forza Italia ha tutte le volte una scusa per non approvare e non votare provvedimenti di civiltà.
Ricordo che sulle carceri noi abbiamo presentato un provvedimento ad hoc, quindi non c'era l'emendamento presentato al provvedimento che non c'entrava nulla, e in quell'occasione ci fu detto che non andava bene il provvedimento ad hoc, perché ce ne sarebbe stato un altro di provvedimento ad hoc. Cari colleghi di Forza Italia, ci sarà un momento in cui dalle chiacchiere dovrete passare ai fatti.
Quando siamo tornati dall'estate e c'era questo benedetto vertice dei partiti di maggioranza, ci saremmo tutti aspettati che Tajani avrebbe portato in quel vertice il tema dello ius scholae, affrontato tra un bagno e l'altro nelle spiagge d'Italia ed estere. Invece, anche lì Salvini ci ha comunicato che il tema non è stato neanche trattato, per cui finiamola con questo bluff e vediamo come Forza Italia voterà sull'emendamento sui bambini in carcere fra qualche ora. Stare lì a dire che ci vuole il provvedimento ad hoc, quando si condivide il merito, è un pretesto e null'altro (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, faccio presente che, a norma dell'articolo 51 del Regolamento, è stata avanzata dal prescritto numero di deputati la richiesta di procedere alla votazione a scrutinio segreto sull'emendamento 9.1010 Richetti, che interviene sulla disciplina dell'acquisto della cittadinanza. Al riguardo, si precisa che, nella prassi applicativa, si è acceduto ad un'interpretazione dell'articolo 22 della Costituzione, pienamente suffragata dal suo tenore letterale, nel senso che esso tutela il diritto del cittadino italiano al mantenimento della cittadinanza e, in particolare, ad evitare che la sua perdita possa dipendere da ragioni politiche, e non anche la posizione di quanti, stranieri o apolidi, aspirino ad ottenerla.
La norma ribadisce in sostanza, con riferimento alla specifica materia da essa trattata, la tutela costituzionale da discriminazioni di tipo politico di cui all'articolo 3, di cui costituisce corollario o applicazione concreta. La richiesta di scrutinio segreto sul richiamato emendamento non può pertanto essere accolta in quanto, intervenendo esclusivamente in tema di acquisizione della cittadinanza da parte degli stranieri, non incide - nel senso chiarito dalla Giunta per il Regolamento nelle sedute del 7 febbraio e del 7 marzo 2002 - sui principi e sui diritti richiamati dall'articolo 49, comma 1, del Regolamento.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1010 Richetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).
Passiamo all'emendamento 9.1012 Bakkali. Ha chiesto di parlare il deputato Berruto. Ne ha facoltà.
MAURO BERRUTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anch'io ho ascoltato con attenzione le parole del collega, onorevole Russo.
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI (ore 11,13)
MAURO BERRUTO (PD-IDP). Spesso un'immagine conta più di mille parole, credo ricorderete tutti dove eravate, cosa stavate facendo lo scorso 11 agosto, quando la nostra squadra di nazionale di pallavolo femminile ha vinto la sua prima medaglia olimpica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Quell'immagine, quella fotografia, quel podio olimpico che si accompagna anche a tante altre immagini di atleti, di atleti olimpici e paralimpici, comprese quelli dove la medaglia non c'era, è la rappresentazione perfetta di un'Italia moderna, aperta, dove non ci sono differenze o le eventuali differenze sono ricchezze e contribuiscono alla capacità di essere una squadra. Ce lo ha dimostrato la pallavolo, l'unico sport al mondo dove passarsi la palla è obbligatorio per regolamento, ma quella stessa immagine la troviamo in ogni settore giovanile di qualunque disciplina sportiva; ragazzi e ragazze il cui colore della pelle è diverso, magari il credo religioso è diverso, la provenienza geografica dei genitori è diversa, il conto in banca è diverso eppure accade una magia: quelle differenze smettono di esistere e lasciano il posto alla volontà di difendere la stessa maglietta, di fa parte della stessa squadra, di vincere una partita.
Ma ancora, quella stessa immagine è quella che troviamo in ogni aula scolastica del nostro Paese, dove poco meno di un milione di ragazzi e ragazze, bambini e bambine che non hanno il passaporto italiano studiano, parlano con le inflessioni dialettali delle nostre regioni, tifano le stesse squadre, vanno alle stesse feste di compleanno e nessuno capisce perché non siano italiani a tutti gli effetti. Non lo capiscono i loro compagni di classe, non lo capiscono gli insegnanti, non lo capiscono i genitori, non lo capiscono i nonni. Ora, questo emendamento è esattamente sul tema dello ius scholae e propone una soluzione di cui tanto si è parlato nelle settimane scorse, ovvero completare un ciclo scolastico di cinque anni che permette di chiedere la cittadinanza italiana; tanti, lo abbiamo sentito, si sono espressi sul tema, chi secondo coscienza, chi forse inseguendo un certo tipo di elettorato.
È il motivo per cui il Partito Democratico, oltre all'emendamento precedentemente illustrato dall'onorevole Bakkali - che ringrazio, che ha ricordato che, per noi, chi nasce in Italia è italiano -, presenta anche questo emendamento, proprio sullo ius scholae, proprio per dimostrare che noi non abbiamo intenzione di piantare bandierine ideologiche sulla pelle di un milione di ragazzi che, da decenni, aspettano che succeda qualcosa.
Siamo qui, aperti e disponibili - come è stato detto, e lo ripeto - a qualsiasi ragionamento, in qualsiasi forma, nell'ambito della dialettica politica, perché noi, oggi, in questo Parlamento, possiamo far succedere qualcosa. Qui, nel Parlamento della Repubblica, non nelle agenzie, non sui giornali, non nei talk show televisivi, qui le cose possono succedere. Sono partito con la fotografia delle ragazze della pallavolo, chiudo con un altro atleta che ci ha fatto emozionare, il nostro discobolo paralimpico, Rigivan Ganeshamoorthy; lo chiamano tutti Rigi e lui, con il sorriso più puro che io ricordi in un'atleta, ha dedicato la sua medaglia alla mamma, che viene dallo Sri Lanka, “ar decimo municipio de Roma”, e, in una delle sue più belle interviste, ha declamato un'apologia della “cacio e pepe”. Ecco, quale esempio migliore di quei ragazzi e di quelle ragazze che hanno difeso la maglia azzurra e che parlano a nome di un milione di ragazzi, che, anche se volessero, non potrebbero farlo.
Lo ius scholae è una promessa di speranza per quei ragazzi, è una risposta al loro desiderio di appartenere, ed è la possibilità finalmente di essere riconosciuti per quello che già sono: italiani nel cuore, nella mente e nella cultura. Chiedo a ciascuno di voi, colleghi e colleghe, nel vostro ruolo di mamme e di papà, di nonni e di nonne, di votare immaginando di dover spiegare, questa sera, questo voto ai vostri figli o ai vostri nipoti. Vi chiedo, senza alcuna polemica, di premere quel tasto nel rispetto della vostra coscienza, della vostra sensibilità e della vostra coerenza (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Anzi, prima ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffini. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ruffino, grazie.
PRESIDENTE. Sì, sì, collega. Aveva alzato la mano anche Magi e non sapevo chi veniva prima.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). In prima battuta, chiedo di poter sottoscrivere l'emendamento che è appena stato presentato, riprendo questo aspetto, ma anche quello che ha presentato il gruppo di cui faccio parte, a prima firma Richetti. Rifletto oggi, in modo particolare, sui nostri ragazzi. In molte regioni, come la mia, il Piemonte, per i nostri ragazzi è il primo giorno di scuola. Spesso quest'Aula dibatte sulle diversità, su quello che divide, su quello che dovremmo fare per abbattere le diversità, specialmente nel mondo dei ragazzi. Forse chi frequenta la prima elementare, oggi non si rende conto di questo problema, ma forse se ne rendono conto i genitori.
Non faccio alcun appello, perché credo che in quest'Aula, oggi, non ci sia la volontà, forse la capacità, di rispondere a un appello, ma mi chiedo quale timore pervada la maggioranza nell'accogliere queste ragionevolissime proposte, soprattutto quando si parla di giovani, soprattutto quando noi applaudiamo i nostri atleti non italiani, privi di cittadinanza italiana, che ci portano alla vittoria. In quel caso gli atleti vanno bene, ma quando si parla di cittadinanza non va bene. Non va bene per i ragazzi delle nostre scuole, ma, chissà perché, c'è comunque - e questo mi sento di dirlo - una diversità forte all'interno della maggioranza. Si tratta di trovare un po' di coraggio per porre fine a questa vicenda, che sta durando da tantissimi anni. Torno al Piemonte e penso ai 5.876 alunni in meno: anche questo, ovviamente, è un segnale importante. Potremo ancora dire che la diversità è ricchezza? Molto probabilmente, qualcuno, in quest'Aula, potrà permettersi di dire che la diversità è ricchezza. Personalmente, per me lo è e sono certa che lo è per il mio gruppo. Stamattina seguivo le vicende di una piccola scuola di montagna, che rimane aperta proprio perché ci sono molti alunni in prima “stranieri”. Vogliamo dimenticarci anche di questo? Possiamo farlo, ma poi, sicuramente, ci sarà un giorno in cui ci renderemo conto - o qualcuno si renderà conto - di aver commesso dei gravi errori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI, Relatore di minoranza per la I Commissione. Grazie, Presidente. Credo che tutti gli emendamenti che stiamo esaminando e che riguardano, con vari tentativi e vari approcci, la riforma della legge sulla cittadinanza, vadano presi con la massima considerazione e che, a differenza di quanto sostenuto dal collega Russo di Forza Italia, sia sempre tardiva l'occasione in cui noi li esaminiamo, perché veniamo da quattro legislature nelle quali le aspettative di centinaia di migliaia di persone sono state disattese e sono state tradite: le aspettative di una riforma della cittadinanza.
Mi permetto di sottoporre ai colleghi le parole che, poche settimane fa, il Presidente della Repubblica, Mattarella, in viaggio di Stato in Brasile, ha ritenuto di esprimere con grande enfasi, lodando i Paesi che hanno la capacità di avere norme sulla cittadinanza, con percorsi rigorosi, ma che facilitino la trasformazione da migranti a cittadini, e lo diceva nei confronti del Brasile e nei confronti di altre realtà nelle quali ci sono sistemi basati sullo ius soli.
Noi sappiamo che in nessun Paese europeo c'è un uno ius soli puro, ma sappiamo anche che in nessun Paese europeo c'è un sistema basato sullo ius scholae. Questo perché, colleghi? Perché la verità, che spesso nel dibattito pubblico non vogliamo guardare in faccia, è che nel nostro Paese ci sono tante ragazze e tanti ragazzi, bambine e bambini, nelle scuole, stranieri senza cittadinanza, perché è estremamente difficile, se non proibitivo, per le loro famiglie, assumere e acquisire la cittadinanza. Infatti, se nella legge italiana c'è un requisito di 10 anni di legale soggiorno continuativo, oltre ai requisiti del reddito, dell'assenza di reati e della conoscenza della lingua, più i 3 o 4 anni del procedimento amministrativo, cioè 13 o 14 anni per acquisire la cittadinanza, è evidente che a quel punto il figlio di 6, 7 o 10 anni, non avrà la cittadinanza. Allora, dobbiamo dircelo chiaramente: il dibattito di questa estate non può trasformarsi in un modo per abbassare l'asticella della portata della riforma che noi dobbiamo ottenere, perché questo è il rischio. Colleghi di Forza Italia, non è possibile sentirsi dire, da quegli italiani senza cittadinanza, da quei nuovi italiani che attendono, ma anche da noi che proviamo ad aiutare questa riforma, che non è questo il momento di discuterne. La legge sulla cittadinanza non riguarda solo chi aspetta di diventare cittadino italiano, riguarda il futuro del Paese, quale futuro del Paese noi abbiamo in mente.
Allora, voteremo favorevolmente e ringrazio il collega Berruto, come gli altri colleghi che hanno presentato emendamenti su questo, ma ricordo che in questo momento le associazioni di italiani senza cittadinanza ci hanno chiesto di sostenere un'iniziativa referendaria, che riduca quel lasso di tempo da 10 anni a 5 anni…
PRESIDENTE. Concluda.
RICCARDO MAGI, Relatore di minoranza per la I Commissione. …come ha fatto la Germania, nel mese di giugno, portandolo da 8 a 5. È un inizio concreto che si può e, credo, dopo la discussione di oggi, si deve fare. Nel Paese c'è una maggioranza di italiani che vuole questa riforma, forse anche in quest'Aula, se assume il coraggio e la volontà politica, ci sarebbe una maggioranza, ma intanto siamo al fianco degli italiani senza cittadinanza (Applausi della deputata Bakkali).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1012 Bakkali, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1004 Zaratti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 11,25)
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1006 Zanella, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1007 Zanella, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.5 Mauri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.6 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione…
Revoco la votazione, perché c'era una richiesta di intervento da parte del deputato Giachetti. Prego, deputato Giachetti, a lei la parola, la ascoltiamo.
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Sì, signor Presidente, sarò rapidissimo. Volevo capire, siccome ho ascoltato l'intervento dell'onorevole Paolo Russo, che ha espresso, tentando di essere convincente, l'esigenza di poter presentare un provvedimento organico sul tema dello ius scholae - benissimo, eccetera, eccetera... - e ha votato contro quell'emendamento. Ma è immaginabile che, nel frattempo che si immagina un provvedimento per migliorare la situazione della cittadinanza per gli italiani, si dica “adesso si vota a favore dell'articolo 9”, che, non solo non migliora, ma peggiora la situazione di quelli che già hanno la cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe)?
Allora, io capisco che si cerca di costruire un cartello, ma adesso voi state votando un articolo 9 - mi rivolgo all'onorevole Paolo Russo, attraverso il Presidente Rampelli - che non solo non risponde a quello che ci avete raccontato per tutta l'estate per avere i titoli sui giornali, ma, addirittura, peggiora la situazione attuale. Di questo articolo si parlerà - come è stato sulle carceri, attraverso un decreto fuffa - e porterà a una riunione del Consiglio dei ministri per dire cosa si dovrebbe fare: cioè, nulla. Ora, c'è un limite, non dico anche alla presa in giro, ma un po' di coerenza nella vita ci dovrebbe essere. Vorrei che, almeno, vi asteneste su questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 44).
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Intervengo per dare un'informazione a questo Parlamento, ma anche per chiedere un'informativa urgente al Ministro della Salute. Infatti, ci risulta - abbiamo l'ordinanza in mano e la gireremo a lei, Presidente - che il TAR del Lazio ha appena sospeso, con urgenza, il decreto sul CBD del Ministero della Salute, perché - le leggo i rilievi - non ci sarebbero “le prove che sia una sostanza che crea dipendenze e rischio di abuso”. Non so se mi spiego (Commenti). Questa notizia rimette in discussione parte della discussione che faremo: quindi, preannunciamo, come gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, anche lo stralcio di quello che discuteremo dall'articolo 18 in poi. Però, lo dico così: in attesa di sapere cosa farete sullo stralcio, io credo che tutti noi siamo interessati a capire cosa pensa il Governo di una vicenda, che già oggi il TAR del Lazio chiede, con una sua ordinanza che le stiamo per dare, di sospendere. E lo diciamo perché la vostra fatwa - perché è una fatwa - contro la canapa deve finire (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).
Lo dico: basta ipocrisie, basta! Ci sono tantissimi malati che pagano, strapagano, le cure che vengono dall'estero per questa follia. State gettando tantissimi investimenti, bruciandoli. Altro che canne, li bruciate come se fossero, davvero, investimenti non vostri. Sono imprese legalissime e italianissime: il made in Italy (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!
Servono per tante cose: per le costruzioni, per tantissimi tessili, per l'alimentare e sì, anche a scopo - come sapete - terapeutico. Lo state facendo perché avete un sogno: lasciare il monopolio agli unici che pensano che la cannabis sia libera, le mafie (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle)! Questa è una anti-patrimoniale e la state facendo agli italiani! Per questo chiediamo, urgentemente, che il Ministro venga qui a riferire e preannunciamo lo stralcio dell'articolo 18, in cui parleremo proprio di questo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo 9 - A.C. 1660-A?)
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, all'articolo aggiuntivo 9.01000 Zanella.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 9.01000 Zanella, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Revoco la votazione, perché il deputato Grimaldi aveva chiesto di parlare. Deputato Grimaldi, a che titolo voleva intervenire?
MARCO GRIMALDI (AVS). Vorrei illustrarlo, grazie.
PRESIDENTE. Prego, deputato Grimaldi, per dichiarazione di voto.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Come lei sa, in Italia, persone di origine straniera, che vivono, lavorano - lavorano regolarmente, ci teniamo a dirlo - e pagano le tasse, devono attendere - ahiloro e ahinoi - più di dieci lunghissimi anni per ottenere la cittadinanza. Basterebbe vedere le code che ci sono davanti alle nostre questure, in tante città italiane, per capire cosa gli facciamo vivere ogni giorno. Ma ci sono bambini nati qui e che frequentano, appunto, le nostre scuole, che non sono cittadini italiani fino alla maggiore età: ce ne sono almeno 800.000 lì fuori che ci chiedono una risposta. Tutto questo a fronte di persone che ottengono la cittadinanza subito: pensate a tutti gli stranieri all'estero, in virtù di una lontana parentela, no? Lo dico: ho tantissimi parenti in Argentina che non vivono qui e che ho visto due o tre volte, certo, e si sentono italianissimi, e giustamente, ma che hanno avuto pochissimo di questa lunga, lunga vicenda che hanno alle spalle.
Vedete, sono felice e lo siamo tutti, come Alleanza Verdi e Sinistra, che ci sia una proposta referendaria per dimezzare quei dieci anni; sarebbe di sicuro un primo passo enorme: ne beneficerebbero, credo, due milioni e mezzo di persone. Ma non basta: la cittadinanza spetta a chiunque nasca in Italia, secondo noi, da genitore straniero in regola. È questo che chiediamo con il nostro emendamento: garantire il diritto di cittadinanza e tutti i diritti che ne derivano a chi è nato in questa Repubblica da genitori stranieri, di cui, almeno uno, sia regolarmente soggiornante in Italia da un anno o sia nato in Italia.
Chiediamo di garantirlo al coniuge straniero di un cittadino italiano se, dopo il matrimonio, risiede legalmente da almeno 6 mesi nel territorio della Repubblica; di garantirlo agli stranieri maggiorenni che risiedono in Italia per almeno 2 anni, adottati da cittadini italiani; di garantirlo agli stranieri che risiedono legalmente in Italia da almeno 5 anni e a quelli che vi risiedono da almeno 3 anni e hanno ottenuto lo status di rifugiato.
Queste sono le proposte di Alleanza Verdi e Sinistra, le abbiamo messe nero su bianco. Lo sappiamo, per alcuni di voi sono solo provocazioni, e, fatecelo dire, noi continueremo a provocarvi, non smetteremo mai di provocarvi, perché quelle che voi chiamate provocazioni sono diritti e sono diritti di persone italianissime, di fratelli e sorelle d'Italia, che hanno già oggi e dovrebbero avere i nostri stessi diritti, perché mangiano italiano, parlano l'italiano, spesso meglio di noi, e sono il futuro di questo Paese. Che lo vogliate o no sono già il presente di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bonetti. Ne ha facoltà.
ELENA BONETTI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare e confermare il voto favorevole del nostro gruppo anche a questo articolo aggiuntivo, così come abbiamo fatto per tutti gli emendamenti che hanno trattato la materia dell'attribuzione della cittadinanza ai minorenni presenti nel nostro Paese sulla base di indicazioni via via definite. In particolare, richiamo anche la nostra proposta, il cui copyright, in realtà, va sempre riferito a Forza Italia, nonostante Forza Italia abbia votato contro.
Non entro nel merito di questa argomentazione, ma è chiaro che, siccome Forza Italia dice “non votiamo il provvedimento giusto perché è nel provvedimento sbagliato”, da ciò ne consegue, innanzitutto, che un altro decreto omnibus con dentro la qualunque non lo vedremo più, perché Forza Italia si farà finalmente garante di una coerenza di tutti i provvedimenti da parte del Governo (Commenti del deputato Foti). L'altro elemento che vorrei, invece, confermare è la nostra disponibilità, perché mi aspetto che questa convergenza, anche con le opposizioni, su una materia che ha evidentemente espresso un favore da parte dell'opposizione, verrà considerata da Forza Italia.
Arrivo, però, ad un punto, così, una nota a margine: faccio presente che la maggioranza in quest'Aula ha appena votato favorevolmente all'articolo 9, sul quale noi ci siamo, invece, astenuti, perché l'articolo 9 evita - in conformità alla Convenzione internazionale del 1961, quella proposta alle Nazioni Unite, ratificata dall'Italia - la formazione di apolidi, cioè di revocare la cittadinanza a un cittadino che non la possa avere.
Quindi, c'è stato un atto di riconoscimento di diritto, ma a un cittadino condannato in via definitiva per terrorismo. Contestualmente, voi avete impedito di usare 10 anni per formare un minorenne nelle nostre scuole come cittadino, ma date 7 anni in più, da 3 a 10 anni, a un terrorista condannato in via definitiva per rimanere cittadino del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe), cioè avete scelto di garantire la tutela della cittadinanza a un terrorista condannato in via definitiva e non a un bambino che studia nelle nostre scuole. Credo che questo qualche dubbio di coscienza, forse, doveva farlo sorgere (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 9.01000 Zanella, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 45) (I deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra espongono cartelli recanti la scritta “Fratelli e sorelle d'Italia” e immagini di atlete italiane di origine straniera e di bambini nati in Italia da genitori stranieri - Commenti).
Togliete cortesemente i cartelli, grazie. Gli assistenti, se possono intervenire (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente).
(Esame dell'articolo 10 - A.C. 1660-A?)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
AUGUSTA MONTARULI , Relatrice per la maggioranza per la I Commissione. Sugli identici emendamenti 010.01002 Alfonso Colucci e 010.01005 Zaratti e il successivo il parere è contrario; sugli emendamenti 010.01 Mauri, 010.02 Alfonso Colucci, 010.04 Auriemma, 010.08 Penza, 010.09 Penza, 010.010 Alfonso Colucci e sugli identici emendamenti 010.013 Mauri, 010.01003 Zaratti, 010.01004 Boschi e 010.014 Auriemma, il parere è contrario.
L'emendamento 10.1002 Magi e i successivi non sono segnalati.
Sugli emendamenti 10.3 D'Orso, 10.4 D'Orso, 10.5 D'Orso, 10.6 Serracchiani e 10.8 D'Orso il parere è contrario, e anche tutti i successivi pareri sono contrari.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Parere conforme, Presidente.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza, che prima non c'era e adesso invece c'è?
RICCARDO MAGI , Relatore di minoranza per la I Commissione. Grazie, Presidente. Sono tutti pareri favorevoli, escluso il 10.8 D'Orso, il cui parere è di astensione.
PRESIDENTE. Deputata Montaruli, tra i non segnalati e via dicendo, temo che lei abbia saltato, a pagina 33, il 10.1003 Zaratti.
AUGUSTA MONTARULI , Relatrice per la maggioranza per la I Commissione. Il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Parere conforme, Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli premissivi 010.01002 Alfonso Colucci e 010.01005 Zaratti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
La votazione è revocata, perché aveva chiesto di parlare il deputato Zaratti ed era sfuggito alla Presidenza.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). La ringrazio, Presidente. Per non creare problemi sarei intervenuto anche sull'emendamento seguente, parlando anche di questo. Il Fondo nazionale per la sicurezza urbana: noi chiediamo l'istituzione di questo Fondo, perché si parla tanto di sicurezza e in questo provvedimento credo che questa parola venga citata 40 volte, almeno due volte a pagina. Quindi, per dire quanto la maggioranza effettivamente è legata a questo tema, che è un tema comunque che esiste. Tuttavia, se noi non cominciamo a pensare alla sicurezza guardando il territorio, guardando i comuni, guardando la possibilità, cioè, che chi conosce effettivamente il territorio possa intervenire, come pensate di affrontare questo argomento?
Infatti, voi cercate di affrontarlo unicamente aumentando le pene, aumentando sempre di più le pene, come se questo, di fatto, risolvesse il problema. Ma il problema così non si risolve, così come dimostrano, peraltro, i vostri provvedimenti, numerosi, in questi 2 anni, nei quali non avete fatto nient'altro che aumentare le aggravanti, aumentare i reati, aumentare le pene. Tutto questo, oltre a portare un certo sovraffollamento delle carceri, come effettivamente si può constatare in questa estate così drammatica per le carceri del nostro Paese, non ha portato ad alcuna nuova situazione di sicurezza nei nostri quartieri e nelle nostre città.
La vostra politica è assolutamente fallimentare da ogni punto di vista, come del resto è abituata a fare la destra da sempre: aumentare le pene, la repressione, ma senza affrontare quei problemi che determinano la sicurezza vera dei cittadini, quella sicurezza cioè che deve permettere alle persone di camminare di notte nel quartiere della propria città e che deve permettere di riattivare la vita dei singoli quartieri, utilizzando anche un sostegno a quelle attività artigianali, che rendevano vivi i nostri quartieri e i nostri paesi, quello sì che sarebbe utile per dare sicurezza. Da questo punto di vista noi chiediamo che venga istituito un Fondo, che possa permettere ai comuni di fare il lavoro eccezionale che i comuni già fanno. Come si può pensare che questo possa avvenire con comuni che hanno a disposizione un vigile urbano, quando ce l'hanno, se non quando ce l'hanno in condivisione o in coworking con il comune vicino? Come è possibile pensare che senza risorse si possa essere al servizio dei cittadini e capire quelle che sono le loro necessità e, d'altro canto, ma voi potete pensare davvero di fare un provvedimento seguendo le indicazioni della Commissione bilancio a costo zero? Scusate, lo voglio dire in un modo semplice, che i cittadini possano capire: le nozze coi fichi secchi non si fanno. O voi decidete di fare delle leggi, anche dal punto di vista vostro, mettendoci sopra i soldi, investendo e mettendo le risorse per fare le cose oppure state prendendo in giro cittadini ed aumentate solo le pene e questo è assolutamente vergognoso in un Paese come l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Il tema della sicurezza urbana e gli emendamenti sul tema della sicurezza urbana permettono di rivelare, ancora una volta, la vostra ipocrisia e di legare questa discussione al drammatico fatto che è accaduto a Viareggio, qualche ora fa. Allora, per chi non avesse visto quelle immagini a Viareggio è successo che un uomo, dopo aver scippato una borsa a una signora, viene investito da questa signora e viene sovrastato dal SUV della stessa 2 o 3 volte credo e, dopo essere stato ucciso, la signora riprende la borsetta e se ne va. La cosa agghiacciante di questa vicenda, oltre al fatto in sé, sono i commenti che trovate in rete, migliaia di commenti che dicono: la signora ha fatto bene; speriamo che non si sia danneggiata la macchina; doveva passarci un'altra volta sopra.
Bene, quei commenti da dove vengono se non dal clima che una certa parte politica sta alimentando da anni in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Quei commenti di chi dice: la signora è esasperata perché lo Stato non c'è.
Bene, vi diamo una notizia: lo Stato siete voi, il Governo siete voi. È ora di smetterla di nascondervi dietro un qualcosa che in realtà rappresentate, perché avete gli strumenti per modificare le norme, avete gli strumenti al Ministero dell'Interno al Ministero della Giustizia per dare veramente sicurezza. E allora la comprensione - come un alto esponente della Lega ha detto che si dovrebbe dare comprensione a questa signora, perché evidentemente ha ammazzato una persona che ha rubato una borsetta - perché è sempre verso i ricchi e mai verso i poveri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Perché la comprensione è sempre verso chi ruba l'equivalente di migliaia di borsette tramite la pubblica amministrazione e la corruzione con l'aiuto della politica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Per loro c'è comprensione e loro ne hanno rubate migliaia di borsette, eppure c'è comprensione verso questa gente qua. Vedete, questo clima ha distrutto qualche giorno fa due vite: quella dell'algerino che è morto e quella della signora, perché quella rabbia che si vede in quel video è devastante e quella signora ha la vita rovinata, dopo averne distrutta una. Continuate ad alimentare questo clima, ma state attenti che ci sarà qualcuno che sarà ancora più a destra di voi un giorno.
