Sulla pubblicità dei lavori:
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 3
Audizione del Sottosegretario di Stato all'Economia e alle finanze, on. Federico Freni, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'individuazione degli svantaggi derivanti dalla condizione d'insularità e sulle relative misure di contrasto:
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 3
Freni Federico , Sottosegretario di Stato all'Economia e alle finanze ... 3
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 7
Meloni Marco ... 7
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 8
Freni Federico , Sottosegretario di Stato all'Economia e alle finanze ... 8
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 8
Fenu Emiliano (M5S) ... 8
Freni Federico , Sottosegretario di Stato all'Economia e alle finanze ... 9
Zedda Antonella ... 9
Freni Federico , Sottosegretario di Stato all'Economia e alle Finanze ... 9
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 9
Giagoni Dario (LEGA) ... 9
Freni Federico , Sottosegretario di Stato all'Economia e alle Finanze ... 10
Nicita Antonio ... 11
Freni Federico , Sottosegretario di Stato all'Economia e alle finanze ... 12
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 12
ALLEGATO: Documentazione depositata dall'onorevole Federico Freni, Sottosegretario di Stato all'Economia e alle finanze ... 13
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
TOMMASO ANTONINO CALDERONE
La seduta comincia alle 14.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Buongiorno a tutti. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
(Così rimane stabilito).
Audizione del Sottosegretario di Stato all'Economia e alle finanze, on. Federico Freni, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'individuazione degli svantaggi derivanti dalla condizione d'insularità e sulle relative misure di contrasto.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Sottosegretario di Stato all'Economia e alle finanze, onorevole Federico Freni, che ringraziamo, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'individuazione degli svantaggi derivanti dalla condizione d'insularità e sulle relative misure di contrasto.
In particolare, la Commissione, ai sensi della legge istitutiva, intende acquisire elementi di conoscenza in merito sia alle risorse finanziarie stanziate a livello nazionale destinate alle isole sia ai principali settori destinatari di interventi compensativi, con particolare riferimento alla sanità, all'istruzione e università, ai trasporti e alla continuità territoriale.
La Commissione intende, altresì, conoscere la destinazione per gli anni dal 2023 al 2025 ed eventualmente, se noto, anche per il triennio successivo, del Fondo nazionale per il contrasto degli svantaggi derivanti dall'insularità, istituito dalla legge n. 197 del 2022, finalizzato ad assicurare la piena attuazione del principio d'insularità, di cui all'articolo 119 della Costituzione.
Do la parola al Sottosegretario Freni.
FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato all'Economia e alle finanze. Signor presidente, la ringrazio.
Faccio una premessa di metodo e una di merito. La premessa di metodo è che tutto ciò che dirò è assai meglio compendiato in un documento che allego agli atti dell'audizione, fornito di tabelle, che potranno dare il peso di tutti i dati in modo certamente più puntuale di come non farò io in questo momento. Al documento, ovviamente, mi richiamo, a ogni buon conto, all'esito dell'audizione.
Passo alla premessa, invece, di merito politico, che credo sia necessaria per informare l'intero contenuto dell'audizione. Quello dello svantaggio competitivo derivante dall'insularità è un tema antico in Italia, che affonda le radici – mi permetto di dire, senza voler fare citazioni letterarie, ma si potrebbe anche ricordare Il Gattopardo, probabilmente – nell'Unità d'Italia ed è un tema antico che non può risolversi né con un decreto né con un tratto di penna. È irreale poter pensare di risolvere lo svantaggio competitivo dell'insularità con un decreto. È una serie coordinata di provvedimenti e di azioni politiche, innanzitutto, ed economiche che potrà portare a questa soluzione, e di queste azioni vi darò conto nel corso dell'audizione, con la premessa che si tratta di azioni, appunto, ma lo vedremo immediatamente, che hanno Pag. 4subìto una brusca interruzione in un certo periodo storico. Quindi, sarà necessario attuare politiche di bilancio adeguate a colmare quel gap storico e adeguate a garantire che lo svantaggio competitivo delle isole non sia più tale. Anche perché un Paese civile è un Paese che mette tutti i suoi cittadini sullo stesso piano di competizione, non foss'altro per inverare il principio di eguaglianza sostanziale previsto dall'articolo 3 della Costituzione. Questa come premessa di carattere politico.
Detto questo, rinviando alla documentazione, che è stata depositata agli atti di questa Commissione, andiamo ad analizzare i dati economici, ovviamente a disposizione dei deputati e dei senatori per qualsiasi domanda non dovesse essere compendiata in questa mia esposizione.
Credo sia inutile ricordare quali sono le norme statutarie, tanto della Regione Siciliana quanto della Regione Sardegna, che hanno previsto la necessità di riconoscere Fondi di solidarietà. Basti dire che l'articolo 38 dello Statuto della Regione Siciliana ha previsto un Fondo di solidarietà nazionale proprio per colmare il gap dell'insularità, che ha visto – e trovate i dati in tabella – finanziamenti progressivi dal 1983 fino al 2009, che hanno toccato il picco di oltre un miliardo nei nove anni che vanno dal 1991 al 2000, ma che hanno toccato il picco al ribasso dello zero dal 2010 a oggi. Non è stato rifinanziato, quindi, dal 2010 quel fondo che, come vedremo, è stato sostituito da altri fondi. Rimane inattuato, quindi, dal 2010 a oggi, l'articolo 38 dello Statuto della Regione Siciliana.
