XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie

Resoconto stenografico



Seduta n. 41 di Mercoledì 13 novembre 2024

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 3 

Audizione del presidente di Calciosociale s.s.d., Massimo Vallati:
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 3 
Vallati Massimo , presidente di Calciosociale s.s.d ... 3 
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 7 
Pane Natalia , responsabile sviluppo progetti Calciosociale Italia ... 7 
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 8 
De Maria Andrea (PD-IDP)  ... 8 
De Palma Vito (FI-PPE)  ... 8 
Iaria Antonino (M5S)  ... 9 
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 9 
Vallati Massimo , presidente di Calciosociale s.s.d ... 9 
Pane Natalia  ... 12 
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 13 
Vallati Massimo , presidente di Calciosociale s.s.d ... 13 
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 14

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO BATTILOCCHIO

  La seduta comincia alle 14.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Comunico che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche tramite l'impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione in diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del presidente di Calciosociale s.s.d., Massimo Vallati.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente di Calciosociale, Massimo Vallati, accompagnato dalla dottoressa Natalia Pane, responsabile sviluppo progetti Calciosociale Italia.
  Questa per noi è un'audizione particolarmente importante per una serie di ragioni. Innanzitutto perché voi operate in un quadrante importante, problematico, ma anche ricco di esperienze positive, che sicuramente vanno attenzionate, sostenute e valorizzate, ma anche perché nei mesi scorsi il presidente è stato vittima di un atto di intimidazione e adesso, grazie all'azione del prefetto, ha garantita una scorta. Questa rappresenta in primis una garanzia in termini di sicurezza, ma anche un segnale all'esterno per ribadire che lo Stato c'è e non si lascia intimidire e che realtà come la vostra devono essere promosse, valorizzate e difese.
  Lascio la parola al presidente Vallati, ringraziandolo, assieme alla dottoressa Pane, per la loro presenza e per la disponibilità a questa audizione.

