Sulla pubblicità dei lavori:
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 2
Audizione di Giuseppe Buonaguro, rappresentante di ItaliaInMoto Srl:
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 2
Buonaguro Giuseppe , rappresentante di ItaliaInMoto Srl ... 2
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 12
Buonaguro Giuseppe , rappresentante di ItaliaInMoto Srl ... 13
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 13
Buonaguro Giuseppe , rappresentante di ItaliaInMoto Srl ... 13
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 14
Buonaguro Giuseppe , rappresentante di ItaliaInMoto Srl ... 14
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 14
Buonaguro Giuseppe , rappresentante di ItaliaInMoto Srl ... 15
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 15
Ruffino Daniela (AZ-PER-RE) ... 15
Schiano Di Visconti Michele (FDI) ... 16
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 16
Buonaguro Giuseppe , rappresentante di ItaliaInMoto Srl ... 16
Schiano Di Visconti Michele (FDI) ... 17
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 17
Buonaguro Giuseppe , rappresentante di ItaliaInMoto Srl ... 17
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 18
Buonaguro Giuseppe , rappresentante di ItaliaInMoto Srl ... 19
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 19
Buonaguro Giuseppe , rappresentante di ItaliaInMoto Srl ... 19
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 19
Buonaguro Giuseppe , rappresentante di ItaliaInMoto Srl ... 19
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 19
Sulla pubblicità dei lavori:
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 19
Comunicazioni del Presidente:
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 20
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO BATTILOCCHIO
La seduta comincia alle 14.30.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Comunico che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche tramite l'impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione in diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Audizione di Giuseppe Buonaguro, rappresentante
di ItaliaInMoto Srl.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di Giuseppe Buonaguro, rappresentante di ItaliaInMoto Srl.
Oggi vogliamo approfondire questa esperienza che nasce nella periferia di Napoli, attraverso un meccanismo di interazione e di collaborazione anche con altre realtà istituzionali che poi ci verranno raccontate nel corso della audizione.
Per noi è importante sottolineare che queste sono iniziative che noi vogliamo raccogliere, sostenere e valorizzare.
Con questa premessa, passo la parola al nostro audito, dottor Giuseppe Buonaguro.
GIUSEPPE BUONAGURO, rappresentante di ItaliaInMoto Srl. Presidente, grazie innanzitutto per l'invito.
Ringrazio voi per essere qui ad ascoltare ciò che mi appresto a dire. Io sono Giuseppe Buonaguro e rappresento l'azienda ItaliaInMoto. Sono partenopeo, trapiantato a Bergamo nel 1998-1999. L'idea nasce così: volevamo fare qualcosa di diverso e ci siamo lanciati, io e Paolo, mio fratello, in quest'avventura, che era la mobilità elettrica.Pag. 3
Dico sempre che, all'epoca, abbiamo prodotto lampadine a led quando era ancora il Medioevo e si andava avanti con le candele. Oggi, la mobilità elettrica stenta a decollare, quindi potete ben immaginare, nel 2004-2006, cosa poteva essere. Poi, proposta da napoletani a Bergamo, che ha una forte vocazione industriale, siamo stati visti in un modo particolare. Abbiamo fatto un percorso abbastanza articolato nel mondo dell'impresa. Non è la prima occasione. Noi siamo stati identificati come costruttori dall'allora Ministero dei trasporti, era il 2007.
Nel 2008 abbiamo prodotto il primo veicolo elettrico, che era uno scooter e l'abbiamo presentato al Salone internazionale della moto a Milano. Eravamo gli unici in Europa che proponevano qualcosa di innovativo. La prima esperienza con il mondo «carcerario» è stata nel 2009. Abbiamo proposto all'allora Ministro Angelino Alfano di fare qualcosa con i detenuti del carcere di Bollate. L'idea era quella di proporre formazione all'interno del carcere di Bollate e poi avviare una produzione. Nel 2012, invece, decidiamo di fare qualcosa per la nostra periferia. Io sono nato e cresciuto all'ombra dello stadio San Paolo di Napoli. Poi, papà comprò casa a Secondigliano, che era un quartiere a forte vocazione agricola. Poi la vocazione è cambiata nel corso del tempo. Io sono nato all'ombra delle Vele di Scampia, ma nel tempo sono stato sempre dall'altra parte del marciapiede e quindi ho fatto un percorso totalmente differente rispetto ai miei coetanei.
