Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 844 del 24/1/2001
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(Esame dell'articolo 18 - A.C. 465)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 , nel testo unificato della Commissione, e del complesso degli emendamenti ad esso presentati (vedi l'allegato A - A.C. 465 sezione 18).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIOVANNI MELONI, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Garra 18.12 e 18.11 e Frattini 18.2. Invita il presentatore dell'emendamento Parenti 18.10 a ritirarlo, invito al ritiro sul quale l'onorevole Parenti mi sembra si fosse espressa favorevolmente. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Paissan 18.7, che è molto interessante, a condizione che vengano aggiunte le seguenti parole: «Le modalità di attuazione del servizio sono definite nei protocolli di intesa fra comuni e prefetture».

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo a tale riguardo?

MASSIMO BRUTTI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Il Governo concorda con quanto detto dal relatore sull'emendamento Paissan 18.7, che è piuttosto impegnativo e del quale comprendiamo bene il senso, quindi si rimette all'Assemblea.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Meloni, prosegua pure con l'espressione dei pareri.

GIOVANNI MELONI, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Tassone 18.3 e sugli identici emendamenti Tassone 18.4 e Parenti 18.8. Il parere è favorevole sull'emendamento 18.14 del Governo, mentre è contrario sull'emendamento Tassone 18.5, sugli identici emendamenti Tassone 18.6 e Parenti 18.9. Sull'emendamento Frattini 18.1, che è il testo risultante dalla dichiarazione di inammissibilità resa nella seduta del 23 marzo 2000, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BRUTTI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Il Governo concorda


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con il parere espresso dal relatore, salvo una precisazione sull'emendamento Frattini 18.1. Il Governo è favorevole, a condizione che l'emendamento sia riformulato. La riformulazione nasce dalla seguente ragione: nella legge n. 121 del 1981 vi è già la previsione di una relazione che rassomiglia un po' a quella di cui si parla in questo emendamento. Pertanto, per non moltiplicare le relazioni al Parlamento, la riformulazione dovrebbe essere rifarsi al dettato della legge n. 121 ed essere la seguente: «La relazione di cui all'articolo 113 della legge 1o aprile 1981, n. 121, comprende anche tutti i dati relativi alle iniziative di cui al presente articolo, articolati su base provinciale» (in sede di coordinamento si potrà poi trovare una forma linguistica migliore). Subito dopo andrebbe inserito l'ultimo periodo dell'emendamento Frattini 18.1: «Il Senato della Repubblica e la Camera dei deputati definiscono modalità per l'esame di tale relazione in una apposita sessione dei rispettivi lavori». La proposta Frattini viene, quindi, sostanzialmente accolta, ma evitando questa moltiplicazione delle relazioni che non è utile.

MAURO PAISSAN. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURO PAISSAN. Signor Presidente, accetto la riformulazione proposta dal relatore.

PRESIDENTE. Sta bene.
Consentite ora alla Presidenza di fare due osservazioni. In ordine a quanto ha detto l'onorevole Meloni in riferimento agli accordi tra comuni e prefetture - sottosegretario Brutti, certamente lei ne sa più di me -, non avete modificato il concetto di prefettura? Forse sarebbe meglio parlare di organi locali di governo o qualcosa del genere: vi è un decreto legislativo in corso.

MASSIMO BRUTTI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Forse si potrebbe sostituire con la dizione «ufficio territoriale di governo», ma ciò rende tutto più complicato (Commenti del deputato Donner).

PRESIDENTE. Sta bene, lasciamo il termine «prefetture».
Ritengo che l'altra questione, invece, sia importante. Mi permetto di far rilevare che l'ultima parte dell'emendamento Frattini 18.1 viola il principio degli interna corporis delle nostre Camere, perché prevede: «Il Senato della Repubblica e la Camera dei deputati definiscono modalità per l'esame di tale relazione in una apposita sessione dei rispettivi lavori». Ritengo sia inammissibile...

ELIO VITO. Il Presidente Violante lo ha dichiarato ammissibile!

PRESIDENTE. Basta eliminare le parole: «in una apposita sessione dei rispettivi lavori».

ELIO VITO. Sta bene.

MASSIMO BRUTTI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Il Governo si rimette all'Assemblea.

PRESIDENTE. Ne riparleremo quando arriveremo alla votazione dell'emendamento.

ALFREDO MANTOVANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFREDO MANTOVANO. Signor Presidente, valuti lei se questo è il momento giusto per intervenire. Ho bisogno di chiarimenti relativi all'emendamento Paissan 18.7, perché la posizione del mio gruppo sarà definita sulla base dei chiarimenti che il relatore fornirà.

PRESIDENTE. Le darò la parola quando arriveremo all'esame dell'emendamento Paissan 18.7.
Passiamo ai voti.


