CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA
Resoconto della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse

SOMMARIO

Martedì 16 novembre 1999


Sulla pubblicità dei lavori ... 133

Audizione di Maurizio Pernice ed Eugenio Onori rispettivamente presidente e segretario generale dell'Albo nazionale delle imprese esercenti servizi di smaltimento dei rifiuti ... 133
ALLEGATO (Relazione) ... 136


Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse - Resoconto di martedì 16 novembre 1999


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Martedì 16 novembre 1999. - Presidenza del Presidente Massimo SCALIA.

La seduta comincia alle 14.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

Massimo SCALIA, presidente, avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.

Audizione di Maurizio Pernice ed Eugenio Onori rispettivamente presidente e segretario generale dell'Albo nazionale delle imprese esercenti servizi di smaltimento dei rifiuti.

Massimo SCALIA, presidente, ricordando lo scopo delle audizioni, introduce gli ospiti e dà la parola a Maurizio Pernice.

Maurizio PERNICE, presidente dell'Albo nazionale delle imprese esercenti servizi di smaltimento dei rifiuti, illustra l'ordinamento dell'Albo, precisando che esso si articola in un Comitato nazionale con sede a Roma e in sezioni regionali costituite presso le Camere di commercio.
Compito fondamentale del Comitato nazionale è quello di deliberare i criteri generali per l'iscrizione delle imprese all'Albo e di decidere i ricorsi presentati dagli interessati contro i provvedimenti delle sezioni regionali.
Espone che di recente il Comitato ha deliberato i criteri per l'iscrizione all'Albo per le imprese di trasporto di rifiuti e di raccolta dei medesimi. Esso ha anche deliberato i requisiti tecnici e patrimoniali che le imprese esercenti i servizi di smaltimento devono possedere per ottenere l'iscrizione. È stato altresì costituito un gruppo di lavoro che studierà i requisiti necessari per l'iscrizione all'Albo delle imprese coinvolte nelle attività di bonifica.
Segnala che in due ambiti particolari l'Albo incontra difficoltà. Il primo è quello della fissazione delle garanzie patrimoniali richieste in sede di autorizzazione per le imprese che esercitano l'attività di


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intermediazione nel settore dei rifiuti (e in particolare dell'amianto) e quella di gestione degli impianti mobili di recupero e smaltimento. Il problema è essenzialmente quello di individuare il parametro della garanzia fideiussoria, poiché non sempre esso può essere costituito dall'impianto da gestire. In taluni casi un parametro più sicuro potrebbe essere quello della quantità dei rifiuti trattati o quello della tipologia degli stessi.
Un secondo ambito in cui vengono incontrate difficoltà è talvolta quello dell'effettiva applicazione in sede locale delle direttive emanate in sede centrale. È noto per esempio che i provvedimenti di decisione sui ricorsi presentati dagli interessati avverso i provvedimenti emanati dalle sezioni regionali, sia pure di secondo grado, sono pur sempre provvedimenti amministrativi cui dovrebbe essere data esecuzione. Capita che provvedimenti di diniego siano emanati in sede locale per irregolarità facilmente sanabili nelle domande e che il Comitato nazionale, pur non potendo che rigettare il ricorso, raccomanda nondimeno alla sezione regionale di regolarizzare senza aggravi procedurali la posizione del ricorrente. Ciò non sempre avviene.

Eugenio ONORI, segretario generale dell'Albo nazionale delle imprese esercenti servizi di smaltimento dei rifiuti, nel premettere che l'Albo attraversa una fase delicata, sottolinea che dal 1994 in poi sono stati conseguiti notevoli progressi sia nella funzionalità del lavoro del Comitato nazionale sia nei tempi necessari per il rilascio delle iscrizioni. A quest'ultimo riguardo precisa che le sezioni regionali, di regola, sono in grado di rilasciare il provvedimento abilitatorio in un tempo che varia da uno a quattro mesi.
Osserva tuttavia che la complessiva struttura dell'Albo risente ancora di deficienze organizzative e che in sede locale ciò talora è determinato da una limitata disponibilità mostrata dalle Camere di commercio.

Franco GERARDINI (DS-U), domanda se, a seguito dell'emanazione con decreto ministeriale del regolamento n.406 del 1998, si sia avviata un' «operazione trasparenza» in virtù della quale si sia ottenuta una «depurazione» dell'Albo attraverso la cancellazione di imprese poco affidabili già iscritte e il diniego dell'autorizzazione nei riguardi di quelle poco trasparenti che intendevano iscriversi.
Domanda ancora se le sezioni regionali siano stati coinvolti dal vasto programma di informatizzazione dei dati avviato dall'Unione delle Camere di commercio (Unioncamere).
Chiede altresì se il previsto fondo di compensazione sia stato istituito, se il Comitato nazionale disponga di poteri di rimozione dei membri delle sezioni regionali che si mostrino apertamente inadempienti e se in relazione alla questione delle garanzie fideiussorie non si stia determinando una disparità di trattamento tra le imprese già autorizzate che non avevano dovuto prestarle e quelle che tentano di entrare sul mercato oggi e che dunque vi sarebbero sottoposte.