  MASSIMO VALLATI, presidente di Calciosociale s.s.d.. Buon pomeriggio e grazie, presidente, per questo invito e per questa attenzione anche nei mesi precedenti. Grazie a tutti voi per questa possibilità, per questo momento di condivisione insieme, che per noi è fondamentale.
  Noi abbiamo un progetto di calcio sociale, di inclusione sociale, che esiste da vent'anni. Siamo da 14 anni a Corviale. È un progetto che vuole cambiare le regole del calcio, ma che dentro una periferia difficile come quella di Corviale è stato ovviamente un motore, una spinta al cambiamento e alla rinascita della periferia.
  Sarebbe veramente bello se questo incontro potesse essere il volano per costruire un modello, un modello da poter replicare anche nelle altre periferie. Noi stiamo mettendo in campo con la comunità un nuovo modo di giocare a calcio, in cui, una volta a settimana, facciamo un campionato di educazione civica, in cui si gioca insieme, uomini, donne, grandi, piccoli, ragazzi con disabilità, con abilità differenti, persone con difficoltà fisiche, con difficoltà mentali, uomini più grandi, veterani, nonni, bambini dai 9 ai 90 anni. Si gioca tutti insieme, si fanno delle partite in campo e delle partite fuori dal campo.
  Si fa un campionato, e ogni anno il campionato ha un tema, che deve essere un filo rosso che lega tutti i nomi delle squadre e poi diventa un impegno per tutto l'anno. Faccio un esempio, spiegando in pillole il Calciosociale, ma è un progetto molto complesso. Quattro o cinque anni fa, i nomi delle squadre erano gli uomini e le donne uccisi dalle mafie in Italia, quindi c'erano le squadre Borsellino, Pio la Torre, Borrelli, e i ragazzi avevano questo nome scritto sulla schiena e nelle partite fuori dal campo dovevano ragionare su questi nomi Pag. 4e su come poter attuare gli insegnamenti di questi grandi personaggi, attuando questi insegnamenti nelle partite fuori dal campo.
  Attaccato al Campo dei miracoli a Corviale, che è il centro che abbiamo riqualificato – un bene comune, tengo a sottolineare, un bene della Regione Lazio – c'era un parcheggio che non era più un parcheggio, era una discarica abusiva, dove i criminali della zona scaricavano i rifiuti abusivi, cioè quelli chimici, quelli più costosi da smaltire nelle discariche, e guadagnavano da questi scarichi. Noi lo abbiamo trasformato nelle attività fuori dal campo, riportandolo alla legalità e alla pulizia con tutte le squadre.
  Le partite fuori dal campo si fanno ogni quattro o cinque settimane, si possono coinvolgere persone, familiari, amici, e diventano delle attività di educazione civica e di impegno politico, ma con la P maiuscola, ovviamente. Quella discarica a Corviale oggi è un parcheggio pubblico restituito alla popolazione, pulito da tutti i ragazzi con i genitori, con i familiari, con i nonni, quindi un impegno intergenerazionale dentro un torneo di calcio, quindi dietro a un pallone c'è l'idea del cambiamento, l'idea della rigenerazione urbana.
  Lo facciamo da 20 anni, abbiamo vinto premi internazionali, dalla UEFA come miglior progetto italiano, dalla FIGC come miglior progetto di calcio sociale. La FIFA nel 2014, all'interno del World Cup Trophy Tour, dove doveva portare la Coppa del Mondo nei 90 Paesi per quanto riguarda il Mondiale brasiliano, ha scelto il Campo dei miracoli come il luogo per portare la Coppa del mondo in Italia, come il local hero, cioè eroi italiani che avevano cambiato un posto in mano alla criminalità.
  Parlavo di venti anni di progetto. Noi entriamo a Corviale nel 2009 e il Campo dei miracoli era custodito da un vigilantes della regione Lazio, per evitare ulteriori occupazioni. C'erano stati infatti in precedenza un affiliato della banda della Magliana e altri criminali che occupavano quel posto.
  Noi a quel tempo avevamo 2.500 euro in banca, quindi eravamo un'associazione veramente piccolissima, che faceva calcio sociale da 7-8 anni. Siamo entrati lì dentro e con una metodologia abbiamo messo in campo un'energia, un'idea, di cambiare un luogo, ma cambiarlo insieme, perché è il noi che vince.
  Abbiamo cercato di fare un progetto molto strutturato, molto concreto, come diceva il presidente, cioè fare opere molto concrete, che è quello che noi ci aspettiamo da questa Commissione e da questo incontro, cioè che da domani questa Commissione veramente possa creare delle azioni molto concrete a Corviale come in tante altre periferie, che sono luoghi, come sapete, in cui vive l'80 per cento delle persone delle grandi città italiane.
  Abbiamo costruito questo posto e nel 2014 abbiamo inaugurato il Campo dei miracoli con la Coppa del mondo, con l'idea di giocare a calcio e imparare la Costituzione, giocare a calcio e praticare un'antimafia sociale, giocare a calcio e fare pratiche di cura dell'ambiente, giocare a calcio e fare un lavoro sulla cultura della giustizia e della legalità. Questo funziona, è replicabile dovunque, abbiamo fatto progetti in Italia e in Europa, basta che ci sia una persona che segue il progetto si può fare dovunque, quindi la nostra idea è non soltanto parlare dei problemi delle periferie, ma parlare anche delle eccellenze e delle possibilità di replicare dei format.
  Noi stiamo cercando, con la Lega e con la FIGC – e vi chiediamo aiuto perché le società di calcio hanno grandi resistenze – di portare questo format certificato anche a livello di Comunità europea (abbiamo fatto anche progetti europei) nelle scuole calcio professionistiche, perché è da lì che si deve partire per cambiare il mondo del calcio, che è una piaga sociale a livello giovanile.
  Voi sapete che succede nel calcio giovanile tutti i weekend, le oltre 7.000 scuole calcio non sono luoghi di educazione e di formazione, sapete benissimo che le curve italiane sono diventate un problema sociale grandissimo.
  Detto questo, torniamo a Corviale. Oggi Corviale ha un problema: le case sono gestite dall'ATER, l'Agenzia della Regione Lazio per le case popolari, che è commissariata,Pag. 5 è semi-fallimentare, quindi non riesce a gestire il vivere dentro il palazzone di Corviale. Come dicono tutti gli urbanisti e tutti gli architetti, è un'architettura criminogena, è paragonata alle piramidi, perché è un grande monumento, ma non si può vivere dentro un grande monumento, quindi architettonicamente è invivibile.
  Per di più, c'è dentro il Far West, ovvero c'è un racket delle abitazioni e le persone oneste che vivono dentro gli oltre 1.300 appartamenti sono sotto scacco di qualche criminale. Chi entra là dentro è gestito dalla criminalità, le graduatorie del Comune di Roma sono lentissime, ci vogliono 5-10 anni per ottenere una casa popolare, ma, se vado da un criminale della zona, con 5.000, 6.000 o 10.000 euro entro subito in una casa popolare. Questo è un sistema che va debellato a livello nazionale, non può essere soltanto un problema locale.
  Deve esserci un intervento gigantesco sull'ATER, che va aiutata, perché in questo momento, nella situazione in cui si trova, non è in grado. Il nostro spirito è bipartisan, è trasversale, l'ATER è ingovernabile e non ha mai prodotto servizi positivi, né quando era governata dal centrosinistra, né quando era governata dal centrodestra, perché è impossibile, quindi va fatta un'azione veramente molto forte, ma come coalizione bipartisan, perché dentro questo palazzone, che è una cittadina, non ci sono le condizioni base di uno Stato di diritto e quindi ci sono questi prepotenti, pochi criminali che tengono in scacco tantissime famiglie nella parte dentro.
