XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati

Resoconto stenografico



Seduta n. 24 di Mercoledì 22 gennaio 2025

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Marrocco Patrizia , Presidente ... 3 

Audizione di Aldo Iacona, Direttore UOC Pre.S.A.L. della ASL Provincia di Palermo:
Marrocco Patrizia , Presidente ... 3 
Iacona Aldo , Direttore UOC Pre.S.A.L. della ASL Provincia Palermo ... 3 
Marrocco Patrizia , Presidente ... 3 
Iacona Aldo , Direttore UOC Pre.S.A.L. della ASL Provincia Palermo ... 3 
Marrocco Patrizia , Presidente ... 3 
Iacono Giovanna (PD-IDP)  ... 3 
Iacona Aldo , Direttore UOC Pre.S.A.L. della ASL Provincia Palermo ... 4 
Marrocco Patrizia , Presidente ... 5 
Iacona Aldo , Direttore UOC Pre.S.A.L. della ASL Provincia Palermo ... 5 
Marrocco Patrizia , Presidente ... 5 

Audizione di Leonardo La Piana, Segretario Regionale CISL Sicilia:
Marrocco Patrizia , Presidente ... 5 
La Piana Leonardo , Segretario Regionale CISL Sicilia ... 5 
Marrocco Patrizia , Presidente ... 5 
La Piana Leonardo , Segretario Regionale CISL Sicilia ... 5 
Marrocco Patrizia , Presidente ... 5 
La Piana Leonardo , Segretario Regionale CISL Sicilia ... 5 
Marrocco Patrizia , Presidente ... 7 
Iacono Giovanna (PD-IDP)  ... 7 
Marrocco Patrizia , Presidente ... 7 
La Piana Leonardo , Segretario Regionale CISL Sicilia ... 7 
Marrocco Patrizia , Presidente ... 9 

Audizione di Piero Ceraulo, Segretario FILLEA CGIL Palermo:
Marrocco Patrizia , Presidente ... 9 
Ceraulo Piero , Segretario FILLEA CGIL Palermo ... 9 
Marrocco Patrizia , Presidente ... 10 
Iacono Giovanna (PD-IDP)  ... 10 
Ceraulo Piero , Segretario FILLEA CGIL Palermo ... 11 
Marrocco Patrizia , Presidente ... 12 

Audizione di Salvatore Puleo, Segreteria regionale UIL Sicilia:
Marrocco Patrizia , Presidente ... 12 
Puleo Salvatore , Segreteria regionale UIL Sicilia ... 12 
Marrocco Patrizia , Presidente ... 12 
Puleo Salvatore , Segreteria regionale UIL Sicilia ... 12 
Marrocco Patrizia , Presidente ... 12 
Puleo Salvatore , Segreteria regionale UIL Sicilia ... 12 
Marrocco Patrizia , Presidente ... 12 
Puleo Salvatore , Segreteria regionale UIL Sicilia ... 12 
Marrocco Patrizia , Presidente ... 12 
Puleo Salvatore , Segreteria regionale UIL Sicilia ... 12 
Marrocco Patrizia , Presidente ... 12 
Iacono Giovanna (PD-IDP)  ... 12 
Marrocco Patrizia , Presidente ... 12 
Puleo Salvatore , Segreteria regionale UIL Sicilia ... 12 
Marrocco Patrizia , Presidente ... 13 
Puleo Salvatore , Segreteria regionale UIL Sicilia ... 13 
Marrocco Patrizia , Presidente ... 13 

Audizione di Nicolò La Gattuta, Presidente associazione familiari vittime ANMIL Palermo:
Marrocco Patrizia , Presidente ... 13 
La Gattuta Nicolò , Presidente associazione familiari vittime ANMIL Palermo ... 13 
Marrocco Patrizia , Presidente ... 13 
La Gattuta Nicolò , Presidente associazione familiari vittime ANMIL Palermo ... 13 
Marrocco Patrizia , Presidente ... 14 
La Gattuta Nicolò , Presidente associazione familiari vittime ANMIL Palermo ... 14 
Marrocco Patrizia , Presidente ... 14 
Iacono Giovanna (PD-IDP)  ... 14 
La Gattuta Nicolò , Presidente associazione familiari vittime ANMIL Palermo ... 14 
Iacono Giovanna (PD-IDP)  ... 14 
Marrocco Patrizia , Presidente ... 14 
La Gattuta Nicolò , Presidente associazione familiari vittime ANMIL Palermo ... 14 
Marrocco Patrizia , Presidente ... 15 
La Gattuta Nicolò , Presidente associazione familiari vittime ANMIL Palermo ... 15 
Marrocco Patrizia , Presidente ... 15

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE
PATRIZIA MARROCCO

  La seduta comincia alle 14.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso, nonché via streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di Aldo Iacona, Direttore UOC Pre.S.A.L. della ASL Provincia di Palermo.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di Aldo Iacona, direttore UOC Pre.S.A.L. dell'ASL di Palermo, di Alfio Mannino, segretario regionale della CIGL Sicilia, di Pietro Ceraulo, segretario FILLEA CIGL di Palermo, di Leonardo La Piana, segretario regionale CISL Sicilia, di Luisella Lionti, segretario regionale UIL Sicilia, e di Nicolò La Gattuta, presidente dell'associazione familiari vittime ANMIL di Palermo.
  Ricordo che la seduta si svolge nelle forme dell'audizione libera ed è aperta alla partecipazione da remoto dei componenti della Commissione d'inchiesta che non fossero presenti.
  I lavori potranno proseguire in forma segreta a richiesta dell'audito o dei colleghi attraverso una successiva convocazione in presenza.
  Ringrazio nuovamente gli auditi e raccomando loro di non superare i dieci minuti, per dare modo a tutti di poter intervenire compiutamente.
  Cedo la parola ad Aldo Iacona, direttore dell'UOC Pre.S.A.L. della ASL di Palermo.
  Invito i colleghi commissari a intervenire per formulare quesiti, osservazioni o chiarimenti alla fine dell'audizione. Grazie.

  ALDO IACONA, Direttore UOC Pre.S.A.L. della ASL Provincia Palermo. Signor presidente, la ringrazio.
  Sono già stato sentito due mesi fa in prefettura per la stessa problematica. Devo ripetere le cose che ho già detto oppure aspetto domande da parte vostra?

  PRESIDENTE. Se lei ha da aggiungere qualcosa o le fa piacere sottolineare qualcosa che già ci ha esposto, può procedere. Altrimenti chiederei ai colleghi collegati o qui presenti se hanno delle domande da porle. Mi dica lei.

  ALDO IACONA, Direttore UOC Pre.S.A.L. della ASL Provincia Palermo. Se hanno domande rispondo alle domande, visto che ho già relazionato in merito.