Allo stesso modo, l'articolo 13 dello Statuto della Regione Sardegna prevede un finanziamento ad hoc per promuovere la rinascita economica dell'isola. Questo fondo è stato finanziato dal 1962 – i dati sono tutti ragguagliati in milioni di euro, ovviamente, anche se all'epoca non erano disponibili – con 206 milioni di euro fino al 1998 e con 469 milioni di euro dal 1994 al 1998. Anche lì siamo fermi al 1998. Quindi, sia per la Sicilia sia per la Sardegna le due disposizioni statutarie che prevedono questo fondo non hanno trovato, allo stato, attuazione.
In tale contesto bilancistico si innesta la pronuncia della Corte costituzionale n. 6/2019, che ribadisce in modo fermo la necessità che lo stato centrale trovi risorse adeguate per garantire di colmare quanto più rapidamente possibile il gap di competitività – scusate, ho usato già due volte «gap»; detesto utilizzare termini inglesi di fronte al Parlamento, correggetemi se lo rifarò – il divario competitivo che deriva dall'insularità.
La sentenza n. 6/2019 costituisce il motivo dominante di tutte le azioni intraprese successivamente, prima fra tutte la legge costituzionale che recentemente – 7 dicembre 2022, n. 2 – ha evidenziato la necessità di promuovere la peculiarità delle isole e di (leggo) «promuovere tutte le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità».
Cominciamo, quindi, a vedere qualche numero. Cominciamo dagli accordi di finanza pubblica nella Conferenza Stato-regioni, sottoscritti medio tempore. Cominciando dalla Regione Siciliana, nel 2018, con l'accordo del 19 dicembre 2018, rivisto nel 2021, sono state previste attribuzioni per quasi 67 milioni di euro per il 2021 e 100 milioni di euro a decorrere dall'anno 2022, quale concorso alla compensazione degli svantaggi derivanti dalla condizione insulare ed è stato previsto anche l'impegno delle parti ad approvare disposizioni di fiscalità specifiche, che però ancora non sono state approvate.
Parimenti, il diritto alla compensazione in favore della Regione Sardegna è sancito da un accordo del 7 novembre 2019, che ha previsto, nel corso del tempo, il trasferimento pari a 1 miliardo 425 milioni per gli anni dal 2020 al 2033 e la costituzione di un tavolo tecnico-politico per colmare gli svantaggi permanenti derivanti alla Sardegna dalla condizione di insularità. In questo caso, è stato, poi, stipulato un successivo accordo, nel dicembre 2021, che attribuiva quasi 67 milioni per il 2021 e 100 milioni a decorrere dal 2022 – la somma è sostanzialmente identica rispetto a quella già stanziata per la Regione Siciliana – per compensare gli svantaggi strutturali derivanti dalla insularità.Pag. 5
Se, però, scendiamo alla quantificazione dei costi da parte della Regione Siciliana e della Regione Sardegna rispetto a questo tema, per quanto riguarda la Regione Siciliana è stato validato uno studio sui costi fatto dalla regione e validato dalla Ragioneria generale dello Stato, che quantifica i costi dell'insularità, in termini di ridotta ricchezza prodotta dal territorio, in circa 6 miliardi annui, con una sorta di tassa occulta per ciascun siciliano di 1.200 euro.
Per quanto riguarda, invece, la Regione Sardegna, non è stato fatto uno studio, c'è un dossier che si chiama «Dossier insularità Sardegna». In questo caso, la stima sull'economia della Sardegna, in termini di ridotta ricchezza prodotta dal territorio, è pari a circa 9,2 miliardi di euro l'anno, in termini di PIL complessivo, con una stima specifica per il trasporto pari a 660 milioni di euro l'anno, come costo del trasporto complessivo di passeggeri e merci.
Allo stato, i due tavoli che hanno portato a questi documenti sono sospesi e le due regioni ne hanno chiesto la riattivazione.
Dalla pars destruens passiamo alla pars construens, cioè qual è il percorso per garantire equità ed efficienza nell'erogazione dei servizi ai cittadini e alle imprese. Attualmente, la perequazione infrastrutturale e il percorso di convergenza ai livelli essenziali delle prestazioni (LEP), che costituiscono i fondamenti per un vero, reale, effettivo – direi – superamento degli squilibri territoriali, continuano a non essere del tutto compiuti.
La determinazione dei LEP è ormai irrinunciabile, non soltanto perché è prevista dal PNRR (riforma 1.14), ma anche dalla legge sull'autonomia differenziata e dalla legge di bilancio per l'anno 2023. C'è da dire – vanno analizzati tutti e due i volti della luna – che il percorso perequativo fondato sui LEP, fabbisogni standard e capacità fiscale, avviato nel comparto comunale sin dal 2015, non è stato utilizzato e non ha visto la partecipazione dei comuni sardi e siciliani, e questo certamente è un problema, perché avrebbe consentito una maggiore fluidità del percorso di avvicinamento alle prestazioni standard. Questo vuol dire che il Fondo di Sviluppo e coesione (FSC), viene ripartito solo sulla base del criterio della spesa storica.
