Sulla pubblicità dei lavori:
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 3
Audizione di rappresentanti dell'ISTAT:
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 3
Chelli Francesco Maria , presidente dell'ISTAT ... 3
Cruciani Sandro , Direttore della Direzione centrale per le statistiche ambientali e territoriali ... 4
Gazzelloni Saverio , Direttore della Direzione centrale delle statistiche demografiche e del censimento della popolazione ... 6
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 10
Gazzelloni Saverio , Direttore della Direzione centrale delle statistiche demografiche e del censimento della popolazione ... 10
Chelli Francesco Maria , presidente dell'ISTAT ... 11
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 11
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO BATTILOCCHIO
La seduta comincia alle 14.55.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Comunico che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche tramite l'impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione in diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Audizione di rappresentanti dell'ISTAT.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti dell'Istat.
Ricordo che la Commissione ha svolto una prima audizione di rappresentanti Istat nella seduta del 9 gennaio 2024.
Sono presenti il professor Francesco Maria Chelli, presidente dell'Istat, il dottor Sandro Cruciani, direttore della Direzione generale per le statistiche ambientali e territoriali, il dottor Saverio Gazzelloni, direttore della Direzione centrale delle statistiche demografiche e del censimento della popolazione.
In sede di audizione, nel gennaio di quest'anno, con la Commissione avevamo iniziato a parlare di alcuni strumenti che erano in fase di preparazione, dei quali come Commissione avevamo subito evidenziato l'importanza per il lavoro della nostra Commissione e, più in generale, delle istituzioni preposte alla tematica della gestione delle periferie, con tutte le problematiche annesse e connesse.
Questo aspetto è qualcosa di molto importante per noi, e siamo molto curiosi e interessati a capire come si sia evoluto il ragionamento che abbiamo fatto a gennaio.
Passo quindi la parola al presidente Chelli, ringraziando nuovamente l'Istat per la disponibilità e la collaborazione.
FRANCESCO MARIA CHELLI, presidente dell'ISTAT. Signor presidente e onorevoli deputati, come tutti sapete, nell'audizione dello scorso 9 gennaio l'istituto ha proposto un ampio piano di lavoro, finalizzato all'approfondimento delle condizioni socio-demografiche delle aree sub comunali dei Comuni capoluogo delle 14 città metropolitane.
L'obiettivo è fornire elementi conoscitivi utili a descrivere le realtà di questi territori, individuare le aree maggiormente soggette a criticità e disagio economico e contenerne la marginalizzazione. Non serve che descriva l'importanza di questo studio.
L'istituto è oggi in grado di rappresentare un aggiornamento e un ampliamento del lavoro presentato nel 2017, realizzato sulla base delle informazioni del censimento permanente della popolazione e delle abitazioni del 2021 e delle innovazioni e avanzamenti realizzati negli ultimi anni.
Come vi illustreranno il dottor Cruciani e il dottor Gazzelloni, il lavoro che oggi presentiamo si basa sulla proiezione sul territorio di una batteria di indicatori demografici e socioeconomici, calcolati sulla base del censimento permanente del 2021 e delle fonti amministrative disponibili, insieme ad alcuni indicatori preliminari sulla disponibilità di servizi nel territorio.
Rispetto al lavoro precedente, sono intervenute importanti novità metodologiche, che hanno modificato la strategia di rilevazione della produzione censuaria, nonché la relativa geocodifica delle unità statistiche, aspetti che vi saranno sinteticamente illustrati a breve.Pag. 4
Un punto importante che voglio sottolineare è la possibilità di garantire nel futuro la replicabilità di questo lavoro. Grazie al susseguirsi delle varie annualità del censimento permanente e alla continua acquisizione dei diversi archivi amministrativi, sarà infatti possibile aggiornare gli indicatori del livello sub comunale con una frequenza temporale maggiore che in passato. Credo che questo sia molto importante.
Le evidenze che vi mostreremo e che abbiamo reso disponibili sul nostro sito, di cui avete già ricevuto il link prima dell'inizio della nostra riunione (era impossibile portare il cartaceo, non siamo riusciti neanche a spedirlo, quindi l'abbiamo sul sito, il link funziona e potete consultarlo), rappresentano il primo dei quadri informativi che l'Istat si è impegnato a consegnare alla Commissione nell'arco del 2024, un impegno che ci siamo presi con estremo piacere e senso di responsabilità.