  PRESIDENTE. Benissimo.
  Passo la parola alla collega Iacono Giovanna per qualche domanda.

  GIOVANNA IACONO. Signor presidente, la ringrazio.
  Ringrazio il dottor Iacona, che abbiamo ascoltato già a Palermo durante le nostre visite e ispezioni in presenza, qualche mese fa. Era importante risentirla per noi, visto che lei è il direttore dell'Unità operativa complessa SPRESAL, che si occupa di prevenzione delle malattie e degli infortuni causati e correlati agli ambienti di lavoro. Insieme ai collaboratori, lei si occupa del miglioramento delle misure di controllo rispetto alle condizioni di rischio.Pag. 4
  Io non so cosa sia cambiato rispetto a qualche mese fa, quando ci siamo sentiti, però per noi è importante capire su quanto personale in questo momento può contare l'ufficio, il numero degli ispettori complessivamente, non solo quelli di Palermo, ma anche quelli dislocati in altre province della Sicilia, chiaramente escludendo gli ispettori, che hanno funzioni di polizia giudiziaria.
  Su Palermo, che è la provincia che comprende Casteldaccia, quindi il tema di cui si parla, quanti ispettori abbiamo? Riuscite a compensare l'eventuale carenza di personale attraverso l'organico amministrativo dello SPRESAL, dell'ASP? Cosa può comportare, rispetto alle misure di controllo del rischio, questa eventuale carenza di organico sulla preventiva sorveglianza dei luoghi di lavoro? Infine, rispetto alle carenze di organico, vorrei sapere se vi siete fatti promotori di iniziative, eventuali richieste alle istituzioni regionali preposte e competenti, visto e considerato che in Sicilia negli ultimi dieci anni abbiamo contato, purtroppo, centinaia di persone morte sul lavoro e migliaia di infortuni.
  Mi interessava rivolgerle queste domande. Grazie.

  ALDO IACONA, Direttore UOC Pre.S.A.L. della ASL Provincia Palermo. La ringrazio.
  Rispetto all'ultima audizione non è cambiato granché. Per quanto riguarda lo SPRESAL di Palermo, che ha competenza provinciale, in base a una circolare del 2024 della Regione Siciliana, abbiamo l'organico al completo: siamo 12 tecnici della prevenzione, 2 ingegneri, 4 amministrativi, 6 medici e 2 infermieri. Ha la competenza di tutta la provincia di Palermo, quindi probabilmente siamo pochi, ma la pianta organica è al completo. Bisognerebbe rimodulare la pianta organica. Già c'è un percorso regionale in atto, ma i tempi sono un po' più lunghi.
  Per quanto riguarda le problematiche, sì, siamo pochi, però negli ultimi tre-quattro anni, da quando io sono in questo servizio, siamo sempre riusciti a raggiungere gli obiettivi dati dalla regione.
  La problematica attuale riguarda le novità legislative introdotte per quanto riguarda la patente a punti e la modifica dell'articolo 27. C'è la problematica dei due organi di vigilanza in «competizione», soprattutto il venir meno di competenze da parte dello SPRESAL e la sostituzione di competenze da parte dell'Ispettorato del lavoro.
  A mio avviso, questa problematica andrebbe ridiscussa in maniera molto attenta nella Conferenza Stato-regioni. Più che coordinarsi, questi due organi di vigilanza si intralciano, secondo me. Anche noi, in questo momento, sulla patente a punti siamo non dico fermi, però piuttosto dubbiosi di quello che è stato messo in campo.
  Per quanto riguarda le prospettive future, secondo me c'è anche un potenziamento del servizio di raccordo, ma ci vorrà tempo, e anche modificare la mentalità. Non c'è un'equazione per cui più persone assumo più faccio prevenzione. Non posso assumere all'infinito. Se considerate gli infortuni che sono avvenuti negli ambienti confinati, per esempio – il più grave – 7 morti nel porto di Ravenna, il servizio di vigilanza era stato in quel cantiere. Quindi, poter pensare che tutti i posti di lavoro siano presidiati da personale SPRESAL vuol dire pensare troppo.
  Il problema è far crescere la formazione interna delle aziende, la preparazione dei datori di lavoro e dei preposti, cambiare, e ci si augura che approvino l'accordo Stato-regioni, che è stato ripetutamente rinviato, e dare un ruolo più importante agli organismi paritetici, ricordarsi che il DL n. 81 può andar bene per una grande azienda, che comunque è molto più avanti, ma non ci si rende conto che il 95 per cento delle aziende è sotto i dieci dipendenti e moltissime sono sotto i cinque dipendenti.
  Bisogna far crescere i singoli lavoratori e i preposti delle singole aziende, modificare tutta la parte legislativa e, se proprio dobbiamo parlare di ambienti confinati, già si era detto che il 177 non era sufficiente a contenere gli infortuni sul lavoro. Sono passati venti anni e stiamo parlando dei morti in ambienti confinati.Pag. 5
  Va ridiscusso il decreto sugli ambienti confinati e soprattutto approvato il nuovo decreto sulla formazione, rimettere la formazione di sedici ore e riattivare il quaderno del cittadino per quanto riguarda la formazione preventiva dei lavoratori e puntare molto sugli organismi paritetici.
  L'altra cosa che vorrei puntualizzare è che secondo il Capo II, articoli 5, 6 e 7, sono gli organi istituzionali preposti a dare le direttive, ad avere i dati per poter decidere cosa fare e come farlo. Il Comitato di indirizzo e valutazione delle politiche attive ha fatto pochissimo. La Commissione consultiva ha fatto pochissimo. Sono organi importanti che dettano le regole della prevenzione assieme al comitato articolo 7. Se non si fa applicare quello che il decreto n. 81 ha deciso, allora a questo punto se queste commissioni non funzionano, cambiamole. Oppure, cancelliamo il DL n. 81 e andiamo a vista, ognuno per i fatti propri?
  C'è una carenza dello Stato, in questo senso. Ora il Ministero del lavoro si sveglia e modifica l'articolo 27 creando problemi enormi. C'è una sola circolare esplicativa, la n. 4, poi note interne neanche indirizzate alle regioni, quindi neanche alle ASL. A questo punto, mi trovo ad avere dei dubbi su come utilizzare il mio personale. La patente a punti per noi è più un problema che un sistema di prevenzione. A parte il fatto che la patente a punti si ottiene con una domanda e un'autocertificazione, nella quale si certificano cose che sono già in vigore da almeno 20 anni. Secondo me, quindi, stiamo andando in una direzione assolutamente sbagliata. Noi siamo in grande difficoltà.
  Non abbiamo alcun problema come SPRESAL a metterci da parte e a lasciare la vigilanza solo agli ispettori del lavoro, purché qualcuna decida. Soprattutto, nel mondo non c'è un Paese che abbia due organi di vigilanza.
  Ho terminato.

