Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 433 del 4/3/2004
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(Politica di pensionamento anticipato del personale attuata da Poste italiane - n. 2-01090)

PRESIDENTE. L'onorevole Bressa ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01090 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 5).

GIANCLAUDIO BRESSA. Stiamo assistendo ad una questione molto singolare: da un lato, il Governo dice di voler riformare le pensioni, allungando i tempi dell'età lavorativa e ritardando dunque la possibilità di andare in pensione; dall'altro, assistiamo ad un'azione in netta controtendenza da parte dell'azienda Poste italiane, che si comporta in un modo molto strano, poco chiaro e assolutamente non comprensibile.
L'azienda Poste italiane, da qualche tempo a questa parte, sta attuando una politica di pensionamento anticipato, tra virgolette, «consensuale», del personale che ha maturato 35 anni di contribuzione. Dico «consensuale» tra virgolette perché quello che sta facendo in questo momento Poste italiane può sicuramente essere assimilato ad un'azione vera e propria di mobbing.
Credo che un'azienda abbia non solo il diritto, ma anche il dovere di stabilire quali debbano essere le proprie strategie aziendali e di gestione del personale e delle risorse umane. Un'azienda che ha bisogno - come ha avuto bisogno Poste italiane - di porre in essere operazioni di razionalizzazione, finalizzate ad una maggiore efficienza gestionale ed organizzativa, sicuramente necessita di una politica attenta di gestione delle risorse umane.
Tuttavia, non stiamo assistendo ad una politica attenta di gestione delle risorse umane, ma all'esatto contrario. Se esaminiamo la relazione che la Corte dei conti - che è il soggetto vigilante dell'azienda Poste italiane - ha elaborato, vediamo che la suddetta azienda ha assunto 160 nuovi dirigenti, di cui 43 nel primo semestre del 2003, ottenendo un risultato di gestione del tutto incredibile: ha incrementato del 44 per cento il numero dei dirigenti e ha aumentato il costo dei dirigenti stessi del 59 per cento.
Si capisce, allora, come quest'azione di Poste italiane Spa aveva finalità ed obiettivi che andavano in tutt'altra direzione rispetto a quelli di razionalità della spesa e di efficienza della gestione. Stiamo assistendo ad un'azione che definisco incredibile; difatti, tutti i dipendenti che hanno maturato un'anzianità di 35 anni ma non hanno raggiunto i 65 anni di età sono sottoposti ad un'offerta di pensionamento «consensuale», e, qualora questo manchi, scattano per essi, da parte dell'azienda, provvedimenti di sollevamento dalle funzioni, trasferimenti, affiancamenti e cambio di mansioni, cioè, una vera e propria azione di mobbing nei confronti di quelle persone delle quali, pur avendo ancora il diritto a rimanere al lavoro, Poste italiane Spa ritiene di doversi liberare.
Tutto questo non solo non si capisce e non ha un senso logico, ma costituisce sia un'azione molto grave, che va a penalizzare la spesa pensionistica complessiva e come tale va ad intaccare gravemente il fondo pensioni dell'azienda stessa, sia un atto di sfiducia nei confronti di dirigenti, per i quali l'azienda ha sostenuto nel corso degli anni notevoli costi di formazione e di professionalizzazione. Tutto ciò, a quanto sembra di capire, ha trovato origine nella smodata, incomprensibile, assurda e illogica volontà di Poste italiane Spa, o di chi ha dato queste indicazioni all'azienda stessa, di assumere personale dirigente, sostenendo, quindi, costi molto elevati, anche quando non ve n'era la necessità. Ci si trova pertanto nell'incredibile situazione per cui l'azienda, che dovrebbe rispondere ad un rilievo sollevato dalla Corte dei conti, non solo non riesce a farlo ma, come diretta conseguenza di ciò, mette in atto il più odioso degli strumenti a sua disposizione: l'azione di mobbing, costringendo così i dipendenti ad andarsene.
Sono questi i motivi che ci hanno spinto a chiedere al Governo se sia disposto ad aprire un'inchiesta, allo scopo di


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chiarire cosa stia accadendo in quella azienda, e a far cessare questo inaccettabile comportamento posto in essere da Poste italiane Spa; se intenda garantire che nessuna iniziativa discriminatoria venga assunta nei confronti di quei dirigenti che ritengono legittimamente di proseguire la loro attività lavorativa sino al compimento del sessantacinquesimo anno di età e se intenda infine promuovere un'azione nei confronti di Poste italiane Spa affinché siano erogati i premi maturati per il raggiungimento degli obiettivi negli anni 2002 e 2003 che rappresentano un'altra delle azioni di mobbing poste in atto per spingere fuori dall'azienda questi dirigenti.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, onorevole Molgora, ha facoltà di rispondere.

