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PRESIDENTE. L'onorevole Ceremigna ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01621 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 10).
ENZO CEREMIGNA. Signor Presidente, l'interpellanza in esame prende le mosse da un attentato incendiario e intimidatorio compiuto nei confronti della casa di abitazione e dell'autovettura personale di un assessore comunale già sindaco di Vallo di Lauro.
Nello stesso periodo si è verificata una escalation di intimidazioni di questa natura nei confronti di diversi amministratori locali, che ha condotto i consigli comunali del Vallo di Lauro - precisamente quelli di Quindici, Taurano e Lauro - a convocare riunioni straordinarie per affrontare tale questione.
Giova ricordare a quale tipo di contesto territoriale gli interpellanti si riferiscono mio tramite. Il Vallo di Lauro è parte della provincia di Avellino, ma è direttamente interessato e confinante con l'hinterland della provincia di Napoli, con l'area metropolitana di Napoli e tutti sappiamo
come in quest'area la criminalità organizzata, specialmente negli ultimi tempi, stia imperversando.
Tuttavia, questa zona è stata interessata nel corso degli anni da molte provvidenze statali, relative sia al terremoto dell'Irpinia, sia agli interventi franosi che hanno avuto per epicentro il comune di Quindici ed il Vallo di Lauro.
Tali provvidenze, i lavori pubblici di ricostruzione e gli appalti hanno rappresentato anche in questo territorio un terreno di scorribande per la criminalità organizzata di stampo camorristico. Certamente gli amministratori degli enti locali che hanno operato per garantire legalità, trasparenza e contrasto al crimine organizzato - tra cui il dottor Bossone - sono stati percepiti come gli ostacoli principali al dispiegarsi delle attività criminali. Inoltre, la pressione non si è sostituita a quella tradizionale del pizzo, del racket e dell'usura, bensì si è aggiunta a tale realtà preesistente.
Allora, spiace constatare che l'autorità territoriale di governo - non soltanto il prefetto ma l'intero Comitato per l'ordine e la sicurezza della provincia di Avellino - esprima pubblicamente una valutazione secondo la quale la situazione è sotto controllo, pur non avendo mai, almeno per quanto risulta agli interpellanti, convocato né i rappresentati né i sindaci né i consiglieri comunali di questa realtà posta sotto l'escalation dell'intimidazione camorristica.
Dunque, chiediamo al Governo cosa intenda fare in merito a tale situazione per i cittadini, la cui stragrande maggioranza sta vivendo una situazione di frustrazione e di sfiducia perché vorrebbe opporsi alla prepotenza delle organizzazioni criminali ma non riesce a trovare una risposta da parte delle istituzioni capace di fornire loro la sicurezza e il controllo del territorio. Ora, pensiamo che il Governo abbia il dovere di intervenire in questa situazione, così come nelle altre nelle quali sta imperversando l'azione della criminalità organizzata e, soprattutto, pensiamo che le strutture e gli uffici territoriali del Governo dovrebbero costituire il punto fondamentale da cui dovrebbe partire tale tipo di iniziativa per dare maggiore vivibilità a questi territori.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, onorevole D'Alia, ha facoltà di
GIAMPIERO D'ALIA, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, la situazione dell'ordine e della sicurezza pubblica nel Vallo di Lauro è attentamente seguita dalle autorità provinciali, sia per la posizione geografica di confine con aree ad alto tasso criminale, sia per la presenza di due agguerrite organizzazioni camorristiche, originarie del comune di Quindici, quella dei Cava, con oltre cento affiliati, e quella dei Graziano, con oltre cinquanta affiliati.
carabinieri è presente con la compagnia di Baiano, da cui dipendono un nucleo operativo e radiomobile, nonché nove stazioni, con una forza effettiva di 129 militari, superiore di dieci unità rispetto alla dotazione organica.
PRESIDENTE. L'onorevole Ceremigna ha facoltà di replicare.
ENZO CEREMIGNA. Signor Presidente, ringrazio il Governo per la tempestività con la quale ha risposto all'interpellanza
urgente in oggetto. Tuttavia, mi dolgo del fatto che a tale tempestività non si accompagni una altrettanto soddisfacente qualità dei contenuti della risposta: più che deludente la trovo eccessivamente di routine.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.
Lo scontro tra questi due gruppi, oltre a trarre origine dai contrasti per il predominio nelle attività dei traffici illeciti, è da inquadrare in una vera e propria faida che divide le due famiglie da molto tempo e culminata, l'11 giugno 2004, nell'assassinio di Antonio e Francesco Graziano e, il successivo 31 agosto, nell'omicidio di Antonio Mazzocchia, padre di un affiliato del clan Graziano.
In questo delicato contesto, l'azione posta in essere per fronteggiare, a livello preventivo, le pressioni delinquenziali ed i tentativi di inserimento della criminalità nel tessuto socio-economico si muove sia sul piano dell'intensificazione della attività informativa investigativa, condotta da tutti i presìdi delle forze dell'ordine, sia attraverso il costante controllo del territorio, in particolare delle principali arterie di comunicazione.
Particolare attenzione viene, inoltre, dedicata alla vigilanza dei soggetti ad elevata pericolosità criminale. Questa azione è con frequenza supportata dall'impiego di unità del reparto Prevenzione crimine della Polizia di Stato e dell'Arma dei Carabinieri provenienti da Napoli ed investe l'intero territorio del Vallo di Lauro.
Per quanto riguarda la richiesta di potenziamento delle Forze di polizia, evidenzio che, nel Vallo di Lauro, l'Arma dei
La questura di Avellino ed i commissariati dipendenti, alla data del primo giugno di quest'anno, si avvalgono di una forza effettiva di 375 unità contro le 400 previste in organico.