  PRESIDENTE. La ringrazio.
  C'è qualche altro collega che intende intervenire? Non vedo altre domande.
  Possiamo lasciar andare il dottor Aldo Iacona.

  ALDO IACONA, Direttore UOC Pre.S.A.L. della ASL Provincia Palermo. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a voi.

Audizione di Leonardo La Piana, Segretario Regionale CISL Sicilia.

  PRESIDENTE. Diamo la parola al dottor Leonardo La Piana, segretario regionale CISL Sicilia.
  Raccomando di non superare i dieci minuti per dare modo a tutti di intervenire compiutamente.
  Grazie per la sua disponibilità.

  LEONARDO LA PIANA, Segretario Regionale CISL Sicilia. Signor presidente, la ringrazio.
  Io mi sono collegato adesso, quindi non ho sentito che cosa avete detto.

  PRESIDENTE. Abbiamo svolto un'altra audizione con alcune domande. Adesso capiamo se vuole intervenire prima lei direttamente oppure se vuole ascoltare le domande da parte dei nostri commissari. Mi dica lei come vuole procedere.

  LEONARDO LA PIANA, Segretario Regionale CISL Sicilia. Per me è uguale. Decidete voi.

  PRESIDENTE. Le cediamo la parola.

  LEONARDO LA PIANA, Segretario Regionale CISL Sicilia. Come segretario della CISL Sicilia, considero quanto è avvenuto l'emblema di quello che può accadere nel momento in cui non vengono rispettate le norme basilari sulla sicurezza, che però fanno il paio con una condizione del lavoro, del lavoro in Sicilia povero, precario, che ovviamente fa il paio a sua volta con una carenza di informazioni.
  Vorrei immediatamente dire che il lavoro povero, il lavoro precario alcune volte si associa al concetto di lavoro non sicuro, come se le due cose dovessero andare di pari passo. Io, invece, posso guadagnare poco perché lavoro poco, ma non è detto che questo lavoro non debba essere sicuro.Pag. 6
  Perché sto dicendo questa cosa? Per un motivo molto semplice. Soprattutto nella catena del subappalto accade che le persone possano essere utilizzate per fare attività non ripetitive, per fare attività nuove, con una consapevolezza sbagliata, cioè che ogni attività è come se non avesse un proprio rischio associato.
  Credo che quanto accaduto lì sia proprio questo. Molte di quelle persone magari qualche settimana prima facevano un'altra tipologia di attività e quando sono andate a fare quella tipologia di lavoro probabilmente avrebbero avuto la necessità di un'informazione molto più specifica rispetto ai rischi connessi, in quel caso, alle esalazioni che venivano fuori.
  In Sicilia – che fa il paio con i dati, le informazioni delle morti e degli incidenti gravi – questa carenza di controlli si fa sentire. La carenza di controlli è legata anche al bassissimo numero di ispettori sul lavoro. C'è la consapevolezza che se io vengo controllato oggi probabilmente la prossima volta, se si fa un turno, mi toccherà dopo sei-sette anni. In un contesto sociale e imprenditoriale già povero sembra quasi che il tema della sicurezza sia da mettere sottotraccia.
  Mi permetto di sottolineare un'altra cosa. Noi, come CISL, ci stiamo battendo anche su un'altra condizione, che noi riteniamo importante. Ci si concentra spessissimo sul numero di incidenti, sul numero di morti sul lavoro, perché chiaramente queste cose fanno – mi consentirete il termine – «notizia». Quando muoiono tante persone in una determinata occasione fa ancora più notizia. Però c'è un tema che noi stiamo provando a esaminare. Lo abbiamo detto anche all'INAIL. Mi riferisco ai cosiddetti near miss, gli incidenti che non sono capitati per un caso fortuito. Per noi è importante verificare questo e che ci sia una consapevolezza su queste situazioni, per un motivo molto semplice. Sapere cosa è accaduto durante il processo, durante l'attività consente di capire quali sono i momenti dell'attività che devono essere meglio attenzionati, altrimenti accade – ed è questo che noi denunciamo sempre – che, da un lato, la legge prevede che ciascuno debba avere il proprio documento di valutazione del rischio, però il rischio che diventi un fatto esclusivamente cartaceo è molto ampio, nel senso che io compilo quel documento di valutazione dei rischi quasi nella consapevolezza che questo documento dovrebbe non cambiare mai. In realtà, quello è un documento dinamico. Se io cambio attività, se io vado verso altri filoni di attività, se io faccio altre cose è chiaro che le persone che lavorano per me devono essere nella condizione di capire dove sono i rischi.
  In tutta questa azione, che è un'azione di natura «formativa», in molti casi c'è la fretta di fare le cose, il raggiungimento del risultato finale, per poter avere un ritorno e un ristoro economico, rispetto magari a un subappalto che vale poco, molto più elevato.
  Vorrei sottolineare il fatto che l'incidente mortale non è mai un caso. Dietro l'incidente mortale c'è qualcuno che non ha fatto qualcosa. Dietro l'incidente mortale c'è qualcosa che non ha funzionato, c'è qualcosa nel processo che non funziona. Noi proviamo, in tutto questo, a far capire quanto sia importante mettere i dispositivi di protezione, quanto sia importante utilizzare la formazione su tutto questo.
  In tutto questo, abbiamo la necessità – in Sicilia si sta provando a fare qualcosa – di un rapporto un po' più stretto ad esempio con l'INAIL, non soltanto in termini statistici, quanto per trovare le condizioni per poter aiutare soprattutto le aziende più piccole a essere più protagoniste nell'ambito della sicurezza.
  Credo ci siano due elementi, e con questo finisco questa prima parte, ma resto a disposizione, ovviamente. C'è un duplice rischio. I più piccoli alcune volte non hanno i soldi e, lavorando in subappalto, provano a far restare qualcosa di più in cassa, riducendo i premi dell'assicurazione. I più grandi alcune volte fanno sicurezza perché hanno i soldi, però la fanno sulla carta, nel senso che fanno le cose macro. Alla fine non è un caso se nelle grandi aziende non accade mai un incidente mortale, ma accade sempre per qualcuno che sta lavorando per loro in subappalto.Pag. 7
  Su questo credo ci sia da fare una valutazione complessiva. Noi, come Regione Siciliana, siamo sempre ultimi in tante cose, però su questo, purtroppo, abbiamo questo primato, che non ci aiuta.