  Sul fuori si sta lavorando tantissimo, noi abbiamo fatto delle richieste molto chiare all'azienda della luce di Roma, ACEA, e al Dipartimento del Comune per installare degli impianti di videosorveglianza e un'illuminazione decente. Quando si parla delle periferie italiane come Gotham City, non è uno stereotipo, è vero, si sta al buio. Ovviamente, tutte le soluzioni che dirò non sono ciascuna la soluzione per tutto, ma insieme possono essere veramente determinanti per un cambiamento sostanziale della periferia. È bastata una macchina della polizia h24, di cui ringraziamo il Prefetto, come diceva il presidente, dopo il mio attentato perché tante famiglie cominciassero a scendere in strada di giorno, tante mamme con i passeggini, tanti anziani.
  Il tema degli anziani a Corviale è importantissimo, parliamo del 60 per cento delle persone che sono blindate dentro casa, che hanno paura a fare un ricovero negli ospedali per il timore che gli venga occupata casa, e questo non succede in un altro continente, succede a 25 minuti da qua, dal Parlamento.
  Quando il Presidente della Repubblica Mattarella è venuto al Campo dei miracoli, ci ha messo 25 minuti, al di là della scorta. Questo succede a Tor Bella Monaca, a San Basilio o in altre periferie, in altre città italiane. Non possiamo permettere che in Italia nel 2024 succedano queste cose.
  Il nostro Municipio ha 150.000 abitanti, è come Rimini, e come a Rimini ci sono queste aree che vengono controllate dalle telecamere di sorveglianza che funzionano benissimo, come una grande metropoli come New York, dove è pieno di telecamere e tantissimi quartieri a rischio come il Bronx vengono controllati da telecamere con risultati ottimi, come deterrente.
  Ovviamente, poi ci deve essere un'azione sociale. La ASL del Municipio XI ha tre operatori (io sto dicendo cose forti, quindi spero che voi mi supporterete nei prossimi giorni), e con due psicologi e uno psichiatra non puoi rispondere alle necessità di 150.000 abitanti, la ventiquattresima città italiana! Quindi c'è il problema che si abbandonano dei luoghi che poi diventano dei non luoghi, nel momento in cui si rinuncia a intervenire.
  Noi abbiamo fatto un progetto europeo per dieci NEET, ragazzi tra i 18 e i 29 anni che sono a rischio di devianza, che non studiano e non fanno niente, abbiamo chiesto ai servizi sociali di indicarci dieci NEET su cui lavorare, per un progetto in cui spiegavamo loro come si fa un curriculum, un colloquio di lavoro, per cercare di inserire questi ragazzi nel mondo del lavoro dandogli gli strumenti, ma i servizi sociali non ci hanno fornito alcun nominativo. Ovviamente noi avevamo già i dieci NEET, ma non è possibile che un servizio pubblico e dei dirigenti pubblici non sappiano questePag. 6 cose, quindi va fatto un lavoro di risorse, non possono esserci tre operatori per 160.000 persone.
  Quando riesci a convincere un ragazzo di Corviale, ma anche di Tor Bella Monaca o di altri quartieri, a fare un percorso psicologico, vi assicuro che è un lavoro, perché loro non pensano che si possa fare un percorso psicologico di recupero, che ci sia soluzione a certe problematiche, quindi tu fai questo lavoro che dura mesi e riesci a convincerli a fare quell'incontro, a innescare quella scintilla per cominciare quel percorso e dopo la ASL ti dà un appuntamento a 6-8 mesi, è normale che poi quel ragazzo non ci andrà e tu avrai perso la battaglia.
  Ho elencato tanti successi, ma è una storia anche di tante sconfitte, e noi abbiamo visto tanti ragazzi nostri, anche arrestati ultimamente, minorenni di 16-17 anni che vengono fatti drogare, sono gli spacciatori migliori e non vanno a scuola, quindi sono la miglior manodopera per la criminalità.
  In merito al tema della scuola, dobbiamo creare questi tavoli veramente di comunità, in cui ci sono la ASL, i servizi sociali, la scuola, perché spesso i presidi hanno paura a denunciare queste cose al Tribunale dei minori per paura di ritorsioni. Io sono sotto scorta, ma mi hanno già detto che quando andrà via la macchina della polizia dal Campo dei miracoli mi faranno bruciare la palestra e a me dentro, perché muoversi e denunciare queste cose in questo momento in Italia, quando si rompe l'equilibrio, sapete che è pericoloso, e questo è un problema.
  Dobbiamo fare questi tavoli in cui il preside e i dirigenti scolastici si sentano liberi di poter denunciare certe cose, di poter fare il loro lavoro, e creare un lavoro di squadra tra Servizi sociali, scuola, collegati alle famiglie, quando le famiglie ci sono e non sono ovviamente un grande problema.
  Con l'animazione sociale, l'intervento sociale, l'intervento strutturale delle forze di polizia, crediamo che tutti questi ingredienti messi in campo in maniera concreta possano creare un modello vincente, di cui a lungo termine si possano vedere degli effetti positivi di cambiamento gigantesco nelle periferie, inserendo come finale di tutto questo percorso, quando il ragazzo va a scuola, c'è un servizio sociale che supporta, il grosso tema del lavoro. Dobbiamo portare nelle periferie delle agenzie sui lavori delle ultime generazioni, quelli che andranno di più, interi, ad esempio sull'intelligenza artificiale, fare lì un lavoro gigantesco, perché quando ci sarà il supporto al ragazzo, quando la scuola funzionerà come deve e i servizi sociali anche, potremo farli studiare e dare loro gli strumenti e farli lavorare lì, eliminare il problema alla fonte.
  Noi abbiamo portato tantissimi imprenditori a Corviale per far lavorare i nostri ragazzi, ma i nostri ragazzi non ce la fanno, tanti mollano dopo un mese o due settimane, è più facile fare certi lavori, è più facile fare il palo che svegliarsi e andare in cantiere alle 8 di mattina o a timbrare il cartellino e lavorare, e a volte è anche più redditizio.
  Noi dobbiamo assumerci una responsabilità su questo, dobbiamo dirlo e dobbiamo cercare di creare le condizioni per cui domani le cose siano diverse. Voi avete una grandissima esperienza politica anche come amministratori locali e questa è una cosa importantissima, e sapete che ci sono forti costi in uscita quando vengono distrutti tutti gli ascensori di un palazzo, come avviene a Corviale. Li ricostruisci e li metti a posto con 100 o 200.000 euro, dopo due settimane vengono distrutti e vandalizzati di nuovo, così come tutte le fermate degli autobus e i parchetti pubblici. Se fai un'area cani viene subita vandalizzata, un parcheggio viene vandalizzato. Quando questi ragazzi vengono arrestati e si fanno mesi in carcere o in ospedale, quanti soldi sono per la comunità?
  Pensiamo quindi che investire nelle periferie non sono soldi in uscita, ma sono soldi in entrata, è questo il cambio di passo che dobbiamo fare se vogliamo risolvere il problema.
  Come introduzione penso di aver già detto un po' di cose, non so se la dottoressa Pane voglia aggiungere altro.

