CAMERA DEI DEPUTATI

XVII LEGISLATURA

Doc. LVII
N. 1-bis-A

RELAZIONE
DELLA V COMMISSIONE PERMANENTE

(BILANCIO, TESORO E PROGRAMMAZIONE)


Presentata alla Presidenza l'8 ottobre 2013

(Relatore: MISIANI)

sulla

NOTA DI AGGIORNAMENTO DEL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA 2013

(Articoli 7, comma 2, lettera b), e 10-bis della legge 31 dicembre 2009, n. 196, e successive modificazioni)


presentata dal Presidente del Consiglio dei ministri
(LETTA)

e dal Ministro dell'economia e delle finanze
(SACCOMANNI)

Trasmessa alla Presidenza il 23 settembre 2013


Frontespizio

RELAZIONE ... 5

PARERI, AI SENSI DELL'ARTICOLO 118-BIS DEL REGOLAMENTO:

I COMMISSIONE PERMANENTE ... 17
(Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni)

II COMMISSIONE PERMANENTE ... 19
(Giustizia)

III COMMISSIONE PERMANENTE ... 21
(Affari esteri e comunitari)

IV COMMISSIONE PERMANENTE ... 23
(Difesa)

VI COMMISSIONE PERMANENTE ... 25
(Finanze)

VII COMMISSIONE PERMANENTE ... 29
(Cultura, scienza ed istruzione)

VIII COMMISSIONE PERMANENTE ... 30
(Ambiente, territorio e lavori pubblici)

IX COMMISSIONE PERMANENTE ... 33
(Trasporti, poste e telecomunicazioni)

X COMMISSIONE PERMANENTE ... 35
(Attività produttive, commercio e turismo)

XI COMMISSIONE PERMANENTE ... 40
(Lavoro pubblico e privato)

XII COMMISSIONE PERMANENTE ... 43
(Affari sociali)

XIII COMMISSIONE PERMANENTE ... 45
(Agricoltura)

XIV COMMISSIONE PERMANENTE ... 47
(Politiche dell'Unione europea)





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Onorevoli Colleghi! - La legge di contabilità pubblica n. 196 del 2009 dispone, sulla base del calendario previsto nell'ambito del cosiddetto Semestre europeo, che il processo di programmazione economica inizi il 10 aprile, data di presentazione alle Camere del Documento di economia e finanza (DEF), al fine di consentire al Parlamento di esprimersi sugli obiettivi programmatici in tempo utile per l'invio, entro il 30 aprile, al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea, del Programma di stabilità e del Programma nazionale di riforma (PNR) che sono contenuti nel DEF.
Per quanto riguarda il PNR e il Patto di Stabilità contenuti nel DEF 2013, la Commissione europea il 29 maggio 2013 ha elaborato le raccomandazioni di politica economica e di bilancio rivolte ai singoli Stati, che nel mese di luglio il Consiglio ECOFIN ha provveduto ad esaminare ed approvare, anche sulla base degli orientamenti espressi dal Consiglio europeo di giugno.
Al fine di tener conto delle raccomandazioni formulate dalle autorità europee, nonché ai fini dell'aggiornamento delle previsioni macroeconomiche degli obiettivi programmatici e dei saldi di bilancio, la legge di contabilità prevede la presentazione, entro il 20 settembre di ogni anno, di una Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza.
Si ricorda altresì che secondo quanto previsto dal decreto-legge 8 aprile 2013, n. 35, la Nota di aggiornamento incorpora la Relazione sullo stato di attuazione dei pagamenti dei debiti delle pubbliche amministrazioni, contenente gli elementi informativi relativi allo stato dei pagamenti effettuati dalle amministrazioni pubbliche e alla ricognizione dello stock dei debiti ancora in essere, nonché alle iniziative da intraprendere al fine di completare il pagamento dei debiti delle amministrazioni pubbliche maturati alla data del 31 dicembre 2012.
La Nota di aggiornamento, conformemente a quanto previsto dalla richiamata disciplina contabile, reca altresì l'indicazione dei disegni di legge che, a completamento della manovra di bilancio 2014-2016, il Governo considera collegati alla decisione di bilancio. Si tratta, in particolare, di provvedimenti che dovrebbero avere ad oggetto le seguenti materie:
lavoro ed equità sociale;
giustizia civile;
green economy e lotta agli sprechi ambientali;
sviluppo e semplificazioni;
enti locali;
interventi per il rilancio del settore agricolo e agroalimentare.

Per quanto riguarda il quadro macroeconomico, la Nota 2013 presenta una revisione al ribasso delle stime sull'andamento dell'economia italiana per l'anno in corso e per il 2014 rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile 2013, in considerazione dell'andamento recessivo dell'economia italiana nella prima parte dell'anno. Per gli anni successivi, la Nota espone, invece, una revisione verso l'alto delle previsioni, in considerazione delle prospettive positive della domanda mondiale che prefigurano un recupero più accentuato nel medio periodo.


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In particolare, la Nota di aggiornamento, pur rilevando i primi segnali di una progressiva stabilizzazione del ciclo economico, rivede il quadro macroeconomico evidenziando un peggioramento delle stime di crescita dell'economia italiana per l'anno in corso e per l'anno 2014 rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile 2013. Soltanto a partire dal 2015 la Nota evidenzia una crescita dell'economia italiana superiore alle previsioni del DEF, che dovrebbe attestarsi, in media all'1,8 per cento negli anni 2015-2017. Per il 2013, la contrazione del PIL italiano è stimata pari a -1,7 per cento, rispetto al -1,3 per cento precedentemente indicato dal DEF.
Il peggioramento delle stime di crescita è da porre in relazione alla fase recessiva che ha interessato l'economia italiana e che ha raggiunto la sua maggiore intensità nella parte finale del 2012. Secondo la Nota, il trascinamento negativo ereditato dall'anno precedente è pari ad un punto percentuale. L'economia italiana ha, peraltro, mantenuto un andamento recessivo anche nella prima parte dell'anno, con una contrazione del PIL nel primo trimestre del 2013 dello 0,6 per cento, ben superiore alle aspettative, poi attenuatasi nel trimestre successivo (-0,3 per cento).
Nella Nota, il Governo ipotizza una stabilizzazione del prodotto interno lordo nel terzo trimestre, dopo otto trimestri consecutivi di contrazione. Nel quarto trimestre si prevede infatti che il PIL possa finalmente tornare a segnare un aumento, seppure moderato. Dopo la fase recessiva di questi ultimi anni, che ha comportato, per l'Italia, la perdita di oltre 8 punti percentuali di PIL, l'economia italiana, secondo la Nota, sembra pertanto avviata verso una ripresa, anche sulla base dei segnali favorevoli relativi al livello della produzione industriale, agli ordinativi e agli indicatori di fiducia.
Per il 2014, si confermano le prospettive favorevoli di ripresa dell'economia, già prefigurate nel DEF di aprile. Tuttavia, la previsione di crescita del PIL è rivista al ribasso, pari all'1 per cento rispetto all'1,3 per cento previsto nel DEF, principalmente per l'effetto di trascinamento negativo del 2013 sul 2014. La previsione di crescita nel 2014 riflette anche il rafforzamento della congiuntura economica mondiale e il graduale venir meno dei fattori specifici che hanno penalizzato l'evoluzione congiunturale nel 2013. Potrebbe tuttavia agire da freno alla ripresa la dinamica ancora negativa della concessione del credito al settore privato dell'economia, che rischia di attenuare gli effetti espansivi delle misure introdotte dai provvedimenti adottati dal Governo. Nonostante il mercato del credito sia ancora fragile, il Governo rileva nella Nota che sembrano esserci i presupposti per una sua graduale normalizzazione, anche in considerazione del miglioramento delle prospettive di crescita.
Quanto al triennio 2015-2017, la Nota evidenzia un rafforzamento progressivo della dinamica del PIL. L'attività economica è prevista crescere a ritmi sostenuti, attestandosi su livelli medi intorno all'1,8 per cento (1,7 per cento nel 2015, 1,8 per cento nel 2016 e 1,9 per cento nel 2017), beneficiando, secondo il Governo, sia del miglioramento della domanda mondiale che degli effetti positivi determinati delle riforme introdotte nelle ultime due legislature.
Per quanto concerne le principali componenti del quadro macroeconomico, esse manifestano un rallentamento rispetto alle previsioni di aprile sia per quanto riguarda i consumi intermedi che gli investimenti fissi lordi. Per ciò che concerne gli scambi con l'estero, le esportazioni sono previste crescere nell'anno in corso dello 0,2 per cento, sebbene più contenute rispetto a quanto previsto nel DEF, fornendo in tal modo un contributo positivo alla crescita. Una accelerazione, rispetto alla previsione di aprile si registrerebbe negli anni successivi, in cui la crescita delle esportazioni si attesterebbe a un livello medio del 4,3 per cento rispetto al 3,8 per cento ipotizzato nel DEF. Le importazioni sono invece stimate contrarsi nell'anno in corso, attestandosi a -2,9 per cento, un risultato più negativo rispetto a quello prospettato nel DEF di aprile. Per


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gli anni successivi è prevista una graduale ripresa, in relazione all'avviarsi di una dinamica in risalita del PIL.
Per quanto concerne il mercato del lavoro, la Nota rivede in senso peggiorativo le stime del tasso di disoccupazione, il quale si attesterebbe nel 2013 al 12,2 per cento (un valore più alto di circa 0,6 punti percentuali rispetto alle previsioni di aprile) e registrerebbe una ulteriore crescita nel 2014, raggiungendo il 12,4 per cento. Nel biennio successivo il tasso dovrebbe tornare a ridursi, fino all'11,9 per cento nel 2017. Gli occupati sono previsti ridursi nel 2013 di -1,8 per cento, in netto peggioramento di 1,5 punti percentuali rispetto alla stima di aprile. Il dato si mantiene negativo anche per il 2014. Nel triennio 2015-2017, esso mostrerebbe segnali di ripresa, prossima ad un valore positivo dell'1 per cento.
Le previsioni di crescita dei principali istituti di ricerca nazionali e internazionali, stimano per l'anno in corso una diminuzione del PIL più marcata rispetto a quella prevista dalla Nota di aggiornamento, pari a circa meno 1,8-1,9 punti percentuali rispetto all'anno precedente (con l'eccezione di Confindustria, che stima una contrazione dell'1,6 per cento), con un ritorno in territorio positivo nel 2014, in cui si evidenzia una crescita che dovrebbe posizionarsi tra lo 0,7 e lo 0,8 per cento. Per il 2015, le previsioni disponibili degli istituti si presentano meno favorevoli rispetto alle ipotesi del Governo.
Il peggioramento del quadro macroeconomico rispetto al quadro previsionale contenuto nel DEF 2013 di aprile - con un PIL che oltre a diminuire in termini reali decresce anche in termini nominali (come del resto già avvenuto nel 2012 rispetto al 2011) - si riflette sull'evoluzione della finanza pubblica. La Nota, nel rivedere al ribasso i dati di finanza pubblica riportati nel Documento di economia e finanza, conferma comunque, pur con alcuni slittamenti temporali degli obiettivi prefissati, il percorso di risanamento finanziario già stabilito nel Documento medesimo, che ha reso possibile, nella recente decisione europea del giugno di quest'anno, la chiusura della procedura per i disavanzi eccessivi nei confronti dell'Italia.
Nel 2013 l'indebitamento netto supera di 0,2 punti il valore indicato ad aprile, a causa, precisa la Nota, di un andamento delle entrate che risentono della revisione al ribasso dell'andamento del prodotto: ciò in conseguenza dell'adozione congiunta in numerosi Stati dell'Unione europea di politiche di consolidamento fiscale di elevata intensità. Può segnalarsi come, in particolare, il calo delle entrate rispetto alle previsioni risulti di circa 6,2 miliardi di euro (benché in quota PIL le stesse appaiano sostanzialmente stabili, a causa della concomitante caduta del PIL medesimo), ascrivibile prevalentemente al calo delle imposte indirette che, com'è noto, sono particolarmente reattive all'andamento del ciclo economico. Il peggioramento del dato sull'indebitamento si accentua nel 2014, mentre negli ultimi tre anni del periodo di previsione torna su valori coerenti, ed anzi lievemente migliori, rispetto alle stime DEF. Il suddetto calo si riflette anche sugli altri saldi dell'esercizio, con riferimento sia a quello corrente, inferiore di 0,7 punti percentuali al dato DEF, che, più lievemente (-0,1), al saldo primario.
Risultano invece in linea con le stime di aprile le spese (che tuttavia, a causa della caduta del prodotto, nella tabella risultano crescenti in quota PIL), che anzi presentano una lieve diminuzione in termini nominali (dovuta in buona parte alla contrazione della previsione di spesa in conto capitale). Le spese correnti al netto degli interessi si mantengono sul percorso di riduzione già indicato ad aprile, anche se su valori lievemente più elevati e questo, unitamente ad una previsione della spesa per interessi che dal 2015 risulta consistentemente più positiva rispetto alle previsioni di aprile, si riflette su una evoluzione delle spese finali che al termine del periodo di previsione (2017) risulta inferiore di 0,7 punti percentuali di PIL rispetto a quanto iscritto nel DEF. In proposito, nella Nota si precisa come l'andamento così prefigurato della spesa per


