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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 26 luglio 2023

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:


   FORNARO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   si prolunga da tempo la crisi al quotidiano «La Sicilia», dove, nei mesi di maggio e giugno 2023, con luglio che sta per maturare, non risultano pagati gli stipendi a giornalisti, amministrativi, poligrafici, per un totale di 54 dipendenti, oltre ai collaboratori già da più di un anno pagati in modo intermittente e non integralmente;

   a fronte delle ripetute richieste di incontro con la proprietà da parte di Assostampa Sicilia e Catania e della Fnsi, la società Domenico Sanfilippo Editore, editrice del quotidiano, non si è ancora seduta a un tavolo di confronto, disattendendo anche l'impegno al pagamento degli stipendi di maggio entro il 30 giugno, quando, proprio nell'ambito di quell'impegno, sottoscritto dallo stesso editore Mario Ciancio Sanfilippo, ai giornalisti è stata aumentata la Cig dal 20 al 34 per cento;

   da nove anni, compreso il 2022 che ha registrato otto prepensionamenti e due esodi incentivati, l'azienda ha decurtato gli emolumenti della redazione tra il 20 e il 40 per cento, eseguendo, poi, ulteriori tagli sull'attività giornalistica: ciò nonostante continua a prospettare tagli e decurtazioni senza avanzare un reale piano di rilancio e di ammodernamento del giornale;

   il comitato di redazione, a fronte del perdurare della situazione, ha chiesto l'interessamento del prefetto di Catania affinché l'editore rispetti gli impegni presi e risponda alle sollecitazioni di Assostampa, Fnsi e dello stesso sottosegretario con delega all'informazione e all'editoria sen. Alberto Barachini che ha auspicato il confronto da parte dell'azienda in una nota del 21 luglio 2023 –:

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere il Governo, nei tempi più stretti, al fine di attivare un tavolo di confronto per risolvere la grave crisi che sta colpendo il primo quotidiano della Sicilia e che crea un ulteriore danno al sistema informativo dell'isola e dell'intero Paese, oltre a mettere in condizioni di gravi difficoltà i lavoratori e le loro famiglie.
(4-01402)


   GHIRRA e LAI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   la legge regionale della Sardegna n. 40 del 5 novembre 2018 all'articolo 3 prevede che il Centro regionale di programmazione (Cpr) predisponga, attui e coordini i piani e programmi delle politiche di coesione e della programmazione unitaria;

   presso il Centro regionale di programmazione è incardinata l'autorità di gestione del programma Operativo cofinanziato dal Fesr per il periodo 2021/2027, impegnato anche nel coordinamento del processo della programmazione territoriale della Sardegna, con l'obiettivo di valorizzare le aree interne e costruire, con il supporto della segreteria tecnica del partenariato, progetti di sviluppo che mettono in luce la potenzialità dei territori della Sardegna;

   da notizie di stampa si apprende che da oltre 5 mesi il presidente della regione ometta la nomina del direttore del Crp, un ritardo che starebbe rischiando di paralizzare gli uffici della regione individuati come Autorità di Gestione del fondo europeo Fesr e responsabili dell'impiego nell'isola di ben 1,5 miliardi di euro di investimenti destinati a comuni e imprese;

   in particolare, l'essenziale funzione del direttore sarebbe vacante dal mese di gennaio 2023 e da allora l'attuazione amministrativa del programma regionale Fesr 2021-2027 avrebbe subìto un brusco arresto, nonostante la proposta della regione sia stata formalmente approvata dalla Commissione europea nel mese di ottobre 2022: in assenza di un sostituto infatti, non sarebbe possibile costituire il comitato di sorveglianza del Fesr 2021-2027, l'organo che ha il compito di vigilare sull'attuazione del programma regionale e di individuare i criteri di selezione dei progetti da finanziare;

   da recenti notizie di stampa si apprende altresì che il ritardo nella nomina del direttore del Crp perdurerebbe nonostante l'avvenuto insediamento della figura del Segretario generale, istituita dalla legge regionale 21 giugno 2021, n. 10, cui compete, ai sensi dell'articolo 2, comma 3, lettera f) la nomina dei dirigenti di dipartimento, dei direttori generali e degli altri dirigenti; la segretaria generale avrebbe infatti provveduto a nominare i direttori generali, ma non il direttore del Crp; quanto dedotto determina, in ragione del ruolo chiave svolto dal direttore nella gestione dei fondi europei, la generale e totale paralisi della macchina organizzativa del Centro regionale di programmazione, con danni incalcolabili in termini economici e sociali per l'isola; come visto, infatti, il ritardo rischia di causare alla Sardegna la perdita di centinaia di milioni di euro di investimenti pubblici, vitali per le imprese sarde già drammaticamente messe alla prova dalla crisi economica degli ultimi anni, con ripercussioni importanti su tutta la popolazione;

   sul punto è stata presentata l'interrogazione con richiesta di risposta scritta E-002157/2023 alla Commissione europea a prima firma del parlamentare italiano Massimiliano Smeriglio;

   si ricorda altresì che ai sensi dell'articolo 12 del decreto-legge n. 133 del 2014, il Governo esercita i poteri ispettivi e di monitoraggio volti ad accertare il rispetto dei tempi e degli obiettivi dei programmi finanziati dall'Unione europea e dal Fondo per lo sviluppo e la coesione, potendo attivare, in caso di inadempimento, inerzia o ritardo nell'attuazione degli interventi, i poteri sostitutivi di competenza –:

   quali iniziative intendano intraprendere, per quanto di competenza, affinché le ripercussioni dell'inattività del Governo regionale non ricadano sulla popolazione sarda e se non ritengano opportuno valutare la sussistenza dei presupposti per intraprendere iniziative ai sensi dell'articolo 120, secondo comma, della Costituzione.
(4-01406)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

III Commissione:


   FORMENTINI, BILLI, COIN e CRIPPA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   lo scorso 16 luglio 2023, la testata on-line «Eurasia Review» ha dato notizia dell'arresto di un cristiano, il signor Zaki Masih, trentacinquenne, avvenuto otto giorni prima da parte della polizia pakistana di Sagordha;

   l'uomo è stato accusato di blasfemia per aver condiviso un post su un noto social media, peraltro redatto da un musulmano che criticava i responsabili dell'adulterazione del cibo;

   l'Imam della moschea di Sagordha e diversi altri concittadini musulmani di Zaki Masih avrebbero confermato che il post pubblicato da Zaki non era da ritenersi offensivo per alcuna religione;

   l'accusa di blasfemia è spesso utilizzata in modo strumentale per danneggiare interessi economici individuali e familiari nell'ambito di controversie aventi natura non religiosa;

   nel caso specifico, il problema sottostante sarebbe una lunga disputa concernente la titolarità di una proprietà rurale, rimasta irrisolta anche dopo il coinvolgimento degli anziani locali in un tentativo di mediazione;

   la legge pakistana per la repressione della blasfemia comporta sanzioni pecuniarie significative e pene afflittive gravi, che nei casi previsti dagli articoli 295 B e C comprendono l'ergastolo e la pena di morte;

   gli attivisti che si battono per il rispetto dei diritti umani in Pakistan denunciano da tempo l'uso distorto e strumentale della legislazione anti-blasfemia contro gli appartenenti alle minoranze e ai settori più deboli della locale società;

   l'episodio riguardante Zaki non sarebbe stato il primo a Sagordha, località nella quale i cittadini cristiani hanno già subìto questa accusa grave ed infamante, che ha ripercussioni anche sulle famiglie coinvolte –:

   quali iniziative il Governo intenda assumere, e in che tempi, per sensibilizzare le autorità del Pakistan rispetto all'uso distorto e strumentale che della locale legislazione anti-blasfemia viene fatto per danneggiare gli interessi economici e sociali degli appartenenti alle minoranze confessionali.
(5-01188)