Pag. 7

  PRESIDENTE. Grazie mille, presidente, per questa testimonianza carica di emozione, che è l'emozione che nasce da chi ogni giorno sta sul campo, non solo sul campo di calcio, ma sul territorio. Ci ha fornito spunti davvero interessantissimi da approfondire insieme.
  Lascio quindi la parola alla dottoressa Pane.

  NATALIA PANE, responsabile sviluppo progetti Calciosociale Italia. Grazie, presidente.
  Vorrei aggiungere alcune cose a quelle che ha detto Massimo Vallati. Parlavamo delle attività educative che facciamo con i ragazzi, e il nostro impegno sul territorio consiste nel cercare di creare comunità, quindi non è solamente un centro sportivo. Visto solo come un centro sportivo perde quello che è in realtà Calciosociale, perché noi facciamo aiuto compiti ai ragazzi, facciamo delle attività due volte a settimana in cui riproduciamo l'ambiente di famiglia, quindi cuciniamo e mangiamo tutti insieme, stiamo intorno a un tavolo e parliamo, perché spesso questo manca a casa, quindi cerchiamo di fare anche questo.
  Diamo ai ragazzi supporto e sostegno psicologico e cerchiamo di coinvolgere, dove riusciamo, anche le famiglie, perché lavorare sui ragazzi e non sui genitori significa lavorare solo su una parte del problema, perché poi i ragazzi tornano a casa e non stanno con noi tutto il tempo, quindi cerchiamo di fare anche un lavoro con le famiglie, che è un lavoro che facciamo sempre con un approccio informale, che cerca di coinvolgere il genitore e farlo sentire comunque a suo agio, mai giudicato, perché le situazioni sono sempre molto complesse.
  Secondo me, in periferia la parola complessità va utilizzata, perché la periferia è un territorio complesso, un territorio che sicuramente è anche fucina di esperienze molto belle, perché dobbiamo pensare alla periferia non sempre come a un luogo negativo, ma anche come uno spazio e un luogo dove, proprio perché c'è una necessità, spesso nasce innovazione, quindi le associazioni si impegnano per portare innovazione e trovare soluzioni ai problemi anche in maniera diversa.
  Tengo anche a sottolineare l'importanza di un approccio che sia più di coprogettazione con il territorio. Spesso ci troviamo in processi in cui noi facciamo la nostra parte, il pubblico fa la sua, ma non ci parliamo, e questo comporta uno scollamento tra il pubblico, il privato e il terzo settore. Questa situazione poi non rende l'azione veramente efficace, perché se non si parla con chi è sul territorio tutto il tempo e lo conosce, magari ha una mappatura e analisi di contesto di quel territorio, che spesso manca, l'azione diventa meno efficace.
  Tengo quindi a sottolineare oggi l'importanza di un approccio di questo tipo, che guardi al problema su più fronti. Quando lo facciamo nel nostro piccolo, partiamo dallo sport, ma dallo sport passiamo all'educazione, abbiamo stipulato dei protocolli d'intesa con le scuole per cercare di parlare con i docenti e capire che problematiche abbiano i ragazzi. Per questo riusciamo a seguirli anche meglio quando facciamo i compiti, perché ci confrontiamo con il docente. Il docente ci ha detto di portare i genitori a scuola, perché spesso i genitori non vanno, quindi dal dialogo emergono delle problematiche e si ragiona sulle possibili soluzioni.
  Diventa fondamentale perché spesso noi dobbiamo sostituirci troppo al pubblico e non ce la facciamo. Quando i nostri genitori ci chiedono di non chiudere neanche quei 20 giorni di agosto in cui noi siamo fermi, effettivamente ci si rende conto che è un problema, nel senso che non è possibile che se uno chiude per due settimane un posto, i genitori abbiano difficoltà, quindi si deve creare una rete intorno a questo e lavorare insieme per trovare soluzioni a una situazione che ha evidenti complessità, e lavorare molto soprattutto sul palazzo.
  Come evidenziato da Massimo Vallati, spesso quando parlo con le persone sento la sfiducia, perché magari si fa un intervento, si cerca di intervenire sempre sul fuori e noi facciamo il nostro lavoro, perché pensiamo che la bellezza sia un diritto di tutti e anche in periferia debba esserci Pag. 8bellezza, è un diritto anche dei ragazzi, quindi cerchiamo di dare il bello ai nostri ragazzi, se venite al campo vedrete che cerchiamo di tenerlo sempre al meglio per loro.
  Quando escono fuori, però, questa bellezza non c'è più, quindi si crea questa dicotomia tra la bellezza che c'è da noi, che noi cerchiamo di custodire (sul nostro cancello c'è scritto «vince solo chi custodisce», che è il nostro motto) e quello poi che succede fuori. Quindi si crea una sfiducia anche nei confronti del pubblico, perché loro vedono che il palazzo continua a deteriorarsi e non c'è un intervento.
  Se non c'è fiducia tra le persone, si fa anche fatica a creare comunità, perché ognuno a un certo punto inizia a pensare a sé stesso, quindi si fa ancora più fatica. Grazie.

  PRESIDENTE. Ringrazio la dottoressa Pane.
  Vorrei porre una domanda. Voi siete presenti dal 2009, quali cambiamenti avete visto nella risposta che ricevete dalla comunità locale? Mi piacerebbe approfondire questo concetto e chiedervi anche se possiate dirci qualcosa in più sull'organigramma della struttura di Calciosociale che per noi può essere un elemento importante, anche perché, come abbiamo detto prima dell'audizione, compito della nostra Commissione è fare luce sulle problematiche e sulle criticità, ma al tempo stesso anche promuovere e valorizzare le tantissime esperienze positive presenti nelle periferie.
  Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre questi o formulare osservazioni.

  ANDREA DE MARIA. Signor presidente, ringrazio per questa occasione davvero di grande interesse e voglio manifestare tutta la mia solidarietà, ma anche la gratitudine per il lavoro che fate, e credo che questa audizione sia importante anche per mandare un segnale istituzionale a vostro sostegno.
  Mi ha interessato molto la riflessione sull'edilizia residenziale pubblica, perché questo è un tema che noi stiamo affrontando in tutte le missioni che facciamo. C'è un elemento di criticità nazionale, ovviamente con situazioni di minore o maggiore gravità nelle diverse aree del Paese, ma è un punto su cui anche noi vorremmo, come Commissione, lavorare molto anche nella nostra relazione e nella eventuale proposta legislativa e di iniziativa che possiamo assumere.
  Le domande brevi sono le seguenti. La prima segue il ragionamento del presidente Battilocchio. Voi sviluppate questa attività anche perché un pezzo di comunità vi sostiene, ci crede, è presente, e poi avete l'ostilità (per usare un eufemismo) di settori criminali che cercano di contrastare questa attività di recupero e di riscatto sociale, ma tra i cittadini c'è anche una parte più ostile, cioè come è divisa la comunità nel rapporto con voi, al di là dei criminali in quanto tali?
  Come si muove, come cambia appunto questo atteggiamento nel tempo, come chiedeva il presidente?
  Secondo punto. Se ho capito bene, voi avete trovato una fatica nel rapporto con la pubblica amministrazione nelle sue diverse espressioni, dalla ASL all'ATER alle istituzioni scolastiche, un po' per una carenza di organici e di strutture della pubblica amministrazione stessa, un po' per un clima di paura e di preoccupazione che tocca anche la pubblica amministrazione.
  Mi pare che la dottoressa abbia posto il tema della coprogettazione come una possibile risposta a questo problema, quindi vi chiedevo se si possa approfondire questo elemento, perché è chiaro che noi abbiamo anche il compito di indirizzare il lavoro della pubblica amministrazione, e quindi mi interesserebbe molto approfondire questo elemento.
  Infine, una curiosità. Vent'anni fa come vi è venuta l'idea, come è stato l'avvio? Siete stati voi due, ancora più giovani di ora? Mi piacerebbe saperlo.