Da un confronto dei dati inerenti all'esercizio delle funzioni fondamentali complessivamente considerate dei comuni della Regione Siciliana, è emerso che il dato della spesa storica e quello della spesa standard non divergono in modo particolare. Laddove, invece, si analizzino i dati rispetto alle singole funzioni, una differenza si nota. Se, poi, facciamo un'analisi dei dati, possiamo dire serenamente che l'applicazione del criterio perequativo basato sui fabbisogni standard e sulla capacità fiscale piuttosto che sulla sola spesa storica - come, invece, succede - nella distribuzione delle risorse del FSC anche ai comuni siciliani porterebbe, a quei comuni, maggiori risorse, soprattutto per quanto riguarda il finanziamento delle funzioni sociali ed educative.
Per quanto riguarda, invece, la Regione Sardegna, ci sono dei ritardi nella rilevazione dei fabbisogni standard. Stanno tornando dai comuni i questionari che sono stati trasmessi. Ci sono dei ritardi in tutto questo, quindi non è possibile analizzare il delta che ci sarebbe dal passaggio dalla spesa storica alla spesa secondo i fabbisogni.
Diverso ancora è il tema delle isole minori, giacché insistono sia in regioni a Statuto speciale sia in regioni a Statuto ordinario. Volendo tagliare un po' con il coltello – troverete i dati analizzati nel testo della relazione – per nove comuni la perequazione produrrebbe un effetto positivo e, in alcuni casi, produce – perché alcuni comuni, non facendo parte di regioni a Statuto speciale, applicano la perequazione – un effetto positivo, quindi ci sono maggiori trasferimenti per effetto del nuovo meccanismo di riparto rispetto al criterio storico – a pagina 9 c'è una tabella che compendia questo delta – mentre per tredici comuni la perequazione produce un effetto negativo, ma questi comuni sono tutti caratterizzati da una capacità fiscale molto più alta rispetto alla media nazionale. Questa è una delle ragioni per cui la perequazione produrrebbe un effetto negativo,Pag. 6 anzi produce un effetto negativo. Questo vale per le isole minori.
Su tutto questo si innestano le difficoltà finanziarie dei comuni delle isole minori. Le difficoltà di sviluppo economico hanno portato nel tempo anche a difficoltà finanziarie nei bilanci, soprattutto nella Regione Siciliana e nelle isole minori. C'è un dato, anche qui, tabellare – lo potete trovare, credo sia inutile che vi legga la tabella – che riporta due elementi di sintesi: ad oggi il 63,8 per cento dei comuni siciliani non ha ancora trasmesso il rendiconto 2023 e per il 31 per cento dei comuni che hanno trasmesso il rendiconto (44.241 comuni) risulta un disavanzo per un importo complessivo di oltre 179 milioni di euro, mentre i comuni in avanzo sono 94, per un importo complessivo di 81 milioni; il 78,5 per cento dei comuni sardi ha, invece, trasmesso il rendiconto 2023 e tra questi solamente tre comuni sono in disavanzo, per un importo complessivo pari a poco più di 900.000 euro. Lo ripeto, i dati sono tutti compendiati nelle tabelle che trovate alle pagine 9 e 10 della relazione depositata.
Vediamo adesso quelle che sono le misure relative alla continuità territoriale. Certamente sapete che lato marittimo sono state stipulate delle convenzioni specifiche tra il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e la Compagnia Italiana di Navigazione, al fine di garantire il collegamento passeggeri e merci per Sicilia, Sardegna e Isole Tremiti, con un corrispettivo pari a 72 milioni di euro.
Il settore del trasporto aereo è soggetto a una dotazione specifica di 5 milioni di euro per il 2023 e di 15 milioni di euro a decorrere dal 2024, ridotti a 14,2 milioni di euro in ragione di tagli lineari previsti dalla legge di bilancio dello scorso anno per quest'anno. La dotazione dei fondi è stata comunque rifinanziata per un importo di 8 milioni di euro per il solo anno 2023. Queste dotazioni allo stato degli atti non sembrano insufficienti.
Vediamo quali sono le risorse specifiche destinate agli investimenti. Come abbiamo detto in apertura, è soltanto attraverso una dinamica degli investimenti virtuosa che si può colmare in tempi ragionevolmente brevi il divario che l'insularità produce.
Fondo perequativo infrastrutturale per il Mezzogiorno. Il decreto-legge n. 60 del 2024 ha istituito, modificando la disciplina del 2009, il Fondo perequativo infrastrutturale per il Mezzogiorno, dotandolo di 4,6 miliardi di euro per il periodo 2022-2033. Attualmente la dotazione del fondo – a pagina 12 trovate una tabella che compendia il dato nonché gli utilizzi sino ad oggi fatti del fondo – è pari a 891 milioni di euro. Vi dico subito che di questo fondo sono stati utilizzati 3,4 miliardi di euro per la copertura della legge di bilancio dello scorso anno, d'intesa con le regioni.