   BOLDRINI, QUARTAPELLE PROCOPIO, AMENDOLA e PORTA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   domenica 23 luglio 2023 si è tenuta a Roma la prima Conferenza internazionale su sviluppo e migrazioni, organizzata alla Farnesina su iniziativa della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con il proposito di «contrastare il traffico di esseri umani e di promuovere lo sviluppo di un nuovo modello di cooperazione tra Stati». Difatti, i partecipanti hanno ragionato sulle emergenze in corso riguardo all'immigrazione e della possibilità di «lanciare una strategia di sviluppo condivisa», come precisato dallo stesso Governo;

   al summit hanno partecipato, oltre ai Paesi dell'Unione europea del Med5 – Spagna, Malta, Grecia, Cipro e Italia – sedici Capi di Stato e di Governo dei Paesi della sponda sud del Mediterraneo allargato, del Medio Oriente e del Golfo e di alcuni partner del Sahel e del Corno d'Africa, oltre alla Presidente della Commissioni Ue Ursula von der Leyen e al presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Tutti i partecipanti erano, tra l'altro, già a Roma per prendere parte, presso la Fao, al vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari;

   i Governi di Francia e Germania non sono stati invitati a prendere parte alla riunione internazionale, nonostante siano in testa ai Paesi europei di prima destinazione delle persone richiedenti asilo e rifugiate in arrivo dall'Africa. La Francia, in particolare, è uno dei Paesi di prima destinazione dei migranti che sbarcano in Italia, e già registra negli ultimi mesi nuovi record delle domande di asilo;

   escludere i due Paesi che più subiscono l'impatto dei «movimenti secondari» dei migranti che entrano nell'Unione europea da un summit che la Presidente del Consiglio dei ministri Meloni ha chiamato «Processo di Roma», voluto per dare inizio a un impegno comune e collaborativo per contrastare quella «immigrazione illegale di massa» che «danneggia tutti», non parrebbe a giudizio degli interroganti una mossa fatta nell'interesse dell'Unione europea e di una strategia condivisa sull'immigrazione, ma piuttosto l'ennesimo episodio di tensione nei rapporti tra il Presidente Macron e la Premier Meloni –:

   se il Governo non ritenga che aver escluso dal suddetto summit anche le rappresentanze di Francia e Germania, alleati europei fondamentali per una gestione strutturata e condivisa dell'immigrazione, non abbia indebolito la portata e la riuscita dell'evento, anche alla luce degli esiti piuttosto vacui che sono stati difatti raggiunti.
(5-01189)


   ONORI e LOMUTI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 16 luglio 2023 a Tunisi il Commissario per il vicinato e l'allargamento Várhelyi e il segretario di Stato del Ministero degli affari esteri, della migrazione e dei tunisini all'estero, Rjiba, hanno firmato un Memorandum d'intesa tra l'Unione europea e la Tunisia;

   il testo copre cinque pilastri – stabilità macroeconomica, commercio e investimenti, transizione energetica verde, rapporti tra i popoli e migrazione – senza prevedere alcuna condizionalità connessa al rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto: lasciando, in tal modo, profilare la possibilità del ripetersi di errori strategici del passato non ultimo alimentando i crimini contro i migranti;

   resta ancora da definire quale sarà la base giuridica istitutiva del Memorandum e, dunque, quale sarà il ruolo del Parlamento europeo rispetto al controllo procedurale;

   nella prima settimana di luglio 2023, le autorità tunisine hanno condotto operazioni volte a espellere fino a 1.200 stranieri, per lo più africani, verso i confini libici e algerini con conseguenze catastrofiche. Ha fatto il giro del mondo la foto della giovane donna africana e della sua bambina morte di sete al confine tra Tunisia e Libia;

   domenica 23 luglio si è svolta, presso la Farnesina, la Conferenza internazionale sulla migrazione. Anche in tale circostanza non sono giunte concrete risposte sui diritti umani, sostituite da dichiarazioni dal sorprendente tenore del Presidente Saied quali: «... non possiamo accettare di essere Paese di passaggio di persone nell'illegalità e la nostra Guardia costiera proteggerà le nostre coste, il popolo tunisino ha dato lezioni ad altri per il rispetto dei valori umani» –:

   a margine della firma del Memorandum, quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministro interrogato intenda sostenere, in sede europea, affinché la piena operatività dell'accordo sia condizionata al rispetto dei diritti umani, dello Stato di diritto e della democrazia, per i profili inerenti alla gestione dei flussi migratori e all'erogazione dei relativi fondi europei.
(5-01190)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XIII Commissione:


   GATTA e NEVI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   il documento unico di regolarità contributiva (Durc) è un certificato che attesta la regolarità di un'impresa negli adempimenti previdenziali;

   il decreto-legge n. 203 del 2005 ha subordinato l'accesso a sovvenzioni e benefici comunitari, da parte delle imprese di tutti i settori, al possesso della regolarità contributiva;

   negli ultimi 24 mesi molte imprese del settore della pesca hanno dovuto affrontare notevoli difficoltà finanziarie e non sono infrequenti i casi di irregolarità contributive, con il rischio dell'inammissibilità delle istanze di accesso ai fondi UE per Durc irregolare;

   ai sensi dei regolamento (UE) 1303/2013 sui fondi europei di sviluppo, la Commissione europea ha ribadito l'incompatibilità eurounionale dello strumento di sostituzione d'imposta, tramite il quale, in caso di Durc che segnali un'inadempienza, l'importo corrispondente all'inadempienza viene trasferito direttamente agli enti previdenziali e assicurativi;

   la stessa Commissione, in esito ad un audit tematico, ha aperto alla possibilità di compensazione del debito presso gli enti creditori, a condizione che: il beneficiario formuli l'espressa richiesta di compensazione del debito, che tale compensazione sia prevista dai diritto nazionale e che il progetto oggetto di finanziamento sia stato completato;

   l'atto unilaterale d'obbligo con il quale il beneficiario autorizza l'istituzione pubblica a operare come sostituto d'imposta ha di per sé natura accessoria, e la procedura rientra appieno nella potestà negoziale delle pubbliche amministrazioni. Il Consiglio di Stato, nella sentenza n. 579 del 2021, ha infatti affermato che l'articolo 11 legge n. 241 del 1990 sugli accordi integrativi del provvedimento, ha positivizzato nell'ordinamento «la capacità negoziale delle PA»;

   l'Agea ha adottato apposita circolare e perfezionato la procedura informatizzata necessaria a trattare tali somme ai fini del riconoscimento e del rimborso;

   nel rispondere all'interrogazione 5-01095, il Masaf ha reso noto che è intenzionato a sottoporre specifico quesito interpretativo ai servizi della Commissione europea, al fine di chiarire in via definitiva la possibilità, anche nell'ambito delle politiche comunitarie di finanziamento al settore della pesca e dell'acquacoltura, di avvalersi dello strumento di sostituzione –:

   se non ritenga opportuno, nelle more dei chiarimenti in corso, adottare iniziative volte a fornire indirizzi che consentano alle imprese del settore della pesca, destinatarie di aiuti UE ma con Durc irregolare, di avanzare le istanze di compensazione citate in premessa, al fine di accedere ai finanziamenti UE avvalendosi dell'intervento sostitutivo previsto dagli articoli 31 del decreto-legge n. 69 del 2013 e 45 del decreto-legge n. 152 del 2021.
(5-01184)


   VACCARI, FORATTINI, MARINO e ANDREA ROSSI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   con il decreto ministeriale del 30 giugno 2023, numero 0342515, è stata approvata la graduatoria dei programmi d'investimento presentati a valere sull'avviso pubblico numero 182458 del 22 aprile 2022 per i contratti di filiera e di distretto che aveva stanziato – grazie anche all'integrazione di fondi del PNRR. Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – oltre 1.200 milioni di euro;

   beneficiarie del finanziamento sono le imprese coinvolte direttamente o indirettamente nella produzione, raccolta, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli è agroalimentari, in accordo di filiera su scala territoriale multiregionale. Gli investimenti ammessi riguardano attività materiali e immateriali all'intimo delle aziende agricole e delle imprese di trasformazione, legate alla produzione agricola primaria, alla trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, alla trasformazione di prodotti agricoli in prodotti agroalimentari, alla partecipazione dei produttori di prodotti agricoli ai regimi di qualità e alle misure promozionali, all'organizzazione e partecipazione a concorsi, fiere o mostre, ai progetti di ricerca e sviluppo nel settore agricolo, alla partecipazione alle fiere e alla produzione di energia da fonti rinnovabili;

   solo un quinto dei progetti ritenuti ammissibili saranno finanziati, nonostante il budget disponibile. Molti progetti meritevoli e strategici per lo sviluppo dell'innovazione e della competitività delle imprese emiliano-romagnole e italiane sono rimasti senza contributo;

   tra le imprese escluse dal bando ci sono gruppi di grande prestigio, che rappresentano l'eccellenza del made in Italy nel settore agroalimentare, anche del nostro territorio; eccellenze nel settore biologico, e altre aziende molto significative in ambito agroalimentare;

