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Seduta del 10/2/2000


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Audizione di Giuseppe Rositani, comandante del nucleo operativo ecologico dell'Arma dei carabinieri.

PRESIDENTE. Saluto i nostri ospiti. Il colonnello Rositani, comandante del NOE, ha già fatto avere alla Commissione una relazione scritta. Lo pregherei quindi, rispetto ai temi che affronterà sull'operatività del NOE, di focalizzare per la Commissione in particolare due punti le indagini che il NOE ha svolto su richiesta del Ministero dell'ambiente per quel che riguarda lo smaltimento degli oli minerali e vegetali contaminati, nonché - come risulta da notizie giornalistiche del pomeriggio di ieri - il sopralluogo effettuato a Milano in merito al «caso Erika» e la destinazione del suo carico, che sarà poi oggetto dell'altra audizione oggi in programma.
Prego altresì il colonnello Rositani di far presente eventuali esigenze di riservatezza perché si possa procedere in seduta segreta.

GIUSEPPE ROSITANI, Comandante del nucleo operativo ecologico dell'Arma dei carabinieri. Per quanto riguarda la richiesta da parte del ministro dell'ambiente di accertamenti relativi a due particolari aree e due particolari industrie, di proprietà o gestite dall'Enel, il ministro dell'ambiente, in relazione alla vicenda Erika, in data 31 gennaio ha conferito incarico al NOE, al direttore dell'ANPA e al direttore dell'IER, industria a rischio, facendo esclusivamente riferimento alle notizie acquisite via stampa, cioè a niente di specifico sotto il profilo di notitia criminis; ha chiesto di inviare personale sul posto per effettuare un campionamento ed una verifica di ciò che viene effettivamente utilizzato presso queste centrali.
Il personale del NOE, unitamente al personale dell'ANPA si è recato rispettivamente a Milazzo (la località esatta è il comune di San Filippo del Mela) e a Piombino ed ha proceduto, unitamente al personale dell'ANPA (a Piombino anche con il personale dell'ARPAT) al campionamento del contenuto dei serbatoi ivi collocati. Nella località vicino a Milazzo, nello stabilimento di San Filippo del Mela, erano presenti cinque serbatoi, di cui uno vuoto per manutenzione; quindi hanno proceduto alla campionatura di quattro serbatoi. Analoga procedura è stata adottata a Piombino; da parte del personale dell'ANPA si è proceduto all'acquisizione di documentazione relativa all'attività di questo impianto.
A quel che mi risulta le operazioni di controllo tecnico, che mi risulta siano stati devoluti all'ARPAT, allo stato non sono state ancora completate. Questo con riferimento all'episodio Erika.
La relazione che ho consegnato è articolata in due parti: nella prima ho indicato brevemente le linee ordinative attuali e le proiezioni future del NOE.


