Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 254 del 28/1/2003
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(Esame dell'articolo 4 - A.C. 559)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 559 sezione 4).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.


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STEFANO LOSURDO, Relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole all'emendamento Vascon 4.9 e all'emendamento 4.80 della Commissione. Parere favorevole sugli identici emendamenti Marcora 4.18, D'Alia 4.19 e Scaltritti 4.20, sugli emendamenti Franci 4.21, Vascon 4.22 e 4.23, Realacci 4.27, Franz 4.38 e sugli identici emendamenti Misuraca 4.32, Marcora 4.33, D'Alia 4.34 e Catanoso 4.35. Ancora, il parere è favorevole sugli emendamenti 4.81 (Nuova formulazione) della Commissione, Vascon 4.44, 4.75 (Quarta formulazione) della Commissione e sull'articolo aggiuntivo 4.010 (Nuova formulazione) della Commissione. Invito invece al ritiro, altrimenti il parere è contrario, delle restanti proposte emendative.

PRESIDENTE. Il Governo?

TERESIO DELFINO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole e forestali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello del relatore con un'unica osservazione relativamente all'articolo aggiuntivo Detomas 4.01; il Governo propone di sostituire il testo dell'articolo aggiuntivo con il seguente: «Restano ferme le attribuzioni delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e Bolzano».

PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo all'onorevole Vascon se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento 4.6.

LUIGINO VASCON. No, signor Presidente, questo emendamento si pone l'obiettivo di definire un quadro chiaro, nonché concordato con le regioni, in riferimento al quale stipulare le convenzioni tra Corpo forestale dello Stato e amministrazioni regionali interessate.
Il comma 1 dell'articolo 4, anziché lasciare che tutto si svolga a seguito di accordi bilaterali tra i soggetti interessati codifica una soluzione, a nostro avviso a dir poco anticostituzionale, perché non lascia alle regioni la libera facoltà di avere un approccio non vincolato da precisi dettami legislativi, mentre si dovrebbe operare nel rispetto delle diversità e delle specificità delle regioni. Si pensi ad esempio alle difficoltà di rapporto che potrebbe avere...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Vascon.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vascon 4.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 376
Votanti 372
Astenuti 4
Maggioranza 187
Hanno votato
111
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro dell'emendamento Lucidi 4.7.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lucidi 4.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 385
Votanti 380
Astenuti 5
Maggioranza 191
Hanno votato
144
Hanno votato
no 236).

Ricordo che l'emendamento Scaltritti 4.8 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vascon 4.9, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).


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Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 401
Votanti 398
Astenuti 3
Maggioranza 200
Hanno votato
226
Hanno votato
no 172).

Chiedo all'onorevole Rava se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento 4.12.

LINO RAVA. No, signor Presidente, questo è uno degli emendamenti più importanti che abbiamo presentato e sul quale abbiamo discusso molto in sede di Comitato dei nove in un confronto anche serrato con i rappresentanti del Governo.
In sostanza, poiché vi sono difficoltà di coordinamento tra gli organismi che si occupano di ambiente e di sicurezza alimentare, con questo emendamento chiediamo, in particolare, di creare un organismo unico per il coordinamento di tutti questi soggetti, mettendoli in rete e consentendo di avviare un processo che sottoponga le aziende al controllo di un unico soggetto.
Oggi, purtroppo, la stessa azienda agricola può essere visitata dai NAS, dall'ispettorato repressione frodi, dalle ASL e, con le nuove competenze che stiamo attribuendo oggi al Corpo forestale dello Stato, anche dal personale di quest'ultimo ente.

PRESIDENTE. Onorevole Rava, la ringrazio. L'avverto che anche il suo gruppo ha esaurito il tempo ha propria disposizione.

LINO RAVA. Signor Presidente, mi conceda solo altri 30 secondi...

PRESIDENTE. Onorevole Rava, solo per completare il suo pensiero. Ripeto comunque che anche i Democratici di sinistra, come la Lega nord Padania, hanno esaurito il tempo a propria disposizione.

LINO RAVA. Signor Presidente, la ringrazio. Fortunatamente i confronti che abbiamo avuto hanno portato ad un successo parziale, perché, almeno per quanto riguarda la partita della sicurezza alimentare, l'articolo aggiuntivo 4.010 della Commissione recupera questo organismo di coordinamento. Ci consideriamo pertanto parzialmente soddisfatti. Riteniamo, comunque, di dover porre in votazione questo emendamento perché esso segnala la necessità che ciò avvenga anche in campo ambientale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vascon. Ne ha facoltà.

LUIGINO VASCON. Signor Presidente, da oggi stiamo parlando di questo nuovo corpo di polizia: possiamo chiamarlo proprio così perché, infine, è proprio questo il risultato; nessuno, però, in aula si è ad esempio preoccupato del controllo delle acque non interne: mi riferisco cioè alle coste. Oggi il controllo delle coste è affidato alle Capitanerie di porto, alla Guardia di finanza, ai Carabinieri ed ora anche al Corpo forestale; infatti, se si va ad analizzare nel merito il provvedimento troviamo attribuite a tale corpo anche questo compito. Ripeto, pertanto, che le nostre preoccupazioni legate a possibili sovrapposizioni sono concrete e non demagogiche; vorrò vedere come saranno gestite le aree portuali, quale sarà l'ente che poi dovrà deliberare nel merito qualora vi siano in discussione anche semplici manutenzioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcora. Ne ha facoltà.

LUCA MARCORA. Signor Presidente, intervengo solamente per dire che concordiamo con il senso e gli obiettivi di questo emendamento. Uno dei problemi più rilevanti è proprio rappresentato dal coordinamento delle varie amministrazioni preposte alla funzione di tutela ambientale e di salvaguardia della salute pubblica. L'articolo


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aggiuntivo 4.010 della Commissione va in questa direzione, ma non è ancora sufficiente. Migliore è la formulazione dell'emendamento Rava 4.12, ed è per questo che esprimeremo sullo stesso un voto favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rava 4.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 393
Votanti 392
Astenuti 1
Maggioranza 197
Hanno votato
175
Hanno votato
no 217).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.80 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 396
Maggioranza 199
Hanno votato
393
Hanno votato
no 3).

Sono così preclusi i successivi emendamenti Vascon 4.13 e Franci 4.5.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Marcora 4.18, D'Alia 4.19 e Scaltritti 4.20.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Guido Giuseppe Rossi. Ne ha facoltà.

GUIDO GIUSEPPE ROSSI. Signor Presidente, l'Italia è un paese veramente strano; dobbiamo ricordare ciò soprattutto a chi ci sta ascoltando al di fuori di quest'aula, in quanto penso che far comprendere ai cittadini cosa sta avvenendo alla Camera sia la cosa più importante. Ebbene, in un provvedimento che viene riconosciuto, non solo dal gruppo della Lega, ma anche da altri esponenti, come limitativo delle competenze regionali, centralista, accentratore ed in conflitto con la divisione dei compiti tra i soggetti dello Stato, il Comitato ristretto e la Commissione hanno avuto l'ardire concettuale di intitolare l'articolo 4 «devoluzione alle regioni». Penso che questo dia il senso del gattopardismo politico del Parlamento e di alcuni settori della Casa della libertà, nonché dell'Ulivo, che nella scorsa legislatura, almeno a parole, si batteva, o diceva di battersi, per il decentramento, mentre alla prova dei fatti, in aula, sul voto di questo emendamento, viene chiaramente smascherato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Marcora 4.18, D'Alia 4.19 e Scaltritti 4.20, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 391
Votanti 390
Astenuti 1
Maggioranza 196
Hanno votato
267
Hanno votato
no 123).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Franci 4.21, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.


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Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 397
Votanti 395
Astenuti 2
Maggioranza 198
Hanno votato
385
Hanno votato
no 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vascon 4.22, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 395
Votanti 393
Astenuti 2
Maggioranza 197
Hanno votato
392
Hanno votato
no 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vascon 4.23, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 391
Votanti 248
Astenuti 143
Maggioranza 125
Hanno votato
245
Hanno votato
no 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 4.27, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 397
Votanti 394
Astenuti 3
Maggioranza 198
Hanno votato
393
Hanno votato
no 1).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Vascon 4.28.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vascon. Ne ha facoltà. Ricordo all'onorevole Vascon che ha un minuto di tempo a disposizione.

LUIGINO VASCON. Signor Presidente, il mio emendamento 4.28 intende sottolineare come sia farraginoso il sistema di trasferimento alle regioni, che peraltro non avverrà mai. Anzi, come giustamente ha detto il collega Rossi, stiano andando indietro come i gamberi. Abbiamo formalizzato questo emendamento proprio per puntualizzare questa incongruenza. Come dicevo prima, la sovrapposizione dei compiti non farà altro che rallentare le funzioni per le quali, invece, occorreva rivedere l'ordinamento del Corpo forestale dello Stato in senso devolutivo, quindi nello specifico, facendo riferimento alle regioni e al territorio, non accentrando in sede centrale la dirigenza ed anche tutto ciò che ne consegue con la relativa gestione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dario Galli. Ne ha facoltà. Ricordo all'onorevole Galli che ha un minuto di tempo a disposizione.

