Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 243 del 19/12/2002
Back Index Forward

Pag. 41


...
Svolgimento di una interpellanza urgente.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza urgente.

(Uscita dell'ENEL dal settore dello smaltimento dei rifiuti - n. 2-00524)

PRESIDENTE. L'onorevole Polledri ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00524 (vedi l'allegato A - Interpellanza urgente sezione 1).

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, signor sottosegretario, l'interpellanza oggi in discussione nasce da due esigenze: una più generale, relativa ad una politica di indirizzo che questo Governo attua, sicuramente attraverso il DPEF, ma che ritengo debba realizzare - come ha fatto - con una serie di atti e di patti con l'ENEL, dunque attraverso una politica di indirizzo e di tutela del patrimonio pubblico e del valore della stessa azienda, e una parte più specifica, più di cronaca.


Pag. 42


Quindi, nella prima parte, si chiede se il Governo ritenga che la fuoriuscita di ENEL dal settore dello smaltimento dei rifiuti possa risultare economicamente svantaggiosa, specie nel breve termine. La seconda parte fa, invece, riferimento ad un episodio, avvenuto alcuni mesi or sono, relativo alle dimissioni, dalla controllata di ENEL, Tesa Spa, partecipata appunto al 51 per cento da Tecnoborgo, in provincia di Piacenza, dei due consiglieri di amministrazione che, casualmente, si sono dimessi contemporaneamente ad altri consiglieri, ottenendo come risultato la decadenza del consiglio di amministrazione.
Tale decadenza era stata caldeggiata dal neoeletto sindaco dell'Ulivo, l'ingegner Reggi; d'altra parte, risulterebbe difficilmente comprensibile una sinergia di dimissioni di cinque componenti di cui, tra l'altro, uno nominato dal sindaco e appartenente a Forza Italia.
Quindi - ripeto - il motivo contingente deriva, da un lato, dalla perplessità che l'ENEL, attraverso la società Tesa, abbia partecipato ad un'operazione dal puro sapore politico e, dall'altro, dalla mancata convenienza. Infatti, risulta strano che una società, mentre sta per vendere un'altra società - in questo caso, la Tesa Spa -, faccia dimettere i suoi componenti dal consiglio di amministrazione, soprattutto quando la società partecipata fa parte di un consorzio e acquista energia dall'Edison. Dunque, risulta quanto meno difficile che l'ENEL possa sottostare a questo processo.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, professor Tanzi, ha facoltà di rispondere.

VITO TANZI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, con l'interpellanza urgente in esame, l'onorevole Polledri ed altri pongono quesiti in ordine alla situazione della società per azioni Tesa.
Al riguardo, si fa presente che la Tesa Piacenza Spa è una società operante principalmente nel settore della gestione e dello smaltimento dei rifiuti, controllata dal comune di Piacenza (58 per cento delle azioni) e partecipata da Camuzzi Gazometri Spa (40 per cento delle azioni) e dal Consorzio ambientale pedemontano (2 per cento delle azioni).
Il consiglio di amministrazione di Tesa Spa, in base ai patti parasociali stipulati, è attualmente composto da sette membri: due nominati dalla società Camuzzi, quattro dal comune di Piacenza e un membro dal Consorzio ambientale pedemontano.
Al fine di consolidare la propria posizione nel mercato italiano del gas e sfruttare le sinergie esistenti tra tale mercato e quello elettrico, l'ENEL ha acquistato la partecipazione di maggioranza del gruppo Camuzzi. In seguito a tale acquisizione, Tesa Spa è entrata a far parte dell'ENEL ed opera all'interno di ENEL Distribuzione Gas. Le linee guida del nuovo piano industriale dell'ENEL, approvato ed illustrato alla comunità finanziaria, prevedono la focalizzazione nel core business dell'energia e la semplificazione del modello di business. In tal senso, è stata avviata la procedura di ricezione di offerte non vincolanti di acquisto della partecipazione detenuta in Tesa Spa.
Come specificato nella richiesta di offerta, il prezzo di vendita non potrà essere inferiore al prezzo a suo tempo pagato dalla società Camuzzi per l'acquisto del pacchetto azionario. La cessione, inoltre, conformemente a quanto previsto dai patti parasociali sottoscritti da Camuzzi e Tesa Spa, sarà, comunque, subordinata al gradimento da parte del comune di Piacenza, in qualità di azionista di maggioranza. In linea con tali indirizzi strategici, i due membri del consiglio di amministrazione di Tesa Spa, nominati da Camuzzi, ed altri due componenti del consiglio di amministrazione hanno presentato le proprie dimissioni, determinando, ai sensi dell'articolo 17 dello statuto della società, la decadenza dell'intero consiglio di amministrazione.
Si precisa che, in data 7 novembre 2002, è stato nominato il nuovo consiglio di amministrazione della società Tesa Spa che risulta così composto: Guido Ramonda, con incarico di presidente; Pier


Pag. 43

Matteo Codazzi, Robertino Donato Brusamolino, nominati da ENEL Spa - Camuzzi Gazometri Spa; Werner Argellati, nominato dal consorzio ambientale pedemontano; Bruno Cassinari, Elisabetta Ferrari e Luigi Gazzola.
Si soggiunge, infine, che attualmente è in corso una procedura diretta ad acquisire offerte per la cessione di Airneri Spa, Smarin Spa, Tekna srl e La Riccia srl, tutte partecipate da Camuzzi nell'area del Waste management.

