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PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 3200-bis-B sezione 2).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pinza. Ne ha facoltà.
ROBERTO PINZA. Signor Presidente, siamo al nocciolo del problema; siamo al condono tombale, come è stato definito; siamo a quel condono che non doveva esserci.
Non è passato molto tempo da quando è cominciata la discussione in Assemblea della finanziaria in cui, di fronte alle osservazioni che da molti venivano mosse, sul fatto che non si comprendeva assolutamente come potevano essere determinate entrate così importanti - 8 miliardi di euro - sulla base di un semplice concordato, il Governo rispondeva che non sarebbe mai stato presentato un condono tombale, mai!
Fidandomi della mia memoria, anche se fino ad un certo punto, ho sentito che, con maggiore memoria e sicurezza di me, il collega Tabacci ha ricordato che l'11 ottobre aveva detto che con il concordato proposto dall'onorevole Tremonti non si sarebbero mai incassati gli 8 miliardi di
euro previsti, per cui invitava il Governo ad affermare chiaramente se avesse voluto in realtà presentare il condono, ed il ministro dell'economia in Assemblea lo negò pubblicamente.
Chiedo, allora, che cosa sia avvenuto per cui il condono tombale, che non doveva essere presentato, improvvisamente, è diventato necessario. Ieri, il sottosegretario Vegas, per la verità devo dire con discrezione, lo ha motivato.
Ha detto, facciamo famiglia nuova, facciamo una riforma fiscale integrale, che giustifica, anzi rende necessario, il condono. Perdoniamo l'amico sottosegretario solo perché deve fare l'avvocato difensore di cause che non gli appartengono.
In realtà, la riforma fiscale generale non c'è, e nella finanziaria esiste una modifica dell'IRPEF che incide per il 4 per mille sul prodotto interno lordo; caso mai, la riforma fiscale poteva essere pensata qualche mese fa, quando, invece, si negava l'esistenza del condono tombale, ma la verità è che la motivazione presentata è appiccicata, per fare che cosa? Per non dire la verità, vale a dire che il condono tombale era stato definito e deciso fin dall'inizio.
Il problema è che il Governo aveva timore di presentarlo al paese; aveva timore di sottoporre il condono alla discussione, che sarebbe durata circa un paio di mesi nelle Camere; aveva paura delle reazioni ed ha semplicemente indirizzato tutto il Parlamento su di una falsa pista.
Ha raccontato che con un «concordatino» fiscale normale si incrementava il gettito a 8 mila miliardi ma non ci ha creduto nessuno, tuttavia, nello stesso tempo, ha inchiodato su questo tema il Parlamento per due mesi e poi ha trovato il solito parlamentare, che c'è sempre, (in questo caso il relatore al Senato), il quale si è preso la responsabilità di proporre il concordato tombale.
Io vi chiedo, anche se resterà la solita domanda senza risposta: fra voi e la verità c'è un rapporto inconciliabile? Non siete capaci nemmeno una volta di venire in Parlamento e dire quello che volete fare!
Volevate un condono tombale? Ebbene, tutti i governi hanno la tentazione di varare tali condoni, dovendo ricavare gettito, ma è lì che si vede la stoffa dei governanti! È lì che si vede se la differenza fra chi ha la forza di non fare tali condoni e rinunciare al gettito facile per tenere in piedi una moralità minima per il paese, per tenere in piedi una regolarità fiscale e chi, invece, non ce l'ha!
Perché, allora, non avete avuto il coraggio di dire che questo era ciò che volevate fare e avete, invece, fatto discutere il Parlamento su niente? Il disprezzo del Parlamento arriva fino a questo punto? Guardate, non parlo tanto di disprezzo verso l'opposizione (qualcuno ci dice che le nostre posizioni non dovrebbero essere inconciliabili), poiché la disponibilità c'è sempre, ma come è possibile dialogare costruttivamente con un Governo che mai una volta pone il problema nei suoi termini reali?
Vi parlo anche di disprezzo nei confronti della vostra maggioranza. Avete impegnato i vostri parlamentari per due mesi a votare una finanziaria che voi, per primi, sapevate che non era quella vera, perché sotto ce ne era un'altra, fondata sui condoni tombali e sulle dichiarazioni di regolarizzazioni di cui all'articolo 8. È questo il modo di procedere?
Vorrei dirvi - lo dico a tutti ma in modo particolare alla vostra maggioranza, con molti membri della quale abbiamo legami di stima, come è inevitabile, e di colleganza in quest'aula - che questo è ciò che vi sta distruggendo in termini di politica economica!
Non volete mai affrontare la verità e, allora, continuate a raccontare che farete una grande riforma fiscale ma vi dimenticate persino che, qualche mese, fa nel DPEF, l'avete dimezzata e continuate a parlare di quella di prima come se ancora ci fosse, mentre sapete che non farete neanche quella dimezzata. Continuate a raccontare che nel 2003 avremo tassi di sviluppo mirabolanti, ma non ci crede più nessuno!
Secondo Confindustria, sono state superate di quasi un punto le vostre previsioni
(non che la Confindustria sia il vangelo ma gli altri sono anche peggio in termini di previsioni): vuol dire che avete introitato, vuol dire che avete già sotterrato, per il 2003, un deficit nei vostri conti di oltre 10 mila miliardi che deriva soltanto dal mancato sviluppo.
Non avete la forza di dire che le politiche sull'emersione del sommerso, di cui si è persa traccia, non hanno prodotto niente!
Non avete la forza di venire in Parlamento a riferire su come sia andata la Tremonti-bis (e dovevate già venire il 30 giugno). Questo è il problema che voi state creando al paese!
Tutti i paesi hanno problemi oggi, perché il livello dell'economia in generale e dello sviluppo in particolare è basso. Non c'è niente di male, ognuno lo affronta con lealtà, con consapevolezza, dicendo le cose come stanno, indicando le medicine appropriate e le eventuali terapie: se ne discute. Ma qui da noi, invece, viene tenuta una cappa al di sopra che dà la sensazione che i problemi, da noi, non esistano e che siano possibili precise misure al riguardo, mentre invece, poi, puntualmente, ne emergono delle altre.
Guardate: è di tutti la tentazione di fare condoni tombali, però perché tanti governi non li hanno fatti?
Quando era in carica il Governo di centrosinistra, pensate forse che anche quest'ultimo non avesse avuto un interesse ad introitare denaro facile attraverso condoni tombali (anzi forse ne aveva anche di più data la situazione in cui ci si trova)? Tuttavia, perché non l'ha fatto?
Non ha fatto ciò perché c'è un bene in un paese che è dato dalla moralità minima, che è dato da un rispetto minimo della legalità, nel momento in cui, invece, i messaggi che questo Governo dà, mese dopo mese, sono sempre dello stesso tipo.
Quella norma che puniva il difetto di verità nei bilanci, di fatto, l'abbiamo in larga misura archiviata. Tutto quello che è stato fatto in passato, sul piano dell'illegalità, lo togliamo di mezzo: il messaggio che il paese recepisce è allora uno solo, e cioè che in questo paese la legalità non è più un valore!
Si dice che sia intervenuto qualcuno - non lo so, non mi interessa - a sopprimere questa norma che avrebbe creato una condizione di non punibilità, per chi aveva fatto il condono, per tutti i reati e strumentali.
Indubbiamente si trattava di una norma di portata enorme, che contemplava tutto: è stata modificata.
Tuttavia, voglio dire ai miei colleghi che hanno avuto meno tempo per esaminare queste norme, quali sono i reati che vengono eliminati per chi fa un condono.