DARIO GALLI. Signor Presidente, anch'io vorrei sottolineare l'assurdità della norma sulla quale ci accingiamo ad esprimere il nostro voto. In una logica che dovrebbe diventare federale, volta ad ottenere tutti i risultati positivi che una riforma federale può portare nel nostro paese, come in tutti gli altri, facciamo una cosa esattamente contraria a questo spirito


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e contraria a quanto detto agli elettori in campagna elettorale. Il fatto di ricentralizzare le funzioni della guardia forestale e di togliere alle regioni la possibilità di gestire autonomamente il proprio territorio, impiegando le risorse e le persone che si ritengono giuste e necessarie è antistorico e ci riporta indietro di decenni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gibelli. Ne ha facoltà. Ricordo all'onorevole Gibelli che ha un minuto di tempo a disposizione.

ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, di fronte ad un articolo di questo tipo, che appare quanto meno singolare, considerato che il principio generale a cui ci ispiriamo è che le leggi devono essere chiare e che è anche previsto un Comitato per la legislazione, le domando cosa debba intendersi per devoluzione alle regioni quando l'articolato dice esattamente il contrario. Dato che ci accingiamo ad esprimere il voto finale, le sarei grato se ci spiegasse cosa si debba intendere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà. Ricordo all'onorevole Caparini che ha un minuto di tempo a disposizione.

DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, davanti a questo vero e proprio raggiro non si può rimanere impassibili. In questo caso, infatti, si utilizza il termine devoluzione in modo improprio. Purtroppo, il titolo di questo articolato dovrebbe essere «accentramento», dal momento che lo scopo dell'articolo è proprio questo. Non credo sia possibile che un Governo, nato con i presupposti di essere un Governo federalista e di riforme istituzionali, presenti un siffatto provvedimento. Invito, quindi, ad un ripensamento in extremis da parte del Governo e, purtroppo, anche da parte di coloro che, piuttosto massicciamente, si accingono a votare a favore di questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pagliarini. Ne ha facoltà. Ricordo all'onorevole Pagliarini che ha un minuto di tempo a disposizione.

GIANCARLO PAGLIARINI. Signor Presidente, non voglio fare polemiche e chiedo il suo intervento in sede di coordinamento formale. Infatti, il comma 1 dell'articolo 4 stabilisce che si affidano allo Stato compiti e funzioni proprie delle regioni.
Quindi, mi sembra di tutta evidenza che si tratti di un errore di battitura. La denominazione della rubrica non è «Devoluzione alle regioni» ma «Devoluzione dalle regioni» (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania). Le chiedo di intervenire in sede di coordinamento formale perché è evidente che vi è un errore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polledri, al quale ricordo che ha un minuto a disposizione. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, intervengo perché resti agli atti che si tratta di un'ennesima sanatoria. Con questo meccanismo, infatti, saniamo la situazione di una serie di persone al lavoro indeterminato. Credo che altri lavoratori non abbiano conosciuto la stessa fortuna. Pertanto, per l'ennesima volta, con riguardo alla sanatoria vi sono figli e figliastri.

ALFONSO GIANNI. Avete un coraggio da leoni!

PRESIDENTE. Spesso l'onorevole Cè mi critica perché come Presidente di un ramo del Parlamento deborderei dai miei compiti. Tuttavia, poiché nel debordare sono equanime vorrei dire che non ritengo infondata la posizione espressa dai deputati della Lega. Dunque, non posso intervenire, ma posso far notare al relatore che, ad avviso della Presidenza, forse è utile una meditazione su questo punto


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(Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania). Non so se si tratti di un problema di coordinamento formale con riferimento alla rubrica dell'articolo 4 o di altro.

GUIDO GIUSEPPE ROSSI. Presidente, è la devoluzione dalle regioni!

PRESIDENTE. Comunque, si tratta di una mia opinione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vascon 4.28, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 393
Votanti 390
Astenuti 3
Maggioranza 196
Hanno votato
154
Hanno votato
no 236).

Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Pecoraro Scanio 4.4 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecoraro Scanio 4.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 384
Votanti 380
Astenuti 4
Maggioranza 191
Hanno votato
160
Hanno votato
no 220).

Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Franci 4.30 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Franci 4.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 392
Maggioranza 197
Hanno votato
167
Hanno votato
no 225).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Franz 4.38, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 395
Votanti 394
Astenuti 1
Maggioranza 198
Hanno votato
388
Hanno votato
no 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Misuraca 4.32, Marcora 4.33, D'Alia 4.34 e Catanoso 4.35, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 395
Votanti 392
Astenuti 3
Maggioranza 197
Hanno votato
282
Hanno votato
no 110).


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Chiedo all'onorevole D'Alia se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento 4.36 formulato relatore.

GIAMPIERO D'ALIA. Signor Presidente, prima di ritirare eventualmente il mio emendamento vorrei chiedere al relatore ed al Governo se la formulazione del comma 7, dove si dice che a domanda il personale del Corpo forestale dello Stato transita nei ruoli dei servizi tecnici forestali regionali, comprenda anche le regioni a statuto speciale o meno. Infatti, si verificherebbe un'ingiusta disparità di trattamento nei confronti del personale in carica al Corpo forestale dello Stato, ad esempio, residente in Sicilia o in altre regioni a statuto speciale in quanto esso non avrebbe la possibilità di avvalersi della norma contenuta nel comma 7.
Dunque, se al comma 7 potesse darsi l'interpretazione suddetta, il mio emendamento diventerebbe superfluo. In caso contrario, invito il Governo a ripensarci.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Guido Giuseppe Rossi, al quale ricordo che ha un minuto a disposizione. Ne ha facoltà.

GUIDO GIUSEPPE ROSSI. Signor Presidente, accogliendo lo spirito della sua richiesta suggerisco al relatore di Alleanza nazionale, probabilmente recependo anche lo spirito di ampi settori del suo movimento, la nuova rubrica dell'articolo 4. Non «Devoluzione alle regioni» bensì «Dissoluzione delle regioni» per dare il senso compiuto (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)...

PRESIDENTE. Onorevole Guido Giuseppe Rossi, questa mi sembra una boutade. Comunque, vorrei riassumere i termini del problema di cui abbiamo già parlato. Se il relatore lo ritiene potrà formulare, prima del voto finale, una proposta di coordinamento formale relativamente alla rubrica dell'articolo 4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcora. Ne ha facoltà.

LUCA MARCORA. Intervengo, signor Presidente, solamente per annunciare il voto favorevole del gruppo della Margherita su questo emendamento e per chiedere altresì di poter aggiungere la mia firma allo stesso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vascon. Ne ha facoltà.

LUIGINO VASCON. Francamente resto un po' perplesso quando vedo la formulazione di simili emendamenti. Ciò perché alla base dell'arruolamento (o reclutamento) segue poi comunque una preparazione specifica: vi è infatti una scuola, un periodo di addestramento e di formazione. Allora, nel momento in cui spostiamo del personale, non solo vanifichiamo quelli che possono essere definiti degli investimenti su queste risorse umane, ma distogliamo anche delle risorse, trasferendole da un lato ad un altro. Non so se questo sia costituzionalmente possibile, dato che l'ingresso è previsto attraverso concorsi pubblici e peraltro non solo inficiando così l'occupazione per così dire nuova (cioè di nuova assunzione), ma aggravando anche la posizione del Corpo da quel personale cui proviene. Pertanto credo sia veramente inopportuno votare a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

LUIGI BORRELLI. Intervengo molto brevemente, signor Presidente, per dire che anche noi siamo favorevoli all'approvazione di questo emendamento, perché ci pare che esso risolva un problema di palese ingiustizia tra gli appartenenti al Corpo forestale che possono tornare nelle regioni a statuto ordinario e quelli che non possono tornare nelle regioni a statuto speciale. Per questo preannuncio che voteremo a favore dell'emendamento in oggetto.

TERESIO DELFINO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole e forestali. Chiedo di parlare.


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PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole e forestali. In relazione al quesito formulato dal relatore e ribadendo la richiesta di ritiro dell'emendamento, il Governo conferma, come richiesto, che nei servizi tecnici forestali regionali la mobilità è garantita a tutti secondo la vigente normativa. Infatti, come è noto, vi è una normativa specifica che regola la mobilità. In questo caso, nel quadro di questa normativa, è evidente che la mobilità è possibile. Pertanto il Governo ribadisce l'invito al ritiro dell'emendamento D'Alia 4.36.

PRESIDENTE. Chiedo allora all'onorevole D'Alia se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento.

GIAMPIERO D'ALIA. Vorrei precisare che il Corpo forestale siciliano e delle altre regioni è disciplinato a parte. Quindi, se non vi è la normativa, non si può fare la mobilità. Tuttavia, se vi è l'impegno del Governo, ritiro il mio emendamento 4.36.

MARCO BOATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO BOATO. Signor Presidente, la materia è la stessa, ma mi rivolgo a lei perché si chieda al relatore e ai rispettivi presentatori cosa è successo rispetto ai quattro identici emendamenti che abbiamo appena approvato (Misuraca 4.32, Marcora 4.33, D'Alia 4.34 e Catanoso 4.35). Essi dicono: Al comma 7, primo periodo, sostituire la parola «regionali» con le seguenti «della regione ove prestano servizio». Ma se lei, signor Presidente, va al primo periodo del comma 7 dell'articolo 4, troverà che la parola «regionali» compare due volte e precisamente all'interno di «singole normative regionali» e di «servizi tecnici forestali regionali».
Bisognerebbe quindi che restasse chiaramente agli atti dell'Assemblea a quale di queste due parole «regionali» si riferiscano gli identici emendamenti appena votati, altrimenti resta un incertezza normativa.

