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PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (vedi l'allegato A - A.C. 5549 sezione 2).
Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?
ELENA MONTECCHI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo accoglie l'ordine del giorno Ciapusci n. 9/5549/1.
PRESIDENTE. Onorevole Michielon, accetta la riformulazione proposta dal rappresentante del Governo?
MAURO MICHIELON. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno Michielon n. 9/5549/2, nel testo riformulato, s'intende pertanto accolto dal Governo.
ELENA MONTECCHI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il Governo non accoglie l'ordine del giorno Fontanini n. 9/5549/3, mentre, come già anticipato in sede di espressione dei pareri sugli emendamenti riferiti all'articolo 2, il Governo accoglie l'ordine del giorno Moroni n. 9/5549/4 (Nuova formulazione).
PRESIDENTE. Onorevole Garra, accetta le correzioni proposte dal rappresentante del Governo?
GIACOMO GARRA. Signor Presidente, il «nonché» ha natura assolutamente formale mentre, per quanto concerne la seconda correzione, accetto il suggerimento del sottosegretario Montecchi perché il richiamo ai congiunti ed ai discendenti, che non vi è nell'accordo di Londra, è virtualmente presente nel nostro ordinamento; non c'è dubbio, infatti, che nel caso in cui venga meno il titolare del beneficio, si applichi il codice civile e, in particolare, la disciplina in materia di successione. Ritengo pertanto che, tutto sommato, la specificazione dei congiunti e dei discendenti sia del tutto superflua e, quindi, accetto le correzioni proposte dal Governo.
PRESIDENTE. Onorevole Ciapusci, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/5549/1?
ELENA CIAPUSCI. No, Presidente.
PRESIDENTE. Onorevole Michielon, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/5549/2?
MAURO MICHIELON. No, Presidente.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno Fontanini n. 9/5549/3 se insistano per la votazione del medesimo.
MARIO BORGHEZIO. Signor Presidente, ritengo si debba cogliere l'occasione offerta dal dibattito odierno su questo provvedimento così importante e sentito da tutto il Parlamento italiano per riproporre una questione delicata, importante ed urgente. Avevo colto in precedenza l'occasione offerta dalla notizia che il Governo tedesco stava per iniziare il dibattito relativo alla proposta di legge per la fissazione dei termini per i risarcimenti ai nostri internati e lavoratori coatti nei campi KZ in Germania.
venga concesso un assegno vitalizio pari al minimo della pensione contributiva della previdenza sociale».
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno Moroni n. 9/5549/4 (Nuova formulazione) se insistano per la votazione del medesimo.
DOMENICO MASELLI. Non insistiamo, Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene. Onorevole Garra, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/5549/5?
GIACOMO GARRA. No, Presidente.
ELENA MONTECCHI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare per una precisazione.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELENA MONTECCHI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, devo una precisazione all'onorevole Borghezio che ha sollevato un problema molto serio in una sede impropria, nel senso che noi qui stiamo votando un provvedimento - del quale si è ampiamente discusso - che trae le proprie origini da un accordo siglato dal ministro degli esteri inglese Robin Cook e dalla Federal reserve bank di New York con un preciso obiettivo, che è quello contenuto nell'articolato del disegno di legge. La questione delicatissima dei lavoratori coatti, deportati per ragioni di lavoro diverse da quelle degli ex internati, attiene a rapporti tra i vari Governi, il Governo tedesco e le aziende che fruirono dell'operato di quei lavoratori.
La nostra risposta negativa a questo ordine del giorno è dunque legata al fatto che trattasi di una sede impropria e non vi è invece alcun atteggiamento negativo, anzi, nei confronti di quei cittadini che hanno interpellato anche la Presidenza del Consiglio dei ministri ponendo giustamente l'accento e l'attenzione sulla necessità di chiudere, risarcendo anche questi cittadini, le drammatiche vicende che non sono tutte e solo legate ai campi di concentramento.
ELENA CIAPUSCI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELENA CIAPUSCI. Dalle parole dell'onorevole Borghezio, mi era sembrato che quest'ultimo non avesse valutato il senso del disegno di legge che stiamo votando. Mi sembrava, appunto, che l'ordine del giorno Fontanini e Borghezio n. 9/5549/3 non fosse chiaro. Tuttavia, credo che il sottosegretario Montecchi abbia fornito i necessari chiarimenti che intendevo richiedere, quando ha affermato che la Germania sta valutando le difficoltà non solo delle persone che sono state nei campi di concentramento, ma anche e soprattutto di quelle che hanno lavorato nel periodo successivo ai campi di concentramento presso alcune aziende tedesche e che ora dovrebbero ottenere un risarcimento.
