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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 8 giugno 2020

ATTI DI INDIRIZZO

Mozioni:


   La Camera,

   premesso che:

    il 31 dicembre 2019 la Cina informò l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) di una polmonite virale nella città di Wuhan, esteso capoluogo con oltre 11 milioni di abitanti (20 milioni comprendendo l'hinterland della provincia di Hubei);

    il 2 gennaio 2020 il Ministero della salute di Singapore, città stato indipendente a 3.400 chilometri da Wuhan, principale snodo con una media di 330 mila arrivi ogni mese nel 2019, avvisò tutti i medici di identificare qualsiasi paziente con polmonite e con una storia di recente viaggio a Wuhan;

    secondo la comunità scientifica, il Coronavirus è nato nel «mercato umido» di Wuhan, dove si sarebbe realizzato quel fenomeno che la scienza chiama spillover (o zoonosi), ossia il passaggio del virus dagli animali selvatici all'uomo, come già accaduto in passato per altri virus come Sars, Ebola e Nipah;

    un'altra ipotesi, su cui starebbero indagando dirigenti dell'intelligence Usa e della sicurezza nazionale americana, è quella che il nuovo Coronavirus sia nato, invece, in un laboratorio di Wuhan e che si sia, poi, diffuso a causa di un incidente;

    il 14 gennaio, l'immunologa americana Maria Van Kerkhove, responsabile tecnica della risposta dell'Oms al coronavirus, tenne una conferenza stampa avvertendo del rischio di una diffusione molto rapida del nuovo coronavirus;

    il 12 gennaio la Cina condivise con l'Oms la sequenza genetica del virus e pochi giorni dopo l'Oms propose di inviare una squadra per investigarlo: la Cina però rifiutò, così come rifiutò di rispondere a domande dettagliate sull'epidemia;

    l'Oms, fondata dall'Onu nel 1946, è, a oggi, l'unica organizzazione internazionale con le risorse e l'autorevolezza necessarie per coordinare una risposta globale a un'emergenza come il coronavirus, ma non ha alcun tipo di giurisdizione sui singoli Stati, che possono decidere se e quanto seguire le sue raccomandazioni;

    l'attuale direttore dell'Oms è l'etiope Tedros Adhanom, l'Oms era stata guidata per un decennio dalla cinese Margaret Chan e la Cina, fra i maggiori contributori dell'Oms, ha promesso a Tedros, appena eletto, di raddoppiare i propri finanziamenti;

    strettissimi sono, poi, i rapporti che legano la Cina all'Etiopia, sede dell'Unione Africana e Paese in cui Tedros ha per anni ricoperto ruoli politici di primo piano;

    circa metà del debito estero etiope è nei confronti della Cina, che giusto un anno fa ha accettato di rinegoziarne i termini con il nuovo Premier, il Nobel per la pace Abiy Ahmed. Fra gli enormi investimenti cinesi in Etiopia, spiccano la costruzione della ferrovia Addis-Gibuti, un'opera da 4 miliardi di dollari con un enorme interesse strategico (a Gibuti si trova la prima base navale militare cinese in Africa) e la compartecipazione cinese nella maxi diga sul Nilo. Secondo l'agenzia Xinhua, sono 400 i progetti d'investimento cinesi già operativi nel paese, per oltre 4 miliardi di dollari. L'Etiopia è anche fra i partner chiave nella Belt and road initiative. Inoltre, Pechino vuole costruire in Etiopia un nuovo centro da 80 milioni di dollari per l'Africa Centers for Desease Control and Prevention. Lo scorso 15 gennaio, la compagnia aerea statale Ethiopian Airlines, fra le poche ad aver mantenuto voli con la Cina, ha annunciato la costruzione di un nuovo aeroporto della capacità di 100 milioni di passeggeri, un progetto che prevede investimenti per 5 miliardi di dollari. E ancora, il patron di Alibaba, Jack Ma, ha annunciato la donazione di dispositivi di protezione integrale a tutto il continente africano, proprio tramite Ethiopian;

    secondo una fonte citata dal Wall Street Journal, la Cina fece pressioni sull'Oms perché non dichiarasse l'emergenza internazionale, ma sempre il 23 gennaio Tedros disse che non c'erano ancora prove di una rilevante diffusione del virus fuori dalla Cina, precisando: «Non fraintendetemi: è un'emergenza in Cina, ma non lo è ancora diventata a livello globale. Ma potrebbe diventarlo»;

    Tedros al rientro da una visita in Cina per verificare la situazione questa volta dichiarò l'emergenza internazionale: era il 30 gennaio 2020;

    la mancanza di trasparenza da parte della Cina ha impedito la diffusione di notizie indispensabili a tutte le altre Nazioni per affrontare l'arrivo della pandemia, ha impedito il contenimento della contagiosità e delle vittime;

    il 18 aprile 2020 le autorità cinesi hanno modificato il numero ufficiale dei decessi, aggiungendo ben 1.300 unità, ulteriore riprova dell'assenza di trasparenza sulle stime reali del contagio. A Wuhan il dato è aumentato del 50 per cento;

    secondo un rapporto segreto dell'intelligence americana consegnato a fine marzo alla Casa Bianca, la Cina avrebbe comunicato deliberatamente dati non veritieri all'Organizzazione mondiale della sanità, compromettendo in modo irreparabile la risposta della comunità internazionale e dei singoli Stati contro la pandemia;

    il Governo cinese, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, si è reso responsabile della mancata divulgazione di dati con la prova della trasmissione del virus da uomo a uomo, violando in questo modo gli articoli 6 e 7 del regolamento, fornendo all'Organizzazione mondiale della sanità informazioni errate sul numero di infezioni tra il 2 e l'11 gennaio 2020, sempre in violazione degli articoli 6 e 7 del suddetto regolamento;

    la Cina usufruisce dei benefici che spettano ai cosiddetti Paesi in via di sviluppo, tra i quali, si ricorda, in particolare: sussidi all'esportazione, vantaggi procedurali per le controversie interne allo stesso Wto e una maggiore impermeabilità del proprio mercato di fronte alle ingerenze esterne. Una situazione paradossale che ha avvantaggiato la Cina a discapito di tutti gli altri membri dell'Organizzazione;

    la nuova centralità della Cina nel sistema di scambi, a livello sia mondiale sia regionale, sia come esportatore sia come importatore, ha sicuramente modificato i mercati internazionali in molti modi, anche perché la Cina è solo parzialmente un'economia di mercato e il governo della sua economia e dei suoi scambi è diverso rispetto ai tradizionali leader del commercio estero, Usa e Ue;

    quando nel 2001 il Wto decise di ammettere la Cina a parità di condizioni con l'insieme dei Paesi a regime democratico, ha legato a doppio filo il suo destino, non solo economico, a quello cinese:

    subappaltare a bassissimo costo del lavoro la realizzazione di elementi fondamentali per le proprie filiere produttive così da lucrare il massimo, inondando, allo stesso tempo, di merci firmate le classi cinesi più abbienti, ha reso il Paese orientale più robusto e autonomo;

    la Cina produce spesso in modo «piratesco» merci in spregio alla tutela dei marchi e dei brevetti oppure a bassissimo costo attraverso lo sfruttamento dei lavoratori, delle donne, dei bambini e, nei laogai (campi di lavoro forzato), dei condannati e dei dissidenti politici, o anche di scarsissimo valore e, quindi pericolose, per chi le acquista;

    solo un anno fa il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, denunciava che fra Ue e Cina: «Esistono asimmetrie che creano squilibri perché manca la necessaria reciprocità e la concorrenza non è equilibrata»;

    l'espansionismo economico cinese, il pesante intervento statale in economia e l'assenza di democrazia interna non fanno attualmente della Cina un partner commerciale affidabile;

    in particolare, la Cina, secondo i firmatari del presente atto di indirizzo, ha violato il Regolamento sanitario internazionale (International Health Regulations), uno strumento giuridico entrato il vigore il 15 giugno 2007, dopo la sua adozione il 23 maggio 2005 da parte della cinquantottesima Assemblea mondiale della sanità. Tale strumento, vincolante per gli Stati firmatari, tra cui la Cina, si prefigge di «garantire la massima sicurezza contro la diffusione internazionale delle malattie, con la minima interferenza possibile sul commercio e sui movimenti internazionali, attraverso il rafforzamento della sorveglianza delle malattie infettive mirante ad identificare, ridurre o eliminare le loro fonti di infezione o fonti di contaminazione, il miglioramento dell'igiene aeroportuale e la prevenzione della disseminazione di vettori». Tali norme sono applicabili sia attraverso i meccanismi di risoluzione delle controversie dell'Organizzazione mondiale della sanità sia potenzialmente attraverso la Corte internazionale di giustizia, il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite;

    gli articoli 6 e 7 fanno parte della sezione su informazioni e risposta sanitaria. In particolare, l'articolo 6, in materia di notifica, recita: «Ogni Stato Parte deve valutare gli eventi verificatisi all'interno del suo territorio utilizzando lo strumento decisionale di cui all'allegato 2. Ogni Stato Parte deve notificare all'OMS – utilizzando i più efficienti mezzi di comunicazione disponibili, tramite il Centro nazionale per il RSI, ed entro 24 ore dalla valutazione delle informazioni relative alla sanità pubblica – tutti gli eventi che possano costituire all'interno del proprio territorio un'emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale»;

