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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 20 dicembre 2023

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    la sanità pubblica italiana rappresenta ancora oggi, in Europa e nel mondo, un vero e proprio modello di tutela della salute: essa, in attuazione dell'articolo 32 della Costituzione, ha garantito agli italiani, nel corso dei decenni, il miglioramento delle condizioni di vita, la riduzione delle patologie, maggiori longevità e benessere, oltre che una risposta collettiva ai bisogni di salute e di vita di cittadini, famiglie e società nel suo complesso;

    ciononostante, questo sistema è entrato, da diverso tempo, in una fase di crisi con profonde ricadute sulla qualità e sull'aspettativa di vita di milioni di persone, mettendo a rischio la tenuta sociale del Paese, il benessere dei pazienti e degli stessi professionisti dell'area medico-sanitaria, nonché i bilanci e la capacità di programmazione finanziaria dello Stato;

    come noto, attualmente mancano oltre 60.000 infermieri e almeno 25.000 medici, di cui 4.500 di emergenza/urgenza pari a circa il 30 per cento della struttura organica necessaria per far funzionare adeguatamente i pronto soccorso;

    a tali carenze si sopperisce, spesso, solamente con i cosiddetti «medici a gettone», i quali in ogni caso, sia per carenza numerica che formativa – oltre che per la lunghezza dei turni lavorativi – non sono in grado di garantire azioni egualmente efficaci e costituiscono un aggravio finanziario enorme sui bilanci delle strutture pubbliche, con la spesa sanitaria italiana che, in tal modo, nonostante continui ad essere più bassa della media europea, viene allocata in modo estremamente inefficiente;

    a ciò si aggiunge l'annoso problema legato alle liste d'attesa, con rallentamenti strutturali delle attività di screening e diagnostica causati anche dalle diverse milioni di prestazioni non effettuate durante il periodo pandemico, con tempi di attesa che in alcuni casi, ad esempio per le mammografie, superano i 20 mesi;

    la maggior parte delle patologie sono più facilmente curabili se diagnosticate in tempo, mentre, se scoperte in ritardo, delineano un quadro più complesso e un conseguente peggioramento delle condizioni di salute del paziente, oltre ad un aumento dei costi di trattamento;

    la carenza di professionisti determina diffusi fenomeni di «burn out» lavorativo, perché essi sono costretti a lavorare troppo, in condizioni difficili e gravati psicologicamente da regole e potenziali responsabilità giuridiche estremamente pesanti;

    tali criticità si legano, in un circolo vizioso di inefficienza ed insostenibilità, alle cosiddette pratiche di «medicina difensiva», un'espressione che indica tutte quelle attività, di natura attiva, elusiva od omissiva, di carattere consapevole o inconsapevole, esercitate non già seguendo il principio essenziale del benessere del paziente, bensì nell'interesse di tutelarsi da possibili accuse e ripercussioni giudiziarie;

    solitamente queste pratiche vengono divise tra quelle di medicina difensiva cosiddetta «positiva», ossia legate ad una prescrizione di visite, esami ovvero farmaci superflui, e quelle di medicina difensiva «negativa», vale a dire quando il personale si rifiuta di intervenire in modo ottimale nei casi di pazienti e procedure ad alto rischio; quanto alla prima fattispecie, si stima che almeno il 20 per cento degli accertamenti prescritti nella sanità italiana sia superfluo, per un costo totale di circa 10,5 miliardi di euro;

    tali pratiche hanno effetti gravi sul sistema sanitario nazionale, perché da un lato vengono prescritte prestazioni inutili, costose per lo Stato, andando a gravare ulteriormente sulle liste d'attesa, mentre, dall'altro pone i pazienti tra le vittime di mancati interventi rischiosi ma potenzialmente risolutivi;

    su questo ha tentato di insistere la legge n. 24 del 2017 (cosiddetta «Gelli-Bianco») la quale, nonostante abbia avuto il merito di definire le coordinate per garantire una maggiore sicurezza delle cure ai pazienti, rafforzando il sistema di gestione e prevenzione del rischio sanitario, e al contempo offrire maggiore serenità a chi eroga le cure, attende ancora a distanza di 6 anni i decreti attuativi, nonché una serie di aggiustamenti che tengano conto della necessità di arginare il fenomeno della medicina difensiva;

    tali decreti riguardano, ad esempio, la definizione precisa dei requisiti minimi delle polizze assicurative per le strutture sanitarie e sociosanitarie, nonché quelli relativi ai contratti a copertura dei rischi dei professionisti della salute, oltre alla cosiddetta tabella unica di valutazione dei danni gravi da lesione la quale – prevista ormai da quasi venti anni dall'articolo 138 del Codice delle assicurazioni (decreto legislativo n. 209 del 2005) – consentirà una più certa valutazione dei danni gravi da responsabilità sanitaria e fornirà un importante sostegno alla tenuta finanziaria del sistema, rendendo più prevedibili e chiare le ricadute economiche dei risarcimenti;

    nelle more dell'approvazione di questi decreti, non si è segnato un decisivo deterrente della litigiosità e i rischi legali continuano a scoraggiare le vocazioni professionali;

    l'Italia fa registrare la percentuale più alta d'Europa per cause legali per condotta medica non professionale; ogni anno vengono intentate oltre 35.000 nuove azioni legali contro i professionisti di area medico-sanitaria: il 95 per cento delle azioni penali termina con un proscioglimento e il 70 per cento delle azioni civili si conclude senza un risarcimento;

    l'Italia è uno dei pochi Paesi al mondo, assieme a Messico e Polonia, a mantenere la responsabilità penale di medici ed infermieri, e numerosi professionisti del settore, oltre che il Ministro della salute Schillaci, si sono espressi a favore della depenalizzazione della responsabilità medica – esclusi i casi di dolo – e per il mantenimento esclusivo della responsabilità civile;

    a conferma della rilevanza della questione, lo stesso Ministro della giustizia Nordio, con proprio decreto, ha istituito il 28 marzo 2023 la commissione per lo studio e l'approfondimento delle problematiche relative alla colpa professionale medica, presieduta dal magistrato d'Ippolito, da cui prende il nome;