Vi ringrazio. Lascio la parola al dottor Cruciani e poi al dottor Gazzelloni. Grazie.
SANDRO CRUCIANI, Direttore della Direzione centrale per le statistiche ambientali e territoriali. Buon pomeriggio a tutti.
Questo lavoro ci ha coinvolto molto, perché ci è piaciuto, ci ha interessato e soprattutto ci ha dato la possibilità di esplicitare la capacità di lettura del territorio che ha questa nuova impostazione di produzione dei dati, che sono ovviamente cambiati rispetto al passato.
Farò un'introduzione spiegando la metodologia che abbiamo utilizzato, introduzione non fine a sé stessa, ma tesa a rafforzare il discorso del nostro Presidente sulla replicabilità dei dati, perché è un'impostazione generale che cambia nei fatti la capacità di produzione dell'informazione statistica, che si basa fondamentalmente su due importanti oggetti, il primo dei quali è quello dei censimenti permanenti.
Voi sapete che i censimenti in passato avevano una cadenza decennale e venivano fatti con grande dispendio di risorse e di energie, andando sostanzialmente porta a porta rispetto alle residenze delle famiglie per raccogliere dati, questionari e quant'altro, adesso questa parte è molto ridotta, perché si basa fondamentalmente su un campione di famiglie, ma soprattutto perché c'è un forte utilizzo degli archivi amministrativi, dalle liste anagrafiche comunali agli archivi dell'INPS, dell'INAIL, del Ministero dell'istruzione.
Questo comporta che, mentre in passato la localizzazione fisica dell'individuo che andavamo ad intervistare veniva rilevata attraverso il rilevatore che indicava via e sezione di censimento, adesso con questa nuova impostazione dobbiamo utilizzare altro tipo di informazione, ci viene sostanzialmente dal Registro statistico di base dei luoghi.
Cos'è questo registro? Questo registro è l'insieme di una serie di informazioni, che consentono di assegnare una coordinata geografica ad ogni unità statistica che l'Istat rileva, partendo da un indirizzo con numero civico e Comune di residenza.
Questo significa che possiamo collocare precisamente sul territorio famiglie, imprese, aziende agricole, unità di altro genere come le associazioni no profit e quant'altro. Avendo tutta questa informazione, noi possiamo riaggregare queste unità statistiche secondo varie geografie, a seconda della nostra necessità, quindi quelle istituzionali che sono province, comuni, regioni, nel caso di Roma i municipi o le circoscrizioni amministrative, oppure per altri livelli.
Questi livelli quali sono? Sono ad esempio quelli che abbiamo utilizzato in questa audizione, i livelli micro territoriali, cioè le zone urbanistiche per Roma, i 1.000 nuclei di identità locale per Milano, le circoscrizioni per Napoli. Sono aree sub comunali che hanno una valenza riconosciuta dal comune, infatti l'informazione sulla perimetrazione di queste aree ci viene proprio dai singoli comuni.
Questo strumento, il Registro, ci consente di fare tutte queste operazioni, e, combinando anche le informazioni che vengono dal Catasto, abbiamo, nel caso del censimento della popolazione, la possibilità di collocare precisamente una famiglia se proprietaria di un appartamento, di una villa, all'interno di questa abitazione, considerando che questo è tutto geo-referenziato,Pag. 5 perché adesso vi farò vedere qualche immagine da cui si capirà meglio quello che sto dicendo.
Abbiamo quindi una coerenza, in cui la coordinata geografica dell'individuo sta all'interno di una sezione di censimento e questo individuo sta all'interno di un palazzo, di un edificio, di un'abitazione. Questo significa che posso riaggregare in vari modi questa informazione (aggregare dal punto di vista territoriale), ovviamente rispettando le questioni legate alla privacy sull'informazione, quindi devono essere zone non dico grandi, ma le sezioni di censimento rispettano questi limiti.
Questi sono gli elementi che compongono questo Registro, al cui centro è il sistema che gestisce le unità amministrative. Voi sapete che i comuni cambiano, si fondono, si modificano, quindi si parte sempre dal comune. Abbiamo poi le basi territoriali, ossia l'articolazione delle sezioni di censimento su tutto il territorio nazionale, che sono la nostra unità minima di diffusione delle informazioni statistiche.
L'altro elemento che sono gli indirizzi geo-referenziati, quindi indirizzi con numero civico e una coordinata assegnata a questo numero civico.