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Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garra 18.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (
Vedi votazioni).
(Presenti 339
Votanti 338
Astenuti 1
Maggioranza 170
Hanno votato
143
Hanno votato
no 195).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garra 18.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 341
Votanti 338
Astenuti 3
Maggioranza 170
Hanno votato
140
Hanno votato
no 198).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Frattini 18.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 339
Votanti 335
Astenuti 4
Maggioranza 168
Hanno votato
137
Hanno votato
no 198).

Constato l'assenza dell'onorevole Parenti: s'intende che non insista per la votazione del suo emendamento 18.10.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paissan 18.7, nel testo riformulato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantovano. Ne ha facoltà.

ALFREDO MANTOVANO. Prima di decidere l'orientamento del voto, vorrei alcuni chiarimenti dal relatore. Dopo aver premesso che l'intento dell'emendamento è assolutamente condivisibile - è la prima volta, se non sbaglio, che in un testo di legge compare il termine «microcriminalità» -, vorrei sapere cosa si intenda con questa parola, nel senso che non credo che la persona anziana che ha subìto un furto accetti che si parli di un atto di microcriminalità. Al di là della valutazione soggettiva di ciò che ciascuno di noi può patire a causa dei criminali, se la vittima di un reato subisce una rapina, questa sarà rubricata come fatto di microcriminalità o in altro modo? In quest'ultimo caso non vi è la possibilità di godere di quei benefici a cui mira questo emendamento.

PRESIDENTE. Lei pensava ad un'espressione come «reati contro la persona»?

ALFREDO MANTOVANO. Il collega che ha presentato l'emendamento troverà le parole più adatte, io mi limito a sollevare quesiti.
Si parla anche di intervento a domicilio solo a seguito delle richieste d'aiuto inoltrate attraverso il servizio telefonico. Se il discorso si limita alle richieste d'aiuto, è ovvio che qualsiasi appartenente alle Forze dell'ordine abbia l'obbligo di intervenire, e ci mancherebbe altro! Anche questa dizione dunque andrebbe modificata se il fine è quello di raccogliere la denuncia a domicilio; ma allora perché non si dice molto più semplicemente che, in presenza di particolari categorie di persone che abbiano subìto un reato,


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l'appartenente alle forze di polizia si reca al domicilio della vittima per raccogliere la denuncia?
Mi chiedo ancora perché ci debba essere il protocollo d'intesa con gli enti locali, posto che ci troviamo di fronte ad unità di polizia che non hanno alcun bisogno del supporto dell'ente locale per recarsi al domicilio delle vittime, nel senso che il questore non deve accordarsi con il sindaco per raccogliere una denuncia a domicilio.
Come ho già detto, l'intento è condivisibile, ma il testo dell'emendamento va riscritto se si condividono i rilievi che ho fatto.

PRESIDENTE. Onorevole Meloni, vuole fornire i chiarimenti richiesti?

GIOVANNI MELONI, Relatore. Sicuramente va eliminato il riferimento alla microcriminalità; quanto all'espressione «richieste di aiuto da questi inoltrate», ovviamente non si tratta di stabilire l'obbligo di raccogliere la denuncia al domicilio della vittima di un reato, ma semplicemente quando ciò venga richiesto. Questa è la mia interpretazione. Sicuramente non si pensa ad una richiesta d'aiuto in caso di aggressione, per esempio, ma di una richiesta di aiuto in caso di difficoltà a presentare una denuncia. Se questa è l'interpretazione, il testo può rimanere quello proposto o anche modificato; non ritengo però che si debba eliminare perché altrimenti stabiliamo un obbligo automatico delle Forze dell'ordine a raccogliere a domicilio le denunce.
Quanto al protocollo d'intesa fra prefetture e comuni, credo sia utile per il servizio, per propagandarlo, per attuarlo in maniera migliore; comunque è una di quelle ipotesi in cui la collaborazione tra le Forze dell'ordine e le municipalità è da incoraggiare. Tra l'altro vi sono protocolli d'intesa che contengono questa previsione.

PRESIDENTE. Come intenderebbe sostituire la parola «microcriminalità»?

GIOVANNI MELONI, Relatore. La sopprimerei semplicemente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pecorella. Ne ha facoltà.

GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, non mi sento di condividere - sembrerà strano - la norma in esame, in quanto il suo presupposto è che, attualmente, se un paralitico dovesse chiamare la polizia per aver subito un furto o se un novantenne non fosse in condizioni di muoversi da casa per fare la denuncia, gli agenti di polizia siano soliti attaccare il telefono ed infischiarsene. Presupporre, da parte del Parlamento, che in Italia esistano forze di polizia che già ora, in casi del genere, non intervengono (come se ciò abitualmente accadesse), mi sembra partire dal presupposto che il nostro Stato abbia forze di polizia non solo inefficienti, ma anche disumane.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Copercini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI COPERCINI. Signor Presidente, mi sembra riduttivo limitare le categorie che possono usufruire di tale servizio ai portatori di handicap e alle persone anziane, in quanto un qualsiasi cittadino può essere temporaneamente inabilitato, a causa di un impedimento (una gamba ingessata o un'influenza), a muoversi da casa. Pertanto, ritengo che l'intera norma debba essere riscritta per tener conto di un'esigenza molto sentita dalla società civile, soprattutto nei confronti delle categorie più deboli della popolazione. Ritengo, dunque, che la norma debba essere riscritta in modo tale da comprendere tutte le situazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Soda. Ne ha facoltà.

ANTONIO SODA. Signor Presidente, ritengo che la norma in esame sia importante e, aderendo alle considerazioni del relatore e dell'onorevole Copercini, reputo si debba eliminare il riferimento alla


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microcriminalità e si debbano aggiungere alle parole: «portatori di handicap o persone anziane» le parole: «o altrimenti impedite». Ritengo inoltre che si debbano inoltre sostituire alle parole: «richieste d'aiuto» le parole: «richieste d'assistenza».

MAURO PAISSAN. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURO PAISSAN. Signor Presidente, ringrazio i colleghi che hanno compreso le motivazioni alla base del mio emendamento 18.7, peraltro richiesto da alcune associazioni di portatori di handicap. Alcuni dei rilievi formulati sono, a mio giudizio, fondati. Condivido la posizione del relatore nell'accogliere l'indicazione del collega Mantovano volta a sopprimere le parole «di microcriminalità» e a lasciare soltanto l'indicazione «vittime di reati». Ritengo altresì condivisibile la proposta del collega Soda di sostituire alle parole: «richieste d'aiuto» le parole: «richieste d'assistenza»: tale dizione mi sembra più definita e più precisa.
Per il resto, vorrei ricordare ai colleghi che la proposta di riformulazione del relatore, che demanda l'attuazione della norma agli accordi tra prefetture e comuni, può risolvere alcuni dei problemi sollevati. Pertanto, invito i colleghi ad approvare il mio emendamento 18.7 con le due riformulazioni proposte (sopprimere le parole «di microcriminalità» e sostituire alle parole «d'aiuto» le parole «d'assistenza»).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.

DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, data la delicatezza e la rilevanza dell'argomento, prendo la parola aggiungendomi all'elenco di coloro che hanno valutato positivamente le finalità e lo spirito dell'emendamento in esame, ma hanno avanzato perplessità sulle modalità di attuazione dello stesso.
Sono favorevole alla riformulazione proposta, consistente nel sopprimere le parole «di microcriminalità» e ritengo che sarebbe necessario esplicitare il concetto che è maturato attraverso le parole dell'onorevole Soda: mi riferisco alla necessità che l'intervento della forza pubblica al domicilio delle vittime si concretizzi ogni volta che vi sia un soggetto che - per essere un portatore di handicap o in tarda età o per altra ragione - sia impossibilitato o in grave difficoltà nell'uscire di casa e nel raggiungere gli uffici di polizia. Dunque, la categoria che prenderei in esame e codificherei è quella dell'impedimento o della grave difficoltà, in modo che l'handicap o la tarda età siano esemplificazioni di tale categoria.
Diversamente si pongono dei problemi, anche perché dire «portatori di handicap» significa molto e niente. Può esservi un modestissimo handicap che non impedisce minimamente la deambulazione ed il raggiungimento degli uffici della polizia, come invece può esservi un handicap talmente grave da inibire la circolazione, e così via. Lo stesso dicasi per la persona anziana: può esserci un vegliardo che è un bersagliere e va dovunque vuole, se non è addirittura in condizioni di reagire, e può esserci colui che alla non tarda età di 60 anni versa però in condizioni di salute precarie.
Inoltre, va evidentemente eliminata la limitazione del «tramite il servizio telefonico», perché la richiesta di assistenza può pervenire con qualunque mezzo idoneo a manifestare lo stato di disagio o di impedimento da parte della vittima del reato.
Infine, vorrei prospettare ai colleghi, nel momento stesso in cui con le migliori intenzioni prevediamo questa modalità agevolata di presentazione della denuncia o querela, la necessità di stabilire che cosa accada qualora per inadempienza, per negligenza, per necessità superiori del servizio e via dicendo, le forze dell'ordine non dovessero adempiere questo dovere che noi adesso andiamo a stabilire. Quali conseguenze di carattere processuale ne deriverebbero sul reato, qualora la vittima


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non potesse presentare la denuncia querela? Noi approntiamo un mezzo socialmente pregevole, estremamente apprezzabile, ed anch'io mi schiero nettamente a favore, però dobbiamo stabilire, ripeto, cosa può accadere nel momento in cui per qualche ragione le forze dell'ordine siano impossibilitate a concretizzare tale servizio. Se, infatti, la persona interessata era effettivamente impossibilitata a recarsi presso gli uffici, dobbiamo anche prevedere che sul piano processuale non vi siano conseguenze che possano pregiudicare la parte lesa.