   è auspicabile che il Governo individui subito altre risorse attraverso fondi PNRR o bandi in ambito agroalimentare che non sono risultati particolarmente attrattivi per le aziende, per scorrere le graduatorie e finanziare più progetti possibile, per garantire la competitività delle imprese e gli investimenti. Ciò deve avvenire in tempi brevi per non mettere a rischio Sa riuscita di progetti spesso complessi e di grandi dimensioni, che richiedono un tempo congruo per essere realizzati –:

   se e quali iniziative di competenza intenda al riguardo assumere il Ministro interrogato per finanziare e rilanciare i programmi di investimento produttivi finalizzati al rafforzamento delle filiere produttive agroalimentari escluse dal finanziamento di cui al bando citato in premessa.
(5-01185)


   CASTIGLIONE e GADDA. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   il granchio blu («Callinectes Sapidus») è una specie esotico-tropicale infralitorale che vive in acque salmastre fino a 35 metri di profondità e resistente a temperature che vanno dai 3 ai 35 °C. In Italia, tali condizioni ambientali e l'assenza di predatori stanno permettendo una proliferazione massiccia del crostaceo;

   dal 2008, la presenza del granchio blu è stata certificata in diverse regioni italiane come Puglia, Abruzzo, Liguria, Sicilia, Sardegna e Lazio;

   da almeno tre anni i pescatori del polesano e del ferrarese individuano nell'alto Adriatico e nel Po la presenza del granchio blu e la voracità e aggressività con cui si ciba di vongole, gamberi e piccoli pesci;

   il delta del Po versa in una drammatica situazione, da Scardovari a Comacchio, a causa della massiccia proliferazione della specie, mettendo a rischio l'attività delle imprese ittiche. Anche la laguna di Orbetello, Lesina e alcune regioni in Sardegna e Sicilia segnalano una crescente sofferenza per la medesima causa;

   a subire le maggiori ripercussioni è stata in particolar modo la Laguna di Goro che, a causa dell'aumento del 2000 per cento di tali esemplari, ha patito danni considerevoli pari ad oltre il 50 per cento delle produzioni. L'area riveste un'importanza cruciale per l'economia marittima in quanto ospita il 28 per cento della produzione nazionale di vongole veraci e allevamenti di cozze e ostriche, impiegando oltre 1600 famiglie;

   l'azione predatoria dei granchi blu causa danni alle reti da pesca e al pescato stesso, oltre a rappresentare una minaccia per le colture ittiche, le quali registrano importanti diminuzioni nella produzione. Il comparto genera un indotto di 100 milioni di euro e produce circa i tre quarti delle vongole consumate in Italia. A rischio sono anche gli stock di spigole e orate allevate in maniera estensiva –:

   quali urgenti iniziative, anche preventive il Governo intenda adottare per fronteggiare l'eccezionale e incontrollata proliferazione del granchio blu nelle nostre aree marine, anche prevedendo una deroga alla pesca a strascico sul prelievo di tale specie crostacea, nonché per sostenere gli acquacoltori – valutando l'attivazione di un modello di autodifesa – e i pescatori che abbiano subìto danni alla produzione e alle attrezzature.
(5-01186)


   DAVIDE BERGAMINI, ANDREUZZA, CARLONI, BRUZZONE e PIERRO. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   il granchio reale blu è un crostaceo autoctono delle coste atlantiche del continente americano che negli ultimi anni è stato accidentalmente introdotto in numerose parti del mondo; in Italia è stata segnalata la sua presenza per la prima volta nel 2008 in Basilicata, sulla costa adriatica dell'Abruzzo e della Puglia, e dal 2007 nell'alto adriatico da Goro ai lidi ferraresi;

   l'aumento della temperatura dell'acqua marina sta facilitando la proliferazione di questa specie aliena facendola diventare una presenza stabile nei nostri mari, dove le acque calme e poco profonde sono l'habitat ideale per la sua riproduzione e crescita;

   il granchio blu non avendo un antagonista marino naturale ha già interferito con gli equilibri naturali delle popolazioni ittiche autoctone; è una specie predatoria, voracissima di pesci, molluschi e altri crostacei anche allevati dalle imprese di acquacoltura e molluschicoltura;

   il granchio blu sta creando notevoli danni al settore della venericoltura e della pesca nella Sacca di Gora, tra le foci del Po di Volano e del Po di Goro (provincia di Ferrara) – dove viene prodotto il 55 per cento delle vongole veraci consumate in Italia e su cui si fonda l'economia della zona –; la sua massiccia proliferazione è stata recentemente registrata anche nelle acque di Chioggia e nella Laguna di Venezia; nonché in diverse altre parti dell'Adriatico e in Liguria;

   la notevole siccità dell'estate 2022 aveva già messo a rischio la produzione di vongole (meno 30-35 per cento) e quest'anno si è aggiunta la voracità del granchio blu;

   con una nota del 18 luglio 2023, al fine di fare fronte alla grave emergenza relativa alla grave perdita di produzione di vongole e vongole veraci nelle acque in concessione a causa del granchio blu, nella Sacca di Goro, il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ne ha autorizzato la pesca all'interno degli impianti di molluschicoltura attraverso l'utilizzo di «nasse/cestelli e reti di posta fissa» per le imbarcazioni iscritte in categoria V, normalmente utilizzate negli impianti di acquacoltura –:

   se non intenda adottare iniziative di competenza volte all'istituzione di un fondo per indennizzare i pescatori, gli acquacoltori e molluschicoltori, che operano nelle zone interessate, dei danni provocati dal granchio blu, nonché prevedere iniziative urgenti da mettere in atto, ma con una strategia strutturale di lungo periodo, al fine di arginare e debellare la proliferazione del granchio blu, per salvaguardare la produzione delle vongole e tutelare le attività delle imprese del settore.
(5-01187)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazioni a risposta orale:


   TRAVERSI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   l'aggiornamento del piano di gestione del rischio di alluvioni (Pgra 2021-2027) è stato approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° dicembre 2022, in linea con la direttiva 2007/60/CE, all'articolo 14 comma 3. Il Pgra ha, ai sensi dell'articolo 65 del decreto legislativo n. 152 del 2006, valore di piano territoriale di settore e costituisce l'unico strumento conoscitivo, normativo e tecnico operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d'uso finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo ed alla corretta utilizzazione delle acque;

   secondo i documenti presenti sul sito del Distretto dell'Appennino Settentrionale, il piano di assetto idrogeologico (Pai), per la parte relativa alla pericolosità idraulica, non è ancora stato sostituito con il Pgra. Nelle Unit of management (UoM) regionale Liguria e Magra coesistono, ancora, due diversi strumenti, conoscitivi, normativi e tecnico-operativi riguardanti la pericolosità ed il rischio da alluvioni i Pai e i Pgra;

   la giunta regionale della Liguria l'11 maggio 2023 ha adottato lo schema di regolamento recante «Disposizioni concernenti l'attuazione dei piani di bacino distrettuali...», approvato definitivamente il 29 giugno 2023. In tale atto la giunta ha introdotto, dopo le aree a pericolosità elevata (P3) e pericolosità media (P2), le corrispettive «nuove aree»: aree inondabili a minor pericolosità relativa P3_0 e P2_0 in cui è possibile fare nuove edificazioni così come indicato negli articoli 5 e 6. Forti sono le preoccupazioni di tecnici e professionisti, il preside della scuola politecnica dell'università di Genova, il professor Giorgio Roth, audito in commissione ambiente in regione Liguria, ha evidenziato come i valori che definiscono le aree a minore pericolosità relativa non sono cautelativi e non tengono conto dei cambiamenti climatici in essere;

   secondo il piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico (Pnacc), nel territorio del distretto dell'Appennino Settentrionale si registrerà un aumento fino a 2 °C e, un incremento del livello medio del mare di 19 centimetri oltre ad un aumento dei fenomeni di precipitazioni estremi (ad esempio, piogge di breve durata ed elevata intensità). Tra questi fenomeni, uno tra i più preoccupanti è il flash flood, caratterizzato dalla rapida concentrazione e propagazione dei deflussi idrici che, specie nei contesti montani e molto antropizzati, in presenza di terreni impermeabili ed artificiali, provoca distruttive colate detritiche;

