Sulla pubblicità dei lavori:
Morrone Jacopo , Presidente ... 3
Audizione, in videoconferenza, dell'assessore all'ambiente, economia circolare, difesa del suolo, lavori pubblici e protezione civile della regione Toscana, Monia Monni, nell'ambito del filone d'inchiesta riguardante il cosiddetto «caso keu» in Toscana:
Morrone Jacopo , Presidente ... 3 ... 13
Potenti Manfredi ... 13
Simiani Marco (PD-IDP) ... 14
Potenti Manfredi ... 15
Morrone Jacopo , Presidente ... 15 ... 17
Rafanelli Andrea , Direttore della direzione tutela dell'ambiente ed energia della regione Toscana ... 17
Morrone Jacopo , Presidente ... 20
Potenti Manfredi ... 20
Morrone Jacopo , Presidente ... 21
Monni Monia , Assessore all'ambiente, economia circolare, difesa del suolo, lavori pubblici e protezione civile della regione Toscana ... 21
(La seduta, sospesa alle 14.15, è ripresa alle 14.25) ... 21
Sulla pubblicità dei lavori:
Morrone Jacopo , Presidente ... 22
Comunicazioni del presidente:
Morrone Jacopo , Presidente ... 22
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
JACOPO MORRONE
La seduta comincia alle 13.35.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della presente audizione sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Audizione, in videoconferenza, dell'assessore all'ambiente, economia circolare, difesa del suolo, lavori pubblici e protezione civile della regione Toscana, Monia Monni, nell'ambito del filone d'inchiesta riguardante il cosiddetto «caso keu» in Toscana.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, in videoconferenza, dell'assessore all'ambiente, economia circolare, difesa del suolo, lavori pubblici e protezione civile della regione Toscana, Monia Monni, che saluto e ringrazio della presenza, nell'ambito del filone d'inchiesta riguardante il cosiddetto «caso keu» in Toscana. È, altresì, video-collegato l'ingegnere Andrea Rafanelli, direttore della direzione tutela dell'ambiente ed energia della regione Toscana, a cui vanno i miei ringraziamenti.
Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera ed è aperta alla partecipazione da remoto dei componenti della Commissione. Avverto, inoltre, i nostri ospiti che della presente audizione sarà redatto resoconto stenografico. Segnalo, altresì, che, poiché l'audizione odierna si svolgerà in videoconferenza, non sarà possibile sottoporla a regime di Pag. 4segretezza, in quanto tale regime implicherebbe la sospensione di tutti i collegamenti da remoto, oltre che della trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati. Pertanto, se i nostri ospiti dovessero ritenere opportuno essere auditi in seduta segreta, la Commissione potrà valutare tempistiche e modalità di prosecuzione dei lavori compatibili con la segretezza della seduta.
Ricordo che la Commissione è chiamata, in base alla relativa legge istitutiva, a svolgere indagini atte a far luce sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e alimentari, anche con riguardo alla verifica di eventuali comportamenti illeciti nell'ambito della pubblica amministrazione centrale e periferica, ovvero dei soggetti pubblici o privati operanti nella gestione del ciclo dei rifiuti. In tale contesto, nell'ambito dell'attività d'inchiesta avviata, la Commissione verifica, altresì, l'eventuale sussistenza di attività illecite relative alla gestione dei servizi di trattamento, smaltimento e recupero dei rifiuti da parte di soggetti pubblici o privati, con particolare riguardo anche ai sistemi di affidamento dei citati servizi.
Infine, è compito specifico della Commissione indagare sulla sussistenza di attività illecite legate a siti inquinanti e verificare lo stato di attuazione delle operazioni di bonifica dei medesimi siti.
L'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento avviato per decisione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, del 19 dicembre 2024, riguardante il cosiddetto «caso keu» in Toscana, ovvero attività illecite di smaltimento di residui di produzione derivanti dal trattamento dei fanghi prodotti della concia delle pelli. In particolare, secondo quanto segnalato alla Commissione, i siti in questione non sarebbero stati trattati secondo il modo prescritto, onde eliminare pericolose sostanze come cromo e antimonio,Pag. 5 e il fenomeno avrebbe interessato un'ampia area della Toscana, contando un vasto numero di siti; sono inoltre in corso attività di accertamento condotte della magistratura inquirente.
L'audizione odierna si inquadra, dunque, nel contesto di un'attività che la Commissione svolgerà mediante approfondimenti successivi, al fine di acquisire tutti gli elementi di conoscenza necessari per finalizzare gli effetti che l'inquinamento delle sostanze produce nei confronti dell'ambiente e della salute di uomini e animali, nonché le attività in corso per contrastare il fenomeno in parola e rimediare, per quanto possibile, le ricadute nocive che si sono prodotte.