  VITO DE PALMA. Voglio esprimere la mia solidarietà ad un impegno che so non essere facile. In particolare quando si subiscono attentati di questo genere, sicuramente in quel momento ci si chiede chi ce lo abbia fatto fare, quindi anche dal punto Pag. 9di vista istituzionale voglio dirvi grazie per quello che fate.
  Mi ha colpito molto la frase «continuiamo a costruire bellezza», evidentemente non dal punto di vista estetico perché non mi sembra che il vostro obiettivo sia quello, ma sicuramente dal punto di vista etico e funzionale, cioè migliorare la qualità della vita in una realtà come quella, che attraverso il degrado poteva cadere nell'oblio, mentre avete restituito una primavera a una realtà assolutamente negativa.
  La dottoressa Pane ha parlato del ruolo della famiglia che, per quanto possa sembrare circoscritto, credo vada attenzionato anche dal punto di vista istituzionale. Secondo voi, cosa bisognerebbe fare di più, oltre alle soluzioni in campo, che in genere riguardano l'aspetto economico, cioè la risorsa? Penso che non sia soltanto un problema di risorse economiche, ma sia anche un problema di restituire alla famiglia una funzione principale, che il modello della società attuale ha purtroppo abbandonato ed è chiaro che questo si presta a situazioni di degrado.
  Investire sulle persone, investire su questi percorsi sociali può indubbiamente contrastare il degrado e facilitare anche la vostra attività, però le Istituzioni come possono aiutare la famiglia ed evitare situazioni di degrado? Con l'attività che avete realizzato attraverso questo meccanismo non solo del calcio, anche perché il modello del calcio professionistico non è edificante, siete infatti riusciti ad utilizzare un'altra modalità. Grazie.

  ANTONINO IARIA. Signor presidente, ringrazio gli auditi.
  Forse l'avete detto all'inizio, ma io non sono riuscito a collegarmi all'inizio della vostra audizione, quindi scusatemi se dovete ripetervi.
  A Corviale tutto il quartiere è oggetto di un grande finanziamento del PNRR, di un Piano urbano integrato che dovrebbe riguardare anche la ristrutturazione del campo sportivo. Vorrei conoscere lo stato dell'arte su questo tema.
  L'altra domanda è legata a una vostra considerazione su quanto sia difficile riuscire a coniugare il vostro grande lavoro di intercettazione delle problematiche dei ragazzi dei quartieri difficili, che riuscite a instradare verso una direzione virtuosa, e la lentezza delle Istituzioni che dovrebbero coadiuvarvi, che è un'altra difficoltà con cui vi scontrate. Avete parlato della lentezza nel rapporto con i servizi sociali e con l'ASL che rischia di vanificare tutto il lavoro che voi fate nel recupero di alcuni ragazzi. Avete delle proposte per riuscire a ovviare a questa problematica?
  L'ultima domanda è se tra la vostra associazione e altre associazioni del territorio si sia sviluppato un rapporto di coprogettazione con il comune di Roma e, se sì, se stia funzionando. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie.
  Do la parola agli auditi per la replica.

