Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 227 del 21/11/2002
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(Interventi a favore delle popolazioni pugliesi colpite dal terremoto - nn. 2-00530, 2-00538 e 2-00542)

PRESIDENTE. Avverto che le interpellanze Di Gioia n. 2-00530, Violante n. 2-00538 e Castagnetti n. 2-00542), che vertono sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 13)
L'onorevole Folena ha facoltà di illustrare le interpellanze Di Gioia n. 2-00530 e Violante n. 2-00538, di cui è cofirmatario.

PIETRO FOLENA. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, illustrerò congiuntamente l'interpellanza presentata dal collega Di Gioia, che ho sottoscritto, e quella Violante, sottoscritta anche dall'onorevole Bonito, che trattano lo stesso argomento. Anche l'onorevole Sinisi ha presentato analoga interpellanza. L'onorevole Di Gioia risponderà anche per il mio gruppo alle sue osservazioni.
Noi abbiamo presentato questa interpellanza quando, cinque giorni dopo l'emanazione del decreto-legge dopo il terremoto del 31 ottobre scorso, abbiamo constatato che quella che appariva in un primo momento una dimenticanza clamorosa, in un decreto-legge che parlava soltanto di Molise e Sicilia, non aveva ancora incontrato una correzione. È una disattenzione sinceramente incomprensibile! So che poi si è corso parzialmente ai ripari, come lei dirà - dirò poi perché uso l'espressione «parzialmente ai ripari».
Dicevo incomprensibile perché fin dalle prime ore di quelle tragiche giornate, anche se l'attenzione e l'angoscia di tutti erano rivolte a San Giuliano di Puglia, dove l'opera straordinaria dei vigili del fuoco nel recupero dei bambini sotto le macerie ha tenuto col fiato sospeso l'intero


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paese e dove la tragedia ha assunto proporzioni materiali in termini di vittime, e vorrei dire, anche in termini morali realmente impressionante.
Tuttavia, fin dalle prime era chiaro che nel comune di Casalnuovo Monterotaro, in provincia di Foggia, vi era una situazione gravissima. Si può dire, a 15 giorni di distanza dal sisma, che Casalnuovo, dopo il comune di San Giuliano di Puglia, è il comune più colpito dal sisma.
I sismi non si fermano ai confini delle regioni: era già successo all'epoca del terremoto dell'Umbria e delle Marche. Cinque giorni dopo il terremoto nelle Marche, quella regione aveva già ha approvato una legge regionale per la ricostruzione.
Una settimana dopo il terremoto i comuni della provincia di Foggia erano sostanzialmente privi di un riconoscimento dal punto di vista istituzionale e legislativo.
Signor rappresentante del Governo, dico ciò non soltanto con rispetto, ma con straordinario apprezzamento per il lavoro svolto non soltanto dal sindaco di quel comune dagli altri sindaci dei comuni colpiti, ma anche dal viceprefetto Fasano, che è sul posto da molti giorni, dai vigili del fuoco, dai volontari che hanno operato e dalla protezione civile.
Alla luce di questo, come è possibile che la protezione civile che è fisicamente presente in quelle località, non abbia segnalato o non sia stata raccolta in sede governativa tutta la serie di elementi utile ad avere un intervento pianificato e che riguardasse l'intera area del terremoto?
In quelle giornate abbiamo avuto oltre 600 sfollati nella provincia di Foggia, una parte dei quali hanno trovato poi sistemazione in case di parenti o in altre località, ma una parte sono ancora nelle tendopoli.
L'onorevole Di Gioia sin dalle prime ore, ed io personalmente sabato scorso, siamo stati sul posto con il sindaco di Casalnuovo e con i sindaci degli altri comuni per verificare la quantità di danni e di problemi che vi sono. I dati che ho in mio possesso risalgono a qualche giorno fa: probabilmente lei avrà dati più aggiornati e questi ci raccontano di 1466 edifici che hanno subìto danni in 26 comuni della provincia di Foggia. In questi comuni, alcuni del subappennino, si registrano danni più rilevanti, nel senso che alcune case dovranno essere demolite. Nel comune di Casalnuovo, per esempio, la situazione è impressionante: l'intero centro storico è sostanzialmente inagibile.
Ma ci sono città - l'onorevole Di Gioia lo sa meglio di me - come Lucera, San Severo, Torremaggiore (in parte) ed altri comuni, che hanno subito danni molto consistenti: 288 abitazioni a Lucera, 145 a San Severo, almeno sino a qualche giorno fa (i dati sono in crescita, perché gli accertamenti sono in corso). Sappiamo che, per iniziativa del Consiglio dei ministri, gli interventi riguarderanno anche i comuni della provincia di Foggia: ci mancherebbe altro! Devo dire che ci ha colpito l'afasia, la scarsa attenzione e lo scarso impegno con cui il presidente della regione, Fitto, ha rappresentato queste popolazioni. Era lui che doveva far sentire per primo la sua voce nei confronti del Governo nazionale!
Per ciò che riguarda la sospensione del pagamento dei contributi, il Ministero dell'economia l'altro giorno ha emanato un decreto che riguarda solo alcuni comuni della provincia di Campobasso. Il direttore della protezione civile Bertolaso ci ha detto (a voce) che presto verrà emanato un nuovo decreto, che sarà parametrato in rapporto all'incidenza del terremoto e cioè al grado della scala Mercalli; al momento però non vi è alcuna certezza per le popolazioni della Capitanata, che si trovano a dover pagare i contributi senza sapere se poi potranno recuperare questi soldi.
Ma la questione della sospensione del versamento dei contributi è importante anche perché è il primo atto - come ci dimostra l'esperienza dei precedenti terremoti - sulla base del quale si definisce effettivamente l'area del terremoto e, quindi, l'area che sarà oggetto degli interventi per la ricostruzione. Voglio far presente che mentre il Molise per le sue piccole dimensioni e per la quantità di comuni della provincia di Campobasso