Informo che, in occasione delle assegnazioni del settimo corso di formazione per viceispettori, si è già provveduto ad incrementare l'organico della questura con quattro ispettori ed è stata, altresì, disposta l'assegnazione di altre quattro unità, nell'ambito degli avvicendamenti di personale appartenenti al ruolo degli assistenti ed agenti, previsti per il mese in corso.
Venendo, ora, nello specifico, agli episodi di violenza ricordati anche dagli onorevoli interpellanti, nelle prime ore della mattina del 10 giugno scorso, sono state incendiate due autovetture di proprietà dell'assessore comunale di Lauro ed ex sindaco, Antonio Bossone, e di sua moglie, entrambe parcheggiate davanti alla loro abitazione.
L'incendio, domato dai vigili del fuoco, ha danneggiato anche una terza vettura, di proprietà di altro abitante dello stesso stabile, nonché annerito la facciata dell'edificio.
Dai primi accertamenti, non sono emersi riscontri tali da ricondurre il fatto ad ambienti di criminalità organizzata.
Le indagini da parte dell'autorità giudiziaria sono tuttora in corso e sono state delegate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli alla sezione criminalità organizzata della squadra mobile presso la questura di Napoli.
In sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, è stato deciso, nell'immediatezza, di attivare la misura della vigilanza generica radiocollegata presso l'abitazione dell'amministratore locale.
Quanto ai precedenti atti intimidatori, subiti dal dottor Bossone e richiamati dagli onorevoli interpellanti, questi risalgono al 30 novembre 2001, quando, in particolare, è pervenuta al comune di Lauro una lettera minatoria contenente un proiettile inesploso.
Le verifiche compiute dai carabinieri non hanno consentito di accertare la natura dell'episodio, ma ricordo che, subito dopo, fu disposta, anche in quel caso, la stessa misura di protezione personale attualmente in atto, che è stata mantenuta, all'epoca, sino a quando l'amministratore locale ha ricoperto la carica di sindaco.
Per quel che riguarda l'episodio citato dagli onorevoli interpellanti e relativo al dottor Michele Casciello, ex sindaco del comune di Pago del Vallo di Lauro dal 1995 al 2004 e attualmente vicesindaco dello stesso comune, il 9 gennaio 2002, ignoti hanno fatto esplodere una bomba carta, provocando lievi danni alla autovettura dello stesso.
Le indagini esperite hanno escluso il collegamento dell'episodio alla criminalità organizzata e, anche in questo caso, venne attivata presso l'abitazione dell'amministratore locale e presso la sede municipale la misura della vigilanza generica radiocollegata.
Dalla ricostruzione dei fatti e dai dati a disposizione, non sembra potersi registrare, soprattutto nel 2004 e nell'anno in corso, un incremento di atti intimidatori nei confronti di amministratori comunali del Vallo di Lauro, rispetto ai quali la Prefettura di Avellino ha sempre valutato e adottato le misure più idonee per garantire la sicurezza dei singoli e della collettività locale, restando disponibile ad approfondire, nelle sedi opportune, eventuali segnalazioni provenienti dalle stesse amministrazioni comunali.
Non ritengo che in situazioni quale quella attualmente presente nel Vallo di Lauro vi sia bisogno di attività di ordinaria amministrazione; è necessario, piuttosto, un impegno straordinario di tutte le forze istituzionali e dell'ordine pubblico per contrastare ed erigere un argine contro il dilagare della criminalità.
Essendo convinto della delicatezza e pericolosità della situazione, ho personalmente inteso interessare personalmente la Commissione parlamentare antimafia, affinché nell'ambito delle sue prerogative e poteri riesca a fornire al Parlamento un quadro più attendibile dei provvedimenti che si renderebbero necessari per meglio fronteggiare il fenomeno.
Ricordo che negli anni passati furono temporaneamente inviate in questa realtà task force da parte del Ministero dell'interno, che pure produssero risultati positivi notevoli, tuttavia deperiti nel corso del tempo, dopo che queste forze specializzate si sono allontanate dal territorio.
Apprezzo che in questa sede il Governo rappresenti una situazione in cui nel Vallo di Lauro le Forze di polizia, i carabinieri e gli ispettori, sono in numero persino superiore all'organico normalmente necessario, ritengo però che ciò dipenda dal fatto che lì non siamo in una situazione di normale amministrazione. A tale proposito, ritengo sarebbe opportuno guardare non soltanto ai numeri, ma anche ad altro. Mi riferisco, ad esempio, al fatto che l'80 per cento delle Forze di polizia, dei carabinieri e della Guardia di finanza, dislocati in quelle realtà, sono del luogo, sono cioè della provincia di Avellino o sono napoletani. E questa è una situazione che ormai va avanti da anni e anni; conseguentemente, bisognerebbe accendere i riflettori su questo tipo di realtà, anche perché nel corso dei decenni si vengono ad alimentare amicizie, parentele e commistioni varie. Ciò detto, a mio avviso, ripeto, non bisognerebbe fermarsi ad osservare soltanto il dato numerico delle Forze dell'ordine impegnate, ma guardare anche qual è effettivamente la loro capacità di contrasto.
Da ultimo, desidero soffermarmi sulle dichiarazioni rese agli organi di stampa dal prefetto di Avellino. A tale riguardo mi sento di dire che la situazione non è sotto controllo, o meglio, per quello che ci riguarda la situazione è sì sotto controllo, ma della criminalità organizzata. Questo è un problema del quale deve farsi carico il Governo.