    l'articolo 7 riguarda, invece, la condivisione delle informazioni durante eventi insoliti e inattesi relativi alla sanità pubblica: «Nel caso in cui uno Stato Parte disponga di prove che confermino un evento riguardante la sanità pubblica insolito ed inatteso all'interno del suo territorio, indipendentemente dall'origine o dalla fonte, che possa costituire un'emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale, dovrà fornire all'OMS tutte le informazioni relative alla sanità pubblica. In tale caso troveranno piena applicazione le disposizioni di cui all'articolo 6»;

    la Nigeria ha citato in giudizio la Repubblica Popolare Cinese, chiedendo a titolo di risarcimento danni 200 miliardi di dollari, per la perdita di vite umane, strangolamento dell'economia, traumi, disagio sociale e distruzione della normale esistenza quotidiana, causati dalla pandemia da coronavirus;

    diverse denunce e cause civili di risarcimento danni nei confronti della Cina sono state avanzate in tutto il mondo, dallo Stato del Missouri, sposando la strategia del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, a un gruppo di imprese in California, al Texas, alla Florida;

    anche l'Australia ha messo in dubbio la trasparenza della Cina nella sua gestione dell'emergenza coronavirus e ha chiesto, insieme all'Unione europea, un'inchiesta indipendente sull'origine del virus e anche sulla gestione da parte dell'Oms della pandemia: sono 116 i Paesi che appoggiano la bozza di risoluzione proposta dall'Unione europea, tra i quali anche Russia, India, Giappone, Gran Bretagna, Canada, Indonesia e i 27 Stati Ue;

    la regione Lombardia ha dichiarato di voler chiedere alla Repubblica Popolare Cinese 20 miliardi di euro di risarcimenti per i danni causati dalla pandemia;

    le responsabilità della Repubblica Popolare Cinese sono evidenti ed innegabili per quel che concerne la mancata trasparenza e trasmissione al livello internazionale e alle autorità sanitarie mondiali dei dati epidemiologici, sanitari, e virologici;

    la Repubblica Popolare Cinese prosegue nella sua azione di conculcamento delle libertà politiche al di fuori del Continente attraverso un massiccio aumento di iniziative liberticide a Hong Kong. È di questi giorni la nuova proposta di legge che verrà discussa all'Assemblea nazionale del popolo sulla sicurezza contro secessione, eversione, terrorismo, interferenze straniere che avranno ricadute pesanti sull'isola i cui processi di sinizzazione si sono intensificati. Il principio «due sistemi un Paese», garanzia della restituzione alla Cina di Hong Kong con la fine del protettorato britannico, sembra ormai giunto a conclusione;

    l'accertato ritardo di comunicazione all'Oms giustificherebbe una maxiazione di risarcimento danni davanti alla Corte internazionale di giustizia da parte degli Stati coinvolti nell'epidemia del COVID-19 contro la Cina, proprio in base allo statuto dell'Oms, che sarebbe stato violato intenzionalmente in più punti, mettendo a rischio la vita di decine di migliaia di cittadini in oltre 150 Paesi, per non contare i danni economici incalcolabili procurati;

    l'Italia è stata la Nazione in Europa più duramente colpita dal coronavirus che ha mietuto a oggi 34 mila decessi, e determinato la più grande crisi economica dal secondo dopoguerra con previsioni di aumento di disoccupazione, chiusura di attività economiche e produttive, crollo delle esportazioni, paralisi dell'attrattività turistica internazionale. Danni di proporzioni vastissime che hanno indotto le più importanti istituzioni mondiali a calcolare una diminuzione del prodotto interno lordo del 10 per cento,

impegna il Governo

1) ad attivare presso le competenti sedi internazionali un'azione di risarcimento danni contro la Cina per aver posto in essere comportamenti e azioni che hanno penalizzato il popolo italiano.
(1-00352) «Rampelli, Lollobrigida, Delmastro Delle Vedove, Cirielli, Bellucci, Gemmato».


   La Camera,

   premesso che:

    la crisi epidemica di COVID-19 ha messo ancora più in luce la stretta interdipendenza fra gli Stati, in particolare nei settori sanitario e farmaceutico, ed è già costata la vita a migliaia di persone, con conseguenze e danni irreparabili anche sul versante economico e sociale; un'interdipendenza a livello globale che richiede una maggiore capacità, da parte delle leadership nazionali e degli organismi sovranazionali, di assumere decisioni comuni, trasparenti e tempestive, sulla base di scambi di informazioni, dialogo e cooperazione;

    sin dall'inizio della pandemia il nostro Paese ha segnalato, nelle sedi europee e internazionali, la necessità di rafforzare la solidarietà e la leadership globale per gestire l'emergenza con soluzioni a lungo termine;

    una recente inchiesta sull'origine della pandemia dell'agenzia Associated Press ha rivelato che la Cina avrebbe inviato in ritardo i dati iniziali su COVID-19 all'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), rallentando in tal modo indicazioni chiare agli Stati per prepararsi a contenere tempestivamente l'espandersi del Coronavirus;

    secondo tale inchiesta, resa nota alla stampa italiana il 2 giugno 2020, la ricerca del genoma era cominciata a fine dicembre 2019 e le mappature a gennaio 2020, ma il rilascio delle informazioni non sarebbe stato tempestivo, in quanto gli scienziati hanno dovuto aspettare l'approvazione delle autorità sanitarie della Repubblica Popolare Cinese, in base alla legge che impedisce ai laboratori di condurre esperimenti su virus potenzialmente letali senza l'approvazione delle medesime autorità nazionali; i risultati dei laboratori cinesi sono stati pubblicati solo l'11 gennaio 2020, mentre casi di polmonite anomala a Wuhan, non segnalati, si erano sviluppati nelle settimane precedenti;

    l'Oms non è riuscita a comunicare nei tempi utili un quadro sanitario circa le diagnosi di laboratorio, sul genoma del virus, sui primi pazienti contagiati, sulla distribuzione geografica e la sua curva epidemica. Quando si impennò la curva di contagi a Wuhan, nonostante la situazione apparisse sempre più grave anche per le autorità cinesi, il disappunto dei funzionari dell'Oms per le insufficienti informazioni è emerso dalle stesse dichiarazioni del direttore delle emergenze dell'Organizzazione mondiale della sanità, Michael Ryan, il quale lamentava scarsa collaborazione e mancanza di dati; Maria Van Kerkhove, a capo del gruppo tecnico sul COVID-19 dell'Oms, ha dichiarato: «stiamo procedendo con informazioni minime, chiaramente non è abbastanza per una pianificazione appropriata»;

    l'operatività tardiva dell'Oms, motivata anche dalla necessità di assicurarsi le informazioni seppure in grave ritardo, va aggiunta a una sorta di sua impotenza, in quanto l'Organizzazione mondiale non possiede poteri ispettivi e di indagine in forma indipendente all'interno dei Paesi membri;

    il 18 maggio 2020 è stata presentata a Ginevra, durante il corso della 73a edizione della World Health Assembly, l'organo decisionale dell'Oms, una risoluzione dell'Unione europea, sottoscritta da 116 Paesi, inclusi i 27 paesi membri e la Russia, con la richiesta di istituire un'inchiesta indipendente, comprensiva e imparziale sulle origini del coronavirus; tale proposta, secondo la Commissione europea, «definisce il modo in cui dovrebbe essere la risposta coordinata a livello internazionale riguardo alla diffusione del coronavirus con una migliore comprensione delle circostanze che hanno permesso a questa pandemia di svilupparsi, ma anche che riconosce la necessità per tutti i paesi di avere un accesso tempestivo senza ostacoli, a strumenti diagnostici, alle terapie, ai medicinali e ai vaccini»;

    l'Assemblea dell'Oms in sede plenaria ha approvato la risoluzione che prevede l'accordo di «avviare al momento opportuno e in consultazione con gli Stati membri un processo graduale di valutazione imparziale, indipendente e globale della risposta sanitaria coordinata dall'Oms» nella crisi del coronavirus; anche allo scopo di formulare raccomandazioni per migliorare la prevenzione globale e la capacità di risposta attraverso un «rafforzamento appropriato del programma di emergenza sanitaria dell'Oms» esortando gli Stati membri a «fornire finanziamenti sostenibili all'Oms per garantire che possa rispondere pienamente alle necessità di salute pubblica nella risposta globale al coronavirus»;

    la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato il suo sostegno a una commissione di indagine internazionale in seno alle Nazioni Unite, affermando che «sarà necessario lavorare sulla trasparenza dopo la crisi»; l'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell ha affermato che «occorre guardare in modo indipendente a ciò che è accaduto» distanti «dal campo di battaglia tra Cina e Stati Uniti, che si biasimano gli uni con gli altri per quanto accaduto», in un gioco al rialzo di accuse «che ha solo esacerbato la loro rivalità»;

    occorre dunque lavorare per ridurre la tendenza ad esasperare le diffidenze e le reciproche assertività delle due super potenze, ciascuna in funzione delle proprie esigenze di politica interna, in favore di una collaborazione fra gli Stati per assicurare cure e vaccini efficaci per il bene dei cittadini a livello globale;

    la risoluzione del Parlamento europeo, adottata il 17 aprile 2020 (sull'azione coordinata dell'UE per combattere la pandemia di COVID-19 e le sue conseguenze), in considerazione della tragica diffusione globale ed europea del COVID-19, impegna gli Stati membri, tra le altre misure, a rafforzare le competenze comunitarie in materia di sanità, compreso il reinserimento delle catene di approvvigionamento all'interno dell'Unione europea, con la produzione europea di prodotti chiave quali medicinali, ingredienti farmaceutici, dispositivi medici e attrezzature, sviluppando altresì protocolli condivisi in caso di crisi, con meccanismi di risposta comune e coordinata alle crisi sanitarie a livello europeo;

    sono particolarmente rilevanti, nell'ambito dei tre pilastri del Next Generation Eu della Commissione europea, i nuovi programmi sanitari: EU4Health, operativo dal 1° gennaio 2021, volto a rafforzare con nuove risorse la sicurezza sanitaria, e il potenziamento del meccanismo di protezione civile europeo per prepararsi a rispondere a future crisi; programmi dall'impatto rilevante sul rafforzamento anche del sistema sanitario nazionale,

impegna il Governo:

