Sulla pubblicità dei lavori:
Pittalis Pietro , Presidente ... 3
Audizione di rappresentanti del Consiglio Comunale di Livorno:
Pittalis Pietro , Presidente ... 3
Salvetti Luca , sindaco di Livorno ... 8
Amich Enzo (FDI) ... 10
Salvetti Luca , sindaco di Livorno ... 10
Pittalis Pietro , Presidente ... 11
Caruso Pietro , presidente del consiglio comunale di Livorno ... 11
Pittalis Pietro , Presidente ... 12
Amadio Marcella , presidente del gruppo Fratelli d'Italia presso il consiglio comunale di Livorno ... 12
Pittalis Pietro , Presidente ... 13
Barontini Camilla , presidente del gruppo Livorno popolare presso il consiglio comunale di Livorno ... 13
Pittalis Pietro , Presidente ... 14
Bertozzi Denise , presidente del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra presso il consiglio comunale di Livorno ... 15
Pittalis Pietro , Presidente ... 16
Danieli Roberto , presidente del gruppo Protagonisti per la città presso il consiglio comunale di Livorno ... 16
Pittalis Pietro , Presidente ... 17
Ghiozzi Carlo , presidente del gruppo Lega presso il consiglio comunale di Livorno ... 17
Pittalis Pietro , Presidente ... 17
Guarducci Alessandro , presidente del gruppo Lista Guarducci presso il consiglio comunale di Livorno ... 17
Pittalis Pietro , Presidente ... 20
La Sala Giovanni , presidente del gruppo Livorno civica presso il consiglio comunale di Livorno ... 20
Pittalis Pietro , Presidente ... 21
Morini Andrea , presidente del gruppo Movimento 5 Stelle presso il consiglio comunale di Livorno ... 21
Pittalis Pietro , Presidente ... 22
Panciatici Pietro , presidente del gruppo Buongiorno Livorno presso il consiglio comunale di Livorno ... 22
Pittalis Pietro , Presidente ... 23
Tomei Piero , presidente del gruppo Partito Democratico presso il consiglio comunale di Livorno ... 23
Pittalis Pietro , Presidente ... 28
Fede Giorgio (M5S) ... 29
Pittalis Pietro , Presidente ... 30
Tenerini Chiara (FI-PPE) ... 31
Pittalis Pietro , Presidente ... 34
Bonafè Simona (PD-IDP) ... 34
Pittalis Pietro , Presidente ... 37
Montemagni Elisa (LEGA) ... 37
Pittalis Pietro , Presidente ... 39
Frijia Maria Grazia (FDI) ... 39
Pittalis Pietro , Presidente ... 41
Ghirra Francesca (AVS) ... 41
Pittalis Pietro , Presidente ... 43
D'Alessio Antonio (AZ-PER-RE) ... 43
Pittalis Pietro , Presidente ... 44
Amich Enzo (FDI) ... 44
Pittalis Pietro , Presidente ... 45
Quartini Andrea (M5S) ... 45
Pittalis Pietro , Presidente ... 46
Salvetti Luca , sindaco di Livorno ... 46
Pittalis Pietro , Presidente ... 47
Caruso Pietro , presidente del consiglio comunale di Livorno ... 47
Pittalis Pietro , Presidente ... 47
Tomei Piero , presidente del gruppo Partito Democratico presso il consiglio comunale di Livorno ... 47
Pittalis Pietro , Presidente ... 48
Guarducci Alessandro , presidente del gruppo Lista Guarducci presso il consiglio comunale di Livorno ... 48
Pittalis Pietro , Presidente ... 49
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
PIETRO PITTALIS
La seduta comincia alle 10.45.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione in diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Ricordo che la seduta si svolge nelle forme dell'audizione libera ed è aperta alla partecipazione da remoto dei componenti della Commissione.
Ricordo, inoltre, che i lavori potranno proseguire in forma segreta sia a richiesta degli auditi che dei colleghi, sospendendosi in tal caso la partecipazione da remoto e la trasmissione sulla web-tv.
Audizione di rappresentanti del Consiglio Comunale di Livorno.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti del consiglio comunale di Livorno.
Sono presenti il sindaco di Livorno, Luca Salvetti, il presidente del consiglio di Livorno, Pietro Caruso, i presidenti dei gruppi consiliari Marcella Amadio di Fratelli d'Italia, Camilla Barontini di Livorno popolare, Denise Bertozzi di Alleanza Verdi e Sinistra, Roberto Danieli di Protagonisti per la città, Carlo Ghiozzi della Lega, Alessandro Guarducci della Lista Guarducci, Giovanni La Sala di Livorno Civica, Andrea Morini del Movimento 5 Stelle, Pietro Panciatici di Buongiorno Livorno,Pag. 4 Piero Tomei del Partito Democratico e Costanza Vaccaro... Quest'ultima non c'è perché ha avuto un problema. Sono accompagnati dal segretario generale Michele D'Avino. Spero di non aver dimenticato nessuno.
Ringrazio i nostri ospiti per la loro disponibilità. Sono sicuro che questa audizione costituirà anche un momento utile di confronto con i commissari per quel che riguarda i temi affrontati dalla Commissione che mi onoro di presiedere.
Entrando nel merito di questo incontro, mi preme confermare in questa sede come le due precedenti Commissioni d'inchiesta abbiano portato avanti un lavoro molto importante. Per quanto ci riguarda, sono giunte ad indicare alcuni punti fermi per quello che riguarda il grave e triste disastro di cui ci occupiamo. Per motivi di tempo e anche per dare soprattutto la parola a voi che ancora ringrazio, che siete oggi qui a Roma, mi preme darvi conto, sia pure molto brevemente, di alcune risultanze che sono emerse nel corso dei nostri lavori nel passato anno e che rappresentano punti fermi sui quali la Commissione non intende neppure tornare.
Si è parlato molto dell'elemento nebbia come una delle cause o delle concause. Noi riteniamo che l'assenza di nebbia la notte dell'incidente sia un punto fermo sul quale noi non intendiamo neppure tornare, perché significherebbe purtroppo perdere inutilmente tempo; e avvalorare, tra l'altro, situazioni che non hanno trovato né negli atti d'indagine e neppure all'esito dei processi celebrati... Non lo abbiamo trovato noi in tutte le audizioni che abbiamo avuto modo di tenere, né nelle testimonianze che abbiamo avuto modo di ascoltare: non si è mai palesato un profilo di attività che non corrispondesse ai canoni di diligenza, di perizia da parte del personale e dell'equipaggio della Moby, in particolare del comandante Chessa.Pag. 5
Questo è un altro elemento che mi preme qui ribadire e rimarcare, perché è utile per meglio indirizzare e poi focalizzare il prosieguo dei lavori della Commissione. Sono due elementi, questi, che sono per noi acquisiti e già chiariti.
Abbiamo un altro elemento chiaro, che riguarda la non corretta posizione della Agip Abruzzo nella rada del porto di Livorno, che stazionava in un'area vietata. Abbiamo ugualmente come dato certo ed acquisito, per quanto riguarda i soccorsi, la non adeguata macchina che non ha saputo coordinare nel momento e intervenire con la dovuta organizzazione che una situazione del genere richiedeva.
Anche su questo aspetto abbiamo la certezza dei ritardi nei soccorsi. C'è un punto che ci preme chiarire per amore della verità storica, che è il punto sul quale noi insisteremo anche per capire quante vite si sarebbero potute salvare se ci fossero stati i soccorsi tempestivi e adeguati rispetto alla situazione che era comunque sotto la percezione, se non addirittura la conoscenza piena, da parte degli organi preposti. Mi riferisco in particolare alla Capitaneria di porto.
Un altro elemento sul quale noi abbiamo già le idee chiare, perché è anche frutto di alcune emergenze, è che la Moby Prince la notte del 10 aprile possa aver trovato un ingombro sulla sua rotta. Noi riteniamo che possa essere verosimile dunque la presenza del terzo natante. Questo è il tema sul quale la Commissione si soffermerà in particolare per gli ulteriori approfondimenti, avendo già in corso un'attività di ricognizione di tutti i natanti, le imbarcazioni e navi di qualunque dimensione presenti quella notte, perché alcune entrano in porto, altre escono, alcune spariscono il giorno dopo. Su questo aspetto noi riteniamo di poter accendere un focus particolare per accertare, anche attraverso gli equipaggi e soprattutto le Pag. 6persone che ancora non sono state sentite, quanto è successo. A questo stiamo lavorando.
Abbiamo effettuato degli accertamenti presso l'AISE, presso la Snam, presso l'ENI, presso le Ambasciate degli Stati Uniti d'America, quella russa, quella francese, presso il nostro Ministero della difesa. Non abbiamo avuto elementi utili, però questo non vuol dire che la Commissione si accontenti delle risposte negative. Questo lo voglio dire, perché soprattutto da parte di enti come Snam ed ENI risulta davvero paradossale che rispetto a un evento di queste proporzioni, di queste dimensioni non risulti neppure uno straccio di relazione, di scritto, di qualcosa di cui possa essere stato anche investito lo stesso consiglio di amministrazione, la stessa dirigenza.
Su questo – lo dico ai rappresentanti della città di Livorno – non intendiamo, se mai ve ne fossero, coprire nessun tipo di attività, men che meno quella non collaborativa. La Commissione andrà fino in fondo utilizzando tutti gli strumenti a disposizione della Commissione stessa, che sono quelli propri dell'autorità giudiziaria. Noi non possiamo solo arrestare, per il resto possiamo fare tutto.
Lo dico perché noi ci aspettiamo una maggiore collaborazione, una fattiva collaborazione. Utilizzeremo ogni strumento per poter acquisire agli atti tutto ciò che è utile per una ricostruzione della vicenda. Mi riferisco anche ad aspetti che rimangono in penombra, ed è molto importante capire anche il perché di un certo accordo assicurativo. Anche questo può essere un elemento dal quale inferire poi utili circostanze, utili elementi per la ricostruzione della causa del disastro.
Questo per dirvi che non stiamo lasciando nulla di intentato e che avere anche la vicinanza dell'amministrazione e del consiglio comunale di Livorno per noi è di grande supporto. L'invito è anzi a dare tutto quello che è nella vostra conoscenza Pag. 7e nella vostra disponibilità come elemento eventualmente che può essere utile anche per i lavori della Commissione.
Chiudo riferendomi poi alle ultime due audizioni, che sono quelle del procuratore della Repubblica di Firenze e del procuratore della Repubblica di Livorno, due importanti audizioni. Quella del procuratore della Repubblica di Firenze perché sostanzialmente è pervenuto alle conclusioni cui erano pervenute anche le precedenti due Commissioni, nel senso di escludere un movente di strage, dovuto a organizzazioni criminali o a traffici di sostanze stupefacenti o di terrorismo, rispetto alle piste che la Procura, la DDA di Firenze ha seguito in relazione ad aspetti di propria competenza, escludendo che ci fosse un ordigno a bordo o che l'incendio sia stato il frutto di attività di questa natura.
Per quanto riguarda l'audizione del procuratore della Repubblica di Livorno, il procuratore, per la verità, ha riproposto una versione sulla base delle indagini svolte da quell'ufficio giudiziario, che sostanzialmente ricalca quello che la magistratura aveva già in precedenza effettuato in relazione anche ad aspetti che ci saremmo aspettati avrebbe potuto forse meglio valutare, anche alla luce dei lavori delle precedenti due Commissioni.