PRESIDENTE. Poiché il relatore ha espresso parere favorevole su tali emendamenti, chiedo al relatore (o al presidente della Commissione) di chiarire a quale delle due parole «regionali» si riferivano gli emendamenti in oggetto.

STEFANO LOSURDO, Relatore. Si riferivano alla prima parola, signor Presidente: «singole normative regionali».

PRESIDENTE. Sta bene. Ringrazio l'onorevole Boato per aver segnalato il problema.
Avverto che l'emendamento Marinello 4.37 è stato ritirato.
Passiamo agli identici emendamenti Zanetta 4.31 e Rava 4.38.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Zanetta 4.31 e Rava 4.38, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 380
Votanti 372
Astenuti 8
Maggioranza 187
Hanno votato
147
Hanno votato
no 225).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.81 (Nuova formulazione) della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rava. Ne ha facoltà.

LINO RAVA. Signor Presidente, siamo contrari a questo emendamento nell'attuale


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formulazione, in quanto la copertura di tale proposta emendativa viene operata, per l'ennesima volta, con il gioco delle tre carte - che abbiamo più volte denunciato in quest'aula, in particolare in occasione della discussione della legge finanziaria -, reperendo le risorse dai decreti legislativi nn. 227 e 228 del 2001, vale a dire dalla legge di orientamento in agricoltura, che è stata voluta da tutti e che avrebbe dovuto fornire strumenti nuovi al nostro mondo agricolo per spingersi verso l'innovazione.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ALFREDO BIONDI (ore 19,02)

LINO RAVA. Dunque, per l'ennesima volta, stiamo togliendo finanziamenti all'innovazione, attribuendoli ad un qualcosa che, se non altro, riporta coerenza in un testo di legge che, nelle premesse, prevedeva che fosse necessario il Corpo forestale così com'è e, nelle conclusioni, stabiliva che gli operatori del Corpo forestale dello Stato trasferiti ai corpi forestali regionali venissero esclusi dalla pianta organica nazionale. E, se rimaneva solo il 50 per cento di tale personale, andava bene ugualmente, nonostante le affermazioni rese in precedenza.
Con questo emendamento si apporta una correzione in tal senso, ponendo in essere un'operazione completamente negativa, alla quale siamo fortemente e nettamente contrari, vale a dire quella di reperire nuovamente le risorse dalla legge di orientamento. Ciò non ci porterà da nessuna parte (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franci. Ne ha facoltà.

CLAUDIO FRANCI. Signor Presidente, anch'io annuncio il voto contrario del mio gruppo sulla nuova formulazione del presente emendamento.
Indubbiamente, con questo proposta emendativa, la Commissione tende a correggere il comma 7 dell'articolo 4. È un comma che definirei bizzarro per come si presenta alla nostra attenzione. Vi leggo alcuni incisi proprio per capire le preoccupazioni che ci hanno mosso durante l'esame di questo testo e che abbiamo riconfermato e sottolineato durante il dibattito.
Il comma 7 recita: «...il personale del Corpo forestale dello Stato può chiedere di transitare, a domanda e ove consentito dalle singole normative regionali, nei ruoli dei servizi tecnici forestali regionali. La dotazione organica del Corpo forestale dello Stato è conseguentemente ridotta in misura corrispondente alle unità di personale che esercitano la facoltà prevista dal presente comma.». Secondo l'interpretazione letterale, ciò significa che, se il 90 per cento dei dipendenti del Corpo forestale avesse fatto richiesta di trasferimento alle regioni, tutto il 90 per cento poteva essere trasferito, lasciando in tal modo senza dotazione organica il Corpo forestale dello Stato. Infatti, non esisteva una pianta organica definita per funzioni e necessità.
Da questo punto di vista, l'emendamento della Commissione tende a correggere il testo e rappresenta, certamente, un elemento positivo. Ciò che, ancora una volta, è inaccettabile - lo sottolineava il collega Rava - è da dove si attingono le risorse per mantenere in piedi questi meccanismi. Si ricorre nuovamente alla legge di orientamento - ai decreti legislativi nn. 227 e 228 del 2001 -, che contiene le norme maggiormente innovative nei campi dell'agricoltura, della produzione di prodotti di qualità, delle attività di innovazione, che riguardano sia l'agricoltura sia il settore forestale. Riteniamo ciò un fatto estremamente grave, per tale motivo esprimeremo un voto contrario sulla presente proposta emendativa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcora. Ne ha facoltà.

LUCA MARCORA. Signor Presidente, intervengo molto velocemente per esprimere anch'io una posizione totalmente


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contraria a questo emendamento. I fondi destinati all'attuazione dei decreti legislativi 18 maggio 2001, nn. 227 e 228, sono una continua riserva di caccia per predazioni da parte del ministero che, ormai, sta svuotando completamente questo fondo. Ciò contrasta con le affermazioni del ministro di voler dar corso ad un'agricoltura sempre più vocata alla multifunzionalità, con finalità non soltanto produttive, ma anche sociali, ambientali e di tutela del territorio.
Il decreto legislativo n. 227 del 2001 contiene le disposizioni per far sì che questo avvenga; però non è mai stato finanziato e, in particolare, i fondi non sono stati utilizzati per attuare i decreti fiscali e per dar corso alla multifunzionalità dell'agricoltura. Continuare a depredare questo fondo per i più diversi utilizzi vuol dire, sostanzialmente, contraddire ciò che viene affermato pubblicamente da questo Governo in merito alla volontà di sviluppare e di incentivare l'agricoltura multifunzionale.
Quindi, voteremo contro questo emendamento, pur essendo ben consapevoli che bisogna trovare le risorse per regolare i rapporti tra Corpo forestale dello Stato e corpi forestali regionali. Ciò, però, non può avvenire a spese della legge di orientamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vascon, al quale ricordo che ha un minuto di tempo a sua disposizione. Ne ha facoltà.

LUIGINO VASCON. Signor Presidente, mio malgrado, devo condividere quanto appena detto dai colleghi che mi hanno preceduto in relazione al continuo prelievo che viene operato sui capitoli di cui ai decreti legislativi nn. 227 e 228 del 2001. Effettivamente, si tratta del salvadanaio che viene visitato ad ogni occasione e a scapito di una categoria, quella agricola.
Teoricamente, si potrebbe intendere che si rimane all'interno del circuito agrario e agricolo. Non è così, assolutamente. Oltretutto, cosa dice l'emendamento nello specifico? L'emendamento 4.81 della Commissione dice che vengono reintegrate le unità che, in termini di risorse, costano fino a 10 milioni di euro. Invece di applicare il metodo adottato in questa proposta, sarebbe stato preferibile dare corso a quanto previsto dalla legge Bassanini che, peraltro, non condividiamo, perché, purtroppo, è una legge nata zoppa, mai conclusa e mai posta in essere; comunque, al di là di ciò, se non altro, rappresentava la parvenza di un inizio di federalismo e di un inizio di devoluzione.
Ebbene, dobbiamo reintegrare le forze soltanto entro il tetto dei 10 milioni di euro, per poi ricorrere ad un prelievo all'interno dei capitali di cui ai decreti legislativi nn. 227 e 228 del 2001: francamente, non ne vedo la funzionalità. In buona sostanza, spostiamo da determinati capitoli risorse fondamentali, per non dire indispensabili, per sopperire alle esigenze che, nello specifico, erano previste dalla legge Bassanini. A questo proposito, ricordo il trasferimento del 70 per cento del personale alle regioni e del 30 per cento in capo al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.81 della Commissione (Nuova formulazione), accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 369
Votanti 368
Astenuti 1
Maggioranza 185
Hanno votato
186
Hanno votato
no 182).

Avverto che gli identici emendamenti Misuraca 4.40, D'Alia 4.41 e Catanoso 4.42 sono stati ritirati.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vascon 4.44.


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Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vascon. Ne ha facoltà.

LUIGINO VASCON. Signor Presidente, Intervengo ancora una volta per ribadire la nostra contrarietà al provvedimento. Nello specifico, vanno evidenziate tutte quelle forme di contrarietà devolutive, che vanno contro una concezione federale dello Stato ed un ammodernamento. In realtà, ci ritroviamo ad avere un organismo - che peraltro già di suo è elefantiaco, vecchio e stantio - invece di approfittare di questa occasione di ammodernamento. Così, ci ritroviamo ad avere una proposta di legge che ce riporta indietro nella operatività e nella dislocazione del decentramento, non dando giusto rilievo a quelle località, a quelle aree e a quelle zone che ne richiedono la presenza: basti vedere - mi sembra di averlo sentito in un intervento precedente - l'incidenza degli incendi boschivi. Ebbene, ciononostante mai nessuno ha pensato bene di trasferire in loco sedi per questa vigilanza del territorio del Corpo forestale dello Stato. Invece, torniamo indietro, ripartiamo dal ventennio, li rimettiamo all'interno del ministero, gli diamo compiti che non c'entrano un bel niente e costituiamo ancora un'altra milizia - tanto per intenderci -, unica in Europa ad essere armata, come dicevo prima. C'è un grande ritorno al passato: stiamo andando indietro come i gamberi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vascon 4.44, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 380
Votanti 374
Astenuti 6
Maggioranza 188
Hanno votato
215
Hanno votato
no 159).