1) a sostenere le proposte europee di indagine internazionale, in favore dell'istituzione di un'inchiesta internazionale indipendente sull'origine di COVID-19, allo scopo di approfondire le ricerche sul genoma del virus e le cause della pandemia, per favorire attività di scambio di informazioni, improntate alla trasparenza, alla cooperazione e alla ricerca di soluzioni globali per contrastare il virus, rafforzando e migliorando, altresì, il ruolo centrale dell'Organizzazione mondiale della sanità e la collaborazione fra gli scienziati e le autorità sanitarie a livello globale nella lotta alla crisi pandemica;

2) ad attivarsi per migliorare e potenziare le risposte coordinate dell'Unione europea, volte a riconquistare una sovranità tecnologica ed economica dell'Unione sui mercati mondiali, a partire dalla gestione comune della crisi pandemica, con tempi maggiormente tempestivi, in favore di misure incentivanti e rafforzate in relazione a tutte le componenti della gestione e della prevenzione delle crisi sanitarie e delle catastrofi, garantendo, oltre alle comuni scorte di attrezzature, materiali, medicinali, diagnostica e vaccini, anche programmi di ricerca e innovazione scientifica per la lotta contro il COVID-19 e il pericolo di eventuali future crisi sanitarie, per sviluppare una risposta comune, coordinata ed efficace a livello europeo;

3) a sostenere, anche nelle competenti sedi internazionali, la necessità di mettere in comune la ricerca per lo sviluppo di un vaccino anti COVID-19, sicuro ed efficace, da considerarsi quale bene pubblico globale e accessibile a tutti.
(1-00353) «Valentini, Gelmini, Orsini, Carfagna, Bergamini, Biancofiore, Cappellacci, Fitzgerald Nissoli, Napoli».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:


   La sottoscritta chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro della giustizia, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:

   il Sindacato autonomo nazionale marittimi (S.A.Na.Mar.) assolvendo al mandato ad esso affidato dai lavoratori ha incentrato le proprie osservazioni, tra le tante criticità inerenti al comparto marittimo, anche sulle difficoltà che riscontrano i dipendenti successivamente ad una fase di licenziamento, specificando e differenziando i casi di licenziamento involontario o per giusta causa;

   viene rappresentato che la NASpI, istituita con il decreto-legge n. 22 del 2015 in sostituzione delle precedenti prestazioni di disoccupazione ASpI e MiniASpI, non porta maggiori benefici al lavoratore e lo tutela in maniera minore rispetto alle precedenti misure;

   si evidenzia inoltre che il licenziamento per «giusta causa» non consente il blocco delle rate dei finanziamenti in corso, per cui il lavoratore si trova a dover fronteggiare le difficoltà derivanti dalla perdita occupazionale, incrementate dagli impegni assunti non più assolvibili;

   tale situazione permane anche in presenza di una causa pendente, che potrebbe nel tempo dimostrare la non sussistenza delle motivazioni addotte alla giusta causa, discriminando di fatto il lavoratore che non dovrebbe essere classificato «licenziato per giusta causa» fino ad emissione di sentenza da parte del tribunale del lavoro;

   la durata media dei processi di contenzioso innanzi ai tribunali del lavoro supera la durata della copertura degli ammortizzatori sociali per il lavoratore licenziato;

   le summenzionate criticità assumono carattere generale, estendendosi ed essendo riscontrabili in tutti i settori d'impiego;

   il 13 luglio 1946 nasceva il Ministero della marina mercantile, dotato l'anno successivo di una propria bandiera, il tricolore italiano sormontato dall'emblema della marina mercantile;

   prima dell'istituzione del Ministero, l'amministrazione della Marina mercantile italiana passò da un Ministero all'altro, durante i vari governi che si erano succeduti dalla nascita del Regno d'Italia;

   con legge n. 537 del 1993, venne accorpato formando il Ministero dei trasporti e della navigazione;

   con legge n. 122 del 2010 viene soppresso l'istituto di previdenza per il settore marittimo (Ipsema), un ente pubblico previdenziale che aveva il compito precipuo di assicurare la tutela previdenziale, infortunistica e delle malattie professionali ai soli dipendenti del settore marittimo ed in parte della navigazione aerea;

   successivamente tutte le sue attività confluirono nell'Inail per poi passare all'Inps, gestione che ha creato, per il settore marittimo, forti criticità finanziarie in caso di malattia o infortunio del marittimo, con tempi lunghi nella gestione delle pratiche; mediamente, dall'invio del primo certificato a quelli di prolungamento, prima che al marittimo venga accreditata l'indennità trascorre un lasso di tempo di circa due/tre mesi –:

   se il Governo sia a conoscenza delle problematiche rappresentate e quindi non ritenga opportuno adottare iniziative a tutela dei lavoratori con misure che, prevedendo un circuito virtuoso, favoriscano il reinserimento lavorativo del dipendente licenziato, consentendogli di riprendere nel minor tempo possibile l'attività lavorativa, e al contempo garantiscano la sussistenza dignitosa al lavoratore e alla sua famiglia, con un sistema che tenga in considerazione, oltre al numero dei mesi di retribuzione, anche le criticità legate all'età o ad eventuali patologie, e che valorizzi l'esperienza del lavoratore;

   quali iniziative intendano adottare i Ministri interpellati per tutelare il lavoratore preservandone i diritti fino all'emissione della sentenza definitiva che ne conclami il licenziamento per giusta causa;

   se il Governo non ritenga necessario prevedere iniziative normative di semplificazione dell'iter dei contenziosi in materia di lavoro, al fine di assicurare l'emissione della sentenza nell'arco temporale massimo di 12 mesi equivalente al periodo di copertura degli ammortizzatori sociali;

   se il Governo non ritenga opportuno adottare iniziative per istituire uno specifico ente o un apposito comparto per assicurare la tutela previdenziale ai lavoratori del settore marittimo;

   se il Governo non ritenga identitario per la nostra Repubblica adottare iniziative normative per il ripristino del Ministero della marina mercantile.
(2-00825) «Papiro».

Interrogazione a risposta scritta:


   CUNIAL. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   nell'interrogazione parlamentare n. 4-05739 l'interrogante segnala come l'Italia, nel 2007, abbia sottoscritto un accordo con Gavi, Alleanza per le vaccinazioni fondata da Bill Gates, denominato Amc, dal valore di 499 milioni di euro, legalmente vincolante, con il quale, si impegnava a finanziare l'acquisto di un numero prefissato di dosi del vaccino non ancora disponibile contro il pneumococco, a un prezzo garantito, a condizione che esso venga scoperto, sviluppato, certificato come efficace da un organo scientifico e domandato dai Paesi beneficiari, come ripreso anche da Savethechildren nel 2015;

   Boris Johnson ha sollecitato i leader mondiali a raccogliere 7,4 miliardi di dollari (5,9 miliardi di sterline) per distribuire vaccini contro le malattie infettive nei Paesi poveri nei prossimi 5 anni, che andranno a Gavi, che da oltre 20 anni sviluppa e distribuisce vaccini in alcuni dei Paesi più poveri del mondo per malattie come la malaria, il colera e il morbillo;

   il denaro raccolto sarà utilizzato per immunizzare altri 300 milioni di bambini e prevenire fino a 7 milioni di morti, secondo il dottor Seth Berkley, CEO di Gavi. Ha detto: «Uno degli obiettivi è quello di concentrarsi sul 10 per cento dei bambini che non sono ancora immunizzati, due terzi dei quali si trovano al di sotto della soglia di povertà, spesso in zone di conflitto o baraccopoli urbane»;

   il vertice internazionale sui vaccini del 4 giugno 2020 ha stabilito le basi per far progredire i piani per la distribuzione equa di un vaccino coronavirus e a questo scopo verrà lanciato un nuovo Amc (Advance Market Commitment), inviato all'industria per aumentare il livello del vaccino contro il coronavirus;

   il dott. Seth Berkley, Ceo di Gavi ha altresì dichiarato che «La stima è che questa pandemia costerà al mondo 9 Tn di dollari [...] Il mondo deve cooperare sul vaccino contro il coronavirus poiché se ogni paese ad alto reddito ha sostenuto da solo un singolo vaccino, sta prendendo una scommessa rischiosa. La probabilità a priori di un vaccino che ha successo è di circa il 5 per cento»;

