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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Giovedì 4 novembre 2021

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    gli ambiziosi progetti dell'Unione europea per uno sviluppo sostenibile e gli impegni di Cop 26 prevedono in tempi brevi un forte abbattimento delle emissioni di anidride carbonica, difficilmente raggiungibile nei tempi previsti con il solo utilizzo di energie da fonti rinnovabili;

   molti Paesi proseguono l'investimento in energia atomica, tra cui Gran Bretagna, Russia, India, Cina e Francia, che ha annunciato la costruzione di sei nuovi reattori nucleari Epr (ad acqua del reattore di Flamanville, prevista per il 2024, e all'impegno di un miliardo di euro per fa realizzazione di reattori di piccole dimensioni;

   i Ministri dell'economia e dell'industria di 10 Paesi dell'Unione europea — Bulgaria, Croazia, Finlandia, Francia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Ungheria — hanno pubblicato un documento il 10 ottobre 2021 per chiedere che l'energia nucleare sia compresa nelle forme di energia pulita all'interno della «Tassonomia degli investimenti verdi» della Commissione europea, cioè l'insieme di regole di classificazione che si applicano alle attività economiche per poterle definire «sostenibili»;

   anche il Giappone, a 10 anni dall'incidente di Fukushima, per raggiungere, l'obiettivo di zero emissioni nel 2050, prosegue, nel suo intento di avviare gli impianti già localizzati sul proprio territorio e di costruirne di nuovi;

   la società Commonwealth Fusion Systems (Cfs), partecipata da un importante gruppo italiano e dal Mit di Boston, ha condotto con successo il primo test di un supermagnete che dovrebbe contenere e gestire la fusione nucleare di deuterio e trizio, un passo importante verso la produzione di energia atomica pulita, impegnandosi a costruire il primo impianto sperimentale entro il 2025;

   lo sviluppo di reattori nucleari di nuova generazione coinvolge i maggiori Paesi del mondo e numerosi partner industriali europei e vedrà impianti già dal 2024,

impegna il Governo

1) nel confermare l'obiettivo di zero emissioni ai 2050, a riconsiderare previa effettuazione delle dovute verifiche di sicurezza e con il coinvolgimento della popolazione, lo sviluppo di tecnologie nucleari di nuova generazione e ad adottare iniziative per comprendere la produzione di energia atomica di nuova generazione all'interno della propria politica energetica, e far sì che la stessa venga classificata tra le fonti energetiche sostenibili.
(1-00540) «Lupi, Schullian».

Risoluzioni in Commissione:


   La III Commissione,

   premesso che:

    è ormai da lungo tempo che il Governo di Taiwan chiede alla comunità internazionale di essere ammessa come osservatore all'assemblea generale annuale dell'Interpol, l'organizzazione internazionale della polizia criminale, affinché possa dare il suo importante e doveroso contributo alla lotta alla criminalità nazionale;

    la prossima assemblea generale dell'Interpol si terrà a Istanbul dal 23 al 25 novembre 2021;

    Taiwan è già stato membro dell'Interpol, ma la sua partecipazione è stata interrotta a causa delle pressioni politiche cinesi sulla comunità internazionale;

    ad oggi Taiwan non può prendere parte alle riunioni tenute dall'Interpol e non ha accesso alle informazioni critiche condivise istantaneamente tramite il sistema globale di comunicazioni di polizia e il database dei documenti di viaggio rubati e persi;

    Taiwan non è inoltre in grado di partecipare a eventi e corsi di formazione correlati. Ciò potrebbe creare un grave divario negli sforzi globali per combattere la criminalità legata alla droga, garantire la sicurezza pubblica e combattere il terrorismo;

    Taiwan costituisce un hub geopolitico chiave nell'est e nel sud-est asiatico e ricopre un ruolo chiave nei trasporti e nei viaggi internazionali. Tale circostanza aumenta la sua vulnerabilità alle attività criminali transfrontaliere e rende essenziale la sua partecipazione alle riunioni, ai meccanismi e a tutte le altre attività dell'Interpol compreso l'accesso al Sistema di comunicazione globale della polizia I-24/7 e programmi di formazione Interpol;

    l'aeroporto internazionale di Taiwan ha servito, nel 2019, ben 48,68 milioni di passeggeri sia in entrata che in uscita, classificandosi al 10° posto tra gli aeroporti di tutto il mondo;

    il costante aumento dei viaggiatori ha posto Taiwan sotto una notevole pressione per garantire la sicurezza delle frontiere, di mantenere la legge e l'ordine e di contrastare efficacemente il terrorismo, diventando un collegamento indispensabile nel sistema di sicurezza globale, in particolare per quanto riguarda la prevenzione del riciclaggio di denaro, del traffico e della criminalità informatica;

    la continua esclusione di Taiwan dall'Interpol mina lo sforzo globale di combattere il terrorismo, la criminalità informatica e le altre nuove forme di criminalità transnazionale, diminuendo l'integrità e l'efficacia della rete di sicurezza internazionale;

    la sua esclusione è contraria a quanto stabilito dall'articolo 2 dello Statuto dell'Interpol laddove sancisce la più ampia assistenza reciproca, possibile tra tutte le autorità di polizia criminale entro i limiti delle leggi esistenti nei diversi Paesi e nello spirito della Dichiarazione universale dei diritti umani;

    inopportuno appare anche che Taiwan ancora non abbia ricevuto l'autorizzazione dall'Interpol per accedere alla sua rete di comunicazioni di polizia globale I-24/7 e ai database criminali, incluso il database dei documenti di viaggio rubati e/o smarriti. Questo minaccia seriamente i controlli di sicurezza alle frontiere e quindi, tutti gli sforzi per combattere la criminalità transnazionale;

    solo partecipando all'Interpol Taiwan sarà in grado di acquisire informazioni criminali tempestive e complete, salvaguardando la sicurezza delle frontiere, facendo rispettare la legge e l'ordine e impegnandosi in una più stretta cooperazione con le agenzie di polizia di tutto il mondo;

    poiché, secondo l'articolo 6 del regolamento interno dell'assemblea generale dell'Interpol, gli organi di polizia che non sono membri dell'organizzazione possono essere invitati a partecipare alle sessioni dell'Assemblea generale in qualità di osservatori,

impegna il Governo

a promuovere, nelle sedi internazionali competenti, l'accoglimento della richiesta di partecipazione di Taiwan, in qualità di osservatore, alla prossima 89a Assemblea generale dell'Interpol che si terrà a Istanbul dal 23 al 25 novembre 2021.
(7-00751) «Delmastro Delle Vedove».


   La XIII Commissione,

   premesso che:

    il settore ortofrutticolo, nell'Unione europea, vale circa 50 miliardi di euro, il 21 per cento del valore agricolo nell'Unione, per un totale di un milione e mezzo di aziende nel settore, capaci di generare, in termini di indotto, circa 150 miliardi di euro, basati sul 3 per cento della superficie agricola europea;

    secondo recenti elaborazioni da parte dell'istituto di Servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea), il settore ortofrutticolo, in Italia, vale circa 15 miliardi di euro e rappresenta il 25,5 per cento della produzione agricola nazionale, coinvolgendo oltre 300.000 aziende, metà di questa ricchezza è generata dalla produzione di frutta;

    le sole esportazioni di prodotti ortofrutticoli valgono per oltre 8,5 miliardi di euro;

    la porzione di terreno nazionale impiegata nella produzione ortofrutticola ammonta a 1,2 milioni di ettari dei quali il 3 per cento, circa 39.000 ettari, riguarda la produzione di ortaggi in serra, il 34 per cento è dedicato alla frutta fresca, un altro 34 per cento alla produzione di ortaggi a campo aperto, il 12 per cento agli agrumi, il 10 per cento alla produzione di legumi secchi, il 4 per cento alle piante da tubero ed il 3 per cento all'uva da tavola;

    la produzione ortofrutticola vede un ruolo protagonista di attività di piccole dimensioni, dato che il 43 per cento dell'output produttivo standard è dovuto ad aziende operanti su un terreno di 5-20 ettari;

    il settore ortofrutticolo vede anche una importante quota di produzioni biologiche, le quali ammontano al 17 per cento della produzione totale, con 194.000 ettari dedicati;

    la crisi pandemica da Covid-19, amplificando l'interesse verso stili di vita e di alimentazione sani, costituisce un'opportunità per dare nuovo slancio al settore; non è un caso che secondo gli ultimi rilievi di Ismea e delle associazioni di categoria sia emerso come la maggioranza delle famiglie italiane diano priorità alla salubrità dei prodotti ortofrutticoli, alla loro origine italiana ed alla loro tracciabilità;

    secondo i rilievi dell'European Statistics Handbook, il 42 per cento di tutta la verdura globalmente prodotta proviene da Italia e Spagna, Paesi leader del settore, seguiti da Francia, Olanda e Polonia;

    a fronte di una produzione di frutta prevalentemente concentrata in Italia e Spagna, la quota di importazioni da Paesi terzi è molto elevata: oltre il 40 per cento delle importazioni di frutta ha origine da Paesi al di fuori dell'Unione europea;

    i prodotti ortofrutticoli sono altresì quelli maggiormente soggetti a perdite e sprechi alimentari, come evidenziato dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao), con un tasso del 45 per cento di spreco, individuato principalmente a livello di consumo finale;

    lo spreco alimentare, tenendo conto dell'intera supply-chain, costa l'1 per cento del prodotto interno lordo nazionale, con una stima numerica attorno ai 15 miliardi di euro;

    nonostante i valori economici ed occupazionali positivi per l'Italia, figurano alcune criticità strutturali che possono pregiudicare la tenuta di lungo periodo del settore, come la scarsa efficacia degli strumenti a contrasto e contenimento delle fitopatie, la mancanza di materia prima genetica con origine italiana, con la conseguente ricerca di prodotto estero da parte degli agricoltori nazionali e la scarsa diffusione di contratti assicurativi monorischio, che rende sconveniente il ricorso alle polizze assicurative per gli operatori del settore;

    le recenti spirali inflattive che hanno colpito le materie prime non hanno risparmiato il mondo agroalimentare, incentivando la necessità di provvedere alla istituzione e tutela della sovranità alimentare nazionale;

    l'Unione europea vanta una legislazione molto severa nell'ambito della produzione ortofrutticola, imponendo caratteristiche standard ai prodotti sia a livello di dimensioni che di colorazione della buccia, qualità organolettiche e livelli di zuccheri presenti, caratteristiche che tuttavia non sono necessariamente armonizzate con gli attuali cambiamenti climatici, la crescente forza delle gelate e i recenti episodi di siccità che hanno colpito il comparto agroalimentare nazionale;

    non a caso, come indicato dalla Fao il 21 per cento dello spreco alimentare di frutta e verdura avviene direttamente nei campi, in quanto numerosi alimenti vengono abbandonati sui terreni o utilizzati per fare compost a causa di imperfezioni e difformità dagli standard europei vigenti;

    la strategia «Farm to Fork: Dal produttore al consumatore» rappresenta la programmazione per il 2030 in ambito di politica alimentare a livello europeo ed è oggi oggetto di dibattito tra le cancellerie europee, al fine di addivenire ad una soluzione condivisa e rispettosa delle sensibilità produttive dei vari Paesi membri;

    la predetta strategia, tuttavia, non reca espressamente con sé modifiche degli attuali regolamenti e direttive europee tali da armonizzare ed adattare il rigido quadro disciplinare europeo alle nuove esigenze del mondo produttivo;

    i prodotti extra europei non seguono gli stessi iter produttivi e gli stessi disciplinari vigenti in Italia ed in Unione europea, con il risultato che spesso prodotti stranieri, a basso costo, riescono ad insidiare le quote di mercato dei prodotti nazionali, i cui standard qualitativi e sanitari sono largamente più garantiti;

    in occasione della proclamazione del 2021 quale «Anno internazionale della frutta e della verdura» da parte delle Nazioni Unite ai fini di promuovere un consumo più consapevole dei prodotti ortofrutticoli, un report di Organic F&V Monitor ha riportato che l'Italia è il Paese europeo con la più elevata propensione al consumo di frutta e verdura;