L'assessore Monni potrà, quindi, illustrare alla Commissione, per i profili di competenza, il quadro della situazione ambientale della Toscana in connessione ai siti inquinanti da conferimenti di «keu» e anche con riferimento all'eventuale esistenza di ulteriori siti contaminanti, nonché iniziative intraprese e programmate dalla regione al riguardo.
Cedo, dunque, la parola all'assessore Monni per lo svolgimento della sua relazione introduttiva, al termine della quale i colleghi parlamentari potranno rivolgere eventuali domande o richieste di chiarimento.
MONIA MONNI, Assessore all'ambiente, economia circolare, difesa del suolo, lavori pubblici e protezione civile della regione Toscana. Grazie, presidente. Buonasera a tutti. Accanto a me c'è l'ingegnere Rafanelli, mentre io inquadrerò la situazione e le azioni che la regione ha intrapreso; l'ingegner Rafanelli vi darà, poi, il quadro della situazione ambientale e risponderà alle domande più di natura tecnica. Permettetemi di ringraziarvi non solo per l'attenzione ma anche per la disponibilità e il rinvio di questa audizione che, come sapete, se anche programmata, si colloca in un momento un po' complicato per la nostra Pag. 6regione, che ha vissuto nuovamente, purtroppo, un evento alluvionale importante.
La vicenda «keu» nasce dalla segnalazione fatta nel 2018 dalla regione Toscana, attraverso l'ARPAT, che aveva effettuato alcune verifiche presso un sito denominato Green Park, situato a Pontedera, in provincia di Pisa. Nel corso di queste verifiche emersero alcune non conformità rispetto all'autorizzazione dell'impianto ex Ecoespanso, che era di proprietà del Consorzio Aquarno Spa, nel quale si effettua un processo termico di recupero, sia energetico che materiale, da cui risulta questo materiale granulato che viene chiamato «keu». In sintesi, i risultati dei test di cessione fatti sui materiali rinvenuti al Green Park, effettuati da ARPAT, evidenziarono – leggo testualmente – la non conformità del recupero diretto in ambiente, avvenuto attraverso un impianto terzo, dove è stato utilizzato per la produzione di agglomerati riciclati, destinati soprattutto all'utilizzo come materiale di riempimento, recupero ambientale, sottofondi stradali. Ricevuta questa segnalazione da parte di ARPAT, gli uffici della direzione ambiente e energia della regione si attivarono ed emisero una diffida nei confronti di Ecoespanso, disponendo, con il decreto dirigenziale del 4 dicembre 2018, il rispetto delle condizioni autorizzative, anche riguardo alla gestione dei rifiuti, con l'obbligo in capo ad Aquarno, quale produttore del rifiuto keu, di effettuare, oltre alla caratterizzazione per accertarne la conformità allo smaltimento, anche il test di cessione.
Il 1° aprile 2019 Aquarno inoltrò su questo provvedimento un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, chiedendone l'annullamento, ricorso che, però, non fermò né l'attività di ARPAT né quella degli uffici regionali. Il dipartimento di ARPAT di Pisa scrisse, quindi, ad Aquarno Spa, con una nota dell'11 aprile 2019, specificando che il «keu» ottenuto dal Pag. 7Consorzio Aquarno Spa, pur rispettando i limiti del test di cessione, nell'immediatezza e dopo essere stato stoccato in silos, una volta processato all'interno dell'impianto di recupero Le Rose Srl- soggetto che avrebbe dovuto provvedere al recupero e al riciclo di questo materiale – determinava il rilascio di sostanze nocive; invitò, quindi, la società al rispetto dei contenuti di questa diffida del 4 dicembre 2018. Con nota del 16 aprile 2019, il settore autorizzazione rifiuti e bonifiche della regione scrisse al Consorzio Aquarno, chiarendo che lo stesso – anche qui cito testualmente – è tenuto a effettuare le analisi di caratterizzazione di conformità del «keu» prodotto in base alla sua effettiva destinazione, in quanto soggetto responsabile non solo della regolarità delle proprie operazioni, ma anche di quelle dei soggetti che precedono o seguono il proprio intervento.
Si ritenne, quindi, che il Consorzio Aquarno Spa non potesse esimersi dalla responsabilità di verificare la regolarità delle operazioni di recupero o di smaltimento, sebbene effettuate da altri soggetti che intervengono nella gestione del rifiuto, anche in considerazione del fatto che la società è consapevole delle caratteristiche analitiche del «keu», quindi anche delle sue capacità di rilascio di sali e metalli se sottoposto al test di cessione. Così si giunse formalmente a un nuovo decreto dirigenziale, il 17 dicembre 2019, che modificava il provvedimento autorizzativo, quindi l'autorizzazione integrata ambientale di Ecoespanso, che stabiliva, fino alla definizione di altre forme di reimpiego del «keu», che questo dovesse essere destinato esclusivamente alla discarica.
