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PRESIDENTE. L'onorevole Benvenuto ha facoltà di
GIORGIO BENVENUTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'interpellanza urgente a prima firma Olivieri pone, anzi ripropone, il problema riguardante 450 mila risparmiatori italiani, in grande prevalenza piccoli risparmiatori, che sono stati travolti dal default dei bond argentini. Riproponiamo all'attenzione del Governo questo problema, perché in questi anni è mancata completamente un'iniziativa politica da parte del Governo in questo senso e perché non sono state portate avanti adeguate soluzioni che riguardassero i risparmiatori.
presso i risparmiatori, questi ultimi avrebbero dovuto essere edotti dei rischi e della pericolosità dei titoli medesimi.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, senatore Ventucci, ha facoltà di
COSIMO VENTUCCI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, desidero ringraziare l'onorevole Benvenuto, perché ha chiaramente illustrato il disagio dei risparmiatori. Credo si sia dato anche una
risposta, perché mi sembra che il problema sia non solo dell'Italia, ma addirittura dell'Unione europea.
PRESIDENTE. L'onorevole Benvenuto ha facoltà di
GIORGIO BENVENUTO. Signor Presidente, ringrazio il senatore Ventucci per la cortesia. Debbo, tuttavia, fare alcune precisazioni ed anche, purtroppo, esprimere la mia preoccupazione per il modo con il quale il Governo italiano affronta il problema, sottovalutando un aspetto particolarmente importante: l'enorme somma in discussione. Si è, infatti, constatato un impiego di risparmio italiano pari a 28 mila miliardi delle vecchie lire, andato praticamente «in fumo». La gran parte dei piccoli risparmiatori, persone anziane, in prevalenza dell'area del nord del paese, Piemonte, Lombardia e Veneto, hanno perso - di fatto - tutti i loro risparmi. Si tratta di lavoratori che sono andati in pensione ed hanno investito il proprio trattamento di fine rapporto; vi sono persone anziane che, come già detto, hanno visto andare «in fumo» i propri risparmi.
unici incontri che si sono tenuti nell'arco di tre anni sono stati affidati, di fatto, ad un rappresentante del sistema bancario, ossia di quel sistema che - anche se non tutto il sistema -, come testimoniato anche dalle decisioni adottate dalla Consob, si è comportato in maniera scorretta nei confronti dei risparmiatori italiani. Sollecito, da tale punto di vista, un'iniziativa più pressante nell'ambito del Fondo Monetario, sul modello di quella intrapresa da altri paesi europei. Mi sono recato in Argentina e mi è stato riferita la circostanza che l'unico interlocutore era il dottor Stock, della task force argentina.
a tutela dei risparmiatori più deboli e che possono facilitare meccanismi di conciliazione.
Ricordo che i 450 mila risparmiatori italiani hanno perso praticamente 14 miliardi di dollari, che il sistema bancario ha prevalentemente, anzi esclusivamente, collocato presso i piccoli risparmiatori. Come è stato documentato anche in una interrogazione a risposta immediata presentata qui alla Camera, di questi 14 miliardi di dollari collocati sul mercato italiano solo 70 milioni sono rimasti alle banche; il resto è stato praticamente offerto ai piccoli risparmiatori.
Ricordo anche che la CONSOB ha sanzionato due grandi istituti di credito, Banca Intesa e Unicredit, per aver collocato questi titoli senza rispettare le regole. In una visita che abbiamo effettuato in Argentina, visita non autorizzata dal Presidente della Camera, insieme ad altri colleghi, (tra gli altri, gli onorevoli Olivieri, Didoné della Lega ed io stesso), il Governo argentino ci ha dato copia dei prospetti forniti al sistema bancario per la collocazione di questi titoli. Ebbene, tutti i prospetti per la collocazione dei titoli dicevano chiaramente che quei titoli, ovverosia i bond, erano destinati agli investitori primari e che se fossero stati collocati
Tali problemi sono stati sollevati in varie occasioni e diverse volte in quest'aula abbiamo chiesto che il Governo intervenisse politicamente presso il Governo argentino. Segnaliamo anche qui l'anomalia: tale vicenda non ha riguardato solo l'Italia, ma anche altri paesi e sono stati stati stabiliti contatti con il Governo argentino ai massimi livelli. Si sono registrati una serie di incontri tra il Presidente francese Chirac e quello della repubblica argentina Kirchner, la visita del presidente Zapatero in Argentina e vari incontri del Presidente Kirchner con il Cancelliere Schroeder in Germania: l'Italia invece non ha avuto nessun incontro e non ha assunto alcuna iniziativa.
