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PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio, onorevole Tortoli, ha facoltà di
ROBERTO TORTOLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio. Signor Presidente, in riferimento all'interrogazione parlamentare n. 3-00829 presentata dall'onorevole Blasi, sulla scorta delle notizie fornite dal comune di Viggiano, dalla provincia di Potenza, dall'ENI Spa divisione Agip, si rappresenta che il Centro Olio ENI «Val d'Agri» di Viggiano (Potenza) è localizzato internamente ad un lotto dell'area industriale del territorio del comune di Viggiano.
sia solido sia liquido, doveva essere conseguentemente consegnato ad una ditta autorizzata per lo smaltimento.
PRESIDENTE. L'onorevole Blasi ha facoltà di
GIANFRANCO BLASI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei ringraziare il sottosegretario Tortoli per la puntualità e per la completezza della risposta. Vorrei approfittare di questo esiguo tempo per svolgere alcune considerazioni legate alla mia interrogazione e alla risposta che ho ottenuto.
Basilicata, ovviamente su iniziativa del Parlamento, ha individuato in quest'area i confini di un parco nazionale. Dunque, il petrolio che viene sfruttato, coltivato, all'interno della Val d'Agri si trova oggi all'interno di un parco nazionale.
Il suddetto centro è in funzione per consentire lo stoccaggio ed il trattamento degli idrocarburi provenienti dall'area dei giacimenti petroliferi della Val d'Agri e, più precisamente, dalle concessioni di coltivazione Caldarosa, Grumento Nova, Volturino e Costa Molina.
L'impianto, progettato per il trattamento dell'olio ed il gas ad esso associato, prevede: la stabilizzazione dell'olio prima dell'invio tramite oleodotto alla raffineria di Taranto; il condizionamento del gas a specifica SNAM; il trattamento degli effluenti gassosi per il recupero di zolfo.
Secondo quanto riferito dalla provincia di Potenza, nella giornata del 17 marzo 2002, a causa di un'erronea manovra addebitabile a presunto malfunzionamento di una linea di produzione, dal bacino di contenimento dei serbatoi del «Centro Olio», attraverso una condotta di sfiato, si riversava dell'olio greggio nel collettore consortile delle acque meteoriche dell'area industriale di Viggiano.
Il greggio, attraverso il canale di scolo delle acque bianche, defluiva nella zona adiacente l'impianto di depurazione del consorzio ASI, sino a confluire in uno stagno artificiale di proprietà del consorzio di bonifica della zona industriale dell'alta Val d'Agri ed in parte, dal predetto invaso, l'idrocarburo defluiva in un canale denominato «Fosso della Parete».
A seguito dell'evento, la componente ambientale a potenziale rischio di inquinamento è immediatamente risultata essere il reticolo idrografico del fiume Agri, collegato all'area compromessa dal suddetto Fosso della Parete, con probabilità, pertanto, di estensione del rischio di inquinamento all'invaso del Pertusillo, che raccoglie le acque di detto fiume per destinarle a potabilizzazione.
Con nota del 19 marzo 2002 l'ENI Spa, divisione Agip, notificava il pericolo concreto e attuale di inquinamento ai sensi dell'articolo 17, comma 2, lettera a), del decreto legislativo n. 22 del 1997 e del decreto ministeriale n. 471 del 1999, per un incidente occorso in data 17 marzo 2002 nell'area adiacente l'impianto di depurazione del consorzio ASI, ubicato nella zona industriale in località Cembrina di Viggiano (Potenza).
Da tale notifica si evince che il soggetto responsabile per il pericolo concreto ed attuale di inquinamento è l'ENI Spa, divisione Agip, attività operative Italia, con sede a Marina di Ravenna.
Con nota in pari data il comando stazione dei carabinieri di Viggiano segnalava uno sversamento di olio greggio dal Centro Olio ENI Val d'Agri verso l'area esterna che interessava il depuratore del consorzio industriale, il prospiciente bacino di raccolta acque piovane ed una vasca del consorzio di bonifica Alta Val d'Agri. In conseguenza di ciò, il sindaco diffidava l'ENI Spa, quale soggetto responsabile per il pericolo concreto ed attuale di inquinamento, alla messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale dell'area.