Dove arriveremo? Perché se neanche la pietà verso un cadavere smuove qualcosa, allora io non so dove andremo a finire. Vorrei che ogni tanto si sventolassero i valori cristiani, che utilizzate per togliere i diritti e per rivendicare un'identità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Vorremmo vedere quei valori cristiani sventolati verso la pietà di un essere umano che è stato ammazzato in quella maniera (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Sono sicuramente molto interessanti questi emendamenti, perché ci ricordano anche la situazione dei nostri comuni. Io voglio ricordare, signor Presidente, per suo tramite, all'Aula, le difficoltà che stanno incontrando i nostri sindaci proprio nei confronti della Polizia locale. Ricordo che, quando si fanno delle assunzioni, i vigili urbani devono essere formati ed entrano in servizio soltanto dopo parecchi mesi. Ci sono poi molti comuni che non dispongono di un vigile urbano e non hanno neanche un Comando dei carabinieri vicino: in quel caso anche quella parte di sicurezza non esiste. Che cosa stanno facendo i comuni per sopperire a queste carenze? Stanno facendo delle convenzioni, stanno delegando all'unione dei comuni quella funzione per cercare di coprire almeno i momenti più importanti. Tutto ciò per dire che questa è una grande ed è una reale necessità. Voglio anche ricordare che il turno di notte nei nostri comuni - in larga parte dei nostri comuni, se non nelle città più grandi, nelle città capoluogo di provincia e di regione - non esiste e la sicurezza non viene garantita. Diversifico anche ruoli tra vigile urbano e carabiniere: c'è una funzione assolutamente diversa che è quella del controllo dei territori. Desidero ricordare una cosa che forse l'Aula sa, ma che è bene ricordare: i vigili hanno anche del tempo da trascorrere negli uffici, perché c'è anche una parte amministrativa. Allora sarebbe importante riuscire a ragionare, molto realisticamente, su questi emendamenti e, ovviamente, ad accoglierli, perché il Fondo per la sicurezza urbana è assolutamente importante e perché credo che con un minimo colloquio con una parte di amministrazioni ci si possa rendere conto di quanto questa figura sia necessaria.
Immagino che il voto a questi emendamenti sarà contrario, anzi non me lo immagino, sarà così. Rimane però una questione aperta e se parliamo di sicurezza questa questione non può essere sottovalutata in nessun modo, in particolare da parte di un Governo che parla spesso di sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.
RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. È stata richiamata, poco fa, in Aula dall'intervento del collega Ricciardi, signor Presidente, l'esasperazione dei cittadini nei confronti di un fatto gravissimo accaduto a Viareggio. Il collega dava la colpa di questa esasperazione a un clima creato dal Governo di centrodestra. Una sola affermazione condivido: è vero, sono state rovinate due vite. Ma l'esasperazione dei cittadini non è dovuta al clima creato dal centrodestra.
È dovuta semmai a politiche decennali fatte dai Governi di centrosinistra, che hanno ridotto il nostro Paese alla mercé di persone che delinquono tutti i giorni nelle nostre città (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e a cui un Governo di centrodestra, anche stamattina, sta tentando di rimediare. La responsabilità morale di quello che sta succedendo è vostra (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra)! Sia ben chiaro…
PRESIDENTE. Colleghi!
RICCARDO ZUCCONI (FDI). …noi siamo accanto alle Forze dell'ordine ed esprimiamo tutto il nostro dolore per quello che è avvenuto, ma le responsabilità sono vostre e sono chiare, non le strumentalizzate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli premissivi 010.01002 Alfonso Colucci e 010.01005 Zaratti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).
Passiamo all'articolo premissivo 010.012. Mauri.
Ha chiesto di parlare il deputato Mauri. Ne ha facoltà.
MATTEO MAURI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ho ascoltato con attenzione l'ultimo intervento che è stato fatto perché mi è sembrato emblematico nel dimostrare il vuoto pneumatico che questo Governo e questa maggioranza hanno nella testa e anche nella penna, nel momento in cui discutono di sicurezza, ragionano di sicurezza, fanno propaganda - perché quello e solamente quello sapete fare sulla sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! - e, poi, quando c'è da scrivere i provvedimenti per mettere le risorse economiche e per affrontare il tema sicurezza nella sua complessità, magicamente tutto scompare e si scrivono solo nuove norme, nuovi reati e si aumentano le pene. E si pensa in questo modo - lo chiedo, tramite lei, anche al collega che prima è intervenuto - di risolvere tutto. Lei dice: i problemi degli altri. Veramente non è che le forze che in questo momento governano siano state all'opposizione negli ultimi 20 anni. Ma mi rendo conto che la memoria, poi, viene guidata dagli interessi personali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Basta con queste storie, per piacere.
Il tema quale è? Che la sicurezza si può affrontare se si fanno investimenti anche, e non solo, di carattere economico sicuramente sul sistema delle Forze dell'ordine, e qua non ci sono soldi per le Forze dell'ordine, per gli straordinari. State portando avanti da anni, ormai, possiamo dire, il contratto, e il massimo che proponete alle Forze dell'ordine è di dare loro un aumento inferiore a quella che è stata l'inflazione in questi anni. Di questo stiamo parlando: parole.
Poi, però, c'è un'altra colonna che sostiene il tema della sicurezza: la sicurezza urbana, cioè la prevenzione e l'investimento, soprattutto sui territori e sugli enti locali, per mettere in campo iniziative che migliorino le condizioni di vita, riducano le condizioni di difficoltà e quindi non favoriscano anche devianze, e in quel modo si provi ad approcciare nel modo migliore per provare a prosciugare le ragioni che portano spesso a creare devianze e criminalità e a contribuire a consolidare la comunità. Invece, voi avete in testa una società solamente dei più forti, della violenza - basti pensare a quello che dite sulle armi da fuoco - e non volete fare altro. Noi diciamo di investire, in questo caso mettendo a disposizione un Fondo risorse economiche per gli enti locali. Voi, invece, siete solo pronti a scagliarvi contro i sindaci di alcuni comuni, quando lì accadono, magari, fatti rilevanti dal punto di vista della sicurezza. Voi non siete per aiutare, voi siete solamente per denunciare, quando vi fa comodo, a favore di telecamere. Questo siete voi da sempre - da sempre! - e si vede, evidentemente, anche all'interno di questo provvedimento.
È questa la ragione per cui noi, qui, stiamo facendo una battaglia fino in fondo su tutto, perché questo è un disegno di legge che vi fate voi, che vi votate voi e che andate voi a raccontare in giro. Noi non ci assumiamo le vostre responsabilità (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo 010.012 Mauri, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo 010.01 Mauri, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo 010.02 Alfonso Colucci, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo 010.04 Auriemma, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo 010.08 Penza, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo 010.09 Penza, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).
Passiamo all'articolo premissivo 010.010 Alfonso Colucci.
Ha chiesto di parlare il deputato Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Questo provvedimento si caratterizza e si distingue, così come tanti altri che vengono proposti da questa maggioranza, per l'invarianza di bilancio: nessuna somma, zero euro per la sicurezza. Andate esclusivamente a moltiplicare le fattispecie penali e ad aggravare le pene, senza alcuno stanziamento a favore dei presìdi della sicurezza.
Con questo emendamento chiediamo di finanziare iniziative in materia di sicurezza urbana e, quindi, di metterci i soldi, perché davvero riteniamo che le istanze di sicurezza non possano essere risolte. Lo dicono le statistiche: c'è una statistica del Dipartimento di pubblica sicurezza che dimostra che, a seguito delle politiche securitarie del Governo Meloni, si è registrato piuttosto un aumento dei reati predatori. Quindi, questo dimostra come la politica panpenalistica e pancarceraria del Governo Meloni sia del tutto inefficiente, anzi, addirittura dannosa in relazione alle esigenze di assicurare l'ordine sociale. Chiediamo di metterci i soldi ed è quanto voi dovreste fare.
Questo è uno degli emendamenti che ha avuto il parere negativo della Commissione bilancio, ma vorrei segnalare che l'indicazione delle coperture finanziarie non è un obbligo di chi presenta un emendamento: compete alla maggioranza raccogliere l'istanza di finanziamento posta dal presentatore dell'emendamento e trovare le poste perché esso venga finanziato nel bilancio. Quindi, noi non solo contestiamo il parere negativo della Commissione bilancio e anche denunciamo la mancanza, da parte del Governo e della maggioranza, della ricerca dei necessari fondi per finanziare sane politiche per la sicurezza, ma chiediamo all'Aula di mettere i soldi in questo disegno di legge di matrice governativa, in particolare sulle operazioni di finanziamento di iniziative in materia di sicurezza urbana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo 010.010 Alfonso Colucci, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio). Il parere del relatore di minoranza è favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).
Passiamo alla votazione degli identici articoli premissivi 010.013 Mauri, 010.01003 Zaratti, 010.01004 Boschi e 010.014 Auriemma.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Il parere contrario su questi emendamenti è la dimostrazione che la maggioranza vuole soltanto annunciare sicurezza e la cita addirittura una cinquantina di volte all'interno di questo provvedimento. Ma una cosa è annunciare la sicurezza, altra cosa, invece, è volerla garantire a tutti gli effetti.
Certo che servono i fondi. Noi qui chiediamo esplicitamente assunzioni di personale di Polizia locale, però non si può certamente pensare di garantire la sicurezza senza investimenti. Qui parliamo proprio di Polizia locale e di presidio del territorio. Quindi è davvero dai territori che dobbiamo partire. Aspettiamo, a questo punto, al varco il Governo rispetto alla legge di bilancio, per vedere se davvero questi grandi annunci, che inseriscono in questi provvedimenti, alla fine e alla prova dei fatti si intendono realmente garantire - a nostro parere non c'è questa intenzione, ma lo vedremo nella legge di bilancio, altrimenti provvederemo noi con emendamenti ad hoc -, assicurando a tutti gli effetti la sicurezza sul territorio (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gnassi. Ne ha facoltà.
ANDREA GNASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Credo sia evidente a tutti, in quest'Aula, che, quando si parla di controllo del territorio, di sicurezza urbana, di contrasto e di presidio attivo e sociale di aree sensibili, tra le tante azioni e funzioni, alcune di quelle più importanti riguardano le Polizie locali. Servono mezzi, personale e persino una riforma. Guardi, Presidente, non ci si giri intorno in quest'Aula: per la sicurezza urbana servono robusti investimenti sulla Polizia locale. Se volete aiutare i sindaci, date loro vigili e Polizia locale.
Tutti sanno che si è registrata, in questi anni, una costante contrazione del personale in servizio negli enti locali, indotta da più di un decennio di politiche restrittive sulla spesa del personale. Tra il 2009 e il 2020 si è assistito a una complessiva diminuzione di personale in organico di oltre 10.000 unità. La Polizia locale è importante per le città, perché svolge articolate funzioni di polizia stradale, di accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale, di rilevazione di incidenti, di scorte per la sicurezza della circolazione, di tutela e controllo sull'uso delle strade e di soccorso automobilistico. Poi le Polizie locali svolgono funzioni di sicurezza pubblica, cioè collaborano con le Forze della Polizia di Stato. Ancora, le Polizie locali svolgono funzioni di polizia commerciale, edilizia, veterinaria, rurale e svolgono anche funzioni di polizia giudiziaria. I compiti sono complessi e articolati, soprattutto nelle città e nella società che cambia.
Con questo emendamento, chiediamo, leggendo i bisogni delle città, di irrobustirle e di affiancarle per perseguire e migliorare una più elevata sicurezza urbana con mezzi e uomini. Nel DDL non c'è nulla sul degrado, non c'è nulla sulla possibilità di mettere in sicurezza aree delle città spesso carenti sulla sicurezza, perché mancanti di uomini delle Forze di Polizia e anche di Polizia locale. Non c'è nulla per le Polizie municipali e per le Polizie locali. Non c'è nulla di quello che chiedono i comuni e i territori. Se si definisce un livello essenziale di prestazione dei servizi di sicurezza urbana e stradale e di controllo intorno al criterio di un operatore di Polizia locale ogni 1.000 abitanti. allora nel nostro Paese siamo molto lontani da questo dato.
Chiediamo un Fondo concreto di 180 milioni a partire dal 2025 per ogni anno per irrobustire, affiancare e sostenere le nostre città. Guardate il merito, almeno per un attimo, degli 8.000 comuni italiani. Invece, che nelle strade più vigili e più Polizia locale, volete nelle carceri più bambini. Non è un grido, non è una sottolineatura politica, è quello che fate con questo provvedimento. Se non voterete questo emendamento sarà chiara la vostra scelta, triste e pericolosa deriva politica. Provate a dare piuttosto un contributo fattivo nell'interesse nazionale di sicurezza pubblica e nell'interesse delle città e dei comuni italiani.
Con questo DDL, in qualche modo, volete reprimere persino il dissenso non violento, volete reprimere l'espressione di un diritto, ma non mettete un vigile urbano o un poliziotto locale in più nelle nostre città. Se questa è sicurezza urbana, andatelo a spiegare ai sindaci, anche di centrodestra.
Ci auguriamo - e finisco, Presidente - che finalmente si possa almeno raccogliere dall'opposizione una proposta per un provvedimento, mettendo risorse e investendo fattivamente sulla rete e sull'architettura istituzionale del Paese preposta alla sicurezza, cioè Forze di Polizia, regioni, enti locali e Polizia locale. O vi apprestate a fare provvedimenti politici ideologici e demagogici che vogliono alimentare esasperazione perché ci sia consenso proprio sull'esasperazione, oppure, approvando l'emendamento, provate a dare una mano al Paese, alla città e alla sicurezza delle nostre città (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli premissivi 010.013 Mauri, 010.01003 Zaratti, 010.01004 Boschi e 010.014 Auriemma, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio). Il parere del relatore di minoranza è favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.1003 Zaratti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione…
Revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). La ringrazio, Presidente. Io intervengo per dichiarazione di voto su questo emendamento, perché, in qualche modo, mi consente di tornare a quello che mi ero permesso di segnalare nella discussione generale, cioè che questo provvedimento sembra più la riunione della redazione di un giornale nella quale si cerca di ragionare su quali siano le cose che possono essere messe in pagina per avere una rilevanza nei titoli che si devono fare. È così!
Questo è un reato - e noi siamo assolutamente favorevoli sull'emendamento soppressivo presentato dal collega Zaratti, ma anche dai colleghi Soumahoro e Magi, i cui emendamenti non erano segnalati, ma vertevano sullo stesso tema - per cui siamo assolutamente contrari alle occupazioni e siamo assolutamente convinti che non si può avere alcuna ragione in un'occupazione, neanche in quelle che vengono considerate di necessità. Quindi, siamo totalmente contrari a tutte le considerazioni che abbiamo sentito anche nei periodi di campagna elettorale e di post-campagna elettorale sulla qualunque impossibilità che sia lecito occupare.
Però, rivolgendomi ai colleghi di cultura liberale, che sicuramente sono anche in Forza Italia, ma qualcuno è anche nella Lega, faccio presente che, quando parliamo di panpenalismo - e lo dico anche al Vice Ministro Sisto, che mi guarda - stiamo inserendo un articolo in questo disegno di legge, il 634-bis, che interviene sulle occupazioni abusive.
Vorrei segnalare all'Aula, ai colleghi liberali, ai colleghi di cultura democratica, a tutti coloro che possono essere interessati, che nel nostro ordinamento ci sono già 3, lo ripeto, 3 articoli nei quali viene disciplinata l'occupazione abusiva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe). Sono l'articolo 633 (Invasione di terreni o edifici), che punisce con la reclusione da un anno a tre anni e con la multa da 103 euro a 1.032 euro chiunque invada arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli… eccetera, eccetera; si applica la pena della reclusione da due a quattro anni e della multa da 206 euro a 2.064 euro e si procede d'ufficio se il fatto è commesso da più di 5 persone, eccetera, eccetera; la pena per i promotori e gli organizzatori è aumentata fino a un terzo se il fatto è commesso da due o più persone. Poi, abbiamo il 633-bis, che avete inserito voi nel decreto Rave e che punisce con la reclusione da tre a sei anni e con la multa da 1.000 a 10.000 euro chiunque organizzi… eccetera, eccetera, e occupi anche… Siccome non ci basta, abbiamo pure il 634 (Turbativa violenta del possesso di cose immobili), che punisce con la reclusione fino a due anni e con la multa da 103 a 309 euro chiunque, fuori dei casi indicati negli articoli richiamati - 633 e 633-bis, quindi ne mette pure uno che dice: se vi fosse sfuggito in quei due, c'è anche questo -, turbi, con violenza alla persona o con minaccia, l'altrui pacifico possesso di cose immobili.
Ma cos'è questo ennesimo inserimento nel codice penale, con cui si fa strame, ovviamente, perché poi immagino i poveri magistrati che dovranno capire quali intenzioni vi hanno mosso per differenziarvi dalle già previste previsioni del codice penale su questo argomento? Niente, è solo il titolo di giornale che vi servirà domani per giustificare una norma che non ha alcun senso (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.1003 Zaratti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).
In morte dell'onorevole Renzo de' Vidovich.
PRESIDENTE. Comunico è deceduto l'onorevole Renzo de' Vidovich, membro della Camera dei deputati nella VI legislatura.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo 10 - A.C. 1660-A?)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame del provvedimento.
Passiamo all'emendamento 10.3 D'Orso.
Ha chiesto di parlare la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento, così come i successivi a mia prima firma, tenta di limitare i danni, potremmo dire così, perché, come ha iniziato a dir bene il collega Giachetti, in realtà, di questo articolo 634-bis, che introduce un reato autonomo, proprio non avevamo alcun bisogno. Cerca di limitare i danni anche perché la scrittura, la tecnica legislativa, permettetemi di dire, utilizzata pure per formulare questo nuovo reato è assolutamente dannosa, per tutte le ragioni che tenterò brevemente di spiegarvi. Intanto, sicuramente, siamo davanti - lo ribadisco anch'io - a una norma superflua, perché esiste già l'articolo 633 ed esiste l'articolo 634, che puniscono queste fattispecie di invasione e occupazione di terreni e di edifici.
Però, nel tentativo di seguire un certo ragionamento che vuole un aggravamento rispetto a talune fattispecie su questo tema, insomma, questo problema, questa problematica, questo fenomeno delle occupazioni abusive, cosa mi sono chiesta? Mi sono chiesta quale condotta possa avere effettivamente un disvalore maggiore rispetto alle condotte che sono già punite e quale condotta potrebbe eventualmente meritare un aggravamento di pena, rispetto a un reato già esistente, previsto dall'articolo 633 del nostro codice penale. Ora, riflettendo, forse l'unica condotta ulteriore che meriterebbe, magari, un aggravamento di pena è quella che, purtroppo, le cronache ci hanno restituito talvolta, di quei proprietari di casa che si vedono, magari a causa di una temporanea assenza perché ricoverati in un ospedale, o in una casa di cura o quant'altro, occupare, proprio a causa della temporanea assenza, la propria abitazione effettiva, principale, quella dove ci sono tutti gli effetti personali e, mi verrebbe da dire, anche i ricordi di una persona. Ecco, forse l'unica, lo ripeto, l'unica condotta che potrebbe meritare un disvalore maggiore, quindi, un aggravamento rispetto, lo ripeto, a un reato già esistente poteva essere questa, ma non altro. Voi, invece, andate a fare un'operazione a dir poco raccapricciante, perché probabilmente l'unica finalità di quello che andate a scrivere è: punire un altro fenomeno, completamente diverso rispetto alle occupazioni abusive di immobili o alla fattispecie che vi ho raccontato, e cioè punire penalmente, quindi, spostando l'asse dalla tutela civile alla tutela penale, quei soggetti destinatari di una convalida di sfratto per morosità, anche incolpevole, perché voi questo state facendo di nuovo, di realmente innovativo con questo scellerato articolo 634-bis che introducete.
Non c'è stato modo di farvi ragionare, in sede di Commissioni riunite, quando ve lo abbiamo detto, e ve lo abbiamo fatto dire da autorevoli auditi. Non c'è equivoco, questa fattispecie andrà a colpire quegli inquilini che, nell'attesa di trovare una sistemazione alternativa, un alloggio, pur avendo già ricevuto una convalida di sfratto per morosità incolpevole, si trattengano negli appartamenti. Ora, che sia incostituzionale è lampante; io mi aspetto una censura di incostituzionalità rispetto a questa fattispecie e che venga spazzata via dal nostro ordinamento.
Altra cosa: mi dispiace, ma me lo aspettavo, che gli emendamenti che prevedevano invece - sempre a mia prima firma - il finanziamento, il rifinanziamento del Fondo per la morosità incolpevole e del Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione siano stati dichiarati inammissibili. Lo ripeto, me l'aspettavo, perché questo atteggiamento della maggioranza e del Governo certifica una cosa: che nel momento in cui si tratta di mettere risorse, voi non mettete risorse; nel momento in cui si tratta di fare prevenzione di alcuni fenomeni, voi non avete interesse alla prevenzione. Voi avete interesse esclusivamente alla propaganda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Di questo avete interesse.
Allora, vi dico che state facendo un'operazione veramente scellerata che, tra l'altro, andrà a gravare pure sui comuni, su molti comuni, alcuni dei quali gestiti da voi, da sindaci appartenenti alle vostre forze….
PRESIDENTE. Concluda.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Vi dico questo perché un sindaco, nel momento in cui ci sono gli sgomberi, dovrà sempre trovare un alloggio alternativo per i nuclei familiari dove ci sono disabili, bambini e soggetti ultra sessantenni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). State scaricando una responsabilità, che è solo vostra, perché non rifinanziate quei Fondi, sui comuni gestiti anche da vostri sindaci, che spero che abbiano un colpo di reni e davvero vi dicano le cose come stanno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.3 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.4 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.5 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).
Passiamo all'emendamento 10.6 Serracchiani. Ha chiesto di parlare il deputato Lacarra. Ne ha facoltà.
MARCO LACARRA (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Io, anche riprendendo un po' l'intervento della collega D'Orso, vorrei che voi rifletteste sul parere dato su questo emendamento. È un emendamento di buon senso perché, di fatto, interviene per evitare delle storture rispetto a posizioni giuridiche che possono essere tutelate… Chiedo scusa: problemi influenzali di stagione. Dicevo che possono essere ben tutelate da un punto di vista civilistico: cioè, addirittura immaginare che, in caso di morosità incolpevole, tutte quelle famiglie che, anche grazie a politiche scellerate del Governo, si trovano in difficoltà e non sono in grado di far fronte al pagamento del canone di locazione addirittura subiscano, non solo l'azione giudiziaria in sede civile, ma addirittura una sanzione penale è una follia.
Vi prego di riflettere, perché questo sarebbe un aggravamento di condizioni per chi, magari, resta senza lavoro, non ha la possibilità di pagare il canone e poi, a causa di un'eventuale sentenza penale, rischierebbe di non poter più trovare facilmente un nuovo posto di lavoro. Ma è una cosa senza senso. È come se voi vi foste accaniti - come avete fatto smantellando tutte le misure introdotte per contrastare la povertà in questi mesi - e vi steste accanendo contro i poveri, contro i disgraziati, contro quelli che non hanno nessuna possibilità. Ciò perché? Perché c'è il retropensiero di punire, con questa norma, quelle associazioni - ovviamente, a vostro dire, di sinistra - che occupano gli immobili senza averne titolo. Allora, per punire qualcuno, noi a questo punto uccidiamo tutte le povere persone che sono in difficoltà economica.
Io credo che sia opportuno che rivediate questo parere e accogliate questo emendamento, che dice semplicemente che non può essere condannato penalmente chi non è in grado di pagare il canone di locazione, che quindi detiene l'immobile in un momento transitorio e senza averne titolo. Davvero, è un accorato appello per andare incontro a queste famiglie - sono 630.000 - che sono in difficoltà nel nostro Paese.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.6 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.8 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si è astenuto.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).
Passiamo agli identici emendamenti 10.1000 D'Orso e 10.1004 Gianassi.
Ha chiesto di parlare la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Pensavamo che il testo di questo nuovo articolo non potesse essere peggiorato e invece è stato peggiorato in sede emendativa in Commissione, sfiorando, a mio avviso, il ridicolo. Ora vi faccio un esempio per far capire esattamente l'effetto che avrà questa nuova introduzione delle pertinenze, quindi, della nozione di “pertinenze” in questa fattispecie di reato.
Vorrei che tutti davvero ascoltassero questo ragionamento: state punendo con la reclusione fino a sette anni anche coloro che, ad esempio, si appropriano e occupano un posto auto scoperto.
Infatti, se non vi è chiaro - forse non è un argomento che viene trattato nelle aule dei tribunali penali, quindi dai colleghi penalisti -, sappiate che in sede civile le pertinenze sono queste; ci sono fiumi di giurisprudenza che dicono che questa è una pertinenza: rispetto al posto auto scoperto si parla di pertinenza. Quindi, voi state scrivendo, mettendolo nero su bianco, che il condomino che va ad occupare con la propria auto un posto auto scoperto - che, però, è pertinenza dell'appartamento di un altro condomino - praticamente può essere suscettibile di denuncia penale.
Ora, lo ripeto: forse i penalisti non sono molto avvezzi, ma chi fa l'avvocato civilista sa bene quanto proliferino le cause condominiali. Ecco, state consentendo a tutto quello che è il mondo delle controversie condominiali di fare ingresso anche in sede penale: ma lo avete compreso o non lo avete compreso? Infatti, questo state facendo e per me tutto ciò, oltre che essere dannoso, è anche tanto, tanto ridicolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 10.1000 D'Orso e 10.1004 Gianassi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.12 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.14 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.15 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.16 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).
L'emendamento 10.17 D'Orso viene ritirato.
Passiamo all'emendamento 10.31 D'Orso.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.31 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.28 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.1001 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).
Passiamo alla votazione dell'articolo 10.
Ha chiesto di parlare il deputato Pellicini. Ne ha facoltà.
ANDREA PELLICINI (FDI). Grazie, Presidente. Ho chiesto di parlare perché stiamo votando una norma fondamentale. Stiamo votando una disposizione cardine di questo disegno di legge. L'articolo 10, infatti, va a sanzionare uno dei comportamenti più vili, più odiosi, che è quello dell'occupazione, di un'occupazione prepotente di una casa altrui, che magari è la casa di un disabile, di una persona anziana, di una persona comunque fragile. Lo Stato ha, quindi, il dovere di dare una risposta rapida ed efficace contro questi comportamenti.
Però, la parte forse che, nel dibattito, è stata poco discussa, secondo me, è la più significativa di questo articolo ed è l'introduzione, nel nostro codice di procedura penale, dell'articolo 321-bis.
Questa disposizione dà la possibilità alle nostre Forze di Polizia, su richiesta del pubblico ministero e su provvedimento del giudice, di liberare questi immobili dopo le occupazioni in tempi rapidi. Oddio, ho sentito toni, ho sentito discussioni, ho sentito accuse di propaganda, ma non possiamo non riconoscere che questa è una norma di civiltà, che si contrappone alla barbarie delle occupazioni abusive (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi, su questi temi, lavoreremo sempre con la massima determinazione e il massimo impegno, quindi il nostro voto sarà assolutamente favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Parliamo anche dell'aspetto procedurale, perché è stato sollecitato dal collega Pellicini. Guardate che i sindacati di Polizia vi hanno raccontato, in sede di audizioni in Commissione giustizia, che, se non assumete Forze dell'ordine, personale di Polizia, queste nuove attività di accertamento, istruttorie - perché ci sono attività istruttorie che loro devono svolgere - resteranno lettera morta. Non hanno le forze per poterlo fare, ve lo hanno detto loro, quindi dovete finirla con la propaganda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
E torno a dirvi: i sindaci dove le metteranno quelle persone? State dotando i sindaci di risorse per andare a trovare degli alloggi alternativi? A me pare di no, dove li metteranno? Non cambierà nulla, è propaganda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA (M5S). Solo per portare l'esperienza amministrativa di Torino, che ha avuto a che fare con queste problematiche. Se non si finanziano i comuni per dare, appunto, soldi per gli alloggi, per poter ospitare queste persone, questa è solo fuffa, propaganda inutile e anche dispendiosa, perché creerà ancora più problemi burocratici. Quindi, state vergognosamente distruggendo una modalità che può funzionare soltanto se viene finanziata, cioè finanziare i servizi sociali, finanziare i comuni, che possono fare questa cosa senza usare la forza; quindi spostate il discorso sulla forza piuttosto che sull'assistenza sociale, che i comuni devono fare e possono fare, se gli date delle risorse, che voi non date (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 69).
Ha chiesto di parlare il deputato Soumahoro. Ne ha facoltà. Poi verifichiamo l'andamento e la prospettiva della seduta.
ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. In questi minuti, ho ricevuto varie telefonate dai braccianti di Foggia. Due braccianti stamattina (Commenti)… Presidente, se c'è un po' di silenzio…
PRESIDENTE. Non si preoccupi, sappiamo fare il nostro mestiere, prego.
ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Due braccianti, stamattina, mentre si recavano al lavoro a bordo di un motorino, sono stati travolti e uno di loro è morto sul colpo. Nell'esprimere qui cordoglio e vicinanza ai familiari di Karamoko Tounkara, è il nome del giovanissimo del Mali, Presidente, per il suo tramite, in quest'Aula, qualche mese fa, presentai un ordine del giorno, chiedendo di istituire lungo la filiera agricola nelle nostre campagne un servizio di trasporto pubblico. Una proposta di buonsenso: probabilmente non avrebbe salvato Tounkara, ma poteva evitare, può sempre evitare altri morti lungo la filiera del cibo.
Presidente, ricordo ancora di più che, in quei luoghi e in quelle campagne, settimane fa, insieme alla Commissione d'inchiesta sul lavoro, insieme ai colleghi, siamo stati lì e abbiamo potuto verificare con i nostri occhi - vado a concludere - la disumanità, l'ipocrisia, il sangue che corre lungo la filiera del cibo, che è lontano dagli occhi.
