Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 640 del 17/6/2005
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Svolgimento di interpellanze urgenti.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Situazione dell'ordine pubblico presso il comune di Parete e nell'agro aversano - n. 2-01588)

PRESIDENTE. L'onorevole Coronella ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01588 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 1).

GENNARO CORONELLA. Signor Presidente, rinuncio ad illustrare l'interpellanza e mi riservo di intervenire in sede di replica.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, onorevole Saponara, ha facoltà di rispondere.

MICHELE SAPONARA, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, come ricordato nell'interpellanza dell'onorevole Coronella, nella notte tra il 10 e l'11 giugno scorsi, a Parete, comune in provincia di Caserta, ignoti hanno esploso cinque colpi di pistola in direzione delle vetrate dello studio dell'ingegnere Raffaele Macchione, consigliere comunale di minoranza, responsabile, tra l'altro, dell'ufficio tecnico del vicino comune di Frignano. Sul posto, le Forze di polizia intervenute hanno rinvenuto 2 bossoli all'esterno e 5 ogive all'interno.


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L'episodio non ha una connotazione certa e le indagini in corso si stanno sviluppando su più ipotesi investigative.
Informo che il locale presidio dell'Arma dei carabinieri ha immediatamente attivato la misura della vigilanza generica radiocollegata presso l'abitazione dell'ingegnere Macchione. L'attentato è avvenuto dopo che il citato consigliere comunale, nella stessa serata, aveva partecipato e preso la parola durante un consiglio comunale, tenutosi nella piazza del paese e aperto al pubblico, per discutere di alcuni fatti di violenza avvenuti alcuni giorni prima.
Infatti, nella notte tra il 28 ed il 29 maggio precedente, durante una festa privata presso l'abitazione sita a Parete, è scaturita una rissa tra alcuni giovani, tra i quali sono stati individuati il figlio sedicenne di Schiavone Francesco, alias «Sandokan», capo del locale clan dei Casalesi - già inserito nell'elenco dei latitanti più pericolosi e tratto in arresto nel 2004 -, altri giovani appartenenti allo stesso clan (gruppo Bidognetti), nonché il figlio del titolare del bar «Penelope» di Parete.
Sull'episodio sono in corso indagini da parte della gruppo carabinieri di Aversa.
Inoltre, nel pomeriggio del 29 maggio, una decina di persone, a viso scoperto e armate, irrompevano nel bar citato, danneggiandolo.
Nella circostanza, venivano esplosi alcuni colpi di arma da fuoco che colpivano alle spalle un avventore, incensurato, che veniva ricoverato presso l'ospedale civile di Aversa con prognosi riservata; il medesimo, sottoposto ad intervento chirurgico, è tuttora ricoverato, ma non corre pericolo di vita.
Nella tarda serata dello stesso giorno, ignoti davano fuoco ad un bar sito a Casal di Principe, sempre in provincia di Caserta; all'interno del locale venivano rinvenuti anche due bossoli di fucile da caccia, verosimilmente esplosi all'interno dello stesso.
Queste vicende hanno formato oggetto di approfondimento in una prima riunione tecnica di coordinamento interforze, convocata dal prefetto di Caserta il 30 maggio, durante la quale sono stati pianificati e potenziati mirati servizi di prevenzione e controllo del territorio anche con l'impiego integrativo dei reparti prevenzione crimine della Polizia di Stato.
È stato, inoltre, approntato un piano coordinato di verifiche di esercizi pubblici dei comuni di Casal di Principe e Parete, gestiti o frequentati abitualmente da soggetti collegati alla criminalità organizzata per l'eventuale adozione di conseguenti misure di prevenzione.
Aggiungo che, il successivo 13 giugno, in sede di comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, cui ha partecipato anche il sindaco di Parete, la situazione è stata ulteriormente monitorata.
A seguito dei fatti appena ricordati, il questore di Caserta, il 30 maggio, ha emesso, ai sensi dell'articolo 100 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, ordinanza di chiusura di entrambi gli esercizi pubblici coinvolti, in ragione della stretta connessione dei due episodi come effetto di azioni ritorsive tra soggetti con spiccata propensione ad azioni violente, con possibili collegamenti con la criminalità organizzata e che avevano individuato i due bar come luogo di abituale ritrovo degli avversari e ad essi strettamente connessi.
Il successivo 4 giugno, nel corso di un servizio di controllo del territorio, personale del commissariato di pubblica sicurezza di Aversa ha riscontrato che il bar «Penelope» era stato aperto, ragione per cui ha proceduto al sequestro penale dell'esercizio con relativa apposizione di sigilli ai locali e alla denuncia, ai sensi dell'articolo 650 del codice penale (Inosservanza dei provvedimenti dell'autorità), nei confronti del titolare.
Informo che, successivamente al verificarsi di questa sequenza di episodi delittuosi, il 7 giugno, nel corso di un'operazione congiunta condotta dalla squadra mobile della questura di Caserta e dal gruppo carabinieri di Aversa, sono stati eseguiti complessivamente 29 provvedimenti di fermo di indiziati di delitto, emessi dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli nei confronti di affiliati al