Abbiamo fatto un grandissimo sforzo e un grandissimo lavoro per la localizzazione geografica degli edifici. Voi sapete che il Catasto, nonostante grandi innovazioni dal punto di vista dell'informatizzazione, rimane sempre un archivio che parte da situazioni fotografiche, c'è il famoso foglio, quindi la georeferenziazione, che è un processo molto lungo. Noi abbiamo corretto tutta una serie di questioni, abbiamo anche questa localizzazione geografica degli edifici e quando non abbiamo la coordinata dell'indirizzo per varie ragioni, ad esempio perché i comuni spesso assegnano ancora «via Roma» senza numero civico, quindi ci sono ancora delle situazioni poco strutturate, utilizziamo il centroide della pianta dell'edificio come proxy della localizzazione dell'individuo.
Qui vedete il porto di La Spezia, e le limitazioni in rosso sono tutte le sezioni di censimento. Tra l'altro, questo è un disegno elaborato in accordo con tutti i comuni italiani, ogni comune ha fatto la sua modifica, quindi è una partizione ufficiale del territorio, perché approvata dal comune, come previsto anche dal regolamento anagrafico.
Ognuna di quelle piccole aree definite – che dove è molto urbanizzato ovviamente sono più piccole mentre dove è meno urbanizzato sono un po' più grandi – ha una codifica che ci indica cosa c'è su quel pezzo di territorio, c'è il porto, il faro, c'è un'area agricola, ci può essere un museo, un ospedale, quindi ha una potenza informativa enorme.
Faccio questo discorso anche per offrire alla Commissione eventuali spunti di approfondimento informativo che si possono sviluppare nel corso dei vostri lavori.
Questa è l'immagine che vi dicevo, in cui si mettono in coerenza i tre elementi. L'edificio, che vedete in pianta in marroncino chiaro, sta sopra la foto aerea che riguarda questo pezzo di territorio. Ogni edificio sta all'interno di una sezione di censimento, che è delimitata in azzurrino, e il puntino rosso è la collocazione fisica del numero civico. Questa quindi è l'immagine che ci permette di integrare quelle tre informazioni che abbiamo a disposizione per dare un'informazione territoriale il più precisa possibile.
Utilizzando questo apparato informativo, abbiamo prodotto questa audizione, di cui vi racconterò soltanto poche battute, lasciando a Saverio Gazzelloni il compito di approfondire i temi.
Stiamo parlando dei 14 comuni capoluogo di città metropolitana. In questi comuni abbiamo considerato 708 partizioni amministrative, a cui corrispondono 73.000 sezioni di censimento (quei quadratini che avete visto disegnati in rosso nel porto di La Spezia) e rappresentano circa il 10 per cento delle 756.000 sezioni di censimento che compongono il territorio nazionale.
Quelle informazioni che vi verranno illustrate potranno quindi essere disponibili anche per tutte queste sezioni di censimento, quindi per un territorio vastissimo.
I 26 indicatori che in questa prima lista abbiamo prodotto sono organizzati in 7 aree tematiche, per ognuno di questi indicatoriPag. 6 viene fornito un cartogramma specifico per ognuna delle città, quindi stiamo parlando di 26 cartogrammi per ogni città, ragione per cui non vi è stato mandato via mail tutto il materiale che pesa dal punto di vista informatico.
Come dicevo prima, queste informazioni possono essere aggregate anche in altre maniere, quindi si possono fare dei focus su particolari aree di interesse della Commissione, se ci fosse questa necessità, l'importante è partire dal tassello minimo che è la sezione di censimento. Abbiamo 756.000 sezioni di censimento in tutta Italia, quindi abbiamo una grande quantità di informazioni a disposizione.
Dopodiché noi ci siamo lasciati a gennaio dicendoci che, oltre alla produzione di questa audizione, avremmo fatto anche qualcosa di più, quindi questa è la lista che vorremmo proporre per confermare il nostro impegno per i lavori di questa Commissione e quindi produrre altri indicatori che necessitano di più tempo rispetto a quello che siamo riusciti a produrre in questa prima audizione.
Come vedete, molto si farà sul tema dell'istruzione e dell'abbandono scolastico, che credo sia un elemento molto importante per misurare la marginalità o meno di alcune aree di alcuni comuni, ma soprattutto delle misure di distanza e di accessibilità ai servizi, in questo caso alla scuola più vicina, considerando la distanza tra una sezione di censimento e la scuola più vicina. Questo significa che, sapendo quanta popolazione c'è in quella sezione, posso dire quanta sia la popolazione «svantaggiata» di ogni comune.