La regolamentazione vigente del fondo, disposta dal decreto-legge n. 60 del 2024, prevede che le risorse – rammento che questo è un fondo per il Mezzogiorno, non soltanto per le isole – siano assegnate tenendo conto – leggo – tra l'altro «della specificità insulare nonché di quanto previsto dall'articolo 1, comma 690, e degli esiti del tavolo tecnico-politico sui costi dell'insularità», e cita poi un altro accordo. Quindi, un peso specifico per l'assegnazione delle risorse viene dato proprio alla condizione di insularità. Parliamo sempre del Fondo perequativo infrastrutturale per il Mezzogiorno.
De iure condendo, la questione dell'insularità potrebbe avere anche una specifica evidenza nell'ambito dell'applicazione del principio di riequilibrio territoriale e delle finalità di riduzione dei divari territoriali, modificato da ultimo con il decreto-legge n. 60 del 2024. Le risorse per lo sviluppo e la coesione relative al periodo 2021-2027, anche qui sulla base delle modifiche fatte nel 2023, vengono attribuite attraverso gli accordi di coesione. Dunque, lo strumento tecnico accordo di coesione assegna il 60 per cento delle risorse disponibili, nelle more della stipula di accordi di coesione, fatta salva l'assegnazione del saldo. Nel caso di specie, il 27 maggio 2024 è stato sottoscritto l'accordo di coesione con la Regione Siciliana, mentre con la Regione Sardegna l'accordo è ancora in corso di definizione.Pag. 7
Il tema dell'insularità non è stato, quindi, oggetto di un apprezzamento specifico ai fini della programmazione complessiva del Fondo per lo Sviluppo e la coesione (FSC) 2021-2027. Quindi, il tema dell'insularità potrebbe, in ottica FSC, trovare considerazioni specifiche per via normativa.
Se, invece, ci volgiamo alle politiche europee 2021-2027, quindi al Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e al Fondo sociale europeo Plus (FSE+), che, a livello europeo, vengono destinati alle regioni meno sviluppate – vi risparmio i coefficienti di misurazione del PIL per individuare queste regioni, ci rientrano comunque le isole – le risorse sono state ripartite assegnando alle zone insulari – sotto la nomenclatura «Altri approcci isole zone costiere», che trovate in tabella a pagina 15 – una quota del cofinanziamento pari a 721 milioni di euro. Vedete anche come sono state suddivise le risorse sempre nella tabella a pagina 15. Quanto alle isole minori, è stata effettuata una ricognizione degli interventi finanziati sulla base dei dati e delle informazioni del Sistema nazionale di monitoraggio, prendendo a riferimento il criterio della localizzazione, e all'esito di questa analisi l'importo complessivo delle risorse impiegate riferibile alle isole minori ammonta, ad oggi, a 724 milioni di euro, di cui 610 milioni di euro finanziati a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020 e 114 milioni di euro con i Programmi operativi complementari. A queste risorse si aggiungono quelle del Programma operativo complementare energia, ove viene individuata una specifica azione per l'efficientamento degli edifici nelle isole minori, con una dotazione specifica di 250 milioni di euro.
Esiste anche il programma Just Transition Fund (JTF) 2021-2027 per il Sulcis Iglesiente della Sardegna e i piani di stralcio 2021-2027 dei Programmi complementari 2014-2020. Sono stralci della stessa programmazione che assegnano complessivamente al Sulcis Iglesiente, per l'insularità, un importo pari a 367 milioni di euro, con una quota europea pari a 312 milioni di euro e una quota nazionale pari a 55 milioni di euro.
Per quanto riguarda l'ambito PNRR, voi sapete che il Piano nazionale di ripresa e resilienza non prevede interventi specifici finalizzati al contrasto degli svantaggi legati all'insularità, ma finanzia esclusivamente investimenti il cui obiettivo è garantire una fluidità del collegamento con le isole minori. In questo caso, l'investimento è sulle reti a banda larga e ultralarga e 5G, dove si prevede un collegamento con fibra veloce. La dotazione complessiva è di 60 milioni di euro per le diciotto isole minori. Un ulteriore investimento è quello del programma «Isole Verdi», con una dotazione di 200 milioni di euro, finalizzato a rendere utile la progettazione e realizzazione nelle materie di energia, acqua e trasporti nelle diciannove isole minori.
I dati, lo ripeto, li trovate meglio compendiati nelle tabelle allegate al testo dell'audizione, a cui mi riporto. Vi ringrazio.
PRESIDENTE. Grazie, Sottosegretario Freni, soprattutto per la precisione e la completezza esaustiva della sua esposizione, che comunque è integrata dalla relazione scritta, che sarà messa a disposizione dei deputati e dei senatori.
Do la parola ai colleghi parlamentari che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
MARCO MELONI. Ringrazio il Sottosegretario. Penso sia utile la ricostruzione che ha fatto, che comunque non nasconde la carenza strutturale di finanziamenti specifici per l'insularità.