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interessi ipotizza una riduzione degli spread di rendimento a dieci anni dei titoli di Stato italiani rispetto a quelli tedeschi a 200 punti base nel 2014, 150 nel 2015 e 100 nel 2016 e 2017. Deve peraltro osservarsi come la contrazione della spesa in questione venga a stimarsi pur in presenza di un livello di debito che risulta più elevato - per tutto il periodo di previsione, come si indica più avanti - rispetto ai valori indicati nel DEF e che pertanto dovrebbe retroagire in aumento sulla spesa medesima.
Sulla base dell'articolo 10-bis della legge di contabilità, la Nota presenta poi, oltre alle nuove previsioni macroeconomiche ed al nuovo quadro tendenziale di finanza pubblica, un aggiornamento degli obiettivi programmatici di finanza pubblica. Nel 2013 l'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche viene posizionato al 3 per cento del PIL, incorporando una correzione di 0,1 punti percentuali rispetto al dato risultante a legislazione vigente, come nell'intendimento del Governo espresso nella Nota.
In termini strutturali, ossia al netto della componente ciclica e delle misure una tantum, viene confermato l'obiettivo di risanamento delle finanze pubbliche già prefigurato dal DEF, benché il dato dell'indebitamento netto strutturale risulti ora pari allo zero dal 2015, rimanendo comunque su valori prossimi al pareggio (close to balance) già dall'anno 2013. Va altresì rammentato come il valore dell'indebitamento netto strutturale risulti pari per il 2012 a -1,3 per cento e, pertanto, il dato previsto per il 2013 esponga un miglioramento di 0,9 punti percentuali (rispetto al valore di -1,3 per cento del PIL del 2012), ben superiore, come si evidenzia nella Nota, al valore (annuale) di 0,5 punti richiesto dalle regole europee per il conseguimento dell'Obiettivo di medio termine. Il nuovo indicatore programmatico sostanzialmente conferma (tranne che per il 2014) il percorso positivo di tale saldo iscritto nel DEF, con un lieve miglioramento nell'ultimo anno rispetto al Documento.
Poiché peraltro l'avanzo primario viene rivisto al ribasso rispetto alle stime di aprile - e persiste tale per tutto il periodo di previsione - sembra da presumere che una componente importante dei nuovi valori dell'indebitamento netto in questione sia individuabile nel positivo andamento della spesa per interessi iscritto nel quadro programmatico, che per gli anni dal 2015 in poi, rispetto al quadro DEF, ha un andamento consistentemente migliorativo.
Per quanto concerne la pressione fiscale, dopo il consistente aumento, superiore a due punti percentuali di PIL, registrato nel 2012 rispetto all'anno precedente, essa è esposta nella Nota di aggiornamento su livelli analoghi a quelli già stimati nel DEF, posizionandosi al 44,3 per cento del PIL nel 2013 (44,4 nel DEF) e diminuendo poi progressivamente di circa lo 0,1 per cento in ciascuno degli anni successivi, fino a posizionarsi al 43,7 per cento nel 2017.
Il rapporto debito/PIL programmatico (al lordo dei sostegni finanziari agli altri Stati membri dell'UEM e dei debiti pregressi della PA) passa dal 127,0 per cento del 2012 al 132,9 per cento nel 2013, valore che rimane sostanzialmente stabile anche nel 2014 (132,8 per cento), per poi iniziare a ridursi significativamente - anche a seguito dell'esaurirsi dei pagamenti dei debiti commerciali della P.A., previsti in 1,2 punti di PIL nel 2014, precisa la Nota - nel triennio successivo, nel corso del quale dovrebbe diminuire di 12,7 punti percentuali, fino a situarsi al 120,1 per cento nel 2017. Il profilo di discesa del rapporto debito/PIL programmato dal Governo per gli anni 2014-2017 - che appare decisamente impegnativo in considerazione del breve periodo temporale nel quale lo stesso dovrebbe determinarsi - include gli introiti annuali da privatizzazioni per un ammontare pari a circa 0,5 punti percentuali di PIL all'anno. Si osserva che la stima di tali introiti, effettuata tenendo conto degli strumenti creati per procedere alla valorizzazione e dismissione del patrimonio statale e delle partecipazioni pubbliche, è stata rivista al ribasso nella Nota rispetto al DEF di


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aprile, in cui veniva ipotizzata una riduzione del debito per introiti da privatizzazioni in misura pari all'1 per cento di PIL per gli anni 2013-2017. La riduzione delle previsioni degli introiti da privatizzazioni è stata operata per renderla più fattibile e realistica, anche in considerazione delle ancora difficili condizioni del mercato immobiliare e finanziario.
Nella medesima direzione della progressiva riduzione del rapporto debito/PIL dovrebbero altresì operare i tassi di crescita del PIL previsti nel triennio 2015-2017, stimati nel Documento all'esame in circa 1,8 punti percentuali annui e che, presumibilmente, sono altresì alla base dell'andamento, anche esso discendente, iscritto per il debito pubblico nel quadro a legislazione vigente (dal 133,2 per cento del 2014 al 123,2 per cento del 2017). Per l'anno 2014, invece, le più modeste previsioni di crescita avrebbero un effetto negativo sul rapporto debito/PIL.
La Nota di aggiornamento al DEF, come accennato in precedenza, in aggiunta ai contenuti usuali, fornisce una breve sintesi delle azioni già avviate o da avviare in futuro in risposta alle Raccomandazioni rivolte all'Italia il 9 luglio scorso dal Consiglio UE nell'ambito della procedura del Semestre europeo, a seguito delle valutazioni della Commissione europea sul Programma nazionale di riforma 2013 e sul Programma di stabilità 2012-2017 presentati dall'Italia.
Si ricorda che tali Raccomandazioni riguardano in particolare: la riduzione del debito, l'efficienza e qualità della Pubblica amministrazione, il sistema finanziario, il mercato del lavoro, il sistema fiscale, la concorrenza.
Per ogni Raccomandazione la Nota dà conto degli interventi già posti in essere dal Governo e delle indicazioni programmatiche sulle azioni di riforma previste nei diversi settori.
Il Governo presenta, quindi, un quadro di aggiornamento delle iniziative adottate per corrispondere a tali Raccomandazioni ed espone altresì, nella Nota, lo stato di attuazione delle riforme intraprese nei diversi settori.
Tali iniziative riguardano in particolare:
lo sviluppo dell'agenda digitale al fine di implementare l'efficienza della Pubblica amministrazione;
l'ambiente e lo sviluppo sostenibile (tra l'altro si indicano come linee di intervento lo sviluppo della fiscalità ambientale e delle energie rinnovabili);
il sostegno alla cultura e al turismo (attraverso il ricorso tra l'altro a misure di agevolazione fiscale e di semplificazione);
la difesa (con una riduzione delle dotazioni organiche e la valorizzazione del patrimonio immobiliare);
la giustizia (riforma del processo civile e razionalizzazione delle circoscrizioni giudiziarie, digitalizzazione);
le infrastrutture e l'edilizia (rilancio degli investimenti, edilizia scolastica e conferma delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie);
il lavoro (attraverso la previsione di incentivi per l'assunzione dei giovani e la riforma del mercato del lavoro);
la politica agricola (tutela della produzione agroalimentare italiana e revisione dei meccanismi di accesso al fondo di garanzia);
la politica estera (diplomazia per la crescita in vista dell'Expo 2015);
la politica istituzionale e della Pubblica amministrazione (contenimento costi della politica, abolizione delle province, riforme costituzionali ed elettorali, piano anticorruzione);
le politiche per il sostegno alle imprese, il rilancio della competitività e del sistema industriale e la concorrenza (tra cui misure per favorire l'accesso al credito, semplificazione degli oneri amministrativi per le imprese, sostegno all'innovazione, politiche per la concorrenza);
la previdenza (si richiamano in proposito le misure già adottate nelle passate


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legislature e la necessità di garantire la salvaguardia dei cosiddetti «esodati»);
la sanità e l'assistenza (sviluppo dell'attuale sistema di governance del sistema sanitario, riorganizzazione del livello assistenziale ospedaliero e potenziamento della rete dei servizi territoriali, monitoraggio dei LEA);
i trasporti e le telecomunicazioni (miglioramento delle condizioni di accesso al mercato delle industrie di rete, manutenzione del territorio e delle reti, sicurezza stradale, riforma del trasporto pubblico locale);
la scuola, l'università e la ricerca (riduzione del tasso di abbandono scolastico, potenziamento dell'istruzione e della formazione professionale, incremento delle risorse per le borse di studio universitarie, revisione dei criteri per il riparto per il fondo ordinario per il finanziamento degli enti di ricerca).

Con riferimento alle politiche maggiormente attinenti alle competenze della Commissione, segnalo che, in tema di politica fiscale e finanziaria, il Governo si pone un triplice obiettivo: sostenere la domanda, rivedere la composizione della tassazione e ridistribuire il carico fiscale.
In materia di tassazione del lavoro, il Governo dichiara di voler portare avanti azioni per ridurre il cosiddetto «cuneo fiscale» utilizzando le risorse derivanti dalla lotta all'evasione, dalla razionalizzazione degli incentivi alle imprese e dall'efficientamento della spesa pubblica.
In ordine alla rivisitazione dell'imposizione immobiliare, il Governo rammenta che l'eliminazione della prima rata IMU 2013 ad opera del decreto-legge n. 102 del 2013 (già sospesa con il decreto-legge n. 54 del 2013) costituisce un segnale verso la complessiva riforma della tassa, in un'ottica di maggiore equità che elimini le penalizzazione per le fasce più deboli, come anche raccomandato in sede internazionale. Il passaggio dall'IMU alla service tax consentirà la tassazione dei consumi oltre che del possesso, con applicazione non solo al proprietario ma anche al locatario dell'immobile limitatamente alla componente di utilizzo del bene. Si intende anche restituire ai comuni la base immobiliare propria territoriale e conferire loro la piena facoltà di rimodulare agevolazioni e aliquote, all'interno di un massimale nazionale.
Sotto il profilo del sostegno alle imprese, nella Nota si sottolinea come l'Italia abbia «oggi una condizione di favore fiscale per assumere i giovani che non ha pari in Europa». Si intende perseguire l'obiettivo di estendere l'incentivo fiscale sul nuovo capitale proprio, introdotto con l'Aiuto alla crescita economica (ACE), ad altri aspetti. Il Governo dichiara di volere inoltre favorire i canali di finanziamento alternativi a quello bancario e l'apertura al mercato dei capitali (cambiali finanziarie e project bond), in particolare favorendo ulteriormente l'emissione di obbligazioni da parte delle imprese. Al riguardo, si ricorda che è in corso di svolgimento presso la Commissione finanze della Camera dei deputati un'indagine conoscitiva relativa agli strumenti fiscali e finanziari a sostegno della crescita, anche alla luce delle più recenti esperienze internazionali. Il sostegno alla creazione e allo sviluppo di micro-piccole imprese potrà inoltre realizzarsi con mutui agevolati per gli investimenti, a tasso zero. Per favorire il sostegno a programmi e strategie di sviluppo e innovazione delle piccole e medie imprese, il Governo potrà attivare un fondo d'investimento per operazioni di venture capital.
Nella Nota di aggiornamento al DEF il Governo esprime l'intento di promuovere le misure di defiscalizzazione delle grandi opere per allargare la platea delle opere ammesse al beneficio, abbassando la soglia agli interventi «con un valore inferiore ai 500 milioni». In proposito si rammenta che il decreto-legge n. 179 del 2012 ha concesso un credito di imposta per la realizzazione di nuove opere infrastrutturali con contratti di partenariato pubblico-privato, a valere sull'IRES e sull'IRAP generate in relazione alla costruzione e gestione dell'opera medesima. L'importo


