XV LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 259 di sabato 15 dicembre 2007

[frontespizio]
[elenco e sigle dei gruppi parlamentari]
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[allegato A]
[allegato B]

[riferimenti normativi]
Pag. 1

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI

La seduta comincia alle 9,05.

GIUSEPPE MORRONE, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 13 dicembre 2007.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Amato, Aprea, Bimbi, Boco, Bonelli, Bonino, Brugger, Buontempo, Capodicasa, Casini, Catone, Cento, D'Alema, D'Antoni, Damiano, Del Mese, Di Salvo, Donadi, Fabris, Galati, Gentiloni Silveri, Landolfi, Lanzillotta, Letta, Levi, Lucà, Maroni, Mattarella, Melandri, Meta, Migliore, Minniti, Leoluca Orlando, Pinotti, Piscitello, Pollastrini, Prodi, Ranieri, Realacci, Rigoni, Rutelli, Santagata, Sgobio, Soro, Spini, Stucchi, Villetti, Violante, Visco ed Elio Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1817 - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2008) (Approvato dal Senato) (A.C. 3256-A) (ore 9,08).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2008).
Ricordo che nella seduta del 14 dicembre 2007 si è proceduto alla votazione per appello nominale degli emendamenti 1.1000, 23.1000 e 135.1000, sulla cui approvazione, senza subemendamenti e articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3256-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 3256 sezione 1).
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi degli articoli 88 e 89 del Regolamento, i seguenti ordini del giorno che riproducono il contenuto di proposte emendative già dichiarate inammissibili per estraneità di materia in Commissione, ovvero aventi ad oggetto argomenti palesemente estranei al provvedimento in esame: Porfidia n. 9/3256/19, in materia di separazione tra esercizio del servizio di trasporto e gestione delle relative reti; Misiti n. 9/3256/23, riguardante l'individuazione di una sede della ScuolaPag. 2superiore della magistratura nel distretto meridionale; Proietti Cosimi n. 9/3256/33, relativo alla realizzazione di nuovi centri di permanenza temporanea; Tessitore n. 9/3256/77, volto ad escludere l'Unione accademica nazionale dall'elenco degli enti inutili; Ruta n. 9/3256/79, volto ad includere la Fondazione per l'istruzione agraria di Perugia e la relativa azienda agraria nell'Università di Perugia; Nicco n. 9/3256/118, concernente le modalità di erogazione del TFR ai dipendenti di determinati enti; Trupia n. 9/3256/135, in materia di organizzazione dei corsi per l'abilitazione all'insegnamento; Scotto n. 9/3256/143, relativo alla convocazione della seconda Conferenza nazionale sulle servitù militari (ai sensi dell'articolo 122, comma 1 del Regolamento in quanto accolto in Commissione); Lomaglio n. 9/3256/149, volto ad istituire alcuni nuovi parchi nazionali; Mellano n. 9/3256/169, relativo alla durata dei corsi tenuti dalle scuole di specializzazione per le professioni legali; Castellani n. 9/3256/198, volto ad inserire la categoria dei medici specialisti in anestesia e rianimazione nelle categorie dei lavoratori usuranti; Tremaglia n. 9/3256/232, relativo ad una convocazione di una Conferenza per il Nord Africa; Murgia n. 9/3256/235, relativo allo svolgimento di corsi di scienza dell'amministrazione a Nuoro; Rositani n. 9/3256/242, concernente il Polo universitario Jonico; Antinucci n. 9/3256/262, volto a riconoscere la possibilità per le società SOA di continuare ad avvalersi di prestazioni esterne per la promozione commerciale; Delfino n. 9/3256/271, relativo alla violazione di normative in campo radiotelevisivo; Affronti n. 9/3256/286, volto a riconoscere le cure termali al personale delle Forze armate che abbia subito lesioni per causa di servizio; Mazzoni n. 9/3256/301, relativo ai pubblici dipendenti iscritti all'albo degli avvocati; Campa n. 9/3256/339, relativo alla dirigenza scolastica; Gregorio Fontana n. 9/3256/361, volto all'istituzione, presso il Tribunale di Bergamo, della sezione staccata di Treviglio; Gardini n. 9/3256/365, concernente la non applicazione dei benefici della legge Gozzini ai detenuti per reati sessuali; Mistrello Destro n. 9/3256/372, relativo alle commissioni per l'assegnazione di prestazioni di invalidità; Nan n. 9/3256/374, riguardante la ratifica del nuovo Trattato UE; Palumbo n. 9/3256/376, volto ad estendere a tutto il personale medico i benefici previdenziali per i lavori usuranti.
L'onorevole Barani ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Cirino Pomicino n. 9/3256/167, di cui è cofirmatario.

LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo per illustrare l'ordine del giorno n. 9/3256/167 a prima firma del presidente Cirino Pomicino, sottoscritto anche da me e da altri colleghi.
Si tratta di un ordine del giorno che interessa gli enti locali, molto caldeggiato, signor sottosegretario, dall'ANCI. Con l'attuale finanziaria verrebbe abrogato il comma 6 dell'articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, che prevede la riscossione coattiva dei tributi e delle altre entrate di spettanza di province e di comuni, effettuato sia in proprio sia attraverso il servizio gestore di riscossione.
Signor sottosegretario, le amministrazioni locali si troverebbero improvvisamente nell'impossibilità di riscuotere i tributi e per la loro riscossione si dovrebbe attivare la procedura dell'ordinario diritto civile, cioè si dovrebbero promuovere delle cause civili, con tutto il tempo che ovviamente ci vuole per una causa civile, senza pensare alle conseguenze e agli effetti negativi sia sulla magistratura civile sia sugli enti locali.
Signor Presidente, secondo i firmatari di questo ordine del giorno, tra cui vi sono non solo deputati del nostro gruppo ma anche Fabris dei Popolari-Udeur, Garavaglia della Lega e Crosetto di Forza Italia, con quella disposizione della finanziaria verrebbero 20 a mancare per gli enti locali sostanzialmente buona parte delle entrate, senza prevederne la copertura.
Non essendoci, quindi, forme di copertura finanziaria a favore delle autonomie locali, improvvisamente private di strumenti essenziali per garantire il mantenimento dei servizi erogati alla collettività ePag. 3in presenza di un brusco calo di entrate proprie, esse dovrebbero finanziarsi altrimenti o ridurre le prove prestazioni, in ogni caso con nuovi e non coperti oneri finanziari. Quindi si può rendere conto, signor Sottosegretario, che l'accoglimento di questo ordine del giorno sarebbe un atto di compensazione per l'abrogazione del comma 6 dell'articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446; quindi con tale ordine del giorno impegniamo il Governo ad adottare ogni provvedimento attuativo ed interpretativo diretto a prevedere che la riscossione delle entrate delle autonomie locali, comuni e province, continui attraverso gli strumenti giuridici attualmente esistenti, in modo da assicurare l'efficacia, l'efficienza e l'economicità dell'azione amministrativa.

PRESIDENTE. Il deputato Picchi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/379.

GUGLIELMO PICCHI. Signor Presidente, lo scopo dell'ordine del giorno che ho presentato è quello di far sì che il Governo si impegni per la salvaguardia del centro storico di Firenze.
Premetto che noi condividiamo la necessità di promuovere il trasporto pubblico locale, quindi siamo d'accordo con la norma che in finanziaria stanzia dei fondi per aiutare il comune di Firenze a realizzare un sistema di linee tranviarie. Ciò su cui concordiamo meno, e pertanto invitiamo il Governo ad intervenire per utilizzare le proprie prerogative costituzionali di protezione del patrimonio storico artistico, è sul percorso che questa linea tranviaria dovrebbe avere.
Siamo, infatti, di fronte ad un caso di assoluto scempio dal punto di vista storico-artistico.
Una delle linee che il Governo va a finanziare dovrebbe transitare a pochissimi metri dal Battistero di Firenze e dal Duomo. Per chi non lo sapesse, il Battistero di Firenze ha circa mille anni e vi fu battezzato Dante: questo treno metropolitano, della lunghezza di 32 metri e del peso di oltre 40 tonnellate, dovrebbe passare a meno di tre metri di distanza dalla porta del buon Lorenzo Ghiberti, che mai si sarebbe sognato di vedersi un treno passare accanto alla propria porta quando seicento anni fa ne scolpì le porte bronzee! Ricordo, inoltre, che il centro storico di Firenze fu il primo sito italiano nel 1982 a diventare patrimonio mondiale dell'umanità e che il 17 dicembre ricorre il venticinquesimo anniversario dell'entrata di tale centro storico entrò tra i siti UNESCO.
Ritengo che far passare un treno di 32 metri di lunghezza e 40 tonnellate di peso accanto ad un monumento di oltre mille anni sia quantomeno uno scempio, non solo dal punto di vista estetico, ma soprattutto della stabilità dei monumenti stessi. Occorre considerare, altresì, che il percorso che dovrebbe effettuare questo treno metropolitano di superficie non passa solo accanto al Battistero e al Duomo, ma rischia anche lo spostamento della colonna di San Zanobi che è una tradizione esistente a Firenze dal 429 d.C. Ritengo che sia veramente indescrivibile rischiare di spostare un monumento a cui sono molto legati i fiorentini e che sta là per tradizione da 1600 anni.
Pertanto, quello che chiediamo al Governo non è la non realizzazione della tranvie, anzi, noi siamo favorevoli al trasporto pubblico locale che, lo ribadiamo ancora una volta, riteniamo importante per la tutela della salute dei cittadini e, soprattutto, per la fruibilità dell'accesso al centro storico di Firenze, motivo per cui condividiamo fortemente la finalità dell'amministrazione comunale di pedonalizzare la piazza del Duomo di Firenze; ciò che chiediamo al Governo è di utilizzare le proprie prerogative e, soprattutto considerando che va a finanziare parte di questa opera, chiediamo di utilizzare i propri poteri per discutere con l'amministrazione comunale e istituire una moratoria per ripensare all'opportunità di far passare questo treno metropolitano accanto al Duomo di Firenze. Oltretutto, la tranvie, oltre che accanto al Battistero e al Duomo, passerebbe davanti a palazzo Medici Riccardi, sede della prefettura e al conventoPag. 4di San Marco, dove sono gli affreschi del Beato Angelico. Per cui è un percorso estremamente delicato.
Pertanto chiediamo al Governo che si impegni per una moratoria sulla realizzazione di questa tranvie ed anche per concordare...

PRESIDENTE. La invito a concludere.

GUGLIELMO PICCHI. ...con l'amministrazione di Firenze la possibilità di un percorso alternativo, perché rovinare un patrimonio mondiale dell'umanità è un fatto grave e credo che questo Governo non dovrebbe assumersi la responsabilità di un tale finanziamento.

PRESIDENTE. Il deputato D'Ulizia ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/186.

LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ci tenevo ad illustrare il mio ordine del giorno n. 9/3256/186 perché, come sappiamo, nella finanziaria si prevede lo svolgimento della Conferenza nazionale sulla responsabilità sociale delle imprese e, quindi, sul bilancio sociale delle stesse.
Ritengo che le imprese debbano svolgere due funzioni: una è quella di produrre reddito per realizzare un profitto e l'altra, nella realizzazione di tale azione e attività economica, dovrebbe essere quella di produrre un utile sociale in termini occupazionali e di prodotti e servizi quanto più rispondenti ai canoni della sicurezza. In tal modo esse assolverebbero anche un'opera socialmente utile ed eticamente apprezzabile.
Posso affermare che quelle che più di altre realizzano tali obiettivi sono le imprese cooperative. Infatti, se considerassimo la funzione delle cooperative edilizie, ad esempio, ci accorgeremmo come laddove esistano complessi cooperativi il prezzo delle case sia più contenuto e si riesca a fornire un prodotto più sicuro e più rispondente alle esigenze. Lo stesso può essere sostenuto a proposito delle cooperative sociali: esse realizzano una funzione sia di mutualità interna sia, soprattutto, di mutualità esterna, introducendo nel mercato del lavoro soggetti diversamente abili che altrimenti non potrebbero partecipare all'attività produttiva e sentirsi utili.
Per tutte queste ragioni ritengo che il bilancio sociale possa essere meglio interpretato e introdotto nel nostro sistema sulla base delle esperienze e delle dimostrazioni empiriche svolte dalle cooperative sociali, che in fondo sono delle imprese sociali.
Per i motivi che ho appena illustrato, signor sottosegretario, signor Presidente e onorevoli colleghi, chiediamo nell'ordine del giorno che ho presentato innanzitutto che il Governo sia adoperi, per quanto gli sia possibile nelle ristrettezze del bilancio, per mettere a disposizione delle organizzazioni cooperative le risorse necessarie per implementare il bilancio sociale, come richiede la legge finanziaria, dal momento che il movimento cooperativo ha accumulato esperienza e know-how che gli permettono di meglio porre il loro servizio a disposizione del complesso delle altre imprese.
In sintesi, avviandomi alla conclusione, voglio affermare che dobbiamo guardare alla funzione anticiclica esercitata dal movimento cooperativo, soprattutto attraverso le proprie imprese, perché sempre più spesso il nostro Paese ricade in crisi macroeconomiche che lo spingono a produrre un reddito che risente delle atmosfere internazionali. Abbiamo bisogno di un sistema che cerchi di riequilibrare (se non di riprendere) i fenomeni e le prassi della crescita.
Il sistema cooperativo, ormai anche a livello accademico, è capace di inserire funzioni anticicliche: dove l'imprenditore «normale» non riesce a produrre e a conservare posti di lavoro, e quindi a creare ricchezza, il movimento cooperativo riesce invece, per la sua peculiarità e per la sua capacità di stare sul mercato, a recuperare e a innescare una funzione anticiclica rispetto alla perdita di reddito e di posti di lavoro che subiscono le imprese orientate al profitto. Ciò è statoPag. 5dimostrato negli ultimi cinque anni, ove le imprese cooperative hanno esercitato tale funzione riuscendo a non mandare il Paese in recessione.

PRESIDENTE. Deputato D'Ulizia, concluda.

LUCIANO D'ULIZIA. Concludo, Presidente. Abbiamo presentato tale ordine del giorno per sottolineare gli aspetti che ho appena ricordato. Spero che il sottosegretario e il Governo vorranno accoglierlo.

PRESIDENTE. Il deputato Patarino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/201.

CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, nella seduta del 3 agosto 2006 presentai un'interpellanza urgente per portare all'attenzione di questa Camera una questione relativa ad una tragedia verificatasi in provincia di Taranto, precisamente a Castellaneta, comune di mia residenza, nel lontano febbraio del 1985. Si trattava del crollo di un palazzo in cui avevano perso la vita trentaquattro persone. Ritenni opportuno investire il Parlamento di tale disastrosa vicenda, in quanto dopo quel luttuoso evento (che aveva avuto larghissima eco sulla stampa e nelle televisioni italiane e straniere per diversi giorni, suscitando ovunque sentimenti di commozione e dolore, attestati di solidarietà e assicurazioni da parte di alti esponenti di istituzioni circa interventi e aiuti a favore dei superstiti e dei familiari delle vittime) non era stato fatto nulla in oltre 20 anni, determinando sconforto e sfiducia non solo tra le famiglie colpite, ma in tutta la comunità cittadina.
In quell'occasione, il Governo, rappresentato dal sottosegretario Pajno, che si dichiarò d'accordo sull'opportunità di prendere a cuore la questione, garantì di impegnarsi concretamente perché in tempi brevi fossero date le risposte più giuste e avanzò anche alcune proposte. Come si può ben capire, da allora ad oggi, oltre alle buone intenzioni e a qualche lodevole, ma infruttuoso, tentativo del sottosegretario Pajno, la situazione per i familiari delle vittime non ha subito alcuna modifica in positivo. Per tali ragioni, ho presentato l'ordine del giorno in esame, con la speranza che il Governo lo accetti.

PRESIDENTE. Il deputato Filippi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/58.

ALBERTO FILIPPI. Signor Presidente, illustro il mio ordine del giorno n. 9/3256/58, perché ritengo possa essere accettato per più di un motivo. Anzitutto, perché crea vantaggi immediati alle casse dell'erario e, nel contempo, può creare vantaggi al contribuente, che potrebbe vedere al proprio interno bilanci più veritieri e più attinenti alla realtà economica del proprio patrimonio. Un altro importante motivo per accettare l'ordine del giorno che sto illustrando è la spinta che, se fosse appunto accettato, potrebbe dare al settore immobiliare. Infatti, se il predetto settore decolla e riesce ad invertire il trend attuale, potrebbe rappresentare la linfa, creare l'effetto domino e tirare anche gli altri settori dell'economia. In un momento di difficoltà, crisi e grande perplessità dei mercati, ritengo che dare spinta al settore immobiliare possa essere una delle medicine e una delle ricette importanti per uscire quanto prima da questa crisi. Un ulteriore motivo è che, dando trasparenza e precisione ai dati contabili, vi è un'incentivazione a non creare del nero, a non andare in una direzione dove, invece, si è incentivati eventualmente all'evasione fiscale e, considerato che questo Governo (Commenti)... Signor Presidente, capisco...

PRESIDENTE. Ha ragione assolutamente.

ALBERTO FILIPPI. Mi sembra che quest'Aula assomigli più al quarto d'ora di ricreazione dell'asilo nido, piuttosto che ad un'Assemblea parlamentare!

PRESIDENTE. Accolgo la sua sollecitazione, deputato Filippi, ma eviti i commenti. Invito, per favore, ad evitare conversazioniPag. 6 in generale, ed in particolare vicino a chi parla e al banco del Governo. Per favore, chiedo di allontanarsi dal banco del Governo! Chiedo, per favore, di allontanarsi dal banco del Governo!
Prego, deputato Filippi, prosegua il suo intervento.

ALBERTO FILIPPI. La ringrazio, signor Presidente. È il giudizio del Governo che mi preme conoscere, per capire se verrà accolto o no questo ordine del giorno. Ritengo infatti che uno dei buoni motivi perché debba essere accolto sia che esso va incontro ad una trasparenza, ad un'incentivazione, appunto, ad evitare l'evasione fiscale. Chiedo quindi, in buona sostanza, di ripetere quanto è proposto dalla legge n. 448 del 2001. Chiedo pertanto che vi sia una rideterminazione del valore di acquisto dei terreni agricoli ed edificabili, una rivalutazione per le aree edificabili, per quanto riguarda le persone fisiche e le persone giuridiche. Si tratta del famoso 4 per cento che consentiva comunque, come ho detto in precedenza, di fare immediatamente cassa e che, constatata anche l'esiguità della percentuale, incentivava comunque il contribuente a rivalutare i propri beni, perché il prezzo che si sarebbe dovuto pagare per tale rivalutazione - quindi, in direzione di un bilancio con patrimoni reali e veri anche sulla carta, oltre che nella sostanza - era comunque di buonsenso, non metteva in difficoltà e, anzi, poteva offrire una opportunità al privato in un secondo momento, in quanto al momento della vendita il bene era già rivalutato e quindi la differenza tra il costo di vendita e il costo di rivalutazione sarebbe stata chiaramente inferiore e quindi avrebbe subito, successivamente, una tassazione inferiore. Per questa serie di motivi chiedo pertanto che il mio ordine del giorno sia accettato dal Governo e possa essere approvato dall'Assemblea.

PRESIDENTE. Il deputato Baiamonte ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/344.

GIACOMO BAIAMONTE. Signori del Governo, è da ieri che Telethon ha iniziato una raccolta di fondi per incrementare la ricerca sulle malattie neurodegenerative. Tra queste ultime vi sono proprio alcune patologie rare molto serie. Proprio su questo argomento noi, con l'ordine del giorno n. 9/3256/344, chiediamo attenzione al Governo. Oggi, nell'ambito delle classificazioni delle patologie rare, le tipologie di tali malattie vengono differenziate in classi o gruppi. In base a tale classificazione, che incide sulla totale o parziale rimborsabilità delle cure, si è venuta a creare una vera e propria discriminazione tra chi è affetto dalle diverse forme di malattia rara. Invitiamo pertanto il Governo ad attivare un processo di parificazione della classificazione di tutte le malattie rare, in modo da provvedere ai bisogni di chi è affetto da tali malattie, senza far distinzione di classe o gruppo di appartenenza e ad abolire la diversità di accesso alle cure necessarie per tali malattie.
Signori del Governo, ma non siete voi che nel 1998, con la legge n. 229, avete detto che il Servizio sanitario deve essere equo ed egualitario nel nostro Paese?
Quindi noi invitiamo il Governo a porre attenzione su questo argomento che ovviamente coinvolge anche la ricerca. Voi, aumentate in maniera demagogica, dal 5 al 10 per cento, i Fondi per la ricerca proprio nel disegno di legge finanziaria, dicendo che lo fate per i giovani ricercatori: ma smettiamola, signori del Governo! Ripeto ancora che ieri, sul Corriere della sera, è stato pubblicato un articolo, a pagina 26, che afferma che il ricercatore Porro, un italiano che in Italia guadagna 1.200 euro al mese, non trova fondi per la propria ricerca. Ebbene tale ricercatore nel 2008 andrà all'università di Losanna dove percepirà uno stipendio mensile di 3.500 euro ed otterrà un finanziamento integrale per la sua ricerca ed uno dei suoi superiori dell'università di Bologna, il genetista Giovanni Perini, dice di non poter far nulla per trattenerlo. Ci rendiamo conto di quali siano gli intendimenti di questo Governo e del Paese sulla ricerca,Pag. 7sulle malattie rare e su problemi seri su cui oggi il cittadino in italiano si dibatte?
Non parliamo, poi, del sistema dei trapianti d'organo: avete destinato soltanto 700 mila euro per tutti i centri di trapianti d'Italia! Ma scherziamo? Il centro nazionale trapianti, che dovrebbe avere, grazie all'informatizzazione, le liste di attesa e quindi esaudire le ricerche dei poveri ammalati che aspettano un organo, non viene agevolato per niente! Settecentomila euro per i centri di trapianti di tutto il Paese: ci rendiamo conto - e vi rendete conto - di come prendete in giro gli italiani, destinando piccole cifre a pioggia senza risolvere i problemi in maniera certa e sicura? Poi, lo ripeto, affermate che il servizio sanitario è equo ed egualitario! Smettiamola di prendere in giro i cittadini italiani! Ve ne dovete rendere conto! Perché non avete dato attuazione alle deleghe che la legge sui trapianti d'organo ha previsto proprio per sovvenzionare il centro nazionale trapianti ed istituire le liste d'attesa? Perché non avete sovvenzionato la modalità di donazione degli organi tramite il silenzio-assenso? Dovevate destinare fondi a tale scopo con decreti attuativi e non lo avete fatto: continuate a prendere in giro gli italiani! Speriamo che oggi, almeno, accettiate...

PRESIDENTE. Deputato Baiamonte, concluda.

GIACOMO BAIAMONTE. ...l'ordine del giorno a mia firma n. 9/3256/344 sulle malattie rare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Marinello ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/397.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente poiché col voto di fiducia siamo stati di fatto scippati della possibilità di dare il nostro fattivo contributo alla legge finanziaria dello Stato (quando parlo del nostro contributo mi riferisco, evidentemente, non soltanto all'opposizione, ma anche ai colleghi della maggioranza), eccoci di fronte al rito degli ordini del giorno, con la speranza, signor Presidente, che quelli accettati o accolti come raccomandazione dal Governo poi abbiano un seguito. Lo dico anche perché - mi consenta questa piccola digressione - a dire la verità, in questo anno e mezzo di legislatura, abbiamo notato come molto spesso il Governo, dal punto di vista dell'esecuzione o della disponibilità a rendere effettivi i risultati degli ordini del giorno approvati, non abbia dato gran prova.
Per entrare nel merito del tema, richiamo l'attenzione sul mio ordine del giorno n. 9/3256/397: esso non tratta di problemi di interesse generale, ma di un problema, a nostro avviso, importantissimo per lo sviluppo della Sicilia e, in particolare, per lo sviluppo infrastrutturale. Questo ordine del giorno parla infatti di viabilità, perché con esso si vuole dare un segnale concreto per le grandi infrastrutture, in particolare nel tratto sud-occidentale e sud-orientale della Sicilia.
Si tratta di predisporre finanziamenti concreti o comunque di iniziare l'iter per verificare la reale possibilità di chiudere l'anello autostradale in Sicilia. Si tratta, per noi, di un fatto estremamente importante per lo sviluppo, non soltanto dell'isola, ma anche dell'intero Paese.
Sappiamo che il Mezzogiorno in Italia è caratterizzato, rispetto al resto del Paese, da un vero e proprio gap infrastrutturale. Notiamo, tra l'altro, che molto spesso le somme stanziate per il Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS) vengono saccheggiate per usi e destinazioni assolutamente impropri. Abbiamo assistito quest'anno allo scippo dei fondi stanziati sia dalla legge finanziaria approvata lo scorso anno, sia dalle leggi finanziarie future per quanto riguarda il credito di imposta. Diamo almeno dei segnali concreti nelle regioni meridionali - in questo caso, in particolare alla Sicilia - per quanto riguarda la grande viabilità e le infrastrutture essenziali. Colgo anche l'occasione, signor Presidente, per illustrare altri tre ordini delPag. 8giorno, dal momento che non saranno illustrati dai colleghi deputati rispettivi firmatari.
L'ordine del giorno Licastro Scardino n. 9/3256/126 è volto a incentivare gli impianti di teleriscaldamento per ambienti a destinazione agricola, precisamente con l'emissione di certificati verdi e di norme agevolative. L'ordine del giorno Grimaldi n. 9/3256/67 concerne i tagli di cattedre nella scuola. Si tratta di un ordine del giorno alquanto composito, in quanto non soltanto mira ad evitare un arretramento della scuola pubblica, ma è altresì volto a promuovere una sorta di riqualificazione dei professori cosiddetti «in esubero» ed un rafforzamento del sistema di sostegno, che negli ultimi mesi abbiamo notato essere particolarmente in affanno, anche per le scelte del vostro Governo.
Da ultimo, illustro brevemente l'ordine del giorno Misuraca n. 9/3256/66, di cui sono cofirmatario, il quale tratta un tema essenziale: i concorsi nel settore pubblico. Infatti, ben a ragione bisogna provvedere alla stabilizzazione dei precari dappertutto, sia nel settore privato, sia ovviamente nel settore pubblico. Occorre stabilizzare i precari e dare loro delle certezze, ma è altresì necessario ribadire un principio: nelle pubbliche amministrazioni si viene assunti tramite concorso. A tal fine questo ordine del giorno tende ad avviare una serie di verifiche ed un serio piano triennale delle assunzioni, per accertare le possibili reali disponibilità nei vari settori della pubblica amministrazione e per ribadire la necessità di procedere alle assunzioni dei vincitori di concorso e dei candidati risultati idonei nelle procedure concorsuali già espletate nei vari settori della pubblica amministrazione, i quali a tutt'oggi continuano ad attendere di essere chiamati in servizio. Grave sarebbe, infatti, signor Presidente, se si procedesse semplicemente in maniera unidirezionale con la stabilizzazione dei precari...

PRESIDENTE. La invito a concludere.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. ... mentre riguardo a quanti hanno sostenuto e superato i concorsi - quindi, per quanto riguarda il merito - si segnasse una battuta di arresto.

PRESIDENTE. Il deputato Astore ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/6.

GIUSEPPE ASTORE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi scuso nuovamente nel riportare in quest'Aula la tragedia del terremoto nel Molise. Quando avvengono simili tragedie, spesso poi ce le buttiamo alle nostre spalle, ci laviamo la coscienza con la dimenticanza. Ma, a testa alta, oggi devo nuovamente denunciare un'ingiustizia perpetrata dal disegno di legge finanziaria in danno delle popolazioni del Molise e della Puglia. È il sesto Natale - mi rivolgo ai signori sottosegretari - che 2.400 persone trascorrono fuori dalla propria casa, allocati in villaggi provvisori. Non ricorderò le vittime e non farò risuonare le emozioni in quest'Aula, ma ritengo di ringraziare tutti coloro che hanno fatto il proprio dovere. Il terremoto che ha colpito il Molise e la Puglia è diventato oggi un problema di ordine etico.
Chiediamo al Governo accertamenti sull'uso dei fondi, ma chiediamo anche che i fondi stessi non possano essere erogati solo perché nel Governo è presente un ministro molisano, oppure addirittura allocarli su un certo capitolo: deve trattarsi infatti di un capitolo di solidarietà nazionale. Una tragedia, infatti, appartiene a tutti: l'offesa più grave che ho ascoltato in questi giorni - a parte l'indifferenza, signor Presidente - è l'affermazione per cui si tratterebbe di una tragedia di ordine locale. Onorevoli colleghi, credo sia necessario ricordare le parole con cui l'ex Presidente della Repubblica Ciampi aveva richiamato il Parlamento ed il popolo italiano affermando che quella tragedia è colpa di tutti noi, al di là delle responsabilità di ordine penale.
Nella legge finanziaria vi è l'assenza totale della sistemazione del gravoso problema, già denunciato in un ordine del giorno dello scorso anno, dei tributi e contributi nella mia regione e nella vicinaPag. 9Puglia, mentre c'è la presenza di numerosi cadeaux ad altri parlamentari; credo perciò che quella in esame sia una richiesta giusta, che il Governo deve assolutamente esaudire.
Dal 1 gennaio un dipendente, pubblico o privato, del Molise sarà costretto a restituire, in virtù di numerose ordinanze (ben 12, tra il Governo Berlusconi e il Governo Prodi, che si sono accavallate e hanno confuso la materia), circa 600 euro, su uno stipendio di 1.000-1.100 euro. Ritengo che questa materia vada affrontata, come giustamente è stata affrontata la situazione dell'Umbria e, l'anno scorso, quella di Catania. Sulle tragedie, infatti, non è possibile fare delle graduatorie, definendole di serie A o serie B, o legarle - ed è ancora peggio, essendo un'offesa alla dignità dei molisani - alla presenza di un deputato, di sei deputati, di dieci deputati o di venti deputati.
E che dire dell'abbattimento? Vogliamo restituire, ma vogliamo restituire con gli stessi abbattimenti dei tributi e dei contributi che sono stati riconosciuti ad altre regioni. Ecco perché crediamo, con l'ordine del giorno in esame, cari sottosegretari, che si possa ancora riparare all'assenza, in questa finanziaria, di un articolo specifico sui tributi e sui contributi. C'è il potere di ordinanza, ma c'è anche un'ultima occasione: il decreto «milleproroghe». Mi risponderete che ci vogliono i fondi. Di fronte alle tragedie credo che il Governo debba essere più sensibile: infatti, siamo qui a dare risposte ai cittadini più deboli, perché il cittadino diventa debole di fronte a una tragedia e a una calamità così grande, come quelle che hanno vissuto alcune popolazioni.
La richiesta contenuta nell'ordine del giorno in esame è quindi molto semplice: si vuole restituire con l'abbattimento, si vuole restituire con una larga dilazione, ma è importante utilizzare questa esperienza del terremoto del Molise e della Puglia meditando anche, come Governo e come Parlamento, sulla necessità di una legge quadro, che modifichi la legge n. 225 del 1992...

PRESIDENTE. La invito a concludere

GIUSEPPE ASTORE. Mi rivolgo alla sua sensibilità, signor Presidente, che è stato da noi e che ci ha dato molta solidarietà: bisogna fissare - e me ne farò promotore, spero insieme al Governo - i diritti dei deboli. Quando ci sono le tragedie, non è possibile affidare le soluzioni al peso politico di una parte politica, al peso politico del numero dei parlamentari.

PRESIDENTE. La invito a concludere

GIUSEPPE ASTORE. Questi diritti devono essere assolutamente assicurati alla popolazione che è più debole. Dunque, in quest'area povera abbiamo bisogno...

PRESIDENTE. Deve concludere, per favore: è oltre il suo tempo, la prego.

GIUSEPPE ASTORE. È il sesto Natale che questa gente passa fuori di casa: abbiamo bisogno non di pietà, ma di diritti, da questo Parlamento.

PRESIDENTE. Il deputato Di Virgilio ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/357.

DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, illustro il mio ordine del giorno n. 9/3256/357, sottoscritto anche dai colleghi di Forza Italia della Commissione Affari sociali, relativo a un argomento che tocca gli anziani, molte famiglie e i giovani di oggi che saranno anziani domani. Nell'indifferenza totale del Governo, che non ascolta né i nostri ordini del giorno né quelli della maggioranza - è un teatrino, quello degli ordini del giorno - noi abbiamo la speranza che ci ascoltino molti cittadini e che possano giudicare come questo Governo, per le questioni più importanti, non risponda alle attese. Mi riferisco al Fondo per la non autosufficienza. Voglio fornire soltanto alcuni numeri: in Italia, oggi, circa il 19 per cento della popolazione ha più di sessantacinque anni; nel 2030 sarà il 27 per cento e nel 2050 il 33,4 per cento: vale a dire che traPag. 10pochi anni 14 milioni di persone avranno sessantacinque anni. Questo incremento dell'età, a cui tutti aspiriamo, comporta, a volte, il peggioramento delle condizioni di salute, per una serie di patologie degenerative invalidanti per cui, a un certo punto, si diventa dipendenti dagli altri.
Le famiglie di contro, in questo periodo, le avete rese sempre più fragili, sia economicamente che psicologicamente. Su queste famiglie grava il peso, il carico - non soltanto psicologico, ma anche economico, perché vi è una notevole necessità di assistenza - per quello che lo Stato non fa. In tale prospettiva, devono essere considerate a buon diritto, accanto alle strutture formali di assistenza, quali gli ospedali e i presidi territoriali, non adatte a risolvere questo tipo di problema, anche le strutture informali, come quelle assicurate dall'ottimo volontariato, che in Italia è una perla che voi sottovalutate, nonché le stesse famiglie dei malati, opportunamente sostenute.
Ebbene, signor Presidente, se non riusciamo a spezzare, a invertire questa spirale di emarginazione delle persone anziane non autosufficienti, favorendo la crescita e la diffusione dell'accoglienza e della solidarietà, veramente saremo un Paese non del terzo, ma del quarto mondo. Si pensi, inoltre, alla platea dei disabili, che superano il 5 per cento della popolazione italiana e che dipendono strettamente da una persona o, quando questa fortunatamente c'è, dalla propria famiglia.
A queste esigenze voi rispondete aumentando il Fondo per la non autosufficienza di 100 milioni per il 2008 e di 200 milioni per il 2009. Signori del Governo, è ridicolo, è una presa in giro degli italiani: cosa volete dare, con 13 euro in più, alla platea attuale di circa due milioni e mezzo di non autosufficienti? Dividendo lo stanziamento per questo numero, si tratta di 13,3 euro al mese per queste persone e le famiglie che le sostengono: è ridicolo, è veramente assurdo, e i cittadini devono saperlo. Cosa volete dare, quando nei LEA non sono previste, ad esempio, le protesi dentarie? Quando questi anziani, se disgraziatamente vanno nelle residenze sanitario-assistenziali perché non possono essere tenuti in famiglia, devono pagare una parte della quota? Cosa volete che acquistino con gli altri titoli che non sono previsti dai livelli essenziali di assistenza? Come volete attuare l'assistenza domiciliare integrale (perché questi anziani devono poter restare quando possibile, speriamo il più possibile, all'interno delle proprie famiglie)?
Con questo ordine del giorno chiediamo un aumento notevole di questo Fondo attraverso un piano triennale - comprendiamo le difficoltà economiche - in modo che si possa raggiungere un livello minimo per attuare effettivamente il Fondo stesso, che si aggira intorno ai 3 miliardi di euro. Cosa volete che ci facciamo con 200 milioni di euro, che vanno ad incrementare l'attuale possibilità e l'attuale prestazione? È assurdo, è ridicolo, è impensabile, e noi vogliamo veramente che si dia una risposta concreta. Non potete illudere queste famiglie, non potete illudere questi milioni di cittadini, dandogli soltanto un contentino. Dovete dire loro: guardate, noi vi diamo 13 euro al mese, vedete voi cosa potete farci. E allora vedrete che la risposta, ancora una volta, sarà negativa nei vostri confronti, che parlate bene ma razzolate malissimo.
Nella legge presentata dall'attuale maggioranza era previsto un incremento di questa cifra ricorrendo alla tassa di scopo. Avete avuto paura di mettere un'ulteriore tassa; il nostro progetto di legge prevede invece un'assicurazione obbligatoria, che corrisponde alla rinuncia ad una pizza al mese, ma assicurandoci in un futuro, se fossimo in quelle condizioni, un'assistenza adeguata, che vada incontro veramente alle attese delle famiglie e dei cittadini.

PRESIDENTE. Il deputato Volontè ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/103.

LUCA VOLONTÈ. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, l'ordine del giorno a mia firma n. 9/3256/103 parte da una considerazione della realtà, non della fantasia, cui invece purtroppo siamo abituati,Pag. 11 soprattutto negli ultimi due anni. La realtà ci dice che lo Stato spende rispettivamente 6.116 euro per ogni bambino alle materne, 7.366 euro per ogni alunno alle primarie, 7.688 euro per ogni alunno alle medie e 8.108 euro per ogni studente delle superiori, mentre per gli studenti che frequentano le scuole paritarie si spendono 584 euro per le materne, 866 euro per le primarie, 106 euro per le medie e 51 euro per le superiori. Un differenziale sconcertante, se lo consideriamo nelle singole voci. Dunque, 8.108 euro per ogni studente delle superiori nelle scuole pubbliche statali, 51 euro nelle scuole pubbliche non statali.
Tutti abbiamo letto i risultati delle indagini internazionali e abbiamo appreso come venga valutata l'istruzione e la competenza degli alunni delle nostre scuole. Sappiamo che la qualità dell'istruzione non consente agli studenti italiani di primeggiare in tutta Europa. Preso atto della mancanza d'istruzione, e del differenziale, incivile in una nazione democratica, come quello cui mi sono riferito, degli investimenti pubblici nelle scuole pubbliche, invitiamo il Governo a intervenire pesantemente in questa direzione, e quindi, da un lato, a mantenere la libertà di educazione e di espressione, garantita dalle norme costituzionali, e, dall'altro, a prendere atto dell'attuale situazione, senza battute ironiche né nascondimenti.
Inoltre, in ultima analisi invitiamo l'Esecutivo ad applicare il criterio indicato sia dal Governo precedente sia da quello attuale per liberalizzare, in altre parole ad attribuire alle famiglie la facoltà di poter scegliere liberamente, cosicché sia possibile mettere in competizione lo stesso prodotto fornito da categorie ed enti diversi, in modo tale da poter anche diminuire i costi e aumentare la qualità generale dell'istruzione.
Ritornare al merito anche nell'istruzione non solo rappresenta la strada per evitare le indegne statistiche internazionali nei confronti dell'istituzione scolastica nazionale - ciò rappresenterebbe comunque un risultato già positivo - ma anche per conferire piena libertà di scelta alle famiglie e, nello stesso tempo, per far emergere le capacità dei nostri studenti.
Posso capire che tutto ciò non interessi alla maggioranza, ma mi preoccupa molto il fatto che tutto ciò non interessi per nulla al Governo. Infatti, tale atteggiamento non solo entra in contraddizione con il principio di libertà e con i molti, troppi discorsi sul merito dei nostri studenti e dei nostri talenti, non solo rappresenta una grave disattenzione nei confronti della spesa pubblica, ma fa anche aumentare il divario straordinario tra la legislazione italiana, in questa materia, e quella dei Paesi europei.
Inoltre, se si discute di merito, ma non si vogliono introdurre strumenti che lo facciano emergere, almeno nella scuola italiana, evidentemente non ci resta che prendere atto che è un altro l'interesse che ci sta a cuore. Non si tratta di quello degli studenti, soprattutto di quelli meno abbienti, che potrebbero avere dei vantaggi da queste misure, come accade in tutto il mondo, bensì dell'interesse esclusivo di alcuni sindacati che, da questo punto di vista, non hanno alcuna volontà e passione per far sì che nel nostro Paese la qualità dell'insegnamento, oltre che il merito degli studenti, possa emergere.
Davanti a questa grave emergenza educativa, di primaria grandezza, di cui tutti abbiamo parlato sui quotidiani, e ancora oggi parliamo ogni volta che accade un episodio di bullismo, il nostro atteggiamento è quello del sarto davanti a un vestito completamente liso: mettiamo una toppa all'ultimo momento, ma non cerchiamo affatto di risolvere il problema.
Su questa vicenda si chiede di guardare all'Europa, ma invece di guardare in quella direzione, purtroppo, guardiamo esclusivamente al consiglio di gabinetto che sta a Palazzo Chigi.

PRESIDENTE. Il deputato Bono ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/406.

NICOLA BONO. Signor Presidente, l'ordine del giorno a mia firma n. 9/3256/406 tentaPag. 12 di porre riparo ad un'annosa questione, più volte trattata all'interno del Parlamento, ma che finora ha trovato solo parziale soluzione. Mi riferisco al tema dei tributi sospesi in seguito al terremoto del 13 dicembre 1990 che colpì le province di Siracusa, Ragusa e Catania, determinando una conseguente condizione socio-economica che a suo tempo impose la sospensione della riscossione dei tributi per tre esercizi.
Successivamente, nel 2002, venne varata una norma - la legge 27 dicembre 2002, n. 289, articolo 9, comma 17 - che consentì di definire i tributi sospesi con il pagamento di un'imposta pari al 10 per cento di quella originaria. Quella norma di sanatoria è stata riaperta con il cosiddetto decreto «milleproroghe» (decreto-legge 28 dicembre 2006, n. 300, convertito dalla legge 26 febbraio 2007, n. 17), ma con una piccola differenza: è stato stabilito che si dovevano definire i tributi sospesi pagando, invece del 10 per cento, il 30 per cento. I colleghi comprenderanno che si creava una distorsione costituzionalmente rilevante tra contribuenti che avevano la medesima fattispecie tributaria e la medesima obbligazione tributaria.
A fronte di tale anomala posizione della legge, da oltre un anno stiamo tentando di definire la questione riconducendo alla percentuale originaria l'entità dell'imposta da versare per definire gli anni sospesi. In Commissione Bilancio, nel corso dell'esame della legge finanziaria, eravamo riusciti a definire un emendamento - che il relatore di maggioranza aveva proposto, e che era stato approvato all'unanimità - con cui si individuava un percorso, rinviando la scadenza, ormai imminente, del 31 dicembre 2007 al 31 marzo 2008 e, contemporaneamente, stabilendo la riduzione dell'imposta da versare dal 30 al 10 per cento, uniformandola alla norma originaria.
Il Governo, contravvenendo a tutte le prassi consolidate in materia, violando le più elementari regole del rispetto del Parlamento, stravolgendo il normale rapporto di collegamento tra Camera e Governo (ricordo ogni tanto in quest'Assemblea che, direi purtroppo, ma siamo ancora una Repubblica parlamentare, non una Repubblica presidenziale e, quindi, il Governo deve seguire le indicazioni del Parlamento), per la prima volta da quando io abbia possibilità di ricordare, nel predisporre gli emendamenti su cui ha posto la fiducia, ha omesso di inserire questa misura, che avrebbe dato una soluzione definitiva ad un'annosa questione.
Vorrei ricordare, ad ulteriore conferma della validità della tesi di procedere all'accoglimento di tale proposta, che, nel frattempo, il 27 giugno 2007 è stata emanata dalla Corte di cassazione una sentenza, la n. 20641, con la quale si stabilisce il principio in base al quale tutti i contribuenti delle province di Siracusa, Ragusa e Catania, in ordine ai tributi degli esercizi relativi agli anni 1990, 1991 e 1992, devono essere obbligati al versamento del 10 per cento. Pertanto, chi ha versato in misura maggiore ha diritto al rimborso. Il paradosso dell'attuale normativa...

PRESIDENTE. La invito a concludere.

NICOLA BONO. Sto concludendo, signor Presidente.

PRESIDENTE. Deve concludere, la prego.

NICOLA BONO. Le chiedo solo pochi secondi per completare la riflessione. Come dicevo, il paradosso dell'attuale normativa è che, se non si modifica il 30 per cento con il 10 per cento, si avrà il versamento del 30 per cento e il diritto al rimborso pari alla differenza tra il 30 e il 10 per cento. Ciò creerebbe soltanto un'enorme ed ingiustificata proliferazione del contenzioso tributario.
Pertanto, prego il Governo di accogliere il mio ordine del giorno n. 9/3256/406 e di inserire questo tema nel prossimo provvedimento in corso di elaborazione, il cosiddetto decreto «mille proroghe» di fine anno.

Pag. 13

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,10).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno avere luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3256-A)

PRESIDENTE. Il deputato Forlani ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/106.

ALESSANDRO FORLANI. Onorevole Presidente, l'ordine del giorno a mia firma riguarda gli eventi calamitosi che hanno investito il territorio nazionale negli ultimi decenni e, quindi, si preoccupa di sollecitare il Governo ad adottare i provvedimenti necessari per portare a compimento i processi di ricostruzione e di superamento dell'emergenza determinatasi in quei territori.
Si tratta di popolazioni duramente colpite e di aree che, in seguito ad alluvioni ed eventi sismici, hanno registrato una fase di depressione, di regressione economica, spesso di crisi occupazionale, di crisi produttiva, di gravi pregiudizi di carattere infrastrutturale.
In questi anni, siamo intervenuti in soccorso di queste popolazioni con vari provvedimenti legislativi e con iniziative volte a superare l'emergenza ma, purtroppo, gran parte dei programmi avviati con tali provvedimenti non sono stati portati a compimento e sono rimasti inattuati.
In particolare, già negli scorsi anni ero stato presentatore di emendamenti nella commissione Bilancio riguardanti la crisi sismica che investì i territori dell'Umbria e delle Marche nel settembre, ottobre 1997 e vorrei, in questa sede, quella degli ordini del giorno, l'unica consentitaci in virtù della posizione della questione di fiducia, sollecitare l'attenzione del Governo e dei colleghi proprio su quella crisi.
Si tratta di una vicenda, quella del terremoto verificatosi nelle Marche e in Umbria, emblematica di come, a volte, vengono affrontati questi processi e queste crisi nel nostro Paese. È una di quelle opere di ricostruzione che vengono indicate come modello per il legislatore e per gli amministratori di ricostruzione equilibrata, completa e attenta, in cui si sia palesata la capacità delle autorità di portare a termine gli impegni assunti.
Sicuramente io non posso che dare atto, tanto al Parlamento che ai Governi nazionali che si sono succeduti e anche al governo regionale, di avere in larga misura realizzato le opere necessarie per consentire il rilancio e la ripresa economico-produttiva di quei territori e per consentire l'equo ristoro alle popolazioni colpite, ma non bisogna pensare che un'attenta ricostruzione, un'opera meritoria portata avanti sia stata esaustiva dell'intera emergenza, di tutti gli interventi richiesti dalle conseguenze del grave evento che si era verificato.
Molto c'è ancora da fare; ancora si rivelano necessari stanziamenti e supporti governativi, in particolare sul fronte delle infrastrutture, delle opere pubbliche, degli edifici monumentali e di culto, della tenuta idrogeologica del suolo. Si tratta della cosiddetta «busta pesante», per cui i cittadini e gli imprenditori, i cui oneri fiscali e contributivi erano stati sospesi in virtù dell'emergenza che si era determinata, saranno prima o poi chiamati a restituire. Naturalmente quando ciò avverrà comporterà un grande disagio per questi cittadini, per questi produttori che già erano stati fortemente colpiti nelle loro potenzialità.
Si richiederebbe, infatti, di procedere non soltanto a continue dilazioni che, alla fine, come tutte le cose, hanno una loro conclusione, ma di trovare una forma di sanatoria, quantomeno parziale, di queste obbligazioni...

Pag. 14

PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.

ALESSANDRO FORLANI. ...per i problemi delle seconde case, degli anticipatari e vari altri rimasti.
Per questo motivo, richiedo che il mio ordine del giorno n. 9/3256/106, che si occupa di questa emergenza, venga accolto dal Governo.

PRESIDENTE. La deputata Pelino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/65.

PAOLA PELINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con l'ordine del giorno a mia firma n. 9/3256/65, intendo ancora una volta rimarcare che è un dovere, per noi, avversare la manovra finanziaria di questo Governo. Tale manovra, infatti, disattendendo le linee programmatiche dell'Unione, non è certamente favorevole all'occupazione, al lavoro e alle donne. Essa è di carattere modestamente espansivo e non è riduttiva del disavanzo pubblico.
Come imprenditrice, rilevo che - nell'anno dedicato alle pari opportunità dall'Unione europea - il Governo, nella finanziaria 2008, taglia i fondi per la legge 10 aprile 1991, n. 125 (che finanzia progetti per l'occupazione femminile, le cui disposizioni hanno lo scopo di favorire l'occupazione femminile e di realizzare l'uguaglianza sostanziale tra uomini e donne nel lavoro) e congela la legge 25 febbraio 1992, n. 215 recante «Azioni positive per l'imprenditoria femminile».
Il Governo, pertanto, dovrebbe provvedere a stanziare, con ulteriori provvedimenti, risorse per lo sviluppo dell'occupazione e dell'imprenditoria femminile, soprattutto per quella svantaggiata del Mezzogiorno, che dev'essere incentivata poiché - a ragione - costituisce una risorsa fondamentale per lo sviluppo delle piccole e medie imprese e per la crescita occupazionale delle donne nel nostro Paese.
Un altro punto di rilevante importanza è quello sottolineato dal mio collega Fabbri, affinché, dall'anno 2008, si dispongano convenzioni con gli enti locali, per l'attuazione di politiche del lavoro volte a stabilizzare l'occupazione dei lavoratori ASU (attività socialmente utili), i quali, da almeno tre anni, sono stati a disposizione dei comuni, nonché di quei lavoratori che, con convenzioni stipulate ai sensi dell'articolo 10, comma 3, possono godere degli stessi benefici e incentivi dei lavoratori socialmente utili (LSU) e in più, la facoltà, per i comuni, di derogare ai patti di stabilità per la spesa del personale, per assunzioni in pianta organica a tempo indeterminato per le categorie A e B e a tempo determinato per le categorie C e D, il tutto facendo ricorso a procedure selettive.

PRESIDENTE. Il deputato Della Vedova ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/343.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, prendo la parola per illustrare l'ordine del giorno 9/3256/343 a mia firma, sul quale vorrei - se possibile - richiamare una breve e cortese attenzione da parte del sottosegretario.
In questa fase, così come nella discussione sulle linee generali del disegno di legge finanziaria, molto ci si è occupati e molto ci si occupa, comprensibilmente, della crisi che ruota attorno ai mutui per l'acquisto delle prime case. Non sto parlando, naturalmente, della vicenda dei mutui subprime americani, ma delle difficoltà - più volte richiamate, anche in quest'aula, nella discussione avvenuta ieri - di molte famiglie a far fronte all'onere del mutuo.
Tralascio un'analisi più complessiva del fenomeno e la necessità di affrontarlo in modo razionale e non emotivo. Desidero tuttavia ricordare che si tratta di famiglie che hanno acquistato una casa. Non si tratta, necessariamente, di un passo così pacifico: magari, in un momento particolare, una decina di anni fa, spesso si è compiuto un passo che forse non era appropriato, scegliendo un tasso di interesse variabile, che allora era più conveniente di quello fisso (insomma, sono tutte cose conosciamo).Pag. 15
Un'ulteriore considerazione: credo che, se davvero da parte del Governo vi fosse una reale preoccupazione rispetto ai costi legati all'accensione di un mutuo per l'acquisto della prima casa, il primo pensiero dovrebbe essere, quanto meno, quello di cancellare l'imposta sostitutiva che grava sull'accensione del mutuo per la prima casa.
Tale imposta, paradossalmente, colpisce solo chi acquista la casa contraendo un mutuo e non chi la acquista pagandola in contanti (teoricamente, perché la maggior parte dell'acquisto di case avviene con l'accensione di un mutuo).
Tuttavia, il tema dell'ordine del giorno in discussione - che auspico che il Governo voglia accettare - è quello del legame tra l'aumento del costo del mutuo e gli indici che misurano l'aumento dei prezzi.
Sappiamo che gli indici dei prezzi al consumo (che sono tre, sono armonizzati con quelli degli altri Paesi europei e consentono all'ISTAT di fornire all'EUROSTAT un dato omogeneo con quello di tali Paesi, per definire l'inflazione a livello dell'Unione europea) non considerano gli aggravi di costo relativi ai mutui per l'acquisto della prima casa, perché il prezzo di tale acquisto non rientra nel paniere dei prezzi al consumo, ma viene considerato un investimento. Pertanto, non viene computato nel paniere di beni di cui si tiene conto per determinare l'inflazione.
Ciò ha creato una serie di discrepanze per moltissime famiglie tra l'inflazione percepita, che tiene naturalmente conto dell'aumento della rata mensile del mutuo e quella, peraltro correttamente misurata dall'ISTAT, secondo gli indici armonizzati.
Proprio per evitare che tale discrepanza dia luogo a interminabili discussioni e contenzioso, come quello cui assistiamo spessissimo nei dibattiti e talk show televisivi, dedicati alla politica e a questi temi, l'ordine del giorno in discussione chiede al Governo di invitare l'ISTAT ad inserire, in sede di elaborazione del prossimo programma statistico nazionale, un quarto indice di prezzi al consumo che includa le spese sostenute per l'abitazione principale, con particolare riferimento agli interessi passivi dei mutui contratti per l'acquisto degli immobili.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Concludo, Presidente. Tale indice, comunque, non sarebbe quello armonizzato, ufficiale, ma è un indice che viene utilizzato in altri Paesi, come la Gran Bretagna e l'Irlanda.
Credo che sarebbe importante che l'ISTAT lo rilevasse, in quanto potrebbe fare chiarezza. Naturalmente il Governo deve mantenere saldo il fatto che l'inflazione a cui fare riferimento, in tutti i contesti, contrattuali e non solo, rimane quella prevista e armonizzata con gli altri indici dell'Unione europea.

PRESIDENTE. La deputata Ceccacci Rubino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/351.

FIORELLA CECCACCI RUBINO. Signor Presidente, come ho evidenziato nel mio ordine del giorno n. 9/3256/351, il papillomavirus umano HPV è responsabile della quasi totalità dei casi di tumore al collo dell'utero, che colpisce ogni anno in Italia tremilacinquecento donne e rappresenta la seconda causa di morte della popolazione femminile con milleottocento decessi l'anno, dopo il tumore al seno.
Parliamo quindi di cinque decessi al giorno, di cui, cosa che ritengo molto grave, non si sa quasi nulla al punto che, in alcune regioni (soprattutto, in particolare, in quelle del sud) solo il 30 per cento delle donne beneficiano di programmi pubblici di screening.
Per questo motivo, ritengo che la norma nel disegno di legge finanziaria 2008 che stanzia un contributo finanziario alle regioni e alle province autonome, finalizzato ad agevolare la diffusione della vaccinazione HPV, sia ampiamente insufficiente, in quanto limitata alle dodicenni escludendo dalla vaccinazione gratuita una fascia di età più ampia (si pensi ad esempio alle tredicenni).Pag. 16
Chiedo quindi al Governo di impegnarsi affinché anche altre fasce di età, in particolare quelle di età puberale ed adolescenziale (che sono invece oggi di fatto discriminate, considerando gli alti costi) vengano coinvolte nell'offerta gratuita del vaccino e di prevedere delle campagne informative, partendo proprio dalle scuole, perché questo virus è spesso trasmesso in età adolescenziale attraverso i primi rapporti sessuali E un intervento preventivo, a partire da queste fasce di età, risulta essere importante per evitare che la malattia venga contratta. Un esempio lodevole viene dalla campagna informativa promossa quest'anno dalla Società italiana di ginecologia, che ha coinvolto oltre cinquemila studenti e settantadue fra licei e istituti superiori.
Concludo dicendo che i milioni di euro sprecati per la campagna pubblicitaria «Pane, amore e sanità» forse sarebbero stati meglio impiegati, meglio spesi per campagne di prevenzione di questo genere. Forse il Governo avrebbe meno da rimproverarsi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

PRESIDENTE. La deputata D'Ippolito Vitale ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/356.

IDA D'IPPOLITO VITALE. Signor Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, l'ordine del giorno n. 9/3256/356 da me presentato sollecita il Governo a valutare la possibilità di favorire le imprese «rosa» con forme di microcredito a basso tasso di interesse. Ritengo tale ordine del giorno particolarmente significativo, ed auspico sinceramente il positivo apprezzamento del Governo e dell'Assemblea.
Ritengo altresì che il nostro Paese non riuscirà ad affrontare le serie sfide economiche e sociali che ha di fronte senza le regioni meridionali. A parte l'utilizzo dei fondi europei, le cui complesse procedure creano non poche preoccupazioni, sarebbe stato perciò necessario porre lo sviluppo del Mezzogiorno al centro dell'attenzione del Governo a partire dalla legge finanziaria in esame, che purtroppo, come del resto è stato denunciato a chiare note da Confindustria, sottrae risorse prima dedicate al sud, mentre misure già decise da tempo tardano ad entrare in vigore o vengono sistematicamente rinviate.
La differita operatività dei crediti d'imposta per gli investimenti, le zone franche urbane estese a tutte le aree degradate del Paese senza una precisa scansione di criteri di priorità, il riutilizzo delle risorse della legge n. 488 del 1992 sugli incentivi solo in parte destinata al sud definiscono un quadro tendenziale che delinea un più ridotto impegno finanziario del Governo per il sud, che non lascia complessivamente soddisfatti. Non sfugge però l'impegno, che voglio accogliere con fiducia, dei Ministeri dell'economia e finanze e dello sviluppo economico a garanzia del fatto che i fondi della cosiddetta legge Visco-sud saranno sbloccati anche retroattivamente su investimenti compiuti nel 2007 nel caso in cui il parere atteso dalla Commissione europea risulti positivo; e pare che lo sarà.
Con queste premesse si coglie lo spirito dell'ordine del giorno presentato, che individua, secondo un dato di coscienza collettiva diffuso ed in coerenza con il disposto dell'articolo 51 della Costituzione, nelle donne una risorsa aggiuntiva per il mercato del lavoro, indispensabile al suo riequilibrio oltre che allo sviluppo del Paese e, nel Paese, delle aree più deboli come il Mezzogiorno. Del resto lo dimostra la particolare vitalità delle donne nel settore dell'impresa e proprio al sud, nonostante un contesto socioeconomico di particolare difficoltà.
In questa ottica si è ritenuto di proporre all'attenzione del Governo la possibilità di valutare l'opportunità di attivarsi per creare condizioni adeguate a sostenere, con forme di microcredito che prevedano bassi tassi di interesse e tempi congrui di restituzione delle risorse, le donne che vogliono fare impresa. Sarebbe una misura di carattere generale che, di fatto, risulterebbe più significativa proprio al sud, dove si registra il più alto tasso di crescita di imprese «rosa». Spero che il Governo raccolga il senso profondo dell'ordinePag. 17 del giorno proposto e, naturalmente, auspico l'ampio consenso dei colleghi di tutte le forze politiche rappresentate in Assemblea (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Giudice ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Giacomoni n. 9/3256/366, di cui è cofirmatario.

GASPARE GIUDICE. Signor Presidente, interverrò fondamentalmente sull'ordine del giorno Baldelli n. 9/3256/345 relativo alla funzione pubblica.
Nel terzo maxiemendamento presentato dal Governo, su cui questa notte abbiamo votato la questione di fiducia, al comma 561 era previsto che la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per la funzione pubblica, per effettuare tutta l'attività legata e connessa alle varie procedure di stabilizzazione del personale precario previsti dai vari commi della finanziaria, si potesse avvalere di una serie di 20 unità di personale di altre pubbliche amministrazioni, secondo quanto previsto dall'articolo 17, commi 14 e 17, della legge 15 maggio 1997, n. 127.
Ricorderà, sia lei Presidente sia il Governo, che questo comma non ha superato il vaglio di ammissibilità e, quindi, è stato dichiarato inammissibile dalla Presidenza. Con l'ordine del giorno in esame, prendendo atto di questa inammissibilità ma rendendoci conto che è essenziale che la Presidenza del Consiglio, Dipartimento per la funzione pubblica, effettui il monitoraggio e il coordinamento di quanto previsto da questi vari commi, impegniamo il Governo a fornire il supporto necessario alla Presidenza del Consiglio, Dipartimento per la funzione pubblica, affinché questi controlli possano essere effettuati.
Signor Presidente, signori del Governo, l'anno scorso noi abbiamo assistito ad una legge finanziaria per una grossa parte, all'incirca per il 50 per cento, assolutamente virtuale, perché non sono stati applicati e non sono state rispettate tutte le norme che prevedevano un continuo monitoraggio e una continua informazione nei confronti del Parlamento di ciò che i commi della finanziaria prevedevano. Una raccomandazione complessiva che io rivolgo al Governo è quella di dare questa volta, con questa finanziaria corposa, una puntuale risposta a tutto quello che la finanziaria comporta in termini di informativa nei confronti del Parlamento.
Nei vari articoli, nei vari commi che ci accingiamo o quanto meno vi accingete ad approvare, sono previste moltissime norme che prevedono una puntuale informativa nei confronti del Parlamento da parte del Governo. Mi auguro che questa volta, al contrario della precedente finanziaria, il Governo sia in questo suo compito puntuale, informando il Parlamento. Credo che al Parlamento, caro Presidente, oltre che legiferare, spetta il compito di verificare che si applichi ciò che legifera.
Quello in esame è un ordine del giorno specifico che tiene conto di quella parte non ammissibile in relazione ad un tema sensibile e delicato quale quello del precariato, e con il quale si rivolge un invito al Governo a rispondere puntualmente a tutto quanto previsto come informativa al Parlamento. Solo così potremo ridare dignità a questo ramo del Parlamento, che il continuo ricorso alla questione di fiducia ha ormai ridotto solo a sede che non fa altro che prendere atto anziché legiferare, cosa che sarebbe suo compito fondamentale.

PRESIDENTE. Il deputato Verro ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Zorzato n. 9/3256/393, di cui è cofirmatario.

ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. Signor Presidente, credo che in questa finanziaria ci siano due grandi assenti: l'interesse dei cittadini e una guida autorevole del Ministro dell'economia e delle finanze. Certo, il Ministro dell'economia e delle finanze è stato presente sia in Commissione, dove ha tenuto un paio di lezioni forse più di filosofia che non di economia, sia in aula dove si è distinto più per l'interesse ad una buona lettura che non alla manovra finanziaria vera e propria.Pag. 18
Ha consentito, tutto sommato, una sorta di corsa all'oro, una serie di risorse sprecate. Il Ministro Padoa Schioppa, in qualità di spettatore inerte, ha addirittura dichiarato che le prospettive di crescita in questo Paese potrebbero peggiorare, guardandosi bene dall'assumere le responsabilità che gli competono come guida di un Dicastero importante come quello dell'economia, vale a dire di indicare una direzione utile per lo sviluppo e, soprattutto, di richiamare autorevolmente i propri colleghi a non sprecare risorse.
Ricordavo prima come sia assente l'interesse dei cittadini e lo sia anche in presenza di norme buone e condivisibili come quella in tema di esclusione del pagamento del canone RAI per gli anziani ultra settantacinquenni a basso reddito. È una norma che approviamo e condividiamo in pieno. Tuttavia, Presidente, riteniamo francamente sconcertante la previsione di una sanzione per la violazione dei criteri di accesso all'agevolazione prevista tra i 500 e i 2 mila euro per ogni annualità. Mi sembra una sanzione assolutamente spropositata rispetto alle capacità economiche dei soggetti interessati, poiché rischiamo che un anziano che abbia un reddito di 517 euro al mese, invece di 516, 46, perda da una a quattro mensilità.
Per questo motivo il nostro ordine del giorno Zorzato n. 9/3256/393 impegna il Governo, in sede di emanazione del decreto attuativo, a valutare le numerose implicazioni problematiche, alcune delle quali sono state da me richiamate, al fine di non indurre un ulteriore sconcerto nei cittadini e sollevare reazioni da parte degli utenti.
Ritengo che tale ordine del giorno, firmato anche da tanti miei colleghi, sia assolutamente di buon senso e mi auguro che il Governo e la maggioranza vogliano condividerlo.

PRESIDENTE. Il deputato Fallica ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/328.

GIUSEPPE FALLICA. Signor Presidente, il nostro ordine del giorno, di cui sono il primo firmatario, riguarda il solito problema delle isole minori.
Una volta parliamo di sanità, una volta parliamo di scuola, una volta parliamo di occupazione, ma l'argomento principale, che contraddistingue sempre la negatività in cui versano i cittadini delle isole minori, soprattutto le isole minori della Sicilia, certamente sono i trasporti, soprattutto quelli marittimi, in quanto gli unici due aeroporti che si trovano a Pantelleria e a Lampedusa non riescono, anche per i costi, a sopperire al traffico dei cittadini di tali isole.
La settimana scorsa ho presentato la mia ennesima interrogazione alla Commissione trasporti nella quale lamentavo, attraverso l'amministrazione di Lampedusa, l'ennesimo fermo tecnico della nave che espleta il trasporto merci e passeggeri da Porto Empedocle a Lampedusa e lo stesso potrei dire di quanto avviene sulle isole Eolie o sulle isole Egadi. Purtroppo, il trasporto marittimo è bloccato dal non intervento dello Stato sulle società di navigazione, in testa la Tirrenia, da cui dipende la Siremar, la quale anch'essa, trovandosi senza fondi, non è nelle condizioni di fare investimenti per il varo di nuove motonavi. Di conseguenza, abbiamo motonavi che risalgono agli anni Settanta, motonavi che risalgono a 25 o 30 anni fa, che non sono nemmeno nelle condizioni di effettuare un giorno di cantieraggio, per cui, ogni tre giorni devono fermarsi nei diversi porti di attracco per problemi tecnici.
Con il disegno di legge finanziaria per il 2008 noi attendevamo con tanta speranza la possibilità che venissero realizzati gli investimenti che già più volte sono stati promessi a quei cittadini.
Evitando di parlare del problema del turismo, l'unica risorsa di tali isole, mi soffermo soprattutto sugli inenarrabili disagi che i tutti i cittadini sono costretti ogni giorno ad affrontare, a causa delle condizioni meteorologiche e di distanza, non solo i bambini o coloro che devono recarsi a lavorare. Ogni giorno gli studentiPag. 19delle scuole superiori sono costretti a prendere mezzi navali per potersi spostare da un'isola a un'altra.
L'augurio che esprimo, insieme ad altri parlamentari siciliani, è quello che venga prestata un'ulteriore attenzione verso queste isole, ma vedo che le nostre parole rimangono vane e inascoltate. L'unica cosa che chiedo ai rappresentanti del Governo - signor Presidente - se mi ascoltassero, vedo che c'è un assembramento...

PRESIDENTE. Lei ha ragione, ma, come può immaginare, si tratta di una discussione che attiene allo svolgimento dei lavori. Naturalmente invito tutti a evitare di ricorrere a modalità che possano disturbare il deputato che interviene. Mi rivolgo ai rappresentanti del Governo, come ho già detto, eviterei che si determinassero assembramenti che nuocciano all'ordinato sviluppo del dibattito. Lei ha ragione ad avanzare una protesta e vorrei che venisse accolta. Spero così di averle consentito di svolgere suo intervento.

GIUSEPPE FALLICA. Grazie Presidente, la mia non era una protesta ma una sottolineatura nei confronti del Governo affinché mi ascoltasse su questo argomento, che puntualmente vengo a riproporre.
Mi auguro che si ponga attenzione al mio ordine del giorno e che venga accolto favorevolmente. Esso consentirebbe di affrontare i problemi delle isole minori che in questo momento riguardano soprattutto la società madre, la Tirrenia, che dal disegno di legge finanziaria che stiamo discutendo non mi risulta abbia ricevuto alcun finanziamento o, se lo avesse ricevuto, esso sarebbe di importo minimo. Tale società dispone di una vecchia flotta che assolutamente non consente più alla popolazione delle isole minori di potersi spostare.
Vorrei poi affrontare l'argomento del periodo stagionale e dei turisti che devono affrontare grandi disagi.

PRESIDENTE. Deputato Fallica, concluda.

GIUSEPPE FALLICA. Concludo, Presidente. Come fa il turismo a costituire la punta di diamante per le risorse di queste isole? Chiedo, pertanto, che il Governo accetti il mio ordine del giorno.