    è previsto che la Commissione, per voce del suo stesso presidente, termini i propri lavori con un proprio documento finale entro la primavera 2024;

    l'operatore sanitario deve vedersi riconosciuto il proprio diritto di lavorare con tranquillità, nell'interesse del singolo paziente e del sistema sanitario nazionale nel suo complesso, onde evitare la cronica diffusione di meccanismi di autotutela dai rischi legali, a scapito dell'utenza;

    nel campo sanitario, così come in altri settori caratterizzati da attività a elevato rischio, occorre privilegiare le esigenze della prevenzione rispetto alla ricerca del colpevole, fermo restando l'innegabile diritto dei danneggiati al risarcimento di eventuali danni subiti e alla tutela nei casi di grave negligenza;

    occorre, quindi, individuare un punto di equilibrio, per garantire al paziente una piena tutela dei propri diritti costituzionali e assicurare al contempo al medico la tranquillità e la serenità nell'esercizio della sua professione, in modo da permettere ai cittadini di rivolgersi alle strutture mediche con la fiducia e la consapevolezza di tutela che meritano, recuperando il senso dell'alleanza terapeutica, della solidarietà sociale e della sicurezza delle cure,

impegna il Governo:

1) ad adottare in tempi rapidi i decreti attuativi della legge n. 24 del 2017 e la tabella unica di valutazione dei danni gravi da lesione, prevista dall'articolo 138 del Codice delle assicurazioni e attesa da quasi venti anni, anche al fine di evitare fenomeni speculativi relativi ai premi assicurativi richiesti dalle compagnie al personale sanitario, con particolare riferimento ai liberi professionisti e ad alcune specialità mediche;

2) ferma restando la responsabilità civile, ad adottare ogni iniziativa, anche di carattere normativo, volta a contrastare le pratiche di medicina difensiva, salvaguardando al contempo la necessità di garantire il diritto dei pazienti a ricevere cure adeguate e tutela giuridica, mantenendo la responsabilità penale dei professionisti di area medico-sanitaria per i soli casi di dolo e colpa grave;

3) a potenziare la formazione continua del personale del Servizio sanitario nazionale sui temi della gestione del rischio in ambito sanitario, migliorando la conoscenza, la diffusione e la cultura degli strumenti ad essa connessi, ivi inclusa l'informazione data ai pazienti sull'appropriatezza di esami diagnostici e terapie;

4) ad adottare iniziative di competenza volte a garantire che nelle strutture sanitarie, soprattutto attraverso l'integrazione delle unità di personale mancanti, vi siano per gli operatori condizioni di lavoro idonee, tali da contenere il fenomeno della medicina difensiva;

5) a migliorare l'attrattività professionale per gli specializzandi della medicina d'emergenza-urgenza, i cui reparti risultano essere i più litigiosi e i più numericamente scoperti, evitando il ricorso ai «medici a gettone».
(1-00227) «Bonetti, Richetti, Benzoni, D'Alessio, Grippo, Sottanelli».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   FOSSI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   3-I Spa è la software house italiana, a capitale e partecipazione interamente pubblica, che ha il compito di sviluppare, manutenere e gestire le soluzioni software e i servizi informatici di Inps, Istat, Inail, della Presidenza del Consiglio dei ministri, del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e delle altre pubbliche amministrazioni centrali;

   l'azionariato della società è per il 49 per cento in capo all'Inps, azionista di maggioranza relativa, seguito dall'Inail per il 30 per cento e dall'Istat per il 21 per cento;

   si apprende dalla stampa che «la Presidenza del Consiglio e il Ministero del lavoro, come prescritto dallo statuto, hanno dato l'assenso al nome di Stefano Acanfora» a direttore generale dell'azienda pubblica «3-I Spa» e che spetta ora all'assemblea dei soci ratificare tale carica;

   sempre dai media si viene a sapere che Stefano Acanfora sia una «una vecchia conoscenza di Giovanbattista Fazzolari, potente sottosegretario alla presidenza del Consiglio e grande consigliere di Giorgia Meloni. In passato infatti Acanfora ha firmato una sostanziosa consulenza alla regione Lazio a favore dell'attuale consigliere della Premier, quando quest'ultimo era solo un dirigente poco conosciuto di FdI»;

   riportano i media che «nel 2017, quando Acanfora era direttore della centrale acquisti della regione Lazio, assegnò a Fazzolari una conseguenza per un valore complessivo di 166 mila euro lordi (...) La durata prevista era di 24 mesi, dal luglio 2017 al luglio del 2019. Per il dirigente di Fratelli d'Italia fu prevista la remunerazione di 83 mila euro lordi all'anno. L'oggetto della collaborazione era “la prestazione di opera intellettuale”. (...) Il rapporto contrattuale è durato meno del previsto. È stato interrotto, otto mesi dopo la sottoscrizione, nella primavera del 2018. L'esponente di FdI era stato infatti eletto senatore, e rassegnò così le dimissioni. Ma Fazzolari non ha mai interrotto i rapporti con Acanfora. Tra maggio e giugno, in pieno periodo di nomine delle società partecipate, secondo alcuni media caldeggiò la candidatura del dirigente come amministratore delegato Consip. Ma l'operazione, nonostante l'influenza del sottosegretario, non è andata in porto. (...) Dopo qualche mese il dirigente ci ha così riprovato candidandosi con la 3-I Spa»;

