CAMERA DEI DEPUTATI - XIV LEGISLATURA
Resoconto della Commissione parlamentare di inchiesta sull'affare Telekom-Serbia


Commissione parlamentare di inchiesta sull'affare Telekom-Serbia

SOMMARIO

Mercoledì 28 maggio 2003


COMMISSIONE PLENARIA:

Esame, ai sensi dell'articolo 2, comma 6, della legge istitutiva, della richiesta di proroga del termine di conclusione dei lavori della Commissione ... 107
ALLEGATO (Proposta di richiesta di proroga) ... 112


Commissione parlamentare di inchiesta sull'affare Telekom-Serbia - Resoconto di mercoledì 28 maggio 2003


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COMMISSIONE PLENARIA

Mercoledì 28 maggio 2003. - Presidenza del vicepresidente Enrico NAN.

La seduta comincia alle 14.05.

Esame, ai sensi dell'articolo 2, comma 6, della legge istitutiva, della richiesta di proroga del termine di conclusione dei lavori della Commissione.

Enrico NAN, presidente, avverte che la Commissione è oggi convocata per iniziare l'esame, ai sensi dell'articolo 2, comma 6, della legge 21 maggio 2002, n. 99, della proposta di richiesta di proroga del termine di conclusione dei lavori, il cui testo, predisposto dal presidente Trantino con l'ausilio dei magistrati consulenti, è in distribuzione.
Ricorda che il citato articolo 2, comma 6, della legge istitutiva prevede che «la Commissione conclude i propri lavori entro un anno dalla data della sua costituzione; il termine può essere prorogato per una sola volta, per non più di un anno, dai Presidenti delle Camere, su motivata richiesta della Commissione stessa». La Commissione è stata costituita nella seduta del 10 luglio 2002. Pertanto, il termine di conclusione dei lavori è attualmente fissato al 10 luglio 2003.
Passando ad illustrare la richiesta di proroga, ricorda che la Commissione ha svolto un lavoro intenso e continuo: si sono tenute 35 sedute, durante le quali vi sono state 38 audizioni e 6 esami testimoniali; si è svolta anche una missione. Molti dei soggetti ascoltati non erano ancora stati sentiti dall'autorità giudiziaria di Torino e si è proceduto ad una ricostruzione degli elementi oggettivi della vicenda seguendo un metodo storico-cronologico che fin dall'inizio era stato indicato come il più opportuno. Certamente vi è ancora un'importante attività da svolgere e per fare questo è necessario utilizzare tutto il tempo che la legge istitutiva prevede per una proroga dei lavori. In proposito, ricorda che vi sono ancora molti soggetti da ascoltare e che di recente si è aperto un nuovo filone di indagine, quello legato all'avvocato Paoletti ed al signor Marini, che peraltro rappresenta un aspetto marginale dei lavori della Commissione, ma che va approfondito.
Ricorda, infine, che sono state avviate ben 10 rogatorie internazionali, approvate con il consenso di tutti, che quindi debbono


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essere portate a compimento. Proprio per consentire di completare questo insieme di attività, il presidente Trantino ha predisposto la proposta di richiesta di proroga di un anno del termine dei lavori della Commissione.

Il deputato Giovanni KESSLER (DS-U) sottolinea che la richiesta di proroga che oggi viene presentata ai componenti di questa Commissione deve, a suo avviso, tener conto di alcuni aspetti. In primo luogo, non ritiene che si possa semplicemente tracciare un bilancio in termini quantitativi del lavoro sin qui svolto, bensì lo si dovrebbe prefigurare anche sotto il profilo istituzionale e politico, soprattutto per quanto concerne ciò che la Commissione si prefigge di fare in futuro. Ecco il motivo per il quale la proposta va approfondita tenendo conto, ad esempio, dell'uso che si è fatto dei lavori della Commissione.
Un altro aspetto, che si è posto in passato e che ancora più si porrà per il futuro, è di natura squisitamente istituzionale: si riferisce alla completa sovrapposizione tra l'inchiesta parlamentare e l'indagine giudiziaria condotta dai magistrati di Torino.
Sono questi alcuni dei problemi politici, istituzionali e più strettamente di merito che, ad avviso del suo gruppo, rendono necessario un approfondimento; infatti, ritiene che non possa essere assunta nella seduta odierna alcuna determinazione in merito alla richiesta di proroga e che sia necessario dare ai gruppi, segnatamente a quelli dell'opposizione, il tempo per elaborare articolate proposte emendative. Chiede, quindi, di rinviare la decisione ad altra seduta.