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dell'opera era originariamente fissato in 500 milioni di euro, ma tale soglia è stata già abbassata a 200 milioni di euro dall'articolo 19 del decreto-legge n. 69 del 2013. Si ricorda come ulteriori misure di cd. «defiscalizzazione» sono contenute nell'articolo 18 della legge n. 183 del 2011 (legge di stabilità 2012). In particolare, per favorire la realizzazione di nuove infrastrutture con contratti di partenariato pubblico privato, le società di progetto o i soggetti interessati (anche concessionari) possono compensare l'ammontare dovuto per specifiche imposte, in via totale o parziale, con le somme da versare al concessionario a titolo di contributo pubblico a fondo perduto per la realizzazione dell'infrastruttura. Si segnala inoltre che è stato approvato dalla Camera dei deputati il testo unificato delle proposte di legge in materia di delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita (A.C. 282-950-1122-1339-A).
Relativamente alle politiche di coesione, va rammentato come il ciclo di programmazione dei fondi strutturali dell'Unione europea per gli anni 2007-2013 sia stato finora caratterizzato da significativi ritardi nell'utilizzo delle risorse, con il rischio di perderne le disponibilità per effetto del meccanismo del disimpegno automatico, qualora le risorse non siano spese entro la fine del secondo esercizio dal loro impegno contabile. In considerazione di ciò, la Nota di aggiornamento, nel sottolineare l'importante ruolo che la leva dei fondi regionali europei e del Fondo per lo sviluppo e la coesione può esercitare per dar solidità alla crescita del Paese, segnala come occorra realizzare una migliore spendibilità delle risorse disponibili: ciò in quanto a poco più di due anni dalla scadenza finale per la certificazione delle spese alla Commissione europea risulta raggiunto un obiettivo di spesa di circa 19 miliardi, pari al 40 per cento delle spese programmate.
Nel complesso, le risorse ancora da spendere entro il 31 dicembre 2015 ammontano a circa 30 miliardi, la maggior parte dei quali nell'area dell'obiettivo Convergenza (regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia). Nella Nota si ritiene pertanto necessaria una riprogrammazione delle risorse a rischio disimpegno, che concentri i fondi disponibili su poche misure con effetto anticiclico: in particolare vengono indicati gli obiettivi della promozione dell'occupazione giovanile e del contrasto alla povertà.
Si ricorda che su tale aspetto si è recentemente intervenuti con il decreto-legge n. 76 del 2013, che ha destinato complessivamente a tali interventi circa 1 miliardo di euro nel periodo 2013-2016 ed ha definito ulteriori misure per la velocizzazione delle procedure per i programmi nazionali cofinanziati dai fondi strutturali. Si segnala che su tale questione era peraltro già intervenuto il decreto-legge n. 69 del 2013, che ha introdotto norme di accelerazione sull'utilizzo dei fondi, al fine di evitare il definanziamento delle relative risorse; tale provvedimento ha altresì dato facoltà al Governo, in caso di inerzia delle amministrazioni responsabili degli interventi, di sostituirsi alle stesse.
Come riportato nella Nota di aggiornamento, un passo importante ai fini dell'obiettivo di un uso più efficace dei fondi europei è stato compiuto con la creazione dell'Agenzia per la coesione territoriale. Con l'articolo 10 del decreto-legge n. 101 del 2013, in corso d'esame al Senato (S.1015), che ha istituito tale Agenzia, è stata definita la ripartizione delle funzioni relative alla politica di coesione tra la Presidenza del Consiglio dei ministri e l'Agenzia stessa. In vista dei nuovi fondi del ciclo di programmazione 2014-2020, sembrerebbe trattarsi di un organismo con il compito di rendere più efficace l'uso dei fondi europei e di potenziare la capacità tecnica e amministrativa delle Regioni e delle amministrazioni centrali e locali. Ciò secondo le finalità espresse nella Nota, che, considerando la «situazione di fragilità organizzativa e amministrativa del Paese», auspica che la concentrazione delle risorse su pochi obiettivi ben definiti potrebbe rendere più semplice il rafforzamento della capacità amministrativa e


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di monitoraggio dell'attuazione dei programmi.
La Nota, oltre a precisare come il nuovo quadro di misure sia propedeutico al buon avvio del nuovo ciclo di programmazione 2014-2020, che costituisce «uno degli appuntamenti più importanti della politica di sviluppo e coesione dei prossimi mesi», sottolinea altresì la necessità di rifinanziare con la prossima legge di stabilità il Fondo per lo sviluppo e la coesione (ex FAS), relativamente al nuovo ciclo di programmazione 2014-2020.
Per quanto riguarda i nuovi fondi del ciclo di programmazione 2014-2020, le prime ipotesi di stima indicano un possibile ammontare per circa 30 miliardi di finanziamento comunitario, a cui si deve aggiungere la quota di cofinanziamento nazionale di pari importo (nonché le nuove risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione). Per quanto concerne il periodo 2014-2020, si rammenta che nel dicembre 2012 il Consiglio dei ministri ha predisposto il documento «Metodi e obiettivi per un uso efficace dei fondi comunitari 2014-2020», che è risultato la base per un confronto con le amministrazioni centrali e regionali, che si è svolto in alcuni seminari e tavoli tecnici. Ad esso seguirà l'adozione di un «Accordo di partenariato», strumento previsto dalla proposta di Regolamento della Commissione europea per stabilire la strategia di impiego dei fondi comunitari, alla cui definizione partecipano anche altri soggetti istituzionali, parti sociali e rappresentanti della società civile; una volta concluso, l'Accordo dovrà acquisire l'intesa in sede di Conferenza Unificata e, dopo l'approvazione da parte del CIPE per i profili di competenza, dovrà essere presentato alla Commissione europea entro la fine del 2013.
Con riferimento alla valorizzazione del patrimonio pubblico, la previsione effettuata dal Governo sulla riduzione del rapporto tra debito e PIL (al netto dei contributi ai programmi europei di sostegno finanziario, il debito pubblico nel 2012 è pari al 124,3 per cento del PIL, aumenta al 129,3 per cento nel 2013 e scende al 116,6 per cento nel 2017) è condizionata anche dalla stima di 0,5 punti percentuali di PIL all'anno di introiti da privatizzazioni. In tal senso si tiene conto degli strumenti già operativi per procedere alla valorizzazione e successiva dismissione del patrimonio dello Stato, sia degli immobili sia delle partecipazioni pubbliche. Al fine di ridurre il debito pubblico, infatti, è stato recentemente avviato un piano straordinario di valorizzazione e cessione del patrimonio di proprietà delle Amministrazioni pubbliche, nell'ottica di assicurare importanti risorse da destinare prioritariamente al Fondo per l'ammortamento del debito. Si ricorda che nel 2012, sono stati realizzati i trasferimenti a Cassa Depositi e Prestiti Spa delle partecipazioni dello Stato in SACE, Fintecna e Simest. L'operazione ha comportato un introito complessivo di 8,8 miliardi di euro, destinato essenzialmente alla riduzione del debito e, in misura minore, al rimborso dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni. Per quanto riguarda il patrimonio immobiliare, si segnala la costituzione, nel maggio 2013, della società per azioni Investimenti Immobiliari Italiani - Società di Gestione del Risparmio (InvImIt SGR), il cui capitale è interamente detenuto dal Ministero dell'economia e delle finanze. La InvImIt SGR provvederà all'istituzione di uno o più fondi di investimento finalizzati a:
partecipare in fondi d'investimento immobiliari chiusi (i cosiddetti «Fondi di fondi») promossi o partecipati da enti territoriali e altri enti pubblici, o società interamente partecipate dai predetti enti, al fine di valorizzare o dismettere il proprio patrimonio immobiliare disponibile;
valorizzare sia gli immobili di proprietà dello Stato non utilizzati per finalità istituzionali (cosiddetto «Fondo diretto»), sia quelli non più utilizzati dal Ministero della difesa per finalità istituzionali (cosiddetto «Fondo difesa»), nonché gli immobili degli enti territoriali, anche provenienti da atti di trasferimento ai sensi del cd. federalismo demaniale, e delle società controllate dallo Stato o da enti pubblici.


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Per la valorizzazione del patrimonio è prevista la sottoscrizione di quote di capitale dei Fondi da parte di investitori istituzionali, in particolare enti previdenziali, attraverso l'apporto di liquidità. In continuità con le azioni già intraprese, entro la fine dell'anno sarà delineato un programma di dismissioni di partecipazioni detenute direttamente o indirettamente dallo Stato. Pur restando fermo l'impegno a proseguire sulla strada delle privatizzazioni, il Governo ha ritenuto opportuno dimezzare l'ambizioso obiettivo di un punto percentuale di PIL all'anno di incassi da privatizzazioni per renderlo più realistico e fattibile, anche in considerazione delle ancora difficili condizioni del mercato immobiliare e finanziario.

Antonio MISIANI, Relatore.


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PARERI AI SENSI DELL'ARTICOLO 118-BIS DEL REGOLAMENTO



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I COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni)

(Relatore: NACCARATO)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 (Doc. LVII, n. 1-bis)



La I Commissione,
esaminata, per i profili di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 (Doc. LVII, n. 1-bis.),

rilevato che:
la Nota di aggiornamento reca una esposizione sintetica delle azioni già avviate o da avviare in futuro in risposta alle Raccomandazioni rivolte all'Italia il 9 luglio scorso dal Consiglio UE nell'ambito della procedura del Semestre europeo, a seguito delle valutazioni della Commissione europea sul Programma nazionale di riforma 2013 e sul Programma di stabilità 2012-2017 presentati dall'Italia;
per ogni Raccomandazione la Nota dà conto degli interventi già posti in essere dal Governo e delle indicazioni programmatiche sulle azioni di riforma previste nei diversi settori;
la Nota presenta un quadro di aggiornamento delle iniziative adottate per corrispondere a tali Raccomandazioni ed espone lo stato di attuazione delle riforme intraprese nei diversi settori;
le Raccomandazioni si riferiscono a sei ambiti di intervento;
per il settore istituzionale la Nota collega alla Raccomandazione 1 (che riguarda il contenimento del disavanzo, l'aggiustamento strutturale, la realizzazione di avanzi primari, il miglioramento della spesa pubblica), tra gli altri, gli interventi per l'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti (oggetto del disegno di legge C. 1154, all'esame della Camera, e delle proposte di legge abbinate) e per l'abolizione delle province (oggetto del disegno di legge costituzionale C. 1543, che ne prevede la soppressione quali enti territoriali costituzionalmente necessari, mentre il disegno di legge C. 1542 reca


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«una nuova disciplina delle province quali enti di area vasta»);
sempre per il settore istituzionale, la Nota collega alla Raccomandazione 2 (che richiede, tra l'altro, tempestiva attuazione delle riforme, potenziamento dell'efficienza della pubblica amministrazione, semplificazione, repressione della corruzione), l'avvio del processo di riforme costituzionali ed elettorali e l'approvazione, da parte dell'Autorità nazionale anticorruzione, del Piano nazionale anticorruzione (PNA);
alla Raccomandazione 2 la Nota collega altresì la necessità di dare attuazione in tempi rapidi alle riforme in itinere, tra le quali, per quanto interessa la competenza della I Commissione, è segnalata l'esigenza di portare a termine con sollecitudine l'iter di attuazione del Codice dell'amministrazione digitale, adottando i provvedimenti attuativi ancora da emanare;
ritenuto di condividere le valutazioni espresse dal Governo nella Nota in esame;

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PARERE FAVOREVOLE



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II COMMISSIONE PERMANENTE
(Giustizia)

(Relatore: VAZIO)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 (Doc. LVII, n. 1-bis)