In data 21 marzo 2002, l'ENI Spa comunicava al comune di Viggiano che, al fine di rimuovere le fonti inquinanti, evitare la diffusione dei contaminanti del sito verso le zone non inquinate e le adiacenti matrici ambientali, impedire il contatto diretto della popolazione con la contaminazione presente ed intercettare ed isolare il liquido sversato, aveva attuato le seguenti misure di messa in sicurezza di emergenza: svuotamento di vasche, raccolta di liquidi sversati e pompaggio di liquidi inquinanti galleggianti; isolamento dell'area contaminata attraverso l'installazione di recinzioni, segnali di pericolo ed altre misure di sicurezza e sorveglianza; installazione di drenaggi di controllo per mezzo di dispositivi galleggianti di contenimento, nonché spandimento di materiali oleoassorbenti sulla superficie delle acque.
Inoltre, con la stessa comunicazione faceva presente che erano in fase di realizzazione le attività di rimozione e trasferimento in discarica autorizzata di suoli e fanghi contaminati, mentre erano in corso le attività di monitoraggio delle matrici suolo e acque superficiali, al fine di controllare l'evoluzione dell'evento ed al fine di verificare nel tempo il mantenimento delle condizioni di protezione ambientale e di salute pubblica, fornite dai descritti sistemi di messa in sicurezza di emergenza; allegava la documentazione tecnica attestante le tipologie costruttive e le caratteristiche tecniche dei sistemi di messa in sicurezza di emergenza, realizzati o in corso di realizzazione; si impegnava a far seguire le opportune azioni e comunicazioni in base alla normativa vigente.
Il servizio di monitoraggio del dipartimento ambiente della regione Basilicata predisponeva, dallo stesso giorno di notifica dell'incidente (19 marzo), apposito monitoraggio analitico sulle acque e sui sedimenti dell'area interessata che non evidenziava situazioni di particolare allarme.
Nel corso dei controlli di competenza della provincia, inerenti alle attività di rimozione e conferimento in discarica dei suoli e fanghi contaminati, sono state accertate violazioni da parte della ditta RE.AL.SERVICE Spa di Ceriano di Laghetto (Milano), incaricata dall'ENI ad effettuare i lavori in ordine alla corretta tenuta dei registri obbligatori e dei formulari. Pertanto, a carico della ditta suddetta, sono state elevate le sanzioni previste dall'articolo 52 del decreto legislativo n. 22 del 1997.
Con nota del 26 marzo 2002, l'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente trasmetteva i certificati di analisi relativi allo sversamento di greggio da parte del Centro Olio Monte Alpi di Viggiano. I certificati di analisi trasmessi dall'ufficio risorse idriche dell'agenzia regionale riguardavano i campionamenti effettuati nel torrente Della Parete (affluente di sinistra del fiume Agri) e nel fiume Agri, all'altezza del ponte della Chianca e a monte dell'invaso del Pertusillo, nei giorni 19, 20, 21, 22, 23 marzo 2002.
Il rilascio di piccole quantità di idrocarburi nel fiume Agri è stato avvertito maggiormente in data 21 marzo 2002 e, successivamente a tale data, il rilascio è regredito e dal 23 marzo 2002 è quasi scomparso.
Con nota del 28 marzo 2002, l'agenzia regionale trasmetteva il verbale di sopralluogo presso il Centro Olio ENI di Viggiano dal quale risultava che tale agenzia ha proceduto all'ispezione della rete di scarico delle acque bianche provenienti dal Centro Olio Val d'Agri.
Nei pozzetti ispezionati non si notava flusso sostanziale di acque né segni evidenti di presenza di oli, sia sull'acqua sia sulle pareti dei pozzetti, ma si avvertivano esalazioni caratteristiche di idrocarburi. La verifica è stata protratta fino alla cameretta a cielo aperto a monte del laghetto/impianto di depurazione, lungo il cui tragitto le esalazioni diminuivano di intensità.
Per quanto sopra, l'agenzia regionale riteneva di invitare la società ENI divisione Agip ad effettuare una pulizia completa dei pozzetti e della condotta interessata, con relativo spurgo. Il materiale raccolto,
Inoltre, riteneva necessario prevedere l'adozione di sistemi che evitassero per il futuro l'interessamento della rete sopracitata in caso di eventi accidentali.
In data 11 aprile 2002, l'ENI Spa, divisione Agip, inviava agli enti individuati dall'articolo 10 del decreto ministeriale n. 471 del 1999 il piano di caratterizzazione dell'area interessata dallo sversamento accidentale di olio greggio, ricadente nei territori dei comuni di Vigevano e di Grumento Nova, redatto dal consorzio Basi Ambiente - Acquater.