PRESIDENTE. Il deputato Tassone ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/100.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, vorrei rapidamente illustrare il mio ordine del giorno svolgendo qualche valutazione di carattere generale.
Esso attiene alla politica infrastrutturale nel Mezzogiorno, con particolare riferimento alla Calabria. Non vi è dubbio, come abbiamo rilevato anche in altre occasioni, che non vi sia alcun disegno politico e alcuna strategia per l'intermodalità dei trasporti e il trasferimento del trasporto merci via mare o via ferro.
C'è una approssimazione di carattere generale, che abbiamo ravvisato anche all'interno della manovra economico-finanziaria presentata dal Governo. Il riferimento alla Calabria è molto preciso e puntuale, signor Presidente, perché si riferisce all'impegno profuso a suo tempo nella passata legislatura, per quanto riguarda l'ammodernamento della Salerno-Reggio Calabria. Inoltre, si riferisce anche all'ammodernamento - e soprattutto alla ristrutturazione - della SS 106, in una visione intermodale di collegamento dei trasporti, soprattutto tra nord e sud.
Abbiamo potuto rilevare anche in questo periodo di tempo, il grande scontro che esiste all'interno dell'amministrazione tra Ferrovie Spa e il Governo. Tra l'altro, in questo Governo, non sappiamo chi è il titolare della gestione trasporti, non sappiamo - l'ho detto più volte - se sia il Ministro Di Pietro o il Ministro Bianchi. C'è una grande confusione e una grande incertezza, che ricade profondamente in termini incisivi, molto forti e preoccupanti anche sulla attività e l'impegno della Ferrovie Spa nel nostro Paese, soprattutto per quanto riguarda i servizi generali e universali, su cui certamente ci sono delle poste nel bilancio e nella manovra economico-finanziaria,Pag. 20ma che per noi sono insufficienti.
Inoltre, vi è il problema del porto di Gioia Tauro. In questa sede, ne voglio parlare, in quanto nel mio ordine del giorno faccio riferimento anche ad una presenza molto forte e pervasiva della criminalità organizzata. Non vi è dubbio che alcuni momenti infrastrutturali e alcuni servizi vengano condizionati dalla criminalità organizzata. Pensare che il Presidente del Consiglio dei ministri a suo tempo, quando ci fu il delitto Fortugno, venne in Calabria e disse che quella era una terra a lui molto cara e «diletta». Purtroppo, non abbiamo ravvisato una coerenza di comportamenti rispetto alle dichiarazioni e vi è un dato molto preoccupante di disattenzione nei confronti della Calabria, da parte di questo nostro Governo.
Concludo, signor Presidente, ricordando una vicenda molto brutta, che riguarda la Scuola superiore della magistratura. Ovviamente, non vi faccio riferimento nel mio ordine del giorno, ma si riferisce a questo concetto di disattenzione del Governo nei confronti anche della regione Calabria. Vi era stato un ordine del giorno presentato dall'onorevole Misiti, sottoscritto anche da molti di noi, che è stato ovviamente dichiarato non ammissibile, ma ritengo che ci sia stata una svista. Tale ordine del giorno andava anche in direzione di un risparmio di risorse economiche, laddove la «iniziativa» del Ministro Mastella - che, con una sua decisione monocratica, trasferisce la Scuola di magistratura dalla Calabria a Ceppaloni o a Benevento - non credo dia dei risparmi e soprattutto non è un dato funzionale rispetto ai problemi del Mezzogiorno e il servizio che tale scuola dovrebbe svolgere.
Signor Presidente, mi auguro che il mio ordine del giorno abbia l'attenzione da parte del Governo, aspettiamo ovviamente il parere del Governo stesso, con una valutazione di insieme che porti alla sua accettazione. Le dico subito che non credo moltissimo negli ordini del giorno, ma questa è l'occasione soprattutto per discutere e dibattere. Se il Governo cogliesse questa occasione dicendo qualche parola in più, sarebbe molto importante e significativo anche per dare dignità e forza al ruolo del Parlamento.

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, non mi stupisco mai di nulla, però voglio sottolineare come sia possibile che lasciamo spazio per l'illustrazione degli ordini del giorno e il Governo sistematicamente, mentre tali ordini del giorno vengono illustrati, dal signor Tizio e dal signor Caio, stimabilissime persone e rappresentanti della Repubblica come chi siede ai banchi del Governo, stia discutendo di un altro ordine del giorno che non ha nulla a che fare con l'illustrazione in corso.
Quindi, si può anche abolire questa fase procedurale, se il Governo ritiene di dare una valutazione esclusivamente sul dispositivo a prescindere dall'illustrazione, che invece dovrebbe servire - così dice il regolamento e in ciò dovrebbe consistere il rispetto nei confronti dell'Assemblea parlamentare - al rappresentante del Governo di aver chiaro, anche al di là della formulazione scritta, quali siano gli intendimenti positivi della vicenda.
Da due anni non è possibile discutere le proposte emendative, non è nemmeno possibile illustrare gli ordini del giorno...

PRESIDENTE. Mi scusi se la interrompo. Almeno mentre viene rivolta una perorazione, affinché il Governo sia nelle condizioni di ascoltare, sarebbe almeno buon gusto evitare di contraddirla! Rinnovo l'invito affinché si determini una condizione per cui gli interventi vengano ascoltati dall'Assemblea e dal Governo.
La deputata Armosino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/395.

MARIA TERESA ARMOSINO. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, con questa finanziariaPag. 21 e con l'istituzione delle società di intermediazione immobiliare quotate, è stata introdotta una tassazione diversa e di maggior favore per gli investimenti del settore immobiliare che si rivolgano appunto al mercato delle immobiliari quotate. È stata prevista in tal caso una tassazione del 20 per cento. Sono state introdotte altresì, in questa finanziaria, delle misure volte - così è stato detto - a favorire l'immissione sul mercato delle locazioni di immobili, attraverso attività di defiscalizzazione, segnatamente per quanto concerne l'ICI, per patrimoni che vengano concessi in locazione per 25 anni. Noi non riteniamo che questa serie di misure sia adeguata a rispondere alla richiesta di abitazioni che viene censita ed indicata nel nostro Paese. Pensiamo che anche il privato debba intervenire sul mercato, ma il privato è disincentivato dal dare in locazione gli immobili, posto che, come è a tutti noto, il reddito delle locazioni va ad incidere sulla tassazione personale e quindi si attesta mediamente al 40 per cento. Il Viceministro Visco - e tutto il Governo - annunciano di voler mettere mano alla revisione della tassazione delle rendite finanziarie, spostando l'attenzione - così dice - dalla pressione fiscale inferiore sulle rendite a beneficio di quelle sui redditi da lavoro.
Noi pensiamo che prima di queste misure, ma comunque contestualmente ad esse, non possa non essere presa in considerazione la tassazione separata delle rendite da locazione in misura del 20 per cento, per evitare un nero, che esiste, e per consentire che vi siano investimenti volti all'acquisto di case da immettere sul mercato delle locazioni.
Il segnale che ci avete dato è stato estremamente negativo in questo senso. Anche gli emendamenti volti a tassare al 20 per cento le nuove locazioni afferenti a nuove costruzioni, e quindi non ancora esistenti e in assoluta assenza di perdite eventuali di gettito, sono stati respinti. Chissà se, in un momento meno impegnativo, quale quello degli ordini del giorno, un principio, ancorché di valenza generale, questo Governo sia in grado di assumerlo!

PRESIDENTE. Il deputato Garagnani ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/318.

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, con questo ordine del giorno ho inteso porre al Governo, assieme ai colleghi del gruppo di Forza Italia che lo hanno sottoscritto, un problema particolarmente pressante ed incisivo, soprattutto con riferimento alla finanziaria, ma anche alla recente sentenza della Corte di giustizia delle comunità europee, che impone agli Stati membri di adottare un atteggiamento effettivamente pluralista in merito al problema della libertà di educazione e della parità scolastica. Mi pare che questa sentenza sia incisiva ed emblematica, nel momento in cui ci accingiamo a definire le principali manovre finanziarie nei vari settori in cui si articola la vita del nostro Stato, proprio perché veniamo da un monopolio statale nel settore della pubblica istruzione, su cui ci misuriamo anche in questi giorni sulla base di dati, di cifre, di poste di bilancio particolarmente significative e che di fatto ha dietro di sé ormai risultati non eccessivamente brillanti.
Mi riferisco alle varie statistiche, ai diversi dati provenienti dalle varie organizzazioni internazionali che denotano che il risultato medio della professionalità e del livello di cultura dello studente italiano non è eccessivamente brillante o almeno non è adeguato al risultato di altri Paesi dell'Unione europea in cui, invece, la popolazione studentesca, nel risultato finale, ha conseguito medie molto più alte della nostra. Il problema non è tanto, a questo punto, il livello della qualità degli studi, ma rendere effettivo quel diritto di libertà di educazione, quel diritto alla parità scolastica presente in tutti gli Stati dell'Unione europea e significativo di un livello di libertà che, come in altri settori, quali quello sociale ed economico, deve potersi manifestare anche nel campo dell'istruzione. Ciò soprattutto in presenza di una realtà ormai vecchia, obsoleta e superata quale quella italiana in cui tale monopolio statale, ancorato ad alcuni pregiudizi ancora ideologici, in realtà non reggePag. 22più il passo con i tempi e con una società particolarmente evoluta come quella italiana, che richiede allo Stato, non il disinteresse in merito alle politiche scolastiche, ma un coordinamento che non sia l'imposizione di un modello predeterminato.
Soltanto dalla competizione di vari modelli formativi in grado di offrire alle famiglie ed allo studente diverse opzioni all'interno di un quadro di regole comuni definito - questo sì - dallo Stato si potrà avere un miglioramento, un'elevazione del livello degli studi e soprattutto si potrà offrire, in una sana competizione, la possibilità alle giovani generazioni di crescere culturalmente e di acquisire anche esperienze particolari e di misurarsi per acquisire alcune competenze di cui la nostra società necessita. Questo è lo scopo dell'ordine del giorno a mia firma che partendo dalla considerazione che la legge 10 marzo 2000, n. 62 (che ha definito, in termini generici il sistema pubblico integrato dell'istruzione e ha disciplinato in modo, se si vuole un po' ristretto, il rapporto fra scuola paritaria e statale) debba essere rivista, sia per elementari esigenze di giustizia, di una libertà di educazione (che credo - lo riaffermo in questa sede - manca nella scuola italiana, con i risultati negativi che osserviamo tutti i giorni), sia anche per collegarsi ad una nuova e significativa sentenza della Corte di giustizia europea. Quest'ultima ha infatti riconosciuto ad una famiglia tedesca il diritto di vedersi attribuiti determinati benefici, non solo giuridici, ma anche economici e fiscali in merito alla possibilità di scegliere un determinato tipo di educazione adatto alla propria cultura, alla propria mentalità ed alla propria dimensione culturale.
A fronte di ciò, credo che il mio ordine del giorno ponga il problema di cambiare la legislazione attuale, ma non lo faccia ex abrupto, dall'oggi al domani...

PRESIDENTE. Deputato Garagnani, concluda.

FABIO GARAGNANI. ...bensì affrontando, in modo significativo, tappa per tappa, un mutamento dell'orientamento scolastico del nostro Paese...

PRESIDENTE. Deputato Garagnani deve concludere.

FABIO GARAGNANI. ...al fine, non solo di recepire la predetta sentenza della Corte di Giustizia europea, ma anche di porsi al passo con i tempi, che richiedono tale novità.

PRESIDENTE. Il deputato Fasolino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/340.

GAETANO FASOLINO. Signor Presidente ho presentato questo ordine del giorno per cercare di porre fine ad una profonda ingiustizia che colpisce le aziende italiane che hanno lavorato in Libia, hanno esportato il buon nome del nostro Paese ed ora si ritrovano praticamente sul lastrico, come imprese e come famiglie, in quanto il Governo libico non ha riconosciuto i loro crediti e pertanto le ha portate al dissesto.
Si tratta di somme notevoli definite in ben 642 milioni di euro, senza contare la rivalutazione monetaria e gli interessi legali, previsti nelle stesse sentenze delle corti libiche che si sono occupate dell'argomento.
Nel mese di novembre del 2002 il Governo italiano ha anche operato una ricognizione di tali crediti insieme con l'Azienda libico-italiana (ALI) e con la banca italo-araba UBAE. Si tratta quindi di crediti per di più certificati dallo Stato, dall'Azienda libico-italiana (ALI) e dalla banca UBAE. A tal punto qualcosa si è mosso, poiché il Governo precedentemente in carica ha attivato un canale con il Governo libico, il quale si è dichiarato disponibile ad offrire 281 milioni di euro per una chiusura forfetaria del contenzioso. Ma, siccome l'ammontare del credito netto è pari a 642 milioni di euro oltre agli interessi passivi e alla rivalutazione monetaria, la cifra offerta è sembrata una elemosina che non avrebbe rimesso in sesto le aziende così duramente colpite.Pag. 23
Allora, la preghiera rivolta al Governo italiano è che quest'ultimo possa attivare immediatamente una iniziativa con l'Esecutivo libico, forte anche delle trattative in corso per aiuti reciproci, forniture e sostegno alla nazione africana. Oppure, meglio ancora il Governo potrebbe stanziare un fondo che, anche attraverso una corresponsione annuale per periodi di cinque o dieci anni ristori le aziende di quanto hanno in credito salvo potersi rivalere successivamente con le autorità libiche.
Chiedo quindi che il Governo non sia disattento nei confronti di tale questione, perché coinvolge le imprese, il buon nome dell'Italia, nonché le famiglie dei dirigenti e degli operai di quelle imprese che hanno lavorato in Libia in questi anni e che ora si ritrovano praticamente sul lastrico.

PRESIDENTE. Il deputato Laurini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/368.

GIANCARLO LAURINI. Grazie, signor Presidente. Il disegno di legge finanziaria introduce l'azione risarcitoria collettiva - meglio nota come class action per la sua provenienza d'oltreatlantico - la quale costituisce uno strumento certamente molto diffuso, soprattutto negli Stati Uniti d'America. Il suo trapianto nel nostro sistema è certamente importante, in quanto si pone nel senso della tutela dei consumatori, ma indubbiamente ne va valutato attentamente l'impatto, soprattutto per evitare che dall'essere uno strumento di tutela dei consumatori, diventi anche uno strumento a rischio per le imprese. Evidentemente non parliamo soltanto delle grandi imprese, delle multinazionali cui ci si riferisce sempre con grande effetto mediatico quando si parla di class action: sono certamente molte - centinaia, migliaia - le imprese che possono trovarsi investite dall'esercizio di questo tipo di azione.
Allora, qual è il problema che ho affrontato nell'ordine del giorno che sottopongo all'attenzione dell'Assemblea e del Governo? Il problema è quello della efficacia temporale: non per quanto attiene all'entrata in vigore della legge, e quindi all'utilizzazione della class action, fissata in sei mesi dalla sua approvazione, ma relativamente ai fatti, agli atti, agli eventi, ai rapporti ai quali la class action può essere applicata. La confusione nasce dal fatto che non è possibile che un'azione sia retroattiva. Certamente la class action, così come introdotta, non può essere retroattiva. Il problema è che bisogna avere ben chiaro il concetto che la class action è uno strumento processuale, una norma di rito che entra in vigore dal giorno in cui è stabilito che entri in vigore e che possa essere esperita. Il problema è individuare gli atti, le fattispecie, i negozi, i rapporti ai quali ci si può riferire agendo con una class action. Ed il problema sorge proprio riguardo a tale punto perché, non essendo stabilita una limitazione dell'oggetto della class action, la stessa evidentemente potrà applicarsi a fatti, controversie e rapporti già preesistenti, insorti precedentemente all'entrata in vigore della legge e per i quali non si è ancora verificata la prescrizione.
È importantissimo pertanto che il Governo si faccia carico di monitorare immediatamente, nelle prossime settimane, la portata del problema e utilizzare uno strumento (eventualmente la decretazione d'urgenza), un provvedimento legislativo che possa limitare il ricorso all'azione risarcitoria collettiva a fatti, eventi, rapporti giuridici, controversie che insorgano successivamente all'entrata in vigore della legge istitutiva. Purtroppo, per la fretta con la quale questo istituto è stato inserito nella finanziaria, e la sua conferma nel maxiemendamento governativo, non si è tenuto conto delle osservazioni che pur sono emerse nel dibattito in Commissione bilancio; osservazioni e riflessioni che erano state fatte ad hoc sulla class action anche innanzi alla Commissione giustizia di questa Camera. Non averne tenuto conto, per la fretta, per la volontà di introdurre comunque nel nostro sistema tale azione risarcitoria collettiva - che, lo ripeto, ha certamente una finalità condivisibile e che tutti condividiamo ma che, come ogni innesto di istituti nati e, quindi,Pag. 24provenienti da aree geografiche, ambienti, ordinamenti giuridici profondamente diversi dal nostro (certamente non è il solo perché altri ne abbiamo avuti) - comporta grande difficoltà per la dottrina e la giurisprudenza...

PRESIDENTE. La invito a concludere

GIANCARLO LAURINI. ...e pertanto è assolutamente indispensabile che il Governo si impegni per rimediare a tale omissione nella disciplina così introdotta dal maxiemendamento.

PRESIDENTE. Il deputato Campa ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/339.

CESARE CAMPA. Signor Presidente, colleghi parlamentari, rappresentanti del Governo. Dai rappresentanti del Governo vorrei un attimo di attenzione, considerato che illustro un ordine del giorno sul quale dovrebbero dare il loro contributo - mi auguro, il loro assenso - anche per realizzare un fatto di giustizia nel nostro Paese. Va premesso che nell'ambito delle misure per il rilancio dell'efficienza scolastica purtroppo non si è tenuto conto della necessità di formare una dirigenza scolastica adeguata alle nuove sfide che la società e l'economia rivolgono alla scuola.
È sotto gli occhi di tutti questa carenza ed è sotto gli occhi di tutti l'importanza che la dirigenza scolastica dovrebbe avere per un funzionamento ordinato - e non solo ordinato - delle nostre scuole. In particolare, si sono conclusi tutti i concorsi ordinari banditi da tempo. Tuttavia, per quanto riguarda i concorsi riservati a coloro che avevano già ottenuto un anno o più di presidenza a livello temporaneo, si registrano dei ritardi per la loro conclusione. Parlo in particolare per il mio Veneto, ma interessati a questo problema sono anche il Friuli e la Sicilia.
Le cause di questo ritardo, signor Presidente, colleghi parlamentari, ma soprattutto rappresentanti del Governo, che vi vedo impegnati in una sana discussione su altri argomenti, e non vi passa per la mente di ascoltare chi sta parlando in questo momento, tanto che io mi fermo un attimo, sperando che il Presidente richiami l'attenzione dei tre sottosegretari, che conosco per la loro capacità di sintesi...

PRESIDENTE. Ho già invitato ripetutamente il Governo a non produrre degli elementi di disturbo, invece che di ascolto.

CESARE CAMPA. Sì può anche sospendere, così magari tutti parlano a titolo personale e il ruolo dell'Assemblea viene qualche maniera anche valorizzato...

PRESIDENTE. Avendo rinnovato l'invito al Governo ad ascoltare gli interventi, la prego di proseguire.

CESARE CAMPA. La ringrazio, signor Presidente, so che lei tiene molto al ruolo dei parlamentari, e di questo le sono grato. Dunque, questo problema è particolarmente sentito nel Veneto, ma non è assente nel Friuli e nella Sicilia. Potrebbe esserci anche una penalizzazione per i nostri presidi incaricati, perché questo ritardo nell'espletamento dei concorsi riservati non è certo imputabile ai presidi o ai concorrenti, ma è solo imputabile al cattivo funzionamento del Ministero della pubblica istruzione.
Se consentissimo che, in assenza di espletamento di concorso riservato, possa esserci un provvedimento sull'interregionalità, che consente ad altre persone qualificate, che hanno vinto il concorso in altre regioni, di passare nelle regioni contermini, creeremmo veramente un grave danno per i concorrenti che hanno partecipato al concorso, stanno attendendo il risultato e si vedrebbero scavalcati da altri delle regioni contermini.
Dunque, credo che quello proposto sia un atto di giustizia - quasi un atto dovuto - da parte di un'amministrazione statale che non è stata capace di rispettare i tempi, scaricando questa sua incapacità sulle spalle dei concorrenti, che nulla hanno a poter opporre se non il fatto di aver sostenuto concorsi e di essere ancoraPag. 25penalizzati (avendo, peraltro, perso un anno, perché hanno fatto un anno come supplenti, e questo anno non potrebbe nemmeno essere riconosciuto).
L'ordine del giorno in esame contiene dunque una proposta di buon senso. Mi auguro - ringrazio i rappresentanti del Governo, che adesso stanno prestando un po' di attenzione - venga adottato un provvedimento, signor sottosegretario, in cui deve essere esplicitato che l'interregionalità, nel ruolo della dirigenza scolastica, deve intendersi come possibilità di accedere al posto in altre regioni solo se ci sono posti eventualmente vacanti dopo la nomina di tutti coloro che sono stati inseriti nelle graduatorie di merito regionali a seguito di concorso ordinario riservato. Quindi, non può essere assolutamente dato accesso all'interregionalità, per esempio, nel caso del Friuli, della Sicilia e soprattutto del Veneto. Mi auguro che da questo punto di vista si possa avere non quell'attenzione dovuta che dovrebbe esserci sempre, ma quella particolare attenzione per risolvere un problema...

PRESIDENTE. La invito a concludere.

CESARE CAMPA. ...che penalizzerebbe questi nostri servitori dello Stato, che tanto fanno e potrebbero fare nell'interesse della nostra gioventù e della nostra scuola. Ringrazio il Governo, perché so che questa volta sarà veramente attento.

PRESIDENTE. La deputata Mondello ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/125.

GABRIELLA MONDELLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per illustrare l'ordine del giorno n. 9/3256/125, da me presentato. Tale ordine del giorno rientra nella mia linea di impegno, che porto avanti sin dalla precedente legislatura. Nel nostro Paese - come tutti sanno - vi è un estremo bisogno di infrastrutture, e sinceramente mi sembra che ultimamente le infrastrutture, sia le più grandi, che costituiscono veramente un'estrema necessità per il nostro Paese, sia quelle di portata minore, abbiano segnato il passo.
Emerge da tutto il Paese una richiesta ed una necessità di miglioramento della viabilità. Nella passata legislatura nel levante della Liguria, nella zona compresa tra Genova e La Spezia, sono stati effettuati degli interventi molto validi, in accordo con la provincia di Genova, che ha diverso colore politico (a dimostrazione del fatto che le opere di primaria necessità dovrebbero essere realizzate con l'accordo di tutti, e senza distinzione di colore politico), e, grazie al Governo Berlusconi, sono state realizzate svariate opere, che hanno eliminato situazioni di criticità e hanno permesso di migliorare notevolmente la circolazione su strade estremamente trafficate.
Proprio per questo ho presentato l'ordine del giorno in esame, il quale riguarda l'allargamento della strada provinciale n. 586, che presenta una strozzatura che andrebbe assolutamente eliminata, perché da essa si dipartono due strade provinciali, la n. 586 verso Piacenza, e la n. 26 bis Valmogliana verso Parma.
Si tratta, quindi, di una struttura viaria di carattere interregionale che riveste la massima importanza. Infatti, negli anni scorsi molti lavori di allargamento su questa strada sono stati effettuati - come dicevo - grazie a vari contributi, in particolare dello Stato e della provincia di Genova, ma ora bisogna proseguire questo impegno, affinché non resti monco. Pertanto, mi rivolgo al Governo perché, con una cifra non troppo elevata, si pongano almeno le basi per iniziare questo intervento, che è veramente atteso da tutta la popolazione.

PRESIDENTE. Il deputato La Loggia ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/226.

ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, francamente osservo che il Governo è distratto oppure è totalmente impegnato in altre vicende, invece che ascoltare con attenzione quanto viene affermato, e tuttoPag. 26ciò certamente non ci riempie né di soddisfazione né di entusiasmo. Tuttavia, ritengo che anche i suoi rappresentanti ascoltino - quando ciò accade - con qualche sofferenza, come se tale ascolto costituisse una sorta di triste rito, pressoché inutile, considerato che comunque tutto ciò che doveva essere deliberato è stato deciso, e certamente non rappresenta il frutto del dibattito interno a quest'Aula, come pure sarebbe necessario e doveroso.
Ho chiesto di intervenire perché l'ordine del giorno che ho presentato insieme a numerosi colleghi, il n. 9/3256/226, rappresenta il nostro tentativo di richiamare con forza l'attenzione del Governo sui problemi che attanagliano il Mezzogiorno (anche se non nutro molte speranze, considerato che è arrivato un solo Ministro, l'onorevole Bindi, ma mi rivolgo ai sottosegretari presenti, Grandi, Sartor e D'Andrea, i quali quantomeno potranno riferire ai loro danti causa, Ministri di settore).
Si ha la precisa sensazione che il Mezzogiorno sia stato totalmente dimenticato - e le isole ancora di più - da questo Governo che, evidentemente, tra i propri obbiettivi ha quello di danneggiare non solo una serie di categorie di lavoratori o di imprenditori del nostro Paese, ma intere aree territoriali. Pertanto, l'avere immaginato - e poi, purtroppo, realizzato - di non poter più contare sul credito d'imposta, non avere più svolto un'azione incisiva (come avevamo iniziato a fare nel precedente Governo Berlusconi) nel settore delle infrastrutture e dei servizi - ciò che manca al Mezzogiorno del nostro Paese per essere realmente competitivo, non soltanto con le restanti regioni italiane, ma anche con i mercati europei e internazionali - è una responsabilità molto grave. L'avere cancellato dall'agenda delle priorità o, addirittura, aver dichiarato che non verrà mai realizzato il ponte sullo Stretto di Messina è stata un'ulteriore, grave mancanza di attenzione e - direi di più - una vera e propria penalizzazione nei confronti del Mezzogiorno e delle isole.
Pertanto, l'ordine del giorno a mia prima firma n. 9/3256/226 è volto ad impegnare il Governo a rivedere l'impostazione della propria politica di bilancio, riducendo la dinamica della spesa corrente e la pressione fiscale, ma, soprattutto, reintroducendo il credito d'imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno e incrementando le spese per le infrastrutture, specie nel sud e nelle isole, riconsiderando anche, in tale contesto, la scelta improvvida di non realizzare il ponte sullo Stretto di Messina.
So che le mie parole resteranno al vento, ma quanto meno resteranno agli atti di questa Assemblea, perché si possa dire che da parte di qualcuno, di un partito, dell'opposizione, nel contesto storico in cui oggi si trova il nostro Paese, vi è chi ancora sollecita, e con forza, tale impegno.
Mi auguro, signor Presidente, che almeno una risposta (fosse anche verbale e non scritta), un segno di attenzione, anche nel non accogliere questo ordine del giorno, ma sottoponendolo al voto dell'Assemblea, possa arrivare da parte del Governo. Non ci crediamo molto, speriamo di essere smentiti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Pedrizzi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/238.

RICCARDO PEDRIZZI. Signor Presidente, chi ha esperienza di lavori parlamentari sa bene quale valore attribuire agli ordini del giorno, eppure molti di noi questa mattina stanno intervenendo. Ciò sta a significare l'esigenza di aprire un minimo di dibattito, nel corso di una sessione di bilancio che si chiude con ben tre questioni di fiducia.
Farò riferimento all'ordine del giorno Angeli n. 9/3256/247, di cui sono cofirmatario, e all'ordine del giorno Contento n. 9/3256/220, al quale intendo aggiungere la mia firma. Il primo riguarda il trattamento fiscale della famiglia. Purtroppo, ancora oggi, chi è sposato e ha figli paga più tasse di chi non è sposato e non ha figli. Pertanto, è la famiglia naturale fondata sul matrimonio la grande cenerentola,Pag. 27 la vera penalizzata e l'autentica discriminata nella nostra società. Ciò accade, perché l'esigenza di garantire l'equità orizzontale non è tenuta presente come quella di assicurare l'equità verticale. Infatti, le aliquote cambiano esclusivamente in base al reddito percepito dal singolo, e non anche in base al numero dei componenti della famiglia. Ma un sistema fiscale che voglia essere giusto non può preoccuparsi di realizzare solamente l'equità verticale; deve pensare ad attuare, altresì, quella orizzontale, facendo sì che, a parità di reddito, chi ha figli da allevare ed educare non paghi le stesse tasse di chi non ha figli e deve, dunque, mantenere solo se stesso.
Appare perciò essenziale, nel definire gli interventi di politica fiscale, l'attribuzione di centralità e soggettività alla famiglia, soprattutto in presenza di figli. A tal fine dovrebbe essere ripresa l'impostazione, che era già contenuta nella legge delega del Governo Berlusconi per la riforma del sistema fiscale, diretta a prevedere una particolare attenzione per la condizione familiare del contribuente.
Gli interventi potrebbero muoversi lungo le linee delle deduzioni e quindi della soglia esente, e potrebbero essere modulati in base ai carichi di famiglia. Si potrebbero, inoltre, e sarebbe preferibile, battere strade decisamente nuove, con un primo modulo di applicazione del meccanismo del quoziente familiare o del BIF (basic income familiare). Il primo mira a restituire la par condicio alla famiglia monoreddito rispetto a quella con due redditi, dividendo la somma dei redditi percepiti da tutti i membri del nucleo familiare per un coefficiente ad hoc, in modo da riconoscere effettivamente i carichi familiari. Il secondo, invece, consiste nel dedurre dall'imponibile il minimo vitale indispensabile per il mantenimento di ogni familiare a carico; soltanto sulla quota rimanente di reddito percepito si stabilisce l'aliquota, e quindi l'imposta dovuta. È evidente che un'efficace soluzione di tali problematiche presuppone che si sia disponibili ad andare oltre la realtà di un sistema IRPEF basato sulla tassazione individuale e che si condivida l'impostazione di investire sull'intero nucleo familiare. Invito i rappresentanti del Governo a prestare attenzione a questo ordine del giorno, anche perché questa posizione è condivisa da alcuni membri del Governo stesso.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Contento n. 9/3256/220, relativo all'azione collettiva, è fuori di dubbio che l'introduzione di strumenti di tutela analoghi alla class action incontri ostacoli nell'incoerenza di alcune caratteristiche di tali azioni, sviluppatesi in un sistema di common law come quello nordamericano, con alcuni principi giuridici, anche costituzionali, tipici di un ordinamento di civil law, qual è quello nazionale. In particolare, la class action, come disciplinata nel maxiemendamento, rischia di porsi in conflitto con i principi affermati negli articoli 111 - il giusto processo - e 24 - il diritto individuale alla tutela giurisdizionale - della Costituzione, nonché con quelli tipici del diritto processuale desumibili dagli articoli 81 e 100 del codice di procedura civile (divieto di agire in giudizio per la tutela di diritti altrui o di interessi non propri). Si determinerebbe, altresì, un contrasto con il principio espresso dall'articolo 2909 del codice civile, secondo cui la sentenza fa stato esclusivamente tra le parti, atteso che la disciplina della class action prevede l'efficacia della sentenza su soggetti che non abbiano preso parte al processo.

PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.

RICCARDO PEDRIZZI. Concludo, Signor Presidente. Invitiamo dunque il Governo ad una riflessione e ad un monitoraggio di quello che succederà dopo l'introduzione di questa nuova normativa. È solamente una richiesta di monitoraggio, e quindi chiedo l'orientamento favorevole.

PRESIDENTE. Il deputato Compagnon ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/112.

Pag. 28

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, anch'io intendo illustrare l'ordine del giorno a mia firma, a fronte di un dibattito che non c'è stato sulla finanziaria. Ci rimane questa possibilità, e per questo mi auguro che il Governo guardi con la dovuta attenzione a ciò che abbiamo presentato. L'articolo 25 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo recita testualmente: «Ogni individuo ha il diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari, ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà».
A fronte di svariati interventi che, non solo questo, ma tutti i Governi si impegnano a realizzare rispetto alle situazioni di disagio, certamente la condizione di vedovanza è totalmente trascurata dallo Stato e lo è stata anche, dal mio punto di vista, in passato. Pertanto, è importante parlare anche di questo.
Peraltro, in questi giorni in quest'Aula, da più parti e in tutti i modi, si è parlato di aiuti alla famiglia. Quest'ultima, certamente, non scompare con la morte del coniuge, ma anzi necessita di maggiore impegno, attenzione e sicurezza. Sono milioni le persone e le famiglie che, in questo Paese, si trovano in una situazione di estrema difficoltà e molte di queste lo sono in quanto colpite da morte precoce del coniuge. Tali famiglie vivono al limite della soglia di povertà e, quindi, si aggiungono ai milioni di situazioni, purtroppo delicate, che già vivono tale disagio.
Pertanto, il mio ordine del giorno n. 9/3256/112 vuole impegnare Governo ad adottare opportune iniziative normative, soprattutto cercando di non penalizzare, con un'imposizione fiscale elevata, la categoria debole delle famiglie vedove, al fine anche di scoraggiare quel fenomeno (che ha rappresentato un motivo di grande confronto anche in questo Parlamento) del lavoro nero. Tale fenomeno si aggiunge - come abbiamo visto nel Protocollo sul welfare - a quell'altra piaga che è la precarietà. Tutti quanti ci siamo detti che precarietà, lavoro nero e quant'altro vanno affrontati: non prestare attenzione a situazioni come queste (e ve ne erano anche altre) significa anche incentivare il lavoro nero.
Inoltre, il mio ordine del giorno n. 9/3256/112 vuole impegnare, soprattutto, il Governo a tutelare fortemente i minori rimasti orfani, che rappresentano situazioni ancora più delicate nel disagio.
Questo non è un ordine del giorno di spesa, né di parte, ma di indirizzo che richiama ad un'attenzione vera su un problema che, purtroppo, per una serie di motivi, non viene preso nella giusta considerazione. Mi auguro che questo ordine del giorno, come tanti altri che vengono presentati dall'opposizione, almeno oggi siano guardati con il dovuto rispetto.
In passato, infatti, a fronte delle innumerevoli questioni di fiducia che sono state poste, durante l'esame degli ordini del giorno (che era, ed è, l'unica discussione rimasta, soprattutto per l'opposizione), abbiamo notato una disattenzione grave e cronica da parte del Governo rispetto ai contenuti dei nostri ordini del giorno, salvo poi ricredersi e fare marcia indietro allorché veniva richiamato che determinati ordini del giorno erano anche il frutto della trasversalità nelle Commissioni.
In una situazione come la discussione del disegno di legge finanziaria, che rappresenta il momento più alto per impostare, cercare di risolvere o, quanto meno, indirizzare alla soluzione dei problemi del Paese, mi auguro che questi ordini del giorno (i quali, ripeto, non sono di spesa, né di parte, ma prima di tutto di responsabilità e buonsenso) trovino l'accoglimento da parte del Governo.

PRESIDENTE. La deputata Germontani ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/211.

MARIA IDA GERMONTANI. Signor Presidente, intervengo per illustrare il mioPag. 29ordine del giorno n. 9/3256/211, perché ritengo che il grande assente, in questa finanziaria, siano le politiche di pari opportunità e gli interventi finanziari ad esse rivolti.
Ciò è strano, perché nel momento in cui, addirittura a livello mondiale, è stato coniato il termine «womenomics» per descrivere il ruolo sempre più importante delle donne nella vita, nella società e nell'economia, in Italia - nonostante i moniti dello stesso Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, che ha sottolineato l'importanza di individuare interventi che consentano di favorire l'accesso delle donne al mondo del lavoro - siamo in grande, grande ritardo, che fa diventare la questione femminile di estrema importanza, come fosse una sorta di patologia cronica in qualche modo assimilabile alla cosiddetta questione meridionale.
Parliamo di alcuni punti fondamentali, per esempio il differenziale retributivo tra uomini e donne: le differenze tra i salari maschili e quelli femminili interessano tutti i settori, le professioni e le aree geografiche del Paese.
Nel settore privato questo gap si traduce, in media, in circa 3 mila 800 euro all'anno in meno, nella busta paga di una lavoratrice dipendente a tempo indeterminato, e in circa 10 mila per una lavoratrice autonoma.
Le pari opportunità, tra l'altro, ormai ricevono un ampio consenso trasversale. Una volta superate le contrapposizioni ideologiche, le pari opportunità si sono affermate come parte integrante dei diritti civili e delle libertà individuali. Ci sono, però, ancora ostacoli forti che impediscono il raggiungimento di un'effettiva parità tra i sessi.
Soffermandoci sulla pubblica amministrazione - perché il mio ordine del giorno riguarda soprattutto ciò -, dai dati diffusi dal Ministero delle riforme e delle innovazioni nella pubblica amministrazione è evidente che la presenza femminile nelle pubbliche amministrazioni è numericamente prevalente tra il personale non dirigente - e mi auguro che il Governo ci ascolti perché se illustriamo gli ordini del giorno è anche al fine di farli riprendere in considerazione e riesaminare - mentre tra i dirigenti di seconda fascia vi è una presenza femminile del 33 per cento, fino ad arrivare al 19 per cento tra i dirigenti di prima fascia.
La ridotta presenza femminile tra le posizioni più elevate della pubblica amministrazione è un dato negativo, che dimostra la scarsa volontà o addirittura la totale assenza della dovuta sensibilità politica in questa materia.
Inoltre, secondo i dati forniti, gli incarichi dirigenziali di prima e seconda fascia di cui al comma 6 dell'articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sono stati conferiti, fino ad oggi, per l'88 per cento a persone di sesso maschile, che non appartengono ai ruoli della pubblica amministrazione.
Pertanto, con l'ordine del giorno in discussione chiediamo un segnale da parte del Governo, che quest'ultimo si impegni a valutare la possibilità di affidare incarichi di funzioni dirigenziali di prima e seconda fascia, conferiti anche a persone estranee ai ruoli della pubblica amministrazione, tenendo conto di quanto stabilito dall'articolo 51 della Costituzione che afferma il principio delle pari opportunità tra uomini e donne. Ricordo che la modifica dell'articolo 51 è stata approvata dall'intero Parlamento, quasi all'unanimità: diamo il segnale di volerla veramente attuare!
Inoltre, signor Presidente, vorrei spendere ancora due parole, se mi consente, per illustrare un altro ordine del giorno a cui ho apposto anche la mia firma, il n. 9/3256/233, che in qualche modo è collegato perché riguarda la situazione di insicurezza in cui versano i tribunali italiani.
Ricordiamo il caso eclatante del tribunale di Reggio Emilia, ove un cittadino albanese durante il giudizio di separazione personale ha sparato e ucciso la moglie e il cognato. Questo è solo l'ultimo esempio di collasso.
Pertanto, chiediamo che il Governo si impegni ad adottare provvedimenti urgenti, volti anche a modificare il decretoPag. 30ministeriale del 28 ottobre 1993, soprattutto perché i procuratori generali non possono costituire da soli una rappresentanza generale del Paese, rispetto alle esigenze della sicurezza. Pertanto, visto il perdurare di questa situazione, chiediamo un potenziamento delle necessarie dotazioni di sicurezza, quali metal detector, telecamere a circuito chiuso e...

PRESIDENTE. Per favore, deve concludere.

MARIA IDA GERMONTANI. Concludo, Presidente. Vorrei solo ricordare che gli avvocati matrimonialisti chiedono da tempo che le forze dell'ordine assistano anche ai giudizi in materia familiare.

PRESIDENTE. Il deputato Martinello ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/94.

LEONARDO MARTINELLO. Signor Presidente, il mio intervento affronta il problema dei rifiuti nel mondo agricolo. Come gruppo UDC avevamo presentato un emendamento volto a modificare l'articolo 212 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, che, in realtà, avrebbe potuto permettere al mondo agricolo di affrontare in modo migliore il problema dello smaltimento dei rifiuti prodotto dalle aziende agricole.
Visto che non è stato possibile discuterlo durante l'esame del disegno di legge finanziaria per la posizione della questione di fiducia, ho tentato di trasformare tale emendamento in un ordine del giorno che va in questa direzione. Abbiamo il problema che, a partire dal 29 aprile 2006, tutti coloro che trasportano in conto proprio rifiuti prodotti dalla propria azienda agricola devono iscriversi all'Albo nazionale gestori ambientali - sezioni regionali, anche per piccole quantità: si parla di 30 chilogrammi, e 30 chilogrammi sono nulla per un'azienda agricola. Ricordo che, per esempio, anche il concime può essere considerato un rifiuto speciale e, quindi, chi oggi trasporta concime agricolo deve seguire certe procedure.
Quali sono le procedure che prevede questo decreto legislativo? Il pagamento di 168 euro di tasse di concessione governativa una tantum, un pagamento di cinquanta euro ogni anno di diritto a domanda di iscrizione, un obbligo di iscrizione alla Camera di commercio, un obbligo di utilizzare macchine e mezzi rispettosi delle norme in materia di trasporto e sicurezza, un obbligo di rispettare norme in materia di trasporto dei rifiuti esibendo una targa con sfondo giallo e la scritta rossa con una «r», obbligo di usare i contenitori a norma. Si immagini, signor Presidente, che per assurdo un trasporto di un sacco vuoto di concime dal terreno alla sede della propria azienda potrebbe essere considerato un trasporto di rifiuti speciale, e quindi assoggettato all'iscrizione all'albo suddetto.
Quello che si chiede - e ci potrebbe essere il pericolo, se l'ordine del giorno non fosse accolto, di uno scorretto smaltimento di questi rifiuti agricoli, per una oggettiva impossibilità economica di rispettare le norme da parte degli agricoltori - è un'esenzione per le piccole aziende agricole dall'assoggettamento all'obbligo dell'iscrizione all'Albo nazionale gestori ambientali. Questo sarebbe l'ideale e la proposta era in questo senso: per le aziende agricole esentare tutti i rifiuti trasportati in conto proprio, fino a una modica quantità di circa 30 chilogrammi al giorno; ciò comporterebbe un grande favore, un grande aiuto a queste aziende ma soprattutto a tutto il settore agricolo, che oggi è pesantemente interessato da problemi relativi sia ai prezzi dei prodotti sia a un'eccessiva burocrazia, che obbliga chiaramente tutte le aziende agricole a instaurare un meccanismo amministrativo non indifferente, pesante, burocratico, penalizzando il settore.
Concludo ribadendo che l'ordine del giorno va nella direzione di sollecitare il Governo a valutare l'opportunità di adottare iniziative normative finalizzate ad agevolare le imprese agricole che trasportano rifiuti pericolosi in quantità non superiore a 30 chilogrammi o litri al giorno, prevedendo l'esonero dall'iscrizionePag. 31all'Albo dei gestori ambientali. Questo è il contenuto dell'ordine del giorno: penso che si tratti di una proposta che possa essere accolta dal Governo, per aiutare un settore che, come ricordavo prima, è fortemente in difficoltà.

PRESIDENTE. Il deputato Leoluca Orlando ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno 9/3256/28.

LEOLUCA ORLANDO. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, intervengo brevemente.
Con l'ordine del giorno a mia firma n. 9/3256/28 si richiama la coerenza rispetto a scelte formulate dallo stesso Governo. Siamo in tema di riforma dei tribunali e delle procure militari, e voglio ricordare che, nel settembre 2007, il Governo ha presentato una proposta di legge che prevede la costruzione di tre tribunali e procure militari a Milano, Roma e Napoli e l'eventualità di due sezioni. Nella procedura anomala di inserire nella legge finanziaria norme di carattere ordinamentale, questa previsione di una possibile istituzione di sezioni è saltata.
L'invito rivolto al Governo è di esaminare le ragioni di spesa, ma anche al tempo stesso di funzionalità di lasciare senza sezioni realtà fortemente periferiche, in particolare realtà - cito quella della Sicilia - che sono sede del Comando interregionale della guardia di finanza, del Comando sud dell'Arma dei carabinieri e dei Comandi della Marina militare.
Confido nell'accoglimento dell'invito al Governo ad essere coerente con la sua stessa proposta del settembre 2007, nonostante la strettoia imposta dall'introduzione nella legge finanziaria di disposizioni ordinamentali.

PRESIDENTE. Il deputato Menia ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/35.

ROBERTO MENIA. Signor Presidente, chiedo al Governo attenzione verso l'ordine del giorno che ho presentato, che si riferisce ad una serie di questioni che afferiscono alla caduta del confine tra Italia e Slovenia. Tra pochi giorni, il prossimo 21 dicembre, cadranno anche fisicamente le barriere di confine tra Italia e Slovenia. Oltre alle questioni nobili di unificazione dell'Unione europea, della quale tutti siamo felici, ve ne sono però altre che afferiscono a problemi economici, soprattutto per determinate categorie, e riflessi sul mondo del lavoro che sono obiettivi e facilmente visibili.
Questa finanziaria, a partire dal 1 gennaio, cancella le dotazioni di zona franca di Trieste e Gorizia per ciò che riguarda i carburanti. Il fatto che mancherà proprio il confine fisico, e quindi lo spazio fisico sarà tranquillamente...
Vedo che c'è una grande attenzione verso quello che dico. C'è una disattenzione totale...

PRESIDENTE. Ha ragione, ha ragione. Chiedo scusa. Scusate, francamente credo che sia ragionevole che chi interviene pretenda un ascolto e, quindi, bisogna consentire che questo avvenga nelle forme compatibili naturalmente anche con la fatica di una continuità di lavori d'Assemblea, ma per esempio evitando forme clamorose.

ROBERTO MENIA. Il disinteresse manifestato sulla questione dal Governo è rilevabile. La finanziaria quest'anno cancella l'agevolazione sui carburanti di zona franca per Trieste e per Gorizia. Nelle due province è stimata la perdita di qualche centinaia di posti lavoro soprattutto in questo settore. Una situazione analoga si verifica anche per i tabacchi.
Noi abbiamo sulla fascia confinaria una ventina di case da gioco e cioè un continuo flusso che non sarà più interrotto nemmeno dal passaggio fisico della sbarra, perché prima c'era il doganiere al quale dicevi che cosa dovevi andare a fare. Si aprono, quindi, una serie di problematiche notevoli in termini proprio di flusso di denaro italiano che andrà in Slovenia non trovando più alcuna barriera. Questo succede per la questione del carburante e della benzina. È paradossale che in questa finanziaria, mentre viene salvaguardata...

Pag. 32

PRESIDENTE. Mi scusi. Rinnovo l'invito ad evitare conversazioni che siano di troppo disturbo. Grazie.

ROBERTO MENIA. Grazie, Signor Presidente.
Dicevo, mentre viene salvaguardata la condizione di zona franca in Val d'Aosta, perché evidentemente pesa il voto di un senatore valdostano, quando non c'è differenziale sostanzialmente tra Italia e Francia in termini di prezzi, nella parte orientale accade che la benzina e il gasolio in Slovenia costa un terzo di meno di quello che costa in Italia, i tabacchi da un terzo alla metà. La caduta del confine provoca un flusso continuo di soldi italiani che vanno oltre confine. Questa situazione è palese, però non vi è alcuna soluzione.
Ci sono poi altre questioni, a cui prima facevo riferimento, come il caso delle case da gioco. Ci sono una ventina di case da gioco subito oltre confine, ma oggi non si passerà neppure più il confine. Io non ho simpatia per i casinò, ma mi chiedo retoricamente se non sarebbe logico concedere al Friuli Venezia Giulia una deroga al principio nazionale che vieta i casinò per la condizione oggettiva di soldi italiani che vengono «buttati» oltre confine.
Poi ci sono questioni ancora più importanti, come quella della portualità, per esempio, della realizzazione del corridoio 5, della doverosa realizzazione della tratta Trieste-Divaccia, come del collegamento fra Trieste e Capodistria per dare un immediato sbocco ad est per i traffici che arrivano sul porto di Trieste, per non trovarsi nella condizione di avere un porto a quindici chilometri di distanza che fa concorrenza a quello di Trieste e che paradossalmente è in grado, se non si realizza questa tratta, di rafforzare una condizione di concorrenza, vista la pratica delle tariffe in dumping, e così via. È una situazione che fa male ad una città che teoricamente dovrebbe essere nella condizione geopolitica di vincere le sfide del mercato e le sfide dell'apertura europea, ma che ha problemi infrastrutturali che ne frenano la crescita.
Il mio ordine del giorno, quindi, pone una serie di questioni, quella dei tabacchi, quella delle benzine, quella dei casinò, quella delle tratte intermodali, quella delle infrastrutture e chiede al Governo di verificare la possibilità di creare un pacchetto di norme che vengano incontro alle esigenze da me sollecitate.
Ringrazio il Governo per l'attenzione che ha dimostrato di non darmi.

PRESIDENTE. Il deputato Lupi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/413.

MAURIZIO ENZO LUPI. Signor Presidente, illustro il mio ordine del giorno n. 9/3256/413 avente un contenuto che ritengo sia di interesse non solo di tutto il Parlamento, ma dello stesso Paese.
Questo ordine del giorno è stato sottoscritto, oltre che da me, dagli amici e compagni, come si diceva una volta ma non so se sia un ricordo oppure sia ancora un'identità, Albonetti, Sposetti e da tanti altri, primo fra tutti l'onorevole Iannone, il quale ha presentato anche un progetto di legge.
Con esso viene fatta la richiesta, da parte di più soggetti, sia politici, sia della società civile, sia opinion leader, di rendere strutturale la misura del 5 per mille. Conosciamo tutti il 5 per mille e conosciamo anche la discussione svoltasi sia in Senato sia alla Camera dei deputati riguardante l'aumento della copertura del tetto. Nel testo pervenuto dal Senato il tetto per il 2009 era solo di 100 milioni di euro, con il maxiemendamento il Governo lo ha portato a 380 milioni di euro per il 2009, permettendo, quindi, una copertura anche per le dichiarazioni dei redditi 2008.
Conosciamo anche il risultato che tale significativo esercizio della libertà abbia dato a tutti i cittadini italiani, risultato che è andato oltre qualsiasi aspettativa: 15-16 milioni di contribuenti hanno deciso, avvalendosi della misura del 5 per mille, di destinare una quota delle proprie tasse direttamente ai soggetti dagli stessi ritenuti più rispondenti ai bisogni della società.Pag. 33Addirittura, i primi dati della dichiarazione 2007 rilevano che circa 15 milioni e 800 mila cittadini hanno esercitato la facoltà del 5 per mille nella dichiarazione dei redditi.
Si tratta, quindi, di capire se questa è una misura che tutti condividiamo quale attuazione concreta della sussidiarietà fiscale. Ritengo sia necessario che ogni anno, anche sull'area della fiscalità, quando si avvicina il momento dell'esame del disegno di legge finanziaria, ci confrontassimo tra Parlamento e Governo per decidere da una parte la copertura e dall'altra se reinserirla o meno.
Credo sia giusto che tale misura diventi strutturale, che sia prevista non con un emendamento al disegno di legge finanziaria, bensì da una legge che possa essere approvata dalla Camera e dal Senato. A questo riguardo c'è una proposta di legge bipartisan che al Senato ha come primo firmatario il collega Benvenuto e alla Camera l'onorevole Jannone. Ritengo che tale proposta sia una grande occasione per giudicare questa esperienza, eventualmente intervenendo con correttivi migliorativi. Certamente non può essere tolta la grande intuizione del 5 per mille, cioè la possibilità di scelta che è data direttamente ai cittadini di indicare, addirittura attraverso il codice fiscale, a chi erogare la propria quota di tasse.
Questo è il contenuto del mio ordine del giorno. Ci sono poi altri ordini del giorno presentati da colleghi sullo stesso tema, come quello dell'onorevole Angelino Alfano, il n. 9/3256/412, con il quale si chiede anche di verificare i soggetti che abbiano diritto ad usufruire del 5 per mille e, in particolare, la possibilità di inserire tra questi anche le fondazioni, oltre agli enti di ricerca e alle ONLUS.
Da ultimo, signor Presidente, e mi rivolgo al Governo e in particolare ai rappresentanti del Ministero dell'economia e delle finanze, visto quale sia il risultato dell'esercizio della libertà da parte dei cittadini, è necessario che le somme che essi hanno deciso di erogare lo siano effettivamente. Non sono state ancora erogate le somme del 5 per mille relative all'anno 2006 e ancora stiamo aspettando quelle del 2007, in quest'ultimo caso giustamente perché si stanno vagliando le destinazioni e le risorse.

PRESIDENTE. Deputato Lupi, concluda.

MAURIZIO ENZO LUPI. Concludo, Presidente. Se si considera il 5 per mille un fondamentale principio di sussidiarietà fiscale non lo si può lasciare da parte, ma occorre che le risorse arrivino effettivamente ai soggetti a cui i cittadini hanno scelto di destinarle.

PRESIDENTE. Il deputato Marras ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/394.

GIOVANNI MARRAS. Signor Presidente, signori membri del Governo, il mio ordine del giorno potrebbe anche essere accettato.
Spero, insieme ad altri colleghi, di non dover solo collezionare i miei ordini del giorno, ma, al contrario, che essi si traducano in azioni concrete, anche perché quello a cui faccio riferimento in esso è assolutamente in sintonia con quanto affermato ieri dal collega Fitto a proposito della questione meridionale.
Mi riferisco al problema del trasporto merci, in particolare per la Sardegna e per le isole minori. Nel 2001 tale questione venne inserita nella prima legge finanziaria del Governo Berlusconi, relatore di quel provvedimento era l'onorevole Gianfranco Conte. Con essa si compì un grande sforzo, stanziando una cifra di circa 45 milioni di euro per il successivo triennio. Inoltre, essa interessava il trasporto ferroviario, aereo e marittimo e interveniva con una modalità assolutamente nuova presso le imprese sarde. Oggi vedo che tutto ciò è cambiato.
L'ex articolo 61, prima del maxiemendamento, commi dal 14 al 16, parla di trasporto combinato esclusivamente - purtroppo - per le ferrovie. La situazione della mia isola è assolutamente diversa; essa vive una condizione per la quale, oltrePag. 34a disporre di ferrovie che ci penalizzano per i mezzi ormai obsoleti (e pertanto estremamente onerosi), si devono affrontare anche difficoltà di percorrenza. Tali difficoltà fanno sì, ad esempio, che le merci in viaggio tra Cagliari e Olbia impieghino anche otto ore per giungere a destinazione. Vorrei capirne le difficoltà e il costo per riuscire a dare la possibilità agli imprenditori sardi di essere concorrenziali oltremare.
Il previsto intervento del Governo, a cui comunque si affiancava l'intervento della regione per 15 milioni di euro, sanciva una compartecipazione importante. Gli imprenditori sardi, in tal modo, avrebbero potuto concorrere a pari merito con i loro colleghi del nord portando il proprio prodotto fuori dalla Sardegna senza dover affrontare costi aggiuntivi. Credo che le mie motivazioni siano valide e che di esse si debba assolutamente tener conto, anche perché il ritardo di sviluppo del Mezzogiorno passa anche per i trasporti, che affrontano innumerevoli difficoltà.
Sempre a proposito dell'ex articolo 61 si prevede un gran numero di interventi, a cui (per carità) sono estremamente favorevole: dieci milioni di euro per le Ferrovie della Calabria Srl, per le Ferrovie Appulo Lucane Srl e per le Ferrovie del sud-est Srl. Tali interventi vanno benissimo: se però si pensasse di potere supplire alle necessità del sistema ferroviario esclusivamente con 20 milioni di euro per l'anno in corso e addirittura con 15 milioni di euro per il 2008, credo che si stia compiendo uno sforzo inutile, perché tali cifre non vanno a coprire alcun tipo di possibilità e rappresentano un mero palliativo per alcune regioni.
Quindi, credo e spero che l'ordine del giorno venga assolutamente accettato e non accolto come raccomandazione. Spero, inoltre, che il Governo svolga realmente una forte riflessione sul ritardo di sviluppo e inizi a dare un segnale, come peraltro hanno chiesto molti colleghi nella giornata di oggi, partendo purtroppo dall'eliminato credito di imposta.

PRESIDENTE. Deputato Marras, dovrebbe concludere.

GIOVANNI MARRAS. Concludo, signor Presidente. Ciò dovrebbe farvi pensare alle reali difficoltà, ma anche al fatto che la Sardegna realmente si trova in quella condizione ed è l'unica grande isola lontanissima dalle isole minori, che erano previste nella famosa proposta emendativa che ho citato in premessa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Mancuso ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/207.

GIANNI MANCUSO. Signor Presidente, la fiducia approvata ieri sera ha spazzato via tutte le proposte emendative, quindi anche la possibilità di discutere argomenti non marginali nella nostra società. Spesso in quest'Aula si parla dei più disparati argomenti, ma troppa poca attenzione viene attribuita ai temi animalisti.
Con il mio ordine del giorno, desidero richiamare il Governo sulla possibilità di organizzare un sistema di erogazione di prestazioni di medicina veterinaria di base, erogate in regime di convenzione. Esiste nel nostro Paese un patrimonio di 6.500 strutture sanitarie medico-veterinarie private non gravanti sulle casse dello Stato, che consentirebbero un impiego razionale delle risorse economiche esistenti.
Si tratterebbe di affiancare tale rete privata alla già buona rete pubblica che, a causa della mancanza di fondi necessari, si sta lentamente, ma inesorabilmente, ritirando e non potrebbe certo farsi carico di ulteriori funzioni, dovendo già occuparsi dei controlli sugli allevamenti dei vari tipi di animali e sui prodotti di origine animale, anello finale di intere filiere agro-zootecniche molto importanti, che finiscono poi nel piatto del consumatore.
In particolare, ricorrendo alla dotazione economica della legge n. 281 del 1991, che non tutte le regioni hanno diligentemente attuato (ci sono addirittura regioni che per dieci anni consecutivi nonPag. 35hanno fatto alcuna richiesta), abbiamo fondi messi a bilancio da comuni e province e, anche con il ricavato delle sanzioni comminate per punire il maltrattamento di animali, si potrebbe disporre di risorse economiche adeguate per tale genere di attività. Basterebbe ricordare che, oltre ai circa 15 milioni di cani e gatti presenti nelle case degli italiani, esistono anche circa cinquecentomila cani randagi ed un numero imprecisato di gatti liberi all'interno di colonie feline. L'obiettivo futuro e finale dovrebbe essere l'eliminazione dei canili, che sono stati troppo spesso utilizzati come fine e non come mezzo per combattere il randagismo e che in alcuni casi sono anche diventati un business, che assorbe risorse economiche dei comuni. Tali risorse potrebbero essere meglio impiegate per i compiti di istituto della sanità pubblica. Penso, per esempio, alle sterilizzazioni degli animali che non appartengono a nessuno, all'identificazione mediante microchip, al completamento dell'anagrafe canina e alla realizzazione di quella felina.

PRESIDENTE. Il deputato Zeller ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/249.

KARL ZELLER. Signor Presidente, il mio ordine del giorno, n. 9/3256/249, ha per oggetto l'ippodromo di Maia, dichiarato con delibera del commissario UNIRE del 26 gennaio 2006 come unico ippodromo italiano di rilevanza nazionale per il settore ostacolistico. L'impianto vanta una secolare tradizione. Infatti, unico nel suo genere, l'ippodromo è ubicato al centro di Merano e, ben prima della belle epoque, a Merano era già attivo un ippodromo sui quali tracciati si misuravano i migliori cavalieri della Mitteleuropa. Fu questo l'inizio di un costante miglioramento delle strutture e, dopo la grande guerra, l'ippodromo fu ristrutturato una prima volta negli anni Trenta, con la realizzazione di un impianto ippico per gli ostacoli e una nuova lotteria da affiancare a quella automobilistica di Tripoli. Fu così che nel 1935 si inaugurò un nuovo ippodromo, che lanciò il suo gran premio, abbinato alla più antica lotteria d'Italia. Ideato dal colonnello Pollio, progettato dall'architetto Paolo Vietti Violi, uno dei più famosi architetti dell'epoca, Maia costituì un gioiello di architettura moderna, vale a dire del razionalismo del tempo.
Da quel momento iniziava tuttavia un lento e costante degrado, in quanto negli ultimi settant'anni non sono stati effettuati interventi organici di risanamento. La struttura necessita quindi di un radicale intervento di ristrutturazione, al fine di adeguarla alle mutate esigenze del pubblico e di renderla maggiormente fruibile per i cittadini e per i turisti.
In tale quadro verrà inserito anche un centro di incremento per la razza dei cavalli aveglinesi e verrà creato un polo del cavallo, di valenza non solo provinciale, ma anche nazionale ed internazionale. La provincia autonoma di Bolzano e il comune di Merano, proprietario dell'impianto, hanno da tempo manifestato l'intenzione di intervenire, a patto che anche l'UNIRE svolga la sua parte.
Nell'anno 2000 fu concordato un programma di investimenti, ma purtroppo gli impegni presi non vennero onorati. I fondi dell'investimento per l'anno 2000 sono stati sbloccati solo recentemente, grazie all'intervento del commissario Melzi, ma non basteranno per una ristrutturazione completa dell'impianto. Il 1 agosto di quest'anno il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali ha firmato un protocollo di intesa con la provincia di Bolzano, l'UNIRE ed il comune, al fine di rilanciare l'ippodromo. Nella predetta convenzione, il Ministro si è impegnato a reperire i fondi necessari per poter finanziare la quota-parte statale, mentre la residua parte dell'impegno, pari complessivamente a 25 milioni di euro, resta a carico del comune di Merano e della provincia autonoma di Bolzano.
Per consentire al Ministero di far fronte al predetto impegno, durante l'esame della legge finanziaria in Commissione bilancio è stato approvato, in accoglimento di una nostra richiesta, un emendamento del relatore Michele Ventura -Pag. 36che ringrazio di cuore - con il quale la tabella C, voce Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, legge n. 549 del 1995, è stata incrementata di 2,5 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010.
Auspico quindi che il Governo voglia assumere l'impegno formale di destinare i predetti maggiori fondi stanziati nella tabella C, tramite l'UNIRE, al comune di Merano, con il vincolo di impegnarli per i lavori di ristrutturazione e di rilancio dell'ippodromo di Merano-Maia.

PRESIDENTE. Il deputato Cicu ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/416.

SALVATORE CICU. Signor Presidente, Voglio denunciare ancora una volta l'assenza di una politica economica per il Mezzogiorno e per le isole da parte di questo Governo.
Il disegno di legge finanziaria ha disposto l'abbandono del credito d'imposta relativo al 2007. La Confindustria, in questo periodo, ha chiesto che il tema del Mezzogiorno venga posto al centro della discussione, del confronto e della politica di questo Governo.
Vi è una superficialità, un'assenza, una dimenticanza enorme che deve essere immediatamente compensata, specialmente riguardo agli imprenditori, che costituiscono la fascia di produttività che regge le sorti, ancora, di questo Paese e che non può essere esclusa, soprattutto se si considera che la precedente legge finanziaria di questo Governo aveva proiettato su questa finanziaria la possibilità di un'attivazione di risorse che avrebbero dovuto in qualche modo supplire ad una totale carenza di politica economica per il Mezzogiorno.
Passiamo alla Sardegna: essa vive i limiti e i vincoli di un piano paesaggistico regionale che ha fatto registrare un calo di attività lavorativa di 20 mila persone solo nell'ultimo anno e tasse che impongono continuamente ai piccoli e medi imprenditori l'impossibilità di vivere un momento di concorrenzialità.
Abbiamo parlato di continuità territoriale che soffre, in maniera forte, una situazione che non consente in alcun modo di poter arrivare in Italia, soprattutto con le merci, figuriamoci in Europa o ad un sistema globalizzato! È chiaro ed evidente che vogliamo porre tutto ciò come richiamo in quest'Aula, in maniera forte e seria, soprattutto per i colleghi sardi che fanno parte della maggioranza e che, mi sembra, non riflettano, in maniera seria, attivandosi e partecipando a sostenere un processo che raggiunga qualche risposta. Mancano, infatti, le risposte per una comunità - quella sarda - che vive un emergenza totale e nelle istituzioni: abbiamo constatato quale sia stato l'esito di quanto disposto dall'articolo 104 della legge finanziaria per il 2007 relativo alle entrate per la Sardegna dal 2013 al 2021. Si tratta di una situazione, non solo virtuale, ma di una vera e propria truffa perché è chiaro che l'impianto dell'attuale finanziaria per la regione Sardegna poggia le basi su risorse inesistenti che inevitabilmente, non essendoci, non potranno produrre alcun effetto di riscontro e di ritorno per un'intera comunità che guarda con speranza, invece alla possibilità di vivere uno sviluppo economico con le stesse opportunità degli altri. È chiaro che non possiamo parlare irlandese, ma vorremmo farlo, dato che in quel contesto si concretizzano, invece, modelli veri e compiuti, che realizzano condizioni importanti ed efficaci per le isole, che possono dare risultati che noi non abbiamo. È chiaro ed evidente che questo Governo non potrà certamente realizzare tali risultati con un ordine del giorno, pertanto non chiedo elemosine, né alcun sostegno per l'ordine del giorno al nostro esame: è chiaro tuttavia che esso è un'opportunità - l'unica vera opportunità - per poter levare la voce, in quest'Aula, in rappresentanza di un milione e mezzo di cittadini sardi che si sentono abbandonati da questa politica, da questo Governo e da una situazione che non è più possibile tollerare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

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PRESIDENTE. Il deputato Boscetto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/348.

GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo illustrerò l'ordine del giorno n. 9/3256/348 a mia firma, concernente la normativa in materia di comunità montane contenuta nel provvedimento in esame. Devo anzitutto ricordare come le obiezioni della minoranza, in occasione della discussione sulla nuova struttura delle comunità montane, furono, in primis, di costituzionalità. Abbiamo affermato che la materia delle comunità montane è di competenza delle regioni - una competenza residuale esclusiva - e quindi non si poteva intervenire con una norma prevista dal disegno di legge finanziaria. Il Governo ha obiettato che, trattandosi di logiche di eliminazione di una parte dei costi, la materia era di competenza statale, tuttavia, su nostra sollecitazione, il Governo si è posto il problema e attraverso un emendamento della Commissione ha cambiato la primigenia impostazione facendo sì che le regioni abbiano diretta competenza nella regolamentazione delle comunità montane. È rimasto il dubbio sulla costituzionalità perché, laddove si debba fare economia (per semplificare i concetti), affermare che permane la competenza dello Stato in quanto si parla di una riduzione di trasferimenti che può e deve influire su organismi di determinati enti quali le comunità montane è un aspetto ancora molto dubbio.
Tuttavia, la nuova formulazione ha sensibilmente migliorato il testo iniziale, in quanto ha lasciato alle regioni la possibilità di armonizzare al meglio le nuove comunità montane, non ha posto limiti altimetrici né per quanto concerne la composizione dei consigli delle comunità medesime ed ha eliminato anche qualche altro limite (per esempio quello del numero minimo di sette comuni per costituire una comunità montana) previsto - come dicevo - nel testo iniziale. Rimane tuttavia una norma secondo la quale, se le regioni non approveranno i propri provvedimenti legislativi di riordino entro sei mesi, rientreranno in vigore tutti quei limiti gravosi cui accennavo in precedenza: dai limiti altimetrici, a quelli relativi alla composizione dei consigli ed alla esclusione di determinati comuni secondo alcune caratteristiche che considero iugulatorie e comunque non del tutto armonizzate o armonizzabili, così come iugulatori sono gli altri criteri negativi (altimetrie e composizione dei consigli) dei quali parlavo. Non vorrei che anche le regioni che ottemperino nel termine di sei mesi, finiscano per sottostare ai criteri residuali previsti in caso di inadempimento ed articolino quindi i propri provvedimenti legislativi tenendo conto di tali criteri, che invece sono rintracciabili ed utilizzabili solo nel momento dell'inadempienza da parte delle regioni in termini di non approvazione della legge regionale.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

GABRIELE BOSCETTO. Quindi, questo ordine del giorno è volto a chiedere al Governo di tener conto di tali impostazioni, nell'ambito di una valutazione discutibile sul piano costituzionale anche di questa norma residuale, facendo comunque chiarezza e permettendo alle regioni di scegliere secondo la propria buona discrezionalità.

PRESIDENTE. Il deputato Gianfranco Conte ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/338.

GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, devo naturalmente esprimere in questa sede tutta la mia insoddisfazione per l'approccio del Governo alla soluzione di un problema che abbiamo discusso in più parti nel disegno di legge finanziaria. Mi riferisco alla questione delle esattorie. Come è ben noto, durante il Governo Berlusconi è stato avviato un processo che ha portato ad incrementare l'efficienza del comparto della riscossione, attraverso la costituzione di una società che ha sostituito il precedente sistema affidato alle banche, il quale aveva segnato molti puntiPag. 38a proprio sfavore, soprattutto sotto il profilo del conflitto di interesse delle stesse banche nei confronti dei contribuenti. Attualmente, tutte le norme inserite nel disegno di legge finanziaria puntano ad una semplificazione delle procedure di riscossione, ma creano un disallineamento abbastanza singolare fra le opportunità che vengono offerte al soggetto che si occupa della riscossione - attraverso la società Equitalia - e le esattorie che invece seguono la riscossione dei tributi a livello comunale. In un intervento riportato da Il Sole 24 Ore si metteva in evidenza tale conflitto di competenza fra Equitalia e le società partecipate dai comuni. Peraltro, in un passaggio dell'articolato del disegno di legge finanziaria, fu anche previsto che l'affidamento della riscossione avvenisse attraverso bandi di gara, in modo da dividere l'accertamento dalla riscossione. Sembra che il Governo ci abbia ripensato ed ha mantenuto questo disallineamento, per cui le società di riscossione che fanno capo agli enti locali devono riferirsi ad una normativa ormai lontanissima nel tempo (che risale agli anni Trenta), mentre rimangono in essere tutte le facilitazioni concesse alla società Equitalia.
La stessa ANCI è intervenuta e ha chiesto se non fosse necessario, proprio per il predetto disallineamento e per l'incapacità che avranno gli enti locali a procedere alla riscossione dei tributi propri, addirittura coprire questa norma che è stata inserita nella finanziaria. Mi pare che la risposta del Governo sia del tipo: non vogliamo mantenere un processo di riscossione conservatore, vogliamo procedere invece sulla strada della competizione. Si tratta di una competizione che non è garantita e, infatti, sono in questa sede a sollevare la questione che verrà sicuramente affrontata dalla Corte di giustizia europea, perché le norme inserite non hanno ragionevolezza e, soprattutto, non garantiscono un livello di concorrenza che metta, in sostanza, le società di riscossione degli enti locali in una competizione che sia all'insegna di regole certe con la società esattrice a livello nazionale.
Credo che questo tema - mi rivolgo, se i colleghi me lo consentono, al sottosegretario Grandi - non possa essere considerato di poco conto. Abbiamo più volte segnalato, anche nel corso della finanziaria, i temi che costringeranno il Governo a intervenire, anche attraverso delle correzioni che sono previste nel prossimo provvedimento di fine anno. Ritengo che il Governo abbia sottovalutato queste problematiche e, ove accettasse questo ordine del giorno come una semplice raccomandazione, evidentemente non terrebbe conto dell'importanza dell'ordine del giorno medesimo e manterrebbe un profilo esso stesso conservatore rispetto a un problema che riguarda complessivamente tutta la comunità e gli enti locali. Invito, pertanto, il Governo a ripensare la sua posizione in merito a tale questione ed a comprendere le ragioni degli enti locali e della finanza pubblica.