    considerata questa tendenza, il conseguimento della sovranità alimentare nazionale è di importanza vitale e strategica per il Paese,

impegna il Governo:

   a promuovere lo sviluppo di una filiera di frutta e verdura «100 per cento made in Italy», dal seme al prodotto finale, in modo da garantire la sovranità alimentare nazionale;

   ad adottare iniziative, anche di concerto con le regioni per lo sviluppo di polizze assicurative maggiormente rispondenti ai bisogni ed alle necessità del comparto, anche alla luce delle recenti criticità climatiche in termini di gelate e siccità;

   ad adottare iniziative per rivedere gli attuali meccanismi compensativi ed indennitari ai fini di elaborare una nuova gestione dei rimborsi e della compensazione dei danni derivanti da eventi climatici e da fitopatie, potenziando la filiera nazionale di ricerca e contrasto di quest'ultime;

   a sostenere, presso tutti i tavoli europei di competenza, le necessarie iniziative per assicurare il rispetto degli standard qualitativi vigenti in Italia ed Europa da parte delle produzioni ortofrutticole dei Paesi extra Unione europea;

   ad adottare iniziative per elaborare, anche di concerto con le associazioni di rappresentanza del settore, misure di contrasto allo spreco alimentare basate su meccanismi ad incentivo;

   ad adottare iniziative per aprire i necessari tavoli europei per prevedere un adeguamento delle regolamentazioni europee sui prodotti ortofrutticoli in modo da agevolare l'immissione sul mercato dei prodotti nazionali;

   ad adottare iniziative per incentivare il consumo e la diffusione di prodotti ortofrutticoli nazionali nelle mense scolastiche e promuovere, contestualmente, nell'ambito del mondo scolastico, campagne informative sulla qualità del settore ortofrutticolo nazionale;

   ad adottare iniziative per prevedere misure a tutela e sostegno della nascita di nuove filiere produttive ortofrutticole sul territorio nazionale.
(7-00750) «Ciaburro, Delmastro Delle Vedove, Caretta».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FERRI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   con provvedimento del direttore generale (P.D.G.) 11 febbraio 2019, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale - IV Serie Speciale - «Concorsi ed Esami» del 5 marzo 2019, n. 18, è stato indetto il concorso pubblico a complessivi n. 452 posti (340 uomini; 112 donne), elevati a 562 (422 uomini e 140 donne) di allievo agente del Corpo di polizia penitenziaria, riservato ai volontari in ferma prefissata rispettivamente di un anno e quadriennale;

   con decreto dirigenziale 2 dicembre 2020 è stata approvata la graduatoria del concorso riservato ai volontari in ferma prefissata di un anno e quadriennale e sono stati dichiarati vincitori:

    i candidati classificati in graduatoria dal posto n. 1 al posto n. 422 (A graduatoria aliquota uomini);

    le candidate classificate in graduatoria dal posto n. 1 al posto n. 140 (B graduatoria aliquota donne);

   non sono stati dichiarati vincitori n. 205 candidati (di cui 150 uomini e 55 donne) risultati idonei agli accertamenti psicofisici e attitudinali;

   si pone la necessità di impiegare le assunzioni straordinarie programmate nel 2021 per il Corpo della polizia penitenziaria, rispettivamente:

    dall'articolo 1, comma 287, della legge n. 205 del 2017 (237 unità);

    dall'articolo 1, comma 381 della legge n. 145 del 2018 (100 unità);

    dall'articolo 19 del decreto-legge n. 162 del 2019 (18 unità);

    dall'articolo 1, comma 984, della legge n. 178 del 2020 (200 unità);

   per un totale complessivo di 555 pianificate assunzioni straordinarie, onde assumere le suindicate 205 unità di candidati idonei ma non dichiarati vincitori in esito all'approvazione della suindicata graduatoria;

   in data 23 febbraio 2021, il Governo ha accolto come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/2845-A/103 con il quale si è impegnato a valutare la possibilità di un incremento dell'organico del Corpo della polizia penitenziaria mediante scorrimento delle graduatorie vigenti attingendo in via prioritaria a quelle approvate nel 2020 al fine di assumere le suindicate n. 205 unità di candidati idonei non vincitori; tale iniziativa, allo stato, non ha avuto alcun riscontro concreto;

   tali assunzioni si rendono necessarie per esigenze di economicità, efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa nonché per fare fronte alla carenza di organico del Corpo di polizia penitenziaria, vieppiù crescente in considerazione dei pensionamenti in atto e di quelli previsti nel breve e medio periodo, in quanto trattasi di candidati idonei e, dunque, effettivamente in grado di prendere servizio nell'immediatezza, mentre; ove si attendesse il completamento di una prossima tornata concorsuale, si dilaterebbero i tempi di avvicendamento del personale destinato al congedo;

   pertanto, occorre, ad avviso dell'interrogante, ai sensi delle suindicate previsioni normative, che sia adottato un apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che destini le programmate assunzioni straordinarie alla specifica assunzione, entro il 31 dicembre 2021, delle suindicate 205 unità di candidati idonei non vincitori –:

   quali iniziative si intendano assumere per risolvere la problematica indicata.
(5-07011)

Interrogazione a risposta scritta:


   ASCARI e RAFFA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   il progetto di bretella autostradale «Campogalliano-Sassuolo» è un'opera proposta, decenni fa, per collegare il tratto autostradale di collegamento tra l'A22 del Brennero e il comprensorio ceramico di Sassuolo;

   la realizzazione di quest'opera non sembra più giustificata da alcuna ragione reale, visto che correrebbe parallela, a distanza di soli pochi chilometri, alla già esistente super strada statale Modena-Sassuolo, già in grado di sostenere quantitativamente livelli di traffico attuali e futuri. Questa super strada ha di fatto, nelle more della realizzazione della bretella, garantito il collegamento rapido col sistema autostradale A1 e A22 anche nel periodo della massima produzione ceramica. Non si capiscono, pertanto, le ragioni di realizzare la citata bretella, del costo varie centinaia di milioni di euro (di cui la metà a carico dello Stato) e dal forte impatto ambientale, visto che devasterebbe l'area del Secchia e zone protette di grande valore paesaggistico ed ambientale; si legge in vari articoli di giornale che il Comitato No Bretella, insieme alle associazioni, ai comitati e ai cittadini aderenti, ha inviato una lettera al Ministro della transizione ecologica per chiedere la sospensione del progetto della Bretella Campogalliano-Sassuolo. Nel mirino, in particolare,è l'attuale valutazione di impatto ambientale, che risale al 2004 e che, secondo i comitati, non essendo più stata aggiornata (nonostante la sua validità non possa superare i 5 anni), non tiene conto degli evidenti cambiamenti del sistema socio-economico e ambientale;

   la realizzazione di quest'opera si porrebbe,in contrasto con gli obblighi di efficienza energetica e riduzione dell'utilizzo di idrocarburi previsti dagli accordi internazionali sul clima e dagli impegni assunti a livello europeo. Inoltre, confliggerebbe con il percorso del collegamento ferroviario Dinazzano-Marzaglia e nel suo tracciato attuale penalizzerebbe il nuovo scalo merci ferroviario di Marzaglia che verrebbe trasformato in un piazzale di scarico per il comprensorio ceramico senza più poter ospitare la logistica al servizio dell'area produttiva che si estende da Modena a Reggio Emilia; il rilancio del distretto ceramico deve partire, invece, dall'implementazione di forti innovazioni, a cominciare da una logistica moderna o da progetti innovativi come quello delle piastrelle fotovoltaiche. Occorrerebbe utilizzare le risorse disponibili per dare centralità al trasporto ferroviario, rivedere la logistica interna al comprensorio e investire in risparmio energetico e fonti rinnovabili, ad esempio rendendo produttivi i tetti dei capannoni mediante l'installazione di pannelli fotovoltaici;

   si apprende da recenti fonti di stampa che il presidente della regione Emilia-Romagna ha dichiarato in un'intervista che è stata individuata una soluzione al rinnovo senza gara della concessione della A22 attraverso un partenariato pubblico-privato dove, con la formula del progetto di finanza, si affida ad Autobrennero (con la compagine sociale in cui sono ancora presenti soggetti privati) la gestione della A22 con la conseguentemente possibilità di realizzare la terza corsia sulla A22 da Modena a Verona, la realizzazione della Cispadana autostradale e la Campogalliano Sassuolo;

   sempre da dichiarazioni di Bonaccini, dell'assessore Corsini e di altri esponenti politici emiliano-romagnoli, dichiarazioni riportate da organi di stampa locale, a tutto questo mancherebbe solo la«firma» di un decreto governativo;

   in questo momento di crisi occorrerebbe valutare attentamente come impiegare il denaro pubblico, per rispondere a esigenze collettive reali. Interventi come la realizzazione della bretella, che è un'opera inutile e dannosa, oltre a confermare un'inspiegabile preferenza delle istituzioni nei confronti del trasporto su gomma, non sono una valida risposta alla crisi –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e quale sia la posizione dello stesso sulla realizzazione della bretella autostradale Campogalliano-Sassuolo e se non ritenga opportuno valutare la possibilità di adottare iniziative per allocare in maniera più efficiente le risorse pubbliche disponibili per questa opera, facendole confluire su un nuovo concreto progetto di mobilità sostenibile più aderente alle sfide della transizione ecologica e alle direttrici del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
(4-10608)

CULTURA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CAPITANIO. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   il Santuario della Madonna della Rocchetta a Paderno d'Adda ebbe origine nel momento di maggior fervore religioso della città di Milano, quando fu costruito anche il Duomo dedicato a Maria Nascente. Nel 1386, infatti, Beltrando da Cornate volle far erigere vicino alla Rocchetta una chiesa dedicata alla Vergine con insieme una casetta dove dovevano abitare i frati eremiti dell'ordine di Sant'Agostino;

   nei primi decenni del XV secolo, il fiume Adda divenne il confine tra i territori del ducato di Milano e quelli della Repubblica di Venezia e, per questo, vennero inviati presso il convento alcuni soldati; la difficile convivenza convinse i frati ad abbandonare il luogo e, nell'ottobre 1484, si procedette alla soppressione del convento, facendo confluire tutti i possessi al patrimonio del monastero milanese di San Marco. All'interno della chiesa vi erano affreschi rappresentanti la Vergine, San Rocco e San Sebastiano;

   Giovanni Dozio, professore di scienze bibliche e collaboratore del Museo archeologico di Milano scrisse nella seconda metà del XIX secolo di aver trovato accenni di un forte o rocchetta più antico rispetto alla fondazione della chiesa. Dozio riteneva che si trattasse di un castello eretto intorno all'anno Mille. In queste carte del XV e XVI secolo, oltre alla chiesa di Cornate d'Adda è nominato un «castrum quod nominatur Rauca» ossia una «rocca»;

   nei primi anni Novanta furono scoperte delle fortificazioni che, in origine, dovevano cingere completamente la cima del colle di Santa Maria e le cerchia di mura erano realizzate con ciottoli legati e malta di calce. Grazie alla tessitura del muro, che era realizzato un po' in stile romano e un po' in stile greco, si ipotizza che la fortificazione sia databile al periodo altomedievale e non all'epoca visconteo-sforzesca;

   dal 1998 al 2000, nelle campagne vicine alla chiesa della Madonna della Rocchetta, sono stati effettuati degli scavi, che riportarono alla luce un'immensa cisterna d'acqua risalente all'alto Medioevo situata proprio di fronte alla chiesa;

   dal 2009, il Santuario della Madonna della Rocchetta è divenuto tappa del Cammino di Sant'Agostino, pellegrinaggio che tocca 50 santuari mariani in Brianza e meta di gruppi e scolaresche e di un buon numero di visitatori che possono così ammirare la bellezza della chiesa e del paesaggio che la circonda;

   il piccolo Santuario, che gode di una posizione invidiabile dal punto di vista naturalistico e geografico, lì dove il fiume Adda si divide dal Naviglio di Paderno, si trova nel cuore del Parco regionale Adda Nord, nel tratto denominato Ecomuseo Adda di Leonardo, poco distante anche dal Villaggio Crespi d'Adda, sito Unesco;

   la chiesa, che inizialmente veniva aperta una sola volta l'anno, dal 2006 è visitabile tutti i giorni, unitamente a tutta l'area archeologica circostante grazie all'instancabile lavoro del manutentore volontario incaricato dalla parrocchia di Porto d'Adda;

   purtroppo, come riportano i giornali del territorio, la collaborazione con lo storico custode si è interrotta, non senza qualche polemica, e al momento non si è riusciti a trovare un sostituto volontario per proseguire l'encomiabile attività che ha permesso alla cittadinanza di godere di un patrimonio storico e architettonico di gran pregio –:

   quali iniziative per quanto di competenza, il Ministro interrogato intenda intraprendere per assicurare la manutenzione ordinaria e straordinaria e l'apertura al pubblico di questo sito.
(5-07012)