   Giovanbattista Fazzolari ha comunicato di essere pronto ad agire in sede giudiziaria contro «questa ricostruzione diffamatoria»; una nota di FdI parla poi di «macchina mediatica del fango» ma ha confermato l'incarico a suo tempo ricoperto da Fazzolari presso la direzione della regione Lazio diretta da Acanfora, anche se su nomina di una commissione regionale. La testata giornalistica ha invece ribadito che si tratta di una «inchiesta basata su fatti accertati e documenti pubblici»;

   appare evidente come sia necessario fare rapidamente completa chiarezza sulla vicenda che, anche qualora non fosse riconducibile a specifiche ipotesi di reato, presenta molti lati oscuri, che potrebbero prefigurare uno scambio di favori finalizzato al conferimento di incarichi in importanti strutture pubbliche oltre a un sostanziale conflitto di interessi dei soggetti coinvolti –:

   sulla base di quali criteri si sia proceduto alla nomina del nuovo direttore generale dell'azienda pubblica «3-I Spa» 4 quali iniziative urgenti si intendano assumere al fine di assicurare la massima trasparenza al riguardo, tenuto conto della rilevanza delle attività della società in questione per la stessa operatività di fondamentali organismi pubblici quali la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l'Inps, l'Istat, l'Inail, e alle altre pubbliche amministrazioni.
(5-01767)


   PENZA, ALFONSO COLUCCI, RICCARDO RICCIARDI e AURIEMMA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da fonti di stampa (giornale web Minformo.it del 6 dicembre 2023) che si sarebbe verificata una situazione preoccupante tra i tre commissari prefettizi del comune di Caivano. Risulterebbe, in particolare, che una discussione tra loro sarebbe addirittura sfociata in un confronto fisico; tale episodio avrebbe addirittura richiesto l'intervento della forza pubblica e che, se confermato, solleverebbe seri dubbi sulla efficienza della gestione amministrativa del comune;

   risulta inoltre all'interrogante che la Commissione straordinaria del comune di Caivano avrebbe impegnato la somma di euro 21.000 per il rimborso delle spese ai suoi membri (Determinazione dirigenziale, n. 1668 del 15 novembre 2023);

   in particolare, con medesima determinazione nr. 1668 del 15 novembre 2023, sono stati liquidati: al dottor Filippo Dispenza la somma di euro 2.520,76; alla dottoressa Simonetta Calcaterra la somma di euro 268,49; al dottor Maurizio Alicandro la somma di euro 963,78; per un totale di euro 3.753,03 al cap. 14/01 del bilancio 2023;

   inoltre, con determinazione dirigenziale nr. 1771 del 12 dicembre 2023, sono stati liquidati al dottor Filippo Dispenza, la somma di euro 4.319,19; alla dottoressa Simonetta Calcaterra la somma di euro 507,15; al dottor Maurizio Alicandro la somma di euro 1.976,71; per un totale di euro 6.803,05 al cap. 14/01 del bilancio 2023;

   valutato inoltre che:

    in concomitanza con la riqualificazione dell'ex Centro sportivo Delphinia perdurano gravi problemi strutturali ed infrastrutturali delle strade e delle scuole del comune di Caivano, inclusi guasti frequenti ai sottoservizi –:

   se il Governo sia a conoscenza dei rapporti tra i Commissari prefettizi e della loro gestione amministrativa e se ritenga che le somme impegnate per il rimborso delle spese ai Commissari prefettizi di Caivano siano congrue, opportune, adeguate e trasparenti;

   quali iniziative urgenti ed immediate il Governo intenda porre in essere al fine di garantire una gestione razionale, efficace, efficiente e serena del comune di Caivano;

   quali iniziative urgenti ed immediate il Governo intenda porre in essere al fine di risolvere i problemi infrastrutturali del comune di Caivano, con particolare riferimento allo stato della rete viaria e dell'edilizia scolastica.
(5-01768)

Interrogazioni a risposta scritta:


   FRATOIANNI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la presidenza del consiglio comunale di Arezzo ha annunciato per il 19 dicembre 2023 un convegno per celebrare i cento anni dalla nascita di Oreste Ghinelli, padre dell'attuale sindaco, esponente del Movimento Sociale Italiano che aveva aderito alla Repubblica di Salò;

   nonostante le richieste dell'opposizione in consiglio comunale, dell'Anpi e dell'Arci alla presidenza del Consiglio comunale di rivedere la propria decisione, lo svolgimento del convegno è stato confermato;

   a parere dell'interrogante è incredibile e politicamente inopportuno che all'interno di un consiglio comunale venga celebrata una figura che ha aderito alla Repubblica di Salò e quell'ideologia fascista dalla quale non si è mai distaccato a conferma della sua distanza e mancata condivisione dei valori antifascisti su cui si fonda la nostra Costituzione;