PRESIDENTE. Il deputato Bruno ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/349.

DONATO BRUNO. Signor Presidente, l'ordine del giorno che reca la mia firma, insieme a quella di colleghi della I Commissione, fa riferimento alla chiara insoddisfazione da parte dei firmatari in riferimento alla mancata considerazione, da parte di questo Governo, delle esigenze connesse alla tutela dell'ordine pubblico. Ci riferiamo al comparto sicurezza. Ci si potrà dire che, da ultimo, proprio in «zona Cesarini», come si dice, che il Governo ha avuto un ravvedimento e ha ritenuto di offrire una sorta di argent de poche, proprio perché ritiene di aver soddisfatto le giuste lagnanze e richieste avanzate dai nostri rappresentanti delle forze dell'ordine. Però, qualche giorno prima, i sindacati di polizia e carabinieri hanno chiesto incontri a tutte le forze politiche, durante i quali hanno messo a nudo le loro legittime rivendicazioni, che erano state già oggetto di incontro e di discussione con il Governo. Il Governo aveva dato assicurazione, come è sua abitudine, però, sempre come è sua abitudine, nonPag. 39ha rispettato gli impegni assunti. Uno degli esempi, che mi ha colpito particolarmente e che i colleghi e il Governo - che, come al solito, è impegnato in altre vicende, atteso che il comparto sicurezza è fuori dalla logica e dalla considerazione attenta da parte del Governo stesso - è che coloro che sono impegnati nei lavori quotidiani - ad esempio, per un pedinamento o per una manifestazione - e quindi prolungano l'orario di lavoro, si vedono riconosciuti il lavoro straordinario con una decurtazione del 10 per cento: quindi, nel caso di specie, vi è non un aumento, come normalmente può avvenire, ma una decurtazione.
Credo che ciò sia un fatto molto grave. È grave se lo si considera nella sua entità; diventa normale, per questo Governo, atteso che non ha mai dimostrato una attenzione particolare per i nostri soldati, per i nostri militari e per le nostre forze dell'ordine. Credo che mai come in questa finanziaria il Governo abbia voluto dare uno schiaffo a coloro che ogni giorno ci garantiscono - e garantiscono l'intero Paese - dalle aggressioni che provengono dall'interno e anche dall'esterno. Credo che sia ora di dire basta! È ora che questo Governo riconsideri, in qualche modo, la questione. Capisco che i bilanci devono quadrare; capisco che a volte si vogliano far cadere a pioggia maggiori disponibilità a favore di categorie più vicine a questo Governo; capisco anche che da questo Governo le forze dell'ordine vengono ritenute lontane. Però credo che ciò sia un errore, perché il Paese chiede che al comparto sicurezza venga data l'attenzione dovuta e chiede che ad esso siano attribuiti quei mezzi minimi che gli possano consentire di svolgere quel lavoro duro che noi pretendiamo che svolga. Poi, quando il Governo e il Parlamento devono dare risposte in merito, non sono in condizione di darle. Che il Governo in questa finanziaria abbia maltrattato le nostre forze dell'ordine - forse soprattutto a motivo di una politica della sinistra, quella estrema, che non vede di buon occhio le stesse forze dell'ordine - è un dato ormai inconfutabile; lo si vede in ogni passaggio e in ogni provvedimento legislativo. Il nostro cruccio è che sia il Parlamento ad essere insensibile a tale problema. La nostra parte politica intende rappresentare tale cruccio con questo ordine del giorno e chiede al Governo, almeno per la parte conclusiva dello stesso ordine del giorno, di porre in futuro la dovuta attenzione, con riferimento...

PRESIDENTE. La invito a concludere.

DONATO BRUNO. ...sia alle sostanze di cui le forze dell'ordine hanno necessità, ma anche a un aumento dell'organico. Mi auguro che questo ordine del giorno possa essere considerato dal Governo e accettato.

PRESIDENTE. Il deputato Brusco ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/396.

FRANCESCO BRUSCO. Signor Presidente, l'ordine del giorno n. 9/3256/396 mira a porre rimedio ad una palese ingiustizia nei confronti dei comuni colpiti dall'evento sismico del 31 marzo 1982 che non hanno mai ricevuto la dovuta attenzione da tutti i governi che si sono succeduti nel tempo. Mi riferisco a 43 comuni ricadenti nella regione Basilicata, Campania e Calabria. Essi sono stati individuati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 30 aprile 1982. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, prima dei semafori ci sono le case; le prime case che aspettano di essere rese agibili. L'arredo viene dopo la casa. Mi verrebbe da dire, signor Presidente, che a giorni è Natale. Ridiamo la capanna a coloro ai quali gliela tolse la natura, venticinque anni fa.

PRESIDENTE. Il deputato Testoni ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/388.

PIERO TESTONI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo ordine del giorno parte da un assunto che credo sia condivisibile non soltanto dai parlamentari dell'opposizione, anche se è stato sottoPag. 40scritto esclusivamente da parlamentari che fanno parte dell'opposizione. Esso parte da una considerazione, ossia che nel corso del 2007 - volontariamente o involontariamente - le entrate fiscali sono cresciute di oltre un punto percentuale rispetto al prodotto interno lordo.
Si tratta di circa 15 miliardi di euro; tuttavia, il Governo ha utilizzato quello che nel gergo comune è stato chiamato «tesoretto», ovverosia l'extragettito, per cercare di recuperare parte del consenso che aveva dilapidato proprio per i motivi opposti, cioè per l'alta pressione fiscale imposta a tutti i contribuenti. La dissipazione, a nostro avviso, è avvenuta attraverso mille rivoli. Per fare un esempio, nel primo decreto sul «tesoretto», emanato a luglio (decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81), il Governo ha destinato addirittura il 75 per cento delle maggiori entrate al finanziamento di progetti di investimento che non aveva invece previsto nella precedente legge finanziaria. Dunque, ai cittadini contribuenti, a tutti i cittadini, non sono andate che briciole delle maggiori tasse pagate.
È arrivato il momento - è questo il senso dell'ordine del giorno da me presentato - di restituire parte di quanto incassato. Tuttavia, un emendamento al testo del provvedimento in esame ha fatto sì che l'eventuale maggiore gettito fiscale prodotto nei prossimi mesi, durante il prossimo anno (il 2008) debba essere utilizzato, oltre che per la riduzione del deficit, per ridurre il prelievo fiscale a carico dei lavoratori dipendenti. Si tratta di un'iniziativa valida, ma a nostro avviso sul filo della costituzionalità. In tal modo sembra che esistano due categorie di lavoratori: una sorta di serie A, dove si collocano i lavoratori dipendenti, i quali hanno diritto all'eventuale sconto tributario in busta paga; una serie B, che invece non ha diritto allo stesso trattamento. Vi è dunque una parte protetta, cui naturalmente va il massimo del rispetto, e una parte meno protetta, nei confronti della quale sembra che questo rispetto non debba essere riconosciuto.
Al di là delle sentenze della Corte costituzionale in materia di equiparazione fiscale di tutti i lavoratori di fronte alle aliquote, con il mio ordine del giorno si vuole dare certezza tributaria a tutti i contribuenti. Sappiamo bene che durante il prossimo anno molto difficilmente si potranno realizzare «tesoretti» di alcun tipo, quindi sarà difficile sostenere la propaganda che rappresenta il successo economico dell'attuale Governo, semmai dovuto a trend internazionali e non alla politica economica nazionale.
Tuttavia, in vista di un forte rallentamento dell'economia, i mancati extragettiti non devono impedirci di svolgere delle battaglie di principio. Si tratta di un punto dirimente: lavoratori di serie A e lavoratori di serie B.
Per tali ragioni, riteniamo giusto che tutti i contribuenti siano uguali davanti al fisco e che occorra estendere gli eventuali alleggerimenti fiscali a tutti i lavoratori, sia quelli dipendenti, sia quelli non dipendenti.
Questo, a nostro avviso, è un vero problema di equità, che non riguarda lo spalleggiamento di questa o di quella categoria, bensì il dovere dell'equità fiscale di fronte a tutti i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Giancarlo Giorgetti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/50.

GIANCARLO GIORGETTI. Signor Presidente, intervengo per illustrare l'ordine del giorno n. 9/3256/50, in materia di trattamento tributario dei pensionati universitari. Ritengo che il ragionamento debba partire dalla Costituzione della Repubblica italiana che, all'articolo 34, prevede, tra l'altro, che i capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi, e che la Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
L'ordine del giorno riprende temi relativi ad alcuni emendamenti presentatiPag. 41durante l'esame in Parlamento di diversi provvedimenti, come il decreto-legge fiscale ed il disegno di legge finanziaria. Tali emendamenti sono stati presentati, ma non sono stati discussi con il dovuto approfondimento.
Mi rivolgo in particolare al sottosegretario per l'economia e le finanze, Grandi, qui presente, per spiegare questo tipo di problema.
I pensionati universitari possono essere gestiti da organizzazioni private o pubbliche; possono essere di proprietà di università private o pubbliche. Ciò che non deve cambiare è il trattamento tributario che li riguarda, perché, signor sottosegretario, anche se il pensionato universitario è di proprietà di un'università privata, viene gestito dagli istituti per il diritto allo studio con criteri di tipo pubblicistico, che fanno esattamente riferimento all'applicazione dei principi stabiliti dall'articolo 34 della Costituzione.
Per tale motivo, i citati pensionati universitari gestiscono il diritto allo studio avendo come riferimento, appunto, i capaci e i meritevoli, in relazione al reddito familiare e al rendimento scolastico. Peccato che oggi la nostra legislazione, purtroppo, non consideri ciò e dia la possibilità, quindi, di trattare, sotto il profilo dell'imposta comunale sugli immobili, i pensionati universitari di questa specie esattamente come se fossero degli alberghi, con un trattamento tributario assolutamente iniquo, infondato e contro i principi stabiliti dalla Costituzione.
Sui pensionati universitari gravano tasse di tipo locale stratosferiche (commisurate come se fossero degli alberghi di lusso), e ciò induce a traslare l'onere che grava su di essi sugli studenti, capaci e meritevoli per i profili di rendimento scolastico e di reddito, che, invece, dovrebbero essere agevolati, in base ai principi costituzionali. Per questo motivo, in più occasioni ho presentato emendamenti tesi a superare tale situazione.
Mi dispiace moltissimo che il Governo non abbia potuto dedicare la necessaria attenzione a questo problema, perché ritengo che sia una delle questioni che fa la differenza rispetto a un atteggiamento che non si rivolge in modo indiscriminato a chiunque, ma - lo ribadisco - agli studenti capaci e meritevoli, come stabilisce l'articolo 34 della Costituzione.
Spero che il mio ordine del giorno n. 9/3256/50 abbia migliore fortuna, se qualcuno del Governo avrà la compiacenza di leggerlo con attenzione e di approfondirlo come la materia richiede, merita ed esige (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. L'onorevole Valducci ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Milanato n. 9/3256/371, di cui è cofirmatario.

MARIO VALDUCCI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'ordine del giorno Milanato n. 9/3256/371 illustra nel suo dispositivo uno dei problemi maggiori di questa legge finanziaria (peraltro analogo ad una delle problematiche maggiori della precedente legge finanziaria presentata dal Governo Prodi), cioè quello legato ad un andamento della spesa corrente non controllato, che sicuramente ha contribuito a peggiorare i conti pubblici.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 12,40)

MARIO VALDUCCI. Signor Presidente, illustri membri del Governo, se la precedente legge finanziaria ha dato anche un piccolo contributo a un non peggioramento dei conti pubblici (contribuendo, però, al peggioramento di quelli delle nostre famiglie italiane), la legge finanziaria che in questi giorni avete sottoposto alla discussione e al voto del Parlamento non solo peggiora enormemente i conti pubblici (aumentando, in questo senso, il deficit pubblico), ma peggiora ulteriormente i conti delle nostre famiglie. Esse, infatti, hanno una grandissima difficoltà non solo ad affrontare le cosiddette spese in beni voluttuari, ma anche quelle in beni primari per la propria sopravvivenza.Pag. 42
Nel frattempo, la spesa corrente dei conti pubblici aumenta in modo drammatico, con un tasso di incremento a due cifre. In questa legge finanziaria non vi è stato alcun vero segnale per ridurre drasticamente tale spesa. Si è pensato di ridurre in parte gli oneri dei cosiddetti costi della politica in alcuni enti locali, nei comuni e nelle province, senza svolgere una riflessione seria e profonda sui costi della politica a livello nazionale ed affrontare, non dalla prossima legislatura e dal prossimo Governo, ma da quello attuale, il problema del numero dei Ministri e dei sottosegretari, che dà il segno di come l'attuale Governo non possa dare alcuna lezione seria per affrontare una vera riduzione della spesa corrente.
L'ordine del giorno in esame impegna il Governo ad intraprendere azioni decisive e importanti sul tema del Mezzogiorno, affrontando le questioni delle infrastrutture e dello stato della sicurezza e sui temi legati alla necessità di dare un maggiore potere di acquisto alle nostre famiglie, attraverso la riduzione della pressione fiscale e attraverso un'apertura ad una vera liberalizzazione e ad un'adeguata competitività soprattutto nel mercato dei servizi, in particolare quelli pubblici locali. Mi auguro che da parte del Governo ci sia l'accettazione di questo ordine del giorno, al fine di creare le premesse per affrontare in modo serio la situazione drammatica dei conti pubblici e dei conti delle famiglie italiane.
Il Governo è andato contro l'andamento demografico e contro gli andamenti statistici anche sul tema delle riforme previdenziali, per cui da una situazione di vent'anni fa, in cui c'era una vita media attesa di circa 62 anni e un accesso alla pensione alla stessa età, oggi ci ritroviamo con una aspettativa media prevista di 82 anni per le donne e 78 anni per gli uomini e con una riduzione dell'età pensionabile dai 60 anni previsti dalla riforma Maroni ai 58 anni previsti dalla riforma sul welfare che l'attuale Governo ha varato.
In questo modo, un ulteriore grave onere viene addossato sulle spalle dei nostri figli e dei nostri nipoti e sulle nuove generazioni da parte di un Governo che da un lato, in modo demagogico, si fa portatore della bandiera della lotta alla precarietà e della problematica dei nostri giovani, ma che dall'altro non svolge alcuna azione vera ed efficace per dare una speranza ai giovani stessi.

PRESIDENTE. L'onorevole Baldelli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/345.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, l'ordine del giorno di cui sono primo firmatario ripercorre, nella premessa, l'iter di questa legge finanziaria, su cui purtroppo ci troviamo a discutere soltanto nella fase degli ordini del giorno, perché, come tutti sappiamo, sono state poste tre questioni di fiducia e si è di fatto privata l'Assemblea della possibilità di intervenire sul testo e di discutere nel merito tutta la manovra.
È evidente che alcune tappe sono significative: il fatto che anche quest'anno, come lo scorso anno peraltro, il testo della manovra sia stato consegnato in ritardo al Parlamento rispetto al termine del 30 settembre previsto dalla legge; il progressivo aumentare del numero degli articoli, che da 97, come era inizialmente al Senato, si è poi trasformato in 151 nel testo trasmesso alla Camera, e successivamente, nel testo della Commissione, in 213, alcuni dei quali di decine di commi, anche oltre cento.
Questo modo di procedere è stato confermato anche dall'andamento della seduta di ieri, al quale ovviamente non si fa riferimento nella premessa dell'ordine del giorno, perché gli ordini del giorno sono stati consegnati nel termine fissato dalla Conferenza dei presidenti di gruppo, alle ore 13 di ieri. Tuttavia, se fosse stato possibile ci sarebbe stato anche il capitolo di ieri sera, piuttosto discutibile, triste e che offre la cifra politica del comportamento del Governo e della maggioranza durante l'esame del disegno di legge finanziaria.
Ci sono state numerose interruzioni, in occasione dei tre maxiemendamenti suiPag. 43quali è stata posta la questione di fiducia, per rettifiche e correzioni che hanno dovuto essere esaminate dalla Commissione bilancio su fraintendimenti, errori di stampa o questioni di natura economica e di copertura, presenti e poi scomparse, o scomparse e poi presenti.
Pertanto, i lavori su questa legge finanziaria sono stati affrontati in modo convulso e caotico, con correzioni anche in fase di trasferimento del testo dalla Commissione all'Assemblea, che non sono certo addebitabili agli uffici, ma, evidentemente, al modo di procedere curioso, strano e quasi isterico della maggioranza stessa all'interno dei lavori della Commissione, dando luogo a sospensioni oltremodo prolungate, con riprese ed accelerazioni e con un iter che, per forza di cose, diventa frettoloso e, quindi, superficiale.
Ebbene, questo modo di procedere è abbinato al fatto che il Governo ha sostanzialmente disatteso un altissimo richiamo istituzionale, che non voglio citare esplicitamente in questa sede per non strumentalizzarlo né farvi riferimento in forma diretta. Tuttavia, quando ci si appella al Governo, affinché esso non ponga la questione di fiducia (specie su un unico articolo da 1.400 commi, come è accaduto lo scorso anno), il fatto che, invece, questa venga posta su tre maxiemendamenti (che, complessivamente, riprendono i 1.192 commi con cui la finanziaria è uscita dalla Commissione), mi sembra - come giustamente rilevato dal presidente del gruppo di Forza Italia, onorevole Vito - sia un passaggio di stile che, sostanzialmente, si rivela una foglia di fico rispetto al richiamo istituzionale formulato.
Pertanto, il dispositivo del mio ordine del giorno n. 9/3256/345 vuole impegnare finalmente il Governo ad affrontare in maniera chiara, con una posizione precisa, la questione del superamento di questo modo di svolgere la sessione di bilancio e a valutare, in maniera serena e seria, la possibilità di utilizzare più propriamente la facoltà costituzionale che il Governo ha di porre la questione di fiducia sulla manovra finanziaria.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SIMONE BALDELLI. Mi auguro che, in questo senso, l'accoglimento - che sarebbe importante - del mio ordine del giorno n. 9/3256/345, possa effettivamente segnare una svolta.

PRESIDENTE. L'onorevole Rampelli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/246.

FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, cari colleghi, prendo la parola per illustrare il mio ordine del giorno n. 9/3256/246, con il quale si puntualizza la necessità di lavorare per il recupero - in modo particolare nelle grandi aree metropolitane - delle periferie e per superare, quindi, una fase, che abbiamo attraversato in questi decenni, in modo particolare dalla fine del secondo dopoguerra ai giorni nostri, di espansione disordinata delle grandi città, di consumo del territorio, di sovrapposizione di cubature che, talvolta, hanno assunto sembianze mostruose e che hanno, finanche, meritato interventi di demolizione, almeno in alcune delle nostre maggiori città italiane.
Questa tendenza è dura a morire, anche di fronte all'evidenza - ahimé - di un calo demografico costante, di cui i sindaci delle maggiori città italiane non si sono fatti carico, forse in assenza di idonei strumenti di sostegno da parte del Governo nazionale.
Tuttavia, esiste un problema, ormai evidente, che attiene alla qualità della vita e che non può essere considerato una sorta di ideogramma: è un'esigenza reale che, fortunatamente, si stratifica e si manifesta ad ogni latitudine geografica, anche sotto l'impulso di altri Paesi occidentali, che giungono a porre l'attenzione sul benessere individuale prima di noi.
Non è una questione di destra o di sinistra, non attiene ad una sorta di monopolio culturale che vi è stato e vi è ancora, soprattutto in Italia, di queste tematiche da parte di una certa fazione ecologista collocata prevalentemente a sinistra, nella geografia politica.Pag. 44
È una questione trasversale e ritengo che, in quanto tale, si debba anticiparla, se possibile, e dobbiamo farcene carico. Le periferie delle grandi città rappresentano un problema che si riflette su fenomeni sociali evidenti. Tante e troppe volte, sia negli enti locali sia all'interno del Parlamento della Repubblica, abbiamo ascoltato interventi dotti, purtroppo postumi, tesi ad approfondire le cause dei fenomeni di illegalità diffusa, insicurezza, scarso controllo del territorio, degrado urbano e degrado morale.
Pertanto, la questione della riqualificazione ambientale e urbanistica delle periferie delle grandi città non può entrare in campo solo di fronte all'emergenza, come capita spesso e volentieri in Italia, ma deve essere anticipata da provvedimenti legislativi ed adeguati finanziamenti.
Da tale punto di vista, non abbiamo riscontrato un'iniziativa importante da parte del Governo Prodi. Per questo motivo, per il secondo anno consecutivo, Alleanza Nazionale intende sottolineare questa necessità mediante l'ordine del giorno in discussione, già presentato in occasione dell'esame della scorsa legge finanziaria quando, purtroppo, ha avuto scarsi risultati. Lo ripresentiamo sperando che questa volta il Governo possa accettarlo, farsene carico, trasformandolo in atti amministrativi concreti.
La riqualificazione delle periferie è una questione di carattere culturale, perché attiene all'equità, alla giustizia sociale e alla tutela delle fasce più deboli della popolazione; è una questione di carattere ambientale perché attiene al diritto ad una migliore qualità della vita, ad un livello di benessere che non si conosce nelle grandi periferie; è un problema anche di tecnologie e nuovi strumenti con cui affrontare i problemi dell'inurbamento.
Inoltre, vorrei dire un'ultima cosa: abbiamo proposto che vi sia una volontà più evidente da parte delle istituzioni a lavorare per la sostituzione edilizia, cioè per la demolizione e ricostruzione, con tutti gli strumenti di sostegno che questa operazione può e deve meritare.

PRESIDENTE. L'onorevole D'Agrò ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3256/114.

LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, non è mio costume presentare ordini del giorno, conoscendo perfettamente quale fine facciano e, in qualche misura, sapendo che costituiscono un forte limite all'attività del Parlamento, in quanto si perde nel tempo senza alcun tipo di risultato e con grave decadimento del ruolo che qui svolgiamo.
Tuttavia, mi consenta di farlo in questa occasione, ritenendo di sottoporre al Governo una questione estremamente delicata che in periferia vede un contenzioso tra l'INPS e le residenze sanitarie per anziani, per quanto concerne il divieto di intermediazione di manodopera per queste realtà.
Con il dispositivo, chiedo di poter escludere le case di cura e le residenze per anziani, sia pubbliche sia private, dal divieto di intermediazione di manodopera, recependo peraltro l'orientamento più volte espresso in materia sia dalla giurisprudenza sia dal Ministero del lavoro.
Il divieto proveniva dalla legge 23 ottobre 1960, n. 1369, che stabiliva per gli imprenditori, comprese le aziende di Stato e gli enti pubblici, il divieto di affidare in appalto o subappalto l'esecuzione di mere prestazioni di lavoro mediante impiego di manodopera assunta e retribuita dall'appaltatore.
È peraltro intervenuto, a seguito di controversie, come ho detto poc'anzi, il Ministero del lavoro e della previdenza sociale, che con la circolare n. 44, datata 1 agosto 2002, ha stabilito che è inapplicabile tale divieto agli enti pubblici che esercitano attività non economiche e prive di contenuto imprenditoriale. Di fatto, nonostante questa circolare, continua ad esserci un contenzioso che vede penalizzate le RSA e le case di cura. Sappiamo che si tratta di un dato delicato, che può avere anche ripercussioni notevoli per quanto concerne le rette che vengono pagate dalle famiglie.Pag. 45
Chiedo quindi al Governo, indipendentemente dal valore che assumono gli ordini del giorno, che in questa occasione non soltanto dia il suo assenso, ma prenda cura e coscienza del problema che ho sottoposto.

PRESIDENTE. L'onorevole Lisi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno 9/3256/415.

UGO LISI. Signor Presidente, condivido naturalmente ciò che ha detto nella sua illustrazione il collega D'Agrò. A che cosa servono questi ordini del giorno? Sono ormai sei o sette anni che mi onoro di essere in Assemblea per Alleanza Nazionale, e non abbiamo mai visto essere attuati, soprattutto con questo Governo, gli ordini del giorno o quello che noi auspichiamo. Però quanto proposto deve rimanere agli atti, perché la sensibilità del sottoscritto e di Alleanza Nazionale su alcuni temi fondamentali, come le non autosufficienze e il mondo dei diversamente abili in generale, non può rimanere sicuramente sotto silenzio.
Sarà una battaglia fatta anche fuori dall'aula, ma il gruppo e tutto il partito di Alleanza Nazionale non si può esimere dal sottolineare alcune situazioni. Ecco perché ho presentato, come primo firmatario, l'ordine del giorno 9/3256/415, e chiedo al Governo di impegnarsi non solo con spot («articoli-spot», «emendamenti-spot», «commi-spot» nel caso in esame del primo maxiemendamento alla legge finanziaria) sulle non autosufficienze.
Abbiamo parlato moltissimo, abbiamo stanziato dei fondi; il Governo ha stanziato 100 milioni di euro nel 2006. Abbiamo presentato quest'anno un emendamento, che è stato approvato nella Commissione di merito, la XII (Affari sociali), relativamente ad altri 100 milioni: puntualmente in bilancio è stato letteralmente accantonato, non si è discusso, è stato tolto. Ricordo a me stesso e a tutti coloro che ci ascoltano, non solo i colleghi parlamentari, che ci vorrebbero circa 4 miliardi e 200 milioni l'anno per le non autosufficienze.
Ricordo cosa hanno fatto Livia Turco e Rosy Bindi in Commissione affari sociali nei cinque anni di Governo di centrodestra, gli attacchi che hanno mosso al Governo di centrodestra affermando che, qualora avessero vinto, avrebbe sistemato le cose per le persone non autosufficienti. Si è visto che cosa si è fatto: «norme-spot», solo e soltanto qualche dichiarazione, magari in qualche trasmissione televisiva. Rispetto alle dichiarazioni, rispetto alle promesse sulle politiche sociali il Governo, puntualmente, è venuto meno. Ecco le motivazioni che mi portano alla richiesta di impegno, non solo di mettere davvero dei denari, «denari veri» che sono 4 miliardi e 200 milioni di euro in favore delle non autosufficienze, ma anche di approvare una legislazione che giace da tempo in Commissione affari sociali.
L'ordine del giorno Moffa n. 9/3256/234, che ho presentato come cofirmatario insieme a tutti gli altri componenti di Alleanza Nazionale della Commissione affari sociali, fa seguito a quanto previsto nell'articolo 105-bis della legge finanziaria (prima del maxiemendamento ahimé), cioè l'istituzione del Fondo per la mobilità dei disabili: altro «articolo-annuncio», spot, solo questo.
Si tratta infatti di rinnovare il parco ferroviario, in maniera tale da far accedere i diversamente abili assistiti dalle associazioni nazionali di volontariato, e si stanziano solo e soltanto 5 milioni di euro per il 2008 e 3 milioni per il 2009: altra politica dell'annuncio, solo e soltanto spot perché con 5 milioni, me lo insegnate, non si può rinnovare un intero parco ferroviario che possa andare incontro alle esigenze dei diversamente abili. Anche con quest'ultimo ordine del giorno gli onorevoli Moffa, Lisi e tutti gli altri componenti della Commissione affari sociali per il gruppo di Alleanza Nazionale chiedono un serio e tempestivo intervento al Governo.
Basta con gli annunci perché vi sono milioni di persone, diversamente abili e non autosufficienti, che attendono delle risposte dal Governo. Non più tardi di qualche sera fa, non certo una persona di Alleanza Nazionale ma il segretario generalePag. 46 della CISL, Bonanni, ha affermato che dal prossimo gennaio il suo sindacato farà le barricate se non si provvederà alla soluzione dei problemi delle persone non autosufficienti.
Vogliamo vedere anche Bonanni, tutti gli altri e soprattutto voi membri di questo «Governo dell'annuncio», non del fare ma solo e soltanto del promettere, cosa realmente compierete.

PRESIDENTE. Essendosi cancellati i successivi iscritti appartenenti al gruppo di Forza Italia, sono così esauriti gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno.
Avverto che è in distribuzione un'errata corrige relativa agli ordini del giorno Burtone n. 9/3256/85, Maderloni n. 9/3256/88, Carra n. 9/3256/127 e Baratella n. 9/3256/252.
Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 14 con l'espressione dei pareri sugli ordini del giorno da parte del Governo.

La seduta, sospesa alle 13, è ripresa alle 14,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Chiti, Cirino Pomicino, Pisicchio e Volontè sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori (ore 14,06).

EDMONDO CIRIELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, nel corso di questa ora di sospensione della seduta abbiamo appreso che il TAR del Lazio ha accolto il ricorso del generale Speciale. È la seconda volta, in breve tempo, che il Ministro Padoa Schioppa viene sbugiardato su argomenti e su temi importanti.
Nel corso del dibattito relativo alla manovra finanziaria per il 2007, al Senato, il Ministro aveva addirittura posto in dubbio l'onorabilità del generale. Credo che su ciò - e concludo, perché non voglio assolutamente disturbare i lavori - il Governo debba riferire in Assemblea.
Non penso che il Ministro abbia la dignità politica di dimettersi, come dovrebbe fare per un fatto del genere, ma almeno vorrei chiedere, signor Presidente, di rivolgere un invito al Presidente del Consiglio dei Ministri, affinché venga in Assemblea a riferire al più presto su tale vicenda, che è grave anche per l'ordinamento democratico del nostro Paese.

PRESIDENTE. Onorevole Cirielli, provvederemo ad informare il Governo della sua richiesta.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3256-A)

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si sono esauriti gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno.
Avverto che, dopo il parere del Governo sugli ordini del giorno, avranno luogo le votazioni, previo svolgimento delle dichiarazioni di voto relative a ciascuno strumento presentato.
Invito, dunque, il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

Pag. 47

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accetta gli ordini del giorno Quartiani n. 9/3256/1, Burchiellaro n. 9/3256/2.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Ruggeri n. 9/3256/3, a condizione che il dispositivo venga riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a tenere conto delle spese sostenute dal comune di Mantova per la progettazione».
Il Governo accetta, altresì, l'ordine del giorno Cordoni n. 9/3256/4, a condizione che il dispositivo venga riformulato, sostituendo la parola «impegna» con la parola «invita».
Il Governo, inoltre, accetta l'ordine del giorno Lion n. 9/3256/5 e l'ordine del giorno Astore n. 9/3256/6, a condizione che il dispositivo venga riformulato, sostituendo le parole «al fine» con le parole «a valutare la possibilità» e inserendo le conseguenti riformulazioni derivanti da tale modifica.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Beltrandi n. 9/3256/7, a condizione che il dispositivo venga riformulato, sostituendo le parole «ad introdurre» con le parole «a rafforzare» mentre accetta l'ordine del giorno Bucchino n. 9/3256/8.
Il Governo accetta, altresì, l'ordine del giorno Narducci n. 9/3256/9, a condizione che il dispositivo venga riformulato, sostituendo le parole «ad adottare iniziative normative per» con le parole «a valutare l'opportunità di adottare iniziative volte a», mentre accoglie come raccomandazioni gli ordini del giorno Fedi n. 9/3256/10 e Gianni Farina n. 9/3256/11.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Sanna n. 9/3256/12 e Attili n. 9/3256/13, mentre accetta l'ordine del giorno Zacchera n. 9/3256/14, a condizione che il dispositivo venga riformulato, sostituendo le parole «l'unità di crisi del» con la parola «il».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Balducci n. 9/3256/15, a condizione che il dispositivo venga riformulato sostituendo le parole «ad adottare» con le parole «a valutare la possibilità di», mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Rugghia n. 9/3256/16 e accetta l'ordine del giorno Pinotti n. 9/3256/17.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Borghesi n. 9/3256/18, a condizione che il dispositivo venga riformulato sostituendo le parole «ad adottare» con le parole «a valutare la possibilità di».
L'ordine del giorno Porfidia n. 9/3256/19 è stato dichiarato inammissibile.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Pedrini n. 9/3256/20, a condizione che il dispositivo venga riformulato sostituendo le parole «ad impartire» con le parole «a valutare l'opportunità di impartire» ed eliminando le parole «a condizione che la gestione ordinaria si chiuda con utile netto di bilancio».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Pedica n. 9/3256/21 limitatamente al dispositivo.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Donadi n. 9/3256/22. L'ordine del giorno Misiti n. 9/3256/23 è stato dichiarato inammissibile.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Evangelisti n. 9/3256/24 a condizione che sia espunto dal quinto capoverso della premessa il seguente periodo: da «con dotazione» fino a «infrastrutture». Il Governo accettata l'ordine del giorno Razzi n. 9/3256/25 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare idonee iniziative volte alla riduzione dell'ICI nei confronti dei cittadini residenti all'estero e iscritti all'AIRE in presenza di condizioni legittimanti». Il Governo, inoltre, per quanto riguarda l'ordine del giorno Palomba n. 9/3256/26 accetta a condizione che sia accolta la seguente riformulazione, il dispositivo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare iniziative volte a realizzare quanto indicato». Il Governo accetta l'ordine del giorno Codurelli n. 9/3256/27. Il Governo accetta l'ordine del giorno Leoluca Orlando n. 9/3256/28, limitatamente al dispositivo, se in quest'ultimo si sostituiscono le parole: «a individuare» con le seguenti: « a valutare la possibilità di individuare», espungendo alla fine del primo capoverso la parola:Pag. 48«evitabile» e sostituendo all'inizio del secondo e del terzo capoverso le parole: «ad» e: «a» con «di».
Il Governo accetta, altresì, l'ordine del giorno Costantini n. 9/3256/29 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione del dispositivo: alla fine del dispositivo dopo la parola: «figlio» aggiungere le parole: «compatibilmente con il rispetto delle previsioni dell'autorità giudiziaria sull'affidamento dei minori». Il Governo accetta l'ordine del giorno Mura n. 9/3256/30, e l'ordine del giorno Amici n. 9/3256/31 limitatamente al dispositivo.

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, quando lei afferma che accetta un ordine del giorno limitatamente al dispositivo, intende affermare che il parere è contrario sulle premesse?

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Sì, signor Presidente, il Governo esprime un parere favorevole al dispositivo e contrario sulle premesse. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Gasparri n. 9/3256/32. L'ordine del giorno Proietti Cosimi n. 9/3256/33 è stato dichiarato inammissibile. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ascierto n. 9/3256/34, e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Menia n. 9/3256/35 a condizione che siano espunti il sesto e il settimo capoverso della premessa.
Il Governo, altresì, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Fadda n. 9/3256/36 a condizione che nel dispositivo siano aggiunte dopo le parole: «impegna il Governo» le parole: «ad adottare» siano sostituite con le seguenti:«a valutare la possibilità di adottare».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Zucchi n. 9/3256/37 a condizione che nel dispositivo le parole: «ad emanare» siano sostituite dalle seguenti: «a valutare la possibilità di emanare». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Brandolini n. 9/3256/38. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Pertoldi n. 9/3256/39 a condizione che nel dispositivo le parole da: «per mettere a disposizione» fino alla fine del dispositivo medesimo, siano sostituite dalle seguenti: «volte a realizzare efficacemente la terza corsia Venezia-Mestre». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Franci n. 9/3256/40. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Giovannelli n. 9/3256/41 a condizione che nel dispositivo le parole: «a adottare» siano sostituite dalle seguenti: «a valutare la possibilità di adottare». Il Governo accetta l'ordine del giorno Belisario n. 9/3256/42. Il Governo accetta l'ordine del giorno Fincato n. 9/3256/43 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione del dispositivo: «Impegna il Governo a valutare la possibilità di adottare provvedimenti interpretativi per chiarire epoca e decorrenza degli indici ISTAT da applicare ai canoni demaniali marittimi».
Il Governo accetta gli ordini del giorno Lulli n. 9/3256/44, mentre non accetta gli ordini del giorno Fava n. 9/3256/45, Goisis n. 9/3256/46, Bodega n. 9/3256/47, Maroni n. 9/3256/48, Alessandri n. 9/3256/49 e Giorgetti Giancarlo n. 9/3256/50 (Commenti).
Il Governo accetta l'ordine del giorno Cota n. 9/3256/51 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione del dispositivo: «Impegna il Governo a valutare la possibilità di rivedere i criteri della normativa vigente in materia di usura».
Il Governo accetta, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Lussana n. 9/3256/52, mentre non accetta gli ordini del giorno Brigandì n. 9/3256/53, Stucchi n. 9/3256/54, Bricolo n. 9/3256/55, Allasia n. 9/3256/56, Fugatti n. 9/3256/57, Filippi n. 9/3256/58 e Garavaglia n. 9/3256/59.
Il Governo accetta, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Pini n. 9/3256/60, a condizione che il medesimo dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «ad adottare idonei provvedimenti al fine di uniformare il sistema normativo vigente alle sentenze della Cassazione; a modificare il principio di solidarietà nel pagamento dell'IVA; a introdurre requisitiPag. 49più stringenti per i soggetti che effettuano l'estrazione dei beni dai depositi IVA». Il Governo non accetta l'ordine del giorno Gibelli n. 9/3256/61, mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Grimoldi n. 9/3256/62 e Camillo Piazza n. 9/3256/63. Il Governo accetta l'ordine del giorno Folena n. 9/3256/64, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: nel dispositivo aggiungere dopo le parole: «impegna il Governo» le parole: «a valutare la possibilità di inserire» e sostituire le parole: «a reperire le» con le seguenti: «disposizioni volte al recepimento delle». Il Governo accetta l'ordine del giorno Pelino n. 9/3256/65, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Misuraca n. 9/3256/66. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Grimaldi n. 9/3256/67, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Caparini n. 9/3256/68. Il Governo accetta l'ordine del giorno Fluvi n. 9/3256/69, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: al primo capoverso del dispositivo dopo le parole: «ad adottare iniziative volte ad emanare tempestivamente» espungere le parole: «(possibilmente entro il 15 gennaio 2008)»; alla fine dello stesso capoverso espungere le parole: «in scadenza a febbraio»; espungere, infine, il secondo capoverso del dispositivo. Il Governo accetta l'ordine del giorno Lenzi n. 9/3256/70, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Marchi n. 9/3256/71. Il Governo accetta altresì gli ordini del giorno Tocci n. 9/3256/72, Ghizzoni n. 9/3256/73 e Froner n. 9/3256/74 (Commenti del deputato Bocchino).

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, davvero non è facile riuscire a seguire i pareri. Invito il sottosegretario a proseguire nella espressione dei pareri.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accetta l'ordine del giorno De Biasi n. 9/3256/75, a condizione che sia accolta la riformulazione: sostituire nel dispositivo alle parole: «a individuare» le seguenti: «a valutare l'opportunità di individuare». Il Governo invita al ritiro dell'ordine del giorno Chiaromonte n. 9/3256/76, mentre l'ordine del giorno Tessitore n. 9/3256/77 è stato dichiarato inammissibile. Il Governo accetta l'ordine del giorno Rusconi n. 9/3256/78, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione, che il Governo riproporrà anche rispetto all'ordine del giorno Dozzo n. 9/3256/87: nel dispositivo dopo le parole: «a valutare l'opportunità di adottare iniziative» espungere le parole: «, anche normative,». L'ordine del giorno Ruta n. 9/3256/79 è inammissibile. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Filippeschi n. 9/3256/80 ed altresì accetta l'ordine del giorno Benzoni n. 9/3256/81. Il Governo altresì accetta l'ordine del giorno Colasio n. 9/3256/82, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: nel dispositivo sostituire le parole: «la necessità» con le seguenti: «l'opportunità». Il Governo accetta, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Motta n. 9/3256/83, mentre accetta l'ordine del giorno Angelo Piazza n. 9/3256/84, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: nelle premessa espungere il capoverso dalle parole: «già in I Commissione» fino alle parole: «collaboratori»; nel dispositivo sostituire le parole: «gli effetti dell'applicazione» con le seguenti: «la corretta applicazione». Il Governo, altresì, accetta l'ordine del giorno Burtone n. 9/3256/85, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Dussin n. 9/3256/86. Il Governo accetta l'ordine del giorno Dozzo n. 9/3256/87, come già anticipato, a condizione che sia accolta, per il dispositivo, la stessa formulazione proposta per l'ordine del giorno Rusconi n. 9/3256/78. Il Governo altresì accetta l'ordine del giorno Maderloni n. 9/3256/88, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Tucci n. 9/3256/89. Il Governo altresì accetta gli ordini del giorno Lucchese n. 9/3256/90, Formisano n. 9/3256/91 e Ciocchetti n. 9/3256/92, mentre il Governo non accetta gli ordini del giorno Drago n. 9/3256/93 e Martinello n. 9/3256/94. Il Governo accetta l'ordine del giorno Romano n. 9/3256/95, mentre accetta l'ordine del giornoPag. 50Mereu n. 9/3256/96, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: nel dispositivo le parole: «ad adottare» siano sostituite dalle seguenti: «a valutare la possibilità di adottare». Il Governo altresì accetta l'ordine del giorno Ruvolo n. 9/3256/97, mentre accetta l'ordine del Peretti n. 9/3256/98, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: nel dispositivo espungere le parole: «senza limiti». Il Governo non accetta l'ordine del giorno Galletti n. 9/3256/99.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Tassone n. 9/3256/100 limitatamente al dispositivo, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Barbieri n. 9/3256/101. Il Governo accetta l'ordine del giorno Greco n. 9/3256/102, mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno Volontè n. 9/3256/103. Il Governo accetta l'ordine del giorno Marcazzan n. 9/3256/104, mentre non accetta l'ordine del giorno Adolfo n. 9/3256/105. Il Governo accetta l'ordine del giorno Forlani n. 9/3256/106, mentre non accetta l'ordine del giorno Oppi n. 9/3256/107 ed accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ronconi n. 9/3256/108. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Pisacane n. 9/3256/109, mentre accetta l'ordine del giorno D'Alia n. 9/3256/110. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Zinzi n. 9/3256/111. Il Governo accetta l'ordine del giorno Compagnon n. 9/3256/112, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: sostituire le parole: «al fine di» con le seguenti: « a valutare le modalità per ».
Il Governo accetta, altresì, l'ordine del giorno Ciro Alfano n. 9/3256/113, a condizione che sia eliminato dal dispositivo la parte finale da: «, attraverso» fino alla fine del dispositivo medesimo. Il Governo non accetta l'ordine del giorno D'Agrò n. 9/3256/114, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Capitanio Santolini n. 9/3256/115, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel modo seguente, sostituendo alle parole: «la totale detraibilità» con le seguenti: «la rimborsabilità». Il Governo accetta l'ordine del giorno Ceccuzzi n. 9/3256/116, purché sia riformulato sostituendo alle parole: «per quanto riguarda il completamento del» le seguenti: «a valutare la possibilità di completare il». Il Governo accetta l'ordine del giorno Ottone n. 9/3256/117. Ricordo che l'ordine del giorno Nicco n. 9/3256/118 è stato dichiarato inammissibile. Il Governo accetta l'ordine del giorno Montani n. 9/3256/119, mentre formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Leddi Maiola n. 9/3256/120. Il Governo accetta l'ordine del giorno Servodio n. 9/3256/121, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Albonetti n. 9/3256/122. Il Governo accetta l'ordine del giorno Poretti n. 9/3256/123, mentre accetta l'ordine del giorno Velo n. 9/3256/124, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: aggiungere dopo le parole: «impegna il Governo ad individuare » le parole: «nell'esercizio delle deleghe sul welfare». Il Governo non accetta gli ordini del giorno Mondello n. 9/3256/125 e Licastro Scardino n. 9/3256/126, mentre accetta gli ordini del giorno Carra n. 9/3206/127 e Duilio n. 9/3206/128.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Andrea Orlando n. 9/3256/129, a condizione che il primo periodo del dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «a presentare al più presto il progetto all'approvazione del CIPE». Il Governo accetta l'ordine del giorno Sereni n. 9/3256/130, mentre accoglie come raccomandazione i successivi ordine del giorno Lusetti n. 9/3256/131 e Margiotta n. 9/3256/132. Il Governo accetta l'ordine del giorno Grassi n. 9/3256/133 limitatamente al dispositivo. Il Governo accetta, altresì, l'ordine del giorno Sasso n. 9/3256/134. Ricordo che l'ordine del giorno Trupia n. 9/3256/135 è stato dichiarato inammissibile. Il Governo accetta l'ordine del giorno Aurisicchio n. 9/3256/136, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel seguente modo, sostituendo le parole: «ad adottare» con le seguenti: «a valutare la possibilità di adottare». Allo stesso modo, il Governo accetta l'ordine del giorno Nicchi 9/3256/137 a condizione del dispositivo sia riformulato nel seguente modo, sostituendo lePag. 51parole: «a prevedere» con le seguenti: «a valutare la possibilità di prevedere». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Leoni n. 9/3256/138 limitatamente al dispositivo. Il Governo accetta l'ordine del giorno D'Antona n. 9/3256/139, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel seguente modo, sostituendo le parole: «ad adottare» con le seguenti: «a valutare la possibilità di adottare». Il Governo accetta l'ordine del giorno Di Salvo n. 9/3256/140. Il Governo accetta, altresì, l'ordine del giorno Rotondo n. 9/3256/141 limitatamente al dispositivo, mentre accetta l'ordine del giorno Buffo n. 9/3256/142. Ricordo che l'ordine del giorno Scotto n. 9/3256/143 è stato dichiarato inammissibile. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cialente n. 9/3206/144. Il Governo accetta gli ordini del giorno Bandoli n. 9/3206/145, Zanotti n. 9/3206/146, Pettinari n. 9/3206/147 e Fumagalli n. 9/3206/148. Ricordo che l'ordine del giorno Lomaglio n. 9/3256/149 è stato dichiarato inammissibile.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Crisci n. 9/3256/150 a condizione che il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: sostituire le parole: «ad assumere tutte le iniziative» con le seguenti: «a valutare le iniziative necessarie» ed espungere le parole: «anche normative» e, in fine, espungere le parole da: «anche mediante» fino a: «marittimo». Il Governo accoglie come raccomandazione i successivi ordini del giorno Burgio n. 9/3256/151, Widmann n. 9/3256/152 e Bezzi n. 9/3256/153.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Siniscalchi n. 9/3256/154. Il Governo accetta, altresì, l'ordine del giorno Rocchi n. 9/3256/155, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: aggiungere dopo le parole: «impegna il Governo» le parole: «nell'ambito della delega del welfare». Il Governo accetta l'ordine del giorno Mungo n. 9/3256/156, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Bellanova n. 9/3256/157. Il Governo accetta i successivi ordine del giorno Vico n. 9/3256/158 e Ferrara n. 9/3256/159.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Guadagno detto Wladimir Luxuria n. 9/3256/160 e accetta l'ordine del giorno Piro n. 9/3256/161, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: sostituire le parole: «ad assumere» con le seguenti: «a valutare la possibilità di assumere». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Pizzolante n. 9/3256/162, accetta l'ordine del giorno Frias n. 9/3256/163, invita al ritiro dell'ordine del giorno Acerbo n. 9/3256/164 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Mario Ricci n. 9/3256/165. Il Governo accetta l'ordine del giorno Smeriglio n. 9/3256/166, purché sia riformulato nel modo seguente: nel dispositivo espungere le parole da: «agli occupanti delle unità» fino alla fine del dispositivo medesimo. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cirino Pomicino n. 9/3256/167 e invita al ritiro dell'ordine del giorno Deiana n. 9/3256/168, mentre l'ordine del giorno Mellano n. 9/3256/169 è stato dichiarato, lo ricordo, inammissibile.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Duranti n. 9/3256/170, accetta altresì l'ordine del giorno Papini n. 9/3256/171, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: sostituire le parole: «a provvedere» con le seguenti: «a valutare la possibilità di provvedere». Il Governo accetta, inoltre, l'ordine del giorno Falomi n. 9/3256/172, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «a dare sollecita attuazione alle decisioni dell'autorità giudiziaria in merito alle istanze di risarcimento del danno e, comunque, ad esaminare con la necessaria disponibilità, la possibilità di corrispondere il richiesto aiuto economico alle famiglie dei deceduti». Il Governo non accetta l'ordine del giorno Ciccioli n. 9/3256/173, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Musi n. 9/3256/174 e accetta l'ordine del giorno Naccarato n. 9/3256/175, purché nel dispositivo le parole: «ad adottare sollecite iniziative» sianoPag. 52sostituite dalle seguenti: «a valutare la possibilità di adottare iniziative». Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Ossorio n. 9/3256/176 e Tolotti n. 9/3256/177; accetta altresì l'ordine del giorno Stramaccioni n. 9/3256/178 a condizione che il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «invita il Governo a valutare tutte le tempestive iniziative». Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Nannicini n. 9/3256/179 e Ferrari n. 9/3256/180, accetta l'ordine del giorno Testa n. 9/3256/181, invita al ritiro dell'ordine del giorno Cogodi n. 9/3256/182 e accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Viola n. 9/3256/183 e Cinzia Maria Fontana n. 9/3256/184.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Lovelli n. 9/3256/185, a condizione che il dispositivo sia riformulato sostituendo le parole: «a vigilare» con le seguenti: «a valutare la possibilità di vigilare». Il Governo accetta altresì l'ordine del giorno D'Ulizia n. 9/3256/186, purché il dispositivo sia riformulato sostituendo le parole: «ad adoperarsi» con le seguenti: «a valutare la possibilità di adoperarsi». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Locatelli n. 9/3256/187. Il Governo accetta l'ordine del giorno De Cristofaro n. 9/3256/188, a condizione che il dispositivo sia riformulato sostituendo le parole: «ad adottare» con le seguenti: «a valutare la possibilità di adottare». Il Governo accetta altresì gli ordini del giorno Cardano n. 9/3256/189, Brugger n. 9/3256/190 e Khalil Alì Rashid n. 9/3256/191. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Mazzocchi n. 9/3256/192, accetta l'ordine del giorno Spini n. 9/3256/193, invita al ritiro dell'ordine del giorno Grillini n. 9/3256/194 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Pisicchio n. 9/3256/197, mentre l'ordine del giorno Castellani n. 9/3256/198 era stato dichiarato inammissibile. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Catanoso n. 9/3256/199, mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Scalia n. 9/3256/200 e Patarino n. 9/3256/201, e accetta l'ordine del giorno La Russa n. 9/3256/202, limitatamente al dispositivo. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno De Corato n. 9/3256/203, mentre non accetta gli ordini del giorno La Morte n. 9/3256/204 e Leo n. 9/3256/205; accoglie, inoltre, come raccomandazione l'ordine del giorno Lo Presti n. 9/3256/206, non accetta l'ordine del giorno Mancuso n. 9/3256/207 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Martinelli n. 9/3256/208.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Meloni n. 9/3256/209 (Commenti del deputato Bocchino), a condizione che sia riformulato nel modo seguente: dalla premessa, espungere gli ultimi due capoversi, ossia quello che comincia con le parole: «al fine di» e quello che comincia con le parole: «diversi paesi europei». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Migliori n. 9/3256/210 (Commenti del deputato Bocchino); accetta inoltre l'ordine del giorno Germontani n. 9/3256/211, limitatamente al dispositivo, purché al secondo capoverso del dispositivo sia sostituita la parola: «affidare», con le seguenti: «aumentare l'affidamento di», dopodiché il dispositivo...

ITALO BOCCHINO. Non si capisce niente!

PRESIDENTE. Collega, non si capisce nulla perché si parla troppo, temo.

ITALO BOCCHINO. Questo è il Parlamento, si deve parlare!

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Lo rileggo: l'ordine del giorno Germontani n. 9/3256/211 ha una premessa; il dispositivo è accettato come raccomandazione, purché sia riformulato. Pertanto, per chiarezza al Parlamento, ne do intera lettura: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare, tempestivamente, ulteriori iniziative di carattere normativo, volte a garantire, conformemente a quanto stabilito dall'articolo 37 della Costituzione, le pari opportunità tra uomini e donne.» Si tratta di un tema delicato e importante chePag. 53meritava attenzione. Proseguo con la lettura del secondo capoverso del dispositivo, che verrebbe così riformulato: «a valutare l'opportunità di aumentare l'affidamento di incarichi di funzione dirigenziale di prima e seconda fascia, conferiti a persone estranee ai ruoli della pubblica amministrazione, ai sensi del comma 6 (...)» e così via. Il dispositivo riformulato mi pare che adesso sia chiaro.
Il Governo, inoltre, non accetta gli ordini del giorno Bellotti n. 9/3256/212 e Benedetti Valentini n. 9/3256/213. Accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Bocchino n. 9/3256/214, purché l'ultima parte del dispositivo le parole: «che sono pubblici dipendenti» siano sostituite dalle seguenti: «che non sono pubblici dipendenti». Inoltre, il Governo accetta l'ordine del giorno Briguglio n. 9/3256/215, purché il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «invita il Governo ad assumere idonee iniziative per recepire gli accordi con le associazioni delle vittime del terrorismo». Il Governo non accetta l'ordine del giorno Cirielli n. 9/3256/216; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Giorgio Conte n. 9/3256/217; accetta, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Consolo n. 9/3256/218, non accetta l'ordine del giorno Holzmann n. 9/3256/219; accetta limitatamente al dispositivo l'ordine del giorno Contento n. 9/3256/220, purché riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a compiere attento monitoraggio sugli effetti della riforma che introduce l'azione collettiva, allo scopo di approfondire e valutare gli aspetti e riferirne l'esito alla Commissione giustizia della Camera, anche in occasione dell'esame delle proposte di legge in materia ancora in corso presso quest'ultima».
Inoltre, il Governo non accetta gli ordini del giorno Giulio Conti n. 9/3256/221 e Cosenza n. 9/3256/222, mentre accetta gli ordini del giorno Filipponio Tatarella n. 9/3256/223 e Foti n. 9/3256/224. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Frassinetti n. 9/3256/225; accetta, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno La Loggia n. 9/3256/226, se così riformulato: «impegna il Governo a reintrodurre il credito di imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno, incrementando le spese per infrastrutture specie nel sud e nelle isole» e con la soppressione della restante parte del testo. Inoltre, il Governo accetta l'ordine del giorno Armani n. 9/3256/227, se riformulato nel dispositivo, nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare l'esigenza di intervenire normativamente, affinché nelle disposizioni dell'articolo 1, commi 366 e 368 della legge 23 dicembre 2005 n. 266, vengano dettati i principi della sentenza della Corte costituzionale 11 maggio 2007 n. 165».
Il Governo, inoltre, non accetta l'ordine del giorno Amoruso n. 9/3256/228; accetta l'ordine del giorno Airaghi n. 9/3256/229, se riformulato mediante una soppressione delle righe precedenti l'impegno al Governo, cioè il capoverso che va da «in questo provvedimento» fino a «base in generale». Il Governo non accetta l'ordine del giorno Landolfi n. 9/3256/230; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Taglialatela n. 9/3256/231; accetta l'ordine del giorno Tremaglia n. 9/3256/232, se riformulato.

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, le ricordo che l'ordine del giorno Tremaglia n. 9/3256/232 è stato dichiarato inammissibile.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. D'accordo, Presidente. Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Minasso n. 9/3256/233 e Moffa n. 9/3256/234; non accetta l'ordine del giorno Murgia n. 9/3256/235.

PRESIDENTE. Le ricordo che l'ordine del giorno Murgia n. 9/3256/235 è stato dichiarato inammissibile.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo, inoltre, non accetta l'ordine del giorno Nespoli n. 9/3256/236; accoglie come raccomandazione l'ordine del giornoPag. 54Angela Napoli n. 9/3256/237; accetta limitatamente al dispositivo l'ordine del giorno Pedrizzi n. 9/3256/238, purché riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare la possibilità di adottare iniziative normative, volte ad introdurre un regime fiscale ad aliquota unica forfetaria sui redditi di locazione». Vorrei che fosse chiaro che non è accettata la premessa di tale ordine del giorno, mentre è accettato il dispositivo, se riformulato nel modo testé precisato. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Castiello n. 9/3256/239.
Il Governo accetta inoltre l'ordine del giorno Antonio Pepe n. 9/3256/240, a patto che venga riformulato aggiungendo dopo: «individuare» la parola «ulteriori», mentre non accetta l'ordine del giorno Porcu n. 9/3256/241. L'ordine del giorno Rositani n. 9/3256/242...

PRESIDENTE. L'ordine del giorno Rositani n. 9/3206/242 è inammissibile.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo non accetta gli ordini del giorno Saglia n. 9/3256/243, Ulivi n. 9/3256/244, Urso n. 9/3256/245; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Rampelli n. 9/3256/246 ed accetta l'ordine del giorno Angeli n. 9/3256/246...

PRESIDENTE. L'ordine del giorno Angeli è il n. 9/3256/247.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Ha ragione, signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Angeli n. 9/3256/247, se riformulato nel senso di modificare il dispositivo nel seguente modo: «impegna il Governo ad introdurre riforme per un fisco sempre più amico della famiglia». Il Governo accetta l'ordine del giorno Lombardi n. 9/3256/248, se riformulato sostituendo le parole: «ad adottare» con le seguenti: «a valutare la possibilità di adottare» ed accetta altresì l'ordine del giorno Zeller n. 9/3256/249; accetta, inoltre, l'ordine del giorno Vannucci n. 9/3256/250, se riformulato sostituendo le parole: «ad accelerare» con le seguenti: «a valutare la possibilità di iniziative per accelerare». Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Morri n. 9/3256/251 e Baratella n. 9/3256/252, mentre accetta gli ordini del giorno Provera n. 9/3256/253 e Olivieri n. 9/3256/254. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Schirru n. 9/3256/255, mentre accetta l'ordine del giorno Mariani n. 9/3256/256 ed invita i presentatori al ritiro dell'ordine del giorno D'Elia n. 9/3256/257. Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Mancini n. 9/3256/258 e Buemi n. 9/3256/259, accetta l'ordine del giorno Di Gioia n. 9/3256/260 ed accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Dato n. 9/3256/261.
Ricordo che l'ordine del giorno Antinucci n. 9/3256/262 è stato dichiarato inammissibile, pertanto il parere non è necessario. Il Governo accetta l'ordine del giorno Crema n. 9/3256/263, se riformulato aggiungendo, alla fine del dispositivo, le parole: «in sede di esercizio dell'apposita delega». Per quanto riguarda l'ordine del giorno Strizzolo n. 9/3256/264 il Governo propone una riformulazione nel senso di cancellare nella premessa le parole...

PRESIDENTE. Con tale formula intende che il Governo lo accetta se riformulato?

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Si, signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Strizzolo n. 9/3256/264 se riformulato cancellando, nella premessa, le parole: «, ponendo così un vincolo che potrebbe risultare in contrasto con quanto stabilito dal decreto legislativo 31 luglio 2007, n. 137» e nel dispositivo, le parole: da «assumere» fino a: «comunque, a» che si trovano dopo le parole: «a valutare la opportunità di», lasciando invariato il resto.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Maran n. 9/3256/265, mentre accetta l'ordine del giornoPag. 55Schietroma n. 9/3256/266, se riformulato modificando il dispositivo come segue: «impegna il Governo a valutare la possibilità di riesaminare il canone RAI». Il Governo invita il presentatore al ritiro dell'ordine del giorno Villetti n. 9/3256/267, mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Dioguardi n. 9/3256/268, Migliore n. 9/3256/269, e Vietti n. 9/3256/270.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Delfino n. 9/3256/271...

PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Delfino n. 9/3256/271 è stato dichiarato inammissibile.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Dionisi n. 9/3256/272, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Farinone n. 9/3256/273. Il Governo accetta gli ordini del giorno Garofani n. 9/3256/274 e Andrea Ricci n. 9/3256/275, mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Picano n. 9/3256/276 e Li Causi n. 9/3256/277.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Satta n. 9/3256/278, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Adenti n. 9/3256/279. Accetta altresì gli ordini del giorno Cioffi n. 9/3256/280 e D'Elpidio n. 9/3256/281, mentre accetta l'ordine del giorno Fabris n. 9/3256/282 limitatamente al dispositivo. Il Governo accoglie poi come raccomandazione gli ordini del giorno Capotosti n. 9/3256/283 e Rossi Gasparrini n. 9/3256/284, mentre accetta l'ordine del giorno Rocco Pignataro n. 9/3256/285, limitatamente al dispositivo se riformulato con l'aggiunta delle parole: «nell'esercizio della delega prevista». Ricordo che l'ordine del giorno Affronti n. 9/3256/286 è stato dichiarato inammissibile .
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Del Mese n. 9/3256/287, Giuditta n. 9/3256/288, Morrone n. 9/3256/289 e Marantelli n. 9/3256/290.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Sanga n. 9/3256/291, a condizione che il dispositivo venga riformulato introducendo all'inizio le parole: «ferma ogni altra valutazione in termini di programmazione infrastrutturale e sempre che ne sia riconosciuta la legittimità e convenienza economica,». Il Governo accetta l'ordine del giorno Misiani n. 9/3256/292, a condizione il dispositivo venga riformulato, sostituendo la parte iniziale con le seguenti parole: «a prevedere, attraverso iniziative adeguate, una compensazione delle minori somme certificate dai comuni, rispetto a quelle effettivamente ridotte». Il periodo terminerebbe così e le restanti parole sarebbero soppresse. Il Governo accetta gli ordini del giorno Salerno n. 9/3256/293 e Pezzella n. 9/3256/294, mentre non accetta l'ordine del giorno Buontempo n. 9/3256/295 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Garnero Santanchè n. 9/3256/296.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Tomaselli n. 9/3256/297, a condizione che il dispositivo venga riformulato, sostituendo le parole: «ad adottare» con le seguenti: «a valutare l'opportunità di adottare». Il Governo accetta l'ordine del giorno Intrieri n. 9/3256/298, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Fiorio n. 9/3256/299 e accetta l'ordine del giorno Turci n. 9/3256/300. L'ordine del giorno Mazzoni n. 9/3256/301 è inammissibile, mentre il Governo accoglie l'ordine del giorno Soro n. 9/3256/302.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Venier n. 9/3256/303, Longhi n. 9/3256/304 e Sgobio n. 9/3256/305. Il Governo accetta l'ordine del giorno Belillo n. 9/3256/306, a condizione che il dispositivo venga riformulato sostituendo, dopo l'impegno al Governo, le parole: «ad adottare le necessarie iniziative volte ad estendere» con le seguenti: «valutare l'opportunità di estendere gradualmente». Il Governo formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Soffritti n. 9/3256/307, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Tranfaglia n. 9/3256/308. Il Governo accetta l'ordine del giorno Diliberto n. 9/3256/309, limitatamente al dispositivo, mentre accetta l'ordine del giorno Pagliarini n. 9/3256/310,Pag. 56a condizione che il dispositivo venga riformulato, sostituendo le parole: «ad adottare» con le seguenti: «a valutare la possibilità di adottare». Il Governo accetta gli ordini del giorno Cancrini n. 9/3256/311 e Vacca n. 9/3256/312. Il Governo accetta l'ordine del giorno Crapolicchio n. 9/3256/313, a condizione che il dispositivo venga riformulato, sostituendo le parole: «ad adottare» con le seguenti: «a valutare la possibilità di adottare».
Il Governo formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Galante n. 9/3256/314, accetta gli ordini del giorno Ferdinando Benito Pignataro n. 9/3256/315 e Lazzari n. 9/3256/316 e accetta l'ordine del giorno Crosetto n. 9/3256/317, a condizione che venga riformulato, espungendo, nella premessa, il testo che va dalle parole: «in particolare», al secondo capoverso, fino al termine del capoverso stesso. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Pottino n. 9/3256/319.

PRESIDENTE. E l'ordine del giorno Garagnani n. 9/3256/318?

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, non vorrei avere espresso un parere errato sull'ordine del giorno Crosetto n. 9/3256/317.

PRESIDENTE. Il parere era favorevole con riformulazione.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Ho sbagliato io. Si deve togliere la parte che ho menzionato, ma non era nella premessa, bensì nel dispositivo. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Garagnani n. 9/3256/318 e ribadisco che accetta l'ordine del giorno Pottino n. 9/3256/319, mentre non accetta l'ordine del giorno Carlucci n. 9/3256/320.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Paolo Russo n. 9/3256/321, a condizione che il dispositivo venga riformulato, prevedendo, dopo l'impegno al Governo, le parole: «a valutare l'opportunità di sospendere fino a quando non siano determinati criteri generali, equilibrati e ragionevoli, tutti i procedimenti concernenti la revisione delle circoscrizioni provinciali e l'istituzione delle nuove province». Il Governo non accetta l'ordine del giorno Aprea n. 9/3256/322, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Giuseppe Fini n. 9/3256/323, non accetta l'ordine del giorno Adornato n. 9/3256/324 ed accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Mormino n. 9/3256/325 e Lainati n. 9/3256/326.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Romele n. 9/3256/327 e accetta l'ordine del giorno Fallica n. 9/3256/328, con la precisazione che si tratta di una norma già presente nella finanziaria, quindi non possiamo che accettarla. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Bernardo n. 9/3256/329 e accetta l'ordine del giorno Caligiuri n. 9/3256/330, limitatamente al dispositivo.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Pili n. 9/3256/331, mentre accetta l'ordine del giorno Zanella n. 9/3256/332 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione, ossia che il dispositivo si fermi alla parola: «vigente», il resto viene soppresso.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Pellegrino n. 9/3256/333 e Francescato n. 9/3256/334, e l'ordine del giorno Bonelli n. 9/3256/335 se il presentatore accoglie la riformulazione consistente nel sostituire le parole: «ad intervenire» con le seguenti: «a valutare l'opportunità di intervenire». Il Governo non accetta invece gli ordini del giorno Stagno D'Alcontres n. 9/3256/336 e Iannarilli n. 9/3256/337. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Gianfranco Conte n. 9/3256/338. L'ordine del giorno Campa n. 9/3256/339 è inammissibile.

PRESIDENTE. È inammissibile, signor sottosegretario.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accoglie come raccomandazionePag. 57l'ordine del giorno Fasolino n. 9/3256/340, mentre non accetta l'ordine del giorno Cesaro n. 9/3256/341. Accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Aracu n. 9/3256/342 e Della Vedova n. 9/3256/343. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Baiamonte n. 9/3256/344, mentre accetta l'ordine del giorno Baldelli n. 9/3256/345, limitatamente al dispositivo. Non accetta l'ordine del giorno Bertolini n. 9/3256/346. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Bocciardo n. 9/3256/347, mentre non accetta l'ordine del giorno Boscetto n. 9/3256/348 ed accetta l'ordine del giorno Bruno n. 9/3256/349, limitatamente al dispositivo. Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Carfagna n. 9/3256/350 e Ceccacci Rubino n. 9/3256/351. Il Governo accetta l'ordine del giorno Vitali n. 9/3256/352, a condizione che venga accolta una riformulazione del dispositivo.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, signor sottosegretario, l'ordine del giorno n. 9/3256/352 è stato presentato dall'onorevole Nicola Cosentino.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, a me risulta presentato dagli onorevoli Vitali e Licastro Scardino. L'ordine del giorno n. 9/3256/353 è stato presentato dall'onorevole Nicola Cosentino.

PRESIDENTE. La firma definitiva è Nicola Cosentino, mi dicono che lei sta lavorando su un fascicolo degli ordini del giorno provvisorio. L'ordine del giorno n. 9/3256/352 è stato presentato dall'onorevole Cosentino.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo non lo accetta. Chiama lei gli ordini del giorno, signor Presidente? Forse così evito gli errori. O vado avanti io?

PRESIDENTE. Mi correggo, signor sottosegretario. Aveva ragione lei. La Presidenza si scusa. L'ordine del giorno n. 9/3256/352 è stato presentato dall'onorevole Vitali, il n. 9/3256/353 dall'onorevole Cosentino.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Nella vita gli errori si fanno. Il Governo accetta l'ordine del giorno Vitali n. 9/3256/352, limitatamente al dispositivo, a condizione che venga accolta la seguente riformulazione: «impegna il Governo a proseguire nella politica di rilancio», e proseguendo con il testo originario.
Il Governo, come ho già detto, non accetta l'ordine del giorno Nicola Cosentino n. 9/3256/353. Il Governo accetta invece l'ordine del giorno Costa n. 9/3256/354, limitatamente al dispositivo. Accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Crimi n. 9/3256/355, e accetta l'ordine del giorno D'Ippolito Vitale n. 9/3256/356. Accetta l'ordine del giorno Di Virgilio n. 9/3256/357 a condizione che venga accolta la seguente riformulazione: sopprimere, nella premessa, le parole da: «la dotazione» fino al termine del capoverso, e, nel dispositivo, dopo: «triennale» fino al termine.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Fabbri n. 9/3256/358; accetta invece l'ordine del giorno Floresta n. 9/3256/359 limitatamente al dispositivo, purché riformulato nel senso di sopprimere le parole seguenti a: «Gioia-Tauro-Reggio Calabria». Il Governo formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Caruso n. 9/3256/360. Ricordo che l'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/3256/361 è inammissibile. Il Governo non accetta gli ordini del giorno Franzoso n. 9/3256/362, Fratta Pasini n. 9/3256/363 e Galli n. 9/3256/364, mentre l'ordine del giorno Gardini n. 9/3256/365...

