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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione Violante ed altri n. 1-00420, presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del regolamento, nei confronti del ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è pubblicato in calce al resoconto della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali della mozione.
È iscritto a parlare l'onorevole Vigni, che illustrerà anche la mozione Violante ed altri n. 1-00420. Ne ha facoltà.
FABRIZIO VIGNI. Signor Presidente, una mozione di sfiducia nei confronti di un ministro non si presenta a cuor leggero e noi non l'abbiamo presentata a cuor leggero. La mozione di sfiducia è un atto serio e impegnativo e di ciò siamo perfettamente consapevoli.
Al tempo stesso, la nostra mozione di sfiducia nasce da due convinzioni. La prima convinzione è che quanto avvenuto in quei tre giorni della fine di gennaio sulla Salerno-Reggio Calabria non è degno di un paese civile. L'altra nostra convinzione è che il ministro Lunardi sia inadeguato a svolgere il suo ruolo. Sia chiaro: parlando di quanto avvenuto sulla Salerno-Reggio Calabria, non vi è da parte nostra alcuna demagogia.
Sappiamo anche noi che nevica, per così dire, sia con i Governi di destra sia con quelli di sinistra; sappiamo anche noi che, quando nevica, sono spesso inevitabili profondi disagi per chi viaggia e sappiamo anche noi che, in queste difficili situazioni, è assolutamente necessario il rispetto delle regole da parte degli automobilisti. Aggiungo che, in questo senso, sarebbe sbagliato ogni messaggio di deresponsabilizzazione.
Tuttavia, la questione che abbiamo avuto sotto gli occhi è un'altra: ciò che è successo sulla Salerno-Reggio Calabria il 26, 27 e 28 gennaio è considerato dal Governo qualcosa di normale e accettabile? È stato fatto tutto ciò che si doveva per evitare il caos? Qualcuno, dai banchi del Governo, ha il coraggio di dire che sia stato così? E se, invece - come noi riteniamo - vi sono state gravi inefficienze e gravi responsabilità, cosa non ha funzionato e di chi sono le responsabilità? È possibile che, anche stavolta, nessuno paghi per i suoi errori e che si assista al solito scaricabarile?
Vorrei ricordare, tra l'altro, che la nevicata ha colpito anche molte altre strade di competenza delle province e dei comuni: non solo in quelle arterie non si è verificata una situazione di blocco così grave come quella sulla Salerno-Reggio Calabria, ma nessuno degli amministratori provinciali e locali si è permesso il lusso di affermare: io non c'entro nulla, non tocca a me affrontare questi problemi.
Abbiamo avuto, invece, per quanto riguarda la Salerno-Reggio Calabria, una situazione surreale. Il Presidente del Consiglio ha detto che il Governo non ha responsabilità. Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti ha detto: io non c'entro. Il presidente dell'ANAS ha detto: l'ANAS non ha nulla da addebitarsi. La Protezione civile ha sostenuto di aver dovuto fare un passo indietro. La nostra domanda è: stiamo scherzando?
Abbiamo letto increduli la risposta sprezzante che il ministro delle infrastrutture e dei trasporti ha reso al quotidiano Libero. Intervistato da quel quotidiano, il ministro ha detto: io sono il ministro delle infrastrutture, non delle nevicate e - ha aggiunto - questi problemi non sono di competenza del mio Ministero. Non sono di competenza del suo Ministero, ingegner Lunardi? Lei non solo ha il compito di vigilanza sull'ANAS, che è l'ente che gestisce la Salerno-Reggio Calabria, ma le ricordo che il suo Ministero è anche il Ministero dei trasporti, che ha tra le sue competenze la gestione tecnico-operativa, la circolazione dei veicoli e le competenze sulla sicurezza. Lei, dunque, non può dire che questi problemi non sono di sua competenza.
Ma c'è di più. Non vi sono state solo quelle gravi inefficienze e responsabilità il 26, il 27 e il 28 gennaio sulla Salerno-Reggio Calabria. Già un anno fa, tra gennaio e febbraio 2004, erano avvenuti episodi simili. Anche allora vi furono nevicate abbondanti, blocchi sulle reti autostradali, ritardi e inefficienze molto gravi che furono evidenziati da tutti - lo sottolineo: da tutti - e tutti allora dissero che così non si poteva andare avanti, che non doveva più succedere e che era una lezione da apprendere.
Proprio per questa ragione, nel luglio 2004 la Commissione ambiente e lavori pubblici della Camera aveva approvato all'unanimità, su proposta, peraltro, del suo presidente, l'onorevole Armani, una risoluzione che impegnava il Governo a
dare vita in tempi rapidi ad un coordinamento operativo per affrontare situazioni di emergenza sulla viabilità nazionale a fronte di eventi legati anche a calamità naturali. Era il luglio 2004 e si riteneva improcrastinabile l'istituzione di tale coordinamento operativo.
Ebbene, a fine gennaio 2005, a fronte di quegli eventi, peraltro largamente previsti e prevedibili, il centro di coordinamento operativo non era stato ancora istituito e non è stato ancora istituito. Il decreto interministeriale non era stato ancora adottato.
Riproponiamo la nostra domanda perché non abbiamo avuto risposta: perché, a distanza di un anno dagli eventi che già avevano provocato gravi disagi sulle autostrade del centro-nord e a distanza di sei mesi da una importante risoluzione approvata dal Parlamento, il Governo non ha mantenuto quegli impegni? Chi dobbiamo ringraziare? Di chi sono le responsabilità?
Già questi due fatti basterebbero per spiegare il nostro giudizio sulla gestione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Tuttavia, vi sono altri due fatti che voglio tornare ad evidenziare. Il primo è che francamente è insopportabile che da parte del ministro si continui a raccontare bugie su bugie sulle cosiddette grandi opere, proprio mentre ormai sono chiari a tutti il fallimento delle promesse fatte nel 2001, la mancanza spaventosa di risorse finanziarie per attuare il piano delle grandi opere della «legge obiettivo» e i ritardi impressionanti nei tempi di attuazione di tale piano.
Perché, signor ministro, continua a raccontare bugie? Ad esempio, per quanto riguarda la Salerno-Reggio Calabria, il ministro Lunardi ha ripetuto anche in quei giorni, a fronte dei disagi avvenuti, un ritornello a lui molto caro: prima di me, prima di noi, non era stato fatto nulla, ho trovato il deserto, ora la situazione si è radicalmente trasformata.
Signor ministro, queste sono bugie e lei lo sa.
Lo sa perché lo testimonia lo stesso rapporto sull'attuazione della «legge obiettivo» che il suo Ministero ha fornito al Parlamento alcune settimane fa. Ad esempio, per quanto riguarda la Salerno-Reggio Calabria, il cui intero percorso è di 443 chilometri, fra il 1997 e il 2002 - dunque per decisione del precedente Governo - erano stati finanziati ed avviati interventi per oltre 200 chilometri, esattamente 213, se non sbaglio. Sappiamo bene anche noi che quei lavori andavano avanti con eccessiva lentezza, ma questi erano i finanziamenti e gli interventi già avviati prima che lei si trovasse a ricoprire il ruolo di ministro dei trasporti e delle infrastrutture. Ebbene, l'attuale Governo, in quasi quattro anni, ha appaltato due lotti per un totale di 58 chilometri. Di questi due lotti uno solo, pari a 28 chilometri, ha i cantieri aperti ed i lavori procedono lentamente. Se arriveranno le risorse finanziarie sarà appaltato anche un terzo maxi lotto di altri 20 chilometri: in totale si tratterebbe di 80 chilometri circa.
Signor ministro, la nostra non è una sfida perché, francamente, faremmo tutti una brutta figura di fronte agli italiani a dire che il nostro Governo aveva fatto abbastanza. No, anche il nostro Governo precedente non aveva fatto abbastanza e noi non siamo soddisfatti di ciò che era stato fatto in quegli anni nei quali, peraltro, erano stati finanziati ed avviati lavori su 200 chilometri. Tuttavia, lei non può dire, avendo finora appaltato solo 58 chilometri, che prima di lei ci fosse il deserto e non fosse stato fatto niente per la Salerno-Reggio Calabria e che ora, invece, la situazione si sarebbe miracolosamente rovesciata. Quanto diciamo per la Salerno-Reggio Calabria vale anche per l'insieme delle altre infrastrutture nazionali.
Chiunque può sbagliare: può sbagliare un amministratore locale, può sbagliare un presidente di regione, può sbagliare un Presidente del Consiglio. Avevamo apprezzato le parole del Vicepresidente del Consiglio Follini che, dopo quei gravi disagi sulla Salerno-Reggio Calabria, aveva chiesto scusa agli italiani. Può sbagliare, ingegner Lunardi, anche un ministro. Ciò che, invece, un ministro non può fare è essere sprezzante verso i propri cittadini. Un
ministro non può permettersi di dire - come lei ha fatto - che i cittadini italiani sono «affetti da lamentite», tanto meno può dirlo dopo i gravissimi disagi che migliaia di cittadini hanno dovuto vivere, bloccati per ore ed ore sulla Salerno-Reggio Calabria. Lei, nella sua intervista a Libero, ha avuto il coraggio di dire che gli italiani sarebbero «affetti da lamentite».
Ho già detto durante l'audizione, e vorrei ripeterlo in questa sede, come abbiano colpito me ed altri colleghi le parole pronunciate dal leader del Governo spagnolo Zapatero in risposta ad un'intervista. Un giornalista chiedeva al primo ministro spagnolo: perché lei è così gentile? La risposta di Zapatero in quell'occasione è stata: perché i cittadini già ci devono sopportare, ci mancherebbe pure che non fossimo gentili verso di loro. La gentilezza, signor ministro, per chi ha un importante incarico pubblico non è solo una pur necessaria virtù privata. La gentilezza per chi ha un incarico pubblico è, innanzitutto, sapere cos'è l'etica della responsabilità, cos'è il senso dello Stato, cos'è il rispetto dei cittadini.
Lei, ci dispiace ribadirlo in questa occasione, ha dimostrato di non avere la capacità di gestire il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che è un ministero assai importante. Voglio sottolineare che il nostro giudizio non nasce solo da quanto avvenuto in quei giorni sulla Salerno-Reggio Calabria o dal fallimento impressionante degli impegni che il suo Governo aveva annunciato agli italiani per quanto riguarda le infrastrutture. Il nostro giudizio nasce anche dal fallimento, sempre più evidente agli italiani, riguardo alla politica dei trasporti: mi riferisco, in particolare, a quanto avviene in questi giorni nel sistema ferroviario ed ai gravissimi disagi per i milioni di pendolari, a quanto avviene in questi giorni nelle nostre città bloccate e soffocate dall'inquinamento e dal traffico a fronte di una clamorosa assenza di politica del Governo.
Dispiace dirlo, ma il nostro giudizio, e dunque la nostra mozione di sfiducia, nasce anche dalla constatazione di come lei non abbia, da un lato, le capacità per gestire un Ministero così importante e, dall'altro, l'etica della responsabilità, il senso dello Stato ed il rispetto per i cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani)!
PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Realacci, iscritto a parlare: s'intende che vi abbia rinunciato.
È iscritto a parlare l'onorevole Pappaterra, al quale ricordo che ha otto minuti a disposizione. Ne ha facoltà.
DOMENICO PAPPATERRA. Di fronte alla situazione che si è verificata sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria nei giorni 26, 27 e 28 gennaio 2005, il Governo ha ritenuto di individuare, tra le cause, in primo luogo la straordinarietà dell'evento, per la sua estensione ed anche per la sua durata; in secondo luogo, il mancato ricorso all'uso delle catene da parte di numerosi automobilisti, resisi colpevoli di non aver seguito i canali di informazione; infine, il fatto che l'asse autostradale Salerno-Reggio Calabria non è un asse autostradale. Questa è una posizione che denota uno scarso senso di responsabilità e che alla fine, com'è sempre accaduto nel nostro paese, finisce per trasformare in responsabili le vittime di quanto successo.
Vorrei ripercorrere la vicenda con un approccio laico, come ci ha chiesto il ministro Lunardi nel corso della sua audizione presso le Commissioni riunite ambiente e trasporti della Camera, qualche settimana fa. Vorrei farlo, signor ministro, senza preconcetti di sorta, come peraltro ho già fatto anche in Commissione. Quanto alla straordinarietà della nevicata, è giusto precisare, signor ministro, che l'arrivo della neve in forma così copiosa era stato ampiamente previsto dai meteorologi, i quali già nelle 48 ore precedenti a quell'evento avevano segnalato forti nevicate a quote collinari. Noi sappiamo peraltro come oggi le previsioni meteo siano molto mirate, quanto ai luoghi e quanto alla tempistica di accadimento; pertanto, il loro livello di attendibilità è ormai molto alto nel nostro paese, soprattutto
se riferito alle ultime 24-36 ore. Dunque, il primo interrogativo è il seguente: perché non si è intervenuti con tempestività per prevenire quell'evento?
