Sulla pubblicità dei lavori:
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 3
INDAGINE CONOSCITIVA SULL'INDIVIDUAZIONE DEGLI SVANTAGGI DERIVANTI DALLA CONDIZIONE D'INSULARITÀ E SULLE RELATIVE MISURE DI CONTRASTO
Audizione, in videoconferenza, del Presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'individuazione degli svantaggi derivanti dalla condizione d'insularità e sulle relative misure di contrasto.
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 3
Todde Alessandra , Presidente della Regione Sardegna ... 3
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 8
Giagoni Dario (LEGA) ... 8
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 8
Todde Alessandra , Presidente della Regione Sardegna ... 8
Giagoni Dario (LEGA) ... 8
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 9
Giagoni Dario (LEGA) ... 9
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 9
Giagoni Dario (LEGA) ... 9
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 9
Giagoni Dario (LEGA) ... 9
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 9
Giagoni Dario (LEGA) ... 9
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 9
Giagoni Dario (LEGA) ... 9
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 9
Lai Silvio (PD-IDP) ... 9
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 10
Lai Silvio (PD-IDP) ... 10
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 10
Todde Alessandra , Presidente della Regione Sardegna ... 10
Meloni Marco ... 12
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 13
Meloni Marco ... 13
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 13
Meloni Marco ... 13
Todde Alessandra , Presidente della Regione Sardegna ... 13
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 15
Lai Silvio (PD-IDP) ... 15
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 15
Lai Silvio (PD-IDP) ... 15
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 15
Lai Silvio (PD-IDP) ... 15
Todde Alessandra , Presidente della Regione Sardegna ... 17
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 17
Zedda Antonella ... 18
Todde Alessandra , Presidente della Regione Sardegna ... 19
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 20
(La seduta, sospesa alle 15.50, è ripresa alle 15.55) ... 20
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 20
Todde Alessandra , Presidente della Regione Sardegna ... 20
Fenu Emiliano (M5S) ... 20
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 21
Fenu Emiliano (M5S) ... 21
Todde Alessandra , Presidente della Regione Sardegna ... 22
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 22
Ghirra Francesca (AVS) ... 22
Todde Alessandra , Presidente della Regione Sardegna ... 23
Ghirra Francesca (AVS) ... 24
Todde Alessandra , Presidente della Regione Sardegna ... 24
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 24
Giagoni Dario (LEGA) ... 24
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 25
Todde Alessandra , Presidente della Regione Sardegna ... 26
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 26
Meloni Marco ... 26
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 27
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
TOMMASO ANTONINO CALDERONE
La seduta comincia alle 14.30.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Buongiorno a tutti. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
(Così rimane stabilito).
Audizione, in videoconferenza, del Presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'individuazione degli svantaggi derivanti dalla condizione d'insularità e sulle relative misure di contrasto.
PRESIDENTE L'ordine del giorno reca l'audizione, in videoconferenza, della Presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'individuazione degli svantaggi derivanti dalla condizione di insularità e sulle relative misure di contrasto. Buonasera, Presidente. La ringrazio per la sua presenza e le do la parola.
ALESSANDRA TODDE, Presidente della Regione Sardegna. Intanto, nel ringraziarvi, mi scuso di non essere lì personalmente, ma stamattina avevamo la sessione del giudizio di parifica con la Corte dei conti, quindi non avrei fatto in tempo fisicamente ad arrivare a Roma e ho preferito questa modalità di collegamento.
Prima di entrare nel merito della relazione, vorrei cogliere l'occasione per ringraziare il presidente e la Commissione per avermi invitato, in qualità di Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, a partecipare a questa indagine conoscitiva che ritengo estremamente importante. Ritengo anche, come ex membro di questa Commissione, che il lavoro che si svolge all'interno di questa sede sia dirimente per la definizione di una serie di politiche pubbliche che siano efficaci ed efficienti ed abbiano come fine l'attuazione concreta del principio di insularità, previsto dall'articolo 119, sesto comma, della Costituzione.
Vorrei iniziare il mio intervento partendo da un dato, per così dire, «topografico» del principio di insularità nella Carta costituzionale. La collocazione del riconoscimento del principio di insularità, all'interno dell'articolo 119, dedicato alle misure finanziarie, non rende giustizia, dal mio punto di vista, a quelle che dovrebbero essere le finalità del principio di insularità. Infatti, la convinzione secondo cui il principio di insularità possa essere esclusivamente ridotto alla necessità di introdurre nuove misure finanziarie, sebbene di perequazione, deriva da una concezione abbastanza fuorviante. L'insularità è anzitutto una condizione geografica, le cui implicazioni economico-finanziarie sono solo alcune delle conseguenze e non anche la radice dei problemi, che sono anche e soprattutto di natura sociale, culturale e storica. Ecco perché il senso profondo del principio di insularità non può essere compreso fino in fondo se non si analizza insieme al principio di uguaglianza sostanziale di cui all'articolo 3, secondo comma, della Costituzione.Pag. 4
Fatta questa doverosa premessa ed entrando nel merito, incrociando il lavoro fatto dalla Commissione speciale per il riconoscimento del principio di insularità del Consiglio regionale e le dichiarazioni programmatiche della nostra Giunta, abbiamo identificato degli assi su cui è necessario ragionare. In primis, l'accessibilità. Va data priorità massima al miglioramento dell'accessibilità aerea e marittima, pretendendo un maggiore impegno politico e finanziario da parte dello Stato, almeno paragonabile a quello di Francia e Spagna per le loro isole maggiori.
Abbiamo necessità – questo è il secondo asse – di lavorare profondamente sul recupero del gap infrastrutturale. È essenziale indirizzare i fondi di coesione nella direzione di riduzione dei divari infrastrutturali, con particolare attenzione al trasporto interno e alle telecomunicazioni. Nuovi investimenti nella trasformazione digitale e nelle competenze digitali possono attenuare in modo significativo gli effetti negativi dell'isolamento geografico.
Un terzo asse è l'innovazione e la ricerca scientifica. La Sardegna ha tutte le potenzialità per diventare un hub di innovazione e di ricerca, con progetti come l'Einstein Telescope per le onde gravitazionali. La regione peraltro già ospita iniziative di ricerca di rilievo internazionale, come il progetto Aria e Sardinia Radio Telescope.
Quarto asse, l'esplicazione dell'autonomia speciale, quindi l'adozione di politiche locali sviluppate dal basso verso l'alto, stimolando una crescita ben più robusta e sostenibile dell'approccio delle politiche top-down e anche la difesa delle prerogative speciali della regione – che ha uno Statuto, ricordo, di rango costituzionale – rispetto al taglio di risorse o a prerogative di stampo centralistico.
Il quinto asse è la qualità istituzionale. È importantissimo e fondamentale migliorare, per quanto riguarda la pubblica amministrazione, l'efficienza della governance, adottando modelli organizzativi moderni e investendo sulla formazione.
Il sesto asse è la fiscalità di sviluppo e la regolamentazione, quindi l'introduzione di forme di fiscalità di sviluppo e di aree a bassa regolamentazione. Ecco, noi riteniamo che questi possano essere strumenti efficaci per attrarre investimenti anche in aree problematiche.
La natura insulare della Sardegna avrebbe anche il vantaggio di limitare comportamenti opportunistici delle imprese, come anche gli ultimi che abbiamo visto in questi giorni relativamente alla vicenda della Glencore, che sta chiudendo – forse una delle ultime fabbriche in Sulcis – coinvolgendo un migliaio di dipendenti, tra dipendenti diretti e l'indotto.
L'ultimo asse, le politiche ambientali. La promozione delle energie rinnovabili, nel rispetto dell'ambiente e del paesaggio, ovviamente sarà necessaria per accelerare l'abbandono delle fonti fossili e permettere anche una migliore valorizzazione della risorsa ambiente, anche in chiave economica, e contribuire a rafforzare nel mondo l'immagine di un'isola che produce prodotti agroalimentari di eccellenza e nella quale la qualità della vita è alta.
A questi macrosettori si aggiungono necessariamente altri filoni di intervento che devono essere presi in considerazione, soprattutto dal Parlamento nazionale. Tra tutti, il tema della competitività. Basti pensare quanto l'elevato costo dell'energia e il maggior costo derivante dalla logistica rappresentino per la Sardegna dei freni allo sviluppo di contesti competitivi e concorrenziali. Infatti, il primo degli handicap di cui soffrono cittadini e imprese nei territori insulari come la Sardegna è la difficoltà di risultare competitivi sul mercato. A tal riguardo, sarebbe doveroso rivedere, tra l'altro, alcune limitazioni poste dal regime di aiuti di Stato dell'Unione europea, e su questo bisognerebbe fare una battaglia comune tra regione e Parlamento.
Per fare un esempio, le comunità energetiche per imprese e cittadini hanno un limite massimo di potenza pari a 1 Megawatt, derivante dal fatto che, se le comunità energetiche dovessero superare questo limite di potenza, l'autoconsumo prefigurerebbe una violazione della disciplina sugli aiuti di Stato, in quanto le imprese utilizzatrici risulterebbero essere in una condizionePag. 5 di vantaggio competitivo. Ora, capite tutti benissimo che definire vantaggio competitivo una maggiore quantità di autoproduzione energetica, in un territorio dove trasportare le merci è più oneroso rispetto al resto d'Italia, non rispetta il principio di insularità e ostacola il superamento delle condizioni di svantaggio da esso derivanti.
Ancora, non sono previste deroghe al limite di 1 Megawatt per comunità energetiche e di autoconsumo per cittadini ed enti pubblici di varia natura. Anche qui, la ratio del regime degli aiuti di Stato è disattesa, in quanto si applica ai cittadini e alla pubblica amministrazione una limitazione che è prevista per le imprese.
Ecco, questi sono aspetti che potrebbero e dovrebbero essere immediatamente modificati. Il lavoro delle istituzioni nazionali non deve essere limitato all'erogazione di risorse che intervengano solo superficialmente sugli effetti finali dell'insularità. Le istituzioni nazionali devono invece cominciare a concentrarsi su politiche di sistema che intervengano efficacemente sulla riduzione dei divari socioeconomici che stanno a monte. Le istituzioni, in sintesi, si devono concentrare su politiche pubbliche che intervengano sulle cause del ritardo e non sugli effetti. Quello che dovrebbe cambiare è proprio il paradigma. Serve porre un freno ad interventi sussidiari che mettano toppe qua e là ed iniziare a ragionare in maniera sistematica ed organica, e non attraverso singoli sussidi, ma mettendo in pratica politiche di vero, serio, effettivo risanamento infrastrutturale, culturale, sociale, economico in modo da arrivare a considerare la Sardegna e le altre isole delle risorse che contribuiscono al volano economico e culturale del Paese e non delle zavorre che lo rallentano.
A tale proposito, un aspetto centrale riguarda il rispetto dell'ambiente e lo sfruttamento delle risorse naturali. Ritengo doveroso richiamare l'attenzione sul contenuto del decreto-legge n. 84 del 2024, convertito dal Parlamento l'8 agosto, sulle materie prime critiche di interesse strategico. È un provvedimento che prevede che lo Stato avochi completamente a sé lo sfruttamento del sottosuolo, delle cave e delle miniere sarde e non solo.
Ecco, onorevoli senatrici e senatori, deputate e deputati, lo sviluppo di una regione come la Sardegna, già reso difficile dalla condizione geografica in cui si trova, continua ad essere messo in secondo piano a causa di un approccio eccessivamente centralista, che vede nella condizione geografica e geologica di un'isola solo un asset da sfruttare e consumare, e non invece un territorio da curare e far crescere per creare ricchezza nel tempo, tra l'altro creando un problema rispetto allo Statuto speciale della Sardegna, che vede come competenza primaria proprio lo sfruttamento e l'autorizzazione delle cave e delle miniere. Di quanto, anche in passato, il tema sia stato esclusivamente lo sfruttamento, ne sanno qualcosa territori quali il Sulcis-Iglesiente, luogo dedicato allo sfruttamento delle risorse minerarie per secoli, ma che oggi risulta essere tra le province più povere d'Italia e anche, purtroppo, di tutta Europa. Ciò a dimostrazione di come lo sfruttamento delle risorse naturali, in assenza di un piano di sviluppo dei territori condiviso con la popolazione, ha il sapore del centralismo e, lasciatemi dire, ha anche il retrogusto del colonialismo.