   Bill Gates ha dichiarato alla Bbc che le aziende farmaceutiche hanno collaborato con Gavi per garantire che la produzione di un vaccino venga selezionato in tempi record, concordando che le loro fabbriche ne fabbricheranno uno anche se il vaccino selezionato scelto per la produzione non fosse il loro con l'obiettivo di produrre 1 o 2 miliardi di dosi;

   il 4 giugno 2020 il Presidente del Consiglio ha dichiarato che: «In riconoscimento dei risultati raggiunti finora da GAVI, sono orgoglioso di annunciare i seguenti ulteriori impegni dall'Italia: innanzitutto l'Italia fornirà un ulteriore contributo diretto di 120 milioni di euro per i prossimi 5 anni, con un aumento del 20 per cento rispetto al nostro precedente sostegno. In secondo luogo, riconoscendo il ruolo fondamentale svolto da IFFIm, abbiamo deciso di estendere il nostro contributo allo strumento fino al 2030 con un nuovo impegno di 150 milioni di euro, per un importo totale di 287,5 milioni di euro»;

   secondo diversi scienziati, tra cui il virologo Tarro, il professor Le Foche e il Nobel Montagnier, «il vaccino potrebbe essere del tutto inutile», «questo virus, come gli altri coronavirus conosciuti, tende a spegnersi da solo» e «il virus si estinguerà per via naturale con l'arrivo dell'estate», come testimoniano anche i dati forniti dell'Istituto Superiore di Sanità;

   a parere dell'interrogante ogni risorsa dovrebbe essere dedicata alla risoluzione della situazione economica del Paese causata dalla scelta del Governo di effettuare il lockdown;

   a giudizio dell'interrogante desta forti perplessità poi il fatto che impegni finanziari così rilevanti siano assunti senza alcun previo passaggio parlamentare –:

   sulla base di quali ragioni e presupposti il Governo abbia deciso di impegnare 287,5 milioni di euro per il nuovo Amc date le difficoltà economiche del Paese.
(4-05933)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta orale:


   GIACOMETTO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   Manitalidea, controllante di Manital Società Consortile per i servizi integrati per azioni, a seguito di sentenza dichiarativa dello stato di insolvenza resa dal tribunale di Torino in data 4 febbraio 2020, è entrata nella così detta fase di osservazione propedeutica all'avvio di una procedura di amministrazione straordinaria;

   a seguito di tale sentenza, la gestione della società è stata affidata dal tribunale a commissari giudiziali designati dal Ministero dello sviluppo economico i quali, in ragione dell'incarico conferito, rivestono la qualifica di pubblici ufficiali;

   in data 28 maggio 2020 i commissari giudiziali di cui sopra hanno ricevuto da Consip comunicazione inerente alla volontà di risolvere la convenzione per l'affidamento dei servizi di facility management per immobili adibiti prevalentemente ad uso ufficio, in uso a qualsiasi titolo alle pubbliche amministrazioni, ai sensi dell'articolo 26 della legge n. n. 488 del 1999 e successive modificazioni e integrazioni e dell'articolo 58 della legge n. 388 del 2000 – ID 578 (cd. FM3) Lotti 1, 9 e 12;

   il gruppo Manital si era già visto recentemente escluso sempre da Consip dalle procedure di gare caserme, sanità e beni culturali bandite nel 2014, di cui società controllate dal gruppo Manital erano risultate aggiudicatarie o prime classificate per importanti lotti;

   anche in questi tre casi l'esclusione è stata decisa da Consip dopo il commissariamento da parte del tribunale di Torino;

   la risoluzione di questa convenzione da parte di Consip rischia di mettere a repentaglio ogni tentativo di salvaguardia della società stessa e la fine dell'attività economica per il gruppo Manital comprometterebbe la sussistenza economica di circa 5.000 dipendenti e relative famiglie che fondano i propri indotti sugli stipendi garantiti dal gruppo, per altro ripristinati dal subentro della gestione commissariale, e lo stesso discorso si può applicare ai piani di rientro nell'interesse dei creditori;

   le esclusioni sopra citate sono state tutte assunte da Consip s.p.a. non al tempo in cui erano in carica gli amministratori da quest'ultima ritenuti responsabili, ma successivamente all'avvio della procedura di riordino disposta dal tribunale di Torino, che ha affidato la gestione dell'azienda ai commissari giudiziali;

   la risoluzione della convenzione avvenuta per indicazione dell'amministratore delegato di Consip il 28 maggio 2020 si fonda su circostanze non solo antecedenti alla gestione commissariale, e perciò relativa a problematiche risalenti ad oltre un anno fa, in seguito alle quali per quanto consta all'interrogante, la Consip non ha assunto iniziative e che comunque risultano ad oggi risolte;

   la risoluzione della convenzione è avvenuta da parte di Consip per quanto consta all'interrogante senza alcun confronto, formale o informale, con i commissari giudiziali del gruppo Manital –:

   se i Ministri interrogati deputati da un lato al controllo di Consip e dall'altro alla vigilanza sull'eventuale successiva procedura di amministrazione straordinaria siano a conoscenza di queste ripetute esclusioni da parte della Consip e delle ragioni che le hanno determinate e se non ritengano di dover adottare le iniziative di competenza per evitare conseguenze economiche e sociali disastrose per migliaia di famiglie, in un momento di già grande crisi per l'intero Paese.
(3-01587)

Interrogazione a risposta scritta:


   POTENTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   dopo l'inizio della cosiddetta fase 2, gli uffici dell'Agenzia delle Entrate nel comune di Volterra risultano chiusi e gli utenti, impossibilitati a risolvere le loro pratiche per via telematica, vengono indirizzati presso la sede sita nel comune di Pontedera. Stessa situazione per altri uffici di piccoli comuni come Massa Marittima (Grosseto);

   la stessa amministrazione comunale di Volterra ha preso atto della situazione, comunicando l'impossibilità ad «assicurare, in alcune delle loro sedi, il distanziamento sociale e le condizioni di prevenzione per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e garantire e tutelare la salute di lavoratori ed utenti» attraverso un post pubblicato sulla pagina Facebook del comune;

   la preoccupazione della cittadinanza è quella, oltre al disagio di dover raggiungere la più vicina sede dell'Agenzia sita in Pontedera (Pistoia), di una soppressione della sede territoriale che, alla luce della carenza di personale aggravata a fine anno dal pensionamento di una delle addette rimaste, potrebbe diventare definitiva e non temporaneamente legata all'attuale emergenza sanitaria –:

   quali iniziative intendano adottare per impedire la perdita di un presidio fondamentale per la popolazione di Volterra, anche contro l'evasione fiscale, come quello rappresentato dal locale ufficio dell'Agenzia delle entrate;

   se e quando sarà possibile garantire la riapertura degli sportelli, consentendo all'economia locale di non rinunciare ad un servizio essenziale e di risparmiarsi i costi e le difficoltà degli spostamenti verso Pontedera.
(4-05924)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta orale:


   COLUCCI, TONDO, SANGREGORIO e LUPI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   l'emittente televisiva regionale Primocanale, primario media ligure, sta conducendo un'inchiesta sul totale isolamento della Liguria;

   sono state presentate nella legislatura XVII:

    l'interrogazione n. 4-04194 – giugno 2015 – sul raddoppio ferroviario nella tratta di Andora, l'interrogazione n. 4-04712 – ottobre 2015 – sull'isolamento della Liguria e la mancanza di continuità territoriale, l'interrogazione n. 4-05731 – aprile 2016 – sulla rete autostradale ligure, l'interrogazione n. 4-05883 – aprile 2016 – sul raddoppio ferroviario di Andora, l'interrogazione n. 4-07300 – marzo 2017 – sulla rete autostradale e gli investimenti da parte del concessionario;

   tutte a firma del sen. Maurizio Rossi, a cui non sono mai pervenute risposte da parte del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti;

   il sistema autostradale ligure è al collasso, dopo il crollo del Ponte Morandi, ora ben 36 gallerie a nord, est e ovest sono chiuse per accertamenti e lavori a seguito di una richiesta della magistratura;

   tale situazione determina danni incalcolabili per tutta la Liguria, per il sistema portuale, per gli operatori del mondo dei trasporti, per agenti marittimi, spedizionieri, ma anche per tutto il sistema turistico e quindi per il commercio, per albergatori, ristoratori, negozi, operatori balneari;

   la situazione attuale sta comportando, inoltre, il divieto per i traffici eccezionali di transitare sul sistema autostradale ligure e alcune compagnie stanno abbandonando il porto di Genova in favore di altri scali dove detti traffici possono partire e arrivare;

   le concessionarie autostradali, negli anni passati, hanno applicato ingenti aumenti tariffari, tanto da risultare le più care del Paese con la motivazione della necessità di una costosa manutenzione derivante dalla morfologia dei tracciati (ponti, viadotti e gallerie);

   va rilevato inoltre che la Liguria presenta disagi anche nel sistema ferroviario e aereo, infatti:

   Ferrovie dello Stato, durante l'emergenza COVID-19, ha soppresso l'unico treno Genova-Roma e ritorno, che consentiva di raggiungere la Capitale via Firenze in meno di 4 ore;

   Alitalia ha solo un volo da Genova a Roma alle ore 15 e uno da Roma a Genova alle ore 13, obbligando così chiunque voglia raggiungere Roma da Genova a restare due giorni almeno, anche con ulteriore costo di pernottamento –:

   con riferimento al sistema autostradale ligure, se il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti abbia verificato l'effettiva realizzazione delle manutenzioni previste in concessione e qualora questo non fosse avvenuto, se intenda attivarsi per la programmazione e la realizzazione immediata degli interventi e applicare le sanzioni previste in convenzione;

   se il Governo intenda convocare urgentemente Alitalia e concordare l'aumento del numero dei voli da Genova a Roma e da Roma a Genova;

   se intenda convocare Ferrovie dello Stato e adottare iniziative per ripristinare l'alta velocità Genova-Roma-Genova;

   se ci siano i presupposti per riconoscere alla Liguria la «mancanza di continuità territoriale», attivando le relative risorse.
(3-01586)