Stessa cosa vorremmo fare sulle infrastrutture di trasporto, soprattutto sulla sanità, quindi gli ospedali, dato molto importante. Tra l'altro, se non ricordo male, è stata fatta una valutazione a livello comunale nel rapporto annuale di quest'anno, nel capitolo 4, in questo caso si parlava solo di Comuni e non di aree sub comunali, però la metodologia è la stessa.
Stessa cosa, quindi misura di distanza e di accessibilità, anche per elementi culturali quali i musei e le biblioteche, che noi abbiamo georeferenziato su tutto il territorio nazionale.
Stiamo cercando di lavorare con il CONI per ottenere la localizzazione degli impianti sportivi e l'altro elemento che sicuramente riusciremo a produrre entro dicembre è il valore medio degli immobili, una stima attraverso le aree OMI dell'Agenzia delle entrate, per dare una misura indiretta del reddito di queste zone che abbiamo preso in considerazione.
L'ultimo elemento, di cui avevamo parlato anche l'altra volta, era la declinazione del concetto di periferia, che ha due declinazioni fondamentali, quella geografica, quindi la maggiore o minore lontananza dal centro, ma sappiamo benissimo che in alcune realtà urbane ci sono aree di centro che sono periferia marginale della città stessa, e quella della marginalità socioeconomica di queste aree, quindi definisce la periferia come aree a marginalità socioeconomica.
Potrebbe essere molto più utile se potessimo lavorarci insieme, perché faremmo un lavoro migliore e, partendo dai tasselli minimi che sono le sezioni di censimento, riusciremmo a perimetrare aree che hanno problematiche molto forti.
Vi ringrazio. Lascerei la parola a Saverio Gazzelloni perché vi parli dei contenuti degli indicatori che abbiamo prodotto.
SAVERIO GAZZELLONI, Direttore della Direzione centrale delle statistiche demografiche e del censimento della popolazione Grazie. Si possono caricare le slide.
È stato già introdotto sia dal presidente che dal collega Cruciani il discorso che abbiamo cercato di mettere a disposizione della Commissione non dei risultati sintetici, ma degli strumenti molto analitici, che possono essere utilizzati per approfondimenti dalla Commissione.
Non ci sono risultati sintetici che possano darci l'immagine di un messaggio da approfondire, da divulgare, ma ci sono strumenti che la Commissione può prendere in mano per approfondire partizioni del territorio di interesse.
Noi ovviamente abbiamo introdotto un tipo di analisi, ma questa analisi non preclude il fatto che si possano fare altre Pag. 7analisi su altre zone e su altri approfondimenti.
Come diceva il dottor Cruciani, abbiamo sette aree e abbiamo messo a disposizione della Commissione la nota metodologica, che è una nota di sintesi, ma soprattutto tutti i dati e tutti gli indicatori che abbiamo prodotto. Per ogni comune ci sono i dati specifici, così come un report di sintesi e un cartogramma che aiuta a vedere.
Questi sono gli indicatori che abbiamo messo in campo. Come vedete, ci sono alcuni indicatori descrittivi, che danno la dimensione del territorio, ma soprattutto ci sono indicatori che nell'area demografica, nell'area dell'istruzione, dell'economia, del lavoro e della vulnerabilità sociale mettono in evidenza le criticità associate all'indicatore stesso e quindi al fenomeno in considerazione. Ne abbiamo parecchi sul disagio socioeconomico (ovviamente non sto a leggerli) e ne abbiamo alcuni sui servizi. Questo prospetto è riportato ovviamente nella nota metodologica.
Per dare la sensazione del tipo di utilizzo che può essere fatto di questa strumentazione, ho provato ad illustrarvi alcuni cartogrammi. Ovviamente, non possiamo leggere qui i cartogrammi e vedere valore per valore, quartiere per quartiere, zona per zona, perché è quasi illeggibile.
Faccio una premessa banale: in tutti i cartogrammi il colore più scuro corrisponde alla parte più negativa dell'indicatore. Abbiamo alcuni indicatori che vanno in una direzione, altri indicatori che vanno nella direzione opposta, che sono stati opportunamente ribaltati, cioè il tasso di occupazione viene ribaltato, quindi il colore più scuro è dove il tasso di occupazione è più basso, invece indicatori diretti di disagio, tipo famiglie in cui nessuno lavora e nessuno percepisce un reddito da pensione, hanno il colore più scuro dove l'incidenza percentuale di queste famiglie è più alta.