  PRESIDENTE. Grazie, dottor La Piana. Ci ha raccontato uno spaccato che mi lascia un po' perplessa e senza parole, devo essere sincera, perché il suo racconto e la sua disamina vanno a toccare anche la cultura del lavoro, soprattutto la cultura del lavoro al sud. Io vengo dalla Puglia, quindi siamo lì. Come si diceva, da noi, quando una persona si mette a lavorare, non va a guardare tutto il resto, l'importante è che abbia il lavoro. A volte questi problemi avvengono anche per questo, soprattutto giù da noi, al sud e nelle piccole e medie imprese.
  Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  GIOVANNA IACONO. Grazie al segretario La Piana per la sua presenza oggi qui. Da siciliana come lei, conosco bene la realtà che la nostra terra vive. Come emerge dai suoi racconti, rispetto alla condizione del lavoro e dei lavoratori in Sicilia qualcosa so. Abbiamo voluto avere presenti le delegazioni delle organizzazioni sindacali perché vi siete occupati, tutte e tre le sigle, di questa vicenda tragica di cui la Commissione d'inchiesta si sta occupando ormai da mesi. Abbiamo avuto un primo confronto già a Palermo durante il nostro incontro in Prefettura. Chiederò sia a lei che ai segretari di CGIL e UIL dopo in che termini vi siete occupati di questa vicenda e se ci sono stati dei momenti, degli incontri e dei confronti attorno a questa vicenda.
  Un'altra cosa di cui mi interessava sapere è rispetto alla nascita a luglio dello scorso anno e alla relativa costituzione di un tavolo permanente di concertazione per la salute e sicurezza negli ambienti di lavoro, che è stato istituito presso l'Assessorato regionale alla famiglia, alle politiche sociali e del lavoro.
  Mi interessa sapere a questo proposito che compiti sta svolgendo questo tavolo permanente, se ha iniziato la sua attività, in che termini, se ci sono delle notizie che lei vuole riferirci, soprattutto in Sicilia, soprattutto in una fase in cui la nostra terra risulta anche essere interessata da numerosi nuovi cantieri come le opere previste dal PNRR, ma anche da altri strumenti di finanziamento. Quindi, rispetto a questo, vorrei sapere se esiste una programmazione, secondo lei, in Sicilia, a medio e lungo termine, sempre rispetto alle attività di controllo, di vigilanza preventiva e soprattutto quello su cui io insisto sempre, sull'attività di formazione dei lavoratori che lei, tra l'altro, ha evidenziato nel corso della sua introduzione.
  La ringrazio.

  PRESIDENTE. Do la parola al nostro ospite per la replica.

  LEONARDO LA PIANA, Segretario Regionale CISL Sicilia. Credo, Onorevole, che quello che lei dice sia uno spaccato preciso di quello che sta accadendo e di quelli che possono essere i rischi che sono connessi alle cose che dicevo poc'anzi.
  Con i colleghi di CGIL e UIL è chiaro che noi abbiamo guardato con attenzione a quello che è accaduto, anche perché, come potete immaginare, anche da un punto di vista mediatico questa cosa qui ha avuto una grande rilevanza, con interviste, trasmissioni. Abbiamo aspettato con attenzione le tempistiche che, da un punto di vista complessivo, la magistratura metterà in campo per accertare le responsabilità rispetto a questo tema.
  La cosa importante in tutti questi casi è che passi un concetto, non è il lavoratore colpevole di quello che accade. Qualcuno ha sbagliato a far qualcosa, quindi è chiaro che quando ci sono delle responsabilità, che vengano accertate. È giusto che si dia anche il segnale che bisogna capire che è un errore, che può sembrare banale, ma una cosa fatta o non fatta può determinare la morte di una persona uscita da casa per andare a lavoro. Questo è importante.
  Questa condizione base sembrerebbe in un certo senso uno sfogo delle organizzazioni sindacali, perché potete benissimo Pag. 8immaginare che tutte le volte in cui accade questo è una sconfitta per tutto il sistema, anche per le organizzazioni sindacali, e non solo per la parte imprenditoriale. Alla fine è anche complicato per il lavoratore o comunque per gli eredi del lavoratore affrontare la situazione dal punto di vista giudiziario. Comunque, il potere un po' più forte è come se spostasse sempre questa responsabilità su un errore che ha fatto il lavoratore. È importante anche far capire che, in realtà, una persona va a lavorare. Può fare un errore, però lo fa rispetto a una catena di comando che poi ha dato determinate disposizioni.
  Il tavolo all'Assessorato è un tavolo importante. Tutti i tavoli hanno la loro importanza nella misura in cui, però, vengono strutturati e vengono utilizzati. Se la domanda è mirata a capire se è un tavolo importante, la risposta è sì. Se la domanda è sugli effetti, se si cominciano a vedere, devo essere sincero, personalmente non li vedo. Abbiamo più volte sollecitato il tavolo permanente, soprattutto perché riteniamo che basti fare in questa circostanza piccole cose, senza fare attività istituzionali/convegnistiche.
  La prima cosa che bisogna fare sarebbe quella di prendere tutti coloro che hanno dati rispetto al lavoro, metterli insieme e farli parlare. Come CISL nazionale lo stiamo facendo, lo stiamo dicendo in tutti i casi. Non è che ognuno ha le proprie cose e non le mette a disposizione degli altri, perché i controlli per ora ci sono poche persone che li fanno, ma se noi incrociamo i dati probabilmente ne riusciremo a fare di più.
  Diceva lei, Onorevole, una cosa importantissima. Noi oggi facciamo questa discussione sulla base di un caso concreto che ha determinato la morte di cinque lavoratori, però adesso siamo nella fase in cui – non esprimo un giudizio su cosa stiamo facendo sul PNRR in questa occasione – per quei cantieri che partiranno, quando finiranno i progetti esecutivi e verranno assegnati i lavori, è chiaro che ci sarà un tempo.
  La prima cosa che abbiamo fatto, e io credo che su questo sarebbe interessante fare un'analisi a posteriori, è stato coinvolgere le prefetture, tutte, non soltanto quelle delle città metropolitane, perché in una prima battuta si era detto di coinvolgere le prefetture delle città metropolitane.
  In realtà, il PNRR è vero che per le città metropolitane vale una buona percentuale, però se deve passare il concetto culturale, nel senso che io impresa devo sapere che sto entrando in un meccanismo dove alla fine vengo controllato e vengo controllato a trecentosessanta gradi, lo devo fare complessivamente. Altrimenti, il rischio è che nella fretta dello sviluppare le azioni che dovranno essere fatte entro una determinata data, per non perdere i finanziamenti, si può incrementare questa necessità di fare presto. Fare presto normalmente porta a situazioni che arrivano ad essere in quella circostanza. Ecco perché è importante la formazione, e mi collego al suo ultimo argomento. È importante la formazione per questo motivo, perché dovrebbe passare un concetto. Mi permetterete di fare un'analisi. Dico prima una cosa. Noi diciamo sempre alle persone: «Se tu ritieni che quella cosa che ti hanno chiesto di fare è pericolosa per te, per la tua incolumità, bloccati». Durante i convegni questa cosa la diciamo tante volte. Il problema è che poi la persona si trova sola in quel momento specifico con il datore di lavoro, in un contesto dove la precarietà è talmente tanta che se io vado via ci sono altri venti che possono prendere il mio posto.
  Quello che noi stiamo provando a dire, anche in Regione Siciliana, è di fare in modo di aumentare la professionalità delle persone, perché anche aumentare la professionalità è un sintomo di maggiore sicurezza nel momento in cui tu vai a fare determinate attività. Quando io da un ponteggio passo ad un luogo confinato, prendo gli stessi soldi, ma sto facendo un'attività dove lì c'è il rischio di caduta dall'alto, dall'altro lato c'è un rischio che non si vede, che arriva l'esalazione e io muoio. Il problema incredibile, che denota la mancanza di conoscenza di quello che si andava a fare, è che qualcuno, dopo che era morta la prima persona, è andato lì per salvarla, perché umanamente questo si vuole fare. Loro non avevano contezza del rischio Pag. 9che correvano. Per questo è importante la formazione. Io devo essere preparato a fare quel lavoro e a sapere quali sono i rischi di quel lavoro. Io non posso cambiare lavoro da un giorno a un altro, sempre nell'ambito della stessa ditta che prende più lavori in appalto. Altrimenti mi affido a qualcosa di casuale, a una ruota che gira: oggi sono fortunato e sono potuto tornare a casa. Questo non lo possiamo assolutamente accettare. Noi dobbiamo eliminare questo concetto che l'incidente è una fatalità. Non è mai una fatalità, è sempre una sommatoria di cose che non hanno funzionato. In tutte le trasmissioni televisive dove siamo stati, anche radiofoniche, lo abbiamo detto. Io credo che un'attività la si possa fare, se mi posso permettere di dire la mia.
  Come CISL in Sicilia il 30 marzo di ogni anno facciamo un'azione dedicata alle vittime del dovere, a tutte quelle persone che sono uscite da casa o non sono più tornate. Lo facciamo non tanto per ricordare le vittime, lo dicevo poc'anzi, vorrei che questa cosa venisse evidenziata, ma per guardare a cosa succede dopo. La famiglia rimane da sola e nello stesso tempo deve affrontare quel processo che si viene a determinare. Quella cosa lì, quello che noi chiamiamo sali e scendi dalle scale, è massacrante per le persone, soprattutto quando si hanno figli piccoli.
  La cosa che noi proviamo a fare è spostare questo elemento culturale sulle scuole. Noi riteniamo che se questo concetto della sicurezza sul lavoro diventa patrimonio non soltanto di quelli che magari l'anno successivo potranno entrare nel mercato del lavoro, ma anche di ragazzi che già nei primi anni di un liceo o di una scuola professionale riescono a capire che il lavoro è anche sicurezza, credo che su questo si possa fare molto.
  A prescindere dalle differenze di posizionamento che qualche volta abbiamo con gli amici di CGIL e di UIL, su questi temi non ci sono differenze, perché comunque lì c'è la persona al centro e la persona, a prescindere da qualunque situazione, deve essere tutelata, soprattutto perché è l'anello più debole di questo sistema.