Mentre in quest'estate si è stati al mare, Tounkara, insieme agli altri, ha continuato a raccogliere pomodori, a raccogliere l'uva, a zappare la terra. Ma questi cafoni, questi schiavi della campagna, quand'è che troveranno dignità negli atti di questo Parlamento? Quand'è che troveranno dignità negli atti del Ministero dell'Agricoltura? Sovranità alimentare vuol dire la sovranità salvando la vita delle persone, non lasciandole morire; indipendentemente dal colore della pelle, vanno salvate. Ieri i compagni erano di Vittoria, oggi sono di tutt'altra provenienza geografica, ma il sangue che corre nelle nostre vene è sempre rosso (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe, Alleanza Verdi e Sinistra, Italia Viva-il Centro-Renew Europe e Misto-+Europa).
PRESIDENTE. Si è così concluso l'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 10. Poiché in sede di Comitato dei nove non sono stati espressi i pareri di competenza sugli emendamenti riferiti ai successivi articoli, chiedo al presidente della Commissione giustizia come intenda procedere.
Prego, deputato Maschio.
CIRO MASCHIO, Presidente della II Commissione. Grazie, Presidente. Non essendo stati dati i pareri oltre l'articolo 10 e fino al 14, è opportuno e necessario convocare immediatamente il Comitato dei nove presso l'aula del Governo e, quindi, chiedo una sospensione di circa dieci minuti.
PRESIDENTE. Non ci sono opposizioni, pertanto (Commenti di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle)… che succede? Deputato Giachetti, intende eccepire su questa proposta? Perché no?
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Se è lecito sì, altrimenti posso pure…
PRESIDENTE. Glielo sto chiedendo.
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Volevo eccepire, signor Presidente - perché ieri sarei voluto intervenire, ma invece ero seduto lì e non ho potuto farlo - sull'andamento delle nostre sedute. Noi ieri abbiamo avuto ripetuti interventi con cui, al di là dei precedenti - perché non c'è dubbio che la nostra filosofia di vita è ormai legata ai precedenti, anche rispetto a quello che facciamo nella vita normale, uno dice “ma che precedente c'è stato?” e in base a quello si agisce -, noi abbiamo cercato di porre un problema che prescindeva dai precedenti.
Era riferito al fatto che stavamo analizzando un provvedimento che aveva delle fattispecie molto diverse tra loro e che esigevano, secondo noi, dal punto di vista della funzionalità del provvedimento, che si procedesse avendo acquisito tutti i pareri da parte della Commissione, i pareri da parte del Governo, i pareri della Commissione bilancio e via dicendo. C'è stato un lungo dibattito in cui, invece, ci è stato spiegato che, oltre al fatto dei precedenti, era possibilissimo andare avanti perché comunque già c'erano i pareri su quegli emendamenti.
Adesso vorrei sapere: noi abbiamo interrotto la seduta ieri alle 19,30, mancavano ieri i pareri dall'articolo 10 al 14, a volte avete fatto delle riunioni che sono andate di notte, fino alla mattina dopo, eccetera eccetera. Nessuno si è minimamente preoccupato di riunire la Commissione o il Comitato dei nove per dare almeno i pareri mancanti che portassero a uniformare la possibilità di votare tra quelli che ha dato la Commissione bilancio e quelli che ha dato la Commissione. Bene, adesso che cosa succede? Noi alle 13,30 dovremmo interrompere la seduta dell'Aula.
Il presidente della Commissione giustizia - efficientissimo, sicuramente, ma sa perfettamente che il tema dei pareri non dipende da lui - ci chiede una sospensione di 10 minuti per riconvocare il Comitato dei nove, sapendo che noi comunque non abbiamo i pareri da parte del Governo su una serie di emendamenti che vanno fino all'articolo 14. Sarebbe possibile chiedere - non so se c'è un precedente, però ci sarebbe un minimo di funzionalità e anche di rispetto della vita di noi stessi quando stiamo qua dentro e, magari, quando dobbiamo fare anche altre cose, quando non stiamo qua dentro - se non è più ragionevole che, anziché rinviarci tra un quarto d'ora e cioè all'una, per poi scoprire che tanto non abbiamo risolto nulla, potessimo, come dire, rinviare la seduta direttamente alle 16,00, senza bisogno che stiamo ai comodi (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva-il Centro-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe) e a fare i camerieri delle disponibilità di un presidente di Commissione o di un Sottosegretario?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare anche il deputato Fornaro al riguardo. Ne ha facoltà. Ascoltiamolo e poi traiamo le conclusioni.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Sì, signor Presidente, io vorrei farle però osservare che questa mattina, per la seconda volta - lo avevamo fatto in chiusura della seduta di ieri e l'ho ribadito questa mattina - avevamo chiesto al Governo come volesse procedere e la risposta è stata il silenzio. Era così difficile dire che i pareri tra l'articolo 10 e l'articolo 14 erano già pronti e li si faceva, come sta proponendo adesso il presidente della Commissione giustizia?
Trovo questo comportamento - e veramente mi rivolgo a lei perché lo segnali al Presidente della Camera - totalmente irrispettoso delle opposizioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe). Io vorrei capire perché bisogna trattare le opposizioni in questo modo! Quale ragione c'è? Adesso dovremo fare dieci minuti, cioè certificare che il Comitato dei nove è una finta. Anche le apparenze andrebbero salvate, perché ha ragione il collega Giachetti: se ce li avevate già, il Comitato dei nove andava convocato alle 9 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Perché non lo avete fatto? Ha ragione il collega Giachetti: non siamo a completa disposizione della maggioranza. Chiediamo rispetto, signor Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Rispetto, in un dibattito che non ha niente di ostruzionistico, fino a questo momento, salvo poi sentire - e lo sentiremo nelle prossime ore - che bisogna chiudere e che bisogna chiudere in fretta. Allora, io credo che ci voglia equilibrio. Equilibrio e rispetto, signor Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Fornaro. Abbiamo recepito le proposte, che sono state indirizzate, attraverso me, in realtà, al presidente della Commissione. Se ci sono evidenze differenti e desideri…
Ha chiesto di parlare il presidente Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI (FDI). Guardi, Presidente, io penso che bisogna ricondurre, però, anche a un dibattito corretto quella che è una procedura parlamentare consolidata. Non voglio dire e non voglio fare i precedenti per non aprire una Treccani identica alle procedure qui seguite. Ci sono state situazioni in cui alcuni articoli sono stati addirittura accantonati in corso d'opera, è arrivato il parere del Governo, si è sospeso e si è ritornati in Aula. Quindi, evitiamo di fare affermazioni fuori luogo. Ed evitiamo anche di fare affermazioni che non esistono sotto il profilo dei comportamenti, perché posso dire che, senza che fosse ufficializzato per tempo, vi era un partito politico, che aveva una festa che inizia, se non sbaglio, oggi pomeriggio, e già era stato accordato che non si facessero le sedute notturne per rispetto a quella che è una prassi parlamentare, senza che sia stato deciso in alcuna sede. Quindi, non c'è alcuna forzatura, non c'è nessuno che deve dire qual è il termine di fine lavori, se non quello del calendario d'Aula, per come è stato predisposto, fatte salve le non-notturne, perché per quelle, evidentemente, essendo un ragionamento di natura politica, si è inteso, come sempre, rispettare l'iniziativa politica dei gruppi.
Questo lo devo dire perché mi pare anche corretto, a dimostrazione che questa maggioranza non ha minimamente voluto, né ha intenzione di forzare alcunché (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Vorrei precisare un aspetto, brevemente. Non voglio perdere tempo. Nessuno, collega Foti, per il suo tramite, Presidente, ha messo in discussione la correttezza formale delle procedure. Non è questo l'oggetto. Vorrei ribadire, però, che, quando un gruppo di opposizione (a cui si sono associati altri) ha chiesto, questa mattina, semplicemente come si volesse procedere - e non mi sembra una richiesta provocatoria -, segnalo che la risposta è stata il silenzio. Io credo che questo sia irrispettoso. Io credo che il Governo avrebbe dovuto dire che, d'intesa col Presidente, finito l'articolo 11, si sarebbero fatti gli altri articoli fino al 14. Bastava rispondere questo. Credo che questo sia il minimo sindacale di un rapporto corretto tra maggioranza e opposizione. Poi, volete continuare ad andare avanti così? Per l'amor di Dio, però non ci potete togliere il diritto - almeno questo! - di protestare e di contestare questo modo di operare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Con questa precisazione e senza, mi pare, interventi correttivi rispetto alle dichiarazioni del presidente della Commissione giustizia, Ciro Maschio, procediamo con una sospensione. I lavori dell'Aula riprenderanno alle ore 13,05. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 12,50, è ripresa alle 13,08.
PRESIDENTE. Prima di riprendere il seguito della discussione, ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Volevo informare l'Aula di quanto è avvenuto, poco fa, in Comitato dei nove e che certifica, a mio avviso, il modo assolutamente disordinato e disorganizzato con cui stiamo conducendo questi lavori, purtroppo, in questi due giorni.
Il Comitato ieri aveva esaminato gli emendamenti fino all'articolo 10. Scopriamo oggi, però, che all'articolo 11 e addirittura all'articolo 19, sono stati presentati degli emendamenti firmati “Le Commissioni”: quindi, proprio il Comitato. Ora, al netto del merito - perché mi si dice che sono di mero coordinamento, ma non è questo quello che mi interessa - mi interessa, invece, parlare del metodo che stiamo utilizzando e che, ripeto, fa acqua da tutte le parti, perché poi succedono queste cose.
Non è stato dato o - quantomeno - pubblicizzato con evidenza, il fatto che avevamo diritto a un termine per i subemendamenti: quindi, noi oggi ci siamo trovati nel fascicolo questi due nuovi emendamenti delle Commissioni, ma non siamo stati messi nelle condizioni di produrre eventuali subemendamenti, perché non ritenevamo che fosse all'interno del perimetro di cui ieri si era discusso nel Comitato. Ho fatto una richiesta - che ribadisco anche in questa sede - di avere, eventualmente, assegnato un nuovo termine per consentire la valutazione sull'opportunità o meno di depositare subemendamenti. È nel diritto di ogni forza politica, anche la maggioranza potrebbe avvalersi di questo diritto e, sicuramente, è una prerogativa delle opposizioni. Intendo formalmente chiedere, a lei, alla Presidenza, di assegnarci un termine per subemendare. Questo mio intervento, lo ripeto, è proprio per far emergere, con evidenza, il modo disordinato con cui stiamo organizzando i lavori. In questo senso, quindi, è anche un richiamo al Regolamento, Presidente. Faccio, quindi, un richiamo agli articoli 8 e seguenti del Regolamento, anche per far sì che la Presidenza garantisca l'ordinato svolgimento dei lavori di quest'Aula e garantisca alle opposizioni le prerogative di presentare eventuali subemendamenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ho ascoltato le sue osservazioni, deputata D'Orso, però, i due emendamenti delle Commissioni - come penso lei sappia - sono stati annunciati nella seduta di ieri. Conseguentemente, il termine per la presentazione dei subemendamenti è quello ordinario, ovvero, un'ora prima dell'inizio dell'odierna seduta. Possiamo, quindi, riprendere il seguito della discussione.
(Esame dell'articolo 11 - A.C. 1660-A?)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
AUGUSTA MONTARULI , Relatrice per la maggioranza per la I Commissione. Il parere sugli emendamenti è contrario, tranne che per l'emendamento 11.800 delle Commissioni, sul quale vi è parere favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Parere conforme alla relatrice per la maggioranza.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza?
RICCARDO MAGI, Relatore di minoranza per la I Commissione. Grazie, Presidente. I pareri sono tutti favorevoli eccetto per le proposte emendative 11.2 D'Orso e 11.09 D'Orso sulle quali il parere è di astensione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.1001 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).
Passiamo agli identici emendamenti 11.1002 Di Biase, 11.1003 Boschi e 11.1000 Giuliano. Ha chiesto di parlare la deputata Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, noi chiediamo di sopprimere un'aggravante comune che avete inserito, che è il classico esempio di diritto penale usato per fini di pura propaganda. Voi, in questo articolo 11 - con questo emendamento, ricordo, noi chiediamo di sopprimere solo il comma 1 -, inserite questo comma e, cioè, l'aggravante di aver commesso il fatto all'interno o nelle immediate vicinanze delle stazioni ferroviarie, delle metropolitane o all'interno dei convogli adibiti al trasporto di passeggeri. Ebbene, essendo un'aggravante comune, questa aggravante si applica a qualsiasi tipo di reato: qui sta la falla, l'irragionevolezza e la pura propaganda del vostro agire.
Non capisco perché un reato - un furto, un omicidio - commesso nelle “immediate vicinanze” di una stazione ferroviaria - tra l'altro, non si capisce quale sarebbero le “immediate vicinanze” né cosa significhi “le immediate vicinanze di una stazione ferroviaria” - sia peggiore e debba essere punito più gravemente dello stesso reato commesso, per esempio, in un parco pubblico oppure all'interno di un'attività commerciale o, come è avvenuto proprio in questi giorni, all'interno dei nostri pronto soccorso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo vuol dire fare norme di pura propaganda.
Noi ci saremmo aspettati un altro approccio; il nostro approccio è totalmente diverso, perché, se veramente - qui parliamo di un disegno di legge in materia di sicurezza - la priorità del Governo, come voi sbandierate, è quella di garantire maggiore sicurezza ai cittadini, allora bastava un disegno di legge di pochissime norme e, cioè, norme orientate solo ed esclusivamente verso l'assunzione di Forze dell'ordine. E parlo anche di Polizia ferroviaria, visto che avete inserito un'aggravante per le stazioni ferroviarie; se andate a vedere le Forze di polizia ferroviaria che operano nel nostro territorio, vi accorgerete che sono quelle che, gradualmente, stanno veramente al lumicino, l'organico è assolutamente sguarnito. Bastava mettere nuove Forze dell'ordine a presidio di tutto il territorio nazionale e dare loro aumenti e uno stipendio adeguati al lavoro e al rischio che ogni giorno corrono.
Il resto, purtroppo, come sempre, è pura fuffa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Un ultimo punto che voglio evidenziare è che con questo articolo 11 si tocca anche un altro aspetto che a noi sta particolarmente a cuore, cioè le truffe agli anziani. Un argomento altrettanto delicato, su cui già c'è una proposta di legge approvata al Senato e su cui il MoVimento 5 Stelle ha presentato uno specifico emendamento che, purtroppo, è stato ancora una volta bocciato, a dimostrazione della vostra pura propaganda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gianassi. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Anche il nostro gruppo ha presentato un emendamento soppressivo in relazione alla scelta maturata dal Governo e dalla maggioranza in Commissione di modificare il testo, peggiorandolo, se possibile, con l'introduzione questa aggravante. Si tratta di un'aggravante assolutamente incoerente rispetto all'articolo in cui si inserisce, quello relativo alle aggravanti comuni. Continua l'operazione di allargamento a dismisura dell'articolo 61 del codice sulle aggravanti comuni. È una norma incoerente, inserita per motivazione ideologica, produce effetti assolutamente assurdi, ne ha citati alcuni la collega Giuliano: com'è possibile dire alla vittima di un reato che il reato che ella ha subito è meno grave, perché non è stato subito in una stazione ferroviaria, ma in un'altra zona, in un giardino pubblico, in una strada, in un luogo di ritrovo della comunità?
È una pressione evidente della Lega, perché si esprime attraverso il Vicepremier Salvini, il Ministro delle Infrastrutture, ma non si comprende per quale motivo gli altri partiti della maggioranza abbiano accettato questa forzatura assurda, che compromette la credibilità del codice penale, rispetto alla quale avrebbero potuto semplicemente dire “rifiutiamo”; tutte scelte illogiche, assurde, ottuse, che non producono alcun beneficio rispetto ai consociati, ma ridicolizzano il sistema istituzionale e parlamentare quando arriva a proporre soluzioni assolutamente contraddittorie, come in questo caso. Probabilmente, occorrerebbe che anche il Ministro Salvini riflettesse sul fatto che la sua credibilità non cresce se, attraverso l'opera parlamentare, la maggioranza cede a soluzioni assurde, ma crescerebbe se, anziché mettere 13 miliardi sul ponte sullo Stretto, mettesse un po' di risorse sulle infrastrutture ferroviarie e i treni arrivassero un po' più puntuali, vista la situazione disastrosa nella quale siamo. Insomma, il sistema dei trasporti e delle infrastrutture è al collasso nel nostro Paese, ma il Ministro si occupa di insistere su un provvedimento che riguarda il Ministero dell'Interno e il Ministero della Giustizia, per stravolgere, ridicolizzare e brutalizzare il codice penale. Una scelta assolutamente assurda che - ripeto - ha peggiorato il testo che originariamente non prevedeva questa stortura e contro la quale noi ci opponiamo, presentando questo emendamento abrogativo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo emendamento tocca un punto fondamentale: non serve aumentare quelle che sono semplicemente le pene, serve intervenire su quello che è un aspetto veramente pericoloso. Basta mettere piede in una stazione, fuori da quest'Aula, per rendersene conto, ma se le stazioni sono diventate spesso terra di nessuno, se abbiamo addirittura degli omicidi - ne è avvenuto uno a Reggio Emilia - vicende molto più gravi dei reati di cui si parla, della truffa, di quello di cui si parla in questo articolo, di questo testo di legge, è perché in queste stazioni manca la presenza dello Stato e la presenza delle istituzioni. Sono terra di nessuno perché non ci sono i presìdi che dovrebbero esserci.
Allora, invece di aumentare le pene, perché non ci spiegate che fine hanno fatto le assunzioni promesse da Piantedosi al personale della Polfer, che è sempre più sotto organico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Li avevate promessi e non state realizzando gli interventi per garantire il controllo in tutte le stazioni, non solo dopo che sono avvenuti i reati, ma per prevenire i reati, per prevenire addirittura gli omicidi che rischiano di avvenire nel silenzio, nel vuoto. C'è la necessità del controllo, del controllo tecnologico, i tornelli, che devono garantire che si accede ai binari solo quando si ha il biglietto: ci sono tanti interventi che vengono richiesti dalle forze politiche, sociali e sindacali e che non trovano posto in questo testo, che non si occupa di sicurezza reale nelle nostre stazioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Presidente, avevo chiesto di poter intervenire a titolo personale. Io non so se i colleghi se ne rendano conto. Vi invito a leggere la rubrica di questo articolo: parla di truffa, in particolare di truffe agli anziani. Poi, siccome bisognava accontentare un parlamentare della Lega a cui era stato chiesto di ritirare tutti gli emendamenti, gli è stato preso un emendamento. Il problema è che è stato infilato nell'articolo sbagliato. Sapete cosa significa? Che una violenza sessuale, fatta in una stazione, è più grave di una che viene fatta in un aeroporto o alla fermata dell'autobus. Vi rendete conto di cosa state scrivendo? Vi rendete conto di quello che state facendo? Siamo al ridicolo, ma queste sono norme di diritto penale, di procedura penale, ma vi rendete conto di cosa significa ciò? Vi prego, cercate di ragionare: adesso noi abbiamo una contrarietà assoluta e ve lo stiamo dicendo in tutti i modi, votando “no” all'articolo, su ogni articolo, ma vi invito davvero a ragionare, con almeno un minimo di onestà intellettuale, anche da parte di quei parlamentari avvocati penalisti, che sanno benissimo che si sta approvando letteralmente una schifezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferrari. Ne ha facoltà.
SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente, anch'io intervengo per ribadire che oggi voi, con questa aggravante comune, prevedete che i reati commessi dentro o intorno alla stazione della metropolitana o dentro i mezzi costituiscano un'aggravante. Complimenti, preso il reato di molestia sessuale, d'ora in poi potrete dire alle donne che se subiscono violenza nei pressi di una stazione, il loro aguzzino subirà una pena maggiorata: bella consolazione. Direte alle donne che, però, se subiscono violenza alla fermata dell'autobus, nei pressi di una discoteca, di un locale pubblico, di un parco, di un ospedale, allora si mettano l'anima in pace: il loro stupro varrà meno, sarà meno grave.
La giurisprudenza, la statistica, i dati di realtà, diversamente dalla vostra mistificazione, ci dicono, da sempre, che l'aumento delle pene non costituisce deterrente, mai. Vuol dire che nessuno si astiene dal compiere un reato riflettendo sul maggiore o minore rischio che corre. Pensate che i violentatori attenderanno che le donne si allontanino dalla stazione per perpetrare la propria azione violenta, così non rischiano l'aggravante?
Ancora una volta, fate demagogia e non intervenite in alcun modo sulla prevenzione, in questo caso della violenza; nessuna azione educativa e culturale, nonostante le promesse. Ancora una volta, il vostro è un intervento normativo che non prevede nemmeno un finanziamento per il personale delle Forze dell'ordine e, come sempre, fate demagogia bieca e inutile, che si fa beffa delle vittime, altro che soluzioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Di Biase. Ne ha facoltà.
MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Impiegherò, Presidente, meno di un minuto, per dire, in particolare, che questa norma è una norma priva di equilibrio, priva di coerenza, priva della benché minima misura e, fatemi dire, anche priva di logicità. Ci state costringendo; state utilizzando il codice penale come terreno di scontro all'interno della maggioranza. Io vi prego: il codice penale dovrebbe essere trattato con il massimo equilibrio. Oggi, noi assistiamo a una norma, tra l'altro, anche scritta male, perché si presta a molteplici interpretazioni. Il termine vicinanza è un termine troppo vago: le norme, per essere applicate, debbono essere chiare. Io davvero invito la maggioranza a non dover sottostare ai ricatti di una forza politica, ma a metterci un po' di buon senso. Molti di voi, tra l'altro, sono anche giuristi e avvocati. Io vorrei sapere con che faccia voi vi presenterete a difendere questa norma, che è una norma che sarà assolutamente inattuabile, perché ingiusta e vaga (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 11.1002 Di Biase, 11.1003 Boschi e 11.1000 Giuliano, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.2 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre si astiene il relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.4 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.800 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo e contrario del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 74).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.5 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 76).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 11.01001 Marianna Ricciardi.
Ha chiesto di parlare la deputata Ricciardi. Ne ha facoltà.
MARIANNA RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi e colleghe, quando venne reso procedibile a querela della persona offesa il reato di furto aggravato, il MoVimento 5 Stelle fu l'unica forza politica che, in Commissione, denunciò il rischio di impunità che si correva, facendo questo.
Vedete, il reato di furto aggravato, a mio avviso, deve essere procedibile d'ufficio per due motivi: il primo perché si parla di un reato e di una fattispecie che rappresentano un grande allarme sociale; il secondo perché esso è di interesse della collettività, non soltanto del singolo che subisce il furto. Pensiamo al turista che viene un paio di giorni qui a Roma e deve perdere una giornata per andare a denunciare: molto spesso non lo farà, però il cittadino, che prende la metropolitana, ha tutto l'interesse affinché vengano denunciati quanti più reati possibili, se si verificano.
Ma poi se andiamo a leggere le dichiarazioni di qualche mese fa del Sottosegretario Delmastro che, proprio in merito a questo, affermava “abbiamo intenzione di rivedere una riforma che sicuramente ottiene il vantaggio della velocizzazione della giustizia penale attraverso l'improcedibilità in appello e la procedibilità per molti reati solo a querela, ma lo fa a scapito della sicurezza dei cittadini”, allora, non capisco, davvero, questo parere contrario a questo emendamento, che va proprio a sanare questa, a mio avviso, gravissima ingiustizia, che apre la strada all'impunità. Quel che mi viene da dire è che voi giocate tanto sulla dicotomia “la destra è securitaria, la sinistra sta coi ladri”, ma, in realtà, questa è tutta propaganda, perché nel momento in cui c'è da intervenire per modificare storture, semplicemente ve ne fregate, probabilmente perché in metropolitana nemmeno ci mettete piede, vi muovete soltanto con taxi e auto blu e non sapete che là sotto, in quelle metropolitane, c'è proprio un far west. I cittadini sono abbandonati a loro stessi, non solo perché mancano le Forze dell'ordine, ma anche perché, pure se ci fossero le Forze dell'ordine, se non c'è la denuncia, queste persone non possono fare nulla per arrestare questi criminali. Quindi, l'invito è di rivedere questo parere e di votare a favore su questo articolo aggiuntivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.01001 Marianna Ricciardi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 77).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.01000 Marianna Ricciardi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.09 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo. Il relatore di minoranza si astiene.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).
Sospendiamo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
L'esame del provvedimento riprenderà alle ore 16,15.
La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, il Ministro della Cultura, il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e il Ministro delle Imprese e del made in Italy.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
(Misure volte ad affrontare l'emergenza siccità, anche attraverso opere di prevenzione e contrasto dei cambiamenti climatici nonché tramite il rafforzamento degli obiettivi del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima - n. 3-01395)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Morfino ed altri n. 3-01395 (Vedi l'allegato A). L'onorevole Caramiello ha facoltà di illustrare l'interrogazione, di cui è cofirmatario.
ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Mi dispiace che quest'oggi per rispondere al question time del MoVimento 5 Stelle su un tema così delicato ci sia il Ministro Ciriani e non il Ministro Lollobrigida, il Ministro Pichetto Fratin o il Ministro Salvini per le infrastrutture idriche.
Ministro, questa estate, il Sud ha combattuto una terribile crisi idrica, nell'indifferenza totale di questo Governo. Ricordo le parole imbarazzanti di Lollobrigida che, proprio durante un question time al Senato, riferì che, per fortuna, quest'anno la siccità colpisce molto di più le regioni del Sud e la Sicilia e meno le regioni del Nord. Una vergogna! Ministro, la Sicilia, in particolar modo, ha vissuto mesi drammatici, l'acqua potabile non è stata erogata per settimane e lo stesso si può dire di tutte le regioni del Meridione, che hanno gli invasi sempre più vuoti e la dispersione idrica raggiunge, in alcune zone della Basilicata, persino il 71 per cento. Siamo a metà settembre e siamo ancora in piena emergenza.
Ministro, chiediamo a questo Governo di far sapere ai cittadini del Sud cosa sta facendo per fronteggiare la crisi idrica e i cambiamenti climatici e cosa sta facendo per evitare che si vadano a replicare i disarmanti disagi di questa estate, non degni di un Paese civile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere.
LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, già dallo scorso anno, il nostro Paese si è dotato di un nuovo strumento, il cosiddetto decreto-legge Siccità, con il quale sono state individuate specifiche misure, con l'obiettivo di aumentare la resilienza dei sistemi idrici ai cambiamenti climatici, nonché di ridurre le dispersioni di risorse idriche.
Nel decreto, inoltre, è prevista l'introduzione del commissario straordinario nazionale per l'adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica, insieme alla cabina di regia per la crisi idrica. In particolare, il commissario può provvedere in via d'urgenza alla realizzazione degli interventi, operando in deroga a ogni disposizione di legge diversa da quella penale. Nella seconda relazione del commissario alla cabina di regia dell'aprile 2024 sono stati identificati 127 interventi urgenti contro la siccità e le inefficienze nell'utilizzo della risorsa idrica, su un totale di 562 interventi presentati al MIT dalle regioni.
Tra le misure di competenza del MASE, che sono state correlate alle attività di prevenzione, si rammentano in particolare quelle relative all'istituzione degli osservatori distrettuali permanenti per gli utilizzi idrici e per il contrasto ai fenomeni di scarsità idrica, istituiti presso ciascuna Autorità di bacino distrettuale e per i quali è stato istituito presso il MASE un comitato di coordinamento. Gli osservatori permanenti svolgono una funzione di supporto per il governo integrato delle risorse idriche, al fine di consentire all'Autorità di bacino di esprimere pareri e formulare indirizzi per la regolamentazione dei prelievi, degli usi e delle possibili compensazioni. Le attività degli osservatori sono differenziate a seconda di quattro livelli di severità idrica e il commissario esercita le proprie funzioni sull'intero territorio nazionale sulla base dei dati dei suddetti osservatori. L'Italia, inoltre, si sta dotando di un nuovo impianto normativo finalizzato a ridurre la pressione sulle risorse idriche che, attraverso tre specifici decreti, interviene su diversi aspetti legati a una gestione ottimizzata della risorsa acqua.
In termini di governance, nel 2023 è stato approvato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, la cui realizzazione rappresenta una condizione indispensabile per la corretta gestione dei rischi legati al cambiamento climatico. In particolare, si prevede l'istituzione dell'Osservatorio nazionale per l'adattamento ai cambiamenti climatici, con il compito di definire le priorità di intervento, le fonti di finanziamento e i soggetti responsabili per l'attuazione degli interventi prioritari che saranno individuati. Inoltre, la struttura di governance avrà il compito di facilitare la rimozione degli ostacoli all'adattamento costituito sia dal mancato accesso a soluzioni praticabili sia da impedimenti di carattere normativo e procedurale. Nell'ambito di un confronto tra le istituzioni nel corso dei lavori dell'Osservatorio si terrà conto anche delle istanze provenienti dai vari livelli di governo, anche al fine di prevenire i rischi di potenziali conflitti tra territori segnalati dall'onorevole interrogante.
PRESIDENTE. La deputata Morfino ha facoltà di replicare.
DANIELA MORFINO (M5S). Grazie, Presidente. Ministro Ciriani, intanto la ringraziamo per la sua presenza oggi qui, in Aula. Riferisca pure al Ministro dell'Ambiente che non siamo assolutamente soddisfatti della sua risposta, perché sa proprio di goffa arrampicata sugli specchi e di colossale presa in giro nei confronti di tutti quei cittadini del Meridione, e soprattutto della Sicilia, che quest'estate, per giorni e giorni, hanno dovuto attendere un'autobotte privata per cucinare e per lavarsi. Questi interventi di cui parlava prima dove erano quest'estate? Non c'erano proprio.
