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La seduta comincia alle 14,50.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame della proposta di relazione conclusiva. Comunico di aver sottoposto all'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione odierna, una proposta di relazione conclusiva da me elaborata.
Su tale testo ha convenuto l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, con il dissenso dell'on. Burtone.
Sottopongo, quindi, alla Commissione plenaria tale testo per la sua definitiva approvazione, ai sensi dell'articolo 2, comma 6 della delibera istitutiva della Commissione, previe eventuali dichiarazioni di voto.
Constato che non sono state proposte modifiche al testo in esame.
Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per dichiarazione di voto.
MASSIMO POLLEDRI. Presidente, credo che sia opportuno spendere due parole non retoriche ma di apprezzamento sull'operato della Commissione e un voto positivo sul documento conclusivo. Ahinoi, avremmo voluto fare di più. Avevamo programmato altre missioni, ad esempio nella regione Emilia-Romagna, ma non abbiamo avuto possibilità di svolgerle.
Abbiamo avuto anche un problema di fondi, però ricordo che agli inizi alcune situazioni sono state esaminate da vicino, per esempio la situazione della regione Calabria. Non ci siamo limitati alla conoscenza delle carte, ma abbiamo aggiunto quella preziosa attraverso le missioni.
Voglio ringraziare i colleghi che hanno dato il proprio contributo, in particolare sui punti nascita, sulla questione delle carceri e su alcune situazioni, soprattutto quella della ASL di Massa che è stata particolarmente approfondita e che ha portato questa Commissione a un'opera importante di verità e in quanto tale, indirettamente, anche di moralizzazione della politica.
Questa Commissione, appena istituita, ha costituito un raccordo tra l'esigenza del cittadino di maggiore informazione e di maggior correttezza e le responsabilità della parte politico-amministrativa delle regioni. Mi sembra che, a parte qualche caso - in parte la regione Toscana - abbiamo avuto sempre una grande collaborazione da parte delle regioni, che ci hanno fornito materiale. Sui conti, c'è stata una grande capacità di analisi, anche per merito dei nostri consulenti, che voglio ringraziare.
È stata un'opera che, nella prassi quotidiana della politica, non ha fatto rumore, come la caduta di un albero, ma è servita, secondo me, alla crescita di una foresta. Diciamo sempre, però, che i cattivi esempi di malasanità nulla devono togliere ai grandi esempi di buona volontà e di virtù che contraddistinguono l'operare dei politici, ma anche e soprattutto dei tecnici e dei medici.
Credo che in questa relazione forse si sarebbe dovuto esprimere un plauso per la parte sanitaria che ha operato bene, ma lo esprimiamo nella dichiarazione di voto.
Annuncio il voto favorevole della Lega Nord.
CARMINE SANTO PATARINO. Signor presidente, credo che quello svolto in tutti questi anni dalla Commissione sia un lavoro interessante e importante, che ha messo il Parlamento in condizione di avere notizie davvero utili.
Mi auguro che per la prossima legislatura non ci sia il «doppione». In questa legislatura, abbiamo lavorato noi, come Commissione della Camera, mentre un'altra ha lavorato al Senato, e si è registrata qualche volta una distonia tra le due. È necessario, invece, data la delicatezza del lavoro svolto da entrambe, che vi sia un'unica Commissione bicamerale che affronti le diverse questioni riguardanti la sanità nel suo complesso: del nord, del centro e del sud. Infatti, anche attraverso il lavoro che noi abbiamo fatto in questa Commissione, abbiamo potuto rilevare come ci siano diverse sanità in Italia. Non basta soltanto rilevare gli sprechi e gli errori, ma è necessario intervenire perché essi non si ripetano.
A mio modo di vedere, l'unica soluzione possibile è tornare a un Ministero della salute, eliminando queste situazioni, con sanità diverse a seconda della regione, con cittadini talvolta costretti a durissimi viaggi della speranza perché nella propria regione non trovano i servizi e le prestazioni giuste.
È necessario, quindi, che la proposta di legge che abbiamo presentato venga ripresa e portata avanti nella prossima legislatura, perché finalmente si torni ad avere un unico ministero che si preoccupi della sanità in tutta Italia e non affidi alle regioni il compito di definire una sanità diversa dall'altra.