Interrogazione a risposta scritta:


   CARELLI e VIETINA. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   l'Italia si è posta obiettivi ambiziosi nell'ambito del Piano energia clima 2030, per il raggiungimento dei quali occorre potenziare l'efficienza realizzativa di nuove iniziative, prime tra tutte l'installazione di nuovi impianti per l'energia rinnovabile;

   il presidente Draghi, in occasione del recente G20, svoltosi sotto la presidenza italiana, ha sollecitato ad agire con tempestività, anche mediante le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) con più fonti rinnovabili, più mobilità sostenibile e biodiversità;

   tuttavia, gli iter burocratici e i processi inefficienti rimangono per il nostro Paese tra i fattori di maggiore criticità; ad oggi risulta realizzato circa un decimo di quanto programmato per le rinnovabili, con il rischio di non poter raggiungere i target indicati nei programmi del Pnrr;

   per avere un'autorizzazione di un impianto eolico nuovo, infatti, occorrono oltre cinque anni di tempo, contro i sei mesi previsti, e a ciò si aggiungono i dinieghi oramai costanti delle Soprintendenze che hanno portato negli ultimi nove anni a passare da 1.200 Mw eolici autorizzati nel triennio 2012/2014 a 750 Mw eolici nel triennio 2015/2017, con un calo del 40 per cento, fino ai miseri 125 Mw nell'ultimo triennio 2018/2020, con un calo dell'80 per cento;

   l'allarme circa gli ostacoli che si frappongono a un ragionevole iter procedurale per la realizzazione di nuovi impianti per le rinnovabili è stato segnalato anche dal Ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, in occasione della recente audizione presso le Commissioni ambiente di Camera e Senato riunite, quando ha dichiarato che per raggiungere gli 8 gigawatt di rinnovabili all'anno, atti a conseguire l'obiettivo del 7 per cento di fonti pulite entro il 2030, occorre risolvere alcuni blocchi e impedimenti: basti pensare che nel nostro Paese si hanno 3 giga watt di impianti di rinnovabili fermi, che hanno ricevuto la valutazione di impatto ambientale favorevole, ma che rimangono bloccati dai veti delle Soprintendenze, sotto il profilo dell'impatto paesaggistico;

   tale situazione rischia di far fallire il raggiungimento degli obiettivi indicati nel Piano energia clima per il 2030, non potendosi ipotizzare di superare ogni qualvolta i veti mediante il ricorso ai poteri sostitutivi del Governo –:

   quali iniziative di competenza, anche normative, il Ministro interrogato intenda adottare, per superare gli ostacoli e le lentezze burocratiche derivanti dalle decisioni delle Sovrintendenze nelle procedure previste per l'installazione di impianti che producono energia rinnovabile.
(4-10601)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   ARESTA. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   da fonti di stampa si apprende la notizia che vedrebbe come imminente la soppressione del distaccamento aeroportuale di Brindisi, sede della base logistica dell'organizzazione delle Nazioni unite (Onu) più grande del mondo, la United Nations Global Service Centre (Ungsc), nonché della base di pronto intervento del World Food Programme (Wfp), la United Nations Humanitarian Response Depot (Unhrd) in grado di consegnare aiuti umanitari in tempi brevi dal verificarsi di un evento catastrofico in qualsiasi parte del mondo;

   la paventata soppressione, di cui sopra, preoccupa le organizzazioni sindacali territoriali, oltre che per le potenziali conseguenze impattanti sul delicato tessuto socio-economico di Brindisi, soprattutto in considerazione dell'iter di confronto avviato da tempo in sede istituzionale che ha sempre avuto a oggetto esclusivamente il piano di riordino del sito interessato;

   in tale senso, l'articolo 2188-quater, comma 1, lettera b), numero 5), del codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, ai fini del conseguimento della contrazione strutturale prevista dalla legge 31 dicembre 2012, n. 244, dispone che sia adottato un provvedimento di riconfigurazione per il distaccamento in questione in ragione dei compiti e delle funzioni da assolvere;

   l'importanza del ruolo strategico svolto dal Distaccamento in questione è stato sottolineato anche nel Documento programmatico pluriennale per la difesa per il triennio 2018-2020, dove si evidenzia «il sostegno nazionale al UN Global Service Center (Gsc), ubicato nel sedime del Distaccamento AM di Brindisi, che svolge, quale unico global Service provider nel sistema, un ruolo indispensabile per il supporto logistico integrato a favore di tutti teatri operativi delle Nazioni Unite. Nello stesso contesto è altresì presente la UN Standing Police Capacity, che assiste la UN Police nell'assolvimento dei compiti strategici, fornendo un expertise di polizia rapidamente utilizzabile ed efficace, in supporto alle peace operation, nel post conflict e in altre situazioni di crisi»;

   anche nel Documento programmatico pluriennale per la difesa per il triennio 2019-2021, sottolineando il profonda impegno del nostro Paese nelle organizzazioni internazionali, si rimarca l'importante ruolo del distaccamento –:

   se i fatti esposti in premessa corrispondano al vero e, in caso di risposta affermativa, quali iniziative urgenti intenda intraprendere per scongiurare la soppressione del distaccamento aeroportuale di Brindisi, al fine di evitare gravi conseguenze sotto il profilo economico, nonché garantire gli impegni assunti dall'Italia in merito al supporto e alla protezione della più importante base logistica permanente dell'Onu.
(4-10604)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   LEGNAIOLI, POTENTI, CARRARA, PICCHI, LOLINI e BILLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   come riportato dalla stampa (si veda la Repubblica, 25 ottobre 2021), secondo un'analisi operata da Bankitalia e rielaborata dal sindacato Uilca, dal 2016 al 2020 gli Atm sono diminuiti del 6,9 per cento (da 36.754 a 34.204 unità) e si riducono ancora di più le filiali, scese del 19,1 per cento (da 29.039 a 23.480); nel medesimo arco temporale, inoltre, i comuni italiani che non hanno più nemmeno uno sportello bancomat raggiungono le 2.800 unità con un calo del 9,2 per cento rispetto alla fine del 2015;

   nell'anno della pandemia si registra, poi, una riduzione del numero di sportelli automatici collocati sia all'interno degli sportelli (da 34.686 a 34.204) sia al di fuori (da 6.672 a 6.258): Bancomat spa comunica, di conseguenza, che nel 2020 i prelievi sono calati del 22 per cento annuo (in totale 510 milioni di operazioni), per un totale di poco inferiore a 80 miliardi e con prelievi medi di 154 euro;

   si evidenzia che in uno studio condotto dalla Bce il contante utilizzato solo nel 2019 raggiungeva una percentuale pari al 73 per cento delle operazioni al dettaglio nell'area dell'Euro;

   occorre, per di più, tener conto che la crisi pandemica da COVID-19 ha accelerato il processo di ridimensionamento degli Atm: in questa fase, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato un'istruttoria nei confronti di Bancomat S.p.A., che intende introdurre commissioni più gravose per i consumatori nei prelievi di circolarità –:

   se intenda adottare iniziative normative al fine di evitare i sopradescritti ostacoli per i cittadini nell'accesso al prelievo, considerata l'essenzialità del servizio medesimo.
(4-10612)

GIUSTIZIA

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   la vicenda di Carlo Gilardi, 90enne di Airuno (Lecco) conosciuto per spessore culturale, grande umanità e solidarietà, la cui condizione di costrizione in Rsa dalla scorsa primavera è stata divulgata dalla trasmissione «Le Iene» il 17 novembre 2020 e già stata oggetto di numerosi atti di sindacato ispettivo presentati dagli esponenti dei principali gruppi parlamentari, ha dell'incredibile;

   ad avviso di Gilardi – che dagli audio e video trasmessi appare perfettamente lucido e capace di intendere e volere – la causa di tale costrizione deriverebbe dalla situazione economica particolarmente favorevole che gli ha consentito negli anni di esprimere la sua generosità verso i bisognosi e verso il suo Paese a cui ha donato nel tempo terreni per la realizzazione del parcheggio della scuola e di un parco integrato oltre che denaro per l'acquisto di un defibrillatore;

   secondo l'anziano e coloro che più gli sono stati vicini, la banca avrebbe allertato la sorella, più anziana di lui e unica parente vivente, di una serie di movimenti ritenuti sospetti sul suo conto corrente. Ciò sarebbe alla base della decisione del Tribunale di Lecco di nominare un amministratore di sostegno (ad oggi se ne sono succeduti cinque) per la tutela dei suoi interessi;

   tale provvedimento, che gli ha inibito l'accesso ai propri fondi anche per esigenze ritenute dall'amministrato primarie (acquisto di strumenti e materiali alla sua attività di contadino definite essenziali e il cui acquisto si impegnava a documentare dettagliatamente mediante esibizione di fatture), lo ha posto in una condizione di «depressione morale» manifestata attraverso la ripetuta contrarietà alla nomina di un amministratore di sostegno fino al punto di sottoporsi spontaneamente ad una perizia psichiatrica nella speranza di porre fine a ciò che lui stesso definiva una «messa in scena», una «pantomima» e il cui esito ha rivelato che: «non emergono anomalie o segni suggestivi di patologia (...) Il pensiero è privo di alterazioni (...) alcun segno espressivo di deterioramento mentale o cognitivo»;

   risulta agli interpellanti che nel luglio 2020 il giudice tutelare abbia richiesto una consulenza tecnica d'ufficio per capire se l'amministrato avesse bisogno di ulteriori misure di tutela, mentre, contestualmente, l'amministratrice di sostegno avrebbe continuato a negare l'accesso al suo patrimonio, nonostante i suoi accorati e continui appelli ad assumere una condotta inversa;

   il 10 settembre 2020, nel pieno delle sue facoltà mentali, si era rivolto al proprio legale per revocare l'allora amministratrice di sostegno denunciandone comportamenti non congrui con il suo incarico (ad esempio un episodio risalente al 2018 in cui quest'ultima avrebbe bonificato dal conto corrente dell'amministrato 40.000,00 euro ad un nominativo a lei conosciuto;

   nell'occasione – secondo quanto riportato nell'esposto – nonostante il Gilardi avesse dichiarato che a suo avviso, da tempo, si stesse cercando di farlo dichiarare «incapace di intendere e volere» al solo fine di poter gestire liberamente il suo patrimonio, è stata negata al suo avvocato la possibilità di costituirsi in giudizio non ravvisando il giudice la necessità di una difesa;

   se dell'esito di questa denuncia non si hanno notizie, da indiscrezioni di stampa sarebbe emerso che l'allora amministratrice di sostegno Adriana Lanfranconi sarebbe indagata per avere acquistato il 23 ottobre 2017, con i soldi del Gilardi, una bicicletta elettrica del valore di 1.290,00 euro. Altre spese e bonifici anomali (di alcuni hanno beneficiato avvocati e professionisti di Lecco, tra cui la stessa collega di studio della Lanfranconi), tutti verosimilmente autorizzati dal giudice tutelare, destano sospetto per l'avvocato che assiste la famiglia di Carlo e che invoca accertamenti da parte della procura competente;