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interessati dal sisma si è già attivato presso il presidente Prodi e la Commissione europea per accedere al fondo riservato ai paesi colpiti da calamità - quello che è stato, per esempio, utilizzato dalla Germania dopo l'alluvione dell'agosto scorso -, la regione Puglia, che ha un numero molto limitato di comuni interessati in rapporto al complesso della popolazione pugliese, potrà o non potrà accedere a questi fondi? Come intendiamo coordinare questi aiuti? Vogliamo forse mettere gli abitanti della provincia di Foggia contro quelli del Molise, magari, un domani, invitandoli a stabilirsi in Molise? Al posto loro, se queste devono essere le condizioni... Se sono già terremotato, ma sono anche sfortunato perché sono terremotato in Puglia, me ne vado anch'io in Molise, se è l'unico modo per ricevere fondi per la ricostruzione!
Concludendo, vorrei che si mettesse mano al tema dell'esiguità dei fondi: 50 milioni di euro, nel primo decreto, sono chiaramente del tutto insufficienti anche per le prime emergenze. I comuni della provincia di Foggia si sono caricati di spese per far fronte alle emergenze senza avere alcuna certezza. Apro e chiudo una parentesi: il comune di Apricena, anch'essa interessata dal terremoto, per l'alluvione del settembre scorso non ha ancora recuperato i fondi che ha già impegnato nei soccorsi, perché il decreto non è stato ancora firmato.
Il timore di tutti questi comuni è quello di trovarsi in una situazione di grande difficoltà e questo problema è ancora più grande se riferito al fatto che nella legge finanziaria non c'è una lira per il terremoto. Questo non è un problema che riguarda solo i comuni pugliesi. Il collega Ruta e il collega Crucianelli l'hanno detto, durante l'esame della legge finanziaria, ed hanno presentato emendamenti che sono stati bocciati. Io approfitto della sua presenza, sottosegretario Ventucci, per chiedere che il Governo, durante l'esame della legge finanziaria al Senato, accolga le proposte dei colleghi Ruta e Crucianelli avanzate in prima lettura alla Camera, stabilendo stanziamenti adeguati - l'onorevole Ruta ha parlato di 900 milioni di euro in tre anni - che riguardino il complesso dei comuni, affinché su questa base vi possa essere un'iniziativa congiunta tra le due regioni, le due province e tutti i comuni interessati per definire alla pari modalità di ricostruzione.
Sia chiaro che, se qualcuno pensa che la ricostruzione possa avvenire passando sopra ai sindaci o passando sopra alla responsabilità delle comunità locali, si sbaglia di grosso. Noi vigileremo e lavoreremo affinché il movimento dei sindaci e delle comunità locali diventi protagonista di un processo di ricostruzione e di sviluppo di zone che sono, purtroppo, assai svantaggiate.