Passiamo alla votazione del subemendamento 0.4.75.3 dei colleghi Rava, Borrelli e Sedioli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rava. Ne ha facoltà.

LINO RAVA. Signor Presidente, mi scusi, si tratta della votazione del mio subemendamento 0.4.75.2?

PRESIDENTE. No, onorevole Rava: si tratta del subemendamento Rava 0.4.75.3.

LINO RAVA. Allora no, signor Presidente, intervengo successivamente sul mio subemendamento 0.4.75.2.

PRESIDENTE. Sta bene.
Nessuno chiedendo di parlare passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Rava 4.75.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

PIERO RUZZANTE. Presidente, ognuno voti per sé!

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni - Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
(Presenti 366
Votanti 365
Astenuti 1
Maggioranza 183
Hanno votato
185
Hanno votato
no 180).

Passiamo alla votazione del subemendamento Rava 0.4.75.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rava. Ne ha facoltà.

STEFANO LOSURDO, Relatore. Chiedo di parlare.


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PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO LOSURDO, Relatore. Signor Presidente, lei forse, inavvertitamente... Noi dovevamo esprimere un voto sul subemendamento Rava 0.4.75.2, sul quale io avevo espresso, assieme al Governo, parere contrario, a differenza dell'emendamento 4.75 della Commissione, sul quale era stato espresso parere favorevole. Quindi, in effetti, in questo caso sul subemendamento Rava 0.4.75.2 andava detto che vi era il parere contrario.

PRESIDENTE. Onorevole Losurdo, è stato votato il subemendamento Rava 0.4.75.3. Io avevo indicato il parere contrario.

STEFANO LOSURDO, Relatore. Signor Presidente, lei non ha pronunciato lo «zero».

PRESIDENTE. Io ho detto parere contrario sul 4.75.3.

STEFANO LOSURDO, Relatore. Ma non ha detto lo «zero»; ha detto 4.75. Su quest'ultimo, in effetti, avevamo espresso un'indicazione di voto favorevole. Anche io stesso sono rimasto confuso, visto che sono il relatore.

PRESIDENTE. Mi dispiace se ho detto 4.75.3 indicando i nomi dei presentatori Rava, Sedioli ed altri. Non so se non era identificabile.

STEFANO LOSURDO, Relatore. Non ha detto «zero»...

PRESIDENTE. Non ho detto «zero»? Ma lei se non vede lo «zero», non capisce quello che ho detto?

STEFANO LOSURDO, Relatore. Sull'emendamento 4.75 il voto è favorevole, quindi si è creata una confusione e si sono indotti tanti colleghi a votare in errore.

PRESIDENTE. Guardi io ho detto: parere contrario. Può darsi che non abbia detto «zero», perché non do tanta importanza agli zeri.

STEFANO LOSURDO, Relatore. Ha indetto la votazione, poi c'è stata una pausa e quindi ha detto «4.75» con il parere contrario...

PRESIDENTE. Onorevole relatore, mi ascolti. Ho detto 0.4.75.3, lei dice che non ho detto «zero», può darsi. In ogni caso, ho detto parere contrario e ho indicato anche i nomi dei presentatori - che spesso non si fa - Rava, Borrelli e Sedioli.
Se questo non è sufficiente per l'identificazione, rediga un verbale di vane ricerche. Cosa vuole che le dica (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo)?

STEFANO LOSURDO, Relatore. No, signor Presidente, non si tratta di questo. Diciamo che l'indicazione era ibrida con l'omissione del numero zero e, quindi, induceva in errore. Spero mi vorrà concedere questa chiarificazione.

PRESIDENTE. Onorevole Losurdo, non ne dubito, qualcuno ha sbagliato, ma non il sottoscritto (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo).

STEFANO LOSURDO, Relatore. Signor Presidente, era lei che parlava, mica io.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del subemendamento Rava, Borrelli, Sedioli, Marcora, Rossiello, Oliverio, Preda, Franci, Innocenti 0.4.75.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rava. Ne ha facoltà.

LINO RAVA. Signor Presidente, ci fa piacere che il subemendamento precedente sia passato, ma non aveva una grande rilevanza, invece questo subemendamento è rilevante, mi conceda solo due minuti. Con la legge n. 59 del 1997 abbiamo


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avviato un processo di decentramento di competenze dallo Stato alle regioni. Si tratta di un processo iniziato nel 1972, in particolare per quanto riguarda tutte le competenze sulla forestazione, sull'ambiente e sulla sanità.
Con il decreto legislativo n. 300 del 1999 e con il successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri si disse che il Corpo forestale dello Stato, per far fronte a quelle competenze, passava per il 70 per cento alle regioni, mentre il residuo 30 per cento rimaneva allo Stato. La maggioranza ha sostenuto - in qualche modo vi è stata anche una certa condivisione da parte dell'opposizione - che tagliare a fette il Corpo forestale dello Stato non è stata un'operazione compatibile con la realtà. Infatti, vi è una gran parte di ruoli svolti dal Corpo forestale dello Stato che sono rimasti di competenza dello Stato; ciò non toglie che le competenze sono state trasferite alle regioni.
A fronte di queste competenze trasferite dallo Stato alle regioni abbiamo sostenuto di non trasferire personale del Corpo forestale dello Stato e le sue relative risorse, bensì di trasferire altre risorse per mettere in condizioni tale organo di svolgere quei compiti e quelle competenze che gli sono state attribuite. Tutto ciò è stato condiviso in termini di principio anche dal Governo e dal relatore, tant'è vero che è stato presentato un subemendamento in base al quale la Conferenza Stato-regioni verifica i maggiori costi che le regioni debbono sostenere in funzione del trasferimento di maggiori competenze, però poi si ferma lì, cioè parla solo di verifica. Quindi, con il mio subemendamento 0.4.75.2 vogliamo giungere alle conseguenze oggettive, dicendo che, verificato che occorre un trasferimento dallo Stato alle regioni, quest'ultimo deve avvenire utilizzando le risorse previste dalla legge n. 59 del 1997. Credo questo sia un processo logico, ineccepibile che fa riferimento, tra l'altro, a risorse che già vi sono perché la legge finanziaria le prevede per coprire i trasferimenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Rava 0.4.75.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 375
Maggioranza 188
Hanno votato
186
Hanno votato
no 189).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.75 (Quarta formulazione) della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vascon, al quale ricordo che ha un minuto a sua disposizione. Ne ha facoltà.

LUIGINO VASCON. Signor Presidente, colleghi, non si può portare in votazione finale un provvedimento del genere perché, non mi stancherò mai di dirlo, istituirà un'altra milizia. Non si può esprimere un voto su un emendamento nel quale le risorse finanziarie da trasferire alle singole regioni sono indicate come eventuali.

MARCO BOATO. Il termine «eventuali» è stato soppresso. È stato, infatti, approvato il subemendamento Rava 0.4.75.3.

PRESIDENTE. Onorevole Vascon, lei ha un minuto di tempo a disposizione. Non raccolga le interruzioni.

LUIGINO VASCON. Vi sono i professori, i maestri. Vi è il dogma dell'intelligenza... Sta di fatto, signor Presidente... sta buono, Marcora, che ti mandiamo al CEPU se vai avanti così (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Un po' di polemica non guasta, ma concluda, onorevole Vascon, perché il tempo a sua disposizione è terminato.


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LUIGINO VASCON. Sono molto tollerante.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.75 (Quarta formulazione) della Commissione, nel testo subemendato, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 380
Votanti 232
Astenuti 148
Maggioranza 117
Hanno votato
189
Hanno votato
no 43).