Milano ha una struttura abbastanza a raggiera. Per farvi vedere alcune cose, ho scelto sei indicatori e quattro comuni, perché il materiale è tantissimo, quindi non potevo farlo vedere tutto. Ho scelto sei indicatori, due di natura demografica, l'indice di vecchiaia, cioè dove si concentra la popolazione più anziana di un territorio, e l'incidenza degli stranieri, che sono due indicatori correlati in maniera negativa, perché dove ci sono più stranieri la popolazione è più giovane, dove ce ne sono meno ci sono aggregazioni di popolazione più anziana.
Altri due indicatori sono di debolezza di capitale culturale legati all'istruzione, quindi la popolazione che non ha completato il ciclo di studi di scuola secondaria superiore (popolazione che ha al massimo la terza media) e la quota di giovani che non studiano e non lavorano, un aggregato statistico che abbiamo sempre studiato con particolare attenzione.
Gli ultimi due indicatori sono di natura familiare, quindi la dimensione delle famiglie che non hanno anziani, quindi al massimo la persona di riferimento ha 64 anni, ma nessun componente è occupato e nessun componente percepisce una pensione da lavoro, quindi famiglie che hanno una situazione particolarmente critica, una vulnerabilità socioeconomica importante, e la quota di famiglie che non vive in un'abitazione di proprietà.
Ho provato a illustrarvi questi cartogrammi per quattro comuni: Milano, Roma, Napoli e Palermo. Come avete visto, non è facile leggere la cartina, però è importante vedere che, per esempio, Milano, rispetto all'indice di vecchiaia e alla quota di stranieri residenti, ha una struttura abbastanza a raggiera.
Nei nuclei insediativi locali che abbiamo considerato a Milano ce ne sono ben 18 in cui il rapporto tra popolazione anziana e popolazione giovane, l'indice di vecchiaia supera il 300 per cento, cioè ci sono tre anziani per ogni giovane, quindi ci sono delle zone particolarmente delicate da questo punto di vista.
Sempre a Milano, gli indicatori che abbiamo considerato di povertà educativa sono particolarmente alti in alcune zone, a Triulzo Superiore, così come a Barona, Baggio, Quinto Romano, tutte partizioni del territorio dove questa quota di persone con bassi titoli di studio supera il 30 per cento.
Alcune zone come Triulzo Superiore e Gratosoglio hanno quote importanti di giovaniPag. 8 tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano.
Nelle zone periferiche di Milano, come si può vedere dalla slide successiva, ci sono parecchie famiglie che non vivono in case di proprietà. Questa vulnerabilità materiale e sociale, misurata dal numero di famiglie senza occupazione e senza pensioni, si trova anche nel centro della città.
Vorrei farvi vedere una cosa che ho riportato per ognuna delle quattro città. Se abbiamo un interesse specifico nello studio di una particolare zona di interesse della Commissione, i dati che vi abbiamo fornito permettono un approccio analitico. Qui ho messo insieme tutti gli indicatori che abbiamo considerato solamente per un Nucleo insediativo locale (NIL) di Milano, che è quello di Triulzo Superiore, situazione che mi sembrava abbastanza critica, e vi ho segnalato in rosso tutti gli indicatori per cui quella zona territoriale presenta valori peggiori o decisamente peggiori della media comunale.
Il raffronto è fatto praticamente tra la media del Comune e la situazione delle singole partizioni territoriali che abbiamo analizzato. Questo è uno strumento molto semplice, ma estremamente ricco, perché è presente per ogni partizione territoriale, quindi per le 155 zone urbanistiche di Roma o per gli 88 NIL di Milano e i quartieri di Napoli e Palermo, e per ognuna di queste zone avete questo confronto tra la situazione media comunale e quella che invece caratterizza quella zona.
Abbiamo diviso Roma in 155 parti, sono zone urbanistiche, su Roma abbiamo fatto un ulteriore approfondimento sui cartogrammi, cioè abbiamo distinto il territorio del comune dal territorio interno al Raccordo anulare, perché ha il territorio più vasto delle città che abbiamo considerato e quindi anche nella lettura dei cartogrammi abbiamo cercato di darvi entrambe le letture.