Nel 2012 individuiamo questa ex Centrale del latte a Scampia, che è una struttura costruita per concentrare la produzione del latte dell'intera regione Campania. Non è andata mai in funzione, è ancora totalmente abbandonata. Con la Giunta comunale De Magistris abbiamo iniziato un lungo cammino che non si è mai fermato e ancora oggi è in atto. Apro una parentesi: in virtù proprio della riqualificazione di SecondiglianoPag. 4 e Scampia, io ho sottoposto questo fascicolo alla Presidente del Consiglio Meloni e infatti sono stato contattato dal Capo di gabinetto, dottor Gaetano Caputi, per cercare di vedere se era possibile avviare questo processo di riqualificazione, che poi è proprio a ridosso dell'area di Cupa Perillo a Napoli, che il presidente ha visitato il 12 aprile scorso, in occasione di una giornata dedicata alle periferie, e poi è venuto da noi al centro di formazione.
Faccio un passo indietro di due anni. Noi abbiamo proposto questo progetto di formazione al Ministero della giustizia, Dipartimento della giustizia minorile e di comunità.
Tutto quello che noi avevamo imparato a fare nel mondo dell'impresa a Bergamo volevamo trasferirlo a chi non ha avuto e non ha la possibilità di imparare qualcosa di concreto. Ci siamo quindi proposti al Dipartimento della giustizia minorile e di comunità e abbiamo sottoscritto un protocollo d'intesa con il Centro per la giustizia minorile della Campania, con Napoli. Con le nostre risorse economiche e umane abbiamo preso uno spazio grande, che il presidente ha visitato, l'abbiamo adattato, quindi è un centro di formazione e di produzione a Napoli, ed è partito il primo corso di formazione, circa un anno e mezzo fa, con quindici ragazzi.
Non è stata un'esperienza bella, ma bellissima, perché ho iniziato a capire veramente la realtà di Napoli quale era, vista attraverso occhi diversi. Abbiamo così iniziato a formare i primi quindici ragazzi. Una parte è stata assunta, un'altra parte è stata messa a disposizione delle aziende del comparto. Così è andato avanti il secondo, il terzo, il quarto corso. Nel frattempo, però, è successo che il buon dirigente Nicola Palmiero, del Centro per la giustizia minorile (CGM) di Napoli, ha sparso la voce, ai suoi colleghi, che c'era questa possibilità di formazione e di inserimento lavorativo in un mondo nuovo, perché fino ad Pag. 5oggi la formazione è stata demandata alle fondazioni o alle regioni che, però, fanno corsi di formazione che non rispecchiano le esigenze del mercato. Sottolineo che un ragazzo che ha problematiche, quando fa il corso con noi, caro presidente, è insieme ad altri ragazzi come lui. Fare un corso all'esterno, invece, vuol dire farlo sentire un pesce fuor d'acqua, non accettato. Quindi, il ragazzo rifiuta tassativamente di fare formazione nei corsi organizzati dalle regioni. In più, gli assistenti sociali e gli organi preposti non perdono tempo a «scartabellare», a vedere cosa c'è in giro.
Abbiamo iniziato, quindi, ad avere richieste da parte di tutti i Dipartimenti regionali: Veneto, Lombardia, Lazio. Tutti. Tutti vogliono portare questa formazione all'interno delle proprie regioni. In più, abbiamo fatto degli open day in Veneto, nel Lazio, a Catanzaro, in Calabria. Abbiamo avuto un successo enorme, con una partecipazione da parte dei ragazzi in area penale esterna o di quelli che sono ospiti degli istituti penali: tutti vorrebbero imparare e iniziare a lavorare. Oltre a questo, abbiamo completato la filiera perché abbiamo chiuso una serie di accordi.
Venti giorni fa sono stato al Ministero dell'istruzione e del merito per coinvolgere gli istituti scolastici superiori, le università. Abbiamo dei protocolli d'intesa con l'Università Federico II di Napoli, con l'Università di Palermo, con diversi istituti scolastici. I ragazzi del quinto anno degli istituti tecnici supportano la nostra formazione perché trasmettono a questi ragazzi tutta la parte delle nozioni tecniche, le nozioni di elettrotecnica. In più, giovedì prossimo sarò a colloquio con il dottor Andrea Prete, che è il presidente di Unioncamere, perché vogliamo sollecitare le Camere di commercio, che lamentano che oltre l'80 per cento delle aziende del comparto ha necessità di assumere nuovi tecnici. Noi abbiamo una risorsa di tecnici Pag. 6che hanno necessità di lavorare. Venerdì l'altro, invece, sarò a colloquio con il vicepresidente di Confindustria. Stiamo cercando di mettere sul tavolo tutti gli attori della filiera.