Vorrei porle una domanda molto diretta e molto concreta. La legge di bilancio per il 2023 ha istituito, insieme a questa Commissione, il Fondo nazionale per il contrasto agli svantaggi derivanti dall'insularità, per il cui finanziamento noi proponemmo un importo di 100 milioni di euro all'anno, con l'opzione di aggregarvi anche altre risorse, però per i primi tre anni sono stati stanziati solo 2 milioni di euro all'anno, ma non mi consta sia stato reso operativo il suo funzionamento. Quindi, le chiedo se si prevede che questo fondo sia dotato di risorse adeguate e specifiche per affrontare la missione che la legge gli assegna e se ci Pag. 8può comunicare se, nella prossima legge di bilancio, ad esempio, è previsto un suo finanziamento adeguato.
Vengo, adesso, a una riflessione che stiamo avviando in questa Commissione. Le chiedo se il Governo ha intenzione di recepire la richiesta, che immagino e mi auguro sia condivisa dal complesso della Commissione, di dedicare un capitolo specifico della legge di bilancio agli svantaggi derivanti dall'insularità, il cui impatto finanziario lei in parte ha citato, anche tenendo conto delle rilevazioni, in un caso anche validate dalla Ragioneria generale dello Stato, provenienti dalle regioni e che, comunque, questa Commissione ha, tra i suoi compiti istituzionali, quello di ulteriormente specificare.
PRESIDENTE. Quest'ultima parte delle considerazioni formulate dal senatore Meloni la condivido e la faccio mia. Sottosegretario, a questa Commissione interessa soprattutto se ci sarà – uso un termine magari improprio – un capitolo della futura legge di bilancio che darà attuazione al dettato costituzionale perché, come le è noto, ormai è una norma di rango costituzionale. Questo lo ha ribadito anche una recente sentenza della Corte costituzionale, che mi permetto di non condividere in alcune parti, senza timore di incorrere in blasfemia.
C'è una questione assolutamente seria che si pone: credo che in tutti i provvedimenti, per eliminare questi svantaggi, dovrebbero porsi mente la Sicilia e la Sardegna, per evitare che non venga attuata la norma costituzionale.
FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato all'Economia e alle finanze. Grazie, presidente. In questo momento credo sia prematuro anticipare i contenuti della legge di bilancio e impegnare il Governo su contenuti specifici della legge di bilancio. Di certo, il complesso degli investimenti e delle partite di spesa corrente, così come sono stati declinati nella relazione, dimostrano l'impegno strutturale che il Governo ha posto nel superamento degli svantaggi dell'insularità. Dunque, in questa sede non posso che confermare l'impegno economico e politico del Governo rispetto a tutti quelli che sono gli svantaggi oggettivi – non stiamo parlando di svantaggi ipotetici, ma di svantaggi oggettivi – che derivano dalla condizione di insularità.
Il Governo si è assunto l'impegno politico di colmare questi svantaggi nel minor tempo possibile. Del resto, nella mia premessa iniziale, ribadivo proprio il fatto che non possiamo colmare un vuoto di sessant'anni in sei giorni. Purtuttavia, senza con ciò impegnare i contenuti della legge di bilancio – non sono nella posizione di farlo in questo momento – ribadisco che è intenzione del Governo declinare tutte le risorse possibili per colmare questo divario, attraverso programmi di investimento coordinati con l'Unione europea, programmi di investimento specifici e sottoscrizione di accordi di coesione adeguati – manca quello della Regione Sardegna, c'è già quello della Regione Siciliana – che possano garantire lo sviluppo omogeneo dei territori.
Chiudo con una considerazione personale. Che vi sia o non vi sia un capo della legge di bilancio destinato a tutto questo, credo sia poco rilevante nel momento in cui si prende l'impegno concreto, con risorse concrete, di adoperarsi, come il Governo sta facendo, per colmare questo divario infrastrutturale.
PRESIDENTE. Condivido il fatto che per sessant'anni si è avuta, più che un'attuazione, una inattuazione di norme. Questa è una parte della sua relazione che condivido, anche perché ha i crismi della oggettività, quindi c'è poco da discutere.
EMILIANO FENU. Vorrei fare una breve domanda-riflessione, ringraziando innanzitutto il Sottosegretario Freni, sempre puntuale e preciso. È una domanda-considerazione rivolta anche a noi stessi. Oltre all'opportunità di prevedere nuove risorse, anche rimpinguando i fondi esistenti, per colmare il divario, le chiedo se già in legge di bilancio si può prevedere che le misure generali, anche quelle di fiscalità generale, che riguardano tutto il Paese possano essere scritte tenendo conto di modifiche, Pag. 9correzioni, eccezioni con riferimento soprattutto alle due isole principali, la Regione Sardegna e la Regione Siciliana, al fine di provare a iniziare a colmare il gap – questa volta lo uso io il termine – anche nella specifica misura.