Il senatore Francesco CHIRILLI (FI) ritiene che l'attività della Commissione sia sotto gli occhi di tutti e che non si possa negare che essa abbia lavorato bene, talvolta anticipando le indagini su determinati filoni anche rispetto ai magistrati di Torino. Peraltro, in una materia così delicata non è il caso di procedere pressati dalla fretta; in questo senso la richiesta di proroga gli appare più che ragionevole. Quanto alla richiesta di rinviare ad altra seduta la deliberazione in oggetto, ritiene che vi siano pochi dubbi sull'opportunità che la Commissione disponga di ulteriore tempo per lavorare e quindi si dichiara pronto a votare oggi stesso.

Il senatore Michele LAURIA (Margh-DL-U) sottolinea come sia necessario lasciare ai commissari il tempo per approfondire la richiesta che solo oggi è stata loro presentata e quindi gli sembrerebbe normale che, rientrando questo nei tempi giusti per una determinazione da parte dei Presidenti delle Camere, si lasciasse la possibilità ai gruppi dell'opposizione di presentare proposte emendative. Sul punto non si aspetta certo un diniego da parte della maggioranza, perché ciò costituirebbe la prova che la Commissione opera a certi fini e contravverrebbe alla prassi parlamentare che regola i rapporti tra maggioranza ed opposizione sia in aula sia in Commissione.

Il senatore Roberto CALDEROLI (LNP) dichiara di concordare sulla proposta del presidente Trantino, e chiede di votarla oggi stesso preannunciando il voto favorevole del suo gruppo.

Il deputato Giovanni RUSSO SPENA (RC) ricorda di aver già esposto al presidente Trantino, la cui correttezza non è mai stata in discussione, ed al Presidente Casini i motivi per i quali il suo gruppo è assolutamente contrario ad una proroga dei lavori della Commissione, pur dichiarandosi favorevole alla richiesta di rinvio per procedere ad un approfondimento avanzata da colleghi dell'opposizione.
La prima ragione di tale contrarietà risiede nel fatto che senza dubbio la Commissione è nata con l'intento politico di dimostrare la subalternità della politica estera italiana rispetto alla Jugoslavia. Per fare ciò, si sono sovrapposti motivi di carattere politico a problemi di natura giudiziaria, la cui disamina spetta alla magistratura. Essendovi questo vizio di origine, la Commissione è diventata - e


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non poteva che diventare - luogo di velenose contrapposizioni, di trappole, di oscuri ricatti e di manovre di faccendieri. Al suo gruppo non interessa partecipare a questo gioco al massacro e pensa che tutti, maggioranza ed opposizione, dovrebbero preoccuparsene.
Vi è, infine, un profilo istituzionale-costituzionale su cui occorre riflettere ed in merito al quale il suo gruppo avrà domani un incontro con il Presidente della Camera (e successivamente anche con quello del Senato). In proposito ricorda l'interessante intervento dell'onorevole Fisichella, il quale sostiene che le Commissioni bicamerali stanno subendo una torsione pericolosa in quanto, nate come strumento di inchiesta, indagine e controllo sugli atti amministrativi e dell'esecutivo, stanno diventando Commissioni volute dalla maggioranza e usate come colpi di maglio nei confronti dell'opposizione.
Pertanto, il suo gruppo nell'incontro con i Presidenti delle Camere esporrà la necessità, prima di discutere di qualunque proroga, di riflettere su questa trasformazione istituzionale.

Il senatore Giuseppe CONSOLO (AN) ritiene che ai fini della deliberazione da assumere sia necessario tener presente la parte dispositiva della proposta e non si debba entrare nel merito della premesse. Si chiede, infatti, chi possa ipotizzare che questa Commissione non concluda i propri lavori, che non porti a termine le rogatorie richieste. L'indagine svolta dalla Commissione spazia a 360 gradi ed è stato impiegato pubblico danaro per arrivare vicini ad un traguardo: qualcuno può forse pensare in buona fede che, per evitare un uso strumentale dell'attività svolta in questa sede, la Commissione debba cessare di lavorare? I colleghi che all'unanimità hanno votato le rogatorie internazionali possono supporre che ad esse non si dia attuazione?
Venendo ora alle motivazioni, rileva come la Commissione abbia lavorato puntualmente ed efficacemente, abbia proceduto con serietà, competenza e con un atteggiamento assolutamente bypartisan che solo quando sono emersi elementi non prevedibili si è incrinato.
Propone, quindi, di votare oggi stesso la richiesta di proroga e, a nome del gruppo Alleanza nazionale, preannuncia il proprio voto favorevole.