PRESIDENTE. L'onorevole Sinisi ha facoltà di illustrare l'interpellanza Castagnetti n. 2-00542, di cui è cofirmatario.

GIANNICOLA SINISI. Signor Presidente, mi rivolgo al rappresentante del Governo: per quanto riguarda l'illustrazione, mi rifaccio all'intervento dell'onorevole Folena; per il resto, mi riservo di intervenire in sede di replica per l'interpellanza Castagnetti n. 2-00542, di cui sono cofirmatario.

PRESIDENTE. Grazie per l'economia del suo intervento.
Il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento, onorevole Ventucci, ha facoltà di rispondere.

COSIMO VENTUCCI, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, a seguito del sisma del 31 ottobre 2002 che ha interessato la provincia di Campobasso e per il quale è stato dichiarato lo stato di emergenza, anche alcuni comuni della provincia di Foggia risultano essere stati danneggiati, tanto che il Consiglio dei ministri, in data 8 novembre 2002, ha deliberato l'estensione della dichiarazione dello stato di emergenza anche a quei territori - lo ripeto -, l'estensione della dichiarazione dello stato di emergenza anche a quei territori, e non a quelle che sono le provvidenze immediate dell'evento calamitoso.


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Il Governo, al fine di reperire, nell'immediato, le risorse finanziarie necessarie per soddisfare le prime esigenze di soccorso alle popolazioni colpite dal sisma nella regione Molise, ha adottato, in data 4 novembre 2002, il decreto-legge n. 245. Tale decreto-legge, questa mattina, è stato approvato dalla Commissione ambiente del Senato.
Tenuto conto che, per quella data, non era ancora stato definitivamente accertato l'ambito territoriale effettivamente interessato dagli eventi sismici, e considerato, altresì, che la richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza della regione Puglia è stata formulata solo in data 7 novembre 2002, l'estensione dello stato di emergenza alla provincia di Foggia non poteva che essere adottata successivamente, ossia il giorno successivo, in data 8 novembre 2002, prima riunione utile del Consiglio dei ministri.
In merito, va evidenziato che, alla stregua della normativa vigente, non è giuridicamente possibile procedere alla dichiarazione dello stato di emergenza senza la contestuale intesa con la regione interessata.
Pertanto, il provvedimento d'urgenza, data la successione temporale degli eventi, non poteva ricomprendere i comuni della citata provincia, per i quali, sulla base delle disposizioni della legge n. 225 del 1992, sono stati adottati, comunque, provvedimenti finalizzati al soccorso urgente della popolazione.
A favorire l'efficienza degli interventi ha concorso, a livello centrale, il comitato operativo del dipartimento della protezione civile, che è stato convocato sin dall'inizio della crisi sismica ed ha garantito un intervento razionale strettamente correlato alle effettive esigenze.
A livello locale, le strutture di protezione civile hanno attivato nel comune di Casalnuovo Monterotaro un centro operativo misto, una struttura preposta a coordinare l'emergenza nei comuni della provincia di Foggia colpiti dal sisma, allestendo una tendopoli con circa 450 posti letto.
Agli interventi di emergenza hanno preso parte squadre di vigili del fuoco di unità delle Forze armate, che hanno operato con grande perizia e tempestività, coadiuvati da personale della Croce rossa italiana per un totale di circa 270 unità, con l'ausilio di circa 100 mezzi.
Di particolare rilievo è risultato l'intervento delle associazioni di volontariato che hanno partecipato alle attività di soccorso, disponendo sul campo circa 150 volontari, provvedendo, con grande umanità, all'attività di assistenza, anche sanitaria, di servizio mensa, di supporto psicologico alle popolazioni colpite dal sisma.
Inoltre, si è rivelata di grande importanza l'azione svolta sul campo dell'Arma dei carabinieri e da unità del Corpo forestale dello Stato, che hanno svolto una vigilanza dinamica dei centri abitati, delle aree rurali e delle strutture realizzate per la sistemazione logistica dei senza tetto per prevenire e reprimere i reati contro il patrimonio, scongiurando eventuali azioni di sciacallaggio.
Attualmente, i comuni interessati dal sisma risultano essere 24 e più precisamente: Alberona, Biccari, Carlantino, Casalnuovo Monterotaro, Casalvecchio di Puglia, Castelluccio Valmaggiore, Castelnuovo della Daunia, Celenza Valfortore, Celle San Vito, Chieuti, Faeto, Lucera, Motta, Montecorvino, Panni, Pietra Montecorvino, Poggio Imperiale, Roseto Valfortore, San Marco La Catola, San Paolo di Civitate, San Severo, Serracapriola, Torremaggiore, Volturara Appula, Volturino.
Gli evacuati a seguito degli eventi sismici assommano a circa 1.300 unità, di cui 180 circa alloggiati in tenda, 150 circa in roulotte, 130 circa in altre sistemazioni, mentre 840 circa hanno trovato autonoma sistemazione. Allo stato, non è possibile procedere alla quantificazione dei danni, in quanto i sopralluoghi relativi alle verifiche di agibilità sono tuttora in corso. In tale contesto, il capo del dipartimento della protezione civile ha operato sul campo nelle vesti di commissario delegato del Presidente del Consiglio dei ministri,