Noi abbiamo creato una macchina enorme, ma abbiamo un grosso problema: tutti vogliono questa formazione, tutti vogliono che noi facciamo questo lavoro. Tra parentesi, abbiamo un nostro ufficio interno che si è preoccupato di contattare le aziende del comparto e quindi i ragazzi finiscono la lezione oggi e, domani, stanno già in azienda a lavorare. La macchina è completa, ma il rischio è che ci fermiamo tra qualche mese, perché mancano le risorse. Abbiamo una marea di promesse fatte. Io mi sono visto con il sottosegretario Bitonci del Ministero delle imprese e del made in Italy, credo un mese fa. Lui mi promise che si sarebbe sentito con il suo omologo, il sottosegretario del Ministero della giustizia Ostellari, perché Ostellari disse «io questa formazione la voglio sostenere». Il made in Italy sostiene altre cose, però «tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare». Noi rischiamo di arenarci.
Dalle nostre parti chi fa impresa si assume il rischio d'impresa. Se oggi creo questo prodotto nuovo rischio che domani non riuscirò a venderlo, perché magari piace a me, ma non piace al cliente. Si chiama rischio d'impresa: io faccio un investimento che va male. Noi abbiamo fatto un investimento due anni fa su Secondigliano, che per noi è andato benissimo. Con la nostra coscienza tutto quello che potevamo fare l'abbiamo fatto, presidente. Adesso, però, abbiamo necessità di avere un concreto sostegno da parte delle istituzioni, perché abbiamo circa 14.500 ragazzi in area penale esterna e circa 600 negli istituti penali minorili. Tutti i ragazzi in area penale esterna che sono messi alla prova devono fare obbligatoriamente un percorso per imparare un mestiere e per lavorare. Gli istituti penali, come le carceri, non sono quei luoghi dove Pag. 7l'essere umano viene chiuso e viene lasciato lì. Ha l'esigenza di imparare qualcosa, soprattutto ragazzi di 18-20 anni.
Tutti i giorni mi confronto con i miei ragazzi. L'altro ieri, prima di assumere Luigi, gli ho detto: «Luigi, facciamo finta che domani sono finiti i tuoi sei anni di reclusione. Cosa fai quando vai a Piscinola?». Piscinola è un quartiere che il presidente ha visitato, nell'hinterland di Secondigliano. Mi ha guardato e mi ha detto: «Non so, vado al bar». «A fare cosa?», gli ho chiesto. «Niente», mi ha risposto. «Se non ti do la possibilità io di lavorare tu cosa fai domani?», ho continuato. Mi ha guardato e mi ha detto: «Che devo fare?».
Se non gli diamo una possibilità noi di fare qualcosa questi ragazzi, domani mattina, stanno un'altra volta a delinquere. Sono quasi 15.000 ragazzi. Sono numeri che io ho acquisito dal Dipartimento, sono numeri reali. Oggi, sentiamo che a Napoli è stato accoltellato un altro ragazzo in spiaggia, un altro ha ammazzato un altro ragazzo per una scarpa sporca. Sono due, tre ragazzi, ma gli altri 14.000? Noi dobbiamo capire cosa fare domani mattina. Noi abbiamo creato una macchina e questa macchina funziona. Siamo la prima azienda profit che fa un protocollo d'intesa con il Ministero della giustizia. Fino ad oggi erano soltanto fondazioni. Però, parlando con i genitori di questi ragazzi e parlando con i ragazzi mi è stato detto che, dopo il corso da pizzaiolo, i ragazzi non hanno mai lavorato, perché quando vanno al colloquio, appena dicono che sono ragazzi che hanno avuto questi problemi, la risposta è sempre «Ti farò sapere». Hanno pregiudizi e non li fanno lavorare. Questo è un grosso problema.
Noi, invece, abbiamo arrancato e siamo riusciti a fare un protocollo d'intesa con il Dipartimento. Oggi, abbiamo un protocollo d'intesa nazionale e siamo la prima azienda profit che ha messo in moto una macchina del genere. Abbiamo messo Pag. 8tutti gli attori della filiera allo stesso tavolo: Confindustria, Unioncamere, il Ministero dell'istruzione e il merito, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Non sappiamo più chi altro mettere al tavolo.
Tutti ci hanno detto che la cosa è bella, piace e ci hanno chiesto di portarla avanti, ma c'è il problema della parte economica.
L'unico ente che ha messo qualcosa sul tavolo è il Dipartimento di giustizia minorile di Napoli che, per il 2026, ha messo sul tavolo 25.000 euro. Io devo quindi anticipare i soldi di tutto l'anno (per fare quattro corsi, con circa 120 ragazzi), pagare la struttura, tutto il personale, per ottenere 25.000 euro nel 2026.