  PRESIDENTE. Grazie, dottor La Piana, per le sue puntuali risposte.
  Non essendoci altre domande, ringrazio il nostro ospite e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di Piero Ceraulo, Segretario FILLEA CGIL Palermo.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di Piero Ceraulo, segretario FILLEA CGIL Palermo, a cui cedo la parola.

  PIERO CERAULO, Segretario FILLEA CGIL Palermo. Buon pomeriggio a tutti. Sono stato coinvolto dal segretario Mannino della CGIL Sicilia per intervenire sui lavori di questa Commissione.
  Io ho un po' il quadro e lo spaccato rispetto a quanto accaduto il 6 maggio dell'anno scorso. Noi siamo stati tra i primi, purtroppo, a verificare che quei lavoratori fossero dei lavoratori edili. Stando all'interno del sistema bilaterale che viene governato dalle organizzazioni sindacali di settore, quindi di CGIL, CISL e UIL e subito dopo insieme all'Associazione dei costruttori noi siamo il soggetto che, per esempio, è titolato a fare la formazione.
  Noi sappiamo benissimo che tutti i soggetti che appartengono al settore delle costruzioni passano dal sistema bilaterale per la formazione base, dal primo soccorso, all'antincendio, alle sedici ore di formazione obbligatoria prima di accedere in cantiere, ad altri percorsi formativi di alto profilo.
  Da una prima analisi, quando ci siamo ritrovati lì a Casteldaccia, avendo i nominativi dei lavoratori, ci siamo subito resi conto che quei lavoratori non solo non erano passati in buona parte dal sistema bilaterale della formazione, ma proprio per quella tipologia di intervento, quindi un intervento all'interno di spazi confinati, nessuno aveva mai fatto formazione specifica per svolgere quel tipo di lavorazione.
  Questa è la valutazione che fa, ovviamente, l'organizzazione sindacale. A questo si associa il sistema degli appalti oggi vigente, che consente questa possibilità di dare all'infinito lavori. È un termine che Pag. 10purtroppo usiamo da un po' di tempo a questa parte, quindi il comune di Palermo, attraverso la società partecipata Amap indice l'appalto per un intervento di manutenzione su quel sollevatore delle acque reflue, vince un'azienda e dall'altra parte vediamo che quella lavorazione la fa un'altra azienda a cui l'azienda appaltatrice aveva affidato i lavori.
  Nella catena del subappalto viene meno la catena di comando e controllo, soprattutto sui piani legati alla sicurezza.
  La nostra valutazione è che sia da parte di Amap, sia da parte di Tek Infrastrutture che da parte della Quadrifoglio non c'è stata una comunicazione puntuale e tempestiva e soprattutto non c'è stato un piano operativo sulla sicurezza che guardava dettagliatamente rispetto all'intervento a quali dovessero essere gli accorgimenti.
  Immediatamente si evince – sono dichiarazioni rese anche dal Comandante dei Vigili del fuoco – che in un intervento del genere si sarebbero dovuti dotare di dispositivi di rilevamento di gas o di anidride solforosa, come in questo caso. Siamo rimasti molto spiazzati rispetto a una situazione che dal nostro punto di vista si doveva e poteva evitare, perché da una prima analisi i lavoratori lì non ci potevano stare, ma dall'altra parte, qualora ci fossero state le condizioni per fare l'intervento, quantomeno dovevano avere tutti i dispositivi di protezione individuale e non solo, ma anche i dispositivi specifici per quel tipo di intervento, cosa che nessuno aveva in quella circostanza.
  Aggiungo, proprio perché ieri siamo stati insieme ai familiari delle vittime, che l'altro elemento che loro rivendicano con forza è che i familiari non avevano mai svolto quel tipo di mansione. Loro erano dei muratori. I figli dichiarano che i propri genitori erano degli edili, erano dei muratori e quindi non si aspettavano che quel tipo di intervento potesse essere fatto anche dai loro genitori. Mai nessuno aveva parlato di queste specifiche e di questo tipo di intervento.
  C'è una forte preoccupazione. Ieri abbiamo provato ad alzare anche un po' il tiro. Andremo avanti anche noi con la costituzione dell'Associazione dei familiari delle vittime edili, proprio perché il sistema edile ha delle specificità e delle caratteristiche che in qualche modo, anche in questa fase, purtroppo, dopo la tragedia, stanno diventando degli strumenti per potere dare qualche piccola e timida risposta anche dal punto di vista economico per aiutare le famiglie in difficoltà.
  Noi chiediamo con forza alla Commissione – che ringraziamo per l'attenta e puntuale analisi ed è un messaggio che provo a lanciare anche a nome dei familiari – chiarezza su quello che è avvenuto. I familiari pretendono giustizia e pretendono che chi è stato responsabile rispetto a quanto accaduto debba ricevere anche delle severe sanzioni e delle severe pene. Oltre a questo, noi vorremmo provare a ragionare e laddove è possibile andare a trovare degli accorgimenti e degli interventi soprattutto in materia di salute e sicurezza, che siano però rispondenti a quello che oggi stiamo raccontando.
  Il rischio, come mi è stato detto anche dalle famiglie, è che ci può essere una prima fase di attenzione mediatica e di attenzione da parte delle istituzioni, che poi però puntualmente, man mano che passano i mesi, va scemando. Il dramma poi rimane alle famiglie, che restano senza risposte.