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, le ricordo che l'ordine del giorno Gardini n. 9/3256/365 è inammissibile.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accetta l'ordine del giorno GiacomoniPag. 58 n. 9/3256/366. Ricordo che l'ordine del giorno Jannone n. 9/3256/367 è inammissibile.

PRESIDENTE. No, signor sottosegretario, l'ordine del giorno Jannone n. 9/3256/367 non è inammissibile.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accoglie allora l'ordine del giorno Jannone n. 9/3256/367 come raccomandazione. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Laurini n. 9/3256/368, mentre accoglie l'ordine del giorno Leone n. 9/3256/369 come raccomandazione e non accetta l'ordine del giorno Mazzaracchio n. 9/3256/370. Il Governo accetta l'ordine del giorno Milanato n. 9/3256/371, a condizione che venga accolta la seguente riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo: a) a porre un freno drastico», proseguendo con il testo originario; «b) a ridurre la pressione fiscale», proseguendo con il testo originario; «c) ad aumentare le spese in conto capitale», proseguendo con il testo originario. Queste tre lettere sarebbero accettate dal Governo.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Moroni n. 9/3256/373, l'ordine del giorno Nan n. 9/3256/374 è stato dichiarato inammissibile, il Governo non accetta l'ordine del giorno Palmieri n. 9/3256/375, mentre l'ordine del giorno Palumbo n. 9/3256/376 è stato dichiarato inammissibile; il Governo non accetta l'ordine del giorno Paroli n. 9/3256/377; accetta l'ordine del giorno Mario Pepe n. 9/3256/378; non accetta gli ordini del giorno Picchi n. 9/3256/379, Germanà n. 9/3256/380 e Prestigiacomo n. 9/3256/381.
Il Governo accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Ravetto n. 9/3256/382; accetta l'ordine del giorno Ricevuto n. 9/3256/383, limitatamente al dispositivo, a condizione che esso sia così riformulato: al secondo capoverso, sopprimere le parole: «e l'informatizzazione dei servizi necessari»; al terzo capoverso, sopprimere la parola «accelerare» e le parole da «e per fronteggiare» fino alla fine del capoverso.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Romagnoli n. 9/3256/384; accetta l'ordine del giorno Rosso n. 9/3256/385; accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Santelli n. 9/3256/386.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Santori n. 9/3256/387; non accetta gli ordini del giorno Testoni n. 9/3256/388, Tondo n. 9/3256/389, Uggè n. 9/3256/390 ed Elio Vito n. 9/3256/391.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Zanetta n. 9/3256/392; non accetta l'ordine del giorno Zorzato n. 9/3256/393; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Marras n. 9/3256/394; accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Armosino n. 9/3256/395.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Brusco n. 9/3256/396; non accetta l'ordine del giorno Marinello n. 9/3256/397; accetta invece il successivo ordine del giorno De Zulueta n. 9/3256/398; formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Turco n. 9/3256/399.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Neri n. 9/3256/400; accetta l'ordine del giorno Lo Monte n. 9/3256/401; accetta l'ordine del giorno Oliva n. 9/3256/402, limitatamente al dispositivo; formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Reina n. 9/3256/403.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Rao n. 9/3256/404 e Mascia n. 9/3256/405; accetta l'ordine del giorno Bono n. 9/3256/406, limitatamente al dispositivo, a condizione che esso sia riformulato nel senso di sostituire le parole «a porre in atto» con le seguenti: «a valutare favorevolmente l'opportunità di porre in essere».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Minardo n. 9/3256/407, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di sostituire le parole «ad effettuare» con le parole «a valutare la possibilità di effettuare» e nel senso di sopprimere le parole da «di cui in premessa» fino alla fine del capoverso.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Fedele n. 9/3256/408; accogliePag. 59come raccomandazione gli ordini del giorno Luciano Rossi n. 9/3256/409 e Di Cagno Abbrescia n. 9/3256/410.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Violante n. 9/3256/411, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di sostituire le parole da «al ripristino» fino alla fine del capoverso con le seguenti: «alla conferma dell'agevolazione che era prevista per gli anni d'imposta 2007, 2008 e 2009».
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Angelino Alfano n. 9/3256/412; accetta l'ordine del giorno Lupi n. 9/3256/413, limitatamente al dispositivo; accetta gli ordini del giorno Sposetti n. 9/3256/414 e Lisi n. 9/3256/415; accetta l'ordine del giorno Cicu n. 9/3256/416, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di sostituire le parole «relativo all'anno 2007» con le parole: «previsto per gli anni 2007, 2008 e 2009».
Il Governo accoglie infine come raccomandazione l'ordine del giorno Ponzo n. 9/3256/417, mentre accetta il successivo ordine del giorno Trepiccione n. 9/3256/418 (Applausi).

Sull'ordine dei lavori.

GIANFRANCO CONTE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, ieri nelle fasi convulse che ci hanno portato al voto della questione di fiducia sui tre maxiemendamenti - che hanno dimostrato quanta confusione vi sia al Ministero dell'economia e delle finanze e, se ve ne fosse bisogno una volta di più, come ormai la struttura sia in aperto contrasto con la guida politica, tanto che la guida politica ormai si è ridotta a chiedere l'elemosina di qualche dirigente ai sensi dell'articolo 19, comma 6, da inserire nella struttura per cercare di riportare un po' di ordine - il Ministro Padoa Schioppa leggeva con un'attenzione veramente singolare una biografia su Einstein. Probabilmente cercava spunti per trovare una via attraverso la quale risolvere alcune questioni, e di spunti ne ha davvero bisogno, in considerazione del fatto che dopo la vicenda, abbastanza singolare, che ha portato il Consiglio di Stato a determinare il rientro del consigliere Petroni nel consiglio di amministrazione della RAI, oggi abbiamo un'altra notizia che ci rincuora: anche il TAR ha dato ragione al generale Speciale.

PRESIDENTE. Collega, lei ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori: la invito dunque cortesemente ad indicare quale sia l'oggetto che riguarda l'ordine dei lavori.

GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, invece di leggere le biografie di Einstein il Ministro dell'economia e delle finanze Padoa Schioppa dovrebbe avere la cortesia di venire in Aula a chiarire quali sono le posizioni che il suo Ministero ha nei confronti di questa ennesima sconfitta, e a spiegare le ragioni vere che hanno portato all'allontanamento del generale Speciale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

PRESIDENTE. Prendo atto che è stata formulata una richiesta affinché il Governo venga a riferire in Aula. La Presidenza interesserà il Governo.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3256-A)

CESARE CAMPA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CESARE CAMPA. Signor Presidente, vorrei capire da lei, e da chi ha dichiarato inammissibile il mio ordine del giorno n. 9/3256/339, le ragioni per cui esso è inammissibile (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-L'Ulivo). In secondo luogo, ancora più grave è l'inammissibilità dell'ordine del giorno Testoni n. 9/3256/388, che vorrei ricordare, perché l'Aula forse è stata disattenta: esso impegna il Governo, qualora nel 2008Pag. 60dovessero emergere extragettiti tributari, a valutare la possibilità di destinare una quota delle risorse alla riduzione del prelievo fiscale non solo ai lavoratori dipendenti ma...

PRESIDENTE. Onorevole Campa, le chiedo scusa...

CESARE CAMPA. Mi scusi un attimo, signor Presidente, ma non ho finito... (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-L'Ulivo). Non capisco perché urlano tanto!

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia...

CESARE CAMPA. Ma come si può dichiarare inammissibile un ordine del giorno che dice che i lavoratori sono tutti uguali, i lavoratori autonomi e quelli dipendenti: non lo si può dichiarare inammissibile, siete contro la Costituzione! Vergognatevi! Signor Presidente, si vergogni!

PRESIDENTE. Onorevole, l'ordine del giorno Testoni n. 9/3256/388 è stato dichiarato inammissibile per estraneità di materia, ovvero l'ordine del giorno non è attinente, anche sulla scorta dell'istruttoria effettuata dagli uffici, al tema della legge finanziaria.
Passiamo alle votazioni. Secondo la prassi, ove i presentatori non insistano, gli ordini del giorno accettati dal Governo non saranno posti in votazione.
Ricordo che gli ordini del giorno Quartiani n. 9/3256/1 e Burchiellaro n. 9/3256/2 sono stati accettati.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Ruggeri n. 9/3256/3 e Cordoni n. 9/3256/4.
Ricordo che l'ordine del giorno Lion n. 9/3256/5 è stato accettato. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Astore n. 9/3256/6 e Beltrandi n. 9/3256/7. Ricordo che l'ordine del giorno Bocchino n. 9/3256/8 è stato accettato. Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Narducci n. 9/3256/9 accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione. Prendo altresì atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Fedi n. 9/3256/10 e Gianni Farina n. 9/3256/11, accolti dal Governo come raccomandazione.
Ricordo che gli ordini del giorno Sanna n. 9/3256/12 ed Attili n. 9/3256/13 sono stati accettati. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zacchera n. 9/3256/14. Ricordo che l'ordine del giorno Balducci n. 9/3256/15 è stato ritirato dai presentatori. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rugghia n. 9/3256/16, accolto dal Governo come raccomandazione. Ricordo che l'ordine del giorno Pinotti n. 9/3256/17 è stato accettato. Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Borghesi n. 9/3256/18 e Pedrini n. 9/3256/20 accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione.
Chiedo all'onorevole Pedica se accetti la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/3256/21.

STEFANO PEDICA. No, signor Presidente, e insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pedica n. 9/3256/21, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 465
Votanti 439
Astenuti 26
Maggioranza 220
Hanno votato
156
Hanno votato
no 283).

Pag. 61

Prendo atto che i deputati Testoni e Balducci hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Ricordo che l'ordine del giorno Donadi n. 9/3256/22 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione degli ordine del giorno Evangelisti 9/3256/24 e Razzi n. 9/3256/25; prendo altresì atto che il presentatore accetta la riformulazione dell'ordine del giorno Palomba n. 9/3256/26, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Ricordo che l'ordine del giorno Codurelli n. 9/3256/27 è stato accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Leoluca Orlando n. 9/3256/28.

LEOLUCA ORLANDO. Signor Presidente, pur apprezzando il lavoro svolto dal sottosegretario, lo prego di leggere nuovamente la riformulazione proposta dal Governo, perché pur udendo non sono stato in grado di comprenderla a causa della rapidità della lettura.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. La riformulazione proposta è nel senso di sostituire le parole «impegna il Governo a individuare» con le seguenti: «impegna il Governo a valutare la possibilità di individuare», con il conseguente coordinamento formale dei successivi capoversi.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Leoluca Orlando accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/28.
Prendo atto che l'onorevole Costantini accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/29.
Ricordo che l'ordine del giorno Mura n. 9/3256/30 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che l'onorevole Amici non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/31, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Gasparri n. 9/3256/32, accolto come raccomandazione dal Governo.
Ricordo che l'ordine del giorno Proietti Cosimi n. 9/3256/33 è stato dichiarato inammissibile.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ascierto n. 9/3256/34, accolto come raccomandazione dal Governo.
Chiedo all'onorevole Menia se accetti la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/35, accolto come raccomandazione dal Governo.

ROBERTO MENIA. Signor Presidente, accetto la riformulazione proposta dal Governo. Tuttavia, mi rivolgo al rappresentante del Governo, chiedendogli un'ulteriore riflessione. La proposta del Governo consiste nell'espungere due delle premesse dell'ordine del giorno in esame. Si tratta di due premesse che in realtà sottolineano una situazione oggettivamente grave, e chiedo al Governo di verificare l'opportunità di tale riformulazione. Infatti, tra soli sei giorni cadranno definitivamente le sbarre di confine tra Italia e Slovenia e si creerà uno spazio totalmente libero. Il differenziale dei prezzi tra benzine, carburanti e tabacchi italiani e sloveni varia da un terzo ad oltre il 50 per cento in meno. Ricordo che sono presenti oltre il confine ben venti case da gioco, e vi è un flusso ininterrotto di valuta italiana verso la Slovenia. Chiedo, pertanto, al Governo di verificare se le due premesse che si vogliono espungere possano, in realtà, rimanere. Se il Governo è d'accordo in ordine a tale punto, accetterò che l'ordinePag. 62del giorno in esame sia accolto come raccomandazione. Pertanto, chiedo ancora una volta di verificare se anche le due parti citate possano essere accolte.

ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, intervengo solo per sottoscrivere l'ordine del giorno Menia n. 9/3256/35.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che il Governo non intende modificare il proprio parere, e che l'onorevole Menia accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/35, accolto come raccomandazione dal Governo, e non insiste per la votazione.
Prendo atto che i presentatori accettano le riformulazioni proposte e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Fadda n. 9/3256/36 e Zucchi n. 9/3256/37.

ANTONIO SATTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO SATTA. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma all'ordine del giorno Fadda n. 9/3256/36.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Brandolini n. 9/3256/38, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pertoldi n. 9/3256/39, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo altresì atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Franci n. 9/3256/40, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo, inoltre, atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Giovanelli n. 9/3256/41, accolto come raccomandazione dal Governo.
Ricordo che l'ordine del giorno Belisario n. 9/3256/42 è stato accettato dal Governo.
Prego il sottosegretario di leggere nuovamente la riformulazione proposta per l'ordine del giorno Fincato n. 9/3256/43.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo ha proposto di riformulare il dispositivo come segue: «Impegna il Governo a valutare la possibilità di adottare provvedimenti interpretativi per chiarire epoca e decorrenza degli indici ISTAT da applicare ai canoni demaniali marittimi».

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Fincato accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/43.
Ricordo che l'ordine del giorno Lulli n. 9/3256/44 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Fava n. 9/3256/45 e Goisis n. 9/3256/46, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fava n. 9/3256/45, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 468
Votanti 466
Astenuti 2
Maggioranza 234
Hanno votato
182
Hanno votato
no 284).

Prendo atto che i deputati Balducci e Sanga hanno segnalato che non sono riusciti a votare.Pag. 63
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Goisis n. 9/3256/46, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 466
Votanti 460
Astenuti 6
Maggioranza 231
Hanno votato
179
Hanno votato
no 281).

Chiedo all'onorevole Bodega se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/47, non accettato dal Governo.

LORENZO BODEGA. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LORENZO BODEGA. Signor Presidente, intendo chiedere al Governo di valutare la possibilità di un ripensamento sull'ordine del giorno in esame. Si tratta del tema della sicurezza, molto sentito dai cittadini, in modo particolare nella provincia di Lecco. In quell'area, negli ultimi mesi ormai quotidianamente, si stanno verificando numerose incursioni vandalistiche, e non solo vandalistiche, proprio nel luogo in cui la famiglia si chiude nella sua intimità, nella propria abitazione. A mio parere, ciò è molto grave.
Tra l'altro, debbo anche dire che la popolazione intera è sensibilizzata moltissimo a tale problematica. Sta di fatto che tutte le istituzioni a livello locale, indipendentemente dal colore dell'appartenenza politica, hanno espresso un consenso generale per la realizzazione del commissariato nella zona cosiddetta del Meratese, quindi della Brianza lecchese, che vede oramai incursioni quotidiane dalla metropoli milanese e da altre parti della regione, per non dire dai Paesi dell'est.
Ciò spiace, perché nonostante gli enti locali abbiano posto a disposizione risorse e, addirittura, si siano resi disponibili a mettere a disposizione anche le strutture e gli edifici per ospitare il commissariato della Polizia e per cercare di incrementare il numero dei carabinieri, su un ordine del giorno non strettamente vincolante si riceve una risposta negativa.
Ciò spiace, perché accresce ancora di più il divario, che si percepisce, fra il centro romano e la periferia, in modo particolare il nord della Lombardia.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, se l'onorevole Bodega accetta una riformulazione del dispositivo, il parere potrebbe mutare.
«Impegna il Governo a valutare la possibilità di costituire una sezione distaccata del commissariato di polizia di Lecco, da ubicare nel comune di Merate, al potenziamento della locale stazione dei carabinieri, da tempo sofferente per carenze di organico e mezzi». Se riformulato in questi termini, il Governo accetta l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Bodega accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/47.

PIETRO ARMANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, tenendo presente che l'ordine del giorno è stato accolto.

Pag. 64

PIETRO ARMANI. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Maroni n. 9/3256/48.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Maroni n. 9/3256/48, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 482
Votanti 458
Astenuti 24
Maggioranza 230
Hanno votato
167
Hanno votato
no 291).

Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Alessandri n. 9/3256/49.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Alessandri n. 9/3256/49, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 476
Votanti 470
Astenuti 6
Maggioranza 236
Hanno votato
182
Hanno votato
no 288).

Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione del suo ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/3256/50, non accettato dal Governo.

GIANCARLO GIORGETTI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI. Signor Presidente, intervengo conoscendo perfettamente il valore degli ordini del giorno. Ho voluto presentare questo ordine del giorno per testimoniare una buona causa, quella del diritto allo studio di coloro che accedono, per capacità e merito, ai pensionati universitari. Avrei potuto evitare di farlo posto che, molto probabilmente, nella città di Milano la frequenza nei pensionati universitari non è prevalentemente di studenti, capaci e meritevoli, provenienti dalla regione Lombardia, ma di studenti provenienti da tante parti del Paese, prevalentemente dal Meridione d'Italia.
Capisco che il Governo abbia qualche motivo per non accettare un ordine del giorno di questo tipo. Ritengo, tuttavia, che esso sia conforme ai principi costituzionali e ai principi di equità, di parità di trattamento, e anzi di favore nei confronti degli studenti capaci e meritevoli. Chiedo ai colleghi del mio gruppo, e a tutti coloro che hanno a cuore queste buone ragioni, di votarlo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/3256/50, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 65
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 471
Votanti 463
Astenuti 8
Maggioranza 232
Hanno votato
192
Hanno votato
no 271).

Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione del suo ordine del giorno Cota n. 9/3256/51, accettato dal Governo purchè riformulato.

ROBERTO COTA. Signor Presidente, accetto la riformulazione, in particolare ritengo positivo il fatto che il parere sia favorevole anche con riferimento alle premesse, perché l'ordine del giorno si occupa dell'usura e con esso - anche così come è stato riformulato - si richiede di assumere le iniziative volte a modificare i criteri della normativa vigente in materia di usura.
Noi però non ci riferiamo al problema della modifica dell'articolo 644 del codice penale che individua la fattispecie del reato di usura, ma ci riferiamo in particolare all'usura collegata al problema dei mutui e all'attività delle banche che spesso svolgono un'attività di prestito che è borderline rispetto all'usura e in alcuni casi, dal nostro punto di vista, supera anche questo limite.
Pertanto sia chiaro che l'ordine del giorno è stato presentato con riferimento al problema dei mutui che oggi riguarda tanti e tanti cittadini, e si riferisce sia ai mutui per l'acquisto degli immobili, sia ai mutui che, purtroppo, oggi sempre più famiglie contraggono per ricorrere al cosiddetto credito al consumo. Con riferimento a questa seconda categoria di mutui che investe, secondo l'ultimo rapporto dell'Alto commissario antiracket, ormai sempre più famiglie (si sfiora addirittura il 30 per cento), il tasso medio registrato con riferimento agli interessi è del 16,99 per cento, tra i più alti, anzi probabilmente il più alto d'Europa.
Questa situazione va modificata; il Governo oggi si è preso un impegno e, ovviamente, di ciò siamo soddisfatti.

GIANFRANCO CONTE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Tuttavia, onorevole Gianfranco Conte, tenga presente che l'onorevole Cota ha accolto la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/3256/51 che, quindi, viene accettato.

GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, intervengo soltanto per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno n. 9/3256/51 presentato dall'onorevole Cota, che ha messo in evidenza sia la questione dei tassi usurai, collegati alle carte revolving, sia quella dei tassi sui mutui. Credo sia necessario intervenire anche perché, purtroppo, nel mondo bancario ora vi è anche l'ulteriore usanza di costituire società che appartengono alle banche stesse, le quali riacquistano gli immobili dei consumatori e degli utenti che hanno dei mutui per rimetterli in circolazione guadagnando, quindi, sul tasso e sull'acquisto in caso di asta, nonché ricavando un guadagno ulteriore sull'incasso della successiva vendita. Si tratta di un vero scandalo sul quale ritengo che il Parlamento, prima o poi, dovrà intervenire in maniera concreta.

FRANCESCO BOSI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Tuttavia, onorevole Bosi, nel darle la parola notifico che, poiché l'ordine del giorno Cota n. 9/3256/51 è stato accettato, ovviamente non sono previste le dichiarazioni di voto.

FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, intervengo solo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Cota n. 9/3256/51.

Pag. 66

PRESIDENTE. Prendo atto che gli onorevoli Pedrizzi e Germontani aggiungono la loro firma all'ordine del giorno Cota n. 9/3256/51.
Prendo, altresì, atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Lussana n. 9/3256/52, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Brigandì n. 9/3256/53, non accettato dal Governo.

MATTEO BRIGANDÌ. Sì, signor Presidente, insisto e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, innanzitutto voglio sottolineare che sono fiero di appartenere al movimento cui appartengo, perché il maggior numero di «no» da parte del Governo è stato espresso con riferimento agli ordini del giorno presentati dalla Lega.
A me pareva che quello di far sì che gli stipendi non superassero i 20 mila euro al mese per i funzionari statali, o meglio per taluni di essi, fosse uno ius receptum, tant'è che la questione era già passata. A tal proposito, vale la pena leggere il dispositivo del mio ordine del giorno, nel quale è scritto: «impegna il Governo a monitorare gli effetti della normativa in esame anche al fine di valutare l'opportunità che tutte le retribuzioni nella pubblica amministrazione siano fissate in misura non superiore al trattamento complessivo massimo annuo lordo dei magistrati con funzione di presidente di sezione della Corte di Cassazione ed equiparate», corrispondente in pratica ad un ammontare di poco superiore al nostro stipendio.
Dunque, insisto per la votazione del mio ordine del giorno affinché i singoli parlamentari diano testimonianza del loro dissenso a questo atto d'indirizzo sul quale il Governo si è già espresso negativamente, e in modo tale che, andando sul territorio, potremo riferire alla gente chi è che vuole, o non vuole, gli «iperstipendi». Ricordo a tutti, infatti, che stiamo parlando di stipendi da oltre 20 mila euro al mese! L'unica domanda che mi pongo è se in quest'Aula vi siano ancora dei comunisti e se consideriate normale che nell'attuale situazione a livello dirigenziale vi siano delle retribuzioni (da voi avallate) che superano tali soglie.
Faccio appello, quindi, al Governo affinché quanto meno si riallinei sull'ipotesi che ha già preso in considerazione quando, ad esempio, istituendo nuove authority, ha previsto di calmierare lo stipendio dei presidenti delle stesse con riferimento al livello indicato.
Inoltre, faccio appello soprattutto a coloro che hanno sempre sostenuto di voler dare il potere al popolo: siete sicuri che il popolo voglia che qualcuno di voi guadagni più di queste cifre? Restituiamo questo potere al popolo e, di conseguenza, valutate come orientarvi nella votazione del mio ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Brigandì n. 9/3256/53, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 475
Votanti 457
Astenuti 18
Maggioranza 229
Hanno votato
189
Hanno votato
no 268).

Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Prendo atto che i presentatori dei successivi ordini del giorno Stucchi n. 9/3256/54, Bricolo n. 9/3256/55, Allasia n. 9/3256/56 e Fugatti n. 9/3256/57, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.Pag. 67
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Stucchi n. 9/3256/54, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 472
Votanti 430
Astenuti 42
Maggioranza 216
Hanno votato
149
Hanno votato
no 281).

Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bricolo n. 9/3256/55, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 480
Votanti 455
Astenuti 25
Maggioranza 228
Hanno votato
152
Hanno votato
no 303).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Allasia n. 9/3256/56, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 475
Votanti 457
Astenuti 18
Maggioranza 229
Hanno votato
170
Hanno votato
no 287).

Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fugatti n. 9/3256/57, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 480
Votanti 473
Astenuti 7
Maggioranza 237
Hanno votato
185
Hanno votato
no 288).

Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Filippi n. 9/3256/58, non accettato dal Governo.

ALBERTO FILIPPI. Signor Presidente, vorrei chiedere al Governo di rivedere il giudizio sul mio ordine del giorno. Come ho illustrato precedentemente, l'ordine del giorno in esame consentirebbe sia alle persone fisiche, sia a quelle giuridiche di riuscire a dare un valore più realistico agli immobili che posseggono. In modo particolare il bilancio presentato dalle persone giuridiche avrebbe anche un maggior senso. Di conseguenza, ciò consentirebbe una maggiore facilitazione in ordine all'accesso al credito per le persone giuridiche e le aziende.
A tutto ciò si aggiungerebbe anche un effetto di cassa immediato di cui l'erario potrebbe beneficiare e per ultimo si darebbe slancio al settore immobiliare, il quale - come ben sappiamo - in questo momento non è molto solido e non si trova in una situazione florida. Quindi, un settore immobiliare che riuscisse a prendere un po' più di fiato potrebbe successivamente creare un effetto domino sulPag. 68resto dell'economia che in questo momento purtroppo ristagna, se non addirittura presenta un effetto negativo.
Ritengo, dunque, che sia un ordine del giorno di buonsenso e che persegua la stessa ratio seguita dal Governo per combattere l'evasione, in quanto si assesta su tale linea. Chiedo, quindi, al Governo ed eventualmente ai colleghi di maggioranza di rivedere la loro opinione.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, vorrei capire se ai termini del Regolamento sia possibile intervenire sul proprio ordine del giorno sia in sede di illustrazione, sia in sede di dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Sì, è possibile onorevole.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Filippi n. 9/3256/58, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 482
Votanti 475
Astenuti 7
Maggioranza 238
Hanno votato
191
Hanno votato
no 284).

Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Garavaglia n. 9/3256/59.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Garavaglia n. 9/3256/59, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 481
Votanti 476
Astenuti 5
Maggioranza 239
Hanno votato
186
Hanno votato
no 290).

Prendo atto che l'onorevole Pini accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/60.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Gibelli n. 9/3256/61, non accettato dal Governo.

ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, chiedo al Governo di svolgere una riflessione sul mio ordine del giorno relativo alla vicenda di Malpensa.
Oggi, ci troviamo di fronte a un piano industriale riguardante Alitalia, che ha ormai un epilogo che si colloca nella farsa di una svendita, di cui, comunque, il Governo sta assumendo la responsabilità politica. Peraltro, vi sono ripercussioni sul territorio che mi impongono di chiedere al Governo di osservare che, nell'impegno al Governo, erano previste almeno quattro condizioni che potevano essere assunte come elemento di riflessione.
Al di là delle scelte del Governo in merito alla vicenda di Alitalia, sulla questione di Malpensa vi sono - ripeto - almeno quattro condizioni su cui invito il Governo a riflettere. In base al piano industriale, se venisse applicato quanto ci indica la stampa, vi sarebbero ripercussioni sul sostegno al reddito, sul mantenimento dei livelli occupazionali e sugli enti locali e le imprese nell'area di Malpensa. Pertanto, chiediamo che in futuro si assumano iniziative volte a garantire la continuità degli investimenti infrastrutturali programmati dalla società Sea in ragione degli accordi assunti con Alitalia.
Quindi, chiedo al Governo di rivedere il proprio parere contrario, perché non considera, nemmeno in parte, alcuna dellePag. 69quattro condizioni previste nel dispositivo. Invito il Governo a riflettere su almeno alcune di queste condizioni, perché in provincia di Varese, in Lombardia e in tutta l'area del nord interessata da Malpensa, il risultato e le conseguenze del piano industriale di Alitalia rischierebbero di essere devastanti ancora una volta per il nord, a tutto vantaggio dell'area di Fiumicino. Si parla molto della locomotiva d'Italia, ma, alla fine, è sempre il nord il solo che paga un prezzo e, oggi, ancora una volta, ne abbiamo la conferma con il parere contrario del Governo su questo ordine del giorno.
Rivolgo un ultimo appello al Governo, affinché abbia uno slancio di orgoglio verso un'area produttiva che non merita di essere mortificata ancora una volta per le conseguenze sull'indotto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Armani. Ne ha facoltà.

PIETRO ARMANI. Signor Presidente, intervengo non solo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Gibelli n. 9/3256/61, ma anche per ricordare le responsabilità del Governo di centrosinistra per una serie di decreti sull'organizzazione dei voli in Italia, che hanno sistematicamente danneggiato l'hub di Malpensa.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Airaghi aggiunge la propria firma all'ordine del giorno.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marantelli. Ne ha facoltà.

DANIELE MARANTELLI. Intendo aggiungere la mia firma all'ordine del giorno e chiedo la votazione per parti separate.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Gibelli.

ANDREA GIBELLI. Era una delle possibilità che avevo prospettato a un Governo distratto, ossia di valutare almeno una delle quattro condizioni previste dal dispositivo (o anche più di una), per le ragioni che ho illustrato, che non erano polemiche, ma sostenute anche nell'interesse dei vostri elettori del nord, di cui vi dimenticate spesso e volentieri.

PRESIDENTE. Onorevole Marantelli, poiché lei ha formulato la richiesta di votazione per parti separate, dovrebbe cortesemente specificare quali parti intende che siano votate separatamente.

DANIELE MARANTELLI. Chiedo che il dispositivo e la parte motiva vengano votati separatamente.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo conferma il parere contrario sia sul dispositivo sia sulla parte motiva.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gibelli n. 9/3256/61, non accettato dal Governo, limitatamente alla parte motiva.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 479
Votanti 444
Astenuti 35
Maggioranza 223
Hanno votato
158
Hanno votato
no 286).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gibelli n. 9/3256/61, limitatamente al dispositivo, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 483
Votanti 440
Astenuti 43
Maggioranza 221
Hanno votato
185
Hanno votato
no 255).Pag. 70

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Grimoldi n. 9/3256/62 e Camillo Piazza n. 9/3256/63, accolti dal Governo come raccomandazione.
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Folena n. 9/3256/64.

PIETRO FOLENA. Sì, signor Presidente, accetto la riformulazione e non insisto per la votazione.
Vorrei fare osservare che si tratta di una questione che riguarda 49.500 lavoratori ATA, trasferiti ex lege dagli enti locali alla pubblica amministrazione e che, a causa di una norma contenuta in una legge finanziaria di qualche anno fa e anche di una sciagurata sentenza della Corte costituzionale, costoro percepiscono un trattamento retributivo diverso dagli altri lavoratori ATA, pur svolgendo lo stesso lavoro.
Avremmo voluto un'altra soluzione nella legge finanziaria per il 2008 (avevamo proposto un altro emendamento, come maggioranza, nella Commissione cultura). L'emendamento che è stato accolto e poi ripreso dal maxiemendamento sottoposto alla nostra attenzione rinvia alla prossima contrattazione la risoluzione di tale problema.
Pertanto, non vogliamo che questa norma rimanga lettera morta. Lo ripeto: si tratta di 49.500 lavoratori a cui il Ministero del tesoro oggi sta chiedendo di restituire i soldi, gente che percepisce 900 euro in busta paga e che si trova oggi buste paga con 500 euro; è una situazione disperata, tanto che hanno protestato qualche giorno fa davanti al Parlamento.
Abbiamo bisogno che vengano accantonate le risorse per il prossimo rinnovo contrattuale, in modo tale da coprire la perequazione dei diritti di questi lavoratori.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, ho quattro richieste di intervento, però anche in questo caso ricordo che il presentatore ha accettato la riformulazione proposta dal Governo, quindi non si possono svolgere dichiarazioni di voto sull'ordine del giorno in esame.

ANGELA NAPOLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELA NAPOLI. Signor Presidente, chiedo di aggiungere la mia firma all'ordine del giorno in esame e sottoscrivo tutte le considerazioni svolte dall'onorevole Folena.

ANTONIO SATTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO SATTA. Signor Presidente, condivido pienamente l'intervento dell'onorevole Folena, anche perché ce ne siamo occupati. Vi è l'impegno del Ministro della pubblica istruzione ad affrontare tale tema, quindi anche io chiedo di aggiungere la mia firma all'ordine del giorno in esame.

GABRIELE FRIGATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GABRIELE FRIGATO. Signor Presidente, aggiungo la mia firma all'ordine del giorno in esame, interpretando anche la volontà di qualche collega del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, ricordo anche che, a rigore, occorrerebbe aggiungere prima la firma.

LUCIANO D'ULIZIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, credo che le espressioni qui utilizzate nei confronti della Corte costituzionale vadano nettamente respinte dal Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori): «la sciagurata sentenza della Corte costituzionale». Ciò è assurdo!

Pag. 71

FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Signor Presidente, intervengo solo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno in esame.

ALBA SASSO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALBA SASSO. Signor Presidente, chiedo di aggiungere la mia firma all'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Sta bene.
Ricordo che l'ordine del giorno Pelino n. 9/3256/65 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Misuraca n. 9/3256/66, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Grimaldi n. 9/3256/67, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grimaldi n. 9/3256/67, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 474
Votanti 473
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato
162
Hanno votato
no 311).

Prendo atto che il deputato Caparini non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/68, accolto come raccomandazione dal Governo, e che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Fluvi n. 9/3256/69 e non insistono per la votazione.
Ricordo che l'ordine del giorno Lenzi n. 9/3256/70 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Marchi n. 9/3256/71, accolto come raccomandazione dal Governo.
Ricordo che gli ordini del giorno Tocci n. 9/3256/72, Ghizzoni n. 9/3256/73 e Froner n. 9/3256/74 sono stati accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno De Biasi n. 9/3256/75 e non insistono per la votazione.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal Governo dell'ordine del giorno Chiaromonte n. 9/3256/76.

FULVIO TESSITORE. Signor Presidente, intervengo per sottolineare la rilevanza di questo ordine del giorno che avrebbe voluto invitare il Governo ad una visione sistematica su una materia importante come è quella dell'autonomia di gestione. Nel caso specifico, non si capisce perché non sia stato riconosciuto anche agli enti di ricerca un rapporto con la Consip, riconosciuto finalmente all'università, dato che si tratta di enti che godono ugualmente di autonomia di gestione.
Approfitto dell'occasione per manifestare la mia sorpresa per la dichiarazione di inammissibilità del successivo ordine del giorno n. 9/3256/77, a mia firma, relativo alla soppressione dell'Unione accademica nazionale. Si tratta di un'autorevole istituzione scientifica che consorzia le undici accademie nazionali del Paese ad iniziare dall'Accademia dei Lincei e che svolge un'intensa attività scientifica, costando allo Stato niente meno che 100 mila euro l'anno. Le accademie consorziate, infatti, sostengono questa attività,Pag. 72che rappresenta il sistema accademico nazionale nell'Union Academique Internationale.
Mi auguro, come per l'ordine del giorno Chiaromonte n. 9/3256/76, che anche per l'ordine del giorno Tessitore n. 9/3256/77 il Governo voglia tornare sulla propria decisione. Lo dico anche alla luce del parere favorevole che era stato espresso sulla materia dal presidente della Commissione bilancio, onorevole Duilio, e dal relatore, onorevole Ventura, e anche - se mi è consentito dirlo - per cercare di dissipare qualche dubbio - purtroppo, non infondato - sulla politica culturale di questo Governo. Lo dico con molto rammarico e spero che le riserve che sto formulando sulla qualità di questa politica culturale possano essere smentite.

PRESIDENTE. Onorevole Tessitore, l'ordine del giorno n. 9/3256/77, di cui lei è primo firmatario, si poneva in contrasto con il testo e come tale non poteva che essere dichiarato inammissibile.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Chiaromonte n. 9/3256/76, mi pare che lei comunque non abbia accettato l'invito al ritiro.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, se l'onorevole Chiaromonte è d'accordo, il Governo accoglie come raccomandazione il suo ordine del giorno n. 9/3256/76.

PRESIDENTE. Prendo atto, quindi, che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Chiaromonte 9/3256/76, accolto dal Governo come raccomandazione.

GERARDO BIANCO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GERARDO BIANCO. Signor Presidente, intervengo solo per sottolineare che le considerazioni svolte dall'onorevole Tessitore sono sacrosante.
Rimane peraltro incomprensibile questo atteggiamento del Governo di contrarietà a un provvedimento e sarebbe opportuno che l'ordine del giorno venisse completamente accettato. Confermo, dunque, il mio sostegno a questo ordine del giorno e lo sottoscrivo.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Rusconi n. 9/3256/78 e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Filippeschi n. 9/3256/80, accolto dal Governo come raccomandazione.
Ricordo che l'ordine del giorno Benzoni n. 9/3256/81 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Colasio n. 9/3256/82 e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Motta n. 9/3256/83, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Angelo Piazza n. 9/3256/84 e non insistono per la votazione.
Ricordo che l'ordine del giorno Burtone n. 9/3256/85 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Dussin n. 9/3256/86, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Dozzo n. 9/3256/87 e non insistono per la votazione.
Ricordo che l'ordine del giorno Maderloni n. 9/3256/88 è stato accettato dal Governo.Pag. 73
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Tucci n. 9/3256/89, accolto dal Governo come raccomandazione.
Ricordo che gli ordini del giorno Lucchese n. 9/3256/90, Formisano n. 9/3256/91 e Ciocchetti n. 9/3256/92 sono stati accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Drago n. 9/3256/93, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Drago n. 9/3256/93, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 472
Votanti 469
Astenuti 3
Maggioranza 235
Hanno votato
155
Hanno votato
no 314).

Prendo atto che la deputata Dato ha segnalato che non è riuscita a votare.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Martinello n. 9/3256/94, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Martinello n. 9/3256/94 non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 475
Votanti 471
Astenuti 4
Maggioranza 236
Hanno votato
177
Hanno votato
no 294).

Ricordo che l'ordine del giorno Romano n. 9/3256/95 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Mereu n. 9/3256/96 e non insistono per la votazione.
Ricordo che l'ordine del giorno Ruvolo n. 9/3256/97 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Peretti n. 9/3256/98 e non insistono per la votazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Galletti n. 9/3256/99, non accettato dal Governo.

GIAN LUCA GALLETTI. Si, signor Presidente, insito per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, dobbiamo decidere se intendiamo realizzare la politica per le famiglie oppure se ne vogliamo solo discutere ai convegni. Nel disegno di legge finanziaria abbiamo introdotto una norma - sulla quale siamo stati tutti d'accordo - volta a detrarre l'ICI sulla prima casa (i famosi 200 euro, attraverso l'1,33 per cento sulla base imponibile).
Sia chiaro a tutti che, così facendo, noi discriminiamo le famiglie con figli rispetto a tutte le altre, in altre parole non le aiutiamo. Nel momento in cui decidiamo di adottare una politica fiscale, tutti dichiariamo che dobbiamo tenere in considerazione il numero dei figli delle famiglie. Allora, mi chiedo: ci sarà differenza tra una famiglia che vive in cinque in un appartamento di 100 mq e una persona che vi abita da sola?
L'ordine del giorno in esame impegna il Governo a tenere in considerazione due parametri: anzitutto una metratura minima poiché si stabilisce che, qualora la metratura della casa, rispetto al numero dei componenti, scenda sotto i venti metri quadrati, si può prevedere una riduzione oPag. 74l'esclusione dall'ICI. La ragione è che quella famiglia è in difficoltà perché vive in piccolo appartamento.
Inoltre, nell'ordine del giorno si prevede un'esenzione triennale per le giovani coppie che acquistano la casa. Quindi, se intendiamo incentivare la nascita di nuove famiglie, in qualche modo le dobbiamo avvantaggiare. Queste due misure relative all'ICI costano poco, sono di facile applicazione e andrebbero nel senso della politica che tutti diciamo di voler realizzare, ma che poi si fa molta fatica a portare avanti.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, premesso che la parte dell'ordine del giorno che riguarda l'ICI non si può accogliere in questi termini, perché non esiste nella contabilità attuale un modo per accoglierla, si potrebbe - se l'onorevole Galletti è d'accordo - accettare il primo e il terzo capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno in esame e non accettare le premesse e il secondo capoverso del dispositivo.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Galletti accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/3256/99 e non insiste per la votazione. Prendo atto, altresì, che gli onorevoli Di Virgilio, Gardini, Bocciardo, Ceccacci Rubino e D'Ippolito Vitale aggiungono la propria firma all'ordine del giorno Galletti n. 9/3256/99.
Prendo atto che l'onorevole Tassone non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/100 accettato dal Governo limitatamente al dispositivo. Prendo atto, altresì, che l'onorevole D'Ippolito Vitale aggiunge la propria firma all'ordine del giorno Tassone n. 9/3256/100.
Prendo atto che l'onorevole Barbieri non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/101, accolto dal Governo come raccomandazione.
Ricordo che l'ordine del giorno Greco n. 9/3256/102 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che l'onorevole Volontè insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/103, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Volontè n. 9/3256/103, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 471
Votanti 462
Astenuti 9
Maggioranza 232
Hanno votato
173
Hanno votato
no 289).

Ricordo che l'ordine del giorno Marcazzan n. 9/3256/104 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Adolfo n. 9/3256/105, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Adolfo n. 9/3256/105, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 472
Votanti 468
Astenuti 4
Maggioranza 235
Hanno votato
181
Hanno votato
no 287).Pag. 75

Ricordo che l'ordine del giorno Forlani n. 9/3256/106 è stato accettato dal Governo.

RENATO GALEAZZI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO GALEAZZI. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Forlani n. 9/3256/106.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Oppi n. 9/3256/107, non accettato dal Governo.

LUIGI COGODI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUIGI COGODI. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Oppi n. 9/3256/107.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Oppi n. 9/3256/107, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 471
Votanti 468
Astenuti 3
Maggioranza 235
Hanno votato
162
Hanno votato
no 306).

Prendo atto che l'onorevole Ronconi non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/108, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pisacane n. 9/3256/109, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pisacane n. 9/3256/109, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 474
Votanti 470
Astenuti 4
Maggioranza 236
Hanno votato
178
Hanno votato
no 292).

Ricordo che l'ordine del giorno D'Alia n. 9/3256/110 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zinzi n. 9/3256/111, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dei rispettivi ordini del giorno Compagnon n. 9/3256/112 e Ciro Alfano n. 9/3256/113 e non insistono per la votazione.
Chiedo all'onorevole D'Agrò se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/114, non accettato dal Governo.

LUIGI D'AGRÒ. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, posso comprendere che il Governo esprima parere contrario, magari male interpretando la circolare n. 44 del 1 agosto 2002, adottata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali del Governo Berlusconi. Essa confermava l'inapplicabilitàPag. 76del divieto di intermediazione di manodopera per le strutture che riguardavano le case di cura e le residenze sanitarie per gli anziani.
Tuttavia, non comprendo perché ci si ostini ad eliminare un conflitto che esiste in alcune aree del Paese, tra queste realtà e l'INPS, soprattutto in funzione del fatto che è impossibile reperire dipendenti che esercitino funzioni che, in qualche misura, favoriscano il pieno servizio di tali case di riposo e, soprattutto, rette conseguenti per le famiglie.
Io chiedo che, se non si vuole accogliere il mio ordine del giorno n. 9/3256/114, si guardi da vicino il problema, che non è sollevato per uno sfizio, ma è una reale necessità della periferia, di quel mondo che, in qualche misura, ogni giorno, rende un servizio alla persona.
Da questo punto di vista e sotto questo profilo, voi fate in modo che le rette - così come formulate il «no», il divieto all'applicazione di questo ordine del giorno e a un preciso dettame che il Governo ha emanato, a suo tempo, come regolamento interpretativo di una legge del 1960 - vadano a pesare nelle rette mensili delle famiglie che hanno anziani nelle case di ricovero.

PRESIDENTE. Prendo atto che gli onorevoli Di Virgilio, Morrone, Capitanio Santolini, Fasolino, Berruti e Luciano Rossi intendono sottoscrivere l'ordine del giorno D'Agrò n. 9/3256/114.
Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Agrò n. 9/3256/114, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 471
Votanti 466
Astenuti 5
Maggioranza 234
Hanno votato
178
Hanno votato
no 288).

Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dell'ordine del giorno Capitanio Santolini n. 9/3256/115, accolto come raccomandazione dal Governo, e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Ceccuzzi n. 9/3256/116 e non insistono per la votazione.
Ricordo che gli ordini del giorno Ottone n. 9/3256/117 e Montani n. 9/3256/119 sono stati accettati dal Governo.
Prendo atto che l'onorevole Leddi Maiola accede all'invito al ritiro proposto dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/3256/120.
Ricordo che l'ordine del giorno Servodio n. 9/3256/121 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Albonetti n. 9/3256/122, accolto come raccomandazione dal Governo.
Ricordo che l'ordine del giorno Poretti n. 9/3256/123 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Velo n. 9/3256/124 e non insistono per la votazione.
Prendo atto che l'onorevole Mondello insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/125, non accettato dal Governo.
Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3256/125, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 477
Votanti 474
Astenuti 3
Maggioranza 238
Hanno votato
180
Hanno votato
no 294).Pag. 77

Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Licastro Scardino n. 9/3256/126, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Licastro Scardino n. 9/3256/126, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 476
Votanti 475
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato
184
Hanno votato
no 291).

Ricordo che gli ordini del giorno Carra n. 9/3256/127 e Duilio n. 9/3256/128 sono stati accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Andrea Orlando n. 9/3256/129 e non insistono per la votazione.
Ricordo che l'ordine del giorno Sereni n. 9/3256/130 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Lusetti n. 9/3256/131 e Margiotta n. 9/3256/132, accolti come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Grassi n. 9/3256/133, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Ricordo che l'ordine del giorno Sasso n. 9/3256/134 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dei rispettivi ordini del giorno Aurisicchio n. 9/3256/136 e Nicchi n. 9/3256/137, e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Leoni n. 9/3256/138, accolto come raccomandazione dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno D'Antona n. 9/3256/139 e non insistono per la votazione.
Ricordo che l'ordine del giorno Di Salvo n. 9/3256/140 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rotondo n. 9/3256/141, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Ricordo che l'ordine del giorno Buffo n. 9/3256/142 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cialente n. 9/3256/144, accolto come raccomandazione dal Governo.
Ricordo che gli ordini del giorno Bandoli n. 9/3256/145, Zanotti n. 9/3256/146, Pettinari n. 9/3256/147 e Fumagalli n. 9/3256/148 sono stati accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Crisci n. 9/3256/150, e non insistono per la votazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Burgio n. 9/3256/151, accolto come raccomandazione dal Governo.

ALBERTO BURGIO. Signor Presidente, vorrei conoscere dal Governo le motivazioni per le quali il mio ordine del giorno n. 9/3256/151, viene accolto solo come raccomandazione.
A tale riguardo, vorrei far presente al Governo e all'Assemblea la situazione dell'INAIL che è davvero incredibile. Noi stiamo discutendo il disegno di legge finanziaria, quindi, il tema della copertura finanziaria è cruciale. Proprio questa è la condizione incredibile di fronte alla quale ci troviamo! Vorrei far presente all'Assemblea, che magari non ha questi dati sott'occhio, che il bilancio dell'INAIL registraPag. 78un avanzo di 2 miliardi di euro all'anno e che per il 2008 è previsto un avanzo patrimoniale di 2 miliardi e 800 milioni di euro; inoltre, l'ente dispone di un tesoro di 13 miliardi. A fronte di tali cifre, noi registriamo una diminuzione dei premi erogati dall'INAIL, di circa 250, 300 milioni di euro all'anno.
Concludo, citando un'osservazione del presidente dell'istituto Giovannelli, il quale sostiene che, per neutralizzare gli effetti negativi della riforma del 2000, basterebbero 160 milioni l'anno.
Ora, si tenga presente che tra questi effetti negativi della riforma, vi è il fatto che i premi e le prestazioni liquidati dall'istituto sono talmente diminuiti, che oggi se ad un lavoratore vengono amputate due falangi del dito di una mano, costui non riceve alcuna prestazione dall'INAIL.
Quindi, ci troviamo in questa condizione: a fronte di tassi di incidentalità nel Paese che continuano a crescere (vi sono circa un milione, un milione e 200 mila infortuni all'anno), vi è un Istituto nazionale per l'assistenza ai lavoratori infortunati che scoppia di salute finanziaria, e il Governo non accetta questo ordine del giorno che ha grande valenza. Chiedo, pertanto, al Governo di fornire una motivazione o meglio ancora, di rivedere il proprio parere.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, onorevole Burgio, il problema riguarda essenzialmente la contabilità pubblica. Stiamo discutendo il disegno di legge finanziaria! Poiché lei sa che l'avanzo di cassa dell'INAIL fa parte integrante della tesoreria e, quindi, del bilancio di cassa, non possiamo accettare un ordine del giorno che impegni a modificare quello che stiamo approvando.
Questa è la ragione fondamentale: se non vi fosse questo effetto di bilancio, gli impegni, in quanto tali, potrebbero essere accolti. Così, invece, rischiamo di fare qualcosa di contraddittorio. Pertanto, al limite, potremmo riformulare il dispositivo dell'ordine del giorno in discussione inserendo le parole: «impegna il Governo a valutare la possibilità di». Il Governo potrebbe accettare l'ordine del giorno se riformulato in tal modo, prevedendo tale impegno.

PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Burgio accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/3256/151 e non insiste per la votazione.
Prendo atto, altresì, che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Widmann n. 9/3256/152 e Bezzi n. 9/3256/153, accolti come raccomandazione dal Governo.
Ricordo che l'ordine del giorno Siniscalchi n. 9/3256/154 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rocchi n. 9/3256/155.
Ricordo che l'ordine del giorno Mungo n. 9/3256/156 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bellanova n. 9/3256/157, accolto come raccomandazione dal Governo.
Ricordo che gli ordini del giorno Vico n. 9/3256/158 e Ferrara n. 9/3256/159 sono stati accettati dal Governo.
Chiedo al presentatore dell'ordine del giorno Guadagno detto Vladimir Luxuria n. 9/3256/160 se insista per la votazione del suo ordine del giorno, accolto come raccomandazione dal Governo.

WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Si, signor Presidente insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Signor Presidente, non accetto che il mio ordine del giorno venga accolto solo come raccomandazione in quanto esso pone il problema dello sbarramento anagrafico per l'acquisizione del diritto alle maggiorazioni sociali (ossia adPag. 79una pensione in favore degli invalidi civili totali o sordomuti o ciechi civili assoluti), che riguardano solo i soggetti con un'età pari o superiore a sessant'anni. Si tratta di una pensione di 580 euro mensili che viene erogata solo se si ha un'età pari o superiore a 60 anni, stabilita dalla legge finanziaria del 2002: si tratta di persone che anche a venti, trenta, quaranta o cinquant'anni, per la gravità del loro handicap, non possono lavorare.
Non accetto che il mio ordine del giorno sia accolto come raccomandazione ricordando, però, altre raccomandazioni, ossia tutte le direttive della Comunità europea, recepite dall'Italia, sulla protezione delle persone portatrici di un particolare handicap (tra le quali la n. 2000/78/CE contro le discriminazioni sull'handicap dirette o indirette) e che la Comunità europea ha aperto una procedura di infrazione contro l'Italia per la mancata e completa trasposizione della direttiva nel suddetto decreto 9 luglio 2003, n. 216.
L'Europa ci raccomanda di cambiare rotta e credo che nelle discriminazioni, dirette e indirette, vadano comprese le barriere architettoniche, le barriere mentali, ma anche le barriere economiche, ovvero quella di poter ottenere, solo a sessant'anni, una pensione in realtà già così esigua.
Chiedo, pertanto, che il mio ordine del giorno venga posto in votazione.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Onorevole Guadagno, ritengo di modificare il parere sul suo ordine del giorno accettandolo, a condizione che venga riformulato con l'aggiunta, dopo le parole «impegna il Governo», delle parole «a valutare la possibilità di adottare».

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Guadagno accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/160 proposta dal Governo, e non insiste per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Piro n. 9/3256/161 accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pizzolante n. 9/3256/162, accolto come raccomandazione dal Governo.
Ricordo che l'ordine del giorno Frias n. 9/3256/163 è stato accettato dal Governo.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Acerbo n. 9/3256/164 formulato dal Governo.

MAURIZIO ACERBO. Signor Presidente, non riesco a comprendere le ragioni dell'invito al ritiro del mio ordine del giorno n. 9/3256/164, che chiede al Governo di valutare l'opportunità di eliminare l'ICI per le case popolari e per gli ex IACP comunque oggi denominati.
Se avete letto la recente inchiesta del settimanale L'espresso saprete che in tutta Italia le aziende territoriali per l'edilizia residenziale pubblica totalizzano 200 milioni di euro di disavanzo: ebbene, metà di questo disavanzo deriva dal pagamento dell'ICI!
È incomprensibile che quasi la metà di ciò che tali aziende introitano come canone da parte degli inquilini debba finire nel pagamento di un'imposta come l'ICI rispetto alla quale il nostro ordinamento ed i provvedimenti che si sono susseguiti esentano numerosi soggetti che in molti casi non svolgono, tra l'altro, funzioni sociali e pubbliche.
Voglio ricordare che nel nostro Paese esiste una grande sofferenza ed una situazione di degrado proprio nei quartieri di edilizia residenziale pubblica, e non riesco pertanto a capire come si possa avere un atteggiamento riformista, o quanto meno di buon senso, se non si riesce a risolvere neanche questa incongruenza del nostro attuale ordinamento.
Invito il Governo a rivedere il giudizio rispetto a un ordine del giorno che, traPag. 80l'altro, è contenuto nella risoluzione con cui l'VIII Commissione della Camera si è espressa nei mesi scorsi in relazione alle politiche abitative, risoluzione approvata da tutti i gruppi parlamentari all'unanimità in Commissione.
Si tratta - ripeto - di una misura che consentirebbe alle aziende dell'edilizia residenziale pubblica di avere delle risorse per rendere più vivibile un patrimonio edilizio spesso fatiscente.
Un'ultima considerazione: ricordo che nel 2007 in Italia ci sono ancora famiglie - visto che teniamo tanto alla famiglia - che dentro questo tipo di abitazioni non hanno diritto neanche all'acqua calda d'inverno.
Mi attenderei dal Governo, quindi, una sensibilità diversa al riguardo e chiedo che il mio ordine del giorno sia posto in votazione (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Provera ha chiesto di apporre la propria firma all'ordine del giorno Acerbo n. 9/3256/164.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, su questo argomento vi è un emendamento, se non ricordo male del relatore, onorevole Mungo, che affronta la questione, e che è stato anche quantificato.
La ragione della difficoltà, come ho detto prima, sta nel fatto che, approvando la legge di bilancio, l'impegno di nuove spese presenta degli elementi che sono sempre difficili da accogliere. Però, se l'onorevole Acerbo accetta, giacché l'argomento è all'ordine del giorno del Parlamento, proporrei di accogliere il suo ordine del giorno come raccomandazione.

PRESIDENTE. Prendo atto che gli onorevoli Pedrini e Iacomino hanno chiesto di apporre la propria firma all'ordine del giorno Acerbo n. 9/3256/164.
Prendo atto che l'onorevole Acerbo insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/164.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Acerbo n. 9/3256/164, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni - Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

(Presenti 462
Votanti 447
Astenuti 15
Maggioranza 224
Hanno votato
229
Hanno votato
no 218).

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mario Ricci n. 9/3256/165, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che l'onorevole Smeriglio accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/3256/166, e non insiste per la votazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Cirino Pomicino n. 9/3256/167, accolto come raccomandazione dal Governo.

LUCIO BARANI. Signor Presidente, vorrei invitare il Governo a rivedere la propria posizione; non riesco, infatti, a capire perché debba accogliere quest'ordine del giorno solo come raccomandazione.
In esso si spiega che l'abrogazione del comma 6 dell'articolo 52 del decreto legislativo n. 446 del 1997 impedisce la riscossione dei tributi di tutti gli enti locali, comuni e province d'Italia, e per riscuotere i tributi questi enti devono avvalersi dell'ordinario diritto civile, con conseguenti effetti negativi, anche di carattere patrimoniale.
Ho partecipato ad una riunione dell'ANCI e dell'UPI (l'Unione delle provincePag. 81italiane) e non ripeto quello che hanno detto sull'abrogazione di questo comma.
Mettete in ginocchio le province e i comuni italiani! Non riesco a capire perché il Governo debba accogliere quest'ordine del giorno solo come raccomandazione. È stato commesso un errore, accettate l'ordine del giorno e cercate di riparare, perché, altrimenti, nella finanziaria verrebbero a mancare le coperture per le minori entrate dei comuni e delle province che non riscuotono più nessun tipo di tassa (per riscuoterle, devono andare dal giudice civile).
È per questo che invito il Governo a rivedere la propria posizione, che non comprendo, passando dall'accoglimento come raccomandazione a un parere favorevole. Mi sembra ovvio: vi è stato chiesto dall'ANCI e dall'UPI, quindi da tutti i comuni e da tutte le province italiane.

PRESIDENTE. Onorevole Barani, dovrebbe specificare se accoglie la raccomandazione o se insiste per la votazione in mancanza di un diverso parere del Governo.

LUCIO BARANI. Signor Presidente, insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cirino Pomicino n. 9/3256/167.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cirino Pomicino n. 9/3256/167, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 476
Votanti 469
Astenuti 7
Maggioranza 235
Hanno votato
165
Hanno votato
no 304).

Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Deiana n. 9/3256/168, formulato dal Governo.

ELETTRA DEIANA. No, signor Presidente, mantengo l'ordine del giorno e, insistendo per la votazione, chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELETTRA DEIANA. Colgo l'occasione per sottoporre per l'ennesima volta al Governo una questione da una parte annosa e, dall'altra, di grandissimo rilievo politico.
Siamo di fronte a una ingente destinazione di risorse pubbliche al finanziamento di un sistema di armamento - il velivolo F-35 - secondo un programma che, come tanti altri, non trova alcun luogo di decisione trasparente, di decisione ex ante e sfugge a qualsiasi tentativo da parte del Parlamento e della Commissione competente di acquisire ragguagli adeguati. Si tratta di un armamento e di un programma sotto il controllo di un'industria americana, in contraddizione patente con tutte le «chiacchiere» che vengono fatte da più parti sulla necessità di assicurare un'industria aeronautica europea. È un sistema che non porterà alcun beneficio all'industria italiana, al know how, all'occupazione. È un programma che si aggiunge in maniera confusa al programma di costruzione degli Eurofighter già in avanzato stato di realizzazione, e rispetto al quale si determinano delle contraddizioni molto rilevanti con l'aggravante, sostanzialmente, di avere una duplicazione della funzionalità dei due aerei, con la conseguenza di una crescita a dismisura del parco aerei dell'Aeronautica militare. Il tutto - ed è quanto a me sta più a cuore - all'interno di una concezione dell'uso dell'Aeronautica militare come mezzo potente di tipo proiettivo: non si comprende a quale tipo di modello di difesa del Paese tale evoluzione corrisponda.Pag. 82Si è peraltro manifestato il malcontento di molta parte della popolazione di Cameri, luogo nel quale esiste l'aeroporto militare dove dovrebbe avvenire la fase di assemblaggio, unica ricaduta per l'Italia della costruzione di questo aereo.
L'ordine del giorno in esame dà voce a tutte queste problematiche, chiedendo una moratoria affinché nelle sedi competenti possa svolgersi una discussione seria e affinché finalmente possa essere reso chiaro quanto il sottosegretario Forcieri ha ostinatamente taciuto, nonostante le reiterate richieste, relativamente ai vantaggi in termini di know how che deriverebbero all'industria italiana da questo programma.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 16,15)

ELETTRA DEIANA. Insisto, quindi, per la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Deiana n. 9/3256/168, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 472
Votanti 467
Astenuti 5
Maggioranza 234
Hanno votato
81
Hanno votato
no 386).

Prendo atto che i deputati D'Elia e Porfidia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Ricordo che l'ordine del giorno Duranti n. 9/3256/170 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Papini n. 9/3256/171.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Falomi n. 9/3256/172.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ciccioli n. 9/3256/173, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno tizio n. 9/3256/173, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 464
Votanti 458
Astenuti 6
Maggioranza 230
Hanno votato
149
Hanno votato
no 309).

Prendo atto che il deputato D'Elia ha segnalato che è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che l'onorevole Musi non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/174, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Naccarato n. 9/3256/175.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ossorio n. 9/3256/176, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Tolotti n. 9/3256/177, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Stramaccioni n. 9/3256/178.Pag. 83
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei successivi ordini del giorno Nannicini n. 9/3256/179 e Ferrari n. 9/3256/180, accolti come raccomandazione dal Governo.
Ricordo che l'ordine del giorno Testa n. 9/3256/181 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che l'onorevole Cogodi accede all'invito al ritiro del suo ordine del giorno n. 9/3256/182 formulato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei successivi ordini del giorno Viola n. 9/3256/183 e Cinzia Maria Fontana n. 9/3256/184, accolti come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che gli onorevoli Lovelli e D'Ulizia accettano le riformulazioni proposte dei rispettivi ordini del giorno n. 9/3256/185 e n. 9/3256/186 e non insistono per la votazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Locatelli n. 9/3256/187, accolto come raccomandazione dal Governo.

EZIO LOCATELLI. No, signor Presidente, non insisto. Desidero però fare una puntualizzazione. Dal momento che si accetterebbe la raccomandazione e non l'impegno, mi pare importante rimarcare la necessità che si presti reale attenzione alla proposta e alle istanze contenute nell'ordine del giorno. Esso propone infatti un ampliamento degli impegni relativi al trasporto ferroviario metropolitano, con particolare considerazione per le aree contrassegnate da una forte conurbazione e da un forte congestionamento del traffico.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI (ore 16,20)

EZIO LOCATELLI. Nello specifico, la proposta è quella di un intervento sul sistema urbano di Bergamo, uno di quelli in maggiore sofferenza per quanto riguarda la rete e il servizio di trasporto esistenti; di qui la difficoltà di attuare un significativo trasferimento modale dal mezzo privato al mezzo pubblico. In proposito rimarco soltanto che è da venti anni che si parla di servizio ferroviario metropolitano nell'area di Bergamo, in gran parte inutilmente (tranne pochissime eccezioni: mi riferisco alla realizzazione in corso della metrotranvia della Val Seriana). Non insisto dunque per la votazione del mio ordine del giorno, accolto come raccomandazione, ma il mio auspicio è che questa raccomandazione sia colta in tutta la sua valenza politica.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che l'onorevole Tremaglia ha chiesto di apporre la sua firma all'ordine del giorno Locatelli n. 9/3256/187.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno De Cristofaro n. 9/3256/188.
Ricordo che l'ordine del giorno Cardano n. 9/3256/189 è stato accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Brugger n. 9/3256/190, accolto come raccomandazione dal Governo.

KARL ZELLER. Signor Presidente, non insisto per la votazione ma, invero, mi sembra che l'ordine del giorno sia stato accettato dal Governo.

PRESIDENTE. Ne prendo atto, onorevole Zeller; ha ragione, l'ordine del giorno Brugger n. 9/3256/190 è stato accettato dal Governo.
Ricordo che anche l'ordine del giorno Khalil detto Alì Raschid n. 9/3256/191 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mazzocchi n. 9/3256/192, accolto come raccomandazione dal Governo.
Ricordo che l'ordine del giorno Spini n. 9/3256/193 è stato accettato dal Governo.
Constato l'assenza dei presentatori dell'ordine del giorno Grillini n. 9/3256/194: s'intende che non insistano per la votazione.Pag. 84
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Pisicchio n. 9/3256/197, accolto come raccomandazione dal Governo.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, inviterei il Governo a rivedere la scelta fatta. Quello evidenziato nell'ordine del giorno presentato è infatti un problema assai importante. Con questo disegno di legge finanziaria, si bloccano tutti gli arbitrati; se però non si provvede rapidamente a sostituire l'arbitrato tradizionale con sezioni specializzate all'interno della magistratura, come si propone di fare nell'atto di indirizzo in esame, credo che ci si troverà in una fase terribile, poiché non si avrà a disposizione alcuno strumento, e saranno dunque bloccati molti vantaggi per i lavoratori, per le imprese e anche per l'erario.
Quindi, credo che il Governo potrebbe anche modificare il parere accettando, anziché la raccomandazione, l'impegno a valutare l'opportunità di istituire rapidamente, in un tempo determinato e breve, tali sezioni specializzate della magistratura; altrimenti, si avrebbe un periodo di impasse dopo il quale bisognerà poi intervenire nuovamente con un provvedimento legislativo. Tuttavia, se il Governo non ritiene opportuna tale soluzione, accettiamo che l'atto sia accolto come raccomandazione, ma credo sia opportuno riflettere prima di confermare il parere reso nei termini di accettare la sola raccomandazione. Pertanto, impegnerei il Governo a compiere una più profonda riflessione in merito a questo punto. Perciò, chiedo al sottosegretario di rivedere il parere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.

GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, colleghi, intervengo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno n. 9/3256/197 del presidente Pisicchio ed altri. In realtà, quando si decide di abolire i collegi arbitrali bisogna spiegarne il perché: non si ha fiducia nei magistrati componenti i collegi arbitrali e negli altri membri? I magistrati servono soltanto quando sono utili per alcune ragioni e devono invece essere visti in modo deteriore quando fanno parte di collegi arbitrali? La decisione di delegare ai tribunali ordinari la complessa vicenda di dover istituire sezioni specializzate significa in questo momento bloccare tutti gli appalti, soprattutto quelli pubblici. Dobbiamo allora capire per quale ragione il Governo si muova in tale modo, ma vorremmo capirlo e sentirlo dal Ministro Padoa Schioppa che non è presente in Aula in questo momento (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-L'Ulivo)! C'è il Presidente del Consiglio, ma non c'è il Ministro competente: questo disegno di legge approvato dal Senato della Repubblica è stato presentato dal Ministro dell'economia e delle finanze Padoa Schioppa. Ma lui, dov'è? Dov'è? Diteci dov'è (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-L'Ulivo)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO ENZO LUPI. Signor Presidente, oltre che per apporre la mia firma, intervengo per dire che, al di là dei toni usati dal collega, il contenuto del suo intervento è esattamente condiviso. Ne abbiamo più volte parlato anche in Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici, pertanto il tema affrontato dall'ordine del giorno n. 9/3256/197 del collega Pisicchio ed altri è importantissimo, e sarebbe, da parte di tutti, un atto da irresponsabili non procedere nella direzione auspicata dall'ordine del giorno. Invito anch'io il Governo - o comunque, a questo punto, il Parlamento - a stabilire tale indirizzo, altrimenti ci troveremo nella paralisi assoluta: è un convincimento non solo della maggioranza ma anche dell'opposizione e di tutta la Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici all'unanimità.

Pag. 85

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Berruti. Ne ha facoltà.

MASSIMO MARIA BERRUTI. Signor Presidente, colleghi del Governo, mi trovo assolutamente in linea con quanto affermato precedentemente. La riforma dell'ordinamento giudiziario ha portato il Governo a quel tipo di decisione per le lungaggini che caratterizzano in Italia il processo civile e i procedimenti civili ormai ventennali. Insieme a quanto hanno detto i colleghi in precedenza, credo che eliminare, annullare e far sparire dalla circolazione i collegi arbitrali significhi dare ancora più peso e lavoro ai magistrati che si lamentano di essere pochi e di avere un eccessivo carico di lavoro. Ritengo che su questo aspetto il Governo dovrebbe svolgere una riflessione per accogliere l'ordine del giorno in esame non soltanto come raccomandazione, ma assolutamente in termini diversi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, il problema posto dall'ordine del giorno Pisicchio n. 9/3256/197 e dai colleghi è di grande serietà. Spesso si guarda alla questione degli arbitrati solo dal punto di vista dell'etica, dei guadagni e dei soggetti arbitri che vi partecipano, mentre essa evoca un problema diverso, quello della giustizia, e in particolare il problema del soggetto cui affidare, dopo questa abrogazione ex abrupto, le controversie in materia di appalti, affidamenti di servizi e forniture conclusi da tutte le amministrazioni, dallo Stato all'ultimo comune d'Italia.
Stiamo parlando di una materia vastissima. L'idea che, come è disposto nel disegno di legge finanziaria, sia il giudice ordinario ad essere competente in questo tipo di cause concernenti le riserve sugli appalti, le difficoltà nelle gare e lo svolgimento dei rapporti contrattuali, è un'idea che da un lato danneggia ulteriormente la credibilità della giustizia italiana, incapace di assolvere un tale compito, e, dall'altro, nuoce alla possibilità di stipulare contratti tutelati da garanzie giudiziarie in Italia. Ricordo - ma tutti lo sappiamo - che a tali gare partecipano i soggetti europei poiché si tratta di gare europee, che riguardano il mercato europeo (quantomeno delle ditte e dei soggetti che vi partecipano). Senza un organo di giustizia provvisto di qualche efficienza nessuno stipulerà contratti e parteciperà a gare in Italia. Sottolineo il termine «gare» ricordando che si tratta di un regime di concorrenza.
L'ordine del giorno in esame, che impegna il Governo a «monitorare», è fin troppo blando. Avevo proposto anche un emendamento che cercasse o riflettesse soluzioni diverse che facessero riferimento non solo all'istituzione di sezioni specializzate presso i tribunali ordinari - in ipotesi, competenti in unico grado, senza appello; si sarebbe, infatti, potuto stabilire un unico grado di giudizio delle sezioni specializzate della Corte d'appello, come già avviene per alcuni riti speciali - ma anche alla possibilità di radicare sulla materia la competenza del giudice amministrativo, che ha imparato a conoscere anche le questioni in materia di risarcimento dei danni derivanti dalla lesione di diritti soggettivi e non solo di interessi legittimi e che ora possiede poteri istruttori più ampi, dopo l'adozione della legge n. 205 del 2000.
Pertanto, se così si ritiene, manteniamo pure l'abolizione degli arbitrati per tutte le materie e controversie in tali settori, ma perlomeno troviamo un giudice credibile per queste cause e controversie perché, altrimenti, non avranno credibilità neanche i contratti. Dico ciò anche a fronte del disegno di legge finanziaria che non destina risorse alla giustizia perché continua un trend di diminuzione delle risorse dedicate a tale importante settore e a fronte del ritardo enorme in ordine al nodo dei processi e dell'efficienza della giustizia in Italia. Tale problema riguarda il Governo, il Parlamento e tutto il Paese.