PRESIDENTE. Mi sembrava che l'onorevole Paissan, presentatore dell'emendamento, si fosse limitato a ritenere utili due sole correzioni. Qual è la sua opinione dopo l'intervento dell'onorevole Benedetti Valentini?

MAURO PAISSAN. Presidente, ritengo di poter accogliere anche la terza proposta emersa, che mi sembra condivisibile, volta ad introdurre un'ulteriore dizione oltre a quelle di portatori di handicap e di persone anziane, ossia quella di «persone altrimenti impedite». Mi sembra, però, che il relatore intendesse presentare una riformulazione più completa dell'emendamento.

PRESIDENTE. Onorevole Meloni, è pronta la sua nuova formulazione ?

GIOVANNI MELONI, Relatore. Sì, signor Presidente, l'emendamento suonerebbe così: «Qualora vittime di reati siano soggetti portatori di handicap, persone anziane o altrimenti impedite, in seguito alle richieste di assistenza da questi inoltrate, un appartenente alle forze dell'ordine si reca al domicilio della vittima stessa anche al fine di stendere la relativa denuncia. Le modalità di attuazione del servizio sono stabilite con protocolli d'intesa tra comuni e prefetture».

DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Di «stendere e ricevere» la relativa denuncia, onorevole relatore.

GIOVANNI MELONI, Relatore. Va bene, di «stendere e ricevere».

MAURO PAISSAN. Va bene così.

ENZO TRANTINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO TRANTINO. Signor Presidente, ai fini di una più limata legislazione mi permetterei di proporre la sostituzione del termine «assistenza» con la parola «intervento», altrimenti sembra che si tratti di una sorta di confraternita della misericordia. Parlando, invece, di «intervento», si richiama un dovere dello Stato, nel momento in cui viene sollecitato l'esercizio dello stesso.

GIOVANNI MELONI, Relatore. Va bene anche questa modifica.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paissan 18.7, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (
Vedi votazioni).
(Presenti 309
Votanti 308
Astenuti 1
Maggioranza 155
Hanno votato
307
Hanno votato
no 1
Sono in missione 70 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tassone 18.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.


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Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 307
Votanti 304
Astenuti 3
Maggioranza 153
Hanno votato
12
Hanno votato
no 292
Sono in missione 70 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Tassone 18.4 e Parenti 18.8, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 315
Votanti 309
Astenuti 6
Maggioranza 155
Hanno votato
5
Hanno votato
no 304).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.14 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 317
Votanti 188
Astenuti 129
Maggioranza 95
Hanno votato
177
Hanno votato
no 11).

È pertanto precluso l'emendamento Tassone 18.5.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Tassone 18.6 e Parenti 18.9, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 314
Votanti 307
Astenuti 7
Maggioranza 154
Hanno votato
9
Hanno votato
no 298).

Onorevole Meloni, prima di passare alla votazione dell'emendamento Frattini 18.1 (testo risultante dalla dichiarazione di inammissibilità resa nella seduta del 23 marzo 2000), vorrei ricordare che il secondo periodo di tale emendamento stabilisce: «Il Senato della Repubblica e la Camera dei deputati definiscono modalità per l'esame di tale relazione».
Mi permetto inoltre di fare un'osservazione formale. Il primo periodo di tale emendamento, nella formulazione proposta dal Governo, stabilisce: «La relazione di cui all'articolo 113 della legge n. 121 del 1981 comprende anche tutti i dati relativi alle iniziative di cui al presente articolo, articolati su base provinciale». In base ai miei ricordi del liceo propongo di sostituire la parola: «articolati» con la seguente: «suddivisi».

GIOVANNI MELONI, Relatore. Sì, signor Presidente, va bene.

PRESIDENTE. Sta bene
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Frattini 18.1 (testo risultante dalla dichiarazione di inammissibilità resa nella seduta del 23 marzo 2000) nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).


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Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (
Vedi votazioni).
(Presenti 315
Votanti 308
Astenuti 7
Maggioranza 155
Hanno votato
304
Hanno votato
no 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 316
Votanti 307
Astenuti 9
Maggioranza 154
Hanno votato
307).

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