PROGETTO DI LEGGE - N. 6621




        Onorevoli Colleghi! - Negli ultimi venti anni quasi 300 mila incendi hanno distrutto o gravemente danneggiato più di 3 milioni di ettari di terreno, pari al 35 per cento della superficie considerata (boschi, pinete, macchia mediterranea). Negli ultimi cinque anni è andata in fumo una superfice pari a quella della Liguria. Nel solo 1998 si sono registrati ben 9.538 incendi che hanno devastato circa 156 mila ettari, di cui 82.500 di bosco. Da questi dati emerge con forza che il problema degli incendi boschivi è improcrastinabile: necessita una energica opera di prevenzione e repressione del fenomeno, accompagnata da una decisa opera di educazione e sensibilizzazione di tutti i cittadini.
        Se il clima e l'urbanizzazione selvaggia sono tra le cause degli incendi, il dato più significativo e sconcertante è che circa il 97 per cento degli incendi è causato dall'uomo. Di questi oltre il 50 per cento è doloso, intenzionale, calcolato; in particolare modo è diretto contro l'imposizione di vincoli urbanistici e naturalistici. Negli ultimi anni si registrano sempre più roghi nelle aree protette causati dalla cosiddetta "ecomafia", in cerca di appalti e di controllo del territorio. In altri casi, poi, sono i proprietari del terreno, agricoltori o pastori, che distruggono boschi, pinete e macchia mediterranea, economicamente irrilevanti, per trasformarli in pascolo, in aree coltivate o in quant'altro possa rendere loro di più.
        Il panorama è sempre più oscuro, sconcertante e complesso. Le stime dei danni provocati dagli incendi sono vertiginose: circa 250 miliardi di lire l'anno, ai quali devono essere aggiunti almeno altri 500 miliardi di lire per la ricostruzione dei boschi distrutti, mentre addirittura incalcolabili sono i danni idrogeologici.
        Queste cifre non fanno mai giustizia, non danno il senso del fenomeno, non calcolano gli effetti ambientali culturali o paesaggistici.
        Per ogni albero bruciato c'è una vita che si spegne, c'è il lavoro dell'uomo che si brucia, alcune volte c'è addirittura la stessa vita dell'uomo che va in fumo (nel 1997 cinque persone hanno perso la vita e oltre cento sono rimaste ferite).
        A causa degli incendi muoiono sentimenti, muoiono animali (per ogni ettaro di bosco che brucia, muoiono circa 300 uccelli, 400 piccoli mammiferi e 5 milioni di insetti).
        Oltre alle piante, agli animali e al lavoro dell'uomo, scompare, o quanto meno si trasforma, anche la fisionomia del paesaggio italiano.
        Se per molti anni i grandi problemi della montagna furono rappresentati dal rapporto conflittuale del pascolo nei confronti del bosco e dalla necessità dell'agricoltore presente nei territori di montagna di coltivare ogni terreno possibile, a prescindere talvolta dalla opportunità di mantenerlo saldo per ragioni di equilibrio idrogeologico, oggi i problemi più gravi sono rappresentati dalla speculazione edilizia, da interessi e dall'ecomafia.
        Se la cosiddetta "legge forestale", il regio decreto-legge n. 3267 del 1923, tuttora in vigore, ha rappresentato nel tempo uno strumento di notevolissima portata che, quando ancora l'ecologia era una scienza per rarissimi eletti, già si proponeva come disciplina tra uomo e natura per un raccordo sapiente ed equilibrato, oggi è necessario intervenire affinché i fenomeni criminali prima descritti siano al più presto circoscritti e debellati.
        In quegli anni il dramma degli incendi boschivi non aveva ancora assunto le proporzioni attuali. Oggi, poi, più che nel passato, è importante la verifica delle circostanze che portano al verificarsi sempre più frequente di un fenomeno nella quasi totalità causato dall'uomo o colposamente o dolosamente.
        Gli incendi naturali, infatti, in termini statistici sono pressoché irrilevanti. L'autocombustione può essere contemplata soltanto da una cronaca facile o superficiale. Né si possono semplificare i termini del problema "dolo" per gli incendi boschivi attribuendo ogni responsabilità al piromane e dando a tale espressione una valenza generale onnicomprensiva. Non è così: il piromane è una figura psicologicamente ben definita, che deve essere considerata in modo diversificato rispetto al malfattore, al delinquente, cioè all'incendiario doloso che commette il reato di incendio per un motivo particolare fra i tanti possibili, quasi sempre per propri o altrui interessi.
        Ecco che l'indagine di polizia giudiziaria diventa fondamentale; la presenza di un piromane o dell'incendio doloso nell'ambito di un territorio può significare la distruzione dello stesso.
        Ogni incendio rappresenta una vicenda particolarmente negativa per habitat delicati e complessi.
        A subire seri danni, talvolta drammatici, spesso irrecuperabili non è soltanto la componente vegetale, che pure sembrerebbe la più colpita almeno a valutare gli effetti sul panorama vegetazionale, ma anche la componente animale che nel bosco e del bosco vive.
        Un capitolo a parte meriterebbero le ripercussioni negative sui fenomeni erosivi, sulla stabilità dei versanti, sulla regimazione idraulica, sulla fertilità del suolo con una perdita spesso sottovalutata di sostanza organica. Se il verificarsi degli incendi boschivi costituisce necessariamente un momento di grande significato nell'ambito della polizia giudiziaria ambientale, sono altresì importanti anche altri settori che vale la pena di citare ancorché in modo certamente non esaustivo.
        Il territorio è sempre più devastato da abusivismi edilizi, da costruzioni che grazie ad una progredita tecnologia sono di facile e rapidissima realizzazione. Le macchine operatrici per movimenti di terra sono in grado, in poche ore, di compiere sbancamenti di straordinaria e drammatica valenza. Per l'arrogante speculatore l'importanza di un ambiente in senso paesaggistico e naturalistico è non una remora, bensì uno stimolo in più a tentare di costruirvi un insediamento che per l'essere circondato da alberi in grado di raccontare una lunga storia o per essere ubicato di fronte ad un lembo di costa selvaggia assicurerà al devastatore un maggiore introito.
        Dopo queste considerazioni modificare la legislazione vigente in materia di incendi boschivi diventa una priorità del Parlamento. Con la presente proposta di legge si vuole dare un contributo positivo al disegno di legge recentemente approvato dal Senato della Repubblica in materia di incendi boschivi (AC n. 6303).




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