Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 275 del 5/3/2003
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(Tempi di esercizio della delega in materia di mercato del lavoro - n. 3-02025)

PRESIDENTE. L'onorevole Dario Galli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cè n. 3-02025 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6), della quale è cofirmatario.

DARIO GALLI. Signor Presidente, signor ministro, premesso che il 5 febbraio 2003 il Parlamento ha approvato in via definitiva il disegno di legge recante delega al Governo in materia di occupazione e mercato del lavoro, che consiste in una prima trasposizione sul piano normativo degli obiettivi e delle misure indicate nel Libro Bianco sul mercato del lavoro in Italia e che lo scopo della predetta legge delega è quello di innovare il mercato del lavoro, nel senso di modernizzare e razionalizzare il sistema del collocamento pubblico, liberalizzare il collocamento privato, al fine di favorire la crescita dell'occupazione e di mantenere l'impegno che il Governo si è prefissato, ovvero portare al termine della legislatura il tasso di occupazione complessivo intorno al 60 per cento, intendiamo sapere se il Governo ritenga di poter rispettare il termine di 12 mesi per l'emanazione dei decreti legislativi attuativi, ovvero se la loro elaborazione sia già in itinere, eventualmente indicando quali tra i decreti medesimi siano prossimi alla presentazione nonché illustrando l'impatto che gli stessi avranno sul tasso occupazionale.

PRESIDENTE. Il ministro del lavoro e delle politiche sociali, onorevole Maroni, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO MARONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. La legge Biagi è la più importante e strutturale riforma del mercato del lavoro a 33 anni dallo statuto dei lavoratori. Essa è il frutto delle idee e della progettualità di Marco Biagi, della sua modernità e capacità di vedere un mercato del lavoro che si sta trasformando nonché del suo coraggio per una visione del diritto del lavoro coerente con le linee europee di riforma dei mercati nazionali, nell'ambito di un processo aperto di coordinamento delle politiche del lavoro dei singoli Stati membri.
La legge Biagi è una riforma che rende il mercato del lavoro italiano più moderno, più flessibile e più incisivo, con l'obiettivo di innalzare il tasso di occupazione dall'attuale 55 al 70 per cento (obiettivo postoci dall'Unione europea), offrendo a tutti coloro che sono esclusi dal mercato del lavoro la possibilità di trovare un'occupazione regolare e di qualità. Si tratta di una riforma che ha anche l'obiettivo di rendere più competitivo il nostro paese e di accrescere la coesione sociale. L'impegno più immediato del Governo - dopo l'approvazione da parte del Parlamento, avvenuta il 5 febbraio (come lei ha ricordato), della legge Biagi - riguarda ora la predisposizione dei decreti attuativi.
Sulla base dei lavori preparatori, che già Marco Biagi aveva contribuito a predisporre, riteniamo che, dopo una fase di confronto con le parti sociali, entro pochi mesi - prima dell'inizio del semestre di Presidenza italiana -, potranno essere presentati i primi decreti attuativi, relativi alla riforma del funzionamento del mercato del lavoro, con particolare riguardo alla riforma dei servizi per l'impiego e al ruolo degli operatori privati, alle nuove tipologie contrattuali con orario modulabile, alle tipologie di lavoro a progetto, del lavoro occasionale, del lavoro accessorio - che contribuiranno all'emersione delle forme di lavoro irregolare e sottoprotetto che oggi caratterizzano il nostro mercato del lavoro con preoccupanti fenomeni di dumping sociale - nonché alla certificazione dei contratti di lavoro e delle forme di somministrazione lecita di manodopera.


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Per quanto attiene al riordino dei contratti a contenuto formativo (contratti di formazione lavoro e contratti di apprendistato), invece, si procederà in coerenza con la riforma dei cicli scolastici, che questo Parlamento sta per approvare.
Infine, il Governo ritiene che la legge Biagi ed il patto per l'Italia rappresentino gli strumenti principali per innalzare il tasso di occupazione italiano e, in particolare, quello delle donne e delle persone con più di 55 anni.
More and better jobs sono le parole chiave del Consiglio europeo di Lisbona e di quello di Barcellona e ad esse si ispira la riforma Biagi del mercato del lavoro, che rafforza la capacità di creare maggiore e migliore occupazione nel nostro paese.

PRESIDENTE. L'onorevole Dario Galli, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

DARIO GALLI. Signor ministro, la ringrazio della risposta che mi vide soddisfatto.
La legge delega da poco approvata rappresenta un'opportunità non rinviabile per cercare di invertire la pericolosa tendenza, che il nostro paese ha imboccato negli ultimi due decenni, di gestione cattocomunista della cosa pubblica, coadiuvata dal potere sindacale.
L'ideologia antioccidentale e antindustriale è riuscita ad annientare la positiva tradizione culturale dell'Italia del secondo dopoguerra, fondata sulla responsabilità individuale, sul senso civile e sociale e sull'impegno nel lavoro. Il cosiddetto miracolo italiano che, probabilmente, alla luce dei fatti, sarebbe meglio ribattezzare miracolo padano, si è generato e consolidato su quei valori.
La demonizzazione dell'impresa, della creazione reale di ricchezza ci ha portati ad essere un paese sulla via della deindustrializzazione, dove su 57 milioni di cittadini solo 21 milioni lavorano in regola e di questi ben 5 milioni (1 su 4) lavorano nello Stato.
Il tasso di occupazione italiano è drammaticamente basso, solo il 55 per cento (10 punti in meno della media europea e 20 punti in meno dei paesi di cultura anglosassone).
Con questi numeri non c'è futuro e non c'è possibilità di mantenere uno Stato sociale adeguato agli standard occidentali.
La strada indicata nella delega è l'unica immediatamente percorribile: facilitazioni al part-time; possibilità di cumulo tra reddito da lavoro e pensione; snellimento del collocamento pubblico e privato, fino ad arrivare alla questione, spero soltanto rinviata, dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, che non esiste nella maggior parte dei paesi europei. Dove tale strumento esiste, ad esempio nella Germania del sinistro Schroeder, lo si sta pesantemente rivedendo, poiché la disoccupazione è ai massimi storici. Da solo questo provvedimento sbloccherebbe la crescita di decine di migliaia di piccole aziende, con conseguenze positive sul prodotto interno lordo e sull'occupazione.
Approviamo, quindi, lo sforzo che lei, signor ministro, sta compiendo per primo nell'interesse dell'intero paese e ci auguriamo che tutta la sua struttura ministeriale collabori con lei per stare nei tempi previsti dalla delega. Le rinnoviamo l'appoggio incondizionato della Casa delle libertà in questa difficile impresa e della Lega nord in particolare. In questo paese sciagurato, dove contano solo l'immagine e la forma, ci vuole coraggio a far passare, come sta facendo lei, signor ministro, quello che per noi è semplice buon senso padano.

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