Passiamo alla votazione dell'articolo 4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cè, che ha un certo tempo a disposizione, secondo un accordo maturato con il Presidente. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CÈ. Signor Presidente, purtroppo, ci troviamo in una strana situazione. Ci siamo ritrovati ad esaminare questo pessimo provvedimento in aula - lo voglio dire più volte - pessimo provvedimento, nonostante la Lega fosse assolutamente contraria. Ciò rappresenta un brutto, un cattivo precedente per la maggioranza che appoggia il Governo.
Il provvedimento è in contrasto con l'attuale Costituzione, con il programma della Casa delle libertà, con il principio di sussidiarietà del quale ci si riempie spesso la bocca e mi riferisco ai membri della maggioranza, in particolare a quelli di Forza Italia che, ultimamente, mi sembrano non animati più da una forza propria perché non li sentiamo mai intervenire.
In campagna elettorale, nei nostri interventi, negli incontri pubblici ci riempiamo tutti la bocca con le parole «sussidiarietà orizzontale e verticale» e poi quando parliamo di trasferimento delle competenze, poniamo in essere un bel provvedimento centralista che se ne frega altamente dei corpi intermedi, della società, delle regioni, delle province e dei comuni (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)!
Addirittura siamo al paradosso: la sinistra, strumentalmente, successivamente spiegherò il motivo, vara il provvedimento Bassanini con il quale trasferisce il 70 per cento del personale del Corpo forestale alle regioni. Invece, guarda caso, la maggioranza fa un accordo trasversale che è evidente a tutti. Anche se il Ministero delle politiche agricole e forestali dovrebbe essere ricondotto (è stato già affermato da qualche collega) ad una specie di dipartimento (i referendum del 1993 e del 1997 hanno, infatti, fornito alcune indicazioni chiare al riguardo ed, inoltre, la materia dell'agricoltura è esclusiva delle regioni, al massimo necessiterebbe di un coordinamento a livello statuale), ancora una volta compiamo tutti un passo indietro e procediamo verso il centralismo.
Oltretutto il Ministero delle politiche agricole e forestali non ha nemmeno competenza per quanto riguarda l'ambiente: i due dipartimenti del Ministero delle politiche agricole e forestali non hanno alcuna competenza per quanto riguarda l'ambiente. Tuttavia, nonostante tutto questo e tutte le cose che abbiamo affermato, ci troviamo di fronte, per l'ennesima volta, ad una situazione di pericolosa convergenza fra il Polo e l'Ulivo.
Ci sembra di rivedere una situazione del passato e allora vediamo di capire: la sinistra - l'ho già detto anche in altri interventi - fa opposizione e la fa bene. Ha ragione di farla e la fa anche in maniera strumentale perché ci dovrebbe spiegare il motivo per cui nel 1999 vara la legge Bassanini che decentra, che trasferisce il Corpo forestale e poi nel giugno del 2001 viene emanato un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che, guarda caso, sembra fatto ad arte (sembra, infatti, redatto in modo tale da essere annullato dal TAR), trasferendo, inoltre, risorse assolutamente insufficienti per far funzionare i corpi forestali regionali. Il


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risultato è che quella riforma non decolla, non viene applicata, ma questo era nelle corde della sinistra.
Noi sappiamo bene che, al di là della demagogia e della propaganda elettorale, la sinistra è sempre stata antifederalista e centralista. Ha utilizzato il federalismo soltanto per cercare di catturare qualche consenso in più in campagna elettorale, ma la strategia di fondo è stata sempre quella di screditare il federalismo, proprio trasferendo, attraverso il decentramento, soltanto le competenze, senza attribuire le risorse, al punto che oggi anche sul Corpo forestale dello Stato, molte regioni, tranne quelle del nord d'Italia, che invece hanno grande autonomia e intendono andare nella direzione del vero autogoverno, si trovano in difficoltà nell'affrontare l'esercizio di queste competenze attribuite da parte dello Stato.
La posizione della sinistra tuttavia è anche logica, da un punto di vista di opposizione. Diversa è la posizione della maggioranza, del Polo, perché vorrei identificarvi ancora come Polo, dal momento che oggi ci avete relegato ad un'azione senza un minimo di interesse, quasi volendoci imporre, senza alcuna motivazione valida, con logiche che sono in contrasto rispetto al nostro programma elettorale, un provvedimento che non abbiamo mai discusso e che non condividiamo. Esso va contro la logica federalista che informa di sé e che rappresenta un principio cardine del nostro programma elettorale. Non c'è stata alcuna volontà in questi diciotto mesi di dar corso alla pure limitata riforma realizzata dall'Ulivo. Si poteva emanare un altro decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che modificasse quello che era stato annullato dal TAR. Questo non è stato fatto ed oggi ci troviamo in Parlamento di fronte ad alcune proposte di iniziativa parlamentare. Signor Presidente, vorrei l'attenzione anche da parte del Governo e del sottosegretario Delfino.

PRESIDENTE. Vi è una richiesta di attenzione rivolta al Governo.

ALESSANDRO CÈ. Non nascondiamoci dietro un dito di fronte alle iniziative parlamentari; per questa ragione in precedenza l'onorevole Guido Giuseppe Rossi sollecitava la presenza del ministro del quale abbiamo rispetto, anche se su questo tema egli ha avuto il torto di non confrontarsi minimamente con una forza politica importante della maggioranza, oserei dire determinante per la maggioranza. Egli non è venuto a spiegarci le ragioni di questo suo percorso. Le intuiamo tuttavia noi: ancora una volta c'è un trasversalismo in questo Parlamento; c'è una logica più di potere che di cambiamento, una logica che non ci appartiene (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).
Vorrei allora soltanto brevemente ricordarvi per l'ennesima volta, se occorre, il significato del nostro patto elettorale, che rende assolutamente inaccettabili operazioni striscianti che vanno contro l'indirizzo federalista. Questo rappresenterebbe un tradimento non soltanto nei confronti del nostro elettorato, ma di tutti coloro che vogliono il cambiamento. Al nord, vorrei ricordarlo, si è vinto per il valore aggiunto della Lega nord Padania, ricordatevelo tutti! Il valore aggiunto della Lega nord Padania è stato determinante al nord per la vittoria (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)! Ricordatevi che il nord vuole cambiare, vuole l'autogoverno, non l'ipocrisia né una delega parlamentare che viene radicalmente stravolta in alcuni provvedimenti, andando contro quello che è lo spirito complessivo che dovrebbe animare questa maggioranza. Non pensate di poter ingannare per l'ennesima volta gli elettori!
Noi vogliamo l'autogoverno per il nord ed il grande progresso per tutto il paese. Vogliamo il federalismo per tutti e questo è il nostro impegno. Noi abbiamo la certezza che questo avverrà, ve lo assicuro!
Voglio fare un'ultima considerazione: in questi giorni si sta parlando della necessità di andare compatti alle elezioni amministrative. Noi abbiamo fatto un patto politico che vale per le elezioni nazionali e regionali, ma mi spiegate per quale ragione, anche alla luce di questo vostro atteggiamento, atteggiamento di una larga parte del Governo, nonché di questo


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vostro silenzio colpevole in aula, perché noi alle elezioni amministrative, senza fare ulteriori ragionamenti, dovremmo andare compatti con voi, quando voi in quest'aula state tradendo lo spirito che dovrebbe informare la nostra coalizione (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)?

PRESIDENTE. Onorevole Cè, la prego di concludere, non mi metta in imbarazzo.

ALESSANDRO CÈ. Concludo, signor Presidente. Anzi, è nostra intenzione, ve lo assicuro, rilanciare con orgoglio l'identità del popolo padano per obbligarvi al cambiamento. Noi vogliamo che il paese, tutto il paese cresca, si sviluppi, ma siamo in quest'aula a rappresentare in particolare il nord e non accetteremo tradimenti da parte di nessuno!
Voglio ricordarvi che già in passato si e visto che chi è contro di noi, chi è contro il nord, è risultato perdente. Ricordatevelo: noi siamo l'utopia vincente della Padania! Noi non siamo venuti a Roma...

PRESIDENTE. Onorevole Cè...

ALESSANDRO CÈ. Abbia pazienza, sto per concludere, signor Presidente.

PRESIDENTE. Io ho pazienza, sono tra quelli che hanno diritto, come lei, di avere...

ALESSANDRO CÈ. Noi non siamo venuti a Roma per il potere, per occupare delle sedie. Siamo venuti a Roma per cambiare (Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo)! Ne abbiamo dato riprova nel passato e, se sarà necessario, potremo darne riprova anche in questa occasione. Siamo venuti per fare le vere riforme (Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo)!

PRESIDENTE. Onorevole, ora però...

ALESSANDRO CÈ. Signor Presidente, ancora un attimo, ho altri venti secondi.

PRESIDENTE. Onorevole Cè, l'attimo è fuggente, viceversa lei si trattiene.

ALESSANDRO CÈ. Oggi in quest'aula siamo stati gli unici a discutere su questo provvedimento e non abbiamo ricevuto risposta alcuna. Credo che quest'Assemblea, come Parlamento, debba adottare altre logiche rispetto alla «tagliola» dell'articolo 85, comma 8 del regolamento. Comunque, ricordiamo a tutti che possiamo essere alleati estremamente affidabili, ma anche temibili nemici (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).
Non vogliamo essere in alcun modo partecipi della votazione di questo pessimo provvedimento e, pertanto, a nome del gruppo della Lega nord, annuncio che non parteciperemo più alle votazioni ed usciremo dall'aula per protesta nei confronti degli alleati della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania e di deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo - I deputati del gruppo della Lega nord Padania escono dall'aula)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.