Cosette? Falsità materiale commessa dal privato, falsità ideologica, falsità in registri di notificazioni, falsità di scrittura privata, uso di atto falso, soppressione, distruzione ed occultamento di atti veri e via dicendo. Questi sono i reati contemplati in quell'elenco apparentemente anonimo di cui si parla; dunque, quanto viene mostrato al paese è, da una parte, un sentimento di demoralizzazione circa il rispetto del principio di osservanza della legge (e, quindi, il venir meno di un criterio fondamentale); dall'altro, una grandissima debolezza per quanto riguarda le politiche economiche. Si può discutere di tutto e vi è chi pensa di aumentare le tasse e chi il contrario; tutte le politiche economiche sono discutibili. Una cosa è, però, inammissibile: non avere una politica economica! Quanto voi state facendo oggi consiste semplicemente nel vendere un po' di immobili, operare dei condoni (e, in tal maniera, raschiare le risorse che vengono dal passato), operare le cartolarizzazioni. Nulla di nuovo! In realtà, cosa contiene la vostra politica economica? Una sola cosa, la speranza che l'economia mondiale cambi. State semplicemente guadagnando tempo; state sperando che la situazione si modifichi. State facendo il contrario di quanto il buon Baldassarri venne a riferire un anno e mezzo fa, quando, in sostanza, gli dicemmo tutti: ma, per favore, non sostenere assurdità di tale genere! Glielo dicemmo quando venne a riferirci: guardate, noi
apriamo una nuova politica economica con il primo documento di programmazione economico-finanziaria; qualunque cosa succeda al mondo, l'economia italiana sarà influenzata, al massimo, soltanto dello 0,5 per cento; non temete, altre ipotesi non vengono neppure prese in considerazione.
Oggi, questo Governo si è unicamente affidato a quanto avviene nel resto del mondo; non ha più politica. Molti dei miei colleghi si sono affannati - e hanno ragione - a dire che è una cattiva finanziaria ma dobbiamo sostenere una verità ancora più profonda. Al di là di questa diminuzione del tasso di legalità e della sua compromissione, cos'è, in realtà, questa finanziaria? In verità, è una non finanziaria. È una finanziaria dell'impotenza a governare, dell'impotenza a delineare linee di politica economica da parte di questo Governo (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo e dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benvenuto. Ne ha facoltà.
GIORGIO BENVENUTO. È vero, signor Presidente, è un paese, questo, abituato ai condoni; ne sono stati fatti moltissimi nella storia del nostro paese e nella storia della Repubblica ma è altrettanto vero, signor Presidente, che è la prima volta che un condono viene fatto per iniziativa parlamentare. In passato, veniva fatto in previsione di grandi riforme dell'amministrazione fiscale o del sistema fiscale; questa volta - lo sottolineo e lo ricordo ancora una volta - viene fatto, come ha spiegato il senatore Grillotti, perché è legittima la difesa dei contribuenti di non pagare le tasse.
Inoltre, questo condono, per la prima volta, non viene accompagnato, come nel 1981, come all'inizio degli anni ottanta e come all'inizio degli anni novanta con misure di inasprimento, con misure con le quali il Governo si poneva nelle condizioni di una maggiore severità nei confronti della evasione e dell'elusione fiscale. Ricordo, all'inizio degli anni ottanta, la legge sulle manette agli evasori; ricordo, all'inizio degli anni novanta, le disposizioni per il superamento del segreto bancario. Questa volta, il condono avviene in un clima completamente diverso; le manette, voi non volete metterle agli evasori: le volete mettere ai giudici, quelli che volete eliminare (Applausi del deputato Pennacchi).
Voi non volete combattere l'evasione fiscale; piuttosto, alzate uno scudo per gli evasori fiscali, uno scudo che addirittura garantisce l'anonimato e la clandestinità! L'onorevole Bossi si preoccupa dei clandestini; farebbe bene a preoccuparsi del fatto che con queste misure noi garantiamo la clandestinità ai grandi evasori. Colpiamo - e ciò mi colpisce e mi ferisce profondamente - gli italiani che lavorano all'estero, i pensionati che hanno lavorato all'estero e che, venendo nel nostro paese, sono penalizzati dalle misure previste. Essi trovano un Governo arcigno e sordo alle loro richieste.
È un condono - lo sottolineo al ministro Tremonti ed al senatore Vegas - rischioso, come sono sempre le operazioni di condono: negli anni ottanta e novanta i condoni ebbero un risultato importante dal punto di vista della cassa, ma furono seguiti da politiche severissime di intervento sull'esplosione della spesa pubblica. In quegli anni, in seguito ai condoni fu varata la legge finanziaria del 1993 che, come tutti ricordiamo, fu quella più severa. Temiamo che questa volta si stia imboccando la stessa strada, perché le misure che sono garantite dal condono odierno - per usare un termine caro all'onorevole Tremonti quando non era ministro - rappresentano non una tantum, ma una paucum e prevedono misure che temiamo saranno dure sul versante della finanza pubblica.
Non è una preoccupazione solo dell'opposizione, poiché l'abbiamo avvertita, in più di un'occasione, anche in ampi settori della maggioranza (ad esempio, durante il dibattito in prima lettura sul disegno di legge finanziaria), l'abbiamo ascoltata ieri dall'onorevole Volontè, e la leggiamo nelle ripetute affermazioni del dottor Brunetta.
Ministro Tremonti, ci troviamo di fronte ad una politica tributaria che conduce ad una esplosione di spese coperte da entrate tributarie inventate. Si sta attuando una politica che passa dalla tassazione con qualche condono ai condoni con qualche tassazione. È una politica incomprensibile, piena di confusione, altro che riforme! Abbiamo appena discusso otto articoli e già su due questioni importanti il Governo ha dovuto spiegare che un decreto dovrà modificare la legge finanziaria. Si parla di un ulteriore decreto che affronterà i problemi degli ecoincentivi, delle correzioni all'attuale disegno di legge finanziaria, fino alla cosiddetta legge Tremonti-bis. Chiediamo al ministro di intervenire: se vero che egli era contrario alla politica dei condoni, se è vero che obtorto collo ha dovuto accettare questa iniziativa parlamentare, ci deve spiegare i conti. Presidente, questo lo chiedo anche a lei, poiché ci troviamo di fronte ad oscurità e violazioni palesi di impegni.
Alcuni dati devono essere resi noti, anche alla maggioranza: non siamo ancora in grado di sapere cosa abbia significato la cosiddetta legge Tremonti-bis, dopo che c'era stata assicurato che a giugno sarebbero stati resi noti i dati; il ministro Giovanardi aveva spiegato che ciò sarebbe avvenuto ad ottobre e, adesso, durante la risposta ad una question time, è stato detto che il Governo non sa, non conosce, che le cose non funzionano e che quindi una risposta verrà data nel mese di marzo. Come si può continuare a procedere in questo modo? Altro che decisionismo, onorevole Volontè, del ministro Tremonti! Altro che finanza costruttiva! Siamo di fronte ad una politica di indecisione del Governo e del ministro, alla mancanza di una fiscalità autorevole, ridicolizzata da continue improvvisazione e contraddizioni.
Questo è il motivo per cui ci opponiamo a questi condoni ed, inoltre, vogliamo avere dal ministro Tremonti una spiegazione ed un'indicazione della sua politica e dei mutamenti così radicali delle scelte relative alle legge finanziaria (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
ANGELINO ALFANO, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti all'articolo 9.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIULIO TREMONTI, Ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho un certo compiacimento e stupore per la quantità delle citazioni dei miei scritti, recenti e remoti. Quest'oggi è stato citato un libro pubblicato per i «Tipi» di Laterza e mi sembra che nei giorni scorsi il best seller fosse costituito da un articolo pubblicato sul Corriere della Sera alla fine degli anni ottanta...
PIERLUIGI CASTAGNETTI. Nel 1991.
GIULIO TREMONTI, Ministro dell'economia e delle finanze. ...o al principio degli anni novanta perché sul Corriere della Sera ho scritto per 10 anni. Non credo che il contesto attuale sia significativo rispetto a quello in cui ho scritto quell'articolo. Quell'articolo è stato scritto in un contesto in cui sembrava che il contrasto all'evasione fiscale fosse possibile con gli strumenti allora in essere (Commenti del deputato Giachetti). Prego?
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, volete ascoltare il ministro? Ieri avete fatto un'implorazione corale.
GIULIO TREMONTI, Ministro dell'economia e delle finanze. Mi permetto di sostenere la tesi contraria, cioè in quel contesto sembrava che la lotta all'evasione fiscale, con gli strumenti legislativi allora in essere, fosse pienamente possibile: non
è stato così. Dopo 10 anni di sostanziale ed ininterrotto governo delle finanze pubbliche da parte del centrosinistra, l'evasione c'è stata, anzi è cresciuta. Nonostante il duro e il fortissimo contrasto all'evasione fiscale e l'assenza di provvedimenti di clemenza - in realtà, se ne sono verificati molti in modo indiretto ed obliquo -, tale fenomeno ancora esiste ed è cresciuto.