Siamo sempre lì, il dibattito sul cambiamento climatico per voi è una fastidiosa seccatura, visto che continuate sempre a minimizzarlo o, addirittura, a negarlo, eppure, vi informiamo che un recente studio dice che esso costa, ogni anno, 300 euro ad abitante in Italia. Intanto, Salvini, che è il Ministro preposto alle infrastrutture idriche, cosa fa? Quest'estate ha fatto spallucce. Quest'estate, di fronte ai guai della Sicilia, ha fatto Ponzio Pilato, a lui interessava solo il ponte sullo Stretto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, regalate un modellino di ponte al Ministro Salvini, in modo che lo metta sulla sua scrivania e siamo tutti felici e contenti.
In generale, Ministro Ciriani, avete fallito su tutta la linea: i vostri decreti Siccità sono vuoti e farseschi, senza neanche un euro stanziato. Ci avete consegnato l'estate più tragica di sempre sul fronte idrico, con ripercussioni presenti e future sul turismo, sull'agricoltura e sull'ambiente. E la cosa più insopportabile - e concludo - è che continuate a far finta di nulla, facendo pagare ai cittadini del Sud e della mia Sicilia il prezzo salatissimo dalla vostra inadeguatezza. Meno male che eravate pronti, Ministro, pronti solo a fare un disastro dopo l'altro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Chiarimenti ed intendimenti circa la recente nomina di componenti della commissione ministeriale per la concessione di contributi per progetti cinematografici da parte dell'ex Ministro - n. 3-01396)
PRESIDENTE. Nel passare alla prossima interrogazione, permettetemi di dare il benvenuto nell'Aula della Camera dei deputati al neo Ministro della Cultura, Alessandro Giuli. La prossima interrogazione è diretta a lui (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Il deputato Faraone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01396 (Vedi l'allegato A).
DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, noi stiamo svolgendo soltanto un servizio civico nei suoi confronti, nel senso che riteniamo che il Ministro Sangiuliano abbia mancato di rispetto innanzitutto a lei quando ha deciso, un secondo prima di dimettersi, di compiere un gesto, di compiere un atto che soltanto lei in quel momento avrebbe dovuto fare e, cioè, la nomina di una commissione importante che avrebbe valutato sui film in questo Paese. Reputiamo che il gesto che ha compiuto sia irrispettoso proprio perché, una volta che aveva deciso di dimettersi e le dimissioni erano state accettate dalla Premier, aver deciso di svolgere quello che, invece, il Ministro entrante avrebbe dovuto fare, secondo noi è stato un atto non corretto, a maggior ragione se poi nel merito si è manifestata una scelta che ha un sapore clientelare.
PRESIDENTE. Concluda.
DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Per cui, quello che le chiediamo oggi, signor Ministro, è cosa intenda fare rispetto alle nomine del Ministro suo predecessore.
PRESIDENTE. Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha facoltà di rispondere.
ALESSANDRO GIULI, Ministro della Cultura. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti per il quesito posto, che mi offre l'occasione per sottolineare non soltanto l'attenzione che questo Ministero sta dedicando alla questione, ma anche il rispetto che rivolgo a voi tutti e all'istituzione che rappresento da pochi, ma sentiti, giorni. Ci tengo a sottolineare che non mi sento affatto offeso dall'azione e dalle scelte dell'ex Ministro Gennaro Sangiuliano, che mi ha preceduto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ma è proprio tale rispetto che mi induce a dirvi che io per primo, a poche ore dal mio insediamento, venerdì scorso, mi sono posto alcuni degli interrogativi che voi adesso mi avete rivolto, traendo, evidentemente, conclusioni differenti dalle vostre.
A tale proposito e prima di entrare nel merito, posso comunque anticiparvi che la commissione su cui oggi stiamo discutendo è oggetto, in queste ore, di una mia attenta verifica e revisione. Ora entriamo, come si dice, in medias res. Preliminarmente, giova evidenziare a noi tutti alcune imprecisioni contenute nel quesito degli interroganti. Con il decreto ministeriale 6 settembre 2024, n. 272, è stata infatti disposta la nomina di 15 personalità - non 18, come sostenuto da voi interroganti - della commissione di esperti istituita ai sensi dell'articolo 26, comma 2, della legge n. 220 del 2016.
Inoltre, occorre evidenziare come l'individuazione di 15 esperti sia stata naturalmente ispirata dalla ricerca di una variegata e comprovata qualificazione professionale nel settore, così come richiesto dalla normativa. Tra i 15 esperti con profilo curriculare di alto livello cito, ad esempio, uno per tutti - e primo fra tutti, probabilmente - Paolo Mereghetti, autore del più celebre e diffuso dizionario dei film realizzato in lingua italiana, il “Mereghetti”, tutt'altro che identificabile come un cliente dell'ex Ministro Sangiuliano.
Noto, peraltro, come gli interroganti, pur solerti nella ricerca di presunte carenze dei requisiti soggettivi dei 15 esperti designati, non abbiano, al contrario, tenuto a rilevare il mancato rispetto dell'equilibrio di genere, questo sì reale. A tal riguardo, è mio intendimento intervenire su tale profilo, trattandosi, tra l'altro, di un criterio espressamente previsto ai fini della composizione della commissione di esperti. Ricordo agli onorevoli interroganti e all'Aula che il decreto non ha ancora perfezionato il proprio iter, ed è, quindi, suscettibile di integrazione e verrà senz'altro modificato e arricchito secondo i canoni di autorevolezza professionale e scientifica che ne hanno ispirato l'origine. Vi ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Il deputato Faraone ha facoltà di replicare per due minuti.
DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Mi dichiaro soddisfatto, Presidente, perché, al di là di quello che il Ministro ha detto inizialmente, cioè che rispettava la decisione compiuta dal predecessore Sangiuliano, nella replica, di fatto, ha dimostrato che l'operato del Ministro Sangiuliano è stato veramente pessimo, perché non c'è un solo passaggio rispetto a quello che Sangiuliano ha compiuto un secondo prima di dimettersi che lei ha confermato con il suo intervento.
Infatti, rivedrà radicalmente la commissione. Sui 15 nomi indicati noi abbiamo dato un'indicazione. Secondo noi, le scelte di governo di quel Ministero fino ad ora - e auspichiamo che con lei si cambierà - hanno comportato una gestione di tipo clientelare, con un'impostazione di costruzione di un'egemonia culturale che si costruisce attraverso la clientela, che è una follia e che era l'impostazione del Ministro Sangiuliano, che è stato, devo dire, un Ministro che ha avuto una certa continuità per le gaffe, per il modo e per i motivi per cui si è dimesso e per come si è dimesso.
Uno che, un minuto dopo aver parlato con la Premier e avere detto che va a casa, si presenta di soppiatto al Ministero e dice “facciamo rapidamente le ultime nomine perché me ne sto andando” è in continuità con un Ministro che è stato una macchietta per il nostro Paese. Noi auspichiamo, da parte sua, una svolta radicale. Quello di cui intanto prendiamo atto e per cui siamo soddisfatti, Presidente, è che lei ha dato ragione a quanto noi abbiamo scritto nell'interrogazione, cioè che quella nomina improvvisata e affrettata è stata inopportuna, che i nomi espressi dal Ministro li stravolgerà, in primo luogo, perché non è stato rispettato l'equilibrio di genere e, in secondo luogo, perché nel merito è stato citato un solo nome, mentre sugli altri lasciamo perdere.
PRESIDENTE. Concluda.
DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Per cui siamo soddisfatti, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Iniziative di competenza in relazione alla legittimità del procedimento elettorale e al rispetto dei principi democratici in Venezuela, nonché a tutela dei diritti dei cittadini italiani ivi residenti - n. 3-01397)
PRESIDENTE. Il deputato Orsini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01397 (Vedi l'allegato A).
ANDREA ORSINI (FI-PPE). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, già alla fine di luglio, all'indomani delle elezioni presidenziali in Venezuela, lei aveva espresso, proprio in questa sede, gravi preoccupazioni, da noi assolutamente condivise, sulla regolarità del processo elettorale. Del resto, la sua attenzione e il suo impegno per la libertà del popolo venezuelano sono ben noti da molto tempo. Con quelle elezioni il sogno di libertà e di democrazia del popolo venezuelano rischiava e rischia oggi ancora di più di essere sepolto nei brogli, nella prevaricazione e nella violenza.
Nonostante prove convincenti della vittoria alle urne del candidato dell'opposizione Edmundo González Urrutia, oggi costretto all'esilio, il regime di Maduro si è autoproclamato vincitore e ha affrontato in modo brutale le proteste della popolazione, continuando a rifiutarsi di accettare ogni controllo imparziale sui risultati elettorali. Di fronte a questa situazione, la ringrazio per la disponibilità immediata a parlare ancora di Venezuela, a dirci cosa può fare ancora l'Italia perché la drammatica domanda di libertà del popolo venezuelano non venga lasciata a se stessa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha facoltà di rispondere.
ANTONIO TAJANI, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, signor Presidente. L'attenzione mia e del Governo sulla crisi in Venezuela continua a essere altissima. Come ho avuto modo di riferire più volte in Parlamento nelle ultime settimane, ci siamo attivati fin da subito con i nostri partner internazionali per difendere la libertà di voto e richiamare Caracas al rispetto delle regole e dei diritti. La posizione dell'Italia, che ho voluto promuovere anche in ambito G7, forte del mandato unitario ricevuto dal Parlamento, è chiara: l'esito elettorale proclamato dalle autorità venezuelane non ha alcuna legittimità.
Chiediamo risultati completi e trasparenti, la fine della repressione e la liberazione dei prigionieri politici. Voglio sottolineare, ancora una volta, in quest'Aula che il popolo venezuelano ha il diritto di decidere liberamente il proprio destino. All'ultimo Consiglio Affari esteri dell'Unione europea di fine agosto abbiamo concordato sulla necessità di costruire un percorso che porti al ripristino della legittimità democratica. Nei giorni scorsi ho dato disposizione di convocare alla Farnesina l'incaricata d'affari venezuelana e a lei abbiamo ribadito la nostra ferma condanna per l'ondata di repressione scatenata dal regime di Maduro e abbiamo chiesto nuovamente la liberazione di tutti i prigionieri politici, a partire dai cittadini italiani e italo-venezuelani, cui va riconosciuto il diritto a ricevere un'adeguata assistenza consolare. Su questo riferirò più approfonditamente in risposta alla successiva interrogazione.
Rivendichiamo, poi, il diritto all'informazione per i giornalisti locali, italiani e internazionali presenti nel Paese. Trasparenza e libertà di stampa sono, infatti, alla base di un sistema democratico. Occorre mantenere la pressione internazionale sul Governo venezuelano e continuare a garantire il nostro sostegno all'opposizione, anche di più ora che Edmundo González è stato costretto a lasciare il Venezuela sotto minaccia di arresto. Il quadro politico regionale è profondamente mutato rispetto al passato e il regime di Maduro è sempre più isolato. Abbiamo davanti a noi settimane di intenso lavoro per accompagnare il popolo del Venezuela a realizzare la legittima aspirazione di vedere riconosciuto il risultato elettorale.
Il Governo italiano continuerà a lavorare con tutti gli strumenti a disposizione, Presidenza del G7 in ambito europeo e attraverso i numerosi contatti che intrattengo costantemente, anche sul Venezuela, con il Segretario di Stato Blinken e con i colleghi dell'America latina. Per questo, intendo recarmi presto in missione in Argentina e in Brasile, due Paesi chiave del continente, anche nell'ottica della crisi venezuelana, che sarà al centro dei miei colloqui politici.
Continuiamo ad essere al fianco del popolo venezuelano, popolo amico, a cui siamo uniti da uno storico legame di amicizia, anche per la forte presenza di nostri connazionali. Oggi, più che mai, sosteniamo il cammino di Caracas verso la democrazia e la libertà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Il deputato Orsini ha facoltà di replicare.
ANDREA ORSINI (FI-PPE). Grazie, davvero, signor Ministro, un grazie non formale per le sue parole. Il rischio per i venezuelani e la speranza per Maduro era che con il passare delle settimane, superata l'emozione del momento delle prime fasi concitate, cadesse il velo dell'oblio sul dramma del Venezuela e sulla coraggiosa lotta del suo popolo. Questo non è avvenuto, perché, anche grazie proprio all'azione dell'Italia, l'Occidente non ha abbassato la guardia, perché gli stessi atti inconsulti di Maduro e la continua mobilitazione, dall'altra parte, dell'opposizione hanno mantenuto viva l'attenzione internazionale su quanto accadeva e su quanto accade in Venezuela. Penso all'assedio e alle minacce all'ambasciata argentina, presunta colpevole di ospitare dei dissidenti o dei collaboratori di Corina Machado, un atto in evidente violazione dei princìpi e delle regole diplomatiche stabilite dalla Convenzione di Vienna. Penso alla grave notizia di questi giorni del mandato di arresto e del conseguente esilio del Presidente eletto González Urrutia, il candidato dell'opposizione, l'uomo scelto dei venezuelani per guidare il loro Paese, che è stato costretto a rifugiarsi in Spagna. Questa è una sconfitta per tutti, è una dimostrazione del fatto che il regime non intende accettare alcuna verifica, che il socialismo chavista è solo repressione, oppressione, prevaricazione, miseria materiale e morale. Per questo, signor Ministro, le sono davvero grato, lo ripeto, per le sue parole. È di enorme importanza mantenere la luce accesa sul Venezuela e mantenere alta la pressione internazionale con ogni metodo possibile.
L'Italia è un Paese fondatore dell'Unione europea, Presidente di turno del G7, membro autorevole dell'Alleanza atlantica, e in questa veste farà sentire, anche proprio grazie alla sua personale azione, la sua voce forte, anche a tutela dei cittadini italo-venezuelani colpiti dalla repressione, e non sono pochi. Verso il Venezuela, che ospita tanti italiani, noi abbiamo un legame storico e un dovere particolare, a cui lei, signor Ministro, non da oggi, è sensibile.
Concludo, ringraziandola per averci garantito ancora una volta, con tutta la necessaria fermezza, che l'Italia non verrà meno e farà la sua parte fino in fondo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
(Iniziative di competenza volte a garantire l'incolumità dei cittadini italiani in Venezuela e a favorire il rispetto dei diritti umani, civili e politici nel Paese - n. 3-01398)
PRESIDENTE. Il deputato Bicchielli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-01398 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, anche noi vogliamo parlare di Venezuela. Per chi, come noi, vive in uno Stato democratico, ciò che abbiamo visto in Venezuela è davvero una ferita che fa male. Ci sono stati 27 morti e migliaia di feriti durante le contestazioni. Durante il tentativo di tornare a far rispettare le regole democratiche, le opposizioni sono state violentemente colpite dalle Forze di Maduro. Il leader dell'opposizione, Urrutia, è dovuto scappare, è dovuto andare in esilio, qui, in Europa, è arrivato in Spagna. Lei stesso, come ha più volte detto, immediatamente, proprio nei giorni successivi, ha contestato, così come tutta la maggior parte della comunità mondiale, quei risultati.
Ecco, noi ci preoccupiamo, però, anche, degli italiani che sono in Venezuela. Ci sono, in quel Paese, attualmente, quasi 110.000 italiani e sappiamo che lei sta facendo, con i suoi uffici, molto. Per noi è importante conoscere quali ulteriori iniziative lei voglia mettere in atto per garantire l'incolumità dei nostri connazionali e per garantire la civiltà e la democrazia anche in quel Paese.
PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha facoltà di rispondere.
ANTONIO TAJANI, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, signor Presidente. Fin dall'inizio della crisi, la tutela degli oltre 160.000 connazionali residenti in Venezuela è sempre stata la nostra priorità. Ricordo che si tratta della terza comunità italiana più grande nel mondo, che dalle elezioni di fine luglio vive in un clima di crescente repressione e intimidazione.
Su mia indicazione, alla Farnesina è stata costituita, da inizio agosto, una task force permanente per seguire gli sviluppi del Paese. In questo contesto, vengono affrontati i temi legati all'emergenza e vagliate le iniziative a tutela dei cittadini italiani.
Sul terreno, l'ambasciata, il consolato generale a Caracas e il consolato a Maracaibo continuano a lavorare senza sosta per informare in tempo reale e assistere i concittadini residenti nel Paese, soprattutto coloro che sono soggetti a provvedimenti limitativi della libertà personale. Sulla base delle richieste di assistenza pervenute dai familiari dall'inizio della crisi, risultano attualmente detenuti in Venezuela 8 doppi cittadini italo-venezuelani. A questi si aggiunge una cittadina italiana sottoposta alla misura cautelare del divieto di espatrio: dopo essere stata tratta in arresto, è stata tempestivamente rilasciata in attesa di giudizio, anche a seguito della pronta attivazione dell'ambasciata nei confronti delle autorità locali. La nostra costante attività di sensibilizzazione ha consentito, inoltre, di effettuare sei visite consolari a una cittadina italo-venezuelana attualmente detenuta dalla Forza di Polizia nella città di Maracay. Per tutti continuiamo a sollecitare l'accesso agli strumenti di protezione consolare. Abbiamo condannato fin da subito e con fermezza le misure detentive adottate nei confronti dei nostri concittadini ed espresso forte preoccupazione per l'inaccettabile compressione dei loro diritti di difesa. Come ho detto prima, abbiamo inoltre sollecitato l'incaricata d'affari venezuelana, appositamente convocata al Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, alla Farnesina, a garantire una maggiore attenzione da parte di Caracas su questi temi e sulle richieste di visite consolari ai connazionali detenuti. La nostra ambasciata si è, da ultimo, associata al passo promosso dalla delegazione dell'Unione europea in Venezuela, per invocare la scarcerazione di tutti i detenuti politici con cittadinanza europea.
Continuiamo a monitorare con la massima attenzione l'evoluzione della situazione e a prestare ogni possibile assistenza ai connazionali e ai loro familiari, anche attraverso una costante pressione sulle autorità di Caracas. Voglio ribadirlo: il popolo venezuelano, così legato all'Italia da vincoli storici e di sangue, merita un futuro di democrazia e di libertà. Continuiamo a lavorare per raggiungere quest'obiettivo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
PRESIDENTE. Il deputato Bicchielli ha facoltà di replicare.
PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Ministro. Ci riteniamo soddisfatti della sua risposta. Il tema dei nostri connazionali in Venezuela tocca il cuore di ognuno di noi e deve toccare il cuore di ogni rappresentante delle istituzioni italiane. La ringraziamo, soprattutto, perché lei non ha fatto chiacchiere, ma immediatamente ha costituito una task force permanente alla Farnesina: una risposta concreta e tempestiva, che testimonia proprio la serietà con cui stiamo affrontando questa difficile situazione internazionale. Vorrei, anche a nome del mio gruppo, Noi Moderati, esprimere un ringraziamento sentito per il lavoro straordinario che stanno facendo i nostri uomini delle ambasciate e dei consolati. Va riconosciuto il loro impegno incessante nel garantire informazioni e aggiornamenti e nel dare supporto ai nostri concittadini e, come diceva lei, soprattutto a chi, in questo momento, è detenuto; sono quasi tutti detenuti per motivi politici, perché combattono per la libertà e la democrazia. Non possiamo ignorarli e per questo vanno ringraziati fortemente, perché lavorano in condizioni di estrema difficoltà. Questo dimostra ancora una volta la determinazione di questo Governo a non sottovalutare nessuna situazione, ma a pretendere il rispetto dei diritti umani e delle Convenzioni internazionali.
Siamo convinti - e lei oggi ce lo ha confermato - che continueremo a esercitare pressioni diplomatiche affinché le autorità venezuelane garantiscano e agiscano con responsabilità e con trasparenza, garantendo il rispetto dei diritti fondamentali.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Mi faccia dire solo una cosa e termino. Rivolgo un appello a tutta l'Aula: questo non è un tema che deve vederci divisi. La difesa e la tutela dei nostri connazionali e la difesa della democrazia devono vederci sempre uniti (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
(Iniziative volte ad una migliore fruizione dei benefici derivanti dall'iscrizione al registro pubblico delle opposizioni - n. 3-01399)
PRESIDENTE. Il deputato D'Alessio ha facoltà di illustrare l'interrogazione Benzoni ed altri n. 3-01399, di cui è cofirmatario.
ANTONIO D'ALESSIO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Vorremmo interrogare il Ministro su un tema di profonda attualità, perché coinvolge un po' tutti i cittadini. Ognuno di noi riceve centinaia di telefonate l'anno, a tutte le ore, per finalità commerciali o di ricerca di mercato. Vorremmo fossero più pregnanti e incisivi gli strumenti per tutelare gli utenti del settore della telefonia. Esiste, sì, un registro pubblico delle opposizioni, per offrire la possibilità di bloccare la ricezione di telefonate di questo tipo, ma un numero sempre maggiore di cittadini lamenta di essere stato contattato anche a seguito dell'iscrizione nel registro. Peraltro, c'è anche il tema degli elenchi dei clienti che passano da un'azienda all'altra, perché spesso finiscono su canali illeciti.
Allora, chiediamo quali iniziative intenda realizzare al fine di tutelare su questi versanti i cittadini utenti del settore della telefonia, cioè i cittadini di tutto il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.
ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Attualmente sono registrate al registro pubblico delle opposizioni circa 30 milioni di numerazioni di contraenti telefonici e più di 900 operatori di telemarketing. Questi ultimi, dall'avvio del servizio, nel 2011, hanno sottoposto oltre 5,7 miliardi di verifiche, mentre, dall'estensione del servizio, nel 2022, gli operatori inviano annualmente centinaia di milioni di numeri. Le aziende che non verificano le numerazioni periodicamente oppure non consultano il registro prima dell'avvio di ogni campagna, secondo la normativa vigente, vanno individuate e sanzionate. Chi viola la normativa può incorrere in una sanzione amministrativa da parte dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali fino al 4 per cento del fatturato globale annuo dell'esercizio dell'anno precedente. Ad oggi, sono diversi gli operatori che hanno ricevuto sanzioni milionarie da parte dell'Autorità. Ciononostante - ha ragione l'interrogante -, il registro a tutela delle chiamate effettuate nel rispetto della legge non può impedire la recezione di telefonate illegali, effettuate da soggetti che raccolgono i dati in maniera illecita e contattano gli utenti senza aver raccolto apposito consenso.
Un'altra criticità riscontrata riguarda la pratica di mascherare l'identità della linea chiamante, mostrando numerazioni fittizie o non attive. Il contrasto a questa tecnica, tramite l'introduzione di protocolli sicuri, che garantiscono l'autenticità della linea chiamante, potrebbe ridurre significativamente il fenomeno illegale.
Per quanto riguarda, invece, la proposta dell'onorevole interrogante di estendere l'efficacia dell'iscrizione al registro anche ai consensi futuri non appare purtroppo praticabile, poiché molte delle chiamate indesiderate provengono da soggetti che eludono la normativa vigente, rendendo di fatto inefficace tale misura.
Ovviamente, siamo convinti anche noi che occorre intensificare l'azione e trovare anche altre soluzioni alla luce delle normative vigenti in altri Paesi europei. Al riguardo vi è in corso, proprio qui alla Camera, una proposta di legge che prevede specifiche disposizioni anche per il miglioramento della qualità dei servizi e la loro innovazione, nonché per il contrasto alle pratiche illegali nel telemarketing. Può essere questa la sede parlamentare in cui ciascuno di noi possa portare ulteriori eventuali soluzioni, sempre nell'ambito delle regole europee, e noi siamo assolutamente disponibili a recepirle.
PRESIDENTE. Il deputato Benzoni ha facoltà di replicare.
FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro. Non possiamo essere completamente soddisfatti perché ci ha raccontato quello che le stiamo chiedendo, cioè una situazione davvero di emergenza dal punto di vista della situazione attuale, ma, dal punto di vista delle soluzioni, siamo un po' in alto mare. Questa interrogazione arriva dopo un mese da un'interrogazione scritta; abbiamo controllato due numeri che sono iscritti regolarmente al registro delle opposizioni: hanno ricevuto 9 chiamate al giorno, cioè, in un mese, 270 chiamate. Potremmo aver comprato di tutto, dalle scommesse online, ai depuratori per l'acqua, alla telefonia, all'energia, agli elettrodomestici di qualsiasi tipo, alle criptovalute.
Quello che è cambiato è anche il metodo: non solo più i numeri fissi con cui siamo abituati a ricevere chiamate, numeri WhatsApp e numeri di cellulari che risultano fittizi e non attivi, numeri stranieri, messaggi automatici registrati, tanti messaggi anche sul proprio telefono, WhatsApp; e un problema è che tanti di questi contengono anche elementi di phishing e, in qualche momento, di truffa, perché la presentazione dell'operatore non coincide poi con quello che l'eventuale servizio offre.
In tutto questo, possiamo dirlo, credo: il registro pubblico delle opposizioni fatto così non funziona, ma è un dato di fatto ed è un dato di fatto perché, se funzionasse, non si riceverebbero 9 chiamate al giorno. I controlli sicuramente sono una soluzione, lei ci ha detto che ne sono stati fatti tanti, non abbastanza. Quindi, le chiediamo, da questo punto di vista, di incrementare tutto il lavoro sui controlli e sulle sanzioni; dall'altro lato, c'è un progetto di legge. Su questo, lavoreremo in Parlamento per farlo approvare ma ci aspettiamo che sia anche il Ministero che, per il suo ruolo, a darci soluzioni, guardando ai Paesi stranieri come un esempio per far sì che i cittadini smettano di ricevere ogni giorno centinaia di chiamate non desiderate e, in qualche momento, anche pericolose e truffaldine (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
(Iniziative volte al rilancio della produzione siderurgica nazionale ed intendimenti circa l'accordo di programma per lo stabilimento Acciai Speciali di Terni - n. 3-01400)
PRESIDENTE. Il deputato Peluffo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Ascani ed altri n. 3-01400 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, colleghi deputati, due giorni fa, la direzione di Arvedi Acciai Speciali di Terni, nel corso di un incontro con le organizzazioni sindacali, ha comunicato che, a fine settembre, sarà fermato per una settimana uno dei due forni elettrici. La decisione è motivata con la necessità di recuperare una parte dei maggiori costi dell'energia, che non consentono all'azienda di rimanere competitiva. Del resto, se guardiamo al costo dell'energia elettrica, dal 1° gennaio di quest'anno al 31 luglio, in Italia si è attestato, mediamente, a 97 euro a megawattora, contro 21 in Francia, 32 in Germania, 35 in Finlandia e 62 in Spagna. A fronte di questo quadro, il Governo ha brillato per l'inerzia, l'incapacità di definire serie politiche industriali, anche in un settore, come quello della siderurgia, che è strategico per il Paese. Ma, nello specifico, per quanto riguarda lo stabilimento di Terni, c'è di più. Il territorio di Terni e Narni è stato riconosciuto area di crisi industriale complessa.
PRESIDENTE. Concluda.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). C'è un tavolo presso il Ministero qui rappresentato dal Ministro, un accordo di programma con la regione Umbria che langue, in attesa di un impulso che finora non c'è stato.
Quindi, Presidente, la domanda al Ministro è: quali iniziative intende attuare nel quadro di politiche di rilancio della produzione siderurgica nazionale e, soprattutto, se intenda dare impulso e prospettiva al sito di Terni, al piano industriale e all'accordo di programma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.
ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Come sanno gli onorevoli interroganti, la questione della sostenibilità del sito siderurgico di Terni è stata, a più riprese, all'attenzione di diversi Esecutivi. Nel 2016 -, ripeto, nel 2016 - è stata determinata l'area di crisi industriale complessa, quindi, 12 anni fa. A valle dell'acquisto, a gennaio 2022, da parte del gruppo Arvedi, il Governo di allora elaborò le linee guida di un piano di riconversione finalizzato sia a realizzare gli obiettivi di decarbonizzazione europei sia a renderne le produzioni più competitive sul mercato internazionale, mantenendo e implementando gli attuali livelli occupazionali.
Questa è la situazione di partenza: l'area di crisi complessa è del 2016. Noi ci siamo subito attivati, sin dall'inizio della legislatura, per dare concretezza a quella che era soltanto una cornice, realizzata nel 2022, dopo l'acquisizione di Arvedi. Era un auspicio e noi abbiamo sviluppato un lavoro comune con il MASE, le altre istituzioni regionali e il gruppo Arvedi finalizzato - a questo punto, sì, davvero - alla predisposizione di un accordo di programma con risorse per gli investimenti e questo ai fini di un piano di rilancio per la riconversione industriale, lo sviluppo economico e produttivo, nonché di messa in sicurezza permanente dell'area industriale in cui si trovano gli asset produttivi.
Mentre stavamo realizzando - e stiamo realizzando - questo accordo di programma per dare forma a un supporto agli investimenti e alla crescita, l'azienda ci ha rappresentato come primaria la questione dei costi dell'energia. Sono due questioni diverse che rispondono a diverse regole europee. Come voi ben sapete, gli interventi di sostegno ai costi operativi per l'energia sono delimitati, circoscritti da regole europee, ben diversamente da quelli che possono determinare il supporto agli investimenti.