   il servizio televisivo del 27 ottobre 2020 rivelerebbe anche che la nuova amministratrice di sostegno, senza preavviso, e disponendo un vero e proprio prelievo forzoso dal proprio domicilio, abbia trasferito il Gilardi in una Rsa convincendolo a seguirla spontaneamente adducendo visite cardiologiche di controllo. Nel servizio è stato trasmesso un audio registrato durante il prelievo da cui emergerebbe inequivocabilmente la sua lucidità di pensiero e la piena capacità cognitiva nell'esprimere la ferma contrarietà al trasferimento forzoso presso la Rsa, circostanza di cui non si comprende l'opportunità/necessità e che, oltre ad impedire alle persone care di visitarlo e di avere notizie, lo pone ancora di più in una condizione di confinamento sociale e umano che lo priva da oltre un anno dell'affetto e della solidarietà dei suoi cari;

   nella puntata del 5 ottobre 2021, «Le Iene» hanno riacceso i riflettori su Gilardi fornendo aggiornamenti sulle condizioni e aggiungendo ulteriori dati inquietanti. Alcuni dipendenti della struttura dove è ricoverato, rimasti anonimi, hanno dichiarato che l'anziano sarebbe stato sottoposto a Tso, informazione inspiegabilmente scomparsa dalla cartella clinica una volta resa pubblica dal servizio televisivo, hanno rivelato che vige un assoluto divieto, anche per gli operatori della struttura (oltre che per qualsiasi amico e parente, ad eccezione del sindaco di Airuno), di avvicinarsi e persino di salutarlo, e hanno rivelato altresì di avere la certezza che la richiesta di ricovero formulata dall'amministratrice di sostegno fosse «definitiva», circostanza smentita dall'interessata che ha dichiarato che il carattere definitivo del ricovero dipenderebbe secondo lei dal fatto che non vi è ancora l'indicazione di una data di dimissione;

   tale ultima spiegazione, per nulla convincente, sarebbe altresì smentita da una serie di altri elementi (tra cui la circostanza che l'abitazione di Gilardi sia in uno stato completo di abbandono e non, diversamente da come a lui detto, sottoposta a lavori di ristrutturazione per poterlo nuovamente accogliere una volta dimesso);

   da quanto descritto appaiono evidenti le anomalie e i tanti punti oscuri di questa vicenda che rendono non più rinviabile un approfondimento –:

   se i Ministri interpellati siano a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative di competenza, anche di natura ispettiva presso la Rsa, intendano intraprendere per verificare le reali condizioni psico-fisiche dell'anziano e la sussistenza/permanenza dei presupposti sanitari e giuridici che ne hanno determinano il ricovero;

   se si intendano promuovere iniziative ispettive presso il giudice tutelare di Lecco.
(2-01361) «Martinciglio, D'Orso».

Interrogazione a risposta scritta:


   ASCARI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   l'interrogante, a seguito del recente incontro avuto con il procuratore della Procura della Repubblica presso il tribunale di Modena, vuole portare all'attenzione del Ministro interrogato la persistente problematica della carenza di organico del personale dipendente della magistratura in servizio che interessa, da tempo, la Procura di Modena;

   come si può rilevare dalla relazione sull'anno giudiziario 2021, la Procura della Repubblica di Modena soffre di una grave carenza di organico con riferimento al personale dei magistrati in servizio, una scopertura di organico destinata ad aggravarsi nei prossimi mesi. La Procura ha una pianta organica di 14 magistrati (12 sostituti procuratori, il procuratore e il procuratore aggiunto). Attualmente sono vacanti ben 4 posti di sostituto procuratore a seguito dei trasferimenti disposti negli anni 2019, 2020, e 2021, con una scopertura che si attesta al 33 per cento destinata a salire al 42 per cento a causa di un programmato pensionamento di un altro magistrato che avverrà nel mese di febbraio 2022. Così si avranno ben 5 posti vacanti;

   a ciò si aggiunge la drammatica e cronica scopertura della pianta organica dei vice procuratori onorari (solo 10 su 16) destinata ad aggravarsi atteso che tra meno di due mesi vi saranno le dimissioni di due Vpo risultate vincitrici di concorsi presso l'amministrazione della giustizia;

   la situazione è già tale oggi da non consentire, ormai da anni, neppure la copertura delle udienze monocratiche che, mensilmente, gravano in misura sempre maggiore sui magistrati togati dell'ufficio ed è destinata a diventare insostenibile con il raggiungimento del dimezzamento del numero dei Vpo in servizio;

   giova segnalare che la procura di Modena risulta competente su un circondario secondo solo alla Provincia di Bologna per popolazione residente nell'intera regione dell'Emilia-Romagna, ed esercita le sue funzioni davanti al Tribunale di Modena e all'Ufficio del magistrato di sorveglianza di Modena. Il Tribunale di Modena è ufficio giudiziario con pianta organica di 41 giudici, di cui 15 addetti alla sezione penale (26 a quelli civili), 5 alle funzioni di Gip/Gup, ai quali si aggiunge il Presidente della sezione penale. Presso il Tribunale prestano servizio anche 17 giudici onorari, di cui 3 addetti alle funzioni penali e 2 all'ufficio del Giudice di pace;

   nel complesso, per i magistrati della procura di Modena gli impegni d'udienza monocratica davanti al Tribunale e al Giudice di pace gravitano intorno alle 70/80 udienze mensili, tenendo conto delle udienze fissate per la celebrazione delle udienze con rito direttissimo, spesso sede anche della trattazione di altri processi. A ciò si aggiunge i circa 40 impegni d'udienza mensile davanti al Gip/Gup e altri 12/16 impegni di udienza davanti al tribunale collegiale. A questi si aggiungono, altresì, le due udienze mensili dinanzi al magistrato di sorveglianza e i molteplici impegni davanti al giudice di pace;

   ebbene, la mole di impegni di udienza (oltre 130 al mese), il flusso dei procedimenti in entrata, il turno esterno di reperibilità, non appaiono così adeguatamente fronteggiabili con tali esigue risorse umane a disposizione della Procura di Modena pressoché dimezzate, prospettiva che pare prossima a verificarsi ove non venissero avviate per tempo le procedure di copertura dei posti vacanti sia di sostituto procuratore che di vice procuratore onorario. In particolare, è di fondamentale importanza che la Ministra interrogata provveda ad emettere tempestivamente il provvedimento di rideterminazione delle nuove piante organiche dei Vice procuratori onorari per consentire al Consiglio superiore della magistratura di bandire il concorso per il reclutamento e la nomina dei nuovi Vice procuratori onorari;

   è opportuno, inoltre, evidenziare che la procura di Modena iscrive annualmente circa 10.000 nuovi procedimenti penali contro persone indagate note (mod. 21);

   alla luce di quanto esposto, appare evidente che si stia sta acutizzando la grave situazione legata alla carenza di organico della Procura di Modena che potrebbe condurre a gravi problematiche organizzative degli uffici, oltre che del lavoro imprescindibile dei magistrati –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali iniziative ritenga opportuno adottare, per quanto di competenza, per colmare le carenze di organico della Procura della Repubblica di Modena per rendere un servizio migliore nei confronti di tutti i cittadini.
(4-10611)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   sono numerosi gli Aero Club messi sotto accusa per gestioni non trasparenti o con profili di illegittimità. Si segnala l'episodio dell'Aero Club Pordenone, al quale la Guardia di finanza contesta una truffa ai danni dello Stato;

   o si segnala quello di Rimini dove l'operatività dell'aeroporto locale è stata danneggiata da un contenzioso tra l'Aero Club e la società di gestione dello scalo;

   questi episodi aprono anche dubbi sulla possibilità di assicurare, in presenza di simili squilibri gestionali e di una ridotta capacità di controllo, la sicurezza stessa del volo per gli utenti. Una situazione altrettanto problematica sembra sia avvenuta presso l'Aero Club Brescia (Aec Bs) all'aeroporto di Montichiari dove viene segnalato:

    a) un contenzioso, tuttora in atto, sorto nel maggio dell'anno 2020 a seguito di licenziamento da parte del direttivo dell'Aeroclub dell'ex segretario del club Volpi Roberto, dallo stesso impugnato; l'Aec Bs chiede al Volpi la restituzione di euro 169.046.81 (messi come voce a credito nel bilancio);

    b) il presidente di Aec Bs, Mario Mazzola, è attualmente comproprietario di aeromobile con l'ex segretario Volpi e risulta non sia stato chiesto il sequestro della quota dell'ex segretario;

   nel bilancio 2020 sono state effettuate dal presidente delle rivalutazioni su alcuni aerei con aggiornamento di avionica, ma non sono state effettuate le opportune svalutazioni sugli aerei vecchi come I-Shen I-Alad e I-Rizz; la motivazione sembra far apparire «visivamente» migliore il bilancio. Il patrimonio netto attualmente di euro 225.000 circa si sarebbe ridotto ad euro 75.000;

   le spese di manutenzione degli aerei del club sono elevate rispetto alle spese di altri sodalizi e sarebbe opportuno capire le modalità di acquisto dei pezzi di ricambio e di preventivazione dei lavori. Sembra che i fornitori siano solo i soliti due con possibile violazione della concorrenza;

   l'associazione sembra essere iscritta come «associazione di volontariato», ricevendo così qualche migliaio di euro quale 5x1000: è opinabile che ne abbia i requisiti;

   in riferimento alla parte operativa il presidente Mazzola nonché Am della scuola volo Ato 0015, adducendo motivazioni contraddittorie (alto numero di report di sicurezza – Air safety report, alto numero di allievi bocciati, alto numero di incidenti attribuiti alla scuola) ha comunicato la sospensione della scuola volo e, quindi, del certificato Ato 0015 emesso da Enac, per poi chiamare la scuola volo di Aeroclub Catania ad operare sulla base con gli stessi aerei e gli stessi istruttori;

   le motivazioni addotte per la sospensione della storica scuola volo Ato 0015 sembrano poco verosimili:

    a) dal punto di vista della safety si fa riferimento all'alto numero di Antislip regulation (Asr) che è un pregio, perché significa che esiste una cultura del riporto ben radicata. Lo scoppio di pneumatico in pista o le diverse avarie radio occorso non sono legati all'attività scolastica, ma coinvolgono soprattutto la manutenzione, le forniture come gli apparati radio e le infrastrutture. Si deduce, quindi che l'alto numero di Asr non significa che la scuola non funzioni o sia insicura;

    b) un'ulteriore motivazione è l'alto numero di bocciati, secondo il presidente Mazzola; ma dai documenti depositati in archivio e in Enac, su 48 esami svolti negli ultimi 3 anni, risulta che ci sia stato 1 solo bocciato;

   il 19 agosto 2021 quindi il presidente invia la comunicazione di sospensione solo della scuola con la giustificazione della «carenza di sicurezza», ma, essendo gli aerei utilizzati dai soci, gli stessi utilizzati dalla scuola per l'addestramento, non si comprende in base a quale principio un aereo che è non sicuro per la scuola è sicuro per il socio;

   il 17 agosto 2021 si è verificato il più pericoloso degli eventi, oggetto di indagine della procura di Brescia (denuncia partita dal capo dell'addestramento della scuola volo). Un doppio foglio di carta-panno normalmente utilizzato per pulitura olio motore è stato rinvenuto nel serbatoio destro di un aereo scuola da un istruttore che aveva appena effettuato rifornimento. La taglia del panno carta non è compatibile con l'evento accidentale, ci si chiede come sia stato possibile, se non con una azione volontaria –:

   se il Governo, per quanto di competenza, intenda, e con quali iniziative, salvaguardare la storica scuola di volo Brescia, intangible asset con 80 allievi al momento della sospensione, dopo l'insediamento di Ato Catania;

   se il Governo intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, volte ad implementare le misure di sicurezza per gli aeroclub e se sia a conoscenza di specifiche gravi situazioni legate ai fatti accaduti presso il citato aeroclub nella complessa provincia di Brescia.
(2-01360) «Zolezzi, Olgiati».