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assumendo le ulteriori, necessarie iniziative finalizzate al superamento della situazione emergenziale.
Per quanto riguarda il provvedimento d'urgenza all'esame del Parlamento, alla luce degli eventi, in sede di conversione, il Governo ed il Parlamento stesso hanno proposto, con una serie di emendamenti, l'estensione delle disposizioni anche alla citata provincia di Foggia (nel frontespizio del provvedimento, stamani, è stato aggiunto: «Foggia»). Tra le disposizioni contenute nel provvedimento in questione, oltre alle iniziative di primo intervento, sono stati eccezionalmente concentrati nella figura del capo del dipartimento della protezione civile-commissario delegato (cui sono stati attribuiti i poteri straordinari derogatori della normativa vigente) tutti i compiti attinenti al coordinamento degli interventi e delle iniziative necessari per realizzare un'azione sinergica di soccorso alle popolazioni colpite dall'evento, fino all'avvio di un piano complessivo mirante al ripristino di una situazione di normalità, con l'avvio della ripresa civile, amministrativa, sociale ed economica.
Per l'espletamento delle attività collegate al superamento dell'emergenza in atto, il commissario delegato, al quale il decreto-legge ha attribuito la direzione unitaria delle attività di intervento attraverso il coordinamento con le regioni e gli enti locali, ha nominato appositi subommissari cui delegare responsabilità in ordine a specifici ambiti di intervento. Inoltre, il decreto-legge ha disposto la sospensione di tutti i termini amministrativi, processuali, giurisdizionali e convenzionali, nonché la sospensione degli obblighi di leva.
Queste agevolazioni si sono rese necessarie data la situazione di disagio in cui versa, oggi, come ha detto l'onorevole Folena, la popolazione delle regioni colpite dagli eventi calamitosi, che spesso insistono sul territorio del nostro paese, soggetto a rischi tanto frequenti quanto diversificati tra i quali ricopre particolare rilevanza quello sismico, proprio per il suo carattere di forte imprevedibilità.

PRESIDENTE. L'onorevole Di Gioia ha facoltà di replicare per la sua interpellanza n. 2-00530.

LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, noi ci dichiariamo insoddisfatti della risposta del Governo perché le considerazioni svolte poco fa dall'onorevole Folena erano di merito e riguardavano la questione del recupero del territorio della provincia di Foggia (soprattutto i comuni del subappennino dauno), non l'opera meritoria, anche da lei sottolineata, signor sottosegretario, della protezione civile, dei vigili del fuoco, delle forze dell'ordine e, in particolar modo (lo ha già sottolineato l'onorevole Folena, ma voglio farlo anch'io) del prefetto Fasano: tutto ciò è fuor di dubbio!
Un aspetto, in particolare, ci sembra quanto mai contraddittorio. V'è stata rapidità di intervento da parte della protezione civile, a livello nazionale e regionale, mentre vi è stata una mancanza totale di intervento per quanto concerne gli interventi di competenza del Governo in quanto tale.
Signor sottosegretario, quel territorio è limitrofo alla zona epicentrale del Molise. Basti pensare che il paese di San Giuliano di Puglia, il cui nome ha un suo significato anche di carattere storico, dista da Casalnuovo Monterotaro, e da altri centri del subappennino come Castelnuovo, Celenza, Carlantino, San Marco, e via dicendo, non più di 10 o 15 chilometri. E, come lei ben sa, signor sottosegretario, il sisma non investe semplicemente un'area regionale, ma, purtroppo, un'area multiregionale. Del resto, basta considerare la magnitudo dei terremoti verificatisi per capire che, in questi comuni nella provincia di Foggia, il rischio è anche più elevato rispetto a quello della zona così duramente colpita dal recente evento.
Ecco perché crediamo che sia stato veramente inopportuno non considerare la provincia di Foggia e quei comuni della provincia di Foggia, non soltanto nel decreto. Non credo vi sia necessità, nel momento in cui si verifica di fatto un evento di quella portata che investe sia la


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regione Molise sia la stessa regione Puglia, che la regione Puglia dichiari il cosiddetto stato di emergenza. Vi era la possibilità di adottare, con rapidità, come è stato fatto per la regione Molise, un decreto-legge che consentisse non solo di determinare i termini sospensivi delle attività di carattere finanziario-previdenziale, nonché anche quelli giurisdizionali di cui lei parlava, ma anche di mettere a disposizione degli enti locali, di quelle realtà che sono state colpite così duramente da questo sisma, quelle somme per la prima salvaguardia del territorio in quanto tale. Guardate, quella realtà, a cui noi facciamo riferimento questa sera, è stata investita da un evento sismico. Vorrei ricordare al sottosegretario di Stato che Casalnuovo Monterotaro, come lo stesso Carlantino, nelle vecchie mappe sismiche non erano considerati ad alto rischio sismico. Bastava però guardare per un attimo l'ordinanza emanata dal Ministero degli interni del 1998 per capire che quella realtà, compreso San Giuliano, è ad alto rischio sismico.
A questo bisogna aggiungere, per estrema onestà intellettuale, che quel territorio è ad alto rischio idrogeologico. Basta vedere le deliberazioni, prese nei mesi scorsi dalla regione Puglia e dal Governo centrale, sullo stato di emergenza per il dissesto idrogeologico di quei territori.
Noi oggi richiamiamo l'attenzione sulle difficoltà che quelle popolazioni vivono; e i dati che lei ci ha fornito oggi, man mano che passa il tempo, peggiorano per un motivo molto semplice: perché, come dicevo, non vi è soltanto il problema del sisma; questo sisma, infatti, è venuto ad incidere su una rilevante condizione di dissesto idrogeologico presente in quell'area e, man mano che si va avanti con le verifiche svolte dal comitato che è stato costituito, nonché dai tecnici del genio civile e così via discorrendo, emerge che si stanno verificando danni notevoli (molte abitazioni devono essere non puntellate, ma abbattute). Noi vi chiediamo come sia possibile ancora oggi non individuare le risorse che possono essere indirizzate per i primi interventi (non mi riferisco a quelli di ricostruzione, ma a quelli immediati a favore di queste popolazioni). Basta pensare che molti comuni di questa realtà, colpita duramente dal sisma, stanno anticipando i propri fondi. L'onorevole Folena sottolineava con una certa perizia quello che è accaduto ad Apricena, dove il comune è intervenuto con fondi di bilancio, e ancora oggi non viene firmato il decreto per mettere a disposizione le somme che erano state previste. Questi comuni stanno vivendo una situazione drammatica per i disagi vissuti dai senza tetto, da coloro che saranno sfrattati o messi fuori per ordinanze che i sindaci stanno preparando e per gli abbattimenti che si avranno, per il dissesto idrogeologico di cui stavo parlando, per le attività produttive, talmente poche, che sono oggi bloccate, per le attività agricole, per le tante realtà di aziende agricole zootecniche che oggi sono sostanzialmente allo sbando.
Per questi motivi, la risposta ci sembra insoddisfacente. Dalla sua risposta, infatti, non si evince - al di là delle sue dichiarazioni di questa mattina relative all'inclusione della provincia di Foggia nel decreto-legge adottato per il Molise e per la zona di Catania - lo stanziamento di somme di primo intervento e di somme per gli interventi necessari ad una rapida ripresa delle attività di ricostruzione. Noi saremo estremamente vigili; non intendiamo respingere responsabilità o attribuirle ad un governo piuttosto che ad un altro: noi, semplicemente, diciamo con fermezza e con chiarezza che non è possibile che vi siano ancora aree, come quella dell'Irpinia ed altre, dove, a vent'anni da un evento catastrofico, ancora si discute di come e quando completare la ricostruzione. Se questo dovesse accadere anche per questa realtà, povera, una realtà marginale, una realtà montana, dove il reddito pro capite è pari circa a tre milioni di vecchie lire, si capisce bene come questa realtà, nei prossimi mesi, nei prossimi giorni potrebbe essere totalmente evacuata, ridefinita sotto l'aspetto economico, sociale e produttivo. Per queste ragioni