Vorrei dare un dato empirico indicativo: su Il Sole 24 Ore di oggi appare la notizia che la piazza finanziaria di Lugano ha avuto il suo massimo splendore nel 2001 e su questo, forse, è il caso di fare una riflessione. Il Senato della Repubblica ha avuto modo di ragionare e di riflettere ampiamente e politicamente su questi dati.
Quando la trasgressione di una legge si scala sui grandi numeri, allora vuol dire che non sbagliano solo i trasgressori, ma anche i legislatori. In filosofia del diritto la trasgressione è definita marginalità e devianza. Ripeto, quando la trasgressione ha la dimensione quantitativa di un fenomeno sostanzialmente vasto, allora significa che non sbagliano solo i trasgressori, ma anche i legislatori: questo è il fondo delle riflessioni che si sono sviluppate politicamente e profondamente nel dibattito al Senato della Repubblica. Il consenso politico è stato vasto e credo ci sia stata un'eccessiva enfasi numeraria perché, in realtà, i provvedimenti di clemenza significativi sono sostanzialmente due: quello fiscale e quello relativo al lavoro operato dai pensionati, quest'ultimo coerente con la scelta di eliminare il divieto di cumulo.
Gli altri cosiddetti condoni sono in realtà provvedimenti marginali.
È stata compiuta dal Senato, con responsabilità, la scelta di escludere il condono edilizio. Fondamentalmente, la verità è che si è trattato di due soli condoni, uno in campo fiscale e l'altro in quello previdenziale.
Mi permetto di svolgere due ultime considerazioni. È stato detto che il solo annuncio di un provvedimento di clemenza influirà negativamente sull'autoliquidazione di novembre. Non è stato così (Commenti). Non è stato così! La caduta di gettito è esclusivamente attribuita all'imposta sul reddito delle persone giuridiche che ha seguito dinamiche assolutamente indipendenti dall'annuncio di condono. Le scelte fatte o le opportunità concesse alle società erano già evidenti nel luglio e non sono state assolutamente influenzate dalla discussione che iniziava sull'opportunità di provvedimenti di clemenza. Basta vedere l'andamento dell'IRAP per verificare che l'andamento dell'autoliquidazione e dell'IVA è stato assolutamente indipendente dalla discussione del provvedimento di clemenza.
Svolgo una considerazione conclusiva. L'ultima volta che abbiamo discusso con grande intensità politica provvedimenti di questo tipo è stato a proposito del cosiddetto rimpatrio di capitali. Tutti gli oratori dell'opposizione hanno detto, in proposito: ci farà uscire dall'Europa! Ebbene, lo stanno facendo in Europa (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e della Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo sugli emendamenti presentati?
GIULIO TREMONTI, Ministro dell'economia e delle finanze. Conforme a quello del relatore per la maggioranza, signor Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli emendamenti Pinza 9.1, Benvenuto 9.2, Grandi 9.3, Pistone 9.4, Zanella 9.5 e Russo Spena 9.6, di identico contenuto normativo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bersani. Ne ha facoltà.
PIER LUIGI BERSANI. Signor ministro, tra ieri e stamattina abbiamo fatto di tutto per averla qui. Eravamo pronti a tutto. Io avevo suggerito anche di intonare, tratto dal Don Giovanni, il noto «Deh, vieni alla finestra, o mio tesoro» (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo)!
Volevamo porle una domanda molto semplice: cosa pensa lei dei condoni? Lei è sempre stato contrario (Voci dai banchi
dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo: «Tremonti ascolta!»)...
PRESIDENTE. Colleghi, date modo all'onorevole Bersani di concludere il suo intervento, ché il ministro Tremonti ha orecchi per ascoltare!
PIER LUIGI BERSANI. ...lei è sempre stato contrario evidentemente. Adesso comprendiamo però che era contrario a meno che non fossero introdotti a dosi massicce e da guinness dei primati!
Abbiamo assistito in queste ore, da parte sua e degli altri, alla giustificazione di questi condoni secondo due schemi: il capitolo del «vorrei» e quello del «non vorrei». Il capitolo del vorrei è quello che ci ha presentato adesso. In sostanza i condoni sarebbero causati dalle leggi. Non è una grande novità. L'idea che le leggi siano criminose lo ha sempre sostenuto anche l'iniziativa condonistica di tanti anni passati. E noto che lei ha abbandonato l'argomento del condono come anticipazione della riforma.
Mi pare molto interessante notare questo; dichiariamo, quindi, affossata la riforma visto che, nel presentare il patto di stabilità, di essa non si fa cenno - in particolare, la riduzione fiscale, prevista per il 2006, è di un punto - e nessuna delle misure che oggi vengono adottate con questa legge finanziaria può ritenersi anticipatrice di alcunché. Il condono, quindi, come anticipazione della riforma non c'è. Ho capito anche che non c'è più il condono - qui siamo al capitolo del non vorrei - come rimedio al buco nei conti pubblici del centrosinistra. Ciò, però, lo dica il ministro Tremonti ad un certo numero di suoi colleghi della maggioranza di centrodestra perché questo è un argomento che ancora gira per il paese.
Se c'è un buco, sia chiaro, lo avete fatto voi (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani)! E siamo in condizione, molto semplicemente, con una matita e un pezzo di carta, di elencare perché quest'anno ci si è trovati di fronte ad un buco così rilevante.
Signor ministro, credo che dei suoi argomenti non ci sia nulla di accettabile; ritengo inoltre che la questione dei condoni metta il paese di fronte ad una nuova stagione di scoramento, di sbandamento e di incertezza. Signor ministro, l'incertezza, la sfiducia, il calo degli investimenti e dei consumi non derivano dal catastrofismo del centrosinistra ma da una politica che affronta l'ordinario con lo straordinario e, in questo modo, sta dando al nostro paese un messaggio emergenziale se sommiamo i condoni con le cartolarizzazioni e con gli interventi a gamba tesa sulla legislazione in corso, nonché con le norme sui videopoker e sulla porno tax e così via.
Voi state dando l'idea che siamo alla frutta, e si sta facendo largo l'idea che la rivoluzione berlusconiana non sia altro che il ritorno all'Italietta: condoni e tasse sul fumo, in pratica, l'Italia di una volta (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani). È vero che gli italiani parteciperanno al gioco; ciò lo dice Berlusconi e un po' anche questa mattina Mannheimer il quale dice di fare attenzione a questa distorsione dello spirito civico. Apro al riguardo una parentesi; i tedeschi, se faranno quella misura, la pagheranno il 25 per cento (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, Misto-Comunisti italiani e Misto-Socialisti democratici italiani); inoltre, vedremo che cosa essi faranno in tema di anonimato.
PRESIDENTE. Onorevole Bersani, le faccio presente che lei ha esaurito il tempo a sua disposizione.
PIER LUIGI BERSANI. Signor Presidente, le chiedo un altro minuto (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale). I ragazzini giocheranno ai videopoker: mille misere lire di una volta, però, ogni 20 secondi. Inoltre, gli italiani parteciperanno al condono ma non stimeranno questo Governo.
Il condono può essere accettabile, anzi a qualcuno piace ma calerà la stima per il Governo. Sapete perché? Al riguardo, faccio
un'altra piccola citazione. Dumas diceva, quando raccontava di Athos che si rivolgeva a Milady: Certo che vi amo, ma come si amano le cose peggiori di me; come si ama il vino, i dati e le carte. Così viene amato questo Governo (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani)!
Con queste vostre misure voi state distruggendo non solo le risorse ma lo spirito civico di domani. Per questo, il ministro Tremonti non ci ha convinto e, pertanto, continueremo la battaglia contro queste scelte (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, Misto-Comunisti italiani e Misto-UDEUR-Popolari per l'Europa)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bertinotti. Ne ha facoltà.