Questa premessa mi consente di illustrare alla Commissione una ricostruzione sulle attività che, invece, sono state svolte a partire dal 15 aprile 2021, quindi dal momento in cui questa amministrazione era in carica, cioè la data in cui siamo venuti Pag. 8a conoscenza delle indagini in corso. Per quanto riguarda la ditta Le Rose Srl, gli uffici preposti della regione Toscana svolsero un'azione di controllo sulla loro attività, inoltrando alla prefettura di Crotone una richiesta di aggiornamento della comunicazione antimafia. In risposta, la prefettura di Crotone negò l'iscrizione in white list per la ditta Le Rose Srl, emettendo di fatto un'interdittiva. A seguito di queste comunicazioni, gli uffici regionali preposti revocarono le autorizzazioni alla gestione dei rifiuti della società Le Rose Srl di Bucine, ad Arezzo, e di Pontedera a Pisa.
Con successivi decreti, la regione diffidò la ditta Le Rose Srl all'esecuzione delle operazioni di messa in sicurezza dell'impianto e allontanamento dei rifiuti. Di fronte all'inerzia del gestore, la regione avviò le procedure per effettuare gli interventi di tutela ambientale in sostituzione del soggetto gestore inadempiente, procedendo, poi, in danno, alla ripetizione delle spese.
Il 17 aprile 2021 – quindi due giorni dopo essere venuti a conoscenza delle indagini – inviai personalmente ad ARPAT una richiesta per avviare tutte le attività utili a verificare la situazione della falda acquifera e dei terreni, al fine di garantire la massima tutela della salute e delle matrici ambientali. Furono attivate una serie di procedure, tra cui un numero verde dedicato per fornire informazioni specifiche ai proprietari dei pozzi situati lungo la strada regionale empolese n. 429, dove, secondo gli inquirenti, era stato utilizzato illegalmente materiale riciclato contenente «keu», e avviare le attività di campionamento e analisi – ovviamente gratuite per i proprietari – finalizzate alla ricerca di metalli e cromo esavalente. Nel pomeriggio di giovedì 22 aprile iniziarono già i primi campionamenti dei pozzi situati lungo la strada regionale. Nello stesso giorno convocammo tutti i sindaci dei territori coinvolti per Pag. 9avviare un confronto sulle attività svolte e condividere il piano delle attività di monitoraggio dei pozzi per uso domestico nella regione Toscana, attraverso ARPAT. Ovviamente, fu anche un momento di confronto che ha fatto iniziare un processo di accompagnamento dei comuni in procedure spesso molto complesse per strutture poco attrezzate ad affrontare – almeno numericamente – questa complessità.
A seguito di ulteriori approfondimenti svolti con ARPAT, la regione ha chiesto all'agenzia che fosse estesa questa campagna per il controllo e il monitoraggio delle acque all'interno dei pozzi a uso domestico a tutte le aree potenzialmente interessate dalla contaminazione dei materiali potenzialmente dannosi. Gli esiti di questi campionamenti sono stati condivisi con i comuni interessati e, ovviamente, anche con la procura della Repubblica.
Questa campagna di analisi era aggiuntiva rispetto alla consueta attività di regione e ARPAT sia per il controllo delle acque superficiali che di quelle sotterranee, che si svolge attraverso una diffusa rete di rilevatori e sensori distribuiti lungo tutto il territorio regionale. L'attività di campionamento è stata affiancata da una analoga attività svolta anche dalla Autorità idrica Toscana (AIT). Infatti, in data 27 aprile inviai al direttore della AIT la richiesta di effettuare, sulla base delle indicazioni tecniche di ARPAT, tramite gestori del servizio pubblico, una campagna di controllo delle acque sotterranee e superficiali in prossimità dei luoghi potenzialmente contaminati.