  Dopo vent'anni di esperienza sindacale sono convinto che il rischio che molti lavoratori continueranno a farsi male è dietro l'angolo. Siamo fortemente preoccupati rispetto a questa modalità di come si gestiscono gli appalti e al tema legato alla formazione. Diventa per noi strategico ampliare e rafforzare questo tipo di sistema.
  Per ora mi fermo qui. Sono disponibile per eventuali domande.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  GIOVANNA IACONO. Grazie, segretario Ceraulo. Ci siamo già visti a Palermo anche con lei. Era importante risentire tutte e tre le organizzazioni sindacali per vari motivi, anche perché sono passati già dei mesi rispetto al nostro ultimo incontro. Ci sono Pag. 11state anche delle evoluzioni, sia rispetto all'indagine nella quale chiaramente noi non entriamo, perché non abbiamo un ruolo in questo senso e non ci vogliamo sovrapporre all'indagine della magistratura, chiaramente. Però, dal suo puntuale e preciso racconto sono emerse anche altre cose e novità rispetto al nostro precedente confronto in prefettura a Palermo. Io sulla vicenda specifica di Casteldaccia non ho nulla da chiederle, perché lei è stato molto esaustivo. Invece, come già fatto con il segretario La Piana della CISL Sicilia, mi interesserebbe sapere anche da lei qualche notizia in merito al lavoro che sta svolgendo o che non sta svolgendo il tavolo permanente di concertazione per la salute e sicurezza negli ambienti di lavoro, della cui costituzione voi siete promotori e che è stato istituito presso l'Assessorato regionale alla famiglia, politiche sociali e lavoro.
  Vorrei sapere se questo organismo è andato avanti nella sua attività, se può essere un'attività utile anche nella prospettiva dei nuovi cantieri che si apriranno in Sicilia sulla base delle risorse messe in campo dal PNRR o da altre linee di finanziamento. Anche su questo, insisto sempre sulla prevenzione, lei ha toccato due temi alla Commissione molto cari, ovvero il controllo sulla filiera degli appalti e quello relativo alla formazione dei lavoratori. In prospettiva, sui cantieri che si avvieranno, che sono stati già avviati nelle ultime settimane o che si avvieranno, secondo lei, siamo nelle condizioni di fare vigilanza preventiva e prevenzione in generale?

  PIERO CERAULO, Segretario FILLEA CGIL Palermo. Come mia abitudine, vado dritto alla risposta. Assolutissimamente no. Ha fatto bene a ricordare il fatto che già da tempo avevamo chiesto, ancor prima della strage di Casteldaccia, con forza, alla prefettura di Palermo, la ricostituzione, perché l'allora prefetto Forlani, su nostra sollecitazione, aveva istituito il tavolo specifico su salute e sicurezza nei cantieri edili, dove tra i componenti che facevano parte di questo tavolo c'erano tutti gli attori che si occupano di salute, di prevenzione e di sicurezza: le organizzazioni sindacali, le associazioni datoriali, gli enti bilaterali, lo SPRESAL, l'INAIL, l'Ispettorato del lavoro, la Guardia di finanza, i Carabinieri, il Nucleo operativo dell'Ispettorato dei Carabinieri (NIL) e la Questura.
  Se mettiamo tutti i soggetti che si occupano di sicurezza insieme e creiamo le condizioni per scambiare le informazioni, possiamo avviare un piano di monitoraggio. Viceversa, se lasciamo tutto soltanto al NIL (dico un nome a caso) che, organizzato in una settimana, va a fare un controllo in una provincia piuttosto che in un'altra, facendo dei controlli spot o random, noi non lo risolviamo il problema. Anzi, vi fornisco un ulteriore elemento. La Regione Siciliana continua a trovare questo disallineamento tra l'Ispettorato nazionale del lavoro e l'Ispettorato del lavoro in Sicilia, per cui gli ispettori in Sicilia non dialogano con gli ispettori nazionali che sono venuti in Sicilia attraverso quell'accordo fatto con la regione di cui il presidente della regione si vanta, ma che non ha prodotto nulla rispetto ad un avanzamento. Anzi, sentiamo pure che gli ispettori nazionali non hanno le informazioni per poter fare un lavoro più puntuale e preciso. Se i soggetti non si parlano tra di loro, se non costituiamo il tavolo in prefettura, se non assumiamo gli ispettori, se non cominciamo, per esempio, con le grandi stazioni appaltanti, a sederci con le organizzazioni sindacali, stilare dei protocolli con cui andiamo a rafforzare gli elementi che sono legati alla formazione e alla sicurezza, noi ci stiamo raccontando delle frottole.
  Il problema più grosso di tutto questo sarà che noi da qui ai prossimi mesi racconteremo di nuovi infortuni sul lavoro. Io non voglio fare il pessimista, ma sono oggettivo rispetto alla mia esperienza. Ogni giorno io sono in un cantiere e ogni giorno vi posso dire che dalla grande impresa che si occupa di appalti pubblici alla piccola impresa, con una dimensione di quattro o cinque dipendenti, il tema della sicurezza è un tema trasversale che prende campo da un appalto pubblico ad un appalto privato, ovviamente con delle sfaccettature.
  Il mio invito – vi chiedo anche qui un aiuto in tal senso – mira a chiedere alle prefetture, anche alla prefettura di Palermo,Pag. 12 di ricostituire questo tavolo, perché diventa strategico e fondamentale.