Pag. 86

PRESIDENTE. Prima di continuare i nostri lavori avrei bisogno di un chiarimento da parte dell'onorevole Misiti con riguardo all'ordine del giorno in esame. Sto dando la parola ai colleghi sul presupposto che i relativi interventi siano a titolo di dichiarazione di voto e pertanto, in modo implicito, do per scontato che lei insista per la votazione. Tuttavia, se così non è, dovremmo procedere oltre.

AURELIO SALVATORE MISITI. Insisto per la votazione, salvo che il Governo accetti l'ordine del giorno in esame, rivedendo così il parere già reso in termini di accoglimento come raccomandazione.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno in esame a condizione che il dispositivo venga riformulato nel senso di aggiungere nel dispositivo, dopo le parole «impegna il Governo», le parole «a valutare la possibilità di». «impegna il Governo a valutare la possibilità di».

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Misiti accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pisicchio n. 9/326/197. Prendo altresì atto che l'onorevole Boscetto sottoscrive l'ordine del giorno Pisicchio n. 9/326/197.
Vi sono alcune richieste di intervento ma, onorevoli colleghi, vi rendo noto che, dopo l'accettazione della riformulazione, l'ordine del giorno è da intendersi accettato e il relativo esame concluso. Dunque, non vi è più la possibilità di intervenire per dichiarazione di voto.

GABRIELE BOSCETTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Boscetto, non posso darle la parola. Le ricordo - tra l'altro - che lei ha già parlato su tale ordine del giorno.
Passiamo all'ordine del giorno Catanoso n. 9/3256/199, non accettato dal Governo.

GABRIELE BOSCETTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, ho apposto la mia firma all'ordine del giorno Pisicchio n. 9/3256/197. Ritenevo che fosse necessario porlo in votazione. Il fatto che il collega Misiti non abbia insistito per la votazione non metteva me fuori gioco. È stato un deficit forte della sua impostazione non farmi parlare in relazione a quell'importantissimo ordine del giorno.

PRESIDENTE. No, onorevole Boscetto. L'apposizione di una firma successivamente alla presentazione dell'ordine del giorno ha un valore di carattere politico, ma non conferisce la disponibilità a chi lo sottoscrive in Assemblea di definire se vada o meno posto in votazione, ovvero se vada ritirato o meno.

TOMMASO FOTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI. Signor Presidente, in verità, bisognerebbe chiedere all'onorevole Pisicchio. Infatti, è lui il primo firmatario.

PRESIDENTE. L'onorevole Misiti è tra i presentatori come l'onorevole Pisicchio.

TOMMASO FOTI. L'onorevole Pisicchio è il primo firmatario.

PRESIDENTE. L'onorevole Misiti è firmatario come lui.

TOMMASO FOTI. Lei sa benissimo che, non potendosi presentare più di un ordinePag. 87del giorno come primo firmatario, la disponibilità dell'ordine del giorno è del primo firmatario.

PRESIDENTE. Onorevole Foti, in assenza del primo firmatario, se sono presenti in aula gli altri firmatari, cioè gli altri deputati che hanno firmato l'ordine del giorno prima di depositarlo, ovvero al momento della presentazione, hanno la possibilità ovviamente di intervenire al posto del primo firmatario.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Catanoso n. 9/3256/199, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Catanoso n. 9/3256/199, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 461
Votanti 458
Astenuti 3
Maggioranza 230
Hanno votato
153
Hanno votato
no 305).

Prendo atto che il deputato Vacca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Scalia n. 9/3256/200, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo all'onorevole Patarino se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/201, accolto dal Governo come raccomandazione.

CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, vorrei un attimo di attenzione da parte del signor sottosegretario, per chiedere sommessamente se non sia possibile rivedere la posizione del Governo, anche per non venire meno al rispetto nei confronti di un suo collega sottosegretario all'interno.
Infatti, nel dispositivo del mio ordine del giorno non faccio altro che riportare alla lettera le parole che il sottosegretario Pajno ebbe a dire in risposta alla mia interpellanza urgente sull'argomento. Siccome si tratta di una questione molto delicata, che riguarda persone che attendono da oltre vent'anni, la pregherei signor sottosegretario di rivedere la posizione e di accettare l'ordine del giorno, invece di accoglierlo come raccomandazione.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, propongo di espungere l'ultimo capoverso della premessa e successivamente sostituire dopo le parole: «impegna il Governo» le parole: «a rendersi» con le seguenti: «a valutare la possibilità di rendersi». In tal caso, l'ordine del giorno verrebbe accettato dal Governo.

PRESIDENTE. Onorevole Patarino?

CARMINE SANTO PATARINO. Vorrei segnalare un errore di stampa: l'ultima parola del dispositivo è «interessati», non «interrelati». In ogni caso, accetto la riformulazione proposta dal Governo.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno La Russa n. 9/3256/202, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno De Corato n. 9/3256/203, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dei successivi ordini del giorno, non accettati dal Governo.
Pag. 88Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lamorte n. 9/3256/204, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 466
Votanti 462
Astenuti 4
Maggioranza 232
Hanno votato
172
Hanno votato
no 290).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Leo n. 9/3256/205, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 467
Votanti 465
Astenuti 2
Maggioranza 233
Hanno votato
175
Hanno votato
no 290).

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Lo Presti n. 9/3256/206, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che l'onorevole Mancuso insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/207, non accettato dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mellano. Ne ha facoltà.

BRUNO MELLANO. Signor Presidente, intervengo molto brevemente per sottoscrivere l'ordine del giorno al nostro esame e per chiedere al Governo di rileggerlo bene e di accettarlo. Credo, infatti, che sia davvero un argomento condiviso, sicuramente da altri colleghi radicali, credo anche dai colleghi dei Verdi. Quindi, sottoscrivo tale ordine del giorno e richiedo una riflessione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mancuso n. 9/3256/207, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 462
Votanti 456
Astenuti 6
Maggioranza 229
Hanno votato
177
Hanno votato
no 279).

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Martinelli n. 9/3256/208, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Meloni n. 9/3256/209 e non insiste per la votazione.

SANDRA CIOFFI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANDRA CIOFFI. Signor Presidente, desidero sottoscrivere l'ordine del giorno Meloni n. 9/3256/209.

ROCCO PIGNATARO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROCCO PIGNATARO. Signor Presidente, aggiungo anch'io la mia firma all'ordine del giorno Meloni n. 9/3256/209.

Pag. 89

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Migliori n. 9/3256/210, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Germontani n. 9/3256/211, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo, purché riformulato.

MARIA IDA GERMONTANI. Signor Presidente, accetto la riformulazione ed esprimo soddisfazione per l'accoglimento da parte del Governo di questo ordine del giorno. Voglio sottolineare all'Aula che, accogliendo il dispositivo, il Governo si impegna, con riferimento all'articolo 37 della Costituzione, sul fronte della parità retributiva tra i lavoratori uomini e donne.
Con l'altro punto del dispositivo che è stato accolto, il Governo si impegna su un altro fronte, quello della presenza femminile nelle pubbliche amministrazioni e, in particolare, all'aumento dell'affidamento alle donne di incarichi dirigenziali e quindi attuando su questo fronte l'articolo 51 della Costituzione. Ricordiamo che attualmente gli incarichi dirigenziali, a livello di consulenze, sono attribuiti per l'88 per cento a uomini e soltanto per il restante 12 per cento alle donne.
Pertanto, esprimo soddisfazione per l'accoglimento di questo ordine del giorno. Mi auguro che il Governo si impegni realmente su questo fronte.

SANDRA CIOFFI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANDRA CIOFFI. Signor Presidente, sottoscrivo l'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori dei successivi ordini del giorno insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bellotti n. 9/3256/212, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 468
Votanti 465
Astenuti 3
Maggioranza 233
Hanno votato
177
Hanno votato
no 288).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Benedetti Valentini n. 9/3256/213, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 471
Votanti 446
Astenuti 25
Maggioranza 224
Hanno votato
155
Hanno votato
no 291).

Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dell'ordine del giorno Bocchino n. 9/3256/214, accolto dal Governo come raccomandazione, e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dell'ordine del giorno Briguglio n. 9/3256/215, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo, e non insistono per la votazione.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione del suo ordine del giorno Cirielli n. 9/3256/216, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cirielli n. 9/3256/216, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 90

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 473
Votanti 468
Astenuti 5
Maggioranza 235
Hanno votato
176
Hanno votato
no 292).

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Giorgio Conte n. 9/3256/217, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Consolo n. 9/3256/218, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Holzmann n. 9/3256/219, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Holzmann n. 9/3256/219, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 478
Votanti 453
Astenuti 25
Maggioranza 227
Hanno votato
158
Hanno votato
no 295).

Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dell'ordine del giorno Contento n. 9/3256/220, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo, e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Giulio Conti n. 9/3256/221, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giulio Conti n. 9/3256/221, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 474
Votanti 473
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato
182
Hanno votato
no 291).

Prendo atto che la deputata D'Ippolito Vitale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cosenza n. 9/3256/222, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cosenza n. 9/3256/222, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 476
Votanti 469
Astenuti 7
Maggioranza 235
Hanno votato
177
Hanno votato
no 292).

Ricordo che gli ordini del giorno Filipponio Tatarella n. 9/3256/223 e Foti n. 9/3256/224 sono stati accettati dal Governo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Frassinetti n. 9/3256/225, accolto dal Governo come raccomandazione.Pag. 91
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dell'ordine del giorno La Loggia n. 9/3256/226, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo purché riformulato, e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Armani n. 9/3256/227 e non insistono per la votazione.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Amoruso n. 9/3256/228, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Amoruso n. 9/3256/228, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 471
Votanti 470
Astenuti 1
Maggioranza 236
Hanno votato
182
Hanno votato
no 288).

Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Airaghi n. 9/3256/229.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Landolfi n. 9/3256/230, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Landolfi n. 9/3256/230, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 449
Votanti 445
Astenuti 4
Maggioranza 223
Hanno votato
168
Hanno votato
no 277).

Prendo atto che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Taglialatela n. 9/3256/231, accolto dal Governo come raccomandazione.

MIRKO TREMAGLIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MIRKO TREMAGLIA. Signor Presidente, in relazione al mio ordine del giorno n. 9/3256/232, avevo presentato un documento su un argomento che è drammatico per noi e per l'Europa e mi fa piacere che in Aula sia presente il Ministro degli affari esteri.
Il Governo aveva ritenuto di accettare il mio ordine del giorno dopo averlo riformulato, ma è arrivata la mannaia della Presidenza che lo ha giudicato inammissibile.
Il problema di fondo è quello del rapporto tra l'Europa e l'Africa per quanto concerne gli immigrati. Abbiamo considerato che sin dal 1985, quando i Ministri europei si riunirono in Africa insieme ai colleghi africani, si è individuata una situazione che indubbiamente è tra le più pericolose, perché il fatto che in Africa vi sia l'80 per cento di disoccupati e la condizione veramente insostenibile per quanto riguarda il rapporto con l'Europa sul fronte delle nascite, dimostrano l'impossibilità di dare «pannicelli caldi» a una situazione altamente drammatica e tragica.
Il 14 ottobre 1995, mi recai a Bucarest in rappresentanza dell'Unione interparlamentare e proposi l'intervento dell'EuropaPag. 92a favore dell'Africa, non più attraverso aiuti e sterili convincimenti, ma con uno strumento completamente nuovo, quale quello degli investimenti. Dunque, ho proposto non più gli aiuti, né l'annullamento dei debiti, perché quando si annullano i debiti poi ci si ritrova nella situazione di prima, ma investimenti importanti che servano a dare lavoro in Africa a 20 milioni di africani.
Signor Ministro degli affari esteri, questa strada così importante venne approvata da 127 Paesi, la riportai qui a Montecitorio e venne approvata, ma da allora non abbiamo fatto alcun passo in avanti. Leggo soltanto le conclusioni del mio ordine del giorno, senza dilungarmi oltre, visto che la mia posizione era stata accolta dal Governo: «(...) si affronterebbe così il problema di fondo, dando nuovo impulso produttivo ai Paesi più poveri, nella prospettiva di ridurre le enormi differenze economiche che si sono create all'interno dell'area mediterranea; impegna il Governo ad organizzare una Conferenza internazionale del lavoro e della cooperazione con la partecipazione dei Ministri del lavoro e degli affari esteri dell'Unione europea, con la rappresentanza dei Paesi del Nord Africa, nonché con quelli della Lega Araba e dei Parlamenti europei, per discutere e attuare un piano trentennale di investimenti europei in Africa al fine di creare 20 milioni di posti di lavoro per gli africani in Africa e di fermare, quindi, l'immigrazione selvaggia verso l'Europa».
È l'unica strada che, a mio avviso, tutto il Parlamento possa accettare ed è di grande importanza. Do atto al Ministro, inoltre, di aver formulato una situazione che accetta tale impostazione.
Siccome il mio ordine del giorno è stato dichiarato inammissibile - non conosco il motivo in quanto non me lo hanno spiegato - ho già ripresentato alla Camera questo provvedimento, quindi ne discuteremo certamente. A mio avviso, è l'unica strada, in quanto con le dichiarazioni non si risolve alcun problema.
Si tratta di far lavorare gli africani in Africa con degli interessi anche per l'Europa. L'Europa, infatti, deve organizzare il lavoro e ciò, a mio avviso, è indispensabile, altrimenti è perfettamente inutile piangere, affermando che siamo presi d'assalto dagli africani. Questa è la situazione che deve essere ripresa e affrontata con la dovuta serietà dopo tanti anni di parole e non di fatti (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).

ALBERTO GIORGETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, intervengo sul tema dell'inammissibilità, in quanto parlando...

PRESIDENTE. Onorevole, lei sa che il tema dell'inammissibilità dell'ordine del giorno Tremaglia n. 9/3256/232 è già stato chiarito. L'ordine del giorno è stato dichiarato inammissibile per estraneità di materia, in quanto non attinente al disegno di legge finanziaria.

ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, credo che sia un tema molto importante e vorrei svolgere solo una breve considerazione. È stata data prevalenza al tema di politica estera, mentre noi riteniamo che sia prevalente nell'ordine del giorno Tremaglia n. 9/3256/232 il problema dello sviluppo, della coesione economica e sociale, della spesa sociale e del mercato del lavoro. Sono tutti elementi che incidono pesantemente sulle grandezze del bilancio pubblico.
Quindi, signor Presidente, a nostro avviso non si può considerare questo ordine del giorno come estraneo alla materia del disegno di legge finanziaria (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. SignorPag. 93Presidente, tengo a precisare che l'inammissibilità naturalmente fa stato per tutti noi.
Ciò detto, l'onorevole Tremaglia sa - e lo dico per ragioni di rispetto, in quanto il rispetto parlamentare tra maggioranza e opposizione è importante - che il parere, ove l'ordine del giorno fosse stato ammissibile, sarebbe stato favorevole, purché riformulato in un paio di parti. Credo che sia importante che l'Assemblea lo sappia.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 16,46)

PRESIDENTE. I presentatori non hanno insistito per la votazione dell'ordine del giorno Taglialatela n. 9/3256/231, accolto come raccomandazione (Commenti). La Presidente che mi ha preceduto mi ha riferito che eravamo sull'ordine del giorno Taglialatela n. 9/3256/231, accolto come raccomandazione dal Governo, entro cui è avvenuta una parentesi. La parentesi è stata chiusa.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Minasso n. 9/3256/233, accolto dal Governo come raccomandazione.

MARIA IDA GERMONTANI. Signor Presidente, non è presente l'onorevole Minasso, quindi come seconda firmataria, vorrei chiedere al Governo di svolgere un'ulteriore riflessione.
Con questo ordine del giorno, partendo da fatti gravi accaduti anche recentemente (ad esempio, presso il tribunale di Reggio Emilia, dove un cittadino albanese ha sparato e ucciso la moglie e il cognato), poniamo il problema del livello di sicurezza degli uffici giudiziari italiani. Ricordo, ad esempio, che gli avvocati matrimonialisti chiedono che nelle udienze sui casi familiari, così come nelle udienze penali, assistano le forze dell'ordine proprio a causa del gran numero di delitti familiari che si stanno consumando.
Con questo ordine del giorno chiediamo, dunque, di effettuare un monitoraggio presso gli uffici giudiziari per valutare la reale efficienza dei sistemi di sicurezza adottati e di valutare la possibilità di adottare provvedimenti urgenti, affinché siano messe in sicurezza le aule dei tribunali e, più in generale, siano protetti i luoghi dove si amministra la giustizia.
Chiediamo anche un fondo per il potenziamento delle misure di sicurezza, con metal detector, telecamere e quant'altro. Quindi, se è vero che la sicurezza è una priorità del Governo, chiedo al Governo stesso un'ulteriore riflessione sulla possibilità di accettare questo ordine del giorno.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, l'ordine del giorno potrebbe essere accettato - mi riferisco al solo dispositivo - riformulando il primo capoverso nei seguenti termini: «a valutare la possibilità di (..)» e il terzo capoverso nei seguenti termini: «a valutare la possibilità di potenziamento delle dotazioni di sicurezza». In sostanza, non mi sentirei di assumere l'impegno per l'istituzione del fondo, ma certamente quello di migliorare le dotazioni di sicurezza.

PRESIDENTE. Onorevole Germontani, accetta la riformulazione?

MARIA IDA GERMONTANI. Sì, signor Presidente e non insisto per la votazione.

Sull'ordine dei lavori (ore 16,52).

PRESIDENTE. Prima di passare al prossimo ordine del giorno, comunico che, a seguito delle sollecitazioni formulate nel corso della seduta, la Presidenza della Camera ha preso contatto con il Governo, per verificare la possibilità che il MinistroPag. 94dell'economia e delle finanze intervenga nel corso della seduta sul caso Speciale.
Il Ministro Padoa Schioppa ha fatto sapere che è senz'altro disponibile a riferire questa sera entro le ore 20. Naturalmente, per dare ordine ai nostri lavori, ciò avverrà dopo il voto sul disegno di legge finanziaria, nello stesso lasso di tempo necessario per la presentazione e l'esame delle note di variazione.

TESTO AGGIORNATO AL 18 DICEMBRE 2007

Si riprende la discussione (ore 16,53).

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3256-A)

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Moffa n. 9/3256/234, accolto come raccomandazione dal Governo.

UGO LISI. Signor Presidente, prendiamo atto dell'accoglimento come raccomandazione con buoni auspici. Il nostro ordine del giorno, però, poteva sicuramente essere accettato in modo secco dal Governo, piuttosto che accolto come raccomandazione, perché proprio il Governo, all'articolo 105-bis, del disegno di legge finanziaria aveva istituito il fondo per la mobilità dei disabili, destinando questi fondi - pochissimi per la verità - alla realizzazione di un parco ferroviario per il trasporto dei disabili in Italia e all'estero.
Non capisco, quindi, perché il Governo abbia inserito tale previsione nell'articolo 105-bis e oggi accolga l'ordine del giorno in esame solo come raccomandazione rispetto a un'azione del Governo che avevate più volte sbandierato, naturalmente prendendo in giro le associazioni dei disabili e dei diversamente abili.

DANTE D'ELPIDIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, intendo aggiungere la mia firma all'ordine del giorno.

SANDRA CIOFFI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANDRA CIOFFI. Signor Presidente, intendo aggiungere anche io la mia firma all'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Chiedo di nuovo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno in esame, accolto come raccomandazione dal Governo.

UGO LISI. Chiedo scusa, ho già detto prima che non insistevo per la votazione.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nespoli n. 9/3256/236.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nespoli n. 9/3256/236, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 461
Votanti 459
Astenuti 2
Maggioranza 230
Hanno votato
171
Hanno votato
no 288).

Prendo atto che il deputato Baldelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Angela Napoli n. 9/3256/237, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che il deputato Pedrizzi accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/3256/238, e non insiste per la votazione.Pag. 95
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Castiello n. 9/3256/239, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Castiello n. 9/3256/239, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 471
Votanti 448
Astenuti 23
Maggioranza 225
Hanno votato
160
Hanno votato
no 288).

Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Antonio Pepe n. 9/3256/240, e non insistono per la votazione.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Porcu n. 9/3256/241, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Porcu n. 9/3256/241, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 469
Votanti 466
Astenuti 3
Maggioranza 234
Hanno votato
177
Hanno votato
no 289).

Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Saglia n. 9/3256/243, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Saglia n. 9/3256/243, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 449
Votanti 448
Astenuti 1
Maggioranza 225
Hanno votato
167
Hanno votato
no 281).

Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ulivi n. 9/3256/244, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ulivi n. 9/3256/244, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 452
Votanti 447
Astenuti 5
Maggioranza 224
Hanno votato
168
Hanno votato
no 279).

Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Urso n. 9/3256/245, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.Pag. 96
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Urso n. 9/3256/245, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 461
Votanti 458
Astenuti 3
Maggioranza 230
Hanno votato
172
Hanno votato
no 286).

Prendo atto che il deputato Porfidia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Rampelli n. 9/3256/246, accolto come raccomandazione dal Governo.

FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, per la seconda volta si parla di riqualificazione ambientale e urbanistica delle periferie degradate, soprattutto nelle aree metropolitane, ma in genere nelle grandi città. Considerato che, nella precedente manovra finanziaria, analogo ordine del giorno fu accolto come raccomandazione e che l'ordine del giorno costituisce di per sé una raccomandazione (in tal caso, quindi, si tratterebbe di una raccomandazione al quadrato), chiedo cortesemente al sottosegretario se, anche con una riformulazione, il Governo può assumere un impegno più deciso rispetto a quello insito nella raccomandazione.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo ribadisce che accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Rampelli n. 9/3256/246.

PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Rampelli insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/246.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rampelli n. 9/3256/246, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 463
Votanti 456
Astenuti 7
Maggioranza 229
Hanno votato
165
Hanno votato
no 291).

Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Angeli n. 9/3256/247.

RICCARDO PEDRIZZI. Signor Presidente, il sottosegretario propone un dispositivo estremamente generico, che dovrebbe trovare giustificazione esclusivamente dalle premesse. Chiedo al sottosegretario, dunque, se le premesse vengano mantenute: se così non fosse, il dispositivo non avrebbe significato. Ciò, oltretutto, significherebbe che il Governo non ritiene che la famiglia italiana sia quella individuata all'articolo 29 della Costituzione, ossia una società naturale fondata sul matrimonio. Il Governo non ritiene neanche che la famiglia italiana debba essere agevolata con misure economiche ed altre provvidenze, soprattutto nella fase di formazione. Specialmente quando la famiglia è numerosa, l'Esecutivo nega anche la possibilità di poterla e volerla riconoscere nel futuro come soggetto fiscale: si rifiuta di prendere in esame la realizzazione del cosiddetto principio di equità orizzontale. Si tratta di premesse che chiariscono statuizioni della Costituzione italiana e che ne ripercorrono l'articolato e il Governo rifiuta di farvi riferimento. Mi sembra assurdo!Pag. 97
Chiedo pertanto al sottosegretario di modificare il suo parere: il dispositivo, infatti, può rimanere generico se le premesse sono chiare e precise ed individuano la famiglia italiana e le sue necessità.

PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Signor Presidente, chiedo di apporre la mia firma all'ordine del giorno Angeli n. 9/3256/247.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Onorevole Pedrizzi, naturalmente il tema è molto delicato. Tengo ad affermare che la frase è stata scritta di pugno dal Ministro per le politiche per la famiglia: in questo caso, quindi, mi limito a relata referre.
La inviterei a non precipitare una discussione che merita un'altra attenzione e un altro approfondimento e ad accettare la riformulazione del dispositivo: pertanto, è quest'ultimo ad essere accettato, non le premesse. Le chiedo, se lo ritiene, di compiere un gesto di buona volontà, insito anche nella riformulazione operata dal Governo.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Pedrizzi.

RICCARDO PEDRIZZI. Signor Presidente, ho già accettato di eliminare riferimenti al quoziente familiare...

PRESIDENTE. La prego, deputato Pedrizzi, sia evangelico...

RICCARDO PEDRIZZI. Evangelicamente, pertanto, non accetto la riformulazione proposta dal Governo e insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Prendo atto che i deputati Di Virgilio, Gardini, Ceccacci Rubino, Capitanio Santolini, Luciano Rossi, Lisi, Garagnani e Galletti chiedono di apporre la loro firma all'ordine del giorno Angeli n. 9/3256/247.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Angeli n. 9/3256/247, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 460
Votanti 454
Astenuti 6
Maggioranza 228
Hanno votato
172
Hanno votato
no 282).

Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Lombardi n. 9/3256/248 accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione del loro ordine del giorno.
Ricordo che l'ordine del giorno Zeller n. 9/3256/249 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Vannucci n. 9/3256/250, e non insiste per la votazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Morri n. 9/3256/251, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Baratella n. 9/3256/252, accolto come raccomandazione dal Governo.
Ricordo che gli ordini del giorno Provera n. 9/3256/253 e Olivieri n. 9/3256/254 sono stati accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Schirru n. 9/3256/255, accolto come raccomandazione dal Governo.
Ricordo che l'ordine del giorno Mariani n. 9/3256/256 è stato accettato dal Governo.Pag. 98
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno D'Elia n. 9/3256/257 e accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mancini n. 9/3256/258, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Buemi n. 9/3256/259, accolto come raccomandazione dal Governo.
Ricordo che l'ordine del giorno Di Gioia n. 9/3256/260 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Dato n. 9/3256/261, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Crema n. 9/3256/263, e non insiste per la votazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Strizzolo n. 9/3256/264, e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Maran n. 9/3256/265, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Schietroma n. 9/3256/266, e non insiste per la votazione.
Chiedo all'onorevole Villetti se acceda all'invito al ritiro del suo ordine del giorno n. 9/3256/267 formulato dal Governo.

ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, il mio ordine del giorno impegna il Governo a mettere in atto iniziative volte a superare un'anomalia presente nel meccanismo dell'otto per mille.
Come voi sapete, il meccanismo dell'otto per mille è stato adottato affinché non fosse direttamente lo Stato a finanziare una confessione religiosa, e costituisce un passaggio importante della revisione del Concordato, atteso che quella cattolica non era più considerata in alcun modo religione di Stato.
Però, in tale meccanismo vi è una semplice anomalia (parlano i numeri, che sono anche facili e rapidi da enunciare): coloro che appongono la crocetta, formulando così la loro preferenza, sulla dichiarazione dei redditi sono il 39,52 per cento; coloro che non appongono tale crocetta sono il 60,5 per cento.
Fra coloro che appongono la crocetta, l'89,16 per cento attribuisce l'otto per mille alla Chiesa cattolica, l'8,38 lo elargisce allo Stato e tutti gli altri costituiscono meno dell'uno per cento.
Tale meccanismo comporta che anche la quota di otto per mille di coloro che non hanno scelto - e sono la maggioranza: il 60,5 per cento - viene ripartita tra coloro che hanno scelto, quindi, sostanzialmente, anche costoro danno il loro contributo alla Chiesa cattolica, pur non avendo espresso tale volontà (e il medesimo ragionamento può essere effettuato per le altre confessioni religiose, seppure in misura minore).
Siccome la Chiesa cattolica - sono dati del 2006 - percepisce 930 milioni di euro, è abbastanza evidente che questo meccanismo raddoppia e più ciò che i contribuenti vorrebbero versare alla Chiesa cattolica.
Badate che tale anomalia è presente alla Chiesa cattolica e vi è chi discute sulla possibilità che si arrivi anche ad una modifica, perché si tratta di un'anomalia che alla fine costituisce un trucco, e questi soldi inoptati possono essere utilizzati per iniziative umanitarie.
Tuttavia, ciò viola un principio fondamentale che è stato introdotto con il superamento del principio della religione cattolica come religione di Stato, vale a dire il fatto di non fare favoritismi e, soprattutto, di non finanziare direttamente la Chiesa cattolica con soldi dello Stato, se non per scelta del contribuente.
Mi meraviglio, sottosegretario Grandi, del fatto che il Governo non abbia neppure detto nulla in proposito. È un Governo in cui qualche laico o liberale vi sarà pure, o no?
Qualcuno, nel Governo, avrebbe potuto studiare insieme con la Chiesa cattolicaPag. 99una modifica (infatti, ciò comporta anche una trattativa con la Chiesa cattolica, perché tale normativa è stata prima decisa dal Governo italiano e poi ratificata tramite un accordo con la Chiesa cattolica), affinché Stato italiano e Chiesa cattolica affrontino tale problema e cerchino una soluzione.
Questo è ciò che mi sarei aspettato da un Governo laico formato da cattolici liberali, da persone della sinistra e da progressisti. Non mi aspettavo un invito al ritiro o un rifiuto a una proposta di tal genere.
Ognuno, signor sottosegretario Grandi, risponde alla propria coscienza e io credo che i laici, credenti e non credenti, cattolici e non cattolici, siano del parere che vada dato un finanziamento alla Chiesa consapevole, e non attraverso un trucco. Ritengo che un cattolico non voglia certo utilizzare i trucchi perché, anzi, egli si sente più moralmente impegnato alla trasparenza (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI. Signor Presidente, intervengo a nome dei Verdi per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Villetti n. 9/3256/267 e per far presente al Governo che tale ordine del giorno non mette in discussione l'otto per mille.
Si tratta di un ordine del giorno estremamente equilibrato che prevede che, nel caso in cui il contribuente non abbia scelto il destinatario dell'otto per mille, vengano semplicemente ripartite le somme a scopi di interesse sociale o umanitario. Penso che questo ordine del giorno dovrebbe essere accettato e votato dall'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, intervengo a nome del gruppo di Rifondazione Comunista - Sinistra Europea per aggiungere la mia firma all'emendamento Villetti n. 9/3256/267.
Segnalo anch'io che si tratta di una richiesta del tutto equilibrata e compatibile con le manifestazioni di volontà dei singoli contribuenti di sostenere, qualora lo ritengano, anche le attività della Chiesa cattolica o di altre confessioni che percepiscono i finanziamenti dall'otto per mille.
Non si comprende come il Governo non voglia accogliere questa precisazione che intende separare la manifesta volontà dall'oggettiva attribuzione dei fondi (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Di Salvo. Ne ha facoltà.

TITTI DI SALVO. Signor Presidente, a nome del gruppo Sinistra Democratica Per il Socialismo europeo aggiungo la mia firma all'ordine del giorno Villetti n. 9/3256/267.
Anche io penso che il Governo dovrebbe riflettere sull'invito al ritiro formulato. Nell'ordine del giorno in esame vi è una riflessione del tutto equilibrata che si rivolge al rispetto delle leggi e che invita a rispettare l'opinione dei contribuenti. Si tratta di una riflessione alla luce della quale faccio difficoltà a capire le motivazioni per le quali si chiede il ritiro dell'ordine del giorno. Chiedo un'ulteriore riflessione di fronte alla convinzione espressa da più gruppi di sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nucara. Ne ha facoltà.

FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Villetti n. 9/3256/267, dichiarando il voto favorevole del gruppo Misto-Repubblicani, Liberali, Riformatori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vacca. Ne ha facoltà.

Pag. 100

ELIAS VACCA. Signor Presidente, intervengo, a nome del gruppo dei Comunisti Italiani, per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Villetti n. 9/3256/267 e per preannunciare il nostro voto favorevole qualora su questo ordine del giorno si dovesse pervenire ad una votazione.
Vorrei soltanto sottolineare che l'ordine del giorno in esame presenta un equilibrio assoluto. Non si tratta, infatti, di perpetrare la solita disputa tra il maggiore o minore livello di laicità del Parlamento e di ogni singolo deputato. Si tratta di proporre una soluzione di buonsenso. A noi piace quella Chiesa che si occupa delle questioni sociali e, ancor di più, ci piace lo Stato che impegna per quelle finalità le risorse dell'otto per mille.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, l'invito al ritiro ha una ragione fondamentale: il Governo e la maggioranza possono affrontare in comune problemi di questa serietà non quando si tratta di singole opinioni, ma quando si ha un'opinione collegiale e condivisa.
In questo caso, tra l'altro, mi permetto di far osservare che vi è un problema. Poniamo l'ipotesi che questo ordine del giorno venga respinto: non credo che chi sostiene questa opinione, non lontanissima da ciò che penso, sarà così felice di un simile risultato.

Testo sostituito con l'errata corrige del 18 DICEMBRE 2007 PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Villetti n. 9/3256/267, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 457
Votanti 442
Astenuti 15
Maggioranza 222
Hanno votato
114
Hanno votato
no 328).

Prendo atto che il deputato Oliverio ha segnalato di aver erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario, e che il deputato Galletti ha segnalato di avere erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Dioguardi n. 9/3256/268, accolto dal Governo come raccomandazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Villetti n. 9/3256/267, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 457
Votanti 442
Astenuti 15
Maggioranza 222
Hanno votato
114
Hanno votato
no 328).

Prendo atto che il deputato Oliverio ha segnalato di aver erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario, e che il deputato Giachetti ha segnalato di avere erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Dioguardi n. 9/3256/268, accolto dal Governo come raccomandazione.

DANIELA DIOGUARDI. Signor Presidente, non condivido e non accetto il fatto che il Governo accolga il mio ordine del giorno come raccomandazione, e non capisco per quale motivo questo ordine del giorno debba essere considerato in tal modo.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI (ore 18,10)

DANIELA DIOGUARDI. Ritengo che sia giunto il momento di invertire una tendenza. Non si può continuare in Italia, all'interno del dibattito politico, sulla retorica della maternità quando poi di fatto non seguono politiche concrete che facciano in modo che le donne in Italia siano davvero libere di decidere se essere o non essere madri.
La retorica della maternità occulta infatti la donna in carne ed ossa.
Oggi, in Italia, la disoccupazione, la precarietà, la sordità maschile e la resistenza maschile a mettersi in discussione (l'Italia è uno dei paesi europei in cui gli uomini contribuiscono meno al lavoro casalingo all'interno della famiglia) ed infinePag. 101la mancanza di una rete di servizi sociali adeguata (quindi, l'insufficienza di politiche sociali), sono tutti fattori che di fatto impediscono alla donna di decidere di essere madre anche quando lo voglia.
Non a caso in Italia il tasso di natalità è basso, e allora l'ordine del giorno in esame è diretto ad un miglioramento delle politiche conciliative e quindi con esso si chiede al Governo di valutare l'opportunità di migliorare la legge n. 151 del 2001, in altre parole di aumentare un'indennità oggi del tutto insufficiente. Infatti, soltanto le famiglie ricche e le madri abbienti possono mettersi in congedo entro i primi tre anni di vita, per il periodo di sei mesi, perché l'indennità corrisponde al 30 per cento della retribuzione.
Pertanto mi dovete dire quali siano le famiglie in cui tutto ciò è possibile. Quindi, la legge in materia è buona ma formale, in quanto non riesce a tradursi in scelte sostanziali. Non a caso secondo le statistiche soltanto il 25 per cento delle donne utilizza tali misure legislative per cui penso che questo ordine del giorno rappresenti veramente il minimo rispetto a quanto si dovrebbe fare.
Concludo sottoponendo all'attenzione di tutti voi un articolo pubblicato su la Repubblica il 24 novembre scorso, in cui alcuni economisti ed alcune economiste hanno tentato di contabilizzare tutto il lavoro casalingo. Tale lavoro, prodotto soprattutto (oltre l'80 per cento) dalle donne, corrisponde ad un «tesoretto». Si tratta di 4.333 milioni di euro, ovvero 433 miliardi di euro, e praticamente corrisponde al 32,9 per cento del prodotto interno lordo.
Allora è una vergogna che perfino un ordine del giorno come questo, con il quale si vuole impegnare il Governo a «valutare la possibilità», sia accolto come semplice raccomandazione.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, dichiaro che il Governo modifica il suo parere e accetta l'ordine del giorno Dioguardi n. 9/3256/268 (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo accetta l'ordine del giorno Dioguardi n. 9/3256/268.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno n. 9/3256/269, accolto dal Governo come raccomandazione.

GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, signori del Governo, mi rivolgo anzitutto al Presidente del Consiglio per leggere almeno il dispositivo dell'ordine del giorno in esame, che mi pare materia troppo seria perché venga accolto dal Governo come semplice raccomandazione. Si tratta indubbiamente di un ordine del giorno impegnativo perché è tale riguardo alla vita di esseri umani, lavoratori e lavoratrici i quali - come abbiamo potuto verificare anche nei drammatici episodi dell'ultima settimana (episodi che tuttavia si ripetono quotidianamente) -, sono esposti al rischio stesso della loro vita.
Il dispositivo impegna il Governo: «a prendere immediati provvedimenti volti a vincolare la concessione di agevolazioni, incentivi o sostegni economici di qualsiasi tipo alle aziende in regola con le norme vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro escludendo quelle i cui responsabili siano stati condannati in via definitiva per reati di omicidio colposo o lesioni personali» e «a prendere immediati provvedimenti al fine di impedire che le aziende procedano ad assunzioni con contratto di apprendistato o con contratto a tempo determinato di lavoratori impiegati in attività pericolose».
È del tutto evidente la situazione; mi ha molto commosso la testimonianza di una vedova di una vittima dell'ILVA di Taranto che ha detto che suo marito, un capo, è morto proprio per sostituirsi ai molti ragazzi che le aziende appaltatrici mandavano a effettuare lavori pericolosi. Tutto ciò mi ha portato a questa riflessione alPag. 102punto che spero che questo Governo (che peraltro si era riunito anche in via straordinaria per attuare le prime misure volte a dare una risposta su questo tema) possa modificare la propria opinione e accettare pienamente l'ordine del giorno a mia firma, non solo accogliendolo come raccomandazione, ma assumendo un impegno ad agire immediatamente con i prossimi provvedimenti legislativi (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

TITTI DI SALVO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà

TITTI DI SALVO. Signor Presidente vorrei sottoscrivere, a nome del mio gruppo, l'ordine del giorno Migliore n. 9/3256/269. Credo che il Governo debba riflettere sull'accettazione delle indicazioni contenute in tale ordine del giorno e sottolineo il fatto che il dispositivo letto prima dall'onorevole Migliore include due punti. Uno di essi è già contenuto in un ordine del giorno accettato - l'ordine del giorno a mia firma n. 9/3256/140 presentato da me e da tutto il mio gruppo - mentre l'altro, il primo, è evidente che è nella cultura, nelle intenzioni e nella necessità del Governo stesso. Invito, pertanto a riflettere sulla necessità che l'ordine del giorno venga accettato e costituisca materia di riflessione impegnativa per tutto il Parlamento.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo modifica il parere accettando l'ordine del giorno Migliore n. 9/3256/269 (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).

PRESIDENTE. Ne prendo atto.
Gli onorevoli Pellegrino e Villetti hanno chiesto di parlare. Vi pregherei di tener presente che l'ordine del giorno al nostro esame è stato accettato dal Governo.
Ha facoltà di parlare l'onorevole Pellegrino.

TOMMASO PELLEGRINO. Signor Presidente vorrei semplicemente sottoscrivere, a nome del gruppo dei Verdi, l'ordine del giorno Migliore n. 9/3256/269.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Villetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, il mio voleva essere un invito al Governo affinché, dal momento che ha «zoppicato» sul piano della laicità, non zoppicasse anche su quello della socialità e dell'umanità ed accettasse pertanto l'ordine del giorno Migliore n. 9/3256/269.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Onorevoli colleghi, rinnovo il mio invito a proseguire nei nostri lavori.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, molto brevemente vorrei far presente al Governo che se la prima parte del dispositivo di questo ordine del giorno è in larga misura condivisibile, la seconda parte impegna il Governo a prendere provvedimenti per impedire che le aziende procedano ad assunzioni mediante contratto di apprendistato o a tempo determinato di lavoratori impiegati in attività pericolose. Considerata anche l'estrema imprecisione della definizione, questo mi sembra francamente un impegno eccessivo per il Governo perché sappiamo che i contratti a tempo determinato hanno una durata anche superiore a tre anni. Mentre, pertanto, la prima parte del dispositivo è condivisibile, la seconda è pericolosa.

Pag. 103

BRUNO MELLANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, però, colleghi, vi invito nuovamente a consentire la prosecuzione nell'esame degli ordini del giorno.

BRUNO MELLANO. Signor Presidente vorrei fare, molto brevemente, una segnalazione ai colleghi che hanno presentato un ordine del giorno assolutamente condivisibile. Da un'interpretazione che si basi sulla lettura formale del testo emerge che verrebbero esclusi quei datori di lavoro che, per fatti accaduti fuori dal mondo del lavoro, fossero stati condannati per omicidio colposo, quindi anche a causa di un incidente automobilistico o di un altro incidente verificatosi al di fuori del mondo del lavoro.
Vorrei semplicemente sottolineare che, pur comprendendo e condividendo il testo e l'intenzione dell'ordine del giorno accettato dal Governo, l'atto di indirizzo, per come è stato scritto, escluderebbe dai benefici concessi alle aziende quei datori di lavoro che potrebbero aver avuto problemi con la giustizia per reati compiuti al di fuori del mondo del lavoro.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Vietti n.9/3256/270 accolto come raccomandazione dal Governo, non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Dionisi n. 9/3256/272, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dionisi n. 9/3256/272, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 460
Votanti 457
Astenuti 3
Maggioranza 229
Hanno votato
168
Hanno votato
no 289).

Prendo atto che la deputata Ravetto ha segnalato di aver erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Farinone n. 9/3256/273, accolto come raccomandazione dal Governo.
Ricordo che gli ordini del giorno Garofani n. 9/3256/274 e Andrea Ricci n. 9/3256/275 sono stati accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Picano n. 9/3256/276, accolto come raccomandazione dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Li Causi n. 9/3256/277, accolto come raccomandazione dal Governo.

VITO LI CAUSI. Signor Presidente, ringrazio il Governo per aver accolto come raccomandazione il mio ordine del giorno, però desidererei porre cortesemente alla sua attenzione il fatto che nelle premesse si ricorda che, in base alla legge 15 maggio 1997, n. 127, il corso di laurea in scienze motorie è finalizzato all'acquisizione di adeguate conoscenze di metodi e contenuti culturali, scientifici e professionali, che vengono suddivisi in quattro settori professionali, in quattro profili. Uno dei quattro profili, come l'ordine del giorno recita testualmente, è la prevenzione e l'educazione motoria adattata, finalizzata a soggetti di diversa età e a soggetti disabili. Penso che sia giusto che a coloro che scelgono questo profilo professionale sia dato, almeno, il riconoscimento nel campo sociosanitario.
Comunque, per quanto mi concerne, mi adeguo a quanto il Governo vorrà fare.

Pag. 104

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, considerando meglio l'ordine del giorno, anche sulla base dell'intervento dell'onorevole Li Causi, esso impegna il Governo «a valutare la possibilità di attuare». In questi termini, il Governo, modificando il precedente avviso, lo accetta.

PRESIDENTE. Ne prendo atto. Ricordo che l'ordine del giorno Satta n. 9/3256/278 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Adenti n. 9/3256/279, accolto come raccomandazione dal Governo.
Ricordo che gli ordini del giorno Cioffi n. 9/3256/280 e D'Elpidio n. 9/3256/281 sono stati accettati dal Governo.
Passiamo all'ordine del giorno Fabris n. 9/3256/282, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.

DANTE D'ELPIDIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma e per chiedere al Governo di rivedere il proprio parere. Ci siamo occupati, anche in questi giorni, durante l'esame del disegno di legge finanziaria, del tema della sicurezza; sarebbe a mio avviso un contributo ulteriore sul tema anche la modificazione di queste disposizioni relative al patto di stabilità interno in modo da consentire ai comuni di procedere ad investimenti, aiuti e concessioni finalizzati alla realizzazione di strutture destinate alla sicurezza (mi riferisco agli edifici già indicati).
Chiederei, quindi, al Governo di riconsiderare il parere reso.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole D'Agrò ha chiesto di apporre la propria firma all'ordine del giorno in esame.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno Fabris n. 9/3256/282 e non insiste per la votazione.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Capotosti n. 9/3256/283, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rossi Gasparrini n. 9/3256/284, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Rocco Pignataro n. 9/3256/285 e non insistono per la votazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Del Mese n. 9/3256/287, accolto come raccomandazione dal Governo.

SANDRA CIOFFI. Relativamente all'ordine del giorno Del Mese n. 9/3256/287, vorrei ringraziare il Governo per averlo accolto come raccomandazione; vorrei però sollecitare una riflessione ponendo all'attenzione il fatto che il turismo nautico è una grande fonte di occupazione nel nostro Paese, e che certamente dobbiamo cercare, dal punto di vista normativo, di adeguarci anche per essere competitivi con Paesi come la Grecia, l'Inghilterra, la Spagna e la Francia. Chiedo quindi al Governo di rivedere il parere e accettare pienamente l'atto.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, modificando il precedente avviso, il Governo accetta l'ordine del giorno Del Mese n. 9/3256/287.

PRESIDENTE. Sta bene.Pag. 105
Prendo atto che gli onorevoli Campa e Lisi appongono la propria firma all'ordine del giorno Del Mese n. 9/3256/287.
Prendo atto che l'onorevole Giuditta non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/288, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Morrone n. 9/3256/289, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Marantelli n. 9/3256/290, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Sanga n. 9/3256/291.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Misiani n. 9/3256/292.
Ricordo che l'ordine del giorno Salerno n. 9/3256/293 è stato accettato dal Governo.
Ricordo, altresì, che anche l'ordine del giorno Pezzella n. 9/3256/294 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che l'onorevole Buontempo insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/295.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Buontempo n. 9/3256/295, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 457
Votanti 448
Astenuti 9
Maggioranza 225
Hanno votato
160
Hanno votato
no 288).

Prendo atto che il deputato Rocco Pignataro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che l'onorevole Garnero Santanchè non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/296, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che l'onorevole Tomaselli accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/297.
Ricordo che l'ordine del giorno Intrieri n. 9/3256/298 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fiorio n. 9/3256/299, accolto come raccomandazione dal Governo.
Ricordo che l'ordine del giorno Turci n. 9/3256/300 è stato accettato dal Governo.
Ricordo, altresì, che anche l'ordine del giorno Soro n. 9/3256/302 è stato accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Venier n. 9/3256/303, accolto come raccomandazione dal Governo.

ALEANDRO LONGHI. Signor Presidente, intervengo sull'ordine del giorno in esame perché credo che un Governo di centrosinistra non possa né voglia respingerlo e neppure accoglierlo come semplice raccomandazione. Si tratta infatti della Stoppani, la fabbrica dei veleni di Genova Cogoleto, dove è stato stabilito lo stato di emergenza dal Presidente del Consiglio dei Ministri. È uno dei cinquanta siti inquinati d'Italia, dove gli operai muoiono di infarto o tumore, hanno il setto nasale perforato dal cromo esavalente, dove ci sono malattie terribili e dove i dipendenti stanno perdendo anche il posto di lavoro oltre alla vita. Per quanto riguarda gli operai dell'ACNA di Cengio - che sono stati esposti al rischio di inquinamento chimico -, con il comma 133 dell'articolo 3 della legge n. 350 del 2003 è stato previsto di elevare a loro favore il coefficiente di contribuzione previdenziale di 1,5. Credo che lo stesso trattamento vada riconosciuto anche ai lavoratori della Stoppani, anche perché la magistratura ha ormaiPag. 106accertato l'elevato tasso di mortalità tra tali dipendenti molti dei quali moriranno nel corso di questi anni. Si tratta di un atto di giustizia sociale: non ridarà loro la salute e la vita, ma almeno ne renderà gli ultimi anni di vita un po' più dignitosi.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Pedrini appone la propria firma all'ordine del giorno Venier n. 9/3256/303.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accetta l'ordine del giorno a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: sostituire, nel dispositivo, le parole «impegna il Governo ad» con le parole «impegna il Governo a valutare la possibilità di».

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Venier n. 9/3256/303.
Prendo atto che l'onorevole Olivieri appone la propria firma all'ordine del giorno Venier n. 9/3256/303.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Longhi n. 9/3256/304 e Sgobio n. 9/3256/305, accolti dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dell'ordine del giorno Bellillo n. 9/3256/306 e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo dell'ordine del giorno Soffritti n. 9/3256/307.
Prendo atto che l'onorevole Tranfaglia non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/308, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Diliberto n. 9/3256/309, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Pagliarini n. 9/3256/310 e non insistono per la votazione.
Ricordo che gli ordini del giorno Cancrini n. 9/3256/311 e Vacca n. 9/3256/312 sono stati accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Crapolicchio n. 9/3256/313 e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo dell'ordine del giorno Galante n. 9/3256/314.
Ricordo che gli ordini del giorno Ferdinando Benito Pignataro n. 9/3256/315 e Lazzari n. 9/3256/316 sono stati accettati dal Governo.
Prendo atto che l'onorevole Crosetto accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/3256/317 e non insiste per la votazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Garagnani n. 9/3256/318, accolto dal Governo come raccomandazione.

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, questo ordine del giorno fa riferimento ad una sentenza della Corte di giustizia europea, che innova grandemente la politica scolastica seguita dagli Stati membri. Essa sancisce infatti il principio della parità di diritti e soprattutto della possibilità per tutte le famiglie di fruire della libertà di scelta educativa, in risposta ad un ricorso presentato da una famiglia tedesca.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 17,30)

FABIO GARAGNANI. Questo ordine del giorno, oltre a riproporre tutte le tematiche tradizionali in materia di libertà di insegnamento e di applicazione del principio di sussidiarietà e parità scolastica, fa un riferimento preciso a questaPag. 107sentenza della Corte di giustizia, le cui pronunce in altri ambiti - non a caso - vengono citate dal Governo come prodromiche all'assunzione di determinati provvedimenti (sul tema si è registrata una serie di discussioni in Senato nel corso dell'esame del disegno di legge finanziaria).
La semplice raccomandazione, pur costituendo un passo avanti, mi pare dunque estremamente riduttiva rispetto alle novità contenuta in questa sentenza. D'altra parte, l'ordine del giorno non pretende tout court un cambiamento totale dell'atteggiamento del Governo dall'oggi al domani: ci si rende conto infatti che occorrono determinate tappe per arrivare alla costituzione di un vero sistema pubblico integrato della pubblica istruzione che faccia riferimento a questi diritti (si cita anche la legge n. 62 del 2000).
In questo senso insisto sull'impegno contenuto nell'ordine del giorno, che ritengo possa essere valutato con serenità dal Governo, proprio perché è basato su principi essenziali e si pone certamente nell'ottica di un esercizio razionale dell'attività di governo in una materia così delicata.

PRESIDENTE. Onorevole Garagnani, insiste dunque per la votazione? Mi pare che lei chieda una nuova valutazione...

FABIO GARAGNANI. Presidente, evidentemente lei non mi ha ascoltato: il mio intero intervento è stato volto a segnalare la necessità di un impegno, poiché la semplice raccomandazione non risolve assolutamente il problema.

PRESIDENTE. Dunque, insiste per la votazione.

FABIO GARAGNANI. No, Presidente, gradirei sapere cosa pensa il Governo.

PRESIDENTE. Onorevole Garagnani, il Governo non è tenuto a rispondere. Non è che si possa instaurare un dialogo: il Governo ha già espresso il proprio parere; se non mi chiede di intervenire nuovamente, vuol dire che conferma il parere espresso. Dunque, lei insiste per la votazione.

FABIO GARAGNANI. Presidente, chiedo che il Governo dica, come è successo varie volte, che...

PRESIDENTE. Onorevole Garagnani, non possiamo instaurare questo dialogo: il Governo ha già espresso il proprio parere. Mi pare che il proponente insista per la votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bianco. Ne ha facoltà.

GERARDO BIANCO. Signor Presidente, dal momento che il sottosegretario ha trovato la formula magica: «a valutare la possibilità di». Essa potrebbe essere estesa a tutti gli altri ordini del giorno determinando un'economia dei lavori e si potrebbe applicarla anche in questo caso, così da concludere rapidamente.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. L'onorevole Bianco ha ovviamente un'anzianità parlamentare enorme, ma purtroppo non ha letto l'ordine del giorno, che già lo dice. La raccomandazione è a scalare rispetto all'espressione «a valutare la possibilità di».

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Garagnani n. 9/3256/318, accolto dal Governo come raccomandazione. A questo punto, è evidente che il parere del Governo deve intendersi contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Garagnani n. 9/3256/318, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 108

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 445
Votanti 441
Astenuti 4
Maggioranza 221
Hanno votato
160
Hanno votato
no 281).

Ricordo che l'ordine del giorno Pottino n. 9/3256/319 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Carlucci n. 9/3256/320, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Carlucci n. 9/3256/320, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 450
Votanti 449
Astenuti 1
Maggioranza 225
Hanno votato
158
Hanno votato
no 291).

Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta dell'ordine del giorno Paolo Russo n. 9/3256/321 e non insiste per la votazione.
Prendo altresì atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Aprea n. 9/3256/322, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Aprea n. 9/3256/322, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 453
Votanti 452
Astenuti 1
Maggioranza 227
Hanno votato
159
Hanno votato
no 293).

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Giuseppe Fini n. 9/3256/323, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Adornato n. 9/3256/324, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Adornato n. 9/3256/324, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 445
Votanti 442
Astenuti 3
Maggioranza 222
Hanno votato
148
Hanno votato
no 294).

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Mormino n. 9/3256/325 e Lainati n. 9/3256/326, accolti dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Romele n. 9/3256/327, non accettato dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà (Commenti).Pag. 109
Colleghi, vi prego di fare silenzio altrimenti si finisce solo per perdere tempo. Prego, onorevole Boscetto.

GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, è molto importante per me avere questo consenso della maggioranza, perché ciò significa che quanto dico è in linea con l'opposizione. Non voglio fare polemica sull'ordine del giorno Romele ed altri n. 9/3256/327. Però, si chiede che il Governo, in relazione ad una norma riguardante le comunità montane, assegni alle regioni un termine più ampio. Infatti, siccome si è detto che le comunità montane vengono riordinate dalle regioni entro il termine di sei mesi e che, se ciò non avviene, scatta una serie di effetti estremamente negativi per le comunità montane, il termine di sei mesi appare troppo ristretto affinché le regioni adottino leggi regionali di riordino, perché debbono verificare sul territorio quali siano i comuni che rimangono nella comunità montana, come si dividono le comunità montane e quali, eventualmente, vadano soppresse.
Se si prevedesse di prorogare il termine da sei a nove o a dodici mesi si farebbe soltanto una cosa buona, perché ritengo che le regioni facciano fatica, entro sei mesi, a porre in essere leggi regionali di tale complessità.
Inoltre, il fatto che vi siano effetti così negativi è un'imposizione dello Stato che, a mio avviso, non è più costituzionale, perché non riguarda più la parte economica del riordino delle comunità montane, forse, di competenza dello Stato, ma dà ordini alle regioni in una materia di loro competenza esclusiva. Non dimentichiamo, infatti, che fra gli enti costituzionalmente garantiti non figurano le comunità montane, che appartengono ex articolo 117 della Costituzione alla competenza residuale esclusiva delle regioni.
Quindi, lo Stato non può stabilire norme che prevedano effetti così negativi per un atto di competenza regionale: se non lo adottano entro un certo termine, ciò non può essere imputato alle comunità montane. Se le regioni, entro sei mesi, non riescono a varare una legge, le comunità montane subiranno effetti estremamente negativi per un comportamento che non è loro ascrivibile.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Romele n. 9/3256/327, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 446
Votanti 437
Astenuti 9
Maggioranza 219
Hanno votato
123
Hanno votato
no 314).

Ricordo che l'ordine del giorno Fallica n. 9/3256/328 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bernardo n. 9/3256/329, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Caligiuri n. 9/3256/330, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pili n. 9/3256/331, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Zanella n. 9/3256/332 e non insistono per la votazione.
Ricordo che gli ordini del giorno Pellegrino n. 9/3256/333 e Francescato n. 9/3256/334 sono stati accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Bonelli n. 9/3256/335 e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Stagno D'Alcontres n. 9/3256/336, non accettato dal Governo.Pag. 110
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Stagno D'Alcontres n. 9/3256/336, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 442
Votanti 440
Astenuti 2
Maggioranza 221
Hanno votato
152
Hanno votato
no 288).

Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Iannarilli n. 9/3256/337, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Iannarilli n. 9/3256/337, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 434
Votanti 433
Astenuti 1
Maggioranza 217
Hanno votato
152
Hanno votato
no 281).

Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Gianfranco Conte n. 9/3256/338, accolto dal Governo come raccomandazione.

GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, ero convinto che, dopo gli interventi svolti durante l'illustrazione degli ordini del giorno, il Governo avesse cambiato parere in considerazione del fatto che, approvando l'ordine del giorno Belisario n. 9/3256/42, che presenta un contenuto identico al mio ordine del giorno n. 9/3256/338 e all'ordine del giorno Leone n. 9/3256/369, pensavo che vi fosse implicitamente il riconoscimento che tutti i tre ordini del giorno dovessero essere accettati.
Mi pare curioso, salvo che non si tratti di una svista, che il Governo sia un po' strabico. Accetta gli ordini del giorno della maggioranza, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno dell'opposizione, pur avendo il medesimo contenuto.
Pertanto, invito il Governo a riformulare il proprio parere e ad accettare anche l'ordine del giorno n. 9/3256/338 a mia firma e l'ordine del giorno Leone n. 9/3256/369.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, la ragione per cui vi è una diversità tra gli ordini del giorno (che non diminuisce la responsabilità del Governo, che non si è avveduto dell'aspetto conclusivo simile) è che vi sono delle premesse per la verità diverse per giungere alla stessa sintesi.
L'ordine del giorno Belisario n. 9/3256/42 compie un certo ragionamento e poi giunge ad una conclusione simile. Tuttavia, per ragioni di equità propongo che anche gli altri ordini del giorno, come quello Gianfranco Conte n. 9/3256/338, abbiano la stesso dispositivo dell'ordine del giorno Belisario n. 9/3256/42, in modo da dare a tutti quel che è giusto.

PRESIDENTE. Onorevole Grandi, deve indicare con precisione in ordine a quali ordini del giorno il Governo cambia il proprio parere.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. SignorPag. 111Presidente, il Governo cambia il proprio avviso precedente, nel senso di accettare gli ordini del giorno Gianfranco Conte n. 9/3256/338 e Leone n. 9/3256/369, purché abbiano lo stesso dispositivo dell'ordine del giorno Belisario n. 9/3256/42.
Allorché esamineremo questo ultimo ordine del giorno, proporrò una riformulazione in modo che abbia lo stesso dispositivo.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Gianfranco Conte n. 9/3256/338 accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fasolino n. 9/3256/340, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cesaro n. 9/3256/341, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cesaro n. 9/3256/341, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 436
Votanti 434
Astenuti 2
Maggioranza 218
Hanno votato
147
Hanno votato
no 287).

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Aracu n. 9/3256/342, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Della Vedova n. 9/3256/343, accolto dal Governo come raccomandazione.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, volevo richiamare l'attenzione dei colleghi e del Governo sul mio ordine del giorno, che propone di impegnare il Governo ad invitare l'ISTAT, in sede di elaborazione del Programma statistico nazionale, a predisporre accanto agli indici «tradizionali» (quelli comunitari armonizzati agli indici dell'inflazione), un ulteriore indice che tenga conto anche delle variazioni relative ai costi dell'abitazione di proprietà, in particolare per quanto riguarda l'andamento dei mutui.
È un indice che viene calcolato in altri Paesi, in Gran Bretagna e Irlanda, che sarebbe particolarmente significativo in Italia, dove - come ben sappiamo - l'80 per cento delle famiglie è proprietaria di abitazione. Di tale 80 per cento, una quota consistente continua a pagare il mutuo.
È del tutto evidente che non sarebbe il dato di inflazione ufficiale da considerare nell'ambito dell'Unione europea, ma sarebbe un parametro di riferimento molto importante, soprattutto in questa particolare congiuntura, che forse potrebbe dare un elemento di oggettività alla discussione sul carovita, dove si considerano comprensibilmente anche le variazioni dei tassi di interesse sui mutui, e che invece, seppur molto diffusa, viene spesso condotta sulla base di impressioni e di emotività.
Quindi, chiederei al Governo di modificare il proprio parere, accettando il mio ordine del giorno. In caso contrario, insisto sulla votazione. Tuttavia, voglio sensibilizzare l'Assemblea sul fatto che la richiesta è di invitare l'ISTAT a predisporre un ulteriore indice che tenga conto, nella dinamica dei prezzi, del costo dei mutui. Credo - lo ripeto - che in Italia ciò sarebbe molto importante e sarebbe molto importante che tale discussione avvenisse su basi oggettive statisticamente fondate.
Pertanto, chiedo al Governo, se possibile, di modificare il parere, accettando il mio ordine del giorno, altrimenti chiedo di porlo in votazione. Inoltre, chiedo ai colleghi della maggioranza, come dell'opposizione, di sostenere tale richiesta.

Pag. 112

PRESIDENTE. Mi pare che il Governo non intenda replicare.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Della Vedova n. 9/3256/343, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 434
Votanti 429
Astenuti 5
Maggioranza 215
Hanno votato
152
Hanno votato
no 277).

Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Baiamonte n. 9/3256/344, non accettato dal Governo.

GIACOMO BAIAMONTE. Signor Presidente, vorrei invitare il sottosegretario a rivedere la sua posizione su un argomento di questo genere, così grave per gli ammalati colpiti da tali gravi malattie. Infatti, non mi pare esatto ghettizzare alcuni di loro, tanto più che proprio in questi giorni Telethon sta raccogliendo i fondi per aumentare la ricerca proprio su questa malattia. Quindi, se fosse possibile, inviterei il sottosegretario a rivedere la sua posizione.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, se l'onorevole Baiamonte è d'accordo, il Governo potrebbe accogliere il suo ordine del giorno n. 9/3256/344 come raccomandazione.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Baiamonte non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/344, accolto come raccomandazione dal Governo.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione del suo ordine del giorno Baldelli n. 9/3256/345, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, approfitto dell'occasione per interloquire con il Governo, in particolare con il sottosegretario Grandi, su questo ordine del giorno.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 17,50)

Testo sostituito con errata corrige volante SIMONE BALDELLI. Comprendo la posizione del Governo in ordine all'accettazione del dispositivo del mio ordine del giorno. Tuttavia il paradosso, signor sottosegretario Grandi, è che si accoglie un dispositivo dove in sostanza si chiede al Governo, da un lato, di definire una posizione netta sul superamento del sistema della sessione di bilancio e, dall'altro, di ridurre l'utilizzo della prerogativa della fiducia; si tratta, ovviamente, di due impegni di natura politica. Invece, nella premessa non si fa altro che una cronistoria piuttosto asettica.
Ritengo che al sottosegretario Grandi non sfugga il riferimento anche al richiamo istituzionale, che poi è stato sostanzialmente disatteso, di non caricare il Parlamento con norme composte da un numero eccessivo di commi e di limitare i casi di ricorso alla questione di fiducia.
Per il resto, mi sembra che si tratti null'altro di una cronistoria in termini numerici e anche piuttosto asettici, dell'iter di questo disegno di legge finanziaria, dal passaggio al Senato fino all'arrivo in Aula.
Pertanto, ritengo che, se il Governo avesse dell'obiezioni di sostanza sulla premessa, evidentemente dovrebbe inviare lettere di rettifica o richieste di smentita al Il Sole 24 Ore e a tutti i quotidiani che, inPag. 113maniera dettagliata, hanno seguito i numeri di questa manovra finanziaria. Attendo l'opinione del Governo prima di chiedere eventualmente di mettere in votazione quest'ordine del giorno.
SIMONE BALDELLI. Comprendo la posizione del Governo in ordine all'accettazione del dispositivo del mio ordine del giorno. Tuttavia il paradosso, signor sottosegretario Grandi, è che si accoglie un dispositivo dove in sostanza si chiede al Governo, da un lato, di definire una posizione netta sul superamento del sistema della sessione di bilancio e, dall'altro, di ridurre l'utilizzo della prerogativa della fiducia; si tratta, ovviamente, di due impegni di natura politica. Invece, nella premessa non si fa altro che una storia in cifre.
Ritengo che al sottosegretario Grandi non sfugga il riferimento al richiamo istituzionale, che poi è stato sostanzialmente disatteso, di non caricare il Parlamento con norme composte da un numero eccessivo di commi e di limitare i casi di ricorso alla questione di fiducia.
Per il resto, mi sembra che si tratti di null'altro che di una cronistoria in termini numerici e anche piuttosto asettici, dell'iter di questo disegno di legge finanziaria, dal passaggio al Senato fino all'arrivo in Aula.
Pertanto, ritengo che, se il Governo avesse dell'obiezioni di sostanza sulla premessa, evidentemente dovrebbe inviare lettere di rettifica o richieste di smentita al Il Sole 24 Ore e a tutti i quotidiani che, inPag. 113maniera dettagliata, hanno seguito i numeri di questa manovra finanziaria. Attendo l'opinione del Governo prima di chiedere eventualmente di mettere in votazione quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, confermo il giudizio favorevole solo limitatamente al dispositivo che costituisce un impegno che per il futuro possiamo provare tutti ad applicare. Se lei, onorevole Baldelli, rileggesse quanto scritto nell'ordine del giorno, vedrebbe che ci sono tutte le ragioni per cui non posso accettare le formulazioni della premessa. Del resto lei scrive: «è stato sostanzialmente disatteso da parte del Governo». Lei ha il diritto di pensarlo, noi di non essere d'accordo.

PRESIDENTE. Deputato Baldelli?

SIMONE BALDELLI. Non insisto per la votazione del mio ordine del giorno n. 9/3256/345. Il Governo è stato piuttosto chiaro.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bertolini n. 9/3256/346, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bertolini n. 9/3256/346, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 424
Votanti 423
Astenuti 1
Maggioranza 212
Hanno votato
141
Hanno votato
no 282).

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bocciardo n. 9/3256/347, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Boscetto n. 9/3256/348, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Boscetto n. 9/3256/348, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 426
Votanti 421
Astenuti 5
Maggioranza 211
Hanno votato
121
Hanno votato
no 300).

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bruno n. 9/3256/349, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Carfagna n. 9/3256/350 e Ceccacci Rubino n. 9/3256/351, accolti come raccomandazione dal Governo. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Vitali n. 9/3256/352 accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nicola Cosentino n. 9/3256/353, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nicola Cosentino n. 9/3256/353, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 114
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 431
Votanti 411
Astenuti 20
Maggioranza 206
Hanno votato
118
Hanno votato
no 293).

Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Costa n. 9/3256/354, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.

ENRICO COSTA. Signor Presidente, mi ritengo soddisfatto per l'accoglimento del dispositivo. Terrei anche ad una migliore valutazione per quanto riguarda le premesse, perché mi pare che fossero piuttosto equilibrate. Si fa riferimento ad un dato di fatto non contestabile, vale a dire che esistono forti disparità di trattamento tra i cittadini residenti nelle regioni a statuto speciale e quelli residenti nelle regioni a statuto ordinario.
Il mio ordine del giorno punta, semplicemente, non a cancellare i privilegi o le situazioni ingiustificate, ma soltanto a effettuare un monitoraggio delle situazioni attuali affinché, nell'ottica di un vero federalismo, che si applichi a tutte le regioni (non soltanto ad alcune) e a tutti i cittadini (non soltanto ad alcuni), riesca a mettere tutti nella condizione di vedere investite nelle loro regioni le risorse raccolte frutto del loro lavoro.
Perciò, accolgo con soddisfazione la presa di posizione del Governo che va nella direzione della ricerca di un maggiore equilibrio, anche attraverso un dialogo con le amministrazioni interessate, e auspico che la Camera venga interessata e coinvolta nell'ottica di una maggiore giustizia e di una minore disparità di trattamento.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Crimi n. 9/3256/355, accolto come raccomandazione dal Governo.
Ricordo che l'ordine del giorno D'Ippolito Vitale n. 9/3256/356 è stato accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Di Virgilio n. 9/3256/357.

DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, rivolgo un appello non solo al sottosegretario Grandi, ma anche al Ministro delle politiche per la famiglia, Rosy Bindi, in quanto quello affrontato nel mio ordine del giorno è un problema non eludibile: i non autosufficienti aumentano perché tutti vogliamo vivere di più, ma vivendo di più andiamo incontro a usure e, quindi, alla non autosufficienza.
Il sottosegretario Grandi ha riformulato il mio ordine del giorno stravolgendolo perché propone di eliminare, nella premessa, il terzo capoverso nel quale affermo che i fondi previsti dal Governo sono risibili e, nel dispositivo, l'indicazione dell'entità delle risorse.
Chiedo, dunque, al sottosegretario Grandi - se il Ministro per le politiche della famiglia è d'accordo - di mantenere nella premessa il terzo capoverso, mentre accetto di eliminare l'indicazione della quantità di fondi che ho specificato nel dispositivo, se accertassi che il Governo sarà così sensibile da elaborare un piano triennale con il quale possa adeguare le risorse stanziate per un provvedimento così importante.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Campa. Ne ha facoltà.

CESARE CAMPA. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno Di Virgilio n. 9/3256/357 e per ricordare al Governo, ma soprattutto alla maggioranza, le posizioni di quest'ultima che criticava il Governo Berlusconi per non avere realizzato compiutamente il Fondo per la non autosufficienza.
Pag. 115
Questo, dunque, è il momento giusto per dimostrare che si passa dalle parole ai fatti; quindi, sono convinto che il sottosegretario Grandi, mettendosi gli occhiali, esprimerà un parere favorevole sull'ordine del giorno in esame.

LEONARDO MARTINELLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LEONARDO MARTINELLO. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Di Virgilio n. 9/3256/357.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Virgilio n. 9/3256/357, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 418
Votanti 415
Astenuti 3
Maggioranza 208
Hanno votato
146
Hanno votato
no 269).

Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fabbri n. 9/3256/358, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fabbri n. 9/3256/358, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 423
Votanti 422
Astenuti 1
Maggioranza 212
Hanno votato
124
Hanno votato
no 298).

Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Floresta n. 9/3256/359, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Caruso n. 9/3256/360 accedono all'invito al ritiro, formulato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Franzoso n. 9/3256/362, Fratta Pasini n. 9/3256/363 e Galli n. 9/3256/364, non accettati dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Franzoso n. 9/3256/362, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 427
Votanti 426
Astenuti 1
Maggioranza 214
Hanno votato
142
Hanno votato
no 284).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fratta Pasini n. 9/3256/363, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 116
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 424
Votanti 421
Astenuti 3
Maggioranza 211
Hanno votato
137
Hanno votato
no 284).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Galli n. 9/3256/364, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 433
Votanti 430
Astenuti 3
Maggioranza 216
Hanno votato
142
Hanno votato
no 288).

Ricordo che l'ordine del giorno Giacomoni n. 9/3256/366 è stato accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Jannone n. 9/3256/367, accolto come raccomandazione dal Governo.

GREGORIO FONTANA. Signor Presidente, chiedo al Governo di rivedere il parere espresso sull'ordine del giorno Jannone n. 9/3256/367, altrimenti non si spiegherebbe perché, durante l'esame della scorsa legge finanziaria, sullo stesso argomento e su un identico dispositivo, il Governo aveva espresso un parere favorevole.
Se non si tratta, dunque, di un errore, ciò significa che il Governo ha cambiato posizione sulla realizzazione di questa importante opera. Chiedo, quindi, che il Governo riveda il proprio parere.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non rivede il proprio parere.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Jannone n. 9/3256/367, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 433
Votanti 423
Astenuti 10
Maggioranza 212
Hanno votato
133
Hanno votato
no 290).

Prendo atto che il deputato Grassi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Laurini n. 9/3256/368, non accettato dal Governo.

GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, credo che sulla questione dell'azione collettiva vi sia stata un'attenzione insufficiente da parte del Governo. Sicuramente siamo tutti convinti che sia un ottimo istituto, ma siamo anche consapevoli che è un istituto di difficilissima applicazione.
Può accadere, soprattutto, che migliaia e migliaia di nuove cause siano intentate immediatamente dopo l'entrata in vigore del nuovo istituto. Queste nuove cause riguarderebbero tutti i rapporti giuridici esistenti al momento attuale, quindi anche i rapporti giuridici passati, purché non prescritti.
Non abbiamo nessuna idea di quale sia il peso delle nuove cause sia sull'amministrazione della giustizia, sia rispetto ad alcuni grandi problemi economici. Faccio riferimento, ad esempio, alla situazione delle assicurazioni, le quali hanno delle pendenze precedenti che potranno avere effetti gravissimi rispetto alla continuità dell'attività economica di alcune di esse.
La richiesta avanzata è molto semplice: si chiede al Governo di non far passarePag. 117inutilmente i sei mesi previsti prima che entri in vigore la nuova normativa, ma di utilizzarli per svolgere una verifica volta a valutare, con un monitoraggio, gli effetti della stessa nel corso di questo arco temporale. A mio avviso, avere previsto sei mesi di vacatio per lasciarli decorrere senza che il Governo si assuma questa responsabilità e questo onere è veramente inutile.
Chiediamo soltanto che in questo periodo, non avendo oggi elementi sufficienti a disposizione, il Governo si preoccupi di valutare quali saranno le conseguenze del nuovo istituto, peraltro così complesso. Per tutta la scorsa legislatura se ne discusse senza riuscire ad arrivare a un risultato, così come se ne sta discutendo ora in Commissione giustizia presso la Camera.
Mi pare che sia una richiesta ragionevole: si chiede che un nuovo istituto, completamente estraneo alla nostra cultura giuridica, sia valutato nei suoi effetti prima della sua entrata in vigore. Di conseguenza, chiediamo che il Governo ne tragga poi le eventuali conseguenze sul piano delle iniziative legislative e di urgenza.
Crediamo che almeno la prima parte del dispositivo dell'ordine del giorno in esame sia di per sé più che ragionevole. Un nuovo istituto, infatti, richiede una verifica di monitoraggio. Quindi, chiediamo, in ogni caso, di votare il dispositivo per parti separate: quella che richiede un monitoraggio degli effetti dell'istituto durante i sei mesi, e quella che richiede un intervento del Governo a seguito del monitoraggio.
Credo, quindi, che almeno in ordine alla prima parte sia difficile che il Governo possa essere contrario a preoccuparsi di osservare gli effetti di un istituto nuovo e di così estese dimensioni. Chiediamo al sottosegretario, dunque, di valutare almeno tale aspetto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Armani. Ne ha facoltà.

PIETRO ARMANI. Signor Presidente, intervengo non solo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Laurini n. 9/3256/368, ma anche per sollecitare il Governo - sia pur separando i due capoversi del dispositivo, preferendo il primo - a tener conto del fatto che, qualora non si desse il termine maggiore per riflettere sull'applicazione di questo importante istituto, si rischierebbe di fare esplodere l'istituto stesso di fronte alle difficoltà e al contenzioso che si potrebbero determinare.

MARIA IDA GERMONTANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA IDA GERMONTANI. Signor Presidente, intendo aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Laurini n. 9/3256/368.

PRESIDENTE. Rimane, quindi, la richiesta avanzata dal deputato Pecorella di votare l'ordine del giorno Laurini n. 9/3256/368 per parti separate. In particolare, si chiede la votazione per parti separate dei due capoversi del dispositivo dell'ordine del giorno Laurini n. 9/3256/368, non accettati dal Governo.

LUCIANO ROSSI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIANO ROSSI. Signor Presidente, intendo aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Laurini n. 9/3256/368.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla prima parte dell'ordine del giorno Laurini n. 9/3256/368, comprendente il primo capoverso del dispositivo, fino alla parole «delle parti interessate», non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 118

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 433
Votanti 428
Astenuti 5
Maggioranza 215
Hanno votato
139
Hanno votato
no 289).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla seconda parte dell'ordine del giorno Laurini 9/3256/368, comprendente l'ultimo capoverso del dispositivo, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 437
Votanti 431
Astenuti 6
Maggioranza 216
Hanno votato
140
Hanno votato
no 291).

Ricordo che il Governo ha accettato l'ordine del giorno Leone n. 9/3256/369 limitatamente al dispositivo, purché riformulato come nel caso dell'ordine del giorno Gianfranco Conte n. 9/3256/338.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Leone n. 9/3256/369.

ANTONIO LEONE. Sì, signor Presidente, e non insisto per la votazione. L'importante è precisare che il Governo ha accettato l'intero ordine del giorno purché il dispositivo sia uniformato a quello dell'ordine del giorno Belisario n. 9/3256/42.

PRESIDENTE. D'accordo, deputato Leone.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Mazzaracchio n. 9/3256/370, non accettato dal Governo.

SALVATORE MAZZARACCHIO. Signor Presidente, resto perplesso per la mancata accettazione di questo ordine del giorno da parte del Governo. Di cosa si tratta? L'articolo 2, comma 46, del disegno di legge in esame prevede un'anticipazione finanziaria nei limiti di un ammontare di 9 milioni di euro da parte dello Stato. A favore di chi? Delle regioni che non hanno rispettato il patto di stabilità! Se ciò si inquadra nella consistenza del fondo transitorio, che ammonta a circa 3 milioni di miliardi, seppur spalmato nel triennio 2007-2009, sempre a favore delle regioni che non hanno rispettato il patto di stabilità, mi domando come il Governo possa ignorare che le regioni che, invece, hanno rispettato il patto di stabilità sono, purtroppo, in «splafonamento» anch'esse, anche se non è stato ancora concluso l'ultimo monitoraggio da parte del tavolo tecnico. Esse hanno, comunque, «splafonato». Come è concepibile che le regioni cosiddette «canaglia» vengano premiate in questa maniera, mentre le regioni che hanno fatto il loro dovere non vengono minimamente prese in considerazione dal Governo?
Attenzione, perché non sto parlando Cicero pro domo sua, in quanto noi non amministriamo le regioni italiane, né potete mettere in dubbio la posizione della Lombardia o del Veneto, che non sono certamente interessate da tutto questo. Quindi, si tratta delle regioni rappresentante e gestite da questa maggioranza.
Non è concepibile! Ciò avviene anche nella mia regione - che però non è amministrata dal centrodestra - e, onorevole D'Alema, nella regione Puglia che ieri è dovuta ricorrere all'aumento dell'IRPEF, dell'IRAP e della sovrattassa sulla benzina. Eppure, quella regione ha rispettato il Patto di stabilità, essendo rimasta al di sotto del 5 per cento e non avendo superato, come le altre, il 7 per cento. Come mai viene stanziata questa massaPag. 119enorme di risorse finanziarie a favore di enti che non hanno compiuto il loro dovere e non si stanzia alcuna risorsa a favore delle regioni che voi rappresentate e che hanno svolto il loro dovere? Ciò non è accettabile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Campa. Ne ha facoltà.

CESARE CAMPA. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, sottosegretario Grandi, chiedo che si valuti con attenzione quanto il collega Mazzaracchio ha poc'anzi affermato: se siamo noi a dare l'impressione di premiare coloro che non fanno la loro parte, è certo che premiamo i furbi a scapito di chi rispetta le leggi. Bisogna dare un segnale molto forte in questa direzione! Ha ragione l'onorevole Mazzaracchio ad affermare che il Veneto è virtuoso e che non c'entra in questa situazione. Quelle regioni che hanno rispettato il Patto oggi invece si trovano in una situazione di difficoltà. Voi premiate le regioni che non hanno rispettato il Patto, non si sono preoccupate di rispettare le norme di buona amministrazione - e magari inviano i propri pazienti nelle nostre regioni -, non pagano le quote e mettono in difficoltà tutto il Servizio sanitario nazionale. Sottosegretario Grandi, considerato che lei prima affermava di volersi mettere gli occhiali per leggere con attenzione il testo dell'ordine del giorno, la prego vivamente di metterseli, di leggere con attenzione e di esprimere un parere favorevole sull'ordine del giorno in esame!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mazzaracchio n. 9/3256/370, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 408
Votanti 405
Astenuti 3
Maggioranza 203
Hanno votato
131
Hanno votato
no 274).

Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Milanato n. 9/3256/371 accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dei successivi ordini del giorno Moroni n. 9/3256/373, Palmieri n. 9/3256/375 e Paroli n. 9/3256/377, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Moroni n. 9/3256/373, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 389
Maggioranza 195
Hanno votato
118
Hanno votato
no 271).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Palmieri n. 9/3256/375, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 404
Votanti 403
Astenuti 1
Maggioranza 202
Hanno votato
125
Hanno votato
no 278).Pag. 120

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paroli n. 9/3256/377, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 402
Maggioranza 202
Hanno votato
126
Hanno votato
no 276).

Ricordo che l'ordine del giorno Mario Pepe n. 9/3256/378 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che il deputato Picchi insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/379, non accettato dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paoletti Tangheroni. Ne ha facoltà.

PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Signor Presidente, quando su una legge finanziaria si pone la questione di fiducia - e quindi ogni discussione viene stroncata - bisogna porre molta attenzione agli ordini del giorno, che costituiscono l'unico spazio concesso per porre le questioni. L'ordine del giorno Picchi n. 9/3256/379 riguarda la tramvia di Firenze, che si prevede passi nel cuore della città. Si tratta di un vero e proprio «stupro» al patrimonio artistico-ambientale. Già per effettuare i primi lavori, sono stati abbattuti settecento alberi. La tramvia pone a rischio l'area del Duomo e del Battistero, oltre a determinare, con una colata di cemento, la sparizione di alcuni reperti romani presenti nel sottosuolo. Quell'area è stata definita patrimonio artistico mondiale dall'UNESCO.
Si tratta di un semplice ordine del giorno.
Signor Presidente, il Governo non presta attenzione; dovrebbe essermi concesso altro tempo.
Il Governo ha già stabilito di spendere dieci milioni per compiere questo «stupro» ambientale. Con l'ordine del giorno in esame si chiede l'assunzione dell'impegno a monitorare gli effetti di tale situazione. Non lo avete accolto, nemmeno come raccomandazione.
Capisco che, come si dice, business is business, però credo che la questione meriti un'attenzione maggiore.

ROBERTO TORTOLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO TORTOLI. Signor Presidente, chiedo di apporre la mia firma all'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Sta bene.

CLAUDIO AZZOLINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CLAUDIO AZZOLINI. Signor Presidente, chiedo di apporre la mia firma all'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Picchi n. 9/3256/379, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 416
Votanti 409
Astenuti 7
Maggioranza 205
Hanno votato
148
Hanno votato
no 261).Pag. 121

Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione del suo ordine del giorno Germanà n. 9/3256/380.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Germanà n. 9/3256/380, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 411
Maggioranza 206
Hanno votato
136
Hanno votato
no 275).

Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Prestigiacomo n. 9/3256/381.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Prestigiacomo n. 9/3256/381, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 423
Maggioranza 212
Hanno votato
140
Hanno votato
no 283).

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ravetto n. 9/3256/382, accolto come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ricevuto n. 9/3256/383, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo se riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Romagnoli n. 9/3256/384, come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rosso n. 9/3256/385, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Santelli n. 9/3256/386, accolto come raccomandazione, limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Santori n. 9/3256/387, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Testori n. 9/3256/388, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3256/388, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 426
Votanti 425
Astenuti 1
Maggioranza 213
Hanno votato
139
Hanno votato
no 286).

Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Prendo atto che il deputato Tondo insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/389, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tondo n. 9/3256/389, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 122

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 423
Maggioranza 212
Hanno votato
137
Hanno votato
no 286).

Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Uggè n. 9/3256/390, non accettato dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Leone. Ne ha facoltà.

ANTONIO LEONE. Signor Presidente, vorrei chiedere al sottosegretario Grandi le motivazioni della contrarietà del Governo all'ordine del giorno in esame. Considerato che stasera l'interpretazione del sottosegretario Grandi è stata «grandiosa», vorrei che proseguisse, «recitasse» anche con me e mi dicesse il motivo per il quale il Governo è contrario all'ordine del giorno in esame.
Dopodiché vorrei nuovamente la parola.

PRESIDENTE. L'onorevole Campa chiede di parlare per dichiarazione di voto, ma non posso dargli la parola.

ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO LEONE. Signor Presidente, in premessa ho chiesto che il sottosegretario mi dicesse il motivo per il quale è contrario all'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Pensavo fosse una domanda retorica.

ANTONIO LEONE. Non è retorica, signor Presidente, perché stimola l'attenzione del sottosegretario. Se il sottosegretario non intende rispondermi, allora chiedo di parlare per dichiarazione di voto sull'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Prendo atto che il sottosegretario non ha nulla da aggiungere, quindi può proseguire, deputato Leone.

ANTONIO LEONE. Si tratta di un ordine del giorno che richiama in toto, in buona sostanza, l'accordo stipulato dal Governo con gli autotrasportatori durante le giornate trascorse e che sono sotto gli occhi di tutti, per quanto è accaduto con lo sciopero.
Nell'ordine del giorno in esame si chiede di impegnare il Governo ad attuare l'accordo stesso, entro i paletti ed i limiti che quest'ultimo stabilisce e in tempi certi.
Vi posso descrivere io le ragioni della contrarietà che il sottosegretario non ha voluto esprimere pubblicamente. Con l'ordine del giorno Uggè n. 9/3256/390, il collega Uggè e il sottoscritto si sono permessi di affermare che il documento consegnato dal Governo alle associazioni di categoria è solo un documento per titoli, privo di date certe. Il sottosegretario ha preso una tale affermazione come un'offesa grave e non ha accettato quest'ordine del giorno. Tutto ciò vuol dire che evidentemente quell'accordo raggiunto dal Governo e sbandierato dal sottosegretario Letta è un accordo vuoto, che non esiste. Se il Governo, infatti, non lo riconosce nella persona del sottosegretario Grandi evidentemente si tratta di una «presa per i fondelli» nei confronti della categoria degli autotrasportatori; altrimenti, l'atteggiamento del sottosegretario non avrebbe dovuto essere tale.
Nell'ordine del giorno in esame si richiama quanto accaduto e si afferma che questo Governo deve colmare alcune lacune definendo quanto è stato lasciato nel vago, dato che l'accordo vi è stato. Se ciò non avvenisse si tratterebbe di una smentita vera e propria. Se il sottosegretario Grandi, che prima si è sperticato in un'interpretazione, in un teatrino bellissimo nei confronti degli ordini del giorno della maggioranza, si potesse sperticare anche su quest'ordine del giorno, non smentendo il Governo, gli saremmo grati.

Pag. 123

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Armani. Ne ha facoltà.

PIETRO ARMANI. Signor Presidente, intervengo, oltre che per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Uggè n.9/3256/390, per ricordare come proprio il punto sottolineato dal collega Leone - ovvero che il documento consegnato alle associazioni è un documento per titoli privo di date certe - crea dei problemi in prospettiva visti i costi che nei tre giorni dello sciopero ha sopportato l'intero Paese in termini di carenza dei trasporti, di alimenti e di prodotti energetici. Attenzione, quindi, applichiamo il documento e non facciamo scherzi!

CESARE CAMPA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CESARE CAMPA. Signora Presidente, richiamo la sua attenzione sul fatto che lei mi ha mandato a dire, attraverso due commessi e un funzionario, che non avrei potuto parlare. Non ho capito perché esista questa attenzione nei miei confronti.

PRESIDENTE. Le fornisco subito la spiegazione.
Ai sensi dell'articolo 88, comma 1, terzo periodo, del Regolamento, ciascun deputato può dichiarare il proprio voto sugli ordini del giorno con un unico intervento sul loro complesso per non più di cinque minuti e con non più di due interventi distinti per una durata complessivamente non superiore.
È dunque possibile per ciascun deputato, a condizione che lo stesso non abbia precedentemente esaurito il tempo a disposizione, prendere nuovamente la parola per dichiarazione sull'ordine del giorno. Poiché lei è già intervenuto due volte per dichiarazione di voto sull'ordine del giorno non potevo e non posso darle la parola. Come vede non vi è alcun accanimento nei suoi confronti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boato. Ne ha facoltà.

MARCO BOATO. Signor Presidente, non sarei intervenuto sull'ordine del giorno Uggè n. 9/3256/390 perché ve ne sono più di quattrocento e abbiamo tutti un po' di fretta. Però, la collega Paoletti Tangheroni, prima, ha affermato giustamente che gli ordini del giorno, in una situazione di questo genere, sono anche un'occasione di riflessione. Mi stupisco allora che il collega Leone si stupisca che il Governo non accetti - e ha fatto benissimo - un ordine del giorno che afferma che il documento consegnato dal Governo alle associazioni di categoria è solo un documento per titoli privo di date certe. Collega Leone cosa vorrebbe, che il Governo accettasse l'ordine del giorno a firma del collega Uggè, colui che ha capitanato la rivolta degli autotrasportatori, che ha bloccato l'Italia per giorni e che ha provocato centinaia di milioni di danni all'intero sistema Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi, Partito Democratico-L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, La Rosa nel Pugno e Comunisti Italiani)? L'onorevole Uggè, assente da quest'aula, vorrebbe anche che l'Assemblea gli facesse gli elogi pubblici riguardo a ciò che ha fatto (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi, Partito Democratico-L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, La Rosa nel Pugno e Comunisti Italiani)? Bene ha fatto il Governo a cercare un accordo e bene ha fatto, anche se presentano delle coperture discutibili, a inserire delle misure nella legge finanziaria.
Tuttavia cito il rappresentante principale dell'associazione della più grande azienda di trasportatori Trentina, la ARCESE, il quale ha detto parole di fuoco - lui che è il più grande autotrasportatore - sul modo in cui Uggè e soci si sono comportati in questa vicenda. Quindi fa bene il Governo a respingere l'ordine del giorno in esame (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi, Partito Democratico-L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea,Pag. 124Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, La Rosa nel Pugno e Comunisti Italiani).

CESARE CAMPA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Deputato Campa, lei mi chiede la parola ma sa che non la può avere se non per apporre la sua firma sull'ordine del giorno in esame. Come può vedere anche il microfono le nega la parola...

CESARE CAMPA. Veramente è lei, Presidente che mi sta negando la parola, mettendo evidentemente il bavaglio a un deputato. Io avevo chiesto la parola...

PRESIDENTE. Non può intervenire! Le ho già spiegato il motivo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà.

LUCIO BARANI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che non sia corretto responsabilizzare un collega quando non è presente in aula (Commenti dei deputati del Partito Democratico-L'Ulivo), e soprattutto non è corretto non responsabilizzare il Governo che poteva stringere l'accordo cinque giorni prima, con trenta «marcioni» di milioni, non avrebbe messo l'Italia in ginocchio! Pertanto, la grossa responsabilità che ha il Governo non si può attribuire a nessun altro. È una responsabilità di chi guida il Paese e di chi appoggia l'attuale Esecutivo. L'accordo poteva essere stretto tre giorni prima, non sarebbe accaduto nulla, e la decisione di aver tolto trenta milioni di euro ai famosi funghi e alle viti siciliane per giungere all'accordo poteva essere presa quattro giorni prima. Credo, quindi, che il collega Boato sia veramente andato fuori tema e fuori luogo e che abbia prodotto una difesa veramente sterile di un Governo indifendibile nella vicenda degli autotrasportatori. Non avrebbe dovuto accusare Uggè che in questo momento è un collega come tutti gli altri.

GIOVANNI CARBONELLA. Ha fatto il sindacalista e l'agitatore e non il parlamentare!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

Testo sostituito con errata corrige volante SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, è singolare che si sentano utilizzare nei confronti del collega Uggè le parole «sindacalista e agitatore» come se fossero sinonimi.
Intendo precisare che per quanto riguarda lo sciopero e l'agitazione inscenata dagli autotrasportatori - sulla quale peraltro io stesso ho chiesto personalmente l'informativa del Governo in Aula - non è l'associazione rappresentata dal collega Uggè ad aver dato luogo alla prima agitazione e al primo sciopero. Lo dico a scanso di equivoci. In secondo luogo, l'ordine del giorno in esame ha nel dispositivo l'esortazione al Governo a mantenere gli impegni presi. Credo, quindi, che il contenuto dell'ordine del giorno sia difendibile.
Inoltre, se è vero che si sono verificati atteggiamenti di blocco che possono anche essere contestati da diversi punti di vista, è anche vero che appare strano che il tentativo e la lotta - sebbene non confederale e non sindacalizzata in maniera ortodossa - degli autotrasportatori siano considerati una battaglia di cosiddetti «padroncini» che difendono dei privilegi, mentre quando scendono in piazza i lavoratori tutto è legittimo e normale (Commenti dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
Dico questo specialmente in presenza di un Governo in cui il Ministro Ferrero esorta, in qualche modo comprensibilmente, i lavoratori a scendere in piazza per difendere la propria sicurezza.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, è singolare che si sentano utilizzare nei confronti del collega Uggè le parole «sindacalista e agitatore» come se fossero sinonimi.
Intendo precisare che per quanto riguarda lo sciopero e l'agitazione inscenata dagli autotrasportatori - sulla quale peraltro io stesso ho chiesto personalmente l'informativa del Governo in Aula - non è l'associazione rappresentata dal collega Uggè ad aver dato luogo alla prima agitazione e al primo sciopero. Lo dico a scanso di equivoci. In secondo luogo, l'ordine del giorno in esame ha nel dispositivo l'esortazione al Governo a mantenere gli impegni presi. Credo, quindi, che il contenuto dell'ordine del giorno sia difendibile.
Inoltre, se è vero che si sono verificati atteggiamenti di blocco che possono anche essere contestati da diversi punti di vista, è anche vero che appare strano che la lotta - sebbene non confederale e non sindacalizzata in maniera ortodossa - degli autotrasportatori sia considerata una battaglia di cosiddetti «padroncini» che difendono dei privilegi, mentre quando scendono in piazza i lavoratori tutto è legittimo e normale (Commenti dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
Dico questo specialmente in presenza di un Governo in cui il Ministro Ferrero esorta, in qualche modo comprensibilmente, i lavoratori a scendere in piazza per difendere la propria sicurezza.

MARIO RICCI. Ci sono modi e modi!

Testo sostituito con errata corrige volante SIMONE BALDELLI. Allora non usiamo due pesi e due misure, e cerchiamo di avere il rispetto di tutti coloro che protestano nella difesa dei propriPag. 125interessi, troppo spesso perché forse la politica non riesce ad affrontare i problemi nella debita maniera, con la giusta responsabilità e la giusta serenità.
Concludo affermando che purtroppo, collega Boato, quella degli ordini del giorno è stata - in questo sono d'accordo con lei - non una delle poche ma forse l'unica occasione in cui l'Assemblea ha avuto la possibilità di svolgere un minimo di confronto e di dibattito. Credo che questo sia grave perché la manovra finanziaria è la legge più importante dello Stato...
SIMONE BALDELLI. Allora non usiamo due pesi e due misure, e cerchiamo di avere il rispetto di tutti coloro che protestano nella difesa dei propriPag. 125interessi, troppo spesso perché forse la politica non riesce ad affrontare i problemi nella debita maniera, con la giusta responsabilità e la necessaria serenità.
Concludo affermando che purtroppo, collega Boato, quella degli ordini del giorno è stata - in questo sono d'accordo con lei - non una delle poche ma forse l'unica occasione in cui l'Assemblea ha avuto la possibilità di svolgere un minimo di confronto e di dibattito. Credo che questo sia grave perché la manovra finanziaria è la legge più importante dello Stato...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SIMONE BALDELLI. Credo che sarebbe stato utile e costruttivo ascoltare il Presidente Prodi, il Ministro dell'economia e delle finanze e gli altri Ministri sui diversi argomenti e sarebbe stato utile poter dibattere e poter pensare di modificare, anche di una virgola, questa manovra finanziaria in quest'aula. Purtroppo, le prassi ed un brutto modo di operare, sia dal punto di vista politico sia da quello delle prassi regolamentari, ci impediscono di farlo. Pertanto, questo è l'unico dibattito che questa Assemblea ha l'onore di svolgere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gibelli. Ne ha facoltà.

ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, il collega Uggè non ha bisogno di essere difeso dal nostro gruppo, però vorrei ricordare all'Assemblea che la Commissione trasporti, negli ultimi dieci anni, ha affrontato il tema del settore dell'autotrasporto in maniera oggettiva.
Sappiamo che ci sono delle sigle sindacali che hanno posizioni differenti e tutte le richieste che sono state avanzate - lo ricordo al collega Boato - hanno una storia, che non nasce in questi giorni, ma è una storia antica, legata ad una situazione del settore dell'autotrasporto molto complessa. Sicuramente in questi giorni sono accaduti molti avvenimenti, ma, alla base, ci sono delle legittime richieste.
Mi dispiace la caduta di stile del collega Boato e vorrei ricordare a tutta la sinistra che rumoreggia che, comunque, da questa parte dell'aula non c'è gente che oggi fa del moralismo sugli trasportatori, mentre delle persone che sono sedute qui, durante il G8 di Genova, hanno aizzato il caos (Commenti dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea - Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) e c'è gente qui che, come l'onorevole Mussi, è stata Vicepresidente della Camera e durante una sommossa nella scorsa legislatura, avvenuta qui davanti in occasione della riforma Moratti ad opera di studenti imboscati ed infiltrati, ha fornito loro dell'acqua per ristorarli! Ciò perché dall'altra parte c'era un Governo che non era del vostro colore e adesso Marco Boato viene a fare il moralista (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), perché un suo amico - magari qualcuno che gli ha pagato la campagna elettorale - viene a dirci che forse abbiamo sbagliato a sostenere una proposta del genere (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Uggè n. 9/3256/390, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 412
Votanti 408
Astenuti 4
Maggioranza 205
Hanno votato
127
Hanno votato
no 281).

Prendo atto che la deputata Germontani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.Pag. 126
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Elio Vito n. 9/3256/391, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Elio Vito n. 9/3256/391, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 415
Votanti 413
Astenuti 2
Maggioranza 207
Hanno votato
123
Hanno votato
no 290).

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zanetta n. 9/3256/392, accolto dal Governo come raccomandazione .
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zorzato n. 9/3256/393, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zorzato n. 9/3256/393, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 414
Votanti 413
Astenuti 1
Maggioranza 207
Hanno votato
126
Hanno votato
no 287).

Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marras n. 9/3256/394, accolto dal Governo come raccomandazione .
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Armosino n. 9/3256/395, accolto dal Governo come raccomandazione limitatamente al dispositivo.
Ricordo che l'ordine del giorno Brusco n. 9/3256/396 è stato accettato dal Governo.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Marinello n. 9/3206/397, non accettato dal Governo.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Si, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, vorrei che il sottosegretario Grandi mi dedicasse un po' di attenzione in quanto, signor sottosegretario, non accettando l'ordine del giorno - la prego di prestare attenzione al dispositivo - sostanzialmente lei dice «no» a due aspetti. Mi riferisco alla messa in sicurezza di una delle strade ritenute tra le più pericolose per incidenti (e quindi per mortalità durante l'arco dell'anno) che si trova in Sicilia e alla possibilità - e chiedo anche l'attenzione del Viceministro D'Antoni, che tra l'altro conosce bene quelle zone - che gli enti preposti, in particolare l'ANAS, possano dare il via, non ad un progetto esecutivo, ma ad un progetto di massima di un tratto autostradale strategico - il cosiddetto Gela-Castelvetrano - che completerebbe l'anello autostradale siciliano.
Quindi, di fatto, l'Assemblea, non accettando questo dispositivo, nega la sicurezza di un tratto di strada pericoloso e anche la possibilità non che si possa realizzare domani, ma almeno che si possa iniziare l'iter per la costruzione di un'importante infrastruttura in Sicilia. Ciò è particolarmente grave, specie in un anno in cui, di fatto, si è negato il credito d'imposta e sono stati ridotti i fondi del FAS. Mi sembra che questo Governo si stiaPag. 127caratterizzando per aver posto in essere delle politiche antimeridionali ed antisiciliane.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Se l'onorevole Marinello concorda, il suo ordine del giorno n. 9/3256/397 può essere accolto come raccomandazione.

VITO LI CAUSI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITO LI CAUSI. Signor Presidente, chiedo di apporre la mia firma all'ordine del giorno Marinello n. 9/3256/397 a nome di tutto il gruppo Popolari-Udeur.

PRESIDENTE. Deputato Marinello, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3256/397, accolto dal Governo come raccomandazione.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. No, signor Presidente, non insisto per la votazione, ma, evidentemente non sono soddisfatto: iniziamo un percorso.

PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno De Zulueta n. 9/3256/398 è stato accettato dal Governo.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal Governo dell'ordine del giorno Turco n. 9/3256/399.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, vorrei sollecitare il sottosegretario Grandi a rivedere questo invito al ritiro. Soprattutto, ritengo che non sia né opportuno né prudente che il Governo non accetti questo ordine del giorno. Sarebbe più opportuno e prudente che il Governo si rimettesse all'Aula.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo mantiene l'invito al ritiro e che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Turco n. 9/3256/399.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Turco n. 9/3256/399, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 418
Votanti 405
Astenuti 13
Maggioranza 203
Hanno votato
118
Hanno votato
no 287).

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Neri n. 9/3256/400, accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo atto, altresì, che il deputato Satta ha chiesto di apporvi la propria firma.
Ricordo che l'ordine del giorno Lo Monte n. 9/3256/401 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Oliva n. 9/3256/402, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal Governo dell'ordine del giorno Reina n. 9/3256/403.

PIETRO RAO. Signor Presidente, ritengo che vi sia stata una distrazione relativamente al parere espresso dal Governo su questo ordine del giorno, perché, sostanzialmente, esso impone alle raffinerie, in particolare a quella di Gela, che utilizza il pet coke come combustibile, di utilizzare una tecnologia, che viene chiamata IGCC, che permette un abbattimento sostanziale degli idrocarburi policiclici aromatici dei metalli pesanti e dello zolfo.Pag. 128
Siccome ci pare che ciò non comporti alcun onere per lo Stato, gravando soltanto sull'industria petrolifera, con un grande vantaggio, però, per la salute e per la tutela dell'ambiente, ci pare veramente difficile capire come mai siamo stati invitati a ritirare questo ordine del giorno. Queste cose non le diciamo noi, ma Legambiente e ci pare strano questo invito al ritiro, francamente, perché riteniamo che questo ordine del giorno possa essere votato a maggioranza. Quindi, insistiamo per la votazione di questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Reina n. 9/3256/403, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 414
Votanti 411
Astenuti 3
Maggioranza 206
Hanno votato
179
Hanno votato
no 232).

CARMELO LO MONTE. Ma il Governo ha espresso il parere?

PRESIDENTE. Il Governo ha detto che, in caso di mancato ritiro, il parere era contrario. Ho detto che il Governo non ha accettato l'ordine del giorno Reina n. 9/3256/403.

CARMELO LO MONTE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su che cosa?

CARMELO LO MONTE. Signor Presidente, avevamo chiesto di conoscere il parere del Governo e lo volevamo sentire, ma non eravamo interessati soltanto noi del gruppo del Movimento per l'Autonomia. Volevamo farlo sentire a tutta l'Aula, perché siamo certi di aver posto un problema che, se venisse a conoscenza di tutta l'Aula, siamo sicuri...

PRESIDENTE. Mi scusi, lei lo ha posto...

CARMELO LO MONTE. Lei, Presidente, non ce lo ha consentito. Il Governo le ha espresso il parere nell'orecchio: noi non lo abbiamo sentito!

PRESIDENTE. Il Governo ha formulato un invito al ritiro. In caso contrario, il parere era contrario. Lei ha rifiutato il ritiro e quindi rimane il parere contrario.
Ricordo che gli ordini del giorno Rao n. 9/3256/404 e Mascia n. 9/3256/405 sono stati accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dell'ordine del giorno Bono n. 9/3256/406, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo, e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Minardo n. 9/3256/407 e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fedele n. 9/3256/408, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno tizio n. 9/3256/408, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 396
Maggioranza 199
Hanno votato
124
Hanno votato
no 272).Pag. 129

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Luciano Rossi n. 9/3256/409 e Di Cagno Abbrescia n. 9/3256/410, accolti dal Governo come raccomandazione.

PAOLA BALDUCCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA BALDUCCI. Vorrei aggiungere la firma all'ordine del giorno Violante n. 9/3256/411.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Violante n. 9/3256/411 e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Angelino Alfano n. 9/3256/412, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Angelino Alfano n. 9/3256/412, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 411
Votanti 410
Astenuti 1
Maggioranza 206
Hanno votato
125
Hanno votato
no 285).

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Lupi n. 9/3256/413, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Ricordo che l'ordine del giorno Sposetti n. 9/3256/414 è stato accettato dal Governo.

PAOLO AFFRONTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO AFFRONTI. Signor Presidente, chiedo di apporre la mia firma all'ordine del giorno Sposetti n. 9/3256/414.

PRESIDENTE. Sta bene.
Ricordo che l'ordine del giorno Lisi n. 9/3256/415 è stato accettato dal Governo.
Prendo atto che il deputato Cicu accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/3256/416 e non insiste per la votazione. Prendo atto altresì che il deputato Satta chiede di apporre la propria firma all'ordine del giorno Cicu n. 9/3256/416.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ponzo n. 9/3256/417, accolto dal Governo come raccomandazione.
Ricordo che l'ordine del giorno Trepiccione n. 9/3256/418 è stato accettato dal Governo.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Prima di passare alle dichiarazioni di voto finale, informo che il Governo ha comunicato che, nel corso dell'attività di predisposizione della Nota di variazione, che sarà formalmente presentata dopo il voto sul disegno di legge finanziaria, è emersa l'esigenza di una correzione di ordine tecnico nel prospetto di copertura.
Com'è noto, il prospetto di copertura ha natura ricognitiva e consequenziale rispetto alle deliberazioni assunte in sede parlamentare, che non vengono ovviamente intaccate. Pur tuttavia, per evitare ogni equivoco e per assicurare la massima trasparenza al procedimento, ritengo di dare luogo ad una breve sospensione della seduta per 10-15 minuti, affinché in sede di Comitato dei nove tutti i gruppi possano prendere visione della correzione prima di procedere alle dichiarazioni di voto e ai voti finali.
Invito pertanto il Comitato dei nove a riunirsi immediatamente con la presenza del Governo e a ritornare in Aula non oltre il termine stabilito.

ELIO VITO. Chiedo di parlare.

Pag. 130

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELIO VITO. Signor Presidente, non credo proprio che quanto sta accadendo in questi giorni e quanto continua ad accadere ora possa essere sottovalutato e passare come un fatto del tutto naturale e semplice. Ieri abbiamo assistito a delle correzioni di carattere politico che sono state presentate come di carattere tecnico e di natura formale. Su di esse ci siamo pronunciati con il voto di fiducia: non credo però, signor Presidente, che possiamo modificare le tabelle riassuntive dopo il voto di fiducia. Se vi sono stati errori, questi sono imputabili alla fretta, all'approssimazione, al dilettantismo con i quali il Governo sta procedendo nel varo della principale legge del Parlamento.
Proprio per queste ragioni, per consentire che anche la nota di variazione potesse essere esaminata con prudenza e calma dalla Ragioneria, avevamo chiesto che si rinviasse l'esame alla giornata di lunedì. Si è voluto invece fare tutto in fretta in ventiquattr'ore, cosa che non era mai accaduta e che era facile immaginare avrebbe dato luogo ad equivoci.
Dunque, signor Presidente, poiché la tabella riassuntiva è già stata votata ed è già stato svolto il voto di fiducia, non credo sia sufficiente che la Commissione bilancio prenda visione degli errori tecnici, credo infatti che a questa riunione della Commissione bilancio - che peraltro non mi pare possa essere preventivamente e sbrigativamente ridotta a una durata di 15 minuti - partecipi il Ragioniere generale dello Stato e solo se vi sarà una conclusione unanime di tutti i membri della Commissione si potrà procedere: se così non fosse, dovremmo lasciare evidentemente intatte le tabelle che sono state votate con i tre voti di fiducia. Se vi sono degli errori, provvederà a correggerli l'altro ramo del Parlamento.

PRESIDENTE. È evidente che vi è una diversità di interpretazione. Ho già detto che non vi è alcuna modificazione rispetto alle deliberazioni assunte in sede parlamentare, come da precedenti. Confermo, tuttavia, la decisione di sospendere la seduta per dieci-quindici minuti ed invito i deputati a tornare in Aula in quel momento.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 19.

La seduta, sospesa alle 18,45, è ripresa alle 19,05.

PRESIDENTE. Comunico che la Commissione bilancio ha terminato il suo esame.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3256-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Leddi Maiola. Ne ha facoltà.

MARIA LEDDI MAIOLA. Signor Presidente, preannunzio a nome del gruppo del Partito Democratico-L'Ulivo il voto favorevole sul disegno di legge finanziaria in esame per le ragioni che sono state ampiamente rappresentate nella lunga discussione che si è svolta, e mi riservo di consegnare il testo integrale della mia dichiarazione di voto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Deputata Leddi Maiola, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Filippi. Ne ha facoltà.

ALBERTO FILIPPI. Signor Presidente, confermo il voto contrario della Lega Nord sul disegno di legge finanziaria e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Deputato Filippi, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.Pag. 131
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Napoletano. Ne ha facoltà.

FRANCESCO NAPOLETANO. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Deputato Napoletano, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.

LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, preannunzio a nome dei Socialisti e dei Radicali de La Rosa nel Pugno il voto favorevole sia sul disegno di legge finanziaria sia sul bilancio. Pur tuttavia, devo svolgere alcune considerazioni, poiché ritenevamo che questa manovra finanziaria potesse dare di più, al di là delle questioni che sono state ovviamente sottolineate e degli aspetti positivi già evidenziati dall'onorevole Villetti nella sua dichiarazione di voto sulla questione di fiducia.
Riteniamo che nel disegno di legge finanziaria dovessero esservi interventi riguardanti la ricerca - che è stata sostanzialmente tenuta in una condizione di grande difficoltà - la scuola pubblica e, soprattutto, le questioni della laicità dello Stato.
Pur in presenza di tali condizioni, ribadiamo, come dicevo in precedenza, il nostro voto favorevole sia sul disegno di legge finanziaria sia sul bilancio dello Stato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, intervengo per annunziare il voto contrario del gruppo dell'UDC e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].

PRESIDENTE. Deputata Capitanio Santolini, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, mi richiamo a quanto già dichiarato in sede di discussione sulle linee generali e di dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia, e confermo il voto favorevole del gruppo Italia dei Valori (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Iacomino. Ne ha facoltà.

SALVATORE IACOMINO. Signor Presidente, nel preannunziare il voto favorevole del gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

PRESIDENTE. Deputato Iacomino, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà.

LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo pochi secondi per esprimere il voto contrario del gruppo dei Socialisti del Nuovo PSI che, a differenza dei socialisti dello SDI che votano a favore, ritengono che questa sia una finanziaria di lacrime e sangue per l'Italia e per gli italiani (e non solo per il prossimo anno), che colpirà anche le future generazioni.
Non vogliamo che quando - tra dieci, venti o trenta anni - ci si chiederà di chi è stata la responsabilità di tale disastro, non si veda che vi è stato un gruppo diPag. 132socialisti e della Democrazia cristiana che ha pronunciato un «no» forte ed alto sul disegno di legge finanziaria.
D'altronde, sapere che il PIL scende dall'1,5 all'1 per cento, che i consumi calano dall'1,9 all'1,2 e gli investimenti dal 2,6 all'1,6, che il nostro debito pubblico è il terzo del pianeta e sta superando i 1.650 miliardi di euro e che, per non aver trovato 30 milioni di euro per gli autotrasportatori, si è fatto perdere al Paese tre miliardi di euro (mentre si sono trovati 50 milioni di euro per i parassiti e i funghi della vite siciliana), rende molto ben evidenti gli errori compiuti da questo Governo.
L'Italia sopporta una tassazione ormai insostenibile (intorno al 56-58 per cento) e le nostre imprese perdono di competitività rispetto a quelle dei nostri partner, per i quali essa si attesta intorno al 25-28 per cento. Il PIL pro capite della Spagna, nel 2010, supererà quello italiano e lo stesso avverrà per la Grecia nel 2015.
Concludo il mio intervento esprimendo il nostro «no», e con un'immagine di cui vorrei rendere partecipi tutti i colleghi. Dopo avere visto, durante l'intervento del collega Boscetto, il Presidente del Consiglio ridere con gusto, sapendo che tale risata, non simpatica, farà piangere il prossimo anno tutti gli italiani, non possiamo che dire «no» al disegno di legge finanziaria.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rao. Ne ha facoltà.

PIETRO RAO. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, in ordine alle modalità con cui il Governo ha gestito il disegno di legge finanziaria e sull'iter che questo ha avuto alla Camera, durante l'esame in Commissione e in Assemblea, sarebbe necessario discutere a lungo. Per evidenti ragioni di tempo non posso soffermarmi su tali questioni e mi rifaccio a quanto già affermato in merito da alcuni miei colleghi nei giorni passati.
Il Movimento per l'Autonomia non può esprimere voto favorevole rispetto ad un provvedimento che nella sua globalità - se possibile più della scorsa legge finanziaria - manifesta non solo la totale mancanza di una strategia organica di sviluppo e crescita per un Paese il cui malessere è ormai tangibile, ma conferma e aggrava il totale disinteresse del Governo nei confronti del Mezzogiorno.
Non vogliamo pensare che vi sia da parte dell'Esecutivo una volontà punitiva nei confronti del sud, come potrebbe desumersi dall'analisi dell'azione del Governo, ma quanto meno prendiamo atto che le aree deboli del Paese non sono presenti nella sua agenda politica.
In tale senso, comunque, non è possibile non rilevare la più assoluta schizofrenia del Governo i cui rappresentanti, in numerosissime occasione ufficiali, non mancano di affermare demagogicamente l'importanza del ruolo che il nostro Mezzogiorno ha - o meglio dovrebbe avere - per il rilancio economico del nostro Paese, ma nell'atto di passare dalle parole ai fatti e, quindi, di prevedere misure e norme in grado di avviare una nuova stagione di sviluppo per il sud, agiscono come se il Mezzogiorno non facesse parte dell'Italia e come se il sud dovesse essere rimosso.
La legge finanziaria dello scorso anno aveva dato pochissime risorse al Mezzogiorno, ma quanto meno il Governo poteva vantare al suo attivo tre misure in favore del sud: l'istituzione delle zone franche urbane, il credito di imposta ed il finanziamento per la viabilità secondaria della Sicilia e della Calabria. Prendiamo atto che quanto previsto nella scorsa legge finanziaria non ha avuto fin qui attuazione e che il Governo, senza alcun pudore, ripropone nel disegno di legge finanziaria le stesse identiche e inattuate misure, semplicemente riviste, corrette e peggiorate.
L'abbandono del credito d'imposta sugli investimenti per il sud relativo al 2007 si è guadagnato la prima pagina del più importante quotidiano economico del nostro Paese, facendo «saltare in aria» la stessa Confindustria, che ha chiesto un incontro urgente al Governo per riportare il sud al centro dell'agenda del Paese. InPag. 133tale occasione la tutela degli interessi del Mezzogiorno è affidata all'associazione di categoria degli imprenditori, che sta esercitando una funzione di supplenza rispetto a certa classe politica.
Nessuno nel centrosinistra si è battuto affinché i fondi risparmiati con la mancata attuazione del credito d'imposta, la cosiddetta «Visco sud», 350 milioni di euro per il 2008 e 280 per il 2009, venissero comunque destinati al Mezzogiorno. In questa occasione ci saremmo attesi di sentire da parte di qualche membro del Governo una forte protesta e la minaccia di dimissioni, mentre invece abbiamo assistito al silenzio più assoluto.
Non vi è stata alcuna possibilità di intervenire sul merito del disegno di legge finanziaria, visto che anche su tale provvedimento il Governo ha posto la questione di fiducia. Pertanto, come parlamentare del Movimento per l'Autonomia, espressione degli interessi dei siciliani e più in generale dei meridionali, non mi rimane che denunciare in Assemblea - ma ancor di più tra la gente - la pessima politica di un Governo ostile al sud.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.

ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, intervengo per ribadire il voto contrario del gruppo di Alleanza Nazionale sul disegno di legge finanziaria per il 2008.
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Deputato Giorgetti, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Verro. Ne ha facoltà.

ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. Signor Presidente, mi verrebbe da dire che «non c'è due senza tre». Abbiamo concluso proprio pochi minuti fa la terza riunione del Comitato dei nove, convocato in via direi straordinaria a seguito di tre macroscopici errori del Governo nella redazione del disegno di legge finanziaria al nostro esame.
Al riguardo voglio ringraziare, con riferimento all'ultima riunione del Comitato dei nove appena conclusasi, il Ragioniere generale che, con grande senso di responsabilità, ci ha segnalato e illustrato l'errore relativo alla collocazione in parte corrente, anziché in conto capitale, di alcune poste di bilancio relative al trasporto pubblico locale.
Tra l'altro, stiamo parlando di una delle prime proposte emendative del Governo, approvata in Commissione bilancio, quindi, prima che si entrasse nella concitata fase finale, quasi elettoralistica. Tale fase finale avrebbe tutto sommato potuto giustificare qualche errore.
In questa sede, vorrei molto brevemente segnalare un dato politico stigmatizzato sia da me nei precedenti interventi, sia dai miei colleghi, e cioè la totale assenza del Ministro Padoa Schioppa dai lavori della Commissione. Il presidente Cirino Pomicino ha più volte ripetutamente insistito, affinché vi fosse la presenza del Ministro.
Signor Ministro Padoa Schioppa, lei non può cavarsela con un sorriso, deve fornire a questo Parlamento delle spiegazioni. Infatti, se vuol sapere la mia opinione, il problema vero di quanto accaduto nel corso dell'esame del disegno di legge finanziaria è che il Ministero dell'economia e la Ragioneria dello Stato non si parlano. Di ciò qualcuno si assumerà la responsabilità politica e darà delle spiegazioni al Parlamento. A mio modo di vedere, questo qualcuno è lei, e spero che abbia la sensibilità di farlo, così come spero abbia la sensibilità di spiegare al Parlamento per quali ragioni, durante l'esame del disegno di legge finanziaria, lei si è voltato dall'altra parte ed ha assistito inerte a tutti gli sprechi in mille rivoli delle risorse pubbliche, che invece sarebbero state molto più utilmente utilizzabili.
Accettiamo con senso di responsabilità la correzione formale e confermiamo la nostra contrarietà al disegno di legge finanziariaPag. 134 in esame, che non provvede allo sviluppo, non investe sulle infrastrutture e spreca tante risorse (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boato. Ne ha facoltà.

MARCO BOATO. Signor Presidente, poche parole per annunciare e confermare il voto favorevole del gruppo dei Verdi sul disegno di legge finanziaria e per anticipare ovviamente il successivo voto favorevole anche sul disegno di legge recante il bilancio annuale e pluriennale dello Stato.
Proprio per non utilizzare troppo tempo, signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghi, mi richiamo integralmente alle dichiarazioni che il presidente del nostro gruppo Angelo Bonelli ha svolto ieri puntualmente in sede di dichiarazione di voto sulla fiducia. Condivido tali dichiarazioni e le ripropongo in questa sede, sia per gli aspetti di merito che attengono al disegno di legge finanziaria, sia anche per quanto concerne le valutazioni politiche di carattere più generale, rispetto alla situazione complessiva in cui noi, come gruppo che appartiene alla maggioranza e che sostiene il Governo Prodi, ci troviamo e rispetto alle sfide che insieme dovremo affrontare nel prossimo futuro.
Voglio anche aggiungere pubblicamente un riconoscimento al ruolo che ha svolto la nostra collega Luana Zanella in tutte queste settimane nella Commissione bilancio e anche un riconoscimento al ruolo che tutti gli altri colleghi del gruppo dei Verdi hanno svolto nelle rispettive Commissioni, allorquando hanno esaminato i documenti della manovra finanziaria di bilancio.
Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghi, i Verdi hanno sottolineato le molte e importanti misure in tema ambientale e per la lotta contro i cambiamenti climatici, che sono riusciti ad introdurre, ovviamente insieme a tutti i colleghi della maggioranza, nel disegno di legge finanziaria. Ciò è tanto più importante sottolinearlo oggi in coincidenza con l'accordo, sia pure iniziale, raggiunto alla conferenza dell'ONU, appena conclusasi a Bali in Indonesia, sui cambiamenti climatici, dove il Governo italiano è stato rappresentato dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. È una conferenza di grande importanza perché apre la strada al nuovo protocollo per la lotta contro i cambiamenti climatici, che dovrà succedere al Protocollo di Kyoto, in scadenza nel 2009.
Avremo due anni di impegnativo lavoro sul piano internazionale, a cui deve corrispondere un altrettanto impegnativo lavoro sul terreno ambientale e della lotta contro i cambiamenti climatici nell'ambito del nostro Paese e nel quadro dell'Unione europea.
Anche per questi motivi - lo ripeto - confermo il voto favorevole dei Verdi alla legge finanziaria.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Aurisicchio. Ne ha facoltà.

RAFFAELE AURISICCHIO. Signor Presidente, confermo il voto favorevole del gruppo Sinistra Democratica per il Socialismo europeo e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Deputato Aurisicchio, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Elpidio. Ne ha facoltà.

DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, nell'annunciare il voto favorevole dei Popolari-Udeur, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Deputato D'Elpidio, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.Pag. 135
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bianco. Ne ha facoltà.

GERARDO BIANCO. Signor Presidente, rinuncio al mio intervento. Esporrò in altra occasione il mio pensiero sulla legge finanziaria.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pedica. Ne ha facoltà.

STEFANO PEDICA. Signor Presidente, ringrazio il Governo per lo sforzo sul mio ordine del giorno riferito alla class action, ma tutti sappiamo cosa vuol dire averlo accolto, limitatamente al dispositivo. Chiedere il voto, come ho fatto io, e leggere il risultato ha reso chiaro che non si è capito di cosa si sta parlando relativamente alla class action.
Se davvero si vuole introdurre una vera azione risarcitoria collettiva in Italia, cari colleghi, e non solamente un'altra legge inutile, perché monca, il risarcimento del danno per le vittime doveva essere automatico e conseguente alla vittoria della causa. Questo è il punto fondamentale: l'ho chiesto più volte, ma vedo che non si riesce a capire questo aspetto. Detto questo, prendo atto che non si è voluto e potuto fare di più.
Per queste ragioni, pur avendo votato convintamente la fiducia al Governo in occasione delle votazioni su tutti i maxiemendamenti...

PRESIDENTE. Deputato Pedica, deve concludere.

STEFANO PEDICA. ...ritengo in questo momento di esprimere almeno la mia astensione nel merito del provvedimento. Invito a colmare, appena possibile, le lacune evidenziate.
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Deputato Pedica, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 3256-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3256-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Avverto che il Governo ha consegnato la nuova formulazione del prospetto di copertura (Vedi l'allegato A - A.C. 3256-A Sezione 2).
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3256-A, di cui si è testé concluso l'esame, con la nuova formulazione del prospetto di copertura testé consegnato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
S. 1817 - «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2008)» (Approvato dal Senato) (3256-A):

Presenti 389
Votanti 388
Astenuti 1
Maggioranza 195
Hanno votato 296
Hanno votato no 92

(La Camera approva - Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-L'Ulivo,Pag. 136 Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi, Popolari-Udeur - Vedi votazioni).

Prendo atto che il deputato Leoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Dopo l'approvazione del disegno di legge finanziaria, come noto, il Governo deve presentare una o più note di variazioni al disegno di legge di bilancio, che sono successivamente votate dalla Camera previo esame da parte della Commissione bilancio.
Per permettere la formale trasmissione di tale nota, sospendo l'esame dei documenti di bilancio. La seduta tuttavia prosegue, come preannunciato dalla Presidenza.

Informativa urgente del Governo sul caso del generale Roberto Speciale (ore 19,25).

PRESIDENTE. Avrà luogo, ora, un'informativa urgente del Governo sul caso del generale Roberto Speciale.
Avverto che, dopo l'intervento del rappresentante del Governo interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.

(Intervento del Ministro dell'economia e delle finanze)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro dell'economia e delle finanze Tommaso Padoa Schioppa.

TOMMASO PADOA SCHIOPPA, Ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, come lei e gli onorevoli deputati, ho appreso dalle agenzie di stampa la pubblicazione della sentenza del Tribunale amministrativo regionale del Lazio sul ricorso presentato dal generale Speciale. Mi sono procurato una copia di questa sentenza traendola dal sito Internet del TAR del Lazio, che è ora allo studio degli uffici della Presidenza del Consiglio, del Ministero della difesa e di quello dell'economia e delle finanze.
È evidente che non sono ora in grado di anticipare il risultato di questo esame, tanto meno le decisioni che il Governo prenderà in materia. Posso però indicare che le determinazioni del Governo, così come l'analisi della sentenza, saranno ispirati a tre principi guida: il primo attiene al massimo rispetto per la magistratura amministrativa e per le sue deliberazioni; il secondo concerne la massima cura e attenzione al Corpo della guardia di finanza e alla sua esigenza di operare in piena serenità, con un chiaro comando e in condizioni di certezza; il terzo è rappresentato dall'intendimento del Governo di esercitare pienamente le proprie prerogative nell'interesse Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-L'Ulivo).

(Interventi)

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi.
Ha chiesto di parlare il deputato Tenaglia. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

LANFRANCO TENAGLIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, quando in questo consesso ci si trova a discutere degli effetti e delle circostanze determinate da una sentenza dell'autorità giudiziaria, occorre avere rispetto e valutare serenamente quel potere che ha legittimamente operato, ma è necessario anche avere la consapevolezza del fatto che le nostre sono valutazioni politiche, che attengono al primato della politica, soprattutto quando si tratta di atti di alta amministrazione che investono l'azione di Governo e l'interesse nazionale. È di questo, infatti, che si tratta nella vicenda in esame, di questo ci troviamo a giudicare e a questo l'azione di Governo è stata improntata, perché ci siPag. 137riferisce alla politica della sicurezza, alla politica fiscale e alla politica militare.
Al riguardo, dirò con franchezza la mia opinione: ritengo che il Governo Prodi abbia fatto fronte con assoluta correttezza alla responsabilità di direzione politica del Corpo della guardia di finanza che la legge gli attribuisce. Questo è il punto dal quale partire, perché è ciò che è accaduto nel caso del quale stiamo discutendo e mi preoccupa che l'opposizione, in tutta la vicenda, non abbia tenuto conto di ciò, ma abbia sostenuto che erano possibili soluzioni diverse. Ma come sono possibili soluzioni diverse in una democrazia, quando viene meno il rapporto di fiducia imprescindibile che deve correre tra l'Esecutivo e i vertici delle Forze armate o di polizia? Se ciò viene meno e viene meno il potere governativo di designare, sostituire e nominare i vertici delle Forze armate, è l'anticamera dell'eversione!
Sostituire i vertici delle Forze armate, quando viene meno il rapporto di fiducia con l'Esecutivo, è, prima ancora che un diritto del Governo, un suo preciso dovere. Ricordo che, nel cosiddetto caso Speciale, il rapporto di fiducia non è venuto meno per valutazioni discrezionali, ma per l'insorgenza di precise circostanze di fatto che rammento solo per sintesi: la discrezionalità nella distribuzione degli encomi, le nomine assolutamente discrezionali e, soprattutto, l'evenienza di fatti successivi che abbiamo appreso dalla stampa e che dovranno essere giudicati in un'altra sede, diversa da questa.
Quindi, questo Governo ha agito con piena consapevolezza dei suoi ambiti di competenza.
Se non è così vi chiedo: se uno di voi diventasse nel futuro Ministro dell'economia e delle finanze, e venuto meno il rapporto di fiducia con il comandante generale della guardia di finanza, quest'ultimo lo sostituirebbe non solo e non tanto nel suo interesse e in quello del suo Governo, ma anche nell'interesse della nazione e della guardia di finanza stessa? Io sostengo che la risposta sia affermativa, perché lo avete già fatto nel 2001 e nel 2002 quando avete sostituito l'intero vertice della guardia di finanza di Milano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-L'Ulivo).
Ritengo che noi riaffermiamo la nostra grande fiducia nelle decisioni della magistratura e in quelle che verranno dopo la decisione di primo grado, ovvero la decisione del Consiglio di Stato. Rivendichiamo soprattutto il profondo rispetto per i sentimenti delle nostre Forze armate e della guardia di finanza, la cui lealtà democratica, il suo senso del dovere e il rispetto dei poteri del governo democratico della Repubblica sono saldi, radicati e non sono mai venuti meno.
Questo è ciò che Aldo Moro chiamava il senso del dovere. Se oggi Aldo Moro fosse qui tra noi ci inviterebbe a riflettere sul fatto che in primo luogo deve essere fatto prevalere il senso del dovere, il rispetto delle istituzioni e della decisione politica che il Parlamento e il Governo assumono (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-L'Ulivo e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bruno. Ne ha facoltà.

DONATO BRUNO. Signor Presidente, non nascondo al Ministro e al Presidente del Consiglio dei Ministri (che si è allontanato) una profonda amarezza, anche per il modo con cui il Ministro Padoa Schioppa ha voluto liquidare in questo momento la vicenda che ci vede impegnati e per la quale l'abbiamo chiamato a riferire in Aula.
Signor Ministro, lei non può liquidare con tre battute l'episodio grave che si è verificato. È un episodio grave, tra l'altro, in quanto era prevedibile. Lei o fa finta di non conoscerli o non li conosce proprio - e ciò sarebbe molto grave - i motivi per i quali il TAR ha ritenuto che il suo provvedimento andasse revocato. La sentenza parla di sviamento di potere per difetto assoluto di motivazione.
Lei non è il primo trovato per la strada. Capisco anche che quando è stato chiamato a ricoprire la carica di Ministro dell'economia e delle finanze di questoPag. 138Governo qualcuno gli ha affibbiato le iniziali TPS «tutto per sopravvivere». Lei lo sapeva che gliela avrebbero purtroppo fatta pagare. Lei si è prestato ad una serie di giochi, caro Ministro - vedo che lei sorride e mi fa molto piacere - in quanto ha mandato a casa un consigliere della RAI e anche in quel caso il TAR le ha dato torto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia ). Lei ha ritenuto che ciò è ininfluente nei rapporti istituzionali interni al Paese e ha ritenuto di mandare a casa il comandante Speciale.
Collega Tenaglia, è troppo facile affermare che bisogna conoscere e richiamare Moro, o chiedersi in che modo ci comporteremmo. Quando noi abbiamo governato delle persone sono andate in pensione e il provvedimento di trasferimento - lo sappiamo tutti - poteva essere adottato. Tuttavia, devono essere rispettate delle regole, cosa che in questo caso non è avvenuto, ma non perché lo sosteniamo noi (noi, infatti, lo abbiamo sostenuto in epoca non sospetta), ma perché lo ha affermato l'autorità giudiziaria a cui lei sembra molto deferente, anche se mi sembra che dalle sue parole si coglie quasi un'insoddisfazione per l'accaduto.
Non sono assolutamente felice di questo episodio, in quanto il suo comportamento, caro Ministro, ha lasciato sul campo due vittime. Una è D'Arrigo, persona stimatissima che abbiamo avuto modo di conoscere e che si troverà in una situazione, che non so come definire, per colpa sua. L'altra è il comandante Speciale, altra persona stimata, rimosso solo perché non si prestava al vostro gioco.
Ciò deve necessariamente trovare una soluzione. Non credo che né lei, né Prodi, né tanto meno il viceministro Visco siate in condizione di farlo. Lei dovrebbe prendere una decisione seria per ciò che si è verificato. Lei, infatti, assume provvedimenti che, in primo luogo, non potrebbe assumere, e, in secondo luogo, che non sa formulare: o la colpa è sua, oppure la costringono a farlo. Tuttavia, non c'è un'altra soluzione, se non quella di ritornare a casa.
Non è il suo mestiere gestire un Ministero così serio e delicato, che non garantisce. Ciò che, infatti, sta a cuore a chi le sta parlando è soprattutto tenere fuori da questo gioco perverso il Corpo della guardia di finanza, 64 mila persone che svolgono il loro lavoro quotidianamente. Lei ha creato subbuglio all'interno del Corpo, e lo sa benissimo. Non so come e chi sia in condizione di porvi riparo. Credo che le tre persone che ho nominato siano quelle meno adatte; pertanto, se responsabilmente ritiene di avere errato in maniera così grave da creare tensione in un Corpo fondamentale di questo Stato - proprio perché in un Paese democratico vige anche il principio della responsabilità - lei ha il dovere di rassegnare le dimissioni. È questo che le chiedo con molta serenità, caro Ministro (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.

ALBERTO GIORGETTI. Signor Ministro Padoa Schioppa, lei questa sera prende in giro ancora una volta il Parlamento e il Paese, e questo è inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale, Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro))!
Lo denunciamo con chiarezza in quest'Aula, perché non si può venire qui, dopo il giudizio del TAR sul caso Speciale, e liquidare con quattro battute la vicenda e con qualche sorriso le dichiarazioni dell'opposizione. Ministro Padoa Schioppa, lei deve avere rispetto per il Paese, che significa assumersi le responsabilità che ne conseguono. Lei ha compiuto diverse forzature in questi mesi nel suo ruolo di Ministro: la forzatura di Petroni che è stata ricordata dal collega Bruno, che ha già dimostrato la totale incapacità, l'inefficacia e anche la responsabilità politica di voler, comunque, rimettere in discussione equilibri che non competevano direttamente a lei.
Lei è intervenuto sulla vicenda Speciale, dimostrando incapacità, incompetenzaPag. 139e anche, purtroppo, determinazione politica, perché tutto il Paese sa che, dietro questa vicenda, vi è una logica politica: quella di rimuovere figure apicali come quella del comandante della guardia di finanza quando non vengono considerate al servizio del Governo Prodi.
Dobbiamo affermare con chiarezza che tutti gli avversari politici, in particolar modo nel caso del generale Speciale, hanno ricevuto o staranno per ricevere lo stesso trattamento. Ministro Padoa Schioppa, in questo disegno di legge finanziaria lei ha inserito una norma sulla cui base sostituirà quattro dirigenti della direzione del Tesoro, il che costituisce l'ulteriore obiettivo politico di una sostituzione progressiva di uomini, che non sono, evidentemente, asserviti alle logiche di questa maggioranza.
Dunque, lei deve chiedere scusa anzitutto al generale Speciale, perché il TAR ha affermato con chiarezza che, comunque, vi è stato un abuso di potere per quanto riguarda la sua attività. Deve restituirgli e riconoscergli la dignità, anzitutto per ristabilire, come lei ha dichiarato, il massimo rispetto per la guardia di finanza, che si esercita riconoscendo agli uomini e ai direttori della direzione della guardia di finanza stessa il giusto ruolo, che al generale Speciale viene già riconosciuto dalla giustizia amministrativa, ma anche la dignità personale che lei ha messo in discussione.
Infatti, Signor Ministro, con le dichiarazioni rese al Senato, che forse non ricorda, lei ha rivolto al Paese valutazioni personali sull'attività e la conduzione del generale Speciale alla guida della guardia di finanza, che oggi, improvvisamente, non si riflettono nelle sue dichiarazioni in quest'Aula: se n'è dimenticato.
Noi le consideriamo gravi oltraggi al Corpo della guardia di finanza e al valore di un uomo, che ha trovato la sua dignità riconosciuta dal TAR, ma non ancora da questo Governo. Fa specie che il Presidente del Consiglio Prodi sia uscito dall'Aula in questa fase. Del resto, capisco che vi è una situazione di grande difficoltà da parte del Governo e della maggioranza intorno a questa vicenda. Quindi, non ci basta che voi ribadiate che vi è il massimo rispetto per la magistratura da parte vostra. Occorrono gli atti conseguenti: l'assunzione di responsabilità davanti al Paese.
Un Ministro che, come lei ha dichiarato più volte, si è presentato con spirito di servizio nei confronti delle istituzioni ha il dovere, a fronte di tali gravi errori, di rimettere immediatamente il mandato e di rispondere al Paese delle sue scelte (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania), se è in una condizione di vera serenità e libertà, come lei ha più volte dichiarato (anche con un atteggiamento di assoluta indifferenza nei confronti del Parlamento, manifestato più volte durante l'esame della legge finanziaria). Ci fa piacere vederla apparire in questa fase: lei è stato costretto a venire, a fronte di un episodio grave che ha condannato la sua gestione e ha inferto una condanna politica su una vicenda sulla quale il Governo Prodi ha pagato un prezzo politico ed ha rischiato di dover rassegnare le dimissioni. Signor Ministro, abbia uno scatto d'orgoglio, almeno in questo momento!

PRESIDENTE. Deputato Alberto Giorgetti, concluda.