Anche se prendiamo atto del lavoro incessante e faticoso di tutti gli operatori coinvolti nell'opera di soccorso, resta tuttavia intatta la nostra convinzione, signor ministro, che non tutto è andato nella direzione giusta, se alla fine centinaia di mezzi si sono bloccati per 48 ore su quel tratto autostradale, che già non è percorribile - lei lo sa - in condizioni normali. Lei sa, signor ministro, che il tratto da Lauria a Sicignano non è percorribile neanche in condizioni normali; figuriamoci nella situazione del 26 gennaio e dei giorni a seguire! Per questo motivo, avremmo gradito - peraltro il ragionamento non è rivolto solo a lei, signor ministro - che, anziché dar vita, com'è avvenuto in quelle ore, ad un colpevole scarico di responsabilità, si fossero adottati i provvedimenti adeguati alla situazione, magari anche ammettendo eventuali colpe nei ritardi, qualora ci fossero stati, ed operando dunque per rimuovere tutti gli ostacoli che impedivano la circolazione.
Mai come in questo caso - lo dico anche a tanti suoi colleghi, signor ministro, che sono seduti ai banchi del Governo - l'opposizione non c'entra nulla. Non ha fatto nulla e non ha detto nulla! Infatti i protagonisti in quella fase sono stati, nell'ordine, il responsabile nazionale del dipartimento di Protezione civile, dottor Bertolaso, il quale si è dichiarato in quelle ore subito amareggiato, perché, pur avendo il suo dipartimento lanciato in tempo utile il segnale di allerta, nessuno lo aveva raccolto. A chi si riferiva, signor ministro, il dottor Bertolaso? Forse ce l'aveva con chi non aveva controfirmato il decreto che istituisce presso il Ministero dell'interno un centro di coordinamento nazionale per fronteggiare le situazioni di difficoltà in materia di viabilità? Tale decreto, infatti, è stato pubblicato solo il 2 febbraio.
Molti pensano, signor ministro, che il dottor Bertolaso ce l'avesse con lei; sarebbe quindi il caso che lei ci chiarisse questo aspetto.
Poi hanno proseguito i prefetti di Potenza e di Salerno i quali, senza mezzi termini, hanno dichiarato, il primo, che l'autostrada Salerno-Reggio Calabria era stata chiusa con ritardo, e il secondo, che la sospensione della circolazione sull'autostrada doveva essere disposta direttamente dall'ente proprietario, cioè l'ANAS. Poi, signor ministro e colleghi, ad aumentare ulteriormente la tensione ci ha pensato la deputata, onorevole Garnero Santanché del gruppo di Alleanza Nazionale che, in quelle ore, si è sentita in dovere di chiedere il commissariamento dell'ANAS, forse per altre ragioni, per mettere fine, a suo giudizio, al caso organizzativo e gestionale di quell'ente.
Infine, come ricordato prima dal collega Vigni, il Vicepresidente del Consiglio, l'onorevole Follini, nel tentativo di frenare la crescente indignazione sviluppatasi nel paese per quanto stava avvenendo, ha ritenuto, giustamente, di chiedere scusa agli automobilisti intrappolati sulla Salerno-Reggio Calabria e di assumere un impegno a potenziare quei servizi che possano, nel futuro, impedire disagi analoghi.
Di fronte a questo quadro, riteniamo che il ministro delle infrastrutture, titolare delle funzioni relative alla viabilità sulla rete stradale statale, avrebbe potuto assecondare l'opera incessante del personale dell'ANAS e della polizia stradale, che aveva posto in atto tutte le azioni per sbloccare la situazione (come si evince, peraltro, dalla relazione che il presidente dell'ANAS, Tozzi, ha reso al Senato), e che anche noi ringraziamo pubblicamente per il loro infaticabile lavoro.
Invece, signor ministro, me lo lasci dire, anche lei si è iscritto allo spettacolo dello scaricabarile, dichiarando in palese contraddizione, da un lato, che anche lei avrebbe aperto un'inchiesta immediata per accertare le responsabilità, salvo poi, dall'altro, scaricare tutte le responsabilità sui camionisti e sugli automobilisti che non
avevano catene a bordo e che non avevano seguito le segnalazioni del CIS e di Isoradio.
Come ho affermato in Commissione, signor ministro (lo ribadisco in questa sede), il segnale di Isoradio dopo la Roma-Caserta, in direzione sud, non è più raggiungibile e, quindi, sarebbe il caso che si provvedesse anche in questa direzione. Va anche detto che, in quella tempesta di neve largamente annunciata, forse, si è pure avventurato qualche incauto automobilista senza catene, ma la maggior parte di quella gente si trovava in quelle ore su quel tratto autostradale per ragioni oggettive di lavoro e di necessità.
Vi erano tanti meridionali, signor ministro, che si recavano al nord per andarsi a curare, perché al sud non vi sono centri di eccellenza o perché non possono permettersi di pagare il biglietto aereo da Lamezia Terme a Milano, perché la compagnia di bandiera pratica cifre esorbitanti. Vi erano tanti camionisti che trasportano quotidianamente i prodotti delle aziende agroalimentari, quelle ancora rimaste in vita del Mezzogiorno d'Italia (spesso i tempi per arrivare al nord sono pazzeschi). Molto probabilmente vi è stata anche un'azione incauta da parte loro, ma giudichiamo molto superficiali alcune affermazioni che hanno richiamato queste responsabilità.
È stato, inoltre, giustamente rilevato da lei, signor ministro, che l'autostrada Salerno-Reggio Calabria non è un asse autostradale sia perché non rispetta le attuali norme CNR, sia perché è stata progettata e realizzata tra gli anni Sessanta e Settanta, senza barriere e senza caselli di entrata e di uscita. Da parte nostra, me lo lasci dire, esprimiamo l'orgoglio che un ministro socialista e un grande meridionalista, come il compianto onorevole Giacomo Mancini, si sia battuto in quegli anni per la realizzazione dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, attraverso un tracciato sicuramente più difficoltoso rispetto agli altri, ma che ha tolto dall'isolamento centinaia di comuni delle aree interne.
Oggi tutti siamo consapevoli che quel tratto va ammodernato, signor ministro, e a noi sta bene (mi riferisco anche alla strategia posta in campo dai maxi lotti), purché il tutto avvenga in forme di regolarità e senza creare ulteriori disagi e, soprattutto, sbloccando molti cantieri, come quello della Sibari-Cosenza, che è stato sospeso da due anni dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e che ancora oggi è bloccato con la chiusura dell'uscita di Spezzano Terme e con l'apposizione di un limite di velocità di 60 chilometri che crea solamente disagi alla circolazione.
Per queste ragioni, signor ministro, le dico, con molto senso di responsabilità, che, forse, si poteva fare molto di più; anche in queste ore, lei lo sa, sta nevicando su quel tratto autostradale e tutto funziona bene.
Se funziona bene è perché, forse, la lezione di gennaio è servita a tutti ed ecco perché la responsabilità alla quale lei è stato richiamato è una responsabilità oggettiva che fa capo al suo dicastero.
È per tali ragioni che riteniamo che da questa vicenda si possano trarre i giusti insegnamenti soprattutto per il futuro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-socialisti democratici italiani)!
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Gibelli, al quale ricordo che ha a disposizione sei minuti di tempo. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, signor ministro Lunardi, onorevoli colleghi, devo dire che, dalle parole ascoltate finora con riferimento alle ragioni sottese alla mozione presentata dal presidente del gruppo dei Democratici di sinistra, onorevole Violante, si evince con chiarezza la natura strumentale di tale iniziativa.
Il sapore della mozione è squisitamente politico e non è limitato, evidentemente, ai fatti che hanno coinvolto la Salerno-Reggio Calabria; si tratta di un giudizio politico complessivo sull'attività del ministro Lunardi.
Rispetto a tale punto, respingiamo ogni addebito, in quanto varrebbe la pena - e oggi forse se ne presenta l'occasione - di
dire al paese come effettivamente abbiamo trovato la situazione delle infrastrutture e dei trasporti nel 2001. Probabilmente si dimentica che abbiamo ereditato un sistema nel quale strade, autostrade, ferrovie, corridoi internazionali, porti ed aeroporti erano in una situazione drammatica.
Oggi si attribuisce a noi la responsabilità di situazioni di emergenza che, in molte occasioni, si sono presentate durante il Governo di centrosinistra ma che, per ragioni strumentali, politiche e di opportunismo, sono state giustificate perché i ministri erano altri.
Dunque, ereditando una situazione così drammatica, abbiamo messo mano ad una riforma - che porta il suo nome, signor ministro: mi riferisco alla legge obiettivo -, che ha introdotto un principio nuovo, un principio di efficienza rispetto a tutti quegli strumenti assolutamente inefficaci proposti dal centrosinistra nella scorsa legislatura, legati anche ad un atteggiamento rinunciatario nei confronti dell'Europa. Infatti, abbiamo ereditato una situazione di svantaggio rispetto all'asse franco-tedesco che ipotizzava a nord delle Alpi un corridoio antagonista a quello che noi abbiamo chiamato «corridoio 5» e che sostanzialmente consiste nella reinfrastrutturazione padana, dunque dell'area produttivamente più importante del paese.
A seguito di questo atteggiamento remissivo in Europa, oggi ci troviamo di fronte ad un giudizio politico, in quanto tutto ciò che sarebbe da imputare ai Governi di centrosinistra viene invece attribuito a noi. Questo Governo ha finalmente aperto i cantieri, ha dato il via agli investimenti relativi alla rete ferroviaria, rinnovando un parco rotabile vecchio di cinquant'anni.
È troppo semplice, dopo anni di malgoverno, scaricare le proprie responsabilità su un ministro che, invece, ha introdotto strumenti nuovi rispetto al sistema inefficiente che abbiamo ereditato. Oggi, paradossalmente, ci viene chiesto di presentare il conto.
Tuttavia, si tratta di un conto che non intendiamo pagare perché i cantieri oggi aperti sono sotto gli occhi di tutti i cittadini, che possano verificare personalmente. A loro, quindi, rimandiamo il giudizio sulla mozione di sfiducia (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Federazione Padana e di Forza Italia).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Banti, al quale ricordo che ha a disposizione undici minuti. Ne ha facoltà.
EGIDIO BANTI. Signor Presidente, signor ministro, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, nevica, Governo ladro! No, signor ministro, non è questo il nostro argomento, checché ne dicano e ne scrivano - gli organi di stampa compiacenti con le posizioni del Governo. Comprendiamo benissimo che non si può prendere spunto da una nevicata o da un qualunque evento atmosferico per rovesciare un Governo, quindi neppure un ministro. Tuttavia, non si può nemmeno non tenere conto di quanto avviene complessivamente nel paese.
La nostra mozione di sfiducia non è rivolta neppure verso la persona Lunardi; è rivolta verso un progetto politico che, sin dalla costituzione di questo Governo, si è sostanziata nella nomina dell'ingegnere Lunardi a ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
La chiamata di un tecnico autorevole e di fama prestigiosa alla direzione di un organismo politico così importante e significativo, fra l'altro riorganizzato rispetto ai governi precedenti, aveva nella logica del Presidente del Consiglio, al momento della formazione del Governo, una valenza ben precisa ed importante. Mi riferisco all'obiettivo di invertire l'atteggiamento generale e, quindi, la funzionalità generale del sistema dei trasporti italiano, ovviamente migliorandola. Si intendeva dare il via alle grandi opere, ma anche riallacciare - almeno questa era l'intenzione - più di quanto avvenuto in passato, il rapporto di fiducia tra i cittadini ed il sistema dei servizi pubblici che ineriscono al settore delicatissimo e strategico dei trasporti. Infatti, tale settore assume particolare importanza per un paese conformato
come l'Italia, ma ovviamente tale considerazione varrebbe per qualunque altro paese.
Ebbene, la nevicata di qualche settimana or sono, al di là della sua prevedibilità e delle sue caratteristiche, in qualche modo ha fatto traboccare il vaso. Quella neve, scioltasi in acqua, ha fatto fuoriuscire l'acqua di una situazione che tutti i giorni è di fronte a noi, come persone.
