Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 494 del 20/7/2004
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Seguito della discussione del disegno di legge: Norme in materia pensionistica e deleghe al Governo nel settore della previdenza pubblica, per il sostegno alla previdenza complementare e all'occupazione stabile e per il riordino degli enti di previdenza e assistenza obbligatoria (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (Esame e votazione di una questione pregiudiziale) (2145-B) (ore 14,15).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato: Norme in materia pensionistica e deleghe al Governo nel settore della previdenza pubblica, per il sostegno alla previdenza complementare e all'occupazione stabile e per il riordino degli enti di previdenza e assistenza obbligatoria.
Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame di una questione pregiudiziale - A.C. 2145-B)

PRESIDENTE. Ricordo che nella seduta di ieri è stata presentata la questione pregiudiziale per motivi di costituzionalità Violante n.1 (vedi l'allegato A - A.C. 2145-B sezione 1).
Ricordo altresì che, a norma del comma 3 dell'articolo 40 del regolamento, la questione pregiudiziale può essere illustrata per non più di dieci minuti da uno solo dei proponenti. Potrà altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di cinque minuti.
L'onorevole Delbono ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Violante n. 1, di cui è cofirmatario.

EMILIO DELBONO. Signor Presidente, cari colleghi, abbiamo presentato una questione pregiudiziale di costituzionalità poiché, a nostro parere, il disegno di legge in esame presenta alcuni profili di palese violazione di norme costituzionali. Innanzitutto, già nell'impianto della delega vi è grande indeterminatezza sotto il profilo dei criteri e principi direttivi. Basterebbe citare quella che è stata definita la cosiddetta «delega al quadrato» del comma 50, nella quale, a fronte di una ipotesi di testo unico in materia previdenziale, si dice che il Governo avrà la possibilità di modificare,


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correggere, ampliare, abrogare espressamente norme vigenti relative alla contribuzione e all'erogazione delle prestazioni. Basterebbe già questo generale richiamo, privo poi di criteri e principi direttivi, per comprendere quanto indefinita ed imprecisa è la delega.
Vi sono poi ulteriori appunti molto precisi e rigorosi. Innanzitutto, emerge una violazione delle pari condizioni ed opportunità dei lavoratori. Dal 2008, coloro che «incapperanno» nelle nuove norme che innalzano l'età pensionabile vedranno aggravata la propria condizione, per cui andranno in pensione anche con tre anni, tre anni e mezzo di ritardo rispetto a coloro che invece si trovano nelle stesse condizioni fino al 31 dicembre 2007. Questa completa disparità vìola con tutta evidenza il principio di eguaglianza tra lavoratori. Noi richiamiamo questo principio fondamentale, che certamente rischia di essere sottoposto al vaglio della Corte costituzionale perché violato nelle sue fondamenta.
Sullo stesso fronte della disparità di trattamento, vi è anche quella strana norma, contenuta nella delega, riferita ai lavoratori che potranno godere dell'incentivazione a rimanere sul posto di lavoro, al fine di vedersi versati in busta paga i contributi. Questa norma vale solo per i lavoratori dipendenti del settore privato e non invece per i lavoratori del pubblico impiego. Anche qui, come è del tutto evidente, si tratta di una disparità di trattamento del tutto ingiustificata e immotivata, soprattutto a fronte di una delega che dovrebbe avere caratteri di generalità e di equità.
Inoltre, mi sembra che un profilo di incostituzionalità riguardi anche il numero fissato, stranamente, in 10 mila unità (e non oltre): in altre parole, coloro che si troveranno in mobilità o coloro ai quali saranno applicati i fondi di solidarietà non «incapperanno» nelle norme in materia di innalzamento dell'età pensionabile, ma solo se hanno presentato la domanda e sono all'interno dei primi 10 mila. Quindi, il povero lavoratore che segue i primi 10 mila, che presenterà la domanda, non vedrà rispettata questa norma fondamentale.
Quindi, è un limite ingiustificato; la questione, peraltro, è affrontata in alcune nostre proposte emendative.
Molto palese è il profilo di incostituzionalità relativo alla copertura; a tale riguardo, il Governo dovrebbe fornire qualche giustificazione ulteriore. Siamo dinanzi ad una copertura creativa - dopo la finanza creativa, anche le coperture creative si sprecano -, in violazione all'articolo 81 della Costituzione. Quest'ultimo prevede coperture certe; al contrario, la norma rinvia alle leggi finanziarie e, addirittura, al documento di programmazione economico-finanziaria l'individuazione delle risorse necessarie alla copertura di gran parte di questa delega. Mi riferisco agli incentivi fiscali, alle agevolazioni fiscali per far decollare la previdenza complementare integrativa, alle norme a beneficio delle lavoratrici donne, a quelle a beneficio dei lavoratori sottoposti a lavori usuranti. Quindi, in sostanza, siamo dinanzi ad una violazione palese non solo dell'articolo 81, ma anche dell'articolo 76 della Costituzione. Infatti, le deleghe date al Governo devono presentare una caratteristica indefettibile: definire ex ante quali saranno gli effetti della delega stessa, sotto il profilo normativo ma anche sotto il profilo finanziario. Quindi, si tratta, come è assolutamente evidente, di due violazioni, rispettivamente degli articoli 81 e 76, della Costituzione.
Analogamente, si deve censurare il trattamento iniquo nei confronti del personale dello spettacolo; chissà come mai, per il personale artistico degli enti lirici e delle istituzioni concertistiche assimilate, viene innalzata l'età pensionabile a 60-65 anni mentre per tutti gli altri operatori dello spettacolo manca una analoga previsione. Quindi, si tratta, chiaramente, di disposizioni che sono in violazione dell'articolo 3 della Costituzione.
Per tutte queste ragioni, la nostra pregiudiziale di costituzionalità ha grande fondamento e ci auguriamo che i colleghi


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ne prendano atto con il loro voto (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).

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