La II Commissione,
esaminata, per quanto di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013,

rilevato che:
la Commissione europea il 29 maggio 2013 ha elaborato le raccomandazioni di politica economica e di bilancio rivolte ai singoli Stati, che nel mese di luglio il Consiglio ECOFIN ha provveduto ad esaminare ed approvare, anche sulla base degli orientamenti espressi dal Consiglio europeo di giugno;
con la Raccomandazione n. 2 (in materia di efficienza e qualità della pubblica amministrazione) si chiede all'Italia, tra l'altro, di abbreviare la durata dei procedimenti civili e ridurre l'alto livello di contenzioso civile, anche promuovendo il ricorso a procedure extragiudiziali di risoluzione delle controversie; di potenziare il quadro giuridico relativo alla repressione della corruzione, anche rivedendo la disciplina dei termini di prescrizione;
con riferimento al tema della lotta alla corruzione, nel capitolo III della Nota di aggiornamento al DEF 2013, si dà atto dell'approvazione in via definitiva il Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) da parte dell'Autorità Nazionale Anticorruzione e dell'avvenuta adozione delle Linee guida per l'aggiornamento dei Programmi triennali per la trasparenza e l'integrità nelle Pubbliche Amministrazioni 2014-2016 da parte della CIVIT;
il paragrafo 5 del capitolo V della Nota, intitolato «Giustizia più efficace e efficiente», fornisce invece una sintesi delle azioni già avviate - o da avviare in futuro - in materia di geografia giudiziaria, di tempi della giustizia civile e di carceri;

rilevato altresì che:
la Nota di aggiornamento, dopo avere ricordato gli interventi contenuti nel decreto


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«Fare», indica taluni ulteriori interventi ritenuti opportuni o necessari in materia di efficienza della giustizia civile: il rafforzamento e l'operatività del tribunale delle imprese; l'impulso alla piena operatività del processo civile telematico, oltre alla realizzazione di un sistema informatico che consenta l'accesso diffuso, in rete, da parte dei cittadini, ai sistemi di giustizia; la previsione di ulteriori limiti all'appello;
l'ampliamento delle competenze del giudice di pace ed il rafforzamento degli incentivi alla mediazione;
tali interventi saranno verosimilmente contenuti nel disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica in materia di giustizia civile, che il Governo preannuncia nella Nota medesima;
osservato che, anche nel recente passato, la trattazione dei temi afferenti alla giustizia civile nell'ambito di disegni di legge collegati alla manovra di finanza pubblica e, comunque, nell'ambito di provvedimenti dal contenuto eterogeneo (come nel caso del decreto «Fare») ha determinato una sostanziale esautorazione della Commissione giustizia, relegata alla mera espressione di un parere, in tempi generalmente molto ristretti;
richiamato il Messaggio del Presidente della Repubblica del 31 marzo 2010, nel quale, con riferimento al cosiddetto «Collegato Lavoro», si è rilevato che la configurazione marcatamente eterogenea dell'atto normativo produce effetti negativi «sullo stesso svolgimento del procedimento legislativo, per la impossibilità di coinvolgere a pieno titolo nella fase istruttoria tutte le Commissioni parlamentari competenti per ciascuna delle materie interessate», e che «nel caso specifico [...] la Commissione giustizia di entrambi i rami del Parlamento ed anche la Commissione affari costituzionali della Camera sono intervenute esclusivamente in sede consultiva e non hanno potuto seguire l'esame in Assemblea nelle forme consentite dai rispettivi Regolamenti»;
fatto proprio l'auspicio, espresso dal Presidente della Repubblica nel predetto Messaggio, «di una attenta riflessione sul modo in cui procedere nel futuro alla definizione di provvedimenti legislativi, specialmente se relativi a materie di particolare rilievo e complessità»;

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con la seguente condizione:
sia specificato che il disegno di legge collegato avente ad oggetto disposizioni in materia di giustizia civile non contenga anche norme eterogenee riconducibili ad altre materie.


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III COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari esteri e comunitari)

(Relatore: AMENDOLA)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 (Doc. LVII, n. 1-bis)

La III Commissione,
esaminata per le parti di competenza la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 (Doc. LVII, n. 1-bis);
rilevato che il documento stima una crescita delle esportazioni nell'anno in corso pari allo 0,2 per cento fornendo in tal modo un contributo positivo alla crescita;
ravvisata l'importanza che l'Esecutivo prosegua nella sua opera di risanamento delle finanze pubbliche in ossequio agli impegni assunti dal nostro Paese in sede comunitaria anche in considerazione del fatto che nel 2014 l'Italia sarà investita della responsabilità di presiedere il Consiglio dell'Unione europea;
valutata positivamente l'iniziativa del Governo di attuare attraverso il piano «Destinazione Italia» una serie di interventi che puntano ad attrarre investimenti esteri e a favorire il rilancio della competitività del nostro Paese nelle economia globale;
auspicato che il Governo valuti l'opportunità di prevedere l'equiparazione tra abitazione principale e unità immobiliare posseduta in Italia dai cittadini non residenti nel territorio dello Stato ai fini dell'applicazione della disciplina in tema di IMU;
preso atto che la Nota in esame attribuisce particolare rilevo alla diplomazia della crescita finalizzata a sostenere le esportazioni verso i mercati emergenti e l'attrazione degli investimenti esteri in un quadro di integrazione produttiva dell'economia, valorizzando le funzioni del Ministero degli affari esteri e della sua rete diplomatico-consolare, nonché il raggiungimento degli obiettivi di Expo 2015;
auspicato che siano adeguatamente valorizzati i piani di promozione che le


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Ambasciate italiane elaborano ogni anno per ciascun paese mirati ad integrare l'azione di carattere politico con quella a risvolto economico, culturale e scientifico in un'ottica di promozione del Sistema Paese, anche rafforzando la presenza ed il ruolo degli istituti italiani di cultura all'estero;

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PARERE FAVOREVOLE



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IV COMMISSIONE PERMANENTE
(Difesa)

(Relatore: Salvatore PICCOLO)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 (Doc. LVII, n. 1-bis)

La IV Commissione,
esaminata la Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza 2013 e il relativo allegato contenente le Relazioni sulle spese di investimento e relative leggi pluriennali per ogni singolo Dicastero;
premesso che la Nota stima, per l'anno corrente, una contrazione del PIL italiano pari all'1,7 per cento ed individua quali due maggiori priorità per la politica economica dell'Italia il rafforzamento della ripresa in atto e l'intervento sui fattori che limitano la competitività e la produttività italiana per aumentare la crescita economica e l'occupazione, nella consapevolezza che per un Paese ad alto debito come il nostro il processo di risanamento della finanza pubblica è essenziale per la stessa crescita;
sottolineato che l'Amministrazione della Difesa è chiamata a svolgere un ruolo efficace nell'azione congiunturale posta in essere dal Governo e nell'impegno per le riforme strutturali, soprattutto in vista dell'attuazione della delega conferita dalla legge n. 244 del 2012, finalizzata ad una revisione in senso riduttivo dello strumento militare, e del processo di spending review in atto;
in questo quadro, evidenziato l'impegno che nel Comparto difesa e sicurezza deve contraddistinguere l'azione di Governo e Parlamento per conciliare rigore finanziario e certezza degli investimenti con la definizione di uno strumento militare ridotto nella dimensione quantitativa ma potenziato nella capacità militare, dotato di elevati requisiti di interoperabilità e in grado di fornire l'output richiesto in base alle esigenze nazionali ed internazionali, attesa la dinamicità ed imprevedibilità degli scenari di sicurezza;
espressa soddisfazione per il riconoscimento che la Nota opera, come iniziativa


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intrapresa nell'ambito delle raccomandazioni rivolte all'Italia dal Consiglio dell'Unione europea sulla situazione macroeconomica e di bilancio delineata nel Programma di stabilità e nel Programma nazionale di riforma, all'approvazione di un piano finalizzato alla riduzione delle dotazioni organiche del personale militare delle Forze armate e delle dotazioni complessive del personale civile entro il 2024, di un piano straordinario di valorizzazione e cessione del patrimonio di proprietà delle Amministrazioni pubbliche con destinazione delle risorse al Fondo per l'ammortamento del debito;
evidenziato, tuttavia, che dall'allegata Relazione sulle spese di investimento e relative leggi pluriennali emerge che l'impianto programmatico-finanziario del 2013 della missione Difesa e sicurezza «a seguito della sovrapposizione di numerosi interventi complessivi della spesa pubblica con effetti nel triennio 2013-2015 (...) non potrà vedere la sua naturale evoluzione ed essere finalizzato nei termini pianificati, in quanto l'applicazione delle norme sopra citate avrà necessariamente un impatto importante sull'attivazione temporale dell'intero progetto sia in termini di saldo netto da finanziare, sia come riduzione dell'indebitamento netto»;
ritenuto, infine, che la programmazione finanziaria relativa agli investimenti nei settori ad alta tecnologia con particolare riferimenti all'industria aeronautica risulta sottoposta a limiti e vincoli derivanti innanzitutto dalla criticità della situazione congiunturale e dalle conseguenti priorità di risparmio e razionalizzazione della spesa pubblica, come peraltro evidenziato in rilevanti atti di indirizzo approvati nei due rami del Parlamento,

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti osservazioni:
la Commissione di merito valuti l'opportunità di considerare positivamente nell'ambito della partecipazione a programmi aerospaziali e di alta tecnologia per la difesa, al Programma VMB 8X8 per la realizzazione di un complesso di 530 piattaforme per equipaggiare le unità Medie dell'Esercito in grado di garantire un adeguato livello di protezione per il personale;
la Commissione di merito valuti altresì l'opportunità di evidenziare l'esigenza che le Commissioni parlamentari competenti siano destinatarie di adeguati e tempestivi flussi informativi da parte del Governo in ordine all'erogazione delle risorse destinate agli investimenti nei settori ad alta tecnologia, con particolare riferimento all'industria aeronautica.


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VI COMMISSIONE PERMANENTE
(Finanze)

(Relatore: BERNARDO)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 (Doc. LVII, n. 1-bis)

La VI Commissione,
esaminata la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 (Doc. LVII, n. 1-bis);
rilevato come la Nota indichi le azioni intraprese finora per attuare le raccomandazioni di politica economica e di bilancio rivolte all'Italia dalla Commissione europea ed approvate dal Consiglio ECOFIN;
sottolineato come, per la prima volta, alla Nota di aggiornamento sia allegato, ai sensi dell'articolo 10-bis della legge n. 196 del 2009, il Rapporto concernente i risultati conseguiti in materia di contrasto all'evasione fiscale (Doc. LVII, n.1-bis - Allegato II);
evidenziato come la Nota richiami, anche sulla base degli elementi relativi alla produzione industriale, agli ordinativi e agli indicatori di fiducia, in particolare, delle famiglie, i primi segnali di una progressiva stabilizzazione del ciclo economico, indicando un incremento del PIL nel quarto trimestre 2013 e, per gli anni 2015-2017, una crescita dell'economia italiana superiore alle previsioni del DEF 2013, in misura pari, in media, all'1,8 per cento, dovuta sia al miglioramento della domanda mondiale sia agli effetti positivi determinati delle riforme introdotte nelle ultime due legislature;
rilevato, tuttavia, come la Nota operi una revisione al ribasso delle stime sull'andamento dell'economia italiana per l'anno in corso e per il 2014 rispetto alle previsioni formulate nel DEF 2013, riducendo in particolare la previsione del PIL 2013 dal -1,3 per cento al -1,7 per cento;
preso atto di come il predetto peggioramento delle stime di crescita per il 2013 e, in misura minore, per il 2014, sia legato al riflettersi in tali annualità della dinamica economica recessiva che ha interessato l'economia italiana e che ha