   la circostanza che la figura che si intende celebrare sia il padre dell'attuale sindaco della città di Arezzo rende ancora più inopportuno lo svolgimento del suddetto convegno e rischia di creare confusione sulla finalità dello stesso, che appare più attinente alla sfera privata del sindaco che a quella istituzionale o di pubblico interesse, specialmente se ciò ha comportato l'impiego di risorse pubbliche dirette o indirette, come l'impiego di personale dipendente del comune per permettere l'organizzazione e lo svolgimento del convegno;

   a parere dell'interrogante, un luogo istituzionale non può diventare la sede dove celebrare chi non ha mai condiviso i valori antifascisti della Costituzione e sarebbe stato opportuno che la presidenza del Consiglio comunale di un capoluogo di provincia medaglia d'oro della Resistenza avesse provveduto ad annullare l'evento;

   a parere dell'interrogante sarebbe necessario chiarire, anche attraverso la prefettura competente, se per l'organizzazione e lo svolgimento della commemorazione del centenario della nascita di Oreste Ghinelli siano state impiegate risorse pubbliche e/o utilizzati dipendenti comunali dal momento che all'interrogante le finalità di tale iniziativa appaiono attinenti esclusivamente alla sfera privata del sindaco, non ravvisandosi alcuna finalità istituzionale o di pubblico interesse nel celebrare una figura che ha aderito alla Repubblica Sociale Italiana, aderendo o quantomeno mai rinnegando per l'intera sua vita l'ideologia fascista –:

   di quali elementi disponga il Governo in relazione a quanto esposto in premessa e se non ritenga di adottare ogni iniziativa di competenza, anche di carattere normativo, al fine di evitare situazioni quantomai discutibili quale quella segnalata in premessa, anche dal punto di vista del patrocinio di istituzioni pubbliche e della necessaria neutralità delle sedi istituzionali.
(4-02059)


   BARBAGALLO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   un attacco hacker sferrato prima dell'alba dell'8 dicembre 2023 ha messo in crisi l'erogazione di servizi da parte della pubblica amministrazione a circa 1.300 realtà della pubblica amministrazione italiana, tra cui circa 500 comuni, alcune province, diverse unione di comuni e comunità montane ed enti tra cui l'Agenzia per l'Italia digitale (Agid) e l'Autorità anticorruzione (Anac);

   un gruppo di cyber-criminali molto ben organizzato, ha colpito Westpole, un'azienda che fornisce infrastruttura Cloude certificata per supportare le attività di comuni e altri enti governativi, la sua azione ha portato al blocco di tutti i server delle sedi di Milano e Roma e allo stop dei servizi connessi;

   potrebbe sembrare un attacco come tanti, ma tra i clienti di Westpole c'è PA Digitale, l'azienda che produce il software URBI, una piattaforma di soluzioni applicative gestionali per la pubblica amministrazione che viene usata da centinaia tra amministrazioni comunali, provinciali e centrali, aziende pubbliche locali, utility, gestori di pubblici servizi, enti per l'edilizia pubblica residenziale, parchi nazionali e regionali e così via;

   tramite Urbi si gestiscono servizi di anagrafe, riscossione di tributi, emissioni di certificati tutte operazioni che sono diventate impossibili in centinaia di sportelli elettronici;

   il gruppo hacker russo «Lockbit» ha rivendicato l'attacco ransomware, che negli ultimi dieci giorni ha investito, in Italia, le pubbliche amministrazioni che si avvalgono dei servizi di Westpole;

   gli hacker potrebbero aver sfruttato vulnerabilità già note dei sistemi;

   per una buona metà dei servizi è stata avviata la procedura di ripristino attraverso backup, l'altra metà potrebbe essere difficilmente recuperabile; sia Westpole che PA Digitale hanno sporto denuncia alla Polizia postale e hanno avvertito il Garante della privacy;

   l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale ha annunciato in queste ore che i servizi ora sarebbero stati ripristinati, scongiurando così il rischio di un blocco dei pagamenti –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti;

   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare per consentire l'incremento di strumenti di difesa più efficaci per far fronte al pericolo di attacchi hacker, al fine di scongiurare il rischio di una paralisi informatica e della sottrazione di dati sensibili per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni.
(4-02061)


   BONELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   da quasi un anno l'italiana Ilaria Salis, una donna di 39 anni di Milano, ex maestra elementare, è rinchiusa nel carcere di massima sicurezza di Budapest, accusata di aver aggredito due neonazisti lo scorso 11 febbraio 2023 nella capitale ungherese durante il «Giorno dell'onore», manifestazione a cui partecipavano i nostalgici di Hitler. Si tratta dell'evento neo-nazista che ogni anno ricorda i soldati tedeschi morti durante l'assedio di Budapest;

   da tempo il padre di Ilaria, Roberto Salis, con una lettera indirizzata alla Premier, al Ministro degli affari esteri, al Ministro della giustizia e ai Presidenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, ha sollecitato un intervento deciso di fronte alle palesi violazioni dei diritti umani che la figlia sta subendo in carcere dove è detenuta;

   la Salis rischia una pena fino a 16 anni per lesioni lievi (guarite poi in 5 e 8 giorni), pena del tutto sproporzionata rispetto ai fatti contestati. Inoltre, le viene addebitato, senza nessuna prova a suo carico, di essere legata a «Hammerbande», un gruppo tedesco che si propone di contestare i militanti neo-nazisti;

   conoscendo i metodi delle carceri ungheresi, spesso catalogate come torture, l'ambasciata d'Italia a Budapest, in stretto contatto con la Farnesina, si è attivata da tempo per prestarle assistenza sia con regolari visite mensili, sia presenziando alle udienze in veste di uditori;