  PRESIDENTE. Non essendoci altre domande, ringrazio il nostro ospite e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di Salvatore Puleo, Segreteria regionale UIL Sicilia.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di Lionti Luisella, segretario regionale UIL Sicilia. Raccomando anche alla dottoressa di non superare i dieci minuti, in modo che tutti possano intervenire compiutamente.
  Cedo la parola alla dottoressa Luisella Lionti.
  Prego, dottoressa. Mi sente? Vedo che è collegata, ma ha il microfono spento. Deve attivare l'audio.

  SALVATORE PULEO, Segreteria regionale UIL Sicilia. Mi sentite?

  PRESIDENTE. Sì, adesso la sentiamo.

  SALVATORE PULEO, Segreteria regionale UIL Sicilia. Buongiorno. Sono Salvatore Puleo, intervengo in luogo della segretaria Lionti, perché purtroppo la segretaria ha un altro impegno concomitante.

  PRESIDENTE. Ben arrivato, allora.

  SALVATORE PULEO, Segreteria regionale UIL Sicilia. Grazie.

  PRESIDENTE. Ci può ripetere il nome, gentilmente?

  SALVATORE PULEO, Segreteria regionale UIL Sicilia. Salvatore Puleo.

  PRESIDENTE. Va bene, grazie. Serve per l'anagrafica.
  Le cediamo la parola o preferisce che direttamente i nostri commissari le facciano qualche domanda? Mi dica lei come vuole procedere.

  SALVATORE PULEO, Segreteria regionale UIL Sicilia. Ascoltiamo i commissari.

  PRESIDENTE. Bene. Lascio la parola alla mia collega Giovanna Iacono per qualche domanda. Grazie.

  GIOVANNA IACONO. Presidente, grazie ancora. Ringrazio il segretario Puleo, che ho avuto modo di incontrare a Palermo, in prefettura, durante la nostra missione tra Palermo e Casteldaccia. Abbiamo voluto risentirvi per conoscere, rispetto al nostro confronto di qualche mese fa, le evoluzioni che ci sono state in ordine al tragico evento di Casteldaccia. Mi interessa capire, come ho già chiesto ai segretari delle altre organizzazioni sindacali, sul tavolo permanente di concertazione per la salute e la sicurezza negli ambienti di lavoro, promosso dalle tre organizzazioni sindacali siciliane e poi istituito presso l'Assessorato regionale alla famiglia, alle politiche sociali e al lavoro, che tipo di attività è stata svolta dalla sua costituzione, che risale a luglio 2024, quali compiti può svolgere un organismo come questo e quali ha già svolto, se li ha svolti.
  Mi interessa capire, inoltre, rispetto al tema della prevenzione, nella prospettiva dell'apertura di numerosi cantieri, soprattutto quelli previsti dal PNRR, che tipo di previsione fa lei o, comunque, che tipo di programmazione a medio-lungo termine esiste in Sicilia rispetto all'attività di controllo e di sicurezza preventiva.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Do la parola al dottor Puleo.

  SALVATORE PULEO, Segreteria regionale UIL Sicilia. Grazie a lei delle domande. Comincio dall'ultima domanda. Per quanto riguarda i nostri enti di formazione, nello specifico il Panormedil, di cui io faccio parte come consiglio di amministrazione, siamo costantemente sul pezzo, nel senso che quotidianamente ci occupiamo di sicurezza e di formazione dei lavoratori, facciamo corsi giornalmente su tutte le materie. Nello specifico, dopo, ahimè, la strage di Casteldaccia, anche se forse è Pag. 13stata una brutta occasione, si è partiti, anche perché ci sono delle difficoltà oggettive nello specifico, con la formazione sugli ambienti confinati.
  Per il resto, con l'accordo Stato-regione siamo costantemente in sinergia, però ancora c'è tanto da fare, bisogna svilupparlo ancora di più, perché onestamente un po' di ritardo c'è in tal senso. Quindi, dobbiamo ancora di più andare avanti.

  PRESIDENTE. Grazie, dottor Puleo.
  Non essendovi ulteriori richieste di intervento da parte dei colleghi parlamentari, rinnovo il nostro ringraziamento al dottor Puleo per la sua disponibilità e dichiaro chiusa l'audizione.

  SALVATORE PULEO, Segreteria regionale UIL Sicilia. Grazie a voi.

  PRESIDENTE. Grazie e arrivederci.

Audizione di Nicolò La Gattuta, Presidente associazione familiari vittime ANMIL Palermo.

  PRESIDENTE. Procediamo con l'ultima audizione, dove abbiamo il presidente dell'associazione familiari vittime ANMIL, dottor Nicolò La Gattuta, che vedo già collegato. Le cedo la parola.

  NICOLÒ LA GATTUTA, Presidente associazione familiari vittime ANMIL Palermo. Mi sentite?

  PRESIDENTE. Sì, dottore La Gattuta, la sentiamo. Grazie.