Il 15 maggio fu acquisita – e quindi trasmessa alla procura – la sintesi della valutazione degli esiti della campagna di controllo delle acque sotterranee e superficiali in zone potenzialmente contaminate, effettuata – come detto – da AIT. Il 19 maggio il settore bonifiche e autorizzazione rifiuti inviò ad Pag. 10ARPAT una nota con cui richiedeva la trasmissione di una proposta avente ad oggetto un'attività istituzionale integrativa per la caratterizzazione del materiale contenente «keu» e rinvenuto nei diversi siti, il supporto alla definizione sito per sito della campagna di indagini da effettuare da parte dei soggetti interessati per accertare lo stato di eventuale contaminazione delle matrici ambientali, le attività di verifica della corretta effettuazione delle suddette indagini, nonché la validazione dei risultati, l'analisi complessiva delle informazioni disponibili relative allo stato delle varie matrici ambientali – con l'interpretazione delle stesse – per la valutazione dell'eventuale interessamento delle aree afferenti o contigue dei singoli siti. Il 23 giugno ricevemmo da ARPAT una nota di risposta avente ad oggetto le attività di supporto alle azioni regionali riguardanti le problematiche ambientali connesse con l'utilizzo di materiali riciclati contenenti «keu», con cui ci veniva trasmesso il testo consolidato contenente la descrizione delle attività istituzionali straordinarie che l'agenzia intendeva proporre. Il 28 giugno, quindi cinque giorni dopo, la giunta regionale ha approvato la delibera n. 680, con cui si integrarono gli indirizzi ad ARPAT per l'anno 2021 con questa nuova attività straordinaria, individuando le risorse per coprirla, che ammontavano a circa 72 mila euro. L'attività svolta da ARPAT, nell'ambito delle attività supportate finanziariamente da regione Toscana, consisteva in una campagna di indagine sui pozzi privati su richiesta dei cittadini, un monitoraggio di sorveglianza delle acque sotterranee e un monitoraggio delle acque superficiali. Nell'ambito di questa attività, si segnala che le concentrazioni riscontrate nelle acque sotterranee dei metalli considerati indicatori del potenziale impatto conseguente alla presenza di materiale riciclato contenente «keu» – quindi principalmente cromo e antimonio – sono risultate inferiori Pag. 11alle soglie di contaminazione stabilite dalla norma per le acque sotterranee; inoltre le acque superficiali rispettano gli standard di qualità ambientale, di cui al decreto legislativo n. 152, per la classificazione dello stato chimico delle acque superficiali interne. Al fine di garantire il massimo presidio e il coordinamento sulla vicenda, ARPAT procedette alla costituzione di una task force formata da personale di tutti i dipartimenti interessati e coordinata dalla stessa direzione di ARPAT. La regione Toscana, inoltre, chiedeva, il 14 dicembre 2021, l'attivazione della struttura del commissario unico per la realizzazione degli interventi necessari all'adeguamento alla normativa vigente delle discariche abusive presenti sul territorio nazionale – quindi del generale dei carabinieri Giuseppe Vadalà – in considerazione di quanto disposto dall'articolo 43 del decreto n. 152 per la conduzione degli interventi su due impianti della ditta Le Rose Srl, nonché per la strada regionale n. 429, quindi per i siti di competenza regionale. Il generale, a giro strettissimo, ci fece ricevere la sua disponibilità e, il 2 febbraio 2022, il direttore generale della direzione generale per l'uso sostenibile del suolo e delle risorse idriche del MiTE fece la stessa cosa. Tuttavia, il prosieguo dell'attività di bonifica in capo alla struttura commissariale è avvenuto con delibera del Consiglio dei Ministri il 3 novembre 2023. Per consentire al commissario il prosieguo degli interventi di bonifica, ovviamente sui tre siti di competenza regionale – ricordo che i siti ad oggi noti, oggetto non più dell'indagine, sono quattordici, però la struttura commissariale è incaricata da noi per seguire i tre di competenza –, è in linea con quanto disposto dal decreto n. 152. La regione Toscana ha quindi provveduto a stanziare sue risorse, sulla contabilità del commissario, pari a 15 milioni di euro, con la disponibilità, ovviamente, se non fossero sufficienti, a reintegrarle. In data 16 febbraio 2022 è stato inoltre presentato uno Pag. 12studio, di cui alla delibera della giunta regionale n. 1021 del 4 ottobre 2021, con cui la regione ha integrato la carta dei servizi di ARPAT, affinché si procedesse con la stipula di una specifica convenzione tra l'agenzia e l'Università di Pisa – individuata dalla stessa agenzia – con lo scopo di approfondire la maggiore conoscenza del materiale oggetto dell'indagine – cioè del «keu» – e del suo comportamento in termini di lisciviazione, anche per descrivere l'impatto del suo utilizzo nelle matrici ambientali e, eventualmente, individuare forme di possibili utilizzazioni in sicurezza. Queste attività sono state finanziate dalla regione Toscana per un importo pari a 97 mila euro. Le attività di studio svolte avevano, nel dettaglio, l'obiettivo di uno studio della distribuzione delle diverse forme di cromo presenti nel «keu» e nello stabilizzato, il comportamento dei materiali nel tempo attraverso esperimenti in camere di invecchiamento e l'impatto in ambiente tramite esperimenti di microcosmo.