Noi abbiamo grandissimo rispetto del lavoro dell'autorità giudiziaria, ci mancherebbe. Capiamo anche che quella della magistratura è una verità processuale, il nostro compito è quello della ricostruzione della vicenda in termini soprattutto di verità storica.
Detto questo, non risultando allo stato che anche quella inchiesta sia chiusa, nonostante le questioni che attengono al profilo della prescrizione, confidiamo in un ulteriore supplemento di attività anche da parte della magistratura. Come ricordo disse il presidente che mi ha preceduto, siamo ormai Pag. 8all'ultimo miglio e questo avremmo voluto anche condividerlo con la stessa autorità giudiziaria.
Se c'è la disponibilità, per operare ciascuno nei propri ruoli, nelle proprie competenze e nella propria sfera d'azione, mi pare però che una situazione come quella che è oggetto del nostro esame richieda sinergia da parte di tutte le istituzioni: ragione per la quale io confido che si possa, anche da parte dell'autorità giudiziaria, continuare a lavorare, in sinergia e soprattutto per cercare di individuare esattamente e dare un nome e cognome al terzo natante, che riteniamo possa essere considerato causa del disastro nello specchio di mare davanti al porto di Livorno.
Ho cercato di sintetizzare al massimo, senza entrare nello specifico delle tante audizioni. Ripeto, se poi lo riterranno il consiglio comunale e il sindaco, per noi è anche un modo per dare conto del nostro lavoro, oggi siete venuti voi a Roma, un'altra volta possiamo venire noi a Livorno: proprio nello spirito della più ampia e stretta collaborazione tra istituzioni, perché penso che tutti siamo animati, e io posso parlare a nome di tutti i commissari, dalla ricerca davvero della verità per mettere un punto fermo definitivo su questa vicenda.
Se i colleghi me lo consentono, darei subito la parola al sindaco del comune di Livorno, Luca Salvetti, salvo che non vi sia qualche collega che voglia intervenire per integrare o dire qualcosa prima di dare la parola ai nostri ospiti.
LUCA SALVETTI, sindaco di Livorno. Buongiorno a tutti. Ringrazio tutti i membri della Commissione. Ringrazio il Presidente per questa opportunità che ci viene data. Naturalmente, nel corso degli anni ognuno di voi, o perché ha partecipato direttamente alle celebrazioni del 10 aprile o perché ha lavorato su questa vicenda, comprende benissimo quanto questa giornata, e complessivamente il riferimento al Moby Prince, sia un elemento che ormai fa parte del DNA della città di Livorno e Pag. 9di tutte le città che sono state coinvolte in questa strage, in questa drammatica vicenda.
Ogni 10 aprile noi rinnoviamo un patto con noi stessi e un patto con tutte le persone che, in un modo o nell'altro, sono entrate in contatto con il dramma vissuto 34 anni fa. Il patto è chiaro, è non scritto ma indelebile nella nostra mente e nei nostri cuori, ovvero quello di continuare a ricordare la morte di 140 persone, di spingere perché la verità sia resa chiara e, di conseguenza, la giustizia possa fare il suo corso.
Naturalmente tutto questo accade con forza il 10 aprile perché è il giorno del ricordo e della memoria, però accade anche negli altri 364 giorni dell'anno, con alterni momenti, con sentimenti diversi. Ci sono momenti in cui, purtroppo, dobbiamo salutare delle persone che hanno fatto un percorso con noi. A tal proposito, voglio ricordare Angelo Chessa, figlio del comandante, ma anche Loris Rispoli, che purtroppo è in una situazione di salute che non ci permette più di averlo lì in prima fila al nostro fianco. Questi sono gli aspetti che pesano di più, quelli brutti.
Ci sono momenti, invece, assolutamente più positivi, legati all'attenzione che i media hanno ancora, a distanza di 34 anni, su questa vicenda. Ci danno la possibilità ancora una volta – è successo anche pochissime settimane fa con una approfondita trasmissione della RAI – di ricordare e di cercare di capire quali strade dobbiamo battere per poter arrivare alla verità e alla giustizia.
Sono momenti diversi, tra i quali c'è anche il riferimento al lavoro delle Commissioni, che noi abbiamo vissuto in una sorta di altalena: una prima Commissione ha cominciato a lavorare, ha fatto diverse cose, ma alla fine l'esito non era stato molto incisivo; una seconda Commissione, invece, ha lavorato con grande incisività, con grande voglia, arrivando veramente – Pag. 10come è stato detto dal Presidente – all'ultimo miglio, ovvero alla possibilità di chiudere un quadro e a una visione più chiari di tutto ciò che era successo. Poi sono arrivate le elezioni, il nuovo Parlamento e il lavoro della terza Commissione, iniziato con un auspicio importante.
Negli ultimi due mesi – sono sincero – come città, come primo cittadino, ma anche come consiglio comunale abbiamo avvertito dai familiari e anche da altre parti una sorta di preoccupazione relativa ai lavori della Commissione stessa. C'è voglia di sapere e c'è, dall'altra parte, il veder scorrere ancora una volta molto tempo prima che qualcosa di certo venga detto ai familiari.
Noi siamo qui con l'obiettivo reale di comprendere dalla Commissione, dal suo Presidente, che già si è espresso nel suo intervento iniziale, su che cosa state lavorando, quali sono i passi in avanti fatti, se tutta la Commissione partecipa con la stessa voglia e lo stesso entusiasmo, perché in un gruppo di persone magari c'è chi ha preso questo impegno con grande forza e con grande voglia e chi no. Lo dico con grande sincerità: a noi preme che tutta la Commissione lavori in una direzione e lo faccia con consapevolezza...
ENZO AMICH. Non ci sono dubbi su questo!
LUCA SALVETTI, sindaco di Livorno. I dubbi qualcuno potrebbe averli. Mi auguro che ciò non risponda al vero, che tutta la Commissione si impegni nella stessa direzione, ovvero quella della ricerca della verità.
Mi fa piacere – lo dico con grande sincerità – che il Presidente abbia detto la frase «la Commissione non si accontenta». Questo è lo spirito con cui, secondo noi, secondo le città coinvolte, secondo tutti i cittadini e, soprattutto, secondo i familiari, si deve procedere spediti, senza accontentarsi, con il Pag. 11chiaro obiettivo entro questa legislatura di porre la parola «fine» all'indagine, alla valutazione su ciò che è accaduto, restituendo – qualunque esso sia – un risultato ai familiari delle vittime e a tutte le città che sono coinvolte.
Partendo da questo elemento, vi ringrazio di nuovo. In questa seduta, ma anche il 10 aprile aspettiamo risposte puntuali. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei, signor sindaco.
La parola al presidente del consiglio comunale di Livorno, Pietro Caruso.
PIETRO CARUSO, presidente del consiglio comunale di Livorno. Grazie, Presidente e onorevoli commissarie e commissari, intanto per la velocità con la quale ci avete dato un appuntamento, perché non è scontato che nel giro di 24 ore (veramente, Presidente, la ringrazio per questo) siamo stati immediatamente contattati per essere auditi dalla Commissione.
Il sindaco ha già detto molto, io vorrei essere un pochino più romantico. Noi siamo di diversi partiti diversi, diverse coalizioni e diversi colori politici, ma oggi abbiamo portato soltanto un colore qui: il colore amaranto, che è il colore della nostra città.
Quello che ci preme è che veramente voi vi rendiate conto – e ve ne rendete sicuramente conto – della ferita che 34 anni fa ha lasciato nella nostra città questa tragedia, questo disastro. Io me lo ricordo, noi ce lo ricordiamo. Ricordo perfettamente i bagliori del fuoco, perché è accaduto veramente a due passi dalla costa; ricordo perfettamente il suono delle sirene per tutta la notte; ricordo perfettamente i familiari delle vittime, che stavano arrivando da tutta Italia, attoniti nel vedere una cosa che sembrava impossibile potesse accadere a 500 metri da dove c'erano i bar aperti, dove la gente prendeva il caffè a quell'ora.Pag. 12
Perché noi abbiamo fatto questa richiesta? Perché voi siete il massimo organo democratico che ci può dare delle risposte. La nostra città, e non solo la nostra, anche quelle delle altre vittime, ha bisogno di una verità, che dopo 34 anni è impossibile non avere.
Mi fa piacere, signor Presidente, che lei comunque abbia relazionato in maniera molto positiva e propositiva, perché dobbiamo e vogliamo arrivare a una fine, qualunque essa sia, ma ci si deve arrivare, perché non è possibile, dopo 34 anni, essere ancora qui a capire, a vedere le varie ipotesi. Basta. Gli unici a poter dare una risposta siete voi, e noi vi ringraziamo per tutto il lavoro che andrete a fare. So che ci metterete tutto il vostro impegno, indipendentemente dai colori politici, perché Livorno, le altre città e in particolare il nostro Paese hanno bisogno di verità e giustizia. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei, presidente.
Gli uffici mi hanno indicato i presidenti dei gruppi consiliari per ordine alfabetico, ma io sono rispettoso delle regole. Siccome abbiamo il sindaco e il presidente, se ritenete, possiamo utilizzare il criterio delle appartenenze, dei gruppi più... Io sono corretto, da questo punto di vista, quindi mi rimettevo al sindaco e al presidente del consiglio, eventualmente.
Procedendo in ordine alfabetico, do la parola a Marcella Amadio.
MARCELLA AMADIO, presidente del gruppo Fratelli d'Italia presso il consiglio comunale di Livorno. Grazie, Presidente.
Ci rassicura sicuramente la volontà della vostra Commissione di andare avanti per cercare la verità, visto che si è consumata 34 anni fa un'immensa tragedia. È doveroso, quindi, continuare, per il rispetto che tutti dobbiamo alle vittime e soprattutto a coloro che sono rimasti, cioè ai familiari di queste Pag. 13persone. Quindi, non deve essere assolutamente archiviato, fate bene ad andare avanti.
Io ho avuto l'opportunità di parlare nei giorni scorsi con alcuni componenti della Commissione: parlando con loro ho proprio percepito, anche dal tono della voce, da quello che dicevano (sto parlando, ovviamente, dei parlamentari del partito al quale mi onoro di appartenere), una passione, una voglia di andare avanti, di non stare fermi, ma – ripeto – di scandagliare, è proprio il caso di usare questa espressione.
Personalmente, mi permetto di rimanere sconcertata anche dalle dichiarazioni dei procuratori, che sono state assai destabilizzanti non soltanto per i familiari, ma per tutta la città di Livorno, tant'è vero che abbiamo sentito il bisogno e l'esigenza, come consiglio comunale nella sua interezza, di proporre con un documento questo incontro, documento che è stato votato all'unanimità, cosa più unica che rara nella nostra città.
Davanti a queste situazioni, a queste tragedie, a questi stop, che purtroppo abbiamo letto sui giornali, ovviamente noi vi ringraziamo per il vostro lavoro e soprattutto per la passione che ci mettete, che credo sia trasversale, sinceramente. Con l'auspicio, ovviamente, che anche questa cosa non venga poi archiviata e non diventi l'ennesimo segreto, l'ennesimo mistero della nostra nazione.
PRESIDENTE. Grazie.
Do la parola a Camilla Barontini, di Livorno popolare.