Il senatore Guido CALVI (DS-U) osserva come né il collega Kessler né il collega Lauria abbiano nei propri interventi affermato di non concordare su una proroga dei lavori della Commissione. Ciò sarebbe tanto più illogico in quanto ricorda che proprio dall'opposizione è venuta di recente la richiesta di una rogatoria in Svizzera che ovviamente va conclusa, cosa per la quale è senz'altro necessaria una proroga.
I motivi esposti dall'opposizione riguardano essenzialmente un problema di natura politica e uno relativo all'organizzazione dei lavori. Quanto al problema politico, sottolinea come da qualche mese stia con forza denunciando il fatto che questa Commissione, dopo aver per qualche tempo lavorato assai bene, indotta da alcuni eventi come lettere anonime o altro cui era difficile resistere, abbia cambiato modalità essendosi trovata ad essere il crocevia di interessi spesso estranei alla vicenda oggetto dell'inchiesta parlamentare, sui quali si è indagato in modo da sovrapporsi all'attività svolta dalla magistratura, mentre sulla base della legge istitutiva a questa Commissione sono assegnati compiti più ampi e delicati dal punto di vista istituzionale. Ribadisce che certamente la proroga andrà chiesta, perché ci sono atti cui l'opposizione non rinuncerà mai, a cominciare dalla rogatoria in Svizzera, ma la proroga non può essere intesa come una carta di credito da concedere comunque.
Quanto ai temi relativi all'organizzazione del lavoro, ritiene che si debba lasciare una pausa di pochissimi giorni di riflessione per poter indicare di quanto tempo (sei mesi, otto o quello che si deciderà) la Commissione abbia bisogno per concludere i propri lavori. Nessuno, quindi, deve permettersi di sostenere che i


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gruppi dell'Ulivo sono per chissà quale motivo contrari alla proroga. Suggerisce, quindi, di rinviare la decisione alla prossima settimana.

Il senatore Giampiero CANTONI (FI) rileva come la Commissione abbia lavorato nella massima trasparenza e non crede che qualcuno possa sostenere che recentemente siano accaduti dei fatti che ne abbiano turbato il clima. Tali fatti sono dovuti al comportamento di un commissario, l'onorevole Kessler, il quale ha recato grave nocumento alla Commissione.

Dopo che il deputato Giovanni KESSLER (DS-U) ha lamentato di non aver mai potuto rispondere alle accuse che in più occasioni gli sono state mosse a questo riguardo, il senatore Giampiero CANTONI (FI), a nome del gruppo di Forza Italia, chiede che si proceda alla votazione nella seduta odierna.

Su richiesta del senatore Lauria, Enrico NAN, presidente, sospende brevemente la seduta.

La seduta, sospesa alle 14.55, è ripresa alle 15.05.

Enrico NAN, presidente, essendosi consultato con il Presidente Trantino, ritiene che i gruppi potrebbero predisporre eventuali proposte emendative nel corso di una breve sospensione della seduta, della durata di 15-20 minuti.

Dopo che il senatore Michele LAURIA (Margh-DL-U) ha dichiarato di considerare questa un'ulteriore prevaricazione e che il senatore Giuseppe CONSOLO (AN) ha fatto presente che il suo gruppo non intende presentare proposte emendative, il deputato Giovanni KESSLER (DS-U) chiede, a nome dell'Ulivo, che si proceda intanto a votare la proposta di rinvio, senza entrare nel merito della stessa.

Enrico NAN, presidente, avverte che sulla proposta testé avanzata dall'onorevole Kessler darà la parola ad un oratore a favore e uno contro.

Il senatore Michele LAURIA (Margh-DL-U), augurandosi che la maggioranza non voglia contravvenire ad una consolidata prassi parlamentare, dichiara il proprio avviso favorevole alla richiesta di rinvio avanzata dall'onorevole Kessler.

Il senatore Giampiero CANTONI (FI), a nome della Casa delle libertà, dichiara voto contrario alla richiesta di rinvio.

Enrico NAN, presidente, pone in votazione la proposta dell'onorevole Kessler di rinviare alla prossima settimana la deliberazione sulla richiesta di proroga.

La Commissione respinge.

Enrico NAN, presidente, avverte che, essendo stata respinta la proposta dell'onorevole Kessler, si procederà con gli interventi dei colleghi che precedentemente si erano iscritti a parlare.