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Questo reparto costituito nel 1986 si sta sviluppando in un'ottica armonica per potenziare la propria capacità operativa. L'ultima innovazione sotto il profilo ordinativo è stata, in data 15 novembre, l'istituzione di altre cinque sezioni distaccate del NOE con sede ad Udine, Genova, Pescara, Ancona e Potenza. Il reparto si è così di fatto dimensionato con una sezione operativa centrale e un comando con sede in Roma e sedici sezioni distaccate che si calano nelle realtà regionali, con l'esclusione di quattro regioni che, per ragioni di dimensioni e di minore impegno, sono state accorpate. Le sedici sezioni hanno competenza regionale con l'esclusione della sezione Torino, che ha anche la Valle d'Aosta, della sezione Friuli, che ha anche il Trentino Alto Adige, della sezione Abruzzo che comprende il Molise e della sezione operativa centrale che comprende anche l'Umbria.
Questo è stato fatto per consentire ai reparti una maggiore aderenza al territorio. Infatti con questa iniziativa abbiamo realizzato una riduzione dei tempi d'intervento sul territorio (avendo una competenza regionale abbiamo individuato una capacità d'intervento nel termine di due ore), una migliore conoscenza del territorio e delle realtà locali perché vivendo sul territorio lo si conosce più approfonditamente, una approfondita conoscenza delle legislazioni regionali (essendoci competenze a legiferare anche a livello regionale, oltre alla legislazione nazionale è indispensabile conoscere la normativa locale ed è più semplice averla a disposizione vivendo sul posto), un costante contatto con l'autorità giudiziaria locale (anche questo è un punto di riferimento importante) e la possibilità di coordinare gli interventi con i competenti organi amministrativi e di controllo dislocati sul territorio (essendo l'agenzia nazionale un organo di controllo ma anche tecnico, ed avendo concettualmente una collocazione regionale, ci è sembrato opportuno ed idoneo poterci confrontare con facilità con tali organi).
Negli ultimi anni si sono ulteriormente affinate le metodologie operative, riducendo i controlli amministrativi. Man mano che l'ANPA cresce, esiste un'altra forza che fa un controllo amministrativo e di fatto sgrava il reparto da questi compiti per privilegiare di più una attività meramente investigativa, utilizzando anche tecniche e metodologie di indagine che abbiamo già sperimentato nei confronti della criminalità organizzata, naturalmente nei limiti consentiti dall'attuale legislazione; in più rafforzando il controllo con l'apporto dell'arma territoriale e laddove richiesto anche della altre forze di polizia, in maniera tale da individuare una procedura per sospetto, evitando un controllo generalizzato, ma monitorando il fenomeno in una determinata area ed individuando una serie di attività economiche fonte di sospetto o attività di qualsiasi genere che presuppongano la possibilità del concretizzarsi di un danno ambientale, il tutto per realizzare un intervento più mirato.
Per quanto riguarda i progetti futuri, le autorità governative, nell'ambito dei fondi strutturali 2000-2006, hanno elaborato un progetto che prevede un sistema di controllo tecnologico del territorio per impedire azioni criminose in particolare nei settori più importanti, quali lo smaltimento dei rifiuti e sostanze pericolose, l'inquinamento idrico ed atmosferico e l'abusivismo edilizio. Il progetto consentirà la realizzazione di un sistema che sarà dedicato alla gestione delle informazioni acquisite durante l'attività da tutti coloro che operano nel settore ambientale, integrandole opportunamente con una «cartografia tematica» e «mappature geografiche» già disponibili sul territorio nazionale. Tale sistema verrà realizzato, in relazione alla materia soprattutto per la disponibilità di locali e personali, presso la sede del NOE, almeno in fase di pianificazione, con il supporto tecnico-scientifico del CNR, che darà il know how delle tecnologie migliori per il controllo del territorio. L'apporto del CNR è di natura tecnologica, soprattutto per una eventuale operazione di analisi cartografica, perché alcuni tipi di analisi non siamo ancora in grado di farli. Ci verrà


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data una prima consulenza e poi successivamente vedremo se potremo sviluppare il campo in autonomia.
Trattandosi dell'utilizzo di fondi strutturali si svilupperà attualmente per le aree del meridione, obiettivamente considerate più a rischio sotto il profilo dell'attacco da parte delle organizzazioni criminali, fermo restando che tale struttura potrà poi svilupparsi e crescere modularmente anche a livello nazionale.
Tutto ciò consentirà un monitoraggio costante del territorio nazionale e l'individuazione di aree a rischio e quindi anche un più approfondito e tempestivo intervento all'atto dell'individuarsi di un danno ambientale. Questa apparecchiatura e questa tecnologia non saranno utilizzate solo dal NOE, ma messe sul piatto e servite a tutti coloro i quali dovranno alimentare la banca dati delle informazioni; nell'alimentarla potranno anche utilizzare questo tipo di controllo per le proprie finalità. Questo però è ancora in una fase non attuativa, ma solo di definizione. Ho parlato di questa iniziativa ma della fase sotto il profilo governativo non sono a conoscenza.
Per quanto riguarda la problematica relativa allo smaltimento degli oli minerali e vegetali contaminati, vorrei illustrare alcune parti della relazione, chiedendo nel contempo la segretazione di altre, in quanto per alcuni lineamenti si tratta di indagini in corso.

PRESIDENTE. Vorrei pregarla allora di illustrare prima tutto ciò che può essere citato senza riserve, lasciando al termine dell'intervento la parte da assoggettare a segretezza.