   Ispra rivela che il consumo di suolo ha continuato a crescere in Italia al ritmo di 2 metri quadrati. È oramai universalmente riconosciuto come l'urbanizzazione e l'uso del suolo hanno un impatto negativo sull'ambiente e sopratutto aggravano i fenomeni di dissesto;

   in attuazione del decreto legislativo n. 152 del 2016, il decreto ministeriale n. 294 del 2016 riconosce al Mite funzioni d'indirizzo e coordinamento nei confronti delle Autorità di bacino distrettuali, prevedendo espressamente (articolo 5) che il Ministero possa stabilire criteri e indirizzi uniformi per l'intero territorio nazionale per la predisposizione dei regolamenti e degli atti a valenza generale, anche di natura tecnica, dell'Autorità stessa, potendo in tali funzioni avvalersi dell'Ispra, nonché funzioni di vigilanza sulle medesime –:

   se il Ministro interrogato, a livello cautelativo nelle sue funzioni di indirizzo e coordinamento, non trovi necessario avviare l'aggiornamento di dati e studi in grado di analizzare la predisposizione dei relativi bacini/sottobacini ai fenomeni di flash flood su territorio nazionale e se nel contesto di fragilità del territorio ligure, per quanto di competenza, non reputi doveroso a promuovere iniziative che riescano ad abbassare il rischio riducendo l'esposizione di persone e cose a fenomeni di dissesto idrogeologico.
(3-00561)


   SERGIO COSTA, CASO, ILARIA FONTANA, DI LAURO, PENZA, AMATO, AURIEMMA, L'ABBATE, MORFINO e SANTILLO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   a Ischia nelle scorse settimane, alla presenza dei sindaci, è stato firmato l'accordo fra il commissario delegato all'emergenza e i carabinieri forestali per utilizzare le nuove cartografie satellitari ai fini della messa in sicurezza del territorio e la ricostruzione post-frana e post-sisma;

   le nuove cartografie elaborate con le più moderne tecnologie sono state realizzate dalle équipe delle Unità forestali, ambientali e agroalimentari dei carabinieri, che hanno lavorato intensamente, da alcuni mesi, in seguito alla drammatica frana del 26 novembre 2022, inviando a Ischia una task-force di esperti geomatici;

   la collaborazione era stata richiesta dal commissario delegato per l'emergenza, Giovanni Legnini, direttamente al Comandante generale dell'Arma dei carabinieri, Teo Luzi, che ha subita disposto l'avvio delle attività che sono state suggellate istituzionalmente con la firma di un protocollo di collaborazione;

   l'importante lavoro svolto dai carabinieri forestali si è avvalso delle più moderne e sofisticate tecnologie per elaborare un modello digitale del terreno (Dtm: Digital Terrain Model) sia del Monte Epomeo che degli altri comuni dell'isola;

   la cartografia così realizzata consentirà di avere una conoscenza del territorio con un dettaglio estremamente profondo (fino a 20 centimetri di risoluzione spaziale) e, insieme alla cartografia elaborata dalle università e dai centri di competenza, permetterà di avere una grande mole di dati e informazioni, molto approfondita, sul territorio e sul patrimonio boschivo, che costituiranno la base per poter avviare la progettazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico;

   l'iniziativa posta in essere nella zona di Ischia conferma l'importanza di un sistema di monitoraggio cartografico del territorio per migliorare la prevenzione di ogni fattore di rischio (idrogeologico, sismico, atmosferico, ecc.) e per rendere più efficienti le azioni di intervento in caso di criticità –:

   se il Ministro interrogato non ritenga di dover adottare iniziative di competenza volte a estendere all'intero territorio nazionale il cosiddetto «Modello Ischia» per garantire un più efficace governo complessivo del territorio;

   se non ritenga, in ogni caso, di dover adottare iniziative di competenza volte al rafforzamento del progetto Carg per garantire in tempi brevi il completamento della cartografia geologica d'Italia;

   se e in che modo intenda dare maggiore impulso alla Consulta nazionale per l'informazione territoriale ed ambientale (Cnita), a cui è stato attribuito l'importante compito di coordinare l'azione delle amministrazioni pubbliche che producono set di dati territoriali.
(3-00562)


   TRAVERSI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   da fonti stampa si apprende che oltre 700 mila metri cubi di fanghi contaminati e rifiuti siano stati riversati nel mare di Genova, operazione in sostanza commissionata dall'Autorità portuale genovese per poter accogliere le navi di Msc Crociere di ultima generazione, le cosiddette World Class, imbarcazioni da 333 metri di lunghezza e 216 mila tonnellate di stazza lorda, quasi 7 mila passeggeri e 9,5 metri di pescaggio;

   la direttiva quadro sulle acque richiede agli Stati membri di adottare le misure necessarie per raggiungere il buono stato ecologico e chimico delle acque costiere e prevenire il loro deterioramento. Questa richiesta si applica anche alle attività di dragaggio. Gli articoli 12 e 13 della direttiva quadro sui rifiuti impongono agli Stati membri di adottare le misure necessarie per garantire che i rifiuti vengano sottoposti a operazioni di smaltimento sicure senza mettere a rischio la salute umana e senza danneggiare l'ambiente;

   l'articolo 4 del decreto-legge n. 121 del 2021, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 156 del 2021 ha modificato l'articolo 184-quater del decreto legislativo n. 152 del 2006 introducendo un comma 5-bis che prevede la possibilità di riutilizzo dei fanghi di dragaggio in ambienti terrestri e marino-costieri anche per singola frazione granulometrica ottenuta a seguito di separazione con metodi fisici. Ma la possibilità di sversamento riconosciuta dall'aggiornamento di norma è condizionata: «alle ulteriori specificazioni tecniche definite ai sensi del comma 5-ter del presente articolo» che rinvia ad un apposito decreto al fine di «adottare le norme tecniche che disciplinano le opzioni di riutilizzo dei sedimenti di dragaggio e di ogni loro singola frazione granulometrica secondo le migliori tecnologie disponibili»;

   tale decreto non risulta pubblicato, per tanto non risulta applicabile quanto previsto dal nuovo comma 5-bis dell'articolo 184-ter. Mentre ad oggi risulterebbe applicabile quanto previsto dal decreto ministeriale n. 173 del 2016 e dall'articolo 109 del decreto legislativo n. 152 del 2006 che, per gli sversamenti in mare dei fanghi di dragaggio, lascia l'autorizzazione alla regione previa conferenza dei servizi. Il decreto ministeriale n. 173 del 2016 (regolamento recante modalità e criteri tecnici per l'autorizzazione all'immersione in mare dei materiali di escavo di fondali marini) indica la necessità di seguire specifici protocolli metodologici riguardo la determinazione dei parametri ecotossicologici: «Le metodologie analitiche da utilizzare per la determinazione dei parametri fisici, chimici, microbiologici ed ecotossicologici devono essere conformi a protocolli nazionali e/o internazionali standardizzati o riportati su Manuali e Linee Guida del Sistema Nazionale delle Agenzie.». A tal riguardo Ispra ha recentemente pubblicato un quaderno che costituisce protocollo operativo di attuazione di quanto indicato dall'allegato tecnico al decreto ministeriale n. 173 del 2016 –:

   se i ministri interrogati possano, per quanto di competenza, avviare iniziative di verifica in ordine alla corretta esecuzione delle opere di dragaggio, avvenute nel porto di Genova secondo il protocollo operativo di attuazione dall'allegato tecnico al decreto ministeriale n. 173 del 2016 e nel rispetto dei parametri fisici, chimici, microbiologici ed ecotossicologici;

   quali iniziative di competenza intendano adottare affinché venga pubblicato in tempi rapidi il decreto sulle norme tecniche che disciplinano le opzioni di riutilizzo dei sedimenti di dragaggio e di ogni loro singola frazione granulometrica secondo le migliori tecnologie disponibili.
(3-00563)

CULTURA

Interrogazioni a risposta scritta:


   ORRICO. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   nella città di Pordenone, nell'ambito territoriale tra via Molinari, via San Quirino, via Concordia, insiste lo storico complesso architettonico dell'ex fiera o casa del Balilla inaugurato nel 1936;

   il progetto rappresenta uno dei pochi esempi di architettura complessa d'epoca razionalista che è riuscito a conservare ancora parzialmente intatte le peculiarità della sua organizzazione originaria; il contesto edilizio-urbano che rappresenta possiede un patrimonio storico, ambientale e architettonico di riconosciuto valore;

   il complesso era accompagnato dalla cosiddetta colonia elioterapica, la cui composizione arborea, nel corso degli anni, ha addirittura sviluppato la sua consistenza, rappresentando un prezioso polmone di ossigeno per la città e un aspetto riconoscibile del paesaggio urbano;

   la parte edilizia della colonia Elioterapica è stata demolita nel dopoguerra; sono tuttavia rimasti buona parte degli spazi che venivano utilizzati per attività ginnico ricreative e che, ancora oggi, sono utilizzati, liberamente o attraverso la guida delle associazioni sportive, per l'aggregazione dei giovani, per lo svolgimento di attività ludiche e culturali;

   secondo quanto previsto dal codice dei beni culturali e del paesaggio, gli edifici pubblici aventi oltre settanta anni, previa verifica dell'interesse culturale, sono vincolati come beni culturali –:

   quali iniziative di competenza intenda attivare il Ministro interrogato per garantire la tutela e l'integrità del sopracitato complesso architettonico e dell'ambito territoriale di appartenenza in modo da evitarne un uso improprio e assicurarne la valorizzazione attraverso l'assegnazione di un regime giuridico proprio della categoria degli immobili vincolati come beni culturali.
(4-01403)


   LOMUTI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   l'Archivio di Stato di Potenza rappresenta il più antico e tra i più prestigiosi istituti culturali della Basilicata;

   esso, infatti, nasce con il decreto del 22 ottobre 1812 n. 1524, che sanciva l'istituzione di un archivio in ciascuna provincia del regno;

   il progetto dell'edificio dell'ex biblioteca provinciale da adibire a sede dell'Archivio di Stato fu affidato al noto architetto romano Ernesto Puppo e, tuttora, costituisce una delle più raffinate e pregevoli testimonianze di architettura del Novecento, a Potenza;

   l'Archivio di Stato di Potenza rappresenta un'inestimabile miniera di informazioni, dal momento che ospita e custodisce gli archivi e i documenti prodotti dalle magistrature dell'Antico Regime e dagli uffici giudiziari, amministrativi e finanziari dello Stato presenti nella provincia di Basilicata a partire dal lontano 1806;

   l'edificio, a causa dei danni provocati dai violenti terremoti del 23 novembre 1980 e del 5 maggio 1990, è stato abbandonato e dal 1995 tutto il materiale ivi contenuto è stato dislocato in un fabbricato sito in via Nazario Sauro n. 1;

   il 18 novembre del 2010 sono stati, finalmente, consegnati i lavori di consolidamento e di riqualificazione della struttura di corso Garibaldi e l'impegno era quello di terminare l'opera entro il 2013;

   nel 2014 il Ministero della cultura ha acquisito l'immobile;

   i lavori di consolidamento e di riqualificazione si sono del tutto arenati a causa di un ginepraio di contenziosi nel frattempo sviluppatosi;

   dopo oltre dieci anni dalla consegna dei lavori, l'edificio versa in uno stato di abbandono e di degrado, rischiando di trasformarsi in una minaccia per l'incolumità della cittadinanza –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione critica in cui versa l'Archivio di Stato di Potenza, nonché dei rischi connessi al suo attuale stato di abbandono e, dunque, di inevitabile degrado;

   se, come e in quali tempi intenda intervenire, essendo direttamente competente, al fine di dare immediato avvio ai lavori di messa in sicurezza e di riqualificazione di un bene di indubbio interesse culturale, per la valenza architettonica dell'edificio in sé e per il rilievo storico di tutto il patrimonio che dovrebbe custodire.
(4-01405)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GIAGONI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'ultima indagine dell'Osservatorio sulla desertificazione bancaria fondazione Fiba conferma la tendenza delle banche italiane a diminuire la loro presenza sui territori, tant'è che nei primi sei mesi del 2023 sono state chiuse 593 filiali; i comuni «desertificati», cioè senza sportelli, sono aumentati del 2,9 per cento. Al contempo, aumentano anche le persone che vivono in comuni senza filiali bancarie: oggi sono 4,2 milioni in totale, dopo che nel primo semestre dell'anno se ne sono aggiunte 270 mila;

   la fuga delle banche dai territori non investe solo i centri di piccole dimensioni, tra i comuni completamente desertificati 9 hanno più di 10 mila abitanti, mentre tra quelli con un solo sportello 12 sono al di sopra dei 15 mila abitanti;

   confrontando i numeri con quelli del 2022 emerge, inoltre, che il fenomeno non avanza in modo omogeneo tra le diverse aree del Paese. Nel 2022 le regioni più colpite sono state Molise (-5,7 per cento), Marche (-4,9 per cento), Lombardia (-3,9 per cento), Lazio (-2,9 per cento), Sardegna (-4,3 per cento);

   soprattutto in quest'ultima regione, considerata la peculiarità territoriale e la modesta rete di collegamento infrastrutturale, l'ennesima riduzione ha comportato notevoli disagi per famiglie e imprese; basti pensare che a volte è necessario percorrere dieci, quindici chilometri per trovare il primo sportello operativo disponibile;

   per molti cittadini – soprattutto gli anziani – significa dover sopportare pesanti disagi per accedere a servizi necessari alla loro vita quotidiana –:

   quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, in relazione a quanto esposto in premessa, per salvaguardare i presidi territoriali nella regione Sardegna e i conseguenti livelli occupazionali.
(5-01182)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, per sapere – premesso che:

   il 16 luglio 2023 ha preso fuoco, secondo quanto ricostruito durante le indagini, l'impianto di condizionamento dell'aeroporto «Vincenzo Bellini» di Catania;

   l'incendio ha prodotto la sospensione dell'attività aeroportuale, con la chiusura del terminal A e conseguentemente un disastro in termini di gestione del flusso di partenze e arrivi dallo scalo etneo, che, specie nel cuore della stagione turistica estiva, sono ancor più frequenti;

   ad oggi, 25 luglio 2023, la situazione resta estremamente compromessa; le soluzioni emergenziali adottate non risolvono nell'immediato il disagio di migliaia di passeggeri che ogni giorno passano dallo scalo etneo;

   la mancata comunicazione da parte delle compagnie aeree dei voli cancellati o dirottati su altri scali non è avvenuta nei tempi utili ai passeggeri per poter riorganizzare i propri spostamenti e sembra non esserci nessuna vigilanza da parte del Ministero sulle procedure adottate da queste compagnie aeree;

   i lavoratori dei servizi di terra dell'aeroporto di Catania si trovano a lavorare anche 14 ore al giorno, esposti a temperature proibitive, in una situazione di precarietà ingiustificata, con un contratto di settore che non viene rinnovato da 6 anni;

   quello di Catania è uno degli scali più importanti del Paese, quarto per numero di passeggeri secondo Assoaeroporti (dieci milioni di passeggeri nel 2022); solo nel periodo giugno-settembre 2022 ha registrato 4.419.354 transiti; arriva in queste ore la notizia che, a causa di incendi nelle colline di Palermo, anche l'aeroporto di Palermo, è stato temporaneamente inibito al traffico aereo;

   la notizia della convocazione di un tavolo presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti non conforta i cittadini siciliani, gli operatori del settore turistico, né i passeggeri attualmente ostaggio di una situazione esternamente critica;

   il ritardo con il quale è stata gestita l'emergenza ha fatto emergere la necessità di un coordinamento strutturale tra gli scali siciliani;

   è urgente l'assegnazione della fermata Catania aeroporto Fontana Rossa a tutti i treni intercity e intercity notte Siracusa-Roma, nonché alla coppia di intercity notte Siracusa-Milano. Tale scelta consentirebbe un rapido spostamento dall'aeroporto alla stazione tramite la navetta gratuita gestita da Amt. Inoltre, le attuali coppie di intercity giorno e intercity notte che da Siracusa si muovono verso Roma e Milano dovrebbero essere potenziate con l'aggiunta di più vetture, in modo da riproiettare tutto il traffico passeggeri dei voli con destinazione Napoli, Roma, Pisa, Genova e Milano. Allo stato attuale, servirebbe dunque un piano di rafforzamento eccezionale del traffico ferroviario da e per l'area orientale della Sicilia –:

   come i Ministri interpellati intendano gestire, per quanto di competenza, l'emergenza che si è creata nei trasporti siciliani;

   quali iniziative di protezione civile si intendano mettere in atto per far fronte all'emergenza incendi in Sicilia nella provincia di Palermo e anche nella provincia di Catania, dove da giorni ormai mancano l'energia elettrica e l'acqua;

   quale sia la strategia di medio e lungo periodo, posta in essere dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per assicurare i collegamenti da e per la Sicilia, posto che attualmente la priorità parrebbe essere l'ingente investimento sul ponte sullo Stretto.
(2-00200) «Cantone, Carmina, Aiello, D'Orso, Morfino, Raffa, Scerra».