La condizione insulare è una condizione sociale, prima che economica, e necessita di un ruolo proattivo della regione e delle sue istituzioni nei processi di sviluppo. Pertanto, il paradigma proposto dal decreto-legge sulle materie prime critiche, come abbiamo detto, non risulta essere conforme rispetto alla ripartizione delle competenze legislative, quindi sicuramente sarà necessario intervenire. Se si fa dunque l'errore di confondere l'unione tra le regioni con l'omologazione, se non si valorizza e si difende la loro diversità, se si perde una delle ricchezze più importanti della nostra nazione, ossia la varietà dei paesaggi, delle culture, dei dialetti – tutto ciò che rende unica e attraente l'Italia agli occhi del mondo – stiamo perdendo un'opportunità.
In questo senso è necessario rafforzare il dialogo tra lo Stato centrale e la regione che tenga veramente conto delle esigenze Pag. 6peculiari dei territori e delle loro caratteristiche.
Un altro tema, strettamente connesso allo sfruttamento delle risorse, è quello della siccità, tema con il quale abbiamo dovuto fare i conti in questo contesto, e dobbiamo dedicargli l'attenzione che merita, in considerazione di ciò che il problema ha rappresentato e rappresenta per settori fondamentali come attività agricole, allevamenti e turismo. Quest'ultima estate è risultata una delle più problematiche degli ultimi anni in termini di approvvigionamento idrico, a causa dei cambiamenti climatici. Purtroppo il trend non sembra essere in miglioramento per gli anni a venire.
Pertanto, risulta necessario che lo Stato si adoperi per garantire il finanziamento e l'efficientamento della rete idrica. La rete sarda ha una dispersione idrica che supera il 50 per cento, con comuni dove si registrano picchi fino al 70 per cento. Mentre il cambiamento climatico e la progressiva desertificazione conducono a una situazione drammatica, gli investimenti statali in materia di efficientamento idrico da un lato e le politiche di lotta alla siccità dall'altro non sono sufficienti per garantire il godimento di un bene fondamentale come l'acqua. Nel 2024 una regione di un Paese membro del G7 non può essere costretta all'interruzione della rete idrica, anche per più di 22 ore al giorno in intere aree territoriali. Mi riferisco, in particolare, ai territori di Ogliastra e Baronia, dove migliaia di cittadini in alcuni periodi estivi hanno avuto garantito il servizio idrico per sole due ore giornaliere.
Un ulteriore pilastro che necessita di essere posto al centro del dibattito politico e parlamentare, quando si parla di attuazione del principio di insularità, è lo sviluppo infrastrutturale e dei trasporti. La Sardegna è la regione con l'indice di infrastrutturazione più basso d'Italia. In Sardegna la dotazione infrastrutturale è pari a 50,5 punti su 100, contro il 78,8 per cento che si registra nel resto del Mezzogiorno. Inoltre, la Sardegna è l'isola europea geograficamente più isolata rispetto al continente, ha un mercato interno molto ridotto (1.580.000 residenti) e disperso (68 abitanti per chilometro quadrato). È pertanto caratterizzata da insularità e perifericità non solo rispetto al resto del Paese, ma anche al suo interno. Ciò produce non solo un incremento dei costi, ma crea anche discontinuità, aleatorietà, ritardi e debolezza nelle connessioni e nei processi di diffusione spaziale e dello sviluppo.
Nello specifico, la Sardegna occupa, in termini di infrastrutturazione, il 177esimo posto su 244 regioni. Le politiche statali di supporto al problema infrastrutturale e dei trasporti non possono essere incentrate solo sulla continuità territoriale con l'esterno. Le politiche infrastrutturali di mobilità devono porre al centro del dibattito e dell'agenda del Governo anche e soprattutto la mobilità interna. L'assenza di investimenti e di programmazione in materia infrastrutturale ha delle ricadute soprattutto all'interno dell'isola e influisce negativamente sullo sviluppo dei territori, crea quella condizione che amaramente viene definita «isola nell'isola».
Per concludere su questo tema, la Sardegna è l'unica regione che, senza essere servita da neanche un'autostrada, presenta ancora infrastrutture ferroviarie fatiscenti e non certamente competitive. Eppure non risulta essere beneficiaria di alcuni interventi infrastrutturali e di sistema né improntati allo sviluppo diretto della mobilità.
Tutto ciò premesso, risulta chiaro che a servire sono investimenti in materia di infrastrutture tecnologiche, investimenti nella formazione, di miglioramento del capitale umano ed ancora politiche pubbliche che mirino alla resilienza sociale ed economica. Ed è necessario che lo Stato finanzi politiche di sviluppo centrate sull'attrazione del capitale umano, anche mediante il potenziamento e la creazione dei centri di ricerca.
Bene, quindi, quanto si sta facendo sull'Einstein Telescope nel territorio di Lula. Questo modello, dove Stato e regione lavorano all'unisono per creare centri di eccellenza mondiale, in grado di garantire da un lato attrazione di forza lavoro specializzata e dall'altro sviluppo sui territori, dovrebbe Pag. 7diventare una best practice che funzioni da volano socio-economico per i territori.
Strettamente connesso alla tematica dell'attrazione di investimenti e alla ricerca voglio segnalare che la mia regione è tra quelle con un maggior numero di NEET (Not in Education, Employment or Training), persone e giovani inattivi all'istruzione, lavoro e formazione. Eppure risulta essere una delle regioni maggiormente colpite dai tagli derivanti dal dimensionamento scolastico.
Ancora, l'applicazione di politiche pubbliche in maniera uniforme sul territorio nazionale, senza tenere in debita considerazione le specificità territoriali ed, in particolare, le difficoltà derivanti dall'insularità e dalla conformazione urbana delle regioni, rischia di favorire e di accentuare i disastri sociali già in essere. La Sardegna è una delle regioni con grandi difficoltà sotto il profilo demografico. Abbiamo una bassa percentuale di nascite ed un aumento esponenziale dell'età media della popolazione, al punto che le pensioni superano gli stipendi. Eppure lo Stato non ha mai davvero posto in essere delle politiche di attrazione di investimenti e tanto meno politiche di attrazione del capitale umano. In questo contesto risulta più che mai necessario adoperarsi in uno spirito di leale collaborazione tra Stato e regione per la definizione e la programmazione oculata e mirata del Fondo di sviluppo e coesione, il principale strumento finanziario per affrontare i gap di sviluppo. Per anni la regione e lo Stato hanno programmato in maniera poco efficace e in maniera poco efficiente tali risorse e ciò ha portato a una bassissima capacità di spesa. La fotografia attuale della programmazione del Piano di sviluppo e coesione della Sardegna nel periodo 2000-2020, che, come è noto, raggruppa tre cicli di programmazione FSC, ci dice che solo il 47 per cento di quanto stanziato è stato speso e che circa 300 milioni di interventi saranno definanziati.
Questo è il risultato di una programmazione non calibrata e ancorata alle esigenze dei territori, né dimensionata sulla capacità amministrativa degli enti. La soluzione al problema non può essere una governance dei finanziamenti destinati alle regioni sbilanciata sul livello statale, come quella che più si delinea per il Fondo di Sviluppo e coesione, perché un eccessivo centralismo, riducendo la flessibilità delle procedure, complica notevolmente la gestione degli interventi.
Allora, lo ripeto, è sempre più necessario e urgente un cambiamento del paradigma. Servono politiche e programmazioni condivise, una governance multilivello dei programmi che non riduca le regioni a soggetti attuatori, soprattutto nel caso delle regioni insulari, che scontano differenze strutturali specifiche che, come tali, vanno affrontate.
In assenza di meccanismi di flessibilità e di dialogo costruttivo, si rischia di condannare ad un ulteriore sottosviluppo le stesse regioni che con la riforma costituzionale del 2022 si è voluto tutelare, mediante l'inserimento del principio di insularità. Uno degli obiettivi della mia Giunta è proprio quello di garantire una definizione del FSC – attualmente in fase di costruzione – che possa garantire un'adeguata programmazione e capacità di spesa.
Tuttavia, come dicevo in premessa, le risorse economiche e gli interventi finanziari sono solo una faccia della medaglia. Ritengo che un aspetto altrettanto importante siano le politiche sociali e sanitarie. Ricordo che la Sardegna si paga interamente la sanità, quindi ovviamente ha già discusso e ottenuto anche la possibilità di avere flessibilità dal punto di vista regionale rispetto a questa spesa, ma soprattutto l'istruzione pubblica. Quindi, bisogna guardare con estrema attenzione i tagli all'istruzione per quanto riguarda la Sardegna oppure investire correttamente in ricerca e anche in mobilità e in interconnessione. Voglio ricordare che da un'analisi che abbiamo fatto con TIM relativamente agli indici di copertura del Piano Italia a 1 Giga, che è il programma principale per la copertura sulla connettività, la Sardegna risulta avere uno degli indici più bassi d'Italia, circa l'8 per cento di copertura del territorio contro il 13 per cento del resto delle regioni.Pag. 8
Infine, come nota di metodo, sarebbe bene che la Commissione (CTFS) costituita presso il MEF diventasse una sede permanente di confronto tecnico sulle condizioni e sulle politiche insulari. In questo modo i contributi delle regioni insulari, di questa Commissione bicamerale e della Commissione del MEF, lavorando all'unisono, potrebbero veramente cambiare il paradigma di intervento e dare gambe e sostanza al principio di insularità. Fintanto che si continuerà a lavorare solo in maniera spot, ricordandoci del principio di insularità solo in sede di legge di bilancio, continuerà l'utilizzo inefficace di risorse pubbliche, senza alcun beneficio per le popolazioni insulari.
PRESIDENTE. Grazie, Presidente, per la relazione esaustiva. Chiedo ai colleghi presenti e collegati in videoconferenza se intendono intervenire formulando domande.
DARIO GIAGONI. Grazie, presidente. Buongiorno a tutti i colleghi e alla governatrice Todde. Governatrice, lei ha esposto una serie di questioni che riguardano la nostra isola – chiedo al presidente e alla Commissione se è possibile avere una copia del suo intervento.
PRESIDENTE. Scusi, collega. Presidente, le chiedo se può inviarci la copia della sua relazione.
ALESSANDRA TODDE, Presidente della Regione Sardegna. Assolutamente.
DARIO GIAGONI. Lei ha toccato tantissimi temi e in particolar modo ha parlato anche delle energie rinnovabili. Ultimamente in Sardegna si parla tanto di energie rinnovabili, soprattutto della questione dell'eolico. È uno dei temi più dibattuti quello delle pale eoliche, anche perché la linea politica che arriva dall'Europa è quella della transizione energetica.
Ho alcune perplessità e anche preoccupazioni, come tantissimi sardi, relative al rischio elevato dell'invasione di pale eoliche nel nostro territorio, anche in termini di superficie che andranno a coprire, sebbene qualcuno dei consiglieri regionali del suo partito abbia dichiarato che si tratta solo del 2%. Ma non è questo l'aspetto più importante. L'aspetto più importante è il danno ambientale e paesaggistico che potranno creare le pale eoliche, che determinerà anche una perdita di valore di quelle aree. La Sardegna è sempre stata definita un'area di inestimabile valore, soprattutto per le sue bellezze e per la sua storia. Qualcuno parla di 8000 siti nuragici, ma, secondo me, arriviamo anche a 20.000 siti nuragici presenti nel nostro territorio. Oltretutto, il posizionamento di pale eoliche, impattante anche da un punto di vista dell'insonorizzazione, causerebbe danni ambientali perché andrebbe a modificare l'ecosistema.
Senza parlare, poi, della sicurezza: nel caso dovesse scoppiare un incendio, i Canadair, gli elicotteri non potrebbero sorvolare l'area interessata dall'incendio per una questione di sicurezza. Quindi, dove dovrebbero essere installate le pale eoliche? O si disbosca tutto l'ambiente circostante oppure la vegetazione sarebbe purtroppo esposta ad un forte rischio di incendi che non potrebbero essere contenuti da un intervento dei mezzi della Protezione civile.
Personalmente sono contrario all'installazione di qualsiasi tipologia di pala eolica. A tal proposito, visto che ha parlato proprio di energie rinnovabili e visto che, durante i vari Governi Conte e Draghi, si era chiesto soprattutto da parte del suo partito di modificare l'allora Ministero dell'ambiente, con l'aggiunta di «transizione energetica» (forse questo era anche un atto dovuto), Governatrice, lei e la sua Giunta avete già un progetto chiaro sulla corretta transizione energetica? Avete redatto un piano energetico per la Sardegna? Peraltro, nel 2029-2030 il carbone verrà bandito e lei ha sottolineato che non possiamo rimanere ostaggi dei fossili, come il carbone. Però, il carbone in questo caso in Sardegna va a coprire quasi tre quarti della fornitura di energia che c'è sul nostro territorio.
Presidente, se mi permette, vorrei anche leggere le dichiarazioni della governatrice, che sono le seguenti.