Faccio un esempio banale. Se si prevede di assegnare il «Bonus Natale» – ovviamente non sto pensando alla misura specifica, lo dico giusto per rendere l'idea – a tutte le famiglie italiane, si potrebbe pensare di prevedere un importo aggiuntivo con riferimento ai residenti nelle isole maggiori. Ovviamente, non mi riferisco a questa misura – lo ripeto – ho fatto questo esempio giusto per dare il senso.
Le chiedo, quindi, se si può iniziare a ragionare su questo: rispetto alle misure previste per tutto il Paese prevedere piccole variazioni, piccole eccezioni, piccole modifiche con riferimento ai cittadini isolani. Grazie.
FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato all'Economia e alle finanze. Come ho detto, non mi sento di impegnare in nessun modo i contenuti della legge di bilancio. Credo – anche questo lo dico a titolo personale – che lo strumento dell'incentivazione fiscale sia stato attuato dal Governo anche per il tramite della zona economica speciale unica, quindi per il tramite di misure che siano in grado di dare propulsione economica, perché la vera crescita si realizza, da un lato, con le infrastrutture e, dall'altro, con la propulsione industriale, industriale in senso ampio, ovviamente. L'incentivazione fiscale, se è funzionale rispetto a questi due obiettivi, ha certamente un senso.
Ripeto, non posso impegnare i contenuti della legge di bilancio, ma ribadisco l'interesse strutturale del Governo rispetto al divario che separa le isole dal resto del Paese.
ANTONELLA ZEDDA. Signor presidente, ringrazio il Sottosegretario Freni per aver partecipato a questa audizione.
Voglio semplicemente rimarcare un punto. Se è vero che noi dall'Unità d'Italia viviamo questo gap importantissimo, e i dati che lei oggi ci ha portato evidenziano che negli ultimi trent'anni lo Stato italiano si è proprio dimenticato di Sicilia e Sardegna, allora occorre prendere una rincorsa per cercare di portare queste due isole allo stesso livello delle altre regioni italiane. Comunque, la ringrazio per la sua collaborazione.
Ritengo, inoltre, che lo spunto che ci ha dato l'onorevole Fenu sia auspicabile, ovvero sia pensare che in qualche modo Sicilia e Sardegna riescano ad avere una sorta di «fattore insularità» come premialità nelle risorse che tutte le regioni riceveranno dalle misure che verranno pensate. Sono certa che lei continuerà ad interagire con questa Commissione. Grazie.
FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato all'Economia e alle Finanze. Il discorso del senatore Zedda mi fa venire in mente che tra ieri e oggi, preparando questa audizione, mi è tornato in mente il dialogo tra il principe di Salina e Chevalley di Monterzuolo, emissario del re Vittorio Emanuele II, e lo scoramento che l'emissario piemontese prova ripartendo dalla Sicilia. Ebbene, quello scoramento, quella incapacità ontologica di capire determinate dinamiche ha portato lo Stato, come lei correttamente ha detto, negli ultimi trent'anni, a dimenticarsi del Sud.
Quello che posso assicurare, questa volta a nome del Governo e non a nome solo mio personale, è che l'approccio oggi è diverso. Credo che lo abbiamo dimostrato con i provvedimenti che sono stati assunti, con la ZES unica per il Mezzogiorno e con il rifinanziamento di spese importanti in capo ad investimenti per colmare questo divario. Se c'è qualcosa su cui possiamo tutti stare tranquilli è che questo essersi dimenticati del Sud è qualcosa che appartiene al passato, Sud e isole ovviamente.
PRESIDENTE. Questo ci fa molto piacere, anche perché noi saremo una sorta non dico di stalker, ma di vigilanti, per usare un termine più educato.
DARIO GIAGONI. Ringrazio il Sottosegretario Freni per essere presente in Commissione.Pag. 10 Lei già conosce un po' la storia e l'ha anche raccontata in quel documento che cita atti concreti e dati.
Noi, purtroppo, in Sicilia e Sardegna abbiamo grossi e gravi svantaggi oggettivi, che derivano dalla condizione geografica, anche se da un punto di vista paesaggistico e culturale questo ci arricchisce. Tuttavia, da un punto di vista economico e sociale paghiamo un forte dazio.
Lei ha citato prima le stime da parte dell'Istituto Bruno Leoni, su cui ogni sardo, purtroppo, annualmente, impegna una quota di 5.700 euro. Se andiamo poi a moltiplicarlo per il numero dei sardi si va a toccare quasi un quarto di quel PIL pro capite, per un totale annuo di 9,4 miliardi, che sarebbe superiore al bilancio stesso della Regione Autonoma della Sardegna.
In merito al discorso degli svantaggi, come lei ha detto prima, lo svantaggio competitivo è anche sinonimo di discontinuità, quella discontinuità che, purtroppo, non ci permette di essere competitivi con le altre regioni d'Italia, ma neanche con le altre regioni d'Europa, dal punto di vista dei costi dell'energia. Lei ha usato il termine «gap», io uso il termine «divario infrastrutturale», un mercato interno ritratto ed esposto anche ad altri shock esogeni che non permettono quindi ai cittadini, ai sardi e ai siciliani, di poter essere in condizioni soprattutto di partenza, competitivi con le altre regioni.