In sintesi, secondo quanto riferito da ARPAT, i risultati che sono stati pubblicati il 14 aprile 2023 hanno evidenziato come il «keu» all'uscita dell'impianto di produzione non contenga quantità apprezzabili di cromo esavalente. Il cromo risulta presente solo nella forma trivalente, che è insolubile in acqua. Questo è in accordo con i test di lisciviazione condotti dalla stessa ARPAT, che non misuravano il rilascio di cromo esavalente. Lo studio ha però evidenziato che il materiale «keu» esposto alle diverse condizioni ambientali e con il passare del tempo ha la capacità di rilasciare in acqua – quindi a contatto con l'acqua – cromo esavalente. Questi risultati indicano che il «keu» può rappresentare, dunque, una potenziale sorgente di cromo esavalente, soprattutto in determinate condizioni. Queste risultanze sono state, ovviamente, condivise con la direzione regionale tutela dell'ambiente ed energia per le valutazioni tecniche di competenza nell'ambito dei procedimenti di valutazionePag. 13 di impatto ambientale e autorizzazione integrata ambientale.
Credo sia necessario, a completamento di quanto rappresentato, segnalare che la regione Toscana aveva avviato, in accordo con ARPAT, un approfondimento finalizzato alla possibile individuazione di ulteriori siti in cui era stato utilizzato potenzialmente del materiale riciclato contenente «keu». Tuttavia, in considerazione dell'interessamento della competente procura della Repubblica, i dati relativi a questi approfondimenti non sono nella disponibilità della regione Toscana, perché in questo momento ARPAT sta agendo per conto della procura e non più per conto della regione.
Se mi consentite, l'ingegner Rafanelli può fare il punto – se lo ritenete utile, ovviamente – su ogni singolo sito, sia quelli di competenza regionale che quelli che stanno sotto le competenze dei comuni. Ovviamente, siamo a vostra disposizione.
PRESIDENTE. Noi abbiamo anche la relazione, che trasmetterò direttamente ai commissari, quindi direi che possiamo guardarla in seguito. Io farei prima delle domande, se ci sono. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
MANFREDI POTENTI. Saluto l'assessore e anche l'ingegnere, ringraziandoli di essere in collegamento con noi. Vorrei rivolgere una domanda all'assessore Monni per chiederle conferma circa l'episodio riguardante la presentazione, in sede di consiglio regionale, di una interrogazione sui nuovi siti inquinati da utilizzo illegittimo di «keu» – questo era il titolo della interrogazione presentata dalla consigliera regionale Elena Meini – riguardo alla quale ella rispose di non poter rivelare né dove, né quali fossero gli altri siti nel mirino, cioè oggetto evidentemente di indagine – presumo – o di accertamento, come poco Pag. 14fa ci stava accennando, perché gli inquirenti della DDA di Firenze avrebbero potuto aprire un nuovo filone dell'inchiesta. Le anticipo evidentemente in altra sede l'opportunità di rivolgerle questa domanda con i requisiti del caso.
MARCO SIMIANI. Ringrazio l'assessora e il dottor Rafanelli, anche per la puntuale relazione che ho letto questa mattina. Volevo fare un paio di domande anche perché nella relazione si evince chiaramente il lavoro della regione Toscana, addirittura denunciando già nel 2018 da parte di ARPAT questa situazione, che comunque metteva a repentaglio l'ambiente e la possibile salute per i cittadini. Soprattutto, nel prosieguo della relazione ci sono alcuni aspetti che addirittura anticipavano anche alcune azioni che la procura stessa poi ha sviluppato, anche nell'ambito delle scelte che la procura farà.
Noi siamo qui per riuscire anche non solo a supportare l'azione delle istituzioni, ma anche a capire alcuni aspetti che possono arricchire anche la documentazione che poi con la relazione faremo. Le domande sono due, una per l'assessora e l'altra, se può rispondere, per il dottor Rafanelli. Volevo capire se nel momento in cui ci fu questa scelta da parte della regione Toscana di chiedere al Governo un aiuto, o comunque una visione anche terza, avendo un commissario, ciò avvenne molto prima rispetto a quando il commissario Vadalà arrivò. Sostanzialmente, da quello che ho sentito e su cui poi volevo una conferma dall'assessora, si parla addirittura del 2022 o del 2021 per questa richiesta. Questa è la prima domanda, perché credo che sia un fatto importante da parte anche della regione Toscana di aver richiesto sostanzialmente ciò, visto che la Presidenza del Consiglio ha poi validato questa scelta il 3 novembre del 2023. L'altra domanda è proprio sul capitolo secondo, cioè sulla parte autorizzativa. Abbiamo letto che avete chiesto ad ARPAT e all'Università di Pisa di verificare, in base Pag. 15anche agli uffici, tutto il percorso dell'end of waste da parte del processo autorizzativo per l'inertizzazione del materiale stesso: questo processo, oggi, è un processo comunque valido? Oggi si può riciclare questo prodotto? Si può arrivare a utilizzarlo per ripristini stradali o altre cose? Questo è un elemento anche di fiducia e questa Commissione non deve guardare solamente agli aspetti negativi, ma anche agli aspetti positivi della vicenda. Volevo capire se questa procedura, questo processo oggi è assolutamente positivo e se oggi questo materiale viene utilizzato tranquillamente in base anche alle indicazioni che l'ARPAT e l'Università di Pisa hanno dato in questi mesi. Grazie.