Tuttavia, grazie anche al lavoro fatto dai colleghi e dai due presidenti che si sono succeduti, possiamo dire di essere soddisfatti e che il lavoro che noi consegneremo al Parlamento potrà essere utile per coloro che verranno successivamente.
Il nostro voto è favorevole.
FRANCESCO NUCARA. Signor presidente, non trovo cenno nella relazione alla situazione sanitaria calabrese, che è tra le più disastrate d'Europa, non solo d'Italia. Se ne parla, invece, in questa aggiunta al documento generale. Credo che sia un'appendice o un'integrazione, non ho ben capito.
Leggiamo che la Calabria è la regione messa peggio in assoluto, al di là della popolazione, soprattutto per quanto riguarda gli errori sanitari: 87 errori sanitari, di cui 71 con decesso, a fronte di una popolazione di 2 milioni di abitanti (rispetto ai quasi 10 milioni della Lombardia).
Mi rendo conto che la fine della legislatura è stata anticipata di qualche mese, però riguardo alla Calabria sarebbe stato opportuno soprattutto approfondire il problema degli errori sanitari, oltre al rientro del debito. Gli errori sanitari in Calabria sono una circostanza veramente indegna di un Paese civile.
Probabilmente avremmo dovuto approfondire anche i motivi degli errori sanitari, che non sono soltanto causati dal medico incompetente, ma legati anche alla struttura organizzativa sanitaria della Calabria. Per quello che posso saperne, essendo originario di quella regione, in Calabria ci sono medici bravi, però l'organizzazione sanitaria nel suo complesso è tale da portare ai decessi e a una malasanità complessiva, che va al di là del rientro del debito.
Forse questa Commissione - anche con la mia corresponsabilità - ha approfondito poco l'organizzazione sanitaria calabrese. Ad esempio, non si può decidere di chiudere o aprire un ospedale a seconda delle preferenze politiche, ma in base a una programmazione seria che è necessaria in Calabria come nelle altre regioni.
Rispetto a questo, probabilmente - lo ripeto, mi sento anch'io corresponsabile - avremmo potuto fare di più. Tuttavia, non voglio dare colpe a nessuno: il lavoro svolto dal presidente, dall'Ufficio di presidenza e dai colleghi è molto importante e molto generoso, considerando che la Commissione si riuniva nei ritagli di tempo. Diamo atto di questo rispetto alle osservazioni espresse dal collega Burtone.
Detto questo, penso che mi asterrò sulla relazione finale.
LUCIO BARANI. Il gruppo del Popolo delle libertà voterà a favore della proposta di relazione conclusiva.
Chiedo di poter consegnare il testo integrale del mio intervento in dichiarazione di voto, affinché sia allegato al resoconto stenografico della seduta.
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
CARLA CASTELLANI. Signor presidente, io mi fido ciecamente della dichiarazione di voto scritta del mio capogruppo, però vorrei intervenire ugualmente, innanzitutto per ringraziare il presidente che l'ha preceduta e lei, attuale presidente, per il lavoro che è stato svolto. Tutti dicono che si sarebbe potuto fare di più, ma io credo che, considerando il tempo che abbiamo avuto a disposizione, tutti i componenti della Commissione abbiano dato il meglio di se stessi.
Il mio auspicio è che nella prossima legislatura questa Commissione sia nuovamente istituita e soprattutto abbia a disposizione tempi più utili per il proprio lavoro. Credo che in questa legislatura abbiamo lavorato con grande rispetto, al di là delle posizioni politiche. Nelle relazioni che abbiamo approvato in questa Commissione c'era soprattutto una valutazione oggettiva e non tanto posizioni politiche.
Quindi, ringrazio tutti i colleghi che si sono impegnati in questa Commissione e i funzionari, che hanno svolto un lavoro prezioso. Credo che ci sia un percorso importante da fare in futuro per la sanità. È evidente che, con i tagli che ci sono stati, che ci sono e che probabilmente ci saranno, occorrerà una grande capacità politica, intesa in senso lato, per far sì che tutto questo non ricada sui servizi e soprattutto sui cittadini. Grazie.