Mettiamo il caso che l'azienda ItaliaInMoto volesse fare questo in tutta Italia, sono venti regioni, ma io non ho scritto «banca» sulla testa. Inoltre, io non sto fatturando. Se qualcuno mi dà mille euro, io questi mille euro li vado ad investire per portare avanti questa formazione, non sto incassando. Io sto dando un servizio. In più, abbiamo creato un'azienda che si chiama Freedom Energy, che è un'azienda per questi ragazzi. È un CPO, che a voi non dirà nulla, è un Charge Power Operator, è un operatore per la mobilità elettrica.
A Roma, ad esempio, ci sono le stazioni di ricarica. Quelle stazioni, quella specie di frigoriferi che voi vedete in strada vanno gestiti da remoto. C'è un'intelligenza enorme che noi abbiamo tramandato a questi ragazzi. Siamo gli unici che facciamo questo lavoro in Italia. Tutte le stazioni di ricarica vanno gestite da remoto. Noi abbiamo creato Freedom Energy, che è un CPO gestito da questi ragazzi.
Speriamo che le coscienze delle persone si smuovano: chi ha un albergo, un ristorante, una palestra o un sindaco che ha necessità di installare una stazione di ricarica sul territorio, speriamo acquisti una stazione di ricarica prodotta da questi Pag. 9ragazzi e gestita da questi ragazzi, che con il loro lavoro si pagano lo stipendio da soli. Noi non vogliamo i soldi di nessuno. Questi ragazzi sono capaci di creare qualcosa, di generare economia e indotto e sono capaci di prendersi lo stipendio. Però, dobbiamo iniziare a farla muovere questa macchina, ma non soltanto con le risorse di un'azienda. Oggi, quel secchio dove abbiamo messo i soldi dentro si è esaurito. La macchina l'abbiamo messa in moto, funziona e funziona alla grande.
Nicola Palmiero ieri mi ha detto: «Giuseppe, quando facciamo il quinto corso? Quando organizzi l'open day di Napoli?». Gli ho detto che ci sentiamo la settimana prossima, perché mi sta chiamando il Veneto, la Lombarda, la Sicilia. Tutti vogliono fare questi corsi. Possiamo fare corsi in tutte le regioni. Se facciamo quattro corsi all'anno, per ogni regione sono circa 2.500 ragazzi che noi andremo a formare e ad assumere, non direttamente noi.
In Lombardia tutte le Camere di commercio hanno siglato il patto territoriale per la mobilità elettrica. Manca l'85 per cento di tecnici specializzati che noi abbiamo, che noi possiamo formare. Io ho contattato le aziende del comparto e sapete che cosa mi hanno detto i miei colleghi imprenditori? Noi non ci mettiamo a perdere tempo a formare i ragazzi, noi li vogliamo già formati, che arrivano e lavorano. I ragazzi del quarto anno degli istituti tecnici industriali già vengono avvicinati da grossi player internazionali, che si chiamano Edison, Eni Plenitude, Enel, e gli fanno già i contratti di lavoro. I ragazzi di diciotto anni degli istituti tecnici hanno già in tasca un contratto di lavoro stipulato con Enel, Eni Plenitude. Le università italiane su questo settore non danno informazioni. Faccio un esempio molto semplice. Chi va in un istituto alberghiero un giorno diventerà chef. Due cose, però, non gli insegnano a fare: il pane e la pizza. Ma sono due elementi della cucina italiana. La scuola Pag. 10alberghiera italiana non dà informazioni né sulla pizza né sul pane. Le università italiane di elettronica e di informatica non danno informazioni sulla mobilità elettrica e sulle energie rinnovabili. L'unica facolta universitaria che lo fa si trova presso l'Università di Palermo, che ha costituito un corso di laurea quattro anni fa, e tutti gli studenti vengono assunti immediatamente. Il problema dove sta? Che molti siciliani dicono: io faccio un corso di ingegneria sulla mobilità elettrica e poi che faccio, devo andare via dalla Sicilia? La Sicilia non ha una vocazione industriale in questo settore. Quindi, il siciliano che si iscrive al corso di facoltà universitaria sulla mobilità elettrica è già consapevole che domani mattina dovrà andare via.