Il Governo, comunque, si è mosso in tempo con il decreto Energia, del 9 dicembre 2023, il cui decreto attuativo è del 23 luglio di quest'anno, che disciplina un meccanismo per la realizzazione di nuova capacità di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili, da parte dei clienti finali energivori, come il caso siderurgico, che può contribuire alla soluzione del problema. Altre forme sono difficilmente attuabili per un sussidio diretto, perché, come sanno i parlamentari, per le regole europee questo sussidio può intervenire quasi esclusivamente sugli investimenti, non sui costi operativi come quelli energetici. Nonostante ciò, proprio in un tavolo di questa mattina con la Presidenza del Consiglio, il Dipartimento politiche europee, la regione e i nostri tecnici del Ministero abbiamo fatto alcune ipotesi, la cui fattibilità stiamo verificando in queste ore, soprattutto in chiave di compatibilità con l'Unione europea e sarà mia cura informare l'Aula, i sindacati e l'azienda di questi sviluppi.
In ogni caso, come emerge anche da quello che diceva l'onorevole interrogante nel raffronto con la Francia, la Germania, la Spagna e altri Paesi, la differenza sul costo energetico - guardate le cifre della Francia - è dovuta principalmente al fatto che quei Paesi utilizzano (in misura massiccia la Francia, ma anche la Spagna e in misura minore oggi la Germania) l'energia nucleare. L'unica soluzione strutturale al costo dell'energia in Italia è riaprire, come il Governo ha fatto, la strada del nucleare pulito e sicuro, come quello della terza generazione avanzata e su questa linea procederemo con celerità (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. La Presidente Ascani ha facoltà di replicare.
ANNA ASCANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non possiamo essere soddisfatti perché la risposta alla nostra interrogazione non è arrivata, anzi, oggi i lavoratori e le lavoratrici di Terni sanno che la risposta arriverà tra vent'anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), quando probabilmente quello di cui parla il Ministro si potrà eventualmente vedere.
Però il problema è oggi, il problema è oggi e quello che succede all'AST di Terni è il simbolo di cosa provoca l'inadeguatezza e l'inadempienza di questo Governo e di chi paga, perché a pagare sono i lavoratori con la cassa integrazione e l'impresa. La vicenda di AST non è una vicenda locale, non è neppure una vicenda umbra; è una vicenda nazionale ed europea. Stiamo parlando di una produzione strategica per il nostro Paese, stiamo parlando di qualcosa che determinerà lo sviluppo dell'Italia nel prossimo futuro e il Ministro viene qui a parlarci di un'ipotesi nucleare che forse, tra vent'anni, potrebbe mettere una toppa su un problema che, se non risolto adesso, provocherà disoccupazione, provocherà desertificazione in quel territorio e creerà un danno enorme allo sviluppo del nostro Paese.
Ecco, noi continueremo a chiederle conto di questo, come ha fatto l'azienda. Arvedi ha denunciato che c'è un problema sul costo dell'energia e la risposta è il silenzio suo, della Presidente Donatella Tesei - che speriamo di poter mandare a casa a breve, se ci fate sapere la data delle elezioni magari diventa più semplice (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) - e anche del sindaco di quella città che, purtroppo, preferisce sputare in faccia ai cittadini piuttosto che occuparsi delle priorità di quel territorio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Noi la pensiamo diversamente e continueremo a chiederle conto anche di quello di cui avete discusso oggi, perché, caro Ministro, è facile dirsi patrioti, ma quando c'è da difendere un sito strategico come quello di Terni bisogna dimostrare di essere patrioti. Per ora, alla prova del nove siete semplicemente assenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
(Intendimenti in merito alla concessione di adeguate garanzie pubbliche per l'accesso al credito delle piccole e medie imprese - n. 3-01401)
PRESIDENTE. Il deputato Barabotti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01401 (Vedi l'allegato A).
ANDREA BARABOTTI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro dal 2000 è operativo nel nostro Paese il Fondo di garanzia finalizzato a promuovere e a sostenere l'accesso al credito delle piccole e medie imprese. Questa misura, di fatto, ha consentito di rafforzare il merito creditizio del nostro sistema produttivo e si è dimostrata essenziale durante la crisi conseguente al COVID-19, aiutando oltre 2 milioni di imprese. Dopo il boom delle garanzie concesse nel 2020, stiamo assistendo a un graduale ridimensionamento del ricorso alle garanzie pubbliche, ma non dobbiamo abbassare la guardia. Infatti, gli alti tassi di interesse che ci ha inflitto la Banca centrale europea rischiano di mandare le nostre imprese in una cosiddetta apnea finanziaria.
Come Lega, ribadiamo quindi l'importanza di continuare a garantire un sostegno per l'accesso al credito e, in quest'ottica, chiediamo al Governo se e con quali modalità intenda farlo.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.
ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese è ormai un pilastro della nostra politica industriale. Solo lo scorso anno, il Fondo ha garantito finanziamenti alle piccole e medie imprese per circa 46,2 miliardi di euro, rispondendo alle esigenze di liquidità in questa fase congiunturale incerta e delicata, ancora condizionata dal protrarsi del conflitto in Ucraina e delle forti tensioni nell'area del Medio Oriente. Il nostro intendimento è quello di conservare lo strumento e di potenziarne la sua natura strutturale.
Siamo già intervenuti per evitare che la fine del periodo COVID potesse determinare anche un drastico décalage delle percentuali di garanzia. Ricordo la riforma avviata con l'articolo 15-bis del decreto-legge Anticipi, che ha dettato la disciplina transitoria dell'operatività del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, applicabile fino al 31 dicembre di quest'anno.
Tale decreto ha previsto l'innalzamento dell'importo massimo garantito per singolo soggetto beneficiario, portando a 5 milioni la rimodulazione delle percentuali di copertura, in un range che va dal minimo del 55 per cento a un massimo dell'80 per cento, in funzione della finalità dell'operazione finanziaria, della fascia di appartenenza nell'ambito del modello di valutazione del fondo e della dimensione d'impresa; inoltre, l'estensione del regime di garanzia anche alle imprese cosiddette small e mid cap e agli enti del Terzo settore e in più la gratuità dell'intervento in favore delle micro-imprese; questo è stato già fatto.
Il nostro Ministero sta ora lavorando a una proposta normativa volta alla proroga della predetta disciplina anche per il 2025. Il Fondo di garanzia per le piccole imprese dovrà però operare in sinergia con altri strumenti che sono altrettanto efficaci nel supportare la crescita. L'impegno è innanzitutto quello di rifinanziare in legge di bilancio una nuova legge Sabatini, strumento molto utilizzato e apprezzato dalle piccole imprese. Stiamo inoltre lavorando al codice degli incentivi, che approderà nelle prossime settimane in Consiglio dei ministri. È appena partito - lo ricordo - il Piano Transizione 5.0 e posso inoltre annunciare, oggi, che quest'anno vedrà la luce la prima legge annuale per le piccole e medie imprese, previsione prevista in un dispositivo di legge del 2011 e mai realizzata dai Governi nei 13 anni precedenti.
Finalmente una legge quadro annuale per le piccole e medie imprese. Noi sì che crediamo sulla forza del sistema Italia basato sulle piccole e medie imprese.
PRESIDENTE. Il deputato Barabotti ha facoltà di replicare.
ANDREA BARABOTTI (LEGA). Grazie, Presidente, grazie signor Ministro. Devo dire che ci riteniamo soddisfatti per questo breve, ma puntuale, excursus che testimonia l'impegno del Governo nel sostegno della piccola e media impresa, un approccio che diventa sempre più esteso e sempre più integrato fra i vari strumenti a nostra disposizione. La prossima manovra economica chiederà a questa maggioranza e al Governo di fare scelte importanti. Vincoli interni e vincoli esterni sono un fardello pesante; eppure, nonostante l'entità delle minori entrate legate al superbonus, nonostante la rigidità di Bruxelles che torna a farsi sentire, nonostante la situazione geopolitica complicata, come Lega vogliamo fortemente che la prossima manovra continui a sostenere l'accesso al credito delle PMI italiane.
Ricordiamo, infatti, che le piccole e medie imprese contribuiscono per il 63 per cento al valore aggiunto della nostra Nazione e per il 76 per cento all'occupazione dei nostri lavoratori. Stiamo parlando di valori decisamente superiori alle medie delle altre economie avanzate e questo certifica assolutamente l'importanza di assicurare l'accesso al Fondo garanzia PMI a tutti quegli imprenditori e a tutte quelle imprenditrici che vogliono investire, crescere e far correre l'Italia.
Lo abbiamo già detto: è importante rifinanziare il Fondo di garanzia per contrastare gli effetti asfittici dei tassi d'interesse voluti dalla Banca centrale europea, ma è importante farlo anche perché abbiamo davanti delle sfide importanti. Insieme a tutto il nostro sistema Paese, dobbiamo cogliere la sfida nelle sue opportunità e nelle sue difficoltà legate alla transizione ecologica e alla transizione digitale. Qua, numerosi dovranno essere gli investimenti di parte pubblica, ma anche gli investimenti, che noi dobbiamo liberare, di parte privata. Ecco che Fondi come questo mettono le nostre piccole e medie imprese in condizioni di fare la propria parte in questa delicata fase economica. Come Lega, riteniamo che la funzione dei Fondi di garanzia, come moltiplicatore di investimenti e volano di sviluppo, debba, senza dubbio, essere salvaguardata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
(Chiarimenti in merito alla proposta del Governo volta ad anticipare la revisione del divieto di produzione di auto termiche in Europa - n. 3-01402)
PRESIDENTE. La deputata Morgante ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-01402 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
MADDALENA MORGANTE (FDI). Grazie, Presidente. Ministro, colleghi, l'Unione europea ha fissato la fine della vendita delle vetture nuove con motore a scoppio dal 1° gennaio 2035. L'accordo, approvato dall'Unione europea, prevede una revisione dello stesso entro la fine del 2026, allo scopo di valutare se, rispetto agli obiettivi originariamente fissati, il percorso possa subire delle variazioni.
Nel corso dei lavori del Forum Ambrosetti, a Cernobbio, lei, signor Ministro, ha annunciato la presentazione di una proposta, che anticipi alla prima parte del 2025 la revisione dello stop alla produzione di auto termiche entro il 2035. Proposta che si rende necessaria in quanto vi è davvero il pericolo di assistere al collasso dell'industria automobilistica europea, incapace di sostenere il rischio che le è stato imposto senza adeguate risorse e senza investimenti pubblici. Se davvero si vogliono mantenere i tempi stringenti, occorre sostenere l'industria, da un lato, attraverso imponenti risorse pubbliche europee, ma, dall'altro lato, anche attraverso una tempistica che sia adeguata alla sostenibilità economico-produttiva e anche alla sostenibilità sociale della nostra Nazione.
Pertanto, signor Ministro, sulla base di queste premesse, le chiedo quali siano i dettagli della proposta relativa alla revisione dello stop alla produzione di auto termiche che intende presentare al Consiglio sulla competitività, in programma a Bruxelles il prossimo 26 settembre (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.
ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Presidente, abbiamo avuto, fin da inizio legislatura, la necessità di rivedere il Green Deal, per coniugare gli obiettivi della transizione ecologica con quelli industriali, economici e sociali. Io stesso ne ho parlato, nel novembre 2022, quando ho presentato le linee programmatiche del mio Dicastero alle Commissioni congiunte di Camera e Senato, evidenziando proprio - quello che ha fatto ora Mario Draghi - l'insostenibilità del sistema industriale europeo a fronte delle risorse pubbliche destinate dalla Cina e, dopo, in maniera significativa, dagli Stati Uniti, alle proprie imprese.
Oggi i fatti ci danno pienamente ragione. I recenti annunci del gruppo Volkswagen, che intende dismettere due stabilimenti, e il rallentamento delle vendite delle auto elettriche con la sospensione degli investimenti da parte delle imprese, hanno fatto emergere in tutta evidenza quello che noi sosteniamo con pervicacia, costanza, continuità e ragione da due anni. Nel rapporto sulla competitività, Mario Draghi cita espressamente l'automotive come esempio di politica ambientale malfatta, perché del tutto scollegata da una politica industriale, e chiede un cambio di passo con maggiore sostegno pubblico, sia alla domanda che all'offerta, ricorrendo a risorse comunitarie, esattamente come aveva fatto Giorgia Meloni all'inizio della legislatura. Nel contempo, evidenzia come vi sia bisogno della neutralità tecnologica, assolutamente come noi abbiamo fatto sin dall'inizio e in tutti i dossier europei. Posizioni, quindi, che noi portiamo avanti - ribadiamo - e che oggi finalmente si fanno largo in Europa. Occorre trovare nuove strade di alimentazione sostenibile e al contempo definire un piano organico per l'automotive.
La scorsa settimana, a Cernobbio, ho avanzato alcune proposte per superare l'attuale quadro regolatorio incerto, al fine di consentire ai produttori di programmare gli investimenti ingenti richiesti dalla transizione green. Il regolamento per i veicoli leggeri prevede una relazione sui progressi sulla mobilità e prevede una clausola di revisione per la fine dell'anno 2026. Non possiamo aspettare: occorre anticipare l'esame da parte della Commissione e quindi l'eventuale revisione del regolamento, così da dare certezze agli operatori del settore, alle imprese e ai consumatori. Diversamente, i produttori europei andranno incontro, dal 2025, a sanzioni stimate tra i 7,5 e i 15 miliardi di euro, vedendo ulteriormente compromessa la loro già scarsa competitività.
In sede europea, a partire dalla Conferenza sull'automotive del 25 settembre a Bruxelles, nei bilaterali con i miei omologhi, che ho programmato nei prossimi giorni, e poi nella riunione del Consiglio competitività, che si svolgerà il 26 settembre, presenterò le linee di indirizzo che possono permettere alla nostra Europa finalmente di imboccare una strada chiara, netta e soprattutto sostenibile. Mi auguro che già nel programma dei primi 100 giorni della nuova Commissione sia considerata la possibilità di un anticipo alla prima metà del prossimo anno della relazione, prevista nel regolamento, e si prevedano aperture significative a un approccio tecnologicamente neutrale e sostenibile, come evidenziato proprio dal Presidente Draghi nel suo report alla Commissione. Due anni dopo, ci danno ragione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Giovine ha facoltà di replicare.
SILVIO GIOVINE (FDI). Grazie, Presidente. Grazie, soprattutto, Ministro, non solo per la consueta esaustività con cui ha risposto alla nostra interrogazione, ma soprattutto per l'attenzione, il pragmatismo e la visione, che sta dimostrando in generale il Governo Meloni, in particolare il suo Ministero, nella gestione di uno dei tanti dossier dirimenti per la nostra economia. Penso che chiunque conosca le dinamiche dei sistemi produttivi sappia che certezza e possibilità di programmazione sono condizioni indispensabili per garantire investimenti adeguati. Ebbene, queste due condizioni, questi due fattori, oggi, sono fortemente messi a repentaglio dalla previsione di prevedere, solo entro il 2026, la revisione dell'accordo UE sullo stop alle auto termiche.
Noi siamo molto confortati dalla sua risposta, che si inserisce - come giustamente ha sottolineato - in un quadro internazionale assolutamente preoccupante. Il rischio è quello della tenuta e del conseguente collasso dell'intera industria automobilistica, non solo italiana, ma europea. Diventa quindi fondamentale prevedere immediatamente dei correttivi rispetto ai processi, alle modalità, alle operazioni, che sono legate al raggiungimento della sostenibilità ambientale, oggi ancor di più, alla luce del fallimento del Green Deal, così come è stato concepito, e all'impossibilità delle imprese di raggiungere quegli obiettivi, peraltro senza adeguate risorse pubbliche.
Ci auguriamo che questa sua lungimirante proposta venga accolta, anche perché, se rimanessimo nell'incertezza per i prossimi due anni, sarebbe fondata la preoccupazione di assistere a un'ondata di scioperi e di proteste, che andrebbero a incidere, purtroppo negativamente, sulla tenuta dell'intero comparto e, soprattutto, di tutto il nostro continente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
(Iniziative volte al rilancio industriale della Portovesme Srl nonché a garantire i livelli occupazionali del comparto, anche attraverso la convocazione di un tavolo con le parti interessate - n. 3-01403)
PRESIDENTE. La deputata Ghirra ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01403 (Vedi l'allegato A).
FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Signor Ministro, lei conosce bene la situazione della Portovesme Srl, l'unica azienda produttrice di zinco e piombo primario in Italia, che opera in Sardegna dal 1966, negli stabilimenti di San Gavino e Portoscuso, dove occupa oltre 1.000 lavoratori, tra diretti e indiretti. Come saprà, negli ultimi giorni, c'è stato un inasprimento della vertenza sindacale, con uno sciopero di 24 ore, perché il gruppo anglo-svizzero Glencore, che la controlla da oltre vent'anni, non ha mantenuto gli impegni e ha annunciato lo stop della linea di produzione di zinco primario e la cassa integrazione per i lavoratori per un anno.
Vista la gravità della situazione e le ripercussioni drammatiche sui lavoratori e sull'intero settore produttivo, le chiediamo quali iniziative intenda intraprendere per scongiurare lo smantellamento del comparto e ottenere il rilancio industriale della Portovesme Srl, riconvocando urgentemente il tavolo di concertazione con Glencore e le organizzazioni sindacali e individuando soluzioni durature per i lavoratori e le produzioni.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.
ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Si tratta di una crisi che seguiamo con attenzione, con ripetute riunioni, sin dall'inizio della legislatura e, quando è stato comunicato da parte dell'azienda lo stop alla produzione, siamo intervenuti d'intesa con la regione. Lunedì scorso abbiamo convocato l'azienda, alla quale abbiamo contestato la decisione, chiedendone la revoca. Ieri, il Ministro del Lavoro ha incontrato i lavoratori, assicurando il pieno sostegno del Governo, e questa mattina ho convocato, per il prossimo 24 settembre, insieme agli altri Dicasteri, il tavolo di crisi.
In quella sede definiremo una strategia d'azione comune che possa garantire un intervento incisivo e coordinato, volto a far fronte alla crisi in atto determinata dalle decisioni dell'azienda. Fin da ora, comunque, tengo a rassicurare tutti i lavoratori e le comunità locali che lavoreremo per evitare che la Glencore abbandoni il nostro Paese senza assumersi le proprie responsabilità sul piano economico, sociale e ambientale. Infatti, all'azienda abbiamo fatto già presente che, in ogni caso, andrà assicurata la bonifica del sito e potrà essere applicata la normativa in materia di incentivi prevista dall'articolo 8 del decreto-legge n. 104 del 2023, che ne prevede la revoca e la restituzione.
Il nostro impegno sarà costante e fermo nel richiedere all'azienda di affrontare con serietà e concretezza queste problematiche, in modo da trovare soluzioni che possano ridurre l'impatto negativo sulle persone, sul territorio e sul sistema produttivo nazionale. Di fronte a questo scenario, in stretta collaborazione con la regione Sardegna, ci siamo impegnati a mettere in campo tutte le azioni necessarie per salvaguardare l'economia nazionale e per proteggere il tessuto socio-economico del territorio, riconoscendo l'importanza strategica della produzione di beni essenziali, come quelli oggi trattati da Glencore.
Ci muoveremo con determinazione, costanza e unità di intenti con le altre istituzioni e con i sindacati, come abbiamo fatto in ogni situazione di crisi in questa legislatura. In questi venti mesi, infatti, non c'è stato un solo caso di crisi conclusosi con la chiusura dell'azienda e il licenziamento dei lavoratori.
Abbiamo sempre trovato una soluzione positiva, come ricordano i casi di Whirlpool Emea e Fos di Battipaglia in Campania, Wärtsilä a Trieste, Marelli a Crevalcore, e come stiamo facendo per La Perla, orgoglio del made in Italy, e l'ospedale Santa Lucia a Roma. Anche in questo caso, l'obiettivo prioritario sarà quello di garantire la continuità produttiva e tutelare i lavoratori coinvolti e le loro famiglie. Per noi la priorità è il lavoro.
PRESIDENTE. La deputata Ghirra ha facoltà di replicare.
FRANCESCA GHIRRA (AVS). Ministro, la ringrazio per questo impegno e per queste rassicurazioni, ma la invito comunque a tenere sempre alta l'attenzione sulla Portovesme, sui suoi lavoratori e, più in generale, sull'intero comparto industriale sardo, che vede aperti quattro tavoli di crisi, dopo oltre vent'anni di destrutturazione produttiva e deindustrializzazione. L'atteggiamento di Glencore, come anche lei sottolineava, è intollerabile; ancor più visto che, prima della pausa estiva, abbiamo approvato in quest'Aula il decreto Materie prime e conosciamo bene, tutte e tutti, l'importanza strategica delle produzioni di zinco e piombo primario.
La Portovesme Srl opera, appunto, nel settore della metallurgia non ferrata ed è l'unico produttore nazionale di zinco e piombo, oltre che di acido solforico, oro e argento; inoltre, riveste, non solo per il Sulcis, ma per l'intera Sardegna, un ruolo di straordinaria importanza. Quindi è davvero fondamentale che, come si sta facendo, si lavori a tutti i livelli per scongiurarne lo smantellamento e, invece, piuttosto, per rilanciarne l'attività, come confido che venga fatto anche in chiave di eco-sostenibilità.
Quindi, va benissimo, com'è stato annunciato dall'azienda, la riattivazione dello stabilimento di San Gavino, ma non è pensabile, invece, che a Portovesme si salvino solo i forni per il trattamento dei fumi di acciaieria, che impegnano complessivamente una cinquantina di operai di reti, causando a cascata la drastica riduzione delle attività di tutte le imprese d'appalto operanti nello stabilimento e la cassa integrazione degli altri lavoratori. Quindi, sposo le richieste che sono state fatte dalle parti sociali alla Ministra Calderone, che mi sembra che siano state accolte positivamente dal Governo.
Inoltre, accolgo con grande piacere la notizia che il 24 settembre verrà convocato il tavolo, a cui confido che, oltre alle parti sociali, partecipi la Glencore. Noi continueremo a vigilare e, se necessario, la solleciteremo ancora, per consentire a centinaia di famiglie di poter avere le garanzie e la serenità cui hanno diritto. Per il momento, la ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 16,15.
La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,20.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 88, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Prima di cominciare, colleghi, saluto la delegazione del Qatar, Leadership Centre, che è presente oggi e segue i lavori dalle nostre tribune, essendo stata protagonista di un incontro con la Sezione bilaterale di amicizia Italia-Paesi del Golfo. Benvenuti alla Camera dei deputati (Applausi).
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Scutella'. Ne ha facoltà.
ELISA SCUTELLA' (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori per chiedere che la Presidente Meloni venga a riferire in Aula per quanto concerne lo stato di attuazione del PNRR, perché i dati che ci vengono consegnati oggi sono altamente preoccupanti. Di che cosa sto parlando? Sto parlando del fatto che: ad oggi, solamente il 26 per cento, quindi un quarto dei fondi assegnati, sono stati spesi; ad oggi, oltre la metà degli obiettivi e dei traguardi del PNRR non è stata raggiunta; e il 40 per cento dei progetti rischia di non avere il vincolo di destinazione, e sono progetti rivolti soprattutto al Mezzogiorno. Proprio per questo, il gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, in entrambi i rami del Parlamento, quindi alla Camera e al Senato, ha presentato una proposta di legge per monitorare la gestione del PNRR.
Poi, Presidente, mi lasci dire un'altra cosa. Come capogruppo nella Commissione politiche dell'Unione europea, io sono fortemente preoccupata per la scomparsa della legge di delegazione europea, che è stata annunciata in Consiglio dei ministri mesi fa ed è stata approvata, ma in entrambi i rami del Parlamento non ve n'è traccia; così come non c'è traccia della legge europea. Ecco, questo uso spasmodico che viene fatto della decretazione d'urgenza per risolvere i problemi, quando vi sono degli strumenti ordinari che ci vengono consegnati, è altamente preoccupante, perché così voi cercate di risolvere - perché non li risolvete - i problemi ex post e non nel momento in cui devono essere risolti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, su un altro argomento, l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Presidente, prendo la parola per chiedere - come annunciato alla Conferenza dei presidenti di gruppo - un'informativa urgente al Ministro Urso. Presidente, quello che le sto per dire per noi è scioccante: dopo lo stop, l'ennesimo stop, agli stabilimenti, dopo l'annuncio di altri mesi di Cassa integrazione, dopo aver visto in queste settimane lavoratori e lavoratrici del gruppo Stellantis inviati in Francia e poi, con richieste, in Polonia, vedere una richiesta da parte dell'azienda, anzi, mi faccia dire, un'offerta, ai lavoratori in Cassa integrazione per l'acquisto di una Maserati a prezzi scontati, è un insulto alla decenza e alle relazioni sindacali, che fa alzare il livello di conflitto in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
Non so se Tavares ascolterà mai questo intervento, lo diciamo però agli Elkan, a chi è ancora presidente di una grande multinazionale: la vicenda sta oltrepassando il segno. E lo diciamo al Governo. Lo dimostra la vicenda Comau. E chiediamo al Governo se è intenzionato o no a utilizzare la golden power. Lo diciamo per quello che abbiamo letto, di chi minaccia questo Governo e, quindi, anche tutti noi, sulla vicenda degli incentivi, dicendo che in Italia non c'è spazio per un secondo operatore. Ma di cosa stiamo parlando? In tutta Europa ci sono altri produttori! I nostri siti produttivi potrebbero fare un milione e mezzo di auto. E lo dico perché il Governo si è impegnato a farne almeno un milione! L'anno scorso ne facevamo 750.000, quest'anno chiuderemo a mezzo milione. In Francia ne fanno un milione e mezzo e hanno 15 modelli. Ci chiedono: qual è l'alternativa? Ve l'abbiamo già detto in una mozione delle opposizioni: ne facciamo 7, di modelli; forse saranno 5 Nel frattempo, in Polonia è volata la 600 e in Serbia la grande Panda. Nello stesso momento, però, si fanno gli spot: gli spot della grande Panda son fatti a Torino e noi dovremmo pure applaudirli? Solo fischi avranno da noi! E lo diciamo così a questo Governo: siamo intenzionati, in quelle mozioni, a chiedere che cosa è successo in questi mesi. Siamo uniti. Il Governo ci dice: su questo tema dobbiamo essere uniti. Sì, siamo uniti nel chiedere dignità per i lavoratori e le lavoratrici (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), perché siamo diventati il luogo della Cassa integrazione, la capitale della Cassa integrazione! Basta delocalizzazioni, siamo pronti a fare i patrioti insieme, ma solo se chiediamo rispetto per la storia e anche per il futuro produttivo di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sul medesimo argomento, l'onorevole Appendino. Ne ha facoltà.
CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. Anche noi ci uniamo alla richiesta, perché, vedete, questo Governo dovrebbe, prima o poi, battere un colpo. Abbiamo visto cose terribili negli ultimi mesi: mesi di Cassa integrazione, contratti di solidarietà fino alla fine del 2024 e 3.500 esuberi previsti. Ma non finisce qui. Ora non siamo solo agli atti contro i lavoratori, ora siamo alla presa in giro dei lavoratori. Io vi chiedo di fare un esercizio mentale di pochissimi secondi, lo dico ai colleghi della maggioranza: chiudete un attimo gli occhi e fate finta, per un attimo, di essere un lavoratore di quella che fu la Fiat, perché di Fiat non c'è più nulla. Allora, immaginate di essere in Cassa integrazione, immaginate di vivere con l'ansia del domani. Da mesi, se siete un lavoratore o una lavoratrice di questa azienda, voi cercate di portare avanti la famiglia, ma fate molta fatica, perché dovete avere a che fare con la Cassa integrazione o con un contratto di solidarietà, e quindi magari arrivate - se va bene - a 1.100 euro al mese. Da anni, se siete un lavoratore di quest'azienda, la vedete che scappa, non investe più, ha deciso di abbandonare l'Italia. Se siete lavoratori di quest'azienda e non arrivate a fine mese, fate fatica e vedete un amministratore delegato che guadagna più di 750 volte l'operaio: questo è inaccettabile moralmente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! E cosa succede? Un giorno aprite una mail e trovate l'azienda che vi prende per i fondelli, perché di questo si tratta, perché vi dice: prendete questa bellissima offerta per acquistare un'auto di lusso. E allora cosa fa il dipendente, Presidente? Il dipendente a chi guarda per chiedere protezione? A chi guarda per chiedere aiuto? Allo Stato, a noi, alle istituzioni. E cosa trova? Trova un Governo incapace, pavido, che non si occupa del tema, che è supino alle richieste di Stellantis, che si oppone con ogni forza all'introduzione del salario minimo per alzare gli stipendi di quei lavoratori che vedono l'amministratore delegato prendere 750 volte il suo stipendio, che elimina gli strumenti a supporto di chi è più fragile e che assiste inerme a 18 mesi di crollo della produzione industriale. Allora, Presidente, se io fossi un lavoratore o una lavoratrice mi sentirei molto abbandonata e sarei molto arrabbiata. E noi questo non lo possiamo permettere, perché siamo le istituzioni.
Allora, Presidente, chiudo: noi chiediamo che il Ministro Urso venga qui e ci dica che cosa vuole fare. Ma dico di più: chiediamo alla Presidente Meloni di convocare al tavolo immediatamente la proprietà e l'amministratore delegato, perché quell'azienda, di aiuti dallo Stato, ne ha avuti e quindi deve avere rispetto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) per la dignità di chi, quell'azienda, l'ha fatta ogni giorno, lavorandoci (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sul medesimo argomento, l'onorevole Gribaudo. Ne ha facoltà.