Leggiamo - e speriamo che forse ciò sia il frutto della presentazione dell'interpellanza in oggetto - che ieri è venuto a Roma, per un incontro in Vaticano, il ministro degli esteri argentino, Rafael Bielsa, il quale dovrebbe aver avuto un incontro con il Presidente del Consiglio ed il sottosegretario Letta. Ciò avviene con grande ritardo, senza che l'Italia abbia tutelato i propri risparmiatori ed in una situazione nella quale il Governo italiano si è praticamente lavato le mani di tale questione.
Attraverso l'interpellanza in oggetto, dunque, chiediamo che venga assunta un'iniziativa in tale settore, anche perché la maggior parte dei risparmiatori italiani non ha aderito all'operazione di concambio lanciata dal Governo argentino. Vorrei evidenziare che si è trattato di un'altra situazione anomala, poiché la task force costituita dal sistema bancario ha praticamente sconsigliato i risparmiatori italiani di aderire a tale operazione di concambio.
Questa operazione, invece, si è conclusa ed ha avuto successo, ed oggi numerosi risparmiatori italiani, soprattutto i più deboli ed i più piccoli, si ritrovano con della «carta straccia» in mano. A tale operazione, infatti, ha aderito circa il 76 per cento dei soggetti interessati, ed una parte rilevante dei risparmiatori italiani ha visto praticamente andare in fumo 8 miliardi di dollari, investiti nei bond argentini.
Anche per tale motivo, chiediamo al Governo, che ha assistito a tale operazione, di assumere un'iniziativa e, soprattutto, di rimettere in moto un meccanismo che aveva visto approvare, alla Camera dei deputati, due importanti provvedimenti legislativi. Vorrei ricordare che uno di essi mirava ad istituire una Commissione d'inchiesta in ordine a quanto avvenuto nel caso della collocazione dei bond argentini e dei crac della Parmalat e della Cirio. Si tratta di un provvedimento legislativo, approvato quasi all'unanimità dalla Camera dei deputati, che attualmente risulta bloccato presso il Senato della Repubblica.
Chiediamo, inoltre, che il Governo solleciti presso il Senato l'approvazione del provvedimento, anch'esso approvato dalla Camera all'unanimità, relativo alle azioni collettive (la cosiddetta class action), perché può consentire ai risparmiatori di potersi difendere; vorremmo anche che l'Esecutivo rimuova gli ostacoli all'iter di un'altra proposta di legge, ancora ferma in questa Camera, nella quale si prevede, a favore dei piccoli risparmiatori, la possibilità che i titoli vengano ripresi dalle banche che li avevano precedentemente collocati maniera irregolare.
Queste, signor Presidente, sono le tematiche che, attraverso l'interpellanza in esame, sottoponiamo all'attenzione del Governo, e chiediamo che venga fornita una risposta, anche alla luce delle novità che sembrano trapelare dagli incontri svolti nei giorni scorsi.
Intanto, tuttavia, per onestà intellettuale desidero premettere che sto sostituendo, per pura cortesia, l'onorevole Armosino, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, che non è presente a causa di un impegno istituzionale; pertanto, mi limiterò a leggere una stringata nota, predisposta dal Ministero dell'economia e delle finanze, in merito alla questione da lei posta, che credo sia a conoscenza di tutti, soprattutto di chi, ovviamente, è incappato in quella che ritengo essere una iattura.