GIUSEPPE ROSITANI, Comandante del nucleo operativo ecologico dell'Arma dei carabinieri. D'accordo. Per quanto attiene alla problematica relativa allo smaltimento degli oli minerali e vegetali contaminati, mi permetto di illustrare alcune parti e di chiedere la segretazione di altre in quanto vi sono indagini in corso.
L'allarme sociale destato nell'ultimo periodo dall'ipotesi di possibile impiego degli oli esausti nei processi di produzione dei mangimi animali non è certamente stato sottovalutato. Le modalità di smaltimento adottate dai produttori e/o detentori delle predette sostanze, relativamente a quanto stabilito dalla vigente normativa e a seguito di quanto verificato nell'ambito delle attività di indagine successivamente indicate, si possono così riassumere: per quanto attiene agli oli vegetali, dal produttore al raccoglitore e successivo conferimento a impianti che effettuano il trattamento di recupero nell'ambito del settore della produzione di lubrificanti e industria dei tensioattivi; per quanto concerne invece gli oli minerali, dal produttore al raccoglitore e successivo conferimento a ditta autorizzata alla raffinazione (concessionario del consorzio degli oli usati). La destinazione dell'olio raffinato è quella della rigenerazione, mentre la destinazione dell'olio non qualitativamente raffinabile è la termodistruzione.
A questo punto chiedo che i lavori siano segretati.

PRESIDENTE. Propongo che si proceda in seduta segreta.

Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(La Commissione procede in seduta segreta).

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta pubblica.

GIUSEPPE ROSITANI, Comandante del nucleo operativo ecologico dell'Arma dei carabinieri. Per quanto riguarda gli oli minerali esausti, sulla problematica nel 1996 il NOE ha svolto indagini a seguito del ritrovamento, presso la società ECOSMIA di Colonna (in provincia di Roma) concessionaria del COOU (Consorzio obbligatorio oli usati), di un autoarticolato contenente circa 25 tonnellate di solvente proveniente dalla SOLVECO di Avigliana (in provincia di Torino). Successivi accertamenti


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permettevano di rilevare che la ditta era sprovvista di autorizzazione provinciale per l'esercizio dello stoccaggio di oli minerali esausti; inoltre l'unica autorizzazione in suo possesso era relativa alla rottamazione ed era stata rilasciata irregolarmente dal comune di Colonna, i cui amministratori per questo motivo sono stati deferiti all'autorità giudiziaria per i reati di abuso d'ufficio e concorso in deturpamento di bellezze naturali in zona sottoposta a vincolo paesaggistico.
Inoltre, gli accertamenti esperiti permettevano di appurare che l'ECOLUB (mandataria che aveva il controllo sia amministrativo sulle autorizzazioni della ECOSMIA sia sulla qualità degli oli) non ha mai effettuato i controlli previsti sia dalla normativa in vigore che dalle condizioni generali di contratto di concessione del consorzio, e per questo autorità giudiziaria ha ipotizzato il reato di frode in contratto con impresa esercente in servizio di pubblica utilità e concorso in smaltimento illecito di rifiuti speciali pericolosi. Le ispezioni effettuate presso altre concessionarie permettevano inoltre di appurare in molti casi la mancanza assoluta di autorizzazione allo stoccaggio di oli usati e di controllo analitico qualitativo dell'olio e delle emulsioni raccolte. Tutte le concessionarie sono state per questo deferite all'autorità giudiziaria ai sensi dell'articolo 9 duodecies legge n. 475 del 1988 ed ai sensi dell'articolo 15 del decreto legislativo n.95 del 1992. Per questo motivo, l'autorità giudiziaria ha ravvisato responsabilità penali anche nei confronti degli amministratori del consorzio, i quali hanno stipulato contratti con ditte non autorizzate e non in possesso dei requisiti previsti dalle leggi in vigore. Relativamente a tale indagine il procedimento è stato definito con la condanna di complessive 17 persone, di cui 4 attraverso il rito del patteggiamento e 5 con sentenza di non procedibilità per reati ascritti perché estinti per avvenuta oblazione.
A questo punto chiedo nuovamente che i lavori siano segretati.

PRESIDENTE. D'accordo, propongo che si proceda in seduta segreta. Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito)

(La Commissione procede in seduta segreta).

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta pubblica.