CHIARA GRIBAUDO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non posso che unirmi alle considerazioni che ho sentito dai colleghi. Infatti, ieri il management di Stellantis ha pensato bene di mandare una mail, inviata a tutti i lavoratori impegnati sulla linea Maserati di Mirafiori, i quali, lo ricordo, come è già stato detto, sono in Cassa integrazione nel primo trimestre dell'anno e poi in contratto di solidarietà con la riduzione dell'orario di lavoro dell'80 per cento fino alla fine del 2024. In questa mail veniva detto ai lavoratori che, qualora avessero voluto comprarsi una Maserati, l'avrebbero avuta anche con uno sconto. Io mi domando se non si siano vergognati prima di mandare questa mail (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), che il management dell'azienda Stellantis, l'ex Fiat, faccia una provocazione del genere, anziché contrattare con le parti sociali un dialogo che vada anche nell'ordine della discussione che abbiamo svolto qui.
è stato un dibattito - dobbiamo riconoscerlo - in cui comunque abbiamo discusso e dei punti in comune li abbiamo trovati, in questo Parlamento. Guardate, lo ricordo anch'io, il Governo aveva promesso un milione di posti auto e, naturalmente, di incrementare la produzione; non è andata così, ma dico di più. Allora, se parliamo di prospettive, Stellantis e l'ex FIAT hanno avuto molto, come ricordava la collega. Vorrei capire qual è la strategia di politica industriale dell'automotive in questo Paese e, soprattutto, condivido con i colleghi: la vergogna dell'atteggiamento di Stellantis va condannata da tutti e, fermamente, anche dal Governo italiano, perché non è accettabile quello che è successo ieri.
Ecco perché mi unisco alla richiesta di informativa urgente su questo tema e, più in generale, dopo la mozione di marzo richiesta dalle opposizioni, su qual è lo sviluppo e la strategia che il Governo decide di attuare e a cui noi vogliamo, come opposizione, dare un contributo, perché, come veniva ricordato, anche noi vogliamo l'occupazione e nuove produzioni in Italia. Davvero crediamo che la delocalizzazione e l'utilizzo strumentale da parte di Stellantis degli ammortizzatori sociali e di una pubblicità fine a sé stessa, ma senza un posto di lavoro ai più, non sia più accettabile, men che meno nella città di Torino e nello stabilimento di Mirafiori, che sono state l'anima dell'automotive italiano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Sì, Presidente, intervengo per unirci a questa richiesta, che arriva da altri gruppi e per sottolineare anche una cosa: il nostro segretario, Carlo Calenda, denuncia quello che sta accadendo sullo smantellamento del sistema produttivo italiano di Stellantis, da molto tempo, lo denuncia ben prima che quest'Aula iniziasse a parlare di quello che stava accadendo e l'unica cosa che ha ottenuto è una querela da parte del principale sindacato italiano (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe), allora siamo anche in un Paese un po' strano.
Dopodiché vorrei ricordare, a lei, Presidente, ma anche a quest'Aula, che c'è già una richiesta di audizione, che è stata approvata dalla X Commissione - ringrazio tutti i gruppi che hanno approvato questa richiesta -, ma, dopo 40 giorni, Stellantis non si è ancora degnata di fornire una data per poter venire in Commissione a rispondere alle istituzioni; dopo aver distrutto il sistema automobilistico italiano distrugge anche il rispetto delle istituzioni.
Chiudo con una richiesta: oggi, la Conferenza dei presidenti di gruppo ha approvato la discussione, in quest'Aula, di una mozione presentata dal nostro gruppo e che mette in primo piano un impegno al Governo di audire Stellantis. Siccome lo sappiamo con anticipo e dato che in quest'Aula l'abbiamo già visto più volte, le chiediamo se è possibile discutere questa mozione alla presenza del Ministro competente, quindi il Ministro Urso (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Abbiamo esaurito gli interventi sull'ordine dei lavori su questo argomento.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci, sempre sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI (M5S). Presidente, ci risiamo. Il Comitato dei nove, parliamo del disegno di legge Sicurezza, è stato convocato alle 15,45, finalmente, per avere i pareri sugli emendamenti dall'articolo 15 fino alla fine. La Commissione bilancio ha deliberato praticamente, da quello che ho visto, bocciando tutti gli emendamenti e d'accordo, questo è facile farlo, ma aspettiamo i pareri del Governo sugli articoli dal 15 fino all'ultimo. Ebbene, ci comunicano in Comitato dei nove che i pareri non ci sono, cioè ad oggi il Governo non è in grado di esprimere i pareri dagli articoli 15 fino alla fine. Il problema è gravissimo. Il problema nodale sta nel fatto che l'articolo 15 contiene quella norma ignobile che manda in prigione le donne incinte o anche che abbiano bambini di età inferiore ai 3 anni. Una norma infame, questa, che manda in carcere i bambini piccoli ed è lì, evidentemente, che il Governo non riesce a trovare una sintesi.
Ebbene, Presidente, noi chiederemmo che lei stigmatizzasse questo comportamento, considerando che questo provvedimento è stato adottato dal Governo nel novembre 2023 ed è stato incardinato presso quest'Aula il 22 gennaio 2024. Presidente, ci hanno convocato d'urgenza giorno e notte in Commissione per deliberare sugli emendamenti in sede referente; hanno contingentato i tempi, assegnandoci addirittura un minuto a gruppo parlamentare, per la discussione di ciascun emendamento; arriviamo oggi, a settembre, che il Governo non è pronto con i propri pareri.
Allora, noi vorremmo capire qual è la logica della procedura d'urgenza e del contingentamento. Perché avete limitato le nostre prerogative parlamentari, se oggi non siete in grado (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) di rispondere alla Camera, fornendo il vostro necessario parere sugli emendamenti? Qual è il problema di questa maggioranza?
Emerge, anche questa volta, una maggioranza divisa, una maggioranza che non riesce a trovare una sintesi, e questo è gravissimo.
Presidente, vorrei anche che lei invitasse i presidenti delle Commissioni riunite a inviare un avviso piuttosto che farci aspettare 20 minuti, a noi deputati dell'opposizione, perché il Presidente della II Commissione si è presentato al Comitato dei nove qualche minuto passate le 16, quindi con circa 18 minuti di ritardo rispetto all'orario di convocazione. Vorrei che lei rimarcasse, signor Presidente, che noi non siamo i lacchè della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) né gli chauffeur di alcuno e che, in questi casi, si manda un avviso con cui si procrastina l'orario di convocazione di un'Assemblea, di una Commissione, di un Comitato dei nove. Non si fanno attendere parlamentari per 18 minuti senza alcuna comunicazione, solo perché questa maggioranza, divisa e litigiosa, non riesce a trovare una sintesi.
Intervenga, Presidente, a tutela di questa Camera e delle opposizioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Eravamo stati facili profeti ieri, quando avevamo pronosticato che stavamo importando in quest'Aula tutte le problematiche che conosciamo, il caos che spesso caratterizza il nostro lavoro in Commissione. Quindi siamo, a questo punto, a chiedere testardamente, ma anche in maniera credo parlamentare, come si intenda andare avanti. Mi pare evidente che, a questo punto, da quel che sono le nostre informazioni, la Commissione bilancio ha deliberato, quindi non siamo più in presenza di mancata espressione dei pareri da parte della Commissione bilancio. Siamo in presenza, invece, ancora di mancati pareri del Governo dall'articolo 15 in avanti. Quindi, ci par di capire che adesso faremo 3 articoli e poi ci fermiamo di nuovo, in attesa di cosa? Allora, auspicheremmo, il condizionale è d'obbligo visto il silenzio alle nostre precedenti domande nella giornata di ieri - lei non c'era, Presidente, ma diciamo che sta diventando un teatrino francamente anche un po' umiliante, se mi è consentito - di capire come il Governo intenda andare avanti, come si pensa di procedere, visto che siamo in una fase in cui, ragionevolmente, i prossimi 3 articoli dovremmo anche alla fine deliberarli, visto il numero di relativamente basso di emendamenti, in tempi molto rapidi.
Auspicheremmo, signor Presidente, di non ascoltare di nuovo il silenzio, ma sapere come il Governo, la maggioranza, i relatori, i due presidenti di Commissione - o meglio uno, perché è presente, in questo momento, il presidente Maschio - intendano andare avanti. Nulla di provocatorio, la richiamo anche - signor Presidente, me lo consentirà - all'articolo 8, comma 1, sul buon andamento dell'Aula. Così non stiamo, a mio giudizio, rispettando proprio il principio del buon andamento dell'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Intanto abbiamo materiale per andare avanti fino all'articolo 14. Onorevole Fornaro e onorevole Alfonso Colucci, intanto esauriamo i pareri dati, tanto sono 11 voti, esauriti quelli vediamo come il presidente Maschio, la Commissione e il Governo intendono andare avanti.
Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1660-A.
PRESIDENTE. Riprendiamo la discussione del disegno di legge n. 1660-A.
Avverto che la Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere su tutte le proposte emendative riferite al provvedimento in esame (Vedi l'allegato A).
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'articolo aggiuntivo 11.09 D'Orso.
(Esame dell'articolo 12 - A.C. 1660-A?)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Avverto che, consistendo tale articolo di un solo comma, gli emendamenti 12.1000 Dori e 12.1001 Boschi soppressivi, rispettivamente, dell'articolo e del comma 1, devono intendersi identici e integralmente soppressivi dell'articolo 12.
Pertanto, ai sensi dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento, porrò in votazione il mantenimento dell'articolo.
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Siamo sugli identici emendamenti soppressivi 12.1000 Dori e 12.1001 Boschi, a pagina 39 del fascicolo.
AUGUSTA MONTARULI , Relatrice per la maggioranza per la I Commissione. Parere contrario.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza?
RICCARDO MAGI , Relatore di minoranza per la I Commissione. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Parere conforme al relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Noi abbiamo presentato un emendamento soppressivo dell'intero articolo 12, tra l'altro in linea con quanto ha affermato, proprio questa mattina, l'Unione delle camere penali. Con riferimento a questo provvedimento, ha parlato di rischio doppioni: si riferisce chiaramente alle fattispecie penali. Questo lo dice l'Unione delle camere penali, non noi: rischio doppioni.
Questo articolo 12 prevede un'ulteriore aggravante rispetto all'articolo 635 del codice penale e, quindi, il reato di danneggiamento, con riferimento però al diritto costituzionalmente garantito di manifestare. Se lo leggiamo, si parla ancora di reati di danneggiamento, di violenza, di minaccia, che sono tutti reati coperti e sanzionati dal nostro codice penale già oggi.
Quindi, quello che fate, sostanzialmente, è anzitutto creare un caos dal punto di vista normativo, anche di interpretazione. E, poi, soprattutto, c'è sempre e soltanto un messaggio di natura politica, cioè di andare a soffocare, reprimere, continuamente limitare il diritto di manifestare. Quindi, c'è un messaggio di natura politica.
Pertanto, chiediamo e speriamo che anche i garantisti che così si autodichiarano nella maggioranza possano approvare questo emendamento soppressivo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che, poiché i due emendamenti devono ritenersi identici e interamente soppressivi dell'articolo 12, porrò in votazione il mantenimento di tale articolo. Ricordo che chi intende sopprimere l'articolo 12 deve votare contro il mantenimento; chi, invece, intende mantenerlo deve votare a favore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 12.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 80).
(Esame dell'articolo 13 - A.C. 1660-A?)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
AUGUSTA MONTARULI , Relatrice per la maggioranza per la I Commissione. Il parere è contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza?
RICCARDO MAGI , Relatore di minoranza per la I Commissione. Parere favorevole su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Conforme al relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 13.1001 Dori.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Anche qui chiediamo la soppressione di questo articolo. In particolare, quello che ci preoccupa e inquieta dal punto di vista non solo politico, ma anche giuridico - ed è il motivo per il quale aderiamo assolutamente anche alle preoccupazioni dell'Unione delle camere penali - è questo ulteriore aggravamento della disciplina del Daspo urbano che, in qualche modo, potremmo addirittura definire una sorta di Daspo giudiziario, un ibrido. Infatti, basta leggere la formulazione di questo articolo 13: al primo comma si afferma che il questore può disporre il divieto di accesso di cui al primo periodo anche nei confronti di coloro che risultino denunciati o condannati, anche con sentenza non definitiva, nel corso dei cinque anni precedenti per alcuno dei delitti contro la persona o contro il patrimonio.
Quindi, sostanzialmente, diamo la possibilità non ad un'autorità giudiziaria, ma al questore di disporre una limitazione, con uno strumento anche particolarmente invasivo sulla libertà personale, non a fronte di una sentenza di condanna, ma, addirittura, anche semplicemente di una denuncia. Poi non sappiamo quale sarà l'effetto o il risultato di quella denuncia rispetto a un procedimento giudiziario. Magari la denuncia è completamente infondata, non importa, però, già in quel frangente, il questore può applicare il Daspo, con - lo ribadisco - tutte le limitazioni a livello di diritti costituzionalmente garantiti, non solo per delitti nei confronti della persona, ma anche del patrimonio. Quindi, è sufficiente una denuncia per danneggiamento per essere sottoposti a tale misura.
La misura che viene introdotta con questo articolo è un paradosso giuridico e ancor più politico. Penso che, anche attraverso l'articolo 13 di questo disegno di legge, davvero si comprenda come il Governo ci voglia portare verso uno Stato di polizia.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.1001 Dori, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 81).
Passiamo agli identici emendamenti 13.3. Mauri e 13.4. D'Orso.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento a mia prima firma è un emendamento chirurgico che cerca di correggere veramente quella che è la distorsione più eclatante dello strumento del Daspo, così come lo state estendendo voi. Mi fa specie che lo stiate estendendo in questo modo proprio voi e vi spiego perché.
Cosa miro a fare con questo emendamento? Ad eliminare, quantomeno, l'applicazione del Daspo urbano nei confronti di coloro che risultino denunciati.
Io veramente non comprendo soprattutto la posizione di coloro che nelle forze di maggioranza si definiscono garantisti: garantisti lo siete, ma siete affetti da un garantismo selettivo, perché per voi le denunce strumentali, evidentemente, possono arrivare solamente ai presidenti di regione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) o agli amministratori locali oppure ai funzionari di alto rango. Ai poveri cristi denunce strumentali da parte, ad esempio, del vicino di casa che nutre un'antipatia non possono arrivare. Infatti, voi fate questo: voi state andando a compromettere la libertà di movimento, di circolazione, che è una libertà costituzionalmente garantita, anche nei confronti di coloro che vengono attinti da una denuncia per qualsiasi tipo di reato contro la persona, ma anche contro il patrimonio, lo diceva bene il collega Devis Dori.
Io vi inviterei a leggere l'elenco infinito di reati che sono inseriti nel Titolo XIII del codice penale, che riguarda i delitti contro il patrimonio, anche mediante frode. Ci sono molte fattispecie che nulla hanno a che vedere, peraltro, con quella che voi stessi definite “questione sicurezza urbana”.
Mi meraviglio sempre, riuscite sempre a meravigliarmi, però, ci sono sempre spiegazioni alle cose. Ripeto: voi non siete garantisti e mi dispiace per il collega Calderone che ieri ha fatto una discettazione sulla compatibilità tra garantismo e sicurezza, qua e là. Siamo stati tutti colpiti da questo bellissimo discorso, ma se si viene poi alla resa dei conti, cioè a guardare i fatti e a come votate, voi state votando - e lo dico veramente a Forza Italia in primis - contro un emendamento che sta eliminando quella che probabilmente sarà un'aberrazione.
Aggiungo, infine, un'ultima notazione: ma se le denunce vengono archiviate, il soggetto cosa deve fare? Deve spendere soldi per fare un ricorso per farsi annullare il provvedimento amministrativo del Daspo urbano? Perché neanche questo siete stati capaci di prevedere, cioè non siete stati neanche capaci di mettere due righe che magari in qualche modo facevano decadere e revocare d'ufficio immediatamente il Daspo urbano nel momento in cui arriva un'archiviazione di quella famosa denuncia che può pure essere strumentale. È questo quello che state facendo e lo dobbiamo raccontare ai cittadini, perché chiunque potrà essere raggiunto da un Daspo urbano avendo così compromessa la libertà di circolazione e magari anche quella di andare a lavorare.
Il Daspo urbano lo state prevedendo nelle stazioni ferroviarie e, quindi, l'accesso sarà impedito a stazioni ferroviarie, porti e aeroporti. Ma ai pendolari che cosa andiamo a dire? Che non possono andare neanche a lavorare perché magari sono attinti da una denuncia strumentale? Ripeto, le denunce strumentali, che voi siete tanto bravi a raccontare, non arrivano solo ai presidenti di regione, quelli che voi volete difendere. Veramente non ci sono parole: siete una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 13.3 Mauri e 13.4 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 82).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 13.6 Serracchiani e 13.8 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 83).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.1000 Giuliano, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).
Passiamo alla votazione dell'articolo 13. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. L'articolo 13 prevede, tra le altre cose, l'estensione della misura cautelare più gravosa che esiste, quella dell'arresto, e, in particolare, incide oltretutto su un caso eccezionale, quello dell'arresto differito, che presuppone il mantenimento in essere della flagranza, e nell'utilizzare la misura cautelare più invasiva, quella dell'arresto, e di utilizzarla nel caso più eccezionale del nostro ordinamento, quello che presuppone la flagranza a distanza di 48 ore, introduce anche una novità nel nostro ordinamento, cioè che un reato per il quale è previsto l'arresto facoltativo e non obbligatorio venga trattato come i casi nei quali l'ordinamento prevede l'arresto obbligatorio. Quindi, un caso veramente eccezionale e limite, che estende significativamente l'utilizzo delle misure cautelari, in particolare quella dell'arresto in carcere di un cittadino.
Se non sbaglio qualche settimana fa, quando chiudemmo i lavori prima della pausa agostana, in quest'Aula alcuni partiti della maggioranza, Lega e Forza Italia, si alzarono in quest'Aula e presentarono degli atti che il Parlamento ha votato - non noi, ma la maggioranza sì - con i quali spiegavano che era del tutto opportuno lavorare per ridurre l'utilizzo delle misure cautelari, in particolare quelle dell'arresto, e facevano riferimento al caso della Liguria e del presidente Toti. Quindi, sostanzialmente questo Parlamento un mese fa decide che l'indirizzo è quello di ridurre l'utilizzo delle misure cautelari e della carcerazione preventiva a fronte di ciò che è successo in Liguria e un mese dopo dichiara che occorre estendere le misure cautelari e l'arresto delle persone, in fase di indagine evidentemente, in alcune altre ipotesi. Ora io chiedo come sia possibile, per la Lega e per Forza Italia, votare in questo caso a favore di questo articolo oppure argomentare sulla loro coerenza e sulla loro credibilità in quest'Aula e in questo momento. La verità è che evidentemente il Governo non ha interesse, come ha più volte detto, a lavorare sulla riscrittura del modello delle misure cautelari e dell'arresto, ma, evidentemente, ha più interesse a valorizzare il diritto penale del nemico, cioè utilizzare ideologicamente il diritto penale per sanzionare coloro che vengono ritenuti nemici o avversari del sentimento della maggioranza e, invece, adottare un diritto penale benevolo verso coloro che, invece, vengono percepiti come più vicini alla maggioranza di turno. Noi crediamo che sia un grave errore che denota ancora una volta l'incoerenza e le contraddizioni clamorose di questa maggioranza e, in particolare, di Lega e Forza Italia, in questo caso, che assumono una posizione parlamentare opposta a quella di alcune settimane fa.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 85).
(Esame dell'articolo 14 - A.C. 1660-A?)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
AUGUSTA MONTARULI , Relatrice per la maggioranza per la I Commissione. Parere contrario su tutte le proposte emendative.
PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza?
RICCARDO MAGI , Relatore di minoranza per la I Commissione. Favorevole su tutte le proposte emendative.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Parere contrario su tutte le proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 14.1004 Boschi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cuperlo. Ne ha facoltà.
GIANNI CUPERLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. In meno di due anni di Governo voi avete introdotto 8 nuovi reati nel codice penale. Si tratta di norme diverse sulle quali anche noi da questi banchi abbiamo espresso giudizi diversi, ma per alcune di queste norme esiste, a nostro avviso, un filo comune che ci allarma e quel filo è la logica che punisce le forme della protesta e del dissenso, anche quando espresse in modalità pacifica e non violenta. Su questo terreno, colleghi, il concetto di sicurezza c'entra molto poco, praticamente nulla, nel senso che noi non siamo di fronte ad alcuna emergenza sociale o dell'ordine pubblico; noi siamo davanti, invece, alla scelta di neutralizzare quel dissenso utilizzando ed estendendo le norme e gli strumenti dell'azione penale. Questo articolo è particolarmente significativo da questo punto di vista, perché il reato di blocco stradale rientra esattamente, a nostro avviso, in questa fattispecie e in questo modello e anche in questo caso - lasciatevelo dire - con delle conseguenze che voi non prendete in considerazione. Pensate un istante al caso di un presidio studentesco, ragazzi, ragazze, giovanissimi e adolescenti davanti a una scuola. Se un migliaio di questi ragazzi occupa fisicamente la sede stradale rischia di incorrere in un reato penale. Ora, colleghi, voi potreste risponderci che è comunque peggio finire manganellati, ma se si evitassero entrambe le soluzioni noi crediamo sarebbe molto meglio. Fatemi aggiungere solo una notazione. Guardate, il diritto alla disobbedienza o alla resistenza ha delle radici molto antiche, colleghi, almeno dal mito di Antigone, che concede sepoltura a Polinice e dinanzi a Creonte rivendica quel gesto in nome di un diritto naturale superiore alla legge. Ma venendo più vicino a noi, dopo la Seconda guerra mondiale quel diritto di resistenza venne introdotto nella Costituzione tedesca e fu oggetto di dibattito anche nell'Assemblea costituente del nostro Paese. Nel caso nostro a formulare una proposta specifica su questo punto fu Giuseppe Dossetti, non un estremista. Recitava così la proposta di Dossetti: “La resistenza, individuale e collettiva, agli atti dei pubblici poteri che violino le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla presente Costituzione, è diritto e dovere di ogni cittadino”.
Non era un caso - lo sapete - se tra tutti i cosiddetti professori costituenti, Lazzati, Fanfani, La Pira e Moro, Dossetti fosse il solo che aveva partecipato alla lotta partigiana. La discussione comunque fu molto lunga e molto articolata, pensate che durò quasi un anno, e Aldo Moro intervenne a chiarire il legame tra il secondo e il terzo articolo della Carta, spiegando che al singolo o alla collettività spettava - è il Presidente Moro che recita queste parole - la resistenza contro lo Stato se esso, avvalendosi della sua veste di sovranità, avesse tentato di menomare i diritti sanciti dalla Costituzione e dalle leggi. Alla fine, quel principio non venne inserito nel testo votato, ma, come vedete, nel disinteresse di quest'Aula, voi comunque state maneggiando una materia assai delicata e molto sensibile, perché attiene alla sfera della libertà individuale e dell'etica dello Stato, con un'ultima differenza rispetto ad oggi, ed è che quelle figure, che riflettevano sul legame tra lo Stato e la libertà di espressione, la libertà di critica, la libertà di dissenso, quelle figure, quelle personalità, erano segnate dalla tragedia della dittatura e, dunque, sapevano di cosa stessero parlando. Voi lo fate, invece, nella totale rimozione di quella parabola.
Qualche giorno fa, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni - lo abbiamo appreso dalle agenzie -, in una sede di partito, ha dichiarato testualmente: stiamo scrivendo la storia. Io direi che, più modestamente, voi state soltanto provando a riscriverla e, purtroppo, lo fate, ancora una volta, storpiandone il senso e, lasciatevelo dire, con una pessima calligrafia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. Dentro un provvedimento complessivamente pessimo, questo articolo eccelle dal punto di vista del suo profilo antisociale e illiberale, oltretutto, per il suo carattere di repressione del dissenso, addirittura, con uno scopo preventivo rispetto a quello che normalmente accade nella società. Come è stato detto prima, in alcuni passaggi e nell'illustrazione della nostra posizione da parte del collega Dori, adesso ho sentito altre parole in questo senso, chi sono i soggetti che sono presi di mira da questo articolo? Perché è solo così che capiamo di cosa si tratta. Si è detto: gli attivisti climatici, per esempio. Sono il primo obiettivo questi giovani che nel nostro Paese, spesso, sì, si mettono per strada e, come dice la norma, mettono il proprio corpo a significare il tentativo di indicare un'altra strada, di opporsi alle misure di un Governo, all'incapacità di guardare al futuro del mondo e delle nuove generazioni in particolare. È stato detto: gli studenti, che molto spesso stanno per strada, in modo non organizzato, non chiedono il permesso per una manifestazione, che di fronte a una situazione che riguarda le loro vite o a fatti - diciamo così - che riguardano la scuola e la formazione scendono in strada. E molto più spesso, questa è una cosa particolarmente grave, ciò che porta a quello che sarà, nella vostra idea, un vero e proprio reato, è la protesta spontanea. Tante volte la protesta spontanea è quella degli operai, è quella dei lavoratori che, di fronte alla notizia della chiusura, della possibilità della chiusura della fabbrica, prima ancora che le organizzazioni sindacali mettano in campo una protesta organizzata, scendono per strada, fanno la cosiddetta protesta spontanea ed essendo spesso centinaia, normalmente, creano disagio al traffico veicolare. Ecco, questa è quella parte di dissenso sociale, di protesta, di manifestazione, giustamente tutelata anche dalla nostra Carta costituzionale, alla quale voi mettete mano, che voi pensate di poter fermare, di potere, soprattutto - è ancora peggio -, spaventare, perché oggi quando succede questa cosa, per fortuna, in questo Paese, nella stragrande maggioranza dei casi, queste situazioni vengono gestite anche dalle Forze dell'ordine spesso con grande oculatezza, con senso di responsabilità. Sono tutte situazioni assolutamente gestibili, appunto perché, poi, alla fine, rientrano, fino ad oggi, tra le violazioni di norme che producono soltanto sanzioni amministrative. Voi, facendole ridiventare un reato penale, producete davvero un disastro dal punto di vista sociale, producete processi, producete paura, producete difficoltà, producete una difficoltà nella società a esprimersi liberamente rispetto ai problemi della società stessa, per quelle cose che ho detto, per gli studenti, gli attivisti climatici, i lavoratori, di fronte alla loro vita. Non potete, lo ripeto, non potete chiudere tutto questo dentro una dimensione penalistica.
State facendo una cosa davvero estremamente grave, rispetto alla quale, non solo, noi ci opponiamo oggi, in quest'Aula, ma continueremo a opporci (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU (PD-IDP). Presidente, intervengo a titolo personale, solo per dire che sono passati solo due anni da quando, in quest'Aula, la Presidente Giorgia Meloni si rivolse alle ragazze e ai ragazzi di questo Paese e disse: avrò sempre simpatia per chi protesta. Ecco, leggere questa norma a distanza di due anni ci fa pensare che ne sembrano trascorsi venti. E l'aspetto più grave di questo provvedimento è che viene criminalizzata anche quella protesta, quella protesta non violenta, quella protesta in cui qualcuno anche gandhianamente sceglie di utilizzare il proprio corpo come strumento per opporsi e per protestare. E lo si fa utilizzando e strumentalizzando, ancora una volta, il diritto alla mobilità, alla libera circolazione. Ecco, un aspetto grave è che nei tanti decreti che vengono portati avanti da questo Governo non si trova mai il tempo di affrontare davvero il problema della libera circolazione nel nostro Paese, perché non sono certo fermati dagli studenti che protestano la libera circolazione, il diritto alla mobilità o la differenza che c'è, a seconda dell'indirizzo di residenza, tra essere cittadino di serie A o cittadino di serie B.
Ecco, chiederemmo al Governo di mettere da parte l'ascia di guerra nei confronti dei cittadini che protestano e degli studenti che protestano e di cominciare ad affrontare davvero il grande tema del diritto alla mobilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). Presidente, intervengo, intanto, per chiedere di sottoscrivere l'emendamento, che condividiamo totalmente, e poi per sottolineare una cosa e per fare anche una domanda al Governo, se mai volesse darci una risposta. Per quale ragione, signor Sottosegretario, chi blocca per una protesta le strade, le autostrade e il raccordo anulare con un trattore continua ad avere una multa amministrativa e chi, invece, occupa le strade per una protesta, utilizzando il proprio corpo, rischia una pena da sei mesi a due anni? Non è che voi ce l'avete un po' con gli attivisti climatici? Non è che quelli che vanno a protestare con i trattori vi stanno più simpatici e allora non bisogna punirli? Delle due, l'una, o le punizioni riguardano tutti o nessuno. In questo caso, sarebbe meglio nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Colleghi se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.1004 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 86).