Al riguardo, non può che richiamarsi l'audizione svoltasi presso la VI Commissione della Camera dei deputati lo scorso 13 gennaio, durante la quale il ministro dell'economia e delle finanze ha affermato che interventi pubblici diretti sarebbero contrari alle regole ed ai principi di buon funzionamento dei mercati e ha osservato che l'azione del Governo a sostegno dei risparmiatori sarebbe continuata con determinazione nelle sedi competenti, sia bilaterali sia multilaterali.
Tale linea politica, successivamente, è stata seguita: infatti, i comunicati ufficiali dell'International Monetary and Financial Committee del Fondo Monetario Internazionale e del G7, entrambi del 16 aprile, riportano con chiarezza che l'Argentina deve affrontare il problema dei creditori che non hanno aderito all'offerta, in linea con le politiche del Fondo Monetario.
Detta azione di sostegno dei risparmiatori continuerà con la stessa determinazione, nei prossimi mesi, in tutte le sedi competenti, e proprio ieri, 29 giugno, il Presidente del Consiglio, onorevole Silvio Berlusconi, ha ricevuto a palazzo Chigi - come lei, onorevole Benvenuto, ha ricordato - il ministro degli esteri della Repubblica Argentina, Rafael Antonio Bielsa, ed ha auspicato che il governo di Buenos Aires affronti con realismo la questione relativa ai risparmiatori italiani che non hanno aderito all'offerta pubblica di scambio dei titoli argentini. Tutti siamo peraltro consapevoli dello stato economico in cui si trova l'amica nazione Argentina.
Per quanto attiene, poi, ai provvedimenti che lei, onorevole Benvenuto, ha sollecitato e che saranno esitati in Parlamento, anche nella mia qualità di sottosegretario per i rapporti con il Parlamento, le posso assicurare che me ne faccio carico e che solleciterò, sia al Senato sia alla Camera dei deputati, il prosieguo e la definizione degli stessi.
Perché parlo di sottovalutazione? L'azione del Governo deve essere più energica; lo stesso Governo, infatti, non è indifeso, fa parte del Fondo Monetario Internazionale e - come lei, senatore Ventucci, ha ricordato - vi sono straordinari vincoli di amicizia con l'Argentina. In tale paese è infatti presente una tra le più importanti comunità italiane all'estero.
Lamento la circostanza che il primo incontro con le autorità argentine, dopo tre anni, sia avvenuto solo ieri. Il presidente argentino Kirchner è stato in Italia in occasione dell'insediamento del nuovo Pontefice. In tale circostanza, non si è avvertita la necessità di un incontro. Gli
Ieri, dunque, come si è detto, vi è stato un primo incontro; è di fondamentale importanza che il Governo italiano continui ad affrontare il problema, perché si tratta di italiani che non hanno partecipato all'operazione di concambio.
Questo perché? Qui veniamo alla seconda questione: il ministro dell'economia e delle finanze non si è comportato in maniera trasparente. È vero: egli è venuto in Commissione finanze, ma la Consob, nel mese di dicembre, gli aveva già inviato la richiesta di sanzionare le banche. Il ministro dell'economia e delle finanze ha sanzionato le banche secondo il vecchio sistema (infatti, non c'era ancora la nuova legge che ha rafforzato i poteri della Consob) e lo ha fatto quando già si era conclusa l'operazione di concambio. Se a gennaio lo avessero saputo (peraltro, lo ripeto, si trattava di grandi istituti bancari, come Banca Intesa e Unicredito, quei sistemi bancari che hanno ottenuto profitti incredibili negli ultimi anni), forse i risparmiatori italiani avrebbero accettato questa operazione di concambio.
Quindi, il ministro dell'economia e delle finanze - lo segnalo al sottosegretario - non si è comportato in maniera trasparente. Era fondamentale che il paese sapesse che le banche si erano comportate in modo irregolare.