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raggiunto la sua maggiore intensità nella parte finale del 2012, nonché del perdurare della recessione anche nel primo trimestre 2013, che avranno effetti di trascinamento nel biennio;
evidenziato come, sebbene la debolezza del quadro macroeconomico determini effetti negativi su alcune variabili di finanza pubblica, rimanga confermato il processo di risanamento finanziario già stabilito nel DEF 2013, che ha reso possibile la chiusura della procedura per i disavanzi eccessivi nei confronti dell'Italia;
rilevato, tuttavia, come nel 2013 l'indebitamento netto supererà di 0,2 punti il valore indicato in precedenza nel DEF 2013, portandosi dal 2,9 al 3,1, a causa di un andamento delle entrate condizionato dall'andamento negativo del PIL, che ha inciso principalmente sul gettito delle imposte indirette;
segnalato come tale dinamica negativa riguardi anche il saldo corrente, inferiore di 0,7 punti percentuali rispetto al dato indicato nel DEF, nonché, più lievemente, (-0,1) il saldo primario;
preso atto di come le previsioni relative all'andamento della spesa per interessi siano basate su un'ipotesi di riduzione degli spread di rendimento a dieci anni dei titoli di Stato italiani, rispetto a quelli tedeschi, a 200 punti base nel 2014, a 150 punti base nel 2015 e a 100 punti base nel 2016 e 2017, pur in presenza di un livello di debito che risulta più elevato - per tutto il periodo di previsione - rispetto ai valori indicati nel DEF;
evidenziato come la pressione fiscale, che è aumentata di due punti percentuali di PIL nel 2012 rispetto all'anno precedente, dovrebbe attestarsi su livelli analoghi a quelli stimati nel DEF, posizionandosi al 44,3 per cento del PIL nel 2013, diminuendo di circa lo 0,1 per cento in ciascuno degli anni successivi, fino a posizionarsi al 43,7 per cento nel 2017;
rilevato come gli interventi in campo tributario dovranno porsi l'obiettivo di fondo di coniugare l'esigenza di assicurare l'equilibrio dei conti pubblici con quella di utilizzare la leva fiscale come strumento di sostegno della domanda e degli investimenti e di redistribuzione del prelievo a favore dei fattori produttivi;
evidenziato come, nel contesto degli attuali vincoli del bilancio pubblico, la strategia di riforma del sistema fiscale non possa prescindere, da un lato, da un'ulteriore rafforzamento delle azioni volte all'emersione di basi imponibili che attualmente sfuggono alla tassazione ed al contrasto delle altre forme di evasione fiscale, ma anche, dall'altro, da una complessiva revisione dei meccanismi agevolativi di natura tributaria (cosiddette tax expenditures), da una più generale razionalizzazione degli incentivi di altra natura riconosciuti alle imprese, nonché da una più incisiva azione di efficientamento e riduzione della spesa pubblica improduttiva;
sottolineata, in particolare, l'esigenza di venire incontro alle esigenze, più volte rappresentate dal mondo delle imprese, di abbassare il costo del lavoro attraverso una riduzione del prelievo su tale fattore della produzione, in particolare attraverso la diminuzione del cosiddetto «cuneo fiscale»;
richiamata altresì l'esigenza, già prefigurata con gli interventi legislativi di cui ai decreti - legge n. 54 e n. 102 del 2013, i quali hanno disposto negli ultimi mesi la sospensione e, quindi, la soppressione della prima rata IMU 2013, di procedere in tempi brevi ad una complessiva revisione dell'imposizione immobiliare, nella prospettiva di garantire un maggior tasso di equità di tale forma di prelievo, di tener conto delle peculiarietà degli immobili strumentali, nonché al fine di definire finalmente un quadro normativo e finanziario stabile, che consenta ai comuni di compiere con maggiore autonomia le scelte di politica tributaria rimesse alla loro responsabilità politica, e di riconnettere in modo più diretto l'imposizione locale all'erogazione dei servizi comunali;
condivisa l'esigenza di estendere gli incentivi fiscali volti a favorire la maggiore


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capitalizzazione delle imprese, proseguendo nell'esperienza della normativa sull'Aiuto alla crescita economica (ACE);
rilevato come l'andamento della concessione del credito al settore privato costituisca uno degli snodi cruciali ai fini della ripresa e come sia pertanto necessario avviare il superamento delle condizioni di fragilità che ancora caratterizzano tale mercato;
richiamato, in tale contesto, l'obiettivo di estendere i canali di finanziamento delle PMI, in particolare rafforzando gli strumenti delle cambiali finanziarie, dei bond di distretto, dei project bond, delle obbligazioni partecipative, ampliando l'operatività e l'efficacia degli schemi di garanzia pubblici sui finanziamenti erogati dal settore bancario alle imprese, nonché attivando forme di sostegno, anche pubbliche, alle operazioni di venture capital;
evidenziato come il «Rapporto concernente i risultati conseguiti in materia di contrasto all'evasione fiscale», allegato per la prima volta alla Nota di variazione, costituisca un importante elemento di trasparenza e di conoscenza analitica di un fenomeno particolarmente complesso, che potrà consentire al dibattito parlamentare, e, più in generale, al dibattito pubblico su questi temi, di svilupparsi in termini maggiormente oggettivi, prescindendo il più possibile da fattori di condizionamento ideologico;
rilevato, anche alla luce delle indicazioni del Rapporto, come l'azione di contrasto dell'evasione fiscale dovrà basarsi non solo su attività di controllo ed accertamento, ma anche su misure che incentivino il più possibile la propensione all'adempimento spontaneo degli obblighi tributari da parte dei contribuenti, dedicando particolare attenzione, in tale prospettiva, alle misure per la semplificazione degli adempimenti ed al miglioramento dell'offerta di servizi fiscali più orientati alle esigenze dei contribuenti e degli intermediari fiscali;
ribadita, altresì, la necessità di sviluppare ancor più i rapporti di collaborazione e coordinamento tra tutte le amministrazioni che svolgono attività ispettiva e di controllo a fini tributari, sia al fine di massimizzare l'efficacia e l'efficienza di tali attività, sia per ridurre al massimo i disagi legati a tali controlli,
evidenziato come le somme derivanti dall'attività di contrasto all'evasione fiscale effettivamente incassate nel 2012, pari a 12,5 miliardi, confermino sostanzialmente il dato relativo al 2011 (12,7 miliardi), nonché il netto miglioramento rispetto ai risultati registrati negli anni precedenti, sia pure con una lieve flessione, e comunque superando gli obiettivi fissati nella Convenzione tra il Ministero dell'economia e delle finanze e l'Agenzia delle entrate;
segnalato il numero molto elevato di accertamenti tributari definiti con adesione, il quale ha consentito di realizzare una maggiore imposta pari a 5,2 miliardi, nonché di alleggerire sia l'amministrazione finanziaria sia i contribuenti da procedure amministrative e contenziose potenzialmente molto lunghe ed onerose;
evidenziata positivamente, in tale contesto, la significativa riduzione, registratasi nel 2012, nel numero dei ricorsi presentati alle Commissioni tributarie provinciali e regionali, rispetto a quelli presentanti nel 2011;

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PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti osservazioni:
a) sotto il profilo della politica tributaria, si evidenzia la necessità di favorire la rapida approvazione definitiva e la successiva, sollecita attuazione, del testo unificato delle proposte di legge recanti la delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita (C. 282 ed abbinate), già approvato dall'Assemblea della Camera dei deputati, dopo l'esame in sede referente da parte della Commissione Finanze, in quanto le deleghe conferite al Governo da tale provvedimento con il concorso di


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tutte le forze politiche consentiranno di affrontare alcune tematiche cruciali per la riforma e la modernizzazione del sistema tributario, da tempo in discussione, in particolare per quanto riguarda il superamento degli elementi di sperequazione che incidono negativamente sul meccanismo degli estimi catastali; la definizione di un quadro analitico e condiviso nel quale operare la lotta all'evasione fiscale; la disciplina dell'abuso del diritto; la semplificazione degli adempimenti; la revisione del sistema sanzionatorio e del contenzioso tributario; la definizione di un quadro più omogeneo e trasparente per la riscossione delle entrate degli enti locali; l'introduzione di strumenti più effettivi di fiscalità ambientale;
b) si sottolinea l'esigenza di adottare tutte le misure utili per ampliare la disponibilità di credito al settore privato dell'economia, in particolare colmando lo squilibrio che attualmente sussiste tra raccolta complessiva delle banche e credito erogato, favorendo i canali di finanziamento alternativi a quello bancario e aprendo maggiormente alle imprese, anche di medie e piccole dimensioni, il mercato dei capitali, soprattutto valorizzando ulteriormente gli strumenti, recentemente oggetto di efficaci interventi legislativi, delle cambiali finanziarie e dei project bond, nonché favorendo ulteriormente l'emissione di obbligazioni da parte delle imprese, al fine di evitare che il perdurare di condizioni restrittive possa ostacolare la ripresa, e attenuare gli effetti espansivi delle misure introdotte dai provvedimenti finora adottati;
c) sotto il profilo della lotta all'evasione fiscale, si segnala l'opportunità di migliorare ulteriormente il livello qualitativo dei controlli e di seguire un approccio sempre più mirato, basato su una selezione efficace delle posizioni da sottoporre a verifica, anche attraverso forme di contraddittorio preventivo con il contribuente, evitando di concentrare eccessivamente le attività dell'Amministrazione finanziaria su situazioni di scarsa rilevanza o su mere violazioni di carattere formale, nonché escludendo modalità di controllo che ostacolino eccessivamente la normale operatività dei contribuenti e puntando invece sempre più verso un'azione di prevenzione che incrementi l'adempimento spontaneo (cosiddetta tax compliance).


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VII COMMISSIONE PERMANENTE
(Cultura, scienza e istruzione)

(Relatore: D'OTTAVIO)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 (Doc. LVII, n. 1-bis)

La VII Commissione,
esaminati, per le parti di propria competenza, la Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2013 (Doc. LVII, n. 1-bis) e i relativi allegati concernenti i Ministeri dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, e dei beni e delle attività culturali e del turismo;
osservato che quanto contenuto nella Nota, sia in linea di principio, sia nei concreti provvedimenti, sta trovando attuazione da un lato nel decreto legge n. 104 del 2013 - attualmente all'attenzione della Commissione - e dall'altro nella recente trasformazione in legge del cosiddetto decreto legge «valore cultura»; mentre sono altrettanto urgenti provvedimenti relativi al settore della promozione della pratica sportiva;
tenuto conto, altresì, che alla strategicità dei settori in esame ancora non corrisponde una distribuzione delle risorse tesa a garantire la piena attuazione delle misure previste ed evidenziata, pertanto, la necessità di una revisione della spesa, nonché l'individuazione di ulteriori strumenti per il finanziamento degli obiettivi programmatici in materia di istruzione, università, ricerca, beni e attività culturali,

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PARERE FAVOREVOLE



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VIII COMMISSIONE PERMANENTE
(Ambiente, territorio e lavori pubblici)

(Relatore: Mariastella BIANCHI)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 (Doc. LVII, n. 1-bis)

La VIII Commissione,
esaminata la Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2013 (Doc. LVII, n. 1-bis), con i relativi Allegati, in particolare quello relativo al Programma delle infrastrutture strategiche (Allegato III);

premesso che:
la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 segnala, accanto ad un peggioramento delle stime relative all'andamento del Pil per l'anno in corso e per il prossimo, anche importanti segnali positivi tra cui la stabilizzazione del Pil già nel terzo trimestre dell'anno in corso e l'andamento di alcuni indicatori che possono anticipare una ripresa prossima; è dunque cruciale adottare con tempestività le misure necessarie a sorreggere la ripresa e scegliere con decisione la giusta direzione di marcia anche per le politiche industriali;
la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 considera strategiche le politiche per migliorare la qualità dell'ambiente e incentivare lo sviluppo sostenibile riconoscendo opportunamente un ruolo centrale alla green economy, come dimostra anche la decisione del Governo, annunciata in questo documento, di presentare uno specifico disegno di legge per promuovere la green economy e l'uso efficiente delle risorse che sarà collegato alla manovra di finanza pubblica 2014-2016;
la Nota di aggiornamento include, tra gli interventi e le finalità programmatiche in materia ambientale, anche le bonifiche relative ai siti inquinati prospettando l'adozione di un piano indirizzato al riuso a fini produttivi del territorio, il cui iter sarà avviato, di concerto con le amministrazioni competenti, dopo la pubblicazione del decreto attuativo sulle crisi industriali complesse;