GIUSEPPE ROSITANI, Comandante del nucleo operativo ecologico dell'Arma dei carabinieri. Attualmente non sono emerse irregolarità gestionali di particolare gravità se non per il mancato rispetto dei limiti temporali imposti dalla vigente normativa circa le registrazioni delle operazioni di carico e scarico sull'apposito registro. Nell'ambito del procedimento penale numero 788171/99 pendente presso la Procura della Repubblica di Roma, a seguito di esposto prodotto dall'associazione culturale di volontariato denominata «Ambiente e Vita», nel quale si lamentava l'uso di olio minerale esausto nei fertilizzanti prodotti negli stabilimenti Enichem come antipolvere (oggetto d'interrogazione parlamentare presentata agli onorevoli Selva e Maggi), personale dipendente è stato delegato ad esperire indagini. Ad oggi sono stati acquisiti presso il consorzio obbligatorio degli oli usati - C.O.O.U. - i documenti attestanti i rapporti intercorsi tra l'Enichem e lo stesso consorzio, il trasporto dell'olio esausto conferito da alcuni concessionari del consorzio e destinato agli stabilimenti Enichem di Gela e Barletta per l'utilizzazione dello stesso come antipolvere nei fertilizzanti. Dalle verifiche risultano conferiti dai concessionari consorziati, nel periodo 1989-1985, chilogrammi 697 allo stabilimento di Barletta e 4.130 a quello di Gela. Allo stato attuale le sezioni N.O.E. di Milano, Palermo e Bari interessate per competenza stanno tuttora effettuando gli ulteriori accertamenti necessari. Dai controlli effettuati presso gli stabilimenti autorizzati alla raccolta e allo stoccaggio di oli minerali esausti, denominati Carbonafta


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di Perugia, S.A.A di Vallerano (BA) ed Ecolub di Ceccano (FR), è emerso che quest'ultima, quale mandataria del consorzio, ha conferito sino al 1995 il predetto olio agli stabilimenti sopraindicati. Successivamente a tale anno non risultano avvenuti ulteriori conferimenti agli stabilimenti Enichem produttori di fertilizzanti. Nell'allegato 1 si riportano i dati relativi all'attività di controllo esperita in materia di oli esausti e riferita al biennio 1998-1999 mentre, in ottemperanza alla richiesta formulata dal Ministero dell'ambiente, è in corso un'attività di censimento delle colerie ed aziende, trattanti il recupero di oli esausti, che saranno approfonditamente controllate. Nell'allegato 2 si riportano i dati inerenti l'attività operativa del NOE nell'anno 1999.

PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi se abbiano domande da porre.

GIUSEPPE LO CURZIO. Ringrazio anzitutto il comandante Rositani per la sua relazione, che giudico positiva, esauriente ed interessante.
Vorrei sapere in primo luogo come è strutturato a livello nazionale il nucleo operativo ecologico dei carabinieri.
In secondo luogo, a pagina 6 della sua relazione lei ha scritto che ad oggi sono stati acquisiti presso il consorzio obbligatorio degli oli usati i documenti attestanti i rapporti intercorsi tra l'Enichem e lo stesso consorzio, il trasporto dell'olio esausto conferito da alcuni concessionari del consorzio e destinato agli stabilimenti Enichem di Gela e Barletta per l'utilizzazione dello stesso come antipolvere nei fertilizzanti. Mi risulta che vi sia anche lo stabilimento Enichem di Priolo. Vorrei sapere, a questo riguardo, se siete strutturati a livello comunale o provinciale oppure se vi sono anche strutture che operano nei grandi complessi industriali come le raffinerie degli oli esausti. Mi riferisco alla Condea di Augusta e al concentramento di uno dei più importanti stabilimenti di raffinazione dell'Europa e del mondo, la Esso Standard italiana, la ISAV Erg Enichem e di altre strutture connesse.
Per quanto riguarda il periodo a pagina 4, come opera la Ecolit?
Similis cum similibus facillime congregando, Ecolub ed Ecosmia: mi dia lumi su questo argomento.