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clan dei Casalesi, gruppo Bidognetti, ritenuti responsabili di numerose estorsioni in danno di imprenditori della provincia e di porto e detenzione illegale di armi.
Questi provvedimenti, emessi a seguito di attività di indagine risalente ad anni precedenti, sono stati disposti dall'autorità giudiziaria con procedura d'urgenza, sia per il pericolo di fuga degli indagati sia per arginare la recrudescenza di azioni violente che si stavano verificando nell'Agro aversano ad opera di affiliati al suddetto sodalizio criminoso.
Il successivo 8 giugno, personale della squadra mobile ha tratto in arresto Guido Zagaria, cugino di Michele Zagaria, noto latitante e esponente di vertice dell'omonimo gruppo criminale, ed ha altresì provveduto alla notifica del provvedimento di ripristino della custodia cautelare a carico di altri otto esponenti del clan dei Casalesi, già detenuti.
Nel corso delle stesse operazioni di polizia giudiziaria sono stati tratti in arresto anche due figli di Francesco Bidognetti, capo dell'omonimo clan, attualmente in regime di detenzione ai sensi dell'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario.
Il 10 e l'11 giugno, militari dell'Arma dei carabinieri hanno proceduto all'arresto di altri due esponenti di rilievo del clan dei Casalesi, entrambi latitanti.
Un'altra ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata eseguita, il 14 giugno, da personale della locale questura nei confronti di tre esponenti del gruppo Bidognetti, ritenuti responsabili dell'omicidio di due nomadi, avvenuto in Carditello (CE) il 3 marzo 2003.
Tutte le suddette operazioni di polizia giudiziaria, frutto di un'intensa e costante attività investigativa svolta nel tempo dagli operatori della Polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri operanti sul territorio, ma concretizzatasi immediatamente dopo i fatti in questione, costituisce il segno tangibile dell'azione di contrasto messa in atto nell'area dell'Agro aversano e, in particolare, nei confronti dei sodalizi criminosi che si ricollegano al cartello dei Casalesi.
Oltre alla suddetta attività di polizia giudiziaria, a seguito dei fatti di cui sopra, è stata potenziata l'azione di prevenzione generale sul territorio dei comuni di Parete e di Casal del Principe anche con l'impiego dei Reparti prevenzione e crimine della Polizia di Stato.
Per quanto concerne la richiesta di rafforzamento degli organici, oltre a sottolineare l'ausilio costante - come ho già detto - dei Reparti prevenzione e crimine Campania della Polizia di Stato, evidenzio che la stazione dell'Arma dei carabinieri di Parete dispone di una forza effettiva di 12 militari, pari a quella prevista in organico, ordinariamente supportata dagli organici del Gruppo carabinieri di Aversa.
Assicuro, infine, che, in occasione dei prossimi avvicendamenti di personale della Polizia di Stato, previsti per questo mese di giugno e per il prossimo ottobre, è stata prevista l'assegnazione alla questura di Caserta di complessive 19 unità, di cui 10 per esigenze di potenziamento e 9 per il servizio di «poliziotto di quartiere».

PRESIDENTE. L'onorevole Coronella ha facoltà di replicare.

GENNARO CORONELLA. Signor Presidente, signor sottosegretario, vorrei innanzitutto ringraziare il Governo per la risposta fornita.
L'interpellanza in esame è stata presentata allo scopo di segnalare al Governo, sulla base dei fatti verificatisi, che sulla battaglia contro la malavita e contro fenomeni di delinquenza sia comune che organizzata non va abbassata la guardia. Quindi, si ripropone, a seguito di questi fatti, il grave problema che purtroppo affligge una parte del territorio della provincia di Caserta.
In proposito, devo esprimere soddisfazione per la risposta fornita perché il Governo ha quanto meno assunto l'impegno di potenziare l'organico della Polizia di Stato, anche se le unità predisposte risultano purtroppo esigue rispetto alla consistenza necessaria per fronteggiare al meglio una situazione che, dal punto di vista sociale, assume particolare gravità.
L'attività di contrasto alla malavita organizzata e la battaglia contro il crimine


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organizzato vanno perseguite da tutte le istituzioni presenti sul territorio. Ancora oggi gli studiosi ed i commentatori più attenti a questo fenomeno non hanno saputo fornire una risposta alla domanda se la camorra sia presente a causa della mancanza di occupazione, lavoro e sviluppo o se questi beni fondamentali manchino a causa della presenza della malavita organizzata, nel caso specifico della camorra.
Allora, le istituzioni devono attrezzarsi per fronteggiare questa piaga in ambedue le direzioni. Infatti, bisogna dar vita ad attività di contrasto con la presenza delle forze dell'ordine sul territorio. In proposito, abbiamo ascoltato con soddisfazione l'annuncio fatto dal Governo circa il potenziamento dell'organico della Polizia di Stato. Per la verità, mai in precedenza era stata prestata così tanta attenzione alle politiche di contrasto della malavita organizzata. In proposito, vorrei ricordare non solo gli arresti annunciati ed effettuati il 29 maggio ed il 4 giugno scorsi, ma anche altre brillantissime operazioni di polizia giudiziaria che hanno portato al raggiungimento degli obiettivi desiderati, decimando i clan camorristici. Purtroppo, nonostante tale impegno, è tuttora in corso una recrudescenza dei fenomeni con la presenza di una microcriminalità che imperversa, creando disagio e paura nella coscienza dell'opinione pubblica.
Quindi, occorre insistere nell'azione di contrasto con la presenza delle forze dell'ordine, ma anche dar vita ad iniziative di sviluppo per incentivare i giovani ad entrare nel circuito del lavoro, allontanandosi dalle tentazioni della strada. In proposito, devo richiamare le istituzioni locali, perché la zona in oggetto fa parte di una fascia della regione Campania che non ha beneficiato neppure di un briciolo di finanziamento regionale. Non esistono piani o patti territoriali finanziati né alcuna iniziativa rivolta verso questo territorio, ad eccezione per quanto riguarda i rifiuti.
In proposito, vorrei aprire una parentesi rivolgendomi a lei, sottosegretario Saponara, perché la materia investe il Dipartimento della Protezione civile del Ministero dell'interno. Su questa parte di territorio sono stati concentrati tutti i rifiuti prodotti nella regione Campania ed oggi siamo alla vigilia di un'iniziativa che oserei definire scellerata ed infelice. Tale iniziativa fa capo alla Protezione civile e al suo commissario straordinario, che intendono individuare un maxi sito di stoccaggio di ecoballe proprio in questa zona.
A questo punto, l'opinione pubblica si trova tra i disagi sociali, che è costretta ad affrontare per la presenza di una criminalità sempre più pericolosa e sempre più oppressiva, e le iniziative di sviluppo, che non vengono proiettate sul territorio da parte delle istituzioni della regione Campania e della provincia. Oggi viene commessa un'ulteriore violenza nei confronti di una cospicua fascia di territorio della provincia di Caserta. Il risultato è una comunità che perde la fiducia nei confronti delle istituzioni, che si rassegna e che non riesce neppure a reagire di fronte a tali fenomeni di recrudescenza criminale.
Chiedo pertanto a lei, signor sottosegretario, di farsi portavoce di tale problema presso le istituzioni. Il Governo deve fare la sua parte attraverso un'attività di contrasto, assicurando alla giustizia chi commette azioni delittuose, soprattutto gli esponenti di spicco dei sodalizi criminosi, e potenziando l'organico della forze dell'ordine. Tuttavia, va anche chiesto a chi di dovere di intervenire mediante iniziative mirate, per risollevare tale comunità dalla piaga della disoccupazione: signor sottosegretario, se si ha un fratello bisognoso, quest'ultimo va aiutato ad uscire da una situazione di difficoltà. Ciò costituisce una priorità, anche per dare seguito alle iniziative che il Governo ha lanciato, in quest'ultimo scorcio di legislatura, per sostenere il sud.
Chiedo dunque al Governo una sempre maggiore attenzione nelle attività di contrasto della malavita organizzata, ma chiedo anche attenzione per fare in modo che questa zona si possa risollevare dalla piaga della disoccupazione, nonché di intraprendere iniziative di bonifica del territorio. La gravità della situazione non è determinata soltanto dal fatto che in tale


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area vengono concentrati i rifiuti, ma anche dal fatto che non viene realizzata alcuna attività di bonifica.
Se vogliamo fare in modo che l'opinione pubblica collabori, acquisti certezza, sia vicina allo Stato, creda nelle istituzioni e rafforzi il giudizio positivo nei confronti delle istituzioni stesse, ritengo siano queste le risposte che dobbiamo dare alla comunità per vincere definitivamente la battaglia contro il crimine organizzato.

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