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PRESIDENTE. L'onorevole Vitali ha facoltà di
LUIGI VITALI. Signor Presidente, onorevole ministro, le province pugliesi da alcuni anni soffrono di difficoltà strutturali nel comparto tessile-abbigliamento-calzaturiero, il secondo del Mezzogiorno per numero di aziende e per addetti, difficoltà evidenziate dal controllo delle esportazioni, con una perdita del periodo 2001-2002 pari a 58 milioni di euro ed il rischio, in tempi brevissimi, dell'espulsione dal lavoro di decine di migliaia di lavoratori, nonostante i benefici sul costo del lavoro previsti, in particolare, da decreti-legge n. 510 del 1996 e n. 210 del 2002.
PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Giovanardi, ha facoltà di
CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole Vitali, come è noto, la crisi dei distretti industriali (maglieria, ceramica, calzaturifici, tessile) è una conseguenza del fenomeno, per certi aspetti nuovo e straordinario, della concorrenza proveniente da paesi esteri - Sud-est asiatico e Cina in particolare - che ci pone di fronte a problematiche una volta inesistenti, come, ad esempio, la contraffazione dei marchi e lo sfruttamento del lavoro, che in quei paesi consente di produrre a
prezzi a cui i nostri imprenditori non possono far fronte. Infine, come è stato giustamente sottolineato, vi è il problema della presenza, anche in Italia, di immigrati - qualche volta clandestini - che vengono sfruttati, dando luogo ad una concorrenza sleale nei confronti dei produttori italiani.
PRESIDENTE. L'onorevole Vitali ha facoltà di
LUIGI VITALI. Signor Presidente, onorevole ministro, allo stato mi dichiaro sufficientemente soddisfatto dalla risposta che ella ha voluto fornire alla mia interrogazione.
e puntando sul made in Italy, soprattutto elevando e impreziosendo le capacità acquisite in tale settore.
Da un lato, si segnala la vitalità con cui ancora reagisce il comparto (si vedano l'apertura di uno showroom a Milano, la recente missione economica organizzata dalla regione Puglia in Tunisia e l'apertura del sito «Moda mediterranea»); dall'altro, si sottolinea il crescente malessere produttivo e sociale, sfociato nella serrata industriale del 16 ottobre 2003, nelle ricorrenti massicce manifestazioni di lavoratori e nell'imputazione di responsabilità alla concorrenza cinese, sia per l'importazione di forti quantitativi di prodotti tessili a basso costo, sia per la presenza diffusa - come evidenziato dall'operazione di polizia «Asta trading» - di clandestini cinesi irregolarmente introdotti in Italia per sfruttarne il lavoro nero, principalmente in laboratori tessili.
Chiediamo al Governo se non ritenga necessario dichiarare lo stato di crisi del comparto tessile-abbigliamento-calzaturiero delle province pugliesi, adottando iniziative normative volte ad estendere le provvidenze previste dalla legge n. 181 del 1989, provvedendo, inoltre, al riconoscimento dell'intero comparto tessile-abbigliamento-calzaturiero quale distretto industriale, e se non ritenga opportuno migliorare, sulla base della normativa sulla tutela del made in Italy, approvata di recente con la legge finanziaria del 2004, i controlli dei porti e sulla provenienza delle merci.
Come lei sa, per quanto concerne i distretti in generale, ed in particolare il nostro settore manifatturiero, il Governo sta promuovendo il massimo sforzo a sostegno dei progetti di diversificazione del prodotto. Appare indifferibile, infatti, indirizzare il ciclo verso i cosiddetti prodotti tecnici della nostra industria. A tale scopo, è necessario lo sviluppo della ricerca, con un opportuno stimolo dei centri di eccellenza e delle istituzioni universitarie, cercando di ovviare alle carenze dei progetti concreti di trasferimento della tecnologia verso il mondo della produzione e delle piccole e medie imprese.
Occorre accertare, inoltre, attraverso il monitoraggio della situazione del mercato, che vi sia il rispetto delle regole della concorrenza e che l'utilizzo di merci e materie prime provenienti dall'estero sia conforme alle normative. È necessario, infine, un controllo doganale molto severo e serio rispetto a queste merci, soprattutto in merito alla loro contraffazione.
Del resto, il pacchetto di norme, inserite nella legge finanziaria, per la tutela e il rilancio del made in Italy persegue proprio il merito di tali considerazioni, che si concretizzano nell'obiettivo di qualificare la produzione nazionale e di difenderla sul piano interno e internazionale, senza tuttavia chiudere le frontiere. Non bisogna chiudersi, infatti, ai grandissimi mercati, possibile sbocco anche per le nostre esportazioni, ma occorre che la concorrenza non sia sleale.
Per quanto riguarda specificatamente le situazioni segnalate dall'interrogante, con riferimento alla richiesta di dichiarazione dello stato di crisi del comparto, viene valutata la percorribilità giuridica di tale richiesta, d'intesa con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Per quanto concerne, invece, l'estensione della legge n. 181 del 1989, si ricorda che, in applicazione dell'articolo 73 della legge finanziaria per il 2003, proprio in questi giorni è in corso di pubblicazione la prima delibera del CIPE per l'estensione dell'applicazione della norma citata a settori diversi dal comparto siderurgico. In quest'ottica, è all'esame dei ministeri proprio la sussistenza dei criteri richiesti dal legislatore per estendere, anche a questo settore e a questi momenti di crisi, la normativa relativa alle crisi aziendali.
Siamo assolutamente in sintonia sia sulla diagnosi che ella ha fatto, indicando come settore in crisi quello specificatamente segnalato (il comparto tessile, abbigliamento, calzaturiero della regione Puglia), mentre, per quanto concerne la terapia, anche se dalle sue parole non si è manifestato un assenso assoluto, non mi sembra di aver percepito un'impossibilità preconcetta ad aderire alle richieste sollevate nell'interrogazione in esame.
Credo che il Governo abbia compreso anche le motivazioni che sono alla base del presente atto di sindacato ispettivo. Infatti, non si richiedono interventi a pioggia o misure-tampone, proprie di una politica assistenzialista che oggi non può più essere praticata e che, soprattutto, non viene richiesta dalla regioni meridionali. È necessario, tuttavia, affrontare tempestivamente ed urgentemente la problematica evidenziata, al fine di evitare la perdita di migliaia di posti di lavoro.
Una volta tamponata tale emergenza, sono convinto che, a seguito dell'estensione dei benefici della legge n. 181 del 1989 e con la dichiarazione di riconoscimento del territorio come distretto industriale, i nostri imprenditori vorranno e sapranno diversificare il prodotto ed organizzarsi, investendo
Per quanto concerne tale comparto, vorrei osservare come le province pugliesi non possano vivere solo con le commissioni provenienti dalle imprese del nord o dalle grandi firme, perché in questo modo non si è competitivi. Credo che le nostre imprese lo abbiano compreso; pertanto vi è solamente la necessità che il Governo intervenga massicciamente, non in maniera assistenziale, bensì con misure urgenti in grado di dare ai nostri imprenditori il tempo di organizzarsi.
Auspico di aver compreso bene gli impegni assunti dal Governo e sono convinto che si potranno realizzare le condizioni per attuarli. D'altra parte, sono convinto, altresì, che le imprese delle province pugliesi sapranno, unitamente alla regia della regione e grazie agli interventi dell'esecutivo, diversificarsi e rilanciarsi, al fine di proteggere il marchio e la professionalità acquisita.