Signor ministro, personalmente raggiungo Roma in treno dalla mia terra, non troppo lontana da qui. Pertanto settimanalmente - ma vorrei dire quotidianamente - ascolto i commenti di persone non appartenenti all'area di centrosinistra, o perlomeno che non vi appartengono nella stragrande maggioranza.
ALFREDO BIONDI. Meno male!
EGIDIO BANTI. Ma no! Se lo fossero, allora sì che potreste dire meno male!
Bisognerebbe sapere quanto viene detto negli scompartimenti dei treni, bloccati a 300 metri dalle stazioni, mentre i controllori, che pure fanno il loro dovere, non sanno quali pesci prendere e cercano di impedire con forza ai viaggiatori di scendere a terra. In realtà, dovrebbe essere permesso di scendere a terra, perché altrimenti si tratterebbe di sequestro di persona; sono stato personalmente protagonista di un fatto del genere solo 15 giorni fa. Ebbene, tali commenti sono all'ordine del giorno e sotto gli occhi di tutti.
Si dice che il ministro non è responsabile delle singole situazioni, come il funzionamento di un locomotore, di una carrozza o dei pannelli a messaggio variabile collocati sull'autostrada.
E no, signor ministro! È vero che lei non è materialmente responsabile di ogni singolo comportamento e di ogni singola funzionalità, ma lo è - e vivaddio se non lo fosse! - delle funzioni di indirizzo ed organizzazione di un sistema. Quindi, quando esse fanno - questi sì! - acqua un po' da tutte le parti ed ogni giorno arrivano le segnalazioni di disservizi, incoerenze e difficoltà, è difficile non attribuire tali responsabilità, su cui il Parlamento deve discutere, a chi proprio nell'ambito di un progetto politico ben preciso, legato alla formazione di questo Governo, venne preposto a tali funzioni. Chi è stato investito di tali responsabilità deve trarre le conseguenze.
Non sono molti i casi di ministri nella storia repubblicana che hanno lasciato il loro incarico. In qualche caso, ciò è accaduto per ragioni di carattere personale. Mi riferisco, ad esempio, alle dimissioni del ministro Piccioni, nella cosiddetta «prima Repubblica», a seguito dell'incriminazione del figlio, peraltro per reati dai quali venne riconosciuto innocente, o al caso, in questa legislatura, del ministro Scajola. In altri casi, tuttavia, si sono configurate responsabilità analoghe, attinenti non alla singola vicenda oggetto di attenzione da parte dell'opinione pubblica, bensì alle funzioni di indirizzo e di organizzazione generale. Quando il ministro della difesa Lattanzio, nel 1977, venne rimosso dal suo incarico, nessuno pensò che avesse responsabilità dirette per la fuga di Kappler in ordine all'organizzazione dei turni di servizio dei carabinieri all'ospedale del Celio nella notte di Ferragosto. Forse qualcun altro pagò per quanto avvenne quella notte al Celio, ma la responsabilità del ministro fu certamente riconosciuta: non so se possa essere definita responsabilità oggettiva, ma si trattò certamente di una responsabilità sovraordinata rispetto alla quale era necessario dare un segnale all'opinione pubblica.
Sono presenti al banco del Governo ministri che nel settore della giustizia si sono esercitati, anche nei giorni scorsi, ad affermare l'esigenza di tenere conto del sentimento popolare di un dato momento storico. Si tratta, a nostro avviso, di un'opinione sbagliata, nel caso della giustizia, perché quest'ultima deve essere al di sopra del sentimento popolare di un dato momento storico, ma non nel caso della responsabilità politica di chi pensa di interpretare il sentimento popolare e che si comporta come se tale sentimento popolare
non vi fosse o non valesse nulla quando tocca una posizione personale di un membro del Governo.
Dunque, signor ministro, la nostra mozione di sfiducia non è dettata da motivi personali o da questioni che non sono di competenza del Parlamento. Essa è volta a richiamare il Governo ad assumersi, di fronte al Parlamento, tramite le persone che ne fanno parte, quella responsabilità che sta nel rapporto di fiducia che si instaura con il Parlamento stesso all'inizio della legislatura o del mandato, specialmente se si tratta di questioni che attengono al settore delicatissimo dei servizi pubblici. Non ci si dica che oggi le autostrade sono private e che le Ferrovie dello Stato sono una società per azioni di diritto privato, e via dicendo. Ciò è inaccettabile: una cosa è l'organizzazione materiale e giuridica del sistema di svolgimento del servizio pubblico; altra cosa è l'esigenza, che va fortemente richiamata, che il servizio pubblico sia tale e che la responsabilità primaria discenda comunque da chi esercita le funzioni pubbliche e dunque, in primo luogo, da chi svolge le funzioni di governo. Non c'è, da questo punto di vista, privatizzazione che tenga. Anzi, se si invocasse la privatizzazione, si tratterebbe dell'abdicazione da parte dello Stato alle sue funzioni e dell'abbandono di ciò che i cittadini chiedono allo Stato: probabilmente non che tutti i treni arrivino in orario - sarebbe impossibile - ma certamente che non si abbandonino i passeggeri in mezzo alla campagna e che non accada ciò che è accaduto sull'autostrada A3 e che - lo ripeto - è un caso fra i tanti, che costituiscono insieme l'evidente fallimento di un progetto.
I cantieri stentano a partire: forse ve ne sarà qualcuno, ma non moltissimi, e comunque anche se i cantieri partissero e le grandi opere fossero in itinere, a maggior ragione dovrebbe essere garantita l'ordinaria amministrazione. Da ciò, infatti, parte la sfiducia del cittadino nei confronti di chi gestisce la cosa pubblica: il cittadino vuole sapere subito quando si può recare dai suoi familiari, quando può andare a curarsi o quando può viaggiare per ragioni di lavoro. Poi auspica anche che si faccia il ponte sullo stretto di Messina, mafia permettendo, e che si facciano le grandi opere, ma intanto a maggior ragione chiede che funzioni quello che deve funzionare e che purtroppo molto spesso non funziona.
Chiediamo dunque al Governo con la mozione di sfiducia un'assunzione di responsabilità politica forte, ed auspichiamo che l'Assemblea accolga tale impostazione approvando la mozione stessa (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Adduce. Ne ha facoltà.
SALVATORE ADDUCE. Signor Presidente, condivido le considerazioni svolte dai miei colleghi fino a questo momento; soprattutto, concordo perfettamente con l'intervento dell'onorevole Fabrizio Vigni, che ha descritto con puntualità le difficoltà ed i problemi di fronte ai quali ci troviamo nel settore gestito da lei, signor ministro Lunardi.
Sono convinto, infatti, che in questi quattro anni di lavoro al Ministero lei si sia distinto più per le cose non fatte, più per le grosse gaffe, sintomo di una non conoscenza del territorio del quale lei ha la responsabilità e delle infrastrutture delle quali anche lei ha la responsabilità, che per i risultati concreti che il paese si aspettava; risultati che lei ha annunciato all'inizio del suo mandato e che ci si attendeva soprattutto da un Ministero strategico per definizione, come quello che lei, ingegner Lunardi, regge.
Tuttavia, signor ministro, nonostante io sia perfettamente d'accordo con quello che è stato detto fin qui, come ho avuto modo anche di precisarle durante la sua audizione presso le Commissioni riunite VIII e IX alla Camera, il 1o febbraio scorso, ho continuato a riflettere anche dopo i gravi disagi occorsi a centinaia di automobilisti tra il 25 ed il 28 gennaio sulla autostrada Salerno-Reggio Calabria anche dopo la presentazione della mozione che stiamo discutendo, e mi sono chiesto se non
abbiamo compiuto nei suoi confronti un atto puramente strumentale. Glielo dico anche come deputato che proviene da quel territorio, da quella parte che è stata «offesa» non solo dagli agenti atmosferici. Mi sono chiesto, cioè, se noi non stiamo approfittando di un incidente, dovuto peraltro principalmente ad una causa non soggettiva, esterna, naturale e cioè una calamità atmosferica, una precipitazione di neve superiore a qualunque previsione, per sferrarle...
PRESIDENTE. Onorevole Napoli... La ringrazio!
SALVATORE ADDUCE. ...un attacco - rimanendo in tema - a «freddo». E allora, ho cercato di fare un piccolo sforzo per distinguere le questioni e, soprattutto, mi sono posto una domanda, a prescindere dai deludenti risultati del suo Ministero.
In materia di viabilità, lei si era speso a parole e anche con atti di questo Parlamento, del suo Governo e del suo Ministero, a prescindere, quindi, dal fatto che, dopo avere annunciato e fatto «volare» migliaia e migliaia di miliardi di vecchie lire, annunciati attraverso la «legge obiettivo», a distanza di alcuni anni i risultati siano assolutamente deludenti ed il consuntivo del tutto irrisorio rispetto agli annunci: pochissimi i cantieri aperti, pochissimi i soldi spesi, poche o nulle le realizzazioni per mettere in sicurezza le strade e le ferrovie.
Allora, ministro, a prescindere da tutto questo, io continuo a fare questo sforzo. La domanda che mi sono posto è se sia sufficiente motivare una mozione di sfiducia esclusivamente sulla base di quanto è accaduto tra il 25 e 28 gennaio scorso sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria.
Mi domando, cioè, se la responsabilità delle conseguenze della nevicata sia attribuibile a lei, perché sua era la competenza e, di conseguenza, perché lei era chiamato, certamente non a prevenire la nevicata, ma a prendere le iniziative atte a porre rimedio ad una situazione che era prevedibilissima.
Ebbene, come ho già dichiarato durante l'audizione in Commissione, signor ministro, anche a prescindere dagli scarsissimi e deludenti risultati del suo dicastero, la direzione degli interventi e delle iniziative tra il 25 ed il 28 gennaio di quest'anno è da sola sufficiente a motivare la presentazione della mozione di sfiducia.
La cosa che più meraviglia, e sulla quale insisto, è che centinaia e centinaia di cittadini sono stati lasciati in balia degli agenti atmosferici senza che potessero neanche usufruire, nelle ore immediatamente precedenti e nelle ore successive all'inizio della nevicata, dell'intervento dell'ANAS, società del cui operato lei ha la responsabilità. Anche le comunicazioni provenienti dalle prefetture dimostravano, ora dopo ora, che la responsabilità di quanto stava accadendo era tutta sulle sue spalle, signor ministro.
Ho ricordato in Commissione che, mentre sull'autostrada nevicava, e l'autostrada era bloccata a causa della neve, non era bloccata la viabilità minore, tanto che esclusivamente grazie all'intervento della provincia di Potenza e dei sindaci dei comuni della zona è stato possibile soccorrere gli automobilisti rimasti bloccati sulla Salerno-Reggio Calabria e portare ad essi qualche aiuto.
Noi stessi possiamo testimoniare quanto sia stato produttivo ed utile l'intervento delle amministrazioni locali, le quali hanno saputo garantire la percorribilità delle strade intorno all'autostrada e, in tal modo, hanno fatto sì che si potesse almeno alleviare il disagio in cui si sono trovati centinaia e centinaia di automobilisti. Abbiamo potuto verificare che persino la disponibilità di sale - cautela di assoluta banalità - è mancata all'ANAS!
Su questi temi abbiamo chiamato lei, signor ministro, a dare un segnale di serietà. A tale proposito, voglio ripetere quanto ho già detto in Commissione: personalmente, mi aspettavo che lei, signor ministro, venisse a dichiarare che una rapida e veloce indagine le aveva consentito, da un lato, di mettere a fuoco le responsabilità e di stabilire a chi fosse addebitabile quanto stava succedendo e,
dall'altro, di liberarsi del problema e di togliersi dal «groppone» una grave responsabilità.
In altre parole, signor ministro, delle due l'una: o lei porta al Parlamento una relazione dettagliata in cui fa i nomi e i cognomi dei responsabili di quanto è accaduto o non le rimane che dimettersi, assumendosi interamente le sue responsabilità. Di fronte ad un fatto di tali dimensioni, un dirigente d'azienda, un imprenditore, quale lei è, non avrebbe altra scelta che quella di presentare il conto e di dire a chi ha sbagliato di andarsene.
Lei, invece, cerca di sorvolare sulla questione, di non affrontare il problema e - come ha fatto anche in Commissione - di menare il can per l'aia. Addirittura, con un'ironia fuori luogo rispetto alla condizione in cui versavamo in quelle ore, ha voluto attribuire le responsabilità agli automobilisti e, più in generale, ai cittadini italiani che sono lamentosi.