ALBERTO GIORGETTI. Gli episodi che qualche mio collega ha definito di «determinazione banditesca», per «scorazzare» all'interno delle cariche dello Stato (che sono - o tentano di essere - nella disponibilità del Ministero dell'economia e delle finanze)...

PRESIDENTE. Deputato Alberto Giorgetti, deve concludere.

ALBERTO GIORGETTI. ...non possono essere ovviamente rimossi in questo modo. Signor Ministro, assuma le adeguate decisioni e rimetta immediatamente il mandato: farà un grande servizio al Paese.

Pag. 140

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mungo. Ne ha facoltà.

DONATELLA MUNGO. Signor Presidente, nel mio breve intervento mi atterrò alla sobrietà, che ritengo sia un elemento molto importante. Contrariamente ai colleghi che si sono pronunciati precedentemente, apprezzo la serietà con la quale il Ministro Padoa Schioppa ha affermato di aver bisogno di tempo per valutare, insieme agli uffici, le conseguenze della situazione, le modalità con cui dare attuazione alla sentenza e gli elementi di merito della motivazione depositata poche ore fa.
In quest'Aula, chiaramente, nessuno nasconde che siamo in presenza di una vicenda estremamente delicata, di cui abbiamo parlato spesso anche nei mesi scorsi e, in particolare, al Senato, dove il Ministro Padoa Schioppa è intervenuto in occasione della discussione di una mozione parlamentare, esprimendo parole molto dure e severe (credo che le parole pronunciate in Aula siano proferite con il massimo della responsabilità, che in questa vicenda riconosciamo del tutto al Ministro Padoa Schioppa).
Le vicende e le questioni poste, infatti, non sono inficiate dalla pronuncia del TAR. In diritto amministrativo (siamo tanti ad intendercene in quest'Aula) vi è una formula - quella dell'eccesso di potere - che si riferisce all'illegittimità dell'atto amministrativo in quanto tale, che sarà valutata successivamente dal Consiglio di Stato, che si pronuncerà in via definitiva. Oltretutto, credo che sia irritante sentire che in quest'Aula si esalta o si insulta la magistratura - ordinaria o amministrativa che sia - a seconda delle sentenze emesse o degli atti emanati. In questi giorni e in queste ore siamo in presenza di dichiarazioni gravissime nei confronti della magistratura ordinaria; eppure, avendo il TAR Lazio assunto una decisione, questa, evidentemente, secondo le valutazioni dei giudici amministrativi, sarà evidentemente motivata: come tutti noi, ho il pieno rispetto per il lavoro della magistratura come potere dello Stato, autonomo e indipendente, che tale deve rimanere, sempre e comunque.
Ritengo che tale vicenda sia stata strumentalizzata da una parte politica: vi è un attacco a un lavoro che il Governo ha svolto e sta svolgendo. Il Ministro Padoa Schioppa sa che, qualche volta, il nostro gruppo è in contrasto con le valutazioni di politica economica che il Ministero dell'economia e delle finanze effettua, ma sa anche che piena e assoluta è la condivisione del lavoro e della lotta contro l'evasione e l'elusione fiscale, che naturalmente ha bisogno di molto più tempo rispetto all'anno e mezzo che abbiamo avuto a disposizione.
È chiaro che occorre attaccare nel profondo uno dei problemi più gravi di questo Paese, perché esso determina un'ingiustizia sociale. Credo, pertanto, che avremo bisogno di stabilizzare le misure contro l'evasione fiscale e avremo bisogno di tempo per far sì che tali misure si traducano anche in un beneficio per i contribuenti che hanno sempre pagato le tasse.
Non mi riferisco solo alle persone fisiche e al lavoro dipendente - tanto per essere chiari - ma anche a quelle imprese che pagano regolarmente le tasse e, per questo, scontano un difetto e un problema di concorrenza sleale.
Auspico - anzi, sono certa - che la soluzione che verrà proposta per far sì che non vi siano ripercussioni negative sul corpo della Guardia di finanza - il cui lavoro è pregevole e che tutti noi, senza eccezione alcuna, apprezziamo, abbiamo apprezzato e continuiamo ad apprezzare - non determini problemi nel comando di tale forza, così importante per la politica fiscale del nostro Paese.
Sono certa, per l'appunto, che verranno rispettati quei tre punti che il Ministro ci ha elencato, ossia il massimo rispetto per la magistratura, il rispetto, la cautela e l'attenzione per la Guardia di finanza e, altresì, il rispetto delle prerogative del Governo.
È infatti evidente - e con ciò concludo - che questa vicenda, come affermava prima il collega Tenaglia, ci ha postoPag. 141davanti ad un gravissimo dilemma: cosa fare quando viene meno, con motivazioni così gravi, il rapporto di fiducia tra l'Esecutivo e un comandante in alto grado della Guardia di finanza (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Partito Democratico-L'Ulivo, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Alia. Ne ha facoltà.

GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente della Camera, mi rivolgo a lei per manifestare il più profondo sconcerto, da parte del nostro gruppo parlamentare, per una comunicazione che, tecnicamente, nella sostanza e nella forma, non riteniamo essere un'informativa del Governo, bensì uno scarno e imbarazzato comunicato di chi non sa che pesci prendere (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI (ore 18,50)

GIANPIERO D'ALIA. La questione è politica e non può essere esaurita in tal modo: lo affermo ribadendo la richiesta che l'informativa in esame venga rinviata ad una seduta successiva, poiché il Ministro Padoa Schioppa non sa cosa dirci, non ha gli atti, né possiede gli elementi per valutare.
Signor Presidente, da lunedì (anzi da oggi, ma riferisco a lunedì come primo giorno lavorativo) la Guardia di finanza si troverà con due comandanti generali e non credo che, al di là delle opinioni che ciascuno di noi può avere su questa triste vicenda, ciò faccia onore al Parlamento e alle nostre istituzioni, né fa onore il fatto che non si sappia cosa il Governo intende fare, avendo oggi due comandanti generali della Guardia di finanza. Ciò non è tollerabile, mi creda, signor Presidente.
Lo voglio affermare perché potrei terminare qui il mio intervento ed astenermi dall'affermare che questa è una vicenda veramente triste e grave per il nostro Paese. È triste perché mai come in questo momento i cittadini hanno bisogno di istituzioni credibili, colleghi della maggioranza, e si ritrovano con un Governo che attribuisce l'epiteto di «delinquente» - così infatti sta scritto nelle contestazioni mosse dal Ministro Padoa Schioppa e portate all'attenzione del Senato sei mesi fa - al vertice della Guardia di finanza e ciò viene clamorosamente smentito dalla magistratura: questo è il dato.
La vicenda è grave, inoltre, perché determina una lesione profonda tra il Governo e la Guardia di finanza e costituisce un brutto precedente, che rende ambiguo ed inquietante il ruolo dell'Esecutivo e delegittima un importante apparato dello Stato. In questo caso non vi è logica di maggioranza e di opposizione che tenga: ci sentiamo tutti responsabili nei confronti dei cittadini, quei cittadini a cui chiediamo oggi, con l'approvazione del disegno di legge finanziaria per il 2008, sacrifici e sforzi.
Dobbiamo essere all'altezza del nostro compito e delle istituzioni che rappresentiamo, come maggioranza e come opposizione.
Signor Presidente, non credo che oggi tutto ciò sia avvenuto e quindi anticipo la richiesta di reiterare questa informativa in modo che possa definirsi tale, nel senso degno, parlamentare e democratico di questo nome, per svolgerla nel momento in cui vi saranno le condizioni e il Governo sarà nelle condizioni di valutare.
In questa vicenda non vi è un aspetto giuridico da valutare. Il Governo ha fatto «un pasticcio» - anche se non voglio aprire questo argomento, il caso Petroni docet - perché ha preso un provvedimento che non è né carne né pesce. Non si tratta di un provvedimento di revoca del comandante generale della Guardia di finanza, come sostengono alcuni in colleghi di maggioranza. Andatevi a rileggere a questo proposito le dichiarazioni che avete rilasciato, colleghi del Partito Democratico, e per favore non citate Aldo Moro. Se fosse un provvedimento di revoca, dato che laPag. 142legge consente l'interruzione di un rapporto per il venir meno del rapporto fiduciario tra il Governo e il vertice dell'Arma della guardia di finanza, non avreste avuto la necessità di contestare non so quanti aspetti.
Avete elaborato, quindi, un provvedimento di revoca che camuffa un provvedimento disciplinare. Il TAR vi dice che si tratta di un provvedimento con il quale avete abusato dei vostri poteri, perché avete camuffato un procedimento disciplinare spacciandolo per qualcosa che non si sa cosa sia.
Tutto ciò ha comportato che non avete dato la possibilità al generale Speciale di difendersi e di dire se quelle contestazione fossero vere o meno. Esiste un principio nella nostra Carta costituzionale che è quello della garanzia del contraddittorio nel procedimento amministrativo, che sta a garanzia dei principi di imparzialità della pubblica amministrazione. Salvaguardiamo questi principi, che violiamo con il sistema della logica bipolare dello spoil system, almeno nei riguardi dei vertici delle Forze armate. Questo è il punto.
La sentenza del TAR ci dice che non esiste una vicenda giuridica, perché il Governo ha sbagliato! Resta la questione politica che lei, signor Ministro, non ha sciolto. Non so perché il Presidente Prodi è andato via prima, ma credo che sarebbe opportuno che tornasse in quest'Aula, oggi o nella prossima settimana, a dirci che lei si è dimesso e a discutere seriamente di questo caso (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.

ROBERTO COTA. Signor Presidente, il signor Ministro non ci ha detto nulla, non ha illustrato alcuna informativa, è venuto in Aula per prenderci in giro.
Tutto ciò dal nostro punto di vista è assolutamente inaccettabile. Lei, signor Ministro, avrebbe dovuto affermare, da persona seria, di non avere elementi e di non essere in grado di rispondere e rimandare questa informativa alla prossima settimana. Ciò che lei ha affermato rappresenta, invece, una presa in giro nei confronti di tutto il Parlamento.
Penso che questo imbarazzo sia stato colto anche dagli altri componenti del Governo, visto che c'è stato un progressivo «fuggi fuggi» quando è cominciata l'informativa.

MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. C'è il Consiglio dei Ministri!

ROBERTO COTA. Ad ogni modo, vista la stringatezza e il tempo a disposizione, avremmo forse potuto portarci avanti con il lavoro. Vista la presenza del Ministro D'Alema, avremmo potuto svolgere, guadagnando tempo, anche un'informativa sul caso Forleo.
Signor Ministro Padoa Schioppa, voi non conoscete evidentemente la vergogna, né la vergogna politica, né quella istituzionale. Quello che è successo è molto grave e oggi non potete affermare che non è vero, perché vi è stato il pronunciamento di un organismo esterno rispetto al vostro Governo e anche rispetto al dibattito parlamentare.
Questa sentenza ha detto che voi avete usato le istituzioni per i vostri interessi e - guarda caso - questa rimozione è stata effettuata mentre i vertici della Guardia di finanza stavano conducendo delle inchieste molto importanti. Voi avete utilizzato le istituzioni per fare i vostri interessi e lo avete fatto violando la legge; questo è il fatto grave, molto grave dal punto di vista politico.
Se avevate delle contestazioni nei confronti dei vertici della Guardia di finanza, possibili in un sistema politico e nell'ambito dei rapporti costituzionali, avreste dovuto farle alla luce del sole e non manovrare nell'ombra e tramare nello stile tipico dei paesi comunisti.
Qui non è in discussione la figura e la persona del generale Speciale; noi non vogliamo entrare in questo campo. Qui sono in discussione i rapporti istituzionaliPag. 143e l'uso delle istituzioni - lo ripeto - per i propri interessi.
Non è la prima volta che vi comportate così. Si tratta ormai del vostro stile. Lo avete fatto anche con la RAI e anche in questo caso la magistratura vi ha dato torto. Avete usato il potere e il Governo per fare i vostri interessi anche in questo caso.
Vertici delle Forze armate e televisione sono i gangli più importanti dello Stato e quello che voi state facendo dall'inizio dell'attività di questo Governo è un'operazione di occupazione del potere senza precedenti.
In politica vede, signor Ministro - e mi rivolgo anche al Presidente del Consiglio, che si è dileguato -, normalmente chi sbaglia paga. Dovrebbe pagare chi sbaglia ed è quanto succede in tutti i paesi civili, ma da noi non succede: chi sbaglia rimane al proprio posto.
Il Viceministro Visco è ancora al Governo, risponde al telefono tranquillamente e chiacchiera, il Ministro dell'economia e delle finanze è ancora qui, ma in un Paese normale voi sareste a casa e vi sareste già dimessi. In un Paese normale il Presidente del Consiglio vi avrebbe dimessi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, signori colleghi, signori del Governo, è vero, anche noi siamo delusi e adirati. Avete preteso, cari colleghi dell'opposizione, un'informativa urgente a poche ore da una sentenza, presentandovi poi in quattro gatti (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo)! In quattro gatti avete scelto di abbaiare alla luna.
Il TAR ha stabilito semplicemente il reintegro di un generale, non le dimissioni del Ministro Padoa Schioppa. Per fortuna, in un paese democratico come questo, tali scelte sono ancora delegate alla politica e non alle sentenze (Commenti).

LUCA VOLONTÈ. Cambiamo la legge!

ARTURO SCOTTO. Peccato che questo principio per voi valga a giorni alterni, viste le gravissime aggressioni alla magistratura perpetrate in queste ore dal leader dell'opposizione in merito ad altre ben più gravi vicende giudiziarie.
Eppure, vi è dell'altro. Forse a qualcuno di voi dà fastidio ciò che hanno messo in campo questo Governo e questo Ministro. Forse a voi dà fastidio la scelta strategica di mettere mano ad uno degli assi portanti di una politica economica moderna, la scelta della lotta all'evasione e all'elusione fiscale, una dichiarazione di guerra ai condoni, che avevano rappresentato uno degli elementi principali delle scelte economiche del Governo precedente (Commenti).

ROBERTO MARONI. E l'indulto!

ARTURO SCOTTO. Su questo nessuno di noi ha intenzione di fare marcia indietro. Peccato che il generale Speciale nel corso degli ultimi mesi abbia scelto di politicizzare aspetti che rientravano pienamente nelle prerogative del Governo, come ha detto il Ministro Padoa Schioppa. Si tratta delle stesse prerogative che, nel 2002, hanno esercitato Berlusconi e Tremonti nell'atto di nomina del generale Speciale. Non è la prima volta che si verificano dei trasferimenti. Qualcuno, nella scorsa legislatura, per caso, ha mai chiesto conto del trasferimento del generale Mariella?
Non abbiamo mai denunciato, in nessun momento, come questi fossero apprezzamenti discrezionali e politicizzati ispirati dal Ministro Tremonti. Lo abbiamo fatto perché avevamo rispetto per un'istituzione e per un Corpo dello Stato. Eppure, il generale Speciale ha mostrato una certa predisposizione all'arbitrio, dimostrandolo nell'elargizione e nella redistribuzione di encomi talmente estesa da provocare avanzamenti a danno di altri colleghi ed ufficiali perlomeno altrettanto meritevoli.Pag. 144
Allo stesso tempo, che cosa dire dell'uso incredibile di soldi pubblici e dello spreco di aerei di Stato destinati a note mete turistiche allo scopo di fare indigestione di aragoste?
Purtroppo, alla fine di tutta questa vicenda, a pagare di più lo stress arrecatole dal combinato disposto Speciale-destra di questo Paese, saranno quei tanti, tantissimi servitori dello Stato che operano nella Guardia di finanza per combattere l'evasione e l'elusione fiscale e per risollevare questo Paese dalle macerie civili e morali in cui lo avete lasciato nel corso degli ultimi cinque anni.
Per tale motivo, ribadiamo la nostra fiducia al Governo e al Ministro Padoa Schioppa (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo-Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, signor Ministro, ella si è presentata qui su richiesta pressante e cogente dell'opposizione. Noi apprezziamo la sensibilità che lei ha dimostrato presentandosi con la celerità richiesta dall'opposizione e siamo anche consapevoli che ella difficilmente, nel poco tempo a disposizione e non conoscendo completamente la sentenza (come d'altra parte anche noi), avrebbe potuto dire di più di quello che ha detto.
Per tale motivo, lo consideriamo un atto di responsabilità del Governo nei confronti delle opposizioni, ma nel contempo riteniamo anche che vorremmo avere un'altra sede e un'altra fase nella quale il Governo, svolte le sue ponderate e responsabili valutazioni, potrà riferire al Parlamento o, comunque, all'interno del Governo stesso, potrà valutare e verificare cosa c'è da fare.
Siamo rispettosi della magistratura; siamo accusati di essere giustizialisti, ma in realtà abbiamo profondo rispetto per la giustizia e per chi la amministra: lo abbiamo sempre, in ogni momento, e non un giorno sì e un anno no, come fanno alcuni partiti dell'opposizione. Questi ultimi quando le cose non vanno bene, non sanno fare nient'altro che tentare di sottrarsi alle indagini e al processo. Questo non appartiene alla cultura del centrosinistra: noi tutti siamo rispettosi delle istituzioni.
In passato, signor Ministro, abbiamo interloquito su questo caso e lo abbiamo fatto non per difendere posizioni personali (che non ci hanno mai riguardato), ma in uno spirito di leale collaborazione con il Presidente del Consiglio dei ministri, con lei e con l'intero Governo, perché esisteva un'esigenza cogente di riportare serenità all'interno delle istituzioni colpite, in quel momento, da un forte conflitto istituzionale. Lo abbiamo fatto nell'interesse del Governo e del Corpo della guardia di finanza, che noi consideriamo un ganglio fondamentale ed insostituibile di questo Stato, così come le altre istituzioni, ed a questo Corpo e al suo nuovo comandante, Cosimo D'Arrigo, che sta realizzando e riportando efficienza e serenità all'interno del Corpo, manifestiamo e confermiamo la nostra fiducia.
Non siamo intervenuti per difendere posizioni personali e per tale ragione ci rifiutiamo di credere che questa sentenza possa essere considerata come la beatificazione di qualcuno: non è così.
Siamo intervenuti presso il Presidente del Consiglio, abbiamo ritenuto che fosse opportuno riallocare le deleghe e il Presidente del Consiglio lo ha fatto, iniziando così un processo di rasserenamento complessivo all'interno dell'istituzione ed anche all'interno di questo importante corpo della Guardia di finanza.
Per tale motivo, riteniamo che la sentenza del TAR sia di carattere prevalentemente tecnico: il Governo ha esercitato la sua responsabilità e la eserciterà ancora e il fatto che in questo provvedimento siano stati riscontrati dei vizi di legittimità non comporta, per noi, alcuna conseguenza di alcun genere per quanto riguarda il Governo. Pertanto, onorevole Ministro, le chiediamo naturalmente di restare al suo posto e di continuare la sua preziosa opera (Commenti).Pag. 145
Vorremmo piuttosto soltanto rilevare che quando poniamo dei problemi, anche in termini vivaci, lo facciamo sempre con uno spirito di leale collaborazione nei confronti del Governo: lo abbiamo fatto in questo ed in altri casi, come in quello dell'Alitalia e della RAI.
Vorremmo sperare e auspicare che le nostre voci e il nostro contributo alla collegialità del Governo siano in seguito ascoltati.
Questa è la conclusione che formuliamo in questo momento, confermando la nostra lealtà, ma, nello stesso tempo, auspicando e, anzi, reclamando la pari dignità tra le forze politiche e la collegialità all'interno del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Turci. Ne ha facoltà.

LANFRANCO TURCI. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, ritengo che la risposta che ci ha dato il Ministro Padoa Schioppa sia invece ineccepibile.
Giustamente noi stessi rivendichiamo il diritto e il dovere di leggere la motivazione della sentenza del TAR per potere esprimere un giudizio compiuto e mi pare che i tre principi cui si è rifatto il Ministro siano davvero fondati. Certo, massimo rispetto per la decisione della magistratura, ma bisogna salvaguardare anche gli altri due principi: garantire stabilità e guida ad un Corpo importante come la Guardia di finanza e mantenere forte il diritto all'esercizio delle prerogative del Governo.
D'altro lato, da quello che abbiamo potuto leggere dalle anticipazioni sulle agenzie di stampa circa le motivazioni della sentenza del TAR, non mi pare che venga in discussione il diritto del Governo di esercitare il suo potere, sulla base del rapporto di fiducia, per quanto riguarda incarichi di tale delicatezza come quello, appunto, del comando della Guardia di finanza.
Non c'è dubbio che il Governo si sia assunto pubblicamente di fronte al Parlamento e al Paese, al momento opportuno, la responsabilità di una scelta politica: l'ha rivendicata e credo che fosse nella sua piena legittimità e nel suo potere.
D'altro canto, che si fosse deteriorato il rapporto di fiducia tra il comandante della Guardia di finanza del momento e il Governo l'abbiamo potuto evincere anche dalla ricostruzione degli avvenimenti che hanno dato vita a quella crisi.
Non c'è dubbio che nel conflitto con il Viceministro Visco il comportamento del generale Speciale sia stato quanto meno ambiguo e inaffidabile. Su questa base si è determinata la decisione del Governo!
Da quello che si può capire dalle anticipazioni delle motivazioni del TAR, casomai, mi pare che quest'ultimo evidenzi una contraddizione che si è manifestata a un certo punto nella decisione del Governo in quel momento, quando, cioè, si è ventilata l'ipotesi di una nomina del generale Speciale alla Corte dei conti.
Probabilmente in quella fase si è giocata una contraddizione, un'incertezza nella condotta del Governo, che, forse, invece di andare fino in fondo sulla base della motivazione del venir meno del rapporto di fiducia, ha cercato, come si è sempre fatto nel passato, peraltro, una mediazione, una soluzione di compromesso che consentisse di ottenere il risultato cui il Governo politicamente e chiaramente non poteva rinunciare: nominare un nuovo vertice della Guardia di finanza e insieme evitare una crisi nel rapporto personale, data l'importanza del ruolo svolto fino a quel momento dal generale Speciale.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 20,10)

LANFRANCO TURCI. Forse in quella contraddizione si è infilato un errore di procedura su cui oggi, forse, si basa la sentenza del TAR. Ma questo non fa venir meno il potere e la responsabilità che il Governo si è assunto e che noi ci sentiamo di riconfermare anche in questo momento e in questo commento a caldo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Balducci. Ne ha facoltà.

Pag. 146

PAOLA BALDUCCI. Signor Presidente, signori Ministri e colleghi, vorrei prima di tutto ricordare che il Presidente Prodi è uscito, come risulta anche dalle agenzie di stampa, perché è andato a presiedere il Consiglio dei Ministri che ha approvato le note di variazioni al bilancio. Credo, quindi, che la giustificazione per cui non si trova in questa sede sia molto importante. È un passaggio molto importante per il bene del Paese.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 20,12)

PAOLA BALDUCCI. Ringraziamo il Ministro Padoa Schioppa per avere accettato di venire subito a riferire in Aula sul caso Speciale, a seguito della pubblicazione della sentenza del TAR del Lazio.
Lei, signor Ministro, questa sentenza, come ha detto, ha avuto modo di leggerla. Noi non abbiamo ancora avuto l'occasione di farlo e per questo, a maggior ragione, ci asteniamo da qualunque commento, che comunque sarebbe improprio in quest'Aula.
Condividiamo la sua prudenza nel rinviare a un successivo esame della vicenda giudiziaria da parte della Presidenza del Consiglio, del Ministro dell'economia e delle finanze e da parte del Ministero della difesa. Questa prudenza è opportuna, sia per il rispetto nei confronti della magistratura che nei confronti della Guardia di finanza.
Condividiamo comunque, signor Ministro, i tre principi guida che lei ha ricordato: oltre al già affermato rispetto per la magistratura, è necessaria la massima attenzione nei confronti della Guardia di finanza, la quale deve avere la certezza del proprio comando che attualmente è ricoperto dal generale D'Arrigo, che conosciamo e stimiamo tutti profondamente.
Condividiamo anche la determinazione del Governo, nella logica dello Stato di diritto e della divisione dei poteri, di esercitare le proprie prerogative nell'interesse del Paese. Sotto quest'ultimo profilo ha fatto bene il collega Tenaglia a ricordare che una responsabilità altissima, come quella di ricoprire il comando generale della Guardia di finanza, deve basarsi su un pieno rapporto di fiducia con chi è chiamato a ricoprire un così alto incarico. E non c'è dubbio che, anche sulla base delle dichiarazioni rese dallo stesso generale Speciale, quel rapporto di fiducia tra quest'ultimo e il Governo si era comunque clamorosamente interrotto.
Questi sono i capisaldi essenziali per una valutazione politica - e sottolineo politica - propria di un'Aula del Parlamento. Tutto il resto attiene al piano della giustizia amministrativa, nei suoi diversi gradi del giudizio. Ed è bene che lei, signor Ministro, abbia comunque confermato il massimo rispetto per la magistratura amministrativa. Da parte nostra, noi Verdi confermiamo la solidarietà nei suoi confronti (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).

Annunzio della presentazione della terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008-2010 (A.C. 3257-quater).

PRESIDENTE. Avverto che il Governo ha trasmesso una nota di variazioni al bilancio a seguito delle modifiche introdotte dal disegno di legge finanziaria. Il documento è stato trasmesso alla Commissione bilancio per il relativo esame.

Si riprende lo svolgimento dell'informativa urgente.

(Ripresa degli interventi)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Capotosti. Ne ha facoltà.

GINO CAPOTOSTI. Signor Presidente, onorevoli componenti del Governo, onorevoli colleghi, signor Ministro dell'economia, vorrei iniziare il mio intervento - visto che ragioniamo di agenzie addirittura,Pag. 147 in questo sabato sera, tale è l'ardore di approfondimento - dando lettura di una nota del professor Filippo Satta, legale del generale Speciale, il quale afferma: «Nessuno contesta il diritto del Governo a sostituire il comandante generale della Guardia di finanza». Si tratta di una dichiarazione del legale del generale Speciale. Credo, quindi, che questa sia la definizione fondamentale per ribadire questa sera che l'Italia è una Repubblica democratica non fondata sul TAR del Lazio, e che il garantismo ovvero la fiducia nella magistratura non è un elemento a corrente alternata.
Questa sera il thema decidendum è il seguente: modalità e tecnica del procedimento amministrativo ovvero del provvedimento amministrativo. In buona sostanza, stiamo ragionando di una serie di atti che si susseguono più o meno regolarmente, sui quali non abbiamo la possibilità neanche tecnica di pronunciarci evidentemente perché la sentenza non è ancora in nostro possesso per le questioni temporali che ho esposto prima.
Allora, colleghi, mi pare indiscusso e indiscutibile che il rapporto fiduciario è presupposto - come diceva giustamente il collega Tenaglia - alla divisione dei poteri: sta quindi ai poteri, presupposto il rapporto fiduciario, esercitare il potere di gestione. Diversamente, non saprei di cosa stiamo ragionando.
Quello che spiace, almeno a me, chiarita la reale portata del thema decidendum e la reale consistenza della vicenda di cui stiamo discutendo, è che non abbiamo perso occasione per lanciarci in una sorta di macelleria sociale e in una serie di appelli e rincorse ai titoli dei giornali: «hai sbagliato qui!», «hai sbagliato lì!».
Ritengo che, vista l'oggettiva consistenza dei fatti, ciò non sia di nessuna utilità a nessuno. Si tratta, dunque, semplicemente di uno sterile esercizio, forse extra-regolamentare, per allungare un poco i tempi della seduta? Davvero non saprei dirlo.
Pertanto, fermo restando che non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo cedere alla tentazione di correre dietro ai titoli dei giornali, poiché la nostra funzione e il nostro compito sono quelli di dare un serio esempio di ponderazione, approfondimento, serietà, e possibilmente di ricerca della verità oggettiva, chiariti i fatti di cui stiamo discutendo, prendiamo atto che, nel susseguirsi di atti amministrativi, vi è stato forse un problema legato alla burocrazia o magari a qualche funzionario: lo sapremo però solo poi, dal momento che stasera non possiamo saperlo.
Prendiamo atto, dunque, che il Governo tornerà a riferire in Aula nel momento in cui avrà una documentazione approfondita su questa componente; lo ringraziamo per la regolarità dell'azione politica e speriamo che sedute come questa, con questo rincorrere i titoli dei giornali, non abbiano più a tenersi, almeno in questi giorni natalizi (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).

PRESIDENTE. Constato l'assenza del deputato Barani, che aveva chiesto di parlare: s'intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare il deputato La Malfa. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, svolgo tre brevissime considerazioni. In primo luogo, mi rivolgo a lei, signor Presidente: quando il Governo, richiesto dal Parlamento (e da lei per conto del Parlamento) di rendere un'informativa, non è nelle condizioni di farlo, deve comunicare che non è nelle condizioni di farlo e presentarsi quando lo è. Infatti, se non è nelle condizioni di farlo, questo è un elemento di giudizio politico sul Governo. Il Governo non può affermare che non è nelle condizioni di rendere l'informativa, ma che almeno è presente. Questa è la prima osservazione. La pregherei dunque, signor Presidente - non so se ciò sia tecnicamente possibile - di sospendere lo svolgimento dell'informativa e di convocare il Governo quando esso, con suo comodo, avrà studiato gli elementi.
In secondo luogo, quando il Governo riceve una bocciatura dalla magistratura, se ritiene di aver adottato un buon provvedimento,Pag. 148 non ha dubbi o esitazioni a ricorrere alla magistratura superiore. Se, dunque, il Governo avesse avuto le carte in regola, mi sarei aspettato che esso dichiarasse di aver già provveduto a depositare ricorso presso il Consiglio di Stato. Se non lo avete fatto, è perché siete divisi e sapete di aver commesso uno o più errori e di non avere, quindi, le carte in regola per un ricorso: perché chi ha la coscienza a posto, fa ricorso. Voi dite, invece, che dovete pensarci. Certamente dovete pensarci: e sapete perché? Perché, onorevoli colleghi, avete fatto una cosa gravissima.
I colleghi della maggioranza - e giungo così alla terza osservazione - utilizzano infatti con leggerezza (mi si consenta di dirlo) il termine fiducia: il capo della Guardia di finanza, signor Ministro, non si sceglie in base ad un rapporto di fiducia con l'Esecutivo! Non siamo nel regime di Pinochet: il capo della Guardia di finanza, il capo dei Carabinieri, il capo dell'Esercito, si scelgono perché, al termine di un'onorata carriera, sono nelle condizioni di svolgere il loro mestiere. Non debbono essere i vostri servitori: è questo il problema che voi dovete affrontare! Non esiste alcun rapporto di fiducia, dunque, e nell'affermare il contrario, onorevoli colleghi, fate fare un passo indietro molto grave alle istituzioni del nostro Paese [Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Repubblicani, Liberali, Riformatori, Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Prima di concludere lo svolgimento dell'informativa urgente, ho titolo solo per rispondere alla prima parte della sollecitazione del deputato La Malfa, che pone un problema che - credo - è indubbiamente reale. Tuttavia, vorrei fargli notare che l'informativa, dal punto di vista formale, avviene quando il titolare della medesima la svolge: poi, la valutazione è di merito.
Aggiungo tuttavia, per fare un passo avanti, che qualche volta bisognerebbe che insieme si determinassero le condizioni affinché essa fosse pregnante anche dal punto di vista dei contenuti, ma allora bisognerebbe anche ragionare sui tempi della medesima.
È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo.

Sull'ordine dei lavori (ore 20,20).

ELISABETTA GARDINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELISABETTA GARDINI. Signor Presidente, sarò veramente telegrafica. Sono venuta a sapere, non moltissimo tempo fa, che i dimostranti della manifestazione «No Dal Molin» hanno invaso i binari nei pressi di Vicenza, tant'è che i treni della tratta Milano-Venezia sono rimasti bloccati a lungo con i passeggeri all'interno, i quali ovviamente non erano felici (molti di loro, infatti, ritornavano a casa da una settimana di lavoro).
Siccome avevamo letto su tutte le agenzie di stampa notizie idilliache - e il senatore Russo Spena aveva parlato, ad esempio, di una bellissima manifestazione, tranquilla, colorata ed emozionante -, immagino l'emozione che avranno provato queste persone.
Siccome tali fatti si ripetono periodicamente - mi fa piacere, e spero, che vi sia ancora il collega Boato ad ascoltare, considerato il suo intervento nel corso della giornata -, vorrei chiedere al Governo cosa pensa di questa situazione e se i cittadini debbano continuare a subire tali soprusi del tutto arbitrari, che limitano gravemente la libertà personale oltre naturalmente ad interrompere il servizio pubblico.

PRESIDENTE. Il Governo ha avuto modo di ascoltare. Le manifestazioni di questi giorni sono molto numerose e su ognuna il Governo è nelle condizioni di poter rispondere alle sollecitazioni.

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.

Pag. 149

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo anch'io molto brevemente. Come lei sa, è un peccato che se ne sia andato il professor Padoa Schioppa, perché è forse da sette mesi che gli chiediamo di svolgere un'informativa in Aula, ma evidentemente ha ben altre cose da fare (ed ogni settimana gli capita un episodio come questo in cui si esplicita il suo potere di violare la legge, l'unico dell'Esecutivo, che rimane soprattutto in capo a lui).
Però, onorevole Presidente, le vorrei chiedere con altrettanta serietà - e lo dico alla presenza del Vicepremier, che ha dimostrato la sua assoluta superiorità nel rispetto delle istituzioni in confronto a chi, invece, presiede attualmente il Governo - di tenere in debito conto la nostra richiesta di una reale informativa sui fatti avvenuti, che si sono esplicitati con l'ennesima bocciatura di una decisione illegale del Ministero dell'economia e delle finanze da parte della magistratura.
Avanziamo, pertanto, la richiesta che venga in Aula il Presidente del Consiglio dei ministri a riferire l'opinione sua e dell'Esecutivo entro la fine della sessione che anticipa le vacanze natalizie (e quindi non ogni sette mesi, come fa il Ministro Padoa Schioppa, ma entro sette giorni, poiché spostare l'informativa a dopo le vacanze equivarrebbe ad un'ulteriore irrisione dell'Assemblea legislativa di questo Paese).

PRESIDENTE. Sulla base degli sviluppi, lei ed altri potranno ovviamente sollevare tale richiesta, che verrà considerata.

ALBERTO FILIPPI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALBERTO FILIPPI. Signor Presidente, sarò anch'io telegrafico, ricollegandomi a quanto detto dalla collega Gardini. Signor Presidente, io sono di Vicenza, e francamente mi dispiace molto ascoltare che nella mia città accade ciò. Domani la Lega terrà una grande manifestazione a Milano, ma durante le manifestazioni della Lega mai si sono invasi i binari (Commenti dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo) o si sono rotte vetrine. Mai!

MARISA NICCHI. Ma che dici? Ma dai!

ALBERTO FILIPPI. È scandaloso che nella mia città, come in altre, si occupino i binari e si leda la libertà del prossimo: ciò è scandaloso e chiediamo che il Governo una volta per tutte, anzi una volta ogni tanto, faccia qualcosa.

PRESIDENTE. Sospendo brevemente la seduta che riprenderà con immediate votazioni. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 20,25, è ripresa alle 20,35.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1818 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008-2010 (Approvato dal Senato) (A.C. 3257-A); Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008-2010 (A.C. 3257-bis); Seconda nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008-2010 (A.C. 3257-ter); Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008-2010 (A.C. 3257-quater).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008-2010; Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato perPag. 150l'anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008-2010; Seconda nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008-2010.
Ricordo che nella seduta del 12 dicembre si è concluso l'esame degli articoli del disegno di legge di bilancio.
Ricordo altresì che in data odierna il Governo ha trasmesso una nota di variazioni al bilancio a seguito delle modifiche introdotte dalla legge finanziaria, che è stata distribuita ed è stata esaminata dalla Commissione bilancio, ai sensi dell'articolo 120, comma 7, del Regolamento (Vedi l'Allegato A - A.C. 3257-A - Sezione 1).
Passiamo all'esame della nota di variazioni.
Ha facoltà di parlare il relatore, deputato Andrea Ricci.

ANDREA RICCI, Relatore. Signor Presidente, il Governo ha trasmesso la terza nota di variazioni che modifica le previsioni di entrate e le autorizzazioni di spesa del bilancio dello Stato in modo da tenere conto degli effetti delle disposizioni contenute nel disegno di legge finanziaria come approvato dalla Camera.
Da un confronto con i saldi del disegno di legge di bilancio a legislazione vigente risulta che la manovra di finanza pubblica, attuata mediante il disegno di legge finanziaria tenuto conto anche delle modifiche apportate dal Parlamento, porta ad un incremento del saldo netto da finanziare, al netto delle regolazioni debitorie, da 8.675 a 33.338 milioni di euro.
Questo dato costituisce un'attestazione contabile del fatto che per la prima volta la manovra ha potuto avere un carattere nettamente espansivo che interessa in particolare la spesa in conto capitale. In ogni caso il valore del saldo netto da finanziare è inferiore a quello stabilito dall'articolo 1 del disegno di legge finanziaria. Un apposito prospetto, contenuto nella nota di variazioni, mostra in modo specifico gli effetti delle modifiche introdotte dalla Camera. Da tale prospetto emerge che gli emendamenti approvati dalla Camera determinano una riduzione delle entrate finali per 87 milioni di euro e contestualmente una riduzione delle spese finali di 559 milioni di euro. Ne deriva un miglioramento del saldo netto da finanziare di 471 milioni di euro. A tale miglioramento si aggiunge una riduzione delle regolazioni debitorie di spesa per 2 miliardi di euro, per cui complessivamente il ricorso al mercato si riduce di 2.471 milioni di euro.

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo rinuncia ad intervenire.

(Votazione terza nota di variazioni - A.C. 3257-quater)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008-2010 (A.C. 3257-quater).
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008-2010) (3257-quater):

Presenti e votanti 330
Maggioranza 166
Hanno votato sì 293
Hanno votato no 37

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3257-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Avverto che è stata disposta la ripresa televisiva, per la trasmissione in differita,Pag. 151delle dichiarazioni di voto dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha facoltà di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zeller. Ne ha facoltà.

KARL ZELLER. Signor Presidente, la Südtiroler Volkspartei esprimerà voto favorevole sul disegno di legge di bilancio per il 2008 in quanto riteniamo che si tratti, a differenza dell'anno scorso, di un testo molto più equilibrato che è stato peraltro notevolmente migliorato rispetto a quello risultante dopo l'esame del Senato. Infatti, al Senato sono state messe a punto le grandi questioni proposte dal Governo come quella della maggiorazione del sistema della fiscalità delle imprese, degli interventi sulla riduzione dei costi della politica, del cosiddetto «pacchetto casa», delle agevolazioni per l'ICI e altre misure ancora.
Alla Camera, invece, abbiamo migliorato e perfezionato il testo approvato dal Senato. Inoltre, siamo intervenuti in altri settori specifici e possiamo affermare che il risultato raggiunto è molto soddisfacente.
Un esempio di tale risultato è l'istituzione di un Fondo destinato a finanziare gli interventi per la riduzione della pressione fiscale per il lavoro dipendente, nel quale far confluire le maggiori entrate rispetto alle previsioni e, quindi il cosiddetto extragettito, recuperato anche grazie alla lotta di questo Governo all'evasione fiscale.
Si tratta di un provvedimento richiesto dai lavoratori e dal mondo delle imprese e rappresenta un segnale forte. È da segnalare anche il capitolo delle disposizioni a favore del clima e del risparmio energetico, attuato in parte attraverso il prolungamento di ulteriori tre anni delle disposizioni già contenute nella precedente legge finanziaria per il 2007 e, in parte, con misure nuove per quanto riguarda le fonti rinnovabili e i certificati verdi.
In tale ambito, mi preme ringraziare la maggioranza e il Governo per il sostegno assicurato alle nostre proposte emendative, che riteniamo migliorative della politica energetica complessiva. La Südtiroler Volkspartei ha proposto, inoltre, delle misure miranti a risolvere vari problemi legati alla particolarità del nostro territorio, che sono state tutte accolte con favore. Si tratta di misure che, a nostro avviso, risolvono problemi concreti della gente e dei cittadini della nostra provincia. Per esempio, è stata risolta l'annosa questione dell'adeguamento delle indennità di bilinguismo dei magistrati e la grave carenza di personale nelle amministrazioni statali, attraverso la possibilità di assumere finalmente i vincitori dei concorsi.

PRESIDENTE. Deputato Zeller, dovrebbe concludere.

KARL ZELLER. Possiamo, quindi, dichiararci soddisfatti del lavoro svolto durante l'iter del disegno di legge finanziaria, ringraziando in particolar modo il relatore Michele Ventura, il presidente Duilio e i sottosegretari Sartor e Grandi per l'ottima collaborazione.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Mi corre l'obbligo di fare una comunicazione sull'ordine dei lavori. Questa sera i nostri lavori termineranno con il voto sul disegno di legge di bilancio. Le pregiudiziali sul disegno di legge di conversione del decreto-legge sulla sicurezza saranno votate martedì al termine della discussione generale.

Si riprende la discussione.

(Ripresa dichiarazioni di voto finale - A.C. 3257-A)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Filippi. Ne ha facoltà.

ALBERTO FILIPPI. Signor Presidente, di solito si inizia un intervento cercando di convincere chi ascolta che chi parla, naturalmente,Pag. 152 ha ragione. Tuttavia, oggi chi ci ascolta da casa, signor Presidente, è già convinto. Infatti, moltissimi di costoro domani saranno a Milano per manifestare contro questo Governo.
Quindi, vorrei iniziare con un invito, signor Presidente. Ieri, il mio collega della Lega Nord Garavaglia aveva invitato a Milano proprio il premier Prodi - un po' assonnato, signor Presidente - a venire a Milano a manifestare. Oggi, invitiamo lei, signor Presidente Bertinotti. Si unisca anche lei domani in corteo con noi e venga manifestare contro il suo Governo, la sua maggioranza e contro se stesso, per il bene di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
La Lega Nord Padania e il nord, signor Presidente, non possono che essere contrari al disegno di legge di bilancio al nostro esame. Quindi, entriamo nel merito e forniamo alcune spiegazioni su tale nostra importante contrarietà.
Il nord è contrario perché il provvedimento in esame, composto di tre articoli, che non hanno nemmeno filo logico tra loro, rappresenta la confusione, il caos illogico, unico comune denominatore alla base della vostra unione.
Il nord, signor Presidente, è contrario perché per la venticinquesima volta arriva alle Camere la fiducia. È una fiducia cieca data al Governo, che inevitabilmente rappresenta una sfiducia palese nell'istituzione che qui tutti noi rappresentiamo.
Il nord, signor Presidente, è contrario perché questo è il provvedimento con il quale dovrebbe essere disegnata ed attuata la strategia economica del nostro Paese. Invece, rappresenta un elenco delle singole tattiche, che in gergo chiamiamo «marchette», delle troppe anime che compongono la vostra maggioranza.
Il nord è contrario, signor Presidente, perché il testo aggiunto dalla Camera a quello approvato dal Senato non prevede tagli, come tanto auspicato, ma spese per ben 3,3 miliardi di euro.
Il nord è contrario perché invece di avvicinarvi al federalismo fiscale, andate sempre in direzione opposta, togliendo risorse agli enti locali. Verranno meno infatti l'8,58 per cento dei trasferimenti fino ad oggi dovuti ai comuni, ben 609 milioni di euro.
Il nord è contrario perché i componenti della maggioranza in Commissione hanno offerto uno spettacolo indegno: file interminabili e continue di deputati come se fossero al self service della finanziaria, diventata quasi un fast food da cui approvvigionarsi. Peccato però poi che alla cassa, a pagare ci debba passare sempre il contribuente: proprio così, il contribuente. Sempre più palesemente si crea, anche con questo provvedimento, un concetto di contribuente di serie «A» e di contribuente di serie B. Infatti, il mondo delle partite IVA ancora una volta è discriminato e perseguitato. Fin dal primo comma dell'articolo 1, per voi il lavoro è esclusivamente dipendente. Ma che fine hanno fatto gli artigiani, gli imprenditori, il mondo delle partite IVA, l'esercito dei professionisti? Non rappresentano forse anch'essi il mondo del lavoro?
Nel seguito del provvedimento la discriminazione continua: crescono infatti le tasse per le partite IVA, aumentando la base imponibile; del resto, limitate la deduzione degli interessi passivi. C'è un continuo allontanamento del bilancio fiscale da quello civile; la teoria del doppio binario, che dovrebbe essere quanto più contenuta possibile, sta invece esasperando la propria dimensione. Ancora, mentre passa il concetto - lodevole del resto - della detrazione ICI sulla prima casa per le persone fisiche, per le persone giuridiche vale invece sempre il contrario. Mentre fino ad oggi l'ICI poteva essere dedotta dalla base imponibile IRAP, da domani non sarà più possibile. In tal modo non solo non ci sarà uno sgravio, ma addirittura una doppia imposizione.
Gli studi di settore, inoltre, da voi continuano ad essere interpretati ed usati non come uno strumento, come sempre dite, di accertamento fiscale, ma come una vera e propria minimum tax. Il problema è che all'inizio dell'anno chi poi dovrà rispettarli non avrà nemmeno il «piacere», se così si può dire, di sapere quanto valgono. Ciò, contro ogni regola di equitàPag. 153e di giustizia della norma tributaria, contro quello Statuto del contribuente che continuamente, e colposamente, da voi è derogato.
Vorrei anche spiegare come usate questo strumento degli studi di settore. Si inizia l'anno e poi, in base alle esigenze di raccolta fiscale, si tarano gli studi di settore e gli indici di normalizzazione. Si ampliano, in base alle esigenze di cosiddetti «tesoretti», che poi andate a scoprire nel corso dell'esercizio, come se le attività economiche dalle quali prelevare fossero un pozzo illimitato dal quale attingere. Questo è scandaloso e ingiusto, Presidente. Almeno - e questa è una piccola consolazione - è «passato» in Commissione l'emendamento della Lega Nord, a firma mia, dell'onorevole Garavaglia e dell'onorevole Fugatti, che prevede un aiuto di tremila euro per le partite IVA che decidono di dotarsi di strumenti di videosorveglianza, considerato il grado di insicurezza ormai raggiunto dal nostro Paese. La Lega Nord ci ha messo, per così dire, una pezza, a questa finanziaria, e il problema è che il Paese, le pezze, però, dovrà abituarsi, come diciamo dalle mie parti, a portarle al fondoschiena.
Il nord è contrario a questa finanziaria anche perché, in mezzo al massacro delle piccole e medie imprese, dell'artigianato e dei giovani professionisti, voi aiuterete i top manager della pubblica amministrazione, con stipendi che arrivano al quadruplo di quelli di noi parlamentari. Il nord è dunque contrario a questo provvedimento, ma soprattutto è fortemente preoccupato. Anche oggi le pagine dei giornali riportano la situazione delle conseguenze economiche della vostra politica fiscale attuata nel 2007. Nel 2006 si era da tutti registrato un inizio di crescita e l'inizio di una fase espansiva dell'economia. Oggi, a un anno e mezzo di distanza, si registra il paradosso keynesiano per cui rallentano i consumi, rallenta la produzione e sale l'inflazione. Il PIL nel 2008, per il quale si era previsto una crescita dell'1,3 per cento, non oltrepasserà l'1 per cento.
In questo anno e mezzo di Governo della sinistra si è dimezzata la crescita del fatturato nazionale e questo è un dato, non è un'opinione! La questione è ancora più preoccupante se paragonata alla crescita del PIL degli altri Paesi; chi ci osserva da fuori, che sia in Europa (come il Commissario dell'Unione europea Almunia), o che sia negli Stati Uniti (come il Presidente Bush), è preoccupato e ci bacchetta. Il New York Times scrive che l'Italia, non solo è sempre più povera e meno competitiva, ma che addirittura è infelice.
Oscar Wilde diceva: «la felicità (...) è desiderare quello che si ha». Ecco perché il Paese è infelice: non desidera avere ciò che ha; il Paese, il Nord, anche domani a Milano, vi farà capire che non vuole avere più voi al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania e della deputata Gardini)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, intervengo per esprimere la nostra disapprovazione e per preannunciare il nostro voto contrario sul provvedimento sul bilancio in esame e, in generale, a tutto ciò che è accaduto nella giornata odierna, con un intervento che riguarda sia il metodo sia il merito.
Per quel che riguarda il metodo, bisogna riscontrare che se è vero che ...

PRESIDENTE. Mi scusi, deputata Capitanio Santolini, vorrei invitare l'Aula ad avere, in questa fase conclusiva dei nostri lavori, un'attenzione che consenta a tutti di fruire dei lavori medesimi.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, per quel che riguarda il metodo, dobbiamo registrare una sorta di inflazione del voto di fiducia - aumenta l'inflazione nel Paese, ma anche in quest'Aula - che in qualche modo preclude al Parlamento ogni possibilità di intervento e cancella la sua sovranità. Dato che ilPag. 154Presidente Napolitano l'anno scorso ha affermato che non avrebbe firmato una legge finanziaria composta di un solo articolo con centinaia di emendamenti, il testo è stato spacchettato in tre «pacchetti» comunque molto corposi e complicati; ci troviamo, dunque, in una situazione che va comunque sottolineata e denunciata.
Vengo ora rapidamente al merito. Era stato annunciato che il disegno di legge finanziaria e di bilancio che stiamo per votare, avrebbero costituito una manovra finanziaria leggera; mi pare, invece, che sia una manovra finanziaria in linea con tutte le leggi finanziarie degli ultimi anni, dal momento che vi è un bilancio con 16 miliardi di euro di extragettito, vi sono 8 miliardi di euro stanziati per il provvedimento sul welfare e non si sa di quanto aumenterà la spesa perché sui lavori usuranti ancora non è stata fatta chiarezza da parte di questo Governo.
Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Letta, quando era stato varato il disegno di legge finanziaria, aveva dichiarato che vi sarebbero state cento belle notizie per le famiglie italiane. Mi sono chiesta dove siano queste cento belle notizie. Certamente non si può sostenere che vi siano cento belle notizie per molti soggetti del Paese, per i cittadini, per le famiglie, per i lavoratori, per gli artigiani e certamente non ve ne sono per le famiglie! Vorrei davvero che domani vi fosse una pagina di giornale con cento belle notizie per il Paese e per le famiglie, ma non vi saranno, almeno per le famiglie normali, che noi riteniamo di dovere in qualche modo tutelare e difendere; non ce n'è neppure una di belle notizie! Considerato l'extragettito di 20 miliardi di euro, il family day, che è stata una straordinaria presentazione di famiglie che hanno semplicemente voluto proporsi in maniera positiva, e la conferenza di Firenze, che il Ministro Bindi ha fortemente voluto, credo che sia stata persa veramente una grande occasione.
Il famoso «tesoretto» è stato dilapidato e ciò è notorio ed è opinione diffusa anche di esperti, non solamente dell'opposizione. È stato dilapidato il tesoretto per aumentare la spesa, ma a Firenze, il Ministro Padoa Schioppa - lo ricordiamo tutti - aveva affermato che sarebbe stato meglio abbattere il debito perché ciò avrebbe aiutato i nostri figli in futuro, in quanto si sarebbero ritrovati con un debito inferiore e, quindi, avrebbe fatto indirettamente una politica familiare. A parte il fatto che non si tratta di una politica familiare, non si è realizzato neanche questo, perché non si è neanche abbattuto il debito!
Quindi, le promesse sono state tutte completamente disattese e il Presidente del Consiglio - che in questo momento sta chiacchierando felicemente, in quanto evidentemente questi aspetti non lo riguardano - aveva affermato che i due terzi del tesoretto sarebbero stati destinati alle famiglie e l'ha affermato quando il tesoretto non aveva l'entità che poi si è andata via via accumulando.
Mi domando, dunque, dove sia il senso di responsabilità del Governo. Il crollo demografico, il suicidio collettivo di questa società evidentemente non interessa l'Esecutivo. I nostri figli (quelli che nascono ora) tra qualche anno avranno sulle loro spalle otto adulti e non so come faranno a pagare le pensioni, la sanità e lo stato sociale, e in più avranno sulle spalle il famoso debito pubblico, che non è stato certamente abbassato con questa finanziaria. Si tratta di una grande occasione sprecata.
Sono state aumentate le spese, ma non per le famiglie. Le spese, infatti, sono state aumentate in mille rivoli, ma le famiglie non hanno avuto ciò che meritavano. So che il Ministro Bindi afferma che è stato adottato un provvedimento per le famiglie numerose e che dobbiamo riconoscerglielo. Tuttavia, voglio ricordare all'Esecutivo che le famiglie numerose sono lo 0,8 per cento dell'universo delle famiglie; ciò significa che il 99,2 per cento dell'universo delle famiglie è stato assolutamente tradito. Pertanto, non si può parlare di politiche familiari quando accanto alla parola «famiglie» si pone un aggettivo: povere, bisognose, numerose. Vi è sempre un aggettivo!Pag. 155
Noi vogliamo delle politiche per le famiglie, senza aggettivi che qualifichino e giustifichino gli interventi del Governo.
Non ci sono i soldi per gli autosufficienti, per i non autosufficienti, né per gli incapienti. Le famiglie italiane pagano un prezzo molto alto, ma anche dai banchi della maggioranza proviene una grande disapprovazione, sebbene abbiano votato la fiducia e voteranno questo bilancio. La lista delle mancanze del Governo, infatti, è stata assolutamente notevolissima e si potrebbe redigere in un lunghissimo elenco.
Chi mette al mondo i figli oggi investe nel futuro, contrariamente a quelli che non mettono al mondo i figli, che hanno a disposizione immediatamente dei soldi per soddisfare le loro aspettative di vita, mentre un padre di famiglia sostiene dei sacrifici e investe nel futuro. Non è possibile che si continui con questa disuguaglianza, iniquità ed ingiustizia, mentre si va avanti con pannicelli caldi.
La verità è che la finanziaria premia esclusivamente dei settori che hanno una capacità di pressione sul Governo: penso a Confindustria, ai sindacati e alla sinistra massimalista. Dunque, la finanziaria è stata misurata su queste forze e le famiglie che non hanno voce e capacità di interdizione, che non occupano le strade, i binari e non fanno nulla (perché svolgono il loro mestiere di famiglia) non siedono neppure ai tavoli della concertazione.
Per la prima volta, il Governo e lei, Presidente Prodi, non avete convocato il forum delle famiglie per parlare di finanziaria e del DPEF. Il Ministro D'Alema (che era in Aula fino a poco tempo fa) e il viceministro Visco sono stati i primi ad aprire una trattativa con il forum delle famiglie che da questo Esecutivo, invece, è stato completamente ignorato, in quanto non ha voluto nel modo più assoluto ricevere una forza che rappresenta milioni di famiglie.
Questa è una delle tante ragioni per cui noi siamo contrari ai disegni di legge bilancio e finanziaria ed esprimiamo il nostro totale dissenso (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Ricci. Ne ha facoltà.

ANDREA RICCI. Signor Presidente, svolgo la dichiarazione di voto a nome di tutta l'Unione.
Il bilancio che ci accingiamo ad approvare presenta innanzitutto un'importante novità nel modo in cui esso è composto. Con il bilancio per il 2008 si è avviato un processo di ristrutturazione del bilancio che oggi può essere letto attraverso un esame delle funzioni della spesa e non più soltanto attraverso un esame dei centri di spesa.
In questo modo, si determina una maggiore trasparenza e una maggiore facilità di lettura, che ha consentito di migliorare la capacità di controllo parlamentare. Questo è un primo e significativo pezzo di un percorso di riforma delle procedure di formazione del bilancio dello Stato che il Governo ha voluto avviare e che dovrà proseguire nel prossimo futuro, anche attraverso la riconduzione della legge finanziaria alle sue originarie funzioni, evitando le storture e le distorsioni che anche in questa sessione di bilancio hanno caratterizzato il suo iter.
Passando al contenuto, il bilancio traduce in termini contabili il complesso della manovra di finanza pubblica per il 2008. Il primo risultato della manovra di finanza pubblica è il pieno rispetto degli impegni di rientro del deficit pubblico, concordati con l'Unione Europea.
Viene confermato, così, un percorso di risanamento, dopo gli anni pesanti e bui del precedente Governo, che avevano condotto le casse dello Stato a una situazione di disordine e di impennata del deficit e del debito pubblico.
La manovra di finanza pubblica che viene tradotta nel bilancio porterà a conseguire la riduzione dell'indebitamento netto per il 2008 al 2,2 per cento. Questo risultato positivo, in termini di risanamento finanziario, avviene nel quadro di una manovra che, per la prima volta dopo tanti anni, assume un carattere espansivo. Per la prima volta dopo tanti anni, laPag. 156manovra di finanza pubblica non toglie dalle tasche dei cittadini, ma finalmente dà qualcosa.
Se questo è stato possibile, il merito maggiore risiede nell'aumento delle entrate fiscali che si è verificato nel corso del 2007 e che, stando alle previsioni, si verificherà ancora nel corso del 2008. L'aumento delle entrate fiscali ha sicuramente una componente congiunturale di carattere ciclico, derivante dal fatto che il processo di crescita economica è ripreso ad aumentare, ma, accanto a ciò, vi è anche una componente di carattere strutturale, ascrivibile interamente all'azione efficace, svolta dalla maggioranza e dal Governo, per ampliare la base imponibile, attraverso la lotta all'evasione e all'elusione fiscale.
Questa azione ha consentito, nel corso di questa manovra finanziaria, di ridefinire anche aspetti importanti del nostro sistema fiscale. Voglio brevemente ricordare ciò che è contenuto nella manovra di finanza pubblica che abbiamo approvato: si prevede la riduzione della tassazione per il lavoro dipendente, destinando a uno specifico fondo le future maggiori entrate che si produrranno nel corso del 2008; si riduce, sin da subito, la tassazione sul TFR dei lavoratori dipendenti; si introduce un bonus di 1.200 euro annui per le famiglie numerose, con più di quattro figli a carico; si ampliano in maniera significativa le detrazioni dell'ICI per la prima casa; si avvia un processo di riforma della tassazione delle imprese, con la revisione dell'IRES e dell'IRAP, che produrrà benefici, in modo particolare, per le tante piccole e piccolissime imprese del nostro Paese.
Anche dal lato della spesa pubblica, grazie ai positivi risultati raggiunti dal lato della lotta all'evasione fiscale, riusciamo a produrre significativi incrementi, in particolare, dal lato delle spese in conto capitale.
Con questa manovra di finanza pubblica si rilancia un processo di investimenti pubblici, che nel corso degli anni precedenti si era bloccato e che era una delle cause del declino del nostro Paese:
investimenti in infrastrutture ferroviarie e stradali; investimenti di carattere ambientale, la riforma del trasporto pubblico locale, l'istituzione di un fondo per la manutenzione della rete idrica del Paese. Contemporaneamente, si trovano anche risorse per le spese correnti in campo sociale, per la sicurezza e la protezione civile, per il sistema formativo e per le politiche previdenziali e del lavoro.
Certo, la legge finanziaria in esame non risolve tutti i problemi aperti nel Paese. Nel 2007, come ho affermato, i conti pubblici sono tornati in ordine e l'economia ha ripreso a crescere. Tuttavia, i bisogni sociali del Paese, in particolare quelli della sua parte più debole (dei pensionati, dei giovani precari, delle donne, dei lavoratori e degli anziani) - lo sappiamo - rimangono in gran parte ancora da soddisfare.
È per questo motivo che l'auspicio e l'impegno di tutta la maggioranza e del Governo, per il 2008, devono indirizzarsi verso la costruzione di risposte efficaci, pronte e rapide per affrontare la crisi sociale e la sofferenza in cui versa una parte rilevante del Paese, quella più debole. Tuttavia, tale manovra e il bilancio che la certifica dal punto di vista contabile muovono alcuni primi e significativi passi in questa direzione ed è per tale ragione che essa avrà il consenso di tutta la maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Partito Democratico-L'Ulivo, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.

ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, credo che nelle considerazioni dell'onorevole Andrea Ricci sia contenuta la sintesi di tutte le contraddizioni della maggioranza e l'inefficienza e l'inefficacia della legge finanziaria in esame: mi permetto di dire con simpatia all'onorevolePag. 157Andrea Ricci - avendo vissuto, insieme a lui e a molti altri colleghi della Commissione bilancio, anche l'esame di questa legge finanziaria - che probabilmente ha visto un film diverso rispetto alla realtà.
Parto dalle considerazioni di metodo: si è affermato che il centrosinistra ha mantenuto l'impegno per riformare gli strumenti della manovra di bilancio e ha condotto passaggi significativi per migliorare e razionalizzare la spesa. Il problema è che non abbiamo visto tali passaggi. Se guardiamo alla riqualificazione attorno alle missioni e agli obiettivi - questo deve essere l'elemento di maggiore trasparenza del bilancio -, affermiamo con chiarezza che non siete riusciti a raggiungere l'obiettivo.
La legge finanziaria in esame, nella sostanza, è composta da 1.199 commi (in assoluto, per estensione, la seconda della Repubblica dal punto di vista del testo normativo) e comporta significativi aumenti della spesa pubblica: onorevole Ricci, lo ha ammesso lo stesso Ministro Padoa Schioppa, affermando, qualche giorno fa, che si tratta di una legge finanziaria «di tregua». Non so per chi sia la tregua, cari colleghi: certamente non per le famiglie (alle quali faceva riferimento prima l'onorevole Capitanio Santolini), né per i dipendenti pubblici (che hanno annunciato una serie di scioperi a raffica), né per le forze dell'ordine (che hanno manifestato contro il Governo per diritti legittimi che riguardano gli aspetti contrattuali e l'attività sul territorio), né per tutti quei cittadini nei confronti dei quali, grazie a un intervento tardivo e inadeguato del Ministro dei trasporti - in merito alla famosa controversia con gli autotrasportatori - di fatto si è creato un grave danno in termini di crescita, di prodotto intero lordo e di disagi per il Paese, che provocherà effetti largamente superiori rispetto alla spesa di 50 milioni di euro ipotizzati per chiudere la vertenza.
È evidente, cari colleghi, che tale effetto determinerà un'ulteriore crescita delle bollette, delle tariffe e dei prezzi al consumo che le famiglie italiane devono quotidianamente pagare.
Il fatto che sia uscito dall'agenda del Governo - ciò è assolutamente evidente - il tema non più della quarta settimana, ma della terza settimana del mese, è sotto gli occhi di tutti.
Quello in esame è un disegno di legge finanziaria assolutamente inutile, che non determina le scelte strutturali di cui il Paese ha bisogno e che riguardano ovviamente i giovani, il mercato del lavoro, la capacità di formare in maniera adeguata la nuova classe dirigente, di incentivare i giovani sul tema della capacità di intraprendere, del rafforzamento delle potenzialità delle nuove generazioni, per poter realmente inserirsi nel mercato del lavoro e costruire una famiglia.
Alleanza Nazionale ha avanzato una serie di proposte, signor Presidente, e lo ha annunciato dall'inizio, prima ancora che voi ricorreste alla posizione della questione di fiducia.
Alleanza nazionale ha affermato di essere disponibile a ritirare tutti gli emendamenti proposti, mantenendo però quattro proposte, sulle quali si sono evidenziate tutte le contraddizioni del Governo: una di esse è una proposta forte, che attiene al tema delle politiche a sostegno della famiglia, ed è costituita dall'introduzione del quoziente familiare.
Abbiamo registrato due prese di posizione che dimostrano le contraddizioni dell'Esecutivo: la prima in sede di Commissione, dove il Governo si è pronunciato in modo contrario, ritenendo che si trattasse di un passo indietro, in termini complessivi e di crescita sociale, per la nostra comunità nazionale; l'onorevole Andrea Ricci stesso si è schierato in maniera molto chiara in quella sede, per sostenere che il quoziente familiare è una realtà che comunque non appartiene alla nostra cultura e che crea ulteriori discriminazioni nei confronti delle donne.
Noi rigettiamo questa idea e riteniamo che il quoziente familiare proposto dall'onorevole Meloni sia uno degli elementi cardine su cui costruire una nuova civiltà del rapporto e della presenza della famiglia all'interno della nostra comunità nazionale.Pag. 158
In questa stessa Aula, signor Presidente, abbiamo registrato le contraddizioni del Governo: il sottosegretario Grandi ha accettato un ordine del giorno dell'onorevole Meloni - di cui siamo certi che anche l'onorevole Bindi sia particolarmente soddisfatta, perché risponde alla logica delle mille questioni da lei più volte enunciate - in cui si afferma l'impegno del Governo, nel 2008, per realizzare l'introduzione del quoziente familiare.
È una contraddizione evidente, colleghi, all'interno di una maggioranza che dimostra tutta la sua debolezza, per la necessità di stare insieme grazie alla politica della spesa pubblica, non al controllo della spesa.
Il Ministro Padoa Schioppa - che mi auguro e ci auguriamo come gruppo parlamentare di Alleanza Nazionale sia dimissionario, dopo le vicende di oggi - ha affermato nei giorni scorsi che il disegno di legge finanziaria per il 2008 rallenta il controllo della spesa pubblica - noi affermiamo invece che lo aumenta in modo significativo - ma bisognerà agire nei prossimi due anni per raccogliere oltre e risparmiare 30 miliardi di euro sulla spesa pubblica; prima l'onorevole Andrea Ricci faceva riferimento al controllo della spesa.
Forse ci dimentichiamo il vecchio comma 507 della scorsa legge finanziaria, relativo agli accantonamenti dei vari Ministeri, che avrebbe dovuto rappresentare una fase significativa in termini di avanzamento, per il controllo della spesa, attorno alla «mitica» spending review (abbiamo imparato questo termine e lo ha imparato il Governo in sede anglosassone).
La spending review è stata immediatamente accantonata: si sono spartiti più tesoretti, in buona parte inesistenti, con gli oltre 12 miliardi di euro che sono stati destinati a microspese, per la necessità di pagare vari fondi - in particolar modo, alla sinistra massimalista, sempre determinante nell'attuale quadro politico - per pagare la necessità di evidenziazione all'interno delle statistiche ISTAT delle logiche legate al genere umano e quindi per portare avanti percorsi ideologici che hanno disperso quantità di risorse determinando una confusione applicativa e normativa che renderà la manovra finanziaria per il 2008 in buona misura inapplicabile.
È una «legge finanziaria manifesto», da cui gli italiani non avranno alcun vantaggio operativo e concreto per arrivare a fine mese, per pensare a un rilancio delle imprese, per pensare a una logica di sostegno anche ai settori più deboli della nostro territorio.
Due questioni abbiamo posto durante il dibattito: consideriamo indecente la disattenzione nei confronti delle aree svantaggiate, in particolar modo del Mezzogiorno, e il fatto che siano state sottratte ulteriori risorse destinate a quello che doveva essere il prestito d'onore e al credito di imposta. Questa legge finanziaria andrà a penalizzare ulteriormente il Mezzogiorno: altro che investimenti nelle infrastrutture e sulle potenzialità di sviluppo per una crescita significativa del nostro Paese! Le previsioni dell'OCSE dei giorni scorsi, cari colleghi, ci segnalano una revisione, una riduzione ulteriore della crescita per il nostro Paese. Difficilmente saranno realizzabili gli obiettivi di bilancio, dato che anche in questi avete operato una scelta di carattere ideologico.
Per quello che riguarda le entrate aggiuntive (articolo 1 del bilancio dello Stato), si prevede che dovranno essere destinate esclusivamente alle detrazione per i lavoratori dipendenti. Noi ovviamente siamo ben felici che i lavoratori dipendenti possano godere di detrazioni in più, ma riteniamo non accettabile la logica della discriminazione nei confronti di tutto il mondo del lavoro, delle libere professioni, delle piccole imprese, dell'industria, dell'artigianato e di tutti coloro che rappresentano a tutti gli effetti lo sviluppo e la crescita del prodotto interno lordo nazionale.
In questa logica, avevamo proposto una formulazione diversa che prevedeva di destinare risorse aggiuntive - questa è la scommessa - nei confronti della famiglia, intesa come sistema unico in grado ovviamente di rappresentare la cellula fondamentalePag. 159 della società, ma anche l'unità base valida per le nostre imprese e per crescere.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ALBERTO GIORGETTI. Per tutte queste motivazioni di carattere metodologico e di merito e soprattutto pensando ovviamente a un Paese che ha bisogno di una scossa e di un energia diversa, annuncio il voto fortemente contrario di Alleanza Nazionale a questo provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Leone. Ne ha facoltà.