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la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 rileva la necessità di un ampio dibattito sul mix energetico adottato nel nostro Paese e sulle misure per incentivare in modo efficiente lo sviluppo delle rinnovabili e dell'efficienza energetica;
la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 rileva la necessità di una revisione organica delle norme relative agli illeciti ambientali e di un controllo efficace del consumo di suolo;

considerato che:
la Nota di aggiornamento richiama l'opportunità di rendere strutturali le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie e che, tenuto conto anche del quadro normativo vigente, la predetta stabilizzazione dovrà riguardare gli interventi di riqualificazione energetica insieme a quelli di messa in sicurezza degli edifici anche in funzione antisismica, dando seguito al contenuto del cosiddetto decreto eco bonus così come convertito dal Parlamento e di alcuni atti di indirizzo approvati dal Parlamento, da ultimo alla risoluzione 7-00090 approvata dalle Commissioni riunite VI e VIII nella seduta del 26 settembre 2013;
la ineludibile consapevolezza della necessità di definire e attuare con urgenza un piano nazionale per la messa in sicurezza del territorio, giustamente sottolineata anche da numerosi atti di indirizzo parlamentare, rende improcrastinabile l'adozione di interventi immediati e strutturali da parte del Governo in sinergia con le amministrazioni locali e con i diversi enti coinvolti a cui fa riferimento anche il documento in esame ponendo, per la prima volta, gli interventi di manutenzione e di messa in sicurezza del territorio, di competenza del ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, all'interno dell'aggiornamento del Programma delle infrastrutture strategiche per contrastare con maggiore efficacia il dissesto idrogeologico;

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni:
1) siano rese stabili le agevolazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione ed efficienza energetica (cd. ecobonus) (da ultimo disciplinate dall'articolo 14 del decreto legge n. 63 del 2013), includendo in maniera permanente in tali interventi anche il consolidamento antisismico degli edifici e gli interventi per migliorare l'efficienza idrica;
2) siano adottate necessarie iniziative volte ad agevolare la riconversione energetica dai combustibili fossili alle energie rinnovabili e all'efficienza energetica garantendo lo svolgimento di una valutazione complessiva sotto il profilo dei costi di tutte le fonti energetiche e di una corretta valutazione di ogni esternalità positiva o negativa dovute alle diverse fonti energetiche, tenendo conto, relativamente alle fonti rinnovabili, dell'indice di ritorno energetico;

e con le seguenti osservazioni:
a) si valuti l'opportunità, nell'ambito della programmazione degli interventi infrastrutturali sui sistemi idrici, di tenere conto di quelli relativi alla depurazione, anche in considerazione della procedura di infrazione europea in corso;
b) si valuti l'opportunità di considerare prioritaria l'adozione delle misure per la bonifica dei siti inquinati, tenuto conto delle necessità di tutela ambientale a esse correlate e di riconversione produttiva dei siti medesimi;
c) si valuti l'opportunità di incrementare le risorse finanziarie da destinare agli interventi di manutenzione della rete infrastrutturale, al fine di tenere conto delle esigenze di difesa del suolo e di contrasto al rischio idrogeologico del territorio nazionale;


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d) si valuti l'opportunità di adottare misure per il rilancio dell'housing sociale che tengano prioritariamente conto dell'esigenza di interventi per valorizzare il patrimonio edilizio esistente, anche consentendo la locazione di alloggi sfitti, limitando pertanto il consumo di suolo da destinare a nuovi edifici ed intervenendo sulla riqualificazione urbana;
e) si valuti l'opportunità di avviare un confronto approfondito con l'VIII Commissione sulla rivisitazione della «legge obiettivo» e sulla riorganizzazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
f) si valuti l'opportunità di prevedere un meccanismo di selezione delle opere nell'ambito del Programma «6.000 campanili» affidato a criteri oggettivi;
g) si valuti l'opportunità che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e l'ANAS indichino in Commissione i criteri per il riparto dei fondi per la manutenzione di viadotti, ponti e gallerie;
h) si valuti l'opportunità di prevedere un ammodernamento del trasporto su ferro nel quadro della riforma del trasporto pubblico locale;
i) si valuti l'opportunità di chiarire le ragioni per le quali sono state inserite nell'elenco delle opere strategiche alcune opere già oggetto di finanziamento da parte del decreto-legge n. 69 del 2013;
l) si valuti l'opportunità di adottare le necessarie iniziative volte a rendere pienamente effettivi i meccanismi di finanziamento delle infrastrutture in partenariato pubblico-privato (PPP), utili all'attrazione di capitali privati nella realizzazione delle infrastrutture medesime;
m) si valuti l'opportunità di rafforzare e potenziare il sistema delle infrastrutture fluviali.


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IX COMMISSIONE PERMANENTE
(Trasporti, poste e telecomunicazioni)

(Relatore: FERRO)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 (Doc. LVII, n. 1-bis)

La IX Commissione,
esaminata, per le parti di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 (Doc. LVII, n. 1-bis),

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti osservazioni:
1) valuti la Commissione di merito l'opportunità di evidenziare al Governo le seguenti priorità relative al settore dei trasporti:
a) affrontare l'emergenza del trasporto pubblico locale, sia attraverso l'assegnazione di risorse adeguate, sia attraverso misure che incidano sull'organizzazione e sulle modalità di erogazione del servizio, in modo da promuoverne l'efficienza, migliorarne i livelli di qualità e favorirne il risanamento finanziario;
b) provvedere ad una riforma complessiva e organica del codice della strada, finalizzata a potenziare la sicurezza, riorganizzarne le disposizioni secondo criteri di coerenza, semplificazione e razionalizzazione, rivedere l'apparato sanzionatorio secondo principi di ragionevolezza e proporzionalità, semplificare le procedure;
c) realizzare una riforma complessiva dell'ordinamento portuale che consenta il recupero di efficienza, il rilancio del settore e il miglioramento degli standard di sicurezza;
d) effettuare opportuni interventi per favorire la realizzazione, nel territorio nazionale, di un sistema intermodale dei trasporti e, in tale ambito, sostenere una revisione della disciplina degli interporti


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che ne promuova lo sviluppo e ne agevoli l'operatività;
e) in considerazione della limitazione delle risorse finanziarie effettivamente disponibili, definire un preciso programma in cui sono individuate, in ordine di priorità, le infrastrutture destinate al trasporto che si intendono realizzare o completare, indicando altresì i tempi per l'attuazione di ciascun intervento;
f) adottare tutte le misure di propria competenza per assicurare la piena operatività dell'Autorità di regolazione dei trasporti e per procedere ad una revisione del complesso degli enti pubblici e delle strutture dell'amministrazione ministeriale che operano nei singoli settori, al fine di superare sovrapposizioni e duplicazioni di competenze;
2) valuti la Commissione di merito l'opportunità di evidenziare al Governo le seguenti priorità relative al settore delle telecomunicazioni:
a) adottare le misure necessarie per garantire l'utilizzo della rete di telecomunicazioni per finalità di interesse generale;
b) privilegiare, nella destinazione delle risorse disponibili, la realizzazione, anche con il coinvolgimento delle regioni, della rete a banda larga e ultralarga e le ulteriori misure per garantirne l'accesso in tutto il territorio nazionale, azzerando il digital divide;
c) svolgere, in tempi rapidi, l'asta per l'assegnazione dei diritti d'uso di frequenze televisive nazionali derivanti dal cosiddetto «dividendo digitale»;
d) adottare tempestivamente i provvedimenti di attuazione dell'Agenda digitale, anche al fine di modernizzare la pubblica amministrazione e semplificare gli adempimenti a carico dei cittadini e delle imprese.


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X COMMISSIONE PERMANENTE
(Attività produttive, commercio e turismo)

(Relatore: TARANTO)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 (Doc. LVII, n. 1-bis)

La X Commissione,
esaminata la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 (Doc. VII, n. 1-bis);
tenuto conto del fatto che - secondo quanto esposto nella Nota - «nel 2013, l'indebitamento netto a legislazione vigente potrebbe arrivare al 3,1 per cento del PIL in assenza di interventi, superando di 0,2 punti percentuali il valore indicato nel DEF», e che l'aumento del disavanzo viene ricondotto dalla Nota medesima «all'evoluzione delle entrate, che risentono di una dinamica della crescita meno favorevole di quella prevista nel DEF», registrandosi, invece, un andamento della spesa «sostanzialmente in linea con le stime di aprile»;
considerato che è intendimento del Governo «adottare interventi tempestivi per mantenere il deficit entro la soglia del 3,0 per cento» e che, comunque, il «saldo strutturale del 2013 e quello medio ottenuto sul biennio 2012-2013 risultano, rispettivamente, pari a 0,9 e 1,6 punti percentuali del PIL, ben al di sopra di quanto richiesto ai paesi lontani dall'Obiettivo di Medio Periodo (0,5 punti percentuali del PIL su un anno)», e che è altresì impegno del Governo, pur nel rispetto del percorso necessario per il conseguimento, a partire dal 2015, del pareggio strutturale di bilancio, sviluppare «un riesame delle politiche economiche nazionali ed europee per dare rafforzata priorità alla crescita economica ed all'occupazione», anche sulla scorta della constatazione del fatto che «le politiche di consolidamento fiscale, per la loro intensità e per l'adozione congiunta in una pluralità di paesi fortemente interdipendenti hanno contribuito alla contrazione del livello di attività ben oltre le attese», mostrandosi dunque «i moltiplicatori fiscali ben più reattivi di quanto


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inizialmente stimato dalle principali istituzioni internazionali»;
considerato, ancora, che il rapporto debito/PIL programmatico passerebbe, alla luce di quanto emerge dalla Nota, dal 127 per cento del 2012 al 120,1 per cento del 2017, valore che, depurato dei contributi ai programmi europei di sostegno finanziario, scende al 116,6 per cento, e che tale profilo di riduzione incorpora introiti da dismissioni del patrimonio dello Stato (immobili e partecipazioni pubbliche) stimati in 0,5 punti percentuali di PIL all'anno;
considerato altresì che, secondo quanto esposto nella Nota, la pressione fiscale si attesterebbe, per l'anno in corso, al 44,3 per cento del PIL rispetto al 41,4 del DEF, diminuendo poi non più dello 0,1 per cento in ciascuno degli anni successivi, fino al 43,7 per cento nel 2017;
sottolineato che, secondo quanto esposto nella Nota, «la contrazione del PIL nella parte iniziale del 2013 è stata leggermente superiore a quella attesa nel quadro macroeconomico del Documento di economia e finanza (DEF)» e che ciò porta ora ad una stima di crescita pari, per l'anno in corso, al -1,7 per cento, che risente del trascinamento negativo del 2012 per un punto percentuale, mentre «si confermano pienamente le prospettive di ripresa dell'attività economica anche alla luce del provvedimento di accelerazione del pagamento dei debiti della pubblica amministrazione», sicché, per il 2014, «la variazione annuale del PIL è ora valutata essere pari all'1,0 per cento», e, in più ampia prospettiva, «la crescita dell'economia italiana si porterà su livelli superiori all' 1,0 per cento a partire dal 2015, configurandosi una graduale chiusura dell'output gap negativo (al momento superiore a 4 punti percentuali di PIL)»;
sottolineato, altresì, che la tenuta, il consolidamento ed il rafforzamento di tali previsioni di crescita sono la variabile-chiave per ogni obiettivo di finanza pubblica e per la risposta alle pressanti esigenze di occupazione e di coesione sociale e territoriale del nostro Paese e che - come osserva la Nota - «sui tempi e l'intensità della ripresa incideranno le misure prese dal Governo, in particolare il pagamento dei debiti commerciali delle Amministrazioni Pubbliche, la capacità di attrarre investimenti e la definizione di un quadro di politica economica stabile», nonché, in generale, «la prosecuzione delle azioni volte a migliorare il contesto in cui operano le imprese italiane, tenuto conto che nei vent'anni precedenti la crisi il peggioramento dell'ambiente imprenditoriale ha rallentato la crescita dell'economia italiana»;

delibera di esprimere

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti osservazioni, da attuare nel quadro dei vincoli e delle compatibilità della finanza pubblica:
a) ai fini del rafforzamento dei segnali di ripresa e dell'accelerazione della dinamica della crescita, fondata sulla mobilitazione delle imprese e del lavoro, sviluppi il Governo la riconosciuta centralità delle politiche fiscali ed industriali, delle riforme istituzionali, dell'efficienza della pubblica amministrazione e dei processi di razionalizzazione della spesa pubblica, dando così anche compiuta risposta alle raccomandazioni rivolte all'Italia, nel mese di luglio, da parte del Consiglio UE, rafforzando, contestualmente, la sua iniziativa in sede comunitaria per l'adozione di scelte di politica economica, a partire dalla golden rule per gli investimenti produttivi, funzionali al rilancio della domanda interna;
b) in particolare, per quanto attiene alle politiche fiscali, anche sulla scorta della legge delega recentemente approvata dalla Camera e fermo restando che «la riduzione delle imposte su imprese e lavoro - insieme alla loro ricomposizione - è un obiettivo da perseguire con tenacia, su un orizzonte di lungo periodo», avanzi l'azione del Governo per l'utilizzo dei «progressi sul fronte dell'emersione degli imponibili oggi sottratti al fisco, legalmente