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riteniamo necessario definire rapidamente, lo ripeto, rapidamente, interventi per quest'area.
Casalnuovo Monterotaro ha registrato una scossa di intensità pari a 7,5, quasi simile a quella verificatasi a San Giuliano di Puglia (a noi dispiace molto per ciò che è accaduto a San Giuliano, ancora oggi ricordiamo le vittime con grande emozione); fortunatamente non ci sono state vittime, ma lo stesso commissario delegato del Presidente del Consiglio, in un suo intervento, ha dichiarato che se la scossa si fosse verificata durante la notte ci sarebbero stati circa 800 morti; il paese è, infatti, completamente distrutto.
Pensavamo che ci sarebbero stati interventi rapidi da un punto di vista finanziario, per dare certezze ai sindaci e a coloro che oggi vivono un momento di grande difficoltà, di grande drammaticità, di grande preoccupazione per l'immediato ed anche per il futuro. Per queste ragioni saremo vigili e sproneremo il Governo nel senso indicato poco fa dall'onorevole Folena, affinché, cioè, si impegni ad inserire nelle legge finanziaria, attualmente all'esame del Senato, somme definite per la ricostruzione di queste aree già duramente colpite in precedenza ed oggi ancora di più da questo evento catastrofico.
In conclusione, oltre ad esprimere il nostro giudizio nettamente non positivo sulle risposte fornite dal sottosegretario, mi consentirà, signor Presidente, di rivolgerle una parola.
Presidente Biondi, a titolo personale, desidero esprimerle la mia più sentita stima e solidarietà per quanto è accaduto oggi. Lei ha espresso, nel suo intervento, un momento di grande libertà di pensiero e di grande convinzione. Credo che nessun parlamentare possa permettersi di rivolgersi ad un altro parlamentare come qualcuno si è permesso di rivolgersi a lei.

PRESIDENTE. La ringrazio molto, onorevole Di Gioia, ma in Parlamento succede che la polemica, qualche volta, tradisca le stesse intenzioni.
L'onorevole Sinisi ha facoltà di replicare per l'interpellanza Violante n. 2-00538, di cui è cofirmatario.