  MASSIMO VALLATI, presidente di Calciosociale s.s.d. Intanto grazie per le domande.
  Per quanto riguarda il rapporto con la popolazione, dal momento in cui siamo arrivati c'è stato un grande cambiamento per tanti ragazzi.
  Come dicevo, il rapporto con le Istituzioni è ottimo, abbiamo un grandissimo rapporto con tutti, con la ASL, con la regione, con l'ATER, con tutti. Il problema è che sono Istituzioni che hanno problematiche di personale e che non possono mettere in campo una proposta all'altezza della situazione, quindi noi possiamo anche valutare come risolvere il problema insieme, ma loro non riescono a mettere in campo delle risorse.
  Sul discorso della ASL, ad esempio, noi abbiamo messo in campo un progetto di scouting sociale, e mi collego anche al tema della famiglia citato dall'onorevole De Palma. Noi dobbiamo entrare dentro i palazzi, questo è il tema fondamentale. Sapete che dopo il Covid, ma anche prima, c'è stata l'esplosione del problema, le istituzioni hanno istituito il «Bonus psicologo», perché c'è stata una difficoltà, una criticità da parte degli adolescenti. Non possiamo pensare che le famiglie in difficoltà delle periferie italiane facciano la pratica, come se fosse per l'ISEE, al CAF per fare la richiestaPag. 10 del Bonus psicologo. Non è possibile, non funziona.
  Sono bandi in cui chi risponde prima ottiene il budget, il punteggio, quindi quelle famiglie non faranno mai la domanda, o la faranno talmente tardi che saranno già scaduti tutti i termini. Dobbiamo lavorare su un discorso di proporzionalità, cioè per tot persone ci deve essere un tot di operatori (psicologi, animatori, assistenti sociali) direttamente proporzionali alla popolazione, perché una guerra di 1 contro 50.000 non si può fare: ci può essere il più bravo animatore sociale, il più bravo psicologo, il più bravo psichiatra, ma non ce la può fare. È una guerra impari e infatti è persa a priori. Quindi, innanzitutto occorre aumentare il numero delle persone e poi è importante la modalità. Non basta avere i soldi e spenderli, ma bisogna spenderli bene. C'è bisogno di un servizio dentro quei quartieri, dentro i palazzi, nei palazzi di Tor Bella Monaca, ma anche di Palermo, di Bari, di Roma, di Milano. Dobbiamo entrare là dentro, dobbiamo intercettare, prevedere dei servizi dentro quei portici, quei chiostri, quegli androni, dove i ragazzi stanno per 5, 6, 7 ore al giorno il pomeriggio e nessuno riesce a intercettarli, e a volte ci stanno anche dalla mattina. Chi li intercetta? Il criminale, che dice «stai qua, fai questo e ti do i soldi». Noi dobbiamo rompere questo.
  Come ho cominciato il progetto? Ho sempre giocato a calcio, sono cresciuto a pane e calcio, ma vedevo, pur nella bellezza di questo sport, tante problematiche. Erano gli anni '80, le prime tragedie negli stadi, le prime violenze, procuratori a bordocampo, tanti nostri ragazzi che venivano presi e portati nelle squadre, quindi a 11-12 anni ho cominciato ad andare dentro le curve e a vedere un universo in cui, oltre alla bellezza della partita, c'era un disastro, una violenza, faide, razzismo, antisemitismo, quindi ho smesso di giocare a calcio perché bisognava sempre combattere con questo degrado.
  A 19 anni ho avuto la fortuna di fare il poliziotto dentro gli stadi, quindi ho vissuto la follia di stare per 15 ore (tuttora è così, perché i miei colleghi che sono rimasti fanno questo) con gli ultras – io quando ero piccolo ero un ultras pacifico, ovviamente – che distruggono stazioni, autogrill, treni, pullman, autobus pubblici, pagati dallo Stato. Le curve sono luoghi di diseducazione che sono contro la coesione sociale e che vengono lasciate così. Ci sono curve dove si deve inneggiare a un capo della 'ndrangheta che è stato ammazzato, cose del genere. I fatti che sono usciti recentemente sono emersi perché si sono sparati tra loro, ma sono vent'anni che noi denunciamo queste cose dentro le curve, e, come diceva qualche collega prima (lo dico ai miei amici sindaci delle grandi città italiane), non c'è comizio finale di campagna elettorale che preveda più ragazzi aggregati di una curva.
  Alla partita più banale del Milan, dell'Inter, della Juventus, della Roma o del Napoli ci sono più ragazzi in curva che in qualsiasi altro luogo del paese, e noi lasciamo questi luoghi in mano alla criminalità, che poi produce una cultura che produce i disastri di Corviale, Tor Bella Monaca e tutte le altre periferie italiane. Questo è il tema.
  Noi cerchiamo di denunciare queste cose, ma serve un discorso di proporzionalità, quindi operatori dentro i luoghi, più operatori, coprogettazione (scuola, ASL, terzo settore, assessorato ai servizi sociali pubblici).
  Noi abbiamo dei ragazzi che 14 anni fa avevano 5-6 anni, sono entrati nel Campo dei miracoli e oggi fanno gli assistenti educatori. Quello è l'output del nostro progetto, però possiamo dare solo 10-12 ore a settimana, e quindi vorremmo avere più risorse. Un altro è stato arrestato qualche mese fa, quindi è una storia di tante vittorie e di tante sconfitte, e le sconfitte fanno più male delle vittorie, come voi sapete.
  Le risorse del PNRR che si stanno mettendo oggi in campo riguardano un palazzetto dello sport che verrà costruito lì vicino, un cappotto termico fatto sull'edificio di Corviale. Anche qui, questo investimento è bellissimo, un cappotto termico che viene fatto, finestre nuove sul palazzo di Corviale, e stesso discorso a Tor Bella Monaca, Pag. 11però è giusto spendere questi soldi quando poi nel palazzo succedono queste cose? Spendiamo i soldi per la signora Maria, che è una persona onesta, però anche per il delinquente, che fa il racket di quelle abitazioni.
  Il tema delle risorse pubbliche degli istituti delle case popolari riguarda anche un tema di tutela dell'investimento pubblico, perché se noi spendiamo 50-60 milioni su un quartiere oggi e quelle infrastrutture verranno vandalizzate e distrutte a brevissimo, va fatta una riflessione importante, perché non riusciamo a tutelare il nostro investimento.
  Quando è venuto il Presidente della Repubblica Mattarella, noi abbiamo inaugurato, attaccato al Campo dei miracoli, il campo da calcio e un nuovo parchetto giochi per le famiglie costruito dall'ATER. Oggi quel bellissimo parco giochi non è illuminato e la gente di notte lo sta vandalizzando, ma quanto è costato quel parchetto, quando è stato inaugurato dal Presidente della Repubblica? E tu, Stato, permetti che un luogo così importante subisca questa sorte? Oggi l'ATER non illumina quel posto, parliamo di quattro fari, eppure lì è buio da cinque mesi. Noi abbiamo denunciato queste cose. Il tema della tutela dell'investimento pubblico è fondamentale.
  Tante famiglie sono spaventate, c'è una comunità che se ne frega, pensa ai propri figli e al loro futuro, quindi manda i ragazzi da noi, sposa il progetto, partecipa alle attività, poi c'è una parte che li manda, ma ha paura a farsi vedere (oggi meno, perché c'è la macchina della polizia), perché avvicinarsi al Campo dei miracoli è una scelta di campo, e quindi spaventa tante persone.
  Il terzo elemento è che tanti sono anziani, e hanno paura a uscire da casa, quindi c'è una parte della comunità che non esiste. Un quarto elemento è discorso del racket delle abitazioni, dell'abusivismo, della morosità che fa sì che, di fatto, la comunità come la intendiamo noi non esista.
  Una settimana fa, c'è stato un convegno importante, rappresentanti del Comune sono venuti a Corviale per raccontare l'investimento pubblico che era stato fatto, un incontro importante, ma c'erano 15-20 persone di Corviale su 1.330 appartamenti, e parliamo di 3.000-5.000 persone (non si riesce ad avere un censimento preciso delle persone che ci sono). Qualsiasi convegno fatto negli ultimi 15 anni su Corviale non ha visto in campo più di 10-15 inquilini. Questo è un dato, quindi c'è da ricostruire proprio un tessuto sociale, perché c'è tutta questa frammentazione, questa paura, questo Far West, quando passi un'estate in cui gli inquilini non dormivano perché avevano le finestre aperte e c'era caos fino alle 4.00 di notte, perché veniva fatto di tutto e di più nei lotti fino a tarda notte.
  Ora a Corviale sembra di essere in Svizzera, ma c'è la macchina della polizia, i carabinieri, i finanzieri, e ringrazio il prefetto Giannini per l'impegno straordinario che sta mettendo in campo. L'estate scorsa abbiamo incontrato delle mamme che ci hanno chiesto, come diceva la dottoressa Pane, perché fossimo stati chiusi, anche se abbiamo fatto un lavoro difficile, cercando soldi a destra e sinistra abbiamo portato i ragazzi fuori da Roma, in Toscana, nelle Marche e sul Monte Soratte a fare un ritiro, i piccoli e i grandi.
  Si tratta di ragazzi che non è che non escono da Roma, non escono dal quartiere, quindi per dargli una settimana o dieci giorni di vacanza e di stacco. Le famiglie però erano disperate per le violenze che hanno subìto durante l'estate, perché non poter stare con la finestra aperta, nel poter stare sereni, non poter dormire tranquilli, vedere le scale che sono delle discariche.
  I ragazzi che nascono e vedono queste cose non potranno mai riconoscere la bellezza. Abbiamo fatto il Campo dei miracoli con cui, oltre alla bellezza di incontrare persone che fanno un certo lavoro, hanno una metodologia particolare, abbiamo vinto tre premi internazionali di bioarchitettura, perché guardando questo dolore abbiamo pensato che dovevamo portare i grandi architetti del mondo nelle periferie a costruire bellezza, perché è fondamentale per le nuove generazioni, se tu la vedi, se la costruisci.Pag. 12
  Abbiamo fatto anche dei lavori in architettura partecipata, costruendo con i ragazzi. Abbiamo portato l'argilla, il cocco, il sughero, il primo impianto geotermico del Municipio è stato fatto al Campo dei miracoli, quindi un grande lavoro sulla bellezza, il campo è stupendo, la curva che stiamo finendo è una curva all'inglese, un piccolo angolo di Inghilterra a Corviale, al Campo dei miracoli.
  È fondamentale portare la bellezza, ci sono ragazzi che oggi hanno 20-30 anni e sono vissuti per 20-30 anni in questo caos, in questo grigiore (ci sono biblioteche intere sulla monocromaticità che crea una dispersione psicologica, per cui non riconoscerai il bello).
  Noi abbiamo subìto attentati per distruggere il Campo dei miracoli, non solo la mia persona, nel 2015 stavano per incendiare il Campo dei miracoli. Possiamo stare simpatici o antipatici, ma è un posto riconosciuto bello esteticamente, e, se vuoi distruggere una delle poche cose belle che sono lì, vuol dire che il lavoro che è stato fatto...
  Certi progetti o cose vogliamo fare a volte non vengono compresi, perché non c'è un tessuto in cui ci sia un piano di comunicazione, perché la sofferenza è tanta, il dolore è tanto e a volte nel vedere qualcosa che sta nascendo non è facile far capire alle persone che è qualcosa di loro, che è qualcosa di tuo, è per te, è per tuo figlio, è per la tua vita, a volte viene percepito come distante ed esterno, quindi si crea un meccanismo di odio e di dolore anche in persone oneste, è un meccanismo psicologico che si trova in tutte le periferie, ma che non deve essere tutto sottovalutato, perché è un meccanismo importante.
  Con tanti ragazzi siamo riusciti a fare un lavoro, abbiamo psicologi e assistenti sociali dentro il Campo dei miracoli, ovviamente trovandoli e portandoli con finanziamenti privati, perché noi abbiamo finanziamenti privati per pagare allenatori e psicologi. Stiamo cercando di portare alla nostra scuola calcio anche persone che vengono da fuori, perché quando la gente di Portuense, di Monteverde, e di altri quartieri bene viene a giocare a Corviale distruggi il ghetto, e questo è il nostro obiettivo, creare bellezza, portare iniziative importanti.
  Abbiamo portato calciatori e personaggi della cultura e della spiritualità a parlare con i nostri ragazzi, perché è importante anche questo tema, come il tema della spiritualità, perché anche questo costruisce tessuto sociale importante, quindi persone con delle skills e con vocazioni molto forti rappresentano un elemento che andrebbe rinforzato perché, come diceva la dottoressa Pane, vince il lavoro di squadra, la rete, il noi.
  Tante associazioni si avvicinano oggi a Corviale, magari perché ci sono i finanziamenti, ci sono i bandi, ma a denunciare le cose siamo sempre due, quindi a volte l'isolamento è quasi automatico, anche perché noi non accettiamo e non abbiamo accettato in questi anni i diktat o le ingerenze dei criminali. Appena si entra al Campo dei miracoli, si legge «vince solo chi custodisce», custodire la Costituzione, la giustizia, la legalità, l'accoglienza, e questo noi cerchiamo di fare con grande difficoltà.