Interrogazioni a risposta scritta:


   SPESSOTTO, TERMINI, LEDA VOLPI e COSTANZO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   si apprende dalla stampa che oggi si è verificato un incidente a Roma, dovuto al crollo di una trave del ponte ferroviario in via delle Capannelle;

   sono attualmente in corso gli interventi necessari per il ripristino della circolazione stradale, che ha subito significativi rallentamenti a causa del suddetto incidente;

   negli ultimi anni, i crolli di infrastrutture sulle strade italiane si sono verificati con preoccupante regolarità;

   tali incidenti sono provocati dalla scarsa manutenzione e della vetustà di tali infrastrutture; la maggior parte dei ponti italiani sono stati realizzati negli anni ’50 e ’60;

   la vita utile per le opere in calcestruzzo, realizzate con le tecnologie disponibili all'epoca, è fissata in cinquanta anni;

   secondo i calcoli dell'istituto di tecnologia delle costruzioni del Consiglio nazionale delle ricerche, il costo per la realizzazione di un ponte ammonta a circa 2000 euro per metro quadro;

   ipotizzando una dimensione media di 800 metri quadri e un numero di ponti pari a 10.000, i costi necessari per l'ammodernamento sono stimati in decine di miliardi di euro;

   il medesimo istituto segnala che i costi prevedibili per la manutenzione straordinaria che sarebbe necessaria a questi ponti sono superiori a quelli per la demolizione e la successiva ricostruzione e ritiene che sia necessaria la sostituzione di gran parte dei ponti italiani con opere caratterizzate da una vita utile di cento anni;

   la tragedia del Ponte Morandi ha imposto un ripensamento degli interventi per la messa in sicurezza delle infrastrutture stradali;

   nonostante i ripetuti incidenti, a oggi, manca ancora una strategia nazionale per la messa in sicurezza delle infrastrutture a rischio;

   la frequenza dei fenomeni climatici intensi, dovuti al riscaldamento globale in atto, costituiscono un ulteriore fattore di rischio per la circolazione stradale;

   è di fondamentale importanza, per la riduzione del numero di incidenti che tali nuovi scenari provocano e provocheranno sempre più frequentemente, che l'Italia sia dotata di infrastrutture adeguate;

   non si può parlare di grandi opere e di piano nazionale di ripresa e resilienza se non è garantita la sicurezza di attività basilari per i cittadini come la circolazione stradale –:

   quali iniziative intenda adottare il Governo per garantire la messa in sicurezza dei ponti e delle relative infrastrutture;

   se non intenda adottare una strategia nazionale per la ricostruzione dei ponti vetusti.
(4-10597)


   RAFFA. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   il 1° novembre 2021, a causa del maltempo, per l'ennesima volta, la strada statale n. 114 è stata interessata da eventi franosi all'altezza di Capo Alì che ne comporteranno la chiusura per, come dichiarato da Anas s.p.a., almeno 3 o 4 giorni;

   tale strada statale, proprio nel tratto di Capo Alì, è da sempre soggetta al distaccamento periodico di grandi massi che invadono la carreggiata, spesso causando incidenti con veicoli in transito, ed a niente servono i costosi interventi con reti metalliche contenitive che, al più, sono interventi palliativi destinati a cedere al primo distacco roccioso più consistente;

   la chiusura della strada statale 114, per spostarsi tra comuni limitrofi, rende necessario raggiungere il più vicino casello autostradale, uscire al successivo e tornare indietro, con un aggravio di tempo e costi abnorme; infatti, al di là del giro intorno ai Monti Peloritani, la menzionata strada statale è l'unico collegamento viario della zona jonica costiera messinese, oltre l'autostrada, non esistendo alcuna altra strada statale, ex provinciale, intercomunale e financo agricola che permette, stante l'orografia collinare e montuosa a ridosso del mare, gli spostamenti tra i popolosi comuni della zona;

   in data 8 agosto 2020 l'interrogante, insieme all'allora sottosegretario On. Roberto Traversi, effettuava un sopralluogo sui luoghi, oggi interessati dall'ennesima chiusura, insieme ai tecnici di Anas s.p.a. che illustravano un progetto preliminare, redatto dopo numerose istanze, per mettere in sicurezza la zona di Capo Alì e risolvere definitivamente il problema delle ricorrenti chiusure della strada a seguito di eventi franosi;

   come verificato più volte personalmente dall'interrogante, da ultimo in data 19 ottobre 2021, Anas s.p.a. ha dato incarico esterno per la redazione di un progetto definitivo da sottoporre appena pronto alla procedura di valutazione di impatto ambientale; i finanziamenti per la realizzazione dell'opera sono già stati individuati da Anas s.p.a. tra i fondi regionali per le strade statali costiere, mentre l'avvio dei lavori procederà speditamente perché non ci sarà bisogno di gara d'appalto rientrando in apposito accordo quadro già stipulato da Anas s.p.a. –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e se abbia già avviato, o intenda farlo a breve, ogni iniziativa opportuna, compresa una interlocuzione con Anas s.p.a. e la convocazione di un tavolo con tutti gli attori coinvolti, volta ad accelerare quanto più possibile la realizzazione di tale opera fondamentale per il territorio e per garantire ai cittadini un adeguato livello essenziale al loro diritto di mobilità.
(4-10599)


   SPESSOTTO, SIRAGUSA, TERMINI, LEDA VOLPI, COSTANZO e MANIERO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   Ita Airways è una società partecipata al 100 per cento dal Ministero dell'economia e delle finanze per l'esercizio dell'attività nel settore del trasporto aereo;

   all'avvio delle proprie attività, Ita Airways opererà con una flotta di 52 aerei di cui 7 wide body e 45 narrow body; nel 2022 la flotta crescerà fino a 78 aeromobili (+26 sul 2021) di cui 13 wide body (+6 sul 2021) e 65 narrow body (+20 sul 2021). Dal 2022 è previsto l'inizio dell'inserimento in flotta degli aeromobili di nuova generazione che sostituiranno progressivamente i velivoli di vecchia tecnologia. A fine 2025 la flotta crescerà sino a 105 aerei (23 wide body e 82 narrow body) con il 70 per cento degli aeromobili di nuova generazione;

   l'azienda ha presentato in conferenza stampa la nuova livrea degli aerei, che sarà di colore azzurro metallizzato;

   fonti stampa rendono noto che il colore metallizzato sarebbe più pesante perché realizzato con la mica necessaria per rendere la lucentezza;

   il peso del colore aumenterebbe il peso dell'aereo e, conseguentemente, il consumo di carburante;

   gli esperti quantificherebbero il maggior peso del colore in 300 chilogrammi, i tecnici di Ita Airways in 120 chilogrammi;

   il colore metallizzato, inoltre, è più delicato in quanto può alterarsi facilmente, soprattutto a ridosso del portellone dei carrelli dove può capitare che si verifichino piccole perdite di olio idraulico che richiedono interventi di manutenzione più frequenti e, quindi, maggiori costi;

   eventuali interventi di modifica del colore degli aerei richiederebbero tempi lunghi, con conseguente ritardo dell'operatività della flotta e, quindi, spese ancora maggiori;

   per la nascita Ita Airways sono state impegnate ingenti risorse pubbliche;

   la nascita di una nuova compagnia avrebbe dovuto rappresentare una svolta importante rispetto ai precedenti interventi di salvataggio di Alitalia che hanno assorbito ingentissime risorse pubbliche sottratte ad altri investimenti più profittevoli;

   l'azienda ha annunciato che si doterà di una flotta area moderna ed in grado di ridurre significativamente l'impatto ambientale;

   l'azienda, sul proprio sito, dichiara che la sostenibilità ambientale è il pilastro fondamentale del suo piano industriale;

   sul medesimo sito si legge, inoltre, che Ita Airways sta lavorando con gli stakeholder nazionali ed internazionali per introdurre nei suoi standard operativi l'utilizzo di carburanti sostenibili e che utilizzerà, sui propri aerei, esclusivamente materiali compostabili;

   considerato che Ita Airways opera su tratte transoceaniche, il consumo di combustibile a quelle altezze ha un impatto ancora maggiore in termini di riduzione del contenuto di ozono nell'atmosfera, causa principale del drammatico fenomeno di riscaldamento globale in atto;

   la scelta di un'immagine potenzialmente accattivante da parte dell'azienda non può prescindere dalle ricadute negative, sostanziali e di immagine e tale scelta appare in fortissima contraddizione con la coscienza ambientale imposta dall'emergenza climatica in atto, agli operatori industriali;

   una scelta, ad avviso degli interroganti così sconsiderata, offre un'immagine negativa dell'Italia stessa, alla vigilia delle politiche di attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza;

   non è accettabile finanziare direttamente o indirettamente una società che aumenta deliberatamente le esternalità negative provocate dalle sue attività, in contrasto con i principi di efficienza economica e tutela dell'ambiente –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se gli stessi trovino conferma;

   se il Governo non intenda adottare le iniziative di competenza per evitare azioni, da parte della compagnia, che arrechino pregiudizio all'ambiente.
(4-10609)


   SPESSOTTO, MASSIMO ENRICO BARONI e MANIERO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   con decreto-legge n. 109 del 2018 sono state apportate modifiche all'articolo 37 del decreto-legge n. 201 del 2011 in materia di liberalizzazione del settore dei trasporti;

   le suddette modifiche hanno esteso il pagamento del contributo, fino ad allora imputabile ai «gestori» delle infrastrutture e dei servizi regolati, agli operatori economici operanti del settore trasporto;

   con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 21 gennaio 2021, ai sensi dell'articolo 37, comma 6, lettera b), del decreto-legge n. 201 del 2001, è stata approvata la delibera n. 225 del 2020 concernente misure e modalità del versamento del contributo dovuto all'Autorità di regolazione dei trasporti per l'anno 2021;

   ai sensi della delibera sono assoggettati al contributo anche i servizi di trasporto di merci su strada connessi con autostrade, porti, scali ferroviari merci, aeroporti, interporti e sono individuati, in via presuntiva quali soggetti esercenti i suddetti servizi le imprese di trasporto merci su strada che abbiano, al 31 dicembre 2020, nella propria disponibilità veicoli, dotati di capacità di carico, con massa complessiva oltre i 26.000 chilogrammi nonché trattori con peso rimorchiabile oltre i 26.000 chilogrammi;

   per l'anno 2021, il contributo dovuto all'Autorità è fissato nella misura dello 0,6 per mille del fatturato risultante dall'ultimo bilancio approvato;

   dopo aver accolto i ricorsi di singole imprese di autotrasporto contro la delibera Art che imponeva il pagamento del contributo per l'anno 2019, il Tar del Piemonte con sentenza n. 80/2020, ha dichiarato che le disposizioni di legge, seppur innovate con decreto n. 109 del 2018, impongono all'Autorità di chiedere il contributo solo alle imprese appartenenti a mercati in cui abbia concretamente esercitato le proprie competenze;

   con decreto-legge n. 41 del 2021 è stato stabilito che, in considerazione dei gravi effetti derivanti dall'emergenza epidemiologica da Covid-19, alle imprese di autotrasporto merci in conto terzi, iscritte all'Albo nazionale delle persone fisiche e giuridiche che esercitano l'autotrasporto di cose per conto di terzi, non si applica per l'anno 2021, l'obbligo di contribuzione nei confronti dell'Art, di cui all'articolo 37, comma 6, lettera b), del decreto-legge n. 201 del 2011;

   il settore dell'autotrasporto sta vivendo un momento di grande difficoltà dovuto all'aumento dei costi delle materie prime e dei carburanti;

   per l'additivo Adblue, composto di ultima generazione utilizzato per abbattere le emissioni di azoto nei veicoli Euro V ed Euro VI, si è registrato nelle ultime due settimane un aumento dai 250 euro/tonnellata ai 500 euro/tonnellata;

   i veicoli Euro V ed Euro VI rappresentano circa il 60 per cento della flotta totale di mezzi pesanti circolanti; l'aumento dei costi ha quindi un impatto molto significativo;

   per il gasolio si registrano incrementi di circa il 25 per cento ed il prezzo del gas naturale liquefatto (Lng) è più che raddoppiato nelle ultime settimane, con gravi danni per le imprese che hanno investito nell'acquisto di veicoli ad alimentazione alternativa, e rischi per il processo di transizione energetica in atto, che ha fatto registrare un incremento delle immatricolazioni di questa categoria di veicoli pesanti pari al 49 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno;

   in altri Paesi europei, come in Germania, l'impegno degli autotrasportatori nella riduzione dell'impatto ambientale delle proprie attività è compensato con l'esenzione dal pagamento dei pedaggi autostradali per i veicoli alimentati a Lng;

   il contributo richiesto dall'Art costituisce, di fatto, una tassa ingiustificata che ha un impatto significativo su un settore già provato dalla carenza di autisti e dalla concorrenza estera;

   l'incertezza normativa sulla questione crea ulteriori costi alle imprese legati a contenziosi con l'Autorità –:

   se non intenda adottare iniziative normative per esonerare espressamente l'autotrasporto dal versamento del contributo.
(4-10610)