Adesso abbiamo tutta la filiera completa. Abbiamo la formazione, abbiamo Confindustria, Unioncamere, il Ministero dell'istruzione e del merito. Abbiamo tutto. Abbiamo i Dipartimenti che aspettano che, domani mattina, facciamo gli open day e apriamo i corsi in ogni regione. Abbiamo tutto. Io chiedo a voi che cosa vogliamo fare con questi ragazzi. Ogni tanto ascolto le interrogazioni parlamentari e spesso vedo che, dall'altra parte degli scranni, qualcuno fa sempre la stessa domanda al Ministro della giustizia: cosa fate per questi ragazzi? In più occasioni il Ministro ha risposto: stiamo facendo, ci stiamo organizzando. Noi ci siamo fatti sempre una domanda: ma il Ministro questa cosa che facciamo la sa o non la sa? Magari si sa soltanto fino al terzo piano del Ministero, magari ai piani alti non si sa. Noi stiamo facendo qualcosa che nessun altro ha mai fatto. Noi non facciamo corsi per pizzaioli o per ceramisti di mattonelle, noi non costruiamo divani, noi costruiamo innovazione, noi lavoriamo con l'intelligenza artificiale, noi lavoriamo con l'Industria 5.0. Noi facciamo questo di mestiere. Noi siamo avanti. Nel 2004 eravamo l'unica azienda, non italiana, ma europea, a fare mobilità elettrica. Oggi, siamo Pag. 11rimasti l'unica azienda accreditata al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che produce veicoli elettrici. Tutto il resto è aria fritta. Certo, la Piaggio fa veicoli elettrici, ma la Piaggio è Piaggio. Noi siamo una piccolissima azienda, formata da due fratelli che ci hanno creduto. Siamo partiti da Secondigliano, presidente.
L'altro problema che abbiamo è che su cento ragazzi che frequentano i corsi novantotto vengono dalle periferie. A Napoli non ho avuto nessun ragazzo che mi ha detto: io abito a Capri o a Posillipo. Sono tutti di Secondigliano, Scampia, Ponticelli, tutti delle stesse zone. Durante i tre mesi di corso facciamo un corso di formazione di ben centoquaranta ore, teoriche e pratiche, e rilasciamo un attestato con centoquaranta crediti formativi professionali, quindi è spendibile sul mercato. In più, all'interno della formazione facciamo anche un corso sulla sicurezza sul lavoro, per cui i ragazzi sono preparati ad affrontare il mondo del lavoro in modo sicuro, cosa che non fanno neanche nelle scuole. Noi ci siamo premuniti di fare tutto. Io con i ragazzi, durante il corso, ci parlo e non ho trovato nessun ragazzo che mi abbia detto che il padre è un impiegato di banca o un professore. Sono tutte famiglie disastrate, tutte. Non ce n'è una alle spalle. Gli amici sono sempre gli amici del bar. Ricordo in realtà che soltanto un ragazzo mi disse che abitava a Capri, tant'è che io non gli credevo. Il padre ha nove alberghi a Capri. Allora gli chiesi: e tu perché stai qua? Lui mi rispose: spacciavo la cocaina a Capri. Lui, anziché sfruttare l'azienda di famiglia con nove alberghi, si è messo a vendere la cocaina a Capri, si è messo a fare un altro tipo di impresa. È l'unico che ho avuto con una famiglia alle spalle. Per il resto, sono famiglie disastrate.
Vi posso dire anche un'altra cosa, perché vivo questa realtà. Quotidianamente le famiglie di questi ragazzi di Secondigliano, Pag. 12presidente, mi vengono a citofonare per chiedermi se ho bisogno di qualcosa, se mi possono portare la bambina a scuola, se mi serve un aiuto per un trasloco. A volte sono in difficoltà, presidente, perché mi trovo ad avere cinquanta ragazzi che mi messaggiano in continuazione, per qualsiasi cosa. Ce n'è stato uno, Giovanni, che non voleva frequentare il corso. Alla fine del primo corso è risultato il migliore. Quando gli dissi «Giovanni, domani ti assumiamo», lui mi rispose «Giuseppe, a me il lavoro non interessa, a me interessa che mi voglio sposare e voglio un figlio, voglio una famiglia. Mi avete dato una speranza, cosa che io prima non avevo. Il lavoro viene dopo. Io adesso ho una speranza, cosa che mi avete dato voi». Questo Giovanni, presidente, adesso ce l'ho addosso tutti i giorni, perché anche se deve andare a fare la spesa mi manda un messaggio per chiedermi che cosa può cucinare per la bambina. Quindi, sono realtà che vanno totalmente al di fuori dal rapporto imprenditoriale. C'è un rapporto umano che prima non esisteva, e questa è una cosa non bella, di più. Io a sessantaquattro anni cose del genere non le ho mai provate, e quindi vorrei continuare, però ho bisogno di un aiuto concreto, presidente.
PRESIDENTE. Ringraziamo il dottor Giuseppe Buonaguro e gli facciamo anche i complimenti per l'impegno che sta mettendo in questa che è una azienda profit, però una profit molto particolare, perché vive in una realtà complessa. Mi sembra molto importante il lavoro che voi avete fatto per l'interazione istituzionale, quindi con il Dipartimento competente del Ministero della giustizia, con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, con i sottosegretari Bitonci e Ostellari. Anche noi, ovviamente, faremo la nostra parte e chiederemo delle informazioni anche per sapere lo stato di queste idee progettuali di cui avete discusso insieme. È importante anche il coinvolgimentoPag. 13 del privato, quindi questo incontro con il vicepresidente di Confindustria della settimana prossima.