ELENA MONTECCHI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare per una precisazione.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELENA MONTECCHI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo ha accettato l'ordine del giorno Ciapusci n. 9/5549/1 e non ha accettato l'ordine del giorno Fontanini e Borghezio n. 9/5549/3 proprio perché l'onorevole Ciapusci ci ha chiesto di attivare «contatti urgenti con il Governo tedesco» - che peraltro sono in corso - per agire nei confronti di coloro i quali ha chiamato sopravvissuti. Per le modalità con le quali il Governo sta affrontando la questione con il Governo tedesco, questo ordine del giorno prende in considerazione anche la questione dei lavoratori coatti.
DOMENICO MASELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DOMENICO MASELLI. Chiedo al Governo se non sia possibile accettare l'ordine del giorno come raccomandazione, perché in tal modo noi non bocceremmo l'idea, dando però rilievo alla considerazione che questa non è la sede propria per affrontarla. Se non agissimo in questo modo, potremmo dare all'esterno una sensazione sbagliata.
ELENA MONTECCHI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELENA MONTECCHI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Premetto che ovviamente l'Assemblea è assolutamente sovrana. Tuttavia, vorrei chiedere di valutare il merito dell'ordine del giorno Fontanini e Borghezio n. 9/5549/3, il quale propone al Governo di modificare numerose norme. Propone altresì una modalità di intervento sui cittadini, che è del seguente tenore: «se hanno compiuto i 50 anni, se donne, o i 55 anni, se uomini, venga concesso un assegno vitalizio pari al minimo della pensione contributiva della previdenza sociale». La questione da affrontare per i lavoratori coatti (non vorrei bloccare il Parlamento su questa discussione) è assai più complessa in termini di ricostruzione documentale, in termini di relazioni e anche in termini di definizione dell'accesso al beneficio. Certo, il Governo può certamente accettare come raccomandazione l'ordine del giorno, ma vi è un
problema di coerenza, proprio perché parliamo all'esterno, tra gli atti che si compiono e gli indirizzi che si assumono. Quindi il Governo ritiene che quest'Assemblea sia sovrana perché lo è oggettivamente (Commenti del deputato Mussi). Sì, è la verità, mi sono corretta, presidente Mussi.
PRESIDENTE. Dobbiamo anche evitare di svilire lo strumento.
MARIO BORGHEZIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO BORGHEZIO. Signor Presidente, mi permetterei di insistere. Mi stupisco che non venga valutata dall'illustre rappresentante del Governo la possibilità di recepire almeno come raccomandazione questo testo.
ELENA MONTECCHI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Come raccomandazione, sì!
MARIO BORGHEZIO. Allora non avevo inteso bene. Vorrei molto delicatamente sottoporre all'attenzione del Governo un dato di fatto. Stiamo parlando di nostri concittadini, civili e militari, i più giovani dei quali appartengono alla classe del 1926. Sono persone che stanno scomparendo di giorno in giorno. Non c'è mica tanto tempo da perdere, illustre rappresentante del Governo! Il Governo ponga rimedio a queste gravi ingiustizie che sono riconducibili chiaramente all'attività dei Governi e dei Parlamenti che ci hanno preceduto! Non bisogna perdere altro tempo perché siamo di fronte ad un gruppo ormai striminzito di cittadini che non hanno la possibilità di aspettare i tempi lunghi del Parlamento italiano (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).
MARCO BOATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, credo che a questo punto la questione sia risolta dal fatto che a domanda specifica, se intendesse accogliere quest'ordine del giorno come raccomandazione, il Governo ha risposto positivamente, sia pure con quelle riserve che ha espresso (altrimenti l'accoglierebbe tout court).
PRESIDENTE. Onorevole Montecchi, il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Fontanini n. 9/5549/3?
ELENA MONTECCHI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Benissimo, non dobbiamo allora procedere ad alcun voto.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Michielon n. 9/5549/2, il Governo è contrario agli ultimi due periodi del dispositivo e propone un'unica riformulazione, che leggo testualmente: «a sviluppare diffusamente ogni informazione affinché siano garantite pari opportunità a tutti gli interessati». Se il collega Michielon accettasse tale riformulazione, il Governo accoglierebbe il suo ordine del giorno.
Sottosegretario Montecchi, prosegua pure con i pareri.
Per quanto concerne l'ordine del giorno Garra n. 9/5549/5, il Governo lo accoglie a condizione che il collega Garra accetti le seguenti correzioni nella parte dispositiva: dopo le parole: «persecuzioni naziste», sostituire la parola: «e» con la parola: «nonché»; dopo le parole: «il 1945», sopprimere le restanti parole: «o ai loro congiunti e discendenti». In sostanza, l'ultima parte del dispositivo risulterebbe così riformulata: «siano indirizzati a favore delle vittime italiane delle persecuzioni naziste nonché dei cittadini stranieri che abbiano fissato la propria residenza in Italia, anche per periodi intermedi, tra il 1938 ed il 1945».