Interrogazioni a risposta scritta:


   SALTAMARTINI, CAPARVI e MARCHETTI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   dal 1° giugno 2020 è stata disposta da Anas la chiusura del viadotto Montoro, infrastruttura che insiste sulla strada statale 675 umbro-laziale, meglio nota come raccordo Terni-Orte e parte del tracciato europeo E45;

   Anas ha comunicato che la chiusura al traffico del viadotto si è resa necessaria per garantire la sicurezza della circolazione, in seguito agli approfondimenti tecnici che hanno evidenziato la necessità di un intervento urgente di ripristino strutturale su uno degli elementi del viadotto;

   il tratto di strada interessato consta di soli 210 metri, che risultano però essere di vitale importanza per la circolazione tra le regioni Umbria e Lazio; infatti, se la durata dell'intervento sarà prolungata nel tempo, rappresenterà una problematica seria che avrà conseguenze considerevoli sulla tenuta economica della regione, in particolare per quanto concerne i settori del turismo, dei trasporti e del commercio, già fortemente penalizzati dalla lunga fase di lockdown;

   altro tema importante è quello del raccordo con il porto di Civitavecchia, dopo il sequestro del viadotto Puleto, che ha causato gravissimi disagi nella parte nord della regione Umbria e il mancato completamento della Orte-Civitavecchia; questa nuova interruzione, di fatto isola sempre più Ast-Terni, che vive già un momento travagliato della sua storia e che non sarà certo agevolata nel suo auspicabile rilancio da problemi infrastrutturali di tale gravità;

   la chiusura del tratto in questione sta causando anche notevoli difficoltà ai comuni interessati dalla deviazione del traffico veicolare, in particolare Terni e Narni, tanto in termini di congestione della circolazione stradale, dovuta in particolare al transito dei mezzi pesanti, quanto creando di fatto situazioni di disagio e pericolo per cittadini residenti e lavoratori –:

   quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato per risolvere il problema, quali siano i tempi che Anas stima per realizzare l'intervento necessario a restituire ai cittadini l'importante asse viario e se non ritenga di adottare iniziative per inserire tali lavori nell'elenco delle opere pubbliche da realizzare secondo il modello Genova, consentendo, pur in sicurezza e trasparenza, di abbattere ogni barriera burocratica, velocizzando le procedure e completando i lavori in tempi rapidi.
(4-05925)


   DONZELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   con la determinazione n. 717 del 27 novembre 2019 del comune di Impruneta (Firenze) la dirigente dell'ufficio urbanistica, Paola Trefoloni, procedeva ad aggiudicare in sospensione di efficacia, in attesa della verifica definitiva dei requisiti di partecipazione all'appalto, il servizio di redazione della variante al piano strutturale per la conformazione al Pit (piano di indirizzo territoriale) e del piano operativo corredati della valutazione ambientale strategica, delle indagini idrauliche, geologiche, ambientali e agronomico-forestali all'operatore economico Rti costituendo architetto Silvia Viviani, per un importo finale di euro 72.081,08. L'architetto Viviani, fiorentina, risulta essere anche assessore all'urbanistica del comune di Livorno, oltre che membro del consiglio di amministrazione di Cdp Immobiliare Srl. Sul sito internet dello studio di architettura «ArchLandStudio» di cui è titolare l'assessore all'urbanistica dell'Ente, Lorenzo Vallerini, e specificatamente all'url https://www.archlandvallerini.com/profilo/staff/collaboratori/ è visualizzabile la pagina dal titolo «Collaboratori» nella quale sono elencati tutte le collaborazioni professionali dello studio e tra esse appare, tra gli altri, lo «studio Silvia Viviani Architettura Urbanistica». Emerge quindi l'esistenza di rapporti professionali pregressi tra l'assessore all'urbanistica dell'Ente e l'architetto Silvia Viviani, nonché capogruppo della costituenda Rti aggiudicatrice della redazione della variante al piano strutturale di cui sopra. In virtù dei principi di trasparenza e buon funzionamento della pubblica amministrazione appare necessario chiarire il tipo dei rapporti pregressi intercorrenti tra l'assessore Vallerini e l'architetto Viviani e, specificatamente, se questi possano aver direttamente od indirettamente influenzato l'aggiudicazione della gara d'appalto, e se siano tuttora in essere –:

   se sia a conoscenza dei fatti in premessa;

   se non ritenga di adottare iniziative, per quanto di competenza, anche tramite i servizi ispettivi di finanza pubblica, in ordine al rispetto dei princìpi di trasparenza e buon funzionamento della pubblica amministrazione con riferimento al caso di cui in premessa.
(4-05934)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   LEGNAIOLI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   organi di stampa di questi ultimi giorni riportano la notizia secondo la quale le piogge hanno causato allagamenti, esondazioni, smottamenti e crollo di alberi in numerose zone della provincia di Lucca e Pistoia;

   i comuni più colpiti sarebbero Gallicano, Barga, Fabbriche di Vergemoli, Castelnuovo Garfagnana e Coreglia Anteiminelli: qui tra l'altro, in quest'ultimo, sono segnalate anche alcune famiglie isolate;

   i tecnici della protezione civile insieme alle prefetture, alle province e ai comuni interessati avrebbero svolto sopralluoghi e monitoraggi e, mentre il sindaco di Gallicano ha detto di aver temuto «una catastrofe», quello di Abetone Cutigliano ha parlato di «un disastro» segnalando piste da sci distrutte e strade praticamente cancellate da rami crollati, detriti ed esondazioni;

   sono ingenti i danni all'agricoltura, in particolare sulla montagna pistoiese: è compromessa, per la Coldiretti, la coltivazione della patata e del fieno al Melo, sempre nel comune di Abetone Cutigliano –:

   se non si ritenga opportuno adottare iniziative per sostenere finanziariamente i comuni colpiti con stanziamenti di risorse ad hoc, ovvero promuovere iniziative ed investimenti infrastrutturali per limitare il reiterarsi delle conseguenze derivanti da tali fenomeni atmosferici.
(4-05926)


   CANTALAMESSA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   un'indagine della procura della Repubblica di Napoli, iniziata nel 2019, sul clan camorristico denominato «Alleanza di Secondigliano» ha svelato inquietanti retroscena in merito all'ospedale San Giovanni Bosco di Napoli;

   in particolare, nella relazione redatta dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli si riferiva che l'ospedale San Giovanni Bosco sarebbe diventato nel tempo «la sede sociale dell'Alleanza di Secondigliano»;

   secondo il procuratore capo Giovanni Melillo, gli uomini della camorra «controllavano il funzionamento dell'ospedale dalle assunzioni, agli appalti e alle relazioni sindacali»;

   in seguito all'inchiesta della magistratura, è stata insediata una commissione di accesso sulle infiltrazioni camorristiche nominata dal prefetto di Napoli Carmela Pagano;

   il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, aveva definito l'iniziativa della commissione «una buffonata politico-propagandistica», chiedendo le dimissioni del prefetto;

   secondo quanto riportato da alcuni organi di stampa, alcuni giorni fa la commissione avrebbe concluso il suo lavoro e presentato la relazione al Ministro dell'interno;

   secondo le prime indiscrezioni riportate da alcuni quotidiani, il Ministro Lamorgese avrebbe già deciso il commissariamento dell'azienda ospedaliera campana Asl Napoli 1, sulla scorta di quanto contenuto nella relazione presentata dalla Commissione di accesso;

   con una nota stampa, il Viminale ha smentito tale ricostruzione dei giornali e ha dichiarato che «nessuna decisione è stata assunta, fino ad ora, dal Ministro dell'interno in merito alla proposta di scioglimento della Asl Napoli 1», e che sarebbe ancora in corso al Viminale la fase istruttoria affidata agli uffici competenti;

   inoltre, si è precisato che, a seguito dell'entrata in vigore del decreto-legge n. 18 del 2020, che ha rimodulato i termini di tutti i procedimenti ex articolo 143 del Testo unico degli enti locali, il Ministro dovrà eventualmente formulare la proposta al Consiglio dei ministri entro il prossimo mese di dicembre;

   la Asl Napoli 1 è l'azienda ospedaliera più grande del sud Italia;

   i cittadini campani meritano al più presto una risposta sulle sorti dell'azienda ospedaliera e chiarimenti sulla gestione della sanità regionale da parte dell'attuale Governatore –:

   in relazione a quanto esposto in premessa, in che modo il Governo intenda procedere, per quanto di competenza, in merito alla vicenda suesposta e, in particolar modo, quali tempistiche si prevedano per assicurare al più presto una decisione circa il commissariamento della Asl Napoli 1.
(4-05930)

ISTRUZIONE

Interrogazioni a risposta scritta:


   NITTI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   il decreto dipartimentale del Ministero dell'istruzione n. 497, rubricato «Procedura straordinaria per esami finalizzata all'accesso ai percorsi di abilitazione all'insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado su posto comune», è stato emanato il 21 aprile 2020 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 28 aprile 2020;

   con il decreto dipartimentale n. 497 viene bandita la procedura straordinaria per esami finalizzata all'accesso ai percorsi di abilitazione all'insegnamento sulle classi di concorso della scuola secondaria di primo e di secondo grado;

   all'articolo 7, comma 1, del decreto dipartimentale si statuisce che «la commissione preposta alla procedura, unica per ogni USR, è presieduta da un professore universitario o da un dirigente tecnico o da un dirigente scolastico ed è composta da due docenti»;

   all'articolo 7, comma 2, del decreto dipartimentale del Ministero dell'istruzione n. 497 si statuisce che «I docenti delle istituzioni scolastiche statali che aspirano ad essere nominati componenti delle commissioni di cui al presente decreto devono essere docenti confermati in ruolo, con almeno cinque anni di servizio, ivi compreso il preruolo, prestato nelle istituzioni del sistema educativo di istruzione e formazione. I docenti AFAM che aspirano ad essere nominati componenti delle commissioni giudicatrici devono aver prestato servizio nel ruolo per almeno cinque anni»;

   il parere del Consiglio superiore della pubblica istruzione (Cspi), reso in data 6 aprile 2020 sullo schema di decreto richiedeva specificamente che, all'articolo 7, comma 1, il Ministero rivedesse il contenuto dello schema di decreto, ritenendo che dovesse «essere data la possibilità anche ai docenti AFAM di svolgere l'incarico di presidente per le classi di concorso attinenti al settore artistico con riferimento alla disciplina di titolarità»;

   tra le premesse poste nel preambolo del decreto dipartimentale n. 497, si specifica come si ritenga di «non accogliere la richiesta del CSPI (...) in quanto i suddetti docenti non possono ritenersi equiparati alle categorie che, secondo la normativa vigente, possono ricoprire le funzioni di presidente di commissione»;

   nella suddetta premessa il capo dipartimento del Ministero non specifica a quale normativa vigente egli faccia riferimento;

   per il bando per il concorso 2018 riservato ai docenti in possesso di abilitazione, il decreto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca esplicitava come le commissioni di valutazione dei concorsi potessero essere presiedute da un professore universitario o da un direttore di una istituzione Afam o da un dirigente tecnico o da un dirigente scolastico;

   parimenti, nel decreto dipartimentale del Ministero dell'istruzione n. 510 per l'immissione in ruolo di personale docente della scuola secondaria di primo e secondo grado e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 28 aprile 2020, all'articolo 8, comma 3, si prevede che «i presidenti delle commissioni di valutazione per l'accesso ai ruoli delle classi di concorso A57, A58 e A59, sono scelti tra i dirigenti scolastici degli istituti ove sia attivato un percorso di liceo musicale e coreutico ad indirizzo coreutico, ovvero tra i professori dell'Accademia Nazionale di Danza»;

   risulta ingiustificato e smentito dalle normative di pari grado citate in premessa il fatto che non venga riconosciuto ai docenti Afam il diritto di essere presidenti di commissione per le classi di concorso attinenti alle discipline artistiche e musicali, anche in considerazione del fatto che agli stessi viene invece concessa la facoltà di ricoprire il ruolo di commissari –:

   se non ritenga opportuno adottare iniziative per modificare l'articolo 7, comma 1, del decreto dipartimentale in questione, riconoscendo anche ai docenti del comparto Afam la possibilità di presiedere le commissioni giudicatrici;

   sulla base di quale normativa vigente sia stato ritenuto di non consentire ai docenti Afam di svolgere l'incarico di presidente per le classi di concorso attinenti al settore artistico e musicale.
(4-05928)


   CUNIAL. — Al Ministro dell'istruzione, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 31 maggio 2020 è apparso sul quotidiano online Rassegnastampa2.0, un articolo dal titolo provocatorio, ma che ha posto una questione importante «regole per la scuola: tso per bambini senza interpellare i genitori?»;

   nell'articolo viene denunciato un possibile ricorso improprio ad un Aso accertamento sanitario obbligatorio) per i bambini che frequenteranno a settembre la ripresa delle lezioni;

   l'Aso è una procedura legale, valida in tutta Italia, che consiste nel visitare un paziente con problemi psichici critici che non accetti di sottoporsi volontariamente ad una visita medica. Per ottenere l'A.s.o. è necessario un certificato medico, rilasciato o dal medico di famiglia o dall'ufficio di igiene mentale; inoltre, per attivare l'A.s.o., sia nei casi urgenti (entro 2 giorni) sia in quelli non urgenti (al massimo 7 giorni) è necessaria una ordinanza del sindaco, che viene emessa solamente dopo la consegna del certificato medico;

   nella procedura COVID-19 dell'istituto Enrico Fermi di Aversa, citata nel suddetto articolo, emanata il 29 febbraio 2020, in ottemperanza della direttiva 1/2020 del Ministro per la pubblica amministrazione, viene scritto che: «Nel caso in cui un alunno dovesse manifestare i sintomi di cui al punto 1 nei locali della scuola, durante l'orario scolastico, l'insegnante presente dovrà chiudere le porte dell'aula, chiamare immediatamente il 112 o il 1500 e ricevere le relative istruzioni. I presenti dovranno permanere all'interno dell'aula fino a che gli operatori non avranno dato tutte le istruzioni del caso. L'insegnante potrà nel frattempo avvisare colleghi o personale, evitando di entrare direttamente in contatto con altre persone della scuola» senza mai riportare in nessuna parte del testo, una interazione con i genitori del bambino;

   inoltre, la previsione introdotta dall'istituto Fermi, ad avviso dell'interrogante, non trova copertura normativa nella direttiva citata;

   l'interrogante, consapevole che ciò non costituisce Aso, rimane in ogni caso fortemente dubbioso sulla previsione di un intervento di accertamento sanitario senza il coinvolgimento dei genitori del bambino;

   il 21 maggio 2020, il Coordinamento internazionale associazioni per la tutela dei diritti dei minori (C.i.a.t.d.m.) insieme a molte altre associazioni e numerosi esponenti del mondo accademico, scientifico ed intellettuale, ha chiesto al Ministro dell'istruzione, al Ministro della salute e al presidente della Fimp (Federazione italiana medici pediatri) spiegazioni in merito all'obbligo dell'uso di mascherine per la popolazione pediatrica al rientro a scuola a settembre, dato che non è sostenuto da alcuna valida argomentazione scientifica;

   nel rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità COVID-19 nr. 25/2020, a pagina 4, viene riportata in tabella come sulle mascherine il SARS-COV-2 possa resistere infettivo dai 4 ai 7 giorni, rappresentando quindi, in caso di manipolazione da parte di un soggetto infetto, un evidente veicolo di contagio;

   sul punto si è espresso anche il dottor Antonio Lazzarino, epidemiologo presso l'University College London, con un articolo sul British medical Journal dal titolo «Covid-19: Importanti potenziali effetti collaterali dell'uso delle maschere da tenere a mente» ponendo all'attenzione le complesse interazioni che potrebbero benissimo operare tra effetti positivi e negativi dell'uso di maschere chirurgiche a livello di popolazione;

   con lo studio dell'11 aprile 2020 «Cluster della malattia di coronavirus 2019 (COVID-19) nelle Alpi francesi, 2020» si dimostra che un bambino infetto non ha trasmesso la malattia nonostante strette interazioni all'interno delle scuole –:

   se sia corretto l'operato dell'istituto Fermi e se il Governo abbia contezza di come e di quanti istituti hanno gestito l'emergenza secondo procedure similari;

   se non si intenda prendere in considerazione l'appello del Coordinamento internazionale associazioni per la tutela dei diritti dei minori (Ciatdm) per evitare inutili traumi ai bambini in età pediatrica al rientro a scuola a settembre.
(4-05932)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta scritta:


   LEGNAIOLI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   organi di stampa di mercoledì 3 giugno 2020 riportano la notizia secondo cui secondo l'Istat ad aprile 2020 registrerebbe una marcata diminuzione dell'occupazione rispetto al mese precedente e che si rafforza il calo delle persone non occupate in cerca di lavoro già registrato a marzo, con una ulteriore forte crescita dell'inattività;

   secondo il celebre istituto, la diminuzione dell'occupazione (-1,2 per cento pari a -274 mila unità) è generalizzata: coinvolge donne (-1,5 per cento) pari a -143 mila), uomini (-1,0 per cento pari a -131 mila), dipendenti (-1,1 per cento pari a -205 mila), indipendenti (-1,3 per cento pari a -69 mila) e tutte le classi di età;

   l'occupazione ha registrato nei mesi di marzo ed aprile 2020 un calo complessivo di 400 mila occupati –:

   quale sia l'orientamento del Ministro interrogato sulla situazione del mondo del lavoro riportata dall'Istat e quali iniziative il Governo intenda adottare per tutelare i livelli occupazionali attualmente esistenti ovvero, per sostenere le politiche del lavoro, al fine di supportare una ripresa del tasso complessivo dell'occupazione.
(4-05927)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:


   VIVIANI, MANZATO, BUBISUTTI, GASTALDI, GOLINELLI, LIUNI, LOLINI, LOSS e PATASSINI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   la pesca del tonno rosso costituisce una preziosa fonte di reddito per la pesca italiana. Il tonno rosso, infatti, ha un valore commerciale elevatissimo e anche pochi esemplari catturati rappresentano per i pescatori una possibilità di reddito e occupazione spesso di vitale importanza. Per questo le comunità marinare e i pescatori tutti vanno protetti con ogni mezzo, pur di assicurare esperienza, tradizione e lavoro;

   l'emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 ha causato, sin dall'inizio, un drastico calo dei consumi di pesce fresco soprattutto dovuto alla chiusura di attività del canale Ho.re.ca., come ristoranti e hotel, e anche per le modificate abitudini dei consumatori che hanno privilegiato, e tuttora privilegiano, l'acquisto di generi alimentari a lunga conservazione o a lunga scadenza; consumi che, anche con la «fase 2», non sono ancora tornati alla normalità;

   nel nostro Paese sussiste un problema di equa distribuzione delle quote tra i soggetti già autorizzati, oltre ad un problema di apertura a quelle realtà che si sono viste togliere l'accesso a tali risorse da norme che di fatto hanno escluso tanti piccoli pescatori artigianali; lo scorso anno, invece, grazie ad un decreto del sottosegretario pro tempore Manzato, si era iniziato un percorso a favore della pesca artigianale, aumentando di 80 tonnellate la quota riservata alla pesca accidentale (by-catch) di tonni per valorizzare le potenzialità della piccola pesca costiera;

   in questo periodo di emergenza il mercato estero legato al tonno rosso non ha più uno sbocco commerciale dovuto alle restrizioni e al calo dei consumi e il pescato; quindi, non si riesce più a stoccarlo nella maniera adeguata;

   la campagna 2020 al tonno rosso è già iniziata, con nuove regole europee che vietano la possibilità di trasferire le quote per gli allevamenti fra Italia e Malta;

   la decisione della Commissione europea è arrivata con accordi commerciali già chiusi per il trasferimento nelle gabbie maltesi di ben 2.900 tonnellate di tonno rosso italiane derivanti dalle quote di catture assegnata all'Italia;

   motivo per il quale i pescatori italiani sono obbligati a stipulare accordi commerciali con Malta, perché in Italia, fino allo scorso anno, quando il sottosegretario pro tempore Manzato convocò un tavolo con gli addetti del settore, non si è mai fortemente voluta la creazione di una filiera italiana del tonno rosso, una filiera di qualità per poter competere sul mercato internazionale;

   il progetto prospettato al tavolo era quello di una filiera completa che avrebbe dato all'Italia la possibilità di non stipulare più accordi con gli allevamenti esteri, ma avrebbe permesso di allevare e vendere in Italia, un progetto industriale che avrebbe valorizzato il prodotto, il made in Italy e la capacità di mantenere ricchezza nel territorio;

   a causa della gestione delle quote che ha spinto alla delocalizzazione della filiera, la creazione di una filiera 100 per cento italiana del tonno rosso sarebbe un sostegno importante alle marinerie nazionali e, contestualmente, un'opportunità per gli italiani di portare pescato locale sulle proprie tavole, facendo conoscere un prodotto di grandissima qualità fino adesso poco accessibile dalla popolazione –:

   se intenda convocare un tavolo di filiera che coinvolga tutti gli operatori del settore della pesca al tonno rosso nonché continuare sul percorso, già avviato, di creare una filiera 100 per cento italiana, una filiera made in Italy, con l'obiettivo di far rimanere in Italia gran parte di questo valore aggiunto, attraverso investimenti importanti e maggiore occupazione giovanile, visto che l'80 per cento del tonno rosso pescato viene portato all'estero.
(4-05923)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   VERINI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   in data 25 marzo 2020 la regione Umbria, come riportato anche dagli organi di stampa locale e nazionale, risulta avere autorizzato, senza avviso pubblico e senza alcuna procedura di gara, l'acquisto di 15.000 kit «pungidito» per screen Test COVID-19, per un importo pari a 292.800 euro, da una ditta di Città di Castello (PG), la V.I.M. G. Ottaviani Spa, che dichiara di essere fornitrice esclusiva in ambito europeo di una tipologia di Test Coronavirus COVID-19 (Codice Prodotto: INCP-402S) prodotto dalla Screnn Italia di Torgiano (PG);

   l'impegno economico affrontato dalla regione Umbria è stato significativo e anche al di sopra del prezzo pagato da altre regioni per la stessa tipologia di test;

   prima dell'acquisto, i suddetti kit risultano essere stati sperimentati dall'istituto di microbiologia dell'Università di Perugia solo su 2 pazienti sui quali hanno evidenziato una scarsa affidabilità, tant'è che dalle stesse autorità sanitarie è stato affermato che il richiamato test in alcun modo avrebbe potuto essere usato per lo screening di contatti asintomatici o sanitari esposti e che un tale approccio sarebbe potuto risultare, addirittura, pericoloso;

   gli organi di informazione locale hanno, inoltre, dato notizia che la procura regionale della Corte dei conti ha aperto in proposito un'inchiesta delegando il nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza a svolgere le attività di indagine;

   su tutta la vicenda permangono dubbi e molti elementi da chiarire, in particolare per l'utilizzo di risorse pubbliche destinate alle richiamate dotazioni, tenuto conto che, a quanto consta all'interrogante, a seguito di una seconda sperimentazione effettuata sempre dall'università degli studi di Perugia su un campione molto più ampio di quasi 1.200 pazienti, i kit si sono rivelati, oltre che scarsamente efficaci, anche non coerenti con le indicazioni tecniche riportate nei relativi «bugiardini» quanto ai livelli di sensibilità e specificità del test –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e, nel rispetto delle iniziative assunte dagli organi di controllo e per quanto di competenza, quali iniziative intenda assumere per una verifica delle modalità di produzione, certificazione e acquisizione delle richiamate dotazioni e quali ulteriori iniziative intenda mettere in atto per rafforzare l'azione di coordinamento per una omogeneità delle prestazioni a tutela del Servizio sanitario nazionale, sottraendo il reperimento dei kit e dei tamponi ad azioni speculative.
(5-04089)

Interrogazioni a risposta scritta:


   CASSINELLI e BAGNASCO. — Al Ministro della salute, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   la questione legata al cosiddetto «coronavirus» che ha avuto origine in Cina sta allarmando la popolazione anche in Italia a causa di autentiche fake news, viralizzate attraverso i social network, notizie false fuori controllo che possono mettere a repentaglio anche i rapporti diplomatici con il Paese asiatico;

   fra le fake news, quelle sui vaccini sono di gran lunga le più condivise;

   numerose sono le fake news anche su altre politiche di prevenzione particolarmente sensibili quali gli screening oncologici;

   la disinformazione incrementa il ritardo nella diagnosi e l'insorgere di un maggior numero di patologie croniche e acute con un aumento sensibile dei costi;

   il progetto «La Salute un bene da difendere, un diritto da promuovere», un progetto di advocacy coordinato da Salute donna onlus, ha prodotto un documento in 15 punti chiamato «Accordo di legislatura» dedicato alla miglior presa in carico e cura del paziente oncologico;

   nel corso del 2019 l'Accordo di legislatura è stato condiviso all'unanimità attraverso atti di indirizzo politico sia dalla Camera che dal Senato;

   uno dei punti dell'accordo menziona la lotta alle fake news;

   il lavoro fin qui svolto dall'Istituto superiore di sanità con la creazione del portale «issalute.it» dedicato alla lotta alle fake news in materia sanitaria non ha raggiunto risultati apprezzabili a causa della scarsa visibilità sui mezzi di comunicazione di massa e sui social network;

   famiglie e pazienti sono le principali vittime di queste notizie manipolative –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare il Governo oltre all'annunciato impegno di una sala operativa 24 ore su 24 e di un numero verde da chiamare per qualsiasi dubbio, al fine di convocare al più presto un tavolo di confronto con i responsabili dei principali social network, delle società scientifiche e delle associazioni dei pazienti per valutare la creazione di una task force contro le fake news in sanità volta a eliminare notizie false a salvaguardia della salute pubblica e dei costi per la collettività.
(4-05922)


   MOLINARI. — Al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   com'è noto, da alcuni mesi a questa parte, sono disponibili nei laboratori privati a pagamento e vengono utilizzati anche pubblicamente, in aderenza allo studio epidemiologico proposto dal Ministero della salute, i cosiddetti test sierologici per la rilevazione di anticorpi contro il nuovo coronavirus;

   si rammenta che i test sierologici, a differenza dell'ormai famoso tampone naso-faringeo, sono esami che non garantiscono un risultato utile a fini diagnostici in quanto la relativa risposta non indica la positività o la negatività del soggetto alla data del prelievo, bensì dice – su un piano del tutto differente – se la persona che si è sottoposta all'analisi stessa è entrata in contatto con il virus e ha sviluppato una risposta immunitaria avverso di esso;

   in altri termini, mentre i primi test forniscono una «istantanea», una diagnosi, sull'infezione, i secondi raccontano la storia del paziente e vengono, quindi, utilizzati principalmente con finalità epidemiologiche (non diagnostiche), così da meglio comprendere la diffusione del virus nella popolazione e fornire le informazioni necessarie per lo sviluppo di mirate strategie di contenimento;

   le differenze tra le due tipologie di test sono abbastanza chiare; non sono chiare, invece, le procedure che devono essere seguite nel momento in cui un soggetto che decide di sottoporsi al test sierologico ottenga da esso una risposta positiva che rilevi, cioè, la presenza degli anticorpi contro il coronavirus;

   a quanto costa, la persona che ottiene un risultato positivo entra in una sorta di «limbo» sanitario; viene sottoposta ad isolamento fiduciario e ritorna libera solamente se la risposta al successivo esame diagnostico restituisce un esito negativo;

   senonché, a seconda della regione e del carico dei relativi laboratori di analisi, tra il primo e il secondo esame possono passare anche più di sette giorni, nel corso dei quali il soggetto che si è sottoposto al test sierologico rimane in isolamento e impossibilitato a recarsi a lavoro, pur non essendo certificato e certificabile come malato dai medici di famiglia;

   da questo limbo temporale tra un test e l'altro è scaturita una forte contrapposizione tra categorie: alcune organizzazioni sindacali hanno accusato apertamente i medici di famiglia per il mancato rilascio dei certificati di malattia, senza peraltro considerare che tali certificati non possono essere materialmente emessi dai medici in questione perché un certificato si basa su una diagnosi e una diagnosi da Covid-19 non può essere effettuata se non si è prima effettuato un esame, appunto detto, diagnostico;

   in tale contesto, appare evidente la necessità di un intervento chiarificatore che tuteli adeguatamente, oltre alla posizione dei lavoratori, anche quella dei medici di famiglia che, dopo l'immenso contributo dato alla comunità nelle prime e più delicate fasi dell'emergenza, con oltre cinquanta deceduti tra le proprie fila, si vedono adesso attaccati in maniera del tutto paradossale, ingiusta e infondata per la mancata emissione di certificati non rilasciabili sulla base della normativa vigente –:

   quali iniziative, indicazioni e protocolli il Governo abbia adottato ovvero intenda adottare al fine di risolvere prontamente la problematica esposta in premessa e tutelare adeguatamente la posizione dei lavoratori che si sottopongono ai test sierologici e dei medici di famiglia ai quali i lavoratori stessi si rivolgono per ottenere le certificazioni in caso di esito positivo.
(4-05929)