GIUSEPPE BUONAGURO, rappresentante di ItaliaInMoto Srl. Il dottor Maurizio Marchesini.
PRESIDENTE. Il dottor Marchesini. Questo ci dà la speranza che qualcosa si stia muovendo. Sicuramente acquisiremo agli atti la relazione che lei ci ha gentilmente portato e faremo in modo di fare la nostra parte in questo percorso, per sostenere una realtà molto bella, che ho avuto l'onore, l'opportunità e il privilegio di visitare nelle scorse settimane, e devo dire che sono rimasto molto colpito, perché è chiaro che si tratta di ragazzi che vengono da esperienze particolari, molto forti. Al 98 per cento, come diceva lei, vengono da realtà difficili della periferia di Napoli, però sono entrati in un meccanismo molto innovativo, perché all'interno della struttura ho visto che ci sono delle idee che state realizzando che sono all'avanguardia. Quindi, è anche una sfida per i ragazzi che stanno cercando di proseguire al meglio il loro percorso di vita, dopo alcune vicissitudini in taluni casi, una sfida molto importante.
GIUSEPPE BUONAGURO, rappresentante di ItaliaInMoto Srl. Una cosa bella è che, quando loro iniziano il corso, i primi giorni parlano sempre delle loro gesta. Mi sembra il bar dello sport: la domenica si vede la partita, lunedì si dice «ho fatto questo, ho fatto quello». Io giro e li ascolto. Dalla terza lezione non parlano più delle loro gesta, ma iniziano a parlare di modifiche tecniche, propongono idee. Loro hanno un elemento in più, che io chiamo problem solving, ossia risolvere il problema, perché sono stati abituati, fin da piccoli, a risolversi i problemi.
Io spesso, durante la formazione, creo dei momenti di criticità tecnica e, puntualmente, li risolvono con soluzioni che Pag. 14neanch'io avevo pensato prima. Quindi, sono molto, molto capaci. C'è un ragazzo che, da due mesi, continua sempre a scrivere. Un giorno gli ho detto: Giovanni, ma stai sempre a scrivere questi appunti? Allora, lui ha accartocciato questi fogli. Io, curioso, ho voluto vedere questi appunti, che lui non voleva mostrarmi. Ho insistito e lui mi ha detto: scrivo poesie, però non mi sfottere. Lui era convinto che scrivere poesie fosse un problema. Me le sono fatte dare e le ho lette. Lui, poi, mi ha detto che era la prima volta che una persona estranea leggeva quello che lui scriveva. Lui non ha fiducia delle persone che gli stanno intorno. Gli ho proposto di scrivere queste poesie, di pubblicarle addirittura, e lui mi ha risposto: se mi aiuti, allora facciamo questa cosa insieme.
Qua non si tratta di formare elettricisti o tecnici, qua si tratta di avere un rapporto totalmente differente. Io non sono un assistente sociale, non sono un educatore, mi sono rapportato in modo diverso. Ci sono ragazzi del quinto anno delle scuole superiori che si rapportano con loro. Noi facciamo formazione alla pari: ci sono ragazzi di diciotto anni che insegnano a questi ragazzi delle nozioni e, a loro volta, questi ragazzi insegnano altre cose ai «ragazzi perbene». C'è uno scambio culturale, c'è una contaminazione (così la chiamo). È proprio una contaminazione. E la cosa funziona.
PRESIDENTE. C'è una cosa che mi è sfuggita nel racconto. Attualmente sono in essere quattro corsi?
GIUSEPPE BUONAGURO, rappresentante di ItaliaInMoto Srl. Noi abbiamo già finito. Venerdì 13 giugno – scelgo le date che portano male – ci sarà l'esame finale. Ci saranno due sessioni. Io faccio sempre così.
PRESIDENTE. Quindi, state terminando quattro corsi.
Pag. 15GIUSEPPE BUONAGURO, rappresentante di ItaliaInMoto Srl. Si. Quattro corsi sono già finiti. Adesso iniziamo il quinto, se riusciamo a restare con la serranda aperta. Dovrebbe prendere avvio subito dopo l'estate. Tra parentesi, il Veneto mi aveva chiesto di fare un corso a luglio, ma ho detto al direttore di andarci cauti. C'è l'ente ENGIM in Veneto, che credo sia una fondazione, che collabora con noi, che vuole iniziare subito questo corso perché lo ritiene una cosa eccezionale, che sta avendo molti riscontri da parte delle istituzioni. Gli ho detto: si, però, tra il dire e il fare... C'è Palermo che vuole iniziare. Il dottor Bono, a Milano, ha una marea di problemi. A Bologna non sanno cosa fare con i ragazzi. Questi devono stare impegnati. Ma non possono fare i corsi per ceramisti, perché poi che fanno fuori?
PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
DANIELA RUFFINO (intervento in videoconferenza). Ho seguito con attenzione l'esposizione e devo dire che mi piace, perché è un cammino verso la normalità, che poi diventa estremamente importante per i ragazzi. Penso che questi ragazzi abbiano bisogno di questi segnali importanti, quindi di potersi sentire alla pari e di poter lavorare. Lei ha nominato dei centri di formazione importanti, penso ad ENGIM, che conosco, perché sono attivi anche in Piemonte, che rappresentano un grande valore e un esempio.
Penso che sia un'esperienza che deve assolutamente essere esportata. È vero, lei non è un educatore, non è un assistente sociale, è il datore di lavoro, ma con un compito ben più importante, un datore di lavoro con tantissime sfaccettature. Io credo che questa esperienza per i ragazzi conti tantissimo e se la porteranno dietro tutta la vita. Questa è la reale strada che Pag. 16può portare a un'occupazione stabile, che credo sia l'obiettivo più importante per vivere una vita normale, cosa che è dentro di loro, cosa che i ragazzi vogliono e quasi a volte non si permettono di dire.
Le faccio i miei complimenti. È stata una bella esperienza quella che lei ci ha raccontato. Spero abbia energie per arrivare anche nelle altre regioni. Grazie.
MICHELE SCHIANO DI VISCONTI (intervento in videoconferenza). Voglio solo fare i miei complimenti e avere un'informazione. I corsi sono accessibili tutto l'anno oppure c'è una data per accedere a questi corsi? E dove bisogna rivolgersi?
PRESIDENTE. Do la parola al dottor Buonaguro.
GIUSEPPE BUONAGURO, rappresentante di ItaliaInMoto Srl. Calcoliamo che i corsi sono spalmati su centoquaranta ore. Il primo corso l'abbiamo fatto lunedì, mercoledì e venerdì, per quattro ore al giorno. Poi abbiamo capito che la cosa era stancante, quindi siamo scesi a tre ore al giorno, anche perché dobbiamo alternare la parte pratica con la parte teorica, altrimenti non si va avanti. Il corso mediamente dura quasi tre mesi. Questo è stato un periodo molto lungo, perché le recenti festività, tra Pasqua, Pasquetta e primo maggio, hanno allungato le tempistiche. Comunque, in un anno riusciamo a fare quattro corsi.
Riprendo una cosa che ho dimenticato. Il primo ragazzo assunto, quando ha visto il primo stipendio – io gli avevo chiesto l'IBAN e gli avevo portato la busta paga – mi ha detto: «Con questo posso comprare pure qualcosa a rate? È la prima volta che vedo una busta paga, perché papà questa busta paga non l'ha mai vista». Ecco cosa vuole dire dare una busta paga a un ragazzo del genere. Luigi ce le ha piegate nel portafoglio Pag. 17le buste paga, se le porta in giro, perché le fa vedere. Fa vedere che lui ha la busta paga.
Per noi è una cosa normale, ma per loro è qualcosa di assurdo.
MICHELE SCHIANO DI VISCONTI (intervento in videoconferenza). Questo è il senso di quanto di bello state facendo ed è una cosa importante.
Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, collega Schiano Di Visconti.
Mettiamo agli atti la relazione. Passo la parola a Giuseppe Buonaguro per un saluto finale alla Commissione, anche ai colleghi collegati.
GIUSEPPE BUONAGURO, rappresentante di ItaliaInMoto Srl. Io e Paolo, che abbiamo avviato questo progetto, abbiamo sempre pensato e considerato che ragazzi cattivi non esistono, assolutamente. Questi ragazzi possono essere risorsa, non solo per noi, ma proprio per il Paese. Non sono una palla al piede. Non mi ricordo chi mi disse durante una lezione «Quando poi noi diventeremo i tuoi dipendenti tu sarai sempre il nostro capo». Io dissi: «Innanzitutto voi non sarete mai i miei dipendenti, ma forse sarete i miei collaboratori, perché se voi la mattina non venite a collaborare con me, io l'azienda non la apro, quindi sono io che dipendo da voi e non voi da me. Cominciate già ad avere questa idea chiara. Sono le aziende che dipendono da voi e non viceversa». Questo è un concetto importante. Quando fai capire qualcosa del genere ai ragazzi che, poi, si finalizza con la famosa busta paga che Luigi porta nel portafoglio, perché per lui è una cosa esagerata, vuol dire che abbiamo creato una macchina che non è stata mai creata.