L'indice di vecchiaia è abbastanza forte a Roma, ci sono alcune zone, prevalentemente interne al Grande raccordo anulare, che hanno valori superiori. Nel centro della città si concentrano le aree con popolazione in età avanzata maggiore, soprattutto nel Foro Italico, Prati, XX Settembre, Centro storico. Molti stranieri sono concentrati a Torre Angela e Borghesiana, ma anche a Grottarossa Ovest, Tomba di Nerone, Cesano e La Storta.
Per la bassa istruzione abbiamo a Roma una situazione che vede la zona nord con i colori più scuri, una fascia centrale est e pochi casi invece nella zona sud, quindi sia l'indicatore che riporta la popolazione di 15-52 anni che non ha licenza superiore, sia il numero di giovani fuori dal mercato del lavoro si concentrano in maniera abbastanza coerente nella zona nord, in una zona centrale che va verso est e poco nella zona sud. Con riferimento invece agli indicatori di disagio economico, come vedete, c'è una concentrazione nella zona ovest e nord della città.
Anche per Roma abbiamo approfondito alcune zone, abbiamo anche visto che la Commissione si è occupata di una zona del territorio, perché l'altro giorno abbiamo sentito la vostra intervista su Ponte di Nona, che si trova a cavallo tra Lunghezza e Borghesiana. Qui riusciamo ad avere tutti i valori degli indicatori, quelli evidenziati in rosso, che confermano, da un punto di vista di interpretazione sociale ed economica, la difficoltà di questa zona, quindi tutti gli indicatori in rosso anche in questo caso evidenziano sia aspetti legati al mondo del lavoro, sia aspetti legati alle difficoltà socioeconomiche delle famiglie o alla bassa istruzione della popolazione, quelle che sono le situazioni più critiche anche a Roma.
Napoli ha una configurazione diversa, come vedete. L'indice di vecchiaia evidenzia una zona sud-ovest molto importante, mentre la concentrazione degli stranieri sta più nella zona centrale, dove c'è la zona industriale, il quartiere che chiamano Il mercato, il quartiere Stella e il quartiere San Lorenzo, nei quali ci sono concentrazioni massime di stranieri.
Come dicevo, il nesso tra indicatori di vecchiaia e indicatori di stranieri è abbastanza inverso, come questa configurazione di Napoli conferma.
Come vedete nel cartogramma di sinistra, nella zona industriale, a Mercato e a San Lorenzo, c'è una forte concentrazione Pag. 9di popolazione «giovane» (15-52 anni) che non ha conseguito il diploma di scuola secondaria di primo grado.
I giovani che non studiano e non lavorano, come potete vedere, sono posizionati nella parte est-nord est della città di Napoli, dove ci sono i quartieri di Secondigliano, Miano, Pendino, Mercato, e anche a nord con Scampia e Piscinola. Questa è la situazione di Napoli.
Anche per Napoli ho scelto un approccio analitico e ho messo i quartieri di Mercato e Pendino e la media di Napoli. Anche qui, tutti gli indicatori in rosso evidenziano le difficoltà specifiche di queste zone. Ovviamente, queste sono zone che ho scelto io come esempio, ma al posto di Mercato e Pendino avete tutti gli indicatori che vi interessano per le zone specifiche, sulle quali la Commissione voglia concentrare la propria attenzione.
Palermo ha una configurazione completamente diversa. Come vedete, l'indice di vecchiaia è molto alto nei quartieri centrali, dove c'è il quartiere Libertà e Malaspina-Palagonia e nella periferia nord, dove c'è Resuttana-San Lorenzo.
Gli stranieri sono concentrati in zone centrali come quella vicino alla stazione, a Tribunali, Castellammare, Palazzo Reale, Monte di Pietà. Nella parte est-sud est di Palermo, nei quartieri di Brancaccio-Ciaculli, Settecannoli, Palazzo Reale, c'è la concentrazione massima di popolazione che ha problemi a livello di istruzione, cioè bassa istruzione, concentrata in quelle macchie scure che vedete in basso a destra.
In maniera abbastanza coerente, quelle sono le zone dove troviamo la maggior concentrazione dei giovani che non studiano e non lavorano.
Negli ultimi due cartogrammi di Palermo volevo farvi vedere che l'incidenza di famiglie con figli in cui la persona di riferimento ha meno di 64 anni e nessuno è occupato o percepisce pensione è particolarmente elevata nelle zone centrali. Il valore più alto, tuttavia, si ritrova sempre lì, in basso a destra, in quella zona dove c'è Brancaccio-Ciaculli e anche Settecannoli, che quindi è una zona particolarmente critica della città di Palermo.