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole. Cerchiamo di centrare la domanda, altrimenti diventa difficile per tutti, così ne prende nota la Presidente.
DARIO GIAGONI. La domanda è quella che ho detto inizialmente, un minuto fa, se esiste un piano energetico per la Sardegna, soprattutto perché nel 2029-2030 il carbone non potrà più essere utilizzato e soprattutto perché il carbone va a coprire quasi tre quarti della fornitura di energia sul nostro territorio.
La governatrice ha detto: «Siamo di fronte a un momento storico. Possiamo produrre energia elettrica, la possiamo produrre per le nostre comunità».
PRESIDENTE. Forse è meglio se aspettiamo la risposta.
DARIO GIAGONI. Vorrei concludere.
PRESIDENTE. Vada avanti.
DARIO GIAGONI. «Possiamo produrre energia elettrica, la possiamo produrre per le nostre comunità, mentre il gas lo importiamo a caro prezzo. Non possiamo incidere in alcun modo su questo, quindi dobbiamo affrontare questo tipo di transizione per quello che è più conveniente per noi».
Qual è il suo piano in merito a questo? Altre tipologie di energia che permetterebbero di coprire quella fornitura che attualmente copre il carbone potrebbero essere il bio verde, il gas verde, però c'è anche una considerazione dell'assessore regionale Emanuele Cani che ha confermato la volontà della Giunta di seguire il piano della metanizzazione. C'è un po' di confusione all'interno della Giunta.
È necessario capire se realmente si vuole incidere e si vuole portare avanti la dorsale del gas. Successivamente quella dorsale potrebbe essere utilizzata anche per il passaggio dell'idrogeno. È vero che l'idrogeno comporterebbe una perdita ulteriore rispetto al gas, però si vuole capire quale posizione si vuole prendere, quali tipologie di energie verdi si vogliono utilizzare per coprire quella mancanza: il bio verde, il gas verde, il moto ondoso, ma anche i termovalorizzatori. Se ne parla tantissimo a Roma, anche perché ci sono ridotte emissioni di carbone rispetto ai vecchi termovalorizzatori. Non sono di certo favorevole a una posizione: a un avvio della discussione sul nucleare. Lo dico anche se ci sono state dichiarazioni interne al mio partito, ma perché è giusto ascoltare la parola dei miei corregionali, perché noi rappresentiamo i sardi. Seppur sono stato eletto nel nord Sardegna, ritengo di essere rappresentante di tutto il territorio sardo, anche perché ho avuto la fortuna, avendo un papà carabiniere, di poter stare in gran parte di tutto il territorio sardo.
Oltretutto, non per creare la solita polemica politica, ricordo che ci troviamo di fronte a un decreto legislativo che è stato approvato da tutte le forze politiche ad esclusione – affianco a me c'è la mia collega – di Fratelli d'Italia ai tempi di Draghi, il decreto legislativo n. 199/2021 per l'individuazione delle autorizzazioni e quindi un avvio di quella che dovrebbe essere la transizione energetica e l'individuazione delle aree idonee.
All'articolo 20, comma 6, si prevede che non può essere presentata da parte di alcuna regione, da parte di qualunque ente comunale o regionale, una legge che preveda una moratoria, perché lo stesso articolo lo vieta.
PRESIDENTE. Onorevole, ponga la domanda.
DARIO GIAGONI. Ne ho una seconda. Se vuole la faccio dopo.
PRESIDENTE. Così diamo la possibilità ad altri di fare domande sull'argomento.
DARIO GIAGONI. La prima domanda si conclude con questo argomento.
PRESIDENTE. Grazie.
SILVIO LAI. Intervengo sull'ordine dei lavori. Vorrei sapere fino a che ora è possibile lavorare. Considerato che manca mezz'ora alle 15,30, anzi ventotto minuti, se Pag. 10dobbiamo fare tutti delle domande, dobbiamo consentire anche alla Presidente Todde di poter rispondere a tutti. Stabiliamo qual è la modalità con la quale usiamo questa mezz'ora di tempo, perché mi risulta che alle 15,30 debba concludersi la seduta, a meno che non ci siano tempi diversi.
PRESIDENTE. L'Aula è convocata alle 17. Abbiamo tutti modo di poter intervenire.
SILVIO LAI. Ci sono delle Commissioni dopo.
PRESIDENTE. Sulla scia dell'osservazione dell'onorevole Lai, cerchiamo di porre direttamente le domande, così riusciamo a farle porre a tutti i componenti la Commissione. Lei è già intervenuto, ormai non possiamo tornare indietro. La seconda domanda gliela faremo fare senz'altro. Do la parola alla Presidente Todde.
ALESSANDRA TODDE, Presidente della Regione Sardegna. Cercherò di essere più esaustiva possibile e veloce in maniera tale da dare l'opportunità anche agli altri parlamentari di farmi tutte le domande del caso.
Noi siamo nella condizione in cui l'Unione europea con il Green New Deal ha chiesto a tutte le nazioni europee, tra cui l'Italia, di intervenire con una quota di energia rinnovabile che per l'Italia nel 2021 era di 60 Gigawatt, diventata poi nel 2023 di 80 Gigawatt. Questa energia complessiva per l'Italia è stata ripartita, secondo una legge del 2012, il cosiddetto burden sharing, tra tutte le regioni d'Italia. La Sardegna ha avuto la sua quota di 6,2 Gigawatt di rinnovabili che deve sviluppare entro il 2030.
Noi ci siamo trovati in una condizione normativa in un meccanismo di cui al decreto n. 199, il cosiddetto «decreto Draghi», che è stato emanato quando ero Vice Ministra al MISE con delega alle crisi industriali con il Ministro Giorgetti, e che ha, di fatto, stabilito la necessità di una pianificazione delle aree idonee e la necessità di farlo entro sei mesi dalla emanazione del decreto. Purtroppo, ci siamo trovati nelle condizioni in cui questo decreto sulle aree idonee non è arrivato in sei mesi, ma è arrivato con un ritardo di quasi tre anni. Uno dei primi atti che abbiamo ritenuto necessario quando ci siamo insediati, visto che la Sardegna peraltro è anche la capofila nella Conferenza Stato-Regioni rispetto ai temi energetici, è stato quello di trovare immediatamente un meccanismo di confronto con il Ministero dell'Ambiente e con il Ministro Pichetto Fratin per poter immediatamente arrivare a questo decreto nazionale sulle aree idonee.
Il vuoto normativo che ovviamente è intercorso tra il decreto n. 199 e il mancato decreto sulle aree idonee ha, di fatto, reso idonee anche delle aree che erano tendenzialmente protette.
Voglio sollevare un altro tema. Nella legislazione corrente, quindi fino alla definizione di quello che è stato il decreto nazionale sulle aree idonee e quello che sarà il decreto regionale sulle aree idonee – anche la Sardegna si sta muovendo in questo senso – la norma dice che anche le aree non idonee (la Giunta precedente ha fatto un lungo elenco di aree non idonee, una delibera di Giunta e anche una legge regionale) sono potenzialmente non idonee. Questo vuol dire che, di fatto, se c'è un parere in contrasto tra paesaggio ed energia, quindi produzione energetica, vince, di fatto, la produzione energetica.
Questo ha causato autorizzazioni anche in territori vicini per beni identitari. Ricordo che questo Governo ha fatto un emendamento proprio per quanto riguarda l'Einstein Telescope, un emendamento che l'onorevole Giagoni conosce bene, perché è stato fatto bipartisan, da tutti, che andava proprio a tutela di un impianto e, ovviamente, al ritiro dell'autorizzazione per quanto riguarda un sito eolico, che è andato a disturbare l'Einstein Telescope.
Cosa sta facendo la Regione Sardegna? Posto che noi abbiamo trovato un piano energetico che è fermo al 2016, quindi in tutti questi anni non si è lavorato sul piano energetico, abbiamo una condizione in cui l'energy mix sardo è totalmente spostato verso combustibili fossili. L'energia elettricaPag. 11 in Sardegna viene prodotta per il 70 per cento dalle due centrali a carbone e dalla centrale di Sarlux, che brucia gli scarti di raffinazione. Ci siamo posti il problema ovviamente di come ottemperare alla transizione energetica entro il 2030 e, allo stesso tempo, di come garantirci un energy mix che fosse sensato, perché da una parte c'è la necessità di voler difendere ambiente e paesaggio, dall'altra parte c'è ovviamente la consapevolezza che le energie rinnovabili non producono allo stesso modo di una centrale a carbone. Una centrale a carbone brucia per 8.000 ore, un campo eolico produce per 1.600, anche con delle difficoltà rispetto alla sostituzione, che sono importanti.
Sul piano energetico regionale ci siamo mossi immediatamente. È stata già creata una cabina di regia che lo sta portando avanti. Ci siamo presi l'impegno – è stato uno dei primi atti della Giunta – con la legge n. 5 del 3 luglio 2024, da una parte, di creare una sospensiva, che non vuole essere una moratoria pura, che significa tutti fermi e basta. Abbiamo creato una sospensiva perché nel frattempo, per un vuoto normativo, le richieste di autorizzazione erano arrivate a un numero che la Sardegna non potrà mai assolutamente sopportare. Rispetto ai 6,2 Gigawatt, che rappresentano il nostro fardello, sono arrivati anche a 58-60 Gigawatt, quindi dieci volte tanto.
Abbiamo chiesto una sospensiva per riuscire a mettere ordine rispetto alle aree idonee sarde. Stiamo lavorando alla legge che definisce quattro tipologie di pianificazione del territorio: aree idonee, aree non idonee e, introducendo il principio che le aree non idonee non saranno compatibili con l'installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili (FER). Per aree non idonee intendiamo le aree tutelate, le aree legate a beni culturali e, soprattutto, visto che è un tema che ha introdotto anche l'onorevole Giagoni, abbiamo fatto una ricognizione con il nostro Corpo forestale che ci ha dato una cartografia molto ben specifica relativamente a tutti i crinali delle nostre colline e delle nostre montagne, che chiaramente saranno classificate come aree non idonee e per la possibilità di essere coinvolte nello spegnimento di incendi. Parliamo di tutti quei vincoli stratificati che vanno dal vincolo idrogeologico al vincolo legato alla gestione degli incendi e alla tutela dei beni culturali.
Stiamo facendo un lavoro molto attento per cercare, da una parte, di non consentire ulteriore consumo di suolo e di dedicare alla produzione delle fonti rinnovabili aree già compromesse, aree industriali, superfici di risulta lungo le strade e lungo la ferrovia, tetti degli edifici pubblici e delle case, e i tetti agricoli, cercando comunque di avere una distribuzione e una gestione del territorio che possa essere ovviamente razionale.
Siamo altrettanto consapevoli che se vogliamo mantenere un minimo di industria in Sardegna, per avere energia termica, serve il gas che vogliamo utilizzare come combustibile di transizione. Lo vogliamo utilizzare a questo scopo, perché sappiamo che – l'ha citato l'onorevole Giagoni – l'unico modo che ha la Sardegna di intervenire rispetto alla sua competitività è la produzione di energia elettrica.
Mi spiego meglio. Noi abbiamo un cartello di produttori di petrolio che si chiama OPEC, che incide sul prezzo del petrolio. Il prezzo del gas è definito dai produttori del gas in Europa. Avete visto il tristemente famoso Title Transfer Facility (TTF), l'hub olandese, che definisce il prezzo del gas.
La nostra strategia è quella di creare in Sardegna una società sarda per l'energia, che diventi un produttore grossista e quindi riesca, essendo un produttore, a gestire non solo asset legati al fotovoltaico o all'eolico, che è già presente in Sardegna, ma anche, per esempio, l'idroelettrico di cui abbiamo chiesto l'introduzione all'interno del decreto nazionale. Abbiamo fatto una battaglia come regione Sardegna per l'introduzione di questa fonte rinnovabile, perché la Sardegna è ricca di idroelettrico e quindi è giusto anche che questa fonte venga in qualche modo riconosciuta e sfruttata.
In questo modo potremo incidere direttamente sul prezzo della bolletta dei cittadini e sul prezzo della bolletta delle nostre imprese. È chiaro che questo non è un Pag. 12percorso di un giorno. In questo momento abbiamo delle scadenze ben precise. Porteremo la legge sulla pianificazione delle aree idonee e non idonee, ordinarie e vincolate, entro fine settembre in Consiglio regionale, con l'obiettivo di farle fare un percorso che stia entro i sei mesi. Ci siamo presi un impegno, con la legge n. 5, di redigere entro sei mesi il nuovo piano energetico regionale e di far partire la società energetica regionale. Spero di essere stata esaustiva.