MARCO BOATO. Signor Presidente, non avrei chiesto di intervenire se non avessi ascoltato questo francamente imbarazzante ed incredibile comizio elettorale del collega Cè. Ognuno, come lei sa, ha libertà di esprimersi come vuole in quest'aula, ma poiché le prossime elezioni amministrative saranno l'11 maggio, io non vorrei che, da qui a quella data, il capogruppo della Lega e i suoi colleghi ci facessero sorbire ad ogni provvedimento - la prossima settimana dovremo tornare a discutere il cosiddetto indultino - un comizio elettorale in cui si alternano gli insulti alle forze di centrosinistra ai ricatti nei confronti delle altre componenti della Casa delle libertà.
Io sono un deputato dell'opposizione e potrei perfino gioire assistendo a questa scena indecente. Ma io credo sia a tutela


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della dignità del Parlamento, di maggioranza o di opposizione si tratti, che questo tipo di sceneggiata in quest'aula non abbia ancora a ripetersi.
Non mi hanno infastidito soltanto le accuse indecenti al centrosinistra - e spiegherò subito perché sono indecenti -, mi hanno infastidito, pur essendo all'opposizione e pur potendone strumentalmente gioire, le accuse ricattatorie fatte all'interno della Casa delle libertà, perché io non ho mai visto, in tanti anni di vita parlamentare, un modo simile di esprimere il dissenso in una maggioranza. Anch'io l'ho espresso tante volte nella maggioranza di cui ho fatto parte nella scorsa legislatura, ma non ho mai visto un modo così irrispettoso, calunniatore e ricattatorio di esprimere quello che non è più un dissenso, ma è una forma di minaccia assolutamente, a mio parere, inaccettabile.
Quello che sicuramente non è accettabile per noi, signor Presidente e colleghi, è quanto ho sentito dire poco fa dal collega Cè nei confronti del centrosinistra. Il collega Cè - che non sa neanche cosa ha votato pochi minuti fa - ha accusato il centrosinistra di non essersi pronunciato sulla questione delle competenze e sulla questione delle risorse, al punto che - mi dispiace di aver dovuto prima interrompere il collega Vascon, che è rimasto in aula e mi sta ascoltando - non si è neppure accorto che con il voto di tutto il centrosinistra, ma anche di Vascon e della Lega, la parola «eventuali» riferita alle risorse finanziarie l'avevamo soppressa. E lo abbiamo fatto con un subemendamento presentato da deputati del centrosinistra ai quali la Lega nord Padania si è associata; ma non c'era un subemendamento della Lega nord Padania che intendesse sopprimere l'aggettivo «eventuali» riferito alle risorse.
Comunque, quel subemendamento è stato approvato pochi minuti fa in quest'aula. Pochi minuti dopo, nella penultima votazione, abbiamo votato, perdendo per tre voti di scarto, un'altra proposta emendativa presentata da deputati del centrosinistra, il subemendamento Rava 0.4.75.2, che proponeva di riferire il trasferimento delle risorse alle singole regioni «al trasferimento delle competenze previsto dalla legge 15 marzo 1997, n. 59,» - la prima legge Bassanini - «con riferimento alle funzioni già esercitate dal Corpo forestale dello Stato»; conseguentemente, il citato subemendamento Rava proponeva anche di prevedere che «Con decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottarsi ai sensi della legge 15 marzo 1997, n. 59, da emanarsi entro i successivi sessanta giorni, si provvede all'erogazione delle risorse».
Quindi, il collega Cè ha falsamente e calunniosamente accusato il centrosinistra di non essere intervenuto sulla questione delle competenze e su quella delle risorse, senza accorgersi che egli stesso aveva votato a favore di un nostro emendamento - un nostro emendamento! - in materia di competenza e di risorse, non approvato da quest'aula soltanto per tre voti di scarto, magari di qualche deputato della Lega nord Padania assente - ripeto, magari di qualche deputato della Lega nord Padania assente - nei cui banchi c'erano numerosi vuoti.
Credo fosse doveroso puntualizzarlo, a tutela anche dei gruppi della maggioranza - i quali hanno la mia avversione politica, ma pur sempre il mio rispetto; e non accetto che si usi il linguaggio ricattatorio che è stato usato! -, ma soprattutto a tutela del ruolo che il centrosinistra ha avuto in ordine a questo provvedimento: Cè, che pure ha votato a favore delle nostre proposte emendative, un minuto dopo le ha calpestate ed ha falsificato quanto era avvenuto per finalità pretestuosamente e strumentalmente elettorali. Tutto ciò, signor Presidente, è inaccettabile (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Verdi-l'Ulivo, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo)!

PIERO RUZZANTE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERO RUZZANTE. Signor Presidente, quanto è appena successo in quest'aula è assolutamente grave.


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Abbiamo ascoltato l'intervento del capogruppo della Lega nord Padania, di un partito della maggioranza. Da un certo punto di vista, non possiamo che essere felici: dall'inizio della legislatura denunciamo che questa maggioranza e questo Governo stanno approvando provvedimenti di accentramento di funzioni che erano state trasferite alle regioni non solo per mezzo delle riforme costituzionali approvate dal Parlamento, ma anche mediante atti legislativi.
È successo nei casi del Ministero della salute e del Ministero della pubblica istruzione e sta accadendo nel caso delle competenze del Ministero per le politiche agricole e forestali. Ci rallegra che la Lega nord Padania abbia denunciato, in quest'aula, che oggi si sta facendo un passo indietro; ma il pensiero dell'onorevole Cè va chiarito fino in fondo: questo passo va indietro rispetto al passo in avanti compiuto con una serie di trasferimenti alle regioni che erano stati realizzati nel corso della passata legislatura grazie alla funzione ed al ruolo svolti dall'Ulivo.
Si fa un passo indietro sui temi relativi al Corpo forestale dello Stato come sul principio di sussidiarietà. Certo, ci sarebbe piaciuto sentire queste parole, da parte della Lega nord Padania, quando l'opposizione, nel corso dell'esame di tanti provvedimenti, denunciava il passo indietro che si stava compiendo rispetto al trasferimento di funzioni alle regioni.
Denunciamo - dobbiamo dirlo per chiarire quanto è avvenuto questo pomeriggio in quest'aula - anche un'azione un po' strumentale della Lega nord Padania.
Infatti, non sono stati segnalati alcuni emendamenti, non sono stati posti in votazione emendamenti della Lega nord Padania sui quali l'opposizione nella sua interezza era disposta a votare. Ora che in quest'Assemblea, nelle ultime due proposte emendative, il Governo è stato sconfitto (nel caso del subemendamento Rava 0.4.75.2 ha perso per soli tre voti), ora che si poteva dare un volto nuovo, cambiare, modificare alla radice questo provvedimento, la Lega nord Padania, preoccupata forse che nel prosieguo della discussione di questo provvedimento altre proposte emendative potessero mandare sotto il Governo, anziché proseguire nella sua battaglia parlamentare - caro onorevole Cè, noi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo abbiamo presentato decine di emendamenti e non ne avete votato uno - , anziché stare in aula e sconfiggere il suo Governo e la sua maggioranza ha scelto la strada più comoda: abbandonare quest'aula.
Infine, Presidente, credo che quello che è avvenuto quest'oggi in questa Assemblea sia estremamente grave. Le divisioni nella maggioranza non possono passare inosservate ed in silenzio. Il Governo non può fare il pesce nel barile. È avvenuto un fatto molto grave: la maggioranza è stata sconfitta su una proposta emendativa importante, perché attiene a questioni di carattere economico relative al trasferimento alle regioni.
Non è possibile che, di fronte alle parole di un capogruppo della maggioranza, non si senta un una sola voce da parte dei presidenti degli altri gruppi che compongono la maggioranza, da parte del Governo, che spieghi a tutta l'Assemblea la posizione della maggioranza di Governo, se c'è una maggioranza di Governo attualmente presente in aula. Nel caso in cui il Governo o gli altri gruppi della maggioranza non fossero in grado di replicare alle durissime accuse portate dal capogruppo della Lega nord Padania Cè, noi chiediamo ovviamente la sospensione della discussione del provvedimento. Quando la maggioranza sarà in grado di tornare in quest'Assemblea a spiegarci qual è la sua posizione su questo provvedimento, ovviamente, anche da parte dell'opposizione non mancherà il contributo, che ha dato durante tutto questo pomeriggio. L'opposizione ritiene inaccettabile che la maggioranza continui a rimanere in quest'aula in assenza di una posizione unica (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).

ANTONIO BOCCIA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.