MANFREDI POTENTI. Vorrei fare una integrazione e, di nuovo, assessore, mi rivolgo a lei per una domanda che ha evidentemente dei risvolti sociali e politici. Circa la lista degli altri siti che ci sono stati trasmessi nella relazione, volevo chiederle una cosa. Dato che uno dei problemi principali è capire se ci sia una compromissione delle matrici ambientali o meno, questo fa evidentemente spostare per legge la responsabilità della eventuale bonifica o rimozione dei rifiuti, rispettivamente in capo alla regione o al comune, ovvero, in alcuni casi, anche in capo ai privati. Ho visto, infatti, alcune pendenze amministrative che hanno riguardato la necessità di chiarire se ci fosse l'obbligo di sostenere congiuntamente delle spese fra amministrazioni pubbliche e privati. Nel complesso di quelle che sono evidentemente informazioni che ci può riferire, sui siti che ci avete ulteriormente indicato rispetto ai tre, per semplicità, esiste una compromissione di matrici ambientali? Si parla di esigenza di bonifica, oppure siamo in situazioni in cui la mera rimozione del rifiuto può essere sufficiente? Grazie.
PRESIDENTE. Do la parola ai nostri ospiti per la replica.
Pag. 16MONIA MONNI, Assessore all'ambiente, economia circolare, difesa del suolo, lavori pubblici e protezione civile della regione Toscana. Grazie. Rispetto al tema dei possibili ulteriori siti, quindi all'interrogazione della consigliera Meini, confermo quanto contenuto nella risposta a quell'interrogazione e integro con altre informazioni. La procura della Repubblica desecretò un'importante mole di documentazione – fatture e bolle – relative alle attività di Le Rose Srl, consegnandola ad ARPAT. Entrati in possesso di questa documentazione, con il direttore di ARPAT decidemmo in autonomia di verificare i possibili luoghi dove queste bolle e queste fatture facevano presupporre che fossero stati consegnati quantitativi di materiale riciclato contenente «keu». Iniziata questa attività è intervenuta, però, la procura della Repubblica, che ha assunto a sé la stessa attività. Quindi noi non disponiamo delle informazioni relative all'esito di queste verifiche che, oltre a essere documentali, ovviamente poi devono essere espletate anche sul campo. Rispetto a quanto chiesto dall'onorevole Simiani, sulla richiesta di potersi avvalere della struttura commissariale del generale Vadalà, avvenne all'indomani della modifica della legge che inizialmente attestava le competenze del generale, per cui soltanto il Governo si poteva avvalere della struttura commissariale. Alla modifica della norma, credo che siamo stati la prima regione a chiedere di poter attingere a questa competenza, fondamentale per noi, che è assicurata dalla struttura commissariale. Il 14 dicembre 2021 abbiamo fatto la nostra richiesta e il 3 novembre 2023 è arrivato il DPCM che ci ha consentito di utilizzare la struttura commissariale; nel mezzo, c'è stata la disponibilità formalizzata dallo stesso generale e quella, come dicevo prima, del direttore generale del Ministero. Sui temi più tecnici lascerei rispondere l'ingegner Rafanelli, ma faccio soltanto una considerazione rispetto a chi deve occuparsi delle rimozioni dei rifiuti, quindi Pag. 17del risanamento delle aree compromesse. Quello che abbiamo chiarito, sin dal primo momento, e che per noi è un principio guida – il nostro faro – è che chi inquina paga. Quando agiamo lo facciamo chiamando a responsabilità chiunque nella filiera abbia avuto o abbia dato un contributo all'utilizzo improprio di questo materiale, perché riteniamo che la tutela della salute e dell'ambiente sia senz'altro il nostro primo dovere, ma siamo anche convinti che i cittadini abbiano già pagato a sufficienza e che quindi, per quanto possibile, non debba essere il pubblico a farsi carico anche delle bonifiche, perché ciò vuol dire far pagare di nuovo i cittadini. Chiederei cortesemente all'ingegnere di integrarmi sulle parti tecniche.
PRESIDENTE. Prego.