   CUNIAL. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'autopsia è un esame medico dettagliato e attento del corpo e dei relativi organi della persona dopo la morte per stabilirne le cause, le modalità e i mezzi che l'hanno causata;

   l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel documento del 2 marzo 2020 «Test di laboratorio per la malattia di coronavirus 2019 (COVID-19) in sospetti casi umani» chiedeva che, in caso di morte, venisse disposta l'autopsia del tessuto polmonare e che, comunque, per una diagnosi corretta fosse necessario prelevare da pazienti e contatti sintomatici, diversi tipi di campioni come le feci, il sangue intero e l'urina;

   il Ministero della salute con circolare dell'8 aprile 2020 e del 2 maggio 2020: «Indicazioni emergenziali connesse ad epidemia COVID-19 riguardanti il settore funebre, cimiteriale e di cremazione», ordinava che «per l'intero periodo della fase emergenziale non si dovrebbe procedere all'esecuzione di autopsie o riscontri diagnostici nei casi conclamati di COVID-19, sia se deceduti in corso di ricovero presso un reparto ospedaliero sia se deceduti presso il proprio domicilio»;

   in Germania il Professor Dr. Uke Klaus Püschel, direttore dell'University Medical Center Hamburg-Eppendorf (UKE), ha eseguito 192 autopsie, riscontrando che il virus SARS-CoV-2 sembra portare alla formazione di coaguli di sangue (trombi) nelle vene, che entrano nei grandi vasi polmonari come embolia polmonare e possono portare a insufficienza cardiovascolare acuta, suggerendo che i pazienti che hanno scoperto di avere il virus potrebbero essere trattati preventivamente con fluidificanti del sangue in futuro;

   in Svizzera il professor Alexandar Tzankov dall'ospedale universitario di Basilea, facendo 41 autopsie, giunse alla stessa conclusione di Püschel ad Amburgo affermando che: «pochissimi avevano la polmonite» Piuttosto, al microscopio, Tzankov ha riscontrato un grave disturbo nella microcircolazione nei polmoni. Il flusso di globuli rossi ai polmoni smette di funzionare; l'offerta di ossigeno collassava;

   un gruppo di ricerca guidato dal medico di New York Behnood Bikdeli aveva già sottolineato il considerevole rischio di trombosi in COVID-19 pazienti nella rivista «Journal of The American College of Cardiology» dichiarando «ho visto centinaia di coaguli di sangue nella mia carriera, ma non ho mai visto così tanti casi estremi anormali» e ancora che «SARS-COV-2» è un termine improprio perché COVID-19 è un'infezione sistemica che colpisce più organi, non solo i polmoni;

   anche alcuni medici ricercatori italiani, già il 22 aprile 2020, hanno riferito in uno studio incompleto delle autopsie di 38 pazienti deceduti di COVID-19: «I nostri dati supportano fortemente l'ipotesi di recenti studi clinici secondo cui COVID-19 è complicato da disturbi della coagulazione del sangue e trombosi o strettamente correlato». I ricercatori avevano trovato trombi in 33 dei 38 pazienti esaminati;

   il 27 aprile 2020, il dottor Alessandro Buonsignore, presidente dell'Ordine dei medici della Liguria ha denunciato una pratica del tutto italiana che desta particolare perplessità sulla gestione, anche statistica, dei morti da COVID-19, dichiarando che: «in Italia si sia deciso di inserire nel numero di decessi da Coronavirus, tutti i casi di coloro che sono stati scoperti positivi al COVID-19, durante la propria vita o addirittura nel post-mortem. [...] azzerando quella che è la mortalità per qualsiasi patologia naturale che sarebbe occorsa anche in assenza del virus. Lo dico con cognizione di causa, lavorando nell'Istituto di Medicina Legale dell'Università di Genova, dove abbiamo contezza che all'obitorio comunale di Genova, i decessi per patologie non-COVID-19 sono praticamente scomparsi»;

   dal rapporto COVID-19 dell'Istituto superiore di sanità del 28 maggio 2020 il dato dei morti con 0 patologie pregresse per i quali è stato possibile visionare la cartella clinica, è pari a 131 su un campione totale di deceduti pari a 31.851 –:

   per quale ragione il Ministero della salute abbia disposto il divieto delle autopsie durante l'emergenza.
(4-05931)

SVILUPPO ECONOMICO

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

   il settore turistico-ricettivo rappresenta una delle più importanti voci nell'economia della Basilicata e l'area del Metapontino risulta essere uno dei maggiori centri turistici dell'intera regione grazie alle sue spiagge incontaminate e alla sua vicinanza con la città di Matera, patrimonio mondiale dell'Unesco e capitale della cultura 2019;

   nell'ambito del progetto Cipe – Consorzio Costa d'Oro, il Metapontino a partire dagli anni 2000 ha ricevuto finanziamenti, al fine di realizzare diversi porti turistici sulle proprie coste;

   tra i destinatari dei finanziamenti ricevuti rientrava anche la società Marinagri s.p.a., che ha realizzato presso il comune di Policoro (Matera), il centro turistico ecologico integrato Marinagri, il quale prevedeva un porto turistico, abitazioni residenziali, hotel e relative attività ricettive e commerciali;

   durante la fase di realizzazione, l'opera è stata più volte interrotta a causa del sequestro preventivo d'urgenza disposto dalla procura della Repubblica nell'inchiesta «Toghe lucane», sequestro che ha comportato la sospensione dei lavori e il ritardo nell'avvio delle attività del centro turistico, con gravi ripercussioni economiche ed occupazionali nei confronti delle imprese che hanno investito ingenti risorse nella realizzazione del progetto;

   tutti i soggetti coinvolti nell'inchiesta «Toghe lucane» in seguito sono risultati assolti con formula piena, ma nonostante ciò a causa dell'inchiesta la società Marinagri, che gestisce l'omonimo villaggio turistico, è andata in crisi economica e ha potuto completare solo un terzo del progetto originario;

   nei giorni scorsi il tribunale di Matera si è espresso accogliendo l'istanza di fallimento avanzata dal principale creditore bancario e da una decina di piccoli creditori dichiarando il fallimento della società Marinagri s.p.a.;

   da quanto si apprende da alcuni organi di stampa i debiti accumulati dalla società sarebbero molto di più rispetto ai 25 milioni di euro avanzati dai creditori e ai 6,5 milioni di euro avanzati dall'erario, oggetto della sentenza di fallimento;

   il fallimento della società Marinagri s.p.a. risulta essere un duro colpo per l'intera economia del metapontino, sia per i lavoratori del porto turistico che per le aziende che avevano investito nella realizzazione del progetto;

   il fallimento della società Marinagri avviene in un momento drammatico per il Paese e, in particolare, per il sud Italia a cause dell'emergenza sanitaria dovuta al COVID-19; inoltre, i recenti decreti emanati dal Governo prevedevano il divieto temporaneo di dichiarare il fallimento di qualsiasi società indipendentemente dalle valutazioni sullo stato dell'azienda;

   il fallimento della società mette a serio rischio il grave problema di erosione costiera che si sta verificando lungo le coste del metapontino e della città di Policoro, in quanto la società era responsabile della manutenzione dell'area di sedime del porto e delle aree limitrofe vicino la foce del fiume Agri;

   in conseguenza al fallimento della società vi sarà un serio rischio di un abbandono delle strutture oggi esistenti che provocherà gravi danni ambientali a tutto l'ecosistema, naturale e artificiale, circostante –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere al fine di trovare una soluzione alle problematiche esposte in premessa, con lo scopo di tutelare l'occupazione dei lavoratori e delle aziende coinvolte nel progetto e per rilanciare un'opera strategica per l'intera regione Basilicata.
(2-00826) «Rospi, Zennaro, Nitti, Schullian».

Apposizione di una firma ad una mozione.

  La mozione Meloni e altri n. 1-00274, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 30 ottobre 2019, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Rotelli.

Apposizione di una firma ad una interpellanza.

  L'interpellanza Serritella n. 2-00504, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 30 settembre 2019, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata Di Lauro.

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Baldelli e altri n. 5-04083, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 5 giugno 2020, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata Zanella.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta in Commissione Paita n. 5-04028 del 25 maggio 2020.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta in Commissione Cassinelli e Bagnasco n. 5-03474 del 3 febbraio 2020 in interrogazione a risposta scritta n. 4-05922.