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ANTONIO BOCCIA. Signor Presidente, l'intervento del capogruppo della Lega nord Padania e gli interventi che sono seguiti dei colleghi dell'opposizione (Boato e Ruzzante) credo che abbiano posto all'attenzione sua e dell'Assemblea una situazione abbastanza intricata, per il modo con cui si sta palesando, ma netta per l'uscita dalla maggioranza di una parte consistente della stessa maggioranza.
Quindi, noi dobbiamo fare una triplice valutazione: una riguarda l'aspetto politico, la novità politica di fronte alla quale si trova l'Assemblea di Montecitorio; la seconda riguarda il provvedimento in sé, il provvedimento di riordino e di riforma del Corpo forestale dello Stato, cioè il teatro all'interno del quale emerge questa situazione di rottura della maggioranza; in terzo luogo, Presidente, esiste una questione più generale. Infatti, la riforma ed il rapporto tra la Lega nord Padania e la Casa delle libertà chiamano in causa una più generale considerazione sulla tenuta di un progetto di riforma istituzionale e costituzionale che la Casa delle libertà appare già agli albori in grado di non mettere in campo. Quindi, si aprono tre scenari di riflessione rispetto ai quali noi non possiamo rimanere indifferenti.
Voglio dire ai colleghi della Lega, che non sono presenti in aula ma ascoltano nel Transatlantico, di non sperare mai che in quest'aula possa accadere che il gruppo della Margherita, e credo di poter dire tutto il centrosinistra, faccia da sponda per i ricatti che essi muovono alla Casa delle libertà (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani); noi non siamo i servi sciocchi di nessuno e tanto meno della Lega.
Però, Presidente, mi consenta di dire che ancora più grave - in questo sì, hanno ragione i colleghi Boato e Ruzzante ed ha ragione anche Cè - è che, di fronte ad un fatto così netto, il Governo e il presidente del maggiore gruppo della Casa delle libertà non dicano una parola, non chiariscano la posizione, non spieghino cosa sta accadendo, non prendano atto, in qualche modo, anche dei voti unanimi che sono stati espressi dall'Assemblea e quindi non spieghino le ragioni anche delle convergenze che ci sono state e non le inquadrino nel giusto profilo istituzionale ed assembleare.
Ciò determina una situazione imbarazzante che, tra l'altro, può far pensare che noi facciamo, diciamo così, un inciucio contro la Lega. Anche questo non è assolutamente vero perché giammai noi della Margherita - ma mi sento di dire noi dell'Ulivo e del centrosinistra - faremmo da sponda alla parte della maggioranza che vuole isolare la Lega nella Casa delle libertà (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo).
Quindi, Presidente, le cose devono essere chiarite e messe in trasparenza: sul piano politico non ci sono né sgabelli né inciuci; noi chiediamo che il Governo, per la parte che lo riguarda, e la maggioranza, per la parte che la riguarda, chiariscano questa situazione.
Inoltre, signor Presidente, l'uscita dall'aula della Lega è un segnale anche per lei. È vero che il Presidente dell'Assemblea non può dichiarare finita una maggioranza perché un gruppo della stessa abbandona l'aula, però, Presidente, le chiederei, cortesemente, al termine del dibattito, di valutare se non ci sia un fatto nuovo rispetto al quale, forse, qualche sua decisione potrebbe essere opportuna; ma certamente, Presidente, se il Governo, se la maggioranza non possono far finta di niente, anche il Presidente dell'Assemblea deve prendere atto che si sono modificati i rapporti di forza, non si tratta, infatti di un voto occasionale o di un voto di contenuto (può sempre capitare che su un provvedimento ci sia una diversa volontà dei gruppi): qui c'è un partito che abbandona l'aula dicendo chiaramente di farlo in dissenso dalla Casa delle libertà. L'onorevole Cè ha dichiarato di abbandonare l'aula non in dissenso dal provvedimento bensì in dissenso dalla Casa delle libertà; quindi, si tratta di un dato politico che non possiamo non sottolineare anche a lei in qualità di Presidente della Camera.


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Inoltre, Presidente mi consenta di dire che questo è un provvedimento che noi, in larga misura, abbiamo concorso a determinare; lei avrà visto quanti voti unanimi ci sono stati e quanti voti di convergenza: dunque è un provvedimento a cui, in qualche modo, noi della Margherita e molte volte anche dell'intero Ulivo e dello stesso centrosinistra, tutti insieme, abbiamo cercato di dare un contributo costruttivo per questa miniriforma che sta tanto a cuore al Corpo forestale dello Stato. Dunque, abbiamo un interesse a che il provvedimento possa continuare nel suo iter e possa essere approvato. Allora, Presidente, lei comprenderà che questa nostra posizione seria, responsabile, trasparente, chiarita con i voti dati in quest'aula oggi si scontra con una situazione politica che crea non pochi problemi.

PRESIDENTE. Onorevole Boccia, la prego di concludere.

ANTONIO BOCCIA. Ho finito.
Credo che a questo punto della seduta si imponga un imperativo categorico per il Governo, per la maggioranza e anche per lei, di fare un po' di chiarezza.

PRESIDENTE. Onorevole Boccia, le rispondo facendo presente che il Presidente non ha alcuna funzione di verifica né politica né delle determinazioni che i gruppi di maggioranza e di opposizione, oppure mélange (a seconda delle circostanze che lei ha ricordato essersi verificate nel corso delle votazioni), possono e devono esprimere. La Casa delle libertà è evidentemente una casa e, come tale, ha un'entrata ed un'uscita (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo - Si ride)! Si tratta di problemi di carattere politico che devono essere valutati nelle sedi opportune.

LUCIANO VIOLANTE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, si è creata, prescindendo dalle discussioni relative al Corpo forestale dello Stato, una situazione politica del tutto particolare e, per quanto mi risulta, anomala. Vi è un gruppo della maggioranza che ha abbandonato l'aula per protestare contro il Governo. A questo punto, signor Presidente, non intendiamo fare da sponda ai pochi colleghi della maggioranza ancora presenti e, pertanto, abbandoneremo anche noi l'aula. Se mi permette, le suggerirei anche di sospendere i lavori, perché non mi sembra sia il caso di proseguire nell'esame del provvedimento. Noi, in ogni caso, abbandoniamo l'aula, perché mi sembra sia bene che le vicende interne alla maggioranza non siano risolte dall'opposizione (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani - I deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani escono dall'aula).

TERESIO DELFINO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole e forestali. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole e forestali. Signor Presidente, credo che il dibattito di questo pomeriggio ed il relativo andamento dei lavori abbiano consentito di apportare significativi miglioramenti al provvedimento. Questa proposta di legge di iniziativa parlamentare affronta una realtà istituzionale - lo dico alla maggioranza ed anche all'opposizione - certamente carente rispetto alla vicenda del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che aveva normato la materia in attuazione dei decreti legislativi Bassanini. Ritengo che, responsabilmente, il Governo abbia mantenuto una posizione di supporto ad un provvedimento, ad un assetto normativo che trovava convergenze in Assemblea. È sotto questo profilo che ritengo si debba riflettere per «portare a casa» - come ho anche sentito dire da alcuni colleghi - questo provvedimento.


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Certamente, la presenza di un'opposizione così netta da parte della Lega nord, da parte di una componente della maggioranza, sarà oggetto di valutazione da parte delle forze politiche della stessa maggioranza, valutazione che sarà svolta compiutamente dopo la conclusione della seduta.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, desidero ricordare che erano in corso le dichiarazioni di voto sull'articolo 4. Le forze politiche possono fare ciò che vogliono, ma il Presidente della Camera farà votare l'articolo 4 da coloro che sono in aula. Le restanti valutazioni non attengono all'andamento dei lavori.

PIERLUIGI CASTAGNETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI CASTAGNETTI. Signor Presidente, non ho alcuna difficoltà a confermare, come è stato già fatto più volte dall'onorevole Marcora, la nostra ampia convergenza sui contenuti del progetto di legge al nostro esame. Non possiamo però non prendere atto del fatto politico intervenuto oggi pomeriggio.
Ripeto, non stiamo discutendo del contenuto del progetto di legge, a proposito del quale confermiamo tutte le nostre posizioni (siamo responsabili e le nostre posizioni sono state assunte in modo estremamente convinto). Il sottosegretario Delfino sarà però il primo a rendersi conto che non stiamo discutendo di questo.
È accaduto un fatto politico rispetto al quale la maggioranza deve assumersi la responsabilità (I deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo iniziano ad uscire dall'aula). Non si tratta di dare o non dare sponda alla maggioranza! Si tratta di prendere atto che, di fronte a tale fatto, la maggioranza finge che esso non sia accaduto. È questo atteggiamento di rimozione di ciò che è accaduto che crea una condizione politica particolare, condizione che l'opposizione non può non sottolineare, pure con la scelta che anche noi ci accingiamo a fare; ciò semplicemente perché la maggioranza non ha preso atto e non ha commentato ciò che sta accadendo.
Tra l'altro, non basta neppure commentarlo, in quanto bisogna semplicemente prendere atto che si è spaccata la maggioranza: la maggioranza oggi non esiste. Questo è il dato politico e, rispetto ad esso, nessuno dei colleghi dei gruppi della maggioranza ha ritenuto di prendere posizione. Ciò, a nostro avviso, è grave ed è questa la ragione per la quale, anche noi, non possiamo restare in aula (Applausi di deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo e dei Democratici di sinistra-l'Ulivo - I deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo escono dall'aula).

ELIO VITO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELIO VITO. Signor Presidente, quanto sta accadendo mi sembra un po' singolare...

RENZO INNOCENTI. È vero, è singolare!

