PROGETTO DI LEGGE - N. 6155
Onorevoli Colleghi! - Negli ultimi anni si stanno
intensificando le segnalazioni della presenza di diossina in
cibi e in prodotti di largo consumo. Questo, in parte, è
dovuto all'esasperazione del mercato che, per diminuire i
costi, utilizza, nel processo produttivo, sostanze
assolutamente improprie. Le catene alimentari si sono
allungate tecnologicamente e geograficamente, al punto che è
difficile trovare il punto di partenza: ossia il bandolo di
una matassa sempre più aggrovigliata attorno ai profitti. La
globalizzazione, dietro un'immagine di efficienza, di
igienismo e di produttività, nasconde forzature innaturali.
Tant'è che oramai i consumatori sono consapevoli che sicurezza
e salute vengono sacrificate a una logica industriale molto
competitiva sui prezzi.
Gli esperti si interrogano in questi giorni sulla gravità
dell'ultima contaminazione, quella da diossina, che dopo i
polli e le uova si sta allargando ad un elenco dei cibi
potenzialmente a rischio come: carne bovina, suina, ma anche
formaggi, latte, latte in polvere, gelati, maionese, biscotti
e tutti i prodotti a base di uova.
A far scattare l'allarme in Europa, nelle settimane
scorse, è stato lo scandalo scoppiato in Belgio dove è stata
scoperta la presenza, in alcune carni e derivati, di diossina
con una concentrazione 500 volte superiore al limite stabilito
dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Le autorità
belghe avevano scoperto le prime tracce di mangimi alla
diossina a metà gennaio 1999, a seguito di alcuni controlli
presso la Mosselman di Bruxelles, la Technivet e la Bewa,
ditte produttrici di prodotti usati negli allevamenti di
animali. Successivamente la De Brabander, produttore belga di
mangimi, ha informato il Ministero dell'agricoltura di aver
venduto, a diverse aziende di allevamenti, nel mese di
gennaio, alcuni mangimi sospetti. Le aziende che avevano
utilizzato tali mangimi avevano segnalato il fatto che la metà
delle uova si aprivano scoppiando e i pulcini sopravvissuti
manifestavano sintomi di intossicazione e strani disturbi al
sistema nervoso. Qualcosa di molto simile al morbo della
"mucca pazza", iniziato proprio in seguito all'uso di "farine
composite" nei mangimi tra l'altro, la vicenda della mucca
pazza non è ancora del tutto esaurita perché è stato
denunciato di recente un caso di BSE nel sud Italia.
La De Brabander rilevò di aver acquistato la materia prima
per mescolare le farine della Verkest. Successive indagini
hanno svelato che la Verkest, oltre a falsificare le
informazioni che forniva alle autorità belghe sulla
composizione dei mangimi, usava, oltre a grassi fritti
vegetali, rifiuti degli inceneritori comunali, prima della
loro distruzione definitiva.
Questo scandalo riaccende, ancora una volta, le polemiche
sugli allevamenti "superintensivi": crudeli catene di
montaggio dove polli, conigli, tacchini, vitelli, ma anche
mucche, maiali e pesci sono nutriti con scarti e con mangimi
ottenuti senza il minimo rispetto delle norme sanitarie.
La vicenda ripropone in termini drammatici la necessità di
una forte azione di governo capace di superare l'attuale
sistema di allevamento intensivo di animali, che, oltre a
mortificare la vita naturale degli allevati, costituisce un
enorme pericolo, sia per la salute umana, sia per l'ambiente.
E' palese, ormai, che sino a quando si continuerà ad ignorare
il rispetto delle esigenze etologiche degli animali le
conseguenze per la salute dei consumatori saranno sempre messe
a rischio.
La diossina è una sostanza chimica prodotta in tutti i
tipi di combustione in cui non c'è ossidazione completa ed è
considerata molto tossica e altamente cancerogena. Gli effetti
dannosi sul sistema endocrino possono verificarsi anche dopo
venti anni. I principali veicoli della diossina restano i
prodotti come carne, latticini, alimenti grassi e di origine
animale.
Finché il sistema di produzione alimentare sarà soggetto
esclusivamente al profitto, il consumatore sarà
inevitabilmente chiamato giornalmente ad un'impresa
impossibile, ovvero ad effettuare lo slalom tra i cibi
pericolosi. Perché nessuno degli alimenti che noi
quotidianamente mangiamo, fatti salvi i prodotti biologici a
denominazione di origine controllata (DOC), può essere
considerato al di sopra di ogni sospetto. Anche quelli
apparentemente innocui nascondono insidie per la nostra
salute.
Le strane e pericolose alchimie alimentari che ci vengono
proposte in tavola ci si sono in qualche modo evidenziate tre
anni fa, quando è scoppiato il caso della mucca pazza e ora,
con il caso del pollo belga alla diossina; abbiamo così
riscoperto quanto poco sappiamo di ciò che finisce nel nostro
piatto.
Mentre si infittisce la rete dei controlli e dei sequestri
da parte dei nuclei antisofisticazione (NAS) dei prodotti a
rischio provenienti dal Belgio, aumentano i dubbi e le paure
dei consumatori posti di fronte al dilemma: che cosa mangiare
senza correre pericoli? In attesa di poter dare una risposta
esauriente e tranquillizzante possiamo, al più presto, vietare
l'uso dei mangimi "arricchiti" di origine animale negli
allevamenti e favorire, nel contempo, quegli allevamenti di
qualità legati all'agricoltura biologica: questo è il senso
della presente proposta di legge.