FAUSTO BERTINOTTI. Signor Presidente, debbo dire, senza coinvolgere il gruppo cui appartengo, che personalmente non ero particolarmente eccitato dall'idea che il ministro Tremonti fosse chiamato a partecipare a questa seduta e di ascoltare il suo intervento perché immaginavo di conoscerne il tenore. Del resto, qui penso ad una responsabilità complessiva del Governo.
Quello che afferma il ministro in questa sede - largamente prevedibile - è secondo me una dichiarazione di impotenza e di fallimento. Il fallimento è quello della politica classica neoliberista: non ce la fa! Ossia non ce la fa secondo i vecchi canoni e perciò deve importare della «zavorra», deve importare delle politiche illegali che, in astratto, dovrebbero contraddire molto l'ispirazione liberale. Poi manifesta un'impotenza perché quelle politiche non sono in grado di affrontare questa fase della crisi.
Il ministro ci dice che l'evasione fiscale non è suscettibile di essere abbattuta. Signor ministro, lei non può semplicemente addurre il fatto che fin qui, in Italia, l'evasione fiscale sia stata da record per dire che questo è immodificabile.
Certo, in Italia l'evasione fiscale è parte di un patto sociale, è parte di un'alleanza con la quale si è tenuto sotto schiaffo il mondo del lavoro dipendente. Infatti in Italia c'è un regime fiscale duale, in cui certi cittadini sono costretti a subire un prelievo alla fonte ed altri cittadini, con una condizione fiscale tutt'affatto diversa di cittadinanza, pagano secondo quello che denunciano.
Questo sistema fiscale che ha favorito l'evasione è stato alimentato. Adesso, con un Governo simile, capita spesso di avere nostalgia dei governi democristiani, ma questi ultimi sono stati maestri nella costruzione di questa alleanza sociale, in cui con l'evasione si è comperato il consenso di una parte dei ceti medi.
Il Governo di centrosinistra, onorevole ministro, ha affermato di combattere l'evasione, ma non l'ha fatto efficacemente. Ciò, però, non dà a lei alcuna possibilità di reclutarsi invece nel partito degli evasori e, addirittura, di rilanciare l'evasione come leva della politica economica.
Qualcuno di voi, seduto qui sui banchi del Governo, dovrebbe essere in imbarazzo perché spesso ha svolto campagne elettorali brandendo questa clava, anche contro «Roma ladrona» ed ora siede al Governo che invece favorisce questi latrocini.
Vorrei provare ad esporvi la mia tesi e la ragione della vostra impotenza: lo fate perché non siete in grado di uscire dalla crisi con una politica economica espansiva e qualificata ed allora dovete drogare l'economia, dovete allora spostare il confine tra economia legale ed economia illegale e dovete sistematicamente portare nella cosiddetta economia legale l'economia illegale. A quando l'alleanza con la mafia per poter portare in Italia capitali altrimenti ricchi? Voi non avete più limiti (Commenti di deputati del gruppo di Alleanza nazionale)!
Signor ministro, se lei avesse la bontà di ascoltare, oltre a quella di essere venuto fin qua...
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi invito a lasciare liberi i banchi del Governo.
FAUSTO BERTINOTTI. Conosco la tesi che è all'origine di questa operazione. È una tesi che si esprime in questi termini: siccome il patto di stabilità è immodificabile, o si fa il condono o si fa una politica di massacro sociale.
Questa formulazione è semplicemente giustificazionista; anzitutto perché il patto di stabilità andrebbe in realtà messo in discussione, è sempre più evidentemente un elemento iugulatorio delle economie europee. Voi così mostrate una nuova conferma di subalternità agli Stati uniti d'America: fate la politica che loro dicono di fare e non quella che loro fanno; in realtà producete un mix tra condono e massacro sociale. Ma esiste un'alternativa? Si, esiste una nuova politica fiscale: Tobin tax, carbon tax; esiste una politica classica liberale: la patrimoniale, ed esiste una lotta all'evasione.
Voi, che citate spesso il sistema americano nei suoi punti più repellenti, fareste bene a ricordarne, almeno il sistema fiscale (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista e di deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Bertinotti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Morgando. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO MORGANDO. Signor Presidente, confesso anche io la delusione provata per l'intervento del ministro. Abbiamo chiesto con forza e ripetutamente la sua presenza e mi aspettavo che l'onorevole Tremonti svolgesse un maggior approfondimento delle questioni che stiamo discutendo.
Vorrei fare solo alcune brevi considerazioni. Il ministro afferma che il Senato ha avuto modo di riflettere sul fatto che l'evasione fiscale non è diminuita e quindi reputa necessario ricorrere a nuovi strumenti, al condono. Questa, infatti, sarà la finanziaria dei condoni o, come l'ha definita un economista, del «supermarket» degli evasori. Non conosco il senatore Grillotti, ma confesso, colleghi, che faccio fatica ad immaginare che all'origine della decisione di introdurre nel disegno di legge finanziaria l'elemento che la caratterizzerà, all'origine della scrittura di questi emendamenti vi sia il senatore Grillotti.
La verità, colleghi, è un'altra: gli articoli relativi ai condoni sono stati scritti al Ministero dell'economia, in via XX Settembre, e non sono stati scritti nelle passate settimane, ma, a mio avviso, sin dall'inizio della discussione del disegno di legge finanziaria. Il condono, infatti, era nell'aria; se ne è parlato già sotto traccia, quando la finanziaria è stata esaminata in prima lettura alla Camera e, poi, al Senato è emersa la vera ragione: si trattava di un argomento molto difficile da sostenere nel paese ed è stato introdotto al Senato in modo che, quando fosse tornato alla Camera, sarebbe stato difficile per i tempi ristretti affrontarlo con la dovuta considerazione, derivandone quindi una minore eco nel paese.
Il fatto che questa sia un'interpretazione corretta mi è stato confermato dalla conclusione della discussione di ieri in Commissione bilancio. Con onestà intellettuale, il collega Casero, capogruppo di Forza Italia nella Commissione, ha svolto più o meno il seguente ragionamento: in tempi di crisi economica internazionale è lecito ricorrere a strumenti di finanza straordinaria per fare da ponte e da volano rispetto alla prospettiva di ripresa dello sviluppo economico. Questa è la ragione per cui sono stati introdotti i 15 condoni, numero indicato su Il Sole 24 Ore (può darsi che qualche condono sia più importante di un altro, ma non penso che il numero complessivo si discosti molto da quello citato).
La ragione per cui sono stati introdotti i condoni è una ragione di politica economica. Però vi sono due aspetti che non si realizzeranno. In primo luogo, non vi saranno le entrate attese, perché - come giustamente ha fatto notare il servizio bilancio della Camera - la concentrazione dei condoni rende molto difficile raggiungere i tassi di adesione previsti e, conseguentemente, il livello delle entrate non sarà affatto garantito. Tra l'altro, signor
Presidente, 8 miliardi di euro di entrate sono stati previsti nella prima versione del disegno di legge finanziaria presentato alla Camera e la stessa cifra è stata prevista dalla versione della finanziaria approvata al Senato nonostante l'introduzione del rilevante numero di condoni. Le entrate derivanti dai condoni sono «ballerine» e non consentono di farvi affidamento.
L'altro aspetto che non si realizzerà riguarda lo sviluppo; la strategia di finanza straordinaria basata sui condoni rischia di fare da ponte verso il nulla. Ieri, il ministro Marzano ha ricordato che, ad onta di tutte le aspettative, il secondo semestre del 2003 sarà ancora un semestre di bassa crescita economica. Come è stato ricordato questa mattina in molti interventi, stiamo affrontando il «cuore» della politica economica del Governo, una politica economica basata sulle aspettative di sviluppo, che tendono però a non realizzarsi.
Allora, tra Solbes e Casero, chi ha ragione? Tra Solbes che ci richiama alla contraddizione (sto per concludere, signor Presidente) tra il finanziamento di spese permanenti con entrate una tantum e la teoria del ponte verso la crescita, chi ha ragione? Temo che abbia ragione Solbes e, quindi, temo che le prospettive di crescita, le prospettive di sviluppo dell'economia italiana siano gravemente compromesse da questo disegno di legge finanziaria (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzo. Ne ha facoltà.