PRESIDENTE. L'onorevole Polledri ha facoltà di replicare.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, a nome della Lega nord mi dichiaro assolutamente insoddisfatto della risposta del mio Governo. Dobbiamo dirlo con un certo rammarico, ma la Lega nord si dichiara assolutamente insoddisfatta per una risposta che dimostra disinformazione e che credo non faccia onore ai compiti che questo Governo dovrebbe svolgere.
Innanzitutto, credo che la tutela del patrimonio dell'azienda debba essere uno degli impegni fondamentali di questo Governo che è un azionista dell'ENEL assieme a milioni di cittadini. È stato citato il core business. Certamente il core business dell'ENEL, come previsto anche dal DPEF, prevede che l'ENEL si concentri sul settore dell'energia. Stiamo parlando, però, di un'azienda municipalizzata, Tesa Spa, che gestisce l'inceneritore della provincia di Piacenza, che entrerà in funzione e che smaltisce 105 mila tonnellate l'anno, con una produzione energetica elettrica di potenza pari a 10 megawatt, classificata CIP6. Pertanto, non si parla di qualcosa di estraneo al core business. Ciò è assolutamente compatibile con il core business.
Non solo, ricordiamo che ENEL è rappresentato sì dagli azionisti, ma è anche sottoscrittore di un accordo con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e con il Ministero delle attività produttive in base al quale si è impegnata a ridurre il consumo degli equivalenti di anidride carbonica. La stessa ENEL, nel bilancio 2001 afferma che affronta l'impegno ambientale seguendo i criteri dello sviluppo industriale sostenibile, anche nella convinzione che attraverso una corretta politica ambientale si persegua l'obiettivo della protezione del valore dell'azienda. Inoltre, in esso si afferma che ciascuna società del gruppo è, quindi, impegnata a conciliare un'elevata tutela dell'ambiente con la fornitura di prodotti e servizi di qualità a prezzi competitivi. Ricordiamo che tra le società del gruppo - non stiamo parlando di qualcosa che non esiste - vi è Elettroambiente, che è una società operante nel campo della produzione di energia elettrica da rifiuti, biomasse e biogas, ed è in grado di offrire tecnologie all'avanguardia. Questo è quanto prevede ENEL nel bilancio del 2001 e in un patto siglato con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e con il Ministero delle attività produttive. Crediamo si tratti di un patto che questo Governo, con gli strumenti di moral suasion, ma anche con quelli che gli sono propri, debba pretendere che venga rispettato.
Pertanto questa risposta, lo ripeto, non ci convince. Essa ci sembra scritta sotto dettatura, su cui non c'è stata, di sicuro, una riflessione politica, che noi auspichiamo ci debba essere, perché questo Governo deve dare un indirizzo di una politica industriale e, soprattutto, deve proteggere il valore aziendale dell'azienda. Ora, a distanza di un anno e mezzo dall'acquisto, ENEL vende quello che dopo un anno e mezzo prima aveva comprato. Io invito il Governo a vigilare sulle procedure di vendita, perché mi sembrerebbe strano che alcuni pezzi pregiati del patrimonio pubblico vengano comprati, magari, sottocosto o con delle formule che sicuramente favoriscono alcuni privati, ma non il soggetto pubblico. La Lega nord Padania è favorevole alla privatizzazione in generale, ma non per fare gli interessi di pochi e dei soliti noti.
Riguardo alla tutela del bene dell'azienda, ci sembra che si sia andati contro di esso, visto che c'è stata una dimissione politica per favorire una ingerenza. Ricordo che Tecnotempi è una


Pag. 44

società per azioni e pertanto è, sicuramente, partecipata dal comune, ma ha una sua mission ed una sua autonomia. Ricordo anche che, attraverso Camuzzi, ENEL detiene una golden share all'interno di Tecnoborgo per cui a Camuzzi-ENEL spetta la nomina dell'amministratore delegato. A tutt'oggi mi risulta che non sia stato ancora nominato l'amministratore delegato; pertanto ENEL è in difetto di una risposta manageriale.
Noi abbiamo espresso un dubbio sull'opportunità dell'uscita e di ENEL non tanto della politica dei rifiuti, ma dal settore della produzione di energia da rifiuti. Ricordiamoci che c'è un obbligo dei certificati verdi che prevede un 2 per cento di energia prodotta dalle biomasse. Se ENEL vende gli inceneritori e tutta la parte di produzione delle biomasse, sarà poi costretta a comprare sul mercato certificati verdi a prezzo eccessivo, questo ovviamente con danno dell'azionista.
Pertanto ci riserviamo di approfondire l'argomento nelle sedi opportune e ci auguriamo che questa interpellanza, su cui vi è un atteggiamento di insoddisfazione da parte della Lega nord Padania - che, ripeto, mi rincresce di esprimere -, possa favorire una crescita dell'attenzione da parte del Governo, un maggior approfondimento dei temi della politica industriale e una maggiore vigilanza su quello che avviene anche nei confronti di ENEL.
Non dimentichiamoci che, probabilmente, la maggioranza ha mostrato alcuni segnali di insofferenza nei confronti di atteggiamenti - in qualche modo - padronali e di ingerenza politica tenuti dall'ENEL. Ricordo che, recentemente, al Senato è stato espresso un voto non propriamente favorevole con riferimento ad una posizione di ingerenza politica dell'ENEL. Crediamo che la politica debba fissare gli indirizzi e controllare il patrimonio pubblico. L'ENEL deve fare il suo mestiere cercando di tutelare anche il valore delle azioni pubbliche.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza urgente all'ordine del giorno.
Sospendo quindi la seduta che riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo convocata per le ore 15,30 di oggi.

Back Index Forward