ANDREA RAFANELLI, Direttore della direzione tutela dell'ambiente ed energia della regione Toscana. Buon pomeriggio. Per quanto riguarda il rilascio di autorizzazioni oggi vigenti sulla sezione impiantistica di trattamento dei fanghi di origine conciaria con produzione di «keu», abbiamo attivato un procedimento di riesame che è durato del tempo e che ha richiesto molte indagini e interventi tecnici, in quanto siamo partiti dal presupposto oggettivo che per il «keu», fino a qualche anno fa considerato un rifiuto inerte, oggi non è più possibile parlare di un rifiuto inerte, bensì di un rifiuto che, in determinate condizioni, può produrre il rilascio di cessioni di cromo VI e antimonio. Alla luce di questo fatto, è stata condotta un'indagine e un confronto tecnico, insieme all'Università di Pisa e all'ARPAT, con gli altri atenei a cui Aquarno si è appoggiato, per capire quali potessero essere le cause durante il processo produttivo che portava alla formazione di un composto instabile di grimaldite che, in determinate condizioni ambientali di pH – potenziale redox – è capace di rilasciare cromo VI.Pag. 18
Alla luce dell'attività svolta è stata rilasciata una nuova autorizzazione che obbliga Aquarno, prima di tutto – si sono già attivati su questo – ad individuare delle soluzioni impiantistiche che consentano di intervenire sul proprio processo industriale al fine di modificare l'intervento e ottenere un materiale che effettivamente possa essere inerte. Già per questo si stanno facendo dei test e con i nostri uffici si stanno confrontando per capire quali soluzioni autorizzative devono essere adottate per poi andare a realizzare l'intervento. Dall'altra parte, l'attuale autorizzazione impedisce ad Aquarno l'invio del materiale «keu» che oggi che viene prodotto per essere inviato ad impianti che facciano utilizzo di invio a recupero, ma è possibile attivare la procedura di flusso – una filiera di recupero – solo se, verificate determinate condizioni, il materiale viene inserito – viene «annegato» – in una malta cementizia, che quindi ne congeli il granulo all'interno di una struttura che ne impedisca il contatto con le condizioni ambientali e quindi la possibilità di cessione. Questa condizione deve però prima essere verificata mediante degli accertamenti in laboratorio – quindi analitici – e il tutto deve essere verificato dall'ARPAT. Ad oggi, quindi, queste possibili soluzioni di invio a recupero sono state bloccate per evitare, applicando un principio anche cautelativo, che ci potessero essere nuove forme di non corretto utilizzo del materiale. Per quanto riguarda, invece, i siti oggetto di procedimento di bonifica, al di là dei tre siti che sono invece di competenza della regione Toscana, questi sono vari. Ogni situazione ha una fattispecie specifica. In generale possiamo dire che la presenza di aggregato riciclato contenente «keu», in nessun punto ha prodotto un rilascio, per cui nelle matrici suolo, sottosuolo e falda idrica riscontriamo dei superamenti delle CSC. A volte, su alcuni siti, è anche difficile identificare l'aggregato riciclato e quindi la Pag. 19presenza di «keu», perché magari è stato frammisto durante le operazioni di cantiere o è stato steso con terra e altro materiale, quindi è anche difficilmente individuabile. Quello che conforta è proprio la mancata rilevazione nelle matrici di superamento. In alcuni siti è stato però prelevato il campione di terreno di riporto e sono state riscontrate capacità di cessione, pertanto gli interventi di bonifica hanno visto la soluzione della rimozione del materiale che era stato messo in opera. Come avete potuto vedere dalla relazione che abbiamo predisposto, su tutti i siti, prima dell'attivazione da parte della pubblica amministrazione, sono stati attivati i procedimenti di ordinanza verso il soggetto responsabile. Come avete potuto vedere, il soggetto responsabile è stato sistematicamente individuato non solo nel produttore del rifiuto, ma anche nei soggetti che hanno svolto l'azione proprio di messa in opera, quindi tutte quelle società che hanno effettuato i lavori e che avevano avuto la fornitura del materiale dalla ditta Le Rose.