Complimenti anche per il lavoro portato avanti nella passata legislatura da parte di tutti, in modo unanime, per l'inserimento del comma necessario nell'articolo 119 della Costituzione, quindi del riconoscimento di quella insularità che la Sardegna e Sicilia giustamente devono avere.
Qualcuno prima mi ha anticipato. Non si chiede di colmare un vuoto di sessant'anni, però si richiedono, possibilmente, dal momento dell'inserimento dell'insularità in Costituzione, quindi dal 2022 sino ad oggi, tutte quelle energie necessarie, soprattutto quelle economie necessarie per poter dare una svolta e un certo passo alla Sardegna e alla Sicilia, come ho detto prima, per essere competitive.
Prima parlavate del Fondo perequativo infrastrutturale per il Mezzogiorno. Si parla di 4,6 miliardi. Solo per la Sardegna, facendo i calcoli, sarebbe quasi la metà di quello di cui i sardi avrebbero bisogno per essere in vantaggio rispetto alle altre regioni.
In conclusione, volevo chiederle, Sottosegretario, se anche a livello europeo, dal 2022 ad oggi, può dirci qualcosa sui nostri vincoli che sono legati al Trattato di Lisbona. Noi abbiamo avuto la fortuna – e ringrazio la Presidenza per il lavoro svolto – di poter audire chi ha la possibilità degli aiuti di Stato e ha una maglia più larga, come le isole Baleari.
Vorrei sapere se, tramite un'interlocuzione con l'Europa, si andrà a rivedere il Trattato di Lisbona in base al trattato di funzionamento dell'Unione europea per far sì che Sardegna e Sicilia possano avere quel diritto – non dico sostegno – che spetta loro per poter arrivare in tempi ideali, in tempi giusti, come altre regioni possono fare, da una regione all'altra.
Ha parlato dei fondi FSC. Chiedo se si potrebbe trovare uno spazio. Questo è importante. Glielo dico con il cuore, in Sardegna, come anche in altre regioni d'Italia, c'è il problema dello spopolamento. Con la mancanza di infrastrutture si rischia quasi di cancellare la storia dei comuni che, per via anche dalle poche nascite, e il fatto che i grandi centri crescono e i piccoli centri muoiono. Per fattori infrastrutturali si preferisce andare a vivere nei grandi centri, anche per soddisfare le aspettative di lavoro. Per fare quei percorsi, infatti, si impiega molto tempo e quindi va a morire un po' la storia della nostra cultura.
Grazie per il lavoro che svolge. Saremo sempre dalla sua parte, perché, come ha detto anche lei, come si evince dai dati, si sta voltando capitolo verso uno più vicino a quei territori che ne hanno veramente bisogno.
FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato all'Economia e alle Finanze. Io non posso impegnare il Governo rispetto alle politiche comunitarie e alla revisione dei trattati. Non ho notizia allo stato di ipotesi di modifica dei trattati. Mi riservo di far Pag. 11partecipe della vicenda il Ministro degli Affari esteri e di approfondire la questione, ovviamente.
Per quanto riguarda il tema dello spopolamento e più in generale, dell'accentramento urbano, da questo punto di vista il Ministero delle Infrastrutture è al lavoro per garantire una fluidità di comunicazione tra centri urbani e centri minori che consenta di colmare il divario fisiologico cui l'onorevole Giagoni faceva riferimento, che esiste e che porta a inurbare la popolazione con il fenomeno dello spopolamento.
Il fenomeno di inurbazione, che la storia del mondo conosce più o meno dall'anno mille, cioè da quando ci fu la prima grande rivoluzione verso le città, è un fenomeno che può essere risolto soltanto con infrastrutture adeguate e su questo siamo ovviamente al lavoro.
ANTONIO NICITA. Non vorrei alterare il clima di ottimismo di chi mi ha preceduto, ma vorrei mettere in campo la questione della memoria, che citava il Sottosegretario, che saluto, con la questione del presente.
Lui ha citato una letteratura antica, io cito Sciascia che diceva che il problema di dare un futuro alla memoria è fare i conti con il presente. Nel presente noi abbiamo che tutto quello che ha riguardato sia l'autonomia differenziata, sia la ZES unica, è esattamente il contrario di ciò che serve per rilanciare l'insularità.
La ZES unica non è una ZES differenziata, quindi non tiene conto delle differenze, tra cui il fattore insulare. Effettivamente, in realtà, riduce gli incentivi per gli investimenti alle imprese e questo al di là del tema della disponibilità economica di questi fondi, mentre il punto dell'insularità è mettere insieme tutto ciò che deriva effettivamente, per esempio, dai fondi FSC, rivolti a ridurre i gap, i divari, in una idea di fattore abilitante da quelli che invece sono dei fattori che non possono essere cambiati, cioè condizioni che non sono abilitanti e che devono avere una natura esclusivamente di tipo compensativo.
Da questo punto di vista c'è molto da fare. C'è da distinguere, invece, tutto ciò che riguarda la questione più generale del Sud del Paese con la specificità dell'insularità.