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o illegalmente, per finanziare sgravi rivolti alla generalità dei contribuenti, in particolare a coloro che oggi assolvono pienamente i loro obblighi» e, intanto, si esamini la possibilità di rivedere il recente e già programmato aumento dell'aliquota IVA standard, di prevedere forme di deducibilità del prelievo IMU a carico degli immobili strumentali delle imprese e di procedere ad una progressiva riduzione del cuneo fiscale gravante sul costo del lavoro;
c) quanto al riequilibrio strutturale dei conti pubblici, posto che occorre muovere dalla constatazione del fatto che la spesa pubblica si è cumulativamente ridotta nell'ultimo triennio dell'1,8 per cento, si rendono ora necessari processi di ristrutturazione delle amministrazioni e di revisione delle articolazioni istituzionali, una spending review che modifichi «in modo permanente i criteri e le procedure per le decisioni di bilancio e l'utilizzo delle risorse pubbliche», l'accelerazione operativa del piano pluriennale di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico - il cui valore è stimabile nell'ordine di 350 miliardi di euro - e dismissioni di partecipazioni pubbliche, mediante procedure competitive, che tengano conto della loro effettiva rilevanza strategica, della loro effettiva convenienza economica e della loro effettiva capacità di attrarre capitali privati, nazionali ed esteri;
d) con specifico riferimento al pagamento dei debiti commerciali alle imprese, da cui «il Governo si attende un impatto significativo anche sulla liquidità finanziaria nel sistema dell'imprenditoria italiana, pesantemente penalizzato negli ultimi anni dal progressivo inaridirsi del flusso di credito proveniente dal sistema bancario» si valutino con attenzione i dati, aggiornati al 18 settembre del corrente anno, da cui emerge che le risorse stanziate dal decreto-legge 35/2013 sono state già rese disponibili agli enti debitori nella misura del 90%, mentre i pagamenti effettuati ammontano al 57 per cento dello stanziato, cioè a 11.304 miliardi di euro, approfondendo la verifica delle ragioni dello scostamento e rinnovando le valutazioni circa la possibile adozione di più ampi meccanismi di compensazione automatica tra i debiti certificati nei confronti delle imprese e quanto da esse a vario titolo dovuto alle pubbliche amministrazioni; si punti, altresì, al più celere smaltimento dello stock storico del debito commerciale e si vigili sull'osservanza dei nuovi tempi europei per i pagamenti delle pubbliche amministrazioni, vigenti dal corrente anno, anche attraverso conseguenti modifiche al Patto di stabilità interno;
e) sempre in tema di liquidità e di contrasto della stretta creditizia e ferma restando la necessità dell'avanzamento del processo di costruzione dell'Unione interbancaria anche come via per il migliore funzionamento dei meccanismi della politica monetaria nell'intera area dell'Eurozona, si proceda da parte del Governo nel processo di rafforzamento del ruolo del Fondo Centrale di Garanzia e delle sue dotazioni; si sostengano i processi di razionalizzazione e di ricapitalizzazione della rete territoriale dei consorzi fidi e lo sviluppo del ricorso ai «mini-bond» da parte delle PMI, così come le scelte di rafforzamento patrimoniale di dette imprese; si verifichi la possibilità di introdurre strumenti di deducibilità fiscale da parte dell'industria bancaria delle perdite registrate a fronte di nuovi prestiti;
f) sul versante degli investimenti infrastrutturali, si privilegino le opere utili alla maggiore efficienza del sistema logistico ed a più immediata cantierabilità, rafforzando le connessioni con l'Europa ed il Mediterraneo;
g) si dia seguito alla Risoluzione delle Commissioni riunite Ambiente e Finanze della Camera, approvata nella seduta del 26 settembre 2013 (8-00014), che impegna il Governo a stabilizzare ed estendere l'ecobonus e a garantire agli interventi di riqualificazione energetica e per la messa in sicurezza antisismica del patrimonio immobiliare un effettivo vantaggio rispetto alle altre agevolazioni per l'edilizia; nel quadro della Strategia energetica nazionale,


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si mettano a punto misure di incentivazione sostenibile delle energie rinnovabili;
h) anche per il tempestivo impulso alla crescita ed all'occupazione che ne può derivare, si punti con determinazione su un'agenda-città capace di coniugare insieme processi di riqualificazione edilizia ed urbanistica, di efficientamento energetico e di innovazione; su «un servizio di gestione del ciclo dei rifiuti allineato agli standard europei, e in grado di rispondere alla domanda di cittadini ed imprese»; sulle opere utili alla messa in sicurezza del territorio rispetto a diffusi fenomeni di dissesto idrogeologico ed al rischio sismico; sugli interventi funzionali all'efficienza delle reti idriche, nonché sulla valorizzazione del nostro patrimonio culturale come elemento distintivo dell'offerta turistica italiana, davvero «iniziando a considerare il turismo come una grande opportunità per il Paese e coordinando gli sforzi necessari a valorizzarne il potenziale inespresso con un'offerta organizzata»;
i) moderne politiche industriali e moderne politiche per il sistema dei servizi richiedono, nel nostro Paese, il concorso di tutte le scelte (semplificazioni e liberalizzazioni, innovazione organizzativa e tecnologica delle pubbliche amministrazioni ed efficienza del sistema giustizia) utili ad affrontare e risolvere capitoli noti della nostra agenda della competitività difficile e complessivamente tali da condurre ad una piattaforma di regole sobrie, ma efficaci, che consentano relazioni compiutamente collaborative tra iniziativa privata e funzione pubblica; in questo quadro, assumono peculiare rilievo la piena attuazione dell'Agenda Digitale, i processi di apertura del settore assicurativo e dei mercati dell'energia elettrica e del gas, mercati ove, sulla scorta della Strategia energetica nazionale, «si tratta ora di accelerare sulle misure concrete per raggiungere gli obiettivi prefissati, così da ridurre il nostro gap di costo»;
l) moderne politiche industriali e moderne politiche per il sistema dei servizi devono «sostenere e innalzare la specializzazione produttiva dell'Italia» e consolidare «la nostra presenza in settori chiave per la qualità dello sviluppo», anche attraverso il ricorso all'esercizio del golden power a tutela di rilevanti interessi strategici nazionali nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni; esse devono altresì fare compiutamente propri, anche in considerazione dell'oggettivo ruolo delle micro, piccole e medie imprese nel tessuto produttivo del Paese, i principi dello Small Business Act europeo e le previsioni della Legge 180/2011, favorendo e sostenendo, in particolare, le esperienze aggregative dei contratti di rete, che meritano il rinnovo del regime di sospensione d'imposta venuto a scadenza;
m) moderne politiche industriali e moderne politiche per il sistema dei servizi si costruiscono a partire dal riconoscimento della centralità degli investimenti in innovazione, ricerca e formazione secondo «un circuito virtuoso tra sistema universitario, Enti Pubblici di Ricerca e imprese», che sollecita tanto la valutazione e la decisione circa «la possibilità di introdurre strutturalmente un credito d'imposta stabile ed automatico sull'incremento, rispetto all'anno precedente, delle spese sostenute in attività di R&S», quanto «un'approfondita analisi dei primi risultati dell'Istruzione Tecnica Superiore e della sua relazione con la formazione universitaria di primo livello»;
n) il valore medio unitario delle nostre esportazioni è cresciuto, negli ultimi anni, più della media europea e più della stessa media della locomotiva «esportatrice» tedesca a robusta testimonianza di un forte investimento sulla qualità operato dalle imprese, che va sostenuto sia con la tutela determinata del «made in Italy» e con l'azione di prevenzione e contrasto della contraffazione, della pirateria commerciale e dell'abusivismo commerciale, sia con una compiuta diplomazia commerciale capace di sviluppare, attraverso il coordinamento degli attori pubblici e privati, la più efficace promozione del «sistema-Italia» sui mercati esteri e della


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«destinazione-Italia» per l'attrazione di investimenti esteri: nell'un caso come nell'altro, occorre che l'appuntamento di EXPO 2015 sia davvero una piattaforma capace di dare «nuovo impulso alla proiezione internazionale dell'Italia»;
o) sulla scorta delle buone prove del Piano di Azione Coesione, si segnala che l'avanzamento della riprogrammazione dei fondi europei per il ciclo 2007-2013 e l'impostazione del ciclo 2014-2020 dovrebbero perseguire - ai fini di una più efficace riduzione, nel Mezzogiorno, tanto del deficit di cittadinanza, quanto del deficit di produttività - un'accorta selezione di obiettivi strategici di fondo e la riduzione della frammentazione degli interventi, agevolata dal più tempestivo decollo operativo dell'appena istituita Agenzia per la coesione territoriale, che potrà supportare la capacity -building delle regioni e delle amministrazioni centrali e locali e favorire l'utilizzo unitario e complementare delle risorse dei Fondi europei e del Fondo per lo sviluppo e la coesione;
p) efficienza ed inclusività del mercato del lavoro, qualità dei processi di apprendimento permanente e del rapporto tra scuola e mondo del lavoro, così come efficienza, inclusività e sostenibilità del sistema di sicurezza sociale sono - tutte insieme - esigenze cui dare più compiuta ed organica risposta, nella consapevolezza che la risposta alle ragioni dell'equità e della coesione sociale e territoriale costituisce, oggi più che mai, l'opportunità fondativa di una più elevata competitività complessiva del sistema-Paese e di una rinnovata qualità dei suoi processi di crescita e sviluppo.


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XI COMMISSIONE PERMANENTE
(Lavoro pubblico e privato)

(Relatore: POLVERINI)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 (Doc. LVII, n. 1-bis)

La XI Commissione,
esaminata la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013;
preso atto dei principali dati concernenti il quadro macroeconomico generale;
osservato che, in questo contesto, la Nota di aggiornamento prevede dopo il 2013 un ritorno alla crescita del PIL, pari all'1,0 per cento nel 2014, all'1,7 per cento nel 2015, all'1,8 per cento nel 2016 e all'1,9 per cento nel 2017;
rilevato che la Nota di aggiornamento conferma l'obiettivo del Governo, in linea con gli impegni europei, di mantenere il valore del tasso di indebitamento netto al 3 per cento nel 2013, prevedendo, per gli anni successivi, un valore del tasso di indebitamento netto pari al 2,5 per cento nel 2014, all'1,6 per cento nel 2015, allo 0,8 per cento nel 2016 e allo 0,1 per cento nel 2017;
atteso che si prevede, dopo il 2013, una progressiva riduzione del tasso di disoccupazione, con un valore pari all'11,4 per cento nel 2017;
valutati, per quanto concerne le misure di diretto interesse della XI Commissione, i richiami alle misure già adottate dal Governo e dal Parlamento in materia di lavoro, nonché i riferimenti alle iniziative future, che riguardano la programmata riforma dei centri per l'impiego;
ricordato che, nel luglio scorso, a chiusura del Semestre europeo 2013, il Consiglio Ue ha rivolto all'Italia una serie di raccomandazioni sulla base della valutazione della Commissione europea della situazione macroeconomica e di bilancio del Paese e che la raccomandazione numero 4 riguardava il lavoro, con la richiesta di interventi sul mercato del lavoro, anche al fine di permettere un maggiore allineamento fra salari e produttività, di promuovere la partecipazione al mercato