ELIO VITO. È come se i colleghi dell'opposizione e, soprattutto, quelli della Commissione non conoscessero fin dall'inizio la situazione nella quale il provvedimento è giunto in Assemblea. Ricordo che la settimana scorsa abbiamo espresso il nostro voto su una pregiudiziale di costituzionalità presentata solo dal gruppo della Lega nord Padania che è stata respinta dal resto dell'Assemblea, dalla maggioranza e dall'opposizione. Ricordo che siamo di fronte ad un provvedimento di iniziativa parlamentare e, quindi, non di iniziativa governativa, che è stato presentato da diversi deputati della maggioranza e dell'opposizione. La Commissione, con riferimento ai provvedimenti presentati dagli onorevoli Volontè, Losurdo, de Ghislanzoni Cardoli, Pecoraro Scanio, Marini, Marcora e via dicendo, ha elaborato un


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testo approvato all'unanimità, che naturalmente è giunto in aula: non è, quindi, un provvedimento del Governo.
Tante volte l'opposizione ha protestato contro il Governo, i decreti e le deleghe. In questo caso, in Commissione è stato svolto un ampio lavoro, che ha raccolto le proposte dei diversi gruppi parlamentari ed è stato elaborato un testo ampiamente condiviso. Il provvedimento giunge in Assemblea in queste condizioni e la Lega manifesta il suo legittimo dissenso. Essendo un provvedimento di iniziativa non governativa bensì parlamentare, elaborato a larga maggioranza dalla Commissione agricoltura, è evidente che non si mette in discussione la maggioranza di Governo. È un provvedimento parlamentare come altri, sul quale vi è stata una confluenza tra maggioranza ed opposizione.
Ora, l'opposizione della Lega era nota; ciò che vorremmo capire - lo deve verificare il presidente de Ghislanzoni Cardoli - è se, sul merito della riforma del Corpo forestale dello Stato, i gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo e dei Democratici di sinistra-l'Ulivo siano ancora d'accordo o meno. Se sono contrari, è evidente, onorevole Castagnetti, che non è il Governo a non avere più la maggioranza, bensì questa proposta di riforma (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia). Magari, a quel punto, la maggioranza ne presenterà un'altra.

GENNARO CORONELLA. Bravo, Vito!

ELIO VITO. In Assemblea abbiamo presentato un testo che aveva un'ampia maggioranza ed il vostro consenso. Questo testo, in particolare l'articolo 4, da noi condiviso in Commissione, ha ancora il vostro consenso o no? Questa è la politica e questo è il Parlamento. Se è venuto meno il vostro consenso sull'articolo 4 e sul provvedimento, è ovvio che l'esame di quest'ultimo deve essere sospeso. Invece, se non è venuto meno il vostro consenso, che è stato un presupposto indispensabile per iscrivere il provvedimento all'ordine del giorno, per concluderne l'esame in Commissione, per esaminarlo in Assemblea e per respingere la questione pregiudiziale, non capisco l'atteggiamento di oggi, solo perché la Lega, una volta esauriti i tempi a sua disposizione, ha deciso di utilizzare legittimamente una delle varie tattiche ostruzionistiche, ben nota e ben dichiarata. Infatti, quando si esaurisce il tempo, si adotta la tattica di abbandonare l'aula.
Vi dovevate scandalizzare quando la Lega ha presentato la questione pregiudiziale oppure quando ha utilizzato tutti i tempi a sua disposizione. A nostro avviso - lo ripeto - si tratta di atteggiamenti legittimi, non essendo il provvedimento di iniziativa governativa e avendo constatato che in Commissione vi era un largo consenso politico su questo testo.
Se voi non condividete più la riforma del Corpo forestale dello Stato, lo dovrete dire alle vostre regioni, ai vostri amministratori ed alle persone interessate a queste categoria e l'esame del provvedimento si fermerà. Se, invece, continuate a condividerlo con noi, come è accaduto finora, non vi sono ragioni per non procedere, tranne il fatto, signor Presidente, che siamo giunti alle ore 20 e avremmo comunque sospeso il dibattito. Questo è un chiarimento politico che dovete fare innanzitutto con voi stessi. Non copritevi dietro l'opposizione della Lega che era chiaramente annunciata ed a voi nota (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale e dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro)!
Signor Presidente, credo che questo atteggiamento da parte di chi condivide il provvedimento ed ha consentito che giungesse in Assemblea sia francamente incomprensibile. Mi auguro, quindi, che si possa porre in votazione l'articolo 4 per poi procedere ordinariamente. Se poi avete paura di voi stessi e delle leggi che condividete, è un problema tutto vostro, non certo della maggioranza e tanto meno del Governo che, come vedete, non è per nulla impegnato su questa materia (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza


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Italia, di Alleanza nazionale e dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro).

FABIO CIANI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO CIANI. Signor Presidente, non sarei intervenuto dato che è già intervenuto il mio capogruppo, ma credo che il presidente Elio Vito si sia distratto mentre l'onorevole Cè parlava. L'onorevole Cè non ha posto il problema di questo provvedimento sul quale siamo tutti d'accordo, abbiamo votato ed avremmo seguito a votare (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale).

EDMONDO CIRIELLI. Allora non parlare!

FABIO CIANI. I colleghi dovrebbero ascoltare, altrimenti rischiano di dire fesserie.

DANIELE FRANZ. Non siamo mica come te!

FABIO CIANI. Il collega Cè ha posto un problema di coerenza della coalizione dicendo che una serie di provvedimenti andavano contro il patto elettorale. Non è un fatto legato a questo provvedimento, ma un fatto di tenuta della maggioranza minacciare il centrodestra di abbandonare la maggioranza se avesse seguitato in questa direzione!
Dunque, mi meraviglia che un deputato attento e di lunga esperienza come l'onorevole Elio Vito abbia potuto fare un intervento riportando tutto a questo provvedimento specifico. Già la scorsa settimana - l'onorevole Elio Vito dovrebbe ricordarlo - l'onorevole Cè e la Lega avevano assunto atteggiamenti analoghi accusando la Casa delle libertà di mancato rispetto dei patti elettorali.
Quindi, signor Presidente, il problema è più profondo e la Casa delle libertà dovrebbe prenderne atto invece di prendersela in maniera puerile e banale con un'opposizione responsabile che era rimasta in aula ed aveva votato il provvedimento (Commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia)!

DANILO MORETTI. Pagliaccio, smettila!

FABIO CIANI. Se hai qualcosa da dire dillo al microfono, invece di farlo così in maniera squallida (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale)...

PRESIDENTE. Onorevole Ciani, ha esaurito il suo tempo.

FABIO CIANI. Concludo, signor Presidente. La Casa delle libertà farebbe bene ad assumere al proprio interno una coerenza (Applausi di deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo)...

PRESIDENTE. Onorevole Ciani, la ringraziamo per i consigli.

GIORGIO LAINATI. Sei proprio esaurito!

ROBERTO GIACHETTI. Parli tu!

LINO RAVA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LINO RAVA. Signor Presidente, vorrei soltanto portare elementi di chiarezza rispetto alle affermazioni dell'onorevole Elio Vito. Il gruppo dei DS non ha condiviso in Commissione il provvedimento, tant'è vero che non ha partecipato alle votazioni del testo arrivato in aula perché ha richiesto in quella fase di svolgere un supplemento di indagine. Oggi l'ho ribadito diverse volte e credo che alcuni dei passaggi odierni abbiano evidenziato tale necessità.
Sono alcune settimane che ci confrontiamo nel merito ed oggi abbiamo condotto una battaglia di merito, non abbiamo discusso di altre cose. Non abbiamo


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fatto ostruzionismo: abbiamo sostenuto i nostri emendamenti, alcuni dei quali sono stati condivisi dal relatore, dalla maggioranza e dal Governo, e di questo li ringraziamo. Dunque, abbiamo mantenuto questo atteggiamento.
Detto ciò, le evenienze della politica sono amplissime e quello che è successo è chiaramente un segnale di un'evenienza nuova di cui credo che tutte le parti politiche dovranno prendere atto. Noi ne abbiamo preso atto facendo una scelta politica (Applausi di deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).

STEFANO LOSURDO, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO LOSURDO, Relatore. Signor Presidente, durante l'esame dell'articolo 4 l'onorevole Pagliarini ha fatto alcune osservazioni di natura logica in merito alla rubrica di tale articolo. Non ho condiviso quanto detto dall'onorevole Pagliarini. Il Presidente della Camera ha invitato il relatore a riformulare, eventualmente, la rubrica dell'articolo 4. Dunque, pro bono pacis, ritengo che la formulazione della rubrica che accontenti tutte le posizioni e che presenteremo in sede di coordinamento formale possa essere quella di «Rapporti con le regioni».

PIERO RUZZANTE. Chiedo di parlare.

GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Basta!

PRESIDENTE. Mi sembrava che lei fosse già intervenuto, onorevole Ruzzante.

PIERO RUZZANTE. Sì, ma chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERO RUZZANTE. Signor Presidente, vorrei chiederle in primo luogo, ai sensi dell'articolo 8 del regolamento, di disporre il controllo delle tessere per la votazione elettronica. In secondo luogo - ritengo peraltro che ciò sia già avvenuto per molti provvedimenti - vorrei far presente che la modifica della rubrica degli articoli è oggetto e materia di emendamenti. Quindi suggerirei, senza accentuare i problemi che si sono già evidenziati nel dibattito parlamentare, di presentare un emendamento che si potrà votare tranquillamente domani e quindi di non passare adesso alla votazione dell'articolo 4.

PRESIDENTE. Colleghi, cerchiamo di fare le cose seguendo le regole che non sono quelle della politica, ma quelle del Parlamento. Le forze politiche possono fare quello che vogliono, ma quelle parlamentari hanno una loro regola e disciplina che sta nel regolamento.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

PIERO RUZZANTE. Presidente, guardi là!

PRESIDENTE. Invito gli onorevoli segretari a controllare il regolare svolgimento della votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico che, a seguito dei conteggi regolamentari, la Camera non è in numero legale.
Apprezzate le circostanze, la Presidenza ritiene preferibile rinviare a domani la ripetizione della votazione per la quale è mancato il numero legale, senza procedere alle consuete sospensioni previste per tale ipotesi.

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