ANTONIO LEONE. Signor Presidente, siamo ormai arrivati agli sgoccioli di questa farsa, di questa finta legge finanziaria. «Tre questioni di fiducia al prezzo di una» è lo slogan che può vantare questo Governo. Abbiamo avuto tre questioni di fiducia che sono servite a tacere non l'opposizione, ma i mille rivoli che compongono questa maggioranza litigiosa e sgangherata. Abbiamo avuto tre questioni di fiducia per far continuare a sorridere il Presidente del Consiglio e per far continuare ad essere sempre più arrogante il Ministro dell'economia e delle finanze: un Ministro che, chiamato dal Parlamento, è venuto oggi in quest'Aula per parlarci della sua ulteriore brutta figura riguardo alla sconfitta sul caso del generale Speciale. Con la solita arroganza è venuto a dire: ma chi siete? Cosa volete? Non ho nulla da dirvi. Egli ha impiegato 30 secondi per illustrare un'informativa su un caso così delicato e grave che vede sconfitto il Ministro dell'economia e delle finanze, il Viceministro delle finanze e l'intero Governo; ma tant'è, ormai siamo abituati anche a questo. Abbiamo avuto tre questioni di fiducia che ci hanno inchiodato in quest'Aula a non fare nulla, a non fare niente, a non discutere di un solo emendamento, né delle questioni politiche più pregnanti che potevano esserci in questo disegno di legge finanziaria.
Però abbiamo discusso di errori tecnici, di somme sballate, di coperture sbagliate, di tabelle sconclusionate e scombinate. Siamo stati chiamati, attraverso la Commissione bilancio, a correggere tutta una serie di errori che sono stati commessi in una legge finanziaria - lei, Presidente, lo sa benissimo - che ha assunto un contorno da comiche finali. Per correggere gli errori nelle tabelle, dovuti alla fretta e a quell'insipienza che ha contraddistinto la manovra di bilancio, e a supporto di questa legge finanziaria siamo dovuti ricorrere persino al Ragioniere dello Stato.
La manovra è aumentata, nel passaggio tra Camera e Senato, di 5 miliardi di euro anche per accontentare il buon senatore Dini sulle stabilizzazioni, per poi vederlo scontentato, in questo ramo del Parlamento, proprio sullo stesso argomento. Quella somma, che era stata ideata al Senato, è salita a dismisura, con buona pace per le aspettative dello stesso Dini.
Questa manovra finanziaria contiene interventi che si distribuiscono tra fondi istituiti presso i vari Ministeri, senza avere una strategia complessiva. Osservando bene l'impianto, suddiviso in missioni, si rileva come siano state ridotte le risorse destinate alla sicurezza e all'università.
Naturalmente attraverso l'esaurimento delle risorse della tabella A - stiamo discutendo di bilancio - e attraverso il taglio dell'1 per cento di quelle in tabella C, si palesa la rinuncia di questo Governo a procedere a riforme che abbiano contenuto finanziario per il prossimo anno, senza dimenticare che risultano scoperture, per il prossimo anno, valutabili in circa 8 miliardi di euro, le quali, qualora fosse confermato il raffreddamento del PIL, porterebbero addirittura ad una manovra correttiva che, vista l'incapacità dell'attuale Governo a procedere a tagli della spesa, comporterà a sua volta l'aumento della tassazione. Non vi è altra conseguenza se non quella di aumentare la tassazione.
È fallito il tentativo del sostegno al reddito per le classi meno abbienti. È statoPag. 160sottovalutato l'impatto dell'inflazione. È aumentata la pressione fiscale sulle imprese. Gli unici che ringrazieranno questo Governo saranno i banchieri.
Guardate, colleghi, quello che è venuto fuori con questa legge finanziaria e con questo modo di operare del Governo e - mi dispiace - anche della maggioranza e di questo Parlamento, è il fatto che oramai la nostra funzione, parlamentare e legislativa, è completamente esautorata: non serve a nulla!
Hanno ragione alcuni blog e ha ragione chi attacca la politica, perché il Parlamento è stato svuotato, è stato esautorato delle sue prerogative, per cui non siamo più in grado di legiferare, perché il «piatto» ci viene fornito all'esterno, dal Governo, e la maggioranza, prima dell'opposizione, deve sottostare a quelli che sono i desiderata di questo Esecutivo.
Se è questo il modo di legiferare, caro Presidente Bertinotti, lei dovrebbe essere il primo - lo ripeto: il primo - a tutelare le prerogative di questo Parlamento e dei parlamentari e a tutelare la democrazia, perché non vi è più democrazia nel momento in cui non si è in grado, attraverso i nostri interventi e il nostro dibattito democratico all'interno del Parlamento, di apportare nessuna, «nessunissima» variazione ai desiderata del Governo.
Lo dico perché vi è stato anche un tentativo subdolo che qualche collega della stessa maggioranza ha stigmatizzato, nel momento in cui il recepimento della formulazione del testo prodotto dalla V Commissione è stato cambiato nottetempo dal Governo per inserire in uno dei tre maxiemendamenti delle misure che non erano state votate e non erano state accolte dalla V Commissione, a dispetto di quelle che erano state votate e accolte dalla stessa Commissione.
Si è addirittura usato un marchingegno truffaldino, da parte di questo Governo, quando nel maxiemendamento destinato al recepimento del testo prodotto dalla Commissione, lo si è addirittura cambiato. Ma tant'è. Sapete come si cambieranno quegli errori? Si cambieranno attraverso gli ordini del giorno, che sono stati recepiti per accontentare i colleghi della maggioranza che si sono visti scippare anche di quelle poche misure che erano riusciti a inserire nel testo.
Poi ci penserà un altro mezzo, un altro decreto-legge, il cosiddetto mille-proroghe, il decreto di fine anno, che dovrà correggere tutti gli errori fatti in questa legge finanziaria.
Vedrà, Presidente, se non vi saranno almeno cinquanta cambiamenti con quel decreto relativi a questa manovra finanziaria, perché fatta frettolosamente, perché fatta nottetempo, perché fatta non nell'interesse del Parlamento e, quindi, dei cittadini, ma nell'interesse del Governo.
Allora, signor Presidente, noi come è sotto gli occhi di tutti, non parteciperemo al voto finale, però (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico-L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)...

PRESIDENTE. Colleghi per favore! Prego, deputato Leone, prosegua pure.

ANTONIO LEONE. Anche molti esponenti della maggioranza non parteciperanno al voto finale, perché su una maggioranza di 328 unità sapete in quanti avete votato, con i doppi voti, il disegno di legge finanziaria? In 293: 293 persone hanno votato il disegno di legge finanziaria, signor Presidente! I membri del Parlamento che supportano questa maggioranza sono 328 e voi - basta guardarvi - state votando in modo doppio per approvare una legge finanziaria che non volete (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-L'Ulivo)!

PRESIDENTE. Colleghi, per favore!

ANTONIO LEONE. Sa quale sarà l'effetto di questo voto, signor Presidente? (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Per favore, colleghi, lasciate concludere il deputato Leone.

Pag. 161

ANTONIO LEONE. Vi fischiate da soli! Siete ridicoli (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico-L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
Un effetto si avrà, signor Presidente (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-L'Ulivo)...

PRESIDENTE. Colleghi, per favore!

ANTONIO LEONE. Un effetto si avrà, signor Presidente, con il voto su questo disegno di legge finanziaria: Prodi continuerà a ridere fino a quando non gli staccheranno le pile o forse qualcos'altro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-L'Ulivo)!

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Per favore, colleghi, evitiamo le contestazioni!

LINO DUILIO, Presidente V Commissione. Signor Presidente, farò un intervento brevissimo come presidente della Commissione bilancio, perché, giunti alla conclusione di questo faticoso percorso che ci vede approvare il disegno di legge finanziaria, vorrei svolgere brevissime considerazioni.
La prima considerazione riguarda la necessità, credo non più rinviabile, di rivedere tempi, contenuti e procedure della sessione di bilancio. Si tratta di una conclusione cui siamo già arrivati negli anni scorsi e che ogni anno viene sempre più confermata dai fatti che ci vedono protagonisti.
Pertanto, con l'ottimismo della volontà, confido che il prossimo anno - anno di riforme, si dice - sarà un anno buono anche per un'incisiva riforma della materia, che parta dalla consapevolezza che il Parlamento, con la legge finanziaria, dispone di uno strumento di primaria ed assoluta importanza per la gestione dei processi economici del Paese.
La seconda riflessione - la penultima, che vorrei fare - riguarda i lavori che quest'anno abbiamo svolto, in particolare in Commissione bilancio (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi, Popolari-Udeur, Misto-Minoranze linguistiche e Misto-Movimento per l'Autonomia), dove abbiamo modificato, credo migliorandolo, buona parte del testo pervenutoci dal Senato.
Sull'attività, spesso frenetica, della Commissione bilancio, mi preme ringraziare tutti i deputati, della Commissione e non, che vi hanno preso parte e vorrei dare atto anche ai colleghi dell'opposizione della Commissione bilancio, al di là delle cose che ho sentito poco fa, di un comportamento responsabile che ha consentito la conclusione dei nostri lavori.
Da ultimo, non certo per importanza, vorrei ringraziare il relatore, onorevole Michele Ventura (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur) per il fondamentale, paziente e prezioso lavoro che ha svolto in Commissione bilancio.
Vorrei ringraziare i rappresentanti del Governo che hanno lavorato con noi in Commissione, nonché tutti i funzionari e i collaboratori della Commissione stessa e della Camera, i quali con abnegazione encomiabile (credo di non essere retorico nel dire ciò) e con eccellenza professionale ed imparziale spirito di servizio hanno ancora una volta onorato le nostre istituzioni.
Un ringraziamento infine va a lei, signor Presidente, e, con l'occasione, mi permetto di rivolgere a tutti i colleghi i miei personali auguri per le prossime festività (Applausi).

Pag. 162

(Coordinamento formale - A.C. 3257-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3257-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3257-A e relative note di variazioni, di cui si è testé concluso l'esame:
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
S. 1818 - «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008-2010 » (Approvato dal Senato) (3257-A):

Presenti e votanti 310
Maggioranza 156
Hanno votato 295
Hanno votato no 15
Sono in missione 37 deputati.

(La Camera approva - Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur - Vedi votazioni).

Prendo atto che i deputati Mura e Cento hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere voto favorevole.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 18 dicembre 2007, alle 9,30:

1. - Discussione del disegno di legge:
S. 1872 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1 novembre 2007, n. 181, recante disposizioni urgenti in materia di allontanamento dal territorio nazionale per esigenze di pubblica sicurezza (Approvato dal Senato) (per la discussione sulle linee generali, l'esame e la votazione delle questioni pregiudiziali presentate ed il seguito dell'esame) (3292).

2. - Discussione della mozione Bosi e Volontè n. 1-00143 concernente misure a sostegno della funzionalità e dell'operatività delle forze armate.

La seduta termina alle 21,30.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI MARIA LEDDI MAIOLA, ALBERTO FILIPPI, FRANCESCO NAPOLETANO, LUISA CAPITANIO SANTOLINI, SALVATORE IACOMINO, ALBERTO GIORGETTI, RAFFAELE AURISICCHIO, DANTE D'ELPIDIO E STEFANO PEDICA SUL DISEGNO DI LEGGE N. 3256-A

MARIA LEDDI MAIOLA. Presidente, onorevoli colleghi, accolgo l'esortazione del Presidente che ci richiama alla chiarezza e sintesi e all'evangelico « sia il vostro dire sì sì, no no».
Moltissimo si è detto nell'analizzare la finanziaria 2008, e se la sintesi di una dichiarazione di voto non consente di spaziare in approfondimenti sui presupposti socio-economici da cui discendono le scelte che costruiscono la complessiva manovra finanziaria, consente tuttavia di risponderePag. 163alla domanda semplice che milioni di italiani si faranno nei prossimi giorni.
Com'è questa finanziaria?
Questa è una buona finanziaria. Lo è per gli effetti immediati che avrà su famiglie e imprese, lo è per gli effetti strutturali che si avranno nel medio periodo.
Gli effetti immediati e percepibili per le famiglie: 43 milioni di persone in Italia vivono in case di proprietà, il 40 per cento di queste persone non pagherà più l'ICI, la restante parte avrà una riduzione molto rilevante, pochi che hanno quale prima casa un castello o una villa pagheranno, e ce ne faremo tutti una ragione; 9 milioni di persone vivono in affitto, di queste 2 milioni e 800 mila potranno detrarre da 150 a 300 euro; 12 milioni di persone che hanno una condizione di reddito basso avranno una una tantum di 150 euro e altrettanti per ogni persona a carico; chi ha un mutuo per la casa ed è costretto a sospendere le rate, potrà contare su un fondo di solidarietà; chi ha figli che vanno all'asilo o in palestra, o ragazzi che stanno in affitto per studio, chi va a vivere da solo e ha tra i venti e i trenta anni avrà un consistente risparmio; chi è pendolare potrà dedurre 250 euro l'anno; gli anziani potranno andare in vacanza con un bonus di sostegno; chi va in pensione ha le tasse decisamente ridotte sul TFR; e poi il fondo per ridurre le tasse ai lavoratori dipendenti: non una misura una tantum, ma un fondo permanente cui conferire l'extragettito anche negli anni a venire.
Tutto questo deve essere detto con chiarezza alle nostre famiglie: una finanziaria che li aiuta, che darà loro più risorse a disposizione, che potrà ridare la necessaria fiducia che è presupposto indispensabile per la ripresa dei consumi interni che da troppo tempo sono sostanzialmente fermi.
Gli effetti immediati e percepibili sulle imprese: 1 milione di piccoli imprenditori, i cosiddetti marginali, sarà esonerato da Ires e Irap e passerà ad un'unica imposta sostitutiva. Una semplificazione senza precedenti; le piccole imprese artigiane e commerciali possono contare su una franchigia Irap più alta; le società individuali e di persone avranno il taglio dell'Ires per gli utili reinvestiti; il credito di imposta per la ricerca sale dal 15 al 40 cento; le aliquote d'imposta delle società di capitale saranno abbassate dal 33 al 27,5 per cento e l'Irap passerà dal 4,25 al 3,9 per cento.
Forti sono gli incentivi per le imprese ad alta tecnologia.
Un segnale importante non solo per il risvolto economico immediato, ma per la valenza che i segnali di inversione di tendenza hanno: la semplificazione è il primo ponte per riallacciare il rapporto tra il mondo della produzione e le istituzioni.
Gli effetti che si avranno nel breve periodo: 20 mila alloggi in più a disposizione nelle aree urbane; 8 mila nuovi alloggi a canone sostenibile; 170 milioni di euro per asili porteranno a regime in pochi anni l'insostenibile situazione della risposta alla richiesta, soprattutto della popolazione femminile, ad avere una struttura sociale capace di consentire il pieno accesso al lavoro.
E perché non ricordare che il fondo quasi raddoppia con le risorse che derivano dalla confisca di beni da parte della magistratura a seguito della sentenza nel procedimento BPI?
Mille milioni di euro per la rete ferroviaria; 3.000 milioni di euro per le strutture sanitarie; 700 per le metropolitane.
Non è un elenco freddo, è la base per un cambiamento strutturale.
E poi dobbiamo far sapere che una risposta non di maniera ma di sostanza è stata data su un punto su cui la sensibilità del paese si è fatta sentire.
I costi della politica: 3 miliardi deriveranno dalla magistratura militare; 500 milioni di risparmi dagli acquisti della pubblica amministrazione; ci sarà un 15 per cento di tagli alle spese del personale; 10 per cento alle spese di locazione; 10 per cento rimborsi elettorali; 20 per cento dalle commissioni straordinarie; limiti alle retribuzioni al vertice della pubblica amministrazione; riduzione drastica di enti e organismi anche di rappresentanza.Pag. 164
Un consistente numero di miliardi saranno risparmiati e rimessi a disposizione per interventi di reale utilità sociale.
Più risorse da subito alle famiglie, più risorse alle imprese e soprattutto più semplificazione, più risparmi nelle pubbliche amministrazioni, più sicurezza e, nel Paese, più fiducia, noi speriamo come conseguenza immediata.
Una legge, anche buona non risolve i problemi del Paese, può solo conseguire qualche serio obiettivo e porre basi per il futuro. Questo fa questa legge.
Ma una cosa a tutti noi va ricordata.
La finanziaria è una legge che sta per compiere trenta anni. Era una eccellente norma, ora è vecchia e va riscritta, norme e regolamenti che sovrintendono alla sua approvazione sono vecchi e vanno riscritti.
È ora di portare anche questa istituzione nel XXI secolo, non è problema di parte, è un problema di tutti.

ALBERTO FILIPPI. Grazie Presidente, di solito si inizia un intervento cercando di convincere chi ascolta che chi parla, naturalmente, ha ragione, ma oggi chi ascolta, da casa, è già convinto, e molti, moltissimi di questi saranno domani a Milano a manifestare contro questo Governo.
Inizio quindi con un invito: ieri il mio collega Garavaglia (LNP) aveva invitato a Milano il Premier Prodi; oggi invitiamo lei, Presidente Bertinotti. Si unisca anche lei in corteo domani a Milano, e venga a manifestare contro il suo Governo, contro la sua maggioranza, contro se stesso, per il bene del Paese!
La Lega Nord, il Nord, non può che essere contrario a questa finanziaria.
Andiamo a dare alcuni «perché» di questa contrarietà.
Il Nord è contrario perché questo provvedimento, fatto da tre articoli che nemmeno hanno un filo logico tra loro, rappresenta la confusione, il caos illogico, unico comune denominatore che è alla base della vostra Unione.
Il Nord è contrario perché per la venticinquesima volta arriva la fiducia. È una fiducia cieca al Governo, che inevitabilmente rappresenta una sfiducia palese all'istituzione da tutti noi qui rappresentata.
Il Nord è contrario perché è il provvedimento col quale dovrebbe essere disegnata e attuata la strategia economica del Paese e invece rappresenta un elenco delle singole tattiche (in gergo le chiamiamo «marchette»!) delle troppe anime che compongono la vostra maggioranza.
Il Nord è contrario perché il testo aggiunto dalla Camera a quello del Senato non prevede tagli ma spese ulteriori per 3,3 miliardi di euro.
Il Nord è contrario perché, invece di avvicinarvi al federalismo fiscale, andate in direzione opposta togliendo risorse agli enti locali; verranno meno, infatti, 1'8,58 per cento dei trasferimenti ad oggi dovuti ai comuni, ben 609 milioni di euro.
Il Nord è contrario perché i componenti della maggioranza in Commissione hanno offerto uno spettacolo indegno: file interminabili di deputati come fossero al self-service della finanziaria, divenuta un «fast food» al quale approvvigionarsi: peccato però che alla cassa a pagare poi ci debba passare il contribuente.
Proprio così: il contribuente. Sempre più palesemente si crea anche con questa finanziaria un concetto di contribuente di serie A e uno di serie B.
Infatti, il mondo delle partite IVA ancora una volta è discriminato e perseguitato.
Fin dal primo comma dell'articolo 1 per voi il lavoro è esclusivamente il lavoro dipendente; ma che fine hanno fatto gli artigiani, i professionisti gli imprenditori, l'esercito delle partite IVA? Non rappresentano forse anch'essi il mondo del lavoro?
Nel seguito del provvedimento la discriminazione continua; crescono le tasse per le partite IVA, aumentando la base imponibile. Infatti, limitate la deduzione degli interessi passivi; è un continuo allontanamento del bilancio fiscale da quello civile. La teoria del doppio binario che dovrebbe essere quanto più contenuta possibile sta esasperando invece la propria dimensione.Pag. 165
E ancora, mentre passa il concetto lodevole della detrazione ICI sulla prima casa per le persone fisiche, per le persone giuridiche, vale il contrario: mentre fino ad oggi l'ICI poteva essere dedotta dalla base imponibile IRAP, da domani non sarà più possibile, e così non solo non ci sarà uno sgravio, ma addirittura una doppia imposizione.
Gli studi di settore, inoltre, da voi continuano ad essere interpretati ed usati non come strumento di accertamento fiscale, ma come una vera e propria minimum tax. Il problema è che all'inizio dell'anno chi poi li dovrà rispettare non ha nemmeno il piacere - per così dire - di sapere quanto valgono; infatti, il nostro emendamento, che imponeva all'ufficio competente di comunicare gli indici degli studi entro il 31 dicembre dell'anno precedente a quello di imposizione, non è stato accolto, questo contro ogni regola di equità e giustizia della normativa tributaria, contro lo statuto del contribuente, continuamente e colposamente da voi derogato. E ora spieghiamo come usate questo strumento: si inizia l'anno e poi, in base alle esigenze di raccolta fiscale, si tarano gli studi di settore e gli indici di normalizzazione; si ampliano in base alle esigenze di tesoretti da scoprire nel corso dell'esercizio, come se le attività economiche dalle quali prelevare fossero un pozzo illimitato dal quale attingere.
Almeno è passato in Commissione l'emendamento della Lega Nord, a firma mia, dell'onorevole Garavaglia e dell'onorevole Fugatti, che prevede un aiuto di 3.000 euro per le partite IVA che decidono di dotarsi di strumenti di videosorveglianza, considerato il grado di non-sicurezza ormai raggiunto dal nostro Paese. La Lega Nord ha messo una piccola pezza a questa finanziaria; il problema è che il Paese le pezze dovrà abituarsi - come diciamo dalle mie parti - a portarle sul fondoschiena!
Vorrei evitare, ma proprio non si può, di evidenziare le troppe brutte figure fatte dal Governo in aula ieri sera, consegnando ai deputati un provvedimento contenente errori di copiatura e di calcolo! Per coerenza ed equità, Viceministro Visco, quando sbaglierà un imprenditore o un artigiano a far di conto, lo spiegherà lei alla Guardia di finanza di sorvolare, come è stato fatto per voi?
Il Nord è contrario a questa finanziaria anche perché in mezzo al massacro delle PMI, dell'artigianato e dei giovani professionisti, voi aiutate i top-manager della pubblica amministrazione con stipendi che possono arrivare a quadruplicare quelli di noi parlamentari.
Il Nord è dunque contrario alla finanziaria, ma soprattutto è fortemente preoccupato: o siete irresponsabili o siete incapaci. Anche oggi le pagine dei giornali riportano la situazione dovuta alle conseguenze economiche della vostra politica fiscale del 2007: nel 2006 si era da tutti registrato un inizio di crescita e l'inizio di una fase espansiva dell'economia. Oggi, a un anno di distanza, si registra il paradosso keynesiano per cui rallentano i consumi, rallenta la produzione e sale l'inflazione! Il PIL del 2008, per il quale si era prevista una crescita del 1,3 per cento, non oltrepasserà 1'1 per cento. In questo anno e mezzo di Governo della sinistra si è dimezzata la crescita del fatturato nazionale. La questione è ancora più preoccupante se paragonata con la crescita del PIL degli altri Paesi. Chi ci osserva da fuori, sia in Europa (Joaquin Almunia commissario UE), sia negli USA, è preoccupato e ci «bacchetta». Il New York Times scrive che l'Italia non solo è sempre più povera e meno competitiva, ma è addirittura infelice.
Oscar Wilde diceva: «la felicità è desiderare quello che si ha». Ecco perché il Paese è infelice: non desidera avere ciò che ha. Il Paese, il Nord, anche domani a Milano, vi farà capire che non vuole avere più voi al Governo.

FRANCESCO NAPOLETANO. Signor Presidente, illustri rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, preliminarmente al giudizio sul merito del provvedimento in esame, credo che per il Parlamento siaPag. 166ormai improrogabile un'attenta riflessione sullo strumento in sé costituito dalla legge finanziaria.
Degenerate le proprie finalità originarie, la sensazione è che la legge finanziaria sia, ormai, diventata un autentico Leviatano giuridico, che necessita di un deciso ripensamento. Essa assume le fattezze di una legge omnibus dalle estenuanti procedure, che contiene di tutto e di più.
Appare oltremodo impensabile che le Camere vi dedichino tre mesi l'anno.
Così come appare disdicevole che essa continui a scatenare una fiumana di emendanti, a cominciare dagli stessi Governi proponenti, che danno il cattivo esempio, e a suscitare l'arrembaggio dei singoli parlamentari, non sempre mossi dall'interesse generale.
Nelle aule parlamentari, inoltre, la discussione sugli emendamenti dichiarati ammissibili viene puntualmente stroncata dalle questioni di fiducia poste dai vari Governi, a ciò costretti dalla necessità di far approvare il provvedimento entro la fine dell'anno, onde evitare il ricorso all'esercizio provvisorio del bilancio.
I Governi, nei maxiemendamenti relativi alla questione di fiducia, non sempre tengono conto del lavoro svolto dalle Commissioni parlamentari e mettono lo stesso Parlamento di fronte ad un prendere o lasciare ed andare a casa.
Non si può nascondere che questa condotta, reiterata per le più disperate ragioni, rischi di determinare, in prospettiva, una alterazione degli equilibri tra i poteri, così come costituzionalmente delineati.
Non è più possibile assistere oltre, con l'avallo dei deputati relatori, al mercato degli emendamenti, alle contrattazioni sottobanco. Con il paradosso che tali iniziative sconcertanti si rivelano, alla fine, perfino vane considerato che circa la metà delle norme della legge finanziaria risultano, a distanza di un anno, inattuate.
È la mortificazione delle istituzioni cui le istituzioni stesse devono saper reagire senza ulteriori indugi.
Pur in un contesto irto di contraddizioni sul piano politico e procedurale, che necessitano di urgenti correttivi, registriamo, in ordine alla manovra economica e finanziaria per il 2008, elementi positivi di indubbia novità. Intanto, è del tutto cambiato lo scenario di riferimento.
Le politiche del centrodestra avevano portato il Paese ad una situazione di completa stagnazione economica, di azzeramento dell'avanzo primario, di risalita del debito pubblico, di aumento della spesa corrente a scapito degli investimenti, di incoraggiamento dell'evasione fiscale, mediante lo sconsiderato ricorso ai condoni.
Le soglie dei principali vincoli economici europei erano state ampiamente superate, mentre i costi sociali sono diventati sempre più insopportabili per i lavoratori, le famiglie, le nuove generazioni.
La risultante era una prospettiva di declino per il nostro Paese e con questa situazione, bene o male, ha dovuto misurarsi l'attuale Governo.
È innegabile che gli sforzi compiuti dal Governo e dai cittadini abbiano prodotto una fondamentale azione di risanamento dei conti pubblici, portando il Paese fuori dall'emergenza a cui era stato costretto.
A marcare la differenza sostanziale rispetto al Governo precedente occorrevano decise misure in direzione dell'equità sociale e dello sviluppo.
Occorreva dare delle concrete risposte innanzitutto alla parte più debole del Paese, che non disserta sul PIL e sugli indicatori economici.
I lavoratori, i pensionati, le famiglie, i giovani, le donne misurano un reale cambiamento nelle politiche di Governo dal potere di acquisto dei salari e delle pensioni, dalle possibilità di arrivare alla fatidica fine del mese e di poter soddisfare i bisogni primari per un'esistenza libera e dignitosa.
Per fare questo e dare nuovo impulso alla crescita ed allo sviluppo economico era necessario reperire nuove risorse, pur in un quadro difficile, reso complicato dalle turbolenze dei mercati internazionali, dall'aumento vertiginoso delle risorse energetiche ed alimentari.Pag. 167
Ebbene, va riconosciuto all'attuale Governo il merito di avere conseguito importanti obiettivi sul fronte dell'evasione fiscale, grande e vera anomalia della nostra finanza pubblica.
In tal modo, sono state recuperate rilevanti risorse finanziarie (23 miliardi di euro), che, oggi, con la legge finanziaria per il 2008 e, prima ancora, con i decreti fiscali ad essa collegati, consentono di adottare importanti provvedimenti proprio in direzione dell'equità e dello sviluppo: una vera e propria «restituzione» di quanto recuperato attraverso l'evasione fiscale ed una qualche riqualificazione della spesa, con una attenzione particolare verso i ceti più deboli, ma anche verso le imprese (e Confindustria non lo meriterebbe!). Tra le principali misure adottate, assumono grande rilievo sociale gli interventi in favore dei lavoratori dipendenti, delle stabilizzazioni dei lavoratori precari, delle politiche sulla casa.
Si inizia un percorso di riduzione della pressione fiscale proprio in favore di chi più ne ha bisogno, a cominciare dalle detrazioni sul TFR, cui vengono destinati 180 milioni.
Le maggiori entrate che si verificheranno nel 2008, eccedenti rispetto a quelle finalizzate al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, verranno destinate ad un apposito Fondo, che, già a decorrere dal periodo di imposta del 2008, sarà in grado di diminuire le tassazioni sul lavoro dipendente, in misura non inferiore al 20 per cento per le fasce di reddito più basse.
Per la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili vengono destinati 50 milioni di euro, ed altri 55 milioni a convenzioni da stipularsi tra il Ministero del lavoro ed i comuni, proprio per lo svolgimento di attività socialmente utili e per la stabilizzazione dei lavoratori interessati.
Misure queste, fortemente volute dalla sinistra e dai Comunisti Italiani, che si sono strenuamente battuti con propri emendamenti affinché i lavoratori pubblici precari, a cominciare dagli enti locali, potessero vedere trasformati a tempo indeterminato i loro contratti.
Nel mentre importanti misure interesseranno i Cocopro, continueremo la nostra battaglia perché anche i Cococo vedano estesi maggiormente i loro diritti ad un lavoro poi certo e stabile.
Di grande rilievo è la riduzione della pressione fiscale sulla prima casa, attraverso l'aumento delle detrazioni ICI, in favore dei proprietari, ma anche degli inquilini, con una maggiore attenzione per i giovani tra i venti ed i trent'anni. Di rilievo anche le detrazioni per chi ristruttura e per chi contrae un mutuo, che, in caso di difficoltà nei pagamenti dei ratei, potrà beneficiare di una sospensione del pagamento degli stessi, con interessi a carico dello Stato.
L'edilizia residenziale pubblica vedrà un piano di realizzazioni come da molti anni non si verificava nel nostro Paese. Importante è il bonus di 150 euro per gli incapienti: si guarda a misure di sostengo per i più disagiati, giuste ma con il difetto della temporaneità.
Le imprese, a dispetto di quanto sostengono i loro «difensori», si vedranno ridotte la pressione fiscale sull'Ires di ben 5,5 punti percentuali, e sull'Irap dello 0,35 per cento, così come deducibilità e semplificazioni si aggiungeranno a trattamenti di maggior favore, specie per gli autonomi ed i piccoli imprenditori. Misure in favore di interventi in campo ambientale denotano una grande e nuova sensibilità in questo settore.
Ripartono ingenti investimenti nelle infrastrutture e nei trasporti, specie in relazione al trasporto pubblico locale.
E, ancora, importanti risorse verranno destinate al settore della sicurezza e dei Vigili del fuoco, in termini di nuovi uomini e mezzi. È netta la nostra contrarietà, fino all'irritazione, per le misure, che consideriamo gravemente insufficienti, nel settore della scuola, dell'università e della ricerca. Così come consideriamo indecente il taglio degli insegnanti di sostegno nelle scuole e la mancata volontà di incrementare il fondo in favore dei superstiti delle vittime degli incidenti sul lavoro, mentre si sciupano e si regalano risorse in più direzioni.Pag. 168
Particolarmente esecrabili appaiono i tagli alle agevolazioni fiscali per le imprese del sud: il Mezzogiorno non occupa una posizione di primo piano nell'agenda di questo Governo e questo ci indigna.
Nel mentre annunciamo il nostro voto favorevole alla legge finanziaria e di bilancio dello Stato, non ci nascondiamo le difficoltà politiche dell'attuale momento.
Sono ancora perduranti le lacerazioni nella maggioranza che si sono volute operare sul provvedimento del welfare, con ciò rompendo un patto di lealtà ed aprendo una fase piena di incognite.
I problemi del Paese hanno bisogno di stabilità, ma spiace rilevare come nuove aggregazioni politiche moderate stiano avendo un effetto destabilizzante sul Governo.
Diventa difficile lavorare quando si straccia il programma presentato agli elettori e quando un tuo alleato cerca di distruggerti.
Con senso di responsabilità, ma non di accondiscendenza, è nostro l'impegno, come ha sostenuto il nostro segretario Oliviero Diliberto, per ridare dignità a questo centrosinistra, per impedire che il Paese venga riconsegnato a «questa» destra e perché le istanze dei lavoratori, dei giovani e delle donne continuino a trovare ascolto nel Governo del Paese.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Desidero fare un intervento, seppur breve, che vuole entrare su questioni di metodo e di merito.
Per quanto riguarda il metodo, siamo contrari perché l'inflazione sale e di pari passo sale una sorta di inflazione del voto di fiducia, espropriando il Parlamento di ogni prerogativa e sovranità e senza poter accampare scusanti. E siccome, giustamente, il Presidente Napolitano ha detto che non avrebbe firmato maxi-emendamenti costituiti da un solo articolo e centinaia di commi, avete aggirato il problema con tre emendamenti che sono in realtà tre corposi volumi in cui ci si perde per la loro complessità. È una situazione grave che va denunciata a futura memoria.
Ed ora entriamo nella questione del merito: doveva essere una finanziaria leggera ma in realtà è una finanziaria, complessa e pesante, perché vi sono 16 miliardi di extragettito, 8 miliardi per il decreto sul welfare e non si sa che cosa vi sarà per i lavori usuranti, perché non è ancora stata fatta chiarezza da questo Governo.
Il sottosegretario Letta aveva detto che vi sarebbero state cento belle notizie per gli italiani.
Dove sono le cento belle notizie? Sfido la maggioranza a convincere il Paese, i cittadini e le famiglie, le imprese e i lavoratori, gli artigiani e il pubblico impiego che ci sono cento belle notizie. Non credo proprio. Almeno per le famiglie, quelle normali, di buone notizie non ce ne è neanche una. Malgrado il Family day e la Conferenza di Firenze, si è persa una grande occasione e l'extragettito è stato dilapidato e questo è opinione diffusa. Basta leggere i giornali o i siti Internet specializzati in questo settore. Il tesoretto è stato dilapidato per aumentare la spesa. Il ministro Padoa Schioppa, a Firenze, aveva detto che era meglio abbattere il debito perché ciò avrebbe aiutato i nostri figli, in futuro. Questo non è stato fatto e vi siete assunti una grave responsabilità nei confronti dei vostri figli.
Nel 2044, come è noto, vi sarà un 23 per cento di giovani che non solo avranno sulle spalle 8 adulti, ma pure un debito pubblico che stroncherà ogni futuro. Dunque spese. Ma per chi? Non per le famiglie.
Il ministro Bindi dice che è stato approvato un provvedimento per le famiglie numerose. Ma le famiglie numerose sono lo 0,8 per cento dell'universo delle famiglie, il che significa che il 99,2 per cento delle famiglie è stato tradito. Questo consente al Governo di fare bella figura con poca spesa. Ma non è politica familiare.
Non ci sono soldi per i non autosufficienti, per gli incapienti; Do atto all'onorevole Bindi, all'onorevole Lucà, eccetera, che si sono dichiarati molto insoddisfatti di questa finanziaria e dunque non possono attendersi la nostra approvazione e il nostro voto favorevole. E aggiungo che essere passati l'anno scorso dalle deduzioni alle detrazioni significa avere alzatoPag. 169la base imponibile e quindi in definitiva avere punito ancora una volta le famiglie che hanno la sventura di avere tre o quattro figli (e sono dunque famiglie numerose) e quindi consumano di più e subiscono una tassazione che le punisce proprio per avere tanti figli.
Eppure quei figli pagheranno le pensioni e la sanità e il welfare a quei single (che sono anche in quest'aula, ovviamente) per soddisfare le loro aspettative di vita rispetto a chi investe nel futuro dei figli e fa sacrifici.
D'altro canto la stessa maggioranza nei suoi articolati interventi è stata molto severa con questo Governo e se pure ha dato la propria fiducia all'Esecutivo è stata prodiga di critiche anche molto pesanti: mi riferisco alla spesa per gli armamenti, al mancato risarcimento ambientale, al dissesto delle Ferrovie dello Stato, poca sicurezza sul lavoro, al problema dei non autosufficienti, delle spese per l'università e la ricerca, con ulteriori tagli dell'ultimo momento, confidando nella generosità dei privati e nella ricerca dei privati, ai mancati tagli dei costi della politica, alla mancata diminuzione delle comunità montane, alla mancata razionalizzazione del pubblico impiego e degli enti locali, alla mancata lotta agli sprechi, eccetera.
La verità è che la finanziaria premia solo quei comparti che interessano a sindacati e Confindustria, due potenti gruppi di pressione che soli hanno condizionato, insieme alla sinistra massimalista, le scelte di questo Governo. Le famiglie non hanno potere di interdizione, non hanno voce, non siedono neppure ai tavoli della concertazione (per la prima volta, il Forum delle famiglie non è stato ascoltato da questo Esecutivo e ciò è gravissimo). La finanziaria è l'esito di questa dimenticanza ed è anche per questo che l'UDC esprime il proprio voto contrario.

SALVATORE IACOMINO. Signor Presidente, colleghe e colleghi deputati, signori del Governo, annuncio il voto favorevole del gruppo di Rifondazione comunista - Sinistra europea al disegno di legge finanziaria per il 2008.
Sono state settimane di intenso lavoro in Commissione bilancio ed in aula, dove ha vinto il confronto tra le diverse posizioni, tra maggioranza ed opposizione e all'interno della stessa maggioranza tra la sinistra unita ed il Partito democratico. Ha vinto il Parlamento che, rispetto alla proposta originaria del Governo, ha introdotto tematiche e problemi nuovi sollecitati da forze sociali e realtà territoriali. Ha vinto il Parlamento che ha dimostrato di poter legiferare e di poter modificare e migliorare proposte ed indirizzi del Governo. Ciò grazie anche al ruolo svolto dalla Presidenza della Camera che ha imposto il rispetto dei regolamenti nonché la salvaguardia del ruolo delle Commissioni che hanno esercitato fino in fondo la loro funzione.
Certamente la ferita inferta al Parlamento sul provvedimento del welfare, un atipico golpe istituzionale che ha visto perfino le dimissioni del presidente della Commissione lavoro, un'offesa ed una delegittimazione del ruolo del Parlamento che si è visto assalito e condizionato dai poteri forti, complice il Governo, non può essere sanata da una finanziaria che, seppure introduce elementi nuovi e tendenziali verso una politica redistributiva, non riesce ad imprimere quella svolta che gli elettori dell'Unione si aspettano dal loro Governo.
Tuttavia, va registrato che rispetto alle manovre adottate negli ultimi anni, la finanziaria 2008 prosegue l'azione di risanamento confermando gli obiettivi di legislatura per il riequilibrio dei conti pubblici e fronteggiando le due vere anomalie della finanza pubblica: il gigantesco debito pubblico e l'ampiezza dell'evasione fiscale. Due veri e propri flagelli economici e politici che minano dalle fondamenta il patto sociale e generazionale che è alla base della convivenza civile del nostro Paese.
Va registrato, altresì, che questa finanziaria contiene già misure di redistribuzione e rilancio di investimenti pubblici.
La Commissione bilancio ha introdotto significative modifiche al testo, con l'istituzione di un fondo per la riduzione delle tasse sul lavoro dipendente prenotando l'extragettito del 2008 e l'immeditata riduzionePag. 170 delle imposte che gravano sul TFR dei lavoratori per un ammontare complessivo di 180 milioni di euro.
Ma ciò non è sufficiente. La questione dei salari, così come sostiene persino il Governatore della Banca d'Italia, resta un'emergenza nazionale. È di questi giorni l'inarrestabile crescita dei prezzi che pone ancora più in crisi il potere d'acquisto dei salari.
L'aumento delle retribuzioni nette, insieme ad un contenimento delle tassazioni locali, sono e restano grandi questioni aperte nel nostro Paese.
Il Governo si appresti ad assumere l'iniziativa di aumentare al 20 per cento l'aliquota di imposta sui grandi patrimoni finanziari in modo tale da liberare altre risorse per restituire ai lavoratori il drenaggio fiscale.
Sono apprezzabili le misure per la stabilizzazione del precariato nella pubblica amministrazione, come pure una novità significativa è data dallo stanziamento di oltre 100 milioni di euro per l'assunzione stabile di lavoratori socialmente utili.
Sullo sviluppo e il riequilibrio territoriale particolare attenzione viene data allo sviluppo del Mezzogiorno.
I dati relativi al prodotto interno lordo pro capite nelle regioni del Mezzogiorno dimostrano che esso resta inferiore al 60 per cento del valore registrato nel centro-nord. La nuova programmazione per il Mezzogiorno, che ha seguito gli anni dell'intervento straordinario, è partita dal presupposto che il mercato fosse in grado di selezionare automaticamente progetti imprenditoriali e che il pubblico dovesse limitarsi ad incoraggiarlo come si è verificato con i POR 2000-2006. Questo tipo di programmazione è fallita perché ha determinato soltanto finanziamenti a pioggia e per lo più ad imprese di settori tradizionali, con risultati positivi sul piano del profitto ma nulli su quello dello sviluppo. C'è la necessità di cambiare direzione e reinventare una strategia di sviluppo centralizzata.
Va riproposta con forza la riqualificazione della spesa e non il taglio, atteso anche che la spesa nel Mezzogiorno è già più bassa che nel resto del Paese.
I dati ufficiali confermano questa valutazione: la spesa pubblica pro capite continua ad essere significativamente più bassa rispetto al centro-nord. La questione meridionale va rimessa al centro dell'agenda politica del Governo. Si deve tornare a ragionare sul rilancio delle politiche industriali e su un nuovo modello di sviluppo fondato sull'equilibrio ambientale, sulla qualità del lavoro e sulle nuove tecnologie. O le strategie confindustriali modificano le loro impostazioni secondo questo nuovo modello di sviluppo o il Mezzogiorno continuerà a pagare un prezzo ancora più alto in termini di riduzione dello Stato sociale, precarizzazione del lavoro e riduzione dei salari.
In questo quadro complessivo di precarietà sociale e civile non si può che assistere alla dispersione di risorse in mille rivoli, dove la criminalità organizzata ha buon gioco nel mettere a segno i propri interessi e i propri obiettivi. A nulla serve istituire fondi, seppur giusti, per le vittime della criminalità organizzata.
La stagione di un sud terreno della flessibilità e della deregulation deve finire. Un'occupazione stabile e qualificata deve essere al centro di una nuova politica economica e sociale, per cui il Governo si impegni a reperire risorse per finanziare il credito d'imposta alle imprese che investono nel Mezzogiorno.
Sui costi impropri della politica è passata un'impostazione in gran parte sostenuta da noi, tesa a non tagliare le risorse della rappresentanza democratica e centrata sulla riduzione dei membri del Governo, la soppressione di enti inutili, la drastica riduzione delle consulenze, la razionalizzazione delle società pubbliche, i tagli alle indennità parlamentari e degli amministratori, la stretta sugli stipendi d'oro dei dirigenti e dei manager pubblici. Bisogna continuare su questa strada intervenendo sui tanti privilegi che si annidano nella pubblica amministrazione ad ogni livello.
In conclusione, Presidente, questa finanziaria, a differenza di quella del 2007 tutta centrata sul risanamento dei conti pubblici, avvia una fase, anche se timida, di risarcimento sociale: ha un'impostazionePag. 171 non meno rigorosa da quella voluta dalla Comunità europea perché conferma i saldi di finanza pubblica previsti nel DPEF ed il rapporto tra deficit e PIL al di sotto del 2,5 per cento con l'obiettivo del pareggio entro il 2011; contiene alcuni significativi obiettivi nella direzione del risarcimento sociale, tali da farci parlare di una legge finanziaria di transizione per lavorare nei prossimi mesi per un'ulteriore svolta sul terreno salariale e sociale.
Queste motivazioni inducono il gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea ad esprimere voto favorevole alla legge finanziaria 2008.

RAFFAELE AURISICCHIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevoli rappresentanti del Governo, il gruppo di Sinistra Democratica voterà favorevolmente all'approvazione della legge finanziaria e del bilancio dello Stato per il 2008.
Voteremo favorevolmente perché abbiamo condiviso e condividiamo l'azione del Governo per sistemare i conti e condividiamo il contenuto di questa legge finanziaria che cerca di corrispondere alle necessità del Paese.
Ci pare però doveroso, in premessa, evidenziare come anche quest'anno, al pari degli anni precedenti, l'iter di approvazione della legge finanziaria è stato tormentato e difficile.
Nel passaggio al Senato e poi qui alla Camera è via via cresciuto il numero dei commi e degli articoli, il contenuto si è dilatato perché si è ripetuta la corsa a salire sui vagoni del treno dovuta alla convinzione che esso sia l'unico che certamente arriva in stazione.
Tutto ciò produce inevitabilmente effetti distorsivi rispetto al disegno unitario della finanziaria e agli obiettivi che si vogliono perseguire.
È tempo, perciò, di riformare sia lo strumento in sé sia le procedure che conducono alla sua approvazione.
Agiremo perché ciò avvenga al più presto e avanzeremo nostre specifiche proposte in merito.
Tra gli effetti distorsivi che si sono prodotti nel processo di approvazione di questa finanziaria ne cito due che si segnalano per essere in netto contrasto con le volontà programmatiche della coalizione di maggioranza e con la politica del Governo: da una parte il taglio, conseguente alla decurtazione della tabella C, delle risorse per la ricerca per circa 90 milioni di euro. Si penalizza così un settore ove si riscontra una grave insufficienza rispetto alle necessità e rispetto a quanto avviene negli altri paesi europei, in un campo che è decisivo ai fini della competitività sul piano economico, della civiltà e della cultura. Dall'altra, il taglio per il 2008 e 2009 delle risorse per il credito di imposta alle imprese che realizzano investimenti al sud, facendo così venire meno una misura di incentivazione che è decisiva per assicurare investimenti e sviluppo nel Mezzogiorno.
Per entrambe le questioni va posto al più presto rimedio, ripristinando le dotazioni dei rispettivi capitoli e qualificando ulteriormente l'impegno del Governo a favore della ricerca e del Mezzogiorno.
Nel suo complesso la manovra economica è positiva perché contiene misure volte a far ripartire l'economia, destinando risorse in direzione dello sviluppo e perché realizza interventi che servono a sostenere i redditi più bassi e a migliorare le condizioni di vita delle fasce più deboli della popolazione.
Nella finanziaria, che è il terzo tassello della manovra dopo il decreto fiscale e il protocollo sul welfare, sono contenute scelte significative ed importanti. La prima è certamente quella di destinare tutte le eventuali maggiori entrate che dovessero realizzarsi nel 2008 - non solo, quindi, quelle derivanti dalla lotta all'evasione fiscale, ma quelle complessive - alla riduzione della pressione fiscale nei confronti dei lavoratori dipendenti, attraverso la misura della detrazione d'imposta, con priorità per le fasce di reddito più basse. Si è cercato, così, di far fronte ad una vera e propria emergenza che colpisce i lavoratori, ma anche tutto il Paese: la perdita del potere di acquisto dei salari e degli stipendi. Nel nostro Paese vi è una questione salariale aperta, testimoniata dalPag. 172fatto che si perde capacità di acquisto, che aumentano i prezzi dei generi di prima necessità, mentre non crescono i salari, che non si concludono e non si firmano i contratti e che, anche quando questi sono finalmente firmati - come è accaduto nel settore della scuola - non vengono attivate le risorse previste, per l'assenza di una specifica disposizione di spesa in tal senso.
Si tratta, perciò, di agire su più strumenti, uno dei quali è certamente la riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente, che deve essere consistente e visibile. Con la misura introdotta per tale obiettivo si istituisce un apposito fondo presso il Ministero dell'economia e delle finanze e si destinano 135 milioni di euro per il 2008 e 180 milioni di euro a decorrere dal 2009, al fine di ridurre, a partire da aprile 2008, la pressione fiscale sui trattamenti di fine rapporto (aumentata dal ministro Tremonti, nel corso della legislatura precedente, dal 18 al 23 per cento).
In secondo luogo, sono stati previsti provvedimenti per la stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione, e sono previsti, inoltre, provvedimenti per la stabilizzazione degli LSU (i lavoratori socialmente utili) nelle regioni meridionali.
A partire dal 2007, saranno destinate a tale fine, nei prossimi tre anni, risorse per complessivi 240 milioni di euro: si tratta di una misura che intercetta oltre ventimila lavoratori, privi di tutele e di diritti, per i quali la stabilizzazione non può essere una facoltà, ma è una misura dovuta.
In merito ai provvedimenti per il lavoro, devono essere considerate le misure a favore del miglioramento delle condizioni dei rapporti di lavoro per i Cocopro ed altre misure per continuare la stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione.
Segnalo inoltre la reintroduzione del credito d'imposta per le imprese che nel Mezzogiorno assumono con contratti a tempo indeterminato.
In terzo luogo, le infrastrutturazioni, nelle due direzioni: le infrastrutture materiali e quelle immateriali, imprescindibili per una politica di sviluppo. Si segnalano, a tal fine, le misure per il trasporto locale, che puntano a realizzare investimenti consistenti nei prossimi anni, e, sempre sul fronte dei trasporti, si segnala l'intervento effettuato per garantire l'efficienza del servizio di trasporto ferroviario per oltre 100 milioni di euro. Accanto a queste e ad altre misure per la viabilità, per le reti telematiche e per la portualità, vanno segnalati gli interventi a favore della ricerca, per l'istruzione, la scuola e l'università, che recuperano alcune pesanti restrizioni operate lo scorso anno.
Quello della ricerca e della formazione resta un campo centrale ai fini di una nuova e moderna politica di sviluppo, in grado di garantire la capacità competitiva della nostra economia e di rilanciare il sistema Italia nella competitività internazionale. Da questo punto di vista è necessario un vero e proprio salto di qualità, attraverso un piano consistente di impiego pluriennale di risorse e con concrete ed incisive politiche di riforma e di rilancio.
La terza priorità è rappresentata dall'ambiente e dalle politiche tese a far fronte ai mutamenti climatici. Sono state introdotte misure importanti per la produzione e lo sviluppo delle energie rinnovabili, per il contenimento delle emissioni di anidride carbonica nonché altre iniziative nel campo dell'energia solare e delle energie prodotte da fonti rinnovabili; cito la più significativa, che è quella indirizzata alla manutenzione e all'ammodernamento delle reti idriche, a cui sono state destinate risorse consistenti a partire dal prossimo anno.
Il quarto punto attiene alla sicurezza. È stato affermato che nel disegno di legge finanziaria in discussione è assente il tema della sicurezza; per la verità, si segnala un'inversione di tendenza rispetto a quanto è stato realizzato con le leggi finanziarie precedenti. Infatti, con le misure introdotte si migliora il contenuto delle previsioni della precedente legge finanziaria e, nello stesso tempo, vengono operate scelte importanti, come quella relativa alla dotazione di mezzi e strutture per le forze di polizia, i vigili del fuoco e il servizio di protezione civile. Ricordo, aPag. 173questo fine, la misura tesa a garantire la dotazione di aerei per il servizio antincendio, che, sulla base dell'esperienza vissuta nel 2007, si rendono particolarmente necessari.
E ancora le donne: sono state introdotte misure importanti e sperimentali, quali il bilancio e le statistiche di genere, che possono consentire una più adeguata e corretta percezione della condizione delle donne nel nostro Paese e, soprattutto, è stato varato il piano di lotta alla violenza contro le donne, con una dotazione di 20 milioni di euro. Avremmo preferito incrementare tale dotazione, ma ciò non è stato possibile sulla base delle risorse disponibili; ci proponiamo di ottenere questo risultato con provvedimenti successivi.
A questo si aggiungono le misure attinenti alla partita fiscale che realizzano maggiore chiarezza e semplificazione soprattutto per le piccole imprese. Si configura una vera e propria riforma destinata a cambiare il rapporto tra fisco e impresa.
E si aggiungono inoltre i provvedimenti per la casa, nella doppia versione delle esenzioni sull'ICI e delle detrazioni fiscali e del piano per la costruzione di nuovi alloggi di edilizia economica e popolare, che è una autentica positiva novità dopo anni di assoluta dimenticanza.
In conclusione qui alla Camera si è fatto un buon lavoro che è servito a dare risposte a importanti questioni sia di carattere complessivo che di carattere più particolare e locale.
I tre maxiemendamenti del Governo, su cui è stata votata la fiducia, in larghissima parte hanno recepito il lavoro della Commissione bilancio.
Nel corso del dibattito alla Camera la destra ha più volte fatto riferimento al fatto che con la finanziaria si sia realizzato un vero e proprio «assalto alla diligenza» e alla spesa pubblica.
Tale affermazione è profondamente errata perché i provvedimenti assunti sono dovuti, in quanto servono ad una politica di sviluppo e di equità, e poiché all'interno del disegno di legge finanziaria sono contenute significative misure di riduzione della spesa; si insiste, infatti, su tale fronte, che era stato oggetto della manovra dello scorso anno.
Vi sono inoltre misure ordinamentali che servono a ridurre la spesa: vengono tagliati alcuni enti inutili e vengono ridotti i cosiddetti costi della politica a partire dalle indennità dei parlamentari e dal numero dei Ministeri.
Nessun «assalto alla diligenza», quindi, e nemmeno si può affermare che la legge finanziaria sia di tipo elettorale: non lo è per i contenuti, per lo sforzo che cerca di compiere e perché non vi sono elezioni alle porte.
La maggioranza ha la capacità di superare i problemi che vi sono al suo interno, che derivano dal normale confronto tra posizioni politiche, come è successo sul welfare e su altre questioni che riguardano la politica economica e su altri settori, come quello della sicurezza.
Continuando ad agire lungo la linea del risanamento, dell'equità e dello sviluppo e affrontando con serietà e vera volontà di confronto, senza cedere alle imposizioni e ai ricatti che alcuni settori moderati della coalizione vogliono praticare, la verifica di gennaio potrà essere l'occasione per chiarire le posizioni, per superare le difficoltà e per dare nuovo slancio alla coalizione.

DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, abbiamo ascoltato con pazienza e rispetto i molteplici interventi che si sono susseguiti in questa aula nell'arco delle ultime ore.
Purtroppo il passaggio alla Camera del provvedimento ha evidenziato, da parte dell'opposizione, un atteggiamento ostruzionistico e pregiudiziale, che ha vanificato il tentativo del Governo e della maggioranza di garantire al provvedimento un «normale» percorso in aula come invece è accaduto nell'altro ramo del Parlamento.
Abbiamo sentito molti colleghi del centrodestra lamentare, di fronte al ricorso alla fiducia, la mortificazione del ruolo del Parlamento.
Sono osservazioni di cui tenere conto, ma non sarà inutile ricordare che il mancatoPag. 174rispetto delle prerogative del Parlamento è stato il segno distintivo di cinque anni di Governo di centrodestra, caratterizzati da un diluvio di leggi delega e da ripetuti passaggi blindati della legge finanziaria, nonostante i numeri, in entrambe le Assemblee del Parlamento, rendessero possibile un iter normale dal punto di vista istituzionale.
Comunque, riteniamo che esista un problema di organizzazione della sessione di bilancio e dei Regolamenti che la disciplinano, per dare più possibilità alle Camere di svolgere una sessione di bilancio che non presenti le criticità di cui anche quest'anno abbiamo sofferto.
Al riguardo sollecitiamo la ripresa della discussione del progetto di legge che noi Popolari-Udeur abbiamo presentato in materia.
Ciò è necessario se vogliamo evitare che a partire dal prossimo anno il Parlamento debba essere costretto ancora a votare la fiducia su provvedimenti di finanza pubblica.
Ciò non toglie che le Commissioni abbiano svolto un eccellente lavoro e che la discussione e il confronto non siano mancati.
È giusto, inoltre, apprezzare il fatto che la Commissione bilancio dopo tanti anni ha concluso i suoi lavori con un testo coerente rispetto al quale i maxiemendamenti presentanti dal Governo sono sostanzialmente fedeli.
La manovra che oggi approveremo rappresenta l'atto di Governo più importante di questa coalizione, nel suo esame combinato con i relativi collegati, e non solo è coerente con il programma presentato agli elettori, ma è anche utile per sostenere concretamente il processo di ripresa dell'economia italiana che in questi diciotto mesi ha già centrato importanti obiettivi.
Una cosa è certa. I conti sono in ordine, il deficit è ridotto alla metà, il debito pubblico comincia a scendere, il prodotto interno lordo cresce con un tasso che è il più alto degli ultimi sei anni.
A nome del mio gruppo, i Popolari-Udeur, mi limiterò a ricordare alcune delle importanti misure contenute nel provvedimento che ci apprestiamo a votare e che abbiamo voluto e sostenuto con la presentazione di specifici emendamenti.
Innanzitutto, mi riferisco alle provvidenze che sono state erogate al Telefono Azzurro, ente di particolare importanza sociale che tutela i soggetti più deboli della società, i minori. Ritengo che questa nostra proposta, soprattutto in un delicato periodo storico come quello attuale, in cui il fenomeno dello sfruttamento dei bambini a scopi criminali sembra essersi acuito, rappresenti un vero e proprio traguardo.
Un'altra nostra proposta emendativa è quella relativa al settore dei mutui ed è volta a dare un po' di serenità a tutte quelle persone, di solito giovani coppie e coloro che con grande sacrificio economico hanno contratto un mutuo per l'acquisto della prima casa, che si trovano in un periodo di particolare difficoltà.
Noi Popolari-Udeur abbiamo anche presentato un emendamento volto ad ottenere un fondo per sostenere la realizzazione di un parco ferroviario in grado di sostenere la mobilità dei disabili sull'intero territorio nazionale in quanto trattasi di persone che quotidianamente incontrano serie difficoltà ad affrontare anche brevi tratti di strada a causa della mancanza di mezzi adatti alle loro particolari esigenze. E a questo proposito noi non possiamo continuare a fare finta di niente, perché è un problema reale che noi non possiamo ignorare e al quale dobbiamo dare risposte concrete ed immediate.
Il provvedimento contiene molte importanti misure che vanno dalla class action al riutilizzo delle risorse derivanti dalla lotta all'evasione fiscale per sconti ICI e interventi in favore delle famiglie, con bonus per le famiglie numerose, alla semplificazione e alla riduzione dei costi fiscali per le imprese.
Un forte impulso arriva anche sul fronte delle infrastrutture e della ricerca.
Vi è una novità sul fronte degli affitti per gli inquilini a basso reddito e per i giovani under 30 che vogliono andare a vivere da soli, mentre per la prima volta si istituisce un apposito fondo che dà un po' di ossigeno e di respiro a tutte quelle famiglie che con fatica hanno contratto unPag. 175mutuo per l'acquisto della prima casa e, a causa delle difficoltà del momento, potrebbero avere problemi con il pagamento puntuale ed effettivo delle rate alla loro scadenza naturale.
È prevista una detrazione aggiuntiva fino a un massimo di 200 euro per l'abitazione principale, che non si applica per ville, case di lusso e castelli.
Negli uffici pubblici si parlerà al telefono tramite Internet e le lettere saranno sempre più sostituite dalle e-mail.
Arriva un nuovo regime fiscale per i contribuenti minimi, mentre per le imprese vi è un taglio dell'Ires dal 33 al 27,5 per cento e l'alleggerimento dell'Irap, con un allargamento della base imponibile delle imprese accompagnato dalla riduzione generalizzata dell'aliquota dal 4,25 al 3,9 per cento.
Sono previste anche agevolazioni per piccole imprese e microimprese che operano in quartieri degradati delle città.
Concludo, quindi, ribadendo il sostegno e il voto favorevole che noi, Popolari-Udeur, daremo con convinzione a questo provvedimento, che a nostro avviso si pone nella giusta direzione di tracciare un equilibrato bilanciamento tra le esigenze di risanamento di cui necessita il nostro paese e quelle di una più equa distribuzione della ricchezza.
L'auspicio che noi facciamo a questo Governo è che si prosegua dunque per questa strada e che il nostro lavoro possa essere ancora migliorato nel tempo.

STEFANO PEDICA. Onorevoli colleghi, vorrei ribadire quello che ho dichiarato pochi giorni fa, e cioè che avremmo potuto in questa finanziaria fare di più e meglio in riferimento all'introduzione della class action in Italia, provvedimento che, a mio avviso, doveva continuare a essere discusso nella Commissione parlamentare di competenza, e non imposto, o accidentalmente approvato al Senato, in fretta e furia nei tempi stretti e blindati di una legge finanziaria. Uno strumento importantissimo, ma che, ahimè, così come concepito, risulterà poco utilizzabile o inutilizzato dal cittadino, e, in poche parole, se tutto poteva cambiare, si rischia di non cambiare effettivamente niente.
Avrei voluto un modello di class action che realmente garantisse i cittadini contro i soprusi e le truffe, e contro i crimini perpetrati contro una pluralità di soggetti. Ribadisco che, se davvero si voleva inserire una vera azione risarcitoria collettiva in Italia e non solamente un'altra legge inutile perché monca, il risarcimento del danno per le vittime doveva essere automatico e conseguente alla vittoria della causa, questo è il punto fondamentale. E invece il truffato, con questa legge, quando il giudice dichiarerà la certezza della truffa, non verrà risarcito automaticamente, ma dovrà cercarsi, da solo - ripeto: da solo - un avvocato, pagarlo, e chiedere il risarcimento del danno, che rischia di essere inferiore alla parcella che dovrà pagare per la singola azione legale.
Una legge, una buona legge, doveva tutelare fino alla restituzione del denaro senza far spendere ulteriori soldi a chi ha subito il danno. Questa è la tutela che per cui da un anno e mezzo sto combattendo contro l'indifferenza generale della politica.
Detto questo, prendo atto che non si è voluto e potuto fare di più. Per queste ragioni, pur avendo votato convintamente la fiducia al Governo in occasione della votazione su tutti i maxi-emendamenti, ritengo che almeno una voce debba esprimere in questa aula, con l'astensione nel merito del provvedimento, l'invito a colmare, non appena possibile, le lacune evidenziate.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. ddl 3256 -A - odg 9/3256-A/21 465 439 26 220 156 283 56 Resp.
2 Nom. odg 9/3256-A/45 468 466 2 234 182 284 54 Resp.
3 Nom. odg 9/3256-A/46 466 460 6 231 179 281 53 Resp.
4 Nom. odg 9/3256-A/48 482 458 24 230 167 291 52 Resp.
5 Nom. odg 9/3256-A/49 476 470 6 236 182 288 52 Resp.
6 Nom. odg 9/3256-A/50 471 463 8 232 192 271 52 Resp.
7 Nom. odg 9/3256-A/53 475 457 18 229 189 268 52 Resp.
8 Nom. odg 9/3256-A/54 472 430 42 216 149 281 52 Resp.
9 Nom. odg 9/3256-A/55 480 455 25 228 152 303 52 Resp.
10 Nom. odg 9/3256-A/56 475 457 18 229 170 287 52 Resp.
11 Nom. odg 9/3256-A/57 480 473 7 237 185 288 52 Resp.
12 Nom. odg 9/3256-A/58 482 475 7 238 191 284 52 Resp.
13 Nom. odg 9/3256-A/59 481 476 5 239 186 290 52 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. odg 9/3256-A/61 I p. 479 444 35 223 158 286 51 Resp.
15 Nom. odg 9/3256-A/61 II p. 483 440 43 221 185 255 51 Resp.
16 Nom. odg 9/3256-A/67 474 473 1 237 162 311 51 Resp.
17 Nom. odg 9/3256-A/93 472 469 3 235 155 314 50 Resp.
18 Nom. odg 9/3256-A/94 475 471 4 236 177 294 50 Resp.
19 Nom. odg 9/3256-A/103 471 462 9 232 173 289 50 Resp.
20 Nom. odg 9/3256-A/105 472 468 4 235 181 287 50 Resp.
21 Nom. odg 9/3256-A/107 471 468 3 235 162 306 50 Resp.
22 Nom. odg 9/3256-A/109 474 470 4 236 178 292 49 Resp.
23 Nom. odg 9/3256-A/114 471 466 5 234 178 288 49 Resp.
24 Nom. odg 9/3256-A/125 477 474 3 238 180 294 49 Resp.
25 Nom. odg 9/3256-A/126 476 475 1 238 184 291 49 Resp.
26 Nom. odg 9/3256-A/164 462 447 15 224 229 218 47 Appr.
INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. odg 9/3256-A/167 476 469 7 235 165 304 45 Resp.
28 Nom. odg 9/3256-A/168 472 467 5 234 81 386 46 Resp.
29 Nom. odg 9/3256-A/173 464 458 6 230 149 309 46 Resp.
30 Nom. odg 9/3256-A/199 461 458 3 230 153 305 45 Resp.
31 Nom. odg 9/3256-A/204 466 462 4 232 172 290 45 Resp.
32 Nom. odg 9/3256-A/205 467 465 2 233 175 290 45 Resp.
33 Nom. odg 9/3256-A/207 462 456 6 229 177 279 45 Resp.
34 Nom. odg 9/3256-A/212 468 465 3 233 177 288 45 Resp.
35 Nom. odg 9/3256-A/213 471 446 25 224 155 291 45 Resp.
36 Nom. odg 9/3256-A/216 473 468 5 235 176 292 45 Resp.
37 Nom. odg 9/3256-A/219 478 453 25 227 158 295 45 Resp.
38 Nom. odg 9/3256-A/221 474 473 1 237 182 291 45 Resp.
39 Nom. odg 9/3256-A/222 476 469 7 235 177 292 45 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. odg 9/3256-A/228 471 470 1 236 182 288 45 Resp.
41 Nom. odg 9/3256-A/230 449 445 4 223 168 277 45 Resp.
42 Nom. odg 9/3256-A/236 461 459 2 230 171 288 45 Resp.
43 Nom. odg 9/3256-A/239 471 448 23 225 160 288 46 Resp.
44 Nom. odg 9/3256-A/241 469 466 3 234 177 289 45 Resp.
45 Nom. odg 9/3256-A/243 449 448 1 225 167 281 45 Resp.
46 Nom. odg 9/3256-A/244 452 447 5 224 168 279 45 Resp.
47 Nom. odg 9/3256-A/245 461 458 3 230 172 286 45 Resp.
48 Nom. odg 9/3256-A/246 463 456 7 229 165 291 45 Resp.
49 Nom. odg 9/3256-A/247 460 454 6 228 172 282 45 Resp.
50 Nom. odg 9/3256-A/267 457 442 15 222 114 328 44 Resp.
51 Nom. odg 9/3256-A/272 460 457 3 229 168 289 44 Resp.
52 Nom. odg 9/3256-A/295 457 448 9 225 160 288 43 Resp.
INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. odg 9/3256-A/318 445 441 4 221 160 281 44 Resp.
54 Nom. odg 9/3256-A/320 450 449 1 225 158 291 44 Resp.
55 Nom. odg 9/3256-A/322 453 452 1 227 159 293 44 Resp.
56 Nom. odg 9/3256-A/324 445 442 3 222 148 294 44 Resp.
57 Nom. odg 9/3256-A/327 446 437 9 219 123 314 44 Resp.
58 Nom. odg 9/3256-A/336 442 440 2 221 152 288 44 Resp.
59 Nom. odg 9/3256-A/337 434 433 1 217 152 281 44 Resp.
60 Nom. odg 9/3256-A/341 436 434 2 218 147 287 44 Resp.
61 Nom. odg 9/3256-A/343 434 429 5 215 152 277 43 Resp.
62 Nom. odg 9/3256-A/346 424 423 1 212 141 282 43 Resp.
63 Nom. odg 9/3256-A/348 426 421 5 211 121 300 43 Resp.
64 Nom. odg 9/3256-A/353 431 411 20 206 118 293 44 Resp.
65 Nom. odg 9/3256-A/357 418 415 3 208 146 269 44 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. odg 9/3256-A/358 423 422 1 212 124 298 44 Resp.
67 Nom. odg 9/3256-A/362 427 426 1 214 142 284 44 Resp.
68 Nom. odg 9/3256-A/363 424 421 3 211 137 284 44 Resp.
69 Nom. odg 9/3256-A/364 433 430 3 216 142 288 44 Resp.
70 Nom. odg 9/3256-A/367 433 423 10 212 133 290 44 Resp.
71 Nom. odg 9/3256-A/368 I p. 433 428 5 215 139 289 44 Resp.
72 Nom. odg 9/3256-A/368 II p. 437 431 6 216 140 291 44 Resp.
73 Nom. odg 9/3256-A/370 408 405 3 203 131 274 44 Resp.
74 Nom. odg 9/3256-A/373 389 389 195 118 271 44 Resp.
75 Nom. odg 9/3256-A/375 404 403 1 202 125 278 44 Resp.
76 Nom. odg 9/3256-A/377 402 402 202 126 276 44 Resp.
77 Nom. odg 9/3256-A/379 416 409 7 205 148 261 44 Resp.
78 Nom. odg 9/3256-A/380 411 411 206 136 275 44 Resp.
INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. odg 9/3256-A/381 423 423 212 140 283 44 Resp.
80 Nom. odg 9/3256-A/388 426 425 1 213 139 286 44 Resp.
81 Nom. odg 9/3256-A/389 423 423 212 137 286 44 Resp.
82 Nom. odg 9/3256-A/390 412 408 4 205 127 281 44 Resp.
83 Nom. odg 9/3256-A/391 415 413 2 207 123 290 44 Resp.
84 Nom. odg 9/3256-A/393 414 413 1 207 126 287 44 Resp.
85 Nom. odg 9/3256-A/399 418 405 13 203 118 287 44 Resp.
86 Nom. odg 9/3256-A/403 414 411 3 206 179 232 44 Resp.
87 Nom. odg 9/3256-A/408 396 396 199 124 272 42 Resp.
88 Nom. odg 9/3256-A/412 411 410 1 206 125 285 42 Resp.
89 Nom. ddl 3256-A - voto finale 389 388 1 195 296 92 37 Appr.
90 Nom. terza nota di variazioni 3257-quat 330 330 166 293 37 36 Appr.
91 Nom. ddl 3257-A - voto finale 310 310 156 295 15 37 Appr.