Veda, ciò che lei ha affermato nelle ore successive agli eventi ha dato la stura ad altri soggetti responsabili di affrontare la questione percorrendo strade davvero inusuali. Sappiamo di un'iniziativa dell'ANAS che chiama in causa i camionisti che, tra il 25 ed il 28 gennaio scorso, sono rimasti bloccati sulla Salerno-Reggio Calabria. L'ANAS denuncia alla magistratura i camionisti che si sarebbero resi responsabili del fatto di essere rimasti bloccati sull'autostrada.
È singolare ciò che sta accadendo, così come è singolare (l'ho già ricordato a lei e al viceministro Tassone in Commissione) che, durante le feste di Natale, i cittadini italiani, attraverso uno spot del suo ministero, siano stati invitati a viaggiare tranquillamente sulla Salerno-Reggio Calabria, perché il Ministero aveva predisposto tutte le misure di sicurezza per consentire agli automobilisti di attraversare tranquillamente la penisola e soprattutto le zone appenniniche dell'Italia meridionale durante la stagione invernale. Dopo tanti giorni (ne sono trascorsi 15 giorni da quando, in Commissione, vi ho chiesto conto di quello spot televisivo), non siete ancora riusciti a fornire una spiegazione (devo confidare all'Assemblea che sia il viceministro Tassone sia il ministro Lunardi non erano a conoscenza di ciò che sto dicendo).
Insisto su questo problema. Voi non avete il controllo della situazione. Uno dei motivi forti che sta alla base della decisione di presentare la mozione di sfiducia nei confronti del ministro è che non avete cognizione dei fatti.
Richiamo un altro esempio. Qualche mese fa, il ministro ha proposto che anche sulla Salerno-Reggio Calabria fosse pagato il pedaggio. Nella relazione presentata in Commissione il 1o febbraio, lei ha ammesso candidamente che l'autostrada Salerno-Reggio Calabria non è un'autostrada, come abbiamo ripetuto qualche mese fa in quest'aula, da questi banchi, quando sosteneva che occorreva istituire il pedaggio.
Ministro, la motivazione di fondo che ci muove è quella che lei non ha il controllo della situazione, non conosce il territorio, non conosce la rete stradale italiana, non ha il polso della situazione. È questo che desta in noi maggiore preoccupazione, perché chi non conosce la realtà in cui opera...
PRESIDENTE. Onorevole Adduce...
SALVATORE ADDUCE. ...rischia di commettere ulteriori danni.
Signor ministro (lo dico con determinazione, in una fase di grande tensione prodotta dagli accadimenti di fine gennaio), credo sia utile che lasci questo incarico, perché ha dimostrato di non avere gli elementi sufficienti per dirigere il Ministero delle infrastrutture (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Galante, al quale ricordo che ha nove minuti di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.
SEVERINO GALANTE. Signor Presidente, il tema sollevato dalla mozione è
stato ampiamente trattato nel merito da vari colleghi che mi hanno preceduto.
Ciò mi consente di affrontare l'argomento da un punto di vista particolare, partendo da un intervento, che vi è stato - l'unico se ho ben ascoltato - , a sostegno del ministro svolto da un collega di maggioranza, il quale ha accusato i presentatori della mozione di formulare un giudizio politico complessivo sull'attività del ministro Lunardi.
Non vedo cosa ci sia di scandaloso in questo. In effetti, la mozione di sfiducia, almeno per quanto riguarda la mia parte politica, nasce proprio da un giudizio politico complessivo negativo sull'attività del ministro Lunardi. La mozione di sfiducia, infatti, trae occasione da quei giorni e da quelle notti di tregenda, che, a fine gennaio, hanno segnato la vita di tanti nostri concittadini sulla Salerno-Reggio Calabria.
Ma il fatto in sé non va isolato; esso è un episodio rivelatore di fenomeni più ampi e di una gestione più ampia dei problemi dei trasporti, che è caratterizzata dalla fuga dalle responsabilità, che qui è stata ricordata in tanti interventi, ma che si accompagna anche ad una straordinaria arroganza da parte del ministro e dei suoi collaboratori, in particolare di coloro che dirigono enti come l'ANAS, che dal ministro stesso dipendono. Il tema, ricordato un attimo fa, della denuncia alla magistratura degli automobilisti, che sarebbero stati quindi assunti come i principali responsabili di quanto è capitato, fa il paio con l'espressione sgradevole fino all'offesa della «lamentite» - che abbiamo ricordato più volte - pronunciata dal ministro e che ha coinvolto l'insieme dei cittadini del nostro paese. Ma non si tratta di episodi e di temi isolati; quanto è capitato a fine gennaio va inquadrato in una discussione che da mesi, forse da anni - ma in questo momento a me interessa ricordare gli ultimi mesi - , si trascina e che ha caratteri, tutto sommato, esemplari.
Cito da un documento dell'ANAS del 19 ottobre 2004, in cui, con orgogliosa sicurezza, si afferma che ci stiamo trascinando - dice l'ANAS - dietro le responsabilità del passato. Ed è significativo anche questo elemento, il continuo confronto con il Governo di centrosinistra; i cinque anni del Governo di centrosinistra! Come se poi non fossero passati i quattro anni del Governo di centrodestra! Come se su questo il Governo e sul ministro Lunardi medesimo non dovessero assumersi l'insieme delle responsabilità! Si afferma nel documento: il vertice attuale dell'ANAS ha riorganizzato e potenziato la struttura dedicata alla Salerno-Reggio Calabria; i risultati sono sotto gli occhi di tutti: dal 2001 al 2004 sono stati realizzati 60 chilometri di nuova autostrada; questa estate gli utenti hanno potuto viaggiare sui 110 chilometri di autostrada ammodernata; questo sforzo non si sarebbe potuto realizzare senza l'impegno del Governo, e via vantando ed elencando...
Poi è successo quello che è successo. Su quei 110 chilometri, su quei 60 chilometri nuovi è capitato quel che è capitato a fine gennaio. Ciò nonostante, qualche giorno fa, Pozzi ha ricordato ancora una volta il vanto del ministro Lunardi, ne ha cantato le lodi, dicendo che la legge obiettivo, voluta dal ministro delle infrastrutture Lunardi, è il provvedimento cardine che ha consentito all'ANAS di predisporre il piano decennale della viabilità. In mezzo a queste due citazioni - torno a dire - c'è quanto è capitato a fine gennaio, ma sembra che questo fenomeno non si sia minimamente verificato.
Anzi, si insiste nel lodare il ministro ed il ministero dimenticando, invece, quanto accade nella vita dei cittadini di questo nostro paese. È sulla base di tale dato che si fonda il giudizio complessivo, per l'appunto negativo, espresso dal mio gruppo; riteniamo il ministro inadeguato. La sua gestione dei trasporti è palesemente fallimentare; non ci riferiamo, quindi, esclusivamente all'evento che ha occasionato la presentazione della mozione di sfiducia. Piuttosto, alludiamo alla politica generale dei trasporti perseguita del ministero, dalla mobilità urbana al trasporto aereo, dal trasporto su gomma a quello su rotaia.
In tutti questi campi, scontiamo una prolungata assenza di un'effettiva politica dei trasporti e delle strutture di sostegno; tale è il giudizio che formuliamo, ben sapendo che la crescita del paese è legata anche alla modernizzazione delle strutture per la mobilità a livello sia nazionale sia internazionale e deve tradursi in incisivi progetti strategici che, viceversa, mancano. Mancano, nel loro insieme, progetti strategici che, anziché solamente elencati, ricevano invece un volume di risorse effettivamente disponibili e attivabili in funzione di volano per l'avvio delle opere. Viceversa, e in ciò risiede la responsabilità del Governo e del ministro, con le ultime leggi finanziarie si sono drasticamente tagliate le risorse, in particolare per il trasporto su rotaia e per gli interventi di sicurezza, nonché quelle destinate alle regioni per il trasporto ferroviario locale e regionale.
È su tale aspetto che ritengo stia emergendo non tanto la sfiducia del Parlamento quanto quella dei cittadini, in ogni parte del paese, nei riguardi del ministro e della sua politica. Si sono infatti avute in queste ultime settimane, quasi ovunque, in tutte le regioni del nostro paese, manifestazioni di protesta con caratteristiche anche clamorose, giunte sino all'occupazione dei binario o allo sciopero del biglietto.
Si interroghi il ministro su quali siano le responsabilità per tali comportamenti da parte di utenti che sono sempre più esasperati; si tratta di manifestazioni che, peraltro, avvengono in regioni aventi diversissimo governo locale, dal Piemonte al Veneto, dalla Lombardia all'Emilia Romagna, dalla Liguria alla Toscana, dal Lazio alla Campania, dalla Puglia alla Sicilia: in tutto il paese! E non si obietti che le responsabilità, in tal caso, risiederebbe in capo ai governi regionali; è ben vero ma è, altresì, ben vero che, trattandosi ormai di un fenomeno che segna l'insieme delle nostre regioni, il tema relativo mette nuovamente capo alla responsabilità generale, e quindi a quella del ministro.
PRESIDENTE. Onorevole Galante...
SEVERINO GALANTE. Concludo, signor Presidente con una notazione finale, se me lo consente; dalle reazioni intervenute in questi ultimi tempi, è evidente come il ministro non sopporti le critiche e non sia in grado di giustificare i tagli agli investimenti nel nostro paese, in particolare quelli al sistema ferroviario. Non pare preoccuparsi, inoltre, del futuro del sistema dei trasporti nel nostro paese e, soprattutto, non è in grado di proporre una credibile politica dei trasporti. Tale è il giudizio formulato, in particolare, dai sindacati di categoria; un giudizio che ritengo possa essere sottolineato e sottoscritto.
Sulla base di tale giudizio, ribadiamo la nostra richiesta di dimissioni del ministro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Comunisti italiani).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
FRANCESCO GIORDANO. Signor ministro, sussistono molteplici ragioni di differenziazione tra le opposizioni e le politiche del suo ministero; si tratta di ragioni che fanno parte della dialettica politica. Non è a queste che voglio riferirmi.
D'altronde, esistono ragioni di contrasto tra noi e l'attuale Governo molto maggiori. Tali ragioni di contrasto si depositano nel corpo dolente della società italiana, nelle sue ingiustizie, nelle disparità sociali, nel malessere crescente e diffuso, nel deficit democratico e nel declino del nostro apparato produttivo, e possono essere rintracciate anche nelle vostre politiche di guerra.
La critica radicale a voi ed a questo Governo è alimentata quotidianamente da una battaglia sociale e politica, condotta fuori e dentro questa aula, ma non è per questo motivo che le chiediamo di dimettersi. Su tali politiche, infatti, deciderà presto il paese, e sarà sempre il paese a decidere se sfiduciarvi complessivamente.
La nostra sfiducia nei suoi confronti, signor ministro, è tuttavia motivata da una vicenda specifica e concreta. Si tratta, infatti, di ragioni di contrasto non di
ordine generale, ma ben determinate, che mi appaiono avere dell'incredibile e che non ritengo degne di un paese civile. Vorrei infatti ricordarle, signor ministro, che per tre giorni di seguito, il 26, il 27 e il 28 di gennaio, numerosi automobilisti e cittadini sono rimasti bloccati sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria senza tutele, senza assistenza e senza soccorsi per pure avversità atmosferiche (sono loro stessi a lamentarsi di ciò).
Tali cittadini, vittime della vostra inefficienza ed insipienza, signor ministro, sono stati da lei definiti - cito testualmente - «affetti da lamentite». Un suo collega, ministro Lunardi, dimostrando stile e responsabilità istituzionale (mi riferisco all'onorevole Follini, Vicepresidente del Consiglio) ha chiesto agli italiani scusa per la vicenda; lei, invece, ha affermato che quelle vittime sono «affette da lamentite» acuta!
Tale definizione, tuttavia, non è stato il suo unico atto di arroganza. Mi permetta di essere schietto, signor ministro: infatti, dal nostro punto di vista, si è verificato anche un indecoroso «scarico di responsabilità». Signor ministro, le chiedo, allora, se quelli cui abbiamo assistito sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria dal 26 al 28 gennaio siano stati eventi imprevedibili. È così imprevedibile una nevicata, signor ministro? Sto parlando non di una tromba d'aria, di un uragano o di uno tsunami, ma di una nevicata! Questi «eventi imprevedibili» hanno bloccato delle persone per tre giorni, senza soccorso, né assistenza!