Massimo SCALIA, presidente, chiede se, nel contesto di diffusa illegalità che regna nel settore del trasporto dei rifiuti, l'Albo riesca ad espletare efficaci controlli. Domanda altresì quale sia la situazione nel campo della raccolta delle batterie esauste.

Franco GERARDINI (DS-U) chiede se l'Albo possa avere in futuro un ruolo nel controllo sull'attività delle autodemolizioni.

Maurizio PERNICE evidenzia che la struttura organizzativa del Comitato nazionale dell'Albo non consente lo svolgimento di attività operative e di controllo. Gli unici compiti istituzionali del resto attribuitigli sono quelli di indirizzo interpretativo e applicativo della normativa primaria e secondaria, nonché quelli di decidere sui ricorsi.
In questi due ambiti ritiene di poter asserire che significativi progressi siano stati fatti in termini di trasparenza. Per il resto osserva che all'Albo nel suo complesso


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manca un sistema informatico necessario per verifiche di controllo rapide ed efficaci.

Franco GERARDINI (DS-U) obietta che le Camere di commercio dispongono di un sistema informatico e domanda per quale motivo di esso non si possa avvalere il sistema delle sezioni regionali dell'Albo.

Maurizio PERNICE concorda sul fatto che sarebbe auspicabile disporre di un elenco pubblicamente consultabile delle imprese e dei mezzi di trasporto autorizzati. Ciò, tuttavia, da un punto di vista pratico-logistico, potrà realizzarsi soltanto tra qualche tempo.
Quanto alle garanzie fideiussorie ricorda che una soluzione definitiva potrà arrivare solo con l'emanazione del previsto decreto interministeriale.
Quanto alla questione delle batterie, ricorda che, ai sensi della legge n.475 del 1988, è stato previsto il consorzio obbligatorio delle batterie esauste (Cobat), al quale quanti raccoglievano batterie dovevano conferire. Senonchè con la direttiva 91/157/CEE al Cobat è stato fissato l'obiettivo per il recupero e dunque l'obbligo giuridico di ritirare le batterie. Il consorzio ha pertanto bandito una gara europea per individuare le imprese dalle quali avrebbe ritirato il materiale, fissando loro un corrispettivo per il materiale raccolto, ma anche l'obbligo per queste di effettuare la raccolta di batterie nelle diverse zone del territorio.
Le imprese escluse a seguito della gara, tuttavia, hanno avanzato istanza alla regione Piemonte per essere autorizzate ad esportare in Francia le batterie raccolte. La regione Piemonte, sapendo dell'esistenza del consorzio obbligatorio, ha inoltrato al Consiglio di Stato una richiesta di parere, per sapere se la situazione creatasi non fosse in contrasto con i principi comunitari della libera concorrenza.
Il Consiglio di Stato si è espresso nel senso che effettivamente la regola del consorzio obbligatorio viola il principio della libera concorrenza in ambito comunitario e, pertanto, la regione Piemonte ha autorizzato l'esportazione.
A seguito di ciò si è mosso il ministero dell'ambiente che, forte anche di una pronuncia dell'Authority, ha chiesto a sua volta un parere al Consiglio di Stato, sottolineando che altro è il comportamento limitativo della concorrenza da parte di un soggetto privato che opera con logiche di mercato, altro la condotta di un soggetto pubblicistico al quale la normativa vigente fissa tassativamente degli obiettivi di recupero. La questione peraltro è anche all'esame della DGIV della Commissione europea.

Eugenio ONORI sottolinea ulteriormente le difficoltà finanziarie e organizzative dell'Albo e illustra che il fondo di compensazione non era mai decollato per mancanza di risorse. Oggi tali risorse sembra stiano affluendo e dunque il fondo potrebbe cominciare a funzionare, sotto la gestione dell'Unioncamere.

Franco GERARDINI (DS-U) chiede che la Commissione ascolti in audizione un esponente dell'Unioncamere.

Massimo SCALIA, presidente, assicura che prenderà l'invito dell'onorevole Gerardini nella massima considerazione e che taluni contenuti emersi nell'odierna audizione potranno essere considerati ai fini della definizione degli impegni da inserire nella risoluzione che egli presenterà in esito alla discussione nell'Aula della Camera dei deputati sul documento XXIII-35 prevista per il 22 novembre 1999.

Eugenio ONORI conclude asserendo che il Comitato nazionale non dispone di un efficace potere di rimozione dei membri delle sezioni regionali e che negli ultimi anni sono state disposte molte cancellazioni di imprese dall'Albo.

La seduta termina alle 15.10.

N.B.: Il resoconto stenografico è pubblicato in un fascicolo a parte.