Passiamo agli identici emendamenti 14.1003 Boschi, 14.4 Mauri e 14.5 Ascari.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Signor Presidente, molti colleghi hanno sottolineato la natura liberticida di questo articolo, di questo provvedimento. Io vorrei, però, provare a scendere un po' più nel concreto e parlarvi anche di una storia, tra l'altro, di una vertenza riuscita, conclusasi bene, anche grazie alla triangolazione originale tra istituzioni locali, istituzioni nazionali e sindacato. Le parlo della vertenza Whirlpool di Napoli, iniziata nel giugno 2019. Vede, quei lavoratori e quelle lavoratrici, che sono stati salutati da tutta la politica come eroi, come persone che si battevano per il proprio posto di lavoro, signor Presidente, hanno fatto, nell'arco di tre anni, dieci blocchi stradali. Hanno bloccato le Ferrovie dello Stato, hanno bloccato il porto turistico e commerciale di Napoli, hanno bloccato l'aeroporto. Centinaia e centinaia di lavoratori, con il sostegno della popolazione locale che era in campo per difendere un presidio produttivo. Ora, se questo articolo fosse stato in vigore in quel periodo, quelle lavoratrici e quei lavoratori avrebbero avuto fino a due anni di carcere. E lo dico soprattutto ai colleghi del centrodestra, alcuni dei quali sono venuti anche con me in quella fabbrica, più volte, a parlare con i lavoratori e ad elogiare la loro lotta. Guardate che quella soluzione è stata in campo anche perché quei lavoratori e quelle lavoratrici non si sono arresi e hanno utilizzato forme di lotta che oggi voi considerate fuorilegge e perseguibili penalmente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Togliamo di mezzo l'ipocrisia, signor Presidente: qui avete davanti una stagione difficile. Se andiamo a guardare i dati della produzione industriale, purtroppo crolla. E se andiamo a vedere i dati della Cassa integrazione, soprattutto nei settori produttivi, cresce del 53 per cento rispetto allo scorso anno. Cari colleghi e care colleghe, siete davvero convinti che si possano risolvere conflitti sociali complicati con la forza delle pene e con la forza del carcere? Pensate davvero di attraversare questo autunno difficile con le pene e, magari, con il manganello, e con un'idea della Polizia che ricorda Scelba alla fine degli anni Quaranta? Questa è la domanda che vi pongo. Per questo io sono molto preoccupato rispetto a questa scelta, non soltanto per la deriva panpenalistica, come viene detto, ma proprio per la sua applicazione concreta. Per questo vi chiedo di rivedere questa decisione e di cancellare l'articolo 14 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Questa è veramente l'ennesima norma “bandierina”, di propaganda, che mette in evidenza diversi aspetti critici. Prima di tutto, il metodo - è bene ricordarlo -, in cui c'è stata la compressione totale del dibattito all'interno della Commissione Giustizia, in cui siamo stati costretti a interventi limitati, soprattutto su argomenti così delicati, e ad un'approvazione nel buio delle tenebre. E ancora: nessun audito che è stato convocato, è stato ascoltato e ha messo in evidenza la gravità di questa norma, in particolare dal punto di vista della tecnica legislativa, completamente sbagliata, piena di errori, con una pena sproporzionata, in violazione di tutti i princìpi del diritto penale. Quindi una norma dettata unicamente dall'arroganza. Questa è proprio una scia che continua e che vuole reprimere e attaccare ogni forma di dissenso pacifico, in ogni sua forma. Questa strada che si sta percorrendo è estremamente pericolosa, anche alla luce di un'informazione che, purtroppo, non mette in luce quanto sta avvenendo all'interno delle Aule parlamentari.
Con questo disegno di legge scellerato, introducete nuovi reati e nuove aggravanti di pena e, ripeto, andate a colpire tutte le manifestazioni democratiche di espressione di un dissenso. Penso alle manifestazioni contro le guerre, a cominciare da quelle contro il genocidio di Gaza, che, ormai, ha portato oltre 40.000 vittime, di cui 17.000 bambini, di cui questo Governo non dice una parola, e sono stati repressi con le manganellate. Ancora, penso alle manifestazioni contro la costruzione di nuovi insediamenti criminali militari. E ancora, penso alle proteste pacifiche contro le grandi opere che portano a catastrofi e a danni ecologici e ambientali, e a quelle contro la speculazione energetica. Per arrivare, poi, alla norma di repressione pacifica, all'interno degli istituti di pena, di un detenuto che non vuole rientrare in una cella piena di formiche e cimici, all'interno di luoghi sporchi e insalubri, in cui il caldo è soffocante. Tutto questo viene criminalizzato. Si colpisce l'emarginazione, la fragilità, lo status della persona, e non il reato. Fino ad arrivare a questa norma che è abominevole, perché va a colpire il blocco pacifico stradale, e io vi dico che sarò una delle prime che verrà sicuramente imputata di questo nuovo reato. Infatti, io non smetterò di andare fuori da tutte quelle fabbriche in cui i lavoratori e le lavoratrici vengono sfruttati all'interno di un sistema di caporalato industriale, in cui un'azienda appalta a un'altra azienda, che subappalta a cooperative che, nel giro di due o tre anni, spariscono e non pagano i lavoratori, i quali vengono letteralmente mandati in un circuito gravissimo di disperazione. Si sanziona la lotta sindacale, politica e sociale, e soprattutto si legittima, al massimo livello, ogni potestà di reprimere, e questo veramente a danno dei cittadini e delle cittadine (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire, a titolo personale, l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Se la ratio è di aumentare le pene e le sanzioni per chi crea dei caos al traffico su strada ferrata, come dice l'articolo, allora al Ministro dei Trasporti, che durante tutto il caos di quest'estate commentava le Olimpiadi e diceva che c'era traffico perché c'erano troppi passeggeri, cosa dobbiamo fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Cosa dobbiamo fare a lui? So che tanto a voi non frega niente, perché, quando siete in ritardo, come Ministri, fate fermare un treno dove vi pare e potete andare tranquillamente dove volete (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento, dunque passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 14.1003 Boschi, 14.4 Mauri e 14.5 Ascari, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 87).
Passiamo all'emendamento 14.1000 Giuliano. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghio. Ne ha facoltà.
VALENTINA GHIO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Nel sottoscrivere questo emendamento, ci sembra importante sottolineare che, ancora una volta, il Governo con questo articolo mostra la sua insofferenza al dissenso, la sua insofferenza alla libera espressione delle idee. Con questo articolo, che trasforma il blocco stradale con il corpo da illecito amministrativo a illecito penale, state facendo diventare questo Paese sempre più repressivo e illiberale. Stiamo parlando dell'introduzione di una norma davvero sproporzionata: chi si trova con la propria persona in strada a manifestare e ad esprimere il proprio dissenso, talvolta la propria disperazione, rischia il carcere, mentre ci troviamo anche nel paradosso che chi blocca con mezzi, ad esempio con trattori, non con il solo corpo, rischia sanzioni più lievi.
Ma siete consapevoli - e lo dico a tutti, colleghi e colleghe - che attualmente ci sono oltre 50 tavoli di crisi aziendali attive? Che ci sono circa 60.000 lavoratori che stanno rischiando il posto di lavoro? Che ci sono circa 300.000 famiglie coinvolte che potrebbero rimanere senza reddito? E voi che risposte date a questi lavoratori disperati? Non solo non vi occupate di attivare politiche industriali degne di questo nome, ma togliete loro anche il diritto di esprimere la loro disperazione; togliete loro la possibilità di richiedere aiuto e sostegno alle istituzioni. Oppure, pensate ai ragazzi e alle ragazze che cercano di recuperare fiducia nelle istituzioni. Parliamo tanto di astensionismo, dell'allontanamento dalla partecipazione! Togliete a questi ragazzi il diritto di manifestare liberamente, il diritto di tornare ad occuparsi del loro futuro. Quindi, come potete pensare che recuperino fiducia nella politica come strumento per cambiare in meglio la vita delle persone, se togliete loro la possibilità di esprimere il proprio dissenso?
Con questo provvedimento, con questo articolo avete scelto la via della sospensione delle libertà e, non riuscendo a risolvere tanti problemi, criminalizzate la libera espressione del dissenso; con questo provvedimento vi allontanate in modo esponenziale dalla nostra Costituzione che dice che tutti - tutti - hanno il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero. Con questo provvedimento ponete questo Paese in una dimensione sempre più lontana dalle democrazie liberali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Tra tutti i soggetti per i quali avremmo potuto trasformare una sanzione amministrativa in un reato penale si è scelta la parte non criminale, e cioè i giovani; un po' come si è fatto con i rave party: sono stati criminalizzati ragazzi che facevano delle feste, ed il risultato è stato - mi sembra - tre denunce in un anno e mezzo.
Mi domando: come mai ci si accanisce contro gli studenti o contro i lavoratori? Questo articolo non è stato fatto come avevamo chiesto noi di AVS, addirittura con un ordine del giorno che era stato votato dal Parlamento, trasformando da reato amministrativo a reato penale l'odiosa azione dei parcheggiatori abusivi. Quelli no, quelli non li abbiamo toccati. Gli studenti sono diventati il nemico pubblico numero uno e, invece, chi commette quotidianamente estorsioni sul nostro territorio - oggi c'è la prima pagina del Mattino, “Parcheggiatori abusivi: ecco il sistema” - in questo decreto non c'è, incredibilmente, nonostante gli ordini del giorno e le proposte di legge che abbiamo presentato.
Noi, ovviamente, presenteremo un altro ordine del giorno, però - e concludo - ci domandiamo: perché c'è un accanimento così forte nei confronti di chi fa proteste di carattere ideologico, politico e sociale e non nei confronti di chi svolge attività criminali (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mauri. Ne ha facoltà.
MATTEO MAURI (PD-IDP). Ma quanto vi piace mandare in galera la gente? Ma a voi quanto piace minacciare i ragazzi o i lavoratori che stanno perdendo il lavoro o chi prova a difendere l'ambiente (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Ma quanto vi piace minacciarli di mandare in galera? È questa la vostra idea di democrazia? Tutti zitti, tutti a casa perché voi volete comandare (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Mi rivolgo, per il suo tramite, ai tanti colleghi di maggioranza che sono presenti qui. Quante volte siamo stati chiamati dalle organizzazioni sindacali di fronte a una fabbrica? Quante volte siamo andati, anche non necessariamente ognuno con la sua divisa, ma come rappresentanti del territorio? E quante volte abbiamo visto e assistito a forme di protesta come quelle del blocco stradale, perché a quei lavoratori disperati non rimaneva altro per provare ad attirare l'attenzione dell'opinione pubblica?
E io mi chiedo: ma con che faccia, in che modo andremo a dire - perché poi, alla fine, spesso siamo tutti assimilati - che lo Stato, di fronte a persone disperate, che si sono viste dall'oggi al domani togliere il posto di lavoro, come risposta, inasprisce le pene e passa dall'illecito amministrativo all'illecito penale? Questo l'ho detto ieri in sede di discussione generale: è uno di quegli articoli che, qualora fosse malauguratamente approvato anche nel passaggio al Senato, porterebbe fuori il nostro Paese dal novero delle democrazie liberali. Questa è una norma liberticida, l'ho detto ieri e lo ripeto: fermatevi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Io ho scoperto chi è il vostro consulente che vi ispira questi provvedimenti! È il famoso comico Bracardi che urlava “In galera!”. Ve lo ricordate? E voi avete preso solo questo pezzo, state facendo la vostra azione di Governo prendendo una cosa divertente di un comico, però voi non fate per niente ridere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.1000 Giuliano, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 88).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.1001 Giuliano, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 89).
Passiamo alla votazione dell'articolo 14.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI (PD-IDP). La ringrazio, signor Presidente. Ecco, questo articolo è, diciamo, uno dei peggiori di un pessimo provvedimento, non troverei altri aggettivi; un pessimo provvedimento, perché crea nuovi reati quando non ce ne sarebbe bisogno, aumenti di pena senza andare mai alla radice dei problemi e senza investire un solo centesimo nella sicurezza. Allora, di che sicurezza parliamo, se poi non si immettono risorse per conseguire quella sicurezza? Questo è un articolo contro: contro le lavoratrici e contro i lavoratori.
Complimenti, signor Sottosegretario, vi fa onore accanirvi contro le lavoratrici e i lavoratori, ma anche contro i ragazzi e i non troppo giovani, gli ecoattivisti che protestano, perché sono loro che a volte ricorrono al blocco stradale.
Che vuol dire blocco stradale? Blocco stradale vuol dire cercare di attirare l'attenzione su richieste più che legittime a volte. Allora, lo si fa perché magari la stampa ignora quell'istanza o perché l'opinione pubblica non è informata o perché il Governo volta le spalle a quelle richieste.
Nei mesi scorsi - lo hanno detto i colleghi e lo abbiamo visto in diverse situazioni di lavoratrici e lavoratori di aziende in crisi - hanno occupato la strada; certo che lo hanno fatto, ma era anche legittimo farlo, perché in ballo c'era la perdita del loro posto di lavoro. Però quando lo hanno fatto gli agricoltori, allora no, no, sugli agricoltori va tutto bene, perché tanto si aizzavano gli agricoltori contro Bruxelles; allora sì, loro possono protestare.
Vede, Presidente, reprimere con il carcere, mandando le persone in galera per dissenso non violento non è democratico! Questo lo dobbiamo capire tutte e tutti. Lo diceva il collega Fornaro molto bene: siamo oltre la democrazia liberale. Noi stiamo tappando, anzi voi state tappando la bocca alle persone, non consentite loro più neanche di protestare e li minacciate con il carcere, come si fa a Mosca (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! A Mosca si usano questi metodi. Questo che state facendo è liberticida. Questo che state facendo è una minaccia allo Stato di diritto.
Vedete, riguardo alla regola sul blocco stradale, nel 1999 la norma che colpiva questo tipo di azione fu depenalizzata. Poi arrivò Salvini, nel 2018, ma arrivò fino a un certo punto, ebbe buon senso quasi quasi e fu deciso di introdurre l'illecito amministrativo. Adesso, invece, ci spingiamo, anzi vi spingete oltre, e addirittura prevedete il carcere, prevedete la pena detentiva da sei mesi a due anni se è un gruppo di persone a bloccare la circolazione per protestare per una causa che, per quelle persone, è una causa più che legittima.
Ecco, allora, non vi dovete scandalizzare se diciamo che questo provvedimento è liberticida, ma non dovete neanche rimanere indifferenti. State lì come se la cosa non vi riguardi. Ma ci volete pensare a quello che state facendo? Non è un caso, Presidente, che tutti gli emendamenti su questo articolo sono soppressivi, perché non è un articolo accettabile! Quello che voglio dire è che punite proprio le persone, perché, se il blocco stradale si fa col cassonetto, non c'è questo accanimento. Si ha l'accanimento solo se lo fanno le persone con il proprio corpo.
Allora, mi chiedo: che avreste fatto con Aldo Capitini - non so se lo conoscete, voi, della maggioranza -, con Danilo Dolci? Che avreste fatto con loro? Loro sono i padri della cultura non violenta in Italia. Li avreste mandati in galera? Voi avreste mandato in galera anche Gandhi.
Ciò veramente dimostra una deriva securitaria repressiva, che state mettendo in atto. Per questo, l'unico modo è votare convintamente contro, con emendamenti soppressivi, perché non c'è altro da salvare in quest'articolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie. Solo per dichiarare il voto convintamente contrario su questo aberrante articolo da parte del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.
DARIO CAROTENUTO (M5S). Intervengo, a titolo personale, Presidente, solo per dire che voi abolite i reati per i colletti bianchi e ne create di nuovi per tutti gli altri. Questa è la vostra ricetta di sicurezza: forti con i deboli e deboli con i forti.
È tutto qua; è così che possiamo riassumere anche questo disegno di legge, come tutta questa legislatura, in cui voi, Fratelli d'Italia e Lega, state facendo un po' a gara a chi tiene la faccia più cattiva, a chi si dimostra più duro. Peccato che la legalità sia un'altra cosa. Legalità significa far valere il principio rieducativo anche della pena. Legalità significa garantire a tutti opportunità dignitose. Legalità significa equità. In questa legislatura, però, stiamo vedendo altro, stiamo vedendo come ve la prendete anche con le persone più fragili.
PRESIDENTE. Concluda.
DARIO CAROTENUTO (M5S). Un collega, qualche settimana fa, diceva come, per voi, i reati dei colletti bianchi vadano depenalizzati e, invece, guai a fare una richiesta per il reddito di cittadinanza che non aveva titolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Penso che i deputati di maggioranza che hanno proposto questa norma e che si accingono a votarla abbiano la consapevolezza che sta segnando una svolta dal punto di vista storico, non solo nel nostro ordinamento, ma anche per la qualità della nostra democrazia. Chi mi ha preceduto ha detto in maniera puntuale quali possono e saranno le conseguenze, ma è bene ricordarlo. Pensiamo agli operai della Whirlpool, una battaglia che ha coinvolto famiglie, che con angoscia hanno visto cadere la possibilità di avere una tranquillità economica; non solo i lavoratori e le lavoratrici, ma anche figli e familiari, hanno occupato le strade. Penso agli operai dell'ex Ilva, che hanno occupato le strade. Penso a tantissime battaglie, fatte in nome della difesa del lavoro, che hanno occupato le strade per rivendicare un diritto, tra l'altro costituzionalmente tutelato.
Bene, oggi, la vostra risposta alle crisi sociali di questo Paese è il carcere. Questo è quanto di più drammatico di cui vi state rendendo responsabili e che segna una svolta nel nostro Paese, dal punto di vista sia della trasformazione del nostro ordinamento in una natura drammaticamente illiberale, sia della qualità della democrazia.
Signor Presidente, per suo tramite, mi rivolgo ai deputati della Lega per ricordare quando, insieme al loro leader, Matteo Salvini, occupavano le strade in Val Camonica (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), per tutelare il lavoro degli operai della Riva di Cerveno. Occupavano e Salvini diceva: sarà solo l'inizio, bloccheremo l'Italia. Siete degli irresponsabili (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)! Cambiate idea, calpestate la democrazia, i diritti sociali, ve la prendete con i più deboli, con i più giovani, e depenalizzate i reati che in questo Paese - come sapientemente qualcuno prima di me ha detto - riguardano i colletti bianchi, dall'abuso di potere e d'ufficio, fino ai reati strettamente legati a quelli di corruzione. Vi dovete fermare, perché quello che state facendo è un qualcosa che non attiene alla sicurezza del Paese. È silente il Ministro Piantedosi rispetto agli aumenti della microcriminalità e della criminalità nel nostro Paese. Ve la prendete con i più deboli, su aspetti che non riguardano assolutamente il tema della sicurezza, ma, rispetto alla crisi sociale e ambientale del nostro Paese, quello che pensate di dare è il carcere. Ecco la svolta illiberale, anche di natura orbaniana, che state seguendo in questo Paese. Fermatevi, perché questa Italia non merita questa svolta (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo velocemente, a titolo personale, perché anch'io ci tengo a sottolineare alcune cose. Sono proprio provvedimenti come questo, misure come questa, che rendono chiaro ed evidente il volto di questo Governo, il volto di chi ha paura del dissenso.
Anziché affrontare e dialogare con chi manifesta le proprie idee, con coloro che manifestano pacificamente qualcosa che, per loro, non va nel Paese, per questo Governo c'è una sola strada, la punizione, solo quella. Lo si fa anche in modo codardo, perché, quando, da un lato, ci è stata mostrata tutta la forza, come, per esempio, contro gli attivisti ambientali, dall'altro, si è stati codardi, quando, invece, a bloccare le strade erano gli agricoltori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); lì no, lì no. Allora, per l'ennesima volta, sono qui a dirvi: “Vergogna” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. A titolo personale. Tutto questo provvedimento è permeato di una voglia di autoritarismo, una voglia repressiva. Ogni articolo trasuda questo. A riguardo, a mio parere, l'articolo 14 è particolarmente emblematico perché, improvvisamente, introduce una fattispecie penale e, quindi, questa maggioranza, questo Governo, dà sfogo alla voglia di mandare i disgraziati in galera. La verità è una sola, Presidente, e concludo: che questa maggioranza ha paura del dissenso ed è incapace di dialogare con la società civile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Ha un'unica risposta: la galera! Invece, per gli amici, per i potenti, per i corrotti e per i corruttori: braccia larghe. Hai sbagliato? Ti perdoniamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, Presidente. A titolo personale. Io non voglio stigmatizzare il fatto che si proceda alla creazione di un nuovo reato del quale, evidentemente, non c'era alcun bisogno, perché i colleghi prima di me ne hanno ampiamente parlato. Invece, vorrei proporre un combinato disposto - come si usa dire - tra questa norma e quella che abbiamo analizzato prima: parlo dell'articolo 13.
Ora l'ipotesi che prospetto è questa: se qualcuno dei manifestanti - parliamo di blocchi stradali, quindi, ci sono magari operai, manifestanti per diritti civili e per ogni genere di questione - viene anche solo denunciato - quindi, non è condannato; una persona incensurata viene anche solo denunciata per una fattispecie di danneggiamento - può essere destinatario di un Daspo ad opera del questore, quindi, non dell'autorità giudiziaria. Questo cosa significa, quindi?
PRESIDENTE. Concluda.
ENRICA ALIFANO (M5S). Significa che gli sarà inibito l'accesso, ovviamente, a stazioni e aeroporti, con una limitazione della libertà enorme. Questa, quindi, potrebbe essere l'ulteriore ricaduta dell'approvazione di queste norme (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se non vi sono ulteriori richieste di intervento, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione) (Dai banchi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle, si grida: “Vergogna!”).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 90).
PRESIDENTE. Si è così concluso l'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 14. Poiché in sede di Comitato dei nove non sono stati espressi i pareri di competenza sugli emendamenti riferiti ai successivi articoli, chiedo al presidente della Commissione giustizia come intenda procedere.
CIRO MASCHIO, Presidente della II Commissione. Grazie, Presidente. Come già anticipato, anche in sede di Comitato dei nove, essendosi concluso l'esame degli emendamenti sui quali già sono stati espressi i pareri, chiediamo alla Presidenza una sospensione di circa 30 minuti per riconvocare il Comitato dei nove e poter rendere i pareri sugli articoli mancanti (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).
Presidente, colgo anche l'occasione per tentare di chiarire, una volta per tutte, un concetto che mi pare che in queste settimane non sia stato molto chiaro. Vede, io non ho mai partecipato allo sport della corsa a scrivere al Presidente della Camera, lamentando inesistenti violazioni del Regolamento o allo sport del lancio di agenzie, anche questo su inesistenti violazioni. Non l'ho fatto neanche quando è stato quasi assaltato il banco della presidenza delle Commissioni congiunte I e II, interrompendo i lavori e anche rivolgendo insulti irripetibili a colleghe della maggioranza da parte di alcuni deputati (Commenti del deputato Pellegrini). Ho sempre pensato che si dovesse lavorare per risolvere le questioni, anziché correre a lamentarsi dal Presidente della Camera. Però, vorrei chiarire un concetto, una volta per tutte: da quanto mi risulta, la Presidenza della Camera e la presidenza della I e della II Commissione non hanno mai violato il Regolamento; anzi, hanno sempre rispettato le prerogative dei colleghi della maggioranza e dell'opposizione e continueranno a farlo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Proteste di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Colleghi, per favore!
CIRO MASCHIO, Presidente della II Commissione. Quindi, credo che ci sia un altro sport che deve finire: quello del tiro al bersaglio alle presidenze (Proteste di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)…
PRESIDENTE. Per favore! Colleghi!
CIRO MASCHIO, Presidente della II Commissione. ...per delegittimare il lavoro delle Commissioni.
PRESIDENTE. Presidente Maschio, deve concludere.
CIRO MASCHIO, Presidente della II Commissione. Concludo dicendo che ci sta ed è giusto che ci sia la normale dialettica parlamentare, ma finiamola di delegittimare inutilmente il lavoro di chiunque (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Presidente Maschio, se siamo arrivati fino a questo punto e se i lavori stanno avanti è perché sono in perfetta aderenza al Regolamento, evidentemente. Chiede di parlare l'onorevole Alfonso Colucci, sull'ordine dei lavori? Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI (M5S). No, Presidente, noi davvero non ci stiamo! Non ci stiamo a queste dichiarazioni. Se il presidente Maschio ritiene che ci siano state delle violazioni da parte...
PRESIDENTE. Scusi onorevole, ha detto che non ci sono state violazioni, quindi...
ALFONSO COLUCCI (M5S). No, è un gesto di benevolenza, perché dice: “Noi, nonostante ci sia stato un assalto al banco della presidenza da parte di alcuni deputati...”. Circostanzi le sue dichiarazioni. Le circostanzi, perché a noi, il dato che lui riferisce come “un atto di benevolenza della presidenza”, non ci è assolutamente noto, per cui costituirebbe un suo dovere circostanziare quelle dichiarazioni che ha appena reso, perché hanno un contenuto assai grave.
Signor Presidente, violazioni del Regolamento noi le abbiamo vissute sulla nostra pelle (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) nel momento in cui siamo stati contingentati una notte a discutere i nostri emendamenti per un minuto a gruppo, essendo stati convocati alle 20 di sera e chiudendo quella riunione alle 9 del mattino, per trovarci oggi, 11 settembre 2024, con il Governo e la maggioranza che non hanno il parere sugli emendamenti (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! E allora? Allora di cosa vogliamo parlare? Su questo i presidenti delle Commissioni riunite e la Presidenza della Camera dovrebbero rispondere alle opposizioni, piuttosto che lanciare queste indeterminate accuse! Non è questo un modo corretto di operare (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra)!
PRESIDENTE. Essendo stato richiesto un tempo di circa 30 minuti, interpretiamo il circa con due minuti in più rispetto all'orario attuale. Quindi, sospendo la seduta, che riprenderà alle 18,20.
La seduta, sospesa alle 17,48, è ripresa alle 18,25.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1660-A.
Ricordo che, prima della sospensione, è stato da ultimo approvato l'articolo 14.
Avverto che, fuori dalla seduta, l'emendamento 15.1014 Paolo Emilio Russo è stato ritirato dal presentatore.
Avverto, altresì, che le Commissioni hanno presentato l'emendamento 15.800, che è in distribuzione, e che, ai fini della presentazione di eventuali subemendamenti, opera il termine ordinario previsto dall'articolo 86, comma 4, del Regolamento.
Sui lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra i gruppi, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9,30.
Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di settembre, convocazione del Parlamento in seduta comune e programma dei lavori per i mesi di ottobre e novembre 2024.
PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo e delle intese successivamente intercorse tra i gruppi, è stato convenuto il seguente calendario dei lavori per il mese di settembre 2024:
Giovedì 12 settembre (ore 9,30-14)
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1660-A - Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario.
Dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 617 - Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza.
Dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 1954 - Modifiche all'articolo 3 della legge 5 marzo 2024, n. 22, in materia di compiti della Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2.
Seguito dell'esame dei disegni di legge di ratifica:
n. 1149 - Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Senegal, fatto a Dakar il 4 gennaio 2018 (approvato dal Senato).
n. 1150 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Ghana in materia di cooperazione nel settore della difesa, fatto ad Accra il 28 novembre 2019 (approvato dal Senato).
n. 1260 - Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica d'Armenia inteso a facilitare l'applicazione della Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959, fatto a Roma il 22 novembre 2019 (approvato dal Senato).
n. 1388 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Kosovo sulla cooperazione di polizia, fatto a Roma il 12 novembre 2020 (approvato dal Senato).
Venerdì 13 settembre (ore 9,30)
Svolgimento di interpellanze urgenti.
Lunedì 16 settembre (ore 14,30)
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1830 - Revisione della disciplina in materia di valutazione delle studentesse e degli studenti, di tutela dell'autorevolezza del personale scolastico nonché di indirizzi scolastici differenziati (approvato dal Senato).
Discussione sulle linee generali della mozione Bakkali ed altri n. 1-00314 concernente iniziative per una riforma della disciplina in materia di cittadinanza.
Discussione sulle linee generali della mozione Caso ed altri n. 1-00315 concernente iniziative volte a garantire il diritto allo studio.
Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1835 e abbinata - Istituzione della Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento.
Martedì 17 settembre (ore 9,30)
Svolgimento di interpellanze e interrogazioni.
Martedì 17 settembre 2024, alle ore 12,30, è convocato il Parlamento in seduta comune per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale (sesto scrutinio). La chiama avrà inizio dai senatori.
Martedì 17 (ore 14,30-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), mercoledì 18 (9,30-13,30 e 16,15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 ) e giovedì 19 settembre (ore 9,30-13,30 e 15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 e nella giornata di venerdì 20 settembre)
Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1830 - Revisione della disciplina in materia di valutazione delle studentesse e degli studenti, di tutela dell'autorevolezza del personale scolastico nonché di indirizzi scolastici differenziati (approvato dal Senato).
Seguito dell'esame della mozione Bakkali ed altri n. 1-00314 concernente iniziative per una riforma della disciplina in materia di cittadinanza.
Seguito dell'esame della mozione Caso ed altri n. 1-00315 concernente iniziative volte a garantire il diritto allo studio.
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1835 e abbinata - Istituzione della Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento.
Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulle richieste di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Vittorio Sgarbi (deputato all'epoca dei fatti) (Doc. IV-ter, n. 3-A).
Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti di Vittorio Sgarbi (deputato all'epoca dei fatti) (Doc. IV-ter, n. 8-A).
Mercoledì 18 settembre (ore 15)
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
Venerdì 20 settembre (ore 9,30)
Svolgimento di interpellanze urgenti.
Lunedì 23 settembre (antimeridiana e pomeridiana)
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1532-bis - Disposizioni in materia di lavoro (collegato alla manovra di finanza pubblica).
Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1744 - Riconoscimento del relitto del regio sommergibile “Scirè” quale sacrario militare subacqueo.