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GHIO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il progetto della gronda di Genova comprende 65 chilometri di nuovi tracciati autostradali che rappresenta il raddoppio dell'esistente A10 nel tratto di attraversamento del comune di Genova dalla Val Polcevera a Vesima;

   nel 2009 gli enti territoriali hanno individuato l'attuale soluzione progettuale tra le diverse alternative in campo e sono stati avviati la progettazione definitiva e il relativo iter approvativo, fra cui nel 2015 la conclusione della conferenza dei servizi da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con il perfezionamento dell'intesa Stato-regione per la localizzazione dell'opera, e nel 2017 il decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti con l'approvazione definitiva dell'opera;

   è in corso la progettazione esecutiva dell'opera che si protrae da numerosi anni;

   da articoli di stampa in queste settimane sono emersi da rappresentanti del Governo elementi contrastanti rispetto alla necessità di modifiche all'esecuzione e alla tempistica di prosieguo dell'iter;

   in particolare il 26 maggio 2023 il viceministro delle infrastrutture e dei trasporti Rixi annunciava che «entro l'estate dovrebbe essere approvato il progetto esecutivo della Gronda di ponente di Genova che darà il via ai lavori», e ancora che «i tempi di realizzazione li vedremo nel momento in cui si aprono i cantieri. Non tutte le autorizzazioni dipendono dal mio Ministero»;

   il 23 luglio 2023 da Il Secolo XIX il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Salvini dichiarava a proposito della Gronda: «È una priorità ma il progetto è datato e va aggiornato su tanti fronti (...) Stiamo lavorando per farla partire, certo non è facile. C'è la questione delle autorizzazioni e un progetto così grande va fatto al meglio. Stiamo anche studiando una collaborazione con l'Università per avere una infrastruttura all'avanguardia» –:

   a cosa corrispondano le necessità di aggiornamento del progetto di cui ha parlato il Ministro interrogato alcuni giorni fa e nello specifico se riguardino anche modifiche del tracciato esistente;

   se questi intendimenti modifichino le previsioni di tempistica annunciati a fine maggio 2023, ovvero il via libera al progetto esecutivo entro l'estate e quindi il via ai lavori, e in caso di modifica, in che termini sarà modificata questa prospettiva temporale.
(5-01183)

Interrogazione a risposta scritta:


   GHIRRA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 novembre 2021, ai sensi del disposto di cui all'articolo 4, comma 6-quinquies del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, convertito con modificazioni dalla legge 14 giugno 2019, n. 5, in relazione alla rete viaria stradale della regione Sardegna, sono stati individuati alcuni interventi infrastrutturali da realizzarsi con urgenza ed è stato nominato il Presidente della regione Sardegna come commissario straordinario «al fine di procedere celermente alla realizzazione delle opere di infrastrutturazione viaria»;

   l'incarico al commissario straordinario è decorso dal 22 novembre 2021 e terminerà alla consegna degli interventi urgenti finanziati al soggetto gestore in via ordinaria, anche se fra i poteri del commissario vi è altresì quello di assumere direttamente le funzioni di stazione appaltante;

   la normativa prevede inoltre in capo al commissario stringenti adempimenti, in particolare, entro 6 mesi dal conferimento dell'incarico egli è tenuto a comunicare al Dipartimento generale per le strade e le autostrade i progetti approvati, il relativo quadro economico, il cronoprogramma dei lavori e il relativo stato di avanzamento, segnalando semestralmente anomalie e significativi scostamenti rispetto ai termini fissati nel citato cronoprogramma;

   in virtù dell'esplicato combinato normativo, il commissario straordinario sovraintende ai lavori di messa in sicurezza della strada statale 130, classificata come strada extraurbana secondaria, che collega il capoluogo sardo con Iglesias; il tracciato viario è quasi interamente a due corsie per senso di marcia, con le carreggiate separate da spartitraffico, e in molti tratti sono ancora presenti pericolosissimi incroci a raso, in corrispondenza dei quali ogni anno avvengono numerosi incidenti mortali; la strada statale 130 è infatti considerata una delle strade più pericolose d'Italia, con 6 morti nel 2021, 64 feriti, indice di mortalità pari a 16,2 e indice di lesività di 173;

   da notizie di stampa emerge come i lavori di messa in sicurezza sulla strada statale 130, in procinto di iniziare nel settembre del 2021, sarebbero stati bloccati in attesa della nomina del commissario straordinario e non sarebbero più iniziati, nonostante sia trascorso ormai oltre un anno e mezzo dal decreto di commissariamento;

   sempre da notizie di stampa si apprende che negli ultimi giorni si sarebbero svolte in prossimità di uno degli incroci a raso più pericolosi, nei pressi di Decimomannu, sit-in di protesta organizzati da comitati di cittadini preoccupati dalla situazione ed esasperati dall'inerzia del commissario governativo, mentre nel mese di marzo 2023 i sindaci dei paesi interessati hanno sottoscritto un documento unitario in cui stigmatizzano i ritardi nell'esecuzione dei lavori di messa in sicurezza e il disinteresse delle istituzioni regionali alle richieste di incontro avanzate;

   a oggi non risulta all'interrogante che il commissario abbia comunicato come intenda procedere e in particolare quali siano i tempi di realizzazione dei lavori previsti sulla strada statale 130, né che abbia resi noti gli eventuali ostacoli al loro inizio;

   va considerato che, pur motivato dall'esigenza di accelerare la realizzazione dei dieci interventi indicati come urgenti nel decreto, il trasferimento di competenze dall'Anas al presidente-commissario appare averne di fatto ulteriormente rallentato la realizzazione;

   sull'andamento dei citati dieci interventi sulla rete viaria sarda indicati nel decreto che ha nominato il commissario, il 20 gennaio 2023 è stato presentato a prima firma della sottoscritta interrogante l'atto di sindacato ispettivo n. 5-00264 in cui iter non vede ancora una risposta del Ministro interrogato –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della vicenda complessiva e nel dettaglio dei ritardi relativi ai lavori di messa in sicurezza sulla strada statale 130, se non intenda opportuno revocare il commissariamento o, in alternativa, quali iniziative di competenza intenda adottare affinché il commissario straordinario adempia ai suoi compiti, e affinché tutte le opere finanziate siano celermente completate.
(4-01404)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta scritta:


   BARZOTTI, CASO e IARIA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   quello della creator economy rappresenta un settore trainante, se si pensa che negli ultimi due anni oltre 165 milioni di persone sono entrati a far parte della cosiddetta creator economy e, in Italia, solo la piattaforma Youtube ha generato nel 2020 un impatto economico di 190 milioni di euro;

   nella XVIII legislatura si è svolta una proficua indagine conoscitiva volta a conoscere la dimensione lavoristica di tali operatori e al contempo a inquadrare nell'ordinamento nazionale queste attività;

   l'UE ha adottato importanti regolamenti, tra cui il regolamento UE 2019/1150 che assicura una protezione uniforme agli utenti commerciali delle piattaforme; ulteriori sviluppi si attendono sul mercato unico dei servizi digitali;

   a fronte di un quadro normativo che è in continua evoluzione, nel nostro Paese manca ancora una soddisfacente ricostruzione del fenomeno della creazione di contenuti digitali;

   l'articolo 27 della legge n. 118 del 2022 ha previsto una delega al Governo volta a: individuare specifiche categorie per i creatori di contenuti digitali rispetto all'attività economica svolta; prevedere meccanismi dedicati alla risoluzione alternativa delle controversie tra creatori di contenuti digitali e relative piattaforme;

   l'AgCom, nella riunione del 13 luglio 2023, ha stabilito di indire una consultazione pubblica – della durata di 60 giorni a partire dal 17 luglio – per garantire il rispetto da parte dei content creator delle disposizioni del Testo unico sui servizi di media audiovisivi di cui al decreto legislativo n. 208 del 2021;

   l'Autorità ritiene che «il contenuto del documento potrà, in esito alla consultazione pubblica, trovare un adeguato veicolo regolamentare nella forma delle Linee-guida, le quali, oltre a presentare il pregio di una maggiore flessibilità rispetto a un regolamento, meglio si attagliava alla concreta fattispecie degli influencer»;

   l'Autorità ha ritenuto di diversificare tra: soggetti che propongono contenuti audiovisivi in modo continuo, con una modalità tale da renderli sovrapponibili a un catalogo di un servizio di media on-demand, e per questi soggetti valuta l'applicazione dell'intero Testo unico per la fornitura di media audiovisivi, e i soggetti che operano in maniera meno continuativa e strutturata, ai quali, di contro, non ritiene di applicare nella sua interezza il regime giuridico previsto per i servizi di media audiovisivi a richiesta;

   a tutt'oggi, però, non sono state emanate le norme sul settore –:

   se i Ministri interrogati non ritengano di proseguire, per quanto di competenza, quanto già fatto nella XVIII legislatura e richiamato in premessa, condividendo il percorso con i soggetti interessati al fine di sostenere il settore non solo sotto il profilo dell'inquadramento lavorativo ma nel complesso delle attività svolte.
(4-01401)

SALUTE

Interpellanze:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   secondo quanto riferito dalle agenzie di stampa e da numerosi organi d'informazione, dal 24 luglio 2023 la guardia medica del servizio sanitario della regione Lombardia diventa a pagamento per coloro che non sono residenti nella medesima regione; sembrerebbe, pertanto, che tale cambiamento riguardi anche gli studenti e i lavoratori fuori sede, oltre che turisti;

   la Lombardia, Milano soprattutto, è sede scelta da numerosissimi studenti che vi si recano per frequentare l'università o di giovani e adulti che accedono al mondo del lavoro; è evidente che i costi per la continuità assistenziale si sommeranno ai costi già elevatissimi del caro affitti e dell'inflazione;

   inoltre, la conseguenza più temibile di questa scelta della regione Lombardia è che in tal maniera possano aumentare anche gli accessi al pronto soccorso che, almeno fino ad ora, continuano ad essere gratuiti;

   la decisione di far pagare i servizi e le prestazioni di continuità assistenziale, e della guardia medica nello specifico, sembrerebbe discendere da talune rivendicazioni sindacali secondo cui l'accordo collettivo nazionale del 2005 prevede che la continuità assistenziale sia rivolta a chi abita nell'ambito territoriale afferente alla sede di servizio;

   probabilmente nella scelta s'innesta anche la richiesta del personale impiegato nelle guardie mediche che da tempo chiede alla regione Lombardia più risorse o risorse adeguate per coprire il servizio svolto e per poter soddisfare al meglio le esigenze di salute di chi si trova nel territorio lombardo per i più diversi motivi, compresi i motivi di studio e lavoro;

   la regione Lombardia ha quindi scelto di aumentare la tariffa oraria delle guardie mediche facendola però pagare ai pazienti delle altre regioni che, dunque, si troveranno a foraggiare le casse del servizio sanitario della regione Lombardia ancor di più di quanto già oggi avviene con la mobilità sanitaria;

   secondo quanto annunciato dall'Agenzia di tutela della salute della Lombardia i costi della visita negli ambulatori sono di 20 euro e al domicilio sono di 35 euro;

   il pagamento della tariffa, naturalmente, riguarderà anche le persone di origine straniera senza permesso di soggiorno che in tal maniera vedranno ancor più compromessi i loro diritti di salute già ridotti da norme anagrafiche e civilistiche che non consentono di accedere alle liste regionali degli utenti del SSR se non sono in possesso della residenza anagrafica, inficiando in tal maniera l'universalità del SSN e la sua accessibilità a tutti gli individui –:

   se sia a conoscenza dei fatti descritti in premessa e se intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, affinché l'accesso alle prestazioni sanitarie incluse nella continuità assistenziale sia garantito uniformemente e gratuitamente su tutto il territorio nazionale ed, all'interno della medesima regione, anche a tutti coloro che per le più svariate ragioni non sono residenti nel territorio regionale e che vi dimorino stabilmente per ragioni di studio, lavoro o altra necessità.
(2-00201) «Sportiello».


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della salute, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, per sapere – premesso che:

   il 26 giugno 2023, Legambiente ha reso noto il rapporto «Mare Monstrum 2023 – il mare inquinato», il quale denuncia una situazione insostenibile per le nostre cose e i nostri mari: nel 2022 sono state commesse 13.229 violazioni, pari a 1,8 per ogni chilometro di costa;

   anche nel rapporto di quest'anno (dati 2022) la Campania si conferma in testa della classifica in tutti i diversi parametri presi in esame per quanto riguarda il mare inquinato: reati accertati (1.245 pari al 26,3 per cento del totale nazionale); persone denunciate e arrestate (989); sequestri (496); illeciti amministrativi (1.273, cresciuti del 45,7 per cento rispetto al 2021); sanzioni (1.247 crescite del 42,7 per cento rispetto al 2021);

   la situazione dell'inquinamento costiero è gravissimo in Campania, dove si scontano emergenze anche su altri fronti, come quello dei rifiuti e quello della depurazione delle acque; basti pensare che in Campania vi è uno dei fiumi più inquinati d'Europa, il fiume Sarno;

   un siffatto inquinamento può comportare maggiori rischi per la salute e il benessere psicofisico della popolazione con un conseguente aumento dei costi, in termini sia economici che sociali, oltre ad avere un impatto di immagine particolarmente negativo per una regione che, tra l'altro, gode di un settore turistico piuttosto sviluppato;

   il rapporto sottolinea che, oltre ai dati dell'attività repressiva delle forze dell'ordine sopra esposte, i nostri mari e le nostre coste scontano gravissimi problemi in tema di collettamento, fognatura e depurazione, tant'è da avere ancora aperte quattro procedure d'infrazione dell'Unione europea;

   a tal proposito Legambiente ha presentato le seguenti proposte per la piena ed effettiva depurazione delle acque reflue:

    1) rilanciare la costruzione e l'adeguamento e/o messa in regola dei sistemi fognari e di depurazione, migliorando in generale l'intero sistema di gestione, integrando il ciclo idrico con quello dei rifiuti;

    2) efficientare la depurazione delle acque reflue, valorizzandole come risorsa e permettendone il completo riutilizzo in settori strategici come l'agricoltura;

    3) migliorare e rendere più efficienti i controlli delle Agenzie regionali di protezione ambientale messe in rete nel Sistema nazionale di protezione ambientale coordinato da Ispra (SNPA) che attende ancora i decreti attuativi;

    4) regolamentare in maniera stringente lo scarico in mare dei rifiuti liquidi, istituendo delle zone speciali di divieto di qualsiasi tipo di scarico, anche oltre le 12 miglia dalla costa;

    5) promuovere politiche attive per la prevenzione nella produzione di rifiuti e per la migliore tutela del mare e della costa –:

   quali iniziative di competenza si intenda intraprendere, anche di concerto con le regioni interessate, al fine di prevenire e contrastare la commissione di illeciti ambientali sulle nostre coste, in particolare sulla costa campana dove si concentra la maggioranza relativa delle violazioni;

   quali iniziative di competenza si intenda intraprendere al fine di ridurre l'inquinamento dei nostri mari e delle nostre coste;

   se si intenda prendere in considerazione le proposte formulate da Legambiente nel rapporto «Mare Monstrum 2023»;

   per quali ragioni il Governo non abbia ancora adottato i decreti attuativi legati alla riforma di cui alla legge n. 132 del 2016, anche di concerto con le regioni interessate, richiamati da Legambiente nel suo rapporto.
(2-00202) «Di Lauro».