MARCO RIZZO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, siamo di fronte al disegno di legge finanziaria di un Governo che ha svolto molta propaganda, di un Governo che ha mancato a gran parte delle promesse effettuate. Adesso, avete intrapreso una manovra economica che, di fatto, raschia il fondo del barile. I condoni sono l'ultimo episodio di questa vicenda, in cui si cerca, da una parte, di recuperare risorse e, dall'altra, si azzera, di fatto, il senso civico del nostro paese. Non so quanti, in Italia, abbiano fatto la figura dei fessi, per aver pagato le tasse sinora. Da questo punto di vista, credo che la vostra colpa sia ben più grave che non nella singola vicenda dei condoni.
Tuttavia, su alcuni argomenti, siete stati capaci e bravi, questo bisogna affermarlo. Siete stati capaci e bravi a risolvere gli affari di famiglia. In questo paese, c'è stato un processo sul falso in bilancio e, subito, avete approvato una legge sul falso in bilancio; c'è stato un processo sulle rogatorie internazionali e, subito, avete approvato una legge sulle rogatorie internazionali; è in corso, a Milano, un processo che coinvolge il Premier e Previti e, subito, avete approvato una legge per spostare questo processo.
Ministro Tremonti, è vero, come spesso lei ha affermato, che la contingenza economica e finanziaria è difficile non soltanto in Italia. Tuttavia, è anche vero che in Germania, in Francia e in Gran Bretagna non sono state adottate le misure che state adottando voi.
Purtroppo, il paese è allo sbando, per mancanza di una politica vera, sia dal punto di vista industriale sia dal punto di vista finanziario: c'è la crisi della FIAT e gli indici complessivi dell'economia non seguono un buon andamento. Il paese è allo sbando ma la vostra maggioranza politica non è da meno. Avete voluto umiliare l'Unione dei democratici di centro e, nella giornata di ieri, avete umiliato esplicitamente il collega Volontè.
Siamo in clima natalizio e, agli italiani, vorremmo rivolgere non soltanto gli auguri ma anche offrire qualche speranza. Purtroppo, siamo anche di fronte ad una guerra spaventosa, che si è già iniziata. Voi non la vedete, molti non la vedono, anche qui, intorno a noi.
La speranza è che questa guerra possa essere ancora fermata ma la speranza più forte è che questo paese, in una stagione così difficile, sia governato in maniera diversa. L'unico modo possibile è che cediate il passo perché siete stati inefficaci,
incompetenti e negativi per tutto e per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Comunisti italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI. Onorevole ministro, abbiamo ascoltato le sue parole e consideriamo il fatto che esse avrebbero dovuto essere pronunciate opportunamente quando il disegno di legge finanziaria fu presentato, perché la gestione di questo passaggio ci ha posti in grave imbarazzo. Credo che il Governo farebbe bene a non sottovalutare questo imbarazzo. In particolare, proprio l'11 ottobre scorso, in occasione della discussione, prima in Commissione, poi in Assemblea, avevo avuto modo di osservare quanto appariva di grande evidenza, cioè, che, al netto delle cartolarizzazioni e delle operazioni sul taglio della spesa, il dato più preoccupante era riferito al nodo del cosiddetto concordato fiscale, così come era stato prospettato nel disegno di legge finanziaria presentato alla Camera. Esso fa riferimento ad una platea ristretta di contribuenti nei cui confronti la previsione di 8 miliardi di euro appariva del tutto sproporzionata, sulla base delle esperienze precedenti.
Ricordavo anche come l'ultimo condono, quello successivo a Tangentopoli, avesse conseguito risultati importanti anche a seguito di quella situazione eccezionale. Avevo avuto l'opportunità di rilevare come valutavamo insufficiente una iniziativa parlamentare, ritenendo che spettasse al Governo il dovere di dire esattamente cosa intendesse fare: o valutava le sue previsioni errate oppure, in alternativa, doveva evidenziare l'intenzione di effettuare un condono tombale, assumendo le decisioni conseguenti.
Credo che il difetto di questa partita sia stato quello di non aver chiamato le cose con il loro nome.
Non mi scandalizzo per il fatto che il Governo arrivi a questa conclusione, mi ha molto preoccupato, invece, il fatto che il 16 dicembre si sia utilizzata l'iniziativa di un relatore, ancorché autorevole, quasi che fosse il Parlamento ad essere chiamato a smentire se stesso. Questa era un'iniziativa del Governo, ed è qui che si è rotta la delicatezza del rapporto tra Governo e Parlamento, ed è un punto sul quale è bene riflettere per tempo, prima che la situazione sfugga di mano.
Non parlo di cose strane, perché noi abbiamo fatto recentemente un congresso e, quindi, caro Rizzo, non ci sentiamo umiliati. Veniamo fuori da un congresso in cui abbiamo dichiarato ad alta voce le nostre intenzioni, abbiamo esposto le nostre opinioni e abbiamo manifestato la nostra lealtà. Tuttavia, infliggere un vulnus nei rapporti tra Governo e Parlamento, determinare situazioni di sofferenza istituzionale vuol dire non far bene il proprio mestiere; pertanto invito il Governo e, in particolare, il ministro Tremonti a considerare per il futuro che l'imbarazzo con cui arriviamo a votare questa finanziaria non è una cosa da sottovalutare. Perché se si persiste in questo orientamento (Commenti di deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo) mettendo sotto silenzio i consigli disinteressati che vengono dati al fine di rendere più funzionale l'azione della maggioranza e del Governo, nel rispetto dei rapporti con l'opposizione, temo che ci infileremo in un vicolo cieco.
Per quello che ci riguarda, comunque, essendo chiaro quanto abbiamo deciso nel nostro congresso e che la nostra lealtà è fuori discussione, votiamo disciplinatamente la finanziaria, ma sia ben chiaro che è bene, d'ora in poi, che si lavori avendo una capacità prospettica di più ampio respiro di quella dimostrata sino ad ora (Applausi dei deputati del gruppo dell'UDC (CCD-CDU)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castagnetti. Ne ha facoltà.
PIERLUIGI CASTAGNETTI. Grazie, Presidente. Ho chiesto di intervenire dopo aver ascoltato il ministro, ma dopo aver ascoltato anche questo importante intervento
dell'onorevole Tabacci, presidente della X Commissione, che non vorrei fosse liquidato come uno dei tanti interventi.
Un autorevole esponente di un gruppo della maggioranza ha espresso un giudizio di sostanziale sfiducia, di grave e netta dissociazione dalla politica economica del Governo. A me pare che il Governo non possa fingere di non avere ascoltato ciò che è stato detto da parte di un autorevole esponente della maggioranza (Commenti di deputati del gruppo di Alleanza nazionale). È stato anche detto da parte dell'onorevole Tabacci che si è rotto un punto di equilibrio fra il Governo e il Parlamento, queste affermazioni non sono state fatte dall'opposizione.
Signor Vicepresidente del Consiglio, signor ministro dell'economia, io credo che il Governo debba rispondere e dar conto di queste contestazioni.
Vorrei ora dire una parola sull'intervento del ministro dell'economia. Il ministro dell'economia ha trasmesso a questo Parlamento un senso di sofferenza, di impotenza, di mancanza di idee e, se consente, di mancanza di dignità da parte del Governo.
PRESIDENTE. Onorevole Castagnetti, la prego di concludere.
PIERLUIGI CASTAGNETTI. Credo che abbia ragione il Presidente Berlusconi quando dice che lei sta attraversando un momento di depressione, signor ministro.
Voglio solo dire questo: come si può sostenere che l'evasione nel nostro paese è frutto della legge? Quale frutto possiamo attenderci domani da leggi che esplicitamente incitano alla trasgressione, che sono le leggi fatte in questa legislatura?
Signor ministro, noi ci saremmo attesi che lei prendesse le distanze dall'affermazione gravissima del senatore Grillotti, secondo il quale...
PRESIDENTE. Onorevole Castagnetti, la invito a concludere, mi mette in imbarazzo.
PIERLUIGI CASTAGNETTI. ...in un paese dove si pagano troppe tasse, non pagarle è un atto di legittima difesa. Invece, lei è venuto qui a dire che ha ragione Grillotti (Vivi commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale e della Lega nord Padania).