   è già prevista la presenza di rappresentanti dell'ambasciata in qualità di osservatori anche nella prossima udienza del 29 gennaio 2024;

   nonostante Orban sia considerato uno dei migliori amici della Premier il padre di Ilaria non ha ancora ricevuto nessuna rassicurazione circa l'intervento dello Stato italiano in questa triste vicenda –:

   se durante i numerosi incontri bilaterali con Viktor Orban si sia mai affrontato il tema delle accuse e della detenzione, in un carcere di massima sicurezza, di Ilaria Salis;

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, al fine di verificare se lo stato di detenzione di Ilaria Salis sia compatibile con le norme sulla Convenzione europea per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti;

   se non si ritenga di adottare iniziative di competenza volte a fornire un'adeguata assistenza legale a Ilaria Salis, finalizzata alla sua immediata liberazione;

   se non si ritenga, attraverso l'ambasciata italiana di Budapest, di facilitare ai parlamentari italiani la visita in carcere della Salis.
(4-02062)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta orale:


   BONELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   secondo la centralina di rilevamento della qualità dell'aria di Via Orsini (rete Adi) nel rione Tamburi di Taranto nel 2022 e concentrazioni di PM10 sono aumentate del 16 per cento rispetto al 2021 e nel 2023 di un ulteriore 16 per cento rispetto al 2022;

   secondo i rilievi di Arpa Puglia, per le concentrazioni di benzene si sarebbe passati da una media annuale del 2022 di 3,3 microgrammi per metro cubo a una di 4, dove la soglia massima prevista dalle norme è di 5 microgrammi;

   a proposito di picchi di benzene, Peacelink ha segnalato che il 10 dicembre 2023 alle 19.00 è stato registrato un valore di 6,65 microgrammi per metro cubo dalla centralina di via Machiavelli nel rione Tamburi;

   secondo quanto si apprende da organi di stampa, sarebbe stato lo stesso Dipartimento di prevenzione dell'Asl a evidenziare, mesi addietro, la «necessità di ridurre nettamente i livelli di benzene in aria ambiente in quanto l'esposizione della popolazione di Taranto agli attuali livelli di concentrazione dell'inquinante, seppure formalmente e attualmente nei limiti individuati dalla normativa vigente, non può garantire, secondo le evidenze scientifiche, l'assenza di effetti avversi sulla salute umana»;

   in merito alle emissioni, lo stesso Governo in risposta a diverse interrogazioni non ha escluso la possibilità d'intervenire con limiti più stringenti in sede di Autorizzazione integrata ambientale (Aia);

   in proposito il 18 maggio 2023 in Senato, la vice ministra dell'ambiente, Vannia Gava avrebbe detto: «Si evidenzia una significativa variabilità negli anni» e la materia «è oggetto di particolare approfondimento al fine di poter proporre possibili misure mitigative o preventive da adottare, che potranno essere oggetto della procedura di riesame dell'Autorizzazione integrata ambientale»;

   lo stabilimento siderurgico opera attualmente con l'AIA scaduta il 23 agosto 2023 in prorogatio, mentre con la richiesta di rinnovo dell'AIA, per ora ancora in fase d'istruttoria, il gestore intende elevare gli attuali livelli produttivi, passando dall'attuale livello inferiore ai 4 milioni di tonnellate annue, agli oltre 8 milioni grazie al riavvio dell'altoforno 5 e delle batterie di forni, con la triplicazione della produzione di carbon coke, altamente inquinante;

   l'associazione delle imprese dell'indotto Acciaierie d'Italia (Aigi) ha denunciato la difficoltà a corrispondere stipendi e tredicesime ai propri lavoratori, perché l'ex Ilva non paga e non offre nuovi lavori, questione rimbalzata dai sindacati metalmeccanici alla Prefettura di Taranto, dove il prefetto Paola Dessì nella serata del 18 dicembre 2023 ha presieduto un incontro con le sigle sindacali e la stessa Aigi, in assenza di Acciaierie d'Italia, che pur convocata dal prefetto, non si è presentata;

   la Valutazione del danno sanitario (VDS) e la Valutazione integrata di impatto sanitario e ambientale (VIIAS) portano a valutazioni predittive di rischio sanitario «inaccettabile» nel quartiere Tamburi, stante gli attuali livelli produttivi dello stabilimento –:

   se il Governo intenda chiarire, per quanto di competenza, perché si registra un aumento delle emissioni di PM10 e di benzene negli ultimi due anni nonostante siano stati effettuati alcuni lavori sugli impianti ILVA e la produzione sia calata in misura considerevole, se si intenda consentire la produzione di carbon coke nella misura tripla di quella attuale come richiesto nel riesame dell'AIA;

   se si ritenga di dover garantire una esaustiva informazione alla popolazione e ai lavoratori sui picchi di benzene rilevati dalle centraline di via Orsini e di quelle poste all'interno degli impianti, quali iniziative di competenza intenda assumere per bloccare tali emissioni e se assumere iniziative, per quanto di competenza, perché vengano pagati gli stipendi ai lavoratori dell'indotto.
(3-00884)

Interrogazioni a risposta scritta:


   DORI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il 16 dicembre 2023, a Tremosine, nel territorio in prossimità del Lago di Garda, si sono verificate due importanti frane che, con la caduta di diversi metri cubi di detriti, hanno provocato danni all'impianto di depurazione e determinato la chiusura momentanea dell'arteria tra Limone e Campione per ragioni di sicurezza:,

   per il Coordinamento interregionale per la tutela del Garda «la grande frana, caduta tra Limone e Campione, in un tratto in cui la ciclovia è prevista a sbalzo, non può non colpire per il suo significato particolare, poiché avvenuta in condizioni atmosferiche assolutamente normali di tempo soleggiato e stabile e dunque non riconducibile ad alcun evento eccezionale»;

   le due frane hanno, infatti, nuovamente messo in forte dubbio l'effettiva realizzazione della ciclopedonale nell'alto Garda che dovrebbe essere costruita agganciandola prevalentemente a sbalzo sulla roccia esponendo i futuri utenti all'elevato e inevitabile pericolo di crolli o frane;

   l'episodio di sabato 16 dicembre 2023 non è però isolato, anzi. Il 28 agosto 2023 la Gardesana Orientale è rimasta chiusa per la caduta di massi nel tratto fra Torbole e Navene mentre il 5 novembre nella stessa zona la strada è stata nuovamente chiusa al traffico per verificare un tratto di versante in cui si sono verificate diverse frane;

   l'area sensibile delle tre province sul Garda è stata interessata anche in precedenza da altre gigantesche frane nel 2004, nel 2011 e nel 2014 e da altri numerosi casi di smottamenti; in particolare, nel febbraio 2000 un uomo di 78 anni a bordo del suo veicolo venne ucciso da 10 mila metri cubi di roccia piombati improvvisamente dalla Rocchetta sulla Gardesana;

   a novembre 2014 a Campione, ventimila metri cubi di roccia si staccarono dalla falesia che sovrasta la frazione devastando l'autosilo interrato e provocando l'evacuazione di tutti i fabbricati della zona; due anni prima un'altra frana proveniente dalla valle del rio Brasa determinò l'ostruzione dell'accesso al nuovo depuratore costruito in galleria vicino al porto di Tremosine. Solo la costruzione di un nuovo accesso da nord del tunnel ha permesso all'impianto di continuare a funzionare;

   ancora, a giugno 2018 un agente della polizia locale fu tragicamente ucciso da una pietra precipitata dal versante dopo il nubifragio;

   il territorio, idrogeologicamente fragile, è ormai in costante allerta, in una platea di criticità evidenziate anche dalle periodiche «fotografie» scattate dall'istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, attraverso i rapporti sul dissesto idrogeologico in Italia basato sulle perimetrazioni effettuate da Autorità di bacino, regioni e province –:

   se i Ministri interrogati, per quanto di competenza, non intendano intervenire immediatamente con opportuni monitoraggi al fine di identificare i necessari interventi di messa in sicurezza della zona sul Lago di Garda.
(4-02058)


   SERGIO COSTA, CHERCHI, ILARIA FONTANA, L'ABBATE, MORFINO, APPENDINO, IARIA e BARZOTTI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   nel maggio 2018 il titolare di una ditta con sede a Milano, operante nella carpenteria metallica, firmò un regolare contratto di locazione con i proprietari di un immobile sito a Cerrione, provincia di Biella;

   l'immobile è un capannone dotato di una superficie di circa 1.200 metri quadri;

   una volta occupato l'immobile, il sedicente imprenditore, nel corso dei tre mesi successivi, lo ha riempito di nascosto fino al tetto con balle di rifiuti plastici, tra cui anche rifiuti pericolosi;

   una volta esaurito lo spazio interno dell'immobile, nella prima metà dell'agosto 2018, altri rifiuti furono depositati nell'area esterna circostante, finché il cattivo odore e i sospetti movimenti notturni convinsero i vicini ad allarmare le autorità;

   l'area è stata, dunque, posta sotto sequestro e sono state avviate le indagini preliminari;

   gli inquirenti hanno oggi accertato l'appartenenza degli autori del fatto e dei loro complici a un'organizzazione criminale internazionale composta da almeno 19 individui;

   agli autori del fatto è stato imposto di porre rimedio al danno arrecato, insieme al proprietario dell'immobile, il quale non ha commesso materialmente l'illecito;

   in seguito alle plurime valutazioni a opera dei tecnici convocati, è stata stimata la presenza di una quantità di 3.500 tonnellate di rifiuti non riciclabili né termo-valorizzabili, con un costo di trasferimento di circa un milione di euro;

   tutti i tentativi di reperire i fondi utili a eseguire tale trasferimento, bonificando la zona dai rifiuti abbandonati ormai da 5 anni, si sono rivelati sinora infruttuosi;

   in data 19 gennaio 2022 il comune di Cerrione ha inviato una lettera, firmata anche dal proprietario dell'immobile, alla regione Piemonte, informandola della questione trattata ma, a quanto risulta, nessun provvedimento è stato ancora posto in essere;

   il decreto del Ministro dell'ambiente del 29 dicembre 2020 (programma nazionale di finanziamento degli interventi di bonifica e ripristino ambientale siti orfani) ha previsto fondi per il quinquennio 2019-2024 volti a intervenire in casi come quello appena descritto;

   l'articolo 2, comma 1, di detto decreto definisce sito orfano «il sito potenzialmente contaminato in cui non è stato avviato o si è concluso il procedimento di cui all'articolo 244 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ovvero di cui all'articolo 8 del decreto ministeriale 25 ottobre 1999, n. 471, per il quale il responsabile dell'inquinamento non è individuabile o non provvede agli adempimenti previsti dal titolo V, parte quarta, del medesimo decreto legislativo, ovvero agli adempimenti previsti dal decreto ministeriale 1o marzo 2019, n. 46, e non provvede il proprietario del sito né altro soggetto interessato»;

