Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 168 del 2/7/2002
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(Controlli e misure in ordine alle derrate cinesi contaminate da cloramfenicolo - n. 3-00636)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la salute, senatore Cursi, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Burani Procaccini n. 3-00636 (vedi l'allegato A - Interpellanza ed interrogazioni sezione 6).

CESARE CURSI, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, con riferimento all'interrogazione parlamentare in oggetto si forniscono i seguenti elementi. La recente missione ispettiva compiuta in Cina nel mese di novembre dal Food and veterinary office ha messo in evidenza notevoli carenze nel settore sia del controllo sanitario della produzione e dell'utilizzo dei medicinali veterinari sia dei residui negli animali vivi e nei prodotti di origine animale.
In conseguenza della situazione rilevata in Cina, la Commissione europea ha adottato una specifica decisione (n. 2002/69/CE del 30 gennaio 2002) con la quale sono state prese misure di protezione nei confronti dei prodotti di origine animale provenienti da tale paese.
Ciò ha portato, dalla data del 31 gennaio 2002, al divieto di importazione nell'Unione europea di tutti i prodotti di origine animale provenienti dalla Cina.
Tali provvedimenti sono stati preceduti dalla decisione della Commissione n. 2001/699 del 19 settembre 2001 con la quale sono state prese misure protettive nei confronti di alcuni prodotti della pesca e dell'acquacoltura, con particolare riferimento ai gamberetti, destinati al consumo umano e originari o provenienti dalla Cina o dal Vietnam.
Con la decisione n. 2001/699 del 19 settembre 2001 è stato istituito il controllo sistematico per la ricerca del cloramfenicolo su tutte le partite di gamberetti provenienti dalla Cina o dal Vietnam. Le partite provenienti da detti paesi sono ammesse all'importazione o alla spedizione in un altro paese membro solo dopo che l'esito delle analisi chimiche per la ricerca del cloramfenicolo svolte dagli istituti zooprofilattici sperimentali abbiano dato esito favorevole.
Inoltre, è previsto l'obbligo di comunicare i risultati delle analisi, indipendentemente dall'esito delle stesse, alla Commissione europea tramite il sistema rapido di allerta.
Tali provvedimenti restrittivi, relativi in un primo momento solo alla Cina e al Vietnam, sono stati successivamente integrati da altre due decisioni della Commissione (n. 705 del 27 settembre 2001 e n. 62 del 25 gennaio 2002), che hanno inserito fra i paesi terzi oggetto di controlli sistematici, per la ricerca del cloramfenicolo sui prodotti della pesca e dell'acquacoltura, anche l'Indonesia e il Pakistan.
A tutt'oggi le analisi effettuate dai posti di ispezione frontalieri italiani su oltre 50 partite importate da paesi terzi non hanno segnalato nessuna positività per la presenza di cloramfenicolo.
Si sottolinea, inoltre, che, qualora gli esiti e gli accertamenti analitici compiuti su una partita in importazione diano esito positivo per il cloramfenicolo, in base all'articolo 20, comma 1, del decreto legislativo n. 80 del 25 febbraio 2000 ne viene disposta la distruzione.

PRESIDENTE. L'onorevole Burani Procaccini ha facoltà di replicare.

MARIA BURANI PROCACCINI. Signor sottosegretario, la ringrazio per queste precisazioni che, indubbiamente, danno il


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segnale di un'attenzione, a livello europeo, al problema dell'importazione di prodotti dai paesi dell'est del mondo, che era diventata anche una moda. Ci troviamo di fronte ad una forma strana di minimizzazione dei rischi relativi a tali prodotti. Abbiamo constatato più volte, infatti, che con riguardo a prodotti usati comunemente in Europa e, segnatamente, in Italia vi è una forma di minimizzazione dei rischi, dimenticando che rischi simili e, talvolta, molto più forti ci vengono da tutto il resto del mondo. Ad esempio, prodotti utilizzati per la cosiddetta alimentazione macrobiotica vengono proprio da quei paesi che usano comunemente gli OGM. Mentre stiamo lì a guardare se il grano italiano ha tracce di OGM, tranquillamente usiamo la soia che ha tracce pesanti, se non qualcosa di più.
Vi è il problema del proliferare della catena di alimentazione di tipo ristoranti cinesi che, avendo un basso costo di alimentazione, presentano per gli avventori costi piuttosto bassi e si diffondono soprattutto tra i giovani. Il fatto che i giovani debbano impattare con un tipo di alimentazione fortemente a rischio fa pensare che vanno bene i controlli europei, ma devono essere incentivati - e mi auguro che il Governo lo faccia - anche i controlli interni, soprattutto mediante un'integrazione con il Ministero dell'interno ed il Ministero dell'agricoltura, perché attraverso i NAS si possa controllare in maniera dettagliata l'alimentazione fornita in questo tipo di ristoranti diffusi su tutto il territorio nazionale. Non voglio arrivare alla famosa battuta per cui, quando apre un nuovo ristorante cinese, nei dintorni non vi sono più cani e gatti randagi perché non voglio pensare a questo: sono un'animalista convinta e il solo pensiero mi fa orrore. Tuttavia, che vi sia bisogno di controlli serissimi è una verità.
Sono contenta che a livello europeo si siano cominciati a stabilire tali controlli all'origine, ma dobbiamo incentivare il controllo in entrata perché sappiamo benissimo che derrate alimentari vengono importate in maniera più o meno illecita e vengono spacciate non solo nei grandi negozi che forniscono cibo macrobiotico, ma anche nei piccoli ristoranti che come funghi sorgono in tutta Italia.

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