  NICOLÒ LA GATTUTA, Presidente associazione familiari vittime ANMIL Palermo. Buon pomeriggio a tutti. Sono il Presidente territoriale della sezione ANMIL di Palermo, Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro.
  Innanzitutto porto il saluto del presidente nazionale e di tutto il consiglio territoriale di Palermo che mi onoro di rappresentare. Non so se alcuni di voi hanno partecipato alle nostre manifestazioni e ai nostri eventi e, quindi, sono al corrente della struttura dell'ANMIL e di che cosa si occupa.
  L'ANMIL è un'associazione di categoria formata da invalidi sul lavoro, quindi nessuno meglio di noi sa cosa vuol dire subire un infortunio sul posto di lavoro e le conseguenze che ne derivano. Da sempre chiediamo a gran voce che venga istituita una procura nazionale che si occupi di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, affinché si possa dare una risposta celere a tutti coloro che hanno subìto un grave incidente, sia permanente che mortale, e alle loro famiglie.
  Dai dati in nostro possesso emerge che nel 2024 e in queste poche settimane del 2025 gli incidenti sul lavoro hanno registrato un netto aumento. A questi dati, però, dovremmo aggiungere quelli legati al lavoro sommerso, perché nella nostra regione e principalmente nel sud il lavoro nero è sempre in aumento, dati che ovviamente non possiamo conoscere. Quindi, non sappiamo, in realtà, quante sono nella loro totalità le vittime sul lavoro. Questo, chiaramente, va a discapito di tutti i lavoratori.
  L'ANMIL, pertanto, si unisce alle voci di tutte quelle famiglie che hanno vissuto un incidente sul lavoro, come la tragica vicenda che si è verificata a Casteldaccia, che ha provocato cinque morti in un solo attimo. L'associazione si è costituita parte civile. Come per Casteldaccia, in tutti i casi di incidenti mortali che si verificano a livello nazionale l'ANMIL si costituisce parte civile. In qualità di presidente territoriale della sezione di Palermo, mi sono messo subito in contatto con le famiglie delle vittime dell'incidente di Casteldaccia. Certo, per noi gli incidenti mortali sono tutti uguali, tutti di grandissima importanza, ma questo di Casteldaccia ha visto purtroppo la morte di cinque persone, per cui la cosa è stata più evidente, più grave e più sentita. Ripeto, mi sono messo direttamente in contatto con le famiglie, nelle quali ho trovato la disponibilità a far parte di questa associazione, perché da subito hanno capito l'importanza che l'ANMIL svolge sul territorio e ne hanno voluto far parte direttamente associandosi alla nostra associazione.Pag. 14 Difatti, siamo continuamente in contatto con loro, anche perché noi diamo un supporto morale immediato a tutte le famiglie delle vittime sul lavoro a livello nazionale.
  La richiesta più importante e fondamentale che portiamo avanti è che servono più ispettori, ma ancor di più serve cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro. Proprio per questo entriamo nelle istituzioni scolastiche, a seguito di convenzioni fatte con il Ministero dell'istruzione e del merito, per fare formazione agli alunni, perché gli alunni delle scuole primarie, delle scuole medie e delle scuole superiori sono i futuri lavoratori e datori di lavoro, pertanto è giusto andare nelle istituzioni scolastiche a portare il nostro contributo e la nostra testimonianza, con l'aiuto di persone che formiamo all'interno dell'ANMIL, proprio al fine di portare e far crescere la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro.
  Questo, in due parole, è il lavoro che svolge la nostra grande associazione, che da oltre ottant'anni si prodiga per portare tutela e prevenzione nei luoghi di lavoro.
  Grazie.

  PRESIDENTE. La ringraziamo, dottor La Gattuta, anche per il lavoro che fate sul territorio e soprattutto per il conforto e il supporto che date ai familiari delle vittime.

  NICOLÒ LA GATTUTA, Presidente associazione familiari vittime ANMIL Palermo. Lo facciamo perché noi stessi siamo invalidi sul lavoro, quindi chi meglio di noi può sapere cosa significa subire un incidente sul lavoro.

  PRESIDENTE. Certo, la capisco, da figlia di invalido sul lavoro.
  Do la parola ai colleghi parlamentari che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  GIOVANNA IACONO. Presidente, grazie. Presidente La Gattuta, sono l'Onorevole Iacono.

  NICOLÒ LA GATTUTA, Presidente associazione familiari vittime ANMIL Palermo. Noi ci siamo già incontrati.

  GIOVANNA IACONO. Esatto. È un piacere ritrovarla. La ringrazio per il suo intervento, che è stato esaustivo rispetto a quello che avrei voluto chiederle sull'attività dell'associazione e sul supporto che voi fornite ai familiari delle vittime di queste tragedie, come quella di Casteldaccia, che, come lei ricordava, è stata una tragedia, una strage plurima, e anche sulle belle attività formative che fate presso le istituzioni scolastiche.
  Le vorrei porre una questione. Dal suo punto di vista, da persona esperta e da persona che si occupa quotidianamente di queste tematiche, a livello parlamentare, a livello legislativo cosa potremmo fare per dare maggiore supporto a chi rimane, ovvero ai familiari delle vittime? Voi fate un grande lavoro, ma non credo possa essere sufficiente per il sostentamento dei familiari, soprattutto nei casi in cui ci sono minori, che chiaramente hanno necessità di essere accuditi e di ricevere un supporto che consenta loro di avere una formazione e una crescita adeguata, uguale a quella dei loro coetanei.
  La ringrazio in anticipo.

  PRESIDENTE. Grazie, Onorevole.
  Non essendovi ulteriori richieste di intervento da parte dei colleghi parlamentari, do la parola al dottor La Gattuta per la replica.

  NICOLÒ LA GATTUTA, Presidente associazione familiari vittime ANMIL Palermo. A nostro avviso – ne parliamo anche all'interno dell'associazione quando la parte istituzionale si riunisce – sarebbe importante istituire al più presto una procura nazionale che si occupi di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e che sia in grado di dare una celere risposta a tutte queste famiglie. Per esempio, la vicenda di Casteldaccia ancora è in mano alla procura, che non si è pronunciata, quindi ancora non si è chiuso il caso e le famiglie si trovano in un periodo di sbandamento, non sanno come comportarsi, che decisioni prendere, come si è verificato l'incidente, cosa è successo, di chi è la colpa.
  Noi portiamo il contributo di solidarietà alle famiglie per dare loro un supporto Pag. 15morale. Lo ripeto, in qualità di presidente mi sono subito messo in contatto con queste famiglie, le ho fatte iscrivere al centro per l'impiego, perché queste famiglie hanno figli, una ne ha tre, una ne ha due, e ci sono pure minori. Abbiamo anche visto se sono in regola con le dichiarazioni dell'INAIL, se hanno tutti i requisiti e se hanno ricevuto quel che gli spettava. Quindi, si chiede a gran voce di istituire al più presto una procura nazionale che svolga un lavoro celere e dia risposte celeri a tutte queste famiglie. Aspettare tutto questo tempo comporta un danno enorme per queste famiglie, che, oltre al danno, devono subire anche la beffa, perché si trovano in un momento di stallo, non sanno che cosa gli può capitare in futuro, famiglie peraltro con figli piccoli. Si trovano famiglie completamente sbandate, che non sanno come comportarsi.

  PRESIDENTE. Non essendovi ulteriori richieste di intervento da parte dei colleghi parlamentari, ringrazio infinitamente il dottor La Gattuta per il lavoro che svolge sul territorio.

  NICOLÒ LA GATTUTA, Presidente associazione familiari vittime ANMIL Palermo. Grazie a tutti. Buon pomeriggio e buon lavoro.

  PRESIDENTE. Grazie a lei e buon lavoro.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.40.