Vorrei evidenziare che il Dipartimento della protezione civile, sin dal 23 gennaio - dunque, ben tre giorni prima, signor ministro -, aveva allertato, tra gli altri soggetti, anche il suo ministero. Si è trattato ancora di eventi imprevedibili, nonostante fosse stato avvertito tre giorni prima, signor ministro? Vorrei ricordare che, un anno fa, sulla rete autostradale si erano manifestati la stessa incuria e lo stesso grado di inefficienza nel prestare i soccorsi. Gli episodi accaduti un anno fa furono definiti una vera e propria lezione per il futuro, ma lei continua ancora a parlare di «eventi imprevedibili»!
Vorrei altresì ricordarle, signor ministro, che sempre l'anno scorso, anche a seguito di tali gravi disfunzioni, la Camera dei deputati approvò una risoluzione, in sede di Commissioni riunite VIII e IX, che impegnava il Governo a costituire un centro di coordinamento nazionale in materia di viabilità, soprattutto con la funzione di prevenire tali eventi. Che cosa ha fatto lei, signor ministro, da quando è stata votata tale risoluzione? Ci riferisca che grado di coordinamento ha prodotto nel corso di quest'anno!
È colpa dell'ANAS, signor ministro, come è stato affermato dal suo ministero? Ma il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti non è soggetto vigilante di tale azienda, concessionaria dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria?
Siete recidivi; ed è grave che quest'incuria e quest'inefficienza avviene, ancora una volta, ai danni di un'area in particolar modo, ossia del Mezzogiorno.
FRANCESCO GIORDANO. Se posso permettermi una battuta, in una discussione che dovrebbe essere molto più seria, vorrei comunicarle, signor ministro, che in questo momento sta nevicando: non vorrei che qualcuno non l'avesse allertata e che lei non fosse in condizione di capire che ci troviamo esattamente nelle stesse condizioni di prima. Sta nevicando, signor ministro e questa volta non si può più confidare nel sindaco Pittella, di Lauria, che va a portare i pasti caldi agli automobilisti bloccati sull'autostrada, molto prima di voi, con i vostri soccorsi.
Noi - da tempo - abbiamo chiesto, con grande forza, un deciso intervento in questa materia, e lo abbiamo fatto assieme a tutte le opposizioni, ma è del tutto evidente, signor ministro, che vi sono problemi molto grandi nel suo ministero, che si aggiungono all'episodio di cui abbiamo
parlato e per il quale chiediamo la sfiducia. Gravissimi incidenti si sono prodotti del settore ferroviario, da ultimo la tragedia di Crevalcore, e nel settore aereo (ricordo l'incidente di Linate). Tali incidenti richiederebbero interventi urgenti in materia di sicurezza. Tutti i sindacati chiedono interventi urgenti in materia di sicurezza. Voi cosa avete fatto? Avete tagliato risorse; non rispettate gli accordi di programma che stipulate con le regioni. Su questa materia delicata, dunque, voi siete totalmente inaffidabili ed inefficienti.
Signor ministro, noi siamo da sempre contrari all'alta velocità...
ALFREDO BIONDI. Infatti, andiamo piano!
FRANCESCO GIORDANO. ... vorrei chiederle, se non la turba minimamente la circostanza che nella tratta Torino-Lione vi è una parte di lavori che interessa un'impresa della sua famiglia, nella parte francese... Non rispettate gli accordi di programma; non avete avuto un'adeguata capacità di intervento; vi sono un'insipienza ed un'irresponsabilità molto gravi; e, da come trattate i cittadini, un'arroganza francamente fuori luogo. In questa sede, voglio pubblicamente dire all'onorevole Follini, che, in questo caso, ha dimostrato stile istituzionale e capacità di rispondere ad un'evidente tragedia, quale quella che si è verificata sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria.
La questione che stiamo ponendo oggi riguarderebbe, paradossalmente, un ministro di qualsiasi governo; riguarda la sensibilità democratica che avrebbe dovuto indurre lei, signor ministro, a rassegnare le dimissioni e non le opposizioni a presentare una mozione di sfiducia nei suoi confronti, che chiede di rimuoverla dal suo posto a cui - come è del tutto evidente - non è per nulla adatto (Applausi dei deputati dei gruppo di Rifondazione comunista e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Iannuzzi. Ne ha facoltà.
TINO IANNUZZI. Signor Presidente, signor ministro, ci stiamo confrontando, in quest'aula, su un accadimento ben preciso, su una vicenda sconcertante ed incompatibile con un paese veramente moderno, efficiente ed europeo. Si tratta della vicenda che, tra il 26 ed il 28 gennaio scorsi, su diversi tratti dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, ha visto imprigionati, per decine di ore, centinaia e centinaia di veicoli, paralizzata la circolazione autostradale, bloccate le attività economiche e produttive, con un disagio immenso per molte famiglie, molti automobilisti, molti cittadini. Questa è la vicenda specifica su cui ci stiamo confrontando e riguardo alla quale abbiamo presentato la mozione di sfiducia, che investe non la sua persona, ma il suo operato politico quale responsabile, nell'ambito dell'esecutivo, della politica delle infrastrutture.
Naturalmente, questa mozione si lega anche e soprattutto ad una valutazione complessiva e a 360 gradi, ad un confronto franco e a tutto campo sullo stato della politica delle infrastrutture del nostro paese, sull'operato del Governo e del dicastero da lei guidato, quando ormai si avvicina la scadenza del quarto anno di questa legislatura.
In relazione alla vicenda dello scorso gennaio, sicuramente vi sono due dati incontestabili. Da un lato, la difficoltà enorme, pesantissima e grave creata a tanti automobilisti, a tanti cittadini ed a tante famiglie, rimasti bloccati e paralizzati per ore ed ore, senza concreti aiuti e senza la possibilità di riprendere la normale circolazione. Al riguardo, rivolgiamo un ringraziamento, vero e sentito, a tutti gli uomini delle forze dell'ordine, dell'ANAS, della protezione civile, ai volontari, ai sindaci e agli amministratori locali che hanno dovuto fronteggiare, spesso in una condizione di preoccupante e grave solitudine, una situazione assolutamente grave e, per tanti versi, abnorme ed eccezionale.
Nonostante il prodigarsi di tutte queste persone, il disagio alla comunità, alla circolazione stradale, al sistema delle comunicazioni complessive del paese, per l'alta
valenza strategica dei percorsi assicurati dalla Salerno-Reggio Calabria, è stato enorme.
Dall'altro lato, vi è un ulteriore dato oggettivo: una complessiva difficoltà e, anzi, l'incapacità della macchina degli interventi delle pubbliche amministrazioni statali complessivamente intese ad assicurare risposte celeri ed efficaci, capaci di eliminare, di attutire, di ridurre e contenere tutti pregiudizi e tutti i disagi che si sono creati. È, quindi, evidente che tutta la macchina pubblica complessivamente intesa, volta ad organizzare misure preventive e adeguate per evitare questa situazione, non ha funzionato.
Oggi, rispetto a questi due dati oggettivi, vi è soltanto un altro dato: il ministero afferma che non ha responsabilità. Tutti i soggetti pubblici competenti nella materia hanno sostenuto di non avere responsabilità. Di fronte alle tante difficoltà, ai tanti disagi, ai tanti pregiudizi che sono derivati, l'unico dato che il Governo fornisce è che esso non è responsabile e che non vi è responsabile.
In proposito, vorremmo anche ricordare velocemente alcuni dati. Ricordiamo come le previsioni meteorologiche comunicate dal capo del Dipartimento della protezione civile Bertolaso fossero assolutamente negative e sfavorevoli; lo stesso ha affermato in Commissione lavori pubblici di aver reso queste previsioni tre giorni prima che la precipitazione nevosa e il maltempo diventassero sempre più gravi.
Abbiamo anche la consapevolezza che, proprio in relazione ad un episodio, in qualche misura analogo, verificatosi nel febbraio 2004 lungo il tratto appenninico tra Firenze e Bologna dell'A1, vi era stata un'assunzione unitaria e seria di responsabilità delle Commissioni riunite trasporti e lavori pubblici della Camera, proprio per addivenire alla creazione di un centro di coordinamento politico di alto profilo presso il Ministero dell'interno, volto ad assicurare un efficace raccordo ed un efficace coordinamento in occasione di eventi di questo tipo tra tutte le strutture operative presenti sul territorio, dall'ANAS alle ferrovie, dalla polizia stradale ai carabinieri, ai vigili del fuoco, alle regioni e agli enti locali.
Ebbene, sappiamo che la risoluzione approvata il 13 luglio 2004, non è stata attuata rapidamente e tempestivamente per varie ragioni, che si possono ascrivere a motivazioni diverse: ritardi, inerzie, scontri, contrasti e disattenzioni nel dialogo istituzionale tra il Ministero dell'interno e quello delle infrastrutture e dei trasporti. Ma, sicuramente, rimane il dato di un atto parlamentare, che responsabilmente si poneva l'esigenza di accrescere la capacità di intervento dello Stato e che è rimasto senza alcun seguito.
Naturalmente, questa è anche la conseguenza di una scelta adottata negli ultimi anni, dal 2001 in poi. Vi è un dato di fondo: nonostante le tante promesse, i tanti proclami e i tanti messaggi ad effetto, assumendo come riferimento dati forniti da osservatori e da fonti autorevoli e imparziali, come l'associazione nazionale costruttori edili, soltanto nel raffronto tra il 2005 e il 2003 vi è una riduzione complessiva in termini reali dei fondi e dei finanziamenti per le infrastrutture che supera il 20 per cento in due anni.
Ma vi è di più: nello sforzo di concentrare le poche, pochissime risorse disponibili che il Governo ha in concreto rastrellato per le infrastrutture, vi è stata una progressiva contrazione dei finanziamenti assicurati all'amministrazione ordinaria complessiva dei lavori pubblici, quella che deve assicurare anche un sistema di misure preventive, di interventi efficienti e di azioni adeguate e tempestive per garantire la sicurezza piena delle nostre infrastrutture e la loro compiuta fruizione in tutte le vicende, anche in quelle, come l'ondata di maltempo che si è registrata con tanta forza nel gennaio 2005, che escono dalla ordinarietà.
Ammodernare il sistema infrastrutturale del paese, infatti, significa non soltanto costruire nuove opere pubbliche o potenziare quelle esistenti con i miglioramenti ritenuti necessari, ma significa anche investire in concreto ed adeguatamente
per assicurare sicurezza completa delle infrastrutture e loro piena e completa utilizzazione.
Allora, questo dibattito costituisce anche e soprattutto l'occasione per un bilancio a tutto campo della politica seguita nel settore delle infrastrutture. Il nostro atteggiamento in questi anni è stato scevro da preconcetti e il più possibile fondato sull'attenzione agli interessi del paese. Abbiamo sostenuto, sosteniamo e sosterremo che l'ammodernamento infrastrutturale è e deve rimanere questione centrale nella priorità delle agende del Governo e del Parlamento. Abbiamo anche seguito con attenzione - lo abbiamo detto dal primo momento come gruppo della Margherita - alcune innovazioni procedurali come quelle del general contractor o dei maxi lotto per la Salerno-Reggio Calabria.
Tuttavia, abbiamo chiarito sin dal primo momento la nostra posizione, assumendoci per intero la nostra responsabilità, a differenza di quello che ha fatto e continua a fare il Governo, perché abbiamo detto che un piano di opere pubbliche effettivo per ammodernare il paese deve necessariamente essere correlato e commisurato ai finanziamenti effettivamente disponibili. Abbiamo detto che i progetti in cantiere possono camminare bene e rapidamente solo se si accresce la capacità organizzativa della pubblica amministrazione dei lavori pubblici, la sua forza e la sua efficacia di intervento, per sciogliere i nodi e gli ostacoli che contrassegnano gli iter delle opere pubbliche. Abbiamo anche detto che, quando la coperta delle risorse finanziarie che il Governo pone a disposizione del comparto delle opere pubbliche è corta, anzi, com'è accaduto in questi quattro anni, è cortissima, maggiormente bisogna avere il coraggio di indicare una griglia ristretta e ristrettissima di vere ed effettive priorità.
Quando, invece, per accontentare tutti e nessuno si vuole estendere il quadro delle priorità su un campo smisurato di opere, la risposta è che nuove opere non si realizzano e quelle in corso procedono con una fatica enorme e con un disagio che cresce e appesantisce sia l'attività economica e produttiva del paese, sia, soprattutto, la vita quotidiana dei cittadini.