Discussione sulle linee generali della mozione Richetti ed altri n. 1-00316 concernente iniziative per il rilancio produttivo e occupazionale degli stabilimenti italiani di Stellantis.
Discussione sulle linee generali della mozione in materia di uguaglianza di genere attraverso iniziative volte a superare il divario delle condizioni di lavoro, economiche e sociali delle donne (gender gap) (in corso di presentazione).
Discussione sulle linee generali del Doc. XXII, n. 31 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico del territorio italiano, sull'attuazione delle norme di prevenzione e sicurezza e sugli interventi di emergenza e di ricostruzione a seguito degli interventi calamitosi verificatisi dall'anno 2009.
Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 329 - Disciplina dell'ippicoltura.
Martedì 24 settembre (ore 11)
Svolgimento di interpellanze e interrogazioni.
Martedì 24 (ore 14-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e mercoledì 25 settembre (9,30-13,30 e 16,15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)
Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1532-bis - Disposizioni in materia di lavoro (collegato alla manovra di finanza pubblica).
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1744 - Riconoscimento del relitto del regio sommergibile “Scirè” quale sacrario militare subacqueo.
Seguito dell'esame della mozione Richetti ed altri n. 1-00316 concernente iniziative per il rilancio produttivo e occupazionale degli stabilimenti italiani di Stellantis.
Seguito dell'esame della mozione in materia di uguaglianza di genere attraverso iniziative volte a superare il divario delle condizioni di lavoro, economiche e sociali delle donne (gender gap) (in corso di presentazione).
Seguito dell'esame del Doc. XXII, n. 31 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico del territorio italiano, sull'attuazione delle norme di prevenzione e sicurezza e sugli interventi di emergenza e di ricostruzione a seguito degli interventi calamitosi verificatisi dall'anno 2009.
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 329 - Disciplina dell'ippicoltura.
Mercoledì 25 settembre (ore 15)
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
Giovedì 26 settembre (ore 9,30-13,30 e 15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 e nella giornata di venerdì 27 settembre)
Votazione - per schede - per l'elezione di due componenti del consiglio di amministrazione della RAI.
Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella giornata precedente e non conclusi.
Venerdì 27 settembre (ore 9,30)
Svolgimento di interpellanze urgenti.
(al termine)
Discussione sulle linee generali della proposta di legge costituzionale n. 976 - Modifiche alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1, recante Statuto speciale della Regione Friuli-Venezia Giulia.
Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame del Piano strutturale di bilancio di medio termine (una volta presentato dal Governo).
Nella seduta di mercoledì 18 settembre, dopo il question-time, avrà luogo la commemorazione di Ottaviano Del Turco.
Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario e conclusi in sede referente e delle mozioni presentate sarà pubblicata nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.
È stato, infine, convenuto il seguente programma dei lavori per i mesi di ottobre e novembre 2024:
OTTOBRE
Disegno di legge S. 1222 - Conversione in legge del decreto-legge 9 agosto 2024, n. 113, recante misure urgenti di carattere fiscale, proroghe di termini normativi ed interventi di carattere economico (ove trasmesso dal Senato).
Seguito dell'esame della proposta di legge costituzionale n. 976 - Modifiche alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1, recante Statuto speciale della Regione Friuli-Venezia Giulia.
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 153-202-844-1104-1128-1395 - Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche.
Mozione Loizzo ed altri 1-00231 per la cura e l'assistenza dei pazienti colpiti da sclerosi multipla e patologie correlate.
Proposta di legge n. 981 - Modifica all'articolo 56-bis del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, concernente la riapertura dei termini per la richiesta di acquisizione di immobili dello Stato da parte degli enti territoriali.
Disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge recante disposizioni urgenti per la soluzione di procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano (in corso di pubblicazione).
Proposte di legge nn. 1573, 1617 e abbinate - Disciplina della partecipazione dei lavoratori alla gestione e ai risultati dell'impresa nonché modifica alla legge 30 dicembre 1986, n. 936, in materia di istituzione della Commissione nazionale per la partecipazione dei lavoratori presso il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro.
Mozione Francesco Silvestri ed altri n. 1-00309 in materia di attuazione dell'autonomia differenziata, con particolare riguardo alla prioritaria definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, anche al fine di ridurre il divario tra le diverse aree del Paese.
Discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre 2024.
Disegno di legge nn. 1168-1318-1371-1452-1572 - Abrogazione di norme prerepubblicane relative al periodo 1861-1870.
Proposta di legge n. 741 e abbinata – Disposizioni per la prevenzione e la cura dell'obesità.
Disegno di legge n. 1632 e abbinate - Legge quadro in materia di ricostruzione post-calamità.
Mozione Vietri ed altri n. 1-00264 concernente iniziative per il contrasto alle sostanze stupefacenti e alle droghe di origine sintetica di nuova diffusione.
Proposte di legge nn. 142, 1505 e abbinata - Disposizioni per favorire la riduzione dell'orario di lavoro.
Proposte di legge nn. 114, 307 e abbinate - Disposizioni per il riconoscimento e il sostegno dell'attività del caregiver familiare.
Proposta di legge n. 1447 - Istituzione della Giornata nazionale in memoria dei giornalisti uccisi a causa dello svolgimento della loro professione.
Proposta di legge n. 30 e abbinate - Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni per l'integrazione e l'armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali.
Proposta di legge n. 753 - Modifica all'articolo 30 della legge 3 agosto 2007, n. 124, in materia di composizione del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.
NOVEMBRE
Disegno di legge di bilancio (ove presentato dal Governo).
Disegno di legge n. 1980 - Istituzione del Museo del Ricordo in Roma (approvato dal Senato).
Proposta di legge n. 997 - Disposizioni in materia di turismo accessibile e di partecipazione delle persone disabili alle attività culturali, turistiche e ricreative.
Proposta di legge n. 1954 - Modifiche all'articolo 3 della legge 5 marzo 2024, n. 22, in materia di compiti della Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2.
Disegno di legge n. 1730 - Modifiche alla legge 9 luglio 1990, n. 185, recante nuove norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento (approvato dal Senato).
Proposta di legge n. 617 - Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza.
Proposta di legge n. 1209 - Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, e altre disposizioni in materia di cittadinanza.
Proposta di legge n. 1987 - Disposizioni in materia di piani particolareggiati o di lottizzazione convenzionata e di interventi di ristrutturazione edilizia connessi a interventi di rigenerazione urbana (deliberata l'urgenza).
Proposta di legge n. 792 - Modifica alla legge 20 luglio 2000, n. 211, recante “Istituzione del ‘Giorno della Memoria' in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti”, al fine di prevedere un fondo per favorire l'organizzazione da parte delle scuole secondarie di secondo grado di “viaggi nella memoria” nei campi medesimi (approvata dal Senato).
Proposta di legge n. 1548 e abbinate - Modifiche alla legge 11 febbraio 1992, n. 157, recante norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio.
Proposta di legge n. 69 - Modifiche al testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, per la promozione del regolare soggiorno e dell'inclusione sociale e lavorativa dei cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea.
Proposta di legge n. 218 e abbinate - Interventi per la prevenzione e la lotta contro il virus dell'immunodeficienza umana (HIV), la sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), il papilloma virus umano (HPV) e le infezioni e malattie a trasmissione sessuale.
Mozione in materia di privatizzazione (in corso di presentazione).
Disegno di legge n. 1950 - Modifiche alla disciplina della magistratura onoraria del contingente ad esaurimento (collegato alla manovra di finanza pubblica).
Proposta di legge n. 1424 e abbinate - Disposizioni per la promozione della pratica sportiva nelle scuole e istituzione dei Nuovi giochi della gioventù (approvata dal Senato).
Proposta di legge n. 441 - Istituzione della Giornata nazionale “Enzo Tortora” in memoria delle vittime di errori giudiziari.
Mozione Lupi n. 1-00228 concernente iniziative volte a promuovere le maratone e a favorire la partecipazione di atleti stranieri, con particolare riferimento ai profili afferenti alla tutela sanitaria.
Proposta di legge n. 1693 - Modifica dell'articolo 609-bis del codice penale in materia di violenza sessuale e di libera manifestazione del consenso.
Proposta di legge n. 1367 - Disposizioni per il sostegno del diritto allo studio e per la prevenzione della dispersione scolastica.
Proposta di legge n. 1621 - Modifiche alla legge 14 gennaio 1994, n. 20, al codice della giustizia contabile, di cui all'allegato 1 al decreto legislativo 26 agosto 2016, n. 174, e altre disposizioni in materia di funzioni di controllo e consultive della Corte dei conti e di responsabilità per danno erariale.
Proposta di legge n. 631 - Modifica all'articolo 315 del codice di procedura penale, in materia di trasmissione del provvedimento che accoglie la domanda di riparazione per ingiusta detenzione, ai fini della valutazione disciplinare dei magistrati.
Proposta di legge n. 1672 - Istituzione della Giornata della ristorazione.
Proposte di legge nn. 1063 e 1057 - Istituzione di un fondo per il concorso dello Stato al finanziamento della spesa per la partecipazione a viaggi di istruzione.
Proposta di legge n. 983 - Disciplina dell'attività di rappresentanza degli interessi particolari e istituzione del registro pubblico dei rappresentanti di interessi.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cherchi. Ne ha facoltà. Lei ci vuole parlare dell'uccisione barbara di un gattino?
SUSANNA CHERCHI (M5S). Sì, grazie, Presidente. È morto Green, un micio pestato a sangue…
PRESIDENTE. Scusi, onorevole, non ho neanche capito chi è morto, non c'è silenzio.
SUSANNA CHERCHI (M5S). È morto Green, un micino piccolo, un micio pestato a sangue perché regalato alla fidanzata dal suo ex. Il povero micio è deceduto a causa delle emorragie interne dopo che una bestia, con una crudeltà inaudita, lo ha massacrato, scaricando la sua rabbia e la sua cieca gelosia su un piccolo essere indifeso. Questo è l'ennesimo atto brutale perpetrato nei confronti di una creatura indifesa. Il piccolo Green non ce l'ha fatta. Il micio è stato massacrato di botte da un venticinquenne di Chioggia, è morto a causa delle ferite. Troppi calci, troppi pugni presi: ha smesso di respirare. La città ha seguito la vicenda, sperando che il micino reagisse alle cure, ma le troppe emorragie gli sono state fatali. Green aveva la mandibola fratturata, un trauma cranico, gli hanno strappato i denti, la vescica spappolata, le zampette posteriori fratturate, in quanto il mostro si sarebbe accanito sul povero corpicino con il bastone.
Il mostro è stato denunciato, il reato è perseguibile per legge, ma qui non si tratta solo di farla applicare: l'individuo in questione è pericoloso socialmente, perché è troppo violento, avrebbe bisogno di un supporto psichiatrico. Una tale rabbia violenta e distruttiva, prima o poi, colpirà un bambino, una donna, una persona anziana. Le leggi contro il maltrattamento sugli animali ci sono, ma non sono sufficienti e difficilmente, purtroppo, si concretizzano con azioni adeguate.
Auspico per lui una pena esemplare. Unum castigabis, centum emendabis: è una locuzione latina che significa letteralmente: uno ne castighi, ne correggerai 100. E io spero che così avvenga (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Nicole Matteoni. Ne ha facoltà.
NICOLE MATTEONI (FDI). Grazie, Presidente. Oggi cade l'anniversario del martirio del beato don Francesco Bonifacio, ucciso in odium fidei. Prete istriano, nato a Pirano nel 1912, operò dal 1939 nel territorio tra Buie e Grisignana. Con dedizione e passione non smise la sua opera di sostegno e conforto ai suoi parrocchiani, nei momenti bui per l'Istria, dopo l'armistizio del 1943. Difese con coraggio la fede della sua gente dall'ateismo che il comunismo jugoslavo voleva imporre. Si rifiutò di aiutare le milizie titine, impedendo esecuzioni sommarie. Nonostante le sue preoccupazioni per le continue persecuzioni, non lasciò mai che alcuno fermasse la sua azione pastorale. Continuò, infatti, a sostenere i più poveri, a parlare ai giovani che vedevano in lui un punto di riferimento irrinunciabile, e questo coraggio gli costò caro. Divenne un prete scomodo per la propaganda antireligiosa jugoslava e per questo andava eliminato.
In base alle testimonianze raccolte, l'11 settembre 1946, dopo essersi recato a Grisignana, fu sorpreso dalle milizie titine sulla via verso casa. Catturato, fu spogliato, colpito con un sasso sul viso e finito con due coltellate, prima di essere infoibato. I suoi resti non furono mai trovati. Per il suo martirio venne dichiarato beato il 3 luglio 2008. Voglio ricordarlo con una frase che scrisse sul suo diario nel 1946: “Chi non ha il coraggio di morire per la propria fede è indegno di professarla” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, il 14 settembre, un giovane napoletano, Francesco Pio Maimone, avrebbe compiuto 20 anni. È stato ucciso due anni fa, a Mergellina, colpito da un delinquente, un criminale che, litigando con altre persone, ha tirato fuori una pistola e ha sparato, tra l'altro in modo assolutamente scomposto, perché non ha colpito la persona che voleva prendere e ha colpito questo ragazzo che si trovava lì per caso. Purtroppo, Francesco Pio Maimone è morto, ma il 14 settembre noi lo ricorderemo, perché bisogna prendere l'abitudine di ricordare tutti i giorni non i delinquenti, non gli assassini, non i tiktoker della criminalità organizzata, non i boss di mafia e di camorra che vengono esaltati sui social; addirittura abbiamo un trend nuovo, perché oltre a farsi i tatuaggi con i nomi e con le figure dei boss, adesso abbiamo anche i selfie all'interno dei cimiteri dove sono sepolti. Noi, invece, e io continuerò a farlo in ogni occasione, vogliamo ricordare sempre gli eroi e le vittime della criminalità organizzata, compreso Francesco Pio Maimone, che resterà diciottenne per sempre, perché, purtroppo, lui non ha potuto vedere il futuro della sua vita.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sono qui a rendere onore a una donna, Maria Mattarella, figlia del compianto presidente della regione, Piersanti Mattarella, ucciso dalla mafia il 6 gennaio 1980, e nipote del Presidente Sergio Mattarella, a cui vanno le mie condoglianze e, ritengo, anche le condoglianze di tutta quest'Aula.
Maria è un simbolo per le donne di Sicilia, è il simbolo delle donne perbene, oneste, intelligenti e con senso dello Stato, che vivono con dignità la loro sofferenza e sono testimoni di giustizia non in senso processuale, ma nel senso esistenziale. Per questo la voglio ricordare e penso che in lei e in donne come lei si superi quell'archetipo delle donne di Sicilia come donne di mafia.
C'è tanto altro in Sicilia, ci sono donne come Maria Mattarella e, vedi il caso, il discorso funebre oggi è stato tenuto dalla figlia di Boris Giuliano, in una Sicilia diversa da quella che è nell'immaginario, e la ringrazio di essere stata una fulgida testimone e un esempio di vita per tutti noi. Alle famiglie Mattarella, Chiazzese e Argiroffi vanno le mie più sentite condoglianze.
PRESIDENTE. Onorevole Carmina, ovviamente, ha interpretato anche i sentimenti dell'Aula.
In ricordo del 23° anniversario dell'attacco terroristico alle “Torri Gemelle” a New York.
PRESIDENTE. Prima di dare lettura dell'ordine del giorno della seduta di domani, colleghi, come ognuno di voi ha fatto oggi, è giusto lasciare traccia anche nei nostri lavori che, oggi, ricorre una data tragica per la civiltà, per l'umanità, per i valori di libertà e democrazia. È l'11 settembre, data in cui in quattro attacchi terroristici negli Stati Uniti vennero uccise 2.977 persone; 6.000 furono i feriti. Fu un attacco alla civiltà, al mondo occidentale, una tragedia che ancora oggi ricordiamo, perché quegli attacchi segnano uno spartiacque tra la civiltà e la barbarie.
Il mondo occidentale seppe rispondere a ciò che non era una sfida, ma il tentativo di sovvertire i valori con i quali conviviamo quotidianamente ed è giusto ricordare chi, 23 anni fa, perse la vita e tutti coloro che ancora oggi piangono quelle vittime (Applausi).
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Giovedì 12 settembre 2024 - Ore 9,30:
1. Seguito della discussione del disegno di legge:
Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario. (C. 1660-A?)
Relatori: ALESSANDRO COLUCCI e MONTARULI (per la I Commissione) e BISA e PITTALIS (per la II Commissione), per la maggioranza; MAGI (per la I Commissione), di minoranza.
2. Dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 617 .
3. Dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 1954
4. Seguito della discussione dei disegni di legge:
S. 613 - Ratifica ed esecuzione del Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Senegal, fatto a Dakar il 4 gennaio 2018 (Approvato dal Senato). (C. 1149?)
Relatrice: MARROCCO.
S. 563 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Ghana in materia di cooperazione nel settore della difesa, fatto ad Accra il 28 novembre 2019 (Approvato dal Senato). (C. 1150?)
Relatore: COIN.
S. 676 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica d'Armenia inteso a facilitare l'applicazione della Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959, fatto a Roma il 22 novembre 2019 (Approvato dal Senato). (C. 1260?)
Relatore: BILLI.
S. 694 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Kosovo sulla cooperazione di polizia, fatto a Roma il 12 novembre 2020 (Approvato dal Senato). (C. 1388?)
Relatore: LOPERFIDO.
La seduta termina alle 18,45.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 1 il deputato Amato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nelle votazioni n. 15 e n. 32 il deputato Loperfido ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 19 il deputato Graziano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 31 il deputato Carrà ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nelle votazioni n. 32, n. 33 e n. 34 i deputati presenti del gruppo MoVimento 5 Stelle hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto astenersi dal voto;
nella votazione n. 39 il deputato Fede ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 44 il deputato Soumahoro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 66 la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 70 il deputato De Luca ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 73 la deputata Montaruli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 75 la deputata Ilaria Fontana ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;
nella votazione n. 89 il deputato Maullu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 90 i deputati Bordonali, Bicchielli, Squeri e Marrocco hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | DDL 1660-A - ARTICOLO 2 | 276 | 273 | 3 | 137 | 167 | 106 | 65 | Appr. |
2 | Nominale | EM 3.1002 | 278 | 262 | 16 | 132 | 100 | 162 | 63 | Resp. |
3 | Nominale | EM 3.1000 | 287 | 269 | 18 | 135 | 103 | 166 | 63 | Resp. |
4 | Nominale | ARTICOLO 3 | 285 | 275 | 10 | 138 | 164 | 111 | 63 | Appr. |
5 | Nominale | ARTICOLO 4 | 286 | 283 | 3 | 142 | 173 | 110 | 63 | Appr. |
6 | Nominale | EM 5.700 | 288 | 278 | 10 | 140 | 168 | 110 | 62 | Appr. |
7 | Nominale | ARTICOLO 5 | 287 | 284 | 3 | 143 | 174 | 110 | 62 | Appr. |
8 | Nominale | ART AGG 5.01000 | 288 | 286 | 2 | 144 | 119 | 167 | 62 | Resp. |
9 | Nominale | EM 6.1000 | 290 | 288 | 2 | 145 | 121 | 167 | 62 | Resp. |
10 | Nominale | ARTICOLO 6 | 291 | 281 | 10 | 141 | 168 | 113 | 62 | Appr. |
11 | Nominale | ART AGG 6.01 | 287 | 284 | 3 | 143 | 116 | 168 | 62 | Resp. |
12 | Nominale | EM 7.2 | 290 | 287 | 3 | 144 | 120 | 167 | 62 | Resp. |
13 | Nominale | EM 7.3 | 291 | 288 | 3 | 145 | 120 | 168 | 62 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | EM 7.4 | 291 | 280 | 11 | 141 | 114 | 166 | 62 | Resp. |
15 | Nominale | EM 7.5 | 290 | 287 | 3 | 144 | 121 | 166 | 62 | Resp. |
16 | Nominale | EM 7.6 | 287 | 284 | 3 | 143 | 118 | 166 | 62 | Resp. |
17 | Nominale | EM 7.700 | 291 | 287 | 4 | 144 | 176 | 111 | 62 | Appr. |
18 | Nominale | EM 7.7 | 290 | 286 | 4 | 144 | 123 | 163 | 62 | Resp. |
19 | Nominale | EM 7.8 | 288 | 269 | 19 | 135 | 103 | 166 | 62 | Resp. |
20 | Nominale | EM 7.9 | 293 | 274 | 19 | 138 | 105 | 169 | 62 | Resp. |
21 | Nominale | EM 7.10 | 290 | 272 | 18 | 137 | 106 | 166 | 62 | Resp. |
22 | Nominale | EM 7.11 | 293 | 287 | 6 | 144 | 119 | 168 | 62 | Resp. |
23 | Nominale | EM 7.12 | 294 | 283 | 11 | 142 | 115 | 168 | 62 | Resp. |
24 | Nominale | ARTICOLO 7 | 294 | 283 | 11 | 142 | 169 | 114 | 62 | Appr. |
25 | Nominale | ART AGG 7.01 | 295 | 290 | 5 | 146 | 122 | 168 | 61 | Resp. |
26 | Nominale | ART AGG 7.02 | 292 | 287 | 5 | 144 | 121 | 166 | 61 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nominale | ART AGG 7.03 | 291 | 287 | 4 | 144 | 119 | 168 | 61 | Resp. |
28 | Nominale | ART AGG 7.04 | 292 | 287 | 5 | 144 | 118 | 169 | 61 | Resp. |
29 | Nominale | ARTICOLO 8 | 296 | 291 | 5 | 146 | 180 | 111 | 61 | Appr. |
30 | Nominale | EM 9.1009, 9.1008, 9.1014 | 295 | 291 | 4 | 146 | 111 | 180 | 61 | Resp. |
31 | Nominale | EM 9.1003 | 293 | 289 | 4 | 145 | 120 | 169 | 61 | Resp. |
32 | Nominale | EM 9.1011 | 286 | 282 | 4 | 142 | 117 | 165 | 61 | Resp. |
33 | Nominale | EM 9.1002 | 287 | 283 | 4 | 142 | 118 | 165 | 61 | Resp. |
34 | Nominale | EM 9.1000 | 292 | 288 | 4 | 145 | 119 | 169 | 61 | Resp. |
35 | Nominale | EM 9.1013 | 288 | 250 | 38 | 126 | 84 | 166 | 60 | Resp. |
36 | Nominale | EM 9.1005 | 283 | 279 | 4 | 140 | 116 | 163 | 60 | Resp. |
37 | Nominale | EM 9.1010 | 298 | 295 | 3 | 148 | 126 | 169 | 57 | Resp. |
38 | Nominale | EM 9.1012 | 299 | 297 | 2 | 149 | 127 | 170 | 57 | Resp. |
39 | Nominale | EM 9.1004 | 298 | 295 | 3 | 148 | 126 | 169 | 57 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nominale | EM 9.1006 | 302 | 249 | 53 | 125 | 76 | 173 | 57 | Resp. |
41 | Nominale | EM 9.1007 | 304 | 249 | 55 | 125 | 76 | 173 | 57 | Resp. |
42 | Nominale | EM 9.5 | 299 | 293 | 6 | 147 | 122 | 171 | 57 | Resp. |
43 | Nominale | EM 9.6 | 299 | 295 | 4 | 148 | 118 | 177 | 57 | Resp. |
44 | Nominale | ARTICOLO 9 | 299 | 286 | 13 | 144 | 171 | 115 | 57 | Appr. |
45 | Nominale | ART AGG 9.01000 | 299 | 254 | 45 | 128 | 86 | 168 | 57 | Resp. |
46 | Nominale | ART PREM 010.01002, 010.01005 | 299 | 294 | 5 | 148 | 124 | 170 | 57 | Resp. |
47 | Nominale | ART PREM 010.012 | 297 | 291 | 6 | 146 | 126 | 165 | 57 | Resp. |
48 | Nominale | ART PREM 010.01 | 294 | 289 | 5 | 145 | 124 | 165 | 57 | Resp. |
49 | Nominale | ART PREM 010.02 | 294 | 289 | 5 | 145 | 124 | 165 | 57 | Resp. |
50 | Nominale | ART PREM 010.04 | 296 | 285 | 11 | 143 | 119 | 166 | 57 | Resp. |
51 | Nominale | ART PREM 010.08 | 298 | 292 | 6 | 147 | 123 | 169 | 57 | Resp. |
52 | Nominale | ART PREM 010.09 | 301 | 296 | 5 | 149 | 126 | 170 | 57 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
53 | Nominale | ART PREM 010.010 | 295 | 291 | 4 | 146 | 124 | 167 | 57 | Resp. |
54 | Nominale | ART PREM 010.013,.01003,.01004,.014 | 293 | 289 | 4 | 145 | 124 | 165 | 57 | Resp. |
55 | Nominale | EM 10.1003 | 298 | 294 | 4 | 148 | 127 | 167 | 57 | Resp. |
56 | Nominale | EM 10.3 | 293 | 288 | 5 | 145 | 120 | 168 | 56 | Resp. |
57 | Nominale | EM 10.4 | 296 | 291 | 5 | 146 | 124 | 167 | 56 | Resp. |
58 | Nominale | EM 10.5 | 293 | 288 | 5 | 145 | 115 | 173 | 56 | Resp. |
59 | Nominale | EM 10.6 | 295 | 290 | 5 | 146 | 116 | 174 | 56 | Resp. |
60 | Nominale | EM 10.8 | 297 | 211 | 86 | 106 | 43 | 168 | 56 | Resp. |
61 | Nominale | EM 10.1000, 10.1004 | 295 | 283 | 12 | 142 | 113 | 170 | 56 | Resp. |
62 | Nominale | EM 10.12 | 292 | 281 | 11 | 141 | 110 | 171 | 56 | Resp. |
63 | Nominale | EM 10.14 | 296 | 283 | 13 | 142 | 110 | 173 | 56 | Resp. |
64 | Nominale | EM 10.15 | 290 | 279 | 11 | 140 | 110 | 169 | 56 | Resp. |
65 | Nominale | EM 10.16 | 295 | 282 | 13 | 142 | 111 | 171 | 56 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
66 | Nominale | EM 10.31 | 290 | 272 | 18 | 137 | 109 | 163 | 56 | Resp. |
67 | Nominale | EM 10.28 | 288 | 271 | 17 | 136 | 107 | 164 | 56 | Resp. |
68 | Nominale | EM 10.1001 | 293 | 280 | 13 | 141 | 109 | 171 | 56 | Resp. |
69 | Nominale | ARTICOLO 10 | 292 | 288 | 4 | 145 | 175 | 113 | 56 | Appr. |
70 | Nominale | EM 11.1001 | 256 | 250 | 6 | 126 | 102 | 148 | 56 | Resp. |
71 | Nominale | EM 11.1002, 11.1003, 11.1000 | 270 | 269 | 1 | 135 | 114 | 155 | 55 | Resp. |
72 | Nominale | EM 11.2 | 272 | 196 | 76 | 99 | 41 | 155 | 55 | Resp. |
73 | Nominale | EM 11.4 | 267 | 232 | 35 | 117 | 77 | 155 | 55 | Resp. |
74 | Nominale | EM 11.800 | 273 | 267 | 6 | 134 | 154 | 113 | 55 | Appr. |
75 | Nominale | EM 11.5 | 274 | 228 | 46 | 115 | 71 | 157 | 55 | Resp. |
76 | Nominale | ARTICOLO 11 | 272 | 266 | 6 | 134 | 155 | 111 | 55 | Appr. |
77 | Nominale | ART AGG 11.01001 | 271 | 260 | 11 | 131 | 105 | 155 | 55 | Resp. |
78 | Nominale | ART AGG 11.01000 | 269 | 260 | 9 | 131 | 106 | 154 | 55 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 90) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
79 | Nominale | ART AGG 11.09 | 271 | 192 | 79 | 97 | 37 | 155 | 55 | Resp. |
80 | Nominale | MANTENIMENTO ARTICOLO 12 | 282 | 278 | 4 | 140 | 167 | 111 | 65 | Appr. |
81 | Nominale | EM 13.1001 | 284 | 280 | 4 | 141 | 114 | 166 | 64 | Resp. |
82 | Nominale | EM 13.3, 13.4 | 281 | 278 | 3 | 140 | 118 | 160 | 63 | Resp. |
83 | Nominale | EM 13.6, 13.8 | 279 | 275 | 4 | 138 | 114 | 161 | 63 | Resp. |
84 | Nominale | EM 13.1000 | 278 | 275 | 3 | 138 | 114 | 161 | 63 | Resp. |
85 | Nominale | ARTICOLO 13 | 285 | 275 | 10 | 138 | 161 | 114 | 63 | Appr. |
86 | Nominale | EM 14.1004 | 285 | 282 | 3 | 142 | 120 | 162 | 62 | Resp. |
87 | Nominale | EM 14.1003, 14.4, 14.5 | 287 | 284 | 3 | 143 | 121 | 163 | 60 | Resp. |
88 | Nominale | EM 14.1000 | 287 | 284 | 3 | 143 | 122 | 162 | 59 | Resp. |
89 | Nominale | EM 14.1001 | 285 | 281 | 4 | 141 | 120 | 161 | 59 | Resp. |
90 | Nominale | ARTICOLO 14 | 285 | 283 | 2 | 142 | 160 | 123 | 57 | Appr. |