CAMILLA BARONTINI, presidente del gruppo Livorno popolare presso il consiglio comunale di Livorno. Grazie, Presidente e onorevoli membri della Commissione.
Il presidente del consiglio comunale e il sindaco dicevano di ricordarsi il dolore di quella notte. Io ho 21 anni, quindi quella notte del 1991 non c'ero, ma sento ogni 10 aprile, ogni volta che Pag. 14sul giornale esce una notizia relativa al Moby Prince, ogni volta che dalla Commissione esce un atto nuovo, il dolore che la città prova, che i cittadini provano, il dolore dei familiari delle vittime. Credo, quindi, sia importante la nostra presenza qui, proprio come segno di una città che continua a cercare risposte, continua a cercare la verità e come segno per le nuove generazioni di non fermarsi mai alla prima archiviazione, di non fermarsi mai al primo elemento che sembra chiudere una vicenda, che – come abbiamo visto – dopo 33 anni non è affatto chiusa. Credo che questo sia per i giovani del nostro Paese un modo in cui spendersi, in cui cercare la verità, sempre, soprattutto davanti a queste tragedie, a queste stragi, perché è di una strage che stiamo parlando.
Rispetto a questo, un elemento che credo sia importante, rispetto alla Commissione, rispetto al procuratore di Livorno, che ha iniziato il suo nuovo lavoro, da indagare, da sottolineare è quello che, sì, è una strage di persone che si stavano spostando, ma è anche una strage sul lavoro, una strage di marittimi, quindi anche rispetto alla sicurezza con cui si va in nave, la sicurezza del Moby. Mi viene in mente l'impianto sprinkler e una serie di elementi su cui sicuramente avete indagato, cercato e trovato negli anni. Credo che questo sia un elemento fondamentale soprattutto per la città di Livorno, dove ancora i traghetti, le navi partono, per far sì che questa strage, questi 140 morti non diventino 141 o ancora di più.
Vi ringrazio ancora per il vostro lavoro e per quello che farete. Auspico veramente che si possa arrivare a una chiusura di questo caso e a dare dignità a chi ha lottato, ai familiari che hanno lottato e alle vittime che sono morte in quella strage. Grazie ancora.
PRESIDENTE. Grazie a lei.Pag. 15
Ne approfitto per comunicare che, come Commissione, abbiamo anche proposto, in ricordo dell'equipaggio e di tutte le vittime, una medaglia al merito civile, in merito alla quale si è in fase di istruttoria e che ci auguriamo a breve possa essere conferita. Questo proprio in quella comune valutazione e riflessione che tutti noi facciamo, in modo che si ricordino anche i lavoratori e le persone che la notte prestavano servizio.
Do la parola a Denise Bertozzi di Alleanza Verdi e Sinistra.
DENISE BERTOZZI, presidente del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra presso il consiglio comunale di Livorno. Signor Presidente, ringrazio lei, i commissari e le commissarie per essere qui e per il lavoro che state facendo.
Mi collego, in realtà, a quello che diceva la mia collega, la consigliera Barontini. Io sono nata nel 1993, due anni dopo la tragedia del Moby Prince. Quella notte abbiamo perso persone che avremmo dovuto conoscere. Questo è un dolore che si eredita. Non sto scherzando: a Livorno è un dolore che si eredita, è una ferita che passiamo da generazione a generazione. È una cosa che sentiamo dentro di noi, è veramente una tragedia molto complessa, perché ricca di depistaggi, non collaborazioni tra Stati, non collaborazioni di alcuni attori che facevano parte di questa vicenda. È una vicenda che sicuramente ha bisogno di giustizia, anche se la giustizia comunque non sarà mai abbastanza.
Abbiamo perso 140 persone quella notte, le abbiamo perse in una modalità disumana. Il dolore che proviamo ogni volta che pensiamo a quello che è successo, vediamo le immagini e sentiamo le registrazioni è ancora importante.
Io sono sicura che voi state lavorando per il meglio. Ovviamente siamo molto preoccupati, ma per il semplice fatto che abbiamo davvero bisogno di giustizia. È una giustizia che sentiamo di dovere a noi, ai familiari, agli amici e a tutte le Pag. 16persone che hanno sofferto per questa vicenda, quindi anche ai lavoratori, alla SVS, ai vigili del fuoco. Abbiamo sofferto per 34 anni e voi, paradossalmente, oggi avete una grande responsabilità. Io sono sicura che vivete questa responsabilità con grande orgoglio, con grande onore e che farete di tutto. Veramente vi ringrazio.
Noi siamo a completa disposizione – tutta l'amministrazione, tutti i consiglieri, tutte le consigliere – per qualsiasi cosa. Vi prego, lavorate compatti per portarci un po' di giustizia. Grazie a tutte e a tutti.
PRESIDENTE. Grazie a lei.
Do la parola a Roberto Danieli, Protagonisti per la città.
ROBERTO DANIELI, presidente del gruppo Protagonisti per la città presso il consiglio comunale di Livorno. Grazie, Presidente e onorevoli componenti della Commissione.
Penso che la Commissione abbia un merito: quello di scardinare, o aver provato a farlo, una dicotomia, che tuttora esiste, tra chi crede che ci sia un complotto ovunque, quindi ostacola chi genuinamente vuole conoscere la verità, e chi crede che tutto quello che ci hanno raccontato sia vero e che chi lo mette in discussione sia un pericoloso complottista.
Questo modo di agire, secondo me, è quello che parzialmente ha ostacolato finora la ricerca della verità. C'è anche un altro modo di pensare comune, ossia che su queste vicende sia possibile raggiungere esclusivamente una verità giudiziaria. In realtà, queste vicende fanno parte della storia e non solo della cronaca giudiziaria, quindi la verità probabilmente non si avrà con una sentenza di tribunale, ma con una presa d'atto storica. La vostra funzione, quindi, è fondamentale in questo senso.
Noi non sappiamo ancora cosa esattamente sia successo quella notte, ma nel mezzo ci sono 140 persone morte e Pag. 17soprattutto i loro familiari che ancora attendono una verità. Bisogna raggiungerla attraverso l'equazione che la verità sul passato e la comprensione del presente sono la costruzione del futuro. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei.
Do la parola a Carlo Ghiozzi della Lega.
CARLO GHIOZZI, presidente del gruppo Lega presso il consiglio comunale di Livorno. Grazie, Presidente. Io sono stato eletto nel comune di Livorno, quindi nelle istituzioni comunali, dal 1999. Da subito c'è stata un'unità di intenti di tutte le forze politiche per arrivare alla verità di quello che è successo quel 10 aprile 1991. Ho vissuto la costituzione delle precedenti Commissioni. Mi ricordo l'onorevole, al tempo, Altero Matteoli che fu uno dei principali protagonisti di quella Commissione. Oggi siamo arrivati alla terza. Sono 34 anni che familiari e un'intera città aspettano delle risposte.
Voi avete l'onore e l'onere di concludere questo percorso. Sono 34 anni che una città, da destra a sinistra, aspetta delle risposte, aspetta di conoscere la verità, aspetta la giustizia.
Per noi diventa fondamentale questo passaggio all'interno della Commissione e vi ringraziamo per averci convocato. È la prima volta in questo lungo percorso istituzionale all'interno anche del Parlamento. Di questo vi va dato atto e ne siamo molto fieri, ma noi qui siamo a portare non la voce dei vari partiti, ma la voce di tutta la città. Tutta la città, da destra a sinistra, vuole risposte. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei.
Do la parola ad Alessandro Guarducci della Lista Guarducci.
ALESSANDRO GUARDUCCI, presidente del gruppo Lista Guarducci presso il consiglio comunale di Livorno. Grazie, Pag. 18Presidente. Grazie, onorevoli membri della Commissione. Signor Presidente, le voglio esprimere il più sincero ringraziamento per averci convocato nella Commissione stamane e per avere raccolto lo spirito di unità che la mozione approvata dal consiglio comunale di Livorno ha voluto formulare anche nei vostri confronti, richiamandovi e sostenendovi nell'impegno che state portando avanti.
Sono passati ormai 34 anni da quella terribile notte, ma Livorno non dimentica. Non possiamo dimenticare, non dobbiamo dimenticare, non vogliamo dimenticare. Come consigliere comunale di Livorno, come giornalista e come cittadino livornese, considero l'impegno nella ricerca di verità e giustizia un dovere morale, un dovere civico e politico. È un impegno che dobbiamo rivolgere principalmente alle 140 vittime innocenti del Moby Prince e ai loro familiari.
Ecco perché, signor Presidente e onorevoli membri della Commissione, mi sento in dovere di portarvi a conoscenza del senso di frustrazione e di profondo sgomento che si è diffuso a Livorno in seguito alla seduta del 25 febbraio scorso, quando la Commissione parlamentare d'inchiesta da lei presieduta ha ascoltato i responsabili delle due Procure, quella di Livorno e quella distrettuale antimafia di Firenze, che da circa 7 anni stanno nuovamente indagando sulla morte di 114 persone la sera del 10 aprile 1991, come ricordava il presidente del consiglio, a pochissima distanza dal nostro porto e dal nostro lungomare.
La notizia della richiesta di archiviazione al GIP da parte della DDA è stato un duro colpo per i familiari delle vittime e per tutta la città, mentre la Procura di Livorno sta proseguendo nella sua indagine. Noi continuiamo ad esprimere fermamente piena fiducia nella magistratura, pur nella consapevolezza che Pag. 19a questo punto l'unico reato che non è ancora prescritto è quello di strage nella forma dolosa.
Noi – e lo ribadiamo questa mattina, tutti insieme, al di là delle sigle politiche a cui apparteniamo – abbiamo ancora più fiducia in voi, nel vostro lavoro. Confidiamo tantissimo nel vostro impegno, nell'impegno e nel lavoro di questa terza Commissione parlamentare d'inchiesta per ricostruire la verità storica.
Ho apprezzato tantissimo, signor Presidente, le parole che ha pronunciato in apertura di questa seduta. Le sue parole e il suo impegno ci danno ancora maggiore forza come amministratori locali e per questo io la ringrazio sinceramente. Oggi siamo qui a chiedervi uno sforzo ulteriore in questa vostra attività molto complessa. Lo ha già detto, ma vi rinnoviamo la richiesta di riaffermare le verità acquisite dalle precedenti due Commissioni, a cominciare dal riconoscimento della posizione dell'Agip Abruzzo in una zona di divieto d'ancoraggio a cui consegue l'evidente responsabilità da parte di entrambe le compagnie armatoriali, Snam e Navarma all'epoca, riassunta dall'ormai famigerato accordo assicurativo.
Un'altra certezza riguarda la sopravvivenza a bordo, che non durò mezz'ora come frettolosamente affermato all'epoca, ma durò molte ore in quella notte, in un caso almeno fino alle 7 della mattina del giorno dopo.
La perizia prodotta dalla Commissione d'inchiesta Moby Prince 2015-2018 è chiarissima al riguardo. Le carenze nei soccorsi sono ormai state provate. Il traghetto in fiamme fu abbandonato al suo tragico destino. Ritorno a ringraziarla, signor Presidente, perché ha detto che vi impegnerete per capire e comprendere con precisione se si poteva salvare qualcuno. Alla luce di quanto detto sulla sopravvivenza a bordo, sono convinto che si potessero salvare numerose vite.Pag. 20
Non possiamo fare alcun passo indietro, e lei lo ha detto, rispetto a queste verità faticosamente acquisite. Basta parlare della partita di calcio, della nebbia, del banale incidente: è irrispettoso per le 140 persone che sono morte quella sera. Resta da capire che cosa abbia interferito con la rotta del traghetto Moby Prince, costretto a fare un'improvvisa deviazione per poi finire contro l'Agip Abruzzo. Siamo ormai giunti allo striscione dell'ultimo chilometro, lei lo ha definito l'ultimo miglio: si vede già il traguardo.