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   COLUCCI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   nella provincia di Trieste stanno affluendo da anni migliaia di migranti irregolari attraverso la rotta balcanica;

   le politiche migratorie nazionali non sono sufficientemente attive per fronteggiare un tale numero di infiltrazioni nel nostro territorio;

   va sottolineato il limitato numero di operatori di polizia in quell'area geografica, fra personale in pattuglia e personale degli uffici, a fronte di un costante aumento della migrazione irregolare, circa 4.200 migranti nel 2020 e già 5.200 a settembre 2021;

   negli oltre 50 chilometri che circondano la città di Trieste, al confine con la Slovenia, sono in servizio solo due o tre pattuglie della polizia di frontiera, coadiuvate da militari del progetto strade sicure, che hanno il compito di vigilanza e intercettazione dei migranti, mentre alla polizia spetta l'accompagnamento presso gli uffici, la foto segnalazione identificativa e le documentazioni di rintracciamento;

   il 7 ottobre 2021, la polizia di Trieste ha arrestato quattro passeur sloveni per favoreggiamento aggravato dell'immigrazione clandestina: sono stati bloccati dopo aver accompagnato in auto (e lasciato in prossimità del confine tra Italia e Slovenia) cinque migranti turchi, come ha riportato Rainews24;

   al contempo, la Polizia di frontiera sul confine orientale ha assoluta necessità di rinforzi, per poter gestire efficacemente l'aumento di profughi provenienti dall'Afghanistan, a causa dei recenti cambiamenti politici avvenuti in quel Paese, con il ritorno al potere dei talebani;

   va considerato il rischio di infiltrazioni terroristiche nel grande flusso migratorio –:

   se il Governo non intenda assumere opportune iniziative per garantire una più efficace azione di contrasto all'immigrazione clandestina al confine italo-sloveno, rinforzando il contingente di polizia presente sul confine e intraprendendo una decisa iniziativa diplomatica nei confronti del Governo sloveno, al fine di coordinare in sicurezza la gestione dei flussi migratori al confine tra i due Paesi.
(5-07013)

Interrogazioni a risposta scritta:


   CIRIELLI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'introduzione dell'obbligo relativo all'effettuazione di un tampone prima di salire su un aereo o su una nave imposto nell'ambito delle misure anti-Covid a tutti i passeggeri dalle compagnie di viaggio, ha comportato una sorta di lasciapassare per gli immigrati irregolari trattenuti nei vari Centri per i rimpatri (Cpr) italiani;

   questi, infatti, al fine di evitare di essere rimpatriati, rifiutano di sottoporsi al tampone per il Covid-19;

   tali episodi sono diventati sempre più frequenti da quando ai migranti è stato chiaro che sottoporsi al tampone è una facoltà e non un obbligo, comportando di fatto una drastica riduzione dei rimpatri che, come riportato da organi di stampa, nel centro di Via Corelli a Milano, viaggiavano al ritmo di 5-6 rimpatri al giorno e che da gennaio si sono drasticamente ridotti a due al mese circa;

   tale situazione, che sicuramente coinvolgerà altri centri italiani, sembrerebbe interessare anche quello di Torino dove ogni settimana erano previsti due voli di rimpatrio per la Tunisia con circa 80 posti, ma che ora non partono più per mancanza di passeggeri;

   quanto si sta verificando non solo blocca i rimpatri, ma determina altresì la scadenza dei termini per il trattenimento nei centri di accoglienza; invero, la normativa vigente dispone che in tali strutture lo straniero è trattenuto per 30 giorni, prorogabili fino ad un massimo di 90, decorsi i quali lo straniero irregolare lascia il centro e nei suoi confronti viene emesso un provvedimento con l'obbligo di abbandonare entro sette giorni il territorio italiano;

   sul punto, è notorio che la maggior parte di questi immigrati che escono dai Cpr permangono sul territorio nazionale in violazione del provvedimento emesso, e che sovente, tornati liberi, vengono riarrestati per reati spesso anche gravi;

   appare, dunque, paradossale che le disposizioni nazionali consentano agli immigrati irregolari di utilizzare questi «Escamotage» per sottrarsi ai rimpatri obbligatori, permettendo loro di circolare liberamente sul territorio nazionale e di delinquere con conseguente rischio non solo per l'incolumità, ma anche per la salute dei cittadini;

   atteso che per la sicurezza nazionale sono state imposte limitazioni ai cittadini italiani prevedendo l'obbligo del green pass per recarsi sul posto di lavoro sino all'obbligo del vaccino per gli operatori sanitari, è doveroso ritenere legittimo per la sicurezza nazionale e per la regolarità e l'efficacia delle procedure di rimpatrio, l'obbligo del tampone per gli immigrati irregolari –:

   quali urgenti iniziative il Ministro interrogato intenda adottare al fine di verificare la veridicità dei fatti sopra descritti e, nell'eventualità, individuare quali sarebbero i centri maggiormente interessati da tali problematiche e quali ulteriori iniziative, anche di carattere normativo, intenda adottare per risolvere le problematiche esposte in premessa e garantire l'efficacia e la regolarità dei rimpatri.
(4-10602)


   CIRIELLI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   si apprende di un'aggressione avvenuta nella città di Salerno ai danni di un giovane ragazzo, Raffaele, colpito alle spalle da due uomini più grandi di lui per ragioni apparentemente ignote;

   desta dapprima sconcerto constatare che la notizia in parola non sia stata divulgata da organi di stampa e per tale ragione la descrizione dei fatti si fonda esclusivamente su un post pubblicato sul social network Facebook;

   come denunciato nel prefato post, l'aggressione avrebbe causato al giovane un trauma cranico-facciale, una frattura scomposta del setto e di tutte le ossa nasali, lesioni agli zigomi che hanno richiesto alcuni punti di sutura ed escoriazioni varie;

   quanto accaduto sarebbe stato già oggetto di denuncia alle autorità competenti e sembrerebbe che, grazie alle informazioni fornite dagli amici presenti sul posto, si sarebbe riusciti finanche a risalire alle generalità degli aggressori e al numero di targa del motorino su cui questi viaggiavano;

   come segnalato nel post, tuttavia, nonostante siano state comunicate alle forze dell'ordine le generalità e il numero di targa dei presunti autori del reato, a oggi, sembrerebbe che nei confronti di questi non sia stato ancora emesso alcun provvedimento cautelare;

   quanto accaduto si unisce a una sequela di analoghi episodi di gravissime violenze e aggressioni avvenute nel territorio interessato a conferma della totale assenza e inefficacia delle misure di sicurezza adottate dagli organi preposti alla sicurezza;

   a tal proposto, sempre secondo quanto denunciato nel post, sembrerebbe che nella medesima notte in cui è avvenuta l'aggressione in parola, si siano verificate altri due episodi di violenza nei confronti di due ragazzi eseguiti con modalità similari;

   si ribadisce, sul punto, che tali fatti gravissimi non sono stati portati all'attenzione di alcun organo di stampa –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, considerata la gravità degli stessi, quali urgenti iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare, al fine di garantire una maggiore e più efficace sicurezza del territorio in parola per evitare il ripetersi di episodi analoghi o più gravi.
(4-10606)


   D'ERAMO e ZENNARO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   come riportato da numerose fonti di informazione, l'emittente televisiva Vera TV, con sede a San Benedetto del Tronto, ma attiva con corrispondenze anche in altre realtà delle regioni Marche ed Abruzzo, il 1° novembre 2021 ha subito un ennesimo atto vandalico – il quinto – nel giro di pochi mesi;

   il primo episodio si era verificato alla fine del mese di aprile 2021 quando ad uno dei mezzi di servizio dell'emittente erano state tagliate due gomme. Il 1° giugno 2021 era stato messo del collante tipo nelle serrature del veicolo. Il 14 giugno 2021 della vernice rossa era stata buttata sull'auto del cameraman, mentre uno striscione carico di insulti era stato appeso di fronte alla sede fermana della televisione;

   a seguito delle precedenti azioni intimidatorie, un cameraman, ha deciso di interrompere il rapporto di lavoro con l'emittente, mentre la giornalista Donatella Lappa è stata oggetto di ingiuriose ed offensive minacce tramite uno striscione anonimo;

   il clima di odio e di intimidazione nei confronti della stampa e dei suoi operatori è purtroppo uno dei principali problemi con i quali si confrontano quotidianamente gli addetti all'informazione;

   a parere dell'interrogante episodi di questo genere, come l'ultimo in ordine temporale avvenuto nella scorsa notte, che puntano a minare la libertà di informazione, sono gravi e debbono essere necessariamente arginati;

   l'emittenza radiotelevisiva privata locale rappresenta un essenziale baluardo per il pluralismo dell'informazione e offre lavoro a circa 5.000 persone, tra cui molti giornalisti;

   a seguito dell'emergenza prodotta dal Covid-19 l'intero comparto è in grande difficoltà per gli effetti riflessi della crisi che sta colpendo tutti i settori imprenditoriali, commerciali e dei servizi. Moltissime emittenti radiotelevisive locali, hanno registrato il rinvio di pagamenti per fatture già emesse, sospensione, annullamento o mancata stipula di contratti;

   risulta fondamentale l'opera delle emittenti radiotelevisive locali che, nonostante la difficoltà del momento e gli stessi rischi cui possono essere sottoposti coloro che vi lavorano, continuano a svolgere un essenziale servizio di pubblico interesse sui territori attraverso la continua e quotidiana produzione e trasmissione di approfondita informazione locale, a tutto beneficio dei cittadini;

   la chiusura di emittenti regionali, rischio che potrebbe riguardare un gran numero dei soggetti attualmente attivi, produrrebbe un danno gravissimo al diritto all'informazione, in particolare in ambito locale, con una sua considerevole restrizione, oltre che ricadute a livello occupazionale –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere, per quanto di competenza, in relazione alle azioni di violenza ed intimidazione di cui in premessa e per tutelare il diritto di cronaca e informazione.
(4-10607)