Le famiglie che non vivono in un'abitazione di proprietà sono il 34 per cento a Palermo, quindi una quota estremamente alta rispetto alla media italiana, e soprattutto si concentrano in parte al centro, Tribunali Castellammare, ma di nuovo anche in basso a destra, a Brancaccio-Ciaculli.
Ho preso quindi questa partizione territoriale Brancaccio-Ciaculli e l'ho confrontata con la media del Comune, potenzialità che – ripeto – è a disposizione della Commissione per analizzare le zone di proprio interesse.
In sintesi, anche con riferimento alla proposta di cui parlava Cruciani di riflettere sul concetto di periferia, esistono e convivono molte partizioni territoriali che hanno caratteristiche periferiche non soltanto in senso strettamente geografico, ma ci sono città che presentano articolazioni a raggiera, per cui l'approccio geografico effettivamente è quello che corrisponde più linearmente al concetto di distanza dal centro, ma anche città, situazioni a indicatori che evidenziano delle criticità, dei potenziali e reali disagi, che sono invece distribuite più a macchia di leopardo e quindi individuano porzioni del territorio dove sarebbe opportuno fare ulteriori approfondimenti.
Quando la Commissione si metterà al lavoro mettendo le mani nei dati riscontrerà che la presenza di aree che concentrano quasi tutti gli indicatori in senso negativo che abbiamo individuato, quindi ci sono alcune aree che contemplano tutto l'insieme degli indicatori di disagio che abbiamo considerato.
In queste 14 città abbiamo cominciato veramente a scoperchiare la pentola, per vedere tutto quello che c'è sul territorio e, in prospettiva, come è stato accennato sia dal Presidente che da Cruciani, possiamo lavorare a nuovi indicatori che porteranno a ulteriori approfondimenti su queste zone.
Da ultimo, risottolineo che le aggregazioni possibili sono le più disparate, per cui noi abbiamo scelto delle partizioni territoriali anche diverse tra i comuni che abbiamo analizzato sulla funzione della loro rappresentatività, ma anche della loro storia,Pag. 10 della loro configurazione, anche in base a quelle che i comuni stessi ritengono aggregazioni che statisticamente hanno senso, ma lavorando a sezioni di censimento, quindi lavorando su un potenziale informativo estremamente dettagliato e ridotto, le aggregazioni che si possono fare sono infinite.
Individuato un territorio in cui strategicamente e politicamente è importante intervenire, si può ricostruire in maniera molto fine, a cesello un confine di interesse della Commissione, e su quella partizione particolare elaborare gli stessi indicatori, fare altre elaborazioni e sviluppare in prospettiva anche l'integrazione dei futuri indicatori disponibili. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie.
Devo dire di essere molto colpito, perché il lavoro che è stato fatto è un lavoro enorme, di estrema utilità. Tra l'altro, anche come Commissione, secondo me, è importante approfondirlo, perché c'è tanta carne al fuoco, è un lavoro prezioso e ritengo che sarà il caso anche di presentarlo in maniera pubblica ed esterna, perché questo è uno strumento tra l'altro dinamico, che viene messo a disposizione dei vari livelli istituzionali, dagli enti locali alle strutture centrali, e che rappresenta una fotografia analitica basata su dati concreti.
Sono quindi molto positivamente colpito dal lavoro che ha fatto in pochi mesi Istat, di cui ringrazio il presidente e, per il suo tramite, tutto lo staff che ha lavorato su questo percorso. È un lavoro poderoso e molto utile per indirizzare, accompagnare e supportare le politiche che vengono messe in campo non solo a livello centrale, ma anche a livello territoriale.
In alcune delle nostre visite esterne avevamo visto in alcuni comuni l'inizio di un ragionamento di questo tipo, però in questo caso si parla già di un'analisi fatta su 14 città metropolitane ubicate su tutto il territorio nazionale, fatta con degli indicatori elaborati da Istat, che ovviamente ha un approccio molto più scientifico rispetto ad altre esperienze avviate a livello locale.
Sono quindi molto colpito e vi preannuncio che magari dopo l'estate dovremmo organizzare anche un momento esterno di promozione e conoscenza, invitando vari livelli istituzionali, perché questo rappresenta un lavoro importante che avete portato avanti anche su input e in collaborazione con la nostra Commissione, ma che mettiamo a disposizione di tutti coloro che operano in questo ambito.