GIANNICOLA SINISI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, ho ricevuto tempo fa una e-mail, come si usa tra i giovani d'oggi, da un ragazzo del subappennino dauno che, pur essendo una terra arretrata sotto molti profili, gode anch'essa di tali tecnologie ed innovazioni. Questo giovane ragazzo mi diceva: lei non sa quanto è lontana, per noi, Bari e la Puglia. Ecco, questo ragazzo oggi scopre di non essere nemmeno in Molise; scopre, sostanzialmente, di abitare in una terra di nessuno, così come è stato giudicato, dal Governo, il subappennino dauno.
Signor rappresentante del Governo, vorrei aggiungere, se mi permette, che lei ha reso, dal mio punto di vista, una risposta assai singolare e che forse, oggi, si cominciano a vedere gli effetti malcelati di quella che è stata una scelta assai poco ragionata del Governo, quella cioè di tagliare le teste anche nella protezione civile, sino a smantellare un'agenzia nata da poco tempo per improvvisare un dipartimento della protezione civile che, evidentemente, non sta facendo bene il proprio mestiere. Cercherò di dirle perché.
Signor rappresentante del Governo, lei non può venire a comunicarci, mi consenta di dirlo anche con un sottile velo di ironia per abbattere la drammaticità del momento e degli eventi, che la dichiarazione dello stato di emergenza è stata estesa ai comuni della provincia di Foggia soltanto l'8 novembre perché il giorno 7 c'è stata la richiesta della regione Puglia; infatti, proseguendo su questa strada e ragionando in questa maniera, si arriverà a rispondere, in un futuro prossimo, che vi è stato un terremoto senza chiedere il permesso della protezione civile.
Il 31 ottobre, il Presidente del Consiglio dei ministri ha emanato il decreto con l'intesa della regione Molise. Suppongo che la protezione civile abbia sollecitato, attraverso i propri uffici, quell'intesa; ebbene, poteva fare la stessa cosa con la


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regione Puglia che, invece, per chiedere lo stato di emergenza è stata costretta ad emanare una deliberazione della giunta regionale in data 6 novembre 2002. Si è trattato di uno stato di emergenza, di una dichiarazione di calamità a richiesta e non d'intesa, come prevede la legge e come avrebbe dovuto essere se ci fosse stata diligenza e tempestività, utilizzando la scienza, la tecnica e la professionalità, nel rilevare non soltanto (attraverso la televisione) il dramma disumano della morte di 29 persone, tra cui 26 bambini, ma anche i luoghi dove si era verificato il terremoto e chi erano i destinatari di tali eventi calamitosi. In tal modo si sarebbe definito il perimetro dell'area colpita dal terremoto stesso e si sarebbero potuti sollecitare gli enti locali terremotati - lo ripeto, terremotati - ai quali si richiede la diligenza amministrativa, a fornire quell'intesa attraverso la quale si sarebbe potuto dichiarare lo stato di emergenza.
Per correttezza ed onestà di impostazione non possiamo non dire che il 31 ottobre si è dimenticata l'esistenza di una serie di comuni della provincia di Foggia, i quali sono stati recuperati in un provvedimento dell'8 novembre 2002 a seguito di una deliberazione della giunta regionale pugliese.
Ciò non basta, perché le voglio anche dire che cosa non funziona. Il decreto-legge del 4 novembre 2002, che prevede 50 milioni di euro per il terremoto del Molise, e segnatamente per la provincia di Campobasso, non essendo stato esteso alla provincia di Foggia, perché quelle provvidenze rimangono lì, ferme, in quel decreto limitate alla provincia di Campobasso, non consentirebbe allo Stato di spendere nemmeno una lira per gli interventi che sono stati già effettuati, come giustamente si doveva fare, nei comuni in cui è intervenuta la protezione civile.
Infatti, non essendo intervenuta tra il 31 ottobre e l'8 novembre e non essendoci stata una provvista finanziaria adeguata, non è possibile che si svolgano interventi di quella natura senza le procedure ordinarie, posto che la dichiarazione dello stato di emergenza consente anche di derogare alle normali gare d'appalto che si dovrebbero svolgere in queste circostanze.
Allora, se questa è la storia, si arriva al 15 novembre del 2002, quando il decreto del ministro dell'economia e delle finanze stabilisce che la sospensione dei termini tributari fino al 31 marzo 2003 opera per i comuni della provincia di Campobasso e per il comune di Casalnuovo Monterotaro in provincia di Foggia, e ancora una volta si dimentica l'esistenza degli altri comuni terremotati.
L'economia del subappennino dauno è assai povera e si regge sostanzialmente sull'attività agricola. Allora, al di là dei disastri che vi sono stati a Casalnuovo Monterotaro - dove, come è stato detto, vi sono stati circa 600 sfollati di cui l'80 per cento nel centro storico totalmente dichiarato inagibile, vorrei ricordare che a Carlantino vi sono 15 aziende danneggiate, di cui 5 o 6 hanno riportato notevoli danni alle strutture portanti, che a Celenza Valfortore una quindicina di aziende sono state dichiarate terremotate, avendo subito gravi lesioni alle strutture. Si è, quindi, determinato un danno all'economia dell'allevamento che è una delle pochissime risorse di quelle zone. A Castelnuovo della Daunia diverse sono state le aziende agricole danneggiate in cui si pratica l'allevamento del bestiame e vorrei anche ricordare San Marco La Catola, Pietra Montecorvino e anche le città di Lucera e San Severo, oltre ad un'opera pubblica assai rilevante per l'economia della Puglia, la diga di Occhito, che richiede interventi urgentissimi per accertare i danni prodotti dal terremoto. Di tutto ciò non vi è traccia.
Allora, signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, la regione Puglia, che non è della mia parte politica, ha cercato di fare ciò che poteva. Ha cercato di farlo, intanto, non soltanto chiedendo di dichiarare l'estensione dello stato di emergenza, ma anche di prevedere 20 milioni di euro, come scritto nella stessa delibera (perché in tale misura vengono quantificati i danni dalla regione Puglia), per gli interventi urgenti necessari. Ovviamente, di questa richiesta della regione Puglia non vi è traccia nei