MARCO MELONI. Grazie, presidente Todde, per la sua relazione e per il suo intervento. Conosce bene questa Commissione perché, come lei stessa ha ricordato, è stata nostra collega e ne è stata anche componente. Sono certo che lei saprà interpretare anche la necessaria instaurazione di una relazione con il suo corrispettivo Presidente della Regione Siciliana, perché credo che la funzione dei presidenti di regione sia molto importante come stimolo al Governo e anche alla Commissione per passare a una fase che sia più attuativa dei nostri compiti.
Chiedo alla Presidente se, per esempio, sottoscrivere un documento unitario tra le due regioni, tra i due Presidenti di regione per chiedere al Ministro Giorgetti un incontro per predisporre delle misure che non siano solo misure finanziarie, ma anche misure finanziarie nella legge di bilancio, possa essere una cosa che possa dare maggiore peso politico a una richiesta delle isole maggiori, di attenzione da parte del Governo, della maggioranza, di tutto il Parlamento. In fondo sono due Presidenti di regione che appartengono a parti politiche differenti su questo tema.
Colgo anche l'occasione per dire a tutti noi che credo sia necessario darci una programmazione di attività che ci consenta di passare all'attuazione di quello che la legge ci chiede di fare, la legge istitutiva di questa Commissione: non solo audizioni, ma stima dei costi dell'insularità, individuazione dei settori meritevoli di interventi compensativi, proposte di misure di interventi idonei ed anche l'attivazione di risorse finanziarie adeguate rispetto al Fondo per l'insularità, che è stato ugualmente istituito in seguito a una proposta del Partito Democratico, a un emendamento del collega Silvio Lai, con la legge di bilancio n. 197 del 2022. Sono passati ormai quasi due anni e si è fatto ben poco.
Mi rivolgo alla maggioranza di questa Commissione: o lavoriamo insieme a queste cose o ci lavoriamo solo noi e voi vi assumerete il peso politico di non dare gambe a un principio costituzionale e a un'esigenza in particolare della Sicilia e della Sardegna.
Per quanto riguarda le altre domande che vorrei porre alla Presidente cerco di essere sintetico. La prima è se ha colto nei rapporti con il Governo la disponibilità ad aprire un dossier insularità per affrontare il tema.
Vengo alla seconda. Faccio solo una battuta sul tema energie rinnovabili perché è stata già affrontata la questione, però c'è un atteggiamento molto curioso che somiglia a una recita, per cui il Centrodestra in Sardegna è totalmente inflessibile rispetto alla possibilità di qualunque intervento sul tema delle rinnovabili, nessuna pala eolica, lo ha appena detto il collega Giagoni. La stessa parte politica, il centrodestra e il Governo, a Roma presenta ricorso contro le misure che il Consiglio regionale ha adottato – la legge n. 5 – per stabilire che in un periodo di tempo di compensazione si individuano le aree idonee. Quindi, si è inflessibili in Sardegna da una parte e a Roma dall'altra, ma poi le persone leggono gli stessi giornali e acquisiscono le stesse fonti di informazione. Chiedo alla Presidente se ha colto nel Governo una volontà di una interlocuzione che giunga a soluzioni condivise. C'è, in Sardegna soprattutto, un clima davvero pesantissimo.
Piuttosto che ragionare in punto di diritto con norme, ricorsi, eccetera, credo che bisognerebbe trovare un'intesa perché si possa realmente fare in modo che la Sardegna non sia il fanalino di coda, cioè la regione che ha più consumi, più produzione di energia da fonti fossili e perché ci sia la possibilità di essere protagonisti di un movimento positivo di utilizzo delle energie rinnovabili per la conversione energetica, Pag. 13perché questo avvenga senza danni all'ambiente e al paesaggio.
Chiedo, quindi, che tipo di interlocuzione sta avendo con il Governo e se ha visto qualche elemento di volontà di condivisione da parte del Governo. Avrei un'altra domanda.
PRESIDENTE. Mi scusi, per una questione di metodo, siccome abbiamo consentito al...
MARCO MELONI. L'onorevole Giagoni ha parlato un quarto d'ora. Posso usare i miei dieci minuti per fare quattro domande anziché una?
PRESIDENTE. Va bene.
MARCO MELONI. Faccio altre domande sintetiche.
Sulla continuità territoriale aerea e marittima, che ha citato anche la Presidente, come fattore fondamentale per le isole, per la Sardegna in particolare, esiste una volontà da parte del Governo di intervenire per individuare un meccanismo che richiede una pressione del Governo e il consenso della Commissione per un modello che superi quello attuale, che penalizza enormemente la libertà di movimento delle persone e delle merci?
Passo alle ultime due cose. La prima attiene all'istruzione. Oggi è stato presentato il rapporto OCSE sull'istruzione. La Sardegna e la Sicilia sono tra le regioni che hanno le performance peggiori in Europa sulla dispersione scolastica, sul livello di istruzione. Noi abbiamo una condizione per cui aumenta il numero degli insegnanti precari perché il Governo dà pochissimo spazio all'assunzione anche di chi ha già vinto il concorso. Abbiamo una condizione per cui i nostri docenti, o chi vorrebbe fare il docente strutturato, deve fare i concorsi in giro per l'Italia, lontanissimo dalla Sardegna. Ho presentato diverse interrogazioni al Governo, senza avere risposta. Chiedo qual è il piano della regione perché l'istruzione torni ad essere un fattore di competitività.
Ultima cosa. La Presidente ha citato il tema della Glencore, dello stop alla linea di produzione dello zinco a Portovesme, un tema che riguarda quasi un migliaio di lavoratori, compreso l'indotto.
Chiedo, anche in questo caso, se l'interlocuzione con il Ministero stia portando il Governo a seguire questa drammatica vicenda con la adeguata attenzione e quale supporto è possibile assicurare nell'immediato ai lavoratori interessati e coinvolti, purtroppo, da queste decisioni e al territorio del Sulcis-Iglesiente, che è così fortemente danneggiato da decenni da una dismissione di realtà industriali fondamentali. Grazie.
ALESSANDRA TODDE, Presidente della Regione Sardegna. Vado per ordine.
Relativamente al rapporto con il Governo sul tema dell'insularità, stiamo avendo rapporti con i singoli ministeri. Non ho avuto, al momento, un incontro con la Presidente Meloni. Lo avrò il 1° ottobre insieme alle altre regioni a Statuto speciale per discutere proprio della riforma degli Statuti. Sarà quella l'occasione per ricordare la nostra specialità e la nostra necessità di avere un occhio di riguardo per quanto riguarda i temi dell'insularità.
Per quanto riguarda il tema delle rinnovabili e quindi la transizione energetica, l'interlocuzione con il Ministro Pichetto Fratin, ovviamente anche da parte dell'assessore all'Industria, l'assessore Cani e mio, continua.
Con il Ministro siamo stati colleghi al Ministero dello Sviluppo economico. Eravamo entrambi Vice Ministri. C'è comunque anche un rapporto di consuetudine.
Nonostante questo, il nostro provvedimento, che era comunque un provvedimento tampone proprio per riuscire a colmare un gap che ci ha visto senza programmazione e senza pianificazione per quasi tre anni, è stato impugnato. Ci vedremo innanzi la Corte costituzionale. L'intervento della Corte costituzionale è previsto per il 20 settembre, proprio per fissare l'udienza. Tra l'altro, una delle cose che si è verificata, che è molto peculiare, è il fatto che il Governo ha chiesto la sospensiva della nostra misura, cosa che non si è mai Pag. 14vista in settant'anni se non per la Val d'Aosta che aveva cercato durante il Covid di utilizzare la legislazione, mi sembra, dell'Austria. È una richiesta molto pesante, molto penalizzante per la Sardegna, che l'unica cosa che sta cercando di fare è di tutelare il proprio territorio, consapevole che è necessario pianificare, che è necessario realizzare la transizione energetica, ma allo stesso tempo ritiene di avere il diritto di pianificarla dove è possibile farla e soprattutto nei territori che sono anche accettati dalle nostre comunità.
Per questo motivo, questo disegno di legge lo stiamo promuovendo in tutti gli incontri pubblici con i sindaci. Proprio oggi finirò l'ultimo incontro in Sulcis. Abbiamo incontrato tutti i sindaci del territorio in queste ultime settimane.
Dal Governo sicuramente ci aspettiamo un atteggiamento più collaborativo, considerata la situazione complessiva.
Per quanto riguarda la continuità territoriale, voglio ricordare che la mia giunta si è insediata il 9 aprile, abbiamo giurato il 9 aprile, nonostante io mi sia di fatto insediata il 22 marzo. È successo che, per limiti legati al vecchio bando della continuità territoriale – la scadenza era fissata al 26 ottobre – quindi era necessario partire con un nuovo bando sei mesi prima, per tematiche che sono relative all'accettazione da parte dell'Unione europea e da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Pertanto, il bando che gestirà questa stagione e la prossima, quindi il bando per un anno, dal 26 ottobre fino all'anno successivo, è stato fatto, ovviamente, con le vecchie condizioni e, quindi, con il vecchio modello di continuità territoriale messo in opera dalla giunta precedente. Questo è stato necessario anche perché erano in corso le consultazioni europee, quindi non avremmo comunque avuto una Commissione con cui negoziare eventualmente nuove condizioni.
Adesso è assolutamente necessario riprendere i rapporti e richiedere, soprattutto da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, un supporto per un nuovo modello di continuità territoriale. Proprio oggi il mio assessore Barbara Manca era al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti per incontrare il Ministro Salvini e il suo gabinetto per discutere proprio di questa tematica. Abbiamo visto questa estate quanto sia penalizzante anche per l'economia della nostra isola non avere strutture, navi e voli che consentano di raggiungere l'isola e di poterne fruire serenamente.
Per quanto riguarda l'istruzione, una delle tematiche sostanziali che stiamo affrontando in questo momento è proprio quella di predisporre una legge quadro sull'istruzione. Una delle cose che sono emerse in maniera molto chiara, anche dagli ultimi pronunciamenti della Corte costituzionale, è che le regioni che sono a Statuto autonomo e, quindi, concorrono direttamente alla spesa hanno più flessibilità relativamente a come pianificare il personale nei loro territori e l'offerta formativa. Su questo stiamo lavorando proprio per avere una legge quadro che possa tener conto delle peculiarità del nostro territorio.
Ultimo punto. Per quanto riguarda Glencore, vi è stata un'interlocuzione costante. Abbiamo già visto sia il sottosegretario Bergamotto sia il Ministro Urso nelle settimane scorse e nei mesi scorsi, proprio per discutere tematiche legate all'attrazione degli investimenti e allo sviluppo dell'isola e devo dire che a tal riguardo c'è una posizione assolutamente unitaria tra Governo e regione. La Glencore si è comportata in maniera assolutamente incredibile, disattendendo completamente gli accordi assunti con le organizzazioni sindacali, pertanto è comune sentire con il Governo che dovremo trovare una strada comune per riportarli, da una parte, alle loro responsabilità e, dall'altra, trovare una soluzione per riuscire a mantenere attiva la produzione.
Voglio ricordare che lo zinco è all'interno di quel decreto che ho citato nella mia relazione, il decreto-legge che introduce disposizioni urgenti sulle materie prime critiche, quindi perdere un'ulteriore produzione dopo che la Sardegna ha messo a rischio la produzione di alluminio, che al momento è ferma, sarebbe un ulteriore vulnus rispetto all'industria della nostra Pag. 15regione. Quindi, sicuramente le interlocuzioni saranno continue.
Glencore, ieri, dopo aver dato le comunicazioni alla regione, ha fatto un incontro con il Governo, di fatto per dare le stesse comunicazioni di chiusura della linea zinco per quanto riguarda lo stabilimento di Portoscuso, quindi riteniamo necessario un incontro, da fare la prossima settimana, con il Governo per riuscire a trovare una linea comune e definire anche le misure di salvaguardia per quanto riguarda il personale. L'azienda stessa ha dichiarato di voler richiedere la cassa integrazione per un anno per i dipendenti. Chiaramente per noi questo non è sufficiente, nella misura in cui la nostra esperienza ci dice che uno stabilimento che chiude poi difficilmente verrà riaperto.
PRESIDENTE. Grazie, Presidente.