Ringrazio i colleghi, anche quelli collegati, che credo saranno desiderosi di ricevere il materiale. Vi chiedo di poter acquisire le slide e il materiale, che trasmetteremo a tutti i colleghi per un ulteriore approfondimento.
Mi incuriosiva chiedervi quale sia stata la metodologia del lavoro che ha portato a questo risultato.
SAVERIO GAZZELLONI, Direttore della Direzione centrale delle statistiche demografiche e del censimento della popolazione. Come ha accennato Sandro Cruciani prima, il potenziale dei registri che abbiamo in istituto fa sì che siano possibili analisi di questo tipo, unitamente al fatto che una delle fonti principali è stato il censimento della popolazione, che è diventato annuale e non più decennale.
Lavorando sull'integrazione di un alto numero di archivi amministrativi, arriviamo quindi a quantificare la presenza della popolazione e alcune sue caratteristiche fondamentali, quali il livello di istruzione, l'occupazione e gli spostamenti, alcune caratteristiche del degli edifici e delle abitazioni a livello micro, quindi praticamente ogni persona, ogni famiglia è individuabile nell'ambito del censimento.
Se le nostre due Direzioni, censimento e territorio, mettono insieme le loro forze, praticamente abbiamo la collocazione puntuale e geo-referenziata di ogni unità statistica. Questo ci permette di poter proporre qualsiasi tipo di aggregazione, ovviamente sull'unità più ristretta, che è alla sezione di censimento, possiamo «giocare» sui diversi livelli di aggregazione.
Si tratta quindi di un cambio metodologico importante rispetto all'impostazione tradizionale del censimento decennale, che di fatto, per quanto sia stata fondamentale nella storia italiana, portava all'utilizzo, a Pag. 11un certo punto della storia intercensuaria, di dati vecchi di 7, 8, 9 anni.
Adesso questi indicatori che abbiamo prodotto in questi mesi effettivamente sono replicabili con una frequenza molto più ravvicinata. È un lavoro enorme, è un lavoro che si fa con la mano sinistra, perché poter fare un aggiornamento di alcune informazioni di anno in anno, mentre il censimento produce il conteggio di popolazione e alcune caratteristiche di base, non è così immediato, non è parte dello stesso processo la collocazione puntuale su ogni punto del territorio.
Quello è un lavoro doppio, triplo, che va programmato, va progettato, ma è possibile.
FRANCESCO MARIA CHELLI, presidente dell'ISTAT. Abbiamo messo sotto stress le strutture dell'Istat per capire dove potessimo arrivare, come si fa con le macchine, e devo dire che questo esperimento è stato positivo.
Grazie per l'attenzione, perché la cosa peggiore che ci può succedere è produrre dati e fare degli sforzi che nessuno legge, e quella è la cosa in assoluto più frustrante per noi.
Pertanto, siamo assolutamente disponibili a qualsiasi evento pubblico in cui si possa illustrare questa mole di dati che abbiamo messo in piedi. Le potenzialità c'erano, se poi si trovano collaborazioni stimolanti, si può fare molto lavoro, con cose che noi abbiamo in istituto, perché abbiamo dei giacimenti di dati impressionanti, e in questo caso eravamo abbastanza pronti.
Andiamo avanti con tranquillità, perché ci piace andare avanti. D'altronde, adesso parliamo di due direzioni, ma tutte le direzioni collaborano a questo tipo di attività, quindi grazie a voi che ci avete stimolato.
PRESIDENTE. Voi avete sottolineato due concetti, da un lato la replicabilità di questo tipo di meccanismo e la cosa importante – che forse è mancata in passato ma che invece dal 2018 è cambiata – di poter dare dinamismo ai dati, in quanto sono griglie aggiornabili, e questo rende lo strumento ancora più utile e più prezioso.
Se non ci sono altri interventi da parte dei colleghi, anche di quelli collegati, ringrazio i nostri auditi e faccio i complimenti al presidente, da estendere a tutte le Direzioni che hanno collaborato. Quello che oggi ci avete presentato è uno strumento eccezionalmente poderoso e importante, frutto di un lavoro sicuramente di squadra, che i colleghi approfondiranno anche sulla base della documentazione.
Potremo anche avere ulteriori integrazioni, in vista di un momento esterno dopo l'estate al quale terrei molto, perché considero importante informare i possibili fruitori, che sono poi gli enti e le varie realtà a tutti i livelli, di questa opportunità che viene messa a disposizione da Istat ai territori e più in generale al Paese.
Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 15.45.