GIOVANNI IULIANO. Vorrei che il colonnello Rositani ampliasse la parte introduttiva, cioè il progetto di potenziamento del nucleo operativo ecologico dei carabinieri in campo nazionale. Vorrei sapere quali sono le linee guida ed i tempi di attuazione, nonché se avete puntato su qualche territorio specifico per un maggiore potenziamento.

PRESIDENTE. Invito il colonnello Rositani ad essere molto sintetico sulla parte relativa al funzionamento e al potenziamento del nucleo operativo ecologico, perché avremo molte altre occasioni di incontro.

GIUSEPPE ROSITANI, Comandante del nucleo operativo ecologico dell'Arma dei carabinieri. Le linee guida sono le seguenti. Si tratta di «spalmare» sul territorio personale ad elevata specializzazione quale il reparto che opera alle dirette dipendenze del ministro dell'ambiente con competenza esclusiva nel settore del danno ambientale, fermo restando che l'attività di indagine compete a tutte le forze di polizia.
Nel 1986, a seguito della costituzione del Ministero dell'ambiente, si è ritenuto necessario istituire uno speciale reparto dei carabinieri, denominato nucleo operativo ecologico, alle direttive dipendenze del ministro. Questo reparto nasce da un nucleo centrale, con sede a Roma e competenza a livello nazionale; si è ritenuto poi di realizzare delle strutture distaccate che consentissero un più aderente controllo del territorio ed una più rapida capacità di intervento al verificarsi del danno ambientale. L'intervento meramente repressivo di fatto vanifica l'obiettivo, che è quello di preservare il bene ambiente.
Secondo questa ottica, nel tempo si è proceduto alla istituzione di più sezioni


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distaccate, per ultime ci sono state queste cinque sezioni precedentemente indicate che di fatto portano ad una valenza e competenza regionale. Il nostro è un intervento specializzato; i sensori sul territorio sono gli organismi di polizia, sia l'arma territoriale che si spalma sul territorio in maniera molto più fitta con stazioni e comandi territoriali, sia le altre forze di polizia che laddove chiedono il nostro intervento specializzato vedono la loro richiesta immediatamente esaudita.
Per quanto riguarda i lineamenti ulteriori c'è un progetto di legge attualmente all'esame del Parlamento secondo il quale il NOE si strutturerà come comando carabinieri tutela dell'ambiente, quindi con una diversa configurazione, con una configurazione aperta nel senso che ci sarà sempre la possibilità di creare reparti nelle aree considerate più sensibili sotto il profilo dell'aggressione ambientale. Mediamente abbiamo una sezione in ogni regione, ma in Campania, ad esempio, ne abbiamo due, una a Caserta ed una a Napoli, proprio perché il ministro dell'ambiente e le altre autorità governative hanno ritenuto importante polarizzare un controllo più diretto in aree dove purtroppo è più presente e più intensa l'attività di danno ambientale.
Anche per questa richiesta un forte aiuto è venuto da parte di questa Commissione e del suo presidente, il quale avendo la possibilità di monitorare bene il territorio ha indirizzato opportunamente chi doveva intervenire per rendere più aderente il nostro intervento in quel settore. Attualmente abbiamo una competenza di questo genere ma, compatibilmente con le disponibilità di personale e le valutazioni che si vorranno fare, un incremento non fa mai male, a nessun titolo e da nessuna parte. L'esigenza nostra comunque era quella di avere un reparto con una competenza specifica ed approfondita; numericamente non deve essere eccessivo perché per gli interventi diretti esso si avvale degli organi già presenti sul territorio.

GIUSEPPE LO CURZIO. Vorrei chiedere al colonnello Rositani un qualche approfondimento per quanto riguarda la situazione dell'inquinamento per gli oli esausti nelle zone di Gioia Tauro e di Augusta, che costituiscono zone ad alto rischio riconosciute tali anche a livello europeo.