La cosa che ci tengo a sottolineare, a prescindere dai colori politici, a prescindere dalla politica, è che io ho bussato a tutte Pag. 18le porte istituzionali, ai vari ministeri, ai sottosegretari, Confindustria, Unioncamere, da solo. Io ho mandato le PEC, mi sono proposto, sono stato ricevuto e ho incontrato le varie persone. In questo momento c'è un Governo che, a parer mio, funziona, perché tutto quello che io ho fatto, dove ho bussato, dopo due-tre giorni mi hanno risposto. Mi auguro che questa concretezza continui. Non devo essere costretto, domani, a dire al Dipartimento competente di Napoli o agli altri Dipartimenti che è stata una bella avventura, ma ci salutiamo qui, perché non riusciamo più ad andare avanti.
Stamattina ho ricevuto una telefonata da un giornalista che abita a Melito di Napoli, che è zona rossa, sempre nella Terra dei fuochi. Mi ha detto che hanno svuotato la piscina di Melito da tutto quel caos che c'era: materassi, amianto. Era una discarica. Per 2.000 metri quadri ci sono voluti 650.000 euro. Se prendevo cinquanta ragazzi, secondo me, si faceva prima e si spendeva molto di meno.
A Cupa Perillo il comune di Napoli spenderà 13 milioni di euro per pulire 750 metri di strada, che è la lunghezza di Cupa Perillo. C'è un campo rom. È a ridosso della Centrale del latte, quella famosa Centrale del latte. Sono tanti soldi, tanti. Io spero che questa avventura continui, perché altrimenti sarebbe un fallimento, e non per colpa nostra.
Vi ringrazio.
PRESIDENTE. Ringraziamo il nostro audito.
Sottolineiamo ancora una volta l'apprezzamento e il sostegno verso questa esperienza importante.
La cosa che mi ha colpito di più è la grande sinergia istituzionale, partendo, come dici tu, dal bussare alle porte. Siete riusciti a mettere in campo qualcosa di importante, che vede impegnata sia la parte pubblica, i ministeri, ma anche la parte privata imprenditoriale, perché è stata citata Unioncamere,Pag. 19 è stata citata Confindustria. Credo sia una interazione assolutamente vincente. Siamo speranzosi sul fatto che darà i suoi frutti.
Sono stati anche citati alcuni colleghi che hanno dato la disponibilità a collaborare. Sarà nostro compito anche interagire con i referenti istituzionali che stanno seguendo questa realtà, che è una realtà importante, perché uno dei compiti della nostra Commissione è quello di esportare anche delle buone pratiche. Questa è una buona pratica che nasce in un territorio molto difficile.
GIUSEPPE BUONAGURO, rappresentante di ItaliaInMoto Srl. Soprattutto periferie.
PRESIDENTE. Il 98 per cento dei ragazzi che frequentano i vostri corsi vengono dalle periferie. È un lavoro davvero importante, anche in prospettiva, per ridare un po' di speranza.
GIUSEPPE BUONAGURO, rappresentante di ItaliaInMoto Srl. Questa non è un'idea progettuale, è un qualcosa che noi facciamo da due anni e funziona.
PRESIDENTE. È un progetto in corso. Mi fa anche piacere il fatto che siete stati contattati da altre regioni d'Italia per replicare questo tipo di esperienza.
GIUSEPPE BUONAGURO, rappresentante di ItaliaInMoto Srl. Tutte.
PRESIDENTE. Vi ringraziamo e dichiaro conclusa l'audizione.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori delle comunicazioni odierne sarà assicurataPag. 20 anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
Comunicazioni del Presidente.
PRESIDENTE. Informo che la Commissione, come comunicato all'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, nella riunione del 3 giugno 2025, si avvarrà, ai sensi dell'art. 23, comma 1, del regolamento interno della Commissione, della collaborazione, con incarico a tempo parziale e a titolo gratuito, del dottor Thomas Ullmo e della dottoressa Cristina Seymandi.
Comunico altresì che il Nucleo speciale della Guardia di finanza presso le Commissioni d'inchiesta ha messo a disposizione della Commissione, a decorrere dal 3 giugno 2025, il maresciallo Daniele Barbieri, che sarà addetto alla gestione dell'Archivio della Commissione in aggiunta ai militari Andrea Casertano e Fulvio Cicalese.
Nessuno chiedendo di intervenire, dichiaro conclusa la seduta.
La seduta termina alle 15.10.