Prima di dare la parola all'onorevole Lai, in ordine alle osservazioni formulate dal senatore Meloni, vorrei precisare che l'Ufficio di Presidenza di domani è stato convocato all'uopo, proprio per le problematiche che lei ha rappresentato. Come lei ricorderà, metodologicamente, nei diversi Uffici di Presidenza che abbiamo svolto si era stabilito prima di procedere a una serie di audizioni per avere il quadro concreto, per poi passare «alle vie di fatto», ovvero alla fase propositiva. Purtroppo è avvenuto – questo è un vulnus, anzi è un vero e proprio problema, che per ragioni varie – devo dare atto che gli Uffici sono stati molto attenti – che non abbiamo potuto svolgere alcune audizioni importanti, a causa di impedimenti di ogni tipo di molti convocati, che non si sono presentati.
Come lei sa, senatore Meloni, la nostra Commissione non ha gli stessi poteri dell'Autorità Giudiziaria, come invero le Commissioni d'inchiesta hanno, per esempio l'accompagnamento coatto, che è un potere in capo alla magistratura.
Vi anticipo, quindi, che voglio rappresentare il problema che abbiamo, le difficoltà a convincere gli auditi a venire. Sicuramente troveremo una soluzione domani. Vi prego di essere presenti, perché deve essere una soluzione «definitiva». D'altronde, gli Uffici non possono stare a inseguire il presidente, l'assessore o il direttore. Non siamo una Commissione di serie B, abbiamo alcune priorità, come quelle che lei ha rappresentato correttamente.
Era mio dovere precipuo rappresentarle le ragioni per le quali, rispetto al nostro piano di lavoro, siamo qui ancora ad audire le persone e le istituzioni che ci devono suggerire il lavoro propositivo che viene dopo. Domani sicuramente verranno adottate le decisioni del caso. Quindi, condivido la sua osservazione, tant'è che ho voluto dare questo opportuno chiarimento. Anche con qualche figura istituzionale di primo piano si è innescata una sorta di ricerca stile «guardie e ladri». Uso un termine, anche questa volta, poco elegante, soprattutto in una Commissione parlamentare, ma vi assicuro che lo inseguiamo da tempo. Fortunatamente ci siamo arrivati e forse siamo alla fine della corsa, grazie al cielo.
Do la parola all'onorevole Lai.
SILVIO LAI. Sarò brevissimo, perché la seduta della Commissione Bilancio inizia tra un quarto d'ora. Voglio ringraziare la Presidente Todde per la disponibilità, che intanto c'è stata, che avviene sei mesi dopo l'altra audizione che abbiamo fatto sempre con il Presidente della Regione Sardegna, Solinas, Presidente della Regione nella precedente legislatura. Non siamo riusciti ancora ad audire il Presidente della Regione Siciliana.
PRESIDENTE. Onorevole Lai, su questo aderisco e condivido.
SILVIO LAI. L'ho fatto sapendo di trovare la convergenza del presidente.
PRESIDENTE. La informo che, fortunatamente, avremo il piacere di averlo il giorno 24 settembre. Senatore Russo, non so se ha da portare qualche pasticcino o qualche cadeau.
SILVIO LAI. Permettetemi di concludere, presidente, la domanda. Dicevo, quando abbiamo audito il presidente Solinas, lui ci ha consegnato una relazione che riguardava alcuni dati numerici sulla quantificazionePag. 16 dei gap. La Presidente Todde ci ha indicato una decina di terreni potenziali di crisi legati alla condizione di insularità, il terreno sul quale questa Commissione doveva agire e lavorare, come con un nostro emendamento in legge di bilancio di due anni fa l'abbiamo istituita, per utilizzare la collaborazione dello Stato e quantificare esattamente quelli che erano i gap, che, peraltro, nelle relazioni che ci sono state consegnate sia dall'ISTAT che dall'Ufficio parlamentare di bilancio sono in parte identificati, ma che devono diventare oggetto condiviso da parte dello Stato. Paradossalmente, se lo Stato non riconosce che alla Sardegna manca un 15-20% di risorse, che queste risorse sono localizzate nel gap infrastrutturale e nel gap di connessioni e che queste sono le risorse che servono per provare a recuperare il gap perduto, il passo perduto, la dimensione perduta, che purtroppo non si recupererà mai, perché dai dati che vengono fuori sia da ISTAT che dall'Ufficio parlamentare di bilancio il tema è che le due isole hanno dimensioni differenti e più sono piccole le isole più le dimensioni di ritardo tendono ad aumentare nel tempo e non si potrà mai addivenire a una concreta e reale compensazione.
Una delle principali tematiche è il nanismo delle imprese, in particolare in Sardegna, ed è legato al fatto che la quantità di mercato interno è assolutamente insufficiente per farle sviluppare in modo che siano competitive. Quindi, non è che questo gap si può colmare, deve essere riconosciuto come esistente e deve essere compensato costantemente, con minori costi fiscali, con minori costi di trasporto. Invece, quest'estate abbiamo assistito persino al fatto che, per la prima volta, anche i sardi dovevano sopportare costi enormi, per cui non valeva neanche la residenza, per trasferirsi da una regione a un'altra in nave anche semplicemente per andare a incontrare i propri familiari che abitano nel continente. Non c'era più nessuna differenza, neanche in termini di residenza, presidente. È uno scandalo generato dal bando di Invitalia, che ha costruito la connessione tra Porto Torres e Genova in modo da affermare che la continuità territoriale, ovvero gli oneri di servizio sono necessari soltanto d'inverno, invece d'estate può succedere qualunque cosa.
Il tema è che, se lo Stato, come domani valuteremo, non si mette a disposizione per valutare, anche dal suo punto di vista – poi lo deve fare anche la regione – l'entità quantitativa di ciò che manca in termini di strumentazione semplicemente per colmare un gap, che comunque ci sarà sempre, è chiaro che non abbiamo un terreno sul quale confrontarci.
Lo dico già da adesso: se l'azione che svolgeremo insieme non è congiunta e non è per sollecitare la Ragioneria generale dello Stato, il Ministero dell'Economia e delle finanze e, in ultimo, la Presidenza del Consiglio dei Ministri per affrontare il tema di questo gap strumentale, per il gruppo PD partecipare a questa Commissione non ha nessun senso, non ha nessuna utilità. E non possiamo non denunciare questa inesistenza di interlocuzione su una norma costituzionale che è stata approvata all'unanimità quattro anni fa. Avere la bandierina non serve a niente se non la attuiamo.
Per queste ragioni, più che una domanda a cui rispondere, avanzo alla Presidente Todde la richiesta di dare continuità a un elemento di condivisione che era stato costruito con il Presidente Solinas. Serve anche da parte delle regioni Sicilia e Sardegna che si provi con studi indipendenti – lo studio che aveva portato il presidente Solinas era uno studio di un centro studi privato, per quanto nazionale, era di riferimento privato – l'entità del gap strutturale. In parte l'università di Cagliari l'ha descritto, in parte deve essere ancora descritto. I documenti che l'ISTAT e l'Ufficio parlamentare di bilancio hanno presentato sono dei punti di partenza, ma serve prepararsi a un confronto duro con lo Stato, in cui noi dobbiamo trovare nello Stato non un interlocutore di parte, ma un interlocutore istituzionale, e nella regione un soggetto istituzionale, dietro cui ci conformiamo a una battaglia che deve essere fatta con numeri certi, sui quali ci si confronta. Non si potrà avere tutto, ma si deve partire da basi certe. Se la Commissione non ottienePag. 17 queste basi certe, la sua inutilità viene certificata.
ALESSANDRA TODDE, Presidente della Regione Sardegna. Sono d'accordo sul fatto che è necessario, in questo momento più che mai, riuscire a quantificare e riuscire anche ad avere delle misure conseguenti. Vi voglio fare due esempi molto veloci. Da tempo stiamo interloquendo con la Commissione parlamentare competente in materia di infrastrutture e con il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti per la condizione assolutamente medioevale delle infrastrutture ferroviarie in Sardegna.
Non possiamo sentirci dire che lo studio di fattibilità relativamente al tratto ferroviario Abbasanta-Nuoro – lo dico sempre, sono forse l'unico presidente di regione che vive in un capoluogo che non è raggiunto dal treno – scoraggia questo genere di investimento. Non possiamo sentirci dire che non si possono stanziare risorse per quel tratto in quanto non ha mercato e che, quindi, si potrebbe non finanziare la ferrovia, ma delle navette su gomma.
Partiamo dal presupposto che, al di là del fallimento di mercato, le infrastrutture sono necessarie proprio per far sviluppare un territorio e che, se si continua a chiedere i numeri di mercato come se noi fossimo la Lombardia, la ferrovia non arriverà mai, così come non arriverà mai la fibra ottica, così come non arriverà mai una serie di opere necessarie per riuscire a far emancipare la Sardegna. Quindi, partiamo da questi presupposti, da cose che sono concrete, sostanziali e misurabili, altrimenti credo che il paradigma che stiamo mettendo in atto non possa funzionare.
C'è un altro tema che mi è molto caro. Vi chiederò aiuto anche per quanto riguarda la continuità delle merci. La Sicilia l'ha ottenuta, la Sardegna non ha ancora la continuità delle merci, il che, per quanto riguarda la Sardegna, ha un costo maggiore rispetto alla logistica mediamente misurato intorno al 20-23%. Non si può pensare che chi fa manifattura, o chi lavora materie prime che vengono esportate, o chi lavora sull'esportazione di prodotti agroalimentari e artigianali dalla Sardegna verso l'Italia e verso l'estero debba far conto con un gap iniziale del 20-23% sul prezzo rispetto a chi produce dall'altra parte del mare. Questo non è sicuramente accettabile. Quindi, anche il fatto di poter lavorare su questo tema la ritengo una cosa necessaria.
Ho fatto questi due esempi, perché sono esempi concreti, sono esempi che impattano sulla vita quotidiana di chi vive e di chi lavora in Sardegna. Quindi, il tema di avere una misura olistica relativamente al gap va benissimo, ma poi va declinata in misure sostanziali. Fino a quando l'atteggiamento da parte dei singoli ministeri sarà «io non ti finanzio l'infrastruttura fino a quando non mi dimostri che ha mercato» noi non usciremo assolutamente dalla situazione di arretratezza in cui siamo da questo punto di vista. Su questo credo sia necessario fare una campagna di sensibilizzazione molto importante. Non possiamo assolutamente avere gli stessi princìpi di mercato che può avere una regione che è collegata con il resto del continente.
PRESIDENTE. Grazie, Presidente.
Onorevole Lai, avevamo fatto grande affidamento sulla motivazione della Corte costituzionale su quella famosa impugnativa che c'era stata. Purtroppo, come lei ben sa, la motivazione non ci ha dato una grande mano. Quindi, dobbiamo cercare correttamente di essere quanto più possibile propositivi, efficienti ed efficaci. Esiste il principio costituzionale, ma la Corte costituzionale, con una sentenza che non condivido, e non penso di essere blasfemo se lo dico, poteva anche andare oltre, e ritengo che in questo momento avremmo potuto anche parlare d'altro. Però, sono convinto che ci possa aiutare in tal senso proprio questa collaborazione che è stata auspicata da tutti, anche dalla Presidente.
Chiaramente, come ho detto la prima volta che ci siamo incontrati, qui c'è un problema Sicilia e Sardegna, cerchiamo di risolverlo, non c'è un problema di maggioranza e opposizione. Credo che questo debba essere lo spirito, e così finora è stato, che deve caratterizzare i lavori di questa Commissione.
Do la parola alla senatrice Zedda.
ANTONELLA ZEDDA. Grazie, Presidente Todde, di essere qui con noi. Il presidente Calderone sa bene che, quando avevamo calendarizzato la sua audizione per i mesi estivi, ero stata una di quelli che avevano detto che lei aveva appena iniziato il suo mandato e che, quindi, non aveva senso audire in quel momento il Presidente, che ancora doveva prendere mano alla guida di quella automobile, di quel carro che è la nostra regione.
Non voglio farle una domanda tematica diretta su un tema, le voglio solo far presente – sono arrivata poco dopo l'inizio del suo discorso e lei l'ha anche citato – che lei è l'unica tra di noi che vive una situazione in cui ha ricoperto i diversi ruoli, dal momento che è stata Vice Ministro, quindi membro di un Governo nazionale, ed è stata componente di questa Commissione dalla sua istituzione, fino a quando è diventata Presidente della Regione Sardegna. Quindi, lei si ritrova ad aver ricoperto e a ricoprire in questo momento i tre ruoli che mettono in legame i tre attori principali di questo percorso verso il riconoscimento non solo costituzionale e non solo economico, ma di fatto reale di quello che è l'insularità, vale a dire un gap incredibile che vieta – lo ripeto, vieta – alla Sardegna e ai sardi e alla Sicilia e ai siciliani di crescere quanto avrebbero potuto, come le altre regioni. Quindi, la mia domanda è molto semplice: ha già in mente una serie di azioni da concordare con noi, con il Governo e con la regione – perché un conto è essere il presidente, un conto è concordare con tutto ciò che la regione comprende – per far sì che questi tre attori non si affrontino, come hanno detto alcuni colleghi che mi hanno preceduto, in maniera dura o con lo scontro, ma lo facciano in maniera politicamente concreta, per risolvere il problema senza fare demagogia politica, e possano così risolvere quello che non è un problema di parte, ma è un problema dei cittadini siciliani e dei cittadini sardi.