EUGENIO DUCA. Basta ragliare!
PRESIDENTE. Onorevole Castagnetti, non mi faccia usare due pesi e due misure, perché la cosa sarebbe antipatica anche per lei. A me dispiace interromperla, ma potrei essere costretto a farlo.
PIERLUIGI CASTAGNETTI. Finisco. Il signor ministro ha dimenticato di dire una parola ai tanti cittadini italiani che le tasse le hanno pagate, ai tanti commercianti e artigiani che hanno pagato in base agli studi di settore. Ha dimenticato di dire perché gli italiani dovrebbero pagare le tasse (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Sono costretto a toglierle la parola. La ringrazio, ma l'avevo già avvertita prima.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti Pinza 9.1, Benvenuto 9.2, Grandi 9.3, Pistone 9.4, Zanella 9.5 e Russo Spena 9.6, di identico contenuto normativo, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 470
Maggioranza 236
Hanno votato sì 193
Hanno votato no 277).
Prendo atto che gli onorevoli Fini e Giovanardi hanno erroneamente espresso un voto favorevole, mentre volevano esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Michele Ventura 9.7 e Benvenuto 9.8, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 475
Maggioranza 238
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 281).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 9.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 471
Maggioranza 236
Hanno votato sì 190
Hanno votato no 281).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 466
Astenuti 1
Maggioranza 234
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 272).
Prendo atto che l'onorevole Pinto non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Grandi 9.11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grandi. Ne ha facoltà.
ALFIERO GRANDI. Il comma 2 dell'articolo 9 andrebbe semplicemente soppresso. Esso si ispira a due principi, il primo dei quali recita: più hai evaso, meno paghi. Il secondo principio si modella sui prezzi da saldo: tutto viene fatto a prezzi estremamente contenuti, dunque, a prezzi inaccettabili anche dal punto di vista del paragone tra contribuente onesto e disonesto. Vorrei tornare un attimo su un punto molto importante che riguarda la ragione dell'evasione fiscale. Il ministro ha sostanzialmente detto che l'occasione in questo caso dipenderebbe dalle leggi. Io mi permetto di dire che dipende dal Governo e dal ministro, perché - dopo avere preannunciato condoni a raffica - è del tutto evidente che non sono state fatte le autotassazioni nei periodi previsti e di conseguenza sono mancati soldi relativi alle entrate dello Stato. Coloro che dovevano farlo avevano già capito che conveniva non pagare, tanto sarebbe arrivato il condono. Ecco la ragione del limite che la Camera aveva indicato (31 dicembre 2001); almeno, a bocce ferme, i contribuenti avrebbero mantenuto il loro normale atteggiamento. Ma il limite è stato portato al 31 ottobre 2002, cioè a qualche settimana fa, quando il dibattito sui condoni era già aperto, con la promessa di condoni per l'evasione già in corso.
Ecco la ragione per cui il comma 2 dell'articolo 9 deve essere, a mio giudizio, soppresso.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 9.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 460
Votanti 459
Astenuti 1
Maggioranza 230
Hanno votato sì 182
Hanno votato no 277).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 458
Votanti 456
Astenuti 2
Maggioranza 229
Hanno votato sì 181
Hanno votato no 275).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 9.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 460
Votanti 458
Astenuti 2
Maggioranza 230
Hanno votato sì 183
Hanno votato no 275).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 9.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 456
Votanti 455
Astenuti 1
Maggioranza 228
Hanno votato sì 184
Hanno votato no 271).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 9.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 464
Votanti 463
Astenuti 1
Maggioranza 232
Hanno votato sì 188
Hanno votato no 275).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 9.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 444
Votanti 443
Astenuti 1
Maggioranza 222
Hanno votato sì 178
Hanno votato no 265).
Prendo atto che l'onorevole Brusco non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 441
Votanti 440
Astenuti 1
Maggioranza 221
Hanno votato sì 173
Hanno votato no 267).
Prendo atto che l'onorevole Tabacci non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 455
Votanti 453
Astenuti 2
Maggioranza 227
Hanno votato sì 183
Hanno votato no 270).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 465
Votanti 464
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato sì 184
Hanno votato no 280).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 9.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 455
Votanti 453
Astenuti 2
Maggioranza 227
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 274).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 454
Votanti 451
Astenuti 3
Maggioranza 226
Hanno votato sì 178
Hanno votato no 273).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 459
Votanti 456
Astenuti 3
Maggioranza 229
Hanno votato sì 182
Hanno votato no 274).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 9.23, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 472
Votanti 471
Astenuti 1
Maggioranza 236
Hanno votato sì 188
Hanno votato no 283).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.24, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 466
Astenuti 2
Maggioranza 234
Hanno votato sì 186
Hanno votato no 280).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 9.25, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 475
Votanti 474
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 285).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Michele Ventura 9.26 e Benvenuto 9.28, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 475
Votanti 473
Astenuti 2
Maggioranza 237
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 282)
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.29, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 462
Votanti 460
Astenuti 2
Maggioranza 231
Hanno votato sì 180
Hanno votato no 280).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 9.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 466
Astenuti 2
Maggioranza 234
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 279).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 467
Astenuti 1
Maggioranza 234
Hanno votato sì 188
Hanno votato no 279).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 9.31, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 465
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 276).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 466
Astenuti 2
Maggioranza 234
Hanno votato sì 184
Hanno votato no 282).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 9.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 447
Votanti 445
Astenuti 2
Maggioranza 223
Hanno votato sì 177
Hanno votato no 268).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Benvenuto 9.34
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicola Rossi. Ne ha facoltà.
NICOLA ROSSI. Signor Presidente, mi spiace non vi sia il ministro perché quanto sto per dire lo riguarda (Commenti). Dai documenti ufficiali del ministero che il ministro ha l'onore di dirigere si desume che fra il 1996 ed il 2001 il recupero di gettito è ammontato a 35 miliardi di euro. Di questi 35 miliardi di euro più della metà - 16 miliardi di euro - sono stati restituiti alle famiglie sotto forma di riduzioni di imposte, per circa 800 euro a famiglia. Questo lavoro è stato svolto, non solo da altri ministri, diversi dal ministro Tremonti, ma anche da tutti i funzionari di quel ministero che hanno consentito a quest'ultimo un salto di qualità straordinario nel corso della passata legislatura. Nel dire ciò che ha detto, il ministro tratta in maniera indecorosa tutti coloro che, ogni giorno, lavorano in quella amministrazione. Ho l'impressione che il ministro Tremonti si aspetti che qualcuno in futuro gli condoni le bugie che continua a dirci, ma non accadrà (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.34, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 455
Astenuti 2
Maggioranza 228
Hanno votato sì 178
Hanno votato no 277).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 9.35, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 465
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 278).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.36, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 462
Votanti 461
Astenuti 1
Maggioranza 231
Hanno votato sì 184
Hanno votato no 277).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.37, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 464
Votanti 463
Astenuti 1
Maggioranza 232
Hanno votato sì 184
Hanno votato no 279).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.38, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 463
Votanti 461
Astenuti 2
Maggioranza 231
Hanno votato sì 180
Hanno votato no 281).
Prendo atto che l'onorevole Santulli non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.39, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 460
Votanti 458
Astenuti 2
Maggioranza 230
Hanno votato sì 184
Hanno votato no 274).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 9.42, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 454
Votanti 453
Astenuti 1
Maggioranza 227
Hanno votato sì 180
Hanno votato no 273).
Prendo atto che l'onorevole D'Agrò non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.40, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 468
Astenuti 2
Maggioranza 235
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 279).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.41, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 462
Votanti 459
Astenuti 3
Maggioranza 230
Hanno votato sì 184
Hanno votato no 275).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 9.43, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 465
Astenuti 2
Maggioranza 233
Hanno votato sì 182
Hanno votato no 283).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.44, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 460
Votanti 459
Astenuti 1
Maggioranza 230
Hanno votato sì 182
Hanno votato no 277).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti Benvenuto 9.45 e Michele Ventura 9.46, di identico contenuto normativo, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 469
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 282).