Per questo noi sollecitiamo il vostro impegno per scrivere l'ultima e decisiva pagina su questa vicenda. Aspettandovi il 10 aprile a Livorno e ribadendo la nostra volontà di collaborazione al vostro lavoro, vi invito ad essere veramente forti e coraggiosi in questa vostra attività per spiegare a tutta l'Italia la verità sul disastro del traghetto Moby Prince. Solo così si potrà avere giustizia. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei.
Do la parola a Giovanni La Sala di Livorno civica.
GIOVANNI LA SALA, presidente del gruppo Livorno civica presso il consiglio comunale di Livorno. Grazie, Presidente. Come forza civica è nostro compito contribuire e sollecitare alla richiesta di verità e giustizia che arriva da parte delle famiglie delle vittime e da parte di tutta la città, come è già stato ripetuto.
Io voglio fare un po' il romantico, come il presidente del consiglio, e mi vorrei concentrare sulla figura di Loris Rispoli, che ha portato in ogni piazza e in ogni luogo istituzionale la ricerca di verità e giustizia. Possiamo affermare che se siamo qui oggi lo dobbiamo a lui e a tutti i parenti delle vittime di questa strage.
«Strage» è la parola chiave perché di strage in ogni tragedia si parla. Siamo qui in seguito ad un atto voluto da tutto il Pag. 21consiglio comunale per rinnovare la richiesta di verità e giustizia perché, come ha ricordato recentemente Nicola Rosetti, figlio di una delle vittime delle stragi e presidente dell'associazione «IoSono141», sapere la verità significa dare risposte. Siamo anche qui per esprimere piena fiducia a questa terza Commissione, anch'io ho apprezzato molto il suo discorso introduttivo.
Concludo citando le parole del nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che nel suo messaggio in occasione del trentesimo anniversario della strage affermava: «Sulla responsabilità dell'incidente e sulle circostanze che lo hanno determinato è inderogabile ogni impegno diretto a fare intera luce». Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei.
Do la parola ad Andrea Morini del Movimento 5 Stelle.
ANDREA MORINI, presidente del gruppo Movimento 5 Stelle presso il consiglio comunale di Livorno. Grazie, Presidente. Voglio ringraziare lei e la Commissione, soprattutto per le parole con cui lei ha dichiarato di voler ripartire, con quei capisaldi che sono effettivamente quanto l'associazione dei familiari delle vittime ha richiesto più volte.
Quei capisaldi, quei punti da cui si riparte, i lavori delle due precedenti Commissioni parlamentari tranquillizzano perché, effettivamente, le dichiarazioni del procuratore Agnello hanno gettato sconforto nella città di Livorno e non solo, perché questa è stata la più grande strage della marina mercantile dal dopoguerra, quindi è qualcosa che investe Livorno, che si fa carico delle vittime da tutta Italia.
Noi ci abbiamo convissuto non solo in occasione delle manifestazioni del 10 aprile, ma perché il relitto del Moby Prince per molti anni è stato all'interno del porto: era veramentePag. 22 un colpo allo stomaco ogni volta che si passava da lì. Io avevo vent'anni quando è successa la strage, quindi anch'io ricordo quella giornata con forte dolore.
L'unica nebbia che è calata sul Moby Prince è quella dovuta all'accordo scellerato che la compagnia Navarma e Snam hanno sottoscritto. È qualcosa che ha finito inevitabilmente per influenzare i processi. Per questo è stato importante il lavoro delle Commissioni parlamentari, perché se abbiamo la possibilità di avere verità e giustizia lo dobbiamo a loro, quindi a voi, al vostro lavoro.
Parlando di assicurazioni, il Moby Prince aveva un'assicurazione anche per atti di guerra, attentati. Quanto tempo si è perso dietro l'ipotesi della bomba, per vedere poi che il timone di bordo era stato manomesso da persone legate a Navarma. Lei richiamava giustamente che Snam non ha nessuna relazione rispetto a quell'episodio increscioso: lì c'è tutta la questione del bunkeraggio, del presunto bunkeraggio. Ben venga, quindi, il discorso di comprendere quali navi erano a largo nella rada di Livorno, perché questo a distanza di 34 anni è impossibile non saperlo.
C'è anche un altro convitato di pietra, e capisco che sia complicato anche soltanto citarlo, ma la presenza della base di Camp Darby chiaramente dovrebbe essere un qualche cosa di importante. Le risposte che non ci sono evidenze, non c'era un radar nella rada di Livorno sono a dir poco non molto credibili.
Grazie ancora per il vostro lavoro preziosissimo. Contiamo su di voi.
PRESIDENTE. Grazie a lei.
Do la parola a Pietro Panciatici di Buongiorno Livorno.
PIETRO PANCIATICI, presidente del gruppo Buongiorno Livorno presso il consiglio comunale di Livorno. Ringrazio tutti, Pag. 23lei, Presidente e i commissari. Praticamente è stato detto tutto. Voglio aggiungere solo due cose. Sono venuto qui con poca speranza di poter dalla Commissione avere risposte o messaggi che ci permettano di sperare in una soluzione. Però, devo essere sincero, il suo intervento, per come ha impostato i lavori e per come è proiettato il lavoro della Commissione, mi fa molto piacere.
Mi ha fatto molto piacere anche l'intervento del commissario in risposta pronta al sindaco Salvetti, a intendere che la Commissione e i commissari hanno la volontà personale più che politica di far parte della Commissione e portare a una verità.
Su questo, e chiudo, mi ricollego a quello che ha detto il consigliere Danieli. Credo sia fondamentale che noi, come diceva il sindaco, ormai da 34 anni abbiamo questo giorno in cui ricordiamo, però ricordare senza verità è come qualcuno che piange una persona amata senza averne il corpo.
Credo che la verità storica sia la cosa, almeno per quello che ci riguarda, più importante; poi la giustizia purtroppo in questo Paese non sempre va dove dovrebbe andare. Noi vogliamo una verità storica perché lo merita la città, lo meritano i familiari delle vittime, ma in qualche modo in una visione romantica lo meritano anche le vittime. Speriamo che finalmente si possa piangere e ricordare questo giorno sapendo effettivamente quello che è successo. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei.
Do la parola a Piero Tomei del Partito Democratico.
PIERO TOMEI, presidente del gruppo Partito Democratico presso il consiglio comunale di Livorno. Grazie, Presidente. Desidero esprimere profonda gratitudine a lei e a tutti i commissari per il lavoro che state portando avanti con dedizione, rigore e senso di responsabilità.Pag. 24
Chi avete davanti è di passaggio a fare politica, perché chi vive nella città di Livorno ha vissuto la strage del Moby Prince come – cito e voglio ricordare le parole della collega – «un dolore che si tramanda per eredità».
Luca Salvetti all'epoca era giornalista, era a fianco a me, io ero un soccorritore. Io ho accompagnato i familiari delle vittime a fare il riconoscimento delle vittime. Cercate di capire anche il senso e l'emozione forte che permea tutta la città di Livorno. Fatta questa riflessione, e mi scuso anche dell'emozione di essere qui a parlare, esprimo gratitudine per il fatto di essere stati convocati.
Noi abbiamo fatto un atto di indirizzo e siamo qui a rappresentare la città di Livorno. L'abbiamo scritto nell'atto d'indirizzo che è stato votato, ricordo, all'unanimità da tutto il consiglio comunale, senza una minima esitazione, perché la città di Livorno, e l'abbiamo scritto proprio a chiare lettere in quel breve documento che vi abbiamo mandato, si riconosce come madre di tutte le vittime e famiglia di tutti i parenti colpiti da questa immane tragedia.
Lo abbiamo già detto, sono passati 34 anni: fra pochi giorni accoglieremo nella nostra città le rappresentanze istituzionali, i familiari e i cittadini provenienti da ogni parte d'Italia, uniti da un desiderio incrollabile di verità e giustizia. Sarà una giornata di memoria e di impegno. Ricorderemo tutte le vittime, come facciamo tutti gli anni, lanciando le rose in mare dalle banchine del porto, da quelle stesse banchine da dove è partito il Moby Prince, salpò l'ultima volta prima che il viaggio appena fuori dal porto fosse tragicamente interrotto. Anche quest'anno ascolteremo le voci di chi non ha mai smesso di lottare con determinazione per ottenere risposte sulla tragedia, che ancora oggi appare inconcepibile.Pag. 25
Qui voglio ricordare Loris Rispoli, un amico, a cui dal primo giorno siamo a fianco. Siamo a fianco come città a chi se n'è andato, come Angelo Chessa, a Luchino Chessa e Nicola Rosetti che portano avanti con grande difficoltà – dopo 34 anni è difficile – il sentimento e lo scoraggiamento dei familiari delle vittime.
Fra poco sarà il 10 aprile. Lo scorso 10 aprile l'atmosfera che si respirava era la soddisfazione dell'avvio dei lavori della terza Commissione. Ci speravamo tutti. In tutti si leggeva la consapevolezza di essere finalmente a quell'ultimo passaggio, vicini alla realtà, alla conclusione di una vicenda che da troppo tempo attende risposte.
È una consapevolezza che nasce anche perché vediamo questa Commissione come la continuazione, e la consapevolezza era la forza del lavoro svolto con scrupolo dalle due Commissioni precedenti, la prima ricordo presieduta da Silvio Lai, la seconda guidata da Andrea Romano, nella quale lei, signor Presidente, era vicepresidente insieme al deputato livornese Manfredi Potenti. Queste Commissioni, come avete detto anche voi, hanno indubbiamente operato con serietà e determinazione, giungendo a conclusioni chiare e precise, ma mi è sembrato di capire dalla sua introduzione che vi è ben chiaro, fissando un punto fermo da cui era ovvio ripartire: questo era ciò che si respirava il 10 aprile dell'anno scorso.
Con profonda soddisfazione abbiamo riconosciuto, all'avvio della terza Commissione d'inchiesta, soprattutto vista la composizione, una ipotetica staffetta, un passaggio di testimone fra chi ha guidato le Commissioni precedenti e questa. È un lavoro in continuità, perché voi state svolgendo un lavoro complesso ma di immenso valore per tutto il Paese. Noi siamo qui. Come abbiamo espresso un anno fa, siamo di nuovo qui a confermare – siamo venuti a Roma per dirvelo – la piena fiducia in voi, per Pag. 26sostenere il vostro impegno (è scritto anche nell'atto) e per farvi sentire che non siete soli. Un'intera città è al vostro fianco, ricordatevelo.
Comprendiamo il grande peso, e siamo qui perché comprendiamo il grande peso e la responsabilità che portate sulle vostre spalle, perché su di voi ricade l'onere di essere membri di quella che sarà con ogni probabilità l'ultima Commissione d'inchiesta, la terza e definitiva. Non ce ne saranno altre, questo è chiaro a tutti, ma proprio per questo noi vi saremo vicini. Sappiamo che la vostra responsabilità è ancora più grande in quanto siete chiamati, appunto, a concludere un lavoro complesso, con l'imperativo di portarlo a termine con rigore e determinazione, che noi vi chiediamo ma siamo certi che state adottando.