A tale proposito già quest'anno non abbiamo apprezzato che quei fondi, pur esigui, che stavano nel Fondo insularità li abbiamo perduti e non sono stati impegnati. Apprezziamo che, invece, il Governo abbia accolto un nostro emendamento, che stabilisce che, nel Fondo perequativo per il Mezzogiorno, dovesse essere inclusa espressamente la questione dell'insularità.
Ci aspettiamo che lì non si dica semplicemente che ciò che va alla Sicilia e alla Sardegna è per l'insularità, ma il contrario, ovvero che, in aggiunta a ciò che dovrebbe comunque andare all'interno di una politica del Sud, ci siano dei fattori specifici che vadano a ridurre questo tipo di impatto.
So che già il collega Meloni è intervenuto su questo. Noi riteniamo che si debba andare – so che il presidente e la Commissione concordano su questo – ad avere all'interno del DEF, nelle nuove procedure che stiamo definendo, una parte specifica sulle questioni che riguardano l'insularità.
Uno dei pochi dati che esistono e che abbiamo citato è quello, per esempio, che dice che in Sicilia – è l'unico studio che fu fatto dalla Commissione della Regione Siciliana – se solo si riducessero i costi interni di trasporto del 30 per cento si avrebbe un incremento del PIL in sette anni del 7 per cento. Questo non significa semplicemente – non voglio aprire qui la questione del Ponte – fare grandi opere, significa, al contrario, intervenire proprio nei criteri di prossimità in quelle che sono state specificità delle aree interne, soprattutto sui diritti sociali e civili, che è il contrario dell'approccio dell'autonomia differenziata, perché già di per sé quel tipo di approccio crea problemi, anche perché lo spopolamento deriva proprio dal fatto che le persone vanno a cercare altrove questi tipi di servizi.
C'è molto da fare. So che il Sottosegretario, ovviamente, non può impegnarsi, ma è importante il messaggio: noi vogliamo vedere già in questa legge di bilancio un capitolo sull'insularità, perché sta in CostituzionePag. 12 per volontà di tutti. Ci farebbe piacere che alcune misure, che sono state fatte, come per esempio la fiscalità di vantaggio, venissero rifinanziate.
Dopodiché, dire che per trent'anni si è dimenticato il Sud e oggi, invece, ce lo ricordiamo, mi permette di ricordare che il presente ci dà un'immagine ancora più preoccupante di quello che è successo nel passato.
FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato all'Economia e alle finanze. Il senatore Nicita, che saluto con il consueto affetto, parte da un'opzione politica radicalmente diversa da quella di chi vi parla.
Certamente il tema dell'insularità deve avere una necessaria considerazione nell'ambito non tanto della legge di bilancio – non mi focalizzerei sulla legge di bilancio – ma sui programmi di spesa pluriennali. La legge di bilancio impegna il bilancio dello Stato per un anno o per un triennio. Più che immaginare un capitolo specifico nella legge di bilancio o nel piano di medio termine, che sostituisce il DEF, gradirei un impegno sui piani di lungo termine, di investimento.
Colmare il divario tra Sud, isole e resto del Paese, soprattutto per quanto riguarda la vicenda dell'insularità, significa appostare spesa per investimenti e non spesa corrente. Su questo batterei. Poi, sulla modalità di utilizzo di quei fondi, ovviamente, scendiamo su opzioni politiche che, come avrete notato, ho tenuto a tenere lontane, perché io credo che il divario derivante dall'insularità non abbia un colore politico, sia un dato di fatto che possa prescindere dall'appartenenza politica di ciascuno di noi.
A prescindere da quale croce si mette sulla scheda nell'urna, credo sia un obiettivo di tutti poter colmare questo divario in modo adeguato, con strumenti efficaci ed efficienti.
L'unico strumento efficiente è la dinamica degli investimenti, che vanno sviluppati non con la dinamica del sussidio, ma con la dinamica dello sviluppo sostenibile, perché poi nel 2024, quasi 2025, lo sviluppo deve essere sostenibile, con provvedimenti ad hoc su questo.
Ovviamente, ribadisco l'impegno del Governo.
PRESIDENTE. Grazie, Sottosegretario.
In relazione a questa ultima parte, che assolutamente condivido, con i sussidi, purtroppo, negli ultimi lustri abbiamo visto pochi risultati. Vanno bene gli investimenti, ovviamente, e va bene la progettazione di programmi, però questo, a mio modo di vedere, e concludo così, non esclude il fatto che anche nella prossima legge di bilancio si possa pensare alla Sicilia e alla Sardegna. Non sono due argomenti o due strategie conflittuali. Anzi, possono, all'unisono, portare dei benefici per le nostre regioni.
Grazie per la sua disponibilità e per la sua competenza. Se la Commissione dovesse avere necessità di risentirla, la preghiamo di essere disponibile come lo è sempre stato.
Non essendovi altri argomenti all'ordine del giorno, saluto i colleghi, saluto nuovamente il Sottosegretario e lo ringrazio.
Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 14.50.
Pag. 13ALLEGATO
Documentazione depositata dall'onorevole Federico Freni, Sottosegretario di Stato all'Economia e alle finanze.