PRESIDENTE. Ringrazio tutti, a titolo personale e come presidente, per la collaborazione ricevuta in questa bella esperienza di una Commissione che non è storicamente vecchia per la Camera dei deputati, anzi è un'acquisizione molto recente, considerando che quella precedente è durata pochissimo.
Ho ascoltato ciò che ha detto l'onorevole Patarino. È vero, a volte istituire Commissioni di inchiesta significa creare dei «poltronifici» che poi non danno molto spazio alle indagini. Onestamente, però, credo che avere una Commissione al Senato - con compiti a volte sovrapponibili e a volte diversi dai nostri - che si occupa dell'efficienza del sistema sanitario nazionale, e la nostra, che ha un'apertura di indagine straordinariamente vasta, occupandosi non soltanto di errori sanitari e disavanzi, ma anche di molte altre questioni, come concorsi, università e altre, sia molto importante in un Paese in cui la modifica del Titolo V della Costituzione conferisce forse troppa autonomia alle regioni, che a volte non la meritano.
Non possiamo nascondere la differenza fra sud e nord. Abbiamo visto, esaminando i dati, che le regioni che spendono di più sono quelle del sud. L'onorevole Nucara, giustamente, parlava della Calabria, dove ogni bambino nasce con un debito di circa mille euro, si spende tantissimo, si muore più facilmente e non è garantita la tutela della salute prevista dall'articolo 32 della Costituzione. Sono circa 52 mila i cittadini che vanno nelle regioni del nord a curarsi.
È sicuramente un obiettivo di questa Commissione fare una fotografia di questa Italia così variegata, per far sì che la possibilità dell'assistenza non dipenda dalla fortuna, ossia dal nascere in Emilia-Romagna piuttosto che in Calabria. Era nostro dovere - mi dolgo che i tempi non ce l'abbiano consentito, non certo per una scarsa attività della Commissione - portare al Parlamento questa fotografia che abbiamo fatto nei vari settori, attraverso le indagini nelle varie regioni o nel campo delle assicurazioni. È stato un nostro «pallino» quello di garantire al cittadino di essere risarcito qualora sia vittima di una malpractice sancita con un giudizio in terzo grado dai tribunali italiani.
Abbiamo cercato di chiudere in fretta, c'è stata qualche mancanza e qualche carenza e, forse, anche per questo ho preteso e ottenuto che venissero concessi almeno alcuni giorni. Tutti abbiamo lavorato, nel corso della legislatura, anche il sabato e la domenica, per inserire magari elementi che non erano stati sufficientemente presentati o che erano sfuggiti. A questo proposito, chiedo scusa se non tutto il materiale è stato compreso in un documento che abbiamo dovuto approntare con una certa fretta.
Credo, comunque, che le funzioni di controllo di questa Commissione, così come di quella del Senato, siano fondamentali, come dicevo prima, perché in un Paese in cui c'è tanta autonomia manca chi, come noi, possa effettivamente recepire, in una specie di sportello mediatico, le lamentele dei cittadini, che invocano giustizia per parenti che sono morti per presunti errori non tanto di medici, ma organizzativi, disfunzioni gestionali o disfunzioni politiche, problemi legati al territorio che non è adeguato alla sanità, e non certo perché i medici non sono all'altezza del compito.
Mi auguro e auspico che in futuro le Commissioni, siano esse riunite o ancora separate, possano dare maggiore contatto fra la centralità della politica sanitaria italiana e le esigenze dei cittadini che spesso vedono compromessa la possibilità di essere curati, specialmente nel caso delle malattie rare (specialmente i bambini) e nella prevenzione dei tumori. Un'Italia, purtroppo, sempre più contaminata, merita di avere un'assistenza più adeguata da parte di un Paese che spesso è troppo indifferente e troppo poco sensibile alle esigenze del cittadino.
Pongo in votazione la proposta di relazione conclusiva.
(È approvata).
Non essendovi obiezioni, mi riservo di procedere al coordinamento formale del testo approvato, che sarà pubblicato in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna.
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