Abbiamo anche sottolineato questi aspetti in relazione all'arteria autostradale sulla quale è accaduta la vicenda così grave, così brutta, per un paese davvero moderno quale quella dello scorso gennaio: l'autostrada Salerno-Reggio Calabria. Abbiamo svolto un'attività di controllo e di monitoraggio costante e scrupolosa per vigilare sull'operato del Governo come è dovere di una forza responsabile di opposizione, ma anche per indicare le misure da adottare e per assumere tutte le responsabilità politiche.
È vero: ci sono stati sette maxi lotto, ma, signor ministro, vogliamo dire con chiarezza che di questi sette maxi lotto attualmente i lavori sono in corso soltanto sul primo e, dopo sedici mesi dalla consegna dei cantieri, la contabilizzazione delle opere eseguite raggiunge appena il 10 per cento? Vogliamo dire che sugli altri sei maxi lotto i lavori non sono in corso e che, quindi, non sono mai iniziati su circa 240 chilometri dei 440 complessivi di autostrada? Vogliamo dire che per il quinto e il sesto maxi lotto calabrese siamo in fase di aggiudica provvisoria, dopo mesi e mesi dall'apertura delle procedure, ovvero che il cantiere, pur aggiudicata la gara, non è stato mai aperto? Vogliamo dire che continuano a mancare più di tre miliardi di euro per finanziare l'intero progetto?
Vogliamo anche dire, signor ministro, che vi è stata tutta una politica degli annunci ad effetto? Come non ricordare, ad esempio, le delibere del CIPE del 27 maggio e del 27 settembre 2004 che indicano l'erogazione di finanziamenti per maxi lotti della Salerno-Reggio Calabria e che impiegano mesi e mesi per essere redatte, registrate dalla Corte dei conti, essere pubblicate e diventare finalmente operative?
Signor ministro, rispetto a tali dati ed al di là di tutti i giudizi trionfalistici, procedendo con questo ritmo dei lavori, con queste difficoltà dell'amministrazione, con questa carenza di fondi disponibili, la scadenza del 2008 per completare quell'arteria e quell'autostrada non sarà, purtroppo,
rispettata. Noi non vogliamo questo e per tale motivo chiediamo al Governo l'assunzione di una responsabilità politica precisa e diversa che faccia i conti fino in fondo con la realtà. Mi riferisco alla realtà vera, non quella che viene evocata nei proclami ad effetto e nei programmi che miracolisticamente si dovrebbero realizzare. La realtà vera è quella dei fondi che non ci sono, è quella emersa nelle ultime settimane e che ci conduce a formulare un giudizio negativo sull'operato del Governo, sull'operato del ministro delle infrastrutture.
Siamo di fronte alla drammatica emergenza delle polveri sottili e le grandi e medie città sono alle prese con il drammatico problema dello smog. Tutto ciò è accaduto anche per una ragione precisa: la crisi del trasporto pubblico locale, il taglio dei finanziamenti realizzato con le ultime leggi finanziarie. Da tale punto di vista chiediamo ed attendiamo in quest'aula oggi una svolta, un impegno preciso, concreto, tangibile e quantitativamente certo per rilanciare finalmente il settore del trasporto pubblico locale.
Del resto, è ben triste che nel giorno in cui entra in vigore il Protocollo di Kyoto - anche questa Assemblea stamattina unitariamente ha votato una mozione ed una risoluzione in tal senso - dobbiamo invece confrontarci sulla totale e drammatica carenza di fondi, di attenzioni e di politiche del Governo in questo campo.
Come non ricordare quanto accaduto nel trasporto ferroviario nelle ultime settimane? Mi riferisco alla tragedia verificatasi lungo la tratta Verona-Bologna, alle proteste ripetute dei viaggiatori pendolari in diverse zone del paese, a conferma anche che tutto il settore delle opere ordinarie, dal trasporto stradale al trasporto ferroviario, è stato drammaticamente abbandonato in questi anni. Gli enti locali hanno visto tagliare pesantemente le loro risorse e hanno dovuto ridurre drasticamente i progetti da appaltare ed i cantieri da poter aprire per opere di grande rilevanza, pur se considerate «straordinarie».
Come non porci il problema che si è verificato nel gennaio scorso sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria ad appena 11 mesi di distanza dal problema analogo verificatosi, anche in quel caso con tanti disagi, sul tratto appenninico dell'autostrada A1? Sono tutti diversi risvolti, diversi profili che ci portano a delineare un consuntivo assolutamente negativo e fallimentare. Nelle tante enunciazioni, nei tanti slogan che il Governo in campagna elettorale e in questi quattro anni ha cercato di trasmettere in quest'aula e nel paese, l'ammodernamento infrastrutturale è stato più volte indicato come una realtà che si stava avvicinando. Invece, non si sono viste in concreto nuovi grandi opere concluse e le stesse opere in corso procedono con enorme lentezza e con tanta fatica.
Ecco perché in quest'aula vogliamo chiedere al Governo una riflessione seria e rigorosa, signor ministro, non giudizi superficiali, non toni arroganti, non atteggiamenti mortificanti per gli italiani, in particolare per i meridionali. Abbiamo apprezzato le parole e lo stile del Vicepresidente Follini che chiese scusa in quell'occasione a tutti gli italiani rimasti in tale difficoltà. Lei ha evocato ipotesi di malattie che affliggerebbero una parte di quei cittadini italiani e non si è minimamente posto il problema di affrontare in chiave problematica la riflessione su una vicenda che ha creato tanto disagio, tanta difficoltà e tanta preoccupazione motivata ed accorata nel paese. Tanto meno, ha collegato tali diversi aspetti che, come tasselli di un mosaico, stanno ad indicare come il divario tra i programmi messi in campo e le realizzazioni poste in essere sia enorme e drammatico.
Questa, signor ministro, è la nostra posizione. È una posizione che non guarda a chi pensa che, per ammodernare i sistemi infrastrutturali di un paese, basta disegnarlo con colpi di pennarello sulla cartina dello stivale in un salotto buono televisivo, ma che invece deve fare i conti, giorno per giorno, con i problemi veri della comunità, con gli interessi degli italiani.
Sappiamo che nel campo delle infrastrutture occorre fare i conti con due grandi nodi: le risorse effettivamente disponibili, la capacità organizzativa e l'efficienza della pubblica amministrazione nel portare avanti i piani di ammodernamento infrastrutturale.
Su entrambi i terreni, con riferimento ad entrambi i pilastri, che soli possono reggere la politica di ammodernamento infrastrutturale del paese, la risposta è totalmente negativa. Le risorse sono fortemente diminuite. La capacità di intervento della pubblica amministrazione, come testimoniato da quest'ultima vicenda, non si è affatto accresciuta; anzi, è ancor di più rarefatta e diminuita. Questo è il senso di una nostra posizione, che noi indichiamo con grande responsabilità, con grande determinazione e con grande passione civile in quest'aula e al paese. Siamo convinti che il nostro paese abbia bisogno di una grande politica di ammodernamento infrastrutturale, che faccia i conti effettivamente con la realtà, incrementando le risorse ed avendo una visione complessiva, in cui i temi della sicurezza della circolazione e della sicurezza complessiva del nostro sistema infrastrutturale, i temi della capacità d'intervento dell'amministrazione per lenire ed attenuare i disagi e le difficoltà dei cittadini, siano effettivamente tenuti in debito conto e siano portati avanti con politiche chiare e precise, che soprattutto siano visibili agli occhi e alla quotidianità dei cittadini.
Da questo punto di vista, abbiamo avuto l'indicazione da parte sua, signor ministro, dell'assenza di qualsiasi responsabilità, del suo ministero e del Governo, rispetto a quello che per noi è un drammatico bilancio negativo nel campo delle infrastrutture. Il paese e i cittadini hanno sicuramente un giudizio diverso. Noi ci rivolgiamo, con tutta la nostra responsabilità, a questo paese e ai cittadini, indicando che per andare avanti e per evitare episodi del genere occorre anche un ben diversa responsabilità politica e governativa (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Romani. Ne ha facoltà.
PAOLO ROMANI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la mozione che oggi discutiamo fa riferimento alla difficile situazione che si è verificata per gli automobilisti nelle giornate del 26, 27 e 28 gennaio scorsi sull'autostrada Salerno Reggio Calabria, a seguito delle intense nevicate e del forte maltempo, richiamando un presunto atteggiamento di incuria da parte del ministro nella direzione del coordinamento in tale situazione, un ritardo nella programmazione dei lavori della Salerno-Reggio Calabria ed un fallimento nelle politiche per i trasporti e le infrastrutture. Di fronte a tali affermazioni, del tutto retoriche ed assolutamente prive di fondamento concreto, è necessario fare in questa sede un po' di chiarezza, basandoci su dati, numeri ed elementi certi, e non su semplici parole.
Prima di tutto, come evidenziato con chiarezza dal ministro Lunardi nel corso dell'audizione svoltasi subito dopo il verificarsi di tali eventi presso le Commissioni riunite VIII e IX della Camera, si è intervenuti prontamente, con la collaborazione e l'assoluto impegno di tutti i soggetti competenti, per evitare involuzioni ancora più negative rispetto al poderoso fenomeno meteorologico che si era manifestato. I sindaci di alcuni comuni della zona hanno ricordato che negli ultimi cinquant'anni mai si era manifestata una tale entità nevosa. La direzione generale dell'ANAS, nel rispetto di una apposita direttiva impartita dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, ha infatti immediatamente allertato tutti i compartimenti regionali interessati. Tali compartimenti hanno attivato i relativi piani neve, mentre funzionari e dirigenti ANAS hanno partecipato ai tavoli provinciali di emergenza, convocati dai prefetti delle province interessate dagli eventi.
Nelle 12 regioni maggiormente investite dall'ondata di maltempo sono intervenuti complessivamente 1095 uomini dell'ANAS e 570 mezzi operativi, non solo sulla rete stradale ed autostradale dell'ANAS, ma
anche sulle strade non di competenza dell'ANAS stessa. La comunicazione relativa all'obbligo di catene a bordo nei tratti interessati è stata veicolata attraverso i vari notiziari e sono state previste precise forme di preavviso all'utenza. Ogni comunicazione, compreso l'obbligo delle catene a bordo, è stata diffusa all'utenza tramite i pannelli a messaggio variabile. Sono seguiti interventi costanti, per lo spargimento del sale e per la progressiva chiusura dei tratti nelle zone maggiormente colpite dalle nevicate.
Di certo, il problema più evidente è stato quello dell'elevato numero di mezzi pesanti che, nonostante le chiare previsioni del codice della strada in proposito, hanno contravvenuto all'obbligo di uso delle catene in caso di neve.
Anche con riferimento all'attuazione della risoluzione n. 8-00094, relativa all'istituzione di un centro di coordinamento nazionale per le situazioni di crisi in materia di viabilità, approvata dalle Commissioni riunite VIII e IX il 13 luglio 2004 e richiamata nella mozione, il ministero ha precisato che, finalmente, è stata ratificata con apposita delibera, prevedendo l'istituzione di tale centro che potrà sicuramente facilitare gli interventi di urgenza per il futuro.
Al tempo stesso, il ministro ha evidenziato che, per rafforzare le misure da assumere in futuro, ci si sta muovendo lungo tre direzioni distinte, ma contestuali: un intervento ancora più incisivo a livello europeo per la definizione di norme che impongano la dotazione a bordo delle catene, il potenziamento degli interventi in favore delle autostrade del mare, su cui il Governo punta in special modo, canalizzandovi, in particolare, il traffico dei TIR, di fronte a previsioni di intensa neve e la definizione di soluzioni, d'intesa con l'ANAS, per un ulteriore contenimento dei tempi di realizzazione delle opere lungo l'intero asse stradale Salerno-Reggio Calabria.
Sui lavori relativi alla tratta Salerno-Reggio Calabria, va, infatti, in primo luogo, ribadito che i forti disagi subiti dall'utenza erano legati all'assurda logica di realizzare l'ammodernamento dell'asse autostradale in questione attraverso lotti parziali, segmenti che producevano solo illusoria positività e, soprattutto, non generavano mai una continuità funzionale dei flussi di traffico, ma solo pericolosi intasamenti e non davano alcuna certezza sul completamento dell'intero asse.