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del lavoro delle categorie deboli, in particolare donne e giovani, di potenziare l'istruzione e la formazione professionale, di rendere più efficienti i servizi per l'impiego, di favorire la partecipazione del coniuge debole, di concentrare le risorse verso le famiglie a basso reddito con figli;
preso atto che la Nota, in particolare, si propone il perseguimento di obiettivi di carattere più strutturale, tra i quali, in particolare, il completamento della riforma del mercato del lavoro, da realizzare attraverso interventi di semplificazione delle norme e di rafforzamento degli istituti a sostegno del primo accesso al mondo del lavoro e del reinserimento dei lavoratori sospesi;
considerato che, per un ulteriore novero di interventi, il documento rinvia alla fase in cui le istituzioni europee avranno approvato le regole per l'utilizzo dei fondi strutturali relativi al periodo 2014-2020, nonché di quelli per la «Garanzia per i giovani»;
valutate favorevolmente le proposte operative in materia di conciliazione fra vita professionale e vita familiare e auspicato che si possano quanto prima rendere effettivi i propositi enunciati, in materia, dal Governo nel documento;
approfonditi i richiami alle misure relative al settore previdenziale, unitamente ai loro effetti in termini di mantenimento della stabilità finanziaria;
ritenuto che le valutazioni sugli effetti di medio periodo della recente riforma pensionistica indichino una credibile tendenza al miglioramento dei saldi della spesa previdenziale, mentre sembrano troppo pessimistiche le previsioni fino al 2060, risultando assai complesse e improbabili proiezioni sulle tendenze demografiche che includano periodi di tempo superiori ai 30/40 anni;
preso atto che - proprio alla luce dei rilevanti e sostanziosi elementi di contenimento della spesa previdenziale esposti nella Nota di aggiornamento - appare plausibile che il Governo si faccia carico di ridurre, sotto un profilo di equità sociale, quei disagi che derivano da una applicazione troppo rigida della riforma previdenziale del dicembre 2011;
ritenuto, in conclusione, che si possa prospettare un quadro complessivamente condivisibile dei dati contenuti nella Nota, che non possono che riflettere l'attuale situazione economica e finanziaria globale,

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti osservazioni:
1) si raccomanda anzitutto al Governo di rafforzare tutte quelle misure che consentano di accompagnare la necessaria azione di contenimento delle spese pubbliche con iniziative in grado di rilanciare l'occupazione, prestando particolare attenzione alle politiche attive per il lavoro, alla valorizzazione di misure innovative per il sistema dei centri per l'impiego, nonché all'utilizzo razionale ed efficace dei fondi europei provenienti dalla «Garanzia giovani»;
2) in questo contesto, si invita il Governo a valutare - anche a partire dalla prossima manovra finanziaria - l'adozione di misure di agevolazione fiscale che consentano di ridurre il costo del lavoro, incentivando le imprese ad assunzioni di natura stabile e promuovendo, in particolare, la partecipazione al mercato del lavoro delle categorie più deboli, nell'ottica di un rilancio della crescita del Paese e di una ripresa dei consumi delle famiglie;
3) nell'ambito di una progressiva entrata a regime della riforma previdenziale, occorre valutare l'introduzione di forme di flessibilità nell'accesso al trattamento pensionistico, nonché risolvere con urgenza il problema di quanti, avendo perso il posto di lavoro, si sono trovati - a causa della rigida applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 24 del decreto-legge n. 201 del 2011 - senza copertura di ammortizzatori sociali e senza la possibilità di accedere alla pensione; a


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tal fine, si auspica che il Governo intervenga ad estendere la platea dei salvaguardati, al fine di consentire l'applicabilità della disciplina pensionistica previgente nei confronti di ulteriori categorie di lavoratori che si trovano in particolare situazione di difficoltà;
4) si invita, altresì, il Governo a prevedere misure per favorire la semplificazione delle procedure per la concessione degli interventi di sostegno al reddito e di ammortizzazione sociale, nella prospettiva di agevolarne l'erogazione materiale, nonché a compiere ogni possibile sforzo per un nuovo e significativo intervento di rifinanziamento della CIG in deroga;
5) si auspica, infine, la programmazione di una serie di interventi di politica attiva in favore dell'occupazione femminile, rafforzando i principi di conciliazione tra lavoro e vita familiare.


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XII COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari sociali)

(Relatore: MONCHIERO)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 (Doc. LVII, n. 1-bis)

La XII Commissione,
esaminata, per le parti di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 (Doc. LVII, n. 1-bis), con particolare riguardo al paragrafo V.12;
rilevato, preliminarmente, come l'ampia serie di interventi da realizzare nel settore sanitario, seppure connotata da una certa genericità, prefiguri modifiche all'assetto attuale del Servizio Sanitario Nazionale che richiederebbero un approccio organico e sistematico che il documento, per sua natura, non può garantire;
evidenziata, con specifico riferimento all'annunciato «sviluppo» dell'attuale modello di governance del settore sanitario, l'esigenza per cui tale modello non si traduca esclusivamente in uno strumento di efficace contenimento della spesa ma si estenda alle logiche di governo del sistema a tutti i livelli della sua articolazione;
apprezzata la particolare attenzione che il documento in titolo riconosce alle misure legate alla prevenzione, anche attraverso l'adozione di un nuovo Piano Nazionale della Prevenzione, che dovrà porre attenzione alla prevenzione di tutti i comportamenti a rischio (sedentarietà, alimentazione eccessiva, fumo) con particolare attenzione alle tossicodipendenze tradizionali nonché alle emergenti dipendenze da gioco patologico, e abuso di bevande alcooliche in età giovanile;
ritenuto altresì che vi sia una contraddizione tra diminuzione, in termini reali, del finanziamento del SSN e l'impegno assunto verso il perfezionamento, in tempi brevi, di un nuovo Patto per la Salute;
rilevato che, sul versante dell'assistenza territoriale, nell'ambito del complesso processo di trasferimento di risorse dall'ospedale al territorio, il documento in titolo evidenzia principalmente se non


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esclusivamente il ruolo delle farmacie, senza chiarire le relazioni con gli altri soggetti istituzionali che operano in quel contesto;
rilevata, inoltre, l'ambiguità connessa alle possibili interpretazioni di cui può diventare oggetto l'aggettivo «selettivo», utilizzato nel documento in esame in relazione al percorso che dovrà seguire il Sistema sanitario nazionale, anche in relazione all'obiettivo di ridisegnare il perimetro dei LEA;
ritenuta, infine, non completamente condivisibile l'indicazione per cui, nel ridisegnare il perimetro dei LEA, occorrerà tenere conto delle opzioni assistenziali dimostratesi non solo maggiormente costo-efficaci ma anche preferite da pazienti e cittadini,

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni:
si segnala l'esigenza di impegnare il Governo, nell'ambito delle politiche in materia sanitaria enunciate nel documento in titolo, a tenere conto di quanto segue:
relativamente allo sviluppo futuro del modello di governance si ritiene che il medesimo debba estendersi a tutti i livelli in cui è articolato il Servizio Sanitario Nazionale ed includere espressamente un'attenzione specifica rivolta al ruolo delle professioni sanitarie;
nell'ambito delle misure di prevenzione, occorre tenere conto anche di altri fattori di rischio, come quelli legati all'inquinamento ambientale e ai pericoli connessi alle radiazioni;
quanto al complesso processo di trasferimento di risorse dall'ospedale al territorio, occorrerebbe assicurare il potenziamento della medicina del territorio, a partire dalla medicina generale, secondo il modello già delineato, ma non ancora attuato, dal decreto-legge n. 158 del 2012;
con riferimento alle possibili interpretazioni dell'aggettivo «selettivo», utilizzato per qualificare il percorso che dovrà seguire il Servizio sanitario nazionale, è necessario chiarire che con tale aggettivo non si intende restringere il perimetro dei LEA e che il ripensamento del modello di assistenza andrebbe finalizzato a garantire «prestazioni appropriate», sostituendo, quindi, in tal senso la locuzione, presente nel testo del documento in oggetto, «prestazioni non incondizionate, rivolte principalmente a chi ne ha effettivamente bisogno»;
infine, nel ridisegnare il perimetro dei LEA, occorrerà non solo tenere conto delle opzioni terapeutiche ed assistenziali dimostratesi maggiormente costo-efficaci, ma assicurare comunque e in ogni caso - anche per quelle «preferite dai pazienti» - la scientificità dell'approccio teso a valutare l'efficacia delle prestazioni che il SSN si impegna a garantire all'universalità degli utenti.


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XIII COMMISSIONE PERMANENTE
(Agricoltura)

(Relatore: CATANIA)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 (Doc. LVII, n. 1-bis)

La XIII Commissione,
esaminata, per le parti di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 (Doc. LVII, n. 1-bis);
preso atto positivamente che il documento in esame dedica una specifica ed autonoma attenzione al comparto agricolo, inserendolo tra le politiche pubbliche alle quali garantire priorità nel raggiungimento degli obiettivi di Governo;
considerato che la Nota ricorda che nel primo periodo di attività il Governo è intervenuto a favore del comparto, sospendendo il pagamento dell'IMU per i terreni agricoli e per i fabbricati rurali ed introducendo, con il decreto-legge n. 69 del 2013 (cosiddetto «decreto del fare»), talune semplificazioni;
condivisa la disamina delle criticità che affliggono il settore, individuate, prevalentemente, nelle difficoltà di accesso al credito da parte delle aziende e di disponibilità della terra da parte dei giovani, circostanze che impediscono l'impiego di nuovi capitali a fini produttivi ed il ricambio generazionale;
considerate con favore le politiche finora attuate a favore del comparto, che richiede un ritorno ad una fiscalità sostenibile ed interventi urgenti di semplificazione;
sottolineato che le imprese agricole devono ritornare ad essere al centro delle misure e delle politiche pubbliche e che a tal fine occorre incentivare le misure per garantire maggiore liquidità per gli investimenti, per ampliare la ricchezza fondiaria, agevolando l'accesso dei giovani, nonché per rafforzare il potere contrattuale delle organizzazioni dei produttori, in modo da evitare la polverizzazione dell'offerta ed aumentare la concorrenzialità del settore;


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ritenuto altresì che, come ricordato nella Nota, l'agricoltura italiana è chiamata in questo periodo a vivere scelte di primaria importanza, legate all'applicazione, a livello nazionale, della nuova Politica agricola comune;
rilevato che, in merito alla politica di sviluppo rurale, con particolare riferimento all'Accordo di partenariato relativo all'utilizzo del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEARS), la stessa Commissione Agricoltura ha approvato all'unanimità, il 25 settembre 2013, la risoluzione n. 8-00013, nella quale si definiscono gli indirizzi politici che il Governo dovrà seguire, per quanto di competenza statale, nella programmazione dello sviluppo rurale;
considerato che, per l'attuazione delle nuove regole della PAC, con riferimento al primo pilastro, la Commissione ha già avviato un'articolata attività conoscitiva e di approfondimento, con il coinvolgimento dei principali protagonisti del settore, finalizzata alla definizione degli indirizzi per l'attuazione della riforma a livello nazionale, attraverso specifiche mozioni da sottoporre all'Assemblea;
rilevata l'esigenza di proseguire le attività di contrasto al fenomeno del lavoro nero in agricoltura con tutte le opportune modalità, anche normative;

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PARERE FAVOREVOLE

con la seguente osservazione:
consideri il Governo prioritari gli interventi volti al rilancio del settore primario attraverso azioni che mirino ad aumentare la competitività e la redditività delle imprese agricole, anche attraverso politiche mirate a:
1. facilitare l'accesso al credito da parte degli imprenditori agricoli che intendono investire in innovazione e sviluppo;
2. tutelare e valorizzare l'eccellenza del Made in Italy, anche attraverso l'intensificazione della lotta alla contraffazione, la predisposizione di misure di accompagnamento delle imprese agricole che intendano essere presenti nei mercati esteri, il proseguimento di un dialogo con la Commissione europea affinché venga riconosciuta l'obbligatorietà dell'indicazione dell'origine in etichetta;
3. promuovere nuovi investimenti in agricoltura, favorire la crescita dimensionale delle imprese agricole e la nascita di nuove imprese, soprattutto giovanili, attraverso l'introduzione di regole incentivanti l'accesso alla terra e, in particolare, con la concessione in locazione dei terreni demaniali, modalità da considerarsi in via preferenziale rispetto alla vendita, in considerazione dei noti problemi di liquidità delle imprese agricole, ed in particolare di quelle giovanili, nonché dell'opportunità di favorire l'uso produttivo delle terre pubbliche;
4. valutare la possibilità di utilizzare la Cassa depositi e prestiti come strumento di credito per gli agricoltori.


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XIV COMMISSIONE PERMANENTE
(Politiche dell'Unione europea)

(Relatore: TANCREDI)

parere sulla

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 (Doc. LVII, n. 1-bis)

La XIV Commissione,
esaminata la «Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2013» (Doc. LVII, n. 1-bis);

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PARERE FAVOREVOLE.