   il Piano Nazionale di ripresa e resilienza per l'Italia (PNRR) prevede 500 milioni di euro da destinare alla bonifica dei siti orfani con l'obiettivo della loro riqualificazione (misura M2C4, investimento 3.4);

   il PNRR prevede, in particolare, l'adozione di un Piano d'azione che individui i siti orfani di tutte le regioni e le province autonome e identifichi gli interventi specifici da intraprendere;

   l'articolo 17 del decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152, stabilisce che con proprio decreto il Ministro della transizione ecologica, d'intesa con la Conferenza unificata, adotti il piano d'azione di cui alla misura M2C4 del PNRR e che, ai fini del medesimo piano, si applichino le definizioni, l'ambito di applicazione e i criteri di assegnazione delle risorse, previsti dal decreto 29 dicembre 2020 –:

   quali iniziative urgenti il Ministro interrogato ritenga di dover adottare, per quanto di propria competenza, al fine di garantire una soluzione efficace agli effetti disastrosi derivati dall'atto criminale precedentemente descritto;

   se intenda avviare un'interlocuzione con la regione interessata al fine di predisporre l'aggiornamento dell'elenco dei siti orfani, includendovi l'area descritta in premessa.
(4-02063)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MANZI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   molti docenti che hanno svolto supplenze, soprattutto brevi e saltuarie, sono senza stipendio da mesi;

   il sistema prevede una modalità di pagamento degli stipendi mediante l'immissione dei dati contrattuali da parte delle singole scuole nel sistema informatico centralizzato, lasciando che sia direttamente il Ministero dell'economia e delle finanze a pagare quelli relativi ai rispettivi supplenti d'istituto;

   un sistema, dunque, che non garantisce la regolarità della corresponsione delle liquidazioni mensili a causa dei farraginosi iter autorizzativi e di controllo da parte del Ministero dell'economia e delle finanze, del costante ritardo nel trasferire le risorse sui capitoli di bilancio delle scuole e della mancata e stringente interlocuzione con NoiPA;

   appare evidente come il ritardo nei pagamenti sia da addebitarsi interamente all'amministrazione centrale;

   sono numerose le denunce, le segnalazioni e i solleciti al Ministero competente volti a risolvere questa grave situazione di insolvenza da parte dell'amministrazione centrale nei confronti dei lavoratori precari della scuola e a garantire la regolarità nel pagamento degli stipendi;

   a ciò si aggiungano le gravose incombenze che devono affrontare le segreterie delle scuole, che sono sempre più in affanno nella gestione di molti importanti capitoli di spesa, anche in ragione delle esigenze connesse all'attuazione del PNRR;

   in data 27 luglio 2023, con interrogazione a risposta in Commissione n. 5-01194, era stato chiesto di sapere le ragioni dei mancati pagamenti dei docenti precari nei mesi di aprile, maggio e giugno ma i Ministeri interrogati non hanno fornito alcuna risposta;

   non si riesce a comprendere quali siano le difficoltà organizzative che impediscono il regolare pagamento di coloro che, con impegno e dedizione, lavorano tutti i giorni affrontando anche spese ingenti legate agli spostamenti e agli affitti –:

   quali iniziative urgenti i Ministri interrogati intendano intraprendere per pagare gli stipendi dovuti al personale supplente delle scuole che attende la remunerazione talora anche da molti mesi;

   se non ritengano di intervenire, con tutte le opportune iniziative, per cambiare un sistema che non garantisce la regolarità della corresponsione delle liquidazioni mensili e se il Ministro dell'istruzione e del merito non intenda adottare iniziative di competenza per potenziare il personale delle segreterie scolastiche.
(5-01770)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GHIO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la regione Liguria ha stabilito con delibera n. 1196 del 2023 una significativa maggiorazione del costo delle tariffe dei treni da e per le Cinque Terre nel periodo da marzo a novembre, allo scopo di regolare i flussi turistici in quelle località;

   la proposta, contenuta nel protocollo di intesa di regione Liguria, è stato sottoposto al Parco nazionale delle Cinque Terre e alle amministrazioni locali del territorio, che non l'hanno ancora sottoscritto;

   il protocollo di intesa prevede, fra le altre cose, l'adeguamento del contratto di servizio con Trenitalia s.p.a. per l'incremento del costo del biglietto del treno per e da le Cinque Terre e scontistiche per studenti under 26, gratuità per gli studenti under 19 e per i residenti;

   le amministrazioni locali e le associazioni di categoria del territorio hanno manifestato grande contrarietà al provvedimento a causa del prezzo del trasporto pubblico locale, che risulta sproporzionato rispetto a quello di altre località, ritenendo, inoltre, il provvedimento inefficace per la regolazione dei flussi turistici e lesivo del diritto all'utilizzo del trasporto pubblico locale da parte dei non residenti, creando un grave danno all'economia dei territori a forte vocazione turistica;

   inoltre l'aumento significativo del biglietto del treno si configura come un disincentivo all'utilizzo del mezzo pubblico in favore di quello privato, contrastando il percorso di sostenibilità ambientale previsto dalla normativa europea e nazionale –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e se non ritenga urgente favorire, per quanto di competenza, un confronto sul merito tra tutti i soggetti coinvolti, alla luce della forte contrarietà espressa dai territori interessati e dai soggetti economici impattati dalla decisione, con lo scopo di individuare una soluzione condivisa che contenga i necessari investimenti per il rafforzamento del territorio e scelte sostenibili per risolvere le criticità derivanti da un eccessivo flusso di turisti, continuando a favorire l'utilizzo del mezzo pubblico rispetto a quello privato.
(5-01769)