Le chiedo, quindi, se ad oggi lei abbia un'idea di azione, al di là di quelli che possono essere i campi d'azione, le risorse necessarie e i gap che tutti conosciamo bene (perché ovviamente tutti conosciamo bene il gap in cui ci troviamo). Quindi, la domanda è se lei abbia già un'idea, quale sia e se ce la può accennare brevemente, perché immagino che possa essere anche estremamente ampia.
Non voglio con questa domanda essere politicamente scorretta, ma voglio, da componente di questa Commissione, essere utile ai sardi e ai siciliani affinché questo problema venga realmente risolto. Considerando alcuni interventi che sono stati fatti prima del mio, vorrei fare solo un appunto politico al collega Meloni, che dice che l'altra parte politica, cioè il centrodestra, va a impugnare una legge. Siamo tutti maggiorenni, noi senatori siamo anche quarantenni e sappiamo benissimo che i Governi non decidono per parte politica di impugnare le leggi delle regioni quando lo possono fare perché dall'altra parte c'è un oppositore (politicamente e partiticamente parlando), ma c'è un ufficio legislativo che indica come una norma può in qualche modo essere incostituzionale o avere dei problemi con norme precedenti.
Voglio ricordare ai colleghi del centrosinistra che, dopo il decreto Draghi emanato nel 2021 (Draghi cade poi nel 2022) c'è stato quasi un anno, sicuramente dieci mesi nei quali avrebbero potuto emanare il decreto sulle aree idonee. In quel momento sedevo negli uffici dell'assessorato all'Ambiente e gestivamo la presidenza della Commissione ambiente, energia e sostenibilità, la CAES, quindi conosco bene quel periodo di tempo in cui alle regioni non è arrivata nessuna proposta di decreto sulle aree idonee da parte del Governo. La proposta sarebbe dovuta arrivare da parte del Governo e non dovevano essere le regioni a fare una loro proposta.
Ricordo anche bene che la Commissione Ambiente ed energia diede un parere totalmente negativo, all'unanimità, al piano di transizione ecologica. Il parere non era vincolante perché ci sono le intese nella Conferenza Stato-regioni, ci sono i pareri e le intese; le intese possono essere un po' più strette e un po' più vincolanti, mentre i pareri non sono vincolanti, come non erano vincolanti i pareri delle regioni per le Pag. 19autorizzazioni sugli impatti ambientali che gli impianti di energie rinnovabili avrebbero causato o potuto causare, se realizzati, sui territori, sempre come voluto dal Governo Draghi.
Detto questo, sia chiaro che se continuiamo a dire che è un Governo che impugna le leggi di una regione qui c'è una stortura politica, di grammatica politica, molto importante. Non è questo il punto. Quindi, se noi continuiamo a mettere il discorso su questioni partitiche o di parte, stiamo sbagliando. La Commissione, il Governo e la regione non devono avere un colore politico o partitico, ma devono lavorare per risolvere un problema che è strutturale, e ce ne rendiamo conto tutti. Non dobbiamo dare i numeri, li conosciamo benissimo. La gente là fuori, in Sardegna e in Sicilia, si attende che noi andiamo a risolvere o che iniziamo a risolvere questo problema che è strutturale, banalmente. Se continuiamo a fare demagogia politica, allora anche l'altra parte fa demagogia politica. Io oggi non voglio farla.
Presidente, da vicepresidente di questa Commissione, come le ho già detto quando lei è diventata presidente, da parte mia avrà tutta la collaborazione fino a quando non si farà demagogia politica. Questo Governo, come lei ha detto e a me fa piacere che lei l'abbia ricordato, anche sul caso Glencore ha dimostrato di voler dialogare assolutamente con la regione, perché sai bene – ti do brevemente del tu – in quanto io e te ci siamo confrontate anche da parlamentari sulla questione Glencore, che non è di facile risoluzione, non c'è una bacchetta magica.
Sa bene, Presidente – torno a darle del lei – da Vice Ministro che aveva quella delega che la situazione non è semplicissima, ma sa anche bene che da questa parte c'è un Governo che assolutamente vuole collaborare con la regione Sardegna.
ALESSANDRA TODDE, Presidente della Regione Sardegna. Intanto ringrazio la senatrice per l'intervento, perché mi consente di dire che quello che è fondamentale è sicuramente trovare un meccanismo di collaborazione che possa affrontare nel merito quelle che sono le tematiche strutturali.
Cominciamo su alcune cose che posso dire puntualmente. Sul tema dei trasporti noi abbiamo ovviamente identificato delle azioni, un modello che oggi è stato introdotto al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e dovrà essere ovviamente esaminato in Commissione anche in Parlamento. Voglio fare leva ovviamente sul fatto che l'onorevole Deidda conosce benissimo la situazione in Sardegna, per fare in modo che possiamo discutere relativamente alle necessità di investimento. È chiaro che per riuscire ad interloquire con ANAS, con RFI (Rete ferroviaria italiana), e riuscire a modificare, come è necessario in questo momento, un accordo di servizio che possa tener conto delle mutate esigenze e anche delle mutate capacità di investimento, è necessaria tutta la forza non soltanto della regione ma anche dei rappresentanti nazionali e dei rappresentanti del Governo. Ovviamente l'interlocuzione con il MIT e con le Commissioni sarà indispensabile per riuscire a fare questi incontri che devono finalizzare i nuovi accordi di servizio con tutta la forza necessaria.
Lo stesso tipo di tema lo stiamo affrontando per quanto riguarda il gap digitale. Abbiamo ancora intere aree della nostra regione che non sono coperte, non dico dalla infrastruttura digitale, ma neanche dall'infrastruttura delle telecomunicazioni. Anche in questo caso, l'interlocuzione con il Ministero, con il Ministro Urso per quanto riguarda il gap sulle telecomunicazioni e su tutta la parte legata all'innovazione sarà indispensabile per riuscire ad avere un'accelerazione.
Voglio dire che, per riuscire a fare una pianificazione, bisogna mettere a fattor comune quelle che sono le leve di programmazione che la regione ha. In questo momento noi stiamo cercando di finalizzare il Fondo di Sviluppo e coesione (FSC) e devo dire che ho avuto una buona interlocuzione con il Ministro Fitto, quindi vorrei chiudere prima che lui venga nominato in Europa.
PRESIDENTE. Si è interrotto il collegamento. Di solito l'esordiente è fortunato. Sospendiamo qualche minuto.
La seduta, sospesa alle 15.50, è ripresa alle 15.55.
PRESIDENTE. Possiamo riprendere e può rispondere.
ALESSANDRA TODDE, Presidente della Regione Sardegna. Riprendo i punti molto velocemente. Proprio perché ho contezza di come funzionano i ministeri e sono stata anche membro della Camera dei deputati, quello che sto cercando di portare avanti è un contesto in cui quando si devono affrontare tematiche critiche – e in questo momento noi le stiamo affrontando in particolar modo sui trasporti – il Ministero venga abbondantemente coinvolto, in maniera tale da poter aiutare anche nell'interlocuzione con i due riferimenti principali, ANAS ed RFI per riuscire a scrivere un accordo di servizio che tenga conto anche della massa critica.
Faccio un esempio sostanziale. Per riuscire a rispondere al tema di un cartello che di fatto è quello che governa la nostra isola, come quello di Moby, la forza di una regione non è sufficiente, quindi stiamo chiedendo supporto al Ministero delle infrastrutture, così come lo chiederemo anche in Commissione trasporti, perché è indispensabile che ci possa essere una posizione comune.
Detto questo, noi stiamo cercando di chiudere il Fondo di Sviluppo e coesione, che poi è una delle leve fondamentali della nostra programmazione con il Ministro Fitto, con il quale abbiamo portato avanti tutta l'interlocuzione, tenendo conto che il ministro dovrà fare in modo anche di tener presente alcune tematiche che abbiamo sollevato proprio sul Fondo di sviluppo e coesione, che sono tematiche europee, anche nella sua nuova funzione. Per quanto ci riguarda, dal punto di vista operativo, anche rispetto ai singoli assessorati – so che domani avrete l'audizione con il mio collega Piu, assessore ai lavori pubblici – stiamo interloquendo con i ministeri e stiamo cercando di essere sempre in linea e coordinati rispetto a quelle che sono le interlocuzioni, chiaramente anche tenendo conto che ci sono delle situazioni che noi comunque dobbiamo risolvere, per cui anche un confronto diretto tra Ministero, azienda e regione è sostanziale.
Faccio l'esempio delle concessioni idroelettriche. L'Enel ha le concessioni che sono scadute dal 2006. Siamo in contenzioso, ci sarà l'ultima sentenza della Corte di cassazione ad ottobre. È evidente che, essendo un'azienda di Stato, serve una forte presa di posizione anche ovviamente da parte del Ministero e da parte del Governo, considerando che non stanno neanche pagando più, da diversi anni, il dovuto rispetto a quelli che sono gli accordi presi con le singole comunità. In casi di questo genere, che abbiamo elencato e per i quali assessorato per assessorato stiamo ovviamente interloquendo con i ministeri e ove possibile con le Commissioni, stiamo cercando di creare anche la nuova direttrice europea in maniera tale da completare la filiera. Certamente è un lavoro complicato. Ci sono dei casi di successo, ho citato prima l'Einstein Telescope. Per quanto mi riguarda, la collaborazione con la Ministra Bernini è un caso di scuola, perché siamo riusciti insieme anche a portare il G7 dell'innovazione in Sardegna (si terrà a Su Gologone, a Oliena, a fine ottobre) proprio per valorizzare quello che è un progetto trasformazionale per la nostra isola.
Credo che bisogna essere molto fattivi e molto pratici, ma nel caso specifico anche essere in grado di fare massa critica nei confronti di alcune interlocuzioni. La forza della regione non è sufficiente quando ovviamente si devono trattare alcuni temi.
EMILIANO FENU. Signor presidente, anch'io ringrazio la Presidente per la disponibilità che ha mostrato sia a partecipare all'audizione che a rispondere a tutte le domande dei colleghi.
Presidente, questo è il mio primo giorno in questa Commissione, quindi approfitto anche per salutarvi e per ringraziarla del benvenuto. Mi dispiace, ed è un po' inevitabile, che si siano trascinate in questa Pag. 21Commissione le polemiche a cui stiamo assistendo.
PRESIDENTE. Allora evitiamole.
EMILIANO FENU. Però non posso non fare un piccolo appunto a quello che ho sentito dai colleghi, dalla senatrice Zedda, dal collega Giagoni. Perché vanno evitate le polemiche? La maggioranza di Governo vive parecchie contraddizioni tra l'atteggiamento tenuto nella nostra regione e l'atteggiamento tenuto a livello nazionale. Come è stato ricordato, il Governo nazionale ha impugnato la norma regionale che prevede una moratoria, ma non infinita, nelle more appunto dell'individuazione delle aree idonee e non idonee, quelle di cui ha parlato la Presidente, e la senatrice Zedda ha detto che l'Avvocatura dello Stato in qualche modo è svincolata dalla politica ed è tenuta a impugnare le norme regionali quando queste violano le norme nazionali.
Volevo solo ricordare alla collega Zedda che le norme nazionali però possono essere modificate, ad esempio, dal Governo e dalla maggioranza nazionali. In realtà, come vede, ci sono parecchie contraddizioni negli atteggiamenti soprattutto della maggioranza e del Governo nazionale, quindi cerchiamo di risolvere i problemi ereditati. La Presidente l'ha detto, il Piano energetico regionale non viene aggiornato dal 2016. Lo traduco per il collega e amico Giagoni: il precedente Governo regionale in termini di energia non ha fatto assolutamente nulla, quindi non ha aggiornato il Piano energetico regionale. Chiuso quello che è stato un minimo di appunto su quello che ho sentito, faccio soltanto una domanda alla Presidente, evidenziando un punto di cui ha parlato all'inizio del suo intervento che per me è molto importante. È importante la questione delle risorse e del Fondo insularità che è da rimpinguare, come hanno detto i colleghi. Sono d'accordo, tutti abbiamo condiviso anche la costituzione di questo fondo, anche se ancora è mezzo vuoto. Però, è molto importante il tema di individuare delle aree, come detto dalla Presidente Todde, a bassa regolamentazione. Quindi, si può agire non per forza di cose in termini di risorse, ma in termini di bassa regolamentazione. Dunque, la Sardegna e la Sicilia, visto che vivono condizioni di svantaggio oggettivo, dovrebbero essere considerate in diversi settori come aree a bassa regolamentazione. Qua vado alla domanda, e concludo, in modo da dare spazio a tutti, vista anche la durata della seduta della Commissione.