In terzo luogo, come si può dire che si segue con attenzione l'evolversi della situazione? Signor sottosegretario, la task force Argentina invita ad esperire cause nei confronti dell'Argentina. Ora, tutti sanno che le cause intentate contro lo Stato argentino - basta essere studenti ai primi anni della facoltà di giurisprudenza e non necessariamente un laureato - non hanno alcuna possibilità di avere uno sviluppo. Perché vengono date queste indicazioni? Addirittura, la task force Argentina dice ai risparmiatori che, qualora quelle cause fossero esperite, essa sosterrebbe le spese legali. Ciò lo si fa perché il tempo passa; e se passa ancora del tempo, cadranno in prescrizione le responsabilità e verrà meno la possibilità di far valere le responsabilità di chi ha collocato questi titoli in maniera irregolare. Vi è, quindi, un atteggiamento che richiede un intervento vigile da parte del Governo e da parte del Ministero dell'economia e delle finanze.
Ricordo che le cause intentate nel nostro paese, anche di recente e anche a Roma, danno invariabilmente ragione ai risparmiatori italiani. Sollecito, quindi, il Governo a seguire con attenzione la vicenda.
In primo luogo, prendo nota della disponibilità che il Governo ha annunciato a sollecitare questa legge che può rendere più facile il ricorso alle azioni di carattere collettivo, ossia può permettere al piccolo risparmiatore di far valere i propri diritti senza sostenere gli oneri e i costi che oggi contraddistinguono queste azioni.
Ritengo, però, che sia fondamentale anche un'iniziativa nei confronti del sistema bancario. La proposta che abbiamo formulato - lo ripeto - è stata approvata all'unanimità in Commissione finanze. Vi è, infatti, una comune sensibilità e la preoccupazione non viene solo da parte dell'opposizione, ma anche da parte di rappresentanti di partiti della maggioranza.
Chiediamo un intervento che faccia pressione sul sistema bancario, anziché avere una situazione di grande conflittualità e di forte mortificazione di una parte del risparmio nel nostro paese. Nella nostra proposta di legge abbiamo formulato tre ipotesi che cercano di favorire un'operazione
Chiediamo quindi al Governo e, in particolare, al ministro dell'economia e delle finanze di non fare come Ponzio Pilato. Sappiamo che Ponzio Pilato si è lavato le mani, ma qualcuno è andato a finire in croce. Non vorremmo che questo atteggiamento pilatesco mandi in croce i piccoli risparmiatori. Lo ripeto: è un problema delicato.
Ci sono piccoli comuni della provincia di Milano, di Torino, della Lombardia e del Veneto. Se si esamina la questione, tutti questi titoli sono stati collocati da piccole e piccolissime banche, che hanno realizzato grandissimi interessi e profitti, perché le provvigioni sono tanto più alte quanto più il titolo che si colloca è a rischio, ossia tanto più il titolo è spazzatura.
I prospetti che abbiamo consegnato anche al Ministero dell'economia e delle finanze indicano chiaramente che una parte del sistema bancario del nostro paese ha collocato questi titoli senza rispettare quelle regole che dovrebbero essere alla base della tutela e della valorizzazione del risparmio.
Concludendo, chiediamo un'iniziativa politica nei confronti del Governo argentino affinché anche coloro che non hanno aderito all'offerta non si trovino con della carta straccia e affinché quindi si avvii un negoziato con il Governo argentino con una proposta specifica.
In secondo luogo, è necessaria l'approvazione di quelle leggi e un'attenzione particolare affinché vengano tutelati veramente, non a parole, i risparmiatori del nostro paese e, soprattutto, questa massa di piccoli risparmiatori che è stata prima raggirata e che ora corre il rischio di essere presa in giro. Infatti, se la questione continua a trascinarsi, tra breve maturerà la prescrizione; quindi, tutti i nostri impegni e le nostre sollecitazioni corrono il rischio di rimanere lettera morta (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).