DANIELE MOLGORA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, riguardo all'interpellanza urgente Bressa ed altri è stata sentita la società Poste italiane Spa. Il processo di risanamento e sviluppo avviato da tale azienda, che ha consentito di ottenere posizioni di rilievo sul mercato e risultati positivi nel 2002, si è basato anche sulla rimodulazione qualitativa delle competenze interne. Nell'ultimo quinquennio Poste italiane Spa ha introdotto cambiamenti profondi nella compagine operativa, nella presenza sul territorio, oltre ad uniformarsi agli obblighi derivanti dei livelli di qualità imposti dal servizio universale. Per effetto delle profonde modifiche introdotte al fine di fronteggiare le mutate esigenze di un mercato sempre più concorrenziale ed in continua e rapida evoluzione, nonché l'esigenza di raggiungere gli obiettivi in tempi sempre più contenuti, la società si è avvalsa di professionalità differenziate per settore e ad elevata specializzazione, in grado di gestire anche strumenti tecnici di grande complessità.
Tale sforzo innovativo postula la disponibilità di risorse, con capacità direzionali e requisiti adeguati.
Le assunzioni di personale dirigente rispondono all'esigenza di disporre di nuove professionalità, non presenti nell'azienda stessa, idonee a dirigere e sostenere l'attività per raggiungere migliori risultati e consolidare quelli già conseguiti. Il trattamento retributivo dei dirigenti, analogamente a quanto accade per tutte le altre figure professionali di cui Poste italiane si avvale, in armonia con le clausole del contratto collettivo nazionale di lavoro, tiene conto delle specifiche competenze maturate in passato, delle caratteristiche e peculiarità del lavoro svolto, del tempo richiesto e dell'impegno necessario.
In tale ambito rientra anche l'accordo con le organizzazioni sindacali Assipost e FNDAI-Federmanager, che contiene i criteri per la risoluzione consensuale dei rapporti di lavoro dei dirigenti, in possesso dei requisiti per accedere alla pensione di anzianità o di vecchiaia
L'acquisizione di personale dall'esterno rientra nella normale rimodulazione del sistema e contribuisce al ricambio fisiologico in una società che opera sul mercato in regime di concorrenza, senza riflessi negativi a carico del personale interno, il quale conserva tutte le possibilità di sviluppo professionale offerte dal nuovo modello organizzativo.
È in questa direzione che negli anni 2001-2002 l'azienda ha operato il riassetto del personale, sentite le organizzazioni sindacali, nel rispetto della legge n. 223 del 1991, che reca norme in materia del mercato del lavoro. Per fronteggiare la riduzione della compagine aziendale sono state utilizzate anche le risorse offerte dai contratti di apprendistato.
Giova, comunque, precisare che il turn over, le altre iniziative e, ove possibile, l'esodo volontario del personale, adottati sin dal 1998, sono stati preferiti ai processi di mobilità collettiva.
Si soggiunge che nel 2003 sono stati privilegiati obiettivi tesi alla specializzazione e al miglioramento del livello professionale dei dipendenti, attraverso percorsi di conversione e formativi diretti a valorizzare e favorire la crescita professionale delle risorse già disponibili.


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PRESIDENTE. L'onorevole Bressa ha facoltà di replicare.

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, dichiararsi soddisfatti di questa risposta è quanto mai problematico. Comprendo la difficoltà nella quale si è trovato il sottosegretario Molgora nel rispondere all'interpellanza, e comprendo altresì che gli sia stata preparata una risposta scritta dagli uffici, che tuttavia non è assolutamente pertinente alle richieste formulate, e dunque non soddisfacente.
Signor sottosegretario, il processo di risanamento presuppone, come lei ha osservato, una rimodulazione qualitativa delle competenze interne. Tuttavia, se l'azienda Poste italiane Spa avesse effettivamente avuto in mente di procedere alla rimodulazione delle funzioni e dell'attività dei propri dirigenti con l'obiettivo della razionalizzazione e dell'efficienza, si sarebbe preoccupata di garantire l'assetto complessivo dell'azienda stessa. Invece, è accaduto che in Poste italiane Spa vi sia stata una sorta di appendice della politica dello spoils system perseguita dal Governo fin dal suo insediamento.
Tuttavia, la legge Frattini non ha consentito l'applicazione, con la stessa brutalità di metodi, all'azienda Poste italiane Spa dei processi di sostituzione dei dirigenti. Si è dunque ritenuto di procedere in maniera più «casalinga», e meno fondata su norme di legge e si è iniziato ad assumere personale che potesse «garantire» maggiormente. Ne è prova l'attuale eccedenza del 44 per cento rispetto al fabbisogno di dirigenti e l'aumento dei costi pari a quasi il 60 per cento.
Si comprende dunque come gli obiettivi di razionalità ed efficienza, il ricambio fisiologico e l'acquisizione di competenze interne siano patetiche bugie, che si tenta di ammannire per coprire un gravissimo fallimento gestionale.
A pagare il prezzo di questa ingordigia nel ricambio, non necessario, di Poste italiane Spa, oggi sono i suoi dirigenti, che sono messi da parte dopo che, in passato, nel faticoso processo di riconversione verso altri obiettivi aziendali, nei loro confronti sono stati effettuati ingenti investimenti.
Pertanto, non solo siamo profondamente insoddisfatti, ma da questo tipo di risposta abbiamo avuto la certezza che stiamo parlando di una brutta pagina aziendale di Poste italiane Spa. Sicuramente, non possiamo dichiararci soddisfatti, non soltanto della risposta fornita dal sottosegretario, ma anche della realtà esistente. Pertanto, signor sottosegretario, la invito a riflettere sull'opportunità di avviare un'inchiesta per capire esattamente che cosa di male sta accadendo, oggi, all'interno della società Poste italiane Spa (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).

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