Su questo abbiamo diversi contenziosi. Il TAR Toscana – parlo ad esempio del sito di Pontedera – aveva dato ragione in prima battuta agli operatori che avevano fatto opposizione a tale provvedimento; successivamente, il Consiglio di Stato, invece, ha ribaltato la sentenza riconoscendo effettivamente una loro corresponsabilità nell'azione. Questa azione è dovuta per il rispetto, ovviamente, dell'impegno da parte dei soggetti obbligati a dare una prima risposta, quindi nell'attuazione del principio del chi inquina paga; laddove, invece, il soggetto obbligato non è intervenuto, abbiamo esercitato il potere della pubblica amministrazione. Quindi, di volta in volta il soggetto responsabile, l'amministrazione competente e i comuni sono intervenuti per andare a concludere il procedimento di bonifica e quindi la rimozione del materiale. Per quanto riguarda i tre siti di competenza della regione Toscana, ci avvaliamo della struttura Pag. 20commissariale del generale Vadalà e siamo in una fase abbastanza avanzata su tre procedimenti. Ricordo velocemente che sulla strada regionale siamo in una fase di approvazione definitiva dell'intervento di messa in sicurezza permanente, che prevederà anche un monitoraggio annuale delle matrici ambientali del sito circostante l'area di deposito del materiale. Per quanto riguarda il sito di Pontedera, siamo prossimi alla pubblicazione del bando con l'attivazione del cantiere, che è rivedibile tra fine maggio e metà del mese di giugno. Ipotizziamo una conclusione dei lavori di rimozione dei cumuli di «keu» entro la fine dell'anno. Per quanto riguarda, in ultimo, il sito di Bucine, cioè l'altro sito su cui veniva svolta l'attività, siamo – anche lì – in fase di conclusione del piano di caratterizzazione sia dei rifiuti, sia delle matrici ambientali del sito, che verrà presentato a brevissimo per la sua approvazione. Nell'ambito del piano di caratterizzazione, saranno proposti differenti soluzioni di intervento con la valutazione anche dei costi per lo svolgimento degli stessi.
PRESIDENTE. C'è un'ulteriore domanda: il collega Potenti.
MANFREDI POTENTI. Grazie, ingegnere, della sua esposizione. Vorrei riprendere le parole che poc'anzi ha utilizzato l'assessore. Lei si riferiva alla circostanza di una tracciatura delle destinazioni di questo materiale, sulla base, ovviamente, di quella documentazione contabile – quindi delle fatture – di accompagnamento ai trasporti del materiale che sono state reperite. Potendo, ovviamente, dubitare di una totale regolare tenuta contabile di qualunque attività svolta nelle 24 ore dalla società Le Rose – mi prendo la responsabilità di ciò che dico essendo in condizioni di poterlo fare – volevo chiederle questo: dalla quantità di materiali su cui avete conoscenza presenti in situ al momento del sequestro, dagli strumenti e dai mezzi, Pag. 21avete maturato il convincimento che ci possano essere anche ulteriori siti dove questi materiali, magari informalmente e altrettanto illecitamente, possano essere magari stati conferiti senza la tracciatura?
Vengo all'ultima domanda, giusto per tranquillizzare alcuni gruppi di cittadini che anche recentemente si sono espressi in questo senso: vi sentite di poter escludere la necessità o l'opportunità anche su attività di controllo sulla popolazione da un punto di vista di indagine sanitaria? Grazie.
PRESIDENTE. Do la parola all'assessore Monni.
MONIA MONNI, Assessore all'ambiente, economia circolare, difesa del suolo, lavori pubblici e protezione civile della regione Toscana. Sulla seconda domanda, ARPAT non hanno mai segnalato elementi che potessero minimamente allarmare rispetto a possibili problematiche sulla salute. Come bene ha spiegato l'ingegnere Rafanelli, c'è un tema di contaminazione delle matrici ambientali, tanto che siamo, per tutti i quattordici siti, nell'ambito della rimozione del rifiuto. Sui siti regionali siamo intervenuti con lavori di messa in sicurezza temporanei che garantissero il fatto che non vi fossero, anche nel tempo necessario per effettuare queste operazioni, problemi di nessun tipo. Le domande sugli ulteriori siti vanno rivolte agli inquirenti. Le risposte non sono nella mia disponibilità, ma sono nella disponibilità degli inquirenti.
PRESIDENTE. Ringrazio l'assessore Monni e l'ingegnere Rafanelli. Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta, sospesa alle 14.15, è ripresa alle 14.25.
Pag. 22Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
Comunicazioni del presidente.
PRESIDENTE. Comunico che l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione appena svoltasi, ha convenuto che una delegazione della Commissione si rechi in missione in Sicilia, nelle province di Trapani e Agrigento, dal 7 al 9 maggio prossimi. Il termine per la comunicazione, da parte dei gruppi, dei nominativi dei commissari che parteciperanno alla suddetta missione, nel numero massimo di tre per la maggioranza e tre per l'opposizione, è fissato per il prossimo martedì 15 aprile. Comunico infine che l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione appena svoltasi, ha convenuto che la Commissione si avvalga della collaborazione di un ulteriore militare appartenente al Nucleo delle Commissioni parlamentari di inchiesta della Guardia di finanza, per la gestione e tenuta dell'Archivio della Commissione, con specifica indicazione del maresciallo aiutante Fabio Cosciotti. Non essendovi altri interventi, dichiaro concluse le comunicazioni in titolo.
La seduta termina alle 14.30.