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   nell'isola di Ischia è presente l'ospedale Anna Rizzoli che, seppure fornisca assistenza oncologica, non è dotato né di un centro di radioterapia né del macchinario per effettuare la Pet-Tac, l'esame diagnostico che consente di identificare il tumore, lo stadio della malattia e la sua evoluzione;

   i pazienti oncologici di Ischia sono quindi costretti ad affrontare periodicamente un viaggio per raggiungere Napoli, anche quando le condizioni climatiche e le condizioni di salute insieme rendono il viaggio estremamente faticoso e debilitante;

   un paziente oncologico ischitano, Silvio Calcaterra, vicepresidente A.P.O. (Associazioni Pazienti Oncologici), ha diffusamente rappresentato agli organi di informazione il seguente appello: «Mi rivolgo alle Istituzioni: rendete l'isola zona disagiata e potenziate il polo oncologico del Rizzoli, dotatelo del macchinario per le Pet-Tac e del centro per le radioterapie. Sono due cose fondamentali per noi pazienti oncologici. Non possiamo andare ogni volta a Napoli per sottoporci alle sedute o per effettuare i controlli. Non ce la facciamo più a fare questa trafila. Ho visto figli portate in braccio i loro genitori fino a Napoli, piangendo. L'appello che lancio non è solo a nome mio, ma a nome di tutti i pazienti oncologici ischitani, perché questa non è una malattia che fa differenze, che ci chiama per nome, chiunque si può ammalare da un giorno all'altro. L'ospedale deve essere potenziato. Nel 2019 è stato approvato il progetto di ampliamento del Rizzoli, i cui lavori, però, ancora non sono partiti. Mi rivolgo agli organi competenti: fate rientrare nel progetto di ampliamento anche il macchinario della Pet-Tac e il centro per le radioterapie»;

   sull'isola ad oggi ci sono circa 250 persone che necessitano della chemioterapia e della radioterapia e, secondo i calcoli fatti da Calcaterra, se ogni paziente deve fare 4 Pet-Tac all'anno a una distanza di tre mesi l'una dall'altra, sono mille Pet-Tac all'anno complessive; senza considerare che ad Ischia arrivano anche i pazienti oncologici di Procida che attualmente sono circa 50 per i quali il viaggio Procida-Ischia è sicuramente più agevole di quello Procida-Napoli;

   Ischia è costituita da quasi 70 mila abitanti in inverno ed in estate supera i 230 mila e costituisce pertanto una comunità rilevante e che richiede l'assistenza sanitaria adeguata, con un ospedale che funzioni e che sia in grado di erogare tutti servizi sanitari necessari;

   occorre dunque potenziare il polo ospedaliero del Rizzoli assicurando un'assistenza oncologica completa, dotata di un centro di radioterapia e dell'apparecchiatura Pet-Tac e in grado di affrontare le complicazioni e situazioni di rischio causate dalla patologia neoplastica e/o dai relativi trattamenti intrapresi, che possono compromettere i parametri vitali e necessitano di interventi immediati per garantire la sopravvivenza del paziente oncologico;

   la redigenda proposta di aggiornamento del DM 70 ovvero il «Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi alla assistenza ospedaliera» in vigore dal 2015, dovrebbe intervenire proprio sugli ospedali delle zone disagiate dotandole di tutti gli strumenti diagnostici e terapeutici necessari ad affrontare il percorso di cura in maniera sicura ed efficace ed ovviare ad ogni tipo di carenza, assicurando le condizioni idonee ad affrontare le complicazioni e situazioni di rischio –:

   quali iniziative di competenza intenda porre in essere per assicurare ai pazienti oncologici dell'isola di Ischia e di tutte le zone disagiate la necessaria assistenza oncologica che consenta ai pazienti medesimi di accedere in loco alle cure chemio e radioterapiche e agli esami diagnostici di controllo, senza dover effettuare disagevoli e strazianti viaggi per accedere a strutture situate nelle zone peninsulari;

   nell'ambito dell'annunciato aggiornamento del DM 70, se intenda intervenire proprio sugli ospedali delle zone disagiate, dotandoli tutti gli strumenti diagnostici e terapeutici necessari ad affrontare il percorso di cura in maniera sicura ed efficace e assicurando le condizioni idonee ad affrontare le complicazioni e situazioni di rischio, con particolare riguardo alle patologie oncologiche.
(2-00203) «Sportiello».

Interrogazione a risposta scritta:


   VIETRI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il monitoraggio dell'assistenza domiciliare, sistema informativo assistenza domiciliare (S.i.a.d.) soddisfa un debito informativo della regione nei confronti del Ministero della salute attraverso la raccolta delle informazioni relative all'assistenza domiciliare, cioè il complesso integrato di interventi, procedure e attività sanitarie e socio-sanitarie erogate dalle regioni a persone presso il proprio domicilio e costruisce una base dati a livello nazionale;

   la qualità e la completezza del dato trasmesso al Ministero è un obbligo cui sono tenute le regioni anche per l'accesso al finanziamento integrativo a carico dello Stato, come da intesa assunta in conferenza Stato-regioni del 23 marzo 2005;

   il Ministero interrogato, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, lo scorso 23 gennaio 2023 ha pubblicato il decreto di «Ripartizione delle risorse relative all'investimento M6-C1-1.2.1. "Casa come primo luogo di cura (ADI)" del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)», nel quale si stabilivano gli obiettivi per poter accedere ai finanziamenti, basandosi sui flussi conferiti dalle regioni al Ministero della salute;

   per quanto consta all'interrogante, i dati relativi alla regione Campania per tale assistenza risultano carenti: la Direzione generale della digitalizzazione del sistema informativo sanitario nazionale e della statistica comunicava, infatti, con nota del 14 giugno 2023, la riapertura del flusso S.I.A.D. per il 2022;

   a fronte della citata riapertura, sulla base di verifiche e controlli effettuati dalle stesse aziende della regione Campania nell'anno 2022, emergevano incongruenze e incompletezze nei dati conferiti al Ministero della salute;

   in particolare, nell'Asl Napoli 3 Sud, nel 2020 veniva approvato un progetto per acquisire «Servizi di connettività e sicurezza» con la dotazione di una nuova piattaforma informatica aziendale, in uso dal secondo semestre 2022, a cui competeva l'inserimento dei dati e il trasferimento del flusso S.i.a.d. a quella regionale;

   come si legge nei documenti, le incongruenze e incompletezze dei dati conferiti su questa nuova piattaforma informatica deriverebbero dal mancato controllo dell'erogazione del servizio prima dell'inserimento del dato stesso e dall'inadeguatezza della piattaforma che non individuerebbe in maniera conforme alle normative vigenti il livello di assistenza, nonché dall'incompleto trasferimento dei dati alla piattaforma regionale;

   dalla piattaforma regionale si rileverebbe che per l'Asl Napoli 3 Sud il dato reale e consolidato, a cui fare riferimento per il flusso S.i.a.d., è quello relativo all'anno 2019, in quanto si deve considerare, nel 2020, la flessione dovuta alla pandemia, nel 2021 l'attacco informatico, avvenuto il 7 gennaio 2022, per cui non è stato possibile inserire, in tempo utile, i dati relativi al IV trimestre, e nel 2022, in seguito alla riapertura dei termini da parte del Ministero, si è provveduto ad una implementazione direttamente sulla piattaforma regionale, anche se non è stato possibile rettificare le «incongruenze», derivate dall'uso della piattaforma aziendale, ma già trasmesse al Ministero –:

   accertata la veridicità e gravità dei fatti esposti in premessa, se e quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per accertare se le criticità riscontrate nella piattaforma informatica aziendale dell'Asl Napoli 3 Sud, considerate anche le implicazioni economiche, potrebbero aver «compromesso» la qualità del dato sanitario relativo alla regione Campania, nonché risulti che la regione Campania abbia ottemperato all'onere informativo ministeriale, relativo al flusso S.i.a.d. per il primo semestre 2023.
(4-01407)

Apposizione di firme a mozioni.

  La mozione De Maria e altri n. 1-00144, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 26 maggio 2023, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Zanella, Bonelli, Borrelli, Dori, Evi, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zaratti.

  La mozione Furfaro e altri n. 1-00163, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 29 giugno 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Ghio.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta in Commissione Vaccari n. 5-01143 del 18 luglio 2023.

   interrogazione a risposta orale Gatta n. 3-00547 del 19 luglio 2023.

   interrogazione a risposta in Commissione Formentini n. 5-01160 del 20 luglio 2023.