Presidente, mi permetta di dirle che lei rappresenta una terra che ha sofferto profondamente questa tragedia, come Livorno, e anche per questo ha il nostro pieno sostegno. Siamo qui anche per questo, a rappresentare tutte le terre come Livorno, perché sappiamo cosa vuol dire essere parte di una comunità così gravemente colpita. Vi ricordiamo – è, però, una presa d'atto – che questa legislatura è al giro di boa (per usare un termine marinaresco) e il tempo che resta è ormai limitato, per cui deve essere impiegato con determinazione per giungere alla conclusione, come dicevo prima, e a quella relazione finale, che auspichiamo sia condivisa, come è stato fino adesso, da tutte le forze politiche. Noi siamo qui a dare questo esempio.
Attendiamo una relazione in cui si possano finalmente leggere le conclusioni definitive e siano individuate le responsabilità e date risposte ai tanti interrogativi rimasti aperti: in una parola, la fine di questa vicenda. Sappiate (ma lo sapete perché lo è anche per voi) che per noi e la nostra città la parola «fine» ha un solo significato: il raggiungimento della verità e della giustizia.Pag. 27
Come hanno già detto i miei colleghi, non le nascondo la nostra preoccupazione nel vedere riaffiorare incertezze e nel dover assistere al ritorno di discussioni su ricostruzioni già esaminate, che rischiano di vanificare il vostro lavoro: di questo siamo preoccupati. Un ritorno al punto di partenza sarebbe ovviamente impensabile e non ne comprendiamo, francamente, il senso; però, dalle sue parole abbiamo capito che non è così. Infatti, ci rassicurano le sue parole, Presidente, con cui più volte ha ribadito, anche attraverso la stampa, la continuità nell'impegno e la serietà nel percorso intrapreso. Lei stesso ha dichiarato che il lavoro della Commissione che presiede – l'ha detto qui – è partito dalle conclusioni delle precedenti: questo è un punto fermo. Confidiamo che la strada tracciata venga percorsa fino in fondo con coerenza e fermezza.
Anche se ritengo che non ce ne sia bisogno – questo, però, lo devo a tutti coloro che hanno lottato fino ad oggi –, è nostro dovere ribadire ogni volta che affrontiamo il tema di questa tragedia, e io non perdo mai occasione per farlo, che siamo di fronte a una grandissima strage sul lavoro, punto, la più grande della storia della marineria, punto. I soccorsi furono insufficienti, e io posso dirvi il perché, perché ho visto le salme, e il loro ritardo fu determinante per l'esito della tragedia. Da qui non ci si muove. Ecco da dove nasce la preoccupazione. Per noi questi punti sono irremovibili, non superabili e imprescindibili.
Io sono arrivato a parlare per ultimo e penso che il nostro compito da semplici cittadini eletti quali siamo finisca qui, per il momento. Siamo venuti a darvi il nostro sostegno: vorrei che comprendeste questo. Sappiamo che, quando si chiede un impegno, l'impegno che viene dato in cambio da una città è qualcosa di estremamente grande. Auspichiamo che chi verrà il 10 aprile, lei molto probabilmente verrà, Presidente, data di celebrazione delle commemorazioni, che rappresenta sempre Pag. 28un momento estremamente doloroso, oltre a portare un messaggio di vicinanza e di partecipazione, come avete sempre fatto, ci illustri, come ha fatto lei fin qui, il lavoro svolto fino ad oggi, ce n'è bisogno: si cristallizzi quello che è stato fatto finora e si delinei con chiarezza ciò che verrà fatto, il prosieguo dei lavori. Noi vi chiediamo – noi siamo qua e possiamo ritornare, voi verrete da noi – che si apra un rapporto costante e continuativo, perché siamo qui per darvi una mano, però siamo qui anche per chiedervi un grande impegno, perché il lavoro è difficile, e vi sosterremo, ma è un lavoro che va portato a fondo. Lo chiediamo a nome della città, di Angelo Chessa e Loris Rispoli, che sta combattendo una battaglia personale, di tutte le associazioni, di tutti i familiari, di tutta la città di Livorno, che, come abbiamo scritto, è madre di tutte le vittime e famiglia di tutti i familiari, e portiamo questa verità, anche se non ce n'è bisogno, l'abbiamo capito. Dobbiamo dare voce alla richiesta di verità e giustizia.
Saremo sempre vigili e presenti, ricordatevelo. Noi rappresentiamo un'intera comunità, la nostra, che non si arrenderà mai fino a quando la verità non sarà definitivamente affermata e la giustizia compiuta.
Vi ringrazio, Presidente e commissari. So che state lavorando, non abbiamo dubbi, sappiate che noi ci siamo.
PRESIDENTE. Grazie a lei.
Penso di esprimere anche a nome dei colleghi, ma lo faranno loro personalmente, il plauso per il contenuto di quanto avete riferito in Commissione, a iniziare dal signor sindaco, dal presidente del consiglio comunale a tutti i presidenti dei gruppi consiliari.
Colgo il profondo significato di questa audizione anche sul piano, nel senso più nobile del termine, politico, ovvero di uno stimolo e di un sostegno ad andare fino in fondo, consapevoli Pag. 29che abbiamo dalla nostra parte anche il conforto delle istituzioni locali e soprattutto vostro, che siete espressione delle comunità interessate. Ma la comunità interessata è Livorno, così come tutte le comunità dove purtroppo si sono registrate le tragedie di persone che erano a bordo della Moby Prince. Questa è una immane tragedia nazionale: questo è il significato che deve assumere questa audizione, a maggior ragione grazie al vostro intervento questa mattina a Montecitorio.
Rinnovo quello spirito, che è emerso dai vostri interventi, di intensificare questo rapporto di collaborazione e di intesa, che non sia solo in occasione delle celebrazioni. A proposito, ne approfitto per dirvi che ho ricevuto un invito dal comune di Torre del Greco. La volta scorsa sono venuto a Livorno in rappresentanza del Presidente Fontana. Credo sia più che mai opportuna la presenza di una delegazione della Commissione, come è accaduto la volta scorsa: mi ricordo che erano presenti anche l'onorevole Bonafè e il Vicepresidente Fede. Non voglio dimenticare nessuno, ma mi pare che fossimo noi tre. Con la più ampia disponibilità, oggi verificheremo con il Presidente Fontana.
Do la parola ai colleghi parlamentari che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni. Prego, Vicepresidente Fede.
GIORGIO FEDE. Ringrazio lei, Presidente, ma soprattutto ringrazio tutti i rappresentanti della comunità di Livorno, a partire dal sindaco. È stata importante la vostra presenza. Intendiamoci, sappiamo bene che dopo 34 anni pensare che qualcuno possa dire, chiunque di noi, in qualsiasi ruolo, una parola nuova è veramente un'ipotesi improbabile. Tuttavia, ritengo che dobbiamo proseguire proprio nello spirito di quel lavoro che dobbiamo fare insieme per cercare quella verità e quella giustizia; soprattutto la verità, perché, come ricordato, Pag. 30forse la giustizia abbiamo perso i tempi per poterla attuare. Sono stati persi i tempi. La Commissione parlamentare, dunque, ha questa funzione fondamentalmente, in un lavoro sicuramente complesso.
Io prendo a stimolo e a sprone le parole del sindaco, quando ha richiamato tutti quanti a un impegno. Non è assolutamente una cosa disdicevole: anzi, la ringrazio di queste parole, perché voi consiglio comunale e noi 20 componenti di questa Commissione dobbiamo garantire il massimo impegno, perché, come avete detto voi, la difficoltà e la complessità di questo lavoro non ce le nascondiamo. È veramente una cosa non facile. Il tempo cancella e annebbia – il tempo, quello sì! – tante prove e tante verità che forse prima erano molto limpide, ma non sono state viste. Questo crea una frustrazione, che capisco e che abbiamo provato anche noi nel sentire quelle parole il 25 febbraio: pensare di tornare indietro quando certe cose sono state definite. Questo ci dà un grande stimolo e una grande responsabilità, che voi ci avete ricordato e di cui vi ringrazio.
Questa, peraltro, non è una vicenda solamente livornese, è una vicenda nazionale. Questa è la più grande strage d'Italia. Poi, da compaesano di Nicola Rosetti e da persona che vive in una città di mare so, come voi, che il mare lega le persone e lega la passione, perché vivere in un ambiente complesso sicuramente crea quell'unità, che a Livorno, come in tante altre comunità, è molto sentita.
Non prendo altro tempo, così da lasciarlo agli altri, ma vi garantisco il massimo impegno, che metteremo in ogni nostra azione, perché questa è veramente l'ultima spiaggia. Lo sentiamo e il tempo che scorre ci dà ancora più motivazioni. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei, Vicepresidente Fede.
La parola all'onorevole Chiara Tenerini. Prego.
CHIARA TENERINI. Grazie, Presidente. Mi associo ai ringraziamenti per la presenza e per lo stimolo che è arrivato dal consiglio comunale di Livorno. Ringrazio il sindaco Salvetti, il presidente del consiglio Caruso e tutti i presidenti di gruppo.
Voglio preliminarmente fare una precisazione rispetto alle suggestioni che ci avete oggi consegnato, all'impegno, alla passione e ancora al dolore profondo che la città di Livorno vive sulla propria pelle a seguito di questa vicenda. L'impegno della Commissione è assolutamente indiscutibile. Non è questa l'aula dove generalmente ci riuniamo, però, quando entriamo nell'aula della Commissione, credo che ognuno di noi svesta i panni politici, perché non è un impegno politico quello che noi assolviamo dentro quell'aula, ma è un impegno istituzionale, è un dovere morale, è un dovere civico nei confronti delle vittime, dei familiari, della città di Livorno ma anche di tutta l'Italia, perché questa vicenda è ancora una ferita per una verità importante che riguarda il nostro Paese.
Vi assicuro che su tale vicenda non c'è partigianeria, non ci sono strumentalizzazioni politiche: c'è solo la volontà ferma di lavorare, perché abbiamo raccolto un'eredità molto importante e pesante, quella che ci ha consegnato il lavoro della seconda Commissione. Colgo l'occasione per ringraziare tutti i membri, il presidente Romano, il vicepresidente Pittalis, il collega senatore Potenti. Voglio anche ricordare l'atto di generosità compiuto dal senatore Potenti, che anche in questa occasione, in questa legislatura ha svestito i panni del politico e ha ritirato il deposito della sua proposta di legge in Senato per consentire al Parlamento di votare il più velocemente possibile l'istituzione di questa Commissione. Non è un fatto scontato, anche questo secondo me è un aspetto da ricordare.