Solo con l'inserimento della realizzazione completa in tempi certi della tratta fra gli obiettivi portanti del primo programma delle infrastrutture strategiche approvato dal CIPE il 21 dicembre 2001, in attuazione della legge obiettivo, si è riusciti a garantire subito adeguate e progressive risorse con il risultato, ad oggi, di aver approvato, appaltato e consegnato i lavori per tre maxi lotti per un importo pari a 2,3 miliardi di euro.
Oggi, il sistema messo in moto dalla legge obiettivo rappresenta una realtà concreta, un complesso meccanismo che interviene non solo sulla normativa che attiene alle procedure di autorizzazione, aggiudicazione e realizzazione delle opere, ma che riforma i processi programmatori e semplifica il quadro che governa l'assegnazione delle risorse e l'erogazione delle stesse, in base allo stato di avanzamento delle opere.
Infine, viste le premesse della mozione al nostro esame, mi sia consentito in questa sede un richiamo al lavoro svolto in questi quasi quattro anni dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e dal Parlamento su tutti i temi che riguardano la sicurezza nel settore dei trasporti. Mi riferisco, in particolare, alla riforma del codice della strada, ai positivi risultati ottenuti con l'introduzione dell'istituto della patente a punti, agli interventi relativi al settore del trasporto aereo dove, sulla base di un ampio lavoro istruttorio e di approfondimento svolto dalla IX Commissione dopo il tragico evento di Linate, è stato definito uno schema di decreto legislativo, attualmente all'esame parlamentare, di riforma, modifica e aggiornamento dell'intera parte aeronautica del codice della navigazione.
Nello stesso tempo, le Commissioni VIII e IX sono da tempo impegnate nell'esame
delle proposte di legge volte ad individuare interventi efficaci per il rafforzamento delle misure per la sicurezza stradale, anche per quanto riguarda forme più efficaci di comunicazione via radio agli utenti, di fronte al verificarsi di eventi meteorologici avversi (è un problema che è emerso in tale occasione).
L'Italia, infatti, a causa della sua conformazione orografica, delle condizioni climatiche del territorio e della vetustà delle sue strutture, è caratterizzata da zone ad elevato rischio meteorologico, sismico e calamitoso in generale, il che comporta che, anche di fronte a situazioni meteorologiche che non rivestono carattere di eccezionalità, si possano verificare conseguenze negative e disagi per gli utenti. Si tratta, quindi, di interventi che richiedono un lavoro attento, costante e determinato.
Come ho cercato brevemente di illustrare, molto è stato fatto e si sta facendo in un rapporto costante fra Governo e Parlamento, per garantire risposte certe ed efficaci di fronte ad eventi eccezionali come quelli in discussione e, più in generale, per una politica seria e concreta di miglioramento della sicurezza nel settore dei trasporti e di programmazione efficace per la realizzazione degli interventi infrastrutturali di cui il nostro paese ha quanto mai bisogno.
Si tratta quindi di un lavoro complesso e difficile che è stato realizzato in questi anni con tutto lo sforzo e l'impegno possibile nell'interesse degli utenti e del paese.
Lungo tale direzione si è mosso il lavoro del ministro Lunardi e dell'intera struttura del dicastero delle infrastrutture e dei trasporti e, per queste ragioni, esprimiamo un voto assolutamente e convintamente contrario sulla mozione di sfiducia presentata (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Oricchio. Ne ha facoltà.
ANTONIO ORICCHIO. Signor Presidente, intendo svolgere alcune brevi considerazioni sia in qualità di parlamentare campano, dunque direttamente interessato, per motivi territoriali, ai fenomeni che hanno dato luogo alla mozione di sfiducia, sia in quanto membro della componente dell'UDEUR, da sempre sensibile alle esigenze del Mezzogiorno.
Non ripeterò quanto affermato dai colleghi che mi hanno preceduto in ordine agli episodi relativi agli ultimi giorni del mese di gennaio: mi soffermerò invece su alcune ulteriori considerazioni che, a mio avviso, rafforzano la mancanza di coordinamento e di programmazione che ritengo sia sottesa a quanto accaduto.
Il problema della difficile percorribilità dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria non è nuovo. Io stesso, in un'interrogazione a risposta immediata del 26 novembre 2002, segnalai al ministro la necessità di provvedere anche ad un veloce completamento di un sistema viario tirrenico integrato e, dunque, ad un potenziamento dei collegamenti sull'asse stradale della strada statale 18, giacché quel tratto della A3 era, è e resterà di difficile percorribilità, specialmente nel periodo invernale. Tant'è vero che - com'è noto a quanti seguono la problematica dei trasporti - da tempo il traffico autotrasportato, specie nei periodi invernali, evita la A3, percorrendo, da Falerna verso nord, percorsi alternativi.
Tuttavia, l'aspetto più grave è che la problematica della Salerno-Reggio Calabria rischia di trasformarsi in una elusione dei veri problemi della viabilità del Mezzogiorno. Non a caso, un precedente ministro dei lavori pubblici, nei mesi scorsi, su il Corriere della Sera, affermò che il Mezzogiorno non ha bisogno solo di una corsia in più o di un'autostrada meglio rifinita, ma di un sistema integrato di reti viarie che, purtroppo, è mancato a causa di una deficienza complessiva dell'attività di Governo in tale settore.
Vorrei ricordare che, nel dicembre del 2001, il Governo siglò con la regione Campania il primo accordo di programma quadro, nel quale il presidente della regione Campania - più volte lodato dal ministro delle infrastrutture - lamentò
l'inadeguatezza dei provvedimenti relativi all'applicazione della legge obiettivo per il Mezzogiorno e per la Campania.
Se si leggono le pagine 126, 127 e 128 del DPEF del luglio scorso, che integra le previsioni della legge obiettivo, si potrà notare che la maggior parte dei finanziamenti per le opere sono destinati al nord e non al sud. Vi è, ad esempio, il finanziamento di alcune reti metropolitane, ma manca quello della rete metropolitana di Napoli.
Io stesso ho più volte sottolineato ai competenti organi ministeriali e a taluni collaboratori del ministro la necessità di realizzare una rete complementare all'autostrada Salerno-Reggio Calabria.
Mi pare che questi motivi - la mancanza di un'adeguata collaborazione nei confronti delle istanze provenienti da regioni, province e comunità montane; il mancato inserimento di opere integrative nella realizzazione dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria; una certa sufficienza che impedisce di raccogliere le istanze dei parlamentari, che non si limitano solo al voto in aula, ma sono portatori di interessi del proprio territorio, in questi caso con interventi atti a prevenire quanto accaduto a fine gennaio - rafforzino l'adesione del gruppo cui appartengo alla mozione di sfiducia.
La mozione è rivolta soprattutto all'andamento della politica del Governo riguardo alle promesse fatte sulle infrastrutture del sud; pertanto, non vorrei che la neve di fine gennaio e il blocco di quella arteria siano serviti a sciogliere anche le speranze che molti avevano riposto nel Governo, così presente al momento di votare le mozioni di sfiducia, ma così assente a raccogliere - come nel mio caso - segnalazioni e richieste. Anzi, tali istanze, ove accolte, probabilmente avrebbero evitato la catastroficità di quanto successo a fine gennaio. Per tali ragioni, preannuncio il voto favorevole della componente dei Popolari-UDEUR del gruppo Misto sulla mozione di sfiducia in oggetto.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Duca. Ne ha facoltà.
EUGENIO DUCA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, se fosse stato un interesse di parte delle forze di opposizione a guidarci, non avremmo dovuto presentare alcuna mozione di sfiducia nei confronti del ministro Lunardi. Pertanto, non esiste alcun interesse di parte nel caso anche voi della maggioranza votaste la sfiducia al ministro, anche se diversi vostri deputati si sono lamentati del meccanismo che li costringerà ad esprimere il proprio voto su questa mozione.
Per la nostra parte non è conveniente tale voto, perché sono tanti i guasti, i fallimenti e le inefficienze dimostrate nel corso di quattro anni dal suo ministero che noi abbiamo tutto l'interesse affinché lei resti fino al suo - e vostro - termine di mandato. Infatti, questo bilancio ci sarà utile per vincere meglio le prossime elezioni perché purtroppo il settore dei trasporti negli ultimi anni ha conosciuto un costante, graduale, ma inesorabile peggioramento in tutti i comparti dei trasporti e della logistica. Così è stato per il trasporto ferroviario, per quello stradale, per quello marittimo, per quello aereo. Tutti hanno sperimentato un forte peggioramento nel trasporto delle persone e delle merci, con pesanti ricadute sui cittadini, sui lavoratori del settore, sull'economia e sulla qualità della vita nelle città italiane.
Nelle ferrovie, pur di fare cassa, si sono tagliati ingenti finanziamenti per le infrastrutture già stanziati nel corso della precedente legislatura. Si è ridotto ulteriormente il numero dei ferrovieri, i programmi di nuovo materiale rotabile ed è peggiorato il servizio di trasporto pubblico: pendolari, ferrovieri e studenti che rappresentano i nove decimi delle trasporto ferroviario in Italia.
Signor ministro, occorre una ricerca storica per ritrovare nelle lotte promosse dai sindacati dei ferrovieri uno sciopero, quale quello proclamato l'11 febbraio 2005, proprio sulla sicurezza delle ferrovie indetto da tutte le organizzazioni sindacali dei lavoratori. Nella storia delle ferrovie italiane non esistono precedenti analoghi. Non si trovano precedenti neppure nelle
proteste dei pendolari della Lombardia, del Veneto, del Lazio, della Puglia e della Sicilia, che ormai ogni settimana interessano decine di migliaia di viaggiatori e sono provocate dai ritardi dei treni, dalle soppressioni dei convogli, dalla sporcizia delle vetture.
Signor ministro, lei non può ritenersi estraneo quando avviene uno dei più gravi incidenti nella storia delle ferrovie italiane quale quello di Crevalcore. Signor ministro, come già detto in Commissione, lei già vanta il triste primato della più grave tragedia dell'aviazione civile avvenuta a terra in un aeroporto italiano, come quella di Linate.
Inoltre, non può citare la riforma del codice della strada e l'introduzione della patente a punti perché sia lei che i suoi colleghi sapete che quella legge è stata approvata nel corso della scorsa legislatura dal precedente Governo e porta la paternità dell'onorevole Bersani, suo predecessore.
Semmai dovremmo dire che la delega è stata esercitata in ritardo rispetto a quanto previsto dalla legge. Non credo che le giovi affermare che il suo ministero e il Governo sono a posto perché è stata approvata la legge obiettivo. Le ricordo che il presidente e amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, ingegner Catania, ha dichiarato alla Commissione trasporti quanto segue: onorevoli deputati, sapete meglio di me che la legge obiettivo è una legge vuota, in quanto priva di risorse. Lo ha detto l'ingegner Catania, che è stato nominato non dal Governo dell'Unione sovietica, ma dal Governo italiano.
Dunque, si tratta di una legge vuota, che lascia vuoti e debiti, come sta avvenendo con ISPA, che costituisce un altro esempio di creatività, che il dottor Monorchio ha illustrato in Commissione: ISPA emette bond, vale a dire contrae prestiti di lungo periodo (di 20, 25 o 30 anni) di cui restituisce solo la quota interessi, ma non la quota capitale. È come se un cittadino che ha contratto un mutuo per l'acquisto di una casa pagasse gli interessi ma non il capitale, e dicesse alla banca: il capitale lo pagheranno i miei figli e i miei nipoti, io restituisco solo la quota interessi. Un genitore farebbe questo per i propri figli e per i propri nipoti? No, verrebbe considerato un padre degenere, un genitore inaffidabile. Eppure è quello che state facendo, con ISPA, con la legge obiettivo e con numerosi altri casi di creatività.
Vi è un enorme trasferimento di debito alle nuove generazioni: non si tratta di creatività, bensì, come si dice dalle nostre parti, di «buffi». Altro che miracolo economico e grandi opere! Le famiglie sono tornate, come 45 o 50 anni fa, a segnare i conti della spesa e anziché grandi opere lasciamo grandi debiti alle nuove generazioni.
Signor ministro, nelle stanze del suo ministero, a Porta Pia, sono tornati a circolare personaggi strani, portatori di strani affari. Vengono utilizzati strumenti, come la Quadrilatero Spa e la RAM, per i quali non voglio utilizzare la definizione dell'ex Presidente della Repubblica Cossiga.