  NATALIA PANE, responsabile sviluppo progetti Calciosociale Italia. Io vorrei rispondere sulla parte del PNRR, per specificare quello che si sta facendo.
  C'è un intervento, una parte dei fondi è destinata al Palacorviale, questo spazio sportivo in cui si faranno più discipline, e una parte destinata per riqualificare lo spazio della piazzetta artistica, un'area nel quartiere, e il Centro Campanella, e una parte anche per riqualificare lo spazio dietro il palazzo, che è un'area verde vastissima, dove si dovranno realizzare dei camminamenti per le persone.
  Su questa attività sono stati attivati dei tavoli di coprogettazione dal comune con le associazioni del territorio, per pensare agli interventi materiali che verranno fatti, perché ai luoghi che verranno riqualificati bisognerà dare vita, altrimenti rischiamo che possano essere vandalizzati.
  Su questo, quindi, è stata fatta un'attività di coprogettazione tra le varie associazioni, che ha portato dei risultati, perché le associazioni sono state ascoltate e adesso Pag. 13stiamo entrando nel vivo di quello che si potrebbe fare.
  Noi ribadiamo sempre che continuiamo a costruire bellezza, perché quando vediamo i ragazzi che vengono da noi, si sentono a casa e corrono scalzi per tutto il campo per noi è creare una comunità, quindi per noi la bellezza è legata non solo a un discorso materiale, ma a un discorso di relazioni con le persone.
  Per quanto riguarda la domanda sull'organigramma, abbiamo come staff sia educatori che psicologi, che lavorano con i ragazzi, e poi abbiamo gli istruttori di calcio.
  La nostra attività non è legata solamente allo sport, cioè lo sport è lo strumento che usiamo per avvicinare i ragazzi, facciamo un lavoro che passa dal campo di gioco all'aiuto compiti e alle altre attività educative che facciamo con i ragazzi e anche con i genitori. Facciamo attività di educazione alla sana alimentazione e abbiamo dei progetti anche con Slow Food Roma e Chilometro zero.
  Abbiamo realizzato con le mamme del quartiere un orto all'interno del Campo dei miracoli, quindi le mamme curano quest'orto e ne utilizziamo i prodotti sia per le attività di cucina che facciamo con i ragazzi, sia per darli ad anziani del quartiere in difficoltà, quindi le mamme portano loro i prodotti dell'orto.
  Siamo una realtà abbastanza strutturata con grande fatica, nel senso che gli operatori non sono fissi. L'idea è nata circa vent'anni fa da Massimo Vallati, che ha raccontato la sua esperienza sia da ultrà che da poliziotto, l'idea è quella di dare un altro valore al calcio.
  Due anni fa abbiamo aperto all'interno di Calciosociale la scuola calcio, la Miracoli FC, che è una società di calcio che fa partecipa al torneo federale, perché prima con i nostri ragazzi facevamo solo il torneo di calcio sociale, avevamo questo bellissimo un momento tutti insieme, ma ci siamo resi conto che mancava qualcosa, mancava entrare nel tessuto delle scuole calcio, quindi abbiamo inaugurato la Miracoli e i nostri ragazzi fanno calcio sociale e anche allenamenti di calcio tradizionale, e il sabato e la domenica fanno le partite nei tornei federali.
  Questa cosa per noi è stata molto importante perché ci è servita anche ad aprire il quartiere: adesso riusciamo ad avere ragazzi che frequentano il Campo dei miracoli e che arrivano da Monteverde, dai quartieri vicini, e questo è importante perché significa aprire il quartiere, in quanto non ci sono solo ragazzi di Corviale, altrimenti sia crea sempre il ghetto nel ghetto.
  È bello vedere le persone che vengono al campo a vedere le partite sabato e domenica e dicono «non ci aspettavamo un posto così, pensavamo che questo quartiere fosse peggio», perché il pregiudizio sulle periferie va distrutto, e lo fai solamente avvicinando le persone, facendogli vedere che non è solamente un posto dove non si può andare perché è pericoloso.
  Questo supporta molto i ragazzi. Quest'estate alcune famiglie di altri ragazzi che stanno qui da noi li hanno portati in vacanza con loro, perché si crea un tessuto di solidarietà all'interno della comunità stessa, che è importante e aiuta i ragazzi.