   DEIDDA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della transizione ecologica, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   con determinazione n. 839 del 14 maggio 2015 la Regione autonoma della Sardegna ha adottato il registro regionale degli ordigni incendiari, al fine di potenziare le qualità delle indagini sui reati degli incendi boschivi e standardizzare le indagini sulle cause;

   il registro è stato realizzato e aggiornato dai nuclei investigativi del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della regione Sardegna e rappresenta un importante contributo al fine di conoscere e valutare gli strumenti dei piromani;

   l'Italia, purtroppo, in particolare nel sud Italia e nelle Isole, la piaga degli incendi colpisce puntualmente ogni estate, con gravi e dolorose perdite di vite umane, danni materiali alle attività e la distruzione del nostro patrimonio floreale e faunistico;

   la regione Sardegna è stata capofila del progetto europeo di cooperazione transfrontaliera denominato «MedStar» che ha visto la partecipazione di Liguria, Toscana, Corsica, delle regioni francesi delle Alpi Marittime e Provenza-Alpi-Costa Azzurra. L'obiettivo del progetto è la creazione di una rete transfrontaliera per confrontare strategie e misure per la mitigazione del rischio di incendio nell'area Mediterranea;

   per gestire un problema che per sua natura dovrebbe essere affrontato con modalità unitarie, non separando la prevenzione dalla lotta, dal monitoraggio e dalla repressione, sono coinvolti la Presidenza del Consiglio dei ministri, da cui dipende la Protezione civile, 3 Ministeri, le regioni e 2 province autonome. La necessità di una unitarietà d'azione è un problema noto a livello internazionale con il concetto di «integrated forest fire management»;

   con decreto legislativo n. 177 del 2016 recante «Disposizioni in materia di razionalizzazione delle funzioni di polizia e assorbimento del Corpo forestale dello Stato», è stato istituito il Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari, dal quale dipendono reparti dedicati all'espletamento di compiti particolari e di elevata specializzazione in materia di tutela dell'ambiente, del territorio e delle acque, nonché nel campo della sicurezza e dei controlli nel settore agroalimentare, a sostegno o con il supporto dell'organizzazione territoriale (le specifiche funzioni sono state attribuite all'Arma dei Carabinieri dall'articolo 7);

   il Comando carabinieri per la tutela forestale riunisce sotto un unico comando tutti i reparti forestali con competenze presidiarie e prive di una particolare connotazione specialistica. Retto da un generale di brigata del ruolo forestale, ha alle dipendenze un Niab (Nucleo informativo antincendio boschivo) e i 14 comandi regione carabinieri forestale. In questi ultimi sono inquadrati 83 Gruppi carabinieri forestali, da cui dipendono le quasi 800 stazioni carabinieri forestali (che costituiscono unità periferica di riferimento nell'Arma per il settore forestale) e 5 Centri anticrimine natura (Pa-Ct-Ag-Ca-Ud);

   sarebbe auspicabile un coordinamento tra i vari corpi forestali e di vigilanza ambientale delle regioni autonome e le forze di polizia quali i Carabinieri forestali o i vigili del fuoco per potenziare la qualità delle indagini sui reati legati agli incendi boschivi e la prevenzione ad essi;

   il registro regionale sardo degli ordigni incendiari, unico nel suo genere e apprezzato a livello nazionale e internazionale, realizzato e aggiornato dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna, potrebbe essere adottato a livello nazionale e diventare patrimonio comune –:

   se siano a conoscenza di quanto sopra esposto e se intendano valutare l'adozione di iniziative per prevedere un registro nazionale sulla falsariga del registro degli ordigni incendiari del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna, nonché di ogni altra opportuna iniziativa di competenza per potenziare le attività di contrasto agli incendi boschivi.
(4-10613)

ISTRUZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   ELVIRA SAVINO. — Al Ministro dell'istruzione, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la sicurezza di studentesse e studenti attiene non solo all'ambiente scolastico in sé, ma anche a tutto ciò che ruota attorno al mondo della scuola, e in particolare all'organizzazione degli spostamenti quotidiani più volte definito come l'anello debole dell'intero meccanismo delle misure di contenimento del contagio;

   tale debolezza è riemersa pienamente in occasione del «Tavolo» sul problema del trasporto intercomunale degli studenti delle scuole superiori della provincia di Bari, convocato dalla prefettura di Bari, il quale, in linea con quanto accaduto anche nelle altre prefetture pugliesi, ancora una volta si è svolto senza il coinvolgimento e la partecipazione dei soggetti direttamente interessati;

   la soluzione individuata nell'incontro di Bari, che ha previsto l'introduzione del doppio turno di ingresso degli studenti delle scuole superiori nella misura del 75 per cento al primo turno (con ingresso alle 8,00) e del 25 per cento al secondo turno (con ingresso alle 9,40), determina, anche a fronte dell'esiguità della percentuale del secondo turno, numerosi problemi lasciati all'autonomia organizzativa del singolo istituto scolastico;

   nonostante le organizzazioni sindacali, le comunità scolastiche e i comitati dei cittadini da tempo chiedano una fase di programmazione seria e approfondita, le decisioni sono assunte senza coordinamento tra i soggetti che, ai vari livelli decisionali, sono coinvolti e spesso stravolgono il lavoro di pianificazione avviato dalle scuole già da diverse settimane;

   rimane da definire e chiarire se l'ingresso al secondo turno riguarderà tutte le classi secondo su sistema di rotazione o saranno sempre le stesse e, nel caso, sulla base di quali criteri saranno scelte dette classi; se vi sarà una ripartizione tra il biennio e il triennio ma, soprattutto, se sono previsti accordi tra le scuole di uno stesso distretto o se ogni istituzione dovrà organizzarsi autonomamente;

   a questo si aggiunge che l'adozione del doppio turno di accesso adottato a Bari e provincia, come sostenuto da più parti, dai sindacati della scuola agli stessi studenti, non sembrano aver affatto risolto il problema del sovraffollamento dei trasporti pubblici, moltiplicando invece i problemi organizzativi per scuole, ragazzi e famiglie;

   le soluzioni indicate ancora una volta scaricano la responsabilità sulle scuole, mentre ormai da tempo e da più parti si individua la risposta nella necessità di investire fondi pubblici per aumentare la flotta degli autobus e assumere nuovi autisti;

   la vicenda di Bari si inserisce in un contesto più generale in cui è mancata una politica di coordinamento a cominciare dal livello nazionale e, in subordine, regionale, ma appare quanto mai urgente porsi l'obiettivo di assicurare una scuola pubblica in presenza, senza più didattica a distanza (dad), inclusiva e di qualità attraverso quindi l'aumento degli spazi negli istituti scolastici, l'assunzione di docenti affinché siano eliminate le «classi-pollaio» e, contestualmente, garantire il diritto al trasporto pubblico che deve essere accessibile a chiunque –:

   quali iniziative i ministri interrogati, nell'ambito delle proprie competenze, intendano porre in essere al fine di coordinare le decisioni in materia di frequenza scolastica e agibilità dei trasporti, così da risolvere il disagio che ogni giorno vivono sul territorio regionale pugliese gli studenti e i lavoratori per raggiungere la scuola o il posto di lavoro, e da offrire un'offerta flessibile volta a rispondere alle esigenze di un'utenza oggi orientata all'uso del mezzo privato, sia per la paura del rischio di contagi, sia per le riduzioni del servizio in atto.
(4-10596)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BOLOGNA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   con la pandemia è stata messa alla prova la tenuta del Servizio sanitario nazionale (Ssn) e, per sostenere la situazione emergenziale, stante l'affollamento delle strutture ospedaliere, in particolare dei reparti di terapia intensiva, si è reso necessario il reclutamento di personale medico e sanitario; con il decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, in piena emergenza sanitaria, si è provveduto al reclutamento di 66.029 professionisti in modalità straordinaria (20.064 medici, 23.233 infermieri, 22.732 operatori sociosanitari e altre professionalità), così come attestato dai dati ufficiali della Corte dei conti;

   del totale, pari a 66.029 unità, occorre sottrarre il numero dei medici specializzandi iscritti al quarto e quinto anno del corso di laurea, i medici abilitati e non specializzati e il personale in quiescenza reclutato con contatti di lavoro autonomo, al fine di avere contezza del numero complessivo di medici da stabilizzare, pari a 53.677;

   la Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere ha portato la questione all'attenzione delle istituzioni e anche la Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) si è unita alla richiesta di stabilizzazione del personale che, nell'ultimo anno e mezzo, ha affrontato la pandemia nelle corsie ospedaliere, sul territorio, negli ambulatori, nelle sedi di continuità assistenziale, al domicilio dei pazienti, nelle Rsa, nel 118 e in tutti i luoghi dove si esercita la professione;

   la stabilizzazione attesa permetterebbe di colmare le carenze del personale del Ssn che, nei decenni scorsi, ha subito un depauperamento delle risorse umane ed economiche: ci trova nella parte alta della curva «pensionistica» dei medici e dirigenti sanitari del Ssn e si stima che la differenza di flussi in entrata e in uscita del personale medico e infermieristico per il periodo 2020-2024, sia pari a -8.299 medici e -10.054 infermieri;

   quindi, con la stabilizzazione si perseguirebbe l'obiettivo di bilanciamento entrate e uscite, anticipando parte del fabbisogno del personale dei prossimi anni, con concorsi pubblici secondo norma e con criteri legati alla formazione e alla competenza;

   inoltre, particolare valore potrebbe essere dato all'esperienza, alla formazione e alla professionalità acquisite durante la pandemia, le quali andrebbero preservate e non disperse, e al fatto che la stabilizzazione in questione permetterebbe di adeguare le dotazioni organiche agli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e di investire efficacemente i fondi destinati alla formazione del personale: al fine di innalzare la qualità dei servizi sanitari occorre sia un investimento strutturale – indispensabile per mettere in sicurezza le strutture e per garantire l'aggiornamento tecnologico del settore medico – che umano;

   da ultimo, l'incremento di due miliardi all'anno, dal 2022 al 2024, del Fondo sanitario nazionale – oltre alle risorse in conto capitale di circa 20 miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza – permetterebbe di stabilizzare il personale medico sanitario reclutato durante la pandemia, così da garantire il diritto alla salute dei cittadini di cui all'articolo 32 della Costituzione e, contestualmente, il rispetto del diritto al lavoro, di cui al combinato disposto degli articoli 1 e 4 della Costituzione, secondo cui l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, riconosciuto quale diritto fondamentale –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei dati riportati con riferimento al fabbisogno di personale medico infermieristico stimato da qui al 2024, e se non ritengano di dover valutare l'adozione di iniziative per una stabilizzazione dei professionisti reclutati durante la pandemia con procedure concorsuali che garantiscano il riconoscimento dell'impegno e della professionalità dimostrata.
(5-07010)

Interrogazioni a risposta scritta:


   RIPANI. — Al Ministro della salute, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 4, comma 2, della legge 4 luglio 2005, n. 123 «Norme per la protezione dei soggetti malati di celiachia», prevede che il Ministro della salute definisce le modalità organizzative per l'erogazione dei prodotti senza glutine oggetto dell'assistenza integrativa che i Livelli essenziali di assistenza garantiscono ai celiaci e ai malati di dermatite erpetiforme;

   con decreto ministeriale 10 agosto 2018, recante «Limiti massimi di spesa per l'erogazione dei prodotti senza glutine, di cui all'articolo 4, commi 1 e 2, della legge 4 luglio 2005, n. 123, recante: “Norme per la protezione dei soggetti malati di celiachia”», il Ministero della salute ha introdotto modifiche, riducendoli, ai limiti di spesa mensili a carico dello Stato, cui hanno diritto le persone celiache;

   il decreto specifica che: «È opportuno rendere uniformi le modalità di erogazione degli alimenti senza glutine specificamente formulati per celiaci al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza su tutto il territorio nazionale e di contenere i costi per il Servizio sanitario nazionale»;

   il suddetto decreto è frutto del lavoro del gruppo istituito con decreto dirigenziale del 14 gennaio 2016, rinnovato in data 16 ottobre 2016, composto da rappresentanti dell'Associazione italiana celiachia (Aic), degli operatori del settore industriale, esperti scientifici, rappresentanti delle regioni e rappresentanti della direzione generale igiene e sicurezza degli alimenti del Ministero della salute;

   nella relazione conclusiva del suddetto gruppo di lavoro, conclusosi il 31 marzo 2017, si evidenzia che uno degli obiettivi del tavolo, oltre alla revisione dei limiti di spesa prevede «3) iniziative da attuare per rendere omogenea la situazione a livello regionale sui canali di vendita degli alimenti senza glutine e sulla possibilità di acquisto fuori dalla propria regione di residenza o del proprio domicilio sanitario.». In particolare, si riporta che «emerge che ogni regione ha previsto modalità proprie di accreditamento e utilizzo del contributo pubblico per la fornitura dei prodotti. La situazione esistente non consente la fornitura al di fuori delle farmacie»;

   la circolarità dei canali distributivi per l'accesso all'assistenza integrativa dei celiaci è stata anche oggetto dell'attività di segnalazione consultiva dell'autorità garante della concorrenza, che ha diffuso a tutte le regioni e Pubbliche amministrazioni italiane il Bollettino n. 31 del 12 settembre 2016 sulle «modalità di erogazione gratuita a favore dei soggetti che soffrono di celiachia dei prodotti alimentari senza glutine adottate dalle singole regioni nel territorio italiano»;

   ad oggi, a distanza di oltre 4 anni, risultano dotate di buono digitale 16 regioni e pubbliche amministrazioni, le 5 restanti hanno ancora il buono cartaceo e buona parte di queste non possono accedere alla grande distribuzione per l'erogazione degli alimenti senza glutine;

   secondo le evidenze dell'Associazione italiana celiachia, sono almeno 5 i sistemi operativi adottati dalle 16 regioni e Pubbliche amministrazioni ad oggi già digitalizzate. È acclarato che il passaggio contemporaneo in tutte le regioni dai buoni di acquisto cartacei a quelli digitali semplificherebbe e farebbe risparmiare, in base alle stime, 20 milioni di euro all'anno, oltre a migliorare la qualità della vita dei pazienti –:

   a che punto siano i lavori del tavolo citato dalla Relazione conclusiva del 31 marzo 2017 rispetto all'obiettivo del completamento della digitalizzazione del buono per l'assistenza ai pazienti e alla circolarità dello stesso tra le regioni e pubbliche amministrazioni, per giungere all'obiettivo di uniformare le procedure su tutto il territorio nazionale, con indubbio vantaggio, non solo economico, sia per i cittadini celiaci e la loro qualità della vita, che per il sistema sanitario;

   se il Governo non ritenga opportuno affrontare la questione anche in sede di Conferenza Stato-regioni.
(4-10600)