Prendo atto che l'onorevole Scajola non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti Benvenuto 9.47 e Michele Ventura
9.48, di identico contenuto normativo, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 465
Votanti 464
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato sì 185
Hanno votato no 279).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.49, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 462
Votanti 461
Astenuti 1
Maggioranza 231
Hanno votato sì 182
Hanno votato no 279).
Prendo atto che l'onorevole Brusco non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 467
Astenuti 1
Maggioranza 234
Hanno votato sì 184
Hanno votato no 283).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.51, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 463
Votanti 462
Astenuti 1
Maggioranza 232
Hanno votato sì 185
Hanno votato no 277).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti Benvenuto 9.52 e Pinza 9.53, di identico contenuto normativo, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 472
Votanti 471
Astenuti 1
Maggioranza 236
Hanno votato sì 188
Hanno votato no 283).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pinza 9.54, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 477
Astenuti 1
Maggioranza 239
Hanno votato sì 190
Hanno votato no 287).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.55, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 464
Votanti 462
Astenuti 2
Maggioranza 232
Hanno votato sì 188
Hanno votato no 274).
Prendo atto che l'onorevole Giuseppe Gianni non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.56, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 466
Astenuti 2
Maggioranza 234
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 272).
Prendo atto che l'onorevole Pinto non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 9.57, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 472
Votanti 470
Astenuti 2
Maggioranza 236
Hanno votato sì 190
Hanno votato no 280).
Prendo atto che gli onorevoli Brusco e Ciro Alfano non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 9.58, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 479
Votanti 478
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 283).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.59, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 475
Votanti 474
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato sì 190
Hanno votato no 284).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.60, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 484
Votanti 482
Astenuti 2
Maggioranza 242
Hanno votato sì 196
Hanno votato no 286).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Benvenuto 9.61 e Morgando 9.62, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 476
Votanti 474
Astenuti 2
Maggioranza 238
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 283).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.63, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 471
Votanti 470
Astenuti 1
Maggioranza 236
Hanno votato sì 192
Hanno votato no 278).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 9.66, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 468
Astenuti 2
Maggioranza 235
Hanno votato sì 186
Hanno votato no 282).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.64, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 465
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato sì 190
Hanno votato no 275).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Benvenuto 9.67 e Morgando 9.68, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 485
Votanti 484
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 289).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.65, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 472
Votanti 471
Astenuti 1
Maggioranza 236
Hanno votato sì 192
Hanno votato no 279).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Benvenuto 9.69 e Michele Ventura 9.70, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 476
Votanti 475
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 281).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Michele Ventura 9.71, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 480
Votanti 479
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato sì 193
Hanno votato no 286).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.72, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 456
Votanti 455
Astenuti 1
Maggioranza 228
Hanno votato sì 183
Hanno votato no 272).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.73, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 472
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato sì 190
Hanno votato no 282).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.74, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 476
Astenuti 2
Maggioranza 239
Hanno votato sì 192
Hanno votato no 284).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Guido Rossi 9.75.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Guido Giuseppe Rossi. Ne ha facoltà.
GUIDO GIUSEPPE ROSSI. Signor Presidente, l'emendamento in esame, presentato dal gruppo della Lega nord Padania, è relativo al comma 17 dell'articolo 9 che ci trova perplessi. Sappiamo che la questione
fu già affrontata nel passaggio del provvedimento alla Camera; successivamente il Senato ha ritenuto di inserire la definizione delle posizioni dei soggetti colpiti dal sisma del 13 - 16 dicembre del 1990 che ha interessato le province di Catania, Ragusa e Siracusa, definendo questa situazione tramite il versamento di una percentuale del 10 per cento, rispetto al netto delle somme già versate per definire il versamento delle imposte e dei tributi. Pensiamo che questa disposizione, così com'è formulata in questo comma, assuma caratteri di specificità e di unicità rispetto ad un'unica situazione.
Dunque, il nostro emendamento chiedeva di estendere questa previsione, anche per un senso di generalità e di equità. Ovviamente, la responsabilità del nostro gruppo e il fatto che i tempi tecnici ci impediscono di emendare il testo di questa finanziaria ci porteranno a riproporre, nei prossimi mesi, nei provvedimenti legislativi che si presenteranno all'esame della Camera, questa opportunità anche per le zone alluvionate.
Colleghi del mio gruppo, inoltre, hanno presentato degli ordini del giorno che si propongono di impegnare il Governo ad un utilizzo equilibrato delle risorse - a nostro avviso, assolutamente condivisibile - soprattutto per le alluvioni degli ultimi mesi. Dunque, in base a queste considerazioni, ritiriamo il nostro emendamento 9.75 (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).
PIERO RUZZANTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIERO RUZZANTE. Signor Presidente, dal momento che condividiamo il contenuto di questo emendamento 9.75, ma, a differenza dei colleghi della Lega nord Padania, vorremmo che l'Assemblea, compreso il gruppo della Lega, si esprimesse su di esso, faccio mio l'emendamento Guido Giuseppe Rossi 9.75, ritirato dai presentatori. Ritengo che, affinché le considerazioni espresse dal collega Guido Giuseppe Rossi diventino realtà, questo emendamento debba essere approvato e, quindi, invito l'Assemblea e, in particolar modo, tutti i colleghi del nord - per gli eventi alluvionali che hanno colpito quelle regioni - ad approvare questo emendamento. Faremmo una cosa sicuramente giusta, sia in termini di contenuto sia perché restituiremmo al Senato la legge finanziaria, e credo che anche questo sia, per quest'Assemblea, un elemento di giustizia.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Guido Giuseppe Rossi 9.75, ritirato dai presentatori e fatto proprio dall'onorevole Ruzzante a nome del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 459
Astenuti 14
Maggioranza 230
Hanno votato sì 190
Hanno votato no 269).
Prendo atto che l'onorevole Giuseppe Gianni non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 9.76, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 458
Votanti 454
Astenuti 4
Maggioranza 228
Hanno votato sì 176
Hanno votato no 278).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 9.77, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 465
Votanti 464
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato sì 181
Hanno votato no 283).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fioroni 9.78.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fioroni. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FIORONI. Signor Presidente, colleghi, in questa legge finanziaria non sono tenuti minimamente in considerazione gli impegni che il Presidente del Consiglio ha preso in sede internazionale, anche e soprattutto al G8. Credo che questo emendamento, in modo particolare, affronti un problema drammatico, non solo per il sud del mondo, ma per l'intera comunità internazionale: l'infezione da HIV ed i malati di AIDS.
Al G8 era stato annunciato, sventolato ai quattro venti, l'impegno del nostro Governo per trovare risorse e partecipare ai fondi destinati a combattere la malattia, a curare i malati di AIDS e a prevenire l'infezione. All'interno di questa finanziaria, dalla previsione dello 0,20 per cento degli aiuti pubblici allo sviluppo e delle esigue risorse per l'abbattimento del debito estero, si evince che non si prevede una sola risorsa aggiuntiva per combattere l'infezione da HIV nel sud del nostro pianeta. Con questo emendamento noi vogliamo richiamare l'attenzione dei colleghi perché una parte del gettito proveniente dai condoni venga destinato al fondo per la lotta all'AIDS in modo da fornire ai paesi in via di sviluppo i farmaci contro l'infezione da HIV che, altrimenti, non potrebbero permettersi di acquistare.
Credo non sfugga a nessuno la drammaticità di questa situazione, in un momento particolare in cui gli accordi internazionali precedentemente presi all'interno del WTO sono stati disattesi dagli Stati Uniti d'America e i paesi in via di sviluppo non avranno l'opportunità di acquistare a prezzo di costo i farmaci contro l'AIDS (e questo è un pericolo). Se non riteniamo di intervenire per garantire la dignità della persona umana ed il diritto alla salute di tutti gli uomini, facciamolo almeno perché riteniamo si tratti di un pericolo fondato per tutti.
Gli Stati Uniti e forse anche il nostro Governo hanno intenzione di dichiarare guerra preventiva all'Iraq per presunti strumenti di distruzione di massa presenti in quel paese.