Come ha ribadito la Presidente Todde, bisogna sicuramente portare avanti il discorso delle comunità energetiche anche a livello regionale, con quello che stiamo vivendo in Sardegna. Sicuramente è un modo innanzitutto per riunire la comunità, che purtroppo è divisa, anche in modo strumentale, da queste polemiche. Le comunità energetiche sono anche un'occasione per far vivere alla popolazione la transizione energetica, farla vivere su quello che è il loro costo della vita, quindi ad esempio sul costo delle bollette. Le comunità energetiche sono un'ottima occasione. Quindi, chiedo alla Presidente Todde se la regione intende promuovere e incentivare ulteriormente rispetto a quello che ha fatto il PNRR, che dovrebbe teoricamente fare il Governo nazionale, la costituzione di comunità energetiche soprattutto con la partecipazione degli enti locali.
Del resto, sono note le difficoltà che la nascita delle comunità energetiche sta vivendo a livello nazionale, dal momento che c'è una oggettiva lentezza nel rilascio delle autorizzazioni e ci sono anche incertezze a livello fiscale, ad esempio, che stanno frenando la nascita di nuove comunità energetiche. Probabilmente l'obiettivo che il Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica si era prefisso, dei cinque Gigawatt, non verrà raggiunto nei termini. Ad esempio, i comuni con meno di 5.000 abitanti, che possono accedere agli incentivi del PNRR, dovrebbero concludere le pratiche entro il 31 marzo 2025.
La domanda che pongo, quindi, è duplice: se il Governo regionale intende portare avanti con il Governo nazionale il discorso sulle aree, ad esempio, a bassa regolamentazione e, quindi, alleggerire e semplificare il processo autorizzativo per le comunità energetiche in Sardegna e se il Pag. 22Governo regionale intende promuovere e incentivare ulteriormente la nascita delle comunità energetiche. Grazie.
ALESSANDRA TODDE, Presidente della Regione Sardegna. Anche in questo caso andrò velocemente. Noi, ovviamente, abbiamo reso disponibili le misure di incentivazione del PNRR per i comuni sotto i 5.000 abitanti, quindi 15.000 euro per i comuni che vogliono costituirsi in comunità energetiche. Chiaramente ci siamo resi conto che ci sono ancora molte problematiche relativamente alla costituzione, quella principale, che ho citato anche nella mia relazione, è il fatto che le comunità energetiche oggi non possono essere superiori a un Megawatt. Il controsenso è che nel «decreto autorizzazioni» (n. 188 del 2023) si dà la possibilità di passare in edilizia libera per quanto riguarda i dieci Megawatt, invece per quanto riguarda le comunità energetiche il vincolo, che deriva dalla norma europea, è di un Megawatt.
Onestamente, bisogna agire da questo punto di vista e fare in modo che questo vincolo possa essere superato. Noi stiamo cercando di superarlo anche attraverso la costituzione della Società energetica regionale, che dovrà avere un duplice scopo, quello di aiutare le comunità a costruire le comunità energetiche e riuscire a gestirle, perché spesso anche la gestione è un vincolo dal punto di vista della costituzione. In questa variazione di bilancio abbiamo intenzione di costituire due fondi, uno che consenta l'infrastrutturazione degli edifici pubblici, in modo da dare un segnale da parte della pubblica amministrazione nei confronti dell'infrastrutturazione e, quindi, della possibilità di essere noi stessi produttori di energia elettrica, l'altro che dia la possibilità, proprio per incentivare l'autoconsumo, di costituire un fondo rotativo che possa consentire, in partenza, alle attività produttive, quindi nei consorzi industriali, di infrastrutturare, al fine di potenziare ulteriormente una parte che ha visto, per esempio, le aziende agricole poter usufruire di misure analoghe nel PNRR e, quindi, dare una forma che possa essere analoga anche per quanto riguarda i consorzi industriali e le imprese.
Per quanto ci riguarda, è essenziale accelerare questo tipo di percorso e fare in modo che possa essere non semplicemente strutturato. Faccio presente che, per esempio, nella sospensiva che abbiamo adottato con la legge regionale n. 5 del 2024, l'autoconsumo e le comunità energetiche sono chiaramente escluse dalla sospensiva, proprio perché volevamo evitare in alcun modo di metterci in un cammino critico rispetto a un percorso già piuttosto complicato.
Riteniamo che possa essere necessario un supporto per agire da un punto di vista normativo proprio su questo limite, che in questo momento a nostro avviso rappresenta una delle più grandi problematiche legate proprio alle comunità energetiche.
Per quanto riguarda il tema degli incentivi e il tema della fiscalità, riteniamo che avere un operatore che possa essere un produttore grossista regionale dia la possibilità di vendere anche ai propri cittadini e alle proprie imprese, come già succede in altre regioni, a un prezzo scontato, perché questo è già possibile secondo le regole di mercato. Quindi, la costituzione di questo operatore va proprio in questa direzione.
PRESIDENTE. Grazie, Presidente. Do la parola all'onorevole Ghirra.
FRANCESCA GHIRRA. Grazie, presidente. Anch'io voglio ringraziare la Presidente Todde per aver accolto il nostro invito e soprattutto per aver illustrato, dopo soli cinque mesi, con grande competenza il quadro delle criticità della nostra isola, che ormai anche questa Commissione conosce a fondo a seguito delle svariate audizioni che si sono susseguite. Io confido che queste interlocuzioni possano continuare, in modo che la Commissione stessa possa dare adeguato supporto alle due regioni per attuare il principio di insularità, ma anche per rispondere a quanto prevedeva la finanziaria anche del 2009.
Sappiamo bene che non è solo una questione economica, ma sappiamo anche che il gap della regione Sardegna è quantificato in oltre 9 miliardi di euro e che gli sforzi che sono stati fatti finora dal Governo purtroppo non sono sufficienti per Pag. 23garantire non solo un adeguato sistema di trasporti, ma soprattutto le infrastrutture interne. La Presidente Todde sottolineava i problemi della nostra rete ferroviaria e purtroppo finora il Governo nazionale, perlomeno nelle risposte alle nostre interrogazioni, ha sempre sottolineato la antieconomicità degli investimenti su un territorio così poco popolato sia per quanto riguarda i collegamenti marittimi, che sono di diretta competenza dello Stato, sia per quanto riguarda le infrastrutture interne.
Domani sentiremo l'assessore Piu per fare un punto sia sulle infrastrutture stradali e ferroviarie che sulle infrastrutture idrauliche, visto l'attuale preoccupante tema della siccità. Penso che sarà importante, Presidente, audire a breve anche l'assessora Manca, visto che si stanno finalmente attivando le interlocuzioni per superare un modello di continuità che non dà risposte all'isola e che determina una incapacità di sviluppo. Io temo che tutte le difficoltà che hanno segnato la nostra economia siano anche legate alla difficoltà nei collegamenti e confido che il Governo possa avere un atteggiamento maggiormente collaborativo, visto anche l'impegno assunto dalla presidente della giunta nelle interlocuzioni. Confidiamo che possa svolgersi tutto nel migliore dei modi, come sta avvenendo, ad esempio, per il progetto Einstein Telescope, ma anche per altri fronti. Ad esempio, domani farò un question time al Ministro Urso su Glencore, sperando che possa esserci su questo fronte un prosieguo del dialogo e un impegno acché si mantenga l'attività in Sardegna.
Molte delle questioni che volevo porre sono già state affrontate. Condivido con il senatore Meloni la necessità di creare una sinergia e una collaborazione con la Regione Siciliana per avere maggior potere contrattuale anche con il Governo, come condivido quanto diceva l'onorevole Lai rispetto anche al ruolo di questa Commissione. Tempo fa avevamo parlato della possibilità di presentare una risoluzione che impegnasse il Governo a fare dei passi avanti rispetto agli assegni per superare il gap che riguarda le nostre isole, e non so se questo sia possibile.
Rispetto a quanto diceva la Presidente Todde, mi chiedevo se intanto potesse lavorare a un'integrazione della relazione che ci ha presentato con le suggestioni che sono arrivate dalle nostre domande. Inoltre, visto che noi siamo una regione a Statuto speciale e rischiamo di perdere la specialità a causa dell'approvazione della legge sull'autonomia differenziata e considerato che nel programma della Presidente c'era anche la previsione di una revisione dello Statuto, le voglio chiedere se rapidamente può raccontarci come si sta agendo per l'attuazione della specialità della nostra isola, che, ricordo, ospita il 60 per cento delle servitù militari del nostro Stato e che non ha avuto le adeguate risorse per portare avanti le bonifiche sui territori e poterli riconvertire ad attività civili di carattere agricolo o industriale, e che tipo di modifiche si hanno in mente per potenziare le nostre specificità.
Uno degli argomenti che potrebbero essere attivati con il Governo è anche quello del transito dei beni demaniali e militari che non sono più in utilizzo. Penso che domani con l'assessore Piu parleremo anche delle problematiche legate alle politiche abitative, visto che lui gestisce anche gli alloggi di edilizia residenziale pubblica (ERP), e penso che su questo possa essere attivato un dialogo tra regione e Governo che veda il nostro supporto fattivo, affinché alcuni dei processi che sono previsti per legge, come lo statuto e anche la nostra Costituzione, possano avere effettive ricadute sui nostri territori e consentire anche alla nostra regione di viaggiare alla stessa velocità delle regioni del Nord. Grazie.
ALESSANDRA TODDE, Presidente della Regione Sardegna. Chiedo scusa all'onorevole Ghirra perché mi si è interrotta la comunicazione in due tratti del suo intervento. L'ho sentita, ma volevo essere certa, per rispondere puntualmente, rispetto alle domande che ha posto. Ho sentito l'ultima parte, quella relativa ai beni demaniali, e mi sembra che ci fosse una richiesta anche per quanto riguarda il contesto agricolo. Volevo capire se mi ero persa altri pezzi.
Pag. 24FRANCESCA GHIRRA. Chiedevo se, rispetto alle interlocuzioni con il Governo sulle nostre capacità, visto che ospitiamo un numero piuttosto consistente di servitù militari, tra le trattative fosse entrato nei discorsi il tema delle bonifiche di quei siti, in modo da poter creare nuove economie legate sia all'agricoltura che a nuove politiche industriali, magari in chiave di sostenibilità, magari legate al nuovo ciclo dei rifiuti.
ALESSANDRA TODDE, Presidente della Regione Sardegna. Grazie mille.
Sicuramente uno dei temi sostanziali che ci siamo posti è come riorganizzare il tema dei consorzi industriali e, quindi, come porci anche rispetto alla gestione dei rifiuti, dell'acqua e dell'energia in maniera assolutamente sinergica rispetto a quello che è stato fatto in passato. Questo, ovviamente, ha degli impatti anche per quanto riguarda il tema delle bonifiche. Noi abbiamo una società, come l'onorevole Ghirra sa bene, che è la IGEA S.p.A., che per tanto tempo non ha sortito gli effetti sperati o, comunque, non è stata efficiente in termini di bonifiche del territorio.
Ciò che si vuole fare è lavorare, anche insieme alle università, anche in un contesto internazionale, per cercare di trarre vantaggio da questo momento particolare che noi abbiamo relativamente alle materie prime strategiche. Diverse aree della nostra regione, infatti, penso al Sulcis, sono ricche di materie prime seconde relativamente alle risulte minerarie. Da questo punto di vista c'è moltissimo lavoro da fare anche per poter sperimentare cicli di economia circolare che rimettano al centro la produzione e riescano a creare nuovi posti di lavoro. Proprio per questo motivo riteniamo importantissimo, da una parte, promuovere la ricerca e, quindi, la sperimentazione di nuove tecnologie e, dall'altra, promuovere sul campo, anche direttamente con i nuovi vertici della società, che sono stati recentemente nominati, un contesto che possa fungere anche da attrattore di nuove iniziative, questo sia per ridare vita a un territorio che in questo momento è depresso, come quello del Sulcis, sia per creare nuove opportunità di lavoro.