Vi voglio assicurare, inoltre, che l'impegno non solo è massimo, ma lo portiamo avanti con la consapevolezza che questo Pag. 32ultimo miglio è difficilissimo, perché quello che ci ha consegnato la seconda Commissione non è una breve distanza da coprire, è complicatissimo. La frustrazione che vive la città, che voi vivete, è la stessa che viviamo noi in tutte le azioni che stiamo compiendo da quando questa Commissione si è istituita. Insieme al collega Mauri sono stata in missione a Milano e abbiamo visto il muro di gomma alzato da ENI e Snam, che si rimpallano le responsabilità, perché poi si sono divise le società. Non è semplice andare a spulciare ogni documento per trovare un riferimento possibile, negli archivi, tra i fogli, per capire se c'è la possibilità di superare questo muro di gomma. Quindi, credetemi, la frustrazione è tanta. Però, se oggi siamo qui è perché, va riconosciuto, se questa vicenda non ha avuto la parola «fine» in una maniera drammatica rispetto al risultato dell'attività giudiziaria, lo dobbiamo ai familiari delle vittime, a Luchino e Angelo Chessa, che purtroppo non c'è più, a Loris Rispoli, alle associazioni dei familiari, che hanno combattuto perché su questa vicenda non calasse quella nebbia che, invece, era stata imputata come causa di questo disastro. A loro va dunque il nostro profondo ringraziamento, perché se le due precedenti Commissioni hanno potuto esistere e lavorare e se la Commissione oggi ha questo compito importante lo dobbiamo a loro. Hanno mantenuto alto il livello di attenzione e di guardia su questa vicenda e noi oggi raccogliamo un testimone importante.
Io sono rappresentante della provincia di Livorno, non vivo a Livorno ma a Cecina, tuttavia la vicenda l'ho vissuta... Purtroppo non sono più giovane come voi che siete qui davanti, però l'ho vissuta da giovanissima, me la ricorderò per tutta la vita, come ricorderò sempre il senso di frustrazione che ha colpito un intero territorio e tutto il Paese. Per cui, credetemi, noi stiamo lavorando con il massimo impegno e ci dà conforto Pag. 33sapere che il consiglio comunale di Livorno, che è la massima istituzione in città, che rappresenta l'intera comunità e che ha ricevuto un mandato fiduciario dai cittadini, ognuno per la propria rappresentanza, sarà unito insieme a noi nel percorrere quest'ultimo miglio.
Io credo nella disponibilità – conosco il mio collega – del Presidente Pittalis, che sta traghettando questa Commissione nel migliore dei modi. Questo lo dico perché non faccio parte solo di questa Commissione ma, come tutti noi, a seguito del taglio dei parlamentari, di tante altre Commissioni e vi dico che la frequenza e il ritmo serrato con cui questa Commissione lavora, credetemi, non li riscontro in tutte le altre Commissioni, senza con questo voler togliere nulla a nessuno. Io so che qui c'è una volontà e un impegno grandissimo di percorrere quest'ultimo miglio.
Noi su certe posizioni ci siamo espressi a chiara voce, credetemi. Il giorno dell'audizione, quando sono venuti i due procuratori di Firenze e di Livorno, chi era presente con me in Commissione lo sa, quello sgomento che avete percepito tutti lo abbiamo percepito immediatamente, non tanto quando abbiamo sentito le parole del procuratore di Firenze, che in qualche maniera poteva essere supportato, rispetto al mandato di indagine che aveva, su quello che ci ha detto, ma piuttosto rispetto a ciò che ha dichiarato il procuratore di Livorno, al quale chiaramente noi riconosciamo il fatto di essere stato nominato a Livorno da pochissimo, quindi probabilmente di essersi affidato all'inchiesta giudiziaria e di non aver approfondito. Solo questo penso ci possa venire in mente rispetto alle sue parole. Rispetto a quello che ha detto nell'immediato di quell'audizione, tuttavia, abbiamo stabilito che non potevamo accettare una ricostruzione che ci riportava a 34 anni indietro.Pag. 34
La Commissione non si muove da alcuni punti fermi, che sono stati già detti dal Presidente. Noi lo ribadiamo con forza: tutti, in particolar modo chi viene da quel territorio, il 10 aprile vorremmo essere lì a tributare la memoria doverosa alle vittime, ai parenti. Nella scorsa manifestazione del 10 aprile, per esempio, io non ero presente perché avevo un impegno in Aula inderogabile. Questa è la dimostrazione che, qualsiasi impegno ci siamo presi da parlamentari, il nostro rispetto lo portiamo avanti: con il cuore, se non presenti fisicamente, saremo tutti con voi a Livorno il 10 aprile.
Vi ringrazio davvero, perché non è un fatto scontato che il consiglio comunale abbia approvato un documento. Fino a oggi non si era mai registrata questa cosa, il che vuol dire che l'attenzione è ancora più alta. Noi cogliamo il vostro spirito, lo raccogliamo veramente dal profondo del cuore e ne faremo tesoro. Credo che con il Presidente non sarà difficile riuscire, in qualche maniera, con cadenze che vedremo, ad aggiornarvi sul nostro impegno e – speriamo – sui risultati che potremo portare a casa. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Tenerini.
La parola all'onorevole Simona Bonafè. Prego.
SIMONA BONAFÈ. Signor Presidente, rivolgo un saluto anche da parte mia al sindaco, al presidente del consiglio comunale e a tutti i presidenti dei gruppi consiliari e un ringraziamento per aver reso possibile questo incontro, con la richiesta, che io ho colto molto bene, di un impegno per arrivare a una verità storica, l'unica che possa lenire una ferita.
Ascoltando le vostre parole e la commozione con le quali le avete pronunciate, la verità storica è l'unica che possa lenire una ferita ancora aperta, di fatto, nella città, che si rinnova ogni 10 aprile in occasione dell'anniversario, si rinnova il dolore in Pag. 35chi l'ha vissuta personalmente, oppure perché è una tragedia, una strage, un dolore che si eredita, che si tramanda. Quel 10 aprile è per tutti voi e per tutti noi, che adesso siamo commissari in questa Commissione, un momento di dolore, ma è anche, io credo, un'occasione in cui si rinnova l'aspettativa su questa Commissione, che – come tutti avete detto – è probabilmente l'ultima occasione che abbiamo di arrivare alla conclusione dei lavori.
Questo è un appuntamento importante anche per fare il punto del lavoro svolto fino a qui. Ha fatto bene il Presidente a evidenziare alcuni punti che oggi noi possiamo ritenere assodati, ma che – ve lo posso garantire – nel corso di quest'anno di lavoro non sempre sono stati considerati così fermi e che più volte sono riemersi. Li voglio ricordare, sono punti sui quali dobbiamo mettere una parola «fine»: il tema della nebbia, che più volte, anche nel corso dell'anno dei nostri lavori, è riemerso; il tema dell'imperizia del comando della Moby Prince; il tema della non corretta posizione dell'Agip Abruzzo, elemento anche questo dal quale ripartire; il tema, che provoca più dolore in tutti noi e in tutti voi, della non adeguata operazione di soccorso che c'è stata per le persone che erano a bordo della Moby Prince. Questi sono i dati che noi oggi possiamo considerare punti fermi, però è assolutamente importante anche definire il lavoro che dobbiamo fare da qui in poi.
Credo ci sia ormai un dato, emerso con grande evidenza dopo i lavori delle due Commissioni che ci hanno preceduto: il fatto che la rotta del Moby Prince sia stata in qualche modo disturbata, molto probabilmente da un terzo natante. Anch'io credo, e lei, Presidente, lo ha detto in maniera molto ferma, che oggi la Commissione è da lì che deve ripartire e deve compiere Pag. 36ogni sforzo utile per arrivare alla definizione di questo presumibile terzo natante.
Quando il presidente Romano ci ha consegnato il testimone del preziosissimo lavoro che ha svolto nella sua Commissione, ci ha fatto capire molto bene che sarebbe stato, quello della terza Commissione, l'ultimo miglio, ma anch'io concordo, un ultimo miglio molto complicato, un ultimo miglio che ha bisogno di una grande determinazione da parte della Commissione, perché ci sono alcuni temi che ancora non sono stati scandagliati fino in fondo. Sia quella di ENI (che allora era AGIP) sia tutta la parte che riguarda l'accordo assicurativo penso siano questioni sulle quali la Commissione deve fare chiarezza, facendo tutto quello che lei ha detto, Presidente, facendo tutto quello che noi possiamo fare.
Voglio ricordare ai consiglieri comunali qui presenti che la Commissione ha gli stessi poteri della magistratura. Le Commissioni d'inchiesta hanno gli stessi poteri della magistratura. È evidente che non arriviamo a verità giudiziarie, perché il nostro compito è un altro, ma abbiamo quel tipo di potere lì e penso che lo dovremmo svolgere fino in fondo. Non possiamo più tollerare che non ci siano collaborazioni in grado di portarci a questa verità storica di cui tutti abbiamo bisogno.
Presidente, abbiamo davanti non tantissimi mesi. Anche nell'ipotesi in cui la legislatura si concluda al termine naturale, non sono tantissimi i mesi che abbiamo davanti. L'impegno che dobbiamo prendere, con i consiglieri comunali e con la città di Livorno, credo sia quello di mettere in campo il massimo impegno per la dignità della Commissione, ma anche per le persone che hanno perso la vita. Abbiamo il dovere di chiudere il cammino della Commissione, chiudendo anche il percorso che hanno iniziato le due Commissioni precedenti, con un lavoro comune, per far emergere finalmente una verità storica Pag. 37che la città di Livorno aspetta ormai da troppi anni e che credo sia arrivato il momento di consegnarle loro e, soprattutto, ai familiari delle vittime. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Bonafè.
La parola alla collega Elisa Montemagni. Prego.
ELISA MONTEMAGNI. Grazie Presidente, grazie a tutti voi per essere venuti qui oggi e per aver richiesto questo momento di confronto, anche solo per farci vedere uniti nella ricerca della verità.
Non c'è territorio, non c'è colore politico quando si trattano questi temi. Purtroppo, in Toscana abbiamo unicum incredibili. Quando è successo questo fatto io ero piccolissima, era il 1991, io sono del 1986, quindi avevo appena cinque anni; però ricordo benissimo la strage di Viareggio, una strage di casa mia. È vero che si tramanda il dolore, che si eredita il dolore, è la verità, perché sono ferite che rimangono dentro la città, che ci portiamo avanti e che non finiranno mai di provocare dolore, soprattutto nei giorni che ce le ricordano.
Abbiamo poi avuto anche la Concordia come altra tragedia in Toscana. Io, che sono stata 7 anni in consiglio regionale, ho avuto l'onore di condividere delle iniziative con la maggioranza toscana, che chiaramente non è del mio colore politico, ma che non ci ha mai visto divisi, come, ad esempio, l'«Armadio della Memoria» o quei consigli regionali che abbiamo tenuto anche alla presenza dei familiari delle vittime. Io ho ancora a casa, e la custodisco, la maglietta «Io sono 141», che ci portò proprio Loris in consiglio regionale e che indossammo insieme al consigliere Gazzetti del PD.
È altrettanto vero, però, che abbiamo ancora una strada da fare molto complessa, molto complessa perché gli anni passati sono tanti e perché spesso ci si accampa dietro a motivazioni Pag. 38per non recepire quello che ci serve della digitalizzazione, di quello che è andato perduto, di quante cose che sembrano essere inaccessibili, mentre dobbiamo magari fare qualche forzatura in più per riuscire ad avere il materiale che ci serve per riconoscere una verità storica, come giustamente diceva qualcuno prima, una verità che serve. Il dolore non passa, ma la verità è un dovere.