Il deputato Alfredo VITO (FI), dopo aver osservato che la Commissione ha lavorato egregiamente da quando è stata istituita, dichiara di non concordare con il senatore Calvi il quale ha sostenuto che da un certo periodo ci si sarebbe indirizzati verso la speculazione politica. Osserva, inoltre, che alcuni punti fermi sono stati già fissati: ad esempio, la Commissione ha stabilito che quello oggetto dell'indagine è stato un pessimo affare dal punto di vista economico, un affare condotto con procedure disinvolte all'interno della Telecom e che da parte di forze politiche di centro-sinistra vi è stata una sostanziale copertura di questa vicenda. Pertanto, l'attività fin qui svolta non può essere censurata da nessuno: la Commissione ha il potere ed il diritto di continuare a lavorare e per questo ritiene che si debba votare oggi stesso la richiesta di proroga.

Dopo che i deputati Carlo TAORMINA (FI) e Gustavo SELVA (AN) ed il senatore Maurizio EUFEMI (UDC) hanno dichiarato di rinunciare ad intervenire, il deputato Renzo LUSETTI (MARGH-U) osserva come da parte della maggioranza vi sia stata una forma di prevaricazione nel voto


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precedente, in quanto è stato impedito all'opposizione di esercitare il legittimo diritto di disporre di una settimana di tempo per approfondire il documento e proporre ad esso modifiche migliorative.
Venendo al merito, ricorda che la legge istitutiva della Commissione è stata approvata con molti emendamenti dell'opposizione, il che dimostra come quest'ultima non possa assolutamente essere accusata di non aver voluto la Commissione, visto che fin dall'inizio si è comportata diversamente. A giudicare dalle premesse contenute nel documento, ci si sarebbe potuti aspettare che non venisse chiesta alcuna proroga, vista la gran mole di lavoro fino ad oggi svolta. In ogni caso, non comprende in base a quali elementi si chieda la proroga di un anno e non, ad esempio, di sei mesi e perché si voglia impedire un'adeguata riflessione. Conclude raccomandando ai colleghi di evitare ogni strumentalizzazione politica intorno a questa vicenda.

Il senatore Guido CALVI (DS-U) precisa che la richiesta di un tempo utile per proporre modifiche trae origine da alcune parti della motivazione che personalmente non condivide, come quella in cui si fa riferimento alle segnalazioni presentate ai tribunali di Roma e Torino, nonché alla Corte dei conti.

Enrico NAN, presidente, essendosi esauriti gli interventi nel merito, avverte che darà ora la parola ai colleghi che la chiederanno per dichiarazione di voto.

Il deputato Giovanni KESSLER (DS-U) annuncia il voto contrario del suo gruppo alla richiesta di proroga non perché l'opposizione sia per principio sfavorevole alla continuazione delle indagini in corso, ma perché una simile richiesta deve essere adeguatamente motivata, cosa che a suo avviso non è. Pertanto, poiché la maggioranza, con arroganza istituzionale, ha posto all'opposizione l'alternativa tra prendere o lasciare, sottolinea come, a suo giudizio, non si possa dare una delega in bianco alla Commissione.

Il senatore Michele LAURIA (Margh-DL-U) dichiara il voto contrario del gruppo della Margherita sulla richiesta di proroga ed osserva che oggi sono stati calpestati i più elementari diritti della dialettica parlamentare. Questa è l'ulteriore prova del fatto che alcuni vogliono con arroganza servirsi di questa Commissione a fini di lotta e propaganda politica. Nel ribadire il proprio voto contrario, fa presente che esso prelude ad un riconsiderazione della presenza del proprio gruppo in Commissione, che sempre più rischia di diventare strumento di giustizialismo politico, cosa che va contrastata in tutti i modi consentiti dalla legge e dai regolamenti parlamentari e rispetto alla quale potrà trovare spazio anche un appello all'opinione pubblica.

Il deputato Giovanni RUSSO SPENA (RC), ribadito che la richiesta di proroga ad avviso del suo gruppo è inutile e dannosa, crede che a nessuno, neppure ad autorevoli esponenti della maggioranza, sfugga che si sta ponendo in essere un'anomalia istituzionale, in quanto i Presidenti di Camera e Senato potranno trovarsi di fronte a serie difficoltà. Ciò accade perché una Commissione bicamerale non deve mai diventare una sede di amplificazione e di propaganda, ma deve limitarsi a svolgere le proprie funzioni di indagine e di controllo. In questa Commissione le cose stanno diversamente perché si tenta di tenere sotto schiaffo alcuni dirigenti del centro-sinistra, ma la storia insegna che simili percorsi spesso si rivelano inefficaci. Ribadirà questi concetti nell'incontro di domani con il Presidente Casini.

Enrico NAN, presidente, pone in votazione la proposta di richiesta di proroga di un anno del termine di conclusione dei lavori della Commissione (vedi allegato).

La Commissione approva.

La seduta termina alle 15.40.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta sarà pubblicato in un fascicolo a parte.