GIUSEPPE ROSITANI, Comandante del nucleo operativo ecologico dell'Arma dei carabinieri. In Calabria abbiamo una sezione a Reggio Calabria che opera in questo settore. Non facciamo controlli amministrativi o controlli di qualità sulle fabbriche; il nostro è un controllo di polizia giudiziaria, interveniamo laddove è presente un'ipotesi di reato, non nella fase della valutazione che è ormai affidata all'agenzia nazionale ed alle agenzie regionali, le quali hanno oltre alla competenza anche gli strumenti. Non abbiamo laboratori nostri, in genere ci appoggiamo ai laboratori delle ARPA o, laddove indispensabile, al raggruppamento investigazioni scientifiche dell'Arma che abbiamo a Roma.
Il nostro tipo di controllo, quindi, è diverso. In questo settore stiamo facendo un controllo e cercheremo di farlo il più aderente possibile a livello nazionale, ma per quanto riguarda il tipo di intervento le notizie sono premature, anche per evitare che i controlli vengano di fatto vanificati. Abbiamo una mappatura e stiamo cercando di tenerla aggiornata. La conoscenza è precondizione per qualsiasi tipo di intervento. Le due aree segnalate sono senz'altro in elenco fra quelle che dobbiamo controllare; non ho con me i relativi dati perché l'operazione di monitoraggio è ancora incorso ed ogni informazione è prematura.

LUCIO MARENGO. Comandante, il lavoro di questa Commissione ci appassiona e le esperienze che stiamo acquisendo ci inducono a ritenere di non poterci fidare dell'efficacia dei controlli effettuati dalle istituzioni in sede locale riguardo alle attività illegali che costituiscono attentati alla salvaguardia dell'ambiente. La Com


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missione ha dovuto spesso verificare inefficienze e ritardi, che dovrebbero essere superati al più presto, ma attualmente quali accertamenti è in grado di fare in proprio il NOE, perché del NOE ci fidiamo ma degli altri non lo so?

PRESIDENTE. Credo che la situazione sia più confortante di quella prospettata testé dal collega Marengo. Il NOE, agendo quasi sempre nella veste di polizia giudiziaria, per quanto riguarda le verifiche, le analisi di laboratorio e più in generale gli aspetti scientifici, ha le stesse possibilità associate all'azione della magistratura. Potrà rivolgersi al laboratorio centrale dei carabinieri o attivare un qualunque altro strumento a disposizione.
Per quanto riguarda le analisi e le verifiche scientifiche nel nostro paese, inoltre, non condivido del tutto la sfiducia del collega negli organismi preposti, ad esempio le ARPA regionali. Quand'anche un magistrato ritenesse così (ed abbiamo in mente anche un esempio che si è dato in questa Commissione, ma di opportunità, debbo aggiungere), egli avrebbe a disposizione laboratori scientifici pubblici e privati - strumenti che francamente in Italia non mancano - per cui da questo punto di vista, se c'è il sospetto o comunque si pone una questione di opportunità, i prelievi, i carotaggi e le analisi dei campioni prelevati possono essere fatti in modo tale da pervenire a risultati sgombri da ogni preoccupazione.
Mi sono permesso di rispondere personalmente perché conoscendo il funzionamento del NOE so bene - ed il comandante Rositani lo ha detto all'inizio della sua relazione - come da questo punto di vista esso si appoggi di volta in volta alle strutture che ritiene più credibili, di intesa con il magistrato competente.

GIUSEPPE ROSITANI, Comandante del nucleo operativo ecologico dell'Arma dei carabinieri. Il referto finisce sempre all'autorità giudiziaria, la quale se vuole nomina dei consulenti o ricorre a consulenze specifiche. Noi operiamo una mole enorme di controlli e se non ci appoggiassimo alle strutture nazionali sarebbe difficile anche solo gestirli. Il numero è davvero rilevante. Alcuni controlli sono finalizzati al monitoraggio. Essendo noi ispettori ambientali, determinate verifiche le facciamo per verificare il tasso di compatibilità di un dato stabilimento in relazione al fenomeno di un possibile danno ambientale.
Quando operiamo controlli come quelli sul mare pulito, controlliamo tantissimi stabilimenti e litorali; il numero di questi controlli è talmente elevato che far capo ad un consulente privato sarebbe estremamente difficile anche sotto il profilo economico, fermo restando che se un'indagine richiede particolare attenzione o ulteriori approfondimenti possiamo rivolgerci al centro investigazioni scientifiche dell'Arma. I controlli comunque sono correlati alla gravità del possibile danno ambientale ed al tipo di reato che ipotizziamo.

PRESIDENTE. Ringrazio nuovamente il nostro interlocutore e i colleghi intervenuti.

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