  PRESIDENTE. Grazie.
  Presidente Vallati, ha qualcosa da aggiungere?

  MASSIMO VALLATI, presidente di Calciosociale s.s.d. Spero di aver risposto a tutto, ovviamente siamo disponibili per tutti gli approfondimenti.
  Speriamo veramente che questo momento, presidente, sia l'inizio di un percorso che possa portare a dei cambiamenti concreti nel nostro Paese. Noi ci siamo, la trasparenza è un termine positivo, ma a volte dobbiamo essere presenti, perché rischiamo che tanti Istituzioni siano trasparenti, cioè esistano, ma non intervengano in maniera concreta sui territori.
  Noi, quindi, invochiamo la vostra presenza, perché abbiamo bisogno di voi, bisogno del vostro sostegno, delle vostre idee, della vostra decisione per poter cambiare e migliorare il Paese.
  Il 2 dicembre faremo una piccola cena di autofinanziamento e stiamo chiamando alcune realtà imprenditoriali per darci una Pag. 14mano, perché abbiamo tantissime spese per tenere in piedi il Campo dei miracoli e stiamo realizzando un impianto di videosorveglianza per creare un deterrente, quindi ovviamente siete tutti invitati a partecipare.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente, tra l'altro noi stiamo programmando un'uscita esterna a Corviale e cercheremo di incastrare tutti gli appuntamenti, per cui volentieri proveremo ad essere presenti.
  Vi ringrazio anche a nome dei colleghi, perché è stata veramente un'audizione importante per noi, carica di pathos, carica di passione da parte di chi, come voi, si trova ogni giorno sul campo in prima linea.
  Il presidente ha espresso una serie di preoccupazioni legate alla sicurezza, che approfondiremo ulteriormente perché, ovviamente, il segnale forte che è stato mandato con la scorta è un segnale per l'intera comunità locale. Quindi credo sia importante mantenere alta la guardia anche in prospettiva, per ribadire che, come diciamo sempre nei nostri sopralluoghi esterni, lo Stato non si lascia intimidire e non è disposto a fare passi indietro in termini di legalità e di rispetto delle regole.
  In questo ambito voi rappresentate un'esperienza molto positiva, fatta, come da lei sottolineato, di tante vittorie, ma anche di dolorose sconfitte, quindi credo che il vostro impegno con tutte le Istituzioni al vostro fianco sia quello di fare in modo che aumentino le vittorie e diminuiscano le sconfitte, perché non sono solo le sconfitte dei ragazzi che non ce la fanno, ma sono le sconfitte della comunità che non è riuscita a fare abbastanza.
  Vi ringrazio e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.40.