Interrogazione a risposta scritta:


   CUPERLO, LAI, GHIRRA e FENU. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il 7 novembre 2023 la provincia del Sud Sardegna ha disposto la chiusura di un ponte di ferro sul Flumendosa che collega il Paese di San Vito con quello di Villaputzu sulla vecchia strada statale 125;

   la chiusura di tale ponte trasforma un tratto di strada lungo 3 chilometri in un percorso alternativo di 20 chilometri con grave lesione sia delle normali attività civili, trasporto scolastico e sanitario, sia delle attività imprenditoriali, considerato che il tratto alternativo passa attraverso una strada che impedisce il passaggio di macchine agricole;

   tale chiusura è previsto duri 540 giorni con la conseguente forte penalizzazione delle attività turistiche, insieme a quelle agricole, unica fonte di reddito nel territorio per due stagioni consecutive, 2024 e 2025;

   tale decisione ha generato una ribellione generalizzata delle comunità, comprese Castiadas, Muravera e Villasimius, anch'esse danneggiate per le attività turistiche di un bacino che costituisce un ambito di forte attrazione internazionale, con numerosi alberghi a 5 stelle delle principali catene alberghiere;

   nella giornata dell'11 dicembre 2023 oltre 800 persone hanno partecipato a una manifestazione pacifica per la decisione assunta e per l'alternativa stradale predisposta;

   esiste una proposta alternativa predisposta dai sindaci che richiede un intervento finanziario da parte dello Stato da decidere in tempi i più rapidi possibile –:

   se sia a conoscenza dei fatti suesposti;

   se sia stato coinvolto da Anas o dalla provincia in merito alla problematica rappresentata;

   quali siano le iniziative di competenza che intende intraprendere per evitare che la decisione assunta possa danneggiare così gravemente la vita e l'economia del territorio del Sarrabus creando le condizioni per il fallimento di diverse attività imprenditoriali e il possibile abbandono scolastico da parte di studenti che per due anni scolastici subiranno un aumento di oltre 45 minuti nella percorrenza di quel tratto di strada con i mezzi pubblici.
(4-02060)

Apposizione di firme ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta immediata in Assemblea Foti e altri n. 3-00879, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 19 dicembre 2023, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Pulciani, Filini, De Bertoldi.

Pubblicazione di un testo riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato della interrogazione a risposta in Commissione Cherchi n. 5-01750, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 215 del 18 dicembre 2023.

   CHERCHI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   risale ormai al 18 novembre 2013 – dieci anni – il crollo del tratto di strada della provinciale 38-bis Olbia-Tempio, che collega Olbia con Monte Pino, a causa di un'alluvione. Il crollo causò la morte di tre persone: Bruno Fiore, sua moglie Sebastiana Brundu e Maria Loriga. Un'altra persona, Veronica Gelsomino, sopravvisse miracolosamente al crollo;

   a dieci anni dal tragico evento, la strada è ancora chiusa al transito;

   ad aprile 2023 l'assessore regionale ai lavori pubblici, Pierluigi Saiu, ha tenuto un incontro nella sede della provincia di Sassari, al quale hanno partecipato i sindaci dei comuni dell'Alta Gallura, il sub commissario dell'ex provincia Olbia-Tempio, Pietro Carzedda, e i rappresentanti del comitato civico Monte Pino;

   entro la fine dell'estate 2023 Anas si era impegnata a portare a termine i lavori nel tracciato di sua competenza, ma ciò che resta un'incognita sono i tempi per la realizzazione dell'altro tratto della strada provinciale 38, circa sei chilometri, che ricadono appunto sotto la competenza dalla provincia e che sono ancora in fase di progettazione;

   in occasione dell'anniversario dell'alluvione, il 18 novembre 2023 è stato organizzato un sit-in di protesta contro i lavori incompiuti del ponte, perché le voragini di Monte Pino, oltre alle vite di tre innocenti, hanno ingoiato, a oggi, circa 20 milioni di euro e la strada è ancora lontana;

   «è davvero una vergogna che dopo dieci anni non abbiamo ancora la strada, siamo stati dimenticati e sono state dimenticate le vittime. Ritorniamo a manifestare e a protestare come abbiamo già fatto tante volte perché questa situazione è davvero insostenibile. Sono stati spesi tanti soldi finora, e la strada ancora non è finita», così la presidente del Comitato strada Monte Pino, Giuseppina Pasella, che ha continuato a lottare ogni giorno affinché la strada provinciale 38, che collega Olbia con l'Alta Gallura e il tratto di Monte Pino crollato durante il passaggio del ciclone Cleopatra, venisse riparato e riaperto al transito;

   a oggi, un'intera zona è isolata, con la sua principale arteria stradale chiusa, e non c'è alcuna chiarezza sullo stato dei lavori sia del tratto di competenza Anas (sarebbero dovuti finire tra fine 2023 e inizio 2024), che del tratto di competenza provinciale, dove la situazione è invece clamorosamente in alto mare –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda intraprendere per fare chiarezza sulla situazione dei lavori, affinché il ponte in oggetto venga finalmente riaperto al transito e restituito finalmente alla collettività.
(5-01750)