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provvedimenti successivi. La stessa regione Puglia con una deliberazione del 18 novembre 2002 ha previsto nel suo povero e disastrato bilancio un milione di euro destinato a questi interventi. Si potrà anche dire che gli stessi sono tardivi, ma si tratta di interventi concreti, così come concreta è la delibera con la quale vi è un'esenzione totale dalla partecipazione alla spesa sanitaria per i cittadini di queste comunità, rispetto alle quali, per prudenza, si dice che il numero dei comuni verrà definito con successivo provvedimento del 30 novembre 2002.
Signor rappresentante del Governo, come vede, non vi è alcuna faziosa animosità da parte mia. In riferimento agli impegni che sono stati assunti da coloro che con diligenza hanno voluto farsene carico, posso soltanto accennare ad un irragionevole ritardo, ma comunque essi ci sono.
Trovo, invece, davvero singolare che ancora oggi, 21 novembre 2002, a distanza di tre settimane dagli eventi del terremoto del 31 ottobre e del 1o novembre 2002, non sia stata messa a disposizione alcuna risorsa. Per più di 18 comuni (ma forse sono addirittura 26 i comuni della provincia di Foggia interessati dal terremoto) non vi è alcun intervento concreto che possa essere di qualche reale utilità per quelle povere popolazioni così pesantemente colpite.
Concludo dicendo che su un giornale vi sono dichiarazioni del delegato regionale della protezione civile secondo cui a Casalnuovo Monterotaro le tendopoli sono state realizzate dalla regione Puglia. Prendo atto della dichiarazione del rappresentante del Governo che dice, invece, di essere intervenuto con i mezzi della protezione civile, quindi dello Stato. Credo che su questo punto dovreste fare chiarezza fra Governo e regione Puglia perché non è arrogandosi il diritto di dire una menzogna che si risolve il problema di quelle popolazioni, ma cercando di fare del proprio meglio e di dire la verità che, come dico sempre, è un buon punto di approdo al quale tutti quanti dovremmo cercare di mirare.

COSIMO VENTUCCI, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento. Convengo con lei, onorevole Sinisi!

GIANNICOLA SINISI. Se avesse ascoltato, avrebbe apprezzato il mio intervento!

COSIMO VENTUCCI, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento. Ho ascoltato e scritto tutto ciò che lei ha detto!

GIANNICOLA SINISI. Viene stampato sul resoconto!

PRESIDENTE. Non sono ammesse altre repliche, la dialettica si può esprimere successivamente con le verifiche dell'attendibilità delle frasi dette e dei pensieri espressi.

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