Mi permetto di richiamare l'attenzione dei colleghi sul nostro ordine del giorno con il quale impegniamo il Governo «ad assumere iniziative finalizzate a modificare i contenuti delle leggi 18 novembre 1990, n. 791, e 29 gennaio 1994, n. 94, prevedendo che ai cittadini italiani che, per qualsiasi ragione, siano stati deportati nei campi di sterminio nazisti KZ, venga assicurato il diritto al collocamento, al lavoro ed al godimento dell'assistenza medica, farmaceutica, climatica ed ospedaliera al pari dei mutilati ed invalidi civili di guerra e, se hanno compiuto i 50 anni, se donne, o i 55 anni, se uomini,
Debbo far presente all'Assemblea, signor Presidente, la necessità di porre rimedio ad una serie di ingiustizie gravi che hanno subito in questi decenni molti dei nostri ex internati. Se qualcuno volesse svolgere una inchiesta approfondita sull'operato delle commissioni che a Roma hanno esaminato e cassato in gran parte le domande formulate da moltissimi nostri concittadini ex internati civili e militari, si narrerebbe una storia infinita di ingiustizie e di discriminazioni che offendono la coscienza civile del nostro popolo.
Ritengo, infatti, che sia giunto il momento di sanare queste ingiustizie, anche in considerazione del fatto che le domande di moltissimi ex internati sono state respinte con le motivazioni più incredibili, in molti casi anche per la difficoltà che si incontrava nel produrre tutta quella serie di documenti che venivano richiesti dalla commissione centrale. Vi è stata una gestione, per così dire, molto restrittiva. Si è arrivati addirittura ad approvare una leggina nel 1986, che ha fissato un termine di prescrizione capestro, quinquennale, per coloro che, già molto anziani, si fossero trovati nell'impossibilità di presentare nei termini la richiesta di vitalizio prevista dalla legge Pertini.
Lo spirito che aveva indubbiamente animato il nostro ex Presidente della Repubblica nel sostenere questa legge così importante è stato totalmente tradito. Gli ex internati civili e militari attendono da troppo tempo giustizia. Mi pare pertanto assolutamente necessaria l'approvazione di un ordine del giorno di questo genere anche per accelerare l'iter di quelle proposte che giacciono presso il nostro ramo del Parlamento e che sono finalizzate a porre rimedio a queste ingiustizie. Non vorrei che il risarcimento da parte della Germania arrivasse in un momento in cui la stragrande maggioranza dei nostri ex internati civili e militari non ha ancora ricevuto dallo Stato italiano il vitalizio previsto dalla legge Pertini (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).
Tra i diversi paesi che hanno vissuto, come il nostro, questo drammatico fenomeno, vi sono rapporti internazionali proprio per ricostruire - anche in modo documentale - la partecipazione diretta delle aziende al risarcimento di quei danni umani, morali e materiali.
Su questo punto consentitemi di mantenere alcune perplessità perché è difficile garantire alcuni passaggi. Lo devo dire per lealtà.
Eventualmente possiamo suggerire all'onorevole Borghezio di valutare la possibilità di ritirare l'ordine del giorno.
Comunque, nel dispositivo c'è scritto che la Camera con quest'ordine del giorno «impegna il Governo ad assumere iniziative finalizzate a modificare i contenuti (...), prevedendo ...». È evidente (perché il Presidente poco fa ha detto giustamente di non svilire lo strumento) che, accogliendo il Governo quest'ordine del giorno come raccomandazione, non votandolo e non accogliendolo tout court, si sposta il confronto (spero in tempi brevi perché anche la questione che è stata sollevata dell'età anagrafica non è irrilevante) sul terreno di quelle modifiche legislative. È il confronto che il Governo ha avviato nella risposta critica che ha dato poc'anzi. Nulla si svilisce né si risolve in questo momento! Quello che non potremmo fare - non me la sentirei io né se la sentirebbero molti colleghi - è, se venisse posto in votazione l'ordine del giorno, di esprimere un voto contrario.
Credo che la risposta criticamente positiva del Governo di accoglierlo come raccomandazione, spostando il confronto sul terreno legislativo, tolga anche l'Assemblea da un imbarazzo che io sento, e che anche altri sentirebbero. In questo modo si potrebbe concludere questa vicenda specifica.
È così esaurita la trattazione degli ordini del giorno.