Dobbiamo cercare di dare risposte a tutto quello che diceva il Presidente in apertura: il terzo natante, abbiamo accertato che la nebbia non c'era; la virata, se c'è stata o non c'è stata; il ritardo dei soccorsi, perché probabilmente parliamo di 140 persone che non ci sono più, ma che sarebbero state meno se i soccorsi fossero intervenuti in tempi diversi. Magari piangeremmo dei morti, ma non 140.
Ora i tempi sono maturi per avere delle risposte a tutto tondo e dobbiamo cercare di non farci scoraggiare da quanto sentiamo a volte in Commissione. Abbiamo parlato delle audizioni dei due procuratori, che hanno lasciato tutti basiti, sia il territorio che noi che li abbiamo ascoltati. Crediamo che la volontà ci sia. La collega Tenerini prima ha ricordato, e lo voglio ricordare anch'io, il senatore Manfredi Potenti, che nella scorsa legislatura aveva seguito la Commissione e che vi ha rinunciato proprio per cercare di agevolare il lavoro che noi alla Camera potevamo, possiamo e dobbiamo fare.
L'intenzione è quella di andare tutti nella stessa direzione, anche con la presenza sul territorio il 10 aprile. Io sono stata a un paio di commemorazioni, all'epoca, quando ero in consiglio regionale, e devo dire che è ancora straziante e commovente, come lo è la camminata che faccio tutti gli anni il 29 giugno a Viareggio.
Penso che farci vedere compatti, senza distinzione di colore politico, adesso sia quello di cui c'è bisogno, anche per dimostrarePag. 39 che siamo un nucleo compatto nella ricerca della verità. Se noi anche solo pensassimo di farne erroneamente una battaglia politica (che non è mai stata fatta negli anni, a dire la verità), diventerebbe, ovviamente, una debolezza, che noi non ci possiamo permettere e non sapremmo neanche come affrontare.
Dobbiamo perseguire la ricerca della documentazione che ci serve, perseguire le audizioni e fare sopralluoghi nei posti che spesso possono darci risposte, che non ci arrivano qui a Roma. Si parlava prima di un sopralluogo fatto dalla collega Tenerini, che grandi risultati non ne ha dati; però insistendo, persistendo, se siamo un pochino cocciuti, un pochino testardi, credo potremo trovare una via in grado di portare a qualcosa non dico di buono, perché di buono in questa vicenda c'è veramente poco, per non dire niente, ma di utile alla comunità.
Vi ringrazio di essere qui. Conto e spero nel supporto di tutti quanti. È vero che siamo tanti oggi, siamo veramente tanti, però dalla molteplicità di cervelli, come spesso dico, nascono anche idee che, messe a sistema, possono essere utili al lavoro che dobbiamo fare.
Grazie davvero per essere arrivati qui oggi. Speriamo di collaborare anche nelle prossime settimane per cercare di andare avanti con la Commissione, e ricercare quello di cui abbiamo bisogno per dare risposte al territorio, alla città di Livorno, alla Toscana e – come giustamente diceva il collega Fede prima – a tutta l'Italia.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Montemagni.
La parola all'onorevole Maria Grazia Frijia. Prego.
MARIA GRAZIA FRIJIA. Signor Presidente, sottoscrivo le parole dei colleghi, ma soprattutto ringrazio il consiglio comunale di Livorno per essere qui con noi questa mattina.Pag. 40
Vi comprendo nel mio duplice ruolo: oltre a essere parlamentare, onorevole, sono anche vicesindaco della mia città, che è una città di mare, La Spezia, quindi capisco bene il sentimento che vi guida e capisco bene cosa voglia dire essere rappresentanti di un dolore di una città. In questo senso, voi oggi ci avete dato, e alle volte serve, quello sprone in più. Non ce n'era bisogno, però sapere di non essere soli in questa battaglia (sapevamo di avere i familiari), sapere di avere concretamente, con le vostre parole, la città al nostro fianco sicuramente ci aiuta a lavorare di più e meglio e a fare quello che ci siamo prefissi fin dall'inizio, cioè cercare la verità.
La cosa che mi ha più colpito dall'inizio di questo percorso in questa Commissione – io non ero nelle precedenti Commissioni, sono stata eletta in questa legislatura – è stata la totale mancanza di trasparenza, che in passato è stata portata avanti, ma soprattutto la non volontà di salvare le persone del traghetto Moby Prince. Questa è una cosa che mi suscita un sentimento di rabbia, oltre che di profondo dolore. Non c'è solo il mistero di come è andata la vicenda (quello è un mistero, lo dobbiamo capire, siamo qui apposta), anche la non volontà di salvare delle persone di fronte a ogni ragionevole dubbio (non so come dire) mi lascia veramente esterrefatta. Su questo, il grande lavoro che la Commissione sta mettendo in campo proprio per sfatare ogni possibile dubbio rispetto ai fatti, che sono ormai evidenti, è sotto gli occhi di tutti.
Abbiamo ancora molto da fare. Quando il presidente della precedente Commissione ha relazionato a noi all'inizio di questo percorso, ci ha passato il testimone dicendo di guardare all'ultimo miglio, ma è un ultimo miglio veramente molto complicato, un ultimo miglio veramente molto difficile, rispetto al quale siamo impegnati e vogliamo lavorare affinché si possa raggiungere quel risultato. La consapevolezza che è molto Pag. 41complesso la dobbiamo avere tutti quanti, ma sapere di avere voi comunque al nostro fianco è importante.
Vorrei solo chiudere con due parole, come ha detto prima non ricordo chi: la passione che ci sta spingendo, la passione nel senso di fervore che noi abbiamo nel voler portare avanti questi lavori, è forte, ve lo garantiamo, il nostro impegno c'è ed è evidente.
Non vi nego – e con questo chiudo – che nell'ultima audizione l'ascolto del procuratore di Livorno mi ha lasciato tanto sgomento. In quell'audizione ho traballato, in qualche modo, nel risentire parlare di nebbia, di posizione del Moby Prince. La cosa che mi ha colpito è stata: «Anche se fosse stata messa in campo una macchina di soccorsi efficiente, non avremmo potuto salvare nessuno». A quel punto, io sono rimasta sconcertata e un po' di sgomento devo dire che l'ho provato; però, grazie anche alla vostra presenza oggi, sicuramente ripartiremo, ricominceremo (anche se non ci siamo mai fermati), riprenderemo la nostra attività in maniera ancora più forte e determinata, grazie al lavoro del nostro Presidente.
Mi lasci dire solo una cosa, Presidente, ci tengo, perché è stata una proposta che il Presidente della Commissione ha accolto. Non capivo perché ancora oggi le vittime del Moby Prince, le vittime di questa vicenda non avessero ancora un riconoscimento. Vorrei ringraziare il Presidente per aver accolto la nostra proposta di lavorare su questo riconoscimento alla memoria, perché, secondo me, è una cosa che dobbiamo assolutamente fare. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Frijia.
La parola all'onorevole Francesca Ghirra. Prego.
FRANCESCA GHIRRA. Grazie, Presidente. Anch'io intervengo per salutare e ringraziare della loro presenza il sindaco, Pag. 42il presidente del consiglio e tutti i rappresentanti dei gruppi del consiglio comunale di Livorno, per averci chiesto questa occasione di incontro e confronto e ovviamente lei, Presidente, per aver così celermente organizzato questo momento.
In quest'anno abbiamo ripercorso tutte le tappe della tragedia, della strage del Moby Prince, per me che non l'ho vissuta direttamente, ma attraverso i racconti dei familiari delle vittime, in particolare Angelo Chessa che purtroppo non c'è più e Luchino. È davvero toccante ogni volta ripercorrere quello che è accaduto quella notte a Livorno, conoscere i dettagli e approfondire un dolore che non solo la città di Livorno si porta dietro, ma credo tutta l'Italia. Com'è stato ricordato, questa è la più grande strage anche sul lavoro: sono morte 140 persone, di cui 65 facevano parte dell'equipaggio.
Credo che sia stato importantissimo il lavoro delle due Commissioni parlamentari d'inchiesta, nel mettere alcuni punti fermi su cui noi continuiamo a lavorare. Ringrazio anche il Presidente, perché dopo l'audizione del procuratore di Livorno ci sono state delle preoccupazioni rispetto anche all'assetto della Commissione.
Unitariamente credo che tutti condividiamo il fatto che alcuni elementi siano ormai indiscutibili: la nebbia non c'era, l'equipaggio si è comportato in maniera addirittura eroica, come è stato descritto dalla seconda Commissione, il comandante ha agito secondo non solo le sue conoscenze, ma in base a quello che avrebbe dovuto fare. Bisogna indagare sugli elementi che mancano per arrivare alla verità, che sembra l'ultimo miglio, però probabilmente è il più complicato da raggiungere, proprio perché è estremamente difficile riuscire a comprendere qual era la situazione e l'assetto all'interno del porto di Livorno quella notte, anche per la scarsa collaborazione di alcuni enti. Se ci sono stati insabbiamenti negli anni, oggi non è che ci sia Pag. 43una grandissima disponibilità, ma questo non ci deve far desistere dal continuare e dal comprendere la situazione e la presenza del terzo natante.
Alcuni elementi su cui abbiamo indagato, tra cui l'accordo assicurativo, possono aiutare a definire una strada verso la verità. Altro elemento di grande importanza credo anch'io sia stato quello del riconoscimento di una medaglia alla memoria delle vittime, che testimonia una vicinanza dello Stato e delle istituzioni verso chi è rimasto e che per una vita si sta trascinando appresso questo fardello a cui noi dobbiamo dare una risposta.
Confido che questa Commissione possa essere l'ultima, non perché poi non ci sarà più la volontà di istituirne una quarta, ma perché sarà quella che riesce a chiudere il cerchio. Come si diceva, non abbiamo l'ambizione di restituire giustizia probabilmente dopo 34 anni, ma almeno un quadro di verità che restituisca serenità a chi è rimasto e a un'intera comunità. Penso che sia il nostro dovere e quello che noi vogliamo portare avanti.
Chiaramente la collaborazione è piena. Confido che possano esserci altri momenti di confronto e anche dei suggerimenti da parte vostra su come procedere. Mi sembra che l'intento comune sia questo e confidiamo davvero di riuscire ad arrivarci quanto prima. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ghirra.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Antonio D'Alessio. Prego.
ANTONIO D'ALESSIO. Grazie, Presidente. Intervengo solo per un telegrafico ringraziamento anche da parte mia al sindaco e a tutti i rappresentanti del comune di Livorno, che oggi ci hanno trasmesso o meglio confermato quello che avevamo già percepito, cioè quanto profonda sia nella comunità livornese e nella storia della città di Livorno questa ferita enorme.Pag. 44
Non ci è difficile comprenderlo. Io ero già grandino quando è successo, la ricordo come cronaca: non è difficile immaginare – vengo anche io da una città di mare, Salerno – questa scena impressionante. Vi possiamo assicurare, ma lo avete percepito anche voi stamattina, che c'è un afflato di tutta la Commissione proiettata verso la ricerca della verità, guidata peraltro – mi fa piacere ricordarlo – da un Presidente e da tutto l'ufficio che stanno conducendo i lavori con grande serietà e senso di responsabilità. Siamo anche noi assetati di verità. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole D'Alessio.
La parola all'onorevole Enzo Amich. Prego.