Il tema delle bonifiche e il tema della gestione dell'acqua impattano sui temi agricoli. In questo momento abbiamo la necessità di gestire questo settore in maniera più efficiente, abbiamo una serie di difficoltà che sono legate alle tre agenzie regionali, che in questo momento non funzionano in maniera efficiente, quindi abbiamo in mente anche una riorganizzazione di tali agenzie, al fine di evitare lo spopolamento delle campagne, perché comunque è una cosa che si sta riverberando anche in termini di abbandono e, di conseguenza, di gestione del nostro sistema produttivo agricolo, e contestualmente creare nuove sinergie, per esempio una gestione attiva della nostra parte forestale, che è molto ampia, anche in termini di certificati verdi e bianchi per quanto riguarda la gestione energetica.
Sicuramente ci sono contesti che possono, da una parte, generare revenue stream per la regione e, quindi, nuove entrate per la regione e, dall'altra, creare nuove filiere legate alle tecnologie per l'utilizzo, per esempio, degli scarti minerari e alle bonifiche dei territori proprio per cercare di creare nuova occupazione.
PRESIDENTE. Do la parola all'onorevole Giagoni.
DARIO GIAGONI. Grazie, presidente. Ringrazio la Presidente Todde per aver rappresentato il quadro delle criticità della nostra isola. Chiederei di poter audire nuovamente la Presidente tra cinque o sei mesi, in modo che abbia un anno di legislatura alle spalle e possa venire qua con un quadro chiaro per risolvere, limitatamente a quelle di competenza della regione chiaramente, le criticità evidenziate quest'oggi.
Come vede, da parte mia e del centrodestra c'è sempre stata ampia disponibilità, come anche da parte del Ministero. L'ha detto anche lei. Quest'oggi ha parlato della dottoressa Manca, che probabilmente ha già concluso l'incontro odierno presso il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Ma ricordo anche l'impegno assunto dal centrodestra quando è stato presentato quell'emendamento a tutela del progetto Pag. 25Einstein Telescope, un progetto fondamentale non solo per la Sardegna ma anche, per una questione d'immagine, per tutta l'Italia.
In merito alle dichiarazioni formulate dai colleghi, desidero far presente che non c'è mai stato da parte mia e del centrodestra un atteggiamento talebano o addirittura contrario alle rinnovabili. Più che altro, riteniamo inopportuno che la nostra isola venga invasa, anche con riferimento al discorso delle aree idonee, da pale eoliche. Dico questo perché noi già produciamo un'energia superiore a quella che serve alla nostra isola per l'intero anno. Parliamo di 11-12 Terawattora, un valore superiore di 6,5-7 terawattora rispetto a quello che la nostra isola consuma nell'arco di un anno. Oltretutto, c'è stata disattenzione anche da parte del Governo regionale precedente, di cui facevo parte. Tuttavia, quando sono iniziate le interlocuzioni relativamente al progetto Einstein Telescope – mi trovavo qua a Roma insieme ad altri colleghi – abbiamo profuso il massimo impegno per tutelare un progetto e un processo, che oggi potrà rilanciare quelle aree che in questo momento soffrono, patiscono la disoccupazione e vivono di isolamento.
È stato citato un argomento che reputo molto importante, quello della continuità territoriale. Vorrei sottoporre alla sua attenzione, Presidente Todde, alcuni punti, anche perché è un'eredità lasciata col tempo. In base ad alcune domande che mi sono state fatte da miei corregionali per quanto riguarda la compagnia Aeroitalia c'è un problema, ossia che dopo le 20 non c'è la possibilità di contattare la compagnia. Quindi, se qualcuno vuole, per un'emergenza, modificare o quant'altro deve fare i salti mortali. Mi metto nei panni soprattutto di quelle persone anziane che in Sardegna hanno serie difficoltà nell'utilizzo del telefono o quant'altro. Sottolineo l'assenza di un call center di una compagnia che ha investito sul nostro territorio, che, però, non fornisce i servizi necessari che dovrebbe garantire.
Visto che si è parlato di insularità e del fatto che è stata inserita all'unanimità in Costituzione, è bene che venga fatto un lavoro comune con i colleghi della Regione Siciliana, proprio per far sentire la nostra voce che a volte è un po' leggera, con riferimento anche al numero di deputati e senatori che rappresentano le nostre isole a Roma.
Per concludere, un aspetto che mi riguarda direttamente (ci abito di fronte) è quello del collegamento transfrontaliero tra la Sardegna e la Corsica, laddove – lei prima ha citato Moby – sulla questione della continuità territoriale marittima c'è bisogno anche dell'impegno da parte del Governo. Lei aveva detto, quando si era insediata, che avrebbe fatto in modo di coinvolgere i parlamentari di destra, sinistra, centro e chi non ha collocazione politica, anche nel Gruppo Misto, nelle battaglie riguardanti tutti i sardi. Purtroppo a Santa Teresa ci ritroviamo per l'ennesima volta, oltretutto in questo momento dove c'è un continuo scambio commerciale, ma anche un continuo vai e vieni di turisti sardi o francesi, corsi, verso la Sardegna, purtroppo questo traghetto già da giorni, come è capitato anche il mese scorso, per un mese intero non potrà soddisfare la richiesta perché è fermo per motivi legati alla meccanica e quant'altro.
Presidente, concludo, anche per essere sintetico e non trovarmi di fronte a qualche collega che mi dice che ho utilizzato troppo tempo. Presidente, io sarò a completa disposizione per qualsiasi battaglia da portare avanti mirata a contrastare gli interessi delle multinazionali e le eventuali speculazioni sul nostro territorio. Facciamoci anche una domanda quando pensiamo che, come lei ha detto e io condivido, non è possibile che le comunità energetiche non possano produrre più di 1 Megawattora. Questo fa comprendere che probabilmente creiamo dei conflitti con chi probabilmente ha interessi superiori.
Grazie, presidente, e grazie Alessandra Todde. La aspettiamo prossimamente con quanto detto precedentemente.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giagoni. Presidente, vuole fare qualche osservazione?
Pag. 26 ALESSANDRA TODDE, Presidente della Regione Sardegna. Sicuramente è una cosa fondamentale riprendere il modello di continuità, relativamente sia alla continuità aerea che alla continuità delle merci che alla continuità marittima, e condividerlo ovviamente. Una delle cose di cui possiamo far tesoro è sicuramente un modello che abbiamo ereditato, che è quello ancora in funzione, che ci pone dei limiti. Per esempio, l'onorevole Giagoni ha citato Aeroitalia, che ha vinto l'ultimo bando di continuità territoriale. Purtroppo anche noi siamo preoccupati – lo dico in maniera chiara – del fatto che comunque ci sia una compagnia aerea che, per quanto abbia ovviamente ottemperato a tutti quelli che erano i criteri che noi abbiamo ereditato relativamente al bando e quindi essenzialmente criteri di prezzo, abbia una struttura comunque, rispetto ad altri contesti, sicuramente più fragile anche in termini di mezzi e di modalità. Quindi, sarà anche nostra cura lavorare affinché alcune tematiche normali, come l'interfaccia con i clienti, possano essere rafforzate, ma sarà anche una lezione per quanto riguarda il prossimo modello, il prossimo bando, per cercare di far meno leva sui prezzi e quindi pagare anche un po' di più, ma non derogare rispetto a servizi essenziali che devono essere restituiti alla popolazione.
Per quanto riguarda il tema della continuità transfrontaliera e il collegamento con le isole minori, credo che bisogna veramente interrogarsi, anche con il Governo e con le Commissioni, ognuno per la propria sfera di influenza, relativamente a questi grossi player come Moby, per riuscire ad avere a tutti i livelli il giusto livello di pressione per poterci garantire dei servizi efficaci. Per concludere – ne approfitto, visto che alcuni dei miei ex colleghi sono presenti in Commissione – anticipo che riceverete un invito per poterci vedere in Sardegna nelle prossime settimane.
Vorrei organizzare un incontro con tutti i parlamentari sardi entro fine settembre, in maniera tale che ciò che ci siamo detti anche oggi, in questa Commissione, venga affrontato puntualmente, magari con più dettaglio rispetto alle tematiche sarde. L'incontro lo terremo magari in Consiglio regionale, in maniera tale da coinvolgere non solo la Giunta, ma tutti i consiglieri. Credo che sia importante, nell'ottica di una leale collaborazione tra istituzioni, avere tutte le rappresentanze allineate rispetto a quelle che sono le tematiche che dobbiamo ottenere per avere un miglioramento rispetto alla nostra situazione attuale. Vi anticipo dunque questo invito.
PRESIDENTE. Grazie, Presidente. C'è stato un collega, non ricordo chi, credo l'onorevole Lai o il senatore Meloni, che ha auspicato una continua collaborazione anche con il presidente della Regione Siciliana. Questo sarebbe molto importante anche per le proposte che da qui a meno di un mese – ne parleremo nell'Ufficio di Presidenza – avanzeremo al Governo. Purtroppo era preliminare l'escussione, o meglio l'audizione. Escussione è un termine che si utilizza nelle aule di giustizia, quindi chiedo scusa ai commissari e alla Presidente. La mancata audizione di qualche ministro, proprio per quelle che sono le competenze di questa Commissione, ci ha impedito di farle, perché, se non sappiamo quello che possiamo fare e quante risorse finanziarie abbiamo, chiaramente ci viene difficile.
Presidente Todde, sarà utile se lei riesce a interloquire – lo diremo anche al Presidente Schifani, che sarà qui il giorno 24 – per delle iniziative congiunte, che credo abbiano sicuramente una forza maggiore. Spero che lei condivida l'orientamento mio e della Commissione e la invito a una reciproca interlocuzione. La ringrazio.
MARCO MELONI. Non ho preso il tempo all'onorevole Giagoni e non parlerò quanto lui, ma solo un minuto. Intervengo quasi per fatto personale, perché la senatrice Zedda, che ora non è presente, mi ha sostanzialmente accusato di demagogia politica e di non conoscere la modalità attraverso la quale il Governo impugna le leggi. Pare che le impugni un funzionario che fa una relazione; in realtà il Governo adotta una decisione nel Consiglio dei ministri, che è una decisione tecnica e politica, che Pag. 27può adottare allo scadere del sessantesimo giorno e prima ricercare delle condivisioni politiche con chi ha fatto una legge che rappresenta anche un'esigenza, come ha fatto il Consiglio regionale della Sardegna, o può adottare questo provvedimento dopo 30 giorni o qualcuno in più come ha fatto in questo caso.
Chiedevo solamente alla Presidente Todde se ha trovato o meno nel Governo la volontà di condividere delle soluzioni rispetto al processo di transizione energetica e all'installazione di strumenti di produzione energetica attraverso fonti rinnovabili o meno. Questa era la mia domanda. È demagogia politica, secondo me, dire in Sardegna o ai sardi «nessuna pala eolica» o comunque sia nessun tipo di intervento sulle rinnovabili e qui sostenere un Governo che si mostra eventualmente poco dialogante o inflessibile. Questo intendevo dire. Rispetto alla buona volontà di essere tutti coesi e pragmatici qui, cosa che condivido, ed è l'ispirazione che ha guidato anche la nostra proposta di istituire questa Commissione, vorrei che ci fosse sempre questo atteggiamento. È demagogia politica, invece, dire che l'insularità è importantissima e poi non avere un atteggiamento anche di confronto duro con un Governo che finora, tutte le volte che noi abbiamo presentato degli emendamenti che chiedessero risorse o misure specifiche sulla insularità, li ha respinti.
Non voglio fare polemica, ma era giusto precisare sia il senso della mia domanda sia il fatto che qua non c'è spazio per la demagogia politica e, se c'è spazio da parte di qualcuno, non è certamente da parte nostra. Presidente, lei non è invitato a questo incontro dei parlamentari sardi, però troviamo il modo di fare qualcosa anche con i parlamentari siciliani e i due presidenti e facciamo tutti una cosa che spero abbia la potenza politica necessaria per affrontare questi problemi.
PRESIDENTE. Grazie. Ne parliamo domani in Ufficio di Presidenza.
Onorevole Giagoni, oggi purtroppo abbiamo inaugurato la tendenza italica a litigare, che non è sicuramente funzionale al nostro progetto di cercare di fare qualcosa per le nostre isole. Sono sicuro che da domani rientreremo nei ranghi, non perché oggi ne siamo usciti, per carità, ma c'è stato qualche dialettica un po' più aspra che, per carità, in politica può starci. Domani saranno presenti due assessori, uno siciliano e uno sardo, dopodiché avremo un Ufficio di Presidenza. Vi prego di essere presenti perché dobbiamo scrivere le linee e i progetti per questa importante stagione che affrontiamo da domani o potremmo anche dire da oggi.
Grazie. Saluto nuovamente la Presidente Todde e dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 16.35.