   IANARO, MAGLIONE e SPORTIELLO. — Al Ministro della salute, al Ministro per il sud e la coesione territoriale. — Per sapere – premesso che:

   come si evince dal Documento n. 144 «Case della salute ed Ospedali di comunità: i presìdi delle cure intermedie. Mappatura sul territorio e normativa nazionale e regionale», redatto dal Servizio studi della Camera dei deputati e datato 1° marzo 2021, ai sensi del Dca n. 83 del 2019 «Piano Regionale della Rete di Assistenza Sanitaria Territoriale 2019-2021», la regione Campania ha previsto la realizzazione di 16 ospedali di comunità. La regione, relativamente all'Asl di Benevento, ha comunicato che è stata procrastinata l'apertura degli ospedali di comunità previsti presso le strutture polifunzionali della salute di San Bartolomeo in Galdo e di Cerreto Sannita, comuni delle aree interne, in quanto il personale necessario all'attivazione delle suddette strutture è stato impiegato nelle attività legate all'emergenza COVID-19;

   negli ultimi anni, gli ospedali della provincia di Benevento sono stati oggetto di disinvestimento pubblico e di depauperamento del personale sanitario;

   da fonti di stampa emerge la preoccupazione di cittadini e associazioni per il depotenziamento in atto, come denunciato, tra gli ultimi, dal «Movimento Civico per l'Ospedale» che, coinvolgendo diversi comuni dell'area, ha richiesto l'intervento delle istituzioni a salvaguardia dell'Ospedale Sant'Alfonso Maria De Liguori;

   il 22 ottobre 2021, i vescovi della Metropolia di Benevento hanno rivolto un appello in difesa degli ospedali delle aree interne, dopo l'ultima vicenda che ha interessato il nosocomio di Sant'Agata de' Goti, affinché venga mantenuto pienamente operativo. Quest'ultimo dipende dall'Azienda Ospedaliera San Pio – Rummo di Benevento, anch'esso da diversi anni oggetto di disinvestimento pubblico; a tal proposito, in data 29 maggio 2020, il Ministero della salute ha adottato le Linee di indirizzo organizzative per il potenziamento della rete ospedaliera per emergenza COVID-19 che prevedono il rafforzamento della rete di assistenza ospedaliera regionale sul modello Hub & Spoke. Il rafforzamento dovrà essere programmato nell'ambito delle strutture pubbliche della rete ospedaliera regionale, sede di Dea di I e II livello, come è appunto il San Pio di Benevento;

   si fa presente che il Piano nazionale di ripresa e resilienza, alla Missione 6 salute, stanzia complessivamente 18,5 miliardi di euro con l'obiettivo di rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario e garantire equità di accesso alle cure, prevedendo, tra l'altro, l'attivazione di 1.288 case di comunità e 381 ospedali di comunità;

   inoltre, per la Missione 5 Inclusione e Coesione sono stanziati 830 milioni di euro per la realizzazione di infrastrutture sociali e presìdi sanitari di prossimità nei piccoli comuni –:

   se i Ministri interrogati intendano fornire elementi, per quanto di competenza, su quali siano gli obblighi finora assunti dalla regione Campania per garantire il raggiungimento del risultato atteso per l'attuazione delle due Missioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza citate ossia quali siano le azioni che la regione dovrà porre in essere affinché la riorganizzazione territoriale prevista dal Pnrr assicuri la piena operatività e funzionalità delle strutture sanitarie, ivi incluse quelle esistenti nella provincia di Benevento, e ne scongiuri il depotenziamento.
(4-10603)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta scritta:


   CENTEMERO e GUSMEROLI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge 24 agosto 2021, n. 118 convertito, con modificazioni, dalla legge 21 ottobre 2021, n. 147, agli articoli da 2 a 19, disciplina il nuovo istituto della composizione negoziata per la soluzione della crisi d'impresa, introdotto con lo scopo di fornire all'impresa uno strumento utile ad individuare, tra le procedure alternative alla liquidazione concorsuale, quelle opzioni sostenibili e praticabili che ne permettano il risanamento. Si tratta di previsioni destinate ad essere applicate a decorrere dal prossimo 15 novembre 2021;

   come è noto, con specifico riferimento alle start-up e piccole e medie imprese innovative, l'attuale normativa di settore prevede che, se le perdite d'esercizio comportano una riduzione del capitale aziendale di oltre un terzo, in deroga al codice civile, il termine entro il quale la perdita deve risultare diminuita a meno di un terzo viene posticipato al secondo esercizio successivo (invece del primo esercizio successivo);

   inoltre, in caso di riduzione del capitale per perdite al di sotto del minimo legale, l'assemblea, in alternativa all'immediata riduzione del capitale e al contemporaneo aumento dello stesso ad una cifra non inferiore al minimo legale, può deliberare il rinvio della decisione alla chiusura dell'esercizio successivo;

   in caso di insolvenza, invece, sono assoggettate in via esclusiva alla procedura di composizione della crisi da sovra-indebitamento e di liquidazione del patrimonio, con l'esonero, in particolare, dalle procedure di fallimento, concordato preventivo e liquidazione coatta amministrativa; in maniera correlata, inoltre, decorsi 12 mesi dall'apertura della liquidazione, l'accesso ai dati di fonte camerale relativi ai soci e agli organi sociali della stessa è consentito esclusivamente alle autorità giudiziarie e di vigilanza;

   a parere dell'interroganti, il nuovo procedimento di composizione negoziata per la soluzione della crisi d'impresa così come novellato dal sopracitato decreto-legge, di carattere non giurisdizionale e volontario, introdotto per l'imprenditore commerciale che si trova in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario che ne rendono probabile la crisi o l'insolvenza, sembra non coerente con la norma speciale prevista per le start-up, ma nemmeno le esclude: la disposizione, infatti, si limita a distinguere tra imprese sopra-soglia ed imprese sotto-soglia, ricorrendo ai criteri dimensionali contenuti nella legge fallimentare (articolo 1 comma 2 del regio decreto n. 267 del 1942) –:

   quali iniziative di competenza anche normative, il Ministro interrogato intenda assumere al fine di chiarire i rapporti tra il nuovo istituto di cui in premessa (applicabile dal 15 novembre 2021) e la disciplina speciale prevista per le start-up.
(4-10598)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta scritta:


   DEIANA e MICILLO. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   il Parco nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena è stato istituito con legge n. 10 del 4 gennaio 1994;

   l'Ente Gestore è stato istituito con decreto del Presidente della Repubblica del 17 maggio 1996;

   con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare n. 0000026 del 2 febbraio 2018 l'ingegnere Fabrizio Fonnesu è stato nominato presidente dell'Ente Parco nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena con scadenza fissata al 6 giugno 2023;

   con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare n. 0000227 del 23 maggio 2018 è stato nominato il consiglio direttivo dell'Ente Parco nazionale di La Maddalena, con scadenza fissata al 6 giugno 2023;

   tale soggetto risulta ancora inadempiente (così come già rilevato dalla Corte dei conti della sezione regionale di controllo per la Sardegna e dalla verifica amministrativo-contabile condotta dal Ministero delle finanze a partire dal settembre 2018) rispetto a quanto stabilito dall'articolo 12, comma 3, della legge n. 394 del 1991 – Legge quadro sulle aree protette, – ovverosia nella redazione del piano del parco, principale strumento di pianificazione e di indirizzo urbanistico-economico del territorio;

   il Parco nazionale risulta ancora inadempiente nella redazione del piano pluriennale economico e sociale così come stabilito dall'articolo 14, comma 2, della legge n. 394 del 1991;

   come si apprende dalla stampa e dalle dichiarazioni degli organi dell'ente, tale soggetto non ha adottato alcuna misura di conservazione rispetto allo sfruttamento turistico del territorio dell'Arcipelago di La Maddalena, con particolare riferimento ai flussi nautici estivi e al conseguente impatto sulle praterie di Posidonia oceanica;

   come si apprende dalla stampa e dalle dichiarazioni degli organi dell'ente, tale soggetto non ha provveduto a intervenire in maniera tempestiva per limitare la presenza dell'ibrido di cinghiale nel territorio dell'Arcipelago di La Maddalena, con conseguente e grave danno per l'equilibrio ecosistemico;

   come si apprende dalla stampa e dalle dichiarazioni degli organi dell'ente, tale soggetto si trova in una condizione di paralisi determinata dal continuo avvicendarsi di brevi e precarie direzioni amministrative nel corso degli ultimi anni;

   a far data dal 30 settembre 2021, stanti le dimissioni del dottor Michele Zanelli dalla carica di direttore, si trova privo della sua unica figura dirigenziale;

   l'ente si trova, a far data dal 2019, al centro di fatti di cronaca giudiziaria non ultimo, tra questi, il procedimento per abuso d'ufficio a carico del Presidente dell'Ente Parco, ingegner Fabrizio Fonnesu, presso la Procura della Repubblica di Tempio Pausania;

   per tutti i motivi sopracitati, risultano fortemente compromesse le principali attività dell'ente, ivi comprese le azioni di monitoraggio ambientale, la riscossione dei diritti di ingresso, la gestione dei flussi nautici, il rilascio di nulla osta e la progettazione europea;

   l'amministrazione in carica non ha sanato alcuna delle inadempienze nel corso del suo mandato;

   per le ragioni citate in premessa l'ente gestore si trova in condizioni di paralisi politica e amministrativa;

   tale condizione arreca grave danno economico, ambientale, occupazionale e d'immagine alla comunità di La Maddalena;

   tali condizioni sono aggravate da una prolungata assenza del presidente del Parco nazionale che, per ragioni connesse alla sua professione, a quanto risulta da fonti stampa, continuerebbe a governare le cose dalla Francia da oltre un anno –:

   quali siano le attività di vigilanza svolte o che il Ministro interrogato intenda svolgere rispetto alle criticità citate in premessa;

   se intenda adottare indifferibili e urgenti iniziative di competenza al fine di dare definitiva soluzione alla grave situazione in cui versa l'Ente Parco nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena.
(4-10605)

Apposizione di firme a risoluzioni.

  La risoluzione in Commissione Cillis e altri n. 7-00333, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'11 ottobre 2019, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata Marzana.

  La risoluzione in Commissione Zanichelli e altri n. 7-00748, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 2 novembre 2021, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Carabetta, Fraccaro, Tuzi, Gabriele Lorenzoni, Davide Aiello, Perconti, Berti, Sut, Chiazzese.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta scritta Licatini n. 4-10522, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 25 ottobre 2021, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata Barzotti.

  L'interrogazione a risposta immediata in Commissione Invidia n. 5-06981, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 3 novembre 2021, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Tucci.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta in Commissione Ferri n. 5-06874 del 19 ottobre 2021;

   interrogazione a risposta immediata in Commissione Carelli n. 5-07005 del 3 novembre 2021.