ENZO AMICH. Sarò anch'io telegrafico. Intervengo semplicemente per spiegare il mio sobbalzo alle parole del sindaco, parole propositive. I quesiti, i dubbi, dopo 34 anni di prese in giro, di depistaggi, di partite, di nebbie, anche della politica in genere, sono comprensibili. Ed è per questo che noi oggi cerchiamo di testimoniare quanto noi siamo consapevoli di questo, quanto siamo vicini a voi al di là dell'aspetto partitico. Qui non c'entra nulla l'aspetto partitico: qui, se avete notato, come parlavate voi, parlavamo noi, se non avessimo fatto le premesse per presentarci non avremmo saputo neanche di che partito eravamo rappresentanti. Siamo una squadra comune, che ha questo grande senso di responsabilità di mettere fine a una presa in giro durata 34 anni a un'intera comunità.
La scelta di una Commissione d'inchiesta non è imposta, è una scelta da parte dei deputati. Ricordo, ero un ragazzino, avevo 15 anni e mi colpì la storia di Sara e Ilenia, due bimbe di 1 e 5 anni, che morirono tra le braccia dei loro genitori; io ho una bimba. Quello mi colpì. Quando ci fu la possibilità, chiesi di poter far parte di questa Commissione proprio per cercare di dare il mio contributo. Quindi, tutti noi siamo Pag. 45totalmente consapevoli della responsabilità che abbiamo e sentiamo il dovere morale di cercare di aiutare ad arrivare alla parola «fine». Abbiamo sentito parlare di ultimo miglio: un ultimo miglio complicato, ma tutti noi abbiamo voglia di arrivare al termine.
Devo ringraziare davvero il Presidente e anche i funzionari che collaborano in questa missione, perché con tempi battenti, sempre sul pezzo, riusciamo a dare delle certezze in un argomento non del tutto semplice. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Amich.
Ci sono altri interventi? Prego, onorevole Quartini.
ANDREA QUARTINI. Molto telegraficamente, vorrei ringraziare questi livornesi. Li vorrei ringraziare davvero, più che altro per essersi anche indignati, perché credo che questo sia l'elemento che oggi fa la differenza rispetto a questo contesto. Avere ancora la capacità di indignarsi è qualcosa che può essere anche rivoluzionario.
Io di questo vi vorrei ringraziare. Poi, chiaramente, ci sono dei punti assolutamente fermi, importanti su cui dobbiamo riflettere; punti fermi su cui non si torna indietro, diceva il Presidente: dal fatto che non c'era la nebbia, al fatto che c'era una nave ancorata in un posto proibito, al fatto che non c'è stata imperizia. Io le medaglie le darei anche ai familiari, Presidente, non solo alle vittime, perché i familiari hanno fatto davvero la differenza, sia per la prima che per la seconda Commissione d'inchiesta e per questa attuale.
Sicuramente ci sono temi, come gli accordi assicurativi, che hanno gettato ombre rispetto alla velocità con cui hanno agito le assicurazioni. Ci sono tanti temi. La cosa che, però, inquieta di più negli ultimi incontri che abbiamo tenuto, oltre ai procuratori che ci hanno lasciato un po' di amaro in bocca nel Pag. 46recupero di storie vecchie, credo siano i ritardi sui soccorsi. Quello è veramente inquietante.
Io credo che su questo si debba fare ancora luce. Credo che ci sia stata una sorta di depistaggio medico-legale, e lo dico da medico, perché il fatto che sia stato certificato che entro 30 minuti sono morti tutti è una cosa seria, è una cosa importante. Al di là di questo, c'è tutto un aspetto di organizzazione dei soccorsi che ancora ci lascia davvero molto perplessi. Pensare che 7 ore dopo c'era qualcuno ancora in vita e si è «mollato» è veramente una cosa che non è accettabile.
Vi ringrazio di nuovo. Contiamo davvero anche sulle vostre sollecitazioni.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Quartini.
Non vi sono altri commissari che intendono intervenire.
Se lo ritengono, darei la parola, per eventuali osservazioni o in replica, al signor sindaco, al signor presidente del consiglio comunale di Livorno e ai rappresentanti dei gruppi consiliari. Prego, signor sindaco.
LUCA SALVETTI, sindaco di Livorno. In maniera telegrafica riparto da ciò che ha detto il consigliere Panciatici: lo spirito con cui noi siamo venuti a Roma oggi, con anche dei dubbi. Andiamo via, però, con tante certezze in più, e questa è una cosa bella, senza ombra di dubbio. Negli ultimi due mesi questo percorso puntava ad arrivare al 10 aprile con un'attenzione generale anche più alta proprio perché è la fase decisiva dell'ultimo miglio, come più volte avete ricordato.
Per me (poi per il consiglio parlerà il presidente o chi vorrà) e per la città di Livorno capire e cogliere questo tipo di approccio è sicuramente di grande conforto. Vi ringraziamo. Grazie al Presidente e grazie a tutti i membri della Commissione.
PRESIDENTE. Grazie a lei, signor sindaco.
La parola al presidente del consiglio comunale di Livorno. Prego.
PIETRO CARUSO, presidente del consiglio comunale di Livorno. Diceva bene il signor sindaco, noi siamo arrivati qui con una valigia piena di tante incertezze; riportiamo a Livorno, e lo diremo a tutti, una valigia con alcune certezze, anzi diverse certezze: che comunque lo Stato, la democrazia di questo Paese esistono ancora.
Per quello che riguarda il miglio, ne voglio fare una questione sportiva: è facilissimo per un tiratore con l'arco, faccio un esempio, arrivare a un punteggio importante, ma è difficilissimo riuscire arrivare ad un punteggio che possa fargli vincere le Olimpiadi o i Mondiali. Voi dovrete essere in grado in quest'ultimo miglio, con quei pochi punti, di riuscire a diventare – permettetemi la battuta – campioni per essere riusciti a dare una verità a questo Paese, verità che manca da 34 anni.
PRESIDENTE. Grazie, signor presidente.
Ha chiesto di parlare Piero Tomei. Prego.
PIERO TOMEI, presidente del gruppo Partito Democratico presso il consiglio comunale di Livorno. Grazie, Presidente. Per concludere, come è già stato detto anche dal sindaco e dal presidente, noi abbiamo costruito un atto che aveva l'obiettivo di venire qui, e l'abbiamo capito dagli interventi di tutti: abbiamo capito che siamo in perfetta sintonia e che oltre all'aspetto istituzionale c'è anche tanta passione per arrivare in fondo ai lavori. Siamo contenti che sia arrivato un messaggio, ovvero che la città vi è vicina.
Noi volevamo venire qui, lo abbiamo detto. Siamo consapevoli che il lavoro che vi aspetta è duro, è difficile; abbiamo Pag. 48cercato di darvi una spinta. Chi voga sa benissimo che c'è bisogno di una spinta da parte del timoniere: noi siamo arrivati qui per darvi questa spinta e per dirvi che la città di Livorno è insieme a voi in questo difficile compito.
Vi ringrazio. L'atto aveva questo obiettivo. Ci siamo riusciti e usciamo francamente con una valigia abbastanza piena, per usare la metafora del presidente. Grazie di nuovo.
PRESIDENTE. Grazie a lei.
Ha chiesto di parlare Alessandro Guarducci. Prego.
ALESSANDRO GUARDUCCI, presidente del gruppo Lista Guarducci presso il consiglio comunale di Livorno. Presidente, voglio ringraziare lei e tutti i commissari che hanno preso la parola e tutti i componenti della Commissione per aver ribadito l'impegno della Commissione parlamentare d'inchiesta nella ricerca della verità. Purtroppo per la giustizia forse è tardi, ma la verità può essere anche giustizia per le famiglie, per le associazioni, per le città colpite, in primis Livorno. Vi ringrazio davvero di cuore perché abbiamo raccolto questa compattezza da parte di tutte le forze parlamentari, così come tutti i gruppi consiliari hanno dimostrato a Livorno.
Ma soprattutto perché credo che abbiate davvero compreso – nei vari interventi ho raccolto questo elemento – il nostro stato d'animo. Siamo indignati perché siamo stati presi in giro per decenni. Sono stati buttati via 10-15 anni durante i quali ci hanno raccontato tutto e il contrario di tutto, a cominciare da quella maledetta decisione sulla mezz'ora di vita a bordo che ha compromesso i soccorsi e che ha portato a non cercare il traghetto Moby Prince in fiamme.
Voglio ribadire – è stato detto da vari commissari – che il traghetto con le 140 vite a bordo fu deliberatamente abbandonato. Ci sono le prove medico-legali, ci sono le immagini. Il Pag. 49sindaco lavorava per una TV: ci sono le immagini che dimostrano senza ombra di dubbio che c'era vita a bordo.
Noi siamo qui per dare un sostegno, una spinta propulsiva al vostro difficilissimo lavoro, perché anche qui dobbiamo essere chiari: come in un'altra tragedia italiana, vi trovate di fronte tante volte ad un muro di gomma che non vi permette di raggiungere quelle definitive conclusioni che auspicate e che auspichiamo.
Siamo qui oggi a darvi una spinta, a supportarvi. Sono soddisfatto, se così si può dire, che abbiate compreso il nostro stato d'animo. Noi non possiamo restituire indietro le vite di 140 persone, non possiamo nemmeno restituire 34 anni di vita perduta dai familiari. Si rammentava Loris Rispoli, si rammentava Angelo Chessa che è morto nel frattempo. Loris Rispoli sta combattendo una battaglia da lunghi anni, ma a questo motivo ha dedicato tutta la sua vita. Hanno in qualche modo «sprecato» la loro vita: ecco, queste vite non debbono essere sprecate.
Non risarciremo del dolore le 140 famiglie, le associazioni, non risarciremo dello sfregio subito da tante città, in primis quella di Livorno, ma almeno vi chiediamo di mettere la parola «fine» a un'offesa per tutti i livornesi. Dire, come fu detto all'epoca, che erano andati bene i soccorsi perché almeno la stagione estiva per la costa livornese era salva, è un'offesa che io ricordo ancora e che tutti i livornesi non possono cancellare dalle loro menti. Grazie di cuore.
PRESIDENTE. Grazie a lei.
Se non ci sono altri interventi, dichiaro conclusa questa che, più che audizione, mi piacerebbe chiamare occasione di incontro con la rappresentanza della città di Livorno. A me fa molto piacere e confermo l'impegno di mantenere, attraverso il sindaco, il presidente del consiglio comunale e i rappresentanti dei Pag. 50gruppi, questo rapporto; anche fosse soltanto per darvi conto e informarvi sul lavoro che stiamo portando avanti, perché mi rendo conto che le richieste e le sollecitazioni che sicuramente vengono da parte dei cittadini arrivano direttamente a voi. Lo dico senza formalismi, ma proprio con uno spirito sincero di collaborazione, sapendo in questo di interpretare lo spirito e anche la sollecitazione di molti componenti della Commissione.
Vi rivolgo un grazie sentito. Vedremo per il 10 aprile di venire in delegazione. Mi diceva ora il sindaco che i preparativi sono partiti tra ieri e oggi. Avremo anche eventualmente l'opportunità di mandare una delegazione, con quello stesso spirito: venire a Livorno e dare anche qualche parola, se mi consentite, anche di speranza. Questo penso che tocchi le corde del cuore di tutti, ma anche le corde della ragione.
Con questo spirito, vi ringrazio e speriamo di avervi ancora ospiti con noi o comunque essere noi come Commissione presenti a Livorno.
Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 12.50.