Credo che non intervenire con tutti gli strumenti a disposizione per debellare l'infezione da HIV nei paesi in via di sviluppo significhi realmente dichiarare guerra contro noi stessi per non aiutare coloro che, in questo momento, hanno bisogno. Poiché questi soldi sono il frutto di coloro che non hanno pagato ciò che dovevano alla comunità, credo che li aiuteremmo a fare del bene investendoli, per fornire i farmaci contro la malattia dell'HIV-AIDS (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fioroni 9.78, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 469
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato sì 183
Hanno votato no 286).
Passiamo alla votazione dell'articolo 9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Soro. Ne ha facoltà.
ANTONELLO SORO. Signor Presidente, aggiungiamo alcune considerazioni perché pensiamo che l'articolo al nostro esame rappresenti l'elemento più significativo di giudizio politico di questa manovra finanziaria e, quindi, della politica di Governo dell'economia italiana. Abbiamo registrato, proprio nell'ordine di questa prospettiva e di questo giudizio, sentimenti di imbarazzo e di disagio, non solo dell'opposizione e della maggioranza e non solo per le modalità attraverso le quali si manifesta la legge finanziaria nel rapporto tra Governo e Parlamento, ma per il contenuto stesso della manovra economica. Al fondo di questo disagio esiste una consapevolezza, non solo dei parlamentari ma anche dei cittadini, di quel sentimento di apprensione che, nei cittadini italiani, nelle famiglie e nelle imprese è andato crescendo per la consapevolezza che il ciclo economico sembra avviato in una direzione ancora negativa e che non sono visibili segni certi di inversione. Lo scenario internazionale suscita apprensione, non solo per il carattere in sé drammatico della guerra possibile ed imminente, ma anche per gli effetti che questa guerra può provocare nell'economia mondiale.
In questo contesto, i fondamentali nell'economia italiana sono fuori ordine, non per un giudizio dell'opposizione, ma per un giudizio condiviso, purtroppo, dagli osservatori indipendenti, dal sistema delle associazioni delle industrie italiane, dai sindacati, dal complesso dell'opinione pubblica indipendente. Neppure il senatore Schifani riesce più a sostenere che tutto va bene. Il debito pubblico cresce più della ricchezza nazionale. Questo non è un segno positivo per l'Italia; questa non è una prova di buona salute per l'Italia.
I Governi europei, in questi giorni, di fronte a questo scenario ed alle prospettive di un 2003 che non segnerà la ripresa e l'inversione di tendenza, stanno mettendo mano a politiche di riforma dell'economia, del proprio bilancio, della spesa. Il Governo italiano, con questa manovra economica, compie fondamentalmente due scelte. La prima è quella di sovrastimare la crescita del 2003; contro tutte le valutazioni, contro tutte le previsioni conserva, nel proprio bilancio, una previsione di crescita irrealistica. Se si registrasse anche solo un punto percentuale in meno di crescita rispetto a quella prevista dal Governo Berlusconi, otterremmo il risaltato seguente: la metà di questa manovra finanziaria sarebbe azzerata.
La seconda scelta è di non realizzare riforme di strutture come fanno gli altri Governi europei, ma di ricorrere al vecchio sistema dei condoni.
Noi esprimiamo la contrarietà della Margherita, DL-l'Ulivo a questa scelta non solo per un giudizio morale - il condono logora il nesso di fiducia tra istituzioni e cittadini sul terreno più delicato e più esigente, quello della fiscalità - ma anche perché interviene dopo cinque anni di sacrifici durante i quali, da un lato, i cittadini avevano ritrovato il senso della fiducia e, dall'altro, l'evasione e l'elusione fiscale è andata restringendosi: il condono segnala il trionfo dell'illegalità e non genera, non può generare, correzioni nei conti pubblici; e il paese che ha i conti fuori posto è destinato al declino!
Quando divenne ministro dell'economia e delle finanze, Tremonti fu salutato con favore dall'opinione pubblica e dalla stampa italiane per la sua competenza più ancora che per la sua creatività. Senza offesa, oggi, mi pare che risalti il profilo della creatività e che quello della competenza venga dimenticato o, comunque, rimesso in discussione.
Nella prossima primavera, arriverà il momento della verità: ci sarà la trimestrale di cassa e gli italiani sapranno se avevamo ragione noi, l'opposizione del centrosinistra in Parlamento, o se aveva ragione il ministro Tremonti. Se avremo ragione noi, se i conti saranno in disordine, se il gettito sarà inferiore a quello previsto, non ne saremo felici, ma il ministro Tremonti avrà il dovere, credo, di concludere la sua esperienza di ministro
dell'economia delle finanze (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pennacchi. Ne ha facoltà.
LAURA MARIA PENNACCHI. Signor Presidente, il palpabile e visibile imbarazzo con il quale il ministro dell'economia e delle finanze ha parlato oggi, mentre non gli ha impedito di tentare di impartirci l'ennesima lezione di filosofia del diritto gli ha impedito di trovare gli argomenti per convincerci. Non ci ha affatto convinti!
Noi chiediamo coerenza rispetto ad affermazioni fatte non solo dalla fine degli anni ottanta in poi, ma a settembre di quest'anno, quando il ministro dell'economia e delle finanze dichiarò una contrarietà di fondo al ricorso ai condoni. Ebbene, egli non ci ha spiegato il cambiamento di opinione avvenuto in lui e nel Governo. Dietro il tono apparentemente dimesso, il ministro ci ha riproposto una visione estremamente pericolosa, almeno per due aspetti, che voglio qui sottolineare.
Il primo è quello che riguarda l'inversione, nella relazione tra causa ed effetto, tra i comportamenti trasgressivi e le leggi e le norme che costituiscono espressione della statualità. Ciò ha portato il ministro persino a negare che vi sia stato un enorme recupero dell'evasione fiscale negli ultimi anni (come ha ricordato poco fa il collega Nicola Rossi), dell'ordine di 70 mila miliardi di vecchie lire. È ancora più significativo - ed in stretta connessione con il rilievo poc'anzi mosso - che il ministro ci abbia riproposto, indirettamente, una visione degli equilibri di finanza pubblica che verte tutta sul ricorso a misure di finanza straordinaria oltre che, molto, creativa.
Del resto, stanotte, per argomentare l'impossibilità di sospendere l'esame degli articoli, il sottosegretario Vegas ha sostenuto che questi ultimi contribuivano sostanzialmente a mantenere i saldi di bilancio. Se è così, vuol dire che, in precedenza, quegli equilibri non erano assicurati; vuol dire che abbiamo ragione di continuare ad interrogarci sul perché, nonostante questi condoni dalla tipologia così ampia, le entrate rimangano ferme a 8 miliardi di euro.
Noi chiediamo una risposta su questa questione che poniamo, ma non ci è stata fornita; e, se non ci viene fornita, dobbiamo continuare a sostenere che i conti vengono fatti in modo veramente bizzarro. Il ragioniere di un condominio verrebbe licenziato in tronco se facesse i conti in questo modo; abbiamo molta preoccupazione, dunque, sugli equilibri di finanza pubblica. Noi riteniamo che anche il condono edilizio sia stato, in realtà, solo rinviato e non vorremmo essere facili profeti nel sostenere che a febbraio, marzo, quando si approssimerà la data della presentazione della prima trimestrale di cassa, che rende anche molto significativo il fatto che i condoni possano essere esercitati soltanto sino al 31 marzo, vedremo riaffacciarsi anche l'ipotesi del condono edilizio.
Certo è che, con il condono previsto da questo articolo, che qui che adesso voteremo, il condono tombale, il condono à la carte, nel supermarket dei condoni che vengono offerti viene raggiunto un limite massimo; si può procedere di fatto a mettere una pietra sopra a qualunque scheletro fiscale. Se il ministro Tremonti fosse ancora qui, gli domanderei: ma quale credibilità può avere lo Stato verso i contribuenti se agisce così? Poiché il ministro se ne è andato, domando ai ministri che sono qui rimasti (il ministro Buttiglione, la ministro Prestigiacomo, eccetera): è proprio questa dissoluzione della credibilità dello Stato che voi volete (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 442
Votanti 441
Astenuti 1
Maggioranza 221
Hanno votato sì 273
Hanno votato no 168).
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