Con delibera della giunta regionale n. 853 del 14 maggio 2002, la regione Basilicata ha convocato per il giorno 7 giugno 2002 la conferenza di servizi di cui all'articolo 10 del decreto ministeriale n. 471 del 1999, per l'esame del predetto piano di caratterizzazione.
A tale conferenza partecipavano la regione Basilicata, la provincia di Potenza, il comune di Viggiano, l'agenzia regionale e l'Eni Spa - divisione Agip.
In sede di conferenza di servizi è stato espresso parere favorevole all'approvazione e all'autorizzazione ad eseguire il suddetto piano di caratterizzazione con le seguenti prescrizioni: che venga realizzato un ulteriore sondaggio attrezzato con piezometro a valle del laghetto; che vengano prelevate tre aliquote dei campioni nei punti richiesti e che vengano eseguite analisi in contraddittorio con l'ARPAB; che vengano analizzate anche le acque del pozzo artesiano presenti nelle vicinanze dell'area oggetto di indagine.
Con delibera della giunta regionale del 17 luglio 2002 n. 1294, è stato approvato il piano di caratterizzazione con le prescrizioni sopra esposte ed è stata autorizzata l'esecuzione.
A seguito della presentazione, il 9 dicembre 2002, del rapporto sull'attività di caratterizzazione da parte dell'ENI, si è appreso, per le vie brevi, che la regione Basilicata convocherà l'11 febbraio 2003 la conferenza di servizi al fine dell'approvazione del rapporto stesso. Secondo quanto previsto dal decreto ministeriale 25 ottobre 1999, n. 471, qualora dalla conferenza emerga la necessità di intervenire con misure di bonifica, la società ENI sarà tenuta a presentare un progetto preliminare di bonifica.
Da noi in Basilicata esiste un proverbio, diffuso in tutta Italia: non affidare mai il bambino al lupo cattivo. Nel caso del rapporto fra la regione Basilicata e l'ENI per lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi della Basilicata, credo che questo proverbio faccia al nostro caso, perché nell'intesa istituzionale sottoscritta fra la regione e l'ENI - sto parlando di uno dei più grandi giacimenti petroliferi europei in cui l'estrazione è stata autorizzata in un tempo molto limitato, vent'anni, trattandosi quindi di uno sfruttamento massivo di petrolio - il monitoraggio ambientale degli effetti di quella che viene chiamata la coltivazione di idrocarburi, usando un neologismo che nasconde la vera parola, ovvero lo sfruttamento degli idrocarburi, viene affidato all'ENI.
Non credo che un ente possa essere contemporaneamente controllore e controllato. Magari non si tratterà del lupo cattivo, ma sicuramente l'ENI è il lupo. Quindi non si può affidare il bambino al lupo, sapendo che un lupo nella sua natura è cattivo. Ciò significa che se l'ENI ha quale mission quella di coltivare, come dicono, gli idrocarburi, ha evidentemente tutto l'interesse a sviluppare fino in fondo questa sua funzione e non avrà certo quello di dirci contemporaneamente quanto inquinamento venga prodotto rispetto a tale sfruttamento.
Peraltro, sottosegretario Tortoli, poche settimane fa il consiglio regionale della
Io credo che il ministero abbia la possibilità di intervenire - ed è questa la ragione per cui questa interrogazione è rivolta al ministro dell'ambiente -, vista la legislazione che attribuisce al Governo ampi poteri in materia ambientale, per esercitare un controllo rispetto a quello che la regione Basilicata non ha fatto in questi anni, tollerando, come avete visto, situazioni di inquinamento molto gravi come quelle che ci sono state descritte dal sottosegretario Tortoli. Stiamo parlando infatti di petrolio che si è riversato in una vasca del consorzio di bonifica della Val d'Agri, che è un consorzio che si occupa di irrigazione. Stiamo parlando di un territorio sul quale è stato individuato un parco nazionale e nel quale si trovano colture pregiate, dove vi è un'antica vocazione rurale e di produzione di prodotti di qualità.
È bene che il ministero, da questo momento in poi, eserciti una sorta di tutela sulla regione Basilicata affinché si ripristini un controllo ambientale serio, che possa garantire noi e la salute dei cittadini della Val d'Agri e della Basilicata.