Signor ministro, lo Stato e il suo ministero non si difendono più nelle cause promosse contro lo Stato stesso da parte di personaggi senza scrupoli. È il caso, ad esempio, del concessionario dei piani di ricostruzione postbellici, in cui il ministero e lo Stato sono latitanti e potrebbero essere chiamati all'esborso di somme ingenti in favore di chi ha ingannato, truffato e corrotto lo Stato, eminenti funzionari del ministero e del Consiglio di Stato ed i membri del consiglio dei lavori pubblici. Eppure il ministero non si difende e l'Avvocatura non interviene. La invito, qualora la mozione di sfiducia fosse respinta, a promuovere un accertamento al riguardo.
Un ministro che si occupa dei progetti dei tunnel e dei ponti, che fa annunci e che non si occupa dei trasporti e della logistica, non è adeguato. Sottopongo alla sua attenzione e a quella dei colleghi deputati l'esempio delle recenti leggi a sostegno al settore della cantieristica, vale a dire la legge n. 88 e la legge n. 51 del 2001. Nei quattro anni del suo Governo,
non è stata perseguita alcuna politica per il settore della cantieristica. Vi sono cantieri privati che, uno dopo l'altro, stanno chiudendo o fanno massiccio ricorso alla cassa integrazione, eppure non sono stati adottati neppure i provvedimenti consentiti dall'Unione europea. Per quanto ciò sia stato proposto più volte non soltanto da parte dell'opposizione, bensì dell'intero Parlamento, la risposta del Governo è sempre stata negativa.
Quanto ai porti, in questi quattro anni vi è stato un solo finanziamento, peraltro bloccato dalla legge finanziaria per il 2005. L'unica politica perseguita per quanto concerne la portualità è stata quella di ricorrere a commissariamenti ingiustificati e reiterati di numerose autorità portuali (Livorno, quasi due anni fa, Savona, Trieste, Ancona ed altre). L'autorità portuale di Livorno, dopo quasi due anni, è tuttora commissariata.
Il Parlamento ha approvato una legge per sottrarla ai ricatti dei suoi colleghi Matteoli, a Livorno, che vuole una cosa e non gliene va bene un'altra; Baldassarri ad Ancona, Brunetta a Trieste; il Parlamento le ha detto: vada avanti, signor ministro, è una sua competenza. Eppure, Livorno è ancora commissariata; e guardi che lei ha trovato nei porti un sistema funzionante, efficiente e pronto a competere per la sfida e per cogliere le opportunità della collocazione dell'Italia nel Mediterraneo! Eppure in questi quattro anni non si è fatta una politica portuale ma si è verificato soltanto un ricorso a commissariamenti, «commissariati» a loro volta da uomini del suo Governo.
Anche sul trasporto aereo, signor ministro, sono a rischio i finanziamenti stanziati dal precedente Governo, poiché non vengono più garantiti i pagamenti dei ratei dei mutui accesi per lavori già in corso in decine di aeroporti italiani, sia per gli investimenti che per i programmi di security aeroportuale; c'è persino un finanziamento della Banca europea per gli investimenti (BEI) di 150 milioni di euro per il quale non si pagano le rate degli interessi.
Infine, ma non certo per ordine di importanza, il suo ministero è stato ed è tuttora completamente assente sul tema del trasporto pubblico delle persone nelle città. Provi a citare, signor ministro, qualche provvedimento riguardante il trasporto delle persone nelle nostre città: non metropolitane, né trasporti a fune o a guida obbligata, non investimenti per l'ammodernamento del piano autobus e per i mezzi a basso inquinamento, non un intervento per il ripiano dei costi di trasporto pubblico urbano e interurbano, tanto che le imprese pubbliche e private di trasporto sono tutte in forte crisi.
Quando lei dice: «io non c'entro», e lo dice anche con «ingenuità», ammette le sue responsabilità e fa autocritica, nel senso che lei con la politica dei trasporti e della logistica non c'entra niente, proprio perché in questi quattro anni non se n'è mai occupato. Ma questo, signor ministro, non significa assenza di responsabilità politica.
Si racconta che, a seguito del crollo di una galleria, un magistrato, nel corso delle indagini, abbia svolto una serie di domande e interrogato gli ingegneri responsabili del ferro, della ghiaia, dell'asfalto e del cemento. L'ingegnere del ferro aveva risposto che, secondo lui, il ferro ha quantità e dimensioni previste dal progetto e che quindi non aveva responsabilità; anche l'ingegnere della ghiaia e dell'asfalto aveva certificato che quantità, qualità e caratteristiche erano quelle previste dal capitolato d'appalto e che quindi non aveva responsabilità; l'ingegnere del cemento aveva risposto: non chiedetelo a me, io non c'ero, il cemento non c'era e quindi non è sicuramente colpa mia se la galleria è crollata.
Vede, signor ministro, noi abbiamo assistito in questi quattro anni anche ad una gestione delle nomine degli enti e delle aziende fortemente innovativa rispetto agli altri precedenti, nel senso che abbiamo visto considerare queste aziende non come cose del paese, ma come cose del Governo, e quindi nominare personalità gradite ed espressione del Governo medesimo. Inoltre, non può essere che, quando avvengono
i fatti che i colleghi hanno ampiamente denunciato, di cui si è ampiamente letto sulla stampa e si è visto in televisione, si dica che non vi è una responsabilità e che il ministro è irresponsabile rispetto a tali vicende. Non è, quindi, corretto, non solo nei nostri confronti ma anche nei confronti dei cittadini, degli utenti, dei viaggiatori e dei lavoratori del settore, che lei si ritenga irresponsabile per tali vicende.
È per questi motivi, e cioè per l'interesse dell'Italia e degli italiani, che la Camera dei deputati dovrebbe votare a favore della mozione di sfiducia oggi al nostro esame (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare, a titolo personale, l'onorevole Molinari al quale ricordo che ha a disposizione quattro minuti di tempo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE MOLINARI. Signor Presidente, signor ministro, lei dovrebbe rassegnare le dimissioni non solo per la scandalosa gestione dell'emergenza neve sulla A3 Salerno-Reggio Calabria e per la sua sconcertante informativa in Commissione, ma per tanti altri motivi.
Mi viene da chiederle quante volte, da cittadino, abbia percorso la A3. Ebbene, se malauguratamente le fosse capitato, avrebbe parlato in maniera sicuramente diversa.
Eppure, lei continua a sostenere che bisogna pagare il pedaggio ed istituire i caselli, senza accorgersi che manca l'autostrada! Lei, signor ministro, sta utilizzando ancora le risorse stanziate dal centrosinistra per l'ammodernamento e per la realizzazione della terza corsia dell'A3. Da ministro, non ha fatto altro che allungare i tempi di realizzazione e spostare sempre più in là la conclusione dei lavori. Un anno fa, si è recato nei pressi di Sicignano per inaugurare un nuovo cantiere. Da allora, quel cantiere è segnalato solo dalla recinzione arancione, ma non vi sono un solo lavoratore, un mezzo meccanico, un prefabbricato che ne indichi l'operatività.
I suoi sottosegretari e viceministri, quando, ogni quindici giorni, vengono a rispondere in Commissione ai quesiti posti dalle nostre interrogazioni, ci informano di fallimenti di ditte, di appalti revocati da riassegnare, di una procedura, quella del general contractor, che di fatto non ha portato alcun beneficio nella riduzione dei tempi di realizzazione dei lavori di ammodernamento.
Lei, signor ministro, è un uomo dell'economia e sa quanto incide una rete infrastrutturale efficiente nella sfida della competitività, soprattutto in un paese che, per l'80 per cento, fa ancora viaggiare le sue merci su gomma.
Far girare in tutto il mondo le immagini di un'arteria bloccata per neve, con centinaia di automobilisti e camionisti sequestrati dal «generale» inverno per tre giorni e quattro notti, non è un bel biglietto da visita! E non ci venga a dire, signor ministro, che su quella strada, in quel tratto tra Lagonegro e Lauria, non nevica mai: siamo ad oltre 900 metri di altitudine e, come segnalano i cartelli dei viadotti, siamo ai piedi del massiccio del Pollino. Quindi, la neve deve essere messa in conto. Gli abitanti del luogo che percorrono la A3 sanno quali sono i rischi dell'inverno, del ghiaccio, del vento, della nebbia ed anche della neve. Considerare evento fuori dal normale una nevicata in quel tratto è frutto di superficialità e di sottovalutazione dell'allarme meteo che pure era stato lanciato tempestivamente.
Guardi, signor ministro, che i piani antineve degli enti locali della Basilicata, pur con qualche difficoltà, hanno funzionato: nessun automobilista è rimasto bloccato dalla neve sulla viabilità locale. La prefettura, che è stata punto di riferimento in quelle difficili giornate, potrà confermare quanto dico. Dal 1972, a seguito di una frana, quel tratto di autostrada è a percorribilità ad una sola carreggiata ed a doppio senso di marcia. Puntualmente, esso va in tilt in qualsiasi
periodo dell'anno, in occasione di qualsivoglia esodo pasquale o natalizio, weekend lungo o ponte festivo.
E poi, signor ministro, è davvero paradossale: ci chiede di pagare il pedaggio quando persino ricevere il segnale Isoradio è impossibile: in quale modo gli automobilisti potevano essere tempestivamente avvertiti dell'emergenza? Lo sa bene che Isoradio non è sintonizzabile lungo la A3, a partire da Salerno.
Signor ministro, non ha nemmeno sentito il bisogno di chiedere scusa ai bambini intrappolati dal maltempo, agli anziani, agli automobilisti, ai camionisti, agli italiani, come ha fatto, invece, il Vicepresidente Follini. Anzi, con arroganza e supponenza, ha accusato gli italiani di «lamentite»!
È per queste ragioni che abbiamo sottoscritto e presentato la mozione in esame. Lei potrà essere un buon ministro dei sogni, ma un buon ministro si giudica dai fatti, dai risultati che consegue.
Di una cosa siamo certi: quando perderà le elezioni, Berlusconi saprà con chi prendersela (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo)!
PRESIDENTE. È iscritto a parlare, a titolo personale, l'onorevole Lion, al quale ricordo che ha disposizione quattro minuti di tempo. Ne ha facoltà.
MARCO LION. Signor Presidente, la richiesta di dimissioni dell'ingegner Lunardi da ministro delle infrastrutture e dei trasporti ha ragioni profonde e non riguarda solo la scandalosa gestione della nevicata sulla Salerno-Reggio Calabria ed il conseguente «sequestro di persona» di centinaia di cittadini.
Signor ministro, il paese non ha bisogno di un irresponsabile al Governo che, all'inizio del suo mandato, dichiara che, per realizzare le opere pubbliche, bisogna convivere con la mafia.
Il paese non ha bisogno di un ministro che, come lei, giusto una settimana fa, a Trieste, dichiara che il problema del traffico e dello smog nelle nostre città è irrisolvibile e, anziché lavorare alla risoluzione di una questione che secondo l'Organizzazione mondiale della sanità è causa di migliaia di morti all'anno per malattie polmonari, dichiara di non avere la bacchetta magica.
Il paese non ha bisogno di un ministro che insulta gli italiani definendoli affetti da «lamentite».
Il paese non ha bisogno di un ministro che ha ridotto le misure di tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini con la valutazione di impatto ambientale semplificata prevista dalla legge obiettivo, tant'è che oggi il nostro paese è sottoposto a procedura di infrazione da parte dell'Unione europea.
Il paese non ha bisogno di un ministro che si inventa fantasiose, a voler essere gentili, e pericolose, dal punto di vista del diritto e dei rapporti tra le pubbliche amministrazioni, società, come la Quadrilatero Spa, che per realizzare opere da voi solo annunciate, ma mai finanziate, intende far mercimonio del territorio, espropriando delle loro prerogative i comuni, le province e le regioni Marche ed Umbria.
Il paese non ha bisogno di un ministro che ha sottratto 280 milioni di euro alle Ferrovie per coprire il cosiddetto taglio delle tasse ai più ricchi, così come non ha bisogno di chi si è reso responsabile del primo sciopero dei pendolari che utilizzano il treno per andare a lavorare.
Invece, il paese ha bisogno di interventi per il trasporto pubblico urbano ed extraurbano, della riqualificazione della rete ferroviaria italiana, di interventi per favorire il cabotaggio. Ha bisogno della messa in sicurezza e dell'adeguamento delle infrastrutture esistenti, perché il paese non ha bisogno di un elenco di grandi opere irrealizzabili e non finanziate.
Il paese non ha bisogno di annunci e di finti tagli dei nastri, di ponti sullo stretto che interessano solo la mafia. Il paese non ha bisogno di lei e del Governo che rappresenta